Upload
donhi
View
223
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
1
DAL CARCERE ALLA COMUNITA’ TERAPEUTICA
Proposte metodi e percorsi per una possibile sinergia nella presa in carico e nel trattamento
residenziale in comunità terapeutica di persone tossicodipendenti/alcoldipendenti
con provvedimenti giuridici in corso
Documento redatto dal Network di Esperti individuati dalla Regione toscana a conclusione del pro – d s ss b l s ”. Il docu-mento è stato presentato, discusso e approvato nel convegno "Dal carcere alla Comunità: metodi e percorsi per una possibile sinergia" tenutosi a Firenze il 4 febbraio 2015 presso l'Auditorium di Sant'Apollonia e trasmesso alla Regione Toscana per la sua approvazione. Alla stesura del docu-mento hanno partecipato:
Calzelunghe Daniela e Brotini Daniela UEPE Firenze Prato Pistoia Arezzo
Giazzi Rossella, Pujia Graziano PRAP Toscana
Pini Enrica e Minelli Tiziana Centro Giustizia Minorile Firenze
Scarpa Franco USL 11 Empoli OPG Montelupo
Falchini Susanna e Giugni Maria Cristina Dipartimento delle Dipendenze USL 10 Firenze
Iannucci Mario Salute Mentale Penitenziaria USL 10 Firenze
Cellesi Valerio Dipartimento delle Dipendenze USL 5 Pisa
Becattini Marco e Avallone Licia Dipartimento delle Dipendenze USL 8 Arezzo
Manfredi Antonella, Serra Emanuela, Mastroianni Rosanna, Balducci Elisa
Dipartimento delle Dipendenze USL 4 Prato
Tedici Maura Dipartimento delle Dipendenze USL 11 Toscana
Lucchesi Antonio, Ridolfi Sonia e Fioravanti Paolo Ufficio di Presidenza CEART
Nannini Nilo Comes Marradi
Giammarino Luciano Nuovi Orizzonti
Francardi Massimo Giudice Onorario Minorile Tribunale per i Minorenni Firenze
Anziano Viviana Giudice Tribunale per i Minorenni di Firenze
Fiorillo Antonietta Presidente Tribunale di Sorveglianza Firenze
Coordinatori del Gruppo di Lavoro Iraci Sareri Giuseppe e Marallo Evelina
Gruppo Incontro Pistoia
Referenti Network Alfano Arcangelo Regione Toscana
2
Finalità
Il s d , h s zz l l v sv l d l N w k d Es O ll’ b
d l P - d s ss b l s ”,
approvato con Decreto d z l . 6504 d l 28 d b 2012, d f l zz l’ d ll
presa in carico e del trattamento residenziale in comunità terapeutica di persone
tossicodipendenti/alcoldipendenti con provvedimenti giuridici in corso (misure cautelari, di
sicurezza, alternative alla detenzione, messa alla prova), al fine di individuare metodi e percorsi per
una possibile sinergia tra i diversi soggetti attuatori.
Normativa di riferimento
- L 354/75 s . d. N s ll’ d z s ll’ s uzione delle
s v v l v d ll l b ”
- Regolamento di esecuzione D.P.R. n. 230 del 01.06.2000
- Legge 309/90 “Testo Unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze
psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza” e s.m.i.
