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Decreto 155/2007

Decreto 155/2007. Registro e cartelle sanitarie dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni la G.U. n. 217 del 18 settembre 2007 ha pubblicato il D.Lgs

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Decreto 155/2007

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Registro e cartelle sanitariedei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni

la G.U. n. 217 del 18 settembre 2007 ha pubblicato il D.Lgs. 155/07, che "Istituisce il Regolamento attuativo dell'articolo 70, comma 9, del D.Lgs. 626/94. Registri e cartelle sanitarie

dei lavoratori esposti durante il lavoro ad agenti cancerogeni".

Il D.Lgs. 155/07:- entrerà in vigore il 03 ottobre 2007

- tuttavia i registri e le cartelle sanitarie e di rischio (v. artt. 2 e 3), devono essere

istituiti entro il 3 aprile 2008, cioè entro 6 mesi (v. comma 3, art. 11).

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SINTESI DEL D.LGS. 155/07Art. 1.Ambito, finalita' e campo di applicazione1. Il regolamento si applica ai settori di attivita' pubblici o privati rientranti nel campo di applicazione del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni.2. I dati relativi agli accertamenti sanitari e la conseguente registrazione degli stessi nelle cartelle sanitarie o nel registro di cui ai successivi articoli possono essere trattati esclusivamente per le finalita' di igiene e sicurezza del lavoro.

Art. 2. Registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni1. Il registro dei lavoratori esposti ad agenti cancerogeni di cui all'articolo 70, comma 1, del decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626, e successive modificazioni, e' istituito dal datore di lavoro, conformemente al modello di cui all'allegato 1, che costituisce parte integrante del presente regolamento e compilato sulla base della valutazione di cui all'articolo 63 del citato decreto legislativo n. 626 del 1994.

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2. Il registro di cui al comma 1 e' costituito da fogli legati e numerati progressivamente.

3. Il datore di lavoro invia in busta chiusa, siglata dal medico competente, la copia del registro di cui al comma 1 all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro (ISPESL) e all'organo di vigilanza competente per territorio entro trenta giorni dalla sua istituzione.

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Art. 3.Cartella sanitaria e di rischio

1. Le cartelle sanitarie e di rischio, di cui agli articoli 17 e 70 del decreto legislativo 19 settembre

1994, n. 626 sono compilate in conformita' al modello di cui all'allegato 2 che costituisce parte

integrante del presente regolamento.

2. I documenti di cui al comma 1 sono costituiti da fogli legati e numerati progressivamente.

3. E' consentita l'adozione di cartelle sanitarie e di rischio diverse dal modello di cuiall'allegato 2, sempre che vi siano comunque inclusi i dati e le notizie indicati

nell'allegato stesso.

4. Fatto salvo quanto previsto dall'articolo 162 del decreto del Presidente della Repubblica 30

giugno 1965, n. 1124, le cartelle sanitarie di cui al comma 1 possono essere utilizzate anche per

la sorveglianza sanitaria prevista dall'articolo 16 del decreto legislativo 19 settembre 1994,

n. 626.

5. Nel caso di lavoratori esposti contemporaneamente a radiazioni ionizzanti e ad agenticancerogeni per i quali e' istituito il documento sanitario personale ai sensi

dell'articolo 90 deldecreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, il predetto documento va integrato con le

informazionipreviste nel modello di cui all'allegato 2.

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Art. da 4 a 10: omissis Art. 11. - Norme finali e transitoriecommi 1. e 2. (omissis)

3. I registri e le cartelle sanitarie e di rischio di cui agli articoli 2 e 3 del presente decreto, devono essere istituiti entro 6 mesi dalla data di entrata in vigore del presente decreto..

Nota

La nuova disposizione trae origine dall'articolo 59 e segg. del D.Lgs. 626/94.

I lavoratori per i quali la valutazione del rischio abbia evidenziato tale rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria.

L'Art. 70 prevede che i lavoratori esposti siano iscritti in un registro nel quale è riportata per ciascuno di essi:

- l'attività svolta- l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato- ed, eventualmente, il valore di tale esposizione.Tale registro è istituito è aggiornato dal datore di lavoro,

tramite il medico competente.

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E’ fatto obbligo, in capo al medico, per ciascuno di tali lavoratori, di provvedere a istituire e aggiornare una cartella sanitaria e di rischio, custodita presso l’azienda o l’ unità produttiva sotto la responsabilità del datore di lavoro.

Lo stesso art. 70, al c. 9, stabilisce che i modelli e le modalità di tenuta del registro e delle cartelle sanitarie e di rischio siano determinati con decreto del Ministro della salute.Il registro costituito da fogli legati e numerati progressivamente, è istituito direttamente dal datore di lavoro e non è soggetto, pertanto, ad alcuna registrazione o vidimazione preventiva.Copia del registro, siglato dal medico competente, dovrà essere inviato in busta chiusa all'ISPESL e all'organo di vigilanza competente per territorio, entro 30 giorni dalla sua istituzione

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Con le stesse modalità saranno inviate eventuali variazioni inerenti i dati individuali dei lavoratori.

Le cartelle sanitarie e di rischio sono compilate in conformità al modello di cui all’allegato 2 del decreto ministeriale e sono istituite dal medico competente.

Le cartelle sanitarie andranno istituite per ogni lavoratore da sottoporre a sorveglianza e compilate con le informazioni indicate nell'allegato.

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Fermo restando che su ciascuna cartella il medico competente dovrà apporre la propria sottoscrizione sulla prima pagina, la cartella potrà essere diversa dal modello standard, sempre che vi siano riportati i dati indicati nell'allegato. Gli accertamenti integrativi indicati nella cartella sanitaria e di rischio, vistati e numerati dal medico, devono essere allegati alla cartella stessa. La conservazione dei dati sanitari raccolti deve essere assicurata per 40 anni dalla cessazione del lavoro comportante esposizione ad agenti cancerogeni.

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In caso di cessazione del rapporto di lavoro o di passaggio ad altra azienda, i dati del singololavoratore riportati nel registro e la cartella sanitaria e di rischio sono inviati all’organo divigilanza competente e all'ISPESL.In caso di cessazione dell'attività dell'azienda , di trasferimento o conferimento di attività, i registri e le cartelle sanitarie e di rischio sono trasmessi all’ ISPESL.

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La valutazione del rischio da cancerogeni La valutazione del rischio da cancerogeni si può riassumere schematicamente in:si può riassumere schematicamente in:

individuazione delle sostanze cancerogene

individuazione degli esposti e delle vie di esposizione

misura dell’esposizione

confronto con il valore limite

(qualora esistente)

confronto con i valori di

riferimento

giudizio di accettabilità

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Il D.L.vo 66/2000 ha modificato Il D.L.vo 66/2000 ha modificato radicalmente il titolo VII del D.L.vo radicalmente il titolo VII del D.L.vo 626/94 mutandone anche il titolo 626/94 mutandone anche il titolo

che da "Protezione da agenti che da "Protezione da agenti cancerogeni" diviene "cancerogeni" diviene "Protezione Protezione

da agenti cancerogeni e mutagenida agenti cancerogeni e mutageni". ". In particolare il decreto ha In particolare il decreto ha

introdotto le parole "introdotto le parole "e mutagenie mutageni" " ogni qualvolta nel titolo VII si ogni qualvolta nel titolo VII si

parlava di "cancerogeni" e poi ha parlava di "cancerogeni" e poi ha variato molti articoli inserendo variato molti articoli inserendo

concetti nuovi rispetto al passato.concetti nuovi rispetto al passato.

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Art. 61 (Definizioni)Art. 61 (Definizioni)1. Agli effetti del presente decreto si intende 1. Agli effetti del presente decreto si intende

per:per:

1) una sostanza che risponde ai criteri relativi 1) una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene alla classificazione quali categorie cancerogene 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazionifebbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni

2) un preparato contenente una o più sostanze 2) un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto 1), quando la concentrazione di di cui al punto 1), quando la concentrazione di

una o più delle singole sostanze risponde ai una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per requisiti relativi ai limiti di concentrazione per

la classificazione di un preparato nelle la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene 1 o 2 in base ai criteri categorie cancerogene 1 o 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997,

n. 52, e 16 luglio 1998, n. 285n. 52, e 16 luglio 1998, n. 285

(normalmente lo 0.1%)(normalmente lo 0.1%)

a) agente a) agente cancerogeno:cancerogeno:

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3) una sostanza, un preparato o un processo di 3) una sostanza, un preparato o un processo di cui all'allegato VIII, nonché una sostanza od un cui all'allegato VIII, nonché una sostanza od un preparato emessi durante un processo previsto preparato emessi durante un processo previsto

dall'allegato VIIIdall'allegato VIII

a) agente a) agente cancerogeno:cancerogeno:

Art. 61 (Definizioni)Art. 61 (Definizioni)1. Agli effetti del presente decreto si intende 1. Agli effetti del presente decreto si intende

per:per:

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Categorie di sostanze cancerogene e relative frasi di rischio

Secondo la classificazione della CE (direttiva 93/72/CEE) le sostanze cancerogene sono suddivise in tre categorie:

• Categoria 1:sostanze note per gli effetti cancerogeni sull’uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione e lo sviluppo della neoplasia. Simbolo:molto tossico (T+) Frasi di rischio:R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)

• Categoria 2: sostanze che dovrebbero considerarsi cancerogene per l’uomo. Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l’esposizione possa determinare l’insorgere della neoplasia in generale sulla base di:-adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali-altre informazioni specifiche. Simbolo:tossico (T) Frasi di rischio:R45 (può provocare il cancro) R49 (può provocare il cancro per inalazione)

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– Categoria 3:sostanze da considerarsi con sospetto per i possibili effetti cancerogeni sull’uomo. Le informazioni disponibili non sono sufficienti per stabilire la correlazione diretta tra esposizione e comparsa della neoplasia. Simbolo:nocivo Xn Frasi di rischio:R68 (possibilità di effetti cancerogeni-prove insufficienti)

Una sostanza viene inserita nelle categoria 1 di Una sostanza viene inserita nelle categoria 1 di cancerogenicità in base ai dati epidemiologici. La cancerogenicità in base ai dati epidemiologici. La collocazione nella categoria 2 si basa collocazione nella categoria 2 si basa fondamentalmente su esperimenti sugli animali e su fondamentalmente su esperimenti sugli animali e su dati sulla genotossicità, studi metabolici o dati sulla genotossicità, studi metabolici o biochimici, induzione di tumori benigni, analogia biochimici, induzione di tumori benigni, analogia strutturale con altre sostanze cancerogene note e strutturale con altre sostanze cancerogene note e studi epidemiologici. studi epidemiologici.

