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DAL TEXAS HOLD’EM a LAS VEGAS Collana “Hobby&Sport”

Dal Texas Hold’em a Las Vegas

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Il poker e altre storie (con Luca Franci e Paolo Zecchin) Collana: Hobby e Sport Caratteristiche: Volume in brossura con bandelle

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DAL TEXAS HOLD’EMa

LAS VEGAS

Collana “Hobby&Sport”

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LUCA PAGANO

DAL TEXAS HOLD’EMa

LAS VEGASIl poker e altre storie

Con Paolo Franci e Claudio Zecchin

GREMESE

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Stampa:Arti Grafiche Picene – Pomezia

Copyright GREMESE2010 © E.G.E. s.r.l. – Romawww.gremese.com

Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di questo libro può essere ripro-dotta, registrata o trasmessa, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo,senza il preventivo consenso formale dell’Editore.

ISBN 978-88-8440-631-6

A Nicola Pagano e Mimosa Toppani

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INDICE

Biografia di un campione . . . . . . . . . . . . . . . . . 127

Prima parte: Le storieLa luna e il Park . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 11Jonas, la Lotus e lo Zio Sam . . . . . . . . . . . . . . . . 16Discoteca o poker? Non ho dubbi…. . . . . . . . . 21I love America . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25Libri a Santa Monica . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33Vivere e vincere a Las Vegas . . . . . . . . . . . . . . . 39Albertone, l’America e la squadra . . . . . . . . . . 45Il pollo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 51La balena . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 55Luca, Fantozzi e il Semenzara . . . . . . . . . . . . . . 57Carte di celluloide . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 61Sono un agente di viaggi . . . . . . . . . . . . . . . . . . 67Bon ton, fair play e lacrime . . . . . . . . . . . . . . . . 73Luca Pagano è un buono a nulla . . . . . . . . . . . . 80La scaramanzia e il peperoncino . . . . . . . . . . . . 85Il grande buio (della mia vita) . . . . . . . . . . . . . . 90Diventa anche tu una PokerStars . . . . . . . . . . . 97

Seconda parte: Il manualeEssere un campione. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 103

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Le regole . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 105I quattro round. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106Pre flop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 106Flop . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 107Turn . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108River . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 108I punti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 109Asso-jack . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 112La fortuna . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 117La matematica e la scelta delle mani . . . . . . . . 119Cercate il vostro stile . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123La strategia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 127Bluff e semi-bluff. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 128Slowplay . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 130Lo stile del campione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 132La psicologia. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 136I tells, le informazioni. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 139Fake tells, le informazioni ingannevoli. . . . . . . . . . 140La scelta del tavolo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143La prima partita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 148Come vincere un torneo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 150The winner is… . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 154Epilogo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158

Appendice: I tornei più importanti. . . . . . . . . 161

Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 165

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BIOGRAFIA DI UN CAMPIONE

L uca Pagano è un giocatore di poker professioni-sta italiano. Sarebbe più corretto definirlo “il”

giocatore professionista all’interno dei confini delBel Paese, vista la popolarità raggiunta dopo i suoisuccessi sui tavoli di mezzomondo. Nasce a Trevisonel 1978, e nel 2002 vive una prima svolta impor-tante: con un gruppo di amici si reca al Casinò diNova Gorica, in Slovenia, dove, poco attratto daitavoli della roulette e dalle slot machines, si siede aun tavolo di Texas Hold’em, senza nemmeno cono-scerne le regole. È amore a prima vista.Inizia a giocare on line su PokerStars, e in pochis-

simo tempo apprende teoria e tecnica del gioco,ottenendo risultati sempre più importanti. Sfruttal’esperienza on line sui tavoli live, e nel 2004 ottieneil primo grande risultato classificandosi al terzoposto nel Main event della tappa Ept di Barcellona.È il momento del boom dell’Hold’em in Italia, e

Luca ne è uno dei principali promotori con le suepartecipazioni prestigiose all’Ept (ottavo posto inFrancia nel 2005 e sesto all’Ept Grand Final 2008 aMontecarlo) e alleWsop. Dal 2006 fa parte del TeamPokerStars Pro, da cui viene sponsorizzato per gio-care e promuovere il poker nei principali tornei.Anche grazie alla sua immagine e alle sue doti dicomunicatore, diventa il commentatore ufficiale,insieme a Giacomo “Ciccio” Valenti, della celebre

