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ARTIGIANATO MORTE SILENZIOSA PER 600 IMPRESE REGIONE AUMENTA LA FORBICE TRA COSTA E INTERNO RICOSTRUZIONE LE IMPRESE SCRIVONO A MONTI INSERTO REDAZIONALE ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DI MAGAZINE

Dicembre 2012

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Cna Abruzzo dicembre 2012

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ARTIGIANATOmORTE SILENZIOSAPER 600 ImPRESE

REGIONE AUmENTA LA FORBICE TRACOSTA E INTERNO

RICOSTRUZIONE LE ImPRESESCRIVONO A mONTI

INSERTO REDAZIONALE ALLEGATO AL NUMERO ODIERNO DI

magazine

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REGIONE05 eDiTORiaLe / Fare rete per far fronte alla crisi06 aRTigianaTO / in nove mesi addio a 600 imprese08 TeRRiTORiO / Cresce lo squilibrio tra costa ed entroterra09 CReDiTO/ Fondi erogati con il contagocce11 PROTeSTa / Le imprese alla Regione: abbassate l’irap13 BaLneaTORi/ Sfila a Pescara la rabbia dei concessionari14 zOna FRanCa / Pescara attende il via libera16 aRee Di CRiSi/ Val Vibrata, promesse non mantenute17 ROSeTO/ Rischio-stangata per le imprese dell’area artigiana18 RiCOSTRUziOne/ Proposte delle Pmi per il rilancio del Cratere20 aVezzanO/ Week end all’insegna del gusto e non solo22 TRiBUTi / novità su iva e assunzioni

sommario / DiCemBRe ’12

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immagine di copertinadi Federico Deidda

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CNaABRUZZO ATTUALITà

artigiaNi TRa COngiUnTURae DinamiChe STRUTTURaLi

EDITORIALE

OCCORRE UN INTRECCIOTRA TRAdIZIONE E INNOvAZIONE ChE SAppIA INTERpRETARE lA mOdERNIZZAZIONE NEll’UNICO mOdO pOSSIbIlE: fARE dAvvERO SISTEmA IN RETE

di Nicola MattoscioPresidente corso di laurea di Management

e Sviluppo socio-economico dell’Università D’Annunzio

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I dati sull’andamento congiun-turale dell’economia abruzzese confermano che la regione è an-

cora pienamente alle prese con la sua ormai lunga fase di grave re-cessione, con tendenze per i pros-simi 2-3 trimestri di ulteriori allarmi, secondo la maggior parte degli in-dicatori esaminati dal Cresa. Già l’esordiente rilevamento con-

giunturale sul commercio, realiz-zato per la prima volta e con rife-rimento al primo semestre 2012, rivela una riduzione di fatturato nel settore di oltre il 10%, con conse-guente calo anche dei suoi livelli d’impiego (- 4,2%). Tali criticità hanno sicuri effetti indotti negli al-tri comparti di attività, posto che il commercio in Abruzzo produce un valore aggiunto di circa 2,5 mi-liardi di euro, con un’incidenza del 12% sul totale regionale. Identico peso hanno i suoi addetti, mentre è quasi doppio quello del numero di imprese, pari al 23% con le sue 35.046 unità a fine giugno 2012. In un contesto così negativo e

ad ampia diffusione, che provoca in modo fisiologico l’andamento ciclico del commercio, la recente indagine sulla congiuntura indu-striale manifatturiera, svolta per il terzo trimestre su un campione di 435 imprese con almeno 10 addet-ti, registra una calo medio di pro-duzione nel settore del 5,3%.La contrazione rispetto allo stes-

so periodo 2011 è più pronuncia-ta (- 5,6%) per le imprese piccole e medie (10-249 addetti) rispetto

a quelle grandi (- 4,7%). Le medie imprese (50-249 addetti), nell’es-sere le sole ad evidenziare un lieve incremento tendenziale del fattura-to estero (0,9%) e, nel contempo, quelle che subiscono la minore contrazione del fatturato totale, si mostrano comparativamente ap-pena più solide.Per il complesso delle imprese

manifatturiere abruzzesi diminui-sce il fatturato estero del 3,2% sul precedente trimestre e del 4,3% come flessione tendenziale (con riferimento allo stesso trimestre dell’anno precedente), mentre il fatturato totale nei medesimi con-fronti diminuisce del 6,6% e del 3,9%. In particolare, si segnala l’accentuarsi delle difficoltà delle piccole imprese (10 – 49 addetti) che, rispetto al precedente trime-stre, diminuiscono significativa-mente sia il fatturato totale (- 6,4%) che quello estero (- 7,8% riguardo al – 2% per le medie e al 2,8% per le grandi).Tali maggiori difficoltà ne prelu-

dono ulteriori nell’immediato pros-simo, posto che la tipologia delle piccole imprese subisce un vero primato nella riduzione degli ordi-nativi interni (- 6,5% a fronte del – 6,4% delle medie e del 3,9% delle grandi) rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, che si ripete pure per gli ordinativi esteri nel con-fronto con il trimestre precedente (- 6%, a fronte del – 2,9% delle medie e del – 3,6% delle grandi).

� SEGUE A PAGINA 22

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CNaABRUZZO ECONOMIA

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L a crisi del sistema economico è più forte nel settore dell’ar-tigianato e in generale per il

mondo delle micro-imprese, che soffrono in particolare per la scarsa propensione all’innovazione, per la presenza di un forte indebitamento a breve termine e per la restrizione creditizia in atto. Con il risultato di consegnare all’artigianato abruzze-se la peggiore performance dell’ul-timo decennio. E’ la sintesi che emerge dallo studio realizzato per la Cna abruzzese da Aldo Ronci, che ha preso in esame l’andamen-to delle imprese artigiane abruzzesi nei primi nove mesi dell’anno. Tra gennaio e settembre 2012 il

