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Madre Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo, in gaudio essenziale di Divinità Dal Seno del Padre, nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo, attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia sull’umanità caduta Davanti al tubare infinito e coeterno del bacio immutabile dello Spirito Santo, si è addormentata la Signora...! in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo, in gaudio essenziale di Divinità Dal Seno del Padre, nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo, attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia sull’umanità caduta Davanti al tubare infinito e coeterno del bacio immutabile dello Spirito Santo, si è addormentata la Signora...! in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

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Madre

Dio è Colui che si È,tenendo in sé, da sé e per sé

la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo,

in gaudio essenziale di Divinità❋ ❋ ❋

Dal Seno del Padre,nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo,

attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo

offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia

sull’umanità caduta❋ ❋

Davanti al tubare infinito e coeternodel bacio immutabile dello Spirito Santo,si è addormentata la Signora...!

in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

Dio è Colui che si È,tenendo in sé, da sé e per sé

la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo,

in gaudio essenziale di Divinità❋ ❋ ❋

Dal Seno del Padre,nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo,

attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo

offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia

sull’umanità caduta❋ ❋

Davanti al tubare infinito e coeternodel bacio immutabile dello Spirito Santo,si è addormentata la Signora...!

in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

CollanaLuce nella notte

Il mistero della fededato in sapienza amorosa

nº 14

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Dio è Colui che si È,tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere,

in un atto immutabile e semplicissimo, in gaudio essenziale di Divinità

❋ ❋ ❋

Dal Seno del Padre,nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo,

attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo

offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice

di divina e infinita misericordia sull’umanità caduta

❋ ❋

Davanti al tubare infinito e coeternodel bacio immutabile dello Spirito Santo,si è addormentata la Signora…!

in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

MADRE TRINIDAD DE LA SANTA MADRE IGLESIASÁNCHEZ MORENO

Fondatrice de L’Opera della Chiesa

Page 3: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

16-6-2001

DIO È COLUI CHE SI È,TENENDO IN SÉ, DA SÉ E PER SÉ

LA SUA STESSA RAGIONE D’ESSERE, IN UN ATTO IMMUTABILE

E SEMPLICISSIMO, IN GAUDIO ESSENZIALE

DI DIVINITÀ

Il giorno 13 maggio di quest’anno 2001, gior-no della Madonna di Fatima, protetta nel grem-bo della sua Maternità divina, sotto la luce pe-netrante dell’Infinita Sapienza;

in una raffica luminosa, acuta e scintillante,durante il Santo Sacrificio della Messa, sommer-sa nella profondità del mistero consustanziale etrascendente di Dio;

poco a poco e pian piano, il mio spirito sisentiva sempre più sprofondato in quella stessaSapienza, in una trascendente e profondissimaintuizione sugli infiniti attributi e perfezioni cheDio si è in sé, da sé e per sé, nel suo atto im-mutabile di vita trinitaria, in sussistenza eterna,essuta e posseduta in gaudio essenziale di go-dimento gloriosissimo e felicissimo di Eternità;

3

Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 6-7-2001

3ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia Sánchez Moreno e dal libro pubblicato: «VIVENCIAS DEL ALMA»

1ª Edizione: luglio 2001© 2008 LA OBRA DE LA IGLESIA

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org: Santa Sede: Congregazione per il Clero(Libreria-Spiritualità)

ISBN: 978-84-612-4192-7Deposito legale: M. 50.625-2008Stampa: Fareso, S. A.Paseo de la Dirección, 9. 28039 Madrid

Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
NOTA.- Potrebbe esserci qualche salto nella numerazione a conseguenza dell'eliminazione delle pagine in bianco in questa edizione elettronica.
Obra de la Iglesia
Texto escrito a máquina
Obra de la Iglesia
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16-6-2001

DIO È COLUI CHE SI È,TENENDO IN SÉ, DA SÉ E PER SÉ

LA SUA STESSA RAGIONE D’ESSERE, IN UN ATTO IMMUTABILE

E SEMPLICISSIMO, IN GAUDIO ESSENZIALE

DI DIVINITÀ

Il giorno 13 maggio di quest’anno 2001, gior-no della Madonna di Fatima, protetta nel grem-bo della sua Maternità divina, sotto la luce pe-netrante dell’Infinita Sapienza;

in una raffica luminosa, acuta e scintillante,durante il Santo Sacrificio della Messa, sommer-sa nella profondità del mistero consustanziale etrascendente di Dio;

poco a poco e pian piano, il mio spirito sisentiva sempre più sprofondato in quella stessaSapienza, in una trascendente e profondissimaintuizione sugli infiniti attributi e perfezioni cheDio si è in sé, da sé e per sé, nel suo atto im-mutabile di vita trinitaria, in sussistenza eterna,essuta e posseduta in gaudio essenziale di go-dimento gloriosissimo e felicissimo di Eternità;

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Nihil obstat: Julio Sagredo Viña, CensoreImprimatur: Joaquín Iniesta Calvo-Zataráin

Vicario GeneraleMadrid, 6-7-2001

3ª EDIZIONE

Tratto da libri inediti della Madre Trinidad de la SantaMadre Iglesia Sánchez Moreno e dal libro pubblicato: «VIVENCIAS DEL ALMA»

1ª Edizione: luglio 2001© 2008 LA OBRA DE LA IGLESIA

L’OPERA DELLA CHIESAROMA - 00149 MADRID - 28006Via Vigna due Torri, 90 C/. Velázquez, 88Tel. 06.551.46.44 Tel. 91.435.41.45

E-mail: [email protected] www.loperadellachiesa.org

www.clerus.org: Santa Sede: Congregazione per il Clero(Libreria-Spiritualità)

ISBN: 978-84-612-4192-7Deposito legale: M. 50.625-2008Stampa: Fareso, S. A.Paseo de la Dirección, 9. 28039 Madrid

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La quale fu estratta dalla potenza del pote-re infinito come conseguenza della rottura deipiani eterni da parte dei nostri Progenitori nelParadiso terrestre;

ed è intrinsecamente in sé l’effusione dell’a-more infinito di Dio, mosso a compassione re-dentrice verso la miseria in cui l’uomo era ca-duto, nel ribellarsi contro di Lui e nel romperei suoi piani eterni, non solo sull’uomo proprio,bensì pure sulla creazione inanimata;

della quale egli è il compendio compatto, e,come re della medesima creazione, la voce inespressione davanti al Creatore della splenden-te armonia in cui fu creata a lode della gloriadell’Onnipotente e della magnificenza della suainfinita e coeterna perfezione;

con le strazianti conseguenze che tutta que-sta ribellione ha portato all’umanità.

E comprendevo, sotto le luci candenti dei solidel pensiero divino ed il tubare della brezza pe-netrativamente saporosissima e sapienziale del-lo Spirito Santo, che tutti gli attributi che Dio siè in gaudio essenziale di godimento felicissimoe gloriosissimo per la sua sussistenza infinita, ra-gione di essere della sua stessa Divinità, Egli seli è in sé, da sé, e per se stesso.

E la misericordia è come un nuovo attribu-to, distinto e distante, che Dio aveva estrattodall’eccelsitudine eccelsa del potere della suapotenza infinita in effusione compassionevoledi amore e di tenerezza sulla miseria dell’uma-nità caduta e come distrutta;

5

e intuivo come, dentro la gamma infinita-mente incontabile dei suoi infiniti attributi, che,per la perfezione della natura divina, prorom-pevano come in infiniti concerti di consustan-ziali melodie; erano ed emettevano ciascuno lapropria nota, in un molteplice tasteggiare diDivinità, nelle infinite gamme di infinità infini-te di attributi e perfezioni; essendo Dio una solasussistente, divina ed unica perfezione.

E stando gustosamente a godere per la pe-netrazione profonda ed acuta di questa veritàdogmatica che ci dà la Chiesa per mezzo dellafede, piena di speranza ed impregnata di carità,mediante i doni, i frutti e carismi dello SpiritoSanto, e che mi andava invadendo poco a pocodurante il Sacrificio Eucaristico dell’Altare, sottol’assaporamento del nettare saporosissimo e glo-riosissimo della vicinanza della Divinità;

nel momento sublime della transustanziazio-ne del pane e del vino nel Corpo e nel Sanguedi Cristo, quando l’Ostia consacrata era alzata;

un raggio luminosissimo si introdusse nelmidollo profondo del mio spirito, illuminandoil mio pensiero sotto le luci brillanti e canden-ti del pensiero divino; che, lasciandomi trasce-sa e oltrepassata da tutto ciò che è di qua, mifaceva intuire in modo penetrativo e fruitivo, inuna maniera acutissima, ciò che erano gli attri-buti in Dio, e la differenza tra questi e la mi-sericordia divina, che divenne esistente per ladonazione di Dio all’uomo, pieno di compas-sione e tenerezza.

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La quale fu estratta dalla potenza del pote-re infinito come conseguenza della rottura deipiani eterni da parte dei nostri Progenitori nelParadiso terrestre;

ed è intrinsecamente in sé l’effusione dell’a-more infinito di Dio, mosso a compassione re-dentrice verso la miseria in cui l’uomo era ca-duto, nel ribellarsi contro di Lui e nel romperei suoi piani eterni, non solo sull’uomo proprio,bensì pure sulla creazione inanimata;

della quale egli è il compendio compatto, e,come re della medesima creazione, la voce inespressione davanti al Creatore della splenden-te armonia in cui fu creata a lode della gloriadell’Onnipotente e della magnificenza della suainfinita e coeterna perfezione;

con le strazianti conseguenze che tutta que-sta ribellione ha portato all’umanità.

E comprendevo, sotto le luci candenti dei solidel pensiero divino ed il tubare della brezza pe-netrativamente saporosissima e sapienziale del-lo Spirito Santo, che tutti gli attributi che Dio siè in gaudio essenziale di godimento felicissimoe gloriosissimo per la sua sussistenza infinita, ra-gione di essere della sua stessa Divinità, Egli seli è in sé, da sé, e per se stesso.

E la misericordia è come un nuovo attribu-to, distinto e distante, che Dio aveva estrattodall’eccelsitudine eccelsa del potere della suapotenza infinita in effusione compassionevoledi amore e di tenerezza sulla miseria dell’uma-nità caduta e come distrutta;

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e intuivo come, dentro la gamma infinita-mente incontabile dei suoi infiniti attributi, che,per la perfezione della natura divina, prorom-pevano come in infiniti concerti di consustan-ziali melodie; erano ed emettevano ciascuno lapropria nota, in un molteplice tasteggiare diDivinità, nelle infinite gamme di infinità infini-te di attributi e perfezioni; essendo Dio una solasussistente, divina ed unica perfezione.

E stando gustosamente a godere per la pe-netrazione profonda ed acuta di questa veritàdogmatica che ci dà la Chiesa per mezzo dellafede, piena di speranza ed impregnata di carità,mediante i doni, i frutti e carismi dello SpiritoSanto, e che mi andava invadendo poco a pocodurante il Sacrificio Eucaristico dell’Altare, sottol’assaporamento del nettare saporosissimo e glo-riosissimo della vicinanza della Divinità;

nel momento sublime della transustanziazio-ne del pane e del vino nel Corpo e nel Sanguedi Cristo, quando l’Ostia consacrata era alzata;

un raggio luminosissimo si introdusse nelmidollo profondo del mio spirito, illuminandoil mio pensiero sotto le luci brillanti e canden-ti del pensiero divino; che, lasciandomi trasce-sa e oltrepassata da tutto ciò che è di qua, mifaceva intuire in modo penetrativo e fruitivo, inuna maniera acutissima, ciò che erano gli attri-buti in Dio, e la differenza tra questi e la mi-sericordia divina, che divenne esistente per ladonazione di Dio all’uomo, pieno di compas-sione e tenerezza.

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nulla al di fuori di sé e senza che nulla gli pos-sa aggiungere né togliere nel suo modo con-sustanziale ed essenziale in cui Dio si è Dio.

E la mia anima vedeva e comprendeva conmaggiore profondità in una intuizione comenuova di penetrazione sapienziale, piena digaudio ineffabile nello Spirito Santo sotto l’as-saporamento della sua vicinanza, che tutti gliattributi, nell’armonia melodica e consustan-ziale della sua Divinità, in Dio erano un soloattributo nella sua sola ed unica perfezione,essuta e posseduta intrinsecamente per la suagloria e riposo; per il fatto di essere l’Esseresussistente e sufficiente, infinitamente distintoe distante da tutto ciò che non è essenzial-mente Egli stesso e per se stesso, che ha in sé la sua medesima ragione d’essere, e che, inmanifestazione creatrice in effusione versofuori, è la ragione di essere di tutto ciò che ècreato.

E, nella misura in cui mi andavo addentran-do…, addentrando… nel mistero della ragioned’essere e della sovrabbondante perfezione del-la Divinità, comprendevo, in una maniera acu-tissima, che tutti i suoi infiniti attributi nelle loroinfinite gamme che prorompono come in unplurimo infinito tasteggiare di melodiche armo-nie di infiniti attributi per infinità infinite di at-tributi e perfezioni, Dio se li stava essendo, te-nendoseli sempre essuti, nel suo atto immutabiledi vita trinitaria, in sé, da sé e per sé, in gau-

7

benché non sia un attributo intrinsecamentein gaudio essenziale per Dio, per il fatto di es-sere relazione della sua Bontà con la creatura,come conseguenza della distruzione da partedell’uomo dei piani eterni su se stesso e la crea-zione inanimata, e davanti alla situazione di mi-seria in cui si trovava nel ribellarsi contro il suoCreatore.

Per cui andavo scoprendo, piena di gaudioe di pace nello Spirito Santo, in una manieraacuta e penetrativa, che l’attributo della miseri-cordia non era essenzialmente come gli altri at-tributi, essuti da Dio e posseduti in sé, da sé eper sé intrinsecamente nel godimento felicissi-mo e gloriosissimo di Divinità in gaudio es-senziale; bensì manifestazione verso fuori ineffusione compassionevole del suo amore,traboccante di bontà, che lo fa straripare dai tor-renti delle sue infinite sorgenti, e godere acci-dentalmente in godimento felicissimo di pater-nità amorosa, inclinandosi, pieno di tenerezza,sulla miseria della creatura davanti alla situa-zione drammatica in cui la ribellione al suoCreatore l’aveva posta.

Giacché tutti i suoi attributi e perfezioni Diose li è, standoseli ad essere e tenendoseli essu-ti, in sé, da sé e per sé, in gaudio essenziale efelicissimo di intercomunicazione familiare divita trinitaria in godimento gloriosissimo diEternità; ed è questa la ragione di essere dellasua medesima Divinità, senza aver bisogno di

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nulla al di fuori di sé e senza che nulla gli pos-sa aggiungere né togliere nel suo modo con-sustanziale ed essenziale in cui Dio si è Dio.

E la mia anima vedeva e comprendeva conmaggiore profondità in una intuizione comenuova di penetrazione sapienziale, piena digaudio ineffabile nello Spirito Santo sotto l’as-saporamento della sua vicinanza, che tutti gliattributi, nell’armonia melodica e consustan-ziale della sua Divinità, in Dio erano un soloattributo nella sua sola ed unica perfezione,essuta e posseduta intrinsecamente per la suagloria e riposo; per il fatto di essere l’Esseresussistente e sufficiente, infinitamente distintoe distante da tutto ciò che non è essenzial-mente Egli stesso e per se stesso, che ha in sé la sua medesima ragione d’essere, e che, inmanifestazione creatrice in effusione versofuori, è la ragione di essere di tutto ciò che ècreato.

E, nella misura in cui mi andavo addentran-do…, addentrando… nel mistero della ragioned’essere e della sovrabbondante perfezione del-la Divinità, comprendevo, in una maniera acu-tissima, che tutti i suoi infiniti attributi nelle loroinfinite gamme che prorompono come in unplurimo infinito tasteggiare di melodiche armo-nie di infiniti attributi per infinità infinite di at-tributi e perfezioni, Dio se li stava essendo, te-nendoseli sempre essuti, nel suo atto immutabiledi vita trinitaria, in sé, da sé e per sé, in gau-

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benché non sia un attributo intrinsecamentein gaudio essenziale per Dio, per il fatto di es-sere relazione della sua Bontà con la creatura,come conseguenza della distruzione da partedell’uomo dei piani eterni su se stesso e la crea-zione inanimata, e davanti alla situazione di mi-seria in cui si trovava nel ribellarsi contro il suoCreatore.

Per cui andavo scoprendo, piena di gaudioe di pace nello Spirito Santo, in una manieraacuta e penetrativa, che l’attributo della miseri-cordia non era essenzialmente come gli altri at-tributi, essuti da Dio e posseduti in sé, da sé eper sé intrinsecamente nel godimento felicissi-mo e gloriosissimo di Divinità in gaudio es-senziale; bensì manifestazione verso fuori ineffusione compassionevole del suo amore,traboccante di bontà, che lo fa straripare dai tor-renti delle sue infinite sorgenti, e godere acci-dentalmente in godimento felicissimo di pater-nità amorosa, inclinandosi, pieno di tenerezza,sulla miseria della creatura davanti alla situa-zione drammatica in cui la ribellione al suoCreatore l’aveva posta.

Giacché tutti i suoi attributi e perfezioni Diose li è, standoseli ad essere e tenendoseli essu-ti, in sé, da sé e per sé, in gaudio essenziale efelicissimo di intercomunicazione familiare divita trinitaria in godimento gloriosissimo diEternità; ed è questa la ragione di essere dellasua medesima Divinità, senza aver bisogno di

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ciò che è e come lo è, nel suo esseersi sempreessuto, standosi ad essere tutta la sua Divinità,si incarni mediante l’unione ipostatica della na-tura divina e della natura umana nella personadel Verbo.

Il quale, in un idillio d’amore coeterno, ciscandisce, come Canzone divina ed umana, ineffusione amorosa di divina misericordia, ilCantico infinito, il Cantico magno che solo Diopuò cantarsi.

E il Cristo del Padre, nella e per la pienez-za del suo Sacerdozio, nel suo principale e pe-culiare atteggiamento sacerdotale, essendo ilDio misericordioso Incarnato, risponde infinita-mente alla Santità di Dio offesa, riparandola inrappresentazione dell’umanità; e, come conse-guenza, restaura questa, reinserendola nei pia-ni eterni di Dio, che creò l’uomo a sua imma-gine e somiglianza solo ed esclusivamenteaffinché lo possedesse.

Per cui «il Verbo si fece carne» nel seno tut-to bianco di Nostra Signora dell’Incarnazione,tutta Vergine, tutta Madre, tutta Regina e tuttaSignora!, per opera e grazia dello Spirito Santo;e sotto la forza del suo infinito potere «abitòtra noi»1:

Manifestazione splendente del potere di Dio!che, inclinandosi verso la miseria, trabocca inamore misericordioso scoppiando in compassio-

dio essenziale e consustanziale di intercomuni-cazione divina;

e che la misericordia, che è essuta da Dioin sé e da sé, ma che non può esserla per séin gaudio di godimento essenziale di Eternitàper la perfezione intrinseca della sua natura di-vina –giacché è e dice relazione alla miseriadella creatura, che in Dio non ha luogo–, eral’effusione della potenza eccellente dell’eccel-lenza di Dio, che, inclinandosi in compassioneredentrice, guarda l’umanità caduta, distrutta epiena di peccato a causa della sua ribellionecontro il Creatore, per la restaurazione di que-sta medesima umanità, riconciliandola con sé ereinserendola nei suoi piani eterni.

Per la qual cosa l’Infinito Essere, davanti alladistruzione della creatura ed alla sua miseria,tirando fuori dalla potenza del suo infinito po-tere una maniera meravigliosa in traboccamen-to di compassione misericordiosa, non per ne-cessità bensì per benevolenza;

come rendendo possibile l’impossibile, emosso in amore verso l’uomo –anche se essen-zialmente Dio è l’amore consustanziale, infini-tamente perfetto e terminato, ugualmente se lorealizzasse come se non lo avesse realizzato–;

determina, in un colloquio amoroso di Fa-miglia Divina, sotto l’impulso dello Spirito Santoe per la volontà infinita del Padre, che il suoFiglio Unigenito, la Parola Infinita che gli espri-me, in concerto eterno di divine canzoni, tutto

8

1 Gv 1, 14.

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ciò che è e come lo è, nel suo esseersi sempreessuto, standosi ad essere tutta la sua Divinità,si incarni mediante l’unione ipostatica della na-tura divina e della natura umana nella personadel Verbo.

Il quale, in un idillio d’amore coeterno, ciscandisce, come Canzone divina ed umana, ineffusione amorosa di divina misericordia, ilCantico infinito, il Cantico magno che solo Diopuò cantarsi.

E il Cristo del Padre, nella e per la pienez-za del suo Sacerdozio, nel suo principale e pe-culiare atteggiamento sacerdotale, essendo ilDio misericordioso Incarnato, risponde infinita-mente alla Santità di Dio offesa, riparandola inrappresentazione dell’umanità; e, come conse-guenza, restaura questa, reinserendola nei pia-ni eterni di Dio, che creò l’uomo a sua imma-gine e somiglianza solo ed esclusivamenteaffinché lo possedesse.

Per cui «il Verbo si fece carne» nel seno tut-to bianco di Nostra Signora dell’Incarnazione,tutta Vergine, tutta Madre, tutta Regina e tuttaSignora!, per opera e grazia dello Spirito Santo;e sotto la forza del suo infinito potere «abitòtra noi»1:

Manifestazione splendente del potere di Dio!che, inclinandosi verso la miseria, trabocca inamore misericordioso scoppiando in compassio-

dio essenziale e consustanziale di intercomuni-cazione divina;

e che la misericordia, che è essuta da Dioin sé e da sé, ma che non può esserla per séin gaudio di godimento essenziale di Eternitàper la perfezione intrinseca della sua natura di-vina –giacché è e dice relazione alla miseriadella creatura, che in Dio non ha luogo–, eral’effusione della potenza eccellente dell’eccel-lenza di Dio, che, inclinandosi in compassioneredentrice, guarda l’umanità caduta, distrutta epiena di peccato a causa della sua ribellionecontro il Creatore, per la restaurazione di que-sta medesima umanità, riconciliandola con sé ereinserendola nei suoi piani eterni.

Per la qual cosa l’Infinito Essere, davanti alladistruzione della creatura ed alla sua miseria,tirando fuori dalla potenza del suo infinito po-tere una maniera meravigliosa in traboccamen-to di compassione misericordiosa, non per ne-cessità bensì per benevolenza;

come rendendo possibile l’impossibile, emosso in amore verso l’uomo –anche se essen-zialmente Dio è l’amore consustanziale, infini-tamente perfetto e terminato, ugualmente se lorealizzasse come se non lo avesse realizzato–;

determina, in un colloquio amoroso di Fa-miglia Divina, sotto l’impulso dello Spirito Santoe per la volontà infinita del Padre, che il suoFiglio Unigenito, la Parola Infinita che gli espri-me, in concerto eterno di divine canzoni, tutto

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scaturiscono dal suo costato aperto in effusio-ne di infinita e divina misericordia, sono «se-gnati sulle loro fronti con il nome di Dio ed ilsigillo dell’Agnello»3.

E si realizza, per mezzo della morte e dellarisurrezione di Cristo, per lo splendore dellagloria di «Jahvè, che è amore compassionevo-le e misericordioso»4, il fatto che Dio stesso inpersona s’inclini verso la miseria, manifestan-dosi in misericordia.

Ed amando i suoi fino all’estremo e sino allafine, Cristo, nella sua effusione d’amore com-passionevole, non si accontentò di meno chedi rimanere con i suoi durante tutti i tempicome alimento di Pane che ci dà la vita e comeBevanda che sazia tutte le appetizioni riarse delnostro cuore nel e con l’inebriamento felice epartecipativo della medesima Divinità.

«Eucarestia… Pane di vita… pienezzadi colui che ha fame, senza saperedove troverà la sua sazietà.

Eucarestia… per placare la setedi colui che cerca ansimantela sorgente rinfrescantedelle sue caverne ferite.

Eucarestia… prelibatezza completa di vita che ci viene data in Pane e Vino

ne, pieno di tenerezza; che, «per essere Amoreche può, e per essere Amore che ama», lo por-ta, in donazione redentrice di effusione amoro-sa, a farsi Uomo;

e, caricandosi delle nostre miserie e comeresponsabile di tutte esse, a dare la sua vita inriscatto di tutti coloro che si avvalgano del prez-zo del suo Sangue divino; e a consegnarsi, in-chiodato tra il Cielo e la terra, nella dimostra-zione più grande e sublime dell’Amore cheama, essendo la Misericordia Incarnata, che èdare la vita per la persona amata: «Per questomi ama il Padre: perché Io consegno la mia vitaper poi poterla riprendere. Nessuno me la to-glie, ma Io la consegno liberamente»2.

E, nello splendore e per lo splendore dellamagnificenza del suo infinito potere, in vitti-mazione di dolore e di strazio, mediante la suamorte redentrice, intona il «miserere», riparan-do infinitamente la Santità di Dio offesa dallasua creatura.

