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Didattica per l’Inclusione l l Competenze trasversali, Personalizzazione e Tecniche Cooperative Tecniche Cooperative prof.ssa Antonella Tozzi

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Didattica per l’Inclusionel lCompetenze trasversali, Personalizzazione e

Tecniche CooperativeTecniche Cooperative

prof.ssa Antonella Tozzi

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Il QuestionarioCosa emerge?

1 Ognuno di voi tiene molto in conto le diversità della classe, usa

prevalentemente una didattica laboratoriale o percorsi diversificati

Cosa emerge?

prevalentemente una didattica laboratoriale o percorsi diversificati.

2-3 E’ frequente l’uso delle mappe e del cooperative e del tutoraggio.

4-13 Le competenze su chi vi sentite più forti sono la condivisione dei percorsi4-13 Le competenze su chi vi sentite più forti sono la condivisione dei percorsi

e la relazione, la responsabilità personale e la facilitazione delle scoperte per gli

alunnialunni.

Un po’ più fragili vi sentite nella negoziazione, nella gestione dei cambiamenti e

nella flessibilità, nel passaggio dalla teoria alla pratica e nella leadership.nella flessibilità, nel passaggio dalla teoria alla pratica e nella leadership.

14-15 Raramente litigate con i colleghi, ma la classe influenza il vostro umore.

16 Avete scelto questo percorso più o meno la metà per approfondire ciòq p p p pp

che già conosce, l’altra metà per curiosità.

17 Vorrei più strumenti operativi per la pratica didattica, NESSUNO per la

conoscenza professionale con i colleghi.

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1 Incontro

Questionario e analisi dei dati

2 Incontro

C i3 Incontro

Patto formativo

Introduzione alla

Costruire l’Inclusione: didattica inclusiva

liDidattica delle

differenze: approcciIntroduzione alla Didattica Speciale

Workshop su

personalizzata

Workshop su stili

differenze: approcci collaborativi, flip e aperti

Workshop su osservazione e gestione classe

Workshop su stili cognitivi

Workshop su zona di confort

Video: Lezione di Scrittura creativa

Video: Anna volaQuestionario

finaleVideo: Anna vola

Video: Buone Prassi AIDP

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“Aiutiamoli a fare da soli”

Did i l’I l i

Maria Montessori

Didattica per l’InclusioneCompetenze trasversali Personalizzazione eCompetenze trasversali, Personalizzazione e

Tecniche Cooperative

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Costruire l’InclusioneCostruire l’InclusioneDati Statistici sui Dati Statistici sui B.E.S.B.E.S.Dati Istat

Nell’anno scolastico 2015-2016 gli alunni con

disabilità nella scuola primaria sono 88 281 (pari aldisabilità nella scuola primaria sono 88.281 (pari al

3% del totale degli alunni),

nella scuola secondaria di I grado 67 690 (il 4% del totale)nella scuola secondaria di I grado 67.690 (il 4% del totale).

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Gli alunni con disturbi specifici di apprendimento (DSA),studenti con dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia,

ll’ l ti 2014/2015nell’anno scolastico 2014/2015 negli istituti statali e non statali erano 186.803.

Ovvero il 2,1% del totale degli alunni, contro lo 0 7% del 2010/2011contro lo 0,7% del 2010/2011

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Costruire l’inclusione

1 La speciale normalità

1 Personalizzazione Percorsi

2 Star bene Insieme a scuola

Una didattica Speciale

3 Life Skills2 Adattamento curricolare

3 Strategie didattiche di base

4 Strategie Metacognitive

5 Strategie di6 Mediatori

Didattici

5 Strategie di Autoregolazione

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La Speciale NormalitàLa Speciale NormalitàMolti di noi almeno una volta l’hanno pensato e Non sono pochi studiosi p

ritengono più efficaci percorsi di didattica speciale esclusiva:

Collins

S kSacks

Micheli

Molti altri invece credono nell’inclusione, a partire da Vygotskij ….

e nella Speciale Normalitàe nella Speciale Normalità

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I due concetti insomma di Normalità e Diversità sono

agli antipodi, ma di nessuno g p ,dei due possiamo fare a

meno

L’unica è la capacità dialogica che sola puòL’unica è la capacità dialogica che sola può tenere insieme questa apparente inconciliabilità, realizzando un’unità complessa tra due logiche,

in cui ciascuna realtà mantiene la propriain cui ciascuna realtà mantiene la propria peculiarità,

per coabitando, in un continuo gioco di mantenimento ein un continuo gioco di mantenimento e

cambiamento. La speciale normalità ci consente di sfuggire al

rischio della separazione, ma anche

dell’improvvisazione

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L’IntegrazioneL’IntegrazioneL’integrazione quindi può rispondere

oggi a questi bisogni apparentemente

antagonisti.

