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Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale –70% - DCB Bologna www.f a r e f utu r o f o n da zi o n e .i t Bimestrale della Fondazione Farefuturo Nuova serie anno III - n. 19 - novembre/dicembre 2009 - Euro 12 Direttore Adolfo Urso Dieci passi nel 2000

Dieci passi nel 2000

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Dieci passi nel 2000

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Page 1: Dieci passi nel 2000

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Il decennio che hariavviato la storia

EDITORIALE

Dieci anni sono passati dall’inizio del tanto atteso TerzoMillennio. Il suo arrivo è stato celebrato in maniera stra-ordinaria in tutto il mondo: festeggiamenti grandiosi,fuochi d’artificio, a Londra è stato costruito persino unospazio apposito, il Millennium Dome, dedicato allanuova era.E anche le attese e le previsioni per gli anni del 2000erano tante e svariate. Per il nuovo Millennio erano atteseapocalissi di tutti i tipi. Tradizionali - perché la fine delmondo non può che arrivare con una cifra tonda - maanche tecnologiche, come il Millennium Bug, il corto cir-cuito che avrebbe mandato in tilt i sistemi informaticidel globo. Anche i pensatori non si erano risparmiati: unostorico del calibro di Francis Fukuyama aveva preconiz-zato addirittura “la fine della storia”, intravedendo, dopola caduta del Muro di Berlino, un futuro lineare e uto-pico, senza più conflitti. La suggestione della cifra sim-bolica, insomma, aveva contagiato un po’ tutti e tutti siaspettavano che il mondo sarebbe cambiato.E infatti in questi dieci anni sono successe molte cose,

anche se non quelle che erano statepreviste. Nessuno poteva prevedere,infatti, l’attentato alle Torri gemelledell’11 settembre del 2001. Ecco, sela storia ha ricominciato a correre è

stato in quel giorno, che verrà ricordato come il vero Ca-podanno del Millennio. Ma altri eventi hanno segnatoquesto decennio, mettendoci di fronte a problematichenuove o a nuovi modi di affrontarle. L’Europa ha adot-tato una moneta unica, l’euro; l’epidemia di Sars ha evi-denziato il rischio della diffusione dei virus nel nostromondo globalizzato; lo Tsunami nell’Oceano Indiano hadato una spinta alla solidarietà e al volontariato; la scom-parsa di papa Wojtyla ha risvegliato un sentimento di re-ligiosità profonda; la riscopertà dell’identità nazionale hatrovato slancio nelle vittorie sportive dell’Italia e nel votolegislativo degli italiani all’estero; l’Unione europea haallargato i suoi confini ai paesi provenienti dall’ex bloccosovietico; gli Stati Uniti hanno eletto il loro primo pre-sidente afroamericano; il mondo, ed è storia di questigiorni, si è trovato a dover affrontare una crisi economicaglobale, che ha coinvolto un po’ tutti. Molte barriere sonocadute in questi anni e molte ne sono state erette dinuove. Ma una cosa è certa: il mondo non è finito.

Molte barriere sonocadute in questi anni e molte ne sono state erette di nuove

www.farefuturofondazione.i tFarefuturo è una fondazione di cultura politica, studi e analisi sociali che si pone l’obiet-tivo di promuovere la cultura delle libertà e dei valori dell’Occidente e far emergereuna nuova classe dirigente adeguata a governare le sfide della modernità e della glo-balizzazione. Essa intende accrescere la consapevolezza del patrimonio comune, dicultura, arte, storia e ambiente, con una visione dinamica dell’identità nazionale, dellosviluppo sostenibile e dei nuovi diritti civili, sociali e ambientali e, in tal senso, svilup-pare la cultura della responsabilità e del merito a ogni livello.Farefuturo si propone di fornire strumenti e analisi culturali alle forze del centrodestraitaliano in una logica bipolare al fine di rafforzare la democrazia dell’alternanza, nelquadro di una visione europea, mediterranea e occidentale. Essa intende operare insinergia con le altre analoghe fondazioni internazionali, per rafforzare la comune idead’Europa, contribuire al suo processo di integrazione, affermare una nuova e vitale vi-sione dell’Occidente.La Fondazione opera in Roma, Palazzo Serlupi Crescenzi, via del Seminario 113.Èun’organizzazione aperta al contributo di tutti e si avvale dell’opera tecnico-scientificae dell’esperienza sociale e professionale del Comitato promotore e del Comitato scien-tifico. Il Comitato dei benemeriti e l’Albo dei sostenitori sono composti da coloro chene finanziano l’attività con donazioni private.

Presidente

Gianfranco FINI [email protected]

Segretario generale

Adolfo URSO [email protected]

Segretario amministrativo

Pierluigi SCIBETTA [email protected]

Consiglio di fondazioneAlessandro CAMPI, Rosario CANCILA, Mario CIAMPI, Emilio CREMONA, Ferruccio FERRANTI, Gianfranco FINI,

Giancarlo LANNA, Vittorio MASSONE, Angelo MELLONE, Daniela MEMMO D’AMELIO, Giancarlo ONGIS, Pietro

PICCINETTI, Pierluigi SCIBETTA, Adolfo URSO

Direttore scientificoAlessandro [email protected]

Direttore editorialeAngelo [email protected]

DirettoreMario [email protected]

Bimestrale della Fondazione Farefuturo Nuova serie anno III - n. 19 - novembre/dicembre 2009 - Euro 12

