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DIALOGOI ISPANISTICA

DIALOGOI ISPANISTICA 10RenatoPoggioli, Teoria dell’arte d’avanguardia, 1962. Indice 15 Ringraziamenti 17 Prefazione 19 Introduzione 27 Premessa ... Poesia e cinema, 248– 3.4

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Direttore

Giuseppe GrilliUniversità degli Studi di Roma Tre

Comitato scientifico

Giuseppe SavocaUniversità degli Studi di Catania

Virgilio TortosaUniversidad de Alicante

Carlos Miralles SolaUniversitat de Barcelona

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DIALOGOI ISPANISTICA

La Collana propone testi e studi che affrontano le letterature compa-rate in una prospettiva specifica: quella che vede le interferenze tra igeneri e le tematiche non come contraddizioni o diversità incomuni-cabili, ma come interrelazioni della complessità. Il modello teorico diriferimento è quello elaborato da Claudio Guillén, già nei sui primisaggi del periodo americano, legato all’ispirazione dei suoi maestri diPrinceton, Levin e Poggioli, poi modificato, arricchito e completatonelle riflessioni e nei libri del periodo del suo ritorno in Europa e,in particolare, in Spagna, prima a Barcellona, poi a Madrid. Questosguardo della maturità dell’ultimo periodo di ricerche e riflessioni di-venta ricostruzione del passato rimosso, quello della primavera ibericaspezzata dalle vicende della barbarie del Novecento. Ne è bella sintesiil volume pubblicato nella nostra Collana, Sapere e conoscere. Coerente-mente con queste premesse generali, la ricerca sulle letterature che laCollana persegue si svolge in una costante approssimazione alle suefrontiere tematiche e formali: la storia, le arti, il pensiero, anche nellesue manifestazioni innovative e non canonizzate. Non ci sono dunquecentri e periferie, come spesso in certa manualistica, ma dialoghi av-viati, interrotti; dialoghi riannodati, tra passati e proiezioni presenti, enella fiducia dei futuri ancora possibili.

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Daniele Corsi

Futurismi in Spagna

Metamorfosi linguistiche dell’avanguardia italiananel mondo iberico –

Prefazione diMaria Grazia Profeti

Introduzione diStefania Stefanelli

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Copyright © MMXIVARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, /A–B Roma()

----

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: luglio

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a Teresita

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Il linguaggio è il più grande rivelatore storico che possediamo:si può veramente dire che, di fronte a ciò che sembri feno-meno unico, un cambiamento linguistico essenziale, qualead esempio l’apparizione di un nuovo nome, può bastare arivelare la presenza d’un altro fenomeno, diverso dal primo.

R P, Teoria dell’arte d’avanguardia,

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Indice

Ringraziamenti

Prefazione

Introduzione

Premessa

Parte IPercorsi tematici

Capitolo IIl concetto di avanguardia nella storiografia letteraria spagnola

.. Limiti cronologici, – .. Tappe dell’avanguardia storica spagno-la, .

Capitolo IIItinerari dei futurismi: Barcellona–Madrid, andata e ritorno

Capitolo IIIMarinetti in Spagna tra viaggio reale e viaggio immaginario

.. Creazione pura e adeguamento al canone: Spagna veloce e toro futuri-sta, .

Capitolo IVL’Ultraismo o il « momento futuristico »

.. Huidobro in Plaza de Oriente, – .. Il manifesto di fondazione:ibridismo e identità futurista, – .. Poeti e riviste, .

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Futurismi in Spagna

Capitolo VLo spettatore a teatro: Marinetti / García Lorca

Parte III manifesti spagnoli d’avanguardia: arte, lessico e azione

futurista

Capitolo ITecniche comunicative dei manifesti futuristi

Capitolo IIIl corpus

Capitolo IIINuove parole per una nuova « arte–azione »

.. Influssi del lessico futurista nel castigliano, – .. Influssi del lessi-co futurista nel catalano, – .. Le parole del Futurismo in Spagna, – ... La modernità, – ... L’immagine poetico–pittorica, – ... Al-cune innovazioni, – .. Appendice. Due manifesti verbovisivi, .

Parte IIIParole in libertà: dalla greguería alla metafora filmata

Capitolo IUna nota sulla greguería e « l’immaginazione senza fili »

Capitolo IIEsperimenti verbovisivi in Catalogna

Capitolo IIIGli ultraisti tra empito creativo e « bisogno furioso di liberare leparole »

.. Borges e l’estetica del prisma, – .. L’immagine polipetala, –.. Poesia e cinema, – .. Schermi paroliberi ultraisti, – .. In-serto iconografico, .

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Indice

Capitolo IVIdeologia e linguaggio futurista nella poesia di Guillermo de Torre

.. Hélices: dalla costellazione di Whitman al paroliberismo di Marinet-ti, .