E innalzando, col prezzo della sua Reden-zione, l’uomo caduto dalla prostrazione in cuisi trova, ed inserendolo in Sé, come la vite itralci, e, mediante il frutto della sua risurrezio-ne gloriosa, aprendo i Portoni sontuosi dell’E-ternità, chiusi dal peccato dei nostri Progenitori,introduce nel gaudio di Dio, nel festino delleNozze eterne, coloro che, avvalendosi e ap-profittando degli affluenti delle sorgenti che

2 Gv 10, 17-18. 3 Cfr. Ap 14, 1. 4 Sal 144, 8.

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scaturiscono dal suo costato aperto in effusio-ne di infinita e divina misericordia, sono «se-gnati sulle loro fronti con il nome di Dio ed ilsigillo dell’Agnello»3.

E si realizza, per mezzo della morte e dellarisurrezione di Cristo, per lo splendore dellagloria di «Jahvè, che è amore compassionevo-le e misericordioso»4, il fatto che Dio stesso inpersona s’inclini verso la miseria, manifestan-dosi in misericordia.

Ed amando i suoi fino all’estremo e sino allafine, Cristo, nella sua effusione d’amore com-passionevole, non si accontentò di meno chedi rimanere con i suoi durante tutti i tempicome alimento di Pane che ci dà la vita e comeBevanda che sazia tutte le appetizioni riarse delnostro cuore nel e con l’inebriamento felice epartecipativo della medesima Divinità.

«Eucarestia… Pane di vita… pienezzadi colui che ha fame, senza saperedove troverà la sua sazietà.

Eucarestia… per placare la setedi colui che cerca ansimantela sorgente rinfrescantedelle sue caverne ferite.

Eucarestia… prelibatezza completa di vita che ci viene data in Pane e Vino

ne, pieno di tenerezza; che, «per essere Amoreche può, e per essere Amore che ama», lo por-ta, in donazione redentrice di effusione amoro-sa, a farsi Uomo;

e, caricandosi delle nostre miserie e comeresponsabile di tutte esse, a dare la sua vita inriscatto di tutti coloro che si avvalgano del prez-zo del suo Sangue divino; e a consegnarsi, in-chiodato tra il Cielo e la terra, nella dimostra-zione più grande e sublime dell’Amore cheama, essendo la Misericordia Incarnata, che èdare la vita per la persona amata: «Per questomi ama il Padre: perché Io consegno la mia vitaper poi poterla riprendere. Nessuno me la to-glie, ma Io la consegno liberamente»2.

E, nello splendore e per lo splendore dellamagnificenza del suo infinito potere, in vitti-mazione di dolore e di strazio, mediante la suamorte redentrice, intona il «miserere», riparan-do infinitamente la Santità di Dio offesa dallasua creatura.

E innalzando, col prezzo della sua Reden-zione, l’uomo caduto dalla prostrazione in cuisi trova, ed inserendolo in Sé, come la vite itralci, e, mediante il frutto della sua risurrezio-ne gloriosa, aprendo i Portoni sontuosi dell’E-ternità, chiusi dal peccato dei nostri Progenitori,introduce nel gaudio di Dio, nel festino delleNozze eterne, coloro che, avvalendosi e ap-profittando degli affluenti delle sorgenti che

2 Gv 10, 17-18. 3 Cfr. Ap 14, 1. 4 Sal 144, 8.

Page 13: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

Il Cielo intero si racchiudenel mio petto dietro i veli,poiché, se occulto il Dio vivoin misteri verginali,

che sarà l’anima adorantequando riceve in comunione l’Eterno,trafitta dalla profonditàdell’amore del Sacramento?

Saturazioni di Gloriain incontri familiari,segreti di trascendenzavive la mia anima nel suo mistero,

quando Dio stesso si dicedentro il mio occultamentocome Parola del Padrecon il baciare del suo Fuoco.

Io non so ciò che mi accadenel midollo del petto…!Sento il parlare del Dio vivoin infiniti teneri colloqui,

come Esplicazione silentedi sapienziale approfondimento,in un amore così candentedi sottile penetrazione,

che intendo, senza intendere,che Dio stesso si trova nel mio centro, dicendomi, nel suo saperedi infinito pensiero,

con plurimo tasteggiare di Gloria,come infiniti concerti,

13

con semplici apparenze,ma che racchiude il misterodella Vita:

Dio che si dà in comunione,ricolmando in possessole caverne accese.

Eucarestia… pienezzadi colui che cerca, senza saperecome soddisferà la sua sazietàe ricolmerà la sua sete».

26-10-1969

«Quando Tu entri, Gesù,nella profondità del mio petto,con le povere apparenzedi pane e vino coperto,

lo Spirito Infinito,in bacio di amore eterno,bacia la mia anima in amoricon infinite, sacre manifestazioni d’amore.

Il Padre riposa a piacere–nel suo guardare lo penetro–,e Maria mi coccolacon premure materne.

Idilli di Dio che baciail mio essere nell’esiliocon inedite tenerezzedi consolazioni affettuose…!

12

Page 14: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

Il Cielo intero si racchiudenel mio petto dietro i veli,poiché, se occulto il Dio vivoin misteri verginali,

che sarà l’anima adorantequando riceve in comunione l’Eterno,trafitta dalla profonditàdell’amore del Sacramento?

Saturazioni di Gloriain incontri familiari,segreti di trascendenzavive la mia anima nel suo mistero,

quando Dio stesso si dicedentro il mio occultamentocome Parola del Padrecon il baciare del suo Fuoco.

Io non so ciò che mi accadenel midollo del petto…!Sento il parlare del Dio vivoin infiniti teneri colloqui,

come Esplicazione silentedi sapienziale approfondimento,in un amore così candentedi sottile penetrazione,

che intendo, senza intendere,che Dio stesso si trova nel mio centro, dicendomi, nel suo saperedi infinito pensiero,

con plurimo tasteggiare di Gloria,come infiniti concerti,

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con semplici apparenze,ma che racchiude il misterodella Vita:

Dio che si dà in comunione,ricolmando in possessole caverne accese.

Eucarestia… pienezzadi colui che cerca, senza saperecome soddisferà la sua sazietàe ricolmerà la sua sete».

26-10-1969

«Quando Tu entri, Gesù,nella profondità del mio petto,con le povere apparenzedi pane e vino coperto,

lo Spirito Infinito,in bacio di amore eterno,bacia la mia anima in amoricon infinite, sacre manifestazioni d’amore.

Il Padre riposa a piacere–nel suo guardare lo penetro–,e Maria mi coccolacon premure materne.

Idilli di Dio che baciail mio essere nell’esiliocon inedite tenerezzedi consolazioni affettuose…!

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Page 15: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

giorni precedenti; nuovamente, pure nel mo-mento sublime della Consacrazione durante ilSacrificio Eucaristico dell’Altare, la mia anima èstata invasa e penetrata dal pensiero divino,piena di sapienza amorosa;

e mi faceva, in modo intuitivo e fruitivo, ap-profondire ancora di più, che tra gli attributi in-finiti che Dio si è in sé, da sé e per sé, la mi-sericordia aveva una parte –senza poterci essereparte in Dio–, la quale era il suo amore d’infi-nita Bontà, che Egli se la era intrinsecamente insé, da sé e per sé grazie alla sua Divinità;

ed un’altra che, non essendola né poten-dola essere per sé, per il fatto di dire rela-zione alla creatura e alla sua miseria, non gliproduceva né gli poteva produrre gaudio con-sustanziale; ma sì, come manifestazione splen-dente, traboccante d’amore, il gaudio acci-dentale di Colui che è buono, che, inclinandosiverso la miseria, pieno di compassione, si ral-legra di rendere felice la creatura creata, neisuoi piani eterni, a sua immagine e somiglian-za, affinché partecipi della sua medesima vitadivina;

e la innalza per la magnificenza del suo in-finito potere, per rendere possibile che l’uomosi reinserisca per mezzo di Cristo, con Lui edin Lui –l’Unigenito di Dio che, prendendo lanostra condizione di schiavo, è il Cristo Grandedi tutti i tempi–, nei suoi piani eterni, affinchépotessimo arrivare a possederlo per partecipa-zione nel gaudio gloriosissimo e felicissimo del-la sua stessa Divinità.

15

il suo recondito esisterenel suo esseersi l’Immenso.

Io non so ciò che mi accadequando ricevo in comunione il mio Verbo…!Si ampliano le sorgenti della mia profondità nel mistero,

e prorompo in cascatedi acuta gratitudine,che neppure mi lasciano piangereper tutto quello che comprendo.

Silenzio di Eucarestiain trascendenti segreti…Dio che riposa nella mia profonditàin molteplice baciare di mistero…

Che sarà l’Incarnazione,grazie a Maria, in questo suolo,che fa sì che Dio sorridanel mio poverello seno…!?

Tutto si opera in Maria–questo come lo penetro bene!–,e nulla viene dato senza di Leidal momento in cui Uomo fu il Verbo.

Mistero di Vergine-Madreper il baciare del Coeterno…!».

23-12-1974

Ed il giorno 16 di questo mese di giugno,inondata dalla luce dell’Alto che si andavaacuendo e andava penetrando il mio spirito nei

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Page 16: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

giorni precedenti; nuovamente, pure nel mo-mento sublime della Consacrazione durante ilSacrificio Eucaristico dell’Altare, la mia anima èstata invasa e penetrata dal pensiero divino,piena di sapienza amorosa;

e mi faceva, in modo intuitivo e fruitivo, ap-profondire ancora di più, che tra gli attributi in-finiti che Dio si è in sé, da sé e per sé, la mi-sericordia aveva una parte –senza poterci essereparte in Dio–, la quale era il suo amore d’infi-nita Bontà, che Egli se la era intrinsecamente insé, da sé e per sé grazie alla sua Divinità;

ed un’altra che, non essendola né poten-dola essere per sé, per il fatto di dire rela-zione alla creatura e alla sua miseria, non gliproduceva né gli poteva produrre gaudio con-sustanziale; ma sì, come manifestazione splen-dente, traboccante d’amore, il gaudio acci-dentale di Colui che è buono, che, inclinandosiverso la miseria, pieno di compassione, si ral-legra di rendere felice la creatura creata, neisuoi piani eterni, a sua immagine e somiglian-za, affinché partecipi della sua medesima vitadivina;

e la innalza per la magnificenza del suo in-finito potere, per rendere possibile che l’uomosi reinserisca per mezzo di Cristo, con Lui edin Lui –l’Unigenito di Dio che, prendendo lanostra condizione di schiavo, è il Cristo Grandedi tutti i tempi–, nei suoi piani eterni, affinchépotessimo arrivare a possederlo per partecipa-zione nel gaudio gloriosissimo e felicissimo del-la sua stessa Divinità.

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il suo recondito esisterenel suo esseersi l’Immenso.

Io non so ciò che mi accadequando ricevo in comunione il mio Verbo…!Si ampliano le sorgenti della mia profondità nel mistero,

e prorompo in cascatedi acuta gratitudine,che neppure mi lasciano piangereper tutto quello che comprendo.

Silenzio di Eucarestiain trascendenti segreti…Dio che riposa nella mia profonditàin molteplice baciare di mistero…

Che sarà l’Incarnazione,grazie a Maria, in questo suolo,che fa sì che Dio sorridanel mio poverello seno…!?

Tutto si opera in Maria–questo come lo penetro bene!–,e nulla viene dato senza di Leidal momento in cui Uomo fu il Verbo.

Mistero di Vergine-Madreper il baciare del Coeterno…!».

23-12-1974

Ed il giorno 16 di questo mese di giugno,inondata dalla luce dell’Alto che si andavaacuendo e andava penetrando il mio spirito nei

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Page 17: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

e pertanto, è diverso dagli altri, in quantoalla glorificazione infinita che gli produce l’in-finità dei suoi infiniti attributi, essuti intrinseca-mente in sé, da sé e per sé.

Giacché, se l’uomo non avesse peccato, Dionon avrebbe estratto dalla sua potenza divinala possibilità di farsi uomo per poterci redime-re; arrivando, nella manifestazione dello splen-dore della sua gloria, come in un delirio di amo-re misericordioso verso la nostra debolezza, amorire in crocifissione cruenta, effondendosi inamore e misericordia, pieno di compassione edi tenerezza, sull’umanità.

Per cui, benché la misericordia non sia unattributo intrinsecamente essenziale in Dio, inglorificazione consustanziale ed infinita di sestesso, è quello che rende possibile il misterotrascendente, traboccante, maestoso e splen-dente dell’Incarnazione.

In modo tale che, per il pensiero dell’uomoche non conosce bene la profondità fonda del-l’arcano divino e insondabile dell’Infinito Esse-re, la misericordia è l’attributo più grande de-gli attributi divini, e il più consolatore, il piùtenero e pieno di speranza, poiché, che cosasarebbe stato di noi se Cristo, la MisericordiaIncarnata, non ci avesse redenti?

Ed in qualche modo –davanti alla realtà in-giustificabile della ribellione della creatura al

17

Ma che, perfino così, all’Essere consustan-ziale, divino ed infinito né aggiunge né toglie,né diminuisce né aumenta ciò che Egli è es-senzialmente e intrinsecamente in sé, da sé eper sé; in quanto è, nel modo in cui lo è e ilperché se lo è, allo starselo essendo e al tener-selo essuto in gaudio essenziale e gloriosissimodi fruizione eterna in intercomunicazione divi-na e familiare di vita trinitaria;

pur producendogli il gaudio, infinitamente eamorosamente riposato, di Colui che è consu-stanzialmente buono, che, inclinandosi versofuori, vuole renderci felici con il suo stesso gau-dio, con la sua stessa felicità, giacché siamo im-magine sua e opera delle sue mani.

E comprendevo in una maniera profonda efruitiva, penetrata dalla conoscenza della sussi-stente eccellenza di Dio che inondava il miospirito, che, così come gli attributi in Dio sonoessuti da Lui in sé, da sé e per sé, in sussistenzainfinita di Divinità ed in gloria essenziale di sestesso;

l’attributo dell’amore di Dio, pieno di bon-tà, effondentesi in compassione di miseri-cordia sulla debolezza della nostra miseria,anche se è essuto in Dio e da Dio, non è inrelazione allo stesso Dio in gaudio essenzia-le, bensì in inclinazione compassionevole delsuo amore traboccante di tenerezza verso ladebolezza, carica di miseria, dell’umanità ca-duta, come conseguenza del peccato dei no-stri Progenitori;

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e pertanto, è diverso dagli altri, in quantoalla glorificazione infinita che gli produce l’in-finità dei suoi infiniti attributi, essuti intrinseca-mente in sé, da sé e per sé.

Giacché, se l’uomo non avesse peccato, Dionon avrebbe estratto dalla sua potenza divinala possibilità di farsi uomo per poterci redime-re; arrivando, nella manifestazione dello splen-dore della sua gloria, come in un delirio di amo-re misericordioso verso la nostra debolezza, amorire in crocifissione cruenta, effondendosi inamore e misericordia, pieno di compassione edi tenerezza, sull’umanità.

Per cui, benché la misericordia non sia unattributo intrinsecamente essenziale in Dio, inglorificazione consustanziale ed infinita di sestesso, è quello che rende possibile il misterotrascendente, traboccante, maestoso e splen-dente dell’Incarnazione.

In modo tale che, per il pensiero dell’uomoche non conosce bene la profondità fonda del-l’arcano divino e insondabile dell’Infinito Esse-re, la misericordia è l’attributo più grande de-gli attributi divini, e il più consolatore, il piùtenero e pieno di speranza, poiché, che cosasarebbe stato di noi se Cristo, la MisericordiaIncarnata, non ci avesse redenti?

Ed in qualche modo –davanti alla realtà in-giustificabile della ribellione della creatura al

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Ma che, perfino così, all’Essere consustan-ziale, divino ed infinito né aggiunge né toglie,né diminuisce né aumenta ciò che Egli è es-senzialmente e intrinsecamente in sé, da sé eper sé; in quanto è, nel modo in cui lo è e ilperché se lo è, allo starselo essendo e al tener-selo essuto in gaudio essenziale e gloriosissimodi fruizione eterna in intercomunicazione divi-na e familiare di vita trinitaria;

pur producendogli il gaudio, infinitamente eamorosamente riposato, di Colui che è consu-stanzialmente buono, che, inclinandosi versofuori, vuole renderci felici con il suo stesso gau-dio, con la sua stessa felicità, giacché siamo im-magine sua e opera delle sue mani.

E comprendevo in una maniera profonda efruitiva, penetrata dalla conoscenza della sussi-stente eccellenza di Dio che inondava il miospirito, che, così come gli attributi in Dio sonoessuti da Lui in sé, da sé e per sé, in sussistenzainfinita di Divinità ed in gloria essenziale di sestesso;

l’attributo dell’amore di Dio, pieno di bon-tà, effondentesi in compassione di miseri-cordia sulla debolezza della nostra miseria,anche se è essuto in Dio e da Dio, non è inrelazione allo stesso Dio in gaudio essenzia-le, bensì in inclinazione compassionevole delsuo amore traboccante di tenerezza verso ladebolezza, carica di miseria, dell’umanità ca-duta, come conseguenza del peccato dei no-stri Progenitori;

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so, Verbo del Padre, mediante il mistero del-l’Incarnazione, ci rende capaci, reinserendocinei tuoi piani divini, di adempiere il fine per ilquale fummo creati a tua immagine e somi-glianza, glorificando Te stesso nel modo e nel-la maniera che la tua divina volontà determinònei tuoi disegni eterni a gloria del tuo Nome edella manifestazione maestosa del tuo infinitopotere.

18 19

Creatore– possiamo dire, esultanti di gaudionello Spirito Santo, dalla meschinità della no-stra miseria, oltrepassati di gratitudine e pro-strati in riverente adorazione davanti all’InfinitoEssere tre volte Santo:

In beatitudine si è convertita la colpa perl’uomo pentito che, posto alla fonte della divi-na grazia che sgorga dal costato di Cristo e re-dento dal peccato, è introdotto nelle dimoremaestose e sontuose dell’Eternità nel gaudioeterno dei Beati, ottenendo il fine per il qualeè stato creato!

La misericordia divina, benché non sia intrin-secamente glorificazione sussistente ed essenzialedello stesso Dio, essuta per sé in gaudio consu-stanziale di Divinità; è la manifestazione splen-dente del suo amore compassionevole che, intrionfo e trofeo di gloria, si dà a noi attraverso ilsuo Unigenito Figlio Incarnato –la seconda Per-sona dell’adorabile Trinità– che toglie i peccatidel mondo, «sigillandoci con il suo Sangue divi-no e segnando gli eletti sulle loro fronti con ilnome di Dio e il sigillo dell’Agnello»5.

Cristo è un Portento divino, essendo in sé laDivinità ed il Ricapitolatore della miseria di tut-ta l’umanità, realtà così opposte tra loro comeil fuoco e l’acqua!

O mistero traboccante di infinita misericor-dia!, che, realizzato da Te stesso ed in Te stes-

5 Cfr. Ap 7, 3; 14, 1.

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so, Verbo del Padre, mediante il mistero del-l’Incarnazione, ci rende capaci, reinserendocinei tuoi piani divini, di adempiere il fine per ilquale fummo creati a tua immagine e somi-glianza, glorificando Te stesso nel modo e nel-la maniera che la tua divina volontà determinònei tuoi disegni eterni a gloria del tuo Nome edella manifestazione maestosa del tuo infinitopotere.

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Creatore– possiamo dire, esultanti di gaudionello Spirito Santo, dalla meschinità della no-stra miseria, oltrepassati di gratitudine e pro-strati in riverente adorazione davanti all’InfinitoEssere tre volte Santo:

In beatitudine si è convertita la colpa perl’uomo pentito che, posto alla fonte della divi-na grazia che sgorga dal costato di Cristo e re-dento dal peccato, è introdotto nelle dimoremaestose e sontuose dell’Eternità nel gaudioeterno dei Beati, ottenendo il fine per il qualeè stato creato!

La misericordia divina, benché non sia intrin-secamente glorificazione sussistente ed essenzialedello stesso Dio, essuta per sé in gaudio consu-stanziale di Divinità; è la manifestazione splen-dente del suo amore compassionevole che, intrionfo e trofeo di gloria, si dà a noi attraverso ilsuo Unigenito Figlio Incarnato –la seconda Per-sona dell’adorabile Trinità– che toglie i peccatidel mondo, «sigillandoci con il suo Sangue divi-no e segnando gli eletti sulle loro fronti con ilnome di Dio e il sigillo dell’Agnello»5.

Cristo è un Portento divino, essendo in sé laDivinità ed il Ricapitolatore della miseria di tut-ta l’umanità, realtà così opposte tra loro comeil fuoco e l’acqua!

O mistero traboccante di infinita misericor-dia!, che, realizzato da Te stesso ed in Te stes-

5 Cfr. Ap 7, 3; 14, 1.

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23-6-2001

DAL SENO DEL PADRE,NELL’IMPULSO E NELL’AMORE

DELLO SPIRITO SANTO,ATTRAVERSO

IL COSTATO APERTO DI CRISTO CHE RIPARA INFINITAMENTE

IL DIO TRE VOLTE SANTO OFFESO,TRABOCCANO

I TORRENZIALI AFFLUENTI DELLA DIVINITÀ IN COMPASSIONE

REDENTRICE DI DIVINA ED INFINITA MISERICORDIA

SULL’UMANITÀ CADUTA

Il giorno 22 giugno, Festa del Sacro Cuore diGesù, all’alba, invasa dalla luce del pensiero di-vino che si andava addentrando ogni volta piùacutamente e penetrativamente nel più recon-dito ed intimo del mio spirito, sul mistero di Dioessuto in sé e nella manifestazione splendentedella sua Maestà sovrana verso fuori;

intuivo, e mi veniva rivelato molto chiara-mente e profondamente, che così come Dionell’infinità dei suoi attributi e perfezioni è unsolo ed unico atto di essere in attività trinitaria

Page 22: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

22 23

E questo stesso giorno 22, penetrata dalle lucicandenti dello Spirito Santo, riverente ed ado-rante davanti a Gesù Sacramentato nel Taber-nacolo; ed in un modo più trascendente nel mo-mento della Santa Messa al comprovare che sicelebrava la festa del Sacro Cuore di Gesù;

sentendomi inondata in silenziosa e profon-da penetrazione e invasa dal gaudio nel me-desimo Spirito Santo che mi avvolgeva illumi-nandomi con i raggi scintillanti dei suoi soli;

si andava imprimendo nel mio spirito chetraboccava di gaudio sotto la brezza della suavicinanza, ed introdotta nei misteri divini, comel’Incarnazione è allo stesso modo un atto per-sonale e trinitario in Dio.

Il quale, davanti alla rottura dei suoi pianieterni sulla creazione a causa del «non ti ser-virò»2 dell’uomo caduto; mosso a compassionedi tenerezza infinita, determina, per la volontàdel Padre, nel Verbo, mediante l’amore delloSpirito Santo, per lo splendore del suo infinitopotere in manifestazione di lode della sua glo-ria, che il Verbo Infinito si faccia Uomo, incli-nandosi sulla nostra miseria, pieno di amore mi-sericordioso.

Per cui Cristo, la seconda Persona dell’ado-rabile Trinità, è in sé, da sé e per sé, e per ilPadre e lo Spirito Santo, la Glorificazione infi-nita di riparazione davanti alla Santità di Diooffesa, e l’Infinita e Divina Misericordia in ma-

2 Ger 2, 20.

di Famiglia Divina; nel quale il suo essersi es-sersi l’Essere ed il suo operare sono in quel soloed unico atto d’essere, nel quale Dio si è persé ciò che è, essuto e standoselo ad essere insé, da sé e per sé in gaudio coeterno e con-sustanziale di Divinità, per la sua sussistenza in-finita;

in quel medesimo atto di essere, anche sein maniera distinta, Dio realizza verso fuori, amanifestazione del suo infinito potere e dellosplendore della gloria del suo Nome, la crea-zione, ed il sublime, divino, sorprendente esoggiogante portento dell’Incarnazione per larestaurazione dell’umanità caduta.

Per cui vedevo in modo molto chiaro e tra-scendente che la creazione è un atto persona-le e trinitario di Dio che, volendosi manifesta-re verso fuori in ciò che è e come lo è nellapienezza della sua perfezione infinitamente ri-colma di attributi e perfezioni; nello e per losplendore del suo infinito potere a lode dellasua gloria, si mette in movimento immutabiledi volontà creatrice, per il volere del Padre, me-diante l’espressione del Verbo –il quale è laParola canora in sillabazione amorosa della per-fezione infinita che Dio si è in sé, da sé e persé, per cui «nel Verbo e per mezzo del Verbofurono create e realizzate tutte le cose»1– me-diante l’amore infinito e coeterno dello SpiritoSanto.

1 Cfr. Col 1, 16.

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E questo stesso giorno 22, penetrata dalle lucicandenti dello Spirito Santo, riverente ed ado-rante davanti a Gesù Sacramentato nel Taber-nacolo; ed in un modo più trascendente nel mo-mento della Santa Messa al comprovare che sicelebrava la festa del Sacro Cuore di Gesù;

sentendomi inondata in silenziosa e profon-da penetrazione e invasa dal gaudio nel me-desimo Spirito Santo che mi avvolgeva illumi-nandomi con i raggi scintillanti dei suoi soli;

si andava imprimendo nel mio spirito chetraboccava di gaudio sotto la brezza della suavicinanza, ed introdotta nei misteri divini, comel’Incarnazione è allo stesso modo un atto per-sonale e trinitario in Dio.

Il quale, davanti alla rottura dei suoi pianieterni sulla creazione a causa del «non ti ser-virò»2 dell’uomo caduto; mosso a compassionedi tenerezza infinita, determina, per la volontàdel Padre, nel Verbo, mediante l’amore delloSpirito Santo, per lo splendore del suo infinitopotere in manifestazione di lode della sua glo-ria, che il Verbo Infinito si faccia Uomo, incli-nandosi sulla nostra miseria, pieno di amore mi-sericordioso.

