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La prevenzione comincia da te… DECALOGO DEL BUON AUTOMOBILISTA Ascolta i suggerimenti... ...dell’automobile: 1. Sono un’automobile e non il tuo dio 2. Sono un mezzo di trasporto nelle tue mani. Non trasformarmi in un’arma per uccidere 3. Ricorda di prenderti cura di me, verifica la mia efficienza. Fammi anche riposare ed usa i tuoi piedi ...degli altri 4. Onora l’essere umano sulla strada… piccolo, vecchio, pedone, ciclista: sono tutti più deboli di te 5. Non calcare il piede sull’acceleratore: potresti uccidere ...della strada 6. Non trasformarmi in teatro di tragedie per i tuoi atti azzardati 7. Non incolparmi per le mie inadeguatezze: presenta le tue ragioni ai miei gestori ...della tua consapevolezza 8. Posso commettere errori. Debbo verificare la mia efficienza personale, la mia idoneità alla guida 9. Sono responsabile della mia vita e di quella dell’altro: è una persona come me, meritiamo aiuto e rispetto (uso delle misure di sicurezza, prestazione di soccorso) 10.Non il possesso di mezzi potenti, ma le scelte a favore della vita fanno di me un uomo. GIORNATA MONDIALE DEL RICORDO DELLE VITTIME DELLA STRADA una riflessione sulle vittime: ricordare, conoscere, cambiare prevenire l’incidente è una sfida ed un obbligo per chiunque abbia responsabilità decisionali nulla può compensare una vita distrutta o la salute danneggiata per sempre Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada - onlus www.vittimestrada.org Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada AIFVS onlus Via A. Tedeschi, 82 - 00157 Roma 06/41734624 www.vittimestrada.org Carta Europea della Sicurezza Stradale

degli altri una riflessione sulle vittime: ricordare ... · come lavorano e quanti soldi bruciano le diverse amministrazioni, in modo da individuare finalmente CHI ha la responsabilità

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Page 1: degli altri una riflessione sulle vittime: ricordare ... · come lavorano e quanti soldi bruciano le diverse amministrazioni, in modo da individuare finalmente CHI ha la responsabilità

La prevenzione comincia da te…

DECALOGO DEL BUON AUTOMOBILISTAAscolta i suggerimenti...

...dell’automobile:1. Sono un’automobile e non il tuo dio2. Sono un mezzo di trasporto nelle tue mani. Non trasformarmiin un’arma per uccidere3. Ricorda di prenderti cura di me, verifica la mia efficienza.Fammi anche riposare ed usa i tuoi piedi

...degli altri4. Onora l’essere umano sulla strada… piccolo, vecchio,pedone, ciclista: sono tutti più deboli di te5. Non calcare il piede sull’acceleratore: potresti uccidere

...della strada6. Non trasformarmi in teatro di tragedie per i tuoi attiazzardati7. Non incolparmi per le mie inadeguatezze: presenta letue ragioni ai miei gestori

...della tua consapevolezza8. Posso commettere errori. Debbo verificare la mia efficienzapersonale, la mia idoneità alla guida9. Sono responsabile della mia vita e di quella dell’altro: èuna persona come me, meritiamo aiuto e rispetto (usodelle misure di sicurezza, prestazione di soccorso)10.Non il possesso di mezzi potenti, ma le scelte a favoredella vita fanno di me un uomo.

GIORNATA MONDIALE DEL RICORDO

DELLE VITTIME DELLA STRADA

una riflessione sulle vittime:ricordare, conoscere,

cambiare

prevenire l’incidente è una sfida ed un obbligoper chiunque abbia responsabilità decisionali

nulla può compensare una vita distruttao la salute danneggiata per sempre

Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada - onlus

www.vittimestrada.org

Associazione Italiana Familiari e Vittime della strada AIFVS onlusVia A. Tedeschi, 82 - 00157 Roma 06/41734624

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Carta Europea della Sicurezza Stradale

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nel territorio la riduzione degli incidenti stradali, ma mantengono lecondizioni perché l’incidente si verifichi; dare peso, nel verificarsi degliincidenti, anche alla corresponsabilità sociale delle aziende coinvolte;prevedere un sistematico utilizzo a fini di prevenzione dei mezzi dicomunicazione e tv beneficiati dallo Stato. Ma quando l’incidente siverifica, prendersi cura delle vittime e dei familiari. Da qui l’impegnodell’Associazione per la giustizia, l’assistenza legale e psicologica e lasollecitazione, anche con convegni e mozioni presentate alle autoritàpolitiche, per il recepimento della normativa europea di rispetto deidiritti delle vittime e la creazione dei centri di assistenza per le vittime,senza discriminazione tra vittime di reato doloso e vittime di reatocolposo.

INDICE

Cosa succede sulle nostre strade pag. 2

Messaggio dell’ONU 3

Dati Organizzazione Mondiale della Sanità 4

Dati Italia, morti, invalidi 5

Il quadro completo delle vittime 6

I familiari e considerazioni sul dolore 7

La mortificazione da ingiustizia 8

Il costo sociale degli incidenti stradali 11

Conclusioni 12

2

“Non ci si rassegni mai a considerare l’elevato numero divittime della strada come un fatale ed inevitabile pedaggioda pagare al progresso…” (messaggio di Papa GiovanniPaolo II all’AIFVS, Convegno 17/2/2005)

“Invito tutti gli automobilisti ad una condotta prudente eresponsabile, al fine di opporsi efficacemente, insieme conle autorità, a questo male sociale e di ridurre il numerodelle vittime…” (Papa Benedetto XVI, Angelus 3a domenicadi novembre 2005).

