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CORSO DI FORMAZIONE SUL MICROCLIMA
IN AMBIENTE DI LAVORO secondo il D.Lgs. 81/2008 e l’Accordo Stato Regioni del
21/12/2011
Stima e valutazione dell’ambiente termico in ambienti di lavoro di tipo MODERATO
Docente: Giuseppe PICCARDI1
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Aspetti normativiAspetti normativi
La legislazione vigente non prevede limiti specifici sui parametri microclimatici.
quindi... facciamo il punto?
OBBLIGHI GENERALI art. 2087 cod. civ.
art. 28 D.Lgs.81/08
...prescrive l’obbligo per l’imprenditore di adottare le misure necessarie a tutelare
l’integrità fisica dei lavoratori...
...il datore di lavoro è tenuto ad effettuare la valutazione di tutti i rischi per la salute
e sicurezza dei lavoratori...
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Aspetti normativiAspetti normativi
La tutela dei lavoratori al rischio microclima compare esplicitamente in due sezioni del D.Lgs. 81/2008: Titolo VIII – Capo
I e Allegato IV.
art. 180...per agenti fisici si intendono il rumore,
gli ultrasuoni..., il microclima... che possono comportare rischi per la salute e
la sicurezza dei lavoratori.
...il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici...
La valutazione dei rischi derivanti da esposizioni ad agenti fisici è programmata ed effettuata, con cadenza almeno
quadriennale, da personale qualificato (figura i cui requisiti non sono al momento ancora stati formalmente definiti)...
art. 181
TITOLO VIII – Agenti fisiciCapo I – Disposizioni
generali
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Aspetti normativiAspetti normativiL’allegato IV sul tema microclima ripropone concetti (in alcuni casi riprendendoli parola per parola) già espressi da decreti legislativi precedenti (pre-D.Lgs. 81/08), le cui prescrizioni sul tema microclima risultavano piuttosto generiche.
ALLEGATO IV1.9 Microclima...1.9.1.3 Se sono utilizzati impianti di condizionamento dell’aria o di ventilazione meccanica, essi devono funzionare in modo che i lavoratori non siano esposti a correnti d’aria fastidiosa....1.9.2.1 La temperatura nei locali di lavoro deve essere adeguata all’organismo umano durante il tempo di lavoro, tenuto conto dei metodi di lavoro applicati e degli sforzi fisici imposti ai lavoratori.1.9.2.2. Nel giudizio sulla temperatura adeguata per i lavoratori si deve tener conto della influenza che possono esercitare sopra di essa il grado di umidità ed il movimento dell’aria concomitanti....1.9.2.4 Le finestre, i lucernari e le pareti vetrate devono essere tali da evitare un soleggiamento eccessivo dei luoghi di lavoro, tenendo conto del tipo di attività e della natura del luogo di lavoro....
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Aspetti normativiAspetti normativi
Altri riferimenti nel D.Lgs.81/08 correlabili al microclima...
1. Le misure generali di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro sono:
...
d) il rispetto dei principi ergonomici nell’organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di
lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in
particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo;
...
TITOLO I – Principi comuniCapo I – Disposizioni generali
Art.15 – Misure generali di tutela
TITOLO II – Luoghi di lavoroCapo I – Disposizioni generaliArt.63 – Requisiti di salute e
sicurezza1. I luoghi di lavoro devono essere conformi ai requisiti indicati
nell’allegato IV.
2. Siano strutturati tenendo conto di lavoratori disabili
(pulsantiere, bagni, vie di circolazione, scale ed ascensori e
porte).
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Aspetti normativiAspetti normativi
Altri riferimenti nel D.Lgs.81/08 correlabili al microclima...
TITOLO II – Luoghi di lavoroCapo I – Disposizioni generaliArt.64 – Obblighi del datore
di lavoro
1. Il datore di lavoro provvede affinché:
a)i luoghi di lavoro siano conformi ai requisiti di cui
all’articolo 63 commi 1, 2 e 3;
b)Le vie di circolazione, vie che conducano alle
uscite e/o di fuga (in caso siano uscite d’emergenza)
siano tenute sgoere;
c)Gli impianti, i dispositivi e luoghi di lavoro siano
sottoposti a manutenzione e vengano eliminati
eventuali difetti che pregiudichino la sicurezza dei
lavoratori;
d)Gli impianti, i dispositivi e luoghi di lavoro siano
regolarmente puliti, per garantire condizioni igieniche
adeguate;
e)Gli impianti di sicurezza siano sottoposti a regolare
manutenzione e controllo del funzionamento.
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Aspetti normativiAspetti normativi
TITOLO VII – Attrezzature munite di videoterminaliCapo II – Obblighi del datore di lavoro, dei dirigenti e dei
prepostiArt.174 – Obblighi del datore di lavoro
1. Il datore di lavoro, all’atto della valutazione del rischio di cui all’articolo 28, analizza i posti di lavoro
con particolare riguardo:
...
c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.
...
3) Il datore di lavoro organizza e predispone i posti di lavoro ... in conformità ai requisiti minimi di cui
all’allegato XXXIV.
ALLEGATO XXXIV2 Ambiente...e) Parametri microclimatici.Le condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori.
Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di discomfort per i lavoratori....
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Aspetti normativiAspetti normativi
Il D.Lgs. 81/08 riguardo al microclima, pur dichiarando esplicitamente che si tratta di un rischio di tipo fisico per il quale deve essere effettuata la valutazione, non prevede un Capo specifico.
Metodi e criteri di valutazione definiti da norme tecniche forniscono solidi strumenti
oggettivi di analisi e valutazione.
1) ... il datore di lavoro valuta tutti i rischi derivanti da esposizione ad agenti fisici in modo da identificare e adottare le opportune misure di prevenzione e protezione con particolare riferimento alle norme di buona tecnica ed alle buone prassi....