Il concetto di normalità si poggia su

alcuni fondamenti che accomunano

tutti:

Abbiamo tutti una uguaglianza di valore e un’identità di diritti (pari diritti e pari opportunità), da don Milani: dare di più a che ha di meno

Il bisogno di normalità non nega la diversità o un bisogno speciale o un deficit, ma ribadisce per tutti la necessità di accedere e fare come tutti

Nella normalità si trovano bisogni che ci accomunano: socializzazione, identità, sentirsi parte di un gruppo

La normalità crea vicinanza, valorizza dà sicurezza e calore. Dà benessere psicologico e genera forza, resilienza, perché c’è il senso del condiviso

Nella normalità si elabora un’identità con motivazioni, valori, obiettivi comuni

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La NormalitàLa Normalitàl à d ’La normalità dunque E’ MEZZO DI

SVILUPPO e PROMOZIONE SOCIALE

i d d ll di i i difficoltà apprendimento e dello sviluppo

Differenze:Differenze:a prescindere dalle condizioni

personali, sociali disabilità o

patologie

pp pp

(dsa, ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività),

difficoltà visuo-spaziali, disprassia ..)patologie p p

problemi di linguaggio

disturbi dello spettro autistico

problematiche emozionali

problemi psichici (disturbi di personalità,

depressione ..)

difficoltà comportamentali

difficoltà nell’ambito affettivo-emozionale

problematiche socio-economiche

difficoltà soft ( motivazionali, autostima,

insicurezza … )

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Gli insegnanti hanno l’impressione che

l’eterogeneità sia in aumento,

ed in parte hanno ragione:

è d l h (è provato da alcune statistiche ( ADHD,

bullismo, autismo),

sono anche aumentate le possibilità diagnostiche di individuazione da

Disturbo da Deficit di Attenzione/IperattivitàImpulsività

sono anche aumentate le possibilità diagnostiche di individuazione, da parte degli specialistici.

1. Abbiamo la giusta preoccupazione di non riuscire a realizzare il successo scolastico e il benessere per tutti?Ma cosa ci Ma cosa ci

spaventa?spaventa? 2. Sentiamo che le differenze mettono a rischio il nostro modo “tranquillizzante” di fare scuola?

3 L diffi l à di d i i il

spaventa?spaventa?3. Le difficoltà di adeguare i percorsi scuotono il

nostro benessere professionale

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N i i i iNoi insegnanti siamo

diventati più competenti

a riconosce tutto questoa riconosce tutto questo

Anche grazie anche agli studi sulle intelligenze multiple, agli stili cognitivi, ai

diversi modi di apprendere Sono infinite le sfumature psicologiche relazionalidiversi modi di apprendere. Sono infinite le sfumature psicologiche, relazionali,

identitarie, motivazionali che rendono diversi in nostri alunni.

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AL del nostrodel nostroAL CENTRO

del nostro del nostro processoprocessoprocesso processo educativoeducativoeducativoeducativoi ragazzi i ragazzi gg

B.E.S.B.E.S.“Il Bisogno Educativo Speciale è qualsiasi difficoltà evolutiva, in ambito

educativo e apprenditivo espressa in un funzionamento nei vari ambiti dellaeducativo e apprenditivo, espressa in un funzionamento, nei vari ambiti della

salute, secondo il modello ICF, che risulti problematico anche per il soggetto in

termini di danno, ostacolo o stigma sociale, indipendentemente dall’eziologia, e te d da o, ostaco o o st g a soc a e, d pe de te e te da e o og a, e

che necessita di educazione speciale individualizzata “

(Dir 2012 e Ianes)

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Il Funzionamento ComplessoIl Funzionamento Complesso’è lC’è un intreccio e una interrelazione tra le varie componenti fisiche e biologiche, ambientali e sociali,

l h l lpsicologiche e culturali, che fa andare al di là

della diagnosi medica, senza tralasciarla, ma considerando

un approccio globale che riconosce

il diritto ad un intervento

individualizzato e inclusivo.

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TUTTO il Sistema SCUOLATUTTO il Sistema SCUOLA

Di fronte a questi diversi e speciali BISOGNI si deve mobilitare:

la scuola che fa stare bene

team di docenti competenti

la relazione educativa che crea socialità speciali

la didattica, con metodologie adeguate

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Ragionare in termini di

speciale speciale l àl ànormalità normalità

vuol dire

attivare le risorse e gli interventi necessari privilegiando quelli più vicini alla

normalità

includere nella normalità quei principi attivi tecnici e speciali che possono

renderla più efficace

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Star bene Insieme a scuolaStar bene Insieme a scuolaLa relazione educativa si fonda su un atteggiamento empatico (Rogers)7-8 che permette in classe di poter vivere un clima caldo e accogliente, di scambio dialogico continuo, teso a correggere comportamenti inadeguati, ma all’interno di una zona di confort in cui ciascuno si sente protetto

Il clima aiuta a poter esprimere,e gestire la propria emotivitàL’insegnante può

nei suoi rimandi focalizzareusare−L’ascolto attivo−Il messaggio-io−Il problem solving, per la p g prisoluzione dei conflitti

(metodo Gordon)

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Ascolto AttivoAscolto AttivoSi b i i i lSi basa innanzitutto su un rapporto insegnante-alunno

basato sulla genuinità, franchezza, rispetto, stima e l’accettazione.

