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De Grauwe: Economics of Monetary Union 9e Il Trattato di Maastricht Il Trattato di Maastricht firmato nel 1991 I passi verso l’Unione Monetaria in Europa 2 principi Gradualismo nella transizione Criteri di convergenza: per entrare occorre soddisfare alcuni criteri

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De Grauwe: Economics of Monetary Union 9e

Il Trattato di Maastricht

• Il Trattato di Maastricht firmato nel 1991• I passi verso l’Unione Monetaria in Europa• 2 principi

– Gradualismo nella transizione – Criteri di convergenza: per entrare occorre

soddisfare alcuni criteri

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‘Criteri della convergenza'

Ciascun paese candidato:

(1) Tasso di inflazione media dei tassi di inflazione nel gruppo dei 3 paesi membri con l’inflazione più bassa + 1.5%;

(2) Tasso di interesse a lungo termine media osservata negli stessi tre paesi + 2%;(ora media euro area +2%)

(3) Far parte del meccanismo ERM e nessuna svalutazione nei due anni precedenti l’entrata nell’EMU;

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(4) Il deficit pubblico 3% del PIL e se non soddisfatta il deficit in continua diminuzione

e in sostanziale avvicinamento alla norma del 3% o la deviazione dal parametro (3%) ' eccezionale

temporanea e comunque prossima al parametro', art. 104c(a);

(5) Il debito pubblico 60% del PIL e se non soddisfatta il debito deve diminuire

“sufficientemente” ed avvicinarsi al vvalore del parametro (60%) a un tasso soddisfacente, art. 104c(b).

=> Valutazione economica / secondo situazione del paese specifico/ elementi di discrezionalità e/o giudizio

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Perche tutto ciò?

• AVO sottolinea condizioni micro per un’unione monetaria di successo– symmetry of shocks– labour market flexibility– labour mobility

• Il Trattato sottolinea la necessità di procedere anche a una convergenza macroeconomica– Inflazione– Tassi di interesse– Politiche di bilancio – Tassi di cambio

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1. Perché criterio convergenza dei tassi di inflazione?

Condizione sui tassi di inflazione:

PROVA della preferenza espressa da ogni futuro stato membro per la stabilità dei prezzi e condizione per una gestione comune della politica monetaria

Tuttavia la futura unione monetaria potrebbe implicare “inflationary bias” da parte dei singoli Stati membri

Ovvero un incentivo a seguire politiche più inflazionistiche

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2. Perché criteri convergenza parametri fiscali

-> Stati membri con debito pubblico elevato =>incentivo a creare “surprise inflation” inattesa

=> riduzione del valore reale dei titoli a lungo termine a reddito fisso (par. 2.2 pag. 167-8 PDeGrauwe)

=> riduzione valore reale dello stock di debito

(Governi miopi/ Political Economy/ G. Tabellini e V. Grilli)

-> Banca Centrale => Pol Mon restrittiva/ aumento tassi a seguito dell’aumento di inflazione nell’UM(e)

I paesi a basso debito “perderebbero” e richiedono una riduzione del debito nei paesi con debito elevato

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2. Ancora sulla convergenza sui parametri fiscali

• Inoltre, i paesi con un elevato debito corrono un rischio di default più elevato

• Una volta nell'Unione, questo potrebbe produrre pressione per un piano di salvataggio in caso di crisi di default.

• No bail-out clause (clausola di non salvataggio) è stata incorporata nel Trattato di Maastricht

• Né Paesi membri né BCE sono obbligati a garantire il salvataggio in caso di insolvenza

• Ma è questa clausola credibile? Ne riparleremo

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Difficile razionalizzare l’aritmetica

3% and 60% le regole di bilancio che implicano la stabilizzazione del debito

d = gbb = (steady state) il livello di debito a cui stabilizziamo (in % del PIL) g = tasso di crescita nominale del PILd = deficit (in per cento del PIL)

Dato b, il debito si stabilizza con un deficit d solo se il tasso di crescita nominale del

PIL è 5% (3% + 2%)

d = g*b => 0.03 = 0.05 x 0.6

Da Pag 169 PDG la var. del rapporto Debito/PIL => Var. b = d - g*b

Var. b = 0 => d =g*b => 0.03 =0.05*0.60

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Regola arbitraria

• La regola è piuttosto arbitrario per due motivi. la regola è condizionata sul futuro tasso di crescita nominale del PIL. Perché il debito essere stabilizzata al 60%? L'unica ragione era che al momento della negoziazione Trattato di Maastricht era il rapporto medio debito-PIL nell'Unione europea. Se la crescita nominale del PIL aumenta sopra (o scende sotto) 5%, il deficit di bilancio che stabilizza il debito pubblico al 60% può essere superiore al (inferiore) 3% .

