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DIALOGOI

DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

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Page 1: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

DIALOGOI

Direttore

Giuseppe GrilliUniversitagrave degli Studi Roma Tre

Comitato scientifico

Gabriella DrsquoOnghiaUniversitagrave degli Studi Roma Tre

Massimo FusilloUniversitagrave degli Studi dellrsquoAquila

Fernando Martiacutenez de Carnero CalzadaSapienza Universitagrave di Roma

Carles Miralles SolagraveUniversitat de Barcelona

Carlos Mota PlacenciaUniversidad del Paiacutes Vasco

Antonio Pamies BeltraacutenUniversidad de Granada

Giuseppe SavocaUniversitagrave degli Studi di Catania

Virgilio TortosaUniversidad de Alicante

DIALOGOI

La Collana propone testi e studi che affrontano le letterature compa-rate in una prospettiva specifica quella che vede le interferenze tra igeneri e le tematiche non come contraddizioni o diversitagrave incomuni-cabili ma come interrelazioni della complessitagrave Il modello teorico diriferimento egrave quello elaborato da Claudio Guilleacuten giagrave nei suoi primisaggi del periodo americano legato allrsquoispirazione dei suoi maestri diPrinceton Levin e Poggioli poi modificato arricchito e completatonelle riflessioni e nei libri del periodo del suo ritorno in Europa ein particolare in Spagna prima a Barcellona poi a Madrid Questosguardo della maturitagrave dellrsquoultimo periodo di ricerche e riflessioni di-venta ricostruzione del passato rimosso quello della primavera ibericaspezzata dalle vicende della barbarie del Novecento Ne egrave bella sintesiil volume pubblicato nella nostra Collana Sapere e conoscere Coerente-mente con queste premesse generali la ricerca sulle letterature che laCollana persegue si svolge in una costante approssimazione alle suefrontiere tematiche e formali la storia le arti il pensiero anche nellesue manifestazioni innovative e non canonizzate Non ci sono dunquecentri e periferie come spesso in certa manualistica ma dialoghi av-viati interrotti dialoghi riannodati tra passati e proiezioni presenti enella fiducia dei futuri ancora possibili

Pubblicato con il contributo dellrsquoAula Carles Riba e dellrsquoAISC (Associazione Italianadi Studi Catalani)

Lrsquoepica

Tra evocazione mitica e tragedia

a cura di

Giuseppe Grilli

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

----

I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

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Direttore

Giuseppe GrilliUniversitagrave degli Studi Roma Tre

Comitato scientifico

Gabriella DrsquoOnghiaUniversitagrave degli Studi Roma Tre

Massimo FusilloUniversitagrave degli Studi dellrsquoAquila

Fernando Martiacutenez de Carnero CalzadaSapienza Universitagrave di Roma

Carles Miralles SolagraveUniversitat de Barcelona

Carlos Mota PlacenciaUniversidad del Paiacutes Vasco

Antonio Pamies BeltraacutenUniversidad de Granada

Giuseppe SavocaUniversitagrave degli Studi di Catania

Virgilio TortosaUniversidad de Alicante

DIALOGOI

La Collana propone testi e studi che affrontano le letterature compa-rate in una prospettiva specifica quella che vede le interferenze tra igeneri e le tematiche non come contraddizioni o diversitagrave incomuni-cabili ma come interrelazioni della complessitagrave Il modello teorico diriferimento egrave quello elaborato da Claudio Guilleacuten giagrave nei suoi primisaggi del periodo americano legato allrsquoispirazione dei suoi maestri diPrinceton Levin e Poggioli poi modificato arricchito e completatonelle riflessioni e nei libri del periodo del suo ritorno in Europa ein particolare in Spagna prima a Barcellona poi a Madrid Questosguardo della maturitagrave dellrsquoultimo periodo di ricerche e riflessioni di-venta ricostruzione del passato rimosso quello della primavera ibericaspezzata dalle vicende della barbarie del Novecento Ne egrave bella sintesiil volume pubblicato nella nostra Collana Sapere e conoscere Coerente-mente con queste premesse generali la ricerca sulle letterature che laCollana persegue si svolge in una costante approssimazione alle suefrontiere tematiche e formali la storia le arti il pensiero anche nellesue manifestazioni innovative e non canonizzate Non ci sono dunquecentri e periferie come spesso in certa manualistica ma dialoghi av-viati interrotti dialoghi riannodati tra passati e proiezioni presenti enella fiducia dei futuri ancora possibili

