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8/18/2019 Dalla parte di Swann.docx http://slidepdf.com/reader/full/dalla-parte-di-swanndocx 1/568 COMBRAY Per molto tempo, mi sono coricato presto la sera. A volte, appenaspenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che nemmeno avevo il tempo di dire a me stesso: «M’addormento». E, una mezz’ora pi tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi ridestava! volevo posare il li"ro che credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume! non avevo smesso, dormendo,di ragionare su ci# che avevo appena letto, ma $uelle riflessioni avevano preso una piega un po’ particolare! mi sem"rava d’essere io stesso l’oggetto di cui il li"ro si occupava: una chiesa, un $uartetto, la rivalit% fra &rancesco ' e (arlo ). *uesta convinzione sopravviveva ancora $ualche istante al mio risveglio! non offendeva la mia ragione, ma premeva sui miei occhi come una s$uama e impediva loro di rendersi conto che la candela non era pi accesa. Poi,cominciava ad apparirmi inintelligi"ile, come, dopo la metempsicosi, i pensieri di un’esistenza anteriore! l’argomento del li"ro si staccava da me, ero li"ero di pensarci o meno! ma su"ito recuperavo la vista ed ero molto stupito di trovare intorno a me un’oscurit% dolce e riposante per i miei occhi, ma forse pi ancora per l’animo mio, al $uale essa appariva come una cosa senza ragione, incomprensi"ile, un che di veramente oscuro. Mi domandavo che ora potesse essere! udivo il fischio dei treni che, pi o meno di lontano, come il canto di un uccello in una foresta, segnando le distanze, mi descriveva la distesa della campagna deserta, dove il viaggiatore si affretta verso la stazione pi vicina! e il sentiero che percorre gli rester% impresso nella memoria per l’eccitazione che suscitano in luiluoghi nuovi, gesti inconsueti, i discorsi appena fatti, gli addii sotto lalampada estranea che lo seguono ancora nel silenzio della notte, la dol+ cezza prossima del ritorno. Appoggiavo teneramente le mie gote alle "elle gote del guanciale, piene e fresche come $uelle della nostra infanzia. Accendevo un fiammifero per guardare l’orologio. *uasi mezzanotte. il momento in cui il malato, che - stato costretto a mettersi in viaggio e ha dovuto dormire in un al+ "ergo sconosciuto, svegliato da una crisi, si rallegra nello scorgere sottola porta una striscia di luce. (he gioia, - gi% mattina /ra pochi istanti idomestici si alzeranno, potr% suonare il campanello, verranno a dargliaiuto. 0a speranza del conforto gli d% coraggio nella sofferenza. Ecco, gli- sem"rato di udire dei passi! i passi si avvicinano, poi si allontanano. Ela striscia di luce sotto la porta - scomparsa. mezzanotte! hanno spento il gas! l’ultimo domestico se n’- andato, e "isogner% passare tutta la nottea soffrire senza rimedio. Mi riaddormentavo, e talvolta non avevo pi che "revi risvegli di unattimo, il tempo di percepire gli scricchiolii organici delle  "oiseries,d’aprire gli occhi per fissare il caleidoscopio dell’oscurit%, di assaporare,grazie a un momentaneo "arlume di coscienza, il sonno in cui erano im+ mersi i mo"ili, la camera, $uel tutto di cui io non ero che una piccola par+te e nella cui insensi"ilit% tornavo presto a confondermi. 1ppure, dor+mendo, avevo raggiunto senza sforzo un’et% definitivamente conclusadella mia vita passata, avevo ritrovato $ualcuno dei miei terrori infantili, come $uello che il mio prozio mi

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COMBRAY

Pe r mo lto te mp o, mi so no cor ica to pre sto la sera . A v ol te ,appenaspenta la candela, gli occhi mi si chiudevano così in fretta che nemmenoavevo il tempo di dire a me stesso: «M’addormento». E, una mezz’ora pi

tardi, il pensiero che era tempo di cercar sonno mi ridestava! volevo posare il li"roche credevo di avere ancora fra le mani, e soffiare sul lume! non avevosmesso, dormendo,di ragionare su ci# che avevo appena letto, ma $uelleriflessioni avevano preso una piega un po’ particolare! mi sem"ravad’essere io stesso l’oggetto di cui il li"ro si occupava: una chiesa, un$uartetto, la rivalit% fra &rancesco ' e (arlo ). *uesta convinzione sopravvivevaancora $ualche istante al mio risveglio! non offendeva la mia ragione, ma premevasui miei occhi come una s$uama e impediva loro di rendersi conto che la candela nonera pi accesa. Poi,cominciava ad apparirmi inintelligi"ile, come, dopo lametempsicosi, i pensieri di un’esistenza anteriore! l’argomento del li"ro si staccavada me, ero li"ero di pensarci o meno! ma su"ito recuperavo la vista ed ero moltostupito di trovare intorno a me un’oscurit% dolce e riposante per i mieiocchi, ma forse pi ancora per l’animo mio, al $uale essa appariva comeuna cosa senza ragione, incomprensi"ile, un che di veramente oscuro. Midomandavo che ora potesse essere! udivo il fischio dei treni che, pi omeno di lontano, come il canto di un uccello in una foresta, segnando ledistanze, mi descriveva la dis tesa del la campagna deserta, dove i lviaggiatore si affretta verso la stazione pi vicina! e il sentiero che percorregli rester% impresso nella memoria per l’eccitazione che suscitano in

luiluoghi nuovi, gesti inconsueti, i discorsi appena fatti, gli addii sottolalampada estranea che lo seguono ancora nel silenzio della notte, la dol+cezza prossima del ritorno. Appoggiavo teneramente le mie gote alle "elle gote delguanciale, piene e fresche come $uelle della nostra infanzia. Accendevo unfiammifero per guardare l’orologio. *uasi mezzanotte. il momento in cui il malato,che - stato costretto a mettersi in viaggio e ha dovuto dormire in unal+ "ergo sconosciuto, svegliato da una crisi, si rallegra nello scorgeresottola porta una striscia di luce. (he gioia, - gi% mattina /ra pochi istantiidomestici si alzeranno, potr% suonare il campanello, verranno a dargliaiuto.

0a speranza del conforto gli d% coraggio nella sofferenza. Ecco, gli- sem"rato diudire dei passi! i passi si avvicinano, poi si allontanano. Ela striscia di lucesotto la porta - scomparsa. mezzanotte! hanno spento il gas! l’ultimo domestico sen’- andato, e "isogner% passare tutta la nottea soffrire senza rimedio.Mi riaddormentavo, e talvolta non avevo pi che "revi r isvegli diuna t t i m o , i l t e m p o d i p e r c e p i r e g l i s c r i c c h i o l i i o r g a n i c i d e l l e

 "oiseries,d’aprire gli occhi per fissare il caleidoscopio dell’oscurit%, diassaporare,grazie a un momentaneo "arlume di coscienza, il sonno in cui erano im+mersi i mo"ili, la camera, $uel tutto di cui io non ero che una piccola par+te e nella

cui insensi"ilit% tornavo presto a confondermi. 1ppure, dor+mendo, avevoraggiunto senza sforzo un’et% definitivamente conclusadella mia vita passata,avevo ritrovato $ualcuno dei miei terrori infantili, come $uello che il mio prozio mi

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tirasse per i "occoli, e che era svanito il giorno inizio per me di una nuova era in cuime li avevano tagliati. 2urante il sonno avevo dimenticato $uell’episodio, neritrovavo il ricor+do non appena riuscivo a svegliarmi per sfuggire alle manidel prozio,ma, per pr ecauz ione, affonda vo co mpletame nte la testa n el

guancia leprima di ritornare nel mondo dei sogni.A volte, come Eva nac$ue da unacostola di Adamo, nel sonno, da unafalsa posizione della mia coscia, nasceva unadonna. &ormata dal piacereche stavo per assaporare, m’immaginavo fosse leistessa a offrirmelo. 'lmio corpo, che sentiva nel suo il mio proprio calore,voleva unirsi a lei! mi svegliavo. 3li altri esseri umani mi apparivanolontanissimi, a con+ fronto di $uesta donna che avevo lasciato da pochi attimiappena! la miagota era calda ancora del suo "acio, il mio corpo spossato dal

 peso del lasua persona. 4e, come a volte accadeva, vedevo in lei i lineamenti diunadonna che avevo conosciuto nel la vi ta , mi dedicavo interamentea ununico scopo: ritrovarla! come $uelli che si mettono in viaggio per vederecon i

 propri occhi una citt% desiderata e immaginano si possa godere nella real t%l’incanto della fantasia. A poco a poco, i l suo ricordo svaniva, avevodimenticato la creatura del mio sogno.5 n u o mo c h e d o r me t i e n e i ncerchio intorno a s6 i l f i lo del le ore, l ’ordine degli anni e dei mondi .4vegliandosi, li consulta istintivamentee vi legge in un attimo il punto della terra cheoccupa, il tempo che - tra+scorso fino al suo risveglio! ma i loro cicli possonoconfondersi, spezzarsi. 4e verso il mattino, dopo un po’ d’insonnia, s’addormenta,mentre sta leggendo, in una posizione troppo diversa da $uella a"ituale, "aster%un "raccio sollevato a fermare e a far indietreggiare il sole, e nel primo istante del

risveglio egli non sapr% che ora sia, e penser% di essersi appena coricato. E se prendesonno in una posizione ancora pi irregolare e divergente, per esempio dopo cena,seduto in poltrona, allora lo sconvolgimento sar% totale in $uei mondi uscitidalla loro or"ita, la poltrona magica lo far% viaggiare a gran velocit% nel tempo enello spazio, e al momento di aprire le palpe"re, creder% di essersi coricato alcunimesi innanzi in un’altra contrada. Ma "astava che, nel mio stesso letto, il mio sonnofosseprofondo e distendesse pienamente il mio spirito, ed ecco che $uesto a"+

 "andonava il luogo in cui mi ero addormentato e, $uando mi svegliavonelcuore della notte, ignorando dove mi trovavo, non sapevo sul mo+mento

nemmeno chi fossi! avevo solamente, nella sua primitiva semplici+t%, il sensodell’esistenza, come pu# fremere nel fondo di un animale! eropi spogliodell’uomo delle caverne! ma allora il ricordo7non ancoradel luogo in cui mi trovavo, ma di alcuni tra $uelli che avevoa"itato edove avrei potuto essere7veniva a me come un aiuto dall’alto, per trar+mi dal nulla donde non sarei potutouscire da solo! passavo in un mo+mento sopra secoli di civilt%, e le

immagini confusamente intraviste dilampade a petrolio, poi di camicie colcolletto rivoltato, ricomponevano apoco a poco i tratti originali del mio io.&orse,l’immo"ilit% delle cose intorno a noi - imposta loro dalla nostracertezza che sono esse

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e non altre, dall’immo"ilit% del nostro pensiero neiloro confronti. 'l fatto - che,$uando mi svegliavo in $uello stato, mentreil mio spirito si agitava per cercare,senza riuscirci, di sapere dove fossi,tutto, le case, i paesi, gli anni, girava intornoa me nel "uio. 'l mio corpo,troppo intorpidito per muoversi, cercava, a seconda

della forma dellasua stanchezza, di ritrovare la posizione delle propriemem"ra per de+durne la direzione della parete, la disposizione dei mo"ili, per ricostruiree dare un nome alla dimora in cui si trovava. 0a memoria di s6, la memo+ria delle sue costole, delle sue ginocchia, delle sue spalle, gli

 presentavauna dopo l ’a l t ra parecchie del le camere in cui avevadormito , mentre tutt’intorno le pareti invisi"ili, mutando posizione a seconda dellaformadella stanza immaginata, tur"inavano nelle tene"re. E prima ancora cheil mio

 pensiero, esitante sulla soglia dei tempi e delle forme, avesse rico+nosciutol’a"itazione accostando i dettagli, lui7il mio corpo7ricorda+va per ognuna i l t ipo di let to, la disposizione delle porte,l ’espos izionedel le f ines t re , l ’es is tenza di un corr idoio, e ins ieme leco se ch e av ev opensato addormentandomi l% e che ritrovavo al risveglio. 'lmio fiancoanchilosato, cercando di indovinare la propria posizione,immaginava,ad esempio, d’essere disteso, dinanzi alla parete, in un lettogrande con "aldacchino, e su"ito mi dicevo: «3uarda, ho finito per addormentarmi, "ench6 la mamma non sia venuta a darmi la "uonanotte»! ero in

campa+gna a casa del nonno, morto parecchi anni fa! e il mio corpo, ilfianco sucui riposavo, custodi fedeli di un passato che il mio spirito nonavre""emai dovuto dimenticare, mi ricordavano la fiamma della lampada di ve+trodi 8oemia, a forma d’urna, sospesa al soffitto con delle catenelle, il ca+mino inmarmo di 4iena, nella mia camera da letto di (om"ra9, in casadei nonni, in giorni lontani che in $uel momento mi figuravo presenti,senzarappresentarmeli esattamente, e che avrei rivisto meglio tra poco,$uandofossi stato sveglio del tutto

;.Poi rinasceva il ricordo di un’altra situazione! la parete si estendeva inuna diversadirezione: ero nella mia camera, in casa della signora di4aint+0oup, incampagna! 2io mio 4ono almeno le dieci, devono aver fi+nito di cenare Avr#

 prolungato ol tre misura la siesta che faccio ogni se+ ra, rientrando dalla passeggiata con la signora di 4aint+0oup, prima di ri+vestirmi. Poich6 sono passatimolti anni dai tempi di (om"ra9, $uando,nei nostri ritorni pi tardivi, erano i riflessirossi del tramonto che vede+vo sui vetri della mia finestra. un altro genere di vita$uello che si con+duce a /ansonville, in casa della signora di 4aint+0oup, un

altro generedi piacere $uello che provo nell’uscire soltanto di notte, nel percorrerealchiaro di luna $uei sentier i dove un tempo giocavo al sole! e lacameranella $uale mi sarei addormentato, invece di vestirmi per la cena, la scor+go

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di lontano, $uando rientriamo, attraversata dalle luci della lampada,unicofaro nella notte.*ueste evocazioni vorticose e confuse non duravano mai pidi $ual+che secondo! spesso, la mia "reve incertezza circa il luogo in cui mitro+vavo non discerneva, le une dalle altre, le diverse supposizioni di cui

eracostituita, così come non riusciamo a isolare, vedendo correre un cavallo,le posesuccessive che ci mostra il cinetoscopio. Ma avevo rivisto oral’una, ora l’altra delle camere che avevo a"itatonella mia vita, e finivoper ricordarmele tutte nelle lunghe fantasticherie cheseguivano al miorisveglio! camere d’inverno dove, una volta coricati, rannicchiamola te+sta in un nido intessuto delle cose pi disparate: un angolo del guanciale,l’orlodelle coperte, il capo di uno scialle, la sponda del letto, e un nume+ro dei26"ats roses<, che finiamo per cementare insieme secondo la tecni+ca degli uccelli, standoviappoggiati indefinitamente! dove, se il tempo -gelido, il piacere che si prova - disentirsi separati dall’esterno =come larondine marina che ha il suo nido infondo a un sotterraneo, nel caloredella terra>, e dove, essendo rimastoacceso il fuoco tutta la notte nel ca+mino, si dorme in un’ampia coltre d’ariacalda e fumosa, attraversata dai "agliori dei tizzoni che si riaccendono, sortad’impalpa"ile alcova, di cal+da caverna scavata all’interno della camera stessa, zonaardente e mo"ilenei suoi contorni termici , vent i la ta da sof f i che cir infr escano i l viso e vengono dagli angoli, dalle parti vicine alle finestre o

lontane dal fuoco, eche si sono raffreddate!7camere d’estate dove - "ello sentirsi uniti allanotte tiepida, dove il chiaro diluna, adagiato sul le imposte socchiuse,get ta f ino ai piedi del let to lasua scala incantata , dove s i dorme $uas i<

all’aria aperta, come la cincia cullata dalla "rezza sulla punta di un rag+gio!7

a volte, la camera 0uigi ?)', così allegra che nemmeno la primasera mi ciero sentito troppo infelice, e dove le colonnine che sostenevanoleggere il soffitto siallontanavano con estrema grazia per mostrare e ri+servare lo spazio delletto! a volte invece, $uella, piccola e con il soffittomolto alto, scavata aforma di piramide per un’altezza di due piani e inparte rivestita di mogano, incui fin dal primo momento ero stato moral+mente intossicato dall’odore sconosciutodi vetiver, convinto dell’ostilit%delle tende viola e dell’insolente indifferenzadella pendola che schia+mazzava forte come se io non ci fossi stato7

dove una strana e impieto+sa specchiera, con "ase $uadrangolare, s"arrandoo"li$uamente uno de+gli angoli della stanza, si apriva a forza uno spazio chenon era previstonella dolce pienezza del mio a"ituale campo visivo

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7! dove il mio pen+siero, sforzandosi per ore di li"rarsi, di innalzarsi, per 

 prendere esatta+mente la forma della camera e giungere a riempire fino in cima ilsuo im+ "uto gigantesco, aveva sopportato molte notti penose, mentre me ne sta+vo

disteso sul letto, con gli occhi levati, le orecchie tese, le narici contrat+te, il cuore che "atteva: fin $uando l’a"itudine non avesse mutato il colo+re del le tende, fattotacere la pendola, insegnato la piet% allo specchioo"li$uo e crudele,dissimulato, se non proprio dissolto del tutto, l’odored i v e t i v e r , e a l $ u a n t od i m i n u i t o l ’ a p p a r e n t e a l t e z z a d e l s o f f i t t o . 0’a"itudineordinatrice a"ile ma terri"ilmente lenta, che comincia con illasciar soffrire il nostrospirito, per settimane, in una sistemazione prov+visoria! ma che, nonostante tutto,esso - "en contento d’incontrare, giac+ch6 senza l’a"itudine, e ridotto ai suoisoli mezzi, sare""e impotente arenderci a"ita"ile una casa.(erto, adesso ero

 proprio sveglio, il mio corpo aveva virato un’ultimavol ta e l’angelo "uono dellacertezza aveva fermato ogni cosa intorno ame, mi aveva sistemato sotto lecoperte, nella mia camera, e nell’oscurit%aveva messo pi o meno al loro posto ilcassettone, la scrivania, il cami+no, la finestra sulla strada e le due porte. Maavevo un "el sapere che nonmi trovavo nelle dimore di cui l’ignoranza del risvegliomi aveva per unattimo, se non presentato l’immagine chiara, $uanto menofatto crederepossi"ile la presenza, la mia memoria ormai si era messa inmoto! gene+ralmente non cercavo di riaddormentarmi su"ito! passavo lamaggiorparte della notte riandando con il pensiero alla nostra vita di un tempo,a(om"ra9, in casa della prozia, a 8al"ec, a Parigi, a 2onci-res, a )enezia,e ancora

altrove, a ricordare i luoghi, le persone che vi avevo conosciuto,$uel che di loroavevo visto, $uello che me n’era stato raccontato.@A (om"ra9, ogni giorno, sul finire del pomeriggio, molto prima del momentoin cui avrei dovuto mettermi a letto e restarmene lì, senza dor+mire, lontano dallamamma e dalla nonna, la mia camera da letto ridi+ve nt av a il pu nt o fi ssoe doloroso delle mie preoccupazioni. Avevanoescogitato, per distrarmi,nelle sere in cui il mio aspetto sem"rava troppoinfelice, di regalarmi una lanternamagica, con cui, mentre si aspettaval’ora della cena, coprivano la mia lampada!

e, al modo dei primi architet+ti e maestr i vetrai dell’et% gotica, esso sostituivaall’opacit% delle paretiiridescenze impalpa"ili, soprannaturali apparizionimulticolori, doveerano dipinte leggende come in una vetrata vacillante ed effimera.Ma lamia tristezza ne era accresciuta, giacch6 il semplice cam"iamento di illu+minazione "astava a distruggere l’a"itudine che avevo della mia camerae grazie al la$uale, salvo il supplizio dell’andare a dormire, essa mi eradiventatasopporta"ile. Adesso non la riconoscevo pi e ci stavo con in+$uietudine,come in una camera d’al"ergo o di chalet nella $uale fossigiunto per la primavolta scendendo dal treno.Al passo saltellante del suo cavallo, 3olo, pervaso

di un atroce dise+gno, usciva dalla piccola foresta triangolare che vellutava di unverde cu+po il declivio di una collina e avanzava so""alzando verso il castello del+la povera 3enoveffa di 8ra"ante

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@. *uel castello era tagliato secondo unalinea curva, che altro non era se non il

 "ordo di uno degli ovali di vetroinseri ti nel te laio che si faceva scorrere trale scanalature della lanterna.Era soltanto un’ala del castello, e davanti si stendeva

una landa, dove so+gna va 3en ove ffa, che ave va una cin tur a azz urra . ' lca ste llo e la la nd a erano gialli e io non avevo dovuto aspettare di vederli per conoscerne il colore, giacch6, prima dei vetri della lanterna, la sonorit% "runo+rossicciadel nome di 8ra"ante me l’aveva mostrato con evidenza. 3olo si fermavaunmomento, per ascoltare con tristezza la didascalia, letta ad alta vocedalla

 prozia, che lui aveva l’aria d’intendere perfettamente, conformandoil suoatteggiamento, con una docilit% che non escludeva una certa mae+st%, alleindicazioni del testo! poi si allontanava col solito passo so""al+zante. Enulla poteva arrestare la sua lenta cavalcata. 4e si spostava lalanterna,distinguevo il cavallo di 3olo che continuava ad avanzare sulletende della finestra,gonfiandosi delle loro pieghe, sprofondando nei lorosolchi. 'l corpo stesso di 3olo, diun’essenza soprannaturale, come $uelladella sua cavalcatura, aderiva a $ualsiasiostacolo materiale, ad ogni og+getto ingom"rante che incontrava, prendendolo comeossatura e renden+dolo interiore a s6, foss’anche la maniglia della porta alla $ualesu"ito siadattava e si stagliava invinci"ilmente la sua veste rossa o il suovolto

 pal lido, sempre ugualmente no"i le e malinconico, ma che non

lasciavaapparire tur"amento per $uella transverte"razione.(erto, vi trovavo delfascino in $uelle "rillanti proiezioni che sem"ra+vano emanare da un passatomerovingio e facevano fluttuare intorno ame così antichi riflessi di storia. Ma non posso dire $uale malessere micausasse, tuttavia, $uell’intrusionedel mistero e della "ellezza in unastanza che avevo finito col riempire delmio io, a l punto da non fare picaso n6 al l ’una n6 al l ’a l t ro. )enutamen o l’in flu enz a ane stet izz ant e dell’a"itudine, mi mettevo a pensare, asentire cose infinitamente tristi.*uella maniglia della porta della mia camera, che

differiva per me dallemaniglie di tutte le altre porte del mondo, per i lfa t to che sem"rava aprirsi da sola, senza che io dovessi girarla, tanto l’uso men’era divenutoinconsapevole, ecco che ora serviva di corpo astrale a 3olo. E nonappe+na suonavano per la cena, ero ansioso di correre nella sala da pranzo, do+ve lagrande lampada sospesa, che nulla sapeva di 3olo e di 8ar"a"l,ma checonosceva i miei genitori e il manzo in casseruola, spandeva las ua lu ce ditut te le sere! e di cadere t ra le "raccia del la mamma, che lesventuredi 3enoveffa di 8ra"ante mi rendevano pi cara, mentre i mi+sfatti di 3olom’inducevano a esaminare la mia propria coscienza conmaggior  

scrupolo.2opo cena, ahim-, ero "en presto costretto a lasciare la mamma, che ri+maneva a conversare con gli altri , in giardino, se i l tempo era "ello,nelsalottino, dove tutti si ritiravano, se il tempo era cattivo. /utti, salvo

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lanonna, la $uale trovava che «- un peccato restarsene al chiuso in campa+gna» eaveva continue discussioni con mio padre, nei giorni di granpioggia,

 perch6 lui mi mandava a leggere nella mia stanza invece di per+mettere che restassifuori. «Bon - così che lo farete diventare ro"usto edenergico, diceva lei

tristemente, soprattutto $uesto piccino che ha tanto "isogno di ac$uistareforza e volont%.» Mio padre scrollava le spalle edesaminava il "arometro, poich6 amava la metereologia, mentre mia ma+dre, evitando di far rumore per non distur"arlo, lo guardava con un ri+spetto intenerito, ma senza troppainsistenza, per non cercar di penetrareil mistero delle sue superiorit%. Ma la nonna,$ualsiasi tempo facesse, an+che $uando la pioggia infuriava e &ranCoise

 precipitosamente aveva ri+portato dentro le preziose poltrone di vimini, per paurache si "agnasse+ro, la si vedeva nel giardino deserto e sferzatodall’ac$uazzone, rialzarele sue ciocche, disordinate e grigie, affinch6 la frontemeglio s’im"evessedella salu"rit% del vento e della pioggia. 2iceva: «&inalmente sirespira»e percorreva i viali allagati7troppo simmetricamente allineati, per isuoi gusti, dal nuovo giardiniere,sprovvisto del sentimento della natura,D

e al $uale mio padre aveva domandato fin dal mattino se il tempo si sa+re""e aggiustato7

con il suo piccolo passo vivace e saltellante, regolatosui differenti moti chesuscitavano nel suo animo l’e""rezza del tempora+le, la potenza dell’igiene, lastupidit% della mia educazione e la simmetriadei giardini, piuttosto che suldesiderio, a lei ignoto, di evitare alla suasot t ana color prugna l em ac c hi e d i f an go , s ot to l e $ u al i f in iv a c o n l o scomparire fino aun’altezza che, per la sua cameriera, era sempre unadisperazione e un

 pro"lema.*uando le passeggiate in giardino della nonna avvenivano dopo cena,unasola cosa aveva il potere di farla rientrare: era7

in uno di $uei mo+menti nei $uali la rotazione del suo giro la riconduceva periodicamente,come un insetto, dinanzi alle luci del salottino dove erano serviti ili$uo+ri, sul tavolo da gioco7$uando la mia prozia le gridava: «8athildeD)ieni a proi"ire a tuo marito di "ere il cognac». 'n effetti, per contrariar+la =leiaveva portato nella famiglia di mio padre uno spirito così diversoche tutti la

 prendevano in giro e la tormentavano>, poich6 i li$uori eranoproi"iti al nonno, la

 prozia gliene faceva "ere $ualche goccio. 0a mia po+vera nonna entrava, pregavaardentemente suo marito di non assaggiareil cognac! lui si arra""iava, "evevaugualmente il suo sorso, e la nonna sene andava via, triste, scoraggiata, ma sempre

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sorridente, giacch6 era cosìumile di cuore e così dolce che la sua tenerezza per glialtri e il poco con+to che faceva della propria persona e delle proprie sofferenze, siconcilia+vano nel suo sguardo in un sorriso dove, diversamente da $uel che si ve+denel volto di molti esseri umani, non v’era ironia se non per se stessa, eper tutti noi

invece come un "acio dei suoi occhi che non potevano po+sarsi su coloroche le erano cari senza accarezzarli appassionatamentecon lo sguardo. *uelsupplizio che le infliggeva la prozia, lo spettacolodelle vane preghiere dellanonna e della sua de"olezza, vinta in parten+za, nell’inutile tentativo di togliereal nonno il "icchierino di li$uore, erauna di $uelle cose alla cui vista pi tardi cisi a"itua, fino a considerarleridendo e a prendere le parti del persecutore consufficiente risolutezza eallegria onde persuadere se stessi che non si tratta di

 persecuzioni! allora,esse mi ispiravano un tale orrore che avrei voluto picchiare la prozia. Maappena sent ivo: «8athi lde, v ieni a proi"ire a tuo mari to di "ere i l co+gnac», gi% uomo per vilt%, facevo ci# che facciamo tutti, una volta dive+nuti adulti, $uando ci si presentano innanzi delle sofferenze e delle in+giustizie: non volevo vederle! salivo a piangere nella parte pi alta dellacasa, accantoalla sala da studio, sotto i tetti, in una piccola stanza odoro+sa d’iris, e alla $ualedava il suo profumo anche un ri"es selvatico cre+sc iut o di fuo ri, tra le

 piet re del muro, e che insinuava un ramo f ior i toF

attraverso la finestra socchiusa. 2estinata a un uso pi particolare e pivolgare, $uella stanza, dalla $uale di giorno la vista spaziava fino al tor+rione di

Goussainville+le+Pin, per lungo tempo mi servì di rifugio, senzadu""io perch6 era la sola che mi fosse consenti to di chiudere a chiave, per tutte$uelle tra le mie occupazioni che esigevano un’inviola"ile soli+tudine: la lettura, lafantasticheria, le lacrime e la volutt%. Ahim- non sa+pevo che, assai pitristemente delle p iccole t rasgressioni d i regime d i s u o m a r i t o , l am i a m a n c a n z a d i v o l o n t % , l a m i a s a l u t ed e l i c a t a , l’incertezza che esse proiettavano sul mio avvenire,

 preoccupavano lanonna, nel corso di $uel le deam"ulazioni incessanti , del pomeriggio edella sera, $uando si vedeva passare e ripassare, o"li$uamente

alzatoverso il cielo il suo "el volto dalle gote scure e segnate, divenute nel vol+geredegli anni di un colore $uasi malva come i campi arati inautunno,attraversate, se andava fuori, da una veletta mezzo sollevata, e sulle $ua+li,

 portata l% dal freddo o da $ualche triste pensiero, era sempre sul pun+to d’asciugarsiuna lacrima involontaria.0a mia unica consolazione, $uando salivo a coricarmi, erache la mam+ma sare""e venuta a darmi un "acio non appena fossi stato aletto. Ma$uella "uonanotte durava così poco, lei ridiscendeva così presto,che ilmomento in cui la sentivo salire, e poi $uando nel corridoio dalla doppiaportatrascorreva il fruscio leggero della sua veste da giardino di musso+la azzurra, dalla

$uale pendevano dei cordoncini di paglia intrecciata,era per me unmomento doloroso. Era l’annuncio di $uello che sare""eseguito, $uando miavre""e lasciato, $uando sare""e ridiscesa. 2i modoche $uella "uonanotte che amavo

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tanto, giungevo a desiderare che venis+se il pi tardi possi"ile, perch6 si prolungava iltempo di tregua duranteil $uale la mamma non era ancora venuta. /alvolta $uando,dopo avermi "aciato, apriva la porta per uscire, io volevo chiamarla, dirle «dammiunaltro "acio», ma sapevo che su"ito ne sare""e rimasta infastidita, giacch6la

concessione che faceva alla mia tristezza e alla mia agitazione salendoada""racciarmi, recandomi $uel "acio di pace, irritava mio padre, chetrovavaassurdi $uei riti, e lei avre""e voluto tentare di farmene perderela necessit%,l’a"itudine, "en lungi dal lasciarmi prendere $uella di chie+derle, $uando era gi% sullasoglia dell’uscio, un "acio in pi. 1ra, vederlaadirata distruggeva tut ta la calmache mi aveva recato un istante prima,$uando aveva chinato sul mio letto il suoviso amoroso, e me lo aveva te+so come un’ostia per una comunione di

 pace al la $uale le mie la""ra avre""ero attinto la sua presenza reale e il potered’addormentarmi. Ma$uelle sere in cui la mamma finiva per restare così pocoin camera mia,erano ancora dolci a confronto di $uelle in cui avevamogente a cena, elei, a causa di c i#, non sal iva a darmi la "uonanotte. 0a gente silimitavanormalmente al signor 4Hann che, salvo $ualche forestiero di passaggio,era$uasi la sola persona che venisse da noi a (om"ra9, $ualche volta acena,come avviene tra vicini =pi raramente, dopo che aveva fatto $uelcattivomatrimonio, in $uanto i miei non volevano ricevere sua moglie>,altre voltedopo cena, all’improvviso. 0a sera in cui, seduti davanti allacasa sotto ilgrande ippocastano, attorno al tavolo di ferro, sentivamo dalfondo del giardino,

non i l sonaglio insistente e chiassoso che inondava,che s tordiva al passaggio con il suo rumore ferruginoso, inesauri"ile egelido tutt i $uell i dicasa che lo scuotevano entrando «senza suonare»,ma il doppio tintinniotimido, ovale e dorato della campanella per gliestranei, ciascuno su"ito sidomandava: «5na visita, chi pu# essereI». Ma si sapeva "ene che non potevaessere altri che il signor 4Hann! la pro+zia, parlando ad alta voce, per dare l’esempio,in un tono che si sforzavadi rendere naturale, diceva di non "is"igliare a $uelmodo! che niente -pi scortese nei confronti di una persona che viene in visita ealla $uale,così, si fa credere che si stiano dicendo cose che essa non deve

sentire! esi mandava in esplorazione la nonna, sempre felice di avere un pretestoper fare un altro giro in giardino, e lei ne approfittava per strappare fur+tivamente, al passaggio, $ualche sostegno dei rosai, per restituire ai fioriun po’ dinaturalezza, come una madre che, per renderli pi ariosi, passiuna mano tra i capellidel figlio che il parrucchiere ha troppo appiattito.Gestavamo tutti in sospeso per lenotizie che la nonna ci avre""e porta+to del nemico, come se si fosse potuto esitaretra un gran numero di pos+si" il i as sa li to ri , e su "i to do po il no nn o di ce va :«Giconosco la voce di4Hann». 'n effetti, lo si poteva riconoscere soltanto dallavoce! il suo vol+to, dal naso a$uilino, dagli occhi verdi, sotto un’alta fronte circondata

dicapelli "iondi, $uasi rossi, pettinati alla 8ressantF

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, era difficile da distin+guere, poich6 in giardino tenevamo il minimo possi"iledi luce, per nonattirare le zanzare! e io andavo a dire , senza darenell’occhio, che si por+tassero le "evande! la nonna attri"uiva grande importanza,sem"randoleci# pi cortese, al fatto che $ueste non apparissero come

$ualcosa di ec+cezionale, e soltanto per le visite. 'l signor 4Hann, per $uanto assai pigiovane di lui, era molto legato a mio nonno, che era statouno dei mi+gliori amici di suo padre, uomo eccellente ma singolare, al $uale,sem"ra, "astava un nonnulla, a volte, per interrompere gli slanci del cuore,

 permutare il corso del pensiero. Pi volte , ogni anno, sent ivo il nonno rac+contare a tavola degli aneddoti, sempre gli stessi, sul contegno tenuto da4Hann padre,alla morte di sua moglie, che aveva vegliato giorno e notte.' l nonno, che non lovedeva da mol to tempo, era accorso presso di luiJ

nella propriet% che gli 4Hann possedevano nei dintorni di (om"ra9, ederariuscito, per evitare che assistesse alla chiusura della "ara, a fargli la+sciare per unmomento, in lacrime, la camera mortuaria. &ecero due passinel parco, dove c’era un

 po’ di sole. 2’improvviso, il signor 4Hann, pren+dendo mio nonno per un "raccio, aveva esclamato: «Ah mio vecchio amico, che gioia passeggiareinsieme con $uesto "el tempo. Bon trovateincantevole tutto ci#: gli al"eri, i

 "iancospini e il mio laghetto per il $ualenon mi avete ancora fatto i complimentiI Mavoi avete un’aria un po’ te+tra. Bon sentite $uesto venticelloI Ah si ha un "el dire, lavita ha $ualco+sa di "uono, dopotutto, mio caro Am6d6e». 8ruscamente, il ricordo

dellamogl ie morta lo riassal ì, e trovando indu""iamente troppocomplicatocercare come avesse potuto in un momento simile lasciarsiandare a unmoto di gioia, si content#, con un gesto che gli era familiareogni voltache una $uestione difficile gli si presentava alla mente, di passarsi la ma+no sul la f ronte , d’asciugars i gl i occhi e le lent i del

 pince+nez. Bon pot-consolarsi, tuttavia, della morte della moglie, ma nei due anniche le so+pravvisse, confidava a mio nonno: « strano, penso di continuo allamiapovera moglie, ma non riesco a pensarci tanto in uno stesso

momento».«4pesso, ma poco alla volta, come il povero 4Hann padre», eradiventatauna delle frasi preferite del nonno, che la pronunciava a propositodellecose pi disparate. *uesto padre di 4Hann mi sare""e sem"rato un mo+stro, seil nonno, che io consideravo il migliore dei giudici e le cui senten+ze avevano per mevalore di giurisprudenza, e in seguito mi sono servitepi di una volta ad assolverecolpe che sarei stato incline a condannare,non avesse protestato: «Ma comeI era

 proprio un cuore d’oro».Per molti anni, durante i $uali, tuttavia, soprattutto primadel suo ma+trimonio, 4Hann figlio venne spesso a far loro visita a (om"ra9,la pro+zia e i nonni non e""ero mai il sospetto che lui non vivesse pi,

ormai,nella cerchia sociale fre$uentata dalla sua famiglia, e che sotto $uella sor+tad’incognito assicuratagli in casa nostra dal nome di 4Hann, accoglie+vano7

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con l’assoluta innocenza di onesti al"ergatori che danno allog+gio, senzasaperlo, a un famoso "andito7uno dei pi eleganti mem"ridel KocLe9+(lu"

, amico prediletto del conte di Parigi e del principe di3allesJ, uno degli uomini pi vezzeggiati dell’alta societ% del fau"ourg4aint+3ermain.0a nostra ignoranza circa la "rillante vita mondana condotta da 4Hannera dovuta,evidentemente, almeno in parte, alla riservatezza e alla di+screzione del suocarattere, ma anche al fatto che i "orghesi d’allora ave+vano della societ% un’idea un

 po’ induista, e la consideravano $uasi com+posta di caste chiuse dove ciascuno, findalla nascita, si trovava collocato

nello stesso rango occupato dai genitori, e al $uale nulla, salvo il caso diuna carrieraeccezionale o di un matrimonio insperato, avre""e potutosot tra rlo per f a rl o penet r ar e i n una cast a s uper io r e. 4Hann padr e e r aagente dicam"io! «4Hann figlio» si trovava a far parte per tutta la vita diuna castaall’interno della $uale gli averi, come in una categoria di con+tri"uenti,

variavano entro un determinato reddito. 4i sapeva $uali eranostate le amicizie di suo padre, dun$ue si sapeva $uali erano le sue, $ualipersone era «in grado» difre$uentare. 4e aveva altre amicizie, si trattavadi relazioni giovanili sulle $uali deivecchi amici di famiglia, come eranoi miei parenti, chiudevano con tanta pi

 "enevolenza gli occhi in $uantolui continuava, da $uando era rimasto orfano, a venireassai fedelmentea trovarci! ma si poteva senz’altro scommettere che $uelle persone anoiignote, da lui fre$uentate, erano di $uelle che non avre""e osato salutare,se leavesse incontrate in nostra presenza. 4e si fosse voluto a tutti i costiapplicare a 4Hannun coefficiente sociale che gli fosse congeniale, fra glialtri figli di agenti di cam"io di

condizione pari a $uella dei suoi genitori,$uesto coefficiente sare""e stato per luileggermente inferiore poich6, as+sai semplice nei modi, e avendo sempre avutouna «mania» per gli og+getti antichi e per la pittura, a"itava ora in unvecchio palazzo dove sti+pava le sue collezioni, e che mia nonna sognava divisitare, ma che era si+tuato nel $uai d’1rl6ans, $uartiere in cui la mia prozia trovavaindecentea"itare. «Ma poi, ve ne intendete davveroI )e lo domando nel vostro in+teresse, perch6 dovete farvi affi""iare certe croste dai mercanti», gli dice+va la

 prozia! in effett i, le i non gl i at tri"uiva alcuna competenza e, anche sotto il profilo intellettuale, non aveva una grande opinione di un uomoche in conversazioneevitava gli argomenti seri e sfoggiava una precisio+ne assai prosaica non soltanto$uando ci dava, entrando nei dettagli piminuti, delle ricette di cucina, maanche $uando le sorelle della nonnaparlavano di argomenti artistici. Pungolato

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da loro a dare il suo parere, aesp ri me re la su a am mi ra zi on e pe r un $u ad ro ,manteneva un si lenzio $ u a s i s c o r t e s e e s i p r e n d e v al a r i v i n c i t a s e p o t e v a f o r n i r e un’informazione precisasul museo dove il $uadro si trovava, sulla datain cui era stato dipinto. Ma,

normalmente, si contentava di cercare di di+vertirci raccontando ogni volta una nuovaavventura che gli era capitatacon persone scelte fra $uelle che conoscevamo, ilfarmacista di (om"ra9,la nostra cuoca, il nostro cocchiere. (erto, $uesti raccontifacevano riderela prozia, ma senza che lei riuscisse "ene a capire se fosse acausa dellaparte ridicola che 4Hann immanca"ilmente vi si attri"uiva o dellospiritocon cui li raccontava: «4i pu# dire che siete proprio un "el tipo,signor4Hann». Poich6 era la sola persona un po’ volgare della nostra famiglia,;aveva cura di far notare agl i estranei, $uando si parlava di 4Hann,che$ues t i , s e aves s e vo lu to , av r e""e po tu to a" i t a r e i n "ou l eva r dNauss+mann;o in avenue de l’1p6ra, che era il figlio del signor 4Hann, il $ua+le doveva averglilasciato $uattro o cin$ue milioni, ma che, insomma, sitrattava di un suocapriccio. (apriccio che lei, del resto, giudicava doveressere per gli altri cosìdivertente che a Parigi, $uando 4Hann il primogennaio veniva a portarle ilsuo pacchetto dimarrons glac6s, non manca+va, se c’era gente, di dirgli: «E""ene signor 4Hann, a"itate sempre

vicinoal 2eposito dei vini, per essere sicuro di non perdere il treno $uando do+veteandare a 0ioneI». E guardava con la coda dell’occhio, al disopradell’occhialetto, gli altri invitati.M a s e a v e s s e r o d e t t o a l l a p r o z i ach e $u e l l o 4H an n , ch e i n $u an to 4Hann figlio era perfettamente«$ualificato» per essere ricevuto da tuttala «"uona "orghesia», dai notai o dai

 procuratori pi stimati di Parigi=privilegio che lui sem"rava non tenere in granconto>, conduceva, comedi nascosto, una vita completamente diversa! che,uscendo da casa no+stra, a Parigi, dopo averci detto che andava a dormire,ritornava sui pro+pri passi appena girato l’angolo e si recava in uno di

$uei salotti chel’occhio di nessun agente di cam"io o di socio d’agentecontempl# mai,$uesto sare""e parso tanto straordinario alla zia $uanto auna s ignorapi dot ta i l pens iero d’essere in r appor t i per sonal i conAr is te o, di cu i avesse capito che, dopo aver chiacchierato con lei, sare""ecorso a spro+fonda re i n sen o ai reami di /et i , in un d omini o sot trat toalla vista deimortali e in cui )irgilio ce lo descrive ricevuto a "racciaaperte! o

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 per l imi tarsi a un’ immagine che pi pro"a"i lmente poteva venir leinmente, giacch6 l’aveva vista dipinta sui nostri piattini da dolce di(om+ "ra97

d’aver avuto a cena Ali 8a"%, il $uale, $uando sapr% d’esser solo,penetrer% nellacaverna, a""agliante di tesori impensati.5n giorno che era venuto a trovarci aParigi , dopo cena, scusandosid’essere in a"ito da sera, e &ranCoise, dopo che luise ne fu andato, avevadetto di aver sentito dal cocchiere che aveva cenato «dauna principes+sa»,7«4ì, una principessa deldemi+monde», aveva risposto la zia, alzan+do le sp al le , se nz a le va re gl i oc ch i da l su olavoro a maglia, con serenaironia.(osì, la prozia lo trattava senza troppiriguardi. 4iccome era convintache lui dovesse sentirsi lusingato dai nostriinviti, le sem"rava del tuttonaturale che venisse a trovarci, d’estate, avendoin mano un cestino dipesche o di lamponi del suo giardino, e che da ognisuo viaggio in 'taliami portasse delle fotografie di capolavori.

 Bon si aveva gran che ritegno di mandarlo a chiamare, se avevamo "i+sogno di unaricetta di salsagri"iche

<o di insalata all’ananas per dellecene importanti a cui non lo si invitava, nonriconoscendogli un prestigiosufficiente per poterlo presentare a degli estranei chevenivano per la pri+ma volta. 4e la conversazione cadeva sui prìncipi della(asa di &rancia:«3ente che non conosceremo mai n6 voi n6 io, e ne

 possiamo fare a me+no, non - veroI», diceva la prozia a 4Hann, chemagar i aveva in tascauna lettera proveniente da /HicLenham@! gli faceva spostare il pianofor+te e voltare le pagine dello spartito, le sere in

cui la sorella della nonnacantava, usando nel trattare con $uell’essere,al tr ov e ta nt o ri ce rc at o, l’ingenua rudezza di un "am"ino che giochi con unninnolo da collezio+ne senza maggior cautela che con un oggetto di poco conto.(ertamente,lo 4Hann che in $uegli stessi anni cono""ero tanti fre$uentatori del(lu"era assai diverso da $uello immaginato dalla prozia, $uando, di sera, nelpiccologiardino di (om"ra9, dopo che erano risuonati i due rintocchiesitanti dellacampanella, lei arricchiva e vivificava, con tutto ci# che sa+peva della famiglia4Hann, l’oscuro e incerto personaggio che si staglia+va, seguito dalla nonna, suuno sfondo di tene"re, e che r iconoscevamodalla voce. Ma, anche

considerando le cose pi insignificanti della vita,noi non siamo un insiemematerialmente costituito, identico per tutti, edi cui ciascuno non ha cheda pr en de re vi si on e co me di un ca pi to la to d’appalto o di un testamento! la

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nostra personalit% sociale - una creazio+n e d e l p e n s i e r o a l t r u i . An c h el ’ a t t o c o s ì e l e m e n t a r e c h e c h i a m i a m o «vedere una persona checonosciamo» -, in parte, un atto intellettuale.Giempiamo l’apparenza fisicadell’essere che vediamo con tutte le nozio+ni che possediamo sul suo conto, e

nell’immagine totale che ci rappresen+tiamo, $ueste nozioni hanno certamente la parte pi considerevole. &ini+s c o n o p e r r i e m p i r e c o s ì p e r f e t t a m e n t e l e g o t e , p e r s e g u i r e c o n un’aderenza cosìesatta la linea del naso, si incaricano così "ene di sfu+mare la sonorit% dellavoce, come se $uesta fosse solo un involucro tra+sparente, che ogni voltache vediamo $uel viso e sent iamo $uella voce, sono proprio $uelle nozioni cheritroviamo e che ascoltiamo. 4enza du"+ "io, nello 4Hann che si eranorappresentati, i miei avevano tralasciatoper ignoranza di far entrare una$uantit% di dettagli della sua vita mon+ dana che consentivano ad altre persone,$uand’erano in sua presenza, divedere ogni sorta di eleganza regnare sul suo volto efermarsi al suo nasoa$uilino come al proprio confine naturale! ma, in compenso,avevano po+tuto concentrare in $uel viso, privato del suo prestigio, vuoto espazioso,nel fondo di $uegli occhi sviliti, il vago e dolce residuo7met% memoria,met% o"lio7del le ore d’ozio t rascorse ins ieme dopo le nos t re cene<

settimanali, attorno al tavolo da gioco o in giardino, nel corso della no+stravita di "uon vicinato campagnolo. 0’involucro corporeo del nostroamico neera stato così "en colmato, insieme con $ualche ricordo dei suoigenitori, che $uello4Hann era diventato un essere compiuto e vivente, eio ho l’impressione di lasciareuna persona per andare verso un’altra chene - distinta, $uando, nella mia memoria,dallo 4Hann che ho conosciutopi tardi con esattezza torno a $uel primo 4Hann7a $uel primo 4Hannn e l $ u a l e r i t r o v o g l i i n c a n t e v o l i e r r o r i d e l l am i a g i o v i n e z z a , e c h e d’altronde assomiglia meno all’altro che non alle

 persone da me cono+sciute nel lo stesso per iodo, $uasi fosse della nostravita come di un mu+seo dove tutti i ritratti di una stessa epoca hanno un’aria difamiglia, unatonalit% comune7a $uel pr imo 4Hann immerso nel l’ozio, avvoltodall’odore del grandeippocastano, dei cestini di lamponi e di un filo didragoncello.Eppure, ungiorno che la nonna era andata a chiedere un favore a unasignora che avevaconosciuto al 4acr6+(oeur =e con la $uale, a causa dellanostra concezione dellecaste, non aveva voluto rimanere in relazione,nonostante una reciproca

simpatia>, la marchesa di )illeparisis, della ce+le"re famiglia di 8ouillon, costeile aveva detto: «(redo che conosciate "ene il signor 4Hann, che - molto amicodei miei nipoti des 0aumes». 0anonna era tornata dalla sua visita piena di

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entusiasmo per la casa, cheaveva la vista sui giardini e dove la signora di)illeparisis le consigliavadi prendere in affitto un appartamento, e anche per un farsettaio e persua figlia, che avevano la "ottega nel cortile e dai $uali eraentrata a chie+dere che le dessero un punto alla sottana strappatasi lungo la

scala. 0anonna aveva trovato $ueste persone perfette, affermava che laragazzaera una per la e i l f a r set t a io l ’uomo pi d i s t in to , i l migl ioreche avessemai visto. Per lei, infatti, la distinzione era $ualcosa di assolutamente in+dipendente dalla condizione sociale. 4i estasiava ripensando a una rispo+sta che leaveva dato il farsettaio, e diceva alla mamma: «46vign6nonavre""e detto meglio»! e invece, di un nipote della signora di )illepari+sis cheaveva incontrato da lei: «Ah figlia mia, com’- ordinario».1 r a , i l d i s c o r s or e l a t i vo a 4H an n av ev a av u t o pe r e f f e t t o , no n g i % d’innalzarlo agliocchi della prozia, ma di sminuire la signora di )illepa+risis. Era come se laconsiderazione che noi, sulla parola della nonna, ac+cordavamo alla signora di)illeparisis, imponesse a $uest’ultima il dove+re di non far niente per rendersenemeno degna, dovere al $uale lei eravenuta meno con l’apprendere l’esistenza di4Hann, col permettere a deisuoi parenti di fre$uentarlo. «(ome, conosce4HannI 5na persona che, come tu s ost i en i , s a re""e pa r en t e de lmarescial lo di Mac+MahonD».@

*uesta opinione dei miei sulle conoscenze di 4Hann parve loro pi tardiconfermatadal suo matrimonio con una donna della peggiore societ%,$uasi una cocotteche, d’altra parte, non cerc# mai di presentarci, conti+ nuando a venire a casanostra da solo, "ench6 sempre pi di rado, ma at+traverso la $uale essi credetterodi poter giudicare7supponendo chefosse lì che l’aveva presa7

l’am"iente, a loro sconosciuto, che 4Hannfre$uentava a"itualmente.Ma, unavolta, il nonno lesse in un giornale che 4Hann era uno dei piassidui fre$uentatori dei pranzi domenicali in casa del duca di ?O , il cuipadre e il cui zio erano stat i gl iuomini politici pi in vista durante il re+gno di 0uigi &ilippo. 1ra, il nonnoera curioso di ogni piccolo fatto chepotesse aiutarlo a penetrare col pensieronella vita privata di uomini co+me Mol6, come il duca di Pas$uier, come il ducadi 8roglieJF. &u lietissi+mo di sapere che 4Hann fre$uentava $ualcuno che li aveva

conosciuti.0a prozia, al contrario, interpret# $uesta notizia in sensosfavorevole a4Hann: uno che sceglieva le amicizie al di fuori della propria «classe»so+ciale , su"iva ai suoi occhi un increscioso deprezzamento. 0e

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sem"ravache si rinunciasse di colpo al frutto di tutte le "uone relazioni con genteaposto, onorevolmente intrattenute e accumulate per i figli dafamiglieprevidenti =la prozia aveva perfino smesso di fre$uentare il figliodi unnotaio, nostro amico, perch6 aveva sposato un’Altezza reale ed era

 per+ci# disceso, secondo lei, dal rango rispetta"ile di figlio di notaio al livellodi unodi $uegli avventurieri, e camerieri o stallieri, nei cui confronti, sidice, le reginemostrarono talvolta $ualche arrendevolezza>. 0a proziadisapprov# il

 proget to del nonno di interrogare 4Hann, la prima voltache fosse venuto acena, su $uesti amici che gli scoprivamo. 2al canto lo+ro, le due sorelle della nonna,anziane signorine che avevano la sua stes+sa no"ilt% d’animo, ma non la suaintell igenza, dissero di non compren+ dere $uale piacere il cognato potesse trarredal discorrere di simili scioc+chezze. Erano persone di elevate aspirazioni eappunto per $uesto inca+paci di interessarsi a $uel che si dice un pettegolezzo,fosse pure di inte+resse storico, e in generale a tutto $uanto non avessedirettamente a chefare con un argomento estetico o virtuoso. 'l disinteresse dei loro

 pensieriper tut to ci# che , da vicino o da lontano, pareva r ico l legarsial la vi tamondana era tale che il loro senso uditivo7avendo finito per compren+dere la propria momentanea inutilit%, ogni volta che atavola la conversa+zione assumeva un tono frivolo o semplicemente terra+terra, senzache ledue anziane signorine fossero riuscite a ricondurla sugli argomenticheerano loro cari7

, metteva allora a riposo i propri organi ricettivi e la+s ci av a su "i r lo ro unvero pr incipio di a t rof ia . 4e in $uei cas i i l nonno

aveva "isogno di attirare l’attenzione delle due sorelle, doveva ricorrerea $ueisegnali fisici di cui si servono gli alienisti con certi maniacidelladistrazione: colpi "attuti a pi riprese su un "icchiere con la lama diuncoltello, accompagnati da un "rusco richiamo della voce e dello sguardo,mezziviolenti che gli psichiatri spesso trasferiscono nei rapporti normalicon persone sane,

sia per a"itudine professionale, sia perch6 credono tut+ti $uanti un po’ pazzi.0e duemostrarono maggior interesse $uando, la vigilia di un giorno incui 4Hann dovevavenire a cena, e aveva mandato a loro personalmenteuna cassa di vino d’AstiJ, la zia, tenendo in mano un numero del&igarod o v e , a f i a n c o d e l t i t o l o d i u n $ u a d r o e s p o s t o a u n a m o s t r a d i(orot,c’erano $ueste parole: «dalla collezione del signor (harles 4Hann»,cidisse: «Avete visto che 4Hann ha Qgli onoriQ del

&igaroI7

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Ma io vi hosempre detto che aveva molto gusto, disse la nonna.7

 Baturalmente tu,$uando si t ra t ta di pensare d iversamente danoi

», ri sp ose la pr oz ia la $uale, sapendo che la nonna non era mai del suo stesso parere, e non es+s endo affa t to s icura che noi fossimo sempre d’accordocon lei , vol eva strapparci una condanna in "locco delle opinioni dellanonna, contro le$uali cercava di renderci per forza solidali con le sue. Manoi restammoin silenzio. 0e sorelle della nonna manifestarono l’intenzione di

 parlare a4Hann di $uel la frase del&igaro, ma la prozia le sconsigli#. 1gni voltache vedeva negli altri un vantaggio, per $uanto piccolo, che lei non ave+va, si persuadeva che non era un vantaggio, ma unfastidio, e li compian+geva per non essere costretta a invidiarli. «(redo che non glifareste pia+cere! io so per certo che mi riuscire""e molto sgradevole vedere ilmionome stampato così a tutte le lettere sul giornale, e non sarei affatto lu+singata se $ualcuno me ne parlasse.» Bon si ostin#, d’altronde, a persua+dere lesorelle della nonna, poich6 $ueste, per orrore della volgarit%, sispingevanocosì innanzi nell’arte di dissimulare dietro perifrasi ingegno+se un’a l lusione

 personale , che $uesta passava sovente inosservata da $uello stesso cuiera rivolta. *uanto a mia madre, pensava solo a cercar di ot te ne re ch e mi o

 padre s i decidesse di par lare a 4Hann, non di sua moglie, ma della figlia,che 4Hann adorava e a causa della $uale, si dice+va, aveva finito col fare $uel

matrimonio. «Potresti dirgli almeno una pa+rola, domandargli come sta. 2ev’essere per lui una cosa talmente crude+l e . » M a m i o p a d r e s i i r r i t a v a : « M an o c h e i d e e a s s u r d e . 4 a r e " " e ridicolo»./uttavia, il solo tra noi per  cui la visita di 4Hann divenisse oggetto diuna preoccupazione dolorosa, eroio. 'nfatti, la sera in cui c’erano degli e s t r a ne i , o s e mp l i ce me nt e4 H a n n , l a m a m m a n o n s a l i v a n e l l a m i aD

camera. (enavo prima degli altri, e pi tardi potevo sedermi a tavola, fi+no al le ot to,

$uando era convenuto che dovessi andar di sopra! $uel "a+cio prezioso efragile che di solito la mamma mi affidava $uando ero nelmio letto al momento diaddormentarmi, dovevo trasportarlo dalla salada pranzo alla mia camera ecustodirlo per tutto il tempo in cui mi svesti+vo, senza che la sua dolcezza siinfrangesse, senza che si spandesse edevaporas se l a s ua v i rt ev an es ce nt e, e pr op rio $u el le ser e in cu i avr ei avuto "isogno di riceverlocon maggior precauzione, ero costretto ad af+fer rar lo, a sot tra rlo

 "ruscamente, in pu""lico, senza neppure avere i l tempo e la li"er t% dispirito necessari per prestare a $uel che facevo laspeciale attenzione dei

maniaci, che si sforzano di non pensare ad altromentre chiudono una porta, per potere, $uando l’ incer tezza mor"osa li riassalga, opporle vittoriosamente ilricordo del momento in cui l’hannochiusa. Eravamo tutti in giardino $uando

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risuonarono i due s$uill i esi+tanti della campanella. 4apevamo che era4H ann ! no ndi me no tu tt i si scam"iarono degli sguardi d’interrogazione e lanonna fu inviata in rico+gnizione. «(ercate di ringraziarlo in modo chiaro per il vino,sapete che -delizioso, e la cassa - enorme», raccomand# il nonno alle due

cognate.«Bon cominciate a "is"igliare, disse la prozia. (he sollievoarrivare inuna casa dove tutti parlano sottovoce7Ah ecco il signor 4Hann. 3lidomanderemo se domani, secondo lui, far% "eltempo», disse mio padre.Mia madre pensava che con una parola avre""e potutocancellare tutta lapena che la nostra famiglia doveva aver procurato a 4Hanndopo il suomatrimonio. /rov# il modo di condurlo un po’ in disparte. Ma io leandaidietro! non potevo decidermi ad a""andonarla di un passo,

 pensandoche presto avrei dovuto lasciarla nella sala da pranzo e sali re nel lamiacamera, senza avere come le altre sere la consolazione che sare""e venu+ta adarmi un "acio. «4uvvia, signor 4Hann, gli disse, parlatemi un pocodi vostra figlia!sono sicura che ha gi% la passione per le cose "elle, comeil suo pap%.7Ma venite a sedervi con noi nella veranda, dun$ue», disseil nonno avvicinandosi.Mia madre fu costretta a interrompersi, ma da$uella stessa coercizione trasse un

 pensiero delicato in pi, come i "uonipoeti che la tirannia della rima o""liga a trovarele loro maggiori "ellez+ze: «Giparleremo di lei $uando saremo noi duesoli, disse sottovoce a4Hann. 4oltanto una mamma - degna di comprendervi.4ono certa che lasua sare""e del mio stesso avviso». (i sedemmo tutti $uanti

attorno altavolo di ferro. Avrei voluto non pensare alle ore d’angoscia cheavreit r ascorso $uel l a sera , so lo , ne l l a mia camera , senza r iusc i re a

 prendersonno! cercavo di persuadermi che esse non avevano alcunaimportanza,perch6 la mattina dopo le avrei dimenticate! di aggrapparmi adalcune JFidee d’avvenire che avre""ero dovuto condurmi, come su un ponte, oltrel’a"issoimminente che mi terrorizzava. Ma il mio spirito, teso per la pre+occupazione, resoconvesso come lo sguardo che lanciavo su mia madre,non si lasciava penetrare da

alcuna impressione esterna. ' pensieri vi en+travano, certo, ma a condizione di lasciar fuori $ualsiasi elemento di "el+lezza, o semplicemente di comicit%, che avre""e

 potuto commuovermi odistrarmi. (ome un malato, grazie a un anestetico, assiste con piena luci+di t% al l’operazione che viene prat icata su di lui, ma senza sent irenulla,potevo recitarmi dei versi che amavo oppure osservare gli sforzi chefa+ceva il nonno per parlare a 4Hann del duca d’Audiffret+Pas$uier JJ, sen+za che i primi mi ispirassero alcuna emozione, i secondi alcunaa l l e g r i a . * u e g l i s f o r z i f u r o n o i n f r u t t u o s i . B o n a p p e n a i l n o n n o

e " " e p o s t o a 4Hann una domanda relativa a $uell’oratore, una delle sorelle dellanon+na, alle cui orecchie $uesta domanda era risuonata come un silenzio pro+fondoma intempestivo, e che era "uona educazione rompere, interpell#l’altra: «&igurati,

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(6line, che ho fatto conoscenza con una giovane istitu+trice svedese che mi haraccontato dei particolari molto interessanti sullecooperative nei paesi scandinavi.8isogner% che venga a cena $ui, una se+ra.7

0o credo "ene, rispose sua sorella &lora, ma anch’io non ho perdu+to il mio tempo.2al signor )inteuil ho incontrato un vecchio erudito checonosce molto "eneMau"antJ, e $uesti gli ha spiegato nei pi minutidettagli come fa a interpretare unruolo. la cosa pi interessante che cisia. un vicino di )inteuil, e io non lo sapevo!ed - molto gentile.7'l si+gnor )inteuil non - il solo ad avere dei vicini gentili», esclam# la zia (6+linecon una voce resa acuta dalla timidezza e artificiosa dalla premedita+zione, mentrelanciava a 4Hann $uello che lei chiamava uno sguardo si+gnificativo. Bel frattempola zia &lora, resasi conto che $uella frase era ilringraziamento di (6line per il vinod’Asti, guardava a sua volta 4Hanncon un’aria mista di congratulazione e diironia, sia semplicemente persottolineare la "attuta della sorella, sia cheinvidiasse 4Hann per essernestato l’ispiratore, sia che non potesse fare a meno di

 "urlarsi di lui, giac+ch6 le’pareva fosse alla "er lina. «(redo che riusci remo adavere $uel si+gnore a cena, continu# &lora! $uando si porta il discorso suMau"ant osulla MaternaJ;

, parla per ore senza fermarsi.72ev’essere delizioso»,sospir# il nonno, nel cui spirito la natura avevadisgraziatamente trala+sciato d’includere, nel modo pi assoluto, la

 possi"il it% di un appassio+nato interesse per le cooperat ive svedesi o per la preparazione dei ruolidi Mau"ant, così come si era scordata di fornire $uello dellesorelle dellanonna del granello di sale che noi stessi do""iamo aggiungere,

 per tro+varvi un $ualche sapore, a un racconto su l la v i ta in t ima d iMol6 o del

 J

conte di Parigi. «Ecco, disse 4Hann al nonno, $uel che vi dir# adesso - inrelazione pi di $uanto non sem"ri con ci# di cui mi domandavate, giac+ch6 su certi punt i lecose non sono poi tanto cam"iate. Gileggevo $uestamattina in 4aint+4imon$ualcosa che vi avre""e divertito. nel volumesulla sua am"asciata in 4pagna!non - dei migliori, in sostanza non - cheun resoconto, ma almeno un resocontoscritto in modo meraviglioso, ilche costituisce gi% una prima differenza rispettoagli insopporta"ili gior+nali che ci sentiamo o""ligati a leggere mattina e sera.

7 Bon sono delvostro avviso, certe volte la lettura dei giornali mi sem"ra molto piacevo+leO », interruppe la zia &lora, per far capire che aveva let to nel

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&igarolafrase sul (orot di 4Hann. «*uando parlano di cose o di persone che ci in+teressano», incalz# la zia (6line. «Bon dico di no, rispose 4Hann stupe+fat to. *uelche rimprovero ai giornali - di farci prestare attenzione ognigiorno a cose

insignificanti, mentre leggiamo tre o $uattro volte nella vitai li"ri dove ci sono lecose essenziali. E poich6 ogni mattina stracciamofe""rilmente la fascetta delgiornale, allora "isognere""e cam"iare le co+se e nel giornale mettere, che so, iOPensieridi Pascal =egli pronunci#$ueste parole con un tono di enfasi ironica, per nonavere l’aria di un pe+dante>. E nel volume col taglio dorato, che apriamo unavolta ogni diecianni», soggiunse, mostrando per le cose mondane ildisdegno ostentatoda certi uomini di mondo, «dovremmo leggere che laregina di 3recia -andata a (annes o che la principessa di 06on ha datto un

 "al lo in costu+me. (osì sare""e rista"i li ta la giusta proporzione.» Ma,dispiacendosid’essersi lasciato andare a parlare sia pure in tono leggero dicose serie:«4tiamo facendo proprio una "ella conversazione, disse conironia, nons o pe rch6 a f fr ont i amo s imi l i Qver t ic i Q» , e vo lgendos ive rs o il no nn o: «2un$ue 4aint+4imon racconta che Maul6vrier Javeva avuto l’audaciadi tendere la mano ai suoi figli . , sapete, $uelMaul6vrier di cui dice:QMai vidi altro in $uella spessa "ottiglia che malanimo,volgarit% e stupi+dit%Q.

74pesse o no, conosco "ottiglie che contengono "en altro», dissecon vivacit%&lora, che teneva anche lei a ringraziare 4Hann, perch6 il do+no de l vino d’Ast iera indirizzato a entram"e. (6line si mise a ridere.4Hann, interdetto,riprese: «Bon so se fosse ignoranza o raggiro», scrive4aint+4imon, «egli volle dar lamano ai miei figli. Me ne avvidi in tempoper impedirglielo»J<. 'l nonno andava gi% in estasi su «ignoranza o raggi+ro», ma la signorina (6line,nella $uale il nome di 4aint+4imon

7un let+terato7aveva impedito l’anestesia totale delle facolt% auditive, gi% si in+dignava: «(omeIAmmirate tutto $uestoI Ma "ene veramente carinoMa cosa pu# voler dire:che un uomo non vale $uanto un altroI (he im+porta se sia duca o cocchiere,$uando ha intelligenza e cuoreI Aveva un JJ

 "el modo di educare i figli, il vostro 4aint+4imon, se non insegnava loro adar lamano a tutte le persone oneste. Ma - semplicemente indegno. Evoi osatecitarloI». E il nonno, desolato, avvertendo l’impossi"ilit%, difronte a

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$uell’ostruzionismo, di ottenere che 4Hann gli raccontasse les t o r i e c h el ’ a v r e " " e r o d i v e r t i t o , d i c e v a s o t t o v o c e a l l am a m m a : «Gicordami dun$ue $uel verso che mi hai insegnato a che mi d%tantosollievo in $uesti momenti. Ah 4ì

74eigneur, $ue de vertus nous faites haRrJ@ 7Ah come - giusto».(on gli occhi non lasciavo mia madre, sapevo che, unavolta a tavola,non mi avre""ero consentito di restare per tutta la duratadella cena eche, per non contrariare mio padre, la mamma non avre""e

 permessoche la "aciassi pi volte davanti agli altri, come se fossimo stati incameramia. (osì mi ripromettevo, in sala da pranzo, $uando si fosse cominciatoamangiare e io avessi senti to approssimarsi l ’ora, di fare, prima di$uel "acio, che sare""e stato "reve e furtivo, tutto ci# che potevo fare dasolo,scegliere con lo sguardo il punto della gota che avrei "aciato, preparareilpensiero per avere la possi"ilit%, grazie a $uel mentale inizio di "acio, diconsacrare

 per intero il minuto che la mamma mi avre""e accordato, asent i re la suagota contro le mie la""ra, come un pi t tore che, potendocontare solosu "revi sedute di posa, prepara la tavolozza, e ha fat to gi%pri ma amemoria , sul la "ase dei suoi appunt i , tut to ci# per cui pu# as t ret torigore fare a meno della presenza del modello. Ma ecco che, primache suonassero

 per la cena, il nonno e""e l’ inconscia ferocia di dire: «' l "am"ino ha l’aria

stanca, dovre""e salire di sopra e mettersi a letto. 2elresto, stasera si cenatardi». E mio padre, che non teneva così scrupolosa+mente fede ai patti come lanonna e la mamma, disse: «4ì, andiamo, vai aletto». &eci per "aciare la mamma! in$uell’istante risuon# la campanelladella cena. «Ma no, via, lascia stare tua madre, visiete gi% dati a""astan+za la "uonanotte, $ueste manifestazioni sono ridicole. 4uvvia,sali» E mitocc# andarmene senza viatico! mi tocc# salire la scala, gradino dopo gra+dino, come dice l’espressione popolare, a «malincuore», salendo contro ilm io cuoreche vo l eva t o r na r e accan to a mia madr e , po i ch6 l e i non g l i avevadato, "aciandomi, licenza di seguirmi. *uella scala detestata, super la $uale

m’inoltravo sempre così tristemente, emanava un odore divernice che avevain $ualche modo assor"ito, fissato, $uella specie parti+colare di sofferenza che

 provavo ogni sera , e la rendeva forse ancor picrudele per la mia sensi"il it% poich6, sotto $uel la forma olfat tiva, la mia intelligenza non poteva pi prendervi parte. *uando dormiamo, e perce+piamo un mal di denti ancora solo come unaragazza che ci sforziamoduecento vo lt e d i s egu i to d i t i ra r f uor idal l ’ac$ua o come un verso di J

Moli-re che ci ripetiamo senza posa, - un gran sollievo risvegliarci e av+vertire chela nostra intelligenza pu# li"erarci dall’idea del mal di denti ,da ognitravestimento eroico o cadenzato. Era l’inverso di $uel sollievoci# che

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 provavo $uando la sofferenza di sali re in camera entrava dentro di me inmodo inf ini t amente p i rapido , $uasi i s t an taneo, ins idioso e "r us coa l t e m p o s t e s s o , c o n l ’ i n a l a z i o n e7

m o l t o p i t o s s i c a d i un’insinuazione morale7dell’o dore di vernic e t ipic o di $uel l a scala. 5na volta in camera, funecessario chiudere tutte le uscite, serrare le im+poste! scavare la mia propriatom"a, disfacendo le coperte, indossare ilsudario della camicia da notte. Ma

 prima di seppellirmi nel letto di ferroche era stato portato nella camera, perch6d’estate avevo troppo caldosotto le cortine direpsdel letto grande, e""i un moto di ri"ellione, vollitentare un’astuzia dacondannato. 4crissi a mia madre, supplicandola disalire per una cosa grave chenon potevo dire per lettera. 'l mio terroreera che &ranCoise, la cuoca dellazia, incaricata di occuparsi di me $uan+do ero a (om "ra 9, si r if i uta ssedi portare $uel messagg io. Bon avevo du""i che fare una commissionealla mamma, $uando c’era gente, do+vesse sem"rarle impossi"ile, $uanto al

 portinaio di un teatro recapitareuna let tera a un attore in scena. 0ei aveva,in merito alle cose che si pos+sono o non si possono fare, un codice imperioso,vasto, sottile e intransi+gente, riguardo a distinzioni inafferra"ili od oziose =ci# che gliconferival’aspetto di $uelle leggi antiche che, accanto a prescrizioni feroci, comelosterminio di "am"ini lattanti, proi"iscono con esagerata delicatezza difar 

 "ollire il capretto nel latte materno, o di mangiare il nervo della cosciadi unaanimale>J. *uel codice, a giudicare dall’improvvisa ostinazionecon la $uale si rifiutavadi fare certe commissioni che le affidavamo, sem+ "rava avesse previsto complessit%sociali e ricercatezze mondane tali chenulla, nell’am"iente di &ranCoise e nellasua vita di domestica di paese,aveva potuto suggerirle! e si era costretti a

 pensare che vi fosse in lei un passato francese antichissimo, no"ile e male inteso,come in certe citt% in+dustr iali dove $ualche vecchio palazzo testimonia che vi

fior ì un tempouna vita di corte, e dove gli operai di una fa""rica di prodotti chimicila+vorano in mezzo a delicate sculture che rappresentano il miracolo di 4an/eofiloJDo i $uattro figli di AimoneF. Bel caso specifico, l’articolo delcodice in "ase al $uale era poco pro"a"ileche, salvo il caso di incendio, &ranCoise andasse a distur"are la mamma in

 presenza del signor 4Hannper un personaggio così modesto $ual ero io ,esprimeva semplicementeil rispetto che lei professava non solo per i genitori

7come per i morti, ipreti e i re7

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ma anche per il forestiero a cui vien data ospitalit%, rispettoche mi avre""e forsecolpito in un li"ro, ma che in "occa a lei mi irritava J;

sempre, a causa del tono grave e commosso che prendeva nel parlarne, ea ncor pi$uel la sera in cui i l carat tere sacro da le i con fer i to al la cena avre""eavuto per effetto il suo rifiuto di tur"arne la cerimonia. Ma, peravere una $ualche

 pro"a"ilit% a mio favore, non esitai a mentire e a dirleche non ero affat to io adaver voluto scrivere alla mamma, ma era statalei che, nel lasciarmi, mi avevaraccomandato di non dimenticare di farleavere una risposta riguardo a un oggetto chemi aveva pregato di cerca+re! e si sare""e certo molto adirata se non le fossestato consegnato $uel "iglietto. 'o penso che &ranCoise non mi credesse,giacch6, al pari degliuomini primitivi, i cui sensi erano pi potenti deinostri , discerneva im+mediatamente, da segni per noi impercetti"ili, $ualsiasi

verit% volessimotenerle nascosta! per cin$ue minuti guard# la "usta, come se l’esamedel+la carta e l’aspetto della scrittura dovessero informarla sulla naturadelcontenuto o indicarle a $uale articolo del suo codice dovesse far riferi+mento. Poi se ne and# con un’aria rassegnata che sem"ravasignificare:«(he disgrazia, per dei genitori, avere un figlio così». /orn# unattimodopo a dirmi che erano appena al gelato, che era impossi"ile per il mag+giordomo consegnare la lettera in $uel momento davanti a tutti , mache$uando avessero portato irince+"ouche

si sare""e trovato il modo di far+la arrivare alla mamma. 4u"ito la mia ansiascomparve! adesso non erapi come un attimo fa, $uando avevo lasciato lamamma fino a domani,poich6 il mio "iglietto, senza du""io facendola irritare=e doppiamente,in $uanto $uel maneggio mi avre""e reso ridicolo agliocchi di 4Hann>,stava per introdurmi, non di meno, invisi"ile ed estasiato,nella stanzadov’era lei, le avre""e parlato di me all’orecchio! poich6 $uellasala dapranzo, proi"ita, ostile, dove ancora un istante prima lo stesso gelato7

la «granita»7e irince+"ouchemi sem"ravano racchiudere volutt% male+fi ch e e mo rt al me nt e tr is ti , da lmo me nt o ch e la ma mm a le as sa po ra va lontano da me, mi si apriva e, comeun frutto divenuto dolce che spezzi ilsuo involucro, avre""e fatto scaturire,

 proiet tare fino al mio cuore ine+ "r iato l ’a t tenzione de l la mamma$uando avre""e letto le mie righe.Adesso non ero pi separato da lei! le

 "arriere erano cadute, un filo deli+zioso ci univa. E poi , non era soltanto $uesto:la mamma, certo, sare""evenutaPensavo che 4Hann, se avesse letto la mia letterae ne avesse indovina+to lo scopo, si sare""e "urlato dell’angoscia che provavo! e

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invece, comeho appreso in seguito, un’angoscia simile fu per lunghi anni iltormentodella sua vita, e, forse, nessuno meglio di lui avre""e potutocompren+dermi! $uell’angoscia di sentire la persona amata in un luogocarico dipiacere dove noi non siamo, dove non possiamo raggiungerla, fu l’amore

 Ja fargliela conoscere, l’amore cui essa - in $ualche modo predestinata, dacui sar%accaparrata, perfezionata! ma $uando, come per me, - penetratain noi prima chel’amore a""ia fatto la sua comparsa nella nostra vita, es+sa fluttua nell’attesa, vaga eli"era, senza una destinazione precisa, al ser+vizio oggi di un sentimento, domani diun altro, ora della tenerezza filia+le, ora dell’amicizia per un compagno. E la gioiacon cui feci il mio primotirocinio, $uando &ranCoise torn# a dirmi che la mia letterasare""e stataconsegnata, 4Hann l’aveva conosciuta "ene anche lui, $uella gioiaingan+nevole che ci d% un amico, un parente della donna che amiamo,

$uando,arrivando al palazzo o al teatro in cui lei si trova per un "allo, unricevi+mento o una «prima» dove andr% a raggiungerla, $uesto amico ci scorgeavagare lì fuori, in disperata attesa di un’occasione $ualsiasi per comu+nicare con lei. (i riconosce, si avvicina familiarmente, ci domandacosafacciamo in $uel luogo. E siccome inventiamo di dover dire $ualcosadiurgente alla sua parente o amica, lui ci assicura che non c’- niente di pisempl ice,ci fa entrare nel vesti"olo e promette di mandarcela entro cin+$ue minuti.*uanto l’amiamo7

come io in $uel momento amavo &ra+ nCoise7l’intermediario "en intenzionato che con una parola ci ha resosopporta"ile,umana e $uasi propizia la festa inconcepi"ile, infernale, inseno alla $uale credevamoche vortici ostili, perversi e deliziosi trascinas+sero lontano da noi, facendola ridere dinoi, colei che amiamo A giudica+re da lui, il parente che ci ha avvicinato, e che - asua volta uno tra gli ini+ziati di $uei crudeli misteri, gli altri invitati della festa nondevono avereniente di così demoniaco. *uelle ore inaccessi"ili e tormentose,durantele $uali lei avre""e assaporato piaceri sconosciuti, ecco che, attraverso

unvarco insperato, vi penetriamo! ecco che uno dei momenti della cui suc+cessione $uelle ore si sare""ero composte, un momento non meno realedeglialtri, forse anche pi importante per noi, perch6 la nostra amica vi -pi impl icata ,ce l o r appr esen ti amo, l o poss edi amo, v i i n te r ven i amo, l’a""iamo$uasi creato: il momento in cui le diranno che noi siamo lì, disotto. E, senzadu""io, gli altri momenti della festa non dovevano esseredi una natura troppodissimile da $uesto, non dovevano avere niente dipi delizioso, e tale da farci tantosoffrire, poich6 l’amico "enevolo ci hadetto: «Ma sar% felice di scendere 0efar% molto pi piacere conversarecon voi che annoiarsi lass». Ahim- 4Hann

l’aveva provato, le "uone in+tenzioni di un amico non hanno alcun potere su unadonna che si infasti+disce nel sentirsi inseguita anche a una festa da $ualcunoche non ama.4pesso, l’amico ridiscende solo.0 a m a m m a n o n v e n n e , e

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s e nz a r i gu a r d i pe r i l mi o am or p r op r i o =impegnato a che non fossesmentita la favola della ricerca di cui lei mi J<avre""e pregato di r iferirle i l r isul tato> mi fece dire da &ranCoise

$uelleparole: «Bon c’- risposta» che tanto spesso in seguito ho sentitoriferiredai portieri di grandi al"erghi o dai lacch- di "ische a $ualche povera ra+gazza che si stupisce: «Ma come, non ha detto niente, non - possi"ile Mala mialettera, glie’avete consegnata )a "ene, aspetter# ancora». E7cosìcome $uella invaria"ilmente assicura di non aver "isogno del lume sup+

 plementare che il portiere vuole accendere per lei, e se ne sta lì, sentendosolo le rare "at tute sul tempo che il port iere scam"ia con un fattorino al$uale,accorgendosi all’improvviso dell’ora, ordina di mettere in ghiacciola "evanda di uncliente7avendo declinato l’offerta di &ranCoise di pre+pararmi una tisana o di farmicompagnia, la lasciai tornare nel tinello, micori ca i e ch iu si gl i oc ch i,cercando d i non sent i r e l e voci de i mie i cheprendevano i l caf f- ingiardino. Ma, nel giro di pochi secondi, capii chescrivendo $uel "iglietto allamamma, e giungendo, col rischio di farla ar+ra""iare, tanto vicino a lei che avevocreduto di poter sfiorare il momen+to di rivederla, mi ero precluso la possi"ilit%di addormentarmi senzaaverla rivista, e i "attiti del mio cuore, di minuto inminuto, divenivanopi dolorosi, perch6 accrescevo la mia agitazione

raccomandandomi unacalma che era l’accettazione della mia sventura.All’improvviso, la miaansia venne meno, mi invase una sorta di felicit%,come $uando un far+maco potente comincia ad agire e ci l i"era da undolore: avevo preso larisoluzione di non cercare pi di addormentarmisenza aver rivisto lamamma, di darle un "acio a $ualun$ue costo, pur avendo la certezza dirimanere poi lungamente in collera con lei, $uando fossesalita a coricar+si. 0a calma che scaturiva dalla fine delle mie angosce mi mettevaaddos+so un’allegria straordinaria, non meno che la fine dell’attesa, della sete edella

 paura del pericolo. Aprii la finestra senza far rumore e mi sedetti aipiedi del letto!

$uasi non mi muovevo, affinch6 non mi sentissero di sot+to. &uori, le cosesem"ravano, anch’esse, immo"il izzate in una muta at+ tenzione a non tur"are ilchiaro di luna che, raddoppiando e facendo in+dietreggiare ogni cosa,stendendole dinanzi il suo riflesso, pi denso econcreto delle cose stesse, avevaa un tempo rimpicciolito e ingrandito ilpaesaggio, come una mappa fin alloraripiegata che venga distesa. (i#che aveva "isogno di muoversi, $ualche fronda dicastagno, si muoveva.Ma il suo fremito minuzioso, totale, eseguito fin nelle

 pi impercett i"il isfumature e nelle pi estreme delicatezze, non si spandeva sulresto n6 visi fondeva, restava circoscritto. Proiettati su $uesto silenzio che non riu+

sciva ad assor"irli, i rumori pi lontani, $uelli che dovevano veniredagiardini situati all’altro capo della citt%, si percepivano in dettaglioconuna tale precisione che sem"ravano dovere $uell’effetto di lontananza

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 J@unicamente al loro «pianissimo», come certi motivi in sordina così

 "eneeseguiti dall’orchestra del (onservatorio che, se""ene non se ne perdauna nota, si crede tuttavia di udirli al di fuor i della sala da concer to,

etutti i vecchi a""onati7anche le sorelle della nonna, $uando 4Hannaveva ceduto loro i suoi posti7tendevano l’orecchio, come se avesseroascoltato l’avanzare lontano di unesercito in marcia che non avesse an+cora svoltato per rue de /r6vise.4apevoche la situazione nella $uale mi mettevo era, fra tutte, $uellache potevaavere per me, da parte dei miei genitori, le conseguenze pigravi, molto pigravi in verit% di $uanto un estraneo avesse potuto sup+porre, e tali che solo colpeveramente vergognose avre""ero potuto pro+durre. Ma, nell’educazione che miveniva impartita, la gerarchia dellecolpe non era la stessa che nell’educazionedegli altri ragazzi, ed ero sta+to a"ituato a porre innanzi a tutte le altre =senzadu""io perch6 non cen’era alcuna dalla $uale io avessi "isogno di essere piattentamente pre+servato> $uelle di cui ora intendo che il loro caratterecomune consistenel commetterle cedendo a un impulso nervoso. Ma allora $uestaespres+sione non si pronunciava, non si rivelava $uell’origine che avre""e potu+tofarmi credere fosse scusa"ile il soccom"ervi o forse addirittura impos+si"ile ilresistervi. 'o, per#, le riconoscevo "ene dall’angoscia che le prece+deva, come dalrigore del castigo che le seguiva! e sapevo che $uella cheavevo appena commesso

apparteneva alla stessa famiglia di altre per le$uali ero stato punito conseverit%, "ench6 infinitamente pi grave. 5navolta che mi fossi fatto incontro amia madre mentre saliva a coricarsi, elei avesse visto che ero rimasto alzato per darle ancora la "uonanotte nelcorridoio, non mi avre""ero pi consentito di rimanerea casa, mi avre"+ "ero messo in collegio l’indomani, era sicuro. E""ene $uand’ancheaves+si dovuto gettarmi dalla finestra cin$ue minuti dopo, lo avrei comun$uepreferitodi gran lunga. *uel che volevo, ora, era la mamma, era darle la " u o n a n o t t e !m i e r o s p i n t o t r o p p o i n n a n z i s u l l a v i a c h e

 p o r t a v a all’appagamento di $uesto desiderio per poter tornare indietro.4enti i i

 passi dei miei che accompagnavano 4Hann! e, $uando la cam+ panella della porta mi e""e avvertito che se n’era andato, mi affacciai allafinestra . 0a mammadomandava a mio padre se l’aragosta gli fosse pia+ ciuta e se il signor 4Hannavesse preso una seconda volta il gelato di caf+f- e di pistacchio. «A me -s em"r a to mol to modes to , d i s s e l a mamma!c r edo che l a p r os s imavol ta "isogner% provare un al t ro gus to.7

 Bonposso dire $uanto trovo cam"iato 4Hann, disse la prozia, ha unaspettocosì vecchio» 0a prozia aveva talmente l’a"itudine di vedere

sempre in4 Ha nn i l s ol it o a do le sc en te , c he s i m er av ig li av a d it rovar lo, tut t ’a un J

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tratto, meno giovane dell’et% che continuava ad attri"uirgli. E i miei, delresto,cominciavano a vedere in lui $uella vecchiezza anormale, eccessi+va,vergognosa e meritata dei celi"i, di tutti $uelli per i $uali sem"ra cheil gran giornoche non ha domani sia pi lungo che per gli altri, poich6per loro - vuoto, e

i momenti vi si sommano fin dal mattino, senza divi+dersi poi tra i figli.«(redo che a""ia molti dispiaceri con $uella svergo+gnata di sua moglie che,ne - al corrente tutta (om"ra9, vive con un cer+to signor di (harlus. la favoladi tutta la citt%.» Mia madre fece notarecome da $ualche tempo, tuttavia, avessel’aria assai meno triste. «&a an+che meno sovente $uel gesto, tale e $uale suo padre,di asciugarsi gli oc+chi e di passarsi la mano sulla fronte. *uanto a me, credoche in fondonon ami pi $uella donna.7Ma certo che non l’ama pi, replic# miononno. No ricevuto da lui, gi% da moltotempo, una lettera su $uesto ar+gomento, alla $uale mi sono affrettato a nonconformarmi, e che non la+scia alcun du""io sui suoi sentimenti, almeno$uell i amorosi , verso lamoglie. Ecco, vedete, non l’avete r ingraziato

 per l ’Ast i», soggiunse i l nonno rivolgendosi alle due cognate. «(ome, nonl’a""iamo ringraziatoI(redo, sia detto fra noi, di avergli presentato la cosa anche conuna certadelicatezza, rispose la zia &lora.74ì, l’hai rigirata molto "ene: ti ho am+mirata, disse zia (6line.7Ma anche tu sei stata "ravissima.

74ì, eromolto fiera della mia frase sui vicini cortesi.7(ome - $uesto che chia+mate ringraziare esclam# il nonno. No sentito "ene anch’io,ma diavolose ho pensato che fosse per 4Hann. Potete star certe che non hacapitoniente.7Ma via, 4Hann non - uno sciocco, sono sicura che l’ha apprez+zato. Bon potevo micaandargli a dire il numero delle "ottiglie e il prez+zo del vino» Mio padre e

mia madre rimasero soli , e si sedettero unistante! poi mio padre disse:«8ene, se credi, possiamo salire a coricarci.74e vuoi, mio caro, "ench6 non a""ia om"ra di sonno! eppure non pu#essere stato$uel gelato di caff- così insignificante a tenermi tanto sve+g l i a ! m a v e d ol a l u c e n e l t i n e l l o , e p o i c h 6 l a p o v e r a & r a n C o i s e m i h a a s p e t t a t o ,le chieder# di slacciarmi il corpetto mentre tu ti spogli». E miamadre aprì la portatraforata del vesti"olo che dava sulla scala. 2i lì a po+co la sentii che saliva per chiudere la sua finestra. Andai, senza far rumo+re, nel corridoio! il mio cuore

 "at teva così forte che facevo fatica a cam+ minare, ma almeno non "atteva pi per l’ansia, "ensì per lo spavento e lagioia . )idi nella trom"a delle scale la luce proiet ta ta dalla candela del lamamma. Poi la vidi , proprio le i! mi slanciai . 'n

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un primo momento, miguard# con stupore, senza capire cosa fosseaccaduto. Poi il suo viso as+sunse un’espressione di collera! non diceva nemmenouna parola, e in ef+fetti per molto meno di $uesto non mi si parlava pi per parecchigiorni.

 JD4e la mamma mi avesse detto $ualcosa, sare""e stato ammettere chesip ot ev a n uo v am en t e p ar la re c o n m e, e $ u es to d ’a l tr a p ar te m isare""eforse sem"rato ancora pi terri"ile, come un segno che di fronte alla gra+vit% del castigo che si stava preparando, il silenzio, il corruccio, sare""erostati

 pueri li . 5na parola sare""e stata la calma con cui si ri sponde a undomestico$uando si - appena deciso di licenziarlo! il "acio dato a un fi+glio che si manda adarruolarsi, e che gli sare""e stato rifiutato se ci sifosse dovuti accontentare ditenergli il "roncio per due giorni. Ma lei sen+tì mio padre che saliva dallo spogliatoiodove era andato a svestirsi e, perevitare la scena che mi avre""e fatto, mi dissecon voce rot ta dal la col le+ ra: «4cappa, scappa, che almeno tuo padre non ti vedaad aspettare, così,come un folle». Ma io le ripetevo: «)ieni a darmi la "uonanotte»,atterri+to dalla vista del riflesso della candela di mio padre che si allungavaor+mai sulla parete, ma servendomi anche del suo avvicinarsi come diunmezzo di ricatto, e sperando che la mamma, per evitare che mio padremitrovasse ancora l%, se lei continuava a non cedere, mi dicesse: «/ornain camera tua,vengo su"ito». /roppo tardi! mio padre era davanti a noi.4 e n z a v o l e r l o ,m o r m o r a i $ u e s t e p a r o l e c h e n e s s u n o i n t e s e : « 4 o n o perduto».Bonfu così. Mio padre mi rifiutava continuamente dei permessi che mi erano stati

concessi nei pi larghi patti elargiti da mia madre e da mian o n n a , p e r c h 6 n o ns i c u r a v a d e i « p r i n c ì p i » e n o n e s i s t e v a c o n l u i i l «diritto dellegenti». Per una ragione affatto contingente, o anche senzaragione, misopprimeva all’ultimo momento una certa passeggiata cosìa"ituale, cosìconsacrata, che non mi si poteva togliere senza spergiuro,oppure, come avevafatto ancora $uella sera, molto prima dell’ora ritua+le, mi diceva: «(oraggio, salia coricarti, poche storie». Ma, allo stessomodo, poich6 non aveva princìpi=nel senso della nonna>, non aveva, adire il vero, alcuna intransigenza. Miguard# un istante, con aria sorpresae irritata, poi, dopo che la mamma gli e""e

spiegato ci# che era accaduto,con poche parole im"arazzate, le disse: «Ma su,va’ pure con lui, poich6dici appunto che non hai voglia di dormire, rimani un po’in camera sua,io non ho "isogno di nulla.7Ma, caro, rispose timidamente mia madre,ch e io a" "i a o no vo gl ia dido rm ir e, no n ca m" ia af fa tt o la co sa , no n si pu# a"ituare il "am"ino O7Ma non si tratta di a"ituare, disse mio pa+dre scrollando le spalle, lo vedi "eneche il piccino ha dei dispiaceri, haun’aria desolata, $uesto "am"ino! insomma,

non siamo mica dei carnefi+ci *uando sarai riuscita a farlo ammalare, avraifatto un "el progresso2al momento che in camera sua ci sono due letti, di’ alloraa &ranCoise di

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F prepararti il let to grande e dormi per $uesta notte accanto a lui.4uvvia, "uonanotte, io, che non sono nervoso come voi, me ne vado adormire».Gingraziare mio padre non era possi"ile! lo si sare""e infastidito

conci# che lui chiamava svenevolezze. Gestai lì senza azzardare un movi+mento! era ancora dinanzi a noi, alto, nella sua camicia da notte "ianca,sottoil cachemire indiano viola e rosa che si annodava intorno alla testada $uando soffrivadi nevralgie, con il gesto di A"ramo nell’incisione da8enozzo 3ozzoli regalatami da4Hann, in atto di dire a 4ara che deve se+pararsi da 'saccoJ. 4ono passati, da allora, parecchi anni. 0a parete dellescale, su cui vidi allungarsi ilriflesso della sua candela, non esiste pi damolto tempo. Anche dentro di me tante cose sono andate distrutte, checredevo dovessero durare

 per sempre, e altre nuove ne sono sorte gene+rando sofferenze e gioie che allora nonavrei potuto prevedere, così comele antiche mi sono divenute difficili a comprendere.2a molto tempo, or+mai, mio padre ha cessato di dire alla mamma: «)a’ col piccino».0a pos+si"ilit% di ore simili non rinascer% mai per me. Ma, da $ualche tempo, ri+comincio a percepire con chiarezza, se tendo l’orecchio, i singhiozzichee""i la forza di trattenere dinanzi a mio padre e che scoppiarono pi tar+di,$uando mi ritrovai solo con la mamma. 'n realt%, non sono mai cessa+ti! ed - soltanto

 perch6 la vita ora tace pi spesso intorno a me che li sen+to di nuovo, come $uellecampane di conventi che i rumori della citt% co+prono così "ene durante il giorno

da farle credere ferme, ma che ripren+dono a suonare nel silenzio della sera.0amamma pass# $uella notte nella mia camera! nel momento in cuiavevocommesso una colpa tale da farmi ritenere di essere costretto a la+sciare la casa, imiei genitori mi concedevano pi di $uanto avessi maiottenuto da lorocome ricompensa di una "ella azione. Persino nel mo+mento in cui simanifestava, in $uesta grazia, il comportamento di miopadre nei mieiconfronti conservava $uel certo che di ar"itrario e di in+giusto che era la suacaratteristica e che dipendeva dal fatto che normal+mente esso era il risultato dicircostanze fortuite pi che di un piano pre+sta"ilito. &orse anche ci# che io

chiam avo la sua severi t %, $uand o mi mandava a letto, meritava taledefinizione meno di $uella di mia madreo di mi a no nn a, gi ac ch 6 la su anatura, per certi aspetti pi divergentedalla mia di $uanto non fosse laloro, pro"a"ilmente non aveva ancoraintuito, fino allora, $uanto fossiinfelice ogni sera, cosa che la mamma ela no nn a sap ev an o "e ne ! ma lo rodue mi amavano a""as t anza da nonconsentire a risparmiarmi lasofferenza, mi volevano insegnare a domi+narla, così da attenuare la miasensi"ilit% nervosa e rafforzare la mia vo+lont% . *u ant o a mi o pad re , il cu iaf fet to per me era di un’al t ra specie ,

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non so se avre""e avuto $uel coraggio: per una volta che si era accortocheavevo un dispiacere, aveva detto alla mamma: «4u, vai a consolarlo».0a mamma

rest# $uella notte in camera mia e, $uasi per non guastarecon alcun rimorso$uelle ore così diverse da ci# che avevo avuto ragionedi credere, $uando &ranCoise,resasi conto che stava accadendo $ualcosadi straordinario vedendo la mamma sedutaaccanto a me, che mi tenevala mano e mi lasciava piangere senza sgridarmi, ledomand#: «Ma signo+ra, cos’ha il signorino da piangere tantoI». E leirispose: «Ma non lo saneanche lui, &ranCoise, - snervato! preparatemisu"ito il letto grande eandate a coricarvi». (osì, per la prima volta, la mia tristezzanon era piconsiderata una colpa da punire, ma un male involontario che veniva ri+conosciuto ufficialmente, uno stato nervoso di cui non ero responsa"ile!avevo il

conforto di non dover pi mescolare gli scrupoli all’amarezzadelle mielacrime, potevo piangere senza peccato;. Ed ero fiero non po+co, di fronte a &ranCoise, di $uesto rivolgimento dellecose umane, che,un’ora dopo che la mamma si era rifiutata di salire incamera mia e sde+gnosamente mi aveva fatto rispondere che dovevo dormire, miinnalzavaalla dignit% di persona adulta e mi faceva raggiungere di colpo una sortadi

 pu"ert% del dolore, di emancipazione del le lacrime. Avrei dovuto es+serefelice: non lo ero. Mi sem"rava che la mamma mi avesse fatto unaprima

concessione che doveva essere stata dolorosa, che fosse da partesua una pr ima a"dicazione al l’ ideale che aveva concepito per me, e cheper la primavolta lei, così coraggiosa, si confessasse vinta. Mi sem"ravache, se avevo riportatouna vittoria, era contro di lei! ed ero riuscito, co+me avre""ero potuto fare lamalattia, i dispiaceri, o gli anni, ad allentarela sua volont%, a piegare la suaragione! e $uel la notte , in cui si aprivauna nuova,epoca, era destinata a restareuna data triste. 4e ne avessi avu+to il coraggio, adesso avrei detto alla mamma: «Bo,non voglio, non dor+mire $ui». Ma conoscevo la saggezza pratica, realistica,come si dire""eoggi, che temperava in lei la natura ardentemente idealistica della

nonna,e sapevo che, ora che il male era fatto, avre""e preferito lasciarmeneal+meno assaporare il piacere ac$uietante e non distur"are mio padre. (er+to, il "elviso di mia madre splendeva ancora di giovinezza, $uella sera,in cui miteneva così dolcemente le mani e cercava di far cessare le mie lacrime! ma misem"rava, appunto, che $uesto non avre""e dovuto esse+re, la sua collera sare""estata meno triste, per me, di $uesta dolcezzanuova che la mia infanzia nonaveva conosciuto! mi sem"rava di avertracciato, con mano empia e segreta,una prima ruga nella sua anima, edi averle fatto spuntare un primo capello

 "ianco. *uesto pensiero fece r a d d o p p i a r e i m i e i s i n g h i o z z i , ea l l o r a v i d i l a m a m m a , c h e m a i s iJ

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lasciava andare ad alcuna tenerezza con me, d’un tratto essere con$uista+ta dalla mia,e trattenere a stento una voglia di pianto. (ome avvertì cheme n’ero accorto, ridendomi disse: «Ecco il mio stupidello, il mio uccelli+no , che fa r% diventare la su amamma una "es t iol ina come lui , se s i vaavant i cos ì ancora un poco.

4uvvia, giacch6 tu non hai sonno e la tuamamma neppure, non restiamo$ui a snervarci, facciamo $ualcosa, pren+diamo uno dei tuoi li"ri». Ma lì non neavevo. «E se tirassi fuori, adesso, ili"ri che la nonna vuole regalarti per la tuafesta, ti fare""e meno piace+reI Pensaci "ene: non sarai deluso dopodomani dinon ricevere nienteI»'o ero invece felicissimo, e la mamma and# a cercare un paccodi li"ri, dicui non potei indovinare, attraverso la carta in cui erano avvolti, se nonilformato corto e largo, ma che, sotto $uel primo aspetto, pur sommario evelato, gi%facevano impallidire la scatola di colori di (apodanno e i "a+chi di setadell’anno passato. Erano0a Mare au 2ia"le, &ranCois le (hampi,0a Petite &adettee0es MaStres sonneurs.0a nonna, venni a saperlo in segui+to, aveva scelto in un primo tempo le

 poesie di Musse t , un volume di Gousseau e'ndiana, infatti, se riteneva le letture futili malsane $uantole caramelle e i pasticcini,

 pensava che il gran soffio del genio non potes+se avere sul l ’animo, anche diun ragazzo, un influsso pi pericoloso emeno vivificante dell’aria aperta e

del vento di mare sul suo corpo<. Mapoich6 mio padre l’aveva $uasi trattata come una pazza $uandoavevasaputo $uali li"ri mi voleva regalare, era tornata lei stessa a Kou9+le+)i+comte dal l i"raio perch6 io non r i schiass i di res tare senza i l miodono=era un giorno di gran caldo, e $uando era rientrata stava così male cheilmedico aveva avvertito mia madre di non lasciarla stancare a $uel mo+ do >e av eva r ipie gato sui $u at t ro ro man zi ca mpe st r i di 3eorge4and.«&iglia mia, diceva alla mamma, non potrei risolvermi a regalare a

$ue+sto ragazzo $ualcosa che sia scritto male.»'n realt%, non si rassegn# mai acomperare $ualcosa da cui non si po+tesse trarre un profitto intellettuale, einnanzi tutto $uello che ci procura+no le cose "elle insegnandoci a cercareil no st ro pi ac er e lo nt an o da ll e soddisfazioni del "enessere e della vanit%.Persino $uando doveva fare a$ualcuno un regalo cosiddetto utile, $uando dovevaregalare una poltro+na, delle posate, un "astone da passeggio, li cercava«antichi», come se,cancellato dal lungo disuso il loro carattere utilitario,apparissero dispo+sti a raccontarci la vita di uomini d’altri tempi pi che a soddisfarei "iso+gni della nostra. 0e sare""e piaciuto che tenessi in camera mia le fotogra+fie

de i mon ument i o de i pa esagg i pi "el l i . Ma al mo me nto difarne l’ac$uisto, e "ench6 l’oggetto rappresentato avesse un valore estetico,

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les e m" r av a c h e l a v o lg a r i t % , l ’ ut i l i t % r i pr e nd e ss e ro t r o p po p r e s t o i l

so pravv ento n el mez zo me cc anico di rap prese nta zione , lafotografia.(ercava di giocare d’astuzia e di limitare almeno, se non dieliminarladel tutto, la "analit% commerciale, di sostituirvi $uanto pi fosse possi"i+le dell’altra arte, di introdurvi come pi «strati» d’arte: invece delle foto+grafie dellacattedrale di (hartres, dei giochi d’ac$ua di 4aint+(loud, del)esuvio, si informavada 4Hann se $ualche grande pittore non li avesserappresentati, e preferivaregalarmi le fotografie della cattedrale di (har+tres dipinta da (orot, dei giochid’ac$ua di 4aint+(loud dipinti da Nu+ "ert Go"ert, del )esuvio dipinto da/urner, il che rappresentava un gra+do d’arte in pi@

. Ma il fotografo, che era stato escluso dalla rappresen+tazione del capolavoro odella natura, e sostituito con un grande artista,riac$uistava i suoi diritti nelriprodurre $uella stessa interpretazione.3iunta al momento inelutta"iledella volgarit%, la nonna tentava di ri+mandarlo ancora. 2omandava a4Hann se esistessero incisioni del $ua+ dro, preferendo, $uand’era possi"ile,incisioni antiche e che presentasse+ro $ualche interesse ancora, al di l% del lorovalore intrinseco, per esem+pio $uelle raffiguranti un capolavoro in uno stato incui oggi non possia+mo pi vederlo =come l’incisione di Morghen

della(enadi 0eonardo,prima del suo degrado>. 8isogna dire che i risultati di $uesto modo di in+terpretare l’arte del regalo non furono sempre "rillantissimi. 0’idea chemifeci di )enezia da un disegno di /izianoD, che si presume a""ia persfondo la laguna, era certamente molto piapprossimativa di $uella chemi avre""ero dato delle semplici fotografie. 'n casa,$uando la prozia vo+leva pronunciare una re$uisitoria contro la nonna, non si

 poteva pi te+nere il conto del le poltrone da le i regalate a giovani fidanzatio a vecchisposi, che, al primo tentativo di servirsene, immediatamente erano spro+fondate sotto il peso di uno dei destinatari. Ma alla nonna sare""e parsomeschinooccuparsi troppo della solidit% di un mo"ile su cui si distin+guevano ancoraun gar"o, un sorriso, talvolta una "ella fantasia del pas+sato. Persino ci# che in $ueimo"ili, rispondendo a un dato "isogno, ave+va una foggia a cui non siamo pia"ituati, l’affascinava, come i vecchimodi di dire nei $uali scorgiamo unametafora cancellata, nel nostro lin+guaggio moderno, dall’usura dell’a"itudine. 1ra,

 per l’appunto, i roman+zi campestri di 3eorge 4and che la nonna mi regalava

 per la mia festa,erano pieni, come un mo"ile ant ico, di espressioni cadutein disuso e ri+divenute immaginose, come si trovano ormai soltanto in campagna. Elanonna li aveva comperati preferendoli ad altri, così come avre""e presoin

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affitto pi volentieri una propriet% dove ci fosse stata una piccionaiagoticao $ualcun’altra di $uelle vecchie cose che esercitano sullo spirito;

un influsso "enefico restituendogli la nostalgia di impossi"ili viaggineltempo.0 a m a m m a s i s e d e t t e a c c a n t o a l m i o l e t t o ! a v e v a p r e s o&ranCois le(hampi;F, cui la copertina rossastra e il titolo incomprensi"ile conferiva+no ai miei occhiuna personalit% "en distinta e un’attrattiva misteriosa.Bo n ave vo mailet to ancora dei veri romanzi . Avevo senti to dire che3eorge 4and eral’archetipo del romanziere. *uesto mi disponeva gi% aimmaginare in&ranCois le (hampi$ualcosa di indefini"ile e di delizioso. 'procedimenti narrativi destinati a suscitare la

curiosit% o la commozione,certi modi di dire che destano l’in$uietudine o lamalinconia, e che unlettore un po’ istruito riconosce ormai comuni a moltiromanzi, mi appa+rivano semplicemente7a me che consideravo un li"ro nuovo, non co+me $ualcosa che avesse moltisimili, ma come una persona unica, che hal a s o l a r a g i o n e d i e s i s t e r e i n s es t e s s a7un’emanazione contur"antedell’essenza propria di

&ranCois le (hampi.4otto $uegli eventi così $uoti+diani, $uegli oggetti così comuni, $uelle parole cosìusuali, sentivo comeun’intonazione, un’accentuazione strana. 0’azione prese avvio! emi par+ve tanto pi oscura in $uanto a $uel tempo, leggendo, mi mettevo spessoafantasticare, per pagine intere, su tutt’altra cosa. E alle lacune che $ue+sta distrazioneapriva nel racconto, si aggiungeva, $uando era la mammaa leggere ad alta voce, ilfatto che lei saltava via tutte le scene d’amore.(osì, tutti i "izzarri mutamentiche hanno luogo nel rispettivo comporta+me nto del la mu gnaia e del ragazzo,e che non t r ovano s p iegazione s enon nei progressi di un amore

nascente, mi sem"ravano segnati da unprofondo mistero di cui mi figuravovolentieri che l’origine fosse in $uelnome ignoto e così dolce di «(hampi», chetrametteva, al ragazzo che loportava senza che io ne sapessi la ragione, il suo colorevivo, purpureo eincantevole. 4e mia madre era una lettrice infedele, era anche, per leope+re nelle $uali ritrovava l’accento di un sentimento vero, una lettrice mira+ "ile per il rispetto e la semplicit% dell’interpretazione, per la "ellezza e ladolcezza della suavoce. Anche nella vita, $uando erano persone e nonopere d’arte a suscitarecosì la sua commozione o la sua ammirazione,era toccante vedere con$uanto riguardo allontanava dalla sua voce, dalsuo gesto, dalle sue parole,

$uello scoppio di allegria che avre""e potutofar male alla madre che avesse inaltro tempo perduto una sua creatura,$uell’accenno a una festa, a unanniversario, che avre""e potuto ricorda+re alla persona anziana la sua et% avanzata,

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$uel discorso di vita domesti+ca che sare""e riuscito molesto al giovanestudioso. Allo stesso modo,$uando leggeva la prosa di 3eorge 4and, da cuiemanano sempre $uella "ont%, $uella distinzione morale che la mamma avevaimparato da mia

nonna a considerare superiori a ogni alt ra cosa nel la vita, e che io,solomolto pi tardi, dovevo insegnarle a non stimare ugualmente superiori atutto inletteratura, attenta a "andire dalla sua voce ogni piccineria, ogniricercatezza cheavre""e potuto impedire di riceverne il flusso potente,infondeva tutta latenerezza naturale, tutta l’ampia dolcezza richieste da$uelle frasi, che sem"ravanoscritte per la sua voce e che, per così dire,rientravano tutte intere nelregistro della sua sensi"ilit%. Per affrontarlenel tono giusto, ritrovaval’accento cordiale che ad esse preesiste e le haispirate, ma che le parole non

indicano! grazie ad esso, smorzava di pas+saggio ogni crudezza nei tempi dei ver"i,dava all’imperfetto e al passatoremoto la dolcezza che c’- nella "ont%, lamalinconia che c’- nella tene+rezza, guidava la frase che finiva verso $uellache stava per cominciare,ora anticipando, ora ritardando il procedere delle silla"e

 per farle entra+re, "ench6 le loro $uantit% fossero differenti, in un ritmo uniforme, eim+met tev a in $uel la pro sa c osì c omune un a so rta di vi tasent imentale e ininterrotta.' miei rimorsi erano placati, mi lasciavo andare alladolcezza di $uellanotte in cui mia madre era accanto a me. 4apevo che una nottesimile nonavre""e potuto ripetersi! che il pi gran desiderio che avessi al

mondo,avere la mamma nella mia camera durante $uelle tristi ore notturne,eratroppo in opposizione con le necessit% della vita e con il volere ditutti,perch6 l’appagamento che gli era stato concesso $uella sera potesse esse+realtrimenti che fittizio ed eccezionale. 2omani le mie angosce sare""eroricominciate,e la mamma non sare""e rimasta. Ma $uando le mie ango+sce si erano calmate, ionon le capivo pi! e poi, domani sera era ancoralontana! mi dicevo che avreiavuto il tempo di trovare un rimedio, anchese $uel tempo non avre""e potutodarmi alcun potere in pi, poich6 sit r a t t a v a d i c o s e c h e n o nd i p e n d e v a n o d a l l a m i a v o l o n t % , e s o l t a n t o l’intervallo che ancora

le separava da me le faceva apparire pi facili daevitare.(osì, per molto tempo,$uando, risvegliandomi di notte, mi tornava inmente (om"ra9, non ne rividi altroche $uella sorta di lem"o luminoso,ritagliato nel mezzo di tene"re indistinte,simile a $uelli che la vampa diun fuoco di "engala o un fascio di luce elet tricailluminano e sezionanoin un edificio di cui le altre parti restino immersenella notte: alla "ase,a""astanza larga, il salottino, la sala da pranzo,l’inizio del viale oscurodal $uale sare""e comparso il signor 4Hann, l’autoreinconsapevole dellemie tristezze, il vesti"olo per cui mi incamminavo verso il primogradinodella scala, così crudele a salire, che costituiva da sola l’ossatura

assai<

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stretta di $uella piramide irregolare! e, al vertice, la mia camera da letto,con il piccolo corridoio dalla porta a vetri per cui entrava la mamma! inuna parola, sempre visto al la stessa ora, isolato da tutto ci# che potevaesserciintorno, stagliandosi solo nell’oscurit%, lo scenario

stret tamenteindispensa"ile =come $uello che s i vede indicato in testaa ll e v ec ch ie co mm ed ie p er l e r ap pr es en ta zi on i i n p ro vi nc ia > a ldramma del la mia svestizione! come se (om"ra9 non fosse consistita che in due

 piani colle+gati da un’esile scala, e come se non fossero mai state che le sette disera.A dire il vero, a chi mi avesse interrogato, avrei potuto rispondereche(om"ra9 comprendeva anche altre cose ed esisteva in ore diverse.Mapoich6 $uel che avrei ricordato sare""e affiorato solo dalla memoria vo+lontaria,la memoria dell’intelligenza, e poich6 le informazioni che $uestad% sul passato nonne trattengono nulla, non avrei mai avuto voglia dipensare a $uel resto di(om"ra9. /utto $uesto, in effetti, per me eramorto.Morto per sempreI&orse.'l caso ha una gran parte in tutto ci#, e un secondo caso, $uellode l l anos t r a mor t e , s pes s o non c i pe r met t e d i a t t ender e a l ungo ifa vor i de lprimo./rovo molto ragionevole la credenza celtica secondo cui leanime dicoloro che a""iamo perduto sono imprigionate in $ualche essere inferio+re,un animale, un vegetale, una cosa inanimata, di fatto perdute per noifino al giorno,che per molti non arriva mai, nel $uale ci troviamo a pas+sare accanto all’al"ero, aentrare in possesso dell’oggetto che - la loro pri+gione;. Allora esse sussultano, ci chiamano, e non appena le a""iamo ri+conosciute,

l’incantesimo - rotto. 0i"erate da noi, hanno vinto la morte, eritornano a vivere connoi.(osì - del nostro passato. fatica inutile cercare di evocarlo, tuttiglisforzi della nostra intelligenza sono vani. Esso si nasconde, fuori del suodominio edella sua portata, in $ualche oggetto materiale =nella sensazio+ne ch e$uel l ’ogget to mater iale c i dare""e> , che noi non supponiamo. *uestooggetto, dipende dal caso che noi lo incontriamo prima di mori+ re, o che nonlo incontriamo.3i% da par ecc hi ann i, di (om "ra 9, tu tto ci# che non erai l teat ro e i ldramma del mio andare a le t to , non es is teva pi per me,$u an do, ungiorno d’inverno, rientrando a casa, mia madre, vedendomi

infreddolito,mi propose di prendere, contrariamente alla mia a"itudine, una tazza dit-.2apprima rifiutai, poi, non so perch6, cam"iai idea. Mand# a prende+re uno di $ueidolci corti e paffuti, chiamatiPetites Madeleines, che sem+ " r a n o m o d e l l a t i n e l l a v a l v a s c a n a l a t a d i u n ac o n c h i g l i a d i 4 a n@

3iacomo

;J

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. E su"ito, meccanicamente, oppresso dalla giornata uggiosa edalla prospettiva di untriste domani, mi portai alle la""ra un cucchiainodi t- dove avevo lasciatoammor"idire un pezzetto dimadeleine.

Ma, nel+lo stesso istante in cui $uel sorso frammisto alle "riciole del dolce tocc#ilmio palato, trasalii, attento a $ualcosa di straordinario che accadeva den+tro di me.5n piacere delizioso mi aveva invaso, isolato, senza nozionedella sua causa.2i colpo, m’aveva reso indifferenti le vicissitudini dellavita, inoffensivi i suoidisastri, illusoria la sua "revit%, allo stesso modo incui agisce l’amore, colmandomi diun’essenza preziosa: o meglio, $uestaessenza non era in me, era me stesso.Avevo cessato di sentirmi medio+ cre, contingente, mortale. 2onde mi era potutavenire $uesta gioia poten+teI 4entivo che era legata al sapore del t- e deldolce, ma lo sorpassavaincommensura"ilmente, non doveva essere dellastessa natura. 2ondevenivaI (he significavaI 2ove afferrarlaI 8evo unsecondo sorso, in cuinon trovo nulla di pi che nel primo, un terzo che mi d% un

 po’ meno delsecondo. tempo che mi fermi, la virt della "evanda sem"radiminuire. chiaro, la verit% che cerco non - in essa, ma in me. 'l t- l’harisvegliata,ma non la conosce, e non pu# che ripetere indefinitamente, consempreminor forza, $uella stessa testimonianza che io non riesco a interpretare echevorrei almeno potergli chiedere di nuovo e ritrovare intatta, a mia di+sposizione, fra

 poco, per una spiegazione decisiva. 2epongo la tazza e mi rivolgo al miospirito. compito suo trovare la verit%. Ma comeI 3ra+ve incertezza, ogni voltache lo spirito si sente sorpassato da s6 medesi+mo! $uando lui, il ricercatore, -

al tempo stesso anche il paese oscuro do+ve deve cercare e dove tutto il suo "agaglionon gli servir% a nulla. (erca+reI non soltanto: creare. di fronte a $ualcosa che nonesiste ancora e chesolo lui pu# rendere reale, e poi far entrare nel raggio della sualuce.E ricomincio a domandarmi $uale potesse essere $uestacondizioneignota, che non portava alcuna prova logica, ma soltanto l’evidenzadellasua felicit%, della sua realt% dinanzi alla $uale le altre svanivano.)ogliotentare di farla riapparire. )ado indietro col pensiero al momento incuiho preso il primo cucchiaino di t-. Gitrovo lo stesso stato, senza una nuo+va luce.(hiedo al mio spirito uno sforzo ulteriore, di richiamare ancorauna volta la

sensazione che sfugge. E, perch6 niente spezzi l’impeto conil $ualecercher% di riafferrarla, allontano ogni ostacolo, ogni idea estra+nea, mettoal riparo le mie orecchie e la mia attenzione dai rumori dellastanza accanto.Ma, sentendo il mio spirito che si affatica senza successo,lo costringo invece a

 prendersi $uella distrazione che gl i negavo, a pen+sare ad alt ro, aritemprarsi, prima di un tentativo supremo. Poi, una se+conda volta, glifaccio i l vuoto at torno, gl i r imet to innanzi i l sapore

ancora recente di $uel primo sorso, e sento dentro di me trasalire $ualco+sa che sisposta, che vorre""e emergere, $ualcosa che si dire""e disanco+rata, a una grande profondit%! non so cosa sia, ma sale lentamente! av+ verto la resistenza, e sento

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il rumore delle distanze traversate.(ert o , ci # ch e pa lp it a co sì , ne l pr ofo nd odi me ste sso , de ve es ser e l’immagine, il ricordo visivo, che, legato a $uelsapore, si sforza di se+guirlo fino a me. Ma si di"atte troppo lontano, troppoconfusamente! amalapena percepisco il riflesso neutro in cui si confonde

l’inafferra"iletur"inio dei colori rimescolati! ma non riesco a distinguere laforma, achiederle, come al solo interprete possi"ile, di tradurmi la testimonianzadelsuo contemporaneo, del suo insepara"ile compagno, il sapore, a chie+der le dir ivelarmi di $uale ci rcos tanza par t icolare , di $uale epoca del passatosi tratti.3iunger% mai alla superficie della mia chiara coscienza $uelricordo,l’istante remoto che l’attrazione di un identico istante - venuta dacosì lontano a sollecitare, a scuotere, a sollevare nel pi profondo di me stes+soI Bonso. Adesso non sento pi nulla, si - fermato, forse - ridisceso!chi sa serisalir% mai dalla sua notteI 2ieci volte ho dovuto ricominciare,sporgermi verso dilui. E sempre la vilt% che ci distoglie da ogni compitodifficile, da ogni impresaimportante, mi ha consigliato di lasciar stare, di "ere il mio t- pensandosemplicemente ai miei fastidi di oggi, ai miei de+sideri di domani che si lascianorimuginare senza fatica.E, all’improvviso, il ricordo mi - apparso. *uel sapore era lostesso delpezzetto dimadeleineche, la domenica mattina, a (om"ra9 =perch6 $uelgiorno non uscivo primadell’ora della messa>, $uando andavo a darle il "uongiorno nella sua camera, lazia 06onie mi offriva, dopo averlo im+merso nel suo infuso di t- o dit igl io . 0’aspet to del la piccola

madeleinenon mi aveva ricordato nulla, prima che ne sentissi il sapore! forse per+ch6,avendone spesso viste in seguito, senza mangiarne, sui ripianideipasticcieri, la loro immagine aveva lasciato $uei giorni di (om"ra9

 perlegarsi ad alt ri pi recenti! forse perch6, di $uei ricordi per cosìlungotempo a""andonati fuori della memoria, niente sopravviveva, tuttos’eradisgregato! le forme7e anche $uella della piccola conchiglia di pastic+ceria, così grassamente

sensuale, sotto la sua pieghettatura severa e de+vota7si erano dileguate, oppure, assopite, avevano perduto la forzad’espansioneche avre""e loro permesso di raggiungere la coscienza. Ma,$uando di un passatolontano non resta pi nulla, dopo la morte degliesseri, dopo la distruzionedelle cose, soli, pi fragili ma pi vividi, piimmateriali, pi persistenti, pifedeli, l’odore e il sapore rimangono an+co ra a lu ng o, co me an ime , ar icordare, ad at tendere, a sperare , sul laD

rovina di tutto il resto, a sorreggere senza piegare, sulla loro sti lla$uasiimpalpa"ile, l’immenso edificio del ricordo.E appena e""i riconosciuto ilsapore del pezzetto di

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madeleine, inzup+pato nel tiglio, che mi dava la zia ="ench6 non sapessi ancora, edovessirimandare a molto pi tardi la scoperta del motivo per cui $uelricordomi rendesse tanto felice>, su"ito la vecchia casa grigia sulla strada,

doveera la sua camera, si adatt#, come uno scenario di teatro, al piccolo padi+gl ioneche dava sul giardino, costruito sul retro per i miei genitori =$uellatot r o n c o c h e s o l o a v e v o r i v i s t o f i n a l l o r a > ! e c o n l a c a s a , l a c i t t % ,damattina a sera, e con $ualsiasi tempo, la piazza dove mi mandavano pri+ma di

 pranzo, le vie dove andavo a far del le compere, i sent ieri in cui ci si inoltravase il tempo era "ello. E come in $uel gioco, che piace ai 3iap+ponesi, che consistenell’immergere in una ciotola di porcellana pienad’ac$ua dei pezzetti dicarta fino allora indistinti che, appena "agnati sidistendono, si rigirano, sicolorano, si differenziano, diventano fiori, ca+se, figure umane consistenti ericonosci"ili! così, ora, tutti i fiori del no+stro giardino e $uelli del parco di4Hann, e le ninfee del la )ivonne, e la "rava gente del villaggio e le loro piccolecase e la chiesa e tutta (om"ra9e i suoi dintorni, tutto $uesto che sta prendendoforma e solidit%, - emer+so, citt% e giardini, dalla mia tazza di t-.J&rancesco ', di )alois =;D;+;@>, in lotta con (arlo ), fu vinto e cat+turato a Pavia=>! riprese la lotta fino alla pace di (r6p9 =;;>. (arlo), di As"urgo=FF>, eredit# dalla madre 3iovanna la Pazza la coro+na di 4pagna e dal padre&ilippo il 8ello d’Austria i domini degli As"ur+go. 4ulla rivalit% fra i due era uscitoun li"ro di &ranCois Mignet nel @.

0a frase di Proust ne ricorda una analoga di 8ergson, inMati-re et m6+moire=D<>: «5n essere umano chesognassela sua esistenza invece di vi+verla, terre""e senza du""io sotto il suo sguardo,in ogni momento, lamoltitudine infinita dei dettagli della sua storia

 passata» =1euvres

, P5&,DD, p. JD>. Ma non - escluso che Proust avesse presente unraccontodelleMille e 5na Bottein cui si narra la vicenda di un uomo che dorme,improvvisamente risvegliato.;'' risveglio, come sorpresa, - un motivo ricorrente in Proust che $uirievocai periodi di villeggiatura della sua giovinezza in un luogo checompendial’a"itazione dello zio paterno Kules Amiot a 'lliers e $uella aAuteuil dellafamiglia materna =dove nac$ue, com’- noto> e a cui d% ilnome di (om"ra9.

(irca la scelta di $uesto nome, sono state avanzatemolteplici ipotesi. 0a piaccreditata -, senza du""io, $uella che Proust ;F

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a""ia voluto, con $uesto toponimo, rendere omaggio al suo caroamico8ertrand de &6nelon, che vantava tra i suoi antenati l’omonimoscrittoreseicentesco &ranCois de &6nelon =<+@>, soprannominato «'l cignodi(am"rai».'' cinetoscopio - un apparecchio inventato da Edison nel D;,chepermetteva la visione di fotografie in movimento, ed era stato precedutodalcinematoscopio, o visione di esseri e oggetti in movimento,inventatodall’americano (oleman 4ellers nel <, che raccoglieva leimmagini,ancora discontinue e difformi, in un nastro atto alla loro rapidavisione,all’origine del processo di realizzazione dei cartoni animati.<Edizione serale del

Kournal des 26"atsche cominci# a uscire su carta rosa dal D.@Eroina di una patetica saga che dal Medioevo e""e diffusione vastis+simanell’epopea, nella narrativa, nel teatro, nella pittura e nelle stampepopolari,riproposta in un’operetta di 1ffen"ach ai 8ouffes+Parisien nelD, e chee""e ancor pi grande successo $uando, rimaneggiata e arric+chita, fu data al /h6Ttrede la 3aSt6 come opera in cin$ue atti, nel @. 'lcapitano di giustizia 3oloaccusa 3enoveffa di 8ra"ante d’infedelt% almarito 4igfrido, che la

condanna a morte: dai carnefici verr% invece a"+ "andonata in una forestadove dar% alla luce un figlio che sar% allevatocon il latte di una cerva.Alcuni anni dopo 4igfrido cacciando la stessacerva giunger% alla caverna di3enoveffa che riuscir% a convincerlo dellapropria innocenza.' Merovingi , dinas t ia dei &ranchi 4a l i i , d iscendente daMer oveo= mor to ne l ;@ c i r ca > , f o r mar ono con (lodoveo i l r egnocr is t iano dei&ranchi e s i es t insero con (hi lder ico ' ' ' nel @J. Bel lasua g iovinezzaProust fu un appassionato lettore dei

G6cits des temps m6rovingiens=;F>di Augustin /hierr9.D8athi lde - il nome del la moglie di (lodoveo '' =<D+<@>. ' lorofigli,ri"ellatisi alla madre, furono puniti col supplizio dello snervamento,ea""andonati in una "arca in mezzo alla 4enna, da dove furono salvatiecurati dai monaci di un eremo su cui fu poi costruita l’a""azia di Kumi-+ges,modello della chiesa di (om"ra9. 8athilde - anche l’eroina del0u+cien 0euHen

di 4tendhal.F

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(apelli a spazzola davanti e lunghi dietro, messi in voga dall’attore Kean+8aptiste8ressant =+<>, primo attor giovane alla (om6die+ &ranCaise.(lu" aristocratico, originario dell’'nghilterra, che aveva per scopo

i l m i g l i o r a m e n t o d e l l e r a z z e e $ u i n e e l ’ o r g a n i z z a z i o n e d e l l ec o r s e d i ;

cavalli. A Parigi ne sorse uno analogo nel , con severissime regolediammissione.J

'' conte di Parigi - 0ouis+Philippe+Al"ert d’1rl6ans =+D;>, pre+tendente altrono col nome di &ilippo )''. 'l principe di 3alles - il titolodell’erede altrono in 'nghilterra, $ui in particolare il futuro Edoardo )''=;+DF>, figlio diAl"erto e della regina )ittoria, alla $uale successe.&avorì «l’entente cordiale»con la &rancia in funzione antitedesca.*uartiere sulla riva sinistra della 4enna. Bel ?)'' e ?)''' secolo vi furonocostruite le residenze pi eleganti dell’aristocrazia, sicch6 diven+ne sinonimo di$uartiere elegante.;0ungo viale che prende il nome del "arone Naussmann =FD+D>,artefice dei$uartieri moderni della «rive droite» sotto il '' 'mpero: Proustvi a"it# al n. FJ, dopola morte della madre, dal DF< al DD.Aristeo s’immerse nel regno delle ac$ue, «in seno a /eti», per chie+dereaiuto a sua madre, la ninfa (irene, dopo che gli d-i avevano fattomoriretutte le api da lui allevate per punirlo di aver cagionato, sia

 pureinvolontar iamente, la morte di Euridice, di cui era invaghito. (osì rac+conta )irgilio nelle

3eorgiche, canto '), vv. @+D.<Maionese piccante, ottenuta con l’aggiunta di mostarda, pepe di (a+ienna, capperi,cerfoglio e dragoncello.@0ocalit% nei pressi di 0ondra, dove aveva a"itato il conte di Parigi ela famigliad’1rl6ans esule in 'nghilterra, e che rimase a lungo il centro dell’opposizionemonarchica in esilio.

Mme de 46vign6 =<J<+<D<>, le cui0ettres

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alla figlia =pu""licate solonel @J<> costituiscono un’importante fonte diinformazione della vita fa+miliare e sociale del suo tempo.DPatrice de Mac+Mahon =F+D>, maresciallo di &rancia, sconfissegli austriaci a

Magenta =D>, ma fu, a sua volta, sconfitto dai prussiani a4edan =@F>. &u presidente della Gepu""lica dal @ al @D.JF/re statisti al servizio della monarchia orleanista: il conte 0ouis+Ma+t h i e u M o l 6= @ + > f u p r i m o m i n i s t r o d a l < a l D , i lducaUtienne+2enis Pas$uier =@<@+<J> presidente della (amera dei Pariecancel liere di &rancia, i l duca Achille+(harles+06once+)ictor de8roglie=@+@F> ministro degli Esteri con l’avvento di 0uigi &ilippo e nelpresidente del (onsiglio. (itati anche nel (ontre 4ainte+8euve, come per+sonaggi, a cui $uel critico dava pi importanza che a 4tendhal, 8alzaco8audelaire =pp. JJD+JF>.J*uesta cassa di Asti spumante regalata da 4Hann potre""e essereunareminiscenza di una scena d’amore del09s rouge=D;> di Anatole&rance. ;J

JJEdme+Armand+3aston d’Audiffret+Pas$uier =J+DF> fu presi+dente nel@ della (amera e poi del 4enato: consigliere politico del con+te di Parigi, nel D<si stacc# dal partito orleanista.JNenri+Pol9dore Mau"ant =J+DFJ>, attore della (om6die+&ranCai+se, specializzatonella parte di «padre no"ile», - $ui associato, non a caso,al personaggio di )inteuil,

tragica figura di padre.J;Amalia Materna =;@+D>, cantante austriaca che interpret# perprima la

 parte di 8runilde nellaValchiriadi Vagner a 8a9reuth nel @<.&orse, Proust allude sottilmente a un’analogiatra il comportamento delpersonaggio Hagneriano e $uello della signorina )inteuil,sulla cui storiasi soffermer% a lungo, nel prosieguo della «Gecherche».J Kean+8aptiste+0ouis+Andrault, marchese di Maul6vrier =<@@+@;>,fuam"asciatore di &rancia a Madrid, nel periodo in cui 0ouis de Gou+vro9,

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duca di 4aint+4imon =<@+@>, vi fu mandato come am"asciatorestraordinario per favorire il matrimonio di 0uigi ?) con l’'nfanta di 4pa+gna. BeiM6moiresil duca di 4aint+4imon parla dei suoi violenti contrasticon lui.

J<4ono due citazioni, la prima al$uanto approssimativa, com’- a"itua+le a Proust, e laseconda esatta, daiM6moires di 4aint+4imon=ed. Pl6iade, t.)''', p. J>, che assumono nel nuovo contesto significati ulteriori.4aint+4imon non accenna, se non di sfuggita, una volta, all’omosessualit%diMaul6vrier. Proust, invece, sem"ra voler creare un doppio senso circailrifiuto di far conoscere i propri figli a un personaggio di rango inferiore.J@«*uante virt, signore, ci fate detestare» Pierre (orneille,0a Mortede Pomp6e, atto ''', scena '), v. F@J. 0’esclamazione - rivolta da (ornelia,vedova diPompeo, a (esare che ha dato ordine di trattarla con tutti glionori, in $uantomoglie di un eroe.JPrescrizioni rituali della religione e"raica che si trovano nella8i""ia,la prima inEsodo

=??''', D e ???'), J<> e in2euteronomio=?'), J>, lasec on da in3enesi=???'', > , in rapporto al la lot ta di 3iaco""e conl’Angelo. *uantoallo sterminio dei "am"ini , il riferimento evidente - aErode.JD'' miracolo di /eof i lo =non santo, come scr ive Prous t >7

dovutoall’intervento della Madonna, che lo salv#, nonostante $uesti avesse sot+toscritto un patto col diavolo7- narrato nella0eggenda aureadi Kacopoda )aragine =JJ ca.+JD>, ripreso nelMiracle de /h6ophiledi Gute"oeuf =morto attorno al JD> ed - il pi raffigurato nelle cattedrali francesi,sesi deve credere allo storico dell’arte Umile MTle, di cui Proust lesse

conestremo interesse il li"ro0’Art religieu du ?'''e

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si-cle en &rance=D>. ;

F' $uattro figli di Aimone o Ginaldo di Montal"ano- un romanzo cavalle+resco, la cui pi antica versione risale al ?'' secolo.

 Barra del la lotta im+posta da (arlo Magno al padre contro i $uattro figli che loavevano offe+so. 2opo la riconciliazione, Ginaldo compie un viaggio a 3erusalemmeepone mano alla costruzione della cattedrale di 4an Pietro a (olonia.G e ci pi en te c o n a c$ u a c he , a ll a f in e d el p ra n zo , v e in va p or ta toadogni commensale per consentirgli di sciac$uarsi la "occa o le dita.

J0e 4tor ie di A"ramosono una serie di affreschi di 8enozzo 3ozzoli=;JF+;D@>, nel (amposantomonumentale di Pisa. *uesti affreschi ave+vano molto impressionato Kohn GusLin,che ne scrisse inModern Painters=;+<F>.0a casa natale di Auteuil e il suo giardino furono demoliti per co+struireavenue Mozart, verso la fine del secolo, e il fatto - gi% ricordato in Kean 4anteuil=pp. <;@F>. Ad Auteuil il piccolo Marcel e la sua famigliatrascorrevano

 "revi periodi di riposo, $uando non c’era tempo sufficien+te per andare fino a 'lliers.; interessante confrontare $uesto passo con i princìpi pedagogici so+stenuti da AdrienProust, il padre dello scrittore, nell’opera0’N9gi-ne dun6urast6ni$ue=D@>.

' li"ri di 3eorge 4and =F;+@<> citati nel testo diventarono su"itoli"r i daregalare ai "am"ini come strenne. Mentre le poesie di Alfred deMusset=F+@>, gli scritti di Kean+Kac$ues Gosseau =@J+@@> e'ndia+nadellla stessa 4and sono li"ri pi impegnativi.<0a figura della nonna rappresenta sim"olicamente il tentativo di tro+vare un punto die$uili"rio e di incontro fra arte e vita, genio e salute, sa+pere e innocenza. (omesappiamo, la conclusione di Marcel fu affattodiversa.

@/re pittori molto famosi per le riproduzioni dei loro $uadri, Kean+8aptiste+(amille (orot =@D<+@>, la cui

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(attedrale di (hartressi trova al0ouvre, Nu"ert Go"ert =@+F> che prese ispirazione dalle fontanedi4aint+(loud in molte sue opere, e Villiam /urner =@@+> che com+

 pose molti disegni e ac$uerelli del )esuvio.

(ele"re incisione dell’5ltima (enaeseguita da Gaffaello Morghen=@<+>.D/iziano )ecellio =;DF+@<>, uno dei pi grandi pittori del Ginasci+mento,

 pi cele"re per la spaziata prospettiva dei suoi $uadri e la psico+logia dei ritratti chenon per le vedute di )enezia.;F&ranCois le (hampi=;> di 3eorge 4and racconta di un trovatelloche scopre l’affetto di unavera madre nella "ella mugnaia Madeleine.2opo alcuni anni e varievicissitudini l’affetto si trasforma in amore e i ;;

d u e s i s p o s a n o . B e l m a n o s c r i t t o d i 4 H a n n a l l al e t t u r a s e g u i v a l’enunciazione d i una dottrina estetica, che l’autoresposter% nel /emporitrovato.;«'l punto essenziale del loro insegnamento - che le anime non peri+scono ma che,dopo morte, passano da un corpo all’altro.» *uesto passodel2e 8ello gallicodi (esare =)', ;, > - riferito ai 2ruidi. 5n altro passosimile di 2iodoro si trova

nella 8i"lioteca storica =), J, <>, riferito ai 3al+li. *ui Proust fa riferimento allacredenza dei 3alli, pur usando il termi+ne pi estensivo «celtico».;J0e conchiglie sono state il sim"olo dei pellegrini che andarono persecoli datutta la cristianit% a 4antiago de (ompostela, in 3alizia, a ;Fchilometri da&inisterre e dall’1ceano Atlantico. ' fedeli erano soliti pren+derle alla fine del viaggioe applicarsele sul mantello, come testimonian+za e ricordo delle tante faticheaffrontate, in spirito di devozione. ' dolci f a t t i a c o n c h i g l i a f u r o n oa n c h e c h i a m a t i « p e t i t e s m a d e l e i n e s » o « m a d e l e i n e t t e s » .

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(o m"ra9, di lontan o, a diec i leg he al l ’ into rn o, vis ta d al laferrovia,$uando ci arrivavamo l’ultima settimana prima di Pas$ua, erasoltantouna chiesa che riassumeva la citt%, la rappresentava, parlava di lei e

 per lei in lontananza, e, $uando ci si avvicinava, teneva stretti intorno al suoampio

manto scuro, in piena campagna, contro vento, come una pastorale sue pecore, i dorsilanosi e grigi delle case raggruppate, che un resto di "astioni medievali cingeva $ua el% con una linea perfettamente circolare,come una piccola citt% nel $uadro di un

 primitivo. Ad a"itarla, (om"ra9era un po’ tr iste, come le sue strade, dove lecase, costruite con la pietranerastra del luogo, precedute da gradiniall’esterno, incappucciate dafrontoni che proiettavano la propria om"ra suldavanti, erano tanto scureche occorreva, $uando il giorno cominciava a declinare,rialzare le tendenelle «sale»! strade dai severi nomi di santi =molti dei $uali siricollegava+no alla storia dei primi signori di (om"ra9>: rue 4aint+Nilaire, rue4aint+ Kac$ue s dov ’era l a casa del la zia, rue 4 ainte+ Nildeg arde su cuidava i lcancello, e rue du 4aint+Esprit su cui si apriva la porticina laterale delsuogiardino! e $ueste vie di (om"ra9 vivono in una zona della mia memoriacosìremota, dipinta di colori così differenti da $uelli che ora rivestono ilmondo per me,che in verit% mi appaiono tutte, e la chiesa che le domina+va sulla piazza, pi irrealiancora, delle proiezioni della lanterna magica!e, in certi momenti, mi pare che poter ancora traversare rue 4aint+Nilaire,poter prendere a pigione una camera in ruede l’1iseau7nella vecchialocanda dell’

1iseau &lesch6;, che dalle finestre dello scantinato emanavaun odore di cucina che mi arriva ancora atratti, non meno intermittentee caldo7significhere""e entrare in contatto con un Aldil% pi meravi+gliosamentesoprannaturale che non fare conoscenza con 3olo e parlarecon 3enoveffa di8ra"ante.0a cugina del nonno7

la mia prozia7

 presso la $uale a"itavamo, erala madre di $uella zia 06onie che, dopo la morte di suomarito, lo zio 1c+tave, non aveva pi voluto lasciare, prima (om"ra9, poi a(om"r a9 l a s ua cas a , po i l a s ua camer a , i n f i ne i l s uo l e t t o , e non«scendeva» pi, sempre coricata in un vago stato di afflizione, di de"olezza fisica,di ma+lattia, di idea fissa e di devozione. 'l suo appartamento personaledavasulla rue 4aint+Kac$ues, che sfociava, molto pi in l%, nel Prato grande=incont rappos iz ione a l Pra to p iccolo, verdeggiante ne l cent ro de l l a

citt%,all’incrocio di tre strade> e che, uniforme, grigiastra, con i tre alti gradinidiarenaria davanti a $uasi tutte le porte, faceva pensare a un’insenatura,pra t icata da

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un i n t ag l i a to r e d i f i gur e go t i che ne l l a s t e s s a p i e t r a i n cu i avr e""escolpi to un presepio o un calvar io. 0a zia non a"i tava pi, in ;<

realt%, che due stanze contigue, trattenendosi il pomeriggio in una men+tre cam"iavaaria nell’altra. Erano di $uelle stanze di provincia che7co+sì come in certi paesi, intere porzioni dell’aria o del mare sono illuminateo

 profumate da miriadi di protozoi che non vediamo7ci incantano coni mille odori che vi emanano le virt, la saggezza, le a"itudini, tuttaunavita segreta, invisi"ile, sovra""ondante e morale che l’atmosfera vi tienesospesa!odori pur sempre naturali, certo, e colori del tempo, come $uellidella campagnavicina, ma gi% casalinghi, umani e stantii, gelatina s$uisi+ta , indust r iosa e

l impida di tut t i i f rut t i del l ’anno che hanno lasciatol ’al"ero per ladispensa! stagionali, ma che sanno di mo"ili e di casa, mi+t igant i l’ asp rezzadel la "r ina con la dolcezza del pane caldo, ozios i e puntuali come unorologio di paese, vaghi e precisi, incuranti e previ+denti, lindi, mattutini,devoti, felici di una pace che d% soltanto una piforte agitazione e di una

 prosaicit% che funge da inesauri"ile riserva dipoesia per colui che l’attraversasenza averci vissuto. 0’aria, lì, era saturadella $uintessenza di un silenzio cosìsostanzioso, così succulento, che ionon mi ci addentravo senza una sorta digolosit%, soprattutto in $uelleprime mattine ancora fredde della settimana di

Pas$ua in cui lo assapo+ravo meglio perch6 ero appena arrivato a (om"ra9: pr ima che potessient rare dal la zia per dar le il "uongiorno, mi facevanoaspettare un mo+mento, nell’altra stanza, dove il sole, ancora invernale, era venutoa met+tersi al caldo davanti al fuoco che, gi% acceso fra i due mattoni, spandevaintutta la stanza un odore di fuliggine, facendone $ualcosa come uno di$uei grandicamini di campagna, o di $uelle cappe di camino dei castellisotto le $uali ci si augurache fuori si scateni la pioggia, la neve, finanche$ualche catastrofe diluviale, per aggiungere al conforto del riparo la poe+sia del chiuso invernale! facevo $ualche

 passo dal l’ inginocchiatoio al le pol trone di vel luto ara"escato, sempre

r icoper te con un poggiatesta all’uncinetto! e il fuoco, cuocendo come una pastagli odori appetitosi dicui l’ar ia della stanza era tutta rappresa, gi% «lavorati» efatti lievitaredalla freschezza umida e soleggiata del mattino, li tirava a sfoglia, lido+rava, li increspava, li gonfiava, facendone un invisi"ile e palpa"iledolceprovinciale, un immenso «"om"olone» nel $uale, gustati appena gli aro+m i

 p i c r o c c a n t i , p i f i n i , p i c e l e " r a t i , m a a n c h e p i a s c i u t t i dell’armadio a muro, del cassettone, delle carte ara"escate, tornavo sem+

 pre con inconfessata avidit% a invischiarmi nell’odore intermedio, appic+cicoso,insipido, indigesto e fruttato del copriletto a fiori.Bella stanza vicina, sentivo la

zia chiacchierare da sola a mezza voce.Parlava sempre sottovoce perch6credeva di avere in testa $ualcosa dirot to e di f lut tuante che avre""emesso fuor i pos to par lando t roppo

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 ;@forte, ma non restava mai a lungo, anche se era sola, senza dire $ualcosa,perch6

 pensava che fosse salutare per la sua gola e che, impedendo al sanguedi ristagnarvi, rendesse meno fre$uenti i soffocamenti e gli affan+ni di cui soffriva!

inoltre, nell’inerzia assoluta in cui viveva, dava alle sueminime sensazioniun’importanza straordinaria! le dotava di una motili+t% per cui le riusciva difficiletenerle per s6 e, in mancanza di un confi+dente a cui comunicarle, leannunciava a se stessa, in un monologo per+pet uo che cos tit uiv a la suasola forma di at t ivi t%. 2isgraz iatame nte, avendo preso l’a"itudine di

 pensare a voce alta, non sempre si accertavache nella stanza vicina non ci fossenessuno, e spesso la sentivo dire a sestessa: «2evo ricordarmi "ene che non hodormito» =poich6 non dormiremai era la sua grande pretesa, di cui noi tuttirecavamo nel nostro lin+ gua gg io un a r i s p e t t o s a t r ac c i a : a l ma t t i n o&ranCoise non andava a«svegliar la», ma «entrava» nel la sua camera!$uando la zia voleva fareun sonnellino, durante la giornata, si diceva chedesiderava «riflettere» o«riposare»! e $uando, discorrendo, le capitava didimenticarsene, fino alpunto di dire: «ci# che mi ha svegliato», oppure «ho sognatoche», arros+siva e si correggeva immediatamente>.2i lì a poco, entravo a darle un

 "acio! &ranCoise metteva in infusione ilsuo t-! oppure, se la zia si sentiva agitata,chiedeva invece la tisana, ed ioero incaricato di lasciar cadere dal sacchetto dellafarmacia in un piatto ladose di tiglio da versare poi nell’ac$ua "ollente. 3listeli, disseccandosi,si erano incurvati in un intreccio capriccioso, nei cui interstizisi aprivanoi pallidi fiori, come se un pittore li avesse disposti, li avesse messi in

 posanella maniera pi ornamentale. 0e foglie, perduto o mutato il loro aspet+to,avevano l’aria delle cose pi disparate, un’ala trasparente di mosca, ilrovescio "iancodi un’etichetta, un petalo di rosa, ma ammucchiate, fran+tumate o intrecciate come

 per la confezione di un nido. Mille piccoli det+tagli inutili7deliziosa prodigalit% del farmacista7che sare""ero statisoppressi in una preparazione industriale, mi offrivano, come unli"ro incui ci si meraviglia di trovare il nome di una persona conosciuta, il piace+re di

capire che si trattava proprio degli steli di veri tigli, come $uelli chevedevo in avenuede la 3are, trasformati, appunto perch6 non erano del+le copie, ma loro stessi,invecchiati. E poich6 ogni nuovo carattere non era in essi che la metamorfosi diun carattere primitivo, in certe pallotto+line grigie riconoscevo le gemme verdiche non erano giunte a matura+zione! ma soprattutto il "agliore roseo, lunare edolce, che faceva spiccarei fiori nella fragile foresta degli steli, dove stavanosospesi come piccolerose d’oro7segno, come il chiarore che rivela ancora su un muro il luo+go di un affresco

cancellato, della differenza tra le parti dell’al"ero che ;erano state «colorate» e $uelle che non lo erano state

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7, mi mostrava che$uei petali erano proprio gli stessi che, prima di infiorare ilsacchetto difarmacia, avevano diffuso il loro profumo nelle sere di primavera.*uellafiamma rosa di cero, era ancora il loro colore, ma a met% spento e assopi+to, in

$uella vita limitata che era adesso la loro, e che - come il crepusco+lo dei fiori. 2ilì a poco, la zia avre""e immerso nell’infuso "ollente, dicui assaporava ilgusto di foglia morta o di fiore avvizzito, una

 petite ma+deleine, di cui mi tendeva un pezze t to $uando fosse s ta toa""astanzamolle.2a un lato del suo letto c’era un grande cassettone giallo, in legnodi li+m o n e , e u n t a v o l o c h e a v e v a , a l t e m p o s t e s s o ,$ u a l c o s a d e l " a n c o d’officina e dell’aitar maggiore, dove, sotto una statuettadella )ergine euna "ottiglia di )ich9+(6lestins, si trovavano dei li"ri da messa e delleri+cette mediche, tutto $uanto le occorreva per seguire dal suo letto gli uffi+cireligiosi e il suo regime, per non perdere l’ora della pepsina n6 $uelladeivespri. 2all’altro lato, il letto lam"iva la finestra, e lei aveva la stradas ot to gl ioc chi , e v i leg gev a d a mat t in a a sera , p er vince re la n oia ,al lamaniera dei principi persiani, la cronaca $uotidiana ma immemora"iledi(om"ra9, che commentava poi con &ranCoise.Bon ero rimasto con la zianemmeno cin$ue minuti, che gi% mi man+dava via, per paura che la stancassi.Porgeva alle mie la""ra la sua tristefronte, pallida e spenta, sulla $uale, a$uell’ora del mattino, non avevaancora s is temat o i capel l i f int i , dovele ve rt e" re tr asp ar iv ano co me le punte di una corona di spine o come i grani

di un rosario;;, e mi diceva:«4u, "am"ino mio, vai, vai a prepararti per la messa! e se gi da "assoin+contri &ranCoise, dille di non stare troppo a gingillarsi con voi, che salgapresto avedere se non ho "isogno di $ualcosa».'n effetti, &ranCoise, che da molti anni era alsuo servizio, e non sospet+tava allora di dover entrare un giorno direttamente alnostro, trascuravaun po’ la zia nei mesi in cui eravamo lì. Bella mia infanzia, primache an+dassimo a (om"ra9, $uando ancora la zia 06onie passava l’inverno a Pa+rigida sua madre, c’era stato un tempo in cui conoscevo così poco &ra+ nC oi se

c he , i l p ri mo g en na io , p ri ma d i e ntr ar e i n c asa d el la p ro zi a,lamamma mi metteva in mano una moneta da cin$ue franchi e midiceva:«4oprattutto, non s"agliarti di persona. Prima di darla, aspetta di sentir+midire: Q8uongiorno &ranCoiseQ! intanto, ti toccher# leggermente il "rac+cio». Eravamoappena giunti nell’anticamera "uia della zia, e gi% scorge+vamo, nell’om"ra, sottole pieghe di una cuffia a""agliante, rigida e fra+gile, come fosse stata dizucchero filato, le onde concentriche di un sorri+so di anticipata riconoscenza. Era&ranCoise, immo"ile ed eretta nel vano ;D

della piccola porta del corridoio, come una statua di santa nella sua nic+chia. *uando ci si era un po’ a"ituati a $uelle tene"re da cappella, si di+

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stingueva sul suo viso l’amore disinteressato per il genere umano, il ri+spetto commosso per le classi elevate, esaltato nelle pi no"ili regioni delsuo cuoredalla speranza delle mance. 0a mamma mi pizzicava il "racciocon forza e diceva avoce alta: «8uongiorno, &ranCoise». A $uel segnale,le mie dita si aprivano

e lasciavano cadere la moneta che trovava a rice+verla una manoimpacciata, ma tesa. Ma, da $uando andavamo a (om+ "ra9, non conoscevonessuno meglio di &ranCoise! eravamo i suoi predi+letti, aveva per noi, almeno nei

 primi anni, altrettanta considerazione cheper la zia, ma anche un’attrazione pi viva, perch6 in noi si aggiungeva,al prestigio di far parte del la famiglia =lei aveva ilrispetto di un tragicogreco per i legami invisi"ili che, tra i mem"ri di una famiglia,crea la cir+colazione di uno stesso sangue>, il fascino di non essere i suoi

 padronia"i tua l i . (osì , con $uale gioia ci accogl ieva , compiangendoci per nonaver trovato ancora un tempo migliore, il giorno del nostro arrivo, la vi+giliadi Pas$ua, $uando spesso soffiava un vento gelido, mentre la mam+ma le chiedevanotizie della figlia e dei nipoti, se il nipotino era grazioso,che cosa pensavano di faredi lui, se somigliava a sua nonna;.E $uando non c’era pi nessuno, la mamma, sapendo che &ranCoise piangevaancora i suoi genitori morti da molti anni, le parlava di loro condolcezza, ledomandava mille dettagli su $uel che era stata la loro vita.Aveva capito che&ranCoise non amava il genero, e che $uest i le gua+ stava il piacere di stare consua figlia, con la $uale non parlava altrettan+to li"eramente $uando c’era lui.(osì, $uando &ranCoise li andava a tro+vare, a poche leghe da (om"ra9, la

mamma le diceva sorridendo: «Bon- vero &ranCoise che, se Kulien si -dovuto assentare e avete Marguerite tutta per voi, l’intera giornata, ne sietedesolata, ma ve ne fate una ragio+neI». E &ranCoise rispondeva ridendo: «0asignora sa tutto! la signora -peggio dei raggi ?;<=pronunciava la con difficolt% ostentata, e con unsorriso, per canzonare sestessa, ignorante, che usava $uel termine dot+to>, che hanno fatto venire per la signora 1ctave e che vedono $uel che avete nel cuore», e spariva, confusa checi si occupasse di lei, forse perch6non la vedessimo piangere! la mamma era la prima

 persona a darle $uel+la dolce emozione di sentire che la sua vita, le sue felicit%, i suoidispiace+ri di contadina potevano presentare $ualche interesse, essere motivodigioia o di tristezza per un’altra persona. 0a zia si rassegnava a privarsiun

 poco di lei , durante il nostro soggiorno, sapendo $uanto miamadreapprezzasse il servizio di $uella domestica così intelligente e attiva,cheera a l t r e t t an to "en in ord ine a l l e c in$ue de l mat t ino , ne l l a suacucina,F

sotto la sua cuffia la cui pieghettatura smagliante e rigida sem"rava di "i+scuit

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, c ome $ ua nd o si r ec av a a ll a me ssa so le nn e! c he fa ce va o gn icosaperfettamente, lavorando come un cavallo, sia che stesse "ene in salute ono, masenza strepiti, con l’aria di non far niente, la sola fra le domesti+ che della ziache, $uando la mamma chiedeva dell’ac$ua calda o del caf+f- nero, li portasse

veramente "ollenti! era una di $uelle persone di servi+zio che, in una casa, sono a untempo $uelle che di primo acchito piaccio+no meno a un estraneo, forse perch6non si prendono la pena di farne lacon$uista e non gli dimostrano unaspeciale premura, sapendo "enissi+mo di non averne alcun "isogno, chesmetteranno di riceverlo piuttostoche privarsi del loro servizio! e che sono,invece, $uelle a cui i padronitengono di pi, avendo sperimentato le lororeali capacit%, e non curan+dosi di $uell’ama"ilit% superficiale, di $uelchiacchiericcio servile che im+pressiona favorevolmente un visitatore, ma che ricopresovente una ine+duca"ile nullit%.*uando &ranCoise, dopo aver "adato che i mieigenitori avessero tutto$uel che occorreva loro, risaliva una prima volta dallazia per darle lasua pepsina e chiederle cosa volesse per colazione, era "enraro che nonle toccasse gi% esprimere il suo parere o fornire spiegazioni su$ualcheavvenimento importante:«&ranCoise, pensate, la signora 3oupil -

 passata con pi di un $uarto d’ora di ritardo per andare a prendere sua sorella! per  poco che si attardil u n g o l a s t r a d a , n o n m i s t u p i r e " " ea f f a t t o c h e a r r i v a s s e d o p o l ’ e l e v a z i o n e .7Eh non ci sare""e da meravigliarsi, rispondeva &ranCoise.7

&ranCoise, se foste venuta cin$ue minuti prima, avreste visto passa+re la signora'm"ert con degli asparagi due volte pi grossi di $uelli dellacomare (allot! cercatedun$ue di sapere dalla sua domestica dove li hatrovati. )oi che, $uest’anno,ci servite asparagi in tut te le salse, avrestepotuto prenderne di simili per i nostriviaggiatori.7

 Bon ci sare""e da meravigliarsi se venissero dall’orto del signor cu+rato, diceva&ranCoise.7

Ah figuriamoci, mia povera &ranCoise, replicava la zia alzando lespalle, proprio dal curato 4apete "ene che riesce a far crescere solo catti+vi asparagi daniente. )i dico che $uelli erano grossi come un "raccio.Bon come il vostro,s’intende, ma come il mio povero "raccio, che si -tanto smagrito ancora$uest’anno.«&ranCoise, non l’avete sentito $uello scampanio che mi hascon$uas+sato la testaI7

 Bo, signora 1ctave.

7Ah mia povera ragazza, deve essere "en dura la vostra testa, poteteringraziare il "uon 2io. Era la Maguelone, che - venuta a cercare il dot+ tor Piperaud.

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uscito su"ito con lei, e hanno svoltato in rue de l’1iseau.4icuramente c’- un "am"inomalato.71h mio 2io, sospirava &ranCoise, che non poteva sentir parlare diuna

disgrazia capitata a uno sconosciuto, foss’anche in una parte remotadel mondo, senzacominciare a gemere.7&ranCoise, ma per chi hanno suonato la campana a mortoI Ah 2iomio, sar%

 per la signora Gousseau. Ecco, avevo dimenticato che se n’- an+data l’altra notte. Ah- tempo che il "uon 2io mi chiami a s6, non so piche ne - della mia testa dopo lamorte del mio povero 1ctave. Ma vi fac+cio perdere tempo, figlia mia.7Ma no, signora 1ctave, il mio tempo non - così prezioso! colui chel’haf a t t o n o n c e l ’ h a v e n d u t o . ) a d o s o l o a v e d e r e c h e i l f u o c o n o nsi spenga.(osì, &ranCoise e la zia valutavano insieme, nel corso di $uellasedutamattutina, i primi avvenimenti della giornata. Ma, a volte, $uegli avveni+mentirivestivano un carattere così misterioso e grave che la zia sentiva di non poter aspettare il momento in cui &ranCoise sare""e salita, e $uat+tro formida"ili colpi dicampanello risuonavano per la casa.«Ma, signora 1ctave, non - ancora l’ora della

 pepsina, diceva &ranCoi+se. &orse vi siete sentita mancareI7Ma no, &ranCoise, diceva la zia, cio- sì, sapete "ene che ormai i mo+menti in cuinon ho dei mancamenti sono molto rar i ! un giorno me neandr#, come

la signora Gousseau, senza aver avuto il tempo di accorger+mene! ma non - per $uesto che ho suonato. (i credereste che ho appenavisto, come vedo voi, lasignora 3oupil con una "am"ina che non cono+scoI 4u, andate a prendere duesoldi di sale da (amus. "en difficile che/h6odore non sappia dirvi chi -.7Ma sar% la figlia del signor Pupin», diceva &ranCoise, che preferivaattenersia una spiegazione immediata, essendo gi% stata due volte $uellamattina da(amus.«0a figlia del signor Pupin 1h 4tento a crederci, mia povera &ranCoi+se )i

 pare che non l’avrei riconosciutaI

7Ma, voglio dire, non la grande, signora 1ctave, la piccola, $uellache - incollegio a Kou9. Mi sem"ra di averla gi% vista, stamattina.7Ah salvo che non sia così, diceva la zia. 2ovre""e essere venuta perle feste. così

 Bon c’- "isogno di altre indagini, sar% venuta per le feste.Ma allora, da un momentoall’altro, potremo certamente vedere la signo+ra 4azerat suonare alla porta di suasorella per la colazione. 4ar% così NoJ

visto il ragazzo di 3alopin passare con una torta )edrete che la torta sa+r% stata per lasignora 3oupil.7

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2al momento che la signora 3oupil ha visite, non tarderete, signora1ctave, a vederetutti i suoi rientrare per il pranzo, poich6, ormai, non -pi tanto presto», diceva&ranCoise che, nella fretta di scendere per occu+parsi del pranzo, non era dispiaciutadi lasciare alla zia $uella possi"ilit%di distrazione.«1h non prima di mezzogiorno»,

rispondeva la zia con un tono rasse+gnato, mentre gettava sulla pendola unosguardo in$uieto, ma furtivo,per non lasciar vedere che lei, che aveva rinunciato aogni cosa, provavatuttavia, nello scoprire $uali persone la signora 3oupil avesseinvitato apranzo, un piacere così vivo, e che, purtroppo, ancora si sare""e fatto at+t e n d e r e p e r p i d i u n ’ o r a . « E , p e r g i u n t a , c i # a c c a d r % d u r a n t e i lmiopranzo», aggiunse sottovoce, tra s6 e s6. 'l suo pranzo era una distrazio+nesufficiente perch6 non ne desiderasse un’altra nel medesimo tempo.«)iricorderete, almeno, di portarmi le mie uova alla crema in un piattopianoI»Erano i soli decorati con figure, e ad ogni pasto la zia si divertivaa leggere la storiadi $uello che le era toccato $uel giorno. 4i metteva gliocchiali, decifrava:Ali 8a"% e i $uaranta ladroni, Aladino o la lampada magica, e dicevasorridendo: «8enissimo, "enissimo».«4arei andata volentieri da (amus O », diceva&ranCoise, vedendo chela zia non ce l’avre""e pi mandata.«Ma no, non vale pila pena, - sicuramente la signorina Pupin. Miapovera &ranCoise, mi rincresce diavervi fatto salire per niente.»Ma la zia, lo sapeva "ene, non era per niente cheaveva chianiato &ra+nCoise, giacch6, a (om"ra9, una persona «che non siconosceva» era unessere altrettanto incredi"ile $uanto un dio mitologico, edi fatto non si ricordava che, ogni volta che si era verificata, in rue du 4aint+Esprit osul+la piazza, una di $uelle apparizioni stupefacenti, ricerche "en

condottenon avessero finito per ridurre il personaggio favoloso alle proporzionidi una «persona conosciuta», o personalmente, o in astratto, nel suostatoc iv il e, p er a v er e u n c er to g ra d o d i p ar en te l a c o n $ u al ch ea"itante d i(om"ra9. Era il figlio della signora 4auton che tornava dal serviziomili+tare, la nipote dell’a"ate Perdreau che usciva dal convento, il fratello delcurato,esattore a (hTteaudun che era appena andato in pensione o che era venuto per le feste. 4corgendoli, si era provata l’emozione di credereche ci fosse a (om"ra9$ualcuno che non si conosceva, semplicementeperch6 non lo s i erar i conos c iu to o i den t i f i ca to s u" i t o . Eppur e , mol to t empo p r ima , l a

s i gnor a 4au ton e i l cu r a to avevano f a t t o s ape r e cheas pe t t avano iloro «viaggiator i». *uando, la sera , r ient rando, sal ivo araccontare alla zia la nostra passeggiata, se avevo l’imprudenza di dirlecheavevamo incontrato, dalle parti del Ponte )ecchio, un uomo che ilnonnonon conosceva: «5n uomo che il nonno non conosce, esclamavalei. Ah nonlo credo proprio». Bondimeno, un po’ emozionata per lanovit%, volevaverderci chiaro, il nonno veniva convocato. «(hi avete in+contrato, zio, dalle parti delPonte )ecchioI un uomo che non conosceva+teI

7Ma no, rispondeva il nonno, era Prosper, il fratello del giardinieredella signora8ouille"oeuf.

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7Ah "ene», diceva la zia, tran$uillizzata eun po’ congestionata! e, alzando lespalle con un sorriso ironico, soggiun+geva: «E lui mi diceva che avevate incontratoun uomo che non conosce+vate». E mi si raccomandava di essere pi accorto,

un’altra volta, e dinon agitare pi la zia così, con parole avventate. 4i conoscevanotutti così "ene, a (om"ra9, animali e persone, che se per caso la zia avessevistopassare un cane «che non conosceva», non avre""e smesso di pensarci ediconsacrare a $uel fatto incomprensi"ile le sue capacit% induttive e le sue oredi li"ert%.«4ar% i l cane de l l a s ignora 4azera t», d iceva &ranCoise ,senza troppaconvinzione, ma per amor di $uiete, e perch6 la zia non si«rompesse latesta.»«(ome se non conoscessi il cane della signora 4azerat»,rispondeva lazia, il cui spirito critico non ammetteva tanto facilmente un fatto.«Ahsar% il nuovo cane che il signor 3alopin ha portato da 0isieu.7Ah sar% $uello.7Pare che sia un animale molto socievole», aggiungeva &ranCoise,ch edo vev a l’ in for maz io ne a /h 6od ore, «intel l igente c ome unessereumano, sempre di "uonumore, sempre affettuoso, sempre divertente,in$ualche modo. raro che un animale così giovane si comporti gi%tanto "ene. 4ignora 1ctave, "isogner% che vi lasci, non ho tempo di divertirmi!sono$uasi le dieci, il mio fornello non - neppure acceso, e devo ancora pulire gliasparagi.

7(ome &ranCoise, di nuovo asparagi ma - una vera fissazione che vih a p r e s o$ u e s t ’ a n n o c o n g l i a s p a r a g i , f i n i r e t e p e r s t a n c a r e inostriparigini7Ma no, signora 1ctave, gli piacciono molto. /orneranno dalla chiesapieni di appetito,e vedrete che per mangiarli non si faranno pregare.7Ma in chiesa, devono esserci gi%! farete "ene a non perdere tempo.Andate a

 "adare al vostro pranzo.»Mentre la zia conversava così con &ranCoise, io andavo coni miei geni+tori alla messa. *uanto l’amavo, con $uanta nitidezza la rivedo, lanostrachiesa 'l suo vecchio portico per i l $uale entravamo, nero,

 "ucherellato;come una schiumarola, era incurvato e profondamente incavato negli an+goli =nondiversamente dall’ac$uasantiera verso cui ci conduceva>, comese il dolce sfiorare deimantelli delle contadine che entravano in chiesa edelle loro dita timide che

 prendevano l’ac$ua "enedetta, ripetuto per se+coli, avesse potuto ac$uistare una forza

distruttiva, piegare la pietra e in+cidervi solchi, come ne traccia la ruota deicarretti sul paracarro andan+dovi a urtare giorno dopo giorno. 0e sue pietresepolcrali

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;@, sotto le $ualila no"ile polvere degli a"ati di (om"ra9, l% sepolti, forniva al corocomeun pavimento spirituale, non erano, neppur esse, di materia inerte e du+ra,giacch6 il tempo le aveva rese tenere e le aveva fatte colare come mie+l e fuor i dei

conf in i de l loro r i$uadro , che $ui avevano o l t r epassa to inun’ondadorata, che aveva portato alla deriva una maiuscola gotica a fio+ri, e avevaannegato le "ianche violette del marmo! e altrove, invece, sie r a n or i a s s o r " i t e e n t r o i p r o p r i c o n f i n i , c o n t r a e n d ou l t e r i o r m e n t e l’ellittica iscrizione latina, introducendo un capriccio in pi nelladisposi+zione di $uei caratteri a""reviati, avvicinando due lettere di una parola,di cuile altre erano state smisuratamente distanziate. 0e sue vetrate nonerano state maitanto cangianti come nei giorni in cui il sole si mostravaappena, di modo che,se fuori era grigio, si era sicuri che dentro la chiesasare""e stato "ello;! una vetrata era riempita in tutta la sua grandezzada un solo personaggio,simile a un re delle carte da gioco, che vivevalass, sotto un "aldacchinoarchitettonico, fra cielo e terra =e nel cui ri+flesso o"li$uo e azzurro, a voltedurante la settimana, a mezzogiorno,$uando non c’era funzione7in uno di $uei rari momenti in cui la chiesaarieggiata, vuota, pi umana, sfarzosa, conil sole che ne lam"iva i ricchiarredi, aveva un aspetto $uasi a"ita"ile, come la sala, di

 pietra scolpita edi vetro dipinto, di un palazzo di stile medievale7

si vedeva la signora4azerat inginocchiarsi un attimo, posando sull’inginocchiatoiovicino unpacchetto "en confezionato di pasticcini che aveva appena compratonelnegozio di fronte e portava a casa per il pranzo>! da un’altra parte,unamontagna di neve rosa, ai piedi della $uale si svolgeva un com"attimen+to,sem"rava aver spruzzato di "rina anche la vetrata, alla $uale davac or po colsuo tur"inoso nevischio, come i l vet ro di una f ines t ra su cui fosserorimasti dei fiocchi di neve, ma fiocchi rischiarati da un’aurora =lastessa, senza du""io,che imporporava il reta"lo dell’altare con toni cosìfreschi che sem"ravano posatil% fuggevolmente da un chiarore esternoprossimo a svanire, piuttosto che da

colori fissati per sempre alla pietra>!e tutte erano così antiche che, $iia e l%, sivedeva la loro vecchiezza ar+gentea scintillare della polvere dei secoli e mostrare,splendente e logorafino alla corda, la trama della loro dolce tappezzeria di vetro. 5nadi esse

era costi tuita da un’al ta intelaiatura, suddivisa in un centinaio divetrirettangolari, in cui predominava l’azzurro, come un grande gioco di car+te,simile a $uelli che dovevano distrarre il re (arlo )'

;D! ma "astava cheun raggio d i so le "r i l las se , o che i l mio sguardo,sp ost andosi , fa cess eoscillare, attraverso la vetrata, di volta in volta spenta e

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riaccesa, un mu+tev ole e pre zio so inc end io, per ch6 un att imo dop o essaassu me sse losplendore cangiante della coda di un pavone, per poi vi"rare eondeggia+re in una pioggia fiammeggiante e fantastica che gocciolava dall’alto del+lavolta oscura e rocciosa, lungo le pareti umide, come se al seguito deimiei

genitori che portavano i loro messali , mi introducessi nella navatadi$ualche grotta, iridescente di sinuose stalattiti! ancora un istante, e lepiccolevetrate a losanga avevano ac$uistato la trasparenza profonda, ladurezza infrangi"iledi zaffiri giustapposti su un immenso pettorale, madietro i $uali si sentiva, pi caro ditutte $uelle ricchezze, un fugace sor+riso di sole! lo si riconosceva altrettanto "ene nelfiotto azzurro e dolce dicui cospargeva i gioielli, come sul selciato della piazza o sulla

 paglia delmercato! e, anche nelle nostre prime domeniche, $uando si arrivava pri+madi Pas$ua, esso mi consolava del fatto che la terra fosse ancora nudae nera, facendos"occiare, come da una storica primavera che risaliva aisuccessori di 4an0uigiF, $uel tappeto a""agliante e dorato di miosotididi vetro.2ue arazzi d’alto licciorappresentavano l ’ incoronazione di Es ter  =voleva la tradizione che ad Assuero fossero stati dati i tratti di un redi&rancia, e a Ester $uelli di una dama di 3uermantes da lui amata>, e i lo+ro colori,fondendosi, ne avevano accentuato l’espressione, il rilievo, laluce: un po’ dirosa fluttuava intorno alle la""ra di Ester, oltre il disegnodel loro contorno! ilgial lo della sua veste si spandeva così untuosamen+ te, così densamente, che lei

ne prendeva una certa consistenza, facendolarisaltare vivamente su$uell’atmosfera soffocata! e il verde degli al"eri,rimasto vivo nelle partiinferiori del $uadro di seta e di lana, ma scoloritoin alto, faceva sì che spiccassero pi

 pallidi, al di sopra dei tronchi scuri,g l i a l t i r a m i " i o n d e g g i a n t i , d o r a t i e $ u a s i a m e t %c a n c e l l a t i dall’improvvisa e o"li$ua luce d i un sole invisi"ile. /utto$uesto, e piancora gli oggetti preziosi donati alla chiesa da personaggi che erano

 perme $uasi leggendar i =la croce d’oro lavorata, si diceva, da 4ant’Eligioedonata da 2ago"erto

J, la tom"a dei figli di 0uigi il 3ermanico, in por+fido e in rame smaltato>, a motivo dei $uali io m’inoltravo nellachiesa,$uando andavamo a occupare le nostre sedie, come in una vallevisitatadalle fate, dove il contadino stupisce di vedere in una roccia, in un al"e+r o ,i n u n o s t a g n o , l a t r a c c i a t a n g i " i l e d e ll o r o p a s s a g g i o<

soprannaturale;

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, tutto $uesto ne faceva, per me, $ualcosa di assoluta+mente diverso dalresto della citt%: un edificio che occupava, se così sipu# dir e, un o sp az ioa $uat t ro dimensioni7

la $uarta era $uella del/empo7, dispiegando attraverso i secoli la sua navata che, di campata in ca mp at a,d i c ap pe ll a i n c ap pe ll a, p ar ev a s co nf ig ge re e o lt re pa ss ar e nonsolamente $ualche metro, ma epoche successive, da cui usciva vitto+riosa!nascondendo il rude e incolto ?' secolo nello spessore dei suoi mu+ri, di modo che$uesto era rivelato, con i suoi pesanti sesti riempiti e ac+cecati da grosse

 piet re , sol tanto dal profondo intagl io che la scala de l campanileformava nei pressi dell’atrio, e, anche l%, dissimulato dalle leg+giadre arcategotiche che gli si accalcavano davanti, civettuole come so+relle pi grandi chesorridendo si mettano, per nasconderlo agli estranei,dinanzi a un fratello minorezotico, "rontolone e malvestito! innalzandonel cielo, al di sopra della piazza, la suatorre che aveva visto 4an 0uigi esem"rava vederlo ancora, e immergendosi con la suacripta in una nottemerovingia dove, guidandoci a tentoni sotto la volta oscura etraversatada possenti nervature, come la mem"rana di un immenso

 pipis trel lo dipietra, /h6odore e sua sorella ci illuminavano con una candelala tom"adella figlioletta di 4ige"erto, sulla $uale una profonda valva

7come latraccia di un fossile7era stata incavata, si diceva, «da una lucerna dicristallo che, la seradell’uccisione della principessa franca, si era staccatad a s o l a d a l l e c a t e n ed ’ o r o c u i e r a s o s p e s a n e l l u o g o d o v e a d e s s o c ’ - l’a"side, e, senzache il cristallo si frantumasse, senza che la fiamma sispegnesse, era

 penet rata nella pietra e l’aveva fatta mollemente cedere sotto di s6».0’a"sidedella chiesa di (om"ra9, si pu# veramente parlarneI Era cosìgrossolana, così priva

di "ellezza artistica e persino di slancio religiosoAll’esterno, poich6l’incrocio delle strade su cui dava era a un livello in+feriore, la sua rozzamuraglia si alzava da un "asamento di grosse pietreper niente levigate, irte di sassi, eche nulla aveva di particolarmente ec+c l e s i a s t i c o ! l e v e t r a t e s e m " r a v a n oap er te a un ’a l t ez za e cc es s i va , e l’insieme aveva l’aria di un muro di

 pr igione pi che di chiesa. E certo,pi tardi, ripensando a tutte le gloriose a"sidiche ho visto, non mi sare"+ "e mai venuto in mente di accostare ad esse l’a"side di(om"ra9. 4oltan+to, un giorno, alla svolta di una stradina di provincia,scors i , davant iall’incrocio di tre viuzze, una muraglia consunta e troppo elevata,

con levetrate che si aprivano in alto e lo stesso aspetto asimmetrico dell’a"sidedi(om"ra9. Allora non mi sono chiesto, come a (hartres o a Geims, con$uale potenza

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vi fosse espresso il sentimento religioso, ma senza volerloho esclamato: «0a(hiesa».@

0a chiesa &amiliare! situata in rue 4aint+Nilaire, dove s’apriva la portaa nord, amezza strada tra le sue due vicine, la farmacia del signor Gapine la casa de l las ignor a 0o i seau , che t occava s enza a l cuna s epa r az ione ! semplicea"itante di (om"ra9 che avre""e potuto avere il suo numeronella via, se levie di (om"ra9 avessero avuto numeri, e dove sem"ravache il portalettereavre""e dovuto fermarsi, al mattino, $uando distri"ui+va la posta, prima di entraredalla signora 0oiseau e uscendo dal signorGapin! e tuttavia, tra lei e tuttoci# che non era lei, c’era un limite che ilmio spirito non - mai riuscito aoltrepassare. 0a signora 0oiseau poteva "en avere alla sua finestra delle fucsie,che prendevano la cattiva a"itudi+ne di lasciar correre i loro rami sempre

dappertutto a testa "assa, e i cuifiori non avevano niente di pi urgente da fare,$uando erano a""astan+za grandi, che andare a rinfrescare le loro gote violettee congestionatecontro la scura facciata della chiesa! non per $uesto le fucsiedivenivanosacre ai miei occhi. /ra i fiori e la pietra annerita alla $uale siappoggia+vano, se i miei occhi non percepivano alcun intervallo, il mio spirito apri+va un a"isso.'l campanile di 4aint+Nilaire<lo si riconosceva da molto lontano, in+scrivendo la sua linea indimentica"ilenell’orizzonte su cui (om"ra9 nonappariva ancora. *uando dal treno che, la

settimana di Pas$ua, ci porta+va da Parigi, mio padre lo scorgeva profi larsi, divolta in volta, su tutti i lem"i del cielo, facendo correre in ogni senso il suo piccologallo di ferro,allora ci diceva: «4uvvia, raccogliete le coperte, siamo arrivati». E, inunadelle pi lunghe passeggiate che facevamo da (om"ra9, c’era un puntoincui la strada infossata s"ucava d’improvviso in una immensa pianura,chiusaall’orizzonte da foreste frastagliate, su cui sola svettava la puntasottile delcampanile di 4aint+Nilaire, ma così esile, così rosea, da sem+ "rare appenagraffiata nel cielo da un’unghia che avesse voluto dare a$uel paesaggio, a$uel $uadro tutto naturale, $uesta piccola improntad’arte, $uest’unica

indicazione umana. *uando ci si avvicinava, e si po+teva scorgere il resto della torre$uadrata e semidistrutta che, meno alta,resisteva accanto al campanile, sirimaneva colpiti soprattutto dal tonorossastro e cupo delle pietre! e, in unmattino "rumoso d’autunno, si sa+re""e detto che, al di sopra del viola temporalescodei vigneti, si elevasseuna rovina di porpora, del colore $uasi della vitevergine.4pesso, sulla piazza, $uando si rientrava, la nonna mi facevasostareper guardarlo. 2alle finestre della sua torre, poste a due a due le une so+pra lealtre, con $uella giusta e originale proporzione nelle distanze ched% "ellezzae dignit% non soltanto ai volti umani, li"erava, lasciava cade+r e a i n t e r v a l l i

r e g o l a r i d e g l i s t o r m i d i c o r v i c h e , p e r u n m o m e n t o ,

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volteggiavano stridendo, come se le vecchie pietre che li lasciavano svo+lazzare,fingendo di non vederli, divenute all’improvviso ina"ita"ili esprigionantiun pri nci pio di agi taz ion e i nfin ita , l i ave sser o p erco ssi e scacciati. Poi,dopo aver striato in ogni senso il velluto viola dell’aria se+rale, calmatisi

 "ruscamente, tornavano a immergersi nella torre, da nefa+s t a r i d i v e n u t a p r o p i z i a , a l c u n i p o s a n d o s i $ u a e l % ,i m m o " i l i all’apparenza, ma ghermendo forse $ualche insetto, sulla

 punta di unaguglia, come un ga""iano fermo, con l’immo"ilit% di un pescatore,sullacresta di un’onda. 4enza saper "ene perch6, la nonna trovava nel campa+nile di4aint+Nilaire $uell’assenza di volgarit%, di presunzione, di grettez+za, che le facevaamare, e credere ricche di un influsso "enefico, sia la na+tura, $uando la manodell’uomo non l’avesse svilita, come faceva il giar+diniere della prozia, sia leopere di genio. E, indu""iamente, $ualsiasi parte si osservasse la chiesa, essa eradifferente da ogni altro edificio, peruna sorta di pensiero che vi era infuso! ma era nelcampanile che sem"ra+va prendere coscienza di s6, affermare un’esistenzaindividuale e respon+sa"ile. Era i l campa nile a parlar e in suo nome.(redo soprattutto che,confusamente, la nonna trovasse nel campanile di(om"ra9 ci# che perlei aveva maggior valore al mondo, la naturalezza e ladistinzione. 'gna+ra d’architettura, diceva: «&igli miei, "urlatevi di me sevolete, non sar% "ello secondo le norme, ma la sua vecchia figura "izzarra mi piace.4onosicura che, se suonasse il pianoforte, non suonere""eduro». E, nel rimi+rarlo, nel seguire con gli occhi la dolce tensione,

l’inclinazione ferventedelle sue linee di pietra che s’avvicinanavano,innalzandosi , come manigiunte nella preghiera, si immedesimava a tal puntonell’effusione dellaguglia, che il suo sguardo sem"rava slanciarsi con essa! e,nello stessotempo, sorrideva amichevolmente alle vecchie pietre consunte,d i c u i i l t r a m o n t o n o n r i s c h i a r a v a p i c h e l a c i m a e c h e , a p p e n aent rav ano in$uella zona soleggiata, addolcite dalla luce, apparivanod’improvvisoproiettate molto pi in alto, lontane, come un canto ripreso infalsettoun’ottava sopra.Era il campanile di 4aint+Nilaire che dava a tutte leoccupazioni, a tuttele ore, a tutte le vedute della citt%, il loro volto, il loro

coronamento, la lo+ro consacrazione. 2alla mia stanza, potevo vederne soltanto la "ase, cheera stata rivestita di lastre d’ardesia! ma $uando, la domenica, in una cal+damattina d’estate, le vedevo fiammeggiare come un sole nero, mi dice+vo: «2io miole nove devo prepararmi per andare alla messa solenne, sevoglio avere il tempo,

 prima, di andare a salutare la zia 06onie», e cono+scevo con esattezza il colore delsole sulla piazza, il caldo e la polvere delmercato, l’om"ra proiettata dal la tendadella "ottega dove la mamma,Dforse, sare""e entrata prima della messa, in un’odore di tela greggia,

acomperare $ualche fazzoletto che le avre""e mostrato il padrone, impet+tito,appena s"ucato dal retro"ottega dove, apprestandosi ormai a chiu+dere, eraandato a inf i l a r s i l a g iacca de l l a domenica e a insaponars i l emani

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che, ogni cin$ue minuti, pur nelle circostanze pi malinconiche,aveval’a"itudine di fregarsi l’una contro l’altra, con un’aria di intrapren+denza, digalanteria maliziosa e di successo.*uando, dopo la messa, passavamo da /h6odore

 per dirgli di portareuna

 "rioche pi grossa del solito, perch6 i nostri cugini avevano approfit+tato del "el tempo per venire da /hi"erz9 a pranzo da noi, avevamo difronte il campanile che,dorato e cotto anch’esso come una pi grande

 "rioche "enedetta, con scaglie e sgocciolature gommose di sole, infiggevala sua puntaaguzza nel cielo azzurro. E la sera, $uando rientravo dallapasseggiata, e

 pensavo al momento in cui, "en presto, avrei dovuto darela "uonanotte allamamma, e non vederla pi, era invece così dolce, nelmorire del giorno, dasem"rare posato e sprofondato, come un cuscino divelluto scuro, sul cielo impalliditoche aveva ceduto sotto la sua pressio+ne, si era incavato leggermente per fargli postoe rifluiva sui suoi lem"i! egli stridi degli uccelli che gli volteggiavano intorno

 parevano accrescere i l suo si lenz io, s lanciare ancor p i la sua gugl ia edargl i $ualcosa di ineffa"ile.Anche durante le commissioni che si dovevano faredietro la chiesa, l%dove non era possi"ile scorgerla, tutto sem"rava ordinato inrapporto alcampanile che spuntava $ui o l% t ra le case, ancor picommovente, for+se, $uando appariva così, senza la chiesa. E certo, ve nesono molti altriche risultano pi "elli visti in $uesto modo, e custodisconella mia me+moria immagini di campanili che s’alzano sui tetti, che hanno

 "en alt rocarattere d’ar te rispet to a $uel lo formato dalle malinconiche stradedi(om"ra9. Bon dimenticher# mai, in una curiosa citt% della

 Bormandia,vicino a 8al"ec, due magnif ic i palazzi de l ?)''' secolo,che, per molt i aspet ti, mi sono cari e venera"ili , e in mezzo ai $uali ,guardando da l "e lg iard ino a t e r razze che scende ver so i l f iume, l agugl ia gotica di una chiesa ch’essi nascondono si slancia, dando l’impressione dicompletare,di sormontare le loro facciate, ma con una materia così diversa, così pre+ziosa, così inanellata, così rosea, così patinata, da mostrare chiaramente chenon ne fa parte, non pi almeno di $uanto la guglia porporina e mer+lata di una

conchiglia, rastremata a torretta e lustra di smalto, faccia par+te di due "ei sassi uniti,tra i $uali, sulla spiaggia, sia rimasta prigioniera.Anche a Parigi, in uno dei $uartieri

 pi "rutti della citt%, conosco una fi+n e s t r a d a c u i s i v e d e , d i e t r o u n p r i m o , u n s e c o n d o e a n c h e u n t e r z o<Fordine costituito dai tetti ammassati di parecchie strade, una cupola vio+la, a volterossastra, a volte anche, nelle pi no"ili «prove d’artista» chene tiral’atmosfera, di un nero decantato di ceneri, che altro non - se nonla cupola di 4aint+Augustin e che d% a $uella veduta di Parigi il caratteredi certe incisioni romane di

Piranesi@

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. Ma poich6 in nessuna di $uestepiccole incisioni, per $uanto gusto a""ia messonell’eseguirle, la mia me+moria ha potuto inserire ci# che da lungo tempo avevo

 perduto, il senti+mento che ci induce a considerare una cosa, non come unospettacolo,ma a credervi come in un essere senza eguali, nessuna di esse tiene

sottoil suo dominio tutta una parte profonda della mia vita, come il ricordo di$uelleapparizioni del campanile di (om"ra9 nelle strade che sono die+ tro la chiesa.4ia che lo si vedesse alle cin$ue, $uando si andava a ritirarele lettere alla posta, a

 poche case di distanza, a sinistra, innalzare "rusca+mente con una punta isolata lalinea di displuvio dei tetti ! o, invece, vo+ lendo passare a chiedere notizie dellasignora 4azerat, si seguisse con gliocchi $uella linea di nuovo ria""assarsido po la di sc es a de ll ’a lt ro su o versante, sapendo di dover svoltare nellaseconda strada dopo il campa+nile! o, ancora, spingendoci pi lontano, verso lastazione, lo si vedesseo"li$uamente mostrare di profilo angoli e superfici nuove,come un soli+do sorpreso in un momento sconosciuto della sua rivoluzione! o, dalleri+ve della )ivonne, l’a"side, muscolosamente raccolta e rialzata dalla pro+spettiva,sem"rasse scaturire dallo sforzo che faceva il campanile per lan+ciare la sua guglianel cuore del cielo! era sempre a lui che "isognava tor+nare, sempre lui che dominavaogni cosa, sovrastando le case con un pin+nacolo inatteso, levato dinanzi a me come ildito di 2io, il cui corpo fosserimasto nascosto tra la folla degli umani, senza che per $uesto io potessiconfonderlo con loro. E ancor oggi, se in una grande citt% di

 provincia oi n u n $ u a r t i e r e d i P a r i g i c h e c o n o s c o p o c o u n p a s s a n t e c h e m i h a «indicato la via» mi mostra in lontananza, come punto diriferimento, latorre di un ospedale, il campanile di un convento che leva la

 punta delsuo "erretto ecclesiastico all’angolo di una via che de""o percorrere, "a+stache la mia memoria possa oscuramente trovarvi $ualche tratto di ras+somiglianza conla figura cara e scomparsa perch6 il passante, volgendo+si per assicurarsi che ionon mi perda, possa vedermi, con sua grandesorpresa, restare lì, davanti alcampanile, per delle ore, immo"ile, dimen+tico della passeggiata intrapresa o dellacommissione da fare, nel tentati+vo di ricordare, sentendo in fondo a mestesso le terre ricon$uistateall’o"lio prosciugarsi e riedificarsi! e senzadu""io allora, e pi ansiosa+mente di poco prima $uando gli chiedevo di darmil’informazione, cercoancora la strada, svolto in una viaO maO soltanto nel mio

cuore.<

Gientrando dalla messa, incontravamo spesso il signor 0egrandin che,trattenuto aParigi dalla sua professione di ingegnere, poteva venire a(om"ra9 nella sua

 propriet%, a parte il periodo delle vacanze estive, solodal sa"ato sera al lunedìmattina. Era uno di $uegli uomini che, al di fuo+ri di una carriera scientifica nella$uale per altro si sono "rillantementeaffermati, possiedono una cultura affattodiversa, letteraria, artistica, chela loro specializzazione professionale non mette a

 profitto e di cui si gio+v a l a l o r o c o n v e r s a z i o n e . P i l e t t e r a t i d im o l t i u o m i n i d i l e t t e r e =ignoravamo, allora, che il signor 0egrandinavesse una certa reputazio+ne come scrittore, e fummo assai sorpresi di sapere che un

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cele"re musi+cista aveva composto una melodia su alcuni suoi versi>, dotatidi mag+giore «facilit%» di molti pittori, pensano che la vita che conduconononsia la pi congeniale per loro e portano nel le loro occupazioni

 prat icheora una noncuranza mista a fantasia, ora un’applicazione costante e alte+ra ,

s pr ez z an te , a ma ra e c o sc ie n zi o sa . Al to , c on u n " el p o rt a me n to ,unvolto pensoso e fine, dai lunghi "affi "iondi, dallo sguardo azzurro e di+sincantato,di una cortesia raffinata, conversatore come non ne avevamomai sentiti, era agliocchi della mia famiglia, che lo portava sempre adesempio, il tipo dell’uomod’6lite, che affronta la vita nel modo pi no"i+le e delicato. 0a nonna glirimproverava soltanto di parlare un po’ troppofor"ito, un po’ troppo come un li"ro, dinon avere nell’elo$uio $uella na+turalezza che c’era nelle sue cravatte allalavalli-resempre svolazzanti,nella sua giacca dritta $uasi da scolaro. 4i stupiva anchedelle accese re+$uisitorie in cui sovente si lanciava contro l’aristocrazia, lavita monda+na, lo sno"ismo: «certamente il peccato al $uale pensa 4an Paolo$uandoparla del peccato per cui non c’- remissioneD».0’am"izione mondana era un sentimento che la nonna era così incapa+ce di provare,e $uasi di capire, che le sem"rava del tutto inutile metteretanta foga nel

 "iasimarlo. 'noltre, non trovava molto di "uon gusto che0egrandin, la cuisorella era sposata dalle parti di 8al"ec con un genti+luomo della "assa

 Bormandia, si lasciasse andare ad at tacchi tanto vio+lenti contro i no"il i,

giungendo fino a rimproverare alla Givoluzione dinon averli ghigliottinatitutti.«4alute, amici diceva lui, venendoci incontro. 4iete fortunati voi,chepotete restare $ui così a lungo! io domani dovr# tornare a Parigi,nellamia nicchia.71h soggiungeva, con $uel sorriso dolcemente ironico e deluso, unpo’distratto, che gli era caratteristico, nella mia casa, certo, non mancanotutte le coseinutili. )i manca solo il necessario: un gran lem"o di cielo,come $ui. (ercatedi conservare sempre un "randello di cielo sulla vostra

<J

v i t a , f a n c i u l lo m i o , a g g i u n g e v a v o l g e n d o s i v e r s o d i m e . )oia v e t e un’anima "el la, di una $uali t% rara, una natura d’art is ta, nonlasciatelemancare ci# di cui ha "isogno.»*ua nd o, al no st ro ri to rn o, la zi aci fa ce va do man da re se la sig no ra 3oupil era arrivata tardi alla messa,eravamo incapaci di risponderle. 'ncompenso, accrescevamo la sua agitazionedicendole che un pittore stavalavorando nella chiesa a riprodurre la vetrata di3il"ert le Mauvais

<F.&ranCoise, spedita su"ito dal droghiere, era tornata a mani vuote, a causadell’assenzadi /h6odore, al $uale la doppia professione di cantore inca+ricato in parte della

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manutenzione della chiesa, e di commesso della dro+g h e r i a , c o n f e r i v a , c o nc o n o s c e n z e i n t u t t i g l i a m " i e n t i , u n s a p e r e universale.«Ahsospirava la zia, vorrei che fosse gi% l’ora di Eulalie. veramentel’unica che possadirmi $ualcosa.»Eulalie era una zitella zoppa, attiva e sorda che si era

«ritirata», dopola morte della signora de la 8retonnerie, presso la $uale era stata aservi+zio sin da "am"ina, e aveva preso in affitto accanto alla chiesa una came+radalla $uale scendeva di continuo, sia per le funzioni, sia, in altri orari,per dire una

 piccola preghiera o per dare una mano a /h6odore! il restodel tempo facevavisita a persone malate, come la zia 06onie, alle $ualiraccontava $uel che erasuccesso alla messa o ai vespri. Bon disdegnavadi aggiungere $ualche etra alla

 piccola rendita che le passava la fami+g l i a d e i s u o i a n t i c h i p a d r o n i , a n d a n d o d i t a n t o i n t a n t o a d a r e un’occhiata alla "iancheria del curato o di $ualche altra personalit% di ri+lievo del mondo clericaledi (om"ra9. Portava, sopra una mantella dipanno nero, una cuffietta "ianca,$uasi da religiosa, e una malattia dellapelle dava a una parte delle sue guance eal suo naso ricurvo i toni rosaacceso della "alsamina. 0e sue visite erano lagrande distrazione della zia06onie, che non riceveva $uasi pi nessuno, all’infuori dels ignor curato.0a zia aveva a poco a poco al lontanato tut t i gl i a l t r ivisitatori, perch6avevano, ai suoi occhi, il torto di rientrare nell’una onel l’altra del le duecategorie di persone che lei detestava. 3li uni, i peggiori, e i

 primi di cuisi era s"arazzata, erano $uelli che le consigliavano di non «auscultarsi»eprofessavano, magari in negativo, e manifestandola solo con certi silenzididisapprovazione o con certi sorrisi di perplessit%, la dottrina sovversi+va per cui una

 piccola passeggiata al sole e una "uona "istecca sanguino+lenta =$uando le restavano$uattordici ore sullo stomaco due cattivi sorsid’ac$ua di )ich9> le avre""ero giovatomolto pi del letto e delle medi+cine. 0’altra categoria era composta da persone cheavevano l’aria di cre+derla malata pi gravemente di $uanto non pensasse,tanto gravemente<

come lei diceva. *uindi, $uelli che aveva lasciato salire dopo $ualche esi+tazione edietro le istanze ufficiose di &ranCoise, e che, nel corso della vi+sita, avevano

mostrato $uanto fossero indegni del favore che veniva loroaccordato, arrischiandotimidamente un: «Bon credete che se vi muove+ste un po’ $uando c’- "el tempo», o,al contrario, $uando lei aveva detto:«Mi sento molto gi, molto gi, - la fine, miei

 poveri amici», le avevanorisposto: «Ah $uando non c’- la salute Ma voi potetetirare avanti anco+ra chiss% $uanto, in $uesto stato», costoro, sia gli uni che gli altri,

 poteva+no star certi che non sare""ero stati mai pi ricevuti. E se &ranCoise si di+vertiva dell’aria spaventata della zia, $uando dal suo letto aveva scortonellarue du 4aint+Esprit una di $uelle persone che dava l’impressione divenire da lei, o$uando aveva sentito una scampanellata, rideva ancoradi pi, e come di

uno scherzo r iusc ito , de l l e as tuz ie sempre v i t toriosedella zia per  arrivare a farli congedare e della loro aria di sconfitta $uan+do se ne tornavano senzaaverla vista, e in fondo ammirava la sua padro+na, che giudicava superiore a tutte

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$uelle persone, dal momento che nonvoleva riceverle. 'nsomma, la zia esigeva a untempo d’essere approvataper il suo regime, d’essere compianta per le sue sofferenze ed’essere ras+sicurata sul suo avvenire.'n tutto $uesto Eulalie eccelleva. 0a zia

 poteva dirle vent i volte in unminuto: « la fine, mia povera Eulalie», venti

volte Eulalie rispondeva:«(onoscendo la vostra malattia come voi laconoscete, signora 1ctave,ar rivere te a cent ’anni , come mi d icevaancora ier i la s ignora 4azer in». =5na del le pi salde convinzioni diEulalie, e che l’imponente numerodelle smentite portate dall’esperienza non erastato sufficiente a scalfire,era che la signora 4azerat si chiamasse 4azerin.>«Bon

 pretendo di arrivare a cent’anni», rispondeva la zia, che preferi+va non veder assegnato ai suoi giorni un termine preciso.E siccome Eulalie, in $uesto modo,sapeva come nessun altro distrarrela zia senza affaticarla, le sue visite, cheavvenivano regolarmente tutte ledomeniche, salvo impedimenti imprevisti, erano per la zia un piacere lacui prospettiva la teneva, in $uei giorni, in uno stato dapprimagradevo+le, ma "en presto doloroso, come una fame eccessiva, per poco che Eula+lieritardasse. Prolungandosi troppo, $uella volutt% di attendere Eulaliesitrasformava in supplizio, la zia non smetteva di guardar l’ora, s"adi+gliava,aveva dei mancamenti. 0a scampanellata di Eulalie, se giungevaalla finedella giornata, $uando lei non ci sperava pi, la faceva $uasi starmale. 'n realt%, ladomenica, non pensava che a $uella visita, e appenaser vi ta la co la zi on e,&r anCo i s e aveva f r e t t a che l a s c i a s s imo l a s a l a dapr anzo pe r po t e r  sal i re e tenere «occupata» la z ia . Ma =soprat tut to a<;

 partire dal momento in cui le "elle giornate si insediavano a (om"ra9> gi% daun pezzo l’ora super"a del mezzogiorno, scesa dalla torre di 4aint+Nilaire, che per unmomento veniva istoriata delle sue dodici gemme so+nore, era echeggiata attorno allanostra tavola, presso il pane "enedetto,giunto anch’esso in tutta semplicit%direttamente dalla chiesa, e noi sede+vamo ancora davanti ai piatti delleMille e una notte, appesantiti dal caldoe soprattutto dal ci"o. 'nfatti, a una "ase consueta di uova,costolette, pa+tate, marmellate, "iscotti, che ormai nemmeno ci annunciava,&ranCoiseaggiungeva

7secondo i lavori dei campi e degli orti, l’andamento dellapesca, le vicende delcommercio, le gentilezze dei vicini e la sua propriaispirazione, in modo cheil nostro men, come $uei $uadrilo"i scolpitinel ?''' secolo sul portale dellecattedrali, rifletteva un poco il ritmo dellestagioni e i fatti della vita: un rom"o perch6la pescivendola gliene avevagarantito la freschezza, una tacchina perch6 neaveva vista una "ella almercato di Goussain+ ville+le+Pin, dei cardi al midollo

 perch6 in $uel mo+do non ce l i aveva ancora mai fat t i , un cosciot toar ros to perch6 l’ar iaaperta fa un certo vuoto e fino alle sette c’era tutto il tempo

di mandarlogi, degli spinaci per il gusto di cam"iare, delle al"icocche perch6eranoancora una primizia, dei ri"es perch6 entro $uindici giorni non ce ne sa+re""ero pi stati, dei lamponi che il signor 4Hann aveva portato apposi+tamente, delle ciliege,

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le prime che venissero dal ciliegio del giardino do+po due anni che non ne aveva pidate, del formaggio alla crema che unavolta mi piaceva tanto, un dolce alle mandorle

 perch6 l’aveva ordinato ilgiorno prima, una "rioche

 perch6 toccava a noi offr i r la . *uando tu t to $uesto era finito, fattaespressamente per noi, ma dedicata in particolarea mio padre, a cui piacevamoltissimo, una crema al cioccolato, ispirazio+ne, attenzione personale di &ranCoise,ci veniva offerta, fuggitiva e legge+ra come un lavoro di circostanza in cui leiaveva profuso tutto il suo ta+lento. (hi avesse rifiutato di assaggiarla, dicendo:«No finito, non ho pifame», sare""e immediatamente sceso al rango di $uei villani i$uali, an+che nel dono che un artista fa loro di una delle sue opere, guardanoalpeso e alla materia, mentre tutto il valore sta nell’intenzione e nella fir+ma. 0asciarne anche una sola goccia nel piatto sare""e stata unagrandescortesia, come alzarsi prima della fine di un’esecuzione sotto gliocchidel compositore.& i n a l m e n t e l a m a m m a m i d i c e v a : « ) i a ,n o n v o r r a i r e s t a r e $ u i all’infinito, sali in camera tua, se fuori haitroppo caldo, ma prima vai aprendere una "occata d’aria, per non leggereappena alzato da tavola».'o andavo a sedermi vicino alla pompa e alla relativavasca7spesso de+c o r a t a , c o m e u n f o n t e " a t t e s i m a l e g o t i c o , d a u n as a l a m a n d r a , c h e<

scolpiva sulla pietra consunta il rilievo mo"ile del suo corpo allegorico eaffusolato7sulla panchina senza schienale al l ’om"ra d i un l i l l% ,in$uell’angoletto del giardino che dava, a ttraverso una porta diservizio,sulla rue du 4aint+Esprit e sul cui terreno poco curato sorgeva, sopraele+vato di due gradini, sporgente rispetto alla casa, e come fosse una costru+zioneindipendente, il retrocucina. 4’intravedeva il pavimento rosso e lu+cido, come di

 porfido. Pi che l’antro di &ranCoise, sem"rava un tempiet+to di )enere. /ra"occavadelle offerte del lattaio, del fruttivendolo, dellavenditrice di legumi, venuti a

volte da "orghi molto lontani per consa+crarle le primizie dei loro campi. Ela sua vetta era sempre coronata dal tu"are di una colom"a.5n tempo, non miattardavo nel "osco sacro che lo circondava, giac+ch6, prima di andar su aleggere, entravo nella saletta di riposo, al pian+terreno, che era occupatadallo zio Adolphe<, un fratello del nonno, emilitare, era andato in congedo col grado di maggiore eche, anche $uan+do le finestre aperte lasciavano entrare il caldo, se non iraggi del sole,c h e r a r a m e n t e g i u n g e v a n o f i n l % , s p r i g i o n a v a

i n e s a u r i " i l m e n t e $uell’odore oscuro e fresco, a un tempo di "osco e diancien r6gime

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, che fasognare a lungo il nostro olfatto, $uando ci introduciamo in certi padi+glioni di caccia a""andonati. Ma da parecchi anni non entravo nel salotti+nodello zio Adolphe, che non veniva pi a (om"ra9 a causa di un litigios c o p p i a t ot r a l u i e l a m i a f a m i g l i a , p e r c o l p a m i a , n e l l e

s e g u e n t i circostanze:5na o due volte al mese, a Parigi, mi mandavano a farglivisita, mentrefiniva di pranzare, con indosso una semplice giacca da camera,servitodal suo domestico, in giu""a da lavoro di tela, a righe "ianche e viola.4ilamentava, "rontolando, che non ero venuto da un pezzo, che tutti loa"+ "andonavano! mi offriva un marzapane o un mandarino, attraversavamouna saladove non ci si fermava mai, dove non era mai acceso il fuoco, lecui pareti eranoadorne di modanature dorate, i soffitti dipinti di un az+zurro che pretendevadi imitare il cielo e i mo"ili im"ottiti di raso comedai nonni, ma in giallo!

 poi passavamo in $uello che lui chiamava il suoga"inetto «da lavoro», alle cui pareti erano appese alcune di $uelle stam+pe raffigurant i , su un fondo nero,un a de a ca rn os a e ro se a ne ll ’a tt o di guidare un carro, issata su un glo"o, ocon una stella in fronte, che piace+vano nel 4econdo 'mpero perch6 si ritenevaavessero un’aria pompeiana,che poi furono detestate, e che ora tornano a piacere per una sola e analo+ga ragione, nonostante le altre che si vogliono addurre, e cio- chehannol’aria 4econdo 'mpero. E io restavo con lo zio fin $uando il suocamerierev e n i v a a d o m a n d a r g l i , d a p a r t e d e l c o c c h i e r e , p e r c h eo r a d o v e s s e<<

 preparare la carrozza. Mio zio sprofondava al lora in una meditazioneche ilcameriere, attonito, avre""e temuto di distur"are con un solo mo+vimento, edi cui aspettava con curiosit% il risultato, sempre identico. Al+la fine, dopoun’esitazione suprema, lo zio pronunciava infalli"ilmente$ueste parole: «0edue e un $uarto», che il cameriere ripeteva con stupo+re, ma senza discutere: «0e duee un $uartoI "eneO riferir#O ».A $uell’epoca avevo la passione per il teatro, unamore platonico, giac+ch6 i miei genitori non mi avevano ancora dato il permesso diandarci, emi raffiguravo in modo cosi approssimativo i piaceri che vi si

 potevanogustare da essere propenso a credere che ogni spet tatore

guardasse, co+me in uno stereoscopio, una scena che era soltanto per lui, "ench6similea migliaia d’altre, osservate dal resto degli spettatori, ciascuno per  pro+prio conto./utte le mattine correvo fino alla colonna Morris<J

 per vedere gli spet+tacol i che vi erano annunciati . Biente era pidisinteressato e felice deisogni offerti alla mia immaginazione da ogni commedia

 programmata, esui $uali inf luivano a un tempo le immagini , insepara"ilidalle parole,che ne componevano il titolo, e il colore stesso dei manifesti, ancoraumi+di e rigonfi di colla, su cui il titolo spiccava. A parte $ualche strano lavo+ro,

come0e /estament de (6sar 3irodote l’

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Edipo re<, che venivano stam+pati, non sul manifesto verde dell’1p6ra+(omi$ue, ma su$uello color vi+nac cia del la (om6 die +&r anC ais e, nie nte mi app ari va pi

diverso dallapiuma scintillante e "ianca dei2iamants de la (ouronne$uanto il raso li+scio e misterioso del2omino Boir <;, e, poich6 i miei genitori mi avevanodetto che $uando fossi andato per la

 pr ima volta a teatro avrei potutoscegliere fra $ueste due opere, cercando diapprofondire successivamen+te il titolo dell’una e il titolo dell’altra, dal momento cheera tutto ci# chene conoscevo, per cercare di cogliere in ciascuno di essi il piacere chemiprometteva e di compararlo a $uello che l’altro racchiudeva, giungevoarappresentarmi con tal forza, da una parte un dramma a""agliante e fie+ro,dall’altra una commedia dolce e vellutata, che ero del tutto incapacedidecidere a $uale avrei dato la mia preferenza, così come se, per des+s e r t ,m i a v e s s e r o d a t o l a p o s s i " i l i t % d is c e g l i e r e f r a i l r i s o all’'mperatrice<e la crema al cioccolato./utte le conversazioni con i miei compagni avevano per argomento gliattori, la cui arte, se""ene a me ancora sconosciuta, costituivala primaforma, fra tutte $uelle che assume, sotto cui l’Arte mi si lasciava presagi+re.

 Bel modo che l’uno o l’altro avevano di recitare, di colorire un "rano,le pi piccoledifferenze mi sem"ravano di un’importanza incalcola"ile .E, sulla "ase di ci#che mi era stato detto di loro, li classificavo secondo il<@

talento, in certe l iste che mi recitavo tutto il giorno, e che avevanofinitop e r c o n s o l i d a r s i n e l m i o c e r v e l l o e p e r  i n g o m " r a r l o c o n l a l o r o inamovi"ilit%.Pi tard i, a l ginn asio,ogni vol t a che , ne l l e ore d i l ez ione , $uando i lprofessore g i rava l a

testa, rivolgevo la parola a un nuovo amico, la miaprima domanda era sempre per sapere se era gi% stato a teatro e se trova+va che l’attore pi grande fosse proprio3ot, il secondo 2elauna9, e cosìvia. E se, a suo giudizio, &e"vre veniva solo dopo/hiron, o 2elauna9 do+po (o$uelin<<, la su"itanea mo"ilit% che (o$uelin, perdendo la rigidit%della pietra,assumeva nella mia mente, per passarvi al secondo posto, el’agilit% miracolosa, lafeconda animazione di cui 2elauna9 si vedeva do+tato, per retrocedere al $uarto,restituivano la sensazione del rifiorire edel vivere al mio cervello, reso duttile e

fertile.Ma se gli attori mi occupavano tanto, se la vista di Mau"ant<@

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che usci+va un pomeriggio dal /h6Ttre+&ranCais mi aveva fatto provare i "rividi elesofferenze dell’amore, a $ual punto il nome di una stella scintillantesulla

 porta di un teatro, a $ual punto, intravista al finestrino di un cou+ p6<

che passava nella via con i suoi cavalli fioriti di rose sul frontale, la vista delvolto di una donna che pensavo fosse pro"a"ilmente un’attrice,lasciava in me untur"amento pi prolungato, uno sforzo impotente edoloroso per  raffigurarmene la vita. (lassificavo in ordine di talento lepi illustri: 4arah8ernhardt, la 8erma, 8artet, Madeleine 8rohan, Keanne4amar9<D, ma tutte mi interessavano. 1ra mio zio ne conosceva parec+chie, e anchedelle cocotte che io non distinguevo molto "ene dalle attrici.0 e r iceveva in casasu a. E se no i an da va mo a tro va rl o so lta nt o in ce rt i giorni fissi era perch6,negli altri, ci andavano delle donne con le $uali lafamiglia non avre""e potutoincontrarsi, almeno a giudizio di $uesta!giacch6, per lo zio, invece, la suaeccessiva facilit% nell’usare a certe gra+ziose vedove, che forse non eranomai state sposate, a certe contesse dalnome altisonante, che senza du""io erasoltanto un nome di "attaglia, lacortesia di presentarle alla nonna o addiritturanel regalare loro dei gio+ielli di famiglia, lo aveva gi% pi di una volta messo inurto con il nonno.4pesso, se un nome d’attrice entrava nella conversazione,sentivo miopadre dire alla mamma, sorridendo: «5n’amica di tuo zio»! e

 pensavoche $uel tirocinio, che forse, per anni, uomini importanti avevano inutil+mente fatto alla porta della tal donna, che non rispondeva alle loro lette+re, e li

faceva allontanare dal portinaio, mio zio avre""e potuto rispar+miarlo a unragazzino come me, presentandolo in casa sua all’attrice che,inavvicina"ile per tantialtri, era per lui un’intima amica.<

(osì7con il pretesto di una lezione che, essendo stata spostata, cade+va o r a t a n t o as p r o p o s i t o c h e g i % p i v o l t e m i a v e v a i m p e d i t o , e m i a v r e " " e

trattenuto ancora, di andare a trovare lo zio7un giorno, diver+so da $uello riservato alle nostre visite, approfittando dellacircostanzache i miei avevano pranzato di "uonora, uscii di casa e, invece diandarea consultare la colonna dei manifesti , cosa per la $uale miconsentivanodi andar fuori da solo, corsi da lui. Botai davanti alla sua portauna car+rozza, alla $uale erano attaccati due cavalli, con un garofano rosso ai pa+raocchi, mentre il cocchiere ne aveva uno all’occhiello. 2alla scala udiiunarisata e una voce di donna, e, $uando e""i suonato, un silenzio, poiun

r umor e d i por t e che s i ch iudevano . ' l camer i e r e venne ad ap r i r e ,eparve im"arazzato nel vedermi, mi disse che lo zio era moltooccupato,certamente non avre""e potuto ricevermi, e mentre lui andava

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comun+$ue ad avvertirlo, la stessa voce che avevo udito prima diceva: «1h,sìlascialo entrare! un minuto solo, mi fare""e tanto piacere. Bella fotogra+fia chesta sul tuo scrittoio assomiglia a sua madre, tua nipote! - $uelladellafotografia vicina, non - veroI )orrei proprio vederlo un momento $uel

ragazzino».4 e n t i i l o z i o " r o n t o l a r e , i r r i t a r s i ! f i n a l m e n t e , i lc a m e r i e r e m i f e c e entrare.4ulla tavola, c’era il solito piatto di marzapani! lo zioindossava la suagiacca da camera di tutti i giorni, ma davanti a lui, con una"ito di setarosa e una lunga collana di perle al collo, era seduta unagiovane donnache stava finendo di mangiare un mandarino. 0’incertezza incui ero, sedovessi dirle signora o signorina, mi fece arrossire e, non osandotroppovolgere gli occhi dalla sua parte, per il timore di doverle parlare, andaia "aciare lo zio. 0ei mi guardava sorridendo, lo zio le disse: «Mio nipote»,senzadirle il mio nome, n6 dire a me il suo, certamente perch6, dopo lenoie cheaveva avuto col nonno, cercava il pi possi"ile di evitare $ual+siasi contattotra la sua famiglia e $uel tipo di relazioni.«(ome somiglia a sua madre, disse lei.7Ma se avete visto mia nipote soltanto in fotografia, disse lo zio "ru+scamente, con untono "ur"ero.7)i chiedo scusa, mio caro amico, l’ho incrociata sulle scale l’annoscorso,$uando siete stato tanto malato. vero che l’ho appena intravista,come in un lampo,e che la vostra scala - molto "uia, ma mi - stato suffi+ciente per ammirarla. *uestoragazzino ha i suoi "egli occhi, e anche

$ue+sto», disse tracciando col dito una linea sulla parte "assa della sua fronte.«0a signora,vostra nipote, porta il vostro stesso nome, amico mioI do+mand# allo zio.<D74omiglia soprattutto a suo padre», "or"ott# lui, che non si curava difare

 presentazioni a distanza, pronunciando il nome del la mamma, pidi $uantonon facesse da vicino. « tutto suo padre, e ricorda anche lamia poveramamma.