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3. Criterio del tasso di cambio (condizione di non svalutazione)

• Per prevenire che I paesi operino sul tasso di cambio ad es. per entrare a condizioni più favorevoli (svalutazione / competitività)

• Nota– Secondo il Trattato, i paesi dovrebbero mantenere i

loro tassi di cambio all'interno della banda 'normale' di fluttuazione nel corso dei due anni precedenti il loro ingresso nella UEM. Dal mese di agosto 1993, la band 'normale' all'interno dello SME era 2x15%. (era 2*2,25% nel 1991)Gli accordi di cambio per i nuovi arrivati (Danimarca, Svezia, Regno Unito) e paesi candidati all'adesione sono simili ma non identici.

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4. Convergenza dei tassi di interesse

• Differenze eccessivamente grandi tra i tassi di interesse prima dell’ingresso potrebbero portare a guadagni e/o perdite in conto capitale al momento dell'entrata in dell'UEM. UK titoli in sterline 5%; tipologia simile euro 4% (reddito fisso)

Uk adotta tasso di cambio irrevocabile con l’euro

Investitore in titolo euro => arbitraggio => senza R d C =>

vende il titolo in euro e compra il titolo uk

=> Prezzo titolo eu scende e il prezzo titolo uk sale

fino a che si eguagliano rendimenti (in %)

Chi perde? Gli agenti che detengono titoli in euro => riserve istituzionali

.Problema importante?

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• La regola di convergenza è per sua natura self-fulfilling• Come ci si aspetta che il paese aderisca non appena

viene presa la decisione politica di consentire l'ingresso del paese membro candidato e quindi gli altri criteri sono soddisfatti incluso la stabilità del cambio

• si verificheranno graduali movimenti nei prezzi dei titoli e perché il mercato porterà automaticamente ad una convergenza dei tassi di interesse a lungo termine quindi guadagni e le perdite sono suscettibili di verificarsi prima di entrare

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I Benefici della stabilità dei prezzi

I benefici della stabilità dei prezzi

• La stabilità dei prezzi migliora la trasparenza del meccanismo dei prezzi relativi, => contribuendo l’allocazione efficiente delle risorse reali aumenta il potenziale produttivo dell’economia e

• condizioni migliori per assicurare l’efficacia delle necessarie riforme strutturali (maggiore flessibilità e l’efficienza dei mercati)

• prezzi stabili minimizzano il premio per il rischio di inflazione nei tassi di interesse a lungo termine, stimola gli investimenti

• Se il livello futuro dei prezzi è incerto, risorse reali vengono assorbite dal tentativo di coprirsi contro il rischio di inflazione o di deflazione, anziché essere destinate a usi produttivi.

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I benefici della stabilità dei prezzi (continua)

• La stabilità dei prezzi elimina,inoltre, i costi reali in cui si incorre quando l’inflazione o la deflazione aggravano gli effetti distorsivi del sistema fiscale e di quello di assistenza sociale sul comportamento economico.

• Mantenere la stabilità dei prezzi evita la pervasiva e arbitraria redistribuzione di ricchezza e di reddito che si crea in condizioni sia di inflazione sia di deflazione, contribuendo così a mantenere la coesione e la stabilità sociale.

• Inoltre, l’evidenza empirica dimostra chiaramente che i benefici sulla crescita della stabilità dei prezzi sono significativi.

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Convergenza tassi di inflazione

Inoltre tentare di ridurre la disoccupazione mediante l’attuazione di una politica

monetaria inflazionistica sarebbe, in definitiva,

controproducente

Visione Monetarista: inefficacia della politica monetaria per sanare squilibri reali (nel lungo periodo)

Eventuali spostamenti sulla curva di Phillips sono solo di breve periodo

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Finanze pubbliche solide per la stabilità dei prezzi

La solidità delle finanze pubbliche sia un requisito indispensabile per la stabilità macroeconomica, e la stabilità dei prezzi dipenda anche dalla disciplina delle politiche di bilancio.

Per questo motivo l’Unione europea ha assunto l'impegno a perseguire finanze pubbliche solide

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L'esperienza dei decenni passati mostra come l'aumento dell'incidenza del debito sul PIL – unitamente all'aumento del debito implicito associato a sistemi di previdenza sociale operanti

in un contesto di invecchiamento della popolazione

ponga un'ipoteca permanente sulle prospettive

economiche .

Insieme con gli elevati livelli del disavanzo, limiti costantemente i margini disponibili per un ruolo stabilizzatore delle politiche

di bilancio.