Pubblicato con il contributo dellrsquoAula Carles Riba e dellrsquoAISC (Associazione Italianadi Studi Catalani)

Lrsquoepica

Tra evocazione mitica e tragedia

a cura di

Giuseppe Grilli

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

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I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 3: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

DIALOGOI

La Collana propone testi e studi che affrontano le letterature compa-rate in una prospettiva specifica quella che vede le interferenze tra igeneri e le tematiche non come contraddizioni o diversitagrave incomuni-cabili ma come interrelazioni della complessitagrave Il modello teorico diriferimento egrave quello elaborato da Claudio Guilleacuten giagrave nei suoi primisaggi del periodo americano legato allrsquoispirazione dei suoi maestri diPrinceton Levin e Poggioli poi modificato arricchito e completatonelle riflessioni e nei libri del periodo del suo ritorno in Europa ein particolare in Spagna prima a Barcellona poi a Madrid Questosguardo della maturitagrave dellrsquoultimo periodo di ricerche e riflessioni di-venta ricostruzione del passato rimosso quello della primavera ibericaspezzata dalle vicende della barbarie del Novecento Ne egrave bella sintesiil volume pubblicato nella nostra Collana Sapere e conoscere Coerente-mente con queste premesse generali la ricerca sulle letterature che laCollana persegue si svolge in una costante approssimazione alle suefrontiere tematiche e formali la storia le arti il pensiero anche nellesue manifestazioni innovative e non canonizzate Non ci sono dunquecentri e periferie come spesso in certa manualistica ma dialoghi av-viati interrotti dialoghi riannodati tra passati e proiezioni presenti enella fiducia dei futuri ancora possibili

Pubblicato con il contributo dellrsquoAula Carles Riba e dellrsquoAISC (Associazione Italianadi Studi Catalani)

Lrsquoepica

Tra evocazione mitica e tragedia

a cura di

Giuseppe Grilli

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

----

I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 4: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Pubblicato con il contributo dellrsquoAula Carles Riba e dellrsquoAISC (Associazione Italianadi Studi Catalani)

Lrsquoepica

Tra evocazione mitica e tragedia

a cura di

Giuseppe Grilli

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

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I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 5: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Lrsquoepica

Tra evocazione mitica e tragedia

a cura di

Giuseppe Grilli

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

----

I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 6: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Copyright copy MMXIIIARACNE editrice Srl

wwwaracneeditriceitinfoaracneeditriceit

via Raffaele Garofalo AndashB Roma()

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I diritti di traduzione di memorizzazione elettronicadi riproduzione e di adattamento anche parziale

con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dellrsquoEditore

I edizione luglio

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 7: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Indice

Premessa

Omero narratore e drammaturgoGiovanni Cerri

Epica e tragediaAndata e ritornoCarles Miralles

Ciograve che resta dellrsquoEpicaGiuseppe Grilli

Rinascimento dellrsquoepica Epica del RinascimentoAnna Maria Compagna

Primordi dellrsquoepica ispanica su LepantoNuove considerazioniPep Valsalobre

Epica e Libretti drsquoOpera nella Barcellona della prima metagravedellrsquoRossend Arqueacutes

La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per MozartStrutture musicali e strutture narrative a partire dal ComteArnau di MaragallElio Matassi

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 8: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Lrsquoepica

Nostalgia dellrsquoazioneEroi contemplativi dellrsquoepica modernaLudovica Malknecht

Mito sentimento religioso lettura della storiaMisterio de Quanaxhuata di Josep CarnerValentina Ripa

Mercegrave Rodoreda e Armand Obiols sulle traccie di EneaAnna Maria Saludes Amat

Le Oceanidi orsiane eroine epicheNicola Palladino

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 9: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606501pag 9ndash11 (luglio 2013)