Capitolo VUn canto dinamico alla città moderna: Urbe di César M. Arconada

Capitolo VIBuñuel e la metafora filmata

Bibliografia

Indice dei nomi

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Ringraziamenti

E sentoche l’ioper me è poco.Qualcuno da me si sprigiona ostinato

V V. M, Oblako v štanach (Lanuvola in calzoni, )

Il lavoro qui presentato si sviluppa a partire dalle ricerche condottepresso la Universidad de Salamanca (Departamento de LiteraturaEspañola e Hispanoamericana) e specialmente nell’ambito del dot-torato in “Lingue e Culture del Mediterraneo” (Scuola Dottorale inFilologia Moderna e Letterature Comparate) dell’Università degli Stu-di di Firenze. Ringrazio sentitamente l’ex coordinatrice e tutor dellamia tesi Maria Grazia Profeti perché è stata una fondamentale guidain questi anni di formazione. A lei è dedicata la sezione dell’opera sulteatro di Marinetti e Lorca.

Tutta la mia gratitudine a Stefania Stefanelli che nel mi haincoraggiato a intraprendere la “sfida ai lessici futuristi in Spagna”fornendomi importanti indicazioni bibliografiche per la realizzazionedella seconda parte e seguendo da vicino i progressi della ricerca.

Desidero ringraziare l’Università degli Studi di Siena, in particolareRoberta Ascarelli per avermi offerto, anni fa, di insegnare all’internodel corso di laurea in lingue da lei allora presieduto. Con affetto ringra-zio altri colleghi, ex colleghi o collaboratori dell’Ateneo senese: JulioPérez–Ugena, Ada Teja, Leonor Piñero, María del Pilar Martín, Fer-nanda Elisa Bravo Herrera, Barbara Fiorellino, Andrea Matucci, BillDodd, Camillo Brezzi, Francesco Petrone, Luisa Giannandrea, LaurieAnderson, Elena Spandri, Federico Siniscalco, Anna Morpurgo, PieraSestini, Irene Loffredo, Anna Maria Mangia, Pierluigi Pellini, Bar-bara Innocenti, Lucia Cocci, Silvia Calamai, Simona Micali, AndreaMartini, Anna Masecchia.

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Ringraziamenti

Ringrazio tutti coloro che dal ad oggi, con le loro lezioni, iloro commenti, suggerimenti e il loro aiuto diretto o indiretto, hannocontribuito alla scrittura di queste pagine: Francisco José Martín, JoséBarroso Castro, Rossana Cherici, José María Barrera López, Rafael deCózar, Gabriele Morelli, Ivana Rota, Giuseppe Mazzocchi, ValentinaNider, Valeria Tocco, Monica Lupetti, Luis García Jambrina, VíctorGarcía de la Concha, César Real Ramos, Miguel de Torre Borges,Juan Manuel Bonet, Alessandro Ghignoli, Llanos Gómez Menéndez,Willard Bohn, Günter Berghaus, Andrew A. Anderson, Anna MariaSaludes, Carlos García.

Un ringraziamento profondo va a Jorge Mojarro Romero per aver-mi aperto tanti anni fa le porte dell’avanguardia spagnola, per i preziosiconsigli e per l’invio di materiali e informazioni inedite. A lui dedicole pagine sulla poesia di Guillermo de Torre. Ringrazio Cecilia Magniper l’assistenza tipografica e per l’affettuoso sostegno che mi ha datodurante la scrittura.

Ringrazio i miei amici Marco Lenzi, Carlo Benedetti, Andrea Cic-cotti e gli ex compagni di dottorato: Anna Fierro, Federico Fastelli,María Soler, Sara Polverini, Serena Manfrida, Giulia Fresca, LindaIzzo, Claudia Luppino, Andrea Cellai, Cosimo Fossi. Infine un sen-tito grazie, per i prestiti cinematografici, all’amico Raffaello Alberti,« siempre nuevo, siempre culto, siempre ameno ».

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Prefazione

Un tema “difficile” — a causa di una stratificazione di pregiudizi, co-me molte volte succede per la penisola iberica — viene ripercorso daDaniele Corsi: il rapporto tra la prima avanguardia italiana e la coevagenerazione poetica spagnola. Futurismi in Spagna: tema tutt’altroche facile, dicevo, per una serie di valutazioni critiche ormai fossiliz-zate, che l’autore analizza, mettendo al centro della sua indagine lacreazione linguistica di quegli anni nella penisola gemella.

Dopo aver tracciato un panorama storico dell’incontro tra gli intel-lettuali spagnoli e l’“avanguardia”, ed aver rilevato l’influenza anchelessicale del Futurismo italiano sulla produzione spagnola coeva, l’au-tore si concentra sull’elaborazione dei codici retorici di sessantacinquemanifesti letterari in spagnolo e in catalano, che si susseguono percirca venti anni, dal al . Particolarmente significativo il ripe-tersi del suffisso “ismo”; e di termini di nuovo conio, o risemantizzatiall’interno della sequenza dei manifesti stessi.