7 Bon conosco suo padre, disse la signora in rosa, inclinando lieve+ mente latesta, e non ho mai conosciuto la vostra povera mamma, amicomio. )e nericordate, - s tato poco dopo la vostra grande sventura che cisiamoconosciuti.»Provavo una leggera delusione, poich6 $uella giovane signora noneradiversa dalle altre "elle donne che avevo visto, a volte, nell’am"ito dellamiafamiglia, in particolare dalla figlia di un nostro cugino in casa del$uale mirecavo ogni anno i l pr imo di gennaio. 4ol tanto pi elegante , l ’amicadello zio aveva lo stesso sguardo vivace e "uono, la stessa espres+sione franca e

affettuosa. 'n lei non vedevo alcuna traccia di $uell’aspettoteatrale che ammiravonelle fotografie delle attrici, n6 dell’espressionedia"olica che sare""e stataconsona alla vita che doveva condurre. 4ten+tavo a credere che fosse una cocotte, e

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soprattutto non avrei creduto chefosse una cocotte di lusso, se non avessi vistola carrozza a due cavalli,l’a"ito rosa, la collana di perle, se non avessisaputo che lo zio ne cono+sceva solo di gran classe. Ma mi domandavo come ilmilionario che le as+sicurava la carrozza, l’appartamento e i gioielli potesse

 provar piacere adissipare il proprio patrimonio per una persona che avevaun’aria cosìsemplice e per "ene. E tuttavia, pensando a ci# che dovevaessere la suavita, la sua immoralit% mi tur"ava forse pi che se si fosseconcretizzatadavanti a me in una straordinaria apparenza7$uel suo essere così invi+s i " i l e , c o me i l se g r e to d i $ u a l ch e ro ma n z o ,d i $ u a l c h e s c a n d a l o c h e l’avesse costretto a uscire dalla casa dei suoi genitori

 "orghesi e destinataa tutti $uanti, facendola s"occiare in "ellezza e innalzandola finoaldemi+mondee alla notoriet%, $uesta donna i cui giochi di espressione, le intona+zioni della voce,simili a tanti altri che gi% conoscevo, mi inducevano aconsiderare miomalgrado come una giovane di "uona famiglia, che nonappartenesse pi ad alcunafamiglia.Eravamo passati nello studio, e lo zio, con un’aria un po’ im"arazzataper lamia presenza, le offrì delle sigarette.«Bo, caro, disse lei, sapete che sonoa"ituata a $uelle che mi manda ilgra ndu ca. 3li ho det to che ne era vat egeloso.» E t rasse d a u n as tuccio d e l l e s i g a r e t t e , c o p e r t e d id o r a t e s c r i t t e s t r a n i e r e . « M a s ì , r i p r e s e d’improvviso, devo aver  incontrato $ui da voi il padre di $uesto ragazzo.Bon - fo rse vost ro n ipoteI

(ome ho potuto dimenticarloI stato così "uono, così s$uisito con me»,aggiunse, con un’aria modesta e sensi"ile.@FMa pensando a $uanto doveva essere stata rude l’accoglienza che lei di+ceva di aver trovato s$uisita, di mio padre, io, che ne conoscevo il riser"oe la freddezza, misentivo im"arazzato, come di un’indelicatezza ch’egliavesse commesso, per $uella disparit% tra la riconoscenza eccessiva chegli veniva accordata e la suaama"ilit% insufficiente. Pi tardi, $uesto mi- parso uno degli aspett i patetici delruolo di $ueste donne, oziose e in+stanca"ili, cio- che votino la loro generosit%, il

loro talento, un sogno di+sponi"ile di "ellezza sentimentale7giacch6, come gli artisti, non lo at+tuano, non lo fanno entrare negli schemidell’esistenza comune7e unoro che costa loro poco, ad arricchire di una montatura preziosa e fine lavitagrezza e mal s"ozzata degli uomini. (ostei, così come, nel fumoirdove miozio la riceveva in giacca da camera, profondeva il suo corpo co+s ì d o l c e , i l s u oa " i t o d i s e t a r o s a , l e s u e p e r l e , l ’ e l e g a n z a c h e

e m a n a dall’amicizia di un granduca, aveva preso $ualche frase insignificante dimio padre, l ’aveva lavorata con del icatezza, le aveva da to una forma, unadenominazione preziosa, e, incastonandovi uno dei suoi sguardi diuna così

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 "el l’ac$ua, sfumato di umilt% e di grati tudine, la restituiva tra+mutata in ungioiello d’arte, in $ualcosa di «assolutamente s$uisito».«4u, coraggio, per te - l’ora diandare», mi disse lo zio.Mi alzai, provavo un desiderio irresisti"ile di "aciare la manodella si+gnora in rosa, ma mi sem"rava che sare""e stato $ualcosa d’audace,

unaspecie di rapimento. 'l mio cuore "atteva mentre mi dicevo: «2evo farlo,non devofarlo», poi smisi di domandarmi cosa dovessi fare, per poter fa+re $ualcosa. E con ungesto cieco e insensato, privo di tutte le ragioni cheun attimo prima trovavo in suofavore, portai alle la""ra la mano che leimi tendeva.«(he car ino - g i% galante ,ha un occhio f i no pe r l e donne : ha p r es odallo zio. 2iventer% un

 perfettogentleman», aggiunse, serrando i denti,per imprimere al la frase un accentoleggermente "ritannico. «Bon po+tre""e venire, una volta, a prenderea cup of tea@FI come dicono i nostrivicini inglesi! "aster% che mi mandi un

 "leu@la mattina.»Bon sapevo cosa fosse un

 "leu. Bon capivo la met% delle parole che di+ceva la signora, ma il timore che dietrodi esse si nascondesse $ualchedomanda a cui sare""e stato scortese nonrispondere, mi costringeva an o n s m e t t e r e d ’ a s c o l t a r l e c o n

a t t e nz i o n e , e n e p r o v a vo u n a g r a n d e stanchezza.«Ma no, -impossi"ile, disse lo zio, alzando le spalle, non gli lascianonessuna li"ert%,studia molto. A scuola vince tutti i premi», soggiunse a "assa voce, perch6non sentissi $uella "ugia e non la confutassi. «(hi sa,@

f o rs e d iv en t er % u n p ic co lo )ic to r N ug o, u na s p ec ie d i) a u l a " e l l e@J

,sapete.7Adoro gli artisti, rispose la signora in rosa, solo loro capiscono ledonneOloro e le persone eccezionali come voi. 4cusate la mia ignoran+za, amico.(hi - )aula"elleI 4ono forse $uei volumi dorati che stannonella piccolali"reria a vetri del vostro salottinoI Gicordate che mi avetepromesso di

 prestarmeli, ne avr# gran cura.»Mio zio, che detestava prestare i propri li"r i,non rispose niente e miaccompagn# fino all’anticamera. &olle d’amore per lasignora in rosa, co+prii di "aci appassionati le guance piene di ta"acco del mio

vecchio zio, ementre lui con molto im"arazzo mi lasciava intendere, senzaosare dir+melo apertamente, che gli avre""e fatto piacere se avessi taciuto di$uellavisita ai miei genitori, io gli dicevo, con le lacrime agli occhi, che il ricor+do

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della sua "ont% era in me così vivo che un giorno, certo, avrei trovatoil modo ditestimoniargli la mia gratitudine. 'n effetti, era così vivo chedue ore pi tardi,dopo alcune frasi misteriose e che mi parve dessero aimiei parenti un’idea a""astanzachiara della nuova importanza di cui erodotato, trovai pi efficace raccontar loro, nei

minimi dettagli, la visita cheavevo appena fatto. Bon credevo, in tal modo, di procurare delle noie al+lo zio. (ome avrei potuto crederlo, dal momento che non lodesideravoIE come avrei potuto supporre che i miei parenti trovassero$ualcosa dimale in una visita in cui io non ne trovavo affattoI Bon succedetutti igiorni che un amico ci chieda di non mancare di scusarlo con una donnaa cuin on h a p otu to sc ri ve re , e n oi t ra sc ur ia mo d i f ar lo , s t ima nd oche$uella persona non possa attri"uire importanza a un silenzio che per noinon ne haalcunaI 'mmaginavo, come tutti, che il cervello degli altri fos+se un ricettacoloiner te e doci l e , incapace d i una reaz ione spec i fi ca su$uanto vi siintroducesse! e non du"itavo che, depositando in $uello deimiei parenti la notiziadella conoscenza che mi aveva fatto fare lo zio,avessi trasmesso loro, nelmedesimo tempo, come desideravo, il giudiziopositivo che davo di $uella

 presentazione. ' miei parenti , disgraziata+ mente, nel valutare il comportamentodello zio, si attennero a princìpi af+fatto diversi da $uelli che io suggerivo loro diadottare. 'l "a""o e il non+no e""ero con lui delle spiegazioni accese! io ne fuiinformato indiretta+mente. Alcuni giorni dopo, incontrando in strada lo zioche passava suuna car rozza scoper ta , sent i i i l dolore, lar iconosc enza, il ri mo rso che avrei voluto esprimergli. 'n confronto alla loroimmensit%, mi parve cheuna scappellata sare""e stata meschina, e avre""e potuto far 

supporre al+lo zio che io non mi sentissi tenuto verso di lui a nient’altro che a una "a+nale cortesia. 2ecisi di astenermi da $uel gesto insufficiente, e girai la@J

testa. 0o zio pens# che io seguissi in tal modo le istruzioni dei miei pa+renti, non glielo perdon#, e morì parecchi anni dopo senza che nessunodinoi lo avesse pi rivisto.(osì non entr avo pi nel la sal ett a di ripo so,ormai chiusa, del lo zioAdolphe, e dopo essermi at tardato nei press idel retr ocu cin a, $ua ndo &ranCoise, comparendo sulla soglia, mi diceva:

«2ir# alla sguattera diservire il caff- e di portar su l’ac$ua calda, io devocorrere dalla signora1ctave», mi decidevo a rientrare e salivo direttamentein camera mia aleggere. 0a sguattera era un’entit% morale, un’istituzione

 permanente al+la $uale alcune invaria"il i att ri"uzioni assicuravano una sortadi conti+nuit% e di identit%, attraverso la successione delle forme passeggere in cuisiincarnava: giacch6 non fu mai la stessa per due anni di seguito. 0’annoin cuimangiammo tanti asparagi, la sguattera a"itualmente incaricata di«spellarli» era una

 povera creatura malaticcia, in uno stato di gravidanzagi% a""astanza avanzato,$uando arrivammo a Pas$ua, e ci si meraviglia+va anzi che &ranCoise le lasciasse fare

tante commissioni e tante faccende,perch6 cominciava a portare con difficolt%davanti a s6 la misteriosa ce+sta, ogni giorno pi colma, di cui s’indovinava la

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forma imponente sottogl i ampi grem"ia l i . *ues t i r i cordavano leguarnacche@che rivestonocerte figure sim"oliche di 3iotto, di cui il signor 4Hann mi aveva

regala+to le fotografie. Era stato lui stesso a farcelo osservare, e $uando cich i e + deva no t i z i e de l l a s gua t t e r a d i ceva : «(ome s t a l a (ar i t % d i3iot toI».2’altronde, lei stessa, la povera ragazza, ingrassata dalla gravidanza per+fino in viso, perfino nelle guance che ricadevano dritte e $uadrate, in ef+fetti eraa""astanza somigliante a $uelle vergini forti e mascoline, piutto+sto matronali ,nelle $uali sono personificate le virt nell’Arena@;. E m i rendo conto adesso che $uella )irt e $uei )izi di Padova le assomiglia+vano ancora per un altro aspetto. (ome l’immagine di $uella ragazza eraaccresciutadal sim"olo aggiunto che portava davanti al ventre, senzaaver l’aria dicomprenderne il significato, senza che nulla nel suo viso netraducesse la "ellezzae lo spirito, come un fardello semplice e pesante,così, senza aver l’aria disospettarlo, la possente massaia che - rappresen+tata all’Arena sotto il nome di«(aritas», e la cui riproduzione era appesaalla parete della mia stanza di studio,a (om"ra9, incarna $uesta virt,senza che alcun pensiero di carit% sem"ri aver mai potuto essere espressodal suo volto energico e grossolano. (on una "ellainvenzione del pitto+ re , calpes ta i tesor i del la ter ra , ma esat tamentecome se sc hia cciasse dell’uva per estrarne il succo o, meglio, come se fossesalita su dei sacchiper essere pi alta! e tende a 2io il suo cuore ardente,

diciamo meglio,g l i e l o « p a s s a » , c o m e u n a c u o c a p a s s a u nc a v a t a p p i a t t r a v e r s o l a@

finestrella del suo seminterrato a $ualcuno che gliel’ha chiesto dal pian+terreno.0’'nvidia, magari, una $ualche espressione d’invidia l’avre""epure avuta. Maanche in $uell’affresco, il sim"olo occupa tanto spazio ed- rappresenta to cosìreal is t icame nte, i l serpen te che s i"i la al le la""ra dell’'nvidia - cosìgrosso, le riempie così pienamente la sua grande "occaspalancata, che i muscoli del

volto sono tesi per poterlo contenere, come$uelli di un "am"ino che gonficol fiato un palloncino, e l’attenzionedell’'nvidia7e la nostra in $uello stesso momento7tutta concentratas u l l ’ a z i on e de l l e l a "" r a , no n ha ce r t o t e mp o dad e d i c a r e a p e n s i e r i invidiosi.Bonostante la grande ammirazione che il signor 4Hann professava per$uelle figure di 3iotto, per molto tempo non provaialcun piacere a os+servare nella nostra sala di studio, dov’erano state appese le

copie che miaveva portato, $uella (arit% senza carit%, $uell’'nvidia simile a una tavo+la di un l i"ro di medicina che i llustrasse soltanto la compressionedellaglottide o dell’ugola dovuta a un tumore della lingua o

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all’introduzionedi uno strumento chirurgico, una 3iustizia il cui voltogrigiastro e me+schinamente regolare era lo stesso che, a (om"ra9,caratterizzava certegraziose "orghesi "igotte e rinsecchite che vedevo alla messa edelle $ua+l i parecchie erano gi% arruolate nel le milizie di r iserva

dell’'ngiustizia.Ma, pi tardi, ho compreso che la sorprendente stranezza,la singolare "ellezza di $uegli affreschi dipendeva dal gran posto occupatovi dalsim+ "olo, e il fatto che fosse rappresentato non come un sim"olo, giacch6ilpensiero sim"olico non era espresso, ma come reale, come effettivamentesu"ito omaterialmente maneggiato, dava al significato dell’opera un chedi pi letterale e

 preciso, al suo insegnamento un che di pi concreto esorprendente. Anchenella povera sguattera, l’attenzione non era conti+ nuamente ricondotta al suoventre dal peso che lo tendevaI E, similmen+te, il pensiero degli agonizzanti - voltomolto spesso verso il lato effetti+vo, doloroso, oscuro, viscerale, verso $uel rovesciodella morte che - ap+punto il lato ch’essa loro presenta, che fa loroaspramente sentire, e cheassomiglia assai pi a un fardello che li schiaccia,a una di f f icol t% di re+spi ro, a un "isogno di "ere, che non a ci# chech iamiamo l ’ idea de l lamorte.*ue ll e )i rt e $ue i )izi d i Padovadovev ano avere in s6 una "uona dose di realt%, dal momento che miapparivano altrettanto vivi $uanto laserva incinta, e lei stessa non mi sem"rava moltomeno allegorica. E, for+se, $uesta non+partecipazione =almeno apparente> dell’animadi un esse+re alla virt che agisce per suo tramite, possiede anche, al di l%del suovalore estetico, una realt% se non psicologica, almeno, come si suoldire,

@;fisiognomica. *uando, pi tardi, nel corso dell’esistenza, ho avuto occa+sione diincontrare, per esempio in $ualche convento, delle incarnazioniveramente sante dellacarit% attiva, esse avevano generalmente l’aria alle+gra, positiva, indifferente e

 "rusca, da chirurgo indaffarato, $uel voltodove non si legge nessunacommiserazione, nessuna commozione dinan+zi alla sofferenza umana, nessun timoredi offenderla, e che - il volto sen+za dolcezza, il volto antipatico e su"lime della vera

 "ont%.Mentre la sguattera7

facendo involontariamente risplendere la supe+riorit% di &ranCoise, comel’Errore, per contrasto, rende pi luminoso il trionfo della )erit%7serviva un caff- che, secondo la mamma, era sem+plice ac$ua calda, e portava poinelle nostre camere dell’ac$ua calda cheera appena tiepida, io m’ero disteso sul letto,con un li"ro in mano, nellamia stanza che, tremando, proteggeva la sua freschezzatrasparente e fra+gile dal sole del pomeriggio, dietro le imposte semichiuse, dove unrifles+so di giorno aveva tuttavia trovato modo di far filtrare le sue ali gialle, erestavaimmo"ile tra il legno e il vetro, in un angolo, come una farfalla inriposo. (’era un

chiarore appena sufficiente per leggere, e la sensazionedello splendore dellaluce mi era trasmessa soltanto dai colpi che (amus "atteva nella rue de la (ure=avvertito da &ranCoise che la zia «non ripo+sava» e che si poteva far rumore>

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contro certe casse polverose, ma che,riecheggiando nell’atmosfera sonora,caratteristica delle giornate calde, sem"ravano far volare lontano degli astriscarlatti! e anche dalle moscheche si esi"ivano davanti a me, nel loro piccoloconcerto, come una musi+ca da camera dell’estate! una musica che non evoca l’estate

come un mo+tivo musicale umano, il $uale, ascoltato per caso nella "ellastagione, vela rammenta in seguito! ma legata all’estate da un vincolo pi intimo!na+ta dalle "elle giornate, rinascendo soltanto con esse, racchiudendo un po+co dellaloro essenza, non soltanto ne risveglia l’immagine nella nostramemoria, netestimonia il ritorno, la presenza effettiva, diffusa, immedia+tamenteaccessi"ile.*uell’oscura freschezza della mia stanza era, rispetto al pieno sole del+lastrada, $uel che l’om"ra - rispetto al raggio, cio- altrettanto luminosa,e offriva allamia immaginazione lo spettacolo totale dell’estate di cui imiei sensi, sefossi stato a passeggio, non avre""ero potuto gioire che atratti! e così, siaccordava perfettamente al mio riposo che =grazie alle av+venture raccontate dai mieili"ri e capaci di contur"arlo> poteva soppor+tare, simile alla $uiete di una manoimmo"ile immersa nell’ac$ua corren+te, l’urto e l’animazione di un torrente diattivit%.Ma la nonna, anche se la giornata troppo calda s’era guastata, seerasopraggiunto un temporale o semplicemente un ac$uazzone, veniva a@supplicarmi di uscire. Ed io, non volendo rinunciare alla mia lettura, an+davo se nonaltro a continuarla in giardino, sotto l’ippocastano, in unapiccola garitta distuoia e tela, nel fondo della $uale stavo seduto e micredevo nascosto agliocchi delle persone che sare""ero potute venire afar visita ai miei parenti.E il

mio pensiero non era anch’esso come un altro asilo nel fondo del$ualesentivo d’essere sprofondato, magari per osservare $uel che avve+niva di fuoriI*uando vedevo un oggetto esterno, la consapevolezza divederlo restava frame e lui, lo circondava di un esiguo contorno spiri+tuale che mi impediva ditoccare direttamente la sua materia: $uesta sivolatilizzava, in $ualche modo,

 prima che vi prendessi contatto, come uncorpo incandescente che vengaavvicinato a un oggetto "agnato non netocca l’umidit% perch6 si fa sempre

 precedere da una zona di evaporazio+ne. 'n $uella specie di ir idescente schermodi stat i diversi che, mentreleggevo, la mia coscienza dispiegava

simultaneamente, e che andavanodalle aspirazioni pi profondamentenascoste dentro di me alla visione tutta esteriore dell’orizzonte che avevo sotto gliocchi, in fondo al giardi+no, $uel che c’era innanzitutto in me, di pi intimo, laleva in continuomovimento che governava tutto il resto, era la mia fedenella ricchezzafilosofica, nella "ellezza del li"ro che leggevo, e il miodesiderio di ap+propriarmene, $ualun$ue fosse il li"ro. 'nfatti, anche se loavevo ac$ui+stato a (om"ra9, dopo averlo vis to nel la vetrina del ladrogheria 8oran+ge, troppo distante da casa perch6 &ranCoise potessefornirvisi, come da(amus, ma meglio fornita come cartoleria e li"reria, fissato con

delle cor+dicelle nel mosaico di legature e di fascicoli che rivestivano i due "attentidella sua porta, pi misteriosa, pi disseminata di pensieri della porta diunacattedrale, lo avevo riconosciuto, perch6 mi era stato segnalato comeun’opera

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notevole dal professore o dal compagno che mi sem"ravaa$uell’epoca detenere il segreto della verit% e della "ellezza, a met% pre+sentite, a met% incomprensi"ili, la cui conoscenza rappresentava lo scopovago ma

 permanente del mio pensiero.2opo $uesta convinzione centrale che, durante la mia

lettura, compivaincessanti movimenti dall’interno all’esterno, verso la scoperta dellaveri+t%, venivano le emozioni suscitate in me dall’azione a cui prendevo parte,giacch6 $uei pomeriggi erano pi densi di avvenimenti drammaticidi$uanto spesso non sia tutta una vita. Erano gli avvenimenti che accade+vano nel li"ro che stavo leggendo! - vero che i personaggi cui si riferiva+no non erano«reali», come diceva &ranCoise. Ma tutti i sentimenti che lagioia o la sventura di un

 personaggio reale ci fa provare non si produco+no in noi senza la mediazione diun’immagine di $uella gioia o di $uella@<sventura! la genialit% del primo romanziere fu di comprendere che,nelmeccanismo delle nostre emozioni, poich6 l’immagine - il soloelementoessenziale, la semplificazione consistente nel sopprimere

 puramente esemplicemente i personaggi reali avre""e costituito un perfezionamentodecisivo. 5n essere reale, per $uanto profondamente possiamosimpatiz+zare con lui, - percepito in gran parte dai nostri sensi, vale a direrestaopaco per noi, offre un peso morto che la nostra sensi"ilit% non pu# solle+vare.4e una disgrazia lo colpisce, potremo esserne commossi solo in unapiccola partedella nozione totale che a""iamo di lui! di pi, lui stessopotr% esserlo solo inuna parte della nozione totale che ha di s6. 0a trova+ta del romanziere - stata di

aver pensato di sostituire $uelle parti impe+netra"ili all’anima con una uguale$uantit% di parti immateriali, tali cio-che la nostra anima possa assimilar le. (heimporta allora se le azioni , leemozioni di $uesti individui di una nuova specie ciappaiono come vere,dal momento che le a""iamo fatte nostre, che si

 producono in noi , chetengono sotto il loro controllo, mentre voltiamofe""rilmente le paginedel li"ro, il ritmo del nostro respiro e l’intensit% delnostro sguardo. Euna volta che il romanziere ci ha messi in $uesto stato, nel $uale,come intutti gli stati puramente interiori, ogni emozione viene decuplicata, eilsuo li"ro provocher% in noi un tur"amento simile a $uello di un sogno,ma

un sogno pi chiaro di $uelli che facciamo dormendo e che nel ricor+do durer% di pi,allora, eccolo scatenare in noi, per un’ora, tutte le gioiee tutte le sventure

 possi"il i, di cui nel la vita impiegheremmo anni a co+ noscerne $ualcuna, e le pi intense non ci sare""ero mai rivelate, perch6la lentezza con la $uale si producono ce ne toglie la percezione! =così, il nostro cuore muta, nella vita, ed -$uesto il dolore pi grande! ma noi loconosciamo solo nella lettura, conl’immaginazione: nella realt% esso mu+ta, così come si producono certi fenomeninaturali, a""astanza lentamen+te, perch6, se possiamo constatare successivamenteciascuno dei suoi di+ve r s i s t a t i , i n co mp en s o l a s e ns az io ne s t e s s a

d e l m u t a m e n t o c i s i a risparmiata>.3i% meno interiore al mio corpo di$uella vita dei personaggi, venivapoi, per met % pro iett ato dav ant i a me,i l p a e s a g g i o d o v e s i s v o l g e v a l ’ a z i o n e , e c h e e s e r c i t a v a s u l m i o

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 pensiero un inf lusso "en pi grande dell’altro, $uello che avevo sotto gliocchi $uando li alzavo dal li"ro. (o+sì, per due estati, nella calura del giardino di(om"ra9, ho provato, in ra+gione del li"ro che leggevo allora, la nostalgia diun paese montuoso efluviale, dove potevo vedere molte segherie e dove, nel fondo

d e l l ’ a c $ u a c h i a r a , d e i p e z z i d i t r o n c o m a r c i v a n o s o t t o c i u f f i d ic r e s c i o n e ! n o n@@lontano, s’arrampicavano lungo i muri "assi, grappoli di fiori violettierossastri@. E s iccome era se mpre p resent e al mio p ensie ro i l sogno di una donnache mi avre""e amato, $uelle estati il mio sogno fu im"evutodella freschezza diac$ue correnti! e chiun$ue fosse la donna che evoca+vo, grappoli di fiorivioletti e rossastri sorgevano su"ito da ogni parte,intorno a lei, come coloricomplementari.Bon era soltanto perch6 un’immagine sognata sempres’imprime, sia " " e l l i s c e e " e n e f i c i a d e l r i f l e s s o d e i c o l o r ie s t e r n i c h e p e r c a s o l’avvolgono nella nostra fantasticher ia! giacch6$uei paesaggi dei li"riche leggevo erano per me soltanto paesaggi, rappresentati

 pi vivamenteal la mia immaginazione di $uel li che (om"ra9 metteva sotto imie i oc+chi , ma che sare""ero s ta t i ana loghi . Per l a sce l t a che neaveva fa t ta l’autore, per la fede con la $uale il mio pensiero accoglieva la sua

 parolacome una rivelazione, essi mi apparivano7

impressione che non mi da+va assolutamente il paese in cui mi trovavo, e ancor menoil nostro giar+dino, prodotto senza prestigio dalla prevedi"ile fantasia delgiardiniereche la nonna disprezzava7una parte vera e propria della Batura stessa,degna d’essere studiata e approfondita.4ei miei genitori mi avessero permesso, $uando leggevo un li"ro, diandare avisitare la regione che vi era descritta, avrei creduto di compiereun passo inestima"ilenella con$uista della verit%. 3iacch6, se a""iamo lasensazione d’essere semprecircondati dalla nostra anima, non - come sesi trattasse di una prigione immo"ile!

 piuttosto, siamo come trascinati in+s i e m e a l e i i n u n o s l a n c i o p e r p e t u ot e s o a s u p e r a r l a , a r a g g i u n g e r e l’esterno, con una specie discoraggiamento nel sentire sempre intorno anoi $uella sonorit% identica che non -un’eco dal di fuori, ma la risonanzadi una vi"razione interna. (erchiamo diritrovare nelle cose, divenuteper $uesto preziose, il riflesso che la nostra anima ha

 proiettato su di es+se! rimaniamo delusi nel constatare che sem"rano spoglie, innatura, delfascino conferito loro, nella nostra mente, dalla vicinanza di certeidee!talvolta, convertiamo tutte le forze dell’anima in a"ilit%, in splendore, peragiresu esseri di cui avvertiamo chiaramente che sono situati fuori di noie che non li

raggiungeremo mai. (osì, se invaria"ilmente immaginavoattorno alla donnache amavo i luoghi che allora desideravo di pi, seavrei voluto che fosse leia farmeli visitare, lei ad aprirmi le porte di unmondo sconosciuto, non era

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 per una semplice e casuale associazione di pensieri! no, il fatto - che i miei sognidi viaggio e d’amore erano soltantodei momenti7che io oggi separo artificialmente, come se praticassi del+le sezioni a d iverse

al tezze di un get to d’ac$ua i r idato e in apparenza@

immo"ile7di un unico e inarresta"ile zampillare di tutte le forze dellamia vita.'nfine,continuando a seguire dall’interno all’esterno gli stati simulta+n e a m e n t eg i u s t a p p o s t i d e l l a m i a c o s c i e n z a , e p r i m a d ig i u n g e r e all’orizzonte reale che li avvolgeva, trovavo dei piaceri di un altro gene+r e , $ u e l l o d ’ e s s e r e s e d u t o c o m o d a m e n t e , d i s e n t i r e i l

 " u o n o d o r e dell’aria, di non essere distur"ato da una visita! e, $uando suonaval’oradal campanile di 4aint+Nilaire, di veder cadere a pezzo a pezzo $uel chedel

 pomeriggio era gi% consumato, fin $uando non udissi l’ult imo toccoche miconsentiva di far la somma, e dopo il $uale il lungo silenziochesopraggiungeva sem"rava far cominciare nel cielo azzurro, tutta la parteche miera ancora concessa per leggere, fino alla "uona cena che prepara+va &ranCoise e chemi avre""e ristorato delle fatiche sostenute durante lalettura del li"ro, al seguitodel suo eroe. E ad ogni ora, mi sem"rava chealcuni istanti soltanto fosserotrascorsi da $uando la precedente aveva ri+suonato! la pi recente si veniva a

inscrivere vicinissimo all’altra nel cie+lo, ed io non potevo credere che sessantaminuti fossero contenuti in $uelpiccolo arco azzurro che era compreso fra i lorodue segni dorati. A vol+te, $uell’ora prematura suonava addirittura due colpi pidell’ultima! ven’era dun$ue una che non avevo udito, $ualcosa che eraavvenuta, nonera avvenuta per me! l ’ interesse del la le t tura , magicocome un sonnoprofondo, aveva ingannato le mie orecchie allucinate e cancellatola cam+pana d’oro sulla superficie azzurrata del silenzio. 8ei pomeriggi domeni+cali,sotto l’ippocastano del giardino di (om"ra9, da me accuratamentesvuotatidegli incidenti mediocri della mia esistenza personale, che ave+vo rimpiazzato con

una vita d’avventure e d’aspirazioni strane, nel cuoredi un paese irrorato d’ac$uesorgive, voi mi evocate ancora $uella vita,$uando penso a voi e, in effetti, lacontenete, per averla a poco a poco cir+coscritta e racchiusa7mentre io proseguivo nella mia lettura e svanivail calore del giorno7nel cristallo successivo, lentamente cangiante e tra+ve r s a t o d a f o g l i a m e ,de l l e v os t r e or e s i l e n z i os e , so n or e , o do ro se e limpide.*ualche voltaero strappato alla lettura, nel pieno del pomeriggio, dal+la figlia del giardiniere, che

correva come una pazza, investendo sul suocammino un arancio, tagliandosi un dito,rompendosi un dente e gridan+do: «Eccoli, eccoli», perch6 &ranCoise ed ioaccorressimo e non perdessi+mo niente dello spettacolo. Erano i giorni in cui, per 

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manovre di guarni+gione, i soldati attraversavano (om"ra9, percorrendoa"itualmente larue 4ainte+Nildegarde. Mentre i nostri domestici, seduti infila, su sediep o s t e f u o r i d e l c a n c e l l o , g u a r d a v a n o i l p a s s a g g i od o m e n i c a l e d e g l i

@Da"itanti di (om"ra9 e si facevano vedere da loro, la figlia del giardiniere,attraversouno spiraglio tra due case lontane dell’avenue de la 3are, ave+va scorto il luccichiodegli elmi. ' domestici avevano rimesso dentro pre+cipitosamente le loro sedie,

 perch6 $uando i corazzieri sfilavano lungo rue 4ainte+Nildegarde, neoccupavano tutta la larghezza, e i cavalli al ga+loppo rasentavano le case, coprendo imarciapiedi, sommersi come argi+ni che offrano un letto troppo angusto a un torrentein piena.«Poveri ragazzi», diceva &ranCoise, appena arrivata al cancello e gi%inlacrime! «povera giovent che sar% falciata come l’er"a! solo a pensarcinesono scossa», aggiungeva, mettendosi la mano sul cuore, l%, dove ave+va sentito$uella «scossa».« "ello, non - vero, signora &ranCoise, vedere dei giovani che nonten+gono alla vitaI», diceva il giardiniere per farla «saltar su».Bon aveva parlatoinvano:«Bon tenere alla vitaI Ma a cosa dun$ue "isogna tenere, se non alla vi+t a , i ls o l o r e g a l o c h e i l " u o n 2 i o n o n f a m a i d u e v o l t e I A h m i o 2 i o pur vero che non ci tengono 0i ho visti nel 4ettanta! non hanno pi pau+ra dellamorte, in $uelle sciagurate guerre! sono, n6 pi n6 meno, che deipazzi! e poi, nonvalgono pi la corda per impiccarli, non sono uomini,sono leoni». =Per &ranCoise, il paragone tra un uomo e un leone, che leipronunciava «leone»,non aveva nulla di lusinghiero.>0a rue 4ainte+Nildegarde disegnava una curva troppo

stretta perch6 sipotesse vederli venire da lontano, ed era attraverso $uellospiraglio, trale due case dell’avenue de la 3are, che si scorgevano sempre nuovie l m i c o r r e r e e " r i l l a r e a l s o l e . ' l g i a r d i n i e r e a v r e " " e v o l u t os a p e r e s e v e n’erano ancora molti da passare, e aveva sete, perch6 il sole

 "at teva. Al+lora, d’improvviso, sua figlia, slanciandosi come da una fortezzaassedia+ta, faceva una sortita, raggiungeva l’angolo della strada e, dopo aver sfi+datocento volte la morte, veniva a portarci, con una caraffa di li$uirizia elimone, lanotizia che erano almeno un migliaio ad arrivare senza posa,dalla parte di/hi"erz9 e di M6s6glise. &ranCoise e il giardiniere, riconci+liati, discutevano sulla

condotta da tenere in caso di guerra:«)edete, &ranCoise, diceva il giardiniere, larivoluzione sare""e me+gl io, perch6 $uando - proclamata ci vannosolo $ue lli che ci v ogl ion oandare.7Ah sì, $uesto almeno lo capisco, - pi onesto».'l giardiniere riteneva che, unavol ta dichiarata la guerra, avre""ero fermato tutti i treni.«2iamine, perch6 non siscappi», diceva &ranCoise.FE il giardiniere: «Ah son fur"i», perch6 per lui la guerra non era cheuna

specie di "rutto tiro che lo 4tato tentava di giocare al popolo e che, seci fosse statoil modo di farlo, non ci sare""e stata una sola persona chenon se la sare""es$uagliata.Ma &ranCoise si affrettava a raggiungere la zia, io tornavo al mio li"ro,i

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domestici si piazzavano di nuovo davanti alla porta, a guardar ricaderela polvere el’emozione sollevate dai soldati . Molto tempo dopo che lacal ma eratornata , un’ insol i ta f iumana di passant i anner iva ancora les t rade di(om"ra9. E davanti a ogni casa, anche a $uelle dove non c’era$uesta

a"itudine, i domestici o anche i padroni, seduti e intenti a guarda+re, ornavano lasoglia di un festone capriccioso e scuro come $uello dellealghe e delle conchiglie, dicui una forte marea lascia sulla riva il crespo eil ricamo, dopo che s’-allontanata.4a lvo $uei g ior n i, d i s o li t o po t evo , i nvece , l egger etr an $u il lo . Ma l’interruzione e il commento che una volta furono portati,da una visitadi 4Hann, alla lettura che stavo facendo del li"ro di un autoreassoluta+mente nuovo per me, 8ergotte@<, e""ero come conseguenza che, per pa+recchio tempo, non fu pi su unmuro decorato di fiori viola a forma diconocchia, ma su uno sfondo "en diverso,dinanzi al portale di una catte+drale gotica, che si stagli# da $uel momentol’ im mag in e di un a de ll e donne da me sognate.Avevo sentito parlare di8ergotte, per la prima volta, da un mio com+pagno pi grande di me e per il$uale avevo molta ammirazione, 8loch.*uesti, sentendomi esprimere la miaammirazione per la

 Buit d’1cto"re,era scoppiato in una risata fragorosa come uno s$uillo di trom"a e miavevadetto: «2iffida della tua predilezione, al$uanto "assa, per il signo+re di Musset. un individuo dei pi malefici e un assai sinistro figuro.2evo confessare,

d’altronde, che lui, e anche $uell’altro di nome Gacine,hanno fatto nella loro vitaun verso a""astanza "en ritmato, e che ha diper s6, ci# che a mio avviso - ilmerito supremo, di non significare asso+lutamente nulla. 4i tratta di «0a

 "ianche 1loossone et la "ianche (am9+re»@@e di «0a fille de Minos et de Pasipha6»@. Mi sono s tat i segnalat i , adiscar ico di $uei due malandr ini , da unar ti co lo del mi o ama ti ss imo maestro, il vecchio 0econte

@D, caro agl i d-i immortali . A proposito, ecco un li"ro che non ho tempo di leggerein $uesto momento, raccomandato,a $uant o pare, da $uel su"li me

 "rav’uomo. Egl i , mi s i dice , considera l’autore, il signor 8ergotte, come untipo dei pi sottili! e "ench6 dia pro+va, certe volte, di mansuetudini al$uantoinesplica"ili, la sua parola - perme oracolo delfico. 0eggi dun$ue $ueste proseliriche, e se il gigantescoadunatore di ritmi che ha scritto8hagavatF

e0e 06vrier de Magnus

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ha

detto i l vero, per Apollo, tu gusterai , caro maestro, le dolcissime

gioiedell’1limpo». Era stato in tono sarcastico che mi aveva chiesto dichia+marlo «caro maestro» e che a sua volta mi chiamava così. Ma, inverit%,prendevamo un certo gusto a $uesto gioco, essendo ancora viciniall’et%in cui si - convinti di creare ci# che si nomina.2isgraziatamente, non potei

 placare, discorrendo con 8loch e doman+dandogli spiegazioni, il tur"amento incui mi aveva gettato dicendomi,che i "ei versi =io che non attendevo da essiniente meno che la rivelazio+ne della verit%> erano tanto pi "elli $uanto pierano privi di significa+toJ. 8loch, infatti, non fu pi invitato a casa nostra. 2apprima vi era sta+to "en accolto.'l nonno, - vero, ogni volta che facevo amicizia con unodei miei compagni,

 pi che con gl i al tr i, e lo portavo a casa, sostenevache si trattasse sempre di une"reo, cosa che non gli sare""e dispiaciutaper principio7anche il suo amico 4Hann era di origine e"raica7senon avesse t rovato che, di soli to, non l i andavo a scegliere t ra i

migliori.(osì, $uando portavo un nuovo amico, era molto raro che non si mettes+sea canticchiare: «1 2io dei nostri Padri», da0a Kuive,;oppure «'sraele,spezza la tua catena», limitandosi naturalmente ad accennare l’aria =tila lam ta lam, talim>, ma iotemevo che il mio compagno la conoscesse ene ricostruisse le parole.Prima di

averli visti, semplicemente sentendo il loro nome che, moltospesso, nonaveva niente di particolarmente israelita, indovinava nonsoltanto l’originee"raica dei miei amici, che in effetti erano tali, ma an+che $uel che c’era diincrescioso, a volte, nella loro famiglia.«E come si chiama il tuo amico che vienestaseraI72umont, nonno.72umont 1h non c’- da fidarsi.»E cantava:Archers, faites "onne garde)eillez sans

trWve et sans "ruit<

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.E dopo averci posto a"ilmente $ualche domanda pi precisa, esclama+va: «'nguardia 'n guardia» o, $uando il paziente stesso era gi% arrivatoed era statocostretto, a sua insaputa, con un interrogatorio dissimulato, aconfessare le proprieorigini, allora, per mostrarci che non aveva pi al+ c u n d u " " i o , s i

a c c o n t e n t a v a d i g u a r d a r c i ,c a n t i c c h i a n d o impercetti"ilmente:2e ce timide 'sra6liteJ

*uoi, vous guidez ici le [email protected]:(hamps paternels, N6"ron, douce vall6e.o ancora:1ui Xe suis de la race 6lueD

.*ueste p iccole manie del nonno non impl icavano alcunsentimentomalevolo nei confronti dei miei compagni. Ma 8loch non era

 piaciuto aimiei parenti per altre ragioni. Aveva cominciato con l’indisporre mio pa+dre che, vedendolo "agnato, gli aveva domandato con interesse:«Ma, s ignor 8 loch , che t empo f a dun$ue , - p iovu toI Bon c i cap is coniente, il

 "arometro segnava ottimo».Be aveva ottenuto soltanto $uesta risposta:«4ignore, non posso assolutamente dirvi se - piovuto. )ivo così risolu+tamente fuori dellecontingenze fisiche che i miei sensi non si prendono la pena di notificarmele.7

Ma, ragazzo mio, il tuo amico - un idiota, mi aveva detto mio padre$uando 8loch sene fu andato. (ome non sa neanche dirmi il tempo chefa Ma non c’- niente di piinteressante un im"ecille».Poi 8loch aveva irritato la nonna perch6, dopo

 pranzo, siccome lei di+ceva di non sentirsi troppo "ene, lui aveva soffocatoun singhiozzo e siera asciugato $ualche lacrima.«(ome vuoi che sia sincero,mi disse lei, dal momento che non mi co+nosce! in caso contrario, allora, -

 pazzo.»E infine aveva scontentato tutti $uanti perch6, essendo venuto a pran+zo conun’ora e mezzo di ritardo e coperto di fango, invece di scusarsi,avevadetto:«Bon mi lascio mai influenzare dalle pertur"azioni atmosferiche

n6dalle divisioni convenzionali del tempo. 'o ripristinerei volentieril’usodella pipa d’oppio e del Lriss malese, ma ignoro $uegli strumenti infini+t a m e n t e p i d a n n o s i , e d ’ a l t r o n d e p i a t t a m e n t e " o r g h e s i , c h es o n o l’orologio e l’om"rello».Bonostante tutto, sare""e tornato a (om"ra9. Bon eratuttavia l’amicoche i miei parenti avre""ero desiderato per me! essi avevanofini to colconvincersi che le lacrime che gli aveva fatto versare l’indisposizione del+la nonna non fossero finte! ma sapevano, per istinto, o per esperienza,

che gli slanci della nostra sensi"ilit% hanno scarso potere sul susseguirsideinostri atti e sulla nostra condotta di vita, e che il rispetto degli o""li+ghi morali, lafedelt% agli amici, l’adempimento di un’opera, l’osservanzadi una regola hanno un

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 pi sicuro fondamento nelle cieche a"itudini chenon in $uei trasport imomentanei, ardenti e sterili. A 8loch avre""eropreferito, per me, deicompagni che non mi dessero pi di $uanto sia le+ci to concedere ai propri amici,secondo le norme del la morale "orghese!che non mi mandassero

inopinatamente un cesto di frutta , perch6 $uel giorno avevano pensato a me contenerezza, ma che, essendo incapaci difar pendere in mio favore la giusta "ilancia dei doveri e delle esigenzedell’amicizia, con un semplice motodell’immaginazione e della sensi"ili+t%, non la falsassero nemmeno a mio danno.Persino i nostri torti difficil+mente distolgono da $uel che ci devono $ueste indoli, dicui la prozia erail modello, lei che in lite da anni con una nipote alla $ualenon parlavamai, non modific# per $uesto il testamento con il $uale le lasciava tuttoilsuo patrimonio, poich6 era la sua parente pi prossima, e così «si dovevafare».Maio volevo "ene a 8loch, i miei parenti volevano farmi contento, ipro"lemiinsolu"ili che mi ponevo a proposito della "ellezza, spoglia disignificato,della figlia di Minosse e di Pasifae mi affaticavano e mi face+vano male pi di$uanto non avre""ero fatto nuove conversazioni conlui, "ench6 mia madrele giudicasse perniciose. E sare""e stato ricevutoancora a (om"ra9 se,dopo $uella cena, avendomi appena spiegato7notizia che in seguito e""e una grande influenza sulla mia vita, e la resepifelice, poi pi sventurata7che tut te le donne pensavano sol tantoall’amore e che non ce n’era nessuna di cui

non si potesse vincere la resi+stenza, non mi avesse assicurato di aver sentitodire, da fonte sicurissi+ma, che la mia prozia aveva avuto una giovinezzatempestosa ed era sta+ta pu""licamente mantenuta. Bon potei trattenermi dalriferire $uesteparole ai miei parenti! $uando si ripresent# fu messo alla porta, e$uandolo avvicinai, in seguito, per la strada, fu estremamente freddo con me.Ma,riguardo a 8ergotte, aveva detto il vero.' primi giorni , come un motivo musicaledi cui ci si appassioner%, mache ancora non si riesce a distinguere, non percepiici# che tanto dovevoamare nel suo stile. Bon potevo lasciare il suo romanzo chestavo leggen+do, ma credevo che a interessarmi fosse solo il soggetto, come

nei pr imimomenti del l’amore, $uando si va ogni giorno a cercare unadonna a$ualche riunione, a $ualche intrattenimento dai cui piaceri ci si crede at+tratti. Poi notai le espressioni preziose, $uasi arcaiche, che amava impie+ga r e i nc e r t i m o m e n t i n e i $ u a l i u n f l u s s o r e c o n d i t o d ’ a r m o n i a , u n;

 preludio inter iore , sollevava il suo st ile! ed era proprio in $uei momentichesi metteva a parlare del «vano sogno della vita», dell’«inesauri"ilefiumedelle "elle apparenze», del «tormento sterile e delizioso di com+prendere edi amare», delle «commoventi effigi che no"ilitano per sem+pre la facciata

venera"ile e affascinante delle cattedrali»DF

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, ed esprimevatutta una filosofia, per me nuova, attraverso immaginimeravigliose, dicui si sare""e detto che erano state loro a risvegliare $uelcanto d’arpeche r i suonava in $uel punto e al cui accompagnamentoesse davano$ualcosa di su"lime. 5no di $uei passi di 8ergotte, il terzo o il $uarto

cheavevo isolato dal resto, mi diede una gioia incompara"ile rispetto a $uel+la chemi aveva data il primo, una gioia che sentii di provare in una re+gione pi profonda di me stesso, pi uniforme, pi vasta, dove gl i osta+ coli e leseparazioni sem"ravano essere stati a"oliti. Avvenne che, ravvi+sando allora $uellostesso gusto per le espressioni preziose, $uella stessaeffusione musicale, $uella stessafilosofia idealista che gi% altre volte erastata, senza che me ne rendessi conto, lacagione del mio godimento, none""i pi l’impressione d’essere in presenza di un

 "rano particolare di undeterminato li"ro di 8ergotte, che sulla superficie del mio pensiero trac+ciasse una figura puramente lineare, ma del «"rano ideale» di8ergotte,comune a tutti i suoi li"ri e al $uale tutti i passi analoghi, che venivanoaconfondersi con esso, avre""ero dato una sorta di spessore, di volume, dicui la miamente sem"rava ingrandita.Bon ero, comun$ue, l’unico ammiratore di 8ergotte! eraanche lo scrit+tore preferito di un’amica di mia madre che era molto colta!infine, perleggere il suo ultimo li"ro, appena pu""licato, il dottor du 8oul"on face+va attendere i suoi pazienti! e fu dallo studio dove visitava, e da un parcovicino a(om"ra9, che si involarono alcuni dei primi semi di $uella pre+dilezione per 8ergotte, specie così rara allora, oggi universalmente diffu+sa, e di cui si trovaovun$ue in Europa, in America, fin nel pi piccolovillaggio, il fiore ideale ecomune. *uel che l’amica di mia madre e, sem+ "ra, il dottor du 8oul"on amavano

soprattutto nei li"ri di 8ergotte, al pa+ri di me, era $uel medesimo flusso melodico,$uelle espressioni antiche,$uelle altre molto semplici e note, ma per le $uali il luogodove le mette+va in luce sem"rava rivelare, da parte sua, un gusto particolare!infine,nei passi tristi, una certa rudezza, un accento $uasi rauco. E, senzadu"+ "io, lui stesso doveva sentire che $uelli erano i suoi maggioriincantesi+mi . ' n fa t ti , ne i l i "r i che s egu i rono , ogn i vo lt a che s iim"at teva in una grande verit%, o nel nome di una cattedrale famosa, interrompevail rac+conto e, in un’invocazione, in un’apostrofe, in una lunga preghiera, davali"erocorso a $uegli effluvi che, nelle prime opere, restavano interni alla

sua prosa, rivelati soltanto, allora, dalle ondulazioni della superficie, an+cora pidolci, forse, pi armoniosi, $uando erano così velati e non si sa+re""e potutodeterminare in modo preciso dove nascesse, dove morisseil loro mormorio.*uei "rani in cui si compiaceva, erano i nostri "ranipreferiti. Personalmente, lisapevo a memoria. Mi sentivo deluso $uandoriprendeva il filo del racconto.1gni volta che parlava di $ualcosa la cui "ellezza mi era rimasta fino alloranascosta, del le foreste di pini, del lagrandine, di Botre+2ame di Parigi, di

Athalieo diPh-dre

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D, $uella "ellez+za, con un’immagine, la faceva esplodere fino a me. (osì, sentendo$uan+te parti dell’universo sare""ero rimaste ignote alla mia de"ole percezio+n e sel ui n on m e l e a ve sse a vv ic in at e, a vr ei v ol ut o p os se de re u na

suaopinione, una sua metafora su ogni cosa, soprattutto su $uelle cheavreiavuto occasione di vedere io stesso, e tra esse, in particolare, sugliantichimonumenti francesi e su certi paesaggi marini, poich6 l’insistenzaconcui li citava nei suoi li"ri provava che li riteneva ricchi di significato edi "ellezza. 2isgraziatamente, su $uasi ogni cosa ignoravo la sua opinione.Ero certoche fosse interamente diversa dalle mie, giacch6 scendeva daun mondosconosciuto verso il $uale cercavo di innalzarmi! convinto chei miei pensierisare""ero sem"rati pura inezia a $uello spirito perfetto, neavevo fatto ta"ula rasa atal punto che $uando, per caso, mi capitava diinc on tra rn e, in $u al ch e su oli"ro, uno che avevo avuto anch’io, il miocuore si gonfiava come se undio, nella sua "ont%, me l’avesse restituito,l’avesse dichiarato legittimo e "ello.Accadeva, talvolta, che una sua pa+gina dicesse le medesime cose chespesso scrivevo di notte alla nonna ealla mamma $uando non potevodormire, a tal punto che $uella paginadi 8ergotte pareva una raccolta diepigrafi da mettere in testa alle mielettere. Anche pi tardi, $uando cominciai acomporre un li"ro, di alcunefrasi, la cui $ualit% non fu sufficiente perch6 midecidessi a continuarlo,ritrovai l’e$uivalente in 8ergotte. Ma era soltanto allora,$uando le legge+vo nell’opera sua, che ne potevo gioire! $uando ero io a comporle,

 preoc+cupato che riflettessero esattamente ci# che scorgevo nel mio pensiero, ti+

moroso di non «cogliere la somiglianza», non avevo certo il tempo di do+mandarmise $uel che scrivevo era piacevole Ma, in realt%, io amavo ve+ramente soltanto $uelgenere di frasi, $uel genere di idee. ' miei sforzi in+$uieti e scontenti erano essi stessiun segno d’amore, amore senza piace+r e , m a p r o f o n d o . ( o s ì , $ u a n d o ,d ’ i mp r o v v is o , t r o v a v o f r a s i s i mi l i nell’opera di un altro, vale a diresenza pi avere scrupoli, severit%, senzadovermi tormentare, mi lasciavo andarefinalmente, con delizia, al piace+re che provavo per esse, come un cuoco che,

 per una vol ta in cui non hada fare in cucina, trova tempo, finalmente,d’essere goloso. 5n giorno,

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avendo trovato in un li"ro di 8ergotte, a proposito di una vecchia dome+stica, una "at tuta che il linguaggio solenne e magnifico dello scrit tore rendeva ancora pi ironica, ma che era la stessa che sovente avevo rivol+to al la nonna par lando di&ranCoise, un’altra volta che vidi come giudi+casse non indegna di figurarein uno di $uegli specchi della verit% cheerano le sue opere, un’osservazioneanaloga a $uella che avevo avuto oc+casione di fare sul nostro amico 0egrandin=osservazioni su &ranCoise esu 0egrandin che erano certo fra $uelle che pi

deli"eratamente avrei sa+crificato a 8ergotte, persuaso che le avre""e trovate prived’interesse>, miparve tutt’a un tratto che la mia umile vita e i reami del vero nonfosserocosì separati, come avevo creduto, che coincidessero persino in

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alcunipunti, e piansi di fiducia e di gioia sulle pagine dello scrittore, come trale "raccia di un padre ritrovato.2ai suoi li"ri, mi figuravo 8ergotte come unvecchio de"ole e delusoche avesse perduto dei figli e non se ne fosse maiconsolato. Perci# legge+vo , ca nt av o de nt ro di me la su a pr os a, pi

dolce, p i lentoDJ, forse , d i$uanto non fosse stata scritta, e la frase pi semplice giungeva a meconun’ intonazione commossa. Pi di tut to amavo la sua f i losof ia , mie r o c o n s a c r a t o a l e i , p e r s e m p r e . E s s a m i r e n d e v a i m p a z i e n t e d iarr iva reall’et% in cui sarei entrato al ginnasio, nel la classe det ta di&ilosofia. Maavrei voluto che non vi si facesse altro che vivere del pensiero di8ergot+te, e se $ualcuno mi avesse detto che i metafisici, ai $uali allora misareiappassionato, non avre""ero avuto nulla in comune con lui, avrei prova+to ladisperazione di un innamorato che vuole amare per tutta la vita e al$uale si parli dellealtre amanti che avr% pi tardi.5na domenica, mentre leggevo in giardino, fuidistur"ato da 4Hannche veniva a trovare i miei parenti.«( osa le ggete , s i pu#guardareI /oh, 8ergotteI (hi vi ha indicato,dun$ue, le sue opereI» 3lidissi che era stato 8loch.«Ah sì, $uel ragazzo che ho visto $ui, una volta, chesomiglia tanto alritratto di Maometto '' del 8elliniD. 1h - sorprendente, ha le stesse so+pracciglia circonflesse, lo stesso naso

ricurvo, gli stessi zigomi sporgenti.*uando avr% una "ar"etta, sar% la stessa persona.'n ogni caso, ha gusto,perch6 8ergotte - un ingegno affascinante.» E vedendo $uantomostrassidi ammirare 8ergotte, 4Hann, che non parlava mai delle persone che co+nosceva, fece per "ont% un’eccezione, e mi disse:«'o lo conosco "ene, se vifacesse piacere avere una sua dedica sul li+ "ro, glielo potrei chiedere». Bonosai accettare, ma rivolsi a 4Hann delledomande su 8ergotte. «4apreste dirmi $ual -l’attore che preferisceI»@

«0’attore, non so. Ma so che per lui nessun artista eguaglia la 8erma,checonsidera al di sopra di tutti. 0’avete mai sentitaI7

 Bo, signore, i miei genitori non mi permettono di andare a teatro.7 un peccato. 2ovreste chiederglielo. 0a 8erma inPh-dre, nel(id

, -solo un’attrice, se volete, ma, sapete, io non credo molto allaQgerarchia

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Qdelle arti =e notai, poich6 la cosa mi aveva spesso colpito nelle sue con+versazioni con le sorelle del la nonna, che $uando parlava di coseserie,$uando usava un’espressione che pareva implicare un’opinione su un ar+gomento importante, 4Hann aveva cura di isolarla, con

un’intonazionespeciale, meccanica e ironica, come se l’avesse messa tra virgolette,dan+do l’impressione di non volerla prendere a suo carico, e di dire: Q0agerar+chia, sapete, come dice la gente ridicolaQ. Ma allora, se era ridicolo, per+ch6diceva la gerarchiaI>. 5n momento dopo aggiunse: «)i dar% una vi+sionealtrettanto no"ile $uanto un $ualsiasi altro capolavoro, che soO$uanto7e s i m i s e a r i d e r e7le Gegine di (har t resD;». &ino allora,$uell’orrore di esprimere chiaramente la propria opinione miera parso$ualcosa che doveva essere elegante e parigino e che si opponeva al dog+matismo provinciale della sorella della nonna! e supponevo anche chefosseun’espressione d’intelligenza tipica dell’am"iente in cui 4Hann vi+veva e dove, per reazione al lirismo delle generazioni precedenti, eranoria"ilitati all’eccessoi piccoli fatti particolari, in altri tempi reputati vol+gari, e venivano proscrittele «frasi». Ma ora trovavo $ualcosa di in$uie+tante in $uesto atteggiamento di4Hann dinanzi alle cose. A giudicaredalle apparenze, non osava avere

un’opinione, e non si sentiva tran$uillose non $uando poteva fornire minuziosamenteinformazioni precise. Man o n s i r e n d e v a c o n t o , d u n $ u e , c h e$ u e s t o s i g n i f i c a v a p r o f e s s a r e l’opinione, postulare che l’esattezza di$uei dettagli fosse importanteI Gi+pensai allora a $uella cena in cui ero tantotriste perch6 la mamma nonsare""e salita nella mia camera, e lui avevadetto che i "alli dalla princi+pessa di 06on non avevano alcuna importanza. Ma

 pure era a $uel gene+re di piaceri che dedicava la sua vita. /utto $uesto mi sem"ravacontrad+dittorio. Per $uale altra vita si riservava di dire finalmente con seriet% ci#che

 pensava delle cose, di formulare dei giudizi da non mettere tra vir+golette,

di non dedicarsi pi con puntigliosa cortesia a occupazioni che,nello stessotempo, sosteneva essere ridicoleI Botai anche, nel modo incui 4Hann mi

 parl# di 8ergotte, $ualcosa che, invece, non gli era peculia+re, ma al contrario eracomune in $uel tempo a tutti gli ammiratori delloscrittore, all’amica di mia madre, aldottor du 8oul"on. Al pari di 4Hann,essi dicevano di 8ergotte: « un ingegnoaffascinante, così singolare, haun modo tutto suo di dire le cose, un po’ricercato ma tanto piacevole.

 Bon c’- "isogno di vedere la fi rma, si riconosce immediatamente che-opera sua». Ma nessuno sare""e arrivato a dire: « un grande scrittore,haun grande talento». Bon dicevano neppure che aveva talento. Bon lodicevano

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 perch6 non lo sapevano. Boi siamo assai lenti a riconoscere,nella fisionomia particolare di un nuovo scrittore, il modello che, nel no+stro museo delle ideegenerali, porta il nome di «grande talento». Proprioperch6 $uella fisionomia - nuova,non la troviamo del tutto somigliante aci# che chiamiamo talento. 2iciamo piuttosto

originalit%, fascino, delica+tezza, forza! e poi, un giorno, ci rendiamo conto cheil talento - propriotutto $uesto.«(’- $ualche scritto di 8ergotte in cui a""ia parlatodi 8ermaI doman+dai a 4Hann.7'n un "reve saggio su GacineD, credo, ma dev’essere esaurito. &orsene hanno fatta una ristampa. Mi informer#.2’altronde, posso domanda+re a 8ergotte tutto $uel che volete, non c’-settimana dell’anno che nonvenga a cena da me. l’amico prediletto di miafiglia. )anno insieme avisitare le citt% antiche, le cattedrali, i castelli.»Poich6 nonavevo alcuna nozione sulla gerarchia sociale, il fatto chemio padre ritenesseimpossi"ile, da parte nostra, la fre$uentazione dellasignora e della signorina4Hann aveva avuto piuttosto come effetto, damolto tempo, di accrescere aimiei occhi il loro prestigio, portandomi aimmaginare grandi distanze fra loro enoi. Mi rammaricavo che mia ma+dre non si tingesse i capelli e non si mettesseil rossetto sulle la""ra, co+ me faceva la signora 4Hann per piacere, a detta dellanostra vicina signo+ra 4azerat, non a suo marito, ma al signor di (harlus, e

 pensavo che do+vessimo essere per le i oggetto di disprezzo, cosa che miaffliggeva so+prattutto a causa della signorina 4Hann, della $uale mi

avevano det toche era una così graziosa ragazzina e di cui fantasticavo spesso, prestan+dole ogni volta uno stesso viso ar"itrario e incantevole. Ma $uandoe""iappreso, $uel giorno, che la signorina 4Hann era un essere di una condi+zionecosì rara, immersa nel mezzo di tanti privilegi, come nel suo ele+mentonaturale, che $uando domandava ai propri genitori se c’era $ual+cuno a cena, lerispondevano con $uelle sil la"e colme di luce, con il no+me di $uelconvitato d’oro, che era per lei soltanto un vecchio amico difamiglia:8ergotte! che, per lei, la conversazione intima a tavola, $uel checorrispondeva per mealle chiacchiere della prozia, era fatta delle paroledi 8ergotte su tutti $uegli argomenti

che non aveva potuto affrontare neisuoi li"ri, e sui $uali avrei voluto ascoltarlo proferire i suoi oracoli! e che,infine, $uando andava a visitare una citt%, lui lecamminava a fianco, sco+nosc iuto e g lor i os o come g l i d- i chescendevano in mezzo ai mor tal i !D

allora compresi, insieme al valore di un essere come la signorina 4Hann,$uanto lesarei parso grossolano e ignorante, e provai così intensamentela dolcezza el’impossi"ilit% di essere suo amico, che fui a un tempo pie+no di desiderio e di

disperazione. 'l pi delle volte, ora, pensando a lei, lavedevo davanti al portico di unacattedrale, mentre mi spiegava il signi+ficato delle statue e, con un sorriso di "enevolenza nei miei confronti mipresentava come suo amico a 8ergotte. E sempre

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l’incanto di tutte le ideeche le cattedrali facevano nascere in me, l’incantodelle colline dell’'le+de+&rance e delle pianure della Bormandia facevarifluire i suoi riflessisull’immagine che mi facevo della signorina 4Hann: volevadire, $uesto,essere pronto ad amarla. &ra tutte le cose che l’amore esige per 

nascere,$uella a cui tiene di pi, e che gli fa trascurare tutto il resto, - lanos t raconvinzione che una persona par tecipi a una vi ta sconosciutain cui ilsuo amore ci far% penetrare. Anche le donne che pretendono di giudicareunuomo soltanto dal suo fisico, vedono in $uel fisico l’emanazione diuna vitaspeciale. per $uesto che si innamorano dei militari, dei pom+pieri!l’uniforme le rende meno difficili $uanto al viso! sotto la corazzacredono di

 "aciare un cuore diverso, avventuroso e dolce! e un giovane sovrano, un principe ereditario, per fare le pi lusinghiere con$uiste, neipaesi stranieri che visita,non ha "isogno del profilo regolare che sare""eforse indispensa"ile a un agente dicam"io.Mentre leggevo in giardino, cosa che la prozia non avre""econcepitoche facessi se non di domenica, giorno in cui non era consentito occupar+s i d i $ualcosa d i ser io e in cui l e i non cuciva = in un g iorno fer i a le ,miavre""e detto: «(ome, tidivertiancora a leggereI eppure non - domeni+ca», dando alla parola divertimento ilsignificato di puerilit% e di perditadi tempo>, la zia 06onie conversava con&ranCoise, aspettando l’ora diEulalie. 0e annunciava che aveva appena visto

 passare la signora 3oupil,«senza om"rel lo, col vest ito di seta che si - fa ttafare a (hTteaudun. 4edeve andar lontano, prima dei vespri, c’- caso che lo inzuppi

 "en "ene».«Pu# darsi, pu# darsi» =che voleva dire: pu# darsi di no>, diceva&ra+nCoise per non scartare definitivamente la possi"ilit% diun’alternativapi favorevole.«Ma guarda, diceva la zia "attendosi la fronte,$uesto mi fa venire inmente che infine non sono riuscita a sapere se era arrivata inchiesa dopol’Elev azion e. 2ovr# r icord armi di domand arlo a Eulal i eO&ranCoise,guardate un po’ $uella nuvola nera dietro il campanile e $uel "ruttosolesulle tegole, di sicuro la giornata non finir% senza pioggia. Bon

 potevacontinuare così, faceva troppo caldo. E $uanto prima arriver%, meglio sa+r % perch6 f in $uando i l temporale non sar% scoppiato, la mia ac$ua di

DF)ich9 non mi andr% gi», aggiungeva la zia, nel cui animo il desiderio diaffrettare ladiscesa dell’ac$ua di )ich9 superava di gran lunga il timoredi vedere la signora3oupil sciupare il suo vestito.«Pu# darsi, pu# darsi.7E poi, $uando piove, sulla piazza, non c’- modo di trovar riparo.(ome, gi%le treI gridava d’un tratto la zia facendosi pallida, ma allora ivespri sonocominciati, ho dimenticato la mia pepsina (apisco ora per+ch6 la mia ac$uadi )ich9 mi restava sullo stomaco.»E precipitandosi su un li"ro da messa, rilegato in

velluto viola, con fre+gi in oro, e da cui, nella fretta, lasciava sfuggire alcune di $uelleimmagi+ni, listate con una striscia di merletto di carta giallognola, che segnanolepagine delle feste, la zia, inghiottendo le sue gocce, cominciava a leggerealla

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svelta i testi sacri, la cui comprensione le era lievementeinterdettadall’incertezza di sapere se, presa a così lunga distanza dall’ac$ua di )i+ch9, la pepsina sare""e stata ancora capace di raggiungerla e farla andargi. «0e tre, -incredi"ile come passa il tempo»5n piccolo colpo al vetro, come se $ualcosa

lo avesse urtato, seguitoda un’ampia cascatella leggera, $uasi grani disa""ia lasciati cadere dauna finestra al piano di sopra, poi la caduta si estendeva,diventava rego+lare, trovava un ritmo, diveniva fluida, sonora, musicale,innumerevole,universale: era la pioggia.«Ecco, &ranCoise, cosa dicevoI (ome viengi Ma mi pare d’aver sen+tito la campanella della porta del giardino, andateun po’ a vedere chipu# essere l% fuori con un tempo simile.»&ranCoise ritornava:«la signora Amed6e =mia nonna>! ha detto che andava a fare un giro.Eppure pioveforte.70a cosa non mi sorprende affatto, diceva la zia levando gli occhi alcielo.0’ho sempre detto che non ha il cervello fatto come tutti gli altri.Preferiscoche sia lei e non io ad esser fuori in $uesto momento.70a signora Amed6e - sempre tutto l’opposto degli altri», diceva &ra+nCoise condolcezza, riservandosi per $uando sare""e stata sola con glialtri domestici, didire che la nonna le pareva un po’ «tocca».«Ecco, - suonato l’Angelus Eulalienon verr% pi, sospirava la zia! s isar% spaventata per il tempo.7Ma non sono le cin$ue, signora 1ctave, sono soltanto le $uattro emezzo.

7(ome, le $uattro e mezzoI e ho dovuto sollevar le tendine per avereun pallidoraggio di luce. Alle $uattro e mezzo E mancano ancora ottogiorni alleGogazioniD< Ah mia povera &ranCoise, il "uon 2io dev’essereD

 proprio in collera con noi. Eh gi% , al giorno d’oggi , la gente ne

com"inatroppe (ome diceva il mio povero 1ctave, ci si - dimenticati del "uon2io, e lui si vendica.»5n vivo rossore accendeva le gote della zia: era Eulalie.Malaugurata+mente , e r a s t at a appena i n tr odot t a e g i % & r anCo is eri en tra va e, co n un sorriso grazie al $uale intendeva mettersi all’unisonocon la gioia che,non du"itava, le sue parole avre""ero dato alla zia, articolando lesilla"eper mostrare che, malgrado l’uso dello stile indiretto, riportava, dafedeledomestica, le medesime parole di cui si era degnato servirsi il visitatore:«'lsignor curato sare""e lieto, felice, se la signora 1ctave non riposas+se e potessericeverlo. 'l signor curato non vuole distur"are. 'l signor cu+rato - di sotto, gli ho

detto di accomodarsi in salotto».'n realt%, le visite del curato non procuravano alla ziatutto $uel piace+re che supponeva &ranCoise, e l’aria di giu"ilo a cui $uesta credeva dido+ver atteggiare la faccia ogni volta che le toccava di annunciarlo non ri+

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spondeva per intero al sentimento della malata. 'l curato =uomo eccellen+te con il$uale mi rammarico di non aver parlato pi a lungo, giacch6, senon sapeva niented’arte, conosceva molte etimologie>, a"ituato a dare aivisitatori di riguardoinformazioni sulla chiesa =aveva addirittura inten+zione di scrivere un li"ro sulla

 parrocchia di (om"ra9>, l’annoiava con spiegazioni infinite e d’altronde sempreuguali. Ma $uando capitava co+sì, proprio in coincidenza con $uella di Eulalie, la suavisita diveniva perla zia francamente sgradevole. Avre""e di gran lunga

 preferi to godersili"eramente Eulalie e non avere tutti in una volta. Ma non osavarifiutaredi ricevere il curato e si limitava a far segno a Eulalie di nonandarsenecon lui, che l’avre""e trattenuta un po’ da sola $uando $uello se nefosseandato.«4ignor curato, cosa mi dicevano, che un pittore ha installato ilcaval + l e t to ne l l a vos t ra chiesa per copiare una ve t ra taI Posso d i red’esseregiunta alla mia et% senza aver sentito mai niente di simile (osa mai dun+$ u e v a c e r c a n d o l a g e n t e a l g i o r n o d ’ o g g i E $ u e l c h e c ’ - d i p i

 "ru t tonella chiesa7

 Bon mi spingerei fino a dire che sia proprio $uel che c’- di pi "rut+to , perch6 se cisono a 4aint+NilaireD@alcune parti che meritano d’esserevisitate, ce ne sono altre assai vecchie, nella mia

 povera "asilica, la sola ditutta la diocesi che non sia stata nemmeno restaurata 2iomio, il portico- sudicio e vetusto, ma infine ha un carattere di maest%! passianche pergli arazzi di Ester, per i $uali io personalmente non darei due

soldi, mac h e g l i i n t e n d i t o r i m e t t o n o s u " i t o d o p o $ u e l l i d i 4 e n sD. Giconosco,d ’ a l t r o n d e , c h e a c c a n t o a c e r t i d e t t a g l i u n

 p o ’ r e a l i s t i c i , e s s i n eDJ

 presentano altri che testimoniano di un autentico spirito d’osservazione.Ma non mi sivenga a parlare delle vetrate. (he senso ha lasciare delle fi+nestre che non dannoluce e ingannano persino la vista con $uei riflessidi un colore che non

saprei definire, in una chiesa dove non ci sono duelastre che siano allostesso livello, e che non mi vogliono sostituire, colpretesto che si tratta delletom"e degli a"ati di (om"ra9 e dei signori di3uermantes, gli antichi conti di8ra"anteI 3li antenati diretti dell’attualeduca di 3uermantes, e anche delladuchessa, visto che una damigella di3uermantes ha sposato suo cugino.» =0anonna, che a forza di disinteres+sarsi della gente finiva per confondere tutti i nomi,ogni volta che venivapronunciato $uello della duchessa di 3uermantes sosteneva chedovesseessere parente della signora di )illeparisis. /utti scoppiavano a rìdere!leitentava di difendersi adducendo una certa lettera di partecipazione: «Misem"rava

di ricordare che ci fosse un po’ di 3uermantes l% dentro». E,una volta tanto,io ero con gli altri contro di lei, non potendo ammettereche vi fosse un legame tra lasua amica di collegio e la discendente di 3e+noveffa di 8ra"ante.> «3uardate

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Goussainville, oggi non - pi che una parrocchia di fittavoli, "ench6 anticamente$uesta localit% a""ia avuto ungrande sviluppo grazie al commercio dei cappelli difeltro e delle pendo+le. =4ono incerto sull’etimologia di Goussainville. 4arei portato acredereche il nome primitivo fosse Gouville,

Gadulfi villa, come (hTteaurou,(a+strum Gadulfi, ma di $uesto vi parler# un’altra volta.> E""ene la chiesa hadelle vetrate super"e,$uasi tutte moderne, e $uell’imponenteEntrata di0uigi &ilippo a (om"ra9che stare""e meglio al suo posto, a (om"ra9 stes+sa, e che vale, dicono, $uantola famosa vetrata di (hartres. Proprio ieriparlavo con il fratello del dottor Percepied, che - un intenditore, e la con+sidera un’opera tra le pi "elle. Ma,come dicevo a $uell’artista, che delresto sem"ra molto compito ed -, a$uanto pare, un autentico virtuosodel pennello, che ci trovate dun$ue distraordinario in $uesta vetrata, che- ancora un po’ pi scura delle altreI74ono sicura che se lo chiedeste a Monsignore», disse mollemente lazia, la $ualecominciava a pensare che si sare""e sentita stanca. «Bon virifiutere""e unavetrata nuova.7(ontateci, signora 1ctave, rispondeva il curato. Ma - stato proprioMonsignore amettere sulla "occa di tutti $uesta disgraziata vetrata, di+mostrando che

rappresenta 3il"ert le Mauvais, signore di 3uermantes,discendente direttodi 3enoveffa di 8ra"ante, che era una damigella di3uermantes, nell’atto diricevere l’assoluzione da 4ant’'larioDD.7Ma non vedo, poi, dov’- 4ant’'larioID

7Ma sì, nell’angolo della vetrata, non avete mai notato una signoravestita digialloI E""ene - 4ant’'lario che in certe province, sapete, chia+mano anche4ant’'lliers, 4ant’N6lier, e persino, nel 3iura, 4ant’Ylie. *ue+ste diverse corruzioni di4anctus Nilariusnon sono del resto le pi curio+se fra $uelle che sono avvenute nei nomi dei "eati.(osì, la vostra patro+na, mia "uona Eulalie,sancta Eulalia, sapete cos’- diventata in 8orgognaI

4aint+Uloi, molto semplicemente: - diventata un santoFF

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. )edete, Eulalie,che ne direste, se dopo la vostra morte si facesse di voi un uomoI7'l signor curato ha sempre voglia di scherzare.7

'l fratello di 3il"ert, (arlo il 8al"uziente, principe pio ma che, aven+do perduto ingiovane et% i l padre, Pipino i l &ol leF, morto a cagione della sua malattia mentale, esercitava il potere supremo contutta la pre+sunzione di una giovinezza cui - mancata la disciplina, se in unadeter+minata citt% non gli andava a genio la faccia di un individuo, vifacevasterminare fino all’ultimo a"itante. 3il"ert, volendo vendicarsi di (arlo,fece

 "ruciare la chiesa di (om"ra9, la chiesa pr imitiva, s’ intende, $uel la che/eodo"ertoFJ, lasciando con la sua corte la casa di campagna cheaveva $ui vicino,a /hi"erz9 =/heode"erciacus>, per andare a com"atterec o n t r o i 8 u r g u n d i , a v e v a p r o m e s s o d ic o s t r u i r e s o p r a l a t o m " a d i 4ant’'lario, se il 8eato gli avesse concesso lavittoria. Be resta solo la crip+ta, in cui /h6odore vi avr% fatto scendere, poich63il"ert incendi# il re+sto. 'n seguito egli sconfisse lo sventurato (arlo con l’aiutodi 3uglielmoil (on$uistatore =il curato pronunciava «3ulielmo»>, il che spiega

 perch6tanti inglesi vengano in visita $ui . Ma, a $uanto pare, non seppe

conci+liarsi la simpatia degli a"itanti di (om"ra9, perch6 $uesti gli sigettaronocontro all’uscita della messa, e gli tagliarono la testaF. 2el resto, /h6o+dore d% in prestito un li"retto che spiega tutta la storia.«Ma lacosa incontesta"ilmente pi straordinaria della nostra chiesa -la vista che si gode dalcampanile, ed - grandiosa. (ertamente, a voi chenon siete troppo ro"usta, nonconsiglierei di salire i nostri novantasettescalini, giusto la met% del cele"reduomo di Milano. (’- di che stancareuna persona in "uona salute, tanto pi chesi sale piegati in due se non cisi vuol rompere la testa, e i vestiti spazzano tutte le

ragnatele della scala.' n o g n i c a s o , d o v r e s t e c o p r i r v i " e n e ,s o g g i u n g e v a = s e n z a a v v e r t i r e l’indignazione che causava alla zia l’idea chela si ritenesse capace di sali+re sul campanile> perch6 tira una di $uelle correnti d’aria,una volta arri+vati lass (ertuni affermano di avervi sentito il freddo della morte.

 Bonimporta, la domenica ci son sempre dei gruppi che vengono anchedamolto lontano per ammirare la "ellezza del panorama, e se neripartonoentusiasti. Per esempio, domenica prossima, se il tempo non si guasta, diD;

sicuro ci troverete gente, dato che sono le Gogazioni. 2el resto, "isognaammettere che si gode lass di un colpo d’occhio fia"esco, con certi scor+cisulla pianura che hanno un carattere tutto particolare. *uando il tem+po - sereno, si

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 pu# vedere fino a )erneuil . 4oprat tutto, si a""raccianocon un solo sguardocose che di solito si possono vedere solo separata+mente, come il corsodella )ivonne, e i fossati di 4aint+Assise+l-s+ (om+ "ra9, che una cortina digrandi al"eri separa dal fiume o come i vari ca+nali di Kou9+le+)icomte =

3audiacus vice comitis, come sapete>. 1gni voltache sono andato a Kou9+le+)icomte, ho visto sì untratto del canale, poi$uando avevo svoltato in una strada ne vedevo unaltro, ma allora nonvedevo pi il precedente. Avevo un "el metterli insiemecol pensiero,n o n m i f a c e v a u n g r a n d e e f f e t t o . 2 a l c a m p a n i l e d i4 a i n t + N i l a i r e - un’altra cosa, - tutta un intrico in cui la localit% - presa.4oltanto, non sidistingue l’ac$ua: si dire""ero grandi fessure che dividonocosì "ene lacitt%, in spicchi, da renderla simile a una torta, le cui fettestanno ancorainsieme pur essendo gi% tagliate. 0a cosa migliore sare""etrovarsi a untempo sul campanile di 4aint+ Nilaire e a Kou9+le+)icomte.»'l curatoaveva a tal punto affaticato la zia che, non appena se ne fu an+dato, lei fu costretta acongedare Eulalie.«/enete, mia povera Eulalie», diceva con voce fle"ile, tirando fuoriunamoneta da un "orsellino che aveva a portata di mano, «ecco, perch6 nonmidimentichiate nelle vostre preghiere.7Ah signora 1ctave, non so se posso, sapete "ene che non - per $ue+sto chevengo», diceva Eulalie con la stessa esitazione e lo stesso im"a+razzo,ogni volta, come fosse stata la prima, e con una parvenza di ram+marico chedivertiva la zia ma non le dispiaceva, perch6 se un giorno Eu+lalie, prendendo la

moneta, aveva un’ar ia un po’ meno contrariata del solito, la zia diceva:«Bon socosa avesse Eulalie! le ho dato il solito, come sempre, ma nonsem"rava contenta.7Pure mi sem"ra che non a""ia da lamentarsi», sospirava &ranCoise,che aveva latendenza a considerare denaro spicciolo tutto $uello che lazia le regalava, per lei o per i suoi figli, e tesori follemente sperperati perun’ingrata le monetinemesse ogni domenica nella mano di Eulalie, macon tale discrezione che&ranCoise non riusciva mai a vederle. Bon che ildenaro che la zia dava a Eulalie&ranCoise lo avre""e voluto per s6. 0ei siral legrava gi% a""astanza di $uel che la

zia possedeva, giacch6 sapevache le ricchezze della padrona innalzano,nello stesso tempo, e a""elli+scono agli occhi di tutti la sua domestica! elei, &ranCoise, era insigne eglorificata a (om"ra9, a Kou9+le+)icomte e inaltri luoghi, in forza delleDnumerose tenute della zia, delle visite fre$uenti e prolungate del curato,del numeros ingo l ar e de l le "o t ti g li e d ’ ac$ua d i )ich9 consumate . E r aavarasoltanto per la zia! se avesse amministrato lei $uel patrimonio, co+sa che sare""estata il suo sogno, lo avre""e preservato dalle iniziativealtrui con ferocia

materna. Bon le sare""e parso tuttavia un gran maleche la zia, di cuiconosceva l’inguari"ile generosit%, si a""andonasse adare, se almeno a "eneficiarne fossero stati dei ricchi. &orse pensava checostoro, non avendo "isogno

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dei regali della zia, non potevano essere so+spettati di volerle "ene per $uesto. 2’altra parte, offerti a persone moltoricche, alla signora 4azerat, al signor 4Hann, al signor 0egrandin, alla si+gnora 3oupil, a persone «dello stesso rango» della zia e che«stavano "e+ne insieme», i regali le sem"ravano far parte degli usi di $uella vita stra+

n a e " r i l l a n t e d e i r i c c h i , c h e v a n n o a c a c c i a , d a n n o a t u r n o d e i "a l l i , s i scam"iano visi te , e che lei ammirava sorridendo. Ma le coseandavanodiversamente se a "eneficiare della generosit% della zia erano coloroche&ranCoise chiamava «gente come me, gente che non sono niente pidim e » e c h e l e i d i s p r e z z a v a d i p i , a m e n o c h e n o n l ac h i a m a s s e r o «signora &ranCoise» e non si considerassero «meno di lei». E$uando videche, malgrado i suoi consigli, la zia faceva comun$ue di testa

 propria e "uttava via il denaro7&ranCoise almeno lo credeva7

 per delle personeindegne, cominci# a trovare molto modest i i regali che lefaceva la zia, aparagone delle somme immaginarie prodigate a Eulalie. Bonc’era, neidintorni di (om"ra9, una tenuta a""astanza grande perch6&ranCoisenon supponesse che Eulalie avre""e potuto facilmentecomperarla, contutto $uello che le rendevano le sue visite. vero cheun’analoga stimafaceva Eulalie delle ricchezze immense e occulte di&ranCoise. 2i solito,$uando Eulalie se n’era andata, &ranCoise profetizzavasenza alcuna "e+nevolenza sul suo conto. 0a odiava, ma la temeva, e si credeva

o""ligata,$uando era presente, a farle «"uon viso». 4i rifaceva dopo la suauscita,senza mai nominarla per la verit%, ma emettendo oracoli si"illini osen+tenze di carattere generale come $uelle dell’Ecclesiaste, ma la cuidesti+nazione non poteva sfuggire alla zia. 2opo aver guardato da unangolodella tenda se Eulalie avesse richiuso la porta: «3li adulatori sannofarsiaccogliere "ene e arraffano denari! ma pazienza, un "el giorno il

 "uon2io li punisce tut ti», diceva con lo sguardo o"li$uo e il tonoinsinuantedi Koas il cui pensiero si rivolge soltanto ad Athalie $uando dice:0e

 "onheur des m6chants comme un torrent s’6coulem

F;.D<

Ma $uando era venuto anche il curato e la sua visita intermina"ile ave+va esaurito leforze della zia, &ranCoise usciva dalla stanza dietro ad Eu+l a l i e e d i c e v a :« 4 i g n o r a 1 c t a v e , v i l a s c i o r i p o s a r e , a v e t e l ’ a r i a c o s ì s t a n c a » . Ela zia non rispondeva nemmeno, esalando un sospiro che sem"ravadover essere l’ultimo, con gli occhi chiusi, come morta. Ma non appena&ranCoise

era scesa, $uattro scampanellate violentissime risuonavano nella casa e la zia,ritta sul letto, gridava:«Eulalie - gi% andata viaI 0o credereste che mi sonodimenticata di do+m a n d a r l e s e l a s i g n o r a 3 o u p i l e r a

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a r r i v a t a a l l a m e s s a p r i m a dell’ElevazioneI Presto, correteledietro».Ma &ranCoise tornava senza essere riuscita a raggiungere Eulalie.«secc ant e, diceva la z ia scuo te ndo la te sta . 0a sola cosaim po rt an te ch eavessi da domandarle»(osì trascorreva la vita per la zia

06onie, sempre uguale, nella dolceuniformit% di $uello che lei chiamava, consimulato disdegno e tenerezzaprofonda, il suo «piccolo tran tran». 4alvaguardato datutti, non soltantoin casa, dove ciascuno, sperimentata l’inutilit% di consigliarle unamiglio+re igiene, si era a poco a poco rassegnato a rispettarlo, ma anche in

 paesedove, a tre isolati di distanza, l’ im"allatore, pr ima di inchiodare lesuecasse, faceva domandare a &ranCoise se la zia «non stesse riposando»7$uesto tran tran, tuttavia, fu distur"ato una volta, $uell’anno. (omeunfrutto nascosto, giunto a maturazione senza che nessuno se ne fosse ac+corto e caduto dal ramo spontaneamente, sopravvenne una notte il partodellasguattera. Ma i suoi dolori erano insopporta"ili, e dato che a (om+ "ra9 non c’eranolevatrici, &ranCoise dovette uscire prima di giorno a cer+carne una a /hi"erz9. 0a zia,a causa delle urla della sguattera, non pot-riposare, e &ranCoise, essendo tornatamolto tardi "ench6 la distanza fos+se "reve, le manc# assai. (osì al mattino, lamamma mi disse: «4ali a ve+dere se la zia ha "isogno di $ualcosa». Entrainella prima stanza e, dallaporta aperta, vidi la zia che, coricata su un fianco,dormiva! la sentii rus+sare leggermente. 4tavo per andarmene piano piano ma,ev iden t emente , i l r umor e che avevo f a t t o s i e r a i ns inua to ne l s uos o n n o e n e a v e v a «cam"iato la marcia», come si dice per le automo"ili,

 perch6 la musicadel suo russare s’ interruppe un secondo e riprese su untono pi "asso,poi lei si svegli# e volse per met% la faccia che in $uel momento

 potei ve+dere: esprimeva una sorta di terrore! evidentemente aveva appenafattoun sogno spaventoso! nella posizione in cui si trovava non mi poteva ve+dere eio me ne restavo lì, incerto se dovessi entrare o ritirarmi! ma gi% se m" ra vaaver recuperato i l senso del la real t% e aveva r iconosciuto laD@falsit% delle visioni che l’avevano atterrita! un sorriso di gioia, di pia rico+noscenzaverso 2io, il $uale concede che la vita sia meno crudele dei so+gni , r i schiar#

de"ol mente i l suo viso, e con $uell’ a"i tu dine che aveva preso, $uandosi credeva sola, di parlare a se stessa, mormor# sottovoce:«2io sia lodato l’unicanoia che a""iamo - la sguattera che partorisce. Epensare che io sognavo il mio

 povero 1ctave che era risuscitato e volevafarmi fare una passeggiata ogni giorno».0a sua mano si tese verso il ro+sario che era sul tavolino, ma il sonno che stavatornando non le lasci# laforza di raggiungerlo: si riaddorment#, tran$uillizzata, e iouscii dalla ca+mera in punta di piedi senza che lei n6 altri a""iano mai saputo $uelcheavevo udito.* ua nd o d ic o c he , a l d i f uo ri d i a vv en ime nt iec ce zi on al i, co me $u el parto, il tran tran della zia non su"iva mai alcuna

variazione, non parlodi $uelli che, ripetendosi sempre identici a intervalliregolari introduce+vano in seno all’uniformit% solo una sorta di uniformit%secondaria. (osì,ogni sa"ato, siccome nel pomeriggio &ranCoise andava

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al mercato diGoussainville+le+Pin, il pranzo era per tutti un’ora prima. Ela zia avevapreso così "ene l’a"itudine di $uesta deroga settimanale alle sue consue+tudini, che teneva ad essa esattamente come alle altre. )i aveva fatto così "ene «lamano», come diceva &ranCoise, che se le fosse capitato, un sa"a+to , d i aspet tare

l’ora normale del pranzo, la cosa l’avre""e altrettanto«distur"ata» chese avesse dovuto, un $ualsiasi altro giorno, anticipare ilpranzo all’ora del sa"ato.*uesto anticipo del pranzo, del resto, conferivaal sa"ato, per tutti noi, una fisionomia

 particolare, indulgente e piuttostosimpat ica. Bel momento in cui, di soli to , si haancora un’ora da vivereprima del la pausa del pasto , s i sapev a che, nelgiro di poch i secon di , avremmo visto arr ivare del l’ indivia precoce,un’omelette speciale, una "istecca immeritata. 'l ritorno di $uel sa"atoasimmetrico era uno di $ueipiccoli avvenimenti interni, locali, $uasi civici che, nellevite tran$uille enelle societ% chiuse, creano una sorta di legame nazionale ediventano iltema preferito delle conversazioni, delle "attute, dei racconti esageratiapiacere! sare""e stato il nucleo "eli’e pronto per un ciclo di leggende,seuno di noi avesse avuto la vocazione epicaF. &in dal mattino, prima divestirci, senza ragione, per il piacere di sentire laforza della solidariet%,ci si diceva l’un l’altro con allegria, con cordialit%, con

 patriottismo: «Bonc’- tempo da perdere, ricordiamoci che - sa"ato», mentre la zia, parlan+do con &ranCoise e pensando che la giornata sare""e stata pi lungadelsolito, diceva: «4e faceste loro un "el pezzo di vitello, visto che - sa"ato».4e alledieci e mezzo $ualcuno distratto tirava fuori l’orologio dicendo:«4u ,

ancora un’ora e mezzo pr ima del pranzo», ognun o era fel ice diD

 potergli rispondere: «Ma via, dove avete la testa, dimenticate che - sa"a+to»! se nerideva ancora un $uarto d’ora dopo e ci si riprometteva di sali+re a raccontare $uelladimenticanza alla zia, per divertirla. 'l volto stessodel cielo sem"rava mutato.2opo pranzo, il sole, consapevole del fattoche era sa"ato, si gingillava un’ora di

 pi nell’alto del cielo, e se $ualcu+no, pensando che si fosse in ri tardo per la passeggiata , diceva: «(ome,solo le dueI» nel sentir passare i due rintocchi del

campanile di 4aint+Ni+laire =che normalmente non incontrano nessuno per le stradeancora de+serte a causa del pasto del mezzogiorno o della siesta, lungo il fiume vi+voe "ianco che persino il pescatore ha a""andonato, e trascorrono solita+ri nel cielovuoto dove non resta che $ualche nuvola pigra>, tutti gli ri+spondevano incoro: «Ma $uel che v’inganna, - che a""iamo pranzatoun’ora prima,sapete "ene che - sa"ato» . 0a sorpresa d i un "ar"aro=chiamavamocosì tutti $uelli che ignoravano ci# che il sa"ato aveva diparticolare> il $uale,venuto alle undici per parlare con mio padre, ci ave+va trovati a tavola, era una dellecose che pi avevano rallegrato &ranCoi+se in tutta la sua vita. Ma se trovava

divertente che il visitatore sconcerta+to non sapesse che il sa"ato si mangiava prima,trovava pi comico anco+ra =pur simpatizzando in fondo al cuore con $uel rigidosciovinismo> chemio padre, lui, non avesse avuto l’idea che $uel "ar"aro potesse

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ignorar+lo, e avesse risposto senz’altra spiegazione al suo stupore di vedercigi%in sala da pranzo: «Ma via, - sa"ato». Arrivata a $uesto punto del rac+conto, &ranCoise si asciugava lacrime d’ilarit% e, per accrescere il piacereche provava,dava un seguito al dialogo, inventava la risposta del visita+tore al $uale $uel

«sa"ato» non spiegava nulla. E noi, "en lungi dal la+gnarci delle sueaggiunte, non ne avevamo ancora a""astanza e diceva+ mo: «Ma mi sem"ravache avesse detto anche $ualcos’altro. Era pi lun+go la prima volta che l’aveteraccontato». Persino la prozia lasciava il suolavoro, alzava la testa e guardava dasopra l’occhialino.'l sa"ato aveva ancora $uesto di particolare, che $uel giorno,durante ilmese di maggio, uscivamo dopo pranzo per andare al «mesemariano».4iccome v’incontravamo a volte il signor )inteuilF<, molto severo neiconfronti della «deplorevole razza dei giovani trasandati,secondo le ideedel nostro tempo», la mamma si accertava che niente fossefuori postonel mio a""igliamento, poi ci si avviava verso la chiesa. nelmese ma+riano che ricordo di aver cominciato ad amare i "iancospini. Presentinonsoltanto nella chiesa, così santa, ma dove pure avevamo il diritto di en+trare, posati persino sull’altare, insepara"ili dai misteri alla cui cele"ra+zione prendevano parte, essi insinuavano in mezzo ai ceri e ai vasi sacri ilorot ralci , avvint i or izzontalmente gl i uni agl i a l t r i in un apparato diDD

festa, ed erano impreziositi ancor pi dai festoni del loro fogliame, su cuierano

disseminati a profusione, come su uno strascico di sposa, mazzoli+ni di "ottoni di uncandore a""agliante. Ma, senza osare guardarli se nonfurtivamente, sentivo che$uegli arredi sfarzosi erano vivi e che la naturastessa, frastagliando in $uel modole foglie, aggiungendo l’ornamentosupremo di $uei "otto ni "ianc hi ,aveva r e so l a decor az ione degna d i$uello che era a un tempo untripudio popolare e una solennit% mistica.P i i n a l to , $ua e l % ,s ’apr ivano le loro corol le , con grazia noncurante , trattenendo cosìdistrattamente, come un ultimo e vaporoso paramento,il fascio degli stami, tenuicome fili della )ergine, da cui erano avvoltecompletamente come in una

ne""ia, tanto che io, nel seguire, nel cercardi mimare dentro di me il gestodella loro fioritura, l’immaginavo comeil movimento del capo, rapido esventato, con lo sguardo civettuolo, lepupille strette, di una "iancafanciulla, distratta e vivace. 'l signor )in+teuil era venuto con sua figlia a

 prendere posto accanto a noi. 2i "uonafamigl ia , era s ta to i l maest ro di piano del le sorel le del la nonna e , da $uando, in segui to al la morte del lamoglie e a un’eredit% ricevuta, s’eraritirato nei pressi di (om"ra9, loaccoglievamo spesso in casa. Ma, ecces+s i v a m e n t e p u d i " o n d o , a v e v as me ss o d i ve ni r c i , p er no n i n c o n tr a re 4Hann, colpevole di aver fatto

$uel che chiamava «un matrimonio inop+por tun o, sec ond o la mod acorrente». Mia madre, venuta a sapere checomponeva musica, gli avevadetto, per cortesia che, $uando fosse anda+ta a trovarlo, le sare""e piaciuto ascoltare

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$ualcosa di suo. 'l signor )in+teuil ne avre""e avuto gran gioia, ma spingeval’educazione e la "ont% atali scrupoli che, mettendosi sempre nei panni deglialtri, temeva di an+noiarli e di sem"rar loro egoista, seguendo osemplicemente lasciandoindovinare il suo desiderio. 'l giorno in cui i miei genitori

erano andati afargli visita, io li avevo accompagnati, ma loro mi avevano permesso direstare fuor i, e poich6 la casa del signor )inteuil , aMontXouvain, era so+vrastata da un monticello cespuglioso, in cui mi ero nascosto,ero venutoa trovarmi allo stesso livello del secondo piano, a cin$uantacentimetridalla finestra del salotto. *uando erano venuti ad annunciargli i miei ge+nitori, avevo visto il signor )inteuil affrettarsi a mettere in evidenzasulp i a n o f o r t e u n o s p a r t i t o . M a , $ u a n d o i m i e i g e n i t o r i f u r o n oe n t r a t i , l’aveva tolto e.messo in un angolo. 4enza du""io, non voleva dar lorol’impressione che fosse lieto di vederli soltanto per eseguire le suecom+posizioni. E ogni volta che, nel corso della visita, la mamma eratornataalla carica, lui aveva ripetuto: «Ma non so davvero chi a""ia messo $uel+l ar o"a s u l p i anof or t e , non - $ue l l o i l s uo pos to» , e aveva d i r o t t a t olaconversazione su al t r i argoment i , propr io perch6 lo interessavanodiFFmeno. 0a sua unica passione era per la figlia, che aveva l’aspetto diunragazzo e sem"rava tanto ro"usta che non si poteva trattenere un sorrisonelvedere le precauzioni che il padre prendeva per lei, avendo sempre$ualchescialle supplementare da metterle sulle spalle. 0a nonna faceva notare

l’espressione dolce, delicata, $uasi timida che passava negli occhidi $uel laragazzina così rude, i l cui volto era cosparso di efelidi . 2opoaver  

 pronunciato una parola, lei l’intendeva secondo lo spirito di $uelli acui l’aveva detta,si preoccupava dei possi"ili malintesi e, dietro la facciamaschia del «"uon diavolo»,si vedevano "alenare, stagliarsi come in tra+sparenza, i tratti pi fini di una fanciullain pena .*uando, a l momento d i l asc iare l a ch iesa , mi inginocchia id a va nt ia ll ’a lt ar e, s en ti i a ll ’i mp ro v vi so , r ia lz a nd o mi , u n o do redo lc ea mar o di mandorle che si sprigionava dai "iancospini e notai allorasui fiori dellepiccole zone pi "ionde, sotto le $uali mi figurai dovesse

essere celato$uell’odore come sotto le parti croccanti il sapore di unafrangipaneF@osotto le efelidi $uello delle gote della signorina )inteuil. Bonostantelasilenziosa immo"ilit% dei "iancospini, $uell’odore intermittente era comeilmormorio della loro intensa esistenza, di cui l’altare vi"rava come unasiepecampestre visitata da antenne viventi, alle $uali si pensava veden+do certi stami$uasi rossi che sem"ravano aver ser"ato la virulenza pri+maverile, il potereirritante di insetti ora mutati in fiori.5scendo dalla chiesa, parlavamo un poco

con il signor )inteuil, da+vanti al portico. 0ui s’intrometteva tra i ragazziniche li tigavano sullapiazza, prendeva le difese dei piccoli, faceva delle prediche aigrandi. 4ela figlia, con la sua grossa voce, ci diceva $uanto fosse contenta di veder+

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ci, su"ito sem"rava che dentro di lei una sorella pi sensi"ile arrossisseper $uella frase da "ravo ragazzo sventato la $uale avre""e potuto farcipensareche volesse sollecitare un nostro invito. 'l padre le poneva uncappotto sullespalle, salivano su un piccolo calessino che lei stessa con+duceva, e insieme

se ne tornavano a MontXouvain. *uanto a noi, siccomel’indomani era domenica eci saremmo alzati solo per la messa solenne,se c’era il chiaro di luna el’aria era tiepida, mio padre, per amor di glo+ria, invece di farci rincasaredirettamente, ci faceva fare , passando per il (alvarioF, una lunga passeggiata che mia madre, data la sua scarsa at+titudine adorientarsi e a raccapezzarsi nelle strade, considerava come laprodezza di un geniostrategico. /alvolta andavamo fino al viadotto, lecui falcate di pietracominciavano dalla stazione e rappresentavano aimiei occhi l’esilio el’a""andono fuori del mondo civile, perch6 ogni an+no, venen do daParigi , ci raccomandavano.di fare molta at tenzione,$uando si sare""earrivati a (om"ra9, a non lasciar passare la stazione,F

ad esser pronti in tempo, visto che il treno ripartiva due minuti dopo perinoltrarsinel viadotto, al di l% dei paesi cr istiani dei $uali (om"ra9 se+ gnava per me illimite estremo. /ornavamo per il viale della stazione, do+ve sorgevano le ville pieleganti del paese. 'n ogni giardino, il chiaro diluna disseminava, come Nu"ertGo"ert

FD, i suoi gradini scheggiati dimarmo "ianco, i suoi getti d’ac$ua, i suoicancelli socchiusi. 0a sua luceaveva distrutto l’ufficio del telegrafo. Bon nerestava pi che una colon+na spezzata a met%, ma che conservava la "ellezza di unarovina immor+tale. 'o trascinavo le gam"e, cascavo dal sonno, il profumo deit ig l i mipareva come una r i compensa che s i poteva o t t enere so lo a

 prezzo d igrandi fatiche e di cui non valeva la pena. 2a cancelli lontanissimi gliunidagli altri, i cani risvegliati dai nostri passi solitari alternavano i loro la+trati, come mi accade ancora a volte di udirne a sera, e tra i latrati dovettevenire a

rifugiarsi =$uando al suo posto fu creato il giardino pu""lico di(om"ra9> ilviale della stazione, perch6, dovun$ue io mi trovi, $uando$uelli cominciano arisuonare e a rispondersi, lo rivedo, con i suoi tigli eil suo marciapiede rischiaratodalla luna.All’improvviso, mio padre ci imponeva una sosta e domandavaallamamma: «2ove siamoI». 4finita dalla marcia, ma fiera di lui, gliconfes+sava teneramente di non averne la minima idea. 0ui alzava le spalle e ri+deva.Allora, come se l’avesse tirata fuori dalla tasca della giacca, insiemecon la chiave, cimostrava, dritto davanti a noi, la porticina posteriore delnostro giardino, che eravenuta ad aspettarci con l’angolo della rue du4aint+Esprit, al termine di $uei

sentieri sconosciuti. Mia madre gli dicevacon ammirazione: «4ei straordinario». E, a partire da $uel momento, nonavevo pi un solo passo da fare , i l ter renocamminava per me in $uel g i a r d i n o d o v e d a t a n t o

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t e m p o i m i e i a t t i a v e v a n os m e s s o d’accompagnarsi a un’attenzione volontaria: l’A"itudine mi aveva

 presotra le sue "raccia e mi accompagnava fino al mio letto come un "am"inopiccolo.4e la giornata del sa"ato, che cominciava un’ora pr ima, e

durante la$uale rimaneva priva di &ranCoise, trascorreva per la zia pilentamentedelle altre, pure, lei ne attendeva il ritorno con impazienza, sindall’iniziodella settimana, come $uella che conteneva tutta la novit% e la distrazio+neche il suo corpo inde"olito e maniaca fosse ancora capace di sopporta+re. Eppure,non - che non desiderasse anche lei a volte, $ualche muta+mento pigrande, che non conoscesse $uelle ore eccezionali in cui si hasete di $ualcosadi diverso da ci# che accade a"itualmente, e in cui coloroFJ

ai $uali la mancanza di energia o di immaginazione impedisce di trarreda se

stessi un principio di rinnovamento, chiedono al minuto che viene,al postino chesuona, di portar loro $ualcosa di nuovo, foss’anche del lepeggiori,un’emozione, un dolore! in cui la sensi"ilit%, che il "enessere hafatto tacere comeun’arpa indolente, vuol risuonare sotto una mano, an+che "rutale, e a rischiod’esserne infranta! in cui la volont%, che con tantafatica si - con$uistata il dirittodi potersi a""andonare senza ostacoli aisuoi desideri, alle sue pene, vorre""egettar le redini nelle mani di eventiimperiosi, anche se crudeli. 4enza du""io, poich6le forze della zia, esau+rite alla minima fatica, le tornavano solo goccia a goccia nelcorso del suoriposo, il ser"atoio era molto lento a riempirsi, e passavano

mesi primache lei avvertisse $uel lieve sovrappi che ad altri viene dall’attivit% edicui lei era incapace di sapere e di decidere l’uso. 4ono sicuro che allora7come, dopo un certo tempo, proprio dal piacere che le procurava il ritor+no$uotidiano del pur-, di cui non si «stancava» mai, finiva col nascere ild e s i d e r i od i s o s t i t u i r l o c o n p a t a t e a l l a " 6 c h a m e l7l e i t r a e v a d al l’ ac c um ul ar si d i $ u e i g io rn i m o no to n i, a i $ u a li e r ata nt o at ta cc at a, l’attesa di un cataclisma domestico, limitato alla durata di

un momento,ma tale da forzarla a compiere una volta per tutte uno di $ueicam"ia+menti che, lo ammetteva, le sare""ero stati salutari e ai $uali da solanonr iu sc i va a r is ol v er si . )ol en d oc i " e ne s in c er a me n te , m ol tovolentieriavre""e pianto per noi! giungendo in un momento in cui stava in

 "uonasalute, e non aveva i sudori , la notizia che la casa era in preda al lefiam+me, tra le $uali tutti noi fossimo gi% periti e che "en presto nonavre""erolasciato sussistere una sola pietra dei muri, ma a cui lei avre""eavutotutto il tempo di scampare senza affanno, a condizione di alzarsi su"ito,dovettespesso popolare le sue speranze, poich6 univa ai vantaggi secon+dari di farle

assaporare in un lungo rimpianto tutta la tenerezza che ave+va per noi, e di essere lameraviglia del paese portando il nostro lutto, co+raggiosa e prostrata, mori"ondain piedi , $uello "en pi prezioso di o"+ "l igar la al moment o "uono ,

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se nz a pe rd er e te mpo, se nz a po ss i" il it % d’esitazione snervante, ad andare atrascorrere l’estate nella sua "ella fat+toria di Mirougrain, dove c’era una cascata.4iccome non era mai accadu+to alcun evento del genere, di cui lei certamentemeditava l’esito $uandoe r a s o l a , a s s o r t a n e i s u o i i n n u m e r e v o l i

g i o c h i d i p a z i e n z a = e c h e l’avre""e gettata nella disperazione al primoaccenno di realizzazione, alprimo di $uei piccoli fatti imprevisti, di $uella parola che annuncia unacatt iva notizia e di cui non si pu# pi diment icarel’accento, di tutto ci#che reca l’impronta della morte reale, così diversa dalla sua

 possi"ilit% lo+gica e astratta> , si accontentava, per rendere di tanto in tanto lasua vitaF

 pi interessante , di introdurvi del le peripezie immaginarie che seguivacon passione. 4i divertiva a supporre, tutt ’a un trat to , che &ranCoise laderu"assee che lei, ricorrendo all’astuzia per accertarsene, la cogliessesul fatto!a"ituata, $uando giocava da sola delle partite a carte, a fare in+sieme il suo gioco e$uello dell’avversario, rivolgeva a se stessa le scuseim"arazzate di &ranCoise,e vi rispondeva con tanto fuoco e indignazioneche uno di noi, entrando in $ueimomenti, la trovava sudata, con gli oc+ chi sfavillanti, i capelli finti scompostiche lasciavano vedere la sua frontecalva. &ranCoise udì forse, $ualche volta,dalla stanza vicina, i mordacisarcasmi che le erano indirizzati, e la cuiinvenzionenon avre""e datosufficiente sollievo alla zia se fossero rimasti allostato puramente imma+teriale, e se, mormorandoli a mezza voce, non avesse prestatoloro mag+giore realt%. /alvolta, $uello «spettacolo in un letto» non "astava pi

allazia: voleva far recitare i suoi drammi. (osì, una domenica, con tutteleporte misteriosamente chiuse, confidava a Eulalie i suoi du""i sulla pro+ "it% di&ranCoise, la sua intenzione di disfarsi di lei! e un’altra volta a &ra+nCoise, i suoisospetti sull’infedelt% di Eulalie, che "en presto sare""e sta+ta messa alla porta!$ualche giorno dopo era disgustata dalla confidentedi ie r i e r iconci l ia ta con latr ad it ri ce , le $u al i de l re st o, al la su cc es si va rappresentazione, si sare""eroscam"iate le parti. Ma i sospetti che pote+va talvolta ispirarle Eulalie non erano cheun fuoco di paglia e svanivanopresto, per mancanza di alimento, poich6Eulal ie non a"itava in casa.Bon era così per $uel l i che r iguardavano

&ranCoise, di cui la zia perpe+tuamente avvertiva la presenza sotto lo stessotetto, senza osare, per t i+more di prender freddo alzandosi dal letto,scendere in cucina per ren+dersi conto della loro fondatezza. A poco a pocola sua mente non e""epi altra occupazione se non cercare di indovinare ci#che in ogni mo+mento &ranCoise potesse fare e tentare di nasconderle. (oglieva i

 pi fur+tivi movimenti della sua fisionomia, una contraddizione nelle sue parole,undesiderio che pareva dissimulare. E le mostrava di averla smaschera+ta, con una sola

 parola che faceva impallidire &ranCoise, e che la zia sem+ "rava trovare crudelmentedivertente da infliggere nel cuore della pove+retta. E la domenica successiva, una

rivelazione di Eulalie7

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come $uellescoperte che d’un tratto schiudono un orizzonte inaspettato a una scien+za nascente che s i t rascina su vie gi% percorse7

 provava alla zia che,nelle sue supposizioni, era "en al di sotto della verit%. «Ma

&ranCoise do+vre""e saperlo, adesso, che le avete regalato una carrozza.7(he le horegalato una carrozzaI gridava la zia.7Ah ma io non so, io, credevo,l’avevo vista passare, ora, in calesse, fiera comeArta"anoFche andavaal mercato di Goussainville. Avevo pensato che glielo avesseregalato laF;

signora 1ctave.» Poco a poco &ranCoise e la zia, come la "estia e il caccia+tore, nonsmettevano pi di cercar di prevenire l’una le astuzie dell’altra.Mia madre temeva chein &ranCoise si sare""e sviluppato un vero e pro+prio odio per la zia, che l’offendevacon tanta durezza. 'n ogni caso, sem+pre pi &ranCoise prestava un’attenzionestraordinaria alle minime paro+le, ai minimi gesti della zia. *uando aveva $ualcosada chiederle, esitavaa lungo sul modo da tenere. E una volta avanzata la suarichiesta, osser+vava la zia furtivamente, cercando di indovinare dall’espressionedel suovolto $uel che aveva pensato e cosa avre""e deciso. E così

7mentre c’-$ualche artista che, leggendo i memorialisti del secolo ?)'' evolendosiaccostare al gran Ge, crede di procedere sulla giusta via costruendosiunagenealogia che lo fa discendere da una famiglia storica ointrattenendouna corrispondenza con uno degli attuali sovrani europei, e intal modovolge appunto le spalle a ci# che ha il torto di cercare sotto forme identi+chee per conseguenza morte7una vecchia signora di provincia, la $ua+le non faceva che o""edire sinceramente a

irresisti"ili manie e a una cat+tiveria nata dall’ozio, vedeva, senza aver mai pensato a0uigi ?'), le oc+cupazioni pi insignificanti della sua giornata, concernenti ilrisveglio, ilp r anzo , i l r i pos o, ac$u i st a re pe r l a l o ro s i ngo la r it %dispotica un pocodell’interesse di $uella che 4aint+4imon chiamava la«meccanica» dellavita a )ersailles! e poteva credere persino che i suoi silenzi, unasfumatu+ra d’allegrezza o di alterigia nella sua fisionomia, fossero oggetto da par+tedi &ranCoise di un commento altrettanto appassionato, altrettanto ap+prensivo, $uantoil silenzio, l’allegria, l’alterigia del Ge allorch6 un corti+giano o magari i pi grandisignori gli avevano consegnato una supplica,alla svolta di un viale, a )ersailles.5na

domenica in cui la zia aveva avuto la visita simultanea del curatoe di Eulalie, e si era poi riposata, eravamo saliti tutti ad augurarle la "uo+n anotte , e la mamma s irammaricava con lei per la cattiva sorte che leportava i visitatori sempre

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alla stessa ora:«4o che, poco fa, le cose si sono messe male un’altra volta,06onie, ledisse dolcemente, avete avuto i vostri ospiti tutti insieme». Parole chelaprozia interruppe con un: «A""ondanza di "eni O », perch6, da $uandosua figliaera malata, credeva di doverla risollevare presentandole sem+pre il lato "uono

delle cose. Ma mio padre, prendendo la parola:«)oglio approfittare, disse, dellacircostanza che tutta la famiglia - riu+n i t a p e r r a c c o n t a r v i u n a c o s as e n z a d o v e r r i c o m i n c i a r e d a c a p o c o n ognuno di voi. /emo chesiamo in rotta con 0egrandin: $uesta mattinami ha salutato appena».F

 Bon mi fe rmai ad ascol tare i l racconto di mio padre , perch6 ero ap+ punto con lui $uando, dopo la messa, avevamo incontrato il signor 0e+g r and in , e s ces i i n cuc ina a i n f o r mar mi s u l men de l l a cena , cheognigiorno mi distraeva come le notizie che si leggono sul giornale e mi ecci+t a v ac o m e i l p r o g r a m m a d i u n a f e s t a . * u a n d o i l s i g n o r  0egrandin,uscendo dalla chiesa, ci era passato vicino, camminando afianco di unacastellana delle vicinanze che conoscevamo soltanto di vista,mio padregli aveva rivolto un saluto a un tempo amichevole e riservato, senza checifermassimo! il signor 0egrandin aveva risposto appena, con aria stupi+ta , come senon c i avesse r i conosc iu t i , e con $uel l a prospet t iva de l losguardotipica delle persone che non vogliono mostrarsi gentili e che, dalfondoimprovvisamente prolungato dei loro occhi, hanno l’aria di scor+ ge rv ic om e a ll a f i ne d i u na s tr ad a i nt er mi na "i le , e a u na d is ta nz acosìgrande per cui si limitano a rivolgervi un impercetti"ile cenno del

capoonde adattarlo alle vostre proporzioni di marionetta. 1ra, la signoracheaccompagnava 0egrandin era una persona virtuosa e rispettata! non erapensa"ileche fra loro ci fosse del tenero e che lui fosse im"arazzato di es+sere stato sorpreso, emio padre si domandava in che modo avesse potu+to urtare 0egrandin. «Mirincrescere""e tanto pi di saperlo in collera,disse mio padre, in $uanto, fratutta $uella gente vestita a festa, lui, conla sua giacchetta dritta, la sua cravattafloscia, ha un che di così poco ina+midato, di così autenticamente semplice, eun’aria $uasi ingenua che -proprio simpatica.» Ma il consiglio di famigliafu unanime nel ritenereche mio padre si era fatto una strana idea, oppure che

0egrandin in $uelmomento fosse assorto in $ualche pensiero. 2’altronde, il timore dimiopadre si dissip# gi% la sera successiva. Mentre tornavamo da unalungapasseggiata, vicino al Ponte )ecchio vedemmo 0egrandin, il $uale

 pervia delle feste restava parecchi giorni a (om"ra9. (i venne incontro conla manotesa: «(onoscete, s ignor let tore, mi domand#, $uesto verso diPaul2esXardins:0es "ois sont d6X% noirs, le ciel est encor "leu O .

 Bon - una sotti le rappresentazione di $uest’oraI &orse non avete mai letto

Paul 2esXardins. 0eggetelo, ragazzo mio! oggi, mi dicono, sta diven+tando una speciedi frate predicatore, ma per lungo tempo - stato un lim+pido ac$uarellista O0es "oissont d6X% noirs, le ciel est encor "lueO

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F<

(he il cielo resti sempre azzurro per voi, mio giovane amico! eanchenell’ora che s’avanza oggi per me, in cui i "oschi gi% sono neri, in cuilanotte scende rapidamente, vi consolerete, come faccio io, guardando dal+la partedel cielo». /rasse di tasca una sigaretta, rest# a lungo con gli oc+chi fissiall’orizzonte. «Addio, amici», ci disse all’improvviso, e ci lasci#.Bell’ora in cuiscendevo a informarmi sul men, i preparativi per lacena erano gi%cominciat i , e &ranCoise, che impar t iva ordini a l le forzedel la naturadivenute sue ancelle, come nelle fia"e dove i giganti si fannoassumere per cuochi,smuoveva il car"one, cuoceva al vapore le patateper lo stufato e ripassava alfuoco i capolavori culinari precedentementepr ep ar at i in rec ip ie nt i diceramica che andavano dai calderoni, dallemarmitte, dai paioli e dalle

 pesciere , fino alle terrine per la cacciagione, agli stampi per i dolci e alle ciotole

 per la crema, passando attraverso unacollezione completa di casseruole di ognidimensione. 'o mi fermavo aguardare sulla tavola, dove la sguattera li avevaappena sgusciati, i pisel+li allineati e numerati come "iglie verdi in un gioco! ma aincantarmi era+no gli asparagi, im"evuti d’oltremare e di rosa, e la cui punta,finementespruzzata di malva e di azzurro, sfuma insensi"ilmente fino al gam"o7

 pur sudicio ancora del terriccio della pianticella7in iridescenze che nonsono terrene. Mi sem"rava che $uelle sfumature celesti

rivelassero le de+liziose creature che si erano divertite a prender forma di ortaggi eche, at+traverso il travestimento della loro polpa commesti"ile e soda,lasciava+n o s c o r g e r e i n $ u e i c o l o r i n a s c e n t i d ’ a u r o r a ,i n $ u e g l i a c c e n n i d’arco"aleno, in $uell’estinguersi di sere azzurre,l’essenza preziosa chericonoscevo ancora $uando, l’intera notte che seguiva auna cena in cuine avevo mangiati, si divertivano, nelle loro farse poetiche egrossolanecome una fantasmagoria di 4haLespeare, a mutare il mio vaso da notteinun’anfora di profumo.0a povera (arit% di 3iotto, come la chiamava4Hann, incaricata da &ranCoise di pulirli, li teneva accanto a s6 in un canestro: la

sua espressio+ne era dolente, come se sentisse tutti i mali della terra! e le leggerecoroned’azzurro che cingevano gli asparagi al di sopra delle loro tunicherosaerano finemente disegnate, stella dopo stella, come nell’affresco ifioriche cingono la fronte o spuntano dal canestro della )irt di Padova. E in+tanto,&ranCoise girava sullo spiedo uno di $uei polli, come solo lei sape+va arrostirne,che avevano portato lontano in (om"ra9 l’odore dei suoimeriti, e che, $uandoce li serviva a tavola, facevano predominare la dol+cezza nella mia specialeconcezione del suo carattere, giacch6 l’aroma di$uella carne che lei sapeva renderecosì untuosa e tenera non era per mealtro che il profumo stesso di una delle sue virt.

F@Ma il giorno in cui, mentre mio padre consultava il consiglio di fami+gliasull’incontro con 0egrandin, ero sceso in cucina, era uno di $uelli incui la (arit% di

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3iotto, molto sofferente per aver da poco partorito, nonpoteva alzarsi!&ranCoise, priva d’aiuto, era in ritardo. *uando arrivaigi, lei era intenta, nelretrocucina che dava sul cortile, ad ammazzare unpollo che, con la sua resistenzadisperata e "en naturale, ma accompa+gnata dalle grida di &ranCoise, fuori di s6,

mentre cercava di mozzargli ilcollo sotto l’orecchio, «"rutta "estia "rutta "estia»,metteva la santa dol+cezza e la falsa umilt% della nostra domestica un po’ meno in luce di$uanto non avre""e fatto, durante la cena dell’indomani, conla sua pellericamata d’oro come una pianeta e il suo sugo prezioso stillato daun ci+ "orio. *uando fu morto, &ranCoise raccolse il sangue che colava,senzaspegnere il suo rancore, e""e ancora un sussulto di collera, e, guardandoilcadavere del suo nemico, disse un’ultima volta: «8rutta "estia». Gisaliitut totremante! avrei voluto che &ranCoise fosse messa immediatamentealla

 porta. Ma chi mi avre""e preparato delle "orse d’ac$ua così calde, del caff-così profumato, e ancheO $uei polliIO E in realt%, $uel calcolovile, come me, tutti$uanti dovevano averlo fatto. 3iacch6 mia zia 06oniesapeva7cosa che io ignoravo ancora7che &ranCoise, pronta a dare lavita senza un lamento per la figlia, per i nipoti,era nei confronti di altrepersone di una durezza singolare. Malgrado ci#,mia zia l’aveva tenutaperch6, se ne conosceva la crudelt%, ne apprezzava ilservizio. Mi accorsipoco alla volta che la dolcezza, la compunzione, le virt di&ranCoise na+scondevano tragedie di retrocucina, così come la storia dimostra che i

re+gni dei Ge e delle Gegine, rappresentati con le mani giunte nellevetratedelle chiese, furono segnati da fatti di sangue. Mi resi conto che, a

 parte$uelli che componevano la sua parentela, gli esseri umani tanto pi ecci+tavanola sua piet% con le loro sventure $uanto pi vivevano lontani dalei. ' torrentidi lacrime che versava, leggendo il giornale, sulle disgraziedegli sconosciuti si

 prosciugavano presto se poteva rappresentarsi con$ualche precisione la persona che ne era l’oggetto. 5na delle notti che se+guirono il parto, la sguat terafu colta da coliche atroci! la mamma, sen+tendo i suoi lamenti, si alz# esvegli# &ranCoise la $uale, insensi"ile, di+chiar# che tutte $uelle grida erano

una commedia, che la sguattera vole+va «fare la signora». 'l medico, temendo $uellecrisi, aveva messo un se+gno in un li"ro di medicina che avevamo in casa, alla paginadove eranodescritte e a cui ci aveva det to di r iferirci per t rovarel’indicazione delleprime cure da prestare. 0a mamma mand# &ranCoise acercare il li"ro,raccomandandole di non perdere il segno. 2opo un’ora&ranCoise nonera tornata! mia madre, indignata, pens# che si fosse rimessa a letto emiFdisse di andare a vedere io stesso in "i"lioteca. )i trovai &ranCoise

che,avendo voluto guardare cosa ci fosse alla pagina indicata, leggeva la de+scrizioneclinica della crisi e, poich6 si trattava ora di una malatatipo chelei non conosceva, cisinghiozzava sopra. A ogni sintomo doloroso men+zion at o dal l’ aut or e del

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trattato, esclamava: «Ah )ergine santa, - maipossi"ile che il "uon 2iovoglia far soffrire così un’infelice creatura uma+naI Ah poveretta».Ma appenal’e""i chiamata e fu di nuovo accanto al letto della (arit%di 3iotto, le suelacrime cessarono su"ito di scorrere! non pot- ritrovaren6 $uella gradevole

sensazione di piet% e di commozione che "en cono+sceva, e che la letturadei giornali le aveva sovente procurato, n6 alcuna l t r o p ia c e re d e l lame de s i ma fa mi gl ia , n e l l a no ia e ne l l ’ i r r i t az io ne d’essersi levata nelcuore della notte a causa della sguattera! e, alla vistadelle stesse sofferenze la cuidescrizione l’aveva fatta piangere, non e""epi che "or"ottii di malumore, eaddirittura sarcasmi atroci, dicendo,$ua nd o pe ns# ch e no i c e ne fo ssi moandati e non potessimo sentirla:«8astava che non facesse $uello che portainevita"ilmente a $uesto pun+to ma, certo, le sar% piaciuto (he non facciatante smorfie, adesso. Ep+pure, deve essere stato a""andonato dal "uon 2io, unragazzo, per anda+re con $uesta. Ah - proprio come si diceva nel dialetto della mia

 poveramamma:(hi del culo di un cane s’innamora,immagina si tratti di una rosa».4e, $uando il suo nipotino aveva un leggero raffreddore, lei partiva dinotte, anchemalata, invece di andarsene a letto, per controllare che nonavesse "isognodi niente, facendo $uattro leghe a piedi prima di giorno,così da rientrare intempo per il lavoro, per contro $uello stesso amoredei suoi e il desiderio diassicurare la grandezza futura della sua casa sitraducevano, nella sua

 pol it ica verso gli alt ri domestici, in una massima invaria"ile, consistente nelnon lasciare mai che uno di loro mettesse ra+dici in casa della zia, che lei d’altronde,

 per una sorta di orgoglio, non la+sciava avvicinare da nessuno, preferendo,$uando lei stessa era malata,alzarsi dal letto per darle la sua ac$ua di )ich9

 piuttosto che permetterea l l a s g u a t t e r a l ’ a c c e s s o n e l l as t a n z a d e l l a p a d r o n a . E c o m e $uell’imenottero osservato da&a"reJ, la vespa scavatrice, che per assi+curare ai piccoli, dopo la sua morte, unci"o fresco da mangiare, chiamal’anatomia in soccorso della sua crudelt% e,avendo catturato dei punte+ruoli e dei ragni, con una sapienza e una destrezza

meravigliose, trafiggeFD

loro il centro nervoso da cui dipende il movimento delle zampe, ma nonle altrefunzioni vitali, di modo che l’insetto paralizzato, accanto al $ualedepone le proprieuova, fornisca alle larve, $uando si schiuderanno, unapreda docile, inoffensiva,incapace di fuga o di resistenza, ma non ancorastagionata, &ranCoise escogitava,

 per servire la sua costante volont% di rendere impossi"i le a ognidomes tico l a permanenza in casa , accorgi +menti così sottili e così

spietati che, molti anni dopo, scopr immo che se $uell’estate avevamo mangiatogli asparagi tutti i giorni, era stato perch6il loro odore dava alla povera sguatteraincaricata di pulirli delle crisid’asma di una tale violenza che, alla fine, fu

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costretta ad andarsene.Ahim- dovevamo definitivamente cam"iare opinione sulconto di 0e+grandin. 5na delle domeniche che seguirono all’incontro sul Ponte )ec+c hi o, d op o i l $ ua le m io p ad re a ve va d ov ut o c on fe ss ar e i l s uoerrore,mentre la messa stava per finire, e, nella chiesa, insieme con il sole e conil

frastuono che veniva da fuori, entrava $ualcosa di così poco sacro chelasignora 3oupil, la signora Percepied =tutti $uelli che un attimo prima,al mio arrivo un po’ in ritardo, erano rimasti con gli occhi assorti nella lo+ro preghiera, e avrei persino potuto credere non mi avessero visto entra+re se, nel lo stesso tempo, nonavessero spinto leggermente il "anchettoche mi impediva di raggiungere la miasedia> cominciavano a conversarecon noi ad alta voce di argomenti affattotemporali, come se fossimo gi%sulla piazza, vedemmo sulla soglia avvampantedel portico, sovrastanteil variopinto tumulto del mercato, 0egrandin, che ilmarito di $uella si+gnora con cui l’avevamo ultimamente incontrato stava

 presentando allamoglie di un altro grosso proprietario terriero dei dintorni. 'l volto di0e+grandin esprimeva un’animazione, uno zelo straordinari! fece un profon+d oi nc hi no , c on u n r ov esc ia me nt o s ec on da ri o a ll ’ in di et ro , c her ipor t# "ruscamente il suo dorso al di l% della posizione di partenza, e che dove+vaaver appreso dal marito di sua sorella, la signora di (am"remer.*uelraddrizzamento rapido fece rifluire, in una sorta di onda impetuosaemuscolosa, il sedere di 0egrandin che non supponevo così in carne! e,nonso perch6, $uell’ondulazione di pura materia, $uel fiotto totalmentecarnale, senzaespressione di spiritualit%, e che una sollecitudine piena di "assezza sferzava intempesta, risvegliarono all’improvviso nella miamente la possi"ilit% di un

0egrandin affatto diverso da $uello che cono+sc ev am o. *u el la sig no ra lo preg# di dire $ualcosa al suo cocchiere , e mentre lui andava fino allacarrozza, l’impronta di gioia timida e devotache la presentazione aveva segnatosul suo volto vi persisteva ancora.Gapito in una sorta di sogno, sorrideva! poi,affrettandosi, torn# verso las i g n o r a e , s i c c o m e c a m m i n a v a p i s v e l t o d i $ u a n t o n o n f a c e s s eFa"itualmente, le sue spalle oscillavano ridicolmente a destra e a sinistra,es em "r av a, t an to v i s i a "" an do na va i nt er ame nt e n on c ur an do si

 pid’altro, la marionetta inerte e meccanica della felicit%. &rattanto noi usci+vamodal portico, stavamo per passargli accanto, lui era troppo "en edu+cato per girare latesta, ma fiss# con il suo sguardo, all’improvviso caricodi una fantasticheria

 profonda, un punto così lontano dell’orizzonte chenon pot- vederci e non fuo""ligato a salutarci. 'l suo viso restava inge+nuo, al di sopra di una giaccamor"ida e dritta che sem"rava, suo mal+grado, trovarsi fuori posto in mezzo aun lusso detestato. E una cravattalavalli-rea pallini, agitata dal vento della piazza, continuava a sventolaresu 0egrandin, $uasi lo

stendardo del suo fiero isolamento e della sua no+ "ile indipendenza. *uandoarrivammo a casa, la mamma si accorse checi eravamo dimenticati delsaint+honor6

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e preg# mio padre di tornare in+dietr o con me a dire che lo portas serosu "i to . )ici no al la ch ie sa in cr o+ ciammo 0egrandin, che veniva in sensoinverso accompagnando alla suacar roz za la med esi ma sig nor a. Pass #accanto a noi , senza smet tere diparla re al la sua vicina , e

dal l’a ngo lo del suo occ hio azz urr o ci fece un piccolo segno, in $ualchemodo interno alla palpe"ra, e che, non interes+sando i muscoli del volto, pot- passare perfet tamente inosservato allasua interlocutr ice! ma, cercando dicompensare con l’intensit% del senti+mento la ristrettezza del campo in cuine circoscriveva l’espressione, in$uell’angolo di azzurro che ci erariservato fece scintil lare tutto il "riodella "uo na gra zia , che oltr epa ss#la pia cev ole zza , ras ent # la mali zia ! spinse le sottigliezze dell’ama"ilit%fino agli ammiccamenti della conni+venza, alle mezze parole, ai sottintesi,ai misteri della complicit%! e poiesalt# le attestazioni d’amicizia fino alle

 proteste di tenerezza, fino al ladichiarazione d’amore, il luminando al lora per noi soli , di un languoresegreto e invisi"i le alla castel lana, una pupillainnamorata in un viso dighiaccio.Proprio il giorno prima aveva chiesto aimiei genitor i di mandarmi acena da lui , $uel la sera: «)enite a tenerecompagnia al vostro vecchioamico, mi aveva detto. (ome il "ou$uet che unviaggiatore ci invia da unpaese in cui non ritorneremo pi, lasciatemi respiraredalla lontananzadella vostra adolescenza $uei fiori delle primavere che hoattraversatoanch’io tanti anni fa. )enite con la primula, la "ar"a di prete, il

 "ot tond’oro, venite con il sedo di cui - formato il "ou$uet preferi to del laflora "alzachiana

, con il fiore del giorno della Gesurrezione, la pratolina, e ilpallone di maggio deigiardini che comincia a profumare lungo i vialidella vostra prozia $uandoancora non si sono disciolte le ultime palle dineve so pr av vi ssu te ag liac$uazzoni di Pas$ua. )eni te con la glor iosa

veste di seta del giglio degno di 4alomone;

, e lo smalto policromo delleviole del pensiero, ma venite soprattutto con la "rezzaancora fresca delleul t ime gelate e che far% dischiudere, per le duefar fall e che da $ue sta mattina attendono alla porta, la prima rosa di3erusalemme».(i si chiedeva, a casa, se dovessero mandarmi ugualmente a cenadalsignor 0egrandin. Ma la nonna non voleva credere che fosse stato scorte+se.«Giconoscerete anche voi che era vestito come al solito, in modo estre+mamentesemplice, che non - certo $uello di un uomo mondano.» 4oste+neva che, in ogni caso,

e nella peggiore delle ipotesi, se era stato scortese,tanto meglio era far finta dinon essersene accorti. A dire il vero anchemio padre, che pure era il piirritato per il contegno tenuto da 0egran+din, conservava forse un ultimo du""io

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sul significato da attri"uirgli. Eracome $uegli atteggiamenti o azioni in cui si rivela ilcarattere profondo esegreto di $ualcuno: non s i legano ai discors i

 precedent i n6 possiamo chiederne conferma alla testimonianza del colpevole,che non confesser%!do""iamo limitarci a $uella dei nostri sensi di cui ci domandiamo,

d i n a n + z i a u n r i c o r d o i s o l a t o e i n c o e r e n t e , s e n o n s i a n os t a t i v i t t i m e d i un’illusione! di modo che tali atteggiamenti, i soli che a""ianoimportan+za, ci lasciano spesso $ualche du""io.(enai con 0egrandin sulla suaterrazza! c’era la luna: «(’- un dolce si+lenzio, non - veroI mi disse! ai cuorifer it i, come i l mio, un romanziereche leggerete pi avanti vuole s iconvengano soltanto l’om"ra e il silen+zio<. E vedete, ragazzo mio, viene nella vita un’ora, dalla $uale voi sie+te ancora "enlontano, in cui gli occhi stanchi sopportano ormai una solalu c e , $ u e l l a c h e u n a

 " e l l a n o t t e c o m e $ u e s t a p r e p a r a e d i s t i l l a c o n l’oscur i t% , in cuil e o r ecch ie non poss ono p i a s co l ta r e a l tr a musi ca s enon $uellasuonata dal chiaro di luna sul flauto del silenzio». Ascoltavole parole delsignor 0egrandin, che mi parevano sempre tanto gradevoli!ma, tur"ato dal ricordodi una donna che avevo visto di recente per laprima volta, e pensando, ora chesapevo come 0egrandin avesse rapporticon parecchi personaggi aristocratici deidintorni, che forse la conosceva,facendomi coraggio, gli dissi: «(onoscete,signore, laO i proprietari delcastello 3uermantesI», felice gi%, nel pronunciare$uel nome, di ac$uisi+re come un’autorit% su di esso, per il solo fatto di trarlodal mio sogno edi dargli un’esistenza oggettiva e sonora.Ma, al nome di

3uermantes, vidi negli occhi azzurri del nostro amicoaprirsi una piccolafenditura scura, come se una punta invisi"ile li avessetrafitti, mentre il resto della

 pupil la reagiva secernendo fiot ti d’azzurro. 'l contorno della palpe"ra si annerì,si a""ass#. E la sua "occa, segnata dauna piega amara, riprendendosi pirapidamente, sor r ise , mentre loJ

sguardo rimaneva doloroso, come $uello di un "el martire dal corpo co+p e r t o d if r e c c e : « B o , n o n l i c o n o s c o » , d i s s e , m a i n v e c e d i

d a r e a un’informazione tanto semplice, a una risposta così poco sorprendente,iltono naturale e comune che vi si conveniva, la declam# calcandosulleparole, chinandosi, facendo cenni con la testa, con l’insistenza che si po+ne

 perch6 una notizia inverosimile venga creduta7come se il fatto chelui non conoscesse i 3uermantes dipendesse soltanto da uncaso singola+re7e al tempo stesso con l’enfasi di chi, non potendo tacere una situa+z i o n e

c h e g l i - p e n o s a , p r e f e r i s c e p r o c l a m a r l a , p e r d a r e a g l ia l t r i l’impressione che la sua confessione non gli crea alcun im"arazzo, che gli-facile, piacevole, spontanea, che la situazione stessa

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7l’assenza di rela+zioni con i 3uermantes7

 potre""e "enissimo essere stata, non gi% su"i+ta, ma voluta da lui, derivare da $ualche

tradizione di famiglia, principiomorale o voto religioso che gli a""ia interdettoin modo esplicito di fre+$uentare i 3uermantes. «Bo, riprese, spiegando con le parole la propriaintonazione, no, non li conosco, non ho mai voluto, hosempre tenuto asalvagu ardare la mi a pi ena indipe nden za! in fo ndo, losapete , ho unamentalit% giaco"ina. Molte persone hanno insistito, mi dicevanoche ave+vo torto a non andare a 3uermantes, che mi comportavo come unvilla+no, un vecchio orso. Ma ecco una reputazione che non mi spaventa, e co+sìvera 'n realt%, non amo pi in $uesto mondo che $ualche chiesa, due ot re l i"r i ,appena $ualche $uadro in p i , e i l ch iaro d i luna , $uando la "rezzadella vostra giovinezza porta fino a me l’odore delle aiuole che lemie vecchie

 pupil le non distinguono pi.» 'o non capivo "ene perch6,per non andare incasa di persone che non si conoscono, fosse necessarioaggrapparsi alla propriaindipendenza, e come $uesto potesse far pensa+re al co mp or ta me nt o di unse lvaggio o d i un or so . Ma capivo che 0e+grandin non era de l tu t tosinc ero $ua ndo dic eva di ama re sol tan to le chiese, il chiaro di luna e lagiovinezza! amava molto gli a"itanti dei ca+stelli, e davanti a loro si sentiva

 preso da una tale paura di non piacereche non osava mostrare di avere per amicidei "orghesi, dei figli di notaio di agenti di cam"io, preferendo, se la verit% dovevaessere scoperta, chefosse in sua assenza, lontano da lui e «in contumacia»! era uno

sno". (er+to, non diceva mai niente di tutto $uesto nel linguaggio che i miei parentieio amavamo tanto. E se io domandavo: «(onoscete i 3uermantesI», 0e+grandin ilconversatore rispondeva: «Bo, non ho mai voluto conoscerli».4fortunatamente, nelrispondere così, giungeva soltanto secondo, giacch6un altro 0egrandin, che eglicelava accuratamente nel fondo di se stesso,che non faceva vedere a nessuno, in$uanto $uesto 0egrandin sapeva suln o s t r o , s u l s u o s n o " i s m o , d e l l es t o r i e c o m p r o m e t t e n t i , u n a l t r o0egrandin aveva gi% risposto con la ferita dello sguardo, con il ghignodella

 "occa, con il tono esageratamente grave della risposta, con le millefrecce da cui ilnostro 0egrandin si era trovato di colpo trafitto e illangui+dito, come un 4an4e"astiano dello sno"ismo: «Ahim- come mi fate ma+le no, non conosco i3uermantes, non risvegliate il grande dolore dellamia vita». E siccome$uesto 0egrandinenfant terri"le, $uesto 0egrandinscandalista, se non aveva il linguaggio elegante dell’altro, avevala paro+l a i n f i n i t a m e n t e p i p r o n t a , c o m p o s t a d i c i # c h e s is u o l c h i a m a r e «riflessi», $uando 0egrandin il conversatore voleva

imporgli il silenzio, l’altro aveva gi% parlato, e il nostro amico aveva un "elrammaricarsi del+la cattiva impressione che le rivelazioni del suoalter ego

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dovevano averprodotto, non gli restava che tentare di porvi rimedio.8eninteso, $uestonon vuol dire che il signor 0egrandin non fosse sin+cero $uando tuonava controgli sno". Bon poteva sapere, almeno da sestesso, di esserlo, giacch6 noi nonconosciamo mai che le passioni deglialtri, e $uel che giungiamo a sapere delle

nostre - solo dagli altri che a"+ "iamo potuto scoprirlo. 4u di noi, esse agisconosoltanto per via indiret+ta, attraverso l’immaginazione, che ai moventioriginari sosti tuisce altrimoventi di ricam"io, che sono pi decorosi. Mai losno"ismo di 0egran+din gli consigli# di andare a trovare con assiduit% una duchessa.Esso in+caricava l’immaginazione di 0egrandin di fargli apparire $u6lla duches+sacome ammantata di ogni grazia. 0egrandin si accostava alla duchezza,convinto diarrendersi all’attrattiva dello spirito e della virt che gli infa+mi sno" ignorano.4olo gl i a l t r i sapevano che anche lui era uno sno"!giacch6, essendoincapaci di comprendere il lavoro intermediario dellasua immaginazione,vedevano, l’una di fronte all’altra, l’attivit% monda+na di 0egrandin e la sua causa

 prima.Adesso, a casa nostra , non ci si faceva pi il lusioni sul signor 0egran+din, e i nostri rapporti con lui si erano molto diradati. 0a mamma si di+vertiva infinitamente ogni volta che coglieva 0egrandin in flagrante de+litto, nel peccato che lui non confessava e che continuava a chiamareilpeccato senza remissione, lo sno"ismo. Mio padre, invece, faceva fatica aprenderecon al t ret tanto dis tacco e al legr ia gl i sgar"i di 0egrandin! e$uando,un anno, s i pens# d i mandarmi a passare l e vacanze es t ive a 8al"eccon la nonna, disse: «8isogna assolutamente che avverta 0egran+din cheandrete a 8al"ec, per vedere se si offrir% di mettervi in contattocon sua

sorella. Pro"a"ilmente si sar% dimenticato di averci detto che a"i+ta a duechilometri di distanza». 0a nonna, a cui pareva che ai "agni dimare sidovesse stare dalla mattina alla sera sulla spiaggia a respirare ilsalmastro eche non vi si dovessero far conoscenze, perch6 le visite, le;

 passeggiate, significavano altrettante perdite dell’aria di mare, voleva in+vece che nonsi parlasse a 0egrandin dei nostri progetti, vedendo gi% suasorella, la signora di(am"remer, s"arcare in al"ergo nel momento in cuifossimo sul punto di andare a

 pesca e costringerci a restare al chiuso perriceverla. Ma la mamma rideva dei suoi

timori, pensando in cuor suo cheil pericolo non era così incom"ente, che 0egrandinnon sare""e stato tan+to sollecito a metterci in contatto con sua sorella. 1ra, senzache dovessi+mo parlargli di 8al"ec, fu lui stesso, 0egrandin, il $uale, lontanissimodalpensare che avessimo intenzione di andare da $uella parte, venne a met+tersi intrappola una sera in cui lo incontrammo sulla riva della )ivonne.«(i sono nellenuvole, stasera, dei violetti e degli azzurri molto "elli,non - vero, amico mioIdisse rivolto a mio padre! un azzurro pi florealeche cereo, un azzurro di cineraria,che sorprende nel cielo. E $uella nuvo+la rosa, non ha anch’essa la tinta di unfiore, un garofano o un’ortensiaI4oltanto sulla Manica, fra la Bormandia e la

8retagna, ho potuto fare os+servazioni pi ricche su $uesta sorta di regnovegetale dell’atmosfera.0aggi, vicino a 8al"ec, in $uei luoghi così selvaggi, c’-una piccola "aiadi una dolcezza incantevole, dove il tramonto del paese

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d’Auge, il tra+monto rosso e oro che d’altronde sono "en lungi dal disprezzare, -senzacarattere, insignificante! ma in $uella atmosfera umida e dolce s"occiano,lasera, in pochi istanti, $uei "ou$uet celesti, azzurri e rosa, che sono in+compara"ili , e che sovente resistono delle ore senza appassire. Altri

sisfogliano su"ito, ed - ancora pi "ello allora vedere tutto il cielo cospar+so dainnumerevoli petali dispersi, del colore dello zolfo o della rosa. 'n$uella "aia, che chiamiamo d’opale, le spiagge d’oro sem"rano pi dolciancora per $uel lorostringersi come "ionde Andromede ai terri"ili scoglidelle coste vicine, a $uellariva funerea, famosa per tanti naufragi, sulla$uale d’inverno molte "archesoccom"ono al pericolo del mare. 8al"ecla pi antica ossatura geologicadel nostro suolo, veramente Ar+mor, ilMare@, la fine della terra, la regione maledetta che Anatole &rance7un incantatore che il nostro piccolo amico dovre""e leggere7ha dipintocosì "ene, sotto le sue ne""ie eterne, come il vero paese dei(immerinell’1dissea. 2a 8al"ec soprat tutto, dove gi% sorgono alcuni al"erghi ,che sisovrappongono al suolo antico e incantevole senza alterarlo, chedeliziacompiere "revi escursioni in $uelle regioni primitive e così "elle

7Ah conoscete $ualcuno a 8al"ecI disse mio padre. Per l’appunto,$uesto

 piccolo deve andarci a passare due mesi con la nonna, e forse conmiamoglie.»0egrandin, preso alla sprovvista da $uesta domanda in unmomentoin cui i suoi occhi erano fermi su mio padre, non pot- volgerlialtrove,

ma fissandoli via via con maggiore intensit%

7e sempre sorridendo tri+stemente7negli occhi del suo interlocutore, con un’aria amichevole efranca, e senzatimore di guardarlo in faccia, diede l’impressione di aver+gli trapassato il volto$uasi che $uesto fosse divenuto trasparente, e divedere in $uel momento, "enal di l%, dietro ad esso, una nu"e dai vividicolori che gli creava un ali"i mentale e chegli avre""e permesso di sta"i+lire che, $uando gli avevano domandato seconoscesse $ualcuno a 8al+ "ec, lui stava pensando a $ualcos’altro e non

aveva sentito la domanda.A"itualmente simili sguardi fanno dire all’interlocutore:«A che pensatedun$ueI». Ma mio padre, curioso, irritato e crudele, riprese:« Ave t ed e g l i a mi c i d a $ u e l l e p a r t i , v i s t o c h e c on os c et e c o s ì

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 " e n e 8al"ecI».'n un ultimo sforzo disperato, lo sguardo sorridente di 0egrandin rag+giunse il culmine della tenerezza, dell’incertezza, della sincerit% edelladistrazione, ma, senza du""io pensando che non gli rimanesse altrodafare che rispondere, ci disse:«No amici ovun$ue vi siano schiere di al"eri feriti, ma

non vinti, che sisono uniti gli uni agli altri per implorare insieme, con un’ostinazione pa+tetica, un cielo inclemente che non ha piet% di loro.7

 Bon - $uesto che volevo di re», interruppe mio padre, ost inato $uantogli al"eri e impietoso $uanto il cielo. «(hiedevo, nel caso che suc+cedesse $ualcosa amia suocera e avesse "isogno di non sentirsi laggi inun paese sperduto, seconoscevate $ualcuno.70%, come ovun$ue, conosco tutti e non conosco nessuno, rispose 0e+grandin che nonsi arrendeva così presto! ma le cose, molto pi delle per+s o n e . 0 e c o s es t e s s e p e r # , l % , s e m " r a n o p e r s o n e , p e r s o n e r a r e ,d i un’essenza delicata, che la vita avre""e deluso. A volte - un castellocheincontrate sulla scogliera, sul margine della strada, dove si - fermatoaconfrontare la sua pena con la sera ancor rosa, in cui s’alza la luna d’oro,e di cui le

 "arche che tornano a riva, striando l’ac$ua ir idescente, issano sui loro al"erila fiamma e portano i colori! altre volte - una semplice ca+sa solitaria, piuttostoin$uietante, dall’aria timida ma romantica, che celaa ogni sg uardo $ualchesegre to imper ituro d i f e l i ci t % e d i d i s incanto .*uesto paese senzaverit%, aggiunse con finezza machiavellica, $uestopaese di pura finzione - una

cattiva lettura per un "am"ino, e non - certo$uello che sceglierei eraccomanderei per il mio piccolo amico, gi% cosìincline alla tristezza, per ilsuo cuore predisposto. ' climi di confidenzaamorosa e di vano rimpianto

 possono convenire a un vecchio dis il luso come me, sono sempre malsani per untemperamento che non si - ancoraformato. (redetemi, riprese con insistenza, leac$ue di $uella "aia, gi%<

 per met% "retone, possono esercitare un’azione sedativa, per altro discu+t i"ile, su uncuore non pi intatto come il mio, su un cuore la cui feritanon ha pi% cure.

4ono controindicate alla vostra et%, ragazzo mio. 8uona+notte, vicini», aggiunse,lasciandoci con $uella rudezza evasiva che gli era consueta, e, tornando ancoraverso di noi con un dito levato di dotto+re, riassunse il suo consulto: «Biente8al"ec prima dei cin$uantanni, eancora "isogner% tener conto dello stato delcuore», ci grid#.Mio padre gliene riparl# nei nostri incontri successivi, lo tortur# dido+mande: fu fatica sprecata. (ome $uel truffatore erudi to cheimpiegava,nel fa""ricare falsi palinsesti, un’energia e una dottrina la cuicentesimaparte sare""e stata sufficiente ad assicurargli una condizione pi vantag+giosa, ma onorevole, il signor 0egrandin, se avessimo insisti to

ancora,avre""e finito con l’edificare tutta un’etica del paesaggio e unageografiaceleste della "assa Bormandia, pur di non confessarci che a due chilome+trida 8al"ec a"itava sua sorella, e di non essere costretto a offrirci una lettera

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di presentazione che non avre""e costituito per lui un tale motivodi terrore, se fossestato assolutamente certo7come avre""e dovuto es+sere, in effetti , conoscendo il carattere della nonna

7c h e n o i n o n n e avremmo approfittato.Gientravamo sempre di "uonora dallenostre passeggiate, per poter fa+re un a vi si ta al la z ia 06o nie pr im a d i ce na .Al l’ in iz io de lla sta gi on e, $uando le giornate erano corte, arrivando in ruedu 4aint+ Esprit, c’eraancora un riflesso del tramonto sui vetri della casa euna striscia di por+pora all’estremit% dei "oschi del (alvario, che pi lontano siriver"eravanello stagno, un rosso che, accompagnato spesso da un freddo assai pun+gente, si associava, nel mio pensiero, al rosso del fuoco su cui arrostiva ilpollo cheavre""e sostituito per me, al piacere poetico offerto dalla pas+seggiata, il

 piacere della ghiottoneria, del caldo e del riposo. 2’estate, in+vece, $uandorientravamo, il sole non tramontava ancora! e, durante lavisita che facevamoalla zia 06onie, la sua luce, che si a""assava e lam"i+va la finestra, era trattenutaentro le grandi tende e i loro sostegni, divisa,ramificata, filtrata, e, incrostando di

 piccoli frammenti d’oro il legno di li+mone del com#, illuminava o"li$uamente lastanza con la delicatezza cheassume nei sotto"oschi. Ma, certi giorni assai rari,$uando rientravamo, ilcom# aveva perduto da tempo le sue effimere incrostazioni,non c’eranopi $uando arrivavamo in rue du 4aint+Esprit i riflessi del tramonto po+sati sui vetri, e lo stagno ai piedi del (alvario aveva perduto la sua por+

 pora, a volte era gi% tinto d’opale e un lungo raggio di luna, che via via sif a c e v a

 p i l a r g o e s i s c r e p o l a v a i n t u t t e l e p i e g h ed e l l ’ a c $ u a , l o@attraversava per intero. Allora, giunti presso la casa, scorgevamo una sa+goma sullasoglia dell’uscio, e la mamma mi diceva:«2io mio ecco &ranCoise di vedetta, tua zia- in$uieta! in effetti, siamoin ritardo».E, senza perder tempo a spogliarci, salivamo infretta dalla zia 06onie,per rassicurarla e mostrarle che, diversamente da $uanto gi%immagina+va, non ci era successo niente, ma eravamo andati «dalla parte di3uer+mantes» e, diamine, $uando si faceva $uella passeggiata, la zia lo sapeva "ene

che non si poteva mai esser certi dell’ora in cui si sare""e tornati.«Ecco, &ranCoise,diceva la zia, ve lo dicevo io che erano andati dallaparte di 3uermantes2io mio devono avere una fame E il vostro co+sciotto si sar% tuttoasciugato, dopo aver aspettato tanto. Per#, - $uestal’ora di rientrareI 4fido,siete andati dalla parte di 3uermantes7Ma credevo che lo sapeste, 06onie, diceva la mamma. Pensavo che&ranCoiseci avesse visti uscire dalla porticina dell’orto.»(’erano infatti, intorno a(om"ra9, due «parti» per le passeggiate, ecosì opposte che, in effetti, non

si usciva di casa per la stessa porta, se sivoleva andare da una parte o dall’altra:la parte di M6s6glise+la+)ineuse,che chiamavamo anche la parte di 4Hann, perch6 per andarci si passavadav ant i all a pro pri et% del sign or 4Ha nn, e la par te di

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3uermantes. 2iM6s6glise+la+)ineuse, per la verit%, non ho mai conosciutoaltro che la«parte» e certi forestieri che venivano la domenica a passeggiare a(om+ " r a 9 , p e r s o n e c h e , $ u e s t a v o l t a , l a z i a s t e s s a ea n c h e t u t t i n o i n o n «conoscevamo affatto», e da $uesto indizio ritenevamo

«persone che sa+ranno venute da M6s6glise». *uanto a 3uermantes, ungiorno ne avreisaputo di pi., ma solo molto pi tardi! e nel corso di tutta la miaadole+sc enza , se M6 s6g lise era ai mie i occ hi $ ualco sa diin ac ce ss i" il e co me l’orizzonte, sottratto alla vista, per $uanto lontano ci sispingesse, dalleondulazioni di un terreno che non somigliava gi% pi a$uello di (om+ "ra9, 3uermantes mi apparve solo come il termine, pi ideale chereale,della sua propria «parte», una sorta di espressione geografica astratta co+me lalinea dell’e$uatore, come il polo, come l’1riente. Allora, «prendereper 3uermantes» per andare a M6s6glise, o viceversa, mi sare""e

 parsaun’espressione altrettanto priva di senso come avviarsi a est per andare aovest .4iccome mio padre parlava sempre della parte di M6s6glise comedel pi "el

 panorama di pianura che conoscesse e del la par te di 3uer+ mantes come deltipico paesagio fluviale, io attri"uivo loro, nel concepir+le appunto come dueentit%, $uella coesione, $uell’unit% che non appar+tengono se non allecreazioni del nostro spirito! la pi piccola particelladi ciascuna di essemi sem"rava preziosa e capace di manifes tare la

 propria particolare superiorit%, mentre al loro confronto, prima di arriva+re sul sacrosuolo dell’una o dell’altra, i percorsi puramente materiali tracui erano si tua te

com e l’id eal e del pan ora ma di pia nur a e l’i dea le del paesaggio fluviale,non meritavano di essere guardati pi di $uanto nonlo meritino, per lo spettatoreappassionato d’arte drammatica, le viuzzenelle vicinanze di un teatro. Masoprattutto interponevo fra esse, "en pidelle loro distanze chilometriche, la distanzache c’era fra le due parti delmio cervello in cui le pensavo, una di $uelledistanze mentali che nonfanno che allontanare, che separano e pongono suun piano diverso. E$uesta separatezza era resa ancor pi assoluta perch6$uell’a"itudine cheavevamo di non andare mai da entram"e le parti in unostesso giorno,nel corso di una sola passeggiata, ma una volta dalla parte di

M6s6gl ise ,una vol ta dal la par te di 3uermantes , le poneva, per cos ìdi re , lontane l’una dall’altra, inconosci"ili l’una all’altra, nei vasi chiusi e noncomuni+canti di pomeriggi diversi.*uando volevamo andare dalla parte diM6s6glise, uscivamo =nontroppo presto, e anche se il cielo era coperto,

 perch6 la passeggiata nonera mol to lunga e non ci portava t roppolontano> come per andare in$ualsiasi altro luogo, dalla porta principaledella casa di mia zia su ruedu 4aint+Esprit. Gicevevamo i saluti dell’armaiolo,im"ucavamo le letterenella cassetta postale, passando dicevamo a /h6odore,da parte di &ra+nCoise, che era finito l’olio o il caff-, e uscivamo dalla citt%

 per la stradache rasentava la staccionata "ianca del parco del signor 4Hann. Primadiarrivarci ci im"attevamo, venuto ad accogliere i forestieri, nel profumodeisuoi lill%. *uesti, entro i piccoli cuori verdi e freschi delle loro foglie,levavano

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curiosamente, al di sopra della staccionata del parco, i loro pen+nacchi di piumecolor malva o "ianche, lucenti, anche all’om"ra, per ilsole che le avevairrorate. Alcuni, seminascosti dalla casetta con le tegoledetta casa degli Arcieri, dovea"itava il custode, ne oltrepassavano il pin+nacolo gotico con il loro roseo minareto.

0e Binfe della primavera sare"+ "ero parse volgari a paragone di $uestegi ova ni 5r i ch e se r" av an o in $uel giardino francese i toni vivi e puri delleminiature persianeD. Bo+nostante il mio desiderio di stringere la loro vita flessuosa e di attirare ame iriccioli stellati della loro testa odorosa, passavamo senza fermarci,perch6 imiei parenti non andavano pi a /ansonville dopo il matrimo+nio di 4Hann,e, per non dare l’impressione di guardare nel parco, invecedi prendere il sentiero checosteggia la sua recinzione e sale direttamenteai campi, ne prendevamo un altro che

 pure vi conduce, ma o"li$uamen+te, e ci faceva s"ucare parecchio lontano. 5ngiorno, il nonno disse a miopadre:D

«)i ricordateI 4Hann ieri ha detto che siccome sua moglie e suafigliapartivano per GeimsJF, ne avre""e approfittato per andare a passareuna giornata a Parigi. )istoche $uelle signore non ci sono, potremmo co+steggiare il parco, sare""e molto pi

 "reve».4ostammo un momento davanti alla staccionata. 0a stagione dei

lill%s’avvicinava alla fine! alcuni effondevano ancora, in alti lampadari colormalva,le "olle delicate dei loro fiori, ma in molte parti del fogliame do+ve, appenauna settimana prima, si frangeva la loro spuma odorosa, ap+passiva,rattrappita e annerita, una vana scoria, arida e senza profumo. 'ln o n n o f a c e v an o t a r e a m i o p a d r e $ u e l c h e e r a r i m a s t oi m m u t a t o nell’aspetto dei luoghi, e $uel che era cam"iato, dopo la sua

 passeggiatac o n 4 H a n n p a d r e , i l g i o r n o c h e a $ u e s t i e r a m o r t a l am o g l i e , e c o l s e l’occasione per raccontare $uella passeggiata una volta di

 pi.2avanti a noi, un viale fiancheggiato di nasturzi saliva in pieno

soleverso il castello. A destra, invece, il parco si estendeva su un terreno pia+no. 5nospecchio d’ac$ua, tenuto in om"ra dai grandi al"eri che lo cir+ condavano, erastato fatto scavare dai genitori di 4Hann! ma, anche nellesue creazioni pi artificiose,- sulla natura che l’uomo lavora! certi luoghifanno sempre valere intorno a s6 la lorospeciale supremazia, le loro inse+gne immemora"ili trionfano in mezzo a un

 parco come avre""ero fatto,in assenza di $ualsias i in tervento umano,in una so l i tudine che tornasempre a circondarle, sorgendo dallenecessit% della loro esposizione esovrapponendosi all’opera dell’uomo.(osì, in fondo al viale che domi+nava il laghetto artificiale, s’era formata

su due file, intrecciate con fioridi miosotidi e di pervinche, la corona naturale,delicata e azzurra che cin+ge la fronte chiaroscura delle ac$ue, e il gladiolo, piegando le sue spadec o n r e g a l e a " " a n d o n o , s t e n d e v a

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s u l l ’ e u p a t o r i o e s u l r a n u n c o l o dall’umido gam"o, i fiordalisi a "randell i, viola e giall i, del suo scett ro lacustre.0a partenza della signorina4Hann, che7

togliendomi la terri"ile op+portunit% di vederla apparire in un viale, d’essereconosciuto e disprez+zato dalla ragazzina privilegiata che aveva per amico8ergotte e andavacon lui a visitare le cattedrali7mi rendeva indifferente la contemplazio+ne di /ansonville, la prima volta chem’era concessa, sem"rava invece,agli occhi del nonno e del "a""o,aggiungere pregio a $uesta propriet%, conferirle un’attrattiva passeggera, erendere la giornata eccezionalmentepropizia a una passeggiata da $uella parte,come, per un’escursione inmontagna, l’assenza di ogni nu"e! avrei volutoche i loro calcoli fosseroelusi, che un miracolo facesse apparire la signorina4Hann, con suo pa+d r e , c o s ì v i c i n o a n o i d a n o n l a s c i a r c ii l t e m p o d i e v i t a r l a , e d aJF

c o s t r i n g e r c i a f a r n e l a c o n o s c e n z a . ( o s ì , $ u a n d o a u n t r a t t oscorsisull’er"a, $uasi un segno della sua presenza possi"ile, un cestino dimen+ticato vicino a una canna da pesca il cui sughero galleggiava sull’ac$ua, fecidi tutto per volgere altrove gli sguardi di mio padre e di mio nonno.2’altronde,avendoci detto 4Hann che gli sare""e stato difficile assentar+si, poich6 in $uel

momento aveva degli ospiti, la canna da pesca potevaappartenere a $ualcheinvitato. Bon si udiva, nei viali, alcun rumore dipassi. 2ividendo l’altezza diun al"ero imprecisato, un uccello invisi"ilesi ingegnava di far sem"rare "reve lagiornata, esplorava con una notaprolungata la solitudine circostante, ma nericeveva una replica così una+nime, un’eco così raddoppiata di silenzio e diimmo"ilit% che si sare""edetto avesse fermato per sempre l’istante che avevacercato di far passarepi in fretta. 2alla fissit% del cielo, la luce cadeva cosìimplaca"ile che sisare""e voluto sottrarsi alla sua attenzione, e l’ac$uaanch’essa addor+mentata, il cui sonno era incessantemente irritato dagli insetti,

sognandocerto $ualche MaelstromJimmaginario, accresceva il tur"amento in cuim i a v e v a g e t t a t o l av i s t a d e l g a l l e g g i a n t e d i s u g h e r o ,d a n d o l’impressione di trascinarlo a tutta velocit% sulle distese silenziosedelcielo riflesso! $uasi verticale, il sughero pareva sul punto di affondareeio gi% mi domandavo se, lasciando da parte il mio desiderio e il mio ti+mo re d i c on os ce rl a, n on a ve ss i i l d ov er e d i f ar a vv er ti r e l asi gn or in a4Hann che il pesce aveva a""occato

7$uando mi tocc# raggiungere dicorsa il "a""o e il nonno che mi chiamavano,stupiti che non li avessi se+guiti per lo stretto sentiero che sale verso i campi e lungo

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il $uale si eranoincamminati. 0o trovai tutto ronzante dell’odore dei "iancospini. 0as ie+pe formava come una f i la di cappel le che scompar ivano sot to i l

 para+mento dei loro fiori , affastellati a formare una sorta di repositor io! aldisotto, il sole posava in terra una scacchiera di luce, come se avesse traver+sato una

vetrata! il profumo si diffondeva altrettanto untuoso, altrettantocircoscritto nellasua forma, come se mi fossi trovato davanti all’altare della )ergine, e i fiori,egualmente acconciati, reggevano con aria distrat+ta ciascuno il suo scintillantemazzolino di stami, tenui e raggianti nerva+ture di stile «fiammeggiante», come$uelle che in chiesa traforavano la "alaustra della tri"una o le traverse dellavetrata, e s"occiavano in uncandido incarnato di fior di fragola. (omesare""ero apparse ingenue ecampestri, in confronto, le rose di macchia che, di lì a$ualche settimana,si sare""ero inerpicate anch’esse in pieno sole, lungo lostesso rusticosentiero, nella seta "en tesa del loro corsetto rosseggiante che unsoffio divento disperdeJ

Ma avevo un "el sostare davanti ai "iancospini a respirare, a portaredinanzial mio pensiero, che non sapeva cosa dovesse farne, il loro profu+mo saldo einvisi"ile, a perderlo e ritrovarlo, a unirmi al ritmo che lancia+va $ua e l% i lorofiori, con giovanile allegrezza e a intervalli inattesi co+me certe pausemusicali! essi mi offrivano indefinitamente lo stesso in+canto con una

 profusione inesauri"ile, ma senza lasciarmelo approfondi+re ulteriormente, come$uelle melodie che si possono suonare cento voltedi seguito senza penetrare pi

intimamente nel loro segreto. Me ne allon+tanavo un momento, per assalirli poi conforze pi fresche. 'nseguivo finsulla scarpata che, dietro la siepe, si inerpicava,in ripido pendio verso icampi, $ualche papavero sperduto, $ualche fiordalisorimasto pigramen+te indietro, che l’ornavano $ua e l% con i loro fiori come l’orlo diun araz+zo i n cu i appar e appena accenna to i l motivo agres te chetr ionfe r% nelcentro! rar i ancora, distanziati come le case isolate cheannunciano gi%l’approssimarsi di un villaggio, essi mi avvertivano dell’immensadistesadove dilagano le messi, dove si accavallano le nu"i, e la vista di uns o l o p a p a v e r o c h e i n n a l z a v a i n c i m a a l s u o c o r d a m e e d a v a a l l a

sfe rz a de lvento la sua fiamma rossa, al di sopra della sua "oa untuosa enera, mifaceva "attere il cuore, allo stesso modo del viaggiatore che scorgesullas pi ag gi a u na p ri ma " ar ca i nc ag li at a c he u n c al af at o s tar iparando, edesclama, prima ancora di averlo visto: «'l Mare».Poi tornavodavanti ai "iancospini, come davanti a $uei capolavori chesi crede di poter meglioammirare dopo aver smesso per un momento digu a r d a r l i , m a a v e v o u n " e lfarmi schermo con le mani per non avernient’al t ro sot to gl i occhi , i lsentimento che risvegliavano in me continua+va ad essere oscuro e vago, einutilmente cercava di li"erarsi, di poteraderire ai loro fiori. Essi non mi

aiutavano a chiarirlo, n6 potevo chiederead altri fiori di soddisfarlo. Allora,suscitando in me la stessa gioia che siprova nel vedere un’opera del nostro pit tore preferi to che di ffer isce da$uelle che conosciamo, oppure se $ualcuno ci

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conduce dinanzi a un $ua+dro di cui avevamo visto fino allora solo uno schizz# amatita, se un "ra+no musicale sentito soltanto al pianoforte ci appare poi rivestito deicolo+ri dell’orchestra, il nonno mi chiam# e, mostrandomi la siepe di /anson+ville, midisse: «/u che ami i "iancospini, guarda un po’ $uello spino ro+sa! - molto "ello». 'n

effetti era uno spino, ma rosa, pi "ello ancora dei "ianchi. Aveva anch’essoun’acconciatura di festa7di $uelle sole verefeste che sono le feste religiose, giacch6 nessun capricciocontingente leapplica, come $uelle mondane, a un giorno $ualsiasi, che non - lorospe+cif icamente dest inato, che nulla ha di essenzialmente fest ivo7, maun’acconciatura ancora pi ricca, in $uanto i fiori attaccati sul ramo, gliJJuni sopra gli altri , in maniera da non lasciare il minimo spazio privodiornamento, come f iocchi che inghirlandino un pastorale rococ#,erano«colora t i» , $uindi d i una $ual i t % super iore secondo l ’ es te t i cadi (om+ "ra9, almeno a giudicare dalla lista dei prezzi nella "ottega della piazza,oda (amus, dove i "iscotti rosa erano pi cari. Anch’io apprezzavo dipi ilformaggio alla crema rosa, $uello in cui mi avevano permesso dischiacciaredelle fragole. E $uei fiori avevano scelto appunto una di $uel+le tinte di cosacommesti"ile, o di tenero a""ellimento a un a"ito da granfesta, che sono, nellamisura in cui manifestano la ragione della loro su+ periorit%, $uelle che con pievidenza paiono "elle agli occhi dei "am"i+ni, e per $uesto ser"ano sempre per loro

$ualcosa di pi vivo e di pi na+turale delle altre tinte, anche $uando a""ianocompreso che non promet+tono niente alla loro ghiottoneria e che non - stata la sartaa sceglierle. Ecerto, l’avevo su"ito avvertito, come davanti agli spini "ianchi,ma conpi meraviglia, che non in modo fittizio, per un artificio difa""ricazioneumana, si era manifestata nei fiori l’intenzione di festivit%, ma era la na+tura che, spontaneamente, l’aveva espressa con l’ingenuit% di una mer+ciaiadi paese che addo""a un repositorio, sovraccaricando l’ar"usto di$uellerosette di un tono troppo tenero e di un

 pompadour 

JJ provinciale.'n cima ai rami, come tanti di $uei piccoli rosai con i vasi nascosti da car+te ricamate, di cui nelle feste solenni si facevano irradiare sull’altare i lie+vi fuochid’artificio, pullulavano mille "ottoncini di una tinta pi pallidache, schiudendosi,lasciavano vedere, come nel fondo di una coppa dim ar mo ro sa , d e ir o s s i s a n g u i g n i e t r a d i v a n o , p i d e g l i s t e s s i f i o r i , l’essenza

 particolare, irresisti"ile, dello spino, che, dovun$ue germoglias+se, dovun$ue fiorisse,non poteva farlo che in rosa. &rammisto alla siepe,ma anche da $uesta diverso, comeuna fanciulla in a"ito da festa in mez+zo a persone in vestaglia che resteranno in casa,

 "ell’e pronto per il mesemariano, di cui sem"rava gi% far parte, così splendevasorridendo, nellasua fresca veste rosa, l’ar"usto cattolico e deliziosoJ

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.0a siepe lasciava vedere all’interno del parco un viale "ordato di gel+somini, di viole del pensiero e di ver"ene, in mezzo ai $uali delle violac+cioccheaprivano la loro "orsa fresca, di un rosa odoroso e s"iadito come$uello di un cuoioantico di (ordova, mentre sulla ghiaia un lungo tu"oper innaffiare verniciato di

verde, srotolando le sue spire, lanciava daipunti dove erano situati i fori, al disopra dei fiori di cui irrorava i profu+mi, il ventaglio verticale e prismatico dellesue stille multicolori. /utt’aun tratto mi fermai, non potei pi muovermi,come accade $uando unavisione non si rivolge solo ai nostri sguardi, ma esige

 percezioni pi pro+fonde e dispone del nostro essere per intero. 5na ragazzina di un "iondoJ

fulvo, che aveva l’aria di rientrare dal passeggio e teneva in mano unavangada giardiniere, ci guardava, alzando il suo viso cosparso di efelidirosa. ' suoi occhi

neri "rillavano, e poich6 non sapevo allora, n6 l’ho ap+preso in seguito,circoscrivere nei suoi e lementi oggett ivi una forte im+p r e s s i o n e , n o na v e n d o , c o m e s i s u o l d i r e , a " " a s t a n z a« s p i r i t o d’osservazione» per isolare la nozione del loro colore, per moltotempo,ogni volta che ripensavo a lei, il ricordo del loro splendore mi si

 present#su"ito come $uello di un vivido azzurro, dal momento che era "ionda:dimodo che, forse, se non avesse avuto degli occhi così neri7cosa che col+piva tanto chi la vedeva per la prima volta

7non sarei stato, come lo fui,pi particolarmente innamorato, in lei, dei suoi occhiazzurri.'o la guardai: dapprima con $uello sguardo che - soltanto la voce degliocchi,ma alla cui finestra si affacciano tutti i sensi, ansiosi e impietriti, losguardo chevorre""e toccare, catturare, portar via il corpo che sta guar+da ndo, e con essol’anima! poi, tanta era la paura che da un momentoall’altro il nonno emio padre, scorgendo $uella fanciulla, mi facessero al+lontanare, dicendomi dicorrere un poco innanzi a loro, con un secondosguardo, inconsciamentesuppl ichevole, che cercava di cos t r inger la a prestarmi attenzione, a

conoscermi 0ei sporse in avanti e di lato le suepupille per prendere visionedi mio nonno e di mio padre, e senza du"+ "io l’idea che ne ricav# fu cheeravamo ridicoli, giacch6 si volse e, conaria indifferente e sdegnosa, si fece da

 parte per risparmiare al suo voltodi trovarsi nel loro campo visivo! e $uandoloro, continuando a cammi+nare, senza averla vista, mi e""ero superato, lasci#correre i suoi sguardiin tutta la loro lunghezza nella mia direzione, senzaun’espressione parti+colare, senza mostrare di vedermi, ma con una fissit% eun sorriso dissi +mulato che, in "ase alle nozioni che mi erano state impartite sulla

 "uonaeducazione, potevo interpretare solamente come una prova di oltraggio+so

disprezzo! e la sua mano accennava intanto un gesto indecente al $ua+le, $uando erarivolto in pu""lico a una persona non conosciuta, il picco+lo dizionario di "uonacreanza che portavo in me attri"uiva un unico si+gnificato, $uello di

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un’intenzione insolente.«4u, 3il"erte, vieni! cosa stai facendo», grid# con voce penetrante e au+toritaria una signora in "ianco che non avevo visto, mentre a $ualchedi+stanza da lei un signore vestito di tela grezza, e che non conoscevo,mifissava con degli occhi che gli uscivano dalla testa! e, smettendo "rusca+

mente di sorridere, la fanciulla prese la vanga e s i allontan# senza pivolgersi dalla mia parte, con un’aria docile, impenetra"ile e sorniona.(osì mi pass# accanto $uel nome di 3il"er te, donatomi come un ta li+ smano che miavre""e permesso un giorno, forse, di ritrovare colei di cuiJ;aveva appena fatto una persona e che, solo un istante prima non era cheun’immagineincerta. (osì pass#, pronunciato al di sopra dei gelsomini edelle violacciocche,

 pungente e fresco come le stille dell’innaffiatoio ver+de! impregnando, iridando lazona d’aria pura che aveva attraversato7e che isolava7del mistero della vita di colei che designava per gli esserifortunati che vivevano,che viaggiavano con lei! dispiegando sotto il ce+spuglio degli spini rosa,all’altezza della mia spalla, la $uintessenza dellaloro familiarit%, per me cosìdolorosa, con lei, con l’ignoto della sua esi+stenza dove non sarei penetrato.Per un attimo =mentre ci allontanavamo e il nonno mormorava: «*uelpovero 4Hann,che parte gli tocca: farlo partire perch6 lei possa restaresola con il suo(harlus, perch6 - lui, l’ho riconosciuto E $uella "am"ina,mischiata a tutta $uesta

infamia»> l’impressione lasciata in me dal tonodispotico con il $uale lamadre di 3il"erte le aveva parlato senza che leireplicasse, facendomelaapparire come costretta a o""edire a $ualcuno,dun$ue non superiore atu tt o , l enì un poco l a mia s o ff e renza , mi r e se$ualche speranza eattenu# il mio amore. Ma "en presto $uesto amoretorn# a innalzarsi dentrodi me, come una reazione per cui il mio cuoreumiliato voleva mettersi allostesso livello di 3il"erte o a""assarla fino alp r o p r i o . ' o l ’ a m a v o ,r i m p i a n g e v o d i n o n a v e r e a v u t o i l t e m p o e l’ispirazione dioffenderla, di farle del male, e di costringerla a ricordarsidi me. 0a trovavo così "ella

che avrei voluto poter tornare sui miei passiper gridarle, alzando le spalle: «(ome vitrovo "rutta, grottesca, come miripugnate». 'nvece mi allontanavo, portando con me,

 per sempre, comearchetipo di una felicit% inaccessi"ile ai ragazzi della mia specie, in "ase aleggi naturali impossi"ili a trasgredirsi, l’immagine di una ragazzina ful+va,con la pelle cosparsa di efelidi rosa, che aveva in mano una vanga erideva,lasciando scorrere su di me lunghi sguardf sornioni e inespressi+vi. E gi% l’incanto dicui il suo nome aveva reso fragrante $uel luogo sot+to gli spini rosa, dove, lei eio, l’avevamo sentito pronunciare insieme,poco a poco raggiungeva, avvolgeva,

 profumava tutto ci# che le stava in+torno, i suoi nonni che i miei avevano avuto

l’ineffa"ile gioia di conosce+re, la su"lime professione di agente di cam"io, ildoloroso $uartiere degli(hamps+El9s6es dove lei a"itava a ParigiJ;

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.«06onie, disse il nonno rientrando, avrei voluto fossi stata con noi po+co fa. Bonavresti riconosciuto /ansonville. 4e avessi osato, ti avrei coltoun ramo di $uegli spinirosa che ti piacevano tanto.» 'l nonno raccontavacosì la nostra passeggiata alla zia06onie, sia per distrarla, sia perch6 nonavevamo perso tutte le speranze di farla

uscire. 1ra, $uella propriet% untempo le era stata molto cara, e d’altronde le visite di4Hann erano stateJ

le ultime che avesse ricevuto, $uando gi% aveva chiuso la sua porta a tut+ti $uanti . Ecosì come, $uando lui ora veniva a chiedere sue notizie =leiera la sola personadi casa nostra che 4Hann chiedesse ancora di vedere>,gl i faceva r i spondere chesi sentiva stanca, ma che la prossima voltal’avre""e lasciato salire, allostesso modo $uella sera disse: «4ì, un giornoche far% "el tempo, andr# in carrozzafino all’ingresso del parco». E lo di+ceva con sincerit%. 0e sare""e piaciuto rivedere

4Hann e /ansonville! mail desiderio che ne aveva "astava alle forze che le restavano!la sua realiz+zazione le avre""e esaurite. A volte, il "el tempo le restituiva un

 po’ divigore, si alzava, si vestiva! la stanchezza la coglieva prima che fosse pas+satanell’altra stanza, e reclamava il suo letto. Era cominciata per lei7solo un po’ prima di $uanto avvenga di solito7$uella piena rinunciadella vecchiaia, che si prepara alla morte, si chiudenella propria crisali+de, e che - possi"ile osservare, al termine delle esistenze di

lunga durata,anche fra vecchi innamorati che si sono amati molto, fra amiciuniti daivincoli pi puri e che, a partire da un certo anno, smettono di affrontareilviaggio o l’uscita necessaria per incontrarsi, smettono di scriversi, esannoche in $uesto mondo non comunicheranno pi. 0a zia doveva sa+pere assai

 "ene che non avre""e rivisto 4Hann, che mai pi avre""e la+sciato la casa,ma $uella reclusione definitiva le era resa forse pi sop+porta"ile proprio inragione del fatto che, a nostro giudizio, avre""e do+vuto fargliela apparire pidolorosa: e cio- che $uella reclusione le eraimposta dal venir meno, che ognigiorno lei stessa poteva constatare, del+le sue forze, e che, facendo di ogni azione, di

ogni movimento una fatica,se non una sofferenza, dava all’inazione,all’isolamento, al silenzio, ladolcezza riparatrice e "enedetta del riposo.0a zianon and# a veder la siepe di spini rosa, ma ogni momento io do+mandavo ai miei seci sare""e andata, se in altri tempi andava spesso a/ansonville, cercando diindurli a parlare dei genitori e dei nonni dellasig nor ina 4Ha nn, che misem"ravano grandi come d-i. *uel nome di4Hann, divenuto per me $uasimitologico, $uando discorrevo con i mieigenitori , smaniavo dal desiderio disentirglielo dire! non osavo pronun+ciarlo io stesso, ma li trascinavo suargomenti che sfioravano 3il"erte e lasua famiglia, che la riguardavano, in cui

non mi sentissi esiliato, troppodistante da lei! e costringevo all’improvviso mio padre, fingendo di cre+dere per esempio che l’impiego di mio nonno fosse gi%appartenuto pri+ma di lui alla nostra famiglia, o che la siepe di spini rosa che la zia

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06onieavre""e voluto vedere si trovasse su un terreno comunale, a rettificare lamiaasserzione, a dirmi, $uasi mio malgrado, come di sua iniziativa: «Mano,$uel l ’ impiego l ’aveva i l padre di4Hann

, $uel la s iepe fa par te delJ< parco di4Hann». Allora ero costretto a riprendere fiato, tanto mi soffoca+va col suo fardello,

 posandosi l% dove era scritto dentro di me, $uel nomeche, nel momento in cuil’udivo, mi sem"rava pi colmo di $ualsiasi al+tro, perch6 era sovraccaricodi tutte le volte che, in precedenza, l’avevom en ta lme nt e pr on un ci at o. Mi

 procurava un p iacere che ero confuso d’aver osato pretendere dai mieigenitori, perch6 $uel piacere era tantogrande che, certo, aveva causato loromolta fatica dovermelo procurare, esenza compenso, visto che non era un

 piacere dest inato a loro. (osì perdiscrezione, cam"iavo discorso. E anche per scrupolo. /utte le seduzionisingolari che mettevo in $uel nome di 4Hann, ve leritrovavo ogni voltache veniva pronunciato. Allora, d’un tratto, mi sem"ravaimpossi"ile chei miei non le avvertissero, mi sem"rava che condividessero il mio

 puntodi vista, che vedessero a loro volta, assolvessero, sposassero i miei sogni,e misentivo infelice come se li avessi vinti e portati alla perdizione.*uell’anno, $uando,un po’ prima del solito, i miei genitori e""ero fis+sato la data del ritorno a Parigi, lamattina della partenza, poich6 per fo+tografarmi mi avevano fatto arricciare i capelli,

sistemato con cautela uncappello che non avevo ancora mai portato e fatto indossareun cappotti+no di velluto, mia madre, dopo avermi cercato da per tutto, mitrov# inlacrime sul "reve, ripido sentiero, vicino a /ansonville, nell’atto didireaddio ai "iancospini, mentre a""racciavo i rami pungenti, e, comeunaprincipessa da tragedia a cui pesassero $uei vani ornamenti, ingrato ver+so lamano importuna che intrecciando tutti $uei nodi aveva avuto curadiraccogliermi i capelli sulla fronteJ, calpestavo i miei "igodini strap+pati e il mio cappello nuovo. 0a mamma non si

comm#sse alle mie lacri+me, ma non pot- trattenere un grido alla vista del cappellosfondato e delcappotto da "uttar via. Bon l’udii: «Miei poveri, piccoli

 "iancospini, di+cevo piangendo, non voi, cer to, vorreste farmi del male,costringermi apartire. )oi, voi non m’avete mai fatto soffrire Perci# vi amer#sempre».E, asciugandomi le lacr ime, promet tevo loro che, $uandofossi statogrande, non avrei imitato la vita insensata degli altri uomini e,anche aParigi, nei giorni di primavera, invece di recarmi a far visite e ad ascolta+resciocchezze, sarei corso in campagna a vedere i primi "iancospini.5na volta neicampi, non li lasciavamo pi per tutto il resto della pas+seggiata che si faceva dalla

 parte di M6s6glise. Erano perennemente per+corsi, come un girovago invisi"ile, dalvento, che era per me il genio par+ticolare di (om"ra9. 1gni anno, il giorno delnostro arrivo, per sentireche ero veramente a (om"ra9, salivo a ritrovarlo che

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correva tra i solchie mi incitava a seguirlo. 'l vento era sempre al nostrof i a n c o d a l l a p a r t e d i M 6 s 6 g l i s e , s u $ u e l l a p i a n u r a c o n v e s s a d o v e

 p e r m o l t e l e g h e n o nJ@

incontra alcuna asperit% del terreno. 4apevo che la signorina 4Hann an+dava spesso a t rascorrere $ualche giorno a 0aonJ<e, se""ene fosse amolte miglia, poich6 la distanza era compensata dall’assenzadi $ualsiasiostacolo, $uando, nei caldi pomeriggi, vedevo un unico soffio,giuntodall’estremo orizzonte, curvare le messi pi lontane, propagarsicomeun’onda per tutta l’immensa distesa e venire a sdraiarsi, sussurranteetiepido, ai miei piedi, fra la lupinella e il trifoglio, $uella pianura che eracomune aentram"i pareva avvicinarci, unirci! pensavo che $uel soffio divento era passato

accanto a lei, che fosse un messaggio di lei $uel che mi "is"igliava, senza che potessi comprenderlo, e lo "aciavo mentre passa+va. A sinistra c’era un paesedi nome (hampieu =(ampus Pagani, secondoil curato>. 4ulla destra, al di l% delle messi, si scorgevano i duecampanilicesellati e rustici di 4aint+Andr6+des+(hampsJ@, es s i s t es si a f fusola t i, scagliosi, em"ricati d’alveoli, ra"escati,

 "iondeggianti e grumosi come due spighe.A interval li simmetrici , tra

l’inimita"ile decorazione delle loro foglie,che non si possono confondere con$uelle di nessun altro al"ero da frut+ta, i meli aprivano i loro larghi petali di raso

 "ianco o lasciavano penderei timidi mazzolini dei loro "occioli rosseggiante dalla parte di M6s6gli+se che ho notato per la pr ima vol ta l’om"ra rotonda proiet ta ta dai melisul la ter ra soleggia ta , e anche $uel le se te d’oroimpalpa"ile che il tra+monto intesse o"li$uamente sotto le foglie, e cheio vedevo interrotte,senza mai essere deviate, dal "astone di mio padre./alvolta,nel cielo pomeridiano passava la luna, candida come una nu+ "e, furtiva, senzasplendore, come un’attrice $uando non - l’ora della re+cita e, dalla platea, in a"ito da

 passeggio, guarda un attimo i suoi compa+gni, cercando di non farsi notare, nonvolendo che si faccia attenzione alei. Mi pia cev a ritr ova rne l’i mmag inenei $uadri e nei li"ri, ma $uelleopere d’arte erano molto diverse7almeno nei primi anni, $uando 8lochnon aveva ancora a"i tuato i miei occhi e lamia mente a pi raffinate ar+monie7da $uelle in cui la luna mi sem"rere""e "ella oggi e in cui allo+ra non l’avreiriconosciuta. Era, per esempio, $ualche romanzo di 4ainti+ne, un paesaggio di

3le9reJ

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, in cui essa ritaglia netta nel cielo un’esilefalce d’argento: opere ingenuamenteincomplete, come le mie impressio+ni d’allora, e che le sorelle della nonnas’indignavano di vedermi amare.0oro pensavano che si dovessero mostrare airagazzi, e $uest i desseroprova di gusto amandole su"ito, opere che, giunti a

maturit%, si ammira+no in modo definitivo. 4enza du""io, si raffiguravano i pregiestetici co+m e o g g e t t i m a t e r i a l i c h e u n o c c h i o a p e r t o n o n p u #f a r e a m e n o d iJ

scorgere, senza alcun "isogno di avere maturato lentamente gli e$uiva+lentinel proprio cuore.2alla parte di M6s6glise, a MontXouvain, in una casa posta sullariva diun vasto stagno e addossata a una scarpata ricoperta di cespugli, a"itavailsignor )inteuil. Perci#, sulla strada, incrociavamo sovente sua figlia,cheguidava un calessino a tutta velocit%. A partire da un certo anno nonla incontrammo

 pi% sola, ma con un’amica maggiore di et%, che aveva inpaese una cattiva reputazionee che un giorno si install# definitivamentea MontXouvain. 0a gente diceva:«8isogna proprio che $uel povero )in+teuil sia accecato dalla tenerezza per nonrendersi conto di ci# che si rac+conta e per consentire a sua figlia, lui che siscandalizza di una parola fuori posto,di ospitare sotto il suo tetto una donna simile. 0ui dice che -una donnasuperiore, di gran cuore, e che avre""e avuto una straordina+ria disposizione per lamusica, se l’avesse coltivata. Pu# star certo chenon si occupa di musica,

$uella, con sua figlia». 4ì, il signor )inteuil lodiceva! ed effettivamente -degno di nota come una persona susciti sem+pre ammirazione, per le sue $ualit%morali, nei parenti di un’altra perso+na con la $uale intrattenga relazionicarnali. 0’amore fisico, tanto ingiu+stamente denigrato, spinge ogni persona amanifestare, sin nelle minimesfumature, tutto ci# che possiede di "ont%, di a""andonodi s6, a tal pun+to che il loro splendore giunge agli occhi di $uanti locircondano pi davicino. 'l dottor Percepied, al $uale la voce grossa e lefol te sopraccigl iapermet tevano di reci tare $uanto voleva i l ruolo di

 per f ido, di cui non aveva il fisico, senza compromettere minimamente la sua

reputazione in+crolla"ile e immeritata di "ur"ero "enefico, sapeva far ridere fino allela+crime il curato e tutti $uanti, dicendo con tono rude: «E""ene pare che lasignorina)inteuil faccia della musica con la sua amica. 4i dire""e che lacosa vi stupisca. 'onon so. pap% )inteuil che me l’ha detto, ancora ieri.2opo tutto, avr% pure il dirittodi amare la musica, $uella ragazza. A menon p ia ce co ntr ar ia re le vo caz io nide i gi ov an i! a )inte ui l ne pp ur e, a $uanto pare. E poi anche lui fa dellamusica con l’amica di sua figlia. Ahperdinci, se ne fa di musica da $uelle parti Mache avete da ridereI 'n ef+fetti, suona troppo $uella gente. 0’altro giorno hoincontrato )inteuil pa+dre vicino al cimitero. Bon si teneva sulle gam"e».Per $uanti,

come noi, videro in $uel tempo )inteuil evitare le personeche conosceva, voltarsidall’altra parte $uando le vedeva, invecchiare inpochi mesi, chiudersi nel suo dolore,divenire incapace di $ualsiasi sfor+zo che non avesse per fine immediato la

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felicit% della figlia, trascorreregiornate intere davanti alla tom"a dellamoglie7sare""e stato difficilenon comprendere che stava morendo di dolore, e

supporre che non s iJDrendesse conto delle voci che giravano. 0e conosceva, fors’anche vi pre+stava fede. Pro"a"ilmente non esiste essere umano, per $uanto grande sia lasua virt, che non possa essere indotto da un insieme di circostanzea vivere ungiorno in dimestichezza con il vizio, che pure condanna nelmodo pi formale7senza "en riconoscerlo, per altro, sotto le spoglie difatti particolari che $uelloassume per entrare in contatto con lui e farlosoffrire: parole "izzarre,atteggiamento inesplica"ile, una certa sera, di$uella tale creatura che lui,d’altra parte, ha tante ragioni per amare. Ma,in un uomo come )inteuil, "en piche in un altro, doveva esserci tantasofferenza nel rassegnarsi a una di$uelle situazioni che, a torto, credia+mo siano appannaggio esclusivodell’am"iente "oh6mien: $ueste situa+zioni si producono ogni voXta che unvizio, che la natura stessa fa s"oc+ciare in un "am"ino, a voltesemplicemente mescolando le virt del pa+dre e della madre, come il coloredegli occhi, ha "isogno di riservarsi lospazio e la sicurezza che gli sononecessari. Ma il fatto che il signor )in+teuil conoscesse, forse, la condottadella figlia, non comport# che il suoculto per lei divenisse minore. ' fatti

non penetrano nel mondo dove vi+vono le nostre fedi: non le hannogenerate, non le distruggono! possonoinfligger loro continue smentite senzaaffievolirle, e una valanga di sven+ture o di malattie che si succedano inuna fa mi gl ia inin te rr ot tame nte ,non la far% du"itare della "ont% del suo 2io odel talento del suo medico.Ma $uando il signor )inteuil pensava a sua figlia e a sestesso dal puntodi vista degli altri, dal punto di vista della loro reputazione, $uandocer+cava di situarsi con lei al posto che occupavano nella valutazione genera+le, allora$uel giudizio di ordine sociale lo formulava esattamente, comeavre""e fatto l’a"itantedi (om"ra9 a lui pi ostile! si vedeva precipitato,con la figlia, nei pi infimi

 "assifondi, e i suoi modi, dopo un po’, ne ave+vano assimilato $uell’umilt%, $uelrispetto per coloro che si trovano piin alto e che si guardano dal "asso=fossero anche stati molto al di sot todi lui fin allora>, $uella tendenza a cercar dirisollevarsi fino a loro, che -una conseguenza $uasi meccanica di tutte lecadute. 5n giorno, mentrecamminavamo con 4Hann per una via di(om"ra9, il signor )inteuil,che veniva da un’altra parte, s’era trovato troppo

 "ruscamente davanti anoi per avere il tempo di evitarci! e 4Hann, con $uellacarit% orgogliosadell’uomo di mondo che, nella dissoluzione di tutti i

 pregiudizi morali, trova nell’infamia di un altro soltanto una ragione per esercitare

nei suoiconf ront i una "enevolenza , l e cu i t es t imonianze lus inganotanto p i l’amor proprio di chi le concede $uanto pi le sente preziose per chi le ri+

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ceve, si era intrattenuto a lungo con il signor )inteuil, a cui fino a$uelmomento non rivolgeva la par*la, e gli aveva chiesto, prima di lasciarci,Fdi mandare un giorno la figlia a suonare a /ansonville. Era un invito che,due anni

 pr ima, avre""e indignato il signor )inteuil , ma che ora lo col+mava di un talsentimento di gratitudine da indurlo a sentirsi in o""ligodi non commetterel’indiscrezione di accettare. 0a cortesia di 4Hann neiconfronti di sua figlia glisem"rava, in se stessa, un sostegno così onore+vole e delizioso che pensava,forse sare""e stato meglio non servirsene,per avere la dolcezza tutta platonica diconservarlo.«(he uomo s$uisito», ci disse, $uando 4Hann ci e""e lasciati,con lastessa entusiastica venerazione per cui delle "orghesi intelligenti egra+ziose sono in soggezione, e prese dal fascino, dinanzi a unaduchessa,magari "rutta e sciocca. «(he uomo s$uisito Peccato che a""iafatto unmatrimonio così sconveniente.»E a l l o r a7a t a l p u n t o l e p e r s o n e p i s i n c e r e s o n oi m p a s t a t e d’ipocrisia, e lasciano cadere, parlando con una persona,l’opinione chehanno di lei e che esprimeranno $uando li avr% lasciati7i miei deplora+rono con il signor )inteuil il matrimonio di 4Hann, in nome di princìpieconvenienze ai $uali =per il fatto stesso che li invocavano in comune conlui, come

 "rave persone dello stesso stampo>, avevano l’aria di sottinten+dere, a Mont Xouvainnon era stato contravvenuto. )inteuil non mand#sua figlia da 4Hann. E

$uesti fu il primo a rammaricarsene. 1gni volta,infatti, appena lasciato)inteuil, si ricordava che da $ualche tempo inten+deva chiedergli un’informazione suuna persona che portava il suo stes+so nome, un suo parente, credeva. E, $uellavolta, si era fermamente ri+promesso di non dimenticare $uel che aveva dadirgli, $uando )inteuilavre""e mandato sua figlia a /ansonville.0a passeggiatadalla parte di M6s6glise era la meno lunga delle dueche facevamo nei dintornidi (om"ra9, e proprio per $uesto la si riserva+va per le giornate di tempo incerto!in effetti, dalla parte di M6s6glise ilclima era piuttosto piovoso, e noi non

 perdevamo mai di vista il limitaredei "oschi di Goussainville, nel cui folto avremmo

 potuto ripararci.4 p e s s o i l s o l e s i n a s c o n d e v a d i e t r o u n a n u v o l ac h e n e d e f o r m a v a l’ovale, e che, a sua volta, era indorata nei contorni.0o splendore, manon la luce, svaniva dalla campagna, dove ogni vitasem"rava sospesa,mentre il piccolo villaggio di Goussainville scolpiva nel cielo ilrilievo deisuoi contorni "ianchi, con una precisione e una finitezza opprimenti. 5npo’di vento faceva prendere il volo a un corvo che ricadeva in lontanan+za, e, contro ilcielo "iancheggiante, il fondo dei "oschi pareva pi azzur+ro, come dipinto in$uelle pitture monocrome che decorano itrumeau

delle antiche dimore.

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Ma altre volte cominciava a piovere, come aveva minacciatol’omino "arometrico che l’ottico aveva in vetrina! le gocce d’ac$ua, comeuccellimigratori che insieme prendano il volo, scendevano gi dal cielo in ran+ghifrettolosi. Bon si separano mai, non vanno alla ventura durante la ra+pida traversata!

ma ciascuna, restando al suo posto, attira a s6 $uella chela segue, e il cielo ne -oscurato pi che alla partenza delle rondini. /ro+vavamo rifugio nel "osco.*uando il loro viaggio sem"rava finito, $ual+cuna, pi de"ole, pi lenta, arrivavaancora. Ma noi uscivamo dal nostrorifugio, perch6 le gocce si divertono con lefoglie, e $uando la terra eragi% $uasi asciutta pi d’una s’attardava agiocare sulle nervature di unafoglia, e, sospesa sulla punta, $uieta,luccicante nel sole, di colpo si la+ sciava scivolare da tutta l’altezza del ramo e cicadeva sul naso.4pesso, anche, andavamo a ripararci, confondendoci con i santi e i

 pa+tr iarchi di pietra, sotto il port ico di 4aint+Andr6+des+(hamps.(om’erafrancese $uella chiesa 4opra la porta, i santi, i re+cavalieri con ungigliodi &rancia in mano, certe scene di nozze o di funerali, erano rappresenta+ticome potevano esserlo nell’animo di &ranCoise. 0o scultore aveva nar+rato anchecerti aneddoti relativi ad Aristotele e a )irgilioJD, al lo stessomodo che &ranCoise, in cucina, par lava volent ier i di 4an0uigi, $uasil’avesse conosciuto di persona, e in genere per svergognare con $uel

 pa+ragone i miei nonni, meno «giust i». 4i sent iva che le nozionidel l’artistamedievale e della contadina medievale =sopravvissuta sino al ?'?secolo>r i g u a r d o a l l a s t o r i a a n t i c a o c r i s t i a n a , e c h e s i

d i s t i n g u e v a n o p e r l’inesattezza come per l a semplicit%, le avevanoac$uisite non dai li"ri ,ma da una tradizione al tempo stesso antica e diretta,ininterrotta, orale,deformata, irriconosci"ile e viva. 5n altro personaggio di(om"ra9 cheugualmente riconoscevo, virtuale e profetizzato, nella sculturagotica di4aint+Andr6+des+(hamps, era il giovane /h6odore, garzone di "ottegadi(amus. &ranCoise, d’altronde, percepiva così "ene in lui un paesano euncontemporaneo che, $uando la zia 06onie stava troppo male perch6leipotesse farcela da sola a girarla nel letto, a metterla in poltrona, piuttostochelasciar salire la sguattera a farsi guardare «di "uon occhio» dalla zia,chiamava

/h6odore. 1ra, $uel ragazzo che passava, e non senza ragione,p e r u n c a t t i v os o g g e t t o , e r a t a n t o p e r v a s o d a l l o s p i r i t o c h ea v e v a decorato 4aint+Andr6+des+(hamps, e in particolare dai sentimenti diri+spetto che &ranCoise riteneva dovuti ai «poveri malati», alla «sua

 poverap a d r o n a » , c h e , n e l s o l l e v a r e l a t e s t a d e l l a z i a s u lg u a n c i a l e , a v e v a l’espressione ingenua e zelante degli angiolett i sui

 "assoril ievi , i $ual icon un cero in mano si affaccendano intorno alla )erginelanguente, $ua+si che i volti di pietra scolpita, grigiastri e nudi come i "oschid’inverno,

J

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fossero solo assopiti, una riserva pronta a rifiorire nella vita in innumere+voli volti popolari, reverendi e astuti come $uello di /h6odore, accesi dalrossore di una melamatura. Bon pi aderente alla pietra di $uanto lofossero gli angioletti, madistaccata dal portico, di una statura pi cheumana, ritta su un "asamento come

su uno sga"ello che le evitasse di po+sare i piedi sul terreno umido, una santa aveva legote piene, il seno sodoche gonfiava il drappeggio come un grappolo maturoin un sacco di cri+n e , l a f r on te s t r e t t a , i l n as o c or to es " a r a z z i n o , l e p u p i l l e i n c a v a t e , l’aspetto forte, insensi"ile e coraggiosodelle contadine del paese. *uellasomiglianza, che insinuava nella statua una dolcezzache io non vi avevocercato, era spesso confermata da $ualche ragazza dei campi,venuta co+me noi a mettersi al riparo e la cui presenza, simile a $uella dellefogliedi parietaria cresciute accanto alle foglie scolpite, sem"rava destinataaconsentire, in un confronto con la natura, di giudicare la verit% dell’operad’arte.2avanti a noi, in lontananza, terra promessa o maledetta, Gous+sainville,nelle cui mura non ero mai penetrato! Goussainville, poco do+po, $uando la

 pioggia era gi% cessata per noi, continuava a essere punitacome un villaggio "i"licoda tutte le lance del temporale che flagellavanoo"li$uamente le case dei suoi a"itanti,oppure era stata gi% perdonata da2io Padre che faceva scendere su di essa, dilunghezza diseguale, come ira gg i di un os te ns or io d’ al ta re , gl i st el i d’ or osfrang iat i del suo sole riapparso.A volte il tempo si era guastatoirrimedia"ilmente, "isognava rientraree stare chiusi in casa. *ua e l%, inlo n t an an za , ne l l a ca mp ag na ch e l’oscurit% e l’umidit% r endevanosimile al mare, alcune case isolate, ag+ grappate al fianco di una collina, immersa

nella notte e nell’ac$ua, "rilla+vano come piccoli "attelli che, ripiegate le vele,trascorrano immo"ili tut+ta la notte al largo. Ma che importava la pioggia, cheimportava il tempo+rale 2’estate, il cattivo tempo non - che un umore

 passeggero, superfi+ciale, del "el tempo sottostante e sta"ile, "en diverso dal "eltempo mute+vole e fluido dell’inverno, e che, al contrario, installatosi sulla terradovesi - consolidato in folti fogliami sui $uali la pioggia pu# sgocciolare sen+zacompromettere la resistenza della loro gioia perenne, ha innalzato pertutta la stagione,fin nelle vie del villaggio, sui muri delle case e dei giar+dini, i suoi vessilli di setaviola o "ianca. 4eduto nel salottino, dove aspet+tavo leggendo l’ora della cena,

sentivo l’ac$ua gocciolare dai nostri ippo+castani, ma sapevo che l’ac$uazzone nonfaceva che ravvivarne le foglie,e che essi promettevano di restarsene l%, per tutta lanotte piovosa, cometestimonianza dell’estate, ad assicurare la continuit% del

 "el tempo! chep o t e v a " e n p i o v e r e , m a d o m a n i s o p r a l as t a c c i o n a t a " i a n c a d i/ansonville, avre""ero oscillato, numerose come al solito, le piccole fo+gliea forma di cuore! e guardavo senza tristezza il pioppo di rue de Per+champsrivolgere al temporale suppliche e saluti disperati! e senza tri+ stezza udivo in

fondo al giardino gli ultimi "rontolii del tuono tu"are frai lill%.4e il tempo era cattivofin dal mattino, i miei rinunciavano alla passeg+giata e io non uscivo. Ma inseguito presi l’a"itudine, in $uei giorni, dia n d a r e a c a m m i n a r e d a

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s o l o d a l l a p a r t e d i M 6 s 6 g l i s e + l a + ) i n e u s e , nell’autunno in cuidovemmo venire a (om"ra9 per la successione dellazia 06onie, giacch6 alla fine eramorta, facendo trionfare nello stesso tem+po $uanti sostenevano che il suoregime de"ilitante avre""e finito conl’ucciderla, e $uegli altri che avevano

sempre affermato che soffr iva diuna malattia non immaginaria ma organica, allacui evidenza gli scetticisare""ero stati finalmente costretti ad arrendersi $uando lei nefosse sta+ta sopraffatta! e con la sua morte suscitando un grande dolore in unasolapersona, ma in $uesta davvero selvaggio. Bei $uindici giorni chedur#l’ultima malattia di mia zia, &ranCoise non l’a""andon# un istante, non sicoric#mai, non permise a nessun altro di prestarle la minima cura, e la+ sci# il suocorpo soltanto $uando fu sepolto. Allora comprendemmo che$uella sorta di timorein cui &ranCoise era vissuta, per le parole cattive,per i sospetti , per lecolle re del la zia, aveva svi lupp ato in lei un senti+ mento che avevamoscam"iato per odio, ed era venerazione e amore. 0asua vera padrona, dalledecisioni impossi"ili a prevedersi, dalle astuziedifficili da sventare, dal

 "uon cuore facile da piegare, la sua sovrana, lasua monarca misteriosa eonnipotente non c’era pi. Al suo confronto,noi contavamo "en poco. Eralontano il tempo, $uando avevamo comin+ciato a venire a (om"ra9, atrascorrervi le vacanze, in cui avevamo agliocchi di &ranCoise un prestigio

 pari a $uel lo della zia . *uest’autunno, tutt i occupati nel le formalit% das"rigare, nei collo$ui con i notai e con ifattori, i miei genitori, non avendola possi"ilit% di fare delle gite, che iltempo d’altronde non favoriva, preserol’a"itudine di lasciarmi andare apasseggiare senza di loro dalla parte di

M6s6glise, avvolto in un grande plaidche mi proteggeva dalla pioggia, e che io mi gettavo tanto pi vo+lentierisulle spalle $uanto pi sentivo che le sue righe scozzesi scanda+lizzavano&ranCoise, nella cui testa non era possi"ile far entrare l’idea cheil colore degli a"itinon ha nulla a che vedere con il lutto, e alla $uale pe+ra l t ro i l nost ro dolore per l a mort e de l la z i a p i aceva poco, pe r ch6 nonavevamo dato il gran

 "anchetto fune"re, non assumevamo un tono divoce speciale per parlare di lei, eio, a volte, addirittura canticchiavo. 4o+no sicuro che in un l i"ro

7e in $uesto ero proprio come &ranCoise7;$uella concezione del lutto, derivata dalla(hanson de GolandFe dal por+tale di 4aint+Andr6+des+(hamps, mi sare""e stata simpatica. Ma,appena&ranCoise mi era vicina, un demone mi spingeva a desiderare che andas+se in

collera, coglievo il minimo pretesto per dirle che rimpiangevo la ziaperch6 era una "uona donna, nonostante le sue r idicolaggin i , ma non certo perch6 fossemia zia! che avre""e potuto essere mia zia e risultarmiodiosa, e la sua morte non

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 provocarmi alcun dispiacere, discorsi che mi sare""ero sem"rati insulsi in unl i " r o .4e a l l o r a & r anCo i s e , pe r vas a come un poe t a da un f l us s o d i

 pensier i confusi sul dolore, sui ricordi di famiglia, si scusava di non saper rispon+dere alle mie teorie e diceva: «Bon so espr imermi», tr ionfavo di

$uestaconfessione con un "uonsenso ironico e "rutale degno del dottor Perce+pied! e se lei aggiungeva: «'n ogni modo era della QparentenaQ, resta sem+preil rispetto che si deve alla QparentenaQ», alzavo le spalle e mi dicevo:«4onotroppo "uono a discutere con un’analfa"eta che fa simili svarioni»,adottando così, per giudicare &ranCoise, il punto di vista meschino di cer+ti uomini di cui $uegli stessiche pi li disprezzano, nell’imparzialit% del+la riflessione, sono capacissimi diassumere la parte $uando recitano unadelle scene volgari della vita.0e mie

 passeggiate di $uell’autunno erano tanto pi piacevoli in $uan+to seguivano a lungheore trascorse su un li"ro. *uando ero stanco diaver letto tutta la mattina in salotto, gettandomi il

 plaidsulle spalle, usci+vo. 'l mio corpo, costretto a una lunga immo"ilit%, ma caricatosidurante$uell’inerzia di animazione e di velocit% accumulate, sentiva il

 "isognopoi, come una trottola a cui venga dato il via, di prodigarle in tutte le di+rezioni. ' muri delle case, la siepe di /ansonville, gli al"eri del "oscodiGoussainville, i cespugli a cui s’addossa MontXouvain, ricevevanocolpid’om"rello o di "astone, ascoltavano grida gioiose, che non erano, gli unie lealtre, se non idee confuse che mi esaltavano e che non avevano rag+giunto la

$uiete nella luce, avendo preferito, a una lenta e difficile chiari+ficazione, il piacere diuna via pi facile verso uno s"occo immediato. 0amaggior parte delle cosiddettemanifestazioni esteriori di ci# che a""ia+mo provato servono, $uindi, solo as"arazzarcene, facendole apparirefuori di noi in una forma indistinta chenon ci insegna a conoscere il no+stro io interno. *uando mi provo aenumerare $uel che devo al la partedi M6s6glise, le umil i scoperte dicui essa - stata la fortuita cornice ol’ispiratrice necessaria, mi ricordo chefu $uell’autunno, in una di $uellepasseggiate, vicino al sentiero cespuglioso cheripara MontXouvain, chefui colpito per la prima volta da $uesta discordanza tra le

nostre impres+sioni e la loro espressione a"ituale. 2opo un’ora di pioggia edi vento,

contro i $uali avevo lottato allegramente, come arrivavo sulla riva del la+go diMontXouvain, davanti a una casupola ricoperta di tegole, dove ilgiardinieredel signor )inteuil custodiva i suoi attrezzi da giardinaggio,il sole era appenariapparso, e le sue dorature lavate dall’ac$uazzone ri+lucevano a nuovo nelcielo, sugli al"eri, sui muri della casupola, sul suotetto di tegole ancora

 "agnato, sulla cui cresta passeggiava una gallina. 'lvento, soffiando, piegavaorizzontalmente le er"e incolte cresciute sullaparete del muro, e le piumelanuginose del la gallina! le une e le al tre si lasciavano carezzare a

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 p iac imento dal suo soffio per tut ta la loro lun+ ghezza, con l’a""andonodelle cose inerti e leggere. 'l tetto di tegole davaal lago, che il sole aveva reso dinuovo specchiante, una striatura rosa, al+la $uale, prima, non avevo mai prestatoattenzione. E vedendo sull’ac$uae sulla facciata del muro un pallido sorriso

rispondere al sorriso del cielo,gri da i, pr es o da ll ’e nt us ia sm o, "r an de nd o ilmio om" re l lo ar rotolato :«Accidenti, accidenti, accidenti». Ma immediatamentesentii che sare""estato mio dovere non accontentarmi di $uell’opaca esclamazione ecerca+re di veder pi chiaro nella mia e""rezza.E proprio in $uel momento7grazie a un contadino che passava, conl’aria gi% a""astanza im"ronciata, e lo divenneancor pi $uando rischi#d’essere colpito in faccia dal mio om"rello, e cherispose senza calore almio «"el t empo , non - ve roI 4 i camminavolent ier i»7appresi che le medesime emozioni non si producono simultaneamente, secondo unor+dine presta"ilito, in tutte le persone. Pi tardi, ogni volta che una letturaun po’

 prolungata mi aveva suscitato il desiderio di discutere, il compa+gno a cuidesideravo rivolgere la parola proprio allora aveva cessato dia""andonarsi al

 piacere della conversazione e ormai desiderava che lo silasciasse leggere tran$uillo.4e avevo pensato con tenerezza ai miei geni+tori, e preso le decisioni pi sagge emeglio atte a farli contenti, loro ave+vano impiegato lo stesso tempo ad apprendere un

 peccatuccio che avevodimenticato e che mi rimproveravano severamente proprio nelmomentoin cui io mi slanciavo verso di loro per a""racciarli.A volte, all’esaltazione

della solitudine se ne aggiungeva un’altra, chenon sapevo separare nettamente daessa, suscitata dal desiderio di vederapparire dinanzi a me una contadina, ch’io

 potessi stringere fra le "rac+cia . Bato al l’ improvviso, e senza che avessiavuto il tempo di collegarloesattamente alla sua causa, in mezzo ai pensieri pidiversi, il piacere chelo accompagnava non mi sem"rava che un grado superiore di$uello chetali pensieri mi davano. Attri"uivo un maggior valore a $uanto occupavain$uel momento la mia mente, al riflesso rosa del tetto di tegole, alle er+ "e incolte, alvillaggio di Goussainville dove da tanto tempo desideravo<

andare, agli al"eri del suo "osco, al campanile della sua chiesa, per $uel+laemozione nuova che me li faceva apparire pi desidera"ili, soltantoperch6credevo che fossero loro a suscitarla, e che sem"rava non voler al+tro se noncondurmi pi rapidamente verso di loro $uando gonfiava lamia vela di una

 "rezza potente, ignota e propizia . Ma se il desiderio di veder comparire unadonna aggiungeva per me $ualcosa di pi esaltanteagli incanti della natura, $uestia loro volta, dilatavano ci# che il fascinodella donna avre""e avuto di troppoangusto. Mi sem"rava che la "ellez+za degli al"eri fosse anche la sua, e chel’anima di $uegli orizzonti, delvillaggio di Goussainville, dei li"ri che leggevo

$uell’anno, sare""e statoil suo "acio a rivelarmela! e, poich6 la mia immaginazioneriprendeva vi+gore a contatto con la mia sensualit%, e la mia sensualit% si

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spandeva intutti i domini della mia immaginazione, il mio desiderio nonaveva pilimiti. Anche perch67come avviene in $uei momenti di fantasticheria$uando, immersi nella

natura, sospesa l’azione dell’a"itudine, accanto+nate le nos tre noz ion iastratte sulle cose, crediamo con fede profondaall’originalit%, alla vitaindividuale del luogo in cui ci troviamo7la pas+sante invocata dal mio desiderio rappresentava per me non un esempla+re$ualsiasi di un tipo generale, la donna, ma un prodotto necessario enaturaledi $uella terra. 'n $uel tempo, infatti, tutto ci# che era altro dame, la terra egli esseri viventi, mi appariva pi prezioso, pi importante,dotato di un’esistenza

 pi reale di $uanto non sem"rasse al le personeadulte. E non facevo distinzionefra la terra e gli esseri viventi. Avevo de+siderio di una contadina di M6s6glise o diGoussainville, di una pescatri+ce di 8al"ec, come avevo desiderio di M6s6glisee di 8al"ec. 'l piacereche mi potevano dare mi sare""e parso meno vero,non vi avrei pi cre+duto, se ne avessi modificato a mio ar"itrio lecondizioni. (onoscere aParigi una pescatrice di 8al"ec o una contadina diM6s6glise, sare""e sta+to come ricevere delle conchiglie che non avessi visto sullaspiaggia, unafelce che non avessi trovato nei "oschi, sare""e stato comesottrarre alpiacere che mi avre""e dato la donna tutti $uelli nei $uali l’aveva avvol+ta la mia immaginazione. Ma vaga"ondare così, nei "oschi di Goussain+vil le, senza una contadina da "aciare, s ignificava non conoscere di

$uei "oschi il tesoro nascosto, la "ellezza profonda. *uella fanciulla chenonvedevo se non avvol ta nel fogl iame, era le i s tessa, per me, comeunapianta di $uella terra, soltanto di una specie pi no"ile delle altre, ediuna struttura che permetteva meglio che in esse di avvicinarsi alsaporeprofondo del paese. Mi era tanto pi facile crederlo =e che le carezze gra+ziealle $uali mi avre""e fatto pervenire fin l% sare""ero state di una $ua+lit% particolare,e tali che nessun’altra se non lei avre""e potuto farmene@c o n o s c e r e i l p i a c e r e > , i n $ u a n t o e r o , e l o s a r e i s t a t o a n c o r a p e r  

mol to,nell’et% in cui non si - ancora arrivati ad astrarre $uel piacere del posses+sodalle diverse donne con le $uali lo si - provato, a ridurlo a una nozio+ne generaleche da un cer to momento induce a cons iderar le come gl i s t rument iintercam"ia"ili di un piacere sempre identico. Bon esiste nem+meno, isolato, separatoe concepito nel pensiero, come il fine che si perse+gue avvicinandosi a una donna,come la causa del tur"amento prelimi+nare che ci assale. A malapena vi si

 pensa come a un piacere che si avr%!piuttosto, lo chiamiamo il suo fascino particolare! giacch6 non pensiamoa noi, pensiamo solamente a uscire da noi stessi.1scuramente atteso, in+sito in noi e nascosto, nel momento in cui si realizza,

 porta solamente aun ta le parossismo gli alt ri piacer i suscitati in noi daidolci sguardi, dai "aci di colei che ci sta accanto, che appare soprattutto anoi stessi comeuna sorta di trasporto della nostra gratitudine per la "ont% di cuore

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dellanostra compagna e per la sua toccante predilezione nei nostririguardi,che misuriamo dai "enefici, dalla felicit% di cui ci colma.Ahim-, invanoimploravo il torrione di Goussainville, invano gli chie+devo di lasciar venireaccanto a me una creatura del suo villaggio, comea colui che era stato il

solo confidente dei miei primi desideri, $uando,nella nostra casa di(om"ra9, nel piccolo studio in alto, odoroso d’iris,vedevo soltanto la suasagoma, nel ri$uadro della finestra semiaperta, m e n t r e , c o n l ee s i t a z i o n i e r o i c h e d e l v i a g g i a t o r e c h ei n t r a p r e n d e un’esplorazione o del disperato che si toglie la vita, sentendomimancare,ap rivo i n me s t es s o una v i a s conosc iu ta e che c r edevomo rt a le , fi no al momento in cui una traccia naturale, come $uella di unachiocciola, si ag+giungeva alle foglie di ri"es selvatico che si curvavano fino a me.'nvanoora lo supplicavo. 'nvano, tenendo nel mio campo visivo $uelladistesa,la disseccavo con i miei sguardi, che avre""ero voluto scoprirvi una don+na.Potevo giungere fino al portico di 4aint+Andr6+des+(hamps! non vitrovavomai l a contadina che non avre i mancato d i incont rare se foss i s t a tocol nonno e nell’impossi"ilit% di attaccare discorso con lei.&issavoindef ini tamente i l t ronco di un al"ero lon tano, diet ro i l $ualesare""ecomparsa e sare""e venuta fino a me! l’orizzonte scrutato restava deser+to,scendeva la notte! la mia attenzione si aggrappava senza speranza, co+me per aspirarne le creature cui poteva dare ricetto, a $uella terra sterile,a $uel suoloesaurito! e non pi con allegrezza, ma con ra""ia percuotevogli al"eri del "osco diGoussainville dai $uali non uscivano esseri viventi,$uasi fossero stati al"eri

dipinti sulla tela di un paesaggio, $uando, nonpotendo rassegnarmi arientrare in casa prima d’aver s tretto f ra l e "rac+c i a l a d o n n a c h ea v e v o t a n t o d e s i d e r a t o , e r o t u t t a v i a c o s t r e t t o ariprendere la st rada di (om"ra9 confessando a me stesso che sifacevasempre meno pro"a"ile il caso che avre""e potuto metterla sul mio cam+mino.E d’altronde, se lei si fosse trovata lì, avrei osato parlarleI Pensavoche mi avre""egiudicato pazzo! cessavo di credere che potessero esserecondivisi da altre persone,che potessero essere veri fuori di me i desiderich e fo rmu lavo durante $uel le

 passeggia te , e che non s i rea l izzavano. Bon mi apparivano pi se non comecreazioni puramente soggettive, im+potenti, illusorie del mio temperamento. Bonavevano pi alcun legamecon la natura, con la realt%, che su"ito perdeva ogni incantoe significato,e non era pi rispetto alla mia vita che una cornice convenzionale,comeper l’intreccio di un romanzo il vagone sul cui sedile il viaggiatore lostaleggendo per ammazzare il tempo. forse da un’impressione provata semprenei pressi di MontXouvain, alcuni anni pi tardi, impressione rimasta oscura allora,che - nata, mol+to tempo dopo, l’idea che mi sono fatto del sadismo. 4i vedr% poi che,

 pertutt’altre ragioni, il ricordo di $uesta impressione doveva avere un ruoloimportante

nella mia vita. &aceva molto caldo! i miei genitori, che aveva+no dovuto assentarsi per tutta la giornata, mi avevano detto di rientrare$uando avessi voluto,anche tardi! e, spintomi fino al lago di MontXou+vain, dove amavo rivedere i

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riflessi del tetto di tegole, mi ero sdraiatoall’om"ra e addormentato fra icespugli del pendio che sovrasta la casa, l% dove un tempo avevo aspettato mio

 padre, un giorno che era andato atrovare il signor )inteuil. Era $uasi notte $uando misvegliai, feci per al+zarmi, ma vidi la signorina )inteuil =per $uanto potei

riconoscerla, giac+ch6 non l’avevo vista spesso a (om"ra9, e soltanto $uandoera ancora "am"ina, mentre ora cominciava a essere una ragazza> che pro"a"ilmen+te era appena rientrata, di fronte a me, a pochi centimetri da me, in $uel+la stanzadove suo padre aveva ricevuto il mio, e che era diventata il suosalottino personale. 0afinestra era semiaperta, la lampada accesa, vede+vo tutti i suoi movimenti senza chelei mi vedesse! ma se me ne fossi an+dato avrei fatto frusciare i cespugli, e lei miavre""e sentito e avre""e po+tuto credere che mi fossi nascosto l% per spiarla.Era inlutto stretto, perch6 suo padre era morto da poco. Boi non era+vamo andatia t rovarla: mia madre non lo aveva voluto, in ragione diuna vir t chesola in lei limitava le manifestazioni di "ont%, il pudore! mal a c o m m i s e r a v a

 p r o f o n d a m e n t e . M i a m a d r e r i c o r d a v a l a t r i s t e f i n e dell’esistenzadi )inteuil, tut ta assor"ita, prima, dal le cure $uasi di ma+dre e digovernante che prodigava al la f igl ia , poi dal le sof ferenze che$ues tagli aveva inflitto! rivedeva il volto tormentato che, sempre, il vec+ch io avevaavuto negl i ul t imi tempi ! sapeva come avesse r inunciatoDdefinitivamente a terminare la trascrizione in "ella copia di tutta lasuaopera degli ultimi anni, povere composizioni di un vecchio maestrod ip i ano , d i un anz i ano o r gan i s t a d i paes e che , c i r endevamo "en

conto,non dovevano avere alcun valore in s6, ma che non disprezzavamo, per+ch6ne avevano tanto per lui, ed erano state la sua ragione di vita primache lesacrificasse alla figlia: per la maggior parte, neppure annotate, con+servate soltantonella sua memoria, alcune scritte su foglietti sparsi, illeg+gi"ili, sare""ero rimasteignote! mia madre pensava a $uell’altra ancorpi crudele rinuncia cui)inteuil era stato costretto, la rinuncia a un av+venire di felicit% onesta erispettata per sua figlia! $uando le tornava inmente tutto lo sconfortosupremo dell’antico maestro di piano delle zie,provava un’autentica pena, e

 pensava con spavento a $uel la, "en alt ri+ menti amara, che doveva provare la

signorina )inteuil, insieme al rimor+so di av er e $u as i uc ci so su o pa dr e.«Po ver o sig nor )inteui l , dic eva la mamma, - vissuto ed - morto per suafiglia, senza averne avuta ricom+pensa. 0’avr% dopo la morte, e sotto $ualeformaI Bon le potre""e venireche da lei.»'n fondo al salotto della signorina)inteuil, sul camino, era posato unpiccolo ritratto di suo padre, che lei

 "ruscamente and# a prendere nonappena risuon# dal la strada il rotolio diuna carrozza! poi si gett# su uncanap- e accost# a s6 un tavolino sul $uale pose ilritratto, come una vol+ta il signor )inteuil aveva deposto accanto a s6 lo spartito del

 pezzo cheavre""e voluto far ascoltare ai miei genitori. Poco dopo entr# la sua ami+ca.