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Categorie di sostanze mutagene e relative frasi di rischio

Secondo la classificazione della CE (direttiva 93/72/CEE) le sostanze mutageneche hanno rilevanza ai fini della legislazione attuale sono divise in due categorie:

Categoria 1:sostanze note per gli effetti mutageni sull’uomo. Esistono prove sufficienti per stabilire un nesso causale tra l’esposizione e lo sviluppo di alterazioni genetiche ereditarie Simbolo:molto tossico (T+)Frasi di rischio:R46 (può provocare alterazioni genetiche ereditarie)

Categoria 2: sostanze chedovrebbero considerarsi mutageneper l’uomo.Esistono elementi sufficienti per ritenere verosimile che l’esposizione possa provocare lo sviluppo di alterazioni genetiche ereditarie, in generale sulla base di:-adeguati studi a lungo termine effettuati sugli animali-altre informazioni specifiche.Simbolo:tossico (T)Frasi di rischio:R46 (puòprovocare alterazioni genetiche ereditarie)

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Un preparato, come previsto dal D. Lgs. 285/98, è considerato cancerogenoe/o mutageno quando contiene almeno una sostanza cancerogena e/o mutagena in percentuale maggiore o uguale allo 0,1%, salvo limiti diversi e specifici di cancerogenicità riportati nella scheda delle singole sostanze nell’Allegato I alla Direttiva 67/548 CEE e succ. mod.Le frasi di rischio associate sono:

• R45(può provocare il cancro) • R49(può provocare il cancro per inalazione) • R46(può provocare alterazioni genetiche ereditarie)

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Categorie di sostanze cancerogenee mutagenee relative frasi di rischio

• Responsabili delle informazioni contenute nell’etichetta e nella scheda di sicurezza dei prodotti chimici sono i responsabili dell’immissione sul mercato (fabbricante, importatore, distributore o fornitore) che devono essere in grado di stabilire se una sostanza o un preparato èclassificato cancerogeno e/o mutageno; gli stessi hanno l’obbligo di diffondere nella maniera piùchiara possibile tale informazione.

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Art. 72 (Adeguamenti Art. 72 (Adeguamenti normativi)normativi)

1. La 1. La Commissione ConsultivaCommissione Consultiva Tossicologica NazionaleTossicologica Nazionale individua individua

periodicamente le sostanze cancerogene, periodicamente le sostanze cancerogene, mutagene e tossiche per la riproduzione mutagene e tossiche per la riproduzione che, pur non essendo classificate ai sensi che, pur non essendo classificate ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, rispondono ai criteri di classificazione 52, rispondono ai criteri di classificazione

ivi stabiliti e fornisce consulenza ai ivi stabiliti e fornisce consulenza ai Ministeri del lavoro e della previdenza Ministeri del lavoro e della previdenza

sociale e della sanità, su richiesta, in tema sociale e della sanità, su richiesta, in tema di classificazione di agenti chimici di classificazione di agenti chimici

pericolosipericolosi

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Art. 72 (Adeguamenti Art. 72 (Adeguamenti normativi)normativi)

2. Con decreto dei Ministri del lavoro e della 2. Con decreto dei Ministri del lavoro e della previdenza sociale e della sanità, sentita la previdenza sociale e della sanità, sentita la commissione consultiva permanente e la commissione consultiva permanente e la Commissione consultiva tossicologica nazionale:Commissione consultiva tossicologica nazionale:

a) sono aggiornati gli allegati VIII e VIII-bis in a) sono aggiornati gli allegati VIII e VIII-bis in funzione del progresso tecnico, dell'evoluzione funzione del progresso tecnico, dell'evoluzione di normative e specifiche comunitarie o di normative e specifiche comunitarie o internazionali e delle conoscenze nel settore internazionali e delle conoscenze nel settore degli agenti cancerogeni o mutageni;degli agenti cancerogeni o mutageni;b) è pubblicato l'elenco delle sostanze in b) è pubblicato l'elenco delle sostanze in funzione dell'individuazione effettuata ai sensi funzione dell'individuazione effettuata ai sensi del comma 1del comma 1

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Allegato VIII - ELENCO DI SOSTANZE, Allegato VIII - ELENCO DI SOSTANZE, PREPARATI E PROCESSIPREPARATI E PROCESSI

1. Produzione di auramina col metodo Michler.1. Produzione di auramina col metodo Michler.2. I lavori che espongono agli idrocarburi 2. I lavori che espongono agli idrocarburi

policiclici aromatici presenti nella fuliggine, nel policiclici aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone.catrame o nella pece di carbone.

3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e 3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffinamento del nichel nebbie prodotti durante il raffinamento del nichel

a temperature elevate.a temperature elevate.4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di 4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di

alcool isopropilico.alcool isopropilico.5. Il lavoro comportante l'esposizione a polvere 5. Il lavoro comportante l'esposizione a polvere

di legno duro (1).di legno duro (1).

(1) Un elenco di tipi di legno duro figura nel volume 62 (1) Un elenco di tipi di legno duro figura nel volume 62 delle monografie sulla valutazione dei rischi cancerogeni delle monografie sulla valutazione dei rischi cancerogeni

per la salute umana "Wood Dust and Formaldehyde" per la salute umana "Wood Dust and Formaldehyde" pubblicato dal Centro internazionale di ricerca sul cancro, pubblicato dal Centro internazionale di ricerca sul cancro,

Lione 1995Lione 1995

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Sono escluse dal D. Lgs. 626, o meglio sono Sono escluse dal D. Lgs. 626, o meglio sono normate separatamente, alcune sostanze normate separatamente, alcune sostanze

cancerogene che erano, già prima del decreto, cancerogene che erano, già prima del decreto, sottoposte a particolari normative e sottoposte a particolari normative e

precisamente:precisamente:

¤ ¤ BenzeneBenzene (Legge n. 245/63) (Legge n. 245/63)¤ ¤ CVM - Cloruro di vinile monomeroCVM - Cloruro di vinile monomero (D.P.R. (D.P.R.

962/82) 962/82) ¤ Amianto (D.Lgs. 25/7/2006, n. 257)¤ Amianto (D.Lgs. 25/7/2006, n. 257)

¤ ¤ 2-Naftilammina e suoi sali, 4-Amminobifenile 2-Naftilammina e suoi sali, 4-Amminobifenile e suoi sali, Benzidina e suoi sali, 4-e suoi sali, Benzidina e suoi sali, 4-

NitrobifenileNitrobifenile (D. Lgs. 77/92 e per le ammine (D. Lgs. 77/92 e per le ammine aromatiche in generale le circolari del aromatiche in generale le circolari del Ministero del Lavoro 46/79 e 61/81)Ministero del Lavoro 46/79 e 61/81)

¤ ¤ Le radiazioni ionizzantiLe radiazioni ionizzanti

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Mentre il D.L.vo 626/94 definiva con chiarezza Mentre il D.L.vo 626/94 definiva con chiarezza come cancerogene le sostanze che avevano come cancerogene le sostanze che avevano

frase di rischio R45 e R49 secondo l'allegato 1 frase di rischio R45 e R49 secondo l'allegato 1 della direttiva 67/548/CEE o quelle di cui della direttiva 67/548/CEE o quelle di cui

all'allegato VIII del decreto, il D.L.vo 66/2000 all'allegato VIII del decreto, il D.L.vo 66/2000 individua i cancerogeni in base alla rispondenza individua i cancerogeni in base alla rispondenza

""ai criteri relativi alla classificazione nelle ai criteri relativi alla classificazione nelle categorie cancerogene l o 2categorie cancerogene l o 2" (Art. 61), anche se " (Art. 61), anche se all'art. 72 comma 2b si dice che la Commissione all'art. 72 comma 2b si dice che la Commissione

consultiva tossicologica nazionale (CCTN) consultiva tossicologica nazionale (CCTN) pubblicherà un "elenco delle sostanze in pubblicherà un "elenco delle sostanze in

funzione dell'individuazione effettuata ai sensi funzione dell'individuazione effettuata ai sensi del comma 1".del comma 1".

Mentre il D.L.vo 626/94 definiva con chiarezza Mentre il D.L.vo 626/94 definiva con chiarezza come cancerogene le sostanze che avevano come cancerogene le sostanze che avevano

frase di rischio R45 e R49 secondo l'allegato 1 frase di rischio R45 e R49 secondo l'allegato 1 della direttiva 67/548/CEE o quelle di cui della direttiva 67/548/CEE o quelle di cui

all'allegato VIII del decreto, il D.L.vo 66/2000 all'allegato VIII del decreto, il D.L.vo 66/2000 individua i cancerogeni in base alla rispondenza individua i cancerogeni in base alla rispondenza

""ai criteri relativi alla classificazione nelle ai criteri relativi alla classificazione nelle categorie cancerogene l o 2categorie cancerogene l o 2" (Art. 61), anche se " (Art. 61), anche se all'art. 72 comma 2b si dice che la Commissione all'art. 72 comma 2b si dice che la Commissione

consultiva tossicologica nazionale (CCTN) consultiva tossicologica nazionale (CCTN) pubblicherà un "elenco delle sostanze in pubblicherà un "elenco delle sostanze in

funzione dell'individuazione effettuata ai sensi funzione dell'individuazione effettuata ai sensi del comma 1".del comma 1".