numero delle imprese artigiane ha subito una flessione di ben 613 uni-tà, frutto della differenza tra le 1861 imprese iscritte e le 2474 cancella-te; assai peggio, dunque, di quanto accaduto nel 2009, quando il segno “meno” si era attestato a quota 216. La distribuzione tra i tre diversi trime-stri (gennaio-marzo; aprile-giugno; luglio-settembre) svela, oltretutto, come dopo la prima, timidissima ripresa del secondo trimestre (+21) che aveva fatto seguito all’inizio or-ribile dell’anno (-580) dei primi tre mesi, il barometro delle sorti della piccola impresa abruzzesi torni a segnalare burrasca (-54). In percen-tuale, il decremento delle imprese artigiane è stato dell’1,69%: ovvero un valore doppio rispetto alla media nazionale (-0,87%). Sul piano territoriale, va decisa-

mente peggio nell’Aquilano e nel Teramano, con diminuzioni rispetti-vamente di 217 e 203 unità. Mentre a Pescara e Chieti è andata un po’ meglio, visto che le cadute sono di 108 e 85. E se il segno “meno” l’ha

fatta da padrone in tutto il territorio regionale tra le imprese artigiane, stessa sorte hanno seguito i diver-si comparti produttivi, con flessioni più marcate nelle costruzioni (-313 unità), seguite da industria manifat-turiera (-167), servizi (-67), ripara-zioni (-60), agricoltura (-11). Con le sole attività ricettive (+3) in lievissi-ma controtendenza. Tra le province, fa spicco la flessione del comparto edilizio della piccola impresa a Te-ramo (-130), L’Aquila (-96) e Pesca-ra (-58); mentre le diminuzioni più consistenti nell’industria manifattu-riera appartengono a Chieti (-39), L’Aquila (-60), Teramo (-46) e Pe-scara (-22). Nel settore delle ripa-razioni delle auto e dei prodotti per la casa i decrementi non sono stati molto elevati a Teramo (-18), all’A-quila (-18), a Pescara (-17). un po’ meno a Chieti (-7).A detta della Cna, occorrono a

questo punto misure innovative e investimenti su trasmissione d’im-presa e start-up per frenare il de-clino della piccola e della micro-impresa, puntando a quei pochi settori produttivi (come le attività ricettive) che mostrano segni di controtendenza rispetto allo crisi, o su quei pochi strumenti innovativi a disposizione: come i poli di innova-zione e le reti d’impresa. «Le per-formance negative doppie rispetto alla media italiana - osserva così il direttore regionale Graziano Di Costanzo - svelano più di qualsiasi altro dato la situazione di sofferen-za che vivono le piccole imprese di questa regione. La crescita doppia alla media nazionale che per un de-cennio ha caratterizzato il mondo delle piccole e delle micro-imprese abruzzesi è solo un ricordo palli-

aRTigianaTO, mORTeSiLenziOSa PeR 613 imPReSe

IL CENTRO STUdI:PEggIOR RISULTATO dECENNALELA CNA: INVESTIRE SU START-UP E RICAmBIO

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CNaABRUZZO ECONOMIA

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ombre sull’artigianato abruzzese. in alto, aldo ronci. Nella pagina accanto,il direttore della Cna abruzzesegraziano Di Costanzo (in alto) e il presidente italo Lupo

do». A detta di Di Costanzo, la crisi dell’artigianato regionale cammina di pari passo con alcuni dei segni di maggiore arretratezza del nostro sistema produttivo: «Basta prende-re ad esempio la crisi del settore dell’edilizia nell’Aquilano - osserva - per comprendere come il ritardo nel processo di ricostruzione del capo-luogo trascini con sé la caduta di un intero comparto. Se la ricostruzione fosse più avanti non staremmo a contare le perdite».Punta con decisione il dito verso

un più forte intervento sui settori in-novativi il presidente regionale della Cna, Italo Lupo: «Il turismo può rap-presentare un formidabile volano per la nostra economia, e che ben si concilia con le esigenze dell’artigia-nato e della piccola impresa. Penso poi agli effetti positivi che possono dispiegare esperienze come le reti d’impresa e i poli di innovazione, capaci di agire soprattutto su quei capitoli, come l’internazionalizza-zione e lo sviluppo della ricerca, che

da sempre rappresentano il tallone d’Achille dell’artigianato». Di fronte all’accentuarsi degli elementi di cri-si, per la Cna l’unico segno di spe-ranza arriva dalle cifre assolute: «A fine anno, secondo le proiezioni ef-fettuate sui primi nove mesi dell’an-no, le nuove attività dovrebbero essere circa 2500, ma il problema è come farle rimanere sul mercato: avevamo proposto alla Regione una misura specifica sui fondi comuni-tari che residuano, perché a nostro giudizio occorre assicurare un aiu-to efficace allo start-up, ovvero alla fase d’avvio dell’attività dell’impre-sa: i primi anni di vita sono decisivi per la vita di una piccola impresa, eppure da ben cinque anni sul ca-pitolo di bilancio della Regione, a questa voce corrispondono zero euro. E una azione incisiva deve es-sere fatta anche per la trasmissio-ne d’impresa, che va sostenuta: ci sono tante attività fiorenti costrette a chiudere per mancanza di ricam-bio generazionale».

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CNaABRUZZO TERRITORIO

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RegiOne SPaCCaTaL’ECONOMIA RIpROdUCE IL dUALIsMOTRA LA COsTA E L’ENTROTERRA

In un Abruzzo a “crescita zero” au-menta la disuguaglianza tra costa ed aree interne. Per Aldo Ronci,

che per conto della Cna abruzzese redige periodicamente ricerche e analisi sull’andamento della nostra economia, il dato desta sorpresa sì, ma fino a un certo punto. Ecco spiegato il perché: «In Abruz-

zo, dopo che per due anni, il 2010 e il 2011, si era registrata una crescita elevata del totale delle imprese, nei primi nove mesi del 2012 -osserva - si è verificato un incremento di ap-pena 4 unità. Una cifra che segna il risultato peggiore degli ultimi dieci anni, e che si traduce in una cresci-ta percentuale pari a zero, contro un incremento nazionale dello 0,33%». «La minor crescita dei primi nove

mesi del 2012 rispetto al valore na-zionale - prosegue il curatore della ricerca - non è un evento episodi-co ed isolato, ma la conferma di un trend che continua da anni. Infatti, tra il 2001 e il 2011 le imprese sono cresciute in Abruzzo del 6,07%, mentre in Italia del 7,71%: con uno spread negativo per la nostra regio-ne, rispetto alla media dell’Italia, di 1,64 punti percentuali». Epicentro di questa vero e proprio