COSA SUCCEDE SULLE NOSTRE STRADE

“La gente ride e si diverte ma il mio dolore resta”

Così recita un verso di T.S. Eliot. E noi, che siamo statitrasformati da quanto ci è accaduto, vorremmo rappresentare a chici ascolta la fragilità della nostra dimensione umana e la precarietàdi quei meravigliosi momenti che non potremo vivere più. Momenti,sembianze, sorrisi e tenerezze sempre nuove e sempreemozionanti: tutto spazzato via in modo stupido e banale, violentoed immediato, senza possibilità di difesa, battaglia, confronto,solidarietà. Senza potersi guardare negli occhi e dirsi addio – comehanno potuto fare anche tutti quelli che sono partiti per una guerra– abbracciandosi con calore e struggimento.

Una mostruosità che nessuno pensa possa riguardare la propriadimensione personale. Eppure accade tutti i giorni in tutta Italia e atutte le ore a 17 persone ed a 17 famiglie…. tutti i giorni si consumaun’epidemia di omicidi o di folli suicidi dovuti a condotteirresponsabili.

L’associazione italiana dei familiari e delle vittime della stradainvita tutti coloro in grado di raccogliere questo messaggio di civiltàa fare resistenza ed opposizione a questa prospettiva dimortificazione civile, perché fermare la strage stradale si può! Lohanno dimostrato le diverse esperienze di quei Paesi che piùseriamente si sono impegnati per fronteggiare quest’emergenzasociale e sanitaria.

L’amministrazione provinciale, nel suo impegno verso la sensibilizzazione al tema dell’educazione stradale, è da sempre vicina ai familiari delle vittime della strada che dimostrano, con l’attività dell’associazione che li raccoglie, la volontà di mettere la loro esperienza al servizio degli altri. Per questo li ringraziamo, nella convinzione che la sicurezza non sia un elemento casuale, ma il frutto della responsabilità di ciascuno, del rispetto per le regole e soprattutto per la vita.

Mario VerzaAssessore ai Trasporti ed Educazione Stradale della Provincia di Padova

giornata del ricordowww.vittimestrada.org

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nel territorio la riduzione degli incidenti stradali, ma mantengono lecondizioni perché l’incidente si verifichi; dare peso, nel verificarsi degliincidenti, anche alla corresponsabilità sociale delle aziende coinvolte;prevedere un sistematico utilizzo a fini di prevenzione dei mezzi dicomunicazione e tv beneficiati dallo Stato. Ma quando l’incidente siverifica, prendersi cura delle vittime e dei familiari. Da qui l’impegnodell’Associazione per la giustizia, l’assistenza legale e psicologica e lasollecitazione, anche con convegni e mozioni presentate alle autoritàpolitiche, per il recepimento della normativa europea di rispetto deidiritti delle vittime e la creazione dei centri di assistenza per le vittime,senza discriminazione tra vittime di reato doloso e vittime di reatocolposo.

INDICE

Cosa succede sulle nostre strade pag. 2

Messaggio dell’ONU 3

Dati Organizzazione Mondiale della Sanità 4

Dati Italia, morti, invalidi 5

Il quadro completo delle vittime 6

I familiari e considerazioni sul dolore 7

La mortificazione da ingiustizia 8

Il costo sociale degli incidenti stradali 11

Conclusioni 12

2

“Non ci si rassegni mai a considerare l’elevato numero divittime della strada come un fatale ed inevitabile pedaggioda pagare al progresso…” (messaggio di Papa GiovanniPaolo II all’AIFVS, Convegno 17/2/2005)

“Invito tutti gli automobilisti ad una condotta prudente eresponsabile, al fine di opporsi efficacemente, insieme conle autorità, a questo male sociale e di ridurre il numerodelle vittime…” (Papa Benedetto XVI, Angelus 3a domenicadi novembre 2005).

COSA SUCCEDE SULLE NOSTRE STRADE

“La gente ride e si diverte ma il mio dolore resta”

Così recita un verso di T.S. Eliot. E noi, che siamo statitrasformati da quanto ci è accaduto, vorremmo rappresentare a chici ascolta la fragilità della nostra dimensione umana e la precarietàdi quei meravigliosi momenti che non potremo vivere più. Momenti,sembianze, sorrisi e tenerezze sempre nuove e sempreemozionanti: tutto spazzato via in modo stupido e banale, violentoed immediato, senza possibilità di difesa, battaglia, confronto,solidarietà. Senza potersi guardare negli occhi e dirsi addio – comehanno potuto fare anche tutti quelli che sono partiti per una guerra– abbracciandosi con calore e struggimento.