Direttore Adolfo Urso

Dieci passi nel 2000

Page 2: Dieci passi nel 2000

Il decennio che ha riavviato la storiaEDITORIALE

2000L’apocalisse può attendere- 1FEDERICO BRUSADELLI

Niente paura, diamo spazio alla ragione - 10INTERVISTA A PIERO ANGELA di DOMENICO NASO

20019/11, il giorno che cambiò il mondo - 18ANDREA MANCIA

L’esportazione della democrazia non riguardasolo i militari - 26INTERVISTA A EMMA BONINO di BARBARA MENNITTI

2002La moneta che unisce l’Europa - 37EMANUELA MELCHIORRE

Euro, un salvagente nel mare della crisi - 48INTERVISTA A LORENZO BINI SMAGHI di DOMENICO NASO

2003Aspettando la peste del Terzo Millennio - 56TIZIANA LENZI

Epidemie, prevenzione e buona informazione le cure più sicure - 66FERDINANDO AIUTI

2004Quando le catastrofi risvegliano la solidarietà - 73BARBARA MENNITTI

Niente solisti, il volontariato in Italia è un’orchestra - 78INTERVISTA AD AGOSTINO MIOZZO MIOZZO di DOMENICO NASO

Mai senza l’altro - 84ANDREA RICCARDI

SOMMARIO

Dieci passinel 2000

NUOVA SERIE ANNO III - NUMERO 19 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2009

2005Dal Papa della comunicazione al Papa teologo - 91FEDERICO EICHBERG

Karol Wojtyla: l’amico degli uomini - 97ROCCO BUTTIGLIONE

2006L’Italia s’è desta - 102STEFANO CALICIURI

Quando lo sport non dimentica la Bandiera - 111ITALO CUCCI

2007Romania e Bulgaria, la frontiera d’Europa si sposta ad est - 120PIERLUIGI MENNITTI

L’Europa allargata non è solo una questione geografica - 128INTERVISTA AD ANDREA RONCHI di SILVIA GRASSI

2008Obama, sotto il segno dell’integrazione - 135PIETRO URSO

Il presidente della globalità - 144WALTER VELTRONI

2009Una crisi globale che ha cambiato l’economia - 151MASSIMO LO CICERO

Ripresa economica, si naviga a vista - 164MARIO BALDASSARRI

MINUTA

Una riforma per salvare il sistema sanitario - 176CESARE CURSI

Cisgiordania: la pace passa da qui - 182RODOLFO BASTIANELLI

La Turchia è già Europa - 192GIUSEPPE MANCINI

APPUNTAMENTIA CURA DI BRUNO TIOZZO

PARIGISortir du communisme, changerd'époque. La Fondation pour l'innova-tion politique, insieme alla FondationRobert-Schuman, commemora il ven-tesimo anniversario del crollo del murodi Berlino. L’evento è curato daStéphane Courtois, autore del Libronero del comunismo.Mercoledì 4 – Venerdì 6 novembre

MILANOCome vivere in un mondo che noncomprendiamo.Manifesto per un’economia più ro-busta. L’Istituto Bruno Leoni incontraNassim Nicholas Taleb.Lunedì 16 novembre

MONTREALMulticulturalism and displays of reli-gious symbols: Is there a concern?Il Fraser Institute si interroga sull’ap-proccio scelto dalle autorità canadesiverso l’Islam. Interviene Djemila Ben-habib, autrice del libro Ma vie à con-tre-Coran, une femme témoigne sur lesislamistes.Mercoledì 18 novembre

WASHINGTONRestoring Global Financial Stability.Conferenza del Cato Institute sulle pos-sibili riforme del sistema monetario in-ternazionale.Giovedì 19 novembre

COMO

Futuro della democrazia27-29novembre

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ROMA

Green ItalyMartedì 17 novembre

La fondazione Farefuturo e la Symbola, fondazioneper le qualità italiane organizzano il convegno distudi sul tema “Green Italy. Ambiente, innovazione equalità per sfidare il futuro” a Roma presso la Saladelle Conferenze a piazza Montecitorio dalle 9.30alle 19. Saranno presenti di Gianfranco Fini, presi-dente della Camera dei deputati e della FondazioneFarefuturo, l’Onorevole Ermete Realacci e presi-dente di Symbola e il viceministro e segretario gene-rale della fondazione Farefuturo Adolfo Urso.

DirettoreAdolfo [email protected]

Caporedattore responsabileBarbara [email protected]

Collaboratori di redazione:Roberto Alfatti Appetiti, AlessandroCipolla, Rosalinda Cappello, DilettaCherra, Michele De Feudis, Valeria Falcone,Silvia Grassi, Cecilia Moretti, DomenicoNaso, Giuseppe Proia, Adriano Scianca,Pietro Urso.

