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1 DALL’IDEA AL PROGETTO CORSO IN PROGETTAZIONE COMUNITARIA A CURA DI: GIANLUCA COPPOLA dott. Commercialista – Revisore Contabile esperto di progettazione europea it.linkedin.com/pub/gianluca-coppola/58/4b3/402/ GIANLUCA COPPOLA

DALL’IDEA AL PROGETTO - WordPress.com...2017/01/05  · raggiungere e il come. In questo modo sarà più chiaro ciò che si intende realizzare in un periodo medio-lungo e con quale

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DALL’IDEA

AL

PROGETTO

CORSO IN

PROGETTAZIONE

COMUNITARIA

A CURA DI:

GIANLUCA COPPOLA

dott. Commercialista – Revisore Contabile

esperto di progettazione europea

it.linkedin.com/pub/gianluca-coppola/58/4b3/402/

GIANLUCA COPPOLA

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Questo manuale ha l’obiettivo primario di promuovere la progettualità e le competenze progettuali,

consapevole di come, attraverso una buona capacità progettuale, si possa consentire ai futuri

europrogettisti di giocare d’anticipo rispetto agli eventi e quindi gestire con più strumenti gli

imprevisti e gli incidenti di percorso. In tal modo sarà possibile dare un futuro più certo ai risultati

attesi dal progetto e poter considerare con più attenzione e precisione le risorse economiche, umane,

territoriali, politiche fruibili per realizzare il progetto.

La versione del presente manuale è stata specificamente riadattata in base ai livelli 1, 2 e 3 dei corsi

di Europrogettazione ANCE (Associazione Nazionale Costruttori Edili) ed erogati in virtù

dell’Intesa ANCE-MISE (Ministero dello Sviluppo Economico)

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Sommario

INTRODUZIONE .............................................................................................................. 5

1. IL PROCESSO PROGETTUALE ..................................................................................... 6

1.1. Definizione delle premesse e del cambiamento atteso ............................................................ 7

1.2. La ricerca dei dati e la definizione delle finalità e degli obiettivi ................................................ 8

1.3. Progetti in partnership ............................................................................................ 10

1.4. La pianificazione e la gestione economico-finanziaria ripetizione ............................................. 12

1.5. Come si struttura e si gestisce un’Analisi del rischio (risk and contingency plan) ............................ 15

2. BANDI E FORMULARI ............................................................................................. 16

2.1 Dalla progettazione alla risposta ai bandi ........................................................................ 16

2.2 I vincoli di cui tener conto ........................................................................................ 20

2.3 I “Funding Scheme” tipici dei programmi di ricerca e innovazione ........................................... 23

2.4 Nei panni di chi valuterà e la “trappola formulario” ............................................................ 25

3. QUALE STRATEGIA ADOTTARE IN CASO DI PERDITA O PRIMA BOCCIATURA SU UN SINGOLO

BANDO O PROGRAMMA ................................................................................................. 28

4. PREPARARE UN PROGETTO – I DOCUMENTI PRELIMINARI ............................................. 30

4.1 Il Concept paper, le lettere di supporto (LOS) e di intenti (LOI) ............................................... 30

4.2 Come presentare la Capacità tecnica e finanziaria nel caso in cui il bando lo richieda ....................... 33

4.3 Dalla registrazione al PIC ........................................................................................ 34

4.4 Come espletare le procedure di certificazione delle spese, se richiesto dal bando ............................ 35

5. ASPETTI CONTRATTUALI ........................................................................................ 38

5.1 La responsabilità del Coordinatore .............................................................................. 38

5.2 Il contratto con la Commissione ................................................................................. 42

5.3 I contratti collegati ................................................................................................ 43

6. COME SI GESTISCE UN PROGETTO APPROVATO ........................................................... 48

6.1 Come si modifica il budget durante la vita del progetto ........................................................ 52

6.2 Come si gestisce la modifica di un partner / coordinatore ...................................................... 53

6.3 Come si prepara un piano di Disseminaton e di Exploitation strategy ......................................... 54

6.4 Come si gestisce la proprietà intellettuale dei risultati .......................................................... 59

6.5 Come si gestiscono i problemi di confidenzialità e di sicurezza delle informazioni (Confidentiality and Data

safety)……………. ....................................................................................................... 60

7 COME SI GESTISCE LA RENDICONTAZIONE FINANZIARIA .................................................... 62

7.1 Costi ammissibili ................................................................................................. 62

7.2 Costi per il personale ............................................................................................. 65

7.3 Costi di soggiorno ................................................................................................ 66

7.4 Costi di viaggio ................................................................................................... 67

7.5 Costi per le attrezzature........................................................................................... 68

7.6 Costi di subappalto................................................................................................ 68

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7.7 Altri costi .......................................................................................................... 69

7.8 Riepilogo della documentazione per voce di costo ............................................................. 71

7.9 Alcuni utili consigli ............................................................................................... 72

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INTRODUZIONE

Questo manuale ha l’obiettivo primario di promuovere la progettualità e le competenze progettuali,

consapevole di come, attraverso una buona capacità progettuale, si possa consentire ai futuri

europrogettisti di giocare d’anticipo rispetto agli eventi e quindi gestire con più strumenti gli

imprevisti e gli incidenti di percorso. In tal modo sarà possibile dare un futuro più certo ai risultati

attesi dal progetto e poter considerare con più attenzione e precisione le risorse economiche, umane,

territoriali, politiche fruibili per realizzare il progetto.

Dare “scientificità” al proprio modo di lavorare per progetti significa sviluppare il processo di

esplicitazione del proprio pensiero e delle teorie, di rendere chiare e definite le metodologie di

lavoro e dotarsi di strumenti per facilitare il raggiungimento degli obiettivi. Tale lavoro offrirà ai

lettori le teorie, metodologie, strumenti per ridurre le logiche “d’approssimazione” e di casualità e

implementare quelle della “precisione” e della “sistematicità” al fine di proporre proposte

progettuali in gradi di aspirare al finanziamento comunitario.

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1. IL PROCESSO PROGETTUALE

In questo capitolo verrà affrontato il processo di progettazione evidenziando i passaggi logici

necessari al raggiungimento dei risultati prefissati.

In linea generale potremmo dire che il processo di progettazione è composto da queste fasi:

• Definizione delle premesse

• Definizione del cambiamento atteso

• Ricerca dei dati ed analisi dei bisogni

• Definizione delle finalità e degli obiettivi

• Pianificazione del lavoro

• Pianificazione finanziaria

• Valutazione

• Rendicontazione economica

Bisogna aver chiaro che la progettazione di un intervento si struttura come un complesso processo

in continua evoluzione. Ogni elemento, che compone il processo globale, è legato agli altri in un

costante scambio che provoca continue modifiche e quindi necessita di frequenti verifiche. Non è

possibile pensare a questo come la somma delle diverse tappe, di una sequenza pensata come di tipo

“causale”, ma come un sistema in continuo scambio.

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1.1. Definizione delle premesse e del cambiamento atteso

L’esplicitazione del sistema di premesse, del quadro valoriale e politico a cui si fa riferimento è il

primo passo da compiere nello sviluppo di un processo di progettazione. Occorre che siano chiari i

presupposti che determineranno le azioni e la metodologia di lavoro. Definire le premesse è

necessario per la verifica ed è un atto di trasparenza verso i soggetti che si intende coinvolgere nella

rete e verso i fruitori del progetto.

Modi differenti di leggere la realtà ed i significati che si attribuiscono alla stessa portano a

conoscenze, ad ipotesi differenti, a modalità operative talvolta contrastanti; è quindi di

fondamentale importanza esplicitarle e condividerle con chi parteciperà al progetto. Definire e

ridefinire le premesse consente lo sviluppo del processo di cambiamento; come in ogni campo

dell’esperienza umana non è possibile cambiare ciò che non si conosce. Senza tale consapevolezza

si rischia di compiere azioni operative incongrue o addirittura dannose per il processo di

trasformazione, senza peraltro capire “come mai”.

Le idee progettuali non nascono dal nulla, ma dalla storia che di giorno in giorno i volontari delle

organizzazioni, singolarmente e/o in gruppo, costruiscono all’interno di una prospettiva di crescita e

di società. Lavorare in modo coerente significa calare in una dimensione storica ed

esperienziale il nostro agire. Stringere il nostro operato con legami saldi al tempo, al luogo e alla

comunità in cui siamo. Viceversa si rischia di ideare e scrivere progetti “belli” ma “surreali”.

La definizione dell’idea progettuale nasce spesso dal riuscire a visualizzare e intrecciare risorse ed

energie umane, relazionali, economiche che fino a quel momento erano rimaste sopite e nascoste

con i desideri di cambiamento. Il passaggio importante da compiere è allora esplicitare, con criticità

di lettura, le caratteristiche del tempo e della comunità in cui agiamo. In questo senso tutto il lavoro

deve assumere come riferimento privilegiato la vita quotidiana e deve procedere nel senso di

ricercare i significati che in essa si sviluppano. I nostri progetti vengono pensati e realizzati

all’interno di “contesti reali” di vita.

A questo punto diventa necessario definire qual è la situazione che vogliamo modificare e verso

cosa desidereremmo farla evolvere, maturare e/o modificare. Operativamente si tratta di descrivere

il problema e la situazione raccontandone le peculiarità, la fonte da cui sono generati, il come si

manifestano sul territorio, quali sono le ipotesi di cambiamento.

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In questa fase spesso si parla di percezione soggettiva del problema poiché i dati che si hanno a

disposizione per formulare questa lettura sono dati disordinati, parziali e non organizzati e si basano

su sensazioni.

1.2. La ricerca dei dati e la definizione delle finalità e degli obiettivi

Dalla definizione del problema si cominciano a profilare le prime finalità che si intendono

raggiungere. A questo punto è bene cominciare a raccogliere e sistematizzare una serie di

informazioni e di dati sia di tipo qualitativo sia quantitativo che possano essere utili per dare

oggettività alla nostra lettura del problema.

Le informazioni e i dati potranno riguardare:

• lo scenario politico locale in cui si intende agire

• le realtà che potrebbero essere coinvolte

• le criticità che potrebbero mettere a repentaglio la riuscita del progetto

• dati specifici per fare una corretta analisi del bisogno

• le risorse a disposizione (umane, economiche, strumentali) o da trovare

È fondamentale, durante l’individuazione e la ricerca delle informazioni, definire tutti i dati

necessari per la costruzione dell’ipotesi progettuale e per la sua futura realizzazione, cercando di

capire quali dati servono subito, mentre si scrive il progetto, e quali potranno essere ricercati in fase

di attuazione.

Una fase fondamentale è quella concernente l’analisi dei bisogni dei target del progetto, che

rappresenta un elemento cruciale della progettazione. Infatti, è il momento in cui attraverso la

lettura dei dati “oggettivi” cercati, si conferma o smentisce la percezione che si ha del problema e/o

della situazione che si desidera modificare. Tale attività conoscitiva permette di comprendere

meglio il fenomeno e di orientare così, in modo coerente, gli interventi e le azioni del progetto.

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Dati

necessari

A

disposizione

Dati non a

disposizione

Necessari per

progettazione

Da ricercare

durante

progettazione

Dove

cercarli

Come

Dopo tali passaggi è possibile definire con una certa precisione le finalità generali e gli obiettivi del

progetto. Prima di fare questo è importante che il soggetto formuli una dichiarazione della sua

mission. Per mission intendiamo un enunciato che definisca la ragion d’essere dell’azione

progettuale, la sua identità, i suoi scopi e la sua unicità. Ciò potrebbe sembrare superfluo, in quanto

generalmente si ritiene che il progettista sia consapevole degli scopi statutari del progetto stesso.

Spesso però il trascorrere e il mutare del tempo possono far perdere il senso della direzione

originaria con il rischio di elaborare progetti non coerenti con gli scopi iniziali e dunque non legati a

una strategia complessiva di lungo periodo.

La dichiarazione della vision e dei suoi valori indica le mete strategiche che si intendono

raggiungere e il come. In questo modo sarà più chiaro ciò che si intende realizzare in un periodo

medio-lungo e con quale stile.

Le finalità sono da intendersi come gli scopi di lungo periodo che l’organizzazione vuole realizzare,

attraverso il progetto. La definizione delle finalità permette quindi una prima identificazione dei

destinatari e lo stile dell’intervento nonché la metodologia operativa.

A ciascuna finalità possono essere sposati uno o più obiettivi generali. A ciascun obiettivo generale

potrà essere collegato uno o più obiettivi specifici.

La logica è quella delle “scatole cinesi”: più si scende nello specifico, più gli elementi verranno

definiti con maggiore precisione.

Gli obiettivi dovranno essere:

• chiari e comprensibili

• misurabili (specialmente quelli specifici)

• realizzabili in un tempo determinato

• verificabili

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1.3. Progetti in partnership

E’ estremamente raro che un’unica organizzazione abbia a disposizione tutte le risorse (umane,

tecniche, finanziarie ecc.) per eseguire un progetto nel modo più efficace ed efficiente, questo è uno

dei principali motivi per cui è ragionevole adottare sin dall’inizio un’ottica di rete; in tal modo

eventuali problematiche con gli stakeholder possono risultare alleggerite permettendo anche una più

ampia distribuzione del rischio. E’ necessario, quindi che si ragioni in ottica di coalizione dal

momento che in tal modo si risponde all’esigenza di rimediare all’insufficienza di risorse,

guadagnare tempo, migliorare la qualità dei risultati progettuali e mettere insieme competenze

specifiche da parte di diversi attori.

Le ragioni per adottare un’ottica di rete sono basate essenzialmente su due criteri:

1. dipendenza dalle risorse

2. vantaggio collaborativo

Il primo è giustificato dalla maggiore capacità ad ottenere potere e accesso a risorse chiave, il

secondo si ispira a fattori relazionali in cui lo scambio crea valore aggiunto, raggiunto

collettivamente, la collaborazione non è vista come protezione di interessi individuali bensì come il

raggiungimento di un vantaggio collaborativo attraverso sinergie. Fiducia reciproca, comunicazione

aperta e impegno congiunto rivestono un’importanza fondamentale.

Per la costruzione di un partenariato è necessario attivare un processo strategico che prescinda dalla

specificità di ogni singolo progetto e che:

1. comprenda le necessità implicite nella progettazione

2. definisca le risorse e le capacità mancanti

3. identifichi appropriati partner per poi negoziare e concludere l’accordo.

Al project manager incombe l’onere di:

• rendere conto formalmente al promotore delle necessità implicite nella progettazione

• proporre possibili partner

• negoziare proposte diverse da parte del promotore o degli stakeholder

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• vendere il progetto ai potenziali partner

• concludere formalmente il partenariato

• tenere aggiornato il repertorio dei potenziali partner.

In tale fase organizzativa è opportuno considerare le dimensioni della collaborazione, ovvero il

numero di partecipanti, la durata, l’ampiezza delle attività comprese nella collaborazione,

l’intensità, la distribuzione delle responsabilità/potere decisionale, il livello di condivisione di

strutture e risorse e la forma giuridica.

Riconoscere le differenze tra i partner è un passo indispensabile per un buon processo di

collaborazione. E’ fondamentale che tutti gli attori coinvolti siano informati sul perché e come la

collaborazione sia nell’interesse dei vari partner. Esplicitare gli obiettivi condivisi dai partner è

fondamentale per

• conferire un senso di identità al gruppo di lavoro

• chiarire i meccanismi relazionali

• definire ordini di grandezza e perimetro delle attività

• stabilire procedure di controllo condivise

• preparare il terreno a una buona comunicazione

Si devono considerare, inoltre, sia i fattori fisici, quali la prossimità, differenze fuso orario,

tecnologie utilizzate, dimensione del gruppo di lavoro e tipo attività effettuate, sia i fattori sociali,

ovvero presenza (fisica o virtuale), comunicazione implicita, fiducia e differenze culturali.

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1.4. La pianificazione e la gestione economico-finanziaria ripetizione

Chiarite le condizioni e le potenzialità progettuali, definite le finalità, gli obiettivi generali e

specifici, occorre ora individuare le azioni graduali e necessarie da compiere per conseguirli.

Si identificano così delle fasi di lavoro che possono comprendere una o più azioni da realizzare in

un tempo determinato. A ciascuna azione vanno abbinate le risorse umane, di competenza,

economiche, strumentali necessarie per la realizzazione dell’azione stessa. Nella fase di

pianificazione si deve prevedere l’inizio, la durata e la fine di ogni azione e quanto tempo

impegnerà le persona coinvolte nel progetto.

La variabile tempo, nella fasi di pianificazione e successivamente di realizzazione, è fondamentale;

spesso non viene considerata ed è causa di molti fallimenti. Esiste, nel processo di maturazione e

cambiamento, una gradualità sequenziale e una opportunità temporale per compiere i passi

necessari.

Per programmare le azioni è possibile utilizzare il diagramma di Gantt che consente di dare una

rappresentazione grafico temporale della sequenza delle azioni.

Il Diagramma di Gantt consente di:

• Definire la programmazione di un progetto immettendo le azioni e la relativa durata;

• Impostare relazioni sequenziali fra le azioni, in modo da controllare gli effetti della modifica

della durata di un’attività sulle date di inizio e fine di altre attività e sulla data di fine del

progetto;

• Assegnare personale e altre risorse alle azioni;

• Verificare lo stato di avanzamento dei lavori confrontando le date programmate con le date

effettive di inizio e fine e controllando la percentuale di completamento di ogni attività.

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La realizzazione di un progetto prevede l’impiego di risorse oltre che umane e strumentali anche

economiche. Nella fase di pianificazione, attraverso un’operazione analitica, si va ad attribuire un

costo a ciascuna azione; al termine di ciò è bene ricomporre i costi in un quadro unitario e sintetico.

Il budget è uno strumento che definisce l’esatto ammontare delle risorse da destinare a ciascuna

attività nella realizzazione degli obiettivi di programma e specificando, nel contempo, il piano

operativo da concretizzarsi in un determinato ambito temporale. Oltre ad avere valenza strettamente

economico revisionale il budget rappresenta un parametro di confronto rispetto al quale valutare i

risultati effettivamente conseguiti. Il budget richiede in primo luogo una stima delle risorse

disponibili e una stima accurata e realistica delle entrate.

