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 L'EPICA L'EPICA MEDIEV ALE La nozione di poesia epica è presente sin dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, ma varia il suo significato. Questo e da attribuirsi al suo rapporto con la realtà rappresentata, il contesto culturale e letterario. Si può comunque, tramite criteri di disposizi one creativa, raggruppare un certo numero di elementi componenziali come manifestazione di poesia epica, pur appartenenti ad epoche differenti. La triade dei generi basilari è composta da Lirica, Dramma ed Epica. I tratti componenziali dell'epica sono la storicità, in primis, vera o simulata, del tema, anche se sia smarrita ogni consapevolezza circa gli eventi e i personaggi in azione; il disporsi di un complesso di azioni intorno a uno scontro fra parti contrapposte, rappresentato come decisivo per un'intera comunità e i suoi ideali con un forte senso di destino collettivo; la presenza di un eroe in cui quella comunità si riconosce, che per essa si batte e può morire e che nell'azi one trova il senso del proprio onore. Da analizzare subito è l'anonimat o che caratterizza i testi: la voce dell'autore come individuo non compare, il testo è destinato ad una dizione pubblica ad opera di un professionista della narrazione (aedo, giullare) che lo memorizza e che effettua la sua performance, con intonazione melodica accompagnandosi con uno strumento musicale. Spesso la narrazione avviene in un luogo di culto o una reggia di corte. La realizzazione del verso presenta un carattere topico e formulare da consentire amplificazioni e varianti. Così concepita l'Epica appare diffusa in varie culture lontane fra loro. Ogni testo sarà dunque da valutare in relazione al contesto culturale che gli è proprio. Il Medioevo europeo appare caratterizzato da una varia fioritura di testi eroici e celebrativi. Nella cultura monastica e medievale si erano tramandati i modelli epici latini; e alcune opere mediolatine ad essi ispirate erano nel quadro di cui dobbiamo far conto: la tradizione germanica. Il prodotto più significativo di quest'epica è l'  Alexandreis , in esametri dattilici, di Gautier de Chatillon. Fin dagli Annales di Tacito ci è attestata un'attività poetico-celebrativa delle popolazioni germaniche, come rito collettivo di canto, auto-celebrazione nel ricordo delle gesta eroiche proprie e degli avi. Di questa tradizione il poema più antico è il  Beowulf , un testo anglosassone dell'i nizio dell'VIII secolo, che canta le gesta dell'eroe in combattimenti con una creatura mostruosa e con un drago. Seguono i carmi dell'  Edda, di tradizione nordica, che ci provengono da un'area insulare, quella islandese. Lla redazione è posteriore alla Chanson de Roland e ad altra epica francese. La forma originaria dell'epic a germanica sarebbe stata quella della canzone eroica bifronte, ossia poemi di 200 versi, in  parte narrativi e in parte dialogici, caratterizz ati dal continuo spostamento dell'angol o di visuale dal narratore all'eroe che parla. Il testo epico germanico più famoso è sicuramente il  Nibelungenlied (La rotta dei Nibelunghi); di 39 canti che rappresenta una sintesi di materiali epici di lunga tradizione. Il metro è una strofa di quattro versi lunghi rimati aabb. Nelle sue viicende si rintraccia una parabola dello sfacelo del feudalesimo tedesco nei secoli in cui gli imperatori stavano imponendo sempre più decisamente la loro politica accentratrice. É tutt'oggi in corso un intenso dibattito sulle origini del genere dell'epica romanza. Per molto tem po la filol ogi a romanza ha seg uit o noz ion i ti pic ame nte romant iche com e que lla della  popolari tà/ naz ional ità delle nuo ve cul tur e vol gar i, del la spo nta nei e gen uin ità del le lo ro manifestazioni poetiche. Pareva che nell'epos si manifestasse appieno la specificità delle nuove nazioni, che in quei testi esse celebrassero i propri ideali e rinsaldassero le proprie tradizioni. Sempre più Roland e Cid saranno concepiti quali i poemi nazionali dei francesi e degli spagnoli, come il Nibelungenlied lo è dei tedeschi. Ma l'intervallo tra fatti cantati e testo costituiva un  problema tormentoso, che la penuria dei documenti affidava ad astrazioni teoriche e deduzioni non sempre comprovabili. La che vede nell'epica romanza la continuazione del genere delle popolazioni germaniche stanziatesi in territorio latino ha ancora alcuni sostenitori. Di fatto gli elementi accertati son o sca rsi e app artengono al l'o rdi ne te mat ico . L'o mog ene it à del pri nci pi o dom ina nt e di codificazi one formale sembra indicare con chiarezza che quest'area poetica rappresenta l'esito della  progressiva diffusione, sia diretta che mediata, di un modello autorevole redatto in quella forma. Gaston Paris, Pio Rajna e Joseph Bedier hanno fatto da pietre miliari nel dibattito sull'origine della chanson de geste. La tesi sostenuta da Gaston Paris vede: le cantilene coeve ai fatti storici

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L'EPICA

L'EPICA MEDIEVALE

La nozione di poesia epica è presente sin dalla filosofia greca al pensiero contemporaneo, mavaria il suo significato. Questo e da attribuirsi al suo rapporto con la realtà rappresentata, il contestoculturale e letterario. Si può comunque, tramite criteri di disposizione creativa, raggruppare un certo

numero di elementi componenziali come manifestazione di poesia epica, pur appartenenti ad epochedifferenti. La triade dei generi basilari è composta da Lirica, Dramma ed Epica.