andamento a “crescita zero” del mondo delle imprese che si è regi-strato in Abruzzo sono, dunque, le aree interne della regione: ovvero, quelle contenute nel perimetro di una provincia montana tradizionale, come L’Aquila; e di un’altra, come Chieti, che ospita proprio nel suo entroterra i più importanti e solidi insediamenti produttivi, come ac-cade ad esempio per il comparto della meccanica nell’area della Val di Sangro. Sono loro, infatti, a realizzare i

peggiori risultati, con 195 e 119 unità in meno; mentre Teramano e Pescarese, ovvero territori nei quali la presenza costiera è nettamente predominante nell’economia so-prattutto nell’area metropolitana adriatica, sono cresciuti rispettiva-mente di 120 e 198 unità. «Ma pure in questo caso - conclu-

de Ronci - non si tratta di un evento episodico ma di un trend che dura da anni: tra il 2001 e il 2011 le im-prese di Pescara (+10,91%) e Tera-mo (+9,52%) sono aumentate più di quelle italiane (+7,71%) mentre quelle dell’Aquila (+6,73%) e so-prattutto di Chieti (+0,11%) sono cresciute assai meno».

Tra i settori, è l’agricoltura (-515 unità in totale, e con la provincia di Chieti a pagare il dazio maggiore a causa delle 305 imprese in meno) l’area produttiva che continua a registrare le perdite più pesanti, ma pure i settori delle costruzioni (-124) e dell’industria manifatturiera (-85) segnalano decrementi consistenti e diffusi a macchia di leopardo. Incrementi di un certo rilievo, al contrario, si verificano in settori come i servizi (+311, con la migliore performance assegnata a Teramo, grazie a un saldo di 120 imprese in più), le attività ricettive (+282, con Pescara leader grazie a 86 nuove imprese), il commercio (+71) e l’energia (+55).

sEttori CHi saLEE CHi sCENDE

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CNaABRUZZO BANCHE E dINTORNI

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Si restringono in Abruzzo le maglie del credito, e a far-ne le spese sono soprattut-

to le imprese. E meno male che a garantire un minimo di ossige-no all’economia regionale sono le piccole banche locali, mentre diminuiscono le esposizioni dei clienti verso gli istituti di credito e il risparmio si conferma pietra mi-liare del comportamento virtuoso delle famiglie. E’ quanto rivela l’a-nalisi condotta da Aldo Ronci per la Cna abruzzese, sui dati relativi all’andamento del credito nella nostra regione nel primo seme-stre del 2012. Tra gennaio e giu-gno di quest’anno, dice la ricerca condotta su dati della Banca d’I-talia, il credito abruzzese ha su-bito una restrizione di 130 milioni di euro, realizzando il peggior ri-sultato degli ultimi dieci anni, con una performance negativa pari solo a quella realizzata nel 2009; in percentuale, la riduzione è sta-ta pari allo 0,52% valore comun-que inferiore a quello nazionale (1,06%). Le piccole banche, tra cui quelle con un “cuore” abruz-zese (Tercas, Caripe, Carichieti, Carispaq, Bls) hanno confermato la propria attenzione al territorio, garantendo l’erogazione del 52% del credito complessivo, a fronte di una media nazionale del 22%. Questo non ha impedito loro di ridurre il credito erogato di 28 milioni di euro, mentre le restanti banche (di maggiori dimensioni) lo hanno diminuito di ben 102; in valore percentuale, il decremento del credito delle piccole banche in Abruzzo è stato dello 0,21% contro l’1,79% nazionale, mentre

per le altre banche in Abruzzo ha segnato lo 0,85% (0,83% in Ita-lia). «Se dunque le piccole ban-che abruzzesi avessero ristretto il credito con lo stesso valore percentuale dell’Italia (-1,06%) - osserva Ronci - si sarebbe veri-ficato un vero e proprio tracollo, perché in quel caso la flessione sarebbe stata più che doppia, pari a 266 milioni». «Il sostegno delle piccole banche al sistema economico abruzzese - aggiunge - non è un fatto episodico se si pensa che esse, nel periodo che va dal 2000 al 2011, hanno con-tribuito in maniera determinante a far sì che il credito alle impre-se abruzzesi (+131%) crescesse molto più di quello medio italiano (+110%)».A fare le spese della forte restri-

zione creditizia, come detto, sono state soprattutto le imprese: nei loro confronti la riduzione è stata pari a 108 milioni di euro, a fron-te di una diminuzione alle fami-glie consumatrici per 22 milioni. Tra i settori, incrementi solo per i servizi (92 milioni di euro), decre-menti per industria, edilizia, fami-glie produttrici (95; 8; 19 milioni di euro). Nel territorio, segno positi-vo per la sola provincia di Chie-ti (+0,60%), negativo a Pescara (-1,24%), Teramo (-1%), L’Aquila (-0,58%). Capitolo “sofferenze”, ovvero le

esposizioni dei clienti che gli isti-tuti di credito non riescono più a incassare. L’analisi della Cna rive-la che nel primo semestre dell’an-no hanno subito una diminuzione di 80 milioni di euro, anche se resto alto il loro rapporto con gli impieghi: 8,57%, contro una me-dia nazionale del 7,01%. I depo-siti e il risparmio postale hanno registrato, infine, una incremento di 146 milioni di euro, segnando una netta inversione di tendenza rispetto al 2011, quando erano diminuiti di ben 212 milioni.

