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1 DAL CARCERE ALLA COMUNITA’ TERAPEUTICA Proposte metodi e percorsi per una possibile sinergia nella presa in carico e nel trattamento residenziale in comunità terapeutica di persone tossicodipendenti/alcoldipendenti con provvedimenti giuridici in corso Documento redatto dal Network di Esperti individuati dalla Regione toscana a conclusione del prod s ssbl s”. Il docu- mento è stato presentato, discusso e approvato nel convegno "Dal carcere alla Comunità: metodi e percorsi per una possibile sinergia" tenutosi a Firenze il 4 febbraio 2015 presso l'Auditorium di Sant'Apollonia e trasmesso alla Regione Toscana per la sua approvazione. Alla stesura del docu- mento hanno partecipato: Calzelunghe Daniela e Brotini Daniela UEPE Firenze Prato Pistoia Arezzo Giazzi Rossella, Pujia Graziano PRAP Toscana Pini Enrica e Minelli Tiziana Centro Giustizia Minorile Firenze Scarpa Franco USL 11 Empoli OPG Montelupo Falchini Susanna e Giugni Maria Cristina Dipartimento delle Dipendenze USL 10 Firenze Iannucci Mario Salute Mentale Penitenziaria USL 10 Firenze Cellesi Valerio Dipartimento delle Dipendenze USL 5 Pisa Becattini Marco e Avallone Licia Dipartimento delle Dipendenze USL 8 Arezzo Manfredi Antonella, Serra Emanuela, Mastroianni Rosanna, Balducci Elisa Dipartimento delle Dipendenze USL 4 Prato Tedici Maura Dipartimento delle Dipendenze USL 11 Toscana Lucchesi Antonio, Ridolfi Sonia e Fioravanti Paolo Ufficio di Presidenza CEART Nannini Nilo Comes Marradi Giammarino Luciano Nuovi Orizzonti Francardi Massimo Giudice Onorario Minorile Tribunale per i Minorenni Firenze Anziano Viviana Giudice Tribunale per i Minorenni di Firenze Fiorillo Antonietta Presidente Tribunale di Sorveglianza Firenze Coordinatori del Gruppo di Lavoro Iraci Sareri Giuseppe e Marallo Evelina Gruppo Incontro Pistoia Referenti Network Alfano Arcangelo Regione Toscana

DAL CARCERE ALLA COMUNITA’ TERAPEUTICA · Iannucci Mario Salute Mentale Penitenziaria USL 10 Firenze Cellesi Valerio Dipartimento delle Dipendenze USL 5 Pisa Becattini Marco e Avallone

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DAL CARCERE ALLA COMUNITA’ TERAPEUTICA

Proposte metodi e percorsi per una possibile sinergia nella presa in carico e nel trattamento

residenziale in comunità terapeutica di persone tossicodipendenti/alcoldipendenti

con provvedimenti giuridici in corso

Documento redatto dal Network di Esperti individuati dalla Regione toscana a conclusione del pro – d s ss b l s ”. Il docu-mento è stato presentato, discusso e approvato nel convegno "Dal carcere alla Comunità: metodi e percorsi per una possibile sinergia" tenutosi a Firenze il 4 febbraio 2015 presso l'Auditorium di Sant'Apollonia e trasmesso alla Regione Toscana per la sua approvazione. Alla stesura del docu-mento hanno partecipato:

Calzelunghe Daniela e Brotini Daniela UEPE Firenze Prato Pistoia Arezzo

Giazzi Rossella, Pujia Graziano PRAP Toscana

Pini Enrica e Minelli Tiziana Centro Giustizia Minorile Firenze

Scarpa Franco USL 11 Empoli OPG Montelupo

Falchini Susanna e Giugni Maria Cristina Dipartimento delle Dipendenze USL 10 Firenze