I tratti componenziali dell'epica sono la storicità, in primis, vera o simulata, del tema, anche se siasmarrita ogni consapevolezza circa gli eventi e i personaggi in azione; il disporsi di un complesso diazioni intorno a uno scontro fra parti contrapposte, rappresentato come decisivo per un'interacomunità e i suoi ideali con un forte senso di destino collettivo; la presenza di un eroe in cui quellacomunità si riconosce, che per essa si batte e può morire e che nell'azione trova il senso del proprioonore. Da analizzare subito è l'anonimato che caratterizza i testi: la voce dell'autore come individuonon compare, il testo è destinato ad una dizione pubblica ad opera di un professionista dellanarrazione (aedo, giullare) che lo memorizza e che effettua la sua performance, con intonazionemelodica accompagnandosi con uno strumento musicale. Spesso la narrazione avviene in un luogodi culto o una reggia di corte. La realizzazione del verso presenta un carattere topico e formulare daconsentire amplificazioni e varianti. Così concepita l'Epica appare diffusa in varie culture lontanefra loro. Ogni testo sarà dunque da valutare in relazione al contesto culturale che gli è proprio.

Il Medioevo europeo appare caratterizzato da una varia fioritura di testi eroici e celebrativi. Nellacultura monastica e medievale si erano tramandati i modelli epici latini; e alcune opere mediolatinead essi ispirate erano nel quadro di cui dobbiamo far conto: la tradizione germanica. Il prodotto piùsignificativo di quest'epica è l' Alexandreis, in esametri dattilici, di Gautier de Chatillon. Fin dagliAnnales di Tacito ci è attestata un'attività poetico-celebrativa delle popolazioni germaniche, comerito collettivo di canto, auto-celebrazione nel ricordo delle gesta eroiche proprie e degli avi. Diquesta tradizione il poema più antico è il Beowulf , un testo anglosassone dell'inizio dell'VIII secolo,

che canta le gesta dell'eroe in combattimenti con una creatura mostruosa e con un drago. Seguono icarmi dell' Edda, di tradizione nordica, che ci provengono da un'area insulare, quella islandese. Llaredazione è posteriore alla Chanson de Roland  e ad altra epica francese. La forma originariadell'epica germanica sarebbe stata quella della canzone eroica bifronte, ossia poemi di 200 versi, in

 parte narrativi e in parte dialogici, caratterizzati dal continuo spostamento dell'angolo di visuale dalnarratore all'eroe che parla. Il testo epico germanico più famoso è sicuramente il Nibelungenlied (Larotta dei Nibelunghi); di 39 canti che rappresenta una sintesi di materiali epici di lunga tradizione. Ilmetro è una strofa di quattro versi lunghi rimati aabb. Nelle sue viicende si rintraccia una paraboladello sfacelo del feudalesimo tedesco nei secoli in cui gli imperatori stavano imponendo sempre piùdecisamente la loro politica accentratrice.

É tutt'oggi in corso un intenso dibattito sulle origini del genere dell'epica romanza. Per molto

tempo la filologia romanza ha seguito nozioni tipicamente romantiche come quella della  popolarità/nazionalità delle nuove culture volgari, della spontaneità e genuinità delle loromanifestazioni poetiche. Pareva che nell'epos si manifestasse appieno la specificità delle nuovenazioni, che in quei testi esse celebrassero i propri ideali e rinsaldassero le proprie tradizioni.Sempre più Roland e Cid saranno concepiti quali i poemi nazionali dei francesi e degli spagnoli,come il Nibelungenlied lo è dei tedeschi. Ma l'intervallo tra fatti cantati e testo costituiva un

 problema tormentoso, che la penuria dei documenti affidava ad astrazioni teoriche e deduzioni nonsempre comprovabili. La che vede nell'epica romanza la continuazione del genere delle popolazionigermaniche stanziatesi in territorio latino ha ancora alcuni sostenitori. Di fatto gli elementi accertatisono scarsi e appartengono all'ordine tematico. L'omogeneità del principio dominante dicodificazione formale sembra indicare con chiarezza che quest'area poetica rappresenta l'esito della

 progressiva diffusione, sia diretta che mediata, di un modello autorevole redatto in quella forma.Gaston Paris, Pio Rajna e Joseph Bedier hanno fatto da pietre miliari nel dibattito sull'origine

della chanson de geste. La tesi sostenuta da Gaston Paris vede: le cantilene coeve ai fatti storici

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come la base di una poetica ininterrotta che attraverso l'operato dei rapsodi (cantori professionisti)approda per gradi alla forma della canzone di gesta, così come quella elaborata da Pio Rajna chevedeva nei nostri poemi l'ultimo prodotto di una tradizione già formata in epoca merovingia estrettamente allacciata a remote tradizione germaniche. I due condividono la concezione romanticadella creazione spontanea e popolare di una ispirazione suscitata dall'impatto degli eventi storicisulla memoria collettiva. Joseph Bedier, spiega l'origine delle canzoni di gesta come il frutto della