Direzione e redazioneVia del Seminario, 113 - 00186 RomaTel. 06/97996400 - Fax 06/97996430E-mail: [email protected]@gmail.com

Segreteria di [email protected]

Progetto graficoElise srlwww.elisegroup.tv

Editrice Charta s.r.l.Abbonamento annuale € 60,sostenitore da €200Versamento su c.c. bancario ,Iban IT57R0101003201000027009725intestato a Editrice Charta s.r.l. -C.c. postale n. 73270258Registrazione Tribunale di Roma N. 419/06

Amministratore unicoGianmaria Sparma

Segreteria amministrativaSilvia Rossi

TipografiaRenografica s.r.l. - Bologna

Ufficio abbonamentiDomenico Sacco

www.chartaminuta.it

BERLINOVon den "Protokollen der Weisen vonZion" bis zum Computerspiel.La Konrad Adenauer Stiftung discutel’antisemitismo dal Protocollo dei Savidi Sion ai videogame moderni.Giovedì 19 novembre

ROMAFree Enterprise, Poverty, and the Fi-nancial Crisis.Seminario dell’Acton Institute pressola Pontificia Università della SantaCroce sugli effetti della crisi economicanei Paesi in via di sviluppo.Giovedì 3 dicembre

BERLINOLiteraturpreisverleihung der Konrad-Adenauer-Stiftung 2009.Cerimonia annuale di consegna delpremio per la letteratura della KonradAdenauer Stiftung.Domenica 6 dicembre

WASHINGTONConservatism and the Quest for Com-munity.William A. Schambra dello Hudson In-stitute interviene presso l’AmericanEnterprise Institute sul comunitarismoconservatore.Martedì 8 dicembre

ROMA

Aznar19 novembre

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Il decennio che ha riavviato la storiaEDITORIALE

2000L’apocalisse può attendere- 1FEDERICO BRUSADELLI

Niente paura, diamo spazio alla ragione - 10INTERVISTA A PIERO ANGELA di DOMENICO NASO

20019/11, il giorno che cambiò il mondo - 18ANDREA MANCIA

L’esportazione della democrazia non riguardasolo i militari - 26INTERVISTA A EMMA BONINO di BARBARA MENNITTI

2002La moneta che unisce l’Europa - 37EMANUELA MELCHIORRE

Euro, un salvagente nel mare della crisi - 48INTERVISTA A LORENZO BINI SMAGHI di DOMENICO NASO

2003Aspettando la peste del Terzo Millennio - 56TIZIANA LENZI

Epidemie, prevenzione e buona informazione le cure più sicure - 66FERDINANDO AIUTI

2004Quando le catastrofi risvegliano la solidarietà - 73BARBARA MENNITTI

Niente solisti, il volontariato in Italia è un’orchestra - 78INTERVISTA AD AGOSTINO MIOZZO MIOZZO di DOMENICO NASO

Mai senza l’altro - 84ANDREA RICCARDI

SOMMARIO

Dieci passinel 2000

NUOVA SERIE ANNO III - NUMERO 19 - NOVEMBRE/DICEMBRE 2009

2005Dal Papa della comunicazione al Papa teologo - 91FEDERICO EICHBERG

Karol Wojtyla: l’amico degli uomini - 97ROCCO BUTTIGLIONE

2006L’Italia s’è desta - 102STEFANO CALICIURI

Quando lo sport non dimentica la Bandiera - 111ITALO CUCCI

2007Romania e Bulgaria, la frontiera d’Europa si sposta ad est - 120PIERLUIGI MENNITTI

L’Europa allargata non è solo una questione geografica - 128INTERVISTA AD ANDREA RONCHI di SILVIA GRASSI

2008Obama, sotto il segno dell’integrazione - 135PIETRO URSO

Il presidente della globalità - 144WALTER VELTRONI

2009Una crisi globale che ha cambiato l’economia - 151MASSIMO LO CICERO

Ripresa economica, si naviga a vista - 164MARIO BALDASSARRI

MINUTA

Una riforma per salvare il sistema sanitario - 176CESARE CURSI

Cisgiordania: la pace passa da qui - 182RODOLFO BASTIANELLI

La Turchia è già Europa - 192GIUSEPPE MANCINI

APPUNTAMENTIA CURA DI BRUNO TIOZZO

PARIGISortir du communisme, changerd'époque. La Fondation pour l'innova-tion politique, insieme alla FondationRobert-Schuman, commemora il ven-tesimo anniversario del crollo del murodi Berlino. L’evento è curato daStéphane Courtois, autore del Libronero del comunismo.Mercoledì 4 – Venerdì 6 novembre

MILANOCome vivere in un mondo che noncomprendiamo.Manifesto per un’economia più ro-busta. L’Istituto Bruno Leoni incontraNassim Nicholas Taleb.Lunedì 16 novembre

MONTREALMulticulturalism and displays of reli-gious symbols: Is there a concern?Il Fraser Institute si interroga sull’ap-proccio scelto dalle autorità canadesiverso l’Islam. Interviene Djemila Ben-habib, autrice del libro Ma vie à con-tre-Coran, une femme témoigne sur lesislamistes.Mercoledì 18 novembre

WASHINGTONRestoring Global Financial Stability.Conferenza del Cato Institute sulle pos-sibili riforme del sistema monetario in-ternazionale.Giovedì 19 novembre

COMO

Futuro della democrazia27-29novembre

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ROMA

Green ItalyMartedì 17 novembre

La fondazione Farefuturo e la Symbola, fondazioneper le qualità italiane organizzano il convegno distudi sul tema “Green Italy. Ambiente, innovazione equalità per sfidare il futuro” a Roma presso la Saladelle Conferenze a piazza Montecitorio dalle 9.30alle 19. Saranno presenti di Gianfranco Fini, presi-dente della Camera dei deputati e della FondazioneFarefuturo, l’Onorevole Ermete Realacci e presi-dente di Symbola e il viceministro e segretario gene-rale della fondazione Farefuturo Adolfo Urso.