Il percorso termina con un’analisi degli apporti spagnoli al linguag-gio ultraista, con il loro “bisogno furioso di liberare le parole”, e la“migrazione” della metafora al linguaggio filmico, con Buñuel. Némanca la valutazione di Eliche di Guillermo de Torre, di cui Corsi —nel — è stato brillante traduttore in italiano.

Futurismi in Spagna segna così il punto di arrivo di ricerche intra-prese da un decennio, che sono orgogliosa di aver visto nascere ecrescere.

M G P

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Introduzione

Che il Futurismo abbia avuto una vocazione internazionale fino daisuoi inizi, è cosa nota: il Manifesto di fondazione scritto da Marinet-ti uscì per la prima volta, ovviamente in italiano, nella “Gazzettadell’Emilia” di Bologna, ma l’evento rimasto impresso nella memo-ria collettiva per oltre un secolo è la sua pubblicazione, questa voltaovviamente in francese, su “Le Figaro”. Fu poi tempestivamente co-nosciuto e recepito in Russia, grazie alla traduzione che ne vennefatta a Pietroburgo nel e generò, insieme alle traduzioni di altriscritti, un movimento futurista autoctono nel quale il dibattito con icolleghi italiani fu sempre molto acceso: basti ricordare le polemicheche suscitò il ciclo di conferenze di Marinetti a Mosca e a Pietroburgonel .

Rimanendo nell’Est europeo, Marinetti, dopo quel viaggio in Bul-garia come corrispondente di guerra che avrebbe poi ispirato il poemaparolibero Zang Tumb Tumb, intrattenne rapporti con vari poeti bul-gari e, nella città di Jambol allora attraversata da fermenti innovatori,il giovane Kiril Krastev tradusse, tra l’altro, il Manifesto Lo splendoregeometrico e meccanico e la sensibilità numerica. Nel , la rivista un-gherese « Nyugat » pubblicava recensioni degli scritti futuristi, anchea seguito dell’invio, da parte di Marinetti, del volume Aeroplani diBuzzi che conteneva il ° Proclama Futurista dello stesso Marinetti. InPolonia, il Futurismo italiano riscosse un immediato interesse sullastampa: nel , Ignacy Grabowsky, drammaturgo e prosatore, pub-blicò su questo movimento un articolo che comprendeva anche laprima traduzione in polacco del Manifesto di fondazione; e in Ceco-slovacchia, i Manifesti marinettiani arrivarono sotto gli occhi di unintellettuale come Karel Capek già nel e ispirarono i versi di Stani-slav Kostka Neumann. Sarebbe poi di grande interesse approfondireil discorso del Futurismo in Romania: l’immediato riscontro ottenutodal movimento italiano è dimostrato dalla pubblicazione del Manifestodi fondazione sulla rivista « Democratia » addirittura un giorno prima

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Introduzione

della sua comparsa su “Le Figaro”; non sarà casuale se furono rumenii padri del Dadaismo, Tristan Tzara e Marcel Janco.

Nell’Europa centrale, il Futurismo entrò in Inghilterra grazie alManifesto di Marinetti e Nevinson, dal titolo Vital English Art, dandoorigine al Vorticismo di cui fece parte anche Ezra Pound; quanto allaGermania, il contatto si instaurò nel durante la mostra di pitturafuturista alla Galleria Der Sturm, a cui seguì la pubblicazione, nellaomonima rivista, del Manifesto di fondazione e del Manifesto dei pittorifuturisti.

Volgendo questa veloce navigazione verso ovest, in Portogallo il“Jornal de Noticias” di Oporto propose ai lettori una tempestiva sintesidel Manifesto marinettiano il febbraio e, il agosto dello stessoanno, il “Diário dos Açores” ne pubblicò una traduzione in portoghe-se. Tuttavia, l’interesse verso il Futurismo si concentrò soprattutto aLisbona dove, sulle pagine della rivista « Orpheu », vennero presentatial pubblico i versi futuristi di Almada–Negreiros, Sá–Carneiro e Pes-soa, con l’eteronimo di Álvaro de Campos; e dove si pubblicò nel il numero unico della rivista « Portugal Futurista. Publicação Even-tual ». Per restare in area lusofona, in Brasile il Manifesto di fondazionefu tempestivamente tradotto nel e il Futurismo arrivò a influen-zare negli anni Venti il modernismo di São Paulo. Persino da questipochi cenni si può dedurre come i Manifesti futuristi, in particolarequelli marinettiani, abbiano costituito un formidabile strumento dipenetrazione a livello internazionale; il libro di Daniele Corsi offrefinalmente una prospettiva nuova sulle radici che il Futurismo italianoaffondò in Spagna, tanto da generare movimenti e influenzare scrittoridi indubbio valore.