collaborazione di monaci e giullari maturato a partire dall'XI secolo sui rami tracciati dalle vie dei pellegrinaggi e delle fiere, spezzava la presunta tradizione ininterrotta di cantilene e poemi con cuisi giustificava la presenza nei testi dei personaggi di epoche così lontane: gli elementi delle chansonde geste riportabili alla storia carolingia andavano collegati a leggende fiorite attorno allafondazione dei monasteri e divulgate dai pellegrinaggi. M.Mila y Fontanals è il primo a dareindicazioni per una lettura storico-sociologica dei testi medievali a proposito del caratterearistocratico dell'epica e del suo declassamento successivo. La fortuna della teoria bédieriana cherespinge la tesi romantica di una ispirazione spontanea e popolare favoriva le ricerche sulle qualitàartistiche e letterarie dei poeti, sulle loro individuali capacità inventive: contro questa visioneindividualista, come scrive Roncaglia, non tardò la reazione del tradizionalismo, ravvivato da

 puntuali ricerche: la gravità storica degli eventi e quindi la loro intrinseca forza di choc psicologico

sulla memoria collettiva, la precedenza dei dati leggendari sulle localizzazioni monastiche, lacontinuità d'una tradizione popolare parallela a quella colta e in concorrenza polemica con essa.

Un nodo intrica la discussione: quello della natura della composizione epica medievale e della suatradizione: poesia nata allo scrittoio o tradizione orale fondata su schemi compositivi e artificimnemonici. Alcuni contributi documentati sono a favore della prima teoria. Un secolo e mezzo difilologia romanza ha chiarito che le letterature non sorgono in antitesi a quella latina dei monaci edel clero, ma ad integrarne alcune funzioni, a corroborarne la capacità di raggiungere un pubblicoincolto coinvolgendolo nelle manifestazioni del rito. In tutte le aree dell'Occidente romanzo silasciavano spazi bianchi nei codici latini, e in seguito venivano utilizzati per l'inserimento di glosseovvero documenti di ordine giuridico, che per opportunità specifiche inglobavano formule digiuramento o testimonianze in volgare. Interi testi volgari più antichi provengono da codici latinid'estrazione monastica. La maggior parte di testi contenenti canzoni di gesta è del XIII secolo, sonospesso di committenti laici, nessun manoscritto può ricondursi a uno di quei centri sulle vie deisantuari che, secondo Bedier, sarebbero stati i luoghi della collaborazione tra monaci e giullari edella genesi delle canzoni. Vige però una larga omogeneità fra la figura del santo e quella dell'eroe,ossia tra agiografia e canzoni di gesta. Ciò dura finché la piramide gerarchica della struttura feudalerimane salda e la canzone può concepirsi come indottrinante messaggio d'esortazione alla crociata(prima età feudale). A una prima grave crisi che si rivela nelle canzoni dei vassalli ribelli, incorrispondenza della seconda età feudale, segue una vera e propria frattura nei romanzi diargomento classico: i quali non si rivolgono alla comunità indifferenziata per rappresentare gli esititragici della crisi fra monarchia e feudalità. Effettuano un taglio e una scelta d'ordine culturale,

  privilegiando i settori più raffinati di un mondo ormai complesso. Da questo momento saràconcorrenza tra canzone e romanzo; la prima opporrà lunga resistenza, ma dovrà piegarsi acompromessi e inglobare tratti caratterizzanti il genere rivale.

L'EPICA NELL'AREA OITANICA: LE CHANSON E GESTE

 La produzione epica in lingua d'oil conta, su un arco temporale che va dall'XI al XIV secolo, una

novantina di canzoni di gesta, nella maggior parte anonime; questo numero va sensibilmenteaumentato se si tiene conto di tutte le varianti delle diverse redazioni, più i testi perduti di cui peròabbiamo testimonianze certe. La longevità della canzone di gesta permette di rilevare gli influssi, i

 prestiti, gli scambi, le interferenze, gli adattamenti che investono e di verificano nel genere epico.

La molteplicità di forme, temi ed esiti pone il problema della classificazione delle chanson degeste. Jean Bodel (XII secolo) dichiara: non ci sono che tre materie: di Francia, di Bretagna e diRoma la grande. I racconti di Bretagna sono vani e divertenti, quelli di Roma saggi e istruttivi,

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quelli di Francia sono veri come appare ogni giorno. Nello stesso periodo Bertran de Bar-sur-Aubedchiara: Non ci sono che tre gesta in Francia, la più nobile è quella del re di Francia l'altra è quelladi Doon dalla bianca barba e la terza fu di Garin di Monglane il fiero. Vengono dunque propostedue distinzioni basate essenzialmente sui contenuti. La canzone di gesta, cioè la matere de France,si differenzia dalle altre narrazioni in versi, il romanzo arturiano e quello di materia antica, per ilsuo contenuto veridico. Allo stesso tempo i diversi poemi possono essere concepiti ordinatamente in

tre costellazioni concepite sul principio del lignaggio. Importantissimo sul dibattito delle origini è ilvolume di Jean Rychner sull'arte epica dei giullari pubblicato nel 1955: seppur rivolto a dimostrarele origini orali dell'epica francese, esso è stato il primo studio centrato unicamente sull'analisi dellestrutture formali della chanson de geste, ovvero sul verso, la lassa, le formule, i motivi e il loroimpiego funzionale. L'analisi minuziosa del testo ha condotto a una sorta di compromesso: originescritta di un genere diffuso oralmente e quindi concepito secondo moduli che ne facilitino larecitazione. Jean Frappier si è concentrato sul rapporto fra storia e letteratura nella chanson degeste: il dato storico riferito all'età carolingia è frutto della trasfigurazione poetica della situazioneattuale; è l'attualità storica che l'autore proietta sul fondo di un leggendario passato. Si è puntatoanche sull'aspetto sociologico, che vede nell'epica francese il luogo di elaborazione letteraria dimolti e complessi problemi della società feudale: il conflitto di interessi fra grande aristocrazia e i