Che fare... art 181 c.1?
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Aspetti normativiAspetti normativi
Normativa Tecnica UNI
UNI EN ISO 7726 – Ergonomia degli ambienti di lavoro. Strumenti per la misurazione delle grandezze fisiche.
UNI EN ISO 8996 – Ergonomia dell’ambiente termico. Determinazione del metabolismo energetico.
UNI EN ISO 9920 – Ergonomia dell’ambiente termico. Valutazione dell’isolamento termico e della resistenza evaporativa dell’abbigliamento.
UNI EN ISO 11079 – Ergonomia degli ambienti termici. Determinazione e interpretazione dello stress termico da freddo con l’utilizzo dell’isolamento termico dell’abbigliamento richiesto (IREQ) e degli effetti del raffreddamento locale.
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Aspetti normativiAspetti normativi
UNI EN 27243 – Ambienti caldi. Valutazione dello stress termico per l’uomo negli ambienti di lavoro, basata sull’indice WBGT (temperatura a bulbo umido e del globotermometro).
UNI EN ISO 7933 – Ergonomia dell’ambiente termico. Determinazione analitica ed interpretazione dello stress termico da calore mediante il calcolo della sollecitazione termica prevedibile.
UNI EN ISO 7730 – Ergonomia degli ambienti termici. Determinazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale.
UNI EN 13779 – Ventilazione degli edifici non residenziali. Requisiti di prestazione per i sistemi di ventilazione e di climatizzazione.
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Aspetti normativiAspetti normativi
UNI EN 15251 – Criteri per la progettazione dell’ambiente interno e per la valutazione della prestazione energetica degli edifici, in relazione alla qualità dell’aria interna, all’ambiente termico all’illuminazione e all’acustica.
UNI 10339 – Impianti aeraulici a fini di benessere. Generalità, classificazione e requisiti. Regole per la richiesta d’offerta, l’offerta, l’ordine e la fornitura.
UNI EN ISO 10551 – Ergonomia degli ambienti termici. Valutazione dell’influenza dell’ambiente termico mediante scale di giudizio soggettivo.
UNI EN ISO 15265 – Ergonomia dell’ambiente termico. Strategia di valutazione del rischio per la prevenzione dello stress o del disagio termico in condizioni di lavoro.
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Cos’è il microclima?...definisce l’insieme dei parametri climatici
ambientali (locali) e parametri personali che
caratterizzano i processi di scambio termico
“individuo-ambiente”...
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Si distinguono:Ambienti moderati con condizioni non troppo distanti
dalle condizioni ideali.Ambienti severi caldi e ambienti severi freddi nei quali
specifiche ed ineludibili esigenze produttive determinano
la presenza di alte o basse temperature
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Per “ambiente locale” non si intende necessariamente solo quello “confinato”...
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
...ma anche quello “outdoor”.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
La caratterizzazione degli scambi termici uomo-ambiente dipende dalla tipologia di ambiente considerato, ma non in
funzione del fatto che si tratti di ambiente confinato o aperto ma in relazione alle sollecitazioni a cui l’individuo è sottoposto
operando in determinate condizioni ambientali.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Classificazione dell’ambiente termico:
Ambiente Moderato
Ambiente Severo Caldo
Ambiente Severo Freddo
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Secondo quale criterio oggettivo un ambiente può essere considerato MODERATO o SEVERO?
Si definiscono ambienti termici SEVERI (VINCOLATI) quei luoghi di lavoro nei quali esistono esigenze (ambientali e/o produttive) tali da vincolare uno o più parametri microclimatici ambientali (temperatura, umidità, ecc.) o personali (abbigliamento, ecc.) Le condizioni di comfort termico NON SONO realisticamente perseguibili.
Si definiscono ambienti termici MODERATI tutti quegli ambienti nei quali non sussistono condizioni di vincolo. Le condizioni di comfort termico SONO realisticamente perseguibili.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
VETRERIA – Temperatura del “bagno” all’interno del forno: 1600 °C
Temperature rilevate sulla passerella adiacente al forno:
Ta: 40 – 50 °CTr: 70 – 80 °C
SEVERO CALDOAMBIENTE:
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Il “vincolo” è naturalmente determinato da esigenze
produttive
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Attività outdoorTa < 0°C
Conservazione prodotti alimentari Ta: -40 °C – +10 °C
SEVEROFREDDO
AMBIENTE:
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Nel primo caso (come nel precedente) il vincolo è produttivo, nel secondo è ambientale. Il vincolo ambientale outdoor è naturalmente determinato dalla stagione e dalle condizioni meteorologiche.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Ufficio soleggiato Ta: 32 – 36 °CTr: 40 – 42°C
MODERATOAMBIENTE:
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L’ambiente “ufficio” è di tipo moderato; tali valori evidenziano un problema le cui cause possono essere molteplici: assenza di impianti di climatizzazione o malfunzionamento, criticità strutturali e di esposizione, ecc. Pertanto l’ambiente in questione necessità di un intervento migliorativo.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Impongono un moderato grado di intervento all’organismo umano (sistema di termoregolazione) al fine di realizzare la condizione di equilibrio termico (omeotermia).
Sono caratterizzati da:
•condizioni ambientali omogenee con ridotta variabilità nel tempo;
•assenza di scambi termici localizzati rilevanti sul bilancio complessivo;
•attività fisica modesta e analoga per i diversi occupanti;
•uniformità del vestiario indossato dagli occupanti.
Gli ambienti MODERATI sono quegli ambienti che:
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
AMBIENTETERMICO
MODERATO
condizioni microclimatiche
confortevoli
?suscitano soddisfazione
nella più ampia maggioranza degli individui esposti
mantenimento della neutralità termica;equilibrio termico uomo-ambiente
OMEOTERMIA
?