Iannucci Mario Salute Mentale Penitenziaria USL 10 Firenze

Cellesi Valerio Dipartimento delle Dipendenze USL 5 Pisa

Becattini Marco e Avallone Licia Dipartimento delle Dipendenze USL 8 Arezzo

Manfredi Antonella, Serra Emanuela, Mastroianni Rosanna, Balducci Elisa

Dipartimento delle Dipendenze USL 4 Prato

Tedici Maura Dipartimento delle Dipendenze USL 11 Toscana

Lucchesi Antonio, Ridolfi Sonia e Fioravanti Paolo Ufficio di Presidenza CEART

Nannini Nilo Comes Marradi

Giammarino Luciano Nuovi Orizzonti

Francardi Massimo Giudice Onorario Minorile Tribunale per i Minorenni Firenze

Anziano Viviana Giudice Tribunale per i Minorenni di Firenze

Fiorillo Antonietta Presidente Tribunale di Sorveglianza Firenze

Coordinatori del Gruppo di Lavoro Iraci Sareri Giuseppe e Marallo Evelina

Gruppo Incontro Pistoia

Referenti Network Alfano Arcangelo Regione Toscana

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2

Finalità

Il s d , h s zz l l v sv l d l N w k d Es O ll’ b

d l P - d s ss b l s ”,

approvato con Decreto d z l . 6504 d l 28 d b 2012, d f l zz l’ d ll

presa in carico e del trattamento residenziale in comunità terapeutica di persone

tossicodipendenti/alcoldipendenti con provvedimenti giuridici in corso (misure cautelari, di

sicurezza, alternative alla detenzione, messa alla prova), al fine di individuare metodi e percorsi per

una possibile sinergia tra i diversi soggetti attuatori.

Normativa di riferimento

- L 354/75 s . d. N s ll’ d z s ll’ s uzione delle

s v v l v d ll l b ”

- Regolamento di esecuzione D.P.R. n. 230 del 01.06.2000

- Legge 309/90 “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze

psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza” e s.m.i.

- Legge n. 277/02 concernente la concessione della liberazione anticipata

- Art. 658 c.p.p. Esecuzione delle misure di sicurezza

- L 199 d l 03.12.2010 D s s z l v ll’ s z ss l d l delle pene

d v s d ” s ss v d f h

- Linee di indirizzo per la presa in carico di persone detenute

ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l

carcere approvate con delibera di Giunta regionale toscana n. 1232 del 27 dicembre 2011

- Rapporti di collaborazione tra U.O.C. Farmacotossicodipendenze USL 11 Empoli e U.E.P.E. di

Firenze, emesse in data 11.04.2012 e riviste in data 19.03.2013

- Decreto del Presidente del Consiglio dei Mi s 1 l 2008 M d l l

trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle

s s f z , d ll zz b s l d s z ”

- Protocollo tematico tra Ministero della Giustizia, Regione Toscana, Tribunale di Sorveglianza

di Firenze, Anci Toscana, sottoscritto in data 17 dicembre 2013

- L 28 l 2014 . 67 D l h l G v d d v

e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento

ss ll v f d l b l ”

- L 21 f bb 2014 . 10 v s l , d f z , d l d -legge 23

dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei

d d d z ll d ll l z ”

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3

ITER DI VALUTAZIONE E PRESA IN CARICO

Criteri di selezione per l’invio in comunità terapeutica

Al fine di impostare un buon programma di trattamento ed evitare per quanto possibile potenziali

f ll , h ss d s s h / s z l s zz s l , l’ v

in comunità terapeutica residenziale deve tenere conto dei seguenti criteri:

1) Come già s f ll L d d zz l s d s d

ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l

” v d l b d G l s . 1232 d l 27 d bre 2011, la

presenza di diagnosi positiva per tossicodipendenza o alcoldipendenza costituisce conditio sine

qua non l’ vv d l s .

2) Possesso di residenza nel territorio della Regione Toscana.

3) Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e possesso della tessera sanitaria, o almeno

verificata possibilità di poterli ottenere.

4) Esistenza di un progetto successivo al programma di trattamento in comunità terapeutica

residenziale. Questo requisito acquisisce particolare rilevanza se si pensa che i tempi della cura e

della riabilitazione spesso non coincidono con i tempi di espiazione della pena o misura di sicurezza

o cautelare: è necessario quindi pensare in termini di periodi di tempo da trascorrere in comunità

sulla base degli obiettivi terapeutici da raggiungere, per poi proseguire la misura di sicurezza,

cautelare o alternativa alla detenzione, in altro luogo da individuarsi e da segnalare prima possibile

ll’A G d z , l s l z l d . D v s il progetto

terapeutico perde di significato e, in certi casi, le comunità rischiano di diventare luoghi dove le

persone rimangono per anni perdendo il senso del proprio percorso e andando incontro, in certi

casi, anche a forti regressioni.