Una mostruosità che nessuno pensa possa riguardare la propriadimensione personale. Eppure accade tutti i giorni in tutta Italia e atutte le ore a 17 persone ed a 17 famiglie…. tutti i giorni si consumaun’epidemia di omicidi o di folli suicidi dovuti a condotteirresponsabili.

L’associazione italiana dei familiari e delle vittime della stradainvita tutti coloro in grado di raccogliere questo messaggio di civiltàa fare resistenza ed opposizione a questa prospettiva dimortificazione civile, perché fermare la strage stradale si può! Lohanno dimostrato le diverse esperienze di quei Paesi che piùseriamente si sono impegnati per fronteggiare quest’emergenzasociale e sanitaria.

L’amministrazione provinciale, nel suo impegno verso la sensibilizzazione al tema dell’educazione stradale, è da sempre vicina ai familiari delle vittime della strada che dimostrano, con l’attività dell’associazione che li raccoglie, la volontà di mettere la loro esperienza al servizio degli altri. Per questo li ringraziamo, nella convinzione che la sicurezza non sia un elemento casuale, ma il frutto della responsabilità di ciascuno, del rispetto per le regole e soprattutto per la vita.

Mario VerzaAssessore ai Trasporti ed Educazione Stradale della Provincia di Padova

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È così fantascientifico immaginare che?

1. Ogni spot pubblicitario di acquisto di automobili debbaobbligatoriamente contenere un codicillo analogo a quello previsto per ifarmaci? Del tipo: “questa auto va guidata rispettando i limiti di velocità,in modo sobrio, senza telefonare… altrimenti può provocare gravi dannialla salute!”.

2. Nei libri di testo di ogni ordine e grado siano allegate schedescientifico-didattiche, fotografie opportunamente calibrate e storieindividuali e collettive di tragedie da mancato rispetto delle norme disalvaguardia personale e di danno a terzi.

3. Gli esami per il rilascio della patente siano eseguiti al termine di unadeguato corso di formazione, con valutazione seria ed obiettiva dellostato di salute e dell’equilibrio psicofisico. Anche per il rinnovo gliaccertamenti debbono essere rigorosi. Al diritto di avere la patentecorrisponde il dovere di osservare le norme, e la loro inosservanza dovràfare affievolire quel diritto fino a farlo perdere: occorre allora prevedere— specie per le trasgressioni più gravi — la perdita definitiva dei punti,in modo tale che chi persevera nelle trasgressioni rischia di perdere avita la patente, e con essa la possibilità di guidare qualunque veicolo.

4. Il Governo o le Regioni siano i committenti di un pacchetto diproposte ingegneristiche (come le “rotonde”, che hanno risolto tantiproblemi per gli incroci), che le nostre Università si impegnino adindividuare. Lo stesso tipo di richiesta-committenza dev’essereassegnata agli istituti competenti nel campo della psicopedagogia perindividuare soluzioni utili a disinnescare tanta violenza e tantainsubordinazione.

5. Un serio esame di tutte le “falle” esistenti nel percorso tralegislazione (piena di buoni propositi) ed applicazione pratica vengaeffettuato per tradurre la volontà politica in atti efficaci.

6. Che venga introdotto un reale controllo di gestione, per valutarecome lavorano e quanti soldi bruciano le diverse amministrazioni, inmodo da individuare finalmente CHI ha la responsabilità ed il merito diuna seria politica preventiva.

7. Che ci sia la volontà politica di portare a soluzione il problema,attraverso una regia unitaria, che dal centro alla periferia e nei diversisettori coinvolti dia priorità assoluta all’obiettivo di prevenire l’incidentestradale, con pianificazione di interventi nel territorio e controllo delraggiungimento dell’obiettivo indicato. Coordinamento, informazione-formazione e controlli, sanzioni non soltanto per i conducenti, ma ancheper gli enti che con le loro inerzie ed omissioni non solo non ottengono

3

"La sicurezza stradale non èun fatto accidentale"; ma loslogan può essere inteso anchecome "Sicurezza stradale vuol

dire zero incidenti". Questo è il messaggio 2007 dell’ONU e dell’OMSper invitare politici, amministratori locali, responsabili delle poliziemunicipali, intellettuali, giornalisti, sindacalisti, insegnanti, uomini dipace e addetti alla tutela della salute di tutti i Paesi aderenti adattivarsi per dare la dovuta priorità alla sicurezza stradale in tutto ilmondo.È a loro che si rivolge il nostro appello: obiettivo di questa nostracampagna è convincere i singoli detentori di responsabilità civile chela possibilità di bonificare il nostro territorio e renderlo più vivibile ecivile dipende anche da singole e sinergiche iniziative locali chegradualmente andranno a fare sistema.Ciascuno nella società civile, a partire dai politici, faccia la propriaparte, perché non sia troppo tardi… per indossare la cintura disicurezza, per smettere di bere, per essere visti, per indossare ilcasco, per rallentare.

Il messaggio dell’ONU recita così:

1) La sicurezza stradale è frutto di azioni congiunte di più settori edindividui, sia pubblici, sia privati, tra i quali l’impegno politico èprimordiale e può produrre risultati spettacolari.

2) La prevenzione nel campo dell’incidentalità stradale è possibilesoprattutto agendo su questi fattori di rischio:

la guida in stato di ebbrezza,la velocità eccessiva,l’uso del casco e delle cinture di sicurezza,la concezione delle strade e delle infrastrutture.