- Legge n. 277/02 concernente la concessione della liberazione anticipata
- Art. 658 c.p.p. Esecuzione delle misure di sicurezza
- L 199 d l 03.12.2010 D s s z l v ll’ s z ss l d l delle pene
d v s d ” s ss v d f h
- Linee di indirizzo per la presa in carico di persone detenute
ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l
carcere approvate con delibera di Giunta regionale toscana n. 1232 del 27 dicembre 2011
- Rapporti di collaborazione tra U.O.C. Farmacotossicodipendenze USL 11 Empoli e U.E.P.E. di
Firenze, emesse in data 11.04.2012 e riviste in data 19.03.2013
- Decreto del Presidente del Consiglio dei Mi s 1 l 2008 M d l l
trasferimento al Servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle
s s f z , d ll zz b s l d s z ”
- Protocollo tematico tra Ministero della Giustizia, Regione Toscana, Tribunale di Sorveglianza
di Firenze, Anci Toscana, sottoscritto in data 17 dicembre 2013
- L 28 l 2014 . 67 D l h l G v d d v
e di riforma del sistema sanzionatorio. Disposizioni in materia di sospensione del procedimento
ss ll v f d l b l ”
- L 21 f bb 2014 . 10 v s l , d f z , d l d -legge 23
dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di tutela dei diritti fondamentali dei
d d d z ll d ll l z ”
3
ITER DI VALUTAZIONE E PRESA IN CARICO
Criteri di selezione per l’invio in comunità terapeutica
Al fine di impostare un buon programma di trattamento ed evitare per quanto possibile potenziali
f ll , h ss d s s h / s z l s zz s l , l’ v
in comunità terapeutica residenziale deve tenere conto dei seguenti criteri:
1) Come già s f ll L d d zz l s d s d
ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l
” v d l b d G l s . 1232 d l 27 d bre 2011, la
presenza di diagnosi positiva per tossicodipendenza o alcoldipendenza costituisce conditio sine
qua non l’ vv d l s .
2) Possesso di residenza nel territorio della Regione Toscana.
3) Iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale e possesso della tessera sanitaria, o almeno
verificata possibilità di poterli ottenere.
4) Esistenza di un progetto successivo al programma di trattamento in comunità terapeutica
residenziale. Questo requisito acquisisce particolare rilevanza se si pensa che i tempi della cura e
della riabilitazione spesso non coincidono con i tempi di espiazione della pena o misura di sicurezza
o cautelare: è necessario quindi pensare in termini di periodi di tempo da trascorrere in comunità
sulla base degli obiettivi terapeutici da raggiungere, per poi proseguire la misura di sicurezza,
cautelare o alternativa alla detenzione, in altro luogo da individuarsi e da segnalare prima possibile
ll’A G d z , l s l z l d . D v s il progetto
terapeutico perde di significato e, in certi casi, le comunità rischiano di diventare luoghi dove le
persone rimangono per anni perdendo il senso del proprio percorso e andando incontro, in certi
casi, anche a forti regressioni.
5) Presenza di almeno una figura familiare e/o significativa, che possa fare da punto di
riferimento nel corso del programma residenziale di trattamento in comunità. Nei casi in cui tale
figura non sia presente, sarà importante che tutti i soggetti attuatori prestino particolare
z l d l h S v z I v v l f d ll’ z
Servizi Sociali al fine di verificare almeno la disponibilità di fondi per far fronte alle piccole spese
personali necessarie nel corso del programma.
6) Sufficiente consapevolezza e disponibilità al trattamento. Pur tenendo conto
d ll’ b v l z d s h s ss s ss v ll l z d ll s
linee di indirizzo la persona dovrà mostrare una sufficiente consapevolezza delle proprie
problematiche e disponibilità ad affidarsi, tale da permettere di attuare tutti gli interventi previsti
d l h l’ q l v (f l , s ,
educativi, etc.).
4
Processo di valutazione e orientamento, enti attuatori ed equipe pluriproveniente
Per quanto attiene ai ruoli e alle funzioni specifiche del SERT Penitenziario e del SERT
territorialmente competente nella fase di valutazione e invio in comunità, si fa riferimento a
quanto già delinea s f ll L d d zz l s d s
ss d d / l ld d l’ d ll f z d s l v l
” v d l b d G l s . 1232 d l 27 d b 2011.
Nei casi accertati di diagnosi di dipendenza patologica associata a disturbi psichiatrici, o nei casi in
cui si rilevi la necessità di una valutazione in tal senso, è fondamentale che le equipe
pluriprovenienti formate di volta in volta da SERT territoriali, SERT penitenziari, operatori
penitenziari, Ufficio Esecuzione Penale Esterno, Centro Giustizia Minori, operatori di comunità, si
arricchiscano anche della presenza di personale dei Servizi di Salute Mentale e/o di
Neuropsichiatria Infantile territorialmente competenti. La collaborazione tra SERT e Servizi di
Salute Mentale e/o di Neuropsichiatria Infantile dovrà essere di natura terapeutica e
amministrativa, sulla base degli accordi presi di volta in volta tra i diversi servizi.