DirettoreAdolfo [email protected]

Caporedattore responsabileBarbara [email protected]

Collaboratori di redazione:Roberto Alfatti Appetiti, AlessandroCipolla, Rosalinda Cappello, DilettaCherra, Michele De Feudis, Valeria Falcone,Silvia Grassi, Cecilia Moretti, DomenicoNaso, Giuseppe Proia, Adriano Scianca,Pietro Urso.

Direzione e redazioneVia del Seminario, 113 - 00186 RomaTel. 06/97996400 - Fax 06/97996430E-mail: [email protected]@gmail.com

Segreteria di [email protected]

Progetto graficoElise srlwww.elisegroup.tv

Editrice Charta s.r.l.Abbonamento annuale € 60,sostenitore da €200Versamento su c.c. bancario ,Iban IT57R0101003201000027009725intestato a Editrice Charta s.r.l. -C.c. postale n. 73270258Registrazione Tribunale di Roma N. 419/06

Amministratore unicoGianmaria Sparma

Segreteria amministrativaSilvia Rossi

TipografiaRenografica s.r.l. - Bologna

Ufficio abbonamentiDomenico Sacco

www.chartaminuta.it

BERLINOVon den "Protokollen der Weisen vonZion" bis zum Computerspiel.La Konrad Adenauer Stiftung discutel’antisemitismo dal Protocollo dei Savidi Sion ai videogame moderni.Giovedì 19 novembre

ROMAFree Enterprise, Poverty, and the Fi-nancial Crisis.Seminario dell’Acton Institute pressola Pontificia Università della SantaCroce sugli effetti della crisi economicanei Paesi in via di sviluppo.Giovedì 3 dicembre

BERLINOLiteraturpreisverleihung der Konrad-Adenauer-Stiftung 2009.Cerimonia annuale di consegna delpremio per la letteratura della KonradAdenauer Stiftung.Domenica 6 dicembre

WASHINGTONConservatism and the Quest for Com-munity.William A. Schambra dello Hudson In-stitute interviene presso l’AmericanEnterprise Institute sul comunitarismoconservatore.Martedì 8 dicembre

ROMA

Aznar19 novembre

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Il decennio che hariavviato la storia

EDITORIALE

Dieci anni sono passati dall’inizio del tanto atteso TerzoMillennio. Il suo arrivo è stato celebrato in maniera stra-ordinaria in tutto il mondo: festeggiamenti grandiosi,fuochi d’artificio, a Londra è stato costruito persino unospazio apposito, il Millennium Dome, dedicato allanuova era.E anche le attese e le previsioni per gli anni del 2000erano tante e svariate. Per il nuovo Millennio erano atteseapocalissi di tutti i tipi. Tradizionali - perché la fine delmondo non può che arrivare con una cifra tonda - maanche tecnologiche, come il Millennium Bug, il corto cir-cuito che avrebbe mandato in tilt i sistemi informaticidel globo. Anche i pensatori non si erano risparmiati: unostorico del calibro di Francis Fukuyama aveva preconiz-zato addirittura “la fine della storia”, intravedendo, dopola caduta del Muro di Berlino, un futuro lineare e uto-pico, senza più conflitti. La suggestione della cifra sim-bolica, insomma, aveva contagiato un po’ tutti e tutti siaspettavano che il mondo sarebbe cambiato.E infatti in questi dieci anni sono successe molte cose,

anche se non quelle che erano statepreviste. Nessuno poteva prevedere,infatti, l’attentato alle Torri gemelledell’11 settembre del 2001. Ecco, sela storia ha ricominciato a correre è

stato in quel giorno, che verrà ricordato come il vero Ca-podanno del Millennio. Ma altri eventi hanno segnatoquesto decennio, mettendoci di fronte a problematichenuove o a nuovi modi di affrontarle. L’Europa ha adot-tato una moneta unica, l’euro; l’epidemia di Sars ha evi-denziato il rischio della diffusione dei virus nel nostromondo globalizzato; lo Tsunami nell’Oceano Indiano hadato una spinta alla solidarietà e al volontariato; la scom-parsa di papa Wojtyla ha risvegliato un sentimento di re-ligiosità profonda; la riscopertà dell’identità nazionale hatrovato slancio nelle vittorie sportive dell’Italia e nel votolegislativo degli italiani all’estero; l’Unione europea haallargato i suoi confini ai paesi provenienti dall’ex bloccosovietico; gli Stati Uniti hanno eletto il loro primo pre-sidente afroamericano; il mondo, ed è storia di questigiorni, si è trovato a dover affrontare una crisi economicaglobale, che ha coinvolto un po’ tutti. Molte barriere sonocadute in questi anni e molte ne sono state erette dinuove. Ma una cosa è certa: il mondo non è finito.

