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Dalla “rivoluzione filosofica e scientifica” dei secoli XVI/XVII ai nostri giorni Lo straordinario percorso del pensiero moderno: valori e contraddizioni Anno Accademico 2013-2014 A cura del Prof. Renato Pilutti

Dalla “ rivoluzione filosofica e scientifica ” dei secoli XVI/ XVII ai nostri giorni

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Dalla rivoluzione filosofica e scientifica dei secoli XVI/XVII ai nostri giorniLo straordinario percorso del pensiero moderno: valori e contraddizioniAnno Accademico 2013-2014A cura del Prof. Renato Piluttiheri dicebamusCi siamo lasciati lo scorso anno con un impegno, quello di legare con attenzione gli spunti straordinari del tardo Rinascimento, la ricerca di una capacit tutta umana di comprendere le cose del mondo, la vita e il destino delluomo stesso, alla Rivoluzione filosofica e scientifica che si stava manifestando e sviluppando.

Possiamo dire che da Copernico in poi (XV sec.) nulla stato pi come prima.La vittima pi illustre del passato (che stentava a passare del tutto) stata lultimo autore studiato nel precedente Anno Accademico, Giordano Bruno, ucciso dallInquisizione romana ai primi del 1600 (il 17 febbraio).Lo scetticismo tra XV e XVI secc.Le certezze del sapere tradizionale erano dunque messe in questione da un recupero della posizione scettica, che aveva avuto illustri rappresentanti anche nellantichit, come Pirrone di Elide (360-270 a. C.) e Sesto Empirico (II-III sec. d. C.). Le grandi scuole platonica e aristotelica subivano dunque, si pu dire, lattacco delle nuove scienze empiriche e insieme quello di un pensiero complesso, intriso di fideismo, magia, dottrine alchemiche e astrologiche.Michel de Montaigne(1533-1592)Nato nei pressi di Bergerac, Michel, conte di Montaigne, viene educato secondo i migliori principi dellumanesimo letterario e filosofico. Studia diritto avviandosi a una carriera politica che lo vede anche sindaco di Bordeaux. Diplomatico eccellente, amico di Enrico IV di Navarra, ma soprattutto pensoso ricercatore.Nel 1580 pubblica la prima edizione dei Saggi, per cui giustamente famoso. Il pensiero Per questo autore, cos interessante anche per i nostri tempi, lo scetticismo da considerare un metodo conoscitivo adatto alla diversit degli spiriti, cio delle menti umane. Egli confronta volentieri e con cura le tradizioni della grande cultura europea con i reportages dei primi grandi viaggiatori sui cosiddetti popoli selvaggi, e riscontra differenze radicali, che oggi definiremmo etnico-antropologiche. Da ci trae la convinzione fondamentale che non possano darsi certezze assolute sui temi conoscitivi ed etici.Scetticismo e fideismoSe dunque il pensiero umano pu essere cos diversificato, solo Dio pu dare al pensiero stesso quella logicit e veridicit necessaria a conoscere la verit delle varie realt. In qualche modo, dunque, in Montaigne troviamo correlati lo scetticismo con una sorta di fideismo.In realt il lascito di Montaigne, validissimo anche ai giorni nostri un monito costante e sistematico contro ogni forma di dogmatismo, fanatismo e fondamentalismo. Quanto utile risulta il pensiero di Montaigne oggi, in una fase dove, accanto a straordinarie scoperte scientifiche, si mantengono atteggiamenti incapaci di ascoltare e di comprendere chi diverso da noi!Francis Bacon(1561-1626)Francis Bacon, primo barone di Verulamio e visconte di St. Albans, figlio di Lord Nicholas Bacon, guardasigilli di Elisabetta I, studia diritto e filosofia al Trinity College di Cambridge.La sua vita intensissima, e contribuisce, nellInghilterra delle scoperte geografiche e dei viaggi, della prima rivoluzione economica e mercantile, allo svecchiamento della vecchia cultura tradizionale, in favore di una ricerca sperimentale e pratica.Il pensiero Specialmente nelle opere Sul progresso del sapere umano e divino, e successivamente nel Novum organum e nel De dignitate et augmentis scientiarum, Bacon cerca di mostrare come ormai il sapere teoretico tradizionale, specialmente aristotelico, sia inadeguato ad esplorare la complessit e misteriosit della natura, per cui occorra un nuovo approccio (Novum organum).Altrettanto, Bacon se la prende con le scienze-non scienze approssimative come lalchimia, lastrologia e la magia tornate di moda negli ultimi due tre secoli in tutta Europa.La Nova InstauratioUn vera riforma del sapere, per Francis Bacon, pu avvenire solo se si passa dalla teoresi logico-deduttiva dei sillogismi al metodo induttivo, per cui si cerca di capire come funziona la natura per via sperimentale.Egli vuole costituire una Nova Instauratio del sapere attraverso lempiria e la dimostrazione pratica dei fenomeni naturali. Denuncia perci una serie di pregiudizi che chiama idoli: ne individua quattro: gli idoli della trib, gli idoli della spelonca, gli idoli del foro e gli idoli del teatro.Il superamento degli idoliBacon sostiene che bisogna liberarsi da questi fantasmi-idoli. In che modo?Non credendo pi che: a) luomo sia misura di tutte le cose, b) il singolo possieda la capacit soggettiva di comprendere le cose, c) il linguaggio e le relazioni non siano ingannevoli, d) le tradizioni filosofiche siano veritiere.Bacon crea, dunque, le premesse per un cambiamento molto radicale nel rapporto con la conoscenza, anche se non privo di ambiguit e di utilizzo di prestiti argomentativi e concettuali della tradizione aristotelico-scolastica (vedi dottrina delle forme). Linduzione come metodoPer Bacon la conoscenza della natura avviene per induzione, che coglie la forma della natura che evolve e che predispone ad ulteriori evoluzioni. Potremmo dire che Bacon un eracliteo bisognoso di Aristotele, anche se non lo ammette esplicitamente.Infatti, che cosa sono le tavole, cio gli ordinamenti sistematici dei gradi della ricerca se non unesigenza di classificazione, ancorch non ben definita? Anche Aristotele poneva lesigenza di sistemare i vari gradi della realt nelle categorie, o no?La storia naturale e sperimentalePer il conte di Verulamio occorre costruire una storia naturale e sperimentale. Essa deve essere strutturata secondo le tre facolt delluomo:- la memoria, cui corrisponde la storia,- limmaginazione, cui corrisponde la poesia,- la ragione, cui corrisponde la filosofia (a sua volta suddivisa in teologia, scienze della natura e scienze delluomo: fisica, metafisica, meccanica, magia (sic!), etc.. Bacon, noto per essere considerato liniziatore del metodo scientifico, in realt lo certamente, ma di pi nello spirito con cui oper, poich altri lo furono molto pi di lui, come il nostro Galileo, che stiamo per incontrare.Galileo Galilei(1564-1642)Una biografia articolata e faticosa quella del nostro immenso Galileo Galilei. A 21 anni lascia luniversit di Pisa senza conseguire titoli accademici in arte e medicina, ma inizia lo studio delle matematiche con Ostilio Ricci, allievo di Nicol Tartaglia. Nel 1589 gli affidano la cattedra di matematica a Pisa dove si dedica alla stesura del De motu. Nel 1592 si trasferisce alluniversit di Padova dove rimane fino al 1610, meglio trattato e considerato, e in quegli anni sviluppa studi di meccanica, ingegneria e matematica.Il Sidereus NunciusTra il 1592 e lanno successivo scrive di architettura militare e fortificazioni e il trattato Le mecaniche. In quegli anni abbraccia definitivamente la teoria copernicana, scrivendo un Trattato sulla sfera e Operazioni del compasso geometrico e militare. Nel 1610 inizia la redazione del Sidereus nuncius, dove espone la scoperta dei quattro satelliti di Giove. In quellanno torna a Pisa come matematico e fisico del granduca di Toscana e pubblica nel 1612 un Discorso sulle cose che stanno in su lacqua e lIstoria e dimostrazioni intorno alle macchie solari nel 1613. subisce le prime denunce: il padre Niccol Lorini che tuona dal pulpito contro di lui dal monastero domenicano di San Marco (ahi ahi!). Nel 1615 lo stesso frate lo denunzia al SantUffizio.Il SaggiatoreNel 1616 Galileo scrive la famosa lettera alla granduchessa Cristina di Lorena dove dice che la scienza non insegna come si vadia in cielo, ma come vadia il cielo. Siamo nel cuore della polemica scienza-teologia-fede.Il cardinale Bellarmino lo convoca a Roma intimandogli di abbandonare leliocentrismo. Galileo non prende una posizione netta, ma il Bellarmino non proprio un fanatico. Nel 1623 pubblica Il Saggiatore e nel 1630 il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. Nel 1632 il libro viene sequestrato e Galileo convocato a Roma dallInquisizione.I Discorsi e Dimostrazioni matematicheNel 1633 il processo si conclude con labiura di Galileo dalla teoria copernicana e la sua condanna al carcere, dopo pochi mesi tramutata in domicilio coatto, prima presso larcivescovo di Siena e poi presso la sua casa di Arcetri. Ivi lavora ai Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze, che viene pubblicato con il suo consenso a Leyden nel 1638.Muore completamente cieco nella sua casa l8 gennaio 1643. I suoi libri saranno resi fruibili dallIndice dei libri proibiti solo nel 1757.La formazioneFondamentali sono stati gli studi delle opere di Euclide e Archimede.Si tratta di un incontro tra le antiche tradizioni scientifiche e la ricerca della nuova scienza. Unattivit molteplice che, in realt, converge verso un solo obiettivo: la verifica e la critica sistematica dei postulati della scienza naturale del suo tempo sulla base di una nuova formulazione dellidea di natura e dellidea di esperienza. Una formazione dunque teorica e pratica molto composita, nello stile dei tempi rinascimentali, curiosi ed entusiasti delluomo e del mondo. Linvenzione del cannocchiale, falsamente attribuita a Galileo, ne un po il simbolo.

La scienza e la fedePer Galileo natura e Sacra scrittura procedono entrambe da Dio, e perci hanno un significato importantissimo e complementare: se la Natura osservantissima esecutrice de gli ordini di Dio, la Scrittura dettatura dello Spirito Santo.Per ci esse non sono in contrasto come lex naturae e lex divina: vanno solo applicate a due ambiti diversi, il primo nello studio del mondo, e il secondo nellapplicazione dei principi morali e della relazione delluomo con Dio e tra tutti gli uomini.Il libro della naturaIl libro della natura, per Galileo, un libro a caratteri matematici, dove i triangoli e le altre figure geometriche rappresentano il suo linguaggio, la sua grammatica.Nel Saggiatore Galileo spiega come i corpi siano conoscibili nelle loro qualit oggettive tramite il linguaggio matematico e geometrico, nella loro estensione, figura e moto.Le altre qualit dei corpi, invece, come il sapore, lodore, il colore e il suono sono conoscibili solo tramite la relazione soggettiva con luomo, cio con lindividuo conoscente.

