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Didattica con le TIC Presentazione Che cosa significa utilizzare le tecnologie informatiche e della comunicazione (TIC) a supporto della didattica domiciliare? Perché, quando e come utilizzarle? Sono queste le domande che dovrebbero guidare nel comprendere se, date certe condizioni, l'uso di tecnologie può offrire un reale valore aggiunto al processo di insegnamento/apprendimento. Per poter rispondere, però, l'insegnante, oltre a una necessaria conoscenza di base sulle più comuni TIC, deve prima prendere contatto con le loro diverse modalità di uso educativo, sia come ausilio alla didattica in presenza e/o in rete, sia come strumento in grado di dare continuità alla comunicazione con l'allievo quando si vogliano/debbano mantenere i contatti anche a distanza. Nella didattica con allievi impossibilitati a frequentare le normali lezioni scolastiche, l'interesse si orienta in genere verso tre specifiche tecnologie: il software didattico , gli ambienti per lo sviluppo di ipertesti/ipermedia e le tecnologie della comunicazione in rete. Per comprenderne le potenzialità, l'insegnante può usare almeno due canali: prendere contatto con colleghi che abbiano già avuto modo di maturare esperienze di uso didattico di tali risorse, meglio se nello specifico contesto dell'istruzione domiciliare; accedere a fonti documentali e/o a bibliografie ragionate sul particolare argomento.

Didattica con le TIC - websupporto.it Perché e come si usano le Tecnologie dell’Informazione e della ... La scelta di usare le TIC nella didattica La molla in genere scatta quando

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Didattica con le TIC

Presentazione

Che cosa significa utilizzare le tecnologie informatiche e della comunicazione (TIC) a supporto della didattica domiciliare? Perché, quando e come utilizzarle? Sono queste le domande che dovrebbero guidare nel comprendere se, date certe condizioni, l'uso di tecnologie può offrire un reale valore aggiunto al processo di insegnamento/apprendimento.

Per poter rispondere, però, l'insegnante, oltre a una necessaria conoscenza di base sulle più comuni TIC, deve prima prendere contatto con le loro diverse modalità di uso educativo, sia come ausilio alla didattica in presenza e/o in rete, sia come strumento in grado di dare continuità alla comunicazione con l'allievo quando si vogliano/debbano mantenere i contatti anche a distanza.

Nella didattica con allievi impossibilitati a frequentare le normali lezioni scolastiche, l'interesse si orienta in genere verso tre specifiche tecnologie: il software didattico , gli ambienti per lo sviluppo di ipertesti/ipermedia e le tecnologie della comunicazione in rete.

Per comprenderne le potenzialità, l'insegnante può usare almeno due canali: prendere contatto con colleghi che abbiano già avuto modo di maturare esperienze di uso didattico di tali risorse, meglio se nello specifico contesto dell'istruzione domiciliare; accedere a fonti documentali e/o a bibliografie ragionate sul particolare argomento.

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Questo è il tema che qui di seguito andremo a sviluppare.

Naturalmente le modalità di uso delle TIC variano a seconda degli obiettivi didattici che ci si pongono:

affronteremo dunque il problema tenendo nel dovuto conto tutti quegli elementi che possano aiutarci a capire se, quando e come sia

opportuno usare le TIC nella didattica.

Strategie d’uso delle TIC nella didattica

Perché e come si usano le Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) nelle attività di insegnamento/apprendimento?

Educazione e tecnologia: valori tradizionali e opportunità nuove

Sistema dei media e identità in movimento della scuola

Parlando di TIC nella didattica è inevitabile “incrociare” il termine Tecnologie Didattiche (TD) .

Cerchiamo quindi di capire in che cosa si differenziano.

TIC e TD

Con uso di TIC nella didattica intendiamo l’utilizzo delle tecnologie informatiche e della comunicazione a supporto dei processi di insegnamento/apprendimento indipendentemente dal fatto che le stesse siano state pensate e progettate per usi dichiaratamente didattici.

Ad esempio: il wordprocessor o la posta elettronicanon nascono come strumenti didattici benché oggi se ne faccia largo uso nelle attività educative.

Con Tecnologie Didattiche ci si riferisce invece all’insieme delle metodologie e degli strumenti per la progettazione, sviluppo, utilizzazione, gestione e valutazione di processi e risorse per l’insegnamento e l’apprendimento.

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TIC e TD

Tecnologie DidatticheTecnologie Didattiche

metodologie

strumenti

In questo senso possiamo dire che le TIC sono solo una parte (benché forse la più consistente) degli strumenti tecnologici a disposizione delleTD per la progettazione, sviluppo, utilizzazione, gestione e valutazione di processi e risorse destinati all’insegnamento/apprendimento.

TICTIC

Attenzione al tecnocentrismo!

La scelta di usare le TIC nella didattica

Il tipico errore che si potrebbe commettere avvicinandosi all’uso didattico delle TIC è porre al centro della propria attenzione lo strumento tecnologico e solo successivamente identificare gli obiettivi del suo uso nelle attività educative.

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La scelta di usare tecnologie a supporto del processo di insegnamento-apprendimento non può prescindere da un’accurata

pianificazione didattica

La scelta di usare le TIC nella didattica

L’approccio corretto (o almeno quello consigliato) parte invece da un’attenta analisi dei bisogni dello studente (formativi, cognitivi, psico-sociali), articolandosi successivamente nelle tipiche fasi della pianificazione didattica(definizione di obiettivi, contenuti, metodologie, ecc.) e si conclude con l’individuare quale, fra le tecnologie disponibili, può offrire valore aggiunto all’attività educativa, favorendo il raggiungimento degli obiettivi dichiarati.

Mettere al centro i bisogni dello studente!

Fatta la premessa, viene ora da chiedersi: perché un insegnante dovrebbe scegliere di utilizzare risorse

tecnologiche a supporto della propria didattica?

ipermediasoftwaredidattico

tecnologie

Proviamo quindi a sintetizzare gli aspetti principali legati all’uso di quelle che oggi sono le tecnologie più usate nella didattica.

La scelta di usare le TIC nella didattica

La molla in genere scatta quando ci si rende conto che, sotto certe condizioni, le TIC possono offrire allo studente opportunità e modalità diverse, e

talvolta anche più efficaci, per il conseguimento di uno specifico obiettivo formativo.

di rete

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Con Software Didattico si intendono quei prodotti multimediali, basati sull’uso del computer, che interagendo con il fruitore mirano a fargli raggiungere un dichiarato obiettivo didattico-educativo.

Che cosa si intende per Software Didattico?

