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Corso di formazione professionale GIOVANI ROM l'Arte del Rame “PERCORSI DI BOTTEGA” “L'Identità Zingara” rame sbalzato su legno, B. Morelli, 2004 Sciukar but

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Corso di formazione professionale GIOVANI ROM l'Arte del Rame

“PERCORSI DI BOTTEGA”

“L'Identità Zingara” rame sbalzato su legno, B. Morelli, 2004

Sciukar butjà “Cose belle”

Per …..un avviamento al lavoro dei Giovani Rom Per …..una cooperativa “bottega del Rame-Rom”

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(Prog. a cura di Bruno Morelli)..................................................................................

IndicePremessa pedagogica Effetti collaterali......................................... “art'intercultura”

Una metodologia anti-accademica Crisi economica, difficoltà di modernizzazione

Riscoperta del Simbolismo Gitano “Non so più chi sono, perchè non sò cosa fare”

Cenni storici, Per lavorare con dignità, bisogna esistere“Rom, con dignità................................................... preziosi e ricercati artigiani dei metalli”

Dalla tradizione alla modernità

Fondamentale è: Il lavoro che riparte dall'arte.................... La figura del docente di madre lingua

Visita ai musei di Napoli Strumenti..................................................... L'arte dal passato....per “un'integrazione storica” nella città. Durata..........................................................

Metodologia e itinerario del corso Corsisti.........................................................“Percorsi di Bottega” Locali..........................................................

Introduzione Frequenza.....................................................”Crisi d'identità-Crisi del lavoro” Obiettivi e Finalità.......................................Lezioni teoriche da: “L'Identità Zingara”Ed. Anicia, Roma, 2004. B. Morelli Incisione e Sbalzo su Rame, “la tecnica a servizio dell'arte”...................Mostra espositiva finale Materiali......................................................“Cartoni e bozzetti preparatori” Costi.............................................................

Installazione dell'opera..............................

Programma............................................... Curriculum Vitae......................................

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“L'albero della verità” rame sbalzato, B. Morelli, 2004

Premessa pedagogica

Art’interculturaUn modo concreto per entrare nel cuore di una cultura è senz’altro l’arte; attraverso l’espressione diretta con la quale essa comunica l'ingegno e i suoi sentimenti permettono di interloquire su piani diversi di vero scambio e vera integrazione. La tecnica e il percorso empirico da cui nasce l’immagine, il rapporto con un maestro di madre lingua, la pedagogia adeguata e altri fattori che scaturiscono il linguaggio didattico e transfer dei valori umani, contenuti nel contesto stesso del corso, tutto ciò fa sì che l’onda benefica dell’incontro con un’altra espressione “popolare” fiorisca nell’oggetto costruito assieme, bello e vivo nel reciproco arricchimento.

Una metodologia Anti-accademicaGli elaborati dei corsisti si impronteranno sulla scia dell'arte moderna, dunque per questo anti-accademici. Ciò che deve emergere non è la perfezione tecnica, (che pure sarà sostenuta) ma quanto la libera espressione affinchè quel quid interiore che caratterizza ognuno di noi in profondità venga fuori nella sua bellezza o nella sua “mostrusità; il fine è educare all'arte della vita e non all'arte dell'oggetto. Perchè l'oggetto non sia un semplice manufatto, ma abbia in sè una carica simbolica che gli dà vita propria, che trae dalle radici della storia, deve ri-flettere la vita stessa. L'estetica, essendo la visione interiore del mondo esteriore, determina un gusto tipico nel descrivere al realtà, questo è quello che si vuole raggiungere attraverso il corso. In conclusione, l'arte del rame è un'attività a mio avviso che oggi più che mai va recuperata, salvata e riproposta anche su indicazione di molti artisti rom che ne hanno riscoperto la grande potenzialità espressiva.

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Non a caso autori di appartenenza zingara muovono le loro ricerche nell'ambito di tale tradizione, il rame e l'oro. Tanto per citare alcuni dei tanti: Bairamovic, Stajanovic, Cari, Petrof, Morelli, ecc...........................

Bajramovic Morelli

Riscoperta del simbolismo gitano Per avviare un lavoro di recupero della memoria, bisogna riappropriarsi dei linguaggi simbolici appartenenti al codice comunicativo della tradizione. Dunque occorre riflettere studiare su alcuni elementi come:la decorazione dei costumi tipici, la decorazione delle antiche carovane una volta mezzi di trasporto, le forme ricorrenti del gioiello di cui l'arte orafa rom è molto nutrita, i grafici decorativi dei ramai dell'ex Jugoslavia, rom Kalderasa, lo studio e l'analisi grafico-pittorica dei grandi artisti rom della storia dell'arte, come Otto Muller, Antonio Solario, Serge Poliakoff, Django Reinhard, Fifer Bajramovic, ecc..Insomma una full immersion della proprio mondo dei segni e colori, per dare la possibiltà ai ragazzi di espriemere la gioia di vivere con la libertà di fare uso della “lingua” madre. Sarà interessante allora vedere affiorare l'anima di questo popolo, nei valori/colori che sempre li ha contraddistinti nella storia dei popoli. L'obbiettivo finale è di “strappare” ai ragazzi una documentazione visiva, fatta di opere d'arte che “parlano” di loro e del loro passato.