Il libro si suddivide in tre parti. Nella prima, dopo avere oppor-tunamente riassunto le risonanze critiche che i movimenti letteraripiù innovatori produssero all’epoca nel mondo iberico e i dibattitiche ne scaturirono, nel panorama di una Spagna che stava attraversan-do un periodo socialmente e politicamente assai difficile, si affrontaun problema cruciale per il corretto inquadramento di qualsiasi fe-nomeno estetico non marcato da datazioni esplicite, quello del suoinquadramento cronologico. Se infatti il Futurismo italiano ha unadata di nascita, il , sancita dal suo Manifesto di fondazione, moltopiù complesso è per lo studioso tracciare limiti certi per i movimentidell’avanguardia spagnola che fanno riferimento al movimento ita-

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Introduzione

liano. E non aiutano, in questo caso, i riferimenti lessicali: perché ilprimato cronologico nell’uso del termine futurisme in area iberica vaallo scrittore maiorchino Gabriel Alomar che lo introdusse nel ,quando l’avanguardia italiana non era ancora nata e, di conseguenza,lo usò con un senso diverso da quello che avrebbe assunto succes-sivamente. Corsi preferisce adottare un’ottica più ampia e forse piùcomplessa, quella che fa riferimento a eventi storici che hanno segnatola vicenda futurista in Spagna: dunque, stabilisce la data di avvio nel, anno della traduzione in castigliano del Manifesto di fondazione,e la data di conclusione nel , quando Marinetti compì quel viaggioa Barcellona e a Madrid che non mancò di lasciare tracce significativenella cultura spagnola.

Che l’istrionico e geniale fondatore del Futurismo abbia rappresen-tato un punto di riferimento anche per il formarsi dei movimenti d’a-vanguardia in Spagna è una tesi avanzata da molti, ma Corsi dimostracome, dietro le quinte, agisse un intellettuale e letterato madrileno,celebre per le sue indimenticate greguerías, Ramón Gómez de la Serna:fu lui a sollecitare prima, e a tradurre poi il Proclama futurista aglispagnoli nel quale Marinetti scatenò la polemica nei confronti dei topoinegativi della hispanidad, suggeriti dallo stesso Ramón. Sono, quellidel Proclama, dei clichés tematici e lessicali che improntano anche l’ope-ra marinettiana Spagna veloce e toro futurista, scritta dopo il viaggio del, dunque vari anni più tardi e nonostante il passaggio dalla formadel manifesto a quella della narrazione. L’analisi che Corsi conduce sultesto di questa opera dimostra con efficacia il realizzarsi sulla paginadi uno dei concetti chiave del Futurismo, quello di “simultaneità” —più noto per le sue realizzazioni pittoriche — grazie all’accumulocontemporaneo, dovuto alla velocità dell’automobile, di sensazionilegate a differenti sfere sensoriali.

Un capitolo centrale di questa prima parte riguarda proprio il fio-rire in Spagna di un’avanguardia prossima per stile e intenti al Fu-turismo italiano, eppure dotata di una propria autonomia estetica,l’Ultraismo. Corsi narra, in maniera attentamente documentata maanche avvincente, il sotterraneo terremoto portato da due grandifigure di intellettuali, il cileno Vicente Huidobro e il sivigliano RafaelCansinos–Asséns, nel panorama letterario madrileno intorno al .Ancora una volta, come per il Futurismo italiano e per altri movi-menti europei — tra i quali, significativamente, quelli portoghesi —

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Introduzione

la “madre” delle innovazioni letterarie è Parigi: il fermento artisticoche caratterizzava in quegli anni la capitale francese non mancò diinfluenzare Huidobro che, dalla sua casa in Plaza de Oriente a Madrid,contribuì a gettare le basi per il successivo sviluppo dell’Ultraismo,scrivendo nel il manifesto di fondazione del Creazionismo daltitolo Non serviam, dove marcava con forza una decisa frattura conl’arte tradizionale. A riprova di ciò viene riproposta nel volume unalirica di questo autore, dal titolo Arte poética: un particolare tipo dimanifesto che realizza già mediante i propri versi quella simultaneitàpercettiva che darà luogo alla sinestesia. L’altro e più diretto padrenobile dell’Ultraismo fu Rafael Cansinos–Asséns che, in un’intervistarilasciata a Xavier Bóveda, parlava esplicitamente, come si legge nelbrano citato da Corsi, di « porvenir intelectual »: il concetto di “futuro”,base necessaria di ogni movimento ispirato al Futurismo, usciva alloscoperto. E infatti Cansinos–Asséns, insieme ad altri intellettuali trai quali spicca Guillermo de Torre, contribuì alla stesura del primoManifesto dell’Ultraismo, il movimento che Corsi, a seguito di appro-fondite analisi sull’ideologia e la lingua che lo caratterizzano, ritienedirettamente influenzato dal Futurismo italiano; di più: secondo leparole dell’autore, l’Ultraismo rappresenta un « indigeno futurismospagnolo » (p. ).