Per la concessione d l b f d l s d l d ll’ ff d v , f
d ll’ d ll s s s d d v , l f z d d SERT d v
l d l s d ss d d z l ld d z , l d la quale è stato
l’ s b l d s s z s f l d h z d d s b l ll’ l
l s d ll s d s ” (DPR 309/90 s. . .). L f z d d s v z d v
contenere la diagnosi e il progetto terapeutico e riabilitativo individualizzato complessivo, con una
previsione della durata del trattamento in comunità e un relativo progetto successivo, dato che
difficilmente i tempi della cura coincidono con quelli della misura alternativa, cautelare o di
sicurezza.
U v l h l è s d s , d v s l’ ss d , l SERT
territoriale, così come previsto dalle già citate Linee di indirizzo, provvede a darne comunicazione
ll’A G d z d , l d ll’U.E.P.E. l d l l
s d l s l d l ff ll’ z . D
questo momento in poi possono avviarsi i colloqui con gli operatori della comunità terapeutica che
hanno lo scopo di confermare o meno la disponibilità di accoglienza (sulla base della valutazione
della persona e della situazione contingente dei gruppi in comunità) e preparare la persona
tossicodipendente/alcoldipendente alla fase attuativa del programma residenziale di trattamento.
Tali colloqui, quando possibile, vengono svolti congiuntamente con il personale del SERT
territoriale e/o penitenziario; possono aver luogo in carcere, se il soggetto si trova in stato di
detenzione o internato, oppure fuori dal carcere, in caso di soggetti liberi ma sottoposti a misure
restrittive della libertà. Laddove siano stati previsti, è da incoraggiare anche la partecipazione a
s l d f s” h f d s l v ll’ d ssumersi
in comunità e al rapporto esistente tra il percorso residenziale e la misura di
5
sicurezza/cautelare/alternativa alla detenzione. La partecipazione ai gruppi ed ai colloqui
individuali, dovrebbero essere utili a far avvicinare la persona tossicodipendente/alcoldipendente
al futuro percorso di comunità e favorire la conoscenza del programma e la motivazione al
cambiamento.
D l’ d v l z l s l d ll h h d l
SERT penitenziario e/o territoriale che siano effettuate una serie di analisi cliniche che accertino
l’ d ll v v z s l d v l l
d v l z l f d l s l d s b l ll’ l z . P ss urare una corretta
s l ss è f d l h , d ll’ ss
comunità, i Servizi Invianti trasmettano alla comunità terapeutica copia dei risultati degli esami
clinici richiesti e terapia farmacologica aggiornata. Nel formulare la disponibilità di accoglienza è
cura della comunità specificare quali misure e prescrizioni sono compatibili con il programma
d ll s l’ zz z d ll s ss , l f d
for ll M s l l l f l z d ll’ d z h
delle esigenze sia terapeutiche che trattamentali.
Al d ll s z / d ll’ v z d l d s d z l
in comunità da parte delle Autorità Giudiziarie, il personale penitenziario, gli operatori del SERT o
l f z d ll’ d f l d ll’ v d ll s , q
ss b l , s d d l ll’ s si in comunità.
TRATTAMENTO RESIDENZIALE
Gestione ordinaria del programma residenziale di trattamento
L’ l s s l d ll s z , zz h d bbl h v
d l z ll’ d z d ad andamento e violazione del programma
terapeutico fondante la misura cautelare/alternativa/ di sicurezza o di messa alla prova, deve
essere supportato da una metodologia operativa definita e condivisa, connotata da una puntuale
chiarezza dei ruoli e delle specifiche funzioni dei vari Servizi, Enti e figure professionali coinvolte
ll l z l’ , l f d , q d v s l d z , l’ d
dello stesso, contribuendo nel contempo alla formazione di un convincimento giudiziale equo e
approfondito.