E' però ovvio che l'elenco della CCTN non E' però ovvio che l'elenco della CCTN non esaurisce quanto previsto dall'Art. 61,esaurisce quanto previsto dall'Art. 61,

anche perché allo stato attuale non esiste.anche perché allo stato attuale non esiste.

E' però ovvio che l'elenco della CCTN non E' però ovvio che l'elenco della CCTN non esaurisce quanto previsto dall'Art. 61,esaurisce quanto previsto dall'Art. 61,

anche perché allo stato attuale non esiste.anche perché allo stato attuale non esiste.

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In conclusione per l'individuazione delle In conclusione per l'individuazione delle sostanze cancerogene non esiste un sostanze cancerogene non esiste un

metodo univoco, ci sembra però metodo univoco, ci sembra però ragionevole affermare che nei casi incerti ragionevole affermare che nei casi incerti

si possa anche ricorrere si possa anche ricorrere alla alla classificazione data dai produttoriclassificazione data dai produttori (che (che sono obbligati a classificare la sostanza sono obbligati a classificare la sostanza

con la frase di rischio opportuna, con la frase di rischio opportuna, indipendentemente dal fatto che l'Unione indipendentemente dal fatto che l'Unione

Europea la abbia o meno inserita Europea la abbia o meno inserita nell'allegato 1 della direttiva nell'allegato 1 della direttiva

67/548/CEE). Di conseguenza una 67/548/CEE). Di conseguenza una sostanza è da considerarsi cancerogena sostanza è da considerarsi cancerogena

se:se:

In conclusione per l'individuazione delle In conclusione per l'individuazione delle sostanze cancerogene non esiste un sostanze cancerogene non esiste un

metodo univoco, ci sembra però metodo univoco, ci sembra però ragionevole affermare che nei casi incerti ragionevole affermare che nei casi incerti

si possa anche ricorrere si possa anche ricorrere alla alla classificazione data dai produttoriclassificazione data dai produttori (che (che sono obbligati a classificare la sostanza sono obbligati a classificare la sostanza

con la frase di rischio opportuna, con la frase di rischio opportuna, indipendentemente dal fatto che l'Unione indipendentemente dal fatto che l'Unione

Europea la abbia o meno inserita Europea la abbia o meno inserita nell'allegato 1 della direttiva nell'allegato 1 della direttiva

67/548/CEE). Di conseguenza una 67/548/CEE). Di conseguenza una sostanza è da considerarsi cancerogena sostanza è da considerarsi cancerogena

se:se:

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a) compare nella lista di cui all'allegato 1 della a) compare nella lista di cui all'allegato 1 della direttiva 67/548/CEE con la frase di rischio R45, direttiva 67/548/CEE con la frase di rischio R45, R49 oppure R46;R49 oppure R46;

b) è una delle sostanze o delle lavorazioni di b) è una delle sostanze o delle lavorazioni di cui all'allegato VIII del D.L.vo 626/94 come cui all'allegato VIII del D.L.vo 626/94 come modificato dal D.L.vo 66/2000;modificato dal D.L.vo 66/2000;

c) viene etichettata dal produttore con frase di c) viene etichettata dal produttore con frase di rischio R45, R49 oppure R46;rischio R45, R49 oppure R46;

d) è classificata nelle categorie 1 o 2 della d) è classificata nelle categorie 1 o 2 della lista IARC, della ACGIH, del NTP o è lista IARC, della ACGIH, del NTP o è classificata cancerogena dall'EPA (solo per i classificata cancerogena dall'EPA (solo per i cancerogeni)cancerogeni)

e) viene etichettata da produttori di sostanze e) viene etichettata da produttori di sostanze pure per laboratorio (che sono molto pure per laboratorio (che sono molto conservativi) con frase di rischio R45, R49 conservativi) con frase di rischio R45, R49 oppure R46oppure R46

a) compare nella lista di cui all'allegato 1 della a) compare nella lista di cui all'allegato 1 della direttiva 67/548/CEE con la frase di rischio R45, direttiva 67/548/CEE con la frase di rischio R45, R49 oppure R46;R49 oppure R46;

b) è una delle sostanze o delle lavorazioni di b) è una delle sostanze o delle lavorazioni di cui all'allegato VIII del D.L.vo 626/94 come cui all'allegato VIII del D.L.vo 626/94 come modificato dal D.L.vo 66/2000;modificato dal D.L.vo 66/2000;

c) viene etichettata dal produttore con frase di c) viene etichettata dal produttore con frase di rischio R45, R49 oppure R46;rischio R45, R49 oppure R46;

d) è classificata nelle categorie 1 o 2 della d) è classificata nelle categorie 1 o 2 della lista IARC, della ACGIH, del NTP o è lista IARC, della ACGIH, del NTP o è classificata cancerogena dall'EPA (solo per i classificata cancerogena dall'EPA (solo per i cancerogeni)cancerogeni)

e) viene etichettata da produttori di sostanze e) viene etichettata da produttori di sostanze pure per laboratorio (che sono molto pure per laboratorio (che sono molto conservativi) con frase di rischio R45, R49 conservativi) con frase di rischio R45, R49 oppure R46oppure R46

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Infine, un metodo non ortodosso ma Infine, un metodo non ortodosso ma efficace per individuare le sostanze efficace per individuare le sostanze

cancerogene è quello di consultare la cancerogene è quello di consultare la classificazione che danno classificazione che danno i produttori di i produttori di

standard per laboratoriostandard per laboratorio che sono che sono estremamente attenti alla classificazione estremamente attenti alla classificazione secondo quanto emerge nel tempo nella secondo quanto emerge nel tempo nella

letteratura scientifica internazionale.letteratura scientifica internazionale.

E' quindi probabile che i loro cataloghi E' quindi probabile che i loro cataloghi riportino le frasi di rischio R45 o R49 ben riportino le frasi di rischio R45 o R49 ben

prima che siano accolte da altri enti.prima che siano accolte da altri enti.

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Testo Unico

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Articolo 234: Definizioni Agli effetti del presente decreto si intende per:

a) agente cancerogeno:

1) una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione quali categorie cancerogene 1 o 2, stabiliti ai sensi del decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni;

2) un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie cancerogene 1 o 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 16 luglio 1998, n. 285;

3) una sostanza, un preparato o un processo di cui all'allegato XLII, nonchè una sostanza od un preparato emessi durante un processo previsto dall'allegato XLII;

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Allegato XLII

• 1. Produzione di auramina col metodo Michler.1. Produzione di auramina col metodo Michler.• 2. I lavori che espongono agli idrocarburi 2. I lavori che espongono agli idrocarburi policiclici aromatici presenti nella fuliggine, policiclici aromatici presenti nella fuliggine, nel catrame o nella pece di carbone.nel catrame o nella pece di carbone.

• 3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e 3. Lavori che espongono alle polveri, fumi e nebbie prodotti durante il raffinamento del nebbie prodotti durante il raffinamento del nichel a temperature elevate.nichel a temperature elevate.

• 4. Processo agli acidi forti nella 4. Processo agli acidi forti nella fabbricazione di alcool isopropilico.fabbricazione di alcool isopropilico.

• 5. Il lavoro comportante l'esposizione a 5. Il lavoro comportante l'esposizione a polvere di legno duro (1).polvere di legno duro (1).

• (1) Un elenco di tipi di legno duro figura nel volume 62 (1) Un elenco di tipi di legno duro figura nel volume 62 delle monografie sulla valutazione dei rischi delle monografie sulla valutazione dei rischi cancerogeni per la salute umana "Wood Dust and cancerogeni per la salute umana "Wood Dust and Formaldehyde" pubblicato dal Centro internazionale di Formaldehyde" pubblicato dal Centro internazionale di ricerca sul cancro, Lione 1995ricerca sul cancro, Lione 1995

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b) agente mutageno:

1) una sostanza che risponde ai criteri relativi alla classificazione nelle categorie mutagene 1 o 2, stabiliti dal decreto legislativo 3 febbraio 1997, n. 52, e successive modificazioni;

2) un preparato contenente una o più sostanze di cui al punto 1), quando la concentrazione di una o più delle singole sostanze risponde ai requisiti relativi ai limiti di concentrazione per la classificazione di un preparato nelle categorie mutagene 1 o 2 in base ai criteri stabiliti dai decreti legislativi 3 febbraio 1997, n. 52, e 16 luglio 1998, n. 285;

c) valore limite: se non altrimenti specificato, il limite della concentrazione media, ponderata in funzione del tempo, di un agente cancerogeno o mutageno nell'aria, rilevabile entro la zona di respirazione di un lavoratore, in relazione ad un periodo di riferimento determinato stabilito nell'allegato XLIII.

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E' indiscutibile che quando nel ciclo E' indiscutibile che quando nel ciclo produttivo si utilizzano o si producono produttivo si utilizzano o si producono sostanze con frasi di rischio R45, R49 o sostanze con frasi di rischio R45, R49 o che corrispondono ad uno dei requisiti che corrispondono ad uno dei requisiti prima dettagliati esiste una possibile prima dettagliati esiste una possibile

esposizione a cancerogeni.esposizione a cancerogeni.

Ciò però non basta, occorre analizzare Ciò però non basta, occorre analizzare molto bene il ciclo produttivo poiché molto bene il ciclo produttivo poiché

una sostanza cancerogena si può una sostanza cancerogena si può formare durante la lavorazione anche formare durante la lavorazione anche

se non era presente all'inizio.se non era presente all'inizio.