CReDiTO in aPneaMALE I pRIMI MEsI dEL 2012

TRA gENNAIO E gIUgNO 130 mILIONI dI EURO IN mENO, SOPRATTUTTO ALLE ImPRESE. BENE IL RISPARmIO

«L’export può contribuire a innescare un processo di crescita che riesca a far recuperare alla nostra regione il differenziale negativo cumulato in undici anni in termine di prodotto interno lordo rispetto al valore nazionale (-5,9%) e a quello del mezzogiorno (-1,9%)». secondo aldo ronci, questo può avvenire si, ma a patto che si realizzino alcune condizioni particolari, in grado di far uscire l’area dell’export, almeno per quel che riguarda le aziende abruzzesi, da una fase ancora un tantino immatura: «sicuramente si, ma occorre stimolare il sistema produttivo regionale, composto per la gran parte da piccole e piccolissime imprese che per motivi strutturali hanno una scarsa propensione all’innovazione». Come ha affermato di recente uno studioso della nostra economia, come il professor alessandro sarra, osserva ancora ronci, «bisogna uscire da un approccio “artigianale” fatto di esportazioni occasionali più che di percorsi strategici mirati. in sostanza, occorre fornire alle imprese gli strumenti conoscitivi necessari; assicurare sostegno nella definizione di obiettivi realistici e strategie praticabili; aiutarle a valutare pro e contro delle alternative a disposizione e ad apprezzarne correttamente i rischi. infine, lavorare al consolidamento di canali distributivi stabili, ai quali anche i piccoli possano accedere in condizioni non penalizzanti, e alla ricerca di partner stranieri affidabili».

«La rEgioNE iNvEsta sui CoNFiDi»

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CNaABRUZZO REGIONE

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Le imPReSe:«SaniTà RiSanaTaORa giù L’iRaP»

IN UN dOCUmENTOINVIATO ALLA REgIONELA RIChIESTA dI ABBASSAREL’ALIqUOTA APPLICATA

Gli sconti fiscali possibili gra-zie al risanamento dei debiti provocati dal sistema sa-

nitario, devono essere applicati in misura paritetica tanto alle famiglie che alle imprese. Lo chiedono, in una lettera indirizzata al presidente della Regione Gianni Chiodi, all’as-sessore regionale al Bilancio, Car-lo Masci, ai componenti del Patto per lo sviluppo, un folto gruppo di associazioni d’impresa abruzze-si, in rappresentanza del mondo dell’industria, dell’artigianato, del commercio, dell’agricoltura, della cooperazione, dei servizi: un pool di sigle che vede, con la Cna, an-che Agci, Ance, Casartigiani, Cia,

Claai, Coldiretti, Confagricoltura, Confcooperative, Confcommercio, Confapi, Confartigianato, Confe-sercenti, Confindustria, Copagri, Legacoop. La riduzione delle tas-se, resa possibile dall’avvio del rientro dal debito sanitario, certi-ficato dagli incontri tenuti a Roma tra i rappresentanti della Regione Abruzzo e i tecnici del ministero dell’Economia, a detta delle as-sociazioni d’impresa dovrebbe ri-guardare anche una delle imposte più tipiche e contestate a carico delle imprese, ovvero l’Irap. «Se è importante rilanciare la domanda interna con la diminuzione delle aliquote Irpef - scrivono tra l’altro i firmatari della nota alle autorità regionali - è altrettanto fondamen-tale, soprattutto in un momento di crisi finanziaria come l’attuale, ridare fiato alle imprese, in partico-lare alle micro e piccole, con una diminuzione degli oneri fiscali».

Entro la fine di dicembre sarà possibile iscriversi ai corsi per l’utilizzo dei cinquanta voucher formativi gratuiti per le imprese aderenti a Fondartigianato, il fondo interprofessionale che finanzia la formazione dei dipendenti delle imprese. Li mette a disposizione Ecipa abruzzo, che organizza nelle prossime settimane tre corsi dedicati rispettivamente ad “addetto ai controlli non distruttivi uNi EN473:2008 iso 9712” (10 voucher); “responsabile tecnico per la revisione di veicoli a motore” (20 voucher); “Patentino di abilitazione alla conduzione di impianti termici” (20 voucher). i corsi, come detto, sono riservati a dipendenti di imprese aderenti a Fondartigianato (il fondo che promuove e finanzia iniziative che, attraverso la formazione, sostengono lo sviluppo e l’innovazione per imprese e lavoratori) assunti con contratto a tempo indeterminato o determinato superiore a 9 mesi. E’ stato inoltre pubblicato l’invito 2-2012 dello stesso Fondartigianato, relativo a diverse voci di intervento: sviluppo territoriale, politiche di settore, azioni mirate. Per l’abruzzo sono stati messi a disposizione, complessivamente, circa 175mila euro: la prima scadenza per le imprese che intendono presentare progetti è fissata per il 21 dicembre prossimo. Per informazioni: Ecipa abruzzo 0854326919; [email protected]

FormaZioNE

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CNaABRUZZO TERRITORIO

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U n corteo pieno di colori, per manifestare la rabbia e la paura di decine e decine di

piccole imprese a rischio chiusura. E’ stata Pescara, a metà ottobre, la sede scelta dalle sigle principali del mondo dei balneatori abruzze-si (Assobalneari Confindustria, Cna Balneatori, Fiba Confesercenti, Sib Confcommercio) per rappresenta-re di fronte alla pubblica opinione la propria opposizione al decceto Gnudi che, se fosse presentato e approvato in Consiglio dei Ministri, manderebbe a bando l’assegna-zione delle concessioni demaniali marittime: una operazione che inte-ressa 30mila imprese italiane, oltre 600 delle quali presenti in Abruzzo. Con il risultato di demolire un si-stema economico costiero che ha rappresentato una vera e propria unicità in Europa. Ad aprire il cor-teo, che ha visto confluire nella città adriatica migliaia di persone, i sin-daci (con tanto di fascia tricolore) di

tutti i comuni rivieraschi abruzzesi e i presidenti delle Province costiere, oltre a diversi esponenti del Con-siglio regionale e al parlamentare Amedeo Ciccanti. Per l’occasione, i balneatori abruzzesi hanno sfog-giato bandiere giallorosse: nessun riferimento al calcio, ma alla ban-diera spagnola, visto che il governo di quel Paese ha addirittura esteso a ben 75 anni la durata delle con-cessioni marittime che insistono sul suolo ispanico. A detta delle sigle promotrici del-

la manifestazione, il danno che si creerebbe per l’economia della nostra nazione e dei nostri comuni costieri sarebbe gravissimo, con la scomparsa dal mondo produttivo di tanti piccoli imprenditori e delle loro famiglie. Con il risultato di non veder remunerare i capitali investiti, dissolta un’attività peculiare che ha contribuito a costituire e conserva-re un patrimonio culturale e sociale tipico delle coste italiane.