funzionari legati alla corona, il rapporto fra clan e lignaggio, il contrasto fra aristocrazia emonarchia nel momento in cui quest'ultima si rafforza proteggendo la nascente borghesia (canzonidei vassalli ribelli). La chanson de geste è stata analizzata anche in rapporto con altre formenarrative. Gli studiosi hanno cercato di evidenziare un sistema semantico del genere sul qualemeglio risaltino mutamenti e innovazioni. Gli studi di Alfred Adler ssono tesi ad illustrare come inessa sia rappresentato non un evento quanto piuttosto la situazione che determina una condizionestorica. Due sono le componenti fondamentali: la fede cristiana e soprattutto l'ideologia dell'ordinegerarchico-feudale della società. La chanson de geste presenta ed integra nel suo svolgimentoabbondanti materiali di provenienza eterogenea: in particolare, la sempre maggiore influenza delromanzo la spinge ad accogliere elementi favolistici e folklorici e temi avventurosi e sentimentali,assorbiti assai bene nel suo specifico formale.

Chanson de Roland  Primo monumento epico romanzo, databile intorno al 1070, è la Chanson de Roland , la sua più

antica versione è quella anglonormanna e conta circa quattromila decasillabi disposti in lasseassonanzate di proporzioni contenute e calibratissima struttura. Rappresenta il modello per eccellenza del genere epico pur costituendo tuttavia una eccezione nel quadro delle chanson degeste, un modello che neanche i più antichi poemi riescono ad eguagliare. Il dato storico da cui

 prende spunto, un imboscata tessa dai baschi fra le gole pirenaiche alla retroguardia dell'esercito dire Carlo al termine di una breve spedizione in Spagna nel 778 in cui cadde viene completamentetrasfigurato nel poema. Il tema dominante è la sanguinosa lotta tra cristiani e pagani giustificata sul

 piano estetico e morale dal principio “i pagani hanno torto e i cristiani ragione”, la figura ieraticadel preveggente Carlomagno: sono elementi che concorrono a fare della Chanson de Roland la perfetta espressione della concezione del mondo della collettività cristiana impregnata di sentimentonazionale. Carlo, re dal potere indiscusso, unisce alla funzione regale quella paterna. La frequentecommozione e l'accorato planctus su Rolando, dotano l'imperatore di una trepida umanità. I sogni

 premonitori e le richieste divine accordate alzano Carlo su tutti i personaggi conferendogli un'aurasacrale. Carlo è l'intermediario fra cielo e terra, è il re sacerdote la cui missione è la milizia senzasosta contro i nemici della fede: fede e Francia s'identificano. Nella fabula e intreccio, sacrificiocristiano e conseguente sconfitta dei pagani si svolgono come in un rito circolare. Con formuletopiche l'autore detta i tempi della narrazione. In sei giorni si consuma il tradimento, la morte dei

  paladini, la vendetta, la punizione del traditore; tuttavia, inserendo una fitta e variata serie di

anticipazioni e presagi, l'autore esclude ogni suspanse dall'incalzante susseguirsi degli avvenimenti.L'intera vicenda viene posta sotto il segno di una fatale provvidenza ineluttabile; le anticipazioni delnarratore trasformano la narrazione in una sorta di rituale codificato, rendendone partecipi i

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lettori/ascoltatori. Il sacrificio di Rolando, l'ultimo a morire nell'imboscata di Roncivalle, segna il punto di maggior tensione emotiva del testo. Il guanto destro che il paladino morente tende in alto aDio e che dalla sua mano l'arcangelo Gabriele raccoglie, lega con il preciso gesto dell'omaggiovassallatico l'ordine feudale a quello celeste. La Chanson de Roland trova perfetto compimento alivello stilistico e formale oltre che contenutistico. La lassa è la struttura portante. Ordinamento

 paratattico del testo in unità autonome, ognuna col valore di scena. Le lasse sono disposte sulla base

di un disegno organico dal ritmo serrato. Con anticipazioni e richiami di tipo formulare che creanocosì le lasse similari, caratterizzate appunto dalla comunanza del riutilizzo degli stessi materialiverbali. Alla linea orizzontale del racconto si incrocia quella verticale dell'amplificazione lirica e

 patetica. L'espressione formulare, sintassi, ritmo si combinano nella Chanson de Roland in modo daottenere la massima semantizzazione del testo. La rappresentazione degli scontri armati siracchiudono entro una visione densa di significati morali e simbolici: il combattimento di alcuni

 paladini si trasforma in azione provvidenziale di portata collettiva. Oltre alla rappresentazione conspirito guerriero-missionario, troviamo l'urgenza di temi ideologico-feudali. La lotta contro i paganinon rimuove il vero cardine su cui nasce l'azione: il tradimento di Gano nei confronti di Rolando. IlTradimento è punito pubblicamente da Carlomagno in quanto è lui il garante di uno sstatodanneggiato gravemente dall'azione di Gano. L'opposizione tra Gano e Rolando, nasconde il