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Ci sono infine sostanze cancerogene che sono Ci sono infine sostanze cancerogene che sono ubiquitariamente presenti negli ambienti di vita e ubiquitariamente presenti negli ambienti di vita e

di lavoro, quali ad esempio gli idrocarburi di lavoro, quali ad esempio gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA) che si formano durante i policiclici aromatici (IPA) che si formano durante i processi di combustione incompleta (ad es. sono processi di combustione incompleta (ad es. sono

sempre presenti nei gas di scarico delle auto o dei sempre presenti nei gas di scarico delle auto o dei muletti) e quindi risulta spesso difficile stabilire se muletti) e quindi risulta spesso difficile stabilire se

la presenza della sostanza è dovuta al lavorola presenza della sostanza è dovuta al lavoroIn questi casi, le linee guida del D.L.vo 66/2000 In questi casi, le linee guida del D.L.vo 66/2000

prevedono che la normativa debba scattare prevedono che la normativa debba scattare quando si dimostra che il lavoro comporta un quando si dimostra che il lavoro comporta un rischio aggiuntivo di cancro rispetto a quello rischio aggiuntivo di cancro rispetto a quello conseguente alla normale vita non lavorativa.conseguente alla normale vita non lavorativa.

In quest'ottica la valutazione del In quest'ottica la valutazione del "rischio "rischio aggiuntivo"aggiuntivo" addebitabile al lavoro viene valutato addebitabile al lavoro viene valutato

per confronto con le concentrazioni di tossico per confronto con le concentrazioni di tossico presenti negli ambienti di vita (presenti negli ambienti di vita (Valore di Valore di

Riferimento AmbientaleRiferimento Ambientale) e quelle di tossico e/o ) e quelle di tossico e/o metabolita presenti nei reperti biologici della metabolita presenti nei reperti biologici della popolazione non esposta professionalmente popolazione non esposta professionalmente

((Valore di Riferimento BiologicoValore di Riferimento Biologico).).

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Se non si conosce né il valore di riferimento Se non si conosce né il valore di riferimento ambientale né quello biologico, si ricorre a ambientale né quello biologico, si ricorre a

stime effettuate misurando la concentrazione stime effettuate misurando la concentrazione di cancerogeno/mutageno aerodisperso in di cancerogeno/mutageno aerodisperso in diversi ambienti di vita e/o, meglio ancora, diversi ambienti di vita e/o, meglio ancora,

misurando la concentrazione del tossico o suo misurando la concentrazione del tossico o suo metabolita nei liquidi biologici di un metabolita nei liquidi biologici di un

campione di popolazione generale non campione di popolazione generale non professionalmente esposta.professionalmente esposta.

Se le concentrazioni di cancerogeni/mutageni Se le concentrazioni di cancerogeni/mutageni e/o di metaboliti riscontrate nell'ambiente di e/o di metaboliti riscontrate nell'ambiente di

lavoro e nei liquidi biologici degli addetti lavoro e nei liquidi biologici degli addetti differiscono significativamente dai valori di differiscono significativamente dai valori di

riferimento ambientali e biologici si può dire riferimento ambientali e biologici si può dire che esiste un'esposizione lavorativa e quindi che esiste un'esposizione lavorativa e quindi la necessità di applicare quanto previsto dal la necessità di applicare quanto previsto dal

D.L.vo 626/94D.L.vo 626/94

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Individuati gli agenti cancerogeni occorre individuare gli Individuati gli agenti cancerogeni occorre individuare gli esposti tenendo però conto del fatto che il D.L.vo 66/2000 esposti tenendo però conto del fatto che il D.L.vo 66/2000

parla di “parla di “addetti potenzialmente espostiaddetti potenzialmente esposti” e quindi per ” e quindi per escludere alcuni addetti perché escludere alcuni addetti perché non potenzialmente non potenzialmente

espostiesposti occorre verificare la sussistenza di determinate occorre verificare la sussistenza di determinate condizioni di cui le principali in ordine di importanza sono condizioni di cui le principali in ordine di importanza sono

sono: sono: 1) confinamento rigoroso degli ambienti dove sono 1) confinamento rigoroso degli ambienti dove sono

presenti i cancerogenipresenti i cancerogeni

2) presenza di impianti a ciclo chiuso2) presenza di impianti a ciclo chiuso

3) in assenza di ciclo chiuso, la presenza di efficaci 3) in assenza di ciclo chiuso, la presenza di efficaci impianti di aspirazione o comunque di abbattimentoimpianti di aspirazione o comunque di abbattimento

4) modalità operative che prevedono il divieto di 4) modalità operative che prevedono il divieto di ingresso degli esposti in abiti da lavoro nei locali dove ingresso degli esposti in abiti da lavoro nei locali dove

lavorano gli addetti non potenzialmente espostilavorano gli addetti non potenzialmente esposti

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VIE DI ESPOSIZIONEVIE DI ESPOSIZIONE

Contemporaneamente all’individuazione degli esposti Contemporaneamente all’individuazione degli esposti occorre individuare anche le vie di esposizione ovvero occorre individuare anche le vie di esposizione ovvero verificare se il tossico possa penetrare nell’organismo verificare se il tossico possa penetrare nell’organismo oltre per la via oltre per la via inalatoriainalatoria è possibile anche per quella è possibile anche per quella

cutaneacutanea (si esclude l’ingestione diretta poiché almeno in (si esclude l’ingestione diretta poiché almeno in teoria sui luoghi di lavoro non dovrebbe esistere anche teoria sui luoghi di lavoro non dovrebbe esistere anche

se a volte gli operatori consumano cibi o fumano sul se a volte gli operatori consumano cibi o fumano sul lavoro).lavoro).

A questo proposito si ricorda che il A questo proposito si ricorda che il D.L.vo 66/2000 nonché il D.L.vo 25/2002 D.L.vo 66/2000 nonché il D.L.vo 25/2002 prevedono esplicitamente la valutazione prevedono esplicitamente la valutazione

dell’esposizione attraverso la via dell’esposizione attraverso la via cutaneacutanea

E’ quindi necessario consultare, oltre alle E’ quindi necessario consultare, oltre alle schede di sicurezza, la bibliografia scientifica e schede di sicurezza, la bibliografia scientifica e

tutte le possibili fonti di informazione per tutte le possibili fonti di informazione per verificare la capacità o meno di verificare la capacità o meno di

attraversamento della cute.attraversamento della cute.

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Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

a) assicura, applicando metodi e procedure di a) assicura, applicando metodi e procedure di lavoro adeguati, che nelle varie operazioni lavoro adeguati, che nelle varie operazioni lavorative sono impiegati quantitativi di agenti lavorative sono impiegati quantitativi di agenti cancerogeni e/o mutageni non superiori alle cancerogeni e/o mutageni non superiori alle necessità delle lavorazioni e che gli agenti necessità delle lavorazioni e che gli agenti cancerogeni e/o mutageni in attesa di impiego, cancerogeni e/o mutageni in attesa di impiego, in forma fisica tale da causare rischio di in forma fisica tale da causare rischio di introduzione, non sono accumulati sul luogo di introduzione, non sono accumulati sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità lavoro in quantitativi superiori alle necessità predette;predette;

a) assicura, applicando metodi e procedure di a) assicura, applicando metodi e procedure di lavoro adeguati, che nelle varie operazioni lavoro adeguati, che nelle varie operazioni lavorative sono impiegati quantitativi di agenti lavorative sono impiegati quantitativi di agenti cancerogeni e/o mutageni non superiori alle cancerogeni e/o mutageni non superiori alle necessità delle lavorazioni e che gli agenti necessità delle lavorazioni e che gli agenti cancerogeni e/o mutageni in attesa di impiego, cancerogeni e/o mutageni in attesa di impiego, in forma fisica tale da causare rischio di in forma fisica tale da causare rischio di introduzione, non sono accumulati sul luogo di introduzione, non sono accumulati sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità lavoro in quantitativi superiori alle necessità predette;predette;

1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:

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Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:

b) limita al minimo possibile il numero dei b) limita al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti lavoratori esposti o che possono essere esposti ad agenti cancerogeni e/o mutageni, anche ad agenti cancerogeni e/o mutageni, anche isolando le lavorazioni in aree predeterminate isolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguati segnali di avvertimento e provviste di adeguati segnali di avvertimento e di sicurezza, compresi i segnali "vietato di sicurezza, compresi i segnali "vietato fumare", ed accessibili soltanto ai lavoratori fumare", ed accessibili soltanto ai lavoratori che debbono recarvisi per motivi connessi con che debbono recarvisi per motivi connessi con la loro mansione o con la loro funzione. In dette la loro mansione o con la loro funzione. In dette aree è fatto divieto di fumare;aree è fatto divieto di fumare;

b) limita al minimo possibile il numero dei b) limita al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti lavoratori esposti o che possono essere esposti ad agenti cancerogeni e/o mutageni, anche ad agenti cancerogeni e/o mutageni, anche isolando le lavorazioni in aree predeterminate isolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguati segnali di avvertimento e provviste di adeguati segnali di avvertimento e di sicurezza, compresi i segnali "vietato di sicurezza, compresi i segnali "vietato fumare", ed accessibili soltanto ai lavoratori fumare", ed accessibili soltanto ai lavoratori che debbono recarvisi per motivi connessi con che debbono recarvisi per motivi connessi con la loro mansione o con la loro funzione. In dette la loro mansione o con la loro funzione. In dette aree è fatto divieto di fumare;aree è fatto divieto di fumare;

