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Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 12 - Foligno, dicembre 2010 tuiva e che tutt'ora rappre- senta per Torino. Serrate, picchetti, una situazione a tratti molto difficile per i tem- pi […] Le loro storie. Storie fatte spesso di sacrifici ripe- tuti negli anni, di famiglie di- vise, di aspirazioni e mète da raggiungere, molte volte ri- maste tali. Ma sempre con una caratteristica precisa, con una particolarità singo- lare; l'orgoglio di lavorare, sudando e spaccandosi la schiena a volte, ma contenti di fare, di costruire il futuro nostro e dei nostri figli, po- tendo offrire al mondo l'one- stà, sotto forma di dedizione e professionalità, integrità morale […] Si rischia di cade- re nella facile retorica, ma queste proprio sono le moti- vazioni che mia madre mi ha permesso di condividere in tutti questi anni di vita in co- mune, valori che oggi io cer- co di trasmettere alle mie di figlie, e che certamente ani- mano la vita di coloro che le fabbriche ancora le frequen- tano. Il lavoro come capacità di vivere in onestà, la forza di porsi di fronte ai fatti e le persone con la condizione di essere nel giusto, una certa idea magari romantica di li- bertà […] Il nostro paese è in piena crisi politico istituzio- nale già da diverso tempo, dove ad un presidente del consiglio sempre più indaffa- rato nelle sue cose e portato- re di un concetto di democra- zia quanto meno discutibile per non dire di peggio, si con- trappone una classe politica e sindacale non all'altezza di quella che da più parti viene definita come emergenza de- mocratica. Nel guado dell'im- mobilismo della classe diri- gente, si stanno inserendo a turno i cosi detti poteri forti, in questo caso la FIAT ed il suo management, che con arroganza prossima alla prevaricazione, tentano l'as- salto decisivo al mondo del lavoro, ai suoi diritti, allo Sta- tuto stesso che dovrebbe san- cire quei diritti […] Ecco, non facciamo che i metalmecca- nici, ma anche gli studenti, i precari, chi vive situazioni di difficoltà, tutti noi insomma, ci sentissimo sabato più soli di quanto già siamo. Ne va in gioco il nostro futuro, quello dei nostri figli, finanche i no- stri sogni! Ci è stato chiesto come mai questo giornale non ha par- lato delle inchieste penali in corso presso la ASL, il Co- mune e la VUS. La risposta è già nel titolo. Le questioni penali, se tali sono e come le riterrà la ma- gistratura, competono a quest’ultima. Alla politica, alla quale inve- ce si ispira ed è dedicato questo giornale, compete la ricerca e la critica delle ra- gioni che hanno reso possi- bile una così grande deriva morale che prescinde co- munque dall’accertamento di fatti di rilevanza penale. La difesa e la concreta assi- curazione del diritto alla sa- lute e alla buona ammini- strazione in genere è stata una prerogativa di merito della nostra regione dall’im- mediato dopoguerra sino al- meno alle ultime ammini- strazioni comuniste. Constatare il degrado di un tanto grande patrimonio morale, culturale e sociale è il fatto più grave che emer- ge dalle indagini della magi- stratura penale. Se abbiamo il diritto, ma an- che il dovere, di lamentare e denunciare inefficienze, in- sufficienze, scarsità di qua- lità dei servizi erogati dalle strutture sanitarie, ammini- strative e di servizi pubbli- ci nella nostra città è perché alcuni decenni addietro un grande numero di cittadini impegnati, onesti e compe- tenti, sotto la guida di un grande Partito Comunista e con la forza di una vasta partecipazione e consenso popolare, hanno saputo 30 anni di straordinarie esperienze e risultati non sono bastati a fugare un quasi ancestrale rifiuto per il disagio mentale come ma- lattia sociale e anzi, proprio in questi ultimi tempi, si sta assistendo a una regressio- ne culturale che rigetta il malato mentale nel recinto del “diverso”, dei tanti di- versi: asociali, omosessuali, tossici, immigrati, così det- ti abilmente diversi ed emarginati in genere. Una società che corre, che compete in un mondo glo- balizzato, che parla inglese, sembra non poter tollerare la presenza dei “diversi”: i matti vanno di nuovo rin- chiusi nei manicomi oggi chiamati strutture protette, i dasabili mentali, meglio noti col nome di “ritardati”, vanno espulsi dalle scuole degli abili e di nuovo ghet- tizzati nelle apposite diffe- renziali (questo sarà l’esito della abolizione degli inse- gnanti di sostegno). Più di 30 anni fa non era co- sì, non era questo il senti- mento culturale, morale, so- ciale e politico della nostra città e della nostra regione. La salute mentale era di com- petenza della Provincia che gestiva la rete degli ospedali psichiatrici, cioè dei manico- mi, uno persino imponente in rapporto alle dimensioni della città di allora c’era an- che a Foligno, in via Ober- dan, negli edifici oggi occu- pati dalla Università. Quando nel 1978 entrò in vigore in tutta Italia la “leg- ge Basaglia”, in Umbria non vi fu alcuna conseguenza perché era già stata applica- ta da almeno un decennio. Un giorno di diversi anni prima, infatti, operai della Amministrazione della Pro- vincia cominciarono a de- molire, silenziosamente e senza alcun clamore propa- gandistico, l’alto muraglio- ne che, praticamente nel cuore della città di Perugia, circondava il vasto ospeda- le psichiatrico. I matti, così venivano anco- ra chiamati ma con confi- denza e simpatia e senza paura o disprezzo, iniziaro- no a uscire dal loro carcere, a spargersi nella città, a vi- vere come uomini liberi “di- versi” in mezzo a tutti gli al- tri uomini liberi ma tutti, co- munque e ciascuno in modo proprio, “diversi”. Di quell’evento è stata incisa la memoria in due lungome- traggi girati uno dal regista Marco Bellocchio col titolo di “Matti da slegare” e l’altro dal regista Gianni Serra col tito- lo di “Fortezze vuote”, que- st’ultimo proprio nell’ex ma- nicomio di Perugia. Quella scelta non fu certa- mente facile né per chi la decise, né per quanti se la trovarono nella loro vita quotidiana. C’era allora una grande spinta culturale e soprattut- to c’era grande partecipa- zione, fiducia e rispetto tra gli amministrati e i loro am- ministratori. Non era certamente “Atlan- tide” e vizi e difetti, piccoli e gradi, sicuramente abbon- davano anche allora, ma contro questi, quando ecce- devano ed emergevano, non c’era bisogno dell’interven- to della magistratura, prima arrivava il giudizio e, se do- vuta e necessaria, la con- danna di una cittadinanza attenta e partecipe. C’era un grande Partito co- munista. “Sanitopoli” unaquestionepenale Dirittoallasalute unaquestionepolitica “Io sto con la FIOM” 4 pagine di inserto V iviamo un tempo diffi- cile. Con questa frase oramai iniziano tutti i discorsi sia che riguardino la situazione economica locale o mondiale, le possibilità e le condizioni del lavoro, il de- grado della istruzione e del- la cultura, lo stato sociale in genere. A questo disastro se ne aggiunge un altro, quello della politica, vittima di un imbarbarimento che vede riaffiorare fantasmi autorita- ri e reazionari nel vuoto, o almeno nello sbandamento ideologico e organizzativo delle forze così dette “pro- gressiste”. Ciò conforta e rinforza una nuova aggressi- vità del padronato che non si limita più a sottrarre i pro- fitti del lavoro, ma pretende di far pagare ai lavoratori le proprie incapacità e ineffi- cienze. Di fronte a questa ag- gressione le storiche orga- nizzazioni dei lavoratori sembrano vacillare e perde- re terreno, alcune, e non di- ciamo quali, per debiti, altre per paura del futuro. Una organizzazione sembra tuttavia resistere e reagire pensando e progettando. Non è un caso che sia proprio l’organizzazione che è stata in grado di conservare una propria cultura identitaria. E’ la FIOM, l’organizzazio- ne che esprime la classe operaia, una classe sociale e culturale bene identifica- ta, l’unica da sempre stori- camente in grado di assu- mere l’avanguardia della difesa dei diritti non solo dei lavoratori, ma dell’inte- ra nazione che sul diritto al lavoro fonda le proprie speranze. La manifestazio- ne di ottobre non ha esau- rito la sua spinta di resi- stenza e reazione. Voglia- mo qui ricordarla trascri- vendo un breve intervento di un operaio romano. Sabato a Roma sarò quasi certamente alla manifesta- zione indetta dalla tanto, ne- gli ultimi tempi, depaupera- ta FIOM, l'organismo sinda- cale dei metalmeccanici. E così facendo, rivivrò da lon- tano l'autunno caldo del 70' in cui mia madre, metalmec- canica alla FATME mi porta- va con sé […] La FATME era per Roma, quello che poteva essere allora, con i dovuti di- stinguo, ciò che la FIAT costi- creare queste realtà, facen- do emergere la nostra città e la nostra regione dalle de- vastazioni della seconda guerra mondiale all’eccel- lenza di un sistema sociale moderno, equo e solidale. Alla vicenda della buona amministrazione municipa- le dedichiamo l’inserto di questo numero, alla lungi- miranza, ma anche al corag- gio delle scelte e dell’impe- gno nella difesa e nell’affer- mazione del diritto alla sa- lute vogliamo dedicare que- sto articolo. Citeremo un’esperienza di assoluta avanguardia desti- nata a restare nella storia della medicina e della salu- te pubblica, ovviamente per coloro che vorranno e sa- pranno ricordarla, difender- la e proseguirla. Il 13 maggio 1978 il Parla- mento italiano ha approva- to la legge n. 180, universal- mente nota con il nome di “legge Basaglia” dal suo ideatore e promotore, lo psichiatra Franco Basaglia (anche se va ricordato che tale legge, e in genere il pen- siero medico scientifico che la muoveva, è stato pari- menti merito anche della moglie Franca). La “legge Basaglia” costitui- sce ancora oggi, a oltre 30 anni dalla sua promulgazio- ne, la normativa in materia di salute mentale più avan- za del mondo. La “legge Basaglia”, tuttavia, a oltre 30 anni dalla sua pro- mulgazione, non ha ancora trovato nel nostro paese compiuta applicazione, tan- te sono state e sono ancora le resistenze non solo, o non soltanto, scientifiche, quanto soprattutto cultura- li ed economiche. Il giornale è “on line” al sito www.piazzadelgrano.org PUBBLICAZIONE GRATUITA SANDRO RIDOLFI Ospedale psichiatrico di Foligno - 1950

Dicembre 2010

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Mensile d'informazione politica e cultura dell'Associazione comunista "Luciana Fittaioli", via del Grano 11-13 Foligno (PG) Italia

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Page 1: Dicembre 2010

Mensile di informazione, politica e cultura dell’Associazione Luciana Fittaioli - Anno II, n. 12 - Foligno, dicembre 2010

tuiva e che tutt'ora rappre-senta per Torino. Serrate,picchetti, una situazione atratti molto difficile per i tem-pi […] Le loro storie. Storiefatte spesso di sacrifici ripe-tuti negli anni, di famiglie di-vise, di aspirazioni e mète daraggiungere, molte volte ri-maste tali. Ma sempre conuna caratteristica precisa,con una particolarità singo-lare; l'orgoglio di lavorare,sudando e spaccandosi laschiena a volte, ma contentidi fare, di costruire il futuronostro e dei nostri figli, po-tendo offrire al mondo l'one-stà, sotto forma di dedizionee professionalità, integritàmorale […] Si rischia di cade-re nella facile retorica, maqueste proprio sono le moti-vazioni che mia madre mi hapermesso di condividere intutti questi anni di vita in co-mune, valori che oggi io cer-co di trasmettere alle mie difiglie, e che certamente ani-mano la vita di coloro che lefabbriche ancora le frequen-tano. Il lavoro come capacitàdi vivere in onestà, la forzadi porsi di fronte ai fatti e lepersone con la condizione diessere nel giusto, una certaidea magari romantica di li-bertà […] Il nostro paese è inpiena crisi politico istituzio-nale già da diverso tempo,dove ad un presidente delconsiglio sempre più indaffa-rato nelle sue cose e portato-re di un concetto di democra-zia quanto meno discutibileper non dire di peggio, si con-trappone una classe politicae sindacale non all'altezza diquella che da più parti vienedefinita come emergenza de-mocratica. Nel guado dell'im-mobilismo della classe diri-gente, si stanno inserendo aturno i cosi detti poteri forti,in questo caso la FIAT ed ilsuo management, che conarroganza prossima allaprevaricazione, tentano l'as-salto decisivo al mondo dellavoro, ai suoi diritti, allo Sta-tuto stesso che dovrebbe san-cire quei diritti […] Ecco, nonfacciamo che i metalmecca-nici, ma anche gli studenti, iprecari, chi vive situazioni didifficoltà, tutti noi insomma,ci sentissimo sabato più solidi quanto già siamo. Ne va ingioco il nostro futuro, quellodei nostri figli, finanche i no-stri sogni!

Ci è stato chiesto come maiquesto giornale non ha par-lato delle inchieste penali incorso presso la ASL, il Co-mune e la VUS.La risposta è già nel titolo.Le questioni penali, se talisono e come le riterrà la ma-gistratura, competono aquest’ultima.Alla politica, alla quale inve-ce si ispira ed è dedicatoquesto giornale, compete laricerca e la critica delle ra-gioni che hanno reso possi-bile una così grande derivamorale che prescinde co-munque dall’accertamentodi fatti di rilevanza penale.La difesa e la concreta assi-curazione del diritto alla sa-lute e alla buona ammini-strazione in genere è statauna prerogativa di meritodella nostra regione dall’im-mediato dopoguerra sino al-meno alle ultime ammini-strazioni comuniste.Constatare il degrado di untanto grande patrimoniomorale, culturale e sociale èil fatto più grave che emer-ge dalle indagini della magi-stratura penale.Se abbiamo il diritto, ma an-che il dovere, di lamentare edenunciare inefficienze, in-sufficienze, scarsità di qua-lità dei servizi erogati dallestrutture sanitarie, ammini-strative e di servizi pubbli-ci nella nostra città è perchéalcuni decenni addietro ungrande numero di cittadiniimpegnati, onesti e compe-tenti, sotto la guida di ungrande Partito Comunista econ la forza di una vastapartecipazione e consensopopolare, hanno saputo

30 anni di straordinarieesperienze e risultati nonsono bastati a fugare unquasi ancestrale rifiuto peril disagio mentale come ma-lattia sociale e anzi, proprioin questi ultimi tempi, si staassistendo a una regressio-ne culturale che rigetta ilmalato mentale nel recintodel “diverso”, dei tanti di-versi: asociali, omosessuali,tossici, immigrati, così det-ti abilmente diversi edemarginati in genere.Una società che corre, checompete in un mondo glo-balizzato, che parla inglese,sembra non poter tollerarela presenza dei “diversi”: imatti vanno di nuovo rin-chiusi nei manicomi oggichiamati strutture protette,i dasabili mentali, meglionoti col nome di “ritardati”,vanno espulsi dalle scuoledegli abili e di nuovo ghet-tizzati nelle apposite diffe-renziali (questo sarà l’esitodella abolizione degli inse-gnanti di sostegno).Più di 30 anni fa non era co-sì, non era questo il senti-mento culturale, morale, so-ciale e politico della nostracittà e della nostra regione.La salute mentale era di com-petenza della Provincia chegestiva la rete degli ospedalipsichiatrici, cioè dei manico-mi, uno persino imponentein rapporto alle dimensionidella città di allora c’era an-che a Foligno, in via Ober-dan, negli edifici oggi occu-pati dalla Università. Quando nel 1978 entrò invigore in tutta Italia la “leg-ge Basaglia”, in Umbria nonvi fu alcuna conseguenzaperché era già stata applica-ta da almeno un decennio.Un giorno di diversi anniprima, infatti, operai della

Amministrazione della Pro-vincia cominciarono a de-molire, silenziosamente esenza alcun clamore propa-gandistico, l’alto muraglio-ne che, praticamente nelcuore della città di Perugia,circondava il vasto ospeda-le psichiatrico.I matti, così venivano anco-ra chiamati ma con confi-denza e simpatia e senzapaura o disprezzo, iniziaro-no a uscire dal loro carcere,a spargersi nella città, a vi-vere come uomini liberi “di-versi” in mezzo a tutti gli al-tri uomini liberi ma tutti, co-munque e ciascuno in modoproprio, “diversi”.Di quell’evento è stata incisala memoria in due lungome-traggi girati uno dal registaMarco Bellocchio col titolo di“Matti da slegare” e l’altro dalregista Gianni Serra col tito-lo di “Fortezze vuote”, que-st’ultimo proprio nell’ex ma-nicomio di Perugia.Quella scelta non fu certa-mente facile né per chi ladecise, né per quanti se latrovarono nella loro vitaquotidiana.C’era allora una grandespinta culturale e soprattut-to c’era grande partecipa-zione, fiducia e rispetto tragli amministrati e i loro am-ministratori.Non era certamente “Atlan-tide” e vizi e difetti, piccolie gradi, sicuramente abbon-davano anche allora, macontro questi, quando ecce-devano ed emergevano, nonc’era bisogno dell’interven-to della magistratura, primaarrivava il giudizio e, se do-vuta e necessaria, la con-danna di una cittadinanzaattenta e partecipe.C’era un grande Partito co-munista.

“Sanitopoli”una questione penale

Diritto alla salute una questione politica

“Io sto con la FIOM”

4 pagine di inserto

Viviamo un tempo diffi-cile. Con questa fraseoramai iniziano tutti i

discorsi sia che riguardino lasituazione economica localeo mondiale, le possibilità e lecondizioni del lavoro, il de-grado della istruzione e del-la cultura, lo stato sociale ingenere. A questo disastro sene aggiunge un altro, quellodella politica, vittima di unimbarbarimento che vederiaffiorare fantasmi autorita-ri e reazionari nel vuoto, oalmeno nello sbandamentoideologico e organizzativodelle forze così dette “pro-gressiste”. Ciò conforta erinforza una nuova aggressi-vità del padronato che nonsi limita più a sottrarre i pro-fitti del lavoro, ma pretendedi far pagare ai lavoratori leproprie incapacità e ineffi-cienze. Di fronte a questa ag-gressione le storiche orga-nizzazioni dei lavoratorisembrano vacillare e perde-re terreno, alcune, e non di-ciamo quali, per debiti, altreper paura del futuro.Una organizzazione sembratuttavia resistere e reagirepensando e progettando.Non è un caso che sia propriol’organizzazione che è statain grado di conservare unapropria cultura identitaria.E’ la FIOM, l’organizzazio-ne che esprime la classeoperaia, una classe socialee culturale bene identifica-ta, l’unica da sempre stori-camente in grado di assu-mere l’avanguardia delladifesa dei diritti non solodei lavoratori, ma dell’inte-ra nazione che sul diritto allavoro fonda le propriesperanze. La manifestazio-ne di ottobre non ha esau-rito la sua spinta di resi-stenza e reazione. Voglia-mo qui ricordarla trascri-vendo un breve interventodi un operaio romano.Sabato a Roma sarò quasicertamente alla manifesta-zione indetta dalla tanto, ne-gli ultimi tempi, depaupera-ta FIOM, l'organismo sinda-cale dei metalmeccanici. Ecosì facendo, rivivrò da lon-tano l'autunno caldo del 70'in cui mia madre, metalmec-canica alla FATME mi porta-va con sé […] La FATME eraper Roma, quello che potevaessere allora, con i dovuti di-stinguo, ciò che la FIAT costi-

creare queste realtà, facen-do emergere la nostra cittàe la nostra regione dalle de-vastazioni della secondaguerra mondiale all’eccel-lenza di un sistema socialemoderno, equo e solidale.Alla vicenda della buonaamministrazione municipa-le dedichiamo l’inserto diquesto numero, alla lungi-miranza, ma anche al corag-gio delle scelte e dell’impe-gno nella difesa e nell’affer-mazione del diritto alla sa-lute vogliamo dedicare que-sto articolo.Citeremo un’esperienza diassoluta avanguardia desti-nata a restare nella storiadella medicina e della salu-te pubblica, ovviamente percoloro che vorranno e sa-pranno ricordarla, difender-la e proseguirla.Il 13 maggio 1978 il Parla-mento italiano ha approva-to la legge n. 180, universal-mente nota con il nome di“legge Basaglia” dal suoideatore e promotore, lopsichiatra Franco Basaglia(anche se va ricordato chetale legge, e in genere il pen-siero medico scientifico chela muoveva, è stato pari-menti merito anche dellamoglie Franca).La “legge Basaglia” costitui-sce ancora oggi, a oltre 30anni dalla sua promulgazio-ne, la normativa in materiadi salute mentale più avan-za del mondo.La “legge Basaglia”, tuttavia,a oltre 30 anni dalla sua pro-mulgazione, non ha ancoratrovato nel nostro paesecompiuta applicazione, tan-te sono state e sono ancorale resistenze non solo, onon soltanto, scientifiche,quanto soprattutto cultura-li ed economiche.

Il giornale è “on line” al sito www.piazzadelgrano.org

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SANDRO RIDOLFI

Ospedale psichiatrico di Foligno - 1950

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Leggi e diritti21

Per pubblica amministrazio-ne nel senso indicato dalladefinizione contenuta nel-l’art. 22, primo comma, lett. e)della legge 241/90 ammini-strazione” si intendono tuttii soggetti di diritto pubblico odi diritto privato limitatamen-te all’attività di pubblico inte-resse disciplinata dal dirittonazionale o comunitario. Conquesta definizione, il legisla-tore ha inteso pienamente re-cepire il principio di originecomunitaria – già cristallizza-to dalla giurisprudenza – del-la neutralità delle forme, inforza del quale il regime am-ministrativo dell’attività vavalutato in termini oggettivi,considerando la rilevanzapubblicistica dell’interessecurato, piuttosto che la natu-ra del soggetto agente.In altri termini, si qualificaamministrativa ogni attivitàrivolta alla cura concreta di uninteresse pubblico, individua-to da una norma di legge co-me obiettivo di un ente, a pre-scindere sia dallo status sog-gettivo (ente pubblico, azien-

ROBERTO FRANCESCHIGIANLUCA MATILLI

MARCO MARIANI

FOLIGNO

Fondi comuni d’investimentoAlcune indicazioni dopo 25 anni dalla legge

Novità per gli immobiliManovra correttiva legge n. 122/2010

Legge 241/90: un caso particolare l’accessoai pareri legali della Pubblica Amministrazione

Aggiornamento dati catastaliAl fine di istituire l’Anagra-fe immobiliare integrata l’A-genzia del Territorio entrola fine del 2010 concluderàl’attività di accertamentodei fabbricati cosiddetti“fantasma” ( stimati in duemilioni) così come rivelatidai rilievi aerei ; i contri-buenti titolari di diritti rea-li su tali immobili avrannotempo fino al 31 dicembre2010, per procedere al loroaccatastamento. Possonoessere oggetto di regolariz-zazione tramite accatasta-mento sia gli immobili noncensiti che quelli censiti chehanno subito delle varia-zioni nella consistenza odella destinazione tali damodificarne la rendita cata-stale. E’ da precisare che leprevisioni legislative intro-dotte sono dei semplici ag-giornamenti di rendite cata-stali e non una sanatoria ocondono; l’adeguamento ca-tastale volontario evita in-fatti che lo stesso avvengad’ufficio con dei costi netta-mente più elevati di quelliordinati, ma sicuramentenon mette al riparo dalleproblematiche riguardantile irregolarità di tipo edili-zio ed urbanistico. Nuovi obblighi per la circola-zione degli immobili Il comma 14 dell’articolo 19del D.L. n. 78/2010, prescri-ve delle nuove regole da ap-plicarsi a tutti gli atti percui viene richiesta la trascri-zione così come individuatidall’articolo 2643 del c.c. Inparticolare dalla data del 1luglio 2010, vige l’obbligo

per i notai pena la nullitàdell’atto, di indicare i daticatastali sia negli atti pub-blici che nelle scritture pri-vate autenticate aventi adoggetto il trasferimento, lacostituzione o lo sciogli-mento di comunione di di-ritti reali su fabbricati giàesistenti. Riferimento alle planimetrieCome indicato altro adem-pimento sempre a pena dinullità è l’indicazione nel-l’atto negoziale del riferi-mento alle planimetrie de-positate in catasto, in so-stanza gli intestatari do-vranno rendere in atto unadichiarazione con cui si at-testi la conformità dei dati edelle planimetrie catastalicon lo stato reale degli im-mobili urbani oggetto del-l’atto. Tale attestazione daparte dei proprietari, graziead una modifica apportataal comma 14 dell’articolo19 del D.L. n. 78/2010 puòessere sostituita da un’atte-stazione di conformità rila-sciata da un tecnico abilita-to alla presentazione degliatti di aggiornamento cata-stale quale un ingegnere unarchitetto, geometra agro-nomo, ecc.). Nel caso in cuila planimetria catastale nonriproduca fedelmente laconfigurazione reale e at-tuale dell’immobile, al finedel rilascio in atto della pre-scritta dichiarazione diconformità, l’intestatariodovrà presentare in catastouna denuncia di variazione,allegando la nuova planime-tria aggiornata con lo statoreale dell’immobile. Il Legi-slatore ha disposto che ladichiarazione possa essererilasciata anche in presenzadi “lievi difformità” rispetto

www.piazzadelgrano.org DICEMBRE 2010

da autonoma, società perazioni) da questo possedutosia dallo strumento (privatisti-co o pubblicistico) utilizzatoper perseguirlo.A conferma di quanto dettol’art. 22, primo comma, lett.d), delineando la definizionedi documento amministrati-vo, si riferisce ad ogni rappre-sentazione del contenuto diatti detenuti da una P.A. e con-cernenti attività di pubblicointeresse, indipendentementedalla natura pubblicistica oprivatistica della loro discipli-na sostanziale. Citando unagiurisprudenza consolidatasul punto, è possibile afferma-re che in base alla normativain materia e, in particolare, aquanto statuito dall'art. 22comma 1 lett. d), l. n. 241 del1990, anche gli atti provenien-ti da soggetti privati sonoequiparati agli atti ammini-strativi ai fini dell'accesso e,quindi, sono suscettibili diostensione se utilizzati ai finidell'attività amministrativa,vale a dire allorché, indipen-dentemente dalla caratteriz-zazione soggettiva (pubblici-stica o privatistica), abbianoavuto un'incidenza nelle de-terminazioni amministrative.

Forniti gli opportuni chiari-menti preliminari è necessariochiarire la consistenza ed i li-miti del diritto di accesso de-gli interessati.Non è questa la sede per par-tecipare alla contesa sulla na-tura giuridica del diritto di ac-cesso; basti accennare al fattoche dopo che l’Adunanza Ple-naria del Consiglio di Stato nel1999 aveva sentenziato in fa-vore della tesi dell’interesse le-gittimo, buona parte della giu-risprudenza amministrativaha proseguito nel sostenere lanatura di diritto soggettivo. Da ultimo, con pronuncia del20.4.2006, n. 7, l’AdunanzaPlenaria, nuovamente chiama-ta a dirimere il conflitto insor-to fra i giudici amministrativi,ha adottato una tesi interme-dia, configurando il diritto diaccesso come situazione sog-gettiva avente natura ancipitela quale, più che fornire utilitàfinali (caratteristica da ricono-scere ormai non solo ai dirittisoggettivi ma anche agli inte-ressi legittimi) risulta caratte-rizzata per il fatto di offrire altitolare dell’interesse poteri dinatura procedimentale volti insenso strumentale alla tuteladi un interesse giuridicamen-

te rilevante.E’ dunque necessario cheogni istanza rivolta all’acces-

so palesi nella motivazione(imprescindibilmente pre-scritta dall’art. 25, comma se-condo) un nesso di strumen-talità fra l’accesso alla docu-mentazione amministrativaed una posizione giuridica le-gittimante ad esso. Invero la legge 241/90 dopoaver riconosciuto all’art. 22un’ampia portata al diritto diaccesso, prevede nel successi-vo art. 24 alcune specifiche li-mitazioni di carattere oggetti-vo, definendo le ipotesi in cui

I fondi comuni di investi-mento sono raccolta di de-naro presso i sottoscrittoriche viene utilizzato per l' ac-quisto di valori mobiliari.Viene costituito un patrimo-nio unico di cui ogni investito-re detiene un determinato nu-mero di quote a seconda deldenaro investito. Sono gestitida professionisti del settoreconsentendo anche con un ca-pitale modesto di potersi avvi-cinare, in base al proprio pro-filo di rischio,ad investimentianche particolarmente sofisti-cati. Prima di elencare le prin-cipali categorie dei fondi è in-dispensabile tornare ad un

concetto più volte citato neimiei articoli “Profilo di ri-schio”: quale è il mio obiettivodi conseguire un guadagno eviceversa la possibilità di subi-re delle perdite?Nel mondo dei valori mobi-liari, non esistono titoli a ri-schio zero, esistono titoli amodesto rischio (ai quali pe-raltro corrispondono rendi-menti bassi) e titoli estrema-mente rischiosi (dai qualipotremmo attenderci rendi-menti elevatissimi ma anchela totale perdita del nostro

denaro). Avvicinarsi al mon-do dei fondi senza averechiaro questo concetto è as-solutamente sbagliato e nonci sarà consulente, bravoesperto professionale, chepotrà mai veramente realiz-zare le vostre aspettative opeggio veder concretizzarele più cocenti delusioni.Passiamo ora a elencare duedelle principali tipicità di fon-di: - fondi a distribuzione deiproventi, con un pagamentoricorrente degli eventualiutili realizzati- fondi ad accumulo dei pro-venti (sempre se realizzati) al-l'interno delle quote del fondoche l'investitore vedrà in de-naro solo alla effettiva vendi-ta delle quote. Esistono unamolteplicità di categorie difondi che solo a titolo infor-mativo citerò per poi soffer-marmi a solo tre tipologie:fondi speculativi (hedgefund), fondi di fondi, indexfund, ETF (exchange tradedfund), a mio parere tipologieraramente idonee al piccolomedio risparmiatore.Le tipologie principali pos-sono riassumersi in fondiobbligazionari, misti obbli-gazioni azioni, azionari pu-ri. Il loro livello di rischio èchiaramente intuibile e cre-scente (tenendo però in con-siderazione il fatto che l’ef-fettivo grado di rischio è ri-feribile non solo alle tipolo-gie citate, ma all'effettivacomposizione del portafo-glio). Per spiegarmi meglioun fondo obbligazionarioche investe in obbligazioninon solide(ricordate adesempio Cirio Parmalat) o intitoli di stato di paesi a ri-schio (titoli argentini) po-trebbe risultare ben più pro-blematico di un fondo azio-

nario puro che si rivolga apaesi di area euro. Un ap-proccio consapevole e infor-mato e l'effettiva consulenzadi un esperto che con chia-rezza illustra la composizio-ne, gli obiettivi e i “costi” delfondo proposto è la garan-zia principale per avvicinar-si al mondo dei fondi. E' ve-ro d' altra parte che la diver-sificazione del portafogliocostituisce probabilmente lametodologia più affidabileche si possa offrire all' inve-stitore da parte dei fondi,ma purtroppo se fosse sba-gliato il tempo d'ingresso(corso dei titoli sia azionariche obbligazionari ai massi-mi livelli) con una eventualeinversione dei corsi, cosaquanto mai ricorrente negliultimi anni, potrebbe arreca-re danni patrimoniali non ri-mediabili quanto meno delmedio tempo. Ho preceden-temente inserito la voce "co-sti". E' da ricordare che i fon-di hanno un costo per la ge-stione non sempre mode-sto,costi d'ingresso e a voltecosti di uscita prima di undeterminato periodo. Que-ste voci incidono pesante-mente sul rendimento effet-tivo (se si è realizzato) e ri-cordatevi che i fondi perce-piscono questi costi sia incaso di utili che di perdite...il banco vince sempre...L’argomento purtroppo èparticolarmente ostico peressere riassunto in un arti-colo giornalistico e gli attua-li momenti finanziari di talecomplessa interpretazioneche sicuramente mi sento diconsigliare solo ed esclusiva-mente, almeno per la tipolo-gia dei piccoli e medi investi-tori solo... prudenza, pru-denza, prudenza.

alle planimetrie e ai dati ca-stali, purché non vadano adintaccare il valore della ren-dita catastale come adesempio degli spostamentiinterni senza creazione dinuovi vani ( spostamenti in-terni di porte, tramezzi fi-nestre,ecc.) . Obblighi catastali per contrat-ti di locazioneIl comma 15 dell’articolo 19del D.L. n. 78/2010 semprecon decorrenza 1 luglio2010 ha previsto l’obbligodi comunicare i dati catasta-li dei beni immobili oggettodi contratti scritti o verbalidi locazione o affitto. Lenuove norme impongonotassativamente l’obbligo diriportare i dati catastali de-gli immobili censiti al cata-

sto anche nelle richieste diregistrazione di contrattisia scritti che verbali relati-vi alle locazioni ed agli af-fitti ed alle loro cessioni, ri-soluzioni e proroghe anchetacite.Per questa fattispecie il Le-gislatore ha previsto unaspecifica sanzione ed esat-tamente la mancata od erra-ta indicazione dei dati com-porta una sanzione ammi-nistrativa dal centoventi alduecentoquaranta per cen-to dell’imposta dovuta.

determinate categorie di attisono sottratte all’ostensione inragione del loro particolare

collegamento a interessi o va-lori giuridici cui l’ordinamentoriserva una peculiare e più pre-gnante tutela. Nell’ambito di ta-li atti devono ascriversi i pare-ri tanto dell’Avvocatura delloStato, quanto delle Avvocatureinterne alle diverse ammini-strazioni e ai professionistiesterni di fiducia.Tale principio in materia di ac-cesso ai pareri legali della P.Aè stato tuttavia precisato dalConsiglio di Stato (doc. m.7237 del 30 sett. 2010) il qua-

le ha tracciato un discriminetra i pareri legali accessibili enon, secondo la loro funzione. Invero, le Pubbliche Ammini-strazioni. possono far ricorsoa consulenze legali in tre di-stinte ipotesi: per istruire piùcompiutamente un procedi-mento; per gestirne gli effettiprima dell’insorge della relati-va fase contenziosa o c.d. pre-contenziosa; o infine per tute-larsi allorquando la lite è or-mai iniziata. Nel primo caso, secondo ilGiudice amministrativo, il pa-rere è richiesto con l’espressaindicazione della funzioneistruttoria che è destinato adassolvere e del suo futuro ri-chiamo nel provvedimento fi-nale, talché l’atto consultivo,pur reso nell’ambito di un rap-porto fiduciario, degradandoa mero atto istruttorio, perdele necessarie caratteristiche diriservatezza sulle quali l’ecce-zionale disciplina derogatoriadell’accesso si fonda, così di-ventando ostensibile agli inte-ressati, analogamente ai re-stanti atti del procedimento.Di contro restano sottrattiall’acceso, gli atti difensiona-li, rispondendo il principioin parola ad elementari con-siderazioni di salvaguardiadella strategia processualedella P.A., che non è tenuta arivelare ai propri contraddit-tori, attuali o potenziali, gliargomenti in base ai quali in-tende confutare le preteseavversarie.