Successivamente una stima delle risorse da impiegare, una stima accurata e aggiornata dei costi

(Costi = quantità fisica per costo unitario). Possiamo distinguere i costi in:

1. Costi variabili: variano nel loro ammontare complessivo in modo proporzionale alla

variazione del volume di attività

2. Costi fissi: non variano in funzione al volume di attività

Esiste poi una possibile divisione tra:

1. Costi specifici: presentano una relazione diretta ed immediata all’oggetto di calcolo e di

riferimento, risultano direttamente ad esse attribuibili

2. Costi comuni: presentano una relazione indiretta con l’oggetto di calcolo, risultano ad essi

attribuibili solo attraverso l’impiego di opportune basi di ripartizione.

Un’attività di controllo periodico aiuta a verificare se il piano predisposto è rispettato, se occorre

introdurre dei cambiamenti, se vi sono dei problemi e quali sono le eventuali alternative. Il budget e

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una regolare attività di controllo orientano il lavoro e possono aiutare a prendere delle scelte, delle

decisioni.

A tal fine si può costruire un semplice file con un foglio di calcolo, oppure utilizzare per progetti di

particolare complessità alcuni programmi di contabilità ad hoc predisposti.

I progetti che ricevono un finanziamento pubblico, solitamente, prevedono la rendicontazione

economica.

La rendicontazione è la raccolta, l’organizzazione e la presentazione dei documenti a valenza fiscale

(pezze giustificative) delle spese sostenute. La rendicontazione economica deve essere

accompagnata da una relazione di gestione del progetto affinché con la massima trasparenza si

descrivano gli esiti, le congruenze tra azioni e costi sostenuti, si giustifichino eventuali scostamenti

che si possono notare tra il bilancio preventivo e quello consuntivo.

È strategico produrre una rendicontazione che sia il più chiara e leggibile possibile, nella quale chi

verifica possa muoversi con disinvoltura e conservare il costante orientamento rispetto alle spese e

alle modalità di gestione intrattenute.

Sin dalla sua attivazione il processo progettuale si svolge parallelamente ad almeno un altro

processo: quello valutativo.

Possiamo intendere la valutazione come un processo di conoscenza rivolto a formulare un giudizio.

Questo passaggio cognitivo dovrà essere praticato intenzionalmente ed esplicitato chiaramente se si

vorrà governare il progetto. La valutazione si basa, dunque, su un’attività di comparazione tra ciò

che è stato dichiarato nel progetto e ciò che viene realizzato e sulla costruzione di parametri

attraverso cui andare a misurare, verificare, qualificare, descrivere la realtà.

È bene che anche la fase di valutazione venga realizzata dall’intera équipe al fine di

considerare i diversi profili del progetto: finanziario, amministrativo, etico – valoriale; la

valutazione, provando a codificare almeno tre momenti, può essere realizzata:

• prima : ossia prima di attivare il progetto provando a capire l’impatto dello stesso e se vi

sono le condizioni organizzative, politiche, economiche per sostenerlo ;

• durante: ossia volta a controllare che il progetto si concretizzi nel rispetto di ciò che era

stato previsto e a programmare eventuali passaggi correttivi;

• dopo: come operazione di rilettura dell’intero intervento e la verifica del raggiungimento

degli obiettivi e dei risultati dichiarati nel progetto.

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La valutazione, se condivisa, diventa una preziosa occasione di scambio, una riflessione che

conduce alla crescita dell’organizzazione, degli operatori, dei volontari e dell’intervento messo in

essere.

1.5. Come si struttura e si gestisce un’Analisi del rischio (risk and contingency plan)

Nell’ambito della progettazione, il rischio può essere definito come <<..un evento che può mettere

in pericolo (tutto o in parte) la riuscita del progetto>> ( Nickson e Siddons , 1997) .

La gestione del rischio è un aspetto fondamentale nella pianificazione e sviluppo del progetto e ha

un impatto sulle stime di tempo e gli sforzi necessari per concretizzare il progetto stesso. Questa

attività ha l’obbiettivo di valutare le tipologie di rischio legate al tentativo di ottenere qualcosa (ad

esempio di organizzare una conferenza con un certo numero di invitati e di brochures stampate, a

rischio a causa di ritardi nella pianificazione e dalla mancanza di materiale). I rischi in un progetto

possono essere sia interni - derivanti da fattori intrinsechi al progetto (staff, organizzazione,

infrastrutture di comunicazione, etc.) - ed esterni - derivanti dal contesto o dall’ambiente in cui si

sviluppa il progetto (eventi metereologici, indisponibilità di spazi fisici, guasti, etc.).

L’analisi del rischio in un progetto è generalmente limitata alla valutazione dei possibili ragionevoli

ostacoli che potrebbero presentarsi, e non al rischio in tutte le sue forme ed imprevedibilità.

Ci sono quattro fasi per la gestione del rischio :

• identificazione del rischio - determinare quali rischi sono suscettibili di influenzare il

progetto e documentare le caratteristiche di ciascuna

• valutazione di impatto – valutare ciascun rischio in relazione al progetto e al potenziale

impatto che potrebbe avere sul progetto stesso.

• sviluppo di piani di contingenza per avere un margine di correzione di riserva ai fini di

ridurre l'impatto dei rischi più probabili e garantire che questi piani siano attuati in caso di

necessità ;

• garantire che i rischi siano tenuti sotto controllo e che i piani siano sviluppati per

introdurre tempestivamente le eventuali modifiche, a seconda del tipo o della probabilità di

impatto negativo .

Nell’ambito della gestione del rischio e nell’obbiettivo di garantire continuità al progetto, si

utilizzano spesso dei “piani di contingenza” (Contingency plans), strumenti che indicano cosa fare

nel caso in cui si verifichino eventi non pianificati . I punti chiave della pianificazione di

emergenza/contingenza possono essere riassunti come segue:

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� Considerare le fasi o le attività del progetto in cui possono concentrarsi risorse in eccesso o

supplementari alle quali si potrebbe fare ricorso in caso di emergenza

� Identificare in anticipo quelle scadenze che , se non rispettate, potrebbero avere serie

ripercussioni sui piani di progetto (ad esempio l’ottenimento di un’approvazione finanziaria

da un comitato che si riunisce solo una volta ogni sei settimane).

� Conoscere molto bene il proprio progetto, sondarne tutti i suoi punti deboli e identificare

quei luoghi dove ci sono debolezze che solo l’ideatore/coordinatore conosce.

� Tenere bene informati sui progressi tutti i soggetti coinvolti nel progetto, in modo che i

problemi possano essere affrontati prima che arrivino a causare troppe interruzioni .

� Imparare dall'esperienza - a volte i picchi imprevedibili di attività e fasi di scarso lavoro

seguono un modello, la difficoltà sta solo nel riconoscere questa ciclicità

2. BANDI E FORMULARI

2.1 Dalla progettazione alla risposta ai bandi

Pensare in modo progettuale e scrivere progetti rispondendo ai bandi sono due modi di procedere in

contrapposizione tra loro? Teoricamente no; anzi, come vedremo, il secondo è la logica

conseguenza del primo. Abbiamo visto che il progetto è l’esito di un processo progettuale che

contempla un’insieme di azioni, riflessioni, verifiche che conducono da un’idea alla sua

realizzazione sino alla valutazione. Nel corso di questi ultimi anni le varie organizzazioni ed altri

soggetti sono stati sempre più sollecitati a scrivere progetti per ottenere finanziamenti attraverso i

bandi. Molti di questi, però, hanno supposto di lavorare per progetti solo per il fatto che sapevano

scrivere dei progetti, li sapevano “presentare” e riuscivano anche ad ottenere i finanziamenti

dimenticando però la parte più importante: il percorso di costruzione del progetto. Il progetto scritto

è solo una parte dell’intero processo: una parte limitata ed incompleta che va costantemente

aggiornata e verificata.

A questa percezione distorta ha contribuito in modo sostanziale la modalità del “bando”. Il sistema

dei bandi progettuali ha avuto sicuramente molti meriti e vantaggi:

1. ha permesso di dare dei criteri omogenei per la presentazione e la selezione dei progetti

2. ha introdotto alcuni concetti fondamentali per innovare i processi progettuali

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3. ha facilitato la connessione tra la parte economica e quella contenutistica

Ma l’introduzione di questa modalità e lo sviluppo dei formulari hanno, nel contempo, promosso

una logica che potremmo definire di “pigrizia progettuale”. Sostanzialmente si è passati da un

processo di “idea - progetto - compilazione del formulario” ad uno di “lettura di un bando -

compilazione di un formulario”.

La pura compilazione di un formulario, senza che alle spalle vi siano dei progetti dettagliati e

ragionati, rischia di non far percepire la complessità del processo e degli elementi che lo

compongono, rischia cioè di semplificare in maniera riduttiva tutto il processo.

Molto spesso uno dei più grandi deterrenti di fronte alla progettazione su bando è proprio la quantità

di fogli scritti che una persona si trova davanti: delibere quadro che definiscono le linee politiche

generali, delibere specifiche attuative, i bandi veri e propri, i formulari da riempire, le guide, gli

allegati e tanti allegati necessari per la compilazione. In alcuni casi è possibile arrivare a diverse

centinaia di pagine, ma anche nei casi più semplici dobbiamo far fronte ad alcune decine di fogli

scritti.

Il secondo problema che si incontra è il modo in cui i contenuti sono espressi (spesso con un

linguaggio legislativo e tecnico di settore), come sono elaborati graficamente sui fogli di carta o

all’interno dei siti. Infatti, chi scrive un bando segue un proprio schema logico rispetto alla

sequenza degli argomenti e dei temi trattati e questa logica oltre che differire da bando a bando è

spesso diversa da quella di chi li legge. Il problema è quindi di orientamento da una parte e di

ordine logico dall’altra. Ovvero, bisogna dotarsi di una bussola mentale per orientarsi tra le “fitte

selve” create dalle parole, e nel contempo, si deve imparare a scegliere la sequenza logica con cui

cercare e riorganizzare le informazioni. Bisogna, infine, fare attenzione anche alle traduzioni dei

bandi nelle varie lingue europee: le versioni in lingua nazionale sono utili per accedere velocemente

alle informazioni, ma la versione in inglese è quella ufficiale, per cui in caso di piccole discrepanze

bisogna attenersi all’originale.

Lavoreremo ora sulla sequenza con cui cercare le informazioni, sapendo che in molti casi una

informazione è discriminante per quella successiva; anzi in molti casi, come vedremo, una

informazione può determinare l’interruzione della lettura del bando stesso.

La prima informazione da cercare è proprio la scadenza del bando. Sembra banale e ovvio, ma

non è così; spesso si viene a conoscenza di bandi, in prossimità o addirittura dopo la scadenza dello

stesso. Capita, alle volte, di leggere interamente il bando e scoprire solo alla fine (di solito la data di

scadenza non è mai all’inizio degli scritti) che in realtà è stata una fatica inutile.

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Diversi sono gli elementi che possiamo ricercare in merito alla scadenza. Ovviamente se il bando

non è già scaduto dobbiamo capire quanto tempo abbiamo per compiere tutte le azioni connesse a

quella domanda.

Ma non basta, perché possiamo anche cercare di capire (nel bando stesso o in testi ad esso correlati)

se vi sono altre possibili scadenze; esistono infatti alcuni bandi detti “aperti”, ovvero bandi che

hanno, oltre ad una scadenza specifica, anche periodi di presentazione ripetuti nel tempo. Inoltre,

dobbiamo capire se il bando considerato ha una cadenza di uscita regolare e predefinita. Essa può

variare o può non essere definita in modo preciso. Anche se siamo in ritardo per la scadenza

imminente possiamo già iniziare ad avviare il processo per la scadenza successiva, superando, di

fatto, la pessima abitudine di fare sempre le cose all’ultimo minuto.

Dobbiamo infine cercare di essere sempre informati sul bando che ci interessa; talvolta ci sono

proroghe sulle scadenze di alcuni bandi o la creazione di progetti ponte, un modo per recuperare

soldi già stanziati per quella specifica azione o area di intervento ma non spesi.

La seconda informazione fondamentale è l’eleggibilità dei soggetti proponenti: i bandi

indicano quali sono gli organismi, pubblici o privati, che possono partecipare: verifichiamo

subito la nostra ammissibilità.

All’interno dei progetti è possibile operare rivestendo ruoli organizzativi diversi; di seguito

riportiamo la terminologia più usata all’interno della progettazione in ambito europeo:

Promotore: il soggetto che promuove, coordina, tiene le fila anche amministrative del progetto

Attuatore: colui che realizza le azioni o alcune di esse.

Partner: soggetti che collaborano o partecipano ad alcune azioni senza che queste da sole siano

determinanti nella realizzazione del progetto complessivo.

I partner possono essere attivi, ovvero svolgere delle azioni, o passivi, ovvero essere coloro che

svolgono alcune azioni specifiche. In alcuni casi promotore e attuatore possono coincidere; in

alcuni bandi devono essere obbligatoriamente diversi. Ad esempio alcuni bandi prevedono che il

promotore sia un Ente Pubblico che, a sua volta, identifica sul territorio enti del terzo settore come

enti attuatori delle azioni.

In questa fase, quindi, dobbiamo vedere cosa prevede il bando rispetto ai soggetti che possono

presentare il progetto e quali requisiti devono avere in merito alla forma giuridica.

Infine dobbiamo collocare questa analisi all’interno di una riflessione più ampia; in alcuni casi

troviamo un bando a cui non possiamo partecipare direttamente, ma che possiamo proporre ad altri

enti, collaborando con essi per la presentazione e realizzazione.

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Accertato che possiamo partecipare al bando e che siamo ancora in tempo per presentarlo,

dobbiamo prestare ancora attenzione ad alcune cose importanti.

Ogni bando definisce delle priorità di attenzione o delle linee esclusive e degli strumenti

attuativi realizzabili. Ovvero un bando può definire che i progetti debbano occuparsi di un certo

problema o che possono essere finanziati solo certi tipi di intervento o certi servizi.

Questa analisi ci serve per capire se la nostra idea progettuale può trovare una collocazione o se

questo non è il bando adatto, consentendoci così di decidere se procedere nel lavoro o se tralasciare.

Infine non ci resta che cercare le informazioni relative ai destinatari. Dobbiamo cioè cercare se

nel bando ci sono vincoli particolari rispetto ai destinatari del progetto, sapendo che esistono a

grandi linee due possibili tipologie: i destinatari finali, anche detti beneficiari, e i destinatari

intermedi. I beneficiari sono i soggetti cui è destinato il progetto, il gruppo target, cioè coloro che

hanno la priorità assoluta rispetto a qualsiasi azione posta in essere; i destinatari intermedi sono quei

soggetti che compiono azioni nei confronti dei beneficiari e che a loro volta sono destinatari di

qualche azione progettuale.

20

2.2 I vincoli di cui tener conto

Ogni bando pone dei vincoli, mette dei limiti a ciò che è possibile chiedere e alle modalità di

realizzazione del progetto stesso. Proviamo ora ad analizzarli. Possiamo dire che i vincoli

economici sono di varia natura, alcuni relativi all’insieme dei progetti finanziabili ed altri specifici

per la realizzazione del singolo progetto.

Quasi tutti i bandi definiscono in modo chiaro l’ammontare complessivo delle risorse economiche a

disposizione per il finanziamento dei progetti che verranno ritenuti ammissibili; in molti casi

vengono anche evidenziate le suddivisioni interne al budget complessivo.

La divisione può essere inoltre relativa alle aree territoriali. In altri casi, in modo aggiuntivo ai

criteri territoriali o in modo unico, la suddivisione può essere fatta per tipologie di intervento o di

enti che vi possono partecipare. Ma perché dobbiamo perderci in mezzo ad una quantità di numeri e

cifre non sempre facilmente comprensibili?

In primo luogo la lettura di questo dato ci consente di capire l’entità delle disponibilità finanziarie e

di conseguenza avere una prima idea sull’orientamento, da parte dell’ente erogatore, verso quel tipo

di area progettuale. Ma questo dato assume una rilevanza cruciale soprattutto se associato ad un

altro dato: la quota massima richiedibile per ogni singolo progetto. Nella quasi totalità dei casi il

bando prevede una cifra massima richiedibile e quindi finanziabile per il progetto. La cifra totale a

disposizione divisa la quota massima richiedibile ci permette di capire quanti progetti, nella ipotesi

in cui tutte le domande chiedessero il massimo, potrebbero essere finanziati.

In base all’esperienza ed ad alcuni calcoli statistici, sulla media tra chi chiede il massimo e chi

chiede cifre inferiori, possiamo ipotizzare il numero dei progetti potenzialmente finanziabili. Da

questo esempio si capisce il perché dell’importanza di questo calcolo, apparentemente un po’

laborioso: tale calcolo ci consente di valutare se è opportuno presentare un progetto in un bando

aperto a tutta l’Italia che prevedibilmente finanzierà al massimo, ad esempio, 20 progetti.

Fatto questo calcolo preliminare è possibile analizzare i vincoli economici interni al progetto. Quasi

tutti i bandi prevedono, anche se con livelli di dettaglio molto diversi tra loro, dei vincoli rispetto ai

costi massimi ammissibili per le singole voci di costo. Si va dal massimo dettaglio degli FSE alla

definizione di alcuni parametri generali di alcuni bandi; ad esempio vi possono essere dei limiti

rispetto al costo di certe prestazioni, alcune tipologie di spesa non possono superare una data

percentuale (es: i costi di progettazione non possono essere superiori al 5% del costo complessivo

21

del progetto), certe spese sono riconoscibili solo a certe condizioni e così via, mentre alcuni costi

possono non essere del tutto riconosciuti (es: acquisto di strumentazione informatica/didattica o

ristrutturazione di immobili). E’ importante andare a verificare questi vincoli prima di iniziare a

scrivere nel dettaglio il progetto perché alcuni parametri potrebbero non essere congruenti con la

nostra idea progettuale. Spesso ad esempio uno dei vincoli è relativo alle spese per acquisto, affitto

e ristrutturazione di beni immobili; se la nostra idea è di ristrutturare un immobile per realizzarvi un

servizio, quel bando non sarà adatto e sarebbe quindi inutile proseguire nel lavoro di progettazione.

Infine altro elemento, oramai presente nella quasi totalità dei bandi, è il “cofinanziamento”.