Software didattico

giochi

simulazioni esercitazioni

Valutazione formativaEsposizione (tutoriali)

Strategie didattiche e direttività

Il Software Didattico, per favorire il raggiungimento degli obiettivi dichiarati, può utilizzare diverse strategie didattiche che possono

essere più o meno “direttive”.

La direttività indica quanto forte è il controllo esercitato dal computer sulle azioni del fruitore nel condurlo verso l’obiettivo dichiarato: un Software Didattico fortemente direttivo conduce il dialogo, decide quali informazioni presentare e quali domande porre, lascia scarsi margini di movimento allo studente. Al contrario, un Software Didattico scarsamente direttivo esibisce un comportamento più aperto, lascia decidere al fruitore quali attività effettuare, prevede che l'iniziativa del dialogo sia in mano allo studente, ecc.

In questo senso le diverse strategie spesso vengono associate a una scala, detta appunto scala della direttività.

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Le strategie didattiche

Un gioco è intrinsecamente motivante perché sollecita lo studente secondo tre elementi chiave (Malone, 1984):

“Nessun insegnamento forzato può rimanere nell’anima... Nell’insegnare ai fanciulli usa una specie di gioco e potrai vedere più chiaramente la naturale inclinazione di ognuno”

(Platone)

la curiositàla fantasia la sfida

Il gioco come strategia didattica

Le strategie didattiche

Le simulazioni si basano su un modello della realtà oggetto di studio.

La simulazione

Il fruitore agisce a più riprese sulle variabili del modelloosservandone di volta in volta le diverse reazioni e

comportamenti

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Le strategie didattiche

La strategia tutoriale

Viene usata per guidare il fruitore nell’apprendimento di regole,procedure, operazioni, modi di pensiero.

Il modello del dialogo può assumere varie forme e realizzare vari livelli di direttività.

L’interazione è di tipo conversazionale dove il computer gioca il ruolo del tutore, che da informazioni, pone domande, valuta e discute le risposte del fruitore, fornisce esempi, ecc.

Le strategie didattiche

La strategia esercitativa

Il computer presenta al fruitore una serie di esercizi o problemidello stesso tipo ed è in grado di valutare le risposte.

In caso di errore il computer può fornire suggerimenti per gli esercizi successivi o

presentare esercizi più facili; in caso di successo può presentare esercizi più impegnativi.

Al termine della sessione il computer può indicare al fruitore il livello di abilità raggiunto ed eventuali possibili

rimedi per il recupero delle carenze.

?

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Le strategie didattiche

La valutazione formativa come strategia didattica

Il computer somministra all’allievo una serie di domande relative all’argomento di cui

si vuole valutare l’apprendimento.

In base alle risposte può informare lo studente delle

sue carenze e suggerire strategie per

il loro recupero.

Il Software Didattico può essere sia acquistatosia acquisito liberamente da rete, a seconda che

si tratti di un prodotto commerciale o di pubblico dominio.

Come acquisire il SWD e come documentarsi sull’esistente

Per una panoramica sull’esistente è possibile utilizzare SD2, il servizio telematico di documentazione sul Software Didattico gestito dall’ITD-CNR di Genova.

Un esempio di sito attraverso cui acquisire Software Didattico liberamente via rete è quello dell’IPRASE Trento:

http://iprase.g-floriani.it/documentazione/software_didattico2.asp

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Documentarsi sul software didattico

Per accedere online al servizio SD2 Per la visita guidata online di SD2

sono prima di tutto da mettere in relazione

all’allievo,

alle sue condizioni,

al suo vissuto e

alle sue necessità formative

tutti elementi che solo il docente,

con la sua sensibilità, può valutare.

Perché usare Software Didattico?

Le motivazioni all’uso del Software Didattico certamente variano in ragione dei diversi livelli scolari

ma…

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Per il bambino piccolo …

della Scuola dell’Infanzia e Primaria

L’uso di Software Didattico può:

• rappresentare un primo facile approccio all’uso del computer;

• permettere di vivere la situazione di apprendimento in maniera più simile a quella di gioco (prodotti di Edutainment);

• favorire lo sviluppo e il recupero delle abilità di base;

• stimolare la costruzione del sapere (vedi l’uso dei micro-mondicome ad esempio il Logo).

Perché usare Software Didattico?

Il Software Didattico può:

• consentire approfondimenti educativi (anche paradidattici) fortemente legati a interessi conoscitivi personali (Arte, Filosofia, Astronomia, ...);

• rappresentare uno strumento tutoriale con valenze significative per “recuperare” lezioni perdute, argomenti curricolari non ben acquisiti a causa della ridotta frequenza scolastica;

• permettere esercitazioni disciplinari sistematiche;

• costituire uno strumento per il recupero di difficoltà specifiche di apprendimento.

Perché usare Software Didattico?

Per lo studente …

della Scuola Superiore di Primo e Secondo Grado

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In tutti i casi…

L’uso di Software Didattico può:

• incidere qualitativamente e quantitativamente sulla varietà delle attività didattiche proposte;

• consentire concretamente l’individualizzazione dei percorsi educativi;

• stimolare nuovi apprendimenti in aree emergenti, prima tra tutti l’Informatica.

Perché usare Software Didattico?

L’uso di Software Didattico “aperto” (per scrivere, per disegnare, per produrre ipermedia, …) può stimolare e favorire la creatività dello studente, la sua voglia di fare, di costruire, di realizzarequalcosa di concreto e tangibile come disegni, racconti, storie multimediali, ecc.

Perché usare Software Didattico?

Naturalmente anche i prodotti “aperti” da utilizzare dovranno

essere diversi a seconda del livello scolare!

In tutti i casi…

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Nella scelta di usare il Software Didattico va comunque considerato che:

• si tratta di uno tra i tanti “strumenti” che possono, variamente, supportare il docente nella sua attività didattica ed educativa;

• non può sostituire l’insegnante: non ha le sue competenze e, soprattutto, non ha il suo calore umano;

• non può neppure sostituire il libro di testo.

Da tenere sempre presente che …

• Attività individuali (attività calibrata sul singolo studente che la svolgerà in autonomia, assistito o meno dal docente)

Pianificare l’uso del Software Didattico

• Attività di gruppo (attività che prevede l’utilizzo contestuale del prodotto da parte di più alunni - anche a distanza)

• Attività miste (lo studente è coinvolto individualmente in attività che non rimangono fini a se stesse, ma sono parte di unprogetto didattico allargato che coinvolge più alunni, un’interaclasse, più classi vicine o lontane, …)

Il docente può pianificare l’uso del Software Didattico per:

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Nel pianificare l’uso del Software Didattico il docente deve porsi anche la domanda di quando usarlo.