Questa considerazione ci porta al cuore del problema, affrontatonella seconda parte del libro. Perché se è assolutamente necessario in-quadrare un fenomeno letterario nelle vicende storiche, ideologiche,estetiche del suo tempo, è l’analisi dei testi con strumenti epistemolo-gici adeguati a svelare l’effettiva consistenza di una ipotesi critica. Lostudio di Corsi, dopo avere ampiamente documentato i rapporti tral’avanguardia italiana e le avanguardie in Spagna e quelli che i gruppispagnoli contrassero tra loro, si applica all’analisi stilistica e retoricadel principale strumento di penetrazione del Futurismo, il Manife-sto programmatico, per spostarsi poi in area iberica e procedere alloscandaglio stilistico e lessicale di testi castigliani e catalani. Non si puòstabilire un rapporto di immediata analogia tra i testi programmaticiscritti in Italia e quelli prodotti in Spagna: intanto, perché il Futurismofaceva riferimento a un capo indiscusso, Marinetti, che orientava lestrategie comunicative del suo movimento; inoltre, perché il manife-sto futurista ha rappresentato una tipologia testuale specifica, dotata dimarche e caratteri propri. Non così in Spagna dove, a parte l’Ultraismo,

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Introduzione

i movimenti erano spesso dotati di diverse anime e le forme comunica-tive variavano dall’intervista, all’articolo, al manifesto vero e proprio.Altro elemento di fondamentale importanza, che accresce la comples-sità di questo studio, risiede nelle diversità territoriali, linguistichee culturali che hanno prodotto differenti ricezioni del Futurismo inCastiglia e in Catalogna.

Il corpus di scritti programmatici analizzati da Corsi consta di testiin lingua castigliana e in lingua catalana, compresi nei termini cro-nologici già individuati, tra il e il . Mediante un’approfonditaanalisi del lessico di questi scritti, Corsi giunge a numerose deduzionidi evidente rilievo, non soltanto linguistico, alle quali rinvio. Qui por-terò soltanto l’esempio della riproposizione in ambito spagnolo deitermini che costituiscono l’insegna lessicale del movimento italiano:futurismo, futurista, futuro. La parola futurismo registra un discreto nu-mero di occorrenze nel corpus iberico e, in particolare, è presente neititoli di alcuni scritti programmatici (per esempio, quelli di Gómez dela Serna e di González Blanco); non sempre, però, si tratta del nomeproprio del movimento di Marinetti, bensì del nome comune indi-cante una novità concettuale che può essere espressa anche medianteparole tradizionalmente appartenenti al lessico spagnolo, come porve-nir o devenir. Tanto che in Literaturas novísimas Guillermo de Torrecrea i neologismi porvenirista e devenirista come varianti di futurista.Anche in Catalogna, i termini futurisme, futurista, futur sono presenti inalcuni scritti programmatici di quegli anni, tra i quali spicca Contra elspoetes amb minúscula. Primer manifest català futurista, dell’intellettualeforse più vicino al Futurismo in terra catalana, Joan Salvat–Papasseit;nel Manifest Antiartístic Català (Full Groc), che vede tra i suoi firmatariSalvador Dalí, l’opposizione tra futuro e passato si ripropone nellecoppie antinomiche art d’avui–art d’ahir, poesia d’avui–antiga literatura.Ma l’élan vital, che fa parte dei contenuti impliciti del termine futu-rismo, si esplicita lessicalmente nel castigliano anche nel prefissoideultra– che può costituire una parola autonoma, o anche dare luogo anumerosi neologismi, tra i quali il celebre nome del movimento diGuillermo de Torre, l’Ultraismo, creato mediante la fusione tra unprefissoide e un suffisso, –ismo, allora molto in voga nelle lettere.

Sono, queste, vicende ricorrenti nella storia delle lingue umane,nelle quali un seme gettato — non sempre deliberatamente — generagermogli autonomi che possono distaccarsi dall’elemento originario

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Introduzione

e assumere una vita propria; è quanto dimostra Corsi, producendoprove concrete, nel capitolo intitolato Le parole del Futurismo in Spagna.Come si sa, il concetto di “dinamismo”, centrale nella poetica futurista,è stato adottato allo scopo di scalzare l’immobilismo sia nel pensie-ro che nell’azione sociale che nell’arte: negli scritti programmaticispagnoli la parola–chiave introdotta da Marinetti rimbalza frequente-mente con sfumature di senso anche diverse tra loro. In Catalogna,Nayral parla di « doble dinamisme » a proposito di Duchamp, e Foixusa l’aggettivo per qualificare il Futurismo come « dinámic i optimi-sta »; in area castigliana, Cansinos–Asséns definisce l’Ultraismo comeun movimento caratterizzato da un « renovador dinamismo espiri-tual », ma soprattutto Guillermo de Torre ricorre a questa parola percreare il sintagma « dinamismo accional » e per attribuire l’aggettivodinámico a diverse forme dell’azione artistica. Ancora in quest’areasemantica, il “dinamismo plastico” che nel Futurismo ha caratterizza-to la linea–guida prevalente soprattutto per pittori e scultori, ricorre(« dinamism plàstic ») nell’articolo dal titolo El Nunisme, di autore ano-nimo catalano. Ed è di grande interesse individuare nelle pagine diquesto capitolo del volume l’espandersi in Spagna di aree semantichedi stampo futurista, come quelle ispirate al tema dell’elettricità, dellasimultaneità, della tecnologia soprattutto aviatoria.