Questo vuol dire una comunicazione chiara senzaQuesto vuol dire una comunicazione chiara, senza critiche,

con elogi verso i comportamenti che denotano un impegnoimpegno,

non tanto sui risultati

Principi:Principi:

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Un educatore empatico Un educatore empatico è ll h i i i d ll’ l

ma è in grado di ascoltarlo e

non è quello che si mette nei panni dell’alunno,

ascoltarlo e ridefinire il suo vissuto con altre

parole, per renderlo sempre più consapevoleconsapevole,

per orientarlo in una crescita significativa

Il docente media non solo sapere maIl docente media non solo sapere, ma è mediatore anche sociale tra scuola e famiglia,

intercettando problematiche, cercando p ,di capirle perché non siano un ulteriore ostacolo al processo di crescita dell’alunno.

A scuola occorre sempre manifestare rispetto all’alunno BES un clima di fiducia e di dialogo soprattutto nei momenti critici e d’involuzione e la disponibilitàe di dialogo, soprattutto nei momenti critici e d involuzione, e la disponibilità

all’alleanza col ragazzo che sia finalizzata al suo benessere.

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AssertivitàAssertivitàIl li di l i i b tt i t ti d ll’i tIl clima dialogico si basa su un atteggiamento assertivo dell’insegnante

Cos’è l’assertività?

Secondo gli psicologi USA Alberti ed Emmons, si definisce come«un comportamento che permette a una persona di agire nel suo pieno

interesse, di difendere il suo punto di vista senza ansia esagerata, di esprimere

con sincerità e disinvoltura i propri sentimenti e di difendere i suoi diritti senza

ignorare quelli altrui».A d li à l di l h l’ l à i dAttraverso questa modalità e nel dialogo costante anche l’alunno sarà in grado di appropriarsi delle strutture linguistiche e comunicative per essere sempre

più autonomo.

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sottomesso

I tuoi diritti

I tuoi bisogni

AGGRESSIVO

dominante

I miei dirittiI tuoi bisogni I miei diritti

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L’insegnante è il coachcoach

non trasmette sapere, non

maaccompagna mamedia il sapere

offre strumenti

spinge a fare scelte autonome

promuove il benessere individuale

L’insegnante mantiene la sua autenticità, senza cedere sull’asimmetria dei ruoli

e cerca di cogliere la parte emotiva delle esperienze vissute

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Le Life Le Life SkillsSkillsLa capacità degli individui  di integrarsi nel tessuto sociale 

E’ un processo lungo e faticoso, per tutti, tanto più per le persone con Bisogni Educativi Speciali

Integrarsi socialmente vuol dire vivere la dimensione della cittadinanza della partecipazioneIntegrarsi socialmente vuol dire vivere la dimensione della cittadinanza, della partecipazione sociale, adattarsi alle situazioni che cambiano. Tutto ciò rientra nel percorso delle Life Skills, delle competenze di vita che la scuola di ogni ordinee grado deve perseguiree grado deve perseguire.Le competenze adattive a carattere trasversale da incrementare sono: •l’autonomia, •le abilità comunicative ele abilità comunicative e •relazionaliLa persona rimane al centro del percorso formativo con la sua originalità, ma rilievo avrà la dimensione relazionale della classe, che per ciascuno è una palestra in cui allenare le proprie , p p p pcompetenze 9

La socializzazione è un percorso•Promuovere legamig•cooperare•Gestire i conflitti•Negoziare

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Esiste un nucleo fondamentale di abilità che sono alla base delle iniziative di promozione della salute e benessere di bambini e adolescenti " *promozione della salute e benessere di bambini e adolescenti. *Il nucleo fondamentale delle Life Skills identificato dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è costituito da

10 competenzep1. Consapevolezza di sé2. Gestione delle emozioni3. Gestione dello stress3. Gestione dello stress4. Comunicazione efficace5. Relazioni efficaci6. Empatiap7. Pensiero Creativo8. Pensiero critico9. Prendere decisioni10.Risolvere problemi

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Tali competenze possono essere raggruppate secondo 3

Inevitabilmente, i fattori culturali e sociali determineranno l’esatta natura delle Life Skills. Per esempio, in alcune società, il contatto visivo

essere raggruppate secondo 3 aree:

EMOTIVE consapevolezza di

potrà essere incoraggiato nei ragazzi per una comunicazione efficace, ma non per le ragazze.Le Life Skills rendono la persona capace di

f l l dEMOTIVE- consapevolezza di sè, gestione delle emozioni, gestione dello stress

trasformare le conoscenze, gli atteggiamenti ed i valori in reali capacità, cioè sapere cosa fare e come farlo.