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
OMEOTERMIA = COMFORT TERMICO
Condizioni microclimatiche ottimali consentono il mantenimento dello stato di “omeotermia” dell’organismo umano.In queste condizioni l’individuo è portato a non esprime preferenza né per un ambiente più caldo né per un ambiente più freddo, il benessere è legato ad uno stato di soddisfazione psico-fisico.
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L’allontanamento dalle condizioni ambientali ottimali si determina una condizione di discomfort. Più ci si allontana dalle condizioni ottimali più l’organismo si affatica.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
L’uomo è un organismo “omeotermo” ovvero con una temperatura interna costante (37°C). Il mantenimento
della condizione di omeotermia può comportare affaticamento per l’organismo, determinando una
situazione di discomfort.
I meccanismi di termoregolazione intervengono nelle situazioni ambientali di caldo o freddo per l’organismo
umano, al fine di mantenere la temperatura interna costante.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Pelle e tessuti sottocutaneiLa temperatura degli strati
superficiali è fortemente variabile.La zona esterna rappresenta il rivestimento che comprende: l’
epidermide, tessuto sottocutaneo e adiposo.
NucleoIn condizioni di neutralità
37°C.Il Nucleo comprende gli organi vitali del corpo.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Nucleo T: 1 ÷ 2 °C
Guscio T: 4 ÷ 5 °C
Variazioni limitate provocano disagio, malessere.
Variazioni elevate provocano situazioni di stress termico, che possono comportare rischi per la salute.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
L’organismo umano tende a mantenere stabile la propria temperatura attraverso meccanismi di
termoregolazione che consentano l’adeguamento alle variazioni climatiche esterne.
SISTEMA DI TERMOREGOLAZIONE
È governato dall’IPOTALAMO che agisce attraverso dei meccanismi nervosi a “feed-back” (o
“retroazione”).
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“retroazione”: processo di autoregolazione per cui gli effetti in uscita da un sistema (meccanismo, circuito, organismo) modificano le grandezze in ingresso del sistema stesso.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
SISTEMA DI TERMOREGOLAZIONE
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I recettori termici centrali e periferici inviano segnali di temperatura (e della sua velocità di variazione) all’ipotalamo, che li confronta con i
valori di riferimento e determina l’attivazione, quando necessaria, degli opportuni meccanismi di termoregolazione.
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
MECCANISMI DI TERMOREGOLAZIONE
Meccanismi di difesa verso il CALDO
Meccanismi di difesa verso il FREDDO
vasodilatazione
sudorazione attiva
diminuzione attività motoria
FALLIMENTO DEI SISTEMI
brivido
vasocostrizione
aumento dell’attività motoria
FALLIMENTO DEI SISTEMI
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizionidefinizioni
Impegno organico elevato modificazione delle attività psicosensoriali e psicomotorie, abbassamento
del livello di attenzione, interferenza con l’attività lavorativa svolta.
gli scambi termici sono strettamente dipendenti dai parametri microclimatici dell’ambiente in esame e parametri personali
degli individui che vi operano
Il bilancio energetico risultante è descritto attraverso: L’EQUAZIONE DEL BILANCIO ENERGETICO UOMO-
AMBIENTE.
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
BILANCIO ENERGETICO SUL CORPO UMANO
L’organismo umano è un sistema
termodinamico sul quale è possibile fare un bilancio energetico considerando i flussi di
energia entranti ed uscenti attraverso la
sua superficie.
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
EQUAZIONE DEL BILANCIO ENERGETICO
S = M-W ± Cres ± Eres ± K ± C ± R - E
Dove:
M: potenza prodotta nei processi metabolici;
W: potenza utilizzata nel compiere lavoro meccanico;
CRES: potenza scambiata nella respirazione per convezione;
ERES: potenza scambiata nella respirazione per
evaporazione;
K: potenza scambiata per conduzione;
C: potenza scambiata per convezione;
R: potenza scambiata per irraggiamento;
E: potenza ceduta per evaporazione (sudorazione, traspirazione);
S: differenza tra potenza ceduta e acquisita dal corpo umano.
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
S=0 omeotermiaS>0 sensazione di caldoS<0 sensazione di freddo
S esprime la potenza termica netta accumulata o persa dal corpo umano.
S = M-W ± Cres ± Eres ± K ± C ± R - E
36
Nella maggior parte delle situazioni in ambiente moderato, sia industriale che civile, i meccanismi di scambio dominanti sono
convezione, irraggiamento ed evaporazione, pertanto i termini C, R, E, congiuntamente al metabolismo M, sono preponderanti rispetto agli
altri. La conduzione ha un peso limitato (rilevanza solo in attività leggere tipicamente sedentarie).
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
S = M-W ± Cres ± Eres ± K ± C ± R - E
attività svolta dal soggetto
Respirazione: attività, umidità dell’aria, temperatura dell’aria
Evaporazione: percentuale di pelle bagnata, umidità, velocità e temperatura
dell’aria, abbigliamento.
Irraggiamento: abbigliamento e temperatura media radiante
Convezione: abbigliamento, temperatura e velocità dell’aria
Conduzione: punti di contatto tra
soggetto e ambiente ed ha un
peso limitato
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
L’interazione uomo-ambiente dal punto di vista termico può essere determinata mediante il contributo di soltanto sei
variabili: quattro sono quantità fisiche che caratterizzano l’ambiente (parametri ambientali), due sono descrittori delle
caratteristiche dell’individuo che opera in tale contesto ambientale (parametri
personali).