Premessa

Il volume accoglie le relazioni svolte durante le Giornate di studioLrsquoepica Tra evocazione mitica e tragedia (Roma ndash gennaio )e permette un attraversamento dei temi esposti e degli argomentiproposti ovvero di quanto egrave stato discusso nel corso del convegno Egravestato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hannopartecipato allrsquoorganizzazione lrsquoAula Carles Riba collegata allrsquoInstitutdrsquoEstudis Catalans e allrsquoUniversitat de Barcelona e lrsquoUniversitagrave di RomaTre Lrsquoincontro ha tuttavia coinvolto anche lrsquoAssociazione Italiana diSudi Catalani e altre universitagrave italiane e catalane dalla Federico II diNapoli alla Aldo Moro di Bari allrsquoUniversitagrave di Firenze allrsquoAutogravenomadi Barcelona allrsquoUniversitat de Girona La prospettiva comparatisticaha permesso un approccio ampio sul piano delle cronologie dellemetodologie e delle tematiche Lrsquoepica classica egrave stata in tutti gli inter-venti il punto di partenza che ha messo in circolazione le idee e offertoil lasciapassare per una valutazione spesso una rivalutazione dellemotivazioni che agiscono in profonditagrave nei testi letterari e artisticiin genere Nel corso delle discussioni seguite alle relazioni abbiamopotuto riflettere e riconsiderare come le due modernitagrave quella delneoclassicismo europeo del Cinquecento e quella collegata allrsquoinnova-zione romantica si sono trasformate e hanno generato il supporto cheegrave alla base dellrsquointerpretazione moderna dei passati lontani e prossimidando vita contestualmente alla tradizione che la contemporaneitagraverielabora in forme talvolta e non solo apparentemente trasgressive

Egrave stato possibile ripercorrere il lungo itinerario che attraversa ilmondo moderno con le epopee navali del secolo e che investedi seacute il teatro e la poesia a partire dalla primigenia riflessione sullaguerra come banco di prova dellrsquoeroicitagrave e quindi della sfida tra gliuomini e gli dei che egrave poi confronto tra la vita e la morte ovverotra un singolo uomo e il suo destino individuale e collettivo cioegrave lacompetizione dellrsquoessere che si esprime in Omero con lrsquoIliade Un

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 10: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Premessa

percorso che sperimenta le diversitagrave e le identitagrave fino a ritrovare leradici di un aggiornamento spaziale e temporale oggi continuo chetocca il fondo del labirinto storico dove ci assilla il dolore succedutoad Auschwitz Il dolore che attanaglia e ogni volta rinasce nei sognidi pace o nella disperata ossessione dei batuts come mirabilmente siidentificano i soldati sconfitti nellrsquoindimenticabile definizione di Ribanelle Elegies de Bierville

Intrise in questi quesiti etici sono le riflessioni di Ors che prece-dono e seguono ciograve che egli chiamava guerra civile europea giagrave apartire dal e che si esplicitano in una suggestione mitica di cuisi occupa Nicola Palladino (Le Oceanidi orsiane eroine epiche) Nelprofondo esse sono accomunate ben oltre lrsquoetichetta noucentista conla quecircte di Carner sullrsquoaffanno degli anni trenta e quaranta del ventesi-mo secolo studiata da Valentina Ripa (Mito sentimento religioso letturadella storia Misterio de Quanaxhuata) Anna Maria Saludes (Mercegrave Ro-doreda e Armand Obiols sulle tracce di Enea) racconta di Rodoreda eObiols giagrave esuli del rsquo mentre fuggono da una Parigi in fiammedopo lrsquooccupazione tedesca e la disfatta dellrsquoesercito francese comese riprendessero lo sforzo del viaggio infinito della vita e in tal modoessi stessi venissero identificati (autoidentificati) quali pellegrini sulleorme di Enea Nella lettura di Giuseppe Grilli (Ciograve che resta dellrsquoEpica)ancora in uno scenario che oscilla tra la memoria degli anni trenta e laricostruzione morale che ne fecero gli anni sessanta si osserva comeGabriel Ferrater ripercorra il mito di Telemaco nel poemetto In me-moriam con implicita forse nella filigrana del testo una suggestioneformale neoellenistica