Molte barriere sonocadute in questi anni e molte ne sono state erette di nuove

www.farefuturofondazione.i tFarefuturo è una fondazione di cultura politica, studi e analisi sociali che si pone l’obiet-tivo di promuovere la cultura delle libertà e dei valori dell’Occidente e far emergereuna nuova classe dirigente adeguata a governare le sfide della modernità e della glo-balizzazione. Essa intende accrescere la consapevolezza del patrimonio comune, dicultura, arte, storia e ambiente, con una visione dinamica dell’identità nazionale, dellosviluppo sostenibile e dei nuovi diritti civili, sociali e ambientali e, in tal senso, svilup-pare la cultura della responsabilità e del merito a ogni livello.Farefuturo si propone di fornire strumenti e analisi culturali alle forze del centrodestraitaliano in una logica bipolare al fine di rafforzare la democrazia dell’alternanza, nelquadro di una visione europea, mediterranea e occidentale. Essa intende operare insinergia con le altre analoghe fondazioni internazionali, per rafforzare la comune idead’Europa, contribuire al suo processo di integrazione, affermare una nuova e vitale vi-sione dell’Occidente.La Fondazione opera in Roma, Palazzo Serlupi Crescenzi, via del Seminario 113.Èun’organizzazione aperta al contributo di tutti e si avvale dell’opera tecnico-scientificae dell’esperienza sociale e professionale del Comitato promotore e del Comitato scien-tifico. Il Comitato dei benemeriti e l’Albo dei sostenitori sono composti da coloro chene finanziano l’attività con donazioni private.

Presidente

Gianfranco FINI [email protected]

Segretario generale

Adolfo URSO [email protected]

Segretario amministrativo

Pierluigi SCIBETTA [email protected]

Consiglio di fondazioneAlessandro CAMPI, Rosario CANCILA, Mario CIAMPI, Emilio CREMONA, Ferruccio FERRANTI, Gianfranco FINI,

Giancarlo LANNA, Vittorio MASSONE, Angelo MELLONE, Daniela MEMMO D’AMELIO, Giancarlo ONGIS, Pietro

PICCINETTI, Pierluigi SCIBETTA, Adolfo URSO

Direttore scientificoAlessandro [email protected]

Direttore editorialeAngelo [email protected]

DirettoreMario [email protected]

Bimestrale della Fondazione Farefuturo Nuova serie anno III - n. 19 - novembre/dicembre 2009 - Euro 12

Direttore Adolfo Urso

Dieci passi nel 2000

Page 5: Dieci passi nel 2000

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DI FEDERICO BRUSADELLI

L’arrivo del Terzo Millennio era stato preceduto da svariate profezie, perlopiùfuneste. Dalla fine del mondo

al Millennium bug, da Nostradamus a Malachia,le Cassandre di tutti i tempi non si erano certorisparmiate. E il mondo è cambiato davvero, ma in maniera del tutto inaspettata.

L’APOCALISSE

Page 7: Dieci passi nel 2000

Doveva finire il mondo, il primogennaio del 2000. O almeno, peri più ottimisti, ne doveva iniziareuno nuovo di zecca. Non erano inpochi, all’alba del nuovo millen-nio, quelli che avevano ceduto alfascino dell’Apocalisse annuncia-ta. A fornire le suggestioni di unCapodanno speciale, senza volerscomodare la Bibbia, bastava ilsolito Nostradamus, accompa-gnato magari dalle profezie di

Malachia e, per i più raffinati, daquelle della monaca di Dresda, omagari qualche suggestione più“popolare” come il criptico (e fi-nalmente inutilizzabile) monitodel Mille e non più mille. Ma il fa-scino del passaggio di millennio èirresistibile, c’è poco da fare. Tra-dizioni diverse e sparse negli an-goli più disparati del mondo han-no spesso costruito il loro sistemadi credenze su questo. Il millena-

2000 - IL NUOVO MILLENNIOFederico Brusadelli

PUÒ ATTENDERE

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rismo è sempre esistito. E allora èstato naturale che, nella nottedell’ultimo giorno del Ventesimosecolo, nascesse la tentazione dicercare un significato che trascen-desse il semplice scorrere deltempo e la convinzione di dovervivere un attimo necessariamentecarico di significato (fosse anchela paura della fine). Così, se pergli “apocalittici integralisti”quella mezzanotte doveva mette-re un punto, per tutti gli altri do-veva essere almeno un inizio. Unospartiacque, una svolta. Un gior-no da ricordare, come minimo.L’inaugurazione diun mondo nuovo,di una nuova era.Ma la storia non ri-spetta il calenda-rio: il secondo mil-lennio è arrivatopuntuale, cometutti gli altri anni.Niente Apocalisse, niente segni osimboli. Non c’è stato spazio ne-anche per il tanto temuto Mille-nium Bug: il baco – nome in co-dice Y2K – che doveva mandarein tilt i sistemi informatici ditutto il mondo, “resettando” diun secolo la nostra civiltà, più cheinfestare i computer, ha infestatoi giornali e le televisioni per tuttoil 1999 (si legge su Wikipediache il primo allarme sul baco delmillennio risalirebbe, addirittu-ra, al 1984). A Londra, per cele-brare l’avvenimento, avevano co-struito il Millennium Dome, av-veniristico spazio per mostre espettacoli, con aree tematiche de-dicate al corpo, alla mente, allafede, al viaggio. E con un dia-

mante da duecento carati – ilMillennium Star – come feticciodella Nuova Età. Insomma, il mondo non è finito.Per fortuna. E, con altrettantafortuna, non è finita neanche lastoria. Non erano dello stesso av-viso quei pensatori, come lo stori-co Francis Fukuyama, che con lacaduta del Muro avevano vistospalancarsi davanti all’umanità ilpercorso, lineare e forse un po’anche noioso, verso un futuroutopico. La fine della GuerraFredda lasciava presagire la vitto-ria definitiva del sistema occiden-

tale, il trionfo del-la pace globale.Qualche conflittoregionale (i Balca-ni e il Golfo, pere s empio ) nonavrebbero com-promesso il sognodi un mondo com-

plessivamente tranquillo. Gli an-ni Novanta avevano testimoniatola ripresa del progetto di una go-vernance mondiale, incentrata sulsistema delle Nazioni Unite, edera lecito immaginare che nel de-cennio successivo la trasformazio-ne sarebbe giunta a compimento.Ordo ab chao, l’ordine dal caos, co-me avevano sperato due secoliprima i padri fondatori degli Sta-ti Uniti d’America. Solo che, nelfrattempo, il sogno era diventatoglobale. Non solo democrazia esuccesso della new economy (il 10marzo del 2000 l’indice Nasdaqtoccava il suo massimo storico),ma anche diffusione dei dirittiumani, risoluzione pacifica deiconflitti, cooperazione fra i popo-