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Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 39
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Grandezze ambientali
ta [°C] – temperatura secca dell’aria
tr [°C] – temperatura media radiante
U.R. [%] – umidità relativa
var [m/s] – velocità relativa dell’aria
Grandezze personali
M [W/m2 o met] – attività metabolica
Icl [°C m2/W o clo] – resistenza termica del
vestiario39
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 40
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Temperatura secca dell’aria – Ta [°C].
Si intende la temperatura dell’aria ambiente in cui il soggetto svolge la propria attività o compito lavorativo, escludendo lo strato d’aria riscaldata aderente alla superficie dell’individuo. Influenza gli scambi termici convettivi. Temperatura media radiante – Tr [°C].
Caratterizza gli scambi termici radiativi e dipende dalla temperatura di tutte le superfici che si trovano attorno al soggetto. È un indice dell’intensità della componente radiante globale delle sorgenti presenti nell’ambiente occupato dalla persona. Formalmente è definita come la temperatura uniforme di una cavità nera in cui il soggetto scambierebbe lo stesso flusso radiativo che scambia nell’ambiente reale non uniforme dove ogni superficie ha una temperatura propria.
Linee guida microclima, aerazione e illuminazione
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Umidità relativa – U.R. [%].Definisce il grado igrometrico ad una determinata temperatura dell’aria. Normalmente viene espressa anche in termini di pressione parziale di vapore, pa [Pa], condiziona gli scambi
termici evaporativi che avvengono attraverso la respirazione e la superficie della pelle. Negli ambienti di tipo moderato ha un’influenza limitata sulla sensazione termica. La suo controllo è legato più ad esigenze di qualità dell’aria e problematiche di carattere igienico-sanitarie.Velocità relativa dell’aria – var [m/s].
Influisce sugli scambi termici che avvengono per convezione. La velocità relativa dell’aria è un parametro corretto, funzione
della velocità dell’aria (va) e dell’indice metabolico (M), per
tenere conto del movimento del soggetto nell’ambiente. Negli ambienti indoor la velocità dell’aria è generalmente caratterizzata da moto turbolento variando rapidamente in direzione e intensità
Linee guida microclima, aerazione e illuminazione
41
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 42
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Attività metabolica – M [W/m2 o met].Chiamata in modi diversi (energia metabolica, tasso metabolico, ecc.) è legata all’attività che il soggetto compie e rappresenta l’energia termica prodotta all’interno del corpo umano nei processi metabolici.
Linee guida microclima, aerazione e illuminazione
42
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 43
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Attività metabolica – M [W/m2 o met].Oltre a W/m2 è spesso utilizzata l’unità di misura met:
1 met = 58,2 W/m2
Può essere distinta in due componenti:“metabolismo basale”, necessario al funzionamento degli organi vitali (43met);“metabolismo legato all’attività” che l’individuo sta compiendo. Linee guida microclima, aerazione e
illuminazione
43
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 44
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Attività metabolica – M [W/m2 o met].La valutazione del metabolismo energetico viene effettuata con metodi lunghi e complessi di difficile applicazione negli ambienti di lavoro. Il metodo più utilizzato per la misura del metabolismo energetico prevede la determinazione della quantità di calore prodotta dal corpo dalla misura della quantità di ossigeno consumato dal soggetto durante l’ attività. Nelle valutazioni di tipo ambientale è spesso sufficiente disporre di valori approssimati, si fa pertanto ricorso a tabelle che permettono di determinare M in modo indiretto in base all’attività svolta.
Nel termine M è quasi sempre contenuto il termine W che rappresenta l’energia convertita (attività muscolare) in lavoro meccanico scambiato con l’esterno. Anche W è funzione dell’attività svolta ed è valutabile mediante tabelle.
44
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 45
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
La stima di M si può effettuare in modo indiretto mediante tabelle:
45
Le tabelle possono essere divise in due categorie che consentono rispettivamente valutazioni di massima (più grossolane) e valutazioni più dettagliate, ricavando il metabolismo energetico come somma di diverse aliquote: metabolismo basale, aliquota legata alla postura, aliquota all’attività, ecc.
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 46
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Resistenza termica del
vestiario – Icl [°C m2/W o
clo].Rappresenta la resistenza che il vestiario, congiuntamente allo strato d’aria presente tra pelle e vestiti, oppone al flusso termico. L’unità di misura generalmente utilizzata è il clo.
1 clo = 0,155 m2 °C/W46
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Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Resistenza termica del vestiario – Icl [°C m2/W o clo].
La stima di Icl è complessa e viene effettuata in laboratorioin camera climatica mediantemetodi e misure che prevedonol’utilizzo di manichini riscaldatielettricamente.Nelle valutazioni di tipoambientale (analogamente ad M)è spesso sufficiente disporre di valori approssimati: anche la resistenza termica del vestiario si valuta mediante valori riportati in tabelle.
47
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 48
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Resistenza termica del vestiario – Icl [°C m2/W o clo].
Icl può essere valutata con differenti livelli di
approfondimento.Vi sono tabelle che forniscono la stima di Icl per
combinazioni tipiche di capi di vestiario:
48
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 49
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
Vi sono tabelle che forniscono la stima di Icl per singoli capi
di vestiario:
49
Queste ultime consentono una valutazione più accurata, la resistenza termica complessiva si ottiene sommando quella di ogni singolo capo.
Copyright EPC Srl Socio Unico – tutti i diritti riservati, riproduzione vietata 50
Processi di scambio termico uomo-Processi di scambio termico uomo-ambienteambiente
FACCIAMO IL PUNTO…
MICROCLIMA
PROCESSI DI SCAMBIO TERMICO UOMO-
AMBIENTEEQUAZIONE DEL
BILANCIO TERMICO
VALUTAZIONE DI 6 VARIABILI
4 AMBIENTALI
2 PERSONALI
STIMA MEDIANTE
MISURAZIONI STRUMENTALI
OSSERVAZIONE E STIMA
MEDIANTE TABELLE
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Il microclima e l’ambiente termico: Il microclima e l’ambiente termico: definizioni.definizioni.
