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Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004 Il rischio da laser: cosa è e come affrontarlo; analisi di un problema non così lontano da noi

Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

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PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004 Il rischio da laser: cosa è e come affrontarlo; analisi di un problema non così lontano da noi. Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano. - PowerPoint PPT Presentation

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Dimitri Batani

Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004

Il rischio da laser: cosa è e come affrontarlo; analisi di un problema non

così lontano da noi

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Dimitri Batani

Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

Caterina Giuliani

Servizio prevenzione e protezione - Settore risorse umane - ufficio formazione

PROGRAMMA CORSO DI FORMAZIONE OBBLIGATORIO ANNO 2004

Il rischio da laser: cosa è e come affrontarlo; analisi di un problema non

così lontano da noi

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Applicazioni dei Laser:

Lettori di CD e DVD Fotocopiatrici Laser Lettori di codice a barre Show di luci / discotechePointer Microlavorazioni Taglio di materiali Industria elettronica (litografia) Chirurgia (bisturi laser)Chirurgia dell’Occhio Trattamenti estetici (epilazione, rimozione rughe e macchie della pelle, rimozione tatuaggi)Microscopia (es. confocale, a due fotoni, Raman, ...) Ablazione e deposizione di materialiSpettroscopia Sorgenti di radiazione secondaria (X, UV)Metrologia LIDAR (misure dell’atmosfera)Telecomunicazioni in fibra otticaRICERCA

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i) cosa e' un laser

ii) rischi da laser

iii) classificazione dei laser

iv) misure di sicurezza

v) un esempio

vi) normative

Piano del corso:

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Non e’ un corso di fisica, ma alcune cose e’ necessario saperle…

Che cosa e’ un laser 1:

Cioè: amplificazione della luce per emissione stimolata di radiazione

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c = (velocità = frequenza X lunghezza d’onda)

Luce e onde elettromagnetiche:

E = h (energia fotone = costante Planck X frequenza)

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Luce normale

Che cosa e’ un laser 2:

Due “ingredienti”

BASSA DIREZIONALITA’BASSA MONOCROMATICITA’BASSA COERENZABASSA POTENZA

ALTA DIREZIONALITA’ALTA MONOCROMATICITA’ALTA COERENZAALTA POTENZA

- IL MECCANISMO DI EMISSIONE (Emissione Stimolata vs. Emissione Spontanea)

- LA CAVITA’ OTTICA RISONANTE

Luce laser

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Interazione luce - materia:

COME AVVENGONO L’ASSORBIMENTO E L’EMISSIONE DELLA LUCE DA PARTE DI UN ATOMO (O UNA MOLECOLA)?

LA LUCE VIENE EMESSA E ASSORBITA IN “QUANTI” DEL CAMPO E.M. (FOTONI)CON ENERGIA CORRISPONDENTE AL SALTO ENERGETICO DEL SISTEMA

L’ATOMO DI IDROGENO: MODELLO DI BOHR

PROTONE

ELETTRONE

FOTONE

h = E = E

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Due modi per emettere la luce:

EMISSIONEINCOERENTE

EMISSIONE SPONTANEA

EMISSIONE STIMOLATA

L’ATOMO IN UNO STATO ECCITATO E2 PASSA “SPONTANEAMENTE”, (CIOE’ SENZA NESSUNA

SOLLECITAZIONE ESTERNA) IN UNO STATO MENO ECCITATO E1

L’ATOMO IMMERSO IN UN CAMPO E.M. DI FREQUENZA UGUALE A QUELLA PROPRIA DELLA

TRANSIZIONE (E2 – E1)/h, VIENE “INDOTTO” A COMPIERE LA TRANSIZIONE ENERGETICA

(CIOE’ LA PRESENZA DI UN FOTONE“STIMOLA” L’EMISSIONE DI UN FOTONE ALLA STESSA )

E1 E1

E2 E2

E2

E1

E2

E1

EMISSIONECOERENTE

DUE FOTONI INDISTINGUIBILI: STESSA FREQUENZA, DIREZIONE, FASE E POLARIZZAZIONE

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Principio di funzionamento laser:

ASSORBIMENTO DELLA LUCEMENTRE PROPAGA IN UN MATERIALE

EMISSIONE ED AMPLIFICAZIONE DELLA LUCE IN UN MEZZO DOVE E’ STATA PRODOTTAUN’INVERSIONE DI POPOLAZIONE (OVVERO CI SONO PIU’ ATOMI NELLO STATOECCITATO E2 CHE NELLO STATO E1)

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Il ruolo della cavità ottica:

SCHEMA DI PRINCIPIO DI UN LASER

EMISSIONEDI LUCE LASER

SPECCHIOPARZIALMENTERIFLETTENTESPECCHIO

COMPLETAMENTERIFLETTENTE

MEZZO ATTIVO

SISTEMA DI POMPAGGIO(CHE SERVE A CREARE L’INVERSIONE DI POPOLAZIONE NEL MEZZO OTTICO)

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Piccola storia dei laser:

1917: EINSTEIN formula la teoria dell’emissione stimolata per spiegare la legge di corpo nero di Planck1939: V.Fabrikant (URSS) prevede l’uso dell’emissione stimolata per amplificare onde “corte”1950: messa a punto del pomappgio ottico (inversione di popolazione grazie all’energia luminosa) da parte di A.KASTLER e J.BROSSEL1951: C.TOWNES (USA) N.BASOV, A.PROKHROV (URSS) teoria dell’emissione stimolata per l’amplificazione1954: GORDON mette a punto il MASER (Microwave Amplification by Stimulated Emission of Radiation)1958: TOWNES e A.SCHAWLOW, e BASOV, indicano che il principio del MASER può essere applicato alla luce1960: BASOV, O.KROKHIN e Yu.POPOV sviluppano la teoria del laser1960: primo laser a rubino realizzato da T.MAIMAN negli USA1961: primo laser a gas sviluppato da A.JAVAN, W.BENNET e D.HERRIOT (He-Ne). E’ il laser più usato nel mondo1963: messa a punto del laser ad anidride carbonica da parte di C.PATEL1963: Premio Nobel in Fisica per l’invenzione del laser a BASOV, TOWNES e PROKHROV 1969: funzionamento a temperatura ambiente dei laser a semiconduttori (diodi laser)

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Lunghezza d’onda

Frequenza di ripetizione

Potenza Media

Energia per impulso

Durata impulso

Potenza di Picco

Intensità

Parametri dei laser:

Visibile, near IR, near UV

CW, 100 MHz, kHz, Hz, single shot

mW W kW

pJ mJ J kJ

µs ns ps fs

MW GW TW

mW/cm2 1018 W/cm2

f

P

E = P f

t

Po = E / t

I = P / S

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Tipi di Laser:

Laser a gas: laser ad atomi neutri: elio neon He-Neelio cadmio (He-Cd)cromo Cr

laser ad ioni: argon Ar+iodio

laser molecolari: anidride carbonica CO2azoto N2eccimeri (KrF, XeCl,…)chimici (HF, DF,..)vapori metallici (Cu,..)

Laser a stato solido: rubinovetro (drogato Nd, …)YAG e YLF drogati Nd, ..

Laser a colorantiLaser a semi-conduttori(Laser ad elettroni liberi)

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Laser a Iodio PALS di Praga:

=1.3 µm = 450 psec E = 1500 J

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Laser NIF e Megajoule:

Fusione Termonucleare controllata

Nd:vetro2 MJ10 ns200 fasci

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Taglio Laser:

MACCHINA LASER CO2 DA 2000 W PARTICOLARI TAGLIATI CON LA MACCHINA LASER

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Microscopio confocale a laser:

Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze

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Evoluzione prestazioni laser:

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In termini semplici possiamo pensare ad una sorta di “ordine” dei fotoni

In pratica una coerenza elevata implica una elevata focalizzabilità del laser (macchia focale molto piccola, intensità elevata)

Che cos’è la coerenza (spaziale):

I = P /S = E / S

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L’occhio umano:

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Confronto tra il sole e un laser:

SOLE:

Intensità massima luce solare a terra = 1 kW/m2 or 1 mW/mm2

Assumendo un diametro pupillare di 2 mm l’area è circa 3 mm2 Quindi la potenza raccolta dall’occhio è = 3 mWIl sole forma un’immagine ≈ 100 µm di raggio sulla retina (area = 0.03 mm2)L’intensità sulla retina (Potenza/Area) = 3 mW/0.03 mm2 = 100 mW/mm2.