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Politica ed Etica 31FOLIGNO

ni sociali che ne scaturiscono,per le difficoltà concrete che sipongono nella pratica quoti-diana e per il principio secon-do il quale il diritto deve darecertezze non potendo fondar-si, in alcuna circostanza, su di-chiarazioni di parte.La nostra Costituzione, all’art.29, recita “La Repubblica rico-nosce i diritti della famigliacome società naturale fonda-ta sul matrimonio”. Del paril’art. 16 della DichiarazioneUniversale dei Dirit-ti dell’Uo-mo afferma “Uomini e donnein età adatta hanno il diritto disposarsi e di fondare una fa-miglia, senza alcuna limitazio-ne di razza, cittadinanza o re-ligione... La famiglia è il nucleona-turale e fondamentale del-la società ed ha diritto ad es-sere protetta dalla società edallo Stato”. L’orientamentodi entrambe le norme citatesembra essere quello di indi-viduare la funzione primariadella famiglia nell’ambito ri-produttivo della società sia daun punto di vista biologicoche socio-culturale basata sulmatrimonio inteso come l’isti-tuto giuridico da cui scaturi-scono una serie di effetti nor-mativamente regolamentati. Iltermine matrimonio nascedall’unione di due parole lati-ne mater, madre, genitrice emunus, compito, dovere; ilmatrimonium era, dunque,nel diritto romano un compi-to della madre.Su questi presupposti, biso-gna valutare quali siano le tu-tele che lo Stato deve, o me-glio dovrebbe, dare alla fami-glia di fatto, priva di un’unità

coniugale, che fonda il rappor-to solo sul sentimento di af-fetto ed amore. Nessun dub-bio sorge circa la capacità so-cio-culturale di una famiglianon basata sul rapporto ma-trimoniale e circa i diritti deifigli che il nostro ordinamen-to ha quasi del tutto equipara-to, siano essi legittimi, ossianati in costanza di matrimo-nio, naturali, ossia nati da ge-nitori non sposati, o ricono-sciuti, ossia per i quali i geni-tori hanno posto in essere unatto formale di riconoscimen-to. Indipendentemente dallacondizione di nascita devono,infatti, essere mantenuti, cre-sciuti ed educati da entrambii genitori secondo le possibi-lità familiari e nel ri-spettodelle loro inclinazioni ed han-no diritto ad una quota di ere-dità in virtù del vincolo di pa-rentela che li lega al defunto.Solo per completezza di infor-mazione aggiungo che i figlinaturali, in caso di matrimo-nio dei genitori, divengono le-gittimi. Unico elemento discri-minante per i figli naturali èdato dal fatto che i nati all’in-terno di una convivenza sonoin rapporto solo con gli a-scendenti, ossia nonni e bi-snonni e non con i collaterali,ossia zii e cugini.Più problematico è invece indi-viduare le tutele a favore delconvivente. Da alcuni giuristi latutela più rilevante è stata indi-viduata nel disposto dell’art. 2della Costituzione laddove re-cita “La Repubblica riconosce egarantisce i diritti inviolabilidell’uomo sia come singolo, sianelle formazioni sociali”. Altre

ne esistono in ambiti più circo-scritti, delineati da alcune leg-gi e dalla giurisprudenza qua-li: la possibilità di succederenel contratto di locazione in ca-so di morte del convivente e, inpresenza di figli naturali quan-do cessa la convivenza; il dirit-to al risarcimento del dannoper morte del convivente pro-vocato da un fatto illecito di unterzo; il diritto di ricevere pre-stazioni assistenziali dai con-sultori familiari. Nessun dirit-to patrimoniale è riconosciuto,invece, al convivente in temasuccessorio e di reversibilitàpensionistica. Nè allo stesso èconsentito, sul solo rapporto diconvivenza, qualora l’altro ab-bia bisogno di un interventomedico urgente, autorizzarlo.In questo contesto bisogna in-terrogarsi circa la necessità diun intervento legislativo che,stabi-lendo delle regole, sot-trae spazio alla libertà di chiha scelto la convivenza comestile di vita e che potrebbe sur-rogare la previsione legislati-va con una serie di strumentigiuridici per la regolamenta-zione degli aspetti patrimo-niali della convivenza, attuabi-li anche nelle more di risolu-zione di un precedente matri-monio, i cui tempi non sono,in genere, lunghissimi. E’ in-fatti possibile autoregolamen-tarsi contrattualmente preve-dendo la ripartizione dellespese quotidiane e non, lasuddivisione dei beni in casodi separazione, la disposizio-ne testamentaria del patrimo-nio, la designazione di un am-ministratore di sostegno per ilcaso che un’infermità o una

67 anni, capelli lunghi e barbafolta, tutto scuro senza nep-pure un pelo bianco, un extra-terrestre sicuramente.Lui non ha passato, non c’èmai stato, non ha mai detto ofatto quello che ha detto e fat-to, se c’era dormiva. Ed ecco-lo dunque candido e puro adirci come “gira il mondo”.Ideologie? Vecchiume! Destrae sinistra? Termini antichi, an-zi vecchi, passati di moda!(Davvero è stata – o meglio è –una “moda” essere di destra odi sinistra?). Comunque tutteanticaglie! Il mondo cambia eva veloce, bisogna riformare,anzi innovare.Via gli obsoleti e stantii stec-cati: non più destra e sini-stra, solo due “parti” che, ov-viamente non potranno es-sere i “bianchi” e i “neri”, etanto meno i “verdi” e i “ros-si”, i colori sono pieni diideologie; si chiameranno gli“uni” e gli “altri”.Stare con gli “uni” o con gli“altri”, per chi come il nostromarziano ha attraversato l’in-tero universo politico, è deltutto casuale; si sta dove c’èspazio e, quindi, se gli “uni”hanno già il loro leader con ilrelativo codazzo di consiglie-ri e pensatori vari, è giocofor-za stare con gli “altri” chesembrano ancora allo sbando.L’approccio ripetutamentetentato con la Lega non è an-dato a buon fine (nel senso

La famiglia di fatto

LUIGI NAPOLITANO

che lo hanno “schifato”), ep-pure lui aveva elaborato unasplendida idea federalista:quelli del nord, quelli del cen-tro e poi giù, in fondo, quellidel sud.Ma ora è apparsa all’orizzon-te una grande novità: Fini; ilcapo della destra fascistarompe gli storici steccati epassa (lo crede lui!) dalla de-stra alla sinistra, correggo da-gli “uni” agli “altri”. Così il no-stro professore, pardon filo-sofo marziano, riscopre i valo-ri ideologici e culturali delladestra e inizia a lavorare anuove produzioni filosofiche.Chi scrive non ha letto le ope-re del filosofo marziano edunque non può giudicarle,qualcuno tuttavia lo ha rassi-curato che sono solo lavorettidi basso profilo.Perfetti, viene da dire, per unaproduzione culturale di de-stra che, appunto, è genetica-mente allergica a tutto ciò chesi avvicina alla cultura.Fallita l’intesa con Bossi, ilprofessore marziano si apreallo studio di Fini.Ma non finisce qui! Evidente-mente preso atto di non ave-re spazio per proporre seria-mente la propria candidatu-ra a leader degli “altri” (doveperaltro sembra che si conti-no più leader che elettori), ilprofessore marziano si fa ta-lent scout del nuovo leadervincente. Niente meno che

Luca Cordero di Montezemo-lo (il “Piccolo Luca” di un no-stro precedente articolo delmese di agosto).Testualmente da una intervi-sta al quotidiano online “Affari Ita-liani.it”,Luca Cordero di Monte-zemolo secondo il pro-fessore, ha "prestigio davendere. Ha una visioneinternazionale pazze-sca grazie a Fiat e Ferra-ri. E' stato presidentedella Confindustria e intermini di esperienzapolitica e sui settori piùstrategici del Paese èperfetto".In altri termini: "E' lapersona ideale per fareda collante tra il Pd e ilcentro".Perfetto, cosa di megliodopo un leader degli“uni” che si è occupatosolo dei suoi interessitelevisivi che candidarealla successione il pa-drone (o almeno il por-tavoce) del più grande e piùdisastrato impero industrialeprivato italiano?Peraltro, come dice il professo-re, è stato anche il capo del sin-dacato dei padroni, quindi,avrà sicuramente una visione euna condotta assolutamenteimparziale e sensibile alla tute-la dei diritti dei lavoratori.Nell’intervista in questione siparla di “Papa nero” per indi-

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care la figura redentrice delMontezemolo.Se ben ricordo con “Papa ne-ro” si usava prefigurare il ri-schio di una catastrofe imma-

nente, di una sciagura.Almeno in questo il professo-re “c’ha preso”: Montezemololeader dell’opposizione e delgoverno post Berlusconi sa-rebbe davvero una sciagura,con l’aiuto del suo consiglierefilosofo poi l’effetto catastro-fe è assicurato.Direbbe Beppe Grillo: “Caccia-ri, ma va...

S.R.

Dopo aver aderito a PotereOperaio entrò nel PartitoComunista Italiano, vennepoi eletto alla Camera deideputati dal 1976 al 1983,

membro della Com-missione Industriadella Camera. Sin-daco di Venezia dal1993 al 2000 per lalista di centrosini-stra, sostenitore deiDemocratici di Ro-mano Prodi, si parlòdi lui come di unprobabile leader del-l'Ulivo.Fin dall'inizio dellasua attività politicavide nel federali-smo una tradizioneda recuperare per iprogressisti italia-ni, fu a favore diun Ulivo del Nord,del centro e del sude spinse per l'al-leanza con la Lega.In preparazionedelle elezioni regio-

nali del 2000 tentò di ag-ganciare l’elettorato mo-derato in fuga dalla exDC, ma venne sonoramen-te sconfitto alla corsa perla presidenza della regio-ne Veneto; ciò fece tra-montare l'ipotesi di diven-tare il futuro leader dell'U-livo.Nel 2005, a sorpresa, an-nunciò la sua intenzione di

ricandidarsi a sindaco diVenezia nonostante chepartiti dell'Ulivo avesserogià raggiunto l'accordo perla candidatura unitaria delmagistrato Felice Casson.Cacciari decise di andareavanti lo stesso con il soste-gno dell’UDEUR e Margheri-ta, mentre Casson ricevettel'appoggio di tutti gli altripartiti del centrosinistra.Al primo turno Casson eb-be il 37,7% dei voti mentreCacciari si fermò al 23,2%e due andarono al ballot-taggio.A sorpresa Cacciari, seppursostenuto da liste più debo-li, riuscì a far leva sull'elet-torato di destra e vinse lasfida con circa 200 voti divantaggio sul suo competi-tore (50,5% contro 49,5%).Il quinquennio del suo go-verno fu del tutto insigni-ficante.Non fu ovviamente ricandi-dato alle successive elezionicomunali avendo la destraberlusconiana e leghistascelto un proprio candidatodi fiducia, niente meno cheil ministro Brunetta che,però, venne battuto da unmodesto candidato di cen-trosinistra.Scaduto il mandato di Sin-daco nello scorso aprile,Cacciari aveva dichiaratodi abbandonare la politica einvece...

“Oggi chiamano filosofi se stessigli insegnanti di filosofia” (Ivano Fossati)

DICEMBRE 2010

Uno degli argomenti che, alpari delle comete di corto pe-riodo, appare di tanto in tan-to sulla scena politica nazio-nale è quello legato ai rappor-ti di coppia non regolamenta-ti dal matrimonio ed in parti-colare alla rilevanza che glistessi assumono per la societàin cui si realizzano. Un’ampiadiscussione su questo argo-mento si è avuta nel periodosuccessivo alle elezioni politi-che del 2006 quando la coali-zione uscita vincitrice, com-prendente tutti i partiti delcentrosinistra, pose all’ordinedel giorno dei lavori parla-mentari il problema dei diritticivili e del riconoscimento del-le unioni delle coppie di fattosia etero che omosessuali. L’e-pilogo di quella breve stagio-ne governativa è noto, ma vadetto che il corso dell’iter legi-slativo del disegno di legge,prima indicato come Di.Co.(Diritti e doveri delle personestabilmente conviventi), poicon l’acronimo CUS (Contrat-to di Unione Solidale), per leforti contrapposizioni create-si a seguito delle critiche di in-coerenza rispetto all’imposta-zione originaria definita nelprogramma dell’Unione, fuabbandonato dalla stessa par-te proponente, ancor primadella fine della legislatura. Adifesa del legislatore, per lamancata promulgazione diuna legge specifica, va dettoche l’argomento è di grandedelicatezza per le implicazio-

menomazione fisica/psichicaprovochi l’impossibilità diprovvedere ai propri interessi,la redazione di un te-stamen-to biologico che consente, perl'eventualità di una malattiaallo stadio terminale o di unalesione traumatica cerebraleinvalidante ed irreversibile oin previsione di una futura in-capacità, di dettare disposi-zioni inerenti alle cure medi-che cui si intende o meno es-sere sottoposti. Essendo i rap-porti delle coppie eteroses-suali già giuridicamente disci-plinati dal matrimonio, istitu-to la cui normativa può e deveessere adattata all’evoluzionedella società, appare quantome-no singolare la richiesta dinorme di tutela per chi nonabbia ritenuto opportuno as-soggettarsi a quelle esistenti.Il Codice civile italiano, nullaprevede a proposito della di-versità di sesso degli sposi,ma in alcuni articoli contienele parole moglie e marito, pre-visione che ha fatto riteneread alcuni Tribunali fondatal'impossibilità di celebrare un

matrimonio omosessuale. LaCorte Costituzionale, recente-mente, ha respinto comeinammissibili ed infondati i ri-corsi sui matrimoni dello stes-so sesso poiché ha ritenuto laquestione non di sua compe-tenza. Tali pronunce, seppurgiuridicamente motivate, pri-vano, di fatto, di qualsiasi di-ritto e/o tutela le coppie trapersone appartenenti allostesso sesso. Essendone il nu-mero in costante crescita,avendo il Parlamento Europeoemesso una Risoluzione cheinvita gli Stati membri ad abo-lire ogni disparità di tratta-mento delle persone conorientamento omosessuale ein particolare ad eliminare gliostacoli frapposti al matrimo-nio ovvero ad un istituto giu-ridico equivalente, garanten-done pienamente diritti e van-taggi, stante la sempre piùmanifestata propensione ditali coppie alla loro ufficializ-zazione, sembrano maturi itempi per una regolamenta-zione legislativa che eliminiuna disparità discriminante.

L’intervento dello Stato sul rapporto di convivenza,invasione di campo o tutela di diritti?

Chi è il “filosofo”Massimo Cacciari

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dal Mondo41 FOLIGNO

Juan Domingo Peròn, un fascistacamuffato da rivoluzionario (prima parte)

Appunti di viaggio: l’ammirazione dei cinesi per la liricaitaliana e la disattenzione del governo italiano

Viaggio a XI’AN e il “Panino alla cultura”

CLAUDIO LEPORE

OSVALDO GUALTIERI

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Torniamo ora invece in Cinae dopo aver visitato duranteil secondo giorno di perma-nenza il moderno Conserva-torio musicale di Xi’an sco-priamo, dai docenti di cantocinesi incontrati, che gli al-lievi di canto lirico sono ol-tre 400 su 4000 iscritti alconservatorio. Un numeroaltissimo che frequenta fa-talmente e massicciamenteil repertorio lirico italiano(l’80% di quanto nel mondorappresentato nei teatri èopera lirica italiana). 400giovani che quindi frequen-tano la lingua italiana, si av-vicinano alla cultura italianae che magari sognano ungiorno di venire in Italia, lapatria del Belcanto, a perfe-zionarsi.Con il modesto amor di pa-tria rimasto nei nostri cuori,non abbiamo confidato chein Italia le cose non vannobene in generale e nemmenonel settore della cultura edella musica. Non abbiamorivelato che lo storico TeatroCarlo Felice di Genova èsprangato e gli artisti del co-ro e i professori d’orchestrasono in cassa integrazionein deroga (chissà mai che ti-po di corsi di formazione fa-ranno nell’ambito della cas-sa in deroga alcuni tra i mi-gliori strumentisti italiani…panettieri, calzolai?), non ab-biamo rivelato che è saltatal’ultima produzione del Tea-tro dell’Opera della Capitaleper mancanza di fondi, cheil Ministro Bondi non si pre-senta al Consiglio dei Mini-

stri per protesta, che nel2011 il 30/40% delle istitu-zioni musicali rischiano dichiudere in Italia...I giovani cinesi erano troppoentusiasti di vederci, di in-contrarci, di parlare di Verdi,Puccini, Donizetti; non san-no che da noi chi ci governaconsidera questi composito-ri quasi come dei nemici.Ma eravamo in Cina e nonpotevamo innescare polemi-che antinazionali, né raf-freddare i loro entusiasmi.I cantanti hanno socializza-to, hanno cantato invitandoi giovani cinesi al DamingPalace nei giorni successivi.Dopo l’ennesima tazza di terigorosamente verde (di fat-to il colore è paglierino e ilsapore quasi nullo… ma fabene, dicono, e noi deglutia-mo), salutiamo e partiamoalla volta del sito dell’eserci-to dei guerrieri di terracotta.Dopo circa un’ora di busgiungiamo. Visione emozio-nante, unica. 8000 soldati diterracotta, dai volti uno di-verso dall’altro ci guardava-no fieri a dispetto degli oltre2000 anni di vita. Un eserci-to immortale in pieno asset-to di guerra pronto a difen-dere l’imperatore e in quelmomento a difendere anchenoi, abbiamo pensato, dai ta-gli ministeriali.Ripartiamo dopo circa dueore dopo aver poco efficace-mente evitato gli assalti del-l’esercito degli ambulantivenditori delle riproduzioniin miniatura dell’esercito diterracotta. Ripartiamo conquasi ottomila (no, scherzo,ma sicuramente qualchecentinaia sì) riproduzioni diguerrieri e, come un’armata,riprendiamo il torpedone al-la volta del centro cittadino.Terminata la vacanza con-cessaci dagli organizzatori

cinesi inizia il lavoro che siarticola per una settimanacon 10 recital e 1 concerto. IlConcerto si svolge il 2 otto-bre nell’immensa piazza an-tistante il Daming Palace. Sistimano non meno di 8000persone presenti (stime de-gli organizzatori) che già daquasi un’ora attendono l’ar-rivo dei cantanti italiani.I cantanti giungono, si cam-biano indossando gli abitiadeguati e iniziano a firma-re autografi e a essere im-mortalati dalle fotocamere.Tra il pubblico c’è chi si pre-senta dicendo di aver studia-

to canto italiano e improvvi-sa un concerto sotto al pal-coscenico principale. Gli ita-liani ovviamente socializza-no e senza conoscere unaparola di cinese si scambia-no indirizzi, si fanno foto-grafare in posa da concerto,cantano insieme al pubblicodell’improvvisato concerti-no. Gli uomini della sicurez-za tollerano visto l’entusia-smo e a noi fa solo che pia-

Fin dalla nascita, la vita di que-sto oscuro personaggio cheha condizionato e continua acondizionare la vita politicaargentina, è stata marcata dal-l’ambiguità. Alcuni dicono cheè nato a Lobos, provincia diBuenos Aires, nell’ottobre del1895: altri che è nato nel 1993a Roque Pèrez, e addirittura,secondo quanto assicurano iricercatori sardi Peppino Can-nedu e Gabriele Cosula, sareb-be nato in Sardegna ed emi-grato in Argentina da piccolo.Vai a sapere.Quello che si sa è che più omeno a 16 anni è entrato nel-la scuola militare da dove èuscito con il grado di sottote-nente. Con tale grado, secon-do alcune versioni, all’iniziodei anni 30 ha partecipato nel-la repressione della rivoltachiamata “La Patagonia Rebel-de”, organizzata da operaianarchici europei nel sud del-

l’Argentina, finita con la fuci-lazione di oltre 1.500 operaidisarmati che avevano avuto ilcoraggio di affrontare le oli-garchie latifondiste per op-porsi ai loro brutali metodi disfruttamento. Alla fine dei anni 30, per dueanni prestò servizio in Italiacome “osservatore militare”.Osservò così bene che finì peressere dichiaratamente unammiratore di Mussolini, im-parando da lui sia l’ideologiafascista che i metodi per ap-plicarla. Ottima scuola che piùtardi gli servirà molto per ar-rivare al potere e rimanerci. Tornato in Argentina, insiemead altri ufficiali integranti delGOU (Grupo Oficiales Unidos)nel 1943 partecipò a un colpodi stato contro il governo civi-le presieduto da Ramòn Ca-stillo. Peròn, che nel frattem-po era diventato colonnello,assunse l’incarico di Ministrodel lavoro e dello stato socia-le e poi Vice Presidente e se-gretario di guerra, fino a 1944quando viene arrestato per

dissensi con il resto dei milita-ri al potere. Va precisato chein Argentina, da sempre,quando un militare viene arre-stato, il suo “arresto” si svol-ge dentro delle lussuosestrutture per ufficiali che cisono nelle caserme.Il 17 ottobre del 1945 vennerilasciato anche grazie a unamanifestazione popolare, se-gnando questa data la nascitadel Partito Giustizialista. Co-me curiosità senza spiegazio-ne, in quella enorme manife-stazione, a differenza delleprecedenti dove sparavanocontro in manifestanti, il feri-to più grave è stata una vec-chietta che si è storto un pie-de scendendo del marciapie-de. Un’altra curiosità è chequel giorno faceva caldo e gliagitati oratori, tra cui Peròn, sitolsero la giacca e cravatta. Eracosì nato il movimento dei“descamisados”, simbolo delperonismo. Sempre nel 1945 si sposò inseconde nozze (della primamoglie non si è mai saputo

niente) con Eva Duarte, natanel 1915 in una famiglia piùche umile e fino a quel mo-mento ballerina e attrice di se-condo livello in spettacolipiuttosto “piccanti” per quel-l’epoca. Tutti i film dove leipartecipava vennero fattiscomparire immediatamente.Comunque, il matrimonio con“Evita”, una donna con ungrande carisma e piena di am-bizioni, gli portò enormi van-taggi per la successiva carrie-ra politica sfruttando la capa-cità di Evita di presentarsi co-me la rappresentante delleclassi sociali più povere. Pur-troppo ancora in Argentina enel mondo c’è gente che credea questa favola. Nel 1946, con il lo slogan “nicapitalismo ni socialismo, ter-cera vìa”, a capo di una allean-za di diverse forze, vinse leelezioni con un consenso del56 % aprendo un periodo digrandi riforme sociali alcuneveramente vantaggiose per ilavoratori ed altre degne deimigliori (o dei peggiori) meto-

di fascisti. L’Argentina in quelperiodo era un paese moltoricco, il quinto nell’ economiamondiale, per avere quasi ilmonopolio mondiale nell’e-sportazione di carne e grano auna Europa distrutta e affa-mata dalla guerra. Nel frattempo, con la compli-cità della CIA e di settori dellachiesa, contrariamente aquanto fatto per gli ebrei chefuggivano dell’olocausto aiquali era stato negato l’asilo inArgentina, aprì le porte e die-de rifugio sicuro, con l’ “Ope-razione Odessa”, a migliaia dicriminali nazisti, fascisti eustascia che fuggivano dal-l’Europa. Le motivazioni era-no a uno stesso tempo nell’af-finità ideologica e nelle enor-

mi fortune rimediate comebottino di guerra che questiportarono in Argentina. Ov-viamente, siccome Peròn nonfaceva niente senza interessipersonali, provate a immagi-nare dove sono finite una par-te di queste fortune?. La rispo-sta la troverete nei prossimiarticoli su Peròn. Come dato curioso dell’ambi-guità che segnò tutta la vita diquesto personaggio, bisognanotare che quando Peròn as-sunse al potere in Argentina,sia il Movimento Sociale Italia-no che sia il PCI esaltarono lasua l’ascesa al potere sottoli-neando “posizioni ideologi-che affini”. Accidenti che lun-gimiranza! Non avevano anco-ra capito nulla!

DICEMBRE 2010

cere. Ci sentiamo tutti perun attimo molto più italiani.E’ raro ultimamente, maquesta volta siamo cosi lon-tani, siamo in Cina.Il Concerto ha inizio; dopo iprimi brani solistici si passaai brani d’insieme, quartettie quintetti, la Traviata, il fi-nale del “Rigoletto”, ma an-che brani della più conosciu-ta canzone napoletana: untrionfo.Il pubblico batte il tempocon le mani, e molti cantanoinsieme ai nostri cantanti.Una grande emozione da-vanti al Damingon nell’im-

mensa piazza piena di pub-blico entusiasta ad applaudi-re Verdi, Donizetti, Puccini,quegli stessi che in Italiaprovocano nel pensiero deigovernanti solo danni e defi-cit nei teatri…Continuano nei giorni suc-cessivi i recital sull’altro pal-coscenico del grande parco.Ancora successo, ancora fo-to, autografi richiesti da unpubblico vero, cittadini cine-

si dell’interno della Cina,persone umili, sincere allequali abbiamo offerto alcuniminuti di gioia. Ma ci hannorestituito molto più di quan-to noi abbiamo dato a loro.E’ venerdì 8 ottobre: la par-tenza, il ritorno in Italia. Lasera precedente siamo statipremiati insieme alle altredelegazioni di artisti prove-nienti da Cina, Russia, Iran,Turchia, Mongolia e che in-sieme a noi hanno partecipa-to al Festival. Noi eravamogli “Italiani” e i nostri can-tanti hanno ricevuto più ap-plausi di tutti anche perchéinvitati dal Presidente delParco Archeologico a intona-re l’ultimo brano d’operaprima del saluto finale. E’an-cora Verdi il complice rivolu-zionario che agita i cuoripersino dei mongoli in sala:anche da loro applausi a sce-na aperta. Ma anche i mem-

bri della compagnia di dan-za iraniana, apparentemen-te cosi distanti dalle nostracultura, hanno applauditocon convinzione ancora lamusica di quel sovversivo diGiuseppe Verdi intonata daigiovani cantanti italiani.E’ ancora l’8 ottobre a causadel fuso orario, siamo giuntifinalmente a Fiumicino. Ioho terminato il romanzo diJohn Fante; bello, scritto con

leggerezza con una fine fa-talmente dolorosa più dellamia cervicale offesa dal viag-gio e dai tentativi di prendersonno seduto a 95 gradi.Camilla Lopez, un amore im-possibile per Antonimo Ban-dini, il protagonista, si perdenel deserto della California.Lui lancia il libro verso il de-serto, verso dove è scappataCamilla. Nel deserto ameri-cano muore pure Manon Le-scaut, l’eroina puccinianadell’omonima opera lirica.Nei deserti americani in ge-nere si muore, quindi Camil-la sarà senz’altro morta.Le valige ovviamente arriva-no in tempi biblici, forse tra-sportate con i cammelli del-la Via della Seta sul desertodi Fiumicino dove non simuore, ma dove si possonospesso perdere le valige (sa-pevano del nostro viaggio gliaddetti al movimento baga-gli dell’ADR e volevano pro-lungare le emozioni esoti-che?). Questa volta arrivano.Usciamo e fuori ci accoglie lanotizia urlata da due tassistilividi di rabbia: il raccordo èbloccato. Avevamo bisognodi sentirci a casa e un bloccoo un ritardo non potevanoche predisporci ancor me-glio a riassaporare l’Italia. Ilritorno in Umbria sarà piùlungo del previsto.Evitiamo di comprare quoti-diani all’autogrill. Tanto inalbergo, in Cina, abbiamotutti fatto zapping alla TVper cercare qualche notiziasull’Italia: canali cinesi e in-ternazionali, CNN, BBC, NHKnulla di notizie italiane, nul-la di significativo, tranne Va-lentino Rossi che saluta itifosi. Cosi come nessunaautomobile italiana in unametropoli di 9 milioni di abi-tanti. Solo auto tedesche,francesi, americane, giappo-nesi. Ah sì, ho visto una Fer-rari ma mi hanno detto cheera taroccata con motore ci-nese e carrozzeria in plasti-ca. Come mai non ci sonoFiat? La Via della Seta è im-pervia per le Panda serbe, mirisponde un tassista di sini-stra. Ma io non ci credo.