contrasto fra due diversi gruppi sociali. Gano è l'esponente della grande aristocrazia e potentefeudatario, Rolando è l'esponente del gruppo di fedeli funzionari-guerrieri del re, che sperano diottenere tramite il rafforzamento del potere monarchico feudi e ricchezze. Nella Chanson de Gestedi toccano dunque temi di carattere politico, religioso, giuridico, di natura morale, esistenziale e

 psicologica; il tutto entro una cornice poeticamente e stilisticamente perfetta. Nel corso dellavicenda si vede intrecciarsi un problema morale ed esistenziale con quello politico: la predilezionedi Carlo per il nipote Rolando, che fa affiorare il sospetto circa la paternità di Rolando, il qualesarebbe il frutto di un amore incestuoso tra Carlo e la sorella.

La Chanson de Guillaume, ritrovata all'inizio del nostro secolo e ritenuta nella sua prima parte(verso 1980) di poco posteriore alla Chanson de Roland, presenta una struttura simile ma non minor 

  pregio stilistico. Composta di 3553 versi il lasse assonanzate, narra l'eroica opposizione diGuillaume d'Orange e del nipote Vivien all'invasione saracena. Il rapporto tra i due richiama quellofra Carlo e Rolando. Vivien, come Rolando, è un eroe prode ma non saggio che si promette di nonindietreggiare mai di fronte al pagano. Il paesaggio, più ancora che nella Chanson de Roland, èdesolato, ampia e sconsolante arena dove si svolge il cruento combattimento fra cristiani e pagani. È

 più aperta al reale rispetto alla precedente e fa risaltare la presenza dei temi feudali. L'attacco  pagano fa da catalizzatore delle tensioni interne alla nobiltà feudale. La seconda parte,qualitativamente nettamente inferiore, databile intorno alla metà del XII secolo e rimaneggiamentodi una perduta Chanson de Rainouart, testimonia la tendenza all'organizzazione ciclica delle gesta diGuillaume d'Orange e del suo lingaggio, presentandone concentrati i temi peculiari: il difficile maleale rapporto con la corona di Francia, la strenua lotta sia di difesa che di conquista contro i

saraceni e l'apertura a soluzioni economiche. Nel Couronnement de Louis, databile attorno al 1130, il tema centrale è quello del rapporto framonarchia e nobiltà feudale. Il contrastato passaggio della corona da Carlo al debole e vile Louisallude al problema politico circa l'elettività o l'ereditarietà del trono di Francia: elettiva dopo il

 progressivo indebolimento della dinastia carolingia, la successione al trono torna ereditaria dopol'affermazione dei Capetingi, ma non senza crisi e difficoltà. Lo scopo del racconto è quello diesaltare il garante del potere regale di Guillaume d'Orange, cioè un membro della nobiltà feudale.Vi è una chiara valenza politica: è con la fedeltà dei nobili vassalli che la monarchia può prosperaree sono loro a proteggerla dalle mire di usurpatori e ribelli legati a sovrani stranieri. Guillame sedasia invasioni che rivolte interne, eroe rude e leale dai modi maneschi, devoto servitore del re madesideroso di ottenere un feudo il più lontano possibile dalla corte.

La violenta scena iniziale del Charroi de Nimes con il re impossibilitato a dare un feudo al fedeleGuillaume, si appiana con un paradosso: Guillaume ottiene da Louis il permesso di tenere per séterre per ora in mano ai pagani.

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Affrontando con Guillaume nello spazio di un ventennio il problema del rapporto tra monarchia enobiltà la chanson de geste sottrae l'eroe allo spazio circolare della rappresentazione-celebrazioneepica per tracciarne invece l'intera ed esemplare biografia. Infine il capitolo conclusivo MoniageGuillaume: la perdita della moglie convince l'anziano eroe a ritirarsi a vita di convento; si tratta diuna satira antimonacale con inclinazione giocosa. L'eroe muore in odore di santità indicando la vitaeremitica la scelta più idonea alla salvezza eterna del cavaliere. Guillaume segna una svolta del

genere epico in Francia, ormai influenzato dal modello romanzesco; si presentano temi e motivinuovi: l'astuzia, il vagheggiamento amoroso, la comparsa di altre classi sociali oltre quellanobiliare, il meraviglioso... In Guillaume si rintracciano i tratti dell'eroe civilizzatore, perennementeimpegnato nel (ri)stabilimento dell'ordine civile e sociali, aprendo così il ciclo a sviluppieroicomici.Rinnegati e Ribelli

  Oltre alle canzoni di guerre contro i pagani si conoscono alcune canzoni che narrano le crisi framonarchia e vassalli, note come canzoni dei vassalli ribelli.Gormont et Isembart  

Uno dei testi epici romanzi più antichi. Isembart si ribella al re Louis e passa al servizio del resaraceno Gormont, rinnegando la fede cristiana. Louis uccide Gormont; abbandonato dai suoi

gravemente ferito, Isembart invoca in punto di morte Maria confidando nella misericordia di Dio.Un mese più tardi anche Louis muore in seguito a gravi ferite. I motivi della ribellione di Isembartnon sono noti, il finale prosegue secondo un'articolazione narrativa tipica delle canzoni dei vassalliribelli, dal tono sostenuto e dagli sbocchi tragici. L'aristocrazia feudale s'interroga nei suoi diritti neiconfronti del potere monarchico. Riflesso diretto dell'accrescimento del potere monarchico, lecanzoni dei vassalli ribelli oppongono al vassallo, leale servitore, un sovrano ingiusto e sleale. Il

 punto di vista dell'autore è unilaterale: con il vassallo e contro il re. Raoul de Cambrai