3) Gli incidenti stradali sono un problema di sanità pubblicamondiale ed un ostacolo allo sviluppo, destinati purtroppo adaumentare considerevolmente negli anni a venire.

4) Sono la prima causa di morte per i giovani fino ai 25 anni; inparticolare i giovani maschi sono tre volte più a rischio di essereuccisi o feriti rispetto alle coetanee.

5) I Paesi e le Regioni che hanno ottenuto risultati più significatividevono essere presi come riferimento da tutti coloro i quali voglionoseriamente invertire questa terribile diffusione di superficialeviolenza.

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L’ONU e l’OMS hanno indetto la settimana mondialedella sicurezza stradale nel 2007, perché nel mondo…

C o m e s i p u òconstatare, già oggi, glii n c i d e n t i s t ra da l iappar tengono a l lacategoria dei 10 tra i piùimportanti eventi dimalattia o trauma in unaclassifica che raggruppale malattie per grado dimortalità e invalidità.Come mai ministri egovernatori regionalinon fanno l’adeguataprevenzione?

L’impatto socio-sanitario (fonte OMS)

Si noti l’impattoche hanno glii n c i d e n t istradali rispettoalle guerre, cosìtanto e cosìg i u s t a m e n t econdannate datutti.Nel mondo simuore, a causa diincidenti stradali,sette volte inpiù di quanto simuoia per ra-gioni belliche.

In Italia la guerra fratricida che si consuma sulle strade non vienedegnata della necessaria sensibilità sociale: viene vissuta come unafatalità che riguarda altri.

Sof f ocament i

7 ,3%

Incendi6 ,2%

Cadut e7 , 5%

Avvelenament i6 ,7%

Alt re lesioniint enzionali

0 ,2%

Guerre

3 , 4%

Violenze

10 , 8%

Incident i st radali

23%

Alt re lesioniinvolont arie

18 , 1%

Suicidi

16 ,9%

1990 2000

1 Infezioni delle vierespiratorie inferiori Ischemia

2 Patologie diarroiche Depressionemaggiore unipolare

3 Condizioni perinatali Circolazionestradale

4 Depressionemaggiore unipolare

Cerebrovasculardisease

5 Ischemia Ostruzionipolmonari croniche

6 Malattiecerebrovascolari

Infezioni delle vierespiratorie inferiori

7 Tubercolosi Tubercolosi8 Morbillo Guerra9 Circolazione stradale Patologie diarroiche10 Anormalità congenite HIV

Causa della malattia o infortunio

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Farmaci: i medicinali che possono interferire con la guida sononumerosi e largamente utilizzati, come per esempio sedativi, ipnotici,tranquillanti, antidepressivi, anestetici, antistaminici, farmacicardiovascolari, diuretici, ormoni, antidiabetici, antipertensivi. I rischirilevati non sono generalmente troppo elevati, ma è comunque utile cheil paziente sia messo in guardia dal medico sui possibili effetti deifarmaci che assume.

Malattie: epilessia, diabete, malattie cardiovascolari, problemi divista, disturbi del sonno, problemi cognitivi possono aumentare il rischiodi incidenti mortali.

Parola chiave: prevenzione

Per combattere l’impatto derivante dagli incidenti stradali, l’Oms e leistituzioni sanitarie dei diversi Paesi puntano sulla prevenzione. Affinchéi programmi di prevenzione possano essere efficaci è necessarioinnanzitutto informare tutti gli attori coinvolti, dagli operatori sanitarialle autoscuole, dalle famiglie alle scuole, per favorire la consapevolezzadei rischi derivanti da comportamenti sbagliati e per mettere a puntoazioni preventive coordinate e attuabili.A livello globale, con il World report on road traffic injury prevention del2004 l’Oms incoraggia i Paesi a pianificare una strategia multisettorialeper la sicurezza stradale, che prenda in considerazione le necessità diognuno. L’attività di prevenzione deve essere allo stesso tempoambiziosa e realistica e deve essere seguita da piani di azione nazionali,territoriali, e da specifici progetti di intervento, come si evince dallaCarta Europea della Sicurezza Stradale, che la nostra Associazione firmae diffonde.Ricordiamo sempre che gli interventi di prevenzione hanno un carattereintersettoriale proprio per la natura stessa di questo tipo di incidenti equindi necessitano di un mandato forte ed autorevole e non confinato afigure marginali del mondo istituzionale, della cultura e relegato alnaturale mandato delle associazioni coinvolte.Senza alcun dubbio questa battaglia di civiltà è molto più difficile diquella combattuta contro il fumo dal precedente Ministro della Sanità.Ciò non impedisce che gli effetti devastanti di questo fenomeno nondebbano essere trattati con la dovuta e proporzionale attenzione.

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Stanchezza: avere 17 ore di veglia alle spalle equivale ad avere un tasso alcolemico dello 0,5g/lsangue. Oltre il 30% delle morti stradali casuato dalla stanchezza.