Pianificare l’uso del Software Didattico

Al di là degli impieghi strutturati e organizzati il Software Didattico può avere anche una funzione “Jolly” legata a particolari situazioni, che limitano l’efficacia o non consentono altri tipi di interventi educativi (situazioni di stress, di mancanza di concentrazione o, viceversa, di iperattività, …)

Troppo semplice rispondere?

“Quanto serve” e “Solo se serve” !

L’importante è che …

Pianificare l’uso del Software Didattico

Per tornare indietro

• Il docente usi il Software Didattico che veramente padroneggia, che sente in qualche modo “suo”, in cui crede e soprattutto che ritiene possa offrire del valore aggiunto alla sua didattica

• Lo studente sia motivato ad utilizzarlo, che ciò non rappresenti per lui una costrizione, uno sforzo (fisico e cognitivo) e che per qualche motivo non sia causa di inutili frustrazioni (per esempio compiti troppo complessi, interazioni complicate con il computer, ...)

• Il prodotto sia “adatto” allo studente e che si ritenga possa contribuire fattivamente ed efficacemente al raggiungimento degli obiettiviindividuati

• L’attività non sia vissuta come un momento di isolamento (qualora il lavoro sia svolto individualmente) ma che sia proposta come un’attività sociale e costruttivache potrà essere condivisa con altri

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Forse conoscerai già l’esatto significato dei termini ipertesto e ipermedia, o forse no, ma sicuramente li hai già fisicamente incontrati. Anzi ci sei dentro: quello in cui stai navigando ora è proprio un ipermedia!

l’ipertesto è un testo non sequenziale che privilegia la personalizzazione dei percorsi di lettura.

l’ipermediaè un ipertesto arricchito di linguaggi provenienti da altri mezzi di comunicazione: testo, audio, immagini video.

Ne consegue che ogni lettore, a differenza di ciò che avviene nella consultazione di un testo, può seguire il percorso di lettura a lui piùcongeniale, scegliendo tra una serie di proposte previste dall’autore o seguendo una navigazione libera.

Rivediamo comunque le definizioni:

Ipertesti e Ipermedia

Ipertesti e ipermedia

Categorie degli ipermedia

Oggi gli ipermedia sono disponibili in varie forme e sono distribuiti

sia off-line (di solito su CD),

sia on-line (via rete).

di siti informativi e/o didatticidi opere di consultazione elettronichedi software didatticodi prodotti sviluppati dalle scuole

Per esempio puoi trovarli sotto forma:

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Un percorso didattico può vedere lo studente “fruitore” di ipermedia già pronti per essere usati nel processo di apprendimento, oppure “autore” o “coautore” di progetti e prodotti ipermediali.

L’uso degli ipermedia nella didattica

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti giàpronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

individuale collaborativa

in presenza a distanza

Uso degli ipermedia nella didattica

Gli ipermedia possono quindi essere visti come risorse da fruirsidurante:

l’interazione didatticafra docente e studenti (per esempio durante la lezione), in un

percorso strutturato a completamento e approfondimento di un dato argomento;

lo studio e la letturaindividuale dello studente con CD, libri

elettronici, ecc.

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Uso degli ipermedia nella didattica

Ma anche come risorse da produrre, attraverso processi di:

costruzione collaborativa, in classe o tra classi diverse, di ipermedia;

documentazione aperta, attraverso la raccolta di materiali che possono essere rivisitati a distanza di tempo per essere integrati o modificati.

"Fare" con il computer: la tecnologia informatica come mezzo di produzione in mano agli studenti: il caso degli ipertesti, ma non solo.

scrittura e/o compilazione individuale di documenti multimediali;

Il mercato di oggi offresvariati prodotti graficamente accattivanti e software tematici, definiti didattici perché possono essere inseriti in un percorso disciplinare.

È però l’insegnante che deve saper valutare se l’inserimento di un determinato software in un percorso

educativo-didattico rappresenta realmente un “valore aggiunto” alla lezione.

Uso di prodotti già pronti per la fruizione

uso di prodotti già pronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

individuale collaborativa

in presenza a distanza

uso degli ipermedia nella didattica

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I software meri “sfoglia pagine” vedono lo studente impegnato in una lettura sicuramente piacevole, perché il più delle volte vivacizzata con effetti sonori e animazioni; tuttavia implicano uno scarso coinvolgimento attivo del lettore se non quello di usare il click del mouse per passare da un argomento all’altro attivando animazioni e suoni con i diversi bottoni.

Il software, oltre ad essere accattivante dal punto di vista grafico per attivare l’attenzione degli alunni, deve essere soprattutto affidabile dal punto di

vista contenutistico ed è bene che preveda interattività e puntuali feedback.

Uso di prodotti già pronti per la fruizione

Studente e ipermedia nei diversi ordini di scuola

Per i più piccini (scuola dell’infanzia e primi due anni della primaria) la scelta dovrebbe ricadere su ipermedia fatti di immagini, suoni e giochi, dove i testi siano molto limitati, scritti con caratteri grandi e posti in punti strategici, in modo tale che la lettura non sia indispensabile per il proseguimento della navigazione.

Per lo studente della scuola primaria, affinché non “giri a vuoto” e si perda nella massa delle informazioni conseguendo un apprendimento

frammentario, è suggeribile che l’insegnante supporti la navigazione con indicazioni precise.

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Studente e ipermedia nei diversi ordini di scuola

Per lo studente “maturo” (Scuola Secondaria di I e II grado), capace di studiare in modo autonomo, la navigazione di un buon software offreuna maggiore libertà di apprendimento.

Lo studente può infatti prodursi in scelte autonome e seguire criteri di esplorazione e tempi

propri.

Valore aggiunto nella fruizione di ipermedia

Fermo restando che l’ipermedia è solo uno tra gli strumenti didattici a disposizione

dell’insegnante e che una navigazione “selvaggia”, fine a se stessa, non può che

proporre un apprendimento frammentario e disorientante per lo studente, vediamo quali sono i vantaggi dell’uso di un ipermedia

in un percorso di apprendimento strutturato.

Senza dubbio l’ipermedia porta con sé il fascinodella scoperta e dell’interattività: è l’utente che, stimolato dalle diverse opportunità offerte dal programma, traccia il suo percorso operando scelte autonome, stabilendo criteri e tempi di esplorazione propri, scoprendo molto spesso (soprattutto nel caso degli studenti più grandi) un processo di unificazione dei saperi disciplinari.

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Valore aggiunto nella fruizione di ipermedia

constatare che uno stesso argomento può essere appreso seguendo percorsi differenti.