Seconda parte; la primaparte è stata pubblicata nelnumero di novembre e nelsito internet

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dalla Città 5 1FOLIGNO

nate al punto di partenzadell’ottobre 2009, con incre-menti di portata modestissi-mi, se non nulli; al massimopari al 20% su un anno fa.“Tanto rumore per nulla”, sipotrebbe dire; ma a Folignousiamo un’espressione piùcolorita ed efficace: “Ci sia-mo mangiati tutto il grasso”.Per una riprova, basta anda-re su http://www.arpa.um-bria.it/retiacque/default.asp?idapp=2Un’annata così favorevoleavrebbe dovuto invece co-stituire scorte consistentiper tempi più magri. Cosìnon è: il nostro sistema idri-co sotterraneo è sottopostoa un tale prelievo, da bru-ciare qualunque scorta, la-

sciandoci inermi di frontead eventuali colpi del desti-no e delle mutazioni clima-tiche in atto. Quanti invocano una seria,dura politica di risparmioidrico e di razionalizzazio-ne dell’uso della risorsa piùimportante ricevono, a pa-role, belle pacche sullaschiena. Peccato poi che diinterventi concreti, a partealcuni lodevoli investimen-ti sulla rete idrica, se ne par-li ma non se ne faccia nulla.In nome dei tempi magridell’economia, nessuno par-la più di imporre il doppioscarico in tutte le case, diimpianti di riciclo dell’ac-qua piovana, di doppio ci-clo, etc. Nessuno parla più

In questi giorni di grandipiogge, perfino di localiesondazioni, può sembrareassurdo parlare di deficitpluviometrici, di falde al lu-micino. Eppure, i dati sulla portatadelle sorgenti appenninicheumbre, disponibili a finenovembre 2010, mettono inluce tutta l’enorme fragilitàdel sistema di approvvigio-namento idrico, soprattuttoidropotabile, della nostraregione e del comprensoriofolignate in particolare. Siamo appena reduci da unodei semestri freddi più pio-

Le pioggie eccezionali non bastanoa reintegrare le risorse idropotabili

Polisportiva disabili Foligno Scuola e Salute

Nel momento in cui servireb-bero più risorse da dedicareal settore sociale, per com-pensare una grave crisi eco-nomica, queste vengono ri-dotte, acutizzando gli effettidella crisi stessa sulle fami-glie italiane più fragili.Il taglio più importante riguar-da il Fondo Nazionale per lePolitiche Sociali, ridotto costan-temente in questi ultimi anni,quest’anno il taglio è di 299 mi-lioni, ben due terzi dell'interofinanziamento. Dal 2007 a oggi loStato ha destinato400 milioni di euroalle associazioni divolontariato, coope-rative sociali. Da og-gi saranno solo 100milioni, il 5 per milleè infatti stato ridottoa un quarto rispettoagli anni precedenti.Il 5 per mille, raccol-to grazie alla solida-rietà dei contribuen-ti, è dunque vitale per la no-stra sopravvivenza. Ridurre aun quarto questa risorsa si-gnifica uccidere un intero set-tore. Le associazioni che sibasano sul volontariato sonole uniche che, con pochi sol-di e grande agilità, riescono adifendere le fasce più debolie le aree marginali. In un momento di crisi occu-pazionale come questo e didifficoltà delle famiglie, le ri-sorse statali per il sociale,che verranno erogate nel2011 alle Regioni, e poi at-traverso queste ai Comuni,diminuiranno notevolmente.Si tratta di decisioni di go-verno che vanno in contro-tendenza rispetto alle neces-sità attuali del Paese. Il risultato complessivo di

questi tagli sarà un ulterioreaggravio di spesa per le fami-glie bisognose e soprattuttoper quelle famiglie dove al-l’interno vive una personasvantaggiata.La manovra varata dal Gover-no non dà risposte alle realiesigenze dei cittadini e frenalo sviluppo del Paese, calpe-stando valori, persone, terri-tori ed enti locali; non dà ri-sposte concrete alle reali esi-genze del Paese, ma si limitaa tagliare risorse colpendosoprattutto gli enti locali. La manovra aggrava le diffe-renze sociali, mettendo in seriadifficoltà gli enti locali, a causa

della nuova finanziaria del Go-verno il Comune di Folignoavrà 10 milioni di euro in me-no nei prossimi due anni.Vorremo, da chi ci governa,nuove proposte per il futuro.È necessario efficientare i ser-vizi, semplificare, far cresce-re il rapporto pubblico-priva-to, investire su formazionescuola e ricerca, scommette-re su acqua ed energia, appli-care il principio di solidarietà,sussidiarietà e mutualità, col-tivare la cultura del merito. È importante costruire unanuova classe politica, connuovi sistemi di selezionedella classe dirigente che re-stituiscano ai cittadini la pos-sibilità di scegliere. È fondamentale tener presen-te, che l’aumento della disoc-

cupazione probabilmentecolpirà quegli individui chestanno affrontando già oradiscriminazioni nel mercatodel lavoro, come ad esempiole persone affette da unaqualche disabilità.La crisi economica e i tagli al-la spesa pubblica stanno fa-cendo sentire anche in Um-bria i loro effetti sui soggettipiù deboli, sugli anziani solie spesso inabili, sul mondodella non autosufficienza.Investire nei servizi sociali èpositivo per gli individui e perla società e il non riuscire asvilupparli e migliorarli, spe-cialmente in un periodo di re-

cessione, significaabbandonare i cit-tadini. Qualsiasi ri-duzione dei servizicostituirebbe inol-tre un passo indie-tro nel raggiungerei propri obiettivi diuguaglianza, pariopportunità e diuna qualità di vitadignitosa per tutti.La “PolisportivaDisabili Foligno” èin allarme, sia per

le sorti della stessa, che comela maggior parte cooperativerischia posti di lavoro, sia peri propri associati e le loro fa-miglie: la diminuzione deiservizi alle persona, negheràil diritto alle pari opportu-nità, all’autonomia, perdendola fiducia in se stessi e la con-sapevolezza, pur vivendo lapropria disabilità, di sentirsiutile alla società. La Polisportiva si appella allaCittà, alle Istituzioni, di esor-tare il Governo, affinché tuttiquei valori sociali in cui ab-biamo creduto fino ad ora,non vengano meno, fornen-do risposte e interventi fon-dati sul riconoscimento dellepersone nella loro globalità ein rapporto al loro contestodi vita.

www.piazzadelgrano.orgDICEMBRE 2010

vosi della storia recente delnostro territorio. Le stazionipluviometriche collinari re-gistrano già, per l’anno2010, quantitativi di precipi-tazioni cumulate superiori a1.000 mm.; e già l’anno 2009si era concluso in manierafavorevole, con gli ultimidue mesi dell’anno molto aldi sopra delle medie.Di fronte a questi diluvi, e aun’estate caratterizzata daprecipitazioni nella norma,molto ben distribuite, e datemperature inferiori allemedie, ci si sarebbe potutiattendere una rosea situa-zione, nella pancia dei no-stri monti. Niente affatto. Tutte le sor-genti appenniniche sono tor-

MASSIMO CATARINUCCI

LUISITO SDEI

LEONARDO MERCURI

Non passa giorno che neimedia non ci sia una noti-zia su come la scuola ita-liana faccia acqua da tuttele parti, oppure su quantoil piano formativo non ten-ga conto delle reali neces-sità degli studenti. Since-ramente non è facile daretorto a molte di queste cri-tiche, ma se come si dice,per cambiare bisogna par-tire dalle piccole cose, iocredo che possiamo avereuna speranza.Mi sono imbattuto in unapiccola realtà in cui lascuola cerca di affrontaredelle problematiche reali,quelle in cui un ragazzinopuò trovarsi davanti tutti igiorni. Cannara conta circa5000 abitanti,vi è una uni-ca scuola primaria, l’istitu-to comprensivo “AnnaFrank” in cui la dirigenzascolastica ha capito l’im-portanza di avere nel pia-no di offerta formativa an-che delle materie che ri-guardano problematichesociali come la droga, l’al-cool, il doping, e non ulti-ma l’educazione alimenta-re e motoria.La dirigente ha cosi mes-so in moto una serie diprogetti atti a portare isuoi ragazzi ad avere laconsapevolezza scientifi-ca di ciò che potrebberotrovare sulla propria stra-da, anche al di fuori dellascuola, in particolare harivolto la propria atten-zione ai ragazzi delle 3°medie che sono quei ra-gazzi che dovranno la-sciare Cannara per segui-re la scuola secondaria inaltre cittadine.I progetti messi in campo

negli ultimi anni dai diri-genti scolasti dell’istituto“Anna Frak” cercano di col-mare quella lacuna genera-zionale tra ragazzi e fami-glia che li porta a non di-scutere o parlare con la fa-miglia dei problemi che in-contrano nel loro percorsodi crescita.Lo scorso anno scolastico iragazzi delle 3° classi han-no potuto usufruire di pro-fessionisti che hanno spie-gato loro le problematichelegate alla droga e all’al-cool, in questo anno scola-stico, sempre le 3° classipotranno usufruire di unprogetto chiamato “Co-struisci la tua salute” che liporterà durante tutto l’arcodell’anno a scoprire le rego-le di base di una sana e cor-retta alimentazione, cos’ela sicurezza alimentare, co-me si deve nutrire un gio-vane atleta, cosa è il do-ping, perché fumare è peri-coloso, ecc, ecc. La salute di una persona sicostruisce da bambini esoprattutto si costruiscese si insegna ai ragazzi co-me affrontare i pericoli adessa correlati.Ma questo piccolo comu-ne non stupisce solamen-te per l’impegno e la pro-

di nuclei di controllo sugliabusi. Insomma, di conteni-mento dei consumi e re-pressione degli sprechi, an-che con misure incentivan-ti la green economy.Continuiamo imperterriti alavare i nostri panni conl’acqua minerale, pensandoche sia una risorsa senzafine. Sarebbe invece pro-prio questo il momento, abocce ferme, per impostareuna saggia politica di lungotermine. Se non serve a questo, l’ac-qua pubblica. Per la cronaca, le previsionistagionali elaborate dalla

NOAA per il prossimo in-verno 2010-2011continua-no da mesi ad avvertire sulrischio di un inverno carat-terizzato da precipitazioniscarse e da molta ventila-zione orientale, per il no-stro comparto. Con i conse-guenti rischi di una fortissi-ma evapotraspirazione,analoga a quella che ci misein ginocchio nel 2001-2002. A questo punto, immaginoche molti di voi stiano giàfacendo gli scongiuri. Ap-punto. Se servono gli scon-giuri, di nuovo, dopo 10 an-ni, vuol dire che non è cam-biato nulla, da allora.

Senza una seria politica di risparmio intelligente dei consu-mi di acqua potabile neppure le alluvioni garantiscono il fu-turo dell’acqua pubblica

Appello alla Città e alle Istituzioni controi tagli della Finanziaria 2011

Quando la promozione della salute iniziadalla scuola

fessionalità elevata deisuoi dirigenti scolastici,basta guardare come nelpiccolo auditorium citta-dino una dottoressa dellafarmacia comunale in col-laborazione con le istitu-zioni comunali, sempreattente e presenti, orga-nizzi dei convegni pub-blici in cui la popolazionepuò ritrovarsi dei Medicidel calibro del dr Gabrie-le Perriello docente di nu-trizione all’Università diPerugia, che spiegano edaiutano la popolazione adaffrontare patologie comeil diabete o la sindromemetabolica, o ancora gliincontri futuri che ve-dranno Dietisti laureatiall’università di Perugiaaffrontare argomenti co-me la promozione per uninvecchiamento di suc-cesso nella popolazioneanziana.Allora se un piccolo comu-ne può avere dirigenti co-munali e scolastici cosi at-tenti e virtuosi bisogneràvolgere la nostra attenzio-ne alle piccole realtà in cuisi fanno ancora buone co-se piuttosto che copiareutopistici castelli nel de-serto realizzati spesso dal-le grandi città.

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Estratto di una lezione diGustavo Zagrebelsky

La Dichiarazione d´indipen-denza dei tredici Stati Unitid’America del 4 luglio 1776inizia con un’enfatica dichia-razione. Esistono verità “perse stesse evidenti”: che tuttigli uomini sono creati uguali eche sono dal Creatore dotatidi alcuni inalienabili diritti.Tra questi, oltre alla vita e allalibertà, c’è la ricerca della feli-cità (pursuit of happiness). La (ricerca della) felicità è unodei grandi temi che ha caratte-rizzato, nel suo insieme, il se-colo XVIII, dal punto di vistamorale e politico. La Dichiara-zione d’indipendenza è figliadi quel tempo e, come vedre-mo, di quella terra. Il secolosuccessivo è stato molto piùprudente. Anzi: la felicità co-me mèta della vita individua-le e collettiva è stata piuttostoassociata all’infelicità, in unasorta di coincidentia opposi-torum. Per gli individui, è fon-te d’inquietudine e di aspira-zioni mai stabilmente soddi-

Cultura/e61 FOLIGNO

Ricerca della felicità e ricerca dellagiustizia, tra USA e Europa

L’insegnamento del latino nelle scuole

CONCETTO MARCHESI

SALVATORE MARCRÌ

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sfatte. Per le società, è fonte diforze distruttive, operanti sularga scala [...] Che la libertàsia un peso è quasi un luogocomune. Che questo peso, al-meno nella letteratura reazio-naria basata sull’idea dellacorruzione della natura uma-na, possa essere sopportatosolo da uomini superiori enon dalla massa, anche. Lamassa è fatta da schiavi con lacostituzione del ribelle, (...) inquanto ribelli, vogliono la feli-cità, ma in quanto schiavi nonne sono capaci e hanno biso-gno del padrone. (...) il diritto“americano” di cercare la feli-cità era in realtà la condannaall’infelicità. Dovrà regnare lafelicità, sì, ma la dovrete rice-vere da noi (...) che ve la ammi-nistreremo nella misura che viè consona. Ma quale felicità?La felicità consiste nell’avertolto dal cuore il tormento chederiva da quel dono che è la li-bertà. Non s’intende qui la li-bertà come possibilità di scel-ta di convenienza; della li-bertà, per così dire economi-ca, legata semplicemente apreferenze, la libertà del con-sumatore, per intenderci. Stia-mo parlando di ben altra cosa,della libertà di realizzare sestessi, di scegliere che cosa sivuole che sia la nostra esisten-za. È questa, non l’altra, la li-bertà che deve essere toltaall’essere umano per render-lo felice. Non è forse questoil segreto di un certo tipo didominio su vasta scala, suesseri umani standardizzatinei piccoli loro desideri, ali-mentati continuamente dal-

DICEMBRE 2010

la “comunicazione”, questanuova scienza del governoche sempre di nuovo propo-ne stili vita, modelli di mas-sa che promuovono deside-ri mediocri, volgari e confor-misti? Oggi, così si vive insocietà, attraverso il governodei desideri, cioè degli ani-mi: una forma di potere chesembra avere sostituito, coneffetti anche più radicali, ilcontrollo dei corpi. Che sia meglio una cosa o l’al-tra, è discutibile, poiché il con-trollo dei corpi almeno lasciala libertà interiore di desidera-re, pur se impedisce di perse-guire l’oggetto del desiderio. Questo è un modo per contra-stare gli effetti distruttivi del-la (ricerca della) felicità, trami-te il controllo omologante deidesideri, un controllo che puògiungere fino a spegnerli, conciò riducendo gli esseri uma-ni a bestie. (...) L´altro modo èquello di ricondurli non di di-sumanizzarli, ma di “istituzio-nalizzarli”, trasformando l’in-stabile “materiale psichico”soggettivo che alimenta la ri-cerca della felicità in qualcosadi obbiettivo, funzionale allavita sociale. [...] Sono i poten-ti, i “Prominenten”, che la ri-vendicano come diritto, lapraticano e l’esibiscono, spes-so oscenamente, come stile divita. Non sentiremo uno sfrat-tato, un disoccupato, un lavo-ratore schiacciato dai debiti,un migrante irregolare, un in-dividuo strangolato daglistrozzini, un rom cacciato,una madre che vede il suobambino morire nei primi me-

si di vita, rivendicare il suo di-ritto alla “felicità”. Grottesco!Sentiremo questo eterogeneopopolo degli esclusi e dei sof-ferenti chiedere, invece che fe-licità, giustizia. La loro “feli-cità” sta nel chiedere un pocodi giustizia. Negli spazi pieni,la felicità nel senso della Di-chiarazione citata all’inizio èdiventata la pretesa dei for-ti, che fa torto ai deboli; lagiustizia, non la felicità cheè (...) diventata parola dop-pressione, parola di classe,e come tale dovremmo trat-tarla. Con quest’ulterioreprecisazione, che viene qua-si da sé: la felicità è un’aspi-razione che riguarda i sin-goli individui, la giustizia, èun’aspirazione che riguardala società tutta intera. Cometale, è funzione non dellepulsioni individuali ma del-le politiche collettive (...) Co-sì è che, nella ricerca dell’e-quilibrio tra libertà della ri-cerca individuale della feli-cità e giustizia sociale, inEuropa entra quel vincoloesterno alla coscienza che èl’obbligo legale. Anche nella Dichiarazionedei diritti francese del 1789si parla di felicità. Ma non èla felicità individuale; è “lebonheur de tous”. Tra questi“tutti”, la legge ha il compi-to di stabilire i limiti e i con-fini, onde la felicità dell’unonon diventi infelicità deglialtri. Una dimensione ogget-tiva della felicità fa qui appa-rizione, come insieme dei di-ritti di libertà previsti, rego-lati e limitati dalla legge. [...]

Durante il quinto congressodel Partito comunista un miobreve discorso, il quale su-scitò rumore di molti applau-si e taciturnità di molti dis-sensi, mi fece apparire ostina-to paladino dell'insegnamen-to della lingua latina in tuttele scuole d'Italia, escluse leelementari. E naturalmentemi si imputò di volere impor-re una cultura umanistica aragazzi e bimbette di dodicianni. In realtà non ho mai gra-vato l'anima mia di così neropeccato. Allora intendevo sol-tanto proporre la grammaticadi una lingua morta qualestrumento più adatto chequella di una lingua viva alla

formazione mentale dell'a-lunno. La esperienza di nonpochi anni ci dice che è que-sto un pronostico fallito; chelo studio grammaticale del la-tino nella scuola media unicaè un inutile tormento e perciòun insensato perditempo. M'inchino alla evidenza: e re-cito il mio atto di contrizione.Si escluda il latino dalla scuo-la media unica, ma gli si diareverente ospitalità nellescuole dove si forma e si pre-cisa la cultura, il gusto, l'abi-to intellettuale di quanti nel-la vita sentiranno bisogno diestendere l'attività del pro-prio spirito oltre i limiti più omeno angusti di una specifi-ca attività quotidiana: né soloper uno svago voluttuariodelle ore oziose, ma perchétutte le ore della vita sentanoil beneficio di una spaziosaeducazione mentale. La cultura umanistica giova atutti; il giorno in cui decades-se sarebbe notte nel mondo.L'elettricità percorre ormaitutta la terra; dà moto e luce;crea nuove energie fisiche; hatolto l'uomo dalla solitudine,dalla oscurità, dai riposi umi-liati e accasciati e lo ha so-spinto verso le gioiose distra-zioni dì cui ha bisogno la fati-ca per essere più fruttuosa-mente ripresa. Ma c'è nellanostra esistenza qualcosa chenon sazia e non stanca mai; di

Antonella Fasano ènata a Cesena nel1971, si è diplomataall’istituto d’Arte B.di Betto di Perugianella sezione “Modae Costume” per poiconseguire il diplo-ma accademico di pittura ver-so la metà degli anni ’90 pres-so l’accademia di Belle ArtiPietro Vannucci di Perugia.Ancora studentessa in accade-mia si è interessata di restau-ro che diverrà successivamen-te la sua principale attività peroltre un decennio. Nel 2008 siè laureata in Scienze dei benistorico artistici archivistico li-brari e musicali presso la fa-coltà di Lettere dell’Universitàdi Perugia. Attualmente vive aFoligno e lavora in una strut-tura diocesana nell’ambito deibeni culturali. Un lungo per-corso di crescita ha portatoAntonella a riprendere in ma-no la grande passione per l’ar-te, cercando il suo percorsoattraverso la sperimentazionedi tecniche e materiali diversi.Dopo le prime opere del pe-riodo accademico apparte-nenti al ciclo “Traccia dell’Im-magine”, infatti, la sua dedi-zione all’arte personale lasciail posto agli impegni lavorati-vi nel campo del restauro, unmondo che soddisfa la suagrande passione per la cultu-ra, la storia e l’arte e che le for-nisce quell’importante baga-glio di nozioni che ritroviamonel ciclo di opere con cui è tor-nata a produrre la sua arte,quella nata dalla sensibilità,dalla dolcezza e dalla fre-schezza che sempre la con-traddistinguono. E’ tornata adessere se stessa con “Ritmidell’Anima”, opere esposteper la prima volta in occasio-ne di Cavour Art Festival 2010

La cittadinanza attivaefficace antidoto alla culturadell’illegalità

a Terni. “Nei miei lavori – ciracconta Antonella - ciò chereputo fondamentale è la con-tinua sperimentazione tramateriali diversi allo scopo dicreare composizioni che attra-verso i “segni” e le sovram-missioni abbiano un linguag-gio forte ed espressivo. Nei la-vori accademici davo granderisalto alla materia, contrap-ponendo positivo e negativo,superfici lucide, opache o tra-sparenti, poi ho sentito l’esi-genza di introdurre in unospazio già affollato da strati-ficazioni materiche e da ele-menti modulari, l’espressivitàdel colore: nascono i Ritmidell’Anima. A primo impattosi può essere quasi disorienta-ti perché si hanno contempo-raneamente sollecitazioni per-cettive diverse determinatedalla materia (con le sue tra-me, e i suoi segni), dalla for-ma (ripetitiva , fluida, osses-siva, non sempre riconoscibi-le quando il modulo accogliela materia) e dalla prepotenzadel colore che gli conferiscequasi una valenza decorativa.Dopo una più attenta analisici si accorge che in questacomposizione si viene a crea-re un campo di forze doveogni elemento ha un proprioequilibrio e il colore ha un pe-so ben preciso”.Per tutto il mese di dicembre,Antonella Fasano espone lesue opere nello spazio ad an-golo (ex sede Arredocasa) travia Umberto I e via Rinaldi aFoligno.

cui non ci rendiamo conto co-me ci si rende conto di unmeccanismo, a cui non sap-piamo dare il nome perché ilnome varia da un libro a unquadro a un suono. È una co-sa che ci fa dimenticare ognialtra cosa e ci dà una luce cheillumina dentro e assicura, ta-lora, l'istante inatteso di feli-cità. Questo si deve a quellascienza che si fa arte e si fa vi-ta; si deve a quella culturaumanistica che fuori dellascuola ha bisogno di dilatarsiliberamente e nella scuola diraccogliersi e profondamenteoperare. Lo studio del latino c'è sem-pre stato nelle scuole italiane:nel ginnasio prima, fin dallaprima classe, nella scuola me-dia unica, dopo. Il latino, si dice, ha fatto catti-va prova: è un peso morto,senza compensi. Colpa degliscolari, delle famiglie, deimaestri, dei regolamenti sco-lastici? I regolamenti nonc'entrano. La scuola dipendeda colui che vi insegna. Oltree sopra il regolamento, qua-lunque esso sia, c'è il maestro.Il fastidio o il gradimento, l'in-teresse o la noia, l'equilibrio oil disordine dipendono da lui,dall'uomo che insegna. Si puòridurre il pane al maestro, sipuò levargli anche la libertà,ma non la facoltà di penetra-re nell'animo dell'alunno e ri-

chiamarlo alla luce e alla gioiadella conoscenza. Gli si lascisoltanto in mano il catechi-smo e ne farà uno strumentodi scienza e di nobiltà umanase non è un pitocco o un ser-vo. Se qualche volta o moltevolte il latino nella scuola me-dia si insegna male, è da do-mandare quanto si insegninobene e con quale profitto lealtre discipline. A quattordici anni si può im-parare una lingua viva. La lin-gua morta ha bisogno di pe-netrare lentamente nella cu-riosità, nell'interesse, nell'ap-plicazione mentale dello sco-laro: deve essere assorbitacon un processo conoscitivocalmo e conciliante, attraver-so i fatti, le parole, gli scrittidei grandi personaggi dell'an-tichità: i quali sono anche ipersonaggi antichi della no-stra storia, siccome quella lin-gua morta è la nostra stessalingua quale si parlava e siscriveva allora. Stiamo attenti. Non uccidia-mo il latino. Da quanto hodetto non pochi compagnidi elevata cultura dissenti-ranno; ma so che degli ope-rai molti concordano conme: e non me ne stupisco,perché proprio di là, dalcampo operaio, nasce l'aspi-razione verso una maggiorericchezza nel mondo inte-riore dello spirito umano.

La cultura umanistica giova a tutti.Dagli operai la spinta per una maggiore ricchezza del mondo interiore

Non è certo rassicurante ilmondo d’oggi dove la man-canza di riferimenti certi e diprospettive concrete ingene-ra sensazioni di marginalità edi deriva.Fortunatamente permane ne-gli animi irro-bustiti dallacertezza delleproprie sceltevaloriali la vo-lontà di pro-cedere sullastrada dellagiustizia. Undesiderio chetrova alimen-to nella parte-cipazione responsabile alla vi-ta della città quale antidoto ci-vile alla crisi che si nutre di il-legalità, disimpegno, oppor-tunismo, apatico disinteresse.E’ uno stile di vita da coltiva-re fin da giovani, anzi già neigiovanissimi, perché la citta-dinanza attiva, che è fatta diatteggiamento critico, di con-divisione di problemi e di ser-vizio a vantaggio della polis,tutela la trasparenza e la lega-lità contrastando il rischio in-

combente dell’omologazionee della subalternità. CorradoAlvaro sosteneva che: “ La di-sperazione più grande chepossa impadronirsi di una so-cietà è il dubbio che essereonesti sia inutile”. Per fugare la perplessità oc-corre il coraggio di sporcarsile mani facendo, operandoper la comunità senza timo-

re dei rischia cui si espo-ne chi con-trasta il po-tere e senzacedimenti alr i c h i a m oammaliantedella scorcia-toia che ren-de tutto ap-parentemen-

te facile e comodo. L’educa-zione è la grande carta dagiocare in una partita in cui èin palio la sorte della demo-crazia. E’ per questo che vale la penalottare senza timori di ritor-sioni e di sconfitte perché co-munque ne vale la pena. Perdire io sono me stesso, io ciho provato, io ci ho messo lafaccia, io ci sono, io… perchéno … ce l’ho fatta.

Ritmi dell’anima, l’arte ritrovata AntonellaFasano

Page 7: Dicembre 2010

L’Est del mondo sta esplodendoLa violenza si diffonde, i colpi sono in canna

Sei abbastanza grande per uccidere,ma non abbastanza per votare

Tu non credi nella guerra, ma che cos’è quell’arma che stai imbracciando?E perfino sul fiume Giordano ci sono dei corpi

che galleggianoMa dimmi, amico, ancora ed ancora

Non credi che siamo al principio della fine?Non capisci quello che sto tentando di dire

E non riesci a percepire i timori che sento oggi?Se verrà premuto il bottone,

non ci sarà nessun posto dove scappareNessuno si salverà, il mondo diventerà una tomba

Dai una occhiata attorno a te,ce n’è abbastanza per spaventarti, ragazzo.Si, il mio sangue è così furioso che sembra

stia coagulandoSono seduto qui e sto facendo considerazioni

Io non posso rivoltare la verità, non conosce regoleUn piccolo numero di senatori non fa passare la leggeE le marce da sole non possono portare l’integrazione

Quando il rispetto per l’uomo si sta sgretolandoQuesto grande pazzo mondo è veramente

troppo frustrantePensa a tutto l’odio che c’è nella Cina rossaE dopo getta un occhio a Selma in Alabama

Ah, tu puoi girare per quattro giorni nello spazioMa quando torni giù è sempre il solito vecchio posto

Il rullo dei tamburi, l’orgoglio e il disonoreTu puoi sotterrare i tuoi morti,ma senza lasciare una traccia

Odia il tuo vicino,ma non dimenticare di dire le preghiere

Cultura/e 7 1FOLIGNO

Eve of destruction Barry McGuire - 1965

Non lavorare stanca

I poeti antichi (assirobabi-lonesi, greci) per spiegarele catastrofi naturali, leguerre insensate e le altret-tanto insensate stragi diuomini che queste portava-no in dote, erano giunti al-la conclusione che gli abi-tanti del pianeta fossero insovrannumero e che quindifacessero soffrire la terra,opprimendola col loro pe-so; oppure che il loro chias-so fosse insopportabile aglidei, e che, in ogni caso, aun certo punto fosse purnecessario diminuire laquantità dei viventi.Gli uomini dunque, eranoconsiderati dagli dei e daglielementi divinizzati comeportatori di un fastidio cer-to e di un incerto diritto diaffermazione.Alla luce di come la storiaumana è trascorsa da allora,pare sensato affermare chesolo attraverso un lavoroordinato e rispettoso dei ci-cli naturali, che permetta ilsacrificio agli dei, gli uomi-ni abbiano trovato la pro-pria ragion d’essere agli oc-chi del creato, facendosi in-termediari tra le istanze vi-scerali della terra e quellesovrannaturali dei numi“celesti” (irrazionalità visce-rali irraggiungibili), collo-candosi, con il proprio pen-siero simbolico, a metà stra-da tra la trascendenza pro-

fana e l’immanenza sacra,magistralmente descritte daG. Bataille.Oggi però le difficoltà lega-te al lavoro hanno resoquest’ultimo né sacro néprofano, quasi innaturale.Il tempo della “festa”, inte-so come sospensione obbli-gatoria dal lavoro, ha preso

il sopravvento nella perce-zione della nostra quoti-dianità.Ovunque volgiamo lo sguar-do ci colpisce la certezzache da qualche parte, anchequando non guardiamo,quando dormiamo, quandosiamo costretti a lavorare, cisia una festa in atto. Sta anoi decidere quale sia la piùvicina, la più fruibile, nella

tv, nei giornali patinati, nel-l’ostentazione mondana oreligiosa di un abito nuovo:la festa viene così a perdereil proprio carattere ciclico.La festa è la nostra costan-te aspirazione, il tempocontinuo, pre-esistente enon fondativo, che il lavorosi trova a interrompere.

I nostri panni da lavoronon contengono la nostraidentità, perché l’esteticadel travestimento che spes-so s’impossessa della festaci spinge a credere di poteresistere solo all’interno deipanni dismessi da qualcunaltro, come in una morte ri-tuale privata della rinasci-ta. Esiste un legame certotra il lavoro degli uomini e

le varie forme di pensiero,e questo legame è visibile,più che altrove, nel tempodella festa, purché la festanon duri troppo a lungo,purché permetta alle varieistanze culturali di espri-mersi e non le snaturi, pur-ché ripristini lo status quoprecedente.Oggi, nel nostro messiani-co “tempo che resta” (G.Agamben), si è persa laconsapevolezza che pro-prio dal lavoro nasce ilpensiero più profondo, illegame più stretto con ciòche “resta” di noi. In uneterno presente i sacrificiappaiono senza fine, ingiu-sti, feroci, le illusioni supe-rano in numero le realtà,non esistono limiti da vali-care o da cui tornare, ci siparla con linguaggio diubriachi.“Quale significato hanno lenostre attività, le riflessio-ni che perseguiamo, il lavo-ro che ci serve per mangia-re? Essi significano semprequalcosa che è situato al dilà di noi, come la carotaper l’asino quando lo sivuole far proseguire conun trucco.” (G. Bataille, Sul-la religione. Tre conferenzee altri scritti)Oggi si vogliono imporre altempo del lavoro canoni divisibilità reciproca tipicidel tempo della festa: nonimporta il benessere realedei singoli, ma solo l’appa-rire produttivo, al prezzocorrisposto di una carota.

www.piazzadelgrano.orgDICEMBRE 2010

MARIA SARA MIRTI

Lasciateci almeno Babbo Natale

IOLANDA TARZIA

“Il bambino capricciosoC'era una volta un bambinocapriccioso che non facevamai quel che voleva lamamma. Perciò il buon Dione era scontento e lo feceammalare; e nessun medicopoté salvarlo e presto egligiacque sul letto di morte.Quando fu sepolto e la fos-sa fu coperta di terra, tutt’aun tratto spuntò fuori il suobraccino e si tese in alto; lomisero dentro e lo coprironodi terra fresca, ma era inu-tile: il braccino tornava sem-pre fuori. Allora dovette an-dar sulla tomba la mamma,e batterlo sul braccino conla verga; e come l'ebbe fattoil braccino si ritirò e il bimboebbe finalmente pace sottoterra” (Jacob e WilhelmGrimm –Fiabe; Ed. EinaudiTascabili).

Questa, come tante altre piùnote, è una delle fiabe deifratelli Grimm.Si tratta di antiche fiabe del-la tradizione popolare, le co-siddette “Fiabe del focolare”che nell’Ottocento i fratelliJacob e Wilhelm Grimm de-cisero di raccogliere e farpubblicare come testimo-nianza di poesia popolareconvinti che, attraverso lefiabe avrebbero fatto cono-scere e amare la cultura e letradizioni del loro Paese atutti, non solo ai bambini. Chi di noi non ha mai ascol-tato o raccontato la favoladi Hansel e Gretel o quelladi Cenerentola, o, ancora

quella di Cappuccetto Ros-so? Sono le storie che han-no accompagnato, accom-pagnano e certamente ac-compagneranno ancora ne-gli anni a venire milioni emilioni di bimbi nelle brac-cia di Morfeo. Storie che,nell’immaginario, dovreb-bero far sorridere e sognarei bambini.Invece sono dei veri e pro-pri racconti dell’orrore. So-no storie che raccontano diun Dio che fa morire un

bimbo solo perché capric-cioso e di una madre chenon riesce ad avere pietàdel figlio neppure dopo lamorte, di matrigne che mal-trattano i figliastri, di padriche abbandonano i figli nelbosco, di streghe cattive edi lupi che mangiano i bam-bini. Quanta crudeltà c’è inognuna di esse? E’ la cru-deltà che solo un adultopuò trasferire ad un bambi-no farcendone i racconti al-lo stesso destinati. Crudeltàche, per fortuna, l’animo dei

bimbi difficilmente riesce apercepire e comprendere. E’ la stessa crudeltà che haispirato l’agenzia pubblici-taria, la banca e la TV che inFrancia hanno deciso diideare e mandare in ondanei giorni scorsi, prima delfilm animato “Ratatouille”,uno spot che annuncia che“Babbo Natale non esiste”.No, Babbo Natale non sitocca!Quel vecchio rubicondo dal-la barba bianca che parten-

do dal polo nord va in giroper tutto il mondo con unaslitta trainata da renne vo-lanti per esaudire in una so-la notte i desideri di tutti ibambini, non può essere eli-minato così.I bambini hanno diritto dicredere che Babbo Nataleesiste; hanno diritto alleemozioni che regala l’attesadi un omone vestito di ros-so che, scendendo dal cami-no, arriverà nelle loro caseperché sono bambini buoni. La magia del mondo fanta-

stico in cui ogni bambinocolloca Babbo Natale, dovenon trova dimora alcunaforma di bruttezza e la mal-vagità, è unica ed irripetibi-le. Non si può vedere e nonsi può comprendere se noncon gli occhi e l’animo del-l’innocenza. E’ una magiache gli adulti dovrebberopreservare il più a lungopossibile. E non solo per ibimbi.Quanto farebbe bene all’a-nimo di noi adulti abbando-narci, sia pure per pochimomenti, all’illusione cheesiste un mondo in cui, sesiamo buoni, i nostri desi-deri, quelli più preziosi,quelli che non si comprano,quelli che spesso non abbia-mo neppure il coraggio didesiderare, saranno esaudi-ti da Babbo Natale!Quanto ci renderebbe mi-gliori mantenere viva neglianni che ci scorrono addos-so anche solo un pizzico diquell’innocenza che fa cre-dere che le renne volano eche un vecchio ciccione pos-sa scendere attraverso uncamino; che aiuta a vedere epercepire ciò che di buonoc’è anche nella fiaba più cru-dele; che preserva la capa-cità di credere che qualun-que storia, anche la difficilee triste, avrà un lieto fine! Non permettiamo, allora,che si costruisca un futuroin cui Babbo Natale “nonesiste” ma, semmai, faccia-mo di tutto affinché la ma-gia del suo mondo accom-pagni la vita dei bambini ilpiù a lungo possibile, forsesaranno degli adulti ancoracapaci di sognare e sperare.