Tipico laser He Ne da 1 mW (o laser pointer):

Potenza (P) = 1 mW, raggio del fascio = 1 mmForma un’immagine con raggio di 10 µm (area dello spot = 3 10-4 mm2)L’ intensità dell’HeNe sulla retina è 1 mW/(3 10-4 mm2) = 3100 mW/mm2

31 volte l’intensità del sole!!

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Meccanismi di danno 1:

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Meccanismi di danno 2:

Effetto Fototermico: parte della radiazione incidente è assorbita dei tessuti. La temperatura aumenta ad un livello tale da provocare un danno. Bruciature della retina da laser

Effetto Fotochimico: impulsi lunghi che non provocano un aumento di temperatura. Dipende dall’energia totale piuttosto che dalla potenza (come l’effetto fototermico)

CALORE

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Meccanismi di danno 3:

Effetto Fotoacustico (o da onda d’urto): Impulsi laser brevi e di alta energia. Una dose significativa di energia è assorbita in tempi brevi rispetto alla diffusione termica. Ablazione e rapida espansione del materiale, esplosione e onda d’urto, danno esteso alla retina. Effetti proporzionali all’energia dell’impulso.

SHOCK

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Vista prima del danno:

Visione telecamera Visione dell’occhio

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Effetti del danno:

Visione telecamera Visione dell’occhio

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Trasparenza dell’occhio:

Laser visibili e IR:Danni alla retina

Laser UV:Danni alla cornea

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Curva di visibilità dell’occhio umano:

Attenzione ai laser ai limiti della curva che sembrano poco intensi!!

max = 555 nm (verde)

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Sicurezza nell’irraggiamento laser:

LIMITI

ESPOSIZIONE MASSIMA PERMESSA (EMP o MPE): Il livello di radiazione al quale, in circostanze normali, una persona può essere esposta senza subire alcun effetto

LIMITE D’EMISSIONE ACCESSIBILE (LEA o AEL): Il livello di radiazione massimo permesso in particolari in circostanze

DISTANZA E ZONA NOMINALE DI RISCHIO OCULARE (ZNR): zona all'interno della quale il livello della radiazione è superiore all'EMP applicabile; all'interno di questa zona si possono avere danni oculari.

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Classificazione dei laser:

CLASSE 1: intrinsecamente sicuri: l’EMP non può essere MAI superata (potenza bassa o laser interamente CHIUSO in un contenitore con interlock). P< 0.4 µW nel visibile

CLASSE 2: radiazione visibile con potenza < 1mW. Normalmente il riflesso di

chiusura delle palpebre (0.25 s) è sufficiente per la protezione dell’oicchio

CLASSE 3A: radiazione visibile CW con potenza < 5mW e intensità < 2.6 mW/cm2 (non più di 1 mW passi attraverso un’apertura di 7 mm di diametro). Pericolosi se visti tramite strumenti ottici.

CLASSE 3B: radiazione visibile o invisibile, CW o impulsata. La visione diretta o tramite riflessione speculare e’ SEMPRE pericolosa ma in certe circostanze possono essere visti tramite riflessione diffusa

CLASSE 4: laser di potenza. Danni da riflessioni diffuse. Danni alla pelle. Pericoli di incendio

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“Altri” rischi dei laser:

PERICOLO classe dei laser

1 2 3A 3B 4Occhio:

i) irraggiamento direttoii) riflessioni speculariiii) riflessioni diffuse

1*1*

**

**

***

Pelle :i) Lesioniii) Rischio cancerogeno UV UV UV

*UV

Incendio *

Rischio Elettrico Per laser alimentati ad alta tensione equando vengono aperti

Rischio Chimico Laser a coloranti (DYE)Laser a gas (KrF, XeCl, …)Gas da interazione laser bersaglio

1* solo se il laser viene guardato volontariamente per più di 0.25 s

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Prevenzione:

DUE LIVELLI:

•PREVENZIONE COLLETTIVA

•PREVENZIONE INDIVIDUALE

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Prevenzione collettiva:

La parte normativa: - i livelli coinvolti- gli avvisi - i controlli -i permessi di accesso- ecc

La parte medica: Con laser di classe 3 e 4, gli operatori laser devono essere sottosposti a visita (in particolare FONDO RETINA) da parte del medico del lavoro o del Medico Competente (soggetto dotato delle competenze ed incaricato dall'Università della sorveglianza medica del personale esposto a rischi specifici): - All’assunzione- Almeno ogni 3 anni- In caso di incidente (o di sintomi oculari)

La Formazione: Per TUTTO il personale che frequenta il laboratorio laser

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Sicurezza laser, livelli coinvolti:

.

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione: persona che è stata incaricata ai sensi dell'art. 4 del D.Lgs 626/94

Medico Competente: soggetto dotato delle competenze ed incaricato dall'Università della sorveglianza medica del personale esposto a rischi specifici.

Direttore di Struttura: (Dipartimento, Istituto o Centro interuniversitario); verifica l'applicazione della normativa sulla sicurezza nell'ambito della propria Struttura. Il Direttore ed il Responsabile devono acquisire le indicazioni di sicurezza dal TSL, fornendogli tutte le informazioni necessarie, predispongono le misure di prevenzione e protezioni necessarie e curano l'osservanza delle norme. Al Direttore della Struttura spetta, di concerto con il Responsabile, il diritto/dovere di autorizzare l'accesso alle zone regolamentate e verificare il rispetto delle misure generali di prevenzione e protezione predisposte

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Sicurezza laser, livelli coinvolti:

.

Operatore laser: persona che ha ricevuto adeguata formazione sui i rischi laser e le procedure da adottare e che conosce i parametri di controllo operativi e di rischio del laser che utilizza. E’ autorizzato dal Direttore, su proposta del Responsabile, ed è sottoposto a visita medica ove previsto. Gli Operatori sono responsabili dell'utilizzo del laser in osservanza alle misure di sicurezza impartite dal Direttore e dal Responsabile, sentito il TSL.

Responsabile di laboratorio: chi coordina le attività di ricerca o di didattica di un laboratorio; risponde direttamente dell'applicazione delle norme operative sulla sicurezza laser ed è tenuto a richiederne l'osservanza. Il Responsabile verifica preventivamente i pericoli, riduce al minimo indispensabile l'uso dei laser e il numero delle persone esposte, istruisce adeguatamente il personale e verifica l'osservanza delle norme nell'ambito del proprio laboratorio.

Tecnico Sicurezza Laser: persona che possiede le conoscenze necessarie per valutare e controllare i rischi causati dai laser e ha la responsabilità di supervisione sul controllo di questi rischi. Il TSL è nominato dal Rettore. Il TSL valuta il rischio laser, prescrive le misure di sicurezza e gli appropriati controlli ed effettua dei sopralluoghi di verifica sulle condizioni di sicurezza, di concerto con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione.Nei laboratori con laser di classe 3 e 4, la consulenza specialistica del TSL per la verifica del rispetto della normativa e per l'indicazione delle misure di prevenzione è OBBLIGATORIA.

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Prevenzione individuale:

Occhiali di protezione laser

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Densità ottica:

Trasparenza di un filtro (ad una data )

T = Iout / Iin = 10-D

Cioè D = Log (Iout / Iin ) (numero puro)Per occhiali laser servirebbe:

D = Log (EMP / Iin )

dove I e EMP sono espresse in W/m2 per laser continui ed in J/m2 per laser impulsati

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Prevenzione individuale:

Esempio di etichettatura occhiali per laser

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Prevenzione individuale:

Etichettatura degli occhiali di protezione (cfr. norma EN207)

D per laser continuiI per laser impulsati (µs)R per laser ad impulsi «giganti» in regime di «Q switch» (ns)M per laser ad impulsi brevi in regime di «mode locking» (ps, fs)

La lunghezza d’onda (o le lunghezze d’onda) o il dominio spettraleper cui gli occhiali assicurano protezione