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È stato l’11 settembreil vero Capodannodel Millennio: è lìche la storia ha ripresoil suo corso

Page 9: Dieci passi nel 2000

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li, sconfitta delle malattie, inim-maginabili progressi scientifici etecnologici: nei primi dodici me-si del terzo millennio è stato mes-so sul mercato Windows 2000, èstato prodotto il primo cortome-traggio distribuito esclusivamen-te su internet, è stata portata atermine la prima fase della map-patura del genoma, è stata lancia-ta nello spazio il primo equipag-gio “residente” della storia. Ecco,a distanza si può dire che se una“anticipazione di futuro” si è con-solidata, in questo decennio, èstata proprio la promessa tecnolo-gica. Perché la tec-nologia non solo hasconfitto il baco,senza collassare,ma ha accelerato ilsuo trionfo: voltan-dosi indietro ades-so, dieci anni dopo,non è difficile ve-dere che se qualcosa nel mondoche ci circonda è cambiato, se unadelle profezie futuristiche del se-colo scorso si è avverata, si trattasenza dubbio del nostro rapportocon le nuove tecnologie. E del lo-ro peso nelle nostre vite. Magarinon ce ne siamo accorti subito,perché non è stata una svolta im-mediata. Non è stata eclatante,ma costante e diffusa. Allora chipoteva pensare, per esempio, chela rete negli anni successivi ciavrebbe avvolti così tanto da ren-derci difficile farne a meno, per illavoro e lo studio, per la vita so-ciale e per quella privata? Che isocial network ci avrebbero tessutoattorno ragnatele globali da cuidifficilmente ci libereremo? Face-

book, Twitter e Youtube hannocambiato il mondo in cui vivia-mo forse più di quanto possiamopensare, e hanno cambiato anchenoi più di quanto ci piaccia am-mettere. Per dirla con il giornali-sta Gianluca Nicoletti, c’è addi-rittura un “uomo nuovo” prontoa nascere, generato dalle nuovetecnologie di comunicazione.L’avatar di se stesso, pura coscien-za che si libera del supporto cor-poreo. Forse messa così suona unpo’ esagerata, ma se non è unanuova era questa… Al di là della promessa tecnolo-

gica, per tutto ilresto la storia hacome sempre in-franto i program-mi. Se il terzomillennio dovevaportare il mondover so l ’ apogeodell’ordine inter-

nazionale e della pace fra le na-zioni, il suo primo anno ci hascaraventato sul baratro del caose del conflitto globale (o, alme-no, sul baratro della paura di unconflitto globale). Nel marzo del2000, in tempi ancora fertili perle speranze globali, GiovanniPaolo II, con un discorso a suomodo storico, aveva chiesto scusaal mondo per gli errori dellaChiesa; e pochi giorni dopo si erarecato, primo pontefice a farlo, invisita in Israele. Il primo annodel Millennio si apriva, insom-ma, regalando fondate speranzedi poter costruire con successoun vero dialogo fra le religioni:non solo la spinta della Chiesacattolica, ma anche l’apparente

C’è un “uomo nuovo”pronto a nascere,generato dalle nuoveforme tecnologiche di comunicazione

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rafforzamento dell’Islam laico emodernizzatore, e i tentativi diricucire il conflitto tra israelianie palestinesi. Ma quello stessoanno si chiudeva, la sera della vi-gilia di Natale, con un cupo av-vertimento: in Indonesia, grandenazione musulmana, un gruppodi fanatici islamisti, con una se-rie di esplosioni programmatenelle chiese cristiane di tutto ilpaese, uccideva diciotto persone. È stato l’undici settembre il verocapodanno del Millennio: è lì chela storia ha ripreso il suo corso,

con esiti imprevedibili e indesi-derabili, con il ritorno degli Statie il declino dell’Onu, con il peri-colo diffuso e invisibile del terro-rismo internazionale, con lo spet-tro del fondamentalismo e il raf-forzamento dei cantori delloscontro di civiltà. E con ricadutenegative sull’immigrazione,sull’economia, sulla vita culturalee sulle abitudini quotidiane. Suirapporti fra scienza e fede, persi-no. Le identità, anziché dissolver-si nel quadro di un’umanità paci-ficata, si sono cristallizzate per