Un padre entra nella came-ra della figlia e la trovavuota con una lettera sulletto. Presagendo il peg-gio, apre la lettera e leggequanto segue:“Caro papà, mi dispiacemolto doverti dire che mene sono andata col mionuovo ragazzo. Ho trovatoil vero amore e lui, dovre-sti vederlo, è così carinocon tutti i suoi tatuaggi, ilpiercing e quella sua gros-sa moto veloce. Ma non ètutto, papà: finalmente so-no incinta e Abdul dice chestaremo benissimo nellasua roulotte in mezzo aiboschi. Lui vuole averetanti altri bambini e que-sto è anche il mio sogno. Edato che ho scoperto chela marijuana non fa male,noi la coltiveremo anche

per i nostri ami-ci, quandonon avranno più la cocainae l’ecstasy di cui hanno bi-sogno. Nel frattempo, spe-ro che la scienza trovi unacura per l’AIDS così Abdulpotrà stare un po’ meglio:se lo merita! Papà, nonpreoccuparti, ho già 15 an-ni, so badare a me stessa.Inoltre Abdul, forte deisuoi 44 anni di età, mi se-gue e mi consiglia al me-glio nelle scelte, comequella di convertirmi all’I-slam. Spero di venire a tro-varti presto così potrai co-noscere i tuoi nipotini. Latua adorata bambina.”P.S.: tutte balle, papà! Sonodai vicini. Volevo solo dir-ti che nella vita ci sono co-se peggiori della pagellache ti ho lasciato sul co-modino. Ti vo-glio bene

Genialità dei figli

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Lavoro81

Il fatto che una donna siaeletta per la prima volta se-gretaria generale della Cgil èsicuramente un fatto impor-tante e positivo. Ma sarebbeun’offesa alla storia delledonne di questo sindacatofar derivare solo da questofatto un giudizio favorevolealla candidatura di SusannaCamusso. Il mio è contrario.Susanna Camusso viene can-didata segretaria generaledella Cgil sull’onda di unacampagna mediatica che nonha avuto precedenti nellastoria degli insediamenti deisegretari generali dell’orga-nizzazione. Una parte rile-vante di tale campagna, sem-pre più insistente negli ulti-

mi giorni, punta a presenta-re la nuova segretaria gene-rale come colei che riporteràfinalmente la Cgil nell’alveodella concertazione del pat-to sociale, superando le am-biguità di Epifani e mettendoa posto la Fiom.Non ci sono state sufficien-ti smentite a questa campa-gna promozionale e la sto-ria del dirigente sindacaleSusanna Camusso la pre-senta come naturale inter-prete di una linea moderatae, come si dice oggi in tuttii palazzi della politica,“riformista”.Ma non è solo una questio-ne di tendenze filosofiche.C’è una stretta immediatache la Cgil deve affrontare.La piazza del 16 ottobre hachiesto con forza lo sciope-ro generale. Nello stessotempo la Confindustria, al-la fine delusa anch’essa daBerlusconi, tenta un pattosociale che ha al centro laproduttività del lavoro, cioèle scelte di Marchionne con-tro i lavoratori Fiat. La Cgilha annunciato lo scioperoin piazza, ma poi l’ha toltodall’agenda e si è seduta altavolo delle trattative di-chiarandosi disposta a ne-goziare a livello confedera-

le sulla produttività. Unascelta di questo genere sa-rebbe un regalo senza pre-cedenti alle posizioni piùoltranziste e retrive del pa-dronato italiano. Tuttavianel quadro di crisi politicain cui sta precipitando ilpaese, la spinta a un pate-racchio sulla produttività èfortissima. Come dimostrail recente accordo unitariosull’apprendistato in cuiCgil e Regioni di sinistrahanno sostanzialmente ac-cettato la linea della Gelmi-ni sulla formazione azien-dale e quella di Sacconi sulmercato del lavoro.Siamo al dunque, nelleprossime settimane i lavo-ratori che sono scesi inpiazza il 16 ottobre e quelliin lotta in questi giorni pos-sono ricevere dalla Cgil con-ferme e sostegni oppureterribili delusioni. Speriamoche non sia così ma in ognicaso è bene che nuova se-gretaria sappia che se dav-vero dovesse seguire gli in-dirizzi verso cui la spingo-no tanti sospetti estimatori,si troverà contro una parterilevante dell’organizzazio-ne. E’ bene che tutto siachiaro fin da subito.

Giorgio Cremaschi

FOLIGNO

La FIOM contrariaalla Camusso

MERLONIci sono manifestazioni d’interesse

ma la Regione Umbria insistecon il “piano B”

www.piazzadelgrano.org DICEMBRE 2010

PERUGIA 11 novembre 2010– Simbolico gesto di protestae solidarietà nei confronti dialtri lavoratori che paganol’incapacità di una giusta con-trattazione, quello fatto neigiorni scorsi dai rappresen-tanti dell’RSU ACI Perugia. Laconsegna è stata fatta mar-tedì 9 novembre in occasionedel presidio che i lavoratoridella Merloni avevano allesti-to sotto la sede della Regionedell’Umbria per avere rispo-sta sulla difficile situazioneche stanno vivendo.«I lavoratori dell'ufficio pro-vinciale ACI Perugia prote-stano per una contrattazio-ne inesistente sul "Progettotasse 2008" – spiegano -,che ha riconosciuto, a giu-gno di quest'anno, ai lavora-tori ACI di Perugia, la som-

ma irrisoria di circa E.41,00a testa. Come gesto simbo-lico abbiamo deciso di de-volvere, per protesta, que-ste somme a favore del Co-mitato del Lavoratori dellaMerloni lavoratori del priva-to in lotta per avere ricono-sciuto il diritto alla contrat-tazione e un futuro per ilproprio posto di lavoro.Noi lavoratori dell'ACI dicia-mo: abbiamo un altro pro-getto quello di rendere il di-ritto alla contrattazione unarealtà, non una farsa giocataa Roma o in sede locale perimbonire noi che poi lavoria-mo a contatto con le proble-matiche vere dei cittadiniumbri e che svolgiamo seria-mente il nostro lavoroC'è una convenzione per lagestione delle tasse automo-

RSU ACI PerugiaI lavoratori dell’ACI di Perugia destinano asostegno della lotta dei lavoratori della A.Merloni il rimborso del “Progetto tasse”

Le ragioni del NO della FIOM alla elezionedella nuova segretaria generale della CGILSusanna Camusso

Alla vigilia della scadenzadegli ultimi bandi pubblica-ti dai Commissari “sembra”che siano state presentateproposte di interesse; “sem-bra” che le proposte sianopiù d’una; “sembra” che sia-no diverse per l’interessemanifestato: al sistema in-dustriale, agli immobili, asingoli segmenti; “sembra”che si tratti di “gruppi” o di“cordate”; “sembra” che sia-no di origine asiatica.Sembra, tutto sembra, per-ché nulla di chiaro, certo esicuro è stato reso notoquanto meno, verrebbeimmediatamente da pen-sare, ai diretti interessati,cioè ai lavoratori in cassaintegrazione.Sembra, ancora, che il me-rito sia dei politici della no-stra Regione Umbria o for-se di quella Marche, sem-bra invece che la colpa delritardo sia del governo. An-cora tutto sembra.Certo è invece che c’è sem-pre pronto un “piano B”, unpiano cioè di frazionamen-to degli stabilimenti e di di-spersione a pioggia dei con-tributi stanziati dallo Statoe dalle Regioni proprio peril salvataggio e rilancio delcomplessivo sistema indu-

striale ex Merloni.Contro quest’ultima solu-zione continua a battersi ilComitato della Lavoratoridello stabilimento di Noce-ra Umbra che, con un docu-mento presentato al Consi-glio regionale, pubblicatoper esteso nel precedentenumero di questo periodico(vedi anche nel sito inter-net), ha affermato con chia-rezza e durezza che l’unicasoluzione realmente in gra-do di garantire la salvaguar-dia dell’occupazione dellostabilimento di Nocera Um-bra, ma anche degli altri si-ti marchigiani, è solamentequella della riattivazionetotale del sistema industria-le ex Merloni, ricercandoimprenditori di respiro in-ternazionale.Riceviamo quindi con soddi-sfazione e fiducia la comuni-cazione del Presidente dellaRegione Marche Gian MarioSpacca (che pubblichiamo alato) il quale rispondendo aun lavoratore dello stabili-mento Merloni di Fabriano,conferma la presenza di unamanifestazione di interesseda parte di un grande grup-po internazionale cinese chesi era fatto avanti già duran-te il primo bando andato de-

serto.Lascia invece perplessi l’o-stinazione con cui i rappre-sentanti della Regione Um-bria che, pur dovendo am-mettere la novità della pre-sentazione delle propostedi interesse, continua ad in-sistere, facendosene merito,nella predisposizione diuna soluzione “paracadute”,il così detto “piano B”, chealtro non significa se non losmembramento irreversibi-le del sistema industrialeMerloni, quanto meno perlo stabilimento umbro diNocera Umbra, a vantaggiodi interventi a pioggia in unterritorio già in profondacrisi e nell’assenza di realicapacità imprenditoriali.Ci auguriamo che il Consi-glio regionale umbro si de-cida infine a convocare laseduta, già richiesta dal Co-mitato dei Lavoratori, dedi-cata alla discussione dellaquestione Merloni nel corsodella quale approvare undocumento che impegniformalmente tutte le forzepolitiche rappresentate acoltivare l’opzione del rilan-cio del sistema industriale,definitivamente abbando-nando la pessima ipotesidel “piano B”.

Gentile signor Piras,��anche se non ci conosciamopersonalmente ho volutoscriverle questa lettera do-po aver visto al Tgr Marcheil suo intervento. Ho ascol-tato con interesse e parteci-pazione le interviste aglioperai della Antonio Merlo-ni, ai quali non posso cherinnovare la mia vicinanzadi fronte al dramma che damesi stanno vivendo. Mihanno particolarmente col-pito le sue parole, signor Pi-ras, rivolte a me personal-mente. Se comprendo econdivido, come ho semprefatto, la pressione a cui or-mai da troppo tempo lei etutti i lavoratori del grupposiete sottoposti e la dispe-razione per un futuro cheappare ancora incerto, noncapisco al contrario le sueespressioni nei confrontidella Regione Marche. [...]�Lei parla di promesse ri-guardo ai cinesi che, diceironicamente, “sono arriva-ti a Fabriano in massa”. Eb-bene, su questo specificopunto vorrei richiamare lasua riflessione. Da diversotempo la Regione Marcheha avviato rapporti con tut-to il mondo asiatico, da Du-bai alla Cina. Abbiamo com-

bilistiche per la quale la Re-gione Umbria sborsa mi-gliaia di euro all'ACI, ma no-nostante le promesse dei no-stri dirigenti quei soldi si so-no "volatilizzati"».«Anche se può sembrare pa-radossale la nostra protesta– proseguono i lavoratori - ilnostro progetto è molto se-rio, restituire ai lavoratori ildiritto di parola sulle vicen-de che riguardano il proprioposto di lavoro, il loro futu-ro e il diritto ad una giustaretribuzione, fare dei luoghidi lavoro, luoghi dove si pra-tica la democrazia e la tra-sparenza. Decidiamo noiquindi cosa fare di quei E.41,00 che ci vengono conse-gnati devolvendoli ad altrilavoratori che, come noi,chiedono diritto di parola».

preso la potenzialità chequest’area può rappresen-tare per l’economia delleMarche e per la possibilitàdi attrarre investimenti nelnostro territorio. E cos’è ac-caduto? Lei sicuramente ri-corderà il flop del bandoper la vendita della AntonioMerloni alla sua prima pub-blicazione: nessuna richie-sta fu inviata ai commissa-ri straordinari. Un duro col-po per gli operai e per la co-munità non solo fabriane-se, ma marchigiana tutta.Nonostante questo, nel giu-gno scorso, fu prorogata lacassa integrazione, un ri-sultato reso possibile ancheperché nel frattempo, in to-tale assenza di altri interes-si concreti a rilevare l’azien-da, qualcuno ne aveva ma-nifestati. E quel qualcunoera proprio un gruppo cine-se che, lei comprenderàperfettamente, difficilmen-te sarebbe venuto a cono-scenza della vicenda dellaAntonio Merloni se la Re-gione Marche non avesseavviato una strategia di co-municazione nell’interaarea asiatica.� E arriviamoalla seconda pubblicazionedel bando. A differenza del-la prima volta, il bando non

è andato deserto: pur nel ri-serbo e nella prudenza maicosì necessari come in que-sto caso, alcune manifesta-zioni di interesse all’acqui-sto della Antonio Merlonisono state avanzate. Sonotutte manifestazioni di in-teresse internazionale, pro-venienti dall’area asiatica.Non è un mistero che ci so-no anche quei cinesi di cuilei ironicamente parla. Que-sto non significa che l’esitodelle manifestazioni d’inte-resse andrà con certezza abuon fine, anche se ce loauguriamo con forza. Signi-fica però sicuramente che iltotale disinteresse per laArdo, che aveva caratteriz-zato il primo bando, non siè replicato questa volta.�Questo è accaduto ancheperché la Regione, comepure tante altre istituzionidel territorio, non ha maimollato la presa [...] �Nel sa-lutarla, auguro a lei e a tut-ti i lavoratori di ritrovarepresto la serenità di un la-voro certo. E su questoobiettivo sicuramente con-tinuerà a non mancarel’impegno della RegioneMarche.Cordialmente

Gian Mario Spacca

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Il Comitato Centrale consi-dera non condivisibile chesiano stati consegnati al Go-verno documenti con il con-senso della Cgil in cui adesempio si richiede “di in-crementare e rendere strut-turali tutte le scelte norma-tive che incentivano la con-trattazione di secondo livel-lo, che collegano aumenti sa-lariali variabili all'andamen-to delle imprese”. Così neifatti si svuota il ruolo sala-riale dei contratti nazionali,tanto più in una situazionedi grave crisi.Così come ad esempio, inpresenza dell'accordo di Po-migliano e dell'accordo se-parato sulla derogabilità, nelcaso della nostra categoria,non è condivisibile che laCgil condivida che “nuovi in-vestimenti produttivi e lecrisi occupazionali nel Mez-zogiorno dipendono dariforme di sostegno al lavo-ro, attraverso l'utilizzo ditutte le strumentazioni con-trattuali nazionali e decen-trate”. In ogni caso il Comita-to Centrale della Fiom, con-sidera che materie relativeagli orari di lavoro ed ai con-tenuti della contrattazionecollettiva che compongonola prestazione lavorativa sia-no e debbano rimanere di ti-tolarità della categoria. Per

Lavoro 91FOLIGNO

stabilità dell'occupazione,sull'innovazione dei prodot-ti, sul diritto alla Contratta-zione collettiva, su un nuovointervento pubblico nell'eco-nomia anche per una nuovaoccupazione.Il 16 ottobre è stato capacedi unire, a partire dalla piat-taforma della Fiom, le lottein corso degli studenti, deiprecari, dei lavoratori pub-blici e privati, dei migranti,dei pensionati, dei movi-menti sui beni comuni e indifesa dello stato sociale, deimovimenti in difesa dellaCostituzione e contro la de-riva del Governo Berlusconi,avviando dei rapporti, unpercorso ed un dibattitonuovo che va alimentato eperseguito sia a livello na-zionale che sul territorio […]Il Governo con il consensodella Confindustria ha fattoapprovare dalla sua maggio-ranza in Parlamento il fami-gerato Collegato al Lavoro,legge che il Presidente dellaRepubblica aveva rinviato al-le Camere, con cui si destrut-tura il diritto del lavoro nelnostro paese, rendendosempre più difficile per ilsingolo lavoratore far valerein sede giudiziaria la lesionedei propri diritti.La Confindustria ha ribaditoche va affrontato il nodo del-

la crescita di produttivitàagendo in due direzioni: ren-dere ancora più libero senzavincoli l'utilizzo del ricorso aicontratti a termine e di som-ministrazione ed allungare ilperiodo di prova per le as-sunzioni a tempo indetermi-nato […] Contemporanea-mente la Fiat continua a ne-gare qualsiasi confronto sulpiano industriale, continua avoler cessare le attività a Ter-mini Imerese facendo saltareoltre 2.500 posti di lavoro, di-sdice gli accordi aziendali invigore in materia di agibilitàsindacale e di contrattazionedei tempi e metodi di lavoroed ha reso esplicita la volontàdi procedere a Pomiglianocon la costituzione di unanuova Newco in cui riassu-mere individualmente gli at-tuali lavoratori già dipenden-ti del gruppo Fiat nel sitocampano, per sancire il com-pleto superamento del Ccnl[…] Il Comitato Centrale del-la Fiom valuta che il tavolo diconfronto aperto con le con-troparti imprenditoriali, pro-posto dalla Confindustria, sista svolgendo senza che l'in-sieme dell'organizzazioneabbia potuto conoscere e di-scutere preventivamente icontenuti e le proposte con lequali la Cgil partecipa a talenegoziato.

Nei primi mesi di quest’annoin numerosi grandi stabili-menti industriali della Cina sisono verificati ripetuti e pro-lungati scioperi che hannobloccato per diversi giorni laproduzione.Gli scioperi hanno interessatosoprattutto stabilimenti stra-nieri che si sono trovati ad af-frontare richieste di aumentisalariali che sembravano met-tere in discussione sia la disci-plina che l’economicità dellamanodopera cinese. I “benpensanti” italiani hannoplaudito alla grande novità de-mocratica che metteva in cri-si il rigore del “sistema” cine-se e sembrava segnare l’iniziodella caduta della competiti-vità del gigante orientale, pre-figurando la fuga degli investi-menti stranieri, ma anche iltrasferimento delle stesseproduzioni cinesi verso altripaesi caratterizzati da minoridiritti sindacali e minore costodella manodopera.Curioso notare che in quellostesso tempo i medesimi“benpensanti” italiani hannocominciato a denunciare i di-ritti sindacali dei lavoratoriitaliani accusandoli di essereresponsabili della grave crisiproduttiva, invocando persi-no l’abolizione del diritto disciopero giudicato quasi uncrimine contro l’economianazionale, prefigurando la“delocalizzazione” delle in-dustrie italiane in paesi conminori diritti sindacali e mi-nor costo della manodopera. Sia i timori che gli auspici dei“benpensanti” italiani si sonorivelati sbagliati (relativamen-te ovviamente alla situazionecinese, perché per quella dicasa nostra le “cose” stanno

andando persino peggio).I lavoratori cinesi hanno ma-nifestato lungamente e dura-mente senza provocare l’in-tervento repressivo del go-verno e, alla fine, hanno otte-nuto significativi aumenti sa-lariali oscillanti tra il20%, generalmentericonosciuto da tuttele amministrazionipubbliche locali e na-zionali, e oltre il 50%acconsentito dallaimprese industrialisia nazionali che diinvestitori stranieri.Nessuna industria sene è andata, nessuninvestitore estero haritirato i propri inve-stimenti, la produ-zione industriale hacontinuato a crescereraggiungendo la per-centuale del 12% (da-ti pubblicati dalla Ca-mera di Commercioitaliana in Cina).I “benpensanti” ita-liani hanno allora ag-giunto che i lavoratori cinesisono sottoposti a condizionidi lavoro da schiavismo e persalari bassissimi.Sulle condizioni di lavoro c’èsicuramente ancora molto dadire e da fare, per quanto sene può sapere con la dovutacertezza; sui salari però la ve-rifica è assai semplice.Un operaio cinese di una fab-brica meccanica o elettronicaguadagnava prima degli scio-peri l’equivalente di circa 150euro mese e oggi supera i200/220 euro mese.Un recente bando della Ca’Foscari dell’Università di Ve-nezia, organizzando un pro-getto di scambio di studenti

con una Università cinese, se-gnala ai candidati i costi chedovranno sostenere nella lo-ro permanenza in Cina:50/100 euro mese tutto com-preso! (Dettagli: 5 euro meseuna camera doppia con ba-

gno; 2 euro al giorno i pasticompleti alla mensa).Il costo della vita in Cina èdunque di circa 10 volte infe-riore a quello italiano.Ciò vuol dire che un operaiomeccanico cinese guadagnaoltre 2.000 euro al mese, con-tro 1.100 dell’operaio italia-no, i 750 euro di quello polac-co e i 500 di quello serbo, tut-ti dipendenti di stabilimentiFiat europei.I dati pubblicati dalla Came-ra di Commercio italiana inCina ci danno anche altre in-dicazioni estremamente inte-ressanti. L’avanzo della bilan-cia commerciale cinese dimi-nuisce nonostante la produ-

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Cina: scioperi e aumenti salarialifanno crescere l’economia

DICEMBRE 2010

Estratto del documento con-clusivo approvato dal Comi-tato Centrale delle FIOM l’8novembre 2010

Il grande successo della ma-nifestazione nazionale delloscorso 16 ottobre a Romarafforza le ragioni della no-stra mobilitazione, indica l'e-sistenza di un vasto dissen-so sociale alle politiche delGoverno e della Confindu-stria chiede alla Fiom ed allaCgil di continuare con unaazione ed una pratica sinda-cale nei luoghi di lavoro e nelPaese che coerentemente di-fenda l'occupazione e deli-nei un'alternativa sociale eindustriale di uscita dallacrisi. La grande partecipazio-ne al 16 ottobre ha rimessoal centro della discussionesociale e politica, il lavoroquale interesse generale delPaese, il valore del Contrattonazionale, e della democra-zia in alternativa alla delete-ria pratica degli accordi se-parati, ed ha riaffermato chea partire dalla Fiat non è ac-cettabile lo scambio tra ridu-zione dei diritti e investi-menti, ma al contrario va af-fermata una nuova politicaindustriale socialmente edambientalmente sostenibilefondata sulla qualità delleprestazioni lavorative, sulla

queste ragioni il ComitatoCentrale della Fiom conside-ra non praticabile il tavolo diconfronto sulla produttivitàproposto dalla Confindu-stria e chiede alla Cgil di so-spendere tale negoziato e dimettere nella condizionetutta l'organizzazione finoai luoghi di lavoro di poterconoscere e discutere pre-ventivamente le scelte e gliorientamenti negoziali dellaCgil […] Il Comitato Centra-le della Fiom in coerenzacon gli obiettivi ed il succes-so della manifestazione del16 ottobre avanza le seguen-ti proposte:La riunificazione del mondodel lavoro pone la necessitàdi assumere quale evoluzio-ne dell'attuale sistema di re-lazioni sindacali la realizza-zione del Contratto dell'Indu-stria. Il processo di unifica-zione a livello europeo deisindacati dell’industria (me-

zione cresca notevolmente,per due ragioni: aumentanoesponenzialmente le impor-tazioni di prodotti dall’esteroe una parte sempre più signi-ficativa della produzione ci-nese resta in Cina per alimen-

tare il mercato interno.Il reddito procapite aumentadel 10% nelle città e del 12%nelle campagne; unico caso almondo in cui la forbice traaree ricche e aree povere sistringe con un ritmo che pre-figura il raggiungimento del-la parità in un periodo ora-mai assai breve.La spesa pubblica cresce del12%, con punte di aumentosino a quasi il 70% nel setto-re della ricerca scientifica edella cultura.In conclusione in Cina i dirit-ti sindacali crescono, cresco-no anche le retribuzioni, cre-sce la spesa pubblica in inve-stimenti sociali e scientifici,

eppure non solo non dimi-nuisce ma anzi aumenta si-gnificativamente la produzio-ne industriale.In Italia, al contrario, i dirittisindacali vengono demoniz-zati, le retribuzioni ristagna-no quando non diminuisco-no, la spesa pubblica si con-trae con tagli maggiori pro-prio a danno della ricerca edella cultura, eppure la pro-duzione ristagna (ad essereottimisti!).

C’è una rispostaprecisa a questa pa-radossale incon-gruenza: in Cina l’e-conomia è nelle ma-ni dello Stato, l’uni-co vero “imprendi-tore” che può nellostesso tempo sti-molare la produzio-ne e difendere lostato sociale, pro-grammando il futu-ro.Ma questa, seppurein un diverso con-testo politico, nonè affatto una novitànella storia e nell’e-sperienza dell’in-dustria italiana.Uscita fortementecompromessa dalledistruzioni delle se-

conda guerra mondiale l’eco-nomia italiana, nel giro di duedecenni, è letteralmente“esplosa” facendo coniarel’appellativo del “miracoloeconomico italiano”, emer-gendo da un’economia fonda-mentalmente agricola arretra-ta, ad un’economia industria-le caratterizzata da punte dieccellenza mondiali.L’eccellenza non era data dal-la miriade di piccole impresesostanzialmente contoterzi-ste, ma esclusivamente dal-l’industria pubblica, pratica-mente in tutti i settori.Dalla cantieristica (Fincantie-ri), alla meccanica pesante edi precisione (Finmeccanica

con la sua miriade di parteci-pate, dalla Terni alla Galileo,ecc.), alla aeronautica (Agu-sta, Alenia già Selenia), allaferroviaria (Breda, Ansaldo),alla chimica (Montedison), al-la siderurgica (Finsider), allecomunicazioni (Stet, Telespa-zio), all’energia (Enel, Eni), eavanti ancora tramite l’IRI si-no all’alimentare (Motta, Ale-magna, Cirio, ecc.), all’auto-mobilistica (Alfa Romeo checompeteva con la Ferrari inFormula 1), alle produzionidegli elettrodomestici, anzidegli “elettroaddomesticati”.Dietro i giganti nazionali, ba-sati anche sul controllo so-stanzialmente totale pubblicodel credito bancario (BNL, Co-mit, ecc.), una miriade di pic-cole, medie e persino grandiaziende locali nei settori deiservizi di igiene pubblica, ac-qua, gas, ma anche alimenta-ri, sanitari e trasporti.E’ riapparso di recente unmessaggio pubblicitario tele-visivo che magnifica le qua-lità di un elettrodomesticocon la slogan: “è Bosch, è te-desco”.Dello stesso tipo di elettrodo-mestico anni addietro si dice-va “è migliore di quello tede-sco, è italiano, è Sangiorgio”,industria pubblica del grup-po Finmeccanica.C’è una risposta alla crisi in-dustriale italiana, certamentenon facile e non di breve pe-riodo di attuazione, è quella diun ritorno deciso e “pesante”della gestione pubblica quan-to meno nei settori strategicidell’economia, della finanza edell’industria, a cominciaredalla difesa incondizionata diquanto di “pubblico” esisteancora, sia a livello nazionaleche locale, prima che specula-tori privati, nazionali o inter-nazionali, se ne approprinoper farlo a pezzi (Alfa Romeo,Montecatini, Telecom e millealtre “splendide” privatizza-zioni insegnano).

Italia: intervento pubblicoper una nuova occupazione

talmeccanico, chimico, tessi-le) deve prevedere uno sfor-zo analogo a livello italiano.In questa ottica, nel nostroPaese si può prevedere qualepassaggio intermedio l'unifi-cazione dei Contratti nazio-nali per ogni categoria […]Nel confermare il valore del-la proposta di legge da noipresentata in parlamento ela necessità di una regola-mentazione legislativa inmateria di democrazia e rap-presentanza, si propone aFedermeccanica a Fim eUilm l'apertura di un tavoloe di confronto per definirel'eleggibilità della Rsu anchenelle imprese sotto i 15 di-pendenti, il superamentodell'1/3 riservato alle orga-nizzazioni sindacali, proce-dure per la validazione del-le piattaforme e degli accor-di tramite il ricorso al votoreferendario anche in casodi diverse posizioni.

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vi sottostanti alla conces-sione dello status di cuitrattasi: concessione che co-stituisce l’effetto della com-piuta appartenenza alla co-munità nazionale e noncausa della stessa.Occorre inoltre considerareche la concessione della cit-tadinanza è irrevocabile, eche quindi l’Amministrazio-ne, prima di poter concede-re allo straniero lo status dicittadino, deve essere asso-lutamente certa che il ri-chiedente sia pienamenteintegrato in Italia e sia com-piutamente appartenentealla comunità nazionale, at-teso che una volta che lostraniero è divenuto cittadi-no, non può più essereespulso o sottoposto a con-trolli ove ritenuto pericolo-so, e i suoi atti possono ave-re anche ripercussioni neirapporti internazionali, inquanto atti commessi da uncittadino italiano nei con-fronti di soggetti apparte-nenti a paesi terzi.Pertanto anche il giudizio dipericolosità sociale è anco-rato a parametri diversi aseconda se si tratti di unostraniero - passibile diespulsione - o di uno stra-niero ormai naturalizzato, ilquale non può più essereespulso dall’Italia ove vengaaccertata successivamentela sua pericolosità.Per tali ragioni, tutto il pro-cedimento di concessionedella cittadinanza non vie-ne inteso, in nessun caso,come una sorta di dirittoper il richiedente che il Pae-se deve necessariamente eautomaticamente ricono-scergli ove riscontri la sus-sistenza di determinati re-quisiti e l’assenza di fatto-ri ostativi.

Enti locali e servizi10 1 FOLIGNO

Il 17 novembre 2010 è en-trato in vigore il DPR 7 set-tembre 2010, n. 178 cheistituisce il registro pubbli-co degli abbonati che si op-pongono all’utilizzo delproprio numero telefonicoper vendite o promozionicommerciali.Il regolamento, di grandeattualità e di altrettantautilità, si pone nel solco diquella legislazione (di ispi-razione comunitaria) inmateria di tutela della vitaprivata nel settore dellecomunicazioni elettroni-che. Mentre l’obiettivo me-rita certamente la massimaconsiderazione, perples-sità possono essere solle-vate in ordine al suo effet-tivo conseguimento. In-nanzitutto perché il rego-lamento (e la conseguenteiscrizione nel registro del-le opposizioni) si applicaalle sole numerazioni te-lefoniche riportate neglielenchi di abbonati; anzi,viene espressamente chia-rito che il provvedimentonon si applica ai tratta-menti di dati aventi originediversa dagli elenchi di ab-bonati a disposizione delpubblico e legittimamenteraccolti dai titolari pressogli interessati o presso ter-zi nel rispetto del Codicedella privacy.Paradossalmente, quindi,proprio coloro che non han-no consentito al gestore te-lefonico la pubblicazione delproprio numero, sarannoesclusi dal novero dei sog-

getti abilitatiad opporsi aricevere quel-la serie di te-lefonate chela comuneespe r i enzaclassifica qua-li invio di ma-teriale pubbli-citario o divendita diret-ta o per ilcompimentodi ricerche dimercato o dicomunicazio-ne commer-ciale. Ma,tant’è.Veniamo, ora,alle modalità di iscrizione alregistro. Ciascun abbonatopotrà chiedere l’iscrizionegratuitamente mediantemodalità elettronica (sitoweb del gestore), chiamatatelefonica, posta elettroni-ca, lettera raccomandata ofax. L’iscrizione è a tempoindeterminato; cessa soloper revoca da parte dell’in-teressato e decade automa-ticamente in caso di cambiodell’intestatario o di cessa-zione dell’utenza. L’iscrizio-ne dell’abbonato nel regi-stro pubblico è, infatti, rife-rita unicamente alla nume-razione da esso indicata ead esso intestata e non puòestendersi a numerazioniintestate ad altri abbonati.Interessanti sono gli obbli-ghi che fanno carico aglioperatori che effettuanotrattamenti dati oggetto delregolamento. Questi, quan-do effettuano chiamate neiconfronti degli abbonati, sa-ranno tenuti a garantire la

Due Tribunali hanno solle-vato questione di legitti-mità costituzionale relati-vamente all’art. 61, n.11bis del codice penale, in-trodotto con il decreto leg-ge 92/2008, che prevede lacircostanza aggravante co-mune per i fatti commessidal colpevole «mentre sitrova illegalmente sul terri-torio nazionale». Tale nor-ma è stata ritenuta, dai giu-dici rimettenti, difformenei confronti dell’ articolo3, dell’articolo 25, comma2 e dell’articolo 27, commi1 e 3 della Costituzionesotto diversi profili. Da una parte, la citata ag-gravante violerebbe il prin-cipio di personalità della re-sponsabilità penale, inquanto, connette un au-

mento di pena al «tipo d'au-tore» e non già alla pericolo-sità concretamente manife-stata dall'interessato. L'au-mento di pena non dipen-derebbe, quindi, né dallamaggiore gravità del reatoné dalla maggiore pericolo-sità dell'autore, cioè dai fat-tori che segnano altre circo-stanze riguardanti la perso-na del colpevole, come la re-cidiva o la condizione di la-titanza.In sostanza, per i due Tribu-nali risulterebbe irraziona-le la presunzione di mag-gior pericolosità che la nor-ma collega alla “illegalità”della presenza del reo nelterritorio nazionale, postoche non vi sarebbe alcunarelazione automatica tra l'a-dempimento degli obblighiconcernenti l'immigrazioneed il compimento o non diun determinato reato. D’altra parte, l’aggravante

termini stabiliti, diventauno stigma che funge dapremessa ad un trattamen-to penalistico differenziatodel soggetto.” La Consulta, nell’affrontarela questione di legittimitàcostituzionale sollevata,parte dalla premessa con-cernente i diritti inviolabilidella persona, il cui rispettorigoroso implica l’illegitti-mità di trattamenti penalipiù severi, radicati in qua-lità personali dei soggettiderivanti dal compimentodi atti del tutto estranei alfatto di reato (C. Cost., sent.354/2002). In tal modo unaqualità, come quella di clan-destino, diviene il segno diriconoscimento negativo, alquale si può ricorrere perpunire più aspramente unsoggetto. Inoltre, la Corte Costituzio-nale rileva come l’art. 1,comma 1, della legge

La cittadinanza italiana puòessere concessa, nei casipiù ricorrenti, ai cittadinistranieri coniugati con ita-liani e a cittadini stranieriresidenti in Italia. Nella pri-ma ipotesi il richiedente,straniero o apolide, deve es-ser coniugato con cittadinoitaliano e risiedere legal-mente in Italia da almenodue anni dalla celebrazionedel matrimonio, mentre serisiedono all’estero occorreattendere tre anni dalla da-ta del matrimonio.Tali termini sono ridottidella metà in presenza di fi-gli nati o adottati dai coniu-gi. Al momento dell’adozio-ne del decreto di concessio-ne della cittadinanza nondeve essere intervenutoscioglimento, annullamentoo cessazione degli effetti ci-vili del matrimonio e nondeve sussistere la separa-zione personale dei coniugi.Nella seconda ipotesi, inve-ce, può essere concessa allostraniero che risiede legal-mente da almeno 10 anninel territorio italiano.Il provvedimento di conces-sione della cittadinanza èatto altamente discreziona-le ed è condizionato all’esi-stenza di un interesse pub-blico che con l’atto stesso siintende raggiungere.I presupposti prescritti dal-la legge, infatti, consento-no solo di avanzare l’istan-za di naturalizzazione, manon comportano l’automa-tica concessione della citta-dinanza, in quanto al con-ferimento dello status civi-tatis italiano è collegatauna capacità giuridica spe-

ciale propria del cittadinocui è riconosciuta la pie-nezza dei diritti civili e po-litici: una capacità alla qua-le si ricollegano anche do-veri e cui sono specularideterminati obblighi di fa-cere gravanti sullo Statocomunità.Dunque la concessione del-la cittadinanza italiana rap-presenta il frutto di unaponderazione di ogni ele-mento utile al fine di valuta-re la sussistenza di un con-creto interesse pubblico adaccogliere stabilmente al-l’interno dello Stato comu-nità un nuovo componentee dell’attitudine dello stes-so ad assumersene anchetutti i doveri ed oneri.La decisione, pertanto, com-porta valutazioni ampia-mente discrezionali che im-plicano un delicato bilancia-mento di interessi fra l’aspi-razione di un residentestraniero ad essere piena-mente integrato nella co-munità nazionale, e l’inte-resse di quest’ultima ad ac-cogliere come nuovi cittadi-ni solo soggetti in grado dirispettarne le regole, ivicomprese quelle attinentialla solidarietà sociale, neitermini previsti dalla Costi-tuzione.La sintesi che può trarsi datali principi è quella per cuil’inserimento dello stranie-ro nella comunità naziona-le è legittimo allorquandol’amministrazione ritengache quest’ultimo possiedaogni requisito atto ad inse-rirsi in modo duraturo nel-la comunità e sia detentoredi uno status illesae dignita-tis morale e civile, nonchédi un serio sentimento diitalianità che escluda inte-ressi personali e speculati-

LORENZO BATTISTI

SALVATORE ZAITI

ELISA BEDORI

L’aggravante di clandestinità è illegittima

Stop alle “persecuzioni”telefoniche

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 249/2010, censura l’art.61, n. 11bis del codice penale perché non conforme ad alcuni principiespressi nella Carta fondamentale.