Il valore della densità ottica (da 1 a 10) a quella lunghezza d’onda

L’identificazione del produttore

Il marchio di certificazione

Riferimento norma EN 207 (o EN 208 per occhiali di allineamento)

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Prevenzione individuale:

(densità ottica alla indicata)

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Prevenzione individuale:

NORME PER L’USO DEGLI OCCHIALI

Utilizzare esclusivamente occhiali:- conformi alle norme EN 207 (uso) o EN 208 (allineamento)- adatti al laser utilizzato- in buono stato

Leggere le note d’uso fornite dal produttore Non guardare mai volontariamente il fascio o una delle sue riflessioni, nemmeno con protezione oculare Pulire regolarmente gli occhiali Dopo l’uso rimetter gli occhiali nei loro contenitori Sistemare gli occhiali fuori dalla zona laser Eliminare gli occhiali difettosi o rovinati Prevedere degli occhiali supplementari per i visitatori

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Esempio:

Uso di laser di potenza: Nd:YAG 100 mJ, 10 Hz, 40 psec (classe 4)Due lunghezze d’onda (IR e verde)Usato per ricerca e per didattica (lab. 3° anno, tesi di laurea)Presenza di ricercatori stranieri

Laboratorio Laser di Potenza a Fisica (2° piano U2):

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Misure prese 1:

• Lezione sulle norme di sicurezza• uso occhiali appositi per laser IR/visibili ad alta potenza• direzionato il fascio laser in modo che non sia diretto verso l'entrata • minimizzato gli ostacoli che si possono incontrare al buio • possibilità di accensione/spegnimento luci dall'interno del locale•"interlock" per spegnimento automatico del laser all'apertura accidentale o "non autorizzata" porta del laboratorio• sistemazione di una luce rossa indicante il funzionamento del laser all'esterno della porta del laboratorio (cioé nel corridoio)• sistemazione di un campanello all'esterno della porta per poter richiedere l'ingresso in caso di funzionamento del laser• cartellonistica in italiano ed in inglese• il laser ha misure di sicurezza intrinseche: chiave, arresto d’emergenz, interlock interni

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Misure prese 2:

• due uscite (IR, verde). Quella non in uso viene chiusa• beam dump (anche dietro gli specchi!)• fascio laser mantenuto in un piano orizzontale NON all’altezza degli occhi• procedura di “conto alla rovescia” (per operazioni in singolo colpo) o comunque di avviso di tiro (per ripetizione)• niente sedie nel laboratorio

LA MISURA DI PREVENZIONE MIGLIORE SONO LA FORMAZIONE E IL LAVORARE IN CONDIZIONI SERENE. LAVORARE IN STATO DI FATICA O STRESS PORTA AD INCIDENTI…

GLI INCIDENTI VANNO RIPORTATI SUBITO!!!

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Esempio di avviso 1:

ATTENTION

Do not enter the lab if the red signal is on.

Please ring the bell to enter the laboratory

Smoking is strictly forbidden in the lab

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Esempio di avviso 2:

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Esempio di avviso 3:

Università di Milano – Bicocca

NO UNAUTHORISED ENTRY

CLASS 4 LASER AREA

VIETATO L’INGRESSO NON AUTORIZZATO

AREA CON LASER DI CLASSE 4

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Esempio di avviso 4:

Page 50: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

Lista controlli sulla sicurezza laser 1:

Procedure di controllo per i sistemi laser 1 2 3A 3B 4Approv. Tecnico Sicurezza Laser per operare x xprecauzioni per manutenzione ed assistenza x x x x xprecauzioni di base sul fascio x x x xformazione ed informazione degli operatori x x xidoneità alla mansione (visita periodica) x x x“Zona Rischio Oculare” visibile all'operatore x xuso della minima potenza necessaria x x x x xprecauzioni radiazione invisibile (IR o UV) x x xcartelli di avvertimento x xarea controllata x xprecauzioni per i visitatori x xprotettori oculari x xindicazione di emissione x xnorme operative di sicurezza x x

Page 51: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

Lista controlli sulla sicurezza laser 2:

Procedure di controllo per i sistemi laser 1 2 3A 3B 4norme operative di sicurezza x xinterblocchi di sicurezza x xconnettore di blocco a distanza x xcomando a chiave x xattenuatore o terminatore del fascio x xtraiettoria del fascio: contenimento x xtraiettoria del fascio: altezza adeguata x xriflessione diffusa x xetichettatura x x xottiche di osservazione x x xposizionamento dei comandi x x xrischi collaterali x x x x xrischi collaterali: alta tensione x x x x xrischi collaterali: incendio x

Page 52: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

Servizio Prevenzione e Protezione

ATTENZIONE: LABORATORIO LASER!