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Conclusioni

In Italia manca ancora la consapevolezza diffusa ed adeguata dellarilevanza prioritaria di questa problematica.Sono gli addetti ai lavori che ci ricordano che gli incidenti stradalirappresentano un problema di assoluta priorità per la sanità pubblica perl’alto numero di morti e di invalidità permanenti e temporanee checausano nel mondo. Agli enormi costi sociali e umani, si aggiungonoquindi anche elevati costi economici, che rendono la questione dellasicurezza stradale un argomento di enorme importanza per i dipartimentidi Prevenzione e i sistemi sanitari di tutti i Paesi.

La grande maggioranza degli incidenti gravi e di quelli mortali sonodovuti a una serie di comportamenti scorretti, principalmente eccesso divelocità, guida distratta e pericolosa, mancato rispetto della precedenzao della distanza di sicurezza, assunzione di alcol e sostanze stupefacenti.

I fattori di rischio

Ci sono diversi fattori che possono contribuire al fenomeno degli incidentistradali: il comportamento e lo stato psicofisico del conducente, lecondizioni e la sicurezza dei mezzi di trasporto, la circolazione sullestrade e i pericoli legati al trasporto di prodotti pericolosi. Inoltre,possono incidere anche numerosi fattori umani, come aggressività,status sociale, uso inappropriato di bevande alcoliche e di farmaci,malattie, deficit della vista, uso di sostanze psicotrope, stress,affaticamento, uso di telefoni cellulari alla guida, mancato rispetto dellenorme del codice della strada. Inoltre, il rischio può aumentare anche incaso di cattivo uso (o totale mancanza) dei dispositivi di sicurezza,soprattutto in ambiente urbano.

Tra i fattori di rischio legati allo stato del conducente si possonoclassificare quattro categorie particolarmente rilevanti poiché possonoalterare lo stato di attenzione e di concentrazione del guidatore.

Alcol: è il fattore più rilevante nel caso di incidenti stradali gravi omortali; il rischio di incidenti aumenta, in modo esponenziale, quando laconcentrazione di alcol nel sangue raggiunge i 50 mg/100 ml. Inoltre, aparità di alcol ingerito, il rischio aumenta al diminuire dell’età delconducente e quanto minore è la frequenza di consumo abituale disostanze alcoliche.

Stupefacenti: l’assunzione di sostanze come allucinogeni, anfetamine,cannabinoidi, cocaina, estasi, inalanti e oppiacei comporta un notevoleaumento del rischio di incidente, specialmente se accompagnata dalconsumo di alcol.

5

La conquista di Iwo Jima è rimastafamosa nella cultura occidentaleperché fu la battaglia della II Guerra

Mondiale nella quale venne sacrificato il più alto numero di soldatiamericani. Più di quanti persero la vita per riuscire a compiere losbarco in Normandia: 6825 i morti, 19000 i feriti in 36 giorni di feroci

combattimenti.La sorprendente forza evocativa di quei fatti —oggi crudamente rappresentata dal recente film diClint Eastwood (Flags of our Fathers) — sollecitaun’inevitabile comparazione con le vittime degliincidenti stradali: per conquistare la Normandia eliberare l’umanità da Hitler si pagò un prezzoaltissimo, ma comunque un prezzo di cui andarefieri. Oggi, in Italia, si lasciano ogni anno, grossomodo, lo stesso numero di vite spezzate sullestrade … ma per chi?

Per quale obiettivo? Per quali ragioni? Per lo sviluppo economico, perandare a divertirsi, per spostarsi … È mai possibile che i nostrigenerali (nazionali, locali, di competenza) non siano capaci di unamessa a punto strategica che miri a soddisfare queste esigenze allamodernità in modo meno violento e cruento?

ITALIA – Valori annuali (fonte ISS)

Secondo i responsabili dell’Istituto Superiore di Sanità:

• queste stime sono da considerarsi minimali• 1/3 delle vittime ha meno di 29 anni• gli incidenti stradali costituiscono la prima causa dimorte per i bambini tra i 5 e i 14 anni e per i giovani tra i15 e i 29 anni; di questi i 4/5 sono maschi

• ciclisti e pedoni rappresentano il 33% dei morti

Per cosa morire?

MORTI 6.220

INVALIDI GRAVI 16.000

RICOVERI 120.000

ACCESSI AL PRONTO SOCCORSO PIÙ DI UN MILIONE

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Prevenzione e tecnologia: il futuro della mobilità

Perché lo Stato e l’industria per-severano nel non offrire altra ri-sposta alla domanda di mobilità che l’auto privata ed il trasporto su gomma? Eppure le proposte esistono, non solo nel Piano Na-zionale della Sicurezza Stradale, che per ridurre il gommato privi-legia le vie del mare e le strade ferrate, ma sono anche disponibili per determinati territori soluzioni tecnologiche a zero morti, come pure provengono dalla società civile proposte tecnologiche per il controllo automatico del comportamento del conducente, al fine di prevenire l’in-cidente. Ed inoltre, perché non è obbligatoria su tutte le auto l’installazione di serie di tutti i sistemi di sicurezza, compresa nel prezzo di vendita?Ed, infine, abbiamo proprio bisogno di tutte queste auto che invadendo le nostre strade ci tolgono lo spazio vitale, appestano l’aria che respiriamo, distruggono la nostra salute, divorano il nostro denaro, il nostro tempo, la nostra libertà?Industrie automobilistiche e Governo non possono continuare a produr-re… cassaintegrati, piuttosto debbono trovare soluzioni migliori per un trasporto che non sia così avido di vite e di risorse.