Inoltre, la necessità di operare delle scelte pone l’utente nella condizione di:

pensare e riflettere non soltanto sui contenuti, ma anche su come questi sono strutturati e collegati,

La progettazione degli ipermedia

Durante lo sviluppo del progetto gli studenti hanno la possibilità di produrre e contemporaneamente di fruire ciò che producono.

Compito dell’insegnante è quello di predisporre un ambientedi apprendimento e comunicazione nel quale gli studenti possano reperire le risorse per la costruzione della propria conoscenza.

E’ utile progettare e sviluppare ipermedia con gli studenti perché questo tipo di attività li aiuta nella costruzione del proprio sapere, mettendo in pratica conoscenze e abilità acquisite.

progettazione e costruzione di ipermedia

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti già pronti per la fruizione

individuale collaborativa

in presenza a distanza

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Costruire un ipermedia ha sicuramente potenzialità didattiche ed educative notevoli e spesso l’esperienza ci dice che può favorire:

L’importanza di progettare ipermedia

la collaborazione(sia fra gli studenti sia fra gli studenti e i loro docenti);

l’interesse per i contenuti;

la consapevolezza critica(rispetto a quanto si legge, si fa e s’impara);

l’interdisciplinarietà;

la multiprospetticità.

diffusione

La realizzazione di un ipermedia prevede una serie di fasi congiunte:

L’importanza di progettare ipermedia

Le differenti fasi sono caratterizzate da molteplici attività che vanno esplicitate e discusse preventivamente.

progettazionepianificazione

realizzazione

validazione

Quindi, per una buona riuscita del lavoro, è indispensabile definire, oltre alle finalità, agli obiettivi, alla metodologia, ai tempi e ai ruoli, anche i compiti dei diversi attori.

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L’importanza di progettare ipermedia

Il suo ruolo è quello di:

coordinare le diverse attività

interagire con i propri studenti nelle fasi di co-decisione

responsabilizzare lo studente, facendolo sentire parte attiva del

progetto.

Un dossier sul software per la produzione di materiali didattici multimediali tratto dal sito Sd2

L’insegnante diventa “regista discreto” del processo educativo-didattico in atto.

La costruzione individuale di ipermedia permette allo studente di:

Lavoro individuale

comprendere e comunicare precisi contenuti nelle forme tipiche dei media attuali, utilizzando codici diversi (iconici, multimediali, scritto e parlato);

sviluppare l’attitudine mentale al lavoro individuale;

acquisire una metodologia per l’organizzazioneipertestuale delle informazioni e delle conoscenze.

migliorare la capacità di individuare e organizzare informazioni, sviluppando abilità metacognitive;

sviluppare capacità induttive, deduttive, ipotetiche e operative nella ricerca;

individuale

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti già pronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

collaborativa

in presenza a distanza

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La costruzione collaborativa di un ipermedia, oltre a quanto appena detto a proposito del lavoro individuale, introduce nuovi elementi al processo didattico-educativo, quali:

Lavoro collaborativo

il valore aggiunto proprio della collaborazione.

la gestione del gruppo;

la condivisione e la ripartizione dei compiti;

l’interdipendenzatra i diversi soggetti come co-costruttori di conoscenza;

Un’esperienza di collaborazione fra classi collegate in rete

collaborativa

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti già pronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

individuale

in presenza a distanza

lo sviluppo di capacità progettuali;

lo sviluppo di abilità comunicative;

Nello specifico il lavoro collaborativo promuove:

Lavoro collaborativo

lo sviluppo di capacità metacomunicative e metacognitive;

l’osservazione critica e multiprospettica;

il confronto culturale e la condivisione di esperienze;

Per l’allievo in terapia domiciliare, costretto momentaneamente ad allontanarsi dai compagni, il lavoro di gruppo assume valore particolarmente significativo perché ricrea l’ambiente classe,

ambiente ricco di relazioni affettive, emozionali e cognitive, indispensabili per un adeguato sviluppo psico-cognitivo.

la ricerca documentale e lo scambio di informazioni.

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Lavoro collaborativo in presenza

favorire l’attitudine mentale a comprendere e a prendere in considerazione i cambiamenti proposti dai singoli, nello spirito della cooperazione, al fine di evitare forme di pregiudizio;

promuovere un elevato grado di sincronismo e l’abitudine al confronto e al dibattito.

Un ipermedia costruito in gruppo prevede una metodologia basata sulla collaborazione.

In questo modo ogni attore può mettere a disposizione le proprie abilità, acquisirne di nuove e condividere gli obiettivi con il gruppo.

Oltre agli obiettivi considerati in precedenza parlando del lavoro individuale, il lavoro di gruppo ne prevede almeno altri due:

in presenza

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti già pronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

individuale collaborativa

a distanza

In questo caso il luogo d’incontro non può che essere un’aula virtuale, un’aula in cui tutti gli attori devono portare responsabilmente il loro

contributo nel momento indicato, consapevoli di far parte di una comunità che costruisce

collaborativamente conoscenza.

Lavoro collaborativo a distanza

Talvolta, disponendo di strumentazioni e risorse idonee, si può anche prevedere la costruzione online di unipermedia fra l’allievo, degente presso lapropria abitazione, e la sua classe di appartenenza (o comunque una classe remota).

a distanza

uso degli ipermedia nella didattica

uso di prodotti già pronti per la fruizione

progettazione e costruzione di ipermedia

individuale collaborativa

in presenza

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Lavoro collaborativo a distanza

Lavorare collaborativamente

in retepresuppone:

il conseguimento di un obiettivo

condiviso una programmazione

di attività per ogni singolo

attore

un lavoro di gruppo strutturato

il senso di responsabilità verso il gruppo

la previsione (da parte degli insegnanti)

di un sistema di valutazione dei processi (cognitivi e sociali)

e dei loro risultati

Sitografia

http://www.ibismultimedia.net/didattica/ipermedia/fondamentiTeoria e progettazione ipertestuale: concetti di base

http://www.liberliber.it/biblioteca/tesi/scienze_politiche/Introduzione dell'informatica in campo didattico; Tesi “Ipermedia e Unità Didattiche” di Fabio Giacomini, da Liber Liber

http://www.ips.it/scuola/ipertesti.htmlRaccolta di ipertesti di divulgazione scientifica da leggere sul web

http://www.geocities.com/Athens/Acropolis/5020/lab0.htmlAnalisi e scrittura di ipertesti

http://www.liceosabin.it/testi/ipertesti.htmlRaccolta di ipertesti di scuola superiore

http://www.irre.toscana.it/musica/Corso/ipertesti.htmIstruzioni per la creazione di ipertesti

http://www.tecnologiaeducativa.it/tecnoedu/ambiti/ipermedia.htmCreazione di ipermedia

Per tornare indietro

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Avendo a disposizione i servizi di rete per la

comunicazione interpersonale e

l’accesso/condivisione dell’informazione,

è possibile immaginare diversi loro usi a supporto

dei processi educativi.