Il contatto con raggi laser è potenzialmente pericoloso e può causare danni irreversibili alla salute.

COMUNICARE PREVENTIVAMENTE la necessità di accedere ai laboratori al Responsabile degli stessi (dr…………………tel. 02-6448…...) o, in mancanza al Referente del laboratorio (dr…………………tel. 02-6448……..) o in mancanza al Servizio Prevenzione e protezione dell’Ateneo (tel.02-64486188-6189, [email protected] )che provvederà, in sostituzione dei Responsabili, a comunicare le condizioni di accesso e l’avvenuta autorizzazione all’accesso. Nella stessa comunicazione dichiarare la tipologia di intervento e le necessità impiantistiche ed elettriche (fermo corrente ecc.)

Esempio di avviso 1:

Page 53: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

ATTENDERE L’AUTORIZZAZIONE ALL’ACCESSO prima di qualsiasi intervento e compilare sempre la richiesta di permesso all’accesso. (modello 1 ) ed il Registro delle presenze (modello 2).

DURANTE L’ATTIVITA’ ALL’INTERNO attenersi scrupolosamente alle disposizioni del Responsabile del Laboratorio e/o del Referente del laboratorio e non prendere alcuna iniziativa inerente spostamenti di materiale e attrezzature senza preventiva autorizzazione.

NEL CASO DI SOSPENSIONE E RIPRESA DELL’ATTIVITA’ comunicare al Responsabile del Laboratorio e/o Referente e compilare il Registro delle presenze con orari esatti di entrata e uscita.

UTILIZZARE I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE segnalati dal Responsabile del Laboratorio e quelli normalmente necessari per la propria attività.

COMUNICARE LA FINE LAVORI O LA FINE ACCESSO al Responsabile del Laboratorio.

Esempio di avviso 1 (seguito):

Page 54: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

Servizio Prevenzione e Protezione

LABORATORI LASER : NORME DI ACCESSO

Il contatto con raggi laser è potenzialmente pericoloso e può causare danni irreversibili .

1) L’accesso di persone estranee all’attività didattica e di ricerca ai Laboratori dove si utilizzano laser deve essere preventivamente autorizzato per iscritto (modello allegato) dal Responsabile dell’attività didattica e di ricerca del laboratorio.

2) Per tutto il tempo in cui saranno presenti le suddette persone in Laboratorio dovrà esservi la presenza di un Responsabile e/o Referente del laboratorio o di persona che conosca molto bene l’attività e l’attrezzatura laser e dovrà essere accertato il blocco delle attività di ricerca in corso.

3) I Ricercatori e gli Studenti dovranno essere autorizzati all’accesso o con modalità giornaliera, nel caso di attività saltuaria, o con modalità mensile (modello allegato) nel caso di attività continuativa;

4) I Ricercatori e gli Studenti dovranno compilare il Registro delle presenze in Laboratorio tutti i giorni (modello allegato);

Esempio di avviso 2:

Page 55: Dimitri Batani Dipartimento di Fisica «G. Occhialini », Università di Milano-Bicocca, Milano

5) La chiave di avvio dei comandi del laser dovrà essere custodita dal Responsabile dell’attività didattica e di ricerca o da suo delegato formale (modello allegato) o consegnata solo a persona competente-esperta tra quelle identificate come frequentanti il Laboratorio stesso, previa compilazione di modello di consegna e responsabilità chiavi (modello allegato). Lo stesso dovrà essere fatto per la chiave della porta del locale laser.