La maRCiaSU PeSCaRa

IN CORTEOA mIgLIAIAgLI OPERATORITURISTICICOSTIERI

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CNaABRUZZO MERCATO

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zOna FRanCa pEsCARA ATTENdE IL vIA LIBERA

E’ corsa contro il tempo per restituire a Pescara la Zona Franca Urbana, prima isti-

tuita, poi cancellata, infine termi-nata su un binario morto in attesa di essere riportata nell’elenco delle città beneficiarie. Perché Pescara, per ora, è fuori dall’elenco indivi-duato nel cosiddetto “Decreto svi-luppo”: nella lista messa a punto dal ministro Fabrizio Barca, solo solo 12 (sulle 22 che componeva-no il vecchio elenco) i centri inclu-si nel provvedimento: a meno che, un emendamento presentato da diversi parlamentari (diversi iscritti al gruppo del Pd) non faccia rien-trare dalla finestra – purché entro il

4 dicembre prossimo – ciò che era uscito dalla porta.A lanciare l’Sos Zona Franca è sta-

to un cartello di associazioni d’im-presa e sindacati dei lavoratori - Api,Casartigiani,Cgil,Cisl,Claai,Cna,Confartigianato,Confcommercio,Confesercenti,Confindustria e Uil – che ha lavorato per ritessere la trama dei rapporti istituzionali con Regio-ne, Parlamento, Comune della città adriatica. E la Cna provinciale, per unanime riconoscimento dei diversi protagonisti, è stata un po’ il pun-to di riferimento generale di questa battaglia. Spiega dunque il direttore della

confederazione artigiana, Carmine

SALCE: RIdUZIONI E ESENZIONI NEL VERSAmENTO dI ImPOSTE E CONTRIBUTI PREVIdENZIALI

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CNaABRUZZO OppORTUNITà

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mOBILITAZIONE gENERALEPROmOSSA dA ImPRESE E SINdACATI

Nella pagina accanto la perimetrazione della Zfu. sopra, salce

Salce: «Per prima cosa, abbiamo dovuto chiedere ai parlamentari abruzzesi di presentare emenda-menti, in sede di conversione del decreto, che reinserissero Pescara e le altre città cancellate dalla pre-visione di insedimanento della Zfu. Poi, con la Regione abbiamo con-cordato un percorso che impegna l’ente presieduto da Gianni Chiodi a individuare le risorse necessarie alla copertura finanziaria». Sul piatto della bilancia, l’even-

tuale istituzione della Zona Franca Urbana (un territorio che prevede all’interno del suo perimetro 300 strade comprese tra i quartieri di San Donato e Villa Del Fuoco, pas-sando per via Tirino e via Tiburtina) mette misure destinate alle piccole imprese di grande impatto: «Si trat-ta di un consistente pacchetto di riduzioni, tutte fruibili – dice ancora

Salce - attraverso il meccanismo di pagamento “F24”: ampie riduzioni e esenzioni nel versamento delle im-poste sui redditi, l’Irap; l’Imu, i con-tributi previdenziali sulle retribuzioni da lavoro dipendente». Istituita dal governo Berlusconi, la

Zfu pescarese era stata poi - di fatto - cancellata dallo stesso esecutivo, nonostante la città comparisse nella ripartizione dei fondi deliberata dal Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica. Addirittura, l’allora ministro delle

Attività produttive, Claudio Scajola, aveva convocato i primi cittadini dei centri interessati (22 in totale) pro-mettendo di “staccare l’assegno” quanto prima: correva l’anno 2009 e l’amministrazione comunale pesca-rese aveva già da tempo inaugurato in pompa magna la sede della Zona Franca Urbana.

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CNaABRUZZO AREE dI CRIsI

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VaL ViBRaTaLE IMpREsE ALLA REGIONE:dIsATTEsI GLI IMpEGNI

Minacciano di ritirare la pro-pria firma dal Patto per lo sviluppo della Val Vibrata

perché è «forte la preoccupa-zione per la mancata definizione, da parte della Regione Abruzzo, di una dotazione finanziaria spe-cifica per la Val Vibrata, la cui mancanza farebbe venir meno il lavoro di questi mesi portato avanti dal tavolo appositamen-te istituito». E’ il grido d’allarme lanciato da una folta platea di as-sociazioni d’impresa e sindacati dei lavoratori della provincia te-ramana, firmatari del Patto per lo sviluppo dell’area vibratina, che hanno messo nero su bianco al presidente della Regione, Gian-ni Chiodi, e a quello della Pro-vincia, Valter Catarra, le proprie preoccupazioni. «Fatichiamo a comprendere come altri territori abruzzesi – scrivono i firmatari del documento - su iniziative similari possano fare affidamento sul so-stegno di finanziamenti regionali, mentre per la Val Vibrata, ad oggi, non è stato assunto nessun prov-vedimento. Appare evidente che in assenza di una dotazione da parte della Regione, chiedere al Governo la messa a disposizione di soli fondi propri è sicuramente un’impresa improba».Il Patto per lo sviluppo della Val

Vibrata è nato nel 2008 al mini-stero dello Sviluppo economico: in quell’occasione fu siglato un accordo per il rilancio produtti-vo dell’area teramana assieme a quello della contigua area del Tronto Piceno, nell’Ascolano. Poi, una serie di passaggi poli-tico-istituzionali successivi, fino alla sigla, nell’estate del 2010, del Protocollo oggi sotto osservazio-ne, che pure nel 2011 la Regione ha definito (sempre assieme alla vicina area marchigiana) come “un’unica grande area di crisi in-dustriale complessa, in quanto ricadente nella fattispecie di crisi di crisi che “coinvolgono una o più imprese di grandi o medie di-mensioni, con effetti sull’indotto”. Ma senza che questo sfoggio di prosa abbia sin qui prodotto al-cunché in termini concreti. Ep-pure, concludono i firmatari del documento, «la Provincia ha già deliberato la messa a disposizio-ne di una somma pari a 100mila per la cantierabilità dei progetti, il ministro per la Coesione terri-toriale, Fabrizio Barca, ha assicu-rato un sostegno finanziario per il sistema impresa della Vibrata, con i Fondi Fas di circa 20 milio-ni di euro. Un elenco di impegni, dunque, in cui è proprio la Regio-ne il grande assente.