La voce cofinanziamento, introdotta molti anni fa dai progetti europei ed ora presente anche in

alcuni bandi di privati e di fondazioni, ha una sua logica precisa: l’ente finanzia il progetto a patto

che il soggetto che lo realizza investa risorse proprie, economiche ed umane. La percentuale di

cofinanziamento richiesto varia molto da bando a bando, a partire dalla tipologia di azione

finanziabile e dalla collocazione territoriale del progetto: si va ad esempio dal 75% di alcuni bandi

di formazione rivolti ai dipendenti delle imprese al 10% di alcuni bandi rivolti esclusivamente alle

organizzazioni di volontariato.

La quota di cofinanziamento può essere composta da varie voci di costo del progetto, quali ad

esempio il costo dei dipendenti coinvolti nel progetto, il costo presunto derivante dall’uso di proprie

strutture e risorse, da risorse finanziarie proprie o di altri enti partner del progetto, da elargizioni

destinate a tale scopo da parte di sponsor privati e molte altre ancora.

Ma i vincoli economici non sono gli unici. Dobbiamo anche analizzare quali vincoli temporali

sono posti dal bando.

La durata massima del progetto è il primo elemento che dobbiamo identificare; quasi sempre i

bandi definiscono un tempo massimo entro cui il progetto dovrà essere realizzato. Sapere questo

dato ci permette di capire se l’orizzonte temporale che avevamo previsto è coerente con quanto

espresso dal bando e/o se possiamo/dobbiamo ridefinire altri confini, magari attraverso la

scomposizione del progetto in sotto-progetti.

Altro dato da ricercare, anche se non sempre è espresso o è posto in modo chiaro e coerente è la

data entro cui il progetto deve terminare. In alcuni casi la data di fine è in relazione alla effettiva

data di inizio del progetto, coincidente con il momento di stipula dell’atto formale tra l’ente

erogatore e l’ente realizzatore del progetto, mentre in altri la data è indipendente, ovvero è fissata a

priori in un dato momento. Questa seconda modalità è estremamente problematica perché spesso, a

causa dei ritardi burocratici nella approvazione e nella stipula della convenzione, il progetto riesce a

22

partire molto a ridosso della data di scadenza; questo costringe a realizzare in tempi molto

compressi azioni previste in un modo completamente diverso.

Infine esistono altri piccoli vincoli da analizzare.

Il più delle volte il bando prevede specifiche modalità di presentazione, che vanno rispettate,

pena la non ammissibilità del progetto. Tra queste possiamo ricordare l’utilizzo dei formulari

appositamente predisposti e i fac-simili della domanda di presentazione che prevedono la presenza

di alcuni dati specifici. Bisogna poi verificare la data entro cui va presentata la domanda,

controllando bene se viene considerata la data di spedizione o la data di arrivo; in alcuni casi il

progetto deve arrivare entro e non oltre una certa data, indipendentemente dal mezzo con cui la

domanda perviene e dalla data in cui è stata spedita.

Infine vale la pena controllare se sono esplicitamente previste particolari procedure successive

alla approvazione del progetto. Non sappiamo ancora in questa fase se il progetto verrà approvato,

ma vale la pena sapere quali vincoli ci aspettano nel caso di una sua realizzazione.

23

2.3 I “Funding Scheme” tipici dei programmi di ricerca e innovazione

Una nota particolare deve essere dedicata ai programmi di ricerca e innvoazione i quali nei rispettivi

work programme e bandi conseguenti dettagliano, accanto ad ogni tematica, il tipo di schema di

finanziamento da utilizzare nell’implementazione del progetto e il budget relativo. I principali

schemi di finanziamento sono:

1. Progetti Collaborativi (CP)

2. Azioni di Coordinamento e di supporto (CSA)

3. Reti di Eccellenza (NoE).

I Progetti collaborativi devono essere presentati da un partenariato composto almeno da tre

persone giuridiche provenienti da diversi Stati membri o Paesi associati. I progetti devono

sviluppare nuova conoscenza, nuove tecnologie, nuovi prodotti e favorire la coordinazione

scientifica. È inoltre possibile realizzare attività di dimostrazione ed altre attività comuni

direttamente collegate al progetto. Questo schema di finanziamento prevede due tipi di progetti:

a) small or medium – scale focused research actions

b) large scale integrating projects.

Nei primi rientrano progetti di ricerca di piccola o media scala e mirano a individuare un obiettivo

specifico utilizzando un approccio molto focalizzato e caratterizzati da un piano di lavoro generale

fisso. Possono includere, inoltre, anche attività legate all’innovazione con particolare riferimento

alla gestione della conoscenza prodotta e alla protezione della proprietà intellettuale. Il contenuto

consiste in uno dei seguenti argomenti o nella combinazione di entrambi: progetto di ricerca e di

sviluppo tecnologico demandato a generare nuova conoscenza, progetto dimostrativo demandato a

dimostrare le potenzialità economiche di nuove tecnologie che non possono essere direttamente

commercializzate.

Nei secondi rientrano azioni di ampio raggio, che includono un’integrazione di attività riguardanti

questioni multiple e che si propongono di raggiungere un obiettivo definito. Il contenuto consiste in

uno dei seguenti argomenti o nella combinazione di uno dei seguenti punti: ricerca e sviluppo

finalizzati agli obiettivi da raggiungere a livello scientifico e tecnologico e di carattere

multidisciplinare, progetto dimostrativo demandato a dimostrare la potenzialità economica di nuove

tecnologie ma che non possono essere direttamente commercializzate, attività innovative rivolte alla

24

protezione e disseminazione della conoscenza, studi socio-economici sull’impatto di quella

determinata conoscenza, formazione dei ricercatori e di altre figure come manager di ricerca,

dirigenti d’azienda e utilizzatori potenziali delle conoscenze prodotte dal progetto, attività di

“project management activities”.

Le Azioni di Coordinamento e di supporto possono essere di due tipi:

1. Co-ordinating, si tratta di azioni volte a coordinare la ricerca o le politiche di

ricerca attraverso attività di messa in rete, di coordinamento e di

disseminazione. Il partenariato deve essere composto da almeno tre

persone giuridiche provenienti da due diversi Stati membri o Paesi

associati, generalmente le azioni di coordinamento hanno una durata

che varia dai 24 ai 48 mesi.

2. Supporting, si tratta di azioni volte a supportare l’implementazione dei

Programmi Quadro e la preparazione della ricerca e dello sviluppo

europeo per il futuro, a sviluppare sinergie con altre politiche e

incoraggiare la partecipazione delle PMI, delle organizzazioni della

società civile, di piccoli team di ricerca e dei centri di ricerca di

recente costituzione. Le proposte devono essere presentate da una o

più persone giuridiche. La durata può variare da pochi mesi a due

anni.

Per quanto riguarda le Reti di Eccellenza le proposte devono essere presentate da un partenariato

composto almeno da tre persone giuridiche provenienti da diversi Stati membri o Paesi associati. Le

reti devono sviluppare un’integrazione duratura delle attività di ricerca e delle competenze dei

partecipanti, al fine di creare un centro di ricerca europeo virtuale in un campo specifico, attraverso

l’implementazione di un “Programma congiunto di attività”.

25

2.4 Nei panni di chi valuterà e la “trappola formulario”

Quale è l’ultimo passaggio dopo aver accertato che il bando in questione possa avere una certa

attinenza con la nostra idea, che abbiamo tutti i requisiti per parteciparvi e che abbiamo analizzato

attentamente tutti i vincoli ed i limiti posti dal bando in questione?

Dobbiamo capire in base a quali criteri verrà valutato il nostro progetto.

Una prima attenzione generale è proprio quella di non dare nulla per scontato. Troppo spesso

quando si scrive un progetto si dà per scontato un’infinità di cose che si rileveranno poi decisive per

la valutazione dello stesso. Si dovrebbe applicare la stessa regola generale che viene usata quando si

scrive un qualsiasi altro testo: non presupporre che quello che si pensa lo pensino anche gli altri, che

quello di cui si è a conoscenza sia conosciuto anche dagli altri. E sappiamo quanto questo sia

difficile; vuol dire in qualche modo uscire da se stessi per mettersi nei panni di qualcun altro che,

nel caso particolare della valutazione dei progetti, non sappiamo neanche chi sia, che grado di

dimestichezza abbia con quanto stiamo trattando e che orientamenti abbia sul tema in questione.

Spesso una parte del formulario chiede di giustificare il progetto, di evidenziare quali sono gli

elementi che lo rendono necessario. Bisogna allora fornire, per giustificare il nostro progetto, dati

verificabili, letture complesse ed articolate della realtà e dei fenomeni di cui ci si vuole occupare;

bisogna rendere il più chiaro e “dimostrato” possibile il perché della necessità di realizzare

proprio quella idea che abbiamo in mente.

Non esistono delle cose di per sé necessarie o oggettivamente valide.

Solo per fare alcuni esempi: un Centro di Aggregazione può avere un senso in un territorio e averne

nessuno in un altro; un progetto di connessione tra le persone e di trasporto assistito può essere

fondamentale in un contesto rurale con scarsi o difficoltosi sistemi di comunicazione ma non avere

alcuna utilità in ambiente urbanizzato. Sono dettagli che forse ci sfuggono, perché la nostra

rappresentazione del mondo è legata alla nostra storia; si tratta in ogni caso di variabili di cui

bisogna tener conto, poichè rischiano di invalidare il nostro progetto se non siamo stati in grado di

rendere questa rappresentazione comprensibile anche a chi ha una storia diversa dalla nostra.

Un buon modo per verificare quanto il nostro progetto sia effettivamente comprensibile agli occhi

di terzi è quello di farlo leggere ad una terza persona, competente sul tema, ma non direttamente

coinvolta nel processo. È meglio ricevere critiche e giudizi negativi in fase di stesura che in fase di

26

valutazione da parte della commissione; avremmo comunque tempo e modo per migliorare quanto

stiamo facendo.

Oltre a cercare di rendere il nostro progetto comprensibile a chi lo leggerà e lo valuterà dobbiamo

comprendere come, attraverso cioè quali criteri e modalità, verrà valutato il nostro lavoro.

In alcuni casi i criteri di valutazione sono esplicitati in modo dettagliato: nel bando stesso sono

riportate le schede di valutazione del progetto riportando le singole voci che verranno valutate ed i

criteri con i quali verranno attribuiti i punteggi. In altri casi invece vengono definite le aree che

verranno sottoposte a valutazione ed i criteri di massima con cui verranno misurate. In altri casi

ancora vengono definite le priorità e le caratteristiche secondo cui verranno valutati i progetti.

Esistono poi una infinita serie di elementi che diventano fondamentali al fine della valutazione del

progetto. Dobbiamo imparare ad evidenziare, ed in alcuni casi si potrebbe a ragione dire a

“scovare”, elementi che possono fare la differenza nell’approvazione del nostro progetto. Proprio

per questo esiste un ampio dibattito sul tipo di esplicitazione dei criteri e delle modalità di

valutazione nei bandi progettuali. Maggiore è il dettaglio, maggiore è il rischio che i progetti

vengano scritti solo ad arte rispetto ai criteri di valutazione, aumentando la proliferazione di quella

già ampia schiera di progetti scritti solo per ottenere un finanziamento, ma che dietro non hanno

alcuna sostanza. D’altra parte minore è il dettaglio e l’esplicitazione dei criteri, maggiore è il rischio

di valutazione soggettiva da parte dei commissari ed il rischio di eventuali manipolazioni, non

lasciando alcuna possibilità di controllo su quanto è stato fatto in sede di valutazione.

Con tutte queste attenzioni possiamo accingerci all’ultimo compito: stendere la versione finale del

progetto e compilare il formulario.

Il formulario ha una logica finalizzata alla valutazione, da parte di soggetti terzi, del progetto e si

gioca su una raccolta di dati descrittivi sintetici e quantitativi. Dal punto di vista dell’estensore del

bando, che ha anche il compito di valutare le proposte, questo modo di procedere è perfetto e

coerente:

1. permette di indirizzare le risposte su ciò che interessa;

2. permette di omogeneizzare il metodo espositivo rendendo il compito di analisi più veloce e

garantendo la possibilità di comparazione tra i diversi progetti che arrivano;

3. in alcuni casi permette anche di rendere automatiche alcune procedure attraverso

l’informatizzazione del formulario stesso.

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Una logica quindi non necessariamente legata alla comprensione ed alla realizzazione del processo

progettuale nel suo complesso, ma atta ad evidenziare quegli aspetti ritenuti fondamentali da parte

di chi ha istituito quel bando.

Dobbiamo quindi capire se ed in che modo il formulario ci consente di esprimere tutta la

complessità e l’articolazione del nostro progetto, in modo da riuscire a rendere comprensibile

quanto abbiamo in mente attraverso l’uso di questo strumento il più delle volte obbligatorio. È

possibile anche allegare un progetto dettagliato, scritto con modalità proprie e non vincolate, ma

attenzione perché non è detto che verrà letto da chi valuterà il progetto; allegare un progetto

dettagliato e maggiormente esecutivo di quanto il formulario ci consenta, aiuta a far capire lo

spessore del progetto, ma non affidiamo a questa aggiunta la vera essenza del nostro progetto,

snobbando o mal compilando il formulario. Il progetto allegato, scusate il gioco di parole, è un

allegato e in quanto tale va trattato.

Chi ha una certa esperienza sa quanto spesso siano limitanti i formulari: chiedono contenuti ed

aspetti che a noi sembrano irrilevanti e ne trascurano altri per noi importanti, sono strutturati con

logiche diverse da quelle con cui noi abbiamo progettato ed il più delle volte non permettono

neanche quel minimo di diversificazione grafica che consente di rendere il tutto più leggibile.

Nonostante questo dobbiamo imparare ad utilizzare questo strumento cercando di trarne il meglio

possibile, dobbiamo imparare a navigare tra riquadri, codici e schemi riassuntivi senza che questi

distruggano la nostra creatività e la natura stessa del nostro progetto.

I formulari, se mal interpretati come strumenti di lavoro, rischiano di essere delle vere e

proprie trappole subdole, di cui inizialmente non ci si accorge ma che provocano nel lungo

periodo danni molto forti.

Il processo logico, come già è stato espresso, prevederebbe la stesura di un progetto e poi la

compilazione del formulario. Ma in realtà quanti lo fanno? Quanti enti hanno il tempo e si

possono permettere “il lusso” o hanno le risorse per fare questi passaggi in modo coerente? E

quante volte si viene a sapere di bandi oramai troppo tardi? E quante volte, presi dalle mille altre

cose “più importanti e più urgenti”, si rimanda il tutto?

Il formulario rischia così di diventare la “tomba” del pensare per progetti. Si mettono in sequenza

azioni, nomi, fasi, costi senza cercare di costruire prima un senso globale a tutto il pensiero

progettuale. In aggiunta vi è un ulteriore, ed assolutamente non trascurabile problema: il progetto,

se viene approvato deve essere pianificato e realizzato; ed alle volte ci si trova a dover ripensare

tutto perché la logica del formulario non ha nulla a che vedere con la realtà.

28

Questi aspetti non devono scoraggiare e confondere, anzi, proprio a partire da questi rischi, si deve

sviluppare ulteriormente la logica del “lavoro per progetti”.

3. QUALE STRATEGIA ADOTTARE IN CASO DI PERDITA O PRIMA

BOCCIATURA SU UN SINGOLO BANDO O PROGRAMMA

Nella progettazione può capitare che mesi di lavoro di ideazione e di scrittura di un progetto, si

risolvano in un (apparente) nulla di fatto perché la proposta, alla fine della selezione, non è stata

ammessa al finanziamento, e questo non per via di una formalità o di un aspetto tecnico invalidante,

ma di una valutazione che arriva a considerare la proposta qualitativamente non soddisfacente.

Non bisogna farsi prendere dallo sconforto: non tutte le proposte possono essere considerate degne

di finanziamento, anche se buone, e il tempo speso per la scrittura è in realtà un lavoro dal quale si

può comunque capitalizzare esperienza e trarre importanti elementi per un miglioramento.

La prima, e certamente la più importante, occasione di riflessione è offerta dalla Commissione

europea, la stessa che ha bocciato la proposta. Tutti i progetti, infatti, vengono ovviamente letti

da valutatori esterni in base a diversi parametri e il resoconto scritto della loro valutazione è

inviato all’ideatore del progetto. Questa è una chance molto importante per capire quali sono stati

i punti di forza e di debolezza del progetto, dove quindi si può essere ragionevolmente convinti che,

se colmate le lacune, il progetto potrebbe avere più probabilità di essere ammesso a finanziamento

al tentativo successivo.

Con possibili variazioni a seconda dei Programmi specifici, la Commissione europea individua i

seguenti aspetti sui quali il valutatore è chiamato a esprimere un giudizio:

� Rilevanza della proposta

� Qualità della programmazione di lavoro

� Carattere innovativo del progetto

� Qualità del Consorzio

� Valore aggiunto europeo

� Rapporto costi-benefici

� Impatto

� Qualità del piano di valorizzazione (dissemination ed exploitation dei risultati)

Per ciascuno di questi aspetti, si fornisce sia un voto (secondo una scala numerica da 1 a 5 ), sia una

valutazione di tipo qualitativo, che permette di andare nel merito del giudizio.

29

Nel caso in cui la proposta sia stata valutata nell’ambito di Programmi decentralizzati (e quindi

dalle Agenzia Nazionali che si occupano dei singoli Programmi), è inoltre possibile chiedere un

appuntamento vis-à-vis con uno dei funzionari responsabili che, dopo avere visionato il progetto e

letto la scheda del valutatore esterno, potrà approfondire ulteriormente al progettista degli aspetti

rimasti poco chiari.

Questa non è una fase da sottovalutare e ogni valutazione, anche considerata ingiusta – si tenga

sempre conto che è una persona e non una macchina a valutare e che il concetto di qualità, fatti salvi

dei parametri imprescindibili, può comunque variare da persona a persona – deve essere

un’occasione di riflessione e sincera autocritica.

Altri utili suggerimenti per fare sì che la volta successiva la probabilità che il “bersaglio” venga

centrato aumenti:

- Monitorare pubblicazioni, iniziative, pagine web e comunicazioni promosse o partecipate

dalla Commissione europea nella tematica di interesse (formazione, ambiente, ricerca,

cultura,…). In questo modo si possono cogliere le politiche e le sensibilità che guidano

l’Europa e sapere produrre, attraverso un progetto presentato, quel valore aggiunto europeo

che si richiede nelle proposte, come abbiamo visto nei vari aspetti che rientrano nella

valutazione.