6) I Ricercatori, gli Studenti e tutti i frequentanti autorizzati del laboratorio dovranno essere preventivamente formati ed informati sia sui rischi generali dell’utilizzo di fonti laser sia sull’attività specifica in corso, con modalità scelte dal Responsabile dell’attività didattica e di Laboratorio e comunicate al Servizio di prevenzione e protezione di Ateneo con apposita comunicazione indicante le modalità effettive.

7) Gli stessi Ricercatori e Studenti dovranno essere inoltre informati sull’utilizzo di Dispositivi di protezione individuale eventuale.

8) Il Responsabile dell’attività didattica e di laboratorio dovrà comunicare al Medico Competente periodicamente (ogni 6 mesi) i nominativi dei frequentanti il laboratorio per l’effettuazione di eventuale sorveglianza sanitaria.

9) L’attività di formazione-informazione dovrà comprendere l’informazione sulle modalità di evacuazione del laboratorio stesso e sulle eventuali procedure di pronto soccorso in atto in caso di incidente all’interno, attuate a cura del Responsabile.

IL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE

Esempio di avviso 2 (seguito):

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Servizio Prevenzione e Protezione

Modello Autorizzazione ingresso laboratorio- (Modello 3las03-vers.01)

DIPARTIMENTO DI……………………………… DATA…………………………

Si autorizza la sig./il sig…………………………………(ditta……………………………………)

all’ingresso presso il Laboratorio di……………………… stanza…………………………..per

……………………………………………..(motivo).

La presente autorizzazione si intende per i giorni……………………………………………

/. per il mese………………………………………….. e deve essere rinnovata espressamente.

IL RESPONSABILE DEL LABORATORIO

CANCELLARE LE PARTI CHE NON INTERESSANO

Autorizzazione ingresso:

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Servizio Prevenzione e Protezione

Modello delega Responsabilità e/o consegna chiavi Laboratorio(Modello 01las03-vers.01)

DIPARTIMENTO DI……………………………… DATA…………………………

Il sottoscritto ………………………………………………….Responsabile del laboratorio di..

…………………………………………stanza n………………………………………………….

DELEGA il Dr. /Sig. ………………………………………………………………………………

in merito alla responsabilità dello stesso Laboratorio e gli consegna le chiavi (la copia delle

chiavi) dell’ingresso al Laboratorio e/o dell’avvio apparecchiatura.

IL RESPONSABILE DEL LABORATORIO

CANCELLARE LE PARTI CHE NON INTERESSANO

Delega di Responsabilità:

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Registro Presenze:

Servizio Prevenzione e ProtezioneREGIST RO PRESE NZE LAB ORA TORIO (Modello 2las03-vers.01)

DIPARTIMENTO DI…………………….. MESEDI…………………………………..

DATA NOME MOTIVOPRESENZA

FIRMA

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Conclusioni:

Lavorando sempre con uno strumento si prende “confidenza” e si tende a sottovalutare i rischi

In università i rischi sono aumentati dalla presenza di studenti e personale che cambia in continuazione

Non serve “terrorizzarsi” ma conoscere i rischi eprevenirli.

Sicuramente la prevenzione maggiore si ha attraverso La FORMAZIONE

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Normativa di riferimento:

Normativa nazionale

La normativa nazionale di riferimento è la seguente: D.P.R. del 27 aprile 1955 n. 547; DPR del 19 marzo 1956 n. 303; D.Lgs del 19 settembre 1994 n. 626, modificato dal D.Lgs del 19 marzo 96 n. 242, di seguito denominati D.Lgs 626/94. Le principali norme di riferimento sono: norme tecniche CEI-EN 60825-1 del 9/95 e alle Guide per l'utilizzatore 1284 G del 1989 e 1381 G del 1990 sempre del CEI.

Normativa europea

Il progetto iniziale di Direttiva Europea riguardante l’esposizione agli agenti fisici n° 93/C77/02 é stato modificato ed é apparso sulla gazzetta ufficiale delle comunità europee il 19 agosto 1994 al n° 94/C230/03. Questo documento riguarda gli obblighi del datore di lavoro contro i rischi dovuti agli agenti fisici e di fatto include quelli dovuti ai laser.