Il mancato riconoscimento di un feudo innesca una serie di conflitti violentissimi, di una durezzae crudeltà senza pari nella chanson de geste. Mentre Guillaume riesce a trovare una soluzione trafedeltà e indipendenza al potere monarchico, Raoul abbandonandosi al risentimento e vedendo nelfeudo il solo mezzo per acquisire l'immediata indipendenza dal re finisce soffocato nella ristrettezzadello spazio vitale. Doveri feudali e affetti familiari vengono messi alla prova fino alla loroesasperazione e rottura. È un vero inferno feudale e l'unica soluzione è la morte nella speranza dellamisericordia divina oppure la fuga dal mondo, come farà Guerrì il Rosso, zio di Raoul.Chevalerie Ogier 

Unica eccezione nel quadro pessimistico delle canzoni dei vassalli ribelli, scritta verso l'inizio delXIII secolo da Raimbert de Paris. Un'infrazione al diritto feudale commessa da Carlomagno che nonconcede a Ogier la giusta vendetta per l'assassinio del figlio perpetrato dal figlio di Carlo;l'allontanamento dell'eroe e il suo soggiorno presso un re straniero, la lunga serie dei conflitti,intervento del ribelle contro i pagani, la rinuncia alla legittima vendetta sul figlio di Carlo e la finale

riconciliazione, la quale coincide con la piena reintegrazione nel sistema feudale.Le gesta di Guillaume

Con le richieste del pubblico, gli autori creano per gli eroi più famosi e le loro famiglie unacomplessa genealogia poetica e leggendaria. Rolando viene riproposto al pubblico in una serie diavventure precedenti la rotta di Roncisvalle. È una vera e propria ciclizzazione biografica, la piùcomplessa è quella su Guillaume; che dalla carriera di Guillaume nascono altre 21 canzoni chestendono la gesta da Garin de Monglane, trisavolo di Guillaume, fino alla morte in odore di santitàdi quest'ultimo. I legami di parentela finiscono per impregnare tutto il mondo dell'epica francese,secondo un ordine cronologico rovesciato. Le canzoni più antiche si trovano nel ciclo in posizioneavanzata o finale creando un vistoso mutamento di contenuti e tono nonostante lo sforzo diarmonizzare dei copisti. I personaggi rimangono spesso li stessi, ciò che muta è la natura delle loro

gesta che si fa sempre più avventurosa. La forma “moniage (la via del monaco) si dimostra digrande utilità per chiudere il racconto delle imprese di eroi imbattibili le cui caratteristichetipologiche non ne permettevano la morte in battaglia. Il finale nella forma “moniage” recupera la

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componente provvidenziale e missionaria della primissima epica, presentando il premio divino allamissione, esaltando la cristianità. Un'altra forma legata allo sviluppo ciclico è quella delle enfances,una sorta di sottogenere dell'epica per omogeneità di struttura. Le enfaces narrano le primaavventure di grandi eroi come Guillaume e Rolando, il quale è costretto a vivere lontano dalla

 propria famiglia e in una condizione non cavalleresca, dimostra la sua reale natura aristocraticacompiendo valorose imprese d'arme. La condizione dell'esilio (tipico della cultura popolare)

riafferma l'ideologia per la quale la nobiltà non è alienabile e permette agli autori di narrare tuttauna serie di separazioni e ritrovamenti che allargano e variano i temi epici cononici portando inscena il mondo borghese e dando spazio alle vicende sentimentali.Le canzoni della crociata

Uno dei temi cardini della chanson de geste, quello militare missionario della crociata al sostegnodella fede cristiana. Per la prima volta gli autori dei poemi epici evitano di trasportare problemi esituazioni del loro tempo in epoca carolingia: la prima crociata ha fornito l'occasione per dissolverela simbiosi che per tradizione esisteva nell'epopea del francese antico, fra la storia del passato equella del presente.Chanson de Antioche

Primo poema di questa quarta geste dell'epica francese, scritta a ridosso della prima crociata,

 pervenuta solo nel rimaneggiamento di Graindor de Douai (fine XII secolo). Si affacciano glischemi dell'agiografia e si rimarca il carattere missionario e spirituale della crociata, emerge ancheil carattere storiografico: nessuna canzone di gesta presenta il grado di storicità della Chanson deAntioche. Le canzoni successive legate alla storia di Goffredo di Buglione (protagonista)

 presentano un carattere meno storiografico, indugiando sul meraviglioso e l'avventura.Le canzoni tardive e i nuovi tipi eroici

Sono riscritture o creazioni originali situabili fra la fine del XII e il XIII secolo. La caratteristica principale consiste nell'utilizzo del fantastico e del meraviglioso, nella concessione di spazio aelementi e motivi di provenienza folklorica e inoltre alla marcata influenza del romanzo cortese per quanto riguarda l'estendersi di situazioni amorose: al tema militare della guerra contro i pagani siintreccia quello sentimentale dell'amore nato fra il cavaliere e la principessa saracena. Ulterioreevoluzione è il contenuto didattico del testo. Si inseriscono sentenze e proverbi, che nella culturamedievale sono valutati come auctoritates.