- Sapere adattare la propria proposta al periodo di programmazione e alle politiche in essere a

livello sociale, culturale e politico (“affezionarsi” ad un progetto può far perdere di vista la

necessità di integrare le proposte con i bisogni o le sensibilità sociali dei cittadini che

l’Unione europea cavalca o promuove)

- Partecipare a workshop, Info-days ed eventi organizzati dalla Commissione europea: molte

informazioni o spunti non possono essere solo scritti su un, seppur buon, manuale.

Ascoltare, parlare e vedere di persona permette di cogliere molte più sfumature e creare quel

networking che è fondamentale nell’elaborare o revisionare una proposta

30

4. PREPARARE UN PROGETTO – I DOCUMENTI PRELIMINARI

4.1 Il Concept paper, le lettere di supporto (LOS) e di intenti (LOI)

Il Concept paper

Il Concept paper è un documento che, in maniera sintetica, esprime l’idea di fondo che ha dato vita

al progetto e come si intende svilupparlo. Esso dovrebbe permettere di cogliere gli elementi

fondamentali e serve in primo luogo a organizzare una partnership di progetto. L’ideatore del

progetto, infatti, deve creare attorno a sé un consorzio che abbia chiari gli obbiettivi della proposta e

le competenze necessarie a concretizzarla. Il concept paper si colloca nella fase di scrittura

progettuale, precedente alla fase di presentazione formale della proposta alla Commissione europea.

Non esiste un formato prestabilito del Concept paper ma vi sono degli elementi che devono essere

necessariamente presenti perché esso si possa considerare un documento esaustivo:

� Nome dell’organizzazione

� Titolo del progetto proposto

� Contenuto del progetto (non più di 300 parole circa)

� Il “rational”, la problematica/questione di fondo su cui il progetto si basa

� Lo scopo del progetto e gli obbiettivi prefissati

� La strategia del progetto/le attività previste

� I risultati attesi

� Innovazione: in che cosa il progetto differisce rispetto ad altri? Qual è il suo

contenuto innovativo?

� Caratteristiche dell’organizzazione, expertise e competenze specifiche

� Budget stimato

� Informazioni di contatto

� Scadenza entro la quale il potenziale partner dà riscontro rispetto all’interesse a

partecipare al progetto

� Scadenza per l’invio della proposta

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Lettera di sostegno

La lettera di sostegno è un documento scritto dal target group o dagli stakeholder di un progetto,

utile a dimostrare il loro l’interesse affinché il progetto stesso si sviluppi e ad essere coinvolti. Essa

può essere inviata dal coordinatore o in fase di invio delle proposte o in una fase successiva, per

dare forza alla dissemination o explotation dei risultati/prodotti del progetto. Essa rappresenta una

garanzia supplementare del fatto che il progetto goda di un ampio appoggio e che i destinatari finali

dei risultati del progetto ne siano già a monte ampiamente partecipi. Tali soggetti sono anche

definiti “partner silenti” e di norma non ricevono un budget proveniente dal progetto per le attività

di sostegno Ecco un possibile esempio, tenendo conto che, anche in questo caso, non esistono dei

format dati:

to the Project Co-ordinator

for the

Name of the PROJECT

submitted as a project proposal within the Name of the Programme of the European Commission

I the undersigned, confirm on behalf of my organisation, ___________________ (please insert the

name of your organisation) our interest in the above mentioned project. We would like to be kept

informed about the progress of this project and support the project submission.

Name of the project addresses issues critical to the implementation of an operational European

Spatial Data Infrastructure, as yet not addressed elsewhere at a European level. We believe that the

Name of the project is in line with the goals and aspirations of Name of the Organisation, and is

consistent with the strategies of our organization.

We therefore fully support this initiative and we confirm we would be glad to make further use of

the project’s results. We encourage the European Commission to fund this project and wish every

success to the project Consortium and for the accomplishment of the proposed work.

This document has not a legally binding character.

Date, _________________________

Seal of the organisation and signature of its representative

32

Lettera di intenti

La lettera di intenti, che a seconda dei Programmi è prevista o in via opzionale o in via obbligatoria

in fase di invio della proposta progettuale, è predisposta dai partner per assicurarsi reciprocamente

circa la reale presa di responsabilità rispetto al progetto, anche, e soprattutto, in dettagli che

riguardino le attività da espletare e il budget economico a disposizione. Questa documentazione, da

redigere su carta intestata dell’organizzazione e da inviare al coordinatore, prevede una breve

descrizione delle linee principali di accordo fra una o più parti sulle attività da svolgere e sul

contributo economico previsto da ciascuna parte, prima che il contratto venga formalizzato. Non si

tratta dunque di un atto legalmente vincolante, tuttavia esso rappresenta un serio impegno di

coinvolgimento reciproco. Esso può servire a chiarire alcuni aspetti prima che siano risolti in un

contratto o a definire ciò che è stato frutto di una precedente negoziazione. Di seguito un esempio:

MODEL LETTER OF INTENT/COMMITMENT FOR APPLICANT, PA RTNERS

PARTICIPATING IN, AND/OR THIRD PARTIES PROVIDING A CASH

CONTRIBUTION TO,

THE PROPOSED PROJECT.

This letter must be written on the official letterhead paper of the organisation.

Call for proposals VP/2009/011

Letter of intent commitment [delete as appropriate]

This letter is to confirm that (name of applicant, partner or third party organisation), represented

by (name of legal representative) is intending/committed [delete as appropriate] to participate in

and/or contribute to the financing of [delete as appropriate] the project entitled (title of project).

In terms of contribution to the costs of the project, (name of applicant, partner or third party

organisation) intends to will [delete as appropriate] provide a cash contribution to the project of

__________ euros.

As a partner in this project, my organisation is undertaking to perform the following roles and tasks

as set out in the work programme (description of the roles and tasks): [to be filled in by project

partners only]

Date & legal representative's signature

33

4.2 Come presentare la Capacità tecnica e finanziaria nel caso in cui il bando lo richieda

Nella fase di firma del contratto di finanziamento, è importante che la Commissione europea, nei

Programmi che lo prevedano e nelle casistiche considerate opportune, valuti l’effettiva esistenza dei

seguenti requisiti: capacità operativa e capacità finanziaria.

Capacità operativa:

Si riferisce al fatto che le organizzazioni proponenti dispongano dei requisiti e delle competenze

professionali idonee a portare a termine le attività proposte.

A tal fine, a ciascun proponente o al solo coordinatore può essere richiesto di presentare:

� una relazione di attività riferita agli ultimi due anni

� il curriculum vitae del responsabile o dei responsabili del coordinamento

generale/dell’esecuzione dell’iniziativa proposta per conto di ciascuna organizzazione

coinvolta, oppure dell’attuazione del programma di lavoro dell’organizzazione (non oltre 4

pagine per ciascun curriculum vitae).

Capacità finanziaria

Si riferisce al fatto che le organizzazioni, in fase contrattuale, e quindi a seguito accettazione a

finanziamento della proposta, devono dimostrare di disporre di risorse finanziarie costanti e

sufficienti per sostenere le attività proposte, per tutta la durata del progetto o dell’anno cui si

riferisce la sovvenzione, come pure per partecipare al finanziamento delle stesse.

In questo ambito possono in genere verificarsi due casi:

- Il primo (normalmente nei Programmi cultura, formazione) è che al solo coordinatore,

vengano richieste 1) la scheda d’identificazione finanziaria debitamente compilata e

certificata dalla banca (sono richieste le firme in originale); 2) il modulo relativo alla

capacità finanziaria per il proprio paese

- Nei Programmi di ricerca e innovazione, invece, è molto più probabile che a ciascun

componente del consorzio si richiedano, tramite compilazione di formulari, delle verifiche

di solidità relative a: costi totali di staff, fatturato totale e attivi/passivi di bilancio.

34

4.3 Dalla registrazione al PIC

Cosa è il Codice di Identificazione del Partecipante (PIC)

A tutte le organizzazioni che partecipano a programmi di ricerca, innovazione e sviluppo viene

assegnato un codice unico identificativo denominato PIC, Personal Indentification Code. Il PIC è

utilizzato dall’organizzazione per la presentazione di ciascuna delle sue proposte. Se

l’organizzazione in passato ha già partecipato al 7° Programma Quadro, è probabile che essa sia già

in possesso di un PIC. Il LEAR (Legal Entity Appointed Representative) dell’organizzazione è

colui che crea, conserva e comunica, a chi spetta, il PIC, e ne è responsabile di fronte alla

Commissione europea.

Come registrare la propria organizzazione nel Portale dei Partecipanti :

Le organizzazioni possono ottenere un PIC registrandosi sul Portale dei partecipanti. Il Portale dei

Partecipanti è il punto di accesso per l’amministrazione e la comunicazione elettronica con la

Commissione europea messo a disposizione per tutti i progetti legati alla ricerca o innovazione.

Esso ospita tutti i servizi, i documenti utili, i formulari, i bandi e le notizie più rilevanti sul tema.

Nell’area personale, alla quale si accede attraverso il PIC, sarà inoltre possibile seguire il progetto

nel suo intero ciclo di vita. Attualmente la piattaforma gestisce i progetti di ricerca sotto il 7°

Programma Quadro per la Ricerca e lo Sviluppo Tecnologico, ma in futuro sarà esteso a tutti i

programmi di ricerca nell’ambito della ricerca e dell’innovazione.

I passi da seguire per accedervi e ottenere il PIC:

1- E’ necessario innanzitutto creare un account nel sistema di autentificazione della

Commissione europea (ECAS o European Commission Authentication System)

https://webgate.ec.europa.eu/cas/eim/external/register.cgi.

2- Una volta registratisi, è possibile accedere Portale dei partecipanti e ai servizi che esso

propone, come ad esempio il Servizio URF (Unique Registration Facility) che permette di

ottenere il codice http://ec.europa.eu/research/participants/portal/page/home .

3- Il PIC viene fornito alla fine della procedura di registrazione e può essere utilizzato per

presentare proposte dopo 48 ore. Durante la registrazione, l'URF non verifica eventuali

registrazioni doppie; questa operazione verrà eseguita se la propria proposta viene accettata

ai fini della negoziazione. In caso di registrazione doppia, il PIC verrà modificato e l'utente

ne verrà informato durante la negoziazione.

35

4.4 Come espletare le procedure di certificazione delle spese, se richiesto dal bando

Vi sono alcuni Programmi che prevedono quote di finanziamento molto sostenute (si pensi a TEN

per le infrastrutture di rete e collegamento, Interreg di cooperazione trans-frontaliera, CIP per la

Competitività e l’Innovazione). L’esperienza dei passati Quadri Finanziari Pluriennali ha

evidenziato che molte cause di errore nella rendicontazione dei progetti riguardano i costi relativi al

personale e i costi indiretti, spesso calcolati attraverso una metodologia che non rispetta quanto

prescritto dal contratto di finanziamento.

Per questo, a partire dal 7° Programma Quadro, qualora la sovvenzione richiesta sia superiore o

pari all’importo di 375 000 EUR, la proposta può anche essere corredata di una lettera di

certificazione rilasciata da un revisore contabile esterno abilitato, che certifichi il bilancio

dell’ultimo esercizio finanziario disponibile (in ogni caso di data non anteriore a 18 mesi).

Ciò si applica unicamente al bilancio (bilancio e conto profitti e perdite) del proponente

(coordinatore).

L'obiettivo della certificazione della metodologia è quello di promuovere fra i beneficiari del

finanziamento l'uso corretto delle metodologie in sede di calcolo dei costi del personale e dei costi

indiretti o, in altri casi, quelle per il calcolo dei costi medi del personale. In questo modo si

dovrebbe limitare la probabilità di errore, riscontrabile in un controllo di auditing ex-post. Inoltre

questa certificazione è tesa a rassicurare i beneficiari che la metodologia utilizzata per il calcolo dei

costi non sarà contestata in caso di revisione, scongiurando così il rischio che debbano essere

affrontati casi di recupero o ricalcolo, onerosi a livello di denaro, risorse impiegate e tempo.

I certificati relativi ai rendiconti finanziari ( CFS – Certificates for Financial Statement) e sulla

metodologia sia per i costi del personale e indiretti (CoM Methodology of Costs) che dei costi medi

del personale (CoMAv –Methodology on Avrage Costs) costituiscono in sostanza delle relazioni

indipendenti su elementi fattuali, prodotte da un revisore esterno (o, nel caso di un ente pubblico ,

da un funzionario pubblico competente) secondo i requisiti di cui all'articolo II.4 della convenzione

di sovvenzione .

Lo scopo della relazione è quello di fornire alla Commissione degli elementi sulla base dei quali sia

possibile valutare se i costi (e, se del caso , le ricevute e gli interessi generati dal prefinanziamento)

calcolati dai beneficiari nell'ambito del progetto, siano stati richiesti in conformità alle disposizioni

giuridiche e finanziarie previste dal Programma Quadro vigente.

36

Ogni beneficiario è libero di scegliere un revisore dei conti esterno qualificato , anche quello di

fiducia

revisore esterno , a patto che entrambe le seguenti condizioni siano soddisfatte :

• il revisore esterno deve essere un soggetto indipendente rispetto al beneficiario ;

• il revisore esterno deve essere qualificato per effettuare revisioni contabili di documenti in

conformità con la legislazione nazionale che recepisce l’ottava direttiva relativa alle

revisioni legali dei conti annuali e dei bilanci consolidati (o qualsiasi atto comunitario che

sostituisca tale direttiva).

I beneficiari di Paesi terzi devono attenersi alle regolamentazioni nazionali in materia e la

certificazione relativa ai rendiconti finanziari dovrà essere composta da una relazione redatta da un

organismo indipendente e basata su elementi fattuali.

Nel quadro del 7° Programma Quadro, i servizi forniti dalla società di revisione ai beneficiari sono

considerati come contratti di subappalto (sub-contractors) e sono pertanto soggetti ai requisiti di

miglior rapporto qualità-prezzo. I beneficiari devono garantire alla Commissione e della Corte dei

conti di poter svolgere audit presso i revisori esterni stessi.

I costi sostenuti per la certificazione del bilancio sono considerati costi ammissibili nell’ambito

dell’accordo di finanziamento per il quale è stata presentata la certificazione stessa (art. II.16

del Grant Agreement) .

Alcuni consigli pratici per i beneficiari e i documenti di riferimento

Al fine di evitare ritardi nella presentazione dei certificati, i beneficiari dovrebbero individuare con

congruo anticipo il revisore preposto alla certificazione del loro bilancio. I dati riportati nell'allegato

VII del Grant Agreement dovrebbero essere completati dal beneficiario e dal revisore. Come primo

passo, è essenziale che il revisore comprenda appieno gli obbiettivi e le condizione poste in essere

ai fini della certificazione e che, per fare ciò, gli venga garantito un agile e costante accesso ad un

archivio completo di documenti utili per effettuare auditing.

Oltre ai normali documenti di supporto necessari per eseguire le verifiche richieste, serviranno,

come base per la certificazione, i seguenti documenti (l’elenco non è da intendersi esaustivo):

• Il Grant Agreement sottoscritto tra il beneficiario e la Commissione, comprensivo di

eventuali modifiche (Amendments) e dei suoi allegati: Allegato I 'Descrizione dei lavori' e

Allegato II 'Condizioni generali' (in particolare , la parte B dell'Allegato II stabilisce le

37

disposizioni finanziarie), l’Allegato III (Progetti integrati , Reti di eccellenza, Infrastrutture,

PMI e le organizzazioni della società civile) e l'allegato VII – formulari D ed E ;

• La “Guida agli aspetti finanziari relative alle Azioni Indirette dei Programmi del Settimo

Programma Quadro”. Queste linee guida sono state progettate proprio per aiutare sia i

beneficiari che i revisori a comprendere le disposizioni finanziarie previste dagli accordi di

sovvenzione del 7 ° PQ. Sono in elaborazione le analoghe linee guida che saranno utilizzate

nel prossimo programma di ricerca Horizon 2020. Allo stato attuale non si prevedono

stravolgimenti rispetto alla guida in essere del 7° PQ.

• Le note di supporto alla certificazione fornite dalla Commissione stessa

ftp://ftp.cordis.europa.eu/pub/fp7/docs/faq-certification_en.pdf

38

5. ASPETTI CONTRATTUALI

Nella fase di stipula dei contratti si sottoscrivono:

• il contratto con la Commissione europea o il form A di adesione;

• il Consortium agreement;

• altri contratti “collegati” e “accordi precontrattuali”.

È possibile che in alcuni casi sia necessario sottoscrivere i contratti collegati e gli accordi

precontrattuali già in fase di proposta, mentre il Grant Agreement o il Form A intervengono solo in

fase di negoziazione.

In tale capitolo saranno illustrate le suddette forme contrattuali dando rilievo ai vari diritti ed

obblighi dei contraenti.

5.1 La responsabilità del Coordinatore

Sul piano definitorio, il coordinatore è colui che svolge la funzione di mandatario (con

rappresentanza) di altri soggetti contraenti nei confronti della Commissione Europea,

committente dell’attività co-finanziata. E’, in altre parole, l’unica interfaccia tra l’insieme dei

soggetti proponenti e la Commissione Europea.

Solitamente il coordinatore è anche team leader, cioè il primus inter pares tra i soggetti che

partecipano al progetto, che assume, però un ruolo di coordinamento. A volte, il coordinatore -

distinguendosi in tal modo dal team leader - svolge solo una funzione di carattere amministrativo

che può spingersi fino alla realizzazione di una vera e propria attività di organizzazione del

networking posto in essere. Egli si occuperà, pertanto

1. della trasmissione delle informazioni sulle attività in corso dai vari partners alla

Commissione Europea;

2. provvederà a riscuotere i contributi dalla UE e a distribuirli ai partners;

3. curerà la registrazione contabile delle spese sostenute;

4. effettuerà il controllo sul regolare adempimento dei compiti assegnati ai partner.

E’ possibile pensare (ma non è consigliabile) ad un coordinatore del progetto (team leader)

appartenente ad uno dei paesi eleggibili e ad un altro soggetto, appartenente ad altro paese, che si

faccia carico di tutti gli aspetti organizzativi/amministrativi (il coordinatore vero e proprio).