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• Debiti elevati mettono in dubbio la credibilità paese e fanno emergere rischio insolvenza

• I tassi di interesse reali a lungo termine diventano più elevati, gli investimenti privati diminuiscono e la formazione di capitale fisicosubisce un parziale spiazzamento (crowding out).

• Ciò riduce la produzione, causa una perdita permanente di prodotto e, nel lungo periodo, limita le possibilità di consumo.

• Di fatto, l'evidenza empirica disponibile indica un significativo rapporto inverso fra gli squilibri di bilancio e il totale degli investimenti lordi interni, nonché fra il disavanzo e il reddito pro capite nel medio periodo.

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• Effetto diretti della politica fiscale sui prezziNel breve periodo, la regolamentazione dei prezzi, tariffe amministrate e le modifiche di imposte indirette / accise esercitano un impatto diretto sull'inflazione, misurata sulla base dello IAPC.

• Su un periodo più lungo, lo squilibrio delle finanze pubbliche ha un impatto negativo sull'efficienza economica e pertanto sul processo di formazione dei prezzi.

• Infatti l’elevato livello dei disavanzi strutturali tende a sottrarre risorse alla formazione di capitale privato, accrescendo il divario fra la domanda e l'offerta aggregata. Ciò tende ad alterare la composizione dell'offerta aggregata e crea rigidità e strozzature che contribuiscono a intensificare le pressioni sui prezzi.

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• In tal modo, un disavanzo persistente potrebbe costringere le autorità monetarie a mantenere i tassi a breve termine a livelli più elevati di quanto non sarebbe altrimenti necessario.

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• In alcune circostanze, le politiche di bilancio possono• influenzare le aspettative,

• amplificando gli effetti degli shock economici e finanziari.

• Se la struttura dei conti pubblici è ritenuta dagli operatori• eccessivamente esposta alle fluttuazioni• economiche o alle variazioni dei tassi di interesse

• tali shock possono determinare un aumento dei premi al rischioe dei tassi di interesse a lungo termine.

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• La creazione di un'unione monetariaconduce all'eliminazione dei differenziali di interesseche in precedenza compensavano gli investitoriper le differenze in termini diprospettive di inflazione e di deprezzamento delcambio tra le diverse valute.

• Viiene meno un fattore – il deprezzamento della valutanazionale – che in precedenza segnalava aiprenditori di fondi la sfiducia dei mercati di frontea politiche sbagliate, soprattutto nel campo dellescelte di politica fiscale. Quindi le regole e i parametri e la governance sono necessari! semestre europeo e regole

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• Con la scomparsa dei premi per il rischio, alcuni Stati membri, che in passato erano stati penalizzati in termini relativi sul mercato dei titoli pubblici, possono trovare più conveniente il finanziamento della spesa pubblica mediante l'indebitamento.

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• Tale possibilità tende a conferire all'area nel suocomplesso una predisposizione al disavanzo, che,anche in questo caso, crea una forte necessitàdi istituzioni economiche (regole ecc) che scoraggino

pratichedi bilancio non sane.

• In mancanza di un'autorità fiscale centralizzata, lescelte di bilancio dei singoli Stati membri diun'unione monetaria possono avere ripercussioninegative sulle economie vicine.

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• Tali esternalità negative sono generalmente trasmesse attraverso i tassi di interesse a lungo termine, poiché la mancanza di rigore nella politica fiscale di un paese e il drenaggio che essa esercita sul risparmio privato implicano una forte pressione sul costo del finanziamento a lungo termine dell'intera area.

• In linea di principio, le forze del mercato dovrebbero fungere da deterrenti nei confronti di eventuali politiche non rigorose. In effetti, anche in assenza di limiti istituzionali espliciti ai disavanzi,la possibilità che i premi per il rischio di insolvenza specifici di un paese ne penalizzino l'eccessivo indebitamento potrebbe incoraggiare i singoli paesi a rispettare la disciplina fiscale.

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• Tuttavia, in pratica l'esperienza non sembra dimostrare che la disciplina esercitata dai mercati finanziari sia sempre sufficiente a indurre gli Stati a rispettare i vincoli

• => regole!

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è pertanto preferibile integrare l'azione

delle forze di mercato con quella di regole comuni

di disciplina fiscale. Tali regole sovranazionali

inducono le autorità nazionali a internalizzare l'impatto che le loro decisioni hanno sull'intera area e, in tal modo, migliorano il coordinamento e promuovono la fiducia reciproca fra Stati membri

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• http://ec.europa.eu/economy_finance/euro/adoption/who_can_join/index_en.htm

• http://ec.europa.eu/economy_finance/db_indicators/ameco/index_en.htm

• http://europa.eu/about-eu/countries/index_it.htm