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Che cos’è la Bioetica Ambiti di cui la bioetica si interessa La sperimentazione genetica Una questione aperta La convenzione di Oviedo Primo brevetto di un organismo geneticamente modificato Bibliografia Fonti La Bioetica

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• Che cos’è la Bioetica• Ambiti di cui la bioetica si interessa• La sperimentazione genetica• Una questione aperta• La convenzione di Oviedo• Primo brevetto di un organismo

geneticamente modificato• Bibliografia • Fonti

La Bioetica

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Che cos’è la Bioetica

La Bioetica è una disciplina che si occupa delle questioni morali che sorgono dal continuo progredire della ricerca biologica e medica e dalla possibilità di intervenire sull’uomo con tecniche sempre più sofisticate. Il termine bioetica deriva dal greco bíos, 'vita' e ethicós, da êthos, 'costume'. La bioetica si può considerare una branca multidisciplinare del sapere scientifico, poiché in essa sono implicate, oltre che la biologia e la medicina, anche l’etica, la riflessione filosofica, la deontologia professionale (cioè l’insieme dei principi che regolano una “corretta” applicazione della professione) e la filosofia della scienza..

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Il termine venne coniato all'inizio degli anni ’70 dall'oncologo statunitense Van Rensselaer Potter, che riteneva scopo di questa scienza “ponte” – come la definisce egli stesso – portare tutta l'umanità a prender parte attiva e consapevole ai processi dell'evoluzione biologica e culturale.(Van R. Potter, Bioethics. The Science of Survival, in Perspectives in Biology and Medicine, 14 [1970], pp. 120-153).

Secondo l'Encyclopedia of Bioethic è “lo studio sistematico delle dimensioni morali – comprendenti la visione morale, le decisioni, la condotta, le politiche – della scienza della vita e della cura della salute, attraverso una varietà di metodologie etiche in un contesto interdisciplinare” (W.T. Reich, Encyclopedia of Bioethics, New York 1995, vol. I, p. 21).

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Ambiti di cui la bioetica si interessa:

• I problemi etici di tutte le professioni sanitarie;• Le ricerche comportamentali, indipendentemente

dalle loro applicazioni terapeutiche;• I problemi sociali associati con le politiche

sanitarie, la medicina del lavoro, la sanità internazionale, le politiche di controllo demografico;

• I problemi della vita animale e vegetale in relazione con la vita dell’uomo

(Società Italiana di Medicina legale e delle Assicurazioni, Il Documento di Erice sui rapporti della Bioetica e della Deontologia Medica con la Medicina Legale, 53rd Course on “New trends in forensic haematology and genetics. Bioethical problems” (Erice, 18-21.2.1991), pubblicato su Medicina e Morale 1991, 4: 561-567).

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La Sperimentazione Genetica

I progressi della genetica hanno portato, dall’interpretazione della struttura del DNA nel 1953 a oggi, alla messa a punto di tecniche un tempo impensabili, quali l’ingegneria genetica, la clonazione, la reazione a catena della polimerasi, la creazione di organismi transgenici, la terapia genetica. Tali tecniche permettono di compiere ricerche e di effettuare interventi utilizzando il patrimonio genetico degli organismi viventi. Ma se un certo grado di “manipolazione” delle caratteristiche di piante e animali di interesse economico è stato attuato e accettato fin da tempi antichi da coltivatori e allevatori (che impiegavano sistemi di riproduzione controllata ed effettuavano incroci selezionati), le nuove possibilità di intervento sui geni offerte dalle sofisticate e recenti tecniche genetiche, destano oggi molti inquietanti quesiti.

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Ad esempio, la clonazione può essere eseguita sull’uomo? Se sì, sarebbe lecito creare cloni dell’uomo da usare come donatori di organi? Un clone umano potrebbe essere congelato e fatto crescere nell’utero di una donna, dopo la morte dell’essere umano da cui deriva il clone stesso? Si possono creare animali e piante geneticamente modificati, per l’utilità dell’uomo? La tecnica che comporta la modificazione genetica di microrganismi, come batteri e lieviti, allo scopo di produrre antibiotici e vitamine, potrebbe essere impiegata per scopi militari? Che conseguenze potrebbe avere sugli equilibri ecologici e sui meccanismi evolutivi l’immissione negli ecosistemi di organismi “nuovi”?