Tanti i firmatari del documento inviato al Governatore Gianni Chiodi, che riporta all’attenzione dell’opinione pubblica abruzzese, dopo il silenzio calato negli ultimi tempi, la grave condizione del comprensorio della Val Vibrata, interessato da forti fenomeni di deindustrializzazione e crisi del sistema produttivo, con danni particolarmente evidenti al tessuto di piccola e media impresa. Si tratta delle organizzazioni provinciali di Confindustria, Associazione Costruttori Edili, Associazione Piccole e Media Imprese, Cna, Apa Casartigiani Confcooperative Abruzzo-Conficooperative, Legacoop Abruzzo, oltre alle segreterie territoriali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl.

La ProtEsta ECCoi Promotori

anche il segretario Pd Bersanial capezzale dell’area

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CNaABRUZZO AREE dI CRIsI

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aRea aRTigianaLeEspROpRI A pEsO d’ORO

A ROSETO INSORgONO LE PICCOLE ImPRESEINSEdIATE VICINO ALL’AUTOPORTO

Un maxi risarcimento - quasi due milioni di euro, che se-condo alcune stime potreb-

bero però diventare addirittura cin-que – destinato a pesare come un macigno sulle spalle di una trentina di piccoli imprenditori. E’ la vicen-da dell’area artigianale adiacente l’autoporto di Roseto degli Abruz-zi, riportata alla ribalta da decisioni recenti della magistratura: decisio-ni che rischiamo ora di scrivere la parola “fine” sulla vita di un’area produttiva che doveva essere fiore all’occhiello dell’imprenditorialità e della produttività del centro riviera-sco teramano, ma che rischia ora di trasformarsi in un deserto se non si troverà una sensata via d’uscita. Un’area, oltretutto, nata a ridosso di un autoporto costato 13 miliardi di vecchie lire, collaudato nel 2001, privo di servizi appropriati e mai en-trato in funzione, fino a diventare nell’immaginario collettivo un au-tentico monumento agli sperperi. A pesare, adesso, è però soprat-

tutto la somma obiettivamente spropositata fissata dalla Corte d’Appello dell’Aquila, pari alla diffe-renza tra il prezzo fissato all’epoca dell’acquisto dei terreni e quello fis-sato ora dal perito nominato dai giu-dici per il pagamento degli espropri ai proprietari delle aree: qualcosa come un aumento di oltre il 300% rispetto alla cifra originale. «E’ del tutto evidente – mette in chiaro il direttore provinciale della Cna te-

ramana, Gloriano Lanciotti – che gli imprenditori non potranno far fronte alla spesa, ma la beffa investirà loro e con loro tutti i 200 addetti occu-pati cui dà lavoro l’insediamento artigianale».A chiedere un forte impegno istitu-

zionale – tradottosi intanto nella de-cisione dell’amministrazione comu-nale rosetana di impugnare innanzi alla Suprema Corte la decisione dei giudici aquilani – era stata peraltro la stessa direzione provinciale della Cna, all’inizio di ottobre, con un or-dine del giorno che denunciava «la propria preoccupazione per la sorte delle aziende rosetane, i lunghissimi tempi della giustizia», ed invocando nello stesso tempo anche la ricerca di una soluzione bonaria tra le par-ti e la sospensione dei pagamenti previsti. Una battaglia, dunque, an-cora tutta da giocare.

Nell’ottobre del 2004, all’incontro con le imprese assegnatarie dei lotti, fu l’allora amministrazione comunale a sostenere di aver rimosso tutti gli ostacoli, di ordine giuridico, che si frapponevano tra i proprietari dei terreni e le ditte assegnatarie, aprendo così la strada alla realizzazione dei capannoni previsti all’interno dell’insediamento produttivo. insediamento che, oltretutto, avrebbe dovuto trarre vantaggio proprio dal vicino autoporto. oggi, a distanza di tanti anni, autoporto chiuso e imprese a rischio stangata-risarcimenti

La storia

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CNaABRUZZO pOsT-TERREMOTO

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RiCOSTRUziOneE’ LITE sUL RUOLO dELLA CAssA dEpOsITI E pREsTITI

Minacciano di non parteci-pare più ai diversi tavoli di concertazione realiz-

zati per la ricostruzione, se i di-ritti della comunità aquilana non verranno riconosciuti. E’ il senso della lettera inviata nelle scorse settimane al presidente del Con-siglio dei ministri, Mario Monti, da un folto gruppo di associa-zioni d’impresa del capoluogo: Ance, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confindustria, Confesercenti, Apindustria, CCDD, Cia – questo è l’elenco dei sottoscrittori – hanno preso carta e penna per certificare il proprio dissenso rispetto ad al-cune decisioni dell’Esecutivo.Sotto accusa, i rappresenti dei

diversi organismi economici e associativi – la lettera, tecnica-mente inviata all’ingegner Aldo

Mancurti, capo dipartimento dello Sviluppo economico della presidenza del Consiglio, porta la firma del presidente stesso della Camera di commercio del capoluogo, Lorenzo Santilli – il mancato rifinanziamento del fondo Cassa Depositi e Presti-ti denominato “Finanziamento agevolato”: un percorso apprez-zato dalle forze sociali, ma che l’Esecutivo - sono parole del mi-nistro per la Coesione territoria-le, Fabrizio Barca - ha dichiarato «chiuso per sempre» in un in-contro pubblico tenuto all’Aquila a metà novembre. Le associazioni firmatarie della

dura presa di posizione, fanno invece del rifinanziamento del fondo speciale un problema di “principi costituzionali di digni-tà sociale e di uguaglianza che

costituiscono il fondamento del nostro Stato democratico”: in mancanza del rifinanziamento, non se la sentono più di “parte-cipare ad incontri che verranno organizzati sull’argomento (la ricostruzione post-sisma, ndr) e finalizzati alla condivisione di re-sponsabilità”.I firmatari, nella lettera, respin-

gono eventuali insinuazioni circa una loro possibile mancanza di senso di responsabilità: al con-trario, la dura levata di scudi ha l’obiettivo di “richiamare l’at-tenzione per sottolineare come tanto il Governo che la politica in generale, non abbiano tenuto conto di quei principi costituzio-nali di dignità sociale e di egua-glianza che costituiscono i fon-damenti della vita democratica del Paese”.