La natura quindi, per Galileo, conoscibile solo mediante le sue manifestazioni fenomeniche, che son misurabili matematicamente, l dove si realizza il punto mediano tra la realt oggettiva delle cose e la conoscenza soggettiva degli uomini.Cambia cos la gnoseologia classica in una nuova filosofia della scienza.Il copernicanesimo e la struttura del mondoDopo avere messo in questione in maniera radicale lepistemologia aristotelica, Galileo, nellambito delle dottrine fisiche e astronomiche, si muove sulla strada di un radicale copernicanesimo.Dal 1616, pur ammonito dal cardinale Bellarmino di proporre leliocentrismo solo come ipotesi fisico-matematica, Galileo non demorde e propone il testo fondamentale Dialogo sopra i due massimi sistemi tolemaico e copernicano.In realt Galileo anche su questo terreno confuta totalmente il sistema aristotelico-tolemaico, affermando che le leggi del mondo fisico sono le stesse, sia sulla terra, sia nei corpi celesti.I nuovi progressi della fisicaDopo la condanna del 1633, Galilei, pur se isolato e sconfitto, scrive il suo capolavoro, i Discorsi e dimostrazioni matematiche intorno a due nuove scienze.In tale opera ribadisce come la descrizione matematica riesca a spiegare le ragioni e le leggi che governano il moto dei gravi (pesanti o leggeri che siano), mediante il principio di inerzia, senza presupporre alcuna finalit al moto stesso, n alcuna tendenza a ricomporre traiettorie, se non per lintervento di vettori causali esterni.Thomas Hobbes(1588-1679)Nato a Malmesbury, Thomas Hobbes studia a Oxford conseguendo il Bachelor of arts, e diventa subito precettore in casa del barone Cavendish, conte di Devonshire. Va in Francia con il figlio di questi, William, cominciando la pubblicazione delle sue prime opere.Successivamente precettore del figlio di Sir Gervase Clifton, con il quale va in Francia e Germania. In Italia incontra e conosce Galilei, dopo di che pubblica Elementi di legge naturale e politica, ma fugge in Francia timoroso dei disordini inglesi.A Parigi compone le Obbiezioni alle Meditazioni cartesiane, finch nel 1651, tornato in Inghilterra riconciliato con Oliver Cromwell, compone The Leviathan, il suo capolavoro.Dopo aver pubblicato in tarda et il Decameron physiologicum, muore pi che novantenne a Hardwicke.Meccanicismo e materialismoCon Hobbes si crea un collegamento forte, da un lato con la lezione di Francis Bacon e dallaltra con la cultura continentale europea del tempo: materialismo meccanicistico, dottrina della sensazione, teoria del moto, convenzionalismo delle scienze, concezione del diritto di natura e della sovranit, sono i capisaldi delle teorie hobbesiane. Per Hobbes tutto la filosofia naturale deriva dalla nozione di corpo e di moto, che si danno nello spazio e nel tempo; ma soprattutto il moto la causa principale di ogni modificazione ed evoluzione: moto come luogo dellincontro dei corpi fisici e delle stesse passioni umane.

Contro Cartesio Hobbes sostiene lidentit dei processi fisico-materiali con quelli spirituali. Sentire e pensare sono lo stesso processo (!).La teoria della conoscenzaLa teoria della conoscenza (gnoseologia) di Hobbes si fonda conseguentemente sul senso, cio sulla pressione che i corpi fisici esercitano sul soggetto conoscente (luomo): attraverso lorgano di senso, i nervi, il moto si trasmette al cervello, cosicch l si forma limmagine della cosa conosciuta, il cui ripetersi d luogo alla memoria.Anche le alterazioni qualitative delle sensazioni (colori, sapori, odori, suoni, etc.), secondo Hobbes, sono dovute al riflesso sensoriale esercitato dalla cosa esterna sulluomo conoscente, non possedendo, di per s, alcuna reale esistenza.Ci che conta nella conoscenza dunque la pura esperienza. Hobbes il caposcuola dellempirismo.Il linguaggio e la scienzaPer Hobbes il linguaggio mera convenzione. Il nome delle cose non presuppone che dietro vi sia una realt corrispondente.La natura ha un linguaggio diverso dalla scienza: non corrisponde mai a una descrizione razionale-mentale.Hobbes dunque fautore di un rigido nominalismo: troviamo qualche autore studiato nel precedente Anno accademico, cui si potrebbe riferire? Forse Occam?Un nominalismo che, nutrendosi di un rigido empirismo materalistico, si pone come sapere completamente deduttivo, mentre la natura pone sempre problemi induttivi.In questo ambito ogni aspetto filosofico estraneo alla dimensione teologica e teologale.La morale e la politicaLa morale umana si fonda, per Hobbes, sullo studio delle passioni: il suo punto di riferimento senzaltro Epicuro (che abbiamo studiato nel primo Anno accademico): luomo tende allautoconservazione, e pertanto deve seguire i moti che gli danno soddisfazione, ma sempre con la misura della razionalit, senza mai esagerare.Laltro aspetto che Hobbes sottolinea la non-naturale-amicizia tra gli uomini: se per Aristotele luomo animal rationale et politicus, e quindi socievole, per Hobbes luomo lupus homini.Nello stato di natura vi legoistica ricerca del proprio bene, cui luomo cede, appunto, per natura, suscitando la lotta e perfino la guerra.Lunica soluzione quella della politica, che sostituisce la guerra ad alcune condizioni.Il patto sociale e il sovranoPer rimediare alla sua natura, per Hobbes, luomo deve stipulare nelle varie comunit un patto sociale, nel quale vi una rinunzia a parte della propria libert personale, che affidata al sovrano.Il sovrano diventa quindi depositario di ogni potere che gli delegato dal singolo uomo, il quale accetta che la morale e la giustizia vengano definiti e gestiti monarchicamente e unilateralmente dal sovrano.

In Hobbes possiamo dunque trovare le radici teoretiche dellassolutismo successivo (Francia, Russia zarista, ma anche delle dittature moderneetc.).Ren Descartes (Cartesio)(1596-1650)Nato a La Haye in Turenna, Ren Descartes (Cartesius), studia dai gesuiti di La Flche grammatica, retorica e filosofia. Alluniversit di Poitiers consegue il titolo accademico in filosofia e diritto. Giovanissimo si unisce alle armate di Maurizio di Nassau in Olanda, spostandosi poi in Germania (Francoforte e Ulm). In quel periodo scrive il Compendium musicae e successivamente, tornato a Parigi, mentore cardinale Brulle, redige il trattato Regulae ad directionem ingenii.

Stabilitosi in Olanda nel 1629 (salvo qualche rientro a Parigi), si dedica a quelle che saranno le sue opere maggiori: nel 1637 esce il Discorso sul metodo, e nei dieci anni successivi i Principia philosophiae e Le passioni dellanima, che suscitano non poche polemiche e condanne da parte di teologi (Gisbert Voet) e Universit (Utrecht e Leyden).

Muore in Svezia a 54 anni, ospite della regina Cristina.Una scienza meravigliosaChe cosa sia stata questa improvvisa scoperta della scienza meravigliosa, non ci dato precisamente sapere. Cartesio si trovava nei pressi di Ulm nellarmata del principe Massimiliano di Baviera: allora si stava dedicando con passione alla matematica e alla geometria, cercando una specie di minimo comun denominatore per le varie scienze. Gli pareva allora di intuire che una sola catena di ragioni avrebbe potuto aprirgli la porta per un rinnovamento generale del sapere cui si sentiva fortemente portato.Le regoleLe sue prime asserzioni nuove fecero breccia come Regole, che egli poi riprese nel Discorso sul metodo.Per Cartesio assume valore primario la regola dellevidenza, per cui ogni scienza conoscenza certa ed evidente. Dallevidenza si procede in seguito con la deduzione: lintuizione dellevidenza procede dunque con il movimento continuo della deduzione delle cose messe ordinatamente tra loro in connessione. Questo il metodo.La prima delle cose naturali semplici il cogito, il pensare soggettivo che d certezza sullesistenza dellio pensante e quindi di Dio stesso.Dio, le verit eterne e la fisica ISe esiste il cogito, esistono lio e Dio, come res cogitans: il mondo esterno invece res extensa.Queste sono verit create da Dio nella mente umana e perci sono eterne e immutabili.Abbandonando completamente la fisica aristotelico-scolastica, Cartesio ipotizza tre leggi generali:Ogni parte della materia conserva sempre lo stesso stato fino a quando le altre urtandola non la costringano a cambiarlo;Quando un corpo ne spinge un altro non pu trasmettere o sottrarre a esso alcun movimento senza perderne o acquistarne nello stesso tempo una certa quantit; Quando un corpo si muove tende sempre a continuare il proprio movimento in linea retta.Dio, le verit eterne e la fisica IICartesio individua dunque la fondamentale legge dellinerzia, essendo il movimento uno stato delle cose.

Il mondo quindi retto da leggi matematiche ed caratterizzato, sia nelle cose terrestri, sia in quelle celesti, dagli stessi principi ordinatori (come in Galileo!).La struttura quantitativa delle particelle che costituiscono i corpi determinano la loro diversit, mentre gli aspetti qualitativi, come i colori, gli odori, i sapori e la temperatura sono soggettivi e dipendono dalle percezioni di ciascuno.La macchina del corpoDopo avere trattato il tema del Mondo, senza pubblicare il testo, Descartes si occupa dellUomo. Applica per anchesso il suo meccanicismo sistematico.Luomo dunque per lui una sorta di bio-macchina che funziona meravigliosamente perch tutti gli organi concorrono in perfetta sincronia ai suoi bisogni: tutto per dipende dal cervello che tramite il sistema nervoso ordina il movimento, sia quello autonomo, neurovegetativo, sia quello volontario.Al centro del cervello, per Descartes, posta la ghiandola pineale (conarium), preposta alla percezione dai sensi esterni, punto di contatto tra la res extensa e la res cogitans, cio il pensiero. Si tratta in realt dellepifisi, posta nellepitalamo, preposta alla produzione di serotonina e centro del ritmo circadiano sonno-veglia.Il Discorso sul metodo IIl Discorso sul metodo una sorta di prefazione ai trattati su la Diottrica, le Meteore e la Geometria.Il suo primo assunto quello di mostrare come sia possibile unificare il carattere composito delle scienze trovando un metodo capace di procedere fattivamente nella ricerca di ciascuna disciplina, e indica quattro regole fondamentali:- evidenza: non accogliere mai come vera nessuna cosa che non conoscessi con evidenza esser tale;- analisi: dividi ognuna delle difficolt che tu esamini in tante particelle quanto fosse possibile e richiesto per meglio risolverle;Il Discorso sul metodo II- sintesi: conduci per ordine i tuoi pensieri cominciando dagli oggetti pi semplici e pi facili a conoscere, per ascendere a poco a poco come per gradi alla conoscenza dei pi composti;- enumerazione: fai dappertutto delle enumerazioni cos complete e delle revisioni cos generali da essere certo di nulla omettere.Vi dunque una matematica universale (mathesis universalis) che regola tutto. Descartes modifica anche il linguaggio matematico algebrico, che quello ancora oggi in uso: x, y, z, con gli esponenti numerici.