39

Il coordinatore, in veste di mandatario, ha l’obbligo di rappresentare ciascun partner progettuale nei

rapporti con il committente. Tecnicamente, il mandato conferito al coordinatore “è speciale, con

rappresentanza, collettivo, a titolo oneroso e nell’interesse dello stesso mandatario”.

Il mandato con rappresentanza consente la trasferibilità automatica degli effetti giuridici, in capo ai

soggetti mandanti, di tutti gli atti che il mandatario compie nei limiti del mandato. Il rapporto

mandatario/mandante comporta anche una responsabilità solidale dal lato passivo, il che significa

che, di tutti gli obblighi assunti dal mandatario nella propria attività, risponde non egli solo ma

unitamente a tutti coloro che gli hanno conferito, con procura speciale, il potere rappresentativo

suddetto. Infine, trattandosi di un mandato a titolo oneroso, il coordinatore/mandatario avrà diritto

al rimborso delle spese sostenute per l’attività di coordinamento, nonché delle perdite che abbia

subito in occasione della sua gestione sempreché esse non siano dovute a negligenza o imprudenza

ad esso imputabile.

Il coordinatore sarà l’unico componente del network ad avere rapporti con Bruxelles: trasmetterà e

riceverà le dichiarazioni contrattuali sue proprie e dei vari partners, consegnerà alla Commissione le

relazioni ed i rendiconti, avrà funzioni informative sia nei riguardi della Commissione che dei suoi

partners, riscuoterà le somme dalla Commissione e le trasferirà in tempi brevi agli altri contraenti.

E’ proprio l’onerosità che contraddistingue il contratto di mandato a rendere più stringente il ruolo e

l’adempimento degli obblighi, in capo al coordinatore. Detti obblighi saranno ben delineati non solo

nel consortium agreement (con effetti precipui sui rapporti con i partners) ma anche nel contratto

con la Commissione (con riferimento, nello specifico, proprio ai rapporti con quest’ultima).

Maggiore sarà la cura con cui le parti formeranno gli atti di cui sopra, minore sarà la discrezionalità

in capo alla figura del coordinatore. In ogni caso, sia la disciplina civilistica belga che quella del

nostro Paese, prescrive l’obbligo di rendiconto in capo al mandatario.

Il coordinatore non assumerà, nei confronti dei partners, il primato gerarchico ma una sorta di

sovraordinazione tra pari. In altre parole, ogni decisione dovrà essere presa da tutti i contraenti,

all’unanimità. E’ fatto salvo, tuttavia, il potere riconosciuto al coordinatore di assumere decisioni

urgenti e indifferibili le quali dovranno essere quindi ratificate (anche tacitamente, con attribuzione

di significatività al silenzio che acquista - in tal modo - valenza giuridica autonoma) da tutti gli altri

componenti del network. Tale è la disciplina applicabile in caso di assenza di specifiche

disposizioni nel corpo del consortium agreement nel quale, in ipotesi ed ex adverso, le parti

potranno – nell’ambito della propria autonomia regolamentare – conferire al coordinatore ampi

poteri (anche di tipo gerarchico), il diritto di veto, un maggior peso nella decisione oppure il ruolo

di presidente di un vero e proprio organo collegiale che operi sulla base del principio maggioritario.

40

Il contratto di mandato sarà inserito nel corpo del consortium agreement e la scelta del coordinatore

è condizionata all’approvazione della Commissione che può non accettare la nomina (ciò può

avvenire nel caso in cui, ad esempio, la struttura organizzativa messa in piedi dal coordinatore non

appaia sufficiente a garantire la corretta gestione finanziaria e amministrativa del progetto: in casi

simili, la Commissione, nei precedenti Programmi Quadro, è giunta a consigliare la scissione del

coordinamento scientifico da quello amministrativo).

Una volta conferito il ruolo di coordinatore ad uno dei partners questo potrà essere in seguito

revocato dalla stessa Commissione (per inadempimento apprezzabile delle obbligazioni assunte) o

dagli stessi partners. In quest’ultimo caso, però, la revoca potrà avvenire solo per giusta causa

(inadempimento grave) stante il carattere dello stesso mandato, conferito, lo ricordiamo, anche

nell’interesse del mandatario. Potrebbe anche verificarsi l’ipotesi di una revoca di una parte dei

mandanti ad opera del mandatario. La revoca sarà sottoposta all’attenzione della stessa

Commissione che, potrà, eventualmente, anche risolvere il contratto, una volta che accerti il

contrasto insanabile tra i contraenti e l’impossibilità di una proficua continuazione del rapporto

contrattuale tra le parti. Il coordinatore potrà anche, in ipotesi, recedere volontariamente dal

contratto ma, qualora non ricorra una giusta causa, potrà essere chiamato a risarcire i danni a

beneficio dei mandanti.

E’ opportuno dotarsi di una forte struttura organizzativa dedicata anche mediante il reperimento sul

mercato di quelle professionalità di cui non si dispone all’interno della propria struttura

organizzatoria.

Di seguito è riportato un possibile modello di gestione – Progetti integrati.

41

I progetti integrati richiedono necessariamente un’ampia partecipazione di diversi soggetti.

Ciascuna iniziativa prevista nel progetto deve mobilitare una significativa massa di risorse fisiche,

umane e finanziarie. Oltre alle attività volte specificamente alla produzione dei risultati tangibili del

progetto, devono necessariamente esservi anche attività di diversa natura, come azioni di sviluppo

tecnologico, analisi di mercato e studi economico-sociali, testing, dimostrazione, disseminazione

dell’innovazione, adeguamento delle infrastrutture e delle metodologie d’azione, rinnovo delle

prassi gestionali e così via. In un simile contesto, il ruolo e l’impegno del coordinatore diviene

altamente critico.

Una delle principali e più rilevanti voci di spesa sarà proprio quella relativa alla gestione della

partnership. Il coordinatore dovrà garantire la coesione tecnica ed organizzativa tra i membri di tutti

i livelli, predisporre il patto consortile e vigilare sulla sua regolare attuazione, amministrare le

questioni contrattuali, finanziarie e procedurali legate all’erogazione dei fondi comunitari.

Nel modello ipotizzato – che tiene conto del fatto che la qualità ed il livello di competenza della

struttura di gestione del progetto assumono un’importanza critica per il successo, nella fase di

selezione delle proposte, della richiesta di sostegno finanziario – il coordinatore presiederà un board

(che abbiamo chiamato ‘Comitato di gestione del progetto’) con il compito di assumere tutte le

decisioni ‘strategiche’ legate alle attività previste dalla proposta progettuale approvata.

Probabilmente la più delicata tra le attività del coordinatore è la reportistica. Quest’ultimo deve

trasmettere – ogni anno – alla Commissione Europea un rapporto relativo alle attività svolte nei

dodici mesi precedenti ed un piano di lavoro per i successivi diciotto mesi.

La relazione deve contenere:

- resoconto delle attività eseguite da tutti i partners

- descrizione dei risultati raggiunti in stretta aderenza agli obiettivi perseguiti

- presentazione dello stato di avanzamento rispetto ai punti chiave descritti nel piano di lavoro

- descrizione delle criticità riscontrate e delle misure correttive adottate

- illustrazione delle azioni complementari realizzate dalla partnership

- dichiarazione, certificata da un revisore indipendente, quando espressamente richiesto dal bando.

42

5.2 Il contratto con la Commissione

Il contratto con la Commissione fissa i diritti e gli obblighi dei partecipanti ed, in particolare

le disposizioni per:

1. l'aggiornamento dei suoi obiettivi

2. le variazioni della composizione del consorzio

3. il versamento del contributo finanziario della Comunità

4. le condizioni di ammissibilità delle spese necessarie, nonché le regole di diffusione e di

valorizzazione.

Il contratto stipulato tra la Commissione e tutti i partecipanti a un'azione si perfeziona con la firma

della Commissione e del coordinatore. Gli altri partecipanti indicati nel contratto vi aderiscono

secondo le modalità da esso previste e diventano titolari dei diritti e degli obblighi spettanti ai

partecipanti. Ogni partecipante che aderisce ad un'azione indiretta in corso, aderisce al contratto e

diviene titolare, nei confronti della Comunità, dei diritti e degli obblighi spettanti ai partecipanti.

La negoziazione con la Commissione può riguardare qualsiasi aspetto della proposta sulla base dei

commenti degli esperti indipendenti e di ogni altra eventuale questione presa in considerazione

durante l'elaborazione della graduatoria finale. Inoltre, gli aspetti possono includere revisioni del

programma di lavoro e aggiustamenti ad esso risultanti dalla valutazione o da altre richieste della

Commissione.

Il contratto stabilisce diritti e obblighi di tutti i partecipanti. Tutti i contratti sono basati su un

contratto tipo standard che presenta la seguente struttura:

• Contratto tipo che fissa la composizione ed evoluzione del consorzio, l'entrata in vigore e la

durata del progetto, contributo comunitario, modalità di rapporto dei pagamenti e clausole

speciali.

• descrizione generale del lavoro

• Condizioni Generali: realizzazione del progetto, indicazioni finanziarie e diritti di proprietà

intellettuale

Per qualsiasi modifica del consorzio, che avvenga nel corso del progetto, il contratto dovrà

essere emendato.

43

Il corpo del contratto viene sottoscritto dalla Commissione e dal Coordinatore del progetto e

contiene gli elementi essenziali del progetto, quali la durata, la decorrenza, l’entità di

finanziamento, le condizioni di pagamento, le scadenze relative ai pagamenti, alla rendicontazione e

alla consegna delle relazioni; come pure le norme sulla legge regolatrice del contratto e sulle

procedure concernenti le ipotesi di controversie fra i partecipanti; il corpo del contratto può essere

modificato o integrato in alcune norme, quali quelle sulle modalità di rendicontazione, mediante

l’inserimento di alcune clausole, denominate”special clauses”, indicate in un apposito elenco

pubblicato dalla Commissione.

5.3 I contratti collegati

Il Consortium agreement è un accordo tra i partecipanti ad un’azione indiretta; la

Commissione Europea non è parte dell’accordo e non svolge alcun ruolo nella scelta effettuata dalle

parti, delle clausole ritenute appropriate alla natura e allo scopo della collaborazione e degli

interessi considerati.

Check list relativa alle materie che devono essere regolate nel CA:

INFORMAZIONI GENERALI

Identificazione delle parti – Nel Consortium Agreement occorre specificare il contratto di

riferimento con la Commissione, la lista dei partner con l’indicazione del legale rappresentante e

della sede legale. E’ opportuno accertarsi, in particolare, che i firmatari del CA abbiano la facoltà di

impegnare l’organizzazione di appartenenza. Tale controllo va esteso ai poteri di tutti coloro che

rappresentano i partner.

Lista dei componenti dello staff - La CE consiglia di indicare i nominativi di coloro che lavoreranno

al progetto soprattutto per rafforzare l’obbligo di segretezza. Tale indicazione, inoltre, è utile

all’atto di rendicontare i costi del personale.

Terzi che mettono a disposizione risorse – Nel caso in cui si utilizzino le risorse di soggetti terzi, è

opportuno indicarne il tipo e l’uso che se ne fa. Anche in questo caso è meglio indicare le relative

informazioni in un allegato.

44

PREAMBOLO

Ragioni della stipula dell’accordo – Il CA dovrebbe contenere la descrizione delle attività svolte

precedentemente alla stipula del contratto con la CE. Una delle ragioni per tale descrizione è

l’opportunità di vincolare i partner alle dichiarazioni rese prima della stipula del contratto, in modo

da far valere la cosiddetta “responsabilità precontrattuale”.

Definizione delle espressioni utilizzate – La checklist richiede che nel caso CA siano definite le

espressioni utilizzate. Si consiglia di definire soltanto le espressioni il cui significato non è

contenuto nel contratto con la CE o nelle fonti giuridiche.

OGGETTO

Attività da compiere – L’oggetto del CA è la specificazione degli obblighi e dei diritti dei

partecipanti sui contenuti del contratto con la CE.

Inizio e durata dell’efficacia – Occorre indicare la data di inizio e di conclusione del CA. Secondo

quanto già detto nell’introduzione, è opportuno che il CA o almeno un suo preliminare entri in

vigore già nella fase di redazione della proposta. Il CA, anche se preceduto da un preliminare,

dovrebbe avere una durata superiore alla durata del contratto con la CE. Infatti in esso sono

disciplinate materie, come quelle riguardanti la segretezza e la proprietà industriale che hanno una

rilevanza anche successiva alla fine del contratto con la CE.

REGOLE TECNICHE

Contributo tecnico delle parti – Precisa definizione delle attività dei partner e collegamenti tra le

attività dei partner.

Risorse tecniche messe a disposizione – Risorse umane, attrezzatura, informazioni(luogo,

linguaggio etc.)

Limiti di impegno tecnico – I limiti di impegno delle risorse non dovrebbero essere basati su

risultati, ma espressi in quantità di impegno

Procedure di modifica

Regole in caso di non adempimento

45

REGOLE ORGANIZZATIVE

Organi direttivi (decisionali, amministrativi, tecnici) – Il CA è un contratto di durata,

plurisoggettivo e con comunione di scopo. Tra le conseguenze più importanti di tali caratteristiche

vi è l’individuazione di chi prende le decisioni comuni, durante l’intero svolgimento del rapporto

contrattuale. Di solito le decisioni sono affidate ad organi, composti dai rappresentanti dei partner.

Una chiara definizione degli organi di governo, delle loro funzioni, composizione, funzionamento

permetterà una gestione agile. Solitamente si distinguono tra organi decisionali, gestionali, tecnici e

consultivi.

La presenza di tutti questi organi è facoltativa e dipende dalla dimensione e dalla tipologia dei

progetti.

Coordinamento degli organi – Qualora ci siano più organi, è opportuno introdurre strumenti di

coordinamento.

Modifiche dell’Agreement – Occorre stabilire le regole per la modifica delle varie disposizioni del

CA. Un ruolo importante, a tale proposito, potrebbe essere svolta dall’organo decisionale.

REGOLE FINANZIARIE

Piano finanziario – Stima dettagliata dei costi, allocazione del contributo europeo, finanziamenti di

terzi, budget e modulistica (è utile allegare al CA un documento che stabilisce la distribuzione dei

finanziamenti tra partner e il calendario dei pagamenti).

Pagamenti – Spese comuni, modalità di pagamento, termini, divisa, costi di pagamento, tributi,

interessi, identificazione dei costi del management.

Audit delle spese – Modalità di rendicontazione e controllo delle spese e certificazione audit, ossia è

opportuno fissare regole uniformi per la rendicontazione e la certificazione.

REGOLE SULLA PROPRIETA’ INTELLETTUALE E INDUSTRIALE

Segretezza – Limiti all’obbligo: informazioni già conosciute, pubbliche e di terzi.

Proprietà dei risultati, proprietà comune e casi problematici- La checklist consiglia di dettare regole

nelle ipotesi più problematiche, come quella in cui le conoscenze prodotte appartengano a più

partner. Occorre a tal proposito stabilire delle regole di sfruttamento, come per esempio, la

ripartizione per territori.

46

Accesso – Regole per l’accesso: oggetto, limitazioni e corrispettivo.

Protezione dei risultati – Bisogna stabilire chi protegge i risultati progettuali.

Sfruttamento – Occorre stabilire regole per lo sfruttamento commerciale dei risultati.

Diffusione e pubblicazione – Si potrebbe ricordare che la pubblicazione di informazioni inerenti il

progetto devono specificare che il progetto è stato realizzato con il contributo della Commissione e

che la Stessa non è responsabile per l’uso fatto da terzi delle informazioni inerenti il progetto. Il

divieto alla pubblicazione potrebbe essere esteso anche oltre la scadenza del contratto, qualora la

disseminazione della conoscenza comporti effetti negativi sulla protezione della stessa.

Sub licenze e Pre-existing Know-how escluso dal contratto – E’ importante stabilire quali

conoscenze preesistenti al progetto sono utilizzate nel progetto e quali sono escluse dall’accesso

degli altri partner.

REGOLE LEGALI

Forma legale – Quale forma legale viene data al CA.

Fine del contratto e sanzioni contrattuali.

Legge applicabile e giudice competente – Legge nazionale e codificazioni private.

Distacco personale – La checklist prevede che, nel caso in cui si verifichi il distacco del personale

da un partner ad un altro, siano specificate le regole di detto distacco.

Sottoscrizione del contratto – Il CA deve essere sottoscritto da chi ha la rappresentanza negoziale

del partner. La checklist richiede che vengano forniti gli indirizzi per le comunicazioni tra partner.

Final Clauses – Il CA contiene diverse clausole che chiudono il testo e che sono spesso

caratteristiche dei contratti internazionali come per esempio: Entire agreement (con questa si

afferma che il CA sostituisce tutti gli altri accordi fino a quel momento presi), Severability (se una o

più clausole sono invalide comunque il CA rimane valido per quanto riguarda le restanti clausole),

Counterparts (si stabilisce il numero delle copie in cui è scritto il CA), Assignment (si prevede il

divieto di cedere a terzi gli obblighi derivanti dal CA).

Il Subcontratto è il contratto stipulato da un partecipante al progetto con un soggetto terzo

(subcontraente), per l’esecuzione di attività nell’ambito del progetto. Di norma, la

partecipazione ad un progetto in veste di subcontraente non consente il riconoscimento di diritti di

proprietà sui risultati. Il Grant agreement prende in considerazione dipendenti, collaboratori,

47

fornitori di beni e servizi ed affiliati. Le regole generali sono: divieto di assumere obblighi in

contrasto con il contratto, esclusione di ogni pretesa nei confronti della Commissione, estensione

degli obblighi dei contraenti ai terzi (controlli della Commissione e della Corte dei Conti,

comunicazione alla Commissione dei dati necessari per la valutazione, informazioni da fornire agli

Stati membri o agli Stati associati, rispetto delle procedure di comunicazione e autorizzazione per la

Commissione di pubblicare alcuni dati sui beneficiari, trattamento dei dati personali, disciplina sulla

eleggibilità dei costi, audit e controlli finanziari), rispetto dei principi in materia di pubblici contratti

(motivazione, trasparenza, parità di trattamento e divieto di conflitto di interessi).

Il beneficiario può usare risorse che sono rese disponibili da un terzo per svolgere la sua parte del

lavoro in due modi:

1) Le terze parti mettono a disposizione risorse per i beneficiari

2) Le terze parti svolgono una parte del progetto.