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Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:

c) progetta, programma e sorveglia le c) progetta, programma e sorveglia le lavorazioni in modo che non vi sia emissione di lavorazioni in modo che non vi sia emissione di agenti cancerogeni e/o mutageni nell'aria. Se agenti cancerogeni e/o mutageni nell'aria. Se ciò non è tecnicamente possibile, l'eliminazione ciò non è tecnicamente possibile, l'eliminazione degli agenti cancerogeni e/o mutageni deve degli agenti cancerogeni e/o mutageni deve avvenire il più vicino possibile al punto di avvenire il più vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata, nel emissione mediante aspirazione localizzata, nel rispetto dell'art. 4, comma 5, lettera n). rispetto dell'art. 4, comma 5, lettera n). L'ambiente di lavoro deve comunque essere L'ambiente di lavoro deve comunque essere dotato di un adeguato sistema di ventilazione dotato di un adeguato sistema di ventilazione generale;generale;

c) progetta, programma e sorveglia le c) progetta, programma e sorveglia le lavorazioni in modo che non vi sia emissione di lavorazioni in modo che non vi sia emissione di agenti cancerogeni e/o mutageni nell'aria. Se agenti cancerogeni e/o mutageni nell'aria. Se ciò non è tecnicamente possibile, l'eliminazione ciò non è tecnicamente possibile, l'eliminazione degli agenti cancerogeni e/o mutageni deve degli agenti cancerogeni e/o mutageni deve avvenire il più vicino possibile al punto di avvenire il più vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata, nel emissione mediante aspirazione localizzata, nel rispetto dell'art. 4, comma 5, lettera n). rispetto dell'art. 4, comma 5, lettera n). L'ambiente di lavoro deve comunque essere L'ambiente di lavoro deve comunque essere dotato di un adeguato sistema di ventilazione dotato di un adeguato sistema di ventilazione generale;generale;

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Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

Art. 64. Misure tecniche, organizzative, procedurali

1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:1. Il datore di lavoro:

d) d) provvede alla misurazione di agenti provvede alla misurazione di agenti cancerogenicancerogeni e/o mutageni per verificare e/o mutageni per verificare l'efficacia delle misure di cui alla lettera c)l'efficacia delle misure di cui alla lettera c) e per e per individuare precocemente le esposizioni individuare precocemente le esposizioni anomale causate da un evento non prevedibile anomale causate da un evento non prevedibile o da un incidente, o da un incidente, con metodi di campionatura con metodi di campionatura e di misurazione conformi alle indicazioni e di misurazione conformi alle indicazioni dell'allegato VIII del decreto legislativo 15 dell'allegato VIII del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 (oggi sostituito dalle norme agosto 1991, n. 277 (oggi sostituito dalle norme UNI allegate al D.L.vo 25/02)UNI allegate al D.L.vo 25/02)

d) d) provvede alla misurazione di agenti provvede alla misurazione di agenti cancerogenicancerogeni e/o mutageni per verificare e/o mutageni per verificare l'efficacia delle misure di cui alla lettera c)l'efficacia delle misure di cui alla lettera c) e per e per individuare precocemente le esposizioni individuare precocemente le esposizioni anomale causate da un evento non prevedibile anomale causate da un evento non prevedibile o da un incidente, o da un incidente, con metodi di campionatura con metodi di campionatura e di misurazione conformi alle indicazioni e di misurazione conformi alle indicazioni dell'allegato VIII del decreto legislativo 15 dell'allegato VIII del decreto legislativo 15 agosto 1991, n. 277 (oggi sostituito dalle norme agosto 1991, n. 277 (oggi sostituito dalle norme UNI allegate al D.L.vo 25/02)UNI allegate al D.L.vo 25/02)

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Questo è l’unico caso in cui la Questo è l’unico caso in cui la legge italiana prevede l’obbligo legge italiana prevede l’obbligo di misurare la concentrazione di di misurare la concentrazione di un agente chimico sul luogo di un agente chimico sul luogo di

lavorolavoro

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UNI EN 689/97UNI EN 689/97Atmosfera nell’ambiente di lavoro.Atmosfera nell’ambiente di lavoro.

Guida alla valutazione dell’esposizione per Guida alla valutazione dell’esposizione per inalazioneinalazione a a composti chimici ai fini del confronto con i valori limiti e composti chimici ai fini del confronto con i valori limiti e

strategie di misurazionestrategie di misurazione

Per quanto detto le misure, oltre che di stipo statico, devono caratterizzare l’esposizione e

quindi essere di tipo personale seguendo quanto previsto dalle norme allegate al D.L.vo

25/2002 e principalmente da:

UNI EN 481/94UNI EN 481/94Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle Atmosfera nell'ambiente di lavoro. Definizione delle

frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle frazioni granulometriche per la misurazione delle particelle aerodisperse.aerodisperse.

UNI CEN/TS 15279/06UNI CEN/TS 15279/06Esposizione negli ambienti di lavoro. Misura Esposizione negli ambienti di lavoro. Misura

dell’esposizione cutanea.dell’esposizione cutanea.Principi e metodiPrincipi e metodi

e anche se non prevista dal decretoe anche se non prevista dal decreto

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Infine una corretta valutazione dell’esposizione, specialmente in

presenta di passaggio percutaneo, non può prescindere (qualora possibile) dall’effettuazione del monitoraggio biologico che permette una stima

dell’assorbimento oltre che dell’esposizione.

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Allegato VIII-bis - VALORI LIMITE DI Allegato VIII-bis - VALORI LIMITE DI ESPOSIZIONE PROFESSIONALEESPOSIZIONE PROFESSIONALE

Valori limite di esposizioneprofessionaleNome Agente EINECS1 CAS2

mg/m3 (3) ppm(4)

Osservazioni

Benzene 200-753-7 71-43-2 3,25 (5) 1 (5) Pelle (6)

Cloruro di vinilemonomero

200-831 75-01-4 7,77 (5) 3 (5) -

Polveri di legno duro - - 5,00 (5)(7) - -

1) EINECS: European Inventory of Existing Chemical Substances2) CAS: Chemical Abstract Service Registry Number3) mg/m3 = milligrammi per metro cubo d'aria a 20° e 101,3 Kpa (corrispondenti a 760 mm di Hg)4) ppm = parti per milione nell'aria (in volume: ml/m3)5) Valori misurati o calcolati in relazione ad un periodo di riferimento di otto ore6) Sostanziale contributo al carico corporeo totale attraverso la possibile esposizione cutanea7) Frazione inalabile; se le polveri di legno duro sono mescolate con altre polveri di legno, il valore limite si applica a tuttele polveri di legno presenti nella miscela in questione

Peccato che la norma UNI EN 482/98 come pure l'ACGIH non correggono il volume di

campionamento nel caso del particolato aerodisperso

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Parlare di Valori Limite (VL) nel caso dei cancerogeni è eticamente scorretto (almeno sino a che non si dimostrerà che esiste una

soglia per l’induzione del cancro), ciò nonostante il decreto prevede il confronto con i

VL qualora esistenti.

E’ però da considerare che, a differenza delle sostanze chimiche non cancerogene, il

superamento del VL implica la chiusura immediata della lavorazione e la sua riapertura solo dopo che si sarà dimostrato il rispetto del

limite.

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E’ da tenere presente che nel caso di sostanze che

attraversano la cute, il confronto con i VL non è esaustivo poiché questi riguardano solamente

l’esposizione inalatoria.

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Il D.L.vo 25/2002 ha indicato in maniera non prescrittiva, tramite la norma UNI EN 689/97, le modalità di confronto

con i VL di seguito riassunte.

La UNI EN 689 propone due procedure

Procedura formale(appendice C)

Procedura statistica(appendice D)

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E’ applicabile quando vengono rispettate le E’ applicabile quando vengono rispettate le seguenti condizioni:seguenti condizioni:

Le singole misure di esposizione degli addetti Le singole misure di esposizione degli addetti sono rappresentative dell’esposizione sono rappresentative dell’esposizione

professionale. Gli eventuali picchi di esposizione professionale. Gli eventuali picchi di esposizione sono stati inclusi nella misurazione e, se questo sono stati inclusi nella misurazione e, se questo esiste, confrontati con il valore limite di breve esiste, confrontati con il valore limite di breve

durata (STEL)durata (STEL)

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E’ applicabile quando vengono rispettate le E’ applicabile quando vengono rispettate le seguenti condizioni:seguenti condizioni:

Le condizioni operative nel posto di lavoro si Le condizioni operative nel posto di lavoro si ripetono regolarmente e i fattori che provocano ripetono regolarmente e i fattori che provocano

le emissioni sono specifici del processo o le emissioni sono specifici del processo o dell’impiantodell’impianto

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E’ applicabile quando vengono rispettate le E’ applicabile quando vengono rispettate le seguenti condizioni:seguenti condizioni:

Nel lungo periodo le condizioni di esposizione non cambiano sensibilmente

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E’ applicabile quando vengono rispettate le E’ applicabile quando vengono rispettate le seguenti condizioni:seguenti condizioni:

Condizioni di esercizio chiaramente differenti Condizioni di esercizio chiaramente differenti vengono valutate separatamentevengono valutate separatamente

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Se è applicabile, per ogni singola misurazione si Se è applicabile, per ogni singola misurazione si calcola il rapporto:calcola il rapporto:

I CVL

dove:dove:CC = concentrazione di esposizione = concentrazione di esposizione professionale ponderata sulle otto professionale ponderata sulle otto oreoreVLVL = valore limite = valore limiteII = indice di esposizione = indice di esposizione

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Calcolati tutti i valori di Calcolati tutti i valori di I I si deve verificare una si deve verificare una delle seguenti possibilità:delle seguenti possibilità:

Se ciascun indice di un turno di lavoro è Se ciascun indice di un turno di lavoro è << 0,1 0,1 l’esposizione dei lavoratori è inferiore al valore l’esposizione dei lavoratori è inferiore al valore limite e se si può dimostrare che le condizioni limite e se si può dimostrare che le condizioni indagate possono rimanere costanti per lunghi indagate possono rimanere costanti per lunghi

periodi si possono evitare le misurazioni periodi si possono evitare le misurazioni periodiche (almeno fino a cambiamenti del ciclo periodiche (almeno fino a cambiamenti del ciclo

produttivo)produttivo)

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Calcolati tutti i valori di Calcolati tutti i valori di I I si deve verificare una si deve verificare una delle seguenti possibilità:delle seguenti possibilità:

Se ciascun indice di almeno tre diversi turni è Se ciascun indice di almeno tre diversi turni è << 0,25 l’esposizione dei lavoratori è inferiore al 0,25 l’esposizione dei lavoratori è inferiore al

valore limite e se si può dimostrare che le valore limite e se si può dimostrare che le condizioni indagate possono rimanere costanti condizioni indagate possono rimanere costanti

per lunghi periodi si possono evitare le per lunghi periodi si possono evitare le misurazioni periodiche (almeno fino a misurazioni periodiche (almeno fino a

cambiamenti del ciclo produttivo)cambiamenti del ciclo produttivo)

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Calcolati tutti i valori di Calcolati tutti i valori di I I si deve verificare una si deve verificare una delle seguenti possibilità:delle seguenti possibilità:

Se ciascun indice di almeno tre diversi turni è Se ciascun indice di almeno tre diversi turni è << 1 e la media geometrica di tutte le misurazioni è 1 e la media geometrica di tutte le misurazioni è

inferiore o uguale alla metà del valore limite, inferiore o uguale alla metà del valore limite, l’esposizione è minore del valore limite ma l’esposizione è minore del valore limite ma

occorrono misure periodicheoccorrono misure periodiche

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Calcolati tutti i valori di Calcolati tutti i valori di I I si deve verificare una si deve verificare una delle seguenti possibilità:delle seguenti possibilità:

Se anche un solo indice è >1 l’esposizione è maggiore del valore limite

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Calcolati tutti i valori di Calcolati tutti i valori di I I si deve verificare una si deve verificare una delle seguenti possibilità:delle seguenti possibilità:

In tutti i casi che non soddisfano le condizioni In tutti i casi che non soddisfano le condizioni precedenti la procedura non porta ad alcuna precedenti la procedura non porta ad alcuna

decisionedecisione

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Può essere applicato ad un gruppo di lavoratori solo se questi sono

dimostratamente considerabili un gruppo ad esposizione omogenea.

Presuppone che si effettuino almeno 6 misurazioni personali (meglio se 10) e che la distribuzione dei dati sia Log-

normale

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Una volta accertata la Una volta accertata la distribuzione dei dati si distribuzione dei dati si calcola la probabilità di calcola la probabilità di

superamento del superamento del valore limite (anche valore limite (anche

tramite l’intervallo di tramite l’intervallo di confidenza della media confidenza della media delle misure). In base delle misure). In base

alla probabilità di alla probabilità di superamento si superamento si

possono avere tre possono avere tre possibilità:possibilità:

Situazione verde - p Situazione verde - p << 0,1% 0,1%

L’esposizione è < VL. Non L’esposizione è < VL. Non sono necessarie misurazioni sono necessarie misurazioni

periodiche se non si verificano periodiche se non si verificano cambiamenti del ciclo cambiamenti del ciclo

produttivoproduttivo

Situazione arancio - 0,1%< p Situazione arancio - 0,1%< p <<5%5%

L’esposizione sembra < VL ma L’esposizione sembra < VL ma va confermata con misurazioni va confermata con misurazioni

periodicheperiodiche

Situazione rossa – p >5%Situazione rossa – p >5%La probabilità di superamento La probabilità di superamento

del valore limite è troppo del valore limite è troppo elevataelevata

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VALORE DI RIFERIMENTO AMBIENTALEVALORE DI RIFERIMENTO AMBIENTALE

Concentrazione di esposizione inalatoria della Concentrazione di esposizione inalatoria della popolazione generale rilevata tramite dosimetrie popolazione generale rilevata tramite dosimetrie

individuali dell'inquinante aerodisperso nell'aria degli individuali dell'inquinante aerodisperso nell'aria degli ambienti di vita e non di lavoroambienti di vita e non di lavoro

VALORE DI RIFERIMENTO BIOLOGICOVALORE DI RIFERIMENTO BIOLOGICO

Concentrazione di tossico e di suo metabolita presente Concentrazione di tossico e di suo metabolita presente nei liquidi biologici della popolazione generale non nei liquidi biologici della popolazione generale non

professionalmente espostaprofessionalmente espostaE' MOLTO DIFFICOLTOSO VALUTARE I E' MOLTO DIFFICOLTOSO VALUTARE I VALORI DI VALORI DI RIFERIMENTO AMBIENTALIRIFERIMENTO AMBIENTALI (OCCORRONO MISURE (OCCORRONO MISURE

INDIVIDUALI MOLTO COSTOSE A CUI LA POPOLAZIONE INDIVIDUALI MOLTO COSTOSE A CUI LA POPOLAZIONE GENERALE DIFFICILMENTE SI PRESTA)GENERALE DIFFICILMENTE SI PRESTA)

PIU' FACILE E MENO COSTOSO VALUTARE PIU' FACILE E MENO COSTOSO VALUTARE I VALORI DI I VALORI DI RIFERIMENTO BIOLOGICIRIFERIMENTO BIOLOGICI CHE TRA L'ALTRO HANNO IL CHE TRA L'ALTRO HANNO IL

PREGIO DI RAPPRESENTARE TUTTE LE VIE POSSIBILI DI PREGIO DI RAPPRESENTARE TUTTE LE VIE POSSIBILI DI INTRODUZIONE DEL TOSSICOINTRODUZIONE DEL TOSSICO

Nella pratica dell’igiene industriale, se si escludono casi Nella pratica dell’igiene industriale, se si escludono casi particolari, vengono utilizzati generalmente iparticolari, vengono utilizzati generalmente i

VALORI DI RIFERIMENTO BIOLOGICIVALORI DI RIFERIMENTO BIOLOGICI

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In medicina del lavoro il VR rappresenta In medicina del lavoro il VR rappresenta il necessario complemento del TLV o del il necessario complemento del TLV o del

BEI.BEI.

Ovvero in un ambiente di lavoro il Ovvero in un ambiente di lavoro il rispetto del TLV dovrebbe rassicurare rispetto del TLV dovrebbe rassicurare sull’assenza di esposizioni pericolose, sull’assenza di esposizioni pericolose, ma è il confronto tra l’esposizione dei ma è il confronto tra l’esposizione dei lavoratori ed il VR che ci dà la misura lavoratori ed il VR che ci dà la misura

dell’entità dell’esposizione. dell’entità dell’esposizione.

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Nel caso di esposizione lavorativa a Nel caso di esposizione lavorativa a sostanze cancerogene che sono sostanze cancerogene che sono

ubiquitariamente presenti nell’ambiente ubiquitariamente presenti nell’ambiente (ad es. benzene), può essere difficile (ad es. benzene), può essere difficile

dimostrare che l’esposizione del dimostrare che l’esposizione del lavoratore dipenda dal lavoro.lavoratore dipenda dal lavoro.

In questo caso il VR diviene fondamentale In questo caso il VR diviene fondamentale poiché si dimostrerà un'esposizione poiché si dimostrerà un'esposizione

lavorativa solo se il valore lavorativa solo se il valore dell’esposizione dei lavoratori supera il dell’esposizione dei lavoratori supera il

valore di riferimento. Ad es. si potrà dire valore di riferimento. Ad es. si potrà dire che i vigili urbani che prestano servizio che i vigili urbani che prestano servizio

dirigendo il traffico sono esposti a dirigendo il traffico sono esposti a benzene solo se la loro concentrazione benzene solo se la loro concentrazione media urinaria di benzene supera il VR media urinaria di benzene supera il VR

della popolazione locale.della popolazione locale.

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Quando è possibile ed economicamente compatibile è consigliabile effettuare una stima dei VR biologici tramite la raccolta di urina della

popolazione generale (per stime grossolane bastano 20-30 campioni di urina).

Negli altri casi si può ricorrere alla 2a LISTA DEI VALORI DI RIFERIMENTO pubblicata dalla SIVR e

reperibile al sito web http://www.valoridiriferimento.comhttp://www.valoridiriferimento.com

Qualora la lista SIVR non contenga il composto di interesse si può ricorrere alla letteratura scientifica, in questo caso però occorre fare

molta attenzione poiché i VR possono cambiare in ragione della collocazione geografica o delle

abitudini di vita.

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Di seguito si riportano in estrema sintesi tre studi per valutare la presenza di esposizione professionale ad IPA

NetturbiniNF

NetturbiniFum

VigiliNF

VigiliFum

N. 12 6 15 3

Media 0.063 0.248 0.134

0.240

DS 0.029 0.096 0.093

0.191

M.G. 0.058 0.232 0.112

0.198

Mediana

0.060 0.250 0.110

0.140

Minimo 0.030 0.140 0.040

0.120

Massimo

0.130 0.370 0.370

0.460

M.G. popolazione generale NF 0.080

M.G. popolazione generale Fumatori

0.218

Vigili Urbani e Vigili Urbani e NetturbiniNetturbini

Concentrazioni Concentrazioni di 1-di 1-

idrossipirene idrossipirene (µg/g creat) (µg/g creat) nell'urina di nell'urina di fine turno fine turno

Vigili Vigili Urbani e Urbani e

NetturbiniNetturbini

Differenza Differenza non non

significativsignificativa al test t a al test t di Student di Student per 1-OH per 1-OH

PirPir

(Non Fum) (Non Fum)

EsposizionEsposizione e

professionprofessionale non ale non

significativsignificativaa

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113 addetti dipendenti da 10 aziende.113 addetti dipendenti da 10 aziende.Campionamenti effettuati in vari periodi dell'anno di più Campionamenti effettuati in vari periodi dell'anno di più anni (1996/2000).anni (1996/2000).E' stata valutata l'esposizione cutanea e inalatoria.E' stata valutata l'esposizione cutanea e inalatoria.A fine turno è stato raccolto un campione di urina per il A fine turno è stato raccolto un campione di urina per il monitoraggio biologico.monitoraggio biologico.