RELAZIONALI - empatia, comunicazione efficace, relazioni efficaci

...Acquisire e applicare in modo efficace le Life Skills può influenzare il modo in cui ci sentiamo rispetto a noi stessi e agli altri ed il modo in cuirelazioni efficaci

COGNITIVE - risolvere i problemi, prendere

rispetto a noi stessi e agli altri ed il modo in cui noi siamo percepiti dagli altri.Le Life Skills contribuiscono alla nostra percezione di autoefficacia autostima e fiduciap , p

decisioni,pensiero critico, pensiero creativo

percezione di autoefficacia, autostima e fiducia in noi stessi.Le Life Skills, quindi, giocano un ruolo importante nella promozione del benessereimportante nella promozione del benessere mentale. La promozione del benessere mentale incrementa la nostra motivazione a prenderci cura di noi stessi e degli altri, alla prevenzionecura di noi stessi e degli altri, alla prevenzione del disagio mentale e dei problemi comportamentali e di salute." *

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Chi ha a cuore l’integrazione è in un continuo cammino, in 

un continuo movimento di evoluzione e di crescita delle sue 

prassi: ciò che non siprassi: ciò che non si rigenera degenera!

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E’ un percorso PRIVO di ostacoli?E’ un percorso PRIVO di ostacoli?Certo che no:

1 ità di t i1. scarsa capacità di concentrazione

2. saturazione di informazioni

3 assenza di codici linguistici3. assenza di codici linguistici

compatibili

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Risorse del Risorse del Consiglio di classeConsiglio di classeDario Ianes propone 14 categorie di risorse che un consiglio di classe può

decidere di attivare per organizzare una didattica inclusiva, p g ,

secondo l’ottica della speciale normalità:

Organizzazione scolastica generaleOrganizzazione scolastica generaleSpazi e architetturaSensibilizzazione generaleAlleanze extra scolasticheFormazione e aggiornamentoDocumentazioneDidattica comunePercorsi educativi e relazionali comuniDidattica individualePercorsi educativi e relazionali individuali ausili, tecnologie e materiali specialiInterventi di assistenza e aiuto personaleInterventi riabilitativiInterventi sanitari e terapeutici

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Una Didattica SpecialeUna Didattica Specialeattraverso la pratica operativa. L’esperienza di 40’anni d’integrazione in Italia fa emergered integrazione in Italia fa emergere la complessità di quello che ci troviamo a vivere, anche gli errori fatti MA una grandefatti, MA una grande consapevolezza:

LA DIVERSITà HA ARRICCHITO

TUTTIEd ha portato tutti noi alla consapevolezza che:pOgnuno di noi è diverso dall’altro, nel sentire nel percepire, nel capire il mondo

mission l’inclusione di tutti

La diversità NON ESISTE: tutti abbiamo il desiderio di uno

d

c us o e d tutt

sguardo, proviamo sentimenti, ci arrabbiamo e vogliamo amore.

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La specialità dei bisogni

La didattica speciale nasce per dare 2 tipi di risposte:

La specialità dei bisogni

La specialità degli interventi speciali

Con l’obiettivo di fare le cose necessarie per il massimo sviluppo

delle potenzialità dell’alunnoprocedure e strategie didattiche finalizzate all’inclusione.

La didattica speciale è fatta di Buone Prassi 10-11, che si costruiscono nel tempo, studiando e provando e anche commettendo errori .

Sono Buone prassi NON BUONE AZIONI, ma azioni educative e formative organizzate, che segnano un percorso e raggiungono risultati, in quella situazione, con quegli alunni.

U B i è MODELLO IDEALE f lUna Buona prassi non è un MODELLO IDEALE , perfetto assolutamente corretto e da applicare, ma si può replicare adattandolo al proprio contesto, dopo un’attenta analisi.

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Possiamo distinguere due tipi di strategie didattiche

didatticadidattica individualizzata e

personalizzata con strategie rivolte al

strategie che coinvolgono la classe in organizzazioni di g

singolog

dadattica peer to peer

In entrambe le situazioni sarà fondamentale il lavoro

i b ll b i fin team basato su collaborazione e confronto

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Individualizzazione Individualizzazione o Personalizzazioneo Personalizzazione

sono due termini che possono sembrare simili oppure, addirittura, sinonimi. In realtà, le due parole racchiudono concetti molto differenti, anche se, entrambe le

strategie di intervento didattico, hanno come fondamento la centralità del soggetto

•l’individualizzazione è un processo atto a garantire a tutti il diritto

g , ggche apprende e le sue potenzialità.

l individualizzazione è un processo atto a garantire a tutti il diritto all’apprendimento delle competenze fondamentali del curricolo, ovvero, a raggiungere traguardi formativi comuni attraverso il diritto alla diversità e ai prerequisiti di ciascuno. Compito del docente è analizzare i bisogni degli alunni, valutare il livelloCompito del docente è analizzare i bisogni degli alunni, valutare il livello raggiunto, sia esso in ingresso o in itinere, e strutturare/adattare attività che consentano a tutti di raggiungere lo stesso obiettivo.