5) Presenza di almeno una figura familiare e/o significativa, che possa fare da punto di

riferimento nel corso del programma residenziale di trattamento in comunità. Nei casi in cui tale

figura non sia presente, sarà importante che tutti i soggetti attuatori prestino particolare

z l d l h S v z I v v l f d ll’ z

Servizi Sociali al fine di verificare almeno la disponibilità di fondi per far fronte alle piccole spese

personali necessarie nel corso del programma.

6) Sufficiente consapevolezza e disponibilità al trattamento. Pur tenendo conto

d ll’ b v l z d s h s ss s ss v ll l z d ll s

linee di indirizzo la persona dovrà mostrare una sufficiente consapevolezza delle proprie

problematiche e disponibilità ad affidarsi, tale da permettere di attuare tutti gli interventi previsti

d l h l’ q l v (f l , s ,

educativi, etc.).

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4

Processo di valutazione e orientamento, enti attuatori ed equipe pluriproveniente

Per quanto attiene ai ruoli e alle funzioni specifiche del SERT Penitenziario e del SERT

territorialmente competente nella fase di valutazione e invio in comunità, si fa riferimento a

quanto già delinea s f ll L d d zz l s d s

ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l

” v d l b d G l s . 1232 d l 27 d b 2011.

Nei casi accertati di diagnosi di dipendenza patologica associata a disturbi psichiatrici, o nei casi in

cui si rilevi la necessità di una valutazione in tal senso, è fondamentale che le equipe

pluriprovenienti formate di volta in volta da SERT territoriali, SERT penitenziari, operatori

penitenziari, Ufficio Esecuzione Penale Esterno, Centro Giustizia Minori, operatori di comunità, si

arricchiscano anche della presenza di personale dei Servizi di Salute Mentale e/o di

Neuropsichiatria Infantile territorialmente competenti. La collaborazione tra SERT e Servizi di

Salute Mentale e/o di Neuropsichiatria Infantile dovrà essere di natura terapeutica e

amministrativa, sulla base degli accordi presi di volta in volta tra i diversi servizi.

Per la concessione d l b f d l s d l d ll’ ff d v , f

d ll’ d ll s s s d d v , l f z d d SERT d v

l d l s d ss d d z l ld d z , l d la quale è stato

l’ s b l d s s z s f l d h z d d s b l ll’ l

l s d ll s d s ” (DPR 309/90 s. . .). L f z d d s v z d v

contenere la diagnosi e il progetto terapeutico e riabilitativo individualizzato complessivo, con una

previsione della durata del trattamento in comunità e un relativo progetto successivo, dato che

difficilmente i tempi della cura coincidono con quelli della misura alternativa, cautelare o di

sicurezza.

U v l h l è s d s , d v s l’ ss d , l SERT

territoriale, così come previsto dalle già citate Linee di indirizzo, provvede a darne comunicazione

ll’A G d z d , l d ll’U.E.P.E. l d l l

s d l s l d l ff ll’ z . D

questo momento in poi possono avviarsi i colloqui con gli operatori della comunità terapeutica che

hanno lo scopo di confermare o meno la disponibilità di accoglienza (sulla base della valutazione

della persona e della situazione contingente dei gruppi in comunità) e preparare la persona

tossicodipendente/alcoldipendente alla fase attuativa del programma residenziale di trattamento.

Tali colloqui, quando possibile, vengono svolti congiuntamente con il personale del SERT

territoriale e/o penitenziario; possono aver luogo in carcere, se il soggetto si trova in stato di

detenzione o internato, oppure fuori dal carcere, in caso di soggetti liberi ma sottoposti a misure

restrittive della libertà. Laddove siano stati previsti, è da incoraggiare anche la partecipazione a

s l d f s” h f d s l v ll’ d ssumersi

in comunità e al rapporto esistente tra il percorso residenziale e la misura di

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sicurezza/cautelare/alternativa alla detenzione. La partecipazione ai gruppi ed ai colloqui

individuali, dovrebbero essere utili a far avvicinare la persona tossicodipendente/alcoldipendente

al futuro percorso di comunità e favorire la conoscenza del programma e la motivazione al

cambiamento.