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trasmissione “Poker1mania”, il format televisivosul Texas Hold’em che ha determinato la fortuna diquesto gioco anche in Italia. Il 2009 è l’anno magicodi Luca Pagano: ben tre tavoli finali Ept (sesto postoa Dortmund, quarto a Varsavia e di nuovo sesto aPraga) e un “in the money” a Montecarlo (55° po-sto), che gli valgono i due primati di giocatore conil maggior numero di tavoli finali Ept (6) e di piaz-zamenti a premio (14) nella storia di questa manife-stazione.Luca non è solo il portabandiera del poker gio-

cato: la sua energia lo porta a impegnarsi anchecome imprenditore. La società da lui fondata, la Lcservice srl, ormai da quattro anni organizza even-ti nei Casinò italiani di Venezia, Saint Vincent eSanremo, e in quelli sloveni di Portorose e NovaGorica. Fiori all’occhiello di questa attività sono laprima edizione dell’Italian poker tour (Ipt) 2009-2010, sponsorizzato proprio da PokerStars.it, esoprattutto la tappa italiana dell’Ept, che si è giàtenuta due volte (2008 e 2009) al Casinò diSanremo. Per la cronaca, l’edizione sanremese2009 dell’Ept ha infranto tutti i record di parteci-pazione da quando esiste questo tour europeo.Ma Luca Pagano ha dimostrato di essere, oltre

che un giocatore di primo piano, una personaattenta anche al sociale. All’inizio del 2009 hacostituito la onlus Pokerforlife, che ha come statu-to la promozione di progetti in favore dei più sfor-tunati con l’aiuto degli appassionati di TexasHold’em, attraverso la raccolta di fondi durantevari eventi pokeristici e coinvolgendo gli operato-ri del settore. Da un giocatore già entrato nella sto-ria del gioco, non ci si poteva aspettare altro.

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PRIMA PARTE

LE STORIE

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LA LUNA E IL PARK

«P rendi cara questi fiori». Sullo schermo c’èVittorio De Sica che insegna ad Alberto

Sordi i passi principali del bridge: leggendariascena de Il conte Max.Picche, cuori, quadri, fiori, ah sì, ho capito.

Sfido chiunque non giochi con le carte francesi acogliere al volo la battuta di De Sica. E infattiAlbertone ci mette un po’ a capirla.Quello è stato il momento in cui mi sono avvi-

cinato di più alle carte nella mia era pre-pokeristi-ca. Eravamo a cena in casa e la tv era accesa, sinto-nizzata su uno di quei canali che passano vecchifilm in bianco e nero che non ti stanchi mai di rive-dere.Io giocavo a backgammon. Il poker lo conosce-

vo, certo, come lo conoscono più o meno tutti.L’appuntamento fisso è la partita di Natale, conl’amico assillante travolto dal virus del campioneche ti tiene inchiodato fino alle 4 del mattino attor-no a un tavolo con la fodera di pannolenci verde,cucita appositamente dalla sua mamma. Il primovero avversario della vostra ipotetica carriera èproprio lui, l’amico del cuore, che non vi molla enon smette mai di raccontare improbabili aneddo-ti su altrettanto improbabili partite andate in scenasolo e soltanto nella sua fantasia.

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Il backgammon è un gioco divertente e di gran-de strategia, anche se a prima vista può sembraresemplice. Giravo per Treviso fiero con la mia vali-getta in pelle con doppia striscia rossa e blu nelmezzo, le fibbie dorate e all’interno pedine e dadidi finto osso. Sfidavo amici e amici degli amici e,per mettere un po’ di tabasco, spesso gettavamoqualche soldo nel piatto. Roba da ragazzi insom-ma. Io non potevo saperlo, ma è durante quellepartite che pian piano stava nascendo il giocatoredi poker. Una sensazione netta.Ho da poco compiuto 19 anni. Una tiepida sera-

ta di settembre segna il mio futuro per sempre.La telefonata di Massimo arriva a metà di un

pomeriggio nel quale ozio e pigrizia se le danno disanta ragione e quello che finisce al tappeto sonoio. Me ne sto buttato sul divano a fare zapping. Saiche allegria! Rispondo. «Pronto. Ohi Luca, sonoMassimo, ciao, stasera si va tutti a Nova Gorica alcasinò, vengono anche gli altri, sbanchiamo e par-tiamo per le Bahamas». Non faccio in tempo a diredi no che Massimo ha attaccato. In effetti io odio ilgioco d’azzardo. Ma vabbè, in fondo che sarà mai,gironzolo qua e là, guardo un po’ di belle donne ese mi dice bene, magari, rimorchio pure. Sì, civado.Non so se avete mai visto il casinò-albergo

Park. È una sorta di villaggio turistico del vizio a“cinque stelle”. C’è tutto. Stanze lussuose, mini-gonne in giro a non finire, giochi d’azzardo di ognitipo sparsi per i numerosi piani del gigante lumi-noso. E, naturalmente, tavoli, tavoli, tavoli. Ve l’hogià detto? A me il gioco d’azzardo non piace perniente. «Ma come? Sei un giocatore professioni-