Nasce l’elenco degli abbonati che non voglionoessere “disrtubati”

La concessione della cittadi-nanza italiana per matrimonioo residenza

94/2009, che esclude l’ag-gravamento di pena per icittadini di paesi apparte-nenti all’Unione Europea,comprova ancor più nitida-mente la natura discrimina-toria della disposizione inoggetto. Infatti, sotto taleprofilo, risulta che la parti-colare disciplina dell'aggra-vante di clandestinità fa le-va prevalentemente sullostatus soggettivo del reo,giacché la circostanza nonsi applica ai cittadini di Sta-ti dell'Unione europea nep-pure nella più grave ipotesidell'inottemperanza ad unprovvedimento di allonta-namento.

in esame comporterebbe,per i giudici rimettenti, undifetto di proporzione neltrattamento punitivo, tantoda privare la pena della suafunzione rieducativa, nonpotendo il condannato per-cepirla come strumento uti-le al suo reinserimento nel-la società, ma solo ed ap-punto come una punizioneeccedente il grado dellapropria responsabilità.Adita in merito, la Corte Co-stituzionale in data 8 Luglio2010 ha pronunciato sen-tenza dichiarativa dell’ille-gittimità costituzionale del-l’art. 61, n. 11bis, c.p., “dalmomento che la qualità diimmigrato irregolare, che siacquista con l’ingresso ille-gale nel territorio italiano ocon il trattenimento dopo lascadenza del titolo per ilsoggiorno, dovuta anche acolposa mancata rinnova-zione dello stesso entro i

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presentazione dell’identifi-cazione della linea chia-mante e a non modificarla.Inoltre, anche in assenza dispecifica richiesta dell’inte-ressato, gli operatori, al mo-mento della chiamata, do-vranno indicare con preci-sione agli interessati che iloro dati personali sono sta-ti estratti dagli elenchi diabbonati e dovranno purefornire le indicazioni utiliall’eventuale iscrizione del-l’abbonato nel registro del-le opposizioni.La concreta realizzazione eil funzionamento del regi-stro dovranno essere garan-titi entro novanta giornidalla data di pubblicazionedel regolamento (G.U. n.256 del 2 novembre 2010).La gestione del registro è acarico del Ministero delloSviluppo economico il qua-le potrà procedere ad affi-damento a soggetti terzimediante apposito contrat-to di servizio.

DICEMBRE 2010

La Corte conclude affer-mando che la ratio sostan-ziale posta a base della nor-ma censurata è una presun-zione generale ed assolutadi maggiore pericolositàdell'immigrato irregolare,che identifica un tipo di au-tore assoggettato, sempre ecomunque, ad un più seve-ro trattamento sanzionato-rio, qualunque sia la leggepenale violata: pertanto,l’art. 61, n. 11bis, c.p., deveessere dichiarato costitu-zionalmente illegittimo perviolazione degli artt. 3,comma 1, 25, comma 2 e27, comma 1 e 3 della Costi-tuzione.

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Salute 11 1FOLIGNO

L’abbassamento della tempe-ratura, l’aumento dell’umi-dità ambientale, la minor di-sponibilità di luce e l’esserecostretti a soggiornare perlunghi periodi di tempo inluoghi chiusi, può determi-nare l’insorgenza di alcunidisturbi, soprattutto a caricodell’apparato respiratorio,caratteristicidel periodo in-vernale.L’aria fredda esecca può pro-vocare micro-lesioni allemucose delleprime vie ae-ree, rendendo-le più vulnera-bili con la con-seguente in-sorgenza deidisturbi sta-gionali più dif-fusi quali raf-freddori, maldi gola, tosse,riniti oltre adaltri fastidiosimalesseri spesso concomi-tanti quali debolezza, cefa-lee, reumatismi. Nei confronti di questi statidebilitanti, si ricorre soprat-tutto alla terapia convenzio-nale mediante l’ausilio di far-maci antipiretici (per com-battere lo stato febbrile), an-tidolorifici (per alleviare lasintomatologia dolorosa),antinfiammatori e/o decon-gestionanti (per ostacolarel’eccessiva produzione di se-crezioni nasali) e sedatividella tosse o mucolitici.

Tuttavia, recentemente si èfatta strada una valida alter-nativa all’uso di farmaci disintesi, dando largo spazio aterapie alternative comequella omeopatica e fitotera-pica che risultano efficaci,ben tollerate anche dai bam-bini e sicure, non creando,nella maggior parte dei casi,interazioni con i farmaciconvenzionali.Normalmente si conside-

rano tre grandi classi di in-tervento:- preventivo, basato sull’usodi piante di sostegno al siste-ma immunitario (Echinacea,Astragalo etc.) ed antisettici(Propoli, Mirra etc.). Lo scopoin questo caso è evitare chel’agente patogeno arrivi allafase di replicazione, prepa-rando l’organismo ad unatempestiva risposta;- trattamento sintomaticodei disturbi delle mucose(naso, faringe, bronchi) cheutilizza estratti dotati di at-

tività anticatarrale, espetto-rante e antinfiammatoria to-pica, derivati da Timo, Pian-taggine, Altea, Grindelia,Scutellaria, contenenti prin-cipi attivi ad azione emol-liente e balsamica;- rimedi utili per modulare larisposta fisiologica comples-siva dell’organismo ai sinto-mi già sopra elencati. Ovve-ro estratti fitoterapici di so-stegno al sistema immunita-

rio, ma so-prattutto ca-paci di atte-nuare il pro-cesso in-fiammatorioe febbrile giàin atto. Aquesto grup-po apparten-gono Sam-buco, Spireae Acerola,fonti natura-li rispettiva-mente di sa-licilati e vita-mina C.Questi rime-di sono di-sponibili in

diverse formulazioni (estrat-ti fluidi, tinture madri, tavo-lette orosolubili, sciroppi,spray orali) per soddisfare leesigenze individuali. Conclu-dendo si può affermare chel’uso di prodotti fitoterapici,non solo riveste una validaalternativa alle terapie con-venzionali, ma potrebbe agi-re sinergicamente con que-ste ultime limitando la quan-tità di principi attivi di sinte-si da assumere e garantendouna maggiore tollerabilitàdell’organismo.

Da circa 10 anni la terapiadell'epatite C è affidata alPEGINTERFERONE (interfe-rone peghilato, cioè a lentoassorbimento) più la RIBA-VIRINA.Questa associazione di far-maci ha portato un nettomiglioramento della rispo-sta alla terapia, tanto cheper l'epatite C, attualmen-te, per i genotipi favorevo-li (G2-G3) vi è una rispostasostenuta (scomparsa per-manente del virus) di circail 70-80%.Però per i genotipi difficili,cioè meno risponsivi allaterapia (G1-G4), questo tas-so di risposta si abbassa dimolto (circa 50%) e in parti-colari condizioni (fibrosiavanzata, alta carica virale,sovrappeso, ecc) questo siriduce ulteriormente.Per questo motivo molte ca-se farmaceutiche da annihanno intrapreso sperimen-tazioni, con l'impiego di in-genti investimenti, per sin-tetizzare nuovi farmaci chepotessero, soprattutto neipazienti difficili, aumentarela risposta alla terapia.Molti sono i farmaci che so-no stati sintetizzati, mamolto pochi sono stati

quelli che hanno superatol'ostacolo della sperimen-tazione sia su animali siasull'uomo.Nel prossimo anno dovreb-bero entrare in commerciodue nuovi farmaci della fa-miglia “degli inibitori delleproteasi”, TELAPREVIR eBOCEPREVIR. Tali farmaci saranno asso-ciati alla terapia già in usoper l'epatite C (peginterfero-ne + ribavirina), aumentan-done l'efficacia, ma anche glieffetti collaterali già pesantie il costo, già cospicuo.Ma ecco la sorpresa.E' recentemente uscito unostudio israeliano, poi con-fermato da altri lavori in-ternazionali, e italiani, chepotrebbe rivoluzionare laterapia dell'epatite C.Questo studio è partito dalpresupposto che gli indivi-dui di colore (africani) ri-spondono meno alla tera-pia. E' stato visto che que-sta ridotta risposta era cor-relata a bassi livelli di vita-mina D nel sangue. Evidenze successive sonogiunte alla conclusione chepazienti che presentavanolivelli basi di vitamina D ri-spondevano meno alla te-rapia, a differenza di colo-ro che avevano alti livelli divitamina.

L’ecografia è un esame dia-gnostico che utilizza gli Ultra-suoni (onde sonore ad altafrequenza che non possonoessere udite dall’orecchioumano) tali onde sono rifles-se e deviate dalle varie strut-ture del corpo umano e talimodificazioni delle onde, in-terpretate da calcolatori, per-mettono di visualizzate su unmonitor televisivo le struttu-re in studio. L'eco-color Doppler, la più re-cente innovazione tecnologi-ca nella diagnostica con ultra-suoni, visualizza in modo di-

retto e in tempo reale il flus-so all'interno dei vasi codifi-candolo a colori. Quando ne-cessario indirizza la valuta-zione quantitativa del flussopermettendo il calcolo dellavelocità dei globuli rossi o diuna serie di indici indiretti,che esprimono le caratteristi-che di resistenza al flusso deidiversi territori vascolari.Le metodiche eco-color Dop-pler permettono di esamina-re con elevata accuratezza ivasi arteriosi che originanodall'aorta per afferire all'ence-falo, agli organi addominali,agli arti. Rilevano ogni tipo dipatologia vascolare documen-tando l'entità delle stenosi ar-teriose e la pervietà del circo-lo venoso sia a livello dell'ad-dome che degli arti.Consente all'Operatore di do-cumentare le alterazioni del-le pareti vasali arteriose, qua-li depositi lipidici o placcheaterosclerotiche stenosanti ea rischio emboligeno.Individua anomalie di spesso-re ed elasticità delle pareti deivasi venosi (trombosi venosesuperficiali e profonde).L’esame non è né doloroso néfastidioso. Il medico che svol-ge l’esame, spalma un geldenso, che dà una lieve sensa-zione di freddo, e appoggia lasonda, facendo una certapressione, e muovendola ve-

Epatite: nuove prospettiveterapeutiche

Eco-color doppler: unainnovazionetecnologica

Malattie invernali: le pianteper curarle naturalmente

Il fumo e lo sportLEONARDO MERCURI

PARIDE TRAMPETTI GIANCARLO MARTINI

FRANCESCA VENTURA

DICEMBRE 2010

Dalla inchiesta più recente(Doxa 2008) risulta che fumail 22% della popolazione ita-liana e il 20% dei ragazzi trai 15 e i 24 anni.La percentuale di italiani chepraticano uno sport è quasisovrapponibile, ma solo po-chi sportivi fumano e pochifumatori riescono a faresport. Difficile in queste sta-tistiche capire quanto fumail singolo individuo o quan-te ore passa a fare sport il ra-gazzo della porta accanto:sembra comunque che vi siaun bivio, a un certo puntodella vita, per cui c'è chi sce-glie il pacchetto di sigarettee chi le scarpette chiodate.Chi sceglie lo sport lo faper passione, per mante-nersi in forma, per diverti-mento.La mancanza di tempo, unoscarso interesse, la pigriziasono le giustificazioni diche si lascia andare a unavita sedentaria che di soli-to è il primo passo versol'obesità e il fumo. Chi fuma lo fa per placarel'ansia e lo stress, controllareil peso, darsi un'aria da adul-to. Spesso per questo vizio siabbandona l'attività fisicasenza sapere che lo sport hagli stessi effetti del fumo, os-sia stimola gli stessi media-tori del benessere che sonoattivati dalla nicotina.Per questa caratteristica losport è l'antidoto più effica-ce per resistere alle crisi diastinenza.Infatti consente di controlla-re il peso corporeo aumen-tando l'efficienza muscoloscheletrica, diminuisce lostress e potenzia l'autostima

e la sicurezza.Lo sportivo è un modello pergli altri giovani, il fumatoreviene sempre più considera-to uno sfigato che non riescea controllarsi... veramente lacorsa è l'ultima cosa che in-teressa i medici che devonocurare le malattie provocatedal fumo. Però è bene sape-re che il tabacco non solo uc-cide lentamente e in millemodi diversi, ma danneggiaanche le capacità sportive.La nicotina, che determinal’aroma del tabacco e che èresponsabile della dipenden-za del fumatore, aggrediscesoprattutto l’apparato car-diocircolatorio, provocandouna riduzione delle dimen-sioni dei vasi sanguigni peri-ferici e causando l’aumentodella frequenza cardiaca,della pressione arteriosa,dell’eccitabilità del cuore equindi dell’incidenza di car-diopatie ischemiche.Tanto per capirci, l’allena-mento (soprattutto quellodelle discipline aerobiche)provoca esattamente l’effet-to opposto.Certo, se ami lo sport e sogni

di diventare un campione, ri-corda che… chi fuma nonvince, fumo e sport sono in-conciliabili, per due grandiordini di motivi.Il primo motivo è che il fumoaltera pesantemente ogniperformance sportiva; bastafare un test della corsa perverificare. Test della corsa: sifa correre liberamente per12 minuti un giovane e si mi-sura la distanza percorsa; unnon fumatore in 12 minutipercorre in media 2613 me-tri, un fumatore moderato(1-5 sigarette al giorno) per-corre 95 metri in meno, unfumatore medio (fino ventisigarette) 242 metri in meno,un fumatore pesante (più diventi sigarette) 360 metri inmeno.Il secondo motivo è che l’e-sercizio fisico non proteggein alcun modo dal rischioche un fumatore abituale hadi ammalarsi di cancro alpolmone. Quindi prima diprendere una sigaretta sullabocca ricordiamoci che in fu-mo oltre al tabacco se nestanno andando anche mol-ti anni della nostra vita.

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Sono iniziati studi su nuo-vi pazienti a cui venivasomministrata insieme allaterapia standard, vitaminaD; i primi dati sembrano in-dicare una netta miglior ri-sposta alla terapia per i pa-zienti che assumono Vita-mina D.Concludendo: 1) la vitami-na D non ha effetti collate-rali; 2) ha un costo irrisoriorispetto agli altri farmaciantivirali. Speriamo che i lavori inter-nazionali in corso confer-mino i dati preliminari.Sarebbe proprio una bellarivoluzione.

de le immagini delle struttu-re od organi riprodotte su unmonitor; alcune delle immagi-ni saranno poi fotografate. Ladurata dell’esame ecografico,dipende dal numero di strut-ture da esaminare, ma variatra pochi minuti a mezz’ora,gli esami più lunghi si hannonello studio di patologie com-plesse come per la stenosidelle arterie renali.Terminato l’esame non è ne-cessaria nessuna precauzio-ne, il paziente può riprende-re le sue normali abitudini.L’indagine non si può fare nelcaso di pazienti assolutamen-te non collaboranti, nel casodi apparecchi gessati o dibendaggi che non si possonotogliere, e per lo studio del-l'addome se vi è una quantitàeccessiva di gas intestinale l’e-same avrà dei risultati moltoincompleti, se nello studiodell’addome inferiore la vesci-ca è poco piena, l’esame è im-possibile.Da ricordare che l'ecografia di-mostra solo delle alterazionidei tessuti, non è un rilevato-re di dolore, e solo in rari casiè in grado di studiare le malat-tie dello stomaco e dell'intesti-no, inoltre non può assoluta-mente studiare i polmoni,tranne i versamenti pleurici,per la presenza di aria.

Mihai BaraLo specchiodel labirinto

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Pensieri e Parole121 FOLIGNO

LA SOCIETÀ, PER CERTI “VERSI…”…CHE POI NON SI DICACHE IL POETAÈ UNAPERSONATRISTE…

UOMINI INTERRA, MERCANTI INPARADISOIDEEDIBUSINESSINTEMPIDICRISI

“In cinquant'anni molte cosesono profondamente cam-biate, la poesia è cambiata,ma non è cambiato il compi-to dei poeti, quello di dise-gnare il profilo ideologico diun’epoca.” Edoardo Sangui-netti (Genova1930-2010)A pochi mesi dalla sua scom-parsa, voglio ricordare un uo-mo che, nella “globalità” delsuo impegno, si è costante-mente mosso fuori daglischemi, in una società sem-pre più omologata e appiatti-ta dal crollo generale di qual-siasi valore ed ideologia.Edoardo Sanguineti è statoun intellettuale eclettico; poe-ta, romanziere, critico e teo-rico letterario, autore teatra-le, uomo politico di rigorosamoralità (sposò le ideologiedel Pci e fu parlamentare dal1979 al 1983), tenace fautoredel progresso e della speri-mentazione, soprattutto inambito letterario, convintoche l’unità di un popolo, trale altre cose, dovesse risiede-re anche nella “socializzazio-ne dei beni linguistici”.A tal proposito contribuì allanascita del celebre Gruppo63, movimento di Neoavan-guardia a cui aderirono intel-lettuali quali Umberto Eco,Antonio Porta, Giorgio Man-ganelli, Luigi Malerba ed altri,che in letteratura rappre-sentò il fenomeno culturalepiù fruttuoso dell’Italia deldopoguerra.Le istanze del movimento sicontrapponevano alla “con-servazione culturale” dellaclasse intellettuale uscita dal-la guerra, che esercitava il con-trollo dell’industria letteraria,delle case editrici e delle uni-versità; i membri del Gruppo63 proclamavano l’esigenza diun nuovo stile di vita e di pen-siero,in contrasto a quei con-servatori di valori di un’Italiacontadina e paesana.

Non si metteva in dubbio iltalento di certi autori (Calvi-no, Cassola, Moravia, Vittori-ni, Bassani), ma si imputavaall’establishment letterario dinon essersi accorto della na-scita dei nuovi linguaggi delgiornalismo, della pubblicitàe della tv, del conseguentesviluppo della lingua italiana,della rapida crescita della pic-cola borghesia.Il Gruppo 63 assumeva posi-zioni sperimentali e di rottu-ra rispetto all’italiano medio,ricercando un linguaggioorientato allo scardinamentodi ogni struttura sintattica esemantica.Sanguineti, il poeta novissi-mo e “difficile”, rappresentòl’anima di questo movimen-to. La parola era per lui mate-ria viva da lavorare e giocavacon il linguaggio quotidianotanto da derivarne una paro-dia onirica del consumismo,dei rapporti uomo-donna, diquelli tra individuo e istitu-zioni nella soffocante societàliberale. (Laborintus del1956, la sua prima raccoltapoetica, è un testo fonda-mentale dello sperimentali-smo degli anni ’60).La sua scrittura era qualcosadi nuovo e apriva soluzionisconosciute alla poesia finoad allora. L’avanguardia espri-meva “una verità generale di

LOTIUM A ROMAIL BINOMIO VITA CONTEMPLATIVA - AZIONE AI GIORNI NOSTRI

“FRIGIDAIRE” 30 ANNI DOPO – THE SUBURBIAN MIRACLE

Se uno cresce in un paesinodi provincia, non è che trovamolti sogni a cui attaccarsi.Non c'è molto da fare, senon vivere una monotonarealtà cercando di unifor-marsi il più in fretta possibi-le alla piccola massa di uo-mini e donne, vecchi e giova-ni, che hanno rappresentatoil tuo passato, sono il tuopresente, accompagnerannoil tuo futuro. Però, statenecerti, a volte i miracoli acca-dono anche in periferia. Unintervista. Poche frasi.Non importa che le mietavole siano giudicatebelle o brutte da qualcu-no, ma che quel qualcu-no, leggendole, ad un da-to istante possa sentire ilsuo cuore battere più omeno forte, le ghiandolesecernere più o meno li-quido. Quando incontriAndrea Pazienza così,non può che rimanertidentro per tutta la vita. Ma come riuscire a far ri-vivere questo concetto diarte? E' più o meno conquesta idea in testa chesi comincia ad acquistareFrigidaire, verso i 20 an-ni scarsamente compiuti.Cari lettori, molti di voi, arri-vati a questo punto, si sta-ranno chiedendo se Frigidai-re sia: una medicina, unadroga, un maglione. Se volete scoprire quale diqueste tre cose sia ascoltate,per una volta, il mio consi-glio:“Foligno, poi Bastardo, fra-zione di pianura del Comu-ne di Giano, di là verso il vec-chio borgo di Giano in colli-na. Proseguire poi oltre ilborgo sulla strada del Mon-te Martano. A sinistra, circaduecento metri dopo il bor-go, c’è il cancello d’ingressodi Frigolandia.”Frigidaire. Frigolandia. ?

Frigolandia è la terra di Frigi-daire, che come spero avre-te ormai scoperto è un men-sile popolare d'élite che anovembre ha compiuto isuoi ben portati 30 anni. E' realmente la terra di Frigi-daire eh. Lo so vi state ingar-bugliando con i pensieri e adirla tutta pure io con le pa-role. Insomma: Frigidaire èun mensile popolare d'éliteche esce ogni mese in edico-la, costa 3 euro (e sono spe-si bene e fidatevi che se lodice una che non ha mai unsoldo bucato in saccoccia cipotete credere) e come se

non bastasse da 30 anni con-tinua a dare natali, pasque egiorni del ringraziamento al-le migliori menti che il no-stro italico Paese possieda(Andrea Pazienza, FilippoScozzari, Tanino Liberatore,Stefano Tamburini su tutti)(aspettate voglio aggiunger-ci anche Ugo Delucchi). Fri-golandia è la repubblica del-la fantasia. Un accampamen-to nomade sulle vie del so-gno, come la definisce il suopresidente Vincenzo Spara-gna, nonché fondatore insie-me a due delle sopracitatementi, di Frigidaire. E' unarepubblica marinara di mon-tagna. Che sta in pratica auno starnuto dai posti più

belli dell'Umbria, precisa-mente a Giano. Una repub-blica dotata persino di Costi-tuzione. E anche della possi-bilità di fare un passaporto.Lo so, lo so. Non c'avete capi-to nulla. Tranquilli lettori.Tranquilli. E' che si stannoaprendo le vostre menti einizialmente si hanno diquesti effetti da capogiro euno si sente smarrito e per-so e mio Dio che sta succe-dendo?Allora facciamo così: chiu-diamo qua quest'articolo,per ora. Tralasciamo di rac-contare del paesaggio bellis-

simo che si gode dalle fi-nestre di Frigolandia, del-le cene stupende, delcaffè caldo di Eleonora,delle spiegazioni e deluci-dazioni di Maila suRanxerox, del sorriso diVincenzo che t'accogliecome fossi un ospite atte-so più o meno da un tri-liardo di anni oppure unamico che finalmente si èdeciso a tornare a casa.Evitiamo indignazioniinutili, raccontando dicome la giunta comunaledi Giano dell'Umbria ab-bia tentato di sfrattare in-giustamente e ignobil-mente Frigolandia dal

territorio, una giunta di sini-stra per altro, ma di quellasinistra malata che oggi staammorbando l'Italia. Pernon far arrabbiare i cittadinidi Giano non diremo nem-meno che la giunta comuna-le ha perso questa causa disfratto e ora dovrà sprecaresoldi che sarebbero potutiservire per la gestione delterritorio, per pagare le spe-se del giudizio.Nelle prossime volte pro-metto di tornare a raccontar-vi di Pazienza e di tutte lementi di frigidaeriana me-moria che conosco. Intantoavviate l'auto. Vi aspetto aicancelli di Frigolandia.http://www.frigolandia.eu/

www.piazzadelgrano.org

ARIANNA BOASSO

SILVIA PALLARACCI SAMANTHA PASSERI

DICEMBRE 2010

La vita ci costringe a ritmifrenetici, la fretta ci divora, ea volte ci si dimentica di noistessi, della nostra interio-rità. Nella cultura romanaera frequente il ricorso al co-siddetto “otium”, che nullaha a che fare con il modernosignificato di ozio, inteso co-me inattività, pigrizia, iner-zia, sicuramente in un’acce-zione negativa.Al contrario, il termine“otium” indicava il tempolontano dai “negotia”, ovverodagli affari e dalla vita poli-tica, dedito all’attività con-templativa, alla speculazioneintellettuale; era una sorta didolce riposo della mente, unospazio privato, che attenevaalla domus, alla dimensioneprivata del cittadino.Otium come disimpegno po-litico, distacco dallo Stato, eriscoperta della propria indi-vidualità, spazio riservato al-lo studio, alla cultura, alle ar-ti, al nutrimento e alla rigene-razione del proprio spirito.In particolare Seneca (4 a. C.-65 d.C.), nel suo libro “Deotio” (“La vita contemplati-

va”), dedicato ad Anneo Sere-no, afferma la necessità del-l’otium come spazio privato,perché la vita contemplativamigliora l’uomo, che a suavolta sarà migliore anche pergli altri e più facilmente sapràrendersi utile per la propria

comunità.Afferma Seneca “ Tutti sonod'accordo nel ritenere che, vi-vendo in società, è difficileessere immuni dai vizi, e allo-ra, se non abbiamo altro

mezzo per salvarci da essi,isoliamoci: già questo solofatto ci renderà migliori. D'al-tronde chi c'impedisce, purvivendo appartati, di avvici-nare uomini virtuosi e rica-varne un esempio su cui mo-dellare la nostra esistenza? E

ciò non è possibile se non inuna vita tranquilla, lontanadalle pubbliche faccende: so-lo così potremo mantenerefermi i nostri propositi, nonavendo accanto nessuno che,

carattere sociale” e non solo“una verità particolare di ca-rattere estetico”; cambiare illinguaggio, minarlo, farloesplodere, poteva “mettere incausa i rapporti sociali” e,quindi, far saltare per aria lasocietà neocapitalista. Non si può negare difatti cheogni parola implica una visio-ne del mondo, una posizionedi coscienza. E alla verità nons’arriva che per tramite d’unlinguaggio autentico e vivo.Quando in un’intervista gli fuchiesto “Quale è il disordineda cui noi oggi dobbiamouscire? Quali modelli da se-guire?” rispose: “La poesiadeve rifiutare i modelli. Sicontinua a tornare all’ordinequando invece bisogna torna-re a quel disordine”.Uomo coraggioso, che cercòdi cambiare il mondo a colpid’acceleratore linguistico, uo-mo di certezze, che non smi-se mai di seminare dubbi,Edoardo Sanguineti ci lascial’insostituibile eredità cultu-rale di un pensiero che cercòdi fare da ponte tra passato efuturo, nella speranza di va-licare“l’impossibilità di co-municare nella società con-temporanea dei consumi”.A quel disordine a cui ritor-nare per rifiutare i modelliimposti, a noi piace dare ilnome di vita. Che è poesia.

Ci si arriva dopo mille tor-nanti a salire incrociando co-lonne di autobus targati daogni parte d’Italia e non solo;il mare del Gargano, con lesue luci, è lontano. La cartel-lonistica stradale indica pa-dri, frati, santi, madonne vi-cino a market, souvenir, piz-zeria, tavola calda, macelle-ria…si macelleria dei santi!. Il paesaggio è brullo, spo-glio, triste. In alto, a ridossodel costone roccioso, a pro-tezione della città un’enor-me cattedrale (del deserto?)bianca, gigante, maestosa. È il famigerato ospedale Ca-sa Sollievo della Sofferenza.Appesa alla facciata princi-pale, come usa in Iran, in Li-bia, ed in qualche altra de-mocrazia sparsa qua è là peril pianeta, la gigantografia dipadre pio. Icona che trovere-mo poi nell’ordine: nei tova-glioli, nella carta igienica,nelle bottiglie dell’acqua, nelsapone dell’albergo, nell’om-brellone del bar ecc. ecc. Signori questa è San Giovan-ni Rotondo, un bazar dellacristianità, una piccola Lour-des, una miniera di denari,un tempio a cielo aperto tra-sformato in mercato; eppure

dai vangeli ufficiali, non daquelli apocrifi, qualcuno am-moniva: “Gesù entrò poi neltempio e scacciò tutti quelliche vi trovò a comprare e avendere; rovesciò i tavoli deicambiavalute e le sedie deivenditori di colombe e disseloro: la mia casa sarà chia-mata casa di preghiera mavoi ne fate una spelonca di la-dri". Eppure la città pullula dimercanti, di speculatori, distrilloni, di pubblicità, dimarket gestiti direttamenteda uomini in tonaca, che ab-bindolano credenti umili ser-vitori del signore, per vende-re souvenir con l’effige delsanto impressa su qualsivo-glia porcheria. Dov’è la spiri-tualità, dov’è l’intimità delcontatto, dov’è la sacralità?Dove sono i tavoli rovescia-ti? Chissà, forse con le recen-ti aperture del santo padre,nel prossimo futuro trovere-mo anche il nuovo gadget uf-ficiale; il preservativo conl’effige del santo; anche quel-lo, in fondo è un gran bel bu-siness! Anche se qualcunodice che l’AIDS non si guari-sce con i condoms. E c’è dagiurargli, non se lo lasceran-no scappare. Bartolo

E. Bernard – Madeleine nel Bois d’ Amour

“(due giorni più tardi) storditiancora, quasi inerti:e pensare (dissi);che noi (quasi piangendo, dissi);e volevo dire, ma quasi mi soffo-cava,davvero, il pianto; volevo dire:con un amore come questo (noi):un giorno (noi); (e nella piazzastrepitava la banda;e la stanza erain una strana penombra);(noi) dobbiamo morire”

(da “Purgatorio de l’Inferno”)

sollecitato dalla grande mas-sa che gli sta intorno, possadistoglierci dalla nostra deci-sione, ancora instabile, all'ini-zio, e perciò facile a sgreto-larsi.”Seneca , in questa opera,risol-ve il binomio azione-vita con-templativa a favore della se-conda, probabilmente influen-zato dalle vicende personali; ilsaggio deve evitare i turba-menti dello Stato, deve dedi-carsi a se stesso perché “se iopasserò in rassegna tutti gliStati, uno per uno, non ne tro-verò nessuno, che possa ac-cettare un saggio o che il sag-gio possa sopportare.E se non si trova quello Statoche noi immaginiamo, co-mincia ad essere necessariaper tutti la vita appartata”.E allora se anche noi, in alcu-ni momenti, pensiamo che ilnostro Stato sia pieno di vizi,insopportabile, allora ritiria-moci nell’otium; se non ce lafacciamo più a correre da unaparte all’altra dietro alle no-stre quotidiane attività, allo-ra dedichiamoci al nostrospirito e riposiamo le nostreanime affinchè si possa trar-re dall’otium un migliora-mento complessivo.