D l’ d v l z l s l d ll h h d l

SERT penitenziario e/o territoriale che siano effettuate una serie di analisi cliniche che accertino

l’ d ll v v z s l d v l l

d v l z l f d l s l d s b l ll’ l z . P ss urare una corretta

s l ss è f d l h , d ll’ ss

comunità, i Servizi Invianti trasmettano alla comunità terapeutica copia dei risultati degli esami

clinici richiesti e terapia farmacologica aggiornata. Nel formulare la disponibilità di accoglienza è

cura della comunità specificare quali misure e prescrizioni sono compatibili con il programma

d ll s l’ zz z d ll s ss , l f d

for ll M s l l l f l z d ll’ d z h

delle esigenze sia terapeutiche che trattamentali.

Al d ll s z / d ll’ v z d l d s d z l

in comunità da parte delle Autorità Giudiziarie, il personale penitenziario, gli operatori del SERT o

l f z d ll’ d f l d ll’ v d ll s , q

ss b l , s d d l ll’ s si in comunità.

TRATTAMENTO RESIDENZIALE

Gestione ordinaria del programma residenziale di trattamento

L’ l s s l d ll s z , zz h d bbl h v

d l z ll’ d z d ad andamento e violazione del programma

terapeutico fondante la misura cautelare/alternativa/ di sicurezza o di messa alla prova, deve

essere supportato da una metodologia operativa definita e condivisa, connotata da una puntuale

chiarezza dei ruoli e delle specifiche funzioni dei vari Servizi, Enti e figure professionali coinvolte

ll l z l’ , l f d , q d v s l d z , l’ d

dello stesso, contribuendo nel contempo alla formazione di un convincimento giudiziale equo e

approfondito.

Fondamentale per la buona riuscita del programma di trattamento di un tossicodipendente o

alcoldipendente con provvedimenti giudiziari in corso, diventa quindi il coordinamento tra i vari

Servizi, Enti e figure professionali coinvolte, nel rispetto dei ruoli, delle funzioni e dei mandati

istituzionali di ciascuno.

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La COMUNITA’ TERAPEUTICA è l’ d l d d v d l zz

elaborato dai Servizi invianti. Oltre agli obiettivi di cura comuni ad ogni programma di trattamento

per tossicodipendenti/alcoldipendenti, nei casi di autori di reato in misura alternativa alla

detenzione, o di persone sottoposte a limitazioni della libertà in via preventiva o per motivi di

sicurezza, o sottoposte al regime della messa alla prova, la comunità si impegna a facilitare il

d l’ l s / l f z d ll’ d , f d s

d s z d d ll’ d ll l z s ll l b , d ll’ d d ll’

giudiziario e degli effetti delle proprie azioni/agiti comportamentali.

In caso di misure alternative alla detenzione e/o misure di sicurezza, la comunità rileva la congruità

tra quanto dichiarato nella disponibilità di accoglienza ed il provvedimento di prescrizioni e

s l s s z d l v b l d ll’ d z z d v l zz s l

f d ll’ s z l s , h d l . P d l

ll’ d ll’ ll s s z d l v b l ss l’Uff Es z P l

Esterno e dedica il giusto spazio ed ascolto alla persona che sottoscrive la misura al fine di facilitare

l s d s v l zz d ll l z s ll’ d z v l ente

ll’ d s l .

Nel corso del trattamento, la comunità incoraggia e facilita per quanto possibile, non solo i contatti

diretti con i Servizi invianti territorialmente competenti, ma anche la partecipazione diretta

d ll’ ll d z , l’ z ss d l’ vv , l’UEPE, l f z d ll’ d l d

stesso, forte della convinzione che modelli di intervento impostati su un più assiduo contatto con il

d d d ll’ ff d l l mine.

Periodicamente, la comunità relaziona al SERT, al Servizio di Salute Mentale eventualmente

v l , ll’UEPE / ll’ d z ll’ d d l d

v l s z s s b l d l v l z l vv d d (DPR 309/90

art. 123). In linea con quanto stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica numero 309/90,

il responsabile della struttura presso cui si svolgono gli interventi di recupero e socioriabilitativi è

oltremodo t s l ll’ d z l v l z ss d ll s

sottoposta al programma (DPR 309/90, art. 89, par. 5; art. 94 par.6-ter).

In prossimità della conclusione del programma di trattamento residenziale, se questo non coincide

con d s z d ll s , l ll b l SERT, l’UEPE l l

E /S v z v l l’ l b z d s ss v ll h s d

s l’ z d ll s ss l l .