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queste stime sono da considerarsi minimali e da esse l’AIFVS si discosta leggermente, indicando per ogni anno circa 7.000 morti e 20.000 disabili gravi.

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Il quadro delle invalidità in Italia (fonte ISS)•Oltre all’evento mortale, vanno considerati con attenzione anche gli

esiti secondari dell’incidentalità stradale. Di persone come EluanaLongaro, della cui sorte tutti oggi si occupano…..quante ce ne sono?

•Secondo l’Istituto Superiore di sanità ogni anno si registrano 250sequele gravissime (fino al coma vegetativo).

•sempre secondo questi esperti vanno considerati almeno 10.000traumi cranici gravi (l’anno)

•e 800/1000 casi di emiplagia e tetraplagia: di giovani e menogiovani destinati a vivere permanentemente in carrozzina oltre ad altri5000 casi di invalidità grave relativi ai vari organi e apparatiinevitabilmente coinvolti in ogni evento traumatico (amputazione degliarti, traumi addominali, ustioni, fratture di varia natura).

Il quadro completo delle vittimeCome si evince facilmente da quanto detto, ogni anno dovranno esserecomputati, oltre ai morti ed agli invalidi, anche i loro congiunti, la cuiesistenza è inevitabilmente compromessa. Schematicamente possiamoevidenziare queste categorie:

Normalmente l’operatore politico e culturale si concentra sulla categoriadi chi muore, compiacendosi se si registra una stabilità/contrazione deivalori statistici di questi soggetti. In questi ultimi anni, grazie ai sistemidi sicurezza sui mezzi di trasporto e grazie agli interventi di prontosoccorso, si è registrato un contenimento del numero dei morti rispettoagli incidenti, ma un incremento dei portatori di handicap.Con questa riflessione si vuole invece portare luce anche sugli altri tregruppi di soggetti direttamente o indirettamente traumatizzati: i malaticronici e i portatori di esiti patologici indiretti (i familiari, ai quali nonverranno risparmiate le sofferenze psicosomatiche prevedibili ed ormaiampiamente dimostrate).Perché questi soggetti sono ingiustamente dimenticati, quasi cancellatidal quadro epidemiologico che racconta gli effetti degli incidenti stradali?Pur essendone, invece, delle vittime che sono rimaste in seno allacomunità ed a carico della stessa, con costi sociali e sanitari enormi?

A. Chi muore

D. Chi contraeun handicap

C. I congiunti dichi contrae un h.

B. I congiuntidi chi muore

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Il costo sociale degli incidenti stradali

A livello nazionale il costo degli incidenti stradali vienestimato in 34 miliardi di Euro.Dato impressionante sia per le dimensioni, sia per ilfatto che contabilizza vite umane mutilate o perse,sia perchè non contempla le conseguenze psichiche,somatiche e di dolore permanenti e quotidiane.Quali sono i costi sanitari computabili in modo diretto ai

traumi da incidente stradale? A partire dal 118, passando al PS, il primoricovero, gli interventi chirurgici, le riabilitazioni, ecc.E quelli successivi all’evento traumatico? La vittima che sopravviveinvalidata, i familiari di chi muore e di chi è sopravvissuto in condizioni dihandicap.La mancata valutazione di questi costi non induce gli Amministratori arimuovere ab origine questa patologia sociale. Patologia di ordinecomportamentale e non dovuta a malattia naturale. Ciò induce una totalemancanza di intervento PREVENTIVO da parte delle Autorità di GovernoNazionale e Regionale.Ciò che è rilevante sottolineare è che tutti questi costi sono sicuramenteriducibili e teoricamente ANNULLABILI con una politica preventiva efficacee adeguata.

E QUESTA SONO IO dopo lo scontro con unguidatore ubriaco.Ora ho più paura… mi sento insicura, nonperché ho un carattere debole ma per i mieiproblemi fisici. Mi fanno male molto spessole mani e le altre parti del corpo. Alle voltepenso che sarebbe stato meglio morireinvece di rimanere in questo stato.Mi chiedo: “perché è successo proprio a me?Cerco, col passare del tempo, di essere dibuon umore, ma non è facile. Se bevi e guidi devi pensare alleconseguenze… Per favore, non guidare se hai bevuto. Mai!

Un incidente è prima di tutto un danno, e Jacqueline Saburido ha subito undanno grave ed irreversibile, tanto da cambiare la sensibilità di un interoPaese, di tutti gli Stati Uniti, che da quel momento per chi beve e guidahanno chiesto tolleranza zero.

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, cecità.)

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Si resta senza parole di fronte ad una giustizia che gestisce i problemiumani senza comprendere il peso degli stessi, con scarsa competenza edanteponendo la lentezza delle procedure, spesso di comodo, al bisognourgente di risposte.