La seconda parte del libro si conclude con l’analisi di due Manifestiche, non a caso, vengono riprodotti nella loro forma grafica originale,il castigliano Manifiesto Ultraísta Vertical, di Guillermo de Torre, e ilManifest Antiartístic Català di Salvador Dalí e altri; non a caso, perchél’impaginazione e l’uso dei caratteri tipografici assume qui una va-lenza che oltrepassa il livello dei soli significati verbali, per esprimerein forma visiva un senso ulteriore. Anche in questo caso, oltre agliantecedenti illustri che potremmo individuare nel corso dei secoli, ilcontatto più diretto è stato quello stabilito con il Futurismo che avevaintrodotto l’uso della tipografia creativa sia nei Manifesti (basti ricor-dare L’antitradizione futurista di Apollinaire), che nelle opere creative,come nel caso delle tavole parolibere.

La conclusione della parte precedente con l’analisi dei Manifestiverbovisivi è in effetti un’apertura che introduce ai temi della partesuccessiva, la terza, che estende lo sguardo a realizzazioni artistichedell’avanguardia spagnola legate al fenomeno del rapporto tra parolae immagine. È questo un argomento di grande interesse perché le

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Introduzione

interazioni tra i due codici hanno costituito, nel corso del Novecento eoltre, un asse portante della ricerca artistica delle avanguardie interna-zionali, spaziando dal concretismo alla poesia visiva. Spicca, in questepagine, la figura del poema Hélices di Guillermo de Torre, di cui Corsipossiede una comprovata conoscenza e un’ammirevole padronanzacritica; ma non viene trascurata neppure l’esperienza cinematograficadi un personaggio formatosi nella tertulia di Pombo di Gómez de laSerna, Luis Buñuel, nel quale l’autore ravvisa anche un tramite tral’avanguardia futurista e il successivo Surrealismo.

Il libro di Corsi si configura dunque come un’indagine ad ampioraggio, supportata sempre da riscontri testuali efficaci, su quel mu-tevole e variegato panorama che offrirono, in un momento storicofervido di potenzialità — poi frenati dagli eventi politici successivi— i movimenti letterari in Spagna. Mediante il difficile controllo ela lettura approfondita di documenti sparsi e diversi fra loro, in unquadro assai complesso e per questo finora poco scandagliato, l’autoreriesce a dimostrare una tesi innovativa, quella della consentaneità ideo-logica, tematica e linguistica tra il Futurismo italiano e le avanguardieletterarie spagnole.

S S

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Premessa

Varcate ormai le soglie del Centenario del Futurismo, la necessità dimisurare la forza del suo impatto linguistico e culturale sulla ricercaartistica e letteraria fuori dai confini italiani si fa sempre più necessaria.Nel la celebre mostra di Palazzo Grassi Futurismo & Futurismi,organizzata da Pontus Hulten, completava la Renaissance ideologica delmovimento, coniugando al plurale un lemma generalmente avvertitocome indeclinabile e legato all’unicità dell’individuo Marinetti.

Il rapporto fra la Spagna e la prima avanguardia italiana, ad esclu-sione di pochi casi isolati, è stato spesso valutato sotto l’ottica delpregiudizio o dello scetticismo. Si sono messi in evidenza gli eventistorici peculiari, come il contatto letterario fra Gómez de la Serna eMarinetti, o il viaggio di quest’ultimo a Barcellona e a Madrid nelfebbraio del . In ambito catalano, molti studi sono stati inveceorientati sulla “questione nominalistica” comparando le radici filoso-fiche del futurisme, coniato nel da Gabriel Alomar, con quelledel movimento italiano. Facendo un bilancio bibliografico, si osservacome le ragioni della storia abbiano quasi sempre prevalso su quelledella ricerca linguistica e semiotica.

In Spagna non sorge un movimento d’avanguardia totale che, comeil Futurismo, sconfina dal terreno dell’arte in quello dell’ideologiaglobale. Gli scrittori castigliani e catalani recepiscono e mutuano varieistanze programmatiche ed estetiche dalle principali correnti europeedando vita a movimenti, gruppi o scuole artistiche talvolta difficili daincasellare nel concetto di “avanguardia storica”. In questo disordinatomelting pot, si rilevano tuttavia quasi sempre, come elementi costanti,le marche stilistiche e lessicali del Futurismo italiano. In particolare,nella sfera iberica il castigliano è la lingua che maggiormente si apre allinguaggio futurista costruendo sopra di esso una propria costellazionesemantica di termini d’avanguardia autoctoni.