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Cenni storici

“Rom, preziosi e ricercati artigiani dei metalli”

Utile ricordare che l'apice della qualità artigianale dei metalli risale al mondo greco, verso il 1.300, quando i Rom si trovavano in quelle terrre partiti dalla lontana India mille anni fà, madre-patria di tutti gli zingari. Essi erano talmente abili nel forgiare il ferro, il rame, l'ottone, l'oro e l'argento, che venivano designati col l'appellativo Antiganoj, (termine divenuto zingari dall'Ottocento in poi), per indicarli come appartenenti alla setta degli “intoccabili” in quanto dotati di demoniache capacità dediti al fuoco e all'alchimia. Inoltre l'accostamento con l'elemento pricipale del lavoro di forgiatori, il fuoco, insieme alla cartomanzia, (pratiche accostate alla stregoneria), alimentava il distacco sociale favorendo loro la leggenda di gruppi eretici che più tardi Volter conierà col nome: “gli adoratori di Iside”. Molti di “Mastri Zengani”, nei secoli che vanno dal basso Medio Evo in poi, fino al Settecento, venivano presi a corte di palazzi e castelli per le qualità raffinate di forgiatori e artigiani dei metalli.Dunque una tradizione antichissima che ha solcato nel DNA del patrimonio culturale Rom un segno indelebile di talento idolatrato e ancora vivo in alcuni gruppi dell'ex Jugoslavia, Rom Kaldesa.

Dalla tradizione alla modernità

Durante il corso saranno presenti ospiti d'eccezione alcuni Kalderasa, tradizionali artigiani del rame i quali daranno un saggio della lavorazione rudimentale seguendo le antiche tecniche e creando tipici oggetti. Come è noto l'artigianato rom era legato alla vita semplice e rurale di una volta dove oggetti comuni come pentole, calici, vassoi, forchette e affini, servivavano nella vita quotidiana.Naturalmente la presenza del passato serve a rinsaldare le radici di una storia che viene da lontano, per poi passare all'attualtà dove questa tradizione si evolve su un piano di arte vera e propria. E là dove rimane artigianato comunque si connota alto artigianato aggiornato alle esigenze della vita corrente. Dunque non più pentole e calici, ma soggetti nuovi reperiti dall'ambiente territoriale elaborati per lo più per un pubblico internazionale turistico. Dunque un'attenzione particolare ai temi cari al turismo, suvenirs di “gran Tour” coniati dalla sapiente capacità manifatturiera rom.

Metodologia e itinerario del corso,

il corso presenta una nuova modalità di approccio e di apprendimento della tecnica del rame sbalzato seguendo itinerari tradizionali dell’apprendistato di bottega. Ossia, il gruppo si organizzerà attorno al maestro in modo tale da lavorare seguendo un progetto comune di ricerca dove l’oggetto d’apprendimento si riferisce all’acquisizione di un’antica tecnica dei Rom Kalderasa. Dopo l’esplorazione e l’individuazione di un argomento legato alla storia del territorio, si studierà un cartone preparatorio per un’unica composizione che coinvolgerà ogni partecipante realizzando la propria tavola in base alla sensibilità e alla creatività individuale. Un pannello finale sarà il frutto di un insieme di lavori ordinati da un unico progetto grafico studiato apposta per essere sezionato in tanti tasselli quanti sono gli allievi. Stabilito il tema da rappresentare si procederà alle varie fasi di realizzazione.

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Le tavole, una volta elaborate si uniranno componendo, come in un puzzle, l’opera finale, un pannello decorativo che sarà collocato in loco a valorizzare un particolare architettonico dell'ambiente.Dunque l’opera verrà installata gratuitamente nello stabile che in questo caso funge da committente incidendo così, visivamente, la “traccia” del corso.L'inaugurazione dell'opera servirà a dare ufficialità e gratificazione ai corsisti.

Fondamentale è :la figura del docente di madre lingua

Maestro del corso Prof. Bruno Morelli,Tecnici di laboratorio: Isabella Morelli, Francesca Etzi.