Fondamentale per la buona riuscita del programma di trattamento di un tossicodipendente o
alcoldipendente con provvedimenti giudiziari in corso, diventa quindi il coordinamento tra i vari
Servizi, Enti e figure professionali coinvolte, nel rispetto dei ruoli, delle funzioni e dei mandati
istituzionali di ciascuno.
6
La COMUNITA’ TERAPEUTICA è l’ d l d d v d l zz
elaborato dai Servizi invianti. Oltre agli obiettivi di cura comuni ad ogni programma di trattamento
per tossicodipendenti/alcoldipendenti, nei casi di autori di reato in misura alternativa alla
detenzione, o di persone sottoposte a limitazioni della libertà in via preventiva o per motivi di
sicurezza, o sottoposte al regime della messa alla prova, la comunità si impegna a facilitare il
d l’ l s / l f z d ll’ d , f d s
d s z d d ll’ d ll l z s ll l b , d ll’ d d ll’
giudiziario e degli effetti delle proprie azioni/agiti comportamentali.
In caso di misure alternative alla detenzione e/o misure di sicurezza, la comunità rileva la congruità
tra quanto dichiarato nella disponibilità di accoglienza ed il provvedimento di prescrizioni e
s l s s z d l v b l d ll’ d z z d v l zz s l
f d ll’ s z l s , h d l . P d l
ll’ d ll’ ll s s z d l v b l ss l’Uff Es z P l
Esterno e dedica il giusto spazio ed ascolto alla persona che sottoscrive la misura al fine di facilitare
l s d s v l zz d ll l z s ll’ d z v l ente
ll’ d s l .
Nel corso del trattamento, la comunità incoraggia e facilita per quanto possibile, non solo i contatti
diretti con i Servizi invianti territorialmente competenti, ma anche la partecipazione diretta
d ll’ ll d z , l’ z ss d l’ vv , l’UEPE, l f z d ll’ d l d
stesso, forte della convinzione che modelli di intervento impostati su un più assiduo contatto con il
d d d ll’ ff d l l mine.
Periodicamente, la comunità relaziona al SERT, al Servizio di Salute Mentale eventualmente
v l , ll’UEPE / ll’ d z ll’ d d l d
v l s z s s b l d l v l z l vv d d (DPR 309/90
art. 123). In linea con quanto stabilito dal Decreto del Presidente della Repubblica numero 309/90,
il responsabile della struttura presso cui si svolgono gli interventi di recupero e socioriabilitativi è
oltremodo t s l ll’ d z l v l z ss d ll s
sottoposta al programma (DPR 309/90, art. 89, par. 5; art. 94 par.6-ter).
In prossimità della conclusione del programma di trattamento residenziale, se questo non coincide
con d s z d ll s , l ll b l SERT, l’UEPE l l
E /S v z v l l’ l b z d s ss v ll h s d
s l’ z d ll s ss l l .
Considera l’ d s l v ll d z ss , s l ss
s d l d s l f z d v d z d h s ll’UEPE d sv l
effettivamente le azioni di coordinamento che gli competono.
In merito alle recenti disposizioni in materia di sospensione del procedimento con messa alla prova
(Legge n. 67 del 28 aprile 2014) è oltremodo necessario prevedere, nel breve periodo, modalità
7
specifiche di attuazione che consentano lo svolgimento di lavori socialmente utili nel corso di
programmi residenziali di trattamento in comunità, chiarendo il ruolo e le funzioni specifiche di
ciascun ente coinvolto.
L’ d z l ll d ll’UEPE h f z l s d ff d v
s v z s l . L’UEPE h d vv s v b v d ll’ d z d ff d l SERT, l
Comunità e gli altri Servizi eventualmente coinvolti e concordare con la comunità il giorno della
sottoscrizione del verbale; nel caso si riscontrino prescrizioni non compatibili con il programma
b l v , s l d d ll s ss , l’UEPE h d s v
s z d d f d ll’ d z . A h l s d l , v l l
istanze di modific d ll s z v s ss d ll v s l’UEPE.