Per cui Cristo, la seconda Persona dell’ado-rabile Trinità, è in sé, da sé e per sé, e per ilPadre e lo Spirito Santo, la Glorificazione infi-nita di riparazione davanti alla Santità di Diooffesa, e l’Infinita e Divina Misericordia in ma-

2 Ger 2, 20.

di Famiglia Divina; nel quale il suo essersi es-sersi l’Essere ed il suo operare sono in quel soloed unico atto d’essere, nel quale Dio si è persé ciò che è, essuto e standoselo ad essere insé, da sé e per sé in gaudio coeterno e con-sustanziale di Divinità, per la sua sussistenza in-finita;

in quel medesimo atto di essere, anche sein maniera distinta, Dio realizza verso fuori, amanifestazione del suo infinito potere e dellosplendore della gloria del suo Nome, la crea-zione, ed il sublime, divino, sorprendente esoggiogante portento dell’Incarnazione per larestaurazione dell’umanità caduta.

Per cui vedevo in modo molto chiaro e tra-scendente che la creazione è un atto persona-le e trinitario di Dio che, volendosi manifesta-re verso fuori in ciò che è e come lo è nellapienezza della sua perfezione infinitamente ri-colma di attributi e perfezioni; nello e per losplendore del suo infinito potere a lode dellasua gloria, si mette in movimento immutabiledi volontà creatrice, per il volere del Padre, me-diante l’espressione del Verbo –il quale è laParola canora in sillabazione amorosa della per-fezione infinita che Dio si è in sé, da sé e persé, per cui «nel Verbo e per mezzo del Verbofurono create e realizzate tutte le cose»1– me-diante l’amore infinito e coeterno dello SpiritoSanto.

1 Cfr. Col 1, 16.

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Gloria al Padre, gloria al Figlio, e gloria alloSpirito Santo, per essere ciò che è in sé, da sée per sé in sussistenza infinita di Divinità, ed inmanifestazione splendente di amore misericor-dioso, saturando noi tutti, per Cristo, con Lui edin Lui, della sua medesima e coeterna Divinità.

Dio, «perché è Amore ed ama ed è Amoree può», trabocca in effusione di misericordiainfinita, coeterna e trinitaria sulla meschinitàdella nostra limitazione e miseria, così divina-mente che possiamo chiamare Dio «Padre» indiritto di proprietà, attraverso Cristo, essendoinseriti nel Verbo della Vita in modo tale cheGesù esclamava:

«… che tutti siano una sola cosa, come Tu,Padre, in me ed Io in Te, siano anch’essi in noiuna cosa sola, perché il mondo creda che Tu mihai mandato. E la gloria che Tu hai dato a me,Io l’ho data a loro, perché siano come noi unacosa sola. Io in loro e Tu in me, perché sianoperfetti nell’unità e il mondo sappia che Tu mihai mandato e li hai amati come hai amato me»5.

A maggiore miseria, più grande e sovrab-bondante misericordia di riparazione davanti aDio, e maggiore sovrabbondanza di grazia perle nostre anime.

Misericordia che, nella e per l’effusione del-la gloria di Jahvè in traboccamento di amori

5 Gv 17, 21-23.

nifestazione personale e splendente, come Ver-bo del Padre;

che, in sillabazione amorosa di consustanzialimelodie per la sua Divinità, in espressione di-vina ed umana si effonde in misericordia, in-nalzandoci alla sublimità di essere, per Lui, conLui ed in Lui, figli nell’Unigenito di Dio, eredidella sua gloria e «partecipi della vita divina»3.

Ed è Dio stesso nella sua Trinità di Personenel e per il Verbo Incarnato, la Divina ed InfinitaMisericordia in effusioni torrenziali di Divinità,con Cuore di Padre e amore di Spirito Santomediante la Canzone sanguinante e redentricedel Verbo.

Per cui Gesù, essendo Dio ed Uomo, è l’In-finita Misericordia in donazioni eterne di Di-vinità, e la Riparazione infinita di amore rido-nativo alla Santità di Dio offesa.

E la mia anima, oltrepassata di amore e digaudio nello Spirito Santo, adora il Verbo delPadre, la Divina ed Infinita Misericordia del Diotre volte Santo; che, effondendosi misericor-diosamente sulla limitazione del mio nulla, mifa esclamare sotto il tubare e l’impulso dellabrezza dello Spirito Santo e ardente nelle fiam-me letificanti dei suoi refrigeranti fuochi:

«Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degliEserciti; i Cieli e la terra sono pieni della tuagloria!»4.

3 2 Pe 1, 4. 4 Is 6, 3.

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24 25

Gloria al Padre, gloria al Figlio, e gloria alloSpirito Santo, per essere ciò che è in sé, da sée per sé in sussistenza infinita di Divinità, ed inmanifestazione splendente di amore misericor-dioso, saturando noi tutti, per Cristo, con Lui edin Lui, della sua medesima e coeterna Divinità.

Dio, «perché è Amore ed ama ed è Amoree può», trabocca in effusione di misericordiainfinita, coeterna e trinitaria sulla meschinitàdella nostra limitazione e miseria, così divina-mente che possiamo chiamare Dio «Padre» indiritto di proprietà, attraverso Cristo, essendoinseriti nel Verbo della Vita in modo tale cheGesù esclamava:

«… che tutti siano una sola cosa, come Tu,Padre, in me ed Io in Te, siano anch’essi in noiuna cosa sola, perché il mondo creda che Tu mihai mandato. E la gloria che Tu hai dato a me,Io l’ho data a loro, perché siano come noi unacosa sola. Io in loro e Tu in me, perché sianoperfetti nell’unità e il mondo sappia che Tu mihai mandato e li hai amati come hai amato me»5.

A maggiore miseria, più grande e sovrab-bondante misericordia di riparazione davanti aDio, e maggiore sovrabbondanza di grazia perle nostre anime.

Misericordia che, nella e per l’effusione del-la gloria di Jahvè in traboccamento di amori

5 Gv 17, 21-23.

nifestazione personale e splendente, come Ver-bo del Padre;

che, in sillabazione amorosa di consustanzialimelodie per la sua Divinità, in espressione di-vina ed umana si effonde in misericordia, in-nalzandoci alla sublimità di essere, per Lui, conLui ed in Lui, figli nell’Unigenito di Dio, eredidella sua gloria e «partecipi della vita divina»3.

Ed è Dio stesso nella sua Trinità di Personenel e per il Verbo Incarnato, la Divina ed InfinitaMisericordia in effusioni torrenziali di Divinità,con Cuore di Padre e amore di Spirito Santomediante la Canzone sanguinante e redentricedel Verbo.

Per cui Gesù, essendo Dio ed Uomo, è l’In-finita Misericordia in donazioni eterne di Di-vinità, e la Riparazione infinita di amore rido-nativo alla Santità di Dio offesa.

E la mia anima, oltrepassata di amore e digaudio nello Spirito Santo, adora il Verbo delPadre, la Divina ed Infinita Misericordia del Diotre volte Santo; che, effondendosi misericor-diosamente sulla limitazione del mio nulla, mifa esclamare sotto il tubare e l’impulso dellabrezza dello Spirito Santo e ardente nelle fiam-me letificanti dei suoi refrigeranti fuochi:

«Santo, Santo, Santo, il Signore Dio degliEserciti; i Cieli e la terra sono pieni della tuagloria!»4.

3 2 Pe 1, 4. 4 Is 6, 3.

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26 27

«Benedite il Dio del cielo e proclamatelo da-vanti a tutti i viventi, poiché è stato misericor-dioso con voi. È buono serbare il segreto delre, ed è un onore rivelare e proclamare le ope-re di Dio»7.

E mi sentivo, allo stesso tempo, tremante espaventata davanti alla mia impossibilità di po-ter esprimere ciò che, così profondamente echiaramente, vengo scoprendo e comprenden-do; senza trovare la maniera adeguata di espli-carlo e di proclamarlo, per la povertà della mialimitazione e la rozzezza delle mie inespressive,povere e detonanti parole, per quanto lo ripeta;affinché l’uomo, abituato a guardare sempre sestesso, possa comprendere qualcosa di ciò chela mia anima, sotto la miseria del mio nulla espinta dallo Spirito Santo, deve manifestare; cosìdistinto e distante dalla capacità della creaturadavanti alla realtà esistente e sussistente dell’ec-celsitudine eccelsa e coeterna dell’Infinito Essere.

Infatti come dice San Paolo: «L’uomo carna-le non comprende le cose dello Spirito di Dio;esse sono follia per lui, e non è capace di in-tenderle, perché se ne può giudicare solo permezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invecegiudica ogni cosa, senza poter essere giudica-to da nessuno.

Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Si-gnore, in modo da poterlo dirigere?

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo»8.

7 Tb 12, 6-7. 8 1 Cor 2, 14-16.

eterni ed infiniti, pieno di compassione e di te-nerezza, ci si manifesta e dona a fiotti attraversoil costato aperto di Cristo, essendo Cristo –l’Uni-genito Figlio di Dio, la seconda Persona dell’a-dorabile Trinità– la Divina ed Infinita Miseri-cordia: l’Agnello Immacolato che toglie i peccatidel mondo, a gloria di Dio Padre, sotto l’im-pulso e l’amore infinito dello Spirito Santo.

E «così, mediante la Chiesa, i Principati e lePotestà nei Cieli conoscono ora la multiformesapienza di Dio, secondo il disegno eterno, rea-lizzato in Cristo, Signore nostro, per il quale ab-biamo un libero e fiducioso accesso a Dio perla fede in Lui»6.

Per cui oggi il mio spirito, nuovamente il-luminato dal pensiero divino, e come oltre-passato d’amore verso l’Unigenito di Dio fattoUomo –essendo Egli l’effusione della infinitamisericordia e la Misericordia Infinita Incar-nata–; e illuminato sotto le sue luci scintillantisapienziali e incandescenti, penetrò e continuaa penetrare in una maniera profondissima –conla necessità di manifestarlo e sotto l’impulsoveemente e come incontenibile dello SpiritoSanto affinché lo esprima–, le perfezioni coe-terne dell’Infinito Essere, essendosele Egli in sé,da sé e per sé, e manifestandosi in amore com-passionevole di divina, infinita e coeterna mi-sericordia.

6 Ef 3, 10-12.

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«Benedite il Dio del cielo e proclamatelo da-vanti a tutti i viventi, poiché è stato misericor-dioso con voi. È buono serbare il segreto delre, ed è un onore rivelare e proclamare le ope-re di Dio»7.

E mi sentivo, allo stesso tempo, tremante espaventata davanti alla mia impossibilità di po-ter esprimere ciò che, così profondamente echiaramente, vengo scoprendo e comprenden-do; senza trovare la maniera adeguata di espli-carlo e di proclamarlo, per la povertà della mialimitazione e la rozzezza delle mie inespressive,povere e detonanti parole, per quanto lo ripeta;affinché l’uomo, abituato a guardare sempre sestesso, possa comprendere qualcosa di ciò chela mia anima, sotto la miseria del mio nulla espinta dallo Spirito Santo, deve manifestare; cosìdistinto e distante dalla capacità della creaturadavanti alla realtà esistente e sussistente dell’ec-celsitudine eccelsa e coeterna dell’Infinito Essere.

Infatti come dice San Paolo: «L’uomo carna-le non comprende le cose dello Spirito di Dio;esse sono follia per lui, e non è capace di in-tenderle, perché se ne può giudicare solo permezzo dello Spirito. L’uomo spirituale invecegiudica ogni cosa, senza poter essere giudica-to da nessuno.

Chi infatti ha conosciuto il pensiero del Si-gnore, in modo da poterlo dirigere?

Ora, noi abbiamo il pensiero di Cristo»8.

7 Tb 12, 6-7. 8 1 Cor 2, 14-16.

eterni ed infiniti, pieno di compassione e di te-nerezza, ci si manifesta e dona a fiotti attraversoil costato aperto di Cristo, essendo Cristo –l’Uni-genito Figlio di Dio, la seconda Persona dell’a-dorabile Trinità– la Divina ed Infinita Miseri-cordia: l’Agnello Immacolato che toglie i peccatidel mondo, a gloria di Dio Padre, sotto l’im-pulso e l’amore infinito dello Spirito Santo.

E «così, mediante la Chiesa, i Principati e lePotestà nei Cieli conoscono ora la multiformesapienza di Dio, secondo il disegno eterno, rea-lizzato in Cristo, Signore nostro, per il quale ab-biamo un libero e fiducioso accesso a Dio perla fede in Lui»6.

Per cui oggi il mio spirito, nuovamente il-luminato dal pensiero divino, e come oltre-passato d’amore verso l’Unigenito di Dio fattoUomo –essendo Egli l’effusione della infinitamisericordia e la Misericordia Infinita Incar-nata–; e illuminato sotto le sue luci scintillantisapienziali e incandescenti, penetrò e continuaa penetrare in una maniera profondissima –conla necessità di manifestarlo e sotto l’impulsoveemente e come incontenibile dello SpiritoSanto affinché lo esprima–, le perfezioni coe-terne dell’Infinito Essere, essendosele Egli in sé,da sé e per sé, e manifestandosi in amore com-passionevole di divina, infinita e coeterna mi-sericordia.

6 Ef 3, 10-12.

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nione della natura divina e della natura umananella persona del Verbo, Dio si fa Uomo el’Uomo è elevato alla dignità sublime e tra-scendente di essere Figlio di Dio!

Benedetto Redentore, l’Unto di Jahvè, che es-sendo l’Unigenito di Dio, manifestazione splen-dente dell’infinito potere, ci innalza per i meri-ti della sua crocifissione redentrice alla dignitàdi essere figli di Dio nel suo Unigenito; reinse-rendoci in modo così sublime, sovrabbondantee trascendente, da poter arrivare ad adempire ilpiano di Colui che ci creò solo ed esclusiva-mente, secondo i suoi disegni eterni, affinché lopossedessimo!

E, terribile responsabilità quella dell’uomo!,non solo a causa del «no» del peccato dei no-stri Progenitori, ma per il fatto di non appro-fittare della Fonte della misericordia infinita checi viene data nella e attraverso la Redenzionedi Cristo; e disprezzandola e persino oltrag-giandola, si ribella in modo così inconcepibilee inimmaginabile contro l’unico Dio vero, checi si dona, in straripamento di misericordia, me-diante il prezzo del Sangue del suo unico Figlio,Gesù Cristo suo Inviato, effuso sull’ara dellacroce; abusando così della misericordia infinitae oltraggiando l’Agnello di Dio che toglie i pec-cati del mondo.

Dio si manifesta come è nello splendore delsuo infinito potere, pieno di maestà, magnifi-cenza e gloria, che si effonde in misericordia;

Com’è santo Dio e com’è buono! che, sen-za aver bisogno di nulla in sé, da sé e per sé–per il fatto di avere la sua possibilità infinitainfinitamente essuta e posseduta nel suo atto diessere in intercomunicazione familiare di vitatrinitaria–; per una benevolenza del suo coe-terno potere in realizzazione compiuta, nel eper il mistero dell’Incarnazione, gode nel ren-dere felici noi, povere creature uscite dalle suemani per un volere della sua volontà traboc-cante di tenerezza in straripamento di amorecompassionevole e misericordioso.

In quale modo glorioso Dio vuole manife-stare verso fuori quanto è buono nel trabocca-re in misericordia infinita verso l’uomo! –anchese sarebbe ugualmente buono se non lo faces-se, giacché Dio non è buono essenzialmenteper quello che fa, bensì per quello che è ecome lo è– estraendo una maniera quasi im-possibile per Lui stesso: «Emmanuele, “Dio connoi”»9, che, inchiodato sulla croce ed appesoad un legno, esclama: «Venite a me voi tuttiche siete stanchi e oppressi e Io vi ristorerò»10.

«Colui che mangia la mia Carne e beve ilmio Sangue dimora in me e Io in lui, e Io lorisusciterò nell’ultimo giorno»11.

Benedetto Redentore, il quale fa inclinaremisericordiosamente la bontà del Dio tre volteSanto verso l’uomo peccatore, in una manieracosì gloriosa che, nel Cristo del Padre, per l’u-

9 Is 7, 14. 10 Mt 11, 28. 11 Gv 6, 56. 40.

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nione della natura divina e della natura umananella persona del Verbo, Dio si fa Uomo el’Uomo è elevato alla dignità sublime e tra-scendente di essere Figlio di Dio!

Benedetto Redentore, l’Unto di Jahvè, che es-sendo l’Unigenito di Dio, manifestazione splen-dente dell’infinito potere, ci innalza per i meri-ti della sua crocifissione redentrice alla dignitàdi essere figli di Dio nel suo Unigenito; reinse-rendoci in modo così sublime, sovrabbondantee trascendente, da poter arrivare ad adempire ilpiano di Colui che ci creò solo ed esclusiva-mente, secondo i suoi disegni eterni, affinché lopossedessimo!

E, terribile responsabilità quella dell’uomo!,non solo a causa del «no» del peccato dei no-stri Progenitori, ma per il fatto di non appro-fittare della Fonte della misericordia infinita checi viene data nella e attraverso la Redenzionedi Cristo; e disprezzandola e persino oltrag-giandola, si ribella in modo così inconcepibilee inimmaginabile contro l’unico Dio vero, checi si dona, in straripamento di misericordia, me-diante il prezzo del Sangue del suo unico Figlio,Gesù Cristo suo Inviato, effuso sull’ara dellacroce; abusando così della misericordia infinitae oltraggiando l’Agnello di Dio che toglie i pec-cati del mondo.

Dio si manifesta come è nello splendore delsuo infinito potere, pieno di maestà, magnifi-cenza e gloria, che si effonde in misericordia;

Com’è santo Dio e com’è buono! che, sen-za aver bisogno di nulla in sé, da sé e per sé–per il fatto di avere la sua possibilità infinitainfinitamente essuta e posseduta nel suo atto diessere in intercomunicazione familiare di vitatrinitaria–; per una benevolenza del suo coe-terno potere in realizzazione compiuta, nel eper il mistero dell’Incarnazione, gode nel ren-dere felici noi, povere creature uscite dalle suemani per un volere della sua volontà traboc-cante di tenerezza in straripamento di amorecompassionevole e misericordioso.

In quale modo glorioso Dio vuole manife-stare verso fuori quanto è buono nel trabocca-re in misericordia infinita verso l’uomo! –anchese sarebbe ugualmente buono se non lo faces-se, giacché Dio non è buono essenzialmenteper quello che fa, bensì per quello che è ecome lo è– estraendo una maniera quasi im-possibile per Lui stesso: «Emmanuele, “Dio connoi”»9, che, inchiodato sulla croce ed appesoad un legno, esclama: «Venite a me voi tuttiche siete stanchi e oppressi e Io vi ristorerò»10.

«Colui che mangia la mia Carne e beve ilmio Sangue dimora in me e Io in lui, e Io lorisusciterò nell’ultimo giorno»11.

Benedetto Redentore, il quale fa inclinaremisericordiosamente la bontà del Dio tre volteSanto verso l’uomo peccatore, in una manieracosì gloriosa che, nel Cristo del Padre, per l’u-

9 Is 7, 14. 10 Mt 11, 28. 11 Gv 6, 56. 40.

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30 31

pieno di compassione, si sia fatto Uomo perdonarsi in divina e infinita misericordia sulla mi-seria…!

Ed è Cristo il sublime Portento della miseri-cordia di Dio, che è e racchiude in sé, per lasua Persona divina, la Divinità riparata, e, nellasua natura umana, la riparazione infinita davan-ti alla Santità di Dio offesa; ed è il Restauratoredell’umanità per il prezzo del suo Sangue divi-no in Cantico di lode all’eccellenza di Dio e dicompassione misericordiosa che scoppia in san-gue attraverso tutti i suoi pori, come vittimaespiatoria che, in Redenzione cruenta, ricolma esatura di Divinità chiunque voglia approfittaredel suo Sangue sparso sull’ara della croce per laremissione dei peccati.

Com’è meravigliosamente maestoso lo splen-dore della gloria di Jahvè nel suo essersi e nelsuo manifestarsi!

E davanti all’eccellenza infinitamente sussi-stente e sufficiente di Colui che È, e alla suaeffusione verso l’umanità, pieno di amore mi-sericordioso, sotto la nullità, la povertà e la mi-seria del mio nulla per la limitazione della miabassezza e meschinità, tornando al mio cantodi amor puro in inno di lode, la mia animaesclama, oltrepassata e piena di gaudio nelloSpirito Santo:

Chi come Dio…!; e, che ha a che vedere lacreatura né tutto ciò che è creato con il Creatore…!

affinché l’uomo, approfittando il frutto dellaRedenzione, con cuore contrito e spirito umi-liato ritorni a Lui, che perdona «non sette vol-te, ma settanta volte sette»12, chi, pentito, cer-ca il perdono, la riconciliazione e l’unione conDio nel Sacramento della Penitenza e negli al-tri Sacramenti, affluenti delle sorgenti della vitadivina.

E questo Dio lo fa in tal modo che, la men-te dell’uomo che conosce qualcosa dell’eccel-lenza sussistente, sufficiente e divina di Coluiche È, giammai lo potrà intravedere, compren-dere né scoprire, pur penetrando il suo miste-ro, se lo stesso Unigenito di Dio non glielo ma-nifesta, secondo le sue divine parole: «Nessunoconosce bene il Figlio se non il Padre, e nes-suno conosce bene il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare»13.

La mia vita è un poema e un martirio. Unpoema di inediti amori, e un martirio di in-cruenta immolazione per il contrasto che spe-rimento tra ciò che è divino e ciò che è uma-no, il Cielo e la terra, la creatura e il Creatore,al dover esprimermi attraverso la mia rude, de-tonante e povera proclamazione, senza riuscirea conseguirlo come ne ho bisogno.

Come comprendo chiaramente che l’AmoreInfinito, straripando d’amore e di tenerezza,

12 Mt 18, 22. 13 Mt 11, 27.

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pieno di compassione, si sia fatto Uomo perdonarsi in divina e infinita misericordia sulla mi-seria…!

Ed è Cristo il sublime Portento della miseri-cordia di Dio, che è e racchiude in sé, per lasua Persona divina, la Divinità riparata, e, nellasua natura umana, la riparazione infinita davan-ti alla Santità di Dio offesa; ed è il Restauratoredell’umanità per il prezzo del suo Sangue divi-no in Cantico di lode all’eccellenza di Dio e dicompassione misericordiosa che scoppia in san-gue attraverso tutti i suoi pori, come vittimaespiatoria che, in Redenzione cruenta, ricolma esatura di Divinità chiunque voglia approfittaredel suo Sangue sparso sull’ara della croce per laremissione dei peccati.

Com’è meravigliosamente maestoso lo splen-dore della gloria di Jahvè nel suo essersi e nelsuo manifestarsi!

E davanti all’eccellenza infinitamente sussi-stente e sufficiente di Colui che È, e alla suaeffusione verso l’umanità, pieno di amore mi-sericordioso, sotto la nullità, la povertà e la mi-seria del mio nulla per la limitazione della miabassezza e meschinità, tornando al mio cantodi amor puro in inno di lode, la mia animaesclama, oltrepassata e piena di gaudio nelloSpirito Santo:

Chi come Dio…!; e, che ha a che vedere lacreatura né tutto ciò che è creato con il Creatore…!

affinché l’uomo, approfittando il frutto dellaRedenzione, con cuore contrito e spirito umi-liato ritorni a Lui, che perdona «non sette vol-te, ma settanta volte sette»12, chi, pentito, cer-ca il perdono, la riconciliazione e l’unione conDio nel Sacramento della Penitenza e negli al-tri Sacramenti, affluenti delle sorgenti della vitadivina.

E questo Dio lo fa in tal modo che, la men-te dell’uomo che conosce qualcosa dell’eccel-lenza sussistente, sufficiente e divina di Coluiche È, giammai lo potrà intravedere, compren-dere né scoprire, pur penetrando il suo miste-ro, se lo stesso Unigenito di Dio non glielo ma-nifesta, secondo le sue divine parole: «Nessunoconosce bene il Figlio se non il Padre, e nes-suno conosce bene il Padre se non il Figlio ecolui al quale il Figlio lo voglia rivelare»13.

La mia vita è un poema e un martirio. Unpoema di inediti amori, e un martirio di in-cruenta immolazione per il contrasto che spe-rimento tra ciò che è divino e ciò che è uma-no, il Cielo e la terra, la creatura e il Creatore,al dover esprimermi attraverso la mia rude, de-tonante e povera proclamazione, senza riuscirea conseguirlo come ne ho bisogno.

Come comprendo chiaramente che l’AmoreInfinito, straripando d’amore e di tenerezza,

12 Mt 18, 22. 13 Mt 11, 27.

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E quando uscivo frettolosa dal retrobottegaper congedarle, dicendo loro –con ciò che iocredevo santo orgoglio– che nella nostra casa,così religiosa e così degna!, non si poteva par-lare così…; oh! […] cosa mi successe:

Si incise nel più profondo e recondito delmio spirito una frase che, per quanto questapovera figlia della Chiesa vivrà, mai potrà di-menticare:

“Per loro ho effuso tutto il mio Sangue…”.