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Scuola a cura di Maura Donati

A scuola si fa economia. Manon nel senso che si studi-ano le materie di economia,bensì nel senso che si pro-cede con delle sforbiciateprogressive a tutte le macro-aree dell’insegnamento pub-blico. Si fa economia sui do-centi, sulle classi, sul per-sonale tecnico amministrati-vo, sui corsi serali, sulle in-segnanti di sostegno, sullerisorse per il materiale di-dattico, sui plessi scolasticie sulle classi di concorso. In-somma, si taglia su tutto.D’altronde, la legge numero133 del 2008 elenca conchiarezza la riduzione deifondi destinata alla scuolapubblica nel corso dei treanni scolastici 2009 – 2012.Si parla di 8 milioni di euroin meno così distribuiti: 456milioni di euro nell’anno2009, 1.650 milioni di euronell’anno 2010, 2.538 mil-ioni di euro nell’anno 2011,3.188 milioni di euro nel2012. Soldi che – secondo irappresentanti dei Cobas –vengono tolti ad una scuolagià in grave crisi di soprav-vivenza rispetto invece allescuole private che continu-ano a crescere grazie ai fon-di pubblici. Ma a farne lespese di questo cambiamen-to di rotta chi è? Non unacategoria ma la società in-tera e in primo luogo i gio-vani che si trovano all’inter-no di classi superaffollate,dove mancano i servizi dibase, un numero di docentitale da assicurare la conti-nuità didattica e un decadi-mento improvviso e ingius-to di valori positivi legati alconcetto di pubblico inseg-namento. Ma a farne lespese sono anche i genitoriche non hanno più (o, nonavranno ben presto) la scuo-la nel paese vicino ma a dis-tanze enormemente piùgravose sia in termini ditempo che di spesa e di ges-tione della sicurezza per ifigli. O quei genitori che nonpotranno permettersi di pa-gare la retta di una scuolaprivata e, usufruendo di unascuola pubblica, saprannobene di indirizzare il pro-prio figlio verso una realtàdi insegnamento che non hasolide basi perché non è sor-retta economicamente a suf-ficienza dallo stato. Ma a pa-gare le conseguenze dei

Su questa linea è stata orga-nizzata una delle ultimemanifestazioni dei Cobasper lo scorso 30 novembre aRoma contro l’ulteriore fi-nanziamento alle scuole pri-vate e la cancellazione deifondi per i libri di testo gra-tuiti alle elementari. “Lalegge finanziaria per il 2011(ora denominata “legge distabilità”) prosegue la stragedi legalità nella scuola pub-blica – si legge in una notapubblicata sul sito deiCobas - utilizzando la brec-cia aperta nel 2000 daBerlinguer e dal centrosinis-tra con la “legge di parità”,la finanziaria aumenta di245 milioni le risorse allescuole private che raggiun-gono quindi così i 526 mil-ioni annui di finanziamentostatali. In 10 anni le risorsestatali per le private sonoquasi raddoppiate rispettoal finanziamento del 2001che era di 323 milioni.Questo, mentre la ‘controri-forma’ Gelmini taglia ognitipo di risorse alla scuola

statale, diminuendo drasti-camente ore di lezione, ma-terie, insegnanti, Ata,scuole, classi ed espellendoin massa i precari, con iltaglio triennale di 140 milaposti di lavoro docente edAta”. Una posizione chiaraquella dei Comitati di basedella scuola: quando si par-la di attacchi alla stabilitàdella scuola pubblica non siguarda né a destra né a sin-istra e, in questo senso, idati parlano da soli (conriferimento alle ultime fi-nanziarie del centrodestra edel centrosinistra): “stanzi-amento per il pagamentodelle supplenze sceso del72% in 6 anni, per il funzion-amento amministrativo e di-dattico si è passati da 823milioni a 350 in tre anni, lerisorse per l’aggiornamentodel personale si sono ridot-ti dai 33 milioni agli attuali8 milioni, meno di 2 euro atesta l’anno. Così, questoanno scolastico lo Statospenderà per ogni studente(900 mila) delle scuole pri-

tagli alla scuola pubblicasarà soprattutto la societàdi domani, divisa tra unapiccola fetta di adulti cheavranno ricevuto un ottimoinsegnamento in scuole pri-vate, e la maggioranza dellepersone che saprà (o forseno!) di aver perso l’occa-sione della vita perconoscere, imparare ecrescere. Per loro, gli inseg-nanti avranno dato il massi-mo ottenendo però solo ilminimo viste le condizioniin cui versa la scuola pubbli-ca. Così, la società di do-mani avrà pochi figli di serieA e tanti figli di serie B e nonè difficile immaginare chiriuscirà a “sfondare” neiposti di comando e dipotere mantenendo questacondizione di disparità chenon è degna di una repub-blica democratica. Per fortu-na, però, a questo quadrodesolante si può ancora ri-mediare e i professori, iricercatori e gli studenti losanno bene. Non a caso con-tinuano a scendere in piaz-

za per manifestare attiva-mente con proposte con-crete contro i tagli alla scuo-la pubblica, ma anchedichiarando di voler bloc-care “ciò che non è didatticao obbligo contrattuale”:“CONTRO l’immiserimentodella scuola pubblica, i taglidi posti di lavoro, classi, ma-terie, orario, l’espulsione deiprecari dalla scuola, il bloc-co dei contratti e degli scat-ti di anzianità, le cattedreoltre l’orario contrattuale, la‘riforma’ delle superiori,l’aumento degli alunni/e perclasse, la cancellazione deidiritti dei diversamente abili– scrivono i Cobas per lacampagna contro il collabo-razionismo e le illegalitànelle scuole - BLOCCHIAMOi progetti e le attività ag-giuntive, con distribuzioneegualitaria del Fondo di isti-tuto, le attività di coordina-mento, i viaggi di istruzionee le visite guidate, le catte-dre oltre l’orario contrat-tuale, l’accettazione in auladi alunni/e di altre classi”.

131FOLIGNO

vate 580 euro mentre per gli8 milioni di studenti dellascuola pubblica si arriva a75 euro sommando spese difunzionamento e per le sup-plenze”. Inoltre “come senon bastasse, la Legge diStabilità taglia 103 milionidel bilancio del ministero,finora serviti per la gratuitàdei libri di testo della scuo-la elementare. Dopo i lavorinelle Commissioni parla-mentari, questi soldi sonopassati in un capitolo di bi-lancio Miur (di 350 milioni)denominato ‘interventi dicarattere sociale’ destinatoanche al pagamento di27.000 Lsu (Lavoratori So-cialmente Utili) che garantis-cono la pulizia in 3.500scuole. Sarà un futuro de-creto del Presidente delConsiglio a decidere la des-tinazione dello stanziamen-to che prevedibilmente can-cellerà definitivamente i lib-ri gratuiti visto che per i soliLsu nel 2010 si sono spesi370 milioni. Se in Auladovesse passare il testodelle Commissioni, la fi-nanziaria cancellerebbe persempre la voce di bilanciodestinata specificatamenteall’acquisto dei libri per ibambini delle elementari”.E’ naturale che i lavoratorisocialmente utili debbanoessere stipendiati ma è al-trettanto giusto che in unpaese come l’Italia dove ildiritto all’istruzione vienedifeso e tutelato, le famigliedei bambini che iniziano ilproprio percorso di studi dibase nelle scuole dell’obbli-go possano contare sul sup-porto economico dello sta-to. Quando si rimane nel-l’ambito dell’istruzione pub-blica, dunque, il problemanon sta nel fatto che sitoglie ad una categoria peraiutarne un’altra altrettantoimportante, quanto piut-tosto nel dover constatarecon non è più possibile farealtrimenti dal momento chediminuiscono continua-mente i fondi per la scuolapubblica. Tagliarli, spostar-li, modificarli: non cambianulla e rimane sempre il fat-to che i finanziamenti sonotroppo pochi.

DICEMBRE 2010

I giovani di Foligno ci sono e fanno sentire la loro voce

Giovedì 25 novembre i ragazzi della città hanno organizzato unapubblica assemblea per protestare contro l’informazione mediata

Tutto è nato qualche settimanafa in un’aula del Liceo ClassicoFrezzi di Foligno, quando du-rante la lezione di Greco - la le-zione riguardava Tucidide – ildiscorso scivola spontanea-mente su argomenti della no-stra attualità. Qualche anno fa,spiega la professoressa, PaoloRossi fu escluso da un pro-gramma della Rai ( DomenicaIn) in quanto il testo sulla demo-crazia che avrebbe voluto legge-re fu giudicato troppo forte. Iltesto in questione, scritto 2500anni fa, è il celebre “Monologodi Pericle”, brano di Tucididetratto da “La guerra del Pelo-ponneso”; questi i passaggi in-criminati. "Qui ad Atene noi fac-ciamo così. Il nostro governo fa-vorisce i molti invece dei pochiper questo è detto democrazia.Un cittadino ateniese non tra-scura i pubblici affari quandoattende alle proprie faccendeprivate. Ma in nessun caso si oc-cupa delle pubbliche faccendeper risolvere le sue questioni

private… ci è stato insegnato arispettare i magistrati e c'è sta-to insegnato a rispettare le leg-gi, anche quelle leggi non scrit-te la cui sanzione risiede soltan-to nell'universale sentimento diciò che è giusto e di buon senso.La nostra città è aperta ed è perquesto che noi non cacciamomai uno straniero" . I ragazzi ri-mangono toccati, colgono ilprofondo legame che passa trale parole dello storico greco e lasituazione di profondo males-sere che tocca la nostra Demo-crazia oggi. La discussione sianima, le riflessioni si rincorro-no nel corso dei giorni, attraver-sano i corridoi della scuola… Iragazzi decidono di far sentirela loro voce, di far capire chenon tutti condividono la situa-zione preoccupante in cui si tro-va la libertà di informazione; sisono informati, si sono indigna-

ti di fronte alle notizie “rivedu-te e corrette” mandate in ondada vari programmi televisivi edinfine hanno proclamato l’as-semblea pubblica del 25 No-vembre, che si è tenuta agli Orti

Orfini. Scopo: coinvolgere piùgiovani possibile, soprattuttofar vedere che anche da una pic-cola realtà possono partire mes-saggi importanti, non è vero chei giovani di oggi non valgono

niente, che non hanno più sognied ideali. La manifestazione èstata molto articolata, si sonosucceduti tanti interventi inte-ressanti, che hanno riguardatonaturalmente l’informazione in

Italia (nella classifica stilata dal-la Freedom House, occupiamoinfatti il 72° posto tra i paesi conla libertà parziale) i vari casi ri-guardanti Biagi, Santoro, la tra-smissione “Vieni via con me”, itelegiornali che non divulganoimportanti notizie… sono statiletti brani significativi tratti dacanzoni ("Meno male" di Cristic-chi dalla quale è stata tratta lafrase per lo striscione "..e visse-ro sempre felici e contenti, madisinformati sui fatti!") e poesie("Ecologia dei media" del socio-logo statunitense Neil Post-man), si è discusso di corruzio-ne e di meritocrazia. Ha inoltreparlato l’Assessore ElisabettaPiccolotti, che ha spiegato ai gio-vani intervenuti che nessuno re-gala i diritti, ma che questi van-no conquistati e che loro in quelmomento li stavano conqui-stando. I ragazzi sono ben con-sapevoli del fatto che con que-sto loro gesto non riusciranno acambiare o ad influenzare lacondizione grave in cui si troval’Italia, ma sicuramente conquesto evento hanno smossogli animi di chi si è fermato adascoltare.

Foto di Giulia Pallucchi

GIOIETTA VOLPI

POVERAPOVERA SCUOLASCUOLA PUBBLICAPUBBLICA

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Corrispondenze, Sport e Cucina141 FOLIGNO

Bigné al cioccolatoper 10 personeDifficoltà ++Tempo di preparazione:120 minutiIngredienti: lt- 1/2 pastachoux, lt. 1/2 panna monta-ta, lt. 1/2 crema pasticcera,cioccolato fondente gr 300Procedimento: con la pastachoux preparare dei piccolibigné utilizzando il saccoda pasticcere e cuocerli inforno, farcirli di crema lavo-rata con la panna e bagnarela parte superiore con ilcioccolato fuso.

Pasta choux - Ingredienti: lt.1/2 acqua, gr 200 burro, gr300 farina, 1 pizzico di sa-le, 8/9 uova.Procedimento: in una casse-ruola sciogliere nell'acqua ilburro con il pizzico di sale,aggiungere tutta la farinainsieme, precedentementesetacciata e lavorare energi-camente sino a quando ilcomposto non risulteràomogeneo e sulle pareti del-la casseruola si comincerà aformare una patina bianca;togliere dal fuoco e stende-re il composto su di un pia-no per farlo raffreddare.Mettere l'impasto in un con-tenitore e incominciare a in-

LA RICETTA DEL MESE: BIGNÈ E TORTINO AL CIOCCOLATO

corporare le uova, uno allavolta, la pasta sarà prontaquando risulterà liscia,omogenea e filamentosa. In-serire il composto in un sac-co da pasticcere con la pun-ta liscia e, in una placca daforno, formare tante picco-le noci, distanziate l'unadall'altra, cuocere in forno a180° per circa 20 minuti.Crema pasticcera - Ingre-dienti: lt. 1/2 latte, 4 uova,gr 150 zucchero, gr 80 fari-na, scorza di limone, 1 bu-stina vanillina.Procedimento: far bollire illatte con la scorza del limonee la vanillina; intanto monta-re i tuorli con lo zucchero, ag-

CALCIOA7 UISP, ILNUOVOCHEAVANZA ZOEGARAGE 2011

Redazione: Via della Piazza delGrano 1106034 Foligno (PG) tel. 0742510520Mail:[email protected] tribunale di Perugian° 29/2009Editore: Sandro RidolfiDirettore Editoriale: Sandro RidolfiDirettore Responsabile: GiorgioAuriziDirettore Sito Internet: Andrea TofiStampa: Grupo Poligrafico Tiberinosrl, Città di CastelloChiuso in redazione il 25/11/2010Tiratura: 3.000 copiePeriodico dell’Associazione “Luciana Fittaioli”

Ripartono anche quest’an-no i laboratori teatrali ri-volti ai giovani della città.

Il 6 Dicembre si svolgerà ilprimo incontro di uno deiprogetti culturali più inte-ressanti e seguiti nellacittà di Foligno: i Laborato-ri Teatrali ZOE-GARAGE,presentati dall’ Associa-zione Culturale ZOE, incollaborazione con l’As-sessorato alle PoliticheGiovanili e alla Cultura delComune di Foligno, guida-ti da Michele Bandini edEmiliano Pergolari dellaCompagnia Zoeteatro; dal2004 coinvolgono ogni an-no dai trenta ai cinquantaragazzi del comprensoriofolignate.Durante gli incontri si lavo-rerà sull’improvvisazione ela riscrittura dei testi scel-ti, facendo del gioco teatra-le uno strumento di cono-scenza di sé e delle propriepotenzialità, a partire daun’idea di teatro come“gioco serio” di espressio-ne e ricerca sull’agire uma-no, nella spontaneità, maanche nel rigore.In itinere saranno realizza-ti incontri con vari artisti epersonalità dello scenarioteatrale italiano che saran-no presenti all'interno del-la stagione di prosa di Foli-gno. In questo modo i ra-gazzi potranno confrontar-si con una realtà più ampiaarricchendo il proprio ba-gaglio d'esperienza riguar-do al teatro italiano e allediverse modalità d'approc-cio alla scena.Il progetto si contraddi-stingue da anni per la ca-pacità di rivolgersi a tuttii giovani della città, equindi per i suoi connota-ti di progetto non solo cul-turale ma anche sociale,con l'inclusione di giovaniappartenenti ad aree di di-sagio. Fra gli obiettivi inol-

tre c'è quello dell'integra-zione sociale di etnie erazze diverse nel nostroambito locale. Gli incontri si svolgerannola sera di un giorno dellasettimana ancora da stabi-lire, nel periodo da Dicem-bre 2010 a Marzo/Aprile2011. Il laboratorio si ri-volgerà a ragazzi di etàcompresa tra i 15 e i 35anni, che saranno suddivi-si in due gruppi in base al-l'età.Nel corso degli anni Zoe,per perseguire le propriefinalità ha avviato una col-laborazione proficua oltreche con il Comune anchecon vari enti e associazio-ni della città (Arci Feed-back, Officina della Memo-ria, Informagiovani, Cen-tro Giovani, Casa dei Popo-li, Grass, Progetto Marat).L’Associazione Zoe nascenel Gennaio 2003 con l’in-tento di proporre, organiz-

zare e realizzare eventiculturali legati in partico-lare al teatro. Zoeteatro svolge da setteanni un’intensa attività diformazione teatrale per igiovani e con i giovani gra-zie al sostegno del Comu-ne di Foligno, della Provin-cia di Perugia e della Re-gione dell’Umbria. Dall’Associazione Zoe ènata la Compagnia Zoe-Teatro - all’attivo “Quar-tetto d'Ombre”, “Metallo”,“Malacorte", (prodotti dalTeatro Stabile dell'Umbria)e "The Infant" (ultima pro-duzione di Zoe) - che da 5anni, in collaborazionecon il Teatro Stabile del-l’Umbria produce e distri-buisce spettacoli teatrali alivello nazionale.Per informazioni o iscri-zioni [email protected] 3488143957Web www.zoeteatro.it

giungere poi la farina ed infi-ne il latte, A fiamma moltobassa cuocere la crema sino ache non incomincerà a rap-prendersi.

Tortino caldo di cioccolatocon crema al Grand Mar-nier per 6 personeDifficoltà +Tempo di preparazione 40minutiIngredienti: gr 150 cioccola-to fondente, 4cucchiai di ac-qua, gr 120 zucchero, 1cucchiaio di cacao in polve-re amaro, 4 uova, lt 1/2 cre-ma pasticcera morbida, 1bicchierino di Grand Mar-nier, un quarto di litro di

www.piazzadelgrano.org DICEMBRE 2010

E' giunto ormai a un quartodel suo svolgimento dellastagione regolare il campio-nato di calcio a 7 UISP ed ètempo di un primo bilancio.Il torneo, giunto quest'annoalla decima edizione, maicome quest'anno, competi-tivo sia dal punto di vistatecnico che agonistico, conmolte squadre che, almenosulla carta, sembrano esser-si rinforzate in sede di mer-cato. E quello che rende an-cora più interessante perlo-meno questo primo scorcioda campionato è, oltre allaspettacolarità di gran partedegli incontri, la presenzadi non poche sorprese ri-spetto a quelle che erano leprevisioni della vigilia, so-prattutto per quello checoncerne i quartieri nobilidella classifica. Fa sensazio-ne trovare in vetta alla clas-sifica la matricola terribileM.B. System che dopo averbattuto i vice-campioni delSilvy's United nella giornatainaugurale, ha inanellatocinque successi consecutivie adesso guarda tutti dal-l'alto verso il basso, essen-do a punteggio pieno con18 punti in sei gare e assur-gendo al titolo di vera squa-dra rivelazione dell'anno.Difesa granitica e tanto ca-rattere i punti di forza diquesta squadra da non con-siderare ormai solo unasemplice meteora. A due so-li punti di distanza ilBeautyglobal, cenerentoladelle due ultime edizionidel torneo ed autentico rul-lo compressore di questaprima fase con cinque suc-cessi ed un solo pari. Certa-mente numeri e statistichenon possono spiegare tutto,ma anche il Beautyglobal

quasi certamente reciteràun ruolo da protagonista daqui fino alla fine del cam-pionato. Altra matricola sulterzo gradino del podio,Cecconi Impianti, attardatadi tre distanze rispetto aBeautyglobal avendo dispu-tato una gara in meno acausa del turno di riposogià osservato. Nelle imme-diate posizioni di rincalzotroviamo Bacaro Parruc-chieri, squadra quasi com-pletamente rivoluzionata ri-spetto alla precedente sta-gione nella quale era statarelegata ad un ruolo di sem-plice comprimaria. Solo no-ve punti e aria di metà clas-sifica per Asso Computeranche se con una partita darecuperare e il turno di ri-poso già osservato. In ognicaso l'ex Osteria del Vicolet-to rimane una delle princi-pali indiziate per il succes-so finale. Scendendo ancoraun po' nella classifica tro-viamo squadre solitamenteabituate a respirare aria dialta classifica. Prima fra tut-te i campioni uscenti dellaPizzeria Pietrarossa, ex DLF,con un magro bottino disette punti in cinque parti-

te all'attivo. C'è da aspettar-si, peraltro, un pronto ri-scatto della compagine chelo scorso anno aveva sor-preso tutti giungendo aduna difficilmente pronosti-cabile vittoria finale. Anco-ra peggiore, se possibile, ilbilancio del Silvy's Unitedche dopo un mercato estivoquasi principesco, ha tota-lizzato zero punti in classi-fica dopo le prime tre gior-nate di campionato. I nero-celesti si sono trovati alleprese con enormi problemidi organico ma,non appenahanno avuto la possibilitàdi scendere in campo algran completo, non hannomancato l'appuntamentocon la vittoria, rimpinguan-do una classifica a tutt'oggi,però, ancora deficitaria. Mase la squadra ritroverà l'ap-porto dei suoi interpretiprincipali, il Silvy's rimane,a nostro modesto avviso, lacandidata più seria alla vit-toria finale. Intanto si tornain campo lunedì 29 e mar-tedì 30 e tra le altre partitespicca Asso Computer-M.B.System, incontro di car-tello di questa settima gior-nata.

PAOLO AZZARELLI GIOIETTA VOLPI

ANTONIETTA STADERINI

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panna montata, gr 50 zuc-chero a velo.Procedimento: in una casse-ruola sciogliere il cioccolatofondente con l'acqua, aggiun-gere lo zucchero ed il cacao,mescolare bene, aggiungerepoi i tuorli, lavorare ancora ilcomposto e lasciarlo raffred-dare; aggiungere infine gli al-bumi montati a neve ferma.Distribuire il composto instampini di alluminio e cuo-cere in forno a 180° per circa10 minuti. Cospargere lasommità dei tortini con lozucchero a velo e servirli conla crema pasticcera profuma-ta al Grand Marnier e fioc-chetti di panna montata

CLASSIFICA

M.B. SYSTEM 18BEAUTYGLOBAL 16CECCONI IMPIANTI 13BACARO PARRUCCHIERI 13NUOVA STELLA ROSSA 12OLD STARS 10ECOSUNTEK GUALDO T. 10ASSO COMP.–MASSAGGIO 9QUINTANELLA SCAFALI 9MOJITO F.C. 9PIZZERIA PIETRAROSSA 7EQUILIBRI ESTETICA 7GUS TEAM 7SAN MAGNO CAFFE' 6BAR POLLY 6SILVY'S UNITED 6FORNO NOCERA UMBRA 6ARCI BAHIA 6BORRONI 5SPARTAK FOLIGNO 4PORCO ALEGRE 4PLANET CAFFE' 4A.D SERVICE 0

Silvy’s United vice-campioni anno 2010

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Spettacoli ed eventi a cura di Piter Foglietta

Prima tappa “Promemoria”di Marco TravaglioLa prima Repubblica muoreaffogata nelle tangenti, laseconda esce dal sanguedelle stragi, ma nessuno ri-corda più nulla. Si dice chela storia è maestra, ma nes-suno impara mai niente”. L'incantatore di serpentiMarco Travaglio, ha ipnotiz-zato un Auditorium gremi-to e piacevolmente sorpre-so dalla vena ironica delgiornalista e dal preziosocontributo musicale diValentino Corvino, che in-sieme a Fabrizio Puglisihanno dato vita sul palco aduna sorta di dj set alternan-do la musica a documentiaudio, con le voci di alcuniprotagonisti della scena po-litica, primo fra tutti Berlus-coni. La regia teatrale è cu-rata da Ruggero Cara.Con Promemoria Travaglioha raccontato i fatti che in-tercorrono dagli anni diTangentopoli fino ai nostrigiorni. Nel racconto sfilanole vicende che abbiamo vis-to scorrere sotto i nostri oc-chi, e spesso sentito sullanostra pelle, negli ultimiquindici anni di cronacheitaliane: Tangentopoli, lestragi di mafia, i ricatti in-crociati della politica, l’at-

turo” è un gioco teatralesurreale, una parabola con-temporanea, che raccontacon i toni della leggerezzae del paradosso una soci-età in crisi dove i valoriumani sono sostituiti da unprogressivo impoverimen-to spirituale Due uomini si incontrano dinotte su un ponte della per-iferia di una grande città.Entrambi hanno pensato dicompiere il medesimogesto: suicidarsi gettandosidal ponte.Tobia è un Vip della tv, psi-cologo di nascita ma opin-ionista-tuttologo diadozione televisiva. Finitoin disgrazia dopo aver in-volontariamente offeso unalto papavero della televi-sione in una delle soliteschermaglie dei salotti tele-visivi. E proprio nel fatidico is-tante in cui sta per lasciarsiandare giù dal ponte appareIvan, garagista, uomo sem-plice e concreto, di es-trazione sociale bassa. Tra-dito dalla fidanzata vuoletogliersi la vita, adesso peròha conosciuto Tobia di cui èda sempre grande fan de-cide così che la sua ultimabuona azione da vivo saràimpedirgli il suicidio.

Ultimo e altrettanto impor-tante atto della rassegna èlo spettacolo, “Mistero Buf-fo - Opera Pop” (in scena il 3febbraio 2011) col qualePaolo Rossi rende omaggioal capolavoro di Dario Fo(oltre cinquemila allesti-menti in tutto il mondo). Laregia è di Carolina De LaCalle Casanova e le mu-siche, composte ed eseguitedal vivo, sono di EmanueleDell’Aquila. La produzioneè della Corte Ospitale di Ru-biera e della Compagnia delTeatro Popolare, in collabo-razione con la FondazioneGiorgio Gaber. Perfettogiullare dei giorni nostri,Paolo Rossi rivisita uno deipunti di svolta del teatrocontemporaneo italiano,

tacco alla Costituzione.Un promemoria per non di-menticare, proposto da ungiornalista che, come hadetto Indro Montanelli,“non uccide nessuno con ilcoltello, ma usa un’armamolto più raffinata e nonperseguibile penalmente:l’archivio”. In un paese che dimenticacon facilità la sua storia, farriaffiorare il ricordo di eventirimossi nel giro di pochi an-ni costituisce già in sé un at-to eversivo, una sfida alpotere opprimente dell’oblio.In Promemoria Travaglio hafatto ampio ricorso alla suatagliente, feroce ironia, quel-lo stile corrosivo che è ormaiil tratto inconfondibile delsuo lavoro di giornalista. Mal’autore non rivendica a sétutti i meriti: “I testi sonomiei. Le battute migliori sonodei politici”.Usando un linguaggio sem-plice e trasparente, in for-ma di memorandum, suddi-viso in sei quadri più unepilogo, il percorso è inizia-to dalle ceneri della primaRepubblica, per arrivaresino ad oggi, dai sette mil-ioni di tangenti a MarioChiesa che innescaronoMani pulite, allo stallieremafioso di Arcore, dalle

spartizioni delle tangentitra Dc, Psi, Pci e gli altri par-titi, al rimpianto finale pergente onesta come Am-brosoli, Borsellino eBerlinguer. E a Berlinguer èdedicato il finale diPromemoria. Travaglio ri-porta un estratto della cele-bre intervista a EugenioScalfari sulla questionemorale del 28 luglio 1981.“Quale politico oggi sarebbecapace di parlare così?”,conclude Travaglio. “Forse èil caso di portarceloBerlinguer, nel Pantheon delPartito Democratico, anzi intutti i Pantheon di tutti ipartiti: perché, da morto, èmolto più vivo di tanti mor-ti viventi”.La rassegna proseguirà il24 Gennaio con "NienteProgetti per il Futuro” diGiobbe Covatta ed Enzo Ia-chetti. Un progetto speri-mentale con due diversimodi di comunicare e di vi-vere che caratterizzanouna curiosa accoppiata cheper la prima volta si incon-tra in teatro. Il sodalizionasce per portare in scenail testo di Francesco Bran-di, una delle più nuove epiù autentiche voci delladrammaturgia italiana.“Niente progetti per il fu-

La Rassegna TeatraleAuditorium San Domenico

151FOLIGNO

Tre eventi d'eccezione a Foligno: Marco Travaglio,Giobbe Covatta ed Enzo Iachetti e Paolo Rossi

probabilmente il verticedell´invenzione dram-maturgica di Dario Fo, per-altro molto ricca di opere.Al centro di infuocatepolemiche al suo apparire,"Mistero buffo", che Fo por-tava con la sua compagniain luoghi al di fuori delclassico circuito teatraleitaliano (case del popolo,circoli culturali, luoghi al-ternativi), presenta, in variquadri, vicende e situ-azioni che fanno parte del-la cultura religiosa popo-lare. Il "mistero", infatti, èinteso qui come sacra rap-presentazione, ma ripresoin chiave buffonesca,sebbene, a tratti, pervasoda sentimenti di toccantedrammaticità.

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Ha preso il via lo scorso 18novembre la decima edi-zione della rassegna pro-mossa dall’associazione“Casa dei Popoli” in collabo-razione con l’assessoratoall’associazionismo e allacooperazione sociale delcomune di Foligno, la re-gione dell’Umbria, Avis ePoliteama Clarici. L’iniziativa, curata da Ro-berto Lazzerini, si terrà fi-no al prossimo 2 giugno,con l’interruzione del pe-riodo natalizio (in quattrospettacoli giornalieri 16-18-20,20-22,30 al prezzoridotto di 4,50 euro e di 3euro per gli studenti under25 e i cittadini over 65) e siaprirà con il film palestine-se di Elia Suleiman “Il tem-po che ci rimane” (2009). La rassegna, come sempre,è caratterizzata da film, or-ganizzati e divisi in sezio-ni tematiche. Nella sezione“qui” e “altrove” sarannopresentati film di varia pro-venienza mondiale e di re-cente produzione, che in-terrogano la nostra vita al-la luce dello sguardo, delcontatto e della presenza dipersone diverse da noi e dipersone migranti nella no-stra cultura. La sezionevuole suggerire un princi-pio di somiglianza, piutto-sto che di differenza, delleculture. Nella sezione Italiae Napoli, invece, giovani (emeno giovani) cineasti ita-

Decima Edizione per Giovedì al Cinema“Un altro Cinema è possibile”

liani (Tizza Covi con RainerFrimmel, Daniele Gagliano-ne, Aurelio Amadei, StefanoIncerti, Marco Luca Catta-neo, Pietro Marcello, Massi-mo Coppola, Paola LiviaRandi, Pasquale Scimeca,Giuliana Gamba e Piergior-gio Gay) mettono alla provaquello che sono diventati gliitaliani. Non mancheranno ifilm di memorie e di cele-brazioni (soprattutto que-st’anno il giorno della me-moria, 8 marzo e 1 maggio)con racconti però che non sisottraggono allo scavo delmonumento, della ricorren-za civica, offrendo nuovisguardi. I prossimi appuntamenti:2 dicembre “About Elly” di Asghar FarhaIran 2009 119’

premiato al Festival del Ci-nema di Berlino 2009 conl'Orso d'Argento, sbarca og-

gi nei cinema italiani e cioffre un ritratto inedito e,sicuramente, interessantis-simo, sui giovani iranianidi oggi, sulle loro aspettati-ve, i sogni, i compromessi,le bugie in fondo al pozzodei desideri. Il registaAsghar Farhadi raccontaquello che conosce bene:l'amicizia, l'amore, la vogliadi costruire qualcosa di chiha superato i 30 anni e lo fausando come spunto unweek end sul Mar Caspioorganizzato da una comiti-va di ragazzi per festeggia-re la visita del loro amicoAhmad. Nel gruppo ancheElly, che è stata invitata perfavorire un eventuale coin-volgimento sentimentalecol giovane tornato dallaGermania dopo un matri-monio fallimentare conuna donna europea. L'at-mosfera rilassata, i diverti-menti semplici, la convivia-lità spontanea sono, però,bruscamente interrotti dal-la scomparsa di Elly.E ilfilm, fin qui destramentegiocato sui toni de Il gran-de freddo, si tinge di noir ecomincia a indagare le radi-ci di un mistero che porteràa risposte insospettate... 9 dicembre.“London River” di RachidBouchareb UK-Fr-Algeria2009 87’Un racconto credibile di in-contro-scontro nella nostraera globale dove sono para-

dossalmente i conflitti adavvicinarci e a farci cono-scere superando le barrierepreesistenti come succedeai personaggi di questo filmovvero i genitori di due gio-vani scomparsi nel tragico

attentato avvenuto a Londranella mattina del 7 lugio2005 contro un bus e una li-nea della metro.I due unitiin questa disperata e vanaricerca dei loro cari si parla-no dopo le iniziali resisten-ze specie da parte dellamamma bianca nei confron-ti del papà di colore comedue esseri umani che si ri-conoscono una nell'altrotrovando persino delle affi-nità nei loro percorsi comel'amore alla terra che li uni-sce. Un film di introspezio-ne sicologica drammaticoma mai sopra le righe.

Interessante presentazio-ne del libro di FrancescoForgione a Palazzo Trincilo scorso 30 ottobre pres-so la Sala delle Conferen-ze di Palazzo Trinci. Do-po il saluto del Sindacodi Foligno, Nando Mi-smetti, sono intervenutil’autore del libro, France-sco Forgione, già Presi-dente della CommissioneParlamentare Antimafia;Mauro Volpi, consigliereuscente CSM e professoreordinario di Diritto Pub-blico Comparato dell’Uni-versità di Perugia e Fau-sto Cardella, Procuratoredella Repubblica di Terni.L’Assessore Piccolotti ha

spiegato come “questosia il primo appuntamen-to di un percorso chel’assessorato vuole porta-re avanti al fine di svilup-pare una coscienza unita-ria fra i cittadini e le Am-ministrazioni sul temadelle politiche antimafia.A questo proposito è sta-to importante compren-dere, attraverso gli studidi Forgione, come la ma-fia non sia più solo unproblema del Mezzogior-no d’Italia, ma un proble-ma dell’intero Paese e,più in generale, una que-stione internazionale chemolto ha a che fare con laglobalizzazione dei capi-tali avvenuta negli ultimiventi anni.La pubblicazione di For-gione rappresenta la pri-ma trattazione globaledel made in Italy mafio-so, completa delle mappedella diffusione delle ma-fie italiane nel mondo edelle rotte della droga.Grazie alla mappaturacompleta della disloca-zione globale delle “fami-glie”, fotografa lo statoattuale della “globalizza-zione occulta” delle tremafie italiane. Uno stru-mento unico per capire ledimensioni di quell’“eco-nomia canaglia” che in-tossica il mondo, più diquanto possiamo imma-ginare”.