0a signorina )inteuil l’accolse senza alzarsi, con le mani dietro la te+ sta e siscans# verso il lato opposto del sof%, come per farle posto. Ma su+ "ito si accorseche in $uel modo sem"rava volerle imporre un atteggia+mento che le era

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forse sgradito. Pens# che la sua amica pro"a"ilmenteavre""e preferitostarsene lontana su una sedia , s i giudic# indiscreta, la sensi"ilit% del suo animose ne in$uiet#! riprendendo tutto intero il postosul sof%, chiuse gli occhi e si misea s"adigliare per far intendere che lavoglia di dormire fosse la sola ragione

 per la $uale si era sdraiata in talmodo. Bonostante la familiari t% rude eimperiosa che aveva con la suacompagna, riconoscevo in lei i gesti osse$uiosi ereticenti, gli scrupoli su+ "itanei di suo padre. 8en presto si alz#, finse di voler chiudere le impostee di non riuscirci.«0ascia pure tutto aperto, ho caldo, dissel’amica.7Ma - seccante, ci vedranno», rispose la signorina )inteuil.Ma immagin#, senzadu""io, che la sua amica avre""e pensato che leile avesse rivolto $uelle parolesoltanto per indurla a rispondere con certealt re ch e in ef fe tt i de si de ra vasent i re , ma che per discrezione voleva;Flasciar pronunciare all’altra di sua iniziativa. Perci# il suo sguardo, che ionon potevodistinguere, dovette assumere l’espressione che piaceva tan+to a mia nonna, mentreaggiungeva con vivacit%:«*uando dico vederci, voglio dire vederci leggere! -seccante pensareche degli occhi ci vedano, anche se si fa $ualcosa diinsignificante».Per una generosit% istintiva e una gentilezza involontaria, taceva le pa+role premeditate che aveva ritenuto indispensa"ili alla completa realizza+zione delsuo desiderio. E, ad ogni istante, in fondo a lei, una vergine ti+mida esupplichevole implorava, e faceva indietreggiare un soldatacciorude e

 prepotente.«4ì, - pro"a"ile che ci guardino, a $uest’ora, in $uesta campagnacosìf r e$uent a ta , d i ss e i r on i camente l a s ua amica . E po i , cosaI»aggiunse=credendo di dover accompagnare con un ammiccare d’occhi maliziosoe t e n e r o $ u e l l e p a r o l e c h e r e c i t a v a p e r " o n t % , c o m e u n t e s t o c h esapevagradito alla signorina )inteuil, in un tono che si sforzava di rendere cini+co>«$uand’anche ci vedessero, meglio, non - veroI»0a signorina )inteuil fremette e sialz#. 'l suo cuore scrupoloso e sensi+ "ile ignorava le parole che si sare""erospontaneamente adattate alla sce+na invocata dai suoi sensi. (ercava, il pi lontano

 possi"ile dalla sua ve+ra natura morale, di trovare il linguaggio pi adatto alla ragazza

viziosache voleva essere. Ma le parole che $uella, secondo lei, avre""e pronun+ciatoin tutta sincerit%, sulle sue la""ra risuonavano false. E il poco che sene concedeva eradetto in un tono affettato, nel $uale le a"itudini di timi+dezza paralizzavano levelleit% di audacia e si mescolavano ai: «non haifreddo, non hai troppo caldo,non hai voglia di leggere e di star solaI».«Madamigella, mi sem"ra a""ia pensierimolto osceni, $uesta sera», fi+nì col dire, ripetendo certo una frase pronunciata$ualche altra volta dal+le la""ra dell’amica. Bella scollatura della suacamicetta di crespo, la si+gnorina )inteuil sentì che l’amica appuntava un "acio,lanci# un piccologrido, fuggì, e le due si inseguirono saltando, facendo svolazzare le

loroampie maniche come ali e tu"ando e pigoland# come uccel li inamore.Poi, la signorina )inteuil si lasci# cadere sul canap-, ricoperta dalcorpodell’amica. Ma $uesta volgeva le spalle al tavolino su cui era posato il ri+

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t r a t t o d e l v e c c h i o m a e s t r o d i p i a n o . 0 a s i g n o r i n a ) i n t e u i lc a p ì c h e l’amica non l’avre""e visto se lei non vi avesse attirato la sua attenzione,ele disse, come se solo allora l’avesse notato:«1h $uel ritratto di mio padreche ci guarda, non so chi ha potutometterlo lì, pure l’ho ripetuto venti volte

che non - il suo posto».Mi ricordai che le stesse parole le aveva dette ami o pa dr e il si gn or )inteuil a proposito dello spartito. *uel ritratto, senzadu""io, doveva;s e r v i r e l o r o a " i t u a l m e n t e p e r $ u a l c h e p r o f a n a z i o n e r i t u a l e ,

 p e r c h 6 l’amica replic# con $ueste parole, che dovevano far parte delle sue rispo+steliturgiche: «Ma lascialo dov’-, non - pi $ui a infastidirci. 4ta certache

 piagnucolere""e, che ti vorre""e mettere il mantello, $uella "rutta scimmia,se ti vedesse $ui con la finestra aperta».0a signorina )inteuil rispose con

 parole di dolce r improvero: «)ia, via», che provavano la "ont% della suanatura, non perch6 fossero dettatedall’indignazione che $uel modo di parlare di suo

 padre avre""e potutosuscitare in le i =evidentemente era un sentimento $uestoche si era a"i+tuata, con l’aiuto di $uali sofismiI, a far tacere dentro di s6 in$uei mo+menti>, ma perch6 erano come un freno che, per non mostrarsiegoista, lei stessa metteva al piacere che l’amica cercava di procurarle. E poi, $ue+stamoderazione sorridente nel rispondere a $uelle "estemmie,$uestorimprovero ipocrita e tenero, sem"ravano, forse, alla sua natura lealee "uona , una f o rma pa r ti col a rmente i n fame , una f o rma mell i fl uadellas c e l l e r a t e z z a c h e c e r c a v a d i a s s i m i l a r e . M a n o n

 p o t - r e s i s t e r e all’attrattiva del piacere che avre""e provato nell’esseretrattata con dol+cezza da una persona così implaca"ile verso un morto senza difesa!

 "alz#sulle ginocchia della sua amica, e le tese castamente la fronte da "aciarecome avre""e potuto fare se fosse stata sua figl ia , sentendo condeliziache in tal modo entram"e si spingevano all’estremo della crudelt%,sot+traendo a )inteuil, fin nella tom"a, la sua paternit%. 0’amica le preselatesta fra le mani e le depose un "acio sulla fronte con $uella docilit%chele era resa facile dal grande affetto che aveva per la signorina )inteuileda l des ide r io d i por t a r e $ua l che d i s t r az ione ne l l a v i t a , o r a cos ì

triste,dell’orfana. «4ai cosa ho voglia di fargli a $uel vecchio mostroI»,disseprendendo il ritratto.E "is"igli# all’orecchio della signorina )inteuil $ualcosache non poteiudire.«1h non oseresti.7

 Bon oserei sputarci sopraI su$uestoI» disse l’amica con deli"erata "rutalit%.Bon sentii altro, giacch6 la signorina)inteuil, con un’aria stanca, gof+fa, indaffarata, onesta e triste, and# a chiuderele imposte e la finestra,ma io sapevo ormai, per tutte le sofferenze che in

vita il signor )inteuilaveva sopportato a causa della figlia, $ual era il compensoche da lei ave+va ricevuto dopo la morte.E tuttavia ho pensato, in seguito, che se ilsignor )inteuil avesse potu+to assistere a $uella scena, non avre""e forse, neppure

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allora, perduto lasua fede nel "uon cuore della figlia, e forse anche nonavre""e avuto;Jc om pl et ame nte t or to . (e rto , n el l e a "i tu di ni d el la s i gn or in a

)inteui l l’apparenza del male era così assoluta che sare""e stato difficilevederlarealizzata, in $uel grado di perfezione, altrimenti che in una sadica! - allalucedella ri"alta dei teatri di "oulevardJ, piuttosto che a $uella dellalampada di un’autentica casa di campagna, che si pu#vedere una ragaz+za lasciar sputare un’amica sul ritratto di un padre che - vissutosoltantop e r l e i ! e n o n c ’ - c h e i l s a d i s m o a d a r e u nf o n d a m e n t o , n e l l a v i t a , all’estetica del melodramma. Bella realt%, al di fuori dei casi di sadi+smo, una ragazza potre""e anchecommettere azioni altrettanto crudelidi $uelle della signorina )inteuil verso lamemoria e le volont% del padremorto, ma non le riassumere""e espressamente in unatto di sim"olismocosì rudimentale e ingenuo! $uel che di criminale ci fossenella sua con+dotta sare""e pi velato agli occhi degli altri, e persino agliocchi di lei,c h e f a r e " " e i l m a l e s e n z a c o n f e s s a r l o as e s t e s s a . M a , a l d i l % d e l l ’ a p p a r e n z a , n e l c u o r e d e l l as i g no r i n a )i n t e u i l , i l m a l e , a l m e n o a l l ’ i n i z i o , n o n f uc e r t a m e n t e a l l o s t a t o p u r o . 5 n a s a d i c a c o m e l e i - l’artista delmale, $uel che una creatura interamente malvagia non po+tre""e essere,

 perch6 il male non le sare""e estraneo, le sem"rere""e deltutto naturale, non sidistinguere""e nemmeno da lei! e la virt, la me+moria dei morti, la tenerezzafiliale, non provere""e un piacere sacrilegonel profanarle, perch6 non ne avre""eil culto. ' sadici della specie dellasignorina )inteuil sono esseri così puramentesentimentali, così natural+mente virtuosi, che persino il piacere dei sensisem"ra loro $ualcosa dimalvagio, i l privilegio dei cattivi. E $uandoconcedono a se stessi di a"+ "andonarvisi, per un momento, - nella pelle deicattivi che si sforzano dientrare e di far entrare il loro complice, così da avere per $ualche istantel’illusione d’essere evasi dalla loro anima scrupolosa e tenera, per 

entrarenel mondo disumano del piacere. E capivo $uanto l’avessedesiderato,vedendo come le era impossi"ile riuscirci. Bel momento in cui lei sivole+va così diversa dal padre, mi ricordava i modi di pensare, i modi di diredelvecch io maes t r o d i p i ano . 8en p i che l a s ua f o togr a f i a , c i # cheleiprofanava, ci# che asserviva ai suoi piaceri, ma che restava tra essi elei,impedendole di gustarli direttamente, era la rassomiglianza del suo viso,gli occhiazzurri della nonna paterna che lui le aveva trasmesso come ungioiello di famiglia,$uei gesti di gentilezza che interponevano fra la si+gn ori na )inte ui l e ilsu o vi zi o un a fra se ol og ia , un a me nt al it % ch e no n erano fatte per il vizio, e

che le impedivano di conoscerlo come $ualcosadi molto diverso dai numerosidoveri di cortesia a cui si consacrava a"i+tualmente. Bon era il male a

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da rl e l’ id ea de l pi ac er e, ad ap pa ri rl e at + traente! era il piacere a sem"rarle perverso. E poich6, ogni volta che vi si;

a""andonava, si accompagnava per lei a $uei pensieri cattivi, per il restodel tempoassenti dal suo animo virtuoso, finiva per trovare nel piacere$ualcosa didia"olico, identificandolo con il Male. &orse la signorina )in+teuil avvertiva che, nelfondo, la sua amica non era cattiva, e che non erasincera $uando le teneva $ueidiscorsi "lasfemi. Ma almeno si concedevail piacere di "aciare sul suo volto, sorrisi,sguardi, magari finti, ma analo+ghi nella loro espressione viziosa e a"ietta a $uelli cheavre""e avuto nonun essere di "ont% e di sofferenza, ma un essere di crudelt%e di piacere.Poteva per un attimo immaginare di fare veramente i giochi cheavre""efatto con una complice tanto snaturata, una figlia che avesse provato ve+ramente $uei "ar"ari sentimenti verso la memoria di suo padre. &orsenon

avre""e pensato al male come a uno stato tanto raro,straordinario,sconcertante, dove era così riposante emigrare, se avessesaputo trovarein se stessa, come negli altri, $uell’indifferenza al dolore dicui siamo lacausa, e che, comun$ue la si voglia chiamare, - la formaterri"ile e per+manente della crudelt%.4e era a""astanza semplice andare dalla

 parte di M6s6glise, inoltrarsinella parte di 3uermantes era tutt ’al tra cosa, perch6 la passeggiata eralunga e "isognava esser sicuri del tempo che avre""efatto. *uando sem+ "rava preannunciarsi una serie di "ei giorni! $uando &ranCoise,disperatache non cadesse una goccia d’ac$ua sui «poveri raccolti», e vedendo sol+

tanto $ualche rara nuvola "ianca navigare sulla superficie calma e azzur+ra del cielo,esclamava gemendo: «Bon sem"rere""ero dei veri e propripescecani, lass,che giocano e mostrano il musoI Ah ci pensano proprioloro a far piovere per i povericontadini E poi, $uando saranno spuntatele messi, allora la pioggia comincer% avenir gi, patapon patapan, senzamai smettere, senza pi sapere su cosa cade,neanche fosse sul mare»!$uando mio padre aveva avuto invaria"ilmente le stesserisposte favore+voli dal giardiniere e dal "arometro, allora, a cena, si diceva:«2omani, seil tempo si mantiene, andremo dalla parte di 3uermantes». 4i uscivasu+ "ito dopo pranzo dalla porticina del giardino e si s"ucava nelle rue

desPerchamps, s t ret ta e a forma d’an golo acuto, piena di gra minaceeinmezzo alle $uali due o tre vespe passavano la giornata a er"orare, "izzar+ra come ilsuo nome da cui mi sem"rava che discendessero le sue curiosecaratteristiche e lasua personalit% arcigna, e che si cerchere""e invanonella (om"ra9 d’oggi,dove sul suo antico tracciato sorge la scuola. Mala m i a f a n t a st i c h e r i a= s i m i l e a $ u e g l i a r c h i t e t t i , a l l i e v i d i ) io l l e t + l e + 2uc;, che, credendo di ritrovare sotto una tri"una del Ginascimento eun altaredel ?)'' secolo le tracce di un coro romanico, rimettono tutto

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l’edificio nello stato in cui doveva essere nel ?'' secolo> non lasciaunapietra della nuova costruzione, riapre e «restituisce» rue desPerchamps.2’altronde, per $ueste ricostruzioni, essa dispone di dati pi

 precisi di$uanti ne a""iano generalmente i restauratori: alcune immagini

conser+vate dalla mia memoria, le ultime forse che oggi sopravvivano, e destina+te a perire "en presto, di $uel che era (om"ra9 al tempo della mia infan+zia! e, poich6 -stata $uella stessa (om"ra9 a tracciarle in me prima discomparire, non menocommoventi7se si pu# paragonare un oscuro ri+tratto a $uelle effigi gloriose di cui la nonna amavaregalarmi le riprodu+zioni7di $uelle antiche incisioni della(enao di $uel $uadro di 3entile8ellini nei $uali vediamo, in uno stato che nonesiste pi oggi, il capola+voro di 0eonardo e il portale di 4an Marco.'n rue de l’1iseau si passava davanti alla vecchia osteria dell’1iseau flesch6<, nel cui vasto cortile talvolta entrarono, nel ?)'' secolo, le car+rozze delleduchesse di Montpensier, di 3uermantes e di Montmoren+c9@

, $uando dovevano venire a (om"ra9 per $ualche con tes tazione con iloro fattori, o per una $uestione di onoranze. 4i raggiungeva il vialeda dove, fra glial"eri che lo fiancheggiavano, si vedeva apparire il cam+panile di 4aint+Nilaire. E ioavrei voluto potermi sedere l%, e restare tuttala giornata a leggere ascoltando lecampane! perch6 era così "ello e tran+$uillo che $uando l’ora suonava sisare""e detto, non che tur"asse la$uiete della giornata, ma la li"erasse di$uel che conteneva, e pareva cheil campanile, con la precisione indolente emeticolosa di una persona chenon ha nient’altro da fare, si limitasse7

 per strizzare e lasciar cadere le poche gocce d’oro che il calore vi avevalentamente e naturalmente accu+mulato7a comprimere, al momento giusto, la pienezza del silenzio.0a maggiore attrattivadella parte di 3uermantes, consisteva nel co+steggiare, per $uasi tutto il tempo,il corso della )ivonne. 0a si attraver+sava una prima volta, dieci minuti dopo aver lasciato casa, su una passe+rella detta Ponte )ecchio. 3i% l’indomani del nostroarrivo, il giorno diPas$ua, dopo la predica, se era "el tempo correvo laggi avedere, nel di+sordine di un mattino di gran festa in cui $ualche preparativo

sontuosofa sem"rare pi volgari gli arnesi domestici ancora sparsi, il fiume diuncolore azzurro cielo che gi% se ne andava tra le sponde ancora nere e nu+de,accompagnato soltanto da uno stormo di cuculi arrivati troppo pre+sto e da

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 primule precoci, mentre $ua e l% una viola dal "eccuccio "lu pie+gava lo stelo sotto il peso della goccia odorosa che teneva nel suo piccolocalice. 'l Ponte )ecchio s"ucavasu un sentiero di alzaia che in $uel pun+to, d’ es ta te , si am ma nt av a de ll efogl ie azzur re d i un nocci# lo , so t to i l$uale se ne s t ava s t a"i lmente

un pescatore dal cappel lo di pagl ia . A;

(om"ra9, dove sapevo $uale individualit% di maniscalco o di commessodi drogheriasi celasse sotto l’uniforme da svizzero o la cotta del cantoredi chiesa, $uel

 pescatore era la sola persona di cui non avessi scopertol’identi t%. 2ovevaconoscere i miei, giacch6 alzava il cappello $uandopassavamo! allora io avreivoluto domandare il suo nome, ma mi faceva+no segno di stare zitto per non

spaventare il pesce. (i avviavamo per ilsentiero di alzaia che dominaval’ac$ua da un’altezza di parecchi piedi!dall’altra parte la sponda era "assa e sistendeva in vasti prati fino al vil+laggio e, pi lontano, fino alla stazione. ' pratierano cosparsi delle rovi+ne, $uasi nascoste nell’er"a, del castello degliantichi conti di (om"ra9,che nel Medioevo si servivano del corso della)ivonne, da $uel lato, co+me difesa contro gli attacchi dei signori di3uermantes e degli a"ati diMartinville. Bon erano pi ormai che frammenti di torri, che costella+vano la pianura di

 protu"eranze appena visi"ili, $ualche feritoia da doveun tempo il "alestrierelanciava le pietre, e la vedetta sorvegliava Bove+pont, (lairefontaine,Martinvil le+le+4ec, 8ailleau+l’Eempt, tutte terre vassalle di 3uermantes tra le$uali era rinchiusa (om"ra9, ormai rase alsuolo, dominate dai ragazzi dellascuola dei frati che andavano l% a stu+diare le lezioni o a fare ricreazione7un passato $uasi sprofondato nellaterra, adagiato sulla riva dell’ac$ua come unviandante che prende il fre+sco, ma capace di farmi meditare profondamente,di farmi immaginare,nel nome di (om"ra9, una citt% "en diversa dalla

cittadina di oggi, ditrattenere i miei pensieri con il suo volto incomprensi"ile ed’altri tempi,celato per met% sotto i "ottondoro. (e n’erano moltissimi, in $uelluogo!l’ave vano scel to per i loro g iochi sul l’er "a, iso lat i , a copp ie, agruppi,gialli come un giallo d’uovo, tanto pi "rillanti, mi sem"rava, in $uanto,non

 potendo io indirizzare in velleit% di degustazione il piacere procura+tomi dalla lorovista, l’accumulavo sulla loro superficie dorata, fin $uan+do divenisse tanto forte da

 produrre l’inutile "ellezza! e $uesto fin dallamia prima infanzia, $uando dal sentierodi alzaia tendevo ad essi le "rac+cia, senza poter compitare per intero il loro "el nomedi prìncipi di fia"ecinesi, venuti forse molti secol i pr ima dall’Asia ma radicati

 per semprenel villaggio, lieti del modesto orizzonte, innamorati del sole e dellarivadell’ac$ua, fedeli al piccolo panorama della stazione, ser"andoancoratuttavia come certi nostri vecchi dipinti , nella loro semplicit%

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 popolare ,un poetico splendore d’1riente.Mi divertivo a guardare le caraffe che iragazzi mettevano nella )ivon+ne per catturare i pesciolini, e che, riempite dalfiume, dal $uale erano aloro volta rinchiuse, al tempo stesso «contenitori» daifianchi trasparenti,c o m e a c $ u a s o l i d i f i c a t a , e « c o n t e n u t i »

i m m e r s i i n u n p i v a s t o;<

contenitore di cristallo, li$uido e fluente, evocavano l’immagine della fre+schezza inmaniera pi deliziosa e stuzzicante di $uanto non avre""erofatto su unatavola im"andi ta , lasc iandola appar i re sempre in fugain$uell’allitterazione perpetua tra l’ac$ua priva di consistenza, che le maninon

 potevano cogliere, e il vetro privo di fluidit%, di cui il palato non po+teva godere. Miripromettevo di tornare l%, pi tardi, con delle lenze! ot+tenevo che si prendesse un

 po’ di pane dal le provviste per la merenda!ne gettavo alcune pallottoline nella

)ivonne che sem"ravano sufficienti aprovocare un fenomeno di sovrasaturazione,giacch6 l’ac$ua si solidifica+va su"ito intorno ad esse in grappoli ovoidali di giriniaffamati, che certof i n o a l l o r a a v e v a t e n u t o i n d i s s o l u z i o n e ,i n v i s i " i l i , p r o s s i m i a l l a cristallizzazione.8en pres to, i l cor so de l l a)ivon ne si os tr ui va di pi an te ac $u at ic he . 2apprima se ne vedevano alcuneisolate, come un certo nenufaro al $ua+le la corrente, dove era situato di traverso inmodo poco fortunato, lascia+va co sì po ca re $u ie ch e, si mil e a un a "a rc aazionata meccanicamente, non toccava una riva se non per tornare a$uella da cui era venuto, rifa+cendo eternamente la doppia traversata. 4pinto

verso la riva, il suo pen+ducolo si dispiegava, si allungava, filava, raggiungevail limite estremodella propria tensione fino alla sponda, dove la corrente loriprendeva, ilverde gam"o si ripiegava su se stesso e riportava la povera pianta a$uel+lo che si poteva a giusta ragione chiamare il suo punto di partenza,in$uanto non ci restava un secondo senza r iparti re per r innovare lastessamanovra. 0a ritrovavo di passeggiata in passeggiata, sempre nella mede+simasituazione, che faceva pensare a certi nevrastenici, nel cui numeromiononno metteva la zia 06onie, i $uali, nel corso degli anni, ci offronosenzamutamenti lo spettacolo delle a"itudini "izzarre che ogni volta sicredono

sul punto di a""andonare e che mantengono sempre! presinell’ingranaggio dei loro distur"i e delle loro manie, gli sforzi in cui sidi+ "attono inutilmente per uscirne non riescono che ad assicurare il funzio+namento ea far scattare il congegno della loro dietetica strana inelutta"i+le e funesta. /ale era$uel nenufaro, simile infatti a uno di $uegli infeliciil cui tormento singolare, che siripete indefinitamente per l’eternit%, ecci+tava la curiosit% di 2ante, il $uale se nesare""e fatto raccontare pi dif+fusamente i particolari e la causa dallo stessosuppliziato, se )irgilio, al+lontanandosi a gran passi, non l’avesse costretto araggiungerlo al pipresto, come i miei genitori facevano con me.Ma, pi lontano,

il f iume rallenta il suo corso, attraversa una tenuta ilcui accesso eraconsentito al pu""lico da colui che la possedeva, e che sier a s" iz za rr it o inlavor i d’or t icol tura ac$uat ica, facendo f ior i re nel le

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;@ piccole lagune formate dalla )ivonne, dei veri giardini di ninfeeD. Poi+ch6 le rive in $uel punto erano assai "oscose, le grandi om"re degli

al"eridavano all’ac$ua un fondo che era a"itualmente di un verde cupomache, a volte, $uando si rientrava in certe sere trasparenti di pomeriggitempestosi, ho visto di un azzurro tenue e crudo, che dava sulviola, si+mile a uno smaltatocloisonn6e di gusto giapponese. *ua e l%, sulla su+perficie, rosseggiava, come unafragola, un fiore di ninfea dal cuore scar+latto, "ianco sugli orli. 'n lontananza, i fiorierano $uasi tutti pi pallidi,meno lisci, pi granulosi, pi increspati, e disposti dalcaso in volute cosìeleganti che pareva di veder galleggiare alla deriva, come per losfogliar+si malinconico di una festa galante, delle rose "orraccine in ghirlande di+sciol te. Altrove, un angolo sem"rava r iservato alle specie comuni,chemostravano il "ianco e il rosa lindi delle esperidi, simili a porcellane la+vate con meticolosi t% casal inga, mentre un po’ pi lontano, s tret tel’unacontro l’altra in una vera aiuola galleggiante, si sare""ero dette violedelpensiero venute dai giardini a posare, come farfalle, le loro ali "luastre elucenti,sull’o"li$uit% trasparente di $uell’aiuola ac$uatica! aiuola celeste,anche: giacch6 davaai fiori un sottofondo di un colore pi prezioso, picommovente di $uello stessodei fiori! e, sia che nel pomeriggio facessescintillare sotto le ninfee ilcaleidoscopio di una felicit% attenta, silenziosae mutevole, sia che verso sera si

riempisse, come $ualche porto lontano,de l rosa e de l sogno de ltramonto, mutando senza posa per rimaneresempre in accordo, intornoalle corolle dalle tinte invaria"ili, con $uelche c’- di pi profondo, di pifuggevole, di pi misterioso7con $uelche c’- d’infinito7nell’ora, sem"rava che le avesse fatte fiorire in pienocielo.Bell’uscire da $uel parco,la )ivonne ritorna a fluire. *uante volte hovisto, ho desiderato imitare, $uando

fossi s tato l i"ero di vivere a modomio, un rematore, che, lasciato i lre mo, si er a sd ra ia to su pi no , la te sta adagiata sul fondo della "arca, e,lasciando che $uesta andasse alla deri+va, vedendo soltanto il cielo sfilarelentamente sopra di lui , recava sulvolto l’espressione di chi pregusta la felicit% ela pace.(i sedevamo tra gli iris sulla riva del fiume. Bel cielo festivo,vagavalungamente una nuvola oziosa. 2i tanto in tanto, oppressa dallanoia,una carpa si rizzava fuori dell’ac$ua in un’aspirazione ansiosa. Era l’oradellamerenda. Prima di riprendere il cammino, indugiavamo a lungo amangiarefrutta, pane e cioccolata, sull’er"a, dove giungevano fino a noi,orizzontali, affievoliti,

ma ancora densi e metallici, i rintocchi della cam+pana di 4aint+Nilaire, chenon s’erano confus i con l ’ar ia cos ì a lungo;

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 percossa, e striati dal palpitare successivo di tutte le loro linee sonore, vi+ "ravano,rasentando i fiori, ai nostri piedi.A volte, sulla riva dell’ac$ua circondata dai "oschi,ci im"attevamo inuna casa di campagna, isolata, sperduta, che non vedeva nulla delmon+do, a l l ’ infuor i de l f iume che ne l am"iva l e fondamenta . 5nagiovanedonna;F, i l cui volto pensoso e i cui vel i eleganti non erano del paese, eches e n z a d u " " i o e r a v e n u t a , s e c o n d o l ’ e s p r e s s i o n e

 p o p o l a r e , a «seppell irsi» l%, ad assaporare il piacere amaro di constatareche il suonome, il nome soprattutto dell’uomo di cui non aveva saputo conservareilcuor e , v i e r ano s conos c iu t i , appar iva ne l r i $uadr o de l l a f i nes t r achenon le consentiva di spingere lo sguardo al di l% della "arcaormeggiatapresso la porta. Alzava gli occhi distrattamente sentendo, dietro gli

al"eridella riva, la voce dei passanti di cui, prima ancora di averne scorto il vi+s o , p o t e v a e s s e r c e r t a c h e m a i a v e v a n o c o n o s c i u t ol ’ i n f e d e l e , n 6 l’avre""ero conosciuto, che nulla nel loro passato conservaval’improntadi lui, nulla nel loro avvenire avre""e avuto occasione diaccoglierla. 4iavvertiva che, nella sua rinuncia, aveva volontariamente lasciato iluoghidove avre""e potuto almeno incontrare colui che amava, per $uestichenon l’avevano mai visto. E la guardavo, mentre tornava da una passeg+giata, lungo una strada che, sapeva, lui non avre""e percorso, sfilare dal+le sue manirassegnate i lunghi guanti inutilmente seducenti.Mai, nelle passeggiate dalla parte di

3uermantes, riuscimmo a risalirefino alle sorgenti della )ivonne;, alle $uali avevo spesso pensato e chepossed evano ai miei occhiun’esi s tenz a così astrat t a, così ideale , che, $uando mi dissero che sitrovavano nel nostro stesso dipartimento, a unadeterminata distanza chilometrica da(om"ra9, fui altrettanto stupito co+me il giorno in cui appresi che c’era un altro punto

 preciso della terra do+ve, nell’ant ichit%, s’apriva la porta degli 'nferi . Beppureci fu mai possi+ "ile arrivare fino alla meta che avrei tanto desiderato raggiungere,fino a3uermantes. 'o sapevo che l% risiedevano i proprietari del castello, il du+ca e

la duchessa di 3uermantes;J, sapevo che erano personaggi reali,tuttora viventi, ma ogni volta che pensavo aloro me li raffiguravo ora suun arazzo, come la contessa di 3uermantes nell’'ncoronazione d’Ester del+la nostra chiesa, ora di colori cangianti, come 3il"ert le Mauvais nella ve+trata,dove passava dal verde cavolo al "lu prugna, a seconda che io stes+si ancora

 prendendo l’ac$ua "enedetta o che avessi raggiunto le nostresedie , ora deltutto impalpa"ili, come l’immagine di 3enoveffa di 8ra+ "ante, antenata della

famiglia di 3uermantes, che la lanterna magica fa+ceva passeggiare sulle tende dellamia camera o "alzare su, fino al soffit+to7

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infine, sempre avvolti nel mistero dei tempi merovingi, e immersi;D

come in un tramonto nella luce arancione che emana da $uellesilla"e:«antes». Ma se, nonostante tutto, in $uanto duca e duchessa, essieranoper me persone reali, "ench6 estranee, in compenso la loro

 personali t%ducale si estendeva smisuratamente, si smaterializzava, per poter conte+n e r e i n s 6 $ u e l 3 u e r m a n t e s d i c u i e r a n o d u c a e d u c h e s s a , t u t t a$uel la«parte di 3uermantes» soleggiata, il corso della )ivonne, le sue ninfee e isuoigrandi al"eri, e tanti "ei pomeriggi. E sapevo che non portavano so+lo il titolo di ducae duchessa di 3uermantes, ma, a partire dal ?') seco+lo, $uando, dopo aver invano tentato di vincere gli antichi signori delluogo, s’erano alleati conloro attraverso vari matrimoni, erano conti di(om"ra9, i primi cittadini di(om"ra9 dun$ue, e tuttavia i soli che nonvi a"itassero. (onti di (om"ra9,

 possessori di (om"ra9, che racchiude+vano nel loro nome, nel la loro persona, e cer to avendo realmente in s6$uella strana e devota tr is tezza, pecul iare di (om"ra9! proprietari del lacit t%, ma non di una casa particolare,senza du""io a"itando fuori, nellastrada, fra cielo e terra, come $uel 3il"ertdi 3uermantes, di cui vedevosulle vetrate dell’a"side di 4aint+Nilaire, soltanto ilrovescio di lacca nera,se alzavo la testa, $uando andavo a comprare il sale da(amus.Poi accadde che, dalla parte di 3uermantes, passai $ualche volta da+vanti a certi piccoli, umidi recinti dove s’arrampicavano grappoli di fioriscuri. Mifermavo, credendo di ac$uistare una nozione preziosa, giacch6mi sem"rava di avere

sotto gli occhi un frammento di $uella regione flu+viale che tanto desideravoconoscere da $uando ne avevo letta la descri+zione in uno dei miei scri ttori

 preferi ti . E con essa, con il suo terri torioimmaginario traversato da corsid’ac$ua ri"ollenti, si identific# 3uer+mantes, mutando fisionomia nel mio

 pensiero, dopo che e""i senti to ildottor Percepied parlarci dei fiori e delle "elleac$ue sorgenti che c’eranonel parco del castello. &antasticavo che la signora di3uermantes mi ci in+vitasse, presa per me da un improvviso capriccio! per tutto il giorno vipescava le trote in mia compagnia. E la sera, tenendomi

 per mano, pas+sando davant i ai piccoli giardini dei suoi vassall i, mi

mostrava, lungo imuretti, i fiori che vi appoggiavano le loro conocchieviola e rosse, e miinsegnava i loro nomi. M’induceva a dirle il tema delle poesieche avevointenzione di scrivere. E $uesti sogni mi avvertivano che, poich6volevoun giorno essere scrittore, era tempo di sapere $uel che meditassi di scri+vere.Ma, appena me lo domandavo, cercando di trovare un soggetto chepotesse contenereun significato filosofico infinito, la mia mente smettevadi funzionare, non vedevoaltro che il vuoto di fronte alla mia attenzione,sentivo di non avere talento o,forse, u na m alattia c ere"rale n on g li c on+ s e n t i v a d i n a s c e r e . Av o l t e c o n t a v o s u m i o p a d r e p e r s i s t e m a r e l a

Ffaccenda. 0ui era così potente, così stimato dalle persone importanti,dariuscire a farci trasgredire le leggi che &ranCoise mi aveva insegnato

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aconsiderare pi inelutta"ili di $uelle della vita e della morte, a far ritar+dare di un anno, per la nostra casa, sola in tutto il $uartiere, i lavoridi«ripristino», a ottenere dal ministro, per il figlio della signora 4azerat chevolevaandare alle cure termali, l’autorizzazione a sostenere con due me+si di anticipo gli

esami di "accalaureato, nella serie dei candidati il cuinome cominciava per A, invece di attendere il turno della 4. 4e fossi ca+duto gravementeammalato, se fossi stato rapito dai "riganti, convintoche mio padre avevatroppe relazioni con le potenze supreme, troppe ir+resisti"ili lettere diraccomandazione presso il "uon 2io, perch6 la miamalattia o la mia cattivit%

 potessero apparirmi altra cosa che vani simula+cri privi di pericolo, avrei atteso concalma l’ora inevita"ile del ritorno al+la normalit%, l’ora della li"erazione o dellaguarigione! forse, $uella man+canza di talen to, $uel "uco nero ches’apriva nella mia mente $uandocercavo l’argomento dei miei scritti futuri,era anch’essa una semplice il+lusione priva di consistenza, e sare""e cessata inseguito all’intervento dimio padre, che sicuramente si sare""e accordato con il3overno e con laProvvidenza perch6 io diventassi il pi grande scrittore delmio tempo.Ma, altre volte, mentre i miei perdevano la pazienza nel vedere che resta+vo indietro e non li seguivo, la mia vita attuale, invece di sem"rarmi unacreazioneartificiale di mio padre, che lui avre""e potuto modificare asuo piacimento,mi appariva al contrario come compresa in una realt%che non era fatta per me, contro la $uale non c’era rimedio, in seno alla$uale non avevo alleati,che non nascondeva alcunch6 di se medesima.Mi sem"rava, allora, diesistere nello stesso modo degli altri uomini, sa+rei invecchiato, sarei morto

come loro, e in mezzo a loro ero semplice+mente uno dei tanti che non hannoattitudine per la scrittura. (osì, sfidu+ciato, rinunciavo per sempre allaletteratura, nonostante gli incoraggia+menti che mi erano venuti da 8loch. *uelsentimento intimo, immediato,del nulla del mio pensiero, prevaleva su tutte le

 parole lusinghiere chepotevano essermi prodigate, come i rimorsi della coscienzain un malva+gio di cui ciascuno canta le "uone azioni.5n giorno la mamma midisse: «2al momento che parli sempre dellasignora di 3uermantes, sappiche, verr% a (om"ra9 per assistere al ma+trimonio della figlia del dottor Percepied il $uale l’ha curata molto "ene$uattro anni fa. Potrai vederla alla

cerimonia». 2el resto, era proprio daldottor Percepied che pi spesso avevosentito parlare della signora di3 u e r m a n t e s , e c i a v e v a p e r s i n om o s t r a t o i l n u m e r o d i u n a r i v i s t aillustrata dove lei era rappresentata nel costume che indossava a un "alloin mascheradalla principessa di 06on;./utt’a un tratto, durante la messa iniziale, un movimento che fecelosvizzero, spostandosi, mi permise di vedere, seduta in una cappella, unasignora

 "ionda, con un gran naso, gli occhi azzurri e penetranti, una cra+vat ta a s"uffo diseta malva, l iscia, nuova e lucida, e un piccolo "rufoloal l’a ngo lo delnaso. E poich6 sul la superf icie del suo viso, rosso comeavesse avuto

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un gran caldo, io distinguevo, diluite e appena percetti"ili,delle analogieframmentarie con il ritratto che mi avevano mostrato, so+prattutto perch6i t r a t t i par t i co lar i che osservavo in l e i , s e cercavo d ienunciar l i , s iformulavano precisamente negli stessi termini

7un grannaso, occhi azzurri7di cui si era servito il dottor Percepied $uando ave+va d e s c r i t t o i n m i a

 p r e s e n z a l a d u c h e s s a d i 3 u e r m a n t e s , m i d i s s i : «*uella signorasomiglia alla signora di 3uermantes»! ora, la cappella dacui seguiva la messa era$uella di 3il"ert le Mauvais, sotto le cui tom"elevigate, dorate e distesecome alveoli di miele, riposavano gli antichiconti di 8ra"ante, e io miricordavo, a $uel che m’avevano detto, che erariservata alla famiglia di 3uermantes$uando $ualcuno dei suoi mem"rive ni va a (o m" ra9 pe r un a ce ri mon ia !ve ro si mil me nt e, po te va es ser ci una sola donna che somigliasse al ritrattodella signora di 3uermantes,che si trovasse $uel giorno, il giorno in cui per l’appunto lei doveva veni+re, in $uella cappella: era lei 0a mia delusione eragrande. Basceva dal fatto di non essermi nai reso conto, $uando pensavo allasignora di 3uer+mantes, che me la raffiguravo con i colori di un arazzo o diuna vetrata, in un al t ro secolo, di mater ia diversa dal le a l t re creaturevivent i . Bonavrei mai immaginato che potesse avere un viso rosso, una cravattamal+va come la signora 4azerat, e l’ovale delle sue gote richiam# talmente allamiamemoria persone che avevo visto in casa che affior# in me il sospet+to, d’altronde

su"ito dissipatosi, che $uella signora, nella sua essenza vi+tale, in ogni sua molecola,non fosse in sostanza la duchessa di 3uerman+tes, ma che il suo corpo, ignaro delnome che gli veniva dato, appartenes+se a un certo tipo femminile checomprendeva anche delle mogli di me+dici e di commercianti. « $uesta,non - alt ro che $uesta, la signora di 3uermantes», diceva l’espressione attenta estupita con cui contemplavo$uell’immagine che, naturalmente, non aveva alcunrapporto con le altreapparse tante volte nei miei sogni, sotto lo stessono me di sig no ra di 3uermantes, giacch6, lei, non l’avevo creata io,ar"itrariamente, come lealtre, ma si era "alzata dinanzi agli occhi solo un

momento prima, nellachiesa! non era della stessa natura, non la si poteva colorarea volont% co+m e $ u e l l e c h e s i l a s c i a v a n o i m m e r g e r e n e l l a t i n t aa r a n c i o n e d i u n aJ

s i l l a " a , m a e r a c o s ì r e a l e c h e t u t t o , p e r f i n o i l p i c c o l o " r u f o l o c h e s’ infiammava all’angolo del naso, at testava la suasoggezione alle leggidella vita, come, in un’apoteosi teatrale, una piega del vestitodel la fata ,un t remito del suo di to mignolo, denunciano la presenza

ma te ri al e di un’attrice fatta di carne e ossa, l% dove eravamo incerti se nonavessimodinanzi agli occhi una semplice proiezione luminosa.Ma, nello stessotempo, a $uell’immagine che il naso prominente, gliocchi penetranti

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fissavano nella mia visione =forse perch6 erano stati i p rimi araggiunger la , a in taccar la , $uando ancora non avevo avuto i l t empodi pensare che la donna apparsa davanti a me potesse essere laduchessa di3uermantes> a $uell’immagine del tutto nuova, immuta"ile,cercavo di far aderire

l’idea: « la signora di 3uermantes», riuscendo sol+tanto a manovrarla di fronteall’immagine, come due dischi separati daun intervallo. Ma $uella signoradi 3uermantes, a cui così spesso avevopensato, ora che la vedevo esistereveramente al di fuori di me, con$uist#un potere ancora pi grande sulla miaimmaginazione che, paralizzataper un momento dal contatto con una realt%tanto diversa da $uella chesi aspettava, cominci# su"ito a reagire e a dirmi:«3loriosi gi% prima di(arlo Magno, i 3uermantes avevano diritto di vita edi morte sui lorovassalli! la duchessa di 3uermantes discende da 3enoveffa di8ra"ante.Bon conosce , n6 consent i r e""e a conoscere a lcuna de l l e

 persone $uipresenti».E7oh meravigliosa li"ert% degli sguardi umani, trattenuti al volto dauna corda cosìde"ole, lunga, estensi"ile, che possono andarsene da soli,lontani da $uello7mentre la signora di 3uermantes era seduta nellacappella sopra le tom"edei suoi morti, i suoi sguardi erravano $ua e l%,salivano lungo le colonne,indugiavano persino su di me, come un raggiodi sole vagante nella navata, ma unraggio di sole che, $uando ne ricevet+ti la carezza, mi parve cosciente. *uanto allasignora di 3uermantes, poi+ch6 restava immo"ile, seduta come una madre che mostri

di non vederele audacie "irichine e le imprese indiscrete dei figli, chegiocano e inter+pellano persone a lei sconosciute, non mi fu possi"ile capire seapprovas+se o "iasimasse, nell’inerzia dell’animo, il vaga"ondare dei suoi sguardi.Mi

 pareva importante che non se ne andasse prima ch’io avessi potutoguardarla asufficienza, giacch6 mi ricordavo che da anni consideravo ilvederla comecosa eminentemente desidera"ile, e non staccavo gli occhida lei, come se ognimio sguardo avesse potuto materialmente prelevaree tenere in ser"o, dentro di me, ilricordo del naso prominente, delle goterosse, di tutti $uei particolari che miapparivano come altrettante infor+mazioni preziose, autentiche e singolari

sul suo volto. Adesso che me lofacevano giudicare "ello, tutti i pensieri che vi collegavo7e forse, so+prattutto, forma dell’istinto di conservazione delle parti miglioridi noistessi, $uel desiderio che a""iamo sempre di non essere rimasti delusi7

 ponendola nuovamente =perch6 lei e la duchessa di 3uermantes che ave+v oe v o c a t o f i n a l l o r a e r a n o u n a s o l a p e r s o n a > a l d i f u o r i

d e l r e s t o d el l’ um an it %, c on l a $ u al e l a v i st a p u ra e s emp li ce d elsuo corpo me l’aveva fatta per un istante confondere, mi irritavo sentendo direintornoa me: « meglio della signora 4azerat! della signorina )inteuil», come sefosse

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stato possi"ile paragonarla a loro. E mentre i miei sguardi si soffer+mavano sui suoicapelli "iondi, sugli occhi azzurri, sull’attaccatura delcollo, e tralasciavanoi connotati che avre""ero potuto ricordarmi altrivolti, io esclamavo dinanzi a$uell’a""ozzo volontariamente incompleto:«(ome - "ella (he no"ilt%

 proprio una fiera 3uermantes, la discen+d e n t e d i 3 e n o v e f f a d i8 r a " a n t e , c h e h o d a v a n t i a g l i o c c h i » . E l’attenzione concui perlustravo il suo volto lo isolava a tal punto, che og+gi, se ripenso a $uellacerimonia, non mi - possi"ile rivedere una soladelle persone che viassistevano, fuorch6 lei, e lo svizzero che rispose af+fermativamente alla miadomanda se $uella donna fosse proprio la si+gnora di 3uermantes. Ma lei,la rivedo, soprattutto al momento del cor+teo, nella sacrestia illuminata dal soleintermittente e caldo di un giornodi vento e di temporale, e dove la signora di3uermantes si t rovava inmezzo a tut te $uel le persone di (om"ra9delle $uali non conoscevaneanche il nome, ma la cui inferiorit% proclamavacon troppa evidenza lasua supremazia perch6 lei non sentisse nei loro riguardiuna s incera "e+nevolen za, e al le $ual i del resto sperav a im porsi ancor  

 pi a forza d i "uona grazia e di semplicit%. (osì, non potendo lanciare$uegli sguardivolontari, carichi di un significato preciso, che si indirizzano alle

 personeconosciute, ma semplicemente lasciare i suoi pensier i distratt isfuggireincessantemente davanti a s6 in un fiotto inconteni"ile di luceazzurra,n o n v o l e v a c h e i l s u o s g u a r d o p o t e s s e g e n e r a r ei m " a r a z z o o d a r e l’impressione che lei disdegnasse $uella gente modesta cheincontrava alpassaggio, che ad ogni istante raggiungeva. Givedo ancora,

sopra la suacravatta malva, serica e rigonfia, il dolce stupore dei suoi occhiai $ualiaveva aggiunto, senza osare destinarlo a $ualcuno, ma perch6ciascunopotesse prenderne la sua parte, un sorriso un po’ timido di signorafeu+dale che a""ia l’aria di scusarsi con i suoi vassalli e di amarli. *uel sorri+so si

 pos# su di me che non l’a""andonavo un istante con gli occhi. Allo+ra, ricordando losguardo che aveva lasciato indugiare su di me, durantela messa, azzurro come unraggio di sole che avesse traversato la vetratadi 3il"ert le Mauvais, mi dissi:«Ma certo, mi sta osservando». (redetti;

di piacerle, che avre""e pensato ancora a me dopo aver lasciato la chiesa,che, a causamia, forse, la sera a 3uermantes sare""e stata triste. E su"itol’amai , giacch6 se, avolte, per innamorarci di una donna, - sufficienteche lei ci guardi condisprezzo, come mi era parso avesse fatto la signori+na 4Hann, e pensare che non

 potr% mai essere nostra, a volte - sufficienteanche che ci guardi con "ont%, come lasignora di 3uermantes, e pensarech e ci po tr % ap pa rt en er e. ' su oi oc ch iri lu ce va no d’ az zu rr o, co me un a pervinca impossi"ile da cogliere, e che,tuttavia, lei mi avesse dedicato! eil sole, minacciato da una nuvola, ma ancoraavvampando con tutta lasua forza sulla piazza e nella sacrestia, conferiva un

incarnato di geranioai tappeti rossi che erano stati distesi sul pavimento inoccasione dellasolennit% e sui $uali la signora di 3uermantes avanzavasorridendo, eaggiungeva alla loro lana un velluto rosa, un’epidermide di

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luce, $uellasorta di tenerezza, di severa dolcezza nella pompa e nella gioia checarat+terizzano certe pagine del0ohengrin, certi dipinti di (arpaccio, e che fan+no in te nd er e co me 8a ud el ai re a" "i a

 potuto applicare al suono del la trom"a l’epiteto «delizioso»;;.(ome, dopo $uel giorno, nel le mie passeggiate dal la par te di 3uer+mantes, mi parve ancor pi desolante di prima non avere disposizione per lelettere, e dover rinunciare per sempre a diventare uno scrittore fa+moso 'l rammaricoche ne provavo, mentre me ne stavo solo, a fantasti+care, un po’ in disparte, mi facevasoffrire a tal punto che, per li"erarme+ne, la mia mente, di sua iniziativa, per una sortadi ini"izione davanti aldolore cessava del tutto di pensare ai versi, airoma nzi , a un avv eni re poetico sul $uale la mia mancanza di talento miimpediva di fare asse+gnamento. Allora, "en lontano da tutte $uelle preoccupazioniletterarie esenza rapporto alcuno con esse, all’improvviso, un tetto, unriflesso disole su una pietra, l’odore di un sentiero mi inducevano a sostare, per unpiacere particolare che ne traevo, e anche perch6 parevano nascondere, aldi l% di$uel che vedevo, $ualcosa che mi invitavano a cogliere e che io,nonostante imiei sforzi, non riuscivo a scoprire. Poich6 sentivo che $ue+sto $ualcosa si trovavadentro di loro, rimanevo l%, immo"ile, a guarda+re, a respirare, a tentar dioltrepassare con il mio pensiero $uella certa immagine o $uel certo odore. E, sedovevo raggiungere il nonno, ripren+dere il cammino, cercavo di ritrovarli, chiudendogli occhi! m’ingegnavodi ricordare esattamente la linea del tetto, la sfumatura

della pietra che,senza riuscire a comprenderne la ragione, m’erano parse ricolme, prontea dischiudersi, a consegnarmi ci# di cui non erano che l’involucro. (erto,nonerano impressioni di $uesto genere che potevano rendermi la spe+ranza

 perduta di poter essere un giorno scrit tore e poeta, perch6 erano

sempre legate a un oggetto specifico, privo di valore intellettuale, enonricollega"ile ad alcuna verit% astratta. Ma almeno mi davano un

 piacereimmotivato, l’ il lusione di una sorta di fecondit%, e così mi

distraevanodalla noia, dal senso della mia impotenza, che m’aveva preso ognivoltache avevo cercato un argomento filosofico per una grande opera lettera+ria. Mail dovere di coscienza, destato in me da $uelle impressioni di for+ma, di profumo odi colore7cercare di vedere $uel che si nascondevadietro di esse7, era così arduo che non tardavo a cercar pretesti che mipermettessero disottrarmi a $uegli sforzi e di risparmiarmi $uella fatica.Per fortuna i miei parenti

mi chiamavano, sentivo che in $uel momentonon avevo la tran$uillit%necessaria per continuare utilmente la mia ri+cerca, e che era meglio non pensarci pi fin $uando non fossi rientrato,senza affaticarmi in anticipo,

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inutilmente. Allora, non mi occupavo ulte+riormente di $uella cosa ignota che siammantava di una forma o di unprofumo, finalmente tran$uillo, poich6 la portavoa casa, protetta dal ri+vestimento di immagini sotto le $uali l’avrei trovataviva, come i pesciche riportavo nel mio cestino, coperti da uno strato d’er"a che ne

conser+vava la freschezza, i giorni in cui m’avevano lasciato andare a pesca.5navolta a casa, pensavo ad altro, e così si ammassavano nella miamente=come nella mia stanza i fiori che avevo raccol to nelle mie

 passeggiate ogli ogget ti che mi avevano regalato>, una pietra su cui siriver"erava unriflesso, un tetto, un suono di campana, un odore di foglie, tanteimmagi+ni diverse sotto le $uali, da lungo tempo, - morta la realt% intuita,chenon ho avuto volont% "astevole per giungere a scoprire. 5na volta, tutta+via7la nostra passeggiata si era prolungata "en oltre la sua durata a"i+tuale, ed eravamostati "en felici di incontrare sulla via del ritorno, a me+t% st rada , $uando i l

 pomer iggio gi% decl inava , i l dot tor Percepied che passava in carrozzaa "riglia sciolta, il $uale, avendoci riconosciuti, ciaveva fatti salire con lui7, e"" i un’ imp res sion e di $ue l gen ere e non l’a""andonai senza averlaapprofondita un poco. Mi avevano fatto salireaccanto al cocchiere, andavamo come ilvento, perch6 il dottore, prima dirientrare a (om"ra9, doveva ancora fermarsi aMartinville+le+4ec da unmalato alla cui porta era convenuto che l’avremmo atteso.2’un tratto, auna svolta della strada, provai un piacere particolare, che nonsomigliavaa d a lc un a lt ro , n el lo s co rg er e i d ue c amp an il i d i

Mart inv il le, sui $ual i "atteva i l sole del t ramonto, e che sem"ravanomutar posto con il movi+mento della carrozza e le giravolte della strada, e poi$uello di )ieuvic$che, separato dai primi da una collina e da una valle, esituato in lonta+nanza su un piano pi elevato, sem"rava tuttavia vicinissimo adessi.<(onstatando, notando la forma delle loro guglie, l’oscillazione delle lo+ro linee, ilsole sulla loro superficie, sentivo di non giungere al fondo del+la mi aimpress ione, che c’era $ualcosa diet ro $uel movimento, diet ro $uella

luminosit%, $ualcosa che essi sem"ravano contenere e nasconderenel medesimotempo.' campanili apparivano così lontani, e noi avevamo l’impressionediavvicinarci così poco ad essi, che fui stupito $uando, alcuni istanti dopo,cifermammo davanti alla chiesa di Martinville. Bon conoscevo la ragio+ne del piacereche avevo provato nello scorgerli all’orizzonte, e il doveredi cercar di scoprire$uesta ragione mi pareva "en penoso! avevo vogliadi mettere in ser"o, nellamia mente, $uelle linee in movimento nel sole,e non pensarci pi per il momento. Ed- pro"a"ile che, se lo avessi fatto, idue campanili sare""ero andati a raggiungere per sempre tutti $uegli al+ "e ri , te tti , pro fu mi, suo ni ch e av ev o di sti nt o da gl i

al t r i per i l piacereoscuro che mi avevano procurato e che non avevomai approfondito.4cesi a discorrere con i miei, mentre si aspettava il dottore. Poiripartim+mo, io r ipres i i l mio pos to a casse tt a , vol s i i l capo per  

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ve de re an co ra icampanili che, poco pi tardi, scorsi un’ultima volta a unacurva dellastrada. Poich6 il cocchiere non sem"rava disposto achiacchierare, aven+do risposto appena alle mie domande, fui costretto, inmancanza d’altracompagnia, a ripiegare su me medesimo, e a sforzarmi di ricordare i

duecampanili. 8en presto, le loro linee e le loro superfici soleggiate,$uasifossero state una specie di scorza, si lacerarono, $ualcosa di ci# che in es+se sicelava m’apparve, e""i un pensiero che un attimo prima per me nonesisteva, chenella mia mente si tradusse in parole, e il piacere che dianzimi aveva fatto provare laloro vista ne fu talmente accresciuto che, presoda una sorta di e""rezza, non potei pi

 pensare ad altro. 'n $uel momen+to, eravamo gi% lontani da Martinville, volgendo ilcapo li scorsi di nuo+vo, tutti neri $uesta volta, perch6 il sole era gi%tramontato. A tratti , lecurve della strada me li nascondevano, poi si mostraronoun’ultima vol+ta, e infine non li vidi pi.4enza dire a me stesso che $uanto stavanascosto dietro i campanili diMartinville doveva esser $ualcosa d’analogo a una "ellafrase, poich6 misi era rivelato sotto forma di parole capaci di procurarmi piacere,chiestematita e carta al dottore, nonostante i so""alzi della carrozza, per daresollievo alla mia coscienza e o""edire al mio entusiasmo, scrissi il

 "revepezzo che segue, che ho ri trovato pi tardi e al $uale non hoapportatoche lievi modifiche;:«4oli, elevandosi sopra il livello della pianura e come sperduti in aper+ta campagna,salivano verso il cielo i due campanili di Martinville. Presto@

ne vedemmo tre: venendo a mettersi dinanzi agli altri con ardito volteg+gio, uncampanile ritardatario, $uello di )ieuvic$, li aveva raggiunti. 'minutiscorrevano, andava mo veloci , e tut tavia i t re campani l i erano semprelì, in lontananza, davanti a noi, come tre uccelli posati sulla pia+nura,immo"ili e "en visi"ili al sole. Poi, il campanile di )ieuvic$ si feceda parte, presele distanze, e i campanili di Martinville rimasero soli, ri+schiarati dalla lucedel tramonto che, anche a $uella distanza, sui loro tet+ti, vedevo giocare e sorridere.Era stato così lungo avvicinarci ad essi cheio pensavo al tempo che ci sare""e voluto

ancora per raggiungerli $uan+do, all’improvviso, dopo una svolta, la carrozza cideposit# ai loro piedi!ed essi le si erano parati davanti così improvvisamenteche avemmo ap+pena il tempo di fermare per non s"attere contro il portico.Proseguimmoper la nostra via! gi% da un po’ avevamo lasciato Martinville, ei l villag+gio, dopo averci accompagnato per $ualche secondo, erascomparso! eancora, rimasti soli all’orizzonte a guardarci fuggire, i suoicampanili e$uello di )ieuvic$ agitavano in segno d’addio le loro cime soleggiate.Atratti, uno scompariva, perch6 gli altri due potessero scorgerci un istanteancora!ma la strada cam"i# direzione, essi virarono nella luce come tre perni d’oro e

disparvero ai miei occhi. Ma, un po’ pi tardi, $uando era+vamo gi% nellevicinanze di (om"ra9, e il sole era ormai tramontato, lividi un’ultima volta,da molto lontano, simili ormai soltanto a tre fiori di+pinti sul cielo al di sopra della

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 "assa linea dei campi. Mi facevano pensa+re anche alle tre fanciulle di una leggenda,a""andonate in un luogo soli+tario $uando gi% scendeva l’oscurit%! e mentre ciallontanavamo al galop+po, li vidi cercare timidamente il cammino e, dopo $ualchegoffo sussul+to delle loro no"ili figure, stringersi l’uno all’altro, scivolare l’uno

dietrol’altro, lasciare apparire nel cielo ancora rosa nient’altro che un’unica for+manera, incantevole e rassegnata, e nascondersi nella notte».B o n h o p i r i p e n s a t o a $ u e s t a p a g i n a , m a , i n $ u e lm o m e n t o , nell’angolo del sedile dove il cocchiere del dottore era solito sistemareinun paniere il pollame comperato al mercato di Martinville, $uandoe""ifinito di scriverla, provai una tale gioia, sentii che mi aveva così perfetta+menteli"erato da $uei campanili e da $uel che si celava dietro di essi,che, comefossi stato io stesso una gallina e avessi appena deposto un uo+vo, mi misi a cantare as$uarciagola.Per tutto il giorno, durante $uelle passeggiate, avevo potuto fantastica+re, pensando che piacere sare""e stato essere amico della duchessadi3uermantes, pescare le trote, andare in "arca sulla )ivonne, e, avidodifelicit%, non chiedere in $uei momenti altro alla vita che di comporsi tut+ta di unsusseguirsi di pomeriggi "eati. Ma $uando, sulla via del ritorno,scorgevo a sinistra una fattoria, a""astanza distante da altre due che era+no invecemolto vicine, e dopo la $uale, per entrare in (om"ra9, non re+stava che im"occare unviale di $uerce, costeggiato su un lato da una di+stesa di prati, ciascunoappartenente a un piccolo podere, e dove alcunimeli piantati a intervalliregolari vi portavano, $uand’erano illuminatid a l s o l e a l

t r a m o n t o , i l d i s e g n o g i a p p o n e s e d e l l e l o r oo m " r e , all’improvviso il mio cuore si metteva a "attere, sapevo che prima diunamezz’ora saremmo rientrati in casa, e che, secondo la regola dei giorni incuieravamo andati dalla parte di 3uermantes e la cena era servita pitardi, miavre""ero mandato a dormire appena finita la minestra, di mo+do che mia madre,trattenuta a tavola come se ci fossero stati ospiti, nonsare""e salita a darmi la

 "uonanotte nel mio letto. 0a zona di tristezza incui ero penetrato era così distintadalla zona in cui mi slanciavo con gio+ia, soltanto un attimo prima, come in certi cieliuna striscia rosa - separa+ta $uasi con una riga da una striscia verde o da una striscia

nera. 4i vedeun uccello volare nel rosa, sta per raggiungere il limite, tocca $uasi il ne+ro: ecco, vi - entrato. ' desideri nei $uali poco prima ero immerso, di an+dare a3uermantes, di viaggiare, di essere felice, ora mi erano estranei alpunto che la lororealizzazione non m’avre""e dato alcun piacere. (omeavrei dato tutto ci# per 

 poter piangere la notte intera fra le "raccia del lamamma Ga""r ividivo, nonstaccavo gli occhi angosciati dal viso dellamamma, che $uella sera nonsare""e apparsa nella camera dove gi% mivedevo col pensiero! avrei volutomorire. E una simile situazione si sa+re""e protratta fino all’indomani,$uando i raggi del mattino avre""eroappoggiato, come il giardiniere, la loro

scala a pioli al muro rivestito dinasturzi che si arrampicavano fino alla miafinestra, e io sarei saltato gidal letto per scendere in fretta in giardino, senza piricordarmi che la se+ra avre""e recato sempre l’ora di lasciare la mamma. E

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così, dalla partedi 3uermantes, ho imparato a distinguere $uegli stati che sisuccedonoin me, in certi periodi, e giungono addirittura a spartirsi ognigiornata,l’uno tornando a scacciare l’altro, con la puntualit% della fe""re!contigui,ma così estranei l’uno all’altro, così privi di mezzi di comunicazione reci+

 proca che io non riesco pi a capire , e neanche a rammentare, nel l’uno,$uelche ho desiderato, o temuto, o compiuto nell’altro.(osì, la parte di M6s6glise e la parte di 3uermantes restano, per me,legate a tant i piccoli avvenimenti di$uella che, fra tutte le diverse viteche conduciamo parallelamente, - la pi

 piena di peripezie, la pi ricca di episodi, intendo dire la vita intellettuale. 4enzadu""io, $uesta progre+disce in noi insensi"ilmente, e le verit% che ne hanno mutato ainostri oc+chi il senso e l’aspetto, che ci hanno aperto nuove strade, da lungo tempoDci preparavamo a scoprirle! ma non lo sapevamo! ed esse non datano pernoi che dalgiorno, dal minuto in cui ci sono divenute visi"ili. ' fiori cheallora giocavanosull’er"a, l’ac$ua che scorreva al sole, tutto il paesaggioche ha circondato la loroapparizione, continua ad accompagnarne il ri+cordo con il suo volto incoscienteo distratto! e, certo, $uando erano lun+gamente contemplati da $uell’umile passante,da $uel fanciullo che fan+tasticava7come - contemplato un re da un memorialista confuso tra lafolla7, $uell’angolo di natura, $uel pezzetto di giardino non avre""eropotuto pensareche, grazie a lui, sare""ero stati chiamati a sopravviverenelle loro

 particolarit% pi effimere! eppure, $uel profumo di "iancospi+no che si spandelungo la siepe dove le rose di macchia lo sostituirannopresto, un rumore di

 passi senza eco sulla ghiaia di un viale , una "ollaformata dall’ac$ua delfiume su una pianta ac$uatica e che su"ito scop+pia, la mia esaltazione li ha

 presi con s6 ed - riuscita a far loro attraversa+re tanti anni successivi, mentretutt’intorno i sentieri sono scomparsi, ed- morto chi li percorse e il ricordo di chi li

 percorse. A volte, $uello scor+cio di paesaggio, sospinto in tal modo fino aigiorni presenti, si distaccacosì isolato da tutto, che fluttua incerto nel mio

 pensiero, simile a una2elo fiorita, senza ch’io sappia dire da $uale paese,

da $uale tempo7forse, semplicemente, da $uale sogno7

 provenga. Ma - soprattutto co+me a profondi giacimenti del mio suolo mentale, comeai terreni resisten+ti sui $uali m’appoggio ancora, che devo pensare alla parte diM6s6glisee alla parte di 3uermantes. Perch6 credevo alle cose, agli esseri,mentrepercorrevo $uegli itinerari, e le cose, gli esseri che vi ho conosciuti sono isol iche prenda ancora sul serio e che ancora mi diano $ualche gioia. 1perch6 la

fede creatrice si - inaridita in me, o perch6 la realt% si formasoltanto nellamemoria, i fiori che mi vengono mostrati oggi per la primavolta, non mi sem"ranofiori veri. 0a parte di M6s6glise, con i suoi lill%, isuoi "iancospini, i suoi

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fiordalisi, i suoi papaveri, i suoi meli! la parte di3u er man te s, co n il su ofi um e po po la to di gi ri ni , le su e ni nf ee e i su oi "ottondoro, hanno formato

 per me, eternamente, il volto del paese doveamerei vivere, dove innanzi tutto esigoche si possa andare a pesca, giro+vagare in "arca, vedere delle rovine di

fortificazioni gotiche e trovare inmezzo ai ca mpi di gran o, com e 4ai nt+Andr6+des+(hamps, una chiesamonumentale, rustica e dorata come un pagliaio! e i fiordalisi , i "ianco+spini, i meli che mi capita ancora di incontrarenei campi, $uando sono inv i agg io, en t rano immediat amente i nco mu ni ca zi on e co n il mi o cu or e, perch6 situati alla stessa profondit%, allivello del mio passato. E pertan+to, siccome vi - $ualcosa di individuale neiluoghi, $uando mi prende ild e s i d e r i o d i r i v e d e r e l a p a r t e d i3 u e r m a n t e s , n o n r i u s c i r e s t e a d<Fappagarlo conducendomi sulla riva di un fiume dove ci fossero ninfee al+trettanto

 "el le , o pi "el le ancora che nella )ivonne, così come la sera,rientrando incasa7nell’ora in cui si risvegliava in me $uell’angosciache pi tardi emigranell’amore, e pu# divenire sua insepara"ile compa+gna per sempre7, non avrei desiderato che venisse a darmi la "uona+notte una mamma pi

 "el la e pi intel ligente del la mia. Bo! così come,per potermi addormentarefelice, con $uella pace senza tur"amento chenessuna amante mi ha potuto

dare pi tardi7

 poich6 si du"ita di loro,nel momento in cui ancora si crede in loro, e non si possiede mai il lorocuore, come io possedevo in un "acio $uel lo di miamadre, tutto intero,s e n z a l a r i s e r v a d i u n p e n s i e r on a s c o s t o , s e n z a i l r e s i d u o d i un’intenzione che nonfosse per me7, ci# di cui avevo "isogno era chefosse lei, che lei chinasse verso di me $uel

volto dove c’era sotto l’occhio$ualcosa, a $uanto pare un difetto, e che ioamavo esattamente come ilresto! allo stesso modo, ci# che voglio rivedere -la parte di 3uermantes che ho conos c iu to , con l a f a tt o ri a un po’discosta dal le due seguent i , strette l’una contro l’altra, all’inizio del viale delle$uerce! sono $uei pratisu cui, $uando il sole li rende specchianti come uno stagno, sidisegnanole foglie dei meli, - $uel paesaggio la cui individualit%, a volte, lanotte,nei miei sogni, mi afferra con una potenza $uasi fantastica che non possopiritrovare al risveglio. 4enza du""io, per avere indissolu"ilmente uni+to in me, per sempre, impressioni diverse, solo perch6 me le avevano fat+te provare in uno

stesso tempo, la parte di M6s6glise e la parte di 3uer+mantes mi hannoesposto, per l’avvenire, a molte delusioni, e anche amolti errori. 4pesso,infatti, ho voluto rivedere una persona senza inten+dere che era semplicemente perch6

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mi ricordava una siepe di "iancospi+ni, e sono stato indotto a credere, a far credere aun ritorno di affetto, daun semplice desiderio di viaggio. Ma anche così, econtinuando a esserepresenti in $uelle fra le mie impressioni di oggi cui possonoricollegarsi,esse danno loro un fondamento, una profondit%, una dimensione

in pirispetto alle altre. Aggiungono loro anche un incanto, un significato che -solo per me. *uando, nelle sere d’estate, il cielo armonioso ringhia comeun animaleselvatico e tutti mettono il "roncio per il temporale, devo allaparte di M6s6glise il

 poter restarmene solo, in estasi, a respirare, attraver+so il rumore della pioggia checade, l’odore di invisi"ili e persistenti lill%. così che me ne stavo, spesso, finoal mattino a pensare ai tempi di(om"ra9, alle mie tristi sere senza sonno, a tantigiorni, anche, la cui im+magine mi era stata di recente restituita dal sapore7$uel che a (om+ "ra9 s i sare"" e chia mato i l «profu mo»7d i u n a t a z z a d i t - e , p e r  <associazione di ricordi, a $uanto avevo appreso, molti anni dopo aver la+sciato $uella

 piccola citt%, a proposito di un amore che 4Hann aveva avu+to prima della mianascita, con $uella precisione nei dettagli pi facile daottenere, talvolta, per la vita di

 persone morte da secoli che per $uella deinostri migliori amici, e che sem"raimpossi"ile, come sem"rava impossi+ "ile parlare da una citt% all’altra7finch6 si ignora il sistema attraverso il$uale $uesta impossi"ilit% - stata superata. /utti

$uei ricordi sovrappostigli uni agli altri non costituivano ormai che una massa, manon per $ue+sto era impossi"ile distinguere fra di essi7fra i pi antichi, e $uelli pirecenti, nati da un profumo, e poi $uel li che eranosoltanto i ricordi diun’altra persona, da cui li avevo appresi7se non delle fessure, dellecrepe vere e proprie, almeno $uelle venature,$uelle screziature di colo+razione che, in certe rocce, in certi marmi, rivelanodifferenze di origine,di et%, di «formazione».(erto, $uando si avvicinava il mattino,

da tempo era dissipata la "reveincertezza del mio risveglio. 4apevo in $ualecamera effettivamente mitrovavo, l’avevo ricostruita intorno a me nell’oscurit%, e7orientandomicon la sola memoria, o prendendo in aiuto, come indicazione, unade"oleluce i n tr avi s ta , a i p i edi de l la $ua le s i tuavo l e t ende de ll af ines t ra7l’avevo ricostruita per intero e arredata come un architetto e un tappez+ziereche rispettino l’apertura originaria delle finestre e delle porte, ave+vo ria""assato

gli specchi e ricollocato il cassettone al suo solito posto.Ma appena ilgiorno7

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e n on p i i l r i f lesso d i un’ul t ima " race s u una " a c c h e t t a d ir a m e c h e a v e v o s c a m " i a t o p e r e s s o7tracciavanell’oscurit%, e come col gesso, la sua prima riga "ianca e rettificatrice,

lafinestra con le sue tende lasciava il vano della porta, dove l’avevo situataper errore,mentre, per farle posto, lo scrittorio, che la mia memoria ave+va maldestramenteinstallato l%, fuggiva in gran fretta, spingendo davan+ti a s6 il camino e spostando ilmuro divisorio del corridoio! un cortilettocampeggiava nel luogo dove, un attimo

 prima, si apriva la stanza da "a+gno, e la dimora che avevo ricostruito nelle tene"reera andata a raggiun+gere le dimore intraviste nel tur"ine del risveglio, messa in fugada $uelpallido segno tracciato sulle tende dal dito levato del giorno.;0ocanda dell’«uccello trafitto», dalla vecchia insegna indicante unritrovo diarcieri e cacciatori a 'lliers.;;' capelli finti di zia 06onie, non ancora sistemati al mattino, diventa+nometaforicamente verte"re, corona di spine e grani di rosario, secondo<J

Philip Zol", il $uale spiega che 3ide non accett# il manoscritto di Proust,oltre che per averlo scam"iato per un’opera di un dilettante sno", ancheper l’incomprensi"ile

 paragone delle verte"re. 0a parrucca di zia 06onieera formata di capell i montatisu una calotta. Poich6 non aveva avuto il tempo di pettinarsi, i l "ordodel la cal ott a, $ue l matt ino , era visi "il e. 0’alternanza di pieni e di vuotisuggerisce al Barratore le tre metaforesuccessive: verte"re, corona disp ine , grani d i un rosario . $ues ta l aspiegazione di Philip Zol",relativa a un "rano dellaGecherchericco distoria. 'nfatti, come documenta una lettera di Andr6 3ide a Proust, scrit+tadopo il rifiuto di pu""licare

2u c[t6 de chez 4Hannda parte della Bou+velle Gevue &ranCaise, fu proprio $uesta immagine delle verte"re che riuscìsgr ad it a a 3i de ,metten dolo fuori s trada e in ducen dolo a r i f iutare i l romanzo.;&ranCoise, al servizio di zia 06onie, - gi% nonna. Passando alle di+pendenzedella famiglia del Barratore, la sua et% sem"rer% fermarsi finoal termine dellaGecherche.;<

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4 i t ra tt a d i u n a na cr on is mo , p oi ch 6 i r ag gi ? f ur on o s co pe rt idaGoentgen soltanto nel D.;@Gicordo della cripta merovingia e del pavimento delle tom"e degli a"ati tra le

rovine dell’a""azia di Kumi-ges, che Proust visit# nel DF<, inuna gita in automo"ilea )ersailles.;0 a s t es s a o ss e rv a z i on e s i r i t r o va i n u na l e t t e ra a M m e4trausdell’autunno del DF@, in cui Proust racconta una visita alla cattedraled iUvr eu . ' n una ded i ca de l r omanzo a K ac$ues de 0ac r e t e l l e , de lD,Proust scrive che certe vetrate sono di Uvreu, altre della 4ainte+(hapellee diPont+Audemer, ri"adendo in tal modo la ricchezza e molteplicit% difonti per i luoghi e

 per i personaggi della sua opera.;D( ar lo ) ' , d e t t o i l 8 e ne A m a to o i l & o l l e = < + ;J J> ,internatoall’Notel 4aint+Pol nel ;F@, si dice che passasse il tempo giocando acar tement re infur iava l a guer ra t r a Armagnacchi e 8orgognoni . 0ecarte leavre""e disegnate e dipinte a mano Kac$uemein 3ringonneur nelDJ:circa una ventina di esse sono conservate nel ga"inetto delle stampe del+la8i"lioth-$ue nationale. Bell’immagine di $uesto re, che vive in solitu+dine, fuoridel mondo, $ualcuno ha voluto vedere sim"oleggiata la con+dizione delloscrittore, allo stesso modo solitario e recluso.F

4uccessori di 4an 0uigi sono indicati i re francesi dalla met% del ?'''a tutto il ?')secolo.3li arazzi hanno come modello $uello del ?) secolo esistente nel te+soro dellacattedrale di 4ens, che raffigura la storia di Ester e di Assuero.<

J4ant’Eligio =+<D>, orafo del re (lotario '', fu da $uesti nominatosuo tesoriere

 perch6 con la $uantit% di metallo prezioso, che gli aveva da+to per fare un trono,gliene aveva forgiati due. 4uccessivamente, re 2ago+ "erto =<FF+<> lo fece suoconsigliere e lo nomin# vescovo di Bo9on, in+carico nel $uale il santo convertì molti

 pagani, fond# ospedali e diede as+sistenza ai poveri.

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' figli cadetti di 0uigi il 3ermanico, che fu sovrano della parte orien+tale dell’imperocarolingio dall’; all’@<, com"atterono contro il padre,per gelosia nei confronti delfratello maggiore, favorito nella spartizionedel regno.;

 Bella regione di 'l liers si trovano numerosi monument i megalit ic i, la cui presenza il popolo attri"uiva alle fate.

 Bella notte della cripta merovingia appaiono come guida il sacresta+no /h6odore ela sorella, che pi avanti diverr% la prosperosa camerieradella "aronessaPut"us, tutti e due legati con fili erotici al Barratore. 4i+ge"erto ' =@+@>, divenuto re di Metz alla morte del padre (lotario ',fu fatto uccidere da&redegonda, moglie del fratello. 0a stessa aveva fattouccidere 8runilde, suarivale, sorella della moglie di 4ige"erto: si trattadun$ue della cognata e nondella figlioletta di 4ige"erto, come ricordaAugustin /hierr9 neiG6cits des temps m6rovingiens, d i c u i - c i t a t o p i avanti un "rano che racconta il miracolo dellalampada che cadde sullalastra di marmo, senza rompersi, e scavando una "ucacome se fosse ca+duta sulla molle creta, nel giorno dei funerali.<llliers, modello di (om"ra9, aveva, oltre alla chiesa principale, dedi+cata a 4aint+Kac$ues, un’altra chiesa, dedicata a 4aint+Nilaire, che era sta+ta distrutta durante laGivoluzione.@

0a chiesa di 4aint+Augustin fu costruita a partire dal <F da 8al+tard,l’architetto delle Nalles, e la sua cupola ricorda vagamente $uella di4an Pietro, per cui si cita l’incisore 3iam"attista Piranesi =@JF+@@>, au+tore di famose veduteromane. Proust ha a"itato nel $uartire di 4aint+Au+gustin, prima in "oulevardMalesh er"es D, f ino al DFF, poi in rue de (ourcelles ;, f ino al DF<,e poi in "oulevard Naussmann FJ, fino alDD.( r a v a t t e a n o d o l a r g o e f l u t t u a n t e c h e p r e n d o n o i l n o m ed a &ranCoise+0ouise de 0a )alli-re =<;;+@F>, favorita di 0uigi ?') primadella

Montespan.D'' peccato per cui non c’- remissione - $uello dell’apostasia, come scrive 4anPaolo,0ettera agli E"rei, )', ;+.<FPi che di 3il"ert, si tratta di (harles le Mauvais, re di Bavarra econte diUvreu =J+@>, definito da )oltaire «uno dei flagelli della

<;

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&rancia», raffigurato con le mani giunte, in preghiera, in una vetrata del+la cattedraledi Uvreu, che aveva contri"uito a ricostruire.<0’episodio dello zio Adolphe =che ha per modello il prozio 0ouisVeil> edella «dama in rosa» - stato aggiunto sul testo dattiloscritto in unsecondo tempo,all’inizio del DF.<J0a famosa edicola su cui a Parigi sono affissi i manifesti degli spetta+coli, chiamata

Morris dal primo concessionario.<0e testament de (6sar 3irodot=D>, di Adolphe 8elot e Edmond )il+letard, fu un cavallo di "attaglia di 4arah8ernhardt e figurava nel reper+torio della (om6die+&ranCaise ancora nel DF. 0’Edipo re- la famosa tra+gedia di 4ofocle, in cui s’impose Mounet+4ull9 dal al/h6Ttre+&ra+nCais. stato giustamente notato che un’allusione all’infelicere di /e"enon poteva mancare nelle pagine dedicate all’infanzia del Barratore, in+

trise di sentimenti edipici.<;0es 2iamants de la (ouronne=;> e0e 2omino noir =@> sono dueopere comiche musicate da 2aniel Au"er =@J+@> su li"retti diEug-+ne 4cri"e =@D+<>, rimaste in repertorio fino alla fine del secolo.<2olce con riso, latte, zucchero, vaniglia, con aggiunta di scorzetted’arancia,

 pezzetti di ciliege candite in maraschino e panna montata. Al+t r a v a r i a n t e - i lr i s o a l l a t t e c o n c r e m a i n g l e s e , s e r v i t o c o n c r e m a ( h a n t i l l 9 .<<4erie di attori fra i pi cele"ri del tempo, attivi alla (om6die+&ra+nCaise:Kules 3ot =JJ+DF>, del repertorio comico, 0ouis+Ars-ne 2elau+n a 9 = J < + D F > , d i $ u e l l o c l a s s i c o , A l e a n d r e + & r 6 d 6 r i c& e " v r e =+D<>, di $uello moderno, (harles+Kean+Koseph /hiron =F+D>,di $uello moderno in parti di uomo maturo, e 8enoSt+(ostant(o$uelin=;+DFD>, grande interprete delMisanthropedi Moli-re.<@

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s ta t o g i % r i c o r da t o N en r i + P o l 9 d or e M au " a n t , a n c h e l u id e l l a (om6die+&ranCaise, in rapporto con il signor )inteuil.<(arrozza chiusa a due posti, con il cocchiere all’esterno.

<D Bell’elenco delle at trici pi il lustri della fine del l’1ttocento apparela8erma, personaggio immaginario del romanzo, dopo la grande4arah8ernhardt =;;+DJ> e prima di Keanne+Kulia Gegnault, detta Mme 8ar+tet=;+D;>, memora"ile nelle parti di 86r6nice e di Androma$ue,diMadeleine 8rohan =+DFF> grande attrice molieriana e di suanipote Keanne 4amar9 =@+DF> che fu apprezzata sou"rette.@F«5na tazza di t-.» 0’anglomania linguistica - indice di sno""ismo.@A Parigi, carta azzurra per lettera o plico per posta pneumatica, det+to anche «pneu».<

@JAchille /enaille de )aula"elle =@DD+@D>, storiografo e pu""licista,ministro dellaPu""lica 'struzione nel ;, fu autore di unaNistoire desdeu Gestaurations.@0’atipico pr6maman della sguattera ricorda le ampie sopravvesti inuso nel Medioevoe tramandate dagli affreschi di 3iotto =J<@+@>.

@; Bei pressi dell’antica Arena romana di Padova sorge la (appella de+gli 4crovegni,affrescata da 3iotto negli anni F;+F<. Bello zoccolo so+no dipinte, in serie disette, le)irte i)izi, tra cui0a (arit%

, ricordata pivolte da Kohn GusLin, specie nel li"ro3iotto and his VorLs in Padua=>,oltre alla

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3iustiziae al l ’'nvidia, ecc., che Proust pot- vedere di personadurante il suo primo viaggio in

'talia, nel maggio del DFF.@*uesta suggestione di fiori violetti e rossastri - certamente di deri+vazioneletteraria. 5n primo cenno se ne trova inMadame 8ovar9di &lau+ "ert. *ui, tanto il primo amore non realizzato fra Emma e 06on,$uanto$uello con Godolphe sono associati ai muri dei giardini e ai fiori dicoloreviola. 5lteriori esempi si potre""ero rinvenire nell’altra grande operadi&lau"ert, l’Uducation sentimental. Bon "isogna dimenticare per#, un fram+mento manoscritto di Proust che fa unrichiamo esplicito in proposito, aun’opera di 8alzac,0e l9s dans la vall6e.@<4ono stati proposti molti modelli per 8ergotte, lo scrittore dellaGe+cherche, da Ernest Genan a Kules 0emaitre, da Alphonse 2audet a Mmede Boailles,da Maurice 8arr6s a Nenri 8ergson, ma le sue $ualit% pievidenti sono

 prese da Kohn GusLin e soprat tut to da Anatole &rance =;;+DJ;>, dicui Proust, in $uegli anni, aveva sotto gli occhi0e (rime de4ilvestre 8onnard=>.@@Alfred de Musset =F+@>,0a Buit de Mai, v. .@

 Kean Gacine =<D+<DD>,Ph-dre, atto ', scena , v. <.@D(harles+Marie 0econte de 0isle =+D;> partecip# al movimentofourierista in

 pol it ica e a $uello parnassiano in poetica, scrivendo iPo-+mes anti$ues=J>, iPo-mes "ar"ares

=<J> , e iPo-mes tragi$ues=;>.Appassionato dell’antica 3recia, tradusse l’

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'liade, l’1disseae ta nt i al tr i classici greci e latini. Assertore della laicit%, compose il

(atechisme popu+laire repu""licain=@J>.F8hagavat=che significa "eato> - l’appellativo riservato in 'ndia alleincarnazioni di8uddha ed - uno deiPo-mes anti$uesdi 0econte de 0isle.5no deiPo-mes tragi$uesdi 0econte de 0isle.JProust fu sempre molto critico con /h6ophile 3autier, che riteneva«0a fille de Minos et de Pasipha6» il pi "el verso di Gacine: ma Maime du(amp attri"uisce $uel giudizio a 3ustave&lau"ert.0a madre di Proust, Keanne Veil, era di famiglia e"rea.

<<

;(oro della prima scena del '' atto de0a Kuive=>, opera in cin$ueatti di &romenthal Nal6v9 =@DD+<J>, su li"retto di Eug-ne4cri"e. 2ellastessa opera era l’aria famosa «Gachel $uand du 4eigneur ».

Aria di 4ansone del la seconda scena del ' a t to di4amson et 2alila

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= @ @ > d i ( a mi l l e 4 a in t +4 a \n s = + D J > , s u l i "r e t t o d i&erdinand0emaire.<«Arcieri fate "uona guardia ] )egliate senza tregua n6 rumore.» 2ialcune di $ueste

citazioni non si conoscono le fonti e potre""ero esserestate inventate daProust.@«2i $uel timido israelita ] come fin $ui guidaste i passi» Anche di$uesta citazionenon si conosce la fonte.«(ampi paterni, E"ron, dolce vallata.» Aria di 3iuseppe del ' attodelKoseph=F@> di Utienne+Bicolas M6hul =@<+@>, riproposto in unanuova versioneall’1p6ra nel DD.D«4i, io sono della razza eletta.» Ancora una citazione priva di autore.DF0e citazioni di 8ergotte sono tratte la prima da Anatole &rance =0e(rime de 4ilvestre 8onnard> e la seconda da 0econte de 0isle.D Athalie=<D> e

Ph-dre=<@@> sono le pi famose e rappresentate tra+gedie di Gacine.DJ'n italiano nel testo.DGitratto di Maometto '' di 3entile 8ellini =;JD+@>, che lo aveva eseguitodurante un soggiorno a (ostantinopoli. 2apprima conservato inun palazzo sul (anal3rande, - ora alla Bational 3aller9 di 0ondra.D;

4culture di re e regine "i"liche decorano il portale occidentale dellacattedrale di(hartres, e Kohn GusLin aveva sostenuto che fossero pi "el+le della statua dellaMadonna della cattedrale di Amiens.D0a prefazione che Anatole &rance aveva scritto a un’edizione di Ga+c i n e i nc i n $ u e v o l u m i , n e l @ ; , f u a n c h e p u " " l i c a t a i n u nfascicoloautonomo.D<Preghiere e processioni per chiedere al 4ignore di "enedire i campi edi renderli

fecondi. 4i tenevano nei tre giorni precedenti l’Ascensione.D@0a chiesa di 4aint+Nilaire, a 'lliers, venne demolita durante la Givo+luzione francese.

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D Bel tesoro della cattedrale di 4ens si conservano arazzi del *uattro+cento e del(in$uecento, raffiguranti storie della )ergine e dell’Antico/estamento, tra cuiEster incoronata da Assuero.

DD Bell’opera di Kules *uicherat,2e la fo rmation franCa ise des ancie ns noms de l ieu, Paris, <@, che Proust ha presente, un capitolo - dedicatoai nomi chehanno cam"iato genere, portando tra gli esempi $uello di<@

4ant’'lario, con una risonanza interna che si amplier% nelle serie di eti+mologie che saranno poroposte in4odoma e 3omorra.FFA l t r o e s e m p i o d i g e n e r e c h e s i t r a s f o r m a , a $ u a n t o s il e g g e nell’opera di *uicherat citata, - 4anta Eulalia che diventa 4aint+Uloi.F' nomi di $uesti sovrani carolingi sono inventati, anche perch6 -noto chetale dinastia si estinse definitivamente prima del Mille, ma le im pr es e ha nt ra t to i sp i raz ione da l l a monograf ia su ' l l i er s pu""l ica tadall’a""6Mar$uis nel DF;, in cui sono per# tutte riferite a 3offredo, vi+sconte di(hTteaudun, vissuto nell’?' secolo. (ome antenati dei 3uer+mantes, sono

 presentati, in ogni modo, come di stirpe reale e con una no+tevole predisposizione adatti di crudelt%.FJ/eodo"erto ' =F;+;> re d’Austrasia di cui 3regorio di /ours cele+ "r# lacaratteristica di costruttore e la li"eralit% verso le chiese.

F3uglielmo ' il (on$uistatore =FJ@+F@>, duca di Bormandia e poire d’'nghilterra,di cui Proust si era appassionato leggendo l’

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 Nistoire de lacon$uWte de l’Angleterre par les Bormandsd’Augustin /hierr9 =@D+<>.F;«0a felicit% dei malvagi come un torrente fugge.» Gacine,

Athalie,atto '', scena )'', v. <.F)oltaire aveva citato nel suoEssai sur la po6sie 6pi$uela frase di Bi+colas de Mal6zieu =<F+@J@>: «0es &ranCais n’ont pas la tWte 6pi$ue».F<'' personaggio di )inteuil, musicista e professore di piano, nascenella

 primavera del D dalla fusione di due precedenti personaggi, 8er+get, autoredella cele"re sonata, e )ington, un vecchio naturalista che lafiglia fa moriredi crepacuore, per mostrare che i l genio pu# esistere an+che in un

 pover’uomo.F@(rema con aroma di mandorle e anche torta ripiena di crema allemandorle,dal nome dell’inventore il marchese di &rangipane.F

 Bella geografia immaginaria di (om"ra9, il (alvario - una vasta zona

 "oschiva, alle porte dell’a"itato.FDNu"ert Go"ert =@+F> il pittore delle fontane di 4aint+(loud acui spesso Proustfa riferimento.FPersonaggio del romanzo(l6opTtred i 3 . d e 0 a ( a l p r e n - d e =<;+<<>, passato in prover"io per la suafierezza.

«4ono gi% neri i "oschi, azzurro ancora - il cielo.» )erso del poemadi Paul 2esXardins=D+D;F>(elui $u’on ou"lie, del , dedicato a 0a+martine. 'l poeta e scrittore era stato professore di

 proust al l’Ucole des4ciences Pol it i$ues, gl i aveva fatto conoscere l’opera diGusLin, avevafondato l’5nione per l’Action morale, con l’intento di reagire al

 pessimi+smo filosofico e allo scetticismo. 'n seguito, aveva promosso le 26cades,d e id i " a t t i t i c h e d u r a v a n o a p p u n t o d i e c i g i o r n i e c h e s i

t e n e v a n o<

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n e l l ’ a " " a z i a m e d i e v a l e d i P o n t i g n 9 . 0 ’ i n t e n t o e r a d ic o n t r i " u i r e all’elevazione morale della societ%.J Kean+Nenri &a"re =J+D> scrittore ed entomologo, definito «il)irgiliodegli insetti», raccolse le sue osservazioni nei dieci volumi dei

4ouvenirs entomologi$ues=@D+DF@>. Proust lo cono""e attraverso il volu+me di Elie MetchniLoff,Utudes sur la nature humaine=DF>, in cui si citanocaratteristiche della vespa scavatrice.&6li de )andenesse ricorre al linguaggio dei fiori per esprimere ilsuo amore allasignora di Mortsauf nel romanzo0e 09s dans la vall6edi8alzac =@DD+F>. /aluno ha voluto vedere in $uesto poetico eflorealeinvito di 0egrandin un sottile tentativo di seduzione.;Espressione tratta dal )angelo di Matteo, <, J+JD./rasposizione sul dattiloscritto da «rosa di 3erico» a «rosa di 3eru+salemme».*uesta variet% di rose in "otanica non esiste. Perci# si - pen+sato cheProust a""ia usato l’espressione per sim"olizzare una "ellezzaimpossi"ile, unsogno inappagato.<«Au coeurs "less6s l’om"re et le silence» costituisce l’epigrafe delromanzo di

8alzac,0e M6decin de campagne=>.

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@Andromeda, secondo la mitologia, - la principessa etiope incatena+ta allo scoglio in

 preda al mostro marino per placare la collera del dio delmare Poseidone. Ar+mor significa nell’antica lingua celtica un paese vici+n o a l m a r e , d a c u i

A r m o r i c a c o m e s i c h i a m a u n a z o n a d e l l a 8 a s s a 8retagna0’isola di 4ein, dove si seppeliscono i morti, che il mare separa daiv ivi , -

 paragonata a $uel la dei (immeri , immersi in una not te e trena nell’1dissea=canto ?', vv. <+D>, da Anatole &rance =;;+DJ;> nel capi+tolo ), terza parte,intitolato «En 8retagne» del romanzoPierre Bozi-re=DD>. Anche ne0a Pri-re sur l’Acropole=> &rance aveva paragonatola 8retagna al paese dei (immeri.D4econdo il (orano, le 5ri sono "ellissime vergini, compagne dei "eati nel

 paradiso maomettano.JF

 Bella prima edizione del D, al posto di Geims c’era (hartres. Pri+ma della guerra,infatti, Proust aveva collocato (om"ra9 nella stessa areageografica dove si trova'lliers, cio- non lontano da (hartres. Avendo poideciso di coinvolgere la cittadinadella sua infanzia nelle distruzioni del+la guerra, la spost# verso est, tra Geims e

0aon, dove pi infuriarono le "attaglie nella prima guerra mondiale =D;+D>.J(orrente vorticosa nel mare di Borvegia, a sud delle isole 0ofoten,su cui Edgar Allan Poe ha scritto uno dei suoi racconti pi intensi,5nadiscesa nel Maelstrom=;>.<D

JJ'ndica lo stile rococ#, proprio del regno di 0uigi ?), di cui la mar+chesa diPompadour =@J+@<;> fu la favorita e l’em"lema, protettricecome fu, fral’altro, di filosofi e scrittori, come Gousseau e )oltaire.

J'' valore sim"olico dei fiori, che si esprime in pieno nel primo li"rodellaGecherche

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, assegna al "iancospino una funzione di innocenza e dipurezza, conun’ispirazione che deriva da GusLin per il collegamento trai "iancospini e il cultocattolico della )ergine, osservato nell’ornamentodella Madonna di Amiens.J;

4Hann a"itava prima al $uai d’1rl6ans. Poi una volta sposato, sitrasferì nel$uartiere degli (hamps+Ul9s6es.J4ono trasferiti in prosa, e in un contesto patetico, alcuni versi di de+lusione tragicadella&edradi Gacine =atto ', scena ''', vv. <+<F>: «(omesono pesanti, $uesti vani ornamenti e$uesti veli ] *uale importuna ma+no m’ha sistemato i capelli ] sulla fronte facendotutti $uesti nodiI».J<0a stessa variazione di luogo segnalata precedentemente: $ui 0aonal posto di(hartres, com’era indicato nell’edizione del D.J@0a chiesa romanica di 4aint+0oup de Baud, nella 8rie, non - lonta+na da un paesinochiamato 3uermantes: Proust l’ha visitata ripetutamen+te e se n’- servito da modello

 per 4aint+Andr6+des+(hamps, la chiesa vi+cina a (om"ra9, e anche per la chiesa di8al"ec.J Koseph ?avier 8oniface, detto 4aintine =@D+<>, autore di vaude+villes e di

romanzi, comePicciola, citato spesso da Proust come esempiodi cattiva letteratura. (harles+3a"riel3le9re =F<+@;> pittore svizzerodi paesaggi, di effetto popolare e accademico.JD3li aneddoti riguardano Aristotele che cammina a $uattro zampeportandosulla schiena la cortigiana (ampaspe, che si trova in un "asso+rilievo della cattedraledi 0ione! e )irgilio, in una cesta, tirato con una fu+ne in cima a una torre da unadama, com’- rappresentato in un capitellodella chiesa di 4an Pietro a (aen. 0a fonte

- sempre il li"ro sull’arte reli+giosa medievale di Umile MTle.FAl ritrovamento del cadavere di 1rlando, (arlomagno esprime ilsuo dolore,con gesti e parole accorate, insieme con tutto il suo esercito. (fr.(hanson de Goland, vv. JD@+J;;J.'n4odoma e 3omorra

Proust precisa che si tratta di un li"ro di Augu+stin /hierr9, alla cui opera avevadedicato l’autunno <, $uando eraandato a 'lliers con i genitori, alla mortedella zia.

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J2alla monarchia di 0uglio, al 4econdo 'mpero e alla 8elle Upo$ueParigi eradiventata la capitale del teatro di puro divertimento, chiamato«th6Ttre du 8oulevard».@F

3iovanni Macchia nell’ Angelo della notte=pp. JJ;+JJ> illumina $ue+sto passo, citando il progetto di un melodramma cheProust aveva inten+zione di scr ive re nel DF< in col la "orazi one conl’amico Gen6 Peter. possi"ile ricostruirne la trama sulla "ase di unalettera di Proust a Ge9+naldo Nahn =(orrespondance, )', p. J<>.;Eug-ne+Emmanuel )iollet+le+2uc =;+@D> architetto e storicodell’arte,specialista del Medioevo, diresse i lavori di restauro di Botre+2ame diParigi, della 4ainte+(hapelle, dell’a""azia di 4aint+2enis, dellacattedrale di

Amiens, del castello di Pierrefonds, ecc. Proust non amava isuoi restauri e $uellidei s uoi s eguaci, ma aveva s tima del suo s enso a r+ c h i t e t t o n i c o ed e f i n i v a m i r a " i l e i l s u o 2 i c t i o n n a i r e r a i s o n n 6d e l’architecture franCaise du ?'ee au ?)'esi-cle, che cita spesso nelle notealla8i"le of Amiens

di GusLin.1sservazione tratta dalla3uide to the Academ9 at )enicee da4aint MarL’s restdi Kohn GusLin, in cui si metteva in risalto il primitivo splen+dore della

 "asilica di 4an Marco, con i suoi "ronzi, i $uattro cavalli dora+ti, e tutti gli antichimosaici =di cui - rimasto solo il primo a sinistra>, nel+le lunette sopra i cin$ue portali,

dal $uadro di 3iovanni 8elliniProcessio+ne delle reli$uie della (roce in piazza san Marco=;D<>.

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<Per l’identificazione della via e della locanda si veda la nota ;.@0a duchessa di Montpensier - Anne Marie 0ouise d’1rl6ans, dettala «3rande

Mademoiselle» =<J@+<D>! la duchessa di Montmorenc9, del4eicento, potre""eessere Marie+&6licie des 5rsins, moglie di Nenri '' du+ca di Montmorenc9, oppure0o9se de 0aval , moglie di Pierre de Mont+moren c9, di cui scr ive i lcanonico K. Mar$uis nella sua monografia su'lliers.0a citata monografia del canonico Mar$uis ricorda che il castello di'lliers fu costruitonel FD dal visconte 3eoffro9 de (hTteaudun, per di+fenderlo dalle minacce delvescovo di (hartres, &ul"erto.DAllusione al giardino =ancor oggi visi"ile> dello zio Kules Am9ot a 'l li e rs , ea l l e n infee d ip in te in ser i e da (laude Monet ed espos te t r a i l DFF eil DFD da 2urand+Guel, su cui Proust scrisse un articolo nel DF@contermini simili =cfr.Essais et articles, p. D+;F>.;FGicordo della presenza reale di Kuliette Koinville d’Artois, che vive+va in una casasolitaria non lontana da 'lliers, durante l’infanzia di Prou+st, e che pu""lic# unvolume di memorie

^ travers le coeur =@>, ma an+che reminiscenza letteraria de0a &emme a"andonn6e=;> di 8alzac, inc u i s i n a r r a d e l l a s i g n o r a d i 8 e a u s 6 a n ta " " a n d o n a t a d a l m a r c h e s e d’AdXuda+Pinto, e dell’identico gesto dei guantisfilati.@

;0e suggestioni sulle sorgenti sono ispirate da GusLin che aveva inanimo discrivere un li"ro sulla cattedrale di (hartres e d’intitolarlo/he4prings of Eure. 0a )ivonne che attraversa (om"ra9 - in realt% il fiume0oir che "agna 'llierse che ha le sorgenti a 4aint+Uman.;J0e sorgenti del fiume 0oir, prima che fossero prosciugate da unagrandesiccit% nel <D =come racconta il canonico Mar$uis>, erano anco+ra pi lontane, a

)ille"on, dove risiedevano le famiglie aristocratiche delluogo! e in effetti, nelle primestesure, il Qc[t6 de 3uermantesQ si chiama+va appunto Qc[t6 de )illesonQ. A$uesta lontananza nello spazio si ac+compagna la mitica lontananza nel tempo,

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la signora de (r6c9,che la signora )erdurin chiamava per nome, 1dette, edichiarava essere«un amore», e alla zia del pianista che doveva aver fatto la portinaia!

 per+sone ignare del "el mondo, alla cui ingenui t% era stato faci le far credereche la principessa di 4agan e la duchessa di 3uermantes erano costrette

ap a g a r e d e i d i s g r a z i a t i p e r a v e r e $ u a l c u n o a p r a n z o ,d i m o d o c h 6 all’offerta di farle invitare dalle due gran dame l’e portinaia e ladonni+na e$uivoca avre""ero rifiutato sdegnosamente.' )erdurin non facevano invitia cena.1gnuno aveva da loro «i l suo pos to a tavo la». Per la sera no nc’ er aprogramma. 'l giovane pianista suonava, ma solo se «gli girava»,

 perch6nessuno veniva costretto e, come diceva il signor )erdurin, «uno per tut+ti, tutti per uno». 4e il pianista voleva suonare la cavalcata della)alchiriao i l preludio del/ristanoJ, la signora )erdurin protestava, non gi% che$uella musica le dispiacesse,anzi, perch6 le faceva troppa impressione.«Allora ci tenete proprio che mivenga /emicraniaI 0o sapete che succe+de se mp re co sì , $u an do lu i su on a$uel la ro"a . 4o "en io $uel che miaspetta 2omani, $uando vorr#alzarmi, "uonanotte, sar# distrutta» 4elui non suonava, si facevaconversazione, e uno degli amici, pi spesso il@;

 pit tore favori to di turno, «"uttava lì», come diceva il signor )erdur in,«unagrossa scemenza che faceva sganasciare tutti», specialmente la si+gnora)erdurin, alla $uale un giorno,7tanto era solita prendere alla let+tera le espressioni figurate delle emozioni che

 provava,7il dottor (ot+tard =allora giovane de"uttante>, dovette rimettere a posto lamascellache si era slogata per aver riso troppo.0’a"ito nero era proi"ito perch6

si era fra «amici», e per non assomi+gliare ai «noiosi», da cui ci si teneva allalarga come dalla peste: li si invi+tava solo per le serate di gala, date il piraramente possi"ile e soltantose potevano divertire il pittore o far conoscere ilmusicista. Per il resto cisi accontentava di giocare alle sciarade, di cenare inmaschera, ma fra in+timi, senza mescolare estranei al «piccolo nucleo».Ma via viache i «camerati» avevano preso pi posto nella vita della si+gnora )erdurin, i noiosi, irepro"i, erano diventati tutto ci# che trattene+va gli amici lontano da lei, ci# cheli impediva $ualche volta di essere li+ "eri: la madre di uno, la professione di unaltro, la casa in campagna o lacattiva salute di un terzo. 4e il dottor (ottard

riteneva di dovere andarv i a a p p e n a a l z a t o d a t a v o l a p e r  t o r n a r e d a u n m a l a t o i n p e r i c o l o : «(hiss%», diceva la signora)erdurin, «forse gli far% meglio se non anda+te a distur"arlo stasera: passer% una

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 "uona nottata senza di voi, ci andre+te domattina presto e lo troverete guarito».&in dall’inizio di dicem"restava male al pensiero che per Batale e (apodanno ifedeli «staccassero».0a zia del pianista esigeva che $uel giorno lui andasse a cena infamiglia,dalla madre di lei:«(redete che ne morre""e, vostra madre, esclam#

duramente la signo+ra )erdurin, se non cenate con lei a (apodanno, come in provincia».0e sue in$uietudini rinascevano in vista della settimana santa:«)oidottore, uno scienziato, un uomo di spirito, naturalmente voi ve+nite il venerdì santo,come un giorno $ualsiasi», disse a (ottard il primoanno, in tono sicuro, come non

 potendo du"itare della risposta. Ma tre+ mava aspettando che la pronunciasse, perch6, se lui non fosse venuto ri+schiava di trovarsi sola.«'l )enerdì santo verr#O asalutarvi, perch6 andiamo a passare le festedi Pas$ua in Alvernia.7' n A l v e r n i a I P e r f a r v i m a n g i a r e d a c i m i c i e p u l c i , " u o n p r #v i faccia»E dopo un silenzio:«4e almeno ce l’aveste detto! avremmo cercatodi com"inare la cosa edi fare il viaggio insieme, con tutte le comodit%».@Parimenti, se un «fedele» aveva un amico, o unaha"itu6eunflirt, capa+ci di farli «staccare» $ualche volta, i )erdurin che non si spaventavano seunadonna aveva un amante, purch6 lo avesse a casa loro, lo amasse inloro, enon lo preferisse a loro, dicevano: «E""ene, portatelo, il vostroamico». E lo

si assumeva in prova per vedere se fosse capace di non avers e g r e t i p e r l as i g n o r a ) e r d u r i n , s e m e r i t a s s e d i e s s e r e a g g r e g a t o a l « p i c c o l oclan». 4e non lo era, il fedele che l’aveva presentato veniva pre+so da parte, e glisi rendeva il servizio di guastare i suoi rapporti conl’amico o l’amante.'n caso contrario, il «nuovo» diventava a sua volta unfedele. (osì $uando$uell’anno lademi+mondaineraccont# al signor )er+durin che aveva conosciuto un uomo affascinante, il signor 4Hann, e in+sinu# che $uesti sare""e stato "en felice di essere ricevuto in casa loro,

ilsignor )erdurin trasmise la richiesta alla moglie seduta stante. =0uinonaveva mai opinioni se non dopo sua moglie , e il suo compi tospecificoera di eseguire i desideri di lei, così come i desideri dei fedeli, congrandirisorse d’ingegnosit%.>«Ecco $ui la signora de (r6c9 che ha $ualche cosada chiederti. )or+re""e presentarti un suo amico, il signor 4Hann. (he ne diciI7Ma andiamo, - possi"ile rifiutare $ualche cosa a una piccola perfe+zionesimileI _itta voi, il vostro parere non viene richiesto, vi dico chesiete

 perfetta.

7Poich6 lo volete, rispose 1dette con fare lezioso, e soggiunse: lo sa+pete che io nonsono

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fishing for compliments.7

E""ene, portatelo il vostro amico, se - simpatico.»(erto, il «piccolo nucleo» nonaveva alcun rapporto con la societ% fre+$uentata da 4Hann, e dei mondani puriavre""ero pensato che non vale+va la pena di occuparvi come lui una posizioneeccezionale per farsi poipresentare in casa )erdurin. Ma 4Hann amava tanto ledonne, che a par+t i r e d a l g i o r n o i n c u i a v e v a c o n o s c i u t o

 p r e s s a p p o c o t u t t e $ u e l l e dell’aristocrazia, ed esse non avevanoavuto da insegnargli pi nulla, icertificati di naturalizzazione, $uasi patentidi no"ilt%, che il fau"ourg4aint+3ermain;gli aveva concesso, lui non se n’era curato pi, se non co+me d’una specie di valore discam"io, di lettera di credito priva di pregioin s6, ma che gli permetteva diimprovvisarsi una posizione in $ualche "uco di provincia, in $ualche oscuroam"iente di Parigi, dove gli era par+sa carina la figlia del signorotto locale o delcancelliere giudiziario. 'l de+siderio o l’amore gli restituivano un sentimento divanit%, di cui ormaiera esente nella consuetudine della vita ="ench6 senza du""iofosse statolui, in passato, a volgerlo verso la carriera mondana dove aveva sperpe+r at o i n p ia ce ri f ri vo li l e p ro pr ie d ot i s pi ri tu al i e a do pe ra to l a

 propr ia@<

erudizione in materia d’arte a consigliare le signore del "el mondo negliac$uisti di$uadri e mo"ili per i loro palazzi>, e che invece adesso gli da+va il desiderio di

 "rillare, agli occhi di una sconosciuta di cui si era inva+ghito, di un’eleganza che ilsolo nome di 4Hann non suggeriva di per s6.0o desiderava soprattutto se lasconosciuta era di umile condizione. Bel+lo stesso modo in cui un uomo intelligentenon ha paura di sem"rare stu+pido a un altro uomo intelligente, così un uomo elegantenon teme di ve+dere misconosciuta la propria eleganza, da un gran signore,ma da unozotico. ' tre $uarti degli sfoggi di spirito e delle menzogne di vanit% pro+

digati, dacch6 il mondo - mondo, da chi poteva solo esserne diminuito,eranoindirizzati a degli inferiori. E 4Hann, che era semplice e indifferen+te con unaduchessa, tremava di essere disprezzato, e posava, davanti aunacameriera.Bon era come tanti , che, per pigrizia o per un senso dirassegnazioneall’o""ligo, creato dallo stato sociale, di restare attaccati a una certariva,si astengono dai piaceri che la realt% offre loro fuori della posizione mon+dana, incui vivono rintanati fino alla morte, accontentandosi di chiama+re piaceri, inmancanza di meglio e una volta assuefatti, i divertimentimediocri o le noiesopporta"ili che essa racchiude. 4Hann, dal canto suo,non cercava di trovare

carine le donne con cui passava il tempo, ma dipassare il tempo con ledonne che prima aveva trovato carine. E spessoerano donne di "ellezza piuttosto volgare, perch6 le $uali t% fisiche checercava senza rendersene

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conto, erano del tutto opposte a $uelle che glirendevano ammira"ili le donnescolpite o dipinte dagli artisti che amava.0a profondit%, la malinconiadell’espressione gli gelavano i sensi, che in+vece "astava a svegliargli una carne sana,

 prosperosa e rosea.4e in viaggio incontrava una famiglia che sare""e stato pi

eleganteevitare di conoscere, ma nella $uale una donna gli si presentavadotatadi una grazia da lui ancora sconosciuta, starsene «sulle sue» e ingannareildesiderio che glien’era nato, sostituire un piacere diverso al piacere cheavre""e

 potuto conoscere con lei, scrivendo a un’antica amante di venir+lo a raggiungere, glisare""e parsa un’a"dicazione così vile di fronte allavita, una rinunzia così stupida auna gioia nuova, come se, invece di visi+tar e il pae se , si fo ss e co nfi na to incamera a guardare vedute di Parigi.Bon si chiudeva nell’edificio delle suerelazioni, ma per poterlo ricostrui+re da cima a fondo su "asi nuove dovun$ue unadonna gli fosse piaciuta,ne aveva fatto una di $uelle tende smonta"ili che gliesploratori portanocon s6. *uanto a ci# che non si poteva trasportare oscam"iare con unpiacere nuovo, lo avre""e dato via per nulla, per  invidia"ile che fosseparso ad altri.@@*uante volte il suo credito presso una duchessa, accumulato negli annidal desiderioche lei aveva di essere carina con lui senza mai trovarne oc+casione, l’aveva li$uidatodi colpo chiedendole indiscretamente per tele+gramma una raccomandazionetelegrafica che lo mettesse all’istante inrapporto con un fattore di lei, del$uale in campagna aveva notato la fi+glia, come fare""e un affamato "arattandoun diamante con un pezzo dipane. A cose fatte se ne divertiva persino, perch6,

riscattata da delicatez+ze rare, c’era in lui una certa grossolanit%. 'noltre,apparteneva a $uellacategoria di uomini intelligenti vissuti nell’ozio, che cercanouna consola+zione, e forse una scusa, nell’idea che $uest’ozio offra all’intelligenzaog+getti degni d’interesse $uanto $uelli che potre""e offrire l’arte o lo stu+dio, che la «)ita» contenga situazioni pi interessanti, pi romanzescheditutti i romanzi. Almeno lui lo affermava e ne persuadeva facilmente ipi raffinati tra isuoi amici del gran mondo, specie il "arone di (harlus,che lui si divertiva a far ridere col racconto delle avventure piccanti chegli capitavano: come$uando, condottosi a casa una donna incontrata intreno, aveva scoperto

che era la sorel l a di un sovran o nel le cui mani s’intrecciavano in $uelmomento tutti i f il i della polit ica europea, cosic+ch6 lui ne era statoinformato in maniera davvero gradevole! o $uando,per un gioco complicatodi circostanze, dipendeva dalla scelta che si at+tendeva dal conclave se luisare""e o no diventato l’amante di una cuoca.2el resto non era soltanto lo stuolo

 "r il lante del le virtuose vecchie si+gnore, dei generali , degli accademici, acui era particolarmente legato,che 4Hann costringeva con tanto cinismo aservirgli da mezzani. /utti isuoi amici erano a"ituati a ricevere ogni tantoda lui delle lettere, in cuiu n a p a r o l a d i r a c c o m a n d a z i o n e o d i

 p r e s e n t a z i o n e e r a c h i e s t a c o n un’a"ilit% diplomatica tale che, persistendoattraverso gli amori successi+vi e il mutar dei pretesti, denunziava, pi di $ualsiasieventuale goffaggi+ne, un carattere costante e identici scopi. Molti anni dopo,

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$uando inco+minciai a interessarmi del suo carattere per via della somiglianza che,intutt’altri campi, aveva col mio, spesso mi sono fatto raccontare che $uan+doscriveva a mio nonno =che non lo era ancora, perch6 il grande amoredi4Hann e""e inizio verso il tempo della mia nascita, e interruppe a lun+go simi l i

 pra t iche> , r iconoscendo su l la "usta la scr i t tura del l ’amico i lnonnoesclamava: «Ecco 4Hann che ha $ualcosa da chiedere: in guar+ dia».E sia per diffidenza, sia per il sentimento inconsciamente dia"olicoche spinge aoffrire una cosa solo a chi non ne ha voglia, i miei nonni op+ponevano recisamenteun non luogo a procedere alle sue preghiere pifaci l i da soddis fare,come di presen tar lo a una ragaz za che veniv a a pranzo da loro tut te ledomeniche! ogni volta che 4Hann ne riparlava,@erano costretti a fingere che non la vedevano pi, mentre per tutta la set+timana sidomandavano chi invitare con lei, e spesso finivano, col nontr ova renessuno, pur di non chiamare colu i che ne sare""e s ta tocosìcontento.A volte una coppia di amici dei nonni, che fino a $uel momento si era+no lamentati di non vedere mai 4Hann, annunciavano con soddisfazionee forse un po’col desiderio di suscitare invidia, che lui era diventato conloro di una gentilezzastraordinaria, che non li lasciava mai. 'l nonno nonvoleva tur"are il loro piacere, maguardava la nonna canticchiando:*uel est donc ce m9st-reI Ke n’9 puis riencomprendre.oppure:)ision fugitiveO

<oppure:2ans ces affairesle mieu est de ne rien voir @.*ualche mese dopo, se il nonno domandava al nuovo amico di 4Hann:«E 4Hann, lovedete sempre moltoI», l’interlocutore faceva il viso lungo:«Bon pronunciate mai$uel nome davanti a me7Ma io credevo che fo+ste tanto legatiO ». (osì, per $ualche mese, era stato intimo dicerti cugi+ni della nonna, pranzava da loro $uasi ogni giorno. 8ruscamente

smisedi andarci, senza avvertire. 0o credettero malato, e la cugina della nonnastava per mandare a chieder notizie, $uando nell’officetrov# una sua let+tera infilata inavvertitamente nel li"ro di conti della cuoca! lui leannun+ciava che stava per lasciare Parigi, che non sare""e potuto venire pi. Eralasua amante, e al momento di rompere, aveva creduto utile informareleisola.*uando invece l’amante in carica era una persona di mondo, o almenotale cheun’origine troppo umile o una posizione troppo irregolare nongl’impediva difarla ricevere in societ%, allora vi ritornava per lei, ma solonell’or"ita particolare dove

lei si muoveva o dove lui l’aveva introdotta.«'nutile stasera contare su 4Hann, sidiceva! lo sapete, - il giorno d’1p6ra

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della sua Americana .» 0a faceva invi ta re nei salo t t i par t ico larmente esclusivi dove colt ivava le proprie a"i tudini , i pranziset t imanali , i l po+Ler! ogni sera, dopo che una leggera arr icciatura aisuoi capel l i ross i

@Dtagliati a spazzola aveva temperato con un po’ di dolcezza la vivacit% deisuoi occhiverdi, sceglieva un fiore da mettersi all’occhiello e usciva perraggiungerel’amante a pranzo da $uesta o $uella signora del proprioam"iente! e allora,

 pensando all’ammirazione e al l’amicizia che la gente alla moda, per cui luifaceva il "ello e il cattivo tempo, e che stava per in+contrare, gli avre""e

 prodigato davant i alla donna che amava, trovavaancora fascino in $uella vitamondana della $uale si era stancato, ma chegli sem"rava preziosa e "ella da$uando vi aveva incorporato un nuovoamore, come penetrata e colorata da una

fiamma insinuata che vi ardessedentro.4 e n o n c h 6 c i a s c u n o d i $ u e s t il e g a m i o d i $ u e s t iflirt, e r a s t a t o l’attuazione pi o meno completa di un sogno nato alla vista di unviso odi un corpo che spontaneamente, senza sforzo, 4Hann aveva trovato gra+zioso.Ma $uando un giorno, a teatro, fu presentato a 1dette de (r6c9 daun e amico dilei che gliene aveva parlato come di una donna affasci+nante con cui forse

 poter com"inare $ualche cosa, ma dipingendola pi difficile di $uanto in realt%non fosse per crescere merito alla circostanzadi avergliela fatta conoscere, lei era

apparsa a 4Hann non certo priva di "ellezza, ma di $uel genere di "ellezzache lo lasciava indifferente, nongli suscitava desiderio, anzi gli dava una speciedi repulsione fisica! unadi $uelle donne come ne esistono per tutti, diverse per ciascuno, e che so+no l’opposto del tipo che i nostri sensi domandano. Aveva il

 profilo trop+po pronunciato per potergl i piacere, la pel le troppo del icata, gl izigomitroppo in rilievo, i lineamenti troppo tirati. 3li occhi erano "elli, matantograndi che si piegavano sotto la propria mole affaticando il resto delvi+so, e le davano sempre l’aria di avere una "rutta cera o di essere di catti+vo umore.*ualche tempo dopo $uella presentazione a teatro, lei gli ave+va scrit to per 

chiedergli di vedere le sue collezioni che la interessavanotanto, «lei,un’ignorante che aveva il gusto delle cose "elle», dicendo chele sare""e parso diconoscerlo meglio $uando l’avesse visto nel «suoho+me» dove lo immaginava «così a suo agio col suo t- e i suoi li"ri», "ench6non glinascondesse la sorpresa di saperlo a"itare in $uel $uartiere che doveva esserecosì triste e che «era così pocosmart

 per lui che lo era tan+to». E, dopo che l’e""e lasciata venire, le i nell’andar viagli aveva dettoche le rincresceva di essere rimasta così poco in $uella casa dov’erastatafelice di penetrare, parlando di lui come se rappresentasse per lei $ualco+sa di

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 pi del le altre persone che conosceva! sem"rava sta"il ire fra lorodue unaspecie di legame romanzesco, il che lo aveva fatto sorridere. Mal’et% gi% un po’disincantata alla $uale si avvicinava 4Hann, in cui sap+piamo accontentarcidi essere innamorati per il piacere di esserlo, senza

Ftroppa pretesa di reciprocit%, $uesto avvicinamento dei cuori, se non -pi,come nel la pr ima giovinezza , i l f ine a cui tendene ce ss ari ame nt e l’amore, in compenso continua ad essergli connesso per un’associazioned’idee così forte che pu#, precedendolo, diventarne la causa. 5ntempo sisognava di possedere il cuore della donna di cui si era innamorati!

 pitardi, sentire di possedere il cuore di una donna pu# "astare a farci inna+morare dilei. (osì nell’et% in cui sem"rere""e, poich6 allora nell’amore sicerca soprattutto un

 piacere soggettivo, che il gusto per la "ellezza delladonna de""a occupare la parte

decisiva, l’amore pu# nascere7l’amorenel senso pi fisico del termine7senza che vi sia stato, alla "ase, un de+siderio preliminare. 3i% pi volte in$uello stadio della vita siamo staticolpiti dall’amore! esso non segue pi le

 proprie leggi sconosciute e fata+li, dinanzi al nostro cuore stupefatto e passivo!gli andiamo in aiuto, lofalsiamo con la memoria, con la suggestione.Giconoscendo uno dei suoisintomi, ci ricordiamo degli altri, li facciamo rinascere.

4iccome ne posse+diamo la canzone incisa in noi tutt’intera, per trovarne il seguitonon c’- "isogno che una donna ce ne dica l’attacco7colmo dell’ammirazioneispirata dalla "ellezza. E se incomincia a met%7l% dove i cuori si avvici+nano, dove si parla di esistere ormai solamente l’uno per l’altro7siamoa""as tanza a"i tuat i a $uel la musica per raggiungere su"i to la

nostracompagna al passo dove ci attende.1dette de (r6c9 ritorn# a trovare 4Hann, poi intensific# le sue visite! esenza du""io, ogni volta si rinnovava in lei ladelusione di trovarsi di+nanzi $uel viso di cui, nel frattempo, aveva un po’dimenticato i partico+lari, e che non ricordava n6 tanto espressivo n6,malgrado la giovent,tanto appassito! si rammaricava, mentre lei gli parlava, che lasua grande "ellezza non fosse del tipo che lui avre""e preferito spontaneamente. 8i+sogna dire d’altronde che il viso di 1dette appariva pi magro e pi pro+minente

 perch6 la fronte e la sommi t% de l le guance, $uesta superf ic ie unita e pi piana, era coperta dalla massa dei capell i che allora si porta+ vano

 prolungati in una frangetta, alti sulla sommit% e cotonati e sparsi inciocchecapricciose lungo le orecchie! e $uanto al corpo, che era modella+to stupendamente,riusciva difficile scorgerne la continuit% =a causa dellamoda del tempo, e "ench6 lei

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fosse una delle donne di Parigi che si vesti+vano meglio>, a tal punto il "usto,venendo avanti in sporgenza come suun ventre immaginario e terminando

 "ruscamente a punta, mentre sottoincominciava a gonfiarsi il pallone delle doppiesottane, dava alla donnal’aria di esser composta di pezzi diversi male infilati uno

nell’altro! tantole gale, i falpal%, il corpetto seguivano con indipendenza assoluta,s econ+ do l a f an t as i a de l d i s egno o l a cons i s t enza de l l a s t o f f a , l al inea che l iconduceva ai fiocchi, agli s"uffi di pizzo, alle frange dritte di giaietto, op+p u r e l ig u i d a v a l u n g o l a s t e c c a d e l " u s t o , m a n o n a d e r i v a n oa f f a t t o all’essere vivente che ci si trovava infagottato o perduto a secondachel’architettura di $uei fronzoli si avvicinasse o si scostasse troppodallasua.Ma partita 1dette, 4Hann sorrideva ricordando che lei gli aveva dettocomelungo le sare""e parso il tempo nell’attesa che lui le permettesse ditornare!rammentava l’aria in$uieta, timida, con cui una volta l’avevapregato di nonlasciar passare troppo tempo e lo sguardo che aveva avu+to in $uel momento, fissosu di lui con implorazione timorosa, e che larendeva commovente sotto ilmazzolino di viole del pensiero artificialiappuntato sul cappello tondo di

 paglia "ianca, col sottogola di vellutonero. «E voi, gli aveva det to, nonverreste una volta da me a prendere il t-I» 0ui aveva tirato in "allo certi lavori incorso, uno studio7in realt%a""andonato da anni,

7su )er Meer di 2elftD. «Povera me, capisco chenon posso far niente, accanto a sapientoni come voialtri,aveva risposto.4arei come la rana davanti all’areopagoF. Eppure mi piacere""e tantoistruirmi, sapere, essere iniziata. (ome dev’esseredivertente cercare li"riusati, ficcare il naso fra vecchie scartoffie», avevasoggiunto con l’ariacontenta di s6 che assume una donna elegante

nell’affermare che il suodivertimento sta nel dedicarsi a $ualche "assafaccenda, senza timored’insudiciarsi, per esempio far da cucina «mettendo leistessa le mani inpasta». «)oi vi "urlerete di me, $uel pittore che vi impedisce divedermi=voleva dire )er Meer>, non ne avevo mai sentito parlare! - ancora vivoI4i

 pu# vedere a Parigi $ualche sua operaI Per farmi un’idea di $uello cheamate,indovinare un po’ che cosa c’- sotto $uella gran fronte che lavoratanto, in $uellatesta che uno sente occupata sempre a riflettere! dirmi:ecco, - a $uesto che luista pensando. (he sogno, essere mescolata ai vo+stri lavori» 0ui si era scusatoadducendo il timore di amicizie nuove, ci#che aveva chiamato, per galanter ia, la

 paura di essere infel ice. «Avetepaura di un affettoI (om’- strano, io che noncerco altro, che darei la vitaper trovarne uno», aveva detto lei con voce cosìnaturale, così convinta,che lui ne era rimasto scosso: «4icuramente avete sofferto

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 per una donna.E credete che le altre siano come lei. 0ei non ha saputocomprendervi,voi siete un essere così fuori del comune. Proprio $uesto mi -

 piaciuto invoi da principio, ho sentito che non eravate come gli altri.7

E poi del re+sto anc he voi , l e a vev a det to 4Ha nn, io so "en e com e sonole donne,avrete un sacco di occupaz ioni , sarete poco l i"era.7' o I n o n h o m a i niente da fare 4ono sempre li"era, lo sar# sempre per voi. 2igiorno e dinotte, a $ualun$ue ora vi facesse comodo vedermi, mandatemi a cercare,J

sar# felicissima di accorrere. 0o fareteI 4apete cosa sare""e carinoI la+

sciarvi presentare alla signora )erdurin, vado da lei tutte le sere. Pensa+te 4e ciincontrassimo lì, e io potessi raccontarmi che - anche un po’ perme che ci siete».Es en z a d u" " io , r ic or da nd o c os ì i l or o c o ll o $u i, p en sa nd o c o sì alei$uando era solo, lui si limitava a farne giocare l’immagine fra moltealtreimmagini femminili, in romanzesche fantasticherie. Ma se, grazie aunacircostanza $ualsiasi =o, forse, anche senza, giacch6 la circostanza chesipresenta $uando uno stato d’animo, finora latente, si rivela in noi, pu# no na ve rc i i nf l ui to p er n ul la >, se P imma gi ne d i 1d et te d e ( r6 c9fossegiunta ad assor"ire tutte $uelle fantasticherie, se esse non fossero

statepi separa"ili dal ricordo di lei, allora l’imperfezione del suo corpononavre""e pi avuto alcuna importanza, n6 che fosse, pi o meno di un al+tro corpo,conforme ai gusti di 4Hann: perch6, diventato il corpo di coleiche lui amava,sare""e stato ormai il solo capace di cagionargli gioie etormenti.Mio nonno

 per l’appunto aveva conosciuto, cosa che non poteva dirsi di nessuno dei loroamici di oggi, la famiglia di $uei )erdurin. Ma avevaperso ogni contatto con coluiche chiamava «il giovane )erdurin», e che considerava, un po’ superficialmente,7

 pur conservando parecchi mi+lioni

7, caduto nel giro della "oh-me e della marmaglia. 5n giorno rice+vette una lettera di4Hann che gli domandava se potesse metterlo in con+tatto coi )erdurin: «'nguardia, in guardia, aveva esclamato il nonno,non mi meraviglia affatto, -

 proprio lì che 4Hann doveva andare a finire.5n "ell’am"ientino Prima di tutto non posso fare $uanto mi chiede per+ch6 $uel signore non lo conosco pi. E poi ci sar%sotto una storia di don+ne, io non m’immischio in faccende del genere. 8ene

 "ene ci sar% da di+ vertirsi, se 4Hann indossa le insegne dei giovani )erdurin».E,in seguito alla risposta negativa di mio nonno, fu 1dette in personaa condurre 4Hanndai )erdurin.'l giorno che 4Hann vi fece il suo ingresso, i )erdurin avevano avutoacena il dottor (ottard e la moglie, il giovane pianista con la zia, e il pitto+re chegodeva a $uel tempo del loro favore! $ualche altro fedele si era poiaggiunto durante il

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corso della serata.'l dottor (ottard non sapeva mai con sicurezza in che tonodoveva ri+spondere alla gente, se l’interlocutore scherzasse o dicesse sul serio. Eadogni "uon conto aggiungeva a tutte le espressioni della suafisionomial’offerta di un sorriso condizionale e provvisorio, la cui finezza

in attesalo avre""e scagionato dal rimprovero d’ingenuit%, se il discorsorivolto+gli risultava essere stato scherzoso. Ma siccome per far fronteall’ipotesiopposta non osava lasciare il sorriso affermarsi chiaro e tondo sullasuafaccia, vi si vedeva ondeggiare perpetuamente un’incertezza in cui si leg+geva ladomanda che non osava rivolgere: «2ite sul serioI». Anche menoche in salotto erasicuro del modo di comportarsi per la strada, e pi ingenerale, nella vita, e losi vedeva opporre ai passanti, alle carrozze, agliavvenimenti, un sorriso maliziosoche toglieva in anticipo al suo conte+gno ogni sconvenienza perch6, se erafuori posto, dimostrava che lui losapeva "enissimo e che, se lo aveva adottato,era stato per scherzo.'n ogni caso, su tutti i punti in cui un’aperta domanda glisem"rava le+cita, il dottore non si risparmiava per restringere il campo dei suoidu""ie completare la sua istruzione.(osì, seguendo i consigli datigli da una madre

 previdente $uando eravenuto via dalla provincia, non lasciava mai sfuggire unalocuzione o unnome proprio che gli fossero sconosciuti, senza cercare didocumentarsiin proposito.Per le locuzioni era insazia"ile di ragguagli,

 perch6, supponendo lorotalvolta un senso pi preciso che non a""iano, avre""edesiderato sapereche cosa si voleva dire esattamente con $uelle che sentiva usare pi

spes+so: la "el lezza del l ’as ino, i l sangue "lu, correre la caval l ina, i l$ua rto d’ora di Ga"elais, ar"itro d’eleganza, dare carta "ianca, essereridotto al$uia, ecc., e in $uali casi determinati poteva a sua volta farle figurare nei propridiscorsi. 'n mancanza d’altro, esi"iva alcuni giuochi di parole cheaveva imparato.*uanto ai nuovi nomi di persona che venivano pronun+ciat i davanti a lui, siaccontentava di ripeterli in un tono interrogativoch e r i t e ne vas u f f i c i e n t e a o t t e n e r e s p i e g a z i o n i s e n z a a v e r l ’ a r i a

dichiederle.Poich6 il senso critico che credeva di esercitare su tutto, glimancavacompletamente, con lui era fatica sprecata $uella forma raffinata di corte+sia che consiste nell’affermare, senza contare d’esser creduti, $uando sifaun piacere a $ualcuno, che il piacere ce l’ha fatto lui: lui prendeva tut+to alla lettera.Per $uanto cieca nei suoi confronti e pur senza smettere ditrovarlo molto fine, lasignora )erdurin aveva finito coll’indispettirsi ve+dendo che $uando lo invitava inun palco di proscenio a sentire 4arah8ernhardt, dicendogli con gentilezza:«4iete s tato molto caro a venire,dottore, tanto pi che, ne son certa,av re te se nt it o sp es so 4a ra h 8e rn + hardt, e poi forse siamo troppo vicini al

 palcoscenico», il dottor (ottard,entrato nel palco con un sorriso che per precisarsi osparire aspettava che$ualcheduno di autorizzato lo informasse sul valore dello

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spettacolo, ri+spondeva: «Effettivamente $ui - troppo vicino, e si comincia a esserestu+fi di 4arah 8ernhardt. Ma voi avete espresso il desiderio che io venissi, e;

 per me i vostri desideri son ordini. 4ono troppo felice di rendervi $uestopiccolo

servigio. (osa non si fare""e per farvi piacere, siete tanto "uo+na». Eaggiungeva: «4arah 8ernhardt, - lei la )oce d’1ro, non - veroI4pesso scrivono anche che incendia le platee. (uriosa espressione, non-veroI», nella speranza di commenti che non venivano.«4ai, aveva detto al maritola signora )erdurin, credo che s"agliamotattica, $uando per modestiadeprezziamo $uel che offriamo al dottore. uno scienziato che vive fuori della vita

 pratica, da solo non conosce il va+lore delle cose, e si "asa su $uello che gli diciamonoi.7

 Bon osavo dir+telo, ma l’avevo notato», rispose il signor )erdurin. E il(apodanno se+guente, invece di mandare al dottor (ottard un ru"ino di tremilafranchidicendo che era cosa da poco, il signor )erdurin comper# per trecentofranchi una pietra rigenerata, lasciando intendere che difficilmente si po+tevavederne di così "elle.*uando la signora )erdurin annunzi# che $uella sera ci sare""estatoil signor 4Hann: «4HannI», aveva esclamato il dottore con accentoreso "rutale dal la sorpresa, perch6 la minima novi t% cogl ieva sempreal lasprovvista pi di chiun$ue $uell’uomo che si credeva sempre preparatoa tu t to .E vedendo che non gl i r i spondevano: «4HannI (hi - $ues to 4Hann»,

grid# al colmo di un’ansia che si calm# su"ito, $uando la si+gnora )erdurindisse: «Ma l’amico di cui 1dette ci aveva parlato.7Ah,sì sì , va "ene», r ispose i l dot tore placato. *uanto al pit tore, s irallegravaper l’ingresso di 4Hann in casa )erdurin, perch6 lo supponevainnamo+rato di 1dette e gli piaceva favorire gli idilli. «Biente mi divertecomecom"inare matrimoni, confid# al dottor (ottard in un orecchio, menesono riusciti gi% molti, anche fra donne»2icendo ai )erdurin che 4Hann era molto«

smart», 1dette li aveva fat+ti temere un «noioso». 'nvece fece un’impressione eccellente, dicui, a lo+r o i nsapu ta , una de l la cause i ndi r et t e e r a anche l a s uafre$uentaz ionedella societ% elegante. 'nfatti, sulle persone anche intelligenti chenon so+no mai state nel gran mondo, lui aveva una delle superiorit% di chiunpo’ vi ha vissuto, cio- di non trasfigurarlo pi col desiderio o l’orrore cheispiraall’immaginazione, di considerarlo senza nessuna importanza. 0aloro cortesia,lontana da ogni sno"ismo e dalla paura di sem"rare ecces+siva, d iv en ta taauton oma, ha l a di s invol tura, la gr azia di mo vimen to proprie di coloro

le cui mem"ra agili eseguono esattamente $uello chevogliono, senza la partecipazione indiscreta e impacciata del resto del corpo. 0a sempliceginnastica elementare dell’uomo di mondo che porgela mano con "uonagrazia al

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giovanotto sconosciuto che gli vien presenta+to, e s’inchina con riser"o davantiall’am"asciatore a cui lo presentano,

aveva finito col passare, senza che lui ne fosse cosciente, in tutto il com+ portamento sociale di 4Hann, che di fronte a persone di un am"iente in+feriore alsuo, com’erano i )erdurin e i loro amici, d’istinto mostr# unapremura, siconcesse delleavances, da cui , secondo loro, un noioso si sa+ re""e astenuto. 5n momento di freddezzal’e""e solo col dottor (ottard:vedendo che gli strizzava l’occhio e gli sorrideva conaria am"igua primaancora di essersi scam"iati una parola =mimica che(ot tard chiamava «lasciar venire»>, 4Hann credette che il dottore lo conoscesse,senza du"+ "io per essersi trovati insieme in $ualche casa di piacere, "ench6

lui viandasse molto poco non avendo mai vissuto nel mondo del la "is"occia./rovando l’allusione di pessimo gusto, specie in presenza di1det te chepoteva far s i d i lu i una ca t t iva opin ione , os tent# un’ar iaglac iale . Ma$uando seppe che una signora che stava lì accanto era la signora(ottard,pens# che un marito così giovane non avre""e cercato di alludere adi+vert imenti del genere davanti alla moglie! e smise di att ri"uireall’ariacomplice del dottore il significato temuto. 'l pittore invit# su"ito 4Hannavenire con 1dette nel suo atelier ! 4Hann lo t rov# genti le. «&orsesare te t ra t t a to megl io d i me, d i s se l a s ignora )erdur in in tono che

fingevad’esser piccato, vi sar% mostrato il ritratto di (ottard =lo avevaordinatolei al pittore>. 4tate attento, QsignorQ 8icheJ», ricord# al pittore, calcandosulla parola perch6 dirgli «signore» era uno scherzoconsacrato, «cercatedi rendere la "ellezza dello sguardo, $uel non soche argu to, ame no dell’occhio. 0o sapete, $uel che voglio soprattuttoavere - il suo sorriso,$ u e l c h e v i h o c h i e s t o - i l r i t r a t t od e l s u o s o r r i s o . » E s i c c o m e l’espressione le parve degna di nota,la ripet- a voce molto alta per esseresicura che molti invitati la sentissero, anzi,

con un vago pretesto, primane fece avvicinare $ualcuno. 4Hann chiese diconoscere tutti, anche unvecchio amico dei )erdurin, 4aniette, a cui la timidezza,la semplicit% e il "uon cuore avevano fatto perdere dappertutto la stima chegli avevanomeritato la sua scienza d’archivista, il gran patrimonio, e lafamiglia di+stinta da cui proveniva. Parlando aveva in "occa come una

 pol tigl ia cherisultava adora"ile, perch6 pi che da un difetto della lingua derivavadau n a $ u a l i t % d e l l ’ a n i m o , c o m e s e n o n a v e s s e m a i p e r d u t o d e lt u t t o l’innocenza d-lia prima et%. /utte le consonanti che non poteva pronun+ziarefiguravano altrettante durezze di cui fosse incapace. 2omandandodi essere

 presentato al signor 4aniette, 4Hann fece l’effetto al la signora )erdurin diinvertire le parti =tanto che, insistendo sulla differenza, dissein risposta: «4ignor 4Hann, volete avere la "ont% di permettermi di pre+sentarvi il nostro amico

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4aniette»>, ma suscit# in 4aniette una simpatiacalorosa, che d’altronde i)erdurin non rivelarono mai a 4Hann, perch6<

4aniette li irritava un po’ e non ci tenevano a procurargli amici. 'n com+ penso 4Hann li commosse infinitamente credendo di dover chiedere su+ "i to di far conoscenza con la zia del pianista. )estita di nero come sem+pre, perch6r i teneva che in nero s i s ta sempre a pos to e che - i l mass imodel ladist inz ione, le i aveva i l viso t roppo rosso , come sempreappenamangiato. 4’inchin# davanti a 4Hann con rispetto, ma si raddrizz#conmaest%. 4iccome non aveva nessuna istruzione e temeva di fare errori difrancese,

 pronunciava apposta le parole in modo confuso, pensando chenel caso le fossesfuggito uno strafalcione, si sare""e talmente stemperatonel vago da non poter essere distinto con certezza! cosicch6 la sua con+versazione era tutto uno

scatarrare indistinto da cui emergevano di tantoin tanto i rari voca"oli di cui sisentiva sicura. 4Hann ritenne di potersi "urlare un poco di lei parlandocol sig nor )erdu rin , lui inve ce se ne risentì.« una così "rava donna,rispose. 4ì certo, straordinaria non -. Ma par+lare da soli, vi assicuro che - molto

 piacevole.7

 Bon ne du"ito, si affret+t# ad ammettere 4Hann. )olevo dire che non misem"rava QeminenteQ,soggiunse spiccando "ene $uesto aggettivo, einsomma, - piuttosto uncomplimento

73uardate, disse il signor )erdurin, vi far# stupire! scri+ve in modo delizioso. Bonavete mai sentito il nipoteI meraviglioso,ve ro , do tto reI )olet e ch e gl ichied a di suonar e $u alche cosa, s ignor 4HannI7Ma sar% una for tunaO », cominciava a r i spondere 4Hann,$uando ildottore lo interruppe con aria canzonatoria. 'nfatti, gli era ri+masto impressoche l’enfasi in conversazione, l’uso di forme solenni, so+no cose anti$uate, ragion

 per cui appena sent iva una parola grave dettasul serio, come adesso la parola

«fortuna», credeva che chi l’aveva profe+rita si fosse macchiato di pedanteria. 'noltre, per $uanto comune fosse, seper caso la parola si trovava a figurare in ci# che luichiamava un vecchio«elich6», il dottore supponeva che la frase incominciata fosseridicola e laterminava ironicamente col luogo comune relat ivo, $uasiaccusandol’interlocutore di averlo voluto propinare, mentre $uello non ciavevanemmeno pensato.«5na for tuna per l a &rancia» , esc lam#ma li zi os ame nt e, a lz an do le "raccia con enfasi.'l signor )erdurin non pot-trattenersi dal ridere.«(os’ha da ridere tutta $uella "rava gente laggi, non sem"rache ci sifa""richi malinconia nel vostro angolino, esclam# la signora )erdurin.

4ecredete che mi diverta, io, a starmene sola sola in castigo», soggiunseintono indispettito, facendo la "am"ina.@

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0a signora )erdurin stava seduta su un alto seggiolone svedese di a"e+te lucido chele aveva regalato un violinista di $uella nazione, e che leiconservava

 "ench6 ricordasse la forma di uno sga"ello, facendo a pugni coi "ei mo"iliantichi che possedeva! ma ci teneva a mettere in evidenza iregali che i fedeli solevano

farle, affinch6 i donatori avessero il piacere diriconoscerli $uando venivano. Perci#tentava di persuaderli a limitarsi aifiori e ai dolci, che almeno si distruggono,ma non ci riusciva, e in casasua c’era tutta una collezione di scaldini, cuscini,

 pendole, paraventi, "a+rometr i, vasi di porcel lana, una $uanti t% di doppioni,un’accozzaglia distrenne.2a $uella posizione elevata, lei partecipava con "rio allaconversazio+ne dei fedeli e si compiaceva delle loro «fumisterie», ma dopol’incidenteoccorsole alla mascella aveva rinunciato a darsi il distur"o di scoppiarearidere per davvero, e in cam"io si dedicava a una mimica convenzionaleche, senzafatica o rischio per lei, significasse che rideva fino alle lacrime.Al minimo frizzolanciato da un assiduo contro un noioso o contro un eassiduo respinto nel campo deinoiosi,7con gran dispiacere del signor)erdurin che per molto tempo aveva avuto la

 pretesa di essere ama"ile$uanto la moglie, ma ridendo davvero perdeva presto ilfiato e si trovavadistanziato e sconfitto dallo stratagemma di $uella ilarit% incessantee fit+tizia,7gettava un piccolo grido, chiudeva del tut to gli occhi d’uccel locheun’al"ugine incominciava a velare, e "ruscamente, come se avesseavuto

appena il tempo di nascondere uno spettacolo indecente o di porreriparo a un accessomortale, tuffando il volto nelle mani che lo coprivanoe non ne lasciavano vedere pinulla, sem"rava sforzarsi di reprimere, diannientare un riso che, se vi si fossea""andonata, l’avre""e fatta caderein deli$uio. /ale, stordita dall’allegria dei fedeli,e""ra di cameratismo dimaldicenza e di consentimento, la signora )erdurin,appollaiata sul suotrespolo, simile a un uccello il cui ciuffo sia stato immerso nel vinocaldo,singhiozzava di ama"ilit%.'ntanto il signor )erdurin, dopo aver chiesto a4Hann il permesso diaccendere la pipa =«$ui non si sta in soggezione,siamo fra camerati»>, pregava il giovane artista di mettersi al piano.«4uvvia, non

seccarlo, non - mica $ui per essere tormentato, esclam#la signora )erdurin, ionon voglio che lo si tormenti, oh7Ma perch6 dovre""e dispiacergli, disse il signor )erdurin. &orse ilsignor 4Hann non conosce la sonata in fa diesis che a""iamo scoperto! cisuoner%l’arrangiamento per pianoforte.7Ah no no, la mia sonata no, grid# la signora )erdurin. Bon ho micavoglia di

 "eccarmi un raffreddore di testa con nevralgie faccial i, come

l’ultima volta, a forza di piangere. 3razie del regalo, non ci tengo a rico+minciare.4iete "ravi voialtri, si vede che non toccher% a voi restare a lettootto giorni.»*uesta

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scenetta che si ripeteva ogni volta che il pianista si accingeva asuonare, deliziavagli amici come se fosse inedita, $uasi prova della se+ducente originalit%della «Padrona» e della sua sensi"ilit% musicale. (hile stava vicino facevasegno a $uelli che pi lontano fumavano o giocava+no a car te, di avvicinarsi che

accadeva $ualcosa, dicendo, come si fa alGeichstagnei momenti interessanti: «4entite, sentite». E il giorno doposi dava materia dirimpianto a $uelli che non erano potuti venire, raccon+tando che la scena era statadivertente anche pi del solito.«E v a " e n e , c i s i a mo in te s i , d is se i ls ignor )erdur in ! suoner% so lo l ’andante .74olo l’andante, come fai presto tu, esclam# la signora )erdurin. propriol’andante che mi "utta a terra. 3rande davvero il Padrone (omese della

 Bonadicesse: sentiremo solo il finale, o deiMaestri;l’ouverture.»/uttavia il dottore spingeva la signora )erdurin a lasciar suonareilpianista! non che credesse finti i distur"i che le causava la musica7viriconosceva certi stati nevrotic i7

, ma per l ’ a" itudine comune a mol t imedici di attenuare su"ito laseverit% delle prescrizioni appena - in gio+co, cosa molto pi importante ailoro occhi, $ualche riunione mondanaalla $uale prendono parte, se la

 persona a cui consigl iano di scordare una volta tanto la dispepsia ol’influenza ne costituisce uno degli elemen+ti essenziali.«4tavolta non staretemale, vedrete, disse cercando di suggestionarlacon lo sguardo. E se staretemale, vi cureremo noi.72avveroI», rispose la signora )erdurin, come se davanti alla spe+ ranza di un

tale favore non rimanesse che arrendersi. &orse anche, a for+za di dire che sare""estata male, in $ualche momento non si ricordavapi che era una "ugia, eassumeva l’animo del malato. 1ra i malati, stan+chi di essere sempre costretti afar dipendere dalla propria saggezza lararit% delle crisi di cui soffrono,amano a""andonarsi a credere di poterfare impunemente tutto $uel che gli

 piace, e che di soli to fa loro male, acondizione di mettersi nelle mani di unessere potente che, senza "isognoche loro se ne preoccupino, con una parola ouna pillola, li rimetter% inpiedi.1dette era andata a sedersi su un divano ricopertod’arazzo che stavavicino al pianoforte:«0o sapete, io ho il mio posticino», disse alla

signora )erdurin.*uesta, vedendo 4Hann su una sedia, lo fece alzare:D

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«0ì non state comodo, andate a mettervi vicino a 1dette. )ero 1dette,farete posto alsignor 4HannI7(he "el 8eauvais

, disse prima di sedersi 4Hann che cercava di es+sere gentile.7Ah sono contenta che apprezziate il mio canap-, rispose la signora)erdurin.E se volete vederne di altrettanto "elli , vi avverto che potetesu"itorinunziarvi. Bon hanno mai fatto niente di simile. Anche le seg+gioline sonouna meraviglia, le guarderete poi. 1gni "ronzo corrispondecome complemento almotivetto raffigurato sul sedile! credetemi, avreteda divertirvi se volete guardare,vi prometto un "uon $uarto d’ora. 8a+stere""ero solo i fregi dei "ordi,ecco, lì, la piccola vite su fondo rossodell’1rso e l’5va. (he disegno, ehI (osane dite, mi sem"ra che $uanto adisegno ci sapessero fare. poco appetitosa$uesta viteI Mio marito so+stiene che non mi piace la frutta perch6 ne mangiomeno di lui. Ma no, iosono pi golosa di tutti voi, ma non ho "isogno dimetterla in "occa, negodo con gii occhi . (os’avete da r idere tutt iI2omandate al dottore, vidir% che $uest’uva mi purga. Altri fanno la cura di&ontaine"leu<, io fac+cio la mia cura di 8eauvais. Ma signor 4Hann, non ve ne andretesenzaaver toccato i "ronzetti degli schienali. 2olce, no, come patinaI Ma

no,con tutta la mano, toccateli "ene.7Ah, se la signora )erdurin incomincia a palpeggiare i "ronzi, stase+ra non si sentemusica, disse il pittore.7_ i t t o v o i , s i e t e u n o z o t i c o . ' n f o n d o , d i s s e l e i v o l t a n d o s iv e r s o 4Hann, a noi donne si proi"iscono cose meno voluttuose di $uesta.Manon c’- carne paragona"ile a $uesta *uando il signor )erdurin mi face+val’onore di essere geloso di me

7suvvia, sii almeno cortese, non direche non lo sei mai statoO7Ma io non dico proprio niente. )ediamo un po’, dottore, prendo voia testimonio: hodetto $ualche cosa ioI»4Hann, per cortesia, palpava i "ronzi e non osava smetteresu"ito.«Andiamo, li accarezzerete pi tardi. Adesso tocca a voi essere acca+rezzato, accarezzato nelle orecchie! vi piace, suppongo! ecco un

 "ravogiovanotto che ci penser% lui.»1ra, $uando il pianista e""e finito di suonare,4Hann con lui fu ancorapi gentile che con gli altri presenti. Ecco perch6.0’anno

 prima, a una serata, aveva ascoltato un’opera musicale esegui+ta su pianoforte eviolino. 2a principio aveva gustato solo la $ualit% ma+teriale dei suoni emessi daglistrumenti. Ed era stato gi% un gran piacere$uando sotto la piccola linea del violino,

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esile, resistente, densa e condut+t r i c e , a v e v a v i s t o d ’ u n t r a t t o t e n t a r ed i s o l l e v a r s i i n u n o s c i a " o r d ì oDF

li$uido la massa della parte del pianoforte, multiforme, indivisa, piana einternamentecontrastata, come l’agitazione violacea dei flutti incantantie flautati dal lume di luna.Ma a un certo punto, senza poter distinguerenettamente un contorno n6 dare un nomea ci# che gli piaceva, affascina+to a un tratto, aveva cercato di cogliere la frase ol’armonia,7non sape+va lui stesso,7che passava aprendogli l’anima pi largamente, comecerti odori di rosevaganti nell’aria umida della sera hanno la propriet%di dilatarci le narici.&orse

- perch6 non s’intendeva di musica che aveva potuto provareun’impressionecosì confusa, una di $uelle impressioni che sono forse lesole puramente musicali,senza estensione, originali del tutto, irriduci"ilia ogni altro ordine d’impressioni.5n’impressione di $uesto genere, che dura un attimo, - per così diresine materia.4enza du""io le note che stia+mo ascoltando tendono fin da allora, secondo la loroal tezza e $uanti t%, acoprire davanti ai nostr i occhi superf ici di variedimensioni , t racciare ara"eschi, darci sensazioni di vastit%, di tenuit%, di sta"ilit%,di capriccio.Ma le note sono svanite prima che tali sensazioni siano

a""astanza for+mate dentro di noi per non essere sommerse da $uelle chegi% risveglia+no le note successive, o anche le simultanee. E $uesta impressioneconti+nuere""e ad avvolgere nella sua li$uidit% e nel suo «sfumato» imotiviche emergono a tratti, appena discerni"ili, per su"ito riaffondare e spari+re,conosciuti solo al piacere particolare che danno, impossi"ili a descr i+ versi, aricordarli, a nominarli, ineffa"ili,7se la memoria, come un ope+raio che lavora a costruire fondamenta durevoli in mezzoalle onde, fa"+ "ricando per noi facsimili di $uelle frasi =sfuggenti> non ci permettesse

diconfrontarle con le successive, e differenziarle. (osì, non appena sieradissolta la sensazione deliziosa avvertita da 4Hann, la memoriaglieneaveva fornito seduta stante una trascrizione, sia pure sommaria e provvi+soria,che lui aveva potuto tenere d’occhio mentre il pezzo continuava,così che,$uando la stessa impressione era tornata all’improvviso, nonera gi% piinafferra"ile. 0ui se ne rappresentava l’estensione, i raggrup+pamenti simmetrici,la gra fia, i l val ore esp ress ivo ! ave va dav ant i a s6 $uesta cosa che non -

 pi musica pura, - disegno, architettura, pensiero,e permette di ricordare la musica.*uesta volta aveva distinto nettamen+te una frase che si alzava per $ualche istante

sopra le onde sonore. 4u"itoessa gli aveva proposto volutt% particolari,ma i im mag in at e pr ima di ascoltarla, e che nient’altro, lo sentiva, avre""e potuto fargli sentire! eaveva provato per lei come un amore sconosciuto.(on ritmo

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lento lo guidava prima $ua, poi l%, poi altrove, verso una fe+l ic i t% no"i le ,inintel l igi"i le e precisa . E d’un t rat to , a l punto dove eraDarrivata, e di dove lui si preparava a seguirla, dopo una pausa d’un atti+mo cam"iava

 "ruscamente direzione, e con un movimento nuovo, pi rapido, minuto,malinconico, incessante e dolce, lo trascinava con s6 ver+so prospettive sconosciute.Poi scomparve. Appassionatamente desider#di rivederla una terza volta. Ericomparve infatti, ma senza parlargli pichiaro, anzi causandogli una volutt% meno

 profonda. Ma ritornato a casae""e "isogno di lei, era come un uomo nella cui vita una passante appe+na intravista ha fatto entrare l’immagine di una "ellezza nuova checon+fer i sce a l l a sua propr ia sens i" i l i t % un va lore p i grande , senzasaperenemmeno se potr% mai rivedere colei che gi% ama e di cui ignora ancheilnome.*uesto amore per una frase musicale sem"r# per un momento dovereperfinoavviare in 4Hann la possi"ilit% di una specie di ringiovanimento.2a tanto tempoaveva rinunziato a dedicare la vita a uno scopo ideale li+mitandola al perseguimentodi soddisfazioni $uotidiane e, senza dirseloes pl ic i ta mente, credeva or ma i chesare""e stato sempre così fino allamorte! peggio, non sentendosi pi nellospirito idee elevate, aveva smes+so di credere alla loro realt%, senza riuscire nemmenoa negarla del tutto.(osì aveva preso l’a"itudine di rifugiarsi in pensieri senzaimportanza,che gli permettevano di lasciar da parte l’essenza delle cose. (ome nonsichiedeva mai se avre""e fatto meglio a non andare in societ%, ma in com+pensosapeva con certezza che se aveva accettato un invito doveva poirecarcisi, eche se dopo non faceva una visita, doveva lasciare un "igliet+t o , c o s ì

c o n v e r s a n d o s i s f o r z a v a d i n o n e s p r i m e r e m a i c o nc a l o r e un’opinione intima sulle cose, ma forniva particolari materiali che in cer+tomodo valevano di per s6 e gli permettevano di non dare la misura disestesso. Era di una precisione estrema per una ricetta di cucina, per ladatad i n as ci ta o d i m or te d i u n p it to re , p er l a n ome nc la tu ra d el lesueopere. /alvolta, malgrado tutto, si lasciava andare a esprimere un giudi+zio suun’opera d’arte, su un modo d’intendere la vita, ma allora dava al+le paroleun’intonazione ironica, come se aderisse per intero a $uel chediceva.Adesso, come certi valetudinarì nei $uali improvvisamente unpaese dove

sono arrivati, un regime diverso, talvolta un’evoluzione orga+nica spontanea emisteriosa, sem"rano imprimere alla loro malattia untale regresso cheincominciano a intravedere la possi"ilit% insperata diiniziare sul tardi una vitatutta diversa, 4Hann trovava in s6, nel ricordodella frase che aveva sentito, incer te sonate che si era fat to eseguire per cercare di scoprirla, la presenza d’una di$uelle realt% invisi"ili a cui ave+v a s me s s o d i c r e d e r e ! e , c o me s e l am u s i c a a v e s s e a v u t o u n a s p e c i e d’influsso elettivo sull’aridit% morale dicui soffriva, provava di nuovo ilDJ

desiderio e $uasi la forza di consacrare loro la vita. Ma non essendo riu+sci to asapere di chi era $uel l ’opera, non aveva potuto procurarsela eavevafinito col dimenticarla. Eppure, durante la settimana aveva incon+trato delle persone

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intervenute con lui a $uella serata, e le aveva interpel+late, ma molti erano arrivatidopo la musica o andati via prima! alcunic’erano durante l’esecuzione, ma sierano spostati a discorrere in un’altrasala, e altri, rimasti ad ascoltare, non neavevano inteso pi dei primi.*uanto ai padroni di casa, sapevano che era

un’opera nuova che gli arti+sti scri t tu rat i ave van o chi esto di suon are !$uest i erano par t i t i per una tourn6e, 4Hann non pot- saperne di pi. vero cheaveva amici musici+sti, ma, pur ricordando il piacere speciale e intraduci"ileche gli avevaprocurato la frase, pur vedendo davanti agli occhi le forme che essadise+gnava, tuttavia era incapace di modularla per loro. Poi, cess# di pensarci.1ra,dalla signora )erdurin, appena $ualche minuto dopo che il giova+ne pianista avevaincominciato a suonare, d’un tratto, dopo una nota altalungamente tenuta per due

 "at tute, egli vide avvicinarsi, sfuggendo disot to $uella sonorit% prolungatae tesa come un sipario sonoro per na+scondere il mistero della sua incu"azione,ricono""e, segreta frusciante escandita, la frase aerea e profumata che amava.Ed era così particolare,aveva un fascino così individuale e insostitui"ile, che per 4Hann fu comeincontrare in un salotto di amici una persona che avesse ammirato per lastrada e disperasse di ritrovarla mai pi. 'nfine essa si allontan#, indica+trice,diligente, fra le ramificazioni del suo profumo, lasciando sul voltodi 4Hannil riflesso del suo sorriso. Ma adesso poteva chiedere il nomedella suasconosciuta =gl i dissero che era l’andante della 4onata di )in+teuil@

 per pianoforte e violino>, la teneva, avre""e potuto aver la con s6 $uante voltevolesse, provarsi ad apprenderne il linguaggio e il segreto.(o sì , $uando i l

 pianista e""e terminato , 4Hann g l i s i avvicin# per espr imergli unagratitudine la cui vivacit% piac$ue molto alla signora)erdurin.«(heincantatore, non - vero, disse a 4Hann! mica male come capisce la sua sonata,il "ricconcello )oi non sapevate che il piano potesse giun+gere a tanto. tuttofuorch6 pianoforte, parola d’onore 1gni volta ci ri+casco, mi pare di senti reun’orchestra. perfino meglio dell’orchestra,pi completo.»'l giovine

 pianista s’inchin#, e sorr idendo, sottol ineando le parole co+ me se si trattassedi un motto di spirito:«4iete molto indulgente con me», disse.E m e n t r e l as i g n o r a ) e r d u r i n d i c e v a a l m a r i t o : « 4 u v v i a ,

d % g l i u n ’ a r a n c i a t a , s e l a m e r i t a » , 4 H a n n r a c c o n t a v a a 1 d e t t ec o m e s i e r aD

innamorato di $uella piccola frase. *uando la signora )erdurin disse unpo’ dalontano: «E""ene, mi sem"ra che vi stiano dicendo delle "elle co+se, 1dette», leirispose: «4ì, molto "elle», e 4Hann trov# deliziosa la suasemplicit%.&rattanto domandava informazioni su )inteuil, sull’operasua, in che

 periodo del la vita aveva composto $uel la sonata, ci# che lapiccola frase aveva

 potuto significare per lui! $uesto soprattutto avre""evoluto sapere.Ma tutta $uellagente che faceva professione di ammirare il musicista$uando 4Hann avevadetto che la sonata era davvero "ella, la signora)erdurin aveva esclamato:

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«4fido io che - "ella Ma non si confessa dinon conoscere la sonata di)inteuil, non si ha i l diri tto di non conoscer+ la», e i l pi t tore avevasoggiu nto: «Ah, - propri o un gran mecca nismo, non - veroI 4e volete,non - da QcassettaQ, n6 da Qtutto esauritoQ, non -vero, ma per gli artisti

l’impressione - fortissima», nessuno sem"rava es+s e r s i m a i p o s t oi n t e r r o g a t i v i d e l g e n e r e , i n f a t t i f u r o n o i n c a p a c idirispondere.Anzi, a una o due osservazioni particolari di 4Hann sullasu a fr as epreferita:«/oh, - curioso, non ci avevo mai fatto caso. )i dir# chenon mi piacemolto cercare il pelo nell’uovo, andare troppo per il sottile! $ui non

 per+diamo il tempo a spaccare un capello in $uattro, non - la specialit% dellacasa»,rispose la signora )erdurin, mentre il dottor (ottard, "eato di am+mirazione come unoscolaro zelante, la guardava destreggiarsi in mezzoa $uel profluvio di frasi fatte.2el resto lui e la signora (ottard, con una sorta di "uon senso come ne ha certagente del popolo, si guardavano "e+ne dal dare un parere o fingere ammirazione per una musica che, appenatornati a casa, si confessavano l’un l’altro di non capire, tal$uale la pittu+ra del «signor 8iche». 4iccome del fascino, della grazia, delle formedellanatura il pu""lico conosce solo $uel che ne ha attinto nei luoghi comunidiun’arte assimilata lentamente, mentre un artista originale incominciacolrifiuto di $uei luoghi comuni, il signore e la signora (ottard, in $ue+stosim"olo del pu""lico, n6 nella sonata di )inteuil n6 nei ritratti del pit+tore trovavanoci# che per loro costituiva l’armonia della musica e la "el+l e z z a d e l l a p i t t u r a .* u a n d o i l p i a n i s t a e s e g u i v a l a s o n a t a , a v e v a n o l’impressione che

 pescasse a caso le note sul pianoforte, esse infatt i non mettevano insieme le

forme a cui erano a"ituati, e che il pittore gettasse acaso i colori sopra le tele.*uando potevano riconoscervi una forma, latrovavano appesantita einvolgarita =cio- sprovvista dell’eleganza dellascuola pittorica attraversocui vedevano per la s t rada anche gl i esser iD;viventi>, e priva di verit%, come se il signor 8iche non sapesse in che mo+do - fattauna spalla e che le donne non hanno i capelli viola./uttavia, poich6 i fedeli si eranodispersi, il dottore sentì che $uella eraun’occasione propizia, e mentre la signora)erdurin diceva un’ultima "attuta sulla sonata di )inteuil, come un nuotatore alle

 prime armi che sigetta in ac$ua per imparare ma sceglie un momento in cuinon siano introppi a vederlo:«Allora, - $uel che si dice un musicistadi primo cartello», esclam# con "rusca risoluzione.4Hann apprese soltanto che la recente apparizionedella sonata di )in+teuil aveva prodotto grande effetto in una scuola moltod’avanguardia,ma al gran pu""lico era ignota del tutto.«)eramente io conosco unoche si chiama )inteuil», disse 4Hann pen+sando al professore di pianoforte dellesorelle di mia nonna.

7&orse - lui, esclam# la signora )erdurin.7

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1h no, rispose 4Hann ridendo. 4e l’aveste visto per due minuti, nonvi porreste il pro"lema.7Allora, porsi il pro"lema - risolverloI disse il dottore.

7Ma potre""e essere un parente, riprese 4Hann. 4are""e triste a""a+stanza, madopotutto un uomo di genio pu# essere cugino di un vecchiosc emo . 4e fossecosì, non c’- supplizio al $uale non mi sottoporrei, loconfesso, perch6il vecchio scemo mi presentasse all’autore della sonata:anzi tut to i l suppl izio difr e$ ue nt ar e il ve cc hi o sc em o, ch e de v’ es se re spavantoso.»'l pittore sapevache in $uel momento )inteuil era molto malato e cheil dottor Potain temeva di non

 poterlo salvare.«(ome, esclam# la signora )erdurin, c’- ancora gente che si facurareda Potain7Ah, signora )erdurin, disse (ottard in tono di caricatura, voi di+menticateche s tate par lando d i un mio col lega, dovrei dire di unmiomaestro.»' l p i t t o r e a v e v a s e n t i t o d i r e c h e) i n t e u i l e r a m i n a c c i a t o dall’alienazione mentale. Eassicurava che era possi"ile accorgersene dacerti passi della sonata. 4Hannnon trov# assurda l’osservazione, ma nerimase tur"ato! perch6 un’opera dimusica pura, non contenendo nessu+no dei rapporti logici la cui alterazione nellinguaggio denuncia la paz+zia, riconoscere la pazzia in una sonata gli pareva cosaaltrettanto miste+riosa $uanto la pazzia di una cagna, la pazzia di un cavallo,

che d’altraparte si osservano realmente.D

«0asciatemi in pace coi vostri maestri, voi ne sapete dieci volte di pi»,rispose lasignora )erdurin al dottor (ottard col tono di uno che ha il co+raggio delle proprieopinioni e tiene testa "ravamente a chi non - dellostesso parere. «)oi almenonon li ammazzate, i vostri malati.7Ma signora, lui - dell’Accademia, ri"att6 il dottore in tono ironico.4e un

malato preferisce morire per mano di un principe della scienzaO molto pi chic poter dire: Q Potain che mi curaQ.7A h , - p i c h i c I , d i s s e l a s i g n o r a ) e r d u r i n . A l l o r a c ’ - $ u a l c o s adichic nelle malattie, adessoI Bon lo sapevoO 4iete divertente, esclam#aun tratto affondando il volto nelle mani. E io, stupida, che discutevosulserio, senza accorgermi che stavate prendendomi in giro.»*uanto al signor )erdurin, trovando un po’ faticoso mettersi a ridereper così poco, siaccontent# di tirare dalla pipa uno s"uffo di fumo pen+sando con tristezza che

non poteva pi raggiungere la moglie sul terrenodell’ama"ilit%.«4apete, il vostroamico ci piace molto», disse la signora )erdurin a1dette $uando venne adare la "uonanotte. « semplice, gar"ato. 4e gliamici che avete da presentarci

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sono tutti così, portateli pure.»'l signor )erdurin fece notare, che, tuttavia 4Hann nonaveva apprez+zato la zia del pianista.«4i - sentito un po’ spaesato, poveruomo,rispose la signora )erdurin,non vorrai mica che la prima volta a""ia gi% il tono dellacasa come (ot+tard che fa parte del nostro piccolo clan da parecchi anni. 0a prima

voltanon conta, serviva a prender contatto. 1dette, - inteso, domani verr%araggiungerci allo (hTteletD. 4e andaste voi a prenderloI7Ma no, lui non vuole.7Ah insomma, come vorrete voi . Purch6 non ci piant iall’ultimominuto»(on gran sorpresa della signora )erdurin, non li piant#mai. 0i rag+giungeva non importa dove, talvolta nel le t rattor ie deiso""orghi doveancora si andava di rado perch6 non era stagione, pi spesso ateatro, chepiaceva molto alla signora )erdurin! e siccome un giorno, in casadi lei,la sentì dire che per le prime e per le serate di gala, un lasciapassares a + r e " " e s t a t o m o l t o u t i l e , e c h e l i a v e v a m o l t o c o n t r a r i a t i n o naverne ilgiorno dei funerali di 3am"ettaJF, 4Hann, che non parlava mai delle sueconoscenze "rillanti ma solo di $uellemal $uotate che gli sare""e parsoindelicato nascondere, e fra le $uali, nelfau"ourg 4aint 3ermain, avevapreso l’a"itudine di mettere i rapporti col mondo

ufficiale, rispose:D<

«)i prometto di occuparmene io, l’avrete in tempo per la ripresa dei2anicheffJ, g iu s t o d o m a ni f a c c io c o l az io ne a l l ’E l i se o c o l p re fe t t odipolizia.7

(ome come, all’EliseoI, grid# il dottor (ottard con voce tonante.74 ì , d a l s i g n o r 3 r 6 v 9JJ, r i s p o se 4 H an n u n p o’ i m" a r a z z at o p e r l’effetto prodotto dalla suafrase».E il pittore disse a (ottard scherzosamente: «)i prende spessoI».'n genere,ottenuta la spiegazione, il dottore diceva: «Ah, "ene "ene,va "ene», e nonmostrava pi traccia di emozione. Ma $uesta volta le ul+t ime parole di 4Hann,invece di procurargli il consueto rilassamento,portarono al colmo il suo

stupore che un uomo con cui lui pranzava, chenon aveva cariche ufficiali n6lustro di nessuna specie, fre$uentasse il(apo dello 4tato.«(ome come, il signor 3r6v9I )oi conoscete il signor 3r6v9I», disse a4Hann con l’aria stupida e

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incredula di un vigile a cui uno sconosciutodomandi di vedere il presidentedella Gepu""lica e che, comprendendoda $ueste parole «con chi ha dafare», come dicono i giornali, assicura ilpovero demente che otterr% su"itoudienza, e lo avvia all’infermeria spe+ciale delle carceri.«0o conosco un po’, a""iamo

amici in comune, =non os# dire che era ilprincipe di 3alles>, del resto invita conmolta facilit% e vi assicuro che$uei pranzi non hanno nulla di divertente,d’altronde sono semplicissi+mi, non si - mai pi di otto a tavola», rispose4Hann che cercava di can+ cellare ci# che agli occhi dell’interlocutore parevaesserci di troppo splen+dido nei rapporti col presidente della Gepu""lica.4u"ito(ottard, stando alle parole di 4Hann, adott# l’opinione che ilvalore di uninvito del signor 3r6v9 fosse cosa poco am"ita e alla portatadi tutti . 2a allora nonsi stupì pi che 4Hann, come chiun$ue altro, fre+$uentasse l’Eliseo, anzi locompiangeva un po’ per il fatto di andare apranzi che l’invitato stessodichiarava noiosi.«Ah, "ene "ene, va "ene», disse col tono di un doganiere che,diffiden+te fino a poco prima, dopo le vostre spiegazioni, applica il visto e vifapassare senza aprire i "agagli.«Anch’io credo che $uelle colazioni nonde "" an o ess er e di ve rte nt i, mostrate un "el coraggio ad andarci», disse lasignora )erdurin a cui ilpresidente della Gepu""lica appariva come unnoioso particolarmentetemi"ile perch6 fornito di mezzi di seduzione ecoazione capaci , se im+piegat i coi fedel i , di far l i a""andonare. «A$uanto pare, - sordo come una campana, e mangia con le mani.D@

7'n effetti, allora, non dovete divertirvi molto ad andarci», disse ildottorecon una punta di commiserazione! e ricordando la cifra di ottocommensali:«4ono colazioni intimeI», domand# vivacemente, con zelodi linguista piancora che con interesse di curioso.Ma il prestigio che aveva ai suoi occhi il

 presidente della Gepu""lica fi+nì tuttavia col tr ionfare e della modestia di4Hann e della malevolenzadella signora )erdurin, e ad ogni pranzo (ottarddomandava con inte+resse: «)edremo il signor 4Hann staseraI in rapporti

 personali col si+gnor 3r6v9. $uel che si dice un

gentleman, veroI». Arriv# perfino a of+frirgli un "iglietto d’invito per l’esposizionedentistica.«4arete ammesso con le persone che vi accompagnano, ma -vietatol’ingresso ai cani. (apite, ve lo dico perch6 certi miei amici non losape+vano, e se ne sono morsi le dita.»*uanto al signor )erdurin, not# il cattivoeffetto prodotto sulla mogliedalla scoperta che 4Hann aveva amicizie potenti di cuinon aveva parlatomai.4e non c’era niente di com"inato per andare fuori, era in casa)erdurinche 4Hann raggiungeva il piccolo nucleo, ma vi si recava soltanto di seraen o n a c c e t t a v a $ u a s i m a i i n v i t i a c e n a , n o n o s t a n t e l e

i n s i s t e n z e d i 1dette.«Potrei anche cenare sola con voi, se lo preferite,7gli diceva lei.

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7E la signora )erdurinI71h, sare""e molto semplice. 8astere""e dire che il mio vestito nonera

 p r o n t o , c h e i lca"J- a r r i v a t o i n r i t a r d o . ( ’ - s e m p r e m o d o d i cavarsela.74iete gentile.»Ma 4Hann si diceva che se mostrava a 1dette =acconsentendo ar ag+ g iunger l a dopo cena s o l t an to > che an t eponeva a l t r i p i ace r i a$uel lo di stare con lei, l’inclinazione che lei provava per lui non avre""e conosciu+to per lungo tempo la saziet%. E d’altra parte, preferendo infinitamente a$uella di1dette la "ellezza di una piccola operaia fresca e paffuta comeuna rosa, dicui si era invaghito, preferiva passare con lei il principio del+la serata, sicuro com’eradi vedere 1dette dopo. Per le stesse ragioni, nonaccettava mai che 1dette venissea prenderlo per andare dai )erdurin.0a piccola operaia lo aspettava vicino acasa, a un angolo di strada cheG-mi, il suo cocchiere, sapeva! montava accanto a4Hann e restava fra lesue "raccia fino al momento che la carrozza lo fermavadavanti la casadei )erdurin. Al suo ingresso, mentre la signora )erdurin, mostrandolerose che lui aveva mandato i l ma t t ino, diceva: « )i devo sgr idare»,egl’indicava un posto vicino a 1dette, il pianista suonava per loro due laD

 piccola frase di )inteui l, che era come l’inno nazionale del loroamore.Attaccava coi tremoli di violino protratti, che durante $ualche "attutasisentono soli, occupando tutto il primo piano! poi di colpo sem"ravanofarsida parte, e molto lontano, d’un colore diverso, nel vellutato d’unaluceinterposta, come in $uei $uadri di Pieter de NoochJ;resi pi pro+fondi dalla stretta in$uadratura di una porta socchiusa, la

 piccola fraseappariva, danzante, pastorale, intercalata , episodica,

appartenente a unaltro mondo. Passava in pieghe semplici e immortali,distri"uendo $ua el% i doni della sua grazia, con un sorriso identico eineffa"ile! ma adesso4Hann credeva distinguervi del disinganno. Essasem"rava conoscerel’inconsistenza di $uella felicit% di cui mostrava la via.

 Bella sua grazia leggera aveva $ualche cosa di compiuto, come il distacco chesu"entra alrimpianto. Ma a lui poco importava, la considerava meno in se stessa7in ci# che poteva esprimere per un musicista che, $uando l’aveva compo+s t a ,i g n o r a v a l ’ e s i s t e n z a e d i l u i e d i 1 d e t t e , e p e r t u t t i

c o l o r o c h e l’avre""ero ascoltata nei secoli7

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, e pi come un pegno, un ricordo delproprio amore che, anche per i )erdurin e per il giovane pianista, facevapensare a 1dette nello stesso tempo che a lui, li univa!fino al punto che,come 1dette lo aveva pregato per capriccio, aveva rinunciato al

 progettodi farsi eseguire da $ualcuno la sonata intera, e continu# a

conoscernesolo $uel passaggio. «(he "isogno avete del restoI, gli avevadetto lei, ilpezzonostro- $uesto.» E anzi, soffrendo al pensiero che, nel momento incui passava così vicina etuttavia infinitamente lontana e in cui si rivolge+va a loro, essa non li conosceva,4Hann arrivava $uasi a rammaricarsi delfatto che avesse un significato, una "ellezzaintrinseca e fissa, estranea aloro! come nei gioielli avuti in dono, e perfino nellelettere scritte da unadonna amata, ce la prendiamo con l’ac$ua della gemma econ le paroledel linguaggio, di non essere fatte unicamente dell’essenza di $uellega+me passeggero e di $uell’essere particolare.4pesso accadeva che prima di andaredai )erdurin si era tanto attarda+to con la giovane operaia, che appena il

 pianista aveva sonato la piccolafrase, 4Hann si accorgeva che per 1det teera $uasi l’ora di rincasare. 0a riconduceva fino alla porta della sua palazzina, inrue 0a P6rouse, dietrol’Arco di /rionfo. E forse perci#, per non chiederle tutti ifavori, sacrifica+va il piacere meno necessario per lui di vederla prima, di arrivare conleidai )erdurin pur di esercitare il diritto, che lei gli riconosceva, di andareviainsieme! lui vi attri"uiva maggior valore perch6, grazie a ci#,aveval’impressione che nessuno la vedesse, nessuno si mettesse fra loro, le im+

 pedisse di stare ancora con lui, dopo che l’aveva lasciata.

DD

(osì lei veniva via nella corrozza di 4Hann! una sera, appena smonta+ta, mentre lui lediceva «a domani», nel giardinetto davanti casa colse infretta un ultimo crisantemo eglielo diede prima che ripartisse. 0ui lo ten+ne stretto contro la "occa durante ilritorno, e $ualche giorno dopo, $uan+d o i l f i o r e f u a p p a s s i t o , l or i n c h i u s e c o m e c o s a p r e z i o s a n e l s u o secr6taire.Ma da lei nonentrava mai. 4olo due volte, nel pomeriggio, era andatoa partecipare all’operazione,

 per lei importantissima, di «prendere il t-».0’isolamento e il vuoto delle "revi strade

=fatte $uasi per intero da palaz+zine contigue, con una monotonia rottaimprovvisamente da $ualche si+nistra "ottega, testimonianza storica e sordidoavanzo del tempo in cui$uei $uartieri erano ancora malfamati>, la neve cheera rimasta nel giar+dino e sugli al"eri, l’aspetto trasandato della stagione, lavicinanza dellanatura, davano $ualche cosa di pi misterioso al calore, ai fiori cheavevatrovato entrando.0asciando a sinistra, al piano rialzato, la camera da letto di1dette, chedava, dietro, su una stradina parallela, una scala diritta saliva fra

 paret idipinte di colore scuro da cui pendevano stoffe orientali, fili di rosari tur+chi, euna grande lanterna giapponese appesa a un cordoncino di seta =ma illuminata

a gas, per non privare i visitatori degli ultimicomfort

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dellacivilt% occidentale>, f ino al salotto e al salottino. *uesti erano precedutida uno stretto vesti"olo con la parete $uadrettata da un graticcio di giar+dino, ma color d’oro, e orlato per l’intera lunghezza da una cassetta ret+tangolare in cui fiorivano come in serra una fila dei grossi crisantemi rariancora a

$uel tempo, "en lontani per# da $uelli che i fioricoltori riusciro+n o a o t t e n e r e p i t a r d i . 4 H a n n p r o v a v a f a s t i d i o p e r l a m o d ac h e , dall’anno prima, se n’era infatuata, ma stavolta gli aveva fatto

 piacerevedere la penom"ra del la stanza striata di rosa, di arancione e di "iancograz ie ai raggi odoros i di $uegl i e ffimer i as tr i che s iac ce nd on o ne ll egiornate grigie. 1dette l’aveva ricevuto in vestaglia diseta rosa, nudi ilcollo e le "raccia. 0’aveva fatto sedere accanto a s6 in unodei molti mi+steriosi recessi che erano disposti nelle rientranze della sala,

 protet ti daimmense palme contenute in portavasi cinesi, o da paravent i sucui era+no appese fotografie, nastri intrecciati e ventagli. 3li aveva detto:«(osìnon state comodo, aspettate, vi aggiusto io», e col risolino vanitosocheavre""e avuto per $ualche sua invenzione particolare , avevasistematodietro la testa di 4Hann, sotto i piedi, cuscini di seta giapponese, che ma+neggiava come si fa con la pasta, $uasi fosse prodiga di $uelle ricchezzee incurantedel loro valore. Ma $uando il cameriere venne a portare unaal la vol ta lenumerose lampade che, chiuse $uas i tut te in vas i c ines i , JFFardevano isolate o in coppia, tutte su mo"ili diversi come su altari, e chenelcrepuscolo gi% $uasi notturno di $uella fine di pomeriggio invernaleavevano fatto

riapparire un tramonto pi duraturo, pi roseo e pi uma+no7forse facendo sognare nella via $ualche innamorato fermo davantial mistero della

 presenza che svelavano e nascondevano insieme i vetri illuminati7, lei aveva sorvegliato il domestico, severamente, con la codadell’occhio, per vedere se le posava proprio nel loro posto consacrato.Pensava che l’effettocomplessivo del salotto sare""e andato distruttomettendone anche una soladove non "isognava e che il suo ritratto, po+sto su un cavalletto o"li$uo drappeggiato

di peluche non sare""e stato il+luminato dalla luce giusta. Perci# seguivatr ep id an te i mo vi me nti di $uell’uomo grossolano, e lo sgrid# vivacemente

 perch6 era passato trop+po vicino a due giardiniere che si riservava di pulirelei in persona perpaura che gliele rovinassero, anzi and# a guardare davicino per vederese non le aveva s"recciate. Giteneva che tutti i suoi ninnoli cinesiavesse+ro forme «divertenti», e così anche le orchidee, specie le cattleie, chein+sieme coi crisantemi erano i suoi fiori preferiti, perch6 avevano ilgranmerito di non sem"rare fiori, ma d’essere di seta, di raso. «*uella lì si di+re""etagliata dalla fodera del mio mantello», disse a 4Hann mostrando+gli un’orchidea,

con una sfumatura di stima per $uel fiore così «chic»,per $uella sorellaelegante e imprevista che la natura le dava, così lonta+na da lei nella scala degliesseri, e tuttavia raffinata, degna pi di tantedonne di essere accolta da lei

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nel proprio salotto. Mostrandogli via viacerte chimere con la lingua difuoco dipinte su un vaso o ricamate su unparavento, le corolle di un mazzo diorchidee, un dromedario d’argentoniellato con gli occhi incrostati di ru"ini che stavasul caminetto accantoa un rospo di giada, affettava a volta a volta d’aver paura della

malvagit%o di ridere della stram"eria dei mostri, di arrossire per l’indecenzadeifiori e di provare un desiderio irresisti"ile di andare a "aciare il drome+dario e il rospo, che chiamava «tesori». E $ueste pose contrastavano conla sincerit%di alcune sue devozioni, specie per Botre+2ame de 0aghetJche una volta, $uando a"itava a Bizza, l’aveva guarita da unamalattiamortale, della $uale portava sempre addosso una medaglietta d’orocuiattri"uiva un potere illimitato. 1dette fece a 4Hann il «suo» t-, gli chiese:« Pannao l imoneI», e s i ccome lu i r i spose «Panna», g l i d i s se r idendo:«5nanuvola». E siccome lui lo trovava "uono: «)edete che io so $uelloche vi

 piace». 'n effetti, $uel t- era parso a 4Hann $ualcosa di prezioso n6pi n6 meno che alei, e l’amore ha talmente "isogno di trovarsi una giu+stificazione, una garanzia didurata, in piaceri che invece senza di lui nonsare""ero tali e finiscono con lui,che $uando alle sette l’aveva lasciata JF

 per tornare a casa a cam"iarsi d’a"ito, durante tutto il percorso in carroz+za, non potendo contenere la gioia che $uel pomeriggio gli aveva procu+rato, si ripeteva:«4are""e "ello davvero avere una personcina da cui po+ter trovare $uesta cosa tanto

rara, un "uon t-». 5n’ora dopo ricevette un " i g l i e t t o d i 1 d e t t e , er i c o n o " " e s u " i t o l a g r a n d e s c r i t t u r a i n c u i un’ostentazione dirigidezza "ritannica imponeva una parvenza di disci+plina a caratteri informi, chea occhi meno prevenuti avre""ero forse si+gnificato il disordine della mente,l’educazione manchevole, la mancanzadi franchezza e di volont%. 4Hann avevascordato da lei il portasigarette.« ) i f o s t e s c o r d a t o c o s ì a n c h ei l c u o r e , n o n v e l o a v r e i l a s c i a t o riprendere.»5na secondavisita che le fece e""e forse importanza maggiore. Gecan+dosi da lei $uel giorno,come ogni volta che doveva vederla, se la raffigu+rava in anticipo! e la necessit%

in cui era, per trovar "ello il suo volto, dilimitare ai soli pomelli rosei e freschile guance che così spesso lei avevagialle, cascanti, punteggiate talvolta dimacchioline rosse, lo affliggevacome una prova che l’ideale -irraggiungi"ile e la felicit% mediocre. 0eportava una stampa che desideravavedere: 0ei stava poco "ene! lo rice+vette in una vestaglia viola dicrWpe de (hine,raccogliendo sul petto, comeun man tel lo, la sto ffa a ric chi rica mi. 'n

 piedi accanto a lu i , lasciandospiovere lungo le guance i capel l isciol t i , piegando una gam"a in at toleggermente di danza per potersi

curvare senza fatica verso l’incisioneche contemplava, inclinando la testa, coigrandi occhi così stanchi e incu+piti $uando non si animava, lo colpì per la

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somiglianza con la figura di4efora, la figlia di Ketro, che si vede in un affrescodella cappella 4istinaJ<.4Hann aveva sempre avuto $uesto gusto speciale, di divertirsi a trovarenella pi ttura

dei maestri non solo i caratteri generali della realt% che cicirconda, ma, alcontrario, ci# che sem"ra meno suscetti"ile di generaliz+zazione, come i trattiindividuali dei visi che conosciamo. (osì, nella ma+teria di un "usto del doge0oredan scolpito da Antonio GizzoJ@, il risaltodegli zigomi, il taglio o"li$uo delle sopracciglia, insomma lasomiglianzalampante col suo cocchiere G6mi! sotto i colori di un 3hirlandaioJ, il na+so del signor de Palanc9! in un ritratto del /intorettoJD, il gr ass o de ll a guancia invaso dall’impianto dei primi peli delle fedine,lo sguardo pe+netrante, le palpe"re congestionate del dottor du 8oul"on. &orse,avendosempre nutrito il rimorso di aver limitato la propria esistenza airapportimondani, alla conversazione, credeva di trovare una specied’indulgenteperdono accordatogli dai grandi artisti, nel fatto che anche loroavevanoosservato con piacere e accolto nella loro opera, simili volti che le confe+r isc on o u n a tt est at o s i ng ol ar e d i r ea lt % e d i v it a, u n sa po remoderno! JFJ

forse anche si era lasciato prendere talmente dalla frivolezza della gentedi mondo,che sentiva il "isogno di trovare in un’opera antica $uelle al+lusionianticipate a nomi e cognomi d’oggi, che la ringiovaniscono. &orseinvece avevaconservato sufficiente natura d’artista perch6 $uelle caratte+ristiche individuali glidessero piacere assumendo un significato pi ge+nerale, appena le scorgeva sradicate,li"erate, nella rassomiglianza di unritratto pi antico con un originale che non

era $uello raffigurato. (o+mun$ue s ia , e for se perch6 l a p ienezzad’ imp ressioni che provava da $ualche tempo, "ench6 gli fosse venuta piuttostocon l’amore della musi+ca, gli aveva arricchito anche il gusto per la pittura,$uella volta fu piprofondo =e doveva esercitare su 4Hann un influsso durevole> il

 piacereche prov# in $uel momento nel constatare la rassomiglianza di1dettecon la 4efora di $uel 4andro di Mariano al $uale non si d% pi volentieriilsoprannome di 8otticelli da $uando, invece della vera opera del pitto+re, evocal’idea scipita e falsa che se ne - divulgataF. Bon stim# pi ilvolto di 1dette in "ase alla migliore o peggiore $ualit% delleguance e al+la dolcezza meramente carnale che supponeva di dover trovaretoccan+dole con le la""ra se mai avesse osato "aciarla, ma come una

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matassa dilinee sottili e "elle che i suoi sguardi dipanarono seguendo lacurva delloro avvolgimento, congiungendo la cadenza della nuca all’effusionedeicapelli e alla flessione delle palpe"re, come in un ritratto di lei nel$ualeil suo tipo diventava intelligi"ile e chiaro.0a guardava! un frammento

dell’affresco le appariva nella faccia e nelcorp o, e se mp re , da a ll or a, cer c#di ri tr ov ar lo , si a ch e st es se acc ant o a 1dette, sia che soltanto la pensasse! e "ench6 senza du""io al capolavorofiorentino ci tenesse solo perch6 lo ritrovava in lei,tuttavia $uesta rasso+miglianza conferiva "ellezza anche a lei, la rendeva pi

 preziosa. 4Hannsi rimprover# di avere misconosciuto il pregio di un essere che algrande4andro sare""e parso adora"ile, e si compiac$ue che il piacere che

 pro+vava a vedere 1dette trovasse giustificazione nella propria cultura esteti+ca. 4idisse che associando il pensiero di 1dette ai propri sogni di felicit%non si erarassegnato a un ripiego imperfetto come aveva creduto fin $ui,poich6 ellaaccontentava in lui, i gusti d’arte pi raffinati. 2imenticavache non per $ue sto 1de tte si con for mava di pi all a d onn a s eco ndo il suo desiderio,

 poich6 il desiderio gli si era sempre orientato precisamen+te in direzione contraria aigusti estetici. 0a parola, «opera fiorentina» re+se un gran servigio a 4Hann. (ome untitolo a"ilitante, gli permise di farpenetrare l’immagine di 1dette in un mondodi sogni dove finora nonaveva avuto accesso e dove s’im"evve di no"ilt%. Ementre la visione me+ramente corporea che aveva avuto di $uella donnainde"ol iva i l suo JF

amore, rinnovandogli continuamente i du""i sulla $ualit% del suo viso,delcorpo, di tutta la sua "ellezza, i du""i furono distrutti, l’amore resosicuro$uando invece e""e per "ase i dati di un’estetica certa! senza con+tare che il "acio eil possesso, che sem"ravano naturali e mediocri se glierano accordati dauna carne sciupata, venendo a coronare l’adorazione per un oggetto da museogli parvero essere soprannaturali e deliziosi.E $uando era tentato di rimpiangere dinon far altro da mesi che vede+re 1dette, si diceva che era giusto dedicare gran partedel tempo a un ca+polavoro inestima"ile, colato una volta tanto in una materiadiversa eparticolarmente gustosa, in un esemplare rarissimo che egli

contemplavatalora con l’umilt%, la spiritualit% e il disinteresse di un artista, taloraconl’orgoglio e la sensualit% di un collezionista.4ul suo tavolo di lavoro, comeuna fotografia di 1dette, mise una ri+produzione della figlia di Ketro. Ammirava igrandi occhi, il viso delicatoche lasciava indovinare la pelle imperfetta, i "occolimeravigliosi dei ca+pelli lungo le guance estenuate! e adattando all’idea diuna donna vivaci# che finora aveva trovato "ello in sede estetica, lo trasformava inmeri+ti fisici che si compiaceva di trovare riuniti in un essere da poter possede+re.* u e l l a v a g a s i m p a t i a c h e c i s p i n g e v e r s o u n c a p o l a v o r o m e n t r elostiamo osservando, adesso che conosceva l’originale in carne ed ossa del+la figlia

di Ketro diventava un desiderio che da allora in poi supplì a $uel+lo che il corpo di1dette da principio non gli aveva ispirato. *uando ave+va osservato a lungo $uel8otticelli, pensava al suo personale 8otticelli che trovava ancora pi "ello, e

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vederla pi, che non gli faceva cor+rere grossi rischi, perch6, $ualun$ue cosa lescrivesse durante il giorno,per forza l’avre""e vista la sera e l’avre""eaccompagnata a casa.Ma una volta che pensando di malavoglia all’inevita"ile ritornoinsie+me, aveva condotto fino al 8ois

la giovane operaia per ritardare il mo+mento di recarsi dai )erdurin, arriv# tantotardi che 1dette, pensandoche non venisse pi, se n’era andata. )edendoche nel salotto non c’era,4Hann prov# una fitta al cuore! tremava di essere

 pr ivato di un piacereche misurava per la prima volta, perch6, fino ad allora, avevaavuto $uel+la certezza di trovarlo $uando voleva, che in ogni specie di piacere dimi+nuisce o addirittura impedisce di scorgerne l’estensione.«Nai visto la faccia che hafatto, $uando si - accorto che lei non c’eraI,disse il signor )erdurin alla moglie. Misem"ra proprio che ci sia rimastoincastrato. JF

70a faccia c he ha fat toI », domand# co n violenza i l dot tor (ot tard che,essendosi recato un momento a visitare un malato, ritornava a pren+der la moglie enon sapeva di chi parlassero.«(ome, non avete incontrato sulla porta il pi "ello degli4HannO7

 Bo. venuto il signor 4HannI7

1h solo un momento. A""iamo avuto uno 4Hann mol to ag i ta to, moltonervoso. (apirete, 1dette era andata via.7)olete dire che $uei due stanno insieme, che lei gli ha concesso lesueg ra z ie », d is se i l d o tt or e, s pe ri me n ta n do c on p r ud e nz a i l s en s odi$ueste espressioni.«Macch6, non c’- proprio niente! e detto fra noi,t rovo che le i facc ia malissimo, che si comporti come l’oca fenomenale che -.7Ah, ah, ah, fece il signor )erdurin. (osa ne sai tu che non c’- nien+ teI Bon

siamo mica stati lì a guardare noI7A me, l’avre""e detto, replic# fieramente la signora )erdurin. 4e vidico che miracconta tutti i fatti suoi 4iccome in $uesto momento non hapi nessuno, le ho dettoche dovre""e mettersi con lui. 4ostiene che nonpu#, che ha avuto, sì, una grossa cotta

 per lui, ma che lui - timido con lei,che ci# la intimidisce a sua volta! e poi chenon lo ama a $uel modo lì,che - un essere ideale, che ha paura di sciupare ilsentimento che provaper lui, e che so io. Eppure sare""e proprio $uel che ci vuole

 per lei.