IPA tot

IPA canc

Dosi IPA tot

Dosi IPA canc

N. 113 109 113 109

<LR 0 4 0 4

Media 2.121 0.011 15.499 0.068

D.S. 1.636 0.012 12.300 0.074

M.G. 1.666 0.006 11.679 0.040

Mediana

1.571 0.006 11.471 0.047

Minimo 0.328 0.0003 1.957 0.002

Massimo

10.252 0.056 66.893 0.402

Concentrazioni Concentrazioni (µg/m(µg/m33) e dosi ) e dosi

inalatorie (µg) di inalatorie (µg) di IPAIPA

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IPA tot

IPA canc

1-OHPIR NF 1-OHPIR Fum

N. 113 113 58 52

Media132.83

35.451 0.232 0.514

D.S.135.66

912.421 0.253 0.441

M.G. 92.506 2.521 0.177 0.417

Mediana

97.265 2.310 0.170 0.425

Minimo 7.372 0.215 0.050 0.130

Massimo

975.767

116.457 1.650 2.770

Dosi cutanee Dosi cutanee (µg) di IPA e (µg) di IPA e

concentrazione concentrazione di 1-OH Pir di 1-OH Pir (µg/g creat)(µg/g creat)

IPA inalabili concentrazioni non particolarmente elevate, IPA inalabili concentrazioni non particolarmente elevate, compatibili con quelle presenti su una strada di medio compatibili con quelle presenti su una strada di medio

traffico. traffico. Abbastanza elevate le dosi cutanee.Abbastanza elevate le dosi cutanee. Concentrazioni Concentrazioni di 1-OHPIR circa il doppio di quelle della popolazione di 1-OHPIR circa il doppio di quelle della popolazione

generale (differenza significativa al test "t" di Student)generale (differenza significativa al test "t" di Student)

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Art. 63. Valutazione del Art. 63. Valutazione del rischiorischio

1. Fatto salvo quanto previsto all'art. 62, il 1. Fatto salvo quanto previsto all'art. 62, il datore di lavoro effettua una valutazione datore di lavoro effettua una valutazione dell'esposizione a agenti cancerogeni e/o dell'esposizione a agenti cancerogeni e/o

mutageni, i risultati della quale sono riportati mutageni, i risultati della quale sono riportati nel documento di cui all'art. 4, comma 2nel documento di cui all'art. 4, comma 2

1. Fatto salvo quanto previsto all'art. 62, il 1. Fatto salvo quanto previsto all'art. 62, il datore di lavoro effettua una valutazione datore di lavoro effettua una valutazione dell'esposizione a agenti cancerogeni e/o dell'esposizione a agenti cancerogeni e/o

mutageni, i risultati della quale sono riportati mutageni, i risultati della quale sono riportati nel documento di cui all'art. 4, comma 2nel documento di cui all'art. 4, comma 2

2. Detta valutazione tiene conto, in particolare, 2. Detta valutazione tiene conto, in particolare, delle caratteristiche delle lavorazioni, della loro delle caratteristiche delle lavorazioni, della loro durata e della loro frequenza, dei quantitativi di durata e della loro frequenza, dei quantitativi di

agenti cancerogeni e/o mutageni prodotti agenti cancerogeni e/o mutageni prodotti ovvero utilizzati, della loro concentrazione, ovvero utilizzati, della loro concentrazione,

della capacità degli stessi di penetrare della capacità degli stessi di penetrare nell'organismo per le diverse vie di nell'organismo per le diverse vie di

assorbimento, anche in relazione al loro stato di assorbimento, anche in relazione al loro stato di aggregazione e, qualora allo stato solido, se in aggregazione e, qualora allo stato solido, se in

massa compatta o in scaglie o in forma massa compatta o in scaglie o in forma polverulenta e se o meno contenuti in una polverulenta e se o meno contenuti in una

matrice solida che ne riduce o ne impedisce la matrice solida che ne riduce o ne impedisce la fuoriuscita. fuoriuscita. La valutazione deve tener conto di La valutazione deve tener conto di tutti i possibili modi di esposizione, compreso tutti i possibili modi di esposizione, compreso

quello in cui vi è assorbimento cutaneoquello in cui vi è assorbimento cutaneo

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Art. 63. Valutazione del Art. 63. Valutazione del rischiorischio

3. Il datore di lavoro, in 3. Il datore di lavoro, in relazione ai risultati della relazione ai risultati della

valutazione di cui al comma 1, valutazione di cui al comma 1, adotta le misure preventive e adotta le misure preventive e protettive del presente titolo, protettive del presente titolo, adattandole alle particolarità adattandole alle particolarità

delle situazioni lavorativedelle situazioni lavorative

3. Il datore di lavoro, in 3. Il datore di lavoro, in relazione ai risultati della relazione ai risultati della

valutazione di cui al comma 1, valutazione di cui al comma 1, adotta le misure preventive e adotta le misure preventive e protettive del presente titolo, protettive del presente titolo, adattandole alle particolarità adattandole alle particolarità

delle situazioni lavorativedelle situazioni lavorative

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Art. 63. Valutazione del Art. 63. Valutazione del rischiorischio

4. Il documento di cui all'art. 4, commi 2 e 3, è 4. Il documento di cui all'art. 4, commi 2 e 3, è integrato con i seguenti dati:integrato con i seguenti dati:

a) le attività lavorative che comportano la a) le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni presenza di sostanze o preparati cancerogeni o di processi industriali di cui all'allegato VIII, o di processi industriali di cui all'allegato VIII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni e/o mutageni;impiegati agenti cancerogeni e/o mutageni;

b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati cancerogeni e/o mutageni prodotti ovvero cancerogeni e/o mutageni prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti;sottoprodotti;

c) il numero dei lavoratori esposti ovvero c) il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e/o mutageni;cancerogeni e/o mutageni;

4. Il documento di cui all'art. 4, commi 2 e 3, è 4. Il documento di cui all'art. 4, commi 2 e 3, è integrato con i seguenti dati:integrato con i seguenti dati:

a) le attività lavorative che comportano la a) le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni presenza di sostanze o preparati cancerogeni o di processi industriali di cui all'allegato VIII, o di processi industriali di cui all'allegato VIII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni e/o mutageni;impiegati agenti cancerogeni e/o mutageni;

b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati cancerogeni e/o mutageni prodotti ovvero cancerogeni e/o mutageni prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti;sottoprodotti;

c) il numero dei lavoratori esposti ovvero c) il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni e/o mutageni;cancerogeni e/o mutageni;

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Art. 63. Valutazione del Art. 63. Valutazione del rischiorischio

d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa;nota e il grado della stessa;

e) le misure preventive e protettive applicate e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati;individuale utilizzati;

f) le indagini svolte per la possibile f) le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e/o sostituzione degli agenti cancerogeni e/o mutageni e le sostanze e i preparati mutageni e le sostanze e i preparati eventualmente utilizzati come sostitutieventualmente utilizzati come sostituti

d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa;nota e il grado della stessa;

e) le misure preventive e protettive applicate e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati;individuale utilizzati;

f) le indagini svolte per la possibile f) le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e/o sostituzione degli agenti cancerogeni e/o mutageni e le sostanze e i preparati mutageni e le sostanze e i preparati eventualmente utilizzati come sostitutieventualmente utilizzati come sostituti

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Art. 63. Valutazione del Art. 63. Valutazione del rischiorischio

5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la 5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 valutazione di cui al comma 1 in occasione di in occasione di modifiche del processo produttivo significative modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima valutazione effettuatavalutazione effettuata

6. Il rappresentante per la sicurezza ha accesso 6. Il rappresentante per la sicurezza ha accesso anche ai dati di cui al comma 4, fermo restando anche ai dati di cui al comma 4, fermo restando 1'obbligo di cui all'art. 9, comma 31'obbligo di cui all'art. 9, comma 3

5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la 5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 valutazione di cui al comma 1 in occasione di in occasione di modifiche del processo produttivo significative modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima valutazione effettuatavalutazione effettuata

6. Il rappresentante per la sicurezza ha accesso 6. Il rappresentante per la sicurezza ha accesso anche ai dati di cui al comma 4, fermo restando anche ai dati di cui al comma 4, fermo restando 1'obbligo di cui all'art. 9, comma 31'obbligo di cui all'art. 9, comma 3

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In altre parole l’Igienista Industriale che si In altre parole l’Igienista Industriale che si accinge a compilare il documento di valutazione accinge a compilare il documento di valutazione del rischio chimico da cancerogeni per conto di del rischio chimico da cancerogeni per conto di

un datore di lavoro un datore di lavoro NON DEVENON DEVE limitarsi alla limitarsi alla valutazione dell’esposizione poiché valutazione dell’esposizione poiché

l’accettabilitàl’accettabilità o meno di questa non dipende o meno di questa non dipende solamente dai livelli espositivi ma da tutti i solamente dai livelli espositivi ma da tutti i

fattori appena citati (sostituibilità, ciclo chiuso, fattori appena citati (sostituibilità, ciclo chiuso, abbattimento etc.).abbattimento etc.).

Solo per fare un esempio, un Solo per fare un esempio, un ambiente di lavoro con bassissime ambiente di lavoro con bassissime concentrazioni di un cancerogeno concentrazioni di un cancerogeno non è accettabile se tecnicamente non è accettabile se tecnicamente

quella sostanza è sostituibile con un quella sostanza è sostituibile con un altra.altra.

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Testo Unico

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SEZIONE II OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVOROArticolo 235

Sostituzione e riduzione

1. Il datore di lavoro evita o riduce l'utilizzazione di un agente cancerogeno o mutageno sul luogo di lavoro in particolare sostituendolo, se tecnicamente possibile, con una sostanza o un preparato o un procedimento che nelle condizioni in cui viene utilizzato non risulta nocivo o risulta meno nocivo per la salute e la sicurezza dei lavoratori.

2. Se non è tecnicamente possibile sostituire l'agente cancerogeno o mutageno il datore di lavoro provvede affinché la produzione o l'utilizzazione dell'agente cancerogeno o mutageno avvenga in un sistema chiuso purché tecnicamente possibile.

3. Se il ricorso ad un sistema chiuso non è tecnicamente possibile il datore di lavoro provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile.

L’esposizione non deve comunque superare il valore limite dell’agente stabilito nell’allegato XLIII.