L’intento di questo lavoro è proprio quello di osservare in quale mi-sura certe marche stilistiche, estetiche ed ideologiche del Futurismo

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Futurismi in Spagna

siano penetrate nella lingua e nella letteratura castigliana e catalanagrazie alla circolazione internazionale dei manifesti e degli scritti crea-tivi dell’avanguardia storica italiana. L’obiettivo è molto ambizioso e ilpresente libro non è che il preludio di un percorso che dovrà essere infuturo ampliato in altre direzioni scientifiche, colmando i vuoti cheuna ricerca di tale respiro impone.

D C, Lido di Venezia, settembre

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P I

PERCORSI TEMATICI

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Capitolo I

Il concetto di avanguardianella storiografia letteraria spagnola

Vanguardia es un término usado en demasía.(Gregorio Marañón, « La Gaceta Literaria », n. , giugno )

En el siglo , como en el siglo , vanguardismo quiere decir originalidad,o sea rebeldía, contra el orden, que es la autoridad; contra la regla que es latécnica, y contra el cuento, que es la vulgaridad.

(Valentín Andrés Álvarez, « La Gaceta Literaria », n. , giugno )

La verdad, no me atrevo a decir nada alevoso contra la vanguardia; moriréadmirando esa palabra; no me podrán dar vergüenza de su significado losque la ofenden... Siento que mis amigos debilitan su convicción; pero sigosiendo enemigo de mis enemigos, les desprecio, les escupo. [. . . ] puedelincharme la multitud si quiere; pero por último tengo que dar un vivaque me brote del corazón y que merece las palabras indiscutibles: ¡Viva lavanguardia! ¡Viva el vanguardismo!

(Ramon Gómez de la Serna, « La Gaceta Literaria », n. , luglio )

Creo que debe llamarse movimiento de vanguardia al intento de rein-tegración de las letras o artes españolas al espíritu occidental, desde laterminación de la guerra a hoy.

(Mauricio Bacarisse, « La Gaceta Literaria », n. , luglio )

Toda la gran restauración del orden metafísico y auténtico que ha ocupadolos dos últimos decenios, se ha cumplido bajo el signo del vanguardismo.

(Eugenio Montes, « La Gaceta Literaria », n. , luglio )

Vanguardia: fase que ha sido superada para dar paso a otra más libre, orgáni-ca y constructora. [...] Ha terminado la época del manifiesto, del proyecto,de la algarada. Lindamos con la edad más venturosa del alambique, en lacual se produce la obra destilada.

(Guillermo de Torre, « La Gaceta Literaria », n. , novembre )

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Futurismi in Spagna

Queste autorevoli testimonianze, apparse nel su alcuni numeri de« La Gaceta Literaria », non sono che sparuti frammenti del coacervodi impressioni critiche volte a difendere, negare o definire il cripticoconcetto di arte d’avanguardia in Spagna. Il poeta e critico Miguel Pé-rez Ferrero scelse il più prestigioso organo di espressione e diffusionedell’avanguardismo nella penisola per divulgare il suo questionario inquattro punti, intitolato Una encuesta sensacional. ¿Qué es la Vanguardia?.Nell’anno della defunción formal dell’avanguardia spagnola, trentaseiintellettuali appartenenti a differenti generazioni, gruppi o ambiti cul-turali esprimono il loro giudizio su un fenomeno, ormai consideratopassato, che necessitava di un primo intento di storicizzazione. Il corpusdelle risposte, sebbene provvisto in alcuni casi di raffinate prove esege-tiche, rimane avvolto in un’indeterminata nube di polemiche, fazionio settarismi che non fanno altro che aumentare la confusione criticasul tema. Comune alla maggior parte degli interventi è solo la volontàinterpretativa del segno “avanguardia” in un momento storico, quellodella fine degli anni Venti, in cui il fenomeno si stava trasformando,come attesta Matei Calinescu, in un concetto artistico onnicomprensivoche designava tutte quelle nuove scuole internazionali caratterizzate daprogrammi estetici come il rifiuto del passato e il culto del nuovo.