•La personalizzazione è, invece, una strategia didattica volta a valorizzare i talenti dei singoli, fino alle eccellenze, senza prevedere obiettivi da g , , praggiungere: ciascuno raggiunge il “proprio” obiettivo personale, in base alle proprie potenzialità. Compito del docente in questo caso è cercare le potenzialità di ciascuno, le aree di eccellenza, e strutturare attività personalizzate affinché ciascuno

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Le Intelligenze Multiple di Le Intelligenze Multiple di GardnerGardnerH d G d P f l H dHoward Gardner, Professore presso la Harvard University nel Massachusetts, assurge alla fama presso la comunità scientifica grazie alla sua teoria sulle intelligenze multiple. Questa si propone di delegittimare la concezione di i t lli i t f tt it iintelligenza vista come un fattore unitario misurabile tramite il Quoziente d'intelligenza (Q.I.), e di aggiornarla con una definizione più dinamica, articolata in sottofattori differenziati l'uno dall'altro.È considerato uno dei più importanti esponentiÈ considerato uno dei più importanti esponenti dei cosiddetti "teorici dell'intelligenza fattorialista", o S, che si contrappongono ai "globalisti", o G. Grazie ad una serie di ricerche empiriche, e basandosi sulla vasta letteratura concernente soggetti affetti da lesioniconcernente soggetti affetti da lesioni neuropsicologiche, ha identificato (almeno) sette tipi diversi di intelligenza, ognuna presiedente un diverso ambito: 12

1.Intelligenza logico‐matematica 2.Intelligenza linguistica2.Intelligenza linguistica 3.Intelligenza spaziale4.Intelligenza musicale 5.Intelligenza cinestetica o procedurale 6.Intelligenza interpersonale 7.Intelligenza intrapersonaleg pNel corso degli anni '90 ha proposto l'aggiunta di altri due tipi di intelligenza: quella naturalistica e quella esistenziale. 

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Personalizzazione Percorsi Personalizzazione Percorsi e Stili cognitivie Stili cognitivi

La personalizzazione dei percorsi avviene all’interno di una cornice

metodologico-didattica capace di:

sfruttare le esperienze pregresse per ancorarvi le nuove

favorire l’esplorazione e la scoperta

i b i ll’ i i à d ll ll ifl iattuare percorsi basati sull’operatività delle conoscenze, sulla riflessione meta

cognitiva (imparare ad imparare)

l t t i i l i il ti l i illavorare con strategie inclusive, come il cooperative learning e il peer

tutoringLa personalizzazione degli apprendimenti mira ad offrire a ciascun p g pp

discente l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità, attraverso l’impiego di metodologie didattiche e

strategie educative consone a riconoscere la specificità dell’alunno.

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P li did i bi b hiQuestione di StileQuestione di Stile

Per personalizzare un percorso didattico bisogna avere ben chiaro

1. lo stile di apprendimento: come impara, come preferisce approcciare alla

conoscenza ( percezione, elaborazione cognitiva, produzione)

2 stile cognitivo dell’alunno: come2. stile cognitivo dell alunno: come

processa le informazioni, è il

processo cioè che si inserisce alprocesso cioè che si inserisce al

centro della catena

dell’apprendimento ed esprime pp p

l’apporto delle abilità mentali del

soggetto in relazione a quanto gg q

sottoposto dalla realtà e dalla

didattica

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Adattamento curricolare Adattamento curricolare degli obiettivi, dei materiali, delle attivitàdegli obiettivi, dei materiali, delle attività

Innanzitutto l’adattamento curricolare per gli studenti con BES prevede un continuo lavoro congiunto di docente curricolare e docente di sostegno durante tutto l’anno scolastico11

per quanto concerne:La progettazione delle attività didattiche inizialeGli adeguamenti in itinereGli adeguamenti in itinereLa verifica finale

Una progettazione realmente inclusiva si basa su un’attenzione alla diversità degli alunni, sia per come si avvicina al sapere che come

gestisce le sue conoscenze e usa le proprie abilitàattenzione al funzionamento bio-psico-socialerimozione di ogni ostacolo che si frappone tra la persona e l’apprendimentoIn ogni processo di insegnamento-apprendimento semplice o complesso avvengonoIn ogni processo di insegnamento-apprendimento, semplice o complesso, avvengono

delle modificazioni stabili e generalizzate nelle capacità del soggetto, che si avvicinano gradualmente ai livelli desiderati.

Il soggetto è interessato nel processo con tutte le sue componenti, cognitive, affettive,

motorie, comunicative, relazionali e attraversa fasi di acquisizione, perfezionamento,

l d l lconsolidamento, generalizzazione, autovalutazione, ecc.

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Per i ragazzi con disabilità tutto questo è scritto nel PDF e nel PEI.DIREZIONI generali si collocano come obiettivi degli Assi:

Asse della Partecipazione al Curricolo disciplinare

Asse delle Attività personali e delle Funzioni (imparo a memorizzare, imparo a

comunicare, imparo ad essere autonomo)

Asse de Contesti Personali (imparo ad avere autoefficacia, ad esprimere

i i l l’ i i i ll i iemozioni, a regolare l’autostima, a motivarmi, a controllare i comportamenti

problema)Questi 3 ASSI dovrebbero sempre coesistere e a volte si intrecciano con altroQuesti 3 ASSI dovrebbero sempre coesistere e a volte si intrecciano con altro ancora, come per esempio il Progetto di Vita

Questi elencati non sono obiettivi Speciali, ma riguardano tutti e le recenti Q p , gricerche ribadiscono quanto cercare e trovare punti di contatto tra percorsi speciali e “Normalità” sia la carta vincente per raggiungere risultati. Si viene a creare un moto circolare che vede in continuo movimento input e azione, che saranno i risultati da considerare di nuovo come input.