Davanti a ciò, fermandomi di botto, rapida-mente tornai dove stava mio fratello, dicendo-gli profondamente compunta e impressionata:

“Antonio…, per loro Gesù ha effuso tutto ilsuo Sangue…!”.

Mio fratello, non conoscendo il perché delmio cambio di atteggiamento, mi rispose mol-to contundente:

“Congedale!, che se ne vadano!, che se nevadano…!”.

Entrando di nuovo nel negozio, impressio-nata poiché non era un poco o una goccioli-na, no, bensì tutto il Sangue di Gesù quello cheera stato versato per ciascuna di esse!; sentivotanto amore…!, tanta comprensione…!, tanta te-nerezza…!, che, se fosse stato Gesù Colui chesi trovava lì, non l’avrei potuto servire meglio.

In modo che sperimentavo il desiderio digettarmi ai loro piedi e, abbracciandoli, baciar-glieli […]; io che sempre sono stata tanto puli-

14 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

E piena di gratitudine al Dio misericordiosotre volte Santo, ho bisogno di raccontare in unamaniera semplice e spontanea ciò che mi suc-cesse, quando ero ancora molto giovane, quan-do stavo servendo il pubblico nel negozio deimiei genitori.

Per la qual cosa trascrivo di seguito questoframmento di uno scritto dell’8 maggio 1997.

«Un giorno, […]14 in cui entrarono nel nostronegozio alcune povere disgraziate donne di ma-laffare, immediatamente mi misi a servirle, af-finché non dovesse farlo mio fratello Antonio.

E quelle poverette iniziarono a parlare in unamaniera molto scostumata, dicendo molte pa-rolacce tra di loro, e parole sconce.

Davanti a ciò, io, indignata, corsi frettolosanel retrobottega dove si trovava mio fratello, ecome con molta dignità religiosa –povera me!–,gli dissi:

“A casa nostra e nel nostro negozio, dovenoi abbiamo l’immagine del Sacro Cuore collo-cata nel centro del negozio, non possiamo per-mettere che si parli in questo modo! Pertanto,subito!, esco di corsa e le congedo”.

Mentre mio fratello, con la medesima dignitàed orgoglio religioso di me, mi diceva:

“Cacciale!, che se ne vadano dalla nostracasa!”.

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E quando uscivo frettolosa dal retrobottegaper congedarle, dicendo loro –con ciò che iocredevo santo orgoglio– che nella nostra casa,così religiosa e così degna!, non si poteva par-lare così…; oh! […] cosa mi successe:

Si incise nel più profondo e recondito delmio spirito una frase che, per quanto questapovera figlia della Chiesa vivrà, mai potrà di-menticare:

“Per loro ho effuso tutto il mio Sangue…”.

Davanti a ciò, fermandomi di botto, rapida-mente tornai dove stava mio fratello, dicendo-gli profondamente compunta e impressionata:

“Antonio…, per loro Gesù ha effuso tutto ilsuo Sangue…!”.

Mio fratello, non conoscendo il perché delmio cambio di atteggiamento, mi rispose mol-to contundente:

“Congedale!, che se ne vadano!, che se nevadano…!”.

Entrando di nuovo nel negozio, impressio-nata poiché non era un poco o una goccioli-na, no, bensì tutto il Sangue di Gesù quello cheera stato versato per ciascuna di esse!; sentivotanto amore…!, tanta comprensione…!, tanta te-nerezza…!, che, se fosse stato Gesù Colui chesi trovava lì, non l’avrei potuto servire meglio.

In modo che sperimentavo il desiderio digettarmi ai loro piedi e, abbracciandoli, baciar-glieli […]; io che sempre sono stata tanto puli-

14 Con questo segno si indica la soppressione di brani piùo meno ampi che non si ritiene opportuno pubblicaredurante la vita dell’autrice.

E piena di gratitudine al Dio misericordiosotre volte Santo, ho bisogno di raccontare in unamaniera semplice e spontanea ciò che mi suc-cesse, quando ero ancora molto giovane, quan-do stavo servendo il pubblico nel negozio deimiei genitori.

Per la qual cosa trascrivo di seguito questoframmento di uno scritto dell’8 maggio 1997.

«Un giorno, […]14 in cui entrarono nel nostronegozio alcune povere disgraziate donne di ma-laffare, immediatamente mi misi a servirle, af-finché non dovesse farlo mio fratello Antonio.

E quelle poverette iniziarono a parlare in unamaniera molto scostumata, dicendo molte pa-rolacce tra di loro, e parole sconce.

Davanti a ciò, io, indignata, corsi frettolosanel retrobottega dove si trovava mio fratello, ecome con molta dignità religiosa –povera me!–,gli dissi:

“A casa nostra e nel nostro negozio, dovenoi abbiamo l’immagine del Sacro Cuore collo-cata nel centro del negozio, non possiamo per-mettere che si parli in questo modo! Pertanto,subito!, esco di corsa e le congedo”.

Mentre mio fratello, con la medesima dignitàed orgoglio religioso di me, mi diceva:

“Cacciale!, che se ne vadano dalla nostracasa!”.

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ra di Divinità, voglio manifestare pure ciò chelo stesso Dio, un altro giorno, mi mostrò im-primendolo nel mio spirito: qualcosa di cosìbello quanto difficile da spiegare per la ma-gnitudine e la grandiosità di quanto penetraisorpassata di gaudio nello Spirito Santo.

8-5-1997(Frammento)

«Contemplai il Padre Eterno nelle altezzedella sua maestà sovrana, traboccante di pa-ternità amorosa; come con le sue braccia aper-te, ed inclinato in effusione sopra Cristo sullacroce.

E dal Seno amoroso del Padre, aperto, sgor-gava, come a fiotti incontenibili, a torrenti diaffluenti traboccanti di Divinità, il suo amoremisericordioso su Cristo, il Cristo Grande di tut-ti i tempi.

E attraverso il petto santissimo del VerboInfinito Incarnato, usciva, dall’affluente delle in-finite Sorgenti del Padre, tutto ciò che, dall’al-tezza della sua santità intoccabile, in effusionedi amore e di misericordia infinita, riversava sudi Lui in cascate torrenziali di donazione al-l’uomo.

E cadevano da Cristo, inchiodato sulla croce,attraverso il suo costato aperto sopra tutta l’u-manità, i torrenti luminosi della pienezza dellaricchezza, stracarica di doni, con cui il Padre, at-traverso Cristo, in amore misericordioso di re-

ta e “scrupolosa”, e pensare quanto sudati esporchi a volte i clienti avevano i piedi!

Ma, davanti al pensiero che Gesù aveva ef-fuso per ognuna di quelle povere disgraziatedonne tutto il suo Sangue, mi sentivo fonderedi tenerezza e di amore verso di loro.

Fu questo per tutta la mia vita una lezioneprofondissima che il Signore diede alla mia ani-ma, affinché comprendesse e scusasse la fragi-lità umana, e amassi le anime come Egli le ama-va; poiché, per tutte e per ciascuna, Gesù avevaeffuso, non un pochino neppure una goccia,bensì tutto il suo Sangue santissimo in Reden-zione di amore misericordioso!

Mi viene oggi al pensiero, piena di amore edi compassione, il passaggio del Vangelo in cuiGesù, da solo davanti alla donna adultera, ledisse: “Donna…, nessuno ti ha condannata…? —Nessuno, Signore… —Neppure io ti condan-no; va’ e non peccare più”15».

E sovrabbondando nella grandezza traboc-cante e inimmaginabile della misericordia diDio che si effonde sull’uomo attraverso Cristo,essendo Cristo in sé e per sé la MisericordiaInfinita e la Sorgente della Misericordia che sidà a noi attraverso Maria nel seno della SantaMadre Chiesa, anfora preziosa, ricolma e satu-

15 Gv 8, 10-11.

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ra di Divinità, voglio manifestare pure ciò chelo stesso Dio, un altro giorno, mi mostrò im-primendolo nel mio spirito: qualcosa di cosìbello quanto difficile da spiegare per la ma-gnitudine e la grandiosità di quanto penetraisorpassata di gaudio nello Spirito Santo.

8-5-1997(Frammento)

«Contemplai il Padre Eterno nelle altezzedella sua maestà sovrana, traboccante di pa-ternità amorosa; come con le sue braccia aper-te, ed inclinato in effusione sopra Cristo sullacroce.

E dal Seno amoroso del Padre, aperto, sgor-gava, come a fiotti incontenibili, a torrenti diaffluenti traboccanti di Divinità, il suo amoremisericordioso su Cristo, il Cristo Grande di tut-ti i tempi.

E attraverso il petto santissimo del VerboInfinito Incarnato, usciva, dall’affluente delle in-finite Sorgenti del Padre, tutto ciò che, dall’al-tezza della sua santità intoccabile, in effusionedi amore e di misericordia infinita, riversava sudi Lui in cascate torrenziali di donazione al-l’uomo.

E cadevano da Cristo, inchiodato sulla croce,attraverso il suo costato aperto sopra tutta l’u-manità, i torrenti luminosi della pienezza dellaricchezza, stracarica di doni, con cui il Padre, at-traverso Cristo, in amore misericordioso di re-

ta e “scrupolosa”, e pensare quanto sudati esporchi a volte i clienti avevano i piedi!

Ma, davanti al pensiero che Gesù aveva ef-fuso per ognuna di quelle povere disgraziatedonne tutto il suo Sangue, mi sentivo fonderedi tenerezza e di amore verso di loro.

Fu questo per tutta la mia vita una lezioneprofondissima che il Signore diede alla mia ani-ma, affinché comprendesse e scusasse la fragi-lità umana, e amassi le anime come Egli le ama-va; poiché, per tutte e per ciascuna, Gesù avevaeffuso, non un pochino neppure una goccia,bensì tutto il suo Sangue santissimo in Reden-zione di amore misericordioso!

Mi viene oggi al pensiero, piena di amore edi compassione, il passaggio del Vangelo in cuiGesù, da solo davanti alla donna adultera, ledisse: “Donna…, nessuno ti ha condannata…? —Nessuno, Signore… —Neppure io ti condan-no; va’ e non peccare più”15».

E sovrabbondando nella grandezza traboc-cante e inimmaginabile della misericordia diDio che si effonde sull’uomo attraverso Cristo,essendo Cristo in sé e per sé la MisericordiaInfinita e la Sorgente della Misericordia che sidà a noi attraverso Maria nel seno della SantaMadre Chiesa, anfora preziosa, ricolma e satu-

15 Gv 8, 10-11.

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Cristo racchiude in sé la pienezza della Divinitàe la ricapitolazione perfetta di tutta la creazio-ne in cantico glorioso di lode infinita davantiall’Eccellenza della Coeterna Trinità!; essendoEgli la seconda Persona dell’adorabile ed infi-nita Trinità.

Per cui «al nome di Gesù ogni ginocchio sipieghi nel cielo, sulla terra, nell’abisso, ed ognilingua proclami: Gesù Cristo è il Signore, a lodedi Dio Padre»16.

16 Fil 2, 10-11.

denzione, ricolmava coloro che si mettevano aricevere l’effusione della sua misericordia; satu-randoli nelle infinite ed eterne Sorgenti che, dal-la grandezza della Divinità, la sua Santità Eccelsa,inclinata verso l’umanità caduta, gli donava permezzo del suo Unigenito Figlio Incarnato, in tra-boccamento di misericordia infinita.

Com’è bello…!, […] com’è maestoso…!, co-m’è sublime…!, e com’è difficile da comunica-re, perché sovrano!, ciò che è Dio e ciò che,in un istante, la mia anima, piccolina, annien-tata e oltrepassata, contemplò davanti all’im-mensità magnifica del Padre Eterno; che, in ef-fusione di amore infinito, attraverso Cristo, sidava a noi, grazie al frutto della Redenzione,dagli affluenti delle sue infinite Sorgenti.

La donazione amorosa di misericordia infi-nita scaturiva a fiotti incontenibili e traboccantidal Seno del Padre al petto di Cristo; e dalpetto di Cristo, inchiodato sulla croce tra Dioe l’uomo, si spargeva su tutta l’umanità; percui bisognava mettersi a ricevere, ai piedi delFiglio di Dio crocifisso, con anima aperta, ilfrutto della Redenzione, come donazione delDio Eccelso che si effonde nelle sue Sorgentitorrenziali sull’uomo per l’amore dello SpiritoSanto…!».

Mistero infinito dell’amore di Dio, che rea-lizza, per la potenza della sua infinita magnifi-cenza, qualcosa di così inimmaginabile, che

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Cristo racchiude in sé la pienezza della Divinitàe la ricapitolazione perfetta di tutta la creazio-ne in cantico glorioso di lode infinita davantiall’Eccellenza della Coeterna Trinità!; essendoEgli la seconda Persona dell’adorabile ed infi-nita Trinità.

Per cui «al nome di Gesù ogni ginocchio sipieghi nel cielo, sulla terra, nell’abisso, ed ognilingua proclami: Gesù Cristo è il Signore, a lodedi Dio Padre»16.

16 Fil 2, 10-11.

denzione, ricolmava coloro che si mettevano aricevere l’effusione della sua misericordia; satu-randoli nelle infinite ed eterne Sorgenti che, dal-la grandezza della Divinità, la sua Santità Eccelsa,inclinata verso l’umanità caduta, gli donava permezzo del suo Unigenito Figlio Incarnato, in tra-boccamento di misericordia infinita.

Com’è bello…!, […] com’è maestoso…!, co-m’è sublime…!, e com’è difficile da comunica-re, perché sovrano!, ciò che è Dio e ciò che,in un istante, la mia anima, piccolina, annien-tata e oltrepassata, contemplò davanti all’im-mensità magnifica del Padre Eterno; che, in ef-fusione di amore infinito, attraverso Cristo, sidava a noi, grazie al frutto della Redenzione,dagli affluenti delle sue infinite Sorgenti.

La donazione amorosa di misericordia infi-nita scaturiva a fiotti incontenibili e traboccantidal Seno del Padre al petto di Cristo; e dalpetto di Cristo, inchiodato sulla croce tra Dioe l’uomo, si spargeva su tutta l’umanità; percui bisognava mettersi a ricevere, ai piedi delFiglio di Dio crocifisso, con anima aperta, ilfrutto della Redenzione, come donazione delDio Eccelso che si effonde nelle sue Sorgentitorrenziali sull’uomo per l’amore dello SpiritoSanto…!».

Mistero infinito dell’amore di Dio, che rea-lizza, per la potenza della sua infinita magnifi-cenza, qualcosa di così inimmaginabile, che

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23-6-2001

IL FATTO CHE DIO SIA MISERICORDIA INFINITA

IN DONAZIONE ETERNA D’AMORE,NON PUÒ ANDARE

CONTRO LA SUA GIUSTIZIA PER ESIGENZA DELLA SUA COETERNA

E SUSSISTENTE SANTITÀ

Dio, erompendo in misericordia attraversoCristo per l’uomo, dev’essere corrisposto daquesti secondo giustizia, davanti alla donazio-ne del Verbo Infinito Incarnato; cosa che ilSignore pure mi fece intendere, penetrata dal-la sua sapienza divina, ardente nel suo fuoco esotto l’impulso della sua forza, il 3 aprile 1959:

Il fatto che Dio sia misericordia infinita indonazione eterna di amore non può andarecontro la sua giustizia, che esige risposta di ri-donazione della creatura al Creatore come spet-ta al dono ricevuto; dato che, a maggiore do-nazione, più grande risposta.

«A chiunque fu dato molto, molto sarà chie-sto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto mol-to di più»1.

1 Lc 12, 48.

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crescere in modo da edificare se stesso nellacarità»2.

«Vi sono diversità di carismi, ma uno soloè lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, mauno solo è il Signore; vi sono diversità di ope-razioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto intutti. E a ciascuno è data una manifestazioneparticolare dello Spirito per l’utilità comune…Tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spi-rito che le opera, distribuendole a ciascuno co-me vuole.

Come infatti il corpo, pur essendo uno, hamolte membra e tutte le membra, pur essendomolte, sono un corpo solo, così anche Cristo…

Quindi se un membro soffre, tutte le mem-bra soffrono insieme; e se un membro è ono-rato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voisiete corpo di Cristo e sue membra, ciascunoper la sua parte»3.

«Che non si confondano…! –esclamavo allo-ra–. Sovrabbonda la misericordia per colui chevoglia approfittare del Sangue redentore di Cri-sto, la Misericordia Incarnata; sovrabbonda alpeccato la misericordia e l’amore, per coloro chevogliano profittare della sovrabbondanza dellamisericordia infinita in effusione amorosa dei tor-renziali affluenti divini delle Sorgenti eterne».

Che dolore! davanti alla confusione, piena diinsensatezza, di coloro che pensano, per man-

2 Ef 4, 7. 11-12. 15b-16. 3 1 Cor 12, 4-7. 11-12. 26-27.

Come vedevo in quel giorno che l’esube-ranza sovrabbondante dei suoi attributi in-sondabili, in infinità infinita di infinite infi-nità di perfezioni e attributi, per la perfezionedello stesso essere di Dio, era come un con-certo nell’adattamento melodico della realtà,infinitamente essuta e onnicomprensiva, del-la sua Divinità…!

E comprendevo oggi e penetravo che qual-cosa di simile succede con i diversi doni e ca-rismi che Dio distribuisce ai fedeli; doni che sesono di Dio, non possono opporsi gli uni aglialtri, bensì si compenetrano e aiutano recipro-camente per la consecuzione di un medesimofine, sotto l’azione di uno stesso Spirito, unostesso Signore e un unico Dio.

E mi vengono al pensiero le parole del-l’Apostolo San Paolo sui diversi doni e carismiche Dio dà alla sua Chiesa per la consolida-zione e l’espansione di tutta questa:

«A ciascuno di noi è data la grazia secon-do la misura del dono di Cristo… Ed Egli hastabilito alcuni come apostoli, altri come pro-feti, altri come evangelisti, altri come pastori emaestri, per rendere idonei i fratelli a com-piere il ministero, al fine di edificare il corpodi Cristo… Vivendo secondo la verità nella ca-rità, cerchiamo di crescere in ogni cosa versodi Lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto ilcorpo ben compaginato e connesso, mediantela collaborazione di ogni giuntura, secondo l’e-nergia propria di ogni membro, riceve forza per

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crescere in modo da edificare se stesso nellacarità»2.

«Vi sono diversità di carismi, ma uno soloè lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, mauno solo è il Signore; vi sono diversità di ope-razioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto intutti. E a ciascuno è data una manifestazioneparticolare dello Spirito per l’utilità comune…Tutte queste cose è l’unico e il medesimo Spi-rito che le opera, distribuendole a ciascuno co-me vuole.

Come infatti il corpo, pur essendo uno, hamolte membra e tutte le membra, pur essendomolte, sono un corpo solo, così anche Cristo…

Quindi se un membro soffre, tutte le mem-bra soffrono insieme; e se un membro è ono-rato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voisiete corpo di Cristo e sue membra, ciascunoper la sua parte»3.

«Che non si confondano…! –esclamavo allo-ra–. Sovrabbonda la misericordia per colui chevoglia approfittare del Sangue redentore di Cri-sto, la Misericordia Incarnata; sovrabbonda alpeccato la misericordia e l’amore, per coloro chevogliano profittare della sovrabbondanza dellamisericordia infinita in effusione amorosa dei tor-renziali affluenti divini delle Sorgenti eterne».

Che dolore! davanti alla confusione, piena diinsensatezza, di coloro che pensano, per man-

2 Ef 4, 7. 11-12. 15b-16. 3 1 Cor 12, 4-7. 11-12. 26-27.

Come vedevo in quel giorno che l’esube-ranza sovrabbondante dei suoi attributi in-sondabili, in infinità infinita di infinite infi-nità di perfezioni e attributi, per la perfezionedello stesso essere di Dio, era come un con-certo nell’adattamento melodico della realtà,infinitamente essuta e onnicomprensiva, del-la sua Divinità…!

E comprendevo oggi e penetravo che qual-cosa di simile succede con i diversi doni e ca-rismi che Dio distribuisce ai fedeli; doni che sesono di Dio, non possono opporsi gli uni aglialtri, bensì si compenetrano e aiutano recipro-camente per la consecuzione di un medesimofine, sotto l’azione di uno stesso Spirito, unostesso Signore e un unico Dio.

E mi vengono al pensiero le parole del-l’Apostolo San Paolo sui diversi doni e carismiche Dio dà alla sua Chiesa per la consolida-zione e l’espansione di tutta questa:

«A ciascuno di noi è data la grazia secon-do la misura del dono di Cristo… Ed Egli hastabilito alcuni come apostoli, altri come pro-feti, altri come evangelisti, altri come pastori emaestri, per rendere idonei i fratelli a com-piere il ministero, al fine di edificare il corpodi Cristo… Vivendo secondo la verità nella ca-rità, cerchiamo di crescere in ogni cosa versodi Lui, che è il capo, Cristo, dal quale tutto ilcorpo ben compaginato e connesso, mediantela collaborazione di ogni giuntura, secondo l’e-nergia propria di ogni membro, riceve forza per

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della felicità della vita divina in intimità di fa-miglia con le divine Persone?!

Come potrà unirsi a Dio il peccato dell’uo-mo con il suo: «non mi sottometterò alla tuavolontà né come Creatore né come Redentore»,che abusando delle donazioni dello stesso Dio,si oppone a tutto il suo essere che manifesta lapropria volontà contro il peccato, disprezzandoe oltraggiando Dio?! […]

E come potrò esprimere cos’è per la mia ani-ma, sprofondata nei misteri dell’Eterna Sa-pienza, la sovranità maestosa di Colui che È!; ilquale impresse nel mio spirito qualcosa che ri-mase impresso nel midollo del mio essere persempre, e che voglio adesso raccontare, tra-scrivendo un frammento dello scritto del 2 set-tembre 1997:

«Quando avevo ancora solo circa 27 anni,siamo andate un gruppo di ragazze consacratea fare la villeggiatura in un paesino delle mon-tagne di Avila […]; dal quale andavamo qualchevolta a passare una giornata al Santuario della“Vergine del Espino”; per approfittare, mentrestavamo in campagna, di occasioni di accom-pagnare Gesù Sacramentato nel tabernacolo.Cosa che è stata una delle tendenze più fortidella mia vita.

Per cui, ogni volta che potevo, me la svi-gnavo dal gruppo, per entrare di tanto in tan-to nella chiesa, avvicinarmi al tabernacolo ed

canza di conoscenza dell’eccellenza sussistentedi Dio, che, per essere stati redenti da Cristo,ormai possiamo opporci alla Santità infinita,che, per giustizia, esige risposta dalla creatura;non più soltanto come Creatore, bensì purecome Redentore che muore, pieno di amore mi-sericordioso, per redimere l’uomo con il suoSangue santissimo…!

Com’è possibile che la follia della menteumana, tentando di avvalersi della misericordiadivina, che per giustizia esige la risposta del-l’uomo redento, pensi, benché si ribelli controDio e disprezzi la donazione della Redenzione,di rimanere salvato; e senza essere stato puri-ficato e santificato dal Sangue dell’UnigenitoFiglio di Dio, possa entrare senza abito di fe-sta alle Nozze dell’Agnello?

«Il re entrò per vedere coloro che stavanoa mensa e, scorto un tale che non portava l’a-bito nuziale, gli disse: “Amico, come sei entra-to qui senza abito nuziale?”. Egli ammutolì.Allora il re disse ai suoi ministri: “Legatelo manie piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là saràpianto e stridore di denti. Perché molti sonochiamati, ma pochi eletti”»4.

Come potrà, per giustizia, il Dio Misericor-dioso Incarnato, essendo disprezzato, portarecoloro che si oppongono ostinatamente alla suaSantità, a partecipare per sempre nell’Eternità

4 Mt 22, 11-14.

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della felicità della vita divina in intimità di fa-miglia con le divine Persone?!

Come potrà unirsi a Dio il peccato dell’uo-mo con il suo: «non mi sottometterò alla tuavolontà né come Creatore né come Redentore»,che abusando delle donazioni dello stesso Dio,si oppone a tutto il suo essere che manifesta lapropria volontà contro il peccato, disprezzandoe oltraggiando Dio?! […]

E come potrò esprimere cos’è per la mia ani-ma, sprofondata nei misteri dell’Eterna Sa-pienza, la sovranità maestosa di Colui che È!; ilquale impresse nel mio spirito qualcosa che ri-mase impresso nel midollo del mio essere persempre, e che voglio adesso raccontare, tra-scrivendo un frammento dello scritto del 2 set-tembre 1997:

«Quando avevo ancora solo circa 27 anni,siamo andate un gruppo di ragazze consacratea fare la villeggiatura in un paesino delle mon-tagne di Avila […]; dal quale andavamo qualchevolta a passare una giornata al Santuario della“Vergine del Espino”; per approfittare, mentrestavamo in campagna, di occasioni di accom-pagnare Gesù Sacramentato nel tabernacolo.Cosa che è stata una delle tendenze più fortidella mia vita.

Per cui, ogni volta che potevo, me la svi-gnavo dal gruppo, per entrare di tanto in tan-to nella chiesa, avvicinarmi al tabernacolo ed

canza di conoscenza dell’eccellenza sussistentedi Dio, che, per essere stati redenti da Cristo,ormai possiamo opporci alla Santità infinita,che, per giustizia, esige risposta dalla creatura;non più soltanto come Creatore, bensì purecome Redentore che muore, pieno di amore mi-sericordioso, per redimere l’uomo con il suoSangue santissimo…!