Qualcosa di simile e di diverso accadeva quando su di un altroversante Joan Maragall riprendeva quel sentimento di riscrittura cheera stato di Ariosto e dei poemi del Rinascimento tra cui il Lepant diPujol e non solo a cui si rifanno contestualizzandolo Anna MariaCompagna (Rinascimento dellrsquoepica Epica del Rinascimento) e Pep Val-salobre (Primordi dellrsquoepica ispanica su Lepanto Nuove considerazioni)Ci si egrave riferiti a un Maragall che nel raccogliere la sfida modernista diArnau o del mito odisseico di Nausica si rivolge alla poesia modernacon unrsquoattenzione alla musica intesa come chiave riconoscibile dellavoce Ne ha colto le implicazioni in una lettura interdisciplinare ElioMatassi (La ldquofigura impossibilerdquo frammenti filosofici per Mozart Strutturemusicali e strutture narrative a partire dal Comte Arnau di Maragall)

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 11: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Premessa

mentre le radici e le fonti teoretiche sono state al centro dellrsquointe-resse di Ludovica Malknecht (Nostalgia dellrsquoazione Eroi contemplatividellrsquoepica moderna)

Le rotte atlantiche di Verdaguer in questi rimescolamenti o persinocontorcimenti dellrsquoepica nella recente modernitagrave sono stati avvertitipertanto in uno sfondo quasi fossero un prolungamento di quelleincursioni narrative vere e proprie deformazioni storiografiche diLope del Lope neoepico della Dragontea o in nuce di un Goacutengoraellenistico nelle Soledades La continuitagrave e la contiguitagrave tra le formesono rispecchiate nei panorami di Rossend Arqueacutes (Epica e LibrettidrsquoOpera nella Barcellona della prima metagrave dellrsquo) o in quello di PepValsalobre che egrave stato giagrave ricordato nel definire due ambiti che poiinesorabilmente attingono a fonti prossime e muovono verso una ri-cezione sociale contigua Sono le fila disperse che ritroviamo nei mitie nei segni raccolti magnificamente nella sintesi tracciata da CarlesMiralles (Epica e tragedia Andata e ritorno) che attraversa i secoli ei generi Drsquoaltronde erano stati prefissati da Giovanni Cerri (Omeronarratore e drammaturgo) nel collegamento che giagrave in etagrave antica eglistabilisce tra epica e tragedia I vincoli originari sono sempre con-temporaneamente fonte e coazione perciograve risultano ineludibili nellaristrutturazione delle identitagrave dinanzi alle sfide piugrave estreme come nelconfronto con lrsquoignoto americano quando nella solitudine nellrsquoesiliocome ci ricorda Claudio Guilleacuten con El sol de los desterrados si imponela pregnanza Ed egrave ciograve che accade nel capolavoro carneriano ancoranon pienamente riconosciuto che qui egrave stato rivendicato

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 12: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

LrsquoepicaISBN 978-88-548-6065-0DOI 10439997888548606502pag 13ndash20 (luglio 2013)

Omero narratore e drammaturgo

G C

Le schematizzazioni concettuali operate dalla storia e dalla teoria dellaletteratura hanno certo una loro utilitagrave pratica in quanto fornisconoalla nostra mente una strumentazione analitica di partenza nella qualeinquadrare i singoli testi che di volta in volta iniziamo a leggere Ma egraveanche vero che se proseguiamo nella lettura dobbiamo troppo spessoconvincerci che quelle erano appunto solo schematizzazioni di como-do il discorso poetico o prosastico tende a fuoriuscire dallrsquoetichetta dipartenza e richiede una descrizione fenomenologica piugrave appropriata estoricamente circostanziata Prendiamo ad esempio la nozione astrattadi ldquoepicardquo A domanda nessuno di noi avrebbe difficoltagrave a risponderein prima battuta che lrsquoepica egrave narrazione oggettiva di gesta eroiche eodivine LrsquoIliade narra le ultime settimane di guerra precedenti la presadi Troia da parte degli Achei lrsquoOdissea narra il ritorno avventuroso diUlisse da Troia stessa alla sua patria lontana Itaca E ci aspettiamo chela narrazione proceda per verbi coniugati alla terza persona dei tempistorici ldquoandavardquo ldquoebbe paurardquo ldquosi fermograverdquo ldquoscese da cavallordquo ldquobevverdquoecc ma anche ldquosi schieraronordquo ldquosi slanciarono allrsquoattaccordquo ldquocombat-tevano senza treguardquo ecc Dunque il contrario sia dellrsquoio lirico cheparla di seacute in prima persona esprimendo liberamente i propri pensierie sentimenti sia del dialogo drammatico nel quale i personaggi siaffrontano direttamente tra loro in un duello di parole e parlando traloro portano avanti la trama progettata dal drammaturgo