La regola della morale provvisoriaDescartes non scrisse mai un trattato di Morale. Le sue riflessioni rimasero a livello di abbozzo, tant che le chiam come nel titolo, dando loro il connotato di provvisoriet. In queste individu tre momenti o princpi:1. obbedire alle leggi vigenti e alle consuetudini morali e religiose (egli temeva forse il rischio rivoluzionario del suo pensiero filosofico),2. essere risoluti nelle proprie azioni una volta intrapresa una linea guida e una decisione,3. proporsi di vincere se stessi, piuttosto che la fortuna o la sorte, con una forma di autodisciplina (di origine stoica).Il dubbioDescartes si pose il problema della conoscibilit del reale, dellaccesso alla verit in modo sistematico, con quello che fu chiamato il dubbio metodico. Un dubbio che concerne innanzitutto la conoscenza sensoriale, ma anche quella legata alla ricerca scientifica e matematica.Cartesio non si accontenta di nulla di meno che dellevidenza, per poter ammettere che qualcosa vero. Il suo una specie di scetticismo metodico.Perfino Dio avrebbe potuto aver ingannato luomo sulle verit matematiche, ma ci non ammissibile perch Dio non pu volere ci che tipico di una specie di genio maligno, non della bont assoluta.Cogito, ergo sum Je pense, donc je suis, una specie di sillogismo o di entimema logico, che sta per: 1) il pensante , 2) io penso, 3) dunque sono: cogito, ergo sum.Una prima obiezione che potremmo fare la seguente: allora, ci che non pensa non ? Ovvero, vi pu esserci qualcosa che non pensa?Ecco che siamo nella diuturna diatriba tra realisti-oggettivisti (Aristotele e Tommaso dAquino) e soggettivisti (Agostino e Descartes). Chi ha ragione? Si pu dare una ragione che prevalga sullaltra?Dal Cogito a DioDescartes, per superare la querelle, ritiene che occorra un fondamento: questo fondamento non altro che Dio stesso, come causa dellidea massima, quella di infinito.Ci che conosco dipende dunque dalle idee chiare e distinte che io -conoscendo- acquisisco: Dio causa delle idee e anche causa del mio stesso essere.Se vero che le idee derivano da Dio e che Dio causa prima, anche della mia esistenza, Dio causa sui, come essere perfettissimo, incausato e incondizionato, eterno e infinito.Dio e la veritIl dilemma che si pone dunque se sia Dio il garante della verit delle cose, o se lautocoscienza, in quanto capace di concepire idee chiare e distinte, sia il momento e il luogo nel quale abbiamo, come esseri umani, lidea di Dio.Vi prima di tutto, quindi, Dio e le realt create oppure il cogito, che mi permette di avere evidenza di me e del mondo, come creature di Dio?Su questo, in Cartesio, permane una certa ambiguit di fondo, che gli stata rimproverata, sia dai contemporanei, sia successivamente.Il mondo esternoPer Descartes il mondo esterno pu essere conosciuto solo nella sua estensione e nel movimento, di cui danno evidenza le scienze matematiche e geometriche.Tutte le altre qualit delle cose, suoni, colori, odori, calore e freddo, sono sottoposti al giudizio soggettivo degli esseri umani, e pertanto non possono avere caratteristiche di oggettivit. La conoscenza dunque possibile tramite i principi della matematica e della geometria, che sono veri come Dio stesso.Res cogitans e res extensaSi d alla conoscenza delluomo una prima dimensione che detta res cogitans, cio spiritualit, psichismo e senso morale; e poi una seconda dimensione, che detta res extensa, cio il mondo fisico, compreso il corpo umano.Si accentua in questo modo un dualismo netto tra le due dimensioni che Descartes cerca di comporre con la teoria di strutture sottili -gli spiriti- che collegherebbero le due dimensioni, mediante movimenti sottili dei nervi.LerrorePer il nostro lintelligenza umana non pu sbagliare nella concezione dellidea di una cosa, bens nel giudizio che di essa pu dare: pertanto la possibilit dellerrore risiede nel libero arbitrio, cio nella volont, che limitata dal fatto che esistono le passioni o inclinazioni naturali:Nulla, perci, che derivi dalla res cogitans , dal puro intelletto, pu essere oggetto di errore. Descartes stato un vero e proprio spartiacque nella storia del pensiero occidentale: con lui inizia con maggior nettezza una fase nella quale il soggetto pensante e agente posto al centro della riflessione filosofica. Dopo CartesioNulla dopo questo pensatore stato come prima in ambito filosofico.Cartesio trov sostenitori e avversari: tra questi indubbiamente Malebranche e Pierre Gassendi, che non trova nel cartesianesimo un vero superamento della metafisica classica: Gassendi, invece, propone una sorta di ritorno allepicureismo atomistico attraverso il sensismo, in definitiva lo sperimentalismo di una scienza che trae dallempiria la propria epistemologia e anche il proprio linguaggio.Blaise Pascal(1623-1662)La formazione di Pascal scientifica e filosofica. Studi di geometria e matematica caratterizzano i primi anni della sua crescita.Ben presto, per, il giovane Pascal non si fa bastare lo studio della natura attraverso le scienze del numero e si rende conto che la conoscenza non pu essere data dal solo esprit de geometrie, cio dalla possibilit del calcolo razionale: alluomo, infatti, sfugge senza possibilit di raggiungerlo, Dio stesso e la nozione di infinito e di eterno.Laffidamento e la scommessaSolo lesprit de finesse, lintuizione, pu dare alluomo la possibilit di intuire che vi una dimensione, quella divina, in grado di dare la risposta definitiva.La scommessa su Dio (Dio c, e cos vi anche la prospettiva dellinfinito) maturata negli ambienti del giansenismo di Port Royal, d a Pascal quello spirito di ricerca mistica e spirituale, che lo colloca in una linea di superamento, sia nel neonato cartesianesimo, che per lui era troppo razionalista, sia della tradizione aristotelico-scolastica: Pascal recupera cos il filone pi autentico dellagostinismo etico-filosofico.Baruch Spinoza(1632-1677)

Ebreo di origine portoghese, Spinoza nasce a Amsterdam, dove studia lAntico testamento e il Talmud nelle scuole ebraiche. Allievo di Franciscus van den Enden, professa una libert di pensiero tale da essere espulso dalla comunit ebraica.Nel 1660 lascia Amsterdam per Rijnsburg, nei pressi di Leyden, dove termina il Breve trattato su Dio, luomo e la sua felicit, iniziando il Tractatus de intellectus emendatione, rimasto incompiuto.Successivamente pubblica il Renati Des Cartes principiorum philosophiae, Pars I et II more geometrico demonstratae, insieme al Cogitata metaphysica.Un ultimo trasferimento, a Voorburg presso lAia, gli permette di attendere al fondamentale Ethica ordine geometrico demonstrata, e al Tractatus theologico-politicus.Muore allAia.La sostanzaSe Cartesio separa per primo la dimensione del mondo dalla dimensione del pensiero, legandolo per allautoconsapevolezza del soggetto, Spinoza fa un passo deciso in tuttaltra direzione: colloca la sua epistemologia su una posizione decisamente monista, nettamente contraria al dualismo cartesiano.Per Spinoza, tutto ci che in s concepito per s sostanza, la quale -appunto- comprensibile in s e per s: cio causa sui, esistendo necessariamente, poich non pu non esistere.Tale sostanza coincide con Dio stesso: Deus sive Natura.Gli attributi della sostanzaSi capisce come una tale concezione creasse problema, non solo negli ambienti ebraici, ma anche i quelli cristiani.Dio, per, non coincide in assoluto con la natura, perch questa si manifesta con caratteristiche, gli attributi, praticamente infiniti. Gli attributi sono ci che lintelletto percepisce della sostanza come costitutivo della specifica essenza.

Gli attributi sono la sostanza, ma noi ne conosciamo realmente due soli: il pensiero e lestensione, che per sono due modi della sostanza stessa, che infinita.

I modi della sostanzaSe gli attributi sono la sostanza stessa, i modi ne sono gli accidenti (cf. tradizione aristotelico-scolastica).Ad esempio,il movimento un modo dellestensione, mentre la nascita un modo della generazione, ovvero la morte un modo della corruzione.I modi sono nel tempo, e quindi non necessariamente esistenti mentre la sostanza (che Dio) eterna.Alcuni modi, per sono intermedi tra la sostanza e i modi finiti: sono i modi infiniti, come il pensiero, che immagine dellintelletto infinito di Dio.La sostanza pensante e la sostanza estesa sono dunque la stessa cosa sotto due diversi punti di vista, perch ambedue sono causate da Dio.

Natura naturans e natura naturataTutto rinvia a Dio, unica infinita sostanza, causa immanente di tutta la realt. Ogni essenza ed esistenza particolare, e anche il suo operare afferiscono al rapporto con Dio stesso, vale a dire tra natura naturans e natura naturata. La prima ci che in s ed concepito per s, mentre la seconda concerne tutto ci che afferisce agli attributi di Dio nelle cose, che comunque sono in Dio, perch altrimenti non potrebbero essere neppure nelle cose, come attributi e modi.

La realt molteplice comunque, se vista dallintelletto, una e unificata nella sostanza unica, che Dio.Libert e necessitTutta la realt delle cose, gli uomini e i gruppi umani, sono espressioni, modi e attributi di Dio, e quindi sono intrinsecamente connessi e necessari.Tutta la realt necessaria e quindi anche la visione etica a ci si deve riferire.Se la mente riesce a cogliere lunit del tutto, allora riesce a cogliere Dio in tutte le cose, e in esse vede la necessit che siano.Tale visione non crea pochi problemi a noi che siamo immersi nella cultura del libero arbitrio, anche se diversamente declinato. Le tre forme di conoscenzaPer Spinoza vi una scalarit delle forme di conoscenza:

la prima limmaginazione, che conoscenza inadeguata, approssimativa, condizionata da ci che esterno;la seconda la ragione, che conoscenza atta a cogliere i nessi causali tra le cose e i loro rapporti con il tutto:la terza concerne la conoscenza intuitiva, che in grado di cogliere il tutto in modo non discorsivo, ma immediato.La moraleSpinoza conseguente in tutto il suo pensiero. Circa gli aspetti etici, soprattutto con lopera Ethica ordine geometrico demonstrata, si mantiene sullo stesso binario della sua metafisica della sostanza.Lamor Dei intellectualis, fa s che ogni persona, nello sforzo vitale (conatus) si esprima mediante la volont, o gli appetiti, concernenti tutto il proprio essere, fatto unitariamente di corpo e mente.Le stesse passioni sono dunque parti di questa ricerca in ognuno del proprio bene, che lutile, vale a dire ci che conserva ed espande il soggetto stesso.Ma il massimo bene per luomo la ragione intellettuale, che lo deve portare al governo delle passioni smodate, fomite della sofferenza e del conflitto con gli altri. Pertanto, la suprema virt della mente conoscere Dio.Diritto e StatoSe luomo, mediante la conquista del primato della ragione riesce ad effettuare una costante meditatio vitae, pu anche accettare che la sostanza necessaria di Dio che si esprime nella natura, possa essere rappresentata anche dagli ordinamenti pubblici della societ e dello stato.Il diritto naturale sia oggettivo sia soggettivo, ma luomo, avendo bisogno di governar le passioni, decide per il suo bene di demandare a una struttura superiore (echi di Hobbes!) il governo delle cose comuni. Allo Stato.