7Mi permetterai di non essere del tuo parere, disse il signor )erdu+rin, $uelsignore mi va gi solo a met%! trovo che - uno che posa.»0a signora )erdurin si

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irrigidì, prese un’espressione inerte $uasi fossediventata una statua, e la finzionele permise di lasciar credere di nonaver inteso $uella parola insopporta"ile,«uno che posa», che sem"ravaimplicare che $ualcuno poteva «posare» conloro, che dun$ue $ualcunoera «pi di loro».«'nsomma, se non c’- niente, non

 penso che sia perch6 $uel signore laritienevirtuosa, disse ironicamente il signor )erdurin. E dopotutto non sipu# dire nulla, dalmomento che ha l’aria di crederla intelligente. Bon sose hai sentito $uel che lerifilava l’altra sera sulla sonata di )inteuil! io1dette l’amo di tutto cuore ma

 per esporle delle teorie estetiche, "isognaessere comun$ue dei "enemeriti ingenui7Andiamo, non dite male di 1dette, disse la signora )erdurin facen+do la "am"ina. deliziosa.7Ma $uesto non le impedisce di essere deliziosa! non diciamo micam al e dile i , dicia mo che non - un pozzo di vi r t , n6 d’ intel l igenza. 'nfondo,disse al pittore, ci tenete tanto che sia virtuosaI &orse sare""e me+no deliziosa, chisa.» JF<4ul pianerottolo, 4Hann era stato raggiunto dal maggiordomo che nonsi trovava lìal suo arrivo, ed era stato incaricato da 1dette di dirgli,7ma un’ora era gi% trascorsa,

7nel caso fosse venuto, che pro"a"ilmentesare""e andata a prendere una cioccolata daPr6vost;

 prima di rincasa+re. 4Hann partì al la volta di Pr6vost , ma a ogni passo lacarrozza venivafermata da altre, o da pedoni che attraversavano, ostacoliodiosi che sa+re""e stato lieto di travolgere, senonch6 il processo ver"aledell’agente loavre""e ritardato anche pi del passaggio del pedone. (ontava iltempoche stava mettendoci, aggiungeva $ualche secondo ad ogni minuto

 peressere sicuro di non averli fatt i troppo corti , il che gl i avre""elasciatocredere maggiore di $uanto realmente fosse la pro"a"ilit% di arrivarea"+ "astanza presto e di trovare ancora 1dette. E a un certo punto, comeunfe""ricitante che ha smesso di dormire e prende coscienza dell’assurdit%deivaneggiamenti che rimuginava senza distinguersi nettamente da lo+ro,4Hann percepì d’un tratto la stranezza dei pensieri che volgeva da$uando incasa )erdurin gli avevano detto che 1dette se n’era gi% anda+ta, la novit% deldolore al cuore di cui soffriva, ma che egli avvertì comeessendosi svegliatoallora. Ma comeI tutta $uell’agitazione perch6 avre"+ "e visto 1dette soltanto

domani, precisamente ci# che si era augurato,un’ora fa, mentre andavadalla signora )erdurin &u costretto a notareche in $uella stessa vettura che lo portava da Pr6vost non era pi lo stes+so e non era pi solo, un nuovo essere

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stava con lui, aderente, amalga+mato a lui, di cui forse non avre""e potutos"arazzarsi, con cui sare""estato o""ligato a usare riguardi come con un padroneo con una malattia.Eppure, un attimo dopo aver sentito che una nuova persona gli siera ag+giunta così, la vita gli appariva pi interessante. A fatica si diceva

che ilpossi"ile incontro da Pr6vost =la cui attesa saccheggiava, denudava a talpunto imomenti precedenti, che lui non trovava pi una sola idea, unsolo ricordodietro cui riposare la mente>, pro"a"ilmente tuttavia, anchese $uell’incontroavveniva, sare""e stato come gli altri, poca cosa. (omeogni sera, appena fossestato con 1dette, gettando furtivamente sul suoviso mutevole uno sguardosu"ito distolto per paura che lei ci vedesse laprofferta di un desiderio e noncredesse pi al suo disinteresse, avre""esmesso di poter pensare a lei,troppo occupato a trovar pretesti che glipermettessero di non lasciarla su"ito edi assicurarsi, senza aver l’aria ditenerci, che il giorno dopo l’avre""e ritrovatadai )erdurin: cio- di pro+lungare per adesso e rinnovare un giorno di pi ladelusione e la torturache gli dava la vana presenza di $uella donna che avvicinavasenza osarea""racciarla. JF@

2a Pr6vost non c’era! volle cercare in tutti i ristoranti dei "oulevard.Per guadagnare tempo, mentre ne visitava alcuni, mand# negli altri ilcocchiereG6mi =il doge 0oredan di Gizzo>, poi lo and# ad aspettare, nonavendo trovatoniente lui, nel luogo che gli aveva indicato. 0a carrozzanon ritornava, e4Hann, pensando al momento prossimo, si raffiguravaalternativamente ora

$uello in cui G6mi gli avre""e detto: «0a signora -l%», e $uello in cui G6migli avre""e detto: «0a signora non c’era in nes+sun caff-». E così vedevadavanti a s6 la fine della serata, unica e tuttaviasdoppiata, preceduta siadall’incontro con 1dette che avre""e a"olitol ’ a n g o s c i a , s i ad a l l a f o r z a t a r i n u n z i a a t r o v a r l a $ u e l l as e r a , dall’accettazione di rincasare senza vederla.'l cocchiere torn#, ma nelmomento che gli si fermava davanti, 4Hannnon gli disse: «Avete trovato lasignoraI», ma: «Gicordatemi domani dipensare a ordinare la legna, pensoche la provvista incominci a esaurir+si». &orse si diceva che se G6mi aveva

trovato 1dette in un caff- e lei loaspettava, la fine della serata nefasta era gi%annullata dalla fine della se+rata felice appena iniziata, e lui non aveva "isognodi af f ret tars i a rag+giungere una fel ic i t% cat turata e pos ta al s icuro,che non sare""e pi scappata. Ma era anche per forza d’inerzia! aveva nell’animala mancan+za di agilit% che certuni hanno nel corpo, $uelli che nel momentodi evi+tare un urto, di allontanarsi le fiamme dall’a"ito, di compiere unmovi+mento urgente, prendono tempo, incominciano col restare per un secon+done lla p osi zione in c ui s ta van o pr ima, c ome per t rova rci u n

 puntod’appoggio, lo slancio. E senza du""io, se il cocchiere l’avesse

interrottodicendo: «0a signora - l%», avre""e risposto: «Ah sì, - vero, lacommis+sione che vi avevo dato! guarda un po’, non ci avrei creduto», eavr e""econ t inua to a pa r l a r e d i p r ovv i s t e d i l egna pe r nas conder e

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l ’emozioneprovata e lasciar si i l tempo di rompere conl’ in$uie tudine e darsi a l la felicit%.Ma il cocchiere torn# a dirgli che non l’avevatrovata da nessuna parte,e aggiunse il proprio parere, da vecchio domestico:«(redoche al signore non resti altro che tornare a casa».Ma l’indifferenza che 4Hann

recitava facilmente $uando G6mi non po+teva cam"iare pi nulla alla risposta che portava, cadde $uando vide chetentava di farlo rinunziare alla speranza e allaricerca.«Ma nient’affatto, esclam#, "isogna che troviamo $uella signora! - im+

 portantissimo. Per una cer ta faccenda, restere""e molto dispiaciuta,eseccata, se non mi vedesse. JF7

 Bon vedo come la signora potre""e irritarsi, rispose G6mi, dato che- stata lei adandarsene senza aspettare il signore, e ha detto che andavada Pr6vost e nonc’era.»2’altronde incominciavano a spegnere dappertutto. 4otto gli al"eridei "oulevard, in un’oscurit% misteriosa, i passanti erravano pi radi, ricono+sci"iliappena. 1gni tanto un’om"ra di donna che gli si avvicinava, "is"i+gliandogli una

 parola al l’orecchio, domandandogl i di condurla con s6, faceva trasalire 4Hann.4fiorava ansiosamente tutti $uei corpi oscuri, co+me se frammezzo i fantasmi deimorti, nel cupo regno delle tene"re, cer+casse Euridice.&ra tutti i modi di

 produzione dell’amore, fra tutti gli agenti dissemi+natori del male sacro,certamente uno dei pi efficaci - $uesto gran soffiodi agitazione che a volte passasu noi. Allora l’essere col $uale in $uelmomento ci piace stare, il dado -tratto, sar% lui che ameremo. Bon c’-neanche "isogno che finora ci sia

 piaciuto pi di al tr i, e neppure al tret+ tanto! "isogna solo che il nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E lacondizione si - verificata $uando7nel momento in cui ci - mancato7alla ricerca dei piaceri che ci dava il suo fascino si - sostituito improvvi+samente in noi un "isogno ansioso, che ha per oggetto $uel medesimo es+sere, un

 "isogno assurdo, che le leggi di $uesto mondo rendono impossi+ "ile da soddisfare edifficile da guarire, il "isogno insensato e doloroso dipossederlo.4Hann si fece

condurre negli ultimi ristoranti! aveva considerato concalma soltantol’ipotesi della felicit%! adesso non nascondeva pi la suaagitazione, il valoreche attri"uiva a $uell’incontro, e in caso di successopromise una ricompensa alcocchiere, come se ispirandogli il desiderio diriuscire, che sare""e venuto adaggiungersi a $uello che provava lui, po+tesse fare che 1dette, caso mai fosse gi%rientrata a coricarsi, nondimenosi trovasse in un ristorante del "oulevard. 4i spinsefino alla Maison 2o+r6e, entr#, due volte da /ortoni, e senza averla vistanemmeno lì era ap+pena uscito dal (af6 Anglais

, camminando a gran passi , con l’aspetto stravolto, per raggiungere la carrozzache l’aspettava all’angolo del "ou+levard des 'taliens $uando urt# una persona cheveniva in direzione con+traria. Era 1dette! gli spieg# poi che non trovando posto da

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Pr6vost , eraandata a cenare al la Maison 2or6e in un angolo dove luino n l’ av ev ascorta, e ritornava verso la propria carrozza./anto po co siasp ett ava di ved erl o, che e"" e un mot o di spa ven to. *uanto a lui, aveva

 "attuto Parigi non perch6 credesse possi"ile raggiun+gerla, ma perch6 rinunciarvi gli

era troppo crudele. Ma la gioia che la suaragione non aveva smesso di ritenereinattua"ile per $uella sera, adesso JFD

gli appariva ancora pi reale! infatti lui non vi aveva colla"orato conlaprevisione delle verosimiglianze, gli rimaneva esterna! non aveva "iso+gno di cavarla dalla propria mente per fornirgliela, emanava da se stessa,era lei che sisporgeva verso di lui, $uella verit% che splendeva fino a dis+sipare come un "ruttosogno l’isolamento che aveva temuto, e su di essaegli appoggiava, riposava, senzariflettere, il suo fantasticare felice. (osìun viaggiatore giunto col "el tempo

in riva al Mediterraneo, incertodell’esistenza dei paesi che ha a""andonato,si lascia a""agliare la vista,pi che lanciarvi sguardi, dai raggi che emanaverso lui l’azzurro lumi+ noso e compatto delle ac$ue.4alì con 1dette nella vetturadi lei, e ordin# alla propria di seguirli.0ei teneva in mano un mazzo di catleie, e4Hann vide che sotto il velodi pizzo aveva nei capelli fiori della stessaorchidea puntati a unaigrettedi piume di cigno. 4otto la mantiglia era vestita di un’onda di velluto ne+ro che,ripresa di s"ieco, scopriva in largo triangolo il "asso d’una gonnadi faille "ianco e

lasciava scorgere uno sprone, anch’esso di faille "ianco,all’apertura del corpettoscollato, dov’erano infilati altri fiori di catleia. 4iera appena rimessa dallo spaventoche le aveva provocato 4Hann, $uan+do un ostacolo fece fare uno scarto alcavallo. &urono spostati "rusca+me n te , l e i av ev a ge t t a t o un gr id o er e s t a v a t u t t a p a l p i t a n t e , s e n z a respiro.«Bon - niente, le disse lui, nona""iate paura.»E la teneva per la spalla, appoggiandola contro di s6 per sorreggerla!poi le disse:«4oprattutto non parlate, rispondetemi solo a cenni per nonaffannarviancora di pi. Bon vi d% fastidio se raddrizzo i fiori del corpettoI 4isonospostati per l’urto. No paura che li perdiate, vorrei infilarli un po’».1dette che

non era a"i tuata a vedere gli uomini fare tante s torie conlei, dissesorridendo:«Bo, nient’affatto, non mi d% nessun fastidio».Ma lui, intimidito dallarisposta, forse anche per mostrare di essere sta+to sincero $uando aveva colto $uel

 pretesto, o magari incominciando gi%a credere di esserlo stato, esclam#:«1h no,soprattutto non parlate, ricomincereste ad avere l’affanno, po+tete rispondere a gesti,vi capir#. 4inceramente, non vi do fastidioI 3uar+date, c’- un po’O - polline, credo,che vi si - sparso addosso, permetteteche lo tolga con la manoI &accio troppo forte,sono troppo ruvidoI &orsevi faccio un po’ di solleticoI ma non vorrei toccareil velluto dell’a"ito,per non sgualcirlo. Ma vedete, davvero, era necessario

fermarli , sare""e+ro caduti! e così, se l i infilo un po’O sul serio, nonsono indiscretoI E JF

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nemmeno a odorarli per sentire se - vero che non hanno profumoI Bonhomai provato, possoI 2ite la verit%».4orridendo, lei alz# leggermente le spalle, come

 per dire: «siete matto,lo vedete che mi piace».0ui alzava l’altra mano lungo laguancia di 1dette! lei lo guard# fisso,con l’aria languida e grave che hanno le donne

del pittore fiorentino conle $uali le aveva trovato $ualche rassomiglianza! spintiall’orlo delle pal+pe"re, i suoi occhi luminosi, larghi e sottili come i loro,sem"ravano sulpunto di staccarsi come due lacrime. Piegava il collo cometutte si vedo+no fare, nelle scene pagane come nei soggetti sacri. E in unatteggiamentoche senza du""io le era a"ituale, che lei sapeva appropriato a$uei mo+menti e stava attenta a non dimenticarsi di prenderlo, sem"rava aver "i+sogno di tutta la sua energia per trattenere il viso, come se una forza in+visi"ile lo attirasse verso4Hann. E fu 4Hann, prima che lei glielo lasciasse cadere,$uasi lei mal+grado, sopra le la""ra, che lo trattenne un attimo, a $ualche distanza,frale due mani. Aveva voluto lasciare al proprio pensiero il tempo di accor+rere, diriconoscere il sogno che così a lungo aveva accarezzato, e assiste+re al suoavverarsi, come si chiama una parente perch6 prenda parte alsuccesso di unfanciullo molto amato. &orse anche, 4Hann fissava sul vi+so di 1dette, non ancora

 posseduta da lui e nemmeno "aciata, che vede+va per l’ultima volta, lo sguardo col$uale, un giorno, partendo, vorrem+mo portarci via un paesaggio che stiamo per lasciare per sempre.Ma era così timido con lei, che, avendo finito col possederla$uella seraincominciando col sistemare le catleie, fosse timore di offenderla,fossepaura di fare la figura, retrospettivamente, di aver mentito, fosse man+canza di audacia per formulare una pretesa maggiore =$uella poteva ri+

 peterla, dal momento che la prima volta 1dette non si era irritata>, i gior+ni seguentiadoper# lo stesso pretesto. 4e lei aveva catleie nella scollatu+ra, le diceva:«Peccato, stasera le catleie non hanno "isogno di essere si+stemate, nonsono andate fuori posto come l’altra sera! per# mi sem"rache $uesta $ui,molto dritta non sia. Posso sentire se sono inodori, comele altreI». 1ppure, se non neaveva: «1h, niente catleie stasera, impossi+ "ile dedicarmi alle mie piccoleo pe ra zi on i» . 2 i m od o c he p er $ ua lc he te mp o n on f u c am "i at ol ’or din e c he e gl i a ve va se gu it o l a p ri ma se ra $uando avevaincominciato con toccamenti di dita e di la""ra sul pettodi 1dette, e ancora

così incominciavano ogni volta le sue carezze! e mol+to pi tardi, $uando lasistemazione delle catleie =o il simulacro rituale disistemarle> fu caduto in disusoda un pezzo, la metafora «fare catleia»,divenuta un semplice voca"olo cheadoperavano senza pensarci $uando Jvolevano significare l’atto del possesso fisico7in cu i de l re st o no n si possiede nulla7

, sopravvisse nel loro linguaggio a $uell’uso dimentica+to, commemorandolo. Eforse $uella manie ra part ic olare di dire «fare l’amore» non significavaesat tamente la stessa cosa dei suoi sinonimi . 4iha un "el l’essere

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disincantati in fatto di donne, considerare il possessodelle pi diverse comesempre eguale e risaputo a priori, al contrario di+venta un piacere nuovo se si tratta didonne a""astanza difficili7

o cre+dute tal i da noi7 per costr ingerci a farlo nascere da $ualche episodio imprevisto dei nostrirapporti con loro, come la sistemazione delle catleieera st a ta per 4Hann la

 pr ima vol ta . *uel la sera lu i sperava, t remando =ma 1dette, si diceva,se restava vittima della sua astuzia, non potevaleggergli dentro> che ci# che iloro larghi petali viola gli avre""ero rega+lato fosse il possesso di $uella donna!e il piacere che provava gi% e che1dette, pensava lui, tollerava forse solo perch6non lo aveva riconosciu+to, gli sem"rava proprio per $uesto7come pot- apparire al primo uo+mo che lo assapor# tra i fiori del paradisoterrestre7un piacere che finoallora non era esist ito, che lui cercava di creare, un piacere7come neser"# traccia il nome speciale che gli diede7interamente particolare enuovo.Adesso tutte le sere, $uando l’aveva ricondottaa casa, "isognava cheentrasse, e spesso lei usciva di nuovo in vestaglia per 

accompagnarlo f i+no alla carrozza e lo "aciava sotto gli occhi delcocchiere , dicendo: «(heimportanza ha, cosa m’importa degli altri». 0e sere incui lui non andavadai )erdurin =capitava talvolta, da $uando poteva vederla inaltro mo+do>, le sere sempre pi rare in cui andava in societ%, gli chiedeva di pas+sare da lei prima di r incasare, $ualun$ue ora fosse. Era primavera,unaprimavera gelida e pura. 5scendo da un ricevimento, lui saliva nella sua)ictoria<, si stendeva una coperta sulle gam"e, e agli amici che veniva+no via nellostesso tempo e l’invitavano a fare la strada insieme, rispon+deva che non

 poteva, non andava dalla stessa parte, mentre il cocchierepartiva al gran trottosapendo dove si andava. 0oro si meravigliavano, edifatti 4Hann non era pi lostesso. Bon arrivavano pi lettere sue perchiedere di fargli conoscere unadonna. Bon faceva pi attenzione a nes+suna, evitava di andare nei luoghi dovese ne incontrano. 'n trattoria, incampagna, teneva il contegno opposto a $uello dacui, ancora ieri, si po+teva riconoscerlo e che era parso dover sempre essere ilsuo. /anto unapassione - in noi come un carattere momentaneo e diverso che sisostitui+sce all’altro e a"olisce i segni fino allora invaria"ili con cui si esprimeva'ncam"io, invaria"ile adesso era che, dovun$ue 4Hann si trovasse,

nonmancava di andare a raggiungere 1dette. 'l tragitto che lo separava da JJ

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lei , era $uello che percorreva inevita"ilmente, come il pendio dellasuastessa vita, irresisti"ile e rapido. A dire il vero, spesso, rimasto in societ%fino atardi, avre""e preferito rientrare direttamente a casa senza fare$uella lungacorsa, e vederla solo il giorno dopo! ma il fatto stesso di sco+modarsi a un’ora insolita

 per andare da lei, di indovinare che gli amici sidicevano lasciandolo: « moltolegato, cer tamente c’- una donna che locostringe a recarsi da lei a$ualun$ue ora», gli dava il senso di condurre la vita degli uomini che nella loroesistenza hanno una faccenda d’amore,e nei $uali il sacrificio che fanno delriposo e degl’interessi personali auna fantasticheria voluttuosa, fa nascere unincanto interiore. Poi, senzarendersene conto, la certezza che lei lo aspettava, che nonera altrove conaltri , che lui non sare""e andato via senza averla vista,neu tra liz zav al’angoscia dimenticata ma sempre pronta a risorgere cheaveva provatola sera in cui 1dette non era pi dai )erdurin, rasserenata adesso inunacalma così dolce che poteva dirsi felicit%. &orse proprio a$uell’angosciaera de"itore dell’importanza che 1dette aveva assunto per lui. 3li altriesseri ci sono di solito così indifferenti, che $uando in uno di loroa""ia+mo riposto simili possi"ilit% per noi di sofferenza e di gioia, cisem"raappartenere a un altro universo, si circonda di poesia, fa della nostravita$uasi una commovente distesa dove ci sar% pi o meno vicino.4Hannnon poteva chiedersi senza tur"amento ci# che 1dette sare""e diventataper lui negli anni futuri. /alvolta, in $uelle "elle notti fredde, vedendodalla sua)ictoria la luna scintillante che effondeva chiarit% fra gli occhidi lui e lestrade deserte, pensava all’altro viso chiaro e leggermente rosa+to come $uello della

luna, che un giorno era sorto davanti al suo pensieroe da allora proiettava sulmondo la luce misteriosa nella $uale lui lo ve+deva immerso.4e arrivavadopo l’ora in cui 1dette mandava a dormire i domestici,prima di suonarealla porta del giardinetto andava per prima cosa nellastrada dove al

 pianterreno, fra le finestre tutte egual i ma "uie del le casecontigue, dava lafinestra, unica illuminata, della sua camera da letto.Picchiava sul vetro, e lei,sull’avviso, rispondeva e andava ad aspettarlodall’altro lato, alla portad’ingresso. 4ul pianoforte trovava aperto $ual+cuno dei pezzi che lei

 prediligeva: il

)alzer delle GoseoPovero pazzodi /a+gliafico@=che per sua disposizione scritta "isognava far eseguire al suofunerale>! lechiedeva di suonare invece la piccola frase della sonata di)inteuil, "ench61dette suonasse molto male: ma spesso l’immagine pi "ella che ci rimane diun’opera, - $uella che si - li"rata sopra suoni falsi,strappati da dita maldestre

a un piano forte scorda to. 0a picco la frase continuava ad associarsi per  4Hann all’amore che provava per 1dette. J

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4entiva perfettamente che $uell’amore era $ualcosa che non corrisponde+va a nientedi esterno, di verifica"ile da altri che lui! si rendeva conto chele $ualit% di 1dette nongiustificavano che attri"uisse tanto valore ai mo+m e n t i p a s s a t i c o n l e i . Es p e s s o , $ u a n d o i n 4 H a n n d o m i n a v a s o l o l’intelligenza positiva,voleva smettere di sacrificare tanti interessi intel+lettuali e sociali a $uel piacereimmaginario. Ma la piccola frase, appenala udiva, sapeva li"erare in lui lospazio che le era necessario, le propor+zioni del l’anima di 4Hann ne risultavanomutate! un margine vi era ri+ser"ato a un godimento che neanch’essocorrispondeva ad alcun oggettoesterno, e tuttavia, invece d’essere meramenteindividuale come $uellodell’amore, s’imponeva a 4Hann come una realt%superiore alle cose con+crete. *uella sete d’un incanto sconosciuto, la piccola frase larisvegliavain lui, ma senza porgergli niente di preciso per soddisfarla.(osicch6 lezone dell’anima di 4Hann dove la piccola frase aveva cancellato la

 preoc+cupazione degl’interessi materiali, le considerazioni umane e valide pertutti,essa le aveva lasciate vacanti, in "ianco, e lui era li"ero di iscriverciil nome di 1dette.'noltre, a ci# che l’affetto di 1dette poteva avere di unpo’ angusto e deludente, la

 piccola frase veniva ad aggiungere, ad amal+gamarvi , la sua essenza mister iosa.A vedere la faccia di 4Hann mentreascoltava la frase, si sare""e detto chestesse assor"endo un anesteticoche dava al suo respiro un’ampiezzamaggiore. E il piacere che gli davala musica e che presto avre""e creato in lui un

 "isogno vero e proprio, in$uei momenti assomigliava difatti al piacere che avre""e provato a speri+mentare profumi, a entrare in contatto con un mondo per il

$uale nonsiamo fatti, che ci sem"ra senza forma perch6 i nostri occhi non lo perce+ piscono, senza significato perch6 sfugge alla nostra intelligenza, un mon+do che noiraggiungiamo con un senso solo. 3ran riposo, misterioso rin+novamento per 4Hann7i cui occhi, "ench6 sensi"ili goditori di pittura,e lo spirito, "ench6 fine osservatore deicostumi, portavano per sempre latraccia indele"ile della sua vita arida7sentirsi trasformato in una crea+tura estranea all’umanit%, cieca, sprovvista difacolt% logiche, $uasi unfantastico liocorno, una creatura chimerica che

 percepisse il mondo conl’udito soltanto. E siccome nella piccola frase luicercava nondimeno unsignificato, nel $uale la sua intelligenza non poteva calarsi,che strana e"+ "rezza spogliare la sua pi intima anima di tutti i soccorsi delragiona+mento, farla passare sola nel corridoio, nel filtro oscuro del suono. 'nco+minciava a rendersi conto di $uanto c’era di doloroso, forse anche di se+gretamente inappagato, in fondo alla dolcezza di $uella frase, ma nonpotevasoffrirne. (he cosa importa se gli diceva che l’amore - fragile, il suo era cosìforte 3iocava con la tristezza che emanava da lei, la sentiva J;

 passare su di s6, ma come una carezza che rendeva pi profondo e pi dolceil sentimento che aveva della propria felicit%. 2ieci volte, venti vol+te la facevasuonare a 1dette, pretendendo insieme che non smettesse di "ac ia r lo . 1gni

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 "acio chiama un al t ro "acio. Ah, nei pr imi tempi che s i ama, cosìnaturalmente nascono i "aci 4puntano così stretti gli uni aglialtr i ! esare""e tanto fa t icoso contare i "aci che c i s i - da t i inun’ora,$uanto i fiori di un campo nel mese di maggio. Allora lei faceva

mostradi fermarsi, dicendo: «(ome vuoi che suoni in $uesto modo, se tu mi tie+ni Bon posso fare tutto insieme, cerca almeno di sapere $uello che vuoi,devo suonarela frase o coccolartiI», lui si arra""iava, e lei scoppiava inuna risata chericadeva su lui trasformandosi in una pioggia di "aci. 1p+pure lo guardava conaria im"ronciata, lui rivedeva un viso degno di fi+gurare nella)ita di Mosedel 8otticelli, ve lo collocava, dava al collo di1dette l’inclinazione necessaria!e $uando l’aveva "en dipinto a tempera,nel $uindicesimo secolo, sulla paretedella 4istina, l’idea che frattantolei fosse rimasta lì, accanto al pianoforte, nel presente, prontaa essere "a+ciata e posseduta, l’idea della sua materialit% ed esistenza venivaa ine+ "riarlo così forte che, con gli occhi stravolti, le mascelle tese come per di+vorare, si precipitava su $uella vergine del 8otticelli e si metteva a pizzi+carne leguance. Poi, $uando l’aveva lasciata, non senza essere rientrato a "aciarla di nuovo

 perch6 aveva dimenticato di portare nel ricordo $ual+che particolari t% delsuo odore o dei suoi lineamenti, mentre rincasavanella )ictoria, "enediceva1dette che gli permetteva $uelle visite $uoti+diane, dalle $uali sentiva chelei non doveva procurarsi una gioia moltogrande! ma preservandolo dal

diventare geloso7togliendogli occasionedi soffrire ancora del male che si era dichiarato inlui la sera che nonl’aveva trovata dai )erdurin7lo avre""ero aiutato ad arrivare, senzasu"ire altre crisi come la prima cheera stata così dolorosa e sare""e ri+masta unica, al termine di $uelle ore singolaridella sua vita, ore $uasi fa+tate, come $ueste in cui attraversava Parigi al lumedi luna. E notando,durante il ritorno, che adesso l’astro si era spostato rispetto a lui

e si tro+vava $uasi al limite dell’orizzonte, sentendo che il suo amoreo""edivaanch’esso a leggi immuta"ili e naturali, si domandava se il periodo incuiera entrato sare""e durato ancora a lungo, se presto il suo pensierononavre""e visto il caro viso di lei occupare una posizione lontana e dimi+nuita, e prossimo a cessare di diffondere incanto. Perch6, da $uandoerainnamorato, 4Hann t rovava incanto nel le cose, come al tempo incui ,adolescente, aveva creduto d’essere artista ! ma non era pi ilmedesimoi nc a nt o, $ u es to e ra 1 de tt e s ol a a c on f er ir lo . 4 en t iv ar inascere in s6 le i s p i r a z i o n i p o e t i c h e d e l l a g i o v e n t , c h e l a

s u a v i t a f r i v o l a a v e v a J

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dissipate, ma tutte portavano il riflesso, l’impronta, di un essere partico+lare! e nellelunghe ore che adesso trascorreva in casa provava un delica+to piacere, solo con lasua anima in convalescenza, ridiventava a poco apoco se stesso, ma per un’altra.Andava da lei soltanto la sera, e nulla sapeva dell’impiego che lei face+va

del tempo durante il giorno, come pure del suo passato, al punto cheglimancava anche la piccola informazione iniziale che, permettendoci diimmaginare ci#che non sappiamo, ci d% voglia di conoscerlo. (osì non sidomandava ci# che lei

 potesse fare, n6 che genere di vita era stata la sua.4orrideva solamente, talvolta, pensando che $ualche anno prima $uandonon la conosceva, gli avevano parlato diuna donna che, se ricordava "e+ne, doveva certo essere lei, come di una che faceva lavita, una mantenu+ta, una di $uelle donne a cui, avendole fre$uentate poco, attri"uivaanco+ra il carattere uniforme, radicalmente perverso, di cui le ha dotate a lun+gol’immaginazione di certi romanzieri. *uando a tale carattere oppone+va $uello di1dette, si diceva che, spesso, "asta capovolgere le reputazio+ni create dalla gente

 per giudicare con esat tezza una persona: 1dette, "uona, ingenua, innamoratadell’ideale, $uasi incapace di non dire la ve+rit%, al punto che un giorno, avendola

 pregata, per poter cenare solo conlei, di scrivere ai )erdurin che era indisposta,l’indomani, davanti alla si+gnora )erdurin che le domandava se stava meglio, l’avevavista arrossi+re, "al"ettare, e riflettere nel viso, suo malgrado, il dispiacere, ilsuppli+zio che le costava mentire! e mentre moltiplicava nella risposta i partico+lariinventati della pretesa indisposizione del giorno prima, aveva l’ariadiaffidare agli sguardi supplichevoli e alla voce desolata l’incarico dichieder 

 perdono per la falsit% delle parole.(ert i giorni , tuttavia , ma capi tava di rado,

veniva da lui nel pomer ig+gio, a interrompere le sue fantasticherie o $uello studiosu )er Meer a cuinegli ultimi tempi si era rimesso a lavorare. )enivano a dirgli chenel sa+lottino c’era la signora de (r6c9. Andava a raggiungerla, e $uando apri+va la

 porta sul viso roseo di 1dette, appena scorgeva 4Hann7cam"ian+d o l a f or ma d el la " oc ca , l o s gu ar do d eg li o cc hi , l amod ell atu ra del le guance7, veniva a mescolarsi un sorriso. Gimasto solo, rivedeva $uelsorriso, $uello

che aveva avuto il giorno prima, un altro con cui lo avevaaccolto in una o in un’altraoccasione, $uello che era stato la sua risposta,in carrozza, $uando le avevachiesto se le dava fastidio raddrizzando lecatleie! e la vita di 1dette, nel restodel tempo, poich6 non ne sapeva nul+la, col suo sfondo neutro e incolore gli apparivasimile a $uei fogli di stu+dio di VatteauDove si vedono $ua e l%, in tutti i posti in tutte le direzio+ni, disegnati a tre colori sullacarta camosciata, innumerevoli sorrisi. Ma J<

a volte, in un angolo di $uella vita che 4Hann vedeva tutta vuota =anchese laragione gli diceva che non poteva essere così>, perch6 non

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 potevaimmaginarla, $ualche amico che, sospettando il loro amore, non si sare"+ "earrischiato a dirgli di lei se non cose da nulla, gli descriveva la figuradi1dette come l’aveva vista $uel mattino, risalire a piedi rue A""atucci,in a"ito davisita guarnito di sLunL, sotto un cappello «alla Gem"randt»,e con un "ou$uet di

viole sulla scollatura. *uesto semplice schizzo scon+volgeva 4Hann, perch6 d’untratto lo faceva accorgere che 1dette avevauna vita che non era tutta intera per lui! avre""e voluto sapere a chi leiaveva cercato di piacere con $uella toilette chenon le conosceva, si ripro+metteva di chiederle dove andava in $uel momento!come se in tutta lavita incolore7$uasi inesistente, giacch6 gli era invisi"ile7del la suaamante, c i fosse solo una cosa ol t re tut t i i sor r is i r ivol t i alui : $uel suo camminare sotto un cappello alla Gem"randt, con un "ou$uet di violealcorpetto./ranne $uando le chiedeva la piccola frase di )inteuil invece del)al+zer delle Gose, 4Hann non cercava mai di farle suonare cose che piacesseroa lui, n6 di correggere,in musica come in letteratura, il suo cattivo gusto.4i rendeva conto che lei nonera intelligente. 2icendogli che le sare""etanto piaciuto che le parlasse deigrandi poeti, s’era immaginata di cono+scere su"ito $ualche strofetta eroica eromantica, tipo $uelle del viscontedi 8orelli;F, in chiave ancora pi commovente. 4u )er Meer di 2elft , gliaveva

domandato se aveva sofferto per una donna, se era stata una don+na a ispirarlo, e$uando 4Hann le aveva confessato che non se ne sapevanulla, si era disinteressatadi $uel pittore. 2iceva spesso: «0a Poesia, locredo "ene, - naturale che nonci sare""e niente di pi "ello se fosse ve+ro, se i poeti pensassero tutto$uello che dicono. Ma spesso non c’- nes+suno di pi interessato di $uellagente lì. 'o ne so $ualche cosa, avevoun’amica che amava una specie di

 poeta . Bei versi non parlava che di amore, di cielo, di stelle. Poveretta, come l’haridotta 0e ha mangiato pidi tre cen tom ila fra nch i». 4e all ora 4Ha nncercava d’insegnarle in checonsiste la "ellezza artistica, in che modo

 "isogna ammirare i versi o i$uadr i , in capo a un is tante smet teva diascoltare, dicendo: «4ìO nonpensavo che fosse così». E lui la sentiva

 provare una delusione ta le, chepreferiva mentire dicendo che tut to $uestonon era nulla, erano ancorainezie, che mancava il tempo di affrontare l’essenza

 profonda della $ue+stione, c’era "en altro. Ma lei diceva vivamente: «2ell’altroI (hecosaIO2immelo allora», ma lui non lo diceva, sapendo $uanto le sare""e

 parsomeschino e diverso da ci# che sperava le i, meno impressionante emeno J@

c o m m o v e n t e , e t e m e n d o c h e , d e l u s a d e l l ’ a r t e , l of o s s e i n s i e m e dell’amore.'nfatti lei trovava 4Hann inferiore,

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intellettualmente, a $uel che avre"+ "e creduto. «/u conservi sempre il tuosangue freddo, non so definir t i .»Pi ancora s i meravigl iava del la suaind if fe r enza a l dena r o , de ll a s uagentilezza con tutti, della suadelicatezza. E avviene spesso difatti, allagente superiore a 4Hann, a uno

scienziato, a un ar t is ta, se non viene di+sconosciuto da coloro che locircondano, che se hanno per lui i l senti+mento da cui traspare che lasuperiorit% della sua intelligenza si - impo+sta su loro, non - ammirazione per le sueidee, perch6 non le afferrano, -r ispet t o per la sua "ont% . E r ispet tois pi ra va a 1d ett e la po si z io ne di 4Hann nel gran mondo, ma non desideravache lui cercasse di farvela ac+cogliere. &orse sentiva che non ci sare""eriuscito! pi ancora, temevache , co l so lo par la re d i l e i , avre""e

 provocato r ivelazioni di cui aveva paura. (omun$ue sia, gli aveva fatto promettere di non pronunciare maiil suo nome. 0a ragione per cui non volevaandare in societ%, gli avevadetto, era una lite che una volta aveva avuto conun’amica, la $uale poi ,per vendicars i , aveva spar lato di le i . 4Hanno"iet ta va: «Ma mi ca tu tt i l’hanno conosciuta, la tua amica.7Ma sì, - come una macchia d’olio, lagente - tanto cattiva». 2a una parte 4Hannnon capì $uesta storia, mad’altra parte sapeva che $uelle frasi, «0a gente -tanto cattiva», «una ca+lunnia - come una macchia d’olio», sono generalmenteritenute vere! do+vevano esserci casi a cui si applicano. 'l caso di 1dette era uno di$uestiI4e lo chiedeva, ma non a lungo, giacch6 anche lui era soggetto allagra+vezza di mente che si a""atteva su suo padre, $uando si poneva un pro+ "lema

difficile. 2el resto, $uel mondo che faceva tanta paura a 1dette, fo rs e no nle i spi rava un gran des ider io, perch6 era t roppo lontano da $uel lo checonosceva lei per rappresentarselo con chiarezza. /uttavia,pur essendorimasta davvero semplice sotto certi aspetti =per esempioaveva conservato per amica un’e sartina, e sulle scale di lei, ripide scuree puzzolent i, si arrampicava$uasi ogni giorno>, aveva sete di chic! sol+tanto, l’idea che se ne faceva non era$uella della gente del gran mondo.Per costoro, lo chic - emanazione di pochiindividui che la proiettano fi+no a un livello a""astanza remoto7

affievolito pi o meno, secondo ladistanza dal centro della loro intimit%7nella cerchia dei loro amici odegli amici degli amici i cui nomi formanouna specie di repertorio. 0epersone della "uona societ% lo sanno a memoria,

 possiedono in materiaun’erudizione da cui hanno estratto una specie digusto, di tatto, talch64Hann pe r e s empio , s enza " i sogno d i f a reappel lo al la sua sapienza mondana, se leggeva nel giornale i nomi delle personeche si trovavano a J

un pranzo, poteva dire immediatamente la sfumatura di chic del pranzo,come "astaa un let ter ato la semplic e let tura di una frase per valuta re esattamentela $ualit% letteraria dell’autore. Ma 1dette faceva parte dellepersone =numerosissime,

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checch6 ne pensino gli appartenenti alla "uonasociet%, ce n’- in tutte le classi sociali>che, non possedendo $uelle nozio+ni , s ’ immaginano uno chicco mp le ta me nte di ve rs o, ch e as su me va ri aspetti secondo l’am"iente al $ualeappartengono, ma ha come carattereparticolare e distintivo

7sia $uello di cui sognava 1dette, sia $uello da+vanti a cui s’inchinava la signora(ottard, di essere direttamente accessi+ "ile a tutti. 0’altro, $uello della "uonasociet%, anch’essa a dire il vero -accessi"ile, ma ci vuole tempo. 1dette diceva di$ualcuno:«)a soltanto nei posti eleganti».E se 4Hann le chiedeva cosa intendeva con$uesto, gli rispondeva conun po’ di disprezzo:«Ma i posti eleganti, diamine 4e allatua et% "isogna insegnarti che co+sa sono i posti eleganti, (osa vuoi che ti dicaIPer esempio, la domenicamattina l’avenue de l’'mperatrice, alle cin$ue ilgiro del 0ago;, giovedìl’Eden /h6Ttre, venerdì l’Nippodrome;J, i "alliO7Ma $uali "alliI7Ma i "alli che si d%nno a Parigi, i "alli eleganti, voglio dire. Ecco, saiNer"inger,$uello che lavora con un agente di cam"ioI Ma sì, lo devi co+noscere, - uno degliuomini pi QinQ di Parigi, $uel giovanotto "iondoche - tanto sno", porta

sempre un fiore all’occhiello, la scriminatura finoalla nuca, dei sopra"iti chiari: si -messo con $uella vecchia tavolozza, sela porta dietro a tutte le prime. 8ene, l’altrasera ha dato un "allo, in fattodi chic c’era tutta Parigi. (ome mi sare""e piaciutoandarci Ma "isogna+va presentare alla porta il "iglietto d’invito, e non ero riuscita adaverlo.'n fondo, meglio non esserci andata, era un macello, non avrei visto nul+la.Pi che altro per poter dire di essere stata da Ner"inger. E a me tu losai,sono piccole am"izioni 2el resto, puoi star sicuro che su cento don+ne cheraccontano di esserci state per "uona met% non - veroO Ma mi stupisce cheuno come te, così

 pschutt;, non ci fosse».Ma 4Hann non cercava affatto di farle cam"iare $uesto concettodellochic pensando che il proprio non conteneva maggior verit%, anche il suoerasciocco e privo di importanza, e non trovava alcun interesse a istruir+ne l’amante,cosicch6, dopo $ualche mese 1dette s’interessava delle per+sone che luifre$uentava solo per gl’ingressi al peso, ai concorsi ippici, gl’inviti alle prime,che lui poteva avere attraverso di loro.2esiderava che lui coltivasse $uelle amiciziecosì utili, ma, d’altra par+te, era incline a considerarle poco chic, da $uando

aveva visto passare JD

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 per la strada la marchesa de )illepar is is in a"ito di lana nera, con unacuffiaa nastri.«Ma ha l’aria di una maschera di teatro, di una vecchia portinaia,dar+ling *uel la l ì , una marchesa 'o non sono marchesa , ma

 "isognere""e pagarmi "en caro per farmi uscire conciata così.»Bon capiva comemai 4Hann a"itasse $uel palazzo di $uai d’1rl6ansche, non osavaconfessarglielo, ma trovava indegno di lui.(erto, aveva la pretesa di amare le«antichit%» e prendeva un’aria esta+tica e fine per dire che adorava passare unagiornata intera ad «andareper gingilli», a cercare «anticaglie» e«"ric+% "rac». 8ench6 s’ostinasse inuna specie di punto d’onore =e pareva mettere in pratica$ualche precettodi famiglia> a non rispondere mai alle domande e non«render conto»dell’impiego delle sue giornate, una volta parl# a 4Hann diun’amica chel’aveva invitata a casa sua dove tutto era «d’epoca». Ma 4Hannnon riu+scì a farle dire $uale fosse $uest’epoca. /uttavia, dopo aver riflettuto, ri+spose che era «medievale», intendeva dire che c’erano pareti a pannellidilegno. *ualche tempo dopo gli riparl# dell’amica, e col tono esitante el’aria d’intesadi $uando citiamo $ualcuno con cui il giorno prima siamostati a un pranzo, e nonne avevamo mai inteso il nome, ma i padroni dicasa sem"ravano considerarlotanto cele"re da farci sperare che il nostrointerlocutore sapr% lui di chi vogliamo

 parlare, aggiunse: «Na una sala da pranzoO delO 4ettecento». 2el resto,trovava l’insieme orri"ile, nu+do, come se la casa non fosse finita, le donne viapparivano orri"ili, $uel+la moda non avre""e mai preso piede. 'nfine, una terza volta

ne riparl#,mostrando a 4Hann l’indirizzo dell’uomo che aveva fa""ricato $uella sa+lada pranzo! aveva voglia di farlo venire, $uando avesse denaro, per ve+dere se potevafargliene, non certo una eguale, ma $uella che sognava lei,e che pur t roppo ledimensioni de l l a sua pa lazz ina non ammet tevano,con a l t e c redenze ,mo"il i Ginascimento e camini come nel castel lo di8lois;;. *uel giorno si lasci# sfuggire davanti a 4Hann ci# che pensavad e l l a s u %a " i t a z i o n e s u l $ u a i d ’ 1 r l 6 a n s ! s i c c o m e l u i a v e v acriticatol’amica di 1dette perch6 aveva finito per scegliere, non gi% lo stile

0uigi?)' il $uale, diceva, "ench6 non usa, pu# essere piacevole, ma il falso an+tico:«Bon vorrai mica che viva come te, fra mo"ili rotti e tappeti logori»,gli disse. /antoin lei il rispetto umano della "orghese la spuntava anchesul dilettantismo dellacocotte.2i coloro che amavano trafficare in gingilli, amavano i versi,spregia+vano i "assi calcoli, sognavano d’onore e d’amore, faceva un’6litesupe+r iore al res to del l ’u mani t% . Bon era necessar io avere realmente$uei JJF

gusti, "astava proclamarli! di uno che a pranzo le aveva dichiarato chegli piaceva gironzolare per strada, sporcarsi le dita nelle vecchie "otte+ghe, chenon sare""e mai stato apprezzato da $uesto secolo mercantileperch6 non si

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 preoccupava dei propri interessi, riguardo a $ueste cose era di certo un uomod’altri tempi, tornava a casa dicendo: «Ma che ani+ma adora"ile, - un sensi"ile, nonl’avevo mai sospettato», e provava perlu i un’ imm en sa e su "it anea ami ci zi a.Ma in cam"io coloro che, come4Hann, avevano $uei gust i ma non ne

 parlavano, la lasciavano fredda.4enza du""io era costretta ad ammettere che4Hann non ci teneva al de+naro, ma aggiungeva im"ronciata: «Ma lui, non - la stessacosa»! e difatti$uel che parlava alla sua immaginazione non era la pratica, mail voca+ "olario del disinteresse.4entendo che spesso non gli era datod’impersonare ci# che lei sogna+va, cercava almeno di far sì che stesse

 "ene con lui, di non contrastare $uelle idee volgari, il cattivo gusto che aveva intutte le cose, e che del re+sto lui amava come tutto $uanto proveniva da lei, lodeliziavano anzi,perch6 erano altrettanti segni particolari, grazie a cui l’essenza di$uelladonna gli appariva, diventava visi"ile. (osì, $uando lei aveva l’ariafeliceperch6 doveva andare allaGeine /opaze;, o lo sguardo le diventava se+rio, in$uieto e determinato se aveva paura di

 perdere la festa dei fiori osemplicemente l’ora del t- conmuffinse toast al /h6 de la rue Go9ale;<,dove credeva indispensa"ile essere assidua per consacrare la reputazionedi donnaelegante, 4Hann entusiasmandosi come ci accade davanti allaspontaneit% di

un "am"ino o alla verit% di un ritratto che sem"ra stia perparlare, sentiva così "eneaffiorare l’anima in viso all’amante, che nonpoteva resistere dall’andare atoccarla proprio lì con le la""ra. «Ah, lei vuol essere accompagnata alla festa deifiori, la piccola 1dette, vuol farsiammirare! e""ene ve la condurremo, non cirimane che inchinarci.» 4ic+come la vista gli si era un poco a""assata, per lavorare in casa dovetterassegnarsi a usare gli occhiali, adottando ilmonocolo, che lo sfiguravam e n o , p e r a n d a r e i n s o c i e t % . 0 a

 p r i m a v o l t a c h e g l i e n e v i d e u n o all’occhio, lei non pot- trattenerela gioia: «Bon c’- che dire, trovo cheper un uomo - molto chic. (ome stai

 "ene così hai l’ar ia di un verogen+tleman. /i manca solo un titolo» soggiunse con una sfumatura di ramma+rico. A lui piacevache 1dette fosse così nello stesso modo che se si fosseinnamorato di una 8retone,sare""e stato contento di vederla in cuffia edi sentirle dire che credeva aifantasmi. &inora, come molti uomini in cuiil gusto artistico si sviluppaindipendentemente dalla sensualit%, c’erastata una discordanza "izzarra fra lesoddisfazioni che accordava all’unoe all’altra! godendo, in compagnia di donnesempre pi grossolane, la

 JJ

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seduzione di opere sempre pi raffinate, portando una servetta, in unpalcoa grate;@, alla rappresentazione di una commedia decadente cheaveva voglia di

sentire, o a una mostra di pittura impressionista, e per+suaso, d’altronde cheuna donna colta del gran mondo non ci avre""e ca+pito di pi, ma non avre""esaputo s tare zitta così genti lmente. 'nvece,da $uand o amava 1dette ,an da re d’a cc or do co n le i, sfo rz ar si di av er e un’anima in due, gli era cosìdolce, che cercava di compiacersi delle coseamate da lei! e si sforzava non solodi imitarne le a"itudini, ma anche diadottarne le opinioni, trovandoci un

 piacere tanto pi profondo perch6,prive com’erano di radici nella propriaintelligenza, gli rammentavanosolo il suo amore, che era la ragione per cui leaveva preferite. 4e ritorna+va a4erge Panine;, se cercava le occasioni di andare a vedere dirigere1liviero M6tra, era per ladolcezza di venire iniziato a tutti i modi di ve+dere di 1dette, di sentirsi partecipe ditutti i suoi gusti. *uesto fascino diavvicinarlo a lei, che avevano le opere o iluoghi che lei amava, gli sem+ "rava pi misterioso di $uello intrinseco aopere e luoghi pi "elli, cheper# non gliela rammentavano. 2el resto,avendo lasciato inde"olire leconvinzioni intellettuali della sua giovent,cosicch6 a sua insaputa loscetticismo dell’uomo di mondo era penetrato fino aloro, pensava =o al+m e n o l ’ a v e v a p e n s a t o p e r t a n t o t e m p o c h e

l o d i c e v a a n c o r a > c h e l’oggetto dei nostri gusti non ha in s6 valore assoluto,ma tutto - $uestio+ne di epoca, di ceto sociale, tutto sta nella moda, e le pi volgariv a l g o n o $ u e l l e c h e p a s s a n o p e r l e p i r a f f i n a t e . E s i c c o m eg i u d i c a v a c h e l’importanza at tr i"ui ta da 1dette ad avere "igliet ti per ivernissage diuna mostra, di per s6 non era pi ridicola del piacere che untempo p ro+vava l u i a f a r co laz ione da l p r inc ipe d i 3a ll e s, ne l los tesso modo nonpensava che l’ammirazione professata da le i per  Montecarlo o per il Gi+ghi;D

f os se p i i r r ag io ne vo le d e l l a p re d i l e z i on e c he a ve va l u i p e r l’1landa, che lei si immaginava "rutta, e per )ersailles, che le pareva tri+ste.(osì si asteneva dall’andarci, provando piacere a dirsi che lo facevaper lei,che voleva sentire, amare soltanto con lei.(ome tutto $uanto circondava 1dette, e in$ualche modo era solamen+te la maniera secondo cui poteva vederla, parlarle, gli

 piaceva la compa+gnia dei )erdurin . 0%, in fondo a tut t i i d iver t iment i , pranzi , musica,giuochi, cene in maschera, gite in campagna, appuntamenti ateatro, an+che nel le rare «serate di gala» date per i «noiosi», c’era la

 presenza di1dette, la visione di 1dette, la conversazione con 1dette, di cui i

)erdu+rin facevano a 4Hann, invitandolo, il dono inestima"ile! perci#,meglioche in un altro posto $ualsiasi, si compiaceva di stare nel «piccolo clan»,ecercava di attri"uirgli meriti reali, perch6 così immaginava che avre""e

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 JJJ

continuato a fre$uentarlo per proprio gusto tutta la vita. 1ra, non osan+dodirsi, per paura di non crederlo, che avre""e sempre amato 1dette,cols u p p o r r e a l m e n o c h e a v r e " " e s e m p r e f r e $ u e n t a t o i) e r d u r i n =proposizione che, a priori, sollevava meno o"iezioni di principio da par+te d el la sua intel l igen za> , s i v edev a in fu turo c ont inu are aincontrare1dette tutte le sere! forse non era proprio lo stesso che amarlasempre,ma per il momento, mentre la amava, credere che non avre""e smessodivederla neanche un giorno, era tutto $uanto chiedeva. «(heam"ientedelizioso, si diceva. 'n fondo la vita vera - proprio $uella 4ono

 pi in+tell igenti , pi art istici , del la gente del gran mondo (om’- sinceronellasignora )erdurin, nonostante $ualche piccola esagerazione un po’ ridico+la,l’amore per la pittura, per la musica (he passione per le opere, che desiderio

di far piacere agli artisti 4i fa un’idea inesatta della gente della "uona societ%! macon ci#I forse la "uona societ% non ha un’idea ancorapi falsa degli am"ientiartistici 4ar% che io non ho grandi "isogni intel+lettuali da soddisfare nellaconversazione, ma mi trovo "enissimo con(ottard, anche se i suoi giochi di

 parole sono al$uanto s$uallidi. E $uan+to al pi ttore, se - spiacevolmente pretenzioso $uando cerca di far colpo, in compenso - una delle pi "elleintelligenze che io a""ia mai conosciu+to. E poi soprattutto, l% ci si sente li"eri, si fa$uel che si vuole senza sog+gezione, senza cerimonie. (he profusione di

 "uonumore c’- in $uel sa+lotto ogni giorno 2ecisamente, salvo rare eccezioni,

andr# soltanto lì. lì che fonder# sempre pi le mie a"itudini e la mia vita.»E poich6le doti che credeva intrinseche ai )erdurin non erano altroche il riflesso

 proiettato su di loro dei piaceri che il suo amore per 1detteaveva assaporato in casaloro, $uelle doti diventavano pi serie, pi pro+fonde, pi vitali, $uanto pi loerano $uesti piaceri. 4iccome la signora)erdurin dava talvolta a 4Hann ci#che solo poteva costituire per lui lafelicit%! siccome una certa sera che lui stavain ansia perch6 1dette avevaparlato con uno pi che con un altro ospite, e, irritato conlei, non volevaprendere l’iniziativa di chiederle se sare""ero andati viainsieme, la si+gnora )erdurin gli aveva portato la pace e la gioia dicendo

spontanea+mente: «1dette, voi accompagnate il signor 4Hann, non -veroI»! sicco+me l’estate prossima, dopo che lui aveva iniziato a domandarsiin$uietose 1dette sare""e partita senza di lui, se gli sare""e stato possi"ile conti+nuare a vederla tutti i giorni, la signora )erdurin li aveva invitati ad an+dareentram"i in campagna da lei,7così 4Hann, lasciando inconscia+mente la gratitudine e l’interesse infiltrarglisinella mente e influire sullesue idee, arrivava persino a proclamare che lasignora )erdurin eraun’anima eletta. 2i $ualun$ue persona raffinata o

illustre gli parlasse JJ$ualche antico compagno della 6cole du 0ouvre

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F: «Preferisco cento vol+te i )erdurin», rispondeva. E con una solennit%che era nuova in lui : «4ono creature magnanime, e in fondo la magnanimit% - lasola cosa cheimporta e che d% pregio in $uesto mondo. )edi, ci sono solo due catego+

rie di persone: i magnanimi e gli altri ! e io sono arrivato a un’et% incui "isogna prender partito, sta"ilire una volta per tutte chi amare e chi di+sprezzare, starsene con chi si ama e, per recuperare il tempo sciupato congli altri,non lasciarli pi fino alla morte. E""ene», soggiungeva con laleggeraemozione di $uando, anche senza rendercene esatto conto, dicia+mo una cosa non

 perch6 sia vera ma perch6 proviamo piacere a dir la, el’ascolt iamo nellanostra voce come se venisse da altrove e non da noistessi, «il dado - tratto, ioho scelto di amare soltanto i cuori magnanimi,e di vivere soltanto nella magnanimit%./u mi domandi se la signora )er+durin - davvero intelligente. /i assicuro che mi hadato prova di una no+ "ilt% di cuore, di una elevatezza d’animo alla $uale, che vuoi,non si arri+va senza pari elevatezza di mente. (erto ha una profondacomprensionedell’arte. Ma forse non - in ci# che va ammirata di pi! e $ualche

 piccolaazione ingegnosamente, s$uisitamente "uona che ha compiuto per me,certe cortesie indovinate, certi gesti familiarmente su"limi, rivelanounacomprensione dell’esistenza, pi profonda di tutti i trattati di filosofia».Eppureavre""e potu to d i r s i che , non meno sempl ic i de i )erdur in ,c ’eranovecchi amici dei suoi genitori, compagni di giovinezza appassio+nati egualmente per l’arte, che lui conosceva altre persone di gran cuore,e nondimeno, da $uandoaveva optato per la semplicit% le arti e la ma+gnanimit%, non li vedeva pi

affatto. Ma coloro non conoscevano 1dette,e se l’avessero conosciuta, non sisare""ero dati pensiero di avvicinarla alui.(osì, senza du""io, in tutto l’am"iente dei)erdurin non c’era un solofedele che li amasse, o credesse di amarli, al pari di4Hann. E tuttavia,$uando il signor )erdurin aveva detto che 4Hann non loconvinceva deltutto, non aveva espresso solo il proprio pensiero, ma indovinato$uellodella moglie. 4enza du""io 4Hann nutriva per 1dette un affettotroppoesclusivo, e aveva trascurato di farne confidente $uotidiana lasignora) e r d u r i n ! d i s i c u r o , l a d i s c r e z i o n e s t e s s a c o nc u i a p p r o f i t t a v a dell’ospitalit% dei )erdurin, astenendosi spesso dal

venire a pranzo peruna ragione che essi non supponevano, e che interpretavanoinvece comeil desiderio di non perdere un invito dei «noiosi»! e sicuramente anche,enonostante le precauzioni che aveva preso per nasconderla, lascopertaprogressiva che essi facevano della sua "rillante posizione mondana, tut+toci# contr i"uiva a i r r i tar l i cont ro di lui . Ma la ragione profonda era JJ;

un’altra. 'l fatto - che molto presto avevano sentito in lui uno spazio ri+servato, impenetra"ile, dove in silenzio continuava a professare per con+to suo che

la pr inc ipessa d i 4agan non era gro t t esca e che l e f acez ie d i (ottardnon erano divertenti: insomma, e "ench6 non si dipartisse maidalla suagentilezza e non si ri"ellasse ai loro dogmi, un’impossi"ilit% dii m p o r g l i e l i , d i

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c o n v e r t i r l o d e l t u t t o a d e s s i , u n a c o s a s i m i l en o n l ’ avevano mai r i s con t r at a i n ness uno . 3 l i av r e""er o pe r dona tod i f r e + $ u e n t a r e i n o i o s i = a c u i d e l r e s t o , i n f o n d o a l c u o r e , l u i

 prefer iva mi l levolte i )erdurin e tutto il piccolo clan> , se avesse

consentito, per il "uonesempio, a rinnegarli davanti ai fedeli. Ma $uell’a"iura, essilo comprese+ro, non si poteva strappargliela.(he differenza con un «nuovo» che1dette li aveva pregati d’invitare,se""ene lo avesse incontrato poche volte soltanto, esul $uale fondavanomolte speranze, il conte di &orcheville =Gisult# per l’appunto che eracognato di 4aniette, ci# riempì di stupore ifedeli: il vecchio archivistaaveva modi così umili che lo avevano sempre credutodi un ceto inferio+re al loro, e non si aspettavano di venire a sapere cheapparteneva a unmondo ricco e relativamente aristocratico. 4enza du""io,&orcheville eragrossolanamente sno", mentre 4Hann non lo era! certo, era "en lungidalcollocare l’am"iente dei )erdurin sopra tutti gli altri, come faceva lui. Manonaveva $uella delicatezza di %nimo che impediva a 4Hann di asso+ciarsi allecritiche troppo manifestamente false rivolte dalla signora )er+durin contro personeche lui conosceva. *uanto alle tirate pretenziose evolgari che il pittorelanciava in certi giorni, alle spiritosaggini da com+messo viaggiatore chearrischiava (ottard, mentre 4Hann, che voleva "e+ne a tutt’e due, facilmente trovavamodo di scusarle ma non aveva il co+raggio e l’ipocrisia di applaudire, invece illivello intellettuale di &orche+ville gli permetteva di rimanere s"alordito,stupefatto alle prime, peral+tro senza capirle, e di divertirsi alle altre. E, per 

l’appunto, il primo pran+zo a cui partecip# &orcheville dai )erdurin, mise in luce tutte$ueste dif+ferenze, fece risaltare le sue $ualit% e affrett# la disgrazia di 4Hann.(’era a$uel pranzo, oltre gliha"itu6s, un professore della 4or"ona, 8ri+chot, che aveva incontrato i signori )erdurin alleterme, e, se gli impegniuniversitari e i lavori eruditi non gli avessero resomolto rari i momentidi li"ert%, volentieri sare""e andato spesso da loro.3iacch6 possedeva$uella curiosit%, $uella superstizione della vita che, unita a uncerto scet+ticismo circa l’oggetto dei propri studi, d%, in $ualsiasi professione, a cer+ti

uomini intelligenti, medici che non credono alla medicina, professoridil ic eo c he n on c re do no a l c omp it o d i l at in o, l a f am a d i s pi ri tilarghi , "r i l lant i e per f ino super ior i . 'n casa del la s ignora )erdur in,$uando JJ

 parlava di filosofia e di storia faceva apposta a cercare i paragoni in coseaddiritturacontemporanee, anzitutto perch6 credeva che $uelle discipli+ne non sono altro cheuna preparazione alla vita, e si figurava di trovarein azione nel piccolo clan ci#

che finora aveva conosciuto solo nei li"ri!poi fors’anche perch6, essendosisentito inculcare in passato, e avendoconservato senza saperlo, il rispetto per certi argomenti, credeva di spo+gliarsi dell’a"ito universitario prendendo con essi

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delle li"ert%, che vice+versa gli sem"ravano tali solo perch6 gli era rimasto.&in dal principio del pranzo, siccome il signor di &orcheville, seduto adestra della signora)erdurin che per i l «nuovo» s’era messa in pompamagna, le diceva:«1riginale, $uesta toilette "ianca», il dottore, che nonaveva smesso di

osservarlo, tanto era curioso per sapere com’- fatto ci#ch e eg l ic h i a m a v a u n « d i » , e c h e c e r c a v a u n ’ o c c a s i o n e d iattirarnel’attenzione ed entrare in maggior contatto con lui, colse a volo la

 parola«"ianca», e senza alzare il naso dal piatto, disse: «8iancaI 8ianca di (asti+gliaIJ». Poi, senza muovere il capo, lanci# furtivamente a destra e a sini+stra occhiateincerte e sorridenti. Mentre 4Hann, con lo sforzo doloroso einutile che fece per sorridere, lasci# intendere che giudicava stupido $ue+sto giuoco di parole, &orchevilleaveva mostrato di gustarne la finezza, einsieme di saper vivere, contenendo neigiusti l imiti un’ilarit%, che deli+zi# la signora )erdurin per la suafranchezza.«(osa ne dite di uno scienziato cosìI chiese a &orcheville. Bon c’- mo+d o d i p a r l a r e s e r i a m e n t e d u e m i n u t i c o n l u i . A n c h ec o n $ u e l l i dell’ospedale avete uscite del genereI soggiuse voltandosi verso ildotto+re. Allora, non ci si deve annoiare troppo. )edo che dovr# chiedere di es+serviricoverata.7Mi sem"ra di aver sentito che il dottore parlava di $uella vecchiamegera di8ianca di (astiglia, se oso esprimermi così. Bon - vero signo+raI» chiese 8richot

alla signora )erdurin, che venendo meno, chiusi gliocchi, precipit# il viso frale mani di dove sfuggirono gridi soffocati. «2iomio, signora, non vorreiallarmare le anime timorate, se ce n’- intorno a$uesta tavola,su" rosaO 2el resto, riconosco che la nostra ineffa"ile re+pu""lica ateniese =eh, davveroateniese> potre""e onorare in $uella ca+petingia oscurantista il primo $uestoredi polso. 4icuro, mio caro ospite,sicuro, sicuro», riprese con la sua voce di fortetim"ro, che scandiva ognisilla"a, in risposta a un’o"iezione del signor 

)erdurin . «(hroni$ue de4aint+2enis;, e non possiamo contestarne la sicurezza d’informazione,non lascia du""i in

 proposito. Bessun’altra donna migliore potre""e es+sere scelta da un proletariatoanticlericale, di $uesta madre di un santo, a JJ<

cui d’altronde ne fece veder delle "elle, come dice 4uger e di rincalzo 4an8ernardo

! perch6 con lei ognuno aveva ci# che si meritava.7

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sposarlo», volle farsi chiedere il seguito da 4Hann dicendogli: «)ero, si+gnor 4HannI», col tono marziale che si prende per mettersi alla portatadi uncontadino o per incoraggiare un soldato, 4Hann rovin# l’effetto di8richot , con granfurore della padrona di casa, rispondendo che lo scu+sasse se si interessava

cosi poco a 8ianca di (astiglia, ma aveva $ualche cosa da domandare al pittore.(ostui infatti era andato nel pomeriggio avisitare la mostra di un artista, amicodella signora )erdurin, morto dapoco, e 4Hann avre""e voluto sapere da lui=giacch6 apprezzava il suogusto> se davvero nelle sue ultime opere c’era $ualcosa

 pi del virtuosi+smo che stupiva gi% nelle precedenti.«2a $uel punto di vista, erastraordinario, ma la sua non mi sem"ravaun’arte, come si dice, molto QelevataQ, disse4Hann sorridendo.7ElevataO all’altezza di un’istituzione», interruppe (ottard alzandole "raccia congravit% simulata./utta la tavola scoppi# a ridere.«4e vi di ce vo ch e -i mp os si" ile r es ta re se ri c on l ui , d is se l a s i gn or a )erdurin a&orcheville. *uando meno te lo aspetti, se ne esce con unastram"eria.»Manot# che solo 4Hann non aveva sorriso. 2el resto egli non era mol+to contento che(ottard facesse ridere di lui in presenza di &orcheville.Ma il pittore, invecedi rispondere a 4Hann in modo interessante, comepro"a"ilmente avre""efatto se fossero stati soli, preferì farsi ammiraredai commensali esi"endo un

 pezzo sull’a"ilit% del pittore scomparso.«Mi sono avvicinato, disse, per vederecom’era fatto, ci ho messo il na+so sopra. Ah, davvero davvero non si riesce adire se - fat to di col la, disapone, di "ronzo, di ru"ino

@, di sole, di cacca.7E un etto, fa ru"inetto», esplose troppo tardi il dottore, ma nessunocapìl’interruzione.«Na l’aria d’esser fatto con niente, riprese il pittore. 'mpossi"ile scopri+re il trucco, peggio che nellaGondae nelleGeggenti

, e come mano - an+che pi forte di Gem"randt e di Nals. (’- di tutto! ma no, ve logiuro.»E come i cantanti, giunti alla nota pi alta che possono dare, continua+no convoce di testa, piano, si accontent# di mormorare! e ridendo, comese effettivamente$uella pittura a forza d’essere "ella fosse ridicola:«4a di "uono, d% alla testa,mozza il respiro, fa il solletico, e non c’-verso di sapere di cosa - fatta, -stregoneria, - cialtroneria, - miracolo, =scoppiando a ridere decisamente>: -disonesto». E fermandosi, rialzan+do il capo con gravit%, prendendo una notadi "asso profondo che cerc#di rendere armoniosa, soggiunse: «Ed - tanto leale».

 JJ/ranne $uando aveva det to «pi for te del la

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Gonda», "estemmia cheaveva provocato una protesta della signora )erdurin per la $uale0a Gon+daera il pi grande capolavoro dell’universo insieme con la

 Bonae con la)ittoria di 4amotracia, e a $uel «fatto di cacca», per cui &orcheville avevagettato un’occhiatacircolare sulla tavola per vedere se la parola passava,e che, su"ito dopo, gli avevacondotto sulle la""ra un sorriso pudi"ondoe conciliante, tutti i commensali, eccetto4Hann, avevano fissato sul pitto+re sguardi estatici di ammirazione.«(ome midiver te $uando prende i l volo cos ì » , esc lam# la s ignora)erdur in$uando egli e""e finito, felice che la tavolata fosse tanto inte+ressante

 proprio il giorno che il signor di &orcheville veniva per la primav ol ta . «E tu,c o s’ ha i d a r es ta r e a " oc c a a pe rt a i n $ ue l m od o , c o me u n g rossomacacoI disse al marito. 0o sai pure che parla "ene! si dire""e la prima voltache vi ascolta. 2ovevate vederlo mentre parlavate, vi "evevacon gl i occhi . Edomani ci reci ter% tut to $uel lo che avete det to, senzamangiars i unasilla"a.7Ma no, mica son frottole, disse il pittore "eato del proprio trionfo.Avetel’aria di credere che stia facendo l’im"onitore, che sia una monta+tura. )iaccompagner# a vedere, direte voi se ho esagerato, ci giuoco il "iglietto

d’ingresso che venite via pi entusiasta di me7Ma noi non crediamo affatto che esageriate, vogliamo solo che man+giate, e che miomarito mangi anche lui! ripassate le sogliole normanne alsignore, lo vedete che la sua- fredda Bon a""iamo mica tanta fretta, sta+te servendo come se "ruciasse lacasa. E aspettate un momento prima dipassare l’insalata.»0a signora (ottard eramodesta e parlava poco, sapeva per# non man+care di sicurezza $uando una "uonaispirazione le aveva fatto trovare laparola giusta. 4entiva che avre""e avuto un

 "uon successo e $uesto le dava fiducia, ma diceva la sua meno per "rillare lei e pi

 per essere utilealla carriera del marito. Perci# non si lasci# sfuggire la parola«insalata»,che aveva detto la signora )erdurin.«Bon sar% mica insalatagiapponeseI», disse a mezza voce voltandosiverso 1dette.E "eata e confusa delmotto azzeccato, e dell’ardimento che c’era a farein ta l mo do un’al lu si oned i sc r e ta , ma ch ia r a, a l la nuova e c l amor osacommedia di 2umas,scoppi# in un riso deliz ioso di ingenua, poco ru+moroso, ma cosìirresisti"ile che per $ualche minuto rest# senza poterlodominare. «(hi -$uella signoraI Na dello spirito», disse &orcheville.«Bo, ma ve la faremo, se venitetutti a pranzo venerdì.

 JJD7

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)i sem"rer# molto provinciale, signore, disse la signora (ottard a4Hann,ma io non ho ancora visto $uesta famosa&rancillonD

di cui par + lano tut t i . ' l dot tore c’- s ta to gi% =anzi r icordo che mi hadetto di averavuto il piacere grandissimo di passare la serata con voi>, e confessochenon ho trovato ragionevole che prendesse i posti per ritornarci conme.8eninteso, al /h6Ttre &ranCais uno non rimpiange mai la serata, recitanosempretanto "ene, ma siccome a""iamo degli amici molto gentili» =la si+gnora (ottard

 pronunciava di rado un nome proprio, si accontentava didire «certi nostri amici»,«una mia amica»: per «distinzione», in tono arti+ficioso e con l’aria d’importanza diuna persona che nomina solo chi vuo+le le i> , «i $u al i di sp ong ono sp ess o d i

 pa lchi , e hanno la "uona idea di condurci a tutte le novit% $uando ne vale la pena, sono sempre sicura divedere&rancillon

 prima o poi e di potermene fare un’opinione. Per# devoconfessare che mi sento piuttosto sciocca, perch6 in tutti i salotti dove va+do in visita, naturalmente non si parla che di $uella povera insalata giap+ponese. 4’incomincia perfino a esserne un po’stanchi», soggiunse veden+do che 4Hann non aveva l’aria interessata come leiavre""e creduto peruna così scottante novit%. «8isogna per# riconoscere che avolte d% prete+sto a trovate piuttosto spassose. (osì c’- una delle mie amiche, che -mol+to originale e altrettanto "ella, molto corteggiata e molto introdotta in so+ciet%,sostiene di aver fatto preparare in casa sua $uell’insalata giappone+se, ma facendoci

mettere tutto $uanto Alessandro 2umas figlio dice nellacommedia. Aveva invitato$ualche amica a mangiarla. Purtroppo io nonero fra le elette. Ma ce l’ha raccontatoche - poco, nel suo giorno di ricevi+mento! pare che fosse detesta"ile, ci hafat to ridere fino alle lacrime. Masapete, tut to sta nel la maniera diraccontare», disse vedendo che 4Hanncontinuava a star serio.E supponendo cheforse era perch6 non gli piaceva&rancillon:«2el resto, credo che avr# una delusione. Bon credo che valga4ergePanine

, l’idolo della signora de (r-c9. Ecco, $uelli almeno sono argomen+t i c h e v a n n on e l p r o f o n d o , c h e f a n n o r i f l e t t e r e ! m a d a r e u n ar i c e t t a d’insalata sulla scena del /h6Ttre &ranCais Mentre4erge Panine 2e l re+ sto, - come tutto $uello che esce dalla penna di 3iorgio 1hnet, -semprescritto tanto "ene. Bon so se conoscete0a MaS t re de &orges, io $uasi lopreferisco a 4erge Panine<F

.7

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4cusatemi, le disse 4Hann con aria ironica, ma confesso che lamiam a n c a n z a d i a m m i r a z i o n e - p r e s s ’ a p o c o e g u a l e

 p e r $ u e s t i d u e capolavori.7

2avvero, che cosa gli rimproverateI un partito presoI &orse li tro+v a t e u n p o ’t r i s t i I 2 e l r e s t o , c o m e i o d i c o s e m p r e , n o n " i s o g n a m a i JF

discutere sui romanzi n6 sui lavori teatrali. 1gnuno ha il suo mododipensare, e voi potete trovare detesta"ile $uello che a me piace di pi».&u interrottada &orcheville che si rivolgeva a 4Hann. 2ifatti, mentre lasignora (ottard parlava di&rancillon, &orcheville aveva espresso alla si+gnora )erdurin la sua ammirazione per $uello che aveva chiamato il pic+colo «speech» del pittore.«*uel signore ha unafacilit% di parola, una memoria», aveva detto al+la signora )erdurin $uando il pittore

e""e finito, «come ne ho incontratodi rado. Accidenti, vorrei averne altrettanto.4are""e un predicatore ec+cel len te. 4i pu# dir e c he col sign or 8ric hot ,avete lì due numeri che sie$uivalgono, non so nemmeno se come parlantina$uesto $ui non gli da+re""e dei punti al professore. 3li viene pi naturale, emeno ricercato.8ench6, strada facendo, a""ia adoperato $ualche parola un po’realistica,ma - il gusto del giorno, non mi - capitato molte volte veder reggere lasputacchiera con tanta destrezza, come dicevamo noi al reggimento, do+veavevo un camerata che per l’appunto mi ricordava un po’ il signore. Aproposito diuna cosa $ualsiasi, non so che dirvi, per esempio su $uesto "icchiere, poteva

 parlare per ore, ma no, non su $uesto "icchiere, sto di+cendo una sciocchezza! masulla "attaglia di Vaterloo, su tutto $uel chevolete, e strada facendo ci

 "ut tava l% de l le cose che voi non c i avreste pensato mai. 2el resto4Hann era nello stesso reggimento, deve averloconosciuto.7)edete spesso il signor 4HannI, chiese la signora )erdurin.7Macch6», rispose il signor di &orcheville, e siccome per avvicinarsipifacilmente a 1dette desiderava riuscire gradito a 4Hann, volle co+gliere

$uesta occasione di parlare delle sue "elle conoscenze, per lusin+garlo, ma par la rne da uomo di mondo, in tono di cr i t ica cordiale , non aver l’ariadi congratularsi con lui come d’una fortuna insperata: « vero,4 H a n n I B o n v iv e d o m a i . 2 e l r e s t o , c o m e f a r e p e r v e d e r l o I * u e + st’animalesta sempre ficcato dai 0a /r6moRlle, dai 0aumes, da tutta $uel+la gente lìO ».Acc usa d’al tro nde tan to pi fals a, per ch6 da un ann o 4Hann non andava$uasi altro che dai )erdurin. Ma il solo nome di per+sone che non conoscevanoveniva accolto da costoro con un si lenzio di riprovazione. ' l s ignor  )erdur in, temendo la penosa impress ione che$uei nomi di «noios i»

avevano dovuto produrre sopra la moglie, specielanciati così, senza tatto, infaccia a tutto i fedeli , gett# di sfuggita su dilei uno sguardo pieno diin$uieta sollecitudine. )ide a llora che, risolutan e l l a d e c i s i o n e d i

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n o n p r e n d e r a t t o , d i n o n e s s e r e s t a t at o c c a t a dall’informazione che le avevano appena dato: non soltanto, ma di rima+nere muta, di essere s ta ta sorda, cos ì come facciamo f inta di esser lo J

$uando un amico colpevole ten ta di far scivolare nel laconversazioneuna scusa che, ascoltarla senza protesta, sare""e gi% mostrare diammet+terla, o come $uando il nome proi"ito d’un ingrato ci viene

 pronunziatodavanti ! la signora )erdurin, affinch6 il suo silenzio nonapparisse con+senso, ma l’ignaro silenzio delle cose inanimate, aveva su"itospogliato ilviso di ogni vita, di ogni motilit%! la fronte convessa non era piche un "ello studio di tutto tondo sul $uale il nome di $uei 0a /r6moRlle<dacui 4Hann stava sempre ficcato, non aveva potuto penetrare! il naso leg+germentecontratto lasciava scorgere un incavo che sem"rava modellatosul vivo. 4i sare""edetto che la "occa semiaperta stesse per parlare. Bonera p i ch e un a cer a

 perduta , una maschera di gesso , un "ozzet to per monumento, un "usto per il Palazzo dell’'ndustr ia<Jdavanti al $uale ilpu""lic o s i fermere ""e di cer to per ammirar e comelo scul tore , espr i+mendo l’imprescritti"ile dignit% dei )erdurincontrapposta a $uella dei0a /r6moRlle e dei 0aumes, che essi valgonocertamente al pari di tutti inoiosi della terra, era riuscito a conferire unamaest% $uasi papale alla "ianchezza e alla rigidit% della pietra. Ma il marmo finì

con l’animarsi, efece udire che "isognava essere di stomaco "uono per andareda $uellagente, perch6 la moglie era sempre u"riaca e i l marito tantoignoranteche diceva collidoio invece di corridoio.«Potre""ero pagarmi a peso d’oro,ma, a casa mia $uella ro"a lì non lalascerei entrare», concluse la signora)erdurin, guardando 4Hann conaria imperiosa.Bo n sp er av a ce rt o ch e sisa re "" e so tt om es so fi no a im it ar e la sa nt a semplicit% della zia del pianistache aveva esclamato:«Ma sentite un po’ *uel che mi stupisce - che trovino ancora$ualcu+no che acconsenta a parlare con loro! credo che io avrei paura! un "ruttotirosi fa così presto a riceverlo (ome mai c’- ancora gente tanto rozzada

corrergli dietro».Purch6, almeno, non rispondesse come &orcheville:«2iamine, - unaduchessa! c’- chi gli fa ancora effetto», la signora )erdurin avre""e

 potu+to ri"attere: «8uon pro gli faccia». 'nvece, 4Hann si accontent# di ridere,comea significare che non poteva neanche prendere sul serio una similestravaganza. 'ls ignor )erdur in, cont inuando a get tare sul la mogl iesguardi fur t ivi ,vedeva con tristezza e capiva troppo "ene che lei prova+va la collera di ungrande in$uisitore che non riesce a estirpare l’eresia! eper tentare di indurre 4Hann auna ritrattazione, giacch6 il coraggio delleproprie opinioni pare sempre calcolo evilt% agli occhi di coloro contro i$uali si esercita il signor )erdurin lo interpell#:

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«2ite pure francamente ci# che pensate, non andremo mica a riferirloingiro».Al che 4Hann rispose:«Ma non - affatto per paura della duchessa =se -dei 0a /r6moRlle cheparlate>. )i assicuro che tutti $uanti vanno con piacere da lei.

 Bon vi di+co che sia QprofondaQ, =pronunzi# QprofondaQ come se fosse una

 parolaridicola, perch6 il suo linguaggio ser"ava traccia di consuetudini mentalicheun certo rinnovamento, segnato dall’amore per la musica, gli avevafatto perdere a trat ti7gli succedeva a volte di esprimere con calore leproprie opinioni7> ma, con tutta sincerit%, - una donna intelligente e ilmarito - un autenticoletterato. 4ono persone deliziose».Allora, la signora )erdurin, sentendo che acausa di $uesto solo infe+dele sare""e stata impedita di attuare l’unit% morale del

 piccolo clan, pie+na di ra""ia contro l’ostinato che non vedeva $uanto le sue parole la fa+cessero soffrire, non pot- impedirsi di gridargli dal profondo delcuore:«Pensatelo, se volete, ma almeno non venite a dircelo.7/utto dipende da ci# che voi chiamate intelligenza, disse &orchevil+le, che voleva

 "r il lare a sua volta. 4entiamo, 4Hann, che cosa intendete per intelligenzaI7Ecco, esclam# 1dette, ecco le grandi cose di cui gli chiedo di par+ larmi, malui non vuole mai.7

Ma sìO , protest# 4Hann.74torie, disse 1dette.74torie da ridereI, chiese il dottore.7Per voi, riprese &orcheville, intelligenza - la chiacchiera mondana, le personeche si sanno insinuareI7

&inite la pietanza, che possano togliervi il piatto», disse la signora)erdurinin tono acre rivolgendosi a 4aniette, che assorto in $ualche suariflessione, avevasmesso di mangiare. E forse un po’ vergognandosi delto no che aveva usato:«B on imp or ta , po te te fa re co n co mod o. )e l ’h o detto per gli altri, perch6si "locca il servizio.7(’-, disse 8richot martellando le silla"e, c’- una definizione moltocuriosadell’intelligenza in $uel mite anarchico di &6nelon<

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Ascoltate, disse la signora )erdurin a &orcheville e al dottore, ades+so ci dice ladefinizione dell’intelligenza secondo &6nelon! - interessante,non c%pita tutti i giornil’occasione di sentire $ueste cose».Ma 8richot aspettava che 4Hann desse la propria.*uesti non rispose,e sottraendosi, fece mancare il "rillante torneo che la signora

)erdurin sirallegrava di offrire a &orcheville. J

7 Baturale, - come con me, disse 1det te im"ronciata: non mi rincre+ sce divedere che io non sono la sola che lui non consideri all’altezza.7*uesti de la /r6mouaille che la signora )erdurin ci ha mostrato cosìpocoraccomanda"ili, domand# 8richot articolando le parole con forza,discendonodagli stessi che $uella "uona sno" della signora de 46vign6

<;confessava di esser contenta di conoscere perch6 le faceva fare "ella figu+ra coi suoicontadiniI vero che la marchesa aveva un’altra ragione, chein lei doveva

 predominare! perch6 le tterata nell’anima, in cima a tuttoponeva la paginascritta. 1ra, nel diario che mandava regolarmente alla figlia, era la signora dela /r6mouaille, "en documentata in virt delle il+lustri parentele, che faceva la

 politica estera.7Ma no, non credo che sia la stessa famiglia», disse del tutto a caso lasignora

)erdurin.4aniette, dopo avere restituito in fretta al maggiordomo il piatto anco+ra pieno, era piom"ato in un si lenzio medi tativo! ne uscì infine per rac+contareridendo la storia di un pranzo fatto insieme col duca de la /r6+moì’lle, dacui risultava che costui non sapeva che 3eorge 4and fosse lopseudonimo diuna donna. 4Hann che aveva simpatia per 4aniette si cre+dette in o""ligo di darglialcuni particolari sulla cultura del duca, mo+strando che una simileignoranza, da parte sua, era materialmente im+possi"ile! ma, d’un tratto, siferm#, aveva capito che 4aniette non aveva "isogno di prove! sapeva che lastoria era falsa, per la "uona ragione chel’aveva inventata lui un momento prima.

*uell’uomo eccellente soffrivadel fatto che i )erdurin lo trovassero tantonoioso! e, consapevole di es+sere stato ancora pi scial"o del solito durante$uel pranzo, non avevavoluto che terminasse senza esser riuscito a divertirealmeno un poco.(apitol# così presto, apparve così infelice nel vedere mancarel’effetto sucui aveva contato, e perch6 4Hann non si accanisse in unaconfutazioneormai inutile gli rispose in tono così vile: «)a "ene, va "ene! in ognicaso,se anche mi s"aglio, non - un delitto, spero», che 4Hann avre""evolutopoter dire che la storia era vera e gustosa. Al dottore, che li avevaascol+tati, venne in mente che era il caso di dire:

«4e non - vero»<

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, ma non si sentiva a""astanza sicuro delle parole e temette d’im"rogliarsi.2opo pranzo, &orcheville si diresse, di sua iniziativa, verso il dottore:«Bon doveva micaesser male, la signora )erdurin, e poi - una donnacon cui si pu# conversare,

 per me - tutto lì. Evidentemente incomincia asapere un poco di tappo. Ma la

signora de (r6c9, ecco una donnina cheha l’aria intelligente, ah per"acco, sivede su"ito che ha l’occhio america+no<<, $uella lì 4tiamo parlando della signora de (r6c9», disse al signor  J;

)erdurin che si avvicinava con la pipa in "occa.7Mi figuro che comecorpo O7

Meglio lei nel letto, che il diavolo», disse precipitosamente (ottardche, da $ualcheistante, aspettava invano che &orcheville riprendesse fia+to per collocare $uestavecchia facezia! se la conversazione cam"iava cor+so temeva che non sare""e

 pi venuta a proposi to , e la snoccio l# con$uel l ’eccesso d ispontanei t % e d i s invol tura che cerca d i mascherare l a freddezza el’orgasmo insepara"ili da ogni recitazione. &orcheville la co+n o s c e v a , l a c a p ì es i d i v e r t ì . * u a n t o a l s i g no r )er d u r in , n o n l e s in # l’allegria,

 perch6 da poco aveva trovato, per espr imerla, un sim"olo di+ verso da$uel lo che usava la mogl ie , ma al t ret tanto sempl ice e chiaro. Appena

accennato a fare il movimento di testa e di spalle di chi scoppia aridere, su"ito simetteva a tossire come se, ridendo troppo forte , avesse inghiottito il fumo della

 pipa. E, continuando a tenerla nell’angolo della "occa, pro lungavainde fini ta mente $uel s imulac ro di soffoca mento e d’i lari t%. (osì , lui ela signora )erdurin, che lì di fronte, ascoltando unastoriella che le raccontavail pittore, chiudeva gli occhi prima di precipi+tare il viso dentro le mani,

 parevano due maschere teatral i che raffigu+ rassero l’allegria in modidiversi.2el resto, il signor )erdurin aveva agito con saggezza a nontogliersila pipa di "occa, perch6 (ottard, dovendosi allontanare un

momentino,disse a mezza voce una facezia imparata da poco, che ripetevatutte levolte che doveva andare in $uel posto: «8isogna che vada a scrivereunalettera al papa», dimodoch6 l’accesso del signor )erdurinricominci#.«Andiamo, togli t i la pipa di "occa, vedi "ene che s tai per  soffocaretrattenendo il riso così», gli disse la signora )erdurin che veniva a offrireili$uori.«(he uomo simpatico vostro marito, ha spirito per $uattro,dichiar#&orcheville alla signora (ottard. 3razie, signora. 5n vecchio soldato co+meme un cicchetto non lo rifiuta mai.7

'l signor de &orcheville trova 1dette incantevole, disse il signor )er+durin allamoglie.7

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Ma appunto, lei vorre""e una volta far colazione con voi. (om"ine+remo la cosa,ma "isogna che 4Hann non lo sappia. 4apete com’-, metteun po’ di freddo.*uesto non v’impedir% di venire a pranzo, naturalmen+te, speriamo di avervi con noimolto spesso. (on la "ella stagione, andia+mo spesso a mangiare all ’aperto. Bon

vi spiacciono i pranzetti al 8oisI8ene "ene, sar% molto carino. Ma voi, nonvi met te te ancora a l l avoro ,voiI» , gr id# a l g iovine p iani s ta per f a r  m o s t r a , d a v a n t i a u n n u o v o Jdell’importanza di &orcheville, tutt’insieme del suo spirito e del suo po+tere tirannicosopra i fedeli.«'l signor de &orcheville mi stava parlando male di te», disse lasignora(ottard al marito $uando rientr# nel salotto.E lui, tenendo dietro all’idea dellano"ilt% di &orcheville che lo occupa+va dal principio del pranzo, gli disse:«'n $uestomomento ho in cura una "aronessa, la "aronessa Put"us. 'Put"us sono statialle (rociate, veroI 'n Pomerania possiedono un lagoche - grande diecivolte place de la (oncorde. 0a curo di artrite secca, -u na do nn as i m p a t i c i s s i m a . 2 e l r e s t o , c o n o s c e l a s i g n o r a ) e r d u r i n , c r e d o » . ' lche permise a &orcheville, $uando un momento dopo si ritrov# solocon la signora(ottard, di completare il giudizio favorevole che avevadato di suo marito:«E poi - un uomo interessante, si vede che conoscemolta gente. 2iamine, nesanno di cose, i medici74uoner# la frase della sonata per il signor 4Hann, disse il pianista.7

2iavolo, non sar% mica il Q4erpente a sonateQI», disse il signor  de&orcheville per fare colpo.Ma il dottor (ottard, che non aveva mai sentito $uestogioco di parole,non lo capì, e credette a uno s"aglio del signor de &orcheville. 2iscatto siavvicin# per correggerlo:«Ma no, non si dice serpente a sonate, si diceserpente a sonagli», dissein tono zelante, impaziente e trionfale.&orcheville gli spieg#il gioco di parole. 'l dottore arrossì.«Ammettete che - divertente, dottoreI71h, lo conosco da un pezzo», rispose (ottard.Ma tac$uero! sotto l’agitarsi dei tremolidel violino che due ottave piin l% la proteggevano col loro fremito prolungato

7e come in un paesedi montagna, dietro l’immo"ilit% apparente e vertiginosa di unacascata,si scorge, cin$uanta metri pi in "asso, la forma minuscola di una donnache

 passa7la piccola frase era apparsa, lontana, graziosa, protetta dallungo scia"ordìodel sipario trasparente, incessante e sonoro. E 4Hann lesi rivolse in cuor suo comea una confidente del proprio amore, come aun’amica di 1dette che avre""edovuto pur dir le di non "adare a $uel&orcheville.«Peccato, arrivate tardi», disse

la signora )erdurin a un fedele che erastato invitato solo in funzione di«stuzzicadenti», «a""iamo avuto QunQ8richot incompara"ile, di una

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elo$uenza Ma - andato via. Bon - vero,signor 4HannI 4e non s"aglio, - la prima volta che vi incontrate con lui» J<disse per fargli notare che doveva a lei di averlo conosciuto. «Bon - veroche - stato

delizioso il nostro 8richotI»4Hann s’inchin# educatamente.«BoI Bon vi hainteressatoI», chiese seccamente la signora )erdurin.«Ma sì, signora, molto, sonostato felicissimo. &orse - un po’ perentorioper i miei gusti, un po’ troppo gioviale.*ualche volta vorrei in lui un po’di esitazione, di mor"idezza, ma si sente chesa tante cose e ha l’aria diun gran "rav’uomo.»/utti si ritirarono molto tardi.0e prime parole di (ottard alla moglie,furono:«2i rado ho visto la signora)erdurin in vena come stasera.7(he cos’- esattamente $uesta signora )erdurin, una mezza calzet+ taI», disse&orcheville al pittore, proponendogli di andar via insieme.1dette lo vide allontanarsicon rammarico! non os# non andar via con4Hann, ma in carrozza fu di malumore, e$uando lui le chiese se dovevaen tr ar e da le i, ri sp os e «4 i ca pi sc e» , al za nd ol e s pa ll e c on imp az ie nz a. * u a n d o t u t t i g l ’ i n v i t a t i f u r o n o p a r t i t i ,l a s i g no ra )erdu r i n d i s s e a l marito:«Nai notato i l r iso sciocco d i4Hann $uando a""iamo parlato della si+gnora 0a /r6moRlleI».Aveva osservatoche davanti a $uel nome 4Hann e &orcheville aveva+no soppresso pi volte la

 particella. (onvinta che fosse per mostrare chenon erano intimiditi dai titoli,desiderava imitare la loro fierezza, ma nonaveva afferrato "ene in che formagrammaticale si traduceva. E, siccomela sua maniera s"agliata di parlare superava la

sua intransigenza repu"+ "licana, diceva ancora «i de la /r6moRlle», anzi «id’la /r6moRlle», conl’a""reviazione in uso nelle canzoni da caff- concerto enelle didascalieda caricaturisti, che dissimula il «de», ma si rifaceva dicendo: «lasignora0a /r6moRlle». «0a2uchessa, come dice 4Hann», aggiunse ironicamente,con un sorriso, per significare che lei silimitava a citare, senza assumersila responsa"ilit% di una denominazione così ingenuae ridicola.«/i dir# che l’ho trovato straordinariamente stupido.»E il signor )erdurin lerispose:«Bon - sincero, - un tipo circospetto, sempre fra il $uinci e il

$uindi.)uol sempre salvare capra e cavoli. (he differenza con &orchevilleEccoalmeno uno che dice chiaro e tondo come la pensa, piaccia o non piaccia.Boncome l’altro, che non - mai n6 carne n6 pesce. 2el resto 1dette hal’aria di

 preferire "ellamente &orcheville, e io le d# ragione. E poi insom+ma, dal momentoche 4Hann si mette a farci l’uomo di mondo, il paladi+n o d e l l e d u c h e s s e ,a l m e n o l ’ a l t r o h a u n t i t o l o , - s e m p r e c o n t e d i J@&orcheville», soggiunse con voce delicata come se, al corrente della storiadi $uellacontea, ne soppesasse minuziosamente il peso specifico.«/i dir#, disse la signora

)erdurin, che s’- creduto in dovere di lancia+re contro 8richot $ualcheinsinuazione velenosa e a""astanza ridicola.Baturale, siccome ha vistoch e 8r ic ho t $u i in ca sa - "e nv ol ut o, er a un modo di colpire noi, di dir male

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del nostro pranzo. 4i sente su"ito in lui ilcaro, "uon amico che sparler% di te mentreesce da casa tua.7M a t e l ’h o d e t to , r i s po s e i l s ig no r )er du r i n , - i l s o l i to

f a l l i t o , l’ometto invidioso di tutto ci# che - un po’ grande.»' n r e a l t % , t r a if e de l i no n ce n ’ e r a un o ch e f o s s e me no ma l i gn o d i 4Hann! ma tuttiavevano la precauzione di condire le maldicenze con fa+cezie scontate, con una

 puntarella di commozione e di cordialit%! mentrela minima riserva che si permetteva 4Hann, spogl ia di formule conven+zionali come: «Bon si fa per dir male», alle $uali sdegnava a""assarsi,pareva perfidia. )i sono scrittorioriginali di cui urta la minima audacia,perch6 da principio non hanno lusingato igusti del pu""lico propinan+do gl i i lu og hi co mu ni a cu i - a" i t ua to !in $u es ta ma ni er a ap pu nt o , 4Hann indignava i l signor )erdurin. 'n4Hann, come in $uegli scrit tori ,era la nov it% del l in gua ggi o che fac evacredere al la nefa ndezza del le intenzioni.4Hann ignorava ancora la disgraziache lo minacciava presso i )erdu+rin, e continuava, attraverso il suo amore, aconsiderare "elli i loro lati ridicoli.(on 1dette non aveva appuntamenti, almeno disolito, tranne la sera!ma di giorno, temendo, se ci andava, che si stancasse dilui , gli sare""ealmeno piaciuto non smettere di occuparne il pensiero, e ognioccasioneera "uona per introdursi da lei, ma in forma che le riuscissegradita. 4enella vetrina di un fioraio o di un gioielliere lo attraeva una

 pianta o ungioiello, su"ito pensava di mandarlo a 1dette, immaginando che il piace+re che gli avevano procurato, risentito da lei, avre""e accresciuto l’affettoche lei

 provava per lui! e li faceva recapitare immediatamente in rue 0a P6rouse per non ritardare l’istante in cui, ricevendo 1dette $ualche cosada parte sua, in $ualchemodo, si sare""e sentito vicino a lei. 4oprattutto,voleva che li ricevesse prima diuscire, affinch6 la gratitudine che avre"+ "e provato gli fruttasse un’accoglienza pitenera $uando si fossero vistidai )erdurin, o anche, chi sa, se il fornitore fosse statoa""astanza solleci+to , fo r s e un a l e t t e r a ch e l e i g l i av re "" e ma nd at o

 p r i m a d i p r a n z o , o l’arrivo di le i in persona a casa sua, in visitasupplementare, per ringra+ziarlo. (ome una volta, $uando sperimentava sulcarat tere di 1dette lereazion i del dispet to, cerca va, adesso con $uelle

del la grat i tudine, di Je st ra rn e p ar ti ce ll e i nt ime d i s en ti me nt o c he l ei n on g li a ve vaancorarivelato.4ovente 1dette si trovava in difficolt% di denaro, e, assillata da unde+ "ito, lo pregava di venirle in aiuto. 0ui ne era felice, come di tutto ci# chepotevadarle una grande idea dell’amore che provava per lei, o semplice+mente unagrand e idea del suo poter e, di $uant o potev a esserl e ut i le. (erto, se da

 principio gli avessero detto: «- la tua posizione che le piace»,e adesso: «- per latua ricchezza che ti ama», non ci avre""e creduto, edel resto, non sare""e stato

molto scontento che se la figurassero attacca+ta a lui,7che li sentissero uniti uno all’altro,

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7 per $ualche cosa di cosìforte come lo sno"ismo o il denaro. Ma anche seavesse pensato che eravero, forse non avre""e sofferto scoprendonell’amore di 1dette per lui$uel fondamento tanto pi duraturo della

simpatia o delle doti che leipoteva trovargli: l’interesse, l’interesse che avre""eallontanato il giornoche lei potesse essere tentata di smettere di vederlo. &rattanto,colmando+la di regali, rendendole servigi, poteva, grazie a $uelle $ualit% esterne al+la

 propria persona, alla propria intelligenza, risparmiarsi la cura sfi"ran+te di piacerle per se stesso. E $uella volutt% di essere innamorato, di vive+re soltanto di amore,realt% di cui talvolta du"itava, e, insomma, il prezzocon cui la pagava da dilettante disensazioni immateriali, gliene aumen+tava il valore. (osì come si vede gente incertanello sta"ilire se lo spetta+colo del mare e il rumore delle onde siano "ellidavvero, che poi se neconvince, come pure della rara e disinteressata$ualit% dei propri gusti,$uando deve pagare cento franchi al giorno lacamera d’al"ergo che glipermette di goderne.5n giorno in cui riflessioni delgenere lo riconducevano ancora al ri+cordo di $uando gli avevano parlato di1dette come di una mantenuta, esi divertiva, una volta di pi, a contrapporre $uellastrana personificazio+ne: la mantenuta,7cangiante amalgama di elementi sconosciuti e dia+ "olici, incastonato comeun’apparizione di 3ustavo Moreau<@tra fior ivenefici intrecciati a gioielli preziosi,

7e $uella 1dette a cui aveva vistopassare in viso gli stessi sentimenti di

 piet% per un infel ice, r i"el l ione contro un’ingiustizia, grat itudine per un "eneficio, che un tempo avevacolti in sua madre, nei suoi amici! $uella 1dette, icui discorsi si riferiva+no tanto spesso alle cose che anche lui conosceva di pi, le suecollezioni,la sua camera da letto, il vecchio domestico, il "anchiere presso cui tene+vai suoi titoli, accadde che $uest’ultima immagine del "anchiere gli ram+ment# di dover 

 prelevare denaro. 'nfatti, se $uesto mese veniva in aiutoa 1dette nelle sue difficolt%materiali con meno larghezza del mese scor+so $uando le aveva dato cin$uemila

franchi, e non le offriva la collana di JD

d i a m a n t i c h e d e s i d e r a v a , n o n a v r e " " er i n n o v a t o i n l e i $uell’ammirazione per la sua generosit%, $uellagratitudine, che lo rende+vano tanto felice, anzi avre""e rischiato di farle credere cheil suo amoreper lei era diminuito, così come ne avre""e visto diventare meno grandilemanifestazioni. Allora, tutt’a un tratto, si chiese se $uesto non era pre+cisamente«mantenerla» =$uasi che, in effetti, la nozione di mantenereuna donna si

 potesse estrarla da elementi non misteriosi n6 perversi, maappartenenti al fondo$uotidiano e privato della propria esistenza, come$uel "iglietto da mille, domestico efamiliare, strappato e incollato, che ilcameriere, dopo aver pagato i conti del mese e

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l’affitto, aveva chiuso nelca sset to del vec chi o scri t to io, di dov e poi4Hann l ’aveva r ipreso permandarlo a 1dette in compagnia di al tri$uattro>, e se non si poteva ap+plicare a 1dette, da $uando la conosceva lui=giacch6 nemmeno per unistante sospett# che avesse mai potuto ricevere

denaro da $ualcuno pri+ma di lui>, $uella parola che aveva creduto cosìinconcilia"ile con lei, di«mantenuta». Bon pot- approfondire $uest’idea, perch6 un accesso dipigrizia mentale, che in lui era congenita, intermittente e provvidenziale,venne a spegnere in $uel momento ogni luce nel la suaintelligenza, conla medesima istantaneit% con cui, pi tardi, $uando la luce elettricafu in+stallata dappertutto, si pot- interrompere la corrente in una casa. 'lsuopensiero "rancol# un istante nel "uio! si tolse gli occhiali, asciug# le lenti,si pass#la mano sugli occhi, e rivide la luce solo $uando si ritrov# in pre+senza di un’ideatutta diversa, cio- che il mese prossimo "isognava cer+care di mandare a1dette sei o settemila franchi invece di cin$ue, per lasorpresa e la gioia checi# le avre""e provocato.0a sera, $uando non restava in casa ad aspet tare l’oradi raggiungere1dette in casa dei )erdurin, o piuttosto in uno dei ristorantiestivi cheessi prediligevano al 8ois e soprattutto a 4aint+(loud<, andava a pranzoin $ualcuna delle case eleganti, dove un tempo era ospitea"ituale. Bonvoleva perdere il contatto con persone che un giorno, chi sa,

 potevanoforse tornare ut il i a 1det te , e grazie alle $uali , riusciva spessointanto aesserle gradito. 'noltre, la consuetudine che, per tanto tempo, aveva avu+tocol gran mondo, col lusso, insieme con la noncuranza gliene aveva da+to il "isogno,

di modo che, da $uando gli a lloggi pi modesti gli eranoapparsiesattamente allo stesso livello delle dimore pi principesche, isuoi sensierano talmente avvezzi a $ueste ultime che avre""e provatoun certo disagioa trovarsi nei primi. Apprezzava allo stesso modo7aun grado tale d’identit% che non avre""ero potuto crederlo7i "orghe+succi da cui si "allava al $uinto piano di una scala 2, pianerottolo a sini+stra, e la principessa di Parma che dava le pi "elle feste di Parigi! ma

 J;F

non aveva la sensazione di trovarsi a un "allo $uando insieme con i si+gnoristava nella camera da letto della padrona di casa: e lo spettacolo diun lava"o copertodi asciugamani, di un letto trasformato in guardaro"a,coi cappotti e i cappelliammucchiati sul copr ipiedi, gli dava lo stessos e n s o d i s o f f o c a m e n t oc h e p u # c a u s a r e o g g i , i n g e n t e a " i t u a t a a vent’anni di elettricit%,l’odore di una lampada che si car"onizza o di unlume che emana fumo.*uando

 pranzava fuori, faceva attaccare i cavalli per le sette e mezzo!si vestiva pensando a

1dette e così non si sentiva solo, perch6 il pensierocostante di 1dette dava aimomenti che le stava lontano lo stesso incantoparticolare di $uando lei c’era.Montava in carrozza, ma sentiva che $uelpensiero vi era saltato dentro nello

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stesso tempo e si installava sulle sueginocchia come una "estia amata che siconduce dappertutto: l’avre""e tenuta a tavola con s6, all’insaputa degli altri. 0aaccarezzava, le si riscal+dava contro, e provando una sorta di languore silasciava andare a unfremito leggero che gl’increspava il collo e il naso, ed

era nuovo in lui,mentre si fissava all’occhiello il "ou$uet di a$uilegie.4entendosi da unpo’ di tempo sofferente e triste, soprattutto da $uando 1detteaveva pre+sentato &orcheville ai )erdurin, a 4Hann sare""e piaciuto andare a ripo+sarsi un poco in campagna. Ma non avre""e avuto il coraggio di lasciareParigi unsolo giorno, finch6 1dette vi restava. 0’aria era calda, erano ipi "ei giornidi primavera. E lui poteva "ene attraversare una citt% dipietra per recarsi in$ualche palazzo chiuso, ma aveva sempre, senza tre+gua, davanti agli occhi un

 parco che possedeva vicino a (om"ra9 dove,sin dalle $uattro, prima di arrivarealla piantagione di asparagi, grazie alvento che viene dai campi di M6s6glise, si

 poteva godere, sotto un pergo+lato di carpini , alt rettanta frescura che in rivaallo stagno circondato dimiosotidi e di giaggioli, e dove, $uando pranzava,intrecciati dal giardi+niere, correvano intorno alla tavola ghirlande di ri"es erose.2opo mangiato, se l’appuntamento al 8ois o a 4aint+(loud era di "uo+nora,alzandosi da tavola andava via così in fretta,7soprattutto se mi+nacciava di piovere facendo rientrare prima i «fedeli»,7che una volta laprincipessa des 0aumes =da cui si era pranzato tardi, 4Hann aveva

 presocongedo prima che servissero il caff- per raggiungere i )erdurin all’isoladel

8ois>, disse:«&rancamente, se 4Hann avesse trent’anni di pi e una malattia di ve+scica, si potre""e scusarlo di scappare a $uesto modo. Ma comun$ue sia,$uesto -infischiarsi della gente».0ui si diceva che l’incanto della primavera, che non

 poteva andare agodersi a (om"ra9, almeno l’avre""e trovato nell’isola dei(igni<D, o a J;

4aint+(loud. Ma siccome non poteva pensare altro che a 1dette, non sa+pevanemmeno se aveva sentito l’odore delle foglie, se c’era stato il chia+ro di luna.)eniva accol to dal la piccola f rase del la sonata , esegui ta ingiardinosul pianoforte della trattoria. 4e lì non ce n’era nessuno, i )er+durin sidavano un gran daffare per farne portare gi uno da una camerao da una sala da

 pranzo! non che 4Hann fosse rientrato nelle loro grazie,tutt’altro. Ma l’idea di preparare per $ualcuno un piacere ingegnoso, an+che per uno a cui non volevano "ene, sviluppava in loro, durante i mo+menti necessari ai preparativi, sentimentieffimeri e occasionali di simpa+tia e di cordialit%. /alvolta lui si diceva che

un’altra sera di primaverastava passando, si costringeva a prestareattenzione agli al"eri, al cielo.Ma l’agitazione in cui lo metteva la presenza di1dette, e altresì una leg+gera alterazione fe""rile che da $ualche tempo non lo

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lasciava $uasi mai,gli toglieva la calma e il "enessere, che sono il sottofondoindispensa"ilealle impressioni che la natura pu# dare.5na sera che 4Hann avevaaccettato di pranzare coi )erdurin, e du+rante il pranzo aveva detto che ilgiorno dopo doveva andare a un "an+ chetto di vecchi compagni, 1dette gli aveva

risposto in presenza di tuttala tavolata, davanti a &orcheville, il $uale adessoera uno dei fedeli, da+vanti al pittore, davanti a (ottard:«4ì, lo so che avete$uel "anchetto. Allora ci vedremo solo a casa mia,ma non venite troppotardi».4 e " " e n e 4 H a n n n o n s i f o s s e a n c o r a m a ia d o m " r a t o s u l s e r i o dell’amicizia di 1dette per l’uno o l’altro dei fedeli,

 provava una dolcez+za profonda a sentirla confessare così davanti a tutti, con $uellaimpudi+cizia tran$uilla, i loro ritrovi $uotidiani della sera, la posizione

 pr ivile+giata di cui godeva presso di lei, e la preferenza per lui che vi era implici+ta.(erto, spesso 4Hann aveva pensato che 1dette non era una donna no+tevole, e lasupremazia esercitata su un essere che gli era tanto inferiorenon avevanulla che dovesse rendergli così lusinghiero sentirla procla+mare in facciaai «fedeli»! ma da $uando si era accorto che 1dette sem+ "rava a moltiuomini una donna seducente e desidera"ile, l’attrazioneche $uel corpoesercitava su loro aveva risvegliato in lui un "isogno do+ loroso di possederlainteramente, fin nei minimi recessi del cuore. E ave+va incominciato ad attri"uireun valore inestima"ile ai momenti passatila sera da lei, $uando se la facevasedere sulle ginocchia, le faceva direche cosa pensava di una cosa odell’altra, $uando faceva il censimentodei soli "eni che ora ci tenesse a

 possedere sulla terra. (osì , dopo $uelpranzo, prendendola da parte, non

manc# di ringraziarla con effusione,c e r c a n d o d i i n s e g n a r l e , i n " a s e a l g r a d o d i r i c o n o s c e n z a c h e l e J;Jdimostrava, la scala dei piaceri che lei poteva procurargli, massimo fra tuttigarantirlo dagli assalti della gelosia finch6 il suo amore lo avesse re+so vulnera"ile.'lgiorno dopo, $uando uscì dal "anchet to, pioveva a dirotto, avevaadisposizione solo la )ictoria! un amico gli propose di ricondurlo a casa incoup6, esiccome 1dette, col semplice fatto di chiedergli di andare da lei,gli aveva dato lacertezza che non aspettava nessuno, con la mente tran+$uilla e il cuore sereno

sare""e tornato a casa a coricarsi, piuttosto chepartire così, sotto la pioggia.Ma forse, vedendo che lui non sem"rava te+n6rci a passare sempre e senzaeccezioni con le i , la f ine del la serata ,1dette avre""e t rascurato diriservargliela, magari proprio la volta chelui lo desiderava in modo

 particolare.Arriv# da le i dopo le undici, e poich6 si scusava di non esser  potutovenire prima, lei si lament# che, infatt i, era molto tardi, il temporaleleaveva dato un malessere, le doleva il capo, e lo avvertì che non lo avre"+ "e lasciatorestare pi di mezz’ora, a mezzanotte l’avre""e mandato via!poco dopo si sentì stancae espresse il desiderio di andare a dormire.«Allora, niente catleie staseraI, disse lui.

'o che speravo una "uona pic+cola catleia».E con aria un po’ im"ronciata e nervosalei gli rispose:«Bo no, tesoro, niente catleie stasera, lo vedi che sto male7

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&orse ti avre""e fatto "ene, ma non insisto».0ei lo preg# di spegnere la luce prima diandarsene, lui stesso richiusele cortine del letto e partì. Ma $uando fu a casa,improvvisamente, gl ivenne l’ idea che, forse, 1dette s tasera aspet ta va$ualcuno, che la suastanchezza era solo simulata, e gli aveva chiesto di

spegnere la luce soloperch6 lui credesse che stava per addormentarsi, maappena partito lui,aveva riacceso e fatto entrare chi doveva passare la nottein sua compa+gnia. 3uard# l’ora. Era da circa un’ora e mezzo che l’avevalasciata! tor+n# a uscire, prese una vettura di piazza e fece fermare vicinissimo acasadi lei, in una stradina perpendicolare a $uella su cui dava di dietro la ca+s a ed ov e t al vo lt a a nd av a a " us sa re a ll a f i ne st ra d el la c ame ra d alettoperch6 lei venisse ad aprire. 4cese di carrozza, nel $uartiere tutto era de+serto e

 "uio, fece solo pochi passi e s"uc# $uasi davanti alla casa. 'n mez+zo all ’oscuri t% ditutte le finestre della strada, spente gi% da parecchio,una sola ne vide da cuitra"occava7fra le imposte che ne comprimeva+no la polpa misteriosa e dorata7la luce che riempiva la camera e che,tante altre sere, $uanto pi di lontano lascorgeva arrivando nella via, lorallegrava annunciandogli: «lei - l% che ti aspetta»,mentre adesso lo tor+turava dicendo: «lei - l% con colui che aspettava». )oleva saperecon chi! J;strisci# lungo il muro fino alla finestra, ma, fra le lame o"li$ue delle per+siane, non

 poteva veder nulla! nel silenzio della notte udiva solo il "is"i+glio di unaconversazione.(erto, soffriva vedendo $uella luce nella cui atmosfera d’oro simuove+va, di etro i l telaio del la f inest ra, la c oppia invisi" i le e od iata,udendo$uel "is"iglio che rivelava la presenza di colui che era venuto dopolasua partenza, la falsit% di 1dette, la felicit% che stava godendo con l’altro.Eppureera contento d’essere venuto: il tormento che lo aveva costretto auscir di casa si erafatto meno acuto ora che era meno vago, adesso chel’altra vita di 1dette, dicui in $uell’istante aveva avuto il sospetto im+provviso e impotente, lui lateneva lì, rischiarata in pieno dalla lampada,prigioniera senza saperlo in $uella

camera dove, $uando avesse voluto,egli sare""e entrato a sorprenderla e acat turarla. 1 piuttosto, avre""e "ussato alle imposte come faceva spesso $uandoveniva molto tardi: cosìalmeno, 1dette avre""e saputo che lui aveva saputo,che aveva visto laluce e sentito parlare! e lui che un momento prima se larappresentava ri+dere con l’altro delle sue illusioni, adesso invece li vedeva, loro,fiduciosinel proprio errore, insomma ingannati da lui che credevano molto lonta+noda lì, mentre lui sapeva gi% che stava per "ussare alle imposte. E forse,la sensazione$uasi piacevole che provava in $uel momento, era ancheuna cosa diversadall’ac$uietamento di un du""io e di un dolore: era unpiacere dell’intelligenza.

4e, da $uando era innamorato le cose avevanoriac$uistato per lui un po’dell’interesse delizioso che vi trovava una vol+ta, ma solo l% dov’erano illuminate dalricordo di 1dette, adesso un’altrafacolt% della sua giovinezza studiosa veniva

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rianimata dalla gelosia, lapassione della verit%, ma di una verit% che sifrapponeva, anch’essa, fralui e la sua amante, ricevendo luce solo da lei,verit% puramente indivi+duale che aveva per unico oggetto, dotato di pregioinfinito e $uasi diuna "ellezza disinteressata, le azioni di 1dette, le sue

conoscenze, i suoiprogetti, il suo passato. 'n ogni altro periodo della vita, i fatterelli ei gesti$uotidiani degli altri erano sempre parsi a 4Hann privi di valore! se $ual+c unogl iene par lava pet tegolando, l i t rovava insigni f icant i , ementreascoltava, solo la sua attenzione pi volgare vi prestava interesse!erauno dei momenti in cui si sentiva pi mediocre. Ma nello strano

 periododell’amore, l’ individuale ac$uista un $ualcosa di così profondo, chelacuriosit% che sentiva risvegliarsi in s6 per le minime occupazioni diunadonna, era la stessa che, un tempo, aveva provato per la 4toria. Etuttoci# di cui finora avre""e avuto vergogna, spiare davanti a una finestra, echi saforse, domani, far parlare con l’astuzia gli estranei, pagare i dome+stici, origliarealle porte, gli sem"ravano ormai7come la decifrazione J;;dei testi, il confronto delle testimonianze e l’interpretazione dei monu+menti7nient’altro che metodi d’investigazione scientifica di valore in+tellettuale effettivo eappropriati alla ricerca della verit%.4ul punto di "attere contro le imposte, e""e unmomento di vergognapensando che 1dette avre""e saputo che lui aveva avuto

dei sospetti,che era tornato, si era appostato per la strada. 4pesso lei gliaveva dettoche aveva in orrore i gelosi, gli amanti che spiano. *uel che stava per fa+re era davvero incauto, d’ora in poi, lei lo avre""e detestato, mentre perunattimo ancora, finch6 non avesse "ussato, forse, pur ingannandolo, loamava. *uantegioie possi"ili si sacrificano così all’impazienza di un pia+cere immediato Ma ildesiderio di conoscere la verit% era pi forte e gliparve pi no"ile. 4apevache la real t% di circostanze per la cui ricostru+ zione esatta avre""e dato la vita,era leggi"ile dietro $uella finestra stria+ta di luce, come sotto il frontespiziominiato d’oro di uno di $uei mano+scritti preziosi che non lasciano indifferente

 per la loro ricchezza artisticanemmeno lo studioso che li consulta. Provava un che divoluttuoso a co+noscere la verit% che lo appassionava, in $uell’esemplare unico,effimeroe prezioso, fatto di una materia translucida, così calda e così "ella. E poi,lasuperiorit% che si sentiva,7che aveva tanto "isogno di sentirsi,7sudi loro, era forse dovuta meno al fatto di sapere, $uanto di poter mostra+re chesapeva. 4i alz# sulla punta dei piedi. 8uss#. Bon avevano sentito, "uss# ancora, pi

forte, la conversazione s’interruppe. 5na voce d’uomo=4Hann cerc# di distinguerea chi potesse appartenere fra gli amici checonosceva di 1dette> domand#:«(hi-I».Bon era sicuro di riconoscerla. 8uss# ancora una volta. 4i aprirono

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ivetr i , poi le imposte . Adesso non c’era pi modo di t i rars i indiet ro,egiacch6 lei stava sul punto di sapere tutto, per non aver l’aria troppo in+felice,troppo gelosa e curiosa, si accontent# di gridare con voce noncu+rante egaia:«Bon vi distur"ate, passavo di $ua, ho visto la luce, volevo sapere

sestavate meglio».3uard#. 2avanti a lui, affacciati alla finestra, c’erano due vecchisigno+ri, uno reggeva una lampada, e allora vide la camera, una camera scono+sciuta.A"ituato com’era, $uando veniva da 1dette molto tardi, a ricono+scere la suafinestra dal fatto che era la sola illuminata fra le altre tutteeguali, si eras"agliato e aveva "ussato alla finestra successiva che appar+teneva alla casa accanto.4cusandosi, si allontan# e torn# a casa, felice chel’appagamento della sua curiosit%lasciasse intatto il loro amore, e di nonavere fornito a 1dette con la sua gelosia,dopo tanto che di fronte a lei J;fingeva una specie d’indifferenza, $uella prova di amarla troppo che, frad u ea m a n t i , d i s p e n s a p e r s e m p r e , $ u e l l o d e i d u e c h e l ar i c e v e , dall’amare a""astanza.Bon le parl# di $uesta disavventura, lui stesso nonci pensava pi. Maa tratti un movimento del suo pensiero veniva a scontrarsicon $uel ri+cordo, prima di scorgerlo, lo urtava, lo conficcava pi gi, e4Hann av+vertiva un dolore improvviso e profondo. (ome se fosse stato undolorefisico, i pensieri di 4Hann non potevano mitigarlo! ma almeno sul dolorefisico,indipendente com’- dal pensiero, il pensiero ci si pu# soffermare,notare che -diminuito, che per ora ha smesso 'nvece $uel dolore, il pen+siero, soltanto colrammentar lo, lo r icreava. Bon volerci pensare, erapensarci ancora,

soffrirne ancora. E $uando, conversando con gli amici,dimenticava il suomale, tutt’a un tratto una parola rivoltagli lo facevacam"iare in viso, come unferito a cui una persona malaccorta a""ia toc+cato senza precauzione la parte cheduole. *uando lasciava 1dette eracontento, si sentiva calmo, ricordava isorrisi canzonatori che lei avevaavuto parlando dell’uno o dell’altro, teneri

 per lui, il peso del capo cheaveva staccato dall’asse per piegarlo e lasciarlocadere, $uasi suo malgra+do, sull e la" "ra di lui, com e ave va fatt o inca r r ozza l a p r ima vo l t a , g l i s guar d i l angu id i che g l i aveva r i vo l t omentre stava fra le sue "raccia,premendo, come per freddo, sulla spalla il

capo reclino.Ma, su"ito, la gelosia, $uasi fosse l’om"ra del suo amore, si completa+vac o l d u p l i c a t o d i $ u e l n u o v o s o r r i s o c h e l e i g l i a v e v a r i v o l t o l aserastessa7e c h e a d e s s o , c a p o v o l t o , c a n z o n a v a 4 H a n n e s ic o l m a v a d’amore per un altro7col duplicato di $uel capo reclino, ma voltatoverso altre la""ra, e donati a unaltro tutti i segni di tenerezza che avevaavuto per lui. E tutti i ricordi voluttuosi che

riportava da casa di lei, era+no come tanti a""ozzi, tanti «progetti», simili a$uelli che un decoratoresottopone al cliente, e che adesso permettevano a 4Hanndi farsi idea de+gli atteggiamenti ardenti o languidi che lei poteva avere con

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altri. /antoche giungeva a rammaricarsi di ogni piacere che godeva accanto a lei,diogni carezza inventata di cui aveva avuto l’imprudenza di farle notare ladolcezza,di ogni grazia che le scopriva, perch6 sapeva che un istante do+po avre""eroarricchito di nuovi strumenti il proprio supplizio.E anche pi crudele diventava il

supplizio, $uando a 4Hann tornava inmente il ricordo di un "reve sguardo che,giorni innanzi, e per la primavolta, aveva sorpreso negli occhi di 1dette. Eradopo cena, dai )erdurin.4ia che &orcheville, intuendo che 4aniette, suo cognato, nonera nelle gra+zie dei padroni di casa, avesse voluto prenderlo come «testa diturco» e "rillare a sue spese davanti a loro! sia che fosse irritato per una

 parola J;<malaccor t a che l u i g l i aveva r i vo l t o , "ench6 pas s a t a i nos s e r va t aagliastanti, ignari dell’allusione sgradevole che poteva racchiudere, certa+mente contro la volont% di chi l’aveva proferita senza malizia! sia, infine,che da$ualche tempo cercasse l’occasione di togliere di mezzo da $uellacasa uno che loconosceva troppo "ene e che lui sapeva troppo fine pernon sentirsi in certimomenti im"arazzato anche solo dalla sua presenzaa $uell’uscita malaccorta di4aniette, &orcheville rispose con tanta villa+nia7mettendosi a insultarlo, im"aldanzito dallo sgomento, dal dolore,dalle preghieredell’altro via via che s"raitava alzando il tono della voce7al punto che il poveretto, dopo aver chiesto alla signora )erdurin sedoveva

restare e non averne avuto risposta, si ritir# "al"ettando, con lelacrimeagli occhi . 1d ette aveva assis t i t o i mpassi" i le al la scena ! ma $uando la

 porta si fu chiusa dietro 4aniette, aveva fatto "rillare le pupilled’un sorr isosornione, di congratulazioni per l’audacia che aveva avuto&orcheville,d’ironia per chi ne era stato la vittima, facendo scendere incerto modo di

 parecchi gradi l’espressione a"ituale del volto per potersit rovare, in "assezza , alivello di lui! gli aveva gettato uno sguardo dicomplicit% nel male, chevoleva dire tanto chiaro: «Ecco un’esecuzionecapitale, o non me n’intendo.Avete visto com’era avvilitoI piangeva ad+dir it tu ra », ch e &o rc he vi ll e,

$uando i suoi occhi incontrarono $uel losguardo, s"oll ita su"ito lacollera o finta collera di cui era ancor caldo,sorrise e rispose:«8astava cheavesse un po’ di educazione, e sare""e ancora $ui. 5na "uona lezione pu#servire in $ualsiasi et%».5n giorno che 4Hann era uscito a met% pomeriggio per fareuna visita,non avendo trovato la persona che voleva incontrare, e""e l’ideadi an+dare da 1dette in un’ora in cui non vi si recava mai, sapeva per# cheleistava sempre in casa a far la siesta o a scrivere lettere prima dell’oradelt-! gli avre""e fatto piacere vederla un po’ senza distur"arla. ' l

 portieregli disse che credeva fosse in casa! suon#, gli parve di sentire rumore,

disentir camminare, ma non gli venne aperto. Ansioso, irritato, and# nellastradina sucui dava il retro della casa, si mise davanti alla finestra dellacamera di 1dette! letende gl’impedivano di veder nulla, "att6 con forzaai vetri, chiam#! nessuno gli

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aprì. 4i accorse che i vicini lo guardavano.And# via, pensando che,dopotutto, forse si era s"agliato credendo disentire dei passi! ma ne rest#così preoccupato che non poteva pensaread altro. /orn# un’ora dopo e la trov#!gli disse che, poco prima, $uandolui aveva suonato, era in casa ma dormiva! il

campanello l’aveva sveglia+ta, indovinando che fosse 4Hann, gli era corsa dietro, malui se n’era gi%andato. (erto, aveva sentito "attere ai vetri. 4Hann ricono""esu"ito, in J;@$uesto discorso, uno di $uei frammenti d’un fatto vero che i "ugiardi,presidi sorpresa, si confortano di far entrare nella composizione del fattofalso che stannoinventando, persuasi di dare alla )erit% $uel che le spet+ta e ru"arne le apparenze.4icuramente $uando 1dette aveva fatto $ual+cosa che non voleva rivelare, lonascondeva molto in fondo a se stessa.Ma appena si trovava davanti a colui a cuivoleva mentire, un tur"amen+t o l a p r e n d e v a , t u t t e l e s u e i d e es p r o f o n d a v a n o , l e s u e f a c o l t % d’invenzione e di ragionamentorimanevano paralizzate, nella testa nontrovava altro che il vuoto! pure

 "isognava di re $ualcosa, e, a portata dimano, incontrava precisamente lacosa che aveva voluto dissimulare eche, essendo vera, era la sola rimasta. Bestaccava un pezzetto, senza im+portanza in s6, dicendosi che dopotutto era megliocosì, perch6 si tratta+va di un particolare verifica"ile che non presentava glistessi pericoli diun particolare falso. «*uesto per lo meno - vero, si diceva, -sempre tan+to di guadagnato! pu# informarsi, vedr% pure che - vero! non sar%mai$uesto a tradirmi.» 4i s"agliava, era $uello a tradirla! lei non si

rendevac o nt o c he $ u el p a rt ic ol ar e v e ro a v ev a d e gl i a n go l i c he potevano inca+ strarsi solo nei par ticolari cont igui del fa tto vero da cuiar"itrariamentel’aveva staccato: e $uali che fossero i particolari inventati fra cui lomette+va, con la materia eccedente e i vuoti non riempiti, $uegli angoliavre"+ "ero sempre rivelato che non proveniva di lì. «(onfessa di avermisentitosuonare, poi "ussare, e di aver pensato che fossi io, di aver desiderato ve+dermi, si diceva 4Hann. Ma ci# non com"ina col fatto che non mi ha fattoaprire.»Manon le fece notare la contraddizione, perch6 pensava che, lasciata ase stessa, forse1dette avre""e detto $ualche "ugia contenente un de"oleindizio della verit%. 0ei

 parlava, lui non la interrompeva! con devozionea vida e dolorosa raccogl ievale parole che gl i diceva e che lui sent iva=proprio perch6 1dette lanascondeva dietro a tutte parlandogli> ser"arevagamente l’impronta, come la 4acra4indone, disegnare il calco malcer+to, di $uella realt% infinitamente preziosa, eintrova"ile ahim-: ci# che leistava facendo poco prima, alle tre, $uando lui eravenuto! mentre lui nonne avre""e posseduto mai altro che $uelle "ugie,illeggi"ili e divine ve+stigia: una realt% che esisteva ormai solo nel ricordodi un essere che lacontemplava senza saperla apprezzare, ma a lui non laavre""e mai ce+duta. (erto, a tratti lui aveva il sospetto che, di per s6, le azioni

$uotidia+ne di 1dette non fossero di appassionante interesse, e che i rapporti pos+si"ili fra lei e altri uomini non esalassero naturalmente, in via universale,e per ogni

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essere pensante, una tristezza mor"osa, capace di dare la fe"+ " r e d e l s u i c i d i o .A l l o r a s i r e n d e v a c o n t o c h e $ u e l l ’ i n t e r e s s e , $ u e l l a J;tristezza esistevano solo in lui, come una malattia, e che, una volta guari+to, le azioni

di 1dette, i "aci che poteva dare, sare""ero ridiventati inof+fensivi come $uelli ditante altre donne. Ma che la curiosit% dolorosa di4Hann nei loro confrontiavesse motivo unicamente in lui, non "astava afargli trovare irragionevoleconsiderarla importante e mettere in operaogni mezzo per soddisfarla. 'l fatto -che 4Hann giungeva a un’et%, la cuifilosofia7favorita da $uella del tempo, e altresì da $uella dell’am"ientedove 4Hann avevamolto vissuto, il circolo della principessa des 0aumesdov’era pacifico che si -intelligenti nella misura in cui si du"ita di tutto,e che di reale e incontesta"i le cisono solo i gusti di ognuno7non - or+mai pi $uella della giovinezza, "ensì una filosofia positiva, $uasi medi+ca!

 propria di uomini che, invece di col locare fuor i di s6 gli ogget tidelleproprie aspirazioni, cercano di ricavare dagli anni trascorsi unresiduofisso di a"itudini, di passioni, da poterle considerare in se stessi come ca+ratteristiche e permanenti, e che, da allora, con attenzione deli"erata, ve+gl ierannoanzi tut to affinch6 i l genere d i esis tenza che adot tano

 possasoddisfarle. 4Hann trovava saggio far posto nel la propria vita aldoloreche provava ignorando ci# che 1dette aveva fatto, così come alla

recru+descenza che il clima umido gli cagionava a un eczema! mettere in pre+ventivo nel suo "ilancio una grossa cifra per ottenere, sull’impiego dellegiornatedi 1dette, informazioni senza cui si sentire""e infelice, così co+me altre ne riservava

 per altri gusti da cui sapeva di potersi aspettare unpiacere, almeno primad’innamorarsi, per esempio le sue collezioni e la "uona cucina.*uando vollesalutare 1dette per tornare a casa, lei gli chiese di rima+nere ancora, anzi lotrattenne vivamente afferrandogli il "raccio mentrestava aprendo la porta

 per uscire. Ma 4Hann non vi "ad#, perch6 nel lamoltitudine di gesti, discorsi, piccoli incidenti che riempiono una conver+sazione, - inevita"ile che

tralasciamo, senza notarvi nulla ch6 svegli lanostra attenzione, $uelli dove sicela una verit% che i nostri sospetti cerca+no a caso, e invece ci soffermiamo su$uelli sotto cui non c’- niente. 0eicontinuava a ripetergli: «(he peccato, il

 pomeriggio non vieni mai, e peruna volta che ti - capitato di venire non ti ho visto».0ui sapeva "ene che1dette non era a""astanza innamorata di lui per provare tantorammari+co per $uella visita mancata! ma siccome era "uona, desiderosa difarglipiacere, e spesso triste $uando l’aveva contrariato, trov# naturaleche$uesta volta lo fosse per averlo privato del piacere di passare un’ora in+sieme, che era molto grande, non per lei, ma per lui. /uttavia, si trattavadi una cosa

troppo da poco perch6 l’aria addolorata che continuava adavere non finissecol meravigliarlo. (osi pi del solito lei ricordava le J;D

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figure di donna del pittore della Primavera! in $uel momento, aveva lostessoviso a""attuto e afflitto che sem"ra soccom"ere sotto il carico d’undolore troppo

 pesante, anche se stanno semplicemente lasciando il "am+ "in 3es giocare con unamelagrana o guardando Mos- versare ac$ua inuna vasca

@F. 3i% una volta aveva visto in lei una tristezza del genere, manon sapeva pi$uando. E d’un tratto, r icord#: era stato $uando 1detteave va men tito

 par lando con la s ignora )erdur in, i l giorno dopo $uel pranzo a cui nonera andata col pretesto di non sentirsi "ene, ma in realt%per restare con 4Hann.(erto, fosse anche stata la donna pi scrupolosadel mondo, non poteva

 provare rimorso di una "ugia tanto innocente. Ma $uelle che 1dette diceva disolito, lo erano meno, e servivano a impe+dire scoperte che avre""ero potuto crearletremende difficolt% con gli unio con gli altri. Perci# $uando mentiva, presa dalla

 paura, sentendosi po+co armata a difendersi, incerta del risultato, aveva voglia di piangere, perla stanchezza, come certi "am"ini che non hanno dormito. 'noltresapevache di solito le sue "ugie ferivano gravemente l’uomo a cui le diceva,eche forse sare""e caduta in sua merc6 se la menzogna non fosse riuscita.4 i sent ivaal lora , a l lo s tesso tempo, umile e colpevole dinanzi a lui . E,$uandodoveva dire una "ugia insignificante e mondana, per associazio+ne di sensazioni e diricordi provava disagio come per una fatica eccessi+va e rimorso come per unacattiveria.*uale avvilente "ugia stava dicendo a 4Hann, per avere $uello sguar+dodo lor oso , $uel l a voce l amentos a , che s em"r avano p i ega r si s o tt olosforzo che s’imponeva, e domandare perdonoI 3li venne in mente che sisforzasse

di nascondere non soltanto la verit% sull’incidente del pomerig+gio, ma $ualcosa di pi attuale, forse di non ancora accaduto e di molto vicino, di illuminante su$uella verit%. 'n $uel momento sentì una scam+panellata. 1dette non la smetteva

 pi di parlare, ma le sue parole eranosolo un gemito: il rincrescimento dinon aver visto 4Hann nel pomerig+gio, di non avergli aperto, era diventato unaautentica disperazione.4i udì la porta d’ingresso richiudersi e il rumore di unacarrozza, comese ripartisse $ualcuno,7

 pro"a"ilmente la persona che 4Hann non do+veva incontrare ,

7a c u i a v ev a no d e tt o c he 1 de tt e e ra u sc it a. Al lo r a, p ensando chesoltanto per esser venuto in un’ora diversa dal solito, gliera capitato discom"i nare tante cose che lei non volev a fargl i sapere , prov# un sensodi scoraggiamento, $uasi di angoscia. Ma siccome amava1dette, siccome era solitovolgere verso di lei tutti i suoi pensieri, la piet%c h e a v r e " " e p o t u t o i s p i r a r ea se s t e s s o , l a se nt ì pe r l e i e mo rm or #: «Povera cara». *uando lalasci#, 1dette prese molte lettere che stavanosul tavolo e gli chiese se potevaim"ucar le a l la pos ta . 0ui le por t# via ,

 JF

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ma, giunto a casa, si accorse che le aveva ancora addosso. Gitorn# fino al+la posta,le tir# fuori di tasca e, prima di gettarle nella cassetta, guard#gl’indirizzi.Erano tutte per fornitori, tranne una per &orcheville. 0a tene+va in mano. 4idiceva: «4e vedess i $u el c he c’- de nt ro, saprei come lo chiama, come

gli parla, se c’- $ualcosa fra loro. Pu# anche darsi che, anon guardarla,commetto un’indelicatezza nei confronti di 1dette, per+ch6 - la sola manieradi li"erarmi di un sospetto forse calunnioso per lei,destinato in ogni caso a farlasoffrire, e che niente potre""e pi distrug+gere, una volta partita lalettera».)enendo via dalla posta ritorn# a casa, ma $uell’ultima lettera l’avevatenutacon s6. Accese una candela e vi accos t# la "us ta che non avev a osatoaprire. 2a principio non pot- leggere nulla, ma la "usta era sottile,e facendola aderireal cartoncino che c’era dentro, riuscì a leggere in tra+sparenza le ultime parole. Erauna formula finale molto fredda. 4e invecedi esser lui a guardare una letteraindirizzata a &orchevil le, fosse stato&orcheville a leggere una lettera indirizzataa 4Hann, avre""e potuto ve+dere parole "en pi affettuose /enne fermo il cartoncinoche "allava nel+la "usta pi grande di lui, poi facendolo scivolare col pollice necondussesuccessivamente le varie righe sotto la parte della "usta che non era fode+rata, la sola attraverso cui si poteva leggere@.(i# nonos t an t e , non d i s t i ngueva "ene . 2e l r e s to non impor t ava ,neaveva visto a""astanza per rendersi conto che si trattava d’un piccolo av+ve ni mento sen za i mpor tan za, ch e n on r ig uarda va per n ul larapportiamorosi! era $ualcosa che si riferiva a uno zio di 1dette. 4Hann

avevaletto "ensì in principio della riga: «No avuto ragione», ma non capiva checosa1dette aveva avuto ragione di fare, $uando a un tratto apparve unaparola che sulle

 prime non aveva potuto decifrare, e chiarì il senso di tut+ta la frase: «No avutoragione di aprire, era mio zio». 2i aprire 2un$ue&orcheville era l% poco prima$uando 4Hann aveva suonato, e lei lo ave+va fatto andar via, da ci# il rumore cheaveva sentito.Allora lesse tutta la lettera, alla fine si scusava di aver agitocosì conlui, senza cerimonie, e gli diceva che si era scordato le sigarette da lei,lastessa frase che aveva scritto a 4Hann una delle prime volte che era ve+nuto. Ma per 4Hann aveva aggiunto: «(osì ci aveste lasciato il cuore, nonve lo avrei

lasciato riprendere». Per &orcheville, niente di simile! nessunaallusione che lasciassesupporre una tresca fra loro. 2el resto, a dire il ve+ro, in tutto ci# &orchevilleera pi ingannato di lui, dal momento che1dette gli scriveva per farglicredere che il visitatore era suo zio. 'nsom+ma era lui, 4Hann, l’uomo a cui leiattri"uiva importanza e per cui avevamandato via l’altro. /uttavia, se nonc’era niente f ra le i e &orchevi l le , J

 perch6 non aprire su"ito, perch6 scrivere: «No fatto "ene ad aprire, era mio

zio»! se in $uel momento non faceva nulla di male, in che modo &or+cheville potevaspiegarsi che avesse potuto non aprireI 4Hann restava lì,desolato, confuso, eppurefelice, davanti a $uella "usta che 1dette gliaveva consegnato senza timore,

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tanto assoluta era la fiducia che avevanella sua delicatezza, ma attraverso la$uale, come un vetro trasparente,si svelava a lui, col segreto di un incidente che nonavre""e mai credutodi riuscire a conoscere, un poco della vita di 1dette,come in una strettasezione luminosa praticata in mezzo all’ignoto. 0a sua

gelosia poi se nerallegrava, come se tale gelosia avesse una vitalit% indipendente,e g o i s t a , a v i d a d i t u t t o $ u a n t o p o t e s s e n u t r i r l a , s i a p u r e a s p e s ede l l o s t e s s o4Hann . Ades s o un a l imen to l o aveva , e 4Hann po t evainc omi nci are atormentarsi ogni giorno per le visite che 1dette avevaricevuto verso lecin$ue, a cercar di sapere dove &orcheville si trovava a $uell’ora.Perch6la tenerezza di 4Hann continuava a conservare il carattere che leavevanoimpresso, sin dal principio, l’ignorare in che modo impiegasse 1dette lesuegiornate, e insieme la pigrizia mentale che gl’impediva disupplireall’ignoranza con l’immaginazione. 2a principio non fu geloso di tutta lavitadi 1dette, ma solo dei momenti in cui una circostanza, magari inter+pretata male,l’aveva portato a supporre che 1dette potesse averlo in+gannato. 0a suagelosia, come una piovra che getta un primo, poi un se+condo, poi un terzotentacolo, si aggrapp# saldamente a $uel momentodelle cin$ue di sera, poi a unaltro, poi a un altro ancora. Ma 4Hann nonsapeva inventare le propriesofferenze, esse erano soltanto il ricordo, ilperpetuarsi di una sofferenza che gliera venuta dall’esterno.Ma tutto, ormai, lo faceva soffrire. )olle allontanare 1dette da&orche+ville, condurla per $ualche giorno nel 4ud. Ma gli pareva che fosse desi+derata da tutti gli uomini che si trovavano nell’al"ergo, e che anche lei lidesiderasse.Perci# lui che una volta, viaggiando, cercava gente nuova,riunioni affollate,

lo si vedeva selvatico, fuggire la compagnia degli uo+ mini, $uasi ne fosse statocrudelmente ferito. E come avre""e potuto nonesser misantropo se in ogni uomovedeva un possi"ile amante di 1detteI(osì la sua gelosia, pi ancora di $uanto nonavesse fatto l’attrazione vo+luttuosa e ridente che aveva avuto per 1dette da principio,alterava il ca+r a t t e r e d i 4 H a n n , e m u t a v a c o m p l e t a m e n t e a g l io c c h i a l t r u i p e r f i n o l’aspetto dei segni esterni attraverso cui si manifestava$uel carattere.5n mese dopo il giorno che aveva letto la lettera indirizzata da 1dettea&orcheville, 4Hann and# a un pranzo che i )erdurin davano al 8ois.Belmomento in cui si preparavano a partire, not# certi concilia"oli fra las i g n o r a

) e r d u r i n e p a r e c c h i i n v i t a t i , e c r e d e t t e d ic a p i r e c h e JJrammentavano al pianista di venire il giorno dopo a una gita a ([email protected] lui, 4Hann, non era stato invitato.' )erdurin avevano sempre parlato amezza voce e in termini vaghi,ma il pittore, certamente distratto, esclam#:«0uminiente! la sonata del(hiaro di luna

deve eseguirla al "uio, così sivedr% meglio l’illuminarsi delle cose».0a signora)erdurin, vedendo che 4Hann stava a due passi, prese$uell’espressionein cui il desiderio di far tacere chi parla e di conservareun aspetto innocente agli occhi

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di chi ascolta, si neutralizza in un’intensanullit% dello sguardo, dove l’immo"ilecenno d’intesa del complice si dis+simula sotto i sorrisi dell’ingenuo! insommal’espressione, comune a tutti$uanti si accorgono di aver fatto una gaffe, che la rivelaistantaneamente,se non a chi la commette, almeno a chi ne - l’oggetto. 1dette e""e

su"itol’aria di un disperato che rinuncia a lottare contro le schiaccianti difficol+t%del la vita , e 4Hann contava con ansia i minut i che lo separavanodalmomento in cui , venut i v ia da l r i s torante, durante i l r i torno conlei,avre""e potuto chiederle spiegazioni, ottenere che il giorno dopo non an+dassea ( ha to u o v e lo fa ce sse i nv it ar e, e c al ma re n el le " ra cc ia d ileil’angoscia che provava. &inalmente furono chiamate le carrozze. 0a si+gnora )erdurin disse a 4Hann: «Addio, allora! a presto, non -veroI»,c e r c a n d o c o n l a g e n t i l e z z a d e l l o s g u a r d o el ’ a u t o r i t % d e l s o r r i s o d’impedirgli di p ensare che non g li d iceva,come avre""e fatto semprefin $ui: «A domani a (hatou, a dopodomani da me».''signore e la signora )erdurin fecero salire con loro &orcheville! lacarrozzadi 4Hann si era incolonnata dietro la loro, e lui aspettava chepartisse per far salire 1dette nella propria.«1dette, vi riaccompagniamo a casa, disse la signora)erdurin!7a"+ "iamo un posticino per voi accanto al signor de &orcheville.74ì, signora, rispose 1dette.7

(ome, ma credevo di accompagnarvi io», esclam# 4Hann, dicendosenza perifrasi le parole necessar ie , giacch6 lo sportel lo era aper to, i mi+ nuticontati, e non poteva tornare a casa senza di lei nello stato in cui era.«Ma la signora)erdurin mi ha chiestoO74uvvia, potete "enissimo tornare da solo, tante volte ve l’a""iamolasciata,disse la signora )erdurin.7Ma io dovevo dire alla signora una cosa importante.

7E""ene, gliela scrivereteO7Addio», gli disse 1dette tendendogli la mano.Egli tent# di sorridere, ma avevaun’aria distrutta. J

«Nai visto 4Hann, che maniere si permette adesso con noiI disse la si+gnora)erdurin al marito $uando furono a casa. No creduto che mi vo+lesse

mangiare , perch6 accompagnavamo 1det te . (hesconvenienza,davvero Allora, lo dica che noi teniamo una casa di appuntamenti Boncapisco come 1dette soppor ti simili modi. Na proprio l’aria di dire:

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voisiete mia. 2ir# a 1dette $uel che ne penso, spero che capir%.»E dopo un istanteaggiunse ancora, con collera:«Bo, ma guarda un po’, $uella "rutta "estia»,impiegando senza sa+per lo, e forse o""edendo al medes imo oscuro

 "isogno di giust i f icars i =come &ranCoise a (om"ra9 $uando il pollo non voleva

morire> le paroleche un animale inoffensivo strappa con gli ultimi sussultidell’agonia alcontadino che lo sta massacrando.E $uando la carrozza dellasig no ra )erd ur in fu pa rt it a e $u el la di 4Hann venne avanti, il cocchiereguardandolo gli domand# se stava ma+le o se era capitata $ualche disgrazia.4Hannlo conged#, voleva camminare, il ritorno lo fece a piedi, attra+verso il 8ois.Parlava da solo, a voce alta, e nello stesso tono un po’ artifi+cioso che avevaadottato finora $uando specificava minutamente le at+trattive del piccolonucleo ed esaltava la magnanimit% dei )erdurin. Macome i discorsi, i sorrisi, i

 "aci di 1dette, se erano rivolt i ad altri che lui, gl i diventavano odiosi$uanto dolci li aveva trovati, così il salotto dei)erdurin, che ancora poco

 prima gli sem"rava divertente, animato da unvero gusto per l’arte e perfino da unasorta di no"ilt% morale, adesso che1dette vi avre""e incontrato e amatoli"eramente altri che lui, gli mo+strava i suoi lati ridicoli, la stupidit% la

 "assezza.4i rappresentava con disgustosa serata del g iorno dopo a( ha to u. «P ri ma d i t ut t o $ ue st ’i de a d i a nd ar e a ( ha to u (o memerciai appenachiusa "ottega 2avvero $uesta gente - su"lime di "orghesismo!non de+vono mica es is tere realmente, devono usci re dal le commediedi 0a "i+ che@

»(i sare""ero stati i (ottard, forse 8richot. « poco grottesca l’esistenzadi $uestagentarella che vive a ridosso uno dell’altro, che si sentire""epersa parolamia, se domani non si ritrovassero tutti insiemea (hatou»A h i m - , c i s a r e " " e s t a t o a n c h e i l p i t t o r e , i l p i t t o r ea c u i p i a c e v a «com"inare matrimoni», il $uale avre""e invitato &orchevillead andarecon 1dette nel suo studio. )edeva 1dette con un a"ito troppo ricco

 per$uel la gi ta in campagna, «perch6 - tanto volgare e soprattut to , poverapiccola, - talmente stupida».4entiva le "attute che avre""e detto la signora

)erdurin dopo pranzo,le "attute che, chiun$ue fosse il noioso preso di mira, loavevano sempre J;

d ive r t i t o pe r ch6 vedeva r i de r ne 1de t t e , r i de r ne con l u i , $uas i i nlu i .Ades s o s en t i va che f o r s e e r a d i l u i che av r e""er o f a t t o r i de r e1dette.«(he schifosa allegria», diceva atteggiando la "occa a un’espressionedicosì forte disgusto, che avvertiva lui stesso la sensazione muscolare dellasmorfiafin nel collo contratto contro il colletto della camicia. «E comemai una

creatura il cui volto - fatto a immagine di 2io pu# trovar mate+ria di riso in$uelle spiritosaggini nausea"ondeI 1gni narice un po’ deli+cata si volgere""e in l%con orrore per non lasciarsi contaminare da mia+smi si mi li . 2a vv er o, -

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i nc re d i" il e p e ns ar e c h e u n e s se re u ma n o p o ss a non capire che, permettendosi un sorriso a proposito di un proprio simi+le che gli ha tesolealmente la mano, si degrada fino a sprofondare in unfango, di dove lamigliore volont% del mondo non potr% pi sollevarlo. 'ovivo a un’altitudine di

troppe migliaia di metri sopra i "assifondi doveschiamazzano e latrano$uegl’immondi sprolo$ui, per poter essere inzac+cherato dalle spiritosaggini di una)erdurin», esclam# rialzando il capo,raddrizzando fieramente il "usto all’indietro:«2io mi - testimone che iovolevo sinceramente togliere 1dette di lì, sollevarla inun’atmosfera pino"ile e pura. Ma la pazienza umana ha un limite, e lamia - a l lo s t re+m o » , s i d i s s e , c o m e s e $ u e l l am i s s i o n e d i s t r a p p a r e 1 d e t t e a un’atmosfera di sarcasmidatasse da pi di pochi minuti, e non se la fos+se imposta solo da $uando pensava cheforse $uei sarcasmi avevano peroggetto lui e tentavano di staccare 1dette dalui.)edeva il pianista pronto a eseguire la sonata del(hiaro di 0una, e l e smorfie della signora )erdurin spaventata del male che la musica di 8ee+thoven avre""e fatto ai suoi nervi. «'diota, commediante esclam#, e cre+de diamare l’ Arte» 2opo averle insinuato a"ilmente $ualche parola lu+singhiera per &orcheville, cometanto spesso aveva fatto per lui, avre""edetto a 1dette: «&ate un posticinoaccanto a voi per il signor de &orche+ville». «Bel "uio Mezzana Guffiana»Guffiana

era il nome che dava an+ che alla musica che li avre""e invitati a tacere, sognareinsieme, guardar+si, pigliarsi per mano. /rovava del "uono nella severit%contro le arti, diPlatone, di 8ossuet@;, e della vecchia educazione francese.'n conclusione, la vita che si conduceva in casadei )erdurin, e che tan+to spesso aveva chiamato «la vera vita», gli sem"rava la

 peggiore di tut+te , e i l piccolo clan, l ’ inf imo di tu t t i gl i am"ient i .«2avvero, diceva, -$uanto c’- di pi "asso nella scala sociale, l’ultimocerchio di 2ante

@.Bessun du""io, l’augusto testo si riferisce ai )erdurin 'n fondo, la gentedella "uonasociet%, su cui si pu# trovar da ridire, - un’altra cosa rispettoa $uesta "anda diteppisti, non c’- du""io, $uanta profonda saggezza di+most rano r i f iu tando diconoscer l i , di sporcarcis i anche la punta del le J

dita. (he fiuto nelnoli me tangere

@<del fau"ourg 4aint 3ermain» 2a unpezzo aveva lasciato i viali del 8ois, era$uasi arrivato a casa, ma non gliera ancora svaporato il dolore e la vena d’insincerit%!

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le intonazioni falsee le sonorit% artificiose della propria voce glieneversavano pi a""on+dante l’u"riacatura di momento in momento, econtinuava ancora a pe+rorare a voce alta nel silenzio notturno: «0a gente della

 "uona societ% ha isuoi difet ti , nessuno li riconosce megl io di me, ma insomma

- pur gentecon cui certe cose sono impossi"ili. 0e donne eleganti che hoconosciuto,$ues ta o $uel la era "en lontana dal l ’esser per fet ta , mainsomma c’erasempre in loro un fondo di delicatezza, una lealt% nel modo diagire, chele rendevano incapaci di tradimento, $ualun$ue cosa avvenisse, e "asta+noa scavare un a"isso fra loro e una megera come la )erdurin. )erdu+rin (henome Ah, si pu# dire proprio che non gli manchi nulla, sono "elli nel lorogenere. 3razie a 2io, era tempo di non condiscendere pi apromiscuit% con $uellainfamia, con $uelle sozzure».Ma come le virt che ancora poco fa attri"uiva ai)erdurin non sare"+ "ero "astate, anche se le avessero possedute davvero, sela coppia nonavesse favorito e protetto il suo amore, a provocare in 4Hannl’e""rezzache lo inteneriva davanti alla loro magnanimit% e che, anche se propaga+taattraverso altre persone, non poteva venirgli che da 1dette,7

 pari+menti l’immoralit% che oggi trovava nei )erdurin, fosse anche statareale,sare""e stata impotente a scatenare la sua indignazione e fargli

 "ol lare«la loro infamia», se non avessero invitato 1dette insieme con &orchevil+le esenza di lui. E certo la voce di 4Hann era pi chiaroveggente di lui,$uandosi rifiutava di pronunciare $uelle parole piene di disgusto perl’am"iente)erdurin e di gioia per aver rotto con loro, fuorch6 in tono ar+tificioso e come se

fossero scelte per saziare la sua collera piuttosto cheper esprimere il suo pensiero. *uesto infatti, mentre lui si a""andonavaalle invettive, pro"a"ilmente,senza che lui se ne accorgesse, era occupa+to da un oggetto completamente diverso,

 perch6 arrivato a casa, non ap+pena chiuso il portone, improvvisamente si "att6 lafronte, lo fece riapri+re, e uscì di nuovo esclamando, $uesta volta con vocenaturale: «(redod’averlo trovato, il mezzo per farmi invitare domani al

 pranzo di (ha+tou». Ma il mezzo doveva essere cattivo, perch6 4Hann non fuinvitato!il dottor (ottard che, chiamato in provincia per un caso grave, non vede+va i) e r d u r i n d a p a r e c c h i g i o r n i e n o n e r a p o t u t o a n d a r e a ( h a t o u ,

ilgiorno dopo di $uel pranzo disse in casa loro, mettendosi a tavola:«Ma nonvedremo il signor 4Hann, staseraI proprio $uel che si diceun amico personaledelO J<

74pero "ene di no esclam# la s ignora )erdurin. 2io ce ne scampi,-asfissiante, stupido e maleducato».A $ueste parole (ottard manifest# al tempostesso i l suo stupore e lasua sot tomi ssione , come dava nti a una veri t%

contrar ia a tu tt o $uanto aveva creduto fin $ui, ma di evidenza irresisti"ile! e,a""assando il nasonel piatto con aria tur"ata e intimorita, si accontent# di rispondere:«Ah+ah+ah +ah +ah», attraversando a ritroso, nel ripiegamento di una ritira+ta in

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 "uon ordine fino in fondo a se stesso, lungo una gamma discenden+te, il registrointero della sua voce. E, in casa )erdurin, non si parl# pidi 4Hann.Allora,$uel salotto che aveva unito 4Hann e 1dette divenne un osta+colo ai loroincontri. 0ei non gli diceva pi come nel primo tempo del lo+ro amore: «'n ogni caso

ci vedremo domani sera, c’- una cena dai )erdu+rin», ma: «2omani sera non potremovederci, c’- una cena dai )erdurin».1ppure i )erdurin dovevano condurla all’1p6ra+(omi$ue a vedere5nanotte di (leopatra@@, e 4Hann leggeva negli occhi di 1dette $uel terrore disentirsi chiedere di nonandarci, che fino a poco tempo prima non si sa+re""e potuto trattenere dal

 "aciare sul viso dell’amante, e che adesso loesasperava. «Eppure non -collera, si diceva, $uel che provo vedendo lasmania che lei ha di correre arazzolare in $uella musica stercoraria. pena, non certo per me, ma per lei! penaa vedere che dopo essere vissutain contatto $uotidiano con me per pi di sei mesi,non ha saputo diventa+re un’altra, a""astanza da eliminare spontaneamente)ictor Mass6. 4o+prattutto, per non essere arrivata a capire che ci sono certe sere incui unacreatura di animo sensi"ile deve saper rinunciare a un piacere,$uandoglielo si chiede. 2ovre""e saper dire Qnon ci andr#Q, non foss’altro

 percalcolo, giacch6 proprio in "ase alla sua risposta verr% classificataunav ol ta p er tu tte l a $ ua li t % d el la su a a ni ma .» E d e ss en do si

 persuaso lui stesso che infatti, solo per poter dare un giudizio pi favorevole sulvalo+re spirituale di 1dette desiderava che $uella sera rimanesse con lui inve+ce di

andare all’1p6ra+(omi$ue, le faceva il medesimo ragionamento,con lastessa insincerit% che riservava a se stesso, anzi con un grado inpi, perch6,con lei, o""ediva anche al desiderio di prenderla per l’amorproprio.«/i giuro», lediceva $ualche minuto prima che lei uscisse per andare ateatro, «che domandandoti dinon uscire, desidererei con tutte le mie for+ze, se fossi egoista, che tu mi dicessidi no, perch6 stasera ho mille coseda fare e mi trover# preso in trappola anch’io emolto contrariato se, con+t r o o g n i a s p e t t a t i v a , m i r i s p o n d ic h e n o n c i a n d r a i . M a l e m i e J@

occupazioni, i miei piaceri, non sono tutto, io devo pensare a te. Pu# ve+nire il giornoche, vedendomi staccato per sempre da te, avrai il diritto diri mproverarmi per non aver t i avver t i to nei moment i crucial i , $uandosent ivo che s tavo

 per dare di te uno di $uei giudizi severi a cui l’amorenon resiste a lungo.)edi,5na notte di (leopatra= che t i t o lo > , ne l l a f a t t i + s pec i e non va l e n i en t e . *ue l che " i s ognasa p e re - se tu s ei da vv er o $uell’essere che occupa l’ultimo gradino

della vita intellettuale, e anchedella grazia femminile, /essere spregevole che non- capace di rinuncia+re a un piacere. Allora , se tu sei così, come sare""e possi"ile amart iI vi+ sto che non sei nemmeno una persona, una creatura definita,

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imperfetta,ma almeno perfetti"ile. 4ei un’ac$ua informe che scorre secondoil pen+dio che le si offre, un pesce senza memoria e senza capacit% diriflettereche, fin $uando vivr% nell’ac$uario, urter% cento volte al giorno controilvetro, continuando a scam"iarlo per ac$ua. 0o capisci che la tua risposta,non dico

avr% per effetto che cesser# immediatamente di amarti, $uestos’intende, ma tirender% meno seducente ai miei occhi, $uando capir# chenon sei una persona, chesei al di sotto di tutte le cose e non sai mettertial di sopra di nessunaIEvidentemente, avrei preferito domandarti, comese fosse una cosa senza importanzadi rinunciare a5na notte di (leopatra=giacch6 mi costringi a sporcarmi le la""ra con $uesto nome a""ietto>,conla speranza che ci andassi lo stesso. Ma risoluto, come sono a tenerecontodella tua risposta, a trarne tali conseguenze, ho creduto pilealeavvertirtene.»2a $ualche momento 1dette dava segni di tur"amento ed’incertezza.4e non il senso del discorso, capiva che poteva rientrare nelgenere co+mune dei «lai»@e delle scene di rimprovero o supplica, per le $uali, sor+volando sui particolaridelle parole, la pratica che aveva degli uomini lepermetteva d icon clu der e che se non fos ser o sta ti inn amo rat i non le avre""ero fatte, edal momento che erano innamorati, non serve o""edir+li perch6 dopo lo sare""erostati ancor di pi. *uindi, avre""e ascoltato4Hann con la massima calma senon avesse visto che il tempo passava eche, per poco che lui parlasse ancora, lei,

come gli disse con un sorriso te+nero, ostinato e confuso, «avre""e finito col perderel’ouverture».Altre volte lui le diceva che ci# che soprattutto gli avre""e fatto smet+t e r e d ia m a r l a , e r a i l f a t t o c h e l e i n o n v o l e s s e r i n u n c i a r e amentire.«Anche dal semplice punto di vista della civetteria, le diceva, noncapisci$uanto perdi di fascino, a""assandoti a mentireI (on unaconfessione,$uante colpe potresti riscattare 2avvero, sei molto meno intelligentedi$uel che credevo.» Ma invano 4Hann le esponeva così tutte le ragioni cheleiaveva di non ment i re! esse avre""ero potuto scalzare in 1det te un

 J

sistema generale della "ugia, ma 1dette non ne possedeva nessuno! sol+ta nto, neicas i in cui voleva che 4Hann ignorasse $ualche cosa che l e iavevafatto, si limitava a non dirgliela. (osì, la "ugia era per lei un espe+diente d’ordine

 particolare! e l’unica cosa che poteva sta"ilire se dovevaservirsene o confessare laverit%, era anch’essa una ragione d’ordine par+ticolare: la pro"a"il it% maggiore ominore che 4Hann potesse scoprireche non aveva detto la verit%.&isicamente,1dette attraversava un "rutto periodo: ingrossava, e lagrazia espressiva e

dolente, gli sguardi meravigliati e sognanti che avevauna volta, sem"ravanoscomparsi con la prima giovinezza. 2imodoch6era diventata tanto cara a 4Hann proprio nel momento, per così dire, chela trovava molto meno "el la . A lungo la

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guardava per cercare di riaffer+rare l’incanto che le aveva conosciuto, e nonlo trovava. Ma sapere chesotto $uel l a c r i sal ide nuova era sempre1dette che viveva, sempre lastessa volont% fugace, inafferra"ile e sorniona,

 "astava a 4Hann per con+tinuare a mettere la stessa passione nel tentativo di

catturarla. Poi guar+dava le fotografie di due anni prima, si ricordava com’era statadeliziosa,e $uesto lo consolava un po’ di darsi tanto affanno per lei.*uando i )erdurinla conducevano a 4aint+3ermain, a (hatou, a Meu+lan@D, spesso, se era la "ella stagione, proponevano lì per lì di restarci adormiree tornare solo i l giorno dopo. 0a s ignora )erdurin cercava dicalmaregli scrupoli del pianista, che a Parigi aveva lasciato la zia.« 4ar% fel ice di essersis"arazzata di voi per un giorno. E perch6 do+vre""e stare in pensieroI losa che siete con noi. 2el resto, mi prendo tut+to io sulle spalle.»Ma se non ci riusciva,il signor )erdurin partiva in spedizione, trovavaun uff ic io te legrafi co o uncorriere e s’informava chi dei fedeli avesse$ualcuno da avvertire. Ma1dette lo ringraziava e diceva che non avevatelegrammi da spedire a nessuno,giacch6 a 4Hann aveva detto una voltaper sempre che a mandargliene unoso tt o gl i oc ch i di tu tt i si sa re "" e compromessa. A volte si assentava per 

 parecchi giorni, i )erdurin la con+ducevano a vedere le tom"e di 2reu, o a(ompi-gne su consiglio delpittore, per ammirare i tramonti nella foresta, e sispingevano fino al ca+stello di PierrefondsF.«Pensare che potre""e visitare autentici monumenti con me, che hostudiato

architettura per dieci anni e di continuo mi pregano di condurregente di prim’ordine a8eauvais o a 4aint+0ou+de+Baud, e lo farei, soloper lei! e lei invece va con’dei "ruti della specie peggiore a estasiarsi

 pri+ma davant i alle evacuazioni di 0uigi &i lippo e poi a $uel le di )iollet+ le+2uc Mi sem"ra che non ci sia "isogno di essere artisti per $uesto, e che, JD

anche senza un odorato particolarmente sensi"ile, uno non sceglie di an+d a r e a

v i l l e g g i a r e n e l l e l a t r i n e p e r r e s p i r a r e c o n p i c o m o d og l i escrementi.»Ma $uando 1dette era partita per 2reu o per Pierrefonds,7ahim-,senza permettergli di andarci come per caso, per conto proprio,

 perch6,diceva, «fare""e un "rut tiss imo effetto»,7lui s i sprofondava nel piine"r iante dei romanzi d’amore, l’orarioferroviario, che gl’insegnava ilmezzo di raggiungerla, il pomeriggio, lasera, $uella stessa mattina. 'lmezzoI $uasi di pi: l’autorizzazione. Perch6

insomma l’orario, e anche itreni, non sono mica fatti per i cani. 4e si facevaconoscere al pu""lico,per via di stampa, che alle otto del mattino partiva un trenoche arrivavaa Pierrefonds alle dieci, voleva dire che andare a Pierrefonds era un

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attolecito, per il $uale il permesso di 1dette risultava superfluo! ed era altre+sì unatto che poteva avere tutt’altro motivo dal desiderio d’incontrare1dette,

 poich6 gente che non la conosceva lo compiva ogni giorno, e in n u m e r oa " " a s t a n z a g r a n d e p e r c h 6 m e t t e s s e c o n t o d i s c a l d a r e

l e locomotive.'nsomma, lei non poteva impedirgli, comun$ue sia, di andare a Pierre+fonds se ne aveva voglia 1ra, per l’appunto, sentiva di averne voglia, esenon avesse conosciuto 1dette ci sare""e andato senz’altro. 2a un pez+zo volevafars i un’ idea pi precisa dei lavor i di res tauro di )iol le t + le+2uc. E,col tempo che faceva, provava il desiderio imperioso di una pas+seggiata nella forestadi (ompi-gne.Bon aveva davvero fortuna, vedersi vietato il solo luogo cheoggi lotentava. 1ggi 4e ci andava nonostante la proi"izione, poteva vederla og+gistesso Ma mentre, se lei incontrava a Pierrefonds una persona $ualun+$ue, gliavre""e detto, tutta allegra: «Ma guarda )oi $ui», e gli avre""echiesto di andarla atrovare all’al"ergo dov’era scesa coi )erdurin, invecese incontrava lui, 4Hann, sisare""e seccata, si sare""e detta che la pedi+nava, lo avre""e amato di meno, forsescorgendolo si sare""e voltata concollera dal l’altra parte. «E così, io non ho piil diritto di viaggiare», gliavre""e detto al ritorno, mentre, in conclusione,era lui che non avevapi il diritto di viaggiarePer un momento aveva avuto l’idea,

 per poter andare a (ompi-gne e aPierrefonds senza aver l’aria di farlo per incontrare1dette, di farcisi ac+compagnare da un amico, il marchese di &orestelle, che

 possedeva un ca+stel lo nei dintorni. *uesti , informato del progetto ma nondel motivo,non stava in s6 dalla gioia, meravigliato che 4Hann, per la

 pr ima vol tadopo $uindici anni, acconsent isse finalmente ad andare a vedere

la suap r o p r i e t % , e , g i a c c h 6 g l i a v e v a d e t t o c h e n o n a v e v ai n t e n z i o n e d i J<Ftrattenersi, gli promettesse almeno di far con lui passeggiate ed escursio+ni per varigiorni. 4Hann gi% si immaginava laggi col signor di &orestel+le. Prima ancora divedere 1dette, perfino se non riusciva a vederla, chefelicit% metter piede su$uella terra dove, non sapendo il luogo precisodella presenza di lei a undato momento, avre""e sentito palpitare dap+pertutto la possi"ilit% della suacomparsa improvvisa: nel cortile del ca+stello, diventato "ello ai suoi occhi

 perch6 era venuto a visitarlo per cau+sa sua! in tutte le strade della cit t% , che glisem"rava romantica! su ognisentiero della foresta, che un tramonto

 profondo e tenero il luminava di rosa!7asili innumerevoli e alternativi, dove veniva a rifugiarsi simulta+neamente,nell’incerta u"i$uit% delle sue speranze, il suo cuore felice, er+ra"ondo e moltiplicato.«4oprattutto, avre""e detto al signor di &orestel+le, stiamo attenti a nonim"atterci in 1dette e nei )erdurin! ho appenasaputo che proprio oggi sono aPierrefonds. 3i% ci vediamo a""astanza aParigi, non varre""e la pena di venir 

via per non poter fare un passo gl iuni senza gl i al t r i . » E i l suo amiconon avre""e capito perch6, appenalaggi, cam"iasse programma venti volte,ispezionasse le sale da pranzodi tu tti gl i al "e rgh i di (o mpi -g ne se nz a

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r isolversi a prender posto inuna, "ench6 non si fosse vis ta t raccia dinessun )erdurin, con l’aria dicercare $uel che diceva voler fuggire, e,d’altronde, fuggendo davvero$uando l’avesse trovato: infatti, se avesse incontratoil piccolo gruppo sisare""e allontanato con ostentazione, contento di aver 

veduto 1dette eche lei lo avesse veduto, soprattutto che lo avesse veduto incurantedi lei.Ma no, lei avre""e indovinato che era lì per lei. E $uando il signor di &o+restelle veniva a prenderlo per partire, gli diceva: «Purtroppo no, ogginon

 posso andare a Pierrefonds, proprio oggi c’- 1dette». E, nonostantetutto, 4Hann eracontento di sentire che se, unico fra tutti i mortali, $uelgiorno non aveva il dirittodi andare a Pierrefonds, era perch6 in effettilui rappresentava per 1dette unodiverso dagli altri, il suo amante, e chela restrizione sta"ilita per lui al dirittouniversale di li"era circolazionecostituiva nient’altro che una forma di$uella schiavit, di $uell’amoreche gli era tanto caro. 2ecisamente, meglionon correre il rischio di gua+starsi con 1dette! pazientare, aspettarne ilritorno. Passava le giornatechino sopra una carta della foresta di (ompi-gne,come fosse stata la car+ta del Paese del /eneroJ, si circondava di fotografie del castello di Pier+refonds. Appena venuto il giorno incui era possi"ile che lei tornasse, ria+priva l’orario, calcolava il treno che avevadovuto prendere, e $uelli che,se faceva tardi, le rimanevano ancora. Bon usciva

 per paura di perdereun telegramma, non si coricava per il caso che, tornatacon l’ultimo tre+no, volesse fargli la sorpresa di venire a trovarlo nel cuoredella notte.

 J<

Per l’appunto, sentiva suonare al portone! sem"randogli che tardasseroadaprire voleva svegliare il portiere, si metteva alla finestra per chiama+re 1dette se eralei, perch6, nonostante le raccomandazioni che era scesoa impartire di persona pi didieci volte, erano capaci di dirle che lui nonci stava. Era un domestico che rientrava.4eguiva il volo incessante dellecarrozze che passavano, a cui altre volte nonaveva mai prestato atten+zione. 0e ascoltava a una a una giungere di lontano,avvicinarsi, sorpas+sare la porta senza fermarsi, e recare pi lon tanto un messaggio

che nonera per lui. Aspettava tutta la notte, ahim- inutilmente, perch6 i)erdurinavevano anticipato il rientro, 1dette si trovava a Parigi da mezzogiorno,nonle era venuto in mente di avvertirlo! non sapendo cosa fare, era an+data dasola a passare la sera a teatro, e gi% da un pezzo era rientrata acoricarsi, estava dormendo.'l fatto - che a lui non ci aveva nemmeno pensato. E $ueimomenti incui dimenticava perfino l’esistenza di 4Hann, erano pi utili a1dette,servivano a legarle 4Hann, meglio di tutta la sua civetteria. Perch6così4Hann viveva in $uell’agitazione dolorosa che gi% una volta era stataa"+ "astanza potente da fare s"occiare il suo amore, $uando non aveva tro+

vato 1dette in casa dei )erdurin e l’aveva cercata tutta la sera. E lui nonaveva, comee""i io nel l’ infanzia a (om"ra9, giornate felici durante le$uali s iscordano l e sof ferenze che r inasceranno la sera . 0e g iorna te , 4Hann

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le passava senza 1dette! e ogni tanto si diceva che lasciare unadonna tanto "el la uscire sola per Parigi , era imprudente, come mettere uno scr igno pieno d i gioiel l i in mezzo a l la s t rada. Al lora s’ indignava contro tutti i passanti come contro tanti ladri. Ma il loro viso collettivo einforme, sfuggendo al la

sua immaginazione, non nutriva la sua gelosia,gli affaticava la testa! e passandosi la mano sugli occhi 4Hann esclamava:«4ia fatta la volont% di 2io»,come coloro che, dopo essersi accaniti adafferrare il pro"lema della realt%del mondo esterno o della immortalit%dell’anima, concedono la distensioned’un atto di fede al cervello affati+cato. Ma, sempre, il pensiero dell’assente eramescolato in modo indisso+lu"ile agli atti pi semplici della vita di 4Hann,7mangiare, ricevere laposta, uscire, andare a dormire,7se non altro, per la tristezza che pro+vava a compierli senza di lei, come $uelleiniziali di &ili"erto il 8ello che,nella chiesa di 8rou, Margherita d’Austria intrecci#dappertutto alle pro+prie, per il rimpianto che aveva di lui. (erti giorni, invece di rimanere acasa, andava a mangiare in un ristorantea""astanza vicino, che un tem+po aveva apprezzato per la "uona cucina, maadesso ci andava soltantoper una di $uelle ragioni insieme mistiche e strampalateche vengon det+te romantiche, cio- perch6 $uesto ristorante =esiste tuttora>

 portava lo J<J

stesso nome della strada dove a"itava 1dette:0ap6rouse;. (erte volte ,$uando l’assenza era stata "reve, solo dopo diversi giorni lei si

 preoccu+pava di fargli sapere che era tornata a Parigi. E, senza prendere pi,co+me un tempo, la precauzione di ripararsi per ogni evenienza dietrounpiccolo frammento tolto in prestito alla verit%, gli diceva semplicementeche eratornata in $uel momento, col treno del mattino. Erano parole "u+giarde! a lmeno

 per 1det te e rano "ugiarde, inconsi stent i , giacch6 non possedevano,come in caso fossero state vere, un punto d’appoggio nelricordo dell’arrivoalla stazione! mentre le pronunciava le era persino im+possi"ile rappresentarsela,glielo impediva l’immagine contraddittoriadelle cose completamente diverseche aveva fatto nel momento in cui af+fermava di essere scesa dal treno. Ma invece,nella mente di 4Hann $uel+le parole che non incontravano ostacoli venivano aincrostarsi diventan+do inamovi"ili come verit% indu"ita"ili! al punto che, se unamico gli di+ceva di essere arrivato con $uel treno e di non aver visto 1dette, era con+vinto che a s"agliarsi di giorno o di ora era l’amico, dal momento che ilsuo

racconto non si conciliava con le parole di 1dette. *ueste gli sare"+ "ero parse "ugiarde solo se ne avesse diffidato da prima. Per credere chelei ment iva, unsospetto preliminare era condizione necessaria. Era an+che, del resto,

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condizione sufficiente. Allora, tutto $uel che diceva 1dettegli sem"rava sospetto. 0asentiva citare un nome: certamente era uno deisuoi amanti! fa""ricata appena$uesta supposizione, passava settimanead affliggersi! una volta si mise perfinoin rapporto con un’agenzia inve+stigativa per sapere indirizzo e impiego del

tempo di uno sconosciuto,che non lo avre""e lasciato respirare finch6 non fosse partito per un viag+g i o e , a l l a f i n e , v e n n e a s a p e r e c h e e r a u n o z i od i 1 d e t t e m o r t o d a vent’anni.8ench6 di regola lei non gli permettesse diraggiungerla in locali pu"+ "lici, dicendo che avre""e dato adito a chiacchiere,capitava che, in unaserata dov’erano invitati tutt’e due,7da &o rc he vi ll e, da l pi tt or e, o al "allo di "eneficenza di un ministero,7lui ci fosse $uando c’era lei. 0av e d e v a , m a n o n o s a v ar e s t a r e p e r t i m o r e d ’ i r r i t a r l a d a n d o l e l’impressione dispiare gli svaghi che si prendeva con altri e che, mentrerientrava solitario e sicoricava pieno d’ansia come dovevo esserlo io conmia madre di lì a $ualche anno, lesere che lui veniva a pranzo a casa no+stra a (om"ra9, gli sem"ravano illimitati perch6 non ne aveva visto lafine. E una volta o due,durante serate come $uelle assapor# una di $uel+l e g i o i e c h e , s e n o ns u " i s s e r o c o n t a n t a v i o l e n z a i lcontraccolpodell’in$uietudine "ruscamente interrotta, saremmo tentatidi definirlecalme, perch6 consistono in un ac$uietamento: era passato uri

attimo a J<

un ricevimento dal pittore e si preparava ad andarsene! vi lasciava 1det+te,trasformata in una "rillante sconosciuta, in mezzo a uomini ai $uali isuoisguardi e la sua gaiezza, che non erano per lui, sem"ravano parlaredi $ualchevolutt% che sare""e stata goduta lì o altrove =forse al «8allodegli 'ncoerenti»<, dove lui aveva paura che si recasse pi tardi>, cau+ sando a 4Hann pi gelosia

della stessa unione carnale, perch6 gli riusci+va pi difficile immaginarla. 4tavagi% per varcare la porta dell’atelier,$uando si sentì richiamare da $ueste parole=che tagliando alla festa il fi+nale che lo spaventava, gliela rendevanoretrospettivamente innocente!facevano del ritorno di 1dette una cosa non piinconcepi"ile e tremen+da, ma dolce e conosciuta, e che lui si sare""e tenuta accanto,in carrozza,come un poco della sua vita di tutti i giorni! e spogliavano la stessa 1det+t e de l l a s ua appar enza t r oppo " r i l l an t e e ga i a ! mos t r avano i n f i nech e$uello era stato solo il travestimento di un attimo, indossato per se stes+so, non in vista di misteriosi piaceri, e del $uale era gi% stanca>, da $uesteparole

che 1det te gl i lanciava $uando lu i s tava g i% sul la sogl ia:«Bonvorreste aspettarmi cin$ue minutiI 4to per andarmene, torneremmoin+sieme, mi accompagnerete a casa».)ero - che, un giorno, &orcheville aveva

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chies to di essere a sua vol taaccompagnato, ma ar r ivat i a l la por ta di1d et te , si cc ome so ll ec it ava il permesso di entrare lui pure, 1dette gli avevarisposto indicando 4Hann:«Ah, dipende da $uel signore lì, domandatelo a lui.)a "ene, se volete,entrate un momento, ma non per molto, perch6 vi avverto che a

lui piacechiacchierare tran$uillamente con me, e non gli gar"a molto che cisianovisite $uando viene lui. Eh, se conosceste $uell’uomo lì come lo conoscoio! non- vero,m9 love, ci sono solo io a conoscervi "ene».E forse 4Hann era anche pi commosso $uandoin presenza di &orche+ville gli rivolgeva non solo $uelle parole di tenerezza,di predilezione,ma anche certe critiche come: «4ono sicura che non avete ancorarispostoai vostri amici per il pranzo di domenica. Bon andateci, se nonvolete!ma almeno siate educato», oppure: «)i siete ricordato di lasciare $uiilvostro saggio su )er Meer, per portarlo un po’ avanti domaniI (he pi+grone )i far# lavorare io». 2a cui risultava che 1dette si teneva al cor+rente dei suoi inviti in societ% e dei suoi studi d’arte, che loro due aveva+no davverouna vita in comune. E così dicendo gli rivolgeva un sorriso, in fondo al $ualelui la sentiva tutta sua.Allora, in $uei momenti, mentre lei preparava per loroun’aranciata,d’un tratto, come $uando un riflettore mal regolato muoveintorno a unoggetto, sulla parete, grandi om"re fantastiche che vengono poia ripie+garsi e annullarsi in esso, tutte le idee terri"ili e fluttuanti che sifaceva J<;

sul conto di 1dette svanivano, per riunirsi al "el corpo che 4Hann avevadavanti.2’improvviso gli veniva il sospetto che $uell’ora passata in casadi 1dette, sotto lalampada, forse non era un’ora artificiale, a uso e con+sumo suo =destinata amascherare $uesta cosa spaventosa e deliziosa acui lu i pensavainces san temente s enza po te r se l a r appr esen t ar e "ene:un’or a de ll ave r a v it a d i 1det t e, de l la v i t a d i 1de t te $uando l u i nonc ’ e r a > , co na r r e d i d i t e a t r o e f r u t t a d i c a r t o n e , m a f o r s e e r a d a v v e r o un’oradella vita di 1dette! che se lui non ci fosse stato, lei avre""e spintoverso

&orcheville la stessa poltrona e non gli avre""e versato una "i"itaignota, ma precisamente $uell’aranciata! che il mondo a"itato da 1dettenon fosse $uell’altromondo spaventoso e soprannaturale dov’egli passa+va il tempo a situarla e cheforse esisteva solo nella sua immaginazione,ma l’universo reale, da cui nonemanava nessuna tristezza speciale, checomprendeva $uel tavolo sul $ualelui avre""e potuto scrivere e $uella "i"ita che gli sare""e stato permesso diassaporare: tutti $uegli oggettiche contemplava con curiosit% e ammirazione

 pari al la gratitudine per+ch6, se lo avevano li"erato, assor"endoli, dai suoi sogni,in compenso sene erano arricchiti, gliene mostravano la realizzazione

tangi"ile, e inte+ressavano la sua mente, prendevano rilievo ai suoi occhi,nel momentostesso in cui gli placavano il cuore. Ah, se il destino gli avesseconcessodi dividere con 1dette una sola dimora, di essere a casa propria in

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altri. Per# far% "ene astare attenta, non tirar troppo la corda, perch6 potrei anche nondarle piniente. 'n ogni caso, rinunciamo intanto alle genti lezzesupplementariPensare che non pi tardi di ieri, siccome diceva che lesare""e piaciutoassistere alla stagione di 8a9reuth, ho fatto la "estialit% di

 proporle diprendere in affitto per noi due, nei dintorni, uno dei graziosi castelli delredi 8aviera@. E del resto, non che a""ia fatto salti di gioia, non ha anco+ra detto n6 sì n6 no!speriamo che rifiuti, gran 2io Ascoltare Vagner per$uindici giorni, con lei che se necura come un pesce di una mela sare""edavvero allegro» E poich6 il suo odio,

 precisamente come il suo amore, aveva "isogno di manifestarsi e di agire, egligodeva nello spingere sem+pre pi oltre le immaginazioni cattive! grazie alle perfidieche attri"uivaa 1dette la detestava di pi, e nel caso che fossero risultatevere =comecercava di figurarsi> avre""e avuto l’occasione di punirla e di sfogaresudi lei la sua ra""ia crescente. 3iunse così perfino a supporre diricevereuna lettera di 1dette, in cui gli chiedeva del denaro per prendere in affit+toi l cas tel lo vicino a 8a9reuth, ma avver tendolo che lui non poteva J<<

venirci perch6 lei aveva promesso di invitare &orcheville e i )erdurin.Ah,c om e g li s ar e" "e p ia ci ut o c he o sa ss e t an to ( he g io ia d ir le d ino,mettere nero su "ianco la risposta vendicatrice! gi% si compiaceva di sce+gliere itermini, enunciandoli a voce alta, come se la lettera l’avesse rice+vuta davvero.1 r a ,

f u p ro p r i o $ u e l c he a vv en ne , n on p i t a r d i d e l g i o r n odopo.1dette gli scrisse che i )erdurin e i loro amici avevano manifestato il de+s ide r io d i a s s i s t e r e a $ue l l e r appr es en t az ion i d i Vagner e che , s eluiavesse voluto davvero mandarle il denaro, lei avre""e finalmente avutoil piacere,dopo essere stata così spesso ospite loro, di invitarli a sua vol+ta. *uanto a lui,nemmeno una parola: era sottinteso che la loro presenzaescludeva la sua.Allora,$uella terri"ile risposta di cui, il giorno prima, aveva sta"ilitoogni parolanon osando sperare di potersene mai servire, aveva la gioiadi farglielarecapitare. Ahim- capiva "ene che col denaro che aveva oche avre""e

facilmente trovato, lei poteva ugualmente affittare $ualcosaa 8a9reuth dalmomento che lo desiderava, lei che non era capace di fardifferenza fra 8ach e(lapisson. Ma nonostante tutto, se la sare""e pas+sata pi magra. Bon avre""e certo

 potuto, se lui non le avesse spedito$ualche "iglietto da mille franchi, organizzaretutte le sere, in un castello,una cena raffinata al termine della $uale, forse, si sare""etolta la fantasia7

a cui poteva darsi che non avesse ancora pensato7

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di cadere tra le "raccia di &orcheville.E poi almeno, $uel viaggio detestato,non sare""e stato lui, 4Hann, apagarlo7Magari avesse potuto impedirlo 4e si fosse slogata un piedeprima della partenza, o

se il cocchiere della carrozza che doveva portarlaalla stazione avesseacconsentito, non importa a che prezzo, a condurlain un luogo dove rimanessese$uestrata per un certo tempo, $uella don+na perfida, dagli occhi smal tat i di unsorriso di complicit% rivolto a &or+cheville, che 1dette era per 4Hann da$uarantott’oreMa non lo era mai molto a lungo! in capo a $ualche giorno losguardoluccicante e fur"esco perdeva splendore e doppiezza, $uell’immagine diuna1dette esecrata che diceva a &orcheville: «*uanta ra""ia», incomin+ciava aimpallidire, a dileguarsi. Allora, a poco a poco, ricompariva e sialzava

 "rillando dolcemente il volto dell’altra 1dette, $uella che rivolge+va a sua volta unsorriso a &orcheville, ma un sorriso dove per 4Hann c’era soltanto tenerezza,$uando diceva: «Bon fermatevi a lungo, perch6a $uel signore lì non gli gar"a moltoche io a""ia visite $uando ha vogliadi stare con me. Ah, se conosceste $uell’uomo lìcome lo conosco io», lostesso sorriso con cui ringraziava 4Hann per un tratto didelicatezza che J<@

lei tanto apprezzava, per un consiglio che gli aveva chiesto in unadellecircostanze gravi nelle $uali non si fidava che di lui.Allora, a $uest’altra 1dette,si domandava come aveva potuto scriverela lettera oltraggiosa di cui lei certamente

non lo avre""e creduto capace,fino a $uel momento, e che lo aveva fatto scenderedalla posizione eleva+ta, unica, che con la sua "ont% e lealt% si era con$uistato nellastima di lei.0e sare""e diventato meno caro, giacch6 era proprio per $uelle doti,chenon trovava n6 in &orcheville n6 in nessun altro, che lei lo amava. Pro+

 pr io per esse, 1dette gli dimostrava così spesso una gent ilezza, che lui non prendeva in nessuna considerazione $uando era geloso, perch6 nonera segno didesiderio, e anzi dimostrava affetto pi che amore! ma dicui ricominciava asentire l’importanza via via che la spontanea disten+sione dei sospetti,spesso accentuata dalla distrazione recatagli da un li+ "ro d’arte o dalla

conversazione con un amico, rendeva la sua passionemeno avida direciprocit%.2opo $uesta oscillazione, adesso che 1dette era ritornata naturalmen+tenel posto da cui per un momento la gelosia di 4Hann l’aveva rimossa,nel l’angolo incui la trovava adora"ile, 4Hann se la raffigurava piena ditenerezza, con unosguardo accondiscendente, così "ella in $uesto atteg+giamento, che non potevatrattenersi di tendere le la""ra verso di lei co+me se fosse lì e lui potesse

 "aciarla! e di $uello sguardo, affascinante e "uono, le ser"avar iconoscenza come se l ’avesse avuto davvero e non fosse stata solol’immaginazione a dipingerlo per appagare il suo deside+rio. (he dispiacere

doveva averle dato (erto, trovava valide ragioni alrisentimento contro dilei, ma non sare""ero "astate a farglielo provarese non l’avesse tantoamata. Motivi altrettanto gravi di rancore non neaveva forse avuti contro

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altre donne alle $uali oggi avre""e reso volen+tieri un servigio, dal momentoche, non amandole pi, non era pi in col+lera con loro. 4e mai un giorno sifosse trovato nei confronti di 1dettenella stessa condizione d’indifferenza,avre""e capito che soltanto la ge+losia gli aveva fatto scorgere $ualcosa di atroce,

d’imperdona"ile in $ueldesiderio, in fondo così naturale, derivante da un po’di infanti li smo eanche da una cer ta del icatezza d’animo, di potere asua vol ta , poich6 l’occasione si offriva, ricam"iare le cortesie dei )erdurin,giocare alla pa+drona di casa./ornava al punto di vista7opposto a $uello dell’amore e della gelo+sia, e in cui si metteva talvolta per unasorta di e$uit% intellettuale e pertener conto delle diverse pro"a"ilit%,7dal $uale cercava di giudicare1dette come se non la amasse, come se fosse

 per lui una donna come le J<altre, come se la vita di 1dette, appena lui non c’era, non fosse stata di+versa, tramata di nascosto a lui, ordita contro di lui.Perch6 credere che lei avre""egustato laggi, con &orcheville o con al+tri, piaceri ine"rianti che accanto a lui nonaveva conosciuto, e che solo lasua gelosia inventava di sana piantaI A 8a9reuth comea Parigi, se acca+deva a &orcheville di pensare a lui, poteva farlo soltanto come a$ualcu+no che contava molto nell’esistenza di 1dette, al $uale era costretto a ce+dereil posto $uando s’incontravano in casa di lei. 4e &orcheville e 1detteavesserotrionfato nel trovarsi laggi suo malgrado l’avre""e voluto lui,cercando inutilmente

di impedirle di andarci! mentre se avesse approva+to il progetto, del restogiustifica"ile, lei avre""e avuto l’aria di esser lag+gi per suo consiglio, vi sisare""e sentita mandata, alloggiata da lui, edel piacere che avre""e provatonell’ospitare le persone che tanto spessoavevano ospitato lei, sare""e statariconoscente a 4Hann.E, invece di partire in rotta con lui, senza averlo rivisto,7se le avessemandato il denaro, se l’avesse incoraggiata al viaggio preoccupandosidirendergl ie lo piacevole, le i sare""e accorsa, fe l ice , r iconoscente , eluiavre""e avuto $uella gioia di vederla che non godeva da $uasi una setti+mana e

che niente poteva sostituire. Perch6, non appena 4Hann riuscivaa rappresentarselasenza orrore, appena rivedeva nel suo sorriso un po’di "ont%, e la gelosianon aggiungeva pi al suo amore i l desiderio dis trapparla a chiun$uealtro, $uest’amore ridiventava soprattutto gusto per le sensazioni che gli dava la

 persona di 1dette, per il piacere che pro+vava nell’ammirare come uno spettacolo ointerrogare come un fenome+no il sorgere di uno dei suoi sguardi, il formarsidi uno dei suoi sorrisi,l’emissione di un suo tono di voce. E $uel piacere, diversoda tutti gli al+tri, aveva finito col creargli un "isogno di lei che lei sola

 poteva saziarecon la sua presenza o con le sue lettere, un "isogno disinteressato,

artisti+co e mor"oso, $uasi come un altro "isogno che caratterizzava $uelnuovoperiodo della vita di 4Hann, in cui all’aridit% e alla depressione degli an+ni passati era seguita una specie di esu"eranza spir ituale senza che luisapesse

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a che cosa era dovuto $uesto arricchimento insperato della vitainteriore,come una persona di salute cagionevole che, a partire da uncerto momento,s’irro"ustisce, ingrassa, e per $ualche tempo sem"ra av+viarsi a guarigionecompleta:

7$uest’altro "isogno, che si sviluppavaanch’esso al di fuori del mondo reale, era$uello di ascoltare, di conosce+re musica.(osì, per l’alchimia stessa del suomale, dopo aver costruito gelosiacon l’amore, ricominciava a fa""ricare per 1dette tenerezza e piet%. Eraridiventata l’1dette incantevole e "uona. Provavarimorso di essere stato J<Dduro con lei. 2esiderava che gli fosse vicina, e, prima, di averle procura+to $ualche

 piacere, per vedere il suo viso plasmato, il suo sorriso model+lato dallagratitudine.1dette, sicura di vederlo tornare, dopo $ualche giorno, tenero e sotto+messo come prima, per chiederle di far pace, si a"ituava così a non averpi

 paura non solo di dispiacergli , ma anche di ir ri tarlo, e $uando le fa+ cevacomodo gli rifiutava i favori a cui lui teneva di pi. &orse non sape+va $uanto fossestato sincero con lei durante il litigio, $uando le avevadetto che non leavre""e mandato denaro e che avre""e cercato di nuo+cerle. &orse nonsapeva nemmeno $uanto lo fosse, se non con lei, perlo+meno con se stesso,in altri casi $uando, nell’interesse dell’avvenire delloro legame, per mostrare a 1dette che era capace di fare a meno di lei,che una rotturarimaneva pur sempre possi"ile, decideva di stare per unpo’ senza andarla a trovare.A

volte, lo faceva dopo $ualche giorno in cui lei non gli aveva causatonuovi crucci! esiccome sapeva che dalle prossime visite non poteva ca+varne alcunagrande gioia, ma, pi pro"a"ilmente, $ualche dispiacereche avre""e messofine alla calma di cui godeva, le scriveva che, essendomolto occupato, non potevavederla in nessuno dei giorni previsti. 1ra,una lettera di lei, incrociandosicon la sua, lo pregava precisamente dispos tare un incontro. 0ui s idoman dava perch6 ! i sospet t i , i l dolor e s i r iimpossessavano di lui. Belnuovo stato d’agitazione in cui si trovavanon poteva pi mantenerel’impegno che aveva preso nella fase prece+dente di calma relativa: correva da

lei e pretendeva di vederla tutti i gior+ni seguenti. E, anche se lei non gli aveva scritto per prima, se rispondevasoltanto, acconsentendo al la proposta di una "reveseparazione, $uesta "astava perch6 lui non potesse pi resistere senzavederla. (ontraria+mente ai suoi calcoli infatti, il consenso di 1dette aveva

 provocato in luiun cam"iamento radicale. (ome tutti coloro che possiedonouna cosa,per sapere ci# che accadre""e smettendo un attimo di possederla,l ’avevarimossa dal suo spir i to, lasciando tut to i l resto nel lo s tato di$uandoc’era. 1ra, l’assenza di una cosa non - solo $uesto, non - unasemplicemancanza parziale, - uno scom"ussolamento di tutto il resto, uno

statonuovo che durante l’antico non si pu# prevedere.Altre volte invece71dette stava per mettersi in viaggio,

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7era dopo$ualche piccola disputa, di cui lui sceglieva il pretesto, chedecideva dinon scriverle e non rivederla prima del suo ritorno, attri"uendocos ì l eapparenze =e chiedendo i l "enef ic io> d i una grossa l i t e , che

forse leiavre""e creduto definitiva, a una separazione inevita"ile dovuta, per la J@Fmaggior parte, al viaggio di lei che lui semplicemente faceva incomincia+re un po’

 pr ima. 3i% si figurava 1dette in$uieta , afflit ta per non aver ri +cevuto visiten6 lettere, e $uesta immagine, calmando la sua gelosia, glirendeva faciledisa"ituarsi a vederla. 4enza du""io, a tratti, nel pi pro+fondo del suospirito dove $uella risoluzione confinava 1dette, grazie atutto lo spaziofrapposto delle tre settimane di separazione accettata, luiconsiderava con piacerel’idea di rivederla al suo ritorno! ma anche concosì scarsa impazienza, cheincominciava a chiedersi se non avre""e rad+doppiato volentieri la durata diun’astinenza così facile. *uesta era co+minciata da appena tre giorni, moltomeno del tempo che spesso avevatrascorso senza vedere 1dette e senzaaverlo premeditato come adesso.Eppure ecco, una leggera contrariet% o unmalessere fisico,7spingendo+lo a considerare il momento presente come eccezionale, fuoriregola, incui la stessa saggezza consentiva di accogliere il sollievo che reca un pia+cere e di congedare, fino a un’efficace ripresa dello sforzo, la volont%,

7s os pendeva l ’ az ione d i $ues t ’ u l t ima che s met t eva d i e s e r c i t a r e l asuapressione! o anche per meno ancora, il ricordo di un’informazione che sieradimenticato di chiedere a 1dette, se avesse sta"ilito di che colore vo+leva fareridipingere la carrozza, o a proposito di un certo titolo di 8orsa,se desideravacomprare azioni ordinarie o privilegiate =mostrare di poterrestare senza vederla,

 "enissimo, ma se poi "isognava rifare la vernicia+ tura o se le azioni nondavano dividendi, sare""e stato un "el guaio>, ec+co che, come un elastico teso che siallenta, o come l’aria dentro una mac+china pneumatica che viene socchiusa, l’idea di

rivederla, dalle lontanan+ze dov’era confinata, ritornava d’un "alzo nel campo del presente e delleimmediate possi"ilit%.)i ritornava senza pi incontrare resistenza, ed’altronde così irresisti+ "ile che a sentire avvicinarsi a uno a uno i $uindici giorni chedoveva re+stare separa to da 1dette , 4Hann aveva soffer to molto menoche nonadesso, ad attendere i dieci minuti impiegati dal cocchiere ad attaccarelac a r r o z z a c h e l ’ a v r e " " e p o r t a t o d a l e i ! e g l i l i

 p a s s a v a i n s l a n c i d’impazienza e di gioia, riafferrando mille volte, per  prodigarle la sua te+nerezza, $uell’idea di ritrovarla che, così repentinamente, $uandola cre+deva tanto lontana, era di nuovo accanto a lui, nello strato pi

 prossimodella sua coscienza. 'l fatto - che non trovava pi a farle ostacolo il desi+derio di cercare senza indugio di resisterle che in 4Hann era scomparsoda$uando, avendo dimostrato a se stesso,

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7almeno così credeva,7diesserne così facilmente capace, non vedeva pi inconvenienti nel rinviareun

esperimento di separazione che adesso era sicuro di poter eseguire$uandovolesse. Per di pi, l’idea di rivederla gli ritornava alla mente J@con le insegne gioiose di una novit%, di una seduzione e con una virulen+za, chel’a"itudine aveva smussato, ma che si erano ritemprate in $uellaprivazione non ditre ma di $uindici giorni =infatti la durata di una ri+nuncia va calcolata, inanticipo, in "ase al termine sta"ilito>! trasforman+do ci# che fino ad allora sare""estato un piacere atteso, facile da sacrifi+care, in una felicit% insperata contro la $ualesi - privi di difese. 'nfine, viritornava adorna dell’ignoranza da parte di 4Hann di ci#che 1dette ave+va potuto pensare, forse fare, vedendo che lui non dava segni di vita,co+sicch6 si sare""e trovato davanti alla rivelazione appassionante diuna1dette $uasi sconosciuta.Ma lei, come aveva pensato che il rifiuto didenaro da parte di 4Hannfosse solo una finta, vedeva solamente un pretesto nelleinformazioni chelui veniva a chiederle sulla carrozza da riverniciare o sultitolo da com+prare. 1dette non ricostruiva infatti le varie fasi della crisiche lui attra+versava, e nell’idea che se ne faceva, ometteva di intenderne ilmeccani+smo, limitandosi a credere solo a ci# che conosceva gi% prima, alla neces+saria, infalli"ile e sempre identica conclusione. 'dea incompleta7

tantopi profonda, chi sa7, se la si giudicava dal punto di vista di 4Hann, il$uale certo si sare""esentito incompreso da 1dette: come un morfino+mane o un tu"ercoloso,

 persuasi di essere stati fermati, l’uno da un even+to esterno $uando stava per l i"erars i del la sua inveterata a"i tudine, l ’altro da un’indisposizioneaccidentale $uando stava finalmente per ri+sta"ilirsi, si sentono incompresidal medico che non attri"uisce la stessaimportanza a $uelle pretesecontingenze, secondo lui semplici travesti+menti assunti per ridiventare

sensi"ili ai malati, dal vizio e dallo statomor"oso che in realt% non hannosmesso di pesare incura"ilmente su lo+ro mentre si cullavano in sogni disa gg ez za o di gu ar ig io ne . E d if a tt i l’amore di 4Hann era arrivato allo stadioin cui il medico, e in certi casi ilchi rurg o pi aud ace , si chi edo no se

 pr ivare un malato del suo vizio o estirpargli il male sia ancora ragionevole oaddirittura possi"ile.(erto, 4Hann non aveva piena coscienza dell’estensione del suoamo+re. *uando cercava di misurarlo, gli accadeva talvolta di trovarlo dimi+nuito, $uasi ridotto a niente! per esempio, in certi giorni gli ritornava allamente il

 poco gusto, $uasi il disgusto, che, prima di amare 1dette, gl iavevano

ispirato i suoi lineamenti espressivi, il suo colorito senza fre+s ch ez za . «un progresso notevole davvero, s i diceva i l g iornodopo.1"iettivamente, ieri non provavo $uasi nessun piacere a stare a letto conlei! -

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curioso, la trovavo persino "rutta.» E certamente era sincero, ma il suo amoresi estendeva molto di l% delle regioni del desiderio fisico. Per+fino la persona di1dette non vi occupava pi molto spazio. *uando il J@J

suo sguardo incontrava sul tavolo la fotografia di 1dette, o $uandoleiveniva a trovarlo, faceva fatica a identificare il volto di carne o di carton+cino coltur"amento doloroso e costante che a"itava in lui. 4i diceva $ua+si con stupore: «lei», come se ci mostrassero, all’improvviso, esterioriz+zata davanti a noi, unadelle nostre malat t ie, e non la t rovassimo perniente somigliante al lanostra sofferenza. «0ei», 4Hann tentava di chie+dersi che cosa fosse!giacch6 una somiglianza fra l’amore e la morte, pidi $uelle troppo vagheche si ripetono sempre, - di farci indagare pi afondo il mistero della

 personali t% per paura che la sua real t% si dissolva.E $uella malattia che eral’amore di 4Hann si era talmente moltiplicata, siera così strettamente mescolata atutte le a"itudini e a tutti i gesti di lui,al suo pensiero, alla sua salute, alsuo sonno, alla sua vita, perfino a ci#che desiderava per dopo la morte, facevaormai talmente un tutt’uno con4Hann, che non si sare""e potuto strappargliela senzadistruggere anchelui $uasi per intero: come si dice in chirurgia, il suo amorenon era piopera"ile.A causa di $uesto amore 4Hann si era ta lmente staccatoda ogni altrointeresse, che $uando, per caso, ritornava in societ% dicendosi che lesuec o n o s c e n z e , c o m e u n a i n c a s t o n a t u r a e l e g a n t e , c h e d e l r e s t ol e i n o n avre""e saputo apprezzare adeguatamente, potevano restituireanche alui un po’ di pregio agli occhi di 1dette =e forse, in effetti, sare""e

statocosì, se non le avesse svilite proprio $uell’amore, che, per 1dette, smi+nuiva tutte le cose che toccava, perch6 sem"rava proclamarle meno pre+ziose>, vi

 provava, accanto allo sconforto di trovarsi in luoghi e fra perso+ne che le i nonconosceva, il piacere disinteressato che avre""e tratto daun romanzo o da un$uadro nel $uale fossero dipinti i passatempi di unaclasse oziosa! così come, in casa,si compiaceva nell’osservare il funziona+mento della vita domestica, l’eleganzadel guardaro"a e delle livree, il "uon impiego dei propri capitali, non menoche nel leggere in 4aint+4i+mon, uno dei suoi autori preferiti, il meccanismo dellegiornate, il mendei pasti della signora di Maintenon, o l’avarizia accorta e il gran

lusso di0ulliD. E, nella de"ole misura in cui $uel distacco non era totale, la ra+gione di$uesto nuovo piacere goduto da 4Hann era di poter emigrareper un momentonelle rare parti di se stesso rimaste $uasi estranee al suoamore, alla sua sofferenza.4otto $uesto aspetto, la personalit% che gli at+tri"uiva la mia prozia, di «4Hannfiglio», distinta dalla personalit% piindividuale di (harles 4Hann, era$uella di cui adesso si compiaceva dip i . 5n g io rno che , pe r i lco mp le an no de ll a pr in ci pe ss a di Pa rm a, =i n considerazione del fatto che lei

meno poteva, indirettamente, far piacerea 1dette procurandole posti per rappresentazioni di gala, per giu"ilei>, J@

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aveva voluto mandarle della frutta, non sapendo "ene in che modo ordi+narla, neaveva incaricato una cugina di sua madre, la $uale, felice di fareuna commiss ione

 per lui , ne l dargl iene conto, gl i aveva scr i t to di non aver la presa tuttanello stesso posto, ma l’uva da (rapote dove - la spe+cialit%, le fragoleda Kauret , le pere da (hevetDF, dove erano pi "elle,ecc., e di avere «personalmente ispezionato edesaminato, uno per uno,ogni frutto». E, difatti, dai ringraziamenti della

 principessa, 4Hann avevapotuto giudicare il profumo delle fragole e la mor"idezzadelle pere. Masoprattutto $uel «ogni frutto ispezionato ed esaminato uno per uno»,erastato un "alsamo al suo dolore! conducendo la sua coscienza in una re+gione dove si recava di rado, se""ene gli appartenesse come erede d’unafamiglia diricca e "uona "orghesia in cui si era conservata, di padre in fi+glio, pronta a mettersi

al suo servizio appena lo desiderava, la conoscen+za dei «"uoni indirizzi» e l’arte disapere far "ene un’ordinazione.(erto, troppo a lungo aveva dimenticato diessere «4Hann figlio» pernon sentire, $uando lo ridiventava per un attimo, un

 piacere pi vivo di$uel l i che poteva provare i l resto de l tempo e dei$ual i era sazio! e se l’ama"ilit% dei "orghesi, per i $uali restava soprattutto così,era meno vi+va di $uella dell’aristocr%zia =ma, d’altronde, pi lusinghiera,

 perch6 inloro, almeno, non si separa mai dalla stima>, la lettera di un’altezzareale,$uali che fossero i divertimenti principeschi che gli proponeva, non pote+variuscirgli gradita come $uella in cui gli si chiedeva di fare da testimo+ne, o soltanto di

assistere a un matrimonio nella famiglia di vecchi amicidei suoi genitori, alcuni dei$uali avevano continuato a vederlo7comemio nonno, che l’anno prima l’aveva invitato al matr imonio di mia ma+dre7, altri invece lo conoscevano appena, ma si credevano in o""ligo dicortesia verso ilfiglio, verso il degno successore del fu signor 4Hann.Ma, grazie alle intimit% gi%antiche che contava fra loro, in certa misu+ra, anche la gente dell’alta societ% faceva

 parte della sua casa, del suo am+ "iente a"i tuale e del la sua famiglia. *uandoconsiderava le sue "rillantiamicizie, 4Hann sentiva lo stesso appoggio esterno, lostesso conforto di$uando contemplava le "elle terre, la "ella argenteria, la "ella

 "iancheriada tavola che gl i venivano dai suoi . E il pensiero che, se fossecaduto incasa colpito da un attacco, il cameriere sare""e corso con tutta naturalez+zaa cercare il duca di (hartres, il principe di Geuss, il duca del 0ussem+ "urgoDe il "arone di (harlus, gli dava la stessa consolazione che venivaalla nostra vecchia&ranCoise dal sapere che sare""e stata seppellita inlenzuola fini di sua

 propriet%, cifrate, non rammendate =o talmente "ene,che serviva solo ad avere una pialta considerazione della "ravura dellacucitrice>, ricavando dall’immagine evocata difre$uente di $uel sudario

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 J@;

u n a c e r t a s o d d i s f a z i o n e , s e n o n n e l s e n s o d e l " e n e s s e r e , p e r l omenodell’amor proprio. Ma soprattutto, poich6 in ogni azione e pensierochesi riferivano a 1dette, 4Hann era costantemente dominato e direttodalsentimento inconfessato di esserle, se non meno caro, certamentemenogradito a vedersi di chiun$ue altro, sia pure il pi noioso tra i fedelidei)erdurin! $uando tornava col pensiero a un am"iente per il $uale eglieral’uomo s$uisito per eccellenza, che si faceva di tutto per attirare, chesi dispiacevadi non vedere, ricominciava a credere all’esistenza di unavita pi felice e$uasi a provarne appetito, come accade a un malato che,cost ret to a le t to e adieta da mesi scorge in un giornale il men di unpranzo ufficiale o la

 pu""licit% di una crociera in 4icilia.4e con la gente del gran mondo era costrettoa inventare delle scuseper non far loro visita, con 1dette cercava di scusarsi

$uando ci andava.E, per di pi, $ueste visite le pagava =chiedendosi a finemese, per pocoche avesse a"usato della pazienza di lei, andando spesso atrovarla, se "astava mandarle $uattromila franchi>, e per ciascuna trovava un prete+sto, un regalo da portarle, un’informazione che le serviva, di aver incon+trato il signor di (harlus diretto da lei, che aveva voluto che lo accompa+gnasse. E, in mancanzad’altro, pregava il signor di (harlus di correre dalei, e di dirle come se fosse unacosa spontanea, durante la conversazio+ne, che si era ricordato di dover parlarecon 4Hann, che fosse tanto genti+l e d a ma n d a rg l i a d i r e d i p a ss a res u " i t o d a l e i ! m a i l p i d e l l e v o l t e 4 Ha nn as pe tt av a i nv an o, e, la

se ra , il si gn or di (h ar lu s gl i di ce va che l’espediente non era riuscito. E così1dette oltre ad assentarsi di fre$uen+te, anche a Parigi, $uando vi restava, lo vedeva

 poco, e lei che, $uando loamava, gli diceva: «4ono sempre li"era», e: «(hecosa m’importa di ci#che pensa la gente», adesso, ogni volta che lui volevavederla invocava leconvenienze o tirava fuori il pretesto di $ualche impegno. *uandole di+ceva che sare""e andato a una festa di "eneficenza, a un vernissage,auna prima, dove ci sare""e stata anche lei, lo accusava di mettere in piaz+za la lororelazione e di trattarla come una donna di strada. Al punto che,per tentare di nonesser privato della possi"ilit% di incontrarla, 4Hann,sapendo che 1dette

conosceva e voleva "ene al mio prozio Adolphe, del$uale era stato amico anche lui,and# un giorno a trovarlo nel suo appar+tame nt in o di vi a de 8e ll ech ass e pe r ch ie derg l i d i adoper are la su a in+ fluenza su di lei. 4iccome, $uando parlava a4Hann di mio zio, 1dette as+sumeva sempre un’aria poetica, dicendo: «Ah, luinon - mica come te! -una cosa così "ella, così grande, così carina, la sua amicizia

 per me. (ertolui non mi terre""e in così poca considerazione, da volersimostrare conme in tutti i locali pu""lici», 4Hann era im"arazzato, nonsapeva a che J@

tono doveva elevarsi per parlargli di lei. Prima di tutto sta"ilì l’eccellenzaa priori

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di 1dette, l’assioma della sua seraficit% sovrumana, la rivelazioned e l l e s u e v i r t i n d i m o s t r a " i l i , l a c u i n o z i o n e n o n p o t e v ad e r i v a r e dall’esperienza. «)oglio parlare con voi. )oi sì, voi lo sapete chedonnasuperiore a tutte le donne, che essere adora"ile, che angelo - 1dette. Masapete

che cos’- la vita a Parigi. Bon tutti conoscono 1dette nella luce incui laconosciamo voi ed io. (osì, c’- chi trova che la parte che sostengoio - un po’ ridicola: le i non pu# neppure ammet tere di incontrarsi con me fuori, ateatro. )isto che in voi ha tanta fiducia! non potreste dirle dueparole per me,assicurarle che esagera il torto che potre""e farle un miosalutoI»Mio ziocons ig l i# a 4Hann d i r es ta re un po’ d i t empo senza vedere1det te !l’effetto sare""e stato $uello di farsi amare di pi, e a 1dette dipermettere a4Hann d’incontrarla dovun$ue gli facesse piacere. *ualchegiorno dopo, 1detteraccont# a 4Hann che aveva provato una gran delu+sione nel constatare che miozio era come tutti gli altri: aveva tentato diprenderla con la forza. (alm#4Hann che, sulle prime, voleva andare asfidare mio zio, ma si rifiut# distringergli la mano $uando lo incontr# dinuovo. 3li rincre""e molto $uestarottura con mio zio Adolphe, tantopi che sperava, se $ualche voltal’avesse rivisto e avesse potuto parlar+gli in confidenza, di mettere inchiar o certe voci relat iv e al la vi ta che 1dette, aveva condotto a Bizzain passato. 1ra, mio zio Adolphe vi tra+scorreva l’inverno, e 4Hann pensavache, forse, aveva conosciuto 1detteproprio l%. 'l poco che era sfuggito a$ualcuno in sua presenza circa untale che sare""e stato l’amante di 1dette, avevasconvolto 4Hann. Ma lecose che, prima di saperle, avre""e trovato pi orri"ili

ad apprendersi epi impossi"ili a credersi, una volta sapute s’incorporavano per semprenella sua tristezza, le ammetteva, non avre""e pi potuto capacitarsichenon fossero accadute. 4oltanto, ciascuna operava un ritocco incancella"i+leall’idea che si faceva della sua amante. 5na volta credette perfino dicapireche la leggerezza di costumi di 1dette, che lui non avre""e maisospettato,era a""astanza nota e che a 8aden e a Bizza, $uando un tem+po vi trascorreva

 parecchi mesi, 1dette aveva goduto una sorta di noto+riet% galante. (erc# diavvicinare certi gaudenti, per interrogarli! ma co+storo sapevano che lui conosceva1dette! e poi aveva paura di spingerli apensare di nuovo a lei, di metterli sulle sue

tracce. Ma mentre fino ad al+lora niente gli era parso così fastidioso come tuttoci# che si r iferiva allavita cosmopolita di 8aden o di Bizza, adesso,scoprendo che, forse, unavolta 1dette aveva fatto la "ella vita in $uellecitt% di piacere, e non po+tendo accertare se era stato solo per soddisfare isuoi "isogni di denaro J@<che, grazie a lui, non aveva pi, o dei capricci che potevano rinascere,s isporgeva con angoscia impotente cieca e vertiginosa sull’a"issosenzafondo dov’erano s tat i inghiot t i t i $uegl i anni del pr incipio del

4etten+nioDJ

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, d u r a n t e i $ u a l i s i p a s s a v a l ’ i n v e r n o s u l l a p r o m e n a d e d e sAn+glaisD, l’estate sotto i tigli di 8aden, e in essi trovava una profondit% do+lorosa eppure

magnifica come $uella che avre""e potuto infondervi unpoeta! e, per ricostruire i fatterelli di cronaca della (osta Azzurra di allo+ra, se mai avessero potuto aiutar lo a capi re $ualcosa del sorr iso o degli sguardi di 1dette7così onesti, per altro così schietti7ci avre""e mes+so pi passione dello studioso di estetica che interroga idocumenti su+perstiti di &irenze nel $uindicesimo secolo per tentare di penetrare piafondo l’anima della Primavera, della "ella )anna, o della )enere del 8ot+ticelliD;. 4pesso la guardava senza dir nulla, pensando! lei diceva: «(hearia tristeche hai». Bon era ancora passato molto da $uando, dall’ideache fosse una

 "uona creatura, simile al le miglior i che avesse mai cono+ sciuto, era passatoall’idea che fosse una mantenuta! inversamente gli eraaccaduto poi di ritornaredall’1dette de (r6c9, forse troppo conosciutadai festaioli, da donnaioli, a $uelviso d’una espressione così dolce talvol+ta, a $uella natura così umana. 4idiceva: «(he cosa importa se a Bizzatutti sanno chi - 1dette de (r6c9IGeputazioni del genere, anche se vere,sono costruite con le idee degli altri»! pensavache $uella leggenda, fossepure autentica, era esterna a 1dette, non esisteva dentro di

lei come unapersonalit% irriduci"ile e malefica! riteneva che la creatura che aveva po+tuto essere trascinata al male, era una donna dagli occhi "uoni, dal cuorepieno di

 piet% per i sofferenti, dal corpo docile che egli aveva tenuto, ave+va stret to fra le "raccia e palpato: una donna che forse un giorno potevaarr ivare a possederetutta, se fosse riuscito a diventarle indispensa"ile.0ei era lì, spesso stanca,il viso per un attimo svuotato della preoccupa+zione fe""rile e gioiosa per $uelle cose sconosciute che facevano soffrire4Hann! si scostava i capelli con le mani!la fronte, il volto apparivano pilarghi! allora, d’un tratto, $ualche pensierosemplicemente umano, $ual+che "uon sentimento come ce n’- in tutte le

creature $uando, in un mo+mento di riposo o di concentrazione, sono a""andonatea se stesse, scatu+riva dai suoi occhi come un raggio giallo. E su"ito, tutto ilviso le si ri+s c h i a r a v a c o m e u n a c a m p a g n a g r i g i a ,c o p e r t a d i n u v o l e c h e d’improvviso si aprono trasfigurandola,$uando il sole tramonta. 0a vitache in $uel momento era in 1dette, lo stesso avvenireche sem"rava con+templare come in sogno, 4Hann avre""e potuto dividerli con lei!nessunaagitazione negativa sem"rava avervi lasciato traccia. Per $uanto rari fos+sero,$uei momenti non furono inutili. (ol ricordo, 4Hann collegava $uei J@@

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frammenti, a"oliva gl’intervalli , forgiava come nell’oro un’1dettetutta "ont% e calma per la $uale pi tardi =lo si vedr% nella seconda partedi$uest’opera> fece sacrifici che l’altra 1dette non avre""e ottenuto.Macom’erano rari $uei momenti , e $uanto poco la vedeva adesso

Persinogli appuntamenti della sera! solo all’ultimo minuto gli diceva se potevaaccordarglieli, perch6, sicura di trovarlo sempre li"ero, prima voleva es+ser certa che nessun altro le proponesse una visita. Adduceva come scusail fatto di esserecostretta ad aspettare una risposta per lei importantissi+ma, e anche dopo aver fattovenire 4Hann, se alcuni amici domandavanoa 1dette di raggiungerli a teatro o acena, $uando la serata era gi% inco+minciata, faceva un salto di gioia e sivestiva in gran fretta. )ia via chepro ced eva nel la sua toi let te, ogn i suomovime nto avvic inava 4Hann all’istante in cui avre""e dovuto lasciarla, in cuilei, con slancio irresisti+ " i l e , sa r e" " e fu g g i ta ! e $ u a nd o, f i n a l me n te

 p r o n t a , s p r o f o n d a n d o u n ’ u l t i m a v o l t a n e l l os p e c c h i o l o s g u a r d o t e s o ei l l u m i n a t o dall’attenzione, si rimetteva un po’ di rossetto sulle la""ra, sifissava unricciolo sulla fronte e domandava il mantello da sera azzurrocielo conlenappe d’oro, 4Hann aveva un’aria così triste che lei non poteva reprime+re un gestod’impazienza e diceva: «8el modo di ringraziarmi, per avertitenuto $ui finoall’ultimo minuto. 'o che credevo di aver fatto una cosacarina. 8uono asapersi per un’altra volta».(erti giorni, a rischio di irritarla, si riprometteva dicercare di saperedove fosse andata, fantasticava di mettersi d’accordo con&orcheville che,forse, avre""e potuto informarlo. 2el resto, una volta saputo

con chi leipassava la sera, era molto raro che, fra tutte le sue conoscenze,non riu+scisse a trovare $ualcuno che, sia pure indirettamente, conoscesse l’uomocol$uale era uscita, e potesse ottenere facilmente $uesta o $uella infor+mazione. E, mentre scriveva a un amico per chiedergli di cercar di chiari+re $uesto o$uel punto, 4Hann si godeva il riposo di non porsi pi le suedomande senzarisposta, e di trasferire a un altro la fatica d’interrogare. vero che 4Hannnon migliorava di molto $uando possedeva certe in+formazioni. 4apere non

 permette sempre di impedire! ma, almeno, le co+se che sappiamo le teniamo, se nonfra le mani, almeno nel pensiero, do+ve le disponiamo a piacer nostro, il che ci

d% l’i llusione di una specie dipotere su di loro. 4Hann era contento tutte le volteche 1dette stava conil signore di (harlus. &ra il signore di (harlus e lei,4Hann sapeva chenon poteva succedere nienteD, che $uando il signore di (harlus la ac+compagnava fuori, lo faceva per amicizia verso di lui, e non avre""e avu+to difficolt% a raccontargli ci# che lei avevafatto. /alvolta, 1dette avevad i ch i a r a to a 4H an n i n mo do co s ìc a t e g o r i c o c h e l e e r a i m p o s s i " i l e J@

vederlo una certa sera, sem"rava tenerci tanto a uscire, che 4Hann attri+ "uivaun’autentica importanza al fatto che il signore di (harlus fosse li+ "ero di

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accompagnarla. 'l giorno dopo, pur non osando rivolgere al si+gnore di(harlus troppe domande, facendo finta di non aver capito "enele pr ime r isposte ,lo co str in ge va a da rn e di nu ov e, e do po ci as cu na si sentiva pi sollevato,

 perch6 "en presto si rendeva conto che 1dette ave+va impiegato la sera nei piaceri pi

innocenti del mondo. «Ma come, miocaro M6m6, non capisco "eneO , al museo3r6vinD<non ci siete mica an+dati uscendo da casa sua. Prima eravate andati daun’altra parte. BoI1h, ma che strano Bon sapete $uanto mi divertite, caroM6m6. Ma chei d e a " u f f a h a a v u t o d i a n d a r e a l l o ( h a t B o iD@, proprio un’idea dellesueO Bo, siete stato voi. (urioso 2opotutto non - micauna cattiva idea,lei doveva conoscere molta gente. BoI non ha parlatocon nessunoI straordinario. Allora ve ne siete rimasi lì, voi due, soli solettiI Mi

 pare divedervi. 4iete molto caro, mio piccolo M6m6! io vi voglio un gran "ene.»4Hann si sentiva sollevato. Per lui, che pi di una volta, discorrendoconpersone $ualsiasi che ascoltava a malapena, aveva udito certe frasi=peresempio $uesta: «No visto ieri la signora de (r6c9, era con un uomo chenonconosco»>, frasi che su"ito, nel cuore di 4Hann, passavano allo statosolido, vis’indurivano come un’incrostazione, lo straziavano, non si spo+stavano pi,7com’erano dolci invece $uelle parole: «Bon conoscevanessuno, non ha parlatocon nessuno», come circolavano agevolmente inlui, com’erano fluide, facili,

respira"ili E nondimeno, trascorso un istan+te, si diceva che 1dette doveva trovarlo "en noioso perch6 fossero $uestii piaceri che preferiva alla sua compagnia. E se laloro insignificanza, dauna parte lo rassicurava, dall’altra gli faceva male come untradimento.Anche $uando non riusciva a sapere dove fosse andata 1dette, glisa+re""e "astato, per calmare l’angoscia che provava allora, contro la $ualela

 presenza di 1det te , la dolcezza di starle accanto era il solo speci fico =unospecifico che alla lunga aggravava il male, ma che, almeno,calmavamomentaneamente il dolore>, gli sare""e "astato, purch6 1detteglieloavesse permesso, di restare a casa di lei mentre lei non c’era, di aspettarlafino

all’ora del ritorno nella cui pace sare""ero venute a confondersi le ore che unsortilegio, un maleficio gli aveva fatto credere diverse dalle al+tre. Ma lei nonvoleva! 4Hann ritornava a casa, per la strada si sforzavadi formare vari

 progetti, smetteva di pensare a 1dette! mentre si spoglia+va, riusciva persino arigirare dentro di s6 pensieri a""astanza lieti ! col cuore pieno della speranza diandare l’indomani a vedere $ualche capo+lavoro, si metteva a letto e spegneva la luce.Ma non appena, pronto peril sonno, cessava di esercitare su di s6 unacostrizione di cui nemmeno J@D

aveva coscienza tanto era diventata a"ituale, nell’attimo stesso un "rivi+do gelator i f luiva in lui , e s i met teva a s inghiozzare. Bon s i chiedevaneppure

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 perch6, si asciugava gli occhi, si diceva ridendo: «*uesta - "ella,sto diventandonevrastenico». Poi, non poteva evitare di pensare, congrande stanchezza,che il giorno dopo avre""e dovuto ricominciare acercare di sapere checosa aveva fatto 1dette, a mettere di mezzo $ualcu+no per tentare di vederla.