. L’inchiesta apparve il giugno del sul numero della « Gaceta Literaria » (Madrid,–). Costava di cinque domande specifiche rivolte all’intellettualità spagnola: « . ¿Existeo ha existido la vanguardia?; . ¿Cómo la ha entendido usted?; . A su juicio, ¿Qué postuladosliterarios presenta o presentó en su día?; . ¿Cómo la juzgó y la juzga desde un punto devista político? ». Le risposte al questionario furono censite su ben sei numeri della rivista: n. ( giugno ), n. ( giugno ), n. ( luglio ), n. ( luglio ), n. (agosto ), n. ( novembre ). Nel numero rispondono: G. Marañón, E. GiménezCaballero, J. Bergamín, J. Moreno Villa, R. Chacel, V.A. Álvarez, J. Ibarra. Nel n. : M.F.Almagro, A. Marichalar, C.M. Arconada, J. Torres Bodet, E. de Champourcín, E. GonzálezRojo. N. : R. Gómez de la Serna, B. Jarnés, E. Salazar y Chapela, R. Ledesma Ramos,M. Bacarisse, A. Espinosa, S. Ros, L. Gómez Mesa. N. : E. Montes, J.Ma. de Cossío, J.E.Herrera, C. de la Torre, T. Ortega, F. Ximénez de Sandoval, R. Laffón, G. Díaz Plaja, J.Ma.Alfaro, J. Aparicio, E. de Ontañón, F. Vighi. L’autore del questionario risponde sul numero con un Breve resumen a una encuesta, mentre Guillermo de Torre, uno dei massimi espertidell’avanguardismo, invia dall’Argentina un ampio contributo pubblicato tre mesi più tardisul numero . È curioso che nessuno degli “attori” della chiamata Generazione del ’risponda al questionario. L’unica testimonianza vicina al gruppo del ’ rimane quella diMoreno Villa, che ammette fermamente l’esistenza di un’avanguardia spagnola alla qualedichiara di aver partecipato in prima persona. Per maggiori dettagli sull’inchiesta di PérezFerrero cfr. A. S O, Vanguardismo y crítica literaria en España, Madrid, Istmo, ,pp. –.

. « By the second decade of our century, avant–garde, as an artistic concept, had

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. Il concetto di avanguardia nella storiografia letteraria spagnola

Prima della celebre inchiesta, il gallicismo avant–garde, ribattezzatovanguardia, era già utilizzato con frequenza nella cultura spagnola. Iltermine viene consacrato nel , vero e proprio annus mirabilis per lacomparsa di due pietre miliari nella storiografia letteraria: Literaturaseuropeas de vanguardia di Guillermo de Torre e La deshumanización delarte di José Ortega y Gasset. In realtà è Torre a consacrare la parolavanguardia nell’ambito ispanico, dal momento che Ortega ha sempreevitato di ricorrere a tale espressione. Ce lo ricorda Renato Poggioli:

La formula « arte d’avanguardia » è patrimonio terminologico (e forse anchecritico) quasi esclusivo delle lingue e culture neolatine. Il termine è peresempio usato con certa frequenza nella cultura spagnola ed ispanoameri-cana, dove Guillermo de Torre ne ha fatto uso ad insegna di un libro chestudia con notevole acume numerosi movimenti e molti aspetti specificidell’avanguardismo letterario: ma dove Ortega y Gasset, che è forse l’unicoscrittore che abbia finora affrontato, seppure da una prospettiva particolare,la questione dell’arte d’avanguardia come problema d’insieme, ha sempreevitato quel termine, ed ha preferito invece « arte disumanizzata » o « arteastratta », « arte nuova » o « arte giovane », forse perché ha voluto sottoli-neare da un lato il radicalismo intellettuale di quell’arte, e dall’altro il fattoch’essa coincide con l’avvento d’una nuova generazione.

become comprehensive enough to designate not one or the other, but all the new schoolswhose aesthetic programs were defined, by and large, by their rejection of the past and bythe cult of the new. But we should not disregard the fact that novelty was attained, more oftenthan not, in the sheer process of the destruction of tradition; Bakunin’s anarchist maxim, “Todestroy is to create”, is actually applicable to most of the activities of the twentieth–centuryavant–garde » (M. C, Five Faces of Modernity. Modernism, Avant–Garde, Decadence,Kitsch, Postmodernism, Durham/NC, Duke University Press, , p. ).

. Si segnalano altri importanti eventi del : la conferenza sul Surrealismo chetenne Louis Aragon presso la Residencia de Estudiantes di Madrid; il Premio Nacionalde Literatura che ottennero i poeti Rafael Alberti e Gerardo Diego; la nascita della rivistaultraista « Plural » (Madrid, ) diretta da César A. Comet; la celebrazione della Exposiciónde la Sociedad de Artistas Ibéricos (ESAI).

. a ed. Madrid, Caro Raggio, .. a ed. Madrid, Ed. Revista de Occidente, .. R. P, Teoria dell’arte d’avanguardia, Bologna, Il Mulino, , p. . Riguardo

alla questione terminologica Poggioli più avanti precisa: « Il fatto che il termine si sia radi-cato meglio che altrove in Francia e in Italia, dimostra forse che la sensibilità alla questioneimplicita nel termine è più viva nelle tradizioni culturali specialmente consapevoli, comel’italiana, della problematica letteraria ed estetica; o come la francese, particolarmenteinclinate a considerare sotto il punto di vista della socialità o della socievolezza (o del lorocontrario) così arte come cultura. Forse si deve egualmente alla latinità linguistica dellaformula e del concetto quella difficoltà o resistenza che hanno loro impedito di attecchirein Germania, dove per un senso quasi morboso delle crisi della cultura, hanno predomi-