“Mafia export. Come ‘ndran-gheta, cosa nostra e camorrahanno colonizzato il mondo”

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16 FOLIGNOwww.piazzadelgrano.org

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ciali dove svolge lasua personalità. Ilrapporto di lavoro ri-conosce al padronesolo il diritto di esi-gere dal proprio di-pendente una deter-minata prestazionedi opera, per un de-terminato periodo ditempo, nel rispetto diuna data organizza-zione e disciplina dilavoro. Nella realiz-zazione di questo di-ritto il padrone, o chiper esso, deve rispet-tare l’inviolabilitàpersonale del dipen-dente. Il rapporto di

lavoro non può innessun modo e pernessun motivo vinco-lare o limitare i dirit-ti civili del dipenden-te. Meno che mai puòlimitare il diritto dellavoratore di discute-re con i suoi compa-gni le questioni rela-tive al proprio lavo-ro, di collaborare al-la gestione delleaziende, di tutelare ipropri interessi di la-voratore e di adem-piere ai propri dove-ri associativi.

Giuseppe Di Vittorio

Abbiamo il dovere didifendere le libertàdemocratiche e i di-ritti sindacali che so-no legati alla que-stione del pane e dellavoro; abbiamo ildovere di difendere idiritti democraticidei cittadini e dei la-voratori italiani, an-che all’interno dellefabbriche. In realtàoggi i lavoratori ces-sano di essere citta-dini della RepubblicaItaliana quando en-trano nella fabbrica.Quando al Congressodei Chimici io an-

nunciai l’idea di pro-porre lo Statuto,qualche giornale de-gli industriali scris-se: “Ma Di Vittorio di-mentica che le azien-de appartengono aipadroni e che coloreche vi entrano deb-bono ubbidire ai pa-droni”. E’ una rispo-sta, questa, che rive-la proprio una men-talità feudale, che ri-vela come i lavorato-ri siano consideratidai padroni come lo-ro proprietà, come sefossero degli attrezziqualsiasi. I padroni

non considerano illavoratore un uomo,lo considerano unamacchina, un auto-ma. Ma il lavoratorenon è un attrezzoqualsiasi, non si af-fitta, non si vende. Illavoratore è un uo-mo, ha una sua per-sonalità, un suo amorproprio, una suaidea, una sua opinio-ne politica, una suafede religiosa, e vuo-le che questi suoi di-ritti vengano rispet-tati da tutti e in pri-mo luogo dal padro-ne. Tutta l’esperienza

C’era una volta la CGIL

storica, non soltantonostra, dimostra chela democrazia, se c’ènella fabbrica, c’è an-che nel Paese, e se lademocrazia è uccisanella fabbrica, essanon può sopravvive-re nel Paese. Il rap-porto di lavoro trapadrone e dipenden-te non può in nessunmodo e per nessunmotivo ridurre o li-mitare i diritti invio-labili che la Costitu-zione Repubblicanariconosce all’uomosia come singolo, sianelle formazioni so-

Lavoratori e padroni, il compito del sindacato

Bracciante poverissimo eautodidatta, partecipò al-l’esperienza del sindacali-smo rivoluzionario e aderìall’USI (l’Unione SindacaleItaliana, nata nel 1912 dal-la scissione con la CGdLriformista), ricoprendonedal 1913 la carica di mem-bro del Comitato Centrale.Scoppiata la Grande Guer-ra, condivise le motivazio-ni degli interventisti epartì come volontario peril fronte, da dove sarebbtornato gravemente ferito.Nel 1921 è eletto deputatocome indipendente nelleliste del PSI. Influenzatodall’esperienza della rivo-luzione bolscevica in Rus-sia, Di Vittorio guardò conattenzione alla nascita delPartito Comunista d’Italianel 1921, al quale aderìqualche anno più tardi.Dopo la stretta totalitariadel fascismo, che produs-se la cancellazione delle li-bertà sindacali in Italia eche costò a Di Vittorio al-cuni mesi di prigionia (dalsettembre 1925 al maggio1926), nel novembre dellostesso anno venne con-dannato a dodici anni dicarcere dal Tribunale Spe-ciale; costretto a ripararein Francia, diventò uno deiprincipali organizzatoridella lotta di resistenzaantifascista, dapprima co-me membro del ComitatoCentrale del Partito (dal1928) e quindi come re-sponsabile della CGdLclandestina, di orienta-mento comunista (dal1930).Di Vittorio proseguì la lot-ta antifascista, combatten-do nelle file delle BrigateInternazionali durante laguerra civile spagnola; dal1937 diresse a Parigi ilgiornale “La Voce degli Ita-liani”. Arrestato dalla Ge-stapo il 10 febbraio 1941,dopo circa nove mesi dicarcere fu affidato alle au-torità italiane di polizia

che lo mandarono al confi-no a Ventotene, dove sa-rebbe rimasto fino alla ca-duta di Mussolini nel lu-glio 1943.Tra il 1943 e il 1944, DiVittorio fu tra i protagoni-sti della rinascita del sin-dacato libero e democrati-co in Italia; insieme aGrandi e Canevari fu unodei firmatari del Patto diRoma (9 giugno 1944), l’at-to ricostituivo della CGIL.Tra il 1944 e il 1948 rico-prì la carica di SegretarioGenerale della CGIL unita-ria fornendo un contributodecisivo alla ricostruzioneeconomica nazionale, allarilegittimazione interna-zionale del Paese e alla ela-borazione della Costitu-zione repubblicana in qua-lità di Deputato dell’As-semblea Costituente.Mantenne la guida dellanuova CGIL anche dopo lescissioni del 1948-1950.Tra gli anni Quaranta eCinquanta, Di Vittorio fuPresidente della FSM, la Fe-derazione Sindacale Mon-diale, nonché Deputato dal1948 al 1957. Tra i suoi atti principali al-la guida della CGIL, occor-re ricordare l’elaborazionedel Piano del Lavoro, pre-sentata al Congresso diGenova del 1949, e la pro-posta di uno Statuto deidiritti dei lavoratori, lan-ciata al Congresso di Na-poli del 1952Pur vivendo una stagioneassai difficile, segnata datensioni ideologiche stri-denti legate al sottile equi-librio bipolare della guer-ra fredda, Di Vittorio la-vorò sempre per l’unità ditutti i lavoratori, dalla qua-le faceva derivare anchel’unità sindacale; a suo av-viso, solo in questo modosarebbe stato possibile di-fendere, l’interesse gene-rale della classe lavoratri-ce, lottando efficacementeper la sua emancipazione.

Giuseppe Di Vittorio

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I

supplemento al numero 12 - Anno II - dicembre 2010 di Piazza del Grano - www.piazzadelgrano.org

Dalla Relazione al “Pro-getto della Costituzionedella Repubblica Italia-na” 1947

L’innovazione più pro-fonda introdotta dallaCostituzione è nell’ordi-namento strutturale del-lo Stato su basi di auto-nomia che può aver por-tata decisiva per la sto-ria del paese.«Il Comune: unità pri-mordiale». Non si tratta

II CCoommuunniissttiinneellllee aammmmiinniissttrraazziioonnii

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soltanto, come si dicevaallora, di «portare il go-verno alla porta degliamministrati», con undecentramento burocra-tico e amministrativosulle cui necessità tuttioggi concordano; si trat-ta di «porre gli ammini-strati nel governo di semedesimi». La tendenza si collegaalle rivendicazioni di li-bertà, che sono la gran-de nota di questo mo-

mento storico: di tuttele libertà, anche deglienti locali come «societànaturali». Riecheggiapiù viva, in questa atmo-sfera, l’affermazione diStuart-Mill che nelle au-tonomie locali si ha un«ingrandimento dellapersona umana», e che«senza istituzioni localiuna nazione può darsiun governo libero, manon lo spirito della li-bertà».

Preambolo della “Cartaeuropea della Autonomielocali” 1985

Gli Stati membri del Con-siglio d’Europa, firmataridella presente Carta,considerando che il finedel Consiglio d’Europa èdi realizzare un’unionepiù stretta tra i suoimembri, per salvaguar-dare e promuovere gliideali ed i principi chesono il loro patrimoniocomune;considerando che la sti-pulazione di accordi nelsettore amministrativo èuno dei mezzi atti a rea-lizzare detto fine;considerando che le col-lettività locali costitui-

scono uno dei principalifondamenti di ogni regi-me democratico;considerando che il dirit-to dei cittadini a parteci-pare alla gestione degliaffari pubblici fa partedei principi democraticicomuni a tutti gli Statimembri del Consigliod’Europa;convinti che è a livello lo-cale che il predetto dirit-to può essere esercitatoil più direttamente possi-bile;convinti che l’esistenzadi collettività locali inve-stite di responsabilità ef-fettive consente un’am-ministrazione efficace evicina al cittadino;consapevoli del fatto che

la difesa ed il rafforza-mento dell’autonomia lo-cale nei vari Paesi euro-pei rappresenti un im-portante contributo al-l’edificazione di un’Euro-pa fondata sui principidella democrazia e deldecentramento del pote-re;affermando che ciò pre-suppone l’esistenza dicollettività locali dotatedi organi decisionali de-mocraticamente costitui-ti, che beneficino di unavasta autonomia perquanto riguarda le lorocompetenze, le modalitàd’esercizio delle stesse,ed i mezzi necessari al-l’espletamento dei lorocompiti istituzionali;

Non è a caso che dal nuovo gran-de partito del popolo, dal Partitocomunista nella sua compiuta vi-sione democratica e progressiva,parte l'iniziativa per una più pro-fonda democratizzazione della vi-ta pubblica anche locale. Ma sa-rebbe il più funesto degli errori ri-tenere che la funzione dei comu-nisti sia semplicemente di lottaresul terreno propagandistico o suquello legislativo per l'autonomiaamministrativa degli enti locali, eche in attesa di conquistare taleobbiettivo altro non sia possibilefare che dell'ordinaria ammini-strazione. Le difficoltà, lo sappia-mo bene per esperienza, sonograndissime, ma non bisogna la-sciarsi arrestare da esse. Funzio-ne del Partito comunista è preci-samente di aiutare le masse po-polari a superare le difficoltà cheesse incontrano nella loro duravita di ogni giorno. Bisogna sfor-zarsi di tradurre in atto una pub-blica amministrazione costrutti-va nell'interesse del popolo. E seper questa strada incontreremo,come certamente incontreremo,degli ostacoli, ciò renderà piùconcreta agli occhi delle popola-zioni che cosa è quell'auspicataautonomia amministrativa che,presentata in termini generici,riesce spesso poco comprensibilealle masse popolari; ciò che nonpotrà non aiutare l'azione che sa-rà necessario svolgere per rag-giungere quegli obbiettivi per i

quali l'unità di tutto il popolo ègià fatta. Funzione essenziale chenoi riconosciamo alle ammini-strazioni comunali popolari di-rette da comunisti è di agire nelsenso di avviare alla più rapidasoluzione possibile alcuni proble-mi essenziali. Un buon sindacopuò aumentare il prestigio delPartito comunista: un sindacoche si allontani dall’animo del po-polo può gravemente compro-metterlo. Il legame e l'accordo fragli organi dirigenti locali del Par-tito ed i compagni amministrato-ri dev'essere stretto e permanen-te. Gli amministratori sono tenutia rendere conto al Partito del lorooperato, mentre debbono averemassimo rispetto per gli organiche li hanno eletti, per gli organi-smi rappresentativi dei lavorato-ri. Rendere conto del propriooperato, chiedere l’ausilio e ilconsiglio degli elettori è una dellecaratteristiche dell’amministra-tore comunista che è popolo inmezzo al popolo. E per questa viaesso farà appello alle immenseenergie che sono latenti nel popo-lo e bisogna saper sprigionare,organizzando in forme molteplicila collaborazione degli operai edei tecnici, degli intellettuali e deicontadini con coloro che in que-sto momento hanno la grande re-sponsabilità e il non indifferentepeso di reggere le pubbliche am-ministrazioni.

Giuseppe Dozza

Le Autonomie locali nella Costituzionedella Repubbica Italiana

Le Autonomie localinella convenzione europea

Page 18: Dicembre 2010

altrettanti, una parte per tut-to l'anno e il resto per il soloperiodo di lavorazione sta-gionale, presso il locale Zuc-cherificio.Un altro migliaio trovavanolavoro, e quindi il sicuro so-stentamento per le loro fami-glie, presso varie piccole emedie industrie, meccanichee tipografiche, cartiere, moli-ni, pastifici, ecc.Numeroso e fiorente l’artigia-nato. Davano vita e apporta-vano benefici economici allacittà il 1o Reggimento d'Arti-glieria, il Campo di Aviazionecon annessa Scuola allievi Uf-ficiali di aeronautica.La guerra maledetta spazzòla maggior parte dei ricordaticomplessi industriali e moltiimpianti civili e militari, oltrea far vittime molteplici fra lapopolazione.Circa il 50% delle abitazionifurono distrutte o gravemen-te danneggiate. La vita citta-dina rimase paralizzata peroltre due anni a causa dei for-zati sfollamenti durante laguerra e degli impediti ritorniper deficienza di alloggi, altermine del conflitto.

La situazione alimentare gra-vemente preoccupante, la di-soccupazione, la miseria, ildisfunzionamento dei servizipubblici, specie dei mezzi dicomunicazione, che hannosempre costituito l'incremen-to più efficiente per lo svilup-po della nostra città, le forza-te restrizioni allo svolgimen-to della istruzione elementa-re e media; questo il quadroche tuttora perdurava quan-do gli amministratori elettidai suffragi del marzo 1946assunsero la direzione delComune.Che cosa era stato promessoda essi alla popolazione?La ricostruzione della città;ogni sforzo per fronteggiarela crisi dell'alimentazione; ilriordinamento delle scuole; il

miglioramento delle condi-zioni igieniche e sanitarie; l'e-stensione della assistenza aimalati, ai vecchi, ai bimbi bi-sognosi; ogni appoggio, nellalotta dei lavoratori della cittàe delle campagne; la fine del-lo stato di abbandono in cuierano sempre state tenute lepopolazioni. delle frazioni,specialmente montane; una

IIIII

Per le amministrazioni degli Enti locali l’im-mediato dopoguerra è stato un periodo tra-gico, ma anche eroico.Tragico perché i nuovi amministratori del-l’Italia libera si sono trovati davanti un pae-se che, già povero e arretrato, aveva subitoimmani devastazioni dalla guerra e questosia dagli eserciti tedeschi in ritirata che di-struggevano ogni residuata struttura pro-duttiva e infrastruttura, sia per la violenzadegli eserciti liberatori che a volte hannoampiamente superato le necessità bellichecon azioni vendicative e di vero terrorismoai danni della popolazione civile, come ilbombardamento del quartiere di San Lo-renzo a Roma (3.000 morti in due incursio-ni aeree) o il tentativo di incendiare Milano(sorte toccata alla città tedesca non milita-rizzata di Dresda).Dopo il passaggio del fronte il 50% quasidelle abitazioni e degli edifici pubblici risul-tava distrutto e quasi il 100% delle insedia-menti industriali.Questa è la situazione che si trovarono adover affrontare le prime amministrazionidemocratiche, in un paese ancora occupato

e giustamente (questa era la pena dei vinti)emarginato dal sistema politico ed econo-mico dei paesi vincitori.Ma tra i vincitori c’erano anche alcuni ita-liani, quelli che non si erano sottomessi, ac-codati o collusi con la dittatura fascista el’avevano combattuta nelle carceri comesulle montagne: erano i comunisti.A loro per primi toccava il compito, l’onoree l’onere, di ricostruire il paese.E questo avvenne anche a Foligno con laprima amministrazione democratica postfascista guidata dal partito comunista.Da allora, da quegli anni in cui non c’eranosufficienti beni alimentari, case, fogne, stradee soprattutto posti di lavoro, la nostra città hafatto una lunga, lunghissima strada.Per comprendere come ciò è stato possibile,come è stato possibile risalire dalla devasta-zione e dalla povertà quasi assoluta al livel-lo di benessere di cui oggi godiamo (anchese lo vediamo ogni giorno diminuire e a ri-schio di precipitare) bisogna ricordare queiprimi anni, bisogna ricordare l’impegno, ilcoraggio, l’intelligenza degli amministrato-ri di quegli anni.

Dal 1946 al 1966 Foligno è stata ammini-strata da una giunta guidata dai comunistiche è stata in grado, per le sue qualità, peril rapporto di intelligenza e di fiducia stabi-lito con i cittadini tutti, di resistere ai ricattie alle pressioni dei così detti “poteri forti”dall’ostilità del governo nazionale, a prepo-tenza del sitema bancario e del padronatoindustriale, sino alla sorda ma incessanteostilità della chiesa.Nel 1966 il tradimento dei socialisti (già nel1921 Gramsci affermava che in Italia c’erail peggior partito socialista d’Europa) con-segnò la città a una amministrazione di co-sì detto (allora) centrosinistra partecipatodalla democrazia cristiana.Fu comunque un periodo breve, alle succes-sive elezioni i comunisti tornarono al gover-no della città e vi rimasero ancora a lungo,ancora almeno finché continuarono a chia-marsi comunisti.In questo inserto vogliamo ricordare quelperiodo, tragico ed eroico, del primo gover-no comunista della città di Foligno, perchéper costruire il futuro bisogna anzitutto ri-cordare il passato (quando lo merita!).

I primi 6 anni di amministrazionedemocratica a Foligno 1946 - 1952

L'Amministrazione Comuna-le che gli elettori scelsero neicomizi del marzo 1946 ha datempo compiuto il suo ciclonormale di vita - quattro anni- e continuato non senza dif-ficoltà il suo duro lavoro peraltri due anni, in attesa che ilGoverno si decidesse ad indi-re le elezioni per la sua rinno-vazione.

E' naturale e doveroso che, altermine del mandato, gli am-ministratori presentino, a co-loro che li elessero e alla po-polazione tutta, il consuntivodella loro opera, affinchéquesti possano giudicare seessi hanno mantenuto fede alprogramma col quale si pre-sentarono ai loro suffragi,considerate le difficoltà in-contrate e gli impedimentiche sono stati opposti alla at-tuazione delle loro determi-nazioni.La relazione sarebbe incom-pleta se non venisse integratadalla enunciazione del pianodi attività per il nuovo ciclo diamministrazione qualora, co-me si confida, il corpo eletto-rale confermi la sua fiduciaagli amministratori popolari.

Questo lavoro quindi verràdiviso in tre capitoli:1) Resoconto delle realizza-zioni nelle varie branche del-la attività amministrativa.2) Elenco dei progetti non at-tuati e cause che lo hanno im-pedito.3) Programma da eseguire nelprossimo ciclo di ammini-strazione.Foligno, vitale città di provin-cia, con 45.000 abitanti, il cuiagglomerate urbano ne contacirca 20.000, era, prima dellaguerra, prospera per la suaattività industriale e commer-ciale.Ben 5.000 operai lavoravanoin modo continuativo e per-ma¬nente negli stabilimenticittadini. Infatti 2.500 operaierano occupati presso la fab-brica di aeroplani Società Ae-ronautica Umbra (A.U.S.A.);500 circa presso il Carnificiodi Scanzano, altri 500 pressole Officine Ferroviarie, e circa

politica fiscale onesta e giu-sta; la municipalizzazionedei servizi pubblici.Prima di esporre l'attività am-ministrativa esplicata va rile-vato che il Comune di Folignoè forse il più povero, certa-mente uno dei Comuni piùpoveri della Provincia.Esso è privo di qualsiasiazienda industriale o agrico-la; il patrimonio immobiliareè costituito esclusivamenteda fabbricati, in parte notevo-le distrutti o danneggiati dal-la guerra; tali stabili non sonocerto fonte di entrata,. ma an-zi rappresentano un onereper il bilancio comunale acausa delle continue indi-spensabili spese di manuten-zione ordinaria e straordina-ria e per il fatto che sono perlo più utilizzati per il ricoverodi sfrattati e famiglie di indi-genti.Gli Enti o istituti di Ricovero ebeneficenza hanno patrimo-ni, modestissimi, di modoche il peso della assistenzasanitaria, del ricovero e dellabeneficenza, grava in misurarilevante - per non dire esclu-siva - sulle finanze del Comu-

ne, che devedestinare a talescopo circa il25% delle sueentrate ordina-rie senza riu-scire a disim-pegnare, comela necessità ri-chiederebbe, ilproprio compi-to sociale disoccorrere imiseri ed i ma-lati poveri.

Nonostante questa deficienzadi mezzi e la triste situazionedel Comune più danneggiatodalla guerra della nostra Pro-vincia, la Amministrazioneha potuto svolgere un ap-prezzabile programma socia-le e di lavori pubblici nell'in-teresse della popolazioneamministrata.Esponiamo ora quello che èstato fatto nelle varie bran-che di attività municipale.CASEL'abitazione è uno degli ele-menti essenziali per una esi-stenza civile.Foligno e alcune sue frazioni,come Valtopina, Pontecente-simo, Casenove, Sterpete eb-bero il 47% delle abitazionidistrutte o danneggiate dallaguerra.

L'Amministra-zione si interes-sò per far inclu-dere la nostracittà nell'elencodi quelle dan-neggiate, e potèottenere la co-struzione di caseper senza tettoper un importodi 106 milioni.Sollecitò l'Istitu-to Autonomodelle Case Popo-lari per la rico-

struzione di quelle distrutte ela edificazione di nuovi quar-tieri; ciò che l'Istituto ha fattoper circa 150 milioni di spe-sa. Sempre per l'incessanteinteressamento del Comune,che fu scelto quale Ente ge-store, sono state costruite osono in corso di costruzionecase per lavoratori per unammontare di 288 milioni. In

I comunisti alla guidadel Comune di Foligno

ne che presto prima o poi do-vranno essere veramente tra-sformate.La maggior parte delle nuovestrade sono di collegamentodei paesi della montagna conil centro offrendo la possibi-lità di isti¬tuire nuovi serviziautomobilistici anche in mon-tagna, (come nella via Case-nove-Volperino-Popola-Fraia-Serravalle) dove prima nonesistevano che vie mulattierecome la strada Annifo-Cassi-gnano, quella Pisenti-Pian diRicciano: l'altra Verchiano-Ci-vitella ecc. (confine del Co-mune di Serravalle per colle-gare S. Martino di Cupana.)sostenendo una spesa di L.30.454.222, oltre a utilizzaremol¬te migliaia di opere stra-dali obbligatorie e volontarieper circa lire 4.000.000.

SCUOLEA causa degli eventi bellicierano quasi inservibili tuttigli edifici scolastici della cittàoccupati per lungo tempodalle truppe.Il materiale di arredamentoera andato quasi completa-mente distrutto, o asportato,o resoinservibile.Le scuole delle frazioni eranostate quasi tutte occupate dafamiglie sfollate dalla città.Durante l’attuale Ammini-strazione si è provveduto a ri-pristinare tutti gli edifici sco-lastici della città e furono ria-perte tutte le scuole delle fra-zioni. Si è provvedutp a co-struire i seguenti nuovi edifi-ci scolastici:casenove, Mace-ratola, S. Eraclio, Annifo. Vol-perino, Vescia.Si è provveduto alla ripresadei lavori di costruzioe dellanuova sede dell’Istituto Tec-nico. Sono in programma dicostruzione i seguenti edificiscolastici: Fiammenga, ColleS. Lorenzo, Popola, Uppello,Scopoli, Pale e presso le Caseoperaie in cui non esistonoambienti idonei per l’istruzio-ne elementare e i cui abitati

reclamano, giustamente, de-centi e igienci locali scolasti-ci. Attaulemnet tutt ele scuo-le sono funzionanti, ma oc-

corre modernizzare l’arreda-mento di fortuna.SERVIZI AUTOMOBILISTICI -Foligno è capolinea di variecorse automobilistiche che lo

collegano col capo-luogo e con i centriprincipali della Pro-vincia nonché con lefrazioni ed il subur-bio. Per facilitarel'attesa dei viaggia-tori, le operazioni dipartenza e di arrivo,l'AmministrazioneComunale ha inizia-to la costruzione diuna nuova stazionedi autobus median-te sistemazione del

piazzale in località allo sco-po, prossimo alla stazioneferroviaria e nel luogo dimaggior traffico stradale, co-struendo pensiline e soste-nendo una spesa di Lire 5 mi-lioni.

RICOSTRUZIONE DI OPEREPUBBLICHE DISTRUTTE O DAN-NEGGIATE DALLA GUERRA Anche per interessamentodella Amministrazione Co-munale fu sollecitamente ri-costruita 1a nostra StazioneFerroviaria.E' stato ripristinato, nellamaggior parte, lo storico Pa-lazzo Trinci, ove ha ritrovatosede la Biblioteca e la Pinaco-teca e ove verranno sistemati

l'archivio notarile, il museoarcheologico ecc.Lo Stato ha speso a Folignocirca 1 miliardo: circa 700 mi-

lioni per operepubbliche dan-neggiate, circa300 milioni perle case dei sen-za tetto, reduci,ecc. e lavori asollievo della di-soccupazione.Sono stati ripri-stinati molti deicapannoni e pa-lazzine dell'excarnificio diScanzano acqui-

stato dal Ministero delle Po-ste e Telecomunicazioni, chene ha iniziato la utilizzazioneper vari usi, che indubbia-mente andranno aumentan-do e concentreranno in quellazona un rivelan-te numero di im-piegati, operaiecc. della Ammi-nistrazione: po-stale.E' imminente laricostruzionedella Pescheriain piazza delCampanile perun importo di L.16.000.000, inattesa della inte-grazione con il mercato co-perto.Furono sollecitamente ripara-ti i gravi danni che la guerraprodusse al nostro Mattatoio,uno dei più attrezzati dellaProvincia, ma che ha bisogno

di essere al più pre-sto migliorato. E' invia di ricostruzionela Caserma di Arti-glieria.Sono finora statiappaltati lavori per150 milioni checonsentiranno ilprossimo ritorno aFoligno di una im-portante unità mili-tare.Furono pure ese-

guite notevoli opere di ripara-zione alle sor-genti di Capo-dacqua e Ac-quabianca e al-tri lavori sonogià stati appal-tati e avrannoprossimo ini-zio.E' stata comple-tata la ricostru-zione del Carce-

Solo dando una dignità al la-voratore, a qualsiasi grado ecategoria egli appartenga, sipuò ottenere che dia la suacollaborazione e si può esige-re correttezza e migliora-mento delle sue capacità.Questo è un aspetto di fonda-mentale importanza nel casoparticolare di una Ammini-strazione comunale, giacchéa ciò che è il diritto di chi la-vora, fa riscontro il dirittodella cittadinanza tutta, alservizio della quale sta ap-punto il personale comunale.Mentre si è chiesto e ottenutoche questo usasse un com-portamento educato verso ilpubblico, specie quello menocolto, e in particolare nei con-fronti degli abitanti dellacampagna e della montagna,cui è stato riconosciuto titolodi precedenza nella esplica-zione delle loro pratiche, si ècercato di migliorare la con-

dizione giuridica ed economi-ca dei dipendenti comunali.Fra le prime cure dell'Ammi-nistrazione va annoverataquella della modifica del re-golamento organico, ispiratoa questi principi.Equiparazione del trattamen-to economico del personalemaschile e femminile, inquanto a parità di funzioni,secondo lo spirito della Costi-tuzione repubblicana, devecorrispondere parità di retri-buzione. Miglioramento nellosviluppo della carriera e delleretribuzioni.Riconoscimento giuridico delSindacato e delle Commissio-ni interne. Democratizzazio-ne dell'apparato burocratico,immettendo in ogni commis-sione che interessi il persona-le, uno o più rappresentantisindacali. Per quanto riguar-da il trattamento economicova segnalato che oltre a con-

cedere al personale tutti i mi-glioramenti, che gli Enti localiavevano facoltà di accordare,l'amministrazione ha esteso atutto il personale impiegati-zio e salariato, qualunque siala anzianità di servizio, trentagiorni di ferie retribuite al-l’anno, e ha preso fin dal1948 l’iniziativa consacratanel regolamento organico,primo fra i Comuni d'Italia, dicorrispondere al personale diruolo che va in pensione, ol-tre al normale trattamento diquiescenza, la indennità dibuonuscita, pari a un anno diemolumenti. Il nostro è statofra i primi Comuni della Pro-vincia a deliberare la conces-sione dell'indennità accesso-ria e, se finora ha potuto cor-rispondere solo un modestis-simo acconto, ciò è conse-guenza delle capziose dispo-sizioni governative, che han-no impedito la esecuzione

Dignità del lavoro, democraziae partecipazione nel 1946!

complesso dagli Enti predettisono stati costruiti 283 allog-gi e sono in costruzione altriquartieri.FOGNATURE E IMPIANTIIGIENICIFoligno città era per quasi il90% delle sue strade priva difognature, pur esistendo unprogetto redatto dall'ing.Cornero per incarico del Co-mune sin dal 1918.

L'Amministrazione, parte confondi ordinari di bilancio,parte con mutui, ha quasicompletato la rete di fognatu-re in città, inoltrandosi neipiù piccoli vicoli ed ha ese-guito tratti di fogne anche; inalcune frazioni (Belfiore, Col-fiorito, Cave, S. Eraclio, ecc.)per una lunghezza comples-siva di dieci chilometri eduna spesa di Lire 66.725.320.Ha costruito o sistemato incittà (via Bolletta, presso Por-ta Todi, Cipischi) nei sobbor-ghi e frazioni 28 lavatoi, perlo più coperti e dotati di ac-qua igienica e 8 impianti igie-nici pubblici, in alcuni luoghianche con docce, per unaspesa di oltre 7 milioni.Ha restaurato o costruito exnovo forni pubblici nelle fra-zioni di Corvia e Budino percirca 500.000 lire.STRADEII territorio del Comune di Fo-ligno, assai estesa e compren-dente oltre 40 frazioni, è de-ficiente di vie di comunica-zione sia fra frazioni e capo-luogo come fra frazione e fra-zione e dove queste stradeesistono non sono agevol-mente praticabili. Era neces-sarie migliorare la viabilitànel territorio comunale comequella entro la città.

L'Amministrazione ha apertoal traffico o sistemato km.37,640 di strade.Ha creato o sistemato in cittàil Viale Marconi, viale delleGrazie, via S. Giovanni del-l'Acqua, il viale XVI giugno.Ha iniziato la costruzione delnuovo Corso, l'arteria chedarà respiro al transito entroFoligno. Ha provveduto allasistemazione delle vie cittadi-

Gli amministratori rendono conto ai cittadini

Palmiro Togliatti parla nella Sala del Consiglio Comunale di Foligno

Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, con il Sindaco di Foligno Italo Fittaioli

re Mandamentale adiacentealla Pretura.E molte altre distruzioni sonostate riparate, ma c'è ancorada insistere presso le Auto-rità Statali affinché le feriteprodotte dalla guerra ai no-stri edifici pubblici - Teatro -Lazzaretto, ecc. siano com-pletamente eliminate.POLIZIA: Al cittadino non oc-corre certo un grande sforzodi memoria per ricordarsinon solo del cumulo di mace-rie che ovunque testimonia-vano le atroci distruzioni ar-recate dalla guerra bestialealla nostra città, ma quale eral'aspetto delle vie e dellepiazze cittadine anche allor-ché nel 1946 l'Amministra-zione prese la direzione delComune.Unici cartelli indicatori, quelliin lingua inglese.

Ogni marciapiede, ogni ango-lo di piazza sede di mercatonero o peggio.Pochissimi veicoli targati; lenorme di circolazione total-mente ignorate.I vigili urbani oltre a trovarsidi fronte a compiti assai gra-vi, erano senza mezzi per cir-colare, senza divise, e per lopiù impreparati al disimpe-gno del loro delicato ufficio.L'Amministrazione democra-tica dovette affrontare taleproblema e lo ha risolto inmaniera soddisfacente tantoche ora il corpo dei vigili delComune di Foligno, per ilsuo comportamento esterio-re e per il tatto con il pubbli-co, è oggetto di quasi unani-me elogio.

dei provvedimenti adottati.L'Amministrazione ha prov-veduto, nei limiti delle mode-ste disponibilità di bilancio,alla migliore sistemazionedegli uffici e dei servizi.Infine nello spirito del princi-pio : « il Comune al popolo eil popolo al Comune » e inte-so a creare una sana e giustacollaborazione fra Ammini-stratori, apparato burocraticoe popolazione, ha attuatoquei mezzi, istituti e organi,che, se pur non previsti dallalegislazione vigente, rispon-dono alle esigenze del nuovoregime democratico, sincera-mente concepito e attuato.Assemblee popolari al centroe nelle frazioni, istituzionedei delegati del Sindaco nellefrazioni, da integrare concommissioni di villaggio; co-stituzione di commissionirionali per l'assistenza; Con-siglio Tributario; Comitati cit-tadini; consulte popolari.Tutti questi organismi e que-ste forme di maggiore contat-to con gli amministrati do-vranno essere potenziate, in-tensificate ed estese.

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altrettanti, una parte per tut-to l'anno e il resto per il soloperiodo di lavorazione sta-gionale, presso il locale Zuc-cherificio.Un altro migliaio trovavanolavoro, e quindi il sicuro so-stentamento per le loro fami-glie, presso varie piccole emedie industrie, meccanichee tipografiche, cartiere, moli-ni, pastifici, ecc.Numeroso e fiorente l’artigia-nato. Davano vita e apporta-vano benefici economici allacittà il 1o Reggimento d'Arti-glieria, il Campo di Aviazionecon annessa Scuola allievi Uf-ficiali di aeronautica.La guerra maledetta spazzòla maggior parte dei ricordaticomplessi industriali e moltiimpianti civili e militari, oltrea far vittime molteplici fra lapopolazione.Circa il 50% delle abitazionifurono distrutte o gravemen-te danneggiate. La vita citta-dina rimase paralizzata peroltre due anni a causa dei for-zati sfollamenti durante laguerra e degli impediti ritorniper deficienza di alloggi, altermine del conflitto.