Le diverse modalità d’uso delle reti nella didattica

apprendimentoin rete

cooperazione

servizi di rete

112233

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Una panoramica sui diversi modi di usare la telematica nella didattica

condivisione delleinformazioni e conoscenze

accesso alle informazionie alle conoscenze

Tecnologie di rete

Accedere alle informazioni e alle conoscenze

L’approccio più naturale all’uso di una rete è quello di considerarla un potente mezzo per accedere alle informazioni e alle conoscenze che in essa vi si possono trovare (uso verticale della rete: dalla sorgente all’utente).

Gli studenti la possono usare per le proprie ricerche…

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Considerazioni sull’uso didattico del web come strumento di accesso all’informazione: Navigare nel Web a scuola (223 KB)

… gli insegnanti per recuperare materiale a integrazione e arricchimento delle proprie lezioni.

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Un secondo modo è quello di utilizzarla come mezzo di scambio di informazioni e conoscenze (uso orizzontale della rete: da utente a utente).

Condividere informazioni e conoscenze

Gli studenti interagiscono e condividono informazioni e materiali con i compagni remoti…

… gli insegnanti interagiscono con i colleghi, condividendo risorse didattiche e buone prassi

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Una terza possibilità riguarda lo sviluppo di attività collaborative (uso collaborativo della rete).

Collaborare e cooperare

Gli studenti si supportano mutuamente nello svolgimento di compiti e nella co-costruzione di materiali di utilità comune…

… gli insegnanti cooperano nella ricerca di soluzioni alle situazioni problematiche tipiche della loro professione.

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Le reti a supporto della collaborazione e della cooperazione nella didattica: Telematica e cooperazione educativa

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Apprendere in rete…

Un’ulteriore possibilità, quella forse più interessante dal punto di vista didattico, è considerare la rete come ambiente entro cui dar vita a veri e propri processi di apprendimento collaborativo finalizzati al raggiungimento di specifici obiettivi formativi (apprendimento in rete).

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continua…

… collaborando!

Gli studenti apprendono collaborativamente interagendo con compagni remoti nell’ambito di percorsi didattico-educativi progettati, coordinati e facilitati dai loro docenti

Gli insegnanti apprendono collaborativamente in gruppo partecipando a corsi in rete o a comunità di pratica professionali

Comunità di pratica fra insegnanti

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Le reti nell’istruzione domiciliare

Cerchiamo ora di capire se e come l’uso

delle reti nel nostro specifico contesto di

riferimento (l’istruzione domiciliare) possa

tornare a vantaggio sia dei processi

educativi, sia del lavoro dell’insegnante.

Il potenziale della comunicazione mediata nella didattica domiciliare

Le tecnologie della comunicazione hanno dimostrato di fungere da straordinario amplificatore comunicativo

permettendo di ridurre una delle conseguenze più evidenti che una degenza prolungata comporta:

l'interruzione, in parte, di relazioni con il mondo esterno (amici, compagni, parenti).

Questo dal punto di vista sia socialesia didattico-educativo.

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Il contatto con l'esterno, in particolare, consente all’allievo di non esperire come unica realtà quella contingente (dominata dalla sofferenza) e di non interrompere le relazioni sociali col mondo esterno, nel quale rientrerà e dal quale successivamente non dovrà sentirsi escluso.

La continuità dei rapporti sociali

In questo senso l’uso della posta elettronica, della chat e della

videoconferenza può contribuire a creare situazioni di interazione sociale

molto efficaci.

Dal punto di vista didattico l'uso della comunicazione in rete favorisce il contatto sia con la classe di provenienza sia con altre realtà, stimolando un ruolo attivo dei giovani degenti.

La continuità nelle attività didattico-educative

In questo, l’uso di strategie collaborative risulta particolarmente efficace nel coinvolgere gli allievi in terapia domiciliare, in attività educative insieme ai coetanei e agli insegnanti esterni, oltre che facilitare la collaborazione fra gli stessi insegnanti nelle fasi di pianificazione didattica.

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Un’osservazione. La distinzione fra obiettivi educativi e didattici

è dovuta essenzialmente all’esigenza di comprendere in modo più analitico le diverse ricadute che l’interazione a distanza fra casa ed esterno può

avere per le attività di studio di un allievo in terapia domiciliare.

Di fatto esiste un legame indissolubile fra l’un tipo di obiettivo e l’altro.

…dell’interazione a distanza fra casa ed esterno

I possibili obiettivi didattico-educativi…

• alla socializzazione;• all’acquisizione di un modo di lavorare insieme attraverso la

rete;• alla scoperta di tecnologie utili a comunicare e a produrre materiali,

ecc.

Potenzialità dell’interazione a distanza fra casa ed esterno

Per esempio, l’uso di strategie di apprendimento collaborativomira non solo all’apprendimento di un determinato contenuto disciplinare ma anche:

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Parlando di obiettivi educativi, è poi interessante leggerli sia dal punto di vista degli allievi degenti presso la propria abitazione sia da quello dei coetanei che interagiscono con loro a distanza.

I possibili obiettivi didattico-educativi

Questo secondo aspetto non è da sottovalutare in quanto oltre a coinvolgere la sfera affettiva di ambo le parti, è sempre importante chiarire e dare un senso preciso alla partecipazione degli studenti esterni alle attività d’interazione con i compagni a casa, attività che raramente si limitano ai soli aspetti disciplinari.

Obiettivi educativi per gli allievi in terapia domiciliare

Dal punto di vista degli allievi degenti presso il proprio domicilio, l’interazione con l’esterno aiuta a

sperimentare la solidarietà nell’impatto con una realtà “difficile” come quella della malattia;

sviluppare capacità di socializzazione;

favorire l’aumento della propria autostima;

accettare la malattia come uno stato “possibile”, ma comunque dignitoso;

sviluppare capacità di studio collaborativo;

approcciarsi a modalità di lavoro nuove con strumenti nuovi.