Certo in questa apparente semplicità bisogna calcolare anche i possibili ostacoli, da rimuovere:

Le azioni richieste devono essere compatibili con le abilità del ragazzo, nella zona cioè dello sviluppo prossimale (Vygotskij)

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Nel processo c’è essenzialmente un input ambientale, una direzione generale, un obiettivo specifico e una performance.

Le azioni dell’alunno sono tre:1. Comprensione dell’input2. Elaborazione3. Generazione di una rispostaSu questi tre livelli di AZIONE si possono inserire gli aiuti, ma certamente le componenti che sostengono maggiormente sono

la presenza di autoregolazione meta cognitiva,l’interazione cooperativa e la regolazione emozionale

INPUT Aiuti AZIONE

condizione di stimolo nei Metacognitivi Quello che il soggetto farà, nella componenteconfronti dei quali il soggettoagisce

CooperativiEmozionali

comprensione, elaborazione, memoria, rappresentazione,collegamenti, output come azione agita

Per concludere gli adattamenti curricolari hanno l’obiettivo di trovare un “PUNTO DI CONTATTO” tra gli obiettivi della classe e quelli dell’alunno con BESPUNTO DI CONTATTO tra gli obiettivi della classe e quelli dell alunno con BES,

tenendo conto dei livelli di performance e dell’ambito curricolare.

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Adattamento curricolare Adattamento curricolare Gli adattamenti disciplinari partono dalle forme più semplici e meno “invasive” a quelle più radicale:1. Sostituzione2. Facilitazione3. Semplificazione (abbassando il livello in una delle 3 componenti: comprensione, elaborazione, produzione)

4. Scomposizione nei nuclei portantiQuesti adattamenti possono e devono riguardare anche i libri di testo di cui è innegabile la risorsa per tutti gli alunni e ancor di più per chi ha difficoltà. Bisogna innanzitutto valutare gli aspetti contenutistici e grafici Poi il momentoBisogna innanzitutto valutare gli aspetti contenutistici e grafici. Poi il momento dell’analisi per individuare il concetto chiave.Fasi semplificazione

Cornici ingrandite sui concetti essenzialiCornici ingrandite sui concetti essenzialiSchematizzazione e ristrutturazioneRiduzione del testo e uso immagini esplicative in cui il testo è complemento

alle immaginigQuesto lavoro può esser fatto con azioni di tutoraggio con tutta la classe.

I principi cui si ispira il percorso è che qualunque disabilità o difficoltà di di d f d di i l’ bi i d ll’i i lapprendimento non deve far perdere di vista l’obiettivo dell’integrazione, la

seconda è che qualsiasi unità di contenuto può essere modificata e rielaborata in modo speciale, se non è adatta alle capacità dell’alunno (Bruner12)

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Strategie didattiche di baseStrategie didattiche di baseAl i did i h di b d ll i i iAlcune strategie didattiche di base sono tratte dalle sperimentazioni

nell’ambito dell’analisi del comportamento.Il comportamentismo nasce in America in contrapposizione al cognitivismo e affronta tutte le questioni legate all’apprendimento solo attraversoaffronta tutte le questioni legate all apprendimento solo attraverso l’osservazione del comportamento osservabile, la mente è considerata una black-box da non poter studiare. L’educatore ha un ruolo attivo nel proporre l’acquisizione di comportamentiL educatore ha un ruolo attivo nel proporre l acquisizione di comportamenti adattivi, all’interno di ambienti di apprendimento strutturati e con rinforzi. L’educatore quindi è prevalentemente orientato alla costruzione di materiali e procedure per sollecitare comportamenti ritenuti adeguatiprocedure per sollecitare comportamenti ritenuti adeguatiLe tecniche maggiormente utilizzate sono quelle della:

1. Task analysis (Analisi del compito)1. Task analysis (Analisi del compito)2. Tecniche di prompting e di fading3. Tecniche di apprendimento senza errori4. Modelingg5. Tecniche con Rinforzo positivo6. Strategie di generalizzazione e mantenimento

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Task analysis= permette di scomporre in sotto obiettivi più

Prompting = stimoli che facilitano il soggetto che

d ll’i i i l ip p

semplici e accessibili un obiettivo inizialmente troppo complesso, con delle facilitazioni

apprendenell’iniziale risposta desiderata, che produce gratificazioneF di id i iFading= riduzione progressiva degli aiuti

Tecniche di apprendimento senza errori= cercano di facilitare apprendimenti discriminativi, cercando di non far commettere errori al soggetto, con alti

Modeling=apprendimento osservativo che avviene

l’ ilivelli di aiuto attraverso l’osservazione di un modello che esegue il comportamentoTecniche con Rinforzo positivo= p

uso di rinforzi positivi estrinseci o estrinseci per aumentare un comportamento adeguato, vedi