Il maestro del corso, rom anch'egli, con l'ausilio di due tecnici di laboratorio, dispone di un piano pedagogico in sintonia con la psicologia romanì già collaudato in altri corsi. Attestato da una lunga esperienza in campo artistico, esperto di pedagogia interculturale, studioso riconosciuto di cultura romanì in campo internazionale, accompagna l'itinerario di apprendistato seguendo metodologie didattiche consone alla precipua comunicazione: il ritorno ad un linguaggio di comune origine. Condiviso e facilitato per questo, esegue il compito di approdare ad una reale possibilità di tradurre un potenziale spirituale assopito in qualcosa di fruibile risveglio economico, proponibile sul mercato. Infatti, va tenuto presente che gli oggetti vari prodotti dalla “bottega dei ramai”, (si intende il corso nel suo insieme), sono finalizzati alla realizzazione di una mostra espositiva finale il cui obiettivo è la commercializzazione di un nuovo artigianato-artistico zingaro. L'idea nasce in sostanza da esperienze dirette del maestro il quale ha già operato in tal senso riscuotendo interesse u riconoscimenti per una tradizione risvegliata e aggiornata ai nuovi linguaggi dell'arte contemporanea. Diversi filmati RAI hanno documentato detto recupero dell'arte del rame di tradizione rom. (“Geo & Geo” RAI 3, Aprile 2009, Bruno Morelli e l'arte dei ramai rom).

Il maestro lascia l'eredità artistica agli allievi che vorrano continuare le sue orme nella diffusione di una cultura che, se messa al pari delle opportunità, sa dare i suoi frutti nel contributo civile per la crescita umana della comunità tutta.

Visita ai musei di Napoli

L'arte dal passato....per “un'integrazione storica” nella città.

Premesso che la cultura romani ha sempre interagito con le società locali, anche la tradizione dei metalli, come tutta l'arte zingara, risente delle influenze territoriali.Ragione per cui,un modo sano e indiscriminante per entrare nel vivo della collettività urbana, uscendo dalla politica ghettizzante dei campi nomadi, occorre che i ragazzi del corso si rechino nei luoghi d'arte museale. Ciò permette di completare l'educazione all'arte attraverso corsi di formazione professionale su determinate tecniche: abbracciare anche la storia dell'arte che viene dal passato. Napoli, essendo un bacino culturale di rara ricchezza storico-artistica, offre l'opportunità di immergersi nella sua lunga e affascinante tradizione estetica. Per tali motivi il corso comprende una serie di visite ai musei più

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importanti con cadenza mensile. La visita culturale sarà programmata e guidata dal mastro stesso. Le spese vive, biglietti d'ingresso e mezzi di trasporto dei ragazzi, di questo evento collaterale ai laboratori sarà a carico dell'ente promotore del corso. (Cooperazione e fratellanza predispongono al senso della civiltà. (E. Kant)

Lezioni teoriche da: “L'Identità Zingara”B. Morelli, Ed. Anicia, Roma, 2004.

Come anticipato nella premessa i laboratori pratici devo essere integrati da contenuti teorici circa la cultura d'appartenenza, riflessione indispensabile per la presa di coscienza della propria identità. N ore di lezioni sulla storia, tradizioni, lingua, usanze, proverbi, storie, miti che insieme determinano l'aderenza alla moralità rom, Esse rappresentano, inoltre, nozioni basilari per riconoscere e accettare le regole della società in cui una minoranza etnica si trova a vivere. A questo scopo,verrà utilizzato il testo “L'Identità Zingara” di Bruno Morelli Ed. Anicia, Roma 2006.Il volume, quale punto di riferimento per le lezioni teoriche, dovrà essere consigliato ai corsisti come libro di testo e/o in alterneativa, l'uso di dispense.Si precisa che lezioni di Identità Zingara sono state impartire dallo stesso autore all'Università Roma 2, Tor Vergata nell'ambito della facoltà di lettere nel corso di Geografia Antropica nel 1998.

introduzione

”Crisi d'identità-Crisi del lavoro”

La crisi d'identità dei ragazzi e ragazze Rom nelle nostre città è ormai sotto gli occhi di tutti. Assistiamo impassibili a fenomeni di identificazione extra culturale. Organizzazioni devianti dove i nostri giovani perdono ogni giorno, inesorabilmente, un pezzo della loro vita, della loro storia, della loro identità. Si allontanano dall'appartenenza culturale, dalla radice etnica, incapaci di inserirsi in un mondo a loro ostile e proibito. In tale ambito ha luogo la degenerazione dei valori e la generazione di uno spazio antitetico-virtuale dove l'inclusione sociale diventa pura utopia. Con la promessa di un tenore di vita lussuoso e luccicante, entrano in certi ambienti inconsapevoli di ciò che li attende. Attività illegali gestiti da “professionisti” della mala vita, estranei al mondo rom, reclutano vittime attraverso un sistema difficilmente sfaldabile, vengono ridotti a pura manovalanza, “strumenti” per arricchire e ampliare i loro imperi. Molte volte tali emolumenti giustificano la facciata del perbenismo, aziende impeccabili.In altri casi, vere e proprie cosche evidentemente criminali si servono di tali “risorse” declinando i rischi di responsabilità ad alibi consolidati dagli stereotipi dell'opinione pubblica, il vecchio ma sempre funzionante capro espiatorio. Oltre i luoghi comuni pilotati si celano gravi responsabilità mai smantellate dalle forze dell'ordine.