Nel primo caso le ipotesi sono:

• Soggetti collettivi che utilizzano le risorse dei propri associati

• Altri casi, per esempio un istituto di ricerca che svolge la sua ricerca con un

dottorando di un’università.

Nel secondo caso le ipotesi sono:

• Soggetti collettivi (associazioni, società, consorzi)

• Affiliati, ovvero soggetti terzi sottoposti al controllo, di fatto o di

diritto, diretto o indiretto, di un beneficiario o che sono assoggettati allo

stesso controllo di beneficiari.

48

6. COME SI GESTISCE UN PROGETTO APPROVATO

Una volta che il progetto è stato approvato, è importante implementare e mantenere una gestione

ordinata ed efficiente del progetto, oltre che rispettosa dei ruoli e delle tempistiche previste per la

buona realizzazione dello stesso. Con termini variabili a seconda del Programma di finanziamento

entro il quale ci si muove, i progetti hanno durata e complessità tali che diventano imprescindibili i

requisiti gestionali di precisione e costanza, in termini di assegnazione dei compiti, raccolta e

presentazione di documenti, dati, informazioni, reportistica, monitoraggio. Niente dunque può

essere lasciato all’improvvisazione lasciati all’improvvisazione o al singolo e spontaneo buon

impegno di qualcuno.

Trattandosi di un argomento così vasto, non è facile enucleare tutti i passaggi né, tantomeno, si può

considerare ogni fase di gestione come un elemento a sé stante: ogni aspetto è legato all’altro e una

buona capacità organizzativa presuppone l’abilità di sapere condurre il progetto su più binari

paralleli, consapevoli delle interrelazioni esistenti fra attività diverse. Pur con le difficoltà quindi

riscontrabili, è possibile comunque indicare i principali aspetti pratici da organizzare:

a) Programmazione delle tempistiche del progetto

Questa attività, che non si esaurisce con la pianificazione del progetto, ma che anzi lo accompagna

durante l’intero ciclo di vita, consiste prevalentemente in:

� Stabilire le tempistiche di sviluppo dei pacchetti di lavoro e, più nello specifico, delle varie

task ;

� Prevedere, sull’orizzonte temporale della durata di progetto, quando i risultati saranno

disponibili;

� individuare i passaggi chiave del progetto (i cosiddetti milestones) e indicare la loro

posizione temporale.

Uno strumento molto utilizzato nella gestione dei progetti, perché capace di dare una visione allo

stesso tempo precisa e d’insieme dell’evoluzione del progetto e dei tempi programmati per le varie

attività, è il diagramma di Gantt, che abbiamo già incontrato a inizio capitolo. Esso ha lo scopo di

evidenziare graficamente date di inizio e di fine delle singole attività. Generalmente mostra anche

(con una linea tratteggiata) gli slittamenti delle attività non critiche.

49

Eccone un esempio grafico:

TASKS DIVISION

W

P

LE

A

DE

R

Partner

responsi

ble

2013

Ja

n

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b

M

ar

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Oc

t

No

v

De

c

1 2 3 4 5 6 7 8 9 1

0

1

1

1

2

WP1: PROJECT

MANAGEMENT

P1

T1.1: Daily management and

coordination P4

T1.2: Organization of kick-

off meeting in xxxx P3 X

T1.3: Development of

Information Package P2-P4

T1.4: Creation of an

evaluation system P4-P6

T1.5: Translation All

T1.6: Provision of

documents for interim and

final report to the EC

P3

WP2: DEVELOPMENT

OF THE

METHODOLOGY OF

ANALYSIS P5

T2.1: Definition of analysis

procedures P1

T2.2: Definition of

methodology P2

Legenda: = milestones

X

50

b) Assegnazione delle task ai componenti del consorzio/partner di progetto:

• Assegnare e dare una descrizione più precisa possibile dei ruoli a ciascuna delle parti, che

dovrà avere chiara visione di come eseguire le attività (facendo possibilmente riferimento a

documenti prodotti in fase di scrittura del progetto) ;

• Individuare le relazioni fra le competenze dei partner e le task assegnate e le possibili

interdipendenze

• Individuare dei “leader” per ogni pacchetto di lavoro, responsabili del buon andamento e

della qualità dei risultati attesi da ciascun WP

Questo passo implica molto più che dire semplicemente a ciascuno cosa deve fare. Con la

ripartizione dei compiti si definiscono le responsabilità per il raggiungimento dei traguardi. In

altre parole, è un modo per stabilire le responsabilità individuali di ogni membro della squadra

rispetto sia al project manager sia agli altri membri.

c) Rilevazione e valutazione delle risorse non-finanziarie disponibili

Stimare quali sono le risorse disponibili a livello di:

• risorse umane dedicate a un progetto (numero delle persone, competenze,

qualifiche/certificazioni,..)

• attrezzature, strumentazione fisica, disponibilità di spazi (quantità, tipologia, dislocazione,..)

• contributo da terzi o sponsor (collaborazioni, subcontractotors,..)

d) Creazione di una efficace rete di coordinamento e gestione

Stabilire una struttura di coordinamento è importante per diversi motivi: i partner devono essere in

grado di condividere opinioni, documenti, contributi, in maniera agevole e costante; tutti devono

essere informati in maniera appropriate delle informazioni a ciascuno rilevanti (informazioni “a

cascata” risultano inefficaci, meglio scegliere cosa dire e a chi); il progetto è un qualcosa di “vivo”,

che cambia, migliora e si modifica grazie all’interazione costante e all’aggiornamento perpetuo.

Il coordinatore ha la responsabilità di gestione generale, che si identifica nelle task seguenti:

• individuare chi fa cosa nel quotidiano (coerentemente con quanto individuato nella proposta)

e le relative responsabilità/doveri/deleghe

• avviare e mantenere le procedure operative, o comunque prevedere per tempo una delega di

queste (preparazione dell’agenda, organizzazione dei meeting di progetto, coordinamento

dei meeting, reportistica e verbale, valutazione e follow-up)

51

• in caso di organismi più complessi, stabilire qual è la procedura decisionale da rispettare

(unanimità, maggioranza, opzioni di veto,..)

Considerato il carattere “evolutivo” dei progetti, è implicito che ogni programmazione di scadenze

possa essere soggetto a leggere o importanti deviazioni. Tuttavia, il rischio è che queste prendano il

sopravvento, se non correttamente incanalate. Per limitare questo rischio, è importante attenersi a

costanti attività di controllo e verifica di aderenza alle tempistiche, prevedendo: incontri di progetto

frequenti (da uno al mese a uno ogni quattro-cinque mesi); report di progresso tecnici e finanziari

piuttosto frequenti; meeting straordinari per correggere eventuali urgenti devianze o problematiche.

Per un aiuto pratico, ecco di seguito alcuni strumenti gratuiti, tra le decine di alternative esistenti

che possono essere di aiuto alla gestione quotidiana dei progetti e che per loro natura facilitano la

condivisione fra i partner, oltre ai classici – ed efficaci! -strumenti di lavoro quali: posta elettronica,

telefono e to-do-list (una vera e propria lista delle attività da svolgere settimanalmente o

quotidianamente).

• Dropbox/Google Drive - piattaforme web che permettono la condivisione di file e cartelle di

lavoro e che si sincronizzano automaticamente ad ogni modifica apportata da uno dei

“partecipanti” www.dropbox.com ; https://drive.google.com

• Skype – permette di avere conversazioni gratuite fra persone o in gruppo, includendo chat e

trasferimenti di file. www.skype.com/it

• Wiggio – piattaforma web che consente di creare “gruppi di lavoro” che condividono file e

messaggi che sono connessi alle rispettive caselle di posta. Permette anche di creare to-do-

list (elenco delle attività da espletare) con alerts diretti sulla posta elettronica

www.wiggio.com

• Doodle – strumento di Google che facilita l’organizzazione di meeting/conference call. I

partecipanti possono indicare le loro disponibilità, visibili a tutti i partecipanti, evitando

attività di mediazione via mail e relativo dispendio di tempo. www.doodle.com

• Asana – piattaforma web utile a organizzare lavori e creare delle liste di attività, assegnando

task e tracciando i risultati ottenuti https://asana.com/

52

6.1 Come si modifica il budget durante la vita del progetto

La modifica della struttura del budget di un progetto è prevista e consentita in determinati casi

tramite Amendments al budget stesso. La domanda è da inviare all’Agenzia nazionale (nel caso di

progetti decentralizzati) o alla Commissione europea, attraverso richiesta scritta di modifica

formale solo quando lo spostamento di denaro fra due voci di costo eleggibili (ad esempio dai

costi di staff a quelli operativi – viaggio, macchinari, sub-fornitori etc.) determini un aumento

sulla voce incrementata maggiore di una percentuale minima stabilita, a prescindere dal tipo di

aggiustamento apportato fra i vari costi operativi. Questa è una regola generale valida per tutti i

Programmi, all’interno di ciascuno dei quali si identificano fattispecie differenti. L’invito, dunque, è

sempre quello di consultare le guide per gli applicant relative a ciascun Programma. La richiesta di

modifica deve essere inoltrata utilizzando lo spazio dedicato del formulario di Richiesta di Modifica

(Amendment Form), allegando i documenti richiesti.

Per facilitare la comprensione, si fornisce un esempio pratico con riferimento al Lifelong Learning

Programme, dove la percentuale minima di spostamento di budget perché si debba ricorrere a una

richiesta formale di modifica corrisponde al 10%:

- Se è necessario spostare 3.000 euro dalla voce “staff” alla voce “costi operativi” che

ammontano a 70.000 euro, non è necessario inviare alcuna richiesta di modifica formale

all’Agenzia, in quanto 3.000 euro rappresenta meno del 10% di 70.000 euro. Diversamente,

se si trattasse di spostare 8.000 euro verso la voce che già prevede 70.000 euro, si dovrebbe

inviare una richiesta formale di modifica di composizione del budget.

- Se si intende aumentare il budget dedicati ai costi di staff da 15.000 euro a 18.000 si dovrà

fare una richiesta scritta in quanto è apportata una modifica maggiore del 10%, anche se

sulla stessa voice di budget. di conseguenza, dovranno essere abbassate altre voci di budget

per permette tale incremento.

Nella valutazione del report finale, l’Agenzia nazionale o la Commissione europea terranno fede a

questa stessa regola, riponendo attenzione al fatto che le modifiche operate sulle singole voci non

inficino il risultato e la qualità dei risultati.

Per quanto riguarda i costi indiretti, non è possibile operare modifiche simili, in quanto il loro

finanziamento è già limitato ad una certa percentuale dei costi diretti (dal 7% del Lifelong Learning

Programme fino a percentuali più alte per altri Programmi).

53

In nessun caso è possibile modificare il budget totale, la cifra o la percentuale di

finanziamento riconosciuto.

Bisogna assicurarsi, inoltre, che la richiesta di modifica pervenga almeno un mese prima del

termine del periodo di eleggibilità e che i costi presentati in rendicontazione siano stati approvati

prima che essi siano sostenuti. I costi retroattivi sostenuti (non previsti nel Grant Agreement e non

ancora approvati tramite Amendment) non sono considerati eleggibili.

6.2 Come si gestisce la modifica di un partner / coordinatore

Nel caso in cui il consorzio dovesse apportare una modifica alla sua composizione (per sostituzione

o uscita dal progetto di uno dei partner), bisognerà inviarne notifica scritta all’Agenzia nazionale

o Commissione europea ( a seconda del Programma), tramite il modulo formale di modifica

(Amendment Form), con i documenti richiesti in allegato.

Nel caso in cui la modifica riguardi il coordinatore del progetto, è cioè il soggetto che stipula

l’accordo di finanziamento, il subentrante sarà considerato responsabile di presentare tutti i

documenti che attestano i costi già sostenuti e dovrà ricevere dal coordinatore uscente un resoconto

preciso e aggiornato delle attività già implementate e delle spese affrontate, prima che quest’ultimo

esca definitivamente dal progetto.

Anche in questo caso è necessario inviare una formale richiesta di modifica all’Agenzia tramite

apposita sezione dell’Amendment Form. Questo, una volta approvato nelle modifiche, dovrà essere

firmato sia dal coordinatore uscente che da quello entrante.

Una richiesta di modifica formale va inoltrata anche nel caso in cui il coordinatore dovesse

rimanere lo stesso ma con diverso indirizzo o nome (o ragione sociale).

Il suggerimento è sempre quello di consultare con attenzione la “guide for applicant” di ogni

Programma che ci si appresti ad utilizzare.

54

6.3 Come si prepara un piano di Disseminaton e di Exploitation strategy

L’Unione europea, come è comprensibile, ripone molto interesse sul fatto che il progetto finanziato

possa raggiungere il maggior pubblico possibile e che i benefici da esso derivanti siano ampiamente

conosciuti ed sfruttati. I risultati del progetto e le esperienze acquisite dovranno avere la maggiore

diffusione possibile e un progetto che ambisce ad essere finanziato deve essere in grado di garantire

che ciò avvenga.

A questo punto è importante fare una precisazione sul concetto di “risultato di progetto”. I risultati

di un progetto possono avere forme e natura diverse. Si può trattare di PRODOTTI (manufatti,

supporti per lo sviluppo di servizi/informazioni, manuali, conferenze, prototipi,…), METODI

(scambio di idee e buone pratiche, sviluppo di competenze su un dato argomento, accelerazione di

capacità manageriali, ..) o ESPERIENZE (acquisite in un percorso di apprendimento, di mobilità

territoriale, di creazione di network, etc..). Questi sono considerati prodotti diretti dei progetti. I

prodotti indiretti sono invece LINEE GUIDA di POLITICHE EUROPEE (policy lessons derivate

dallo sviluppo di progetti innovativi particolarmente di impatto o dal riscontro sui programmi

intrapresi) e la COOPERAZIONE EUROPEA (rafforzata da partnership, dialogo interculturale,

scambi di esperienze che si verificano nello sviluppo di progetti).

Quella che potremmo definire in una parola la valorizzazione dei risultati del progetto, consiste in

realtà di due attività distinte, benché strettamente legate l’una all’altra: una, la disseminazione e

due, la continuazione della vita del progetto anche dopo il termine del periodo di finanziamento (in

termini di sfruttamento dei suoi benefici e ampliamento del suo impatto). È bene conoscere i termini

in inglese, rispettivamente dissemination e exploitation spesso utilizzati perché meglio di altri

inglobano i concetti che verranno affrontati.

Partiamo dalle definizioni teoriche:

La dissemination è definita come un processo volto a fornire informazioni al target di riferimento e

interlocutori chiave sulla qualità, rilevanza ed efficacia dei risultati di progetto e delle iniziative

connesse. La dissemination diventa possibile quanto i risultati di progetto iniziano ad essere

disponibili.

Con il termine exploitation si intende l’attività intrapresa perché si utilizzi e si tragga il massimo

beneficio dai risultati del progetto. Questo concetto è strettamente legato ad altri due:

mainstreaming (trasmissione su canali e interlocutori chiave) e multiplication, l’ottenimento di un

effetto moltiplicatore. In particolare, sul primo piano si tratta di far circolare i risultati ottenuti dal

progetto e le iniziative connesse su un circuito di opinion leader e stakeholder rilevanti a livello

55

locale, regionale, nazionale o europeo; la “moltiplicazione” consiste nel mettere in atto un processo

attraverso il quale si convincano gli utilizzatori finali dei risultati di progetto ad adottare/applicare il

risultati dei progetti o delle iniziative intraprese.

Come pianificare la dissemination ed exploitation dei progetti

Avere fin dall’inizio dei piani di dissemination e di exploitation è fondamentale nella progettazione

europea. Per questo motivo è obbligatorio prevedere dei pacchetti di lavoro che sviluppino entrambi

gli aspetti. Nel pianificare queste attività, è importante innanzitutto porsi domande quali:

A che bisogni risponde il mio progetto? Quali sono i risultati attesi? Qual è il target/settore che

maggiormente beneficerà dei risultati del progetto? Rispetto al mio target/settore di riferimento, in

che lingua dovrò diffondere i risultati del mio progetto?

Gli elementi chiave dei piani di dissemination e di exploitation sono:

- Tipologie di attività previste per ciascuno dei due pacchetti di lavoro – descrizione, metodi,

meccanismi, lingue utilizzate per i vari prodotti/risultati

- Tipo e quantità delle risorse utilizzate – staff, budget, quantità numerica dei prodotti e/o del

target da coinvolgere

- Tempistiche delle attività e assegnazione dei ruoli/responsabilità ai partner

- L’individuazione di un Dissemination e di un Exploitation leader che coordini al meglio le

singole attività dei partner

Una volta organizzati i piani di dissemination e di exploitation, si deve considerare che questi

potranno e dovranno essere oggetto di continua revisione e aggiustamento, alla luce delle evoluzioni

che il progetto stesso subisce. Ogni modifica dovrà essere riportata nel Progress e Final Report.

Un supporto utile per approfondire ulteriormente tali aspetti è la pagina dedicata del sito della DG

Educazione e Cultura della Commissione europea:

http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/valorisation/index_en.htm

È importante che venga osservata una costante attività di raccolta e documentazione di tutte le

attività di dissemination e di exploitation portate avanti. Perché questa fase sia condotta in

maniera strutturata, si può ricorrere ad un formulario che aiuti a tenere traccia delle attività svolte.

Uno strumento di questo tipo aiuta ad avere una visione sull’intera durata del progetto e a non

dimenticare nessuna delle attività svolte, rendendolo disponibile ai partner per loro modifica e

aggiunta, e contemplando anche le attività non esplicitamente previste nei piani di dissemination o

exploitation.

56

La dissemination di un progetto

La dissemination è un elemento chiave del progetto. Anzi, senza di essa molti progetti non

avrebbero vita. Tuttavia, non è un’attività di facile implementazione: la parte più impegnativa nella

gestione di un sito internet, ad esempio, non è tanto la sua stessa creazione, quanto la capacità di

attrarre su di esso l’attenzione di un maggior numero di visitatori e utenti attivi possibile.

Questo è specialmente importante in un’Europa (e un mondo) che marcia a diverse lunghezze

d’onda per alcuni fattori sia culturali che linguistici. Conoscere dunque il target di progetto è

centrale per pianificare una corretta strategia di disseminazione dei risultati.