Strategie di generalizzazione e mantenimento= le rispostep g

token economymantenimento le risposte adeguate ottenute si cerca di generalizzarle in altri contesti e situazioni. Si può far uso di pfacilitatori e tutor

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Strategie Strategie MetacognitiveMetacognitiveNella didattica meta cognitiva l’attenzione dell’insegnante non è tanto rivolta all’elaborazione di materiali o metodi per insegnare “cosa fare” quanto a formare quelle abilità mentali superiori di riflessione sui comportamenti e sulla 

l iauto‐regolazione. Rispetto a ciò che si fa ci si chiede: perché?, 

d è li f l ?quando è meglio farlo?, in quali condizioni?,aumentando così consapevolezza e autonomia di gestione dei comportamenti.La didattica meta cognitiva è un altro punto di contatto con la classe un percorso facilmenteLa didattica meta cognitiva è un altro punto di contatto con la classe, un percorso facilmente condivisibile con i compagni , che aumenterebbero le capacità meta‐cognitive da una parte e dall’altra potrebbero giovarsi di tecniche di apprendimento cooperativo (cooperative learning e tutoring) Studioso di questo settore è Cesare Cornoldi che ha individuato 4 livelli diversi die tutoring). Studioso di questo settore è Cesare Cornoldi che ha individuato 4 livelli diversi di meta cognizione, che rappresentano altrettante dimensioni, distinte ma strettamente interconnesse.

2° livello: Autoconsapevolezza del1° livello: Conoscenze sul Funzionamento 2 livello: Autoconsapevolezza del proprio Funzionamento Cognitivo

3° livello: Uso generalizzato di strategie 4° livello: Mediazioni Cognitivo-

1 livello: Conoscenze sul Funzionamento cognitivo

3 livello: Uso generalizzato di strategie di Autoregolazione cognitiva

4 livello: Mediazioni CognitivoMotivazionali-Emotive

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Strategie di AutoregolazioneStrategie di AutoregolazioneSono utili in presenza di alunni con comportamenti problematici, disturbanti, provocatori, aggressivi, di disattenzione o iperattivi. Vedi sindrome ADHD

Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Impulsività

Per questi ragazzi sono stati studiati vari aspetti: 1. l’impulsività e2 la scarsa capacità di modulare gli impulsi

Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività Impulsività

2. la scarsa capacità di modulare gli impulsi, 3. l’aggressività e 4. le difficoltà relazionali e a gestire le regole.Le strategie messe in atto riguardano 3 grandi settori:e st ateg e esse atto gua da o 3 g a d setto

Creazione di Ambienti Facilitanti (sotto l’aspetto degli spazi, delle routine e dei tempi)La definizione chiara delle relazioni educative (con patti stabiliti insieme, con regole

chiare in positivo e condivise tra i vari insegnanti e anche con la famiglia).àLe regole (rispetto, democrazia, socialità) sono i normali antagonisti e deterrenti

di comportamenti problema, arroganti, dispoticiSviluppo diretto e strutturato di competenze antagoniste ai comportamentibl l t d ll’ t t ll tiproblema sul versante dell’autocontrollo emotivo

Rispetto alle sanzioni va detto che è bene concordare con le famiglie , prevedibile e chiara libera da aggressione o vendetta volta al comportamento eprevedibile e chiara, libera da aggressione o vendetta, volta al comportamento e non la persona è un importante esperienza di conflitto positivo col ragazzo

La non punizione è spesso un disimpegno dell’adulto

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d ll l ( lVantaggi delle regole (relazioni, tempo libero, clima positivo, maggior successo nell’apprendimento)++ Vantaggi estrinseci (punti … token economy) che pur a malincuore a volte sono scelte obbligatevolte sono scelte obbligate

Linus e Sally

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Competenze AntagonisteCompetenze Antagoniste

Collera           Abilità interpersonali

Distrazione           Attenzione al compito

Disorganizzazione           Pianificazione

Competizione          Collaborazione

Impulsività            Gestione emozioni 

Utilissimi giochi di simulazione, role‐playing, teatro. Queste sono forme calde di autocontrollo,.

Tra le fredde il dialogo interioreTra le fredde il dialogo interioreQuesti tre grandi ambiti (Ambienti, regole e comportamenti antagonisti)  in vario 

modo creanoun contesto preventivo forte di Speciale Normalità utile a tutti gli alunniun contesto preventivo forte di Speciale Normalità utile a tutti gli alunni.

Per quanto riguarda comportamenti problema gravi (autolesionismo, stereotipie, aggressi ità p r basandosi s gli stessi principi non p ni ione ma fa orire lo s il ppoaggressività, pur basandosi sugli stessi principi, non punizione ma favorire lo sviluppo di competenze comunicative e interpersonali alternative, le strategie sono un po’ più 

complesse e fortemente concordate con famiglia e extra scuola

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Mediatori DidatticiMediatori DidatticiIl mediatore didattico si colloca nello spazio tra il soggetto e l'oggetto d'apprendimento. 