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utilizzare diversi tipi di linguaggio a seconda del contenuto e della modalità comunicativa;

sviluppare capacità di problem solving collaborativo formulando ipotesi di soluzione logicamente accettabili;

controllare reciprocamente con i compagni il risultato raggiunto.

aumentare la motivazione nei confronti delle attività di studio;

approfondire argomenti disciplinari attraverso la comunicazione e la collaborazione con l’esterno in genere finalizzata alla co-costruzione di semplici elaborati o all’interazione col proprio docente;

acquisire le conoscenze di strumenti informatici e telematici;

passare da “fruitori” a “produttori”;

Dal punto di vista strettamente didattico, consente loro di

Obiettivi educativi per gli allievi in terapia domiciliare

entrando in contatto con realtà diverse dalla propria;

solidarizzando con i coetanei in stato di disagio;

acquisendo forme di rispetto sincero e profondo per tutte le “diversità”;

approcciandosi alla malattia come a uno stato “possibile”, ma comunque dignitoso …

Obiettivi educativi per gli studenti esterni

Dal punto di vista invece degli studenti esterni, a loro è data la possibilità di crescere come persone

continua…

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superando alcune forme di “tragica morbosità ansiogena” tipiche dell’età;

fungendo da amplificatori cognitivi nei confronti dei compagni degenti, ponendosi come mediatori di risorse didattiche altrimenti da loro difficilmente accessibili;

apprendendo in modo collaborativo;

sviluppando capacità di socializzazione anche attraverso la comunicazione mediata.

Obiettivi educativi per gli studenti esterni

… e ancora:

Aspetti critici nell’uso della comunicazione mediata

L’uso delle tecnologie della comunicazione nell’istruzione

domiciliare, se da un lato offre le possibilità appena discusse, dall’altro

impone una certa cura riguardo quegli aspetti che potrebbero

introdurre criticità…

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la gestione della tempistica differenziando fra attivitàbasate su interazioni sincrone o asincrone;

il coordinamento didattico con gli altri insegnanti;

il coordinamento “tecnologico” sugli strumenti da usare con gli interlocutori remoti;

il training degli allievi sull’uso della strumentazione

Fra gli aspetti critici ci sono quelli che riguardano l’organizzazione e la gestione della comunicazione stessa, come ad esempio:

Aspetti critici nell’uso della comunicazione mediata

l’individuazione delle modalità e delle occasioni di comunicazione/collaborazione in ragione dell’età scolare;

lo scambio di informazioni preliminari sullo stato dell’allievo malato (che cosa sanno gli altri insegnanti? i compagni? l’allievo stesso?);

l’attenzione, nel caso di attivazione di canali video, allo stato fisico del bambino/ragazzo (perdita di capelli, trasformazioni nel fisico dovute alla malattia, ecc.).

… e ancora:

Aspetti critici nell’uso della comunicazione mediata

Per tornare indietro

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Bibliografia ragionata sull’uso delle TIC nella didattica

A. Scuola dell’infanzia

B. Scuola primaria

C. Scuola secondaria di primo grado

D. Scuola secondaria di secondo grado

E. Tutte

Qui di seguito, suddivisi per tematiche, troverai una serie di riferimenti bibliografici che potrai utilizzare per eventuali approfondimenti.

Le letture sono contrassegnate da una lettera che individua il livello scolare a cui prevalentemente si riferiscono:

Bibliografia - Tecnologie didattiche a scuola

(E) G. Acone (a cura di) (1995), “Multimedialità, cultura, educazione”, La Scuola, Brescia.

(C) M. Allegra, A. Chifari, S. Ottaviano (2001), “Percorsi e strumenti per l’integrazione delle tecnologie informatiche per la comunicazione nella scuola”, TD, n. 23, pp. 42-47.

(E) A. Calvani (2004), “Che cos’è la tecnologia dell’educazione”, Edizioni Carocci.

(B) L. Cantoni, I. Cantoni, E. Gobbo, A. Torrebruno (2004), “ICT nella scuola elementare”, TD, n. 31, pp. 38-46.

(E) R. Cerri, R. Musso (1995), “Tecnologie educative”, Sagep, Genova.(E) R. Fornaca (1985), “Didattica e tecnologie educative”, Principato, Milano.(E) G. Olimpo (2001), “Educazione e Tecnologia: valori tradizionali e

opportunità nuove”, TELEMA, Primavera 2001.(A,B) E. Giordani, “Bambini e computer: imparare ad insegnare”

http://www.mediamente.rai.it/biblioteca/percorsi/p001229.asp

(A): Scuola dell’infanzia - (B): Scuola primaria - (C): Scuola secondaria di primo grado - (D): Scuola secondaria di secondo grado - (E): Tutti

continua…

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Bibliografia - Tecnologie didattiche a scuola

R. Maragliano, “I media per il pluralismo delle conoscenze”,http://www.indire.it/content/index.php?action=read&id=878R. Maragliano, “L’e-learning nell’università”,http://learningcommunity.info.it/V. Midoro (1998), “La priorità numero 1”, TD, n. 13, pp. 4-10.V. Midoro (1999), “Come cambiano gli insegnanti e la loro formazione”, TD, n. 18, pp. 4-11.A. Re (1995), “Ergonomia per psicologi. Lavoro cognitivo e nuovetecnologie”, Cortina, Milano.A. Roncallo (2001), “Pinocchio impara ad imparare”, TED 01, pp. 406-410.S. Tagliagambe (2001), “L’introduzione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’insegnamento scolastico”, TD, n. 24, pp. 16-26.

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(A): Scuola dell’infanzia - (B): Scuola primaria - (C): Scuola secondaria di primo grado - (D): Scuola secondaria di secondo grado - (E): Tutti

Bibliografia - Imparare giocando

E. Ackermann (2001), “Bambini digitali“ strumenti narrativi, scrittura dialogica”, TD, n. 24, pp. 48-54.E. Ackermann (2002), “Ambienti di gioco programmabili: cos’é possibile per un bambino di quattro anni”, TD, n. 27, pp. 48-55.F. Antinucci, “Simulazione, computer e scuola” http://www.trovarsinrete.org/antinucci.htmA. Chiocchiariello (2002), “Il computer nella scuola dell’Infanzia”, TD, n. 20, pp. 68-71.C. Cadoz (1996), “Le realtà virtuali”, Il Saggiatore, Milano.S. Dini, L. Ferlino (2001), “Bambini e computer: come cambia il modo di giocare”, TD, n. 23, pp. 31-41

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Bibliografia - Imparare giocando

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Bibliografia - Tecnologie Didattiche e didattica disciplinare

R. Cappelletti et al. (2001), “Organizzazione didattica ed esempi pluridisciplinari”, TED 01, pp. 517-524.L. Capelli, E. Filippi (2003), “Spazi Reali e Spazi Virtuali tra Matematica e altre discipline”, Didamatica 03, pp. 530-533.A. Colli (2001), “Possono le tecnologie rendere significativo l’insegnamento delle scienze”, TED 01, pp. 418-422.E. Giuliano (2001), “L’olocausto e gli olocausti”, TED 01, pp. 356-360.D. Lanari, S. Roccetti (2003), “Un tutor come supporto alla didattica della filosofia realizzato con il software autore sperimentale ACTools”, Didamatica 03, pp.461-468.G. Lucca (2003), “Didattica del latino e strumenti informatici”, Didamatica03, pp. 474-479.