*“...La chiave per aprire la porta sul nuovo non può che essere la cultura, sprattutto la cultura della

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legalità: e la cultura passa attraverso la scuola, la scuola che forma. Perchè è la scuola che forma le persone e le città, ed è la sottocultura che crea degrado, e non viceversa.”* Le nuove criminalità, “ ragazzi vittime e protagonisti” a cura di Melita Cavallo. Ed. FrancoAngeli, 1995, Milano.

Effetti collaterali

Si verificano in tali circostanze due effetti collaterali ai danni del proprio io, l'uno è l'azzeramento della dignità interiore legata all'ethos d'appartenenza in quanto codeste attività, bandite dalle regole della tradizione, creano senso di rimorso e disistima; e l'altra è il rinforzare un sistema criminoso organizzato mimetizzato dietro il paravento dell'alibi mediatico. Alla conseguenza di tutto ciò si aggiunge un processo di svuotamento inarrestabile dei valori morali consolidati dal consumismo, valori che questa etnia possiede da secoli e che ha permesso l'interagire con la società assicurandone la convivenza. In fondo non è esagerato affermare che tale gruppo etnico sia colpito dalla grave minaccia di trasformarsi completamente in soggetto delinquenziale, privo di ogni riferimento identitario, civile e culturale. Il fenomeno della devianza possiede una ragione riconducibile all'origine: la crisi economica romanì, ovvero l'incapacità di essersi aggiornata ai tempi della modernizzazione. (vedi la situazione dei Rom internazionale).

Crisi economica, difficoltà di modernizzazione

L'economia romanì, come si sà, è in crisi per ragioni storiche annesse alla difficoltà di trasformazione durante il brusco cambiamento della società agricola in società industriale durante il boom degli anni 50. Motivo per cui, purtroppo attualmente , le risorse economiche sono state assimilate dalle “attività” contenute nei fenomeni devianti generati da sovrastrutture pseudo culturali. La “cultura”delinquenziale sta fagocitando la cultura romanì. Si è spostata la sana finalità del lavoro intesa come capacità di offrire i propri servizi alla collettività, nella quale i rom una volta erano inseriti. Ciò che nella tradizione era connaturato essenzialmente al talento del baratto (vedi il commercio) , o della manipolazione (vedi l'artigianato), ora, persi di vista la verità circa il senso e l'etica del lavoro, le potenzialità interiori sono ridotti e dirottati a servizio della criminalità. Le nuove generazioni finiscono per approdare in terreni minati, altamente pericolosi, alienanti sul piano psicologico- identitario. Spingendoci oltre, si può affermare che lo spirito “habilis”, che anima in generale l'attività umana, illecita in questo caso, è privo di giudizio morale, asettico dei pricipi valoriali, in fondo incosciente di percepire la “giustezza” del fare. Uno spirito che ormai agisce esclusivamente per istinto, accecato dalla diseducazione del cosa fare, utile e giusto, per gli altri. Motivo per cui il confine tra consentito e non consentito è quasi saltato del tutto, un vuoto nella delimitazione fra bene e male che lascia spazio ad altro, l'inquietudine del nulla, una ferita aperta in cui penetrano i virus della società. Un grande vuoto incolmabile e trascurato dall'assistenza sociale che rende allettante i mandanti del male. Giunti a questo punto, più propriamente è in dubbio la relatività tra l'abilità e la rappresentatività, fenomeno meglio denominato dalla sociologia come crisi di identità nel ruolo sociale.

Non so più chi sono perchè non cosa fare. Per lavorare nella dignità, bisogna esistere con dignità.

Nella società moderna l'identità è direttamente collegata e proporzionata alla configurazione professionale: io sono medico, io sono idraulico, io sono comerciante. Oggi il rom è impossibilitato ad auto rappresentarsi perchè è venuto meno l'esercizio di una funzione produttiva, la sua configurazione professionale. Abbandonati i mestieri tipici non rimane che il fantasma di essi che rivive nell'orgoglio di essere rom. All'auto-denominazione antropica non segue più una connotazione di posizione sociale. Questione paragonabile ad una bussola impazzita dove

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l'orientamento si è perso in un mondo consumistico idolatrato dall'industria in cui il rom, (commerciante-artigiano-artista), è debellato e non si percepisce più portatore di cultura. Il magnetismo che regola la “giusta direzione” non proviene più da un sentire interiore, cioè riflesso da un pregresso culturale, ma l'attrazione proviene dall'esterno, dai margini della comunità civile dove fonti di “lavoro” si trovano a “buon prezzo”, dove il solo requisito richiesto è la disperazione alla vita, l'istinto della pura sopravvivenza.