Nel Patto sociale si esercita questa delega (cf. Tractatus theologico-politicus), nonch nella societas e nella civitas, dove si esercita una ragione collettiva per il Bene comune (in questo Spinoza si differenzia molto da Hobbes, che fondamentalmente pessimista sulla natura umana).Gottfried Wilhelm Leibniz(1646- 1716)Leibniz nasce a Lipsia, dove studio i filosofi moderni sotto la guida di Jakob Thomasius: Bacone, Cardano, Campanella, Galilei, Keplero, Cartesio, Hobbes sono i suoi autori di formazione. Studia poi diritto e matematica a Jena e a Altdorf.Nel 1666 pubblica il trattato di logica De arte combinatoria. Legatosi al barone di Boineburg a Norimberga e presso lElettore di Magonza Giovanni Filippo, consigliere della cancelleria, ove si occupa attivamente delle questioni politiche e culturali del suo tempo. Nel 1667 pubblica il Hypothesis physica nova, poi va in missione diplomatica a Parigi., dove conosce Malebranche. A Londra conosce Newton con cui competa circa la scoperta del calcolo infinitesimale. In Olanda conosce Spinoza, ma poi ritorna ad Hannover riprendendo il suo lavoro diplomatico, protetto dalla duchessa Sofia. Fonda laccademia delle scienze di Berlino e pubblica finalmente i principali trattati: Meditationes de cognitione, veritate atque ideis il Discorso di metafisica, il Nuovo sistema della natura, i Nuovi saggi sullintelletto umano (letti quelli di Locke), il Nova methodus pro maximis et minimis rentalis usus, gli Elementa analyseos infinitorum etc., i Saggi di teodicea, i Principi di Filosofia o Monadologia e i Principi della natura e della grazia. Muore ad Hannover.La logicaLintento di Leibniz quello di trovare una logica nuova rispetto a quella classica, pi simile alla logica matematica o algebrica. La discussione (a volte infinita e defatigante) avrebbe potuto cos diventare una specie di calcolo logico. Il suo intendimento quello di costruire un linguaggio analitico condiviso, che sia in grado di superare le controversie tra le persone, tra i popoli e tra i dotti, che spesso derivano pi da incomprensioni e travisamenti linguistici, che da reali differenze di opinione o di giudizio. la sua un po una ripresa dellars combinatoria di Raimondo Lullo, che gi nel secolo precedente a Leibniz era stata riconsiderata.Verit di ragione e verit di fattoPer Leibniz la logica si basa innanzitutto sui principi del reale, i cui due principali sono: a) il principio di non contraddizione o di identit e, b) il principio di ragion sufficiente, cui corrisponde la distinzione tra verit di ragione e verit di fatto.

Nelle verit di ragione ci che si predica coincide con il soggetto, e quindi esse sono incontrovertibili come i principi o assiomi matematici, apriori, mentre nelle verit di fatto il predicato aggiunge qualcosa, e pertanto esse sono opinabili, e dunque dimostrabili solo a posteriori.

Conoscenza divina e libert umanaLa-priori e la-posteriori hanno a che fare con le due conoscenze, quella divina e quella umana: se Dio, come creatore conosce tutto immediatamente, luomo ha invece bisogno di un processo discorsivo. Dio non necessita di chiarire a se stesso ci che ha creato e che governa, mentre luomo ha continuamente bisogno di chiarire il processo conoscitivo delle cose, di s e del mondo stesso.Le verit di ragione appartengono solo a Dio come gli assiomi matematici, mentre le verit di fatto appartengono allopinione e al giudizio umani, che sono intrinsecamente limitati.La sostanza individualeLeibniz concepisce la sostanza in modo diverso da Spinoza e da Cartesio (la res extensa): egli la vede non come un qualcosa di esteso, ma come il punto immateriale, inesteso, metafisico, che chiama monade: cio la sostanza semplice che entra nei composti in modo infinito. Lispirazione per tale concetto gli deriva, sia dal calcolo infinitesimale, sia dalle recenti conquiste della biologia, che si pu avvalere di strumenti come il microscopio.La monade, in quanto sostanza individuale, indivisibile e imperitura, pura sostanza creata da Dio per comporre tutte le creature e le cose del mondo.I rapporti tra le monadiLe monadi sono sostanze autonome nelle quali si riflettono tutte le perfezioni divine. Ogni monade diversa da tutte le altre come individua, indivisibile, come la persona umana. indipendente e indiscernibile perch incomunicabile.Tra le monadi vi un ordine gerarchico, per cui le strutture della realt sono composte in unarmonia naturale.Luniverso un continuum di monadi, che si accordano nellarmonia prestabilita da Dio stesso.Il problema della materiaPer Leibniz la materia costituisce un tema importante: se le monadi sono sostanze individuali indistruttibili, come si pu dare la materia, i corpi fisici?Occorre una sorta di entelechia (di tipo aristotelico), cio la possibilit che le strutture organiche siano organizzate da un principio naturale, da una forma, che la natura stessa,Questa dunque la monade dominante che pu organizzare i corpi e tutte le cose della realt umana e naturale.Larmonia prestabilita e la monadePer comprendere le modalit con le quali la realt spirituale pu esistere insieme a quella materiale, Leibniz ipotizza che Dio abbia fin dallinizio predisposto una modalit per la quale ogni dimensione della realt adeguata allaltra, in una sorta di armonioso concerto di partecipazione: larmonia prestabilita.

Unarmonia che ricorda un poco la nozione insita nellalbero di Porfirio e anche nella prova tommasiana dellesistenza di Dio concernente la scalarit degli esseri e dellessere, dai minerali, passando per i vegetali, gli animali senzienti e gli uomini provvisti di ragione argomentante. E fino a Dio stesso che costituisce la monade suprema.La conoscenzaLa gnoseologia di Leibniz ha a che fare con la tradizione platonica e cartesiana: Leibniz infatti concepisce la conoscenza come una continua ispirazione derivante da Dio stesso, muovendo delle potenzialit intrinseche alla monade razionale presente nelluomo.

Se per Leibniz lesperienza importante (ma non come in Locke, come vedremo), resta prevalente e centrale il ruolo dellintelletto, come dal detto scolatico nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu, praeter intellectus ipse. Cio, lintelletto viene prima, e qui siamo sulla linea platonico-agostiniano-cartesiana.Dio e la creazioneDio, per Leibniz, la ragione prima di tutte le cose. Lo mostra il principio di causa o di ragion sufficiente: ogni cosa non pu avere in se stessa la causa del proprio esistere, e pertanto bisogna risalire a una causa prima, perfetta, onnipotente, eterna, buona, cio Dio stesso.Da Dio derivano le verit di ragione, gli assiomi matematici, gli enti creati e le loro essenze, che sono contenuti da sempre in mente Dei.E siccome ogni essenza, o monade, nella mente di Dio, ci che Dio fa esistere ci che di meglio possa essere: il migliore dei mondi possibili (perch in Dio tutto e possibile, ma Dio non pu che volere solo il bene).Lottimismo e il finalismoDio causa intelligente, libera e buona, e perci bisogna guardare il mondo con un ottimismo razionale derivante da questa disposizione di Dio.Si pone a questo punto, anche in Leibniz, il quesito agostiniano sullorigine del male: da quello metafisico, a quello morale a quello fisico: lorigine nella stessa natura delle cose-monadi, poich queste sono limitate dalla loro stessa sostanza, imperfetta cos come collocata nellinfinita scala della perfezione, che raggiunge il suo culmine in Dio solamente.Il male quindi una nozione metafisica cui segue ogni sua manifestazione morale e fisica, necessitata dalle condizioni dellessere delle cose del mondo. Luomo, che monade razionale, deve allora tendere con tutte le sue forze al bene, che la ragione e lintelletto donatigli da Dio gli consentono, dominando le passioni per perseguire il vero Bene con Dio e in Dio.La rivoluzione scientificaLa rivoluzione scientifica va di pari passo con quella filosofica: dal 600 la scienza non si occupa pi di essenze e sostanze, ma di fenomeni misurabili matematicamente, come insegnava Galileo.Un meccanicismo generale permea il sapere scientifico, e in parte anche quello filosofico: basti pensare che Cartesio immaginava gli animali e le piante come bio-macchine.In ogni caso in quel secolo si registrano decisivi passi in avanti del sapere scientifico: 1) le leggi astronomiche di Keplero, 2) la meccanica di Galileo, 3) il sistema circolatorio di Harvey, 4) la geometria di Descartes, 6)la geologia di Stenone, 7) lastronomia di Newton, etc.. La nuova scienzaLa natura scritta in linguaggio matematico, la formula galileiana che troviamo nel Saggiatore del 1623. La natura costituita dunque di fenomeni quantitativi. Il fenomeno diventa quindi oggetto di scienza, cos come lessere era stato fino ad allora loggetto principale della riflessione filosofica, mentre il fenomeno (letteralmente ci che appare) era stato sempre oggetto della dxa, cio dellopinione.Sulla natura del mondo si passa dal concetto di cosmo, ordinato e finito, al concetto di universo, luogo della complessit indefinibile (Cusano, Galileo, Bruno).

John Locke(1632-1704)Lo schematismo storiografico dei manuali colloca Locke insieme con Berkeley e Hume nel novero dellempirismo inglese, ma, come sempre, le cose sono pi complesse e intrecciate. In realt, il richiamo allesperienza si pu far risalire addirittura a Occam e pi recentemente a Bacon. Pertanto Locke inserito in un processo molto ricco e articolato che ha a che fare con tutto il pensiero europeo del suo tempo.

Locke nasce nei pressi di Bristol, e studia a Oxford scienze naturali (con Robert Boyle), medicina e filosofia (in particolare il pensiero di Gassendi, di Cartesio e dei libertini). Un po di biografiaEsercita la professione di medico e precettore, nellentourage di Lord Ashley, conte di Shaftesbury, che diviene presidente del Consiglio del re.In disgrazia il Lord protettore, Locke va in Olanda, per tornare in Inghilterra passata la buriana.Ivi fu nominato Consigliere per il commercio nelle colonie, come esponente liberale, aperto alle innovazioni che leconomia di mercato nascente suggeriva. Contradditorio il suo atteggiamento nei confronti dei regimi di schiavit in uso nel tempo. in quel periodo che scrive limportantissimo Saggio sullintelletto umano (1690).Il pensieroPer Locke la questione quella di una critica delle facolt intellettuali, attento sia allempirismo di Bacon, sia al razionalismo cartesiano.Giunge per ben presto alla conclusione che non vi pu essere nel processo conoscitivo un dominio assoluto della ragione, ma un concerto di attivit conoscitiva, che non pu non partire se non dalla mente.Nella mente si trovano le idee che consentono di avviare e sviluppare lattivit conoscitiva di s e del mondo.Il Saggio sullintelletto umanoIl testo in questione tratta: a) dellorigine delle idee, b) della certezza e dellestensione della conoscenza umana, c) dei fondamenti della credenza, dellopinione e dellassenso.Per Locke non possono darsi (come in Platone, Cartesio e nei loro seguaci) idee innate: neppure i principi primi come quello di non contraddizione, o la stessa idea di Dio.Non si pu dunque dire che luomo parte da un patrimonio iniziale comune e condiviso, ma che comincia a conoscere e procede nella conoscenza solo vivendo, solo sperimentando, sbagliando e correggendosi.Lempirismo di LockePer, pi che sulla linea di Aristotele o Tommaso dAquino, Locke si pone sulle tracce di Bacon e dei sensisti: egli infatti non crede alla possibilit di una conoscenza oggettiva del reale, ma sempre legata alla sperimentazione.