L’INIZIATIVA CONgIUNTAhA LO SCOPO dI RIChIAmARE L’ATTENZIONE SUL mANCATORIFINANZIAmENTO

Non piacciono alle imprese alcune scelte del governo monti

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CNaABRUZZO vARIE

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Pensionati e mondo del-la terza età protagonisti, all’Aquila, del confronto or-ganizzato nella sede della Cna provinciale il 7 novem-bre scorso. I temi legati allo stato sociale, al potere d’acquisto delle pensio-ni, all’assistenza sanitaria, sono stati affrontati nel cor-so del confronto tenuto alla presenza, tra gli altri, del direttore provinciale della Cna, Agostino Del Re, del-la responsabile provinciale dei Pensionati Cna, Lucia-na Di Bartolomeo, del vice-presidente nazionale della Cna, Franco Cambi.

imPiaNtistiFrigoriferi, arriva il riparatore doc

il patentino del frigorista e le novità legislative del settore sono state al centro del seminario tecnico tenuto all’aquila il 13 novembre scorso, alla presenza del responsabile nazionale di Cna installazioni e impianti, guido Pesaro. nel corso dell’incontro, che ha visto una folta partecipazione di aziende del settore, sono stati numerosi i temi affrontati, a cominciare dalle diverse, rilevante novità introdotte dalle nuove norme in vigore dal gennaio scorso.

aCCoNCiatoriarriva la poltrona in affitto

Lotta all’abusivismo, ma anche strumenti innovativi per il settore dell’e-stetica e dell’acconciatura come “la poltrona in affitto”. Se ne è parlato all’Aquila nel corso del convegno tenuto all’Aquila il 5 novembre scorso. Organizzato da Cna Benessere e Sanità, il confronto a più voci ha visto la presenza, tra gli altri, del vice presidente nazionale di Cna Benessere e Sanità, Antonio Stocchi; del direttore provinciale dell’Inps, Magda Micheli; del capitano Luca Russo, comandante della Compagnia della Guardia di Finanza dell’Aquila. Oltre alla battaglia per l’emersione del lavoro nero e la lotta agli abusivi, il confronto si è incentrato – come detto – sulle importanti novità introdotte della norma sulla cosiddetta “poltrona in affitto”: grazie a questo meccanismo, infatti, gli acconciatori privi di sedi potranno usufruire, “chiavi in mano” di locali e attrezzature messe a disposizione dai propri colleghi, pagando appunto un affitto.

PenSiOnaTiDifenderelo stato sociale

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CNaABRUZZO ECCELLENZE

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TiPiCiTà e TeRRiTORiO

LA sfIdA dELLA qUALITà

V alorizzare il territorio e le sue prelibatezze eno-gastro-nomiche. Questo il senso

dell’iniziativa voluta dalla coopera-tiva “Imprese in Città” e della Cna di Avezzano, che il 24 e 25 novembre scorso ha offerto negli spazi espo-sitivi della Galleria Saila di via Sa-turnini, un interessante percorso a base di vino e prodotti della gastro-nomia locale. «Si tratta della prima di una serie di iniziative dedicate al nostro territorio, per valorizzare il la-voro delle imprese che in esso ope-rano» spiegano gli organizzatori. Gli eventi in programma – patrocinati dal Comune di Avezzano e dalla Camera di commercio dell’Aquila - si svolgeranno tutti i terzi week-end del mese, e sempre nello stesso scenario della Galleria Saila, con inizio alle 10 del mattino e chiusu-ra alle 20: ai visitatori sarà data la possibilità di immergersi di volta in volta in ambienti e scenari diversi, scanditi dall’alternarsi delle stagioni a loro volta caratterizzate da sapori e curiosità differenti. Primo appuntamento, come det-

to, quello con il vino e le delizie ga-stronomiche, fiore all’occhiello della nostra regione: un autentico susse-guirsi di emozioni che ha visto coin-volti i cinque sensi, grazie anche all’accompagnamento assicurato dei raffinati suoni jazz eseguiti dal vivo. «Si tratta di un percorso eno-gastronomico – dice la presidentes-sa della Cna provinciale Franca Sa-nità - che consentirà di assaporare e scoprire in un ambiente elegante e moderno, tutte quelle prelibatez-ze che rendono unico il nostro ter-ritorio, ed anche di conoscere tutti gli aspetti culturali connessi». Le fa eco Annamaria Casaccia, presiden-tessa della Cooperativa Imprese in Città: «Verranno valorizzate le abili-tà dei produttori, le tecniche per ot-tenere la miglior qualità da offrire ai consumatori e soprattutto la pas-sione che essi mettono nel creare i loro capolavori del gusto. Siamo certi che queste nostre iniziative si-ano per le imprese ed i cittadini, un modo per avvicinarsi ancora di più, in un ottica di scambio reciproco di idee e di relazioni».

dI SCENA Ad AVEZZANO gUSTI E SAPORI d’AUTORE

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CNaABRUZZO NORME E TROBUTI

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Novità importanti per le impre-se e i professionisti in mate-ria di Iva. Arrivano diretta-

mente dal ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha messo a punto il testo del decreto che fissa criteri e modalità per l’applicazione della liquidazione dell’”Iva per cas-sa”: in sostanza, in caso di manca-to pagamento del corrispettivo da parte del cessionario o del com-mittente, le imprese e i professio-nisti (a differenza di quanto accade oggi) non saranno più tenuti ad an-ticipare il versamento dell’Imposta sul valore aggiunto. Versamento che, dunque, sarà effettuato solo al momento dell’effettivo incasso del corrispettivo, con un eviden-te beneficio per il contribuente. La novità scaturisce da un emen-damento, fortemente voluto dalla Cna, e fatto proprio dal testo, pre-sentato in fase di conversione del cosiddetto “Decreto sviluppo”: con questa formula permetterà di dare una boccata d’ossigeno agli im-prenditori in crisi di liquidità e che subiscono sistematici ritardi di pa-

gamento da parte dei committenti, oltre tutto costretti ad anticipare somme non effettivamente perce-pite. Il testo della nuova normativa prevede tuttavia alcune restrizioni nella sua applicazione, soprattutto per quel che riguarda la platea dei possibili beneficiari: potranno in-fatti avvalersi del regime agevolato solo i soggetti con un volume d’af-fari inferiore ai due milioni di euro l’anno. Il beneficio, inoltre, non vale per le operazioni effettuate da quanti si avvalgono di regimi spe-ciali di applicazione dell’imposta (margine dei beni usati) e alle ope-razioni verso cessionari o commit-tenti che assolvono l’imposta con il sistema dell’inversione contabile.