La situazione alimentare gra-vemente preoccupante, la di-soccupazione, la miseria, ildisfunzionamento dei servizipubblici, specie dei mezzi dicomunicazione, che hannosempre costituito l'incremen-to più efficiente per lo svilup-po della nostra città, le forza-te restrizioni allo svolgimen-to della istruzione elementa-re e media; questo il quadroche tuttora perdurava quan-do gli amministratori elettidai suffragi del marzo 1946assunsero la direzione delComune.Che cosa era stato promessoda essi alla popolazione?La ricostruzione della città;ogni sforzo per fronteggiarela crisi dell'alimentazione; ilriordinamento delle scuole; il

miglioramento delle condi-zioni igieniche e sanitarie; l'e-stensione della assistenza aimalati, ai vecchi, ai bimbi bi-sognosi; ogni appoggio, nellalotta dei lavoratori della cittàe delle campagne; la fine del-lo stato di abbandono in cuierano sempre state tenute lepopolazioni. delle frazioni,specialmente montane; una

IIIII

Per le amministrazioni degli Enti locali l’im-mediato dopoguerra è stato un periodo tra-gico, ma anche eroico.Tragico perché i nuovi amministratori del-l’Italia libera si sono trovati davanti un pae-se che, già povero e arretrato, aveva subitoimmani devastazioni dalla guerra e questosia dagli eserciti tedeschi in ritirata che di-struggevano ogni residuata struttura pro-duttiva e infrastruttura, sia per la violenzadegli eserciti liberatori che a volte hannoampiamente superato le necessità bellichecon azioni vendicative e di vero terrorismoai danni della popolazione civile, come ilbombardamento del quartiere di San Lo-renzo a Roma (3.000 morti in due incursio-ni aeree) o il tentativo di incendiare Milano(sorte toccata alla città tedesca non milita-rizzata di Dresda).Dopo il passaggio del fronte il 50% quasidelle abitazioni e degli edifici pubblici risul-tava distrutto e quasi il 100% delle insedia-menti industriali.Questa è la situazione che si trovarono adover affrontare le prime amministrazionidemocratiche, in un paese ancora occupato

e giustamente (questa era la pena dei vinti)emarginato dal sistema politico ed econo-mico dei paesi vincitori.Ma tra i vincitori c’erano anche alcuni ita-liani, quelli che non si erano sottomessi, ac-codati o collusi con la dittatura fascista el’avevano combattuta nelle carceri comesulle montagne: erano i comunisti.A loro per primi toccava il compito, l’onoree l’onere, di ricostruire il paese.E questo avvenne anche a Foligno con laprima amministrazione democratica postfascista guidata dal partito comunista.Da allora, da quegli anni in cui non c’eranosufficienti beni alimentari, case, fogne, stradee soprattutto posti di lavoro, la nostra città hafatto una lunga, lunghissima strada.Per comprendere come ciò è stato possibile,come è stato possibile risalire dalla devasta-zione e dalla povertà quasi assoluta al livel-lo di benessere di cui oggi godiamo (anchese lo vediamo ogni giorno diminuire e a ri-schio di precipitare) bisogna ricordare queiprimi anni, bisogna ricordare l’impegno, ilcoraggio, l’intelligenza degli amministrato-ri di quegli anni.

Dal 1946 al 1966 Foligno è stata ammini-strata da una giunta guidata dai comunistiche è stata in grado, per le sue qualità, peril rapporto di intelligenza e di fiducia stabi-lito con i cittadini tutti, di resistere ai ricattie alle pressioni dei così detti “poteri forti”dall’ostilità del governo nazionale, a prepo-tenza del sitema bancario e del padronatoindustriale, sino alla sorda ma incessanteostilità della chiesa.Nel 1966 il tradimento dei socialisti (già nel1921 Gramsci affermava che in Italia c’erail peggior partito socialista d’Europa) con-segnò la città a una amministrazione di co-sì detto (allora) centrosinistra partecipatodalla democrazia cristiana.Fu comunque un periodo breve, alle succes-sive elezioni i comunisti tornarono al gover-no della città e vi rimasero ancora a lungo,ancora almeno finché continuarono a chia-marsi comunisti.In questo inserto vogliamo ricordare quelperiodo, tragico ed eroico, del primo gover-no comunista della città di Foligno, perchéper costruire il futuro bisogna anzitutto ri-cordare il passato (quando lo merita!).

I primi 6 anni di amministrazionedemocratica a Foligno 1946 - 1952

L'Amministrazione Comuna-le che gli elettori scelsero neicomizi del marzo 1946 ha datempo compiuto il suo ciclonormale di vita - quattro anni- e continuato non senza dif-ficoltà il suo duro lavoro peraltri due anni, in attesa che ilGoverno si decidesse ad indi-re le elezioni per la sua rinno-vazione.

E' naturale e doveroso che, altermine del mandato, gli am-ministratori presentino, a co-loro che li elessero e alla po-polazione tutta, il consuntivodella loro opera, affinchéquesti possano giudicare seessi hanno mantenuto fede alprogramma col quale si pre-sentarono ai loro suffragi,considerate le difficoltà in-contrate e gli impedimentiche sono stati opposti alla at-tuazione delle loro determi-nazioni.La relazione sarebbe incom-pleta se non venisse integratadalla enunciazione del pianodi attività per il nuovo ciclo diamministrazione qualora, co-me si confida, il corpo eletto-rale confermi la sua fiduciaagli amministratori popolari.

Questo lavoro quindi verràdiviso in tre capitoli:1) Resoconto delle realizza-zioni nelle varie branche del-la attività amministrativa.2) Elenco dei progetti non at-tuati e cause che lo hanno im-pedito.3) Programma da eseguire nelprossimo ciclo di ammini-strazione.Foligno, vitale città di provin-cia, con 45.000 abitanti, il cuiagglomerate urbano ne contacirca 20.000, era, prima dellaguerra, prospera per la suaattività industriale e commer-ciale.Ben 5.000 operai lavoravanoin modo continuativo e per-ma¬nente negli stabilimenticittadini. Infatti 2.500 operaierano occupati presso la fab-brica di aeroplani Società Ae-ronautica Umbra (A.U.S.A.);500 circa presso il Carnificiodi Scanzano, altri 500 pressole Officine Ferroviarie, e circa

politica fiscale onesta e giu-sta; la municipalizzazionedei servizi pubblici.Prima di esporre l'attività am-ministrativa esplicata va rile-vato che il Comune di Folignoè forse il più povero, certa-mente uno dei Comuni piùpoveri della Provincia.Esso è privo di qualsiasiazienda industriale o agrico-la; il patrimonio immobiliareè costituito esclusivamenteda fabbricati, in parte notevo-le distrutti o danneggiati dal-la guerra; tali stabili non sonocerto fonte di entrata,. ma an-zi rappresentano un onereper il bilancio comunale acausa delle continue indi-spensabili spese di manuten-zione ordinaria e straordina-ria e per il fatto che sono perlo più utilizzati per il ricoverodi sfrattati e famiglie di indi-genti.Gli Enti o istituti di Ricovero ebeneficenza hanno patrimo-ni, modestissimi, di modoche il peso della assistenzasanitaria, del ricovero e dellabeneficenza, grava in misurarilevante - per non dire esclu-siva - sulle finanze del Comu-

ne, che devedestinare a talescopo circa il25% delle sueentrate ordina-rie senza riu-scire a disim-pegnare, comela necessità ri-chiederebbe, ilproprio compi-to sociale disoccorrere imiseri ed i ma-lati poveri.

Nonostante questa deficienzadi mezzi e la triste situazionedel Comune più danneggiatodalla guerra della nostra Pro-vincia, la Amministrazioneha potuto svolgere un ap-prezzabile programma socia-le e di lavori pubblici nell'in-teresse della popolazioneamministrata.Esponiamo ora quello che èstato fatto nelle varie bran-che di attività municipale.CASEL'abitazione è uno degli ele-menti essenziali per una esi-stenza civile.Foligno e alcune sue frazioni,come Valtopina, Pontecente-simo, Casenove, Sterpete eb-bero il 47% delle abitazionidistrutte o danneggiate dallaguerra.

L'Amministra-zione si interes-sò per far inclu-dere la nostracittà nell'elencodi quelle dan-neggiate, e potèottenere la co-struzione di caseper senza tettoper un importodi 106 milioni.Sollecitò l'Istitu-to Autonomodelle Case Popo-lari per la rico-

struzione di quelle distrutte ela edificazione di nuovi quar-tieri; ciò che l'Istituto ha fattoper circa 150 milioni di spe-sa. Sempre per l'incessanteinteressamento del Comune,che fu scelto quale Ente ge-store, sono state costruite osono in corso di costruzionecase per lavoratori per unammontare di 288 milioni. In

I comunisti alla guidadel Comune di Foligno

ne che presto prima o poi do-vranno essere veramente tra-sformate.La maggior parte delle nuovestrade sono di collegamentodei paesi della montagna conil centro offrendo la possibi-lità di isti¬tuire nuovi serviziautomobilistici anche in mon-tagna, (come nella via Case-nove-Volperino-Popola-Fraia-Serravalle) dove prima nonesistevano che vie mulattierecome la strada Annifo-Cassi-gnano, quella Pisenti-Pian diRicciano: l'altra Verchiano-Ci-vitella ecc. (confine del Co-mune di Serravalle per colle-gare S. Martino di Cupana.)sostenendo una spesa di L.30.454.222, oltre a utilizzaremol¬te migliaia di opere stra-dali obbligatorie e volontarieper circa lire 4.000.000.

SCUOLEA causa degli eventi bellicierano quasi inservibili tuttigli edifici scolastici della cittàoccupati per lungo tempodalle truppe.Il materiale di arredamentoera andato quasi completa-mente distrutto, o asportato,o resoinservibile.Le scuole delle frazioni eranostate quasi tutte occupate dafamiglie sfollate dalla città.Durante l’attuale Ammini-strazione si è provveduto a ri-pristinare tutti gli edifici sco-lastici della città e furono ria-perte tutte le scuole delle fra-zioni. Si è provvedutp a co-struire i seguenti nuovi edifi-ci scolastici:casenove, Mace-ratola, S. Eraclio, Annifo. Vol-perino, Vescia.Si è provveduto alla ripresadei lavori di costruzioe dellanuova sede dell’Istituto Tec-nico. Sono in programma dicostruzione i seguenti edificiscolastici: Fiammenga, ColleS. Lorenzo, Popola, Uppello,Scopoli, Pale e presso le Caseoperaie in cui non esistonoambienti idonei per l’istruzio-ne elementare e i cui abitati

reclamano, giustamente, de-centi e igienci locali scolasti-ci. Attaulemnet tutt ele scuo-le sono funzionanti, ma oc-

corre modernizzare l’arreda-mento di fortuna.SERVIZI AUTOMOBILISTICI -Foligno è capolinea di variecorse automobilistiche che lo

collegano col capo-luogo e con i centriprincipali della Pro-vincia nonché con lefrazioni ed il subur-bio. Per facilitarel'attesa dei viaggia-tori, le operazioni dipartenza e di arrivo,l'AmministrazioneComunale ha inizia-to la costruzione diuna nuova stazionedi autobus median-te sistemazione del

piazzale in località allo sco-po, prossimo alla stazioneferroviaria e nel luogo dimaggior traffico stradale, co-struendo pensiline e soste-nendo una spesa di Lire 5 mi-lioni.

RICOSTRUZIONE DI OPEREPUBBLICHE DISTRUTTE O DAN-NEGGIATE DALLA GUERRA Anche per interessamentodella Amministrazione Co-munale fu sollecitamente ri-costruita 1a nostra StazioneFerroviaria.E' stato ripristinato, nellamaggior parte, lo storico Pa-lazzo Trinci, ove ha ritrovatosede la Biblioteca e la Pinaco-teca e ove verranno sistemati

l'archivio notarile, il museoarcheologico ecc.Lo Stato ha speso a Folignocirca 1 miliardo: circa 700 mi-

lioni per operepubbliche dan-neggiate, circa300 milioni perle case dei sen-za tetto, reduci,ecc. e lavori asollievo della di-soccupazione.Sono stati ripri-stinati molti deicapannoni e pa-lazzine dell'excarnificio diScanzano acqui-

stato dal Ministero delle Po-ste e Telecomunicazioni, chene ha iniziato la utilizzazioneper vari usi, che indubbia-mente andranno aumentan-do e concentreranno in quellazona un rivelan-te numero di im-piegati, operaiecc. della Ammi-nistrazione: po-stale.E' imminente laricostruzionedella Pescheriain piazza delCampanile perun importo di L.16.000.000, inattesa della inte-grazione con il mercato co-perto.Furono sollecitamente ripara-ti i gravi danni che la guerraprodusse al nostro Mattatoio,uno dei più attrezzati dellaProvincia, ma che ha bisogno

di essere al più pre-sto migliorato. E' invia di ricostruzionela Caserma di Arti-glieria.Sono finora statiappaltati lavori per150 milioni checonsentiranno ilprossimo ritorno aFoligno di una im-portante unità mili-tare.Furono pure ese-

guite notevoli opere di ripara-zione alle sor-genti di Capo-dacqua e Ac-quabianca e al-tri lavori sonogià stati appal-tati e avrannoprossimo ini-zio.E' stata comple-tata la ricostru-zione del Carce-

Solo dando una dignità al la-voratore, a qualsiasi grado ecategoria egli appartenga, sipuò ottenere che dia la suacollaborazione e si può esige-re correttezza e migliora-mento delle sue capacità.Questo è un aspetto di fonda-mentale importanza nel casoparticolare di una Ammini-strazione comunale, giacchéa ciò che è il diritto di chi la-vora, fa riscontro il dirittodella cittadinanza tutta, alservizio della quale sta ap-punto il personale comunale.Mentre si è chiesto e ottenutoche questo usasse un com-portamento educato verso ilpubblico, specie quello menocolto, e in particolare nei con-fronti degli abitanti dellacampagna e della montagna,cui è stato riconosciuto titolodi precedenza nella esplica-zione delle loro pratiche, si ècercato di migliorare la con-

dizione giuridica ed economi-ca dei dipendenti comunali.Fra le prime cure dell'Ammi-nistrazione va annoverataquella della modifica del re-golamento organico, ispiratoa questi principi.Equiparazione del trattamen-to economico del personalemaschile e femminile, inquanto a parità di funzioni,secondo lo spirito della Costi-tuzione repubblicana, devecorrispondere parità di retri-buzione. Miglioramento nellosviluppo della carriera e delleretribuzioni.Riconoscimento giuridico delSindacato e delle Commissio-ni interne. Democratizzazio-ne dell'apparato burocratico,immettendo in ogni commis-sione che interessi il persona-le, uno o più rappresentantisindacali. Per quanto riguar-da il trattamento economicova segnalato che oltre a con-

cedere al personale tutti i mi-glioramenti, che gli Enti localiavevano facoltà di accordare,l'amministrazione ha esteso atutto il personale impiegati-zio e salariato, qualunque siala anzianità di servizio, trentagiorni di ferie retribuite al-l’anno, e ha preso fin dal1948 l’iniziativa consacratanel regolamento organico,primo fra i Comuni d'Italia, dicorrispondere al personale diruolo che va in pensione, ol-tre al normale trattamento diquiescenza, la indennità dibuonuscita, pari a un anno diemolumenti. Il nostro è statofra i primi Comuni della Pro-vincia a deliberare la conces-sione dell'indennità accesso-ria e, se finora ha potuto cor-rispondere solo un modestis-simo acconto, ciò è conse-guenza delle capziose dispo-sizioni governative, che han-no impedito la esecuzione

Dignità del lavoro, democraziae partecipazione nel 1946!

complesso dagli Enti predettisono stati costruiti 283 allog-gi e sono in costruzione altriquartieri.FOGNATURE E IMPIANTIIGIENICIFoligno città era per quasi il90% delle sue strade priva difognature, pur esistendo unprogetto redatto dall'ing.Cornero per incarico del Co-mune sin dal 1918.

L'Amministrazione, parte confondi ordinari di bilancio,parte con mutui, ha quasicompletato la rete di fognatu-re in città, inoltrandosi neipiù piccoli vicoli ed ha ese-guito tratti di fogne anche; inalcune frazioni (Belfiore, Col-fiorito, Cave, S. Eraclio, ecc.)per una lunghezza comples-siva di dieci chilometri eduna spesa di Lire 66.725.320.Ha costruito o sistemato incittà (via Bolletta, presso Por-ta Todi, Cipischi) nei sobbor-ghi e frazioni 28 lavatoi, perlo più coperti e dotati di ac-qua igienica e 8 impianti igie-nici pubblici, in alcuni luoghianche con docce, per unaspesa di oltre 7 milioni.Ha restaurato o costruito exnovo forni pubblici nelle fra-zioni di Corvia e Budino percirca 500.000 lire.STRADEII territorio del Comune di Fo-ligno, assai estesa e compren-dente oltre 40 frazioni, è de-ficiente di vie di comunica-zione sia fra frazioni e capo-luogo come fra frazione e fra-zione e dove queste stradeesistono non sono agevol-mente praticabili. Era neces-sarie migliorare la viabilitànel territorio comunale comequella entro la città.

L'Amministrazione ha apertoal traffico o sistemato km.37,640 di strade.Ha creato o sistemato in cittàil Viale Marconi, viale delleGrazie, via S. Giovanni del-l'Acqua, il viale XVI giugno.Ha iniziato la costruzione delnuovo Corso, l'arteria chedarà respiro al transito entroFoligno. Ha provveduto allasistemazione delle vie cittadi-

Gli amministratori rendono conto ai cittadini

Palmiro Togliatti parla nella Sala del Consiglio Comunale di Foligno

Umberto Terracini, Presidente dell’Assemblea Costituente, con il Sindaco di Foligno Italo Fittaioli

re Mandamentale adiacentealla Pretura.E molte altre distruzioni sonostate riparate, ma c'è ancorada insistere presso le Auto-rità Statali affinché le feriteprodotte dalla guerra ai no-stri edifici pubblici - Teatro -Lazzaretto, ecc. siano com-pletamente eliminate.POLIZIA: Al cittadino non oc-corre certo un grande sforzodi memoria per ricordarsinon solo del cumulo di mace-rie che ovunque testimonia-vano le atroci distruzioni ar-recate dalla guerra bestialealla nostra città, ma quale eral'aspetto delle vie e dellepiazze cittadine anche allor-ché nel 1946 l'Amministra-zione prese la direzione delComune.Unici cartelli indicatori, quelliin lingua inglese.

Ogni marciapiede, ogni ango-lo di piazza sede di mercatonero o peggio.Pochissimi veicoli targati; lenorme di circolazione total-mente ignorate.I vigili urbani oltre a trovarsidi fronte a compiti assai gra-vi, erano senza mezzi per cir-colare, senza divise, e per lopiù impreparati al disimpe-gno del loro delicato ufficio.L'Amministrazione democra-tica dovette affrontare taleproblema e lo ha risolto inmaniera soddisfacente tantoche ora il corpo dei vigili delComune di Foligno, per ilsuo comportamento esterio-re e per il tatto con il pubbli-co, è oggetto di quasi unani-me elogio.

dei provvedimenti adottati.L'Amministrazione ha prov-veduto, nei limiti delle mode-ste disponibilità di bilancio,alla migliore sistemazionedegli uffici e dei servizi.Infine nello spirito del princi-pio : « il Comune al popolo eil popolo al Comune » e inte-so a creare una sana e giustacollaborazione fra Ammini-stratori, apparato burocraticoe popolazione, ha attuatoquei mezzi, istituti e organi,che, se pur non previsti dallalegislazione vigente, rispon-dono alle esigenze del nuovoregime democratico, sincera-mente concepito e attuato.Assemblee popolari al centroe nelle frazioni, istituzionedei delegati del Sindaco nellefrazioni, da integrare concommissioni di villaggio; co-stituzione di commissionirionali per l'assistenza; Con-siglio Tributario; Comitati cit-tadini; consulte popolari.Tutti questi organismi e que-ste forme di maggiore contat-to con gli amministrati do-vranno essere potenziate, in-tensificate ed estese.

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La nascita della Lega avven-ne in occasione del congres-so degli amministratori lo-cali comunisti svoltosi a Fi-renze il 27 dicembre 1947.La scelta del luogo risponde-va a precise ragioni politico-istituzionali legate alla Resi-stenza:“Se mai c’è stata nella storiaunitaria una congiunturanella quale la prospettivadella rifondazione dello Sta-to su basi autonomistiche,cioè della restituzione delpotere dal centro alla perife-ria, si sia delineata, essa sichiama Resistenza. Se maic’è stata una fase di questanella quale la prospettivaabbia acquistato nei fattiprecisione di contorni istitu-zionali, essa va vista nellaseconda metà del1944. Semai c’è stato un luogo nelquale allora si siano poste lepremesse del mutamento,esso deve essere individuatoin Firenze, città e capoluogoriconosciuto dell’intera To-scana. Se mai c’è stato inquel contesto un soggettopolitico, che come tale abbiaapprezzato, assunto e pro-pugnato la causa del capo-volgimento della strutturadello Stato accentrato e del-la sua ricostruzione dal bas-so, esso non si può che iden-tificarlo nel Comitato tosca-no di liberazione nazionale”Nella Toscana del secondodopoguerra, fucina di pro-getti di riforma istituziona-le, a essere al centro dell’at-tenzione dei partiti della si-nistra, e soprattutto dei co-munisti, non furono proget-ti propagandistici, puramen-te antagonisti rispetto allapolitica del governo ma, so-prattutto, i concreti proble-mi del governo locale e quel-li della formazione degli am-ministratori.In questo contesto fu di par-ticolare importanza l’attivitàdella Lega.Specie dopo il 1948, infatti:“la Lega diventa sempre piùil centro promotore e coordi-natore dell’iniziativa delleamministrazioni di sinistra,

non tanto in opposizione al-la politica governativa […]quanto in funzione di unapolitica alternativa dei pote-ri locali, volta a soddisfare ibisogni primari della popo-lazione, ad attivare e poten-ziare i servizi pubblici essen-ziali, ad affermare l’effetti-va autonomia della vita am-ministrativa contro le pe-santi ingerenze dell’autoritàstatale”. Nella seconda tornata delleelezioni amministrative,svoltesi il 10 novembre1946, le sinistre ottenneroun notevole successo con-quistando le amministrazio-ni comunali di Torino, Geno-va e Firenze, e poiché nellatornata primaverile avevanogià conquistato quelle di Mi-lano, Bologna e Venezia siveniva a delineare un qua-dro nel quale comunisti diri-gevano tutte le maggiori cit-tà dell’Italia centrosetten-trionale; su 7.319 comuniesistenti più di 3.000 eranoquelli amministrati dal par-tito comunista. Nell’Italiadel Nord su 57 comuni conpiù di 30.000 abitanti 40erano retti dalla sinistra, nelCentro erano 23 su 27. L’esclusione dei partiti dellasinistra dal IV Governo DeGasperi, consumatasi a Ro-ma alla fine di maggio del1947, segnò la fine dell’uni-tà dei partiti del Cln a livel-lo nazionale ed ebbe riper-cussioni pressoché imme-diate nella vita dei comunidemocratici.“La forza democratica deiComuni sta nella loro unio-ne. Anche per i Comuni ilGoverno di parte che è statocostituito può rappresentarepiù di un pericolo: troppe le-ve sono nelle mani dell’altaburocrazia perché non sidebba temere che esse po-tranno essere adoperate ascopi elettoralistici o di op-pressione, con l’assoluta vio-lazione dei veri interessi del-le popolazioni. Ebbene, sequesto si verificherà, i Comu-ni facciano sentire la loro vo-ce e gridino forte che è finito

il tempo di Giolitti o di Mus-solini e che la libertà non èstata riconquistata, con ilsangue di tanti italiani, per-ché di essa venisse fattoscempio”.E il partito si mosse. Nel-l’aprile del 1947, nelle setti-mane che precedetterol’esclusione della sinistradal Governo nazionale,mentre la lotta politica dive-niva via via sempre piùaspra, la direzione del Parti-to comunista avvertì la ne-cessità di dotarsi di una rivi-sta per i propri amministra-tori locali.Le ragioni che portarono aquesta pubblicazione erano,ufficialmente, di caratteretecnico: “un numero elevatodi autentici lavoratori” erastato eletto nelle assembleelocali e “L’Amministratoredemocratico. Bollettinomensile di orientamento ed’informazione. Edito a curadel centro di consulenza pergli enti locali del P.C.I.” in-tendeva aiutarli “efficace-mente”. La nuova rivista rivolgeva lapropria attenzione più deci-samente verso questioni dicarattere generale. Ospitavaarticoli di informazione su-gli avvenimenti di politicanazionale, sui lavori dellaCostituente in materia di en-ti locali, sulla finanza locale,sulle riunioni di sindaci edamministratori di partito alivello locale e nazionale, manon mancavano articoli suspecifiche questioni di am-ministrazione locale e, piùin generale, su problemi digoverno.Erano molto numerose lenotizie sulla finanza locale,in particolare sul risana-mento della finanza di co-muni e province e sulla ge-stione dell’imposta di fami-glia. Erano molti poi gli arti-coli in difesa degli ammini-stratori della sinistra con-tro i soprusi del Ministerodell’Interno e sugli specificiorgani di consultazione deicittadini istituiti dalle am-ministrazioni di sinistra.

Giuseppe Dozza nasce a Bo-logna il 29 novembre 1901.Fra i fondatori del Partito co-munista d'Italia, perseguitatodal fascismo espatrierà inFrancia e poi in Unione Sovie-tica da dove tornerà per par-tecipare alla resistenza nel1943. Subito dopo la libera-zione di Bologna, per volontàdel Comitato di LiberazioneNazionale, ne diviene Sinda-co, carica che manterrà sinoalle dimissioni per motivi disalute nel 1966. Sin dalla Co-stituente è stato il referentedel Partito Comunista in ma-teria di enti locali e la suaesperienza alla guida del Co-mune di Bologna è stata laguida indiscussa di tutte leamministrazioni progressistee non solo comuniste, tanto

IV

da farlo considerare univer-salmente il “Sindaco” per an-tonomasia.La principale caratteristicadella sua linea amministrati-va è stata quella della parteci-pazione dei cittadini con lacreazione di organismi di de-mocrazia diretta: i Consiglitributari e le Consulte popo-lari cittadine.I Consigli tributari, primoesperimento in Italia, coniu-gavano il bisogno di autogo-verno con il principio di "tas-sazione progressiva" e conquello di controllo dei cittadi-ni nel reperimento delle risor-se. Erano composti da elettidal consiglio comunale inrappresentanza di tutte le ca-tegorie economiche e sociali. Il loro compito era quello di

gestire l'applicazione del-l'imposta di famiglia; quel-l'imposta che colpiva il su-perfluo, cioè la parte di red-dito complessivo eccedenteil fabbisogno fondamentaledi vita del nucleo famigliare.I consiglieri tributari dispo-nevano poi di un corpo diagenti tributari che avevanoil compito di indagare sullamassa dei contribuenti perscoprire gli evasori totali oparziali. La gestione dei tri-buti voleva essere un "casa divetro" non solo in senso me-taforico, gli uffici della ripar-tizione tributi, compresa lastanza dell'assessore, venne-ro separati dagli altri e rac-chiusi fra pareti trasparenti,attraverso le quali i cittadinipotevano "vedere" come si

lavorava sui loro redditi.Le Consulte popolari cittadi-ne volevano offrire ai bolo-gnesi un surplus di democra-zia sul principio che la parte-cipazione non si dovevaesaurire nel solo diritto divoto, ma doveva disporre diuno strumento di controllo,continuo e costante sull'ope-rato degli eletti. Le Consultenascono nel 1947, non sullabase di un provvedimentoistituzionale, ma attraversoatti informali ispirati dallagiunta e dai partiti, comuni-sta e socialista, che la com-ponevano.Erano composte dai cittadinipiù rappresentativi di ciascu-na categoria sociale nei ri-spettivi quartieri e discuteva-no su tutti gli argomenti

Giuseppe Dozza, il “Sindaco”

La lega dei Comuni democratici

Ispiratore e guida di tutte le amministrazioni localiguidate dal Partito Comunista... e non solo

garville (che qualcuno abbre-viava familiarmente in "il Ne-ga"), così come il fratello mi-nore Osvaldo, aveva lavoratoin fabbrica, da operaio, sin daragazzo. Durante la Primaguerra mondiale, interrotti glistudi secondari, era entratoalla Diatto e poi alla Spa e allaGiacchero e aveva partecipatoalle prime lotte operaie. Nel 1920, durante l'occupa-zione delle fabbriche, fu"guardia rossa" e nel 1922 di-venne segretario della Sezio-ne comunista torinese di Bor-go San Paolo. Nel 1928, viene condannatodal Tribunale speciale a 12anni di reclusione per ricosti-tuzione del Partito comuni-sta; è scarcerato nel 1934 e ri-para in Francia e poi a Mosca,come membro del "presi-dium" dell'Internazionale gio-vanile comunista. Dopo la ca-duta del fascismo torna inItalia e rappresenta i comuni-sti nella giunta militare del

Comitato di Liberazione Na-zionale. Primo direttore del'Unità legale, Negarville ènominato membro dell'AltaCorte di Giustizia. Sottose-gretario agli Esteri nel Gover-no Parri e poi nel primo Ga-binetto De Gasperi, è elettotra i costituenti. "Il Nega" - come ricorda Die-go Novelli nel suo libro Co-m'era bello il mio Pci (Me-lampo editore, 2006) - nellepatrie galere aveva fatto una'università speciale'. "Cono-sceva a memoria tutti i cantidell'Inferno, del Purgatorio edel Paradiso... Ci esortava astudiare dicendoci: «Ricor-datevi, l'istruzione è obbliga-toria, mentre l'ignoranza èfacoltativa»". Non a caso,quindi, il nome di Celeste Ne-garville compare, nel 1945,tra quelli degli sceneggiatoridi quel capolavoro del reali-smo che è “Roma città aper-ta” di Roberto Rossellini.

Nato ad Avigliana (Torino) il17 giugno 1905, deceduto aRoma il 18 luglio 1959, ope-raio, dirigente e parlamentarecomunista. A Torino, dove èstato il primo sindaco elettodopo la Liberazione, anchemolti suoi compagni (standoattenti a non farsi sentire dalui), lo chiamavano - per la di-stinzione e la finezza del trat-to - "il marchese". In realtà Ne-

Giuseppe Dozza, Sindaco di BolognaItalo Fittaioli, Sindaco di Foligno

Dalla resistenza, sotto la guida del PCI,rinasce l’autonomia degli Enti locali

dell’amministrazione cittadi-na, dalla illuminazione o dallapulizia delle strade del quar-tiere al piano regolatore.I loro deliberati venivano re-cepiti dalla giunta comunale

della quale faceva parte unapposito assessore alle Con-sulte Popolari, in pochi annidivennero dei propri munici-pi decentrati degli uffici co-munali.

Sindaco di Torino per diecianni, dal 1975 al 1985, comu-nista non pentito descrive ilsuo autoritratto con poche ri-ghe nell’incipit del suo libro:“Come era bello il mio Pci” :“Non sono un apostata comeGiuliano Ferrara. Non mi so-no iscritto al Pci per combatte-re il comunismo, come ha di-chiarato Piero Fassino. Il par-tito di Berlinguer e il Pci perme erano la stessa cosa, con-trariamente a quanto vorreb-be far credere Walter Veltroni.Non è vero che non sono maistato comunista, come ora di-ce di sé Claudio Petruccioli. So-no stato comunista non solo

perché avevo in tasca una tes-sera di partito. E oggi non so-no un ex comunista solo per-ché non ho in tasca una tesse-ra di partito”.Raccontando la storia del co-munismo torinese afferma“allora il grande vivaio deileader del Pci era la fabbri-ca, soprattutto a Torino.Dalle fabbriche arrivavanonon solo operai, ma ancheimpiegati e tecnici. Diversidirigenti della Federazionetorinese furono paradossal-mente eletti da Vittorio Val-letta, visto che erano stati li-cenziati dalla Fiat a causadella loro attività politica.C’era il culto degli operainelle istituzioni, oggi non sene vede più neanche uno.Non ci sono operai in parla-mento, ma neppure nelConsiglio comunale di Tori-no. Quei fantastici metal-meccamici torinesi, capacidi rifare i ‘baffi alle mosche’,quegli strenui resistenti co-munisti di Mirafiori, queimitici compagni della Offici-na 32, il reparto “confino”,la famigerata Osr (officinasussidiaria residui), subitoribattezzata Officina stellarossa”.

Negli ultimi anni del suo se-condo mandato di Sindacoscoprì che alcuni componen-ti della propria Giunta, incombutta con alcuni dirigen-ti comunali, avevano dato vi-ta a una serie di illeciti e verie propri reati nella gestionedei loro mandati e incarichi.Approfondì, accertò e de-nunciò i fatti all’AutoritàGiudiziaria provocando unvero e proprio terremoto po-litico dal qual non restò in-denne neppure la credibilitàdella sua amministrazione edei partiti che lo avevano so-stento. Alle successive ele-zioni il partito comunistaperse il Comune.Alcuni anni più tardi, tuttavia,entrato in vigore il nuovo si-stema di elezione diretta deiSindaci, si candidò di nuovoalla carica di Sindaco soste-nuto da una piccola coalizio-ne di sinistra ottenendo oltreil 46% dei voti al primo turno;al secondo, tuttavia, fu scon-fitto da una coalizione guida-ta dal PDS alla quale si erano“compattati” tutti i partiti delcentro e della destra terroriz-zati dal ritorno alla guida delComune di un comunistaonesto.

Due grandi Sindaci comunistinella città di Marchionne

Diego Novelli

Celeste Negarville