Egli non credeva neppure alla possibilit di verit fisiche o matematiche incontrovertibili: nessun principio innatista, per Locke, ammissibile, perch mezzo di affermazione del potere,indipendentemente dalla verifica sperimentale (critica dellipse dixit, comunque).I vari tipi di ideePer Locke vi sono:- le idee di sensazione, provenienti dallesperienza, come i colori;- le idee di riflessione, concernenti gli atti interni della mente umana: il dubitare, il volere, etc.;- le idee semplici, cio quelle costituite da elementi semplici, suddivise in: a) primarie, come lestensione, la figura, il moto, etc.; b) secondarie (soggettive), come i colori, i suoni, gli odori, i sapori, etc.;- le idee complesse, vale a dire le idee derivanti dallesperienza e prodotte dalla mente in termini di modo, di sostanza, e di relazioni, che altro non sono se non collazioni di idee semplici (mela che ha un colore e un sapore, non sostanza della mela).Il linguaggio e la conoscenzaIl linguaggio una struttura convenzionale di nomi ed espressioni, che serve per la comunicazione e la trasmissione di dati, e come supporto per la sistematizzazione della conoscenza.Questa avviene in due modi:- per intuizione, quando si d una conoscenza certa e incontrovertibile, immediata (la percezione di un triangolo!);- per dimostrazione, con la seguente scalarit: a) conoscenza intuitiva di se stessi; b) conoscenza dimostrativa dellesistenza di Dio; c) conoscenza delle cose esterne per sensazione.

Fuori di questo sistema esistono solo: a) la conoscenza probabile, b) la conoscenza per fede/fiducia e, c) lopinione. Il liberalismo politicoPer Locke, lo Stato deve garantire e accrescere i beni civili comuni. Da una posizione inizialmente autoritaria di tipo hobbesiano, Locke progressivamente si sposta verso posizioni liberali (Whig).Con i due Trattati sul Governo, Locke sostiene che tra gli uomini si realizza un patto sociale di reciproco vantaggio, nel quale ciascuno rinuncia a qualcosa in cambio di continuit e sicurezza.A differenza di Hobbes, Locke sostiene che agli uomini devono essere comunque garantiti i diritti soggettivi, civili e sociali, come quello alla vita, alla propriet, alla libert, alluguaglianza In Locke il Pactum Societatis connesso con il Pactum Subjectionis (allo Stato), per conseguire i migliori fini della convivenza. In questa situazione devono essere armonicamente collaborativi anche i vari poteri, in ordine gerarchico: a) legislativo (supremo), b) esecutivo(il re e il suo governo), c) giudiziario, d) federativo.

Se cos non fosse il popolo potrebbe ribellarsi!!!La religioneIn A Letter Concerning Toleration (1685), Locke espone un pensiero concernente la religione naturale, che precede ogni religione storica, religione naturale che pu essere di tutti (deismo).Lo Stato deve comunque essere a-confessionale, laico, e le strutture religiose tolleranti e rispettose delle diversit.Infine, per Locke Dio esiste perch esiste il mondo creato e perfettibile: un essere eterno assolutamente ragionevole.George Berkeley(1685-1753)Nato a Kilkenny in Irlanda, Berkeley si laurea a Dublino in filosofia.La sua vita un mix di ricerca e attivit pratiche: idealista, si pone lobiettivo di evangelizzare e civilizzare i selvaggi dAmerica. Ma si ferma a New Jork, per fare ritorno in Irlanda dove viene nominato vescovo di Cloyne.Scrive diversi testi molto interessanti e originali, tra i quali ricordiamo il Trattato sui principi della conoscenza umana, e diversi dialoghi.78Il pensieroBerkeley il pi estremista degli empiristi inglesi, al punto da poter affermare che tutto ci che solo e solamente in quanto percepito: esse est percipi, nullaltro.Per lui tutto ci che appare, pura immaterialit, essendo reale solo in quanto presente-alla-mente.Non vi sono sostanze, ma puri nomi che significano cose (nominalismo estremo, sulle tracce di Occam?).Le idee vengo impresse nelluomo da Dio, il quale solo esiste, mentre tutto ci che , in quanto appare allessere e alla percezione.David Hume(1711-1776)Di Edimburgo, dove nato e morto, Hume rappresenta uno snodo fondamentale della filosofia europea. Presentato come un campione di scetticismo metodico, si differenzia dai classici per una sua peculiare visione della conoscenza.Dagli studi di giurisprudenza passa ben presto agli studi filosofici e letterari classici, imbevendosi di cultura empirista.Non avendo avuto successo come avvocato (ma non gli piaceva), emigra in Francia dove di trattiene quattro anni. L scrive il Trattato sulla Natura umana, per poi tornare in patria, anche se non definitivamente, poich ricopre vari incarichi diplomatici a Vienna e Torino.La sua carriera universitaria non decolla mai, se non come bibliotecario a Edimburgo forse perch linvidia funzionava allora come ora. Ottiene alla fine un prestigioso incarico presso lambasciata inglese di Francia a Parigi dove conosce Voltaire, il barone dOlbach , Diderot, DAlembert, e Rousseau, che invita in Inghilterra, senza per stabilire un proficuo rapporto umano e scientifico, soprattutto per il carattere non facile del ginevrino.

Metodo sperimentale e mondo delluomoHume desidera applicare alla riflessione sulluomo e la sua natura la metodologia empirio-scientifica newtoniana. I testi pi importanti di questo progetto, dopo il Trattato sono la Ricerca sullintelletto umano e la Ricerca sui principi della morale. Newton e Locke sono i binari teoretici su cui si basa la sua ricerca: Hume, infatti, non intende assoltutamente allontanarsi da un percorso conoscitivo che si distacchi dallesperienza umana: ogni altra teoresi, di tipo metafisico o daltro genere, per lui non valido o addirittura fuorviante e pericoloso.Le percezioni sono la base di tutta la conoscenza.Lanalisi empirica della conoscenzaPer Hume tutta la conoscenza parte dalle impressioni, che comprendono le sensazioni, le passioni e le emozioni, cos come appaiono alla mente umana.Le impressioni precedono sempre le idee e limmaginazione, mentre non possono in alcun modo darsi idee astratte.Molto interessante la posizione humeana circa la categorie di spazio e di tempo: lo spazio lassociazione di idee contemporanee, mentre il tempo lassociazione di idee successive.La relazione causa-effettoHume mette in questione la classica ipotesi causale, per cui se due eventi collegati in rapida successione accadono, vi sarebbe un nesso di causalit necessario tra di essi.Egli invece propone la plausibilit della mera successione, ma privata del nesso di causalit.Per Hume, infatti, anche se a memoria duomo quanto creduto come principio di causalit si sempre mostrato vero, ci non significa che accadr un tanto sempre e comunque. Lo scetticismo del filosofo inglese viene dunque applicato anche ai processi conoscitivi dati per maggiormente ovvi.La critica della credenzaAnche sulle leggi fisiche, come quelle del moto dei pianeti e della gravit, Hume pose dei dubbi, circa la loro certa e necessaria ripetitivit: nulla, infatti, pu confermare con assoluta certezza che ci che appare come vero oggi, sia sempre a accaduto e cos continuer ad accadere per sempre.

Per Hume, dunque, non si pu mai essere certi che le leggi fisiche e naturali finora date per certe e inconfutabili, non possano essere riviste. Si pu dire che, storicamente, linglese ha avuto molte ragioni: basti pensare al cambiamento del pensiero sul moto dei pianeti, della terra e del sole, dallaristotelismo-tolemaico, al copernicanesimo, a Galileo e infine a Einstein.La critica della sostanza corporea e psichicaPer Hume in nessun caso di pu parlare di sostanza per definire qualcosa che e che si percepisce: la percezione, infatti, concerne solo collezioni di qualit particolari, che la mente tende a unificare in un concetto rappresentativo di una realt.Ci , se possibile, ancor pi vero per lio umano, talch lio stesso, modificandosi quotidianamente e continuamente, una realt indefinibile in termini assoluti e netti. Siamo qui di fronte a una sorta di evoluzionismo filosofico estremo, anche se non radicalmente scettico, come nei maestri antichi, del genere di Pirrone o Sesto Empirico.Lo scetticismo di HumeLo scetticismo di Hume non comporta, come nei classici, una sospensione del giudizio perch ritenuto impossibile a darsi, ma una sorta di razionalismo probabilistico, anche se proveniente dallesperienza.Per lui solo le conoscenze matematiche, in quanto rappresentazione convenzionale della realt, possono dirsi certe e incontrovertibili.La strada tracciata da Hume si sarebbe poi rapidamente trovato Kant, con limpostazione critica del suo pensiero, e in tempi pi a noi vicini Bertrand Russell. Morale e libero arbitrioLa morale, per Hume, non un sapere astratto, ma concreto, per cui il giudizio sulla bont o malvagit di unazione non pu essere condizionato, n da una dottrina filosofica, n da una dottrina religiosa, ma deve essere definito indipendentemente dal premio o dalla punizione.

Hume, comunque, critica, per quanto riguarda la libert umana, sia la visione del libero arbitrio, sia il determinismo e lipotesi della casualit, sostenendo che non si pu dare in ogni caso, ma che indecidibile.Filosofia della religioneIl tema religioso interessa molto Hume, sempre nello stesso spirito critico-scettico. Per lui la religione nasce dal timore umano per lignoto che si trova dopo la morte, per cui laffidamento a Dio lunica speranza di salvezza.Egli descrive il processo storico che ha portato le credenze religiose dal politeismo al monoteismo. In questultima versione della religiosit, Hume intravede il rischio dellassolutismo e del fanatismo (quanta ragione ha avuto!), raccomandando, alla fine, di ripararsi felicemente nelle regioni della filosofia, oscure ma tranquille.Giambattista Vico(1668-1744)Napoletano, Vico studia, dapprima un poco disordinatamente teologia, metafisica e filosofia, e poi con sempre maggiore metodo e presso validi magistri, fino a laurearsi a Salerno in diritto. Nel 1999 lUniversit di Napoli gli affida la cattedra di eloquenza.Vico appassionato dei classici, di Platone, Agostino, Tacito, ma anche dei moderni, che legge e studia avidamente, in particolare Bacon, Descartes (che successivamente critica con grande acribia), e Hugo de Groot (Grozio), dal quale trae molto delle sue dottrine giusnaturalistiche e e storiografiche.Le opere e il pensieroI suoi scritti sono numerosi e complessi, a partire dalle sette orazioni inaugurali degli Anni accademici universitari, tra le quali importante la De nostri temporis studiorum ratione; sono da ricordare anche le opere successive di carattere giurisprudenziale, come il De universi iuri uno principio et fine uno, e il De constantia iurisprudentis.Il suo pensiero critico comincia a delinearsi, infine, con le consecutive opere Principi di una scienza nuova intorno alla natura delle nazioni, i Cinque libri de principi di una scienza nuova intorno alla comune natura delle nazioni, e la Scienza nuova terza, pubblicata poco prima della morte.Con queste ultime opere Vico delinea un pensiero sistematico sulla storia del mondo, delle nazioni e degli uomini, in una visione laica, ma non priva di uno spirito escatologico (linfluenza di Tacito e di Agostino si fa sentire).La polemica anticartesianaIn sostanza, Vico, pur apprezzando lo sforzo dei moderni di comprendere la realt tutta, applicando forme e metodi di carattere scientifico (Descartes in primis), ne nega una validit assoluta, ritenendo che il deduttivismo non possa riuscire a comprendere tutta linfinit e variegata realt delle cose del mondo e delle cose umane.

In altre parole, il Vico ritiene che non si debbano abbandonare gli strumenti narrativi e conoscitivi classici della filologia e della filosofia per costruire una epistemologia completa, soprattutto nelle cose che non sono quantificabili e misurabili come gli atti umani e delle nazioni, nel corso del tempo.