Com’è possibile che la follia della menteumana, tentando di avvalersi della misericordiadivina, che per giustizia esige la risposta del-l’uomo redento, pensi, benché si ribelli controDio e disprezzi la donazione della Redenzione,di rimanere salvato; e senza essere stato puri-ficato e santificato dal Sangue dell’UnigenitoFiglio di Dio, possa entrare senza abito di fe-sta alle Nozze dell’Agnello?

«Il re entrò per vedere coloro che stavanoa mensa e, scorto un tale che non portava l’a-bito nuziale, gli disse: “Amico, come sei entra-to qui senza abito nuziale?”. Egli ammutolì.Allora il re disse ai suoi ministri: “Legatelo manie piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là saràpianto e stridore di denti. Perché molti sonochiamati, ma pochi eletti”»4.

Come potrà, per giustizia, il Dio Misericor-dioso Incarnato, essendo disprezzato, portarecoloro che si oppongono ostinatamente alla suaSantità, a partecipare per sempre nell’Eternità

4 Mt 22, 11-14.

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sondabile, inaccessibile e intoccabile, che mifece fermare di botto, in piedi, e senza che ioosassi guardare da nessuna parte, né muover-mi, quasi neppure respirare…!!

E questo era in un modo così profondo, sor-prendente e maestoso, che sentivo che, se fa-cevo un passo in più, proprio lì sarei potuta ri-manere morta per la maestà eccelsa, terribile eonnipotente del Gesù che stava nel taberna-colo, e che mi si manifestava nello splendoreabbagliante e onnipotente della sua gloria,come il Dio terribile di maestà sovrana; al qua-le nessuna creatura si poteva avvicinare, senzarimanere distrutta in un istante, se non era in-vitata dalla potenza della Sovranità infinita.

E in tal modo era ciò, […] che non osavomuovermi neanche un pochino…!, neppure pergettarmi a terra ad adorare. Poiché sperimenta-vo in tutto il mio essere che, davanti a qual-siasi movimento, potevo rimanere annichilitadal potere maestoso e imperioso dell’eccellen-za, in terribilità schiacciante, dell’Essere infini-to, onnipotente ed eterno.

Per quanto dica, […] di ciò che mi successequel giorno, giammai potrò esprimerlo, per ilfatto di non avere parole né concetti affinchéla mente umana lo possa captare.

[…] Non osavo neppure guardare indietro,né lanciarmi a correre!, come avrei tanto desi-derato per l’impulso che sentivo di liberarmi e

accompagnare Gesù, amarlo, consolarlo…, cer-cando di farlo sorridere con le mie “pazzie diamore”, come io le chiamavo; che, molte vol-te, mi facevano ballare spiritualmente davanti aLui, come nei miei primi anni; e comprendevo,in assaporamento amoroso, quanto ciò piaces-se a Gesù.

Cosa che riempiva di gaudio la mia animadi “bambina” innamorata, davanti all’amore cheavevo per il mio Sposo divino. […]

E durante questa giornata di campagna cosìfelice che stavo trascorrendo, una delle volte incui correvo frettolosa dai portoni del Santuarioverso l’altare maggiore, dove era Gesù Sacra-mentato, oh, cosa mi accadde…!, […] così sor-prendente, e fino ad allora, per me, scono-sciuta!:

Quando mi mancavano solo circa una deci-na di metri per arrivare al presbiterio –dove erosolita prostrarmi in ginocchio, bussavo alla por-ticina del tabernacolo…, mi piaceva infilare ilmignolo nel buchetto della chiave come se ten-tassi di aprirlo nelle mie audacie di giochi amo-rosi in sacre manifestazioni d’amore piene ditenerezza indescrivibile e indicibile con il mioGesù del tabernacolo, le quali io sapevo beneche gli piacevano–;

all’improvviso, in un momento pieno di sor-presa indescrivibile, iniziai a sperimentare laterribilità terribile, maestosa e sovrana dell’infi-nita potenza di Dio pieno di magnificenza e displendore nell’altezza della sua immensità in-

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sondabile, inaccessibile e intoccabile, che mifece fermare di botto, in piedi, e senza che ioosassi guardare da nessuna parte, né muover-mi, quasi neppure respirare…!!

E questo era in un modo così profondo, sor-prendente e maestoso, che sentivo che, se fa-cevo un passo in più, proprio lì sarei potuta ri-manere morta per la maestà eccelsa, terribile eonnipotente del Gesù che stava nel taberna-colo, e che mi si manifestava nello splendoreabbagliante e onnipotente della sua gloria,come il Dio terribile di maestà sovrana; al qua-le nessuna creatura si poteva avvicinare, senzarimanere distrutta in un istante, se non era in-vitata dalla potenza della Sovranità infinita.

E in tal modo era ciò, […] che non osavomuovermi neanche un pochino…!, neppure pergettarmi a terra ad adorare. Poiché sperimenta-vo in tutto il mio essere che, davanti a qual-siasi movimento, potevo rimanere annichilitadal potere maestoso e imperioso dell’eccellen-za, in terribilità schiacciante, dell’Essere infini-to, onnipotente ed eterno.

Per quanto dica, […] di ciò che mi successequel giorno, giammai potrò esprimerlo, per ilfatto di non avere parole né concetti affinchéla mente umana lo possa captare.

[…] Non osavo neppure guardare indietro,né lanciarmi a correre!, come avrei tanto desi-derato per l’impulso che sentivo di liberarmi e

accompagnare Gesù, amarlo, consolarlo…, cer-cando di farlo sorridere con le mie “pazzie diamore”, come io le chiamavo; che, molte vol-te, mi facevano ballare spiritualmente davanti aLui, come nei miei primi anni; e comprendevo,in assaporamento amoroso, quanto ciò piaces-se a Gesù.

Cosa che riempiva di gaudio la mia animadi “bambina” innamorata, davanti all’amore cheavevo per il mio Sposo divino. […]

E durante questa giornata di campagna cosìfelice che stavo trascorrendo, una delle volte incui correvo frettolosa dai portoni del Santuarioverso l’altare maggiore, dove era Gesù Sacra-mentato, oh, cosa mi accadde…!, […] così sor-prendente, e fino ad allora, per me, scono-sciuta!:

Quando mi mancavano solo circa una deci-na di metri per arrivare al presbiterio –dove erosolita prostrarmi in ginocchio, bussavo alla por-ticina del tabernacolo…, mi piaceva infilare ilmignolo nel buchetto della chiave come se ten-tassi di aprirlo nelle mie audacie di giochi amo-rosi in sacre manifestazioni d’amore piene ditenerezza indescrivibile e indicibile con il mioGesù del tabernacolo, le quali io sapevo beneche gli piacevano–;

all’improvviso, in un momento pieno di sor-presa indescrivibile, iniziai a sperimentare laterribilità terribile, maestosa e sovrana dell’infi-nita potenza di Dio pieno di magnificenza e displendore nell’altezza della sua immensità in-

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E quando alla fine mi avvicinai al taberna-colo, infatti Gesù così mi chiedeva, lì, adora-vo…, amavo… e mi annientavo…!, mentre sen-tivo la carezza accogliente di Gesù, che miconsolava e, pieno di tenerezza, mi invitava adavvicinarmi per farmi reclinare sul suo petto.

L’impressione però di ciò che avevo appe-na vissuto non mi si poteva togliere così facil-mente, benché la tenerezza amorosa di Gesùverso di me fosse indescrivibile.

Mi faceva comprendere, con quello che ave-vo vissuto, la maestà sovrana che Egli era in ter-ribilità di potenza infinita, davanti al quale ognicreatura doveva essere piena di venerazione, ri-spetto, riverenza e adorazione; e la bontà infi-nita della sua misericordia, che si inclina sul-la creatura in tal modo che riposa in essa…,gode…, e persino, con i giochi amorosi del miodelirio di amore, era capace di farlo sorridere…

Con la testa chinata davanti al tabernacolo,imparai quell’insegnamento che Gesù, con tene-rezza di amore infinito, fece alla piccola Tri-nidad de la Santa Madre Iglesia; affinché, ben-ché piena di fiducia nella sua misericordiainfinita traboccante di inedite tenerezze e diamori eterni, comprendesse, distinguendo bene,ciò che Dio è in sé, da sé e per sé, e fin dovesi abbassa, inclinandosi sulla piccolezza del-l’uomo.

Per cui, da quel giorno, pur avendo tanta fi-ducia quanta Gesù me ne dà, un santo timore

di scappare da quella sorprendente situazione;che mentre mi inondava di timore, mi facevaconoscere la magnificenza potente e splenden-te del Dio dell’Eucaristia che, per amore al-l’uomo, si trova occulto sotto le apparenze sem-plici, sacrosante e misteriose di un pezzettinodi Pane.

Un passo in più, e forse sarei potuta rima-nere annichilita dalla potenza incommensurabi-le dell’Infinito Essere!

E, quando mi sembrava che la mia poveranatura non potesse sopportare quella maestosama schiacciante situazione, poiché persino legambe mi tremavano, all’improvviso, iniziai asperimentare in una maniera lenta e soave cheil Gesù del mio tabernacolo, dolcemente, tene-ramente e in modo carezzevole, mi tendeva lamano, invitandomi ad avvicinarmi…

Il mio primo istinto, nel vedere che ormaimi potevo muovere, fu di lanciarmi a correre escappare dalla porta.

Ma il Dio del Sacramento mi faceva compren-dere, pieno di tenerezza, di amore, di misericor-dia e di compassione, che voleva che mi avvici-nassi a Lui, e con la stessa fiducia con cui semprel’avevo fatto!; e sperimentavo che, con bracciosteso in paternità amorosa sulla mia povera ani-ma, mi chiedeva di andare verso di Lui; mentre,tremante, io camminavo quietamente e pian pia-nino, quasi senza azzardarmi ad avanzare.

Page 46: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

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E quando alla fine mi avvicinai al taberna-colo, infatti Gesù così mi chiedeva, lì, adora-vo…, amavo… e mi annientavo…!, mentre sen-tivo la carezza accogliente di Gesù, che miconsolava e, pieno di tenerezza, mi invitava adavvicinarmi per farmi reclinare sul suo petto.

L’impressione però di ciò che avevo appe-na vissuto non mi si poteva togliere così facil-mente, benché la tenerezza amorosa di Gesùverso di me fosse indescrivibile.

Mi faceva comprendere, con quello che ave-vo vissuto, la maestà sovrana che Egli era in ter-ribilità di potenza infinita, davanti al quale ognicreatura doveva essere piena di venerazione, ri-spetto, riverenza e adorazione; e la bontà infi-nita della sua misericordia, che si inclina sul-la creatura in tal modo che riposa in essa…,gode…, e persino, con i giochi amorosi del miodelirio di amore, era capace di farlo sorridere…

Con la testa chinata davanti al tabernacolo,imparai quell’insegnamento che Gesù, con tene-rezza di amore infinito, fece alla piccola Tri-nidad de la Santa Madre Iglesia; affinché, ben-ché piena di fiducia nella sua misericordiainfinita traboccante di inedite tenerezze e diamori eterni, comprendesse, distinguendo bene,ciò che Dio è in sé, da sé e per sé, e fin dovesi abbassa, inclinandosi sulla piccolezza del-l’uomo.

Per cui, da quel giorno, pur avendo tanta fi-ducia quanta Gesù me ne dà, un santo timore

di scappare da quella sorprendente situazione;che mentre mi inondava di timore, mi facevaconoscere la magnificenza potente e splenden-te del Dio dell’Eucaristia che, per amore al-l’uomo, si trova occulto sotto le apparenze sem-plici, sacrosante e misteriose di un pezzettinodi Pane.

Un passo in più, e forse sarei potuta rima-nere annichilita dalla potenza incommensurabi-le dell’Infinito Essere!

E, quando mi sembrava che la mia poveranatura non potesse sopportare quella maestosama schiacciante situazione, poiché persino legambe mi tremavano, all’improvviso, iniziai asperimentare in una maniera lenta e soave cheil Gesù del mio tabernacolo, dolcemente, tene-ramente e in modo carezzevole, mi tendeva lamano, invitandomi ad avvicinarmi…

Il mio primo istinto, nel vedere che ormaimi potevo muovere, fu di lanciarmi a correre escappare dalla porta.

Ma il Dio del Sacramento mi faceva compren-dere, pieno di tenerezza, di amore, di misericor-dia e di compassione, che voleva che mi avvici-nassi a Lui, e con la stessa fiducia con cui semprel’avevo fatto!; e sperimentavo che, con bracciosteso in paternità amorosa sulla mia povera ani-ma, mi chiedeva di andare verso di Lui; mentre,tremante, io camminavo quietamente e pian pia-nino, quasi senza azzardarmi ad avanzare.

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insensatezza, a voler approfittare disordinata-mente della divina misericordia, senza fare giu-stizia, con la nostra risposta amorosa alla Santitàdi Dio oltraggiata e offesa dalla creatura, alSupremo Creatore che si manifesta in volontà.

[…] La volontà infinita di Dio, effondendosiin Santità, esige, per giustizia, nel suo essersigiustizia di perfezione, risposta dall’uomo, nonpiù soltanto per averlo creato, ma per la do-nazione del Dio Infinito Incarnato che, fattoUomo, cerca instancabile la maniera di glorifi-carsi attraverso il suo amore misericordioso;

e che, irrompendo nell’idillio più inedito chesi possa pensare, scoppiando in sangue attra-verso tutti i suoi pori, incoronato di spine, in-chiodato sulla croce, con il suo costato apertoe le sue piaghe sanguinanti, ci grida sospesosull’Abisso: «Colui che ha sete venga a me ebeva, ed Io gli darò gratuitamente dell’acquadella vita»8.

«Chi mangia la mia Carne e beve il mio San-gue abita in me ed Io in lui ed Io lo risusci-terò nell’ultimo giorno»9.

E così, «le aquile reali», con cuore incande-scente ed occhi di luminosa sapienza, attraver-sano l’Abisso; per essere portate da Lui, me-diante la Redenzione del Cristo Grande di tuttii tempi, che si perpetua in donazione amorosa

8 Gv 7, 37; Ap 21, 6. 9 Gv 6, 56. 40.

di Dio in rispettosa riverenza amorosa, mi fa in-tendere più profondamente, in sapienziale sa-pienza, quale sia la distanza che esiste tra lacreatura e il Creatore.

Ricordo pure il passaggio in cui Javhè, dalroveto ardente, disse a Mosè: “Non avvicinarti,togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sulquale tu stai è una terra santa”5.

La Casa di Dio e la Dimora dell’Altissimo sul-la terra è stata consacrata per il culto, l’adora-zione e la preghiera.

“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tuttiquelli che vi trovò a comprare e a vendere; ro-vesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie deivenditori di colombe e disse loro: La Scritturadice: ‘La mia casa sarà chiamata casa di pre-ghiera’, ma voi ne fate una spelonca di ladri”6.

Penetravo e comprendevo con quale vene-razione, rispetto e adorazione dobbiamo entra-re e mantenerci nel Sancta Sanctorum dei tem-pli consacrati a Dio;

intonando l’inno di lode de “i Serafini da-vanti al Signore seduto sul suo trono alto e su-blime…: Santo, Santo, Santo, Javhè Sebaot! Tut-ta la terra è piena della sua gloria!”7».

Com’è confusa […] la mente dell’uomo…!,com’è offuscata e com’è tenebrosa!, per man-canza di conoscenza dell’Infinito Essere, per pa-ragonarlo sempre a noi; arrivando, nella nostra

5 Es 3, 5. 6 Mt 21, 12-13. 7 Is 6, 1-3.

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insensatezza, a voler approfittare disordinata-mente della divina misericordia, senza fare giu-stizia, con la nostra risposta amorosa alla Santitàdi Dio oltraggiata e offesa dalla creatura, alSupremo Creatore che si manifesta in volontà.

[…] La volontà infinita di Dio, effondendosiin Santità, esige, per giustizia, nel suo essersigiustizia di perfezione, risposta dall’uomo, nonpiù soltanto per averlo creato, ma per la do-nazione del Dio Infinito Incarnato che, fattoUomo, cerca instancabile la maniera di glorifi-carsi attraverso il suo amore misericordioso;

e che, irrompendo nell’idillio più inedito chesi possa pensare, scoppiando in sangue attra-verso tutti i suoi pori, incoronato di spine, in-chiodato sulla croce, con il suo costato apertoe le sue piaghe sanguinanti, ci grida sospesosull’Abisso: «Colui che ha sete venga a me ebeva, ed Io gli darò gratuitamente dell’acquadella vita»8.

«Chi mangia la mia Carne e beve il mio San-gue abita in me ed Io in lui ed Io lo risusci-terò nell’ultimo giorno»9.

E così, «le aquile reali», con cuore incande-scente ed occhi di luminosa sapienza, attraver-sano l’Abisso; per essere portate da Lui, me-diante la Redenzione del Cristo Grande di tuttii tempi, che si perpetua in donazione amorosa

8 Gv 7, 37; Ap 21, 6. 9 Gv 6, 56. 40.

di Dio in rispettosa riverenza amorosa, mi fa in-tendere più profondamente, in sapienziale sa-pienza, quale sia la distanza che esiste tra lacreatura e il Creatore.

Ricordo pure il passaggio in cui Javhè, dalroveto ardente, disse a Mosè: “Non avvicinarti,togliti i sandali dai piedi, perché il luogo sulquale tu stai è una terra santa”5.

La Casa di Dio e la Dimora dell’Altissimo sul-la terra è stata consacrata per il culto, l’adora-zione e la preghiera.

“Gesù entrò poi nel tempio e scacciò tuttiquelli che vi trovò a comprare e a vendere; ro-vesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie deivenditori di colombe e disse loro: La Scritturadice: ‘La mia casa sarà chiamata casa di pre-ghiera’, ma voi ne fate una spelonca di ladri”6.

Penetravo e comprendevo con quale vene-razione, rispetto e adorazione dobbiamo entra-re e mantenerci nel Sancta Sanctorum dei tem-pli consacrati a Dio;

intonando l’inno di lode de “i Serafini da-vanti al Signore seduto sul suo trono alto e su-blime…: Santo, Santo, Santo, Javhè Sebaot! Tut-ta la terra è piena della sua gloria!”7».

Com’è confusa […] la mente dell’uomo…!,com’è offuscata e com’è tenebrosa!, per man-canza di conoscenza dell’Infinito Essere, per pa-ragonarlo sempre a noi; arrivando, nella nostra

5 Es 3, 5. 6 Mt 21, 12-13. 7 Is 6, 1-3.

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50 51

Giacché attraverso Maria, in Maria, per la vo-lontà del Padre, l’amore dello Spirito Santo el’Incarnazione del Verbo, l’Unigenito di Dio sifece Uomo e abitò tra noi, essendo il Primo-genito della discendenza della Donna.

Per cui nell’anno 1959 la mia anima esclama-va: «Maria è Colei che ha la “colpa” del fatto chetutti gli uomini si riempiano di grazia e vivanodi Dio, poiché strappando la Grazia che esce dalSeno del Padre, che è il Verbo, rapì al Padre laFonte della grazia –“dalla cui pienezza tutti ab-biamo ricevuto”11– e la diede agli uomini».

È Maria la Madre di Cristo, il Figlio di DioIncarnato e Figlio suo, la Madre della Miseri-cordia; per cui la proclamano beata tutte le ge-nerazioni.

Ed è Maria la Porta del Cielo, la Madre del-l’amore bello.

E la mia anima intona, esultante di gaudionello Spirito Santo, con la Santissima Vergine,il suo Magnificat di gloria:

«L’anima mia magnifica il Signore, il mio spi-rito esulta in Dio, mio Salvatore…, il suo Nomeè santo, e la sua misericordia di generazione ingenerazione arriva a coloro che lo amano…

Ha accolto Israele, suo servo, ricordandosidella sua misericordia, come aveva promesso ai

11 Gv 1, 16.

agli uomini nella Chiesa, al trionfo definitivo deiBeati; e con l’entrata di Cristo nell’Eternità, in-trodurci a vivere, in godimento felicissimo, nelgaudio infinito della partecipazione, in gloria,della stessa vita divina della Trinità.

E questa mattina, festa del Cuore Immacolatodi Maria, pure durante il Santo Sacrificio del-l’Altare, piena ed esultante di gaudio nello SpiritoSanto per l’amore filiale così grande e traboc-cante che serbo nel mio spirito verso la San-tissima Vergine, sentii che la Sapienza divina,specialmente nel momento della Consacrazione,imprimeva nel più profondo del mio spirito qual-cosa di molto dolce e assaporabile sulla Santis-sima Vergine, la Madre del Verbo Infinito Incar-nato, il quale è la divina Misericordia che su dinoi si effonde a fiotti dal Seno del Padre attra-verso il suo costato aperto tramite la Maternitàdi Maria per la salvezza in restaurazione dell’u-manità caduta.

Il mio spirito penetrava in modo gaudiosoche l’effusione della misericordia infinita sul-l’uomo caduto, fu annunciata e promulgata daDio nel Paradiso terrestre; che ci sarebbe statadata per mezzo della Donna, la cui discenden-za avrebbe schiacciato la testa del serpente:«Pongo perpetua inimicizia tra te e la Donna,tra la tua stirpe e la sua: Questa ti schiacceràla testa e tu le insidierai il calcagno»10.

10 Gen 3, 15.

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Giacché attraverso Maria, in Maria, per la vo-lontà del Padre, l’amore dello Spirito Santo el’Incarnazione del Verbo, l’Unigenito di Dio sifece Uomo e abitò tra noi, essendo il Primo-genito della discendenza della Donna.

Per cui nell’anno 1959 la mia anima esclama-va: «Maria è Colei che ha la “colpa” del fatto chetutti gli uomini si riempiano di grazia e vivanodi Dio, poiché strappando la Grazia che esce dalSeno del Padre, che è il Verbo, rapì al Padre laFonte della grazia –“dalla cui pienezza tutti ab-biamo ricevuto”11– e la diede agli uomini».

È Maria la Madre di Cristo, il Figlio di DioIncarnato e Figlio suo, la Madre della Miseri-cordia; per cui la proclamano beata tutte le ge-nerazioni.

Ed è Maria la Porta del Cielo, la Madre del-l’amore bello.

E la mia anima intona, esultante di gaudionello Spirito Santo, con la Santissima Vergine,il suo Magnificat di gloria:

«L’anima mia magnifica il Signore, il mio spi-rito esulta in Dio, mio Salvatore…, il suo Nomeè santo, e la sua misericordia di generazione ingenerazione arriva a coloro che lo amano…

Ha accolto Israele, suo servo, ricordandosidella sua misericordia, come aveva promesso ai

11 Gv 1, 16.

agli uomini nella Chiesa, al trionfo definitivo deiBeati; e con l’entrata di Cristo nell’Eternità, in-trodurci a vivere, in godimento felicissimo, nelgaudio infinito della partecipazione, in gloria,della stessa vita divina della Trinità.

E questa mattina, festa del Cuore Immacolatodi Maria, pure durante il Santo Sacrificio del-l’Altare, piena ed esultante di gaudio nello SpiritoSanto per l’amore filiale così grande e traboc-cante che serbo nel mio spirito verso la San-tissima Vergine, sentii che la Sapienza divina,specialmente nel momento della Consacrazione,imprimeva nel più profondo del mio spirito qual-cosa di molto dolce e assaporabile sulla Santis-sima Vergine, la Madre del Verbo Infinito Incar-nato, il quale è la divina Misericordia che su dinoi si effonde a fiotti dal Seno del Padre attra-verso il suo costato aperto tramite la Maternitàdi Maria per la salvezza in restaurazione dell’u-manità caduta.

Il mio spirito penetrava in modo gaudiosoche l’effusione della misericordia infinita sul-l’uomo caduto, fu annunciata e promulgata daDio nel Paradiso terrestre; che ci sarebbe statadata per mezzo della Donna, la cui discenden-za avrebbe schiacciato la testa del serpente:«Pongo perpetua inimicizia tra te e la Donna,tra la tua stirpe e la sua: Questa ti schiacceràla testa e tu le insidierai il calcagno»10.

10 Gen 3, 15.

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52 53

22-2-2001

IN NOSTALGIE CHE ATTENDONOIL GIORNO DELL’INCONTRO…

OH, SE IO POTESSIDIRE I POEMI

DEL PASSO DI DIOIN MISTERO…!

Oh, se io potessi aprire i catenaccidelle sorgenti del mio contenimento…!

Oh, se io potessi infrangere i silenziche opprimo nella profondità del mio cuore…!

Oh, se io potessi dire in poemiin qualche maniera quanto Dio imprimedentro nel mio intimo…!:le voci che odo in conversazioniche sono richieste dell’Essere infinito che si scandisce in dardo d’amore.

Oh, se io potessi in qualche modo,fosse soltanto in detonazionidella mia povera voce,essendo solo l’Eco della Chiesa Madre,dire ciò che ascolto lì nel reconditodella mia anima silente, suggellata e cadenzataquando mi parla Dio…!

nostri Padri, ad Abramo e alla sua discendenzaper sempre»12;

dando gloria al Padre, gloria al Figlio e glo-ria allo Spirito Santo attraverso l’Unigenito diDio fatto Uomo, il Figlio di Maria e il Primo-genito della umanità, che è Dio, «poiché le suemisericordie sono eterne»13 e non hanno fine.

12 Lc 1, 46-55. 13 Sal 135.

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22-2-2001

IN NOSTALGIE CHE ATTENDONOIL GIORNO DELL’INCONTRO…

OH, SE IO POTESSIDIRE I POEMI

DEL PASSO DI DIOIN MISTERO…!