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Bibliografia - Tecnologie Didattiche e didattica disciplinare

G. Marcianò (2001), “Attivazione e gestione di moduli didattici basati sulle ICT a disposizioni dei docenti di lettere di Istituto Tecnico”, TED 01, pp. 410-417.M. Ott, “A proposito di software per... ... il latino” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/latzoom/base.htm)D. Parisi (2001), “Le simulazioni e la storia”, TD, n. 24, pp. 27-32.A. Rivella, “A proposito di software per... ... lo studio della Storia Contemporanea” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/storia/base.htm)U. Tenuta, “L’utilizzazione delle tecnologie multimediali nella didattica disciplinare”http://www.edscuola.it/archivio/didattica/aulemm.htmlF. Vannucci, “Percorso didattico di fisica per un approccio sperimentale alle equazioni dei gas” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Percorsi/gas2/index.php)

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(A): Scuola dell’infanzia - (B): Scuola primaria - (C): Scuola secondaria di primo grado - (D): Scuola secondaria di secondo grado - (E): Tutti

Bibliografia - Il www per imparare

P. Attivissimo (1994), “Internet per tutti. Dal nulla alla conoscenza, dalla paura alla padronanza”, Milano, Apogeo.M. Ferrarsi (2003), “Navigare nel WWW a scuola:ma per andare dove?” TD, n. 28, pp. 29-41.M. Iacono (2003), “Internet a scuola: un nuovo mondo per la didattica”, Didamatica 03, pp. 32-39.C. Petrucco (2002), “Costruire mappe per cercare in rete: il metodo Sewcom”, TD, n. 25, pp. 37-48.F. Prattico, “L’insegnante del Duemila sarà un navigatore del sapere” http://www.fub.it/telema/TELEMA12/Telema12.html

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Bibliografia - Il laboratorio di robotica

E. Ackermann (2002), “Ambienti di gioco programmabili: cos’é possibile per un bambino di quattro anni”, TD, n. 27, pp. 48-55.B. Caci, A. D’Amico, M. Cardaci (2002), “Costruire e programmare robot”, TD, n. 27, pp. 36-40.A Chioccariello, S. Manca, L. Sarti (2002), “La fabbrica dei robot” , TD, n. 27, pp. 50-67.R. Didoni (2002), “Il laboratorio di robotica”, TD, n. 27, pp. 29-35.E. Giordano (2002), “Percorsi di apprendimento”, TD, n. 27, pp. 21-28.O. Miglino, H.H. Lund, L. Paglierini (2002), “Toy Bots. Allevare robot per apprendere a governare un processo evolutivo”, TD, n. 27, pp. 41-47.S. Papert (1984), “Bambini, computers e creatività”, Emme Edizioni .M. Resnick, R. Berg, M. Eisemberg (2002), “Beyond Black Boxes: restituire trasparenza ed estetica all’indagine scientifica”, TD, n. 27, pp. 5-20.

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Bibliografia - TIC e difficoltà di apprendimento

E. Aiello, L. Piano, “A proposito di software per... il recupero delle difficoltà di lettura e scrittura nella scuola di base” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/dislessia/introduzione1.htm)P. Colico, “A proposito di software per... imparare l’italiano come L2” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/italiano%20L2/introduzione.htm)G. Dettori, M. Ott, M. Tavella (2001), “Software didattico e difficoltà di matematica”, TD 21S. Dini, L. Ferlino, “A proposito di software per... lo sviluppo di abilità cognitive in età prescolare” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/zoom_swmaterna/base.htm)G. Stella (2003), “Dislessia evolutiva e strumenti informatici compensativi”, Didamatica 03, pp. 587-591.

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Bibliografia - L’apprendimento collaborativo

E. Aiello (2001), “Progetto Edelweiss: parlano gli insegnanti”, IDD 2001, pp. 111-114M. Allegra, A. Chiari, S. Ottaviano (2003), “Sperimentare le tecnologie informatiche per la comunicazione in classe”, Edizioni Carlo Amore Milano-Roma.V. Benigno, M. Contini, G. Trentin (2000), “Il gruppo di lavoro ELGA-EDELWEISS”, TD, n. 20, pp. 59-62.V. Benigno, M. Contini (2001), “Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione”, IDD 2001, pp. 94-99.S. Bocconi, V. Midoro, F. Pozzi (2000), “GE8”, TD, n. 21, pp. 42-52.S. Caravita (2001), “Modalità di partecipazione ad una comunità di apprendimento”, Ted 2001, pp. 300-306.

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Bibliografia - L’apprendimento collaborativo

S. Caravita, B. Logorio (2003), “L’apprendimento collaborativo, dal gruppo alla rete, Editore Carlo Amore.M. Citro, M.B. Ligorio (2003), “Filosofia mediata dalla tecnologia”, TD, n. 28, pp. 42-51.B. Ligorio (1994), “Community of Leaner”, TD, n. 4, pp. 22-39.F. Papa (1998), “Chi studia nell’aula virtuale vede, apprende e si confronta”, Telema n.12 http://www.fub.it/telema/TELEMA12/Telema12.htmlG. Trentin (2002), “Cooperazione educativa in rete: quale il valore aggiunto per l’apprendimento?”, Cadmo – Rivista di Pedagogia Sperimentale, Anno X, n. 28, pp. 86-92.

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Bibliografia - Creazione di ipermedia e ipertesti in classe

E. Aiello, A. Rivella, “A proposito di software per... la produzione di materiali didattici multimediali” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/saz/base.htm)A. Andronico, G. Beninati, S. Casini, V. Viti (2000), “Sperimentazione di un ipertesto di geometria analitica nella Scuola Media Superiore”, TD, n. 19, pp. 42-48.D. Cesareni. (1995), “Ipertesti e apprendimento”, Edizioni Garamond, Roma.V. Grion (2000), “Ipertesti, percorsi d’apprendimento e valutazione nella scuola di base”, TD, n. 19, pp. 30-41.M. Fasano (a cura di) (1998), “Concetti in rete: dalla costruzione della mappa concettuale alla produzione di un ipermedia”, Masson.T. Lodrini (a cura di) (2002), “Didattica costruttivista e ipermedia”, Franco Angeli, Milano.