Il lavoro che riparte dall'arte

In altre parole occorre restituire fiducia ai ragazzi smarriti nell'opportunità di far acquisire loro coscienza delle proprie risorse interiori e la capacità di esprimere la voglia di vivere condividendo la propria ricchezza con gli altri, tutto questo è alla radice di una riconversione ai valori originari e dunque divulgabili nell'organizzazione sociale. *Un etnia “al bivio?”, come dice Nicolini. Certo, ma che può trovare la strada giusta attraverso la riscoperta di un sè inconsapevole e a volte misconosciuto da loro stessi, quindi negato paradossalmente per primo dai Rom. *( Zingari,un'etnia al bivio, B. Nicolini Ed. Morcelliana, Bolzano 1976.)

Inoltre,come ribadito, l'evento pubblico finale, cioè la mostra espositiva, mira al rinforzo della psicologia dei ragazzi infragilita e mortificata dalla crisi dell'io culturale, l'urgenza per questo orientare verso il recupero “dell'identità perduta” per poterla rilanciare, far sì che riprenda il suo spazio, il suo cammino, il suo volo.

Strumenti Tutti gli strumenti di lavoro elencati in preventivo, sono a carico del maestro.

Durata

L'intero corso ha durata triennale.

Per ottenere pienamente raggiunti gli obiettivi prefissi si auspica la durata del laboratorio in due segmenti quadrimestrali, coprendo così l'anno scolastico. Per ogni quadrimestre è previsto un gruppo di 25/30 allievi. Durante l'anno saranno formati 60 allievi. Il percorso comprende 2 lezioni settimanali della durata di 4 ore: 1 h. lezione teorica su L'identità Zingara, 3 h. di pratica.32 lezioni quadrimestrali, totale 128 ore.

I corsisti

Il numero degli allievi è bene che non superi i 25/30 individui di età compresa tra i 14 e i 30 anni per ogni ciclo di lezioni che dura 4 mesi.

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N.B.Per garantire la frequenza si consiglia all'ente promotore di assicurare un pre-salario ai corsisti.

Locali

I locali da adibire a laboratori vanno indicati dall'ente comunale e/o statale. Locali che comunque siano in possesso di requisiti igienico-sanitari e attrezzati per ospitare corsi d'arte: stanze custodite dove riporre i prodotti, materiali e quant'altro serve alla lavorazione.

La frequenza

Per facilitare e assicurare una costante partecipazione degli allievi al corso occorre organizzare mezzi di trasporto dai campi nomadi alle sedi di laboratorio.

Obiettivi e finalità

Oltre all'acquisizione di tecniche specifiche della lavorazione del rame, che vanno dal disegno alla rappresentazione compositiva, fino alla tecnica del basso rilievo attraverso la strategia dello scorcio e dello “stiacciato donatelliano”, atte alla produzione di opere d'arte, occorre precisare che tali strumenti comunicativi sono orientati al recupero del patrimonio economico-culturale della tradizione romanì a rafforzare la propria identità.Per tali ragioni il corso si prefigge un fine preciso.Il laboratorio si propone una finalità “terapeutica” a fronte della crisi economico-culturale e identitaria. Esso pone l'accento su una problematica allarmante e urgente di cui nessuno mai si è interessato ed ha come prospettiva quello di scardinare pseudi valori aggiunti riproponendo il vero senso della creatività in contenuti sani e riconosciuti da tutti.

1)Il recupero etico-sociale del lavoro quale mezzo di ripristino del senso civico e rispetto delle norme civili. ( educazione alla cultura della legalità)

2)Riaffermazione del valore ideale del lavoro e la sua funzione sociale e collettiva, inteso come spinta all'attività produttrice.

3)Recuperare il concetto di lavoro facendo leva sul piacere che stimola al lavoro, calarsi nel fondo delle pulsioni originarie all'attività umana dove risiede la creatività.

4)Scoprire l'arte come arte del lavoro: la passione del fare. Il soggetto compie l'oggetto.

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5) La creazione, infine, di una bottega artistico-artigianale dove una cooperativa di allievi formati esercitano l'attività commerciale: la realizzazione di oggetti originali con manifattura tipica e contenuti anche locali da inserire nel mercato della città.

6) La promozione di un'attività tradizionale (aggiornata) che dia autonomia e dignità culturale alle famiglie Rom.

Incisione e Sbalzo su Rame, la tecica a servizio dell'arte

Di che si tratta

Fase A

La tecnica consiste nell’incidere (disegnare con pressione) su un foglio di rame sottile una composizione, quindi si procede alla imprimitura (sbalzo) delle parti che devono essere messe a rilievo. La lastra, così facendo, nel premerla con addetti utensili sia il davanti che il dietro, si trasforma infine in una scultura a basso rilievo.

Fase Bconsolidamento

una volta ottenuta la lastra tridimensionale si procede alla intelaiatura, consolidamento del basso rilievo tramite una struttura lignea di supporto, onde ricavarne un manufatto consistente ed efficace dal punto di vista estetico e funzionale.