L’i t tt il di l li tL’insegnante, attraverso il dialogo egli stesso diviene mediatore, facilitando la 

comprensione e sollecitando gli alunni ad elaborare personalmente ed attivamente il

I mediatori sono strumenti che risultano utili sia all'allievo sia all'insegnante: 

elaborare personalmente ed attivamente il sapere. 

1. per l'allievo significa avere l'opportunità di elaborare personalmente ed attivamente il sapere, 

2. mentre all'insegnante permette di non correre il rischio di imporre il proprio insegnamento e il i til di di t li lli iil proprio stile di apprendimento agli allievi. 

Possono essere di diverso tipo: attivi, come per esempio la visita guidata o il computer; mezzi multimediali, e di interneticonici come illustrazioni foto carte geografiche cartoline; filmati illustrazioni fotografieiconici, come illustrazioni, foto, carte geografiche, cartoline; filmati, illustrazioni, fotografie, schematizzazioni di concetti (mappe mentali, mappe concettuali ).mediatori analogici, come per esempio drammatizzazioni, gioco dei ruoli; mediatori simbolici come per esempio conversazioni o discussioni riguardanti una attivitàmediatori simbolici come per esempio conversazioni o discussioni riguardanti una attività proposta in classe, la videoscrittura, la lezione verbale. 

Si può variare il più possibile per andare incontro ai diversi stili di apprendimento degli allievi

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Mediatori DidatticiMediatori Didattici

tipologietipologie

ATTIVI: manipolazione, esercitazioni pratiche, uscite, esperimentiICONICI: immagini, disegni, foto, film , graficiANALOGICI: simulazioni, role-play, fare fintaSIMBOLICI: li i difi ti i i t iSIMBOLICI: linguaggi codificati in sistemi simbolici convenzionali (lingua, matematica, L2, altri linguaggi)

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Anticipazione temi Anticipazione temi del prossimo incontrodel prossimo incontro

Una Didattica Specialemetodologie peer to peer

−metodo autobiografico−metodo autobiografico−didattica laboratoriale−approccio montessori−didattica aperta−didattica delle intelligenze multiple−cooperative Learning − peer tutoring− peer tutoring −Apprendimento con gli EAS−Flipped Classroom

antonella tozzi

[email protected]

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VideoVideotratto dal DVD Diverso da chi “Anna che vola” 17 sindrome di Tourette•Un’orchestra senza Direttore: https://www.youtube.com/watch?v=cYHflpObKpc iperattività raccontata da Davide Riflessione e confronto di gruppo sulla Metacognizione e la Diagnosiraccontata da Davide.  Riflessione e confronto di gruppo sulla Metacognizione e la Diagnosi•Scuola monelli https://www.youtube.com/watch?v=yOzfHP_ryVY Riflessione su Famiglie•https://www.youtube.com/watch?v=TpEzevE_nI0 ADHD: diagnosi, sintomi, interventi•https://www slideshare net/imartini/cibinel‐57121524 ppt sulla didatticahttps://www.slideshare.net/imartini/cibinel 57121524 ppt sulla didattica•Buone Prassi AIPD Video Resoconto delle osservazioni ,

Riflessione e confronto di gruppo

Sul booklet •Come siamo intelligenti? “•Intelligenze multiple

Sul booklet esercizio su un Stili di apprendimento e Insegnamento

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BiblioBiblio/Sito Grafia/Sito Grafia1 ISTAT 2015 161. ISTAT a.s. 2015-162. Ianes, la speciale normalità, 20063. Enrico Micheli Integrazione e educazione: due diritti in contrasto? 20044. Morin la testa ben fatta 20005 F t P tti C di i St b i i l 19865. Francescato, Puttin, Cudini, Star bene insieme a scuola, 19866. Rogers, la terapia centrata sul cliente19717. Rogers in classe, 1991, dispensa8. Quaderno dell’AIPD9 B one prassi crescono DVD AIPD9. Buone prassi crescono, DVD, AIPD10. Howard Gardner, Forma mentis, saggio sulla pluralità dell’intelligenza, 198711. Indicazioni nazionali per il curricolo, 201212. BRUNER, J. S., Verso una teoria dell’istruzione, e Dopo Dewey13 Sara Auriemma Interventi educativi di speciale normalità nelle scuole secondarie13. Sara Auriemma, Interventi educativi di speciale normalità nelle scuole secondarie14. Diverso da chi per una nuova cultura del rispetto, DVD15. Valutare per insegnare16. Insegnati di sostegno17 P li i i di id li i17. Personalizzazione individualizzazione18. Quaderno AIPD _20

http://aipd.it/http://www.educare.it/j/http://www accaparlante it/http://www.accaparlante.it/http://www.aidaiassociazione.com/https://www.aiditalia.org/https://www.metadidattica.com/https://www professionistiscuola it/

Siti

https://www.professionistiscuola.it/https://www.slideshare.net/imartini/ambienti-apprendimentohttps://www.youtube.com/channel/UCXdkIYgCFWiilvt4WXjOt3w