OMEOTERMIA
f(M, Icl, ta, tr, U.R., var) = 0
S = M-W ± Cres ± Eres ± K ± C ± R – E = 0
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La funzione f può essere individuata come indice descrittore dell’ambiente termico, ovvero indicatore sintetico della sensazione
termica dell’individuo.
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
L’indice sintetico descrittore della sensazione termica dell’individuo, esprime una definizione analitica delle condizioni di (dis)comfort attraverso le combinazioni assunte dalle variabili.
Le combinazioni che definiscono lo stesso valore dell’indice sono espressione delle medesime
sensazioni termiche.
f(M, Icl, ta, tr, U.R., var) = 0
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
Noti i parametri ambientali e personali è possibile valutare di quanto le condizioni termoigrometriche reali si discostano da quelle ideali (condizione di OMEOTERMIA).
QUALI STRUMENTI?
Attualmente l’indice termico più utilizzato in campo internazionale è l’indice PMV (Predicted Mean Vote – Voto Medio Previsto).
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
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Sul PMV esiste un ampio consenso riguardo al fatto che sia il miglior descrittore delle condizioni microclimatiche in ambienti termici moderati. Il PMV è riconosciuto a livello internazionale per la valutazione degli ambienti termici moderati.
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
L’indice PMV è stato sviluppato secondo un modello previsionale proposto da Povl Ole Fanger:
PMV Correlazione statistica con la grandezza S
Relazione biunivoca fra bilancio energetico del corpo umano e sensazione termica determinata
attraverso l’analisi statistica condotta su un campione di individui sottoposti a condizioni
ambientali controllate. La teoria proposta da P. O. Fanger si fonda sulla correlazione tra i
parametri fisici e le sensazioni soggettive delle persone esposte ad un determinato ambiente termico.
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
Quasi 1300 individui sottoposti a condizioni ambientali controllate erano invitati ad esprimere un giudizio sulla gradevolezza del
clima utilizzando una scala di sensazione termica a sette livelli:
VOTO SENSAZIONE
+3 molto caldo
+2 caldo
+1 leggermente caldo
0 neutro
-1 leggermente freddo
-2 freddo
-3 molto freddo
BENESSERE
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Fanger evidenziò che per ambienti moderati in condizioni di comfort aumentando l’attività è tollerato un incremento della sudorazione ed è preferita una diminuzione della temperatura della pelle le variabili
fisiologiche sono allora legate all’attività svolta dall’individuo.
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
Fanger propose un legame funzionale tra la votazione mediamente espressa dai soggetti esposti ed il loro carico
termico:
PMV = f(M, Icl, ta, tr, U.R., var)
L’indice PMV è una funzione matematica delle “6 variabili uomo-ambiente”
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
L’indice PMV è la media dei voti espressi da un grande numero di persone, pertanto i voti individuali
risultano dispersi intorno al valore medio.
Per un gruppo di persone esposte alle stesse condizioni ambientali non è individuabile una
situazione microclimatica ideale che soddisfi tutti.
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Il PMV rappresenta un valore medio (Voto Medio Previsto) correlato all’indagine statistica, implica pertanto l’esistenza di
una variabilità individuale.
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
Un secondo indice PPD (Predicted Percentage of Dissatisfied) associato al PMV rappresenta la percentuale di insoddisfatti correlata ad un
determinato valore di PMV.
PMVPPD
percentuale di persone insoddisfatte
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Sensazione termica e indici di Sensazione termica e indici di benesserebenessere
Percentuale Prevista di Insoddisfatti in funzione del Voto Medio Previsto:
PMV
PPD
PMV=0PPD=5%
NEUTRO LEGGERMENTECALDO
CALDOLEGGERMENTEFREDDO
FREDDO
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Non è realizzabile un ambiente termico che soddisfi tutti. La percentuale minima di insoddisfatti accettabile è del 5%
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
Il modello di Fanger è alla base della norma UNI EN ISO 7730 la cui ultima revisione risale al 2006.
La norma, che ha recepito la procedura di valutazione dell’ambiente termico mediante gli indici di benessere,
definisce i criteri di applicabilità, limiti e intervalli di accettabilità.
UNI EN ISO 7730 – Ergonomia degli ambienti termiciDeterminazione analitica e interpretazione del benessere termico mediante il calcolo degli indici PMV e PPD e dei criteri di benessere termico locale. Sebbene la norma sia stata elaborata specificatamente per i luoghi di lavoro essa è applicabile a qualunque altro tipo di ambiente.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
L’indice PMV è stato ricavato da studi condotti in ambienti termici a regime stazionario, tuttavia esso può essere applicato con buona approssimazione anche in presenza di minime variazioni di uno o più parametri.La UNI EN ISO 7730 quantifica la tolleranza con la quale condizioni non stazionarie possono essere approssimate a stazionarie:
• In caso di fluttuazioni cicliche della temperatura la variazione picco-picco deve risultare inferiore a 1°C.
• In caso di derive termiche il gradiente non deve superare i 2°C/ora.
Le condizioni di stazionarietà degli ambienti si intendono considerando le medie temporali relative all’ultima ora; la valutazione del comfort/discomfort va effettuata nelle condizioni peggiori (massimo caldo o massimo freddo). 64
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
L’applicazione degli indici PMV-PPD è ritenuta rappresentativa della previsione del grado comfort/discomfort quando i parametri ambientali e individuali rientrano all’interno di determinati intervalli di valori (intervalli di applicabilità):
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
Comfort e Discomfort…
Criteri di accettabilità per il comfort definiti dalla UNI EN ISO 7730. 66
Al di sopra del 15% per l’indice PPD ovvero al di fuori della categoria C si è in una condizione di disagio
termico.