IL PERSONAGGIO

Nostradamus nasce in Francia, a Saint-Remy-de-Provence, il 14 dicembre 1503, in pienoperiodo Rinascimentale. Le origini di Michelde Notre-Dame sono ebree. I poteri e le spe-ciali doti di preveggenza per cui Nostradamusoggi è noto a tutti, derivano si dai suoi studima anche, pare, dalla dote congenita nelleorigini della sua famiglia. Il nonno Pietro deNotre-Dame, anch’egli medico e astrologo,discendeva dalla tribù ebrea di Isscar. Questatribù si dice che si impossessò dei documentirinvenuti nelle camere di iniziazione egizie, ditutte le formule geometriche, cosmologiche ealgebriche usate in seguito nella Torah e nellacostruzione del tempio di Salomone. Dopo ladiaspora il sapere si tramandò fino ad arrivarenelle mani di Nostradamus. Anche nella Bib-bia vi è testimonianza del fatto che i discen-denti di Isscar avessero speciali doti profeti-che. A sedici anni Michel è già conoscitoredella lingua latina, greca ed ebraica. Inoltre hagià buona dimestichezza con i principi diastronomia e le pratiche mediche. A dicias-sette anni conclude gli studi presso l’Univer-sità di Avignone; in seguito studia alla presti-gisa Università di Montpellier. A trent’anni èun illustre medico conosciuto con il nome di

Nostradamus. Anche spinto dalla voglia divenire a contatto con altri studiosi, Nostrada-mus intraprende diversi viaggi per tutta l’Eu-ropa, durante i quali ha occasione di incontra-re e conoscere Paracelso e Agrippa. In Italia, aSavona, sente il bisogno di inginocchiarsi erendere omaggio ad un giovane monaco,mentre passava per strada: il monaco sarebbediventato papa Sisto V. Nel 1546 Nostrada-mus viene richiamato in Provenza, dove nelfrattempo si era nuovamente abbattuto il fla-gello della peste. Stanco delle incomprensionifamiliari e private, ma anche della vita avven-turosa che aveva sin lì condotto, l’anno se-guente decide di concentrarsi sugli studiastronomici, ritirandosi nel suo piccolo osser-vatorio di Salon-de-Provence. Nostradamusper tutta la sua vita sarà uomo di scienza, me-dico e astrologo, sarà mirabile filosofo e poe-ta, nonchè attento osservatore della politica,tanto da essere guardato con sospetto daidetentori del potere. Benchè ebreo, praticò lareligione cattolica, e fu osservante della Rifor-ma di Lutero. La sua opera e documento piùconosciuto sono le Centurie astrologiche, libriprofetici dal linguaggio oscuro che ancora og-gi non finiscono di incantare e incuriosire per

NOSTRADAMUS E LA FINE DEL MONDO

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meglio difendersi, si sono induri-te per meglio prepararsi alloscontro. Nel 2002 Stephen JayGould scriverà: «Molti sostengo-no, secondo me a ragione, che ilVentesimo secolo non sia in realtàiniziato nel 1900 o nel 1901,bensì alla fine della Prima guerramondiale, quando si infransero leillusioni di progresso e di avanza-mento dell’umanità. Ecco, ho ilsospetto che gli storici di domanisegneranno l’avvento del terzoMillennio a partire dall’11 set-tembre 2001». A posteriori, pos-

siamo dire che ci aveva visto giu-sto. E che cent’anni dopo, il mec-canismo è stato lo stesso: la storiaha ripreso a correre con il crollodelle illusioni. E così l’alba del Millennio ha vi-sto l’arrivo di un nuovo protago-nista sul palcoscenico globale:l’Islam. Fino a quel momento aimargini dell’attenzione di un Oc-cidente impegnato a gustarsi lavittoria e le promesse di pace, ilmondo islamico ha preso brusca-mente un posto di primo pianosulla scena mondiale. Paesi come

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i contenuti. Scritte in quartine poetiche, leCenturie contengono autentiche premonizioniottenute attraverso la pratica astrologica maanche mediante procedimenti magici. Nel 1556Caterina de’ Medici fornì all’indovino l’occasio-ne di diventare celebre. Dopo aver predetto unfatale incidente di re Enrico II, subito in un tor-neo, Caterina inviò Nostradamus a Parigi: tuttoaccadde proprio come l’astrologo aveva pre-detto. Nel 1564 Carlo IX, secondo figlio di Ca-terina de Medici, rese visita a Nostradamus, aSalon: in seguito Nostradamus venne promos-so consigliere del re di Francia. Le Centurie ab-braccia un arco temporale che si estende finoalla fine dei tempi, che sarebbe collocata intor-no all’anno 3797. Tuttavia queste profezie ri-mangono misteriose soprattutto per i numero-si equivoci e ambiguità che le diverse interpre-tazioni possono suscitare. Dopo aver vissuto62 anni, 6 mesi e 17 giorni, Nostradamus morìa Salon il 2 luglio 1566. La popolazione, che lovenerava come un santo, dopo la sua morte fe-ce della sua tomba un luogo di pellegrinaggio.Si ritiene che il suo feretro sia stato profanatodurante la Rivoluzione francese e che egli te-nesse in mano una tavoletta con inscritte la da-ta della violazione della tomba e alcuni anate-mi rivolti al violatore; questi sarebbe morto ilgiorno dopo il suo crimine.