Fase Cpatinatura

l’oggetto è pronto per l’ultimo passaggio che ha il compito di fare assumere una coloritura “naturalmente” artificiale tramite l’uso di acidi (non tossici). L’effetto finale è quello del basso rilievo in bronzo, più o meno brunito.

Programma

1)lezione

--breve rilevamento dei livelli di partenza tramite un colloquio orale e/o scritto.

--introduzione teorica della tecnica ed esposizione del progetto.

--Cos’è un basso rilievo, cos’è un alto rilievo. Bidimensionalità, tridimensionalità.

--Illustrazione dei materiali e l’uso degli utensili.

2) lezione

--Ricerca di un argomento e/o avvenimento storico legato al panorama territoriale da

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cui partire per centrare un soggetto che possa essere rappresentativo della scuola/committente.

--organizzazione del lavoro.

3--Raggiunta l’idea generale da rappresentare, ad ogni allievo verrà assegnato lo svolgimento del suo tema compositivo.

--L’insegnante coordina il gruppo di lavoro rispettando lo stile dei singoli allievi.

4) lezione --Preparazione dei disegni preliminari, (cartoni).

5) lezione--elaborazione dei bozzetti finali e “spolvero”, trasporto delle composizioni sulle lastre di rame.

6) lezione

--educazione agli strumenti

--Primo livello di sbalzo al negativo.

--Secondo livello di sbalzo al positivo.

7)lezione

--affinamento dello sbalzo:……… delineamento dei dettagli.

--Cesellatura e imprimitura.

--Controllo del livello di volume.

8)lezione

--avviamento alla definizione particolareggiata dei contorni delle forme.

--Risoluzione degli effetti di chiaro/scuro attraverso l’uso particolareggiato degli strumenti.

9)Lezione

--prima prova di assemblaggio delle varie tavole per la costruzione dell’opera definitiva.

--educazione all’autocritica: approcci dei metodi correttivi e auto-correttivi.

10)lezione

--Critica estetica, breve cenno di elementi visivi.

11) lezione

--Consolidamento………. --Preparazione dei telai in legno.

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--Taglio a 45? dei listelli.

12) lezione

--Costruzione dei telai in cui situare la lastra sbalzata.

13) lezione

alloggiamento delle lastre sbalzate all’interno dei telai, fissaggio tramite colla vinilica.

14) Lezione

Una volta essiccata la colla si procede al riempimento della parte retrostante del basso rilievo con la colata di malta appositamente preparata, quindi lasciata ad asciugare.In tal modo la lastra e il gesso formeranno un corpo unico.

15 lezione

Patinatura.--Ottenuto l’oggetto finito si procede alla coloritura del rame con l’uso di acidi coloranti.

16 lezione

--Lucidatura del metallo e relativa opera di protezione anti-ossidazione.

Sistemazione “dell’opera/mosaico” in loco.

Il lavoro d’equipe consente di apprendere il valore della cooperazione e della tecnica dell'installazione.

Inaugurazione dell’evento con la presenza delle autorità e degli allievi.

Costi del corso

Preventivo di massima Corso: Arte del rame

Sciukar butjà “Cose belle”

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I materialiSi calcola orientativamente che la spesa dei materiali si aggira attorno a €100,00 per ciascun allievo. Su 25/30 allievi Tot. € 2500,00/€ 3000,00

spesa ripartita in:

lamine di rame cm 40X50.

telai in legno

gesso alabastrino

di colla Vinavil

Soluzioni chimiche per lucidatura e patinatura

Strumenti per cesellatura e rilievo

Matite, gomme da cancellare, temperini, colori a tempera, fogli di carta Fabriano per studi preparatori (bozzetti)

dispense per le lezioni teoriche

camici da lavoro

Spese di cancelleria......................

Varie ed eventuali............................

Inoltre si prevede a coronamento dell'opera conlusiva, l'installazione del Pannello decorativo, l'allestimento di una mostra di “studi e bozzetti preparatori”.

Costi del corso

Spese prestazione d'opera Maestro Direttore del corso

Spese docenza X 2 assistenti di laboratorio

Tenuto conto della specificità del corso sperimentale, della referenzialità del docente di madre lingua attestata dal curriculum vitae allegato,dell'arricchimento di varie competenze e discipline messe in gioco, della consegna di un opera decorativa, del rilascio di un attestato di partecipazione, della cura e allestimento di una mostra espositiva finale, della cura e produzione di un opuscolo documentativo + DVD allegato, il costo del corso così quantificato ammonta ad \ 30.600,00.Totale ?Spese docenze tecnici di laboratorio: Isabella Morelli e Francesca EtziI tecnici di laboratorio vanno remunerati secondo tarriffazione ordinaria

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spese viaggio:

Tivoli-Roma-

Curriculum Vitae

Attualmente insegna Discipline pittoriche e Storia dell’Arte all'Università L.U.I.G. Tivoli (RM)Di recente copre la carica di coordinatore della Romanì Federazione con sede in Via dei Mille, Roma, presso il CDS casa dei diritti sociali.? membro di una consulta di esperti di cultura rom presso l'U.N.A.R. del Ministero dell'Interno.