P d l’ ss s s l d ll’Uff Es z P l Es sv l ll q
d v d l l’ ff d , ss l s d v d ll ss l’UEPE stesso, al fine di
l’ d d ll s ss .
Per quanto riguarda gli utenti della comunità in attesa di udienza per misura alternativa alla
d z , l’UEPE d ll f s d h s s f l d ll’ d z del
Tribunale di Sorveglianza, trasmettendo richieste di relazione sul percorso di cura svolto
d ll’ ss s S v z I v h ll sv l d ll q s v
v l v l’ . U v l l l’ s l’UEPE s l’ d s
familiare dettagliata con gli allegati del SERT e della Comunità (che costituiscono parte integrante
d l d ) l T b l d S v l z l l d d ll’ d z , h
cura di tenere informati i Servizi invianti e la comunità delle varie fasi del Procedimento di
Sorveglianza (eventuali rinvii tecnici, etc..).
Nel caso di misure cautelari, un elemento fondamentale è costituito dal ruolo svolto dalle Forze
dell'ordine, la cui collaborazione alla realizzazione di determinati programmi risulta essenziale.
P d l F z d ll’ d (P l z b ) ff ll v s d ll
ordinanze e a tal fine si recano presso la comunità residenziale per accertare la presenza
d ll’ ressato.
La comunità, come previsto dalle norme regionali di autorizzazione e accreditamento (L.R. 51/2009
e Regolamento attuativo) deve istituire e tenere aggiornato per gli eventuali controlli richiesti, un
registro giornaliero degli utenti dove vengono annotate le assenze temporanee degli stessi, con la
l v v z , h l b s ò ss ss d s s z d ll F z d ll’ d .
Decisivo, al fine di conciliare le necessità di controllo con quelle di cura e riabilitazione, è che tali
so ll h vv l s d ll’ zz z d ll d l l
inseriti in programma residenziale di trattamento non sottoposti a provvedimenti giudiziari.
8
La collaborazione e il dialogo costante con la Magistratura (Giudicante e di Sorveglianza) risulta
l s l f d ll l d ll’ ll s z l d
trattamento individualizzato, ma anche della correttezza delle decisioni giudiziarie adottate.
Per la Magistratura, un fecondo e importante lavoro di rete, anche a livello interistituzionale, con il
Sistema Sanitario, significa poter avere a disposizione, nello svolgimento delle funzioni collegiali o
monocratiche e di esercizio di discrezionalità nel decidere come adottare il provvedimento, una più
circostanziata conoscenza degli elementi in merito alla consistenza dei presupposti sostanziali per
la concessione e il mantenimento dei benefici, con particolare riguardo alla comprensione degli
aspetti correlati alla peculiarità e pr bl d ll’ d d ll’ ss ,
b l l’ s z d s lv d l v z d l l d
commissione di altri reati.
In caso di concessione di arresti domiciliari il giudice stabilisce i controlli necessari per accertare
h l ss d d l’ l ld d s l d , d d l
q l l s ss ò ss s l’ z d l (DPR 309/90, . 89,
par.1). Similmente accade n l s d ll’ ff d v s v z s l ( .94, .3). N ll
stabilire dette modalità di controllo e prescrizioni, il giudice valuta, per quanto possibile, le
esigenze di cura e di spostamento per motivi terapeutici segnalate dai Servizi Invianti e dalla
Comunità terapeutica al momento del rilascio della disponibilità di accoglienza.
Nel corso del programma di trattamento ogni nuovo documento legale, trasmesso con regolarità ai
Servizi territorialmente competenti e alla Comunità terapeutica, acquisisce valenza terapeutica nel
momento in cui viene letto e utilizzato dagli operatori del sistema sanitario per aumentare la presa
d s z d d ll’ d ll l z s ll l b , d ll’ d d ll’
giudiziario e degli effetti delle proprie azioni/agiti comportamentali.