Considera l’ d s l v ll d z ss , s l ss

s d l d s l f z d v d z d h s ll’UEPE d sv l

effettivamente le azioni di coordinamento che gli competono.

In merito alle recenti disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova

(Legge n. 67 del 28 aprile 2014) è oltremodo necessario prevedere, nel breve periodo, modalità

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specifiche di attuazione che consentano lo svolgimento di lavori socialmente utili nel corso di

programmi residenziali di trattamento in comunità, chiarendo il ruolo e le funzioni specifiche di

ciascun ente coinvolto.

L’ d z l ll d ll’UEPE h f z l s d ff d v

s v z s l . L’UEPE h d vv s v b v d ll’ d z d ff d l SERT, l

Comunità e gli altri Servizi eventualmente coinvolti e concordare con la comunità il giorno della

sottoscrizione del verbale; nel caso si riscontrino prescrizioni non compatibili con il programma

b l v , s l d d ll s ss , l’UEPE h d s v

s z d d f d ll’ d z . A h l s d l , v l l

istanze di modific d ll s z v s ss d ll v s l’UEPE.

P d l’ ss s s l d ll’Uff Es z P l Es sv l ll q

d v d l l’ ff d , ss l s d v d ll ss l’UEPE stesso, al fine di

l’ d d ll s ss .

Per quanto riguarda gli utenti della comunità in attesa di udienza per misura alternativa alla

d z , l’UEPE d ll f s d h s s f l d ll’ d z del

Tribunale di Sorveglianza, trasmettendo richieste di relazione sul percorso di cura svolto

d ll’ ss s S v z I v h ll sv l d ll q s v

v l v l’ . U v l l l’ s l’UEPE s l’ d s

familiare dettagliata con gli allegati del SERT e della Comunità (che costituiscono parte integrante

d l d ) l T b l d S v l z l l d d ll’ d z , h

cura di tenere informati i Servizi invianti e la comunità delle varie fasi del Procedimento di

Sorveglianza (eventuali rinvii tecnici, etc..).

Nel caso di misure cautelari, un elemento fondamentale è costituito dal ruolo svolto dalle Forze

dell'ordine, la cui collaborazione alla realizzazione di determinati programmi risulta essenziale.

P d l F z d ll’ d (P l z b ) ff ll v s d ll

ordinanze e a tal fine si recano presso la comunità residenziale per accertare la presenza

d ll’ ressato.

La comunità, come previsto dalle norme regionali di autorizzazione e accreditamento (L.R. 51/2009

e Regolamento attuativo) deve istituire e tenere aggiornato per gli eventuali controlli richiesti, un

registro giornaliero degli utenti dove vengono annotate le assenze temporanee degli stessi, con la

l v v z , h l b s ò ss ss d s s z d ll F z d ll’ d .

Decisivo, al fine di conciliare le necessità di controllo con quelle di cura e riabilitazione, è che tali

so ll h vv l s d ll’ zz z d ll d l l

inseriti in programma residenziale di trattamento non sottoposti a provvedimenti giudiziari.

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8

La collaborazione e il dialogo costante con la Magistratura (Giudicante e di Sorveglianza) risulta

l s l f d ll l d ll’ ll s z l d

trattamento individualizzato, ma anche della correttezza delle decisioni giudiziarie adottate.

Per la Magistratura, un fecondo e importante lavoro di rete, anche a livello interistituzionale, con il

Sistema Sanitario, significa poter avere a disposizione, nello svolgimento delle funzioni collegiali o

monocratiche e di esercizio di discrezionalità nel decidere come adottare il provvedimento, una più

circostanziata conoscenza degli elementi in merito alla consistenza dei presupposti sostanziali per

la concessione e il mantenimento dei benefici, con particolare riguardo alla comprensione degli

aspetti correlati alla peculiarità e pr bl d ll’ d d ll’ ss ,

b l l’ s z d s lv d l v z d l l d

commissione di altri reati.