Lrsquoinvocazione iniziale canonica alla divinitagrave ispiratrice puntual-mente seguita dalla dichiarazione dellrsquoargomento del poema fuorie-sce dallo schema della narrazione in terza persona ma egrave appunto lafinzione piugrave adatta ad istituirlo

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

Resp c ndash b a -

Page 13: DIALOGOI 3 - Aracne editrice · il volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente- ... stato il primo frutto di una collaborazione internazionale in cui hanno

Giovanni Cerri

Il I ndash

Μῆνιν ἄειδε θεα Πηληϊάδεω rsquoΑχιλῆςοὐλομένην ἣ μυρίrsquo rsquoΑχαιοῖς ἄλγεrsquo ἔθηκε

Canta o dea lrsquoira di Achille figlio di Peleorovinosa che mali infiniti provocograve agli Achei

Dopo di che sparisce sia la Musa ispiratrice sia lrsquoombra del canto-re ispirato e la scena egrave dominata esclusivamente dagli avvenimentievocati Come lrsquoIliade cosigrave ha inizio lrsquoOdissea

Od I ndash

rsquo΄Ανδρα μοι ἔννεπε Μοῦσα πολύτροπον ὃς μάλα πολλάπλάγχθη ἐπεı Τροίης ἱερον πτολίεθρον ἔπερσε

Parlami o Musa dellrsquouomo versatile quantoebbe a vagare distrutta la cittagrave sacra di Troia

Si introduce poi la prima scena Ad esempio nellrsquoIliade si narracome Crise grande sacerdote di Apollo in una cittagrave circonvicina ealleata di Troia avesse subito dagli Achei durante un saccheggio ilrapimento della figlia amatissima Decise allora di recarsi di personaallrsquoaccampamento nemico per supplicarne la restituzione in cambiodi un riscatto piugrave che generoso

Il I ndash

ὃ γὰρ ἦλθε θοὰς ἐπὶ νῆας rsquoΑχαιῶνλυσόμενός τε θύγατρα φέρων τrsquo ἀπερείσιrsquo ἄποιναστέμματrsquo ἔχων ἐν χερσὶν ἑκηβόλου rsquoΑπόλλωνοςχρυσέῳ ἀνὰ σκήπτρῳ καὶ λίσσετο πάντας rsquoΑχαιούςrsquoΑτρεΐδα δὲ μάλιστα δύω κοσμήτορε λαῶν

venne costui alle rapide navi degli Acheiper riscattare la figlia portando un compenso ricchissimoaveva in mano le bende di Apollo saettatoreintorno allo scettro drsquooro e pregava tutti gli Acheipiugrave degli altri i due Atridi ordinatori di popoli

Ma qui la narrazione oggettiva in terza persona si interrompe quasiprima di essere cominciata e ad essa si sostituisce il dialogo diretto tra

Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

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Omero narratore e drammaturgo

i personaggi nella fattispecie tra Crise e Agamennone il re supremoal quale gli Achei hanno dato in premio la figlia di Crise dunqueormai sua schiava e concubina Ci troveremmo di fronte ad una scenadi tragedia in senso stretto se non fosse che la voce narrante del poetarifagrave capolino tra una battuta e lrsquoaltra per specificare di volta in voltachi sta per rispondere alla battuta precedente Se questa sostituzio-ne del dialogo drammatico alla narrazione fosse un fatto sporadicose avvenisse solo di tanto in tanto nel corso del poema potremmocontinuare a pensare che lrsquoepos omerico risponda ciononostante ein buona sostanza alla nostra definizione iniziale di ldquoeposrdquo Ma lecose non stanno cosigrave lrsquoIliade e lrsquoOdissea sono unrsquoalternanza continuadallrsquoinizio alla fine di brani narrativi in terza persona e scene dialo-giche Egrave stato calcolato che il rapporto statistico tra gli uni e le altreegrave rispettivamente di a dei versi nellrsquoIliade di a nellrsquoOdissea La circostanza non puograve non avere unrsquoincidenza profondasulla natura oggettiva del genere poetico di riferimento che dunque siconfigura come unrsquoentitagrave anfibia rispetto alle nostre idee preconcettedi epica e dramma