Oh, se io potessi aprire i catenaccidelle sorgenti del mio contenimento…!

Oh, se io potessi infrangere i silenziche opprimo nella profondità del mio cuore…!

Oh, se io potessi dire in poemiin qualche maniera quanto Dio imprimedentro nel mio intimo…!:le voci che odo in conversazioniche sono richieste dell’Essere infinito che si scandisce in dardo d’amore.

Oh, se io potessi in qualche modo,fosse soltanto in detonazionidella mia povera voce,essendo solo l’Eco della Chiesa Madre,dire ciò che ascolto lì nel reconditodella mia anima silente, suggellata e cadenzataquando mi parla Dio…!

nostri Padri, ad Abramo e alla sua discendenzaper sempre»12;

dando gloria al Padre, gloria al Figlio e glo-ria allo Spirito Santo attraverso l’Unigenito diDio fatto Uomo, il Figlio di Maria e il Primo-genito della umanità, che è Dio, «poiché le suemisericordie sono eterne»13 e non hanno fine.

12 Lc 1, 46-55. 13 Sal 135.

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Ma, per quanto voglia e tenti di esprimeree manifesti prorompendo in gemitidi profondi singhiozzi lì nel mio interiore;non sarà possibile dire l’indicibile,toccare l’intoccabile con le espressionidella mia rude voce.

Mai dirò nulla dell’Essere intoccabilequando mi alza in contemplazione,affinché sorprenda il suo esseersi eternoin quell’istante sublime e velatoin cui Dio si è Dio.

Non so ciò che dico né come esprimerlo,ma sento un impulso dentro il mio interiore,così forte e segreto, così dolce e incandescente,di tanto mistero, piena di pudore,che, quando lo esprimo, sento nel più profondodella mia anima ferita, nel più sigillatodel mio contenimento,di profanare la favella di Dio in misterocon il molteplice rintoccare in detonazionidella mia esplicazione.

Sento una nostalgia di malinconiache invade la mia vita piena di stupore,per dire in un canto nel modo che possamisteri profondi che io ho contemplatonello stesso arcano sacro e sigillatodell’Essersi di Dio;in quel segreto del Sancta Sanctorum,dove il Padre prorompe, generando il Verbo,in Esplicazione.

E nel più profondo, segreto e sacrodel mio contenimento,il silenzio irrompe in conversazionidi tenui accenti e profonde vibrazioni,e in ridonazioni dell’essere adorante all’Eterno in Voce;

che passa potente, silente e cadenzatoin un carro di fuoco baciando la sposa,che aspetta rinchiusa tutta riverenteche torni l’Amore;per ricolmarla dei suoi doni,quale Eroe di amori in Sole fulgente.

Amatore geloso, Trionfatore di glorie,Grande Conquistatore,calma ormai le ansie delle mie richiesteche, in palpitazioni del mio contenimento,reclamano urgenti un incontro ingente,quieto e rifulgente in passo veloce.

Oh, se io potessi dire in qualche modociò che opprimo dentro senza spiegazione!;prorompendo in cantici di tenui accenti,quale Eco di Chiesa in ripetizione della mia Madre Santa, piangente e penante,che chiede aiuto alla mia immolazione;

quando Dio si avvicina in passo di fuocoper pronunciarsi con la sua eterna vocealla mia anima eretta, piena di pene;che attende instancabile di erompere in poemidi proclamazionedi quanto mi dice la tua voce nel mio petto,santa e sacrosanta, mio divino Amore.

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Ma, per quanto voglia e tenti di esprimeree manifesti prorompendo in gemitidi profondi singhiozzi lì nel mio interiore;non sarà possibile dire l’indicibile,toccare l’intoccabile con le espressionidella mia rude voce.

Mai dirò nulla dell’Essere intoccabilequando mi alza in contemplazione,affinché sorprenda il suo esseersi eternoin quell’istante sublime e velatoin cui Dio si è Dio.

Non so ciò che dico né come esprimerlo,ma sento un impulso dentro il mio interiore,così forte e segreto, così dolce e incandescente,di tanto mistero, piena di pudore,che, quando lo esprimo, sento nel più profondodella mia anima ferita, nel più sigillatodel mio contenimento,di profanare la favella di Dio in misterocon il molteplice rintoccare in detonazionidella mia esplicazione.

Sento una nostalgia di malinconiache invade la mia vita piena di stupore,per dire in un canto nel modo che possamisteri profondi che io ho contemplatonello stesso arcano sacro e sigillatodell’Essersi di Dio;in quel segreto del Sancta Sanctorum,dove il Padre prorompe, generando il Verbo,in Esplicazione.

E nel più profondo, segreto e sacrodel mio contenimento,il silenzio irrompe in conversazionidi tenui accenti e profonde vibrazioni,e in ridonazioni dell’essere adorante all’Eterno in Voce;

che passa potente, silente e cadenzatoin un carro di fuoco baciando la sposa,che aspetta rinchiusa tutta riverenteche torni l’Amore;per ricolmarla dei suoi doni,quale Eroe di amori in Sole fulgente.

Amatore geloso, Trionfatore di glorie,Grande Conquistatore,calma ormai le ansie delle mie richiesteche, in palpitazioni del mio contenimento,reclamano urgenti un incontro ingente,quieto e rifulgente in passo veloce.

Oh, se io potessi dire in qualche modociò che opprimo dentro senza spiegazione!;prorompendo in cantici di tenui accenti,quale Eco di Chiesa in ripetizione della mia Madre Santa, piangente e penante,che chiede aiuto alla mia immolazione;

quando Dio si avvicina in passo di fuocoper pronunciarsi con la sua eterna vocealla mia anima eretta, piena di pene;che attende instancabile di erompere in poemidi proclamazionedi quanto mi dice la tua voce nel mio petto,santa e sacrosanta, mio divino Amore.

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E così ammutolita sorgono agonie nei contenimenti profondi, sacri,segreti, segnati nel più sigillatodal Bacio di Dio.

E benché siano vita, per il fatto di essere dell’Eterno,

le sue conversazioni,sono così dolenti i suoi reclamiche scoppio in pianto di costernazione.

Come si può dire Dio senza parolein questo esilio senza la sua captazione,dove non si odono i dolci accentidell’Essere infinito che avvolgono i dettidi Colui che è Parola in conversazione…?!

Dio parla alla mia anima affinché lo dicae lo manifesti con la mia povera voce;ed io tremante,tutta commossa,rimango ammutolitadavanti alla Parola di Colui che mi inviacon la sua voce potente e in teneri accenti,quale dolce Amatore.

Oh, se io dicessi in qualche manieraciò che racchiudo dentro in vittimazione,davanti ai contrasti divini, sacri,che Dio mi invia in proclamazionea coloro che, avendo orecchi, non odonoper la dura notte della confusioneche avvolge gli uomini che non hanno conosciutoil detto silente, segreto e vibrantedel Verbo di Dio…!

Non so ciò che dico né come esprimerlo…Ho l’anima gonfia e, nella mia immolazione,opprimo un lamento sacro e segretosenza ripetizioni di detonazione,nel vedere che non posso, per quanto ci provi,dire i suoi poemi, in lamentazioni,con gli scricchiolii della mia distruzione.

Non so se è che vivo il mio Cielo sulla terra,o è terra nel Cielo che, in continuazione,segna il mio cammino sicuro e certo,cercando soltanto la gloria di Dioin lotta costante perché non l’ottengonel modo e nella maniera in cui lo sperimentonel più profondo, nel più reconditodella profondità sacra del mio cuore.

Dio parla e aspetta che io lo proclami,molto profondo e certo, lì, in ciò che è silente,dentro nel mio interiore.

E quando mi lancio, piena di nostalgie, per proclamarlo, rimango ammutolitaper non trovare parola qui in questa vita,piena di stupore,affinché decifri eterni canticiin conversazioni di ridonazione.

Dio parla alla mia anima e io lo percepisco…,

e si fa un silenzio che è adorazione,amore riverente, rispetto indicibiledi gaudio ineffabile di annientamento.

Page 56: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

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E così ammutolita sorgono agonie nei contenimenti profondi, sacri,segreti, segnati nel più sigillatodal Bacio di Dio.

E benché siano vita, per il fatto di essere dell’Eterno,

le sue conversazioni,sono così dolenti i suoi reclamiche scoppio in pianto di costernazione.

Come si può dire Dio senza parolein questo esilio senza la sua captazione,dove non si odono i dolci accentidell’Essere infinito che avvolgono i dettidi Colui che è Parola in conversazione…?!

Dio parla alla mia anima affinché lo dicae lo manifesti con la mia povera voce;ed io tremante,tutta commossa,rimango ammutolitadavanti alla Parola di Colui che mi inviacon la sua voce potente e in teneri accenti,quale dolce Amatore.

Oh, se io dicessi in qualche manieraciò che racchiudo dentro in vittimazione,davanti ai contrasti divini, sacri,che Dio mi invia in proclamazionea coloro che, avendo orecchi, non odonoper la dura notte della confusioneche avvolge gli uomini che non hanno conosciutoil detto silente, segreto e vibrantedel Verbo di Dio…!

Non so ciò che dico né come esprimerlo…Ho l’anima gonfia e, nella mia immolazione,opprimo un lamento sacro e segretosenza ripetizioni di detonazione,nel vedere che non posso, per quanto ci provi,dire i suoi poemi, in lamentazioni,con gli scricchiolii della mia distruzione.

Non so se è che vivo il mio Cielo sulla terra,o è terra nel Cielo che, in continuazione,segna il mio cammino sicuro e certo,cercando soltanto la gloria di Dioin lotta costante perché non l’ottengonel modo e nella maniera in cui lo sperimentonel più profondo, nel più reconditodella profondità sacra del mio cuore.

Dio parla e aspetta che io lo proclami,molto profondo e certo, lì, in ciò che è silente,dentro nel mio interiore.

E quando mi lancio, piena di nostalgie, per proclamarlo, rimango ammutolitaper non trovare parola qui in questa vita,piena di stupore,affinché decifri eterni canticiin conversazioni di ridonazione.

Dio parla alla mia anima e io lo percepisco…,

e si fa un silenzio che è adorazione,amore riverente, rispetto indicibiledi gaudio ineffabile di annientamento.

Page 57: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

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Non gemere così forte, non soffrire, Chiesa,ché non è ancora arrivatoil giorno agognatoin cui io ti introdurrò nel mio possesso!:Attendi e adora.Conosco le pene delle contenzioni della tua richiesta.

Quanto più procuro di dire i canticiche opprimo nella mia profondità,tanto più silente rimango nell’incomprensionedi una vita occulta che erra ansimante,tutta lacerante,senza volere altre cose che dare gloria a Dio;

e agogno il giorno, piena di nostalgieche Dio mi porterà, dietro il mio molteplice

penare,in risurrezione,al Gaudio infinito di Colui che mi ha inviatoa manifestarlo con le profeziee le melodie di una immolazione.

Poemi di gloria che intona la mia anima…,e che l’Essere riceve in ridonazioneper le donazioni che mette nel mio anelitosenza altre richieste che la mia vita in dono.

Riposa tranquilla, attendi in silenzio…Dio ti parla in molteplice tubare di brezza

cadenzatacon sibilo delicato, tutto innamorato,essendo il tuo Amatore.

Soltanto ti esige che tu sia rispostanel modo che tu possa in ridonazione.

Oh, se io potessi in qualche maniera dire quanto opprimo dentro nel mio interiore!,senza poterlo dire sotto l’impotenzache oggi sperimenta la limitazionedi questa creatura, così povera e così rude,davanti al potere in somma eccellenzaed eccelsa potenza di Colui che mi spingecon impeto eterno a manifestarloin proclamazione,con il mio quieto accento sotto i misteridi un’incomprensioneche serba il segreto del profondo silenzioin cui vivo occulta nella mia distruzione.

Oh, se io dicessi…! Ma, serba silenzio!,taci, anima amata!: Dio conosce il mododelle agonie che si trovano nel tuo interiore,quando, innamorato, si lancia al tuo incontro,alzando il tuo volo, in passo veloce,al gaudio glorioso, ingente e felicedi Colui che ti innalza al suo possesso.

Mentre la mia anima, tutta commossa,incandescente e arresa,tutta soggiogata dalla sua perfezione,risponde a suo modo, e attende di intraprendereuna corsa veloce sotto i fulgori dell’Eccelso Essersi,dell’Eterno Sole,che mi dice: Aspetta, è ancora presto, sposa,devi proclamarmi con il tuo povero accento,senza sapere il modo di poterlo faredavanti all’eccellenza della mia Perfezione.

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58 59

Non gemere così forte, non soffrire, Chiesa,ché non è ancora arrivatoil giorno agognatoin cui io ti introdurrò nel mio possesso!:Attendi e adora.Conosco le pene delle contenzioni della tua richiesta.

Quanto più procuro di dire i canticiche opprimo nella mia profondità,tanto più silente rimango nell’incomprensionedi una vita occulta che erra ansimante,tutta lacerante,senza volere altre cose che dare gloria a Dio;

e agogno il giorno, piena di nostalgieche Dio mi porterà, dietro il mio molteplice

penare,in risurrezione,al Gaudio infinito di Colui che mi ha inviatoa manifestarlo con le profeziee le melodie di una immolazione.

Poemi di gloria che intona la mia anima…,e che l’Essere riceve in ridonazioneper le donazioni che mette nel mio anelitosenza altre richieste che la mia vita in dono.

Riposa tranquilla, attendi in silenzio…Dio ti parla in molteplice tubare di brezza

cadenzatacon sibilo delicato, tutto innamorato,essendo il tuo Amatore.

Soltanto ti esige che tu sia rispostanel modo che tu possa in ridonazione.

Oh, se io potessi in qualche maniera dire quanto opprimo dentro nel mio interiore!,senza poterlo dire sotto l’impotenzache oggi sperimenta la limitazionedi questa creatura, così povera e così rude,davanti al potere in somma eccellenzaed eccelsa potenza di Colui che mi spingecon impeto eterno a manifestarloin proclamazione,con il mio quieto accento sotto i misteridi un’incomprensioneche serba il segreto del profondo silenzioin cui vivo occulta nella mia distruzione.

Oh, se io dicessi…! Ma, serba silenzio!,taci, anima amata!: Dio conosce il mododelle agonie che si trovano nel tuo interiore,quando, innamorato, si lancia al tuo incontro,alzando il tuo volo, in passo veloce,al gaudio glorioso, ingente e felicedi Colui che ti innalza al suo possesso.

Mentre la mia anima, tutta commossa,incandescente e arresa,tutta soggiogata dalla sua perfezione,risponde a suo modo, e attende di intraprendereuna corsa veloce sotto i fulgori dell’Eccelso Essersi,dell’Eterno Sole,che mi dice: Aspetta, è ancora presto, sposa,devi proclamarmi con il tuo povero accento,senza sapere il modo di poterlo faredavanti all’eccellenza della mia Perfezione.

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26-7-1997Festa dei Santi Gioacchino e Anna,Genitori della Santissima Vergine

SI È ADDORMENTATA LA SIGNORAIN ASSUNZIONE

TRIONFANTE E GLORIOSA ALL’ETERNITÀ

[…] In prossimità del giorno glorioso del-l’Assunzione di Nostra Signora, voglio manife-stare ciò che il 15 agosto dell’anno 1960 visseil mio spirito, portato da Dio […] a contempla-re in una maniera profondissima, chiarissima,inimmaginabilmente sorprendente –e vissuta inassaporamento di godimento di Eternità–, il mo-mento trascendente, sublime e indescrivibile,pieno di splendore e di maestà, in cui è statainnalzata da questa terra, in Assunzione glorio-sa, felicissima e splendente, Nostra Signora, tut-ta Vergine…!, tutta Madre…!, e tutta Regina…!,in corpo ed anima al Cielo.

[…] Godetti tanto […] quel 15 agosto, con-templando l’ultimo passo del peregrinare dellaVergine all’Eternità, che lo tengo suggellato nel-la profondità del mio spirito come un idilliod’inedita tenerezza che giammai si potrà an-nebbiare nell’anima dell’ultima, più povera emiserabile delle figlie della Santa Madre Chiesa,

60 61

Abbi sollievo, anima mia, riposa tranquilla,ché l’Amore baciacon passo di fuoco, affinché tu dica Luinel modo in cui tu possa,sotto la povertà della tua grande miseria,con il lamento della tua consegna in dono.

Ti amo, Dio mio…! Ti amo, Signore…!E questa è la risposta più profonda e sigillata,più innamoratache opprimo nella mia profondità,

segreta e suggellata, della mia donazione:

Dirti «ti amo!», mio Dio Infinito, Amatore di amori,sotto il grande mistero che racchiude

il tuo passoin bacio di Sposo lì nel profondo,segreto e suggellato di ciò che di più sacro,e di più recondito c’è nel mio interiore.

Ti amo, Dio mio…! Ti aspetto e ti bramo,mio dolce e divino Amatore.

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26-7-1997Festa dei Santi Gioacchino e Anna,Genitori della Santissima Vergine

SI È ADDORMENTATA LA SIGNORAIN ASSUNZIONE

TRIONFANTE E GLORIOSA ALL’ETERNITÀ

[…] In prossimità del giorno glorioso del-l’Assunzione di Nostra Signora, voglio manife-stare ciò che il 15 agosto dell’anno 1960 visseil mio spirito, portato da Dio […] a contempla-re in una maniera profondissima, chiarissima,inimmaginabilmente sorprendente –e vissuta inassaporamento di godimento di Eternità–, il mo-mento trascendente, sublime e indescrivibile,pieno di splendore e di maestà, in cui è statainnalzata da questa terra, in Assunzione glorio-sa, felicissima e splendente, Nostra Signora, tut-ta Vergine…!, tutta Madre…!, e tutta Regina…!,in corpo ed anima al Cielo.

[…] Godetti tanto […] quel 15 agosto, con-templando l’ultimo passo del peregrinare dellaVergine all’Eternità, che lo tengo suggellato nel-la profondità del mio spirito come un idilliod’inedita tenerezza che giammai si potrà an-nebbiare nell’anima dell’ultima, più povera emiserabile delle figlie della Santa Madre Chiesa,

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Abbi sollievo, anima mia, riposa tranquilla,ché l’Amore baciacon passo di fuoco, affinché tu dica Luinel modo in cui tu possa,sotto la povertà della tua grande miseria,con il lamento della tua consegna in dono.

Ti amo, Dio mio…! Ti amo, Signore…!E questa è la risposta più profonda e sigillata,più innamoratache opprimo nella mia profondità,

segreta e suggellata, della mia donazione:

Dirti «ti amo!», mio Dio Infinito, Amatore di amori,sotto il grande mistero che racchiude

il tuo passoin bacio di Sposo lì nel profondo,segreto e suggellato di ciò che di più sacro,e di più recondito c’è nel mio interiore.

Ti amo, Dio mio…! Ti aspetto e ti bramo,mio dolce e divino Amatore.

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Si è addormentata la Signora…! Si è addor-mentata alla vita della terra, per vivere in tuttala sua pienezza il possesso dell’Eterna Sapienzanella sua chiara, piena e totale visione.

Si è addormentata la Signora…! Sogno cheè un idillio d’amore, lanciato dalla Bocca divi-na nel bacio eterno della sapienza amorosa del-lo Spirito Santo.

Si è addormentata la Signora…!

Dicono che “è preziosa la morte dei giusti”1,perché non è null’altro che un bacio delloSpirito Santo, così silenzioso…!, così soave…!,così fondo e così profondo…! che, in una sa-cra manifestazione di amore immutabile, portal’anima via con sé, a volte senza che questaquasi lo percepisca.

Così accadde a Maria: è stata tanta pace…!,tanta immutabilità…!, tanto silenzio…!, tanto fon-do e tanto profondo…!, che si trovò all’improv-viso nella Gloria.

È stato un sonno d’amore, nell’aleggiare in-finito dello Spirito Santo, nell’abbraccio del suoConsorte divino: Si addormentò alla vita nel ba-cio e nell’abbraccio dello Spirito Santo…!

Si è addormentata la Signora davanti al ba-cio immutabile dell’Amore Infinito che, cullan-dola nel suo tubare divino, quasi senza perce-pirlo, se la portò via: rapì la sua “preda” in unadistrazione di Costei…!

per lo scintillio luminoso della sua manifesta-zione, davanti alla magnificenza della dormi-zione, in Assunzione in corpo ed anima allaGloria, di Nostra Signora dell’Incarnazione.

In una nota esplicativa alla fine dello scrittoche dettai quel giorno, addentrata da Dio inuna orazione molto profonda, esprimevo ciòche […] ho appena manifestato:

15-8-1960 (Frammento)

«Al tramonto di quest’oggi, 15 agosto 1960,ho avuto una luce molto forte dell’Assunzionedi Nostra Signora in corpo ed anima all’Eternità.

Contemplai come era innalzata tutta Lei dalbacio immutabile dello Spirito Santo.

Come molte altre volte, mi sentii totalmentepresa da Dio, ed espressi, come potei, ciò chela mia anima vide dell’Assunzione di NostraSignora.

E mi sentii rapita e oltrepassata dalla con-templazione di uno spettacolo così meraviglio-so, godetti di una dolcezza così profonda, diuna pace così spirituale e di una felicità cosìindescrivibile, che giammai potrò dimenticarequell’impressione.

E mi lasciò così presa, che durante moltotempo ho avuto una presenza continua di que-sto grande momento: 1 Sal 115, 15.

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Si è addormentata la Signora…! Si è addor-mentata alla vita della terra, per vivere in tuttala sua pienezza il possesso dell’Eterna Sapienzanella sua chiara, piena e totale visione.

Si è addormentata la Signora…! Sogno cheè un idillio d’amore, lanciato dalla Bocca divi-na nel bacio eterno della sapienza amorosa del-lo Spirito Santo.

Si è addormentata la Signora…!

Dicono che “è preziosa la morte dei giusti”1,perché non è null’altro che un bacio delloSpirito Santo, così silenzioso…!, così soave…!,così fondo e così profondo…! che, in una sa-cra manifestazione di amore immutabile, portal’anima via con sé, a volte senza che questaquasi lo percepisca.

Così accadde a Maria: è stata tanta pace…!,tanta immutabilità…!, tanto silenzio…!, tanto fon-do e tanto profondo…!, che si trovò all’improv-viso nella Gloria.

È stato un sonno d’amore, nell’aleggiare in-finito dello Spirito Santo, nell’abbraccio del suoConsorte divino: Si addormentò alla vita nel ba-cio e nell’abbraccio dello Spirito Santo…!

Si è addormentata la Signora davanti al ba-cio immutabile dell’Amore Infinito che, cullan-dola nel suo tubare divino, quasi senza perce-pirlo, se la portò via: rapì la sua “preda” in unadistrazione di Costei…!

per lo scintillio luminoso della sua manifesta-zione, davanti alla magnificenza della dormi-zione, in Assunzione in corpo ed anima allaGloria, di Nostra Signora dell’Incarnazione.

In una nota esplicativa alla fine dello scrittoche dettai quel giorno, addentrata da Dio inuna orazione molto profonda, esprimevo ciòche […] ho appena manifestato:

15-8-1960 (Frammento)

«Al tramonto di quest’oggi, 15 agosto 1960,ho avuto una luce molto forte dell’Assunzionedi Nostra Signora in corpo ed anima all’Eternità.

Contemplai come era innalzata tutta Lei dalbacio immutabile dello Spirito Santo.

Come molte altre volte, mi sentii totalmentepresa da Dio, ed espressi, come potei, ciò chela mia anima vide dell’Assunzione di NostraSignora.

E mi sentii rapita e oltrepassata dalla con-templazione di uno spettacolo così meraviglio-so, godetti di una dolcezza così profonda, diuna pace così spirituale e di una felicità cosìindescrivibile, che giammai potrò dimenticarequell’impressione.

E mi lasciò così presa, che durante moltotempo ho avuto una presenza continua di que-sto grande momento: 1 Sal 115, 15.

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di grazia e solo per Dio e per la realizzazionedei suoi piani eterni di effondersi sull’umanitàper mezzo dell’Incarnazione, realizzata nel senopurissimo della Vergine; per terminare in quel-l’istante nel quale, essendo ricolma la sua capa-cità, è stata posseduta dall’immutabilità di Dio…

Doveva essere saturata, abbracciata e soste-nuta dall’immutabilità immutabile delle tre di-vine Persone quella creatura che, annunciata daDio fin dal Paradiso terreste e predestinata adessere Madre di Dio, Corredentrice con Cristoai piedi della croce e Madre della Chiesa uni-versale a Pentecoste, salì tanto…!, tanto…!, tan-to…! che, addentrandosi nella profondità pro-fonda della divina Sapienza, dovette esserebaciata con un bacio eterno di immutabilità, da-vanti all’impossibilità, secondo la sua capacitàdi pura creatura, unica e inimmaginabile comeMadre di Dio e di tutti gli uomini, di potersiaddentrare di più.

Maria, nella sua Assunzione gloriosa in cor-po ed anima all’Eternità, spiccò il suo volo aldi sopra degli Angeli e degli Arcangeli, deiCherubini e dei Serafini e di tutta la creazione;e fu introdotta dall’Amore infinito della Vergi-nità eterna nella profondità profonda di quell’E-terno Generare…; Generare che dà alla luce,della sua stessa Luce, l’Eterno Oriens nell’amo-re infinito e coeterno dello Spirito Santo.