In caso di concessione di arresti domiciliari il giudice stabilisce i controlli necessari per accertare

h l ss d d l’ l ld d s l d , d d l

q l l s ss ò ss s l’ z d l (DPR 309/90, . 89,

par.1). Similmente accade n l s d ll’ ff d v s v z s l ( .94, .3). N ll

stabilire dette modalità di controllo e prescrizioni, il giudice valuta, per quanto possibile, le

esigenze di cura e di spostamento per motivi terapeutici segnalate dai Servizi Invianti e dalla

Comunità terapeutica al momento del rilascio della disponibilità di accoglienza.

Nel corso del programma di trattamento ogni nuovo documento legale, trasmesso con regolarità ai

Servizi territorialmente competenti e alla Comunità terapeutica, acquisisce valenza terapeutica nel

momento in cui viene letto e utilizzato dagli operatori del sistema sanitario per aumentare la presa

d s z d d ll’ d ll l z s ll l b , d ll’ d d ll’

giudiziario e degli effetti delle proprie azioni/agiti comportamentali.

I Servizi, gli Enti, e le varie professionalità coinvolte nel programma di trattamento (SERT, UEPE,

Comunità, Servizio di Salute Mentale quando coinvolto) concordano sulla necessità di effettuare

v f h d h s l b v d v d l zz d l’ ; d l v f h

gli operatori dei diversi Servizi/Enti esplicitano ogni notizia utile ai fini della valutazione del

d l s , s ll’ d s lle prescrizioni imposte in ordinanza e rispetto

alla regolarità del programma terapeutico residenziale.

Nel corso del programma possono inoltre essere fissate riunioni supplementari per trattare

situazioni di urgenza.

Il SERT al termine del percorso, confrontatosi con gli operatori della Comunità, invia una relazione

f l d l , s l d d d l b v d l’

d ll d h v f h , l ll v l z d d ll’UEPE.

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9

Gestione dei momenti di crisi e delle violazioni

Una delle questioni più delicate e spinose nel corso del programma residenziale di trattamento di

una persona sottoposta a misure cautelari/di sicurezza/alternative alla detenzione o messa alla

prova, è la gestione dei momenti di crisi e delle eventuali violazioni delle prescrizioni imposte

d ll’A d z h s ss v f . I q s s , ù h , s vv l b s d

individuare canali di interlocuzione rapidi ed efficaci tra i vari enti chiamati a decidere, in

particolare con la Magistratura Giudicante e di Sorveglianza, al fine di mettere in essere

s v l s vv d ss f f ll’ z . L s z

che nel corso del trattamento possono necessitare di interventi rapidi e urgenti sono di varia

natura:

- EMERGENZE SANITARIE: nel caso si presentino sintomi fisici improvvisi e gravi (es. caduta a

terra e perdita di coscienza, arresto cardio circolatorio, etc..) la Comunità provvede

immediatamente a chiamare il 118 e ad organizzare, quando necessario, il trasferimento in

struttura sanitaria idonea a prestare il soccorso e le cure adeguate; contemporaneamente avverte

l’A d z , l’UEPE, S v z I v l l v l v l i, del

sf v s h s d d ’ zz z ll

spostamento scritta da parte del Magistrato.

- EMERGENZE PER GRAVI MOTIVI PERSONALI E/O FAMILIARI: che rimandano alla tutela dei

diritti fondamentali dei detenuti e di coloro che sono sottoposti a provvedimenti giuridici e

l z d ll l b s l : l s l’ bb ss d ll s

momentaneamente dalla comunità per motivi gravi (es. morte o seri problemi di salute di un

familiare) deve fare richiesta scritta da sottoporre in via prioritaria alla Magistratura Giudicante o di

S v l z ; l ll ll’ s z d ll’ l z s l

d /d s d s ll’ d ll vv s d ll’ ss , s

impegna a far pervenire per vie brevi la richiesta al Magistrato, sollecitandone una risposta. Nei

s d ff d v S v z S l , l L 21 f bb 2014 . 10 v s l ,

con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di

l d d f d l d d d d z ll d ll l z ”,

introduce misure di semplificazione nella trattazione di alcune materie devolute alla cognizione

d ll M s d S v l z v d h l d h ll s z s

autorizzate, nei casi di urgenza, dal direttore dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, che ne da'

immediata comunicazione al Magistrato di Sorveglianza e ne riferisce nella relazione di cui al

10” ( . 6 l 10/2014). L’ ff d ò q d f h s s d l

D d ll’UEPE, h h f l d zz l’ ss , l d di risposta.