I Servizi, gli Enti, e le varie professionalità coinvolte nel programma di trattamento (SERT, UEPE,
Comunità, Servizio di Salute Mentale quando coinvolto) concordano sulla necessità di effettuare
v f h d h s l b v d v d l zz d l’ ; d l v f h
gli operatori dei diversi Servizi/Enti esplicitano ogni notizia utile ai fini della valutazione del
d l s , s ll’ d s lle prescrizioni imposte in ordinanza e rispetto
alla regolarità del programma terapeutico residenziale.
Nel corso del programma possono inoltre essere fissate riunioni supplementari per trattare
situazioni di urgenza.
Il SERT al termine del percorso, confrontatosi con gli operatori della Comunità, invia una relazione
f l d l , s l d d d l b v d l’
d ll d h v f h , l ll v l z d d ll’UEPE.
9
Gestione dei momenti di crisi e delle violazioni
Una delle questioni più delicate e spinose nel corso del programma residenziale di trattamento di
una persona sottoposta a misure cautelari/di sicurezza/alternative alla detenzione o messa alla
prova, è la gestione dei momenti di crisi e delle eventuali violazioni delle prescrizioni imposte
d ll’A d z h s ss v f . I q s s , ù h , s vv l b s d
individuare canali di interlocuzione rapidi ed efficaci tra i vari enti chiamati a decidere, in
particolare con la Magistratura Giudicante e di Sorveglianza, al fine di mettere in essere
s v l s vv d ss f f ll’ z . L s z
che nel corso del trattamento possono necessitare di interventi rapidi e urgenti sono di varia
natura:
- EMERGENZE SANITARIE: nel caso si presentino sintomi fisici improvvisi e gravi (es. caduta a
terra e perdita di coscienza, arresto cardio circolatorio, etc..) la Comunità provvede
immediatamente a chiamare il 118 e ad organizzare, quando necessario, il trasferimento in
struttura sanitaria idonea a prestare il soccorso e le cure adeguate; contemporaneamente avverte
l’A d z , l’UEPE, S v z I v l l v l v l i, del
sf v s h s d d ’ zz z ll
spostamento scritta da parte del Magistrato.
- EMERGENZE PER GRAVI MOTIVI PERSONALI E/O FAMILIARI: che rimandano alla tutela dei
diritti fondamentali dei detenuti e di coloro che sono sottoposti a provvedimenti giuridici e
l z d ll l b s l : l s l’ bb ss d ll s
momentaneamente dalla comunità per motivi gravi (es. morte o seri problemi di salute di un
familiare) deve fare richiesta scritta da sottoporre in via prioritaria alla Magistratura Giudicante o di
S v l z ; l ll ll’ s z d ll’ l z s l
d /d s d s ll’ d ll vv s d ll’ ss , s
impegna a far pervenire per vie brevi la richiesta al Magistrato, sollecitandone una risposta. Nei
s d ff d v S v z S l , l L 21 f bb 2014 . 10 v s l ,
con modificazioni, del decreto-legge 23 dicembre 2013, n. 146, recante misure urgenti in tema di
l d d f d l d d d d z ll d ll l z ”,
introduce misure di semplificazione nella trattazione di alcune materie devolute alla cognizione
d ll M s d S v l z v d h l d h ll s z s
autorizzate, nei casi di urgenza, dal direttore dell'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna, che ne da'
immediata comunicazione al Magistrato di Sorveglianza e ne riferisce nella relazione di cui al
10” ( . 6 l 10/2014). L’ ff d ò q d f h s s d l
D d ll’UEPE, h h f l d zz l’ ss , l d di risposta.
L’ ff d d v v d s f ll’ s z l d z d ll h s v
10
che non hanno consentito di richiedere preventivamente, per vie ordinarie, la modifica
momentanea delle prescrizioni.