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Una questione apertaRisulta spesso difficile dare una risposta certa e univoca, tanto più che in molti casi si tratta di temi sorti in tempi troppo recenti per poterne valutare correttamente tutti gli aspetti e le possibili implicazioni. La definizione e la regolamentazione di gran parte dei temi bioetici vengono affrontate diversamente nei vari paesi, a seconda della cultura e della sensibilità etiche espresse dalle diverse civiltà, determinando notevoli differenze a livello internazionale. I primi comitati etici si svilupparono negli anni Sessanta negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Svezia e in qualche altro paese. Essi riunivano alcuni specialisti e intellettuali, che si ponevano l'obiettivo di discutere i problemi morali sollevati dalle scienze della vita e di definire i criteri da utilizzare nella pratica medica e biologica. Negli anni Ottanta, questi comitati si sono moltiplicati e alcuni di essi hanno raggiunto un livello internazionale. Le autorità pubbliche, sensibilizzate a loro volta verso questi problemi, hanno spesso creato dei comitati nazionali, con lo scopo di creare appropriate norme giuridiche per regolamentare gli aspetti più scottanti.

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La Convenzione di OviedoTra i paesi membri dell’Unione Europea, un importante documento definisce i principi etici irrinunciabili cui devono attenersi la ricerca medica e biologica, l’esercizio della professione medica e la cura della persona, e regola i rapporti tra scienza e tutela dei diritti umani. La “Convenzione di Oviedo per la protezione dei diritti umani e della dignità dell’essere umano riguardo all’applicazione della biologia e della medicina” fu siglata nel 1997 nella città spagnola di Oviedo; in seguito, ciascun paese firmatario ha provveduto alla sua ratifica. In Italia ciò è avvenuto con la legge n. 145, nel marzo 2001.Tra i principi enunciati, particolare risalto ha la consapevolezza che l’uso improprio della medicina e della biologia potrebbe rappresentare un pericolo per la dignità dell’essere umano; viene ribadito il diritto del malato ad accedere a cure adeguate, a essere informato e a dare il consenso ai trattamenti terapeutici in modo del tutto “libero e consapevole”, al rispetto della propria privacy. Principi di questo tipo sono previsti anche dal codice deontologico dei medici, ma nella Convenzione sono espressi in modo organico e imprescindibile.

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Un’altra sezione del documento riguarda la sperimentazione in ambito genetico e ha suscitato polemiche tra le diverse componenti della comunità scientifica, sociale e politica, per le sue norme che alcuni ritengono troppo restrittive e, di fatto, un ostacolo al progresso della ricerca. Tra i principi enunciati, vi è il divieto di eseguire test genetici eccetto che per motivi medici; viene interdetta qualsiasi forma di discriminazione basata sul patrimonio genetico; viene esclusa la possibilità di utilizzare la diagnosi prenatale per determinare in anticipo il sesso del nascituro; ribadisce il totale divieto alla clonazione umana. Tuttavia, in base alla direttiva europea n. 44 del 1998 (che “protegge” il brevetto sulle invenzioni biotecnologiche), viene ammessa la clonazione e la coltivazione di cellule somatiche umane a scopo terapeutico, ad esempio per disporre di tessuti da trapiantare evitando il fenomeno del rigetto.

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Primo brevetto di un organismo geneticamente

modificatoNel 1970 il microbiologo Ananda Chakrabarty richiese all'ente americano PTO (Patents and Trademark Office) il brevetto per un batterio geneticamente modificato da lui messo a punto. Si trattava del primo caso di brevetto per un organismo geneticamente modificato; dapprima il PTO rifiutò la richiesta, affermando che la legge statunitense vietava di brevettare esseri viventi. La questione seguì un iter legale che si concluse con il verdetto della Corte Suprema favorevole a Chakrabarty.

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Bibliografia

• AA.VV., Clonazione, Ist. Poligrafico dello Stato, Roma 1998.

• Douzou, P., La saga dei geni. Dall'abate Mendel alla pecora Dolly, Edizioni Dedalo, Bari 1998.

• Kolata, G., Cloni. Da Dolly all'uomo?, Raffaello Cortina, Milano 1998.

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Fonti

• Bioetica." Microsoft® Encarta® 2007 [DVD]. Microsoft Corporation, 2006.

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Presentazione eseguita da

Licciardello Marzia & Coppola Sonia