Gli ambienti di lavoro dal punto di viste delle condizioni termoigrometriche saranno soggetti a limiti più o meno restrittivi in funzione della categoria di comfort a cui sono associabili.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
Nella precedente versione della norma era definito un unico intervallo di accettabilità i cui limiti corrispondevano all’attuale Categoria B: (-0,5 < PMV < + 0,5)
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
Avere suddiviso le condizioni per il comfort in differenti classi di qualità rappresenta in linea di principio una scelta opportuna in quanto permette una differenziazione di prestazione tra tipologie di ambienti diversi.
Tuttavia tale suddivisione contiene due criticità di carattere applicativo…
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
CRITICITA’:1) Ampiezza degli intervalli 2) Classificazione degli ambienti
1) Ampiezza degli intervalli
Gli intervalli che definiscono le tre categorie sono troppo ristretti (in particolare per la Categoria A) in relazione all’entità degli errori di valutazione.
Infatti considerando gli errori che si commettono nella valutazione dei parametri personali (mediante osservazione) e dei parametri ambientali (mediante misure; in questo caso riferendosi alla precisione richiesta agli strumenti dalla UNI EN ISO 7726) risulterebbe che il PMV è stimabile con un’incertezza non inferiore a ± 0,2.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
2) Classificazione degli ambienti
La norma non definisce i criteri in base i quali attribuire ad un determinato ambiente/attività una specifica categoria di comfort, non è quindi possibile determinare l’accettabilità ai fini del benessere termico.
Nell’ambito di un processo di verifica delle condizioni di benessere termico l’appartenenza di un ambiente/attività ad una classe di comfort, deve essere un prerequisito ai fini della valutazione, pertanto deve essere nota a priori.
La classificazione dell’ambiente effettuata a posteriori perde di significato in termini valutativi.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
I criteri di attribuzione alle categorie di comfort permetterebbero di razionalizzare la gestione degli ambienti con caratteristiche antropiche e strutturali differenti permettendo: flessibilità in fase progettuale, ottimizzazione nella gestione degli impianti, risparmio energetico, ecc...
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
La norma tecnica UNI EN ISO 7730 raccomanda di applicare la procedura di valutazione mediante l’indice PMV solo quando esso è compreso nell’intervallo [-2; +2].
Al di fuori di tale intervallo la percentuale di insoddisfatti PPD supera il 75% elevato discomfort.
In questo caso l’ambiente è caratterizzato da forte discomfort, tale da ritenere l’associazione dell’indice PMV con la sensazione termica non rappresentativa, in quanto non adeguatamente supportata da evidenze sperimentali.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
In casi particolari, in alternativa all’indice PMV, sono applicabili criteri semplificati di benessere basati su indici di temperatura.
La UNI EN ISO 7730 considera principi di valutazione delle condizioni climatiche in ambienti confinati in funzione
della temperatura operativa - to
La temperatura operativa (o operante) è definita come la temperatura uniforme di una cavità in cui il soggetto
scambierebbe mediante i meccanismi di irraggiamento e convezione, la stessa energia che scambia affettivamente
nell’ambiente reale non uniforme.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico globaleglobale
to può essere stimata dalla seguente relazione:
to= A · ta + (1-A) · tr
A: parametro funzione della velocità relativa.
Quando var<0,2m/s o la differenza tra ta e tr è piccola (<4°C), to si può
approssimare come media aritmetica tra ta e tr.
var(m/s)
<0,2 0,2÷0,6
0,6÷1,0
A 0,5 0,6 0,7
La temperatura operativa costituisce un primo parametro di interesse pratico per la valutazione del benessere
termico. Per un dato spazio, attività e vestiario, esiste una
temperatura operativa ottimale cui corrisponde PMV=0
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Il discomfort locale è determinato da disuniformità nei valori delle variabili ambientali che danno origine
a scambi termici localizzati uomo-ambiente.
“discomfort locale” ?
In un ambiente termico moderato viene verificata la condizione di benessere termico per l’individuo
secondo la UNI EN ISO 7730 quando sono soddisfatti simultaneamente i criteri di comfort globale e comfort
locale.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Il rispetto dei limiti per l’indice PMV-PPD è una condizione necessaria ma non sufficiente a soddisfare il requisito di
benessere termico.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Le persone sensibili al disagio locale sono soprattutto quelle che svolgono attività
leggera e sedentaria, che hanno una sensazione termica globale prossima alla neutralità. A livelli di attività più elevati la
sensibilità diminuisce.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Per ogni disagio locale sono definiti gli indici di
riferimento in termini di percentuali di insoddisfatti (PD), correlati al parametro ambientale che caratterizza il discomfort, che dovranno
soddisfare criteri di accettabilità suddivisi
anch’essi in tre classi di qualità.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
SCAMBI TERMICI LOCALIZZATI
1. Correnti d’aria.
2. Gradiente di temperatura verticale.
3. Temperatura del pavimento troppo
calda/fredda.
4. Asimmetria radiante.
La UNI EN ISO 7730 definisce e analizza quattro forme di disagio localizzato principali che possono verificarsi frequentemente negli ambienti confinati.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
DISAGIO GENERATO DA CORRENTI D’ARIA
Si riferisce al raffreddamento localizzato dovuto al movimento dell’aria. È una delle cause di disagio locale più frequenti negli ambienti indoor in particolare in quelli dotati di impianti di climatizzazione con ventilazione forzata.