Bruno Morelli nasce il 24/08/1957 ad Avezzano (AQ), appartiene ad una famiglia di Rom Abruzzesi (Rom di antico insediamento XIV sec.).

1Titoli culturali

Dopo la Maturità artistica conseguita al IV Liceo Artistico II sessione architettura, Via Lungro a Roma nel 1989, si laurea in Discipline pittoriche presso l’Accademia di Belle Arti de L’Aquila con voto 110 e lode nel 1994 con una tesi su “l’Immagine Dello Zingaro nella Pittura Europea da Leonardo a Picasso”.

Nel 1996 si specializza in Tecniche dell'Incisione presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze.

Dal 1992 al 2006 è membro promotore del C.S.Z. (Centro Studi Zingari) di Roma dove pubblica assiduamente articoli di cultura Rom su Lacio Drom, unica rivista scientifica di cultura zingara in Italia fondata da Mirella Karpati negli anni sessanta.

Nel 1994 si abilita all’insegnamento delle discipline artistiche per le scuole superiori. La sua ricerca si articola tra l’arte e la letteratura. Autore di saggi, articoli, testi e cataloghi d’arte, collaboraa riviste specialistiche sulla cultura zingara in italia e in Europatra cui: Lacio Dròm di Roma (C.S.Z.),Romanipèn (Ungheria), Ciacipèn (Spagna), Cultura Culture (Ediz. Interculturali),Roma.

Partecipa a progetti e seminari sulla cultura Rom con vari Istuituti.

1998/99 tiene un ciclo di docenze di cultura Rom nella Scuola di Formazione di Giustizia Minorile di Castiglione delle Stiviere (MN).

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Nell’anno accademico 1997/98 all’Università Roma 2 “Tor Vergata”, tiene lezioni di “identità Zingara” nel corso di cultura Romanì nella facoltà di lettere “geografia antropica”, promosso dal C.S.Z. di Roma.

2004/05 Università Gabriele D’Annunzio di Chieti-Pescara partecipa al Convegno Nazionale sulle Minoranze Etnico-Linguistiche in Italia con una relazione sull’Estetica Romanì, seguita da un’esposizione pittorica. La sua relazione, L'Estetica Zingara, Un Mito nel Mito, è inserita nel volume Atti del Convegno Ed. Carocci.

2004 partecipa all’Università di Bologna nell’ambito di un Seminario Nazionale Sulla Lingua Romanì.

1Titoli artistici

Nel 1993 è ospite di uno stage artistico a Pietra Santa (Firenze) presso l’atelier di Pietro Annigoni dove impara le antiche tecniche del disegno classico e dell’affresco, più tardi a Roma nello studio del maestro Fabio Mauri in via dell’Anima conosce altri autori come Michelangelo Pistoletto, Mimmo Paladino, Tito ed altri artisti dell’arte contemporanea.In lui convivono classicismo e trasgressione.

Ha tenuto in Italia, in Europa dell’est e dell’ovest numerose mostre di pittura, scultura e grafica.Le tematiche che affronta sia in letteratura che in arte sono mirate ad analizzare l’Estetica Romanì, il fine è quello di far emergere nel suo vero e autentico volto un popolo da lungo tempo incompreso ed emarginato.

1Pubblicazioni 1991 LA POSIZIONE DEI ROM IN QUESTA SOCIETà, in Lacio Drom, Roma

1994 IL V STATO, GLI ZINGARI NELL’ARTE in “gente del Mondo” Ed. Artemide, atti del convegno internazionale, Roma Museo delle arti e Tradizionali Popolari, EUR.1996 Introduzione a: “Un Bambino Zingaro nella mia classe” Donzello e Karpati, presentazione di Tullio de Mauro.1998 I PATIV MENGR, LE TRADIONI E LA LINGUA DEI ROM ABRUZZESI, Ed. Lacio Drom

1997 Book artistico L'Estetica Romanì, mostra personale, sala Leonardo da Vinci, Avezzano (AQ)2004Relazione L’ESTETICA ZINGARA, conv. Internaz. Università Chieti-Pescara

2006 L’IDENTITà ZINGARA romanò Ghjì Ed. Anicia, Roma

2006l’ Book artistico L'Estetica Gitana, esposizione monografica alle Scuderie Estensi Tivoli (RM)

(ARTE SACRA)

1997 realizzazione pittorica dello stendardo per la beatificazione in S. Pietro del Beato Zeffirino (Ceferino Himenèz Malla). Primo martire rom della fede cristiano-cattolica elevato agli onori degli altari dal Papa Giovanni Paolo II nel 1997.1997………..studio per la copertina del primo libro biografico dedicato al Beato Feffirino.……….ciclo pittorico reffigurante la vita del Beato.