 Roman d'AlexandreA differenza degli altri romanzi d'argomento classico, è formalmente una canzone di gesta, ricca

d'episodi guerreschi narrati con il tipo stile formulare. Come in altre chansons il sovrano troveràfedeltà solo tra i suoi nobili vassalli e non nei funzionari di basso e oscuro lignaggio. Il personaggioha in se quei caratteri di fortitudo e sapientia che li consentono di destreggiarsi tra il bel parlare e laspada. Aspetto importante è l'introduzione dell'elemento della conversione del protagonista aseguito dell'incontro/scontro con un famoso cavaliere della tradizione. Aspetto significativo èinoltre l'evoluzione del genere epico dal punto di vista dei contenuti caratterizzato sempre più dalla

 presenza di elementi folklorici. Già nella Chanson de Roland, Marc Bloch, suggerisce l'analisidell'odio del figliastro e del patrigno, invidia, tradimento, come temi derivanti più dal folklore chedalla storia. La tradizione letteraria del romanzo e la tradizione folklorica si incrociano nella

 produzione epica della fine del XII secolo e del XIII secolo, esempio calzante è la canzone Huon deBordeaux.Il comico e la parodia

L'epica romanza amalgama ai temi feudali e guerreschi dal tono eroico e patetico qualche spuntoquotidiano di livello comico. Commistione originaria che nell'evoluzione storica e letteraria delgenere conosce dosaggi assai diversi, conducendo in alcuni casi la chanson de geste verso esitiapertamente farseschi e parodici. L'aperta parodia del genere epico è rappresentata dal Pelerinage deCharlemagne, poema composto di 870 dodecasillabi in lasse assonanzate e databile alla metà del

XII secolo. I numerosi elementi della tradizione folklorica riconosciuti nel Pelerinage strutturanosul modello fiabesco una narrazione che rivela tutta la sua verve parodica nei confronti dellachanson de geste a cominciare dalla Chanson de Roland.

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L'EPICA IN PROVENZA

Tre testi emergono nella tradizione delle creazioni epiche provenzali (lingua d'oc) giunte sino anoi secondo lo studioso Paul Meyer: la canzone di Girart de Roussillon e la Canzone della crociata

contro gli albigesi e il frammento del Boecis, il testo che più di tutti amalgama l'esperienza stilistica

dell'agiografia con quella della canzone di gesta. Possiamo distribuire in quattro gruppi i testi e iframmenti superstiti: 1) il Boecis, 2) canzoni di gesta di tema vario, 3) testi sulla leggendarolandiana, 4) canzoni su temi di storia contemporanea.

1) L'area meridionale partecipa con la canzone di S.Fede di Agen e con questo testo di cuirestano i primi 257 versi. Il Boecis è scritto in decasillabi raccolti in lasse assonanzate, ossianel metro del Roland. Il racconto, dopo un esordio di solenne moralismo, muove dalladescrizione di un Boezio in auge e prosegue con la falsa accusa di Teodorico, ha per fonti ilDe consolatione philosophiae. Il troncone si arresta nel corso della descrizione dellaFilosofia che visita Boezio in carcere.

2) Girart de Roussillon insieme al Raoul de Cambrai è una delle opere più rappresentative delmedioevo feudale, per la sua scabra rudezza nella rappresentazione di passioni immani dalle

tragiche conseguenze, di orgoglio e umiliazione, e insieme di sentimenti d'amore e fedeltàconiugali. La canzone di Girart è una chanson de geste che comincia come un romanzo etermina come una vita di santo (Hackett)

3) Spiccano il  Ronsasvals e  Rolant a Saragossa; importano meno per il livello letterario,modesto, che per la loro testimonianza di alcuni aspetti della leggenda rolandiana, dei qualisi discute la maggiore o minore arcaicità, anche in rapporto ad elementi documentati nellatradizione italiana. Nel Ronsasvals è notevole l'attribuzione a Carlomagno della confessionedell'incesto da cui è nato Rolando, dunque non nipote ma figlio: tratto noto da altri testi eforse censurato nella Chanson oxoniense (di Oxford). Rolant a Saragossa è il racconto di unexploit amoroso di Rolando con una regina pagana, nell'unica città ancora non conquistatada Carlo.

4) La storicità degli eventi è uno dei tratti distintivi dell'epica, ma questi testi sonocaratterizzati da un rapporto molto più stretto con avvenimenti di poco anteriori ocontemporanei, quasi si apparentano con le cronache piuttosto che con la celebrazione

 poetica. Fra questi, sia d'oil che d'oc, un posto di spicco assume la Canzone della crociata

contro gli albigesi. Però il più antico esemplare è il frammento di una canzone concernentela I crociata: la Canso d'Antiocha.