Per lui non pensabile la realt se non come un continuum di infiniti punti (elementi leibniziani?) che si sviluppano fino a realizzare tutto ci che e che accade, mediante sforzi (conatus) e tentativi. Il criterio della veritPer Vico, Descartes, con la sua ipotesi conoscitiva delle idee chiare e distinte, nascenti dallautoconsapevolezza, non tiene conto che la verit non pu che essere colta nei fatti sperimentati: per Vico verum et factum reciprocantur seu convertuntur, vale a dire il vero e il fatto si danno reciprocamente.Luomo, comunque, non pu conoscere lintima struttura delle cose (che accessibile a Dio solo, in quanto Creatore e Signore del tutto), bens solamente i fatti che compie e ci che conosce per evidenza o comunicazione di notizia da parte di persone fededegne od esperte (viaggiatori e scienziati).

Le cose conosciute dalluomo, lo sono mediante una denominazione, che viene data per esigenze di chiarezza e di classificazione.Solo le matematiche, in quanto scritte per convenzioni, sono veritative, certe e incontrovertibili.

Il mondo delluomo: la storiaLa storia il mondo delluomo, che pu essere conosciuto perch costituito dai fatti.Il mondo umano pu essere conosciuto di pi e meglio del mondo della natura, i cui elementi costituitivi restano in grande parte inaccessibili, perch noti solo a Dio.Per Vico, dunque, la filosofia si deve interessare essenzialmente della storia umana, cercando di trarne le regole generali, mentre la filologia, nella sua accezione, deve dare il contributo analitico sui fatti storici accaduti, i nomi dati alle cose, e via dicendo. Ognuna delle due scienze deve integrarsi con laltra per il fine della conoscenza di ci che luomo in quanto autore.Senso, fantasia, ragioneVico paragona queste tre dimensioni conoscitive, quella dei sensi, quella dellimmaginazione e quella della ragione a tre et della storia umana, in ciascuna delle quali ha prevalso una di esse: a) alla dimensione sensoriale let degli dei, b) alla dimensione della fantasia let degli eroi, c) alla dimensione razionale let degli uomini, successivamente.Al di sopra di tutto il processo evolutivo della Storia, per Vico, comunque, c il Disegno provvidenziale di Dio, il quale ha stabilito un percorso, che nel tempo porter tutti gli esseri umani a una vita migliore.Linguaggio, poesia e mitoPer il filosofo napoletano, il percorso che porta gli uomini dallet degli dei a quella della ragione, un percorso evolutivo, che prescinde da supposte e irragionevoli et delloro, antichissime, vagheggiate da sognatori e cantastorie: in realt levoluzione delluomo e delle civilt lenta e non priva di contraddizioni: se vi una linea che segna indefettibilmente questa evoluzione, quella della nascita e dello sviluppo del linguaggio, che dal mito e dalla poesia, giunge ad essere il mezzo condiviso della riflessione, della filosofia e della scienza.Corsi e ricorsi storiciSe per Vico in generale si possono intravedere i tre stadi dello sviluppo umano sopra detti, ci non significa che nel tempo non possano esserci di nuovo arretramenti, deviazioni, nuove stagioni di barbarie e ripiegamento

Daltra parte che cosa si pu pensare del 900, il XX secolo, il secolo breve, con le sue insuperabili stragi di esseri umani e di indicibili crudelt? E, se vogliamo, della stessa crisi economico-finanziaria epocale che stiamo vivendo in questi anni in tutto il mondo?

che Vico aveva qualche ragione.LilluminismoNel nostro lungo percorso siamo giunti alla stagione dellilluminismo, cio al tempo nel quale la ragione ha acquisito tutta la sua centralit nella storia del pensiero umano occidentale.La Francia il luogo nel quale si particolarmente sviluppata questa linea di pensiero. Abbiamo gi visto i prodromi di questo pensiero studiando gli autori del 600 e del primo 700, ma possiamo dire che le origini remote di un recupero della centralit conoscitiva della ragione sussistono anche in periodi e autori precedenti, attivi fin dal X o XI secolo, come Abelardo. Origini antiche, dunque.In Francia e in EuropaLa cultura e la societ francese il luogo dove si sviluppa maggiormente il pensiero illuminista, anche se un notevole contributo lo d anche la cultura e il pensiero inglese del secolo precedente (soprattutto con la suola empirista).A sua volta lilluminismo francese si diffonde nelle alte sfere della politica e del potere, ma anche nei circoli intellettuali, verso la Germania (Federico II di Prussia), lItalia (a Milano, Torino, Firenze), lAustria (Maria Teresa e Giuseppe II), e, anche se in misura minore, verso la stessa Russia (Caterina II).Montesquieu Charles Louis de Secondat barone de Montesquieu (1689-1755) opera da erudito, moralista, giurista, politico, viaggiatore cosmopolita.Egli studia la storia e gli atti umani, applicando lo spirito del tempo, sperimentalista e ottimista, e credendo in una possibile progressiva perfettibilit dellumana convivenza.Soprattutto nelle opere Lettere persiane e Lo spirito delle leggi, Montesquieu, mette in questione i vizi dei potenti del tempo ponendo al centro le leggi di uno stato, che deve garantire ai cittadini giustizia e libert, sviluppando una sorta di natural socievolezza (contro le teorie di Hobbes). In definitiva, le leggi altro non sono che lapplicazione della ragione umana ai casi particolari che si danno nel tempo e nello spazio della vita.Fondamentale la sua distinzione dei tre poteri che regolano la vita politica, indipendenti e reciprocamente equilibrantisi: a) legislativo,b) esecutivo, c) giudiziario, ancora oggi in discussione in questa nostra Italia.Voltaire Franois Marie Arouet detto Voltaire (1694-1778), il pi noto dei pensatori illuministi. Intelligenza duttile e inquieta, Voltaire si sottrae a ogni classificazione di scuola, e si presenta come difensore della libert e dei diritti soggettivi, in questo senso modernissimo. Voltaire combatte ogni dogmatismo del tempo, sia religioso, sia politico, in ci ponendosi come baluardo di un sapere empirico e ragionevole.In definitiva, con i suoi pamphlet e il suo situazionismo critico, egli contribu, nonostante le accuse di empiet e di mancanza di sistematicit riflessiva, ad avviare il lungo processo critico che ha portato alla modernit e al rispetto delle diversit antropologiche e culturali.Voltaire si pone come un pensatore sensibile e aperto, moralista senza bigottismo, in ricerca di verit locali, come possibili.Condillac Etienne Bonnot de Condillac (1715-1780) un classico pensatore illuminista, sensista ed empirista, philosophe metodico e sistematico, egli vuole consolidare il tema della conoscenza come derivazione dalle sensazioni. Sia nel Saggio sullorigine delle conoscenze umane, sia nel Trattato delle sensazioni, Condillac sottolinea la centralit dellorigine materiale e sensitiva di ogni sapere umano: addirittura egli pone, tra i sensi, il tatto nella posizione principale, come senso della scoperta del mondo, che si manifesta fina dalla primissima infanzia nei bambini, e attraverso di esso si forma una conoscenza via via affinata dagli altri sensi, e successivamente dal linguaggio che si acquisisce e dalla capacit di ragionamento, sempre pi evoluta con la crescita.I materialisti: La Mettrie, Helvtius, dHolbachLe conseguenze pi estreme del sensismo e dellempirismo settecentesco sono tratte da alcuni pensatori decisamente materialisti. Il medico Julien Offray de La Mettrie (1709-1751) porta alle estreme conseguenze la tradizione lockiana sintetizzando il suo pensiero cos io sono corpo e penso. Anche Claude-Adrien Helvtius (1715-1771)conferma con qualche ambiguit il pensiero di La Mettrie e di Condillac, cos come fa pi conseguentemente anche Paul Heinrich Dietrich, barone dHolbach (1723-1789), il quale affrma che luomo il prodotto della natura, non essendoci nessun Dio e neanche alcun orologiaio newtoniano.Lenciclopedia: Diderot e dAlembertDenis Diderot (1713-1784) e Jean-Baptiste Le Rond dAlembert (1717-1783) sono i principali autori de lEnciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri, assieme a un notevole numero di altri studiosi e pensatori.Con lopera enciclopedica essi si pongono lobiettivo di sistematizzare la conoscenza del tempo alla luce dei principi empiristico-lockiani del tempo, superando ogni dipendenza dalla tradizione metafisica e teologica, a partire dalla costruzione di un ordine e di una connessione delle conoscenze.Con lEnciclopedia si consegue un obiettivo conoscitivo che parte dalle impostazioni tardo rinascimentali di Bacon giungendo ad un primo compendio universale dei saperi.Jean Jacques Rousseau(1712-1778)Nato da famiglia calvinista ginevrina Rousseau vagabonda per la Francia e lEuropa, inquieto e discontinuamente attratto da salotti e incarichi di segretariato o come precettore. I suoi studi sono irregolari e discontinui, ma ciononostante, le sue frequentazioni (con Diderot, Condillac e lo stesso Hume) gli permettono di farsi un notevole bagaglio culturale, che traspare dagli scritti, alcuni dei quali di notevole importanza: in particolare vanno ricordati Il Contratto Sociale, lEmilio, la Nuova Eloisa e le Confessioni.

Rousseau un uomo strano e difficile, forse per certi aspetti sopravvalutato, come pensatore.La critica del progressoIn Rousseau si possono notare i primi afflati del romanticismo, poich il suo pensiero fin da subito si distacca dalla considerazione, tipicamente empirista e illuminista, di una ragione come elemento essenziale della conoscenza.Egli individua lorigine del male nel mondo in un luogo assolutamente originale rispetto al pensiero corrente: nella societ degli uomini. Non pi dunque, per Rousseau, la teodicea o storia della salvezza, e il foro interno, ma la responsabilit dei contesti politici e sociali che si sviluppano nel tempo e nella storia.