*uesta necessit% di un lavorìo senza tregua, senza var ie t% , senzari sul ta ti , gl i er a ta nt o cr ud el e ch e un gi or no , sc o+ prendosi un gonfiore alventre, prov# una vera gioia al pensiero che for+se aveva un tumore mortale, chenon avre""e pi dovuto occuparsi diniente, che sare""e stata la malattia agovernarlo, a far di lui il suo gio+cattolo, fino alla prossima fine. E difatti,se in $uel periodo gli accadde sp es so , s en za c o nf es sa rs el o, d ide si der ar e la mo rt e , no n er a ta nt o per sfuggire all’acer"it% delle sofferenze,ma alla monotonia del suo sforzo.E tuttavia, avre""e voluto vivere fino al momentoin cui non l’avre""epi amata, $uando lei non avre""e pi avuto ragione di mentirglie final+mente lui avre""e potuto sapere da lei se $uel giorno che era andatoatrovarla nel pomeriggio era o no a letto con &orcheville. 4pesso, per $ual+chegiorno, il sospetto che 1dette amasse $ualcun altro lo distraeva dalporsi ladomanda relativa a &orcheville, gliela rendeva $uasi indifferente,come le nuoveforme di uno stesso stato mor"oso che sem"rano momen+taneamente avercil i"erato da $uelle precedenti . (’erano perfino giorni in cui non eratormentato da alcun sospetto. 4i credeva guari to. Ma lamatt ina dopo,al risveglio, sentiva nello stesso posto lo stesso dolore, dicui, durante lagiornata precedente, aveva come diluito la sensazione neltorrente delleimpressioni diverse. 'n realt% non aveva affatto cam"iatoposto. Anzi, era stata

la sua acer"it% che lo aveva svegliato.4iccome 1dette non gli dava alcunanotizia sulle cose così importantiche ogni giorno la occupavano tanto ="ench64Hann avesse vissuto a""a+stanza per sapere che di impor tanti non ce ne sono,t ranne i piacer i > , luinon r iusciva a immaginar le per lungo tempo dise gu it o, il cer ve ll o g li funzionava a vuoto! allora si passava un dito sulle

 palpe"re affaticate co+me se stesse asciugando le lenti del pincenez, e cessavacompletamentedi pensare. 3alleggiavano tuttavia, su $uell’ignota distesa, certeoccupa+zioni che ricomparivano ogni tanto, riallacciate vagamente da lei a $ual+cheo""ligo verso parenti lontani o amici di un tempo, i $uali, essendo isoli

citati spesso come impedimento ai loro incontri, parevano a 4Hann la cornicefissa, necessaria, della vita di 1dette. A causa del tono con cuil e i o g n i t a n t od i c e v a : « i l g i o r n o i n c u i v a d o c o n l a m i aa m i c a a l l ’ Nippodrome» , s e l u i s i s e n t i v a p o c o " e n e e p e n s a v a : « & o r s e 1 d e t t e JFacconsentire""e a passare un momento da me», "ruscamente si ricorda+ vac h e e r a a p p u n t o $ u e l g i o r n o , e s i d i c e v a : « A h , n o n o n v a l e l a

 penachiederle di venire, dovevo pensarci pr ima, - il giorno che va con lasuaamica all’ Nippodrome.

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Gisparmiamoci per $uanto - possi"ile! inutile spre+carsi a proporre coseinattua"ili e rifiutate in partenza». E il dovere cheincom"eva su 1dette diandare all’ Nippodrome

, e davanti al $uale 4Hanns’inchinava, gli appariva non solo inelutta"ile, ma, con ilcarattere di ne+cessit% che portava impresso, sem"rava rendere plausi"ile elegi tt imotutto ci# che gli si riferiva da vicino o da lontano. 4e, per la strada, 1det+tericeveva da un passante un saluto che risvegliava la gelosia di 4Hann, "astava cherispondesse alle domande di lui collegando l’esistenza dellosconosciuto a uno deidue o tre grandi doveri di cui soleva parlargli! se,per esempio, diceva: «uno che stava nella tri"una della mia amica conc u i v a d o a l l ’ Nippodrome»,$ u e s t a s p i e g a z i o n e c a l m a v a i s o s p e t t i d i 4Hann! infatti trovavainevita"ile che l’amica avesse altri invi tati, oltre 1dette, nella tri"una dell’ Nippodromema non aveva mai cercato di figu+rar sel i o non ci era riu scit o. Ah com egl i sare""e piaciuto conoscer la , l ’amica che andava al l ’ Nippodrome,e c h e v i c o n d u c e s s e a n c h e l u i c o n 1dette (ome avre""e dato tutte le sueconoscenze in cam"io di $ualun+$ue persona avesse l’a"itudine di vedere1dette, fosse anche una mani+cure o una commessa. Avre""e fatto pi

 per loro che per una regina. Bon gli avre""ero forse fornito, per $uel tanto checontenevano della vi+ta di 1dette, il solo calmante efficace per le sue sofferenzeI (on

che gioiasare""e corso a passare le giornate da $ualcuno di $uei poveridiavolicon cui 1dette conservava rapporti, o per interesse, o per autentica sem+

 plicit%. *uanto volentier i avre""e eletto a proprio domicil io per semprei l$uinto piano di una certa casa sordida e invidiata dove 1dette nonlopor tava e dove , se v i avesse a"i t a to con l ’ e sar t ina, f ingendo d i

 "uongrado di esserne magari l’amante, avre""e ricevuto la visi ta di le i$uasiogni giorno. 'n $uei $uartieri $uasi popolari, che esistenza modesta, me+schina,ma dolce, nutrita di calma e di felicit%, avre""e accettato divivereindefinitamente.Accadeva ancora talvolta che, dopo aver incontrato 4Hann,

1dette ve+desse avvicinarsi $ualcuno che lui non conosceva, e lui notasse sul voltodi1dette la tristezza che aveva avuto il giorno che era andato a trovarlamentre c’era&orcheville. Ma capitava di rado! perch6 i giorni in cui, no+ nostante tutto ci#che aveva da fare e la paura di ci# che avre""e pensatola gente, 1dette sirisolveva a vedere 4Hann, adesso, predominante nelsuo contegno, era lasicurezza di s6: contrasto netto, forse rivincita incon+scia o reazione naturaleall’emozione timorosa che nei primi tempi in cui Jlo aveva conosciuto provava accanto a lui, e perfino lontano da lui, $uan+do

incominciava una lettera con $ueste parole: «Amico mio, la mano mitrema così forteche riesco appena a scrivere» =almeno lo affermava, e unpo’ di $uel tur"amentodoveva esser sincero perch6 lei desiderasse fin+gerne di pi>. Allora, 4Hann

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le piaceva. 4i trema solo per se stessi, percoloro che amiamo. *uando la nostrafelicit% non - pi in loro mano, checalma godiamo accanto a loro, chedisinvoltura, che audacia Parlando+gli, scrivendogli, 1dette non adoperava

 pi $uelle parole con cui avevacercato d’illudersi che egl i le appartenesse,

 provocando le occasioni per dire «mio», «il mio», $uando si trattava di lui: «4ietevoi il mio "ene, - ilp r o f um o de l l a no s t r a a mic i z i a , l o co ns e r vo s ud i m e » , p e r p a r l a r g l i dell’avvenire, della morte perfino, come di una cosa cheli univa insieme.'n $uel periodo, a tutto ci# che diceva lui, rispondeva conammirazione:«)oi, non sarete mai come tutti gli altri»! contemplava la sua lungatestaun po’ calva, di cui la gente che conosceva le con$uiste di 4Hann pensa+va:«Bon - una "ellezza regolare , se volete , ma - chic: $uel c iuffo,$uelmonocolo, $uel sorriso»! e, forse, pi curiosa di conoscere chi fosse,chenon desiderosa di diventarne l’amante, diceva: «4e potessi sapere che co+sa c’- in$uella testa». Adesso, a tutte le parole di 4Hann rispondeva conun tono a volteirritato, a volte indulgente: «'nsomma, tu non sarai mai come tutti gli altri».1sservava $uella testa un po’ invecchiata dalle pre+occupazioni =ma della $ualeadesso tutti pensavano, in virt della stessaattitudine che permette di scoprire leintenzioni di un "rano sinfonico dicui si - letto il programma, e la somiglianza di un

 "am"ino $uando se neconoscono i genitori: «Proprio "rutto non -, se volete, ma -ridicolo! $uelmonocolo, $uel ciuffo, $uel sorriso», concretizzando, nella loroimmagi+nazione suggestionata, il confine immateriale che a pochi mesi di distan+zasepara la testa di un amante contraccam"iato da una testa di cornuto>,gli diceva:«Ah, se io potessi cam"iare, rendere ragionevole $uel che c’-in $uella

testa».4empre pronto a credere ci# che desiderava, se appena i modi di 1det+te neisuoi confronti lasciavano adito al du""io, lui si gettava avidamentesu $uelle parole:«0o puoi, se vuoi», le diceva.E tentava di mostrarle che calmarlo, guidarlo, indurlo allavoro, era unno"ile compito al $uale altre donne non chiedevano di meglio checonsa+crarsi! "ench6, sia giusto aggiungere che, in mano loro, il no"ile compitoglisare""e sem"rato solo un’usurpazione indiscreta e insopporta"ile del+la sua li"ert%.«4e non mi amasse un poco, si diceva, non si augurere""edi trasformarmi.Per trasformarmi, "isogner% che mi veda di pi.» (osì,nel rimprovero chelei gli faceva, scorgeva come una prova d’interesse,

 JJforse di amore! e, in effetti, gliene dava ormai così poche, che era costret+to aco nsid erare ta l i le sv ar iate p roi"izion i che gl i fa ce va. 5ngiorno,1dette gli dichiar# che non le piaceva il suo cocchiere, il $uale, forse,gl imontava la tes ta contro di le i , e che, in ogni caso non aveva conlui laprecisione e la deferenza che lei avre""e desiderato. 1dette si accorse cheluiv ol ev a se nt ir le d ir e: «B on p re nd er lo p i p er v en ir e d a m e»,c o m e a v r e " " e d e s i d e r a t o u n " a c i o . P o i c h 6 e r a d i " u o n u m o r eglielo disse!4Hann ne fu intenerito. 0a sera, discorrendo col signore di

(harlus, chegli permetteva la dolcezza di poter parlare apertamente di lei =perch6an+che i minimi discorsi che faceva, anche alle persone che non la conosce+vano, in $ualche modo si riferivano a lei>, gli disse: «Eppure, credo chemi

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ami! - tanto carina con me, certo $uello che faccio io non le - indiffe+rente». E se, al momento di andare da lei , montando in carrozza conunamico che doveva lasciare lungo la strada, $uesti gli diceva: «/oh,nonc’- 0oredan a cassettaI», con che gioia malinconica gli rispondeva:

«1hno, per"acco. /i dir#! non posso prendere 0oredan $uando vado invia0a P6rouse. A 1dette non piace che io prenda 0oredan, trova che non va+da "ene per me! insomma, che vuoi, le donne, sai come sono fatte 4onocer to chele dispiacere""e mol to. 2avvero, c i manchere""e al t ro cheprendess iG6mi Mi avre""e fatto una tale storia».*uesti nuovi modi che 1dette aveva, adesso,con lui, così indifferenti,distratti, irrita"ili, 4Hann certamente ne soffriva, manon era coscientedella propria sofferenza. 4iccome 1dette si era raffreddatacon lui pro+gressivamente, giorno dopo giorno, solo mettendo a confrontoci# cheera oggi e ci# che era s tata in principio egl i avre""e potutoscandagliarela profondit% del cam"iamento che si era compiuto. 1ra, $uestocam"ia+mento cost i tu iva l a s ua p r of onda , s egr e ta f e r it a , che g l if acendo malegiorno e not t e , e non appena avver t iva i suoi pens ier ian da rc i un po ’troppo vicino, li dirigeva prontamente da un’altra parte, per 

 paura di soffrire troppo. 4i diceva, sì, in modo astratto: «(’- stato un tempo incui1dette mi amava di pi», ma, $uel tempo, non lo rivedeva mai. (ome nelsuo studio c’era un cassettone che preferiva non guardare, che evita+va, entrando euscendo, facendo un giro, perch6 dentro un casset to era rinchiuso il crisantemoche lei gli aveva donato la prima sera che l’avevaaccompagnata a casa e le letteredove diceva: «Perch6 non vi siete scor+dato anche il cuore, non ve lo avrei

lasciato riprendere», e «2i giorno e dinotte, a $ualun$ue ora a""iate "isogno dime, fatemi un cenno, e dispo+nete della mia vita»! così c’era in lui un postoal $uale non lasciava maiavvicinare la sua mente, facendole fare, seoccorreva, il giro di un lungo Jragionamento affinch6 non dovesse passare davanti: era il posto dove vi+veva ilricordo dei giorni felici.Ma la sua prudenza così guardinga fu sventata unasera in cui era an+dato in societ%.Avvenne in casa della marchesa di 4aint+Euverte,durante l’ultima, per$uell’anno, delle serate in cui lei faceva venire ad ascoltare gli

ar t is t i chepoi le servivano per i suoi concert i di "eneficenza. 4Hann,che avevaavuto l’intenzione di andare successivamente a tutte le serate precedentienon si era mai deciso, mentre si vestiva per recarvisi, aveva ricevuto lavisita del

 "arone di (harlus, venuto a offrirgli di tornare con lui dal la marchesa, se lasua compagnia poteva aiutarlo ad annoiarsi un po’ meno,a sentirsi meno triste. Ma4Hann gli aveva risposto:«)oi sapete certo che piacere proverei a stare con voi. Ma il

 piacere pigrande che possiate farmi - di andare piuttosto a trovare 1dette. )oi sa+ pete l’ot timo ascendente che avete su di lei . (redo che stasera non esca finoa l mo me nt o d i a nd ar e d al la su a e sa rt a, ma , d el r est o, s ar %

cer tocontenta che l’accompagniate. 'n ogni caso, la troverete in casa.(ercatedi distrarla e anche di darle dei "uoni consigli. 4e poteste com"inare perdomani $ualcosa che le piaccia , e che si potesse fare tutt ’e tre insiemeO

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(erca te anche d i preparare i l t e r reno per l ’ es ta te , se avesse vogl iadi$ualche cosa, una crociera da farsi insieme, tutti e tre, che soI *uantoastasera, non conto di vederla! ma se lei lo desidera, o se voi trovasteunmodo, "asta che mi mandiate un rigo dalla signora di 4aint+Euverte finoa

mezzanotte, e poi a casa mia. 3razie di tutto $uello che fate per me,losapete $uanto vi voglio "ene».'l "arone gli promise di recarsi a fare la visita che luidesiderava, dopoaverlo accompagnato fino alla porta del palazzo 4aint+Euverte! e4Hannvi giunse calmato dal pensiero che il signore di (harlus avre""e trascor+so lasera in rue 0a P6rouse, ma in uno stato di indifferenza malinconicaper tutto ci# chenon riguardava 1dette, e specialmente per le mondani+t%, le $uali ne ac$uistavano ilfascino delle cose che, non costituendo piuno scopo per la nostra volont%, ci simostrano in se stesse. Appena scesodi carrozza, al primo livello di $uel compendiofittizio della propria vitadomestica che le padrone di casa pretendono d’offrireagli invitati neigiorni dei ricevimenti, cercando di rispettare la verit% $uotidiana e$uelladella messinscena, 4Hann si divertì nel vedere gli eredi delle «tigri»di8alzacD, gli staffieri, seguito a"ituale delle passeggiate, che, in cappello estivali, stavanofuori, davanti al palazzo, sul selciato del viale, o davantialle scuderie, comegiardinieri allineati all’ingresso dei rispettivi giardini.0’ i n c l i n a z i o n e

 p a r t i c o l a r e , c h e e g l i a v e v a s e m p r e a v u t o , d i c e r c a r e J;

analogie fra gli esseri viventi e i ritratti dei musei, si esercitava anche $ui,ma inmaniera pi costante e pi generale: la vita mondana, ora che se neera allontanato,gli si presentava tutta intera, come una successione di$uadri. Bel vesti"olodove una volta, $uando era un uomo di mondo,entrava chiuso nel sopra"ito per uscirne in frac, ma senza sapere che co+sa vi fosse accaduto perch6, nei pochi attimiche restava lì, era ancora colpensiero alla festa che aveva lasciato, oppure gi%nella festa dove stavaper venire introdotto, per la prima volta not#,svegliata dall’arrivo im+pensato di un ospite così tardivo, la muta sparsa,magnifica e oziosa deigrandi valletti che dormivano $ua e l% su sga"elli e

cassapanche, e che,sollevando i loro no"ili e aguzzi profili da levrieri, sidrizzarono in piedi,e, riunitisi gli formarono un cerchio intorno.5no di loro,d’aspetto particolarmente feroce e a""astanza simile alcarnefice di certi$uadri del Ginascimento che rappresentano supplizi,avanz# verso di lui conaria implaca"ile per prendere le sue cose. Ma ladurezza dello sguardod’acciaio era compensata dalla dolcezza dei suoiguanti di filo, cosicch6avvicinandosi a 4Hann, sem"rava dimostrare di+sprezzo per la sua persona eriguardo per il suo cappello. 0o prese conuna attenzione alla $uale la misuraesatta del guanto conferiva $ualcosad i m e t i c o l o s o , e u n a d e l i c a t e z z a

c h e r e n d e v a $ u a s i c o m m o v e n t e l’apparato della sua forza. Poi lo pass#a uno dei suoi aiutanti, novizio etimido, che esprimeva lo spavento da cui era pervaso roteando da tut tele parti sguardi furiosi, e most rava l’agi tazione di

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una "elva catturata,durante le prime ore di prigionia.Pochi passi pi in l%, un pezzo d’uomo in livrea sognava, immo"i le ,scultoreo, inutile, come il guerriero puramente decorativo che nei $uadripi tumultuosi del MantegnaDD

si vede intento a riflettere, appoggiato al+lo sc udo, me ntre accanto a lui c i sia""atte e ci si sgozza! staccato dalgruppo dei compagni che si davanoda fare intorno a 4Hann, sem"ravarisoluto a disinteressarsi della scena, cheseguiva vagamente con gli oc+ chi glauchi e crudeli, come se fosse stata la stragedegl’'nnocenti o il mar+tirio di 4an 3iacomo. 4em"rava appartenere per l’appunto a$uella razzascomparsa,7o forse non esistita mai, fuorch6 nella pala di 4an _eno enegli affreschi degliEremitani dove 4Hann l’aveva incontrata e dove stasognando tuttora,7nata dall’incrocio di una statua antica con $ualchemodello padovano delMaestro o $ualche sassone di Al"recht 2`rer FF.E le ciocche dei suoi capelli rossi, increspati dalla natura ma incollati dal+la

 "rillantina, erano trattate a larghi tocchi come nella scultura greca chei l p i t t o r ed i M a n t o v a s t u d i a v a s e n z a m a i s t a n c a r s i e c h e ,s e " " e n e nell’am"ito del creato, non rappresenti altro che l’uomo, sa per# ricavare J

d a l l e s u e s e m p l i c i f o r m e r i c c h e z z e d i v e r s e e c o m e t o l t e i n p r e s t i t o dal l’intera natura vivente: cosicch6 una chioma, per le lisce volutee lepunte acuminate dei r icciol i , o per i l t r ipl ice e f iorente diademadelletrecce sovrapposte, evoca insieme un ciuffo di alghe, una nidiata dico+lom"i, una corona di giacinti e un groviglio di serpi.Altri ancora, altrettantocolossali , stavano in piedi sui gradini di una scalinata monumentale che, per laloro presenza decorativa e la loro mar+morea immo"ilit%, avre""ero potuto far denominare, come $uella del Pa+la zz o 2u ca le , «l a 4c al a dei 3i gan ti »F

! 4Hann s’i ncammi n#, tr i st e a l pensiero che 1dette non l’aveva mai salita. Ahcon che gioia invece si sa+re "" e ar ra mp ic a t o su pe r l e sc a l e "u ie ,m a l e o d o r a n t i e a c c i d e n t a t e dell’e sartina, fino a $uel $uinto piano dovesare""e stato felice di paga+r e , p i c a r o d e l l ’ a " " o n a m e n t o se t t i ma n a l ed i un pa l c o d i p r os ce n i o all’1p6ra, il diritto di passare la serata$uando ci si recava 1dette, e an+che gli altri giorni, per poter parlare di lei,vivere con le persone che leiaveva l’a"itudine di vedere $uando non c’era lui, eche perci#, della vitadella sua amante, gli sem"ravano racchiudere $ualcosa di

 pi reale, dipi inaccessi"i le e pi misterioso. Mentre su $uella scala

 pesti lenziale edesiderata , non essendocene un’altra di servizio, la sera ,davant i a ognipor ta , s i vedeva una "ot t igl ia del la t te vuota e sporca preparata sul lostuoino, $ui sullo scalone magnifico e disdegnato che

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4Hann saliva in$uel momento, da un parte e dall’altra, ad altezze diverse, davanti aognianfrat tuos i t% creata nel muro dal la f ines t ra del la loggia o dal la

 por tad’un appar tamento, messi lì a rappresentare il servizio interno chediri+gevano e facendone omaggio agli invitati, un portiere, un maggiordomo,un

economo ="rava gente, che, per il resto della settimana, viveva conuna certaindipendenza, ciascuno nel proprio dominio, pranzando perconto propriocome un piccolo "ottegaio e che, forse, un giorno, si sare"+ "e messa al servizio

 "orghese di un medico o di un industriale>, attenti anon trasgredire leraccomandazioni ricevute prima di indossare la sma+gliante livrea cherivestivano solo a rari intervalli, e nella $uale non sisentivano molto a loroagio, si tenevano sotto l’arco del proprio portalecon uno splendore pomposotemperato di "onariet% popolana, come san+ti nella nicchia! e uno svizzero enorme,a""igliato come in chiesa, "attevaun colpo sul pavimento al passaggio di ogninuovo arrivato. 3iunto incima alla scala, lungo la $uale l’aveva seguito undomestico dalla facciasmorta, con un codino di capelli annodato da unnastro dietro la nuca,come un sagrestano di 3o9aFJo un ta"ellone da commedia, 4Hann pas+s# davanti a uno scrittoio, dove alcunivalletti, seduti come notai davantia grandi registri, si alzarono e procedetteroall’iscrizione del suo nome. J<

Attravers# poi un piccolo atrio che

7come certe stanze preparate dal padrone di casa per servire da cornice a una solaopera d’arte, dalla $ua+le traggono il nome, e, volutamente nude, non contengonoaltro7esi"i+va all’ingresso, come una preziosa effigie di 8envenuto (elliniFrappre+sentante un soldato di guardia, un giovane servitore col corpo legger+mente piegato in avanti, che, sopra la gorgiera rossa alzava un viso ancorpi rosso da

cui sgorgavano fuori torrenti di fuoco, di timidezza e di ze+lo! il $uale, trafiggendocon lo sguardo impetuoso, vigile, travolgente, gliarazzi di Au"assonF;tesi davanti al salone dove si stava ascoltando lamusica, con una impassi"ilit%militare o una fede miracolistica7allego+ria dell’allarme, incarnazione dell’agguato, commemorazione dell’assalto7, aveva l’aria di spiare, angelo o vedetta, dalla torre di una rocca o diuna

cattedrale, la comparsa del nemico o l’ora del 3iudizio. A 4Hann or+mai nonrestava che entrare nella sala del concerto! un usciere carico di catene gli aprìi "attenti inchinandosi, come se gli stesse consegnando lechiavi di una citt%. Ma lui

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 pensava alla casa dove avre""e potuto trovarsiin $uello stesso momento, se 1dettel’avesse permesso, e il ricordo intra+visto di una "ottiglia del latte vuota su unostuoino, gli strinse il cuore.4Hann ritrov# rapidamente il senso della "ruttezzamaschile $uando,di l% dal paramento di arazzi, allo spettacolo dei domestici, seguì

$uellodegli invitati. Ma $uella "ruttezza, anche dei visi, che pure conosceva co+s ì " e n e , g l i s e m " r a v a n u o v a d a $ u a n d o i l o r o l i n e a m e n t i7inveced’essere segni concreti, utilizza"ili per identificare la tale persona che, fi+nora,aveva rappresentato per lui un fascio di piaceri da perseguire, diseccature daevitare o di cortesie da rendere7, avevano ripreso, coordi+nati solo da rapporti estetici, l’autonomia delle loro linee. Ein $uegli uo+mini, dai $uali 4Hann si trov# circondato, tutto, perfino imonocoli chemolti portavano =e che altre volte avre""ero permesso a4Hann di di retut t ’al pi che por tavano i l monocolo> , dispensat i orada l si gn if ic ar eun’a"itudine, la stessa per tutti, gli apparvero ciascuno conuna sor ta d i indiv idual i t % . &orse perch6 ne l guardare i l genera le d i&ro"erville e ilmarchese di 8r6aut6 che discorrevano sulla soglia, li videcome perso+naggi di un $uadro mentre a lungo erano stati per lui gli utiliamici chel’avevano presentato al KocLe9 e assistito nei duelli! il monocolo del gene+rale, rimastogli fra le palpe"re come una scheggia di granata nella facciavolgaresfregiata e trionfale, in mezzo alla fronte che esso rendeva guer+ci a comel’occhio unico del c iclope, parve a 4Hann s imi le a una

fer i tamostruosa che poteva esser glorioso aver ricevuto ma era indecente met+tere inmostra! mentre $uello del signor di 8r6aut6, aggiunto, in segno difesta, ai guantigrigio perla, al «gi"us», alla cravatta "ianca, sostituendolo J@

agli occhiali consueti =così faceva anche 4Hann> per andare insociet%,portava, attaccato al risvolto della giacca, come un preparato di storia na+turale visto al microscopio, uno sguardo infinitesimale e "rulicantediama"ilit%, che non cessava di sorridere all’altezza dei soffitti, alla "ellez+za della

festa, all’interesse dei programmi e alla $ualit% dei rinfreschi.«/oh, eccovi $ua, masono secoli che non vi si vede», disse a 4Hann ilgenerale, e, notando i suoilineamenti tirat i e deducendo che forse era una grave malattia a tenerlo lontanodalla societ%, soggiunse: «Avete uno t t i m o a s p e t t o , s a p e t e » ! m e n t r e i ls i g no r d e 8 r6 a u t6 d o ma n d a va , «(ome voi carissimo, che cosa potetemai fare $uiI», a un romanzieremondano che, sistematosi all’angolodell’occhio il monocolo, suo unicoorgano d’investigazione psicologica e dispietata analisi, rispose con ariaimportante e misteriosa, rotolando laerre:

«1sservo».'l monocolo del marchese di &orestelle era minuscolo e privo dimon+tatura, costringendo a un raggrinzimento continuo e dolorosol’occhiodove s’incrostava come una cartilagine superflua, di presenza

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inesplica+ "i le e di mater ia preziosa, dava al vol to del marchese unadeli catezzamalinconica e lo faceva giudicare dalle donne capace di grandisofferen+ze d’amore. Ma $uello del signor di 4aint+(and6, circondato come 4atur+noda un anello gigantesco, era il centro di gravit% di una faccia che, a og ni

m ome nt o, s i d is po ne va i n r ap po rt o c on e ss o, m en tr e, a f or zadismorfie, il naso fremente e rosso e la "occa carnosa e sarcastica cercavanoditenersi all’altezza dei fuochi tam"ureggianti di "attute di spirito chefacevasfavillare il disco di vetro, e si vedeva preferito ai pi "egli sguar+di del mondo dacerte giovani donne sno" e depravate, alle $uali facevasognare incantesimi artificialie un raffinamento di volutt%. Bel frattem+po, il signor di Palanc9 che, con la grossatesta di carpa dagli occhi roton+di, si spostava lentamente in mezzo alla festadischiudendo di tanto intanto le mandi"ole come per cercare l’orientamento,

 pareva, dietro al suomonocolo , t raspor tare con s6 un f rammentoaccidentale, e forse pura+mente sim"olico, del vetro del suo ac$uario: partedestinata a rappresen+tare il tutto , che a 4Hann, grande ammiratore dei)izie del le)irtdi3iotto a Padova, ramment# $uell’ingiustizia accanto alla $uale un ramocarico difoglie evoca le foreste dov’- celato il suo covoF.Alle insistenze della signora di 4aint+Euverte, 4Hann si era fatto avan+t i , e , per ascol tare un’ar ia del l ’

1rfeoF<e se gu it a d a u n f l au ti st a, s i e ra messo in un angolo da dove,disgraziatamente, aveva come unica pro+spettiva due dame gi% maturesedute una accanto all’altra, la marchesa d i ( a m " r e m e r e l av i s c o n t e s s a d i & r a n $ u e t o t l e $ u a l i , p o i c h 6 e r a n o J

cugine, con le "orse in mano e le rispettive figlie al seguito, durante le se+rate,

 passavano il tempo a cercarsi come in una stazione, e non si sentiva+no tran$uillefinch6 non avevano occupato col ventaglio o col fazzoletto,due posti vicini: la signoradi (am"remer, poich6 aveva poche conoscen+ze, era tanto pi contenta di aver compagnia, mentre la s ignora di &ran+$uetot , che invece era moltointrodotta, trovava un che di elegante, dioriginale nel mostrare a tutte le sueconoscenze altolocate che preferivaloro una signora oscura con cui aveva incomune i ricordi di giovent.P i e n o d i u n ’ i r o n i am a l i n c o n i c a , 4 H a n n l e g u a r d a v aa s c o l t a r e l ’ in terme zzo p er piano for te =

4 a n & r a n c e s c o c h e p r e d i c a a g l i u c c e l l i, di0iszt>F@

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che era venuto dopo l’aria per flauto, e seguire, attente, il giocovertiginoso delvirtuoso: la signora di &ran$uetot, tutta in ansia, gli occhisperduti, come se i tasti sucui il pianista correva agilmente fossero un se+guito di trapezi da cui rischiasse dicadere con un salto di ottanta metri, enon senza gettare alla vicina sguardi di

s"igottimento e di negazione chesignificavano: «'ncredi"ile, non avrei mai pensato che un uomo potesse ar r ivare a tanto»! la s ignora d i(am"remer, da donna che ha ricevutouna solida educazione musicale,

 "at tendo il tempo con la testa trasfor+mata in "ilanciere di metronomo, laoscillava, da una spalla all’altra, conmovimenti così ampi e rapidi =con $uellasorta di smarrimento e di a"+ "andono nello sguardo tipico dei dolori che,ormai inconsapevoli di s6,non cercan o di domin arsi ma $uasi dicon o:«(h e vol ete farc i» >, che aogni momento i "rillanti degli orecchinis’impigliavano nelle spalline delcorpetto e lei era costretta a raddrizzare i grappolineri che aveva tra i ca+pelli, senza smettere per $uesto di accelerare ilmovimento.2all’altro lato della signora di &ran$uetot, ma un po’ pi avanti, c’eralamarchesa di 3allardon! persa nel suo pensiero favorito, la parentelacheaveva coi 3uermantes, da cui traeva, agli occhi della gente e per s6moltagloria con $ualche umiliazione, dato che i pi "rillanti fra loro la tenevano un

 poco in disparte, forse perch6 era noiosa, o perch6 era catti+va, o perch6apparteneva a un ramo cadetto, o forse senza alcuna ragio+ne. *uando sitrovava accanto a $ualcuno che non conosceva, come in$u el mo me nt o las ignora di &ran$uetot , e l la sof f r iva pensando che laconsapevolezzadella propria parentela coi 3uermantes non potesse ma+nifestarsi esteriormente in

caratteri visi"ili, come $uelli che, nei mosaicidelle chiese "izantine, dispostiuno sotto l’altro, iscrivono verticalmentein colonna, a fianco di ogni santo

 personaggio, le parole che egl i figura pronunziare. 'n $uel momento stavaconsiderando il fatto che non avevamai ricevuto inviti n6 visite dalla suagiovane cugina, la principessa des0aumes, da $uando sei anni prima$uest’ultima si era sposata. *uesto JD

 pensiero la riempiva di col lera , ma anche di fierezza! giacch6, a forza di dire

a chi si stupiva di non vederla dalla signora des 0aumes, che era pernon correre ilrischio d’incontrarvi la principessa MatildeF7la sua famiglia ultralegittimista non gliel’avre""e mai perdonato7aveva finito col credere che tale era infatti la ragione per cui non an+dava dallagiovane cugina. 4i ricordava peraltro di aver chiesto moltevolte alla signorades 0aumes come fare per vederla, ma lo ricordava so+lo in modo confuso, e, del

resto, neutralizzava a""ondantemente $uel ri+cordo un po’ umiliantemormorando: «'n ogni caso, non tocca a me fareil primo passo, io ho vent’annidi pi». 3razie alla virt di $ueste paroleinteriori, spingeva indietro fieramente

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le spalle staccate dal "usto, sulle$uali la testa, appoggiata $uasi orizzontalmente,faceva pensare a $uella«ricostruita» di un orgoglioso fagiano servito in tavola contutte le penne.Bon gi% che per natura non fosse tracagnotta, cicciona, emascolina! male mortificazioni l’avevano raddrizzata come $uegli al"eri

che, nati inuna "rutta posizione, sull’orlo di un precipizio, sono forzati acrescereall’indietro per conservare l’e$uili"rio. (ostretta, per consolarsi dinonessere completamente alla pari con gli altri 3uermantes, a dirsi senza tre+guache, se li vedeva poco, era per intransigenza di princìpi e fierezza,$uesto

 pensiero aveva fini to col model lare il suo corpo e generarvi unaspecie di prestanza che, agli occhi dei "orghesi , passava per un segno di razza e,$ualche volta, tur"ava di un desiderio fuggitivo lo sguardo affa+ticato degli uominidel «giro». 4e la conversazione della signora di 3al+lardon fosse statasottoposta a una di $uelle analisi che, mettendo in rilie+vo la fre$uenza maggiore ominore di ogni parola, permettono di scopri+re la chiave di un linguaggio cifrato,ci si sare""e resi conto che nessuna espressione, neanche la pi usuale, viricorreva così spesso, come «in ca+sa dei miei cugini di 3uermantes», «in casadi mia zia di 3uermantes»,«la salute di Elz6ar di 3uermantes», «il palco di miacugina di 3uerman+tes». *uando le parlavano di un personaggio illustre,rispondeva che,senza conoscerlo di persona, l’aveva incontrato mille volte in casadi suazia di 3uermantes, ma lo diceva con un tono così glaciale, con unavocecosì sorda, da mettere su"ito in chiaro che se non lo conosceva di perso+na erain virt di tutti i princìpi inestirpa"ili e ostinati sui $uali si appog+giavano le suespalle, come a $uelle scale su cui gl’insegnanti di ginnasti+ca fanno distendere gli

allievi per sviluppare il torace.1ra, la principessa des 0aumes, che nessuno si sare""easpettato di ve+dere dalla signora di 4aint+Euverte, arrivava proprio in $uelmomento.Per mostrare che non cercava di far sentire la superiorit% del suo rangoinun salotto dove veniva solo per condiscendenza, era entrata stringendosi JDF

nelle spalle anche dove non c’era nessuna folla da fendere n6 $ualcunodalasciar passare, restando apposta in fondo, con l’aria di trovarcisi pro+prio "ene, comeun re che fa la coda alla porta del teatro finch6 le autori+t% non sono state avvertite

della sua presenza! e limitandosi semplice+ mente,7 per non aver l’aria di segnalare la propria presenza e di preten+dere dei riguardi,7a contemplare il disegno del tappeto o della propriagonna, stava in piedi nelluogo che le era sem"rato il pi modesto =masapendo "ene cheun’esclamazione esultante della signora di 4aint+Eu+verte l’avre""e strappataci lì non appena l’avesse vista>, a fianco della si+gnora di (am"remer che nonconosceva. 1sservava la mimica della suavicina mel#mane, ma non l’imitava.

 Bon gi% che, per una volta che veni+va a passare cin$ue minuti dalla signora di 4aint+Euverte, la principessades 0aumes non desiderasse mostrarsi il pi gentile possi"ile,affinch6 lacortesia che le faceva contasse il doppio. Ma, per natura, la

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 pr incipessaa"orr iva ci# che chiamava «le esagerazioni», e ci teneva amostrare che«non era i l caso» di a""andonars i a manifes tazioni chenon andavanod’accordo col «genere» di am"iente dove viveva lei, "ench6, d’altra

 par+t e , n o n m a n c a s s e r o d ’ i m p r e s s i o n a r l a , i n v i r t d i

$ u e l l o s p i r i t o d’imitazione prossimo alla timidezza, che anche nella gente pi sicura dis6 suscita l’atmosfera di un am"iente nuovo, sia pure inferiore. 'ncomin+ciava a chiedersi se $uel gesticolare non fosse reso necessario dal "ranochestavano suonando e che, forse, non rientrava nel tipo di musica chelei avevaascoltato fino a $uel giorno, se astenersene non fosse dar provad’incomprensione neiconfronti dell’opera e di sconvenienza verso la pa+drona di casa: e così, per esprimere, con un compromesso, i suoi senti+menti contraddittori, ora siaccontentava di tirar su le spalline del vestitoo di fermare fra i capelli "iondi le

 palline di corallo o di smalto rosa, "ri+nate di diamanti , che le facevanoun’acconciatura semplice e deliziosa,esaminando con fredda curiosit% la focosavicina! ora col ventaglio "atte+va il tempo per un attimo, ma, per non a"dicarealla sua indipendenza,contrattempo. *uando il pianista, terminato il "rano di 0iszt,incominci#un preludio di (hopin, la signora di (am"remer rivolse allasignora di&ran$uetot un sorriso intenerito di soddisfazione competente e diallu+sione al passato. Aveva appreso in giovent ad accarezzare le frasi,dalcollo lungo, sinuoso e smisurato di (hopin, così li"ere, così flessi"ili, cosìtattili,che su"ito desiderano e cercano di trovare il proprio posto al difuori emolto lontano dalla direzione di partenza, "en al di l% dal puntodove si erasperato che giungesse il loro tocco! ma si divagano in $uelloscarto della

fantasia solo per ritornare pi deli"eratamente7c o n u n JDritorno pi premeditato, con precisione maggiore, come su un cristallocherisuoni al punto da strappare un grido7, a colpirci nel cuore.)ivendo in una famiglia di provincia che aveva pocheconoscenze, nonandando $uasi mai ai "alli, nella solitudine della sua dimora,

ella si eraine"riata a rallentare, o precipitare la danza di tutte $uelle coppie imma+ginarie, a sgranarle come fiori, ad a""andonare per un attimo il "allo perascoltare ilrumore del vento fra gli a"eti sulla sponda del lago, e lì vede+re d’un tratto farsiavanti,7ancora pi diverso di $uanto non lo sianogli amanti di $uesta terra da ci# che siha a lungo sognato7, un giovaneesile dalla voce un poco cantilenante, straniera e falsa, in guanti

 "ianchi.Ma la "ellezza fuori moda di $uella musica sem"rava oggi appassita. Pri+va,da $ualche anno, della stima dei conoscitori, aveva perduto dignit% efascino, eanche le persone di cattivo gusto vi trovavano ormai solo unpiacere

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inconfessato e mediocre. 0a signora di (am"remer gett# dietro dis6 uno sguardofurtivo. 4apeva che la sua giovane nuora =piena di rispet+to per la nuova famiglia,tranne per $uanto concerneva le $uestioni dellospirito su cui, conoscendo perfinol’armonia e perfino il greco, possedevaopinioni speciali> , disprezzava (hopin

FDe so ff r iva $uando lo sent iva suonare. Ma lontana dalla sorveglianza di $uellaHagneriana, che sedevadistante con un gruppo di persone della sua et%, lasignora di (am"re+mer si lasciava andare a impressioni deliziose. Anche la

 pr incipessa des0aumes le provava. Pur non essendo dotata naturalmente per lamusica,$uindici anni prima aveva preso lezione da una maestra di

 pianofortedel fau"ourg 4aint+3ermain, una donna geniale, ridotta in miseria sul fi+nir della vita, che, all’et% di settantanni, aveva ricominciato a insegnareallefiglie e alle nipoti delle sue antiche allieve. 1rmai era morta. Ma ilsuometodo, il suo "el tocco, rinascevano a volte sotto le dita delle allie+ve,anche di $uelle che, per il resto, erano diventate persone mediocri,avevanoa""andonato la musica e non aprivano $uasi pi il pianoforte.(osì lasignora des 0aumes pot- scuotere il capo in piena cognizione dicausa,apprezzando con competenza il modo in cui il pianista suonava $uel preludio,che lei sapeva a memoria. 0a fine della frase incominciatale nac$ue spontaneasulle la""ra. Ella mormor#: « sempre affascinan+te», con doppiasenel mezzo della parola, che era un segno di raffinatez+za, da cui si sentiva accarezzarele la""ra come un "el fiore così romanti+camente che d’istinto accord# con esse lo

sguardo dandogli, in $uel mo+mento, un che di sentimentale e di vago.& rat tanto las ignor a d i 3a ll a rdon s i s t ava d i cendo che e r a davver ospiacevoleavere così di rado occasione d’incontrare la principessa des0aumes, perch6non vedeva l’ora di darle una lezione non rispondendo JDJ

al suo saluto. Bon sapeva che sua cugina era lì, ma un movimento del ca+po dellasignora di &ran$uetot gliela fece scoprire. 'mmediatamente siprecipit#verso lei distur"ando tutti! ma, desiderosa di conservare unaspetto altero e

glaciale per ricordare a tutti che non intendeva aver rap+porti con una persona incasa della $uale si poteva s"attere il naso nellaprincipessa Matilde, e concui non doveva esser lei a farsi avanti perch6non era «sua contemporanea»,volle tuttavia compensare $uell’aria di al+terigia e riser"o con $ualche frase chegiustificasse il suo passo e costrin+gesse la principessa ad attaccare discorso! perci#,raggiunta la cugina, lasignora di 3allardon, a viso duro e mano tesa come chi

 porge una cartagioca ta per forza, le disse : «(ome sta tuo mar i toI»,con la s tessa vocepreoccupata che avre""e avuto se il principe fosse stato moltoammalato.0a principessa scoppiando in una risata che le era caratteristica, destinataa

mostrare agli altri che si stava "urlando di $ualcuno, e, insieme, a farlasem"rare pi "el la concentrando i tratt i del suo viso intorno alla "occa animata e allosguardo scintillante, rispose:«Ma "enissimo».E rise di nuovo. (i# nonostante la

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signora di 3allardon sempre rad+drizzando il "usto e gelida in viso, ancorain$uieta per le condizioni disalute del principe, aggiunse:«1riane =$ui la signorades 0aumes guard# con aria stupita e canzona+toria una terza persona invisi"iledi fronte alla $uale sem"rava tenerci amostrare che lei non aveva mai

aut ori zza to l a si gno ra di 3 all ard on a chiamarla per nome>,7ci te rr ei mo lt o ch e do ma ni se ra tu ve ni ss i un momento da me, a sentire un$uintetto di Mozart con clarinettoF. )or+rei un tuo giudizio».Bon sem"rava rivolgere un invito ma domandare unservigio, e aver "isogno del parere della principessa sul $uintetto di Mozartcome se sitrattasse di un piatto preparato da una nuova cuoca, sulle cuicapaci t%desiderasse avere la preziosa opinione di un "uongustaio.«Ma $uel $uintettolo conosco, posso dirti su"itoO che lo adoro74ai, mio marito non sta "ene, il fegatoO gli fare""e un gran piacerevederti», ripresela signora di 3allardon, presentando ora alla principes+sa come un dovere di carit%una sua partecipazione a $uella serata.0a principessa non amava dire alla gente chenon voleva andare da lo+ro. /utti i giorni metteva per scritto il suo rammaricodi aver dovuto r i+nunciare7

 per una visita inaspettata della suocera, per un invito del co+gnato, per l’1p6ra, per una gita in campagna

7a una serata dove non sisare""e mai sognata di andare. (osì dava a molti lagioia di credere diavere un rapporto con lei e che, volentieri, sare""e andata da lorose non JD

fosse stata impedita dal farlo da certi contrattempi principeschi, che li lu+singavaveder entrare in concorrenza con la loro serata. 'noltre, facendopartedell’intelligente «giro» dei 3uermantes dove sopravviveva $ualco+sa dello spirito

alacre, privo di luoghi comuni e di sentimenti convenzio+nali, che deriva daM6rim6e e ha trovato la sua ultima espressione nel teatro di Meilhac e Nal6v9, lo adattava anche ai rapporti sociali, lo tra+sferiva persino nella sua cortesia, che sisforzava di essere positiva, preci+sa, di avvicinarsi all’umile verit%. Ella nonimpiegava niolte parole perdire a una padrona di casa che avre""edesiderato partecipare alla suaserata! trovava pi gentile esporre alcune piccolecircostanze dalle $ualisare""e dipesa la possi"ilit% o meno di intervenire.«4enti, tidir#, rispose alla signora di 3allardon.

72omani sera devoandare da un’amica che mi ha chiesto da tanto tempo $ual -il mio gior+no. 4e ci porta al teatro, con la migliore volont% del mondo non

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mi sar%proprio possi"ile venire da te! ma se restiamo in casa, siccome so che sa+remo soli, potr# venir via.7/oh, hai visto il tuo amico 4HannI

7Ma no, $uell’amore di (harles, non sapevo che ci fosse, voglio farein modo che miveda.74trano che venga anche dalla vecchia 4aint+Euverte, disse la signoradi 3allardon.1h, lo so che - intelligente, soggiunse, volendo dire intri+ gante.7M a n o n i m p o r t a , u n e " r e o d a l l a s o r e l l a e c o g n a t a d iduearcivescovi7(onfesso a mia vergogna che non ne sono tur"ata, disse la princi+pessa des0aumes.74o che - convertito, anzi gi% lo erano anche i suoi genitori e i suoinonni. Madicono che i convertiti rimangono pi attaccati degli altri allaloro religione, che fannosolo per finta, sar% veroI7

 Bon ho argomenti in proposito.»'l pianista che doveva eseguire due pezzi di (hopin,dopo aver termi+nato il preludio aveva su"ito attaccato una polacca. Ma da

$uando la si+gnora di 3allardon aveva segnalato alla cugina la presenza di4Hann,(hopin in persona redivivo, poteva venire a suonare tutte le sueopere,senza che la s ignora des 0aumes fosse in grado di prestargliattenzione.Ella apparteneva a $uella met% del genere umano nella $uale lacuriosit%c h e l ’ a l t r a m e t % p r o v a p e r l e p e r s o n e c h e n o n c o n o s c e ,- s o s t i t u i t a d a l l ’ i n t e r e s s e p e r l e p e r s o n e c h e c o n o s c e .( o m e m o l t e d o n n e d e l fau"ourg 4aint+3ermain, la presenza di $ualcunodel suo giro nello stes+so luogo dove si trovava anche lei, pur non avendoniente di particolareda dirgli, monopolizzava in modo esclusivo la sua attenzione a

scapito di JD;

tutto il resto. A partire da $uel momento, nella speranza che 4Hannlanotasse, la principessa, come un topolino "ianco addomesticato a cuisiporge e poi si sottrae una zolletta di zucchero, non fece altro che girare losguardo,

 pieno di mille segni di connivenza privi di rapporto col sent i+ mento della polacca di (hopin, in direzione di 4Hann, e se lui cam"iavaposto, lei spostava parallelamente il suo sorriso calamitante.«1riane, non arra""iarti», riprese la signora

di 3allardon, che non po+teva mai impedirsi di sacrificare le sue pi grandisperanze mondane, edi a""agliare un giorno l’universo, al piacere oscuro,

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immediato e priva+to di dire $ualche cosa di sgradevole, «c’- chi sostiene che $uestosignor4Hann - uno che non si pu# ricevere, - veroI7MaO tu devi "en saperlo che - vero,

7rispose la principessa des0aumes,7dal momento che l’hai invitato cin$uanta volte, e non - mai venuto.»E

 piantando lì la cugina mortificata, scoppi# di nuovo in una risataches c a n d a l i z z # $ u e l l i c h e s t a v a n o a s c o l t a n d o l am u s i c a , m a a t t i r # l’attenzione della signora di 4aint+Euverte,rimasta per educazione ac+canto al pianoforte, e che solo allora, si accorsedella principessa. 0a si+gnora di 4aint+Euverte era felice di vedere lasignora des 0aumes, tantopi che la credeva ancora a 3uermantes ad assistere ilsuocero malato.«Ma come, principessa, eravate lìI74ì, mi ero messa in un angolino, ho ascoltato delle "elle cose.7(ome, eravate $ui da moltoI7Ma sì, da molto, per# mi - parso "reve, lungo soltanto perch6 non vivedevo.»0asignora di 4aint+Euverte volle cedere la sua poltrona alla principes+sa, cherispose:«Ma nient’affatto Perch6I 'o sto "ene dappertutto».E indicando con

intenzione, per meglio manifestare la sua sempl icit% di gran dama, uno sga"ellosenza schienale:«Ecco, $uel puf, - tutto $uanto mi occorre. Mi far% stare dritta. 1hmio2io, faccio ancora rumore, finir# col farmi sgridare».'ntanto, mentre il pianistaraddoppiava la velocit%, l’emozione musica+le raggiungeva il culmine, un domestico

 passava i rinfreschi su un vasso+io facendo tintinnare i cucchiaini , e, come ogniset t imana, la s ignora di4aint+Euverte gl i faceva segno di andarsene,senza che lui la vedesse.5na giovane sposa alla $uale era stato insegnato cheuna donna della suaet% non deve mai aver l’aria annoiata, sorrideva di piacere ecercava congli occhi la padrona di casa per testimoniarle con lo sguardo la gratitudi+

ne di avere «pensato a lei» per un regalo del genere. /uttavia, se""ene JDcon pi calma della signora di &ran$uetot, seguiva il "rano non senza in+$uietudine!ma la sua aveva per oggetto, anzich6 il pianista, il pianofortesu cui una candela,so""alzando a ognifortissimo, rischiava se non di darfuoco al paralume, almeno di macchiare il palissandro. Allafine non riu+scì pi a trattenersi, e salendo i due gradini della pedana su cui posavailpianoforte, si precipit# a levare il candeliere. Ma proprio $uando le

suemani stavano per toccarlo, il "rano finì su un ultimo accordo e il pianistasi alz#.(i# nonostante, l’ardita iniziativa della giovane, la "reve promi+ scuit% che nerisult# fra lei e il pianista, produssero un’impressione gene+ralmente

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favorevole.«Avete notato, principessa, che cosa ha fatto $uella signora»,disse ilgenerale di &ro"erville che si era avvicinato alla principessa des 0aumesper salutarla, mentre la signora di 4aint+Euverte la lasciava un istante.«(urioso. dun$ue un’artistaI

7 Bo, - la giovane signora di (am"remer», rispose distrattamentelaprincipessa, e su"ito aggiunse: «)i ripeto $uel che ho inteso dire, non hola minimaidea di chi possa essere, dietro di me dicevano che si tratta dicerti vicini di campagnadella signora di 4aint+Euverte, ma credo che nonli conosca nessuno. 2evonoessere Qgente di campagnaQ 2el resto, nonso se voi siete molto edotto sulla

 "r il lante societ% $ui riuni ta, ma io nonho idea del nome di tutte $uestestupefacenti persone. (ome pensate chepas si no la vi ta a pa rt e le se ra tede ll a si gn or a d i 4ai nt +E uv ert eI 2e ve averli fatti venire insieme ai musicisti,alle sedie e ai rinfreschi. Ammette+rete che sono magnifici, $uesti invitatiQmarca 8elloirQJ. 2avvero ha ilcoraggio di affittare $ueste comparse ogni settimanaI Bon -

 possi"ile7Ah, ma (am"remer - un nome autentico e antico, disse il generale.7(he sia ant ico, non ci trovo niente di male, rispose seccamentelapr incipessa, ma comun$u e s ia , non -

eufonico» soggiunse staccando laparola come se fosse fra virgolette, piccolaaffet tazione di pronunzia ca+ratteristica del «giro» 3uermantes.«)i pareI carinada mangiarsela, disse il generale che non perdeva div i s t a l a s i g n o r a d i( a m " r e m e r . B o n s i e t e d e l l o s t e s s o

 p a r e r e , principessaI74i mette troppo in mostra, trovo che in una donna così giovane nonsia simpatico,

 perch6 non credo che sia una mia contemporanea», risposela signora des 0aumes

=$uesta espressione era infatti comune ai 3allar+don e ai 3uermantes>.Mavedendo che il signor di &ro"erville continuava a guardare la si+gnora di(am"remer, la principessa, un po’ per cattiveria verso di lei, unpo’ per gentilezzaverso il generale, soggiunse: «Bon - simpaticoO per il JD<

marito Mi dispiace di non conoscerla giacch6 vi sta a cuore, vi avrei pre+sentato»,disse la principessa, che pro"a"ilmente, se avesse conosciuto lagiovane donna, nonavre""e fatto proprio niente. «Ma sar# costretta adirvi "uonasera, perch6 - la

festa di un’amica, devo andare a farle gli au+guri», disse in tono modesto esincero, riducendo la riunione mondana,dove si recava, alla semplicit% di unacerimonia noiosa, dove per# era o"+ "ligatorio e commovente recarsi. «2’altronde,

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devo raggiungere lì 8asin,che mentre io ero $ui - andato a trovare $uei suoi amiciche voi conosce+te, credo! hanno il nome di un ponte, gli '6na.

7Prima - stato il nome di una vittoria, principessa, disse il generale.(hevolete, per un soldataccio come me», soggiunse levandosi il mono+colo per asciugarlo come avre""e cam"iato una "enda, mentre la princi+pessa voltavaistintivamente gli occhi dall’altra parte, «$uesta no"ilt%dell’'mpero, - tuttaun’altra cosa, ma insomma sia $uel che sia, - molto "ella nel suo genere, inconclusione - gente che si - "attuta eroicamente.7Ma io sono piena di rispetto per gli eroi,7disse la principessa intono leggermente ironico! se non vado con 8asin da $uella

 principessa di'6na, non - affatto per $uesto, - semplicemente perch6 non liconosco.8asin li conosce, li adora. 1h no, non - come potete pensare voi, non -unflirt, io non ho ragione di oppormi. 2el resto, per $uel che servono lemieo"iezioni», soggiunse con voce malinconica, perch6 tutti sapevanoche,dal giorno dopo il matrimonio con l’affascinante cugina, il principedes0aumes non aveva smesso di tradirla. «Ma insomma non - il caso, - gen+te chelui ha conosciuto in passato, gli piacciono tantissimo, io trovo chevada "enissimo./anto per cominciare, vi dir#, "astere""e solo $uel chemi ha detto della

casaO Pensate che tutti i mo"ili sono Q'mperoQ.7Ma principessa, - naturale, sono i mo"ili dei loro nonni.7Ma io non ho nulla da dire, ci# non toglie che sono "rutti.(apisco "enissimo che uno possa non avere cose "elle, ma per lo meno chenonsiano ridicole. (he voleteI Bon conosco niente di pi "ottegaio, pi "or+ghese,di $uello stile orri"ile con $uei cassettoni a teste di cigno come levasche da

 "agno.

7Ma io credo anzi che a""iano delle "elle cose, devono avere il famo+so tavolo dimosaico su cui - stato firmato il trattato diO7Ah, ma che a""iano cose interessanti sotto l’aspetto storico, non di+co di no. Manon possono esser "elleO dal momento che sono orri"iliAnch’io ho cose delgenere, 8asin le ha ereditate dai Montes$uiou;. 4o+lo che stanno nelle soffitte di 3uermantes dove non le vede nessuno. 2elresto,

insomma, non - $uesto il punto, io mi precipiterei da loro con 8a+sin,andrei a trovarli anche in mezzo alle loro sfingi e ai loro ottoni, se li JD@

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conos ces s i , maO non l i conos co E a me , $uando e r o p i cco l a , mihansempre detto che non sta "ene andare in casa di gente che non si conosce,disse

 prendendo un tono infantile. E così, faccio come mi hanno insegna+to. )e lafigurate $uella "rava gente se vedessero entrare una personach e nonco nosco noI & orse mi r ice vere" "ero mo lto ma le » a ggiun sela principessa.E, per civetteria, a""ellì il sorriso che le strappava $uestasupposizio+ne, dando allo sguardo azzurro, fisso sul generale,un’espressione so+gnante e dolce.«Ah principessa, sapete "ene che non stare""eroin s6 dalla gioiaO7Ma no, perch6I», chiese lei con estrema vivacit%, o per far finta dinonsapere che era per il fatto che lei era una delle pi grandi dame di&rancia, o

 per avere il piacere di sentirselo dire dal generale. Perch6I (hene sapete voiI &orse,

 per loro, sare""e estremamente sgradevole. Bon so,ma se giudico da me, trovo gi%tanto noioso vedere le persone che cono+sco, se mi toccasse vedere gente che nonconosco, Qmagari eroicaQ, credoche impazzirei. 2el resto, vediamo un po’, salvo$uando si tratta di vec+chi amici come voi, che si conosconoindipendentemente da ci#, non sose l’eroismo sare""e di formato molto

 porta"ile in societ%. 3i% mi seccaspesso dare dei pranzi , ma se dovessioffrire il "raccio a 4partaco

 perandare a tavolaO Bo davvero, non ricorrerei mai a )ercingetorige

<co+me $uattordicesimo. 4ento che lo terrei in ser"o per le grandi serate.Esiccome non ne doO7Ah principessa, non per nulla siete una 3uermantes. Bon vi mancacerto a voi lospirito dei 3uermantes7Ma dicono sempre lo spiritodei

3uermantes, non ho mai potuto ca+pire perch6. 2un$ue ne conoscetealtriche ne a""ianoI», aggiunse scop+piando in una risata spumeggiante e gioiosa,con i lineamenti del visoconcentrati, raccolti nella rete della sua animazione, gliocchi sfavillanti,accesi dal sole radioso di una allegria che solo i discorsi chelodavano ilsuo spirito o la sua "ellezza, anche se era lei stessa a farli, avevano il po+t e r e d i a c c e n d e r e . « 3 u a r d a t e , e c c o 4 H a n n , s e m " r a c h e s a l u t i l avostra(am"remer! l%O - a fianco della vecchia 4aint+Euverte, non lovedete2 o m a n d a t e a l u i d i p r e s e n t a r v i . M a s p i c c i a t e v i , s t a

cercando d iandarsene7Avete notato che cera spaventosa haI disse il generale.

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7'l mio piccolo (harles Ah, viene finalmente, incominciavo a pensa+re che mievitasse.»4Hann voleva molto "ene alla principessa des 0aumes, e poivederlagli ricordava 3uermantes, terra vicina a (om"ra9, tutto $uel paese

che JD

gli era tanto caro e dove non tornava pi per non allontanarsi da 1dette.Adoperandole forme per met% artistiche, per met% galanti, con cui sape+va piacere alla principessae che ritrovava naturalmente $uando si rituf+fava per un attimo nel suo vecchioam"iente7e, d’altra parte, volendoesprimere a se stesso la nostalgia che aveva della

campagna:«Ah», disse parlando «verso le $uinte», per essere inteso sia dallasi+gnora di 4aint+Euverte alla $uale parlava, sia dal la signora des0aumesper la $uale parlava, «ecco l’affascinante principessa )edete, -venutaapposta da 3uermantes per sentire il4an &rancesco d’Assisidi 0iszt e haavuto appena il tempo, come una graziosa cinciallegra, diandare a "ec+care $ualche piccolo frutto di cor"ezzolo e di "iancospino, per adornarsiil capo! c’- ancora perfino $ualche goccia di rugiada, un po’ di $uella "ri+nache certamente fa lamentare la duchessa

@. molto grazioso, caraprincipessa.7(ome, la principessa - venuta apposta da 3uermantesI Ma - trop+po Bonlo sapevo, sono confusa», esclam# ingenuamente la signora di4aint+Euverte,

 poco avvezza al modo di parlare di 4Hann. Ed esaminan+do l’acconciatura della principessa: «Ma - vero, imitaO come dire, non lecastagne, no: oh, - una trovatadeliziosa. Ma come poteva conoscere ilmio programma la principessa 'musicisti non l’avevano comunicatoneanche a me».A"ituato, $uando stavaaccanto a una donna con cui aveva conservatola consuetudine del linguaggiogalante, a dire cose sot t i l i , che molt i ap+partenenti al "el mondo noncom pre nde van o, 4Ha nn non si deg n# di spiegare alla signora di 4aint+Euverte che aveva parlato solo per metafo+ra. *uanto alla principessa, si mise a rideredi cuore, perch6 lo spirito di4Hann era apprezzato moltissimo nel suo giro, e anche

 perch6 non pote+va ascol tare un complimento rivolto a lei , senza trovargligrazie raffina+tissime e un’irresisti"ile arguzia.«E""ene (har le s, so no fel iceche vi piacciano i miei piccoli f rut t i di "iancospino. Perch6 salutate$uella (am"remer, siete anche voi un suovicino di campagnaI»0a signora di4aint+Euverte, vedendo che la principessa sem"rava con+tenta di intrattenersi con

4Hann, si era allontanata.«Ma lo siete anche voi, principessa.7

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'oI Ma dun$ue $uella gente possiede campagne dappertutto Macome mi piacere""e essere al loro posto.7

 Bon i (am"remer, ma i genitori di le i! lei - una signor ina 0egran+ d i n ,

v e n i v a a ( o m " ra 9 . B o n s o s e s a p pi a t e c h e v o i s i e t e c o n t e s sad i (om"ra9 e che il (apitolo vi deve un tri"utoI JDD

7 Bon so $uel che mi deve il (apitolo, ma so che tutti gli anni il cura+to mialleggerisce di cento franchi, e ne farei "enissimo a meno. 'nsom+ma,$uest i (am"remer hanno un nome stupefacente davvero&in iscegiusto in tempo, ma finisce male7

disse ridendo.7

 Bon incomincia meglio, rispose 4Hann.7Effettivamente, $uella doppia a""reviazioneO7(ome se una persona molto in collera e molto per"ene, non avesseosatoandare fino in fondo alla prima parola.7

Ma visto che non sare""e riuscito a impedirsi d’incominciare la se+conda,avre""e fatto meglio a terminare la prima e smetterla una "uona volta. 4t iamo dicendo spi r i tosaggini di gus to s$uisi to , mio

 piccolo(harles, ma com’- antipat ico non vedervi pi,7soggiunse in tono ca+rezzevole, mi piace tanto parlare con voi. Pensate chea $uell’idiota di&ro"erville non sarei nemmeno riuscita a far capire che il nome(am"re+mer - stupefacente (onfessate che la vita - una cosa terri"ile. 4olo $uan+do

vi vedo, smetto di annoiarmi.»E, senza du""io, $uesto non era vero. Ma 4Hanne la principessa ave+vano una stessa maniera di giudicare le piccole cose, cheaveva per effet+to,7a meno che non ne fosse la causa,7una grande analogia nel mododi esprimersi e perfino nella pronuncia. 0a somiglianzanon colpiva trop+po perch6 niente era pi diverso delle loro due voci. Ma se, col

 pensiero,si riusciva a togliere dai discorsi di 4Hann la sonorit% che li

avvolgeva, i "affi da cui venivano fuori, ci si rendeva conto che erano le stesse frasi,lestesse inflessioni di voce, lo stile del giro 3uermantes. *uanto allecoseimportanti, 4Hann e la principessa non avevano le stesse idee su

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nulla.Ma da $uando 4Hann era così triste, provando sempre $uella speciedi "rivido che precede il momento in cui si sta per piangere, aveva "isognodi parlaredel proprio dolore come un assassino di parlare del propriodelitto. 4entendola principessa dire che la vita - una cosa terri"ile, prov#la stessa dolcezza che se gli

avesse parlato di 1dette.«1h sì, la vita - una cosa terri"ile. 8isogna che ci vediamo,amica mia.(on voi c’- $uesto di "ello, che non siete allegra. 4i potre""e passare in+sieme una serata.7Ma certo, perch6 non venite a 3uermantesI Mia suocera impazzi+re""e digioia. /utti lo trovano molto "rutto, ma vi dir# che $uel paesenon midispiace, io ho orrore dei paesi QpittoreschiQ.70o credo "ene, - meraviglioso, rispose 4Hann, - $uasi troppo "ello,troppo vivo per me, in $uesto momento! - un paese per essere felici. 4ar%perch6 ci ho vissuto, malaggi le cose mi parlano talmente Appena sialza un soffio d’aria, appenail grano incomincia a muoversi, mi sem"raFF

che de""a arrivare $ualcuno, che stia per ricevere una not izia! e$uellepiccole case in riva all’ac$uaO no, sarei troppo infelice.71h, mio piccolo (harles, state attento, ecco $uella terri"ile Gampil+lon, mi ha vista,nascondetemi, ricordatemi dun$ue che cosa le - capita+to, io confondo, si -

sposata la figlia o l’amante, non so pi! forse tutt’edueO e insiemeO Ahno, ora ricordo, - stata ripudiata dal suo princi+peO &ate finta di parlarmi

 perch6 $uella 8ereniceDverr% a invitarmi acena. (omun$ue, io scappo. 4entite, (harles, per unavolta che vi vedo,non vi lascerete rapire e portare dalla principessa di Parma,sare""e tan+to contenta, e anche 8asin che deve raggiungermi l%. 4e non ci fosse M6+m6 a darci vostre notizieO Pensate che non vi vedo mai»4Hann rifiut#! avendoavvertito il signor di (harlus che, andando viadalla signora di 4aint+

Euverte, sare""e tornato a casa direttamente, nonvoleva rischiare, andandodalla principessa di Parma, di perdere un "i+glietto che per tutto il tempo,durante la serata, aveva sperato di vedersiconsegnare da un domestico, e cheforse avre""e trovato dal suo portie+re. «Povero 4Hann, disse $uella sera almarito la signora des 0aumes, -sempre caro, ma ha l’aria molto infelice. 0ovedrete, perch6 ha promessodi venire a pranzo da noi uno di $uesti giorni. 'nfondo, trovo ridicoloche un uomo intelligente come lui soffra per una persona di$uel genere,e che non - nemmeno interessante, dicono che sia una veraidiota», sog+giunse con la saggezza della gente non innamorata a cui pare che un

uo+mo di spirito dovre""e essere infelice solo per una persona che lomeriti!pressappoco - come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di coleraacausa di un essere così piccolo come il "acillo virgola

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JF.4Hann voleva andar via, ma nell’attimo preciso in cui finalmente stavaper scappare, il generale di &ro"erville gli chiese di presentarlo alla si+gnora di(am"remer, e 4Hann, per cercarla, fu costretto a rientrare nelsalone con

lu i . «2i t e un po’ , 4Hann , i o p r e f e r i r e i e s s e r e i l mar i t o d i $ue l l adonna,piuttosto che venire massacrato dai selvaggi, cosa ne diteI»*ueste parole,«massacrato dai selvaggi», trafissero dolorosamente ilcuore di 4Hann!su"ito prov# il "isogno di continuare la conversazionecol generale.«Ah, glir i s pos e , c i s ono s t a t e e s i s t enze mol to "e l l e che s on f i n i t e a$ue lmodoO (osì, sapeteO $uel navigatore di cui 2umont d’5rville ri+por t# le ceneriin patria, 0a P6rouseJO » =E 4Hann era gi% felice comese avesse parlato di 1dette.> « un "el

 personaggio, m’interessa molto, $uello di 0a P6rouse,7aggiunse con aria malinconica.F

7Ah, certamente, 0a P6rouse, disse il generale. un nome conosciu+to, c’- anche unastrada.7(ono scete $u alcun o in rue 0a P6rouseI , chiese 4 Hann c on

ariaagitata.7(ono sco solo la s ignora di (h anl iva ul t , la sorel la di $ uel

 "ravo(haussepierre. 0’altro giorno ci ha offerto una "ella serata di recitazione. unsalotto che un giorno diventer% molto elegante, vedrete.7Ah, e a"ita in rue 0a P6rouse. 5na strada simpatica, così "ella, cosìtriste.7Ma no, si vede che non ci siete andato da un po’ di tempo! non - pitriste,

incominciano a costruire dappertutto, in $uel $uartiere.»*uando finalmente 4Hann present# il signor di &ro"erville alla giova+ne signora di (am"remer, lei anche seera la prima volta che sentiva ilnome del generale, a""ozz# lo stessosorriso di gioia e di sorpresa cheavre""e avuto se in sua presenza non avesse maisentito pronunciare al+tro nome, perch6, non conoscendo gli amici della suanuova famiglia, aogni persona che le conducevano davanti credeva che si trattassedi unodi loro, e, pensando di dar prova di tatto se mostrava di avernesentitotanto parlare da $uando era sposata, tendeva la mano con ariaesitante,destinata a testimoniare il riser"o appreso che doveva vincere, e la

sim+patia spontanea che riusciva a trionfarne. (osì i suoi suoceri, che lei rite+nevaancora le persone pi "rillanti di &rancia, dichiaravano che era unangelo!tanto pi che, avendola fatta sposare al figlio, preferivano mo+strare di

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aver ceduto al la seduzione del le sue $uali t% piut tosto che a$uella delsuo ricco patrimonio.«4i vede che voi siete musicista nell’anima, signora», le disse ilgenera+le facendo inconsciamente allusione all’incidente del candeliere.Ma ilconcerto ricominci#, e 4Hann capì che non poteva andar via pri+ma che il nuovo

numero del programma fosse finito. 4offriva di restareimprigionato fra $uellagente, di cui la stupidit% e le ridicolaggini lo col+pivano pi dolorosamente perch6, ignorando il suo amore, incapaci diinteressarvisi, se anche l’avesseroconosciuto, e di far altro che sorridernecome di una puerilit% o di deplorarlo come unafollia, glielo mostravanosotto l’aspetto di uno stato d’animo soggettivo, esistente solo

 per lui, sen+za nulla di esterno a confermargliene la real t% ! soffrivasoprattutto, e alpunto che il suono stesso degli strumenti gli faceva venir voglia digrida+re, di prolungare il suo esilio in $uel luogo dove 1dette non sare""e maivenuta,dove nessuno, dove niente la conosceva, dove lei era assente deltutto.FJMa tutt’a un tratto fu come se fosse entrata, e $uell’apparizione gli in+flisse unasofferenza così straziante che dovette portarsi la mano al cuo+re. ' lvio lin o, di fat t i , era sal i to a note a lte e l ì restav a co me inattesa,un’attesa che si prolungava senza smettere di tenerle, nell’esaltazione incuiera di scorgere gi% l’oggetto della propria attesa che si avvicinava,esforzandosi disperatamente di resistere fino al suo arrivo, diaccoglierloprima di spirare, di mantenergli ancora un momento aperto, con tuttelesue forze, la via o il varco attraverso cui poter passare, come chi reggauna

 porta che altrimenti ricadre""e. E prima che 4Hann avesse il tempodi capire e di

dirsi: « la piccola frase della sonata di )inteuil, non ascol+tiamo», tutti i ricordi deltempo in cui 1dette era innamorata di lui, i ri+cordi che fino a $uel giorno erariuscito a custodire, invisi"ili, nelle pro+fondit% del suo essere, ingannati da$uel raggio improvviso del tempod’amore che credettero ritornato, si eranorisvegliati, e, in un "atter d’ali,erano risaliti a cantargli perdutamente, senza

 piet% per la sua presentesventura, i ritornelli dimenticati della felicit%.'nvecedelle espressioni astratte come, «il tempo in cui ero felice», «iltempo in cuiero amato», che fino ad allora aveva pronunciate spesso esenza tropposoffrire, perch6 la sua intelligenza vi aveva racchiuso, delpassato, solo estratti

ipotetici che non ne conservavano alcuna traccia, ri+trov# tutto ci# che di $uellafelicit% perduta aveva fissato per sempre laspecifica e volatile essenza!rivide tutto, i petali nivei e ondulati del cri+santemo che lei gli avevagettato nella carrozza e che lui aveva premutocontro le la""ra,7l’indirizzo in rilievo della«Maison 2or6e»sulla letterain cui ave va let to: «0a man o mi tre ma cos ì f ort e m en tre viscr ivo»,

7l’accostarsi delle sopracciglia di lei $uando gli aveva detto con aria sup+ p l i c h e v o l e : « B o n s a r % f r a t r o p p o t e m p o c h e m i c h i a m e r e t e I » !

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s e n t ì l’odore del ferro del parrucchiere da cui si faceva tagliare a spazzola i ca+pellimentre 0oredan andava a prendere la piccola operaia, gli scrosci dipioggia checaddero così spesso $uella primavera, il ritorno gelido nellasua )ictoria, alchiaro di luna! tutte le maglie di a"itudini mentali, di im+pressioni stagionali, di

reazioni cutanee, che, sul succedersi di $uelle set+timane, avevano steso una reteuniforme in cui il suo corpo si trovava dinuovo intrappolato. 'n $uel periodo,imparando a conoscere i godimentidi chi vive d’amore, egli soddisfaceva unacuriosit% voluttuosa. Aveva creduto di potersi limitare a $uelli e che non sare""estato costretto a im+pararne i dolori! che piccola cosa gli pareva, adesso, lagrazia di 1dettese paragonata al terrore incredi"ile che la prolungava comeun tor"idoalone, all’immensa angoscia di non sapere in ogni momento ci#che leiaveva fatto, di non possederla dappertutto e sempre Ahim-, si ricord# ilFt o n o c o n c u i l e i a v e v a e s c l a m a t o : « M a i o p o t r # s e m p r e v e d e r v i ,sonosempre li"era», lei che adesso non lo era pi l’interesse, la curiosit%cheprovava per la vita di lui, il desiderio appassionato che le concedesseilfavore7da lui invece temuto a $uel tempo come causa di mutamenti sgradevoli7di lasciarvela penetrare! come aveva dovuto pregarlo per+ch6 si lasciasse condurredai )erdurin! e $uando la faceva venire a casasua una volta al mese, $uantospesso aveva dovuto ripetergli, prima diriuscire a piegarlo, che delizia

sare""e stata l’a"itudine di vedersi ognigiorno, che lei allora sognavamentre a lui sem"rava solo una seccaturapiccola e fastidiosa, che poi leiaveva preso a odiare e rotto definitiva+mente, mentre era diventata per lui un

 "isogno così invinci"ile e così do+loroso. Bon sapeva di aver detto la verit%fino in fondo $uando, la terzavolta che l’aveva vista, siccome lei ripeteva:«Ma perch6 non mi lasciatevenire pi spessoI», le aveva detto ridendo congalanteria: «Per paura disoffrire». Adesso, purtroppo, accadeva ancora,talvolta, che lei gli scri+vesse da un ristorante o da un al"ergo su carta chen e p o r t a v a i m p r e s s o i l n o m e ! m a e r a n o c o m e l e t t e r e d i f u o c o c h e

l o " r u c i a v a n o . « 4 c r i v e dall’Notel )ouillemontJJI (osa pu# esserci andata a fareI con chiI checosa sar% successoI» Gicord#i fanali a gas che si stavano spegnendo nel "oulevard des 'taliens $uando,contro ogni speranza, l’aveva incontratafra le om"re vaganti, in $uella notte che gliera parsa $uasi soprannatura+le! e che infatti7notte di un tempo in cui lui non doveva neanche chie+dersi se l’avre""econtrariata a cercarla, a trovarla, tanto era sicuro cheper lei non c’era gioia

 pi grande di vederlo e rincasare insieme7

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ap+parteneva a un mondo misterioso nel $uale non si pu# tornare mai pi$uando le porte ne s iano state r ichiuse. E 4Hann scorse,immo"i le d i fronte a $uella felicit% rivissuta, uno sventurato che gli fece piet%

 perch6al momento non lo ricono""e, tanto che dovette a""assare gli occhi

 pernon far vedere che erano pieni di lacrime. Era lui stesso.*uando lo capì , cess#di avere piet%, ma fu geloso dell’altro se stessoche 1dette aveva amato,fu geloso di coloro di cui spesso s i era det tosenza t roppo soff r i re ,«forse li ama», adesso che aveva scam"iato l’ideavaga di amare, nella$u al e no n c’ - am or e, co i pe ta li de l cr isa nt em o e l’intestazione dellaMaison 2or6e, che, loro sì, ne erano pieni. Poi, diven+tando troppo viva la sofferenza, si

 pass# la mano sulla fronte, lasci# ca+dere il monocolo, ne assicur# la lente. Esenza du""io, se si fosse visto in$uel momento, alla collezione di monocoli cheaveva colpito la sua im+maginazione, avre""e aggiunto il monocolo che eglirimuoveva come unpensiero importuno, cercando con un fazzoletto dicancellare dalla su+perficie appannata i dispiaceri.F;

(i sono nel violino7se non vedendo lo strumento, non - possi"ilerapportare ci# che si ascoltaalla sua immagine, la $uale modifica la so+norit%7

accenti così simili a certe voci di contralto, da creare l’illusioneche una cantante si siaaggiunta al concerto. Alziamo gli occhi, si vedonosolo le casse armoniche,

 preziose come scatole cinesi, ma, a tratt i, siamoancora ingannati dal richiamoillusorio della sirena! a volte, crediamo an+che di udire un genio prigioniero che sidi"atte in fondo alla dotta scato+la, stregata e fremente, come un diavolo inun’ac$uasantiera! a volte, infi+ne, nell’aria, - come un essere soprannaturale e puroche passasse sroto+lando il suo messaggio invisi"ile.(ome se i musicisti, pi cheeseguire la piccola frase, adempissero ai riti prescritti per farla comparire,

 procedendo agli incantesimi necessari aottenere e prolungare di $ualche istante il

 prodigio della sua evocazione,4Hann, i l $uale non poteva veder la pi chese fosse appartenuta a unmondo ultravioletto, e assaporava come il refrigeriodi una metamorfosinella cecit% momentanea da cui era colpito avvicinandosi a lei, ela senti+va presente, come una dea protettrice, confidente del suo amore, che,

 perpoter giungere fino a lui davanti al la folla e condur lo in disparte a par+l a rgl i , avesse indossa to i l t r avest imento d i $uel l ’apparenza sonora .Ementre passava, lieve, rassicurante e mormorata come un profumo, di+cendogli ci# che aveva da dirgli, e di cui lui scrutava tutte le parole ram+maricandosidi vederle così presto involarsi, egli faceva, involontaria+mente, con le la""ra

il movimento di "aciare, al suo passaggio, un corpoarmonioso e fuggitivo. Bon sisentiva pi esiliato e solo, perch6 essa, chesi rivolgeva a lui, gli parlava sottovoce di1dette. 'nfatti, non aveva pi,come un tempo, l’impressione che 1dette e lui fossero

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sconosciuti per lapiccola frase. Era stata così spesso testimone delle lorogioie vero an+che che, spesso, lo aveva avvertito della loro fragilit%. E anzi,mentre allo+ra egl i indovi nava la sofferen za nel suo sorr iso , nel la suaintonazionelimpida e disincantata, oggi vi trovava piuttosto la grazia di

una rasse+gnazione $uasi gaia. 2ei dispiaceri di cui gli parlava un tempo, dandoglilasensazione di trascinarli via, sorridendo, nel suo corso sinuoso e rapi+do, senza chelui ne fosse toccato, $uei dispiaceri che adesso erano diven+tati i suoi senzasperanza di esserne mai li"erato, sem"rava gli dicesse,come in passatodel la sua feli cit %: «(h e cos ’- tut to $ue stoI non - pi niente». E, in unoslancio di piet% e tenerezza, il pensiero di 4Hann and#per la prima volta a)inteuil, a $uel fratello sconosciuto e su"lime che,anche lui, doveva aver molto sofferto! che vita poteva essere stata la suaIin fondo a $uali dolori avevaattinto $uella forza divina, $uella potenzaillimitata nel creareI *uando erala piccola frase a parlargli della vanit%Fdel le sue sofferenze, 4Hann trovava $ualcosa di dolce anche in$uellas ag ge zz a c he so lo u n mo me nto p ri ma g li e ra se m" ra tain to ll er a" il e, $uando credeva di leggerla nel viso degli indifferenti checonsideravanoil suo amore come un passatempo senza importanza. 'nvece, la

 piccolafrase, $ualun$ue opinione potesse avere sulla "reve durata di $ueglistatid’animo, non vi scorgeva $ualcosa di meno serio della vita positivacomefacevano tutti $uanti, anzi, al contrario, $ualcosa di così superiore che so+lo adesso valeva la pena di dare espressione. *uegli incanti di una tri+stezza

segreta, proprio $uelli essa cercava di imitare, di ricreare, giun+gendo perfino a captare e a rendere visi"ile la loro essenza, che tuttavia -di essereincomunica"ili e di sem"rare frivoli a chiun$ue non sia colui che li prova. 0a

 piccola frase faceva confessare il loro pregio e gustarne ladivina dolcezza a tutt igli astanti7se s’intendevano di musica appenaun po’7a tutti coloro che poi li avre""ero disconosciuti nella vita, inogni singolo

amore s"occiato accanto a loro. 4enza du""io, la forma incui essa li avevacodificati non poteva tradursi in ragionamenti. Ma da$uando pi di un anno

 pr ima, rivelandogli le tante ricchezze della suaanima, era nato in lui, almeno per $ualche tempo, l’amore per la musica,4Hann considerava i motivi musicali comeidee vere e proprie, ma di unaltro mondo, di un altro ordine, idee velate ditene"ra, sconosciute, im+penetra"ili dall’intelletto, ma che non sono perci#meno perfettamentedistinte le une dalle altre, non meno differenti fra loro in valoree signifi+cato. *uando, dopo la serata dai )erdurin, facendosi eseguire dinuovola piccola frase, aveva cercato di distiguere come, al modo di un

 profu+mo, di una carezza, essa lo circuisse, lo avvi luppasse, si era resocontoche $uell’impressione di dolcezza ritrosa e da "rivido era dovuta alde+ "ole scarto fra le cin$ue note che la componevano e al richiamo costantedi due

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fra esse! ma in realt% sapeva di ragionare così non sulla frase in sestessa, ma susemplici valori sostituiti, per comodit% della sua intelligen+za, all’entit% misteriosache egli aveva percepito, prima di conoscere i)erdurin, la sera che avevaudito la sonata per la prima volta. 4apevache i l r icordo stesso del

 pianoforte falsava ancor di pi la prospett iva incui vedeva i fenomenimusicali, che il campo aperto al musicista non -una meschina gamma diset te note, ma una tast iera incommensura"ile, $uasi del tutto sconosciuta ancora,dove, solo $ui e l%, disgiunti da spessetene"re inesplorate, alcuni dei milioni ditasti di tenerezza, di passione,di coraggio, di serenit%, che la compongono,ognuno diverso dagli altricome un universo da un altro universo, sonost at i sc oper ti da alcunigrandi artisti, che svegliando in noi l’e$uivalente deltema che hanno tro+va to , c i r e nd on o i l se rv ig io d i mo s t ra rc i $u an tar i c c h e z z a e v a r i e t %F<nasconda a nostra insaputa la grande notte impenetrata e scoraggiantedellanostra anima, che noi scam"iamo per un vuoto e un nulla. )inteuilera stato uno di$uesti musicisti. Bella sua piccola frase, "ench6 alla ra+gione presentasse unasuperficie oscura, si sentiva un contenuto così con+sistente, così esplicito, a cui essadava una forza così nuova, così origina+le, che chi l’aveva ascoltata, laconservava in s6 sullo stesso piano delle ide e de l l ’ i n t e l l i ge nz a .4 H a n n v i s i r i f e r i v a c o m e a u n a c o n c e z i o n e dell’amore e dellafelicit%, e sapeva così "ene in che cosa era particolare,come lo sapeva per laPrincesse de (l-ves

Jo per Gen6J;, appena il loronome gli si presentava alla mente. Anche $uando non ci pensava, la

 pic+cola frase esisteva latente nel suo spirito, a pari titolo di certe altre nozio+ni privedi e$uivalente, come la nozione della luce, del suono, del rilievo,del piacere fisico,che sono i ricchi possedimenti nei $uali si diversifica edei $uali si adorna il nostroregno interiore. &orse li perderemo, forse sicancelleranno, se noi ritorniamo nel

nulla. Ma, finch6 viviamo, non pos+siamo pi agire come se non li conoscessimo, al pari di un oggetto reale,nello stesso modo in cui, per esempio, non possiamo du"itaredella lucedella lampada che viene accesa davanti agli oggetti trasfigurati dicameranostra, da cui - fuggito persino il ricordo del "uio. (osì, la frase di)in+teuil7come ad esempio un certo tema del/ristanoJ

, che rappresenta asua volta un determinato ac$uisto sentimentale per noi7

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aveva sposatola nostra condizione mortale, aveva preso $ualche cosa di umano e $ue+sto era assai commovente. 0a sua sorte era legata all’avvenire, alla realt%del la nostraanima, di cui cost ituiva uno degli ornamenti pi peculiari ,megliodifferenziati. &orse la verit% - il nulla, e tutto il nostro sogno nonesiste, ma noi

allora sentiamo che $ueste frasi musicali, $ueste nozioniche esistono inrapporto a esso, dovranno essere nulla anch’esse. Perire+mo, ma teniamo inostaggio $ueste prigioniere divine che seguiranno ilnostro destino. E lamorte, accanto a loro ha $ualche cosa di meno ama+ro, di meno inglorioso,forse di meno pro"a"ile.4Hann, dun$ue, non aveva torto a credere che la frase dellasonata esi+stesse realmente. (erto, umana sotto $uesto aspetto, essaappartenevaper# a un ordine di creature soprannaturali che noi non a""iamo mai vi+s t o , m a c h e t u t t a v i a r i c o n o s c i a m o , r a p i t i , $ u a n d o u ne s p l o r a t o r e dell’invisi"ile riesce a catturarne una e a condurla, dal mondo divinodo+ve egli ha accesso, a "rillare per $ualche istante sul nostro. *uesto avevafatto)inteuil con la piccola frase. 4Hann sentiva che il compositore, coisuoistrumenti musicali, si era limitato a svelarla, a renderla visi"ile, a se+guirne erispettarne il disegno con mano così tenera, così prudente, cosìdelicata esicura, che a ogni momento il suono si alterava, sfumando per F@

indicare un’om"ra, ravvivandosi $uando doveva seguire la traccia di uncontorno pi ardi to. E la prova che 4Hann non s i s"agliavacredendonell’esistenza reale di $uella frase, - che ogni intenditore un po’ attento

sisare""e accorto su"ito dell’inganno, se )inteuil, avendo meno potenzaper vederne e renderne le forme, avesse aggiunto $ui e l% $ualche trattodi suo,

 per cercare di nascondere le lacune della sua visione o i cedimentidella mano.E l laora e ra spar i ta . 4Hann sapeva che sare""e r iapparsa al lafinedell’ultimo movimento, dopo un lungo "rano che il pianista della signo+ra)er du ri n s al ta va s e mp re . ( ’e ra n o i n $ u el " ra n o, m ir a" il i i de eche4Hann al primo ascolto non aveva distinto e che percepiva adesso, comese, nelguardaro"a della sua memoria, si fossero s"arazzate del travesti+mentouniforme della novit%. 4Hann ascoltava tutti i temi sparsi che sa+re""ero

entrati nella composizione della frase, come le premesse nellaconclusionenecessaria, assisteva alla sua genesi. «(he audacia, si diceva,geniale forse $uanto$uella di un 0avoisier, di un Amp-reJ<, l’audaciadi un )inteuil che sperimenta, che scopre le leggi segrete di unaforzasconosciuta, guidando attraverso l’inesplorato, verso la sola meta possi+ "ile, icavalli invisi"ili a cui si affida e che non potr% mai scorgere.» (he "eldialogo ascolt# 4Hann, al principio dell’ultimo tempo, fra il pianofor+te e il viol ino0a soppressione delle parole umane, lungi da lasciar re+gnare l’ar"itrio, come

si sare""e potuto credere, l’aveva eliminato! mai illinguaggio parlato fucondizionato da una necessit% così inflessi"ile n6cono""e a tal punto la pertinenza delle domande, l’evidenza delle rispo+ste. 2apprima il pianoforte

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solitario si lament#, come un uccello a""an+donato dalla compagna! ilviol ino lo udì, gli rispose come da un al"eroaccanto. Era come al principio delmondo, come se ancora non ci fosseroche loro due sulla terra, o meglio in $uelmondo chiuso a tutto il resto,costruito dalla logica di un creatore, e dove non

sare""ero stati mai altroche loro due:7il mondo della sonata. Era un uccello, era l’anima ancoraincomp le ta del la

 piccola frase, era una fata , $ues to essere invis i" i le e piangente, di cuiil pianoforte ripeteva teneramente il lamentoI 0e suegrida erano cosìimprovvise, che il violinista, per raccoglierle, dovevaprecipitarsi sull’archetto.Meraviglioso uccello 'l violinista sem"rava vo+lerlo incantare, addomesticare,

 prendere. 3i% era entrato nella sua anima,gi% la piccola frase evocata agitavacome $uello di un medium il corpoveramente posseduto del violinista.4Hann sapeva che avre""e parlatoancora una volta. E si era sdoppiato così "eneche l’attesa dell’attimo im+minente in cui le si sare""e ritrovato di fronte, loscosse con uno di $ueisinghi ozzi che un "el verso o una tr is te notiz ia

 provocano in noi , nonF

$uando siamo soli, ma $uando li riferiamo ad amici, nei $uali ci rispec+chiamo come un’altra persona la cui commozione pro"a"ilmente sta perintenerirli.Giapparve, ma, $uesta volta, per li"rarsi in aria e li"rarvisi unattimo solo, comeimmo"ile, e dopo svanire. (osì 4Hann non perdevaneppure un attimo del

tempo cortissimo in cui si protraeva. Era ancora lì,c o m e u n a " o l l a i r i d a t as os p e s a p e r a r i a . ( om e u n a rc o" a l en o , i l c u i splendores’inde"olisce, si attenua, poi risorge, e, prima di spegnersi, siesalta unmomento come non aveva mai fatto! ai due colori che fino adallora avevamostrato, aggiunse altre corde screziate, tutte $uelle del pri+sma, e le fece cantare.4Hann non osava muoversi e avre""e voluto farestar fermi anche gli altri,come se il minimo movimento potesse compro+mettere il prestigio soprannaturale,delizioso e fragile, che era così vicinoa scomparire. Bessuno, in verit%, si sognava di

 parlare. 0a parola ineffa+ "ile di un solo assente, forse di un morto =4Hann non

sapeva se )inteuilancora vivesse>, aleggiando sopra i riti di $uegli officianti, "astava a te+nere avvinta l’at tenzione di trecento persone e faceva di $uella pedana,dove un’anima veniva così evocata, uno dei pi no"ili altari su cui possacompiersi una cerimonia soprannaturale. E così, $uando infine la frase sifudissolta, fluttuando a lem"i nei motivi seguenti che avevano gi% presoil suo posto, ese, sulle prime, 4Hann si irrit# nel vedere che la contessadi Monteriender,cele"re per le sue ingenuit%, si chinava verso di lui perconfidargli le proprieimpressioni prima ancora che la sonata finisse, poinon pot- fare a meno disorridere e forse di trovare anche un senso pro+fondo e inconscio nelle parole

di cui si era servita. 4tupita della virtuosit%degl’interpreti, la contessa esclam#rivolgendosi a 4Hann: «Prodigioso,non ho mai visto niente di cosìimpressionanteO ». Ma uno scrupolo diesattezza le fece correggere la prima

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asserzione, e aggiunse $uesta riser+va: «Biente di così impressionanteO dopo itavolini che "allano»[email protected] p ar ti re d a $ ue ll a s er at a, 4 Ha nn c ap ì c he i l s en ti me nt o c he

1det teaveva nutrito per lui non sare""e mai rinato, che le sue speranze di felici+t%non si sare""ero pi avverate. E i giorni in cui, per caso, era stata an+coragentile e affettuosa con lui, e se aveva avuto $ualche premura,egliregistrava $uei segni apparenti e ingannevoli di un leggero ritorno aluicon la sollecitudine intenerita e scettica, la gioia disperata di chi, assisten+do unamico giunto agli ultimi giorni di un male incura"ile, riferisce co+me fattistraordinari: «'eri ha fatto i conti da s6, ed - stato lui ad accorger+si di un errore disomma che avevamo fatto noi! ha mangiato di gusto unuovo! se lo digerisce "ene,domani proveremo con una costoletta», pursapendo che sono episodi privi disenso alla vigilia di una morte inevita+ "ile. (ertamente, 4Hann era sicuro chese ora ne fosse vissuto lontano,FD

1dette avre""e f inito col diventargl i indifferente, perci# sare""estatocontento che lei lasciasse Parigi per sempre! lui avre""e avuto il coraggiodirimanere, ma non aveva $uello di partire.4pesso glien’era venuta l’idea. 1ra chesi era rimesso al suo studio su)ermeer, avre""e avuto " i sogno d ir i tornare, almeno $ualche giornoall’AXa, a 2resda, a 8runsHicL. Eraconvinto che una

2iana al "agnoJche era stata ac$uistata dal Mauritshuis alla vendita 3oldschmidt comeun

 Bicola Maes, in realt% fosse un )ermeer. E avre""e voluto studiare il$uadro sul posto per convalidare la sua convinzione. Ma lasciare Parigimentre c’era1dette, e anche $uando non c’era,7

 perch6 nei luoghi nuo+vi, dove le sensazioni non sono attutite dall’a"itudine, undolore si ritem+pra, si rianima

7era per lui un progetto così crudele, che si sentiva ca+pace di pensarciincessantemente, solo perch6 si sapeva risoluto a nonme tte rlo in pra ti camai . Ma accadeva che, dormendo, i l proposi to del viaggio rinascessein lui,7senza ricordarsi che $uesto viaggio era im+possi"ile7e lì si realizzasse. 5n giorno sogn# di partire per un anno! af+facciato allo sportello

dello scompartimento verso un giovane uomo che,dal marciapiede, lo salutava piangendo, 4Hann cercava di convincerlo apartire con lui. Mentre il treno si mettevain moto, l’ansia lo svegli#, si ri+co rd # ch e no n dov ev a par ti re , che av re "" e

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visto 1dette la sera s tessa, l ’indomani, e $uasi ogni giorno. Allora,ancora tur"ato dal sogno, "ene+disse le circostanze particolari che lorendevano indipendente, che glipermettevano di restare vicino a 1dette, eanche di riuscire a ottenereche lei $ualche volta gli concedesse di vederlo! e,

ricapitolando tutti $ue+sti vantaggi: la sua posizione sociale7la sua ricchezza, di cui spesso leiav ev a t r op po " i s o gn o pe r no nindie t reggiare davant i a una ro t tura=d icevano per s ino che avesse i l

 pensiero recondito di farsi sposare>7l’amicizia del signor di (harlus, i l $uale, a dir i l vero, non gli avevamaifatto ottenere grandi cose da 1dette, ma che gli regalava la dolcezzadis a p e r e c h e 1 d e t t e s e n t i v a p a r l a r e d i l u i i n m o d ol u s i n g h i e r o d a $uell’amico comune per il $uale lei aveva tanta stima7e infine anche lasua intel l igenz a, che egl i impieg ava tut ta a inven tareogni giorno unnuovo espediente che rendesse la propria presenza, se non gradita,alme+no necessaria a 1dette7

 pens# che cosa sare""e stato di lui se gli fossemancato tutto $uesto, pens#che se fosse stato, come tanti altri, povero,umile, senza risorse costretto adaccettare un lavoro $ualsiasi, oppure le+gato ai genitori, a una moglie, forsesa re "" e st at o cost re tt o a la sc ia re 1dette, che $uel sogno il cui orrore ancora

incom"eva poteva esser vero,e si disse: «Bon si conosce mai la propriafelicit%. Bon si - mai tanto di+sgraziati $uanto si crede». Ma calcol# che$uell’esistenza durava ormaiF

da molti anni, che tutto ci# che poteva sperare era che durasse per sem+pre,che avre""e sacrificato i suoi lavori, i suoi piaceri, i suoi amici, in+sommatutta la sua vita, all’attesa $uotidiana di un appuntamento chenon poteva

 portargli niente di lieto, e si domand# se non stesse s"aglian+do, se ci# che aveva

favor i to i l suo lega me e impedit o la rot tura non avesse reso un cat tivoservizio al suo destino, se l’evento da desiderarenon sare""e stato proprio$uello che si rallegrava di aver avuto luogosoltanto nel sogno, la sua

 partenza! si disse che uno non conosce mai la propria disgrazia, che non si - maitanto felici $uanto si credeJD.(erte volte sperava che 1dette morisse, in un incidente, senza soffrire,lei che erasempre in giro, per la strada, dalla mattina alla sera. E $uandoritornava sana e salva,si meravigliava che il corpo umano fosse così agi+le e forte, che potesse

continuamente fronteggiare, sventare tutti i perico+li che lo circondano =e che 4Hanntrovava innumerevoli da $uando il suodesiderio segreto li aveva calcolati>, ecosì permettesse agli esseri umanidi dedicarsi ogni giorno, e $uasi impunemente,

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alla loro opera di menzo+gna, al perseguimento del piacere. E 4Hann sentivamolto vicino al suocuore $uel Maometto n di cui gli piaceva il ritratto dipinto dal8elliniF

!il $uale, accorgendosi di essersi innamorato pazzamente di una delle suemogli, la pugnal# allo scopo, dice ingenuamente il suo "iografo venezia+no, di ri trovare la propria li"er t% di spir ito. Poi si indignava di pensaresolamente a se stesso, e lesofferenze che aveva provato lui gli sem"rava+no non meritare piet%, dal momentoche lui stesso faceva così poco contodella vita di 1dette.Bon potendo separarsidefinitivamente da lei, se almeno le fosse statoaccanto senza separazioni, il suodolore avre""e finito col calmarsi, e,forse, il suo amore, con lo spegnersi.E, visto che lei non voleva lasciareParigi per sempre, avre""e desiderato che nonne partisse mai. 4apendoche l’unica lunga assenza che lei faceva ogni anno era$uella di agosto e4ettem"re, aveva almeno il vantaggio, parecchi mesi prima, discioglier+ne il pensiero amaro in tutto il /empo futuro che egli portava gi% dentrodis6 e che, composto di giorni simili ai presenti, circolava trasparente efreddonell’animo suo, dove manteneva la tristezza, ma senza causarglisofferenzetroppo vive. Ma $uest’avvenire interiore, $uesto fiume incolo+re e li"ero, ecco cheuna sola parola di 1dette veniva a raggiungerlo fin nelle profondit% dell’animo,e, come un "locco di ghiaccio, lo immo"iliz+zava, ne induriva la fluidit%, locongelava tutto $uanto! e, d’improvviso,4Hann si sentiva pieno di una massa enormee infrangi"ile che premevasulle pareti interne del suo essere fino a farloscoppiare: perch6 1dettegli aveva detto, con uno sguardo sorridente e sornione

«&orcheville far%

un "el viaggio, a Pentecoste. )a in Egitto», e 4Hann aveva su"ito intesoche$uesto significava: «A Pentecoste andr# in Egitto con &orcheville».'nfatti,$ualche giorno dopo, se 4Hann le diceva: «4enti un po’, a propo+sito di $uel viaggioche mi hai detto che farai con &orcheville», lei rispon+deva sventatamente: «4ì,tesoro, partiamo il D, ti manderemo una carto+li na i l lust ra ta de l le Pi rami di».Al lo r a l u i av re""e vo lu to s ape r e s e e r a l’amante di &orcheville,

chiederlo direttamente a lei. 4apeva che, super+stiziosa com’era, certispergiuri non li avre""e mai fatti , e poi il timore, che l’aveva trattenuto fino adallora, d’irritare 1dette interrogandola, difarsi detestare da lei, non esisteva

 pi adesso che aveva perduto ogni speranza di esserne amato.5n giornoricevette una lettera anonima, diceva che 1dette era statal’amante diinnumerevoli uomini =ne citava $ualcuno, fra cui &orcheville,il signor di 8r6aut6 e il

 pittore>, di donne, e che fre$uentava le case di ap+puntamenti. 0o tortur# il pensieroche fra i suoi amici ci fosse un indivi+duo capace di indirizzargli una letterasimile =perch6 cert i par t icolar i r i +velavano in chi l ’aveva scr i t ta una

conoscenza fa mi l iare del la vi ta di 4Hann>. (erc# di capire chi potesse essere.Ma non aveva mai avuto ideadelle azioni occulte degli uomini, $uelle che nonhanno legame vis i"i lecoi loro discors i . E $uando vol le scopr i re la

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regione sconosciuta dove $uell’atto igno"ile era dovuto nascere, se doveva cio-collocarlo piuttostosotto il carattere apparente del signor di (harlus, o delsignor des 0au+mes, o del signor d’1rsan, siccome nessuno di loro aveva maiapprovatodavanti a lui le lettere anonime, anzi, in tutti i loro discorsi era implicitoche

le disapprovavano, non vide ragione per collegare $uella "assezzaalla naturadell’uno piuttosto che dell’altro. 0’indole del signor di (har+lus era un po’ $uellad’uno s$uili"rato, ma fondamentalmente era "uonae aff et tuosa! $uel la delsignor des 0aumes era un po’ arida, ma sana eretta. *uanto al signor d’1rsan, 4Hann non aveva mai incontrato nessu+no che, anche nel le circostanze

 pi tr is ti , gl i avesse detto una parola al+ trettanto sentita, un gesto pi discreto eappropriato. Anzi non riusciva acapire la parte poco delicata che la gente attri"uiva alsignor d’1rsan, nellegame che aveva con una donna ricca, e, sempre, $uando pensavaa lui,era costretto a lasciare da parte $uella cattiva nomea, inconcilia"ilecontante testimonianze sicure di delicatezza. Per un attimo 4Hann sisentìottene"rare la mente e pens# ad altro per ritrovare un po’ di luce. Poi e"+ "e ilcoraggio di tornare a $ueste riflessioni. Ma allora, non avendo potu+to sospettare dinessuno, dovette sospettare di tutti. 'n fin dei conti, il si+gnor di (harlus gli voleva

 "ene, aveva "uon cuore! ma era un nevropati+co, magar i domani avre""e pianto asaperlo malato, e oggi, per gelosia,J

 per collera, per $ualche idea improvvisa che si era impadronita di lui, avevadesiderato di fargli del male. 'n fondo $uesta specie di uomini - lapeggiore di tutte.(erto, il principe des 0aumes era molto lontano dal vo+ler "ene a 4Hann $uanto il

signor di (harlus. Ma, appunto per $uestonon aveva nei suoi riguardi lamedesima suscetti"ilit%! e poi, senza du"+ "io, era un’indole fredda, ma incapacecosì di "assezze come di azionimagnanime. 4Hann si pentiva di nonessersi legato, nella vita, solo agente così. Poi rifletteva che $uel cheimpedisce agli uomini di far delmale al prossimo, - la "ont%, che, in definitiva,

 poteva fidarsi solo di tem+peramenti simili al suo, com’era, dal punto di vista delsentimento, $uel+lo del signor di (harlus. Al solo pensiero di dare a 4Hannun dispiaceredel genere, egl i s i sare""e r i"el la to. Ma con un uomoinsensi"ile, diun’altra specie di umanit%, come era il principe des 0aumes, in che

modoprevedere le azioni a cui potevano spingerlo moventi di un’essenza di+versaI Aver cuore - tutto, e il signor di (harlus aveva cuore. Beanche alsignor d’1rsan mancava, e i suoi rapporti con 4Hann, cordiali ma pocointimi, natidal piacere che provavano a discorrere insieme, avendo sututto le stesseidee, erano pi riposanti che non l’affetto esaltato del si+gnor di (harlus,capace di giungere ad atti passionali nel "ene e nel ma+le. 4e c’era $ualcuno da cui4Hann si era sempre sentito compreso e ama+to con delicatezza, era il signor d’1rsan.3i%, ma la vita poco rispetta"ileche conducevaI 4Hann rimpiangeva di non avernetenuto conto, di averespesso dichiarato, scherzando, che non aveva mai provato

sentimenti disimpatia e di stima così vivi come in compagnia d’un fara"utto. Bon pernul la, si diceva adesso, da $uando gli uomini giudicano il prossimo,lofanno in "ase alle azioni. Bon c’- nient’altro che significhi $ualche

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cosa,non certo ci# che diciamo, pensiamo. (harlus e des 0aumes possono ave+re$ ue st o o $ ue l d if et to , m a s on o p er so ne p er "e ne . 1 rs an m ag ar inonne.ha, ma non - una persona per"ene! pu# avere agito male una volta dipi. Poi4Hann sospett# di G6mi, il $uale, - vero, avre""e potuto soloispirare la

lettera, ma, per un momento, $uesta gli parve la pista "uona.Prima di tutto,0oredan aveva motivi di risentimento verso 1dette. E poicome non supporre che idomestici, vivendo in una condizione inferiorealla nostra, aggiungendo al nostro

 patrimonio e ai nostri difetti ricchezzee vizi immaginari per i $uali ci invidiano e cidisprezzano, si troverannofatalmente condotti ad agire in modo diverso dalle personedel nostro ce+toI 4ospett# anche di mio nonno. 1gni volta che 4Hann gli avevachiestoun favore, non glielo aveva sempre negatoI inoltre, con le sue idee

 "or+ghesi, poteva aver creduto di agire per il "ene di 4Hann. 4ospett# inoltred i8 e r g o t t e , d e l p i t t o r e , d e i )er d u r i n ! a n c o r a u n a v o l t a a m m i r # ,d i

 passaggio, la saggezza del la gente della "uona societ% che evi ta$uegliam"ienti artistici dove cose del genere sono possi"ili, magari persino am+messe come tiri "urloni! ma poi ricord# certi tratti di rettitudine moraledi$uei "ohemiens, e li paragon# alla vita piena di espedienti, $uasi di im"rogli,a cui la mancanza di denaro, il "isogno del lusso e la corruzio+ne dei piaceri,conducono spesso l’aristocrazia. 'n "reve, $uella letteraanonima provava cheegli conosceva un individuo capace di scelleratez+za, ma non c’era ragione dicredere che tale scelleratezza fosse nascostanelle l%t-"re del carattere

7inesplorate7dell’uomo sensi"ile piuttostoche dell’uomo freddo, dell’artista piuttosto che del

 "orghese, del gran si+gnore piuttosto che del servo. (he criterio adottare per giudicaregli uo+miniI 'n fondo, fra le persone che conosceva non ce n’era una chenonpotesse essere capace di una "assezza. 8isognava smettere di vederli tut+tiI 0amente gli si anne""i#, due o tre volte si pass# le mani sulla fronte,asciug# le lentidel

 pince nezcol fazzoletto, e riflettendo che, dopotutto,gente che valeva $uanto luifre$uentava il signor di (harlus, il principedes 0aumes e gli altri, si disse checi# significava, se non proprio che fos+ser o in ca pa ci di "a ss ez ze , al menoch e si a un a nec es si t% de ll a vi ta , al la $uale tutti si sottomettono, fre$uentare

 persone che forse non ne sono in+capaci . E continu# a stringere la mano a tuttigli amici di cui aveva so+spettato, con la riserva puramente formale cheforse avevano cercato diridurlo alla disperazione.*uanto alla sostanza dellalettera, non se ne in$uiet#, perch6 neppureuna delle accuse formulate contro 1dette

aveva om"ra di verosimiglian+za. 4Hann, come molti, era pigro di mente e mancavad’inventiva. Batu+ralmente, come verit% generale, sapeva che la vita degliesseri umani -piena di contraddizioni! ma, per ciascuno in particolare immaginava

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chetutta la parte ignota della sua vita fosse identica alla parte che conosceva.(i# chegli veniva taciuto, l’immaginava con l’aiuto di ci# che gli venivadetto. Beimomenti in cui 1dette era insieme a lui, se parlavano di unfatto indelicatoo di un sentimento indelicato, commesso o provato daun’altra persona

l e i l i c o n d a n n a v a i n n o m e d e g l i s t e s s i p r i n c ì p i c h e 4Hann avevasempre sentito professare dai propri genitori, e ai $uali erarimasto fedele! e poi1dette sistemava i fiori nei vasi, "eveva una tazzadi t-, si preoccupava deilavori di 4Hann. E così 4Hann estendeva $uestea"itudini al resto della vita di 1dette,ripeteva $uei gesti $uando volevaraffigurarsi i momenti che lei era lontana da lui. 4egliel’avessero dipintacom’era, o meglio, come per tanto tempo era stata conlui, ma accanto aun altro uomo, avre""e sofferto, perch6 $uell’immagine glisare""e sem+ "rata verosimile. Ma che andasse dalle mezzane che, sia""andonasse a;orge con donne, che conducesse l’esistenza dissoluta delle creaturea"+ "iette, era una fantasia insensata! e grazie a 2io, i crisantemi evocati, i t-cheerano seguiti, le indignazioni virtuose, non lasciavano posto per farlediventare realt%.4olo ogni tanto lasciava capire a 1dette che, per cattive+ria, gli raccontavano tutto ci#che lei faceva! e servendosi, a tempo e luo+go, di un particolare insignificante mavero, saputo per caso, come se fos+se il solo frammento che si lasciava sfuggiresuo malgrado, fra tanti, diuna ricostruzione completa della vita di 1detteche egli teneva nascostadentro di s6, la induceva a supporlo informato dicose che in realt% nonsapeva e nemmeno sospettava, infatti, che se ne

rendesse conto oppureno, se molto spesso scongiurava 1dette di non alterare laverit%, era soloperch6 1dette gli dicesse tutto $uel che faceva. (erto,come dicev a a1dette, egli amava la sincerit%, ma l’amava come unaruffiana in gradodi tenerlo informato sulla vita dell’amante. (osì il suoamore per la sin+cerit%, non essendo disinteressato, non l’aveva resomigliore. 0a verit%che gli stava a cuore era $uella che gli avre""e riferito 1dette,ma per ot+tenerla, egli non esitava a ricorrere alla menzogna, la menzogna chenoncessava di dipingere a 1dette come tramite di degradazione per ogni es+sereumano. 'nsomma mentiva $uanto 1dette perch6, pi infelice di lei,non era meno

egoista. E lei, sentendo 4Hann raccontarle in $uel modo$ualche cosa che leiaveva fatto, lo guardava con aria diffidente e, a ogni "uon conto, irritata, per nonaver l’aria di umiliarsi e di arrossire delleproprie azioni.5n giorno, trovandosinel periodo di calma pi lungo che ancora aves+se potuto attraversare senza esser ripreso da accessi di gelosia, 4Hannaveva accettato di andare la sera a teatro conla principessa des 0aumes.Aperto il giornale per vedere che cosa dessero, il titolo,0e ragazze di mar+modi /eodoro 8arri-re

, lo colpì così crudelmente che fece un movi+mento indietro e volt# il capodall’altra parte. 'lluminata come dalle lucid e l l a r i " a l t a , n e l l a n u o v a p o s t a z i o n e c h e o c c u p a v a , $ u e l l a p a r o l a «marmo», che egli aveva

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 perduto la facolt% di distinguere, tanto era a"i+tuato ad averla spesso sotto gli occhi,di colpo gli era ridiventata visi"ilee su"ito gli aveva fatto ricordare la storia che1dette una volta gli avevaraccontato, di una visita fat ta al4alon du Palais de l’industrie

Jinsiemecon la signora )erdurin, che le aveva detto: «4tai attenta, sapr#sgelar t i "en io , tu non se i f a t t a d i marmo». 1det te g l i aveva de t toche era solouno scherzo, e lui non aveva att ri"uito alla cosa alcunaimportanza. Maallora aveva in lei pi fiducia di adesso. E, per l’appunto, la letteraanoni+ma parlava di amori di $uesto genere. 4enza osare alzar gli occhi versoilgiornale, lo pieg#, volt# pagina per non vedere pi $uell’espressione,

«0e ragazze di marmo», e incominci# a leggere macchinalmente il noti+

ziario delle province. (’era stata una tempesta sulla Manica, si segnala+vano danni a 2ieppe, (a"ourg, 8euzeval. 2i colpo fece un altro movi+mento all’indietro.'l nome di 8euzeval l’aveva fatto

 pensare a $uello di un’altra local it%della stessa regione, 8euzeville, che portaunito con un trattino un secon+do nome, 8r6aut6! 4Hann lo aveva visto spessosulle car te geografiche,ma, per la prima volta, si accorgeva che era lo stesso delsuo amico, il si+g n o r d i 8 r 6 a u t 6 , u n o d i c u i l a l e t t e r a a n o n i m ad i c ev a c h e e ra s ta t o l’amante di 1dette. 2opotutto, per i l signor di

8r6aut6 l’accusa non erainverosimile! ma, per $uanto riguardava la signora)erdurin, era proprioimpossi"ile. 2al fatto che 1dette $ualche volta mentiva,non si potevaconcludere che non dicesse mai la verit%, e, nelle frasi scam"iate conla si+gnora )erdurin, che lei stessa gli aveva riferito, 4Hann aveva riconosciu+to$uegl i scherz i inut i l i e per icolos i che , per inesper ienza de l l a v i t aeignoranza del vizio, dicono talvolta alcune donne rivelando così laloroinnocenza, anche donne, come 1dette per esempio, lontanissime dal pro+vareu n a t e n e r e z z a a p p a s s i o n a t a p e r u n ’ a l t r a d o n n a . A lc o n tr a r i o , l’indignazione con cui 1dette aveva respinto i sospetti

 provocati invo+lontariamente col suo racconto, $uel la sì che $uadrava contutto $uantoegli sapeva, dei gusti, del temperamento della sua amante. Ma,in $ue lmomento , pe r una d i $ue l l e i s p i r az ion i t i p i che de l ge los o ,ana loghe a$ue l l a che f a nas ce r e ne l poe t a o ne l l o s c i enz i a to , da lsolo possesso diuna rima o di un’osservazione, l’idea o la legge da cuitrarranno tutta laloro forza, 4Hann si ricord#, per la prima volta, una fraseche gli avevadetto 1dette, oramai due anni prima: «1h, in $uesto momento lasignora)erdurin non ha o cchi che per me, mi dice che sono un amore,mi a" + "raccia, vuole che esca con lei a far le compere, vuole che le dia del

tu».0ungi, allora, dal leggere in $uesta frase un rapporto $ualsiasi con gli as+surdidiscorsi, destinati a simulare il vizio, che 1dette gli aveva riferiti egli l’avevaaccolta come prova di una ardente amicizia. Ed ecco che orail ricordo della tenerezza

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della signora )erdurin veniva d’un tratto a so+vrapporsi al ricordo di $uell’altraconversazione di pessimo gusto. Bellasua mente non poteva pi separarli, eli vide mescolati insieme anchenella realt%, la tenerezza donava un $ualcosadi serio e di importante allac o n v e rs a zi o n e sc h e r zo s a, c h e , v i ce ve rs a ,

l e f a c e v a p e r d e r e u n p o ’ d’innocenza. 4Hann and# da 1dette. 4i sedettelontano da lei . Bon osava "aciarla, non sapendo se in lei , se in lui, un "acio avre""e r i svegl iato l’affetto o la collera. /aceva, guardava morire il loroamore. A un tratto sidecise.<

«1dette, le disse, mia cara, so di essere odioso, ma "isogna che ti do+mandi una cosa. /i r icordi l ’ idea che mi era venuta a proposi to di teedella signora )erdurinI 2immi se era vero, con lei o con un’altra.»1dette scosse ilcapo, storcendo la "occa, segno adoperato spesso dallagente per rispondere che

non andranno, che non gli interessa, a chi glichiede: «)errete a vedere lacavalcata, assisterete alla GivistaI». Ma $uel+lo scuotere la testa, collegatod’a"itudine a un avvenimento futuro, sug+gerisce, proprio per $uesto, un po’d’incertezza nella negazione di un av+venimento passato. Per di pi, evoca soloragioni di convenienza perso+nale, anzich6 riprovazione e un’impossi"ilit%morale. )edendo 1dettefargli segno che non era vero, 4Hann capì che forse loera.«/e l’ho gi% detto, lo sai "enissimo, aggiunse 1dette con aria irritata einfelice.74ì, lo so, ma ne sei sicuraI Bon dirmi: Q0o sai "enissimoQ, dimmi: QBon ho

mai fatto cose del genere con nessuna donnaQ.»0ei ripet- come una lezione, intono ironico e come se volesse s"araz+zarsi di lui:«Bon ho mai fatto cose delgenere con nessuna donna.7Me lo puoi giurare sulla tua medaglia di

 Botre 2ame de 0aghetti».;4Hann sapeva che su $uella medaglia 1dette non avre""e mai giuratoil falso.«1h4ei un vero tormento, esclam# sottraendosi con uno scatto allastretta della

domanda. Ma $uando la farai finitaI (he cos’hai oggiI Naiproprio deciso difarti detestare, odiare. Ecco, io volevo tornare a esserefelice con te, come unavolta, ed ecco il tuo ringraziamento»Ma, senza lasciare la presa, come un chirurgoaspetta la fine dello spa+s i m o p e r i l $ u a l e i n t e r r o m p el ’ i n t e r v e n t o m a s e n z a p e r $ u e s t o rinunciarvi.«Nai proprio tortose credi che te ne vorrei pi di tanto, 1dette, le dis+se con una dolcezza persuasiva e

 "ugiarda. 'o non ti dico che ci# che so, eso sempre di pi di $uel lo che dico. Matu sola puoi addolcire, con unaconfessione, $uel che mi spinge a odiarti finch6 adenunciarmelo sono glialtri. 0a mia collera contro di te non deriva dalle tue

azioni, ti perdonotutto perch6 ti amo, ma dalla tua falsit%, dalla tua assurda falsit%che ti fapersistere nel negare cose che gi% so. Ma come puoi pensare che io possacontinuare ad amarti, $uando ti vedo sostenere, giurare, una cosa che sof al saI

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1det te , non pro lungare $ues to momento che - una tor tura per tu t t ’ edue. 4e tu lo vuoi, sar% finita in un attimo, sarai li"era per sempre.2immelo sulla tuamedaglia, sì o no, se hai mai fatto $uelle cose.»@

«Ma che ne so io, esclam# lei con ra""ia, forse tanto tempo fa,senzarendermi conto di $uel che facevo, forse due o tre volte.»4Hann avevaconsiderato tutte le possi"ilit%. 0a realt% dun$ue - $ual+cosa che non ha alcunrapporto con le possi"ilit%, non pi di $uanto lacoltellata che ci colpisce nea""ia coi movimenti leggeri delle nuvole so+pra il nostro capo, giacch6$uelle parole «due o tre volte» impressero avivo nel suo cuore una specie dicroce. Era strano che $uelle parole «dueo tre volte», nient’altro che parole, parole

 pronunciate nell’aria, a. distan+za, potessero straziare il cuore così tanto, come se lotoccassero veramen+te, come se potessero farlo ammalare, per un veleno

realmente ingerito.'nvolontariamente 4Hann pens# alla frase che avevaudito in casa dellasignora di 4aint+Euverte: « la cosa pi impressionante che hovisto, do+po i tavolini che "allano». 0a sofferenza che provava nonsomigl iava anul la d i $uel che s i e ra f igura to . Bon solo perch6 ne imo me nti d i pi c o m p l et a d i f f i d e n z a , r a r a m e n t e s ’ e r a s p i n t o a da n d a r e c o s ì a v a n t i nell’immaginazione del male, ma perch6, anche $uandol’aveva immagi+nata $uella cosa restava vaga, incerta, spoglia dell’orrore particolarechesi era sprigionato dalle parole «forse due o tre volte», sprovvista di $uel+laspecifica crudelt% così diversa da tutto ci# che egli aveva conosciuto,come

una malattia che ci colpisce per la prima volta. E, tuttavia, l’1detteda cui gl i venivatutta $uella sofferenza, non gli era meno cara, pi pre+ziosa invece, come sevia via che la sofferenza cresceva, crescesse in paritempo e misura, il valored el ca lma nt e, de l c on tr av ve le no ch e s ol o l ei p o s s e d e v a . ) o l e v ad e d i c a r l e p i c u r e , c o m e a u n a m a l a t t i a c h e d’improvvisosi scopre pi grave. )oleva che la cosa orrenda che gli ave+va detto di aver fatto«due o tre volte» non potesse ripetersi. Per $uestodoveva vegliare su 1dette. 4idice spesso che, denunciando a un amico lecolpe della sua amante, si finiscesolo con l’avvicinarlo di pi a lei, per+ch6 non ci crede, ma $uanto - pi

vero se ci crede Ma, si diceva 4Hann, come riuscire a proteggerlaI Poteva forse preservarla da una determinatadonna, ma ce n’erano centinaia di alt re , e capì$uale follia era entrata inlui la sera in cui non aveva trovato 1dette dai)erdurin, $uando avevacominciato a desiderare il possesso, sempre impossi"ile, diun altro esse+re. &ortunatamente per 4Hann, sotto le nuove sofferenze che, comeorded’invasori , gli erano penetrate nel l’animo, resisteva un fondonaturale,pi antico, pi dolce, e silenziosamente la"orioso, come le celluledi unorgano ferito che si mettono su"ito all’opera per riformare i tessutilesi,come i muscoli di un arto paralizzato che tendono a riprendere i

 proprimovimenti. *uesti pi antichi, pi autoctoni a"itanti del suo animo foca+l i z z a r o n o p e r u n i s t a n t e t u t t e l e f o r z e d i 4 H a n n i n$ u e l l a v o r o

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oscuramente riparatore che d% l’illusione del riposo a un convalescente, aun operato.*uesta volta, non fu tanto nel cervello di 4Hann, come acca+deva di solito, chesi produsse $uella dis tensione per sf inimento, mapiut tosto nel cuore.

Per#, tutte le cose delfa vita che sono esistite un tem+po, tendono a ricrearsi, e comeun animale morente che agitato di nuovodai sussulti d’una convulsione chesem"rava finita, sul cuore di 4Hann,risparmiato per un istante, la medesimasofferenza ritorn# ancora a trac+ciare la medesima croce. Gicord# le sere alchiaro di luna, $uando, sdra+iato nella )ictoria che lo conduceva in rue 0aP6rouse, coltivava volut+tuosamente dentro di s6 le emozionidell’innamorato, senza sapere chefrutti velenosi avre""ero necessariamente

 prodotto. Ma tutti $uesti pen+sie r i durarono appena lo spazio d i unsecondo, il tempo di portarsi lamano al cuore, riprendere fiato, e sforzarsi asorridere per dissimulare ilsuo strazio. 3i% ricominciava a fare domande.Perch6 la sua gelosia, do+po essersi assunta una fatica che nessuno dei suoi nemiciavre""e affron+tato per riuscire a fargli assestare $uel colpo e a fargli conoscere ildolorepi crudele che finora avesse mai conosciuto, la sua gelosia non pensavacheavesse sofferto a""astanza, e cercava di fargli ricevere una ferita piprofonda ancora.(ome una divinit% malvagia, la gelosia ispirava 4Hanne lo spingeva alla sua

 perdizione. Bon fu per colpa sua, ma solo di 1det+te, se, da principio, il suo supplizionon divenne pi grave.«(ara, le disse, e ho finito, era con una che conoscoI7Ma no, te lo giuro! del resto credo di aver esagerato, non sono arri+vata fino

a $uel punto.»0ui sorrise e riprese:«(he cosa vuoiI non importa, ma - un peccato chetu non possa dirmiil nome. Potermi rappresentare la persona, m’impedire""edi pensarciancora. 0o dico per te, perch6 non ti darei pi fastidio. cosìrilassanterappresentarsi le cose /erri"ile - invece ci# che non ci si pu# immagina+re. Ma sei gi% stata così gentile, non voglio stancarti. /i ringrazio di tuttocuore per il

 "ene che mi hai fatto. finita. 4olo una parola: Q*uanto tem+po faIQ71h, (harles, ma non vedi che mi stai uccidendo, - una storia vec+chissima.

 Bon ci avevo mai ripensato, si dire""e che tu voglia per forzarimettermi in

testa $uelle idee. Avrai fatto un "el guadagno», aggiunsecon una stupidit%incosciente e una cattiveria voluta.«1h, volevo solo sapere se - successo dopo che cisiamo conosciuti. Masare""e tanto naturale, - successo $uiI Bon puoi indicarmi unacerta se+ra, in maniera che io mi possa ricordare $uel che stavo facendoalloraID(apisci "ene che non - possi"ile che tu non ricordi con chi, 1dette, amormio.7Ma non lo so, credo che avvenne al 8ois una sera che sei venuto

araggiungerci nell’isola. Eri stato a cena dalla principessa des0aumes»d is se l ei , f el ic e d i f or ni re u n p ar ti co la re p re ci so c h edimo str ava la suasincerit%. «A una tavola accanto c’era una donna che non

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vedevo da mol+tissimo tempo. Mi ha detto: Q4u, venite dietro $uella piccolaroccia a ve+dere l’effetto del chiaro di luna sull’ac$uaQ. 0i per l ì hos"adigliato e horisposto: QBo, sono stanca, e sto "ene $uiQ. 0ei ha affermato chenon c’eramai stato un chiaro di luna così. 'o le ho detto: Q*uante storieQ,

sapevo "ene dove voleva arrivare.»1dette raccontava $uasi ridendo, sia che la cosale sem"rasse del tuttonaturale , s ia perch6 credeva di a t tenuarne lagravi t% , si a per non aver l’aria umiliata. )edendo la faccia di 4Hann, cam"i#tono:«4ei un misera"ile, ti diverti a torturarmi, a farmi dire "ugie, ledicosolo per essere lasciata in pace».*uesto secondo colpo inferto a 4Hann fu ancora

 pi atroce del primo.Mai aveva supposto che fosse una cosa tanto recente, nascosta aisuoi oc+chi che non l’avevano saputa scoprire, non avvenuta in un passatosco+nosciuto, ma nel corso di serate che ricordava tanto "ene, che avevavis+suto con 1dette, che aveva creduto di conoscere tanto "ene, e adesso ac+$ ui st av an o, r et ro sp et ti va me nt e, $ ua lc he c os a d i f ur "e sc o e d iatroce!tutt’a un tratto si scavava in loro $uella voragine spalancata, $uelmo+mento sull’isola del 8ois. 4enza essere intelligente, 1dette aveva il donodellanaturalezza. (on tanta semplicit% aveva raccontato, mimato la sce+na, che 4Hannansimante vedeva tutto: lo s"adiglio di 1dette, la piccolaroccia . 0a sentivarispondere,7gaiamente ahim-7: «*uante storie»4 e n t i v a c h e $ u e l l a s e r a n o n g l i a v r e " " e d e t t o

a l t r o , c h e n o n d o v e v a aspettarsi nuove rivelazioni per ora! taceva! le disse:«Povera cara, perdo+nami, sento che ti faccio soffrire, - finita, non ci penso pi».Ma1dette vide che gli occhi di lui restavano fissi sulle cose che nonsapeva esu $uel passato del loro amore, monotono e dolce nella memo+ria proprio

 perch6 vago, che, adesso, $uel minuto sull’i sola del 8ois, al chiaro di luna,dopo la cena in casa della principessa des 0aumes, lacera+va come una ferita. Ma4Hann era così a"ituato a trovare interessante lavita,7ad ammirare le scoperte curiose che vi si possono fare,

7che,pur soffrendo fino a credere di non potere sopportare a lungo un dolorecosì, sidiceva: «0a vita - davvero stupefacente e riserva di "elle sorprese!insomma il vizio -molto pi diffuso di $uanto si creda. Ecco una donnain cui avevo fiducia, che haun’aria così semplice, così onesta e che, inJFogni caso, anche se - leggera, pareva di gusti normalissimi e sani: sulla "asedi una denuncia inverosimile la interrogo, e il poco che mi confessarivela "en pi di$uanto fosse possi"ile sospettare». Ma non poteva limi+tarsi a $ueste osservazioni

disinteressate. (ercava di pesare con esattezzail valore di ci# che lei gli avevaraccontato, per sapere se doveva conclu+dere che $uelle cose le aveva fatte spesso, sesi sare""ero ripetute. Gitor+nava alle parole che lei aveva detto: «)edevo "ene dove

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voleva arrivare»,«2ue o tre volte», «*uante storie», ma, nella memoria di4Hann, noncomparivano disarmate, ognuna "randiva un coltello e lo colpiva di nuo+vo. Per molto tempo, come un malato che non riesce a non fare ogni mi+nuto ilmovimento che gli - doloroso, si ridiceva $uelle parole: «4to "ene$ui», «*uante

storie», ma la sofferenza era tanto forte che lo o""ligava afermarsi. 4i meravigliavadi come azioni che aveva sempre giudicato conleggerezza, allegramente, adessofossero diventate per lui gravi comeuna malattia di cui si pu# morire.(onosceva certo, $ualche donna a cuiavre""e potu to chiedere d isorvegl ia re 1det te. Ma come sperare cheavre""ero assunto il suostesso punto di vista, e non che non sare""erorimaste in $uello che era stato

 per tanto tempo il suo, che aveva sempreguidato la sua esistenzavoluttuosa, e non gli avre""ero detto ridendo:«8rutto geloso, vuol privaregli altri di un piacereI». Attraverso $ualetra"occhetto, spalancatosiall’improvviso, =lui che un tempo dall’amoreper 1dette aveva tratto solodelicati piaceri> era precisato in $uesto nuo+vo cerchio d’inferno, senza scorgere unavia d’uscita. Povera 1dette nonce l’aveva con lei. Era colpevole solo amet%. Bon dicevano che $uas i "am"ina era sta ta venduta a un riccoinglese, dalla madre stessa, a Biz+zaI (he verit% dolorosa ac$uistavano per lui$ueste righe delKournal d’un po-tedi Alfred de )ign9lette in passato con indifferenza: «*uando cisentiamo innamorati d’una donna,

dovremmo dirci: chi le sta intornoIcosa - stata la sua esistenzaI /utta la felicit%della vita si "asa su $uesto».4Hann si meravigliava che semplici frasicompitate dalla sua mente, co+me «*uante storie», «)edevo "ene dove volevaarrivare», potessero far+gli tanto male. Ma $uelle che lui credeva semplici frasi, sirendeva contoche erano i pezzi dell’armatura dentro cui resisteva, e poteva esserglire+st itui ta, la sofferenza che aveva provato durante il racconto di1det te .Perch6 era precisamente $uel la la sof ferenza che provava dinuovo.Adesso poteva pure sapere,7

anzi, col passare del tempo, avre""e potu+to anche dimenticare, perdonare!7ma nel momento in cui s i r idiceva$uelle parole l ’ant i ca sofferen za lofaceva tornare com’era prima che1dette parlasse: ignaro, fiducioso! per farlo colpire dalla confessione di1dette, la sua crudele gelosia lo rimettevanella posizione di chi ancoraJ

non sa, e dopo parecchi mesi $uella vecchia storia seguitava a sconvol+gerlo

come una rivelazione. 4Hann ammirava la terri"ile potenza ricrea+trice della suamemoria. 4olo dall’inde"olirsi di $uella generatrice, la cuifecondit% diminuiscecon gli anni, poteva sperare un’attenuazione allapropria tortura. Ma $uando il

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 potere di farlo soffrire che aveva una dellef rasi pronunciate da 1dette ,app ari va un poc o esa uri to, all ora una di $uelle su cui finora la mente di4Hann si era fermata meno, una parola$uasi nuova, veniva a dare il cam"io allealtre e lo colpiva con intatto vi+gore. 'l ricordo della sera in cui era stato a

ce na da ll a pri nc ip es sa de s0aumes gli era doloroso, ma era solo il centrodel suo male, che si irra+diava confusamente intorno su tutti i giorni vicini.E, $ualun$ue puntoegli volesse toccare nel ricordo, a fargli male era tuttaintera la stagionein cui i )erdurin avevano cenato così spesso all’isola del 8ois./anto che,a poco a poco, le curiosit% suscitategli dalla gelosia furononeutral izzatedalla paura del le nuove torture che si sare""e infl it toappagandole. 4irendeva conto che tutto il periodo della vita di 1dettetrascorso primache lei lo incontrasse, periodo che lui non aveva mai cercatodi rappre+sentarsi , non era la distesa astratta che egl i intravedevavagamente maera fatto di determinati anni, colmo di episodi concreti. /emeva per#che,venendo a conoscerli, $uel passato incolore, fluido e sopporta"ile pren+desse un corpo tangi"ile e immondo, una faccia individuale e dia"olica.Econtinuava a non volerselo immaginare, non pi per pigrizia mentale,ma per pauradi soffrire. 4perava che finalmente un giorno avre""e po+ tuto sentire il nomedell’isola del 8ois, della principessa des 0aumes sen+za provare lo strazio antico,e trovava imprudente provocare 1dette afornirgli nuove frasi, nomi di luoghi,circostanze diverse che, appena cal+mato il suo male, l’avre""ero fatto rinascere sottoaltra forma.Ma spesso le cose che non sapeva e che adesso temeva di sapere, 1det+testessa gliele rivelava spontaneamente, e senza rendersene conto! infat+ti, lo scarto che

il vizio creava fra la vita reale di 1dette e la vita $uasi in+nocente che 4Hann avevacreduto conducesse, e che seguitava a credere,di $u es to sc ar to 1d et teignorava l ’ estens ione: un indiv iduo v iz ioso ,ostentando sempre lastessa virt davanti a coloro da cui non vuole chesiano sospettati i suoi vizi,manca di controllo per rendersi conto $uanto$uei vizi, la cui crescita continua sfuggealla sua sensi"ilit%, lo trascinanoa poco a poco lontano dai modi normali di vita.(oa"itando, nella mentedi 1dette, col ricordo delle azioni che a 4Hann tenevanascoste, altre apoco a poco ne r icevevano i l r iflesso, ne venivanocontagiate, senza che le i po tes se t r ova rc i n i en t e d i s t rano , s enza

s tonare ne l par t i co lare am+ " iente in cui l e f aceva v ivere dent ro d is6! ma $uando le raccontava aJJ4Hann, egli era spaventato dalla rivelazione dell’atmosfera che tradiva.5ngiorno egli cercava, senza ferirla, di chiedere a 1dette, se era mai an+d ata da$ualche mezzana. A d ire i l vero , e ra convinto d i no! laletteraanonima gliene aveva insinuato nella mente il du""io, ma in modo mec+canico! e non vi aveva ot tenuto credi to, per# di fa t to vi era r imasta ,e4Hann, per s"arazzarsi della presenza puramente materiale eppure fasti+diosa del

sospetto, desiderava che 1dette lo estirpasse. «1h no. Mica chenon mi stianosempre appresso», aggiunse senza pensare che svelandocon un sorriso unasoddisfazione di vanit%, $uesta potesse sem"rare po+co legittima agli occhi di 4Hann:

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«(e n’- una che anche ieri - rimasta adaspettarmi per pi di due ore, mi offriva$ualsiasi prezzo. Pare che ci siaun am"asciatore che le ha detto: Q4e nonme la porta te mi uccid oQ. 0e hanno detto che ero usci ta, ho fini to conl’andare io a parlarle perch6 sene andasse. Avrei voluto che tu vedessi come

l’ho trattata! la cameriera,che ascoltava dalla stanza accanto, mi ha detto chegridavo a s$uarciago+la: QMa se vi ho detto che non voglio un’idea come un’altra!non mi va.Penso d’essere li"era, insomma, di fare $uello che voglio 4e avessi "iso+gno di denaro, capiscoO Q. 'l portiere ha ordine di non lasciarla pi en+trare, dir% che sono in campagna. Ah, avrei voluto che tu fossi nascostoda$ualche parte. (redo che saresti stato contento, amore mio. Bonostan+te tutto, vedi,ha del "uono la tua piccola 1dette, anche se c’- $ualcunoche la trovadetesta"ile.»2el resto, anche le confessioni, $uando gliene faceva, di colpe che sup+

 poneva g i% scoper te , servivano a 4Hann come punto di par tenza pernuovi du""i e non per metter fine a $uelli antichi. 'nfatti, una proporzio+n ee s a t ta t r a c o n f e s s i o n i e s o s pe t t i n o n c ’ e ra m a i . 1 d e t t e a v e v au n "el l’el iminare dal la confessione tut to l ’essenziale, nel le partiaccessorierirtianeva $ualcosa che 4Hann non aveva mai immaginato, che lo schiac+ciava con la sua novit% e permetteva di cam"iare da allora i terminidelpro"lema della sua gelosia. E $uelle confessioni non poteva pi dimenti+carle, lasua anima le trascinava con s6, le respingeva, le cul lava, come cadaveri. E neera avvelenata.5na volta 1dette gli parl# di una visita che &orcheville le aveva fattoilgiorno della festa Parigi+Murcia. «(ome, lo conoscevi gi%I Ah sì, - vero»,disse4Hann riprendendosi per non mostrare di non saperlo. E, d’un trat+to, si mise a

tremare al pensiero che il giorno di $uella festa Parigi+Mur+cia, $uandoaveva ricevuto da lei la lettera che conservava così gelosa+mente, forse leistava facendo colazione con &orcheville allaMaison 2o+r6e.0ei gli giur# di no. «Eppure laMaison 2or6emi ricorda non so pi co+sa che, ho saputo poi, non essere vera», disse lui per spaventarla. «4ì, cheJ

non c’ero andata la sera in cui t i ho detto che uscivo di l ì $uando tumicercavi da Pr6vost», gli rispose lei =credendo dalla sua espressione chelosapesse>, con una decisione in cui c’era, molto pi che cinismo, timidez+za, una paura di contrariarlo che per amor proprio voleva nascondere, e,inoltre con ildesiderio di mostrargli che poteva essere franca. Poi 1dettelo colpì con una

 precisione e un vigore da carnefice, esenti da crudelt% perch6 lei non avevacoscienza del male che faceva a 4Hann! si mise per+fino a ridere, forse, - realt%,soprattutto per non apparire umiliata, confu+sa. « vero, non ero stata allaMaison 2or6e

, uscivo da casa di &orcheville.2a Pr6vost c’ero stata davvero, non era una frottola!mi aveva incontratalì e mi aveva chiesto di entrare a vedere le sue stampe. Ma un taleera ve+nuto a trovar lo. /i ho detto che venivo dalla

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Maison 2or6e perch6 avevopaura che ti dispiacesse. )edi, invece era carino da parte mia.Mettiamopure che a""ia avuto torto, per lo meno te lo dico, chiaro e tondo. (he in+teresse avrei, se fosse vero, a non dirti allo stesso modo che ho fatto cola+zione con

lui il giorno della festa Parigi+MurciaI /anto pi che in $uelperiodo nonci s i conosceva mica mol to "ene noi due , vero , t esoroI»4Hann lesorrise con l’improvvisa vigliaccheria dell’essere privo di forzecui lo avevanoridotto $uelle opprimenti parole. (osì, anche nei mesi acu i no n av ev a pi osa to r ipensare perch6 erano s ta t i t roppo fe l i ci , ne imesi in cui loamava, gli mentiva gi% (ome $uel momento =la prima serache avevano «fattocatleia»> in cui gli aveva detto che usciva dallaMaison2or6e,chiss% $uanti altri ce ne dovevano essere stati pieni di "ugie che4Hann nonaveva sospettato. 4i ricord# che un giorno gli aveva detto:« Mi "a st er e" "edire al la s ignor a )erdurin che i l mi o v est i to non era pronto, che i lca"- venuto in ritardo. (’- sempre modo per cavarsela».Anche con lui,

 pro"a"ilmente, le molte volte in cui gl i aveva rifi la to di$uelle parole chespiegano un ritardo, che giustificano un rinvio di unappuntamento, senzache lui allora ne du"itasse, aveva dovuto nascon+dere $ualche cosa che avevada fare con un altro, un altro al $uale avevadetto: «Mi "aster% dire a 4Hann cheil mio vestito non era pronto, che ilca"

- venuto in ritardo, c’- sempre modo di cavarsela». E sotto tutti i pidolci ricordi di4Hann, sotto le parole pi semplici che 1dette gli avevadetto in passato, chelui aveva creduto come vangelo, sotto le azioni $uo+tidiane che gli aveva raccontato,sotto i luoghi pi consueti, la casa dellasarta, il viale del 8ois, l’Nippodrome,egli sentiva =dissimulata grazie almargine di tempo che, anche nellegiornate suddivise con puntiglio, la+scia ancora un po’ di spazio, e pu#servire da nascondiglio a certe azio+ni>, egli sentiva insinuarsi la presenza

 possi"ile e sotterranea di menzo+gne che gli rendevano igno"ile tutto $uanto gliera rimasto di pi caro, le

J;sue sere migliori, anche la rue 0a P6rouse che pro"a"ilmente 1dette la+sciava sempre in ore diverse da $uelle che gli aveva detto: facendo circo+laredapper tu t to un po’ del tene"roso or rore che egl i aveva

 provatonell’ascoltare la confessione relativa allaMaison 2or6ee, come le "estie immonde nella 2esolazione di Binive<, smantellando pietra dopo pie+tra tutto il suo passato. 4e adesso si ritraeva tur"ato

ogni volta che la me+moria gli sussurrava il nome crudele dellaMaison 2or6e, non era pi

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7come ancora di recente alla serata della signora di 4aint+Euverte7

 per+ch6 gli ricordasse na felicit% da molto tempo perduta, ma una

infelicit%conosciuta da pochissimo. Poi, con il nome dellaMaison 2or6eavvennecome con $uel lo del l ’ i sola del 8ois , a poco a poco smise difar soffrire4Hann. Perch6 ci# che noi crediamo essere il nostro amore, lanostra ge+losia, non - un’unica passione continua, indivisi"ile. Esse sicompongonodi un’infinit% di amori successivi, di gelosie diverse, che pur essendoeffi+mere, con la loro moltitudine ininterrotta, danno l’impressione della con+tinuit%,l’illusione dell’unit%. 0a vita dell’amore di 4Hann, la fedelt% dellasua gelosia, eranocreate dalla morte, dall’infedelt% di desideri innumere+voli, d’innumerevoli du""i,che avevano tutti 1dette per oggetto. 4e fos+se rimasto a lungo senza vederla,$uelli morti non sare""ero stati sosti+tuiti da altri. Ma la presenza di 1dettecontinuava a seminare nel cuoredi 4Hann un’alternanza di tenerezze esospetti.(erte sere, 1dette r idiventava con lui di una genti lezzaimprovvisa,avvertendolo "ruscamente che doveva approfittarne su"ito, ar ischio dinon vederla in $uella maniera per anni! "isognava andareimmediata+mente da lei a «fare catleia», e il desiderio che sosteneva averedi lui eracosì repentino, così inesplica"ile, così imperioso, le carezze che

 poi gl iprodigava erano così dimostrative e insolite, che $uella tenerezza "rutaleesenza verosimiglianza feriva 4Hann $uanto una "ugia e una cattiveria.5na sera che,

dietro ordine impartito da lei, era rientrato, in $uesto mo+do, con 1dette chemescolava i "aci alle parole appassionate che contra+stavano con la sua freddezzaa"ituale, gli parve a un tratto di sentire ru+more. 4i alz#, cerc# dappertutto, nontrov# nessuno, ma non e""e il co+raggio di riprendere posto accanto a lei! e leiallora, al colmo della ra""iafracass# un vaso e gli disse: «(on te non si pu# fare mainiente». E lui re+st# incerto se lei avesse nascosto $ualcuno per farloingelosire o per ac+cendergli i sensi.A volte 4Hann andava nelle case diappuntamenti, con la speranza divenire a sapere $ualche cosa sul conto di lei,

 per# senza avere il coraggiodi nominarla. «No una piccina che vi piacer%», diceva la

 proprietaria del+la casa. E lui rimaneva per un’ora a conversaremalinconicamente conJ

$ualche povera ragazza, stupita che non facesse niente di pi. 5na, mol+to giovane e "el la , gl i disse un giorno: «*uel che io vorrei, - trovare un amico, allora potre""e stare sicuro, non andrei mai pi con nessun altro.72 av ve ro c re di p os si" ile c he u na d on na , se nsi "i le a l fa tt o d i

essereamata da un uomo, non lo t r ad i sca maiI , l e domand# 4Hannansiosa+mente.7

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(erto dipende dal carattere». 4Hann non poteva trattenersidal dire a $uelleragazze di strada le stesse cose che sare""ero piaciutealla principessa des0aumes. A $uella che cercava un amico, disse sorri+dendo: «3razioso, ti seimessa gli occhi celesti dello stesso colore dellacintura.

7Anche voi avete i polsini celesti.7(he "ella conversazione lanostra, per un posto del genere. /i annoio, forse haida fareI7

 Bo, hotutto il tempo che voglio. 4e mi aveste dato fastidio, ve l’avrei detto. An+zi,mi piace molto sentirvi parlare.7

 Be sono lusingato. Bon trovate chestiamo discorrendo in modo carinoI, disse allamezzana che entrava allo+ra.7Ma, sì, - proprio $uello che mi stavo dicendo. (ome se ne stanno "uoni8enone, da me adesso si viene per fare conversazione. 'l Principelo diceva l’altrogiorno, - molto meglio $ui che da sua moglie. Pare cheadesso in societ%a""iano tutte certi modi, - un vero scandalo )i lascio, sono discreta». E lasci#4Hann con la ragazza dagli occhi celesti. Ma "enpresto si alz# e le disse addio, gli eraindifferente, non conosceva 1dette.Poi ch 6 il pi tt or e er a st at o ma la to , ildot to r (ot tard gl i cons igl i# un viaggio per mare! parecchi fedeli parlarono di

 partire con lui! i )erdurinnon poterono risolversi a restare soli, noleggiarono uno9acht poi lo com+prarono, e così 1dette fece fre$uenti crociere. 1gni voltache era partitada un po’ di tempo, 4Hann sentiva che incominciava astaccarsi da lei!ma era come se $uesta distanza morale corrispondesse alla distanzama+teriale, appena veniva a sapere che 1dette era di ritorno non poteva farea meno divederla. 5na volta, che erano partiti solo per un mese, almenocosì credevano, siache si fossero lasciati tentare durante il viaggio, siache, gi% da prima, ilsignor )erdurin avesse com"inato la cosa di nasco+sto per far piacere allamoglie, avvertendo i fedeli solo poco per volta, daAlgeri andarono a /unisi, poi in

'talia, poi in 3recia, a (ostantinopoli, inAsia minore. 'l viaggio durava da $uasi unanno. 4Hann si sentiva com+pletamente tran$uillo, $uasi felice. 4e""ene lasignora )erdurin avessecercato di persuadere il pianista e il dottor (ottard che lazia dell’uno e imalati dell’altro non avevano alcun "isogno di loro, e che,comun$ue,era imprudente lasciare tornare la signora (ottard a Parigi, dove, secon+do il signor )erdurin, c’era la rivoluzione@, a (ostantinopoli fu costret+ta a rimetterli in li"ert%. E il pittore partì con loro. 5ngiorno, poco dopoil ritorno dei tre viaggiatori, 4Hann, vedendo passare un

omni"us per ilJ<

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0uem"ourg dove aveva una faccenda da s"rigare, c’era saltato dentro, es’era trovatoseduto davanti alla signora (ottard che faceva il suo giro divisite, «di giornata», inalta uniforme, pennacchio al cappello, a"ito di se+ta, manicotto, om"rellino adoppio uso, porta"iglietti e guanti "ianchiimmacolati. Givestita di $ueste

insegne, $uando il tempo era asciutto an+dava a piedi da una casa all’altra nellostesso $uartiere, ma, per passarepoi in un $uartiere diverso, si servivadell’omni"us con "iglietto circola+re. All’inizio, prima che la gentilezza nativadel la donna riuscisse ad at+ traversare l’inamidatura della piccola "orghese, e,d’altronde, non sapen+do "ene se dovesse o no parlare a 4Hann dei )erdurin, tennemolto natu+ralmente, con la sua voce lenta, goffa e dolce che, a tratti,l’omni"us co+priva completamente col suo fracasso, alcuni discorsi scelti fra $uellicheascoltava e ripeteva nelle venticin$ue case di cui saliva le scale inunagiornata.«Bon vi domando neppure, signor 4Hann, se un uomo di mondoco+me voi a""ia visto ai Mirlitonsil ritratto di Machard, che fa correretutta Parigi. E""ene, cosa ne diteI 4ieteschierato con $uelli che approva+no o con $uelli che disapprovanoI 'n tutti i salottinon si parla che del ri+tratto di MachardD! non - chic, non si - a posto, non si - del giro, se nonsi d% la propria opinione sulritratto di Machard.»4Hann rispose che non aveva visto $uel ritratto, e lasignora (ottarde""e paura di averlo ferito costringendolo a confessarlo.«Ah

 "enissimo, almeno voi lo dichiarate francamente, non vi senti tedisonorato

 perch6 non avete vis to il ri tratto di Machard. Mi pare molto "ello da partevostra. E""ene, io l’ho visto, i pareri sono discordi, c’- chilo trova un po’ leccato,un po’ lattemiele! per me, io lo trovo splendido.Evidentemente nonassomiglia alle donne "lu e gialle del nostro amico8iche. Ma, devoconfessarvelo francamente, voi non mi troverete molto fin+de+si-cle, io la dico come la penso,7non capisco. Mio 2io, riconoscole $ualit% che ci sono nel ritratto di mio

marito, - meno stravagante di$uel che fa di solito, ma ha dovuto fargli i "affi "lu. Mentre Machard3uardate, giusto il marito dell’amica da cuivado in $uesto momento =ilche mi d% il grandissimo piacere di fare la strada convoi>, le ha promes+so, se sar% nominato all’Accademia =- un collega del dottore>, difarle fareil ritratto da Machard. (erto, - un "el sogno No un’altra amica cheso+stiene di preferire 0eloir ;F. 'o non sono che una povera profana, e forse 0eloir - anche superiore $uanto atecnica. Ma trovo che la prima $ualit%di un ritratto, soprattutto $uando costa

F.FFF franchi, - di essere somi+gliante, e di una rassomiglianza gradevole.»J@

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&atti $uesti discorsi, che le venivano ispirati dall’altezza del suo pen+nacchio, dal monogramma del porta"iglietti, dal piccolo numero segnatodal tintorein inchiostro all’interno dei suoi guanti, e dall’im"arazzo diparlare a 4Hanndei )erdurin, la signora (ottard, vedendo che erano an+cora lontani dall’angolo di rue

8onaparte dove il conducente doveva fer+mare per lei, ascolt# il suo cuore che leconsigliava altre parole.«0e orecchie devono avervi fischiato, signor 4Hann, glidisse, duranteil viaggio che a""iamo fatto con la signora )erdurin. Bon si parlavachedi voi.»4Hann fu molto stupito, supponeva che davanti ai )erdurin il suo no+menon venisse mai pronunciato.«2el resto, soggiunse la signora (ottard, c’era lasignora de (r6c9, ed -tutto dire. *uando 1dette - da $ualche parte, non pu# mairestare moltoa lungo senza parlare di voi. E potete immaginare se - per parlarnemale.(ome, ne du"itateI», disse vedendo un gesto scettico di 4Hann.E, trascinatadalla sincerit% della propria convinzione, senza mettereperaltro nessun cattivosottinteso in $uella parola che lei adoperava solonel senso in cui si usa per parlare diun affetto fra due amici:«Ma lei vi adora Ah, credo che davanti a lei non si

 potre""e riferirenul la contro di voi, si stare""e freschi A $ualsiasi proposito, per esem+pio se si vedeva un $uadro, diceva: QAh, se ci fosse lui, lui sìche sapre"+ "e dirvi se - autentico o no. Per $uesto non c’- nessuno comeluiQ. E inogni momento chiedeva: Q(he cosa far% in $uesto momentoI 4esoltantolavorasse un po’ (he peccato, che un ragazzo così pienod’intelligenzasia così pigro. =Mi perdonate, non - vero.> Ecco, sì, lo vedo,

 pensa a noi ,s i domanda dove siamoQ. Anzi ha avuto un’uscita che mi - parsa moltocarina! il signor )erdurin le diceva: QMa come potete vedere che cosa

stafacendo in $uesto momento, se s iete a ottocento leghe da luiIQ.Allora1dette gli ha risposto: QBiente - impossi"ile all’occhio di un’amicaQ. Bo,vigiuro, non lo dico per lusingarvi, avete in lei una vera amica come nonce ne sonomolte. )i dir#, del resto, se non lo sapete, siete voi il solo. 0asignora)erdurin me lo diceva anche l’ultimo giorno =sapete, la vigilia della partenzasi parla meglio>: Q'o non dico che 1dette non ci voglia "e+ne, ma tutto $uel che lediciamo noi non avre""e gran peso contro $uel che le dicesse il signor 4HannQ.1h mio 2io, ecco che il conducente fermaper me, chiacchierando con voi stavo per lasciar passare la rue 8onapar+teO )orreste farmi il favore di dirmi se il mio

 pennacchio sta drittoI».E la s ignora (ot tard t i r# fuor i dal manicotto , per te nd er la a 4H an n, una mano guantata di "ianco dalla $uale sfuggì, con un

 "iglietto circola+re , una vis ione di gran v i ta che r iempì l ’omni"us,mis ta al l ’odore diJtintoria. E 4Hann si sentì tra"occare di tenerezza per lei, come per la si+gnora )erdurin =e $uasi come per 1dette, giacch6 il sentimento che pro+vava per $uest’ultima, non essendo pi mescolato alla sofferenza, nonera $uasi piamore>, mentre seguendola dalla piattaforma con lo sguar+do intenerito, la vedeva che

infilava coraggiosamente rue 8onaparte, colpennacchio dritto, rialzando con unmano la gonna, tenendo nell’altral’om"rellino e il porta"iglietti di cuimetteva in mostra il monogramma, lasciando "allare il manicotto davanti a s6.Pe r 

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f ar e c on co rr en za a i s en ti me nt i mo r" osi c he 4 Ha nn p ro va va per1dette, la signora (ottard, miglior terapeuta di suo marito, vi aveva in+nestato accanto a $uelli altri sentimenti, normali $uesti, di gratitudine, diamicizia ,sent ime nti che nel la mente di 4Hann rende ssero 1dette pi umana =pi

simile alle altre donne, perch6 anche altre donne glieli pote+v a n o i s p i r a r e > ,a f f r e t t a n d o l a s u a t r a s f o r m a z i o n e d e f i n i t i v ai n $uell’1dette amata con affetto pacifico che una sera, dopo una festaincasa del pittore, l’aveva condotto a "ere un "icchiere d’aranciata con &or+chevil le,e accanto alla $uale 4Hann aveva intravisto la possi"ilit% di vi+ vere felice.5ntempo, avendo spesso pensato con terrore che, un giorno, avre""esmesso di essereinnamorato di 1dette, si era ripromesso di vigilare, e,appena si fosse resoconto che l’amore incominciava a lasciarlo, aggrap+parglisi, trattenerlo. Maecco che all’affievolirsi dell’amore corrispondevasimultaneamente l’affievolirsi deldesiderio di restare innamorato. 'nfattinon si pu# cam"iare, cio- diventare un’altra

 persona, continuando nellostesso tempo a o""edire ai sentimenti della personache non siamo pi.*ualche volta, leggendo in un giornale il nome di unodegli uomini chesupponeva essere stati, pro"a"ilmente, gli amanti di 1dette, gliriaccen+deva la gelosia. Ma era molto leggera, e poich6 gli dimostrava di non es+sereancora uscito completamente dal periodo in cui aveva tanto sofferto,7ma in cui aveva conosciuto anche un modo di sentire cosi voluttuoso,7e c he , f or se , g l’ i mp re v is ti d e l c a mm in o g li a vr e "" e ro p er me ss o

discorgerne ancora le "ellezze, furtivamente e da lontano, $uella gelosia gliprocurava piuttosto una gradevole eccitazione! come al malinconico pa+rigino che lascia)enezia per ritornare in &rancia, un’ultima zanzara pro+va che l’'talia e l’estatenon sono ancora molto lontane. Ma, pi spesso,$uando si sforzava, se non direstare almeno di avere una visione chiarafinch6 gli era ancora possi"ile, di $uel

 periodo così singolare della sua vi+ta dal $uale stava uscendo, si accorgeva dinon poterlo fare gi% pi. (o+m e u n p a e s ag g i o c h e s t a p e r  s c o m p a r i r e , a v r e " " e v o l u t o s c o r g e r e l’amore che aveva appena lasciato!ma - così difficile sdoppiarsi e offrirsi

JDlo spettacolo veridico di un sentimento che a""iamo cessato di possede+re, che "en

 presto, fattosi "uio nel suo cervello, non vedeva pi niente, ri+nunciava a guardare,si toglieva gli occhiali, puliva le lenti! e, dicendosiche era meglio riposare un

 po’, che ci sare""e stato ancora tutto il tempo,si rincantucciava, nella mancanza dicuriosit% e nel torpore del viaggiato+re insonnolito che si a""assa il cappellosugli occhi per dormire mentresente il vagone trascinarlo sempre pi rapido,lontano dal paese dove havissuto così a lungo, e che si era ripromesso di nonlasciar fuggire senzadargli un ultimo addio. Anzi, come avviene a $uel

viaggiatore se si sve+glia solamente in &rancia, $uando 4Hann e""e per caso a portata di ma+no la prova che &orchevil le era stato l’amante di 1dette, siaccorse chenon ne sentiva alcun dolore, che ormai l’amore era lontano, e

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rimpiansed i n on e ss er e s ta to a vv er ti to n el m om en to i n c ui l oa""andonava per sempre. E come $uando stava per "aciare 1dette per la primavolta, ave+va cercato di imprimersi nella memoria il volto che così a lungo leiavevaa vu to p er l ui , e c he i l r i co rd o di $ ue l " ac io s t av a p er  

t rasformare, così adesso, nello stesso modo, avre""e voluto, almeno nel pensiero,aver po+ tuto di re addio, f inch6 ancora es is teva, a $uel l ’1det te cheg l ’ i s p i r avaamor e , ge los i a , a $ue l l ’ 1de t t e che l o f aceva s o f f r i r e eche adesso nonavre""e r iv i s to p i . 4 i s"agl iava . 2oveva r iveder laancora una vol ta ,$ualche settimana pi tardi. &u dormendo, nelcrepuscolo di un sogno.Egli passeggiava con la signora )erdurin, il dottor (ottard,un giovanot+to in fez che non riusciva a identificare, il pittore, 1dette, Bapoleone inemio nonno, su un sentiero che costeggiava il mare e vi strapiom"avaapicco, a volte da una grande altezza, a volte da pochi metri soltanto,inmaniera che si saliva e scendeva continuamente! $uelli chescendevano,gi% non erano pi visi"ili a coloro che salivano ancora, la pocaluce cherimaneva s’inde"oliva, e sem"rava allora che una notte nera stesse

 percadere improvvisa. A tratti, le onde "alzavano fino a riva, e 4Hann senti+va sullaguancia gli spruzzi gelati. 1dette gli diceva di asciugarsi, eglinon poteva ene provava im"arazzo di fronte a lei, come pure di essere incamicia da notte.4perava che, grazie all’oscurit%, non se ne accorgessenessuno, ma intanto lasignora )erdurin lo fiss# con lo sguardo stupitoper un lungo momento, duranteil $uale egli ne vide deformarsi la faccia,il nas o a ll ung ar si , e sp un ta rl e duegrandi "aff i . 4i volt # per guardare 1dette, le sue guance erano pallide, sparse

di puntolini rossi, i lineamen+ti tirati, cerchiati, ma lo guardava con occhi pienidi tenerezza, pronti astaccarsi come lacrime per cadere su di lui, e 4Hannsentiva di amarlatalmente che avre""e voluto portarla via su"ito, su"ito.2’improvviso1dette gir# il polso, osserv# un piccolo orologio e disse:«8isogna cheFvada»! si congedava da tutti nello stesso modo, senza prendere da parte4Hann, senzadirgli dove lo avre""e rivisto, $uella sera o un altro giorno.Bon os# domandarglielo,avre""e voluto seguirla, ed era costretto, senzavoltarsi verso di lei, a rispondere

sorridendo a una domanda della signo+ra )erdurin, ma il cuore gli "attevaorri"ilmente, provava odio per 1det+te, avre""e voluto cavarle gli occhi che poco faamava tanto, calpestare lesue guance senza freschezza. (ontinuava a salire conla signora )erdu+rin, cio- ad allontanarsi passo passo da 1dette, che scendeva indirezionecontraria. 'n capo a un secondo lei era gi% andata via da molte ore. 'l pit+torefece osservare a 4Hann che Bapoleone ni si era eclissato un momen+to dopo di lei.«(ertamente erano d’accordo», soggiunse, «devon essersiritrovati in fondo al

 pendio, ma non hanno voluto salutare insieme per rispetto delle convenienze.0ei - la sua amante.» 'l giovanotto sconosciu+to si mise a piangere, 4Hann cerc# di

consolarlo. «2opotutto ha ragione»,gli disse asciugandogli gli occhi etogliendogli il fez perch6 fosse pi asuo agio: «'o gliel’ho consigliato una decinadi volte. Perch6 essere tristeIEra pr op ri o l’ uo mo ad at to a co mp re nd er la ».

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(osì 4Hann parlava a sestesso, perch6 il giovanotto che da principio non aveva potuto identifica+re, era proprio lui! come certi romanzieri , aveva dis tr i"uitola propriapersonalit% fra due personaggi, $uello che faceva il sogno, e unoche glistava davanti con un fez in testa

;. * u a n t o a B a p o l e o n e ' ' ' , $ u e l n o m e l ’ a v e v a d a t o a & o r c h e v i l l e , per$ualche vaga associazione d’idee, poi per una certa modificaavvenutanella fisionomia consueta del no"iluomo, infine per il gran cordonedella06gion d’1nore che portava al collo! ma in realt%, e per tutto ci# cheilpersonaggio del sogno gli rappresentava e ricordava, era proprio &orche+ville. 2aimmagini incomplete e mutevoli infatti 4Hann, addormentato,traevadeduzioni false, ma dotate momentaneamente d’altra parte, diuna tale forzacreativa, che si riproducevano per semplice scissione comecerti organismi inferiori!col calore sentito nel palmo della mano model+lava il cavo d’una mano estranea checredeva di stringere, e da sentimen+ti e impressioni di cui ancora non aveva coscienzafaceva nascere una se+rie di peripezie capaci di evocare nel sonno, con la loroconcatenazionelogica e al momento giusto, il personaggio necessario aricevere il suoamore o a provocare il suo risveglio. 2’un tratto fu nottefonda, suon#una campana a martello! alcuni a"itanti passarono di corsa, in fugadalleloro case in f iamme! 4Hann udiva i l rumore del le onde che s iaccavalla+vano, e il cuore che con pari violenza, gli "atteva d’ansia nel petto. Auntratto le palpitazioni di cuore raddoppiarono di velocit%, prov# una sof+ferenza,una nausea inespl ica"i l i ! un contadino coper to di us t ioni gl i

gridava passando: «)enite a chiedere a (harlus dove - andata 1detteaterminare la serata col suo compagno, una volta stavano insieme e lei glidice tutto.4ono loro che hanno appiccato il fuoco». Era il suo cameriereche veniva asvegliarlo e diceva:«4ignore, sono le otto e c’- il parrucchiere, gli ho detto diripassare en+tro un’ora».Ma, penetrando nelle onde del sonno dove 4Hann stavaimmerso, $ue+ste parole erano arrivate alla sua coscienza solo dopo aver su"ito $uelladeviazione per cui in fondo all’ac$ua un raggio sem"ra un

sole, così co+me, un attimo prima, il suono del campanello, ac$uistando infondo a$uegl i a" i s s i l a sonor i t % d i una campana a mar te l lo , avevage ne ra to l’episodio dell’incendio. &rattanto lo scenario che aveva sotto gliocchivol# in polvere, 4Hann aprì gli occhi, udì un’ultima volta il rumorediuna delle onde marine che si allontanava. 4i tocc# la guancia, era asciut+ta. Eppurericordava la sensazione dell’ac$ua fredda e il sapore del sale.4i alz#, si vestì. Avevafatto venire presto il parrucchiere, perch6, il gior+no prima, aveva scritto a miononno che nel pomeriggio sare""e andatoa (om"ra9, avendo saputo che lasignora di (am"remer,

7la signorina0egrandin,7

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doveva trascorrervi $ualche giorno. Associando nel ricor+do i l fascino di $uelg iovane v i so a l l ’ a t t r a t t iva d i una campagna dovenon era andato datanto tempo, fu talmente allettato all’idea che final+mente aveva decisodi lasciare Parigi per $ualche giorno. 4iccome lecom"inazioni diverse

che ci uniscono a determinate persone non coinci+dono col periodo in cui le amiamo,ma, sorpassandolo, possono prodursiprima che esso incominci e ripetersi dopo che -finito, così le prime appa+rizioni che fa nella nostra vita un essere destinato a

 piacerci pi avanti ,ac$uistano retrospettivamente ai nostri occhi il valore di unavvertimen+to, di un presagio. 'n tal modo 4Hann era tornato spesso all’immaginedi1dette incontrata a teatro, $uella prima sera in cui pensava di non rive+derla mai pi,7e così adesso ricordava la serata della signora di 4aint+Euverte in cui aveva

 presentato il generale di &ro"erville al la signora di (am"remer. 3l’interessidella nostra vita sono così molteplici, che non dirado, in una stessa circostanza,le "asi di una felici t% che ancora non esi+ste sono piantati accanto all’aggravarsidi un dispiacere di cui stiamo sof+fr en do . E, se nz a du "" io , $u es to sa re "" e

 potuto accadere a 4Hann in $ualsiasi altro luogo piuttosto che in casa dellasignora di 4aint+Euverte.(hi sa anzi, nel caso che $uella sera si fosse trovato altrove,se altre felici+t%, altri dispiaceri gli sare""ero toccati, che in seguito gli sare""erosem+ "rati anch’essi inevita"ili. Ma ci# che gli pareva tale, era ci# cheavevaa v u t o l u o g o , e 4 H a n n n o n e r a l o n t a n o d a lv e d e r e u n c h e d i

J provvidenziale nel fatto di essersi deciso ad andare al la serata del la si+ gnoradi 4aint+Euverte! perch6 la sua mente, sempre desiderosa di ammi+rare la ricchezzad’inventiva della vita e incapace di porsi a lungo unadomanda difficile,come $uella di sapere che cosa sare""e stato pi au+gura"ile, scorgeva nellesofferenze che aveva provato $uella sera e neipiaceri ancora insospettatiche germogliavano gi%,7fra cui mettere ine$uili"rio la "ilancia era troppo difficile,

7una specie di concatenazionenecessaria.Ma un’ora dopo il risveglio, mentredava is tr uzioni a l par rucchiere perch6 in treno la pettinatura a spazzola non siscompigliasse, ripens# alsogno! a come li aveva sentiti vicinissimi a s6, rivide ilcolorito pallido di1dette, le guance troppo magre, i lineamenti tirati, gli occhis"attuti, tut+to ci# che,7nel corso delle tenerezze successive che del suo durevoleamore per 1detteavevano fatto un lungo o"lio della prima immagine che ne aveva ricevuto,

7egli aveva smesso di notare dopo i primi tempidel loro legame, proprio lì senzadu""io la sua memoria era andata a ri+cercarne la sensazione precisa mentre lui

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dormiva. E con $uella grossola+nit% intermittente che ricompariva in lui appenanon era pi infelice, eche a""assava nel tempo medesimo il livello della suamoralit%, esclam#dentro di s6: «E dire che ho sciupato anni di vita, che volevomorire, cheho avuto il mio pi grande amore, per una donna che non mi

 piaceva,che non era il mio tipo».&rancis Plant6 =D+D;> si afferm# fin da giovane come pianista di$ualit%. AntonGu"instein =JD+D;>, pianista e compositore russo, checominci# a veni re per conce r ti a Pa r ig i da l ;F e po i i n t u tt a Europa .Pierre+(harles+Udouard Potain =J+DF> uno dei pi illustri medicifrancesi, mem"rodell’Accademia di medicina dal J.J0a )alchiria=;+<>, dramma musicale di Vagner, con la cele"recavalcata al terzo atto. 'l

 preludio del/ristano e 'sotta=@+D>, dram+ma mu s i ca le d i Vagn er , e r a g i % ne l pr og ra mm ad e i c o n c e r t i d a t i a l /h6Ttre+'talien di Parigi agl’inizi del <F, nella primatempestosa presadi contatto col pu""lico francese.«'n cerca di complimenti» 'n 1dette - una costante l’uso di locuzioniinglesi.;'' fau"ourg 4aint+3ermain, che si estende attorno alla pi antica chie+sa di Parigi, - il

$uartiere aristocratico per eccellenza, che venne di modav e r s o l a f i n e d e l4 e t t e c e n t o , a " i t a t o d a f a m i g l i e n o " i l i e d e l m o n d o

finanziario per tutto l’1ttocento. Alcune strade =rue de 0ille, rue de 3re+nelle, rue de)arenne> presentano ancora l’immagine dell’ur"anistica deltempo.

c(he mistero - mai $uestoI 4tupefatto ci resto.» Aria del triofinaledell’opera di &ranCois+Adrien 8oieldieu =@@+;>0a 2ame "ianche, suli"retto di Eug-ne 4cri"e =@D+<> ispirato a due romanzi diValter4cott =@@+J>,3u9 Mannering=> e'' monastero=JF>.

<«)isione fuggitivaO » Aria di Erode dal '' atto dell’operaN6rodiade

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=>, ispirata al racconto di &lau"ert, di Kules Massenet =;J+DJ>sul i" re tt o i ta li an o d i A. _ an a rd in i, t ra do t to i n f ra n ce se d a P au lMil let eNenri 3r6mont.@

« ' n s i m i l i f a c c e n d e m e g l i o n o n v e d e r n i e n t e . »( i t a z i o n e dell’ Anfitrionedi Moli-re =con il cam"iamento del ver"o finale: vedere in+vece di dire>: «4ur telles affaires, touXours ] 0e meilleur est de ne rien dire» =''',F vv. D;J+D;>0’anglomania fa usare a 1dettehome

 per a casa esmart

 per elegante.D Kan )ermeer =<J+<D>, pittore olandese di cui Proust s’innamor#da$uando vide al museo Mauritshuis dell’AXa la sua)eduta di 2elft, nelv i a g g i o f a t t o i n 1 l a n d a n e l l ’ o t t o " r e D F J c o n 8 e r t r a n d d e&6nelon=@+D;>.F

0a rana davanti all’areopago, espressione metaforica per indicareuna personamodesta davanti a una no"ile assem"lea, com’era il pi altotri"unale d’Atene, -creazione originale di Proust attraverso la suggestio+ne di varie fonti, usata $ui da1dette nei riguardi di 4Hann e ripetuta in4odoma e 3omorra'' dal signor di (am"remer, che si dichiara piccolo difronte al clan dei)erdurin.4arah 8ernhardt =;;+DJ>, la pi grande attrice francese, - la )oced’1ro, per il

dottor (ottard che ripete una delle tante definizioni in sualode del tempo.J8iche - il soprannome del pittore Elstir, da parte dei )erdurin, chediverr%/iche nel/empo ritrovato.'' Geichstag, dalla fondazione del Primo Geich =@>, - il Parlamen+to tedesco.

 per# alla (amera dei (omuni inglese che si esclama: «

 Near hear 

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», come espressione rituale di applauso.;'' finale della

 Bona 4infonia

=JJ+J;> di 8eethoven, propone l’'nnoalla gioia, sommesso e grandioso nella sua semplicit%, che si trasformanella settimavariazione in marcia trionfale.' Maestri cantori di Borim"erga=<>, l’unica opera non tragica tra le composizioni teatrali di Vagner.0a manifattura di 8eauvais e""e come direttore Kean+8aptiste 1udr9=<<+@>,

 pittore di animali, che illustr# un’edizione delle&avoledi 0a;

&ontaine. 'l motivo dell’orso e dell’uva pu# far pensare alle sue favole,la)olpe e l’uva

o0’orso e l’amante dei giardini.<Allusione alla cura dell’uva di &ontaine"leau, chiamatachasselas, dicui si decantavano le virt terapeutiche.@0 a s o n a t a d i ) i n t e u i l - , p e r c o n f e s s i o n e d e l l o s t e s s o

P r o u s t , l ’ a m a l g a m a d i v a r i e s u g g e s t i o n i m u s i c a l i r i c a v a t e d au n a s o n a t a d i (amille 4aint+4a\ns =+DJ>, da una di (6sar &ranL =JJ+DF>, daltremo lo del prel udi o del0ohengrin, da $ua lco sa d i Gi cha rd 4 chu "ert =+D>, dall’'ncantesimo del venerdì santodelParsifal, da una "allataper piano e orchestra di 3a"riel &aur6 =;+DJ;>.

'n italiano nel testo. 'nesattamente dice: «di primo cartello».D

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Place du (hTtelet, al centro di Parigi, detta così perch6 occupa il postodi un’antica fortezza del ?''secolo, «le 3rand+(hTtelet». )erso la finedell’1ttocento, ogni domenica

 pomeriggio si tenevano nell’omonimo tea+tro i concerti dell’orchestra fondata da

Udouard (olonne.JF06on 3am"etta =+J>, uomo politico, e""e grande popolarit%per lalunga opposizione a Bapoleone ''' e per la resistenza antiprussia+na nel @F, daesser considerato il fondatore della /erza Gepu""lica. 'solenni funerali di4tato si svolsero il < gennaio .J(ommedia di P. BeHsLi =pseudonimo di Aleandre 2umas f i ls ,J;+D>, in colla"orazione con P. de (orvin. Gappresentata all’1d-onnel @<, furipresa nel ; alla Porte 4aint+Martin.JJ Kules 3r6v9 =F@+D>, presidente della Gepu""l ica francesenelsettennio @D+. =0’Ul9s6e - la sua residenza ufficiale.> Gieletto,do+vette dimettersi per uno scandalo nel @.J1dette non dicefiacre, maca"

 per vettura di piazza.J;Pieter de Nooch =<JD+<;> pittore olandese di cui al 0ouvre c’- il $uadro' giocatori di carte.JAlla Madonna del 0aghetto - dedicato un santuario e un chiostro del 4eicentovicino a Bizza.J<

4andro &ilipepi, detto 8otticelli =;;+F>, di &irenze, chiamato aGoma,lavor# alla cappella 4istina, dove dipinseMos6 e le f igl ie di /et ro.GusLin era rimasto fortemente impressionato dalla "ella e possente figu+ra di4efora, che riprodusse in copia sulla copertina di un volume dellesue1pere.J@'l "usto in "ronzo, al Museo (orrer di )enezia, di Andrea 0oredan=che non

fu mai doge, ma un valoroso condottiero> ora - attri"uito a An+drea 8riosco detto ilGiccio =;@+J>, ma all’inizio del secolo si dicevache ne fosse autore Antonio8regno detto il Gizzo =;F+;D>.

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J2omenico 3hirlandaio =;;D+;D;>, pittore fiorentino di cui - con+servato

al 0ouvre i l)ecchio e nipote, in cui r isal ta un in dimen tica"i le naso.JD  Kacopo Go"usti, detto il /intoretto =+D;>, afferm# il manieri+smonell’area culturale veneziana.F4andro di Mariano &ilipepi fu chiamato 8otticelli perch6, secondo)asari, da

 piccolo aveva lavorato da un orefice, amico del padre, chiama+to 8otticello.

0aMaison dor6eoMaison d’1r fu fino al DFJ un cele"re ristorante al+la moda in rue 0affitte, all’angolo con

 "oulevard des 'taliens.J5na terri"ile inondazione colpì nell’otto"re @D la citt% e la provin+c i a d i

M u r c i a n e l l a 4 p a g n a s u d + o r i e n t a l e . E i l d i c e m " r e s ie " " e all’'ppodromo di Parigi la giornata di solidariet% Parigi+Murcia.Per antonomasia il 8ois de 8oulogne, grande e "el parco di Parigi.;'' (af6 Pr6vost, prima in rue de (lich9 ed ora in rue de la (hauss6e+d’Antin, avevacome specialit% la cioccolata.'' caff- /ortoni, aperto nel @D da )elloni il primo gelataio napole+tano a Parigi, fufino alla fine dell’1ttocento il pi famoso ritrovo dei pa+rigini. 'l caff- 'nglese,all’inizio luogo d’incontro degli autori romantici,divenne sul finire delsecolo il migliore ristorante parigino! fu demolito nel D.

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<(arrozza scoperta a $uattro ruote, con due posti e mantice posterio+re. 2al nome dellaregina )ittoria d’'nghilterra.@

'')alser des rosesdi 1livier M6tra =F+>, fornitore di operette "alla"ili per le &olies+8erg-re. Koseph+2iuedonn6 /agliafico =J+DFF> fu, oltre che "aritono eimpresario, autore di musiche popolari comePau+vres fous=che Proust scrive al singolare>.3l i a f f r e s ch i de l l a cappe l l a 4 i s t i na hanno a l cune pa r t i r i t occa t eatempera a secco.DAntoine Vatteau =<;+@J>, «pittore di feste galanti», - il pi indi+cato per ilritratto psicologico dei sorrisi di 1dette che tra poco vedremoin una nuovam et a mo r fo si , i n p el li cc ia e s ot to u n c ap p el lo a ll a G e m+ " r an dt ,

 pi t tore e incisore olandese di tut t ’a l t ro vigore. ' l cappel loallaGem"randt ha le tese rialzate e una piuma per ornamento, come nel per+sonaggioluminoso dellaGonda di notte.

;F'' visconte Emanuel+Ga9mond de 8orelli =@+DF<> era stato gi% ci+tato da ProustneiPiaceri e i giorni, come esempio di poesia facile, con Kac+$ues Bormand e 4ull9 Prudhomme. &ra isuoi li"ri di versi4ursum corda=> , t i to lo g i% usa to da l canzonet t i s t a i t a l i ano Mar io &ores i inuna«serenata» pu""licata sulla rivista «0’Arte» del ; novem"re .

<

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;0’avenue de l’'mp6ratrice, come fu chiamata dal ;, $uando furo+no tracciati idodici viali a raggiera dal l’Arco di /rionfo, poi avenue du8ois de8oulogne, oggi avenue &och. 'l lago - $uello del 8ois de 8oulo+gne, cond u e s p e c c h i d ’ a c $ u a , i l l a g o ' n fe r i o r e , p i v a s t o , e i llago4uperiore.;J0’Eden+/h6Ttre, al posto del l’at tuale Ath6n6e, vicino all ’1p6ra,fuinaugurato nel e demolito nel D;: in $uella che era la sala pi lus+suosa espaziosa di Parigi furono dati all’inaugurazione il "alloEcelsior di 0uigi Manzotti =+DF>, nel @ la prima parigina del0ohengrindiV a g n e r e n e l D F i l4 a n s o n e e 2 a l i l ad i 4 a i n t + 4 a \ n s . 0 o s t a d i o dell’'ppodromo era una pista o"lunga che

 poteva accogliere diecimilaspettatori, per corse, spettacoli da circo, e anche di "alletto.

; Beologismo parigino in uso verso la fine del secolo, per signif icare«chic»,elegante, appartenente all’alta societ%.;;4u un colle che domina la 0oira, costruito e rifatto a varie riprese dal?''' al ?)'secolo e restaurato a fondo verso la met% dell’1ttocento.;0a Geine /opaze- un’opera comica di )ictor Mass6 =JJ+;>, rap+presentata per la prima

volta nel <, ma ripresa nel J al teatro du(hTteau+d’Eau.;<0ocale in rue Go9ale J, dove al pomeriggio si serviva il t- in perfet+to stile inglese.

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;@'n alcuni teatri esistevano palchi a grate, per assistere allo spettacoloin incognito e inintimit%.;

4erge Panine=>, dramma di 3eorge 1hnet =;+D> t r a t to dall’omonimoromanzo. 2i 1hnet, pi innanzi, verr% ricordato anche illi"ro per cui and# pifamoso,0e maStre des forges=J>.;DM on te d el la 4 vi zz er a, d a c ui s i g od e u no s pl en di do p an or ama ,a.FF m di altezza, presso i l lago dei *uattro (antoni. 5na delle

 pr imeferrovie a cremagliera conduceva ai suoi famosi al"erghi di lussoF&ondata nel , era una specie di liceo artistico per preparare ilpersonaledei musei francesi.2opo la morte di 4Hann, 1dette sposer% il conte di &orcheville, cheadotter% 3il"erte.J8ianca di (astiglia =+JJ>, madre del re 4an 0uigi '?, fu reg+gentenegli anni JJ<+J< e J;D+JJ con grande autorit%.

4ulla testa del capotavola pendeva una rosa nei conviti degli antichiromani, monitoa non rivelare $uanto si diceva e faceva durante i pasti fra amici, ossia «su" rosa dieta vel acta».;0e(hroni$ues de 4aint+2enis, così chiamate perch- redatte dai mona+ci dell’omonima a""azia e pi note sotto ilnome di

3randes chroni$ues de@

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&rance, narrano le vicende della monarchia francese dalle origini fino alregno di0uigi ?'' =;D<+>.4uger =F+>, a"ate di 4aint+2enis, consigliere di 0uigi )' e di0uigi

)'', e 8ernardo di (hiaravalle =FDF+>, fondatore dell’ordine ci+stercense, autoredi trattati e di molte lettere che furono raccolte, non po+terono dir nulla di 8iancadi (astiglia, perch6 morti entram"i prima chenascesse. Ma 8richot fa granconfusione di date e di nomi.<A l t r a t o p i c a d i 8 r i c h o t . E n r i c o P l a n t a g e n e t o r ed ’ ' n g h i l t e r r a =+D> non fu marito o amante della madre di 8iancadi (ast iglia,ma sempli cemen te i l padre, e $ui ndi n onno materno del lamedesima8ianca.

@'mpossi"ile ridare il giuoco di parole, $ui, del dottor (ottard =nel te+sto, fra«"ronze» e «onze» col commento «Et un font douze»>! perci# a"+ "iamo sostituito con «ru"ino» e «ru"inetto». Analogamente in casisimilialtrove.0aGonda di not tedi Gem"randt =<F<+<<D> Proust l’aveva potutaammirare al GiXLsmusem nelsuo viaggio ad Amsterdam del DFJ. Avevavisitato anche il museo &rans Nals diNaarlem dove aveva visto

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0e reg+ genti =dell’ospizio dei poveri>di &ranz Nals =F+<<<> che sono conservateinsieme con il $uadro' reggentidi Gem"randt.

D0’insalata giapponese - un piatto di patate e cozze, condite con tar+tufi, er"e, echampagne, la cui ricetta fu divulgata per mezzo di&rancil+lon, grande successo teatrale di Aleandre 2umas figlio al /h6Ttre+&ra+nCais il@ gennaio @, che aveva per tesi che anche la moglie pu# esi+ gere fedelt%dal marito.<F4i torna a parlare di 3eorges 1hnet =;+D> e, al pari di4erge Pa+nine, dell’enorme successo delPadrone delle ferriere, c h e f u r o m a n z o e dramma di ancora pi grande popolarit%.<'' duca (harles+0ouis de 0a /r6moRlle =+D>, di una delle piantichefamiglie di &rancia, mem"ro dell’Accademia delle 'scrizioni dalDD,

 pu""lic# molte opere di erudizione.<J'' Palazzo dell’'ndustria, la cui vita dur# dal al DFF, sempreall’epoca

dell’Esposizione 5niversale per cui era stato costruito, si trova+va sul luogodell’attuale 3rand e Petit Palais. Era adi"ito per mostre an+nuali e "iennali di

 pittura e di scultura.<&ranCois de 4alignac de la Mothe &6nelon =<+@>, arcivescovodi(am"rai in &iandra, - definito «mite anarchico» per l’adesione alladottrina$uietista, per le critiche all’assolutismo nella sua0ettera a 0uigi?')e per alcune utopie sociali osservate nella 8etica e a 4alento nelle

Av+venture di /elemaco. Per la definizione dell’intelligenza - ricordata una

frase del/rattato dell’esistenza e degli attri"uti di 2io: «(ome il sole sensi"i+l e r i s c h i a r a t u t t i i c o r p i , c o s ì i l s o l ed ’ in t e l l i genza r i s ch i a r a t u t t i g l i s p i r i t i » .<;

Madame de 46vign6 scriveva dai suoi possedimenti in campagna al+la figlia in data novem"re <@, a proposito di Madame de /arente:«Mi vuole molto "ene.

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A Parigi se ne parlere""e male, ma $ui - un favo+re che mi fa salire nellaconsiderazione dei miei contadini».<'n italiano nel testo, per l’espressione completa: «4e non - vero, - "en

trovato», pi comunemente detta al femminile.<<0’«occhio americano» - un’espressione gi% usata inMadame 8ovar9

 per indicare un occhio vivo e acuto come $uello degl’indiani di America:m a« o c c h i a t a a m e r i c a n a » s i g n i f i c a « s g u a r d o d ’ a m o r e »nel l ’ a rgotpar ig ino .<@3ustave Moreau =J<+D>, pittore di tipica area decadente, ha di+pinto nei suoi$uadri 4alom-, Elena e 3alatea. Proust se ne - interessatovarie volte nei suoi scritti.<4aint+(loud, citt%+so""orgo alle porte di Parigi, - rinomata per ilparco,c o n i s u o i g i o ch i d ’ a c $ u a p i v o l t e d i p i n t i d a N u " e r tGo"ert=@+F>.<D4’identifica con l’isola del 8ois oppure con $uella che oggi - l’«all6edes (9gnes», frail pont de 3renelle e l’allora pont de Pass9.@F'' pittore della Primavera, ossia 8otticelli =;;+F>, per il $uale al+la fine

dell’1ttocento si e""e un vero culto. 4ono ancora citate laMadon+na del Magnificate laMadonna della Melagrana, che si trovano nel museodegli 5ffizi di &irenze. 4i ricorda ancora Mos-che sta versando l’ac$ua,una delle4cene della vita di Mos-nella (appella 4istina.@

3li episodi della gelosia, dallo scam"io della finestra illuminata di1dettealla lettura di una sua lettera, son gi% inKean 4anteuil, e anche inuna lettera a Ge9naldo Nahn del marzo <.@J(hatou si trova sulla 4enna, nei pressi di )ersailles.@Eug-ne+Marin 0a"iche =+>, autore di pi di un centinaio di «vaudevilles

», perfetti congegni scenici, per demistificare la societ% con+temporanea,eppure molto amati dai "orghesi del suo tempo..@;

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noto che Platone mette al "ando i poeti dalla societ% nellaGepu"+"lica=li"ro ?> e che 8ossuet ha scritto nelleMaimes et r6fleions sur la co+m6die

contro il teatro, ritenuto luogo di seduzione peccaminosa, scaglian+dosi in particolarecontro Moli-re.@0’ultimo cerchio, il punto pi "asso dell’'nfernodi 2ante, - assegna+to ai traditori dei parenti, della patria e del partito, degli amici edei com+mensali, e infine dei "enefattori.D

@<«Bon mi toccare» 4ono le parole che 3es disse a Maria Maddale+na,$uando le apparve dopo la resurrezione =)angelo di 3iovanni, ??, @>.@@5ne nui t de (l6opTt re, o p e r a d i )i c t o r M a s s 6 , s u l i " r e t t o d i K u l e s 8 a r " i e r  = J J D F > t r a t t o d a u n a n o v e l l a d i / h 6 o p h i l e3 a u t i e r =+@J>, rappresentata postuma al /h6Ttre+(omi$ue nel .@'' termine «laRus» divenne comune nel gergo teatrale e letterario, perindicare tiratelunge e degne di pianto, da $uando nel F; venne asse+gnato al Politecnico

un tema intitolato2iscorso di 0aio padre di Edipo.@D4aint+3ermain+en+0a9e, cittadina nei dintorni di Parigi e Meulan,nei pressidi Poiss9.FA 2reu, citt% del dipartimento Eure+et+0oir, la cappella reale di 4an0uigi, fattainnalzare nel < dalla duchessa vedova di 1rl6ans, come tom"a di famiglia,

fu completata e ampliata dal re 0uigi &ilippo. Bel ca+stello settecentesco di(ompi-gne, costruito da 3a"riel, risiedette a lungoBa pole one '' ' , che feceanche res taurare a par t i re dal @ da Eug-ne)iol let + le+2uc =;+

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3l’'ncoerenti erano un gruppo di disegnatori umoristici che espone+vano al difuor i del le most re uffic ial i , a par t i re dal J, connotevolesuccesso, dando a volte un "allo nel giorno inaugurale, come nelmarzo e nel gennaio D.

@A 8a9reuth era stato fatto costruire dal re di 8aviera il &estpielhaus,da allora centrointernazionale del culto Hagneriano, inaugurato nel @<con i l c ic lo comp le todel l ’ Anello del Bi"elungo. 0 o s t e s s o r e 0 u d v i g ' ' , =;+<> aveva fatto costruire vari castelli,ispirati a $uello di )ersail+les, pi stravaganti che "elli.' ' s ommo mus i c i s t a K ohann 4e"as t i an 8ach = <+ @F> - mes s oaconfronto col mediocre compositore francese Antonin+0ouis(lapisson=F+<<>, autore diop6ras+comi$ues, tra cui0a &igurante=>, e di ro+manze popolari.D0a meccanica - la disposizione dei luoghi e dell’uso del tempo, rego+lato conmeticolosa precisione, nella reggia del Ge 4ole. 5na sezione dei M6moires

di 4aint+4imon =<@+@> - intitolataM6cani$ue, vie particuli-reet conduite de Mme de Maintenon. &ranCoise d’Au"ign6, marchesa di Main+tenon =<+@D>, moglie morganatica di0uigi ?'), fu l’educatrice degliotto figli che il re aveva avuto da Mme deMontespan negli otto anni direlazione. 3iovanni 8attista 0ulli =<J+<@> fu ilgrande musicista e or+ganizzatore di spettacoli musicali e "alletti dell’epoca del Ge4ole.DF(rapotte, Kauret =o Koret> erano fruttivendoli del tempo, come (he+vet che

vendeva alimentari fino alla fine del secolo, $uando fu incorpora+to nella ditta Potel (ha"ot.D'' duca di (hartres =;F+DF>, fratello minore del conte diPar igi ,am"edue f igl i di &erdinand+Phi l ippe, duca di 1r l6ans =F+ ;J >. 'l principe di Geuss era a capo di un principato in /uringia, facente

 partedel la confederazione del la 3ermania settentrionale. 3randuchi del0us+sem"urgo furono Adolphe, nato nel @, e suo figlio 3uillaume,natonel J.

DJ

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0a legge del 4ettennato fu votata il D novem"re @. Mac Mahon= F + D> fu presid ente de lla Gepu" "l ica fran ce se d al @ al@D,$uando diede le dimissioni e gli successe Kules 3r6v9 dal @D al <.D

(ele"re passeggiata sul mare a Bizza.D; Bel @ vennero al la luce sot to l ’ intonaco de l la vi l la 0emmineidintorni di &irenze degli affreschi di 8otticelli, e due furono vendutial0ouvre nel J, raffiguranti il primo un giovane e il secondo )enere e le3razieche porgono doni alla "ella )anna =ossia 3iovanna /orna"uoni>,come fuchiamata la giovane donna che vi appare, in un’opera sui ritratti;

cele"ri di Go"ert de 0a 4izeranne. 3li altri due $uadri di 8otticelli,0a Pri+maverae0a Bascita di )enere, si trovano agli 5ffizi a &irenze.DAnnuncio della natura omosessuale del signor di (harlus.D<

'' museo 3r6vin, il cele"re museo delle cere di Parigi, fu fondato nelJ da Alfred3r6vin.D@'' ca"aret «0e (hat Boir» fondato da Godolphe 4alis nel si tro+vava aMontmartre e fu fino al D@ un animato luogo di divertimento incui si radunavanoartisti, mondani e cocottes.D

 Bella(om6die humained i 8 a l z a c s i c h i a m a n o « t i g r i » i g i o v a n i e scattanti staffieri o«grooms» che siedono nella parte posteriore delle car+rozze. 0a parola «tigre» -riportata nel 0ittr6 col significato di «groom diun elegante».DDAndrea Mantegna =;+F<> pittore e incisore, di cui Proust

 pot-ammirare nel suo viaggio del DFF in 'talia il guerriero inmeditazionenelMartirio di 4an 3iacomonella chiesa degli Eremitani a padova. 0aPaladi san _eno

si trova nell’omonima "asilica di )erona e raffigura nella par+te posteriore, l’unicarimasta sul luogo, laMadonna in trono col 8am"inotra Angeli e 4anti

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. 'l Mantegna - nato a Piazzola sul 8renta: ma a Mantovaoper# dal ;D fino allamorte , alla corte dei 3onzaga, e lasci# uno deisuoi capolavori, la(amera picta o camera degli sposi=;@+;@;>, nel Palaz+zo 2ucale.

FFAl"recht 2iirer =;@+J>, pittore e grafico tedesco che hasu"itol’influsso dell’arte rinascimentale italiana =Mantegna e 8ellini>.F0a 4cala dei 3iganti si trova nel cortile centrale del Palazzo 2ucalea )enezia ed -così chiamata perch6 vi sono due immense statue del 4an+sovino di Marte e di

 Bettuno.FJ&rancisco 3o9a =@;<+J> non ha dipinto sacrestani, ma alcuni to+reri, come ilmatador Kos6 Gomero =il cui ritratto - al museo di &iladelfia>,con il caratteristicocodino, che attualmente - tornato di moda.F8envenuto (ellini =FF+@>, scultore, orafo e scrittore, che haispiratoP r o u s t p e r i n u d i , c o m e i lPerseode l l a 0o gg ia de i 0a nz i d i &irenze.F;(ittadina nel centro+sud della &rancia, sede di un’antica manifattu+ra di arazzi etappezzerie, gi% sotto il patrocinio di Enrico ') =D+<F>e nel << riconosciuta

come Manifattura Geale.F'' governatore ingiusto, seduto di fronte al portone di una fortezzain mezzo a unaforesta, - un personaggio che appare nella serie dei)izi edelle )irtdi 3iotto nella (appella degli 4crovegni a Padova, che Proustpot- vedere di

 persona nel suo pr imo viaggio in 'talia, nel maggio del DFF.;J

F<0’assolo per flauto si trova nel secondo atto, nella scena dei (ampiE l i s i , d e l l ’1 r p h - e e t E u r i d 9 c e

= @ < J > d i ( h r i s t o p h V i l l i " a d 3 l u c L =@;+@@>, opera ripresa aParigi in una nuova versione a cura di 8er+lioz a partire dal D.F@

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& r a n z 0 i s z t = + < > , c o m p o s i t o r e , p i a n i s t a ed i r e t t o r e d’orchestra ungherese, compose le0eggende di 4an &rancesco d’Assisie di

4an &rancesco di Paolanel <.F0a principessa Matilde =JF+DF;>, figlia di 3erolamo 8onaparte, ecugina di

 Bapoleone ''', a"it# all’Eliseo fino alla caduta del 4econdo 'm+pero, intrattenendo un prestigioso salotto in casa sua, fre$uentato da ari+stocratici , ar tist i, letterati , fracui i due 2umas, 4ainte+8euve, /aine, Ge+nan, i 3oncourt , &lau"ert ,e c c . , e su c u i P ro u s t sc r i ss e un o d e i su oi «4alons parisiens» sul&igarodel J fe""raio DF..FD&r9der9L (hopin =F+;D>, compositore e pianista polacco, fa+ mosissimoin vita, aveva su"ito un’eclisse di popolarit% alla fine del seco+lo, finch6 ritorn# inauge dopo il DF, in occasione del centenario dellanascita.F'' $uintet to con c lar inet to Z. d i Vol fgang AmadeusMo zar t=@<+@D>, uno dei pi "elli, fu composto poco prima della morte,nel@D.

Prosper M6rim6e =F+@F>, l’autore di(armene di(olom"a, - loscrittore di testa poco amato da Proust, che rifugge anche da Nenri Mei+lhac=+D@> e da 0udovic Nal6v9 =;+DF>, famosa coppia di au+ tori dimolte commedie,vaudevillese li"retti, musicati soprattutto da Kac+$ues 1ffen"ach =D+F> e alcuni da

3eorges 8izet =+@>, rap+presentanti secondo lui di un genere diletteratura spensierata e futile.J0a ditta parigina 8elloir era specializzata in forniture per feste e "anchetti.3li amici di 8asin de 3uermantes, hanno il nome uguale al ponted’'-na, chesi trova sulla 4enna di fronte alla /our Eiffel! e il ponte avevapreso il nome dallavittoria di Bapoleone sull’esercito prussiano nel F<nella omonima localit% in3ermania.

;0a famiglia di Go"ert de Montes$uiou aveva avuto ascendentiinr a p p o r t o c o n l ’ ' m p e r o , u n a v o e s s e n d o s t a t o g r a n

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c i a m " e l l a n o d el l’' mp er ato re n el F, a l s e gu it o d i /al le 9r an d,senatore e par i di &r a n c i a , l a n o n n a g o v e r na n t e i m p e r i a l e e« M a m a n * u i o u » d e l r e d i Goma.

4partaco, capo degli schiavi in rivolta, che tenne testa per due annialle legioni diGoma e che morì nel @.;

<)ercingetorige, il generalissimo dei 3alli che difese l’indipendenzadel suo paese,ma che sconfitto a Alesia nel J a.(., fu portato a Gomaprigioniero e, dopo

aver ornato il carro del trionfo di (esare, inviato alsupplizio nel ;<.@0a duchessa di 3uermantes - suocera della principessa des 0au+mes, cheerediter% un giorno $uel maggior titolo della casata.'' giuoco sul nome di (am"remer rivela che - composto nella pri+ma partedall’iniziale del cognome del generale Pierre+Utienne (am"ron+ne =@@F+;J> e,nella seconda, dalla parola «merde», che lui stesso pro+nunci# alla "attaglia diVaterloo, $uando i nemici lo avevano invitato al+la resa.

D8erenice - la protagonista della tragedia omonima di Kean Gacine=<D+<DD>, amata da /ito ma poi respinta $uando divenne imperatore,per ragiondi 4tato.JF'' "acillo virgola, o vi"rione colerico, fu scoperto nel ; da Go"ertZoch =;+DF>.J Kean+&ranCois de 3aloup, conte di 0a P6rouse =@;+@>,

famosonavigatore francese scomparso nell’isola )aniLoro nell’arcipelago di 4an+ta(ruz, massacrato dai selvaggi o a causa di un naufragio. (fr. K .+&.0aP6rouse,)iaggio intorno al mondo sull’Astrola"e e sulla 8oussole, Milano,DJ.JJ0’N[tel )ouillemont, tran$uillo e di prim’ordine, si trovava in rue8oiss9+d’Anglas,vicino a place de la (oncorde.J0a Princesse de (l-ves

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=<@> di Mme de 0a &a9ette =<;+<D> - unromanzo che analizza conestrema finezza una passione d’amore, e che siconclude con la volontaria rinunziadella protagonista.J;

Gen6=FJ> di (hateau"riand =@<+;> - tra le prime espressionidi amore romantico inun racconto.J/ris tano e 'sot ta=<>, dramma musicale in tre atti di GichardVagner =+>, chescrisse di aver voluto con esso innalzare un mo+numento al pi "ello dei sogni, lavera e genuina gioia d’amore.J<Antoine+0aurent 0avoisier =@;+@D;>, fondatore della chimicamoderna eAndr6+Marie Amp-re =@@+<>, che scoprì i fenomeni elet+trodinamici e le loroleggi, sono messi sullo stesso piano per genialit% conil compositore della «piccolafrase» della sonata di )inteuil.J@Pro ust avev a scr i t to la s tessa frase c ome det ta ne l sa lot todel laprincipessa Matilde, riferendola al telefono, «la pi "ella scoperta che siamaistata fat taO dopo le sedute spiritiche, naturalmente» (fr. notaFsull’articolo pu""licato sul&igaro

del J fe""raio DF.;;

J0a toilette di 2ianao2iana e Binfefu ac$uistata all’asta della colle+zione di Beville 2. 3oldschmidt a Parigi nel @<dal Museo Mauritshuisdell’AXa, dove Proust lo vide nei viaggi in 1landa del D eDF. 2ietroal cagnolino "ianco e "runo =l’unico animale nell’opera nota di)ermeer>,sul sasso ove sta seduta 2iana =riconosci"ile dal diadema con la

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mezza+luna>, esisteva una firma pressoch- svanita in seguito alle pulituredel$uadro , per cu i es so fu a t t r i"ui to per un cer r to t empo a BicolasMaes=<;+<D>.JD

«Bon s i - ma i cos ì f e l i c i o i n f e l i c i come s i c r ede .» 0a Gochef ou+cauld,0es Maimes, ;D.F'' ritratto di Maometto '' di 3entile 8ellini =;JD+F@>, ora alla Ba+tional 3aller9di 0ondra. 'l vicentino =e non veneziano> 3iovanni MariaAngiolello =;+J>, che non - il "iografo del pittore, lasci# un diario intitolatoNistoria turchesca=pu""licato solo nel DFD>, in cui narra di 're+ne, ragazza greca di straordinaria

 "ellezza di cui Maometto '' s’era inna+morato e che uccise davanti a tutta la corte per mostrare di non essere di+stolto dai suoi doveri. Be aveva parlato anche Matteo8andello nella no+vella ? del primo li"ro delle sue

 Bovelle.0es &illes de mar"re, dramma in cin$ue atti con intermezzi cantati di/h6odore 8arri-re e 0am"ert/hi"oust =J@+<@>, in cui si racconta diuna cortigiana senza cuore, che

rovina uno scultore di lei innamorato,rappresentato per la prima volta nel, ma ripreso nel @ e ancoranel D al teatro dei Menus+Plaisirs. Proustaveva prima pensato al 8ai+ser di /h6odore de 8anville =J+D>.J'' Palazzo dell’'ndustria era adi"ito a mostre, chiamate «salons»perch6i n o r i g i n e s i s v o l g e v a n o n e l g r a n d e s a l o n e d e l 0 o u v r e , oa spettacoli./re citt% nei pressi della Manica, ma in tre diversi dipartimenti, nel+la 4enna

Marittima, nel (alvados e nell’Eure. 4u"ito dopo - citata 8euze+ville, nella 4ennaMarittima, non lontana dal comune di 8r6aut6.;1dette - devota alla Madonna del 0aghetto, alla $uale - dedicatounsantuaio e un chiostro vicino a Bizza, tradizionale luogo di pellegri+ naggiodal 4eicento nelle Alpi Marittime.(itazione di una nota del diario di Alfred de )ign9 =in data JJ apri+le >,riferentesi alla sua relazione con l’attrice Marie 2orval, trattatadal

Kournal d’un po-te, pu""licato da 0ouis Gatis"onne nel <@.<

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3li animali immondi della 8i""ia e del &isiologo, poi ripresi nei8estiarimedievali, sono scolpiti come spiegazione delle profezie di 4ofo+nia sulladesolazione di Binive, in uno dei "assorilievi del portale occi+dentale dellacattedrale di Amiens, che - anche riprodotto nel li"ro di U.

;

MTle,0 ’ A r t r e l i g i e u d u ? ' ' 'es i - c l e e n & r a n c e, p . < ; . ( ’ - a n c h e un’allusione a

/he 8i"le of Amiens di GusLin, traduzione e prefazione dellostesso Proust, DF;, pp. ;F+;.@0a grande rivoluzione che ha sconvolto Parigi - $uella della (omu+ne nel @,l ’ anno d i nas c i t a d i P r ous t : ma l a r i vo luz ione d i cu i $u i s i pa r l a

 potre""e essere $uella del J@ gennaio D, $uando il generale 8ou+langer fu elettocon votazione trionfale a deputato di Parigi, e avre""epotuto marciaresull’Eliseo.

'' circolo «de l’5nion artisti$ue ou de l’Upatant» era nato dalla fu+sione delcircolo degli (hamps+Ul9s6es e di $uello dei Mirlitons ed era si+tuato al numero della rue 8oiss9+d’Anglas, organizzando una mostraannuale di pittura.D Kules Machard =D+DFF>, pittore storico e ritrattista, espose per laprima volta al4alon del <.;FAugus t e 0e lo i r = FD+ DJ> e i s uo i due f i g l i , 0ou i s = ;+ ;>eMaurice =+D;F> furono pittori accademici e autori di ritratti storici ereligiosi,gli ultimi due godendo di una certa cele"rit% come ac$uarellistie illustratori.;0’episodio del sogno che risveglia la gelosia appariva gi% inKean4anteuil, pp. D+JJ.Par far parte del «piccolo nucleo», del «piccolo gruppo», del«piccoloclan» dei )erdurin, una condizione era sufficiente, ma era altresìneces+saria: "isognava aderire tacitamente a un (redo, di cui uno degliarticolista"iliva che il giovane pianista, protetto $uell’anno dalla signora )erdu+rin, la$uale diceva di lui: «Mica dovre""e esser permesso, saper suonareVagner così»,«su"issava» insieme Plant6 e Gu"instein, e che il dottor (ottard aveva occhioclinico pi di Potain

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. 1gni «nuova recluta», a cui i)erdurin non riuscivano a far credere che leserate della gente che nonandava da loro erano noiose come la pioggia, si vedevasu"ito esclusa. Esiccome le donne, a tal riguardo, erano pi restie degliuomini a rinun+ciare a ogni curiosit% mondana e al desiderio d’informarsi

 personalmentesull ’attrat tiva degli alt ri salot ti , e i )erdurin d’altra partesentivano che$uello spirito di li"ero esame e $uel d-mone di frivolezza potevano di+ventare fatali per contagio all ’ortodossia del la piccola chiesa,così eranos t a t i i n d o t t i a r e s p i n g e r e u n o d o p o l ’ a l t r o t u t t i i« f e d e l i » d i s e s s o femminile.A par te la giovane moglie del dottore ,$uell’anno i «fedeli» femminaerano ridotti $uasi esclusivamente ="ench6 lasignora )erdurin fosse unadonna virtuosa e di rispetta"ile famiglia "orghese,esageratamente riccae t o t a l m e n t e o s c u r a , c o n l a $ u a l ea v e v a a p o c o a p o c o c e s s a t o;<

volontariamente ogni rapporto> a una persona deldemimonde,la signorade (r6c9, che la signora )erdurin chiamava per nome, 1dette, edichia+rava essere «un amore», e alla zia del pianista che doveva aver fattolaportinaia! persone ignare del "el mondo, alla cui ingenuit% era stato faci+le far credere che la principessa di 4agan e la duchessa di 3uermanteseranocostrette a pagare dei disgraziati per avere $ualcuno a pranzo, di+modoch6 all’offertadi farle invitare dalle due gran dame l’e portinaia ela donnina e$uivoca avre""erorifiutato sdegnosamente.' )erdurin non facevano inviti a cena.1gnuno aveva dalo ro «i l su o po sto a ta vo la ». Pe r la ser a no n c’ er a programma. 'l giovane

 pianista suonava, ma solo se «gli girava», perch6nessuno veniva costretto e, comediceva il signor )erdurin, «uno per tut+ti, tutti per uno». 4e il pianista voleva suonarela cavalcata della)alchiriao i l preludio del

/ristanoJ, la signora )erdurin protestava, non gi% che$uella musica le dispiacesse,anzi, perch6 le faceva troppa impressione.«Allora ci tenete proprio che mivenga /emicraniaI 0o sapete che succe+de se mp re co sì , $u an do lu i su on a$uel la ro"a . 4o "en io $uel che miaspetta 2omani, $uando vorr#alzarmi, "uonanotte, sar# distrutta» 4elui non suonava, si facevaconversazione, e uno degli amici, pi spesso ilpit tore favori to di turno, «"uttavalì», come diceva il signor )erdurin,«una grossa scemenza che faceva

sganasciare tut ti», specialmente la si+ gnora )erdurin, alla $uale un giorno,7

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tanto era solita prendere alla let+tera le espressioni figurate delle emozioni che provava,7il dottor (ot+tard =allora giovane de"uttante>, dovette rimettere a posto la

mascellache si era slogata per aver riso troppo.0’a"ito nero era proi"ito perch6si era fra «amici», e per non assomi+gliare ai «noiosi», da cui ci si teneva allalarga come dalla peste: li si invi+tava solo per le serate di gala, date il piraramente possi"ile e soltantose potevano divertire il pittore o far conoscere ilmusicista. Per il resto cisi accontentava di giocare alle sciarade, di cenare inmaschera, ma fra in+timi, senza mescolare estranei al «piccolo nucleo».Ma via viache i «camerati» avevano preso pi posto nella vita della si+gnora )erdurin, i noiosi, irepro"i, erano diventati tutto ci# che trattene+va gli amici lontano da lei, ci# cheli impediva $ualche volta di essere li+ "eri: la madre di uno, la professione di unaltro, la casa in campagna o lacattiva salute di un terzo. 4e il dottor (ottardriteneva di dovere andarv i a a p p e n a a l z a t o d a t a v o l a p e r  t o r n a r e d a u n m a l a t o i n p e r i c o l o : «(hiss%», diceva la signora)erdurin, «forse gli far% meglio se non anda+te a distur"arlo stasera: passer% una

 "uona nottata senza di voi, ci andre+te domattina presto e lo troverete guarito».&in dall’inizio di dicem"re;@

stava male al pensiero che per Batale e (apodanno i fedeli «staccassero».0a zia del pianista esigeva che $uel giorno lui andasse a cena in famiglia,dalla madre di

lei:«(redete che ne morre""e, vostra madre, esclam# duramente la signo+ra )erdurin,se non cenate con lei a (apodanno, come in provincia».0e sue in$uietudinirinascevano in vista della settimana santa:«)oi dottore, uno scienziato, un uomo dispirito, naturalmente voi ve+nite il venerdì santo, come un giorno $ualsiasi», disse a(ottard il primoanno, in tono sicuro, come non potendo du"itare dellarisposta. Ma tre+mava aspettando che la pronunciasse, perch6, se lui non fossevenuto ri+schiava di trovarsi sola.«'l )enerdì santo verr#O a salutarvi, perch6andiamo a passare le festedi Pas$ua in Alvernia.7

' n A l v e r n i a I P e r f a r v i m a n g i a r e d a c i m i c i e p u l c i , " u o n p r #v i faccia»E dopo un silenzio:«4e almeno ce l’aveste detto! avremmo cercatodi com"inare la cosa edi fare il viaggio insieme, con tutte le comodit%».Parimenti,se un «fedele» aveva un amico, o unaha"itu6eunflirt, capa+ci di farli «staccare» $ualche volta, i )erdurin che non si spaventavano seunadonna aveva un amante, purch6 lo avesse a casa loro, lo amasse inloro, e

non lo preferisse a loro, dicevano: «E""ene, portatelo, il vostroamico». E losi assumeva in prova per vedere se fosse capace di non avers e g r e t i p e r l as i g n o r a ) e r d u r i n , s e m e r i t a s s e d i e s s e r e a g g r e g a t o a l « p i c c o l o

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clan». 4e non lo era, il fedele che l’aveva presentato veniva pre+so da parte, e glisi rendeva il servizio di guastare i suoi rapporti conl’amico o l’amante.'n caso contrario, il «nuovo» diventava a sua volta unfedele. (osì $uando$uell’anno la

demi+mondaineraccont# al signor )er+durin che aveva conosciuto un uomo affascinante, il signor 4Hann, e in+sinu# che $uesti sare""e stato "en felice di essere ricevuto in casa loro,ilsignor )erdurin trasmise la richiesta alla moglie seduta stante. =0uinonaveva mai opinioni se non dopo sua moglie , e il suo compi tospecificoera di eseguire i desideri di lei, così come i desideri dei fedeli, congrandirisorse d’ingegnosit%.>«Ecco $ui la signora de (r6c9 che ha $ualche cosada chiederti. )or+re""e presentarti un suo amico, il signor 4Hann. (he ne diciI7Ma andiamo, - possi"ile rifiutare $ualche cosa a una piccola perfe+zionesimileI _itta voi, il vostro parere non viene richiesto, vi dico chesiete

 perfetta.;7Poich6 lo volete, rispose 1dette con fare lezioso, e soggiunse: lo sa+pete che io nonsonofishing for compliments.