Ma lrsquoepos greco arcaico non era destinato alla lettura solitaria inuno studio privato o in una camera da letto era invece spettacolonel senso pieno del termine Il rapsodo recitava anzi declamava iversi davanti ad un pubblico di decine centinaia talvolta migliaiadi spettatori gesticolando opportunamente in rapporto ai contenutievocati Come doveva comportarsi quando si trovava a recitare anzia declamare i brani dialogici Era giocoforza per lui assimilarsi nellavoce e nel gesto ai diversi personaggi coinvolti nella scena dialogicafossero due soltanto o tre o quattro Diveniva ipso facto attore teatraleun attore caratterista capace di fare piugrave parti in commedia E questo cispiega una circostanza storica a prima vista paradossale Il teatro grecoin senso stretto nacque soltanto tra VI e V secolo aC la tragedia nellaseconda metagrave del VI la commedia nella prima metagrave del V E nei lunghisecoli precedenti Il popolo greco fu per secoli e secoli un popolosenza teatro Lrsquounico popolo senza teatro fra tanti popoli civili a noinoti anche molto meno civili del popolo greco poetico e mimetico

Cfr M C Sul discorso diretto in Omero in AV Omero tramila anni dopoAtti del Congresso di Genova - luglio a cura di F Montanari Roma ppndash p

Giovanni Cerri

per eccellenza No Percheacute per secoli e secoli lo spazio e lrsquoesigenza delteatro furono soddisfatti compiutamente dallrsquoepos che seppe esseread un tempo racconto e dramma in azione

Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

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Tutto ciograve fu visto con estrema chiarezza giagrave dai piugrave avveduti trai pensatori antichi Platone propone una classificazione della poesiain base allrsquoimpostazione del discorso nella narrazione del mito dauna parte il racconto in terza persona concepito come discorso diun narratore al suo pubblico dallrsquoaltra la presentazione drammatico-dialogica dei personaggi che parlando fra loro riproducono e riattua-lizzano la vicenda e fanno sigrave che il pubblico non sia piugrave destinatariodi un racconto ma quasi testimone dei fatti nel loro svolgersi Laprima maniera viene denominata ldquonarrazione semplicerdquo la secondaldquonarrazione per via di mimesirdquo percheacute ha in effetti un carattere spic-catamente mimetico nel senso che comporta da parte del performerun adeguamento anche fonico-gestuale alla tipologia e alla situazioneconcreta del personaggio rappresentato Egrave evidente che la tragediaappartiene alla seconda maniera ma lrsquoepica di Omero non appartienealla prima bensigrave ad una terza maniera intermedia tra le prime dueindicata con il termine di ldquonarrazione mistardquo nella sua impostazionedi fondo egrave sigrave racconto in terza persona da parte di un poeta narrantema continuamente istituzionalmente nel racconto sono inseriti indiscorso diretto i dialoghi tra i personaggi vere e proprie sequenzedrammatiche con la sola variante rispetto alla ldquonarrazione per viadi mimesirdquo che tra una battuta e lrsquoaltra reinterviene sempre il poetaper precisare nella forma della ldquonarrazione semplicerdquo chi parla o chirisponde Se si fa lrsquoesperimento di eliminare in questi lunghi branidialogici presenti nellrsquoepica i versi intercalari del tipo ldquoAchille disserdquoo ldquoAgamennone risposerdquo si ottiene automaticamente neacute piugrave neacute menoche la tragedia

Platone dunque postula tra epos e tragedia una sostanziale unitagravedi base che saragrave poi ribadita nel libro X della stessa Repubblica conlrsquoasserzione apodittica che ldquoOmero egrave il piugrave grande e il primo frai tragediografirdquo Aristotele ha idee molto diverse dal suo maestroPlatone sul ruolo della poesia nella civiltagrave umana ma in questa analisiper cosigrave dire ldquoattanzialerdquo del dettato poetico lo segue passo passo In

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