I principali (ma di certo possono essercene tanti quanti la comunicazione, il marketing e la fantasia

del Consorzio mettono a disposizione) strumenti di dissemination consistono in:

� brochure/leaftlet chiaro e diretto che racchiuda il carattere del progetto e ne dia le

informazioni base necessarie

� Database di contatti/stakeholder da aggiornare nel corso del progetto

� Scrittura e produzione di newsletter cartacee e/o elettroniche

� Attività di eventistica: conferenze, seminari, workshop, incontri che coincidano con i

milestones dei progetti.

� Attività di relazione pubbliche in senso più generale: scrittura di articoli, gestione di blogs,

etc.

� Produzione di campagne audio/video e di prodotti audiovisivi (video, DVD, etc.)

� Attività di social networking (web 2.0)

� Sito web di progetto – incluso il design, la progettazione, la gestione, i contenuti,

l’aggiornamento

Considerata la loro importanza e il relativo basso costo di gestione, vale la pena un

approfondimento su gli ultimi due strumenti citati.

Il sito internet:

Un elemento chiave del sito web è la sua capacità di adattarsi a quasi tutte le evoluzione del

progetto, dando all’utente la possibilità di avere più informazioni, documenti e prodotti

multimediali in un solo canale.

Esistono diversi programmi che permetto la creazione e gestione a basso costo di siti web dinamici

e graficamente piacevoli (es. Joomla!), anche se dalle componenti considerate base.

Alcune raccomandazioni chiave nella creazione di un sito web:

1. Raccogliere spunti sulla base di altri siti di progetti europei per vedere qual è la struttura

base e capire come meglio strutturare i contenuti

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2. Essere molto chiari nei messaggi da diffondere

3. Identificare il target group e di conseguenza quale grafica, tono, profondità e ampiezza,

tipologia di contenuti è più adatta ad esso

4. Decidere/valutare il budget a disposizione

5. Valutare il tempo dedicato alla gestione e all’aggiornamento del sito

6. Promuovere il tuo sito web e mantenerlo uno strumento vivo (hai esperienza anche tu di

quanto sia fastidioso visitare un sito web non aggiornato o con pagine non accessibili)

Il Web 2.0

Il concetto di web 2.0 si rifà già di per sé a un’idea di partecipazione e coinvolgimento. Strumenti

quali blog, Facebook, Twitter, You Tube, danno la possibilità all’utente di contribuire, tenere

aggiornato e “moltiplicare” la portata di espansione del progetto. Essi hanno l’indubbio vantaggio di

essere poco dispendiosi, di ampliare le connessioni, di aiutare a rafforzare la credibilità di un

progetto. Altrettanto, bisogna fare attenzione ad alcuni potenziali criticità: richiedono un impegno di

aggiornamento costante, non sono anonimi, sono difficilmente controllabili da chi gestisce il

progetto.

L’exploitation di un progetto

L’exploitation riguarda la sostenibilità del progetto nel lungo periodo, anche e soprattutto a seguito

del termine del periodo finanziato per la realizzazione del progetto. Attraverso le strategie di

exploitation, ci si vuole assicurare che gli stakeholders utilizzino e traggano benefici dai prodotti del

progetto per un tempo più lungo possibile. Come per la dissemination, anche per l’exploitation

esistono attività piuttosto comuni o ricorrenti nei progetti, come ad esempio: redazione di una

strategia di exploitation, conferenze finali/di chiusura progetto, sito internet (disponibile anche dopo

la fine del periodo di eleggibilità del progetto), accordo sulla proprietà dei diritti d’autore (IPR

Agreement, cfr. capitolo successivo), brochures, presentazioni multimediali, ecc.

Anche tenere aggiornato un database contatti è un esempio di attività di exploitation, in quanto

assicura che il target diretto e indiretto sia costantemente aggiornato dell’evoluzione del progetto

pure dopo il termine del periodo di finanziamento dello stesso.

Il pacchetto di lavoro riferito all’exploitation copre normalmente tutto il periodo di durata del

progetto, ma le attività portate avanti hanno lo specifico scopo di rendere il progetto sostenibile e

durevole nel tempo.

58

Corretto utilizzo del logo e del disclaimer

Le pubblicazioni e i risultati del piano di disseminazione e di exploitation ottenuti nel corso del

progetto devono fare riferimento al supporto economico ricevuto dall’Unione europea. Per questo

motivo, per ciascun programma europeo, vengo fornite linee guida e riferimenti per scaricare e

posizionare il corretto logo e disclaimer.

La mancanza di tali elementi può portare ad un riconoscimento di ineleggibilità dei costi sostenuti

per la produzione/organizzazione/diffusione di un prodotto/risultato di progetto.

Strumenti di supporto alle attività di dissemination e di exploitation messi a disposizione

dall’Unione europea:

Un breve elenco delle piattaforme che l’Unione europea ha messo a disposizione per incrementare

l’efficacia della dissemination ed exploitation dei progetti, a ulteriore conferma dell’importanza

attribuita a tali attività.

� ADAM – Portale per i Progetti Leonardo da Vinci (EN, FR, DE)

http://www.adam-europe.eu/adam/homepageView.htm#.Ul_DG1DIago

� EST – European Shared Treasure – Partnership e risultati in progetti Comenius,

Leonardo da Vinci, Grundtvig

http://www.europeansharedtreasure.eu/

� EVE – Piattaforma di supporto per i programmi europei gestiti dalla Commissione

europea nell’area dell’educazione, Ricerca e Cultura

http://ec.europa.eu/dgs/education_culture/eve/share/page/user/visitor/dashboard

� ENTER - European Network for Transfer and Exploitation of EU Project Results

http://www.enter-network.eu/

� CORDIS – Servizio Comunitario di Informazione in materia di Ricerca e Sviluppo

http://cordis.europa.eu/home_it.html

59

6.4 Come si gestisce la proprietà intellettuale dei risultati

Il tema della proprietà intellettuale è un aspetto molto sensibile in quanto molti progetti sviluppano

prodotti, conoscenze, prototipi dei quali è poi necessario stabilire l’appartenenza e l’uso. Il tema è

particolarmente sentito nei progetti di ricerca e innovazione tecnologica dove l’aspetto dello

sfruttamento dei risultati in termini di proprietà intellettuale (da quale può scaturire un effetto di

sfruttamento economico dei risultati) diventa spesso un punto centrale da definire con i partners di

consorzio fin dall’inizio.

Innanzitutto, è necessario dare alcune definizioni. La Commissione europea nei progetti di ricerca

distingue tra i concetti di foreground e background. Il foreground è l’insieme dei risultati, inclusi

informazioni, materiali, conoscenze, generate nell’ambito di un progetto. Esso include la proprietà

intellettuale (Intellectual Property Rights), come ad esempio i brevetti, e il know-how non protetto

(materiale confidenziale). Il foregound è dunque qualcosa sia di tangibile (prototipi, materiale di

disseminazione, codici,..) che di intangibile ma, comunque, legato direttamente allo sviluppo di

un progetto.

Il background è quell’insieme di informazione e conoscenza (incluse invenzioni, database, etc.)

posseduto dai partecipanti al progetto prima della firma del contratto di finanziamento (Grant

Agreement) e rilevante rispetto alla realizzazione del progetto stesso. Il Background non ricade

nella gestione della Proprietà Intellettuale dei programmi finanziati dall’Unione europea.

Il foreground, e cioè, abbiamo detto, il risultato in termine di prodotti e conoscenze derivanti dallo

sviluppo di un progetto, è posseduto da chi il progetto stesso l’ha generato. Nel caso di una

partnership, esso è posseduto in maniera condivisa, a meno che i partner non si accordino

diversamente. I partner devono trovare un consenso sull’assegnazione dei diritti di proprietà

intellettuale, attraverso un accordo denominato IPR Agreement.

L’IPR è un documento strategico e soprattutto un contratto legalmente valido fra le parti,

teso a stabilire i diritti per l’utilizzo dei risul tati di progetto. Nei casi di Programmi di cultura

e formazione in genere esso va presentato dopo che il progetto è giunto al termine del periodo

di eleggibilità. Nei progetti di ricerca, invece, come si può facilmente comprendere, esso

assume una valenza maggiore, divenendo, anzi, un documento preliminare ai fini del

contratto. Esso è normalmente redatto dal coordinatore del progetto, ma questo non è un requisito

necessario. Inoltre, non esiste un formato predefinito. In generale, però, è bene che nel documento si

affrontino i seguenti punti:

Parti in causa: lista dei partner inclusi nel progetto

60

Oggetto: obbiettivi dell’accordo (es. stabilire l’utilizzo di un dato risultato di progetto)

Materiale: parte fondamentale del documento in quanto identifica con esattezza l’elemento in causa

su cui stabilire i diritti di proprietà (es. manuale di progetto dopo la fine del contratto di

finanziamento, nuovo prodotto, nuovo processo produttivo etc.).. Il materiale può includere

qualsiasi tipo di elemento: da documenti elettronici, corsi di formazione, database, etc. Se si tratta di

progetti transnazionali, molti dei prodotti saranno tradotti in varie lingue quindi ciascun prodotto in

ciascuna lingua è da considerarsi come un elemento a sé.

Doveri nell’utilizzo del materiale: dove possibile, bisogna sempre far riferimento al fatto che il

prodotto è stato reso possibile grazie ad altri partner, ma soprattutto deve essere menzionato il

supporto economico dell’Unione europea (vedi Logo e disclaimer). Ciascuno dei partner deve

assicurare che il materiale sarà oggetto di disseminazione. Tuttavia, questa potrà avere luogo solo

dopo l’esistenza di un accordo di IPR.

Utilizzo da parte di terzi: il trasferimento a terzi dei risultati di progetto (o foreground, nel caso di

progetti di ricerca) è consentito con il passaggio dei diritti sia a persone che organizzazioni. Non

esistono particolari regole, salvo la necessità che fra i partner di progetto ci sia accordo e previa

notifica. A partire dal 7° Programma Quadro, la Commissione europea richiede di essere solo

notificata di questo passaggio e comunque solo in casi limitati.

Un aspetto correlato all’uso di terze parti, consiste nella commercializzazione. Anche questo è un

aspetto che deve essere oggetto di discussione e accordo formale.

Trattandosi di un accordo vincolante, ogni partner del progetto deve possedere una copia originale

dell’IPR agreement .

Esiste un sito della Commissione europea preposto a risolvere dubbi e ad avere aggiornamenti sul

tema: http://www.iprhelpdesk.eu/

6.5 Come si gestiscono i problemi di confidenzialità e di sicurezza delle informazioni

(Confidentiality and Data safety)

È fortemente raccomandato che le obbligazioni riguardanti la confidenzialità delle informazioni

siano sempre dettagliate all’interno del Grant Agreement. Ogni informazione che vuole essere

tenuta a conoscenza soltanto di un gruppo ristretto di persone, deve essere esplicitamente indicata

come confidenziale in ogni passaggio di progetto e ciascuna delle parti, compresa la Commissione

europea, dovrà prendere delle misure affinché tale aspetto sia garantito, anche dopo la fine del

61

progetto. Il contratto di finanziamento (Grant Agreement) riporta due articoli che si riferiscono

rispettivamente alla confidenzialità dei dati e alla loro sicurezza.

Confidenzialità

I beneficiari e la Commissione intraprendono qualunque misura volta a preservare il carattere di

confidenzialità delle informazioni, documenti o prodotti riconosciuti come confidenziali in

relazione all’esecuzione del progetto.

Questo obbligo viene a cadere quando:

- l’informazione confidenziale diviene pubblicamente disponibile in una modalità che non

violi il patto di confidenzialità

- L’informazione confidenziale è trasmessa ad un terzo che non ha nessun obbligo di rispetto

di confidenzialità ed è quindi in diritto di renderla pubblica

- La pubblicazione dell’informazione confidenziale è prevista o resa possibile da altre misure

presenti nel Grant Agreement

Protezione dei dati

Il Grant Agreement affronta anche la questione della protezione dei dati sensibili.

In esso si legge che tutte le informazioni contenute nel documento devono essere gestite nel rispetto

di quanto previsto dal regolamento (EC) No 45/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio sul

corretto uso dei dati personali da parte delle istituzioni e degli enti dell’Unione europea (http://eur-

lex.europa.eu/LexUriServ/LexUriServ.do?uri=OJ:L:2001:008:0001:0022:it:PDF). Tali

informazioni possono essere utilizzate solo in stretta funzione con l’attività di implementazione e di

controllo/valutazione di quanto previsto nel contratto di finanziamento (ivi inclusa la possibilità di

trasferire tali informazioni a enti che siano stati individuate al solo scopo di monitorare o verificare

tali attività).

I beneficiari del finanziamento, dietro richiesta scritta, possono avere accesso ai loro dati personali e

correggere informazioni che risultano errate o incomplete. Inoltre, possono inviare in qualsiasi

momento una nota al Garante Europeo per la Protezione dei Dati qualora ritengano vi sia stato un

incorretto uso dei dati personali.

62

7 COME SI GESTISCE LA RENDICONTAZIONE FINANZIARIA 1

Le domande di sovvenzione devono includere un preventivo di spesa dettagliato con i costi espressi

in euro.

Il preventivo di spesa per l’azione alla quale si riferisce la candidatura deve mostrare il pareggio tra

le entrate e le uscite ed evidenziare chiaramente i costi ammissibili al finanziamento a carico del

bilancio dell'UE. La sovvenzione assegnata può variare da programma a programma

(ATTENZIONE: verificare sempre il work programme e i l bando di riferimento). Una media

tra i vari programmi può variare dal 50 all’ 80% dei costi ammissibili. Alcuni programmi o

addirittura singole voci di spesa possono arrivare fino al 100% di contributo.

I candidati redigeranno il preventivo di spesa del progetto sulla base:

1. degli effettivi costi giornalieri del personale, che in alcuni programmi prevedono dei

massimali, per cui si raccomanda sempre di leggere con attenzione il relativo bando.

Eventuali importi eccedenti saranno considerati non ammissibili. L’attendibilità di tali costi

potrà essere oggetto di verifica;

2. delle effettive tariffe giornaliere di soggiorno (anche in questo caso, verificare l’esistenza di

eventuali massimali). Eventuali importi eccedenti saranno considerati non ammissibili;

3. dei costi effettivi per quanto riguarda le altre categorie di costi.

7.1 Costi ammissibili

Ai fini di valutarne l’ammissibilità, saranno presi in considerazione il contesto generale, la natura e

l’importo della spesa. I seguenti criteri saranno applicati alla categoria di costo per la quale viene

stimato il costo stesso e al numero di unità ad essa associato (ciò condurrà all'applicazione della

formula adatta al costo stimato) o al costo stimato in quanto tale.

Per essere considerati ammissibili, i costi devono soddisfare i seguenti criteri generali:

• devono riguardare attività che coinvolgono i paesi ammissibili contemplati nel Programma

di riferimento. Qualsiasi costo relativo ad attività svolte al di fuori di tali paesi o intraprese

da organizzazioni non registrate in un paese ammissibile sarà considerato non ammissibile, a

meno che non sia necessario ai fini del completamento del progetto e debitamente

giustificato nel modulo di candidatura. Eventuali modifiche alle attività che coinvolgono

altri paesi dovranno essere preventivamente e specificamente approvate dall’Agenzia

1 Per le sezioni da 1 a 1.7, Fonte: Commissione europea_LLP Guide 2013

63

esecutiva. Taluni costi sostenuti nei paesi terzi partecipanti o nei loro confronti sono

ammissibili;

• devono essere stati sostenuti da persone giuridiche/organismi partner ufficiali del

consorzio;

• devono essere collegati all’azione (ossia pertinenti all’azione e direttamente collegati

all’esecuzione del progetto in conformità al piano di lavoro);

• devono essere necessari ai fini dell’esecuzione del progetto;

• devono essere ragionevoli e giustificati e in accordo con i principi di sana gestione

finanziaria, in particolare in termini di rapporto costi-benefici e di efficienza dei costi;

• devono essere generati nel corso del periodo di svolgimento dell’azione;

• devono essere effettivamente sostenuti dal beneficiario e dai membri del consorzio, essere

registrati nei loro libri contabili in conformità con i principi contabili applicabili, ed essere

dichiarati conformi ai requisiti sanciti dalla legislazione fiscale e sociale applicabile;

• devono essere identificabili e verificabili .

Le procedure di contabilità e di controllo interno del candidato devono permettere una

riconciliazione diretta delle spese e delle entrate dichiarate al completamento del progetto con le

situazioni contabili e i documenti giustificativi corrispondenti. Per le tariffe di costi unitari, ciò

implica che il “numero di unità” deve essere registrato su opportuni documenti (vale a dire,

cartellini orari, elenchi di presenza ecc.).

Qualora le normative fiscali e contabili nazionali non richiedano l’emissione di una fattura, avrà

valore qualsiasi documento contabile equipollente atto a dimostrare l’esattezza della scrittura

contabile in questione e la sua conformità con il diritto applicabile in materia di bilancio.

IMPOSTA SUL VALORE AGGIUNTO

L’IVA è considerata un costo ammissibile solo se non è recuperabile in forza della vigente

legislazione nazionale in tema di IVA. L'unica eccezione riguarda le attività o le transazioni in cui

autorità statali, regionali e locali e altri organismi pubblici sono impegnati in qualità di autorità

pubbliche.

COSTI NON AMMISSIBILI

Non potranno essere considerati in alcun modo ammissibili i seguenti costi:

• rendite del capitale;

• debiti e oneri a essi relativi;

• accantonamenti per perdite o eventuali passività future (accantonamenti per obblighi

64

• contrattuali e morali, multe, ammende e costi di procedimenti giudiziari);

• interessi passivi;

• crediti dubbi;

• perdite di cambio;

• IVA (vedi sopra il paragrafo sull'imposta sul valore aggiunto).

• costi dichiarati a carico del candidato nell’ambito di un’altra azione o di un programma di

lavoro che riceva una sovvenzione dall’Unione europea o da altre fonti di finanziamento;

• spese eccessive o sconsiderate;

• acquisto di beni patrimoniali;

• in caso di noleggio o leasing di attrezzature, il costo di qualsiasi opzione di riscatto al

termine del periodo di noleggio o di leasing;

• costi associati alla preparazione della candidatura;

• spese di apertura e di gestione di conti bancari (le spese per il trasferimento di fondi sono

ammissibili);

• costi sostenuti per l’acquisizione di qualsiasi documento da presentare unitamente alla

candidatura (relazioni di revisione contabile, ecc.).