7E""ene, portatelo il vostro amico, se - simpatico.»(erto, il «piccolo nucleo» nonaveva alcun rapporto con la societ% fre+$uentata da 4Hann, e dei mondani puriavre""ero pensato che non vale+va la pena di occuparvi come lui una posizioneeccezionale per farsi poipresentare in casa )erdurin. Ma 4Hann amava tanto ledonne, che a par+t i r e d a l g i o r n o i n c u i a v e v a c o n o s c i u t o

 p r e s s a p p o c o t u t t e $ u e l l e dell’aristocrazia, ed esse non avevanoavuto da insegnargli pi nulla, icertificati di naturalizzazione, $uasi patentidi no"ilt%, che il fau"ourg4aint+3ermain

;gli aveva concesso, lui non se n’era curato pi, se non co+me d’una specie di valore discam"io, di lettera di credito priva di pregioin s6, ma che gli permetteva diimprovvisarsi una posizione in $ualche "uco di provincia, in $ualche oscuroam"iente di Parigi, dove gli era par+sa carina la figlia del signorotto locale o delcancelliere giudiziario. 'l de+siderio o l’amore gli restituivano un sentimento divanit%, di cui ormaiera esente nella consuetudine della vita ="ench6 senza du""iofosse statolui, in passato, a volgerlo verso la carriera mondana dove aveva sperpe+ratoin piaceri frivoli le proprie doti spirituali e adoperato la propria eru+dizione in materia

d’arte a consigliare le signore del "el mondo negli ac+$uisti di $uadri e mo"ili per i loro palazzi>, e che invece adesso gli davail desiderio di "rillare, agli occhi diuna sconosciuta di cui si era invaghi+to, di un’eleganza che il solo nome di 4Hann

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non suggeriva di per s6. 0odesiderava soprattutto se la sconosciuta era diumile condizione. Bellostesso modo in cui un uomo intelligente non ha paura disem"rare stupi+do a un altro uomo intelligente, così un uomo elegante non teme divede+re misconosciuta la propria eleganza, da un gran signore, ma da uno zo+tico. '

tre $uarti degli sfoggi di spirito e delle menzogne di vanit% prodi+ga t i , dacch6 i lmon do - mon do, da chi pot eva sol o esse rne dim inu ito , erano indirizzatia degli inferiori. E 4Hann, che era semplice e indifferen+te con una duchessa,tremava di essere disprezzato, e posava, davanti auna cameriera.Bon eracome tanti, che, per pigrizia o per un senso di rassegnazioneall’o""ligo,creato dallo stato sociale, di restare attaccati a una certa riva,si astengono dai piaceriche la realt% offre loro fuori della posizione mon+dana, in cui vivono rintanati finoalla morte, accontentandosi di chiama+re piaceri, in mancanza di meglio e unavolta assuefatti, i divertimentimediocri o le noie sopporta"ili che essa racchiude.4Hann, dal canto suo,non cercava di trovare carine le donne con cui passava iltempo, ma dipassare il tempo con le donne che prima aveva trovato carine.E spesso;D

erano donne di "ellezza piuttosto volgare, perch6 le $ualit% fisichechecercava senza rendersene conto, erano del tutto opposte a $uelle cheglirendevano ammira"ili le donne scolpite o dipinte dagli artisti che amava.0a

 profondit%, la malinconia dell’espressione gli gelavano i sensi, che in+vece "astava asvegliargli una carne sana, prosperosa e rosea.4e in viaggio incontrava una

famiglia che sare""e stato pi eleganteevitare di conoscere, ma nella $ualeuna donna gli si presentava dotatadi una grazia da lui ancora sconosciuta,starsene «sulle sue» e ingannareil desiderio che glien’era nato, sostituire un piacerediverso al piacere cheavre""e potuto conoscere con lei, scrivendo a un’antica amantedi venir+lo a raggiungere, gli sare""e parsa un’a"dicazione così vile di fronte allavita,una rinunzia così stupida a una gioia nuova, come se, invece di visi+tare il paese,s i f os se c o nf in a to i n c a me ra a g u ar d ar e v ed u te d i P a ri g i. Bon sichiudeva nell’edificio delle sue relazioni, ma per poterlo ricostrui+re da cima a fondosu "asi nuove dovun$ue una donna gli fosse piaciuta,ne aveva fatto una di $uelle

tende smonta"ili che gli esploratori portanocon s6. *uanto a ci# che non si poteva traspor tare o scam"iare con unpiacere nuovo, lo avre""e dato via per nulla , per invidia"ile che fosseparso ad altri.*uante volte il suo credito presso una duchessa, accumulato negli annidal desiderio che lei aveva di esserecarina con lui senza mai trovarne oc+casione, l’aveva li$uidato di colpo chiedendoleindiscretamente per tele+gramma una raccomandazione telegrafica che lomettesse all’istante inrapporto con un fattore di lei, del $uale in campagnaaveva notato la fi+glia, come fare""e un affamato "arattando un diamante con un

 pezzo dipane. A cose fatte se ne divertiva persino, perch6, riscattata da delicatez+ze

rare, c’era in lui una certa grossolanit%. 'noltre, apparteneva a$uellacategoria di uomini intelligenti vissuti nell’ozio, che cercano una consola+zione, e forse una scusa, nell’idea che $uest’ozio offra all’intelligenza og+get ti degni

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d’interesse $uanto $uelli che potre""e offrire l’arte o lo stu+dio, che la«)ita» contenga situazioni pi interessanti , pi romanzesche di tutti i romanzi.Almeno lui lo affermava e ne persuadeva facilmente ipi raffinati tra i suoi amici delgran mondo, specie il "arone di (harlus,che lui si divertiva a far ridere col

racconto del le avventure piccanti chegli capitavano: come $uando,condottosi a casa una donna incontrata intr eno , ave va sco per to che erala sore lla di un sov ran o nel le cui man i s’intrecciavano in $uel momentotutti i fili della politica europea, cosic+ch6 lui ne era stato informato inmaniera davvero gradevole! o $uando,per un gioco complicato dicircostanze, dipendeva dalla scelta che si at+tendeva dal conclave se lui sare""eo no diventato l’amante di una cuoca.F2el resto non era soltanto lo stuolo "rillante delle virtuose vecchie si+gnore, dei generali, degli accademici, a cui era particolarmente legato,che4Hann costringeva con tanto cinismo a servirgli da mezzani. /utti isuoiamici erano a"ituati a ricevere ogni tanto da lui delle lettere, in cuiuna

 p a r o l a d i r a c c o m a n d a z i o n e o d i p r e s e n t a z i o n e e r a c h i e s t ac o n un’a"ilit% diplomatica tale che, persistendo attraverso gli amori successi+vi e ilmutar dei pretesti, denunziava, pi di $ualsiasi eventuale goffaggi+ne, un caratterecostante e identici scopi. Molti anni dopo, $uando inco+minciai a interessarmidel suo carattere per via della somiglianza che, intutt’altri campi, aveva col mio,spesso mi sono fatto raccontare che $uan+do scriveva a mio nonno =che non loera ancora, perch6 il grande amoredi 4Hann e""e inizio verso il tempo della mia

nascita, e interruppe a lun+go si mi li pr at ic he >, ri co no sc en do su ll a "u st a las cr it tu ra d el l’ am ic o i ln on no e sc la ma va : « Ec co 4 Ha nn c he h a$ualcosa da chiedere: in guar+dia». E sia per diffidenza, sia per il sentimentoinconsciamente dia"olicoche spinge a offrire una cosa solo a chi non ne ha voglia, imiei nonni op+ponevano recisamente un non luogo a procedere alle sue

 preghiere pifaci l i da soddisfare , come di presentar lo a una ragazzach e ve ni va a pranzo da loro tutte le domeniche! ogni volta che 4Hann neriparlava,erano costretti a fingere che non la vedevano pi, mentre per tutta la set+t imana si domandavano chi invitare con lei , e spesso f inivano, col

nontrovare nessuno, pur d i non chiamare colu i che ne sare""e s ta tocosìcontento.A volte una coppia di amici dei nonni, che fino a $uel momento si era+no lamentati di non vedere mai 4Hann, annunciavano con soddisfazionee forse un po’col desiderio di suscitare invidia, che lui era diventato conloro di una gentilezzastraordinaria, che non li lasciava mai. 'l nonno nonvoleva tur"are il loro piacere, maguardava la nonna canticchiando:*uel est donc ce m9st-reI Ke n’9 puis riencomprendre.oppure:)ision fugitiveO

<oppure:2ans ces affairesle mieu est de ne rien voir @

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*ualche mese dopo, se il nonno domandava al nuovo amico di 4Hann:«E 4Hann, lovedete sempre moltoI», l’interlocutore faceva il viso lungo:«Bon pronunciate mai$uel nome davanti a me7Ma io credevo che fo+ste tanto legatiO ». (osì, per $ualche mese, era stato intimo dicerti cugi+ni della nonna, pranzava da loro $uasi ogni giorno. 8ruscamentesmisedi andarci, senza avvertire. 0o credettero malato, e la cugina della nonnastava

 per mandare a chieder notizie, $uando nell’officetrov# una sua let+tera infilata inavvertitamente nel li"ro di conti della cuoca! lui leannun+ciava che stava per lasciare Parigi, che non sare""e potuto venire pi. Erala

sua amante, e al momento di rompere, aveva creduto utile informareleisola.*uando invece l’amante in carica era una persona di mondo, o almenotale cheun’origine troppo umile o una posizione troppo irregolare nongl’impediva difarla ricevere in societ%, allora vi ritornava per lei, ma solonell’or"ita particolare dovelei si muoveva o dove lui l’aveva introdotta.«'nutile stasera contare su 4Hann, sidiceva! lo sapete, - il giorno d’1p6radella sua Americana .» 0a faceva invi ta re nei salo t t i

 par t ico larmente esclusivi dove colt ivava le proprie a"i tudini , i pranzi

settimanali, il po+Ler! ogni sera, dopo che una leggera arricciatura ai suoicapelli rossi ta+gliati a spazzola aveva temperato con un po’ di dolcezza lavivacit% deisuoi occhi verdi, sceglieva un fiore da mettersi all’occhiello eusciva perraggiungere l’amante a pranzo da $uesta o $uella signora del

 proprioam"iente! e allora, pensando all’ammirazione e al l’amicizia che lagentealla moda, per cui lui faceva il "ello e il cattivo tempo, e che stava per in+contrare, gli avre""e prodigato davanti alla donna che amava, trovavaancorafascino in $uella vita mondana della $uale si era stancato, ma chegli sem"rava

 preziosa e "el la da $uando vi aveva incorporato un nuovo amore, come

 penetrata e colorata da una fiamma insinuata che vi ardessedentro.4 e n o n c h 6c i a s c u n o d i $ u e s t i l e g a m i o d i $ u e s t iflirt, e r a s t a t o l’attuazione pi o meno completa di un sogno nato alla vista di unviso odi un corpo che spontaneamente, senza sforzo, 4Hann aveva trovato gra+zioso.Ma $uando un giorno, a teatro, fu presentato a 1dette de (r6c9 daun e amico dilei che gliene aveva parlato come di una donna affasci+nante con cui forse

 poter com"inare $ualche cosa, ma dipingendola pi difficile di $uanto in realt%non fosse per crescere merito alla circostanzadi avergliela fatta conoscere, lei era

apparsa a 4Hann non certo priva di "ellezza, ma di $uel genere di "ellezzache lo lasciava indifferente, nongli suscitava desiderio, anzi gli dava una specie

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di repulsione fisica! unadi $uelle donne come ne esistono per tutti , diverse per ciascuno, e cheJsono l’opposto del tipo che i nostri sensi domandano. Aveva il profilotroppo

 pronunciato per potergli piacere, la pelle troppo delicata, gli zigo+mi troppo inrilievo, i lineamenti troppo tirati. 3li occhi erano "elli, matanto grandi chesi piegavano sotto la propria mole affaticando il restodel viso, e le davanosempre l’aria di avere una "rutta cera o di essere dicattivo umore. *ualche tempodopo $uella presentazione a teatro, lei gliaveva scritto per chiedergli di vedere le suecollezioni che la interessava+no tanto, «lei, un’ignorante che aveva il gustodelle cose "elle», dicendoche le sare""e parso di conoscerlo meglio $uandol’avesse visto nel «suohome» dove lo immaginava «così a suo agio col suo t- e i suoi li"ri», "en+ch6 non glinascondesse la sorpresa di saperlo a"itare in $uel $uartiere che doveva esserecosì triste e che «era così pocosmart

 per lui che lo eratanto». E, dopo che l’e""e lasciata venire, lei nell’andar via gli avevadet+to che le rincresceva di essere rimasta così poco in $uella casadov’erastata felice di penetrare, parlando di lui come se rappresentasse per lei$ualcosa di pi delle altre persone che conosceva! sem"rava sta"ilire fraloro dueuna specie di legame romanzesco, il che lo aveva fatto sorridere.Ma l’et% gi% un po’

disincantata alla $uale si avvicinava 4Hann, in cui sa p pi a moaccon t en t a r c i d i e s s e r e i nnamor a t i pe r i l p i ace r e d i e s s e r l o , s enzatroppa pretesa di reciprocit%, $uesto avvicinamento dei cuori, senon - pi,come nella prima giovinezza, il fine a cui tende necessaria+m e n t el ’ a m o r e , i n c o m p e n s o c o n t i n u a a d e s s e r g l i c o n n e s s o

 p e r un’associazione d’idee così forte che pu#, precedendolo, diventarnelacausa. 5n tempo si sognava di possedere il cuore della donna di cui sierainnamorati! pi tardi, sentire di possedere il cuore di una donna pu# "astare a farciinnamorare di lei. (osì nell’et% in cui sem"rere""e, poich6allora nell’amore si

cerca soprattutto un piacere soggettivo, che il gusto per la "ellezza della donnade""a occupare la parte decisiva, l’amore pu#nascere7l’amore nel senso pi fisico del termine7senza che vi sia sta+to, alla "ase, un desiderio preliminare. 3i% pi volte in $uellostadio del+la vita siamo stati colpiti dall’amore! esso non segue pi le proprieleggisconosciute e fatali, dinanzi al nostro cuore stupefatto e passivo! glian+diamo in aiuto, lo falsiamo con la memoria, con la suggestione. Gicono+

scendo uno dei suoi sintomi, ci ricordiamo degli altri, li facciamo rinasce+re. 4iccomene possediamo la canzone incisa in noi tutt’intera, per trovar+ne il seguito non c’- "isogno che una donna ce ne dica l’attacco

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7colmodell’ammirazione ispirata dalla "ellezza. E se incomincia a met%7l% do+ve i cuori si avvicinano, dove si parla di esistere ormai solamente

l’unoper l’altro7siamo a""astanza a"ituati a $uella musica per raggiungeresu"ito la nostra compagnaal passo dove ci attende.

1dette de (r6c9 ritorn# a trovare 4Hann, poi intensific# le sue visite! esenzadu""io, ogni volta si rinnovava in lei la delusione di trovarsi di+nanzi $uelviso di cui, nel frattempo, aveva un po’ dimenticato i partico+lari, e che nonricordava n6 tanto espressivo n6, malgrado la giovent,tanto appassito! si

rammaricava, mentre lei gli parlava, che la sua grande "ellezza non fosse del tipo chelui avre""e preferito spontaneamente. 8i+sogna dire d’altronde che il viso di 1detteappariva pi magro e pi pro+mi ne nt e pe rc h6 la fr on te e la so mm it % de ll egua nce , $ue sta sup erfi cie unita e pi piana, era coperta dalla massa deicapelli che allora si porta+vano prolungati in una frangetta, alti sulla sommit% ecotonati e sparsi inciocche capricciose lungo le orecchie! e $uanto al corpo, che eramodella+to stupendamente, riusciva difficile scorgerne la continuit% =a causadellamoda del tempo, e "ench6 lei fosse una delle donne di Parigi che si vesti+vanomeglio>, a tal punto il "usto, venendo avanti in sporgenza come suun ventre

immaginario e terminando "ruscamente a punta, mentre sottoincominciava agonfiarsi il pallone delle doppie sottane, dava alla donnal’aria di esser composta di

 pezzi diversi male infilati uno nell’altro! tantole gale, i falpal%, il corpetto seguivanocon indipendenza assoluta, secon+do la fantasia del disegno o la consistenza dellastoffa, la linea che li con+duceva ai fiocchi, agli s"uffi di pizzo, alle frange dritte digiaietto, oppu+r e l i g u i d a v a l u n g o l a s t e c c a d e l " u s t o , m a n o na d e r i v a n o a f f a t t o all’essere vivente che ci si t rovava infagottato o

 perduto a seconda chel’architettura di $uei fronzoli si avvicinasse o siscostasse troppo dallasua.Ma partita 1dette, 4Hann sorrideva ricordando che lei

gli aveva dettocome lungo le sare""e parso il tempo nell’attesa che lui le permettesseditornare! rammentava l’aria in$uieta, timida, con cui una voltal’avevapregato di non lasciar passare troppo tempo e lo sguardo che aveva avu+to in$uel momento, fisso su di lui con implorazione timorosa, e che larendevacommovente sotto il mazzolino di viole del pensiero artificialiappuntato sulcappello tondo di paglia "ianca, col sottogola di vellutonero. «E voi, gliaveva detto, non verreste una volta da me a prendere ilt-I» 0ui aveva tirato in

 "allo certi lavori in corso, uno studio7

in realt%a""andonato da anni,7su )er Meer di 2elft

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D. «Povera me, capisco chenon posso far niente, accanto a sapientoni come voialtri,aveva risposto.4arei come la rana davanti all’areopagoF

. Eppure mi piacere""e tantoistruirmi, sapere, essere iniziata. (ome dev’esseredivertente cercare li"riusati, ficcare il naso fra vecchie scartoffie», avevasoggiunto con l’ariacontenta di s6 che assume una donna elegantenell’affermare che il suodivertimento sta nel dedicarsi a $ualche "assafaccenda, senza timore;

d’insudiciarsi, per esempio far da cucina «mettendo lei stessa le mani inpasta». «)oi

vi "urlerete di me, $uel pittore che vi impedisce di vedermi=voleva dire )er Meer>,non ne avevo mai sentito parlare! - ancora vivoI4i pu# vedere a Parigi $ualche suaoperaI Per farmi un’idea di $uello cheamate, indovinare un po’ che cosa c’- sotto$uella gran fronte che lavoratanto, in $uella testa che uno sente occupatasempre a riflettere! dirmi:ecco, - a $uesto che lui sta pensando. (he sogno, esseremescolata ai vo+stri lavori» 0ui si era scusato adducendo il timore di amicizie nuove,ci#che aveva chiamato, per galanteria, la paura di essere infel ice.«Avetepaura di un affettoI (om’- strano, io che non cerco altro, che darei la vitaper trovarne uno», aveva detto lei con voce così naturale, così convinta,che lui

ne era rimasto scosso: «4icuramente avete sofferto per una donna.E credete che lealtre siano come lei. 0ei non ha saputo comprendervi, voi siete un essere cosìfuori del comune. Proprio $uesto mi - piaciuto invoi da principio, ho sentito che noneravate come gli altri.7E poi del re+sto anc he voi , l e a vev a det to 4Ha nn, io so "en e com e sonole donne,avrete un sacco di occupaz ioni , sarete poco l i"era.7' o I n o n h o m a i niente da fare 4ono sempre li"era, lo sar# sempre per voi. 2i

giorno e dinotte, a $ualun$ue ora vi facesse comodo vedermi, mandatemi acercare,sar# felicissima di accorrere. 0o fareteI 4apete cosa sare""e carinoIla+sciarvi presentare alla signora )erdurin, vado da lei tutte le sere. Pensa+te 4e ciincontrassimo lì, e io potessi raccontarmi che - anche un po’ perme che ci siete».Es en z a d u" " io , r ic or da nd o c os ì i l or o c o ll o $u i, p en sa nd o c o sì alei$uando era solo, lui si limitava a farne giocare l’immagine fra moltealtreimmagini femminili, in romanzesche fantasticherie. Ma se, grazie aunacircostanza $ualsiasi =o, forse, anche senza, giacch6 la circostanza chesipresenta $uando uno stato d’animo, finora latente, si rivela in noi, pu# no na ve rc i i nf l ui to p er n ul la >, se P imma gi ne d i 1d et te d e ( r6 c9fossegiunta ad assor"ire tutte $uelle fantasticherie, se esse non fosserostatepi separa"ili dal ricordo di lei, allora l’imperfezione del suo corpo

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nonavre""e pi avuto alcuna importanza, n6 che fosse, pi o meno di un al+tro corpo,conforme ai gusti di 4Hann: perch6, diventato il corpo di coleiche lui amava,sare""e stato ormai il solo capace di cagionargli gioie etormenti.Mio nonno

 per l’appunto aveva conosciuto, cosa che non poteva dirsi di nessuno dei loro

amici di oggi, la famiglia di $uei )erdurin. Ma avevaperso ogni contatto con coluiche chiamava «il giovane )erdurin», e che considerava, un po’ superficialmente,7

 pur conservando parecchi mi+lioni7, caduto nel gi ro del la "oh-me e del la marmagl ia . 5n giornoricevette una lettera di 4Hann che gli domandava se potesse metterloincontatto coi )erdurin: «'n guardia, in guardia, aveva esclamato il nonno,non mimeraviglia affatto, - proprio lì che 4Hann doveva andare a finire.5n "ell’am"ientinoPrima di tutto non posso fare $uanto mi chiede per+ch6 $uel signore non lo conosco

 pi. E poi ci sar% sotto una storia di don+ne, io non m’immischio in faccende delgenere. 8ene "ene ci sar% da di+vertirsi, se 4Hann indossa le insegne dei giovani)erdurin».E, in seguito alla risposta negativa di mio nonno, fu 1dette in personaacondurre 4Hann dai )erdurin.'l giorno che 4Hann vi fece il suo ingresso, i )erdurinavevano avuto acena il dottor (ottard e la moglie, il giovane pianista con la zia, e il

 pitto+re che godeva a $uel tempo del loro favore! $ualche altro fedele si era poiaggiunto durante il corso della serata.'l dottor (ottard non sapeva mai consicurezza in che tono doveva ri+spondere alla gente, se l’interlocutore scherzasse

o dicesse sul serio. E adogni "uon conto aggiungeva a tutte le espressioni dellasua fisionomial’offerta di un sorriso condizionale e provvisorio, la cuifinezza in attesalo avre""e scagionato dal rimprovero d’ingenuit%, se ildiscorso rivolto+gli risultava essere stato scherzoso. Ma siccome per far fronte all’ipotesiopposta non osava lasciare il sorriso affermarsi chiaro etondo sulla suafaccia, vi si vedeva ondeggiare perpetuamente un’incertezza in cui sileg+geva la domanda che non osava rivolgere: «2ite sul serioI». Anche menoche insalotto era sicuro del modo di comportarsi per la strada, e pi ingenerale,nella vita, e lo si vedeva opporre ai passanti, alle carrozze, agliavvenimenti, un

sorr iso malizioso che toglieva in anticipo al suo conte+gno ognisconvenienza perch6, se era fuori posto, dimostrava che lui losapeva

 "enissimo e che, se lo aveva adottato, era stato per scherzo.'n ogni caso, su tutti i punti in cui un’aperta domanda gli sem"rava le+cita, il dottore non si risparmiava per restringere il campo dei suoi du""ie completare la sua istruzione.(osì, seguendo iconsigli datigli da una madre previdente $uando eravenuto via dalla provincia, nonlasciava mai sfuggire una locuzione o unnome proprio che gli fosserosconosciuti, senza cercare di documentarsiin proposito.Per le locuzioni erainsazia"ile di ragguagli, perch6, supponendo lorotalvolta un senso pi preciso

che non a""iano, avre""e desiderato sapereche cosa si voleva dire esattamente con$uelle che sentiva usare pi spes+so: la "e ll ez za de ll ’a si no , il sa ng ue "l u,

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correre la cavallina, il $uartod’ora di Ga"elais, ar"itro d’eleganza, darecarta "ianca, essere ridotto al$uia, ecc., e in $uali casi determinati poteva a sua volta farle figurare nei

< propri discorsi. 'n mancanza d’altro, esi"iva alcuni giuochi di parole cheavevaimparato. *uanto ai nuovi nomi di persona che venivano pronun+ciati davanti a lui,si accontentava di ripeterli in un tono interrogativoc he r i t e n ev as u f f i c i e n t e a o t t e n e r e s p i e g a z i o n i s e n z a a v e r l ’ a r i adichiederle.Poich6 il senso critico che credeva di esercitare su tutto, glimancavacompletamente, con lui era fatica sprecata $uella forma raffinata di corte+sia che consiste nell’affermare, senza contare d’esser creduti, $uando sifaun piacere a $ualcuno, che il piacere ce l’ha fatto lui: lui prendeva tut+to alla lettera.Per $uanto cieca nei suoi confronti e pur senza smettere ditrovarlo molto fine, lasignora )erdurin aveva finito coll’indispettirsi ve+dendo che $uando lo invitava inun palco di proscenio a sentire 4arah8ernhardt, dicendogli con gentilezza:«4iete s tato molto caro a venire,dottore, tanto pi che, ne son certa,av re te se nt it o sp es so 4a ra h 8e rn + hardt, e poi forse siamo troppo vicini al

 palcoscenico», il dottor (ottard,entrato nel palco con un sorriso che per precisarsi osparire aspettava che$ualcheduno di autorizzato lo informasse sul valore dellospettacolo, ri+spondeva: «Effettivamente $ui - troppo vicino, e si comincia a esserestu+fi di 4arah 8ernhardt. Ma voi avete espresso il desiderio che io venissi, eper me ivostri desideri son ordini. 4ono troppo felice di rendervi $uestopiccolo servigio.

(osa non si fare""e per farvi piacere, siete tanto "uo+na». E aggiungeva:«4arah 8ernhardt, - lei la )oce d’1ro, non - veroI4pesso scrivono anche che incendia le platee. (uriosa espressione, non-veroI», nella speranza di commenti che non venivano.«4ai, aveva detto al maritola signora )erdurin, credo che s"agliamotattica, $uando per modestiadeprezziamo $uel che offriamo al dottore. uno scienziato che vive fuori della vita

 pratica, da solo non conosce il va+lore delle cose, e si "asa su $uello che gli diciamonoi.

7 Bon osavo dir+telo, ma l’avevo notato», rispose il signor )erdurin. E il(apodanno se+guente, invece di mandare al dottor (ottard un ru"ino di tremilafranchidicendo che era cosa da poco, il signor )erdurin comper# per trecentofranchi una pietra rigenerata, lasciando intendere che difficilmente si po+tevavederne di così "elle.*uando la signora )erdurin annunzi# che $uella sera ci sare""estatoil signor 4Hann: «4HannI», aveva esclamato il dottore con accentoreso "rutale dal la sorpresa, perch6 la minima novi t% cogl ieva sempreal lasprovvista pi di chiun$ue $uell’uomo che si credeva sempre preparatoa tu t to .

E vedendo che non gl i r i spondevano: «4HannI (hi - $ues to 4Hann»,grid# al colmo di un’ansia che si calm# su"ito, $uando la si+gnora )erdurindisse: «Ma l’amico di cui 1dette ci aveva parlato.

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7Ah,@

sì sì, va "ene», rispose il dottore placato. *uanto al pittore, si rallegravaper l’ingresso di 4Hann in casa )erdurin, perch6 lo supponeva innamo+rato di1dette e gli piaceva favorire gli idilli. «Biente mi diverte comecom"inarematrimoni, confid# al dottor (ottard in un orecchio, me nesono riusciti gi%molti, anche fra donne»2icendo ai )erdurin che 4Hann era molto «smart», 1dette li aveva fat+ti temere un «noioso». 'nvece fece un’impressione eccellente, dicui, a lo+r o i nsapu ta , una de l la cause i ndi r et t e e r a anche l a s uafre$uentaz ionedella societ% elegante. 'nfatti, sulle persone anche intelligenti chenon so+no mai state nel gran mondo, lui aveva una delle superiorit% di chi

unpo’ vi ha vissuto, cio- di non trasfigurarlo pi col desiderio o l’orrore cheispiraall’immaginazione, di considerarlo senza nessuna importanza. 0aloro cortesia,lontana da ogni sno"ismo e dalla paura di sem"rare ecces+siva, d iv en ta taauton oma, ha l a di s invol tura, la gr azia di mo vimen to proprie di colorole cui mem"ra agili eseguono esattamente $uello chevogliono, senza la

 partecipazione indiscreta e impacciata del resto del corpo. 0a sempliceginnastica elementare dell’uomo di mondo che porgela mano con "uonagrazia algiovanotto sconosciuto che gli vien presenta+to, e s’inchina con riser"o davantiall’am"asciatore a cui lo presentano,aveva finito col passare, senza che lui

ne fosse cosciente, in tutto il com+portamento sociale di 4Hann, che di fronte a persone di un am"iente in+feriore al suo, com’erano i )erdurin e i loro amici,d’istinto mostr# unapremura, si concesse delleavances, da cui , secondo loro, un noioso si sa+ re""e astenuto. 5n momento di freddezzal’e""e solo col dottor (ottard:vedendo che gli strizzava l’occhio e gli sorrideva conaria am"igua primaancora di essersi scam"iati una parola =mimica che(ot tard chiamava «lasciar venire»>, 4Hann credette che il dottore lo conoscesse,senza du"+ "io per essersi trovati insieme in $ualche casa di piacere, "ench6

lui viandasse molto poco non avendo mai vissuto nel mondo del la "is"occia./rovando l’allusione di pessimo gusto, specie in presenza di1det te chepoteva far s i d i lu i una ca t t iva opin ione , os tent# un’ar iaglac iale . Ma$uando seppe che una signora che stava lì accanto era la signora(ottard,pens# che un marito così giovane non avre""e cercato di alludere adi+vert imenti del genere davanti alla moglie! e smise di att ri"uireall’ariacomplice del dottore il significato temuto. 'l pittore invit# su"ito 4Hannavenire con 1dette nel suo atelier ! 4Hann lo t rov# genti le. «&orsesare te t ra t t a to megl io d i me, d i s se l a s ignora )erdur in in tono che

fingevad’esser piccato, vi sar% mostrato il ritratto di (ottard =lo avevaordinatolei al pittore>. 4tate attento, QsignorQ 8icheJ

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», ricord# al pittore, calcandosulla parola perch6 dirgli «signore» era uno scherzoconsacrato, «cercate

d i r en de re l a " el le zz a d el lo s gu ar do , $ ue l n on s o c he a rg ut o,amenodell’occhio. 0o sapete, $uel che voglio soprattutto avere - il suosorriso,$ u e l c h e v i h o c h i e s t o - i l r i t r a t t o d e l s u os o r r i s o . » E s i c c o m e l’espressione le parve degna di nota, la ripet- avoce molto alta per esseresicura che molti invitati la sentissero, anzi, con unvago pretesto, primane fece avvicinare $ualcuno. 4Hann chiese diconoscere tutti, anche unvecchio amico dei )erdurin, 4aniette, a cui la timidezza,la semplicit% e il "uon cuore avevano fatto perdere dappertutto la stima chegli avevanomeritato la sua scienza d’archivista, il gran patrimonio, e lafamiglia di+stinta da cui proveniva. Parlando aveva in "occa come una

 pol tigl ia cherisultava adora"ile, perch6 pi che da un difetto della lingua derivavadau n a $ u a l i t % d e l l ’ a n i m o , c o m e s e n o n a v e s s e m a i p e r d u t o d e lt u t t o l’innocenza d-lia prima et%. /utte le consonanti che non poteva pronun+ziarefiguravano altrettante durezze di cui fosse incapace. 2omandandodi essere

 presentato al signor 4aniette, 4Hann fece l’effetto al la signora )erdurin diinvertire le parti =tanto che, insistendo sulla differenza, dissein risposta: «4ignor 4Hann, volete avere la "ont% di permettermi di pre+sentarvi il nostro amico4aniette»>, ma suscit# in 4aniette una simpatiacalorosa, che d’altronde i)erdurin non rivelarono mai a 4Hann, perch64aniette li irritava un po’ e

non ci tenevano a procurargli amici. 'n com+penso 4Hann li commosseinfinitamente credendo di dover chiedere su+ "ito di far conoscenza con la ziadel pianista. )estita di nero come sem+pre, perch6 riteneva che in nero sista sempre a posto e che - il massimodell a dist inz ion e, lei ave va il visotro ppo ros so, com e semp re app ena mangiato. 4’inchin# davanti a 4Hanncon rispetto, ma si raddrizz# conmaest%. 4iccome non aveva nessuna istruzione etemeva di fare errori difrancese, pronunciava apposta le parole in modo confuso,

 pensando chenel caso le fosse sfuggito uno strafalcione, si sare""e talmentestemperatonel vago da non poter essere distinto con cer tezza! cosicch6 la sua

con+versazione era tutto uno scatarrare indistinto da cui emergevano di tantoin tantoi rari voca"oli di cui si sentiva sicura. 4Hann ritenne di potersi "u rl ar e un poco di le i par lando col s ignor )erdur in, lu i invece se ne risentì.« unacosì "rava donna, rispose. 4ì certo, straordinaria non -. Ma par+lare da soli, viassicuro che - molto piacevole.7

 Bon ne du"ito, si affret+t# ad ammettere 4Hann. )olevo dire che non misem"rava QeminenteQ,soggiunse spiccando "ene $uesto aggettivo, einsomma, - piuttosto uncomplimento

7

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3uardate, disse il signor )erdurin, vi far# stupire! scri+ve in modo delizioso. Bonavete mai sentito il nipoteI meraviglioso,ve ro , do tto reI )olet e ch e gl ichieda di suonare $ualche cosa, s ignor  D

4HannI7Ma sar% una for tunaO », cominciava a r i spondere 4Hann,$uando ildottore lo interruppe con aria canzonatoria. 'nfatti, gli era ri+masto impressoche l’enfasi in conversazione, l’uso di forme solenni, so+no cose anti$uate, ragion

 per cui appena sent iva una parola grave dettasul serio, come adesso la parola«fortuna», credeva che chi l’aveva profe+rita si fosse macchiato di pedanteria. 'noltre,

 per $uanto comune fosse, seper caso la parola si trovava a figurare in ci# che luichiamava un vecchio«elich6», il dottore supponeva che la frase incominciata fosseridicola e laterminava ironicamente col luogo comune relat ivo, $uasiaccusandol’interlocutore di averlo voluto propinare, mentre $uello non ciavevanemmeno pensato.«5na for tuna per l a &rancia» , esc lam#ma li zi os ame nt e, a lz an do le "raccia con enfasi.'l signor )erdurin non pot-trattenersi dal ridere.«(os’ha da ridere tutta $uella "rava gente laggi, non sem"rache ci sifa""richi malinconia nel vostro angolino, esclam# la signora )erdurin.4ecredete che mi diverta, io, a starmene sola sola in castigo», soggiunseintono indispettito, facendo la "am"ina.0a signora )erdurin stava seduta su un altoseggiolone svedese di a"e+te lucido che le aveva regalato un violinista di$uella nazione, e che leiconservava "ench6 ricordasse la forma di uno

sga"ello, facendo a pugnicoi "ei mo"ili antichi che possedeva! ma ci teneva amettere in evidenza iregali che i fedeli solevano farle, affinch6 i donatori avessero il

 piacere diriconoscerli $uando venivano. Perci# tentava di persuaderli a limitarsiaifiori e ai dolci, che almeno si distruggono, ma non ci riusciva, e incasasua c’era tutta una collezione di scaldini, cuscini, pendole, paraventi, "a+rometri , vasi di porcellana, una $uantit% di doppioni, un’accozzagliadistrenne.2a $uella posizione elevata, lei partecipava con "rio alla conversazio+nedei fedeli e si compiaceva delle loro «fumisterie», ma dopo l’incidenteoccorsole allamascella aveva rinunciato a darsi il distur"o di scoppiare aridere per davvero, e in

cam"io si dedicava a una mimica convenzionaleche, senza fatica o rischio per lei,significasse che rideva fino alle lacrime.Al minimo frizzo lanciato da un assiduocontro un noioso o contro un eassiduo respinto nel campo dei noiosi,7con gran dispiacere del signor)erdurin che per molto tempo aveva avuto la

 pretesa di essere ama"ile$uanto la moglie, ma ridendo davvero perdeva presto ilfiato e si trovavadistanziato e sconfitto dallo stratagemma di $uella ilarit% incessantee fit+tizia,7

gettava un piccolo grido, chiudeva del tut to gli occhi d’uccel locheun’al"ugine incominciava a velare, e "ruscamente, come se avesse<F

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avuto appena il tempo di nascondere uno spettacolo indecente o di porreriparo a unaccesso mortale, tuffando il volto nelle mani che lo coprivanoe non ne lasciavanovedere pi nulla, sem"rava sforzarsi di reprimere, diannientare un riso che, se vi sifosse a""andonata, l’avre""e fatta caderein deli$uio. /ale, stordita dall’allegria dei

fedeli, e""ra di cameratismo dimaldicenza e di consentimento, la signora )erdurin,appollaiata sul suotrespolo, simile a un uccello il cui ciuffo sia stato immerso nel vinocaldo,singhiozzava di ama"ilit%.'ntanto il signor )erdurin, dopo aver chiesto a4Hann il permesso diaccendere la pipa =«$ui non si sta in soggezione,siamo fra camerati»>, pregava il giovane artista di mettersi al piano.«4uvvia, nonseccarlo, non - mica $ui per essere tormentato, esclam#la signora )erdurin, ionon voglio che lo si tormenti, oh7Ma perch6 dovre""e dispiacergli, disse il signor )erdurin. &orse ilsignor 4Hann non conosce la sonata in fa diesis che a""iamo scoperto! cisuoner%l’arrangiamento per pianoforte.7Ah no no, la mia sonata no, grid# la signora )erdurin. Bon ho micavoglia di

 "eccarmi un raffreddore di testa con nevralgie facciali , come l’ultima volta, aforza di piangere. 3razie del regalo, non ci tengo a rico+minciare. 4iete "ravi voialtri,si vede che non toccher% a voi restare a lettootto giorni.»*uesta scenetta che siripeteva ogni volta che il pianista si accingeva asuonare, deliziava gli amici comese fosse inedita, $uasi prova della se+ducente originalit% della «Padrona» edella sua sensi"ilit% musicale. (hile stava vicino faceva segno a $uelli che pi

lontano fumavano o giocava+no a carte, di avvicinarsi che accadeva $ualcosa,dicendo, come si fa alGeichstagnei momenti interessanti: «4entite, sentite». E il giorno doposi dava materia dirimpianto a $uelli che non erano potuti venire, raccon+tando che la scena era statadivertente anche pi del solito.«E v a " e n e , c i s i a mo in te s i , d is se i ls ignor )erdur in ! suoner% so lo l ’andante .74olo l’andante, come fai presto tu, esclam# la signora )erdurin. proprio

l’andante che mi "utta a terra. 3rande davvero il Padrone (omese della Bonadicesse: sentiremo solo il finale, o deiMaestri;l’ouverture.»/uttavia il dottore spingeva la signora )erdurin a lasciar suonareilpianista! non che credesse finti i distur"i che le causava la musica7

viriconosceva certi stati nevrotic i7

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, ma per l ’ a" itudine comune a mol t imedici di attenuare su"ito laseverit% delle prescrizioni appena - in gio+co, cosa molto pi importante ailoro occhi, $ualche riunione mondanaalla $uale prendono parte, se la

 persona a cui consig l iano di scordare

<una volta tanto la dispepsia o l’influenza ne costituisce uno degli elemen+tiessenziali.«4tavolta non starete male, vedrete, disse cercando disuggestionarlacon lo sguardo. E se starete male, vi cureremo noi.72avveroI», rispose la signora )erdurin, come se davanti alla spe+ ranza di untale favore non rimanesse che arrendersi. &orse anche, a for+za di dire che sare""estata male, in $ualche momento non si ricordavapi che era una "ugia, eassumeva l’animo del malato. 1ra i malati, stan+chi di essere sempre costretti a

far dipendere dalla propria saggezza lararit% delle crisi di cui soffrono,amano a""andonarsi a credere di poterfare impunemente tutto $uel che gli

 piace, e che di soli to fa loro male, acondizione di mettersi nelle mani di unessere potente che, senza "isognoche loro se ne preoccupino, con una parola ouna pillola, li rimetter% inpiedi.1dette era andata a sedersi su un divano ricopertod’arazzo che stavavicino al pianoforte:«0o sapete, io ho il mio posticino», disse allasignora )erdurin.*uesta, vedendo 4Hann su una sedia, lo fece alzare:«0ì non statecomodo, andate a mettervi vicino a 1dette. )ero 1dette,farete posto al signor 4HannI7

(he "el 8eauvais, disse prima di sedersi 4Hann che cercava di es+sere gentile.7Ah sono contenta che apprezziate il mio canap-, rispose la signora)erdurin.E se volete vederne di altrettanto "elli , vi avverto che potetesu"itorinunziarvi. Bon hanno mai fatto niente di simile. Anche le seg+gioline sonouna meraviglia, le guarderete poi. 1gni "ronzo corrispondecome complemento almotivetto raffigurato sul sedile! credetemi, avreteda divertirvi se volete guardare,

vi prometto un "uon $uarto d’ora. 8a+stere""ero solo i fregi dei "ordi,ecco, lì, la piccola vite su fondo rossodell’1rso e l’5va. (he disegno, ehI (osane dite, mi sem"ra che $uanto adisegno ci sapessero fare. poco appetitosa$uesta viteI Mio marito so+stiene che non mi piace la frutta perch6 ne mangiomeno di lui. Ma no, iosono pi golosa di tutti voi, ma non ho "isogno dimetterla in "occa, negodo con gii occhi . (os’avete da r idere tutt iI2omandate al dottore, vidir% che $uest’uva mi purga. Altri fanno la cura di&ontaine"leu<

, io fac+cio la mia cura di 8eauvais. Ma signor 4Hann, non ve ne andretesenzaaver toccato i "ronzetti degli schienali. 2olce, no, come patinaI Mano,con tutta la mano, toccateli "ene.

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7Ah, se la signora )erdurin incomincia a palpeggiare i "ronzi, stase+ra non si sentemusica, disse il pittore.<J

7_ i t t o v o i , s i e t e u n o z o t i c o . ' n f o n d o , d i s s e l e i v o l t a n d o s iv e r s o 4Hann, a noi donne si proi"iscono cose meno voluttuose di $uesta.Manon c’- carne paragona"ile a $uesta *uando il signor )erdurin mi face+val’onore di essere geloso di me7suvvia, sii almeno cortese, non direche non lo sei mai statoO7Ma io non dico proprio niente. )ediamo un po’, dottore, prendo voia testimonio: ho

detto $ualche cosa ioI»4Hann, per cortesia, palpava i "ronzi e non osava smetteresu"ito.«Andiamo, li accarezzerete pi tardi. Adesso tocca a voi essere acca+rezzato, accarezzato nelle orecchie! vi piace, suppongo! ecco un

 "ravogiovanotto che ci penser% lui.»1ra, $uando il pianista e""e finito di suonare,4Hann con lui fu ancorapi gentile che con gli altri presenti. Ecco perch6.0’anno

 prima, a una serata, aveva ascoltato un’opera musicale esegui+ta su pianoforte eviolino. 2a principio aveva gustato solo la $ualit% ma+teriale dei suoni emessi daglistrumenti. Ed era stato gi% un gran piacere$uando sotto la piccola linea del violino,esile, resistente, densa e condut+trice, aveva visto d’un tratto tentare di sollevarsi in

uno scia"ordìo li$ui+do la massa della parte del pianoforte, multiforme,indivisa, piana e in+ternamente contrastata, come l’agitazione violacea dei fluttiincantanti eflautati dal lume di luna. Ma a un certo punto, senza poter distinguerenettamente un contorno n6 dare un nome a ci# che gli piaceva, affascina+to a un tratto, aveva cercato di cogliere la frase o l’armonia,7non sape+va lui stesso,7che passava aprendogli l’anima pi largamente, comecerti odori di rose

vaganti nell’aria umida della sera hanno la propriet%di dilatarci le narici.&orse- perch6 non s’intendeva di musica che aveva potuto provareun’impressionecosì confusa, una di $uelle impressioni che sono forse lesole puramente musicali,senza estensione, originali del tutto, irriduci"ilia ogni altro ordine d’impressioni.5n’impressione di $uesto genere, che dura un attimo, - per così diresine materia.4enza du""io le note che stia+mo ascoltando tendono fin da allora, secondo la loroal tezza e $uanti t%, acoprire davanti ai nostr i occhi superf ici di variedimensioni , t racciare ara"eschi, darci sensazioni di vastit%, di tenuit%, di sta"ilit%,

di capriccio.Ma le note sono svanite prima che tali sensazioni sianoa""astanza for+mate dentro di noi per non essere sommerse da $uelle chegi% risveglia+no le note successive, o anche le simultanee. E $uesta impressione

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conti+nuere""e ad avvolgere nella sua li$uidit% e nel suo «sfumato» imotiviche emergono a tratti, appena discerni"ili, per su"ito riaffondare e spari+r e ,c o n o s c i u t i s o l o a l p i a c e r e p a r t i c o l a r e c h e d a n n o ,i m p o s s i " i l i a

<descriversi, a ricordarli, a nominarli, ineffa"ili,7se la memoria, comeun operaio che lavora a costruire fondamenta durevoli inmezzo alle on+de, fa""ricando per noi facsimili di $uelle frasi =sfuggenti> non ci

 permet+tesse di confrontarle con le successive, e differenziarle. (osì, non appenasiera dissolta la sensazione deliziosa avvertita da 4Hann, la memoriaglieneaveva fornito seduta stante una trascrizione, sia pure sommaria eprovvisoria, chelui aveva potuto tenere d’occhio mentre il pezzo conti+ nuava, così che, $uandola stessa impressione era tornata all’improvviso,non era gi% pi inafferra"ile. 0ui sene rappresentava l’estensione, i rag+gruppamenti simmetrici, la grafia, il valoreespressivo! aveva davanti as6 $uesta cosa che non - pi musica pura, - disegno,architettura, pensie+ro, e permette di ricordare la musica. *uesta volta avevadistinto netta+mente una frase che si alzava per $ualche istante sopra leonde sonore.4u"ito essa gli aveva proposto volutt% particolari, mai immaginate

 primadi ascoltarla, e che nient’altro, lo sentiva, avre""e potuto fargli sentire! eaveva provato per lei come un amore sconosciuto.(on ritmo lento lo guidava prima $ua, poil%, poi altrove, verso una fe+licit% no"ile, inintelligi"ile e precisa. E d’un tratto, al

 punto dove era arri+vata, e di dove lui si preparava a seguir la, dopo una pausa

d’un attimocam"iava "ruscamente direzione, e con un movimento nuovo, pi rapi+do, minuto, malinconico, incessante e dolce, lo trascinava con s6versoprospettive sconosciute. Poi scomparve. Appassionatamente desider#dirivederla una terza volta. E ricomparve infatti , ma senza parlargli

 pichiaro, anzi causandogli una volutt% meno profonda. Ma ritornato a casae""e "isogno di lei, era come un uomo nella cui vita una passante appe+na intravista hafatto entrare l’immagine di una "ellezza nuova che con+fer isce al la sua propr iasensi"i l i t% un valore pi grande, senza saperenemmeno se potr% mairivedere colei che gi% ama e di cui ignora anche ilnome.*uesto amore per una frase

musicale sem"r# per un momento dovereperfino avviare in 4Hann la possi"ilit% diuna specie di ringiovanimento.2a tanto tempo aveva rinunziato a dedicare la vita auno scopo ideale li+mitandola al perseguimento di soddisfazioni $uotidiane e, senzadirseloespl ici tamente, credeva ormai che sare""e s tato sempre cos ìf ino al lamorte! peggio, non sentendosi pi nello spirito idee elevate, aveva smes+sodi credere alla loro realt%, senza riuscire nemmeno a negarla del tutto.(osì aveva

 preso l’a"i tudine di ri fugiarsi in pensieri senza importanza,che gli permettevano di lasciar da parte l’essenza delle cose. (ome non sichiedeva mai seavre""e fatto meglio a non andare in societ%, ma in com+penso sapeva con

certezza che se aveva accettato un invito doveva poi<;

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recarcisi, e che se dopo non faceva una visita, doveva lasciare un "igliet+t o , c o s ìc o n v e r s a n d o s i s f o r z a v a d i n o n e s p r i m e r e m a i c o nc a l o r e un’opinione intima sulle cose, ma forniva particolari materiali che in cer+tomodo valevano di per s6 e gli permettevano di non dare la misura dise

stesso. Era di una precisione estrema per una ricetta di cucina, per ladatad i n as ci ta o d i m or te d i u n p it to re , p er l a n ome nc la tu ra d el lesueopere. /alvolta, malgrado tutto, si lasciava andare a esprimere un giudi+zio suun’opera d’arte, su un modo d’intendere la vita, ma allora dava al+le paroleun’intonazione ironica, come se aderisse per intero a $uel chediceva.Adesso, come certi valetudinarì nei $uali improvvisamente unpaese dovesono arrivati, un regime diverso, talvolta un’evoluzione orga+nica spontanea emisteriosa, sem"rano imprimere alla loro malattia untale regresso cheincominciano a intravedere la possi"ilit% insperata diiniziare sul tardi una vitatutta diversa, 4Hann trovava in s6, nel ricordodella frase che aveva sentito, incer te sonate che si era fat to eseguire per cercare di scoprirla, la presenza d’una di$uelle realt% invisi"ili a cui ave+v a s me s s o d i c r e d e r e ! e , c o me s e l am u s i c a a v e s s e a v u t o u n a s p e c i e d’influsso elettivo sull’aridit% morale dicui soffriva, provava di nuovo ildesiderio e $uasi la forza di consacrare loro la vita.Ma non essendo r iu+sci to a sapere di chi era $uel l’opera, non aveva

 potuto procurarsela eaveva finito col dimenticarla. Eppure, durante la settimanaaveva incon+trato delle persone intervenute con lui a $uella serata, e le aveva interpel+late , ma molti erano arrivati dopo la musica o andati via prima!alcunic’erano durante l’esecuzione, ma si erano spostati a discorrere in un’altrasala,

e altri, rimasti ad ascoltare, non ne avevano inteso pi dei primi.*uanto ai padroni di casa, sapevano che era un’opera nuova che gli arti+s t i scr i t turat iavevano chiesto di suonare! $uesti erano partit i per unatourn6e, 4Hannnon pot- saperne di pi. vero che aveva amici musici+sti, ma, pur ricordando il

 piacere speciale e intraduci"ile che gl i avevaprocurato la frase, pur vedendodavanti agli occhi le forme che essa dise+gnava, tuttavia era incapace di modularla

 per loro. Poi, cess# di pensarci.1ra, dalla signora )erdurin, appena $ualche minutodopo che il giova+ne pianista aveva incominciato a suonare, d’un tratto, dopo unanota altalungamente tenuta per due "attute, egli vide avvicinarsi, sfuggendo

disotto $uella sonorit% prolungata e tesa come un sipario sonoro per na+scondere il mistero della sua incu"azione, ricono""e, segreta frusciante escandita, lafrase aerea e profumata che amava. Ed era così particolare,aveva un fascinocosì individuale e insostitui"ile, che per 4Hann fu comeincontrare in un salotto diamici una persona che avesse ammirato per las t r a d a e d i s p e r a s s e d ir i t r o v a r l a m a i p i . ' n f i n e e s s a s i a l l o n t a n # ,<indicatrice, diligente, fra le ramificazioni del suo profumo, lasciando sulvolto di4Hann il riflesso del suo sorriso. Ma adesso poteva chiedere ilnome della sua

sconosciuta =gli dissero che era l’andante della 4onata di)inteuil@

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 per pianoforte e violino>, la teneva, avre""e potuto averla cons 6 $ u a n t e v o l t ev o l e s s e , p r o v a r s i a d a p p r e n d e r n e i l l i n g u a g g i o e i l segreto.( os ì,$uando i l pianis ta e""e terminato , 4Hann gl i s i avvicin#

 peresprimergli una grati tudine la cui vivaci t% piac$ue molto al la

signora)erdurin.«(he incantatore, non - vero, disse a 4Hann! mica malecome capiscela sua sonata, il "ricconcello )oi non sapevate che il piano potessegiun+gere a tanto. tutto fuorch6 pianoforte, parola d’onore 1gni volta ci ri+casco,mi pare di sentire un’orchestra. perfino meglio dell’orchestra,picompleto.»'l giovine pianista s’inchin#, e sorridendo, sottolineando le paroleco+me se si trattasse di un motto di spirito:«4iete molto indulgente con me», disse.Em e n t r e l a s i g n o r a ) e r d u r i n d i c e v a a l m a r i t o : « 4 u v v i a ,d % g l i un’aranciata, se la merita», 4Hann raccontava a 1dette come si era inna+morato di $uella piccola frase. *uando la signora )erdurin disse un po’dalontano: «E""ene, mi sem"ra che vi stiano dicendo delle "ellecose,1det te», le i r i spose: «4ì , mol to "el le», e 4Hann t rov# del iz iosala suasemplici t% . &rattanto domandava informazioni su )inteuil,sull’operasua, in che periodo della vita aveva composto $uella sonata, ci#che lapiccola frase aveva potuto significare per lui! $uesto soprattutto avre""evolutosapere.Ma tutta $uella gente che faceva professione di ammirare ilmusicista$uando 4Hann aveva detto che la sonata era davvero "ella, lasignora)erdurin aveva esclamato: «4fido io che - "ella Ma non si confessadinon conoscere la sonata di )inteuil, non si ha il diritto di non conoscer+la», e i l pi t tore aveva soggiunto: «Ah, - propr io un gran

meccanismo,non - veroI 4e volete, non - da Qcasset taQ , n6 da Qtut toesauritoQ, non -vero, ma per gli artisti l’impressione - fortissima», nessunosem"rava es+s e r s i m a i p o s t o i n t e r r o g a t i v i d e l g e n e r e , i n f a t t if u r o n o i n c a p a c i d i rispondere.A nz i, a u na o d ue o ss er va zi on i

 par t ico lar i di 4Hann sul la sua frase preferita:«/oh, - curioso, non ciavevo mai fatto caso. )i dir# che non mi piacemolto cercare il pelo nell’uovo,andare troppo per il sottile! $ui non per+diamo il tempo a spaccare un capello in$uattro, non - la specialit% della<<

casa», rispose la signora )erdurin, mentre il dottor (ottard, "eato di am+mirazionecome uno scolaro zelante, la guardava destreggiarsi in mezzoa $uel profluvio difrasi fatte. 2el resto lui e la signora (ottard, con una sorta di "uon senso comene ha certa gente del popolo, si guardavano "e+ne dal dare un parere o fingereammirazione per una musica che, appenatornati a casa, si confessavano l’un l’altro dinon capire, tal $uale la pittu+ra del «signor 8iche». 4iccome del fascino, della grazia,delle forme dellanatura il pu""lico conosce solo $uel che ne ha attinto nei luoghicomunidi un’arte assimilata lentamente, mentre un artista originale

incominciacol rifiuto di $uei luoghi comuni, il signore e la signora (ottard,in $ue+sto sim"olo del pu""lico, n6 nella sonata di )inteuil n6 nei ritratti del pit+toretrovavano ci# che per loro costituiva l’armonia della musica e la "el+l e z z a d e l l a

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 p i t t u r a . * u a n d o i l p i a n i s t a e s e g u i v a l a s o n a t a ,avevanol’impressione che pescasse a caso le note sul pianoforte, esseinfatti nonmettevano insieme le forme a cui erano a"ituati, e che il pittore gettasseacaso i colori sopra le tele. *uando potevano riconoscervi una forma,

latrovavano appesantita e involgarita =cio- sprovvista dell’eleganzadellascuola pittorica attraverso cui vedevano per la strada anche gli esseri vi+venti>, e priva di verit%, come se il signor 8iche non sapesse in che modo- fatta una spalla eche le donne non hanno i capelli viola./uttavia, poich6 i fedeli si erano dispersi, ildottore sentì che $uella eraun’occasione propizia, e mentre la signora )erdurindiceva un’ultima "attuta sulla sonata di )inteuil, come un nuotatore alle prime armiche sigetta in ac$ua per imparare ma sceglie un momento in cui non sianointroppi a vederlo:«Allora, - $uel che si dice un musicistadi primo cartello», esclam# con "rusca risoluzione.4Hann apprese soltanto che la recente apparizionedella sonata di )in+teuil aveva prodotto grande effetto in una scuola moltod’avanguardia,ma al gran pu""lico era ignota del tutto.«)eramente io conosco unoche si chiama )inteuil», disse 4Hann pen+sando al professore di pianoforte dellesorelle di mia nonna.7&orse - lui, esclam# la signora )erdurin.71h no, rispose 4Hann ridendo. 4e l’aveste visto per due minuti, nonvi porreste il

 pro"lema.7Allora, porsi il pro"lema - risolverloI disse il dottore.7Ma potre""e essere un parente, riprese 4Hann. 4are""e triste a""a+stanza, madopotutto un uomo di genio pu# essere cugino di un vecchiosc emo . 4e fossecosì, non c’- supplizio al $uale non mi sottoporrei, loconfesso, perch6il vecchio scemo mi presentasse all’autore della sonata:<@

an zi tut to i l supp liz io di f re$u entare i l vec chio sce mo , chedev’esserespavantoso.»'l pittore sapeva che in $uel momento )inteuil era moltomalato e cheil dottor Potain temeva di non poterlo salvare.«(ome, esclam# lasignora )erdurin, c’- ancora gente che si fa curareda Potain7Ah, signora )erdurin, disse (ottard in tono di caricatura, voi di+menticateche s tate par lando d i un mio col lega, dovrei dire di unmiomaestro.»' l p i t t o r e a v e v a s e n t i t o d i r e c h e

) i n t e u i l e r a m i n a c c i a t o dall’alienazione mentale. Eassicurava che era possi"ile accorgersene dacerti passi della sonata. 4Hannnon trov# assurda l’osservazione, ma nerimase tur"ato! perch6 un’opera di

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musica pura, non contenendo nessu+no dei rapporti logici la cui alterazione nellinguaggio denuncia la paz+zia, riconoscere la pazzia in una sonata gli pareva cosaaltrettanto miste+riosa $uanto la pazzia di una cagna, la pazzia di un cavallo,che d’altraparte si osservano realmente.«0asciatemi in pace coi vostri maestri, voi

ne sapete dieci volte di pi»,rispose la signora )erdurin al dottor (ottard col tono diuno che ha il co+raggio delle proprie opinioni e tiene testa "ravamente a chinon - dellostesso parere. «)oi almeno non li ammazzate, i vostri malati.7Ma signora, lui - dell’Accademia, ri"att6 il dottore in tono ironico.4e unmalato preferisce morire per mano di un principe della scienzaO molto pi chic

 poter dire: Q Potain che mi curaQ.7A h , - p i c h i c I , d i s s e l a s i g n o r a ) e r d u r i n . A l l o r a c ’ - $ u a l c o s adichic nelle malattie, adessoI Bon lo sapevoO 4iete divertente, esclam#aun tratto affondando il volto nelle mani. E io, stupida, che discutevosulserio, senza accorgermi che stavate prendendomi in giro.»*uanto al signor )erdurin, trovando un po’ faticoso mettersi a ridereper così poco, siaccontent# di tirare dalla pipa uno s"uffo di fumo pen+sando con tristezza chenon poteva pi raggiungere la moglie sul terrenodell’ama"ilit%.«4apete, il vostroamico ci piace molto», disse la signora )erdurin a1dette $uando venne adare la "uonanotte. « semplice, gar"ato. 4e gliamici che avete da presentarcisono tutti così, portateli pure.»'l signor )erdurin fece notare, che, tuttavia 4Hann nonaveva apprez+zato la zia del pianista.«4i - sentito un po’ spaesato, poveruomo,

rispose la signora )erdurin,non vorrai mica che la prima volta a""ia gi% il tono dellacasa come (ot+tard che fa parte del nostro piccolo clan da parecchi anni. 0a primavolta<non conta, serviva a prender contatto. 1dette, - inteso, domani verr%araggiungerci allo (hTteletD. 4e andaste voi a prenderloI7

Ma no, lui non vuole.7Ah insomma, come vorrete voi . Purch6 non ci piant iall’ultimominuto»(on gran sorpresa della signora )erdurin, non li piant#mai. 0i rag+giungeva non importa dove, talvolta nel le t rattor ie deiso""orghi doveancora si andava di rado perch6 non era stagione, pi spesso ateatro, chepiaceva molto alla signora )erdurin! e siccome un giorno, in casadi lei,la sentì dire che per le prime e per le serate di gala, un lasciapassares a + r e " " e s t a t o m o l t o u t i l e , e c h e l i a v e v a m o l t o c o n t r a r i a t i n o n

averne ilgiorno dei funerali di 3am"ettaJF

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, 4Hann, che non parlava mai delle sueconoscenze "rillanti ma solo di $uellemal $uotate che gli sare""e parsoindelicato nascondere, e fra le $uali, nelfau"ourg 4aint 3ermain, avevapreso l’a"itudine di mettere i rapporti col mondoufficiale, rispose:«)i prometto di occuparmene io, l’avrete in tempo per la

ripresa dei2anicheffJ, g iu s t o d o m a ni f a c c io c o l az io ne a l l ’E l i se o c o l p re fe t t odipolizia.7(ome come, all’EliseoI, grid# il dottor (ottard con voce tonante.74 ì , d a l s i g n o r 3 r 6 v 9JJ, r i s p o se 4 H an n u n p o’ i m" a r a z z at o p e r l’effetto prodotto dalla suafrase».E il pittore disse a (ottard scherzosamente: «)i prende spessoI».'n genere,ottenuta la spiegazione, il dottore diceva: «Ah, "ene "ene,va "ene», e nonmostrava pi traccia di emozione. Ma $uesta volta le ul+t ime parole di 4Hann,invece di procurargli il consueto rilassamento,portarono al colmo il suostupore che un uomo con cui lui pranzava, chenon aveva cariche ufficiali n6lustro di nessuna specie, fre$uentasse il(apo dello 4tato.«(ome come, il signor 3r6v9I )oi conoscete il signor 3r6v9I», disse a4Hann con l’aria stupida eincredula di un vigile a cui uno sconosciutodomandi di vedere il presidente

della Gepu""lica e che, comprendendoda $ueste parole «con chi ha dafare», come dicono i giornali, assicura ilpovero demente che otterr% su"itoudienza, e lo avvia all’infermeria spe+ciale delle carceri.«0o conosco un po’, a""iamoamici in comune, =non os# dire che era ilprincipe di 3alles>, del resto invita conmolta facilit% e vi assicuro che$uei pranzi non hanno nulla di divertente,d’altronde sono semplicissi+mi, non si - mai pi di otto a tavola», rispose4Hann che cercava di can+ cellare ci# che agli occhi dell’interlocutore parevaesserci di troppo splen+dido nei rapporti col presidente della Gepu""lica.<D

4u"ito (ottard, stando alle parole di 4Hann, adott# l’opinione che ilvaloredi un invito del signor 3r6v9 fosse cosa poco am"ita e alla portatadi tutti. 2a alloranon si stupì pi che 4Hann, come chiun$ue altro, fre+$uentasse l’Eliseo,anzi lo compiangeva un po’ per il fatto di andare apranzi che l’invitato stessodichiarava noiosi.«Ah, "ene "ene, va "ene», disse col tono di un doganiere che,diffiden+te fino a poco prima, dopo le vostre spiegazioni, applica il visto e vifapassare senza aprire i "agagli.«Anch’io credo che $uelle colazioni nonde "" an o ess er e di ve rte nt i, mostrate un "el coraggio ad andarci», disse la

signora )erdurin a cui ilpresidente della Gepu""lica appariva come unnoioso particolarmentetemi"ile perch6 fornito di mezzi di seduzione e

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coazione capaci , se im+piegat i coi fedel i , di far l i a""andonare. «A$uanto pare, - sordo come una campana, e mangia con le mani.7'n effetti, allora, non dovete divertirvi molto ad andarci», disse ildottore

con una punta di commiserazione! e ricordando la cifra di ottocommensali:«4ono colazioni intimeI», domand# vivacemente, con zelodi linguista piancora che con interesse di curioso.Ma il prestigio che aveva ai suoi occhi il

 presidente della Gepu""lica fi+nì tuttavia col tr ionfare e della modestia di4Hann e della malevolenzadella signora )erdurin, e ad ogni pranzo (ottarddomandava con inte+resse: «)edremo il signor 4Hann staseraI in rapporti

 personali col si+gnor 3r6v9. $uel che si dice ungentleman, veroI». Arriv# perfino a of+frirgli un "iglietto d’invito per l’esposizionedentistica.«4arete ammesso con le persone che vi accompagnano, ma -vietatol’ingresso ai cani. (apite, ve lo dico perch6 certi miei amici non losape+vano, e se ne sono morsi le dita.»*uanto al signor )erdurin, not# il cattivoeffetto prodotto sulla mogliedalla scoperta che 4Hann aveva amicizie potenti di cuinon aveva parlatomai.4e non c’era niente di com"inato per andare fuori, era in casa)erdurinche 4Hann raggiungeva il piccolo nucleo, ma vi si recava soltanto di seraen o n a c c e t t a v a $ u a s i m a i i n v i t i a c e n a , n o n o s t a n t e l ei n s i s t e n z e d i 1dette.«Potrei anche cenare sola con voi, se lo preferite,7gli diceva lei.

7E la signora )erdurinI71h, sare""e molto semplice. 8astere""e dire che il mio vestito nonera

 p r o n t o , c h e i lca"J- a r r i v a t o i n r i t a r d o . ( ’ - s e m p r e m o d o d i cavarsela.7

4iete gentile.»@F

Ma 4Hann si diceva che se mostrava a 1dette =acconsentendo a rag+giungerla dopo cena so l t an to> che anteponeva a l t r i p iacer i a $uel lodistare con lei, l’inclinazione che lei provava per lui non avre""e conosciu+to per lungo tempo la saziet%. E d’altra parte, preferendo infinitamente a$uella di 1dettela "ellezza di una piccola operaia fresca e paffuta comeuna rosa, di cui si erainvaghito, preferiva passare con lei il principio del+la serata, sicuro com’era di vedere

1dette dopo. Per le stesse ragioni, nonaccettava mai che 1dette venisse a prenderlo per andare dai )erdurin.0a piccola operaia lo aspettava vicino acasa, a un angolo di strada cheG-mi, il suo cocchiere, sapeva! montava accanto a

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4Hann e restava fra lesue "raccia fino al momento che la carrozza lo fermavadavanti la casadei )erdurin. Al suo ingresso, mentre la signora )erdurin, mostrandolerose che lui aveva mandato i l ma t t ino, diceva: « )i devo sgr idare»,egl’indicava un posto vicino a 1dette, il pianista suonava per loro due

lapiccola frase di )inteuil, che era come l’ inno nazionale del loroamore.Attaccava coi tremoli di violino protratti, che durante $ualche "attutasisentono soli, occupando tutto il primo piano! poi di colpo sem"ravanofarsida parte, e molto lontano, d’un colore diverso, nel vellutato d’unaluceinterposta, come in $uei $uadri di Pieter de NoochJ;resi pi pro+fondi dalla stretta in$uadratura di una porta socchiusa, la

 piccola fraseappariva, danzante, pastorale, intercalata , episodica,appartenente a unaltro mondo. Passava in pieghe semplici e immortali,distri"uendo $ua el% i doni della sua grazia, con un sorriso identico eineffa"ile! ma adesso4Hann credeva distinguervi del disinganno. Essasem"rava conoscerel’inconsistenza di $uella felicit% di cui mostrava la via.

 Bella sua grazia leggera aveva $ualche cosa di compiuto, come il distacco chesu"entra alrimpianto. Ma a lui poco importava, la considerava meno in se stessa7in ci# che poteva esprimere per un musicista che, $uando l’aveva compo+s t a ,i g n o r a v a l ’ e s i s t e n z a e d i l u i e d i 1 d e t t e , e p e r t u t t ic o l o r o c h e l’avre""ero ascoltata nei secoli7

, e pi come un pegno, un ricordo delproprio amore che, anche per i )erdurin e per il giovane pianista, facevapensare a 1dette nello stesso tempo che a lui, li univa!fino al punto che,come 1dette lo aveva pregato per capriccio, aveva rinunciato al

 progettodi farsi eseguire da $ualcuno la sonata intera, e continu# aconoscernesolo $uel passaggio. «(he "isogno avete del restoI, gli avevadetto lei, ilpezzonostro- $uesto.» E anzi, soffrendo al pensiero che, nel momento incui passava così vicina etuttavia infinitamente lontana e in cui si rivolge+va a loro, essa non li conosceva,

4Hann arrivava $uasi a rammaricarsi delfatto che avesse un significato, una "ellezzaintrinseca e fissa, estranea aloro! come nei gioielli avuti in dono, e perfino nellelettere scritte da una@

donna amata, ce la prendiamo con l’ac$ua della gemma e con le paroledellinguaggio, di non essere fatte unicamente dell’essenza di $uel lega+me passeggero edi $uell’essere particolare.4pesso accadeva che prima di andare dai )erdurin si eratanto attarda+to con la giovane operaia, che appena il pianista aveva sonato la

 piccolafrase, 4Hann si accorgeva che per 1dette era $uasi l’ora dirincasare. 0ariconduceva fino alla porta della sua palazzina, in rue 0a P6rouse,dietrol’Arco di /rionfo. E forse perci#, per non chiederle tutti i favori, sacrifica+va il

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 piacere meno necessario per lui di vederla prima, di arrivare con leidai )erdurin pur di esercitare il diritto, che lei gli riconosceva, di andarevia insieme! lui viattri"uiva maggior valore perch6, grazie a ci#, aveval’impressione che nessunola vedesse, nessuno si mettesse fra loro, le im+pedisse di stare ancora con lui, dopo

che l’aveva lasciata.(osì lei veniva via nella corrozza di 4Hann! una sera, appenasmonta+ta, mentre lui le diceva «a domani», nel giardinetto davanti casa colse infrettaun ultimo crisantemo e glielo diede prima che ripartisse. 0ui lo ten+ne stretto controla "occa durante il ritorno, e $ualche giorno dopo, $uan+d o i l f i o r e f ua p p a s s i t o , l o r i n c h i u s e c o m e c o s a p r e z i o s a n e ls u o secr6taire.Ma da lei non entrava mai. 4olo due volte, nel pomeriggio, eraandatoa partecipare all’operazione, per lei importantissima, di «prendere ilt-».0’isolamento e il vuoto delle "revi strade =fatte $uasi per intero da palaz+zinecontigue, con una monotonia rotta improvvisamente da $ualche si+nistra "ottega,testimonianza storica e sordido avanzo del tempo in cui$uei $uartieri eranoancora malfamati>, la neve che era rimasta nel giar+dino e sugli al"eri,l’aspetto trasandato della stagione, la vicinanza dellanatura, davano $ualche cosa di

 pi misterioso al calore, ai fiori che avevatrovato entrando.0asciando a sinistra, al piano rialzato, la camera da letto di 1dette, chedava, dietro, su una stradina paral lela , una scala dir itta saliva fra pareti dipinte di colore scuro da cui pendevano stoffe orientali, fili di rosari tur+chi, e una grande lanterna giapponeseappesa a un cordoncino di seta=ma illuminata a gas, per non privare i visitatoridegli ultimicomfort

dellacivilt% occidentale>, f ino al salotto e al salottino. *uesti erano precedutida uno stretto vesti"olo con la parete $uadrettata da un graticcio di giar+dino, ma color d’oro, e orlato per l’intera lunghezza da una cassetta ret+tangolare in cui fiorivano come in serra una fila dei grossi crisantemi rariancora a$uel tempo, "en lontani per# da $uelli che i fioricoltori riusciro+n o a o t t e n e r e

 p i t a r d i . 4 H a n n p r o v a v a f a s t i d i o p e r l a m o d ac h e , dall’anno prima, se n’era infatuata, ma stavolta gli aveva fatto piacere@Jvedere la penom"ra del la stanza st riata di rosa, di arancione e di

 "iancograz ie ai raggi odoros i di $uegl i e ffimer i as tr i che s iac ce nd on o ne ll egiornate grigie. 1dette l’aveva ricevuto in vestaglia diseta rosa, nudi ilcollo e le "raccia. 0’aveva fatto sedere accanto a s6 in unodei molti mi+steriosi recessi che erano disposti nelle rientranze della sala,

 protet ti daimmense palme contenute in portavasi cinesi, o da paravent i sucui era+no appese fotografie, nastri intrecciati e ventagli. 3li aveva detto:«(osìnon state comodo, aspettate, vi aggiusto io», e col risolino vanitosocheavre""e avuto per $ualche sua invenzione particolare , avevasistematodietro la testa di 4Hann, sotto i piedi, cuscini di seta giapponese, che ma+

neggiava come si fa con la pasta, $uasi fosse prodiga di $uelle ricchezzee incurantedel loro valore. Ma $uando il cameriere venne a portare unaalla volta le numeroselampade che, chiuse $uasi tutte in vasi cinesi, ar+devano isolate o in coppia,

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tutte su mo"ili diversi come su altari, e chenel crepuscolo gi% $uasi notturno di$uella fine di pomeriggio invernaleavevano fatto riapparire un tramonto pi duraturo,

 pi roseo e pi uma+no7

forse facendo sognare nella via $ualche innamorato fermo davantial mistero della presenza che svelavano e nascondevano insieme i vetri illuminati7, lei aveva sorvegliato il domestico, severamente, con la codadell’occhio, per vedere se le posava proprio nel loro posto consacrato.Pensava che l’effettocomplessivo del salotto sare""e andato distruttomettendone anche una soladove non "isognava e che il suo ritratto, po+sto su un cavalletto o"li$uo drappeggiatodi peluche non sare""e stato il+luminato dalla luce giusta. Perci# seguivatr ep id an te i mo vi me nti di $uell’uomo grossolano, e lo sgrid# vivacemente

 perch6 era passato trop+po vicino a due giardiniere che si riservava di pulirelei in persona perpaura che gliele rovinassero, anzi and# a guardare davicino per vederese non le aveva s"recciate. Giteneva che tutti i suoi ninnoli cinesiavesse+ro forme «divertenti», e così anche le orchidee, specie le cattleie, chein+sieme coi crisantemi erano i suoi fiori preferiti, perch6 avevano ilgranmerito di non sem"rare fiori, ma d’essere di seta, di raso. «*uella lì si di+re""etagliata dalla fodera del mio mantello», disse a 4Hann mostrando+gli un’orchidea,con una sfumatura di stima per $uel fiore così «chic»,per $uella sorellaelegante e imprevista che la natura le dava, così lonta+na da lei nella scala degliesseri, e tuttavia raffinata, degna pi di tantedonne di essere accolta da lei

nel proprio salotto. Mostrandogli via viacerte chimere con la lingua difuoco dipinte su un vaso o ricamate su unparavento, le corolle di un mazzo diorchidee, un dromedario d’argentoniellato con gli occhi incrostati di ru"ini che stavasul caminetto accantoa un rospo di giada, affettava a volta a volta d’aver paura dellamalvagit%@o di ridere della stram"eria dei mostri, di arrossire per l’indecenza deifiorie di provare un desiderio irresisti"ile di andare a "aciare il drome+dario e ilrospo, che chiamava «tesori». E $ueste pose contrastavano conla sinceri t% di

alcune sue devozioni, specie per Botre+2ame de 0aghetJche una volta, $uando a"itava a Bizza, l’aveva guarita da unamalattiamortale, della $uale portava sempre addosso una medaglietta d’orocuiattri"uiva un potere illimitato. 1dette fece a 4Hann il «suo» t-, gli chiese:« Pannao l imoneI», e s i ccome lu i r i spose «Panna», g l i d i s se r idendo:«5nanuvola». E siccome lui lo trovava "uono: «)edete che io so $uelloche vi

 piace». 'n effetti, $uel t- era parso a 4Hann $ualcosa di prezioso n6pi n6 meno che alei, e l’amore ha talmente "isogno di trovarsi una giu+stificazione, una garanzia di

durata, in piaceri che invece senza di lui nonsare""ero tali e finiscono con lui,che $uando alle sette l’aveva lasciataper tornare a casa a cam"iarsi d’a"ito,durante tutto il percorso in carroz+za, non potendo contenere la gioia che $uel

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 pomeriggio gli aveva procu+rato, si ripeteva: «4are""e "ello davvero avere una personcina da cui po+ter trovare $uesta cosa tanto rara, un "uon t-». 5n’ora doporicevette un " i g l i e t t o d i 1 d e t t e , e r i c o n o " " e s u " i t o l ag r a n d e s c r i t t u r a i n c u i un’ostentazione di rigidezza "ritannica imponeva

una parvenza di disci+plina a caratteri informi, che a occhi meno prevenutiavre""ero forse si+gnificato il disordine della mente, l’educazione manchevole, lamancanzadi franchezza e di volont%. 4Hann aveva scordato da lei il

 portasigarette.« ) i f o s t e s c o r d a t o c o s ì a n c h e i l c u o r e ,n o n v e l o a v r e i l a s c i a t o riprendere.»5na seconda visita che le fecee""e forse importanza maggiore. Gecan+dosi da lei $uel giorno, come ogni volta chedoveva vederla, se la raffigu+rava in anticipo! e la necessit% in cui era, per trovar "ello il suo volto, dilimitare ai soli pomelli rosei e freschi le guance checosì spesso lei avevagialle, cascanti, punteggiate talvolta di macchiolinerosse, lo affliggevacome una prova che l’ideale - irraggiungi"ile e lafelicit% mediocre. 0eportava una stampa che desiderava vedere: 0ei stava

 poco "ene! lo rice+vette in una vestaglia viola dicrWpe de (hine,raccogliendo sul petto, comeun man tel lo, la sto ffa a ric chi rica mi. 'n

 piedi accanto a lu i , lasciandospiovere lungo le guance i capel l isciol t i , piegando una gam"a in at toleggermente di danza per potersicurvare senza fatica verso l’incisioneche contemplava, inclinando la testa, coigrandi occhi così stanchi e incu+piti $uando non si animava, lo colpì per lasomiglianza con la figura di4efora, la figlia di Ketro, che si vede in un affresco

della cappella 4istinaJ<.4Hann aveva sempre avuto $uesto gusto speciale, di divertirsi a trovarenella pi tturadei maestri non solo i caratteri generali della realt% che ci@;

circonda, ma, al contrario, ci# che sem"ra meno suscetti"ile di generaliz+zazione,come i tratti individuali dei visi che conosciamo. (osì, nella ma+teria di un "usto deldoge 0oredan scolpito da Antonio Gizzo

J@, il risaltodegli zigomi, il taglio o"li$uo delle sopracciglia, insomma lasomiglianzalampante col suo cocchiere G6mi! sotto i colori di un 3hirlandaioJ, il na+so del signor de Palanc9! in un ritratto del /intorettoJD, il gr ass o de ll a guancia invaso dall’impianto dei primi peli delle fedine,lo sguardo pe+netrante, le palpe"re congestionate del dottor du 8oul"on. &orse,avendosempre nutrito il rimorso di aver limitato la propria esistenza ai

rapportimondani, alla conversazione, credeva di trovare una specied’indulgenteperdono accordatogli dai grandi artisti, nel fatto che anche loroavevanoosservato con piacere e accolto nella loro opera, simili volti che le confe+

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riscono un attestato singolare di realt% e di vita, un sapore moderno! for+se anche siera lasciato prendere talmente dalla frivolezza della gente dimondo, chesentiva il "isogno di trovare in un’opera antica $uelle allu+sioni anticipate anomi e cognomi d’oggi, che la ringiovaniscono. &orseinvece aveva conservato

sufficiente natura d’artista perch6 $uelle caratte+ristiche individuali gli dessero piacere assumendo un significato pi ge+nerale, appena le scorgeva sradicate,li"erate, nella rassomiglianza di unritratto pi antico con un originale che nonera $uello raffigurato. (o+mun$ue s ia , e for se perch6 l a p ienezzad’ imp ressioni che provava da $ualche tempo, "ench6 gli fosse venuta piuttostocon l’amore della musi+ca, gli aveva arricchito anche il gusto per la pittura,$uella volta fu piprofondo =e doveva esercitare su 4Hann un influsso durevole> il

 piacereche prov# in $uel momento nel constatare la rassomiglianza di1dettecon la 4efora di $uel 4andro di Mariano al $uale non si d% pi volentieriilsoprannome di 8otticelli da $uando, invece della vera opera del pitto+re, evocal’idea scipita e falsa che se ne - divulgataF. Bon stim# pi ilvolto di 1dette in "ase alla migliore o peggiore $ualit% delleguance e al+la dolcezza meramente carnale che supponeva di dover trovaretoccan+dole con le la""ra se mai avesse osato "aciarla, ma come unamatassa dilinee sottili e "elle che i suoi sguardi dipanarono seguendo lacurva delloro avvolgimento, congiungendo la cadenza della nuca all’effusionedeicapelli e alla flessione delle palpe"re, come in un ritratto di lei nel$ualeil suo tipo diventava intelligi"ile e chiaro.0a guardava! un frammento

dell’affresco le appariva nella faccia e nelcorp o, e se mp re , da a ll or a, cer c#di ri tr ov ar lo , si a ch e st es se acc ant o a 1dette, sia che soltanto la pensasse! e

 "ench6 senza du""io al capolavorofiorentino ci tenesse solo perch6 lo ritrovava in lei,tuttavia $uesta rasso+miglianza conferiva "ellezza anche a lei, la rendeva pi

 preziosa. 4Hann@

si rimprover# di avere misconosciuto il pregio di un essere che al grande4androsare""e parso adora"ile, e si compiac$ue che il piacere che pro+vava avedere 1dette trovasse giustificazione nella propria cultura esteti+ca. 4i disse cheassociando il pensiero di 1dette ai propri sogni di felicit%non si era rassegnato a unripiego imperfetto come aveva creduto fin $ui,poich6 ella accontentava in lui, igusti d’arte pi raffinati . 2imenticavache non per $uest o 1dette s iconformava di pi alla donna secondo ilsuo desiderio, poich6 il desideriogli si era sempre orientato precisamen+te in direzione contraria ai gusti estetici. 0a

 parola, «opera fiorentina» re+se un gran servigio a 4Hann. (ome un titolo a"ilitante,gli permise di farpenetrare l’immagine di 1dette in un mondo di sogni dovefinora nonaveva avuto accesso e dove s’im"evve di no"ilt%. E mentre la visione me+r a m e n t e c o r p o r e a c h e a v e v a a v u t o d i $ u e l l a d o n n a i n d e " o l i v a i l

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suo amore, rinnovandogli continuamente i du""i sulla $ualit% del suoviso,del corpo, di tutta la sua "ellezza, i du""i furono distrutti, l’amoreresosicuro $uando invece e""e per "ase i dati di un’estetica certa! senza con+tareche il "acio e il possesso, che sem"ravano naturali e mediocri se glierano

accordati da una carne sciupata, venendo a coronare l’adorazioneper unoggetto da museo gli parvero essere soprannaturali e deliziosi.E $uando era tentato dirimpiangere di non far altro da mesi che vede+re 1dette, si diceva che era giustodedicare gran parte del tempo a un ca+polavoro inestima"ile, colato una voltatanto in una materia diversa eparticolarmente gustosa, in un esemplare rarissimoche egli contemplavatalora con l’umilt%, la spiritualit% e il disinteresse di un artista,talora conl’orgoglio e la sensualit% di un collezionista.4ul suo tavolo di lavoro,come una fotografia di 1dette, mise una ri+produzione della figlia di Ketro.Ammirava i grandi occhi, il viso delicatoche lasciava indovinare la pelle imperfetta, i

 "occoli meravigliosi dei ca+pel li lungo le guance estenuate! e adattandoall’idea di una donna vivaci# che finora aveva trovato "ello in sede estetica, lotrasformava in meri+ti fisici che si compiaceva di trovare riuniti in un essere da poter 

 possede+re . *uel la vaga s impat ia che c i spinge verso un capolavoromentre lostiamo osservando, adesso che conosceva l’originale in carne ed ossa del+la figlia di Ketro diventava un desiderio che da allora in poi supplì a $uel+lo che ilcorpo di 1dette da principio non gli aveva ispirato. *uando ave+va osservato alungo $uel 8otticelli, pensava al suo personale 8otticelliche trovava ancora

 pi "ello, e avvicinando a s6 la fotografia di 4efora glipareva di stringere 1dettecontro il cuore.E intanto, non era solo la stanchezza di 1dette che s’ingegnava di pre+

venire , ta lvol ta era anche la propr ia! sentendo che da $ua ndo aveva@<

 piena li"er t% di vederlo 1dette non aveva pi molto da dirgl i, temeva che lemaniere un po’ insignificanti, monotone, e come sta"ilite una voltaper sempre, cheadesso le appartenevano $uando stavano insieme, finis+sero con l’uccidere in luila speranza romanzesca di un giorno in cui leiavre""e voluto dichiarargli la

 propria passione, $uella speranza che solal ’ a v e v a r e s o e l o m a n t e n e v ai n n a m o r a t o . E p e r r i n n o v a r e u n p o c o l’aspetto morale di 1dette, troppocristallizzato, del $uale aveva paura distancarsi, le scriveva improvvisamente una

lettera piena di finte delusio+ni e di collere simulate, e gliela faceva portare prima dicena. 4apeva chesi sare""e spaventata, che gli avre""e risposto, e speravache, nel la con+trazione su"ita dall’anima sua per paura di perderlo, sare""erosgorgateparole che lei non gli aveva ancora mai detto! in effetti, era stato propriocosìche aveva ottenuto le lettere pi tenere che finora lei gli aveva scrit+to, fra cui unafattagli recapitare a mezzogiorno dalla«Maison 2or6e»

=era il giorno della festa di Parigi+Murcia, a favore degli alluvionatidiMurciaJ

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>, incominciava con $ueste parole: «Amico mio, la mano mi tre+ma così forte che posso scrivere appena», e lui l’aveva conservata nellostesso casset to doveteneva il fiore secco di crisantemo. 1ppure, se nonaveva avuto tempo discrivergli, $uando lui arrivava dai )erdurin gli sa+re""e venuta incontro

appassionatamente, dicendo: «2evo parlarvi» elui avre""e contemplato concuriosit% sul viso e nelle parole di lei ci# chelei finora gli aveva nascosto del propriocuore.3i% soltanto avvicinandosi alla casa dei )erdurin, $uando scorgeva, il+luminate da lampade, le grandi finestre con le persiane che non si chiu+devano mai, s’inteneriva pensando alla creatura incantevole che avre""evistos"occiata nella loro luce d’oro. /alvolta le om"re degl’invitati si sta+gl iavano esil i enere, incorporee, davanti alle lampade, come le piccoleincisioni ches’intercalano, un ri$uadro sì 6 uno no, in un a"at+Xour trans+lucido, di cui gli altriscomparti sono soltanto luminosi. (ercava di di+stinguere la silhouette di1dette! poi, appena arrivato, senza renderseneconto, gli occhi gli sfavillavanotalmente di gioia che il signor )erdurindiceva al pittore: «(redo che siamo a

 "uon punto con la cottura». E infat+ti per 4Hann la presenza di 1det teaggiungeva a $uella casa ci# di cuierano prive tutte le altre in cui venivaricevuto: una specie di apparatosensitivo, di rete nervosa che si diramava intutte le stanze e gli facevagiungere al cuore eccitazioni continue.(osì ilsemplice funzionamento di $uell’organismo sociale che era ilpiccolo «clan»com"inava automaticamente per 4Hann appuntamentigiornalieri con 1dette, egli permetteva di fingere un’indifferenza di ve+de r la , o fi nanche un desi der iodi non veder la pi, che non gl i faceva

@@

correre grossi rischi, perch6, $ualun$ue cosa le scrivesse durante il gior+no, per forzal’avre""e vista la sera e l’avre""e accompagnata a casa.Ma una volta che pensando dimalavoglia all’inevita"ile ritorno insie+me, aveva condotto fino al 8oisla giovane operaia per ritardare il mo+mento di recarsi dai )erdurin, arriv# tantotardi che 1dette, pensandoche non venisse pi, se n’era andata. )edendoche nel salotto non c’era,4Hann prov# una fitta al cuore! tremava di essere

 pr ivato di un piacereche misurava per la prima volta, perch6, fino ad allora, avevaavuto $uel+la certezza di trovarlo $uando voleva, che in ogni specie di piacere dimi+nuisce o addirittura impedisce di scorgerne l’estensione.«Nai visto la faccia che hafatto, $uando si - accorto che lei non c’eraI,disse il signor )erdurin alla moglie. Misem"ra proprio che ci sia rimastoincastrato.70a faccia c he ha fat toI », domand# co n violenza i l dot tor (ot tard che,essendosi recato un momento a visitare un malato, ritornava a pren+der la moglie enon sapeva di chi parlassero.«(ome, non avete incontrato sulla porta il pi "ello degli

4HannO7 Bo. venuto il signor 4HannI

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71h solo un momento. A""iamo avuto uno 4Hann mol to ag i ta to, moltonervoso. (apirete, 1dette era andata via.7

)olete dire che $uei due stanno insieme, che lei gli ha concesso lesueg ra z ie », d is se i l d o tt or e, s pe ri me n ta n do c on p r ud e nz a i l s en s odi$ueste espressioni.«Macch6, non c’- proprio niente! e detto fra noi,t rovo che le i facc ia malissimo, che si comporti come l’oca fenomenale che -.7Ah, ah, ah, fece il signor )erdurin. (osa ne sai tu che non c’- nien+ teI Bonsiamo mica stati lì a guardare noI7A me, l’avre""e detto, replic# fieramente la signora )erdurin. 4e vidico che miracconta tutti i fatti suoi 4iccome in $uesto momento non hapi nessuno, le ho dettoche dovre""e mettersi con lui. 4ostiene che nonpu#, che ha avuto, sì, una grossa cotta

 per lui, ma che lui - timido con lei,che ci# la intimidisce a sua volta! e poi chenon lo ama a $uel modo lì,che - un essere ideale, che ha paura di sciupare ilsentimento che provaper lui, e che so io. Eppure sare""e proprio $uel che ci vuole

 per lei.7Mi permetterai di non essere del tuo parere, disse il signor )erdu+rin, $uelsignore mi va gi solo a met%! trovo che - uno che posa.»0a signora )erdurin siirrigidì, prese un’espressione inerte $uasi fossediventata una statua, e la finzione

le permise di lasciar credere di nonaver inteso $uella parola insopporta"ile,«uno che posa», che sem"rava@

implicare che $ualcuno poteva «posare» con loro, che dun$ue $ualcunoera«pi di loro».«'nsomma, se non c’- niente, non penso che sia perch6 $uel signorelaritienevirtuosa, disse ironicamente il signor )erdurin. E dopotutto non sipu# dire nulla, dal

momento che ha l’aria di crederla intelligente. Bon sose hai sentito $uel che lerifilava l’altra sera sulla sonata di )inteuil! io1dette l’amo di tutto cuore ma per esporle delle teorie estetiche, "isognaessere comun$ue dei "enemeriti ingenui7Andiamo, non dite male di 1dette, disse la signora )erdurin facen+do la "am"ina. deliziosa.7Ma $uesto non le impedisce di essere deliziosa! non diciamo micam al e dile i , dicia mo che non - un pozzo di vi r t , n6 d’ intel l igenza. 'nfondo,

disse al pittore, ci tenete tanto che sia virtuosaI &orse sare""e me+no deliziosa, chisa.»4ul pianerottolo, 4Hann era stato raggiunto dal maggiordomo che nonsi trovavalì al suo arrivo, ed era stato incaricato da 1dette di dirgli,

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7ma un’ora era gi% trascorsa,7nel caso fosse venuto, che pro"a"ilmentesare""e andata a prendere una cioccolata da

Pr6vost; prima di rincasa+re. 4Hann partì al la volta di Pr6vost , ma a ogni passo lacarrozza venivafermata da altre, o da pedoni che attraversavano, ostacoliodiosi che sa+re""e stato lieto di travolgere, senonch6 il processo ver"aledell’agente loavre""e ritardato anche pi del passaggio del pedone. (ontava iltempoche stava mettendoci, aggiungeva $ualche secondo ad ogni minuto

 peressere sicuro di non averli fatt i troppo corti , il che gl i avre""elasciatocredere maggiore di $uanto realmente fosse la pro"a"ilit% di arrivarea"+ "astanza presto e di trovare ancora 1dette. E a un certo punto, comeunfe""ricitante che ha smesso di dormire e prende coscienza dell’assurdit%deivaneggiamenti che rimuginava senza distinguersi nettamente da lo+ro,4Hann percepì d’un tratto la stranezza dei pensieri che volgeva da$uando incasa )erdurin gli avevano detto che 1dette se n’era gi% anda+ta, la novit% deldolore al cuore di cui soffriva, ma che egli avvertì comeessendosi svegliatoallora. Ma comeI tutta $uell’agitazione perch6 avre"+ "e visto 1dette soltantodomani, precisamente ci# che si era augurato,un’ora fa, mentre andavadalla signora )erdurin &u costretto a notareche in $uella stessa vettura che lo

 portava da Pr6vost non era pi lo stes+so e non era pi solo, un nuovo essere

stava con lui, aderente, amalga+mato a lui, di cui forse non avre""e potutos"arazzarsi, con cui sare""estato o""ligato a usare riguardi come con un padroneo con una malattia.Eppure, un attimo dopo aver sentito che una nuova persona gli siera ag+giunta così, la vita gli appariva pi interessante. A fatica si dicevache il@D

 possi"ile incontro da Pr6vost =la cui attesa saccheggiava, denudava a talpunto imomenti precedenti, che lui non trovava pi una sola idea, unsolo ricordo

dietro cui riposare la mente>, pro"a"ilmente tuttavia, anchese $uell’incontroavveniva, sare""e stato come gli altri, poca cosa. (omeogni sera, appena fossestato con 1dette, gettando furtivamente sul suoviso mutevole uno sguardosu"ito distolto per paura che lei ci vedesse laprofferta di un desiderio e noncredesse pi al suo disinteresse, avre""esmesso di poter pensare a lei,troppo occupato a trovar pretesti che glipermettessero di non lasciarla su"ito edi assicurarsi, senza aver l’aria ditenerci, che il giorno dopo l’avre""e ritrovatadai )erdurin: cio- di pro+lungare per adesso e rinnovare un giorno di pi ladelusione e la torturache gli dava la vana presenza di $uella donna che avvicinava

senza osarea""racciarla.2a Pr6vost non c’era! volle cercare in tutti i ristorantidei "oulevard.Per guadagnare tempo, mentre ne visitava alcuni, mand#negli altri ilcocchiere G6mi =il doge 0oredan di Gizzo>, poi lo and# ad aspettare,

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nonavendo trovato niente lui , nel luogo che gli aveva indicato. 0acarrozzanon ritornava, e 4Hann, pensando al momento prossimo, siraffiguravaalternativamente ora $uello in cui G6mi gli avre""e detto: «0asignora -l%», e $uello in cui G6mi gli avre""e detto: «0a signora non c’era

in nes+sun caff-». E così vedeva davanti a s6 la fine della serata, unica etuttaviasdoppiata, preceduta sia dall’incontro con 1dette che avre""ea"olitol ’ a n g o s c i a , s i a d a l l a f o r z a t a r i n u n z i a at r o v a r l a $ u e l l a s e r a , dall’accettazione di rincasare senza vederla.'lcocchiere torn#, ma nel momento che gli si fermava davanti, 4Hannnon gli disse:«Avete trovato la signoraI», ma: «Gicordatemi domani dipensare a ordinarela legna, penso che la provvista incominci a esaurir+si». &orse si diceva chese G6mi aveva trovato 1dette in un caff- e lei loaspettava, la fine della seratanefasta era gi% annullata dalla fine della se+rata felice appena iniziata, e lui nonaveva "isogno di affrettarsi a rag+giungere una felicit% catturata e postaal si cur o, che no n sa re ""e pi scappata. Ma era anche per forza d’inerzia!aveva nell’anima la mancan+za di agilit% che certuni hanno nel corpo, $uelliche nel momento di evi+tare un urto, di allontanarsi le fiamme dall’a"ito, dicompiere un movi+mento urgente, prendono tempo, incominciano col restare per unsecon+do nel la pos izione in cui s tavano pr ima, come per t rovarci un

 puntod’appoggio, lo slancio. E senza du""io, se il cocchiere l’avesseinterrottodicendo: «0a signora - l%», avre""e risposto: «Ah sì, - vero, lacommis+sione che vi avevo dato! guarda un po’, non ci avrei creduto», eavr e""econ t inua to a pa r l a r e d i p r ovv i s t e d i l egna pe r nas conder e

l ’emozioneF

 provata e lasc iarsi i l tempo di rompere con l ’ in$uietudine e dars iallafelicit%.Ma il cocchiere torn# a dirgli che non l’aveva trovata da nessuna parte,eaggiunse il proprio parere, da vecchio domestico:«(redo che al signore non resti altroche tornare a casa».Ma l’indifferenza che 4Hann recitava facilmente $uando G6minon po+teva cam"iare pi nulla alla risposta che portava, cadde $uando videchetentava di farlo rinunziare alla speranza e alla ricerca.«Ma nient’affatto, esclam#,

 "isogna che troviamo $uella signora! - im+portantissimo. Per una cer ta faccenda,

restere""e molto dispiaciuta, eseccata, se non mi vedesse.7

 Bon vedo come la signora potre""e irritarsi, rispose G6mi, dato che- stata lei adandarsene senza aspettare il signore, e ha detto che andavada Pr6vost e nonc’era.»2’altronde incominciavano a spegnere dappertutto. 4otto gli al"eridei "oulevard, in un’oscurit% misteriosa, i passanti erravano pi radi, ricono+sci"iliappena. 1gni tanto un’om"ra di donna che gli si avvicinava, "is"i+gliandogli una

 parola al l’orecchio, domandandogl i di condurla con s6, faceva trasalire 4Hann.4fiorava ansiosamente tutti $uei corpi oscuri, co+me se frammezzo i fantasmi dei

morti, nel cupo regno delle tene"re, cer+casse Euridice.&ra tutti i modi di produzione dell’amore, fra tutti gli agenti dissemi+natori del male sacro,certamente uno dei pi efficaci - $uesto gran soffiodi agitazione che a volte passa

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su noi. Allora l’essere col $uale in $uelmomento ci piace stare, il dado -tratto, sar% lui che ameremo. Bon c’-neanche "isogno che finora ci sia

 piaciuto pi di al tr i, e neppure al tret+ tanto! "isogna solo che il nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E lacondizione si - verificata $uando

7nel momento in cui ci - mancato7alla ricerca dei piaceri che ci dava il suo fascino si - sostituito improvvi+samente in noi un "isogno ansioso, che ha per oggetto $uel medesimo es+sere, un

 "isogno assurdo, che le leggi di $uesto mondo rendono impossi+ "ile da soddisfare edifficile da guarire, il "isogno insensato e doloroso dipossederlo.4Hann si fececondurre negli ultimi ristoranti! aveva considerato concalma soltantol’ipotesi della felicit%! adesso non nascondeva pi la suaagitazione, il valoreche attri"uiva a $uell’incontro, e in caso di successopromise una ricompensa alcocchiere, come se ispirandogli il desiderio diriuscire, che sare""e venuto adaggiungersi a $uello che provava lui, po+tesse fare che 1dette, caso mai fosse gi%rientrata a coricarsi, nondimenosi tr ov as se in un ri st or an te de l "o ul ev ar d.4i spinse f ino al la Maison2or6e, entr#, due volte da /ortoni, e senza averla vista nemmeno lìe r a a p p e n a u s c i t o d a l ( a f 6 A n g l a i s, c a m m i n a n d o a g r a n p a s s i , c o n l’aspetto stravolto, per  

raggiungere la carrozza che l’aspettava all’angolodel "oulevard des 'taliens$uando urt# una persona che veniva in dire+zione contraria. Era 1dette!gli spieg# poi che non trovando posto daPr6vost, era andata a cenare allaMaison 2or6e in un angolo dove lui nonl’aveva scorta, e ritornava verso la propriacar rozza ./anto poco s i aspe t t ava d i veder lo , che e""e un moto d ispavento .*uanto a lui, aveva "attuto Parigi non perch6 credesse possi"ile raggiun+gerla, ma perch6 rinunciarvi gli era troppo crudele. Ma la gioia che la suaragione nonaveva smesso di ritenere inattua"ile per $uella sera, adessogli appariva ancora pireale! infatti lui non vi aveva colla"orato con laprevisione del le

verosimiglianze, gli rimaneva esterna! non aveva "iso+gno di cavarla dalla propria mente per fornirgliela, emanava da se stessa,era lei che si sporgeva verso dilui, $uella verit% che splendeva fino a dis+sipare come un "rutto sogno l’isolamentoche aveva temuto, e su di essaegli appoggiava, riposava, senza riflettere, il suofantasticare felice. (osìun viaggiatore giunto col "el tempo in riva alMe di ter raneo, incer todell’esistenza dei paesi che ha a""andonato, si lasciaa""agliare la vista,pi che lanciarvi sguardi, dai raggi che emana verso luil’azzurro lumi+noso e compatto delle ac$ue.4alì con 1dette nella vettura di lei, eordin# alla propria di seguirli.0ei teneva in mano un mazzo di catleie, e 4Hann vide

che sotto il velodi pizzo aveva nei capelli fiori della stessa orchidea puntati aunaigrette

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di piume di cigno. 4otto la mantiglia era vestita di un’onda di velluto ne+ro che,ripresa di s"ieco, scopriva in largo triangolo il "asso d’una gonnadi faille "ianco elasciava scorgere uno sprone, anch’esso di faille "ianco,all’apertura del corpettoscollato, dov’erano infilati altri fiori di catleia. 4iera appena rimessa dallo spavento

che le aveva provocato 4Hann, $uan+do un ostacolo fece fare uno scarto alcavallo. &urono spostati "rusca+me n te , l e i av ev a ge t t a t o un gr id o er e s t a v a t u t t a p a l p i t a n t e , s e n z a respiro.«Bon - niente, le disse lui, nona""iate paura.»E la teneva per la spalla, appoggiandola contro di s6 per sorreggerla!poi le disse:«4oprattutto non parlate, rispondetemi solo a cenni per nonaffannarviancora di pi. Bon vi d% fastidio se raddrizzo i fiori del corpettoI 4isonospostati per l’urto. No paura che li perdiate, vorrei infilarli un po’».1dette chenon era a"ituata a vedere gli uomini fare tante storie con lei, disse sorridendo:J

«Bo, nient’affatto, non mi d% nessun fastidio».Ma lui, intimidito dalla risposta, forseanche per mostrare di essere sta+to sincero $uando aveva colto $uel pretesto, o magariincominciando gi%a credere di esserlo stato, esclam#:«1h no, soprattutto non parlate,ricomincereste ad avere l’affanno, po+tete rispondere a gesti, vi capir#. 4inceramente,non vi do fastidioI 3uar+date, c’- un po’O - polline, credo, che vi si - sparsoaddosso, permetteteche lo tolga con la manoI &accio troppo forte, sono tropporuvidoI &orsevi faccio un po’ di solleticoI ma non vorrei toccare il vellutodell’a"ito,per non sgualcirlo. Ma vedete, davvero, era necessario fermarli, sare""e+ro cadut i ! e così , se l i inf i lo un po’O sul ser io, non sono

ind iscr etoI Enemmeno a odorarli per sentire se - vero che non hanno profumoI Bonho mai provato, possoI 2ite la verit%».4orridendo, lei alz#leggermente le spalle, come per dire: «siete matto,lo vedete che mi piace».0ui alzaval’altra mano lungo la guancia di 1dette! lei lo guard# fisso,con l’aria languida e graveche hanno le donne del pittore fiorentino conle $uali le aveva trovato $ualcherassomiglianza! spinti all’orlo delle pal+pe"re, i suoi occhi luminosi, larghi esottili come i loro, sem"ravano sulpunto di staccarsi come due lacrime.Piegava il col lo come tut te si vedo+no fare, nelle scene pagane come nei soggettisacri. E in un atteggiamentoche senza du""io le era a"ituale, che lei sapeva

appropriato a $uei mo+menti e stava attenta a non dimenticarsi di prenderlo,sem"rava aver "i+sogno di tutta la sua energia per trattenere il viso, come seuna forza in+visi"ile lo attirasse verso4Hann. E fu 4Hann, prima che lei glielolasciasse cadere, $uasi lei mal+grado, sopra le la""ra, che lo trattenne un attimo, a$ualche distanza, frale due mani. Aveva voluto lasciare al proprio pensiero il tempo diaccor+rere, di riconoscere il sogno che così a lungo aveva accarezzato, e assiste+re alsuo avverarsi, come si chiama una parente perch6 prenda parte alsuccesso diun fanciullo molto amato. &orse anche, 4Hann fissava sul vi+so di 1dette, non ancora

 posseduta da lui e nemmeno "aciata, che vede+va per l’ultima volta, lo sguardo col

$uale, un giorno, partendo, vorrem+mo portarci via un paesaggio che stiamo per lasciare per sempre.Ma era così timido con lei, che, avendo finito col possederla$uella seraincominciando col sistemare le catleie, fosse timore di offenderla,

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fossepaura di fare la figura, retrospettivamente, di aver mentito, fosse man+canza di audacia per formulare una pretesa maggiore =$uella poteva ri+

 peterla, dal momento che la prima volta 1dette non si era irritata>, i gior+n is e g u e n t i a d o p e r # l o s t e s s o p r e t e s t o . 4 e l e i a v e v a c a t l e i e

n e l l ascollatura, le diceva: «Peccato, stasera le catleie non hanno "isogno di es+seres is te ma t e, n o n s on o a n da te f uo ri p o st o c o me l ’a lt ra s er a ! p er #misem"ra che $uesta $ui, molto dritta non sia. Posso sentire se sono inodo+ri, comele altreI». 1ppure, se non ne aveva: «1h, niente catleiestasera ,imposs i"i le dedicarmi al le mie piccole operazioni». 2i modoche per$ualche tempo non fu cam"iato l’ordine che egli aveva seguito la

 pr imasera $uando aveva incominciato con toccamenti di dita e di la""rasulpetto di 1dette, e ancora così incominciavano ogni volta le sue carezze! emolto

 pi tardi, $uando la sistemazione delle catleie =o il simulacro ritua+le di sistemarle>fu caduto in disuso da un pezzo, la metafora «fare ca+tleia», divenuta unsemplice voca"olo che adoperavano senza pensarci$uando volevanosignificare l’atto del possesso fisico7in cui del restonon si possiede nulla7, sopravvisse nel loro linguaggio a $uell’uso di+menticato,commemorandolo. E forse $uella maniera particolare di dire«fare l’amore»

non significava esattamente la stessa cosa dei suoi sinoni+mi. 4i ha un "ell’esseredisincantati in fatto di donne, considerare il pos+sesso delle pi diverse come sempreeguale e risaputo a priori, al contra+rio diventa un piacere nuovo se si tratta didonne a""astanza difficili7o credute tali da noi7

 per costringerci a farlo nascere da $ualche episo+dio imprevisto dei nostrirapporti con loro, come la sistemazione dellecatleie era stata per 4Hann la

 pr ima volta. *uella sera lui sperava, tre+mando =ma 1dette, si diceva, serestava vittima della sua astuzia, nonpoteva leggergli dentro> che ci# che i lorolarghi petali viola gli avre""e+ro regalato fosse il possesso di $uella donna! e il

 piacere che provava gi%e che 1det te, pensava lui, tollerava forse solo perch6non lo aveva rico+nosciuto, gli sem"rava proprio per $uesto7come pot- apparire al pri+mo uomo che lo assapor# tra i fiori del paradisoterrestre7

un piacereche fino allora non era esistito, che lui cercava di creare, un piacere7co+me ne ser"# traccia il nome speciale che gli diede

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7interamente partico+lare e nuovo.Adesso tutte le sere, $uando l’avevaricondotta a casa, "isognava cheentrasse, e spesso lei usciva di nuovo investaglia per accompagnarlo fi+no alla carrozza e lo "aciava sotto gli occhi

del cocchiere, dicendo: «(heimportanza ha, cosa m’importa degli altri». 0e serein cui lui non andavadai )erdurin =capitava talvolta, da $uando poteva vederlain al tro mo+do>, le sere sempre pi rare in cui andava in societ%, gli chiedeva di pas+sare da lei prima di r incasare, $ualun$ue ora fosse. Era primavera,unaprimavera gelida e pura. 5scendo da un ricevimento, lui saliva nella sua)ictoria<, si stendeva una coperta sulle gam"e, e agli amici che veniva+n o v i an e l l o s t e s s o t e m p o e l ’ i n v i t a v a n o a f a r e l a s t r a d ai n s i e m e ,;

rispondeva che non poteva, non andava dalla stessa parte, mentre il coc+chiere partivaal gran trotto sapendo dove si andava. 0oro si meraviglia+vano, e difatti 4Hannnon era pi lo stesso. Bon arrivavano pi letteresue per chiedere di fargliconoscere una donna. Bon faceva pi attenzio+ne a nessuna, evitava di andare neiluoghi dove se ne incontrano. 'n trat+toria, in campagna, teneva il contegno opposto a$uello da cui, ancora ie+ri, si poteva riconoscerlo e che era parso dover sempre essereil suo. /an+to una passione - in noi come un carattere momentaneo e diversoche s i sos t i tu i sce a l l ’ a l t ro e a"ol i sce i segni f ino a l lora invar ia"i l i

co n cu i si esprimeva 'n cam"io, invaria"ile adesso era che, dovun$ue4Hann sitrovasse, non mancava di andare a raggiungere 1dette. 'l tragitto cheloseparava da lei, era $uello che percorreva inevita"ilmente, come il pen+dio della sua stessa vita, irresisti"ile e rapido. A dire il vero, spesso, ri+masto in societ% fino a tardi, avre""e preferito rientrare direttamente acasasenza fare $uella lunga corsa, e vederla solo il giorno dopo! ma ilfattostesso di scomodarsi a un’ora insolita per andare da lei, di indovi+nare chegli amici si dicevano lasciandolo: « molto legato, certamentec’- una donnache lo costringe a recarsi da lei a $ualun$ue ora», gli davail senso di condurre la

vita degli uomini che nella loro esistenza hannouna faccenda d’amore, e nei$uali il sacrificio che fanno del riposo e de+gl’interessi personali a unafantasticheria voluttuosa, fa nascere un incan+to interiore. Poi, senza renderseneconto, la certezza che lei lo aspettava,che non era altrove con altri, che lui nonsare""e andato via senza averlavista, neutralizzava l’angoscia dimenticata ma sempre

 pronta a risorgereche aveva provato la sera in cui 1dette non era pi dai )erdurin,rassere+nata adesso in una calma così dolce che poteva dirsi felicit%. &orse

 pro+prio a $uel l’angoscia era de"itore dell’impor tanza che 1dette aveva as+sunto per lui. 3li altri esseri ci sono di solito così indifferenti, che $uandoin uno di

loro a""iamo riposto simili possi"ilit% per noi di sofferenza e digioia, ci sem"raappartenere a un altro universo, si circonda di poesia, fadella nostra vita $uasi unacommovente distesa dove ci sar% pi o menovicino. 4Hann non poteva chiedersi

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senza tur"amento ci# che 1dette sa+re""e diventata per lui negli anni futuri./alvolta, in $uelle "elle nottifre dde , ved end o dal la sua )ictori a la lun asc in ti ll an te ch e ef fo nd ev a chiarit% fra gli occhi di lui e le strade deserte,

 pensava all’altro viso chia+ro e leggermente rosato come $uello della luna, che

un giorno era sortodavanti al suo pensiero e da allora proiettava sul mondo la lucemisterio+sa nella $uale lui lo vedeva immerso.4e arrivava dopo l’ora in cui1dette mandava a dormire i domestici,prima di suonare alla porta delgiardinetto andava per prima cosa nellastrada dove al pianterreno, fra le finestre tutte eguali ma "uie dellecasecontigue, dava la finestra, unica illuminata, della sua camera daletto.Picchiava sul vetro, e lei, sull’avviso, rispondeva e andava adaspettarlodall’altro lato, alla porta d’ingresso. 4ul pianoforte trovava aperto$ual+cuno dei pezzi che lei prediligeva: il)alzer delle GoseoPovero pazzodi /a+gliafico@=che per sua disposizione scritta "isognava far eseguire al suofunerale>! lechiedeva di suonare invece la piccola frase della sonata di)inteuil, "ench61dette suonasse molto male: ma spesso l’immagine pi "ella che ci rimane diun’opera, - $uella che si - li"rata sopra suoni falsi,strappati da dita maldestre

a un piano forte scorda to. 0a picco la frase continuava ad associarsi per  4Hann all’amore che provava per 1dette.4entiva perfettamente che $uell’amoreera $ualcosa che non corrisponde+va a niente di esterno, di verifica"ile da altri chelui! si rendeva conto chele $ualit% di 1dette non giustificavano che attri"uisse tantovalore ai mo+m e n t i p a s s a t i c o n l e i . E s p e s s o , $ u a n d o i n4 H a n n d o m i n a v a s o l o l’intelligenza positiva, voleva smettere di sacrificaretanti interessi intel+lettuali e social i a $uel piacere immaginario. Ma la piccolafrase, appenala udiva, sapeva li"erare in lui lo spazio che le era necessario, le

 propor+zioni dell’anima di 4Hann ne ri sultavano mutate! un margine vi era

ri+ser"ato a un godimento che neanch’esso corrispondeva ad alcun oggettoesterno, etuttavia, invece d’essere meramente individuale come $uellodell’amore,s’imponeva a 4Hann come una realt% superiore alle cose con+crete. *uella sete d’unincanto sconosciuto, la piccola frase la risvegliavain lui, ma senza porgergliniente di preciso per soddisfar la. (osicch6 lezone dell’anima di 4Hann dove la

 piccola frase aveva cancellato la preoc+cupazione degl’interessi materiali, leconsiderazioni umane e valide pertutti, essa le aveva lasciate vacanti, in "ianco, e luiera li"ero di iscriverciil nome di 1dette. 'noltre, a ci# che l’affetto di 1dette potevaavere di unpo’ angusto e deludente, la piccola frase veniva ad aggiungere, ad amal+

gamarvi, la sua essenza misteriosa. A vedere la faccia di 4Hannmentreascoltava la frase, si sare""e detto che stesse assor"endo unanesteticoche dava al suo respiro un’ampiezza maggiore. E il piacere che

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gli davala musica e che presto avre""e creato in lui un "isogno vero e proprio,in$uei momenti assomigliava difatti al piacere che avre""e provato a speri+mentare

 profumi, a entrare in contatto con un mondo per il $uale non siamo fatti, checi sem"ra senza forma perch6 i nostri occhi non lo perce+piscono, senza significato

 perch6 sfugge alla nostra intelligenza, un mon+do che noi raggiungiamo con un sensosolo. 3ran riposo, misterioso rin+novamento per 4Hann7i cui occhi, "ench6 sensi"ili goditori di pittura,e lo spirito, "ench6 fine osservatore deicostumi, portavano per sempre la<

traccia indele"ile della sua vita arida7sentirsi trasformato in una crea+tura estranea all’umanit%, cieca, sprovvista di

facolt% logiche, $uasi unfantastico liocorno, una creatura chimerica che percepisse il mondo conl’udito soltanto. E siccome nella piccola frase luicercava nondimeno unsignificato, nel $uale la sua intelligenza non poteva calarsi,che strana e"+ "rezza spogliare la sua pi intima anima di tutti i soccorsi delragiona+mento, farla passare sola nel corridoio, nel filtro oscuro del suono. 'nco+minciava a rendersi conto di $uanto c’era di doloroso, forse anche di se+gretamente inappagato, in fondo alla dolcezza di $uella frase, ma nonpotevasoffrirne. (he cosa importa se gli diceva che l’amore - fragile, il suo era cosìforte 3iocava con la tristezza che emanava da lei, la sentivapassare su di s6, ma

come una carezza che rendeva pi profondo e pi dolce il sentimento che avevadella propria felicit%. 2ieci volte, venti vol+te la faceva suonare a 1dette, pretendendoinsieme che non smettesse di "aciarlo. 1gni "acio chiama un altro "acio.Ah, nei pr imi tempi che s iama, così naturalmente nascono i "aci4puntano così stretti gli uni aglialt ri ! e sar e"" e tan to fati co so con tar e i

 "aci che ci s i - dat i in un’ora, $uanto i fior i di un campo nel mese dimaggio. Allora lei faceva mostradi fermarsi, dicendo: «(ome vuoi che suoni in$uesto modo, se tu mi tie+ni Bon posso fare tutto insieme, cerca almeno di sapere$uello che vuoi,devo suonare la frase o coccolartiI», lui si arra""iava, e lei

scoppiava inuna risata che ricadeva su lui trasformandosi in una pioggia di "aci.1p+pure lo guardava con aria im"ronciata, lui rivedeva un viso degno di fi+gurare nella)ita di Mosedel 8otticelli, ve lo collocava, dava al collo di1dette l’inclinazione necessaria!e $uando l’aveva "en dipinto a tempera,nel $uindicesimo secolo, sulla paretedella 4istina, l’idea che frattantolei fosse rimasta lì, accanto al pianoforte, nel presente, pronta

a essere "a+ciata e posseduta, l’idea della sua materialit% ed esistenza venivaa ine+ "riarlo così forte che, con gli occhi stravolti, le mascelle tese come per di+vorare, si precipitava su $uella vergine del 8otticelli e si metteva a pizzi+carne le

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guance. Poi, $uando l’aveva lasciata, non senza essere rientrato a "aciarla di nuovo perch6 aveva dimenticato di portare nel ricordo $ual+che particolari t% delsuo odore o dei suoi lineamenti, mentre rincasavanella )ictoria, "enediceva1dette che gli permetteva $uelle visite $uoti+diane, dalle $uali sentiva che

lei non doveva procurarsi una gioia moltogrande! ma preservandolo daldiventare geloso7togliendogli occasionedi soffrire ancora del male che si era dichiarato inlui la sera che nonl’aveva trovata dai )erdurin7lo avre""ero aiutato ad arrivare, senzasu"ire altre crisi come la prima cheera stata così dolorosa e sare""e ri+masta unica, al termine di $uelle oresingolari della sua vita, ore $uasi@

fatate, come $ueste in cui attraversava Parigi al lume di luna. E notando,durante ilritorno, che adesso l’astro si era spostato rispetto a lui e si tro+vava $uasi al limitedell’orizzonte, sentendo che il suo amore o""edivaanch’esso a leggiimmuta"ili e naturali, si domandava se il periodo in cuiera entrato sare""e duratoancora a lungo, se presto il suo pensiero nonavre""e visto il caro viso di leioccupare una posizione lontana e dimi+nuita, e prossimo a cessare di diffondereincanto. Perch6, da $uando erain na mo ra to , 4H an n tro va va in ca nt o ne ll ecose, come al tempo in cui,adolescente, aveva creduto d’essere artista!

ma non era pi il medesimoi nc an to , $ ue st o e ra 1 de tt e s ol a aco nfe ri rl o. 4e nti va ri nas ce re in s6 le ispirazioni poetiche della giovent, chela sua vita frivola aveva dissipa+te, ma tutte portavano il riflesso, l’impronta, diun essere particolare! enelle lunghe ore che adesso trascorreva in casa

 provava un delicato pia+cere, solo con la sua anima in convalescenza,ridiventava a poco a pocose stesso, ma per un’altra.Andava da lei soltanto la sera,e nulla sapeva dell’impiego che lei face+va del tempo durante il giorno, come

 pure del suo passato, al punto che gli mancava anche la piccola informazioneiniziale che, permettendoci diimmaginare ci# che non sappiamo, ci d% voglia di

conoscerlo. (osì non sidomandava ci# che lei potesse fare, n6 che genere di vita erastata la sua.4orrideva solamente, talvolta, pensando che $ualche anno prima$uandonon la conosceva, gli avevano parlato di una donna che, se ricordava "e+ne,doveva certo essere lei, come di una che faceva la vita, una mantenu+ta, una di $uelledonne a cui, avendole fre$uentate poco, attri"uiva anco+ra il carattere uniforme,radicalmente perverso, di cui le ha dotate a lun+go l’immaginazione di certiromanzieri. *uando a tale carattere oppone+va $uello di 1dette, si diceva che, spesso,

 "asta capovolgere le reputazio+ni create dalla gente per giudicare con esattezzauna persona: 1dette, "uona, ingenua, innamorata dell’ideale, $uasi incapace di non

dire la ve+rit%, al punto che un giorno, avendola pregata, per poter cenare solo conlei,di scrivere ai )erdurin che era indisposta, l’indomani, davanti alla si+gnora )erdurinche le domandava se stava meglio, l’aveva vista arrossi+re, "al"ettare, e riflettere

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nel viso, suo malgrado, il dispiacere, il suppli+zio che le costava mentire! ementre moltiplicava nella risposta i partico+lari inventati della pretesaindisposizione del giorno prima, aveva l’ariadi affidare agli sguardisupplichevoli e alla voce desolata l’incarico dichieder perdono per la falsit%

delle parole.(erti giorni, tuttavia, ma capitava di rado, veniva da lui nel pomerig+gio, a interrompere le sue fantasticherie o $uello studio su )er Meer acuinegli u l t imi te mpi s i era r imesso a lavo rare. )enivan o a dirgl i chenels al ot ti no c ’e ra l a s ig no ra d e ( r6 c9. An da va a r ag gi un ge rl a, e$uandoapriva la porta sul viso roseo di 1dette, appena scorgeva 4Hann7cam+ "iando la forma della "occa, lo sguardo degli occhi, la modellatura delleguance7, veniva a mescolarsi un sorriso. Gimasto solo, rivedeva $uelsorriso, $uelloche aveva avuto il giorno prima, un altro con cui lo avevaaccolto in una o in un’altraoccasione, $uello che era stato la sua risposta,in carrozza, $uando le avevachiesto se le dava fastidio raddrizzando lecatleie! e la vita di 1dette, nel restodel tempo, poich6 non ne sapeva nul+la, col suo sfondo neutro e incolore gli apparivasimile a $uei fogli di stu+dio di VatteauDove si vedono $ua e l%, in tutti i posti in tutte le direzio+ni, disegnati a tre colori sullacarta camosciata, innumerevoli sorrisi. Maa volte, in un angolo di $uella vita che

4Hann vedeva tutta vuota =anchese la ragione gli diceva che non poteva esserecosì> , perch6 non potevaimmaginarla, $ualche amico che, sospettando il loroamore, non si sare"+ "e arrischiato a dirgli di lei se non cose da nulla, glidescriveva la figuradi 1dette come l’aveva vista $uel mattino, risalire a piedi rueA""atucci,in a"ito da visita guarnito di sLunL, sotto un cappello «alla Gem"randt»,econ un "ou$uet di viole sulla scollatura. *uesto semplice schizzo scon+volgeva4Hann, perch6 d’un tratto lo faceva accorgere che 1dette avevauna vita che nonera tutta intera per lui! avre""e voluto sapere a chi leiaveva cercato di piacerecon $uella toilette che non le conosceva, si ripro+metteva di chiederle dove

andava in $uel momento! come se in tutta lavita incolore7$uasi inesistente, giacch6 gli era invisi"ile7del la suaamante, c i fosse solo una cosa ol t re tut t i i sor r is i r ivol t i alui : $uel suo camminare sotto un cappello alla Gem"randt, con un "ou$uet di violealcorpetto./ranne $uando le chiedeva la piccola frase di )inteuil invece del)al+zer delle Gose, 4Hann non cercava mai di farle suonare cose che piacesseroa lui, n6 di correggere,

in musica come in letteratura, il suo cattivo gusto.4i rendeva conto che lei nonera intelligente. 2icendogli che le sare""etanto piaciuto che le parlasse dei

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grandi poeti, s’era immaginata di cono+scere su"ito $ualche strofetta eroica eromantica, tipo $uelle del viscontedi 8orelli;F, in chiave ancora pi commovente. 4u )er Meer di 2elft , gliaveva

domandato se aveva sofferto per una donna, se era stata una don+na a ispirarlo, e$uando 4Hann le aveva confessato che non se ne sapevanulla, si era disinteressatadi $uel pittore. 2iceva spesso: «0a Poesia, locredo "ene, - naturale che nonci sare""e niente di pi "ello se fosse ve+ro, se i poeti pensassero tutto$uello che dicono. Ma spesso non c’- nes+suno di pi interessato di $uellagente lì. 'o ne so $ualche cosa, avevoun’amica che amava una specie di

 poeta . Bei versi non parlava che diD

amore, di cielo, di stelle. Poveretta, come l’ha ridotta 0e ha mangiato pid i

t re ce n to mi l a f ra n ch i» . 4 e a ll or a 4 H an n c er ca v a d ’i ns eg n ar le i ncheconsiste la "ellezza artistica, in che modo "isogna ammirare i versi oi$uadr i , in capo a un i s t an te smet teva d i ascol t a re , d icendo: «4ìOnonpensavo che fosse così». E lui la sentiva provare una delusione tale,chepreferiva mentire dicendo che tut to $uesto non era nulla, eranoancorainezie, che mancava il tempo di affrontare l’essenza profonda della $ue+stione, c’era "en altro. Ma lei diceva vivamente: «2ell’altroI (he cosaIO2immeloallora», ma lui non lo diceva, sapendo $uanto le sare""e parsomeschino e diversoda c i# che sperava lei, meno impressionante e menoc o m m o v e n t e , e

t e m e n d o c h e , d e l u s a d e l l ’ a r t e , l o f o s s ei n s i e m e dell’amore.'nfatti lei trovava 4Hann inferiore, intellettualmente, a $uelche avre"+ "e creduto. «/u conservi sempre il tuo sangue freddo, non sodefinirti.»P i a nc or a s i m er av ig li av a d e ll a s ua i nd if fe re n za a lden aro , del la sua gentilezza con tutti , della sua delicatezza. E avvienespesso difatti, allagente superiore a 4Hann, a uno scienziato, a un artista, senon viene di +sconosciuto da coloro che lo ci rcondano, che se hanno

 per lu i i l sent i + mento da cui traspare che la superiorit% della sua intelligenza si -impo+sta su loro, non - ammirazione per le sue idee, perch6 non le afferrano,

-r i spe tto per l a sua "ont% . E r i spet to i sp i rava a 1det te l a pos iz ionedi4Hann nel gran mondo, ma non desiderava che lui cercasse di farvela ac+cogliere.&orse sentiva che non ci sare""e riuscito! pi ancora, temevache , co l so lo

 par la re d i le i , avre""e provocato r ivelazioni d i cui aveva paura.(omun$ue sia, gli aveva fatto promettere di non pronunciare maiil suo nome. 0aragione per cui non voleva andare in societ%, gli avevadetto, era una liteche una volta aveva avuto con un’amica, la $uale poi,per ven dic arsi ,a v ev a s pa rl at o d i l ei . 4 H an n o " ie tt av a : « Ma m ic a t ut ti l’hannoconosciuta, la tua amica.

7Ma sì, - come una macchia d’olio, lagente - tanto cattiva». 2a una parte 4Hannnon capì $uesta storia, mad’altra parte sapeva che $uelle frasi, «0a gente -

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tanto cattiva», «una ca+lunnia - come una macchia d’olio», sono generalmenteritenute vere! do+vevano esserci casi a cui si applicano. 'l caso di 1dette era uno di$uestiI4e lo chiedeva, ma non a lungo, giacch6 anche lui era soggetto allagra+vezza di mente che si a""atteva su suo padre, $uando si poneva un pro+ "lema

difficile. 2el resto, $uel mondo che faceva tanta paura a 1dette, fo rs e no nle i spi rava un gran des ider io, perch6 era t roppo lontano da $uel lo checonosceva lei per rappresentarselo con chiarezza. /uttavia,pur essendorimasta davvero semplice sotto certi aspetti =per esempioaveva conservato per amica un’e sartina, e sulle scale di lei, ripide scureDFe puzzolenti, si arrampicava $uasi ogni giorno>, aveva sete di chic! sol+tanto, l’idea che se ne faceva non era $uella della gente del gran mondo.Per costoro,lo chic - emanazione di pochi individui che la proiettano fi+no a un livelloa""astanza remoto7affievolito pi o meno, secondo ladistanza dal centro della loro intimit%7nella cerchia dei loro amici odegli amici degli amici i cui nomi formanouna specie di repertorio. 0epersone della "uona societ% lo sanno a memoria,

 possiedono in materiaun’erudizione da cui hanno estratto una specie digusto, di tatto, talch64Hann pe r e s empio , s enza " i sogno d i f a reappel lo al la sua sapienza mondana, se leggeva nel giornale i nomi delle personeche si trovavano aun pranzo, poteva dire immediatamente la sfumatura di chic del

 pranzo,come "as ta a un le t terato la sempl ice le t tura d i una frase per va lu tareesattamente la $ualit% letteraria dell’autore. Ma 1dette faceva partedellepersone =numerosissime, checch6 ne pensino gli appartenenti alla "uonasociet%,ce n’- in tutte le classi sociali> che, non possedendo $uelle nozio+ni ,s’ im ma gi na no u no c hi c c omp le ta me nt e d iv er so , c he a ssu meva ri aspetti secondo l’am"iente al $uale appartengono, ma ha comecarattereparticolare e distintivo7sia $uello di cui sognava 1dette, sia $uello da+vanti a cui s’inchinava la signora

(ottard, di essere direttamente accessi+ "ile a tutti. 0’altro, $uello della "uonasociet%, anch’essa a dire il vero -accessi"ile, ma ci vuole tempo. 1dette diceva di$ualcuno:«)a soltanto nei posti eleganti».E se 4Hann le chiedeva cosa intendeva con$uesto, gli rispondeva conun po’ di disprezzo:«Ma i posti eleganti, diamine 4e allatua et% "isogna insegnarti che co+sa sono i posti eleganti, (osa vuoi che ti dicaIPer esempio, la domenicamattina l’avenue de l’'mperatrice, alle cin$ue ilgiro del 0ago;, giovedìl’Eden /h6Ttre, venerdì l’Nippodrome

;J, i "alliO7

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Ma $uali "alliI7Ma i "alli che si d%nno a Parigi, i "alli eleganti, voglio dire. Ecco, saiNer"inger,$uello che lavora con un agente di cam"ioI Ma sì, lo devi co+noscere, - uno degli

uomini pi QinQ di Parigi, $uel giovanotto "iondoche - tanto sno", portasempre un fiore all’occhiello, la scriminatura finoalla nuca, dei sopra"iti chiari: si -messo con $uella vecchia tavolozza, sela porta dietro a tutte le prime. 8ene, l’altrasera ha dato un "allo, in fattodi chic c’era tutta Parigi. (ome mi sare""e piaciutoandarci Ma "isogna+va presentare alla porta il "iglietto d’invito, e non ero riuscita adaverlo.'n fondo, meglio non esserci andata, era un macello, non avrei visto nul+la.Pi che altro per poter dire di essere stata da Ner"inger. E a me tu losai,s o n o p i c c o l e a m " i z i o n i 2 e l r e s t o , p u o i s t a r s i c u r o c h e s uc e n t oD

donne che raccontano di esserci state per "uona met% non - veroO Mamistupisce che uno come te, così

 pschutt;, non ci fosse».Ma 4Hann non cercava affatto di farle cam"iare $uesto concettodellochic pensando che il proprio non conteneva maggior verit%, anche il suoerasciocco e privo di importanza, e non trovava alcun interesse a istruir+ne l’amante,cosicch6, dopo $ualche mese 1dette s’interessava delle per+sone che lui

fre$uentava solo per gl’ingressi al peso, ai concorsi ippici, gl’inviti alle prime,che lui poteva avere attraverso di loro.2esiderava che lui coltivasse $uelle amiciziecosì utili, ma, d’altra par+te, era incline a considerarle poco chic, da $uandoaveva visto passareper la strada la marchesa de )illeparisis in a"ito di lananera, con unacuffia a nastri.«Ma ha l’aria di una maschera di teatro, di unavecchia portinaia,dar+ling *uel la l ì , una marchesa 'o non sono marchesa , ma

 "isognere""e pagarmi "en caro per farmi uscire conciata così.»Bon capiva come

mai 4Hann a"itasse $uel palazzo di $uai d’1rl6ansche, non osavaconfessarglielo, ma trovava indegno di lui.(erto, aveva la pretesa di amare le«antichit%» e prendeva un’aria esta+tica e fine per dire che adorava passare unagiornata intera ad «andareper gingilli», a cercare «anticaglie» e«"ric+% "rac». 8ench6 s’ostinasse inuna specie di punto d’onore =e pareva mettere in pratica$ualche precettodi famiglia> a non rispondere mai alle domande e non«render conto»dell’impiego delle sue giornate, una volta parl# a 4Hann diun’amica chel’aveva invitata a casa sua dove tutto era «d’epoca». Ma 4Hann

non riu+scì a farle dire $uale fosse $uest’epoca. /uttavia, dopo aver riflettuto, ri+spose che era «medievale», intendeva dire che c’erano pareti a pannellidilegno. *ualche tempo dopo gli riparl# dell’amica, e col tono esitante el’aria d’intesa

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di $uando citiamo $ualcuno con cui il giorno prima siamostati a un pranzo, e nonne avevamo mai inteso il nome, ma i padroni dicasa sem"ravano considerarlotanto cele"re da farci sperare che il nostrointerlocutore sapr% lui di chi vogliamo

 parlare, aggiunse: «Na una sala da pranzoO delO 4ettecento». 2el resto,

trovava l’insieme orri"ile, nu+do, come se la casa non fosse finita, le donne viapparivano orri"ili, $uel+la moda non avre""e mai preso piede. 'nfine, una terza voltane riparl#,mostrando a 4Hann l’indirizzo dell’uomo che aveva fa""ricato $uella sa+lada pranzo! aveva voglia di farlo venire, $uando avesse denaro, per ve+dere se potevafargliene, non certo una eguale, ma $uella che sognava lei,e che pur t roppo ledimensioni de l l a sua pa lazz ina non ammet tevano,con a l t e c redenze ,mo"i l i Ginascimento e camini come nel cas tel lo diDJ

8lois

;;. *uel giorno si lasci# sfuggire davanti a 4Hann ci# che pensavad e l l a s u %a " i t a z i o n e s u l $ u a i d ’ 1 r l 6 a n s ! s i c c o m e l u i a v e v acriticatol’amica di 1dette perch6 aveva finito per scegliere, non gi% lo stile0uigi?)' il $uale, diceva, "ench6 non usa, pu# essere piacevole, ma il falso an+tico:«Bon vorrai mica che viva come te, fra mo"ili rotti e tappeti logori»,gli disse. /antoin lei il rispetto umano della "orghese la spuntava anchesul dilettantismo dellacocotte.2i coloro che amavano trafficare in gingilli, amavano i versi,spregia+vano i "assi calcoli, sognavano d’onore e d’amore, faceva un’6lite

supe+riore al resto dell’umanit%. Bon era necessario avere realmente $ueigu+sti, "astava proclamarli! di uno che a pranzo le aveva dichiarato cheglipiaceva gironzolare per st rada, sporcarsi le dita nelle vecchie

 "ot teghe,che non sare""e mai stato apprezzato da $uesto secolo mercantile perch6non si preoccupava dei propri interessi, riguardo a $ueste cose era di cer+to unuomo d’altri tempi, tornava a casa dicendo: «Ma che anima adora+ " i l e , - u ns e n s i " i l e , n o n l ’ a v e v o m a i s o s p e t t a t o » , e p r o va va p e r  l u i un’immensa e su"itanea amicizia. Ma in cam"io coloro che, come4Hann,aveva no $u ei gu st i ma n on ne parlav ano, l a lasc iavan o fred da.

4enza du""io era costret ta ad ammettere che 4Hann non ci teneva aldenaro,ma aggiungeva im"ronciata: «Ma lui, non - la stessa cosa»! e difatti $uelche parlava alla sua immaginazione non era la pratica, ma il voca"olariodeldisinteresse.4entendo che spesso non gli era dato d’impersonare ci# che leisogna+va, cercava almeno di far sì che stesse "ene con lui , di noncontrastare$uelle idee volgari, il cattivo gusto che aveva in tutte le cose, e che delre+sto lui amava come tutto $uanto proveniva da lei , lo deliziavanoanzi,perch6 erano altrettanti segni particolari, grazie a cui l’essenza di $uelladonnagli appariva, diventava visi"ile. (osì, $uando lei aveva l’aria feliceperch6 doveva

andare allaGeine /opaze;

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, o lo sguardo le diventava se+rio, in$uieto e determinato se aveva paura di perdere la festa dei fiori osemplicemente l’ora del t- conmuffinse toast al /h6 de la rue Go9ale

;<,dove credeva indispensa"ile essere assidua per consacrare la reputazionedi donnaelegante, 4Hann entusiasmandosi come ci accade davanti allaspontaneit% diun "am"ino o alla verit% di un ritratto che sem"ra stia perparlare, sentiva così "eneaffiorare l’anima in viso all’amante, che nonpoteva resistere dall’andare atoccarla proprio lì con le la""ra. «Ah, lei vuol essere accompagnata alla festa deifiori, la piccola 1dette, vuol farsiammirare! e""ene ve la condurremo, non cirimane che inchinarci.» 4ic+come la vista gli si era un poco a""assata, per lavorare in casa dovetterassegnarsi a usare gli occhiali, adottando ilmonocolo, che lo sfiguravaD

m e n o , p e r a n d a r e i n s o c i e t % . 0 a p r i m a v o l t a c h e g l i e n ev i d e u n o all’occhio, lei non pot- trattenere la gioia: «Bon c’- che dire,trovo cheper un uomo - molto chic. (ome stai "ene così hai l’aria di unverogen+tleman. /i manca solo un titolo» soggiunse con una sfumatura di ramma+rico. A lui piacevache 1dette fosse così nello stesso modo che se si fosseinnamorato di una 8retone,

sare""e stato contento di vederla in cuffia edi sentirle dire che credeva aifantasmi. &inora, come molti uomini in cuiil gusto artistico si sviluppaindipendentemente dalla sensualit%, c’erastata una discordanza "izzarra fra lesoddisfazioni che accordava all’unoe all’altra! godendo, in compagnia di donnesempre pi grossolane, la se+duzione di opere sempre pi raffinate, portando unaservetta, in un pal+co a grate;@, alla rappresentazione di una commedia decadente che ave+va voglia di sentire, o auna mostra di pittura impressionista, e persuaso,d’altronde che una donna colta del

gran mondo non ci avre""e capito dipi, ma non avre""e saputo stare zitta cosìgentilmente. 'nvece, da $uan+do amava 1dette, andare d’accordo con lei,sforzarsi di avere un’animain due, gli era così dolce, che cercava di compiacersidelle cose amate dalei! e si sforzava non solo di imitarne le a"itudini, ma anche diadottarnel e op in ioni , t r ovandoc i un p i ace r e t anto p i p r o fondo

 perch6, pr ivecom’erano di radici nella propria intell igenza, gl irammentavano solo ilsuo amore, che era la ragione per cui le aveva

 preferi te . 4e ri tornava a4erge Panine

;, se cercava le occasioni di andare a vedere dirigere 1livie+ro M6tra, era per ladolcezza di venire iniziato a tutti i modi di vedere di1dette, di sentirsi partecipe di

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tutti i suoi gusti. *uesto fascino di avvici+narlo a lei, che avevano le opere o iluoghi che lei amava, gli sem"ravapi misterioso di $uello intrinseco aopere e luoghi pi "elli, che per#non gliela rammentavano. 2el resto,avendo lasciato inde"olire le con+vinzioni intellettuali della sua giovent,

cosicch6 a sua insaputa lo scetti+cismo dell’uomo di mondo era penetrato fino aloro, pensava =o almenol’aveva pensato per tanto tempo che lo dicevaancora> che l’oggetto deinostri gusti non ha in s6 valore assoluto, ma tutto -$uestione di epoca,di ceto sociale, tutto sta nella moda, e le pi volgarivalgono $uelle chepassano per le pi raffinate. E siccome giudicava chel’importanza attri+ "uita da 1dette ad avere "iglietti per i vernissage di unamostra, di pers6 non era pi ridicola del piacere che un tempo provava lui afar cola+z i o n e d a l p r i n c i p e d i 3 a l l e s , n e l l o s t e s s o m o d on o n p e n s a v a c h e l’ammirazione professata da lei per Montecarlo o per il Gighi;Dfosse piirragionevole della predilezione che aveva lui per l’1landa, che lei si im+maginava "rutta, e per )ersailles, che le pareva triste. (osì si astenevaD;

dal l’andarci, provando piacere a dirsi che lo faceva per le i, chevolevasentire, amare soltanto con lei.(ome tutto $uanto circondava 1dette, e in$ualche modo era solamen+te la maniera secondo cui poteva vederla, parlarle, gli

 piaceva la compa+gnia dei )erdurin . 0%, in fondo a tut t i i d iver t iment i , pranzi , musica,giuochi, cene in maschera, gite in campagna, appuntamenti a

teatro, an+che nel le rare «serate di gala» date per i «noiosi», c’era la presenza di1dette, la visione di 1dette, la conversazione con 1dette, di cui i)erdu+rin facevano a 4Hann, invitandolo, il dono inestima"ile! perci#,meglioche in un altro posto $ualsiasi, si compiaceva di stare nel «piccolo clan»,ecercava di attri"uirgli meriti reali, perch6 così immaginava che avre""econtinuato afre$uentarlo per proprio gusto tutta la vita. 1ra, non osan+do dirsi, per 

 paura di non crederlo, che avre""e sempre amato 1dette,c o l s u p p o r r ea l m e n o c h e a v r e " " e s e m p r e f r e $ u e n t a t o i) e r d u r i n =proposizione che, a priori, sollevava meno o"iezioni di principio da par+

te d el la sua intel l igen za> , s i v edev a in fu turo c ont inu are aincontrare1dette tutte le sere! forse non era proprio lo stesso che amarlasempre,ma per il momento, mentre la amava, credere che non avre""e smessodivederla neanche un giorno, era tutto $uanto chiedeva. «(heam"ientedelizioso, si diceva. 'n fondo la vita vera - proprio $uella 4ono

 pi in+tell igenti , pi art istici , del la gente del gran mondo (om’- sinceronellasignora )erdurin, nonostante $ualche piccola esagerazione un po’ ridico+la,l’amore per la pittura, per la musica (he passione per le opere, che desideriodi far piacere agli artisti 4i fa un’idea inesatta della gente della "uona societ%! ma

con ci#I forse la "uona societ% non ha un’idea ancorapi falsa degli am"ientiartistici 4ar% che io non ho grandi "isogni intel+lettuali da soddisfare nellaconversazione, ma mi trovo "enissimo con(ottard, anche se i suoi giochi di

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 parole sono al$uanto s$uallidi. E $uan+to al pi ttore, se - spiacevolmente pretenzioso $uando cerca di far colpo, in compenso - una delle pi "elleintelligenze che io a""ia mai conosciu+to. E poi soprattutto, l% ci si sente li"eri, si fa$uel che si vuole senza sog+gezione, senza cerimonie. (he profusione di

 "uonumore c’- in $uel sa+lotto ogni giorno 2ecisamente, salvo rare eccezioni,andr# soltanto lì. lì che fonder# sempre pi le mie a"itudini e la mia vita.»E poich6le doti che credeva intrinseche ai )erdurin non erano altroche il riflesso

 proiettato su di loro dei piaceri che il suo amore per 1detteaveva assaporato in casaloro, $uelle doti diventavano pi serie, pi pro+fonde, pi vitali, $uanto pi loerano $uesti piaceri. 4iccome la signora)erdurin dava talvolta a 4Hann ci#che solo poteva costituire per lui lafelicit%! siccome una certa sera che lui stavain ansia perch6 1dette avevaD

 parlato con uno pi che con un altro ospite, e, irritato con lei, non volevaprenderel’iniziativa di chiederle se sare""ero andati via insieme, la si+gnora)erdurin gli aveva portato la pace e la gioia dicendo spontanea+mente:«1dette, voi accompagnate il signor 4Hann, non - veroI»! sicco+me l’estate

 prossima, dopo che lui aveva iniziato a domandarsi in$uietose 1dette sare""e partitasenza di lui, se gli sare""e stato possi"ile conti+nuare a vederla tutti i giorni, lasignora )erdurin li aveva invitati ad an+dare entram"i in campagna da lei,7così 4Hann, lasciando inconscia+mente la gratitudine e l’interesse infiltrarglisinella mente e influire sullesue idee, arrivava persino a proclamare che la

signora )erdurin eraun’anima eletta. 2i $ualun$ue persona raffinata oillustre gli parlasse$ualche antico compagno della 6cole du 0ouvreF: «Preferisco cento vol+te i )erdurin», rispondeva. E con una solennit%che era nuova in lui : «4ono creature magnanime, e in fondo la magnanimit% - lasola cosa cheimporta e che d% pregio in $uesto mondo. )edi, ci sono solo due catego+rie di persone: i magnanimi e gli altri ! e io sono arrivato a un’et% incui "isogna prender partito, sta"ilire una volta per tutte chi amare e chi di+sprezzare, starsene con chi si ama e, per recuperare il tempo sciupato congli altri,

non lasciarli pi fino alla morte. E""ene», soggiungeva con laleggeraemozione di $uando, anche senza rendercene esatto conto, dicia+mo una cosa non

 perch6 sia vera ma perch6 proviamo piacere a dir la, el’ascolt iamo nellanostra voce come se venisse da altrove e non da noistessi, «il dado - tratto, ioho scelto di amare soltanto i cuori magnanimi,e di vivere soltanto nella magnanimit%./u mi domandi se la signora )er+durin - davvero intelligente. /i assicuro che mi hadato prova di una no+ "ilt% di cuore, di una elevatezza d’animo alla $uale, che vuoi,non si arri+va senza pari elevatezza di mente. (erto ha una profondacomprensionedell’arte. Ma forse non - in ci# che va ammirata di pi! e $ualche

 piccolaazione ingegnosamente, s$uisitamente "uona che ha compiuto per me,certe cortesie indovinate, certi gesti familiarmente su"limi, rivelanounacomprensione dell’esistenza, pi profonda di tutti i trattati di filosofia».Eppure

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avre""e potu to d i r s i che , non meno sempl ic i de i )erdur in ,c ’eranovecchi amici dei suoi genitori, compagni di giovinezza appassio+nati egualmente per l’arte, che lui conosceva altre persone di gran cuore,e nondimeno, da $uandoaveva optato per la semplicit% le arti e la ma+gnanimit%, non li vedeva pi

affatto. Ma coloro non conoscevano 1dette,e se l’avessero conosciuta, non sisare""ero dati pensiero di avvicinarla alui.(osì, senza du""io, in tutto l’am"iente dei)erdurin non c’era un solofedele che li amasse, o credesse di amarli, al pari di4Hann. E tuttavia,D<

$uando il signor )erdurin aveva detto che 4Hann non lo convinceva deltutto, nonaveva espresso solo il proprio pensiero, ma indovinato $uellodella moglie. 4enzadu""io 4Hann nutriva per 1dette un affetto troppoesclusivo, e avevatrascurato di farne confidente $uotidiana la signora) e r d u r i n ! d i

s i c u r o , l a d i s c r e z i o n e s t e s s a c o n c u ia p p r o f i t t a v a dell’ospitali t% dei )erdurin, astenendosi spesso dal venirea pranzo peruna ragione che essi non supponevano, e che interpretavano invececomeil desiderio di non perdere un invito dei «noiosi»! e sicuramente anche,enonostante le precauzioni che aveva preso per nasconderla, lascopertaprogressiva che essi facevano della sua "rillante posizione mondana, tut+toc i # c o n t r i " u i v a a i r r i t a r l i c o n t r o d i l u i . M a l a r a g i o n e p r o f o n d aer aun’altra. 'l fatto - che molto presto avevano sentito in lui uno spazio ri+servato, impenetra"ile, dove in silenzio continuava a professare per con+to suo che

la pr inc ipessa d i 4agan non era gro t t esca e che l e f acez ie d i (ottardnon erano divertenti: insomma, e "ench6 non si dipartisse maidalla suagentilezza e non si ri"ellasse ai loro dogmi, un’impossi"ilit% dii m p o r g l i e l i , d ic o n v e r t i r l o d e l t u t t o a d e s s i , u n a c o s a s i m i l en o n l ’ avevano mai r i s con t r at a i n ness uno . 3 l i av r e""er o pe r dona tod i f r e + $ u e n t a r e i n o i o s i = a c u i d e l r e s t o , i n f o n d o a l c u o r e , l u i

 prefer iva mi l levolte i )erdurin e tutto il piccolo clan> , se avesseconsentito, per il "uonesempio, a rinnegarli davanti ai fedeli. Ma $uell’a"iura, essilo comprese+ro, non si poteva strappargliela.(he differenza con un «nuovo» che

1dette li aveva pregati d’invitare,se""ene lo avesse incontrato poche volte soltanto, esul $uale fondavanomolte speranze, il conte di &orcheville =Gisult# per l’appunto che eracognato di 4aniette, ci# riempì di stupore ifedeli: il vecchio archivistaaveva modi così umili che lo avevano sempre credutodi un ceto inferio+re al loro, e non si aspettavano di venire a sapere cheapparteneva a unmondo ricco e relativamente aristocratico. 4enza du""io,&orcheville eragrossolanamente sno", mentre 4Hann non lo era! certo, era "en lungidalcollocare l’am"iente dei )erdurin sopra tutti gli altri, come faceva lui. Manon

aveva $uella delicatezza di %nimo che impediva a 4Hann di asso+ciarsi allecritiche troppo manifestamente false rivolte dalla signora )er+durin contro personeche lui conosceva. *uanto alle tirate pretenziose evolgari che il pittore

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lanciava in certi giorni, alle spiritosaggini da com+messo viaggiatore chearrischiava (ottard, mentre 4Hann, che voleva "e+ne a tutt’e due, facilmente trovavamodo di scusarle ma non aveva il co+raggio e l’ipocrisia di applaudire, invece illivello intellettuale di &orche+ville gli permetteva di rimanere s"alordito,

stupefatto alle prime, peral+tro senza capirle, e di divertirsi alle altre.E, per l ’appunto, i l pr imoD@

 pranzo a cui partecip# &orcheville dai )erdurin, mise in luce tutte $uestedifferenze,fece risaltare le sue $ualit% e affrett# la disgrazia di 4Hann.(’era a $uel pranzo, oltregliha"itu6s, un professore della 4or"ona, 8ri+chot, che aveva incontrato i signori )erdurin alleterme, e, se gli impegniuniversitari e i lavori eruditi non gli avessero reso

molto rari i momentidi li"ert%, volentieri sare""e andato spesso da loro.3iacch6 possedeva$uella curiosit%, $uella superstizione della vita che, unita a uncerto scet+ticismo circa l’oggetto dei propri studi, d%, in $ualsiasi professione, a cer+tiuomini intelligenti, medici che non credono alla medicina, professoridil ic eo c he n on c re do no a l c omp it o d i l at in o, l a f am a d i s pi ri tilarghi, "rillanti e perfino superiori. 'n casa della signora )erdurin, $uando par+lavadi filosofia e di storia faceva apposta a cercare i paragoni in cose ad+diritturacontemporanee, anzitutto perch6 credeva che $uelle disciplinenon sonoaltro che una preparazione alla vita, e si figurava di trovare inazione nel

 piccolo clan ci# che finora aveva conosciuto solo nei li"ri ! poifors’anche perch6, essendosi senti to inculcare in passato, e avendo con+ servato senzasaperlo, il rispetto per certi argomenti, credeva di spogliar+si dell’a"ito universitario

 prendendo con essi delle li"ert%, che viceversagli sem"ravano tali solo perch6 gli erarimasto.&in dal principio del pranzo, siccome il signor di &orcheville, seduto adestradella signora )erdurin che per il «nuovo» s’era messa in pompamagna, lediceva: «1riginale, $uesta toilette "ianca», il dottore, che nonaveva smessodi osservarlo, tanto era curioso per sapere com’- fatto ci#c h e e g l ic h i a m a v a u n « d i » , e c h e c e r c a v a u n ’ o c c a s i o n e d i

attirarnel’attenzione ed entrare in maggior contatto con lui, colse a volo la parola«"ianca», e senza alzare il naso dal piatto, disse: «8iancaI 8ianca di (asti+gliaIJ». Poi, senza muovere il capo, lanci# furtivamente a destra e a sini+stra occhiateincerte e sorridenti. Mentre 4Hann, con lo sforzo doloroso einutile che fece per sorridere, lasci# intendere che giudicava stupido $ue+sto giuoco di parole, &orchevilleaveva mostrato di gustarne la finezza, einsieme di saper vivere, contenendo neigiusti l imiti un’ilarit%, che deli+zi# la signora )erdurin per la sua

franchezza.«(osa ne dite di uno scienziato cosìI chiese a &orcheville. Bon c’- mo+d o d i p a r l a r e s e r i a m e n t e d u e m i n u t i c o n l u i . A n c h ec o n $ u e l l i dell’ospedale avete uscite del genereI soggiuse voltandosi verso il

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dotto+re. Allora, non ci si deve annoiare troppo. )edo che dovr# chiedere di es+serviricoverata.7Mi sem"ra di aver sentito che il dottore parlava di $uella vecchiamegera di

8ianca di (astiglia, se oso esprimermi così. Bon - vero signo+raI» chiese 8richotalla signora )erdurin, che venendo meno, chiusi gliD

occhi, precipit# il viso fra le mani di dove sfuggirono gridi soffocati. «2iomio,signora, non vorrei allarmare le anime timorate, se ce n’- intorno a$uestatavola,su" rosaO 2el resto, riconosco che la nostra ineffa"ile re+pu""lica ateniese =eh, davvero

ateniese> potre""e onorare in $uella ca+petingia oscurantista il primo $uestoredi polso. 4icuro, mio caro ospite,sicuro, sicuro», riprese con la sua voce di fortetim"ro, che scandiva ognisilla"a, in risposta a un’o"iezione del signor )erdurin . «(hroni$ue de4aint+2enis;, e non possiamo contestarne la sicurezza d’informazione,non lascia du""i in

 proposito. Bessun’altra donna migliore potre""e es+sere scelta da un proletariatoanticlericale, di $uesta madre di un santo, acui d’altronde ne fece veder delle "elle,

come dice 4uger e di rincalzo 4an8ernardo! perch6 con lei ognuno aveva ci# che si meritava.7(hi - $uel signoreI domand# &orcheville alla signora )erdurin. Nal’aria d’essere ingam"a.7(ome, non conoscete il famoso 8richotI cele"re in tutta Europa.7

Ah, - 8r6chot, esclam# &orcheville che non aveva inteso "ene. 4fidoio», soggiunsefissando sull’uomo cele"re i suoi occhi s"arrati. « sempreinteressante pranzare conun uomo in vista. Ma, dite un po’, voi ci invita+te con ospiti di prima scelta. Bon ci siannoia mica, da voi.71h, sapete, $uello che c’- soprattutto, disse modestamente la signo+ra )erdurin, - chesi sentono in confidenza. Parlano di $uel che vogliono,e la conversazione diventa unfuoco di artificio. (osì 8richot, stasera, non- niente! io l’ho visto, sapete, $ui da me,che a""agliava, da "uttarglisi inginocchio davanti! e""ene, in casa d’altri non -

 pi lo stesso uomo, nonha p i sp i r i to , "isogna st rappargl i le parole di "occa, diventa per f ino noioso.7

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4trano», disse &orcheville stupefatto.Bell’am"iente dove 4Hann avevatrascorso la giovent, un genere dispirito come $uello di 8richot sare""estato preso per pura idiozia, purnon essendo incompati"ile con un’intelligenzareale. E $uella del profes+sore, vigorosa e "en nutrita, pro"a"ilmente

avre""ero potuto invidiar+gliela molti uomini di mondo che 4Hann trovavadi spirito. Ma costoroavevano finito con inculcargli così "ene i loro gusti edisgusti almeno intutto $uanto concerne la vita mondana, compresa $uelladelle sue partiannesse, la conversazione, a cui spettere""e di appartenere

 piuttosto aldominio del l’intel ligenza, che a 4Hann le spir itosaggini di8richot nonpoterono che apparire pedanti, volgari, e pesanti fino alla nausea.'noltre,a"ituato com’era alle "uone maniere, era urtato dal tono rude esoldate+sco che l’universitario patriottardo ostentava, a chiun$ue sir ivolgesse.'nfine e soprat tut to, forse $uella sera aveva perso un pocodel la suaDD

indulgenza, vedendo la gentilezza che la signora )erdurin prodigava a $uesto&orcheville che 1dette aveva avuto la singolare idea di condurre.5n po’ im"arazzatadi fronte a 4Hann, lei gli aveva chiesto arrivando:«(ome vi sem"ra il mioinvitatoI».E lui, accorgendosi per la prima volta che &orcheville, chec o n o s c e v a d a m o l t o t e m p o , p o t e v a p i a c e r e a u n a d o n n a e de r a p i u t t o s t o u n "ell’uomo, aveva risposto: «'mmondo». (erto, non loattraversava il so+spetto di essere geloso di 1dette, ma non si sentiva felice come di

solito,e $uando 8richot, a met% di un discorso sulla storia della madre di 8ian+ca di(astiglia che «era stata con Enrico Plantageneto<

 per anni prima disposarlo», volle farsi chiedere il seguito da 4Hann dicendogli:«)ero, si+gnor 4HannI», col tono marziale che si prende per mettersi alla

 portatadi un contadino o per incoraggiare un soldato, 4Hann rovin# l’effettodi8richot, con gran furore della padrona di casa, rispondendo che lo scu+sasse se si interessava cosi poco a 8ianca di (astiglia , ma aveva$ualchecosa da domandare al pittore. (ostui infatti era andato nel pomeriggio

avisitare la mostra di un artista, amico della signora )erdurin, mortodapoco, e 4Hann avre""e voluto sapere da lui =giacch6 apprezzava ilsuogusto> se davvero nelle sue ultime opere c’era $ualcosa pi del virtuosi+smo chestupiva gi% nelle precedenti.«2a $uel punto di vista, era straordinario, ma la sua nonmi sem"ravaun’arte, come si dice, molto QelevataQ, disse 4Hann sorridendo.7ElevataO all’altezza di un’istituzione», interruppe (ottard alzandole "raccia congravit% simulata./utta la tavola scoppi# a ridere.«4e vi di ce vo ch e -i mp os si" ile r es ta re se ri c on l ui , d is se l a s i gn or a )erdurin a

&orcheville. *uando meno te lo aspetti, se ne esce con unastram"eria.»Manot# che solo 4Hann non aveva sorriso. 2el resto egli non era mol+to contento che(ottard facesse ridere di lui in presenza di &orcheville.Ma il pittore, invece

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di rispondere a 4Hann in modo interessante, comepro"a"ilmente avre""efatto se fossero stati soli, preferì farsi ammiraredai commensali esi"endo un

 pezzo sull’a"ilit% del pittore scomparso.«Mi sono avvicinato, disse, per vederecom’era fatto, ci ho messo il na+so sopra. Ah, davvero davvero non si riesce a

dire se - fat to di col la, disapone, di "ronzo, di ru"ino@, di sole, di cacca.7E un etto, fa ru"inetto», esplose troppo tardi il dottore, ma nessunocapì l’interruzione. ;FF

«Na l’aria d’esser fatto con niente, riprese il pittore. 'mpossi"ile scopri+re il trucco, peggio che nellaGonda

e nelleGeggenti, e come mano - an+che pi forte di Gem"randt e di Nals. (’- di tutto! ma no, ve logiuro.»E come i cantanti, giunti alla nota pi alta che possono dare, continua+no convoce di testa, piano, si accontent# di mormorare! e ridendo, comese effettivamente$uella pittura a forza d’essere "ella fosse ridicola:«4a di "uono, d% alla testa,mozza il respiro, fa il solletico, e non c’-verso di sapere di cosa - fatta, -stregoneria, - cialtroneria, - miracolo, =scoppiando a ridere decisamente>: -

disonesto». E fermandosi, rialzan+do il capo con gravit%, prendendo una notadi "asso profondo che cerc#di rendere armoniosa, soggiunse: «Ed - tantoleale»./rann e $ uan do a vev a d ett o «p i f ort e d ell aGonda», "estemmia cheaveva provocato una protesta della signora )erdurin per la $uale0a Gon+daera il pi grande capolavoro dell’universo insieme con la

 Bonae con la

)ittoria di 4amotracia, e a $uel «fatto di cacca», per cui &orcheville avevagettato un’occhiatacircolare sulla tavola per vedere se la parola passava,e che, su"ito dopo, gli avevacondotto sulle la""ra un sorriso pudi"ondoe conciliante, tutti i commensali, eccetto4Hann, avevano fissato sul pitto+re sguardi estatici di ammirazione.«(ome midiver te $uando prende i l volo cos ì » , esc lam# la s ignora)erdur in$uando egli e""e finito, felice che la tavolata fosse tanto inte+ressante

 proprio il giorno che il signor di &orcheville veniva per la primav ol ta . «E tu,c o s’ ha i d a r es ta r e a " oc c a a pe rt a i n $ ue l m od o , c o me u n g rosso

macacoI disse al marito. 0o sai pure che parla "ene! si dire""e la prima voltache vi ascolta. 2ovevate vederlo mentre parlavate, vi "evevacon gl i occhi . E

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domani ci reci ter% tut to $uel lo che avete det to, senzamangiars i unasilla"a.7Ma no, mica son frottole, disse il pittore "eato del proprio trionfo.Avete

l’aria di credere che stia facendo l’im"onitore, che sia una monta+tura. )iaccompagner# a vedere, direte voi se ho esagerato, ci giuoco il "igliettod’ingresso che venite via pi entusiasta di me7Ma noi non crediamo affatto che esageriate, vogliamo solo che man+giate, e che miomarito mangi anche lui! ripassate le sogliole normanne alsignore, lo vedete che la sua- fredda Bon a""iamo mica tanta fretta, sta+te servendo come se "ruciasse lacasa. E aspettate un momento prima dipassare l’insalata.»0a signora (ottard eramodesta e parlava poco, sapeva per# non man+care di sicurezza $uando una "uonaispirazione le aveva fatto trovare laparola giusta. 4entiva che avre""e avuto un

 "uon successo e $uesto le dava fiducia, ma diceva la sua meno per "rillare lei e pi per essere utile ;F

alla carriera del marito. Perci# non si lasci# sfuggire la parola «insalata»,che avevadetto la signora )erdurin.«Bon sar% mica insalata giapponeseI», disse a mezzavoce voltandosiverso 1dette.E "eata e confusa del motto azzeccato, edell’ardimento che c’era a farein tal mod o un’ all usi one dis cre ta, machiara, alla nuova e clamorosacommedia di 2umas, scoppi# in un riso

delizioso di ingenua, poco ru+moroso, ma così irresisti"ile che per $ualcheminuto rest# senza poterlodominare. «(hi - $uella signoraI Na dello spirito»,disse &orcheville.«Bo, ma ve la faremo, se venite tutti a pranzo venerdì.7)i sem"rer# molto provinciale, signore, disse la signora (ottard a4Hann,ma io non ho ancora visto $uesta famosa&rancillonDdi cui par + lano tut t i . ' l dot tore c’- s ta to gi% =anzi r icordo che mi ha

detto di averavuto il piacere grandissimo di passare la serata con voi>, e confessochenon ho trovato ragionevole che prendesse i posti per ritornarci conme.8eninteso, al /h6Ttre &ranCais uno non rimpiange mai la serata, recitanosempretanto "ene, ma siccome a""iamo degli amici molto gentili» =la si+gnora (ottard

 pronunciava di rado un nome proprio, si accontentava didire «certi nostri amici»,«una mia amica»: per «distinzione», in tono arti+ficioso e con l’aria d’importanza diuna persona che nomina solo chi vuo+le le i> , «i $u al i di sp ong ono sp ess o d i

 pa lchi , e hanno la "uona idea di condurci a tutte le novit% $uando ne vale la pena, sono sempre sicura divedere

&rancillon prima o poi e di potermene fare un’opinione. Per# devoconfessare che mi sento piuttosto sciocca, perch6 in tutti i salotti dove va+do in visita, naturalmente non si

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 parla che di $uella povera insalata giap+ponese. 4’incomincia perfino a esserne un po’stanchi», soggiunse veden+do che 4Hann non aveva l’aria interessata come leiavre""e creduto peruna così scottante novit%. «8isogna per# riconoscere che avolte d% prete+sto a trovate piuttosto spassose. (osì c’- una delle mie amiche, che -

mol+to originale e altrettanto "ella, molto corteggiata e molto introdotta in so+ciet%,sostiene di aver fatto preparare in casa sua $uell’insalata giappone+se, ma facendocimettere tutto $uanto Alessandro 2umas figlio dice nellacommedia. Aveva invitato$ualche amica a mangiarla. Purtroppo io nonero fra le elette. Ma ce l’ha raccontatoche - poco, nel suo giorno di ricevi+mento! pare che fosse detesta"ile, ci hafat to ridere fino alle lacrime. Masapete, tut to sta nel la maniera diraccontare», disse vedendo che 4Hanncontinuava a star serio.E supponendo cheforse era perch6 non gli piaceva&rancillon:«2el resto, credo che avr# una delusione. Bon credo che valga4ergePanine, l ’ i d o l o d e l l a s i g n o r a d e ( r - c 9 . E c c o , $ u e l l ia l m e n o s o n o ;FJ

argomenti che vanno nel profondo, che fanno riflettere! ma dare una ri+cettad’insalata sulla scena del /h6Ttre &ranCais Mentre4erge Panine 2elresto, - come tutto $uello che esce dalla penna di 3iorgio 1hnet, -

sem+pre scritto tanto "ene. Bon so se conoscete0a MaStre de &orges, io $uasi lopreferisco a 4erge Panine<F.74cusatemi, le disse 4Hann con aria ironica, ma confesso che lamiam a n c a n z a d i a m m i r a z i o n e - p r e s s ’ a p o c o e g u a l e

 p e r $ u e s t i d u e capolavori.

72avvero, che cosa gli rimproverateI un partito presoI &orse li tro+vate un po’ tristiI2el resto, come io dico sempre, non "isogna mai discu+tere sui romanzi n6 sui lavoriteatrali. 1gnuno ha il suo modo di pensare,e voi potete trovare detesta"ile $uello chea me piace di pi».&u interrotta da &orcheville che si rivolgeva a 4Hann. 2ifatti,mentre lasignora (ottard parlava di &rancillon, &orcheville aveva espresso alla si+gnora )erdurin la sua ammirazione per $uello che aveva chiamato il pic+colo«speech» del pittore.«*uel signore ha una facilit% di parola, una memoria», avevadetto al+la signora )erdurin $uando il pittore e""e finito, «come ne ho incontratodi

rado. Accidenti, vorrei averne altrettanto. 4are""e un predicatore ec+cel lente . 4i pu# di re che col s ignor 8r ichot , avete l ì due numer i chesie$uivalgono, non so nemmeno se come parlantina $uesto $ui non gli da+re""e dei

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 punti al professore. 3li viene pi naturale , e meno ricercato.8ench6, stradafacendo, a""ia adoperato $ualche parola un po’ realistica,ma - il gusto del giorno,non mi - capitato molte volte veder reggere lasputacchiera con tanta destrezza,come dicevamo noi al reggimento, do+ve avevo un camerata che per l’appunto mi

ricordava un po’ il signore. Aproposito di una cosa $ualsiasi, non so che dirvi , per esempio su $uesto "icchiere, poteva parlare per ore, ma no, non su $uesto "icchiere, sto di+cendo una sciocchezza! ma sulla "at taglia di Vaterloo, sutut to $uel chevolete, e s trada facendo ci "ut tava l% del le cose che voinon ci avrestepensato mai. 2el resto 4Hann era nello stesso reggimento,deve averloconosciuto.7)edete spesso il signor 4HannI, chiese la signora )erdurin.7Macch6», rispose il signor di &orcheville, e siccome per avvicinarsipifacilmente a 1dette desiderava riuscire gradito a 4Hann, volle co+gliere$uesta occasione di parlare delle sue "elle conoscenze, per lusin+garlo, ma

 par la rne da uomo di mondo, in tono di cr i t ica cordiale , non aver l’ariadi congratularsi con lui come d’una fortuna insperata: « vero,4 H a n n I B o n v iv e d o m a i . 2 e l r e s t o , c o m e f a r e p e r v e d e r l o I * u e +s t ’animale s ta sempre f iccato dai 0a /r6moR l le , dai 0aumes, da tut ta ;F

$uella gente lìO ». Accusa d’altronde tanto pi falsa, perch6 da un anno4Hann non

andava $uasi altro che dai )erdurin. Ma il solo nome di per+sone che nonconoscevano veniva accolto da costoro con un silenzio diriprovazione. 'ls i gnor )er durin , t emendo l a penos a impr ess ione che$uei nomi di«noiosi» avevano dovuto produrre sopra la moglie, specielanciati così,senza tatto, in faccia a tutto i fedeli, gett# di sfuggita su dilei uno sguardo

 pieno di in$uieta solleci tudine. )ide al lora che, risolutan e l l ad e c i s i o n e d i n o n p r e n d e r a t t o , d i n o n e s s e r e s t a t at o c c a t a dall’informazione che le avevano appena dato: non soltanto, ma di rima+n er e m ut a, d i e ss er e s ta ta s or da , c os ì c ome f ac ci amo f in ta d i

e ss er lo $u an do u n a mi co c ol pe vo le t en ta d i f ar s ci vo la re n el laconversazioneuna scusa che, ascoltarla senza protesta, sare""e gi% mostrare diammet+terla, o come $uando il nome proi"ito d’un ingrato ci viene

 pronunziatodavanti ! la signora )erdurin, affinch6 il suo silenzio nonapparisse con+senso, ma l’ignaro silenzio delle cose inanimate, aveva su"itospogliato ilviso di ogni vita, di ogni motilit%! la fronte convessa non era piche un "ello studio di tutto tondo sul $uale il nome di $uei 0a /r6moRlle<dacui 4Hann stava sempre ficcato, non aveva potuto penetrare! il naso leg+germente

contratto lasciava scorgere un incavo che sem"rava modellatosul vivo. 4i sare""edetto che la "occa semiaperta stesse per parlare. Bonera p i ch e un a cer a

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 perduta , una maschera di gesso , un "ozzet to per monumento, un "usto per il Palazzo dell’'ndustr ia<Jdavanti al $uale ilpu""lic o s i fermere ""e di cer to per ammirar e come

lo scul tore , espr i+mendo l’imprescritti"ile dignit% dei )erdurincontrapposta a $uella dei0a /r6moRlle e dei 0aumes, che essi valgonocertamente al pari di tutti inoiosi della terra, era riuscito a conferire unamaest% $uasi papale alla "ianchezza e alla rigidit% della pietra. Ma il marmo finìcon l’animarsi, efece udire che "isognava essere di stomaco "uono per andareda $uellagente, perch6 la moglie era sempre u"riaca e i l marito tantoignoranteche diceva collidoio invece di corridoio.«Potre""ero pagarmi a peso d’oro,ma, a casa mia $uella ro"a lì non lalascerei entrare», concluse la signora)erdurin, guardando 4Hann conaria imperiosa.Bo n sp er av a ce rt o ch e sisa re "" e so tt om es so fi no a im it ar e la sa nt a semplicit% della zia del pianistache aveva esclamato:«Ma sentite un po’ *uel che mi stupisce - che trovino ancora$ualcu+no che acconsenta a parlare con loro! credo che io avrei paura! un "ruttotirosi fa così presto a riceverlo (ome mai c’- ancora gente tanto rozzadacorrergli dietro». ;F;

Purch6, almeno, non rispondesse come &orcheville : «2iamine, -unaduchessa! c’- chi gli fa ancora effetto», la signora )erdurin avre""e potu+tori"attere: «8uon pro gli faccia». 'nvece, 4Hann si accontent# di ridere,come a

significare che non poteva neanche prendere sul serio una similes travaganza . ' ls ignor )erdur in, cont inuando a get tare sul la mogl iesguardi fur t ivi ,vedeva con tristezza e capiva troppo "ene che lei prova+va la collera di ungrande in$uisitore che non riesce a estirpare l’eresia! eper tentare di indurre 4Hann auna ritrattazione, giacch6 il coraggio delleproprie opinioni pare sempre calcolo evilt% agli occhi di coloro contro i$uali si esercita il signor )erdurin lointerpell#:«2ite pure francamente ci# che pensate, non andremo mica ariferirloin giro».Al che 4Hann rispose:«Ma non - affatto per paura delladuchessa =se - dei 0a /r6moRlle cheparlate>. )i assicuro che tutti $uanti vanno

con piacere da lei. Bon vi di+co che sia QprofondaQ, =pronunzi# QprofondaQcome se fosse una parolaridicola, perch6 il suo linguaggio ser"ava traccia diconsuetudini mentaliche un certo rinnovamento, segnato dall’amore per lamusica, gli avevafatto perdere a tratti7gli succedeva a volte di esprimere con calore leproprie opinioni7> ma, con tutta sincerit%, - una donna intelligente e ilmarito - un autenticoletterato. 4ono persone deliziose».Allora, la signora )erdurin, sentendo che a

causa di $uesto solo infe+dele sare""e stata impedita di attuare l’unit% morale del piccolo clan, pie+na di ra""ia contro l’ostinato che non vedeva $uanto le sue

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 parole la fa+cessero soffrire, non pot- impedirsi di gridargli dal profondo delcuore:«Pensatelo, se volete, ma almeno non venite a dircelo.7/utto dipende da ci# che voi chiamate intelligenza, disse &orchevil+le, che voleva

 "r il lare a sua volta. 4entiamo, 4Hann, che cosa intendete per intelligenzaI7Ecco, esclam# 1dette, ecco le grandi cose di cui gli chiedo di par+ larmi, malui non vuole mai.7Ma sìO , protest# 4Hann.74torie, disse 1dette.74torie da ridereI, chiese il dottore.7Per voi, riprese &orcheville, intelligenza - la chiacchiera mondana, le personeche si sanno insinuareI7&inite la pietanza, che possano togliervi il piatto», disse la signora)erdurinin tono acre rivolgendosi a 4aniette, che assorto in $ualche suariflessione, avevasmesso di mangiare. E forse un po’ vergognandosi del ;Ftono che aveva us a to : «Bon impor t a , po t e t e f a r e con comodo . )e

l’hodetto per gli altri, perch6 si "locca il servizio.7(’-, disse 8richot martellando le silla"e, c’- una definizione moltocuriosadell’intelligenza in $uel mite anarchico di &6nelon<O7Ascoltate, disse la signora )erdurin a &orcheville e al dottore, ades+so ci dice ladefinizione dell’intelligenza secondo &6nelon! - interessante,non c%pita tutti i giorni

l’occasione di sentire $ueste cose».Ma 8richot aspettava che 4Hann desse la propria.*uesti non rispose,e sottraendosi, fece mancare il "rillante torneo che la signora)erdurin sirallegrava di offrire a &orcheville.7

 Baturale, - come con me, disse 1det te im"ronciata: non mi rincre+ sce divedere che io non sono la sola che lui non consideri all’altezza.7*uesti de la /r6mouaille che la signora )erdurin ci ha mostrato cosìpocoraccomanda"ili, domand# 8richot articolando le parole con forza,discendono

dagli stessi che $uella "uona sno" della signora de 46vign6<;

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confessava di esser contenta di conoscere perch6 le faceva fare "ella figu+ra coi suoicontadiniI vero che la marchesa aveva un’altra ragione, chein lei doveva

 predominare! perch6 le tterata nell’anima, in cima a tuttoponeva la paginascritta. 1ra, nel diario che mandava regolarmente alla figlia, era la signora de

la /r6mouaille, "en documentata in virt delle il+lustri parentele, che faceva la politica estera.7Ma no, non credo che sia la stessa famiglia», disse del tutto a caso lasignora)erdurin.4aniette, dopo avere restituito in fretta al maggiordomo il piatto anco+ra

 pieno, era piom"ato in un si lenzio medi tativo! ne uscì infine per rac+contareridendo la storia di un pranzo fatto insieme col duca de la /r6+moì’lle, dacui risultava che costui non sapeva che 3eorge 4and fosse lopseudonimo diuna donna. 4Hann che aveva simpatia per 4aniette si cre+dette in o""ligo di darglialcuni particolari sulla cultura del duca, mo+strando che una simileignoranza, da parte sua, era materialmente im+possi"ile! ma, d’un tratto, siferm#, aveva capito che 4aniette non aveva "isogno di prove! sapeva che lastoria era falsa, per la "uona ragione chel’aveva inventata lui un momento prima.*uell’uomo eccellente soffrivadel fatto che i )erdurin lo trovassero tantonoioso! e, consapevole di es+sere stato ancora pi scial"o del solito durante$uel pranzo, non avevavoluto che terminasse senza esser riuscito a divertirealmeno un poco.(apitol# così presto, apparve così infelice nel vedere mancarel’effetto sucui aveva contato, e perch6 4Hann non si accanisse in unaconfutazioneormai inutile gli rispose in tono così vile: «)a "ene, va "ene! in ogni

caso,se anche mi s"aglio, non - un delitto, spero», che 4Hann avre""evoluto ;F<

 poter dire che la storia era vera e gustosa. Al dottore, che li aveva ascol+tati, venne in mente che era il caso di dire:«4e non - vero»<, ma non si sentiva a""astanza sicuro delle parole e temette d’im"rogliarsi.2opo

 pranzo, &orcheville si diresse, di sua iniziativa, verso il dottore:«Bon doveva micaesser male, la signora )erdurin, e poi - una donnacon cui si pu# conversare, per me - tutto lì. Evidentemente incomincia asapere un poco di tappo. Ma lasignora de (r6c9, ecco una donnina cheha l’aria intelligente, ah per"acco, sivede su"ito che ha l’occhio america+no<<, $uella lì 4tiamo parlando della signora de (r6c9», disse alsignor)erdurin che si avvicinava con la pipa in "occa.7

Mi figuro che comecorpo O7

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Meglio lei nel letto, che il diavolo», disse precipitosamente (ottardche, da $ualcheistante, aspettava invano che &orcheville riprendesse fia+to per collocare $uestavecchia facezia! se la conversazione cam"iava cor+so temeva che non sare""e

 pi venuta a proposi to , e la snoccio l# con$uel l ’eccesso d i

spontanei t % e d i s invol tura che cerca d i mascherare l a freddezza el’orgasmo insepara"ili da ogni recitazione. &orcheville la co+n o s c e v a , l a c a p ì es i d i v e r t ì . * u a n t o a l s i g no r )er d u r in , n o n l e s in # l’allegria,

 perch6 da poco aveva trovato, per espr imerla, un sim"olo di+ verso da$uel lo che usava la mogl ie , ma al t ret tanto sempl ice e chiaro. Appenaaccennato a fare il movimento di testa e di spalle di chi scoppia aridere, su"ito simetteva a tossire come se, ridendo troppo forte , avesse inghiottito il fumo della

 pipa. E, continuando a tenerla nell’angolo della "occa, pro lungavainde fini ta mente $uel s imulac ro di soffoca mento e d’i lari t%. (osì , lui ela signora )erdurin, che lì di fronte, ascoltando unastoriella che le raccontavail pittore, chiudeva gli occhi prima di precipi+tare il viso dentro le mani,

 parevano due maschere teatral i che raffigu+ rassero l’allegria in modidiversi.2el resto, il signor )erdurin aveva agito con saggezza a nontogliersila pipa di "occa, perch6 (ottard, dovendosi allontanare unmomentino,disse a mezza voce una facezia imparata da poco, che ripetevatutte levolte che doveva andare in $uel posto: «8isogna che vada a scrivereunalettera al papa», dimodoch6 l’accesso del signor )erdurinricominci#.«Andiamo, togli t i la pipa di "occa, vedi "ene che s tai per  soffocaretrattenendo il riso così», gli disse la signora )erdurin che veniva a offrirei

li$uori.«(he uomo simpatico vostro marito, ha spirito per $uattro,dichiar#&orcheville alla signora (ottard. 3razie, signora. 5n vecchio soldato co+meme un cicchetto non lo rifiuta mai. ;F@

7'l signor de &orcheville trova 1dette incantevole, disse il signor )er+durin allamoglie.7

Ma appunto, lei vorre""e una volta far colazione con voi. (om"ine+remo la cosa,ma "isogna che 4Hann non lo sappia. 4apete com’-, metteun po’ di freddo.*uesto non v’impedir% di venire a pranzo, naturalmen+te, speriamo di avervi con noimolto spesso. (on la "ella stagione, andia+mo spesso a mangiare all ’aperto. Bonvi spiacciono i pranzetti al 8oisI8ene "ene, sar% molto carino. Ma voi, nonvi met te te ancora a l l avoro ,voiI» , gr id# a l g iovine p iani s ta per f a r  mostra, davanti a un nuovodell’importanza di &orcheville, tutt’insieme delsuo spirito e del suo po+tere tirannico sopra i fedeli.«'l signor de &orcheville mi stava

 parlando male di te», disse la signora(ottard al marito $uando rientr# nel salotto.E

lui, tenendo dietro all’idea della no"ilt% di &orcheville che lo occupa+va dal principiodel pranzo, gli disse:«'n $uesto momento ho in cura una "aronessa, la "aronessa Put"us. 'Put"us sono stat i al le (rociate , veroI 'n Pomerania

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 possiedono un lagoche - grande dieci volte place de la (oncorde. 0a curodi artrite secca, -u n a d o n n a s i m p a t i c i s s i m a . 2 e l r e s t o , c o n o s c e l as i g n o r a )e r d u r i n , credo».'l che permise a &orcheville, $uando un momentodopo si ritrov# solocon la signora (ottard, di completare il giudizio

favorevole che avevadato di suo marito: «E poi - un uomo interessante, sivede che conoscemolta gente. 2iamine, ne sanno di cose, i medici74uoner# la frase della sonata per il signor 4Hann, disse il pianista.72iavolo, non sar% mica il Q4erpente a sonateQI», disse il signor  de&orcheville per fare colpo.Ma il dottor (ottard, che non aveva mai sentito $uestogioco di parole,non lo capì, e credette a uno s"aglio del signor de &orcheville. 2iscatto siavvicin# per correggerlo:«Ma no, non si dice serpente a sonate, si diceserpente a sonagli», dissein tono zelante, impaziente e trionfale.&orcheville gli spieg#il gioco di parole. 'l dottore arrossì.«Ammettete che - divertente, dottoreI71h, lo conosco da un pezzo», rispose (ottard.Ma tac$uero! sotto l’agitarsi dei tremolidel violino che due ottave piin l% la proteggevano col loro fremito prolungato7e come in un paesedi montagna, dietro l’immo"ilit% apparente e vertiginosa di unacascata,si scorge, cin$uanta metri pi in "asso, la forma minuscola di una donnache

 passa7

la piccola frase era apparsa, lontana, graziosa, protetta dal ;Flungo scia"ordìo del sipario trasparente, incessante e sonoro. E 4Hann lesi rivolse incuor suo come a una confidente del proprio amore, come aun’amica di1dette che avre""e dovuto pur dirle di non "adare a$uel&orcheville.«Peccato, arrivate tardi», disse la signora )erdurin a un fedele cheerastato invitato solo in funzione di «stuzzicadenti», «a""iamo avutoQunQ8richot incompara"ile, di una elo$uenza Ma - andato via. Bon -vero,signor 4HannI 4e non s"aglio, - la prima volta che vi incontrate con lui»disse

 per fargli notare che doveva a lei di averlo conosciuto. «Bon - veroche - statodelizioso il nostro 8richotI»4Hann s’inchin# educatamente.«BoI Bon vi hainteressatoI», chiese seccamente la signora )erdurin.«Ma sì, signora, molto, sonostato felicissimo. &orse - un po’ perentorioper i miei gusti, un po’ troppo gioviale.*ualche volta vorrei in lui un po’di esitazione, di mor"idezza, ma si sente chesa tante cose e ha l’aria diun gran "rav’uomo.»/utti si ritirarono molto tardi.0e prime parole di (ottard alla moglie,furono:«2i rado ho visto la signora)erdurin in vena come stasera.7

(he cos’- esattamente $uesta signora )erdurin, una mezza calzet+ taI», disse&orcheville al pittore, proponendogli di andar via insieme.1dette lo vide allontanarsicon rammarico! non os# non andar via con4Hann, ma in carrozza fu di malumore, e

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$uando lui le chiese se dovevaen tr ar e da le i, ri sp os e «4 i ca pi sc e» , al za nd ol e s pa ll e c on imp az ie nz a. * u a n d o t u t t i g l ’ i n v i t a t i f u r o n o p a r t i t i ,l a s i g no ra )erdu r i n d i s s e a l marito:«Nai notato i l r iso sciocco d i4Hann $uando a""iamo parlato della si+gnora 0a /r6moRlleI».Aveva osservato

che davanti a $uel nome 4Hann e &orcheville aveva+no soppresso pi volte la particella. (onvinta che fosse per mostrare chenon erano intimiditi dai titoli,desiderava imitare la loro fierezza, ma nonaveva afferrato "ene in che formagrammaticale si traduceva. E, siccomela sua maniera s"agliata di parlare superava lasua intransigenza repu"+ "licana, diceva ancora «i de la /r6moRlle», anzi «id’la /r6moRlle», conl’a""reviazione in uso nelle canzoni da caff- concerto enelle didascalieda caricaturisti, che dissimula il «de», ma si rifaceva dicendo: «lasignora0a /r6moRlle». «0a2uchessa, come dice 4Hann», aggiunse ironicamente,con un sorriso, per significare che lei silimitava a citare, senza assumersila responsa"ilit% di una denominazione così ingenuae ridicola.«/i dir# che l’ho trovato straordinariamente stupido.» ;FDE il signor )erdurin le rispose:«Bon - sincero, - un tipo circospetto, sempre frail $uinci e il $uindi.)uol sempre salvare capra e cavoli. (he differenza con&orcheville Eccoalmeno uno che dice chiaro e tondo come la pensa, piaccia o non

 piaccia.Bon come l’alt ro, che non - mai n6 carne n6 pesce. 2el resto 1dettehal’aria di preferire "ellamente &orcheville, e io le d# ragione. E poi insom+ma, dalmomento che 4Hann si mette a farci l’uomo di mondo, il paladi+no delle duchesse,

almeno l’altro ha un titolo, - sempre conte di &orche+vi l le», so ggiunse convoce del icata come se, a l cor rente del la s tor ia di $uella contea, nesoppesasse minuziosamente il peso specifico.«/i dir#, disse la signora )erdurin, ches’- creduto in dovere di lancia+re contro 8richot $ualche insinuazione velenosae a""as tanza r idicola .Baturale , s iccome ha vis to che 8r ichot $ui incasa - "envoluto, era unmodo di colpire noi, di dir male del nostro pranzo. 4isente su"ito in lui ilcaro, "uon amico che sparler% di te mentre esce da casa tua.7M a t e l ’h o d e t to , r i s po s e i l s ig no r )er du r i n , - i l s o l i to

f a l l i t o , l’ometto invidioso di tutto ci# che - un po’ grande.»' n r e a l t % , t r a if e de l i no n ce n ’ e r a un o ch e f o s s e me no ma l i gn o d i 4Hann! ma tuttiavevano la precauzione di condire le maldicenze con fa+cezie scontate, con una

 puntarella di commozione e di cordialit%! mentrela minima riserva che si permetteva 4Hann, spogl ia di formule conven+zionali come: «Bon si fa per dir male», alle $uali sdegnava a""assarsi,pareva perfidia. )i sono scrittorioriginali di cui urta la minima audacia,perch6 da principio non hanno lusingato igusti del pu""lico propinan+do gl i i lu og hi co mu ni a cu i - a" i t ua to !in $u es ta ma ni er a ap pu nt o , 4Hann indignava i l signor )erdurin. 'n

4Hann, come in $uegli scrit tori ,era la nov it% del l in gua ggi o che fac evacredere al la nefa ndezza del le intenzioni.4Hann ignorava ancora la disgraziache lo minacciava presso i )erdu+rin, e continuava, attraverso il suo amore, a

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considerare "elli i loro lati ridicoli.(on 1dette non aveva appuntamenti, almeno disolito, tranne la sera!ma di giorno, temendo, se ci andava, che si stancasse dilui , gli sare""ealmeno piaciuto non smettere di occuparne il pensiero, e ognioccasioneera "uona per introdursi da lei, ma in forma che le riuscisse

gradita. 4enella vetrina di un fioraio o di un gioielliere lo attraeva una pianta o ungioiello, su"ito pensava di mandarlo a 1dette, immaginando che il piace+re che gli avevano procurato, risentito da lei, avre""e accresciuto l’affettoche lei

 provava per lui! e li faceva recapitare immediatamente in rue 0a P6rouse per non ritardare l’istante in cui, ricevendo 1dette $ualche cosa ;Fda parte sua, in $ualche modo, si sare""e sentito vicino a lei. 4oprattutto,voleva che liricevesse prima di uscire, affinch6 la gratitudine che avre"+ "e provato gli fruttasseun’accoglienza pi tenera $uando si fossero vistidai )erdurin, o anche, chi sa, se ilfornitore fosse stato a""astanza solleci+t o , f o r s e u n a l e t t e r a c h e l e i g l iav re " "e ma nd at o pr im a d i pr an zo , o l’arrivo di lei in persona a casasua, in visita supplementare, per ringra+ziarlo. (ome una volta, $uandosperimentava sul carat tere di 1dette lereazioni del dispet to, cercava,adesso con $uel l e de l l a gra t i tudine , d ies t r a rne par t i ce l l e in t ime d isentimento che lei non gli aveva ancorarivelato.4ovente 1dette si trovavain difficolt% di denaro, e, assillata da un de+ "ito, lo pregava di venirle in aiuto. 0ui neera felice, come di tutto ci# chepoteva darle una grande idea dell’amore che provava

 per lei, o semplice+mente una grande idea del suo potere , di $uanto poteva esserle ut i le .(erto, se da principio gli avessero detto: «- la tua posizione

che le piace»,e adesso: «- per la tua ricchezza che ti ama», non ci avre""ecreduto, edel resto, non sare""e stato molto scontento che se la figurassero attacca+ta a lui,7che li sentissero uniti uno all’altro,7

 per $ualche cosa di cosìforte come lo sno"ismo o il denaro. Ma anche seavesse pensato che eravero, forse non avre""e sofferto scoprendonell’amore di 1dette per lui$uel fondamento tanto pi duraturo della

simpatia o delle doti che leipoteva trovargli: l’interesse, l’interesse che avre""eallontanato il giornoche lei potesse essere tentata di smettere di vederlo. &rattanto,colmando+la di regali, rendendole servigi, poteva, grazie a $uelle $ualit% esterne al+la

 propria persona, alla propria intelligenza, risparmiarsi la cura sfi"ran+te di piacerle per se stesso. E $uella volutt% di essere innamorato, di vive+re soltanto di amore,realt% di cui talvolta du"itava, e, insomma, il prezzocon cui la pagava da dilettante disensazioni immateriali, gliene aumen+tava il valore. (osì come si vede gente incertanello sta"ilire se lo spetta+colo del mare e il rumore delle onde siano "ellidavvero, che poi se neconvince, come pure della rara e disinteressata

$ualit% dei propri gusti,$uando deve pagare cento franchi al giorno lacamera d’al"ergo che glipermette di goderne.5n giorno in cui riflessioni delgenere lo riconducevano ancora al ri+cordo di $uando gli avevano parlato di

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1dette come di una mantenuta, esi divertiva, una volta di pi, a contrapporre $uellastrana personificazio+ne: la mantenuta,7cangiante amalgama di elementi sconosciuti e dia+ "olici, incastonato come

un’apparizione di 3ustavo Moreau<@tra fior ivenefici intrecciati a gioielli preziosi,7e $uella 1dette a cui aveva vistopassare in viso gli stessi sentimenti di

 piet% per un infe l ice , r i"el l ione ;

contro un’ingiustizia, gratitudine per un "eneficio, che un tempo avevacoltiin sua madre, nei suoi amici! $uella 1dette, i cui discorsi si riferiva+no tanto spesso

alle cose che anche lui conosceva di pi, le sue collezioni,la sua camera da letto, ilvecchio domestico, il "anchiere presso cui tene+va i suoi titoli, accadde che$uest’ultima immagine del "anchiere gli ram+ment# di dover prelevare denaro.'nfatti, se $uesto mese veniva in aiutoa 1dette nelle sue difficolt% materiali con menolarghezza del mese scor+so $uando le aveva dato cin$uemila franchi, e non le offrivala collana did i a m a n t i c h e d e s i d e r a v a , n o na v r e " " e r i n n o v a t o i n l e i $uell’ammirazione per la suagenerosit%, $uella gratitudine, che lo rende+vano tanto felice, anzi avre""e rischiato difarle credere che il suo amoreper lei era diminuito, così come ne avre""e visto

diventare meno grandile manifestazioni. Allora, tutt’a un tratto, si chiese se $uestonon era pre+cisamente «mantenerla» =$uasi che, in effetti, la nozione dimantenereuna donna si potesse estrarla da elementi non misteriosi n6 perversi,maappartenenti al fondo $uotidiano e privato della propria esistenza, come$uel

 "iglietto da mille, domestico e familiare, strappato e incollato, che ilcameriere, dopoaver pagato i conti del mese e l’affitto, aveva chiuso nelca sset to de l vecchioscri t toio, di dove poi 4Hann l’aveva r ipreso permandarlo a 1dette incompagnia di altri $uattro>, e se non si poteva ap+plicare a 1dette, da$uando la conosceva lui =giacch6 nemmeno per unistante sospett# che

avesse mai potuto ricevere denaro da $ualcuno pri+ma di lui>, $uella parolache aveva creduto così inconcilia"ile con lei, di«mantenuta». Bon pot-approfondire $uest’idea, perch6 un accesso dipigrizia mentale, che in lui eracongenita, intermittente e provvidenziale,venne a spegnere in $uel momentoogni luce nella sua intelligenza, conla medesima istantaneit% con cui, pi tardi,$uando la luce elettrica fu in+stallata dappertutto, si pot- interrompere lacorrente in una casa. 'l suopensiero "rancol# un istante nel "uio! si tolse gliocchiali, asciug# le lenti,si pass# la mano sugli occhi, e rivide la luce solo $uando siritrov# in pre+senza di un’idea tutta diversa, cio- che il mese prossimo

 "isognava cer+care di mandare a 1dette sei o settemila franchi invece dicin$ue, per lasorpresa e la gioia che ci# le avre""e provocato.0a sera, $uandonon restava in casa ad aspettare l’ora di raggiungere1dette in casa dei

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)erdurin, o piuttosto in uno dei ristoranti estivi che essi prediligevano al 8ois esoprattutto a 4aint+(loud<, andava a pranzoin $ualcuna delle case eleganti, dove un tempo era ospite

a"ituale. Bonvoleva perdere il contatto con persone che un giorno, chi sa, potevanoforse tornare ut il i a 1det te , e grazie alle $uali , riusciva spessointanto aes se r le g r ad i to . ' nol t re , l a consue tud ine che, pe r t an totempo, aveva ;J

avuto col gran mondo, col lusso, insieme con la noncuranza gliene avevadato il "isogno, di modo che, da $uando gli alloggi pi modesti gli eranoapparsiesattamente allo stesso livello delle dimore pi principesche, isuoi sensierano talmente avvezzi a $ueste ultime che avre""e provatoun certo disagio

a trovarsi nei primi. Apprezzava allo stesso modo7aun grado tale d’identit% che non avre""ero potuto crederlo7i "orghe+succi da cui si "allava al $uinto piano di una scala 2, pianerottolo a sini+stra, e la principessa di Parma che dava le pi "elle feste di Parigi! manonaveva la sensazione di trovarsi a un "allo $uando insieme con i si+gnoristava nella camera da letto della padrona di casa: e lo spettacolo diun lava"o copertodi asciugamani, di un letto trasformato in guardaro"a,coi cappotti e i cappelli

ammucchiati sul copr ipiedi, gli dava lo stessos e n s o d i s o f f o c a m e n t oc h e p u # c a u s a r e o g g i , i n g e n t e a " i t u a t a a vent’anni di elettricit%,l’odore di una lampada che si car"onizza o di unlume che emana fumo.*uando

 pranzava fuori, faceva attaccare i cavalli per le sette e mezzo!si vestiva pensando a1dette e così non si sentiva solo, perch6 il pensierocostante di 1dette dava aimomenti che le stava lontano lo stesso incantoparticolare di $uando lei c’era.Montava in carrozza, ma sentiva che $uelpensiero vi era saltato dentro nellostesso tempo e si installava sulle sueginocchia come una "estia amata che siconduce dappertutto: l’avre""e tenuta a tavola con s6, all’insaputa degli altri. 0a

accarezzava, le si riscal+dava contro, e provando una sorta di languore silasciava andare a unfremito leggero che gl’increspava il collo e il naso, edera nuovo in lui,mentre si fissava all’occhiello il "ou$uet di a$uilegie.4entendosi da unpo’ di tempo sofferente e triste, soprattutto da $uando 1detteaveva pre+sentato &orcheville ai )erdurin, a 4Hann sare""e piaciuto andare a ripo+sarsi un poco in campagna. Ma non avre""e avuto il coraggio di lasciareParigi unsolo giorno, finch6 1dette vi restava. 0’aria era calda, erano ipi "ei giornidi primavera. E lui poteva "ene attraversare una citt% dipietra per recarsi in$ualche palazzo chiuso, ma aveva sempre, senza tre+gua, davanti agli occhi un

 parco che possedeva vicino a (om"ra9 dove,sin dalle $uattro, prima di arrivarealla piantagione di asparagi, grazie alvento che viene dai campi di M6s6glise, si poteva godere, sotto un pergo+lato di carpini , alt rettanta frescura che in riva

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allo stagno circondato dimiosotidi e di giaggioli, e dove, $uando pranzava,intrecciati dal giardi+niere, correvano intorno alla tavola ghirlande di ri"es erose.2opo mangiato, se l’appuntamento al 8ois o a 4aint+(loud era di "uo+nora,alzandosi da tavola andava via così in fretta,

7soprattutto se mi+nacciava di piovere facendo rientrare prima i «fedeli»,7che una volta la ;

 principessa des 0aumes =da cui si era pranzato tardi, 4Hann aveva presocongedo prima che servissero il caff- per raggiungere i )erdurin all’isoladel 8ois>,disse:«&rancamente, se 4Hann avesse trent’anni di pi e una malattia di ve+scica, si

 potre""e scusarlo di scappare a $uesto modo. Ma comun$ue sia,$uesto - infischiarsidella gente».0ui si diceva che l’incanto della primavera, che non potevaandare agodersi a (om"ra9, almeno l’avre""e trovato nell’isola dei (igni<D, o a4aint+(loud. Ma siccome non poteva pensare altro che a 1dette, non sa+pevanemmeno se aveva sentito l’odore delle foglie, se c’era stato il chia+ro di luna.)eniva accol to dal la piccola f rase del la sonata , esegui ta ingiardinosul pianoforte della trattoria. 4e lì non ce n’era nessuno, i )er+durin sidavano un gran daffare per farne portare gi uno da una camerao da una sala da

 pranzo! non che 4Hann fosse rientrato nelle loro grazie,tutt’altro. Ma l’idea di preparare per $ualcuno un piacere ingegnoso, an+che per uno a cui non volevano

 "ene, sviluppava in loro, durante i mo+menti necessari ai preparativi, sentimentieffimeri e occasionali di simpa+tia e di cordialit%. /alvolta lui si diceva cheun’altra sera di primaverastava passando, si costringeva a prestareattenzione agli al"eri, al cielo.Ma l’agitazione in cui lo metteva la presenza di1dette, e altresì una leg+gera alterazione fe""rile che da $ualche tempo non lolasciava $uasi mai,gli toglieva la calma e il "enessere, che sono il sottofondoindispensa"ilealle impressioni che la natura pu# dare.5na sera che 4Hann avevaaccettato di pranzare coi )erdurin, e du+rante il pranzo aveva detto che ilgiorno dopo doveva andare a un "an+ chetto di vecchi compagni, 1dette gli aveva

risposto in presenza di tuttala tavolata, davanti a &orcheville, il $uale adessoera uno dei fedeli, da+vanti al pittore, davanti a (ottard:«4ì, lo so che avete$uel "anchetto. Allora ci vedremo solo a casa mia,ma non venite troppotardi».4 e " " e n e 4 H a n n n o n s i f o s s e a n c o r a m a ia d o m " r a t o s u l s e r i o dell’amicizia di 1dette per l’uno o l’altro dei fedeli,

 provava una dolcez+za profonda a sentirla confessare così davanti a tutti, con $uellaimpudi+cizia tran$uilla, i loro ritrovi $uotidiani della sera, la posizione

 pr ivile+giata di cui godeva presso di lei, e la preferenza per lui che vi era implici+ta.(erto, spesso 4Hann aveva pensato che 1dette non era una donna no+tevole, e la

supremazia esercitata su un essere che gli era tanto inferiorenon avevanulla che dovesse rendergli così lusinghiero sentirla procla+mare in faccia

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ai «fedeli»! ma da $uando si era accorto che 1dette sem+ "rava a moltiuomini una donna seducente e desidera"ile, l’attrazione ;;

che $uel corpo esercitava su loro aveva risvegliato in lui un "isogno do+loroso di possederla interamente, fin nei minimi recessi del cuore. E ave+vaincominciato ad attri"uire un valore inestima"ile ai momenti passatila serada lei, $uando se la faceva sedere sulle ginocchia, le faceva direche cosa

 pensava di una cosa o del l’alt ra , $uando faceva il censimentodei soli "eniche ora ci tenesse a possedere sulla terra. (osì, dopo $uelpranzo,

 prendendola da parte, non manc# di ringraziarla con effusione,cercando diinsegnarle, in "ase al grado di riconoscenza che le dimostra+va, la scala dei piaceriche lei poteva procurargli, massimo fra tutti ga+ran tir lo dag li assa ltidel la gelosia f inch6 i l suo amore lo avesse resovulnera"ile.' l giorno

dopo, $uando uscì dal "anchetto, pioveva a dirotto, aveva adisposizione solola )ictoria! un amico gli propose di ricondurlo a casa incoup6, e siccome 1dette, colsemplice fatto di chiedergli di andare da lei,gli aveva dato la certezza che nonaspettava nessuno, con la mente tran+$uilla e il cuore sereno sare""e tornato acasa a coricarsi, piuttosto chepartire così, sotto la pioggia. Ma forse, vedendo chelui non sem"rava te+n6 rc i a pa ssa re se mpr e e se nz a ec ce zi on i co n le i, laf ine del la serata ,1dette avre""e trascurato di r iservargl iela, magari

 proprio la volta chelui lo desiderava in modo particolare.Arriv# da lei dopo leundici, e poich6 si scusava di non esser potutovenire prima, lei si lament#

che, infatti, era molto tardi, il temporale leaveva dato un malessere, le doleva ilcapo, e lo avvertì che non lo avre"+ "e lasciato restare pi di mezz’ora, a mezzanottel’avre""e mandato via!poco dopo si sentì stanca e espresse il desiderio di andare adormire.«Allora, niente catleie staseraI, disse lui. 'o che speravo una "uona pic+colacatleia».E con aria un po’ im"ronciata e nervosa lei gli rispose:«Bo no, tesoro, nientecatleie stasera, lo vedi che sto male7&orse ti avre""e fatto "ene, ma non insisto».0ei lo preg# di spegnere la luce prima diandarsene, lui stesso richiusele cortine del letto e partì. Ma $uando fu a casa,

improvvisamente, gl ivenne l’ idea che, forse, 1dette s tasera aspet ta va$ualcuno, che la suastanchezza era solo simulata, e gli aveva chiesto dispegnere la luce soloperch6 lui credesse che stava per addormentarsi, maappena partito lui,aveva riacceso e fatto entrare chi doveva passare la nottein sua compa+gnia. 3uard# l’ora. Era da circa un’ora e mezzo che l’avevalasciata! tor+n# a uscire, prese una vettura di piazza e fece fermare vicinissimo acasadi lei, in una stradina perpendicolare a $uella su cui dava di dietro la ca+s a edove ta lvol ta andava a "ussare al la f ines t ra del la camera da le t to ;

 perch6 lei venisse ad aprire. 4cese di carrozza, nel $uartiere tutto era de+serto e "uio,fece solo pochi passi e s"uc# $uasi davanti alla casa. 'n mez+zo all’oscurit% di tutte

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le finestre della strada, spente gi% da parecchio,una sola ne vide da cuitra"occava7fra le imposte che ne comprimeva+no la polpa misteriosa e dorata

7la luce che riempiva la camera e che,tante altre sere, $uanto pi di lontano lascorgeva arrivando nella via, lorallegrava annunciandogli: «lei - l% che ti aspetta»,mentre adesso lo tor+turava dicendo: «lei - l% con colui che aspettava». )oleva saperecon chi!strisci# lungo il muro fino alla finestra, ma, fra le lame o"li$ue delle per+siane, non poteva veder nulla! nel silenzio della notte udiva solo il "is"i+glio di unaconversazione.(erto, soffriva vedendo $uella luce nella cui atmosfera d’oro simuove+va, di etro i l telaio del la f inest ra, la c oppia invisi" i le e od iata,udendo$uel "is"iglio che rivelava la presenza di colui che era venuto dopolasua partenza, la falsit% di 1dette, la felicit% che stava godendo con l’altro.Eppureera contento d’essere venuto: il tormento che lo aveva costretto auscir di casa si erafatto meno acuto ora che era meno vago, adesso chel’altra vita di 1dette, dicui in $uell’istante aveva avuto il sospetto im+provviso e impotente, lui lateneva lì, rischiarata in pieno dalla lampada,prigioniera senza saperlo in $uellacamera dove, $uando avesse voluto,egli sare""e entrato a sorprenderla e acat turarla. 1 piuttosto, avre""e "ussato alle imposte come faceva spesso $uandoveniva molto tardi: cosìalmeno, 1dette avre""e saputo che lui aveva saputo,che aveva visto laluce e sentito parlare! e lui che un momento prima se larappresentava ri+dere con l’altro delle sue illusioni, adesso invece li vedeva, loro,

fiduciosinel proprio errore, insomma ingannati da lui che credevano molto lonta+noda lì, mentre lui sapeva gi% che stava per "ussare alle imposte. E forse,la sensazione$uasi piacevole che provava in $uel momento, era ancheuna cosa diversadall’ac$uietamento di un du""io e di un dolore: era unpiacere dell’intelligenza.4e, da $uando era innamorato le cose avevanoriac$uistato per lui un po’dell’interesse delizioso che vi trovava una vol+ta, ma solo l% dov’erano illuminate dalricordo di 1dette, adesso un’altrafacolt% della sua giovinezza studiosa venivarianimata dalla gelosia, lapassione della verit%, ma di una verit% che sifrapponeva, anch’essa, fralui e la sua amante, ricevendo luce solo da lei,

verit% puramente indivi+duale che aveva per unico oggetto, dotato di pregioinfinito e $uasi diuna "ellezza disinteressata, le azioni di 1dette, le sueconoscenze, i suoiprogetti, il suo passato. 'n ogni altro periodo della vita, i fatterelli ei gesti$uotidiani degli altri erano sempre parsi a 4Hann privi di valore! se $ual+c unogl iene par lava pet tegolando, l i t rovava ins igni f icant i , e mentre ;<ascoltava, solo la sua attenzione pi volgare vi prestava interesse! era unodei momenti in cui si sentiva pi mediocre. Ma nello strano periododell’amore,l’individuale ac$uista un $ualcosa di così profondo, che lacuriosit% che

sentiva risvegliarsi in s6 per le minime occupazioni di unadonna, era lastessa che, un tempo, aveva provato per la 4toria. E tuttoci# di cui finoraavre""e avuto vergogna, spiare davanti a una finestra, echi sa forse, domani, far 

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 parlare con l’astuzia gli estranei, pagare i dome+stici , or igliare alle porte, glisem"ravano ormai7come la deci frazionedei testi, il confronto delle testimonianze e

l’interpretazione dei monu+menti7nient’altro che metodi d’investigazione scientifica di valore in+tellettuale effettivo eappropriati alla ricerca della verit%.4ul punto di "attere contro le imposte, e""e unmomento di vergognapensando che 1dette avre""e saputo che lui aveva avutodei sospetti,che era tornato, si era appostato per la strada. 4pesso lei gliaveva dettoche aveva in orrore i gelosi, gli amanti che spiano. *uel che stava per fa+re era davvero incauto, d’ora in poi, lei lo avre""e detestato, mentre perunattimo ancora, finch6 non avesse "ussato, forse, pur ingannandolo, loamava. *uantegioie possi"ili si sacrificano così all’impazienza di un pia+cere immediato Ma ildesiderio di conoscere la verit% era pi forte e gliparve pi no"ile. 4apevache la real t% di circostanze per la cui ricostru+ zione esatta avre""e dato la vita,era leggi"ile dietro $uella finestra stria+ta di luce, come sotto il frontespiziominiato d’oro di uno di $uei mano+scritti preziosi che non lasciano indifferente

 per la loro ricchezza artisticanemmeno lo studioso che li consulta. Provava un che divoluttuoso a co+noscere la verit% che lo appassionava, in $uell’esemplare unico,effimeroe prezioso, fatto di una materia translucida, così calda e così "ella. E poi,lasuperiorit% che si sentiva,7

che aveva tanto "isogno di sentirsi,7sudi loro, era forse dovuta meno al fatto di sapere, $uanto di poter mostra+re chesapeva. 4i alz# sulla punta dei piedi. 8uss#. Bon avevano sentito, "uss# ancora, piforte, la conversazione s’interruppe. 5na voce d’uomo=4Hann cerc# di distinguerea chi potesse appartenere fra gli amici checonosceva di 1dette> domand#:«(hi-I».Bon era sicuro di riconoscerla. 8uss# ancora una volta. 4i aprironoivetr i , poi le imposte . Adesso non c’era pi modo di t i rars i indiet ro,egiacch6 lei stava sul punto di sapere tutto, per non aver l’aria troppo in+felice,

troppo gelosa e curiosa, si accontent# di gridare con voce noncu+rante egaia:«Bon vi distur"ate, passavo di $ua, ho visto la luce, volevo saperesestavate meglio». ;@3uard#. 2avanti a lui, affacciati alla finestra, c’erano due vecchi signo+ri, unoreggeva una lampada, e allora vide la camera, una camera scono+sciuta. A"ituatocom’era, $uando veniva da 1dette molto tardi, a ricono+scere la sua finestra dalfatto che era la sola illuminata fra le altre tutteeguali, si era s"agliato e aveva

 "ussato alla finestra successiva che appar+teneva alla casa accanto. 4cusandosi, si

allontan# e torn# a casa, felice chel’appagamento della sua curiosit% lasciasse intattoil loro amore, e di nonavere forni to a 1dette con la sua gelosia, dopo tanto chedi fronte a leifingeva una specie d’indifferenza, $uella prova di amarla troppo che,

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frad u e a m a n t i , d i s p e n s a p e r s e m p r e , $ u e l l o d e i d u ec h e l a r i c e v e , dall’amare a""astanza.Bon le parl# di $uesta disavventura, luistesso non ci pensava pi. Maa tratti un movimento del suo pensiero veniva ascontrarsi con $uel ri+cordo, prima di scorgerlo, lo urtava, lo conficcava pi

gi, e 4Hann av+vertiva un dolore improvviso e profondo. (ome se fosse stato undolorefisico, i pensieri di 4Hann non potevano mitigarlo! ma almeno sul dolorefisico,indipendente com’- dal pensiero, il pensiero ci si pu# soffermare,notare che -diminuito, che per ora ha smesso 'nvece $uel dolore, il pen+siero, soltanto colrammentar lo, lo r icreava. Bon volerci pensare, erapensarci ancora,soffrirne ancora. E $uando, conversando con gli amici,dimenticava il suomale, tutt’a un tratto una parola rivoltagli lo facevacam"iare in viso, come unferito a cui una persona malaccorta a""ia toc+cato senza precauzione la parte cheduole. *uando lasciava 1dette eracontento, si sentiva calmo, ricordava isorrisi canzonatori che lei avevaavuto parlando dell’uno o dell’altro, teneri

 per lui, il peso del capo cheaveva staccato dall’asse per piegarlo e lasciarlocadere, $uasi suo malgra+do, sull e la" "ra di lui, com e ave va fatt o inca r r ozza l a p r ima vo l t a , g l i s guar d i l angu id i che g l i aveva r i vo l t omentre stava fra le sue "raccia,premendo, come per freddo, sulla spalla ilcapo reclino.Ma, su"ito, la gelosia, $uasi fosse l’om"ra del suo amore, si completa+vac o l d u p l i c a t o d i $ u e l n u o v o s o r r i s o c h e l e i g l i a v e v a r i v o l t o l aserastessa7e c h e a d e s s o , c a p o v o l t o , c a n z o n a v a 4 H a n n e s i

c o l m a v a d’amore per un altro7col duplicato di $uel capo reclino, ma voltatoverso altre la""ra, e donati a unaltro tutti i segni di tenerezza che avevaavuto per lui. E tutti i ricordi voluttuosi cheriportava da casa di lei, era+no come tanti a""ozzi, tanti «progetti», simili a$uelli che un decoratoresottopone al cliente, e che adesso permettevano a 4Hanndi farsi idea de+gli atteggiamenti ardenti o languidi che lei poteva avere conaltri. /antoche giungeva a rammaricarsi di ogni piacere che godeva accanto a lei,diogni carezza inventata di cui aveva avuto l’imprudenza di farle notare la

 ;dolcezza, di ogni grazia che le scopriva, perch6 sapeva che un istante do+poavre""ero arricchito di nuovi strumenti il proprio supplizio.E anche pi crudelediventava il supplizio, $uando a 4Hann tornava inmente il ricordo di un "revesguardo che, giorni innanzi, e per la primavolta, aveva sorpreso negli occhi di1dette. Era dopo cena, dai )erdurin.4ia che &orcheville, intuendo che 4aniette, suocognato, non era nelle gra+zie dei padroni di casa, avesse voluto prenderlocome «testa di turco» e "rillare a sue spese davanti a loro! sia che fossei r r i ta to per una parolamalaccor ta che lui gl i aveva r ivol to, "ench6

 passata inosservata agl i astanti , ignari dell’allusione sgradevole che poteva racchiudere, cer ta+mente contro la volont% di chi l’aveva proferita senzamalizia! sia, infine,che da $ualche tempo cercasse l’occasione di togliere di mezzo da

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$uellacasa uno che lo conosceva troppo "ene e che lui sapeva troppo fine pernon sentirsi in certi momenti im"arazzato anche solo dalla sua presenzaa$uell’uscita malaccorta di 4aniette, &orcheville rispose con tanta villa+nia7

mettendosi a insultarlo, im"aldanzito dallo sgomento, dal dolore,dalle preghieredell’altro via via che s"raitava alzando il tono della voce7al punto che il poveretto, dopo aver chiesto alla signora )erdurin sedovevarestare e non averne avuto risposta, si ritir# "al"ettando, con lelacrimeagli occhi . 1d ette aveva assis t i t o i mpassi" i le al la scena ! ma $uando la

 porta si fu chiusa dietro 4aniette, aveva fatto "rillare le pupilled’un sorr isosornione, di congratulazioni per l’audacia che aveva avuto&orcheville,d’ironia per chi ne era stato la vittima, facendo scendere incerto modo di

 parecchi gradi l’espressione a"ituale del volto per potersit rovare, in "assezza , alivello di lui! gli aveva gettato uno sguardo dicomplicit% nel male, chevoleva dire tanto chiaro: «Ecco un’esecuzionecapitale, o non me n’intendo.Avete visto com’era avvilitoI piangeva ad+dir it tu ra », ch e &o rc he vi ll e,$uando i suoi occhi incontrarono $uel losguardo, s"oll ita su"ito lacollera o finta collera di cui era ancor caldo,sorrise e rispose:«8astava cheavesse un po’ di educazione, e sare""e ancora $ui. 5na "uona lezione pu#servire in $ualsiasi et%».5n giorno che 4Hann era uscito a met% pomeriggio per fareuna visita,non avendo trovato la persona che voleva incontrare, e""e l’ideadi an+dare da 1dette in un’ora in cui non vi si recava mai, sapeva per# che

leistava sempre in casa a far la siesta o a scrivere lettere prima dell’oradelt-! gli avre""e fatto piacere vederla un po’ senza distur"arla. ' l

 portieregli disse che credeva fosse in casa! suon#, gli parve di sentire rumore,disentir camminare, ma non gli venne aperto. Ansioso, irritato, and# nellastradina sucui dava il retro della casa, si mise davanti alla finestra della ;Dcamera di 1dette! le tende gl’impedivano di veder nulla, "att6 con forzaai vetri,chiam#! nessuno gli aprì. 4i accorse che i vicini lo guardavano.And# via,

 pensando che, dopotutto, forse si era s"agliato credendo disentire dei passi!

ma ne rest# così preoccupato che non poteva pensaread altro. /orn# un’oradopo e la trov#! gli disse che, poco prima, $uandolui aveva suonato, era in casa madormiva! il campanello l’aveva sveglia+ta, indovinando che fosse 4Hann, gli era corsadietro, ma lui se n’era gi%andato. (erto, aveva sentito "attere ai vetri. 4Hannricono""e su"ito, in$uesto discorso, uno di $uei frammenti d’un fatto veroche i "ugiardi,presi di sorpresa, si confortano di far entrare nella composizione delfattofalso che stanno inventando, persuasi di dare alla )erit% $uel che le spet+ta eru"arne le apparenze. 4icuramente $uando 1dette aveva fatto $ual+cosa che nonvoleva rivelare, lo nascondeva molto in fondo a se stessa.Ma appena si

trovava davanti a colui a cui voleva mentire, un tur"amen+t o l a p r e n d e v a ,t u t t e l e s u e i d e e s p r o f o n d a v a n o , l e s u ef a c o l t % d’invenzione e di ragionamento rimanevano paralizzate, nella testa

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nontrovava altro che il vuoto! pure "isognava dire $ualcosa, e, a portatadimano, incontrava precisamente la cosa che aveva voluto dissimulare eche,essendo vera, era la sola rimasta. Be staccava un pezzetto, senza im+portanza in s6,dicendosi che dopotutto era meglio così, perch6 si tratta+va di un particolare

verifica"ile che non presentava gli stessi pericoli diun particolare falso.«*uesto per lo meno - vero, si diceva, - sempre tan+to di guadagnato! pu#informarsi, vedr% pure che - vero! non sar% mai$uesto a tradirmi.» 4is"agl iava, era $uel lo a tradirla! lei non si rendevaconto che $uel

 par t ico lare vero aveva degl i angol i che potevano inca+ strarsi solo nei particolari cont igui del fatto vero da cui ar"i trar iamente l’aveva staccato: e$uali che fossero i particolari inventati fra cui lo mette+va, con la materiaeccedente e i vuoti non riempiti, $uegli angoli avre"+ "ero sempre rivelato chenon proveniva di lì. «(onfessa di avermi sentitosuonare, poi "ussare, e di aver 

 pensato che fossi io, di aver desiderato ve+dermi, si diceva 4Hann. Ma ci# noncom"ina col fatto che non mi ha fattoaprire.»Ma non le fece notare la contraddizione,

 perch6 pensava che, lasciata ase stessa, forse 1dette avre""e detto $ualche "ugiacontenente un de"oleindizio della verit%. 0ei parlava, lui non la interrompeva! condevozioneavida e dolorosa raccoglieva le parole che gl i diceva e chelui sent iva =proprio perch6 1dette la nascondeva dietro a tutte parlandogli>ser"arevagamente l’impronta, come la 4acra 4indone, disegnare il calco malcer+to, di$uella realt% infinitamente preziosa, e introva"ile ahim-: ci# che leistava facendo

 poco prima, alle tre, $uando lui era venuto! mentre lui non ;JF

ne avre""e posseduto mai altro che $uelle "ugie, illeggi"ili e divine ve+stigia: una realt% che esisteva ormai solo nel ricordo di un essere chelacontemplava senza saperla apprezzare, ma a lui non la avre""e mai ce+duta. (erto, a tratti lui aveva il sospetto che, di per s6, le azioni $uotidia+ne di 1dettenon fossero di appassionante interesse, e che i rapporti pos+si"ili fra lei e altri uomininon esalassero naturalmente, in via universale,e per ogni essere pensante, unatristezza mor"osa, capace di dare la fe"+ "re del suicidio. Allora si rendevaconto che $uell’interesse, $uella tri+stezza esistevano solo in lui, come unamalattia, e che, una volta guarito,le azioni di 1dette, i "aci che poteva dare, sare""ero

ridiventati inoffen+sivi come $uell i di tante al t re donn e. Ma che lacur iosi t% dolorosa d i4Hann nei loro confronti avesse motivo unicamente in lui,non "astava afargli trovare irragionevole considerarla importante e mettere inoperaogni mezzo per soddisfarla. 'l fatto - che 4Hann giungeva a un’et%, lacuifilosofia7favorita da $uella del tempo, e altresì da $uella dell’am"ientedove 4Hann avevamolto vissuto, il circolo della principessa des 0aumesdov’era pacifico che si -intelligenti nella misura in cui si du"ita di tutto,e che di reale e incontesta"i le ci

sono solo i gusti di ognuno7

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non - or+mai pi $uella della giovinezza, "ensì una filosofia positiva, $uasi medi+ca! propria di uomini che, invece di col locare fuor i di s6 gli ogget tidelleproprie aspirazioni, cercano di ricavare dagli anni trascorsi unresiduofisso di a"itudini, di passioni, da poterle considerare in se stessi come ca+

ratteristiche e permanenti, e che, da allora, con attenzione deli"erata, ve+gl ierannoanzi tut to affinch6 i l genere d i esis tenza che adot tano possasoddisfarle. 4Hann trovava saggio far posto nel la propria vita aldoloreche provava ignorando ci# che 1dette aveva fatto, così come allarecru+descenza che il clima umido gli cagionava a un eczema! mettere in

 pre+ventivo nel suo "ilancio una grossa cifra per ottenere, sull’impiego dellegiornatedi 1dette, informazioni senza cui si sentire""e infelice, così co+me altre ne riservava

 per altri gusti da cui sapeva di potersi aspettare unpiacere, almeno primad’innamorarsi, per esempio le sue collezioni e la "uona cucina.*uando vollesalutare 1dette per tornare a casa, lei gli chiese di rima+nere ancora, anzi lotrattenne vivamente afferrandogli il "raccio mentrestava aprendo la porta

 per uscire. Ma 4Hann non vi "ad#, perch6 nel lamoltitudine di gesti, discorsi, piccoli incidenti che riempiono una conver+sazione, - inevita"ile chetralasciamo, senza notarvi nulla ch6 svegli lanostra attenzione, $uelli dove sicela una verit% che i nostri sospetti cerca+no a caso, e invece ci soffermiamo su$uelli sotto cui non c’- niente. 0eicontinuava a ripetergli: «(he peccato, il

 pomeriggio non vieni mai, e per  ;Juna volta che ti - capitato di venire non ti ho visto». 0ui sapeva "ene che1dette non

era a""astanza innamorata di lui per provare tanto rammari+co per $uella visitamancata! ma siccome era "uona, desiderosa di farglipiacere, e spesso triste$uando l’aveva contrariato, trov# naturale che$uesta volta lo fosse per averlo privato del piacere di passare un’ora in+sieme, che era molto grande,non per lei, ma per lui. /uttavia, si trattavadi una cosa troppo da poco perch6l’aria addolorata che continuava adavere non finisse col meravigliarlo. (osi pidel solito lei ricordava le fi+gure di donna del pittore della Primavera! in$uel mome nto, aveva lo stesso viso a""attuto e afflitto che sem"ra soccom"eresotto il carico d’undolore troppo pesante, anche se stanno semplicemente lasciando il

 "am+ "in 3es giocare con una melagrana o guardando Mos- versare ac$ua inunavasca@F. 3i% una volta aveva visto in lei una tristezza del genere, manon sapeva pi$uando. E d’un tratto, r icord#: era stato $uando 1detteave va men tito

 par lando con la s ignora )erdur in, i l giorno dopo $uel pranzo a cui nonera andata col pretesto di non sentirsi "ene, ma in realt%per restare con 4Hann.(erto, fosse anche stata la donna pi scrupolosadel mondo, non poteva

 provare rimorso di una "ugia tanto innocente. Ma $uelle che 1dette diceva di

solito, lo erano meno, e servivano a impe+dire scoperte che avre""ero potuto crearletremende difficolt% con gli unio con gli altri. Perci# $uando mentiva, presa dalla paura, sentendosi po+co armata a difendersi, incerta del risultato, aveva voglia di

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 piangere, perla stanchezza, come certi "am"ini che non hanno dormito. 'noltresapevache di solito le sue "ugie ferivano gravemente l’uomo a cui le diceva,eche forse sare""e caduta in sua merc6 se la menzogna non fosse riuscita.4 i sent ivaal lora , a l lo s tesso tempo, umile e colpevole dinanzi a lui . E,$uando

doveva dire una "ugia insignificante e mondana, per associazio+ne di sensazioni e diricordi provava disagio come per una fatica eccessi+va e rimorso come per unacattiveria.*uale avvilente "ugia stava dicendo a 4Hann, per avere $uello sguar+dodo lor oso , $uel l a voce l amentos a , che s em"r avano p i ega r si s o tt olosforzo che s’imponeva, e domandare perdonoI 3li venne in mente che sisforzassedi nascondere non soltanto la verit% sull’incidente del pomerig+gio, ma $ualcosa di

 pi attuale, forse di non ancora accaduto e di molto vicino, di illuminante su$uella verit%. 'n $uel momento sentì una scam+panellata. 1dette non la smetteva

 pi di parlare, ma le sue parole eranosolo un gemito: il rincrescimento dinon aver visto 4Hann nel pomerig+gio, di non avergli aperto, era diventato unaautentica disperazione.4i udì la porta d’ingresso richiudersi e il rumore di unacarrozza, comese ripartisse $ualcuno,7

 pro"a"i lmente la persona che 4Hann non ;JJ

doveva incontrare,7a cui avevano detto che 1dette era uscita. Allora,pensando che soltanto per 

esser venuto in un’ora diversa dal solito, glier a cap ita to di sco m"i nar et an te c o se c he l ei n on v o le va f a rg li s ap e re , prov# un senso discoraggiamento, $uasi di angoscia. Ma siccome amava1dette, siccome era solitovolgere verso di lei tutti i suoi pensieri, la piet%c h e a v r e " " e p o t u t o i s p i r a r ea se s t e s s o , l a se nt ì pe r l e i e mo rm or #: «Povera cara». *uando lalasci#, 1dette prese molte lettere che stavanosul tavolo e gli chiese se potevaim "u ca rl e al la po st a. 0u i le po rt # vi a, ma, giunto a casa, si accorse che leaveva ancora addosso. Gitorn# fino al+la posta, le tir# fuori di tasca e, prima digettarle nella cassetta, guard#gl’indirizzi. Erano tutte per fornitori, tranne una per 

&orcheville. 0a tene+va in mano. 4i diceva: «4e vedessi $uel che c’-dentro, saprei come lochiama, come gli parla, se c’- $ualcosa fra loro.Pu# anche darsi che, anon guardarla, commetto un’indelicatezza neiconfronti di 1dette, per+ch6 - la sola maniera di li"erarmi di un sospetto forsecalunnioso per lei,destinato in ogni caso a farla soffrire , e che niente potre""e

 pi dis trug+gere, una volta partita la lettera».)enendo via dalla posta ritorn# a casa,ma $uell’ultima lettera l’avevatenu ta co n s6. Acc es e un a ca nd el a e viaccost# la "usta che non avevaosato aprire. 2a principio non pot- leggerenulla, ma la "usta era sottile,e facendola aderire al cartoncino che c’era dentro, riuscì

a leggere in tra+sparenza le ultime parole. Era una formula finale molto fredda. 4einvecedi esser lui a guardare una lettera indirizzata a &orcheville, fossestato&orcheville a leggere una lettera indirizzata a 4Hann, avre""e potuto ve+dere

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 parole "en pi affettuose /enne fermo il cartoncino che "allava nel+la "usta pigrande di lui, poi facendolo scivolare col pollice ne condussesuccessivamente le varierighe sotto la parte della "usta che non era fode+rata, la sola attraverso cui si potevaleggere

@.(i# nonos t an t e , non d i s t i ngueva "ene . 2e l r e s to non impor t ava ,neaveva visto a""astanza per rendersi conto che si trattava d’un piccolo av+ve ni mento sen za i mpor tan za, ch e n on r ig uarda va per n ul larapportiamorosi! era $ualcosa che si riferiva a uno zio di 1dette. 4Hannavevaletto "ensì in principio della riga: «No avuto ragione», ma non capiva checosa1dette aveva avuto ragione di fare, $uando a un tratto apparve unaparola che sulle

 prime non aveva potuto decifrare, e chiarì il senso di tut+ta la frase: «No avutoragione di aprire, era mio zio». 2i aprire 2un$ue&orcheville era l% poco prima$uando 4Hann aveva suonato, e lei lo ave+va fatto andar via, da ci# il rumore cheaveva sentito.Allora lesse tutta la lettera, alla fine si scusava di aver agitocosì conlui, senza cerimonie, e gli diceva che si era scordato le sigarette da lei, la ;J

stessa frase che aveva scritto a 4Hann una delle prime volte che era ve+nuto.Ma per 4Hann aveva aggiunto: «(osì ci aveste lasciato il cuore, nonve lo avreilasciato riprendere». Per &orcheville, niente di simile! nessunaallusione che lasciassesupporre una tresca fra loro. 2el resto, a dire il ve+ro, in tutto ci# &orchevilleera pi ingannato di lui, dal momento che1dette gli scriveva per fargli

credere che il visitatore era suo zio. 'nsom+ma era lui, 4Hann, l’uomo a cui leiattri"uiva importanza e per cui avevamandato via l’altro. /uttavia, se non c’era nientefra lei e &orcheville, per+ch6 non aprire su"ito, perch6 scrivere: «No fatto "ene adaprire, era miozio»! se in $uel momento non faceva nulla di male, in che modo&orche+ville poteva spiegarsi che avesse potuto non aprireI 4Hann restava lì, de+solato, confuso, eppure felice, davanti a $uella "usta che 1dette gli avevaconsegnatosenza timore, tanto assoluta era la fiducia che aveva nella suadelicatezza, maattraverso la $uale, come un vetro trasparente, si svelavaa lui, col segreto di unincidente che non avre""e mai creduto di riuscirea conoscere, un poco della vita di

1dette, come in una stretta sezione lu+minosa praticata in mezzo all’ignoto. 0a suagelosia poi se ne rallegrava,come se tale gelosia avesse una vitalit%indipendente, egoista, avida ditutto $uanto potesse nutrirla, sia pure a spese dellostesso 4Hann. Ades+so un alimento lo aveva, e 4Hann poteva incominciare atormentarsi ognigiorno per le visite che 1dette aveva ricevuto verso le cin$ue, acercar d i sapere dove &orchevi l l e s i t rovava a $uel l ’ora . Perch6 l atenerezza di4Hann continuava a conservare il carattere che le avevano impresso,sindal principio, l’ignorare in che modo impiegasse 1dette le sue giornate, einsiemela pigrizia mentale che gl’impediva di supplire all’ignoranza conl’immaginazione.