Ma l’ingiustizia non conosce frontiere! Anche per RobertoCasalboni, 39 anni, travolto in Norvegia in sella alla sua motoda una Toyota che non si è fermata allo stop.Le lesioni riportate, compatibili con un impatto a bassavelocità della moto, lo hanno egualmente portato alla morteper l’inadeguatezza dei soccorsi e degli interventi in ospedale. Ikiller di Roberto sono stati: la trasgressione delle norme daparte del guidatore della Toyota; la scarsa professionalità deimedici; i deplorevoli comportamenti della giustizia norvegeseche, barando sulla velocità della moto e sull’inadeguatezza deisoccorsi, ha giudicato non colpevole il guidatore della Toyotaper la supposta alta velocità della moto.Una sentenza ingiusta, a danno della vittima straniera e deisuoi familiari; una sentenza che non dà pace a Stella InesCasalboni, madre di quell’unico figlio ucciso tanto lontano dacasa e privata anche della possibilità di stargli accanto negliultimi momenti di vita. La madre: un dolore coraggioso, chenonostante i suoi anni non si arrende, perché non si puòaccettare l’ingiustizia.

Sono storie infinite, di dolore e di rabbia ed il loro prezzo è unasofferenza che dura tutta la vita.

JACQUELINE SABURIDOLa mia vita era come quella di tuttivoi… Andavo all’università, guidavo lamia auto, andavo alle feste… ballavo ilflamenco: sentivo di poter fare quasitutte le cose da sola!QUESTA SONO IO prima che un guida-

tore ubriaco mi venisse addosso e uccidesse due miei amici. Da alloraho subito quaranta interventi chirurgici.Una cosa che ho sempre desiderato nella mia vita e non ho mai rea-lizzato è cantare. Ma ora non è più possibile: cantare richiede infattimolte qualità fisiche che non ho più, e la mia voce dopo l’incidente s’èridotta di tono. Del resto ho perso forza nella voce come in molte al-tre cose.

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Ormai ci sono importanti evidenze scientifiche a sostegnodell’esistenza di esiti patologici indiretti a carico dei familiari; evidenzeche confermano ciò che prima era palese solo ad un attento esame distorie familiari di dolore.Sia l’OMS, sia le indagini sul PTDS (post traumatic stress disorder), siastudi mirati sui familiari delle vittime di eventi traumatici e sia le lineeguida della NICE (National Instutute for Clinical Excellence) fornisconol’evidenza scientifica delle patologie da dolore (depressione, disordinimentali, dell’umore, dell’alimentazione, dei rapporti sociali, caduta delsistema immunitario, cardiopatie).

Dati OMS: cosa succede ai familiariSecondo l'indagine OMS/FEVR, il 90% delle famiglie dei morti e l'85%delle famiglie degli invalidi dichiarava un significativo - e in molti casidrammatico - declino permanente della qualità della vita: economico,relazionale, psicofisico ecc.. Più nel dettaglio si osserva tra i familiari:

• perdita di interesse per le attività quotidiane (72%);• diminuzione nella fiducia in se stesso (49%);• attacchi d'ansia (46%);• depressione (64%);• propositi suicidi (37%);• fobie (27%);• disordini alimentari (35%);• rabbia (78%);• risentimento (71%).

Il dolore che si presenta in queste situazioni:Trauma psichico, Lutto, Sofferenza e Mortificazione

Dobbiamo essere consapevoli che ciò che viene ad essere infranto ocompromesso definitivamente sono spesso legami sacri: quelli chereggono il rapporto genitori-figli.

Dobbiamo considerare che questi eventi sono contro natura, radicali,improvvisi, ritenuti fino ad un attimo prima impossibili. Eventi cherovesciano verticalmente i rapporti tra le generazioni e sconvolgono gliequilibri delle famiglie.

Dobbiamo riuscire ad immaginare le condizioni di chi improvvisamenteperde il senso ed il significato di vivere e di un genitore che lascerà ilproprio figlio – portatore di handicap – da solo oltre la propria morte.

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Page 8: degli altri una riflessione sulle vittime: ricordare ... · come lavorano e quanti soldi bruciano le diverse amministrazioni, in modo da individuare finalmente CHI ha la responsabilità

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La Mortificazione a posteriori: da ingiustizia

Non è una “frase fatta” e di natura retorica quella espressafrequentemente dai congiunti che, dopo l’iter della Giustizia, sentono ilproprio caro ucciso due volte

1. Le stragi restano impunite: i responsabili di graviincidenti potranno tornare a guidare.Appiano, Pinerolo, Cremona sono solo alcuni dei casirecenti: Marco Ahmetovic, garzone rom di 22 anni,Corrado Avaro, operaio italiano di 30 anni, AndreiZysk, polacco di 34 anni, sono schiavi della bottiglia.Michele Tozzani, 31 anni, fuma marijuana. Diversele nazionalità, diverse le droghe ma un fattorecomune: tutti hanno ucciso guidando sulle nostrestrade. Non basta: tutti potrebbero tornare aguidare al termine della sospensione della patente oavendone ottenuta un’altra dopo un esame, magariancora preda della dipendenza. La legge lo permette.

Le pene non vengono effettivamente comminate: “pene inasprite perchi guida ubriaco; ritiro della patente, arresto, carcere”; non c’è chedire... come paese degli annunci siamo primi al mondo. Ma la praticadice tutt’altro.