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l’Afghanistan e il Pakistan, fino aquel momento oggetto delle at-tenzioni di specialisti, sonopiombati al centro delle riflessio-ni, delle analisi, delle strategie. Siè materializzato lo spettro delfondamentalismo, tanto da met-tere seriamente in discussionel’idea stessa che l’integrazione fraculture fosse possibile. Le dueTorri crollate hanno oscurato de-finitivamente – e in parte conti-nuano a farlo tuttora – quei pro-gressi che parevano irreversibili.La fede – come anche la politica –si è ritirata nei territori più sicuridell’identità e della tradizione. Ma non solo l’Islam è piombatoinaspettato a cambiare i pro-grammi. Anche la Russia hascompaginato le previsioni: lagrande sconfitta della GuerraFredda, considerata ormai avviatanecessariamente sulla via dell’Oc-cidente (si favoleggiava addirit-tura di una partnership forte conl’Unione europea, se non diun’adesione vera e propria). Ma itanti errori degli anni di Eltsinhanno generato, invece di una li-beraldemocrazia moderna, laRussia di Putin. Un uomo quasisconosciuto al mondo, quando èentrato al Cremlino il 26 marzodel 2000, meno di otto mesi pri-ma della vittoria di George W.Bush negli Stati Uniti (due presi-denti eletti nel corso del primoanno di quel decennio che, più dialtri, avrebbero plasmato: ecco,qui forse la storia un po’ lo ha ri-spettato, il calendario). Con l’ar-rivo di questo nuovo attore, no-stalgico della potenza “continen-tale” della Russia zarista e del-

Non credete alle profezie dei Mayache indicano il 2012 come fine diun’era e inizio di una nuova epoca?Ma se la scienza ci portasse a conclu-sioni analoghe? Prendiamo alcuniesempi: da alcuni decenni, ma in mi-sura maggiore dal 2003, l’attività so-lare è in pieno fermento, come non loera dall’ultima glaciazione. Secondogli astrofisici raggiungerà il picco nel2012. Il campo magnetico terrestre –nostra prima difesa contro le radia-zioni solari – ha sviluppato falle delledimensioni dell’attuale buco nel-l’ozono. I poli terrestri si stannoscambiando di posto. Alcuni geofisicirussi pensano che l’intero sistemasolare sia entrato in una nube ener-getica che sta contemporaneamentealimentando e destabilizzando il So-le. La Terra potrebbe entrare nellanube tra il 2010 e il 2020. Gli stessiscienziati che hanno fissato l’estin-zione del 70% delle specie viventi65milioni di anni fa, calcolano cheuna seconda analoga catastrofe siagià in ritardo di un milione di anni. Ilsupervulcano di Yellowstone, cheerutta ogni sei-settecentomila anni, èpronto a svegliarsi.

IL LIBRO

2012, PREPARIAMOCIALL’ARMAGEDDOM

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l’Unione Sovietica, l’Europa hascoperto che anche nel terzo Mil-lennio l’energia era un problema.Il risiko dei gasdotti, i ricatti sulprezzo del gas, il rischio di nonpotersi riscaldare d’inverno: tuttecose che in pochi avrebbero im-maginato di trovarsi davanti nelfuturistico Duemila.E poi, la Cina. «Quando si risve-glierà, farà tremare il mondo»,aveva predetto Napoleone. Certo,l’ascesa della Repubblica popola-re nel novero delle grandi poten-ze, la sua uscita dall’esotismo e lafuga dall’esperimento maoistaverso un nuovo esperimento dicapitalismo senza liberalismo, hacambiato la politica internaziona-le e l’economia, ma anche la cul-tura popolare e l’immaginariocollettivo. Ha fatto davvero tre-mare il mondo, il rinato “pericologiallo”. Il premio Nobel per laletteratura a Gao Xinjiang, nel-l’ottobre 2000, e l’assegnazione aPechino delle Olimpiadi del2008, annunciata il 13 luglio2001, hanno reso chiara al mondola direzione verso cui l’Impero dimezzo aveva deciso di marciare apasso spedito: potenza economi-ca, commerciale e culturale. Insomma, un mondo nuovo è na-to. Né Utopia, né Armageddon,però. Il Millennium Dome, dopogli entusiasmi dei primi giorni,ha rischiato la bancarotta e oggi,quasi a dimostrare che la febbredel Millennio è un lontano e pal-lido ricordo, una follia passeggerariassorbita dalla realtà, oggi quel-lo spazio che della Nuova Era do-veva essere quasi il tempio è unsemplice – per quanto bello,

grande e moderno – centro com-merciale. Con tanto di fast food ecinema multisala. Ma adesso, delusi dai numeri ton-di e incapaci di aspettare il Tremi-la, ci si affida al 2012. Perchésembra che fascicoli di profezieprovenienti da ogni angolo delmondo e da ogni epoca puntinoverso quell’anno (i più precisi ag-giungono anche il giorno, il 21dicembre, solstizio d’inverno). Ègià ora di riparlare di fine delmondo? Tra evocazioni di Atlan-tide e tempeste solari, sconvolgi-menti climatici e inversione deipoli magnetici, si prevede un an-no affatto tranquillo. Ma anchequi, come dieci anni fa, c’è anchechi spera che, dopo la coda vele-nosa di un vecchio mondo, l’uma-nità sia pronta a rinascere. Come,non è dato saperlo. È probabileche la storia non finirà neanchequel giorno, e qualcuno ci resteràmale. Ma a sperare in qualcosa dimeglio non si fa danno. Tanto, perl’Apocalisse, c’è sempre tempo.

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FEDERICO BRUSADELLIScrive per Ffwebmagazine e collabora con ilSecolo d’Italia. Laureato in Lingue e civiltàorientali, ha seguito il master “Tutela interna-zionale dei diritti umani” presso l’Università LaSapienza di Roma.

L’Autore

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