2a principio non fu geloso di tutta la vita di 1dette,ma solo dei momenti incui una circostanza, magari interpretata male,l’aveva portato a supporre che1dette potesse averlo ingannato. 0a suagelosia, come una piovra che getta un

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 primo, poi un secondo, poi un ter+zo tentacolo, si aggrapp# saldamente a $uelmomento delle cin$ue di se+ra, poi a un altro, poi a un altro ancora. Ma 4Hann nonsapeva inventarele proprie sofferenze, esse erano soltanto il ricordo, il perpetuarsi diunasofferenza che gli era venuta dall’esterno.Ma tutto, ormai, lo faceva soffrire. )olle

allontanare 1dette da &orche+ville, condurla per $ualche giorno nel 4ud. Ma gli pareva che fosse desi+derata da tutti gli uomini che si trovavano nell’al"ergo, e cheanche lei lidesiderasse. Perci# lui che una volta, viaggiando, cercava gentenuova,riunioni affollate, lo si vedeva selvatico, fuggire la compagnia degliuo+mini, $uasi ne fosse stato crudelmente ferito. E come avre""e potuto nonesser misantropo se in ogni uomo vedeva un possi"ile amante di 1detteI ;J;(osì la sua gelosia, pi ancora di $uanto non avesse fatto l’attrazione vo+luttuosa eridente che aveva avuto per 1dette da principio, alterava il ca+r a t t e r e d i 4 H a n n ,e m u t a v a c o m p l e t a m e n t e a g l i o c c h i a l t r u i p e r f i n o l’aspetto deisegni esterni attraverso cui si manifestava $uel carattere.5n mese dopo il giorno cheaveva letto la lettera indirizzata da 1dettea &orchevil le, 4Hann and# a un pranzoche i )erdurin davano al 8ois.Bel momento in cui si preparavano a partire, not#certi concilia"oli fra lasignora )erdurin e parecchi invitati, e credette di capireche rammenta+vano al pianista di venire il giorno dopo a una gita a (hatou@J. 1ra lui,4Hann, non era stato invitato.' )erdurin avevano sempre parlato amezza voce e in termini vaghi,ma il pittore, certamente distratto, esclam#:«0uminiente! la sonata del

(hiaro di lunadeve eseguirla al "uio, così sivedr% meglio l’illuminarsi delle cose».0a signora)erdurin, vedendo che 4Hann stava a due passi, prese$uell’espressionein cui il desiderio di far tacere chi parla e di conservareun aspetto innocente agli occhidi chi ascolta, si neutralizza in un’intensanullit% dello sguardo, dove l’immo"ilecenno d’intesa del complice si dis+simula sotto i sorrisi dell’ingenuo! insommal’espressione, comune a tutti$uanti si accorgono di aver fatto una gaffe, che la rivelaistantaneamente,se non a chi la commette, almeno a chi ne - l’oggetto. 1dette e""esu"itol’aria di un disperato che rinuncia a lottare contro le schiaccianti difficol+t%

del la vita , e 4Hann contava con ansia i minut i che lo separavanodalmomento in cui , venut i v ia da l r i s torante, durante i l r i torno conlei,avre""e potuto chiederle spiegazioni, ottenere che il giorno dopo non an+dassea ( ha to u o v e lo fa ce sse i nv it ar e, e c al ma re n el le " ra cc ia d ileil’angoscia che provava. &inalmente furono chiamate le carrozze. 0a si+gnora )erdurin disse a 4Hann: «Addio, allora! a presto, non -veroI»,c e r c a n d o c o n l a g e n t i l e z z a d e l l o s g u a r d o el ’ a u t o r i t % d e l s o r r i s o d’impedirgli di p ensare che non g li d iceva,come avre""e fatto semprefin $ui: «A domani a (hatou, a dopodomani da me».''

signore e la signora )erdurin fecero salire con loro &orcheville! lacarrozzadi 4Hann si era incolonnata dietro la loro, e lui aspettava chepartisse per far 

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salire 1dette nella propria.«1dette, vi riaccompagniamo a casa, disse la signora)erdurin!7a"+ "iamo un posticino per voi accanto al signor de &orcheville.

74ì, signora, rispose 1dette.7(ome, ma credevo di accompagnarvi io», esclam# 4Hann, dicendosenza

 perifrasi le parole necessar ie , giacch6 lo sportel lo era aper to, i mi+ nuticontati, e non poteva tornare a casa senza di lei nello stato in cui era. ;J

«Ma la signora )erdurin mi ha chiestoO7

4uvvia, potete "enissimo tornare da solo, tante volte ve l’a""iamolasciata,disse la signora )erdurin.7Ma io dovevo dire alla signora una cosa importante.7E""ene, gliela scrivereteO7Addio», gli disse 1dette tendendogli la mano.Egli tent# di sorridere, ma avevaun’aria distrutta.«Nai visto 4Hann, che maniere si permette adesso con noiI disse la

si+gnora )erdurin al marito $uando furono a casa. No creduto che mi vo+lesse mangiare , perch6 accompagnavamo 1det te . (hesconvenienza,davvero Allora, lo dica che noi teniamo una casa di appuntamenti

 Boncapisco come 1dette soppor ti simili modi. Na proprio l’aria di dire:voisiete mia. 2ir# a 1dette $uel che ne penso, spero che capir%.»E dopo un istanteaggiunse ancora, con collera:«Bo, ma guarda un po’, $uella "rutta "estia»,impiegando senza sa+per lo, e forse o""edendo al medes imo oscuro

 "isogno di giust i f icars i =come &ranCoise a (om"ra9 $uando il pollo non volevamorire> le paroleche un animale inoffensivo strappa con gli ultimi sussulti

dell’agonia alcontadino che lo sta massacrando.E $uando la carrozza dellasig no ra )erd ur in fu pa rt it a e $u el la di 4Hann venne avanti, il cocchiereguardandolo gli domand# se stava ma+le o se era capitata $ualche disgrazia.4Hannlo conged#, voleva camminare, il ritorno lo fece a piedi, attra+verso il 8ois.Parlava da solo, a voce alta, e nello stesso tono un po’ artifi+cioso che avevaadottato finora $uando specificava minutamente le at+trattive del piccolonucleo ed esaltava la magnanimit% dei )erdurin. Macome i discorsi, i sorrisi, i

 "aci di 1dette, se erano rivolt i ad altri che lui, gl i diventavano odiosi$uanto dolci li aveva trovati, così il salotto dei)erdurin, che ancora poco

 prima gli sem"rava divertente, animato da unvero gusto per l’arte e perfino da unasorta di no"ilt% morale, adesso che1dette vi avre""e incontrato e amatoli"eramente altri che lui, gli mo+strava i suoi lati ridicoli, la stupidit% la

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 "assezza.4i rappresentava con disgustosa serata del g iorno dopo a( ha to u. «P ri ma d i t ut t o $ ue st ’i de a d i a nd ar e a ( ha to u (o memerciai appenachiusa "ottega 2avvero $uesta gente - su"lime di "orghesismo!non de+vono mica es is tere realmente, devono usci re dal le commedie

di 0a "i+ che@»(i sare""ero stati i (ottard, forse 8richot. « poco grottesca l’esistenzadi $uestagentarella che vive a ridosso uno dell’altro, che si sentire""epersa parolamia, se domani non si ritrovassero tutti insiemea (hatou» ;J<

A h i m - , c i s a r e " " e s t a t o a n c h e i l p i t t o r e , i l p i t t o r e

a c u i p i a c e v a «com"inare matrimoni», il $uale avre""e invitato &orchevillead andarecon 1dette nel suo studio. )edeva 1dette con un a"ito troppo ricco

 per$uel la gi ta in campagna, «perch6 - tanto volgare e soprattut to , poverapiccola, - talmente stupida».4entiva le "attute che avre""e detto la signora)erdurin dopo pranzo,le "attute che, chiun$ue fosse il noioso preso di mira, loavevano semprediv erti to per ch6 ved eva rid ern e 1 det te, r ide rne con lui ,$uas i in lu i .Adesso sent iva che for se e ra d i lu i che avre""ero fa t tori de re 1d et te .«(he schifosa allegria», diceva atteggiando la "occa aun’espressione dicosì forte disgusto, che avvertiva lui stesso la sensazione muscolare

dellasmorfia fin nel collo contratto contro il colletto della camicia. «Ecomemai una creatura il cui volto - fatto a immagine di 2io pu# trovar mate+ria di riso in $uelle spiritosaggini nausea"ondeI 1gni narice un po’ deli+cata sivolgere""e in l% con orrore per non lasciarsi contaminare da mia+smi s imi l i .2avvero, - incredi"i le pensare che un essere umano possa non capireche, permettendosi un sorriso a proposito di un proprio simi+le che gli ha tesolealmente la mano, si degrada fino a sprofondare in unfango, di dove lamigliore volont% del mondo non potr% pi sollevarlo. 'ovivo a un’altitudine ditroppe migliaia di metri sopra i "assifondi doveschiamazzano e latrano

$uegl’immondi sprolo$ui, per poter essere inzac+cherato dalle spiritosaggini di una)erdurin», esclam# rialzando il capo,raddrizzando fieramente il "usto all’indietro:«2io mi - testimone che iovolevo sinceramente togliere 1dette di lì, sollevarla inun’atmosfera pino"ile e pura. Ma la pazienza umana ha un limite, e lamia - a l lo s t re+m o » , s i d i s s e , c o m e s e $ u e l l am i s s i o n e d i s t r a p p a r e 1 d e t t e a un’atmosfera di sarcasmidatasse da pi di pochi minuti, e non se la fos+se imposta solo da $uando pensava cheforse $uei sarcasmi avevano peroggetto lui e tentavano di staccare 1dette dalui.)edeva il pianista pronto a eseguire la sonata del

(hiaro di 0una

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, e l e smorfie della signora )erdurin spaventata del male che la musica di 8ee+thoven avre""e fatto ai suoi nervi. «'diota, commediante esclam#, e cre+de diamare l’ Arte

» 2opo averle insinuato a"ilmente $ualche parola lu+singhiera per &orcheville, cometanto spesso aveva fatto per lui, avre""edetto a 1dette: «&ate un posticinoaccanto a voi per il signor de &orche+ville». «Bel "uio Mezzana Guffiana»Guffianaera il nome che dava an+ che alla musica che li avre""e invitati a tacere, sognareinsieme, guardar+si, pigliarsi per mano. /rovava del "uono nella severit%contro le arti, diPlatone, di 8ossuet@;, e della vecchia educazione francese. ;J@

'n conclusione, la vita che si conduceva in casa dei )erdurin, e che tan+to spessoaveva chiamato «la vera vita», gli sem"rava la peggiore di tut+te , e i l p iccoloclan, l ’ inf imo di tut t i gl i am"ient i . «2avvero, diceva, - $uanto c’- di

 pi "asso nella scala sociale, l’ult imo cerchio di [email protected] du""io, l’augusto testo si riferisce ai )erdurin 'n fondo, la gentedella "uonasociet%, su cui si pu# trovar da ridire, - un’altra cosa rispettoa $uesta "anda diteppisti, non c’- du""io, $uanta profonda saggezza di+mostrano rifiutando di

conoscerli, di sporcarcisi anche la punta delle di+ta. (he fiuto nelnoli me tangere@<del fau"ourg 4aint 3ermain» 2a unpezzo aveva lasciato i viali del 8ois, era$uasi arrivato a casa, ma non gliera ancora svaporato il dolore e la vena d’insincerit%!le intonazioni falsee le sonorit% artificiose della propria voce glieneversavano pi a""on+dante l’u"riacatura di momento in momento, econtinuava ancora a pe+rorare a voce alta nel silenzio notturno: «0a gente della

 "uona societ% ha isuoi difet ti , nessuno li riconosce megl io di me, ma insomma

- pur gentecon cui certe cose sono impossi"ili. 0e donne eleganti che hoconosciuto,$ues ta o $uel la era "en lontana dal l ’esser per fet ta , mainsomma c’erasempre in loro un fondo di delicatezza, una lealt% nel modo diagire, chele rendevano incapaci di tradimento, $ualun$ue cosa avvenisse, e "asta+noa scavare un a"isso fra loro e una megera come la )erdurin. )erdu+rin (henome Ah, si pu# dire proprio che non gli manchi nulla, sono "elli nel lorogenere. 3razie a 2io, era tempo di non condiscendere pi apromiscuit% con $uellainfamia, con $uelle sozzure».Ma come le virt che ancora poco fa attri"uiva ai)erdurin non sare"+ "ero "astate, anche se le avessero possedute davvero, se

la coppia nonavesse favorito e protetto il suo amore, a provocare in 4Hannl’e""rezzache lo inteneriva davanti alla loro magnanimit% e che, anche se propaga+taattraverso altre persone, non poteva venirgli che da 1dette,

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7 pari+menti l’immoralit% che oggi trovava nei )erdurin, fosse anche statareale,sare""e stata impotente a scatenare la sua indignazione e fargli

 "ol lare«la loro infamia», se non avessero invitato 1dette insieme con &orchevil+le e

senza di lui. E certo la voce di 4Hann era pi chiaroveggente di lui,$uandosi rifiutava di pronunciare $uelle parole piene di disgusto perl’am"iente)erdurin e di gioia per aver rotto con loro, fuorch6 in tono ar+tificioso e come sefossero scelte per saziare la sua collera piuttosto cheper esprimere il suo

 pensiero. *uesto infatti, mentre lui si a""andonavaalle invettive, pro"a"ilmente,senza che lui se ne accorgesse, era occupa+to da un oggetto completamente diverso,

 perch6 arrivato a casa, non ap+pena chiuso il portone, improvvisamente si "att6 lafronte, lo fece riapri+re, e uscì di nuovo esclamando, $uesta volta con vocenaturale: «(redo ;J

d’averlo trovato, il mezzo per farmi invitare domani al pranzo di (ha+tou».Ma il mezzo doveva essere cattivo, perch6 4Hann non fu invitato!il dottor (ottardche, chiamato in provincia per un caso grave, non vede+va i )erduri n da

 parecchi giorn i e non era potuto andare a (hatou, i l giorno dopo di $uel pranzo disse in casa loro, mettendosi a tavola:«Ma non vedremo il signor 4Hann,staseraI proprio $uel che si diceun amico personale delO74pero "ene di no esclam# la s ignora )erdurin. 2io ce ne scampi,

-asfissiante, stupido e maleducato».A $ueste parole (ottard manifest# al tempostesso i l suo stupore e lasua sot tomi ssione , come dava nti a una veri t%contrar ia a tu tt o $uanto aveva creduto fin $ui, ma di evidenza irresisti"ile! e,a""assando il nasonel piatto con aria tur"ata e intimorita, si accontent# di rispondere:«Ah+ah+ah +ah +ah», attraversando a ritroso, nel ripiegamento di una ritira+ta in

 "uon ordine fino in fondo a se stesso, lungo una gamma discenden+te, il registrointero della sua voce. E, in casa )erdurin, non si parl# pidi 4Hann.Allora,$uel salotto che aveva unito 4Hann e 1dette divenne un osta+colo ai loroincontri. 0ei non gli diceva pi come nel primo tempo del lo+ro amore: «'n ogni caso

ci vedremo domani sera, c’- una cena dai )erdu+rin», ma: «2omani sera non potremovederci, c’- una cena dai )erdurin».1ppure i )erdurin dovevano condurla all’1p6ra+(omi$ue a vedere5nanotte di (leopatra@@, e 4Hann leggeva negli occhi di 1dette $uel terrore disentirsi chiedere di nonandarci, che fino a poco tempo prima non si sa+re""e potuto trattenere dal

 "aciare sul viso dell’amante, e che adesso loesasperava. «Eppure non -collera, si diceva, $uel che provo vedendo lasmania che lei ha di correre a

razzolare in $uella musica stercoraria. pena, non certo per me, ma per lei! penaa vedere che dopo essere vissutain contatto $uotidiano con me per pi di sei mesi,non ha saputo diventa+re un’altra, a""astanza da eliminare spontaneamente

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)ictor Mass6. 4o+prattutto, per non essere arrivata a capire che ci sono certe sere incui unacreatura di animo sensi"ile deve saper rinunciare a un piacere,$uandoglielo si chiede. 2ovre""e saper dire Qnon ci andr#Q, non foss’altro

 percalcolo, giacch6 proprio in "ase alla sua risposta verr% classificata

unav ol ta p er tu tte l a $ ua li t % d el la su a a ni ma .» E d e ss en do si persuaso lui stesso che infatti, solo per poter dare un giudizio pi favorevole sulvalo+re spirituale di 1dette desiderava che $uella sera rimanesse con lui inve+ce diandare all’1p6ra+(omi$ue, le faceva il medesimo ragionamento,con lastessa insincerit% che riservava a se stesso, anzi con un grado in ;JD

 pi, perch6, con lei, o""ediva anche al desiderio di prenderla per l’amorproprio.«/igiuro», le diceva $ualche minuto prima che lei uscisse per andare ateatro, «chedomandandoti di non uscire, desidererei con tutte le mie for+ze, se fossi egoista,

che tu mi dicessi di no, perch6 stasera ho mille coseda fare e mi trover# presoin trappola anch’io e molto contrariato se, con+tro ogni aspettativa, mi rispondi chenon ci andrai. Ma le mie occupazio+ni, i miei piaceri, non sono tutto, io devo pensarea te. Pu# venire il gior+no che, vedendomi staccato per sempre da te, avrai il diritto dirimprove+rarmi per non averti avvertito nei moment i cruciali, $uando sentivochestavo per dare di te uno di $uei giudizi severi a cui l’amore non resiste alungo.)edi,5na notte di (leopatra=che titolo>, nella fattispecie non valeniente. *uel che "isogna sapere - se tu sei

davvero $uell’essere che occu+pa l’ultimo gradino della vita intellettuale, e anchedella grazia femmini+le, /essere spregevole che non - capace di rinunciare a un

 piacere. Allora, se tu sei così , come sare""e possi"ile amart iI visto che nonsei nemme+no una persona, una creatura definita, imperfetta, ma almeno perfetti"i+le. 4ei un’ac$ua informe che scorre secondo il pendio che le si offre,unpesce senza memoria e senza capacit% di riflettere che, fin $uandovivr%nell’ac$uario, urter% cento volte al giorno contro il vetro, continuandoascam"iarlo per ac$ua. 0o capisci che la tua risposta, non dico avr% per ef+fetto checesser# immediatamente di amarti, $uesto s’intende, ma ti ren+der% meno seducente

ai miei occhi, $uando capir# che non sei una perso+na, che sei al di sotto di tutte lecose e non sai metterti al di sopra di nes+sunaI Evidentemente, avrei preferitodomandarti, come se fosse una cosasenza importanza di rinunciare a5na notte di (leopatra=giacch6 mi co+stringi a sporcarmi le la""ra con $uesto nome a""ietto>, conla speranzache ci andassi lo stesso. Ma risoluto, come sono a tenere contodella tuarisposta, a trarne tali conseguenze, ho creduto pi leale avvertirtene.»2a$ualche momento 1dette dava segni di tur"amento e d’incertezza.4e non il sensodel discorso, capiva che poteva rientrare nel genere co+mune dei «lai»

@e delle scene di rimprovero o supplica, per le $uali, sor+volando sui particolaridelle parole, la pratica che aveva degli uomini lepermetteva d i

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con clu der e che se non fos ser o sta ti inn amo rat i non le avre""ero fatte, edal momento che erano innamorati, non serve o""edir+li perch6 dopo lo sare""erostati ancor di pi. *uindi, avre""e ascoltato4Hann con la massima calma senon avesse visto che il tempo passava eche, per poco che lui parlasse ancora, lei,

come gli disse con un sorriso te+nero, ostinato e confuso, «avre""e finito col perderel’ouverture». ;F

Altre volte lui le diceva che ci# che soprattutto gli avre""e fatto smet+t e r e d ia m a r l a , e r a i l f a t t o c h e l e i n o n v o l e s s e r i n u n c i a r e amentire.«Anche dal semplice punto di vista della civetteria, le diceva, noncapisci$uanto perdi di fascino, a""assandoti a mentireI (on unaconfessione,$uante colpe potresti riscattare 2avvero, sei molto meno intelligente

di$uel che credevo.» Ma invano 4Hann le esponeva così tutte le ragioni chelei avevadi non mentire! esse avre""ero potuto scalzare in 1dette un si+stema generale della

 "ugia, ma 1dette non ne possedeva nessuno! sol+ tanto , ne i casi in cuivo le va ch e 4H an n ig no ra ss e $u al ch e co sa ch e le i aveva fatto, si limitava anon dirgliela. (osì, la "ugia era per lei un espe+diente d’ordine particolare! e l’unicacosa che poteva sta"ilire se dovevaservirsene o confessare la verit%, era anch’essa unaragione d’ordine par+ticolare: la pro"a"ilit% maggiore o minore che 4Hann

 potesse scoprireche non aveva detto la verit%.&isicamente, 1dette attraversavaun "rutto periodo: ingrossava, e lagrazia espressiva e dolente, gli sguardi

meravigliati e sognanti che avevauna volta, sem"ravano scomparsi con la primagiovinezza. 2imodoch6era diventata tanto cara a 4Hann proprio nel momento, per così dire, chela trovava molto meno "ella. A lungo la guardava per cercare diriaffer+rare l’incanto che le aveva conosciuto, e non lo trovava. Ma sapereches ot to $ u el la c ri sa li de n uo v a e r a s em pr e 1 de tt e c h e v iv e va ,sempre lastessa volont% fugace, inafferra"ile e sorniona, "astava a 4Hann per con+tinuare a mettere la stessa passione nel tentativo di catturarla. Poi guar+davale fotografie di due anni prima, si ricordava com’era stata deliziosa,e $uesto loconsolava un po’ di darsi tanto affanno per lei.*uando i )erdurin la conducevano a

4aint+3ermain, a (hatou, a Meu+lan@D, spesso, se era la "ella stagione, proponevano lì per lì di restarci adormiree tornare solo i l giorno dopo. 0a s ignora )erdurin cercava dicalmaregli scrupoli del pianista, che a Parigi aveva lasciato la zia.« 4ar% fel ice di essersis"arazzata di voi per un giorno. E perch6 do+vre""e stare in pensieroI losa che siete con noi. 2el resto, mi prendo tut+to io sulle spalle.»Ma se non ci riusciva,il signor )erdurin partiva in spedizione, trovavaun uff ic io te legrafi co o uncorriere e s’informava chi dei fedeli avesse$ualcuno da avvertire. Ma

1dette lo ringraziava e diceva che non avevatelegrammi da spedire a nessuno,giacch6 a 4Hann aveva detto una voltaper sempre che a mandargliene unoso tt o gl i oc ch i di tu tt i si sa re "" e compromessa. A volte si assentava per 

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 parecchi giorni, i )erdurin la con+ducevano a vedere le tom"e di 2reu, o a(ompi-gne su consiglio del ;

 pittore, per ammirare i tramonti nella foresta, e si spingevano fino al ca+stello diPierrefondsF.«Pensare che potre""e visitare autentici monumenti con me, che hostudiatoarchitettura per dieci anni e di continuo mi pregano di condurregente di prim’ordine a8eauvais o a 4aint+0ou+de+Baud, e lo farei, soloper lei! e lei invece va con’dei "ruti della specie peggiore a estasiarsi

 pri+ma davant i alle evacuazioni di 0uigi &i lippo e poi a $uel le di )iollet+ le+2uc Mi sem"ra che non ci sia "isogno di essere artisti per $uesto, e che,anche senza

un odorato particolarmente sensi"ile, uno non sceglie di an+d a r e av i l l e g g i a r e n e l l e l a t r i n e p e r r e s p i r a r e c o n p i c o m o d og l i escrementi.»Ma $uando 1dette era partita per 2reu o per Pierrefonds,7ahim-,senza permettergli di andarci come per caso, per conto proprio,

 perch6,diceva, «fare""e un "rut tiss imo effetto»,7lui s i sprofondava nel piine"r iante dei romanzi d’amore, l’orarioferroviario, che gl’insegnava ilmezzo di raggiungerla, il pomeriggio, la

sera, $uella stessa mattina. 'lmezzoI $uasi di pi: l’autorizzazione. Perch6insomma l’orario, e anche itreni, non sono mica fatti per i cani. 4e si facevaconoscere al pu""lico,per via di stampa, che alle otto del mattino partiva un trenoche arrivavaa Pierrefonds alle dieci, voleva dire che andare a Pierrefonds era unattolecito, per il $uale il permesso di 1dette risultava superfluo! ed era altre+sì unatto che poteva avere tutt’altro motivo dal desiderio d’incontrare1dette,

 poich6 gente che non la conosceva lo compiva ogni giorno, e in n u m e r oa " " a s t a n z a g r a n d e p e r c h 6 m e t t e s s e c o n t o d i s c a l d a r el e locomotive.'nsomma, lei non poteva impedirgli, comun$ue sia, di andare a Pierre+

fonds se ne aveva voglia 1ra, per l’appunto, sentiva di averne voglia, esenon avesse conosciuto 1dette ci sare""e andato senz’altro. 2a un pez+zo volevafars i un’ idea pi precisa dei lavor i di res tauro di )iol le t + le+2uc. E,col tempo che faceva, provava il desiderio imperioso di una pas+seggiata nella forestadi (ompi-gne.Bon aveva davvero fortuna, vedersi vietato il solo luogo cheoggi lotentava. 1ggi 4e ci andava nonostante la proi"izione, poteva vederla og+gistesso Ma mentre, se lei incontrava a Pierrefonds una persona $ualun+$ue, gliavre""e detto, tutta allegra: «Ma guarda )oi $ui», e gli avre""echiesto di andarla atrovare all’al"ergo dov’era scesa coi )erdurin, invecese incontrava lui, 4Hann, si

sare""e seccata, si sare""e detta che la pedi+nava, lo avre""e amato di meno, forsescorgendolo si sare""e voltata concollera dal l’altra parte. «E così, io non ho piil diritto di viaggiare», gli

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avre""e detto al ritorno, mentre, in conclusione, era lui che non aveva pi ildiritto di viaggiarePer un momento aveva avuto l’idea, per poter andare a(ompi-gne e aPierrefonds senza aver l’aria di farlo per incontrare 1dette, di farcisiac+compagnare da un amico, il marchese di &orestelle, che possedeva un ca+stellonei dintorni. *uesti, informato del progetto ma non del motivo,non stava ins6 dalla gioia, meravigliato che 4Hann, per la prima voltadopo $uindicianni, acconsentisse finalmente ad andare a vedere la suapropriet%, e,giacch6 gli aveva detto che non aveva intenzione di tratte+nersi, gli

 promettesse almeno di far con lui passeggiate ed escursioni pervari giorni. 4Hann gi%si immaginava laggi col signor di &orestelle. Pri+ma ancora di vedere 1dette,

 perfino se non riusciva a vederla, che felici+t% metter piede su $uella terra dove,non sapendo il luogo preciso dellapresenza di lei a un dato momento, avre""e

sentito palpitare dappertuttola possi"ilit% della sua comparsa improvvisa: nelcortile del castello, di+ventato "ello ai suoi occhi perch6 era venuto a visitarlo per causa sua! intutte le strade della citt%, che gli sem"rava romantica! su ognisentierodella foresta, che un tramonto profondo e tenero illuminava di rosa!7asili innumerevoli e alternativi, dove veniva a rifugiarsi simultaneamen+te,nell’incerta u"i$uit% delle sue speranze, il suo cuore felice, erra"ondoe moltiplicato.«4oprattutto, avre""e detto al signor di &orestelle, stiamoattenti a non im"atterciin 1dette e nei )erdurin! ho appena saputo cheproprio oggi sono a Pierrefonds.

3i% ci vediamo a""astanza a Parigi, nonvarre""e la pena di venir via per non poter fare un passo gli uni senza glialtri.» E il suo amico non avre""e capito perch6, appenalaggi, cam"ias+se programma venti volte, ispezionasse le sale da pranzo ditutti gli al+ "erghi di (ompi-gne senza risolversi a prender posto in una, "ench6nonsi fosse vista traccia di nessun )erdurin, con l’aria di cercare $uel che di+cevavoler fuggire, e, d’altronde, fuggendo davvero $uando l’avesse tro+vato: infatti, seavesse incontrato il piccolo gruppo si sare""e allontanatocon ostentazione,contento di aver veduto 1dette e che lei lo avesse ve+duto, soprattutto che loavesse veduto incurante di lei. Ma no, lei avre"+ "e indovinato che era lì per lei .

E $uando il signor di &orestelle veniva aprenderlo per partire, gli diceva:«Purtroppo no, oggi non posso andare aPier re fo nd s, pr op ri o og gi c’ -1d et te ». E, non os ta nt e tu tt o , 4H an n er a contento di sentire che se, unico fratutti i mortali, $uel giorno non avevail diritto di andare a Pierrefonds, era

 perch6 in effett i lui rappresentavaper 1dette uno diverso dagli altri, il suoamante, e che la restr izione s ta+ "i l i ta per lui al dir i t to universale dil i "e r a c i r c o l az io ne co s t i t u i va nient’altro che una f orma d i $uellaschiavit, di $uell’amore che gli era ;

tanto caro. 2ecisamente, meglio non correre il r ischio di guastarsicon1dette! pazientare, aspettarne il ritorno. Passava le giornate chino soprauna cartadella foresta di (ompi-gne, come fosse stata la carta del Paesedel /enero

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J, si circondava di fotografie del castello di Pierrefonds. Ap+p e n a v e n u t oi l g i o r n o i n c u i e r a p o s s i " i l e c h e l e i t o r n a s s e , r i a p r i v a l ’ o r a r i o ,calcolava il treno che aveva dovuto prendere, e $uelli che, se fa+ceva tardi, le

rimanevano ancora. Bon usciva per paura di perdere un te+legramma, non si coricava per il caso che, tornata con l’ultimo treno, vo+lesse fa rgl i la sorpresa divenire a t rovarlo nel cuore del la notte. Perl’appunto, sent iva suonareal portone! sem"randogli che tardassero adaprire voleva svegliare il

 portiere , si metteva al la finestra per chiamare1dette se era le i, perch6,nonostante le raccomandazioni che era sceso aimpartire di persona pi didieci volte, erano capaci di dirle che lui nonci stava. Era un domestico cherientrava. 4eguiva il volo incessante dellecarrozze che passavano, a cui altrevolte non aveva mai prestato atten+zione. 0e ascoltava a una a una giungere dilontano, avvicinarsi, sorpas+sare la porta senza fermarsi, e recare pi lon tanto unmessaggio che nonera per lui. Aspettava tutta la notte, ahim- inutilmente, perch6 i)erdurinavevano anticipato il rientro, 1dette si trovava a Parigi da mezzogiorno,nonle era venuto in mente di avvertirlo! non sapendo cosa fare, era an+data dasola a passare la sera a teatro, e gi% da un pezzo era rientrata acoricarsi, estava dormendo.'l fatto - che a lui non ci aveva nemmeno pensato. E $ueimomenti incui dimenticava perfino l’esistenza di 4Hann, erano pi utili a1dette,servivano a legarle 4Hann, meglio di tutta la sua civetteria. Perch6così4Hann viveva in $uell’agitazione dolorosa che gi% una volta era stataa"+ "astanza potente da fare s"occiare il suo amore, $uando non aveva tro+

vato 1dette in casa dei )erdurin e l’aveva cercata tutta la sera. E lui nonaveva, comee""i io nel l’ infanzia a (om"ra9, giornate felici durante le$uali s iscordano l e sof ferenze che r inasceranno la sera . 0e g iorna te , 4Hannle passava senza 1dette! e ogni tanto si diceva che lasciare unadonna tanto

 "el la uscire sola per Parigi , era imprudente, come mettere uno scr igno pieno d i gioiel l i in mezzo a l la s t rada. Al lora s’ indignava contro tutti i passanti come contro tanti ladri. Ma il loro viso collettivo einforme, sfuggendo al lasua immaginazione, non nutriva la sua gelosia,gli affaticava la testa! e

 passandosi la mano sugli occhi 4Hann esclamava:«4ia fatta la volont% di 2io»,

come coloro che, dopo essersi accaniti adafferrare il pro"lema della realt%del mondo esterno o della immortalit%dell’anima, concedono la distensioned’un atto di fede al cervello affati+ c a t o . M a , s e m p r e , i l p e n s i e r od e l l ’ a s s e n t e e r a m e s c o l a t o i n m o d o ;;

indissolu"ile agli atti pi semplici della vita di 4Hann,7mangiare, rice+vere la posta, uscire, andare a dormire,

7

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se non altro, per la tristezzache provava a compierli senza di lei, come$uelle iniziali di &ili"erto il8ello che, nella chiesa di 8rou, Margherita d’Austriaintrecci# dappertut+to alle proprie, per il rimpianto che aveva di lui

. (erti giorni, invece dirimanere a casa, andava a mangiare in un ristorantea""astanza vicino,che un tempo aveva apprezzato per la "uona cucina, ma adessoci anda+va soltanto per una di $uelle ragioni insieme mistiche e strampalatechevengon det te romantiche, cio- perch6 $uesto r istorante =esistetut tora>portava lo s tesso nome del la s trada dove a"i tava 1dette:0ap6rouse;.(erte volte, $uando l’assenza era stata "reve, solo dopo diversi giorni leisi

 preoccupava di fargli sapere che era tornata a Parigi. E, senza prenderepi, come untempo, la precauzione di ripararsi per ogni evenienza die+tro un piccoloframmento tolto in prestito alla verit%, gli diceva semplice+mente che era tornata in$uel momento, col treno del mattino. Erano pa+role "ugiarde! almeno per 1detteerano "ugiarde, inconsistenti, giacch6non possedevano, come in casofossero state vere, un punto d’appoggionel ricordo dell’arrivo alla stazione!mentre le pronunciava le era persinoimpossi"ile rappresentarsela, glielo impedival’immagine contraddittoriadelle cose completamente diverse che aveva fatto nelmomento in cui af+fermava di essere scesa dal treno. Ma invece, nella mente di4Hann $uel+le parole che non incontravano ostacoli venivano a incrostarsi diventan+do inamovi"ili come verit% indu"ita"ili! al punto che, se un amico gli di+ceva di

essere arrivato con $uel treno e di non aver visto 1dette, era con+vinto che as"agliarsi di giorno o di ora era l’amico, dal momento che ilsuo raccontonon si conciliava con le parole di 1dette. *ueste gli sare"+ "ero parse

 "ugiarde solo se ne avesse diffidato da prima. Per credere chelei mentiva, unsospetto preliminare era condizione necessaria. Era an+che, del resto,condizione sufficiente. Allora, tutto $uel che diceva 1dettegli sem"rava sospetto. 0asentiva citare un nome: certamente era uno deisuoi amanti! fa""ricata appena$uesta supposizione, passava settimanead affliggersi! una volta si mise perfinoin rapporto con un’agenzia inve+stigativa per sapere indirizzo e impiego del

tempo di uno sconosciuto,che non lo avre""e lasciato respirare finch6 non fosse partito per un viag+g i o e , a l l a f i n e , v e n n e a s a p e r e c h e e r a u n o z i od i 1 d e t t e m o r t o d a vent’anni.8ench6 di regola lei non gli permettesse diraggiungerla in locali pu"+ "lici, dicendo che avre""e dato adito a chiacchiere,capitava che, in unaserata dov’erano invitati tutt’e due,7da &o rc he vi ll e, da l pi tt or e, o al "allo di "eneficenza di un ministero,7lui ci fosse $uando c’era lei. 0a

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v e d e v a , m a n o n o s a v a r e s t a r e p e r t i m o r ed ’ i r r i t a r l a d a n d o l e l’impressione di spiare gli svaghi che si prendevacon altri e che, mentrerientrava solitario e si coricava pieno d’ansia come dovevoesserlo io conmia madre di lì a $ualche anno, le sere che lui veniva a pranzo a casa

no+stra a (om"ra9, gli sem"ravano illimitati perch6 non ne aveva visto lafine. E una volta o due,durante serate come $uelle assapor# una di $uel+l e g i o i e c h e , s e n o ns u " i s s e r o c o n t a n t a v i o l e n z a i lcontraccolpodell’in$uietudine "ruscamente interrotta, saremmo tentatidi definirlecalme, perch6 consistono in un ac$uietamento: era passato uriattimo aun ricevimento dal pittore e si preparava ad andarsene! vi lasciava 1det+te,trasformata in una "rillante sconosciuta, in mezzo a uomini ai $uali isuoisguardi e la sua gaiezza, che non erano per lui, sem"ravano parlaredi $ualchevolutt% che sare""e stata goduta lì o altrove =forse al «8allodegli 'ncoerenti»<, dove lui aveva paura che si recasse pi tardi>, cau+ sando a 4Hann pi gelosiadella stessa unione carnale, perch6 gli riusci+va pi difficile immaginarla. 4tavagi% per varcare la porta dell’atelier,$uando si sentì richiamare da $ueste parole=che tagliando alla festa il fi+nale che lo spaventava, gliela rendevanoretrospettivamente innocente!facevano del ritorno di 1dette una cosa non piinconcepi"ile e tremen+da, ma dolce e conosciuta, e che lui si sare""e tenuta accanto,in carrozza,come un poco della sua vita di tutti i giorni! e spogliavano la stessa 1det+

t e de l l a s ua appar enza t r oppo " r i l l an t e e ga i a ! mos t r avano i n f i nech e$uello era stato solo il travestimento di un attimo, indossato per se stes+so, non in vista di misteriosi piaceri, e del $uale era gi% stanca>, da $uesteparoleche 1det te gl i lanciava $uando lu i s tava g i% sul la sogl ia:«Bonvorreste aspettarmi cin$ue minutiI 4to per andarmene, torneremmoin+sieme, mi accompagnerete a casa».)ero - che, un giorno, &orcheville avevachies to di essere a sua vol taaccompagnato, ma ar r ivat i a l la por ta di1d et te , si cc ome so ll ec it ava il permesso di entrare lui pure, 1dette gli avevarisposto indicando 4Hann:«Ah, dipende da $uel signore lì, domandatelo a lui.

)a "ene, se volete,entrate un momento, ma non per molto, perch6 vi avverto che alui piacechiacchierare tran$uillamente con me, e non gli gar"a molto che cisianovisite $uando viene lui. Eh, se conosceste $uell’uomo lì come lo conoscoio! non- vero,m9 love, ci sono solo io a conoscervi "ene».E forse 4Hann era anche pi commosso $uandoin presenza di &orche+ville gli rivolgeva non solo $uelle parole di tenerezza,di predilezione,ma anche certe critiche come: «4ono sicura che non avete ancorarispostoai vostri amici per il pranzo di domenica. Bon andateci, se non

volete!ma almeno siate educato», oppure: «)i siete ricordato di lasciare $uiil ;<

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vostro saggio su )er Meer, per portarlo un po’ avanti domaniI (he pi+grone )i far# lavorare io». 2a cui risultava che 1dette si teneva al cor+rente dei suoi inviti in societ% e dei suoi studi d’arte, che loro due aveva+no davverouna vita in comune. E così dicendo gli rivolgeva un sorriso, in fondo al $ualelui la sentiva tutta sua.Allora, in $uei momenti, mentre lei preparava per loroun’aranciata,d’un tratto, come $uando un riflettore mal regolato muoveintorno a unoggetto, sulla parete, grandi om"re fantastiche che vengono poia ripie+garsi e annullarsi in esso, tutte le idee terri"ili e fluttuanti che sifacevasul conto di 1dette svanivano, per riunirsi al "el corpo che 4Hannavevadavanti. 2’improvviso gli veniva il sospetto che $uell’ora passata in casadi1dette, sotto la lampada, forse non era un’ora artificiale, a uso e con+sumosuo =destinata a mascherare $uesta cosa spaventosa e deliziosa acui lui

 pensava incessantemente senza potersela rappresentare "ene:un’ora

del l a vera v i t a d i 1det te , de l la v i t a d i 1det te $uando lu i nonc ’e ra > ,c o n a r r e d i d i t e a t r o e f r u t t a d i c a r t o n e , m a f o r s e e radavveroun’ora della vita di 1dette! che se lui non ci fosse stato, lei avre""espintoverso &orcheville la stessa poltrona e non gli avre""e versato una

 "i"itaignota, ma precisamente $uell’aranciata! che il mondo a"itato da 1dettenonfosse $uell’altro mondo spaventoso e soprannaturale dov’egli passa+va il tempo asituarla e che forse esisteva solo nella sua immaginazione,ma l’universoreale, da cui non emanava nessuna tristezza speciale, checomprendeva $ueltavolo sul $uale lui avre""e potuto scrivere e $uella "i"ita che gli sare""e

stato permesso di assaporare: tutti $uegli oggettiche contemplava concuriosit% e ammirazione pari alla gratitudine per+ch6, se lo avevano li"erato,assor"endoli, dai suoi sogni, in compenso sene erano arricchiti, glienemostravano la realizzazione tangi"ile, e inte+ressavano la sua mente,

 prendevano rilievo ai suoi occhi, nel momentostesso in cui gli placavano ilcuore. Ah, se il destino gli avesse concessodi dividere con 1dette una soladimora, di essere a casa propria in casadi lei! se, chiedendo al domestico checosa c’era a colazione, avesse avutoin risposta il men di 1dette! se la mattina,$uando 1dette voleva anda+re a passeggio nel viale del 8ois de 8oulogne, il suo

dovere di "uon mari+to, anche senza aver voglia di uscire, gli avesse imposto diaccompagnar+la, portandole il mantello $uando lei aveva troppo caldo! e lasera, dopocena, se lei aveva voglia di restare a casa ind6sha"ill6, fosse stato costrettoa rimanerle vicino, a fare $uel che voleva lei! comeallora, tutte le ineziedella vita di 4Hann che gli sem"ravano così tristi, dalmomento che an+davano a far parte della vita di 1dette, avre""ero preso invece,anche lep i f a m i l i a r i c o m e $ u e l l a l a m p a d a , l ’ a r a n c i a t a ,l a p o l t r o n a c h e

 ;@contenevano tanta parte di sogno, che materializzavano tanto desiderio,7

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una specie di dolcezza sovra""ondante e di densit% misteriosaEppure, capiva "eneche ci# che rimpiangeva tanto era una calma, unapace, che non avre""ero certocostituito per il suo amore un’atmosferafavorevole. *uando 1dette avessecessato di essere per lui una creaturasempre assente, rimpianta, immaginaria!

$uando il sentimento che avevaper lei non fosse stato pi il tur"amento misteriosoche gli causava la fra+se della sonata, ma affetto, riconoscenza! $uando fra loro sifossero sta"i+liti rapporti normali mettendo fine alla sua follia e alla sua tristezza,allo+ra, senza du""io, le azioni delia vita di 1dette gli sare""ero apparse

 pocointeressanti in se stesse,7come gi% pi volte ne aveva avuto il sospetto,per esempio il giorno che aveva lettoattraverso la "usta la lettera indiriz+zata a &orcheville. 1sservando con

 perspicacia il proprio male, $uasi selo fosse inoculato lui stesso per studiarlo, si diceva che, una volta guari+to, $uel che 1dette poteva fare glisare""e stato indifferente. Ma, a dire ilvero, dall’interno del suo stato mor"oso,temeva come la morte una simi+le guarigione, essa infatti sare""e stata lamorte di tutto ci# che lui eraattualmente.2opo $uelle serate tran$uille, i sospettidi 4Hann si calmavano! "ene+diceva 1dette, e il giorno seguente, di prima mattina, lefaceva mandarea casa gioielli "ellissimi, perch6 le "ont% del giorno prima avevanodesta+to o la sua gratitudine, o il desiderio di vederle ripetere, o un

 parossismod’amore che aveva "isogno di sfogarsi.Ma in altri momenti il dolore loriassaliva, immaginava che 1dette fos+se l’amante di &orcheville e che $uandol’avevano visto, dal land# dei)erdurin, al 8ois, la vigilia della festa di (hatou

dove non era stato invi+tato, con $uell’aria disperata che aveva colpito perfinoil cocchiere, pre+garla inutilmente di venir via con lui, poi tornarsene per conto suo,solo esconfitto, lei nell’indicarlo a &orcheville dicendogli: «Eh, $uantara""ia»,doveva aver avuto gli stessi sguardi scintillanti, maliziosi, o"li$ui esor+nioni di $uando costui aveva scacciato 4aniette da casa )erdurin.Allora, 4Hannla detestava. «Ma insomma, sono propr io un "ello stu+ pido, si diceva, pago colmio denaro il piacere degli altri. Per# far% "ene astare attenta, non tirar troppo lacorda, perch6 potrei anche non darle piniente. 'n ogni caso, rinunciamo intantoalle gentilezze supplementariPensare che non pi tardi di ieri, siccome

diceva che le sare""e piaciutoassistere alla stagione di 8a9reuth, ho fatto la "estial it% di proporle diprendere in affitto per noi due, nei dintorni, uno deigraziosi castelli delre di 8aviera@. E del resto, non che a""ia fatto salti di gioia, non ha anco+ra detto n6 sì n6 no!speriamo che rifiuti, gran 2io Ascoltare Vagner per  ;

$uindici giorni, con lei che se ne cura come un pesce di una mela sare""edavvero

allegro» E poich6 il suo odio, precisamente come il suo amore, aveva "isogno di manifestarsi e di agire, egli godeva nello spingere sem+pre pi oltre leimmaginazioni cattive! grazie alle perfidie che attri"uivaa 1dette la detestava di

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 pi, e nel caso che fossero ri sultate vere =come cercava di figurarsi> avre""eavuto l’occasione di punirla e di sfogare sudi lei la sua ra""ia crescente . 3iunsecosì perfino a supporre di ricevereuna lettera di 1dette, in cui gli chiedeva deldenaro per prendere in affit+to il castello vicino a 8a9reuth, ma avvertendolo

che lui non poteva ve+nirci perch6 lei aveva promesso di invitare&orcheville e i )erdurin. Ah, come gli sare""e piaciuto che osasse tanto (he gioiadirle di no, metterenero su "ianco la risposta vendicatrice! gi% si compiacevadi scegl ie re i t e rmini , enunciandol i a voce a l t a , come se l a l e t t e ral ’ a v e s s e r i c e v u t a d a v v e r o . 1 r a , f u p r o p r i o $ u e l c h e a v v e n n e , n o n

 p i t a r d i d e l g i o r n o d o p o . 1dette gli scrisse che i )erdurin e i loro amiciavevano manifestato il de+si de ri o di as si st er e a $u el le ra pp re se nt az io ni diVag ner e che, se lu i avesse voluto davvero mandarle il denaro, lei avre""efinalmente avutoil piacere, dopo essere stata così spesso ospite loro, di invitarli a suavol+ta. *uanto a lui, nemmeno una parola: era sottinteso che la loro

 presenzaescludeva la sua.Allora, $uel la terri"i le risposta di cui , il giorno pr ima, aveva sta"il itoogni parola non osando sperare di potersene maiservire, aveva la gioiadi fargliela recapitare. Ahim- capiva "ene che coldenaro che aveva oche avre""e facilmente trovato, lei poteva ugualmente affittare$ualcosaa 8a9reuth dal momento che lo desiderava, lei che non era capacedi fardifferenza fra 8ach e (lapisson. Ma nonostante tutto, se la sare""e pas+sata pi magra. Bon avre""e certo

 potuto, se lui non le avesse spedito$ualche "iglietto da mille franchi, organizzare

tutte le sere, in un castello,una cena raffinata al termine della $uale, forse, si sare""etolta la fantasia7a cui poteva darsi che non avesse ancora pensato7di cadere tra le "raccia di &orcheville.E poi almeno, $uel viaggio detestato,non sare""e stato lui, 4Hann, apagarlo7Magari avesse potuto impedirlo 4e si fosse slogata un piedeprima della partenza, o

se il cocchiere della carrozza che doveva portarlaalla stazione avesseacconsentito, non importa a che prezzo, a condurlain un luogo dove rimanessese$uestrata per un certo tempo, $uella don+na perfida, dagli occhi smal tat i di unsorriso di complicit% rivolto a &or+cheville, che 1dette era per 4Hann da$uarantott’ore ;D

Ma non lo era mai molto a lungo! in capo a $ualche giorno lo sguardoluccicante efur"esco perdeva splendore e doppiezza, $uell’immagine diuna 1dette esecrata che

diceva a &orcheville: «*uanta ra""ia», incomin+ciava a impallidire, a dileguarsi.Allora, a poco a poco, ricompariva e sialzava "rillando dolcemente il voltodell’altra 1dette, $uella che rivolge+va a sua volta un sorriso a &orcheville, ma

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un sorriso dove per 4Hannc’era soltanto tenerezza, $uando diceva: «Bonfermatevi a lungo, perch6a $uel signore lì non gli gar"a molto che io a""ia visite$uando ha vogliadi stare con me. Ah, se conosceste $uell’uomo lì come lo conoscoio», lostesso sorriso con cui ringraziava 4Hann per un tratto di delicatezza chelei

tanto apprezzava, per un consiglio che gli aveva chiesto in unadellecircostanze gravi nelle $uali non si fidava che di lui.Allora, a $uest’altra 1dette,si domandava come aveva potuto scriverela lettera oltraggiosa di cui lei certamentenon lo avre""e creduto capace,fino a $uel momento, e che lo aveva fatto scenderedalla posizione eleva+ta, unica, che con la sua "ont% e lealt% si era con$uistato nellastima di lei.0e sare""e diventato meno caro, giacch6 era proprio per $uelle doti,chenon trovava n6 in &orcheville n6 in nessun altro, che lei lo amava. Pro+

 pr io per esse, 1dette gli dimostrava così spesso una gent ilezza, che lui non prendeva in nessuna considerazione $uando era geloso, perch6 nonera segno didesiderio, e anzi dimostrava affetto pi che amore! ma dicui ricominciava asentire l’importanza via via che la spontanea disten+sione dei sospetti,spesso accentuata dalla distrazione recatagli da un li+ "ro d’arte o dallaconversazione con un amico, rendeva la sua passionemeno avida direciprocit%.2opo $uesta oscillazione, adesso che 1dette era ritornata naturalmen+tenel posto da cui per un momento la gelosia di 4Hann l’aveva rimossa,nel l’angolo incui la trovava adora"ile, 4Hann se la raffigurava piena ditenerezza, con unosguardo accondiscendente, così "ella in $uesto atteg+giamento, che non potevatrattenersi di tendere le la""ra verso di lei co+me se fosse lì e lui potesse

 "aciarla! e di $uello sguardo, affascinante e "uono, le ser"ava

r iconoscenza come se l ’avesse avuto davvero e non fosse stata solol’immaginazione a dipingerlo per appagare il suo deside+rio. (he dispiaceredoveva averle dato (erto, trovava valide ragioni alrisentimento contro dilei, ma non sare""ero "astate a farglielo provarese non l’avesse tantoamata. Motivi altrettanto gravi di rancore non neaveva forse avuti controaltre donne alle $uali oggi avre""e reso volen+tieri un servigio, dal momentoche, non amandole pi, non era pi in col+lera con loro. 4e mai un giorno sifosse trovato nei confronti di 1dette n el la s te ss a c on d iz io n ed’ indi f ferenza, avre""e capi to che sol tanto la

 ;;Fgelosia gli aveva fatto scorgere $ualcosa di atroce, d’imperdona"ile in$ueldesiderio, in fondo così naturale, derivante da un po’ di infantilismoe anche da unacerta delicatezza d’animo, di potere a sua volta, poich6l’occasione si offriva,ricam"iare le cortesie dei )erdurin, giocare alla pa+drona di casa./ornava al puntodi vista7opposto a $uello dell’amore e della gelo+sia, e in cui si metteva talvolta per unasorta di e$uit% intellettuale e pertener conto delle diverse pro"a"ilit%,

7dal $uale cercava di giudicare1dette come se non la amasse, come se fosse per lui una donna come lealtre, come se la vi ta di 1det te , appena lui non

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c’era, non fosse stata di+versa, tramata di nascosto a lui, ordita contro di lui.Perch6credere che lei avre""e gustato laggi, con &orcheville o con al+tri, piaceri ine"riantiche accanto a lui non aveva conosciuto, e che solo lasua gelosia inventava di sana

 piantaI A 8a9reuth come a Parigi, se acca+deva a &orcheville di pensare a lui, poteva

farlo soltanto come a $ualcu+no che contava molto nell’esistenza di 1dette, al $ualeera costretto a ce+dere il posto $uando s’incontravano in casa di lei. 4e &orcheville e1detteavessero trionfato nel trovarsi laggi suo malgrado l’avre""e volutolui,cercando inutilmente di impedirle di andarci! mentre se avesse approva+to il

 progetto, del resto giustifica"ile, lei avre""e avuto l’aria di esser lag+gi per suoconsiglio, vi si sare""e sentita mandata, alloggiata da lui, edel piacere cheavre""e provato nell’ospitare le persone che tanto spessoavevano ospitato lei, sare""estata riconoscente a 4Hann.E, invece di partire in rotta con lui, senza averlo rivisto,7se le avessemandato il denaro, se l’avesse incoraggiata al viaggio preoccupandosidirendergl ie lo piacevole, le i sare""e accorsa, fe l ice , r iconoscente , eluiavre""e avuto $uella gioia di vederla che non godeva da $uasi una setti+mana eche niente poteva sostituire. Perch6, non appena 4Hann riuscivaa rappresentarselasenza orrore, appena rivedeva nel suo sorriso un po’di "ont%, e la gelosianon aggiungeva pi al suo amore i l desiderio dis trapparla a chiun$uealtro, $uest’amore ridiventava soprattutto gusto per le sensazioni che gli dava la

 persona di 1dette, per il piacere che pro+vava nell’ammirare come uno spettacolo ointerrogare come un fenome+no il sorgere di uno dei suoi sguardi, il formarsidi uno dei suoi sorrisi,l’emissione di un suo tono di voce. E $uel piacere, diverso

da tutti gli al+tri, aveva finito col creargli un "isogno di lei che lei sola poteva saziarecon la sua presenza o con le sue lettere, un "isogno disinteressato,artisti+co e mor"oso, $uasi come un altro "isogno che caratterizzava $uelnuovoperiodo della vita di 4Hann, in cui all’aridit% e alla depressione degli an+ni

 passati era seguita una specie di esu"eranza spir ituale senza che lui ;;sapesse a che cosa era dovuto $uesto arricchimento insperato del lavitainteriore, come una persona di salute cagionevole che, a partire dauncerto momento, s’irro"ustisce, ingrassa, e per $ualche tempo sem"ra av+viarsi a

guarigione completa:7$uest’altro "isogno, che si sviluppavaanch’esso al di fuori del mondo reale, era$uello di ascoltare, di conosce+re musica.(osì, per l’alchimia stessa del suomale, dopo aver costruito gelosiacon l’amore, ricominciava a fa""ricare per 1dette tenerezza e piet%. Eraridiventata l’1dette incantevole e "uona. Provavarimorso di essere statoduro con lei. 2esiderava che gli fosse vicina, e, prima, diaverle procura+to $ualche piacere, per vedere il suo viso plasmato, il suo sorrisomodel+lato dalla gratitudine.1dette, sicura di vederlo tornare, dopo $ualche giorno,

tenero e sotto+messo come prima, per chiederle di far pace, si a"ituava così anon averpi paura non solo di dispiacergli, ma anche di irritarlo, e $uandole fa+ceva comodo gli rifiutava i favori a cui lui teneva di pi. &orse non sape+va

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$uanto fosse stato sincero con lei durante il litigio, $uando le avevadettoche non le avre""e mandato denaro e che avre""e cercato di nuo+cerle.&orse non sapeva nemmeno $uanto lo fosse, se non con lei, perlo+meno conse stesso, in altri casi $uando, nell’interesse dell’avvenire delloro legame,

 per mostrare a 1det te che era capace di fare a meno di le i, che una rotturarimaneva pur sempre possi"ile, decideva di stare per unpo’ senza andarla a trovare.Avolte, lo faceva dopo $ualche giorno in cui lei non gli aveva causatonuovi crucci! esiccome sapeva che dalle prossime visite non poteva ca+varne alcunagrande gioia, ma, pi pro"a"ilmente, $ualche dispiacereche avre""e messofine alla calma di cui godeva, le scriveva che, essendomolto occupato, non potevavederla in nessuno dei giorni previsti. 1ra,una lettera di lei, incrociandosicon la sua, lo pregava precisamente dispos tare un incontro. 0ui s idoman dava perch6 ! i sospet t i , i l dolor e s i r iimpossessavano di lui. Belnuovo stato d’agitazione in cui si trovavanon poteva pi mantenerel’impegno che aveva preso nella fase prece+dente di calma relativa: correva dalei e pretendeva di vederla tutti i gior+ni seguenti. E, anche se lei non gli aveva scritto

 per prima, se rispondevasoltanto, acconsentendo al la proposta di una "reveseparazione, $uesta "astava perch6 lui non potesse pi resistere senzavederla. (ontraria+mente ai suoi calcoli infatti, il consenso di 1dette aveva

 provocato in luiun cam"iamento radicale. (ome tutti coloro che possiedonouna cosa,per sapere ci# che accadre""e smettendo un attimo di possederla,l ’avevarimossa dal suo spir i to, lasciando tut to i l resto nel lo s tato di$uando

 ;;Jc’era. 1ra, l’assenza di una cosa non - solo $uesto, non - unasemplicemancanza parziale, - uno scom"ussolamento di tutto il resto, unostatonuovo che durante l’antico non si pu# prevedere.Altre volte invece71dette stava per mettersi in viaggio,7era dopo$ualche piccola disputa, di cui lui sceglieva il pretesto, chedecideva dinon scriverle e non rivederla prima del suo ritorno, attri"uendo

cos ì l eapparenze =e chiedendo i l "enef ic io> d i una grossa l i t e , cheforse leiavre""e creduto definitiva, a una separazione inevita"ile dovuta,

 per lamaggior parte, al viaggio di lei che lui semplicemente faceva incomincia+re un po’ prima. 3i% si figurava 1dette in$uieta, afflit ta per non aver ri+cevutovisite n6 lettere, e $uesta immagine, calmando la sua gelosia, glirendevafacile disa"ituarsi a vederla. 4enza du""io, a tratti, nel pi pro+fondo delsuo spirito dove $uella risoluzione confinava 1dette, grazie atutto lo spaziofrapposto delle tre settimane di separazione accettata, luiconsiderava con piacerel’idea di rivederla al suo ritorno! ma anche concosì scarsa impazienza, che

incominciava a chiedersi se non avre""e rad+doppiato volentieri la durata diun’astinenza così facile. *uesta era co+minciata da appena tre giorni, moltomeno del tempo che spesso avevatrascorso senza vedere 1dette e senza

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averlo premeditato come adesso.Eppure ecco, una leggera contrariet% o unmalessere fisico,7spingendo+lo a considerare il momento presente come eccezionale, fuori

regola, incui la stessa saggezza consentiva di accogliere il sollievo che reca un pia+cere e di congedare, fino a un’efficace ripresa dello sforzo, la volont%,7s os pendeva l ’ az ione d i $ues t ’ u l t ima che s met t eva d i e s e r c i t a r e l asuapressione! o anche per meno ancora, il ricordo di un’informazione che sieradimenticato di chiedere a 1dette, se avesse sta"ilito di che colore vo+leva fareridipingere la carrozza, o a proposito di un certo titolo di 8orsa,se desideravacomprare azioni ordinarie o privilegiate =mostrare di poterrestare senza vederla,

 "enissimo, ma se poi "isognava rifare la vernicia+ tura o se le azioni nondavano dividendi, sare""e stato un "el guaio>, ec+co che, come un elastico teso che siallenta, o come l’aria dentro una mac+china pneumatica che viene socchiusa, l’idea dirivederla, dalle lontanan+ze dov’era confinata, ritornava d’un "alzo nel campo del

 presente e delleimmediate possi"ilit%.)i ritornava senza pi incontrare resistenza, ed’altronde così irresisti+ "ile che a sentire avvicinarsi a uno a uno i $uindici giorni chedoveva re+stare separa to da 1dette , 4Hann aveva soffer to molto menoche nonadesso, ad attendere i dieci minuti impiegati dal cocchiere ad attaccarelac a r r o z z a c h e l ’ a v r e " " e p o r t a t o d a l e i ! e g l i l i

 p a s s a v a i n s l a n c i ;;

d’impazienza e di gioia, riafferrando mille volte, per prodigarle la sua te+nerezza,$uell’idea di ritrovarla che, così repentinamente, $uando la cre+deva tanto lontana,era di nuovo accanto a lui, nello strato pi prossimo della sua coscienza. 'l fatto- che non trovava pi a farle ostacolo il desi+derio di cercare senza indugio diresisterle che in 4Hann era scomparsoda $uando, avendo dimostrato a se stesso,7almeno così credeva,7diesserne così facilmente capace, non vedeva pi inconvenienti nel rinviareun

esperimento di separazione che adesso era sicuro di poter eseguire$uandovolesse. Per di pi, l’idea di rivederla gli ritornava alla mentecon le insegnegioiose di una novit%, di una seduzione e con una virulen+za, che l’a"itudine avevasmussato, ma che si erano ritemprate in $uellaprivazione non di tre ma di$uindici giorni =infatti la durata di una ri+nuncia va calcolata, in anticipo, in

 "ase al termine sta"ilito>! trasforman+do ci# che fino ad allora sare""e stato un piacere atteso, facile da sacrifi+care, in una felicit% insperata contro la $uale si - prividi difese. 'nfine, viritornava adorna dell’ignoranza da parte di 4Hann di ci# che1dette ave+va potuto pensare, forse fare, vedendo che lui non dava segni di vita, co+

sicch6 s i sare""e trovato davanti alla r ivelazione appassionante diuna1dette $uasi sconosciuta.Ma lei, come aveva pensato che il rifiuto didenaro da parte di 4Hannfosse solo una finta, vedeva solamente un pretesto nelle

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informazioni chelui veniva a chiederle sulla carrozza da riverniciare o sultitolo da com+prare. 1dette non ricostruiva infatti le varie fasi della crisiche lui attra+versava, e nell’idea che se ne faceva, ometteva di intenderne ilmeccani+smo, limitandosi a credere solo a ci# che conosceva gi% prima, alla neces+

saria, infalli"ile e sempre identica conclusione. 'dea incompleta7tantopi profonda, chi sa7, se la si giudicava dal punto di vista di 4Hann, il$uale certo si sare""esentito incompreso da 1dette: come un morfino+mane o un tu"ercoloso,

 persuasi di essere stati fermati, l’uno da un even+to esterno $uando stava per l i"erars i del la sua inveterata a"i tudine, l ’altro da un’indisposizioneaccidentale $uando stava finalmente per ri+sta"ilirsi, si sentono incompresidal medico che non attri"uisce la stessaimportanza a $uelle pretesecontingenze, secondo lui semplici travesti+menti assunti per ridiventaresensi"ili ai malati, dal vizio e dallo statomor"oso che in realt% non hannosmesso di pesare incura"ilmente su lo+ro mentre si cullavano in sogni disa gg ez za o di gu ar ig io ne . E d if a tt i l’amore di 4Hann era arrivato allo stadioin cui il medico, e in certi casi ilchi rurg o pi aud ace , si chi edo no se

 pr ivare un malato del suo vizio o estirpargli il male sia ancora ragionevole oaddirittura possi"ile. ;;;(erto, 4Hann non aveva piena coscienza dell’estensione del suo amo+re. *uando

cercava di misurarlo, gli accadeva talvolta di trovarlo dimi+nuito, $uasiridotto a niente! per esempio, in certi giorni gli ritornava allamente il poco gusto,$uasi il disgusto, che, prima di amare 1dette, gliavevano ispirato i suoilineamenti espressivi, il suo colorito senza fre+sc he zz a. « un pro gr ess onotev ole davve ro, s i dicev a i l giorno dopo. 1"iettivamente, ieri non

 provavo $uasi nessun piacere a stare a letto conlei ! - curioso, la trovavo persino "rut ta.» E certamente era sincero, ma il suo amore si estendeva molto di l% delleregioni del desiderio fisico. Per+fino la persona di 1dette non vi occupava pimolto spazio. *uando ilsuo sguardo incontrava sul tavolo la fotografia di

1dette, o $uando leiveniva a trovarlo, faceva fatica a identificare il volto di carne odi carton+cino col tur"amento doloroso e costante che a"itava in lui. 4i diceva $ua+sicon stupore: « lei», come se ci mostrassero, all’improvviso, esterioriz+za tad av an ti a n oi , u na d el le n ost re m ala tt i e, e n on l a t ro va ssi mo

 perniente somigl iante alla nostra sofferenza. «0ei», 4Hann tentava di chie+dersi che cosa fosse! giacch6 una somiglianza fra l’amore e la morte, pidi$uelle troppo vaghe che si ripetono sempre, - di farci indagare pi afondo ilmistero della personalit% per paura che la sua realt% si dissolva.E $uellamalattia che era l’amore di 4Hann si era talmente moltiplicata, siera così

strettamente mescolata a tutte le a"itudini e a tutti i gesti di lui,al suo pensiero, alla sua salute , al suo sonno, alla sua vi ta , perfino a ci# chedesiderava per dopo la morte, faceva ormai talmente un tutt’uno con4Hann, che non

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si sare""e potuto strappargliela senza distruggere anchelui $uasi per intero: comesi dice in chirurgia, il suo amore non era piopera"ile.A causa di $uestoamore 4Hann si era talmente staccato da ogni altrointeresse, che $uando, per caso, ritornava in societ% dicendosi che le suec o n o s c e n z e , c o m e u n a

i n c a s t o n a t u r a e l e g a n t e , c h e d e l r e s t o l e i n o n avre""e saputoapprezzare adeguatamente, potevano restituire anche alui un po’ di pregioagli occhi di 1dette =e forse, in effetti, sare""e statocosì, se non le avessesvilite proprio $uell’amore, che, per 1dette, smi+nuiva tutte le cose chetoccava, perch6 sem"rava proclamarle meno pre+ziose>, vi provava, accanto allosconforto di trovarsi in luoghi e fra perso+ne che lei non conosceva, il piaceredisinteressato che avre""e tratto daun romanzo o da un $uadro nel $uale fosserodipinti i passatempi di unaclasse oziosa! così come, in casa, si compiacevanell’osservare il funziona+mento della vita domestica, l’eleganza delguardaro"a e delle livree, il "uon impiego dei propri capitali, non meno chenel leggere in 4aint+4i+mon, uno dei suoi autori preferiti, il meccanismo dellegiornate, il men ;;dei pasti della signora di Maintenon, o l’avarizia accorta e il gran lusso di0ulliD. E, nella de"ole misura in cui $uel distacco non era totale, la ra+gione di$uesto nuovo piacere goduto da 4Hann era di poter emigrareper un momentonelle rare parti di se stesso rimaste $uasi estranee al suoamore, alla sua sofferenza.4otto $uesto aspetto, la personalit% che gli at+tri"uiva la mia prozia, di «4Hann

figlio», distinta dalla personalit% piindividuale di (harles 4Hann, era$uella di cui adesso si compiaceva dip i . 5n g io rno che , pe r i lco mp le an no de ll a pr in ci pe ss a di Pa rm a, =i n considerazione del fatto che leimeno poteva, indirettamente, far piacerea 1dette procurandole posti per rappresentazioni di gala, per giu"ilei>,aveva voluto mandarle della frutta, nonsapendo "ene in che modo ordi+narla, ne aveva incaricato una cugina di sua madre, la$uale, felice di fareuna commissione per lui, nel dargliene conto, gliaveva scrit to di nonaverla presa tutta nello stesso posto, ma l’uva da(rapote dove - la spe+cialit %, l e fr ago le d a Ka ure t, l e pe re da ( hev et

DF, dove erano pi "elle,ecc., e di avere «personalmente ispezionato edesaminato, uno per uno,ogni frutto». E, difatti, dai ringraziamenti della

 principessa, 4Hann avevapotuto giudicare il profumo delle fragole e la mor"idezzadelle pere. Masoprattutto $uel «ogni frutto ispezionato ed esaminato uno per uno»,erastato un "alsamo al suo dolore! conducendo la sua coscienza in una re+gione dove si recava di rado, se""ene gli appartenesse come erede d’unafamiglia diricca e "uona "orghesia in cui si era conservata, di padre in fi+glio, pronta a mettersial suo servizio appena lo desiderava, la conoscen+za dei «"uoni indirizzi» e l’arte di

sapere far "ene un’ordinazione.(erto, troppo a lungo aveva dimenticato diessere «4Hann figlio» pernon sentire, $uando lo ridiventava per un attimo, un piacere pi vivo di$uel l i che poteva provare i l resto de l tempo e dei

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$ual i era sazio! e se l’ama"ilit% dei "orghesi, per i $uali restava soprattutto così,era meno vi+va di $uella dell’aristocr%zia =ma, d’altronde, pi lusinghiera,

 perch6 inloro, almeno, non si separa mai dalla stima>, la lettera di un’altezzareale,$uali che fossero i divertimenti principeschi che gli proponeva, non pote+va

riuscirgli gradita come $uella in cui gli si chiedeva di fare da testimo+ne, o soltanto diassistere a un matrimonio nella famiglia di vecchi amicidei suoi genitori, alcuni dei$uali avevano continuato a vederlo7comemio nonno, che l’anno prima l’aveva invitato al matr imonio di mia ma+dre7, altri invece lo conoscevano appena, ma si credevano in o""ligo dicortesia verso ilfiglio, verso il degno successore del fu signor 4Hann.Ma, grazie alle intimit% gi%antiche che contava fra loro, in certa misu+ra, anche la gente dell’alta societ% faceva

 parte della sua casa, del suo am+ "iente a"i tuale e del la sua famiglia. *uandoconsiderava le sue "rillanti ;;<

amicizie, 4Hann sentiva lo stesso appoggio esterno, lo stesso conforto di$uandocontemplava le "elle terre, la "ella argenteria, la "ella "iancheriada tavola che glivenivano dai suoi. E il pensiero che, se fosse caduto incasa colpito da unattacco, il cameriere sare""e corso con tutta naturalez+za a cercare il duca di (hartres,il principe di Geuss, il duca del 0ussem+ "urgo

De il "arone di (harlus, gli dava la stessa consolazione che venivaalla nostra vecchia&ranCoise dal sapere che sare""e stata seppellita inlenzuola fini di sua

 propriet%, cifrate, non rammendate =o talmente "ene,che serviva solo ad avere una pialta considerazione della "ravura dellacucitrice>, ricavando dall’immagine evocata difre$uente di $uel sudariouna certa soddisfazione, se non nel senso del

 "enessere , per lo meno del l’amor proprio. Ma soprattut to, poich6 in ogniazione e pensiero chesi riferivano a 1dette, 4Hann era costantementedominato e diretto dalsentimento inconfessato di esserle, se non meno caro,

certamente menogradito a vedersi di chiun$ue altro, sia pure il pi noiosotra i fedeli dei)erdurin! $uando tornava col pensiero a un am"iente per il$uale egliera l’uomo s$uisito per eccellenza, che si faceva di tutto per attirare, chesidispiaceva di non vedere, ricominciava a credere all’esistenza di unavita pifelice e $uasi a provarne appetito, come accade a un malato che,cost ret to a le t toe a dieta da mesi scorge in un giornale il men di unpranzo ufficiale ola pu""licit% di una crociera in 4icilia.4e con la gente del gran mondo eracostretto a inventare delle scuseper non far loro visita, con 1dette cercava discusarsi $uando ci andava.E, per di pi, $ueste visite le pagava =chiedendosi a

fine mese, per pocoche avesse a"usato della pazienza di lei, andando spessoa trovarla, se "astava mandarle $uattromila franchi>, e per ciascuna trovava un prete+sto, un regalo da portarle, un’informazione che le serviva, di aver incon+trato il

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 par lar+g l i in confidenza, di met te re in chiaro cer te voci re lat ive al lavi ta ch e1dette, aveva condotto a Bizza in passato. 1ra, mio zio Adolphe vitra+scorreva l’inverno, e 4Hann pensava che, forse, aveva conosciuto 1dettepropriol%. 'l poco che era sfuggito a $ualcuno in sua presenza circa untale che

sare""e stato l’amante di 1dette, aveva sconvolto 4Hann. Ma lecose che, prima disaperle, avre""e trovato pi orri"ili ad apprendersi epi impossi"ili acredersi, una volta sapute s’incorporavano per semprenella sua tristezza, leammetteva, non avre""e pi potuto capacitarsi chenon fossero accadute. 4oltanto,ciascuna operava un ritocco incancella"i+le all’idea che si faceva della suaamante. 5na volta credette perfino di ;;capire che la leggerezza di costumi di 1dette, che lui non avre""emaisospettato, era a""astanza nota e che a 8aden e a Bizza, $uando un tem+po vitrascorreva parecchi mesi, 1dette aveva goduto una sorta di noto+riet% galante. (erc#di avvicinare certi gaudenti, per interrogarli! ma co+storo sapevano che lui conosceva1dette! e poi aveva paura di spingerli apensare di nuovo a lei, di metterli sulle suetracce. Ma mentre fino ad al+lora niente gli era parso così fastidioso come tuttoci# che si r iferiva allavita cosmopolita di 8aden o di Bizza, adesso,scoprendo che, forse, unavolta 1dette aveva fatto la "ella vita in $uellecitt% di piacere, e non po+tendo accertare se era stato solo per soddisfare isuoi "isogni di denaroche, grazie a lui, non aveva pi, o dei capricci che

 potevano rinascere, sisporgeva con angoscia impotente cieca e vert iginosasull’a"isso senzafondo dov’erano s ta t i inghio tt i t i $uegl i anni de l

 pr inc ipio del 4e t ten+ nioDJ, d u r a n t e i $ u a l i s i p a s s a v a l ’ i n v e r n o s u l l a p r o m e n a d e d e sAn+glaisD, l’estate sotto i tigli di 8aden, e in essi trovava una profondit% do+lorosa eppuremagnifica come $uella che avre""e potuto infondervi unpoeta! e, per ricostruire i fatterelli di cronaca della (osta Azzurra di allo+ra, se mai avessero

 potuto aiutar lo a capi re $ualcosa del sorr iso o degli sguardi di 1dette

7così onesti, per altro così schietti7ci avre""e mes+so pi passione dello studioso di estetica che interroga idocumenti su+perstiti di &irenze nel $uindicesimo secolo per tentare di penetrare piafondo l’anima della Primavera, della "ella )anna, o della )enere del 8ot+ticelliD;. 4pesso la guardava senza dir nulla, pensando! lei diceva: «(hearia tristeche hai». Bon era ancora passato molto da $uando, dall’ideache fosse una

 "uona creatura, simile al le miglior i che avesse mai cono+ sciuto, era passatoall’idea che fosse una mantenuta! inversamente gli eraaccaduto poi di ritornaredall’1dette de (r6c9, forse troppo conosciutadai festaioli, da donnaioli, a $uel

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viso d’una espressione così dolce talvol+ta, a $uella natura così umana. 4idiceva: «(he cosa importa se a Bizzatutti sanno chi - 1dette de (r6c9IGeputazioni del genere, anche se vere,sono costruite con le idee degli altri»! pensavache $uella leggenda, fossepure autentica, era esterna a 1dette, non esisteva dentro di

lei come unapersonalit% irriduci"ile e malefica! riteneva che la creatura che aveva po+tuto essere trascinata al male, era una donna dagli occhi "uoni, dal cuorepieno di piet% per i sofferenti, dal corpo docile che egli aveva tenuto, ave+va stret to fra le "raccia e palpato: una donna che forse un giorno potevaarr ivare a possederetutta, se fosse riuscito a diventarle indispensa"ile.0ei era lì, spesso stanca,il viso per un attimo svuotato della preoccupa+zione fe""rile e gioiosa per $uelle cose sconosciute che facevano soffrire4Hann! si scostava i capelli con le mani!la fronte, il volto apparivano pi ;;D

larghi! allora, d’un tratto, $ualche pensiero semplicemente umano, $ual+che "uonsentimento come ce n’- in tutte le creature $uando, in un mo+ mento di riposoo di concentrazione, sono a""andonate a se stesse, scatu+riva dai suoi occhi comeun raggio giallo. E su"ito, tutto il viso le si ri+ s c h i a r a v a c o m eu n a c a m p a g n a g r i g i a , c o p e r t a d i n u v o l ec h e d’improvviso si aprono trasfigurandola, $uando il sole tramonta. 0a vitache in$uel momento era in 1dette, lo stesso avvenire che sem"rava con+templare come insogno, 4Hann avre""e potuto dividerli con lei! nessunaagitazione negativa sem"rava

avervi lasciato traccia. Per $uanto rari fos+sero, $uei momenti non furono inutili. (olricordo, 4Hann collegava $ueiframmenti, a"oliva gl’intervalli, forgiava comenell’oro un’1dette tutta "ont% e calma per la $uale pi tardi =lo si vedr%nella seconda parte di$uest’opera> fece sacrifici che l’altra 1dette nonavre""e ottenuto. Macom’erano rari $uei momenti, e $uanto poco la vedevaadesso Persinogli appuntamenti della sera! solo all’ultimo minuto glidiceva se potevaaccordarglieli, perch6, sicura di trovarlo sempre li"ero, primavoleva es+ser certa che nessun altro le proponesse una visita. Adduceva come scusailfatto di essere costretta ad aspettare una risposta per lei importantissi+ma, e anchedopo aver fatto venire 4Hann, se alcuni amici domandavanoa 1dette diraggiungerli a teatro o a cena, $uando la serata era gi% inco+minciata,faceva un salto di gioia e si vestiva in gran fretta. )ia via chep ro ce de vanella sua toi let te, ogni suo movime nto avvic inava 4Hann all’istante incui avre""e dovuto lasciarla, in cui lei, con slancio irresisti+ " i l e , s a r e " " ef u g g i t a ! e $ u a n d o , f i n a l m e n t e p r o n t a ,s p r o f o n d a n d o u n ’ u l t i m a v o l t a n e l l o s p e c c h i o l os g u a r d o t e s o e i l l u m i n a t o dall’attenzione, si rimetteva un po’ dirossetto sulle la""ra, si fissava unricciolo sulla fronte e domandava il mantello dasera azzurrocielo con lenappe d’oro, 4Hann aveva un’aria così triste che lei non

 poteva reprime+re un gesto d’impazienza e diceva: «8el modo di ringraziarmi, per avertitenuto $ui fino all’ultimo minuto. 'o che credevo di aver fatto una

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cosacarina. 8uono a sapersi per un’altra volta».(erti giorni , a rischio di irritarla,si riprometteva di cercare di saperedove fosse andata, fantasticava di mettersid’accordo con &orcheville che,forse, avre""e potuto informarlo. 2el resto, unavolta saputo con chi leipassava la sera, era molto raro che, fra tutte le sue

conoscenze, non riu+scisse a trovare $ualcuno che, sia pure indirettamente,conoscesse l’uomocol $uale era uscita, e potesse ottenere facilmente $uesta o$uella infor+mazione. E, mentre scriveva a un amico per chiedergli di cercar dichiari+re $uesto o $uel punto, 4Hann si godeva il riposo di non porsi pi lesuedomande senza risposta, e di trasferire a un altro la fat ica d’interrogare. ;F vero che 4Hann non migliorava di molto $uando possedeva certe in+formazioni. 4apere non permette sempre di impedire! ma, almeno, le co+se chesappiamo le teniamo, se non fra le mani, almeno nel pensiero, do+ve le disponiamoa piacer nostro, il che ci d% l’ illusione di una specie dipotere su di loro. 4Hannera contento tutte le volte che 1dette stava conil signore di (harlus. &ra ilsignore di (harlus e lei, 4Hann sapeva chenon poteva succedere nienteD, che $uando il signore di (harlus la ac+compagnava fuori, lo faceva per amicizia verso di lui, e non avre""e avu+to difficolt% a raccontargli ci# che lei avevafatto. /alvolta, 1dette avevadichiarato a 4Hann in modo così categorico che le eraimpossi"ile veder+lo una certa sera, sem"rava tenerci tanto a uscire, che4Hann attri"uivaun’autentica importanza al fatto che il signore di (harlusfosse li"ero diaccompagnarla. 'l giorno dopo, pur non osando rivolgere al

signore di(harlus troppe domande, facendo finta di non aver capito "ene le primerisposte, lo costringeva a darne di nuove, e dopo ciascuna si sent iva pisollevato, perch6 "en presto si rendeva conto che 1dette aveva impiega+to lasera nei piaceri pi innocenti del mondo. «Ma come, mio caro M6+ m 6 , n o nc a p i s c o " e n e O , a l m u s e o3r6vinD<non ci siete mica andatiuscendo da casa sua. Prima eravate andati da un’altra

 parte. BoI 1h, mache strano Bon sapete $uanto mi divertite, caro M6m6. Ma che

idea "uf+fa ha avu to di and are all o (ha t BoiD@, proprio un’idea delle sueO Bo,siete stato voi. (urioso 2opotutto non - micauna cattiva idea, lei dove+va conoscere molta gente. BoI non ha parlato con nessunoI straordina+rio. Allora ve ne siete rimasi lì, voi due, soli solettiI Mi pare divedervi.4iete molto caro, mio piccolo M6m6! io vi voglio un gran "ene.» 4Hannsisentiva sollevato. Per lui , che pi di una volta, discorrendo con

 persone$ualsiasi che ascoltava a malapena, aveva udito certe frasi =per esempio$uesta: «No visto ieri la signora de (r6c9, era con un uomo che non

co+nosco»>, frasi che su"ito, nel cuore di 4Hann, passavano allo stato solido,vis’indurivano come un’incrostazione, lo straziavano, non si spostavanopi,7

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com’erano dolci invece $uelle parole: «Bon conosceva nessuno,n o n h a p a r l a t o c o n n e s s u n o » , c o m e c i r c o l a v a n o a g e v o l m e n t e i nl u i , com’erano fluide, facili, respira"ili E nondimeno, trascorso un istante, sidicevache 1dette doveva trovarlo "en noioso perch6 fossero $uesti i pia+ceri che preferiva

alla sua compagnia. E se la loro insignificanza, da unaparte lo rassicurava, dall’altragli faceva male come un tradimento.Anche $uando non riusciva a sapere dovefosse andata 1dette, gli sa+re""e "astato, per calmare l’angoscia che provavaallora, contro la $ualela presenza di 1dette, la dolcezza di s tarle accanto era ilsolo specifico=uno specifico che alla lunga aggravava il male, ma che, almeno,calmava ;

momentaneamente il dolore>, gli sare""e "astato, purch6 1dette glieloavesse permesso, di restare a casa di lei mentre lei non c’era, di aspettarlafino all’ora del

ritorno nella cui pace sare""ero venute a confondersi leore che un sortilegio,un maleficio gli aveva fatto credere diverse dalle al+tre. Ma lei non voleva! 4Hannritornava a casa, per la strada si sforzavadi formare vari progetti, smetteva di

 pensare a 1dette! mentre si spoglia+va, riusciva persino a rigirare dentro di s6 pensieri a""astanza liet i! colcuore pieno della speranza di andare l’indomani avedere $ualche capo+lavoro, si metteva a letto e spegneva la luce. Ma non appena,

 pronto peril sonno, cessava di eserci tare su di s6 una costrizione di cuinemmenoaveva coscienza tanto era diventata a"ituale, nell’attimo stesso un "rivi+d oge la to r i fluiva in lui , e s i met t eva a s ing hioz zare. Bon s i

chiedevaneppure perch6, si asciugava gli occhi, si diceva ridendo: «*uesta - "ella,sto diventando nevrastenico». Poi, non poteva evi tare di pensare,congran de stanch ezz a, ch e i l giorno d opo a vre"" e dovu tor icominciare acercare di sapere che cosa aveva fatto 1dette, a mettere di mezzo$ualcu+no per tentare di vederla. *uesta necessit% di un lavorìo senzat r egua , s enza va r i e t % , s enza r i s u l t a t i , g l i e r a t an to c r ude l e che ungiorno, sco+prendosi un gonfiore al ventre, prov# una vera gioia al pensiero chefor+se aveva un tumore mortale, che non avre""e pi dovuto occuparsidiniente, che sare""e stata la malattia a governarlo, a far di lui il suo gio+

cat tolo, fino alla prossima fine. E di fatti, se in $uel periodo gl iaccaddespesso, senza confessarselo, di des iderare la mor te , non eratanto persfuggire all’acer"it% delle sofferenze, ma alla monotonia del suo sforzo.Etuttavia, avre""e voluto vivere fino al momento in cui non l’avre""epi amata,$uando lei non avre""e pi avuto ragione di mentirgli e final+mente lui avre""e

 potuto sapere da lei se $uel giorno che era andato a trovarla nel pomeriggio erao no a letto con &orcheville. 4pesso, per $ual+che giorno, il sospetto che 1detteamasse $ualcun altro lo distraeva dalporsi la domanda relativa a &orcheville,gliela rendeva $uasi indifferente,come le nuove forme di uno stesso stato mor"oso

che sem"rano momen+taneamente averci li"erato da $uelle precedenti.(’erano perf ino giorni in cui non era tormentato da alcun sospetto. 4icredeva guarito. Ma lamattina dopo, al r isveglio, sentiva nello stesso

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 posto lo stesso dolore, di cui, durante la giornata precedente, aveva come diluito lasensazione neltorrente delle impressioni diverse. 'n realt% non aveva affattocam"iatoposto. Anzi, era stata la sua acer"it% che lo aveva svegliato.4iccome1dette non gli dava alcuna notizia sulle cose così importantiche ogni giorno

la occupavano tanto ="ench6 4Hann avesse vissuto a""a+stanza per sapere che diimportanti non ce ne sono, tranne i piaceri>, lui ;Jnon r iusc iva a immaginar le per lungo tempo di segui to , i l cerve l logl i funzionava a vuoto! allora si passava un dito sulle palpe"re affaticate co+me sestesse asciugando le lenti del pincenez, e cessava completamentedi pensare.3alleggiavano tuttavia, su $uell’ignota distesa, certe occupa+zioni che ricomparivanoogni tanto, riallacciate vagamente da lei a $ual+che o""ligo verso parenti lontanio amici di un tempo, i $uali, essendo isoli citati spesso come impedimentoai loro incontri, parevano a 4Hannla cornice fissa, necessaria, della vita di1dette. A causa del tono con cuil e i o g n i t a n t o d i c e v a : « i lg i o r n o i n c u i v a d o c o n l a m i a a m i c a all’ Nippodrome», se lui si sentiva poco "ene e pensava: «&orse 1dette ac+consentire""e a

 passare un momento da me», "ruscamente si ricordavache era appunto $uelgiorno, e si diceva: «Ah, no non vale la pena chie+derle di venire, dovevo

 pensarci prima, - il giorno che va con la sua ami+ca all’ Nippodrome.Gisparmiamoci per $uanto - possi"ile! inutile sprecarsia proporre cose inattua"ili e

rifiutate in partenza». E il dovere che incom+ " e v a s u 1 d e t t e d i a n d a r e a l l ’ Nippodrome, e d a v a n t i a l $ u a l e 4 H a n n s’inchinava, gli appariva non soloinelutta"ile, ma, con il carattere di ne+cessit% che portava impresso, sem"ravarendere plausi"ile e legittimotutto ci# che gli si riferiva da vicino o da lontano.4e, per la strada, 1det+te riceveva da un passante un saluto che risvegliava la gelosiadi 4Hann, "astava che rispondesse alle domande di lui collegando l’esistenzadellosconosciuto a uno dei due o tre grandi doveri di cui soleva parlargli!se,per esempio, diceva: « uno che stava nella tri"una della mia amica

conc u i v a d o a l l ’ Nippodrome»,$ u e s t a s p i e g a z i o n e c a l m a v a i s o s p e t t i d i 4Hann! infatti trovavainevita"ile che l’amica avesse altri invi tati, oltre 1dette, nella tri"una dell’ Nippodromema non aveva mai cercato di figu+rar sel i o non ci era riu scit o. Ah com egl i sare""e piaciuto conoscer la , l ’amica che andava al l ’ Nippodrome,e c h e v i c o n d u c e s s e a n c h e l u i c o n 1dette (ome avre""e dato tutte le sue

conoscenze in cam"io di $ualun+$ue persona avesse l’a"itudine di vedere1dette, fosse anche una mani+cure o una commessa. Avre""e fatto pi per loro che per una regina. Bon gli avre""ero forse fornito, per $uel tanto che

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contenevano della vi+ta di 1dette, il solo calmante efficace per le sue sofferenzeI (onche gioiasare""e corso a passare le giornate da $ualcuno di $uei poveridiavolicon cui 1dette conservava rapporti, o per interesse, o per autentica sem+

 plicit%. *uanto volentier i avre""e eletto a proprio domicil io per semprei l

$uinto piano di una certa casa sordida e invidiata dove 1dette nonlopor tava e dove , se v i avesse a"i t a to con l ’ e sar t ina, f ingendo d i "uongrado di esserne magari l’amante, avre""e ricevuto la visi ta di le i$uasiogn i g ior no . ' n $ue i $ua rt i er i $uasi popo l a ri , che e s is t enzamodesta , ;meschina, ma dolce, nutrita di calma e di felicit%, avre""e accettato di vi+vereindefinitamente.Accadeva ancora talvolta che, dopo aver incontrato 4Hann, 1detteve+desse avvicinarsi $ualcuno che lui non conosceva, e lui notasse sul voltodi 1dettela tristezza che aveva avuto il giorno che era andato a trovarlamentre c’era&orcheville. Ma capitava di rado! perch6 i giorni in cui, no+ nostante tutto ci#che aveva da fare e la paura di ci# che avre""e pensatola gente, 1dette sirisolveva a vedere 4Hann, adesso, predominante nelsuo contegno, era lasicurezza di s6: contrasto netto, forse rivincita incon+scia o reazione naturaleall’emozione timorosa che nei primi tempi in cuilo aveva conosciuto provava accantoa lui, e perfino lontano da lui, $uan+do incominciava una lettera con $ueste parole:«Amico mio, la mano mitrema così forte che riesco appena a scrivere» =almeno loaffermava, e unpo’ di $uel tur"amento doveva esser sincero perch6 leidesiderasse fin+gerne di pi>. Allora, 4Hann le piaceva. 4i trema solo per se

stessi, percoloro che amiamo. *uando la nostra felicit% non - pi in loro mano,checalma godiamo accanto a loro, che disinvoltura, che audacia Parlando+gli , scrivendogli , 1dette non adoperava pi $uelle parole con cuiavevacercato d’illudersi che egli le appartenesse, provocando le occasioni

 perdire «mio», «il mio», $uando si trattava di lui: «4iete voi il mio "ene, -i l p r o f u m o d e l l a n o s t r a a m i c i z i a , l o c o n s e r v o s u d i m e » , p e r  

 p a r l a r g l i dell’avvenire, della morte perfino, come di una cosa che li univainsieme.'n $uel periodo, a tutto ci# che diceva lui, rispondeva con ammirazione:«)oi,non sarete mai come tutti gli altri»! contemplava la sua lunga testaun po’ calva, di cui

la gente che conosceva le con$uiste di 4Hann pensa+va: «Bon - una "ellezzaregolare, se volete, ma - chic: $uel ciuffo, $uelmonocolo, $uel sorriso»! e,forse, pi curiosa di conoscere chi fosse, chenon desiderosa di diventarnel’amante, diceva: «4e potessi sapere che co+sa c’- in $uella testa». Adesso, a tutte le

 parole di 4Hann rispondeva conun tono a vol te ir ri ta to, a volte indulgente:«'nsomma, tu non sarai maicome tutti gli altri». 1sservava $uella testa un po’invecchiata dalle pre+occupazioni =ma della $uale adesso tutti pensavano, in virtdella stessaattitudine che permette di scoprire le intenzioni di un "rano sinfonicodicui si - letto il programma, e la somiglianza di un "am"ino $uando se neconoscono

i genitori: «Proprio "rutto non -, se volete, ma - ridicolo! $uelmonocolo, $uel ciuffo,$uel sorriso», concretizzando, nella loro immagi+nazione suggestionata, il confineimmateriale che a pochi mesi di distan+za separa la testa di un amante

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contraccam"iato da una testa di cornuto>,gli diceva: «Ah, se io potessi cam"iare,rendere ragionevole $uel che c’-in $uella testa». ;;4empre pronto a credere ci# che desiderava, se appena i modi di 1det+te nei suoi

confronti lasciavano adito al du""io, lui si gettava avidamentesu $uelle parole: «0o puoi, se vuoi», le diceva.E tentava di mostrarle che calmarlo, guidarlo, indurlo allavoro, era unno"ile compito al $uale altre donne non chiedevano di meglio checonsa+crarsi! "ench6, sia giusto aggiungere che, in mano loro, il no"ile compitoglisare""e sem"rato solo un’usurpazione indiscreta e insopporta"ile del+la sua li"ert%.«4e non mi amasse un poco, si diceva, non si augurere""edi trasformarmi.Per trasformarmi, "isogner% che mi veda di pi.» (osì,nel rimprovero chelei gli faceva, scorgeva come una prova d’interesse,forse di amore! e, in effetti,gliene dava ormai così poche, che era costret+to a cons id erar e ta l i le svar iate

 pro i" izioni che gl i faceva. 5n giorno, 1dette gli dichiar# che non le piacevail suo cocchiere, il $uale, forse, glimontava la testa contro di lei, e che, inog ni ca so no n av ev a co n lu i la precisione e la deferenza che lei avre""edesiderato. 1dette si accorse chelui voleva sentirle dire: «Bon prenderlo

 pi per veni re da me», come a v r e " " e d e s i d e r a t o u n " a c i o . P o i c h 6e r a d i " u o n u m o r e g l i e l o d i s s e ! 4Hann ne fu i ntenerito. 0a sera,discorrendo col signore di (harlus, chegli permetteva la dolcezza di poter 

 parlare apertamente di lei =perch6 an+che i minimi discorsi che faceva, anchealle persone che non la conosce+vano, in $ualche modo si riferivano a lei>,gli disse: «Eppure, credo chemi ami! - tanto carina con me, certo $uello che

faccio io non le - indiffe+rente». E se, al momento di andare da lei ,montando in carrozza con unamico che doveva lasciare lungo la strada,$uesti gli diceva: «/oh, nonc’- 0oredan a cassettaI», con che gioiamalinconica gli rispondeva: «1hno, per"acco. /i dir#! non posso prendere0oredan $uando vado in via0a P6rouse. A 1dette non piace che io prenda0oredan, trova che non va+da "ene per me! insomma, che vuoi, le donne, saicome sono fat te 4onocer to che le dispiacere""e mol to. 2avvero, c imanchere""e al t ro che prendessi G6mi Mi avre""e fatto una tale storia».*uestinuovi modi che 1dette aveva, adesso, con lui, così indifferenti,distratti, irrita"ili,

4Hann cer tamente ne soffriva, ma non era coscientedel la propriasofferenza. 4iccome 1dette si era raffreddata con lui pro+gressivamente,giorno dopo giorno, solo mettendo a confronto ci# cheera oggi e ci# che erastata in principio egli avre""e potuto scandagliarela profondit% delcam"iamento che si era compiuto. 1ra, $uesto cam"ia+me nto cost i tuiva la sua

 profonda, segre ta fer i ta , che gl i facendo malegiorno e not te , e nonappena avver t iva i s uoi pensi e ri andar c i un po’ troppo vicino, lidirigeva prontamente da un’altra parte, per paura disoffrire troppo. 4i diceva,sì, in modo astratto: «(’- stato un tempo in cui

 ;1dette mi amava di pi», ma, $uel tempo, non lo rivedeva mai. (ome nel suostudio c’era un cassettone che preferiva non guardare, che evita+va, entrando e

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uscendo, facendo un giro, perch6 dentro un casset to era rinchiuso il crisantemoche lei gli aveva donato la prima sera che l’avevaaccompagnata a casa e le letteredove diceva: «Perch6 non vi siete scor+dato anche il cuore, non ve lo avreilasciato riprendere», e «2i giorno e dinotte, a $ualun$ue ora a""iate "isogno di

me, fatemi un cenno, e dispo+nete della mia vita»! così c’era in lui un postoal $uale non lasciava maiavvicinare la sua mente, facendole fare, seoccorreva, il giro di un lungoragionamento affinch6 non dovesse passare davanti:era il posto dove vi+veva il ricordo dei giorni felici.Ma la sua prudenza cosìguardinga fu sventata una sera in cui era an+dato in societ%.Avvenne in casadella marchesa di 4aint+Euverte, durante l’ultima, per$uell’anno, delle serate in cuilei faceva venire ad ascoltare gli artisti chepo i le ser vi va no pe r i suo ico nc er ti di "e ne fic en za . 4H an n, ch e av ev a avuto l’intenzione di andaresuccessivamente a tutte le serate precedentie non si era mai deciso, mentre si vestiva

 per recarvisi, aveva ricevuto lavisita del "arone di (har lus, venuto a offrirgli ditornare con lui dallamarchesa, se la sua compagnia poteva aiutarlo ad annoiarsi un

 po’ meno,a sentirsi meno triste. Ma 4Hann gli aveva risposto:«)oi sapete certo che piacere proverei a stare con voi. Ma il piacere pigrande che possiate farmi - diandare piuttosto a trovare 1dette. )oi sa+pete l’ottimo ascendente che avete su dilei . (redo che stasera non escafino al momento di andare dalla sua esarta, ma, del resto, sar% cer tocontenta che l’accompagniate. 'n ognicaso, la troverete in casa. (ercatedi distrarla e anche di darle dei "uoni consigli.4e poteste com"inare perdomani $ualcosa che le piaccia, e che si potesse faretut t’e t re insiemeO(ercate anche di preparare i l terreno per l ’estate,

se av es se vo gl ia di $ualche cosa, una crociera da farsi insieme, tutti e tre,che soI *uanto astasera, non conto di vederla! ma se lei lo desidera, o sevoi trovaste unmodo, "asta che mi mandiate un rigo dalla signora di 4aint+Euvertefinoa mezzanotte, e poi a casa mia. 3razie di tutto $uello che fate per me,losapete $uanto vi voglio "ene».'l "arone gli promise di recarsi a fare la visita che luidesiderava, dopoaverlo accompagnato fino alla porta del palazzo 4aint+Euverte! e4Hannvi giunse calmato dal pensiero che il signore di (harlus avre""e trascor+so lasera in rue 0a P6rouse, ma in uno stato di indifferenza malinconicaper tutto ci# chenon riguardava 1dette, e specialmente per le mondani+t%, le $uali ne ac$uistavano il

fascino delle cose che, non costituendo pi ;<uno scopo per la nostra volont%, ci si mostrano in se stesse. Appena scesodi carrozza,al primo livello di $uel compendio fittizio della propria vitadomestica che le

 padrone di casa pretendono d’offrire agli invi ta ti nei giorni dei ricevimenti,cercando di rispettare la verit% $uotidiana e $uelladella messinscena, 4Hann sidivertì nel vedere gli eredi delle «tigri» di 8alzacD, gli staffieri, seguito a"ituale delle passeggiate, che, in cappello estivali, stavano

fuori, davanti al palazzo, sul selciato del viale, o davantialle scuderie, comegiardinieri allineati all’ingresso dei rispettivi giardini.0’inclinazione particolare, cheegli aveva sempre avuto, di cercare analo+gie fra gli esseri viventi e i ritratti dei

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musei, si eserci tava anche $ui , main maniera pi costante e pi generale: la vitamondana, ora che se ne eraallontanato, gli si presentava tutta intera, come unasuccessione di $ua+dri. Bel vesti"olo dove una volta, $uando era un uomo dimondo, entra+va chiuso nel sopra"ito per uscirne in frac, ma senza sapere che

cosa vifosse accaduto perch6, nei pochi attimi che restava lì, era ancora col pen+siero alla festa che aveva lasciato, oppure gi% nella festa dove stava pervenire introdotto, per la prima volta not#, svegliata dall’arrivo impensa+to di unospite così tardivo, la muta sparsa, magnifica e oziosa dei grandivalletti chedormivano $ua e l% su sga"elli e cassapanche, e che, sollevan+do i loro no"ili e aguzzi

 profili da levrieri, si drizzarono in piedi, e, riuni+tisi gli formarono un cerchiointorno.5no di loro, d’aspetto particolarmente feroce e a""astanza similealcarnefice di certi $uadri del Ginascimento che rappresentanosupplizi,avanz# verso di lui con aria implaca"ile per prendere le sue cose.Ma ladurezza dello sguardo d’acciaio era compensata dalla dolcezza deisuoiguanti di filo, cosicch6 avvicinandosi a 4Hann, sem"rava dimostrare di+sprezzo

 per la sua persona e riguardo per il suo cappel lo. 0o prese con una attenzionealla $uale la misura esatta del guanto conferiva $ualcosad i m e t i c o l o s o , eu n a d e l i c a t e z z a c h e r e n d e v a $ u a s i c o m m o v e n t e l’apparatodella sua forza. Poi lo pass# a uno dei suoi aiutanti, novizio etimido, che esprimevalo spavento da cui era pervaso roteando da tuttele parti sguardi furiosi, emostrava l’agitazione di una "elva catturata,durante le prime ore di

 prigionia.Pochi passi pi in l%, un pezzo d’uomo in livrea sognava,immo"i le,scultoreo, inutile, come il guerriero puramente decorativo che nei

$uadripi tumultuosi del MantegnaDDsi vede intento a riflettere, appoggiato al+lo sc udo, me ntre accanto a lui c i sia""atte e ci si sgozza! staccato dalgruppo dei compagni che si davanoda fare intorno a 4Hann, sem"ravarisoluto a disinteressarsi della scena, cheseguiva vagamente con gli oc+chi gla uch i e cru del i , come se foss e stat ala s t rage degl’ 'nnocent i o i l ;@

martirio di 4an 3iacomo. 4em"rava appartenere per l’appunto a $uellarazzascomparsa,7o forse non esistita mai, fuorch6 nella pala di 4an_eno e negli affreschidegli Eremitani dove 4Hann l’aveva incontrata edove sta sognando tuttora,7nata dall’incrocio di una statua antica con$ualche modello padovano del Maestroo $ualche sassone di Al"recht2`rer FF

. E le ciocche dei suoi capelli rossi, increspati dalla natura ma in+collati dalla "rillantina, erano trattate a larghi tocchi come nella sculturagreca che il pittore diMantova studiava senza mai stancarsi e che, se""e+ne nell’am"ito del creato, non

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rappresenti altro che l’uomo, sa per# rica+vare dalle sue semplici formericchezze diverse e come tolte in prestitodall’intera natura vivente:cosicch6 una chioma, per le lisce volute e lepu nt e ac um in at e de i ric ci ol i,o per i l t r ipl ice e f iorente diadema del le trecce sovrapposte , evoca

insieme un ciuffo di alghe, una nidiata di co+ lom"i, una corona di giacinti e ungroviglio di serpi.Altri ancora, altrettanto colossali, stavano in piedi suigradini di unascalinata monumentale che, per la loro presenza decorativa e la loromar+morea immo"ilit%, avre""ero potuto far denominare, come $uella del Pa+lazzo2ucale , «la 4cala dei 3igant i»F! 4Hann s’i ncammi n#, tr i st e a l pensiero che 1dette non l’aveva mai salita. Ahcon che gioia invece si sa+re "" e ar ra mp ic a t o su pe r l e sc a l e "u ie ,m a l e o d o r a n t i e a c c i d e n t a t e dell’e sartina, fino a $uel $uinto piano dovesare""e stato felice di paga+r e , p i c a r o d e l l ’ a " " o n a m e n t o se t t i ma n a l ed i un pa l c o d i p r os ce n i o all’1p6ra, il diritto di passare la serata$uando ci si recava 1dette, e an+che gli altri giorni, per poter parlare di lei,vivere con le persone che leiaveva l’a"itudine di vedere $uando non c’era lui, eche perci#, della vitadella sua amante, gli sem"ravano racchiudere $ualcosa di

 pi reale, dipi inaccessi"i le e pi misterioso. Mentre su $uella scala pesti lenziale edesiderata , non essendocene un’altra di servizio, la sera ,davant i a ognipor ta , s i vedeva una "ot t igl ia del la t te vuota e sporca

 preparata sul lostuoino, $ui sullo scalone magnifico e disdegnato che4Hann saliva in$uel momento, da un parte e dall’altra, ad altezze diverse, davanti a

ognianfrat tuos i t% creata nel muro dal la f ines t ra del la loggia o dal la por tad’un appar tamento, messi lì a rappresentare il servizio interno chediri+gevano e facendone omaggio agli invitati, un portiere, un maggiordomo,uneconomo ="rava gente, che, per il resto della settimana, viveva conuna certaindipendenza, ciascuno nel proprio dominio, pranzando perconto propriocome un piccolo "ottegaio e che, forse, un giorno, si sare"+ "e messa al servizio

 "orghese di un medico o di un industriale>, attenti anon trasgredire leraccomandazioni ricevute prima di indossare la sma+gliante livrea cherivestivano solo a rari intervalli, e nella $uale non si

 ;

sentivano molto a loro agio, si tenevano sotto l’arco del proprio portaleconuno splendore pomposo temperato di "onariet% popolana, come san+ti nella nicchia! euno svizzero enorme, a""igliato come in chiesa, "attevaun colpo sul pavimento al

 passaggio di ogni nuovo arrivato. 3iunto incima alla scala, lungo la $ualel’aveva seguito un domestico dalla facciasmorta, con un codino di capelliannodato da un nastro dietro la nuca,come un sagrestano di 3o9aFJ

o un ta"ellone da commedia, 4Hann pas+s# davanti a uno scrittoio, dove alcunivalletti, seduti come notai davantia grandi registri, si alzarono e procedetteroall’iscrizione del suo nome.Attravers# poi un piccolo atrio che

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7come certe stanze preparate dal padrone di casa per servire da cornice a una solaopera d’arte, dalla $ua+le traggono il nome, e, volutamente nude, non contengonoaltro

7esi"i+va all’ingresso, come una preziosa effigie di 8envenuto (elliniFrappre+sentante un soldato di guardia, un giovane servitore col corpo legger+mente piegato in avanti, che, sopra la gorgiera rossa alzava un viso ancorpi rosso dacui sgorgavano fuori torrenti di fuoco, di timidezza e di ze+lo! il $uale, trafiggendocon lo sguardo impetuoso, vigile, travolgente, gliarazzi di Au"assonF;tesi davanti al salone dove si stava ascoltando lamusica, con una impassi"ilit%militare o una fede miracolistica7allego+ria dell’allarme, incarnazione dell’agguato, commemorazione dell’assalto7, aveva l’aria di spiare, angelo o vedetta, dalla torre di una rocca o diunacattedrale, la comparsa del nemico o l’ora del 3iudizio. A 4Hann or+mai nonrestava che entrare nella sala del concerto! un usciere carico di catene gli aprìi "attenti inchinandosi, come se gli stesse consegnando lechiavi di una citt%. Ma lui

 pensava alla casa dove avre""e potuto trovarsiin $uello stesso momento, se 1dettel’avesse permesso, e il ricordo intra+visto di una "ottiglia del latte vuota su uno

stuoino, gli strinse il cuore.4Hann ritrov# rapidamente il senso della "ruttezzamaschile $uando,di l% dal paramento di arazzi, allo spettacolo dei domestici, seguì$uellodegli invitati. Ma $uella "ruttezza, anche dei visi, che pure conosceva co+s ì

 " e n e , g l i s e m " r a v a n u o v a d a $ u a n d o i l o r o l i n e a m e n t i7inveced’essere segni concreti, utilizza"ili per identificare la tale persona che, fi+nora,aveva rappresentato per lui un fascio di piaceri da perseguire, diseccature daevitare o di cortesie da rendere7

, avevano ripreso, coordi+nati solo da rapporti estetici, l’autonomia delle loro linee. Ein $uegli uo+mini, dai $uali 4Hann si trov# circondato, tutto, perfino imonocoli chemolti portavano =e che altre volte avre""ero permesso a4Hann di di retut t ’al pi che por tavano i l monocolo> , dispensat i orada l si gn if ic ar eun’a"itudine, la stessa per tutti, gli apparvero ciascuno conuna sor ta d i indiv idual i t % . &orse perch6 ne l guardare i l genera le d i&ro"ervi l le e i l ;D

marchese di 8r6aut6 che discorrevano sulla soglia, li vide come perso+naggidi un $uadro mentre a lungo erano stati per lui gli utili amici chel’avevano presentato al KocLe9 e assistito nei duelli! il monocolo del gene+rale, rimastogli fra le

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 palpe"re come una scheggia di granata nella facciavolgare sfregiata e trionfale, inmezzo alla fronte che esso rendeva guer+ci a co me l’o cc hi o un ic o de lcic lop e, parv e a 4Ha nn simi le a una fer ita mostruosa che poteva esser glorioso aver ricevuto ma era indecente met+tere in mostra! mentre $uello del signor 

di 8r6aut6, aggiunto, in segno difesta, ai guanti grigio perla, al «gi"us», alla cravatta "ianca, sostituendoloagli occhial i consueti =così faceva anche 4Hann> per andare in societ%,portava, attaccato al risvolto della giacca, come un preparato distoria na+turale visto al microscopio, uno sguardo infinitesimale e "rulicantediama"ilit%, che non cessava di sorridere all’altezza dei soffitti, alla "ellez+za dellafesta, all’interesse dei programmi e alla $ualit% dei rinfreschi.«/oh, eccovi $ua, masono secoli che non vi si vede», disse a 4Hann ilgenerale, e, notando i suoilineamenti tirat i e deducendo che forse era una grave malattia a tenerlo lontanodalla societ%, soggiunse: «Avete uno t t i m o a s p e t t o , s a p e t e » ! m e n t r e i ls i g no r d e 8 r6 a u t6 d o ma n d a va , «(ome voi carissimo, che cosa potetemai fare $uiI», a un romanzieremondano che, sistematosi all’angolodell’occhio il monocolo, suo unicoorgano d’investigazione psicologica e dispietata analisi, rispose con ariaimportante e misteriosa, rotolando laerre:«1sservo».'l monocolo del marchese di &orestelle era minuscolo e privo dimon+tatura, costringendo a un raggrinzimento continuo e dolorosol’occhiodove s’incrostava come una cartilagine superflua, di presenzainesplica+ "i le e di mater ia preziosa, dava al vol to del marchese unadeli catezzamalinconica e lo faceva giudicare dalle donne capace di grandi

sofferen+ze d’amore. Ma $uello del signor di 4aint+(and6, circondato come 4atur+noda un anello gigantesco, era il centro di gravit% di una faccia che, a og nim ome nt o, s i d is po ne va i n r ap po rt o c on e ss o, m en tr e, a f or zadismorfie, il naso fremente e rosso e la "occa carnosa e sarcastica cercavanoditenersi all’altezza dei fuochi tam"ureggianti di "attute di spirito chefacevasfavillare il disco di vetro, e si vedeva preferito ai pi "egli sguar+di del mondo dacerte giovani donne sno" e depravate, alle $uali facevasognare incantesimi artificialie un raffinamento di volutt%. Bel frattem+po, il signor di Palanc9 che, con la grossatesta di carpa dagli occhi roton+di, si spostava lentamente in mezzo alla festa

dischiudendo di tanto intanto le mandi"ole come per cercare l’orientamento, pareva, dietro al suom o n o c o l o , t r a s p o r t a r e c o n s 6 u n f r a m m e n t oa c c i d e n t a l e , e f o r s e ;<F

 puramente sim"ol ico, del vetro del suo ac$uario: parte destinata a rap+ presentare il tutto, che a 4Hann, grande ammiratore dei)izie delle)irt

di 3iotto a Padova, ramment# $uell’ingiustizia accanto alla $uale un ra+mo carico difoglie evoca le foreste dov’- celato il suo covoF

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.Alle insistenze della signora di 4aint+Euverte, 4Hann si era fatto avan+t i , e , per ascol tare un’ar ia del l ’1rfeoF<

e se gu it a d a u n f l au ti st a, s i e ra messo in un angolo da dove,disgraziatamente, aveva come unica pro+spettiva due dame gi% maturesedute una accanto all’altra, la marchesadi (am"remer e la viscontessa di&ran$uetot le $uali, poich6 erano cugi+ne, con le "orse in mano e le rispettive figlie alseguito, durante le serate,passavano il tempo a cercarsi come in una stazione, enon si sentivanotran$uille finch6 non avevano occupato col ventaglio o colfazzolet to,due posti vicini: la signora di (am"remer, poich6 aveva poche conoscen+ze, era tanto pi contenta di aver compagnia, mentre la signora di &ran+$uetot, che invece era molto introdotta, trovava un che di elegante,dior iginale nel most rare a tut te le sue conoscenze altolocate che

 preferivaloro una signora oscura con cui aveva in comune i ricordi digiovent.P i e n o d i u n ’ i r o n i a m a l i n c o n i c a , 4 H a n n l eg u a r d a v a a s c o l t a r e l’ intermezzo per pianofor te =4 a n & r a n c e s c o c h e p r e d i c a a g l i u c c e l l i, di0iszt>F@che era venuto dopo l’aria per flauto, e seguire, attente, il giocovertiginoso delvirtuoso: la signora di &ran$uetot, tutta in ansia, gli occhisperduti, come se i tasti sucui il pianista correva agilmente fossero un se+guito di trapezi da cui rischiasse di

cadere con un salto di ottanta metri, enon senza gettare alla vicina sguardi dis"igottimento e di negazione chesignificavano: «'ncredi"ile, non avrei mai

 pensato che un uomo potesse ar r ivare a tanto»! la s ignora d i(am"remer, da donna che ha ricevutouna solida educazione musicale,

 "at tendo il tempo con la testa trasfor+mata in "ilanciere di metronomo, laoscillava, da una spalla all’altra, conmovimenti così ampi e rapidi =con $uellasorta di smarrimento e di a"+ "andono nello sguardo tipico dei dolori che,ormai inconsapevoli di s6,non cercan o di domin arsi ma $uasi dicon o:«(h e vol ete farc i» >, che aogni momento i "rillanti degli orecchini

s’impigliavano nelle spalline delcorpetto e lei era costretta a raddrizzare i grappolineri che aveva tra i ca+pelli, senza smettere per $uesto di accelerare ilmovimento.2all’altro lato della signora di &ran$uetot, ma un po’ pi avanti, c’eralamarchesa di 3allardon! persa nel suo pensiero favorito, la parentelacheaveva coi 3uermantes, da cui traeva, agli occhi della gente e per s6moltagloria con $ualche umiliazione, dato che i pi "rillanti fra loro la tenevano un

 poco in disparte, forse perch6 era noiosa, o perch6 era catti+v a , o p e r c h 6a p p a r t e n e v a a u n r a m o c a d e t t o , o f o r s e s e n z a a l c u n a ;<

ragione. *uando si trovava accanto a $ualcuno che non conosceva, comein $uelmomento la signora di &ran$uetot, ella soffriva pensando che

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laconsapevolezza della propria parentela coi 3uermantes non potesse ma+nifestarsiesteriormente in caratteri visi"ili, come $uelli che, nei mosaicidelle chiese

 "izantine, disposti uno sotto l’altro, iscrivono verticalmentein colonna, a fianco diogni santo personaggio, le parole che egli figurapronunziare. 'n $uel momento

stava considerando il fatto che non avevamai ricevuto inviti n6 visite dalla suagiovane cugina, la principessa des0aumes, da $uando sei anni prima$uest’ultima si era sposata. *uestopensiero la riempiva di collera, ma anchedi fierezza! giacch6, a forza didire a chi si stupiva di non vederla dalla signorades 0aumes, che era pernon correre il rischio d’incontrarvi la principessa MatildeF7la sua famiglia ultralegittimista non gliel’avre""e mai perdonato7aveva finito col credere che tale era infatti la ragione per cui non an+dava dallagiovane cugina. 4i ricordava peraltro di aver chiesto moltevolte alla signorades 0aumes come fare per vederla, ma lo ricordava so+lo in modo confuso, e, delresto, neutralizzava a""ondantemente $uel ri+cordo un po’ umiliantemormorando: «'n ogni caso, non tocca a me fareil primo passo, io ho vent’annidi pi». 3razie alla virt di $ueste paroleinteriori, spingeva indietro fieramentele spalle staccate dal "usto, sulle$uali la testa, appoggiata $uasi orizzontalmente,faceva pensare a $uella«ricostruita» di un orgoglioso fagiano servito in tavola contutte le penne.Bon gi% che per natura non fosse tracagnotta, cicciona, emascolina! male mortificazioni l’avevano raddrizzata come $uegli al"eri

che, nati inuna "rutta posizione, sull’orlo di un precipizio, sono forzati acrescereall’indietro per conservare l’e$uili"rio. (ostretta, per consolarsi dinonessere completamente alla pari con gli altri 3uermantes, a dirsi senza tre+guache, se li vedeva poco, era per intransigenza di princìpi e fierezza,$uesto

 pensiero aveva fini to col model lare il suo corpo e generarvi unaspecie di prestanza che, agli occhi dei "orghesi , passava per un segno di razza e,$ualche volta, tur"ava di un desiderio fuggitivo lo sguardo affa+ticato degli uominidel «giro». 4e la conversazione della signora di 3al+lardon fosse statasottoposta a una di $uelle analisi che, mettendo in rilie+vo la fre$uenza maggiore o

minore di ogni parola, permettono di scopri+re la chiave di un linguaggio cifrato,ci si sare""e resi conto che nessuna espressione, neanche la pi usuale, viricorreva così spesso, come «in ca+sa dei miei cugini di 3uermantes», «in casadi mia zia di 3uermantes»,«la salute di Elz6ar di 3uermantes», «il palco di miacugina di 3uerman+tes». *uando le parlavano di un personaggio illustre,rispondeva che,senza conoscerlo di persona, l’aveva incontrato mille volte in casadi sua ;<J

zia di 3uermantes, ma lo diceva con un tono così glaciale, con una vocecosìsorda, da mettere su"ito in chiaro che se non lo conosceva di perso+na era in virt ditutti i princìpi inestirpa"ili e ostinati sui $uali si appog+giavano le sue spalle, come a

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$uelle scale su cui gl’insegnanti di ginnasti+ca fanno distendere gli allievi per sviluppare il torace.1ra, la principessa des 0aumes, che nessuno si sare""e aspettatodi ve+dere dal la signora di 4aint+Euverte, arr ivava proprio in $uelmomento.Per mostrare che non cercava di far sentire la superiorit% del suo rango

inun salotto dove veniva solo per condiscendenza, era entrata stringendosinellespalle anche dove non c’era nessuna folla da fendere n6 $ualcunoda lasciar  passare, restando apposta in fondo, con l’aria di trovarcisi pro+prio "ene, come un reche fa la coda alla porta del teatro finch6 le autori+t% non sono state avvertitedella sua presenza! e limitandosi semplice+ mente,7

 per non aver l’aria di segnalare la propria presenza e di preten+dere dei riguardi,7a contemplare il disegno del tappeto o della propriagonna, stava in piedi nelluogo che le era sem"rato il pi modesto =masapendo "ene cheun’esclamazione esultante della signora di 4aint+Eu+verte l’avre""e strappataci lì non appena l’avesse vista>, a fianco della si+gnora di (am"remer che nonconosceva. 1sservava la mimica della suavicina mel#mane, ma non l’imitava.

 Bon gi% che, per una volta che veni+va a passare cin$ue minuti dalla signora di 4aint+Euverte, la principessades 0aumes non desiderasse mostrarsi il pi gentile possi"ile,affinch6 lacortesia che le faceva contasse il doppio. Ma, per natura, la

 pr incipessaa"orr iva ci# che chiamava «le esagerazioni», e ci teneva amostrare che«non era i l caso» di a""andonars i a manifes tazioni chenon andavanod’accordo col «genere» di am"iente dove viveva lei, "ench6, d’altra

 par+t e , n o n m a n c a s s e r o d ’ i m p r e s s i o n a r l a , i n v i r t d i$ u e l l o s p i r i t o d’imitazione prossimo alla timidezza, che anche nella gente

 pi sicura dis6 suscita l’atmosfera di un am"iente nuovo, sia pure inferiore. 'ncomin+ciava a chiedersi se $uel gesticolare non fosse reso necessario dal "ranochestavano suonando e che, forse, non rientrava nel tipo di musica chelei avevaascoltato fino a $uel giorno, se astenersene non fosse dar provad’incomprensione neiconfronti dell’opera e di sconvenienza verso la pa+drona di casa: e così, per esprimere, con un compromesso, i suoi senti+menti contraddittori, ora siaccontentava di tirar su le spalline del vestitoo di fermare fra i capelli "iondi le

 palline di corallo o di smalto rosa, "ri+nate di diamanti , che le facevanoun’acconciatura semplice e deliziosa,esaminando con fredda curiosit% la focosavicina! ora col ventaglio "atte+va il tempo per un attimo, ma, per non a"dicarealla sua indipendenza,contrattempo. *uando il pianista, terminato il "rano di 0iszt,incominci# ;<un preludio di (hopin, la signora di (am"remer rivolse alla signoradi&ran$uetot un sorriso intenerito di soddisfazione competente e di allu+sione al passato. Aveva appreso in giovent ad accarezzare le frasi, dalcollo

lungo, sinuoso e smisurato di (hopin, così li"ere, così flessi"ili, cosìtattili, chesu"ito desiderano e cercano di trovare il proprio posto al difuori e moltolontano dalla direzione di partenza, "en al di l% dal puntodove si era sperato

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che giungesse il loro tocco! ma si divagano in $uelloscarto della fantasia solo per ritornare pi deli"eratamente7con un ri+torno pi premeditato, con precisione maggiore, come su un cristallo

cherisuoni al punto da strappare un grido7, a colpirci nel cuore.)ivendo in una famiglia di provincia che aveva pocheconoscenze, nonandando $uasi mai ai "alli, nella solitudine della sua dimora,ella si eraine"riata a rallentare, o precipitare la danza di tutte $uelle coppie imma+ginarie, a sgranarle come fiori, ad a""andonare per un attimo il "allo perascoltare ilrumore del vento fra gli a"eti sulla sponda del lago, e lì vede+re d’un tratto farsiavanti,7ancora pi diverso di $uanto non lo sianogli amanti di $uesta terra da ci# che siha a lungo sognato7, un giovaneesile dalla voce un poco cantilenante, straniera e falsa, in guanti

 "ianchi.Ma la "ellezza fuori moda di $uella musica sem"rava oggi appassita. Pri+va,da $ualche anno, della stima dei conoscitori, aveva perduto dignit% efascino, eanche le persone di cattivo gusto vi trovavano ormai solo unpiacereinconfessato e mediocre. 0a signora di (am"remer gett# dietro dis6 uno sguardofurtivo. 4apeva che la sua giovane nuora =piena di rispet+to per la nuova famiglia,tranne per $uanto concerneva le $uestioni dellospirito su cui, conoscendo perfino

l’armonia e perfino il greco, possedevaopinioni speciali> , disprezzava (hopinFDe so ff r iva $uando lo sent iva suonare. Ma lontana dalla sorveglianza di $uellaHagneriana, che sedevadistante con un gruppo di persone della sua et%, lasignora di (am"re+mer si lasciava andare a impressioni deliziose. Anche la

 pr incipessa des0aumes le provava. Pur non essendo dotata naturalmente per lamusica,$uindici anni prima aveva preso lezione da una maestra di

 pianofortedel fau"ourg 4aint+3ermain, una donna geniale, ridotta in miseria sul fi+nir della vita, che, all’et% di settantanni, aveva ricominciato a insegnarealle

figlie e alle nipoti delle sue antiche allieve. 1rmai era morta. Ma ilsuometodo, il suo "el tocco, rinascevano a volte sotto le dita delle allie+ve,anche di $uelle che, per il resto, erano diventate persone mediocri,avevanoa""andonato la musica e non aprivano $uasi pi il pianoforte.(osì lasignora des 0aumes pot- scuotere il capo in piena cognizione dicausa,apprezzando con competenza il modo in cui il pianista suonava $uel preludio,che lei sapeva a memoria. 0a fine della frase incominciata ;<;

le nac$ue spontanea sulle la""ra. Ella mormor#: « sempre affascinan+te»,con doppiase

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nel mezzo della parola, che era un segno di raffinatez+za, da cui si sentiva accarezzarele la""ra come un "el fiore così romanti+camente che d’istinto accord# con esse losguardo dandogli, in $uel mo+mento, un che di sentimentale e di vago.& rat tanto las ignor a d i 3a ll a rdon s i s t ava d i cendo che e r a davver ospiacevole

avere così di rado occasione d’incontrare la principessa des0aumes, perch6non vedeva l’ora di darle una lezione non rispondendoal suo saluto. Bonsapeva che sua cugina era lì, ma un movimento del ca+po della signora di&ran$uetot gliela fece scoprire. 'mmediatamente siprecipit# verso leidistur"ando tutti! ma, desiderosa di conservare unaspetto altero e glaciale per ricordare a tutti che non intendeva aver rap+porti con una persona in casa della$uale si poteva s"attere il naso nellaprincipessa Matilde, e con cui nondoveva esser lei a farsi avanti perch6non era «sua contemporanea», volle tuttaviacompensare $uell’aria di al+terigia e riser"o con $ualche frase che giustificasse il suo

 passo e costrin+gesse la principessa ad attaccare discorso! perci#, raggiunta la cugina,lasignora di 3allardon, a viso duro e mano tesa come chi porge unaca r t ag ioca t a pe r f o r za , l e d i s s e : «(ome s t a t uo mar i t oI» , con l ast ess a vocepreoccupata che avre""e avuto se il principe fosse stato moltoammalato.0a principessa scoppiando in una risata che le era caratteristica, destinataamostrare agli altri che si stava "urlando di $ualcuno, e, insieme, a farlasem"rare pi

 "el la concentrando i tratt i del suo viso intorno alla "occa animata e allosguardo scintillante, rispose:«Ma "enissimo».E rise di nuovo. (i# nonostante lasignora di 3allardon sempre rad+drizzando il "usto e gelida in viso, ancorain$uieta per le condizioni disalute del principe, aggiunse:«1riane =$ui la signora

des 0aumes guard# con aria stupita e canzona+toria una terza persona invisi"iledi fronte alla $uale sem"rava tenerci amostrare che lei non aveva maiaut ori zza to l a si gno ra di 3 all ard on a chiamarla per nome>,7ci te rr ei mo lt o ch e do ma ni se ra tu ve ni ss i un momento da me, a sentire un$uintetto di Mozart con clarinettoF. )or+rei un tuo giudizio».Bon sem"rava rivolgere un invito ma domandare unservigio, e aver "isogno del parere della principessa sul $uintetto di Mozart

come se sitrattasse di un piatto preparato da una nuova cuoca, sulle cuicapaci t%desiderasse avere la preziosa opinione di un "uongustaio.«Ma $uel $uintettolo conosco, posso dirti su"itoO che lo adoro ;<

74ai, mio marito non sta "ene, il fegatoO gli fare""e un gran piacerevederti», ripresela signora di 3allardon, presentando ora alla principes+sa come un dovere di carit%una sua partecipazione a $uella serata.0a principessa non amava dire alla gente che

non voleva andare da lo+ro. /utti i giorni metteva per scritto il suo rammaricodi aver dovuto r i+nunciare7

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 per una visita inaspettata della suocera, per un invito del co+gnato, per l’1p6ra, per una gita in campagna7a una serata dove non sisare""e mai sognata di andare. (osì dava a molti la

gioia di credere diavere un rapporto con lei e che, volentieri, sare""e andata da lorose nonfosse stata impedita dal farlo da certi contrattempi principeschi, che li lu+singava veder entrare in concorrenza con la loro serata . 'noltre,facendoparte dell’intelligente «giro» dei 3uermantes dove sopravviveva $ualco+sadello spirito alacre, privo di luoghi comuni e di sentimenti convenzio+nali , chederiva da M6rim6e e ha trovato la sua ultima espressione nelteatro di Meilhace Nal6v9, lo adattava anche ai rapporti sociali, lo tra+sferiva persino nella sua cortesia, che sisforzava di essere positiva, preci+sa, di avvicinarsi all’umile verit%. Ella nonimpiegava niolte parole perdire a una padrona di casa che avre""edesiderato partecipare alla suaserata! trovava pi gentile esporre alcune piccolecircostanze dalle $ualisare""e dipesa la possi"ilit% o meno di intervenire.«4enti, tidir#, rispose alla signora di 3allardon.72omani sera devoandare da un’amica che mi ha chiesto da tanto tempo $ual -il mio gior+no. 4e ci porta al teatro, con la migliore volont% del mondo nonmi sar%proprio possi"ile venire da te! ma se restiamo in casa, siccome so che sa+remo soli, potr# venir via.

7/oh, hai visto il tuo amico 4HannI7Ma no, $uell’amore di (harles, non sapevo che ci fosse, voglio farein modo che miveda.74trano che venga anche dalla vecchia 4aint+Euverte, disse la signoradi 3allardon.1h, lo so che - intelligente, soggiunse, volendo dire intri+ gante.7

M a n o n i m p o r t a , u n e " r e o d a l l a s o r e l l a e c o g n a t a d iduearcivescovi7(onfesso a mia vergogna che non ne sono tur"ata, disse la princi+pessa des0aumes.74o che - convertito, anzi gi% lo erano anche i suoi genitori e i suoinonni. Madicono che i convertiti rimangono pi attaccati degli altri allaloro religione, che fannosolo per finta, sar% veroI

7

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 Bon ho argomenti in proposito.»'l pianista che doveva eseguire due pezzi di (hopin,dopo aver termi+nato i l preludio aveva su"ito at taccato una polacca.Ma da $uando la ;<<

signora di 3allardon aveva segnalato alla cugina la presenza di4Hann,(hopin in persona redivivo, poteva venire a suonare tutte le sueopere,senza che la s ignora des 0aumes fosse in grado di prestargliattenzione.Ella apparteneva a $uella met% del genere umano nella $uale lacuriosit%c h e l ’ a l t r a m e t % p r o v a p e r l e p e r s o n e c h e n o n c o n o s c e ,- s o s t i t u i t a d a l l ’ i n t e r e s s e p e r l e p e r s o n e c h e c o n o s c e .( o m e m o l t e d o n n e d e l fau"ourg 4aint+3ermain, la presenza di $ualcunodel suo giro nello stes+so luogo dove si trovava anche lei, pur non avendoniente di particolareda dirgli, monopolizzava in modo esclusivo la sua attenzione a

scapito ditutto il resto. A partire da $uel momento, nella speranza che 4Hannlanotasse, la principessa, come un topolino "ianco addomesticato a cuisiporge e poi si sottrae una zolletta di zucchero, non fece altro che girare losguardo,

 pieno di mille segni di connivenza privi di rapporto col sent i+ mento della polacca di (hopin, in direzione di 4Hann, e se lui cam"iavaposto, lei spostava parallelamente il suo sorriso calamitante.«1riane, non arra""iarti», riprese la signoradi 3allardon, che non po+teva mai impedirsi di sacrificare le sue pi grandisperanze mondane, edi a""agliare un giorno l’universo, al piacere oscuro,immediato e priva+to di dire $ualche cosa di sgradevole, «c’- chi sostiene che $uesto

signor4Hann - uno che non si pu# ricevere, - veroI7MaO tu devi "en saperlo che - vero,7rispose la principessa des0aumes,7dal momento che l’hai invitato cin$uanta volte, e non - mai venuto.»E

 piantando lì la cugina mortificata, scoppi# di nuovo in una risataches c a n d a l i z z # $ u e l l i c h e s t a v a n o a s c o l t a n d o l a

m u s i c a , m a a t t i r # l’attenzione della signora di 4aint+Euverte,rimasta per educazione ac+canto al pianoforte, e che solo allora, si accorsedella principessa. 0a si+gnora di 4aint+Euverte era felice di vedere lasignora des 0aumes, tantopi che la credeva ancora a 3uermantes ad assistere ilsuocero malato.«Ma come, principessa, eravate lìI74ì, mi ero messa in un angolino, ho ascoltato delle "elle cose.7(ome, eravate $ui da moltoI

7Ma sì, da molto, per# mi - parso "reve, lungo soltanto perch6 non vivedevo.»0asignora di 4aint+Euverte volle cedere la sua poltrona alla principes+sa, che

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rispose:«Ma nient’affatto Perch6I 'o sto "ene dappertutto».E indicando conintenzione, per meglio manifestare la sua sempl icit% di gran dama, uno sga"ellosenza schienale: ;<@

«Ecco, $uel puf, - tutto $uanto mi occorre. Mi far% stare dritta. 1h mio2io, faccioancora rumore, finir# col farmi sgridare».'ntanto, mentre il pianista raddoppiava lavelocit%, l’emozione musica+le raggiungeva il culmine, un domestico passava irinfreschi su un vasso+io facendo tintinnare i cucchiaini, e, come ogniset t imana, la s ignora di4aint+Euverte gl i faceva segno di andarsene,senza che lui la vedesse.5na giovane sposa alla $uale era stato insegnato cheuna donna della suaet% non deve mai aver l’aria annoiata, sorrideva di piacere ecercava congli occhi la padrona di casa per testimoniarle con lo sguardo la gratitudi+ne di avere «pensato a lei» per un regalo del genere. /uttavia, se""enecon

 pi calma della signora di &ran$uetot, seguiva il "rano non senza in+$uietudine! ma lasua aveva per oggetto, anzich6 il pianista, il pianofortesu cui una candela,so""alzando a ognifortissimo, rischiava se non di darfuoco al paralume, almeno di macchiare il palissandro. Allafine non riu+scì pi a trattenersi, e salendo i due gradini della pedana su cui posavailpianoforte, si precipit# a levare il candeliere. Ma proprio $uando lesuemani stavano per toccarlo, il "rano finì su un ultimo accordo e il pianistasi alz#.(i# nonostante, l’ardita iniziativa della giovane, la "reve promi+ scuit% che nerisult# fra lei e il pianista, produssero un’impressione gene+ralmente

favorevole.«Avete notato, principessa, che cosa ha fatto $uella signora»,disse ilgenerale di &ro"erville che si era avvicinato alla principessa des 0aumesper salutarla, mentre la signora di 4aint+Euverte la lasciava un istante.«(urioso. dun$ue un’artistaI7

 Bo, - la giovane signora di (am"remer», rispose distrattamentelaprincipessa, e su"ito aggiunse: «)i ripeto $uel che ho inteso dire, non hola minimaidea di chi possa essere, dietro di me dicevano che si tratta dicerti vicini di campagnadella signora di 4aint+Euverte, ma credo che nonli conosca nessuno. 2evono

essere Qgente di campagnaQ 2el resto, nonso se voi siete molto edotto sulla "r il lante societ% $ui riuni ta, ma io nonho idea del nome di tutte $uestestupefacenti persone. (ome pensate chepas si no la vi ta a pa rt e le se ra tede ll a si gn or a d i 4ai nt +E uv ert eI 2e ve averli fatti venire insieme ai musicisti,alle sedie e ai rinfreschi. Ammette+rete che sono magnifici, $uesti invitatiQmarca 8elloirQJ. 2avvero ha ilcoraggio di affittare $ueste comparse ogni settimanaI Bon -

 possi"ile

7Ah, ma (am"remer - un nome autentico e antico, disse il generale.7

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(he sia ant ico, non ci trovo niente di male, rispose seccamentelapr incipessa, ma comun$u e s ia , non -eufonico» soggiunse staccando laparola come se fosse fra virgolette, piccola

affettazione di pronunzia ca+ratteristica del «giro» 3uermantes. ;<

«)i pareI carina da mangiarsela, disse il generale che non perdeva div i s t a l as i g n o r a d i ( a m " r e m e r . B o n s i e t e d e l l o s t e s s o

 p a r e r e , principessaI74i mette troppo in mostra, trovo che in una donna così giovane nonsia simpatico,

 perch6 non credo che sia una mia contemporanea», risposela signora des 0aumes=$uesta espressione era infatti comune ai 3allar+don e ai 3uermantes>.Ma

vedendo che il signor di &ro"erville continuava a guardare la si+gnora di(am"remer, la principessa, un po’ per cattiveria verso di lei, unpo’ per gentilezzaverso il generale, soggiunse: «Bon - simpaticoO per ilmarito Mi dispiace di nonconoscerla giacch6 vi sta a cuore, vi avrei pre+sentato», disse la principessa, che

 pro"a"ilmente, se avesse conosciuto lagiovane donna, non avre""e fatto proprioniente. «Ma sar# costretta adirvi "uonasera, perch6 - la festa di un’amica, devoandare a farle gli au+guri», disse in tono modesto e sincero, riducendo lariunione mondana,dove si recava, alla semplicit% di una cerimonia noiosa, dove

 per# era o"+ "ligatorio e commovente recarsi. «2’altronde, devo raggiungere lì

8asin,che mentre io ero $ui - andato a trovare $uei suoi amici che voi conosce+te,credo! hanno il nome di un ponte, gli '6na.7Prima - stato il nome di una vittoria, principessa, disse il generale.(hevolete, per un soldataccio come me», soggiunse levandosi il mono+colo per asciugarlo come avre""e cam"iato una "enda, mentre la princi+pessa voltavaistintivamente gli occhi dall’altra parte, «$uesta no"ilt%dell’'mpero, - tutta

un’altra cosa, ma insomma sia $uel che sia, - molto "ella nel suo genere, inconclusione - gente che si - "attuta eroicamente.7Ma io sono piena di rispetto per gli eroi,7disse la principessa intono leggermente ironico! se non vado con 8asin da $uella

 principessa di'6na, non - affatto per $uesto, - semplicemente perch6 non liconosco.8asin li conosce, li adora. 1h no, non - come potete pensare voi, non -unflirt, io non ho ragione di oppormi. 2el resto, per $uel che servono le

mieo"iezioni», soggiunse con voce malinconica, perch6 tutti sapevanoche,dal giorno dopo il matrimonio con l’affascinante cugina, il principedes0aumes non aveva smesso di tradirla. «Ma insomma non - il caso, - gen+te che

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lui ha conosciuto in passato, gli piacciono tantissimo, io trovo chevada "enissimo./anto per cominciare, vi dir#, "astere""e solo $uel chemi ha detto dellacasaO Pensate che tutti i mo"ili sono Q'mperoQ.7

Ma principessa, - naturale, sono i mo"ili dei loro nonni.7Ma io non ho nulla da dire, ci# non toglie che sono "rutti.(apisco "enissimo che uno possa non avere cose "elle, ma per lo meno chenonsiano r idicole . (he voleteI Bon conosco niente di pi "ot tegaio,

 pi ;<D

 "orghese, di $uello stile orri"ile con $uei cassettoni a teste di cigno comele vascheda "agno.

7Ma io credo anzi che a""iano delle "elle cose, devono avere il famo+so tavolo dimosaico su cui - stato firmato il trattato diO7Ah, ma che a""iano cose interessanti sotto l’aspetto storico, non di+co di no. Manon possono esser "elleO dal momento che sono orri"iliAnch’io ho cose delgenere, 8asin le ha ereditate dai Montes$uiou;. 4o+lo che stanno nelle soffitte di 3uermantes dove non le vede nessuno. 2elresto,

insomma, non - $uesto il punto, io mi precipiterei da loro con 8a+sin,andrei a trovarli anche in mezzo alle loro sfingi e ai loro ottoni, sel i conoscess i , maO non l i conosco E a me, $uando ero p iccola , mihansempre detto che non sta "ene andare in casa di gente che non si conosce,disse

 prendendo un tono infantile. E così, faccio come mi hanno insegna+to. )e lafigurate $uella "rava gente se vedessero entrare una personach e nonco nosco noI & orse mi r ice vere" "ero mo lto ma le » a ggiun sela principessa.E, per civetteria, a""ellì il sorriso che le strappava $uestasupposizio+ne, dando allo sguardo azzurro, fisso sul generale,

un’espressione so+gnante e dolce.«Ah principessa, sapete "ene che non stare""eroin s6 dalla gioiaO7Ma no, perch6I», chiese lei con estrema vivacit%, o per far finta dinonsapere che era per il fatto che lei era una delle pi grandi dame di&rancia, o

 per avere il piacere di sentirselo dire dal generale. Perch6I (hene sapete voiI &orse, per loro, sare""e estremamente sgradevole. Bon so,ma se giudico da me, trovo gi%tanto noioso vedere le persone che cono+sco, se mi toccasse vedere gente che nonconosco, Qmagari eroicaQ, credoche impazzirei. 2el resto, vediamo un po’, salvo

$uando si tratta di vec+chi amici come voi, che si conosconoindipendentemente da ci#, non sose l’eroismo sare""e di formato molto

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 porta"ile in societ%. 3i% mi seccaspesso dare dei pranzi , ma se dovessioffrire il "raccio a 4partaco

 perandare a tavolaO Bo davvero, non ricorrerei mai a )ercingetorige

<co+me $uattordicesimo. 4ento che lo terrei in ser"o per le grandi serate.Esiccome non ne doO7Ah principessa, non per nulla siete una 3uermantes. Bon vi mancacerto a voi lospirito dei 3uermantes7Ma dicono sempre lo spiritodei3uermantes, non ho mai potuto ca+pire perch6. 2un$ue ne conoscetealtriche ne a""ianoI», aggiunse scop+piando in una risata spumeggiante e gioiosa,con i lineamenti del visoconcentrati, raccolti nella rete della sua animazione, gliocchi sfavillanti,accesi dal sole radioso di una allegria che solo i discorsi chelodavano il ;@F

suo spirito o la sua "ellezza, anche se era lei stessa a farli, avevano il po+t ere di

accendere. «3uardate , ecco 4Hann, sem"ra che sa lu t i lavostra(am"remer! l%O - a fianco della vecchia 4aint+Euverte, non lovedete2 o m a n d a t e a l u i d i p r e s e n t a r v i . M a s p i c c i a t e v i , s t acercando d iandarsene7Avete notato che cera spaventosa haI disse il generale.7'l mio piccolo (harles Ah, viene finalmente, incominciavo a pensa+re che mievitasse.»4Hann voleva molto "ene alla principessa des 0aumes, e poivederlagli ricordava 3uermantes, terra vicina a (om"ra9, tutto $uel paesechegli era tanto caro e dove non tornava pi per non allontanarsi da1dette.Adoperando le forme per met% artistiche, per met% galanti, con cui sape+va

 piacere alla principessa e che ritrovava naturalmente $uando si rituf+fava per unattimo nel suo vecchio am"iente7e, d’altra parte, volendoesprimere a se stesso la nostalgia che aveva dellacampagna:«Ah», disse parlando «verso le $uinte», per essere inteso sia dallasi+gnora di 4aint+Euverte alla $uale parlava, sia dal la signora des0aumesper la $uale parlava, «ecco l’affascinante principessa )edete, -

venutaapposta da 3uermantes per sentire il4an &rancesco d’Assisi

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di 0iszt e haavuto appena il tempo, come una graziosa cinciallegra, diandare a "ec+care $ualche piccolo frutto di cor"ezzolo e di "iancospino, per adornarsiil capo! c’- ancora perfino $ualche goccia di rugiada, un po’ di $uella "ri+nache certamente fa lamentare la duchessa

@. molto grazioso, caraprincipessa.7(ome, la principessa - venuta apposta da 3uermantesI Ma - trop+po Bonlo sapevo, sono confusa», esclam# ingenuamente la signora di4aint+Euverte,

 poco avvezza al modo di parlare di 4Hann. Ed esaminan+do l’acconciatura della principessa: «Ma - vero, imitaO come dire, non lecastagne, no: oh, - una trovatadeliziosa. Ma come poteva conoscere ilmio programma la principessa 'musicisti non l’avevano comunicatoneanche a me».A"ituato, $uando stavaaccanto a una donna con cui aveva conservatola consuetudine del linguaggiogalante, a dire cose sot t i l i , che molt i ap+partenenti al "el mondo noncom pre nde van o, 4Ha nn non si deg n# di spiegare alla signora di 4aint+Euverte che aveva parlato solo per metafo+ra. *uanto alla principessa, si mise a rideredi cuore, perch6 lo spirito di4Hann era apprezzato moltissimo nel suo giro, e anche

 perch6 non pote+va ascol tare un complimento rivolto a lei , senza trovargligrazie raffina+tissime e un’irresisti"ile arguzia. ;@

«E""ene (har les , sono fe l i ce che v i p iacc iano i mie i p iccol i f ru t t i

di "iancospino. Perch6 salutate $uella (am"remer, siete anche voi unsuovicino di campagnaI»0a signora di 4aint+Euverte, vedendo che la principessasem"rava con+tenta di intrattenersi con 4Hann, si era allontanata.«Ma lo siete anchevoi, principessa.7'oI Ma dun$ue $uella gente possiede campagne dappertutto Macome mi

 piacere""e essere al loro posto.7

 Bon i (am"remer, ma i genitori di le i! lei - una signor ina 0egran+ d i n ,

v e n i v a a ( o m " ra 9 . B o n s o s e s a p pi a t e c h e v o i s i e t e c o n t e s sad i (om"ra9 e che il (apitolo vi deve un tri"utoI7

 Bon so $uel che mi deve il (apitolo, ma so che tutti gli anni il cura+to mialleggerisce di cento franchi, e ne farei "enissimo a meno. 'nsom+ma,$uest i (am"remer hanno un nome stupefacente davvero&in iscegiusto in tempo, ma finisce male7disse ridendo.

7 Bon incomincia meglio, rispose 4Hann.7

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Effettivamente, $uella doppia a""reviazioneO7(ome se una persona molto in collera e molto per"ene, non avesseosatoandare fino in fondo alla prima parola.

7Ma visto che non sare""e riuscito a impedirsi d’incominciare la se+conda,avre""e fatto meglio a terminare la prima e smetterla una "uona volta. 4t iamo dicendo spi r i tosaggini di gus to s$uisi to , mio

 piccolo(harles, ma com’- antipat ico non vedervi pi,7soggiunse in tono ca+rezzevole, mi piace tanto parlare con voi. Pensate chea $uell’idiota di&ro"erville non sarei nemmeno riuscita a far capire che il nome(am"re+mer - stupefacente (onfessate che la vita - una cosa terri"ile. 4olo $uan+dovi vedo, smetto di annoiarmi.»E, senza du""io, $uesto non era vero. Ma 4Hanne la principessa ave+vano una stessa maniera di giudicare le piccole cose, cheaveva per effet+to,7a meno che non ne fosse la causa,7una grande analogia nel mododi esprimersi e perfino nella pronuncia. 0a somiglianzanon colpiva trop+po perch6 niente era pi diverso delle loro due voci. Ma se, col

 pensiero,si riusciva a togliere dai discorsi di 4Hann la sonorit% che li

avvolgeva, i "affi da cui venivano fuori, ci si rendeva conto che erano le stesse frasi,lestesse inflessioni di voce, lo stile del giro 3uermantes. *uanto allecoseimportanti, 4Hann e la principessa non avevano le stesse idee sunulla.Ma da $uando 4Hann era così triste, provando sempre $uella speciedi "rivido che precede il momento in cui si sta per piangere, aveva "isognodi parlaredel proprio dolore come un assassino di parlare del proprio ;@J

delitto. 4entendo la principessa dire che la vita - una cosa terri"ile, prov#la stessa

dolcezza che se gli avesse parlato di 1dette.«1h sì, la vita - una cosa terri"ile.8isogna che ci vediamo, amica mia.(on voi c’- $uesto di "ello, che non siete allegra.4i potre""e passare in+sieme una serata.7Ma certo, perch6 non venite a 3uermantesI Mia suocera impazzi+re""e digioia. /utti lo trovano molto "rutto, ma vi dir# che $uel paesenon midispiace, io ho orrore dei paesi QpittoreschiQ.70o credo "ene, - meraviglioso, rispose 4Hann, - $uasi troppo "ello,troppo vivo per 

me, in $uesto momento! - un paese per essere felici. 4ar%perch6 ci ho vissuto, malaggi le cose mi parlano talmente Appena sialza un soffio d’aria, appenail grano incomincia a muoversi, mi sem"rache de""a arrivare $ualcuno, che

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stia per ricevere una notizia! e $uellepiccole case in riva all’ac$uaO no, sareitroppo infelice.71h, mio piccolo (harles, state attento, ecco $uella terri"ile Gampil+lon, mi ha vista,

nascondetemi, ricordatemi dun$ue che cosa le - capita+to, io confondo, si -sposata la figlia o l’amante, non so pi! forse tutt’edueO e insiemeO Ahno, ora ricordo, - stata ripudiata dal suo princi+peO &ate finta di parlarmi

 perch6 $uella 8ereniceDverr% a invitarmi acena. (omun$ue, io scappo. 4entite, (harles, per unavolta che vi vedo,non vi lascerete rapire e portare dalla principessa di Parma,sare""e tan+to contenta, e anche 8asin che deve raggiungermi l%. 4e non ci fosse M6+m6 a darci vostre notizieO Pensate che non vi vedo mai»4Hann rifiut#! avendoavvertito il signor di (harlus che, andando viadalla signora di 4aint+Euverte, sare""e tornato a casa direttamente, nonvoleva rischiare, andandodalla principessa di Parma, di perdere un "i+glietto che per tutto il tempo,durante la serata, aveva sperato di vedersiconsegnare da un domestico, e cheforse avre""e trovato dal suo portie+re. «Povero 4Hann, disse $uella sera almarito la signora des 0aumes, -sempre caro, ma ha l’aria molto infelice. 0ovedrete, perch6 ha promessodi venire a pranzo da noi uno di $uesti giorni. 'nfondo, trovo ridicoloche un uomo intelligente come lui soffra per una persona di$uel genere,e che non - nemmeno interessante, dicono che sia una veraidiota», sog+giunse con la saggezza della gente non innamorata a cui pare che un

uo+mo di spirito dovre""e essere infelice solo per una persona che lomeriti!pressappoco - come stupirsi che uno si degni di ammalarsi di coleraacausa di un essere così piccolo come il "acillo virgolaJF.4Hann voleva andar via, ma nell’attimo preciso in cui finalmente stavaper scappare, i l generale di &ro"ervi l le gl i chiese di presentar lo al la ;@

signora di (am"remer, e 4Hann, per cercarla, fu costretto a rientrare nelsalone con

lu i . «2i t e un po’ , 4Hann , i o p r e f e r i r e i e s s e r e i l mar i t o d i $ue l l adonna,piuttosto che venire massacrato dai selvaggi, cosa ne diteI»*ueste parole,«massacrato dai selvaggi», trafissero dolorosamente ilcuore di 4Hann!su"ito prov# il "isogno di continuare la conversazionecol generale.«Ah, glir i s pos e , c i s ono s t a t e e s i s t enze mol to "e l l e che s on f i n i t e a$ue lmodoO (osì, sapeteO $uel navigatore di cui 2umont d’5rville ri+por t# le ceneriin patria, 0a P6rouseJO » =E 4Hann era gi% felice comese avesse parlato di 1dette.> « un "el

 personaggio, m’interessa molto, $uello di 0a P6rouse,7aggiunse con aria malinconica.

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7Ah, certamente, 0a P6rouse, disse il generale. un nome conosciu+to, c’- anche unastrada.7

(ono scete $u alcun o in rue 0a P6rouseI , chiese 4 Hann c onariaagitata.7(ono sco solo la s ignora di (h anl iva ul t , la sorel la di $ uel

 "ravo(haussepierre. 0’altro giorno ci ha offerto una "ella serata di recitazione. unsalotto che un giorno diventer% molto elegante, vedrete.7Ah, e a"ita in rue 0a P6rouse. 5na strada simpatica, così "ella, cosìtriste.7Ma no, si vede che non ci siete andato da un po’ di tempo! non - pitriste,incominciano a costruire dappertutto, in $uel $uartiere.»*uando finalmente 4Hann

 present# il signor di &ro"erville alla giova+ne signora di (am"remer, lei anche seera la prima volta che sentiva ilnome del generale, a""ozz# lo stessosorriso di gioia e di sorpresa cheavre""e avuto se in sua presenza non avesse maisentito pronunciare al+tro nome, perch6, non conoscendo gli amici della suanuova famiglia, aogni persona che le conducevano davanti credeva che si trattassedi unodi loro, e, pensando di dar prova di tatto se mostrava di avernesentitotanto parlare da $uando era sposata, tendeva la mano con ariaesitante,destinata a testimoniare il riser"o appreso che doveva vincere, e la

sim+patia spontanea che riusciva a trionfarne. (osì i suoi suoceri, che lei rite+nevaancora le persone pi "rillanti di &rancia, dichiaravano che era unangelo!tanto pi che, avendola fatta sposare al figlio, preferivano mo+strare diaver ceduto al la seduzione del le sue $uali t% piut tosto che a$uella delsuo ricco patrimonio.«4i vede che voi siete musicista nell’anima, signora», le disse ilgenera+le facendo inconsciamente allusione all’incidente del candeliere. ;@;

Ma il concerto ricominci#, e 4Hann capì che non poteva andar via pri+ma che il

nuovo numero del programma fosse finito. 4offriva di restareimprigionato fra$uella gente, di cui la stupidit% e le ridicolaggini lo col+pivano pi dolorosamente perch6, ignorando il suo amore, incapaci diinteressarvisi, se anche l’avesseroconosciuto, e di far altro che sorridernecome di una puerilit% o di deplorarlo come unafollia, glielo mostravanosotto l’aspetto di uno stato d’animo soggettivo, esistente solo

 per lui, sen+za nulla di esterno a confermargliene la real t% ! soffrivasoprattutto, e alpunto che il suono stesso degli strumenti gli faceva venir voglia digrida+re, di prolungare il suo esilio in $uel luogo dove 1dette non sare""e maivenuta,dove nessuno, dove niente la conosceva, dove lei era assente deltutto.Ma tutt’a un

tratto fu come se fosse entrata, e $uell’apparizione gli in+flisse una sofferenza cosìstraziante che dovette portarsi la mano al cuo+re. 'l violino, difatti, erasalito a note alte e lì restava come in attesa,un’attesa che si prolungava

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senza smettere di tenerle, nell’esaltazione incui era di scorgere gi% l’oggettodella propria attesa che si avvicinava, esforzandosi disperatamente diresistere fino al suo arr ivo, di accoglierlo prima di spirare, di mantenergli ancoraun momento aperto, con tutte lesue forze, la via o il varco attraverso cui poter 

 passare , come chi reggauna porta che altrimenti ricadre""e. E prima che 4Hannavesse il tempodi capire e di dirsi: « la piccola frase della sonata di )inteuil, nonascol+tiamo», tutti i ricordi del tempo in cui 1dette era innamorata di lui, i ri+cordiche fino a $uel giorno era riuscito a custodire, invisi"ili, nelle pro+fondit%del suo essere, ingannati da $uel raggio improvviso del tempod’amore checredettero ritornato, si erano risvegliati, e, in un "atter d’ali,erano risali ti acantargli perdutamente, senza piet% per la sua presentesventura, i ritornellidimenticati della felicit%.'nvece delle espressioni astratte come, «il tempo incui ero felice», «iltempo in cui ero amato», che fino ad allora aveva

 pronunciate spesso esenza troppo soffrire, perch6 la sua intel ligenza viaveva racchiuso, delpassato, solo estratti ipotetici che non ne conservavano alcunatraccia, ri+trov# tutto ci# che di $uella felicit% perduta aveva fissato per sempre laspecifica e volatile essenza! rivide tutto, i petali nivei e ondulatidel cri+santemo che lei gli aveva gettato nella carrozza e che lui aveva

 premutocontro le la""ra,7l’indirizzo in rilievo della«Maison 2or6e»sulla letterain cui ave va let to: «0a man o mi tre ma cos ì f ort e m en tre vi

scr ivo»,7l’accostarsi delle sopracciglia di lei $uando gli aveva detto con aria sup+

 p l i c h e v o l e : « B o n s a r % f r a t r o p p o t e m p o c h e m i c h i a m e r e t e I » !s e n t ì l’odore del ferro del parrucchiere da cui si faceva tagliare a spazzolai ;@capelli mentre 0oredan andava a prendere la piccola operaia, gli scroscidi

 pioggia che caddero così spesso $uella primavera, il ritorno gelido nel+la sua

)ictoria, al chiaro di luna! tutte le maglie di a"itudini mental i,diimpressioni stagionali, di reazioni cutanee, che, sul succedersi di$uellesettimane, avevano steso una rete uniforme in cui il suo corpo si trovavadinuovo intrappolato. 'n $uel periodo, imparando a conoscere i godi+menti dichi vive d’amore, egli soddisfaceva una curiosit% voluttuosa.Aveva creduto di

 potersi limitare a $uelli e che non sare""e stato costret+to a impararne i dolori ! che piccola cosa gl i pareva, adesso, la grazia di1dette se paragonata al terroreincredi"ile che la prolungava come untor"ido alone, all’immensa angosciadi non sapere in ogni momento ci#che lei aveva fatto, di non possederla

dappertutto e sempre Ahim-, si ri+cord# il tono con cui lei aveva esclamato:«Ma io potr# sempre vedervi,sono sempre li"era», lei che adesso non lo era pi

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l’interesse, la curiosi+t% che provava per la vita di lui, i l desiderioappassionato che le conce+desse il favore7da lui invece temuto a $uel tempo come causa di muta+menti sgradevoli

7di lasciarvela penetrare! come aveva dovuto pregar+lo perch6 si lasciasse condurre dai)erdurin! e $uando la faceva venire acasa sua una volta al mese, $uanto spesso avevadovuto ripetergli, primadi riuscire a piegarlo, che delizia sare""e stata l’a"itudine divedersi ognigiorno, che lei allora sognava mentre a lui sem"rava solo unaseccaturapiccola e fastidiosa, che poi lei aveva preso a odiare e rottodefinitiva+mente, mentre era diventata per lui un "isogno così invinci"ile e così do+loroso. Bon sapeva di aver detto la verit% fino in fondo $uando, laterzavolta che l’aveva vista, siccome lei ripeteva: «Ma perch6 non milasciatevenire pi spessoI», le aveva detto ridendo con galanteria: «Per pauradisoffrire». Adesso, purtroppo, accadeva ancora, talvolta, che lei gli scri+vesse da un ristorante o da un al"ergo su carta che ne portava impressoiln o m e ! m a e r a n o c o m e l e t t e r e d i f u o c o c h e l o " r u c i a v a n o .« 4 c r i v e dall’Notel )ouillemontJJI (osa pu# esserci andata a fareI con chiI checosa sar% successoI» Gicord#i fanali a gas che si stavano spegnendo nel "oulevard des 'taliens $uando,contro ogni speranza, l’aveva incontratafra le om"re vaganti, in $uella notte che gliera parsa $uasi soprannatura+le! e che infatti

7notte di un tempo in cui lui non doveva neanche chie+dersi se l’avre""econtrariata a cercarla, a trovarla, tanto era sicuro cheper lei non c’era gioia

 pi grande di vederlo e rincasare insieme7ap+parteneva a un mondo misterioso nel $uale non si pu# tornare mai

 pi$uando le porte ne s iano state r ichiuse. E 4Hann scorse,immo"i le d i fronte a $uella felicit% rivissuta, uno sventurato che gli fece piet%

 perch6

 ;@<

al momento non lo ricono""e, tanto che dovette a""assare gli occhi pernonfar vedere che erano pieni di lacrime. Era lui stesso.*uando lo capì, cess# diavere piet%, ma fu geloso dell’altro se stessoch e 1d et te av ev a am at o, fugeloso di coloro di cui spesso si era dettosenza troppo soffrire, «forseli ama», adesso che aveva scam"iato l’ideavaga di amare, nella $ualenon c’- amore, coi petali del crisantemo el’intestazione dellaMaison 2or6e

, che, loro sì, ne erano pieni. Poi, diven+tando troppo viva la sofferenza, si pass# la mano sulla fronte, lasci# ca+dere il monocolo, ne assicur# la lente. Esenza du""io, se si fosse visto in$uel momento, alla collezione di monocoli che

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aveva colpito la sua im+maginazione, avre""e aggiunto il monocolo che eglirimuoveva come unpensiero importuno, cercando con un fazzoletto dicancel lare dal la su+perficie appannata i dispiaceri.(i sono nel violino7

se non vedendo lo strumento, non - possi"ilerapportare ci# che si ascoltaalla sua immagine, la $uale modifica la so+norit%7accenti così simili a certe voci di contralto, da creare l’illusioneche una cantante si siaaggiunta al concerto. Alziamo gli occhi, si vedonosolo le casse armoniche,

 preziose come scatole cinesi, ma, a tratt i, siamoancora ingannati dal richiamoillusorio della sirena! a volte, crediamo an+che di udire un genio prigioniero che sidi"atte in fondo alla dotta scato+la, stregata e fremente, come un diavolo inun’ac$uasantiera! a volte, infi+ne, nell’aria, - come un essere soprannaturale e puroche passasse sroto+lando il suo messaggio invisi"ile.(ome se i musicisti, pi cheeseguire la piccola frase, adempissero ai riti prescritti per farla comparire,

 procedendo agli incantesimi necessari aottenere e prolungare di $ualche istante il prodigio della sua evocazione,4Hann, i l $uale non poteva veder la pi chese fosse appartenuta a unmondo ultravioletto, e assaporava come il refrigeriodi una metamorfosinella cecit% momentanea da cui era colpito avvicinandosi a lei, ela senti+va presente, come una dea protettrice, confidente del suo amore, che,

 perpoter giungere fino a lui davanti al la folla e condur lo in disparte a par+l a rgl i , avesse indossa to i l t r avest imento d i $uel l ’apparenza sonora .Ementre passava, lieve, rassicurante e mormorata come un profumo, di+

cendogli ci# che aveva da dirgli, e di cui lui scrutava tutte le parole ram+maricandosidi vederle così presto involarsi, egli faceva, involontaria+mente, con le la""rail movimento di "aciare, al suo passaggio, un corpoarmonioso e fuggitivo. Bon sisentiva pi esiliato e solo, perch6 essa, chesi rivolgeva a lui, gli parlava sottovoce di1dette. 'nfatti, non aveva pi,come un tempo, l’impressione che 1dette e lui fosserosconosciut i per lapiccola frase. Era s tata così spesso test imone del leloro gioie vero ;@@anche che, spesso, lo aveva avverti to della loro fragi li t%. E anzi,

mentreallora egli indovinava la sofferenza nel suo sorriso, nella suaintonazionelimpida e disincantata, oggi vi trovava piuttosto la grazia di unarasse+gnazione $uasi gaia. 2ei dispiaceri di cui gli parlava un tempo, dandoglilasensazione di trascinarli via, sorridendo, nel suo corso sinuoso e rapi+do, senza chelui ne fosse toccato, $uei dispiaceri che adesso erano diven+tati i suoi senzasperanza di esserne mai li"erato, sem"rava gli dicesse,come in passatodel la sua feli cit %: «(h e cos ’- tut to $ue stoI non - pi niente». E, in unoslancio di piet% e tenerezza, il pensiero di 4Hann and#per la prima volta a)inteuil, a $uel fratello sconosciuto e su"lime che,anche lui, doveva aver 

molto sofferto! che vita poteva essere stata la suaIin fondo a $uali dolori avevaattinto $uella forza divina, $uella potenzaillimitata nel creareI *uando erala piccola frase a parlargli della vanit%delle sue sofferenze, 4Hann trovava

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superficie oscura, si sentiva un contenuto così consisten+te, così esplicito, a cui essadava una forza così nuova, così originale, chechi l’a ve va as co lt at a, laconservava in s6 sullo stesso piano delle ideedell’intelligenza. 4Hann visi riferiva come a una concezione dell’amore edella felicit%, e sapeva così "ene in che

cosa era particolare, come lo sape+va per laPrincesse de (l-vesJo per  Gen6J;, ap pe na il lo ro no me gl i si presentava alla mente. Anche $uando non ci

 pensava, la piccola frase esi+steva latente nel suo spir ito, a par i ti tolo di cer tealtre nozioni prive die$uivalente, come la nozione della luce, del suono, delrilievo, del piace+re fisico, che sono i ricchi possedimenti nei $uali si diversifica e dei$ualisi adorna il nostro regno interiore. &orse li perderemo, forse sicancelle+ranno, se noi ritorniamo nel nulla. Ma, finch6 viviamo, non possiamo

 piagire come se non li conoscessimo, al pari di un oggetto reale, nello stes+so modoin cui, per esempio, non possiamo du"itare della luce della lam+pada che vieneaccesa davanti agli oggetti trasfigurati di camera nostra,da cui - fuggito

 persino il ricordo del "uio. (osì , la frase di )inteuil7come ad esempio un cer to tema del/ristano

J, ch e ra pp re se nt a a su a volta un determinato ac$uisto sentimentale per noi7aveva sposato lanostra condizione mortale, aveva preso $ualche cosa diumano e $uestoera assai commovente. 0a sua sorte era legata all’avvenire, allarealt% del+la nostra anima, di cui costituiva uno degli ornamenti pi peculiari, me+gliodifferenziati. &orse la verit% - il nulla, e tutto il nostro sogno non esi+ste, ma noi allorasentiamo che $ueste frasi musicali, $ueste nozioni cheesistono in rapporto a esso,dovranno essere nulla anch’esse. Periremo,

 ;@D

ma teniamo in ostaggio $ueste prigioniere divine che seguiranno il no+strodestino. E la morte, accanto a loro ha $ualche cosa di meno amaro,di menoinglorioso, forse di meno pro"a"ile.4Hann, dun$ue, non aveva torto a credere che lafrase della sonata esi+stesse realmente. (erto, umana sotto $uesto aspet to, essaappartenevaper# a un ordine di creature soprannaturali che noi non a""iamo mai vi+s t o , m a c h e t u t t a v i a r i c o n o s c i a m o , r a p i t i , $ u a n d o u ne s p l o r a t o r e dell’invisi"ile riesce a catturarne una e a condurla, dal mondo divino

do+ve egli ha accesso, a "rillare per $ualche istante sul nostro. *uesto avevafatto)inteuil con la piccola frase. 4Hann sentiva che il compositore, coisuoistrumenti musicali, si era limitato a svelarla, a renderla visi"ile, a se+guirne e

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rispettarne il disegno con mano così tenera, così prudente, cosìdelicata esicura, che a ogni momento il suono si alterava, sfumando perindicare un’om"ra,ravvivandosi $uando doveva seguire la traccia di uncontorno pi ardito. E la

 prova che 4Hann non s i s"agl iava credendo nell’esistenza reale di $uella

frase, - che ogni intenditore un po’ attento sisare""e accorto su"ito del l’inganno,se )inteuil, avendo meno potenzaper vederne e renderne le forme, avesseaggiunto $ui e l% $ualche trattodi suo, per cercare di nascondere le lacune dellasua visione o i cedimentidella mano.El la ora er a sp ari ta . 4H an n sa pev a ch esare""e riapparsa alla finedell’ultimo movimento, dopo un lungo "rano che il

 pianista della signo+ra )erdurin sal tava sempre . (’erano in $uel "rano,mi ra"il i idee che4Hann al primo ascolto non aveva distinto e che percepivaadesso, comese, nel guardaro"a della sua memoria, si fossero s"arazzate deltravesti+mento uniforme della novit%. 4Hann ascoltava tutti i temi sparsiche sa+re""ero entrati nella composizione della frase, come le premessenellaconclusione necessaria, assisteva alla sua genesi. «(he audacia, sidiceva,geniale forse $uanto $uella di un 0avoisier, di un Amp-reJ<, l’audaciadi un )inteuil che sperimenta, che scopre le leggi segrete di unaforzasconosciuta, guidando attraverso l’inesplorato, verso la sola meta possi+ "ile, icavalli invisi"ili a cui si affida e che non potr% mai scorgere.» (he "eldialogo ascolt# 4Hann, al principio dell’ultimo tempo, fra il pianofor+te e il viol ino0a soppressione delle parole umane, lungi da lasciar re+gnare l’ar"itrio, comesi sare""e potuto credere, l’aveva eliminato! mai illinguaggio parlato fu

condizionato da una necessit% così inflessi"ile n6cono""e a tal punto la pertinenza delle domande, l’evidenza delle rispo+ste. 2apprima il pianofortesolitario si lament#, come un uccello a""an+donato dalla compagna! ilviol ino lo udì, gli rispose come da un al"eroaccanto. Era come al principio delmondo, come se ancora non ci fossero ;F

che loro due sul la terra, o meglio in $uel mondo chiuso a tutto ilresto,costruito dalla logica di un creatore, e dove non sare""ero stati mai altroche

loro due:7il mondo della sonata. Era un uccello, era l’anima ancoraincomp le ta del la

 piccola frase, era una fata , $ues to essere invis i" i le e piangente, di cuiil pianoforte ripeteva teneramente il lamentoI 0e suegrida erano cosìimprovvise, che il violinista, per raccoglierle, dovevaprecipitarsi sull’archetto.Meraviglioso uccello 'l violinista sem"rava vo+lerlo incantare, addomesticare,

 prendere. 3i% era entrato nella sua anima,gi% la piccola frase evocata agitavacome $uello di un medium il corpoveramente posseduto del violinista.

4Hann sapeva che avre""e parlatoancora una volta. E si era sdoppiato così "eneche l’attesa dell’attimo im+minente in cui le si sare""e ritrovato di fronte, loscosse con uno di $ueisinghi ozzi che un "el verso o una tr is te notiz ia

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 provocano in noi , non $uando siamo soli, ma $uando li ri feriamo adamici, nei $ual i ci rispec+chiamo come un’altra persona la cui commozione

 pro"a"ilmente sta perintenerirli. Giapparve, ma, $uesta volta, per li"rarsi in aria eli"rarvisi unattimo solo, come immo"ile, e dopo svanire. (osì 4Hann non

 perdevaneppure un attimo del tempo cortissimo in cui si protraeva. Era ancoralì,c o m e u n a " o l l a i r i d a t a s o s p e s a p e r a r i a . ( o m e u na r c o " a l e n o , i l c u i splendore s’ inde"olisce, si attenua, poi r isorge, e,

 pr ima di spegnersi, siesalta un momento come non aveva mai fatto! ai duecolori che fino adallora aveva mostrato, aggiunse altre corde screziate, tutte $uelledel pri+sma, e le fece cantare. 4Hann non osava muoversi e avre""e volutofarestar fermi anche gli altri, come se il minimo movimento potesse compro+mettereil prestigio soprannaturale, delizioso e fragile, che era così vicinoa scomparire.

 Bessuno, in verit%, si sognava di parlare. 0a parola ineffa+ "ile di un solo assente,forse di un morto =4Hann non sapeva se )inteuilancora vivesse>, aleggiandosopra i riti di $uegli officianti, "astava a te+nere avvinta l’attenzione ditrecento persone e faceva di $uel la pedana, dove un’anima veniva così evocata,uno dei pi no"ili altari su cui possacompiersi una cerimonia soprannaturale. E così,$uando infine la frase sifu dissolta, fluttuando a lem"i nei motivi seguenti cheavevano gi% presoil suo posto, e se, sulle prime, 4Hann si irrit# nel vedereche la contessadi Monteriender, cele"re per le sue ingenuit%, si chinava verso di lui

 perconfidargli le proprie impressioni prima ancora che la sonata finisse, poinon pot-fare a meno di sorridere e forse di trovare anche un senso pro+fondo einconscio nelle parole di cui si era servita. 4tupita della virtuosit%degl’interpreti, la

contessa esclam# rivolgendosi a 4Hann: «Prodigioso,non ho mai vistoniente di così impressionanteO ». Ma uno scrupolo die s a t t e z z a l e f e c ec o r r e g g e r e l a p r i m a a s s e r z i o n e , e a g g i u n s e $ u e s t a ;r i s e r v a : « B i e n t e d i c o s ì i m p r e s s i o n a n t e O d o p o i t a v o l i n i c h e

 " a l l a + no»[email protected] p ar ti re d a $ ue ll a s er at a, 4 Ha nn c ap ì c he i l s en ti me nt o c he1det teaveva nutrito per lui non sare""e mai rinato, che le sue speranze di felici+t%

non si sare""ero pi avverate. E i giorni in cui, per caso, era stata an+coragentile e affettuosa con lui, e se aveva avuto $ualche premura,egliregistrava $uei segni apparenti e ingannevoli di un leggero ritorno aluicon la sollecitudine intenerita e scettica, la gioia disperata di chi, assisten+do unamico giunto agli ultimi giorni di un male incura"ile, riferisce co+me fattistraordinari: «'eri ha fatto i conti da s6, ed - stato lui ad accorger+si di un errore disomma che avevamo fatto noi! ha mangiato di gusto unuovo! se lo digerisce "ene,domani proveremo con una costoletta», pursapendo che sono episodi privi disenso alla vigilia di una morte inevita+ "ile. (ertamente, 4Hann era sicuro che

se ora ne fosse vissuto lontano,1dette avre""e finito col diventargliindifferente, perci# sare""e statocontento che lei lasciasse Parigi per sempre! luiavre""e avuto il coraggiodi rimanere, ma non aveva $uello di partire.4pesso

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glien’era venuta l’idea. 1ra che si era rimesso al suo studio su)ermeer,avre""e avuto "isogno di r i tornare, a lmeno $ualche giornoal l ’AXa, a2resda, a 8runsHicL. Era convinto che una2iana al "agno

Jche era stata ac$uistata dal Mauritshuis alla vendita 3oldschmidt comeun Bicola Maes, in realt% fosse un )ermeer. E avre""e voluto studiare il$uadro sul posto per convalidare la sua convinzione. Ma lasciare Parigimentre c’era1dette, e anche $uando non c’era,7

 perch6 nei luoghi nuo+vi, dove le sensazioni non sono attutite dall’a"itudine, undolore si ritem+pra, si rianima7era per lui un progetto così crudele, che si sentiva ca+pace di pensarciincessantemente, solo perch6 si sapeva risoluto a nonme tte rlo in pra ti camai . Ma accadeva che, dormendo, i l proposi to del viaggio rinascessein lui,7senza ricordarsi che $uesto viaggio era im+possi"ile7e lì si realizzasse. 5n giorno sogn# di partire per un anno! af+facciato allo sportellodello scompartimento verso un giovane uomo che,dal marciapiede, lo salutava

 piangendo, 4Hann cercava di convincerlo apartire con lui. Mentre il treno si metteva

in moto, l’ansia lo svegli#, si ri+co rd # ch e no n dov ev a par ti re , che av re "" evisto 1dette la sera s tessa, l ’indomani, e $uasi ogni giorno. Allora,ancora tur"ato dal sogno, "ene+disse le circostanze particolari che lorendevano indipendente, che glipermettevano di restare vicino a 1dette, eanche di riuscire a ottenereche lei $ualche volta gli concedesse di vederlo! e,ricapitolando tutti $ue+sti vantaggi: la sua posizione sociale7la sua ricchezza, di cui spesso leiav ev a t r op po " i s o gn o pe r no ni n d i e t r e g g i a r e d a v a n t i a u n a r o t t u r a

 ;J

=dicevano persino che avesse il pensiero recondito di farsi sposare>7l’amicizia del signor di (harlus, i l $uale, a dir i l vero, non gli avevamaifatto ottenere grandi cose da 1dette, ma che gli regalava la dolcezzadis a p e r e c h e 1 d e t t e s e n t i v a p a r l a r e d i l u i i n m o d ol u s i n g h i e r o d a $uell’amico comune per il $uale lei aveva tanta stima7

e infine anche lasua intel l igenz a, che egl i impieg ava tut ta a inven tareogni giorno unnuovo espediente che rendesse la propria presenza, se non gradita,alme+no necessaria a 1dette

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malato, e oggi,per gelosia, per collera, per $ualche idea improvvisa che si eraimpadro+nita di lui, aveva desiderato di fargli del male. 'n fondo $uesta speciediuomini - l a peggiore d i tu t t e . (er to , i l p r inc ipe des 0aumes eramol to lontano dal voler "ene a 4Hann $uanto il signor di (harlus. Ma, appuntoper 

$uesto non aveva nei suoi riguardi la medesima suscetti"ilit%! e poi,senza du""io,era un’indole fredda, ma incapace così di "assezze comedi azionimagnanime. 4Hann si pentiva di non essersi legato, nella vita,solo a gentecosì. Poi rifletteva che $uel che impedisce agli uomini di fardel male al prossimo, - la

 "ont%, che, in definitiva, poteva fidarsi solo ditemperamenti simili al suo,com’era, dal punto di vista del sentimento,$uello del signor di (harlus. Al solo

 pensiero di dare a 4Hann un dispia+cere del genere, egl i si sare""e ri"el lato. Macon un uomo insensi"ile, diun’altra specie di umanit%, come era il principe des0aumes, in che modoprevedere le azioni a cui potevano spingerlo moventi diun’essenza di+versaI Aver cuore - tutto, e il signor di (harlus aveva cuore. Beanchealsignor d’1rsan mancava, e i suoi rapporti con 4Hann, cordiali ma

 pocointimi, nat i dal piacere che provavano a discorrere insieme, avendosututto le stesse idee, erano pi riposanti che non l’affetto esaltato del si+gnor di (harlus, capace di giungere ad atti passionali nel "ene e nel ma+le. 4e c’era$ualcuno da cui 4Hann si era sempre sentito compreso e ama+to con delicatezza, erail signor d’1rsan. 3i%, ma la vita poco rispetta"ileche conducevaI 4Hannrimpiangeva di non averne tenuto conto, di averespesso dichiarato, scherzando, chenon aveva mai provato sentimenti disimpatia e di stima così vivi come in compagniad’un fara"utto. Bon pernulla, si diceva adesso, da $uando gli uomini

giudicano il prossimo, lofanno in "ase alle azioni. Bon c’- nient’altro chesignifichi $ualche cosa, ;non certo ci# che diciamo, pensiamo. (harlus e des 0aumes possono ave+re $uestoo $uel di fet to , ma sono persone per"ene. 1rsan magar i non ne.ha, manon - una persona per"ene! pu# avere agito male una volta dipi. Poi 4Hannsospett# di G6mi, il $uale, - vero, avre""e potuto soloispirare la lettera,ma, per un momento, $uesta gli parve la pista "uona.Prima di tutto, 0oredanaveva motivi di risentimento verso 1dette. E poicome non supporre che i domestici,

vivendo in una condizione inferiorealla nostra, aggiungendo al nostro patrimonio e ainostri difetti ricchezzee vizi immaginari per i $uali ci invidiano e ci disprezzano, sitroverannofatalmente condotti ad agire in modo diverso dalle persone del nostro ce+toI 4ospett# anche di mio nonno. 1gni volta che 4Hann gli aveva chiestoun favore,non glielo aveva sempre negatoI inoltre, con le sue idee "or+ghesi, potevaaver creduto di agire per il "ene di 4Hann. 4ospett# inoltredi 8ergotte, del pittore,dei )erdurin! ancora una volta ammir#, di pas+saggio, la saggezza dellagente della "uona societ% che evita $uegli am+ "ienti artistici dove cose delgenere sono possi"ili, magari persino am+messe come tiri "urloni! ma poi

ricord# certi tratti di rettitudine moraledi $uei "ohemiens, e li paragon# allavita piena di espedienti, $uasi diim"rogli, a cui la mancanza di denaro, il "isognodel lusso e la corruzio+ne dei piaceri, conducono spesso l’aristocrazia. 'n

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 "reve, $uella letteraanonima provava che egli conosceva un individuo capace discelleratez+za, ma non c’era ragione di credere che tale scelleratezza fossenascostanelle l%t-"re del carattere7

inesplorate7dell’uomo sensi"ile piuttostoche dell’uomo freddo, dell’artista piuttosto che del

 "orghese, del gran si+gnore piuttosto che del servo. (he criterio adottare per giudicaregli uo+miniI 'n fondo, fra le persone che conosceva non ce n’era una chenonpotesse essere capace di una "assezza. 8isognava smettere di vederli tut+tiI 0amente gli si anne""i#, due o tre volte si pass# le mani sulla fronte,asciug# le lentidel

 pince nezcol fazzoletto, e riflettendo che, dopotutto,gente che valeva $uanto luifre$uentava il signor di (harlus, il principedes 0aumes e gli altri, si disse checi# significava, se non proprio che fos+ser o in ca pa ci di "a ss ez ze , al menoch e si a un a nec es si t% de ll a vi ta , al la $uale tutti si sottomettono, fre$uentare

 persone che forse non ne sono in+capaci . E continu# a stringere la mano a tuttigli amici di cui aveva so+spettato, con la riserva puramente formale cheforse avevano cercato diridurlo alla disperazione.*uanto alla sostanza dellalettera, non se ne in$uiet#, perch6 neppureuna delle accuse formulate contro 1detteaveva om"ra di verosimiglian+za. 4Hann, come molti, era pigro di mente e mancavad’inventiva. Batu+ralmente, come verit% generale, sapeva che la vita degli

esseri umani - ;<

 piena di contraddizioni! ma, per ciascuno in particolare immaginava chetutta la parteignota della sua vita fosse identica alla parte che conosceva.(i# che gli venivataciuto, l’immaginava con l’aiuto di ci# che gli venivadetto. Bei momenti in cui1dette era insieme a lui, se parlavano di unfatto indel icato o di unsentimento indelicato, commesso o provato daun ’ al t r a pe r so n a le i l ico nd an na va i n no me de g l i s t e s s i p r i n c ì p i ch e 4Hann aveva sempresentito professare dai propri genitori, e ai $uali erarimasto fedele! e poi 1dette

sistemava i fiori nei vasi, "eveva una tazzadi t-, si preoccupava dei lavori di4Hann. E così 4Hann estendeva $uestea"itudini al resto della vita di 1dette, ripeteva$uei gesti $uando volevaraffigurarsi i momenti che lei era lontana da lui. 4egliel’avessero dipintacom’era, o meglio, come per tanto tempo era stata conlui, ma accanto aun altro uomo, avre""e sofferto, perch6 $uell’immagine glisare""e sem+ "rata verosimile. Ma che andasse dalle mezzane che, sia""andonasse aorge con donne, che conducesse l’esistenza dissoluta dellecreature a"+ "iette, era una fantasia insensata! e grazie a 2io, i crisantemi evocati, it-che erano seguiti, le indignazioni virtuose, non lasciavano posto per farlediventare

realt%. 4olo ogni tanto lasciava capire a 1dette che, per cattive+ria, gli raccontavanotutto ci# che lei faceva! e servendosi, a tempo e luo+go, di un particolareinsignificante ma vero, saputo per caso, come se fos+se il solo frammento che si

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lasciava sfuggire suo malgrado, fra tanti, diuna ricostruzione completadella vita di 1dette che egli teneva nascostadentro di s6, la induceva asupporlo informato di cose che in realt% nonsapeva e nemmeno sospettava,infatti, che se ne rendesse conto oppureno, se molto spesso scongiurava 1dette

di non alterare la verit%, era soloperch6 1dette gli dicesse tutto $uel chefa ce va . (e rto , co me di ce va a 1dette, egli amava la sincerit%, ma l’amavacome una ruffiana in gradodi tenerlo informato sulla vita dell’amante. (osìil suo amore per la sin+cerit%, non essendo disinteressato, non l’aveva resomigliore. 0a verit%che gli stava a cuore era $uella che gli avre""e riferito 1dette,ma per ot+tenerla, egli non esitava a ricorrere alla menzogna, la menzogna chenoncessava di dipingere a 1dette come tramite di degradazione per ogni es+sereumano. 'nsomma mentiva $uanto 1dette perch6, pi infelice di lei,non era menoegoista. E lei, sentendo 4Hann raccontarle in $uel modo$ualche cosa che leiaveva fatto, lo guardava con aria diffidente e, a ogni "uon conto, irritata, per nonaver l’aria di umiliarsi e di arrossire delleproprie azioni.5n giorno, trovandosinel periodo di calma pi lungo che ancora aves+se potuto attraversare senza esser ripreso da accessi di gelosia, 4Hannaveva accettato di andare la sera a teatro conla principessa des 0aumes. ;@Aperto il giornale per vedere che cosa dessero, il titolo,0e ragazze di mar+modi /eodoro 8arri-re

, lo colpì così crudelmente che fece un movi+mento indietro e volt# il capodall’altra parte. 'lluminata come dalle lucid e l l a r i " a l t a , n e l l a n u o v a

 p o s t a z i o n e c h e o c c u p a v a , $ u e l l a p a r o l a «marmo», che egli aveva perduto la facolt% di distinguere, tanto era a"i+tuato ad averla spesso sotto gli occhi,di colpo gli era ridiventata visi"ilee su"ito gli aveva fatto ricordare la storia che1dette una volta gli avevaraccontato, di una visita fat ta al4alon du Palais de l’industrieJinsiemecon la signora )erdurin, che le aveva detto: «4tai attenta, sapr#

sgelar t i "en io , tu non se i f a t t a d i marmo». 1det te g l i aveva de t toche era solouno scherzo, e lui non aveva att ri"uito alla cosa alcunaimportanza. Maallora aveva in lei pi fiducia di adesso. E, per l’appunto, la letteraanoni+ma parlava di amori di $uesto genere. 4enza osare alzar gli occhi versoilgiornale, lo pieg#, volt# pagina per non vedere pi $uell’espressione,«0eragazze di marmo», e incominci# a leggere macchinalmente il noti+ziariodelle province. (’era stata una tempesta sulla Manica, si segnala+vano dannia 2ieppe, (a"ourg, 8euzeval

. 2i colpo fece un altro movi+mento all’indietro.'l nome di 8euzeval l’aveva fatto pensare a $uello di un’altra local it%della stessa regione, 8euzeville, che portaunito con un trattino un secon+do nome, 8r6aut6! 4Hann lo aveva visto spesso

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sul le car te geografiche,ma, per la prima volta, si accorgeva che era lo stesso delsuo amico, il si+g n o r d i 8 r 6 a u t 6 , u n o d i c u i l a l e t t e r a a n o n i m ad i c ev a c h e e ra s ta t o l’amante di 1dette. 2opotutto, per i l signor di8r6aut6 l’accusa non erainverosimile! ma, per $uanto riguardava la signora

)erdurin, era proprioimpossi"ile. 2al fatto che 1dette $ualche volta mentiva,non si potevaconcludere che non dicesse mai la verit%, e, nelle frasi scam"iate conla si+gnora )erdurin, che lei stessa gli aveva riferito, 4Hann aveva riconosciu+to$uegl i scherz i inut i l i e per icolos i che , per inesper ienza de l l a v i t aeignoranza del vizio, dicono talvolta alcune donne rivelando così laloroinnocenza, anche donne, come 1dette per esempio, lontanissime dal pro+vareu n a t e n e r e z z a a p p a s s i o n a t a p e r u n ’ a l t r a d o n n a . A lc o n tr a r i o , l’indignazione con cui 1dette aveva respinto i sospetti

 provocati invo+lontariamente col suo racconto, $uel la sì che $uadrava contutto $uantoegli sapeva, dei gusti, del temperamento della sua amante. Ma,in $ue lmomento , pe r una d i $ue l l e i s p i r az ion i t i p i che de l ge los o ,ana loghe a$ue l l a che f a nas ce r e ne l poe t a o ne l l o s c i enz i a to , da lsolo possesso diuna rima o di un’osservazione, l’idea o la legge da cuitrarranno tutta laloro forza, 4Hann si ricord#, per la prima volta, una fraseche gli avevadetto 1dette, oramai due anni prima: «1h, in $uesto momento lasignora ;

)erdur in non ha occhi che per me, mi d ice che sono un amore , mi

a"+ "raccia, vuole che esca con lei a far le compere, vuole che le dia deltu».0ungi, allora, dal leggere in $uesta frase un rapporto $ualsiasi con gli as+surdidiscorsi, destinati a simulare il vizio, che 1dette gli aveva riferiti egli l’avevaaccolta come prova di una ardente amicizia. Ed ecco che orail ricordo della tenerezzadella signora )erdurin veniva d’un tratto a so+vrapporsi al ricordo di $uell’altraconversazione di pessimo gusto. Bellasua mente non poteva pi separarli, eli vide mescolati insieme anchenella realt%, la tenerezza donava un $ualcosadi serio e di importante allac o n v e rs a zi o n e sc h e r zo s a, c h e , v i ce ve rs a ,l e f a c e v a p e r d e r e u n p o ’ d’innocenza. 4Hann and# da 1dette. 4i sedette

lontano da lei . Bon osava "aciarla, non sapendo se in lei , se in lui, un "acio avre""e r i svegl iato l’affetto o la collera. /aceva, guardava morire il loroamore. A un tratto sidecise.«1dette, le disse, mia cara, so di essere odioso, ma

 "isogna che ti do+ mandi una cosa . /i r icordi l ’ idea che mi era venutaa proposi to di te e della signora )erdurinI 2immi se era vero, con lei o conun’altra.»1dette scosse il capo, storcendo la "occa, segno adoperato spessodallagente per rispondere che non andranno, che non gli interessa, a chiglichiede: «)errete a vedere la cavalcata, assisterete alla GivistaI». Ma $uel+loscuotere la testa, collegato d’a"itudine a un avvenimento futuro, sug+gerisce, proprio

 per $uesto, un po’ d’incertezza nella negazione di un av+venimento passato. Per di pi, evoca solo ragioni di convenienza perso+nale , anzich6 riprovazione eun’impossi"ilit% morale. )edendo 1dettefargli segno che non era vero, 4Hann

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capì che forse lo era.«/e l’ho gi% detto, lo sai "enissimo, aggiunse 1dette con ariairritata einfelice.74ì, lo so, ma ne sei sicuraI Bon dirmi: Q0o sai "enissimoQ, dimmi: QBon ho

mai fatto cose del genere con nessuna donnaQ.»0ei ripet- come una lezione, intono ironico e come se volesse s"araz+zarsi di lui:«Bon ho mai fatto cose delgenere con nessuna donna.7Me lo puoi giurare sulla tua medaglia di

 Botre 2ame de 0aghetti».;4Hann sapeva che su $uella medaglia 1dette non avre""e mai giuratoil falso.«1h4ei un vero tormento, esclam# sottraendosi con uno scatto allastretta delladomanda. Ma $uando la farai finitaI (he cos’hai oggiI Naiproprio deciso difarti detestare, odiare. Ecco, io volevo tornare a esserefelice con te, come unavolta, ed ecco il tuo ringraziamento» ;D

Ma, senza lasciare la presa, come un chirurgo aspetta la fine dello spa+s i m o p e r i l $ u a l e i n t e r r o m p e l ’ i n t e r v e n t o m a s e n z a p e r  $ u e s t o rinunciarvi.«Nai proprio torto se credi che te ne vorrei pi di tanto, 1dette,le dis+se con una dolcezza persuasiva e "ugiarda. 'o non ti dico che ci# che so, esosempre di pi di $uello che dico. Ma tu sola puoi addolci re , con

unaconfessione, $uel che mi spinge a odiarti finch6 a denunciarmelo sono glialtri.0a mia collera contro di te non deriva dalle tue azioni, ti perdono tutto perch6ti amo, ma dalla tua falsit%, dalla tua assurda falsit% che ti fapersistere nel negare coseche gi% so. Ma come puoi pensare che io possacontinuare ad amarti, $uando ti vedosostenere, giurare, una cosa che sofal sa I 1d et te , no n pr ol un ga re $u es tomo me nt o ch e - un a to rt ur a pe r tutt’e due. 4e tu lo vuoi, sar% finita in unattimo, sarai li"era per sempre.2immelo sulla tua medaglia, sì o no, se hai mai fatto$uelle cose.»«Ma che ne so io, esclam# lei con ra""ia, forse tanto tempo fa,senzarendermi conto di $uel che facevo, forse due o tre volte.»4Hann aveva

considerato tutte le possi"ilit%. 0a realt% dun$ue - $ual+cosa che non ha alcunrapporto con le possi"ilit%, non pi di $uanto lacoltellata che ci colpisce nea""ia coi movimenti leggeri delle nuvole so+pra il nostro capo, giacch6$uelle parole «due o tre volte» impressero avivo nel suo cuore una specie dicroce. Era strano che $uelle parole «dueo tre volte», nient’altro che parole, parole

 pronunciate nell’aria, a. distan+za, potessero straziare il cuore così tanto, come se lotoccassero veramen+te, come se potessero farlo ammalare, per un velenorealmente ingerito.'nvolontariamente 4Hann pens# alla frase che avevaudito in casa dellasignora di 4aint+Euverte: « la cosa pi impressionante che ho

visto, do+po i tavolini che "allano». 0a sofferenza che provava nonsomigl iava anul la d i $uel che s i e ra f igura to . Bon solo perch6 ne imo me nti d i pi c o m p l et a d i f f i d e n z a , r a r a m e n t e s ’ e r a s p i n t o a d

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a n d a r e c o s ì a v a n t i nell’immaginazione del male, ma perch6, anche $uandol’aveva immagi+nata $uella cosa restava vaga, incerta, spoglia dell’orrore particolarechesi era sprigionato dalle parole «forse due o tre volte», sprovvista di $uel+laspecifica crudelt% così diversa da tutto ci# che egli aveva conosciuto,come

una malattia che ci colpisce per la prima volta. E, tuttavia, l’1detteda cui gl i venivatutta $uella sofferenza, non gli era meno cara, pi pre+ziosa invece, come sevia via che la sofferenza cresceva, crescesse in paritempo e misura, il valored el ca lma nt e, de l c on tr av ve le no ch e s ol o l ei p o s s e d e v a . ) o l e v ad e d i c a r l e p i c u r e , c o m e a u n a m a l a t t i a c h e d’improvvisosi scopre pi grave. )oleva che la cosa orrenda che gli ave+va detto di aver fatto«due o tre volte» non potesse ripetersi. Per $uesto ;DFdoveva vegliare su 1dette. 4i dice spesso che, denunciando a un amico lecolpe dellasua amante, si finisce solo con l’avvicinarlo di pi a lei, per+ch6 non cicrede, ma $uanto - pi vero se ci crede Ma, si diceva 4Hann, come riuscire a

 proteggerlaI Poteva forse preservarla da una determinatadonna, ma ce n’eranocentinaia di altre, e capì $uale follia era entrata inlui la sera in cui nonaveva trovato 1dette dai )erdurin, $uando avevacominciato a desiderare il

 possesso, sempre impossi"ile, di un altro esse+re. &ortunatamente per 4Hann, sotto lenuove sofferenze che, come orded’invasori, gli erano penetrate nell’animo,resisteva un fondo naturale,pi antico, pi dolce, e silenziosamentela"orioso, come le cellule di unorgano ferito che si mettono su"ito all’opera

 per ri formare i tessuti lesi ,come i muscoli di un ar to paral izzato che

tendono a riprendere i proprimovimenti. *uesti pi antichi, pi autoctoni a"itantidel suo animo foca+lizzarono per un istante tutte le forze di 4Hann in $uellavoro oscura+mente riparatore che d% l’i llusione del riposo a unconvalescente, a unoperato. *uesta volta, non fu tanto nel cervello di 4Hann, comeaccadevadi solito, che si produsse $uella distensione per sfinimento, ma piuttostonelcuore. Per#, tutte le cose delfa vita che sono esistite un tempo, tendo+no a ricrearsi,e come un animale morente che agitato di nuovo dai sus+sulti d’unaconvulsione che sem"rava finita, sul cuore di 4Hann, rispar+miato per unistante, la medesima sofferenza ritorn# ancora a tracciare lamedesima croce. Gicord#

le sere al chiaro di luna, $uando, sdraiato nella)ictoria che lo conduceva in rue0a P6rouse, coltivava voluttuosamentedentro di s6 le emozioni dell’innamorato,senza sapere che frutti velenosiavre""ero necessariamente prodotto. Ma tutti$uesti pensieri duraronoappena lo spazio di un secondo, il tempo di portarsi lamano al cuore, ri+prendere fiato, e sforzarsi a sorridere per dissimulare il suostrazio. 3i%ricominciava a fare domande. Perch6 la sua gelosia, dopo essersiassuntauna fatica che nessuno dei suoi nemici avre""e affrontato per riuscireafargli assestare $uel colpo e a fargli conoscere il dolore pi crudele che fi+noraavesse mai conosciuto, la sua gelosia non pensava che avesse soffer+to a""astanza, e

cercava di fargli ricevere una ferita pi profonda ancora.(ome una divinit% malvagia,la gelosia ispirava 4Hann e lo spingeva allasua perdizione. Bon fu per colpa sua, ma

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solo di 1dette, se, da principio,il suo supplizio non divenne pi grave.«(ara, le disse,e ho finito, era con una che conoscoI7Ma no, te lo giuro! del resto credo di aver esagerato, non sono arri+vata fino

a $uel punto.»0ui sorrise e riprese: ;D«(he cosa vuoiI non importa, ma - un peccato che tu non possa dirmiil nome.Potermi rappresentare la persona, m’impedire""e di pensarciancora. 0odico per te, perch6 non ti darei pi fastidio. così rilassante rappresentarsi lecose /erri"ile - invece ci# che non ci si pu# immagina+re. Ma sei gi% stata cosìgentile, non voglio stancarti. /i ringrazio di tuttocuore per il "ene che mi hai fatto. finita. 4olo una parola: Q*uanto tem+po faIQ71h, (harles, ma non vedi che mi stai uccidendo, - una storia vec+chissima.