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sta», obietterete. Vero, ma l’azzardo non c’entraniente. Lo scoprirò al Park tra poco.Massimo sta giocando a blackjack. Gli altri si

fanno spennare alla roulette. Fabio continua apuntare sul 20 con un pieno di cavalli e sul 17. Miannoio e me ne vado un po’ in giro. Lì per lìl’invito mi era sfuggito, anche se con la coda del-l’occhio il gesto l’avevo registrato. Più tardi sco-prirò che quel dealer, il primo della mia vita, sichiama Janosch. È polacco, credo, anche se il suoaccento è sparito dietro a un fiume di lingue impa-rate in fretta e sempre con le carte in mano.«Siediti». Difficile dimenticare Janosch. Magari èancora lì al Park a far frusciare le carte.Inconsapevolmente è stato il gran sacerdote dellamia carriera, colui che mi ha iniziato. Non cono-scevo neanche le regole del Texas Hold’em.Sapevo a malapena cosa era la telesina con unacarta coperta.«Non ti sedere». Continuo a ripetermelo mentre

compro la prima posta della mia vita. Janosch è untipo alto e magrissimo, con le mani molto curate euna gestualità che non poteva non affascinarti. Eracome se le carte fossero maneggiate da due colom-be in volo, bianchissime ed eleganti. Tento l’ultimadifesa mentre fisso Janosch che sorride: «Non mipiace il gioco d’azzardo». La risposta è fulminan-te: «È per questo che ti sei seduto. Sì, perché ilpoker, pur volgarmente catalogato tra i giochid’azzardo, non lo è affatto. Se sono divenuto unbuon giocatore lo devo anche ai miei studi infor-matici, alla passione sfrenata per la logica e lamatematica. Certo, come in tutte le cose della vita,ci vuole anche un po’ di fortuna, ma l’azzardo sta

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al poker come un pinguino al deserto del Sahara».Janosch mi spiega le regole. Qualcosa mi sfug-

ge, ma sono bloccato a quel tavolo come una vitenel teak. Alla mia sinistra, un tizio dall’accentotedesco inforca un paio di occhiali da sole. Mipreoccupo, pensando che se ha una congiuntivitevirale rischio di beccarmela anche io. Ho passatotutta la serata spostato il più possibile a destra, conil risultato di ritrovarmi un mal di schiena pazze-sco per due giorni. Poi c’è una donna bionda, conuno strettissimo abitino verde. È sulla quarantina,belloccia, con un décolleté spaziale, di quelli cheattirano l’occhio e ti fanno fare figure che non tidico. Avete presente, no? Più cerchi di non guarda-re e più lei ti “pizzica” mentre stai guardando. Unclassico. Sarà in cerca di compagnia, penso.Sbagliato: scoprirò col tempo che il tavolo dapoker è come la barriera corallina, dove i colori ele forme dei pesci hanno una funzione che non èsolo estetica. Servono per difendersi o aggredire. Eil “davanzale” della signora in verde aggredisce laconcentrazione. Ha una funzione strettamente tat-tica, quella di renderti vulnerabile distraendoti incontinuazione. In quel momento non lo capisco,mi sembra solo una bella vetrina: una sbirciatina evia. Imparo così, a mie spese, che quando sei sedu-to al tavolo tutto quello che accade attorno a te hauna ragione e devi capire in fretta qual è. Sennò seiil pollo. Sì, il pennuto bello grasso da spennare einfilare nel forno. Il pollo, nel poker, è un animaleinteressante e ne parleremo diffusamente fra poco.La grande magia del Texas Hold’em e del poker

in tutte le sue versioni sono le sensazioni. Nonpotrò mai dimenticare le mie con davanti, la bion-

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dona in abitino strizzacostole verde e il tedescocon la congiuntivite. Saperle tenere a bada, impa-rerò poi, è fondamentale. Nel frattempo gioco.Janosch sorride, mentre gli occhi azzurro pallidoinghiottono la luce della lampada sospesa sullesperanze di persone così diverse ma incredibil-mente uguali.Donna-donna e perdo la verginità. È la prima

coppia vestita della mia vita.Non ricordo bene se mi servì a qualcosa. Non

dimenticherò quella sensazione travolgente. Ècome se milioni di globuli rossi avessero calzatoall’unisono scarpe da running per marciare svelti,fino a correre a perdifiato al ritmo di un tamburoche batte forte nel petto. Bellissimo. Quello è statoil colpo di fulmine. Mi alzo dal tavolo in unosbuffo di piume, perché in mezzo a quei giocatorimediamente scarsi il pollo sono io. Ne avete maivisto uno felice di essere spennato? Eccolo quidavanti a voi, con otto anni in più e qualche parti-tella di poker sulle spalle.La storia di Luca Pagano inizia qui. Scoprirò

presto che gli occhiali non servono per la congiun-tivite e un sacco di altre cosette che non posso nonraccontarvi.

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