- EMERGENZE LEGATE AD AGITI COMPORTAMENTALI E/O SCOMPENSO PSICOPATOLOGICO
che comportano fondato rischio per la propria sicurezza e/o per gli altri: nel corso del trattamento
residenziale, la Comunità terapeutica mette in atto tutte le misure necessarie a prevenire eventuali
agiti comportamentali gravi e/o scompensi psicopatologici, mediante osservazione continua ed
attenta di eventuali segnali di allarme, monitoraggio assiduo della terapia farmacologica in sinergia
con il SERT ed il Servizio di Salute Mentale di riferimento, analisi delle dinamiche relazionali che si
ll’ d l d l . N l s l s
risultino sufficienti a prevenire situazioni di rischio e pericolo, la Comunità terapeutica, in sinergia
con i Servizi Invianti, è chiamata a valutare rapidamente la modalità di intervento più idonea alla
s d ll’ z :
- a) Spostamento in altra Comunità. Se la Comunità terapeutica dispone di più strutture, è
ss b l v l l’ d s s vvisorio o definitivo in altra sede. Tale
modalità di intervento risulta particolarmente indicata nei casi di tensioni e/o liti generatesi
ll’ d l , s h d ss v f d l s ,
trasgressioni comportamentali e/o instaurarsi di relazioni a carattere esclusivo che limitano
fortemente il percorso terapeutico. Già al momento del rilascio della disponibilità di accoglienza, la
h d l M s d v d ll’O d z l ss b l tà di
s s d ll’ ss l v s v / l ll’ d
del programma di trattamento. Tale prassi operativa, quando autorizzata, consente agli operatori di
intervenire con maggiore tempestività, pur non esi d l d ll’ bbl d
ll’A d z v l s z s s b l d l v l z l
vv d d (DPR 309/90 . 123) v l z ss d ll s
sottoposta al programma (DPR 309/90, art. 89, par. 5; art. 94 par.6-ter).
N s l s s s s s l / l’ d z v d l
possibilità di spostamento tra le varie strutture, ogni eventuale cambiamento di struttura dovrà
essere prima richiesto e zz d ll’A d z .
b) Ricovero nel S.P.D.C.. T l vv d ò ss d q d l’ v s d
sintomi non consente la prosecuzione del trattamento in ambiente comunitario e si rende
necessario un intervento maggiormente s v , f l zz ll’ ss s d l q d l
vista di un eventuale reingresso in comunità da valutare con i Servizi invianti. La Comunità
provvede a prendere contatti con il Servizio di Salute Mentale territoriale e ad organizzare il
trasferimento nel Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, avvalendosi del servizio del 118 o altra
modalità di trasporto sempre comunque in presenza di un operatore della Comunità, e dandone
s v z ll’A d z , ll F z d ll’Ordine, ai Servizi invianti e agli
altri enti eventualmente coinvolti. Nei casi di maggiore complessità in cui la persona interessata
non accetti il ricovero, e vi sia un fondato rischio per la sua sicurezza e/o degli altri, viene valutata
la possibilità di attivare le misure necessarie previste dalle legge 833/78, artt. 33, 34 e 35.
11
c) Segnalazione al Magistrato con richiesta di convocazione. In caso di ripetute
trasgressioni delle prescrizioni, prima di procedere alla richiesta di sospensione momentanea della
misura, la Comunità provvede a segnalare il perdurare di comportamenti inadeguati al contesto
l M s , h s v l v l l’ d f ss ’ d z l d
ss l f d v f s l l’ d d l h l’ l
rispetto delle prescrizioni imposte.
d) Richiesta sospensione momentanea della misura. A fronte di ulteriori e ricorrenti
s ss d ll s z s d ll’A d z , ss di
comportamenti inadeguati al contesto comunitario, assunzione di atteggiamento non collaborativo
e/o scarsa adesione al programma di trattamento individualizzato concordato, una sospensione
momentanea della misura può rappresentare un provvedimento adeguato e ad alta valenza
. L’ . 51 d ll’ d z v d h S l’ ff d v l
s v z s l l’ ss l d s l b d d z d l d d z
domiciliare speciale pone in essere comportamenti tali da determinare la revoca della misura, il
Magistrato di Sorveglianza nella cui giurisdizione essa è in corso ne dispone con decreto motivato
l vv s s s s , d d l’ d l s ss s . T s
quindi immediatamente gli atti al Tribunale di Srveglianza per le decisioni di competenza. Il
provvedimento di sospensione del Magistrato di Sorveglianza cessa di avere efficacia se la
decisione del Tribunale di Sorveglianza non interviene entro trenta giorni d ll z d l ”.