 Bon ci avevo mai ripensato, si dire""e che tu voglia per forzarimettermi intesta $uelle idee. Avrai fatto un "el guadagno», aggiunsecon una stupidit%incosciente e una cattiveria voluta.«1h, volevo solo sapere se - successo dopo che cisiamo conosciuti. Masare""e tanto naturale, - successo $uiI Bon puoi indicarmi unacerta se+ra, in maniera che io mi possa ricordare $uel che stavo facendoalloraI(apisci "ene che non - possi"ile che tu non ricordi con chi, 1dette, amormio.7Ma non lo so, credo che avvenne al 8ois una sera che sei venutoaraggiungerci nell’isola. Eri stato a cena dalla principessa des

0aumes»d is se l ei , f el ic e d i f or ni re u n p ar ti co la re p re ci so c h edimo str ava la suasincerit%. «A una tavola accanto c’era una donna che nonvedevo da mol+tissimo tempo. Mi ha detto: Q4u, venite dietro $uella piccolaroccia a ve+dere l’effetto del chiaro di luna sull’ac$uaQ. 0i per l ì hos"adigliato e horisposto: QBo, sono stanca, e sto "ene $uiQ. 0ei ha affermato chenon c’eramai stato un chiaro di luna così. 'o le ho detto: Q*uante storieQ,sapevo "ene dove voleva arrivare.»1dette raccontava $uasi ridendo, sia che la cosale sem"rasse del tuttonaturale , s ia perch6 credeva di a t tenuarne lagravi t% , si a per non aver l’aria umiliata. )edendo la faccia di 4Hann, cam"i#

tono:«4ei un misera"ile, ti diverti a torturarmi, a farmi dire "ugie, ledicosolo per essere lasciata in pace».*uesto secondo colpo inferto a 4Hann fu ancora

 pi atroce del primo.Mai aveva supposto che fosse una cosa tanto recente, nascosta aisuoi oc+chi che non l’avevano saputa scoprire, non avvenuta in un passatosco+nosciuto, ma nel corso di serate che ricordava tanto "ene, che avevavis+suto con 1dette, che aveva creduto di conoscere tanto "ene, e adesso ac+$ ui st av an o, r et ro sp et ti va me nt e, $ ua lc he c os a d i f ur "e sc o e d iatroce!tutt’a un tratto si scavava in loro $uella voragine spalancata, $uelmo+mento sull’isola del 8ois. 4enza essere intelligente, 1dette aveva il donodella

naturalezza. (on tanta semplicit% aveva raccontato, mimato la sce+na, che 4Hannansimante vedeva tutto: lo s"adiglio di 1dette, la piccola ;DJ

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roccia. 0a sentiva rispondere,7gaiamente ahim-7

: «*uante storie»4 e n t i v a c h e $ u e l l a s e r a n o n g l i a v r e " " e d e t t oa l t r o , c h e n o n d o v e v a aspettarsi nuove rivelazioni per ora! taceva! le disse:«Povera cara, perdo+nami, sento che ti faccio soffrire, - finita, non ci penso pi».Ma1dette vide che gli occhi di lui restavano fissi sulle cose che nonsapeva esu $uel passato del loro amore, monotono e dolce nella memo+ria proprio

 perch6 vago, che, adesso, $uel minuto sull’i sola del 8ois, al chiaro di luna,dopo la cena in casa della principessa des 0aumes, lacera+va come una ferita. Ma4Hann era così a"ituato a trovare interessante lavita,7ad ammirare le scoperte curiose che vi si possono fare,7che,pur soffrendo fino a credere di non potere sopportare a lungo un dolorecosì, sidiceva: «0a vita - davvero stupefacente e riserva di "elle sorprese!insomma il vizio -molto pi diffuso di $uanto si creda. Ecco una donnain cui avevo fiducia, che haun’aria così semplice, così onesta e che, inogni caso, anche se - leggera,

 pareva di gusti normalissimi e sani: sulla "ase di una denuncia inverosimile lainterrogo, e il poco che mi confessarivela "en pi di $uanto fosse possi"ilesospettare». Ma non poteva limi+tarsi a $ueste osservazioni disinteressate. (ercava di

 pesare con esattezzail valore di ci# che lei gli aveva raccontato, per sapere se doveva

conclu+dere che $uelle cose le aveva fatte spesso, se si sare""ero ripetute. Gitor+navaalle parole che lei aveva detto: «)edevo "ene dove voleva arrivare»,«2ue o trevolte», «*uante storie», ma, nella memoria di 4Hann, noncomparivanodisarmate, ognuna "randiva un coltello e lo colpiva di nuo+vo. Per molto tempo,come un malato che non riesce a non fare ogni mi+nuto il movimento che gli -doloroso, si ridiceva $uelle parole: «4to "ene$ui», «*uante storie», ma la sofferenzaera tanto forte che lo o""ligava afermarsi. 4i meravigliava di come azioni che avevasempre giudicato conleggerezza, allegramente, adesso fossero diventate per lui gravi comeuna malattia di cui si pu# morire. (onosceva certo, $ualche

donna a cuiavre""e potuto chiedere di sorvegl iare 1det te . Ma comesp er ar e ch eavre""ero assunto il suo stesso punto di vista, e non che nonsare""erorimaste in $uello che era stato per tanto tempo il suo, che avevasempreguidato la sua esistenza voluttuosa, e non gli avre""ero dettoridendo:«8rutto geloso, vuol privare gli altri di un piacereI». Attraverso$ualetra"occhetto, spalancatosi all ’improvviso, = lui che un tempodall’amoreper 1dette aveva tratto solo delicati piaceri> era precisato in $uesto nuo+vo cerchio d’inferno, senza scorgere una via d’uscita. Povera 1dette nonce l ’avevacon lei . Era colpevole solo a met%. Bon dicevano c he $uas i "am"ina

era stata venduta a un ricco inglese, dalla madre stessa, a Biz+zaI (he verit%dolorosa ac$uistavano per lui $ueste righe delKournal d’un

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 ;D po-tedi Alfred de )ign9

lette in passato con indifferenza: «*uando cisentiamo innamorati d’una donna,dovremmo dirci: chi le sta intornoIcosa - stata la sua esistenzaI /utta la felicit%della vita si "asa su $uesto».4Hann si meravigliava che semplici frasicompitate dalla sua mente, co+me «*uante storie», «)edevo "ene dove volevaarrivare», potessero far+gli tanto male. Ma $uelle che lui credeva semplici frasi, sirendeva contoche erano i pezzi dell’armatura dentro cui resisteva, e poteva esserglire+st itui ta, la sofferenza che aveva provato durante il racconto di1det te .Perch6 era precisamente $uel la la sof ferenza che provava dinuovo.Adesso poteva pure sapere,7anzi, col passare del tempo, avre""e potu+to anche dimenticare, perdonare!7ma nel momento in cui s i r idiceva$uelle parole l ’ant i ca sofferen za lofaceva tornare com’era prima che1dette parlasse: ignaro, fiducioso! per farlo colpire dalla confessione di1dette, la sua crudele gelosia lo rimettevanella posizione di chi ancoranon sa, e dopo parecchi mesi $uella vecchiastoria seguitava a sconvol+gerlo come una rivelazione. 4Hann ammirava laterri"ile potenza ricrea+trice della sua memoria. 4olo dall’inde"olirsi di $uellageneratrice, la cuifecondit% diminuisce con gli anni, poteva sperare

un’attenuazione allapropria tortura. Ma $uando il potere di farlo soffrire che avevauna dellef r as i p r onunci a te da 1de tt e , appar iva un poco es aur i to ,al lo ra un a di $uelle su cui finora la mente di 4Hann si era fermata meno,una parola$uasi nuova, veniva a dare il cam"io alle altre e lo colpiva con intatto vi+gore . ' l r i cordo de l l a sera in cui e ra s t a to a cena da l l a pr inc ipessade s0aumes gli era doloroso, ma era solo il centro del suo male, che si irra+diava confusamente intorno su tutti i giorni vicini. E, $ualun$ue puntoeglivolesse toccare nel ricordo, a fargli male era tutta intera la stagionein cui i)erdurin avevano cenato così spesso all’isola del 8ois. /anto che,a poco a poco, le

curiosit% suscitategli dalla gelosia furono neutralizzatedalla paura dellenuove torture che si sare""e inflitto appagandole. 4irendeva conto che tuttoil periodo della vita di 1dette trascorso primache lei lo incontrasse, periodoche lui non aveva mai cercato di rappre+sentarsi, non era la distesa astrattache egli intravedeva vagamente maera fatto di determinati anni, colmo di episodiconcreti. /emeva per# che,venendo a conoscerli, $uel passato incolore, fluidoe sopporta"ile pren+desse un corpo tangi"ile e immondo, una facciaindividuale e dia"olica.E continuava a non volerselo immaginare, non pi per 

 pigrizia mentale,ma per paura di soffrire. 4perava che finalmente un giorno

avre""e po+tuto sentire il nome dell’isola del 8ois, della principessa des 0aumessen+za provare lo strazio antico, e trovava imprudente provocare 1dette a ;D;

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fornirgli nuove frasi, nomi di luoghi, circostanze diverse che, appena cal+mato il suomale, l’avre""ero fatto rinascere sotto altra forma.Ma spesso le cose che non sapeva eche adesso temeva di sapere, 1det+te stessa gliele rivelava spontaneamente, e senzarendersene conto! infat+ti, lo scarto che il vizio creava fra la vita reale di 1dette e lavita $uasi in+nocente che 4Hann aveva creduto conducesse, e che seguitava acredere,di $ues to scar to 1det te ignorava l ’es tens ione: un individuovizioso,ostentando sempre la stessa virt davanti a coloro da cui non vuolechesiano sospettati i suoi vizi, manca di controllo per rendersi conto $uanto$uei vizi,la cui crescita continua sfugge alla sua sensi"ilit%, lo trascinanoa poco a poco lontanodai modi normali di vita. (oa"itando, nella mentedi 1dette, col ricordo delleazioni che a 4Hann teneva nascoste, altre apoco a poco ne ricevevano ilriflesso, ne venivano contagiate, senza chelei potesse trovarci niente dis tr an o , s en za s to n ar e n e l p ar ti co la re a m+ " ie nt e i n c u i l e f ac e va

v iv e re d e nt ro d i s 6! m a $ u an do l e r ac co n ta v a a 4 Hann, egli eraspaventato dalla rivelazione dell’atmosfera che tradiva.5n giorno eglicercava, senza ferirla, di chiedere a 1dette, se era mai an+data da $ualchemezzana. A dire i l vero, era convinto di no! la let teraanonima gl ieneaveva insinuato nella mente il du""io, ma in modo mec+canico! e non vi avevaottenuto credito, per# di fatto vi era rimasta, e4Hann, per s"arazzarsidella presenza puramente materiale eppure fasti+diosa del sospetto, desiderava che1dette lo estirpasse. «1h no. Mica chenon mi stiano sempre appresso»,aggiunse senza pensare che svelandocon un sorriso una soddisfazione di vanit%,

$uesta potesse sem"rare po+co legittima agli occhi di 4Hann: «(e n’- una che ancheieri - rimasta adaspettarmi per pi di due ore, mi offriva $ualsiasi prezzo. Pare che cisiau n a m" as ci at or e c he l e h a d et to : Q 4e n on m e l a p or ta te m iuc ci do Q. 0e hanno detto che ero uscita, ho finito con l’andare io a parlarle

 perch6 sene andasse. Avrei voluto che tu vedessi come l’ho trattata! lacameriera,che ascoltava dalla stanza accanto, mi ha detto che gridavo a s$uarciago+la: QMa se vi ho detto che non voglio un’idea come un’altra! non mi va.Pensod’essere li"era, insomma, di fare $uello che voglio 4e avessi "iso+gno di denaro,capiscoO Q. 'l portiere ha ordine di non lasciarla pi en+trare, dir% che sono

in campagna. Ah, avrei voluto che tu fossi nascostoda $ualche parte. (redo chesaresti stato contento, amore mio. Bonostan+te tutto, vedi, ha del "uono la tua piccola 1dette, anche se c’- $ualcuno che la trova detesta"ile.»2el resto, anchele confessioni, $uando gliene faceva, di colpe che sup+po neva gi% sc oper te ,se rv ivano a 4 Hann c ome p un to d i par tenz a per n u o v i d u " " i en o n p e r m e t t e r f i n e a $ u e l l i a n t i c h i . ' n f a t t i , u n a ;D

 proporzione esatta tra confessioni e sospetti non c’era mai. 1dette avevaun "ell’eliminare dalla confessione tutto l’essenziale, nelle parti accesso+r ie

r ir ti an ev a $ u al co sa c he 4 Ha nn n on a ve v a m ai i mm ag in a to , c h eloschiacciava con la sua novit% e permetteva di cam"iare da allora i terminidel pro"lema del la sua gelosia. E $uelle confessioni non poteva pi di+

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menticarle, la sua anima le trascinava con s6, le respingeva, le cullava,comecadaveri. E ne era avvelenata.5na volta 1dette gli parl# di una visita che &orchevillele aveva fatto ilgiorno della festa Parigi+Murcia. «(ome, lo conoscevi gi%I Ah sì, -vero»,disse 4Hann riprendendosi per non mostrare di non saperlo. E, d’un trat+to, si

mise a tremare al pensiero che il giorno di $uella festa Parigi+Mur+cia,$uando aveva ricevuto da lei la lettera che conservava così gelosa+mente,forse lei stava facendo colazione con &orcheville allaMaison 2o+r6e.0ei gli giur# di no. «Eppure laMaison 2or6emi ricorda non so pi co+sa che, ho saputo poi, non essere vera», disse lui per spaventarla. «4ì, chenon c’ero andata la sera in cui ti ho detto che uscivo di lì$uando tu micercavi da Pr6vost», gli rispose lei =credendo dalla sua espressione chelosapesse>, con una decisione in cui c’era, molto pi che cinismo, timidez+za, una paura di contrariarlo che per amor proprio voleva nascondere, e,inoltre con ildesiderio di mostrargli che poteva essere franca. Poi 1dettelo colpì con una

 precisione e un vigore da carnefice, esenti da crudelt% perch6 lei non avevacoscienza del male che faceva a 4Hann! si mise per+fino a ridere, forse, - realt%,soprattutto per non apparire umiliata, confu+sa. « vero, non ero stata allaMaison 2or6e, uscivo da casa di &orcheville.2a Pr6vost c’ero stata davvero, non era una frottola!mi aveva incontratalì e mi aveva chiesto di entrare a vedere le sue stampe. Ma un taleera ve+nuto a trovar lo. /i ho detto che venivo dalla

Maison 2or6e perch6 avevopaura che ti dispiacesse. )edi, invece era carino da parte mia.Mettiamopure che a""ia avuto torto, per lo meno te lo dico, chiaro e tondo. (he in+teresse avrei, se fosse vero, a non dirti allo stesso modo che ho fatto cola+zione conlui il giorno della festa Parigi+MurciaI /anto pi che in $uelperiodo nonci s i conosceva mica mol to "ene noi due , vero , t esoroI»4Hann lesorrise con l’improvvisa vigliaccheria dell’essere privo di forzecui lo avevanoridotto $uelle opprimenti parole. (osì, anche nei mesi acu i no n av ev a pi osa to r ipensare perch6 erano s ta t i t roppo fe l i ci , ne imesi in cui lo

amava, gli mentiva gi% (ome $uel momento =la prima serache avevano «fattocatleia»> in cui gli aveva detto che usciva dallaMaison2or6e,chiss% $uanti altri ce ne dovevano essere stati pieni di "ugie che4Hann nonaveva sospettato. 4i ricord# che un giorno gli aveva detto:« Mi "a st er e" "edire al la s ignora )erdur in che i l mio ves t i to non era ;D<

 pronto, che ilca"

- venuto in ritardo. (’- sempre modo per cavarsela».Anche con lui, pro"a"ilmente, le molte volte in cui gl i aveva rifi la to di$uelle parole chespiegano un ritardo, che giustificano un rinvio di unappuntamento, senza

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che lui allora ne du"itasse, aveva dovuto nascon+dere $ualche cosa che avevada fare con un altro, un altro al $uale avevadetto: «Mi "aster% dire a 4Hann cheil mio vestito non era pronto, che ilca"

- venuto in ritardo, c’- sempre modo di cavarsela». E sotto tutti i pidolci ricordi di4Hann, sotto le parole pi semplici che 1dette gli avevadetto in passato, chelui aveva creduto come vangelo, sotto le azioni $uo+tidiane che gli aveva raccontato,sotto i luoghi pi consueti, la casa dellasarta, il viale del 8ois, l’Nippodrome,egli sentiva =dissimulata grazie almargine di tempo che, anche nellegiornate suddivise con puntiglio, la+scia ancora un po’ di spazio, e pu#servire da nascondiglio a certe azio+ni>, egli sentiva insinuarsi la presenza

 possi"ile e sotterranea di menzo+gne che gli rendevano igno"ile tutto $uanto gliera rimasto di pi caro, lesue sere migliori, anche la rue 0a P6rouse che

 pro"a"ilmente 1det te la+sciava sempre in ore diverse da $uelle che gli avevadetto: facendo circo+lare dappertutto un po’ del tene"roso orrore cheeg li av ev a pr ov at onell’ascoltare la confessione relativa allaMaison 2or6ee, come le "estie immonde nella 2esolazione di Binive<, smantellando pietra dopo pie+tra tutto il suo passato. 4e adesso si ritraeva tur"atoogni volta che la me+moria gli sussurrava il nome crudele dellaMaison 2or6e, non era pi

7come ancora di recente alla serata della signora di 4aint+Euverte7

 per+ch6 gli ricordasse na felicit% da molto tempo perduta, ma unainfelicit%conosciuta da pochissimo. Poi, con il nome dellaMaison 2or6eavvennecome con $uel lo del l ’ i sola del 8ois , a poco a poco smise difar soffrire4Hann. Perch6 ci# che noi crediamo essere il nostro amore, lanostra ge+losia, non - un’unica passione continua, indivisi"ile. Esse si

compongonodi un’infinit% di amori successivi, di gelosie diverse, che pur essendoeffi+mere, con la loro moltitudine ininterrotta, danno l’impressione della con+tinuit%,l’illusione dell’unit%. 0a vita dell’amore di 4Hann, la fedelt% dellasua gelosia, eranocreate dalla morte, dall’infedelt% di desideri innumere+voli, d’innumerevoli du""i,che avevano tutti 1dette per oggetto. 4e fos+se rimasto a lungo senza vederla,$uelli morti non sare""ero stati sosti+tuiti da altri. Ma la presenza di 1dettecontinuava a seminare nel cuoredi 4Hann un’alternanza di tenerezze esospetti.(erte sere, 1dette r idiventava con lui di una genti lezzaimprovvisa,avvertendolo "ruscamente che doveva approfittarne su"ito, a

r ischio dinon vederla in $uella maniera per anni! "isognava andareimmediata+mente da lei a «fare catleia», e il desiderio che sosteneva averedi lui era

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 ;D@

così repentino, così inesplica"ile, così imperioso, le carezze che poigliprodigava erano così dimostrative e insolite, che $uella tenerezza "rutalee senzaverosimiglianza feriva 4Hann $uanto una "ugia e una cattiveria.5na sera che,dietro ordine impartito da lei, era rientrato, in $uesto mo+do, con 1dette chemescolava i "aci alle parole appassionate che contra+stavano con la sua freddezzaa"ituale, gli parve a un tratto di sentire ru+more. 4i alz#, cerc# dappertutto, nontrov# nessuno, ma non e""e il co+raggio di riprendere posto accanto a lei! e leiallora, al colmo della ra""iafracass# un vaso e gli disse: «(on te non si pu# fare mainiente». E lui re+st# incerto se lei avesse nascosto $ualcuno per farloingelosire o per ac+cendergli i sensi.A volte 4Hann andava nelle case diappuntamenti, con la speranza divenire a sapere $ualche cosa sul conto di lei,

 per# senza avere il coraggiodi nominarla. «No una piccina che vi piacer%», diceva la

 proprietaria del+la casa. E lui rimaneva per un’ora a conversaremalinconicamente con$ualche povera ragazza, stupita che non facesse niente di

 pi. 5na, mol+to giovane e "el la, gli disse un giorno: «*uel che io vorrei, -trovare unamico, allora potre""e stare sicuro, non andrei mai pi con nessun altro.72 av ve ro c re di p os si" ile c he u na d on na , se nsi "i le a l fa tt o d iessereamata da un uomo, non lo t r ad i sca maiI , l e domand# 4Hannansiosa+mente.7

(erto dipende dal carattere». 4Hann non poteva trattenersidal dire a $uelleragazze di strada le stesse cose che sare""ero piaciutealla principessa des0aumes. A $uella che cercava un amico, disse sorri+dendo: «3razioso, ti seimessa gli occhi celesti dello stesso colore dellacintura.7Anche voi avete i polsini celesti.7(he "ella conversazione lanostra, per un posto del genere. /i annoio, forse haida fareI

7 Bo, hotutto il tempo che voglio. 4e mi aveste dato fastidio, ve l’avrei detto. An+zi,mi piace molto sentirvi parlare.7

 Be sono lusingato. Bon trovate chestiamo discorrendo in modo carinoI, disse allamezzana che entrava allo+ra.7Ma, sì, - proprio $uello che mi stavo dicendo. (ome se ne stanno "uoni8enone, da me adesso si viene per fare conversazione. 'l Principelo diceva l’altro

giorno, - molto meglio $ui che da sua moglie. Pare cheadesso in societ%a""iano tutte certi modi, - un vero scandalo )i lascio, sono discreta». E lasci#4Hann con la ragazza dagli occhi celesti. Ma "enpresto si alz# e le disse addio, gli era

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indifferente, non conosceva 1dette.Poi ch 6 il pi tt or e er a st at o ma la to , ildot to r (ot tard gl i cons igl i# un viaggio per mare! parecchi fedeli parlarono di

 partire con lui! i )erdurinnon poterono risolversi a restare soli, noleggiarono uno9acht poi lo com+prarono, e così 1dette fece fre$uenti crociere. 1gni volta

che era partitada un po’ di tempo, 4Hann sentiva che incominciava astaccarsi da lei! ;Dma era come se $uesta distanza morale corrispondesse alla distanza ma+teriale,appena veniva a sapere che 1dette era di ritorno non poteva farea meno di vederla.5na volta, che erano partiti solo per un mese, almenocosì credevano, sia che sifossero lasciati tentare durante il viaggio, siache, gi% da prima, il signor )erdurin avesse com"inato la cosa di nasco+sto per far piacere alla moglie,avvertendo i fedeli solo poco per volta, daAlgeri andarono a /unisi, poi in 'talia, poiin 3recia, a (ostantinopoli, inAsia minore. 'l viaggio durava da $uasi un anno.4Hann si sentiva com+pletamente tran$uillo, $uasi felice. 4e""ene la signora)erdurin avessecercato di persuadere il pianista e il dottor (ottard che la ziadell’uno e imalati dell’altro non avevano alcun "isogno di loro, e che,comun$ue,era imprudente lasciare tornare la signora (ottard a Parigi, dove, secon+do il signor )erdurin, c’era la rivoluzione@, a (ostantinopoli fu costret+ta a rimetterli in li"ert%. E il pittore partì con loro. 5ngiorno, poco dopoil ritorno dei tre viaggiatori, 4Hann, vedendo passare unomni"us per il0uem"ourg dove aveva una faccenda da s"rigare, c’era saltato

dentro, es’era trovato seduto davanti alla signora (ottard che faceva il suo girodivisite, «di giornata», in alta uniforme, pennacchio al cappello, a"ito di se+ta,manicotto, om"rellino a doppio uso, porta"iglietti e guanti

 "ianchi immacolati. Givestita di $ueste insegne, $uando il tempo era asciutto an+davaa piedi da una casa all’altra nello stesso $uartiere, ma, per passare poi in un$uartiere diverso, si serviva dell’omni"us con "iglietto circola+re. All’inizio, primache la gentilezza nativa della donna riuscisse ad at+traversare l’inamidaturadella piccola "orghese, e, d’altronde, non sapen+do "ene se dovesse o no parlare a4Hann dei )erdurin, tenne molto natu+ralmente, con la sua voce lenta, goffa e

dolce che, a tratti, l’omni"us co+priva completamente col suo fracasso, alcunidiscorsi scelti fra $uelli cheascoltava e ripeteva nelle venticin$ue case di cuisaliva le scale in unagiornata.«Bon vi domando neppure, signor 4Hann, seun uomo di mondo co+me voi a""ia visto ai Mirlitonsil ritratto di Machard, che fa correretutta Parigi. E""ene, cosa ne diteI 4ieteschierato con $uelli che approva+no o con $uelli che disapprovanoI 'n tutti i salottinon si parla che del ri+tratto di MachardD

! non - chic, non si - a posto, non si - del giro, se nonsi d% la propria opinione sulritratto di Machard.»4Hann rispose che non aveva visto $uel ritratto, e lasignora (ottarde""e paura di averlo ferito costringendolo a confessarlo.«Ah

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 "enissimo, almeno voi lo dichiarate francamente, non vi senti tedisonorato perch6 non avete vis to il ri tratto di Machard. Mi pare molto "ello da partevostra. E""ene, io l’ho visto, i pareri sono discordi, c’- chi ;DD

lo trova un po’ leccato, un po’ lattemiele! per me, io lo trovosplendido.Evidentemente non assomiglia alle donne "lu e gialle del nostroamico8iche. Ma, devo confessarvelo francamente, voi non mi troveretemolto fin+de+si-cle, io la dico come la penso,7non capisco. Mio 2io, riconoscole $ualit% che ci sono nel ritratto di miomarito, - meno stravagante di$uel che fa di solito, ma ha dovuto fargli i

 "affi "lu. Mentre Machard3uardate, giusto il marito dell’amica da cuivado in $uesto momento =ilche mi d% il grandissimo piacere di fare la strada convoi>, le ha promes+so, se sar% nominato all’Accademia =- un collega del dottore>, difarle fareil ritratto da Machard. (erto, - un "el sogno No un’altra amica cheso+stiene di preferire 0eloir ;F. 'o non sono che una povera profana, e forse 0eloir - anche superiore $uanto atecnica. Ma trovo che la prima $ualit%di un ritratto, soprattutto $uando costaF.FFF franchi, - di essere somi+gliante, e di una rassomiglianza

gradevole.»&atti $uesti discorsi, che le venivano ispirati dall’altezza del suo pen+nacchio, dal monogramma del porta"iglietti, dal piccolo numero segnatodaltintore in inchiostro all’interno dei suoi guanti, e dall’im"arazzo diparlare a4Hann dei )erdurin, la signora (ottard, vedendo che erano an+cora lontanidall’angolo di rue 8onaparte dove il conducente doveva fer+mare per lei, ascolt# ilsuo cuore che le consigliava altre parole.«0e orecchie devono avervi fischiato, signor 4Hann, gli disse, duranteil viaggio che a""iamo fatto con la signora )erdurin. Bon si

 parlava chedi voi.»4Hann fu molto stupito, supponeva che davanti ai )erdurin il suono+me non venisse mai pronunciato.«2el resto, soggiunse la signora (ottard, c’era la

signora de (r6c9, ed -tutto dire. *uando 1dette - da $ualche parte, non pu# mairestare moltoa lungo senza parlare di voi. E potete immaginare se - per parlarnemale.(ome, ne du"itateI», disse vedendo un gesto scettico di 4Hann.E, trascinatadalla sincerit% della propria convinzione, senza mettereperaltro nessun cattivosottinteso in $uella parola che lei adoperava solonel senso in cui si usa per parlare diun affetto fra due amici:«Ma lei vi adora Ah, credo che davanti a lei non si

 potre""e riferirenul la contro di voi, si stare""e freschi A $ualsiasi proposito, per esem+pio se si vedeva un $uadro, diceva: QAh, se ci fosse lui, lui sìche sapre"+ "e dirvi se - autentico o no. Per $uesto non c’- nessuno come

luiQ. E inogni momento chiedeva: Q(he cosa far% in $uesto momentoI 4esoltantolavorasse un po’ (he peccato, che un ragazzo così pienod’intelligenzasia così pigro. =Mi perdonate, non - vero.> Ecco, sì, lo vedo,

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 pensa a noi ,s i domanda dove siamoQ. Anzi ha avuto un’uscita che mi - parsa moltoFF

carina! il signor )erdurin le diceva: QMa come potete vedere che cosa stafacendo in$uesto momento, se siete a ottocento leghe da luiIQ. Allora1dette gli harisposto: QBiente - impossi"ile all’occhio di un’amicaQ. Bo,vi giuro, non lo dico per lusingarvi, avete in lei una vera amica come nonce ne sono molte. )i dir#, delresto, se non lo sapete, siete voi il solo. 0asignora )erdurin me lo dicevaanche l’ultimo giorno =sapete, la vigiliadella partenza si parla meglio>: Q'o nondico che 1dette non ci voglia "e+ne, ma tutto $uel che le diciamo noi nonavre""e gran peso contro $uelche le dicesse il signor 4HannQ. 1h mio 2io, eccoche il conducente fermaper me, chiacchierando con voi stavo per lasciar passare larue 8onapar+teO )orreste farmi il favore di dirmi se il mio pennacchio sta drittoI».E

la s ignora (ot tard t i r# fuor i dal man icot to, per tender la a 4Hann , unamano guantata di "ianco dalla $uale sfuggì, con un "iglietto circola+re, una visionedi gran vita che riempì l’omni"us, mista all’odore di tin+toria. E 4Hann sisentì tra"occare di tenerezza per lei, come per la signo+ra )erdurin =e $uasi come per 1dette, giacch6 il sentimento che provavaper $uest’ultima, non essendo pimesc ola to all a soffe ren za, non era $uasi pi amore>, mentre seguendoladal la piattaforma con lo sguardointener i to , la vedeva che inf i lavacor agg ios ame nte rue 8on apa rte , col pennacchio dritto, rialzando con unmano la gonna, tenendo nell’altral’om"rellino e il porta"iglietti di cui

metteva in mostra il monogramma, lasciando "allare il manicotto davanti a s6.Pe r f ar e c on co rr en za a i s en ti me nt i mo r" osi c he 4 Ha nn p ro va va

 per1dette, la signora (ottard, miglior terapeuta di suo marito, vi aveva in+nestato accanto a $uelli altri sentimenti, normali $uesti, di gratitudine, diamicizia ,sent ime nti che nel la mente di 4Hann rende ssero 1dette pi umana =pisimile alle altre donne, perch6 anche altre donne glieli pote+v a n o i s p i r a r e > ,a f f r e t t a n d o l a s u a t r a s f o r m a z i o n e d e f i n i t i v ai n $uell’1dette amata con affetto pacifico che una sera, dopo una festaincasa del pittore, l’aveva condotto a "ere un "icchiere d’aranciata con &or+chevil le,

e accanto alla $uale 4Hann aveva intravisto la possi"ilit% di vi+ vere felice.5ntempo, avendo spesso pensato con terrore che, un giorno, avre""esmesso di essereinnamorato di 1dette, si era ripromesso di vigilare, e,appena si fosse resoconto che l’amore incominciava a lasciarlo, aggrap+parglisi, trattenerlo. Maecco che all’affievolirsi dell’amore corrispondevasimultaneamente l’affievolirsi deldesiderio di restare innamorato. 'nfattinon si pu# cam"iare, cio- diventare un’altra

 persona, continuando nellostesso tempo a o""edire ai sentimenti della personache non siamo pi.*ualche volta, leggendo in un giornale il nome di unodegli uomini che

F

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supponeva essere stati, pro"a"ilmente, gli amanti di 1dette, gli riaccen+deva lagelosia. Ma era molto leggera, e poich6 gli dimostrava di non es+sere ancora uscitocompletamente dal periodo in cui aveva tanto sofferto,7

ma in cui aveva conosciuto anche un modo di sentire cosi voluttuoso,7e c he , f or se , g l’ i mp re v is ti d e l c a mm in o g li a vr e "" e ro p er me ss odiscorgerne ancora le "ellezze, furtivamente e da lontano, $uella gelosia gliprocurava

 piuttosto una gradevole eccitazione! come al malinconico pa+rigino che lascia)enezia per ritornare in &rancia, un’ultima zanzara pro+va che l’'talia e l’estatenon sono ancora molto lontane. Ma, pi spesso,$uando si sforzava, se non direstare almeno di avere una visione chiarafinch6 gli era ancora possi"ile, di $uel

 periodo così singolare della sua vi+ta dal $uale stava uscendo, si accorgeva dinon poterlo fare gi% pi. (o+m e u n p a e s ag g i o c h e s t a p e r  s c o m p a r i r e , a v r e " " e v o l u t o s c o r g e r e l’amore che aveva appena lasciato!ma - così difficile sdoppiarsi e offrirsilo spettacolo veridico di un sentimento chea""iamo cessato di possede+re, che "en presto, fattosi "uio nel suo cervello, nonvedeva pi niente, ri+nunciava a guardare, si toglieva gli occhiali, puliva lelent i! e, dicendosiche era meglio riposare un po’, che ci sare""e stato ancora tutto iltempo,si rincantucciava, nella mancanza di curiosit% e nel torpore del viaggiato+reinsonnolito che si a""assa il cappello sugli occhi per dormire mentresente ilvagone trascinarlo sempre pi rapido, lontano dal paese dove havissuto così alungo, e che si era ripromesso di non lasciar fuggire senzadargli un ultimo

addio. Anzi, come avviene a $uel viaggiatore se si sve+glia solamente in&rancia, $uando 4Hann e""e per caso a portata di ma+no la prova che &orchevilleera stato l’amante di 1dette, si accorse chenon ne sentiva alcun dolore, cheormai l’amore era lontano, e rimpiansedi non esse re stat o avv ert ito nelmome nto in cui lo a"" and ona va per sempre. E come $uando stava per 

 "aciare 1dette per la prima volta, ave+va cercato di imprimersi nella memoria il voltoche così a lungo lei avevaavuto per lui, e che il r icordo di $uel "aciost ava per t ra sfo rma re, così adesso, nello stesso modo, avre""e voluto, almenonel pensiero, aver po+tu to d i re addio , f inch6 ancora es i s t eva , a

$ue l l ’ 1de t t e che g l ’ i s p i r avaamor e , ge los i a , a $ue l l ’ 1de t t e che l of aceva s o ff ri r e e che adess o nonavr e""e r i vi s to p i . 4 i s "ag l iava.2oveva r iveder la ancora una vol ta ,$ualche sett imana pi tardi. &udormendo, nel crepuscolo di un sogno.Egli passeggiava con la signora )erdurin,il dottor (ottard, un giovanot+to in fez che non riusciva a identificare, il pittore,1dette, Bapoleone in emio nonno, su un sentiero che costeggiava il mare e vistrapiom"ava apicco, a volte da una grande altezza, a volte da pochi metrisoltanto, inmaniera che si saliva e scendeva continuamente! $uelli chescendevano,

FJgi% non erano pi visi"ili a coloro che salivano ancora, la poca lucecherimaneva s’inde"oliva, e sem"rava allora che una notte nera stesse

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 percadere improvvisa. A tratti, le onde "alzavano fino a riva, e 4Hann senti+va sullaguancia gli spruzzi gelati. 1dette gli diceva di asciugarsi, eglinon poteva ene provava im"arazzo di fronte a lei, come pure di essere incamicia da notte.4perava che, grazie all’oscurit%, non se ne accorgessenessuno, ma intanto la

signora )erdurin lo fiss# con lo sguardo stupitoper un lungo momento, duranteil $uale egli ne vide deformarsi la faccia,il nas o a ll ung ar si , e sp un ta rl e duegrandi "aff i . 4i volt # per guardare 1dette, le sue guance erano pallide, sparsedi puntolini rossi, i lineamen+ti tirati, cerchiati, ma lo guardava con occhi pienidi tenerezza, pronti astaccarsi come lacrime per cadere su di lui, e 4Hannsentiva di amarlatalmente che avre""e voluto portarla via su"ito, su"ito.2’improvviso1dette gir# il polso, osserv# un piccolo orologio e disse: «8isognache va+da»! si congedava da tutti nello stesso modo, senza prendere da

 parte4Hann, senza dirgli dove lo avre""e rivisto, $uella sera o un altro giorno.Bonos# domandarglielo, avre""e voluto seguirla, ed era costretto, senzavoltarsi verso dilei, a rispondere sorridendo a una domanda della signo+ra )erdurin, ma il cuore gli

 "atteva orri"ilmente, provava odio per 1det+te, avre""e voluto cavarle gli occhi che poco fa amava tanto, calpestare lesue guance senza freschezza. (ont inuava asalire con la signora )erdu+rin, cio- ad allontanarsi passo passo da 1dette, chescendeva in direzionecontraria. 'n capo a un secondo lei era gi% andata via da molteore. 'l pit+tore fece osservare a 4Hann che Bapoleone ni si era eclissato un momen+todopo di lei. «(ertamente erano d’accordo», soggiunse, «devon essersiritrovati infondo al pendio, ma non hanno voluto salutare insieme perrispetto delleconvenienze. 0ei - la sua amante.» 'l giovanotto sconosciu+to si mise a piangere,

4Hann cerc# di consolarlo. «2opotutto ha ragione»,gli disse asciugandogli gliocchi e togliendogli il fez perch6 fosse pi asuo agio: «'o gliel’ho consigliatouna decina di volte. Perch6 essere tristeIEra pr op ri o l’u om o ad at to aco mp re nd er la ». (o sì 4H ann pa rl av a a se stesso, perch6 il giovanotto che da

 principio non aveva potuto identifica+re, era proprio lui! come certi romanzier i,aveva distri"uito la propriapersonalit% fra due personaggi, $uello chefaceva il sogno, e uno che gli stava davanti con un fez in testa;. * u a n t o a B a p o l e o n e ' ' ' , $ u e l n o m e l ’ a v e v a d a t o a & o r c h e v i l l e ,

 per$ualche vaga associazione d’idee, poi per una certa modificaavvenutanella fisionomia consueta del no"iluomo, infine per il gran cordonedella06gion d’1nore che portava al collo! ma in realt%, e per tutto ci# cheilp e r s o na g g i o d e l s o gn o g l i r a pp r es e nt a va e r i co r da v a , e r a

 p r o p r i oF

&orcheville. 2a immagini incomplete e mutevoli infatti 4Hann, addor+mentato, traeva deduzioni false, ma dotate momentaneamente d’altraparte,

di una tale forza creativa, che si riproducevano per semplice scis+sionecome certi organismi inferiori! col calore sentito nel palmo dellamanomodellava il cavo d’una mano estranea che credeva di stringere, eda sentimenti e

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impressioni di cui ancora non aveva coscienza faceva na+scere una serie di peripezie capaci di evocare nel sonno, con la loro con+ catenazione logica e almomento giusto, il personaggio necessario a rice+vere il suo amore o a provocare ilsuo risveglio. 2’un tratto fu notte fon+da, suon# una campana a martello! alcuni

a"itanti passarono di corsa, infuga dalle loro case in fiamme! 4Hann udiva ilrumore delle onde che si accava l lavano , e i l cuore che con pa r ivi ol en za , gl i "a tt ev a d’ an si a ne l petto. A un tratto le palpitazioni di cuoreraddoppiarono di velocit%, pro+v# una sof ferenza , una nauseainesplica"ili! un contadino coperto diustioni gli gridava passando: «)enitea chiedere a (harlus dove - andata1dette a terminare la serata col suocompagno, una volta stavano insie+me e lei gli dice tutto. 4ono loro che hannoappiccato il fuoco». Era il suocameriere che veniva a svegliarlo e diceva:«4ignore,sono le otto e c’- il parrucchiere, gli ho detto di ripassare en+tro un’ora».Ma,

 penetrando nelle onde del sonno dove 4Hann stava immerso, $ue+ste parole eranoarrivate alla sua coscienza solo dopo aver su"ito $uelladeviazione per cuiin fondo all’ac$ua un raggio sem"ra un sole, così co+me, un attimo prima, ilsuono del campanello, ac$uistando in fondo a$u eg li a" iss i la son or it% diuna campana a mar tel lo , aveva genera to l’episodio dell’incendio.&rattanto lo scenario che aveva sotto gli occhivol# in polvere, 4Hann aprìgli occhi, udì un’ultima volta il rumore diuna delle onde marine che siallontanava. 4i tocc# la guancia, era asciut+ta. Eppure ricordava la sensazionedell’ac$ua fredda e il sapore del sale.4i alz#, si vestì. Aveva fatto venire presto il

 parrucchiere, perch6, il gior+no pr ima, aveva scrit to a mio nonno che nel

 pomeriggio sare""e andatoa (om"ra9, avendo saputo che la signora di(am"remer,7la signorina0egrandin,7doveva trascorrervi $ualche giorno. Associando nel ricor+do i l fascino di $uelg iovane v i so a l l ’ a t t r a t t iva d i una campagna dovenon era andato datanto tempo, fu talmente allettato all’idea che final+mente aveva decisodi lasciare Parigi per $ualche giorno. 4iccome lecom"inazioni diverse

che ci uniscono a determinate persone non coinci+dono col periodo in cui le amiamo,ma, sorpassandolo, possono prodursiprima che esso incominci e ripetersi dopo che -finito, così le prime appa+rizioni che fa nella nostra vita un essere destinato a

 piacerci pi avanti ,F;ac$uistano retrospettivamente ai nostri occhi il valore di un avvertimen+to, di un

 presagio. 'n tal modo 4Hann era tornato spesso all’immagine di1dette incontrata ateatro, $uella prima sera in cui pensava di non rive+derla mai pi,7

e così adesso ricordava la serata della signora di 4aint+Euverte in cui aveva presentato il generale di &ro"erville al la signora di (am"remer. 3l’interessidella nostra vita sono così molteplici, che non dirado, in una stessa circostanza,

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le "asi di una felici t% che ancora non esi+ste sono piantati accanto all’aggravarsidi un dispiacere di cui stiamo sof+fr en do . E, se nz a du "" io , $u es to sa re "" e

 potuto accadere a 4Hann in $ualsiasi altro luogo piuttosto che in casa dellasignora di 4aint+Euverte.(hi sa anzi, nel caso che $uella sera si fosse trovato altrove,

se altre felici+t%, altri dispiaceri gli sare""ero toccati, che in seguito gli sare""erosem+ "rati anch’essi inevita"ili. Ma ci# che gli pareva tale, era ci# cheavevaavuto luogo, e 4Hann non era lontano dal vedere un che di provviden+z ia le ne l f a t to d i es ser s i dec i so ad andare a l l a sera ta de l l a s ignoradi 4aint+Euverte! perch6 la sua mente, sempre desiderosa di ammirarelaricchezza d’inventiva della vita e incapace di porsi a lungo una domandad iffic i le ,come $uel la di sapere che cosa sare""e s tato pi augura "i le , scorgevanelle sofferenze che aveva provato $uella sera e nei piaceri an+corainsospettati che germogliavano gi%,7fra cui mettere in e$uili"riol a " i l a n c i a e r a t r o p p o d i f f i c i l e ,7u n a s p e c i e d i c o n c a t e n a z i o n e necessaria.Ma un’ora dopo i lr i svegl io, mentre dava i s t ruzioni a l par rucchiere perch6 in treno la

 pettinatura a spazzola non si scompigliasse, ripens# alsogno! a come li aveva sentitivicinissimi a s6, rivide il colorito pallido di1dette, le guance troppo magre, ilineamenti tirati, gli occhi s"attuti, tut+to ci# che,7nel corso delle tenerezze successive che del suo durevoleamore per 1dette

avevano fatto un lungo o"lio della prima immagine che ne aveva ricevuto,7egli aveva smesso di notare dopo i primi tempidel loro legame, proprio lì senzadu""io la sua memoria era andata a ri+cercarne la sensazione precisa mentre luidormiva. E con $uella grossola+nit% intermittente che ricompariva in lui appenanon era pi infelice, eche a""assava nel tempo medesimo il livello della suamoralit%, esclam#dentro di s6: «E dire che ho sciupato anni di vita, che volevomorire, cheho avuto il mio pi grande amore, per una donna che non mi

 piaceva,che non era il mio tipo».

F&rancis Plant6 =D+D;> si afferm# fin da giovane come pianista di$ualit%. AntonGu"instein =JD+D;>, pianista e compositore russo, checominci# a veni re per conce r ti a Pa r ig i da l ;F e po i i n t u tt a Europa .Pierre+(harles+Udouard Potain =J+DF> uno dei pi illustri medicifrancesi, mem"rodell’Accademia di medicina dal J.J0a )alchiria

=;+<>, dramma musicale di Vagner, con la cele"recavalcata al terzo atto. 'l preludio del/ristano e 'sotta

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=@+D>, dram+ma mu s i ca le d i Vagn er , e r a g i % ne l pr og ra mm ad e i c o n c e r t i d a t i a l /h6Ttre+'talien di Parigi agl’inizi del <F, nella primatempestosa presadi contatto col pu""lico francese.

«'n cerca di complimenti» 'n 1dette - una costante l’uso di locuzioniinglesi.;'' fau"ourg 4aint+3ermain, che si estende attorno alla pi antica chie+sa di Parigi, - il$uartiere aristocratico per eccellenza, che venne di modaverso la fine del 4ettecento,a"itato da famiglie no"ili e del mondo finan+ziario per tutto l’1ttocento. Alcunestrade =rue de 0ille, rue de 3renelle,rue de )arenne> presentano ancoral ’ i m m a g i n e d e l l ’ u r " a n i s t i c a d e l t e m p o .c(he mistero - mai $uestoI 4tupefatto ci resto.» Aria del triofinaledell’opera di &ranCois+Adrien 8oieldieu =@@+;>0a 2ame "ianche, suli"retto di Eug-ne 4cri"e =@D+<> ispirato a due romanzi diValter4cott =@@+J>,3u9 Mannering=> e'' monastero=JF>.<«)isione fuggitivaO » Aria di Erode dal '' atto dell’opera

N6rodiade=>, ispirata al racconto di &lau"ert, di Kules Massenet =;J+DJ>sul i" re tt o i ta li an o d i A. _ an a rd in i, t ra do t to i n f ra n ce se d a P au lMil let eNenri 3r6mont.@« ' n s i m i l i f a c c e n d e m e g l i o n o n v e d e r n i e n t e . »( i t a z i o n e dell’ Anfitrionedi Moli-re =con il cam"iamento del ver"o finale: vedere in+vece di dire>: «

4ur telles affaires, touXours ] 0e meilleur est de ne rien dire» =''',F vv. D;J+D;>0’anglomania fa usare a 1dettehome

 per a casa esmart

 per elegante.D

 Kan )ermeer =<J+<D>, pittore olandese di cui Proust s’innamor#da$uando vide al museo Mauritshuis dell’AXa la sua)eduta di 2elft

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, nelv i a g g i o f a t t o i n 1 l a n d a n e l l ’ o t t o " r e D F J c o n 8 e r t r a n d d e&6nelon=@+D;>.F0a rana davanti all’areopago, espressione metaforica per indicareuna persona

modesta davanti a una no"ile assem"lea, com’era il pi altotri"unale d’Atene, -creazione originale di Proust attraverso la suggestio+ne di varie fonti, usata $ui da1dette nei riguardi di 4Hann e ripetuta inF<

4odoma e 3omorra

'' dal signor di (am"remer, che si dichiara piccolo difronte al clan dei)erdurin.4arah 8ernhardt =;;+DJ>, la pi grande attrice francese, - la )oced’1ro, per ildottor (ottard che ripete una delle tante definizioni in sualode del tempo.J8iche - il soprannome del pittore Elstir, da parte dei )erdurin, chediverr%/iche nel/empo ritrovato

.'' Geichstag, dalla fondazione del Primo Geich =@>, - il Parlamen+to tedesco.

 per# alla (amera dei (omuni inglese che si esclama: « Near hear », come espressione rituale di applauso.;

'' finale della Bona 4infonia=JJ+J;> di 8eethoven, propone l’'nnoalla gioia, sommesso e grandioso nella sua semplicit%, che si trasformanella settimavariazione in marcia trionfale.' Maestri cantori di Borim"erga=<>, l’unica opera non tragica tra le composizioni teatrali di Vagner.0a manifattura di 8eauvais e""e come direttore Kean+8aptiste 1udr9=<<+@>,

 pittore di animali, che illustr# un’edizione delle&avole

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di 0a&ontaine. 'l motivo dell’orso e dell’uva pu# far pensare alle sue favole,la)olpe e l’uvao0’orso e l’amante dei giardini

.<Allusione alla cura dell’uva di &ontaine"leau, chiamatachasselas, dicui si decantavano le virt terapeutiche.@0 a s o n a t a d i ) i n t e u i l - , p e r c o n f e s s i o n e d e l l o s t e s s oP r o u s t , l ’ a m a l g a m a d i v a r i e s u g g e s t i o n i m u s i c a l i r i c a v a t e d au n a s o n a t a d i (amille 4aint+4a\ns =+DJ>, da una di (6sar &ranL =JJ+DF>, daltremo lo del prel udi o del0ohengrin, da $ua lco sa d i Gi cha rd 4 chu "ert =+D>, dall’'ncantesimo del venerdì santodelParsifal, da una "allataper piano e orchestra di 3a"riel &aur6 =;+DJ;>.'n italiano nel testo. 'nesattamente dice: «di primo cartello».D

Place du (hTtelet, al centro di Parigi, detta così perch6 occupa il postodi un’antica fortezza del ?''secolo, «le 3rand+(hTtelet». )erso la finedell’1ttocento, ogni domenica

 pomeriggio si tenevano nell’omonimo tea+tro i concerti dell’orchestra fondata daUdouard (olonne.JF06on 3am"etta =+J>, uomo politico, e""e grande popolarit%per lalunga opposizione a Bapoleone ''' e per la resistenza antiprussia+na nel @F, daesser considerato il fondatore della /erza Gepu""lica. 'solenni funerali di

4tato si svolsero il < gennaio .J(ommedia di P. BeHsLi =pseudonimo di Aleandre 2umas f i ls ,J;+D>, in colla"orazione con P. de (orvin. Gappresentata all’1d-onnel @<, furipresa nel ; alla Porte 4aint+Martin.F@

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JJ Kules 3r6v9 =F@+D>, presidente della Gepu""l ica francesenelsettennio @D+. =0’Ul9s6e - la sua residenza ufficiale.> Gieletto,do+vette dimettersi per uno scandalo nel @.J1dette non dicefiacre, maca"

 per vettura di piazza.J;Pieter de Nooch =<JD+<;> pittore olandese di cui al 0ouvre c’- il $uadro' giocatori di carte.JAlla Madonna del 0aghetto - dedicato un santuario e un chiostro del 4eicentovicino a Bizza.J<4andro &ilipepi, detto 8otticelli =;;+F>, di &irenze, chiamato aGoma,lavor# alla cappella 4istina, dove dipinseMos6 e le f igl ie di /et ro.GusLin era rimasto fortemente impressionato dalla "ella e possente figu+ra di4efora, che riprodusse in copia sulla copertina di un volume dellesue1pere.

J@'l "usto in "ronzo, al Museo (orrer di )enezia, di Andrea 0oredan=che nonfu mai doge, ma un valoroso condottiero> ora - attri"uito a An+drea 8riosco detto ilGiccio =;@+J>, ma all’inizio del secolo si dicevache ne fosse autore Antonio8regno detto il Gizzo =;F+;D>.J2omenico 3hirlandaio =;;D+;D;>, pittore fiorentino di cui - con+servatoal 0ouvre i l)ecchio e nipote

, in cui r isal ta un in dimen tica"i le naso.JD

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  Kacopo Go"usti, detto il /intoretto =+D;>, afferm# il manieri+smonell’area culturale veneziana.F4andro di Mariano &ilipepi fu chiamato 8otticelli perch6, secondo)asari, da

 piccolo aveva lavorato da un orefice, amico del padre, chiama+to 8otticello.0aMaison dor6eoMaison d’1r fu fino al DFJ un cele"re ristorante al+la moda in rue 0affitte, all’angolo con

 "oulevard des 'taliens.J5na terri"ile inondazione colpì nell’otto"re @D la citt% e la provin+c i a d iM u r c i a n e l l a 4 p a g n a s u d + o r i e n t a l e . E i l d i c e m " r e s ie " " e all’'ppodromo di Parigi la giornata di solidariet% Parigi+Murcia.Per antonomasia il 8ois de 8oulogne, grande e "el parco di Parigi.;'' (af6 Pr6vost, prima in rue de (lich9 ed ora in rue de la (hauss6e+d’Antin, avevacome specialit% la cioccolata.'' caff- /ortoni, aperto nel @D da )elloni il primo gelataio napole+tano a Parigi, fu

fino alla fine dell’1ttocento il pi famoso ritrovo dei pa+rigini. 'l caff- 'nglese,all’inizio luogo d’incontro degli autori romantici,divenne sul finire delsecolo il migliore ristorante parigino! fu demolito nel D.<(arrozza scoperta a $uattro ruote, con due posti e mantice posterio+re. 2al nome dellaregina )ittoria d’'nghilterra.F

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@'')alser des rosesdi 1livier M6tra =F+>, fornitore di operette "alla"ili per le &olies+8erg-re. Koseph+2iuedonn6 /agliafico =J+DFF> fu, oltre che "aritono eimpresario, autore di musiche popolari comePau+vres fous

=che Proust scrive al singolare>.3l i a f f r e s ch i de l l a cappe l l a 4 i s t i na hanno a l cune pa r t i r i t occa t eatempera a secco.DAntoine Vatteau =<;+@J>, «pittore di feste galanti», - il pi indi+cato per ilritratto psicologico dei sorrisi di 1dette che tra poco vedremoin una nuovam et a mo r fo si , i n p el li cc ia e s ot to u n c ap p el lo a ll a G e m+ " r an dt ,

 pi t tore e incisore olandese di tut t ’a l t ro vigore. ' l cappel loallaGem"randt ha le tese rialzate e una piuma per ornamento, come nel per+sonaggioluminoso dellaGonda di notte.;F'' visconte Emanuel+Ga9mond de 8orelli =@+DF<> era stato gi% ci+tato da ProustneiPiaceri e i giorni, come esempio di poesia facile, con Kac+$ues Bormand e 4ull9 Prudhomme. &ra isuoi li"ri di versi

4ursum corda=> , t i to lo g i% usa to da l canzonet t i s t a i t a l i ano Mar io &ores i inuna«serenata» pu""licata sulla rivista «0’Arte» del ; novem"re .

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;4erge Panine=>, dramma di 3eorge 1hnet =;+D> t r a t to dall’omonimo

romanzo. 2i 1hnet, pi innanzi, verr% ricordato anche illi"ro per cui and# pifamoso,0e maStre des forges=J>.;DM on te d el la 4 vi zz er a, d a c ui s i g od e u no s pl en di do p an or ama ,a.FF m di altezza, presso i l lago dei *uattro (antoni. 5na delle

 pr imeferrovie a cremagliera conduceva ai suoi famosi al"erghi di lussoF

&ondata nel , era una specie di liceo artistico per preparare ilpersonaledei musei francesi.2opo la morte di 4Hann, 1dette sposer% il conte di &orcheville, cheadotter% 3il"erte.J8ianca di (astiglia =+JJ>, madre del re 4an 0uigi '?, fu reg+gentenegli anni JJ<+J< e J;D+JJ con grande autorit%.4ulla testa del capotavola pendeva una rosa nei conviti degli antichiromani, monitoa non rivelare $uanto si diceva e faceva durante i pasti fra amici, ossia «su" rosa dieta vel acta».;0e(hroni$ues de 4aint+2enis, così chiamate perch- redatte dai mona+ci dell’omonima a""azia e pi note sotto ilnome di3randes chroni$ues de&rance, narrano le vicende della monarchia francese dalle origini fino alregno di

0uigi ?'' =;D<+>.

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4uger =F+>, a"ate di 4aint+2enis, consigliere di 0uigi )' e di0uigi)'', e 8ernardo di (hiaravalle =FDF+>, fondatore dell’ordine ci+stercense, autoredi trattati e di molte lettere che furono raccolte, non po+terono dir nulla di 8iancadi (astiglia, perch6 morti entram"i prima chenascesse. Ma 8richot fa gran

confusione di date e di nomi.<A l t r a t o p i c a d i 8 r i c h o t . E n r i c o P l a n t a g e n e t o r ed ’ ' n g h i l t e r r a =+D> non fu marito o amante della madre di 8iancadi (ast iglia,ma sempli cemen te i l padre, e $ui ndi n onno materno del lamedesima8ianca.@'mpossi"ile ridare il giuoco di parole, $ui, del dottor (ottard =nel te+sto, fra«"ronze» e «onze» col commento «Et un font douze»>! perci# a"+ "iamo sostituito con «ru"ino» e «ru"inetto». Analogamente in casisimilialtrove.0aGonda di not tedi Gem"randt =<F<+<<D> Proust l’aveva potutaammirare al GiXLsmusem nelsuo viaggio ad Amsterdam del DFJ. Avevavisitato anche il museo &rans Nals diNaarlem dove aveva visto0e reg+ genti =dell’ospizio dei poveri>

di &ranz Nals =F+<<<> che sono conservateinsieme con il $uadro' reggentidi Gem"randt.D0’insalata giapponese - un piatto di patate e cozze, condite con tar+tufi, er"e, echampagne, la cui ricetta fu divulgata per mezzo di&rancil+lon, g r a nd e s u c c es so t ea t r a l e d i A l e an dr e 2 um as f ig l i o a l/ h 6 T t r e +

F

&ranCais i l @ gennaio @, che aveva per tesi che anche la moglie pu#esigere fedelt% dal marito.

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<F4i torna a parlare di 3eorges 1hnet =;+D> e, al pari di4erge Pa+nine, dell’enorme successo del

Padrone delle ferriere, c h e f u r o m a n z o e dramma di ancora pi grande popolarit%.<'' duca (harles+0ouis de 0a /r6moRlle =+D>, di una delle piantichefamiglie di &rancia, mem"ro dell’Accademia delle 'scrizioni dalDD,

 pu""lic# molte opere di erudizione.<J'' Palazzo dell’'ndustria, la cui vita dur# dal al DFF, sempreall’epocadell’Esposizione 5niversale per cui era stato costruito, si trova+va sul luogodell’attuale 3rand e Petit Palais. Era adi"ito per mostre an+nuali e "iennali di

 pittura e di scultura.<&ranCois de 4alignac de la Mothe &6nelon =<+@>, arcivescovodi(am"rai in &iandra, - definito «mite anarchico» per l’adesione alladottrina$uietista, per le critiche all’assolutismo nella sua0ettera a 0uigi?')e per alcune utopie sociali osservate nella 8etica e a 4alento nelleAv+venture di /elemaco. Per la definizione dell’intelligenza - ricordata una frase del

/rattato dell’esistenza e degli attri"uti di 2io: «(ome il sole sensi"i+l e r i s c h i a r a t u t t i i c o r p i , c o s ì i l s o l ed ’ in t e l l i genza r i s ch i a r a t u t t i g l i s p i r i t i » .<;Madame de 46vign6 scriveva dai suoi possedimenti in campagna al+la figlia in data novem"re <@, a proposito di Madame de /arente:«Mi vuole molto "ene.A Parigi se ne parlere""e male, ma $ui - un favo+re che mi fa salire nellaconsiderazione dei miei contadini».<

'n italiano nel testo, per l’espressione completa: «4e non - vero, - "entrovato», pi comunemente detta al femminile.<<0’«occhio americano» - un’espressione gi% usata inMadame 8ovar9

 per indicare un occhio vivo e acuto come $uello degl’indiani di America:m a« o c c h i a t a a m e r i c a n a » s i g n i f i c a « s g u a r d o d ’ a m o r e »nel l ’ a rgotpar ig ino .<@

3ustave Moreau =J<+D>, pittore di tipica area decadente, ha di+pinto nei suoi$uadri 4alom-, Elena e 3alatea. Proust se ne - interessatovarie volte nei suoi scritti.<

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4aint+(loud, citt%+so""orgo alle porte di Parigi, - rinomata per ilparco,c o n i s u o i g i o ch i d ’ a c $ u a p i v o l t e d i p i n t i d a N u " e r tGo"ert=@+F>.<D

4’identifica con l’isola del 8ois oppure con $uella che oggi - l’«all6edes (9gnes», frail pont de 3renelle e l’allora pont de Pass9.@F'' pittore della Primavera, ossia 8otticelli =;;+F>, per il $uale al+l a f i n ed e l l ’ 1 t t o c e n t o s i e " " e u n v e r o c u l t o . 4 o n o a n c o r a c i t a t el a

 Madonna del Magnificate laMadonna della Melagrana, ch e si tr ov an o ne l museo degli 5ffizi di &irenze. 4i ricorda ancora Mos-che sta versandol’ac$ua, una delle4cene della vita di Mos-

nella (appella 4istina.@3li episodi della gelosia, dallo scam"io della finestra illuminata di1dettealla lettura di una sua lettera, son gi% inKean 4anteuil, e anche inuna lettera a Ge9naldo Nahn del marzo <.@J(hatou si trova sulla 4enna, nei pressi di )ersailles.@

Eug-ne+Marin 0a"iche =+>, autore di pi di un centinaio di «vaudevilles», perfetti congegni scenici, per demistificare la societ% con+temporanea,eppure molto amati dai "orghesi del suo tempo..@; noto che Platone mette al "ando i poeti dalla societ% nellaGepu"+"lica=li"ro ?> e che 8ossuet ha scritto nelleMaimes et r6fleions sur la co+m6die

contro il teatro, ritenuto luogo di seduzione peccaminosa, scaglian+dosi in particolarecontro Moli-re.@

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' ' s ommo mus i c i s t a K ohann 4e"as t i an 8ach = <+ @F> - mes s oaconfronto col mediocre compositore francese Antonin+0ouis(lapisson=F+<<>, autore di

op6ras+comi$ues, tra cui0a &igurante=>, e di ro+manze popolari.D0a meccanica - la disposizione dei luoghi e dell’uso del tempo, rego+lato conmeticolosa precisione, nella reggia del Ge 4ole. 5na sezione dei M6moiresdi 4aint+4imon =<@+@> - intitolataM6cani$ue, vie particuli-reet conduite de Mme de Maintenon. &ranCoise d’Au"ign6, marchesa di Main+tenon =<+@D>, moglie morganatica di0uigi ?'), fu l’educatrice degliotto figli che il re aveva avuto da Mme deMontespan negli otto anni direlazione. 3iovanni 8attista 0ulli =<J+<@> fu ilgrande musicista e or+ganizzatore di spettacoli musicali e "alletti dell’epoca del Ge4ole.

DF(rapotte, Kauret =o Koret> erano fruttivendoli del tempo, come (he+vet chevendeva alimentari fino alla fine del secolo, $uando fu incorpora+to nella ditta Potel (ha"ot.D'' duca di (hartres =;F+DF>, fratello minore del conte diPar igi ,am"edue f igl i di &erdinand+Phi l ippe, duca di 1r l6ans =F+ ;J >. 'l principe di Geuss era a capo di un principato in /uringia, facente

 partedel la confederazione del la 3ermania settentrionale. 3randuchi del0us+sem"urgo furono Adolphe, nato nel @, e suo figlio 3uillaume,natonel J.DJ0a legge del 4ettennato fu votata il D novem"re @. Mac Mahon= F + D> fu presid ente de lla Gepu" "l ica fran ce se d al @ al@D,$uando diede le dimissioni e gli successe Kules 3r6v9 dal @D al <.D(ele"re passeggiata sul mare a Bizza.D;

 Bel @ vennero al la luce sot to l ’ intonaco de l la vi l la 0emmineidintorni di &irenze degli affreschi di 8otticelli, e due furono vendutial0ouvre nel J, raffiguranti il primo un giovane e il secondo )enere e le3razie

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che porgono doni alla "ella )anna =ossia 3iovanna /orna"uoni>,come fuchiamata la giovane donna che vi appare, in un’opera sui ritratticele"ri di Go"ert de0a 4izeranne. 3li altri due $uadri di 8otticelli,0a Pri+mavera

e0a Bascita di )enere, si trovano agli 5ffizi a &irenze.DAnnuncio della natura omosessuale del signor di (harlus.D<'' museo 3r6vin, il cele"re museo delle cere di Parigi, fu fondato nelJ da Alfred3r6vin.D@'' ca"aret «0e (hat Boir» fondato da Godolphe 4alis nel si tro+vava aMontmartre e fu fino al D@ un animato luogo di divertimento incui si radunavanoartisti, mondani e cocottes.D

 Bella(om6die humained i 8 a l z a c s i c h i a m a n o « t i g r i » i g i o v a n i e scattanti staffieri o«grooms» che siedono nella parte posteriore delle car+rozze. 0a parola «tigre» -riportata nel 0ittr6 col significato di «groom diun elegante».DD

Andrea Mantegna =;+F<> pittore e incisore, di cui Proust pot-ammirare nel suo viaggio del DFF in 'talia il guerriero inmeditazionenelMartirio di 4an 3iacomonella chiesa degli Eremitani a padova. 0aPaladi san _enosi trova nell’omonima "asilica di )erona e raffigura nella par+te posteriore, l’unicarimasta sul luogo, laMadonna in trono col 8am"inotra Angeli e 4anti

. 'l Mantegna - nato a Piazzola sul 8renta: ma a Mantovaoper# dal ;D fino allamorte , alla corte dei 3onzaga, e lasci# uno deisuoi capolavori, la(amera picta o camera degli sposi=;@+;@;>, nel Palaz+zo 2ucale.;

FF

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Al"recht 2iirer =;@+J>, pittore e grafico tedesco che hasu"itol’influsso dell’arte rinascimentale italiana =Mantegna e 8ellini>.F0a 4cala dei 3iganti si trova nel cortile centrale del Palazzo 2ucalea )enezia ed -

così chiamata perch6 vi sono due immense statue del 4an+sovino di Marte e di Bettuno.FJ&rancisco 3o9a =@;<+J> non ha dipinto sacrestani, ma alcuni to+reri, come ilmatador Kos6 Gomero =il cui ritratto - al museo di &iladelfia>,con il caratteristicocodino, che attualmente - tornato di moda.F8envenuto (ellini =FF+@>, scultore, orafo e scrittore, che haispiratoP r o u s t p e r i n u d i , c o m e i lPerseode l l a 0o gg ia de i 0a nz i d i &irenze.F;(ittadina nel centro+sud della &rancia, sede di un’antica manifattu+ra di arazzi etappezzerie, gi% sotto il patrocinio di Enrico ') =D+<F>e nel << riconosciutacome Manifattura Geale.F'' governatore ingiusto, seduto di fronte al portone di una fortezzain mezzo a unaforesta, - un personaggio che appare nella serie dei)izi edelle )irt

di 3iotto nella (appella degli 4crovegni a Padova, che Proustpot- vedere di persona nel suo pr imo viaggio in 'talia, nel maggio del DFF.F<0’assolo per flauto si trova nel secondo atto, nella scena dei (ampiE l i s i , d e l l ’1 r p h - e e t E u r i d 9 c e= @ < J > d i ( h r i s t o p h V i l l i " a d 3 l u c L =@;+@@>, opera ripresa aParigi in una nuova versione a cura di 8er+lioz a partire dal D.F@& r a n z 0 i s z t = + < > , c o m p o s i t o r e , p i a n i s t a e

d i r e t t o r e d’orchestra ungherese, compose le0eggende di 4an &rancesco d’Assisie di4an &rancesco di Paolanel <.F0a principessa Matilde =JF+DF;>, figlia di 3erolamo 8onaparte, ecugina di

 Bapoleone ''', a"it# all’Eliseo fino alla caduta del 4econdo 'm+pero, intrattenendo un prestigioso salotto in casa sua, fre$uentato da ari+stocratici , ar tist i, letterati , fra

cui i due 2umas, 4ainte+8euve, /aine, Ge+nan, i 3oncourt , &lau"ert ,e c c . , e su c u i P ro u s t sc r i ss e un o d e i su oi «4alons parisiens» sul&igaro

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del J fe""raio DF..FD&r9der9L (hopin =F+;D>, compositore e pianista polacco, fa+ mosissimoin vita, aveva su"ito un’eclisse di popolarit% alla fine del seco+lo, finch6 ritorn# in

auge dopo il DF, in occasione del centenario dellanascita.F'' $uintet to con c lar inet to Z. d i Vol fgang AmadeusMo zar t=@<+@D>, uno dei pi "elli, fu composto poco prima della morte,nel@D.

Prosper M6rim6e =F+@F>, l’autore di(armene di(olom"a, - loscrittore di testa poco amato da Proust, che rifugge anche da Nenri Mei+lhac=+D@> e da 0udovic Nal6v9 =;+DF>, famosa coppia di au+ tori dimolte commedie,vaudevilles

e li"retti, musicati soprattutto da Kac+$ues 1ffen"ach =D+F> e alcuni da3eorges 8izet =+@>, rap+presentanti secondo lui di un genere diletteratura spensierata e futile.J0a ditta parigina 8elloir era specializzata in forniture per feste e "anchetti.3li amici di 8asin de 3uermantes, hanno il nome uguale al ponted’'-na, chesi trova sulla 4enna di fronte alla /our Eiffel! e il ponte avevapreso il nome dallavittoria di Bapoleone sull’esercito prussiano nel F<nella omonima localit% in

3ermania.;0a famiglia di Go"ert de Montes$uiou aveva avuto ascendentiinr a p p o r t o c o n l ’ ' m p e r o , u n a v o e s s e n d o s t a t o g r a nc i a m " e l l a n o d el l’' mp er ato re n el F, a l s e gu it o d i /al le 9r an d,senatore e par i di &r a n c i a , l a n o n n a g o v e r na n t e i m p e r i a l e e« M a m a n * u i o u » d e l r e d i Goma.4partaco, capo degli schiavi in rivolta, che tenne testa per due annialle legioni di

Goma e che morì nel @.<

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)ercingetorige, il generalissimo dei 3alli che difese l’indipendenzadel suo paese,ma che sconfitto a Alesia nel J a.(., fu portato a Gomaprigioniero e, dopoaver ornato il carro del trionfo di (esare, inviato alsupplizio nel ;<.@

0a duchessa di 3uermantes - suocera della principessa des 0au+mes, cheerediter% un giorno $uel maggior titolo della casata.'' giuoco sul nome di (am"remer rivela che - composto nella pri+ma partedall’iniziale del cognome del generale Pierre+Utienne (am"ron+ne =@@F+;J> e,nella seconda, dalla parola «merde», che lui stesso pro+nunci# alla "attaglia diVaterloo, $uando i nemici lo avevano invitato al+la resa.D8erenice - la protagonista della tragedia omonima di Kean Gacine=<D+<DD>, amata da /ito ma poi respinta $uando divenne imperatore,per ragiondi 4tato.JF'' "acillo virgola, o vi"rione colerico, fu scoperto nel ; da Go"ertZoch =;+DF>.J Kean+&ranCois de 3aloup, conte di 0a P6rouse =@;+@>,famosonavigatore francese scomparso nell’isola )aniLoro nell’arcipelago di 4an+ta(ruz, massacrato dai selvaggi o a causa di un naufragio. (fr. K .+&.0aP6rouse,

)iaggio intorno al mondo sull’Astrola"e e sulla 8oussole, Milano,DJ.<

JJ0’N[tel )ouillemont, tran$uillo e di prim’ordine, si trovava in rue8oiss9+d’Anglas,vicino a place de la (oncorde.J0a Princesse de (l-ves

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=<@> di Mme de 0a &a9ette =<;+<D> - unromanzo che analizza conestrema finezza una passione d’amore, e che siconclude con la volontaria rinunziadella protagonista.J;

Gen6=FJ> di (hateau"riand =@<+;> - tra le prime espressionidi amore romantico inun racconto.J/ris tano e 'sot ta=<>, dramma musicale in tre atti di GichardVagner =+>, chescrisse di aver voluto con esso innalzare un mo+numento al pi "ello dei sogni, lavera e genuina gioia d’amore.J<Antoine+0aurent 0avoisier =@;+@D;>, fondatore della chimicamoderna eAndr6+Marie Amp-re =@@+<>, che scoprì i fenomeni elet+trodinamici e le loroleggi, sono messi sullo stesso piano per genialit% conil compositore della «piccolafrase» della sonata di )inteuil.J@Pro ust avev a scr i t to la s tessa frase c ome det ta ne l sa lot todel laprincipessa Matilde, riferendola al telefono, «la pi "ella scoperta che siamaistata fat taO dopo le sedute spiritiche, naturalmente» (fr. notaFsull’articolo pu""licato sul&igaro

del J fe""raio DF.J0a toilette di 2ianao2iana e Binfefu ac$uistata all’asta della colle+zione di Beville 2. 3oldschmidt a Parigi nel @<dal Museo Mauritshuisdell’AXa, dove Proust lo vide nei viaggi in 1landa del D eDF. 2ietroal cagnolino "ianco e "runo =l’unico animale nell’opera nota di)ermeer>,sul sasso ove sta seduta 2iana =riconosci"ile dal diadema con la

mezza+luna>, esisteva una firma pressoch- svanita in seguito alle pulituredel$uadro , per cu i es so fu a t t r i"ui to per un cer r to t empo a BicolasMaes=<;+<D>.JD«Bon s i - ma i cos ì f e l i c i o i n f e l i c i come s i c r ede .» 0a Gochef ou+cauld,0es Maimes, ;D.F

'' ritratto di Maometto '' di 3entile 8ellini =;JD+F@>, ora alla Ba+tional 3aller9di 0ondra. 'l vicentino =e non veneziano> 3iovanni MariaAngiolello =;+J>, che non - il "iografo del pittore, lasci# un diario intitolato

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Nistoria turchesca=pu""licato solo nel DFD>, in cui narra di 're+ne, ragazza greca di straordinaria

 "ellezza di cui Maometto '' s’era inna+morato e che uccise davanti a tutta la corte per mostrare di non essere di+stolto dai suoi doveri. Be aveva parlato anche Matteo

8andello nella no+vella ? del primo li"ro delle sue Bovelle.0es &illes de mar"re, dramma in cin$ue atti con intermezzi cantati di/h6odore 8arri-re e 0am"ert/hi"oust =J@+<@>, in cui si racconta diuna cortigiana senza cuore, cherovina uno scultore di lei innamorato,rappresentato per la prima volta nel, ma ripreso nel @ e ancora@

nel D al teatro dei Menus+Plaisirs. Proust aveva prima pensato al 8ai+ser di/h6odore de 8anville =J+D>.J'' Palazzo dell’'ndustria era adi"ito a mostre, chiamate «salons»perch6i n o r i g i n e s i s v o l g e v a n o n e l g r a n d e s a l o n e d e l 0 o u v r e , oa spettacoli./re citt% nei pressi della Manica, ma in tre diversi dipartimenti, nel+la 4ennaMarittima, nel (alvados e nell’Eure. 4u"ito dopo - citata 8euze+ville, nella 4ennaMarittima, non lontana dal comune di 8r6aut6.

;1dette - devota alla Madonna del 0aghetto, alla $uale - dedicatounsantuaio e un chiostro vicino a Bizza, tradizionale luogo di pellegri+ naggiodal 4eicento nelle Alpi Marittime.(itazione di una nota del diario di Alfred de )ign9 =in data JJ apri+le >,riferentesi alla sua relazione con l’attrice Marie 2orval, trattatadalKournal d’un po-te, pu""licato da 0ouis Gatis"onne nel <@.

<3li animali immondi della 8i""ia e del &isiologo, poi ripresi nei8estiarimedievali, sono scolpiti come spiegazione delle profezie di 4ofo+nia sulla

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desolazione di Binive, in uno dei "assorilievi del portale occi+dentale dellacattedrale di Amiens, che - anche riprodotto nel li"ro di U.MTle,0 ’ A r t r e l i g i e u d u ? ' ' 'e

s i - c l e e n & r a n c e, p . < ; . ( ’ - a n c h e un’allusione a/he 8i"le of Amiens di GusLin, traduzione e prefazione dellostesso Proust, DF;, pp. ;F+;.@0a grande rivoluzione che ha sconvolto Parigi - $uella della (omu+ne nel @,l ’ anno d i nas c i t a d i P r ous t : ma l a r i vo luz ione d i cu i $u i s i pa r l a

 potre""e essere $uella del J@ gennaio D, $uando il generale 8ou+langer fu elettocon votazione trionfale a deputato di Parigi, e avre""epotuto marciaresull’Eliseo.'' circolo «de l’5nion artisti$ue ou de l’Upatant» era nato dalla fu+sione delcircolo degli (hamps+Ul9s6es e di $uello dei Mirlitons ed era si+tuato al numero della rue 8oiss9+d’Anglas, organizzando una mostraannuale di pittura.D Kules Machard =D+DFF>, pittore storico e ritrattista, espose per laprima volta al4alon del <.;FAugus t e 0e lo i r = FD+ DJ> e i s uo i due f i g l i , 0ou i s = ;+ ;>

eMaurice =+D;F> furono pittori accademici e autori di ritratti storici ereligiosi,gli ultimi due godendo di una certa cele"rit% come ac$uarellistie illustratori.;0’episodio del sogno che risveglia la gelosia appariva gi% inKean4anteuil, pp. D+JJ.

Parte 3NOMI DI PAESI: IL NOME

D/ra l e c ame re d i c ui e vo ca vo p i s pe ss o l ’i mma gi ne n el le mi enottid’insonnia, nessuna era pi dissimile dalle camere di (om"ra9, pervasedaun’atmosfera granulosa, satura di polline, commesti"ile e devota, di$uelladel3rand+N[tel de la Plage, a 8al"ec, i cui muri verniciati a smalto c o n t e n e v a n o , c o m e l e

 p a r e t i l e v i g a t e d i u n a p i s c i n a , r e s e a z z u r r e dall’ac$ua, un’aria pura, celeste e salina. 'l tappezziere "avarese incarica+to di arredare $uell’al"ergo

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aveva cam"iato la decorazione delle stanze, efatto correre lungo i muri, su tre lati, in$uella in cui mi trovavo ad a"ita+re, delle "asse li"rerie con vetr ine di cristallonelle $uali, a seconda delposto che occupavano, e con un effetto che nonera stato previsto, si ri+fletteva ora una parte, ora un’altra del $uadro

cangiante del mare, svol+gendo un fregio di limpide marine interrotto solodai pieni del mogano.4icch6 tutta la stanza aveva l’aria di uno di $ueidormitori modello chevengono presentati nelle esposizioni del mo"ile«modem st9le», dove so+no adorni d’opere d’arte ritenute capaci di rallegrare gli occhi di chi visicoricher%, e i cui soggetti sono stati scelti in rapporto al luogo in cui verr%a trovarsil’a"itazione.Ma niente era pi dissimile, anche, da $uesta 8al"ec reale di $uellacheavevo spesso sognato nei giorni di tempesta, $uando il vento era così for+te che&ranCoise, conducendomi agli (hamps+Ul9s6es, mi raccomandavadi non camminaretroppo vicino ai muri per non ricevere $ualche tegolasulla testa, e parlavagemendo dei grandi disastri e naufragi annunciatidai giornali. 'o non avevodesiderio pi intenso che vedere una tempestasul mare, non tanto come un "ellospettacolo $uanto come un momentodi rivelazione della vita reale della natura! o,meglio, non c’erano per mespettacoli "elli al di fuori di $uelli che sapevo noncom"inati artificial+mente per il mio piacere, ma necessari e immuta"ili7le "ellezze deipaesaggi o dell’arte autentica. Ero curioso, ero avido diconoscere solo$uello che ritenevo pi vero di me stesso, $uel che aveva ai miei

occhi ilmerito di mostrarmi un po’ del pensiero di un grande genio, o della for+za ode lla grazia d el la natura, $ua le s i ma nife sta d a se s te ssa,senza l’ intervento degli uomini . (ome il "el suono del la sua voce,riprodottoisolatamente dal fonografo, non ci consolere""e di avere perdutonostramadre, così una tempesta imitata meccanicamente mi avre""elasciatoindifferente $uanto le fontane luminose dell’EpositionJ. )olevo inoltre,perch6 la tempesta fosse assolutamente vera che la riva

stessa fosse unariva naturale, e non una diga costruita di recente daun’amministrazionecomunale. 2’altra parte, la natura, con tutti i sentimentiche destava inme, mi sem"rava $uanto di pi opposto ci potesse essere alle

 produzioniJF

meccaniche degli uomini. Meno recava la loro impronta, e pi offrivaspazioall’espansione del mio cuore. 1ra, io avevo tenuto a mente il no+me di8al"ec, che ci aveva citato 0egrandin, come $uello di una spiaggiaassai vicina a

«$uelle coste fune"ri, famose per i tanti naufragi, avvilup+pate per sei mesiall’anno nel sudario delle "rume e nella spuma delleonde».«0%, si senteancora sotto i propri passi, ci aveva detto, molto di piche nello stesso

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&inist-re=e $uand’anche oggi vi si sovrapponessero de+gli al"erghi, senza potervimodificare la pi antica ossatura della terra>,vi si avverte l’autentico termine

della terra francese, europea, della /erraantica. Ed - l’ultimo accampamento di pescatori, simili a tutti i pescatorivissut i dall’inizio del mondo, di fronte alregno eterno delle ne""ie delma re e de l l e om "r e . » 5n g io rn o ch e a(o m" r a 9 av ev o pa r l a t o de l l a spiaggia di 8al"ec a lla presenza delsignor 4Hann, per sapere da lui sefosse $uello il punto migliore per osservare le mareggiate pi violente,mi aveva risposto: «E come, seconosco 8al"ec 0a chiesa di 8al"ec, del?'' e ?''' secolo, ancora per met%romanica, - forse l’esempio pi curiosodi got ico normanno! e così singolare chesi dire""e di arte persiana»;. E$uei luoghi che f ino allora mi erano parsi appartenere solo allanaturaimmemora"ile, contemporanea dei grandi fenomeni geologici7e d e l tutto estranei alla storia umana, come l’1ceano o l’1rsa Maggiore,con$uei pescatori selvaggi per i $uali, non pi che per le "alene, non vifuMedioevo7, era stato un grande incanto per me vederli entrare, tutt’aun tratto, nellaserie dei secoli, dato che avevano conosciuto l’epoca ro+manica, e sapere

che il trifoglio gotico aveva ornato di nervature anche$uelle rocce selvaggenel momento s ta"i li to, come $uelle piante fragi lima vivaci che, a

 pr imavera, costellano $ua e l% la neve dei poli . E, se ilgotico conferiva a $ueiluoghi e a $uegli uomini una determinazione cheloro mancava, essi, a loro volta,gliene conferivano una propria. (ercavodi immaginarmi come avessero vissuto,$uei pescatori, il timido e inso+spettato tentativo di rapporti sociali intrapresolaggi durante il Medioe+vo, riuniti in un punto delle ([tes d’Enfer, ai piedidelle scogliere dellamorte! e i l gotico mi sem"rava pi vivo ora che,lontano dalle citt% dovel’avevo sempre immaginato fino allora, potevo

vedere come, in un casoparticolare, su scogli selvaggi, fosse germogliato e fioritoin un esile cam+panile. Mi portarono a vedere le riproduzioni delle statue pi famosedi8al"ec7gli apostoli dai capelli crespi e camusi, la )erigne del portico, e, per la gioia,il respiro mi si fermava nel petto al pensiero che avrei po+tuto vederli modellarsi inrilievo nella ne""ia eterna e salata. Allora, nel+le serate tempestose e dolci dife""raio, il vento7

insinuando nel mioJ

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cuore, che faceva tremare non meno forte del camino della mia stanza, ilp r o g e t t od i u n v i a g g i o a 8 a l " e c7m e s c o l a v a i n m e i l d e s i d e r i o dell’architettura gotica con $uello di una

tempesta sul mare.A v r e i v o l u t o p r e n d e r e , f i n d a l l ’ i n d o m a n i , i l " e l t r e n o g e n e r o s o dell’una e ventidue, del $uale non potevo leggeremai senza un palpitoal cuore, nella pu""licit% delle «(ompagnies de cheminde fer» o neglia n n u n c i d i v i a g g i c i r c o l a r i , l ’ o r a d e l l a p a r t e n z a :m i s e m " r a v a c h e $uell’ora incidesse in un punto preciso del pomeriggiouna tacca gusto+sa, un’impronta misteriosa oltre la $uale le ore, deviate,avre""ero pursempre portato alla sera, al mattino del giorno dopo, ma facendosivede+re, anzich6 a Parigi, in una delle citt% dove passava il treno e tra le$ualici avre""e permesso di scegliere: infatti si fermava a 8a9eu, a(outan+ces, a )itr6, a *uestam"ert, a Pontorson, a 8al"ec, a 0annion, a 0am"alle,a8enodet, a Pont+Aven, a *uimperl6e procedeva magnificamente so+vraccarico di nomi che mi offriva, e tra i $ualinon sapevo $uale preferi+re, nell’impossi"ilit% di sacrificarne alcuno. Ma, senzaneppure aspettar+lo, avrei potuto vestirmi in fretta, partire la sera stessa, se i mieigenitorime l’avessero permesso, e arrivare a 8al"ec $uando l’al"a sorgevasulmare fur ioso , e andare a r i fugiarmi da l l e sue schiume r i"ol l ent inellachiesa di stile persiano. Ma, avvicinandosi le vacanze di Pas$ua, $uandoi mieigenitori mi promisero di farmele trascorrere, una volta, nel norddell’'talia,

ecco che a $uei sogni di tempesta di cui mi ero completamenteim"evuto, nondesiderando vedere che onde provenienti da ogni parte,sempre pi alte,sulla costa pi selvaggia, accanto a chiese erte e rugosecome scogliere enelle cui torri stridessero gli uccelli marini, ecco che, cancellandoli d’un tratto,

 privandoli d’ogni fascino, escludendoli perch6gli erano opposti e avre""ero potutosolo inde"olirlo, si sostituiva in meil sogno contrario della pi variopinta

 pr imavera, non la pr imavera di(om"ra9, aspramente pungente con tutt i gliaghi della "rina, ma $uellache gi% copriva di gigli e d’anemoni i campi di&iesole e a""agliava &i+renze di sfondi d’oro simili a $uelli dell’Angelico

<. 2a $ uel mo me nto,so lta nto i ra ggi , i p rofu mi , i c olor i mise m" rarono aver pregio! infat t i l’alternanza delle immagini aveva prodotto inme un mutamento di fron+te del desiderio, e7 "rusco come $uelli che si hanno talvolta nella musi+ca7un totale mutamento di tono nella mia sensi"ilit%. Poi accadde cheuna semplicevariazione atmosferica fosse sufficiente a provocare in me$uella

modulazione, senza che fosse necessario aspettare il ritorno di unastagione. Perch6,spesso, in una si t rova smarri to un giorno di un’altra, che ci fa vivere in $uesta,

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ne evoca su"ito, ne fa desiderare i piaceri parti+colari e interrompe il corso deinostri sogni, situando, prima o dopo ilJJ

suo tempo, $uel foglietto staccato di un altro capitolo, nel calendario in+terpolatodella &elicit%. Ma su"ito, come $uei fenomeni naturali dai $ualiil nostro conforto ola nostra salute non possono che trarre un "eneficioaccidentale e al$uantoesiguo, fino al giorno in cui la scienza si impadro+nisce di loro e, producendoli avolont%, nou rimette nel le nostre mani la possi"ilit% della loro comparsa, sottrattaalla tutela e dispensata dal "ene+placito del caso, così la produzione di $ueisogni d’At lantico e d’'ta liacess# di essere sogget ta unicamente aimu tame nt i de ll e s ta gioni e del tempo. Per farli rinascere mi "ast# pronunciare$uesti nomi: 8al"ec, )e+nezia, &irenze, dentro i $uali aveva finito conl’accumularsi il desiderioispiratomi dai luoghi che essi designavano. Anche in

 primavera, trovarein un li"ro il nome di 8al"ec era sufficiente a ridestare in me ildesideriodelle tempeste e del gotico normanno! anche in un giorno ditempesta ilnome di &irenze o di )enezia mi dava il desiderio del sole, deigigli, delPalazzo 2ucale e di 4anta Maria del &iore.Ma se $uesti nomiassor"irono per sempre l’immagine che avevo di$uelle citt%, non lo fecerosenza trasformarla, senza sottometterne la ri+comparsa alle loro proprie leggi!e""ero così l’effetto di renderla pi "el+la, ma anche pi differente da $uel che le citt%di Bormandia o di /osca+na potevano essere nella realt% e, accrescendo le gioiear"itrarie della miafantasia, aggravarono la delusione futura dei miei viaggi. Essi

esaltaronol’idea che mi facevo di certi luoghi della terra, rendendoli pi particolari,e$uindi pi reali. Bon mi rappresentavo allora le citt%, i paesaggi, i mo+numenti,come $uadr i p i o meno p iacevol i , r i t ag l i a t i $ua e l % in unas tessamateria, ma ciascuno di loro come uno sconosciuto, essenzialmen+te diverso daglialtri, di cui la mia anima aveva sete e che avre""e avutoprof i t to a conoscere. E$uanto ac$uistarono di ancor pi individuale$uando furono designati condei nomi, nomi che erano soltanto per loro,nomi come ne hanno le persone. 0e paroleci presentano, delle cose, unapiccola immagine chiara e a"ituale, come $uelle che siappendono ai mu+ri delle scuole per dare ai "am"ini l’esempio di $uel che sia un

 "anco, unuccel lo, un formicaio : cose concepi te come simi l i a tut te lealtre dellastessa specie. Ma i nomi presentano, delle persone7e delle citt% che cia"ituano a credere individuali, uniche come persone7, un’immagineconfusa che trae da loro, dalla loro sonorit% s$uillante o cupa, ilcolore dicui - dipinta uniformemente, come uno di $uei manifesti ,interamenteazzurri o interamente rossi, nei $uali, a causa dei limiti del

 procedimentoimpiegato , o per un capr iccio del decoratore, sono

azz urr i o ross i non soltanto il cielo e i l mare, ma le "arche, la chiesa, i passant i. 'l nome diParma, una delle citt% dove desideravo maggiormente andare,dopo aver 

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Jletto0a (hartreuse, mi sem"rava compatto, liscio, color malva e dolce! se$ualcuno mi avesse parlato di

una $ualsiasi casa di Parma nella $uale sa+rei stato accolto, mi avre""e procurato il piacere di pensare che avrei a"i+tato in una dimora liscia, compatta, color malva edolce, priva di rappor+to con le dimore in $ualsiasi altra citt% d’'talia, dato chel’immaginavosoltanto in virt di $uella silla"a greve del nome di Parma, dove noncir+cola aria, di tutto $uel che le avevo fatto assor"ire di dolcezza stendhalia+na e delriflesso delle viole. E $uando pensavo a &irenze, vi pensavo co+me a unacitt% miracolosamente profumata e simile a una corolla, datoche si chiamavala citt% dei gigli e la sua cattedrale 4anta Maria del &iore.*uanto a 8al"ec, erauno di $uei nomi sui $ual i , come su una vecchia terracotta normannache conserva il colore della terra da cui fu tratta, sivede ancora dipinta larappresentazione di $ualche usanza a"olita, di$ualche diritto feudale, di unacondizione antica dei luoghi, di un mododes ue to di pr on un ci ar e ch e neaveva formato le silla"e "izzarre e chenon du"itavo di ritrovare perfinonell’al"ergatore che m’avre""e servitoil caffellat te al mio arr ivo, conducendomia vedere il mare scatenato da+vanti la chiesa, e al $uale attri"uivo l’aspettodisputante, solenne e me+dievale di un personaggio difa"liau.4e la mia salute si fosse rista"ilita e i miei genitori mi avessero permes+so, non dicodi andare a soggiornare a 8al"ec, ma almeno di prendereuna volta, per 

fare la conoscenza con l ’archi tet tura e i paesaggi del laBormandia odella 8retagna, $uel treno dell’una e ventidue sul $uale erosalito tante volte con lafantasia, avrei voluto fermarmi preferi"ilmentenelle citt% pi "elle! ma avevoun "el confrontarle: come scegliere7nondiversamente che tra esser i individuali , non intercam"ia"il i7tra8a9eu, così alta nel suo no"ile merletto rossastro e la cui vetta era illu+minata dall’oro vecchio della sua ultima silla"a! )itr6, il cui accento acu+to tagl iava

in losanghe di legno nero l’antica vetrata! la dolce 0am"alle,che, nel suo "ianco, sfuma dal gial lo guscio d’uovo al gr igio perla! (ou+ tances, cattedralenormanna, che il suo dittongo finale, grasso e "iondeg+giante, circonda con unacorona di "urro! 0annion, con il rumore, nel suosilenzio paesano, del cocchio seguitodalla mosca! *uestam"ert, Pontor+son, ridicole e semplici, piume "ianche e

 "ecchi gial li sparpagliati sullastrada di $uei luoghi fluviali e poetici! 8enodet,nome appena ormeggia+to , ch e se m"r a vo le r tr asc in ar e il fiu me in me zz oalle sue alghe! Pont+Aven, l’aprirsi "ianco e rosa dell’ala di una cuffialeggera che si riflettetremando nell’ac$ua verdastra di un canale! *uimperl6, pi

saldamenteradicato, e fin dal Medioevo, tra i ruscelli di cui mormora es’imperla inJ;

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un chiaroscuro simile a $uello disegnato, attraverso le ragnatele diunavetrata, dai raggi di sole tramutati in punte smussate d’argento "runito@I*uelle immagini erano false per un’altra ragione ancora: erano neces+sariamente

molto semplificate! certo, ci# a cui aspirava la mia fantasia eche i miei sensinon percepivano che in modo incompleto, e senza piace+re oggi, io l’avevo racchiusonel rifugio dei nomi! senza du""io, per $ueltanto di sogno che vi avevo accumulato,essi calamitavano ora i miei de+sideri! ma i nomi non sono molto vasti ! tutt’al

 pi vi potevo far entrare due o tre delle «curiosit%» principali della citt%, ed esse visi giustappone+vano senza intermediari! nel nome di 8al"ec, come nella lente diingran+dimento di $uei portapenne che si comprano ai "agni di mare, scorgevodelleonde sollevate attorno a una chiesa di stile persiano. &orse, la stessasemplificazionedi $ueste immagini fu una delle cause del predominioche esse esercitaronosu di me. *uando mio padre, un anno, decise cheavremmo trascorso levacanze di Pas$ua a &irenze e a )enezia, non es+ sendovi spazio per accoglierenel nome di &irenze gli elementi che di so+lito costituiscono le cit t%, fui costrettoa far scaturire una citt% sopranna+turale dalla fecondazione, ad opera di certi

 profumi primaverili, di $uel+lo che mi sem"rava, nella sua essenza, il genio di 3iotto./utt’al pi7epoich6 non si pu# far stare in un nome pi durata che spazio7

 propriocome certi dipinti di 3iotto, che mostrano uno stesso personaggio in

duemomenti diversi della storia7$ui coricato sul suo letto, l% in procinto disalire a cavallo7, così il nome di &irenze era diviso in due scomparti.Bell’uno, sotto un

 "aldacchino architettonico, contemplavo un affresco al$uale si sovrapponeva in parteuna cortina di sole mattutino, polveroso,o"li$uo e progressivo! nell’altro=poich6, non pensando ai nomi come aun ideale inaccessi"ile, ma come a unam"iente reale nel $uale mi sareiimmerso, la vita non vissuta ancora, la vita

intatta e pura che vi racchiu+devo conferiva ai piaceri pi materiali, alle scene pisemplici, $uel fasci+no che hanno nelle opere dei primitivi>, attraversavo rapidamente7

 perraggiungere pi presto il pranzo che mi aspet tava, con frut ta e vinodel(hianti7i l P o n t e ) e c c h i o i n g o m " r o d i g i u n c h i g l i e , d i n a r c i s ied’anemoni. Ecco ="ench6 fossi a Parigi> $uel che vedevo, e non $uelchemi stava intorno. Anche da un punto di vista puramente realistico, i pae+si che

vagheggiamo occupano in ogni momento un posto "en maggiore,nella nostravita reale, dei paesi dove in effetti ci troviamo. 4enza du""io,se allora avessi prestatoio stesso maggiore attenzione a $uel che c’era nelmio pensiero $uando pronunciavo

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le parole «andare a &irenze, a Parma,a Pisa, a )enezia», mi sarei reso conto che ci#che vedevo non era affattouna citt%, ma $ualcosa di tanto diverso da tutto $uel checonoscevo, tantoJ

delizioso, $uanto potre""e essere, per un’umanit% la cui vita fosse tra+scorsa per intero in tardi pomeriggi d’inverno, $uesta meraviglia scono+sciuta: una mattinadi primavera. *ueste immagini irreali, fisse, sempreuguali, che colmavano le mienotti e i miei giorni, differenziarono $uelperiodo della mia vita dagli altri chel’avevano preceduto =e che avre""e+ro potuto confondersi con esso, agli occhidi un osservatore che vede lecose solo dall’esterno, cio- che non vede nulla>,come in un’opera un mo+tivo melodico introduce una novit% che non si potre""esupporre se ci silimitasse a leggere il li"retto, e ancor meno se si restasse fuori dalteatro acontare i $uarti d’ora che passano. E di pi: anche da un tale punto di vi+sta

 puramente $uantitativo, i giorni della nostra vita non sono tutti ugua+li. Per  percorrere i giorni, le nature un po’ nervose, come era la mia, di+ spongono,al pari delle automo"ili, di «velocit%» differenti. )i sono gior+ni montuosi edisagevoli, la cui salita richiede un tempo infinito, e deigiorni in discesache si lasciano attraversare a tutta velocit%, cantando.2urante $uel mese7in cui rimuginavo come una melodia, senza poter+mene saziare, $uelle immaginidi &irenze, )enezia e Pisa, delle $uali ildesiderio che suscitavano in meconservava $ualcosa di così profonda+mente individuale, come se fosse stato un

amore, un amore per una per+sona7non cessai di credere che corrispondessero a una realt% indipen+dente da me, e mifecero conoscere una speranza così "ella, tale da nutri+re un cristiano dei primisecol i a l l a v ig i l ia d’ent rare in paradi so . (os ì , senza preoccuparmidella contraddizione che c’era nel voler guardare etoccare con gli organi deisensi $uel che era stato ela"orato dalla fantasiae non percepito da essi + e tanto

 pi seducente per essi, pi diverso da$uel che conoscevano7

, ad accendere maggiormente il mio desiderioera ci# che mi ricordava larealt% di $uelle immagini, apparendo comeuna promessa di appagamento. E, "ench6 la mia esaltazione fosse moti+vata da un desiderio di godimenti artistici,le guide turistiche la nutriva+no ancor pi dei li"ri di estetica e, pi ancoradelle guide, l’orario ferro+viario. *uel che mi commuoveva era il pensieroche $uella &irenze, chenella mia immaginazione vedevo vicina ma irraggiungi"ile,se il percor+so che la separava da me, dentro di me, non era pratica"ile, avrei

 potutoraggiungerla per strade traverse, con una deviazione, prendendo la «viaditerra». (erto, $uando mi ripetevo, dando così un grande valore a $uel+lo che avrei

visto, che )enezia era «la scuola di 3iorgione, la dimora di/iziano, ilmuseo pi completo dell’architettura domestica del Medioe+vo»

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, mi sentivo felice. Ma ancor pi lo ero $uando, uscito per una com+missione,camminando in f ret ta a causa del tempo che, dopo $ualchegiorno di

 pr imavera precoce, era ridivenuto invernale =come $uello cheJ<

trovavamo di solito a (om"ra9, la 4ettimana 4anta >7vedendo sui "ou+levard gli ippocastani che, immersi in un’aria glaciale eli$uida, comel’ac$ua, non di meno cominciavano, invitati puntuali, gi% in tenuta, enonscoraggiati da nulla, ad arrotondare e cesellare nei loro "locchicongelatil’irresisti"ile verzura di cui la potenza a"ortiva del freddo ostacolava, manonriusciva a trattenere la spinta progressiva7

 pensavo che gi% il Ponte)ecchio era cosparso a profusione di giacinti e d’anemoni, e

che gi% il so+le di primavera tingeva i flutti del (anal 3rande di un così cupo azzurroedi così no"ili smeraldi che, infrangendosi ai piedi dei dipinti del /izia+no, potevanorivaleggiare con loro per ricchezza di colore. Bon potei picontenere la gioia $uandomio padre, pur consultando il "arometro e de+plorando il f re ddo, comi nci# ace rc ar e $u al i fo sse ro i tre ni mig li or i, e $uando compresi che, entrandodopo pranzo nel la"oratorio nero di car+ "one, nella stanza magica che s’incaricava dioperare la trasmutazione ditutto ci# che la circondava, ci si poteva svegliarel’indomani nella citt% dimarmo e d’oro, «ravvivata di diaspro e lastricata di smeraldi»D

. (osì, leie la (itt% dei gigli non erano solo $uadri fittizi da porre a volont%davantialla propria immaginazione, ma esistevano a una certa distanza da Parigiche

 "isognava assolutamente superare se si voleva vederle, in un puntodeterminato della terra, e in nessun al tro! in una parola, erano delt u t t o r e a l i . 0 o d i v e n n e r o a n c o r p i , p e r m e , $ u a n d o m i o p a d r e ,dicendo:«'nsomma, potreste restare a )enezia dal JF al JD apri le, earrivare a &i+renze gi% la mattina di Pas$ua», le fece uscire entram"e non pisoltantodallo 4pazio astratto, ma da $uel /empo immaginario dove noi situiamononun solo viaggio per volta, ma altri, simultanei, e senza troppa emo+zione,

 perch6 semplicemente possi"ili7$uel /empo che si rigenera così "ene, che si pu# ancora trascorrerlo in una citt% dopoaverlo trascorso inun’altra7, e a loro consacr# alcuni di $uei giorni particolari che sono ilcertificatodi au tent i c i t % degl i ogget t i a i $ual i l i s i dedica , perch6 $ueig iorn iunici si consumano con l’uso, non tornano pi, non possiamo piviverli $ui se lia""iamo vissuti l%! senti i che le due (itta Gegine delle $uali mi apprestavo, per 

la pi commovente delle geometrie, a inscriverele cupole e le torri nel piano della miavita, si dirigevano, per immerger+visi, uscendo dal tempo ideale in cui non esistevanoancora, proprio ver+so la settimana che cominciava il lunedì, in cui la

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lavandaia doveva ri+portare il gil- "ianco che avevo macchiato d’inchiostro. Maero ancora inv i a g g i o v e r s o l ’ u l t i m o s t a d i o d e l l a " e a t i t u d i n e ! l or a g g i u n s i i n f i n e =avendo solamente allora la r ivelazione che sul le vierumoreggianti, ar+rossate dal riflesso degli affreschi di 3iorgione, non sare""ero

stati, comeavevo continuato a immaginare, malgrado tanti avvertimenti, gli uominiJ@

«maes tos i e t e r r i" i l i come i l mare , r ives ti t i d i a rmature da i r i f les s idi "ronzo, sotto le pieghe dei mantelli insanguinati»F, a passeggiare per )enezia la settimana prossima, la vigilia di Pas$ua, ma avrei

 potuto esse+re io stesso il personaggio minuscolo che, in una grande fotografia di4anMarco che mi avevano prestato, l’illustratore aveva rappresentato,concappello a "om"etta, davanti ai portici> $uando sentii il "a""o che mi di+ceva:

«2eve fare ancora freddo sul (anal 3rande, ti converr% mettere nel "aule, per ognievenienza, il cappotto invernale e la giacca pesante». A$ueste parole misollevai in una sorta di estasi! cosa che fino allora avevocr eduto impossi"i le , misent i i veramente penet rare f ra $uel le «rocced’amet is ta , s imi l i a unascogliera del Mar delle 'ndie»! attraverso unaginnastica suprema, al disopra delle mie forze, spogliandomi come diun guscio vuoto dell’aria dellastanza che mi avvolgeva, la sostituii conparti uguali d’aria veneziana,$uell’atmosfera marina, indici"ile e parti+colare come $uella dei sogni, che la miafantasia aveva racchiuso nel no+me di )enezia! sentii operarsi in me una miracolosa

disincarnazione! adessa s i accompagn# su"i to i l vago impulso divo mit ar e ch e si pro va $uando si - preso un forte mal di gola, e dovetteromettermi a letto conuna fe""re così insistente, che il dottore dichiar# che

 "isognava non solorinunciare, adesso, a lasciarmi part ire per &irenze e)enezia, ma anche$uando mi fossi rista"ilito del tutto, evitarmi almeno per un anno ogniprogetto di viaggio e ogni motivo di agitazione.E, ahim-, proi"ì anchein modo categorico che mi si permettesse di an+dare a teatro a sentire la 8erma!l’artista su"lime, in cui 8ergotte trovavadel genio, facendomi conoscere $ualcosa,forse, di altrettanto importantee "ello, mi avre""e consolato di non essere stato a

&irenze e a )enezia, dinon andare a 8al"ec. (i si doveva accontentare di mandarmiogni giornoagli (hamps+Ul9s6es, sotto la sorveglianza di una persona che mi impe+disse di stancarmi, e che fu &ranCoise, entrata al nCstro servizio dopolamorte della zia 06onie. Andare agli (hamps+Ul9s6es mi fu insopporta"i+le. 4esoltanto 8ergotte li avesse descritti in uno dei suoi li"ri, senza du"+ "io avreidesiderato conoscerli, come tutte le cose il cui «doppio» avevacominciato ainsinuarsi nella mia immaginazione. Essa le rianimava, lefaceva vivere,conferiva loro una personalit%, e io volevo ritrovarle nellarealt%! ma niente, in $uelgiardino pu""lico, si riallacciava ai miei sogni.5n giorno, siccome mi annoiavo

nel nostro posto a"ituale, accanto aicavalli di legno, &ranCoise mi avevacondotto a fare una gita7

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al di l%della frontiera sorvegliata, a intervalli regolari, dai piccoli "astionidellevenditrici di zucchero d’orzo7in $uelle regioni vicine ma straniere do+ve i volti sono sconosciuti, dove passa

la carrozzella tirata dalle capre!J

 poi , era tornata a prendere le sue cose, sul la sedia addossata a un "o+schetto di lauri! nell’attesa, calpestavo il vasto prato stentato e rasato, in+giallitodal sole, con in fondo una vasca dominata da una statua, $uando,dal viale,rivolgendosi a una ragazzina dai capelli rossi che giocava al vo+lano, davanti allavasca, un’altra ragazzina, che stava infilandosi il sopra+ "ito e riponendo laracchetta, le grid# con voce "reve: «Addio, 3il"erte,io torno a casa, nondimenticare che, dopo cena, $uesta sera veniamo date». *uel nome, 3il"erte, mi

 pass# accanto, evocando l’esistenza di coleiche designava con tanta maggior forza in $uanto non la nominava sol+tanto come una persona assente di cui si

 parli, ma l’interpellava! mi pas+s# dun$ue accanto, per così dire, in movimento, conuna potenza che ac+cresceva la curva del suo lancio e la vicinanza della suadestinazione!7

 portando dentro di s6, lo sentivo, la conoscenza, le nozioni concernenti lasuadestinataria che, non io, ma l’amica che l’aveva chiamata possedeva,tutto ci# che$uesta, nel pronunciare $uel nome, rivedeva o, almeno, cu+stod iv a nel la

memoria , del la loro int imit % $uoti diana , del le vis i te che l’un l’altra sifacevano, e tutto $uell’ignoto, ancora pi inaccessi"ile e do+loroso per me, in$uanto era, al contrario, così familiare e maneggevoleper $uella ragazzinafelice che me lo. faceva sfiorare senza che io vi po+tessi penetrare, e lolanciava all’aria aperta in un grido!7lasciando gi%fluttuare nell’aria l’emanazione deliziosa che aveva fattosprigionare,toccandoli con precisione, da alcuni punti invisi"ili della vita dellasigno+rina 4Hann, della sera che si avvicinava, così come sare""e stata,

dopocena, in casa di lei!7formando, passeggero celeste fra i "am"ini e le go+vernanti, una nuvoletta di uncolore prezioso, simile a $uella che, ton+deggiante sopra un "el giardino diPoussin, riflette minuziosamente, co+me una nu"e in un’opera teatrale, piena dicavalli e di carri, $ualche ap+parizione del la vita degli d-i!7

gettando infine, su $uell’er"a spelac+chiata, nel punto in cui essa era al tempostesso un pezzo di prato inari+dito e un momento del pomeriggio della "iondagiocatrice di volano =chesm is e d i l a nc ia r l o e d i r a cc og l i e r lo so lo

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$ u a n d o l ’ e " " e r i c h i a m a t a un’istitutrice dalla piuma azzurra>, una piccolastriscia meravigliosa delcolore dell’eliotropio, impalpa"ile come un riflesso esovrapposta comeun tappeto, sulla $uale non potei stancarmi di muovere i miei

 passi attar+dati , nostalgici e profanatori , mentre &ranCoise mi gr idava:

«Andiamo,a""ottonatevi il cappotto e filiamo», e io osservavo per la primavolta,con irritazione, che aveva un linguaggio volgare e, ahim-, nessuna piu+ma azzurra sul cappello.4are""e r i tornata , a lmeno, agl i (hamps+Ul9s6esI 0’i ndomani non c’era! ma la vidi nei giorni seguenti! mi aggiravo tuttoil tempo attorno aJD

$uel luogo dove giocava con le sue amiche, finch6 una volta che non era+no innumero sufficiente per la partita a "andiera, mi fece chiedere se vo+levo completarela loro s$uadra, e da allora giocai con lei ogni volta cheera l%. Ma non

accadeva tutti i giorni: ve ne erano alcuni nei $uali nonpoteva venire per viadelle sue lezioni, per il catechismo, per una meren+da, tutta $uella vita separata dallamia che, per due volte, condensata nelnome di 3i l" er te , av ev o se nt it o

 passare così dolorosamente accanto a me, sul sentiero di (om"ra9 e sul prato degl i (hamps+Ul9s6es. 'n $ueigiorni, mi avvertiva in anticipo che nonl’avrei veduta! se era a causa deisuoi studi, diceva: «(he seccatura, domani non potr#venire! vi divertire+te tutti senza di me», con un’aria triste che mi consolavaun po’ ! ma, incompenso, $uando era invi t a ta a una fes ta e io , nonsapendolo, le do+ mandavo se sare""e venuta a giocare, mi rispondeva: «4pero

 proprio dino 4pero proprio che la mamma mi lascer% andare dalla mia amica». Al+meno, in $uei giorni, sapevo che non l’avrei vista, mentre altre volte, ina+spe t t a tamente , sua madre l a conduceva con s6 a f a re commiss ioni ,el’indomani lei diceva: «Ah sì, sono uscita con la mamma», come se fosseuna cosanaturale e non, per $ualcuno, la pi grande sventura possi"ile.)i erano anche igiorni di tempo cattivo, nei $uali la sua istitutrice, chetemeva la pioggia per s6, non voleva condurla agli (hamps+Ul9s6es.(osì, se il cielo era incerto, nonsmettevo di interrogarlo, fin dal matti+no, e tenevo conto di ogni presagio. 4evedevo la signora di fronte che,vicino alla finestra, si metteva il cappello, mi

dicevo: «*uella signora staper uscire! dun$ue, - un tempo che permette diuscire: perch6 3il"ertenon dovre""e fare come $uella signoraI». Ma iltempo si oscurava, miamadre diceva che poteva ancora mettersi al "ello, chesare""e "astato per$uesto un raggio di sole, ma che pi pro"a"ilmente sare""e

 piovuto! e sepioveva, perch6 andare agli (hamps+Ul9s6esI (osì , dopo pranzo, i mieisguardi ansiosi non a""andonavano pi il cie lo, incer to enuvoloso. Ge+stava scuro. 2avanti alla finestra, il "alcone era grigio.2’improvviso,sulla sua pietra uggiosa, pur non scorgendone la presenza, avvertivoco+me uno sforzo verso un colore meno spento, il palpito di un raggio esi+

tante che volesse li"erare la propria luce. 5n istante dopo, il "alcone erapallido eriflettente come un’ac$ua mattinale, e mille riflessi del ferro "attuto dellasua ringhiera erano venuti a posarvisi. 5n alito di vento lidisperdeva, la

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 pietra s’era di nuovo oscurata, ma, come addomesticati , essi ritornavano! la pietra ricominciava impercetti"ilmente a s"iancare e,con uno di $uei crescendocontinui, simili a $uelli che, in musica, al ter+mine di un’ouverture, portanouna sola nota fino al fortissimo estremo,facendola passare rapidamente

attraverso tutte le gradazioni intermedie,Fla vedevo raggiungere $uell’oro inaltera"ile e fisso delle "elle giornate,sul$uale l’om"ra frastagliata del sostegno cesellato della "alaustra risal+tava in nero,come una vegetazione capricciosa, con una tenuit% nei con+torni dei minimi

 particolari che pareva tradire una coscienza applicata ,una soddisfazioned’artista, e con un tale rilievo, un tale velluto nel ripo+so delle sue masse scure efelici che, in verit%, $uei riflessi larghi e fron+dosi posati su $uel lago di solesem"ravano consapevoli d’essere una ga+ranzia di calma e di felicit%.Ederamomentanea, flora parietaria e fuggitiva la pi incolore, la pitriste, agiudizio di molti, di $uelle che possono serpeggiare lungo il mu+ro o decorare lafinestra! per me, la pi cara fra tutte, dal giorno in cui eraapparsa sul nostro "alcone,come l’om"ra stessa della presenza di 3il"er+te, che forse era gi% agli (hamps+Ul9s6es e, non appena fossi arrivato, miavre""e detto: «(ominciamo su"ito a giocarea "andiera, siete nella mias$uadra»! fragile, portata via da un soffio, ma anche inrapporto non gi%con la stagione, "ensì con l’ora! promessa di una felicit% immediatache lagiornata rifiuta o adempir%, e dun$ue della felicit% immediata per eccel+lenza, lafelicit% dell’amore! pi dolce, pi calda sulla pietra del muschiostesso! pianta vivace,a cui "asta un raggio di sole per nascere e far s"oc+ciare la gioia, persino nel cuore

dell’inverno.E addirittura, in $uei giorni in cui ogni altra vegetazione - scomparsa,incui il "el cuoio verde che avvolge il tronco dei vecchi al"eri - nascostosotto la neve,$uando $uesta cessava di cadere, ma il tempo restava trop+po coperto per sperareche 3il"erte uscisse, ecco che tutt’a un tratto, fa+cendo dire a mia madre:«/oh, guarda, si sta rasserenando, potreste forseprovare ugualmente ad andareagli (hamps+Ul9s6es», sul mantello dineve che copriva il "alcone, il soleapparso intrecciava fili d’oro e ricama+va riflessi neri. *uel giorno non trovammonessuno, o una sola ragazzinasul punto di andarsene, la $uale mi assicuravache 3il"erte non sare""evenuta. 0e sedie, disertate dall’assem"lea imponente ma

freddolosa delleistitutrici, erano vuote. 4olitaria, vicino al prato, stava seduta unasignoradi una certa et%, che veniva con $ualsiasi tempo, sempre avviluppata nel+lastessa toilette, magnifica e cupa, e alla cui conoscenza avrei sacrificato,allora, se mifosse stato consentito lo scam"io, tutti i pi grandi vantaggifuturi della mia vita.Perch6 3il"erte andava a salutarla ogni giorno! leidomandava a 3il"ertenotizie di «$uel tesoro di sua madre»! e mi sem+ "r ava che , se l’a ves siconosciuta, sarei stato per 3il"erte una personacompletamente diversa,uno che fre$uentava gli amici dei suoi genitori.Mentre i nipotini giocavano pilontano, lei leggeva sempre i

26"ats, chechi ama va «i mie i v ecc hi26"ats

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», e , con fare ar is tocrat ico, e par landodella guardia municipale o della donna che affittava le sedie, diceva: «'lmiovecchio amico, la guardia municipale», «la donna delle sedie e io,che siamo

vecchie amiche».&ranCoise aveva troppo freddo per star ferma! andammo fino al pontedella (oncorde a vedere la 4enna gelata, alla $uale tutti, e anche i "am"i+n i , s iavvicinavano senza t i more, come a un’ immensa "alena a renata , senzadifesa, e che presto sar% fatta a pezzi. /ornavamo agli (hamps+Ul9+s6es! io languivodi dolore, fra i cavalli di legno immo"ili e il prato "ian+co imprigionato nelreticolo nero dei viali, dai $uali era stata rimossa laneve, e dove la statuaaveva in mano uno zampillo di ghiaccio in pi chesem"rava $uasi spiegare il suogesto. Persino la vecchia signora, piegati isuoi26"ats, chiese l’ora a una "am"inaia che passava, e la ringrazi# di+cendole: «(omesiete gentile» poi, pregando il guardiano di dire ai suoinipotini che tornassero,

 perch6 lei aveva freddo, aggiunse: «4arete millevolte "uono. 2avvero, ne sonoconfusa». 2’un tratto, l’aria si s$uarci#:fra il teatro dei "urattini e il circo,all’orizzonte diventato pi "ello, sulcielo dischiuso, avevo appena scorto, comeun segno favoloso, la piumaazzurra della signorina. E gi% 3il"erte correva atutta velocit% verso dime, sfavillante e rossa sotto una cuffia $uadrata di pelliccia,animata dalfreddo, dal ritardo e dal desiderio del gioco! poco prima diraggiunger+mi, si lasci# scivolare sul ghiaccio e, sia per tenersi meglio ine$uili"rio,sia perch6 le sem"rava pi grazioso, o per imitare il portamento

di unapattinatrice, avanzava sorridendo con le "raccia spalancate, come setra$uelle avesse voluto accogliermi. «8rava 8rava "enissimo, direi,comed i t e v o i , c h e - c h i c , c h e - a u d a c e , s e n o n f o s s i d iu n ’ a l t r a e p o c a , dell’epoca dell’ancien r6gime», esclam# la vecchia signora prendendo laparola a nome degli (hamps+Ul9s6es, silenziosi, per ringraziare 3il"erted’essere venuta senza lasciarsi spaventaredal tempo. «4iete come me, fe+dele in ogni caso ai nostri vecchi (hamps+Ul9s6es!siamo due intrepide. Ese vi dicessi che li amo, anche cosìI *uesta neve, voi riderete

di me, mi fapensare a un ermellino» E la vecchia signora si mise a ridere.'l primo di$uei giorni7ai $uali la neve, immagine delle potenze chepotevano privarmi della vista di3il"erte, dava la tristezza di un giornodi separazione, e persino l’aspetto diun giorno di partenza, perch6 mu+tava l’immagine e $uasi impediva l’usodel luogo a"ituale dei nostri in+contri solitari, ora trasformato, ovun$ue rivestitodi una specie di fodera7

$uel giorno fece tuttavia compiere un progresso al mio amore, perch6fu come un primo dispiacere che lei avesse condiviso con me. (’eravamosolo noi due della

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nostra "anda, ed essere dun$ue il solo che le stesse ac+canto non era soltanto come uninizio d’intimit%, ma anche7come se lei

Jfosse venuta solo per me, con un tempo simile7mi pareva commoven+te, da parte sua, come se uno di $uei giorni in cui era invitata aunamati+n6evi avesse rinunciato per venirmi a ritrovare agli (hamps+Ul9s6es! cre+sceva la miafiducia nella vitalit% e nell’avvenire della nostra amicizia,che restava saldain mezzo al torpore, alla solitudine e alla rovina dellecose circostanti! ementre lei mi metteva delle palle di neve nel collo, iosorridevo commosso a$uella che mi sem"rava, nello stesso tempo, unapredilezione che midimostrava, tollerandomi come compagno di viag+gio in $uel paese invernale enuovo, e una sorta di fedelt% che mi conser+vava nella sventura. 8en presto, l’unadopo l’altra, come passeri titu"an+ti, arrivarono le sue amiche, tutte nere sulla neve.(ominciammo a gioca+re, e, poich6 $uel giorno iniziato così tristemente dovevafinire nella gio+ia, mentre mi avvicinavo, prima di giocare a "andiera, all’amica dallavo+ce "reve, da cui avevo udito i l primo giorno gridare i l nome di3il"erte,$uesta mi disse: «Bo, no, sappiamo "ene che preferite stare nella s$uadradi3il"erte, del resto, vedete, lei vi sta facendo segno». 'n effetti, mi chia+mava perch6

andassi sul prato innevato, nel suo campo, cui il sole, confe+r e n d o i r i f l e s s ir o s a t i e l ’ us ur a me ta l l i c a de i " r o cc a t i an t i ch i , da va l’aspetto di un(ampo dal 2rappo d’oroJ.*uel giorno che avevo tanto temuto fu, al contrario, uno dei pochi nei$uali non fuitroppo infelice.'nfatti, io che pensavo soltanto a non restare un sol giorno senza vede+re 3il"erte =al punto che una volta, siccome la nonna non era rientrataper l’ora di cena, non potei fare a meno di dirmi su"ito che, se fosse statainvestita dauna carrozza, per $ualche tempo non sarei potuto andareagli (hamps+

Ul9s6es! non si ama pi nessuno $uando si - innamorati>, tuttavia, $ueimomenti in cui ero vicino a lei e che avevo atteso dal gior+no prima con tantaimpazienza, per i $uali avevo tremato, ai $uali avreisacrificato tutto il resto,non erano affatto felici! e lo sapevo "ene, perch6erano i soli momenti della miavita sui $uali concentrassi un’attenzionemeticolosa, accanita, e la mia attenzionenon scopriva in essi un atomo dipiacere./utto il tempo che ero lontano da3il"erte, avevo "isogno di vederla,perch6, cercando senza posa di raffigurarmi lesue sem"ianze, infine nonci riuscivo pi, e non sapevo esattamente a cosacorrispondesse il mioamore. Poi, lei non mi aveva ancora detto che mi amava.

Anzi, al contra+rio, aveva spesso affermato di preferirmi altri amici, che ioero un "uoncompagno con il $uale giocava volentieri, "ench6 troppodistratto, nona""astanza attento al gioco! infine, mi aveva dato spesso segni

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evidentidi freddezza, che avre""ero potuto far vacillare la mia convinzionedi

essere per lei una persona diversa dal le altre, se tale convinzioneavessetratto origine da un amore di 3il"erte per me e non, com’era inrealt%,dall’amore che io provavo per lei: il che la rendeva "en altrimentitenace,facendola dipendere dalla maniera stessa nella $uale, per un’intimane+cessi t%, ero costret to a pensare a 3il"erte. Ma i sent imenti che

 provavoper lei, io stesso non glieli avevo ancora dichiarati. (erto, in ogni paginadeimiei $uaderni scrivevo all’infinito il suo nome e il suo indirizzo, maallav i s t a d i $ u e l l e v a g h e l i n e e c h e t r a c c i a v o , s e n z a c h e p e r $ u e s t oleipensasse a me, che le facevano occupare tanto spazio apparente intorno ame,senza intrecciare di pi la sua vita alla mia, mi sentivo scoraggiatoperch6

non mi parlavano di 3il"erte, che non le avre""e neppure viste,ma del miostesso desiderio, ch’esse parevano mostrami come $ualcosadi puramente

 personale , di irreale, di fastidioso, e d’ impotente. 0a cosapi urgente era checi vedessimo, 3il"erte e io, che potessimo confessarcireciprocamente il nostroamore, che fino a $uel momento non avre""e,per così dire, neppure avutoinizio. 4enza du""io, le diverse ragioni chemi rendevano così impaziente divederla sare""ero state meno imperioseper un adulto. Pi tardi, succede che, divenutia"ili nella coltivazione deinostri piaceri, ci accontentiamo di $uello che proviamo nel

 pensare a unadonna, come io pensavo a 3il"erte, senza preoccuparci di sapere se $ue+

sta immagine corrisponda alla realt%, e anche del piacere di amarla, sen+za avere "isogno della certezza che lei ci ami! o, ancora, succede che ri + nunciamo allavolutt% di confessarle il nostro sentimento per rendere pitenace $uello che lei prova

 per noi, imitando $uei giardinieri giapponesic h e , p e r o t t e n e r e u n f i o r e p i  " e l l o , n e s a c r i f i c a n o m o l t i a l t r i . M a , all’epoca in cui amavo3il"erte, credevo ancora che l’Amore esistesserealmente al di fuori di noi!che, permettendoci tutt’al pi di rimuoveregli ostacoli, offrisse le sue gioiein un ordine nel $uale non si fosse li"eridi cam"iare nulla! mi sem"rava che seavessi, di mia iniziativa, sostituitoalla dolcezza della confessione la simulazione

dell’indifferenza, non solomi sarei privato di una delle gioie di cui avevo pilungamente sognato,ma mi sarei costruito a modo mio un amore artificioso esenza valore,senza rapporto con il vero, del $uale avrei rinunciato a seguirele strademisteriose e preesistenti.Ma $uando arrivavo agli (hamps+Ul9s6es7e su"ito potevo mettere aconfronto il mio amore, per fargli su"ire le rettifichenecessarie, con lasua causa vivente, indipendente da me7appena mi trovavo davanti$uella 3il"erte 4Hann sulla cui vista avevo contato per 

rinfrescare le im+magini che la mia memoria affaticata non ritrovava pi,$uella 3il"erte4 H a n n c o n l a $ u a l e i e r i a v e v o g i o c a t o ,e c h e a v e v o s a l u t a t o e

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;r iconosc iu to per un i s t in to c ieco , come $uel lo che , camminando, c ifamettere un piede davanti all’altro prima di aver avuto il tempo di pen+s a r c i , s u " i t o o g n i c o s a a v v e n i v a c o m e s e l e i e l a r a g a z z i n a

c h e e r a l’oggetto dei miei sogni fossero state due persone diverse. Per esempio,se dal giorno prima conservavo nella memoria due occhi di fuoco sugotepiene e luminose, il volto di 3il"erte mi offriva ora con insistenza $ual+cosa di cui, per l’appunto, non mi ero ricordato, un certo acuto assotti+gliarsi del naso che, associandosi immediatamente ad altri tratti, assume+val’importanza di $uei caratteri che, nella storia naturale, definisconounaspecie, e la tramutava in una ragazzina del genere a musetto appun+tito. Mentre miapprestavo ad approfittare di $uell’istante desiderato perdedicarmi, sull’immagine di3il"erte che avevo preparato prima di veni+re e che non ritrovavo pi nella mente,alla messa a punto che mi avre"+ "e consentito, nelle lunghe ore di solitudine, d’esser certo che era propriolei che io ricordavo, che era proprio il mio amore per lei che iovenivo ac+crescendo poco alla volta, come si compone un’opera, lei milanciava lapal la! e, come i l f i losofo ideal is ta i l cui corpo t iene contodel mondoesterno, alla realt% del $uale la sua intelligenza non crede, $uell’io mede+simo che mi aveva indotto a salutarla prima che l’avessi identificata,siincaricava di farmi afferrare la palla che mi passava =come se fosseunacompagna con la $uale ero venuto a giocare, e non un’anima gemella cheerovenuto a raggiungere>, mi induceva a rivolgerle per "uona creanza,finoall’ora in cui se ne andava, mil le discorsi ama"ili e insignificanti,

em’impediva in tal modo sia di ser"are il s ilenzio durante i l $ualeavreipotuto infine rimetter mano sull’immagine urgente e smarrita, sia di dir+le le

 parole che potevano far compiere al nostro amore i progressi decisi+vi su cui, ognivolta, ero costretto a non contare pi se non per il pome+riggio successivo.Alcuni progressi tuttavia li faceva. 5n giorno eravamoandati con 3il"erte finoalla "ancarella della nostra venditrice, che eraparticolarmente gentile con noi7

 perch6 era da le i che il signor 4Hannfaceva comperare il suo pan pepato dicui faceva largo consumo, per ra+ gioni igieniche, dato che soffriva di un eczema

etnico e della costipazionedei Profeti7, 3il"erte mi mostrava, ridendo, due ragazzini simili al pic+colo colorista e al

 piccolo naturalista dei li"ri per l’ infanzia. 2ifatt i, unonon voleva lozucchero d’orzo rosso, al $uale preferiva $uello viola, el’altro, con lelacrime agli occhi, rifiutava una prugna che la "am"inaiagli voleva comprare,

 perch6, come disse alla fine con voce appassionata:«Mi piace di pi l’altra prugna, perch6 c’- un verme». (omperai due "i+lie da un soldo. 3uardavo conammirazione, luminose e prigioniere inun recipiente a parte, le "ilie d’agata, che

mi sem"ravano preziose perch6

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erano sorridenti e "ionde come fanciulle, e perch6 costavanocin$uantacentesimi l’una. 3il"erte, alla $uale davano molto pi denaro chea me,mi chiese $uale trovassi pi "ella. Avevano la trasparenza e le sfumaturedellavita. Avrei voluto che lei non ne sacrificasse nessuna. Mi sare""epiaciuto

che avesse potuto ac$uistarle, li"erarle tutte. Pure, gliene indicaiuna che aveva ilcolore dei suoi occhi. 3il"erte la prese, ne cerc# il raggiodorato, l’accarezz#, pag#il suo riscatto +, ma su"ito mi consegn# la suaprigioniera, dicendomi:«/enete, - vostra, ve la regalo, conservatela perricordo».5n’altra volta, sempre

 preso dal desiderio di ascoltare la 8erma in una pi-ceclassica, le avevo chiesto se possedesse un li"retto in cui 8ergotteparlavadi Gacine, e che non era pi in commercio. Mi aveva pregatodir i cordargli ene i l t i to lo esa t to , e l a sera l e avevo spedi to un "revetele+gramma, scrivendo sulla "usta $uel nome, 3il"erte 4Hann, che tante vol+teavevo tracciato sui miei $uaderni. 0’indomani mi port#, in un pacchet+to legato connastrini color malva e sigillato con cera "ianca, il li"rettoche aveva fattocercare. «)edete, che - proprio $uello che mi avete chie+sto», mi disse, tirando fuoridal manicotto il telegramma che le avevo in+viato. Ma nell’indirizzo di $uelmessaggio trasmesso per posta pneuma+tica7che ieri non era ancora nulla, nient’altro che un

 petit "leuscritto dame, e dopo che un fattorino del telegrafo l’aveva recapitato al portiere

di3il"erte e un domestico l’aveva portato sino alla sua camera, era diven+tato $uella cosa senza prezzo, uno dei

 pet its "leusche lei aveva ricevuto$uel giorno7stentai a r iconoscere le l inee vane e sol i tar ie del la miascri t tura sot toi tim"ri che vi aveva impresso la posta, sotto le scritte ag+giunte a matita daun postino, segni di realizzazione effettiva, improntedel mondo esterno,sim"oliche cinture viola della vita, che per la primavolta venivano a sposare,

mantenere, mettere in risalto, rallegrare il miosogno.E vi fu anche un giorno incui mi disse: «4apete, mi potete chiamare 3il"erte, in ogni caso io vi chiamer#con il vostro nome di "attesimo. (o+sì, - troppo im"arazzante». /uttavia, ancora per un po’, continu# a dirmisemplicemente «voi» e, siccome glielo feci notare, sorrise! ecomponendo,costruendo una frase simile a $uelle che, nelle grammatichestraniere,non hanno altro scopo che farci usare una parola nuova, la termin# conilmio nome di "attesimo. E, ricordandomi, pi tardi, di $uel che provai al+lora, vi hoisolato l’impressione di essere stato tenuto per un istante nellasua "occa, proprioio, nudo, senza pi alcuna delle connotazioni socialiche appartenevano

anche, sia agli altri suoi compagni, sia, $uando pro+nunciava il miocognome, ai miei genitori, e delle $uali le sue la""ra7

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<nello sforzo che faceva, un po’ come suo padre, per articolare le parolechevoleva mettere in evidenza7

 parvero spogl iarmi, svest irmi, comedella "uccia un frutto di cui non si pu#mangiare che la polpa, mentre i lsuo sguardo, adeguandosi al lo s tessonu ov o gra do d’ int im it% ass un to dalla parola, mi raggiungeva anche pidirettamente, non senza testimo+niare la coscienza, il piacere e perfino la gratitudineche ne aveva, facen+dosi accompagnare da un sorriso.Ma, sul momento, non potevoapprezzare il valore di $uei piaceri nuo+v i . E s s i n o n e r a n o o f f e r t id a l l a r a g a z z i n a c h e a m a v o a l m i o i o c h e l’amava, ma dall’altra,da $uella con la $uale giocavo, a $uell’altro io chenon possedeva n6 il ricordo dellavera 3il"erte, n6 il cuore indisponi"ileche, solo, avre""e potuto conoscere il pregio diuna gioia, essendo il soloche l’avesse desiderata. Anche ritornato a casa, non ligodevo, perch6,ogni giorno, la necessit% che mi faceva sperare che l’indomani avreiavu+to la visione esatta, pacata, lieta di 3il"erte, che mi avre""e infine confes+sato ilsuo amore, spiegandomi per $uali ragioni aveva dovuto tenerme+lo nascosto finoallora, $uella stessa necessit% mi costringeva a non dareimportanza al

 passato, a guardare sempre dinanzi a me, a considerare ipiccoli privilegi chemi aveva accordato non per se stessi, e come "astantia se stessi, ma come nuovigradini dove posare il piede, che mi avre""e+ro permesso di fare un altro passo avantie di raggiungere infine la felici+t% che non avevo ancora incontrato.4e, a volte, midava simili segni d’amicizia, mi infliggeva anche dellesofferenze, dando

l’impressione di non provare alcun piacere a vedermi,e $uesto avveniva, spesso, proprio nei giorni sui $ual i avevo contato dipi per attuare le mie speranze.Ero sicuro che 3il"erte sare""e venutaagli (hamps+Ul9s6es e provavoun’esultanza che mi pareva solo la vagaanticipazione di una grande felicit%, $uando7entrando la mattina in sa+lotto per dare un "acio alla mamma gi% tutta inordine, con la torre deisuoi capelli neri interamente costruita, e le "elle mani,

 "ianche e paffute,odorose ancora di sapone7

avevo appreso, nel vedere una colonna dipolvere tenersi diritta da sola sul pianoforte e nell’udire un organetto di8ar"er ia che suonava sot to la f inest raE n r e v e n a n t d e l a r e v u e n, c h e l’inverno avre""e accolto fino f ino a sera la vis ita inopinata eradiosa diuna giornata di pr imavera. Mentre pranzavamo, la s ignoradi fr on te ,aprendo la finestra, in un "atter d’occhio aveva messo in fuga, afiancodella mia sedia7

cancellando con un sol colpo tutta la larghezza dellanostra camera da pranzo7

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, un raggio di sole, che vi aveva cominciato lasiesta ed era gi% tornato a continuarlal’istante dopo. A scuola, durante lal e z i o n e d e l l ’ u n a , i l s o l e m i f a c e v al a n g u i r e d ’ i m p a z i e n z a e d i n o i a ,@

lasciando fluire, fin sul mio "anco, un "agliore dorato, come un invito al+la festaalla $uale non potevo giungere prima delle tre, finch6 &ranCoisenon fossevenuta a prendermi all’uscita e ci fossimo incamminati versogli (hamps+Ul9s6es lungo strade addo""ate di luce, ingom"re di folla, edove i "alconi, schiusi dalsole e vaporosi, ondeggiavano davanti alle ca+se come nuvole d’oro. Ahim- nontrovavo 3il"erte agli (hamps+Ul9+s6es, non era ancora arrivata. 'mmo"ile sul

 prato, nutrito dal sole invisi+ "ile che, $ua e l%, faceva sfavillare la punta di un filod’er"a, e dove i pic+cioni che vi si erano posati parevano sculture antiche chela zappa delgiardiniere avesse riportato alla superficie da un terreno augusto,

restavocon gli occhi fissi all’orizzonte, mi aspettavo da un momentoal l’al tro diveder apparire la figura di 3il"erte al seguito della sua istitutrice, dietrolastatua che sem"rava tendere il fanciullo che reggeva tra le "raccia, sfa+villante diraggi, alla "enedizione del sole. 0a vecchia lettrice dei26"atsera seduta su l l a sua sedia , sempre a l lo s t esso pos to ! s i r ivolgeva aun gua rd iano, cui fac eva u n g esto a mic hev ole co n la mano ,gr idandogl i :«(he "el tempo». 0a custode le si era avvicinata per  riscuotere l’affittodella sedia, e lei faceva mille smancerie infilando nell’apertura

del guan+to lo scontrino da dieci centesimi, come un "ou$uet per il $uale cercasse,per cortesia verso il donatore, il posto pi lusinghiero possi"ile. *uandol’e""e trovato,fece eseguire al suo collo un’evoluzione circolare, aggiu+standosi il "oa, e

 piant# in faccia all’affittaseggiole, mostrandole il pezzodi car ta gialla che lespuntava sul polsino, il "el sorriso con il $uale unadonna, indicando la suacamicetta a un giovanotto, gli dice: «Giconoscetele vostre roseI»./rascinavo&ranCoise incontro a 3il"erte fino all’Are de /riomphe, nonla incontravamo, etornavo verso il prato, persuaso che non sare""e ve+nuta pi, $uando, davantiai cavalli di legno, la ragazzina dalla voce "re+ve si sl an ci av a su di me :

«Pres to, pres to, 3i l"er te - ar r ivata gi% da un$uar to d’ora. Andr% viat ra poco. )i aspet t iamo per fare una par t i ta a "andiera». Mentre iorisalivo l’avenue degli (hamps+Ul9s6es, 3il"erteera venuta da rue 8oiss9+d’Anglas, avendo l’istitutrice approfittato deltempo "uono per fare certesue commissioni! e il signor 4Hann sare""evenuto tra poco a prendere suafiglia. (osì, era colpa mia! non mi sareidovuto allontanare dal prato, giacch6non si sapeva mai con sicurezza dache parte 3il"erte sare""e venuta, n6 a cheora, e $uell’attesa finiva colrendermi pi eccitanti non solo gli interi (hamps+Ul9s6es e tutta la dura+ta del pomeriggio, come un’immensa distesa di spazio e di

tempo in cia+scun punto e momento della $uale era possi"ile che apparisse lafiguradi 3il"erte, ma anche la sua stessa figura! perch6, dietro ad essa, sentivo

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nas conder s i l a r ag ione pe r cu i l e i mi e r a s cocca t a i n p i eno cuor e ,alle$uattro anzich6 alle due e mezzo, con in testa un cappellino eleganteinluogo del "erretto da gioco, davanti agli Am"assadeurs;

e non fra i dueteatri dei "urattini! immaginavo $ualcuna delle occupazioni incui nonpotevo seguire 3il"erte e che la costringevano a uscire o a restare in casa,eroin contatto con il mistero della sua vita sconosciuta. *uesto misteromitur"ava anche $uando, correndo per ordine della ragazzina dalla vo+ce "reve, per cominciare immediatamente la partita a "andiera, scorgevo3il"erte, così vivace e

 "rusca con noi, fare un inchino alla signora dei26+"ats=la $uale le diceva: «(he "el sole, sem"ra un fuoco»>, e parlarle conun sorrisotimido, con un’aria compassata che mi evocava la fanciulla di+versa che 3il"ertedoveva essere in casa dei genitori, con i loro amici, invisita, in tutta l’altra suaesistenza che mi sfuggiva. Ma di $uell’esistenzanessuno mi dava maggiormente ilsenso $uanto il signor 4Hann, che ve+niva un po’ pi tardi a riprenderes u a f i g l i a . P e r c h 6 l u i e l a s i g n o r a 4Hann7dato che la figlia a"itava in casa loro, e i suoi studi, i suoi gio+chi, le sueamicizie dipendevano da loro7racchiudevano per me, al pa+ri di 3il"erte, forse anche pi di 3il"erte, come siconveniva a due divi+nit% onnipotenti su di lei, e $uasi che scaturisse da

loro, un ignoto, inac+cessi"ile, doloroso incanto. /utto ci# che li riguardava era, da parte mia,oggetto di una preoccupazione così costante che $uando, come in$ueigiorni, il signor 4Hann =che avevo visto tanto spesso, in passato,senzache eccitasse la mia curiosit%, ai tempi in cui aveva rapporti con i miei ge+nitori> veniva a prendere 3il"erte agli (hamps+ Ul9s6es, una volta placa+tosi il

 "at ticuore che aveva suscitato in me la comparsa del suo cappel logr igio edel suo cappotto con la mantellina, il suo aspetto mi impressio+nava ancora,come $uello di un personaggio storico sul $uale a""iamoappena letto unaserie di opere e i cui minimi particolari ci appassionano.0e sue relazioni con il conte

di Parigi che, $uando ne avevo sentito parla+re a (om"ra9, mi erano parse irrilevanti,ac$uistavano adesso ai miei oc+chi un che di meraviglioso, come se nessunaltro avesse mai conosciutogli 1rl6ans! facevano sì che si staccasse inmodo netto dallo sfondo vol+gare dei passanti di diversa estrazione socialeche ingom"ravano $ueiravenue degli (hamps+Ul9s6es, e fra i $uali mimeravigliavo che consen+t i s s e a m o s t r a r s i s e n z a e s i g e r e

 p a r t i c o l a r i r i g u a r d i , c h e n e s s u n o , d’altronde, si sognava ditri"utargli, tanto profondo era l’incognito di cuiera avvolto.Gispondeva concortesia ai saluti dei compagni di 3il"erte, anche almio, "ench6 fosse in rotta

con la mia famiglia, ma senza aver l’aria di co+noscermi. =(i# mi fece ricordare,tuttavia, che mi aveva visto assai spessoD

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in campagna! un ricordo che avevo conservato, ma nell’om"ra, perch6,da$uando avevo rivisto 3il"erte, per me 4Hann era soprattutto suo pa+dre, e non pilo 4Hann di (om"ra9! siccome le idee alle $uali ora rac+cordavo il suonome erano diverse da $uelle nel cui reticolo era alloracompreso, e cheoramai pensando a lui non ut ilizzavo pi, egli era di+ventato un

 personaggio nuovo! lo collegai , tuttavia, con una linea ar ti fi + ciale, secondariae trasversale, al nostro convitato d’un tempo! e siccomeniente aveva pi valore

 per me, se non nel la misura in cui il mio amorepoteva trarne giovamento, fucon un moto di vergogna, e col rimpiantodi non poterli cancellare, cheritrovai gli anni in cui, agli occhi di $uellostesso 4Hann, che era adessodavanti a me negli (hamps+Ul9s6es, e al$uale per fortuna 3il"erte non avevadetto forse il mio nome, mi ero cosìspesso reso ridicolo, la sera, mandando a dire allamamma di salire in ca+mera mia a darmi la "uonanotte, mentre stava prendendo il

caff- con lui,con mio padre e con i nonni intorno al tavolo del giardino.>2isse a 3il+ "erte che le permetteva di fare una partita, che poteva aspettare un$uar+to d’ora, e, sedendosi come tutti su una sedia di ferro, pag# il

 "igliet tocon $uel la mano che &i l ippo )''av ev a ta nt e vo lt e te nu to ne ll a su a, mentre noi cominciavamo a giocare sul

 prato, mettendo in fuga i piccionii cui "ei corpi ir idati , che hanno la forma diun cuore e sono come i lill%del r egno deg li uccel l i, ven ivano ar i fugiars i , come in luoghi d’as i lo , l ’uno sul grande vaso di piet ra a l

$uale il suo "ecco, scomparendovi, fa+ceva compiere il gesto e assegnava lafunzione di offrire in a""ondanza ifrutti o i semi ch’esso sem"rava afferrare! l’altrosulla fronte della statuache sormontava, simile a uno di $uegli oggetti dismalto la cui policro+mia, in certe opere antiche, varia la monotonia della

 pietra, e a un at tr i+ "uto che, $uando la dea lo porta , le vale un epiteto particolare, e ne fauna nuova divinit%, come per una creatura mortale un nomediverso.5no di $uei giorni di sole in cui le mie speranze non s’erano realizzate,none""i il coraggio di nascondere a 3il"erte la mia delusione.«Avevo proprio tantecose da chiedervi, le dissi. (redevo che $uestogiorno avre""e avuto molta

importanza per la nostra amicizia. E, appenaarrivata, gi% state per andarvene (ercatedi venire presto, domani, che vipossa finalmente parlare.»'l suo viso s’illumin# esaltando di gioia mi rispose:«2omani, sappiatelo "ene, mio caro amico, non verr#No una meren+da in grande stile! e nemmeno dopodomani, vado da un’amicaa vederedalle sue finestre l’arrivo del re /eodosio<, sar% magnifico! e il giorno se+guente ancora andr# a vedereMichel 4trogoff@

e poi, presto verr% Batale,e le vacanze di (apodanno. &orse mi porteranno nel Midi.(ome sare""e;F

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chic anche se, per $uesto, mi perder# l’al"ero di Batale! in ogni caso, seresto aParigi, non verr# $ui, perch6 andr# a fare visite con la mamma.Addio, pap%mi sta chiamando»./ornai con &ranCoise lungo le vie pavesate ancora di sole, come la

seradi una festa finita. Bon potevo trascinare le mie gam"e.«Bon c’- dameravigliarsi, disse &ranCoise, non - un tempo adatto allastagione, fa troppo caldo.Ahim- mio 2io, ci deve essere tanta di $uellapovera gente amm alata , c’- dacredere che anche lass tutto vada inrovina.»'o mi ripetevo, soffocandoi singhiozzi, le parole con le $uali 3il"erteaveva lasciato prorompere la suagioia di non venire per parecchio tem+po agli (hamps+Ul9s6es. Ma gi%l’incanto di cui, per il semplice fatto diagire, si riempiva il mio animoappena pensava a lei, la posizione parti+colare, unica7

seppur dolorosa7in cui mi poneva, inevita"ilmente,nei confronti di 3il"erte, la costrizioneintima di un’a"itudine mentale,avevano cominciato ad aggiungere anche a$uell’impronta di indifferen+za, $ualcosa di romantico, e tra le mie lacrime prendevaforma un sorrisoche non era se non il timido a""ozzo di un "acio. E $uandovenne l’oradella posta, $uella sera, come tutte le altre, mi dissi: «Gicever# unaletteradi 3il"erte, mi dir% finalmente che non ha mai cessato di amarmi emispiegher% la ragione misteriosa per cui - stata costretta a tenermelo na+

scosto fino ad ora, fingendo di poter essere felice senza vedermi, la ragio+ne per cuiha assunto le sem"ianze della 3il"erte semplice compagna».1gni sera mi dilettavoa immaginare $uesta lettera, mi sem"rava dileggerla, me ne recitavo ogni frase.2i colpo, mi fermavo spaventato. (a+pivo che, se dovevo ricevere una lettera di3il"erte, in ogni caso, non po+teva essere $uella, perch6 ero io ad averla composta. Eda $uel momentomi sforzai di allontanare il pensiero dalle parole che avrei desideratomiscrivesse, per paura che, enunciandole, avrei escluso proprio $uelle7lepi care, le pi vagheggiate7dal campo del le realizzazioni possi"i li .Anche se, per un’inc redi"i lecoinc idenza , 3i l"erte , da l canto suo , miavesse inviato proprio lalettera che avevo inventato, riconoscendovi lamia opera, non avrei avutol’impressione di ricevere $ualcosa che nonp r o v e n i s s e d a m e , $ u a l c o s ad i r e a l e , d i n u ov o, u na f e l i c i t% e s t r an ea a l l ’ an im o m i o ,i n d i p e n d e n t e d a l l a m i a v o l o n t % , v e r a m e n t eo f f e r t a dall’amore.Bell’attesa, rileggevo una pagina che non mi aveva scritto3il"erte, mache almeno mi veniva da lei, $uella pagina di 8ergotte sulla "ellezzadeimiti antichi cui si - ispirato Gacine

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e che, insieme alla "ilia d’agata, con+servavo sempre accanto a me. Ero inteneritodalla "ont% della mia amica;

che me l’aveva procurata! e poich6 ognuno ha "isogno di trovaredelleragioni alla propria passione, al punto di essere felice di riconoscerenellapersona amata delle $ualit% che la letteratura o la conversazione gli han+noinsegnato esser degne di suscitare l’amore, al punto di assimilarle perimi tazione efar ne nuo ve rag ion i del pro pri o amo re, $ua nd’ anc he tal i $ualit% siano le

 pi opposte a $uelle che un tale amore avre""e ricercatofinch6 si fosse conservatospontaneo7come era accaduto a 4Hann, unavolta, con il carattere estet ico della "ellezza di1dette

7io, che su"itoa v e v o a m a t o 3 i l " e r t e , f i n d a l t e m p o d i ( o m " r a 9 ,i n v i r t d i t u t t o l’ignoto della sua vita nel $uale avrei voluto

 precipitarmi, incarnarmi, a""andonando la mia che non era pi nulla, pensavoadesso, come a unafortuna inestima"ile, che di $uesta mia vita troppo nota,disprezzata, 3il+ "erte sare""e potuta diventare un giorno l’umile ancella,l’indulgente ec o n f o r t e v o l e c o l l a " o r a t r i c e , c h e l a s e r a ,a i u t a n d o m i n e i m i e i l a v o r i , avre""e raccolto per me delle pu""licazioni.*uanto a 8ergotte, $uel vec+chio infinitamente saggio e $uasi divino a causa

del $uale avevo presoad amare 3il"erte, prima ancora di averla vista, ora lo amavosoprattuttoa causa di 3il"erte. (on identico piacere guardavo le pagine cheavevascritto su Gacine e il foglio chiuso da grandi sigilli di cera "ianca,legatoda fluttuanti nastrini color malva, nel $uale lei me le aveva portate.8a+ciavo la "ilia d’agata che era la parte migliore del cuore della mia amica,la parteche non era frivola ma fedele, e che, se""ene adorna del fascinomisteriosodella vita di 3il"erte, mi rimaneva accanto, a"itava nella miacamera, si coricava nelmio letto. Ma la "ellezza di $uella pietra, e anchela "ellezza di $uelle pagine di8ergotte, che ero felice di associare all’ideadel mio amore per 3il"erte, come se, nei

momenti in cui $uesto mi appa+riva proprio come un nulla, esse gli dessero una sortadi consistenza! miaccorgevo che erano anteriori a $uesto amore, che non glisomigliavano,che i loro elementi erano stati fissati dal talento o dalle leggi dellamine+ralogia prima che 3il"erte mi conoscesse, che nulla nel li"ro o nella

 pie+tra sare""e stato diverso se 3il"erte non mi avesse amato, e che, dicon+seguenza, niente mi autorizzava a leggere in loro un messaggio di felici+t%. Ementre il mio amore, aspettando sempre dall’indomani la confessio+ne di $uello di3il"erte, annullava, disfaceva ogni sera il lavoro mal fattodella giornata,nell’om"ra di me stesso una lavorante sconosciuta nongettava via i fili

strappati e li disponeva, senza curarsi di compiacermi n6di lavorare per la miafelicit%, in un ordine diverso, che dava a ognuna delle sue opere. Bon avendoalcun particolare interesse per il mio amore,non avendo deciso in anticipo che io

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fossi, amato, raccoglieva gli atti di 3 i l " e r t e c h e m i e r a n o p a r s ii n e s p l i c a " i l i e l e s u e c o l p e c h e a v e v o;Jgiustificato. Allora, gli uni e le altre ac$uistavano un senso. Pareva

dire,$ u e s t ’ o r d i n e n u o v o , c h e , v e d e n d o 3 i l " e r t e , i n v e c e d iv e n i r e a g l i ( ha mp s+ Ul 9s 6e s, a nd ar e a u namatin6e, f a r e d e l l e c o m m i s s i o n i c o n l’istitutrice e prepararsi a un’assenza per levacanze di (apodanno, ave+vo torto di pensare: «0o fa perch6 - frivola o docile».3iacch6 se mi aves+se amato avre""e cessato di essere l’una o l’altra, e se fosse statacostrettaa o""edi re l ’ avre""e fa t to con l a s t es sa d i speraz ione che

 provavo io igiorni in cui non la vedevo. 2iceva ancora, $uest’ordinenuovo, che do+v e vo p u r s ap e re c he c o sa s ig ni fi c av a a ma re , d a lmomento che amavo3il"erte! mi faceva notare la preoccupazione continua cheavevo di farmi "ello ai suoi occhi, per cui cercavo di convincere mia madre acomperarea &ranCoise un impermea"ile e un cappello con una piumaaz zu rr a, opiuttosto a non mandarmi pi agli (hamps+Ul9s6es con $uellacamerieradi cui arrossivo =al che mia madre rispondeva che ero ingiusto con&ra+nCoise, che era una "rava donna molto affezionata>, ed anche $uel "iso+gno unico di vedere 3il"erte che n/induceva, gi% $ualche mese prima, anon pensaread altro, che a cercar di sapere in $uale periodo avre""e la+sciato Parigi e dovesare""e andata, sem"randomi il paese pi deliziosoun luogo d’esilio senza dilei, e non desiderando che restare sempre a Pa+rigi, finch6 avessi potuto vederla

agli (hamps+Ul9s6es! e non si facevascrupolo di mostrarmi che una simile preoccupazione o un simile "iso+gno inutilmente li avrei cercati negli atti di3il"erte. 0ei, al contrario, ap+prezzava la sua istitutrice, senza preoccuparsi di $uelche ne pensassi io./rovava naturale non venire agli (hamps+Ul9s6es, se sitrattava di farcompere con la signorina, piacevole, se si trattava di uscirecon sua ma+dre. E anche a supporre che mi avesse permesso di andare atrascorrerele vacanze nella stessa localit% dove andava lei, $uanto meno, nellasceltadi $uesta localit%, teneva conto del desiderio dei suoi genitori, deimillediver t iment i di cui le avevano p ar lato, e non cer to del fa t to che

fosse$uel lo dove l a mia famigl ia aveva in tenzione d i mandarmi . Avolte,$uando mi assicurava di volermi meno "ene che a un altro dei suoi ami+ci,meno "ene del giorno innanzi, perch6 le avevo fatto perdere la partitaper unanegligenza, io le chiedevo perdono, le chiedevo $uel che dovevofare perch6ricominciasse a volermi "ene come prima, perch6 mi volesse "ene pi degli altri!avrei voluto che mi rispondesse che era gi% cosi, la supplicavo, come se avesse

 potuto modificare il suo affetto per me a suoo a mio capr iccio, per farmi piacere, sempl icemente con le parole che avre""e detto, a seconda delmio comportamento "uono o cattivo. Bonsapevo, dun$ue, che $uel che provavo

 per lei non dipendeva n6 dai suoiatti n6 dalla mia volont%I;

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2iceva, infine, l’ordine nuovo disegnato dalla lavorante invisi"ile, chese possiamodesiderare che gli atti di una persona che finora ci ha fattosoffrire non sianostati sinceri, vi - nella loro successione una chiarezzacontro la $uale il nostrodesiderio non pu# nulla, e che a $uella, piuttostoche a lui, do""iamo chiedere $uali

saranno i suoi atti di domani.*ueste parole nuove, il mio amore le stava ad ascoltare!esse lo persua+devano che l’indomani non sare""e stato diverso da tutti gli altrigiorni!che il sentimento di 3il"erte, per me, gi% troppo radicato per poter cam+ "iare,era l’indifferenza! che nella mia amicizia con 3il"erte, ero io soload amare.« vero, rispondeva il mio amore, non c’- pi niente da fare di$uesta amicizia, noncam"ier%.» Allora, fin dal giorno successivo =oppureaspettando una festa, se ven’era una prossima, un anniversario, magaril’anno nuovo, uno di $ueigiorni che non sono simili agli altri, in cui iltempo ricomincia su nuovefondamenta, rigettando l’eredit% del passato,non accettando il lascito delle suetristezze>, chiedevo a 3il"erte di rinun+ciare alla nostra vecchia amiciziae d i g e t t a r e l e " a s i d i un ’ a mi c iz i a nuova.Avevo sempre a portata dimano una pianta di Parigi che, potendovisidistinguere la via dove a"itavano il signoree la signora 4Hann, mi pare+va contenere un tesoro. E per mio piacere, ma anche per una sorta di fe+delt% cavalleresca, pronunciavo il nome di $uella strada a$ualsiasi pro+posito, tanto che mio padre, non essendo come la mamma e lanonna alcorrente del mio amore, mi chiedeva:«Ma perch6 parli continuamente di$uella viaI non ha niente di straor+dinario, - molto piacevole a"itarci perch6 - adue passi dal 8ois, ma vene sono altre dieci nella stessa posizione».Miingegnavo, in ogni istante, per far pronunciare ai miei genitori ilnome di

4Hann! certo, io me lo ripetevo mentalmente, senza posa! maavevo "isognoanche di ascoltare la sua sonorit% deliziosa e di far r isuo+ nare $uella musica lacui lettura muta non mi era sufficiente. *uel nomedi 4Hann, d’altronde, checonoscevo da cosi tanto tempo, era adesso perme, come succede a certi afasici neiconfronti delle parole pi comuni, unnome nuovo. Era sempre presente nelmio pensi e ro , e t u tt avi a $uestonon riusciva ad assuefarvisi. 0oscomponevo, lo compitavo, la sua orto+grafia era per me una sorpresa. E avevasmesso, ad un tempo, di essermifamiliare e di sem"rarmi innocente. 0e gioie che

 provavo, nell’ascoltarlo,le credevo così colpevoli, che mi pareva si dovesse

indovinare il mio pen+siero e si cam"iasse discorso se cercavo di portarlo su di esso.Gipiegavosugli argomenti che riguardavano ancora 3il"erte, ripetevo senza fine le;;stesse parole , e pur sapendo "ene che erano sol tanto parole7

 parolepronunciate lontano da lei, che lei non sentiva, parole senza virt, che ri+ petevano ci# che era senza poter modificare niente7tuttavia mi sem+ "rava che a forza di maneggiare, di rimestare così tutto ci# che era

vicin#a 3il"erte, forse ne avrei fatto scaturire $ualcosa di "uono. /ornavo a di+re aimiei genitori che 3il"erte voleva molto "ene alla sua istitutrice, co+me se$uesta frase, ripetuta per la centesima volta, potesse avere infinel’effetto di

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far comparire improvvisamente 3il"erte, che veniva a vivereper sempre con noi.Giprendevo l’elogio della vecchia signora che legge+va i26"ats=avevo insinuato ai miei genitori che era un’am"asciatrice oforse un’altezza

reale> e continuavo a cele"rare la sua "ellezza, la sua ma+gnif icenza, la suano"ilt%, fino al giorno in cui dissi che, stando al nome pronunciato da 3il"erte,doveva chiamarsi signora 8latin.«1h ma ho capito chi -, esclam# mia madre,mentre io mi sentivo ar+rossire dalla vergogna. 'n guardia in guardia comeavre""e detto il tuopovero nonno. Ed - lei che trovi "ellaI Ma - orri"ile, e lo -sempre stata. la vedova di un usciere. Bon ti ricordi, $uando eri piccolo, imaneggiche facevo per evitarla alla lezione di ginnastica dove, senzaconoscermi,voleva venire a parlarmi col pretesto di dirmi che eri Qtroppo

 "el lo peressere un ragazzoQ. Na sempre avuto la smania di conoscere gente, e de+ve proprio essere una specie di pazza, come ho sempre pensato, se dav+ veroconosce la signora 4Hann. Perch6, anche se era di un am"iente mol+to modesto,almeno, per $uanto ne sappia, non c’- mai stato niente da ri+dire su di lei. Ma sisentiva sempre in dovere di far conoscenze. orri"i+le, spaventosamente volgare, e

 per di pi - piena di "oria.»*uanto a 4Hann, per cercare di assomigliargli, passavotutto il tempoa tavola a t irarmi il naso e a stropicciarmi gli occhi. Mio padrediceva:«*uesto ragazzo - idiota, diventer% un mostro». 4oprattutto, avreivolutoessere calvo come 4Hann. Mi sem"rava un essere così straordinariochetrovavo meraviglioso il fatto che lo conoscessero, a loro volta, delle

 per+sone che io fre$uentavo, e che tra le vicende di una giornata

$ualun$uesi potesse avere la ventura di incontrarlo. E una volta mia madre, nel rac+contarci, come ogni sera a cena, le commissioni che aveva fatto nel pome+riggio,dicendo semplicemente: «A proposito, indovinate chi ho incontra+to ai/rois *uartiersD, nel reparto degli om"relli: 4Hann», fece s"occiarein mezzo al suo racconto, per me assai arido, un fiore misterioso. (hemalinconica volutt% apprendere che,$uel pomeriggio, profilandosi tra lafolla la sua sagoma soprannaturale, 4Hannera andato a comperare unom"rello /ra gli avvenimenti grandi e minimi,

ugualmente indifferenti,$ u e l l o r i s v e g l i a v a i n m e l ev i " r a z i o n i p a r t i c o l a r i d i c u i e r a;

 perpetuamente agi ta to il mio amore per 3il"erte . Mio padre diceva che nonm’interessavo a niente, perch6 non prestavo ascolto $uando si parla+va delleconseguenze politiche che poteva avere la visita del re /eodosio,in $uel momentoospite della &rancia e, si diceva, suo alleato. Ma, incompenso, $uantavoglia avevo di sapere se 4Hann indossava il suo cap+potto con la mantellina«)i

siete salutatiI chiesi.7

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Ma naturalmente», rispose mia madre, la $uale aveva sempre l’ariadi temere che, seavesse confessato che eravamo in urto con 4Hann, $ual+cuno avre""e tentato diriconciliarci pi di $uanto lei non si augurasse,per via della signora 4Hann chenon voleva conoscere. « stato lui a salu+tarmi, io non l’avevo visto.

7Ma allora non avete litigatoI70itigatoI Ma perch6 avremmo dovutoI» rispose vivacemente, comese avessi attentatoalla finzione dei suoi "uoni rapporti con 4Hann e cer+cato di favorire un«riavvicinamento».«Potre""e volercene per il fatto che non - stato pi invitato.7

 Bon si - o""ligat i a invi tare tutti $uanti ! forse che lui ci invi taI 'o nonconosco sua moglie.7Eppure, a (om"ra9 ci veniva.7E""ene sì, veniva a (om"ra9, e poi a Parigi ha altro da fare, e io an+che. Ma tiassicuro che non avevamo affatto l’aria di due persone che so+no in lite. 4iamorimasti insieme un momento perch6 tardavano a dargliil suo pacco. M’ha chiestotue notizie, m’ha detto che giocavi con sua fi+glia», aggiunse mia madre,colmandomi di stupore per il prodigio di esi+stere nella mente di 4Hann, eancora di pi, di esistere in maniera a""a+stanza completa da sapere,$uando tremavo d’amore davanti a lui, agli(hamps+Ul9s6es, $uale fosse

il mi o no me , ch i er a mi a ma dr e e po te r amalgamare attorno alla mia $ualit%di compagno di sua figlia alcune in+formazioni sui miei nonni, sulla lorofamiglia, il luogo dove a"itavamo,certi particolari della nostra vita d’un tempo,fors’anche a me ignoti. Mamia madre non pareva aver trovato un’attrattiva

 particolare in $uel re+parto dei/rois *uartiersdo ve le i av ev a ra pp re se nt at o pe r 4H an n, ne l momento in cui l’aveva vista,una persona "en definita con cui aveva deiricordi comuni, tali da motivare in luil’impulso d’avvicinarla, il gesto disalutarla.2’altra parte, n6 lei n6 mio padre parevan

trovare, nel parlare dei non+ni di 4Hann, del titolo di agente di cam"io onorario, un piacere superiorea ogni altro. 0a mia immaginazione aveva isolato e consacrato, nellaPa+rigi sociale, una certa famiglia, come aveva fat to, nella Parigi di pietra,;<

 per una certa casa, di cui aveva scolpito il portone e reso preziose le fine+stre. Ma$uegli ornamenti ero soltanto io a vederli. Mio padre e mia ma+dre, così cometrovavano la casa a"itata da 4Hann simile alle altre casecostruite nella stessaepoca, nel $uartiere del 8ois, allo stesso modo la fa+miglia di 4Hann pareva lorodello stesso tipo di molte altre famiglie diagenti di cam"io. 0a giudicavano

in modo pi o meno favorevole a se+ c o n d a d e l g r a d o i n c u i a v e v a p a r t e c i p a t o a m e r i t i c o m u n i a l r e s t o dell’universo, e non civedevano niente di eccezionale. *uel che inveceapprezzavano, lo

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r it rovavano in misura eguale, o pi elevata, alt rove.(o s ì , d o p o a v e r  o s s e r v a t o c h e l a c a s a e r a " e n u " i c a t a , p a r l a v a n o d i un’altra cheera in una posizione ancora pi "ella, ma che non aveva nul+la a che vedere con3il"erte, oppure di finanzieri di un livello superiore asuo nonno! e se, per un

momento, era sem"rato che fossero del mio stes+so pa re re , er a pe r unmal inteso che non tardava a diss ipars i . ' l fa t to - che, per cogl iere intutto ci# che circondava 3il"erte una $ualit% scono+sciuta, analoga nel mondodelle emozioni a $uel che pu# essere nel mon+do dei colori l’infrarosso, i mieigenitori erano privi di $uel senso supple+mentare e momentaneo di cui m’avevadotato l’amore.' giorni in cui 3il"erte mi aveva annunciato che non sare""evenutaagli (hamps+Ul9s6es, cercavo di fare delle passeggiate che mi avvicinas+seroun poco a lei. A volte conducevo &ranCoise, in pellegrinaggio, da+vanti allacasa dove a"itavano gli 4Hann. 0e facevo ripetere all’infinito$u el ch eaveva saputo dal l ’ i s t i tut r ice sul conto del la s ignora 4Hann.«4em"rache a""ia molta f iduci a in c er te medag lie. Mai s i me tter% in viaggio seha sentito la civetta, o una specie di tictac d’orologio nel muro,o se ha visto ungatto a mezzanotte, o se il legno di un mo"ile ha scric+chiolato. Ah - una

 persona molto credente» Ero così innamorato di 3il+ "erte che se, per strada,scorgevo il loro vecchio maggiordomo che porta+va a spasso il cane, l’emozionemi costringeva a fermarmi, e f issavo suisuoi "aset t oni "ianc hi deglisg ua rd i pi en i di pa ssi on e. &ra nC oi se mi chiedeva:«(he cosa aveteI».Poi

 proseguivamo il cammino fino al loro portone, dove un portinaio,diverso da tut tigli altri, e impregnato, fin nei galloni della livrea, dellostesso doloroso

incanto che avevo percepito nel nome di 3il"erte, aveval’aria di sapere che ero uno di$uelli a cui un’indegnit% originaria avre"+ "e impedito per sempre di penetrare nellavita misteriosa che era incari+cato di custodire, e sulla $uale le finestre del

 piano rialzato sem"ravano consapevoli d’esser chiuse, assai meno somiglianti, nelno"ile panneggiodelle loro tende di mussola, a una $ualsiasi altra finestra che aglisguardi;@di 3il"erte. Altre volte andavamo sui "oulevard e mi appostavo all’iniziodel la rue2uphot ! mi avevano de t t o che , s pes s o , v i s i po t eva veder e4Hann

mentre si recava dal dentista! e la mia fantasia differenziava a talp unto i l padre d i3i l"er te da l r es to de l l ’umani t% , l a sua presenza ne lmondo rea le v iintroduceva una tale magia che, ancor prima di arrivarealla Madeleine, eroemozionato al pensiero di avvicinarmi a una via nella$uale poteva inopinatamenteavverarsi l’apparizione soprannaturale.Ma pi spesso7$uando non dovevo vedere 3il"erte7avendo sapu+to che la signora 4Hann passeggiava $uasi ogni giorno nel viale

«delleAcacie»JF

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, intorno al grande 0ago, e nel viale «della Gegina Margherita»,guidavo &ranCoiseverso il 8ois de 8oulogne. Esso era per me come $ueigiardini zoologici dove sivedono riuniti flore diverse e paesaggi opposti,dove al di l% di un’altura si trovauna grotta, e poi un prato, delle rocce,un corso d’ac$ua, un fossato, una

collina, una palude, ma si sa che sonolì soltanto per offrire ai sollazzidell’ippopotamo, delle ze"re, dei cocco+drilli, dei conigli russi, degli orsi edell’airone un am"iente appropriato ouna cornice pittoresca! $uanto al 8ois,ugualmente complesso, che riuni+sce piccoli mondi diversi e chiusi7facendo seguire una tenuta fittad’al"eri rossi di $uerce americane, comeuna coltivazione agricola nella)irginia, a un’a"etaia in riva al lago, oa u na s el va d al la $ ua le s pu nt a a l l ’ i m p r o v v i s o , n e l l a s u a m o r " i d a

 p e l l i c c i a , c o n i s u o i " e g l i o c c h i d’animale, una svelta passeggiatrice7era il 3iardino delle donne! e7come il viale dei Mirti nell’EneideJ7, folto per loro di al"eri di una solaessenza, il viale delle Acacie era fre$uentato dalle8ellezze cele"ri. (ome,di lontano, la cima dello scoglio da cui l’otar ia si gettanell’ac$ua, esaltadi gioia i "am"ini che si apprestano a vederla, così molto prima di

giun+gere al viale delle Acacie, i l loro profumo, che, spandendosid’intorno,faceva presentire la vicinanza e la singolarit% di una possente e molle in+dividualit% vegetale poi, $uando mi avvicinavo, la cima intravista dellelorofronde leggere e leziose, di un’eleganza facile, di un taglio civettuoloe di un tessutodelicato, su cui s’erano a""attuti centinaia di fiori, comecolonie alate evi"ratili di parassiti preziosi, e infine persino il loro nomefemminile, ozioso e dolce,mi facevano "attere il cuore, ma di un deside+ri o mo ndano, come $uei valzer che ormai c i evocano so l t anto i l nomedelle "elle invitate che ilmaggiordomo annuncia all’ingresso di un "allo.Mi avevano detto che avrei visto nel

viale certe signore eleganti che, purnon essendo tutte sposate, venivano citatea"itualmente accanto alla si+gnora 4Ha nn, ma $ua si semp re con il lor onome di "attaglia! i l nomenuovo, $uando ne avevano uno, non era cheuna sorta di incognito che$ua n t i vo l e va no pa r l a r e d i l o r o av ev an oc u r a d i o m e t t e r e p e r f a r s i;

capire. Pensando che il 8ello7

nell’ordine dell’eleganza femminile7

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fosse retto da leggi occulte alla cui conoscenza erano state iniziate echeavevano il potere di attuare, accettavano in anticipo, come una rivelazio+ne,l’apparizione delle loro toilette, delle loro carrozze, dei mille partico+lari in cuiriponevo la mia fede, come un’anima segreta che dava la coe+sione di un

capolavoro a $uell’insieme effimero e mutevole. Ma era la si+gnora 4Hann chevolevo vedere, e ne aspettavo il passaggio, emozionatocome se fosse stata 3il"erte, icui genitori, impregnati del suo fascino, co+me tutto ci# che la circondava,suscitavano in me altrettanto amore chelei stessa, anzi un tur"amento pidoloroso =poich6 il loro punto di con+tatto con lei era $uella parte intimadella sua vita che mi era preclusa>, einfine =dato che "en presto venni a sapere,come si vedr%, che non aveva+no piacere che io giocassi con lei> $uel sentimento divenerazione che tri+ "utiamo sempre a coloro che esercitano senza freno il

 potere di farci delmale.Assegnavo i l pr imo posto al la sempl ici t% , ne l lagerarchia de i mer i t i es t e t i c i e d e l l e m a g n i f i c e nz e m o n d an e ,$ u a n d o s c o r g e v o l a s i g n o r a 4Hann, a piedi, con una polacca di panno, incapo un "errettino rigido esenza tesa, ingentilito da un’ala di lofoforo, unmazzolino di viole sulcorpetto, attraversare frettolosa il viale delle Acacie,come se fosse statasoltanto la via pi "reve per tornare a casa, e rispondevacon un cennodegli occhi ai signori in carrozza che, riconoscendo da lontanola sua fi+gura, la salutavano, e si dicevano che nessuno era altrettanto chic.Manon p i l a sempl ic i t% , "ens ì i l f as to ponevo a l p i a l to r ango se ,dopoaver costretto &ranCoise7

la $uale non ne poteva pi e diceva che «non sentiva pi» le gam"e7a camminare su e gi per un’ora, vedevo infine,allo s"occo del viale che viene dallaPorte 2auphine7immagine per medi un prestigio regale, di un ingresso sovrano, del $ualenessuna reginaautentica mi ha potuto dare in seguito l’impressione, giacch6avevo delloro potere una nozione meno vaga e pi sperimentale7

, portata a voloda due ardenti cavalli, esili e stilizzati, come se ne vedono nei disegnidi(onstantin 3u9sJJ, con un enorme cocchiere a cassetta impellicciato co+me un cosacco, afianco di un piccologroomche ricordava il «tigre» del«fu 8audenord»J, vedevo

7o meglio sentivo la sua forma imprimersin el mi o cu ore , co me un a fe rit anet ta e spossante

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7un’impareggia"ilecarrozza «)ictoria» di linea un po’ alta e che, nel suo lusso«ultimo gri+do», lasciava trasparire $ualche allusione alle forme antiche,sul fondodel la $uale r iposava con a""andono la s ignora 4Hann, dai

capel l i ora "iondi con una sola ciocca grigia, cinti da una sottile "anda di fiori, per lopi violette, da cui ricadevano lunghi veli, con in mano un om"rellino;D

color malva, sulle la""ra un sorriso am"iguo dove io non vedevo chela "enevolenza di una Maest% e dove c’era soprattutto la provocazione del+la cocotte,e che lei lasciava posare dolcemente sulle persone che la salu+tavano. *uel sorrisodiceva in realt% ad alcuni: «Mi ricordo molto "ene,era delizioso»! ad altri:

«(ome mi sare""e piaciuto - stata la cattiva sor+te»! ad altri: «Ma, se volete 4eguoancora un momento la fila e, appenaposso, taglio». *uando passavano deglisconosciuti, lasciava ugualmentealeggiare sulle la""ra un sorriso ozioso, come rivoltoall’attesa o al ricor+do di un amico, e che faceva dire: «(ome - "ella» E solo per certi uominiaveva un sorriso acido, forzato, timido e freddo che significava: «4ì,caro+gna, lo so che avete la lingua di una vipera, che non potete fare amenodi parlare Mi occupo forse di voi, ioI». (o$uelinJ;

 passava conversandoin mezzo agli amici che lo ascoltavano, e faceva con la mano un

largo sa+luto teatrale a delle persone in carrozza. Ma io non pensavo che allas i + gnor a 4Hann e f i ngevo d i non ave r l a v i s t a , pe r ch6 s apevo che ,giuntaall’altezza del /iro ai piccioniJ, avre""e detto al cocchiere di uscire dallafila e di fermarsi, per poter discendere a

 piedi lungo il viale. E i giorni inc ui mi sentivo i l coraggio di passar leaccanto, trascinavo &ranCoise in$uella direzione. A un certo punto, infatti,nel viale dei pedoni, scorgevola signora 4Hann camminare verso di noi,lasciando spandere dietro dis6 il lungo strascico dell’a"ito color malva, vestita,

come il popolo imma+gina le regine, di stoffe e ricchi ornamenti che le altre donnenon portava+no, chinando a volte lo sguardo sul manico dell’om"rello, prestandoscarsa attenzione ai passanti , come se la sua maggioreoccupazione e i l suo scopo cons i s tessero ne l f a re un po’ d i moto ,senza pensare che la gente la vedeva e che tutte le teste erano girate verso di lei.A volte, per#,$uando si voltava per chiamare il suo levriero, gettavaimpercetti"ilmen+te uno sguardo circolare intorno a s6.Anche coloro che non laconoscevano erano avvertiti da $ualcosa disingolare e di eccessivo7o fo rs e da un a ra di az io ne te le pa ti ca , co me $uelle che scatenevano applausitra la folla ignorante nei momenti in cuila 8erma era su"lime7

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che doveva trattarsi di una persona conosciuta.4i domandavano: «(hi -I»!interrogavano, a volte, un passante o si ripro+mettevano di ricordare il vestito come

 punto di riferimento per gli amicimeglio informati, che avre""ero dato loro, $uanto prima, i necessari rag+guagli. Altri passanti, fermandosi di colpo, dicevano:«4apete

chi -I 0a signora 4Hann 'l nome non vi dice nienteI 1dette de(r6c9OF

71dette de (r6c9I Pareva anche a me, $uegli occhi tristiO Ma, sape+te, non deveessere pi una giovinetta Mi ricordo di esserci andato a let+to il giorno delledimissioni di Mac+MahonJ<.7

(redo che farete "ene a non r icordargl ie lo. Adesso - lasignora4Hann, la moglie di un signore del KocLe9, amico del principe di3alles .2’altronde, - ancora stupenda.74ì, ma se l’aveste conosciuta a $uel tempo, com’era "ella A"itava inuna palazzinamolto curiosa, con delle cineserie. Gicordo che eravamodistur"ati dallostrepito degli strilloni! alla fine, lei mi ha fatto alzare».4enza sentire i commenti,avvertivo attorno a lei il mormorio indistintodella cele"rit%. 'l mio cuore "attevad’impazienza al pensiero che dovevatrascorrere ancora un istante prima che

tutte $uelle persone, tra le $ualicon desolazione notavo l’assenza di un "anchieremulatto da cui mi sen+tivo disprezzato, vedessero il giovane sconosciuto al $uale non

 prestava+no alcuna at tenzione, salutare =senza conoscerla, a dire il vero, maio misent ivo autor izz ato a fa rlo , in $ua nto i miei ge ni tor iconoscevano suomarito e io ero il compagno di giochi di sua figlia> $uella donnala cui fa+ma di "ellezza, di sregolatezza e di eleganza era universale. Ma ecco,eroormai vicinissimo alla signora 4Hann, e allora le facevo una tale scappel+lata, cosìampia, così prolungata, che lei non poteva trattenere un sorriso.Alcuni ridevano.*uanto a lei, non mi aveva mai visto con 3il"erte, nonconosceva il mio nome, ma

ero per lei7come un custode del 8ois, o il "arcaiolo, o le anatre del lago a cui gettava del

 pane7uno dei personag+gi secondari, familiari, anonimi, privi di $ualit% individuali,come una«comparsa di teatro», delle sue passeggiate al 8ois. (erti giorni incuinon l’avevo vista nel viale delle Acacie, mi capitava di incontrarlanelviale della Gegina Margherita, dove vanno le donne che vogliono rima+

nere sole, o dare l’impressione di volerlo essere! ma lei non restava sola alungo,raggiunta "en presto da $ualche amico, spesso con una tu"a gri+gia in capo,che io non conoscevo, e che conversava a lungo con lei, men+tre le loro due carrozze

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li seguivano.*uesta complessit% del 8ois de 8oulogne, che ne fa un luogo artificio+soe, nel senso zoologico o mitologico del termine, un 3iardino, l’ho ri+trovata$uest’annoJ@

mentre l’attraversavo per andare al /rianonJ, unadelle prime mattine di $uel mese di novem"re in cui a Parigi, nellecase,l’approssimarsi e l’esaurisi dello spettacolo dell’autunno, che si consumacosì

 presto da non lasciare il tempo di assistervi, danno unanostalgia,un’autentica fe""re delle foglie morte che pu# giungere fino a togliereilsonno. Bella mia camera chiusa esse si insinuavano da un mese, evocate

dal mio desiderio di vederle, tra il mio pensiero e un oggetto $ualsiasi acui

dedicassi la mia attenzione, e tur"inavano, come $uelle macchie gial+le che avo lte c i dan zan o d avan ti ag li occh i, $u alun$ ue sia la co sache guardiamo. E $uella mattina, non sentendo pi la pioggia cadere,comenei giorni precedenti, vedendo il "el tempo sorridere agli angolidelletende tirate, come agli angoli di una "occa chiusa che si lasci sfuggireilsegreto della propria felicit%, avevo sentito che $uelle foglie gialleavreipotuto guardarle attraversate dalla luce, nella loro "ellezza suprema!enon potendo pi trattenermi dall’andare a vedere gli al"eri, come in pas+sato,$uando il vento soffiava troppo forte nel mio camino, dal partireper il mare,

ero uscito per andare al /rianon, passando per 8ois de 8ou+logne. Eral’ora, e la stagione, in cui il 8ois appare forse pi molteplice,non solo

 perch6 - pi suddiviso, ma anche perch6 lo - in modo diverso.Persino nellezone scoperte, dove si a""raccia con lo sguardo un vastospazio, $ua e l%, difronte alle oscure masse lontane degli al"eri che nonavevano pi foglie oche avevano ancora le foglie dell’estate, un doppiofilare di ippocastani tintid’arancione sem"rava, come in un $uadro ap+pena cominciato, la sola cosache l’artista avesse dipinto, senza ancora aver messo il colore sul resto, e offrivail suo viale in piena luce alla pas+seggiata episodica di personaggi che sare""ero stati

aggiunti pi tardi.Pi lontano, l% dove gli al"eri erano ricoperti da tutte le loro fogliever+di, uno solo, piccolo e tozzo, spelacchiato e ostinato, scuoteva alventouna "rutta chioma rossa. Altrove, resisteva ancora il primo risvegliodi$uesto maggio delle foglie, e $uelle di un’ampelopsis, meravigliosa e ri+dente comeuno spino rosa d’inverno, proprio da $uel mattino erano tut+te in fiore. E il 8oisaveva l’aspetto provvisorio e artificioso di un vivaio odi un parco dove, o per uninteresse "otanico o per la preparazione diuna festa, siano state appena piantate,in mezzo ad al"eri di tipo comunenon ancora divelti, due o tre specie preziosedai fogliami fantastici, chesem"rano creare intorno a s6 un vuoto, dare aria,

irradiare luce. 'nsom+ma, era la stagione in cui il 8ois de 8oulogne rivelala maggior $uantit%di essenze diverse e giustappone il maggior numero di parti dist inte inun insieme composito. Ed era anche l’ora. 0% dove gli al"eri

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conservava+no ancora le foglie, parevano su"ire un’alterazione della loromateria, apartire dal punto in cui erano toccati dalla luce del sole, $uasiorizzontaleal mattino, come sare""e ridivenuta alcune ore pi tardi, nel momentoincui, all’inizio del crepuscolo, essa si accende come una lampada, proiettaa distanza

sul fogliame un riflesso artificale e caldo, e fa divampare le fo+glie pi alte di unal"ero, che resta i l candela"ro incom"usti"ile e opacodella sua cimaincendiata. *ui rendeva spesse come mattoni e, come inJuna muratura persiana gialla a disegni "lu, cementava grossolanamentecontro il cielole foglie degli ippocastani! l% invece le distaccava dal cielo,a cui tendevanoconvulsamente le loro dita d’oro. A met% di un al"ero ri+coperto di vite vergine,essa innestava e faceva s"occiare, impossi"ile adiscernersi nettamente in$uello sfavillio, un immenso mazzo come difiori rossi, forse una variet% digarofano. 0e diverse parti del 8ois, megliofuse durante l’estate nello spessore e nellamonotonia del verde, appari+vano "en individuate. Alcuni spazi, meglio rischiarati,lasciavano vederel ’ i n i z i o d i c i a s c u n a p a r t e o $ u a s i , o p p u r eu n f o g l i a m e s o n t u o s o l’annunciava come un’orifiamma. (ome suuna mappa colorata, si di+stinguevano Armenonville, il Pr6 (atelan, Madrid, il(ampo delle corse,l e r i v e d e l 0 a g oJD. A tratti, appariva $ualche costruzione inutile, unagrotta artificiale, unmulino a cui gli al"eri facevano posto, scostandosi, oche un tappeto er"oso

 proiet tava in avant i sulla sua soffice piattaforma.4i sentiva che il 8ois non era

un semplice "osco, ma rispondeva a una de+stinazione estranea alla vita dei suoial"eri! l’esaltazione che provavo nonera suscitata soltanto dall’ammirazione per l’autunno, ma da un deside+rio. 3rande fonte di una gioia che l’anima prova,dapprima senza ricono+sce rne la cau sa, sen za int end ere che nie nte dies terno la mot iva. (osì , guardavo gli al"eri con una tenerezza inappagata che lioltrepassava e sidirigeva a mia insaputa verso $uel capolavoro che essi racchiudonoognigiorno, per alcune ore: le "elle passeggiatrici. Andavo verso il viale delleAcacie.Attraversavo selve dove la luce del mattino, che imponeva loronuovesuddivisioni, potava gli al"eri, metteva insieme i diversi fusti e liriuniva a fasci.

Attirava destramente a s6 due al"eri! aiutandosi con le po te nt i ce soi e de lrag gio e del l’o m"ra , asp ort ava a cia scu no met % del tronco e dei rami e,intrecciando insieme le due met% superstiti, ne facevaun unico pilastro d’om"ra chedelimitava la zona soleggiata tutt’intorno,oppure un unico fantasma di luce, il cuicontorno fittizio e tremolante eradelineato da un reticolo d’om"ra nera. *uando unraggio di sole indora+va i rami pi alti, $uesti, im"evuti di un’umidit%scintillante, parevanoemergere, soli, dall’atmosfera li$uida e color smeraldo in cuil’intera sel+va era immersa, come sotto la superficie del mare. 3iacch6 gli al"eri con+tinuavano a vivere la propria vita e, $uando non avevano pi foglie, laluce

 "rillava ancor pi sulla guaina di velluto verde che avvolgeva i lorotronchi o nellosmalto "ianco delle sfere di vischio disseminate sulle cimedei pioppi , rotondecome il sole e la luna nella

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(reazionedi Michelange+loF. Ma, costretti da tanti anni, per una sorta d’innesto, a convivere conla donna, mi

evocavano la driade, la "ella mondana rapida e variopintache essi copronoal passaggio con i rami, e costringono a sentire, come

loro, la potenza della stagione! mi ricordavano il tempo felice dellamiafiduciosa giovinezza, $uando correvo avidamente nei luoghi dove capo+lavorid’eleganza femminile si sare""ero realizzati, per "revi istanti, trale frondeinconsapevoli e complici. Ma la "ellezza di cui gli a"eti e le aca+cie del 8ois de8oulogne mi ispiravano il desiderio, in $uesto pi contur+ "a nt i de gl iippocas tani e de i l i l l % de l /r ianon che avre i v i s to t r a poco,non era

f i ss at a f u or i d i m e , n e i r ic or di d i u n’ ep oc a s t o r i c a , i no p e r e d’arte, in un tempietto dedicato all’Amore, che avesse ammucchiate alla "asele foglie palmate d’oro. Gaggiunsi le rive del 0ago, andai fino al /iroal piccione.0’idea di perfezione che custodivo in me l’avevo attri"uita,allora, all’altasagoma d’una «)ictoria», alla magrezza di $uei cavalli leg+geri e furiosi comevespe, dagli occhi iniettat i di sangue come i crudeli cavalli di 2iomede, e che adesso, preso da un desiderio di rivedere ci#che avevo amato, non menoardente di $uello che, parecchi anni addie+tro, mi spingeva su $uelle stesse

vie, volevo avere di nuovo sotto gli oc+chi, nel momento in cui l’enormecocchiere della signora 4Hann, sorve+gliato da ungroom

 piccolo come un pugno e infantile come 4an 3iorgio,cercava di padroneggiare le loroali d’acciaio che si di"attevano sgomen+te e palpitantiJ. Ahim- non c’erano ormai che automo"ili, condotte daautisti "affuti, con alfianco domestici d’alta statura. )olevo vedere con imiei propri occhi, per verificare seerano così seducenti, come appariva+no ag li oc ch i de ll a me mo ri a, ce rt i

ca pp el li ni fe mm ini li ta nt o "a ss i da sem"rare semplici corone. Adesso eranotutti immensi, ricoperti di fruttae di fiori e di uccelli vari. 'n luogo dei magnifici a"itinei $uali la signora4Hann sem"rava una regina, tuniche greco+sassoni davanorisalto, conpieghe alla /anagrae talvolta in stile 2irettorio;, a vestitili"ert9

, dis+seminati di fiori come carta da parati. 4ul capo degli uomini che avre""e+ro potuto passeggiare in compagnia della signora 4Hann lungo il viale della

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Gegina Margherita, non ritrovavo la tu"a grigia d’un tempo, n6 unaltro tipo dicappello. 5scivano a capo scoperto<. E io, in tutte $uellenuove componenti dello spettacolo, non avevo pi fede da

infondere perdar loro consistenza, unit%, vita! esse passavano davanti a me,sparse, acaso, prive di verit%, senza racchiudere in s6 alcuna "ellezza che imieiocchi avessero potuto, come una volta, cercar di comporre. Eranodonnecomuni, nella cui eleganza non avevo alcuna fiducia e le cui toilettemisem"ravano senza impor tanza . Ma $uando una fede scompare , l eso+pravvive7e sempre pi vivace, per mascherare il vuoto del nostro per+duto potere di darerealt% alle cose nuove7un attaccamento feticisticoalle cose vecchie che essa aveva animato, come sein $uelle e non in noi;

r i s i edesse i l d iv ino , e come se l a nos t ra incredul i t % a t tua le avesseunacausa contingente: la morte degli 2ei.(he orrore mi dicevo: potranno mai$ueste automo"il i apparire ele+ganti come lo erano gli antichi e$uipaggiI 4enzadu""io, sono gi% troppovecchio7

ma non sono fatto per un mondo in cui le donne si infagotta+no in a"itiche non sono neppure di stoffa. A che scopo venire presso$uesti al"erise non c’- pi nulla di $uel che si riuniva sotto i loro delicatifogliami rosseggianti,se la volgarit% e la follia hanno sostituito $uantoessi incorniciavano dis$uisitoI (he orrore 0a mia consolazione - pensa+re alle donne che ho conosciuto,oggi che non c’- pi eleganza. Ma comedelle persone che contemplano $uesteorri"ili creature sotto i loro cap+pelli sovraccarichi di una voliera o di un orto,

 potre""ero concepire, purvagamente, l’ incanto di vedere la signora 4Hann conuna semplice cuf+fietta color malva o un cappellino sormontato da un unico fiore

d’iris tut+to impettitoI Avrei potuto, forse, far loro intendere l’emozione che pro+vavo le matt ine d’ inverno nell’incontrare la signora 4Hann a piedi,conuna pelliccia di lontra, e in capo un semplice "erretto sul $uale si drizza+vano,come lame, due penne di pernice, ma attorno alla $uale il teporea rt if ic io sodel suo appar tamento era evocato da n ient ’a l t ro se non da l "ou$uetdi viole che si appiattiva sul corpetto, e la cui fioritura vivida eazzurracontro il cielo grigio, contro l’aria gelida, contro gli al"eri dai ra+mi nudi, avevai l medes imo incanto7

di considerare la s tagione e i l t e m p o c o m e u n a c o r n i c e , ed i v i v e r e i n u n ’ a t m o s f e r a u m a n a , nell’atmosfera di $uelladonna

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7che avevano, nei vasi e nelle fiorieredel suo salotto, accanto al fuoco acceso, difronte al canap6 di seta, i fioriche dalla finestra chiusa guardavano cadere la neveI2’altronde, non misare""e "astato che le toilette fossero rimaste le stesse di

$uegli anni. 'nragione della solidariet% esistente fra le diverse parti di un ricordo,che lanostra memoria mantiene e$uili"rate in un insieme dove non ci - per+messo di sottrarre n6 di rifiutare niente, avrei voluto poter finire la gior+n a ta da unadi $uel le donne, davant i a una tazza di t- , in un appar ta+ mento dalle

 pareti dipinte di colori scuri, com’era ancora $uello della si+gnora 4Hann =l’annoseguente a $uello in cui termina la prima parte di$uesto racconto>, e doverisplendessero i fuochi arancioni, la com"ustio+ne rossa, la fiamma rosa e "iancadei crisantemi@nel crepuscolo di no+vem"re, in momenti simili a $uelli durante i $uali =come sivedr% pi tar+di> non avevo saputo scoprire i piaceri che desideravo. Ma ora, anchesenon mi por tavano a nul l a , $uei moment i mi parevano avere in s6ungrande fascino. )olevo r i t rovar l i , cos ì come l i r icordavo. Ahim-

 Bonc’erano pi che appartamenti 0uigi ?)', tutti "ianchi, smaltati di ortensie

 "lu. 2’altronde, si rientrava a Parigi soltanto a stagione inoltrata. 0a si+gnora 4Hann mi avre""e risposto da $ualche castello che sare""e tornatasolo infe""raio, "en oltre l’epoca dei crisantemi, se le avessi chiesto di ri+costruire per me

gli elementi di $uel ricordo che sentivo legato a una sta+gione lontana, a un’annatacui non mi era dato risalire, gli elementi di$ue l de sid er io di ve nt at o es sostesso inacc essi"i le, come i l piace re che aveva un tempo vanamenteinseguito. E anche mi sare""e stato necessa+r i o c h e f o s s e r o l es t e s s e d o n n e d i a l l o r a , $ u e l l e l a c u it o i l e t t e m’interessava, perch6, nel tempo in cui credevo ancora, la mia fantasialeaveva individualizzate e dotate di una leggenda. Ahim- Bel viale delleAcacie7il viale dei Mir t i

7ne rividi alcune, vecchie, ridotte ormaiall’om"ra terri"ile di $uel ch’erano state,vagare, cercando disperatamen+te non si sa cosa nei "oschetti virgiliani. Erano fuggitegi% da molto tem+po, mentre ancora interrogavo invano i sentieri a""andonati. 'l soles’eranascosto. 0a natura ricominciava a regnare sul 8ois, da cui era dileguatal’ideache fosse il 3iardino elisio della 2onna! al di sopra del finto muli+no, il cielo veroera grigio! il vento increspava il 3rande 0ago di piccoleonde, come un lago!grossi uccelli sorvolavano rapidamente il 8ois, comeun "osco, e lanciando acuti stridisi posavano uno dopo l’altro sulle gran+di $uerce che, sotto la loro corona druidica, e

con maest% dodonea

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, pa+revano proclamare il vuoto inumano della foresta sconsacrata, e miaiu+tavano a intendere meglio $uale contraddizione vi sia nel ricercare nellarealt% i$uadri della memoria, ai $uali manchere""e sempre l’incanto cheproviene loro dallamemoria stessa e dal non esser percepiti dai sensi. 0area lt % ch e av ev o

c o no sc iu to n on e si st ev a p i . 8 as ta va c h e l a s ig n or a 4Hann nongiungesse, identica, nel medesimo istante, perch6 il viale fos+se altra cosa. ' luoghiche a""iamo conosciuto non appartengono solo almondo dello spazio dove

 per facil it% li collochiamo. Essi non erano che una parte insignificante, fra leimpressioni contigue che formavano la no+stra vita d’allora! il ricordo d’una certaimmagine non - che il rimpiantodi un certo istante! e le case, le strade, i viali sonofuggitivi, ahim-, comegli anniD.

 Bome inglese dello st ile che alla fine del l’1ttocento e al l’ iniziodelBovecento interess# l’architettura e le arti decorative, e che si chiam#artnouveauin &rancia,florealeoli"ert9in 'talia,modernismo

in 4pagna,Ku+ gendstilin 3ermania.<

J/ra le principali attrattive dell’Esposizione 5niversale di Parigi del Dc i f u r o n o l e f o n t a n e l u m i n o s e s i s t e m a t e i n ( h a m p + d e +M a r s dall’ingegner 8achmann.

&inist-re , dipart imento della 8retagne che prende il nome dallasuaposizione geografica prossima alla fine della terra =in latinofinis terrae>,come l’omonimo capo di &inisterre che si trova alla punta estrema nord+occidentaledella penisola i"erica. 0e riflessioni di 0egrandin sono ispira+te dal romansoPierre Bozi-re=DD> di Anatole &rance =;;+DJ;>.;

0a chiesa d i 8al"ec ha i l suo pro"a"i le model lo in $uel l a d i 4a in t +0oup+de+Baud, ma anche nella cattederale di 8a9eu, delle cuifigureorientali Proust scrive in una lettera dell’agosto DF@ a Umile MTle,

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di+cendo di esserne rimasto incantato. 'l nome di 8al"ec pu# anche far pen+sarea ll a c it t% o ri en ta le d i 8a al "e L, c he so rge su lle ro vi ne d el lamiticaNeliopolis.

/utti i nomi corrispondono a cittadine reali, sparse tra la 8retagna ela Bormandia, ad eccezione di 8al"ec, ma non sono messi in ordine perun percorso ferroviario possi"ile.<&ra 3iovanni da &iesole, detto il 8eato Angelico =@+;>, fu nel;< a&irenze nel convento di 4an Marco, dove dipinse a fresco, nellecelle, storiedella vita di (risto, utilizzando la tecnica dello sfondo d’oro.1ltre alle suggestionidelle opere di GusLin, si avverte $uella del09s rou+ ge=D;> di Anatole &rance, che proprio in una cella di 4an Marco, da+vantiall’'ncoronazione della )erginefa "aciare i due amanti.@0a magia delle citt% da visitare in $uesto agognato viaggio in trenorievocaalcune caratteristiche reali delle localit% e dei loro monumenti,ma ci so noanche suggest ioni del l’ immaginario evocate dai suoni deinomi.0a visione di )enezia si realizza attraverso le descrizioni desunte dalvolume di

GusLin,Modern Pointers, in cui si contrapponeva il degrado di0ondra, dove /urner aveva trascorso lagiovinezza, allo splendore di )e+nezia, «scuola di 3iorgione e dimora di /iziano». sempre GusLin a par+lare dell’«architettura domestica del Medioevo», derivatadall’imitazionedel Palazzo dei 2ogi.DAltra citazione dal li"ro di GusLin/he 4tones of )enice

, tradotto nelDF< da Mathilde P. (r6mieu =0es Pierres de )enise> e a cui Proust dedic#una recensione.F(itazione dallo stesso li"ro di GusLin su )enezia.

 Bicolas Poussin =D;+<<>, pi ttore e disegnatore francese che di+ pinse$uadri di soggetto storico e "i"lico, e altri di argomento letterario,f i l o s o f i c o ea l l e g o r i c o , c o n i s p i r a z i o n e c l a s s i c a u n i t a a u n a d i f f u s a

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sensualit%. &ra i soggetti che meglio corrispondono alla descrizione diProustc’- sicuramente

0’empire de &lore, conservato a 2resda.JAllusione al fastoso accampamento fatto erigere da &rancesco ' pres+so i l Passo d i(alais , nel JF, per r icevere Enrico )''' , che sperava diavere comealleato contro (arlo ).«/ornando dalla rivista.» (anzone in onore dell’esercito lanciata dalcantante Paulus il; luglio < all’Alcazar, che diffuse la fama del gene+r a l e 8 o u l a n g e r , e c h e

 p o i r i e " " e f o r t u n a d u r a n t e l ’ a f f a i r e 2 r e 9 f u s =D;+DF<>.;'' «th6Ttre des Am"assadeurs» sul l’avenue 3a"riel , nel giardinodegli(hamps+Ul9s6es, fu prima caff- concerto, molto fre$uentato duran+te il 4econdo'mpero, poi teatro di rivista all’inizio del Bovecento.'l conte di Parigi =+D;> fu pretendente al trono di &rancia sottoil nome di&ilippo )'' d’1rl6ans.<

Pro"a"ile allusione allo zar Bicola '' di Gussia, di cui si e""e a Parigiuna visitaufficiale nell’otto"re del D<.@Adattamento teatrale del romanzo di Kules )erne =J+DF>, in col+la"orazione conAdolphe 2enner9 =+DF>, che fu dato la prima voltaal «t h6 T tr e du(hTtel et» ne l F e r ipreso ancor a con su cces so al t re volte.Gicordo di una recensione critica di Kules 0emaitre suPh-dreinter+pretata da 4arah 8ernhardt. (fr. K. 0emaitre,'mpressions de th6Ttre es6rie,, pp. @+.D3randi magazzini, fondati nel JD, prima in rue 2uphot e poi in "oulevardde la Madeleine.JF(osì era comunemente designata l’avenue de 0ongchamp, che attra+versa per trechilometri il 8ois de 8oulogne, da Parigi a 4uresnes. 'l vialed e l l a r e g i n a

M a rg h e r i t a , c h e l o i n c r o c i a , v a d a B e u i l l 9 a l l a p o r t adi8oulogne.

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JEnea, disceso agli 'nferi, incontra in un "oschetto di mirti =il mirtoeral’ar"usto consacrato al culto di )enere>, le anime delle eroine del mi+to che sonomorte a causa della passione d’amore, da &edra alla stessa 2idone =Eneide, )',

v. ;;F e sgg.>.JJ(onstantin 3u9s =FJ+DJ>, disegnatore e pittore francese, si dedi+c# soprattutto aillustrare le scene della vita galante, mondana e militaredel suo tempo, con nitidotratto, in disegni spesso ac$uarellati =0a prome+nade au 8ois, 0a promenade % 0ong+champs, 0’6$uipage>. Proust pot- ispirarsial saggio di 8audelaire,0e Peintre de la vie moderne, oltre che a un articolodi Go"ert de Montes$uiou sull’esposizione diac$uarelli dell’artista, in

rue de 4-ze, nel marzo D, ar t icolo poi raccol to inAutels privil6gi6s=D>.J5no dei significati della parola «tigre» - $uello di giovane e scattan+te staffiere o«groom di un elegante», com’- riportato nel 0ittr6. 'l «tigredel fu 8eaudenord» - un

 personaggio di 8alzac che si trova ne0a MaisonBucingen=> e ne

0es 4ecrets de la princesse de (adignan=;F>. 3ode+froid de 8eaudenord l’aveva avuto al suo servizio,contri"uendo ad ac+ crescere la propria fama di «fleur du dand9sme parisien».*ualche annodopo il «tigre» sar% al servizio del figlio della principessa di (adignan.J;8enoSt+(onstant (o$uelin, detto (o$uelin aSn6 =;+DFD>, tra i pifamosi attoridel tempo, grande interprete delMisanthrope, del

&igaroedel(9rano de 8ergerac

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.JElegante clu" sportivo tra la porta di Madrid e il viale delle Acacie.J<

Mac+Mahon diede le dimissioni da presidente della Gepu""lica il Fgennaio @D.J@4i - discusso molto, in sede critica, dove de""a essere collocato l’oggidel Barratore. 4econdo 36rard 3enette deve intendersi come posteriorealla guerra.Ma la QParigi oggiQ delle ultime pagine di $uesto volume la+scere""e ritenereche il Barratore si riferisca a un’epoca precedente, sen+za du""io prima della guerra,intorno all’anno DF.J2a una localit% nel parco di )ersailles hanno preso nome due storicichTteau.'l 3rande /rianon, fatto costruire da 0uigi ?') =<@>, e il Picco+lo /rianon creato da0uigi ?) =@<J+@<>.JD/ u t t i l u o g h i p u " " l i c i d e l 8 o i s , c i t a t i a r a g g i e r a : d a l

 p a v i l l o n d’Armenonvil le , ristorante di lusso, vicino al la por te Mail lot, alcastellodi Madrid, costruito da &rancesco ' e la cuiorangeriesotto il 4econdo 'm+pero divenne ristorante di classe, dal Pr6 (atelan, vicino alla

croce (ate+l a n , a l l ’ i p p o d r o m o d i 0 o n g c h a m p , i n a u g u r a t o n e l @ , a $ u e l l o d’Auteuil, inaugurato nel @.FEvocazione della creazione degli Astri, il secondo affresco delle sce+ne "i"liche,dipinte da Michelangelo nella cappella 4istina.4econdo un antico mito, 2iomede assassinava gli stranieri di pas+saggio per darli in pasto ai suoi cavalli, finch6 fu ucciso da Ercole, nelc o r s o d e l l an o n a f a t i c a , e i l s u o c o r p o f u d a t o i n p a s t o a i s u o i

stessicavalli.JP r o u s t h a p r e s e n t e i l4 a n 3 i o r g i od i M a n t e g n a c h e s i t r o v a all’Accademia di )enezia.0e statuine di terracotta raffiguranti scene di vita familiare, scopertecon sarcofaghinella necropoli di /anagra, in 8eozia, fra il @J e il F,resero famose leloro tuniche all’insegna della semplicit%, servendo da

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