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Bibliografia - La comunicazione interpersonale via Internet

S. Besio (1994), “Prospettive telematiche per la disabilità: comunicazione interpersonale e accesso all’informazione”, TD, n. 5, pp. 4-13.V. Benigno, M. Contini, G. Trentin (2000), “Il gruppo di lavoro ELGA-EDELWEISS”, TD, n. 20, pp. 59-62.F.P. Bonifai, S. Bianchi (2001), “Sardegna chiama Friuli”, TD, n. 24, pp. 66-69.A. Calvani (1995), “Manuale di tecnologia dell’educazione”, Pisa, ETS.A. Calvani, B.M. Varisco (1996), “Multimedialità nella scuola”, Garamond.U. Margotta (1997), “Pensare in rete. La formazione multialfabetica”, CLUEB, Bologna.G. Olimpo, G. Trentin (1993), “La telematica nella didattica: dove e quando”, TD, n. 2, pp. 4-17.E. Pantò, C. Petrucco (1998), Internet per la didattica, Edizioni Apogeo, Milano.M. Pillan, S. Sancassani (2004), “Il bit e la tartaruga”, Apogeo, Milano.G.Trentin (1996), “Didattica in rete”, Garamond, Roma.G. Trentin (1998), “Insegnare e apprendere in rete”, Zanichelli, Bologna.B.M. Varisco, L. Mason (1989), “Media, computer, società e scuola”, SEI, Torino.

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Bibliografia - Tecnologie Didattiche e disabilità

AA.VV. (1996), “Lo sviluppo tecnologico al servizio dei disabili,” Smau ‘96, Milano.AA.VV., “Le nuove tecnologie nell'educazione del non udente”, Edizioni Cantagalli, Siena.R. Andrich (1994), “Tecnologie per l’integrazione scolastica degli allievi con disabilità motorie”, TD, n. 5, pp. 42-52.M. Arscone, C. Patrone, R. Truffelli, A. Bertolami, T. Nieddu, A. Schiaffino (2003), “Provo a usare il computer”, Didamatica 03, pp. 375-380.R.M. Bottino, G.P. Chiappini, E. Tesio, G. Giardi (2002), “Ruolo delle nuove tecnologie nelle attività di comunicazione tra ragazzi sordi e nell’apprendimento delle capacità in esse coinvolte”, Rapporto Tecnico dell’Istituto per la Matematica Applicata del CNR di Genova.S. Dini, “A proposito di software per ...alunni con disabilità visiva” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/disabilita_visive/index.htm)

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Bibliografia - Tecnologie Didattiche e disabilità

S. Dini, L. Ferlino, “A proposito di software per ... chi ha difficoltà motorie ed usa dispositivi speciali per disegnare, scrivere e imparare” (http://sd2.itd.ge.cnr.it/Prot/Zoom/Disab/main.htm)R. Ghiarori (1994), “Tecnologie informatiche e handicap nella scuola”, TD, n. 5, pp. 22-26.P. Graziani (1994),“Integrazione scolastica e sociale dei disabili visivi”, TD, n. 5, pp. 35-41.D. Hawkridge, T. Vincent (1994), “Difficoltà di apprendimento e computer”, TD, n. 5, pp. 14-21.M. Ott, S. Besio (1994), “I sistemi scolastici europei verso l’integrazione dei disabili”, TD, n. 5, pp. 4-13.L. Rahmani (1994), “Lo sviluppo del pensiero matematico in bambini normali e con difficoltà di apprendimento”, TD, n. 5, pp. 53-58.E. Vidussi, B. Foti, B. Porcella (2003), “Il mio amico Oranga”, Didamatica03, pp. 381-384.

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Bibliografia - Enciclopedie e dizionari elettronici

F. Caviglia (1994), “I libri elettronici”, TD, n. 3, pp. 60-68.M. Ott (1997), Studiare il latino con un pc, CLIC!, n. 5, pp. 60-63, 1997L. L. Ferlino, Tutto il sapere in 4 CD – Enciclopedia Microsoft Encarta Plus 2002, DoppioClick, n.2 novembre 2002, pp. 44-49Maria Vassallo e Piero Bonino, Cittadini d’Europa Percorso integrato di Educazione civica, Storia e Geografia realizzato con/per allievi/e delleclassi seconde della scuola media(http://www.icip.com/scuola/Cittadini.htm)

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Bibliografia - Didattica scientifica con laboratorio reale/virtuale?

F. Antinucci, “Simulazione, computer e scuola” http://www.trovarsinrete.org/antinucci.htmA. Brunetti, “Simulazioni al computer nella didattica” http://www.edscuola.it/archivio/didattica/simulazioni.htmlP. Guidoni (1995), “Il calcolatore come strumento cognitivo: esempi e riflessioni sulla didattica possibile”, TD, n. 7, pp. 33-45.Marucci G. (1997), “Simulazione al computer. Applicazioni nella didattica delle scienze e sviluppo cognitivo”, Garamond, Roma.R. Nesler, “Apprendimento disciplinare –gioco, simulazione tecnologie, un laboratorio sperimentale”, in Didamatica 2004 p. 225-236D. Paola (2001), “Nuove tecnologie e innovazione curricolare”, TD, n. 22, pp. 33-37.S. Papert, “Intervista di Francesca Leoni: collegatevi alla rete non è in classe che si impara”, Telema, n.12http://www.fub.it/telema/TELEMA12/Papert12.html

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Bibliografia - Didattica scientifica con laboratorio reale/virtuale?

D. Parisi (2001), “Le simulazioni e la storia”, TD, n. 24, pp. 27-32.D. Parisi, “Le simulazioni a scuola”http://formare.erickson.it/archivio/febbraio_03/parisi.htmlD. Parisi, “Se il laboratorio è nel computer le scienze hanno un'arma in più”, Telema, n.16http://www.fub.it/telema/TELEMA16/Parisi16.htmlT. Russo “Simulazioni educative” http://www.mediamente.rai.it/home/tv2rete/mm9899/99031519/s990318.htmE. Sassi (1995) “Esperimenti in tempo reale e didattica della fisica”, TD, n. 7, pp. 46-56.E. Sassi “Il computer nell'insegnamento della fisica” http://www.crs4.it/ett/people/mameli/tesilaurea/compfisi.htmlS. Turale, “La simulazione è seducente ma, se non la capisci, inganna”, Telema, n.12 http://www.fub.it/telema/TELEMA12/Turkle12.html

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