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Valutazione del rischioArticolo 236

1. Fatto salvo quanto previsto all'articolo 235, il datore di lavoro effettua una valutazione dell'esposizione a agenti cancerogeni o mutageni, i risultati della quale sono riportati nel documento di cui all'articolo 17.

2. Detta valutazione tiene conto, in particolare, delle caratteristiche delle lavorazioni, della loro durata e della loro frequenza, dei quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, della loro concentrazione, della capacità degli stessi di penetrare nell'organismo per le diverse vie di assorbimento, anche in relazione al loro stato di aggregazione e, qualora allo stato solido, se in massa compatta o in scaglie o in forma polverulenta e se o meno contenuti in una matrice solida che ne riduce o ne impedisce la fuoriuscita. La valutazione deve tener conto di tutti i possibili modi di esposizione, compreso quello in cui vi è assorbimento cutaneo.

3. Il datore di lavoro, in relazione ai risultati della valutazione di cui al comma 1, adotta le misure preventive e protettive del presente Capo, adattandole alle particolarità delle situazioni lavorative.

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Articolo 17Obblighi del datore di lavoro non

delegabili

1. Il datore di lavoro non può delegare le seguenti attività:

• a) la valutazione di tutti i rischi con la conseguente elaborazione del documento previsto dall’articolo 28;

• b) la designazione del responsabile del servizio di prevenzione e protezione dai rischi;

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4. Il documento di cui all'articolo 28, comma 2, è integrato con i seguenti dati:

a) le attività lavorative che comportano la presenza di sostanze o preparati cancerogeni o mutageni o di processi industriali di cui all’allegato XLII, con l'indicazione dei motivi per i quali sono impiegati agenti cancerogeni;

b) i quantitativi di sostanze ovvero preparati cancerogeni o mutageni prodotti ovvero utilizzati, ovvero presenti come impurità o sottoprodotti;

c) il numero dei lavoratori esposti ovvero potenzialmente esposti ad agenti cancerogeni o mutageni;

d) l'esposizione dei suddetti lavoratori, ove nota e il grado della stessa;

e) le misure preventive e protettive applicate ed il tipo dei dispositivi di protezione individuale utilizzati;

f) le indagini svolte per la possibile sostituzione degli agenti cancerogeni e le sostanze e i preparati eventualmente utilizzati come sostituti.

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5. Il datore di lavoro effettua nuovamente la valutazione di cui al comma 1 in occasione di modifiche del processo produttivo significative ai fini della sicurezza e della salute sul lavoro e, in ogni caso, trascorsi tre anni dall'ultima valutazione effettuata.

6. Il rappresentante per la sicurezza può richiedere i dati di cui al comma 4, fermo restando l'obbligo di cui all'articolo 50, comma 6.

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Articolo 237 Misure tecniche, organizzative, procedurali

1. Il datore di lavoro:

a) assicura, applicando metodi e procedure di lavoro adeguati, che nelle varie operazioni lavorative sono impiegati quantitativi di agenti cancerogeni o mutageni non superiori alle necessità delle lavorazioni e che gli agenti cancerogeni o mutageni in attesa di impiego, in forma fisica tale da causare rischio di introduzione, non sono accumulati sul luogo di lavoro in quantitativi superiori alle necessità predette;

b) limita al minimo possibile il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni, anche isolando le lavorazioni in aree predeterminate provviste di adeguati segnali di avvertimento e di sicurezza, compresi i segnali "vietato fumare", ed accessibili soltanto ai lavoratori che debbono recarvisi per motivi connessi con la loro mansione o con la loro funzione. In dette aree è fatto divieto di fumare;

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c) progetta, programma e sorveglia le lavorazioni in modo che non vi è emissione di agenti cancerogeni o mutageni nell'aria. Se ciò non è tecnicamente possibile, l'eliminazione degli agenti cancerogeni o mutageni deve avvenire il più vicino possibile al punto di emissione mediante aspirazione localizzata, nel rispetto dell'articolo 18, comma 1, lettera q). L'ambiente di lavoro deve comunque essere dotato di un adeguato sistema di ventilazione generale;

d) provvede alla misurazione di agenti cancerogeni o mutageni per verificare l'efficacia delle misure di cui alla lettera c) e per individuare precocemente le esposizioni anomale causate da un evento non prevedibile o da un incidente, con metodi di campionatura e di misurazione conformi alle indicazioni dell'allegato XLI del presente decreto legislativo

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e) provvede alla regolare e sistematica pulitura dei locali, delle attrezzature e degli impianti;

f) elabora procedure per i casi di emergenza che possono comportare esposizioni elevate;

g) assicura che gli agenti cancerogeni o mutageni sono conservati, manipolati, trasportati in condizioni di sicurezza;

h) assicura che la raccolta e l'immagazzinamento, ai fini dello smaltimento degli scarti e dei residui delle lavorazioni contenenti agenti cancerogeni, avvengano in condizioni di sicurezza, in particolare utilizzando contenitori ermetici etichettati in modo chiaro, netto, visibile;

i) dispone, su conforme parere del medico competente, misure protettive particolari con quelle categorie di lavoratori per i quali l'esposizione a taluni agenti cancerogeni o mutageni presenta rischi particolarmente elevati.

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SORVEGLIANZA SANITARIAArticolo 242

Accertamenti sanitari e norme preventive e protettive specifiche

1. I lavoratori per i quali la valutazione di cui all'articolo 236 ha evidenziato un rischio per la salute sono sottoposti a sorveglianza sanitaria.

2. Il datore di lavoro, su conforme parere del medico competente, adotta misure preventive e protettive per i singoli lavoratori sulla base delle risultanze degli esami clinici e biologici effettuati.

3. Le misure di cui al comma 2 possono comprendere l'allontanamento del lavoratore secondo le procedure dell'articolo 42.

4. Ove gli accertamenti sanitari abbiano evidenziato, nei lavoratori esposti in modo analogo ad uno stesso agente, l'esistenza di una anomalia imputabile a tale esposizione, il medico competente ne informa il datore di lavoro.

5. A seguito dell'informazione di cui al comma 4 il datore di lavoro effettua:

a) una nuova valutazione del rischio in conformità all'articolo 236;

b) ove sia tecnicamente possibile, una misurazione della concentrazione dell'agente in aria per verificare l'efficacia delle misure adottate.

6. Il medico competente fornisce ai lavoratori adeguate informazioni sulla sorveglianza sanitaria cui sono sottoposti, con particolare riguardo all'opportunità di sottoporsi ad accertamenti sanitari anche dopo la cessazione dell'attività lavorativa.

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Articolo 243:Registro di esposizione e cartelle sanitarie

1. I lavoratori di cui all'articolo 242 sono iscritti in un registro nel quale è riportata, per ciascuno di essi, l'attività svolta, l'agente cancerogeno o mutageno utilizzato e, ove noto, il valore dell'esposizione a tale agente. Detto registro è istituito ed aggiornato dal datore di lavoro che ne cura la tenuta per il tramite del medico competente. Il responsabile del servizio di prevenzione ed i rappresentanti per la sicurezza hanno accesso a detto registro.

2. Il medico competente, per ciascuno dei lavoratori di cui all'articolo 242, provvede ad istituire e aggiornare una cartella sanitaria e di rischio secondo quanto previsto dall’articolo 25, comma 1, lettera c).

3. Il datore di lavoro comunica ai lavoratori interessati, su richiesta, le relative annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1 e, tramite il medico competente, i dati della cartella sanitaria e di rischio.

4. In caso di cessazione del rapporto di lavoro, il datore di lavoro invia all'Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza sul lavoro - ISPESL la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore interessato unitamente alle annotazioni individuali contenute nel registro e ne consegna copia al lavoratore stesso.

5. In caso di cessazione di attività dell'azienda, il datore di lavoro consegna il registro di cui al comma 1 e le cartelle sanitarie e di rischio all'ISPESL.

6. Le annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1 e le cartelle sanitarie e di rischio sono conservate dal datore di lavoro almeno fino a risoluzione del rapporto di lavoro e dall'ISPESL fino a quarant'anni dalla cessazione di ogni attività che espone ad agenti cangerogeni o mutageni.

7. I registri di esposizione, le annotazioni individuali e le cartelle sanitarie e di rischio sono custoditi e trasmessi con salvaguardia del segreto professionale e del trattamento dei dati personali e nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 e successive modifiche ed integrazioni.

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8. Il datore di lavoro, in caso di esposizione del lavoratore ad agenti cancerogeni, oltre a quanto previsto ai commi da 1 a 7:

a) consegna copia del registro di cui al comma 1 all'ISPESL ed all'organo di vigilanza competente per territorio, e comunica loro ogni tre anni, e comunque ogni qualvolta i medesimi ne facciano richiesta, le variazioni intervenute;

b) consegna, a richiesta, all'Istituto superiore di sanità copia del registro di cui al comma 1;

c) in caso di cessazione di attività dell'azienda, consegna copia del registro di cui al comma 1 all'organo di vigilanza competente per territorio;

d) in caso di assunzione di lavoratori che hanno in precedenza esercitato attività con esposizione ad agenti cancerogeni, il datore di lavoro chiede all'ISPESL copia delle annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1, nonchè copia della cartella sanitaria e di rischio, qualora il lavoratore non ne sia in possesso ai sensi del comma 4.

9. I modelli e le modalità di tenuta del registro e delle cartelle sanitarie e di rischio sono determinati dal decreto del Ministro della salute 12 luglio 2007, n. 155, ed aggiornati con decreto dello stesso Ministro, emanato di concerto con il Ministro del Lavoro e della previdenza sociale e con il Ministro per le riforme e l’innovazione nella pubblica amministrazione, sentita la commissione consultiva permanente.

10. L'ISPESL trasmette annualmente al Ministero della sanità dati di sintesi relativi al contenuto dei registri di cui al comma 1 ed a richiesta li rende disponibili alle regioni.