Se Maria fosse potuta essere un po’ più di-vinizzata, sarebbe vissuta di più. Dio fece Mariacon capacità quasi infinita di divinizzazione; e

“Figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e perle cerve dei campi, non destate, non scuotetedal sonno l’amata, finché essa non lo voglia…”2.

“Vieni dal Libano, sposa mia, ché ormai è pas-sato l’inverno e le vigne in fiore spandono il loroaroma…”. “Vieni, amata mia, che è già cessatala pioggia”3 per la Madre del Verbo del Padre,Incarnato, e la Sposa dello Spirito Santo…

Silenzio…!, ché si sta addormentando la Si-gnora nel bacio infinito dell’Immutabilità eterna,assaporando silenziosamente il contatto divinodello Sposo vergineo nella sua bocca buona diAmore increato…!

Giorno dell’Assunzione di Nostra Signora…!Tutta la vita di Maria, della Vergine, è stata

un’assunzione che, quando arrivò l’istante cul-minante, massimo, ricolmo e totale della sua tra-sformazione in Dio, secondo la sua capacitàcome creatura unica, predestinata e creata peressere Madre del Verbo Infinito Incarnato per lavolontà del Padre, sotto il tubare infinito e lasoavità sonora dello Spirito Santo, Consorte di-vino della Vergine, che la fece prorompere inMaternità divina; Ella si fermò davanti al posses-so faccia a faccia, nella luce della Gloria, dellaSapienza eterna nella sua immutabilità infinita…

Si è fermata la Signora nella sua ascensioneverso Dio…! Ascensione che iniziò il giorno incui fu concepita senza peccato originale, piena

2 Ct 2, 7. 3 Ct 4, 8; 2, 11. 13.

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di grazia e solo per Dio e per la realizzazionedei suoi piani eterni di effondersi sull’umanitàper mezzo dell’Incarnazione, realizzata nel senopurissimo della Vergine; per terminare in quel-l’istante nel quale, essendo ricolma la sua capa-cità, è stata posseduta dall’immutabilità di Dio…

Doveva essere saturata, abbracciata e soste-nuta dall’immutabilità immutabile delle tre di-vine Persone quella creatura che, annunciata daDio fin dal Paradiso terreste e predestinata adessere Madre di Dio, Corredentrice con Cristoai piedi della croce e Madre della Chiesa uni-versale a Pentecoste, salì tanto…!, tanto…!, tan-to…! che, addentrandosi nella profondità pro-fonda della divina Sapienza, dovette esserebaciata con un bacio eterno di immutabilità, da-vanti all’impossibilità, secondo la sua capacitàdi pura creatura, unica e inimmaginabile comeMadre di Dio e di tutti gli uomini, di potersiaddentrare di più.

Maria, nella sua Assunzione gloriosa in cor-po ed anima all’Eternità, spiccò il suo volo aldi sopra degli Angeli e degli Arcangeli, deiCherubini e dei Serafini e di tutta la creazione;e fu introdotta dall’Amore infinito della Vergi-nità eterna nella profondità profonda di quell’E-terno Generare…; Generare che dà alla luce,della sua stessa Luce, l’Eterno Oriens nell’amo-re infinito e coeterno dello Spirito Santo.

Se Maria fosse potuta essere un po’ più di-vinizzata, sarebbe vissuta di più. Dio fece Mariacon capacità quasi infinita di divinizzazione; e

“Figlie di Gerusalemme, per le gazzelle e perle cerve dei campi, non destate, non scuotetedal sonno l’amata, finché essa non lo voglia…”2.

“Vieni dal Libano, sposa mia, ché ormai è pas-sato l’inverno e le vigne in fiore spandono il loroaroma…”. “Vieni, amata mia, che è già cessatala pioggia”3 per la Madre del Verbo del Padre,Incarnato, e la Sposa dello Spirito Santo…

Silenzio…!, ché si sta addormentando la Si-gnora nel bacio infinito dell’Immutabilità eterna,assaporando silenziosamente il contatto divinodello Sposo vergineo nella sua bocca buona diAmore increato…!

Giorno dell’Assunzione di Nostra Signora…!Tutta la vita di Maria, della Vergine, è stata

un’assunzione che, quando arrivò l’istante cul-minante, massimo, ricolmo e totale della sua tra-sformazione in Dio, secondo la sua capacitàcome creatura unica, predestinata e creata peressere Madre del Verbo Infinito Incarnato per lavolontà del Padre, sotto il tubare infinito e lasoavità sonora dello Spirito Santo, Consorte di-vino della Vergine, che la fece prorompere inMaternità divina; Ella si fermò davanti al posses-so faccia a faccia, nella luce della Gloria, dellaSapienza eterna nella sua immutabilità infinita…

Si è fermata la Signora nella sua ascensioneverso Dio…! Ascensione che iniziò il giorno incui fu concepita senza peccato originale, piena

2 Ct 2, 7. 3 Ct 4, 8; 2, 11. 13.

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Gloria in visione splendente, in possesso tota-le, sciolta da questo esilio…

Nel Cielo tutto è festa, gioia e contentezza;poiché, dallo stesso seno di Dio, si contemplacome la Signora, la Madre, sta per essere rapi-ta in corpo ed anima, da un momento all’altro,da quell’Amore che, da tutta l’eternità, la creòper farla la sua Sposa preferita…

Il Divino Consorte della Signora sta aspettan-do quell’istante-istante in cui, da tutta l’eternità,aveva predestinato Maria per tenerne piena, to-talmente piena!, la capacità di divinizzazione cheDio aveva determinato per Lei.

E davanti all’impossibilità di maggiore pie-nezza, essendo la sua capacità, quasi infinita,piena, si è addormentata la Signora…!

Quando l’anima di Maria arrivò a quel pun-to di divinizzazione quasi infinito, tutta Lei eraportata e riportata…, baciata e festeggiata…,amata…, inabissata e addentrata in quella vitaintima dell’adorabile Trinità…

E l’Amore, baciandola soavemente…, tenera-mente…, silenziosamente…, nel suo bacio im-mutabile, silenzioso e indicibile di verginità…;in quell’istante-istante in cui l’anima di Maria sitrova con la sua capacità piena di divinizzazio-ne secondo il piano di Dio nei suoi confronti,sì, in quell’istante-istante, la carezza immutabiledello Spirito Santo rapì la sua “preda”, in un’e-stasi d’amore, piena e ricolma, satura e com-patta, per partecipazione, di Divinità».

quando fu satura e ricolma, avventandosi su diLei, manifestandosi nell’attributo dell’immutabi-lità, come Eroe innamorato, rapì la sua preda,e la immutabilizzò nella luce della Gloria.

Tutta la vita della Vergine fu un transito, incui lo Spirito Santo, Amore del Padre e delFiglio, depositò un bacio d’Eternità; bacio che,nel suo assaporamento amoroso, terminò conl’introdurla nell’immutabilità silenziosa dell’E-terna Sapienza.

Nel silenzio silenzioso del bacio sacrosantodella Bocca divina, la Signora nota…, speri-menta…, che la sua assunzione nel suo voloattraverso questo esilio, con le sue grandi ali diaquila imperiale spiegate, arriva al suo termi-ne…; che la sua assunzione, per la sua capa-cità piena e ricolma di Divinità, sta per fermarsida un momento all’altro nella luce della Gloriadell’Immutabilità.

L’anima di Maria, tutta deificata, trasformatanella Deità, è tutta un anticipo di Cielo. È ilGiardino fiorito, “l’orto sigillato”4; Colei che tramigliaia fu scelta, predestinata, creata e conce-pita per essere Madre della Sapienza Incarnata;di quella Sapienza che, nel suo essersi l’Im-mutabile, si è l’Istante vergineo dell’Eternità silenziosa.

Ormai è preparata da Dio l’anima di Mariaper il suo transito definitivo alla luce della

4 Ct 4, 12.

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Gloria in visione splendente, in possesso tota-le, sciolta da questo esilio…

Nel Cielo tutto è festa, gioia e contentezza;poiché, dallo stesso seno di Dio, si contemplacome la Signora, la Madre, sta per essere rapi-ta in corpo ed anima, da un momento all’altro,da quell’Amore che, da tutta l’eternità, la creòper farla la sua Sposa preferita…

Il Divino Consorte della Signora sta aspettan-do quell’istante-istante in cui, da tutta l’eternità,aveva predestinato Maria per tenerne piena, to-talmente piena!, la capacità di divinizzazione cheDio aveva determinato per Lei.

E davanti all’impossibilità di maggiore pie-nezza, essendo la sua capacità, quasi infinita,piena, si è addormentata la Signora…!

Quando l’anima di Maria arrivò a quel pun-to di divinizzazione quasi infinito, tutta Lei eraportata e riportata…, baciata e festeggiata…,amata…, inabissata e addentrata in quella vitaintima dell’adorabile Trinità…

E l’Amore, baciandola soavemente…, tenera-mente…, silenziosamente…, nel suo bacio im-mutabile, silenzioso e indicibile di verginità…;in quell’istante-istante in cui l’anima di Maria sitrova con la sua capacità piena di divinizzazio-ne secondo il piano di Dio nei suoi confronti,sì, in quell’istante-istante, la carezza immutabiledello Spirito Santo rapì la sua “preda”, in un’e-stasi d’amore, piena e ricolma, satura e com-patta, per partecipazione, di Divinità».

quando fu satura e ricolma, avventandosi su diLei, manifestandosi nell’attributo dell’immutabi-lità, come Eroe innamorato, rapì la sua preda,e la immutabilizzò nella luce della Gloria.

Tutta la vita della Vergine fu un transito, incui lo Spirito Santo, Amore del Padre e delFiglio, depositò un bacio d’Eternità; bacio che,nel suo assaporamento amoroso, terminò conl’introdurla nell’immutabilità silenziosa dell’E-terna Sapienza.

Nel silenzio silenzioso del bacio sacrosantodella Bocca divina, la Signora nota…, speri-menta…, che la sua assunzione nel suo voloattraverso questo esilio, con le sue grandi ali diaquila imperiale spiegate, arriva al suo termi-ne…; che la sua assunzione, per la sua capa-cità piena e ricolma di Divinità, sta per fermarsida un momento all’altro nella luce della Gloriadell’Immutabilità.

L’anima di Maria, tutta deificata, trasformatanella Deità, è tutta un anticipo di Cielo. È ilGiardino fiorito, “l’orto sigillato”4; Colei che tramigliaia fu scelta, predestinata, creata e conce-pita per essere Madre della Sapienza Incarnata;di quella Sapienza che, nel suo essersi l’Im-mutabile, si è l’Istante vergineo dell’Eternità silenziosa.

Ormai è preparata da Dio l’anima di Mariaper il suo transito definitivo alla luce della

4 Ct 4, 12.

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Tutto è silenzio intorno a Maria…!Tutto, per la sua anima di Vergine-Madre, è

come il tubare silenzioso della tortora che vie-ne a carpire la sua preda nel silenzio segretodell’immutabilità verginea, della santità pacifica,del silenzio profondo dello Spirito Santo…

Tutto è in silenzio…! La pace inonda la ter-ra…!

E la mia anima, dalla terra, in questa rozzastanza, e nella pace del silenzio che avvolgeMaria, contempla, adorante, come la Signora vie-ne innalzata in Assunzione gloriosa all’Eternità…

Il rispetto annienta tutto il mio essere, chedesidererebbe correre dietro di Lei, per ac-compagnarla nella sua Assunzione trionfale, inun cantico di ringraziamento a Dio e di lodeperfetta…

Silenzio…!, silenzio…! Silenzio…!, ché l’immutabilità immutabile

dell’essersi dell’Essere, nel suo atto trinitario divita divina, si lancia silenziosamente ed amoro-samente all’incontro di quell’anima così diviniz-zata, nella quale, soavemente e teneramente…,nella profondità profonda della sua pace silen-ziosa…, l’adorabile Trinità deposita un bacio diimmutabilità infinita…

Bacio di Eternità che, nel silenzio saporosodella bocca divina dello Spirito Santo, attrae,come una calamita sottilissima, l’anima dellaVergine, innalzando con lei il suo corpo per laforza della brezza carezzevole dell’impeto divi-

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[…] E annientata, tremante e spaventata, vo-glio trascrivere pure di seguito […] quel pocoche potei esprimere il giorno 15 agosto del1960, davanti alla contemplazione di così su-blime e ineffabile mistero;

poiché non potrei trovare un’altra maniera piùespressiva, spontanea, profonda e chiara di co-municare […] ciò che il Signore mi fece viveree manifestare quel giorno sul mistero splenden-te dell’Assunzione della Vergine:

«Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…!; ché si sta addormentando la

Signora…

Silenzio…! Silenzio…!Silenzio…!; ché sta gustando così silenziosa-

mente…, così teneramente…, così divinamen-te…, nel convito divino del bacio immutabiledello Spirito Santo, che tutta Lei, quasi senzapercepirlo, viene innalzata, senza alcun movi-mento, dallo stesso bacio divino e immutabiledello Spirito Santo…

Silenzio…! Silenzio…!, rispetto…!, venera-zione…!; ché sto contemplando il momentosplendente e maestoso in cui la Signora vieneinnalzata all’Eternità dal passo silenzioso di Dioche, in bacio amoroso di Spirito Santo, la staattraendo verso di Sé con la soavità della suabrezza divina…!

Si è fatto un grande silenzio…!

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Tutto è silenzio intorno a Maria…!Tutto, per la sua anima di Vergine-Madre, è

come il tubare silenzioso della tortora che vie-ne a carpire la sua preda nel silenzio segretodell’immutabilità verginea, della santità pacifica,del silenzio profondo dello Spirito Santo…

Tutto è in silenzio…! La pace inonda la ter-ra…!

E la mia anima, dalla terra, in questa rozzastanza, e nella pace del silenzio che avvolgeMaria, contempla, adorante, come la Signora vie-ne innalzata in Assunzione gloriosa all’Eternità…

Il rispetto annienta tutto il mio essere, chedesidererebbe correre dietro di Lei, per ac-compagnarla nella sua Assunzione trionfale, inun cantico di ringraziamento a Dio e di lodeperfetta…

Silenzio…!, silenzio…! Silenzio…!, ché l’immutabilità immutabile

dell’essersi dell’Essere, nel suo atto trinitario divita divina, si lancia silenziosamente ed amoro-samente all’incontro di quell’anima così diviniz-zata, nella quale, soavemente e teneramente…,nella profondità profonda della sua pace silen-ziosa…, l’adorabile Trinità deposita un bacio diimmutabilità infinita…

Bacio di Eternità che, nel silenzio saporosodella bocca divina dello Spirito Santo, attrae,come una calamita sottilissima, l’anima dellaVergine, innalzando con lei il suo corpo per laforza della brezza carezzevole dell’impeto divi-

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[…] E annientata, tremante e spaventata, vo-glio trascrivere pure di seguito […] quel pocoche potei esprimere il giorno 15 agosto del1960, davanti alla contemplazione di così su-blime e ineffabile mistero;

poiché non potrei trovare un’altra maniera piùespressiva, spontanea, profonda e chiara di co-municare […] ciò che il Signore mi fece viveree manifestare quel giorno sul mistero splenden-te dell’Assunzione della Vergine:

«Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…!; ché si sta addormentando la

Signora…

Silenzio…! Silenzio…!Silenzio…!; ché sta gustando così silenziosa-

mente…, così teneramente…, così divinamen-te…, nel convito divino del bacio immutabiledello Spirito Santo, che tutta Lei, quasi senzapercepirlo, viene innalzata, senza alcun movi-mento, dallo stesso bacio divino e immutabiledello Spirito Santo…

Silenzio…! Silenzio…!, rispetto…!, venera-zione…!; ché sto contemplando il momentosplendente e maestoso in cui la Signora vieneinnalzata all’Eternità dal passo silenzioso di Dioche, in bacio amoroso di Spirito Santo, la staattraendo verso di Sé con la soavità della suabrezza divina…!

Si è fatto un grande silenzio…!

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Page 69: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

lo Spirito Santo, introducendola nella sua im-mutabilità, la fa partecipare in modo tale di que-sta stessa immutabilità, che la Signora è per par-tecipazione un atto immutabile di vita trinitaria,in cui si è fermata la sua divinizzazione con lasua capacità ricolma…

E davanti a questa pienezza come infinitadella creatura da parte del suo Creatore, si ope-ra un mistero di amore nel bacio silenzioso,eterno e tubante dello Spirito Santo, che, inna-morato e attratto dalla Vergine Madre, dallaSignora, la rapisce in corpo ed anima, introdu-cendola totalmente e pienamente a parteciparedell’immutabilità immutabile della Trinità una.

E nel silenzio di quel Sancta Sanctorum del-l’Eterna Sapienza, si è fatto un maggiore silen-zio –se questo fosse possibile nel Cielo–; perchéla Signora, davanti allo sfiorare silenzioso del ba-cio divino, entra Assunta, avvolta, penetrata, sa-turata e spinta dalla corrente divina dello SpiritoSanto, nella camera di quel Divino Consorte chel’aveva creata e predestinata da tutta l’eternità,per renderla la Creazione-Madre della creazione,dopo l’anima di Gesù…

Silenzio…! Silenzio…!; ché sto contemplandoMaria che viene innalzata in corpo ed anima ver-so il giorno glorioso dell’Eternità dal bacio infi-nito che le tre divine Persone depositano in Lei…

Oh…! tutta la terra è rimasta in un gran si-lenzio…!

71

no, al possesso totale, completo e assoluto, ingodimento pieno, della luce splendente del suovolto divino.

Oh, che momento di felicità traboccante dipienezza per la Vergine…!

Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…!, ché la Signora sente che tutta

la sua anima si accende soavemente e pacifi-camente nel calore saporoso, misterioso ed infinitamente inalterabile del bacio divino del-l’Immutabilità per essenza in un atto trinitario…

E quasi senza percepirlo…, senza renderse-ne conto…, senza notare nulla…, la Signora sitrova, in un batter d’occhi dilettevole…, soavee silenzioso…, davanti a quel Dio che Lei ave-va contemplato e posseduto durante tutta la suavita; ma adesso, realizzato il grado di diviniz-zazione determinato dallo stesso Dio, è carpitae introdotta nella camera nuziale, per avere nel-la Patria quello che aveva nell’esilio, ma in pos-sesso pieno, gaudioso e assoluto di Eternità.

Non si è realizzata in Maria altra variazioneche quella di aver riempito i limiti della volontàdi divinizzazione a cui Dio, da tutta l’eternità,l’aveva predestinata come Madre sua, per pas-sare al possesso totale dell’Immutabilità divinanel suo atto eterno di vita trinitaria…

E Maria, che fino ad allora si stava diviniz-zando, in questo momento, il bacio eterno del-

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lo Spirito Santo, introducendola nella sua im-mutabilità, la fa partecipare in modo tale di que-sta stessa immutabilità, che la Signora è per par-tecipazione un atto immutabile di vita trinitaria,in cui si è fermata la sua divinizzazione con lasua capacità ricolma…

E davanti a questa pienezza come infinitadella creatura da parte del suo Creatore, si ope-ra un mistero di amore nel bacio silenzioso,eterno e tubante dello Spirito Santo, che, inna-morato e attratto dalla Vergine Madre, dallaSignora, la rapisce in corpo ed anima, introdu-cendola totalmente e pienamente a parteciparedell’immutabilità immutabile della Trinità una.

E nel silenzio di quel Sancta Sanctorum del-l’Eterna Sapienza, si è fatto un maggiore silen-zio –se questo fosse possibile nel Cielo–; perchéla Signora, davanti allo sfiorare silenzioso del ba-cio divino, entra Assunta, avvolta, penetrata, sa-turata e spinta dalla corrente divina dello SpiritoSanto, nella camera di quel Divino Consorte chel’aveva creata e predestinata da tutta l’eternità,per renderla la Creazione-Madre della creazione,dopo l’anima di Gesù…

Silenzio…! Silenzio…!; ché sto contemplandoMaria che viene innalzata in corpo ed anima ver-so il giorno glorioso dell’Eternità dal bacio infi-nito che le tre divine Persone depositano in Lei…

Oh…! tutta la terra è rimasta in un gran si-lenzio…!

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no, al possesso totale, completo e assoluto, ingodimento pieno, della luce splendente del suovolto divino.

Oh, che momento di felicità traboccante dipienezza per la Vergine…!

Silenzio…! Silenzio…! Silenzio…!, ché la Signora sente che tutta

la sua anima si accende soavemente e pacifi-camente nel calore saporoso, misterioso ed infinitamente inalterabile del bacio divino del-l’Immutabilità per essenza in un atto trinitario…

E quasi senza percepirlo…, senza renderse-ne conto…, senza notare nulla…, la Signora sitrova, in un batter d’occhi dilettevole…, soavee silenzioso…, davanti a quel Dio che Lei ave-va contemplato e posseduto durante tutta la suavita; ma adesso, realizzato il grado di diviniz-zazione determinato dallo stesso Dio, è carpitae introdotta nella camera nuziale, per avere nel-la Patria quello che aveva nell’esilio, ma in pos-sesso pieno, gaudioso e assoluto di Eternità.

Non si è realizzata in Maria altra variazioneche quella di aver riempito i limiti della volontàdi divinizzazione a cui Dio, da tutta l’eternità,l’aveva predestinata come Madre sua, per pas-sare al possesso totale dell’Immutabilità divinanel suo atto eterno di vita trinitaria…

E Maria, che fino ad allora si stava diviniz-zando, in questo momento, il bacio eterno del-

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momento in cui è stata rapita dalle tre divinePersone, nell’idillio di amore più divino e divi-nizzante che solo Dio, nella sua Sapienza Cano-ra di Amori eterni e di inedite melodie, è capa-ce di esprimere adeguatamente senza profanarlo.

Per cui, dalla bassezza del mio nulla e dal-la meschinità della mia povertà, sento paura etremore al doverlo descrivere con la mia po-vera e intorpidita lingua, mediante l’impulsoamoroso dello Spirito Santo che mi lancia a pro-clamarlo in sapienza amorosa nel modo e nel-la maniera che sia alla portata della nullità edella limitazione della mia piccolezza.

[…] Undici anni più tardi, il 15 agosto del1971, il Signore mi diede un’altra grande lucesu «La dormizione della Signora dell’Incarna-zione»; anche se non fu la contemplazione diquel momento nel modo così senza eguali incui io lo vidi e che così poveramente ed in ma-niera così ridotta […] ho appena espresso […].

Pure, il 15 ottobre 1972, dopo avermi mo-strato il Signore, in date precedenti, «Il Camminodella vita», con l’«Abisso» al suo termine, e nelquale vidi cadere molti di coloro che pazza-mente camminavano senza premunirsi delle loro«ali d’aquila» per poterlo attraversare, dettai unoscritto intitolato: «Maria attraversò l’Abisso».

[…] E voglio esprimere […] con apertura d’a-nima e semplicità di cuore, ciò che, attraverso

73

Poiché, avendo spiccato il suo volo la Si-gnora, il Cielo, nella sua gloria accidentale, èdivenuto più ricco, mentre la terra è rimasta piùpovera…

Il Cielo si è portato via la Signora, e la ter-ra l’ha persa per incontrarla gloriosamente nel-la luce della Gloria dell’Eterna Sapienza…

Aveva adempiuto Maria la sua missione diVergine Madre, di Corredentrice e di Madre del-la Chiesa; e adesso, Assumpta, sale al Cielo percontinuare la sua mediazione universale tra Dioe gli uomini.

Dovette addormentarsi la Signora…! Era ne-cessario che l’Immutabilità la possedesse total-mente, e che Lei, allo stesso modo, possedes-se l’Immutabilità!

Perché, un passo in più!, e avrebbe oltre-passato i limiti della sua capacità quasi infinitadi divinizzazione…

E perciò, poiché questo non era possibile,SI È ADDORMENTATA LA SIGNORA…!».

[…] Dopo questo che […] ho manifestato diquel poco e poveramente che ho potuto espri-mere quel giorno per la sublimità di quanto sta-va succedendo, introdotta nel suo mistero men-tre lo contemplavo, si concluse per questapovera, priva di aiuto, di appoggio, di prote-zione e miserabile figlia della Chiesa la con-templazione gloriosissima di Nostra Signora nel

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momento in cui è stata rapita dalle tre divinePersone, nell’idillio di amore più divino e divi-nizzante che solo Dio, nella sua Sapienza Cano-ra di Amori eterni e di inedite melodie, è capa-ce di esprimere adeguatamente senza profanarlo.

Per cui, dalla bassezza del mio nulla e dal-la meschinità della mia povertà, sento paura etremore al doverlo descrivere con la mia po-vera e intorpidita lingua, mediante l’impulsoamoroso dello Spirito Santo che mi lancia a pro-clamarlo in sapienza amorosa nel modo e nel-la maniera che sia alla portata della nullità edella limitazione della mia piccolezza.

[…] Undici anni più tardi, il 15 agosto del1971, il Signore mi diede un’altra grande lucesu «La dormizione della Signora dell’Incarna-zione»; anche se non fu la contemplazione diquel momento nel modo così senza eguali incui io lo vidi e che così poveramente ed in ma-niera così ridotta […] ho appena espresso […].

Pure, il 15 ottobre 1972, dopo avermi mo-strato il Signore, in date precedenti, «Il Camminodella vita», con l’«Abisso» al suo termine, e nelquale vidi cadere molti di coloro che pazza-mente camminavano senza premunirsi delle loro«ali d’aquila» per poterlo attraversare, dettai unoscritto intitolato: «Maria attraversò l’Abisso».