Una sospensione cautelativa della misura e provvisorio rientro in carcere costituisce, in alcuni casi,
’ s v l f d l’ d zz d l d
d ll’ l ss b l di riconsiderare le proprie condotte. Durante il periodo di sospensione
d ll s l’ ff ll q d v l z l d
servizi coinvolti, con gli operatori della comunità e con gli operatori penitenziari, al fine di
individuare forme e modalità di collaborazione più efficaci. Prima del termine della sospensione
momentanea della misura i Servizi coinvolti, gli operatori penitenziari e la Comunità relazionano al
Magistrato in merito ai colloqui effettuati e forniscono tutti gli elementi necessari per poter
decidere in merito ad una revoca definitiva della misura, o viceversa ad una prosecuzione della
stessa presso la comunità.
e) Comunicazione di impossibilità a proseguire il trattamento. La commissione di agiti e/o
trasgressioni particolarmente gravi può comportare in taluni casi la compromissione definitiva
d ll l z h l’ h l / l’ q , l ò
v l l’ ss b l s l maniera efficace. In tal caso ne dà
comunicazione alle Autorità giudiziarie e ai Servizi invianti e attende la decisione del Magistrato in
merito ad eventuali spostamenti presso altre comunità e/o revoca definitiva della misura e rientro
in carcere. In caso di revoca della misura, così come di sopravvenienza di nuovi titoli di privazione
della libertà che intervengano nel corso del trattamento e per i quali il magistrato ritenga
opportuno disporre la cessazione della misura, è auspicabile che la notifica al diretto interessato e
l’ s vv sì d v z v d b l l s q l
12
v d f , , h l’ bb s ll
z d ll’ s .
f) Richiesta di intervento delle Forze dell’Ordine. N s l’ z d
provvedimenti sopra elencati richieda preventiva autorizzazione da parte delle Autorità Giudiziarie
d ll’UEPE, è ss b l h l d bb d s s a per più giorni o
s d v f l’ z ; ll’ d ll s ss
q d s s z d s l h s h l’ l d l
così come degli utenti. La Comuni ò q s s h d l’ v d ll
F z d ll’O d s d l ll s d ll z . L F z d ll’O d
sono altresì allertate in caso di allontanamento non autorizzato dalla struttura da parte della
persona sottoposta a misura cautelare/di sicurezza, alternativa alla detenzione o messa alla prova.
PECULIARITA’ NELLA PRESA IN CARICO E NEL TRATTAMENTO DI MINORI E GIOVANI ADULTI
Il percorso della presa in carico dei minori e giovani adulti tossicodipendenti o alcoldipendenti con
provvedimenti giuridici in corso è stato già oggetto di attenzione da parte della Giunta regionale
toscana che con propria Delibera n. 505 del 20 giugno 2011 “Modalità operative per la presa in
carico di minori sottoposti a procedimento penale” ne ha approfondito le peculiarità e la
complessità, tenuto conto dei soggetti coinvolti e dei tempi imposti, in particolare nel caso di
minori in CPA (Centro di Prima Accoglienza), che non possono superare le 96 ore di permanenza,
che rendono particolarmente difficile delineare correttamente il quadro diagnostico da parte dei
competenti servizi territoriali (SERT e Salute mentale) e l'eventuale successivo percorso
terapeutico.
Tale percorso, anche alla luce delle recenti modifiche normative, necessita di un'ulteriore
approfondimento da parte della competente Direzione Diritti di cittadinanza e coesione sociale che,
nel caso specifico, si avvarrà del supporto del gruppo di lavoro (network di esperti) che ha
contribuito alla stesura delle presenti linee di indirizzo.