L’ ff d d v v d s f ll’ s z l d z d ll h s v

Page 10: DAL CARCERE ALLA COMUNITA’ TERAPEUTICA · Iannucci Mario Salute Mentale Penitenziaria USL 10 Firenze Cellesi Valerio Dipartimento delle Dipendenze USL 5 Pisa Becattini Marco e Avallone

10

che non hanno consentito di richiedere preventivamente, per vie ordinarie, la modifica

momentanea delle prescrizioni.

- EMERGENZE LEGATE AD AGITI COMPORTAMENTALI E/O SCOMPENSO PSICOPATOLOGICO

che comportano fondato rischio per la propria sicurezza e/o per gli altri: nel corso del trattamento

residenziale, la Comunità terapeutica mette in atto tutte le misure necessarie a prevenire eventuali

agiti comportamentali gravi e/o scompensi psicopatologici, mediante osservazione continua ed

attenta di eventuali segnali di allarme, monitoraggio assiduo della terapia farmacologica in sinergia

con il SERT ed il Servizio di Salute Mentale di riferimento, analisi delle dinamiche relazionali che si

ll’ d l d l . N l s l s

risultino sufficienti a prevenire situazioni di rischio e pericolo, la Comunità terapeutica, in sinergia

con i Servizi Invianti, è chiamata a valutare rapidamente la modalità di intervento più idonea alla

s d ll’ z :

- a) Spostamento in altra Comunità. Se la Comunità terapeutica dispone di più strutture, è

ss b l v l l’ d s s vvisorio o definitivo in altra sede. Tale

modalità di intervento risulta particolarmente indicata nei casi di tensioni e/o liti generatesi

ll’ d l , s h d ss v f d l s ,

trasgressioni comportamentali e/o instaurarsi di relazioni a carattere esclusivo che limitano

fortemente il percorso terapeutico. Già al momento del rilascio della disponibilità di accoglienza, la

h d l M s d v d ll’O d z l ss b l tà di

s s d ll’ ss l v s v / l ll’ d

del programma di trattamento. Tale prassi operativa, quando autorizzata, consente agli operatori di

intervenire con maggiore tempestività, pur non esi d l d ll’ bbl d

ll’A d z v l s z s s b l d l v l z l

vv d d (DPR 309/90 . 123) v l z ss d ll s

sottoposta al programma (DPR 309/90, art. 89, par. 5; art. 94 par.6-ter).

N s l s s s s s l / l’ d z v d l

possibilità di spostamento tra le varie strutture, ogni eventuale cambiamento di struttura dovrà

essere prima richiesto e zz d ll’A d z .

b) Ricovero nel S.P.D.C.. T l vv d ò ss d q d l’ v s d

sintomi non consente la prosecuzione del trattamento in ambiente comunitario e si rende

necessario un intervento maggiormente s v , f l zz ll’ ss s d l q d l

vista di un eventuale reingresso in comunità da valutare con i Servizi invianti. La Comunità

provvede a prendere contatti con il Servizio di Salute Mentale territoriale e ad organizzare il

trasferimento nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, avvalendosi del servizio del 118 o altra

modalità di trasporto sempre comunque in presenza di un operatore della Comunità, e dandone

s v z ll’A d z , ll F z d ll’Ordine, ai Servizi invianti e agli

altri enti eventualmente coinvolti. Nei casi di maggiore complessità in cui la persona interessata

non accetti il ricovero, e vi sia un fondato rischio per la sua sicurezza e/o degli altri, viene valutata

la possibilità di attivare le misure necessarie previste dalle legge 833/78, artt. 33, 34 e 35.

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11

c) Segnalazione al Magistrato con richiesta di convocazione. In caso di ripetute

trasgressioni delle prescrizioni, prima di procedere alla richiesta di sospensione momentanea della

misura, la Comunità provvede a segnalare il perdurare di comportamenti inadeguati al contesto

l M s , h s v l v l l’ d f ss ’ d z l d

ss l f d v f s l l’ d d l h l’ l

rispetto delle prescrizioni imposte.

d) Richiesta sospensione momentanea della misura. A fronte di ulteriori e ricorrenti

s ss d ll s z s d ll’A d z , ss di

comportamenti inadeguati al contesto comunitario, assunzione di atteggiamento non collaborativo

e/o scarsa adesione al programma di trattamento individualizzato concordato, una sospensione

momentanea della misura può rappresentare un provvedimento adeguato e ad alta valenza