COSTI DIRETTI AMMISSIBILI

I costi diretti ammissibili dell’azione sono quelli che, nel rispetto delle condizioni di ammissione di

cui sopra, possono essere identificati come costi specifici direttamente connessi alla realizzazione

dell’azione e che sono pertanto oggetto di imputazione diretta. Le categorie dei costi diretti

ammissibili sono specificati nelle seguenti pagine.

COSTI INDIRETTI AMMISSIBILI

I costi indiretti ammissibili sono quelli che, nel rispetto delle condizioni di ammissione, non

possono essere né identificati come costi specifici direttamente connessi alla realizzazione

dell’azione né direttamente imputabili a essa, ma che sono comunque stati sostenuti nel corso della

realizzazione del progetto. Essi non possono comprendere alcun costo diretto ammissibile. I costi

indiretti del progetto ammissibili al finanziamento comunitario sono costituiti da un importo

forfetario fisso variabile al seconda del programma dal 7 fino al 60% dell’importo totale dei costi

diretti ammissibili. (ATTENZIONE: verificare sempre il work programme e i l bando di

riferimento ) Tali costi non hanno bisogno di essere giustificati mediante documenti contabili.

65

I costi indiretti non sono invece ammissibili per sovvenzioni a progetti assegnati a un beneficiario

che già riceve una sovvenzione di funzionamento dalla Commissione durante il periodo in

questione. Esempi di costi indiretti:

• qualsiasi costo per attrezzature relative all’amministrazione del progetto (quali computer,

telefoni cellulari ecc.);

• costi di comunicazione (posta, fax, telefono, mailing ecc.);

• costi per infrastrutture (canoni d’affitto, elettricità ecc.) dei locali nei quali si svolge il

progetto;

• forniture da ufficio;

• fotocopie.

7.2 Costi per il personale

Quanto segue si applica a tutti i partner di un consorzio: a titolo d’esempio, le norme relative ai

costi del personale si applicheranno a tutti i partner (ivi incluso il candidato) del consorzio.

1. Saranno considerati i costi relativi alle seguenti categorie di personale:

• personale dipendente o assimilato alla dipendenza assunto da un partner del consorzio con

contratto di lavoro individuale a tempo indeterminato o determinato. Per rientrare in questa

categoria, il personale deve avere un rapporto di “dipendenza” con la relativa

organizzazione partner;

• personale temporaneo assunto da uno dei partner del consorzio attraverso un’agenzia esterna

specializzata.

I costi del personale che lavora in subappalto saranno inclusi nella relativa categoria “Costi di

subappalto” (si veda sotto). I membri del personale dei partner coinvolti nel progetto non potranno

operare in veste di subappaltatori del progetto.

2. I candidati sono tenuti a basare il preventivo di spesa del progetto sugli effettivi costi giornalieri

del personale, ai sensi della politica salariale abitualmente adottata dall’organizzazione. Saranno

comunque considerati non ammissibili gli importi che superano una eventuale tariffa massima

giornaliera ammissibile, indicata nel bando. L’attendibilità di tali costi potrà essere oggetto di

verifica.

3. Verrà applicata la tariffa del paese in cui è registrata l’organizzazione partner,

indipendentemente dal paese di esecuzione delle attività (ossia i costi di un membro del

personale di un’organizzazione del Paese A che lavora, a tempo pieno o parziale, nel Paese B

saranno computati nel preventivo di spesa sulla base delle tariffe del Paese A).

4. Gli effettivi costi giornalieri del personale si basano su tariffe medie corrispondenti all’abituale

politica retributiva del candidato, ivi inclusi gli effettivi stipendi più gli oneri sociali e altri costi

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statutari rientranti nella retribuzione. Sono esclusi costi non statutari quali premi, noleggio di

automobili, conti spese, incentivi retributivi o programmi per la ripartizione degli utili.

5. Il candidato definirà la categoria del personale e il numero di giornate lavorative del progetto,

che devono essere commisurate alla natura del progetto e al piano di lavoro.

6. La stima dei costi del personale si ricava moltiplicando il numero di giornate per l'effettivo costo

giornaliero del personale. I costi del personale possono essere previsti per tutti programmi e le

tipologie di progetti e reti. Il costo del personale attribuito all’azione, dal beneficiario o dai

partner del consorzio, comprende gli effettivi stipendi più gli oneri sociali e altri costi

contrattualmente compresi nella retribuzione.

7.3 Costi di soggiorno

1. Sono ammissibili i costi di soggiorno del personale che si reca in un altro paese partecipante nel

contesto di sviluppo dei progetti. Il preventivo di spesa dovrà essere basato sulla tariffa massima

eventualmente indicata nel singolo bando o nelle regole finanziarie del Programma. Eventuali

importi eccedenti saranno considerati non ammissibili. La tariffa applicabile è quella del paese di

destinazione, vale a dire il paese in cui vengono sostenute le spese di soggiorno.

2. È possibile chiedere il rimborso dei costi sostenuti solo per viaggi direttamente collegati ad

attività relative al progetto specifiche e chiaramente identificabili. Per informazioni sull’addebito

dei costi di soggiorno non sostenuti da membri del personale, si rimanda alle sezioni “Costi di

subappalto” e “Altri costi”.

3. Il rimborso avviene conformemente alle norme interne vigenti presso le organizzazioni partner

sulla base delle spese effettivamente sostenute (rimborso di ricevute) o sotto forma di diaria. In

entrambi i casi, si dovranno esibire documenti attestanti la presenza e il pernottamento in una

struttura ricettiva a giustificazione dei costi dichiarati nella relazione finale.

4. I costi di soggiorno coprono il vitto, l’alloggio, tutte le spese di trasporto locale nella località

estera di destinazione (ma non le spese di trasporto locale sostenute per lo spostamento dalla

località di origine a quella di destinazione). Ai fini del calcolo del numero di giorni a cui

applicare la tariffa giornaliera per i costi di soggiorno, si noti che un giorno INTERO comprende

di norma un pernottamento. In casi debitamente giustificati, potrebbe essere concessa una diaria

per un giorno intero per soggiorni senza pernottamento con una riduzione proporzionale per

l'alloggio (costi limitati al 50 per cento del massimo).

5. Nel caso in cui il vitto, l’alloggio e i costi di trasporto locale vengano forniti da una terza parte, si

dovrà applicare una riduzione proporzionale.

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I costi di soggiorno ammissibili sono calcolati sulla base di tariffe di costi unitari ammissibili,

laddove esplicitamente quotati nel band di riferimento. Altrimenti, la quotazione di tali costi sarà

fatta sulla base di costi reali giustificabili. Gli importi risultanti saranno inclusi nel preventivo

richiesto e saranno presi in considerazione nel calcolo del contributo comunitario.

7.4 Costi di viaggio

I costi di viaggio sono riconosciuti sulla base dei costi effettivamente sostenuti.

1. Verranno considerati i costi di viaggio del personale partecipante all’azione, purché in linea con

le abituali pratiche in materia di costi di viaggio del partner.

2. Sarà possibile chiedere il rimborso solamente di costi sostenuti per viaggi direttamente collegati

ad attività relative al progetto specifiche e chiaramente identificabili . Per informazioni

sull’addebito dei costi di viaggio non sostenuti da membri del personale, si rimanda alle sezioni

“Costi di subappalto” e “Altri costi” più sotto.

3. I costi di viaggio dovranno includere tutti i costi sostenuti su tutti i mezzi di trasporto impiegati

dalla località di origine a quella di destinazione (e viceversa) e potranno includere visti,

assicurazione di viaggio e costi di cancellazione.

4. Il rimborso si basa sui costi effettivamente sostenuti, indipendentemente dal mezzo di trasporto

scelto (treno, autobus, taxi, aereo, automobile a noleggio). I partner sono tenuti a usare il mezzo

di trasporto più economico, qualora ciò non avvenga, si dovrà fornire una giustificazione

dettagliata.

5. In caso di spostamento con automobile privata (personale o aziendale), laddove tale spostamento

possa essere dimostrato e l’importo non sia eccessivo, il rimborso spese avverrà come segue

(scegliendo l’opzione più economica):

• applicando una tariffa chilometrica conformemente alle norme interne dell’organizzazione

in questione fino a un massimo di 0,22 euro/Km; oppure

• addebitando il costo del biglietto ferroviario, aereo o dell’autobus per il tragitto

corrispondente (si veda il punto (3) sopra). Potrà essere rimborsato soltanto un biglietto,

indipendentemente dal numero di persone in viaggio sullo stesso veicolo.

6. Per le automobili noleggiate (categoria massima B o equivalente) o i taxi: il costo effettivamente

sostenuto laddove esso non sia eccessivo rispetto a quello di altri mezzi di trasporto (tenendo

conto altresì dell'incidenza di fattori quali tempo, bagaglio voluminoso riconducibile alla natura

del progetto). Il rimborso avverrà indipendentemente dal numero di persone in viaggio sullo

stesso veicolo.

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7.5 Costi per le attrezzature

1. Sono considerati ammissibili l’acquisto, il noleggio o il leasing di attrezzature (nuove o di

seconda mano), ivi inclusi i costi di installazione, di manutenzione e di assicurazione:

• solo se specifici e necessari ai fini del raggiungimento degli obiettivi del progetto o

dell’azione. I costi proposti per le attrezzature dovranno esser sempre chiaramente dettagliati

e debitamente giustificati. Si applicheranno le norme in materia di appalti pubblici (si veda

“costi di subappalto”);

• purché, soltanto in caso di acquisto, il valore delle attrezzature acquistate sia ammortizzato

conformemente alla normativa fiscale e contabile applicabile al beneficiario / partner di un

consorzio che sostiene il costo, e sia generalmente ragionevole per beni analoghi. Possono

essere prese in considerazione soltanto la quota di ammortamento del bene corrispondente

alla durata dell’azione. Il candidato spiegherà le norme da lui applicate. Ogni trattamento

diverso dovuto alla natura e/o al contesto d’uso del bene dovrà essere debitamente

giustificato.

2. Tutte le attrezzature collegate all’amministrazione del progetto (quali computer, telefoni cellulari

ecc.) e acquistate prima dell’inizio del progetto potranno rientrare solamente nei costi indiretti

del progetto stesso.

3. Il costo totale delle attrezzature non può essere superiore al 10 per cento dei costi diretti

ammissibili del progetto.

4. I partner dei Paesi terzi non possono chiedere il rimborso dei costi delle attrezzature

7.6 Costi di subappalto

1. Saranno considerati ammissibili i costi derivanti da contratti di subappalto conclusi ai fini

dell’esecuzione di un lavoro per il progetto che sia specifico e limitato e concessi da un partner a

un ente, a un’organizzazione o a un individuo (solo se non assunto da nessuna delle

organizzazioni partner del consorzio). Questo comprende servizi quali traduzione,

interpretariato, stampa, ecc.

2. Al fine di preservare l'essenza del partenariato del progetto, la gestione e l’amministrazione

generale del progetto non potranno essere subappaltate.

3. I costi vengono calcolati in base a una stima verificabile o, qualora il subappaltatore sia già

identificato conformemente alle procedure di cui ai punti 4 e 5 di seguito, in base a un’offerta. La

stima/offerta coprirà tutti i costi (costi del personale, costi di viaggio, ecc.).

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4. Il beneficiario aggiudicherà il contratto all'offerta che presenta il miglior rapporto qualità-prezzo

ovvero, rispettivamente, all'offerta che cita il prezzo più basso, conformemente ai principi della

trasparenza e della parità di trattamento dei potenziali contraenti, avendo cura di evitare conflitti

d'interesse.

5. Per le azioni gestite attraverso la procedura della Commissione, si applicano le seguenti

specifiche norme dell'Unione europea relative agli appalti pubblici:

• i pagamenti di importi non superiori a 1.000 euro in relazione a voci di spesa possono

configurarsi semplicemente in pagamenti contro fattura, senza previa accettazione di

un'offerta d'appalto;

• i contratti di un valore superiore a 1.000 euro e non superiore a 15.000 euro sono soggetti a

una procedura a trattativa privata a seguito di una procedura negoziata senza pubblicazione

previa di un bando di gara;

• i contratti di un valore superiore a 15.000 euro e non superiore a 60.000 euro sono soggetti a

una procedura con la partecipazione di almeno tre offerenti a seguito di una procedura

negoziata senza pubblicazione previa di un bando di gara;

• per i contratti di valore superiore a 60.000 euro, si applicano le regole nazionali in materia di

appalti pubblici.

6. Il costo totale di subappalto non può essere superiore, di norma, al 30 per cento dei costi diretti

totali del progetto. Percentuali inferiori possono essere previste da programma a programma.

(ATTENZIONE: verificare sempre il work programme e i l bando di riferimento).

7. I partner dei Paesi terzi non possono chiedere il rimborso dei costi delle attrezzature.

7.7 Altri costi

Gli altri costi sono rimborsati sulla base dei costi effettivamente sostenuti.

1. La voce “Altri costi” può contenere esclusivamente i costi sostenuti dai partner stessi.

2. Costi derivanti direttamente da:

• requisiti imposti dal contratto (diffusione delle informazioni, valutazione specifica

dell’azione, revisioni contabili, riproduzioni, traduzioni, ecc.), ivi inclusi i costi di qualsiasi

servizio finanziario (soprattutto i costi di garanzie finanziarie);

• la realizzazione di azioni specifiche o di prodotti e risultati del progetto/azione (quali

l’organizzazione di seminari, qualora il seminario sia previsto come prodotto/risultato e i

costi correlati a tale attività siano facilmente identificabili), la stesura degli atti di un

seminario, la produzione di un video, l’acquisto di materiali di consumo collegati a un dato

prodotto (risme di carta per la stampa di pubblicazioni, DVD vergini), ecc.

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3. Tutti i costi sostenuti mediante subappalto devono essere indicati alla voce “subappalto”.

4. Verranno considerate solo attività specifiche e necessarie ai fini del raggiungimento degli

obiettivi del progetto. I costi proposti dovranno essere sempre debitamente giustificati.

5. In caso di rimborso di costi di viaggio e/o di soggiorno a terzi (per esempio, per persone che non

sono dipendenti dei partner del consorzio, e neanche subappaltatori), si applicheranno le norme

previste per il rimborso personale dei partner del consorzio.

6. In determinate circostanze, saranno inoltre considerati ammissibili altri costi non coperti dalle

altre categorie di costo. Alcuni esempi: costi una tantum per comunicati stampa e pubblicità;

acquisto di diritti di autore e di altri diritti di proprietà intellettuale; acquisto di materiali

informativi (libri, studi e dati elettronici); quote di partecipazione a conferenze, noleggio di spazi

espositivi, ecc.

Tutti i costi relativi all’amministrazione del progetto (materiali di consumo, materiali sussidiari,

costi per fotocopie, costi telefonici, carta, ecc.) sono coperti dai costi indiretti del progetto.

Fonte: Commissione europea_LLP Guide 2013

Un pratico ed interessante strumento di rapida consultazione delle regole di rendicontazione

finanziaria è il Financial Kit della EACEA (Education, Audiovisual and Culture Executive Agency

scaricabile al seguente indirizzo: http://eacea.ec.europa.eu/about/documents/fik_1202.pdf

Il manuale fornisce, inoltre, numerosi consigli pratici su come implementare e gestire un sistema di

rendicontazione e monitoraggio dei costi progettuali.

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7.8 Riepilogo della documentazione per voce di costo

Si propone di seguito una tabella riepilogativa che, per voce di costo, illustra la documentazione

minima necessaria in fase di rendicontazione e gli errori più comuni da evitare.

VOCE DI COSTO DOCUMENTI DI SUPPORTO ERRORI COMUNI

RENDICONTAZIONE

DEL PERSONALE

• contratti, time sheets e lista di attività svolte, fatture/buste paga, bonifici di pagamento

• metodo di calcolo applicato per identificare il costo unitario

• collaborazione volontaria non retribuita non è normalmente ammissibile

• mancato rispetto dei massimali consentiti (se esistenti)

• mancanza di documenti di supporto

• errore di calcolo del costo unitario

• confusione tra personale e subcontratto

VIAGGI E

SUSSISTENZA

• biglietti e fatture + boarding pass, prove di pagamento

• giustificazione di viaggio • fatture e scontrini di ogni costo dichiarato

• mancato rispetto dei massimali consentiti (se esistenti)

• mancanza di documenti di supporto

• errore di calcolo del numero di giorni da considerare

ATTREZZATURE

• fatture, prove di pagamento • documenti di supporto in caso di “procurement

procedure”

• mancanza di documenti di supporto e soprattutto, in caso di “procurement, procedure”

• errore di calcolo della quota imputabile

SUBCONTRATTI

• offerta iniziale ben dettagliata • contratto che identifichi attività da svolgere,

tempistica, ore di lavoro previste, costo e modalità di pagamento

• fatture dettagliate (attività realmente svolte e numero di ore lavorate, costo), prove di pagamento

• documenti di supporto in caso di “procurement procedure”

• mancanza di documenti di supporto e soprattutto in caso di “procurement procedure”

• confusione tra personale e subcontratto

ALTRI COSTI

• fatture, prove di pagamento • documenti di supporto in caso di “procurement

procedure”

• mancanza di documenti di supporto e soprattutto in caso di “procurement procedure”

• costi indiretti dichiarati erroneamente nella categoria «altri costi»

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7.9 Alcuni utili consigli

� pianificare attentamente ogni attività e verificare regolarmente se le fasi di avanzamento

sono rispettate

� monitorare regolarmente i costi di progetto e farsi aiutare da un esperto, coinvolgendolo

nelle decisioni prima di effettuare i costi; dopo potrebbe essere troppo tardi!

� verificare che anche gli altri partner abbiano la situazione sotto controllo

� redigere un rapporto finanziario globale ‘interno’ almeno ogni 6 mesi e comunque almeno 4

mesi prima della fine del progetto, così da poter chiedere un amendment entro i limiti di

tempo legale, se necessario

� rileggere regolarmente il contratto e le regole di ammissibilità

� conservare regolarmente durante la vita del progetto qualsiasi documento di supporto di

attività svolte e di costi relativi

� studiare per tempo i necessari forms finanziari

� contattare il project officer in caso di dubbio