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1995 dono del crocefisso ligneo al Papa Giovanni Paolo II in occasione dell’udienza al Vaticano dei Rom riferita al convegno internazionale “Est e Ovest a Confronto” LA SITUAZIONE DEGLI ZINGARI IN Europa dopo il crollo del muro di Berlino.

1995 realizzazione di un’icona su tavola raffigurante l’immagine di S. Mauro abate per la dedicazione della chiesa di S. Mauro in Laurentino (Roma).

1994 vincitore del concorso per il bozzetto del portale bronzeo della cattedrale dei S.S. Martiri in Celano (AQ).

1996 realizzazione di una via crucis in ceramica policroma presso il Santuario della Madonna di Pietracquaria in Avezzano (AQ).

2004 direzione artistica e collaboratore al progetto della prima chiesa in Europa dedicata al Beato Zeffirino, zingaro Martire, presso il Santuario del Divino Amore, Roma.La “piccola chiesa a cielo aperto” accoglie la statua bronzea, sempre ad opera di Bruno Morelli, raffigurante il martire morente durante la sua fucilazione nella guerra civile spagnola degli anni quaranta.Realizza ancora per la piccola chiesa a cielo aperto alcuni bassorilievi in ceramica policroma raffiguranti: L’agnello dell’Apocalisse, il Buon Pastore, i quattro Evangelisti.

2004 mostra personale e relatore al I? Convegno Internazionale Universitario sulle minoranze etnico-linguistiche in Abruzzo, presso l’Ateneo Gabriele D’Annunzio Chieti-Pescara.

Eretta nel 2004La statua bronzea del Beato Martire Zeffirino, presso la piccola chiesa cielo aperto al Divino Amore in Roma.

2006 presente nel catalogo STAUROS per l’arte contemporanea “L’arte nel segno della resurrezione”. Recenzione critica di Carlo Chenis Prof. Mons. Vescovo di Civitavecchia-Tarquinia (segreatario generale per i Beni Culturali della Chiesa)

2005 presente nel catalogo “ PERCORSI ARTISTICI 2004/2005” annali Fondazione Stauros Italiana Onlus VI acura di Carlo Chenis

2005 servizio sulla PICCOLA CHIESA A CIELO PERTO Beato Zeffirino. rivista d’architettura sacra Chiesa Oggi architettura e comunicazione. A cura di Carlo Chenis

2006 presente nel catalogo ALBATROS trimestrale cultura (Roma)VIAGGIO AL TERMINE DELLA SEPARAZIONE. A cura di Marco Testi (prof. Critico d’arte)

·Esposizioni personali

1981 Galleria D’Arte Contemporanea, Avezzano (AQ)1982 Premio Civitella Roveto (AQ) rassegna internazionale1982 Galleria Giovanni XIII, Roma1983 Pro-loco di AvezzanoGalleria il “Pentagono”Premio Avezzano

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1983 Villa Leoni, Mira /VE)1983 Museo Civico, Piove di Sacco (PD)1983 Sala S. Benedetto da Norcia, Camponogara (VE)1983 Palazzo Comunale Treviso1983 XXIV Premio Avezzano (AQ)1984 Aula Magna Università di Trento1985 Conciergerie Parigi (Rassegna Internazionale)1988 Museo D’Annunzio, Pescara1990 Castello di Montefeltro Bertinoro (RI)1990 Museo Laboratorio di Arte Contemporanea, Università La Sapienza (ROMA)1991 Padiglioni Expo di Frosinone1992 Municipio Bolzano1993 Palazzo Comunale Gerano (RM)1994 Museo di Arte e Tradizioni Popolari, Roma1994 Sala Protomoteca, Roma1994 Cattedrale di S. Nicola, Berlino (Germania)1995 Museo Etnografico, Budapest (Rassegna Internazionale, Ungheria) 1996 Sala espositiva Scuola Media Leonardo da Vinci, Avezzano (AQ)1997 Sala delle Esposizioni, Barcellona (Spagna)1998 Museo Cix Gallery, Skopye (Macedonia)2000 Galleria Ottaviani, Roma2001 Galleria Accademia S. Agostino, Roma2005 Aula Magna, Università di Chieti-PescaraMonumento ai Rom caduti ad Auschwvitz, 2006 Santuario del Divino Amore (Roma) 2004 Scuderie Estensi Tivoli (RM)2006 Verona, mostra d’Arte Sacra “4? Convegno Ecclesiale nazionale”.2008 Roma, mostra monografica Galleria Trastevere.

Bruno Morelli

Coordinatore nazionale della FEDERAZIONE ROMANì

Studio, Via dei Pini, 30----------00019 Tivoli (RM)Tel 333/1486005Studio,Via Genova, 62---------67051Avezzano (AQ)0774/335464

E-Mail [email protected]

Sito d'Artewww.artezingara.com

per altri link cliccare: tutto su Bruno Morelli artista rom

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