Lorigine della disuguaglianzaNel Discorso sui fondamenti e lorigine della disuguaglianza tra gli uomini, Rousseau sostiene che la fonte delle ingiustizie sociali, va ricercata nellabbandono di ci che di buon luomo aveva saputo costruire quando era uscito dallo stato di ferinit iniziale: al tempo dei patriarchi luomo era riuscito a costruire una condizione equilibrata, sia nelle relazioni interpersonali, sia nelle relazioni tra i gruppi e le popolazioni, dopodich lo sviluppo organizzativo, la fondazione delle citt e degli ordinamenti ha creato le pre-condizioni per le attuali (del tempo di Rousseau!) ingiustizie, diseguaglianze e disumanit, che devono essere riformate.Questa visione rousseauiana resta piuttosto utopisticamente generosa, largamente inplausibile.Il Contratto socialeAl fine dunque di rimediare a questo stato di conflitto tra gli uomini, deve essere costituito un Contratto sociale, con il quale si possa riconoscere luguaglianza tra tutti gli uomini, per consentire quello stato di equilibrio e di felicit che gli spetta come diritto di natura.Il diritto di natura che deve ispirare il Contratto sociale non pu ispirarsi come in Hobbes al Pactum Subiectionis, ma al Pactum unionis, liberamente stipulato tra gli uomini.Non si tratta dunque di ripristinare lo stato di natura ma di rappresentare nella societ civile una sorta di Volont generale, che non privilegia nessuno in particolare e si occupa del bene di tutti.Lo StatoLa volont generale si rappresenta dunque nellorganizzazione dello Stato, il quale ha il compito di garantire il diritto di uguaglianza tra tutti gli uomini: con queste dottrine Rousseau si pone in una posizione dottrinaria che lo ha fatto ritenere da alcuni come il paladino della democrazia, se si sottolinea il valore delluguaglianza, ma altri lo hanno ritenuto intrinsecamente paladino di uno stato etico, se si sottolinea il valore dei uno stato che realizza la volont generale, a qualsiasi costo e anche a scapito dei singoli.Questa ambiguit non peregrina, come si vedr successivamente con eventi della Rivoluzione francese e delle Rivoluzioni successive dellOttocento e del Novecento. Leducazione di EmilioLEmilio il trattato delleducazione del singolo essere umano, che deve riuscire a crescere per diventare un buon cittadino nello stato degli eguali.Ma Rousseau non crede nelleducazione e nella formazione tradizionale, fatta con libri e scuole,ma propone una forma di autoformazione che sorga dallesperienza e dal fare concreto.LEmilio laltro corno dellutopia rousseuiana, frutto di una visione gi ottimisticamente romantica, interessante, ma foriera di non poche deformazioni successive. La religioneAnche la religione, per Rousseau, si pone in una prospettiva naturale, di sentimento originario: Dio stesso non pu essere percepito o compreso con la ragione, bens con il sentimento.La religione naturale non ha bisogno di apparati e di schemi liturgici, essa si pu basare sul Vangelo, sulla lezione di bont e giustizia che ivi si legge e si impara.Gli uomini devono poi aderire alla religione civile che ispira i comportamenti rispettosi dello Stato e delle sue leggi.Anche su questo aspetto restano, in Rousseau, contraddizioni e difficolt di comprensione. Lilluminismo tedescoDiversamente da quello francese lilluminismo tedesco non si pone completamente di traverso alla societ del tempo, ma, basandosi sulla profonda tradizione filosofica recente (Leibniz) cerca di influenzare il potere per un rinnovamento del pensiero e degli assetti sociali. Linterlocutore di maggior spessore risulta esser il re Federico II di Prussia, che accoglie a corte Voltaire.Massoneria e pietismo accompagnano lo sviluppo di un rinnovamento culturale che trova in Lessing e Winckelmann i suoi maggiori mentori. Religione e storia: LessingNato nel 1729 (1781) Gotthold Ephraim Lessing, stato un intellettuale eclettico: scrittore, drammaturgo, polemista, filosofo. I suoi studi, abbastanza regolari, e lo spirito di curiosit lo mettono nelle condizioni di essere sempre al centro della vita culturale tedesca del suo tempo.Lavora come precettore e segretario di uomini potenti, come il principe Leopoldo di Braunschweig.La sua ricerca si concentra sugli aspetti filosofici ed estetici della ricerca della verit, che egli non pensa accessibile alluomo, se non in forme intuitive e sentimentali (pre-romantico?), come nelladesione religiosa, che egli ritiene fondamentale.

Immanuel Kant(1724-1804)Kant il campione e il capitolo finale dellIlluminismo, diversissimo dai francesi e dagli inglesi, ma variamente loro debitore. Professore universitario per tutta la vita, Kant riuscito a sistematizzare molto del pensiero precedente, dai classici in poi, ripensando diversamente le diverse declinazioni della filosofia, da quella teoretica, a quella morale, e perfino alla metafisica, che pareva egli, in un primo momento, volesse demistificare definitivamente come sapere non scientifico, ma solo fantastico.

Le opere principali: Critica della Ragion pura, Critica della Ragion pratica, Critica del Giudizio, Prolegomeni ad ogni Metafisica futura, Una Religione nellambito della pura ragione, etc...Il criticismo: fisica e metafisicaLa sua impostazione critica in quanto egli ritiene che sia necessario delineare precisi limiti alla stessa ragione, che non pu essere ritenuta quasi onnisciente come nel razionalismo cartesiano. Il criticismo diventa allora il filtro attraverso il quale passa il sapere filosofico.Se la matematica e la fisica, sulle tracce di Newton sono saperi incontrovertibili (sappiamo che cos non ), la metafisica deve essere intesa come ontologia della conoscenza fenomenica, cio di ci che appare alla conoscenza.Newtoniano in fisica e ancora leibniziano in gnoseologia, Kant supera entrambi, anche se non senza alcune ambiguit, ad esempio con la sua nozione mista sulla categorie dello spazio e del tempo. Giudizi analitici e giudizi sinteticiPer Kant, se lo spazio e il tempo sono le forme della sensibilit immediata di percezione della realt, le categorie (12) sono le forme dellintelletto.Ci che viene concepito in base alla sensibilit a-priori, mentre ci che viene elaborato mediante le forme che lintelletto d alla conoscenza, con le categorie, a-posteriori.La conoscenza categoriale, propria dellintelletto pu anche essere detta trascendentale, mutuando il termine dallantica tradizione scolastica.La sensibilit: spazio e tempoLo spazio e il tempo sono i contenitori (trascendentali) di tutta la realt, sono dimensioni gnoseologiche assolute che luomo percepisce immediatamente con i sensi.Se lo spazio il luogo in cui stanno le cose, il tempo il flusso nel quale accadono, e ambedue sono interiormente percepiti come assoluti, intuizioni pure a-priori.Kant, si pu dire, pur derivando in parte da Leibniz e in parte da Newton le nozioni di spazio e di tempo, pare conservare unidea ancora pi antica, che si pu far risalire ai classici, a Platone, Aristotele, e perfino ad Agostino, con la nozione greca di kairs (il tempo opportuno, interiore).Lintelletto e le categoriePer Kant lintelletto la funzione che permette di accedere a una categorizzazione della conoscenza tramite uno schema bene strutturato in 4 dimensioni di giudizio e categoriali: a) quantit, b) qualit, c) relazione, e d) modalit. Nel dettaglio: a) presuppone la quantit come unit, pluralit e particolarit; b) presuppone la qualit come realt, negazione e limitazione; c) presuppone la relazione come inerenza e sussistenza (substantia e accidens), causalit e dipendenza (causa ed effetto), comunanza (azione reciproca tra agente e paziente); d) presuppone la modalit come possibilit-impossibilit, esistenza-inesistenza, necessit-contingenza. Tutte le diverse categorie e i giudizi sono, per Kant, unificate nella funzione io penso: nellio-penso, che non sostanziale, o noumenico, ma fenomenico, perch appare, si riscontra lo snodo della conoscenza umana.Lio-penso lappercezione trascendentale.La rivoluzione copernicanaKant opera una sorta di rivoluzione copernicana nella filosofia, o meglio la completa, dopo il percorso iniziato nel 600 da Descartes.La conoscenza non dunque possibile da parte delluomo della realt in s, tema che aveva affaticato i pensatori occidentali per duemila anni, ma della realt per come e per quanto appare ai sensi e allintelletto umani: luomo pu dunque conoscere solo i fenomeni (ci che si manifesta), non i nomeni (le cose in s).Tutti i fenomeni, per, si danno allinterno dello spazio e del tempo come intuizioni a-priori, e si manifestano secondo i criteri del pensiero umanoLa ragione e le ideeLa ragione, dunque, per Kant, in grado di formulare concetti e dedurre ipotesi di conoscenza veridica sulla realt, mediante luso della tavola dei Giudizi e della tavola delle Categorie, che corrispondono nel numero di 12. chiaro che le Categorie operano nei Giudizi e in questi sono applicabili alla realt delle cose. Es. la proposizione Luomo un animale plausibile sotto tutti e 4 i punti di vista del Giudizio, se vogliamo.

Le idee, invece, sono giudizi sintetici a-priori, vale a dire che le possiedo gi nel mio intelletto, permettendomi cos esse di dare forma alla conoscenza categoriale nel giudizio. Ad es. io so prima di provare a mettere la mano sul fuoco, che il fuoco brucia

La morale: limperativo categoricoPer Kant la ragione pratica si occupa della vita spirituale, dei fini e dei giudizi morali.

Si occupa dunque di fatti e scelte delluomo che non sono conoscibili con gli strumenti dellintuizione e dellintelletto meramente razionale.Il mondo delletica o morale il mondo nel quale lagire umano deve obbedire a degli imperativi, quello ipotetico, che regola la convenienza razionale, ma soprattutto a quello categorico, che individua in bene in s di una scelta moralmente corretta e giusta.Fai in modo che la massima del tuo agire possa costituire legislazione universale, e Non trattare luomo mai come un mezzo ma sempre come un fine, sono i due precetti kantiani che meglio riassumono limperativo morale dettato dalla ragion pratica, che governa la dimensione etica della vita umana.Con Kant dunque finita la morale delle prescrizioni e legalistica, per assurgere a una morale dove la ragione determina il devo disinteressato a premi o punizioni, attento solo alla moralit dellagire.I postulati della ragione praticaSe si pu dare una ragione pratica che governa lagire libero, e dunque moralmente rilevante, delluomo, e siccome lagire umano sempre imperfetto e perfettibile, si deve necessariamente dare la possibilit che questo perfezionamento prosegua, non solo durante la vita umana, ma oltre: ci presuppone lesistenza dellanima immortale e, di conseguenza, anche di Dio, che rappresenta la Volont santa e perfetta cui ogni essere umano deve riferirsi.

In Kant, dunque, lesistenza di Dio si evince non dalla teoresi sistematica, bens dal sapere etico, che rende necessaria la presenza di un Essere sommamente giusto.Religione e storiaKant attribuisce alla religione un grande compito: quello di indicare i principi morali degni di una vita eticamente fondata.Religione e storia umana sono collegate, perch, come dallevoluzione storica luomo lo ha portato al progresso dei tempi attuali (di Kant, beninteso), cos la storia delle religioni spiega come si sia arrivati dai politeismi arcaici, al monoteismo, e, in particolare al Cristianesimo, che per il filosofo di Knigsberg, rappresenta la massima evoluzione del sentimento religioso.Il sentimento estetico e la naturaSe il Kant teoretico e il Kant moralista sono essenzialmente illuministi, il Kant che si occupa di arte e di giudizio estetico, mosso da ragionamenti che appartengono gi, in qualche modo, allo spirito romantico che si stava diffondendo in tutta Europa.Si muove dunque un nuovo percorso che avrebbe avuto straordinari sviluppi nei decenni successivi con lidealismo, e poi con Schopenhauer e Nietzsche: Kant ritiene che il giudizio estetico e quello teleologico hanno a che vedere con la Natura e la sua ragion dessere, armoniosa e necessaria.