. L’ . 51 d ll’ d z v d h S l’ ff d v l

s v z s l l’ ss l d s l b d d z d l d d z

domiciliare speciale pone in essere comportamenti tali da determinare la revoca della misura, il

Magistrato di Sorveglianza nella cui giurisdizione essa è in corso ne dispone con decreto motivato

l vv s s s s , d d l’ d l s ss s . T s

quindi immediatamente gli atti al Tribunale di Srveglianza per le decisioni di competenza. Il

provvedimento di sospensione del Magistrato di Sorveglianza cessa di avere efficacia se la

decisione del Tribunale di Sorveglianza non interviene entro trenta giorni d ll z d l ”.

Una sospensione cautelativa della misura e provvisorio rientro in carcere costituisce, in alcuni casi,

’ s v l f d l’ d zz d l d

d ll’ l ss b l di riconsiderare le proprie condotte. Durante il periodo di sospensione

d ll s l’ ff ll q d v l z l d

servizi coinvolti, con gli operatori della comunità e con gli operatori penitenziari, al fine di

individuare forme e modalità di collaborazione più efficaci. Prima del termine della sospensione

momentanea della misura i Servizi coinvolti, gli operatori penitenziari e la Comunità relazionano al

Magistrato in merito ai colloqui effettuati e forniscono tutti gli elementi necessari per poter

decidere in merito ad una revoca definitiva della misura, o viceversa ad una prosecuzione della

stessa presso la comunità.

e) Comunicazione di impossibilità a proseguire il trattamento. La commissione di agiti e/o

trasgressioni particolarmente gravi può comportare in taluni casi la compromissione definitiva

d ll l z h l’ h l / l’ q , l ò

v l l’ ss b l s l maniera efficace. In tal caso ne dà

comunicazione alle Autorità giudiziarie e ai Servizi invianti e attende la decisione del Magistrato in

merito ad eventuali spostamenti presso altre comunità e/o revoca definitiva della misura e rientro

in carcere. In caso di revoca della misura, così come di sopravvenienza di nuovi titoli di privazione

della libertà che intervengano nel corso del trattamento e per i quali il magistrato ritenga

opportuno disporre la cessazione della misura, è auspicabile che la notifica al diretto interessato e

l’ s vv sì d v z v d b l l s q l

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12

v d f , , h l’ bb s ll

z d ll’ s .

f) Richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine. N s l’ z d

provvedimenti sopra elencati richieda preventiva autorizzazione da parte delle Autorità Giudiziarie

d ll’UEPE, è ss b l h l d bb d s s a per più giorni o

s d v f l’ z ; ll’ d ll s ss

q d s s z d s l h s h l’ l d l

così come degli utenti. La Comuni ò q s s h d l’ v d ll

F z d ll’O d s d l ll s d ll z . L F z d ll’O d

sono altresì allertate in caso di allontanamento non autorizzato dalla struttura da parte della

persona sottoposta a misura cautelare/di sicurezza, alternativa alla detenzione o messa alla prova.

PECULIARITA’ NELLA PRESA IN CARICO E NEL TRATTAMENTO DI MINORI E GIOVANI ADULTI

Il percorso della presa in carico dei minori e giovani adulti tossicodipendenti o alcoldipendenti con

provvedimenti giuridici in corso è stato già oggetto di attenzione da parte della Giunta regionale

toscana che con propria Delibera n. 505 del 20 giugno 2011 “Modalità operative per la presa in

carico di minori sottoposti a procedimento penale” ne ha approfondito le peculiarità e la

complessità, tenuto conto dei soggetti coinvolti e dei tempi imposti, in particolare nel caso di

minori in CPA (Centro di Prima Accoglienza), che non possono superare le 96 ore di permanenza,

che rendono particolarmente difficile delineare correttamente il quadro diagnostico da parte dei

competenti servizi territoriali (SERT e Salute mentale) e l'eventuale successivo percorso

terapeutico.

Tale percorso, anche alla luce delle recenti modifiche normative, necessita di un'ulteriore

approfondimento da parte della competente Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale che,

nel caso specifico, si avvarrà del supporto del gruppo di lavoro (network di esperti) che ha

contribuito alla stesura delle presenti linee di indirizzo.