nOViTà PeR L’iVasI pAGA pER CAssA

Datori Di Lavoroincentiviper chi assume

i datori di lavoro che entro il 31 marzo 2013 stabilizzano rapporti di lavoro a termine, di collaborazione coordinata (anche in modalità progetto) e di associazione in partecipazione con apporto di lavoro - in corso oppure cessati nei sei mesi precedenti l’assunzione - possono essere ammessi a un incentivo pari a 12mila euro. incentivi di importo minore possono essere riconosciuti a chi instaura, sempre entro il 31 marzo 2013, rapporti di lavoro a tempo determinato di durata minima di 12 mesi. L’incentivo riguarda gli uomini che non hanno ancora compiuto i 30 anni di età alla data della trasformazione/assunzione e le donne di qualunque età.

assEmBLEa NaZioNaLE CNail punto sullo stato dell’economia italianaSuccesso dell’assemblea nazionale della Cna, tenuta a Roma il 15 novembre scorso. Al centro della relazione del presidente Malavasi (nella foto) lo stato dell’economia italiana e la difficile situazione del mondo della piccola e media impresa

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EDITORIALEdi Nicola Mattoscio

LE imPrEsE artigiaNE aBruZZEsitra CoNgiuNtura E DiNamiCHE strutturaLi

L’agENDa DELL’artigiaNoa cura di MassiMo della Torre e WilliaM FacchineTTi)

17 DICEMBRELUNEDI’

sostituti Di imPosta- Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro dipendente ed assimilati corrisposti nel mese precedente.- Versamento ritenute alla fonte su redditi di lavoro autonomo corrisposti nel mese precedente.

CoNtriBuENti iva mENsiLiLiquidazione e versamento dell’iVa relativa al mese precedente.

ProPriEtari Di BENi immoBiLi o titoLari Di Diritti rEaLi Di goDimENto sugLi stEssiVersamento del saldo dell’imposta municipale Propria (imu).

27 DICEMBRELUNEDI’

CoNtriBuENti iva mENsiLi E trimEstraLiVersamento dell’acconto iVa relativo all’anno 2012.- Versamento della 2° rata, dell’iva relativa al 2011 risultante dalla dichiarazione annuale, maggiorata dello 0,40% per mese o frazione di mese per il periodo 16/03/2012 - 16/06/2012, con l’ulteriore maggiorazione dello 0,40% e con applicazione degli interessi nella misura dello 0,31%.

� SEGUE DA PAGINA 5

Purtroppo, le difficoltà congiun-turali dell’economia abruzzese si sommano ad altre ancora più rile-vanti di tipo strutturali. Infatti, nel periodo successivo alla fuoriuscita della Regione dallo spazio europeo delle aree sottosviluppate ricadenti nel cosiddetto Obiettivo 1, il reddito medio pro-capite dei suoi abitanti rispetto a quello europeo è diminu-ito tra i 17 ed i 20 punti base, se-condo le diverse ipotesi di stima. L’influenza della fase recessiva ori-ginatasi nel 2007, con una riduzione cumulata del Pil regionale alla fine del 2011 di poco più del 4%, ha di certo contribuito al decremento del-la ricchezza relativa degli abruzzesi, ma non quanto hanno negativa-mente provocato le cause di lungo periodo.Dunque, vi sono ragioni strutturali

di crisi non sottovalutabili che fan-no il paio con lo spread negativo (1,64%) che si è delineato nell’ulti-mo decennio, tra la dinamica di cre-scita del numero di imprese artigia-nali abruzzesi (6,07%) e quella per l’Italia (7,71%). In tale performance si riflettono gravi squilibri territoriali, con gli estremi nell’esperienza della provincia di Chieti, che registra uno stock quasi stagnante, e di quella di Pescara con una numerosità in au-mento di quasi l’11%. Tale crescita veicola, peraltro, una pronuncia-ta riconversione tra rami di attività con imprese artigiane produttrici di “beni” a quelli con unità produttrici

di “servizi”.Ma quello che più preoccupa è

l’ormai inversione di tendenza della stessa consistenza totale di questa fascia di microimprese. Infatti, nei primi nove mesi dell’anno 2012, esse subiscono un decremento di 613 unità, con un’incidenza negati-va abruzzese doppia sul dato me-dio italiano (rispettivamente -1,69% e -0,87%).In breve, la crisi del sistema eco-

nomico abruzzese si evidenzia si-gnificativamente sia negli aspetti strutturali che in quelli congiunturali, coinvolgendo in modo diffuso tutte le tipologie di imprese, anche se appaiono maggiormente in grado di resistere quelle medie e meno le numerose imprese artigianali margi-nali.La prospettiva per rigenerare per-

corsi virtuosi è quella di raccoglie-re la sfida dell’innovazione a tutto campo. Il salto logico è comunque quello di provare a fare rete, anche con la definizione di partenariati dif-fusi. Per l’artigianato, in specifico, occorre sempre più un intreccio contaminante tra tradizione e inno-vazione, che sappia interpretare la modernizzazione nell’unico modo possibile nell’era della globalizza-zione: fare davvero sistema in rete. Sono sicuro che ciascuna impresa artigiana, con l’aiuto anche delle associazioni di categoria, sarà sol-lecitata a farsi interprete di una ne-cessità così ambiziosa anche per la propria sopravvivenza.

in redazione: sergio D’agostino

Progetto grafico e impaginazione: sabrina Dei Nobili

Fotografie: Federico Deidda

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