L'EPICA NELLA PENISOLA IBERICA

A sud dei Pirenei, là dove non vigeva la dominazione araba, una fioritura di poesia in volgare si

manifestava tra i testi latini, anche sollecitata dall'espansione delle due culture di Francia. InCatalogna, dove la lingua romanza di cultura fu a lungo il provenzale, tracce di composizioni epiche perdute, su temi di storia contemporanea, sono state rilevate nelle opere di quei cronisti che sono la prima gloria della prosa catalana; è il fenomeno della prosificazione dei cantari epici. É soprattuttoin Castiglia che ebbe luogo una vera e propria affermazione dell'epica. Se ci si attiene a quei testiche presentino tematicamente e formalmente tratti epici, tutto il tesoro dell'epopea castigliana siriduce a due testi: il Cantar de mio Cid e le Mocedades de Rodrigo. Si può aggiungere inoltre il

 poema di Fernian Gonzalez . Il Cantar de mio Cid 

Un solo codice ci ha tramandato il testo di questo cantare alla cui illustrazione Menendez Pidal hadato contributi straordinari, sia con l'edizione del testo che con lo studio storico dell'epoca in cui

Rodrigo Diaz, il Cid, visse. Le tre parti di cui esso si compone si individuano entro il testo,ininterrotto nel manoscritto, da indicazioni dell'autore. Il codice, trecentesco, si rivela in alcuni versiaggiunti dal copista come trascritto da una copia preparata nel 1207. Secondo recenti studi, la data

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di composizione dovrebbe essere molto anteriore a quel 1207. il codice ha delle mutilazioni nongravi tranne quella del primo foglio. Il cantare primo è un cantare che rappresenta la peculiaritàetnico-culturale della Spagna di allora, quella coesistenza di culture diverse sulla quale, con alReconquista, andava ad abbattersi l'intolleranza cristiana di cui il poema stesso è portavoce. Gli altridue cantari, delle nozze e dell'offesa, benché contengano ancora episodi d'arme, vertono su episodidella vita famigliare. Le ultime parti vertono su episodi di vita famigliare. Non c'è dubbio che

quest'eroe, padre di famiglia, più circondato di sole femmine, è un caso a sé. Il Cid nella sua ascesasociale fuori dai confini, può ricordare, ben più che Rolando, con cui non ha in fondo nulla incomune, l'eroe francese della lealtà feudale, Guillaume d'Orange. Il mondo rappresentato è cosìdiverso da staccare nettamente il Cid dalla gesta francese: il Cid ha un indiscutibile fascino dicontenuto. Sul piano formale, almeno stando alle copie a noi pervenute, il poeta è assai ssciatto, sia

 perché l'architettura in tre cantari è ineguale sia perché al dettato difetta un'autentica tensione.Cantari su temi diversi

Il soggetto il soggetto che dispone di maggior fascino è quello dei Siete infantes de Salas, unfascino che si fonda sulla rappresentazione di grandi crudeltà, sull'orrore del sangue, e cheapparenta questo cantare perduto da un lato al Nibelungelied dall'altro a Raoul de Cambrai e GirartRoussillon. Altro soggetto importante è quello di Bernardo del Carpio, eroe dell'orgoglio

castigliano, sia che esso originariamente si battesse a fianco di Carlomagno contro i musulmani, siainvece che, come nelle redazioni più tarde e meglio note, si opponesse all'invasione francese,determinando con suo valore la rotta di Roncisvalle.

L'EPICA NELLA PADANIA E NELL'ITALIA PENINSULARE

Il termine cantare circola anche in Toscana e altrove, riferito dapprima a testi di vario ordine eforma, poi addetto ad indicare in ispecie i poemetti cittadino-popolari in ottava rima, che, a partiredagli anno Quaranta del Trecento, si vengono a moltiplicare. Solo nel corso del Quattrocento questitesti ritrovano la materia carolingia, prima essi svolgono piuttosto temi o cortesi o arturiani e solo inqualche caso propongono un incontro con episodi di storia recente. Nel Quattrocento il tono saràmeno eroico che narrativo o d'intrattenimento, con tendenza all'abbassamento comico e a una presadi distanza dalla materia. Maggior centro di produzione è Ferrara: si tratta però di opere compostein francese. Con Petrarca e la soluzione umanistica dell'Africa (Sant'Agostino), l'epica italiana iniziaad appartenere al settore culto. La fortuna dell'epica in Italia va inquadrata in un fenomeno piùvasto, che tocca tutto il quadro dei generi letterari e include la circolazione della lirica trobadorica.La fase di massima fortuna di questa è connessa con la diaspora seguita alla crociata antialbigese econ la vita delle corti padane nella prima metà del Duecento. Un vivace focolaio è Genova:decorazioni plastiche e pittoriche non che musive delle cattedrali attestano la circolazione delleggendario carolingio e arturiano già nel XII e forse anche XI secolo. Per l'Italia viaggia unaconsiderevole parte della tradizione manoscritta delle canzoni di gesta. G. Paris divideva i testifrancoveneti in 3 gruppi: 1) copie d'originali francesi, con infiltrazioni di elementi dialettali, 2)

rimaneggiamenti anche liberi, con elementi d'invenzione originale, 3) nuove creazioni. Oltre alfrancese e al nord-italiano, bisogna tener conto della componente latina, meno classicista cheecclesiastica. Oltre alla Padania, la geografia della cultura francesizzante d'Italia ha i suoi centri inPisa e, più tardi, in Firenze.L'epica trecentesca in langue de France

Il poema che emerge fra tutti è l' Entrée d'Esspagne, opera che si può collocare all'incirca neldecennio 1330-40. Rimasta incompiuta, ci giunge in un solo codice, mutilo di una vasta sezione,eppure consistente di 16000 versi, si tratta della preistoria della Chanson de Roland, a partire dalladecisione di Carlo e dei baroni francesi di liberare la Via Jacobitana e coronare Rolando dellacorona di Spagna.