Spesso induce i soggetti esposti ad intervenire con
misure non adatte (fino alla chiusura delle bocchette o lo spegnimento dell’impianto),in genere peggiorative, nel
tentativo di limitare il disturbo.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
La sensazione di disagio dipende da diversi fattori:
a)dalla temperatura della corrente;
b)dalla differenza tra la temperatura della corrente e dell’aria ambiente;
c)dalla zona del corpo investita dalla corrente;
d)dall’attività del soggetto;
e)dalle fluttuazioni della velocità istantanea dell’aria nel punto in esame;
TURBOLENZA
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
La velocità dell’aria negli ambienti è caratterizzata da moto TURBOLENTO con ampie fluttuazioni nello spazio e nel tempo attorno al valore medio.La sensazione di DISAGIO può ulteriormente essere
incrementata dall’intensità locale di turbolenza (Tu).
Tu è una stima dell’irregolarità del moto dell’aria
ed è definito, in termini percentuali, come il rapporto tra la deviazione standard e la velocità
media dell’aria.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Il discomfort da corrente d’aria è quantificato da un indice (DR – Draught Rate) che esprime la percentuale di insoddisfatti.La UNI EN ISO 7730 propone un modello in cui il rischio da corrente d’aria è calcolato mediante il seguente algoritmo:
Dove:ta è la temperatura locale dell’aria (20°C÷26°C), va è la velocità locale dell’aria (0,05m/s÷0,5m/s) e Tu è l’intensità di turbolenza (10%÷60%).
DR = (34 - ta)·(va - 0,05)0,62·(0,37·va·Tu +
3,14)
La UNI EN ISO 7730 definisce i valori limite di DR per ciascuna categoria di comfort A, B, C rispettivamente pari a
10%, 20%, 30%.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
GRADIENTE DI TEMPERATURA VERTICALE
Si riferisce alla differenza verticale di temperatura dell’aria rilevata a livello della testa e delle caviglie. Differenze elevate possono generare discomfort nei soggetti presenti. In genere negli ambienti confinati la temperatura dell’aria tende dal pavimento a crescere con l’altezza.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
GRADIENTE DI TEMPERATURA VERTICALEDa studi empirici su campioni di soggetti è stata ricavata la relazione tra la differenza di temperatura dell’aria (∆t) a livello testa-caviglie e la percentuale di insoddisfatti (PD).
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
La condizione di accettabilità dell’indice PD per ciascuna categoria di comfort A, B, C è rispettivamente <3%, <5%, <10% che
espressa in termini di ∆t risulta: <2°C, <3°C, <4°C.
PD(%)
∆ta,v(°C)
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
TEMPERATURA DEL PAVIMENTO TROPPO CALDA/FREDDA
Disagio localizzato indotto dal contatto tra piedi e pavimento nel caso quest’ultimo risulti troppo caldo o troppo freddo.La sensazione termica può essere influenzata da diversi fattori: tempo di esposizione, tipologia di calzature e materiali di cui sono composte, postura del soggetto, materiale di cui è costituito il pavimento, presenza di riscaldamento a pavimento.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
TEMPERATURA DEL PAVIMENTO TROPPO CALDA/FREDDA
Da studi empirici è stata determinata la correlazione tra la temperatura superficiale del pavimento e la percentuale di insoddisfatti (PD).
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Gli intervalli di accettabilità di temperatura sono (19°C÷29°C) per le categorie A e B, (17°C÷31°C) per la C, le rispettive condizioni per l’indice
PD sono <10%, <15%.
PD(%)
tf(°C)
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
ASIMMETRIA RADIANTE
Disagio indotto da vaste superfici radianti a differente temperatura presenti negli ambienti indoor che generano un campo radiante asimmetrico o non uniforme (es. forni, vetrate, pannelli radianti, ecc.). Il parametro ambientale utilizzato per valutare questo disagio è la differenza delle temperature piane radianti rilevate sulle facce opposte di un elemento piano.
Da studi sperimentali è stata determinata la relazione tra percentuale di insoddisfatti (PD) ed asimmetria radiante, evidenziando una differente sensibilità ad asimmetrie generate da superfici verticali o orizzontali, calde o fredde.
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
PD(%)
∆tpr(°C)
soffittocaldo
parete fredda
soffittofreddo
parete calda
La condizione di accettabilità dell’indice PD è <5% per le categorie A e B, <10% per la C.
tpr [°C] A e B C
soffittocaldo
<5°C <7°C
paretefredda
<10°C <13°
C
soffittofreddo
<14°C <18°
C
paretecalda
<23°C <35°
C
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Valutazione del benessere termico Valutazione del benessere termico localelocale
Riassumendo...
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Contenuti del corsoContenuti del corso
Processi di scambio termico uomo ambiente:parametri fisici ambientali e personali.
Aspetti normativi.
Microclima e ambiente termico: definizioni.
Sensazione termica e indici di benessere.
Valutazione del benessere termico globale.
Valutazione del benessere termico locale.
Strumenti e metodi.
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Stima mediante tabelleM: UNI EN ISO 8996
Icl: UNI EN ISO 9920
Misurastazione di monitoraggio microclimatico:
centralina + sonde
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
dispendio metabolico - M
osservazione dell’attività:
tabelle diriferimento
UNI EN ISO 8996
UNI EN ISO 7730 – prospetto B
differenti livellidi approfondimento
classificazione secondo il tipo di
occupazione
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
dispendio metabolico - M UNI EN ISO 8996
La determinazione di M relativa ad un ciclo lavorativo variabile, composto da più fasi, può richiedere una valutazione approfondita: stima dei tempi,
analisi dei movimenti, osservazione del lavoro ciò comporta la classificazioni di ogni singola attività, dei relativi tempi, distanze percorse,
dislivelli, pesi manipolati, numero d’ azioni effettuate, ecc.
dove:
Mi: metabolismo energetico dell’attività i-esima;
Ti: durata dell’attività i-esima;
T: i ti.