Leggere per credere il libro “Toghe rotte”, scritto daLeggere per credere il libro “Toghe rotte”, scritto daLeggere per credere il libro “Toghe rotte”, scritto daBruno Tinti, Procuratore a Torino. Ogni lunedìBruno Tinti, Procuratore a Torino. Ogni lunedìBruno Tinti, Procuratore a Torino. Ogni lunedìmattina i poliziotti bussano alla sua porta perchémattina i poliziotti bussano alla sua porta perchémattina i poliziotti bussano alla sua porta perchévanno compilati i decreti penali per violazionevanno compilati i decreti penali per violazionevanno compilati i decreti penali per violazionedell’articolo 186 del codice della strada. Ildell’articolo 186 del codice della strada. Ildell’articolo 186 del codice della strada. Ilprocuratore ci mette 10 minuti a firmare l’atto. Poiprocuratore ci mette 10 minuti a firmare l’atto. Poiprocuratore ci mette 10 minuti a firmare l’atto. Poipassano 2 anni prima che questo atto vada al GIP: cipassano 2 anni prima che questo atto vada al GIP: cipassano 2 anni prima che questo atto vada al GIP: cisono da compilare registri, fotocopiare, catalogare, esono da compilare registri, fotocopiare, catalogare, esono da compilare registri, fotocopiare, catalogare, ela Cancelleria non ce la fa a smaltire il lavoro. E illa Cancelleria non ce la fa a smaltire il lavoro. E illa Cancelleria non ce la fa a smaltire il lavoro. E ilGIP ci mette un altro paio di anni per notificare ilGIP ci mette un altro paio di anni per notificare ilGIP ci mette un altro paio di anni per notificare iltutto al reo. Fanno 4 anni ed il reato è prescritto. C’ètutto al reo. Fanno 4 anni ed il reato è prescritto. C’ètutto al reo. Fanno 4 anni ed il reato è prescritto. C’ègente come Corrado Avaro che a Luglio del 2007 hagente come Corrado Avaro che a Luglio del 2007 hagente come Corrado Avaro che a Luglio del 2007 haammazzato una ragazza di 16 anni mentre eraammazzato una ragazza di 16 anni mentre eraammazzato una ragazza di 16 anni mentre eraubriaco. Però era ubriaco anche nel 1999 e nel 2004,ubriaco. Però era ubriaco anche nel 1999 e nel 2004,ubriaco. Però era ubriaco anche nel 1999 e nel 2004,tanto che venne condannato per guida in stato ditanto che venne condannato per guida in stato ditanto che venne condannato per guida in stato diebbrezza.ebbrezza.ebbrezza.

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L’iter della giustizia è infamante per ogni vittima: è stato infatti costruitoper tutelare il colpevole! Si assiste ad udienze di mero rinvio, iprocedimenti speciali (patteggiamento, rito abbreviato) favorisconospudoratamente l’imputato, la prescrizione è usata come ordinariascappatoia dalle maglie della giustizia, gli esiti processuali sono piùattenti a problemi di organico o di edilizia carceraria, piuttosto che allaricerca della verità. La pessima gestione del processo danneggia non solocoloro che ne sopportano le conseguenze ma anche la società, poiché sidiffonde il messaggio che si può continuare a delinquere impunemente,come attestano le nostre storie.

Le due ragazze di 21 anni, Livia ed Elisa, di Milano, sono stateuccise sull’A1 nell’aprile del 2005 da un camionista di 26 anni,Francesco Di Rauso, che nel 1999 aveva ucciso con il suocamion altre due persone. Per il primo omicidio non avevaespiato nessuna pena perché il giudice aveva concesso lasospensione condizionale, gli era stata sospesa la patente soloper alcuni mesi; per il secondo omicidio il giudice ha sospeso lapatente per un anno ed ha inflitto la pena di due anni senzala sospensione condizionale, ma l’indulto ha egualmenteconsentito all’imputato, che non si è mai presentato inudienza, di non espiare alcuna pena! Ai parenti non resta chela disperazione e la rabbia. Che giustizia è questa?

Nelle vittime e nei familiari resta non solo il dolore della perdita di unapersona cara o della sua salute ma anche l’amara esperienzadell’ingiustizia, tramata dagli stessi professionisti del diritto: magistratied avvocati, che restano “impuniti e… felici”.

Così ci racconta Anna: “A causa di un errore del P.M., dopol’incidente, la salma di mio marito, ucciso da un ubriacorecidivo, è rimasta per una settimana in una cella frigoriferadell’Istituto di Medicina Legale. Tutti i giorni telefonavo allaPolizia Giudiziaria per chiedere quando mi sarebbe statarestituita ed ogni giorno la risposta era domani.A vivere con me questa tragedia nella tragedia erano setteparenti di mio marito giunti da Dublino, tra cui una madredi 82 anni. È intervenuta anche l’Ambasciata d’Irlanda aRoma. Dopo sette giorni è stata effettuata l’autopsia senzadarmene informazione, e non ho potuto nominare un medicolegale di mia fiducia. Mi sono piuttosto sentita dire:“quell’individuo non andrà in carcere solo perché haammazzato suo marito”.

giornata del ricordowww.vittimestrada.org

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