Il giudizio esteticoPer Kant il senso del bello risiede nel gusto, che deve essere buono ed esercitato: contrariamente a pensatori precedenti, come Leibniz, il bello non necessariamente correlato al bene, al buono e al vero, cio ai trascendentali della scolastica, ma vive di vita autonoma.Pi potente del bello il sublime, che insiste allinterno dellanima umana, ed la capacit di godere intensamente e in modo personale e originale delle opere darte, facendo percepire alluomo il proprio limite e finitezza, con sentimenti di meraviglia e perfino di sgomento (qui echeggia forse un poco il futuro pensiero di Rudolf Otto!)Il giudizio teleologicoInfine, in Kant troviamo una sensibilit nuova per una ipotesi di finalismo insito nel giudizio teleologico.Vi sarebbe, infatti, una istanza di razionalit oggettiva in tutto ci ch esiste, nelluomo e nella natura.Non vi pu essere -infatti- un dominio del caso in tutta larmonia percepibile nel movimento cosmico, nella natura terrestre, e nelluomo stesso, che evolve verso un fine, specie se ascolta e osserva la ragione naturale, e tutto ci che spiritualmente rende sempre pi umano lagire libero. Introduzione allidealismo tedescoVi una grande variet di motivi nella stagione culturale che introduce la fase detta dellidealismo tedesco: elementi illuministi, pre-romantici o romantici tout court si intrecciano e vivono in una temperie straordinaria di scambi, polemiche e nuove sistemazioni gnoseologiche, etiche e politiche.I tre grandi pensatori dellidealismo Fichte, Schelling e Hegel, sono circondati da un profluvio di temi che intellettuali variamente attivi, nellaccademia e al di fuori di essa propongono continuamente.I fratelli Schlegel, Hamann, Herder , Jacobi, Schiller, Goethe, von Humboldt e altri intellettuali, portano continuamente nuovi stimoli di carattere culturale sui temi letterari, dellorigine del linguaggio, della filosofia, della politica e della religione.Il RomanticismoSi respira nel mondo germanico come una specie di ansia, quasi,tesa a costruire ancora una nuova filosofia dellumanit, dopo che la lezione kantiana, pur avendo fatto molta chiarezza sul piano teoretico, aveva lasciato molti spiriti inquieti e insoddisfatti di una prospettiva ancora troppo razionalistica.La dimensione del sentimento, messa gi al centro dellattenzione da Rousseau, prende corpo nella riflessione filosofica, cos come nelle manifestazioni artistiche, letterarie, e, forse, soprattutto musicali, con lesperienza gigantesca dei sommi autori di cultura e area germanica, a partire da Mozart, Haydn, Beethoven, Schubert, Schumann (che riscopre Bach), Mendelssohn, e poi Chopin, Bruckner, Wagner, BrahmsFriedrich SchleiermacherUno degli intellettuali pi significativi del tempo e di quella temperie senza dubbio il parroco luterano filosofo e teologo Friedrich Schleiermacher (1768-1834), professore alluniversit di Berlino.Egli, da filosofo delle religioni ritiene che la religione stessa sia un sapere molto pi elevato della metafisica e della morale, poich essa coglie lunit del tutto tramite lintuizione (einfhlung), coglie nella natura delluomo e nella natura del mondo una sorta di scheggia di divino, di infinito nel finito, e cos giunge al cuore della conoscenza del reale.Siamo gi distanti anni luce dal cartesianesimo e anche dal criticismo kantiano. Il romanticismo propone una specie di ritorno al misticismo antico e medievale, quasi per superare dun balzo le aporie e le difficolt conoscitive del razionalismo, se pure variamente declinato. Johann G. Fichte(1762-1814)Si pu dire che Fichte fu uno studente lavoratore ante litteram (come mi ci riconosco!). Infatti, prima studia filosofia e teologia a Jena, Wittenberg e Lipsia, ma poi deve accettare un lavoro come precettore a Zurigo. Ornato in Germania riprende gli studi e conosce personalmente Kant cui porta uno scritto che gli dar immediata fama: Saggio di una critica di ogni Rivelazione.Viene chiamato ad insegnare alluniversit di Jena, e inizia pubblicare lavori che consolidano bene presto la sua fama di studioso, come I fondamenti della libert di pensiero. Ben presto attende alla redazione della sua opera principale, che supera il kantismo sul versante di una sottolineatura dellIo come contrapposizione a ogni Non-Io. Il tema trattato nellopera Fondamenti dellintera dottrina della scienza (1794), cui seguiranno La missione del dotto, I fondamenti del diritto naturale (1796) e il Sistema della dottrina morale (1798). Dopo alcuni conflitti a Jena, Fichte si trasferisce a Berlino dove conosce gli F. Schlegel e Schleiermacher. Col scrive La missione delluomo (1800), molto importante, I tratti caratteristici del tempo presente (1806), la Guida alla vita beata (1806) e i Discorsi alla nazione tedesca (1807).

il primo rettore della neo-fondata universit di Berlino.Una filosofia della libertLa filosofia di Fichte sin pone come inizio radicale della libert e assolutezza dellio.Lio idealista non pi solo il cogito, res cogitans, ma lunica rappresentazione della realt, nella dimensione trascendentale.Lio trascendentale levoluzione dellio-penso kantiano, ma liberato da ogni orpello legato alla domanda sulla plausibilit della cosa-in-s, che ha interpellato per duemila anni e passa lintera filosofia occidentale.Il porsi dellioSe il soggetto pensante e loggetto pensato sono la stessa cosa, tutta la realt si risolve nellIo assoluto.Se la logica classica si fondava sul principio di non contraddizione e lo stesso pensiero kantiano sul principio di identit, per Fichte, il principio stesso ha origine in maniera assoluta dallio, che solo non posto in relazione ad alcunch, perch si auto-fonda. Se nella metafisica classica si diceva operari sequitur esse, Fichte rovescia la formula cos esse sequitur operari. Idealismo assoluto radicale.Lio e il non-ioCome Spinoza, Fichte afferma che omnis determinatio est negatio, in quanto lio, ponendo se stesso, nel contempo pone tutto ci che io non , il non-io.Ma lio deve darsi in modo diverso per potere entrare in dialettica con il non-io: infatti, se lIo assoluto ricomprende in s ogni realt, lio divisibile, soggettivo, entra in relazione con il non-io dialettizzando la possibilit di unattivit pratica.

LIo assoluto, dunque, presiede allattivit teoretica, mentre lio divisibile presiede a quella pratica.Lattivit conoscitivaFichte rovescia il principio conoscitivo del realismo classico (aristelico-tomista in particolare), partendo nellattivit conoscitiva dallio, ma concependolo come una realt inconscia gi data: pertanto, secondo Fichte lidealismo si presta maggiormente del realismo a conoscere la realt, perch in grado di ricomprendere nellio la realt intera; al contrario, il realismo, con la sua esternalit allio non pu in nessun modo penetrare la realt dellio che gli resta inaccessibile.

Ne la Dottrina della Scienza Fichte pone dunque lIo come principio primo dellattivit conoscitiva, anche se non in modo assoluto.Lidealismo eticoLio, per Fichte, ponendosi in grado di superare continuamente il non-io, ma dandosi da solo dei limiti per un continuo perfezionamento morale: Essere liberi cosa da niente, diventare liberi, cosa celeste, afferma il filosofo.Il raggiungimento della perfezione morale il percorso tramite il quale luomo svolge il suo compito di autorealizzazione e di progressiva umanizzazione, nella prospettiva di osservare con sempre maggiore perfezione lideale posto dallAssoluto, cio Dio.Una certa ambiguit teoretica su questo punto causa lallontanamento di Fichte dalluniversit di Jena.

Lesito religioso dellidealismoSe la coscienza non la verit ma solo il fenomeno esterno della verit, che risiede in se stessa, solo la ricerca della Verit nel Lgos (cf. Vangelo di Giovanni, oggetto specifico di studio) divino pu dare senso al perfezionamento della vita umana.Ne lIntroduzione alla vita beata Fichte vede nel Lgos il Sapere assoluto, la Coscienza divina, lIntermediario fra Dio e il mondo: la coscienza umana dellio divisibile deve pertanto umiliarsi davanti al Lgos, per poter accedere misticamente alla visione estatica dellUno (Plotino).Fichte ritaglia per s, infine, una sorta di missione sociale come maestro (La missione del dotto). La filosofia politicaPer Fichte lo stato deve occuparsi del bene della nazione, sia sul piano morale sia sul piano pratico. Egli teorizza una sorta di socialismo autarchico caratterizzato da tre princpi:Lo stato produca tutto quanto di cui ha bisogno,Distolga i cittadini dai beni che non pu produrre, oppure imponga il monopolio nei casi di importazione dei beni mancanti,Raggiunga i suoi confini naturali, e sia padrone delle terre che gli appartengono per natura. Se cos non fosse esso giustificato a muovere guerra a chi usurpa le sue risorse naturali.I Discorsi alla alla nazione tedescaFichte riconosce al popolo tedesco, proprio nel momento in cui le truppe napoleoniche sono ancora il Prussia dopo la vittoria di Jena, una sorta di superiorit culturale, derivante dalla storia e della costruzione di un linguaggio condiviso da tutto il popolo, da Lutero, passando per Leibniz e fino a Kant.Nulla di fichtiano e totalmente arbitrario si pu infine rilevare nellutilizzo tentato da parte nazista circa una sua sorta di ascendenza teoretica e morale.Fichte nulla centra con labominio nazista del XX secolo. Friedrich W. J. Schelling(1775-1854)Di buona famiglia, Schelling entra nel seminario di Tubinga quindicenne, dove trova, come compagni di studi Hlderlin e Hegel. il suo approccio alla teologia e alla filosofia: infatti, con i due illustrissimi compagni di corso, scrive quello che considerato un po come il manifesto dellidealismo. Dopo avere fatto per qualche tempo il precettore a Lipsia, viene accolto come docente di filosofia alluniversit di Jena, dove conosce e frequenta Goethe, Novalis e Schiller.

I suoi scritti principali, tra molti altri: LIo come principio della filosofia (1795), La forma della filosofia in generale (1795), le Lettere filosofiche su dogmatismo e criticismo (1796), Idee per una filosofia della natura (1797), Lanima del mondo (1798), il Primo progetto di un sistema di filosofia della natura (1799), il Sistema dellidealismo trascendentale (1800) e poi il Bruno (1802), le Ricerche sullessenza della libert (1809), la Filosofia della mitologia (1842-1854), e la Filosofia della Rivelazione (1854).

La filosofia della naturaSe Schelling allinizio della sua ricerca sulla filosofia della natura, si rif molto a Fichte, ben presto se ne distacca, prendendo un abbrivio molto diverso: in lui ogni retaggio che possa sembrare meccanicistico o statico vien meno, sviluppando piuttosto una visione, che oggi potremmo definire olistica, cio rivolta al tutto-da-comprendere, o almeno organicista.Per Schelling la natura fa parte della realt Tutta che ricomprende luomo in tutte le sue manifestazioni e possibilit conoscitive; in definitiva una specie di intelligenza immatura, che mediante luomo, giunge fino a toccare lo spirito.Meccanismo e finalitPer Schelling spirito e natura, conscio e inconscio, libert e necessit, ideale e reale, non sono contrapposti, ma contigui e connessi senza con-fondersi: luna polarit presuppone laltra, dandosi ragion dessere proprio da essa.Non vi pu essere, infatti, un sistema che funzioni senza lapporto dellinsieme che lo compone. Es.: la pianta che si nutre delle sostanze della terra, dellacqua e dellaria, usufruendo della luce solare, lo pu fare perch intrinsecamente predisposta a questo, strutturata previamente per poterlo fare.La filosofia trascendentale: storia e memoria dellautocoscienzaPer Schelling la costruzione della coscienza un percorso trascendentale, un far affiorare dalla memoria e dellinconscio tutto ci che diventa via via conoscenza della realt.Lio si innalza progressivamente dalla sensazione alla riflessione, e dalla riflessione alla volont.Il cammino di dipana in salita attraverso tappe che si declinano sulla via ardua della riflessione teoretica che riporta alla necessit e la riflessione pratica che porta alla libert, alla co