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
resistenza termica del vestiario - Icl
UNI EN ISO 9920
È difficile stimare in modo rigoroso l’abbigliamento delle persone.
I valori sono tabulati per combinazioni di vestiario e capi singoli tipici.
0,28
0,25
0,04
0,25
0,05
0,04
Icl = 0,91
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Un abbigliamento tipico estivo ha una resistenza termica di 0.5÷0.6 clo, mentre un abbigliamento tipico invernale ha una
resistenza di 0.9÷1.0 clo.
Negli ambienti moderati le modifiche all’abbigliamento non devono essere utilizzate come strumento di controllo del
microclima, fatta eccezione per interventi che vanno contro il “buon senso”.
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Parametri ambientali – ta, tr, U.R., var
La strumentazione utilizzata per la misura dei parametri ambientali microclimatici, deve rispettare specifiche caratteristiche fissate
dalla norma UNI EN ISO 7726.
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
PMVPPD
centralina di acquisizione
psicrometroglobotermome
tro
tr
connessione alle sonde
ta – U.R. var
acquisizione
parametri
elaborazione: calcolo indici
anemometro a filo caldo
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
UNI EN ISO 7726: nel caso di ambienti termici omogenei è sufficiente un’unica misura; in ambienti eterogenei è necessario compiere più misure nel volume occupato dal soggetto esposto
ed effettuare la media.
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
La UNI EN ISO 7730 riporta dei prospetti per la stima del PMV in relazione a
M, Icl, var, to (U.R.=50%).
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
correnti d’aria
temperatura del
pavimento
Tu(%)DR(%)
misura della temperatura superficiale
tf[°C]PD(%)
Discomfort locale...
va
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
asimmetria radiante
gradiente di temperatura
verticale
lato caldo
sensore: termopila
tp,r[°C]
PD(%)
misura della temperatura
dell’aria a livello caviglie ta,v[°C]
PD(%)combinato a una
sonda di temperatura (es. psicrometro) a
livello testa
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Al momento non esistono documenti di riferimento (linee guida, standard tecnici, ecc.) sui criteri e strategie di conduzione
dei monitoraggi finalizzati alla valutazione del (dis)comfort negli ambienti di lavoro.
L’ambiente di lavoro moderato ricopre un’ampia gamma di tipologie di ambienti diversificati per caratteristiche strutturali,
requisiti energetici, attività produttive, ecc.
107
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Quale deve essere il fine del monitoraggio strumentale?
Consentire una valutazione attendibile e rappresentativa, rispondente alla
realtà dell’ambiente di lavoro.
Individuare le criticità e le cause che le hanno generate.
108
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Quale deve essere il fine del monitoraggio strumentale?
Si deve tenere sempre presente che nella percezione dell’ambiente termico
possono influire fattori soggettivi e psicosociali correlati ad elementi di
condizionamento esterni (stress lavorativo, difficili rapporti con colleghi
e/o superiori, carichi di lavoro eccessivi, scarsa gratificazione, orari
di lavoro eccessivi, ecc.).109
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
Quali domande ci si pone nel pianificare una “campagna” di misure microclimatiche?
Come e dove effettuare la misura?
Quante misure effettuare?
In quale periodo della giornata effettuare la misura?
In quale periodo dell’anno effettuare la misura?
Durata del campionamento?
110
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Strumenti e metodiStrumenti e metodiSuggerimenti, buone pratiche… criteri di “buon
senso”…
nel percorso conoscitivo finalizzato a definire i criteri di
intervento è opportuno procedere per gradi:
Analizzare in via preliminare la documentazione disponibile
sulle caratteristiche degli ambienti (impianti, cicli di
lavoro, ecc.)
Osservazione e acquisizione di informazioni
dirette negli ambienti di lavoro.
Coinvolgimento e integrazione tra le diverse figure interessate: tecnico, datore di lavoro (RSPP),
lavoratori (RLS), medico competente.
Redazione di una checklist delle problematiche
riscontrate.
Pianificazione della campagna di misure.
111
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
SUD
OVEST
EST
NORD
orientamento geografico
disposizione degli ambienti
soleggiamento
impianti di trattamento e ricambio d’aria
valutazione dell’edificio
valutazione degli ambienti
superficie
affollamento
vetrate e soleggiamento
disposizione bocchette - moduli di
trattamento
AMBIENTI CAMPIONE
PUNTI DI MISURA
CAMPIONE
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Strumenti e metodiStrumenti e metodi
DURATA DELLA MISURA
essere rappresentativa dell’ambiente termico
condizioni termiche stazionarie
tenere conto dei tempi di adattamento delle
sonde
NUMERO DI PUNTI DI MISURA
disposizione delle postazioni di lavoro
variabilità spaziale
variabilità giornaliera e stagionale
Può essere utile correlare gli esiti delle misurazioni indoor con le condizioni meteorologiche esterne.
Spesso è opportuno ripetere i rilievi: nella stessa giornata, più giornate nella stessa stagione,
in differenti periodi stagionali.
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StrumentiStrumenti ee metodimetodi
La valutazione dell’ambiente termico dipende da numerosi fattori.
Le tipologie di ambienti moderati possono ricoprire un’ampia casistica di situazioni.
Normativa, Linee guida e standard tecnici sono, nella pianificazione e conduzione del processo di valutazione, punti di riferimento per il valutatore al quale è demandata una certa discrezionalità applicativa che dipende dal particolare caso in
esame.
Il fine della valutazione è la caratterizzazione rappresentativa dell’ambiente termico ovvero
delle condizioni ricorrenti di massimo disagio/rischio.
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StrumentiStrumenti ee metodimetodi
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Grazie dell’attenzioneGiuseppe PICCARDI