[…] E voglio esprimere […] con apertura d’a-nima e semplicità di cuore, ciò che, attraverso

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Poiché, avendo spiccato il suo volo la Si-gnora, il Cielo, nella sua gloria accidentale, èdivenuto più ricco, mentre la terra è rimasta piùpovera…

Il Cielo si è portato via la Signora, e la ter-ra l’ha persa per incontrarla gloriosamente nel-la luce della Gloria dell’Eterna Sapienza…

Aveva adempiuto Maria la sua missione diVergine Madre, di Corredentrice e di Madre del-la Chiesa; e adesso, Assumpta, sale al Cielo percontinuare la sua mediazione universale tra Dioe gli uomini.

Dovette addormentarsi la Signora…! Era ne-cessario che l’Immutabilità la possedesse total-mente, e che Lei, allo stesso modo, possedes-se l’Immutabilità!

Perché, un passo in più!, e avrebbe oltre-passato i limiti della sua capacità quasi infinitadi divinizzazione…

E perciò, poiché questo non era possibile,SI È ADDORMENTATA LA SIGNORA…!».

[…] Dopo questo che […] ho manifestato diquel poco e poveramente che ho potuto espri-mere quel giorno per la sublimità di quanto sta-va succedendo, introdotta nel suo mistero men-tre lo contemplavo, si concluse per questapovera, priva di aiuto, di appoggio, di prote-zione e miserabile figlia della Chiesa la con-templazione gloriosissima di Nostra Signora nel

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Nello stesso tempo in cui Cristo, per la suaumanità santissima e il suo Sangue redentore,sparso sul Calvario, riparò il peccato della crea-tura davanti al Creatore in manifestazione di re-denzione espiatoria in sanguinosa crocifissione;

non soltanto redimendoci, bensì elevandoci,resi uno con Lui, ad essere figli di Dio ed ere-di della sua gloria; cantando così con l’Unige-nito del Padre, per partecipazione di adesionefiliale, il Cantico nuovo, il Cantico magno chesolo Dio può cantarsi, per la ricezione del Padrea suo Figlio che, essendo «il Primogenito tramolti fratelli»5, si presenta davanti a Lui con ildiritto che gli dà la sua filiazione;

aprendo i Portoni ampi dell’Eternità, e in-troducendo in essa per sempre tutti coloro chevogliano accogliere la sua Redenzione, attra-verso la carne purissima e il sangue che diedeMaria al Verbo nell’incarnarsi, senza altro inter-vento che il bacio di Verginità infinita del suoSposo divino, lo Spirito Santo.

Cristo con il martirio del suo corpo, offertoal Padre in immolazione, e il dolore lacerante estraziante della sua anima santissima, ci porterà,nel domani dell’eternità, a godere con Lui persempre nell’anima e nel corpo glorificato.

«Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:“Non hai voluto sacrificio né offerta, un cor-

po invece mi hai preparato. Non hai gradito néolocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho det-

queste manifestazioni di Dio, vado intendendocon la mia povera comprensione, illuminata daDio e sotto l’impulso dell’amore dello SpiritoSanto, di quanto Dio mi fa conoscere dei suoimisteri affinché li proclami; anche se ben com-prendo che non posso sapere, nella mia limi-tata povertà, né intravedere neppure ciò che,attraverso queste medesime comunicazioni, nonmi abbia manifestato; e di come si realizzò, ei suoi perché, il mistero dell’Assunzione di No-stra Signora in corpo ed anima al Cielo […].

E trascrivo quindi […] alcuni dei frammenti piùsignificativi degli scritti dettati in quei giorni […].

E tutto questo lo faccio umilmente, sincera-mente e spontaneamente, come figlia piccoladella Chiesa […] qualora, con quanto credo diintendere attraverso ciò che il Signore mi mo-stra e con la mia povera collaborazione, in qual-cosa possa aiutare la Chiesa –cosa che desideroe che ho bisogno di fare nel tempo che il Signo-re ancora mi concederà di vita– […].

La Signora dell’Incarnazione, che era Vergi-ne, Madre, Regina e Signora, per il misterodell’Incarnazione ed in esso, diede la sua carnee il suo sangue, senza altro intervento che quel-lo divino, al Verbo Infinito del Padre, Incarnato;per la realizzazione della ridonazione in ripara-zione amorosa alla Santità Infinita oltraggiata,nella maniera più perfetta e compiuta che, inmanifestazione cruenta, la creatura può dare aquesta stessa Santità Infinita di Dio offesa. 5 Rm 8, 29.

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Nello stesso tempo in cui Cristo, per la suaumanità santissima e il suo Sangue redentore,sparso sul Calvario, riparò il peccato della crea-tura davanti al Creatore in manifestazione di re-denzione espiatoria in sanguinosa crocifissione;

non soltanto redimendoci, bensì elevandoci,resi uno con Lui, ad essere figli di Dio ed ere-di della sua gloria; cantando così con l’Unige-nito del Padre, per partecipazione di adesionefiliale, il Cantico nuovo, il Cantico magno chesolo Dio può cantarsi, per la ricezione del Padrea suo Figlio che, essendo «il Primogenito tramolti fratelli»5, si presenta davanti a Lui con ildiritto che gli dà la sua filiazione;

aprendo i Portoni ampi dell’Eternità, e in-troducendo in essa per sempre tutti coloro chevogliano accogliere la sua Redenzione, attra-verso la carne purissima e il sangue che diedeMaria al Verbo nell’incarnarsi, senza altro inter-vento che il bacio di Verginità infinita del suoSposo divino, lo Spirito Santo.

Cristo con il martirio del suo corpo, offertoal Padre in immolazione, e il dolore lacerante estraziante della sua anima santissima, ci porterà,nel domani dell’eternità, a godere con Lui persempre nell’anima e nel corpo glorificato.

«Per questo, entrando nel mondo, Cristo dice:“Non hai voluto sacrificio né offerta, un cor-

po invece mi hai preparato. Non hai gradito néolocausti né sacrifici per il peccato. Allora ho det-

queste manifestazioni di Dio, vado intendendocon la mia povera comprensione, illuminata daDio e sotto l’impulso dell’amore dello SpiritoSanto, di quanto Dio mi fa conoscere dei suoimisteri affinché li proclami; anche se ben com-prendo che non posso sapere, nella mia limi-tata povertà, né intravedere neppure ciò che,attraverso queste medesime comunicazioni, nonmi abbia manifestato; e di come si realizzò, ei suoi perché, il mistero dell’Assunzione di No-stra Signora in corpo ed anima al Cielo […].

E trascrivo quindi […] alcuni dei frammenti piùsignificativi degli scritti dettati in quei giorni […].

E tutto questo lo faccio umilmente, sincera-mente e spontaneamente, come figlia piccoladella Chiesa […] qualora, con quanto credo diintendere attraverso ciò che il Signore mi mo-stra e con la mia povera collaborazione, in qual-cosa possa aiutare la Chiesa –cosa che desideroe che ho bisogno di fare nel tempo che il Signo-re ancora mi concederà di vita– […].

La Signora dell’Incarnazione, che era Vergi-ne, Madre, Regina e Signora, per il misterodell’Incarnazione ed in esso, diede la sua carnee il suo sangue, senza altro intervento che quel-lo divino, al Verbo Infinito del Padre, Incarnato;per la realizzazione della ridonazione in ripara-zione amorosa alla Santità Infinita oltraggiata,nella maniera più perfetta e compiuta che, inmanifestazione cruenta, la creatura può dare aquesta stessa Santità Infinita di Dio offesa. 5 Rm 8, 29.

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Solo Egli la verificò e la terminò nella perfe-zione della realizzazione del suo Sacerdozio.Nulla né alcuno aggiunse né tolse, né poté au-mentare né diminuire il completamento del suopiano; che, non soltanto Egli realizzò facendociò che fece nei suoi trentatré anni, bensì lo ten-ne realizzato in sé dal primo istante dell’Incarna-zione, quando unì per sempre Dio con l’uomo,anche se in maniera diversa rispetto al terminedella Redenzione; mediante la quale, in funzio-ne del suo Sacerdozio, seppellì l’uomo vecchio,risuscitandolo con Lui ad una vita gloriosa.

E per questo, il mistero della Redenzione ini-zia nel momento dell’Incarnazione, e terminanella glorificazione di Cristo; poiché “sarebbevana la nostra fede, se Cristo non fosse risu-scitato”7, spalancandoci il Seno del Padre, cheera stato chiuso dal peccato originale.

Il mistero dell’Incarnazione è il mistero delSacerdozio di Cristo. E poiché non si conoscebene il mistero dell’Incarnazione, neppure si co-nosce quello del Sommo ed Eterno Sacerdoteche, rimanendo in funzione del suo Sacerdozioda questo stesso istante dell’Incarnazione, lo èandato realizzando, per la dimostrazione del suoamore all’uomo e per la captazione di quest’ul-timo, attraverso i suoi trentatré anni: nascendo,predicando, vivendo, insegnando con la parola,con l’esempio e con i suoi atti come Egli era “lavia, la verità e la vita”8; arrivando alla manife-

7 1 Cor 15, 17. 8 Gv 14, 6.

to: ‘Ecco, Io vengo –poiché di me sta scritto nelrotolo del libro– per fare, o Dio la tua volontà…’.Ed è appunto per quella volontà che noi siamosantificati, per mezzo dell’offerta del corpo diGesù Cristo, fatta una volta per sempre”»6.

E questo corpo e il sangue per la Redenzio-ne glielo diede il Padre attraverso la Maternitàdivina della Vergine, operata soltanto dal baciodel suo Sposo divino, lo Spirito Santo.

15-8-1971 (Frammento)

«Il mistero dell’Incarnazione è così infinito ericco, così esuberantemente suggestivo e cosìtrascendentemente meraviglioso, che rendepossibile che, per l’unione della natura divinae della natura umana nella persona del Verbo,Dio sia tanto uomo quanto Dio, e l’Uomo siatanto Dio quanto uomo.

Per cui Cristo è intrinsecamente in sé e diper sé, Sacerdote, Unione di Dio con l’uomo,in una maniera così meravigliosa, che la fun-zione del suo Sacerdozio è essere in se stessoquesta unione.

Cristo, per il mistero dell’Incarnazione e at-traverso la sua vita, morte e risurrezione, portòa compimento, in funzione del suo Sacerdozio,la restaurazione completa dell’uomo.

6 Eb 10, 5-7. 10.

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Solo Egli la verificò e la terminò nella perfe-zione della realizzazione del suo Sacerdozio.Nulla né alcuno aggiunse né tolse, né poté au-mentare né diminuire il completamento del suopiano; che, non soltanto Egli realizzò facendociò che fece nei suoi trentatré anni, bensì lo ten-ne realizzato in sé dal primo istante dell’Incarna-zione, quando unì per sempre Dio con l’uomo,anche se in maniera diversa rispetto al terminedella Redenzione; mediante la quale, in funzio-ne del suo Sacerdozio, seppellì l’uomo vecchio,risuscitandolo con Lui ad una vita gloriosa.

E per questo, il mistero della Redenzione ini-zia nel momento dell’Incarnazione, e terminanella glorificazione di Cristo; poiché “sarebbevana la nostra fede, se Cristo non fosse risu-scitato”7, spalancandoci il Seno del Padre, cheera stato chiuso dal peccato originale.

Il mistero dell’Incarnazione è il mistero delSacerdozio di Cristo. E poiché non si conoscebene il mistero dell’Incarnazione, neppure si co-nosce quello del Sommo ed Eterno Sacerdoteche, rimanendo in funzione del suo Sacerdozioda questo stesso istante dell’Incarnazione, lo èandato realizzando, per la dimostrazione del suoamore all’uomo e per la captazione di quest’ul-timo, attraverso i suoi trentatré anni: nascendo,predicando, vivendo, insegnando con la parola,con l’esempio e con i suoi atti come Egli era “lavia, la verità e la vita”8; arrivando alla manife-

7 1 Cor 15, 17. 8 Gv 14, 6.

to: ‘Ecco, Io vengo –poiché di me sta scritto nelrotolo del libro– per fare, o Dio la tua volontà…’.Ed è appunto per quella volontà che noi siamosantificati, per mezzo dell’offerta del corpo diGesù Cristo, fatta una volta per sempre”»6.

E questo corpo e il sangue per la Redenzio-ne glielo diede il Padre attraverso la Maternitàdivina della Vergine, operata soltanto dal baciodel suo Sposo divino, lo Spirito Santo.

15-8-1971 (Frammento)

«Il mistero dell’Incarnazione è così infinito ericco, così esuberantemente suggestivo e cosìtrascendentemente meraviglioso, che rendepossibile che, per l’unione della natura divinae della natura umana nella persona del Verbo,Dio sia tanto uomo quanto Dio, e l’Uomo siatanto Dio quanto uomo.

Per cui Cristo è intrinsecamente in sé e diper sé, Sacerdote, Unione di Dio con l’uomo,in una maniera così meravigliosa, che la fun-zione del suo Sacerdozio è essere in se stessoquesta unione.

Cristo, per il mistero dell’Incarnazione e at-traverso la sua vita, morte e risurrezione, portòa compimento, in funzione del suo Sacerdozio,la restaurazione completa dell’uomo.

6 Eb 10, 5-7. 10.

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Dio con l’Uomo nella persona del Verbo per lavolontà del Padre e nell’impulso dello SpiritoSanto.

Ma vediamo pure come, nella realizzazionedi questo mistero, la Vergine prese una partecosì attiva, che collaborò con le divine Personeaffinché questo mistero si effettuasse, in talmodo che rimase costituita Madre di Dio.

Ed è così meravigliosa la sua Maternità divi-na, che è tanto Madre di Dio quanto dell’Uomo,essendo allo stesso tempo Madre universale ditutti gli uomini che, inseriti in Cristo per il mi-stero dell’Incarnazione e in funzione del suoSacerdozio, divengono, attraverso e nel seno diMaria, figli di Dio ed eredi della sua gloria.

Così come la vita di Cristo è essere in sé lamanifestazione del suo Sacerdozio, e questoSacerdozio è per e nella Maternità di Maria, tut-to l’esercizio del Sacerdozio di Cristo in tutte eciascuna delle sue realtà e manifestazioni, èpure per e nella Maternità di Maria.

E così come Cristo realizza tutto per il fattodi essere in sé il Sommo ed Eterno Sacerdotee in funzione del suo Sacerdozio, Maria non èin sé il Sacerdote, sì però collabora con ilSommo ed Eterno Sacerdote al fatto che il suoSacerdozio sia, e alla funzione sacerdotale dilui medesimo, per mezzo e attraverso la suaMaternità divina.

Ed ecco Maria che realizza il sacerdozio pe-culiare della sua Maternità, per Cristo e con

stazione massima della funzione del suo Sacer-dozio, che lo portò a morire con l’uomo pecca-tore, a soffrire in sé le conseguenze del pecca-to, risuscitandolo con Lui ad una vita nuova,infinita ed eterna che Cristo era in sé, e che perla sua morte e la sua risurrezione aveva ottenu-to per tutti gli uomini che volessero inserirsi,come «i tralci nella vite»9, nel Ceppo della vita.

Dio volle che il mistero dell’Incarnazione e,pertanto, quello della donazione di Dio all’uo-mo, si realizzasse nel seno della Vergine, sen-za che Ella aumentasse né diminuisse nulla allapienezza di quel mistero.

Tuttavia, per un piano dello stesso Dio,Maria collaborò attivamente all’Incarnazione co-sì meravigliosamente, che diede a Dio il mez-zo di cui aveva bisogno per essere tanto uomoquanto Dio.

Il mistero lo fece Dio; lo iniziò e lo terminòper la pienezza del suo potere; la Vergine peròcollaborò con le divine Persone a realizzarlo nelmodo sublime che queste stesse Persone volle-ro nel loro infinito disegno, divenendo Ella, perquesto piano amoroso, Collaboratrice con lostesso Dio alla realizzazione del mistero dell’In-carnazione attraverso la sua Maternità divina.

Vediamo […] come fu Dio Colui che realizzòtutto il mistero dell’Incarnazione, che fu unire

9 Cfr. Gv 15, 5.

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Dio con l’Uomo nella persona del Verbo per lavolontà del Padre e nell’impulso dello SpiritoSanto.

Ma vediamo pure come, nella realizzazionedi questo mistero, la Vergine prese una partecosì attiva, che collaborò con le divine Personeaffinché questo mistero si effettuasse, in talmodo che rimase costituita Madre di Dio.

Ed è così meravigliosa la sua Maternità divi-na, che è tanto Madre di Dio quanto dell’Uomo,essendo allo stesso tempo Madre universale ditutti gli uomini che, inseriti in Cristo per il mi-stero dell’Incarnazione e in funzione del suoSacerdozio, divengono, attraverso e nel seno diMaria, figli di Dio ed eredi della sua gloria.

Così come la vita di Cristo è essere in sé lamanifestazione del suo Sacerdozio, e questoSacerdozio è per e nella Maternità di Maria, tut-to l’esercizio del Sacerdozio di Cristo in tutte eciascuna delle sue realtà e manifestazioni, èpure per e nella Maternità di Maria.

E così come Cristo realizza tutto per il fattodi essere in sé il Sommo ed Eterno Sacerdotee in funzione del suo Sacerdozio, Maria non èin sé il Sacerdote, sì però collabora con ilSommo ed Eterno Sacerdote al fatto che il suoSacerdozio sia, e alla funzione sacerdotale dilui medesimo, per mezzo e attraverso la suaMaternità divina.

Ed ecco Maria che realizza il sacerdozio pe-culiare della sua Maternità, per Cristo e con

stazione massima della funzione del suo Sacer-dozio, che lo portò a morire con l’uomo pecca-tore, a soffrire in sé le conseguenze del pecca-to, risuscitandolo con Lui ad una vita nuova,infinita ed eterna che Cristo era in sé, e che perla sua morte e la sua risurrezione aveva ottenu-to per tutti gli uomini che volessero inserirsi,come «i tralci nella vite»9, nel Ceppo della vita.

Dio volle che il mistero dell’Incarnazione e,pertanto, quello della donazione di Dio all’uo-mo, si realizzasse nel seno della Vergine, sen-za che Ella aumentasse né diminuisse nulla allapienezza di quel mistero.

Tuttavia, per un piano dello stesso Dio,Maria collaborò attivamente all’Incarnazione co-sì meravigliosamente, che diede a Dio il mez-zo di cui aveva bisogno per essere tanto uomoquanto Dio.

Il mistero lo fece Dio; lo iniziò e lo terminòper la pienezza del suo potere; la Vergine peròcollaborò con le divine Persone a realizzarlo nelmodo sublime che queste stesse Persone volle-ro nel loro infinito disegno, divenendo Ella, perquesto piano amoroso, Collaboratrice con lostesso Dio alla realizzazione del mistero dell’In-carnazione attraverso la sua Maternità divina.

Vediamo […] come fu Dio Colui che realizzòtutto il mistero dell’Incarnazione, che fu unire

9 Cfr. Gv 15, 5.

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Lui, in tutti e in ciascuno dei momenti dellavita di Cristo; che in Lui sono esercizio delsuo Sacerdozio e che, per il sacerdozio dellaMaternità di Maria, va esercitando e manife-stando.

E per questo, con la morte e la risurrezionedi Cristo termina la Redenzione di Cristo e laCorredenzione di Maria: Egli coll’offrirsi al Pa-dre in funzione del suo Sacerdozio; ed Ella col-l’offrire Cristo al Padre in funzione del suo, chesi chiama Maternità divina».

Per cui Maria, […] la Vergine Bianca del-l’Incarnazione, creata senza peccato originaleper i meriti previsti di Cristo, non avendo altrainclinazione che quella di dare gloria a Dio peril compimento perfetto della sua volontà che larese Corredentrice di tutta l’umanità e Madreuniversale di tutta essa e della Chiesa Santa, eavendo adempiuto tutto il piano divino su diLei nella Redenzione di Cristo, poté essere li-berata dalla morte, che è solo conseguenza delpeccato originale, del quale l’Immacolata Con-cezione fu esente.

Neppure credo che abbia avuto bisogno dimorire come Cristo crocifisso; poiché, nel mo-mento massimo della Redenzione, nella pas-sione di Cristo, Maria sperimentò e visse il mar-tirio più inconcepibile di incomparabili doloriaccanto al suo Figlio, essendo Regina e Madre

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di tutti i martiri; pagando, in Cristo e con Cristo,–resa una sola cosa con Lui in adesione in-condizionata– le conseguenze del peccato ori-ginale di tutti gli uomini.

In modo che, sul Calvario e per l’eserciziodel sacerdozio della sua Maternità divina, offrìliberamente e volontariamente la sua Vittima alPadre, il suo proprio Figlio; che, fatto Uomoper amore e morendo in immolazione, ci re-dense per la gloria del Padre e la salvezza ditutti noi, mediante il corpo e il sangue santis-simo che la Signora dell’Incarnazione gli diede.

Maria, fatta una sola cosa con il suo Figlio,l’Agnello Immacolato che toglie i peccati delmondo, in adesione totale e incondizionata diridonazione amorosa al Padre Eterno, sotto l’im-pulso dello Spirito Santo e ardente nelle fiam-me del suo amore, penosamente e incruenta-mente, ma delirante d’amore, lo offriva allaSantità dell’Eterno Essere offesa; e offriva sestessa, con Cristo, nel massimo grado di marti-rio incruento e di vittimazione totale che la puracreatura, concepita senza peccato originale peri meriti previsti della Redenzione di Cristo e pie-na di grazia fin dal primo istante del suo Conce-pimento, era capace di dare a Dio nella massi-ma distruzione di se stessa.

La Vergine, ai piedi della croce, soffrì unamorte mistica secondo la profezia di Simeoneche una spada di dolore le avrebbe trapassatol’anima; così come a Gesù la lancia del solda-

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Lui, in tutti e in ciascuno dei momenti dellavita di Cristo; che in Lui sono esercizio delsuo Sacerdozio e che, per il sacerdozio dellaMaternità di Maria, va esercitando e manife-stando.

E per questo, con la morte e la risurrezionedi Cristo termina la Redenzione di Cristo e laCorredenzione di Maria: Egli coll’offrirsi al Pa-dre in funzione del suo Sacerdozio; ed Ella col-l’offrire Cristo al Padre in funzione del suo, chesi chiama Maternità divina».

Per cui Maria, […] la Vergine Bianca del-l’Incarnazione, creata senza peccato originaleper i meriti previsti di Cristo, non avendo altrainclinazione che quella di dare gloria a Dio peril compimento perfetto della sua volontà che larese Corredentrice di tutta l’umanità e Madreuniversale di tutta essa e della Chiesa Santa, eavendo adempiuto tutto il piano divino su diLei nella Redenzione di Cristo, poté essere li-berata dalla morte, che è solo conseguenza delpeccato originale, del quale l’Immacolata Con-cezione fu esente.

Neppure credo che abbia avuto bisogno dimorire come Cristo crocifisso; poiché, nel mo-mento massimo della Redenzione, nella pas-sione di Cristo, Maria sperimentò e visse il mar-tirio più inconcepibile di incomparabili doloriaccanto al suo Figlio, essendo Regina e Madre

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di tutti i martiri; pagando, in Cristo e con Cristo,–resa una sola cosa con Lui in adesione in-condizionata– le conseguenze del peccato ori-ginale di tutti gli uomini.

In modo che, sul Calvario e per l’eserciziodel sacerdozio della sua Maternità divina, offrìliberamente e volontariamente la sua Vittima alPadre, il suo proprio Figlio; che, fatto Uomoper amore e morendo in immolazione, ci re-dense per la gloria del Padre e la salvezza ditutti noi, mediante il corpo e il sangue santis-simo che la Signora dell’Incarnazione gli diede.

Maria, fatta una sola cosa con il suo Figlio,l’Agnello Immacolato che toglie i peccati delmondo, in adesione totale e incondizionata diridonazione amorosa al Padre Eterno, sotto l’im-pulso dello Spirito Santo e ardente nelle fiam-me del suo amore, penosamente e incruenta-mente, ma delirante d’amore, lo offriva allaSantità dell’Eterno Essere offesa; e offriva sestessa, con Cristo, nel massimo grado di marti-rio incruento e di vittimazione totale che la puracreatura, concepita senza peccato originale peri meriti previsti della Redenzione di Cristo e pie-na di grazia fin dal primo istante del suo Conce-pimento, era capace di dare a Dio nella massi-ma distruzione di se stessa.

La Vergine, ai piedi della croce, soffrì unamorte mistica secondo la profezia di Simeoneche una spada di dolore le avrebbe trapassatol’anima; così come a Gesù la lancia del solda-

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La Redenzione di Cristo e la Corredenzionedi Maria fu consumata da Cristo sulla croce.

Pertanto, dopo che il Verbo Infinito Incar-nato aprì il Seno del Padre, e dopo essere sta-to glorificato, la morte di Maria, per essere unasola cosa con il suo Figlio in tutto, vedo chenon era più necessaria.

Infatti la manifestazione massima dell’amoredi Dio nei confronti dell’uomo in Redenzione,si realizzò sul Calvario; dove la Corredenzionedi Maria, per la glorificazione di Dio e la sal-vezza delle anime, rimase consumata nell’offer-ta di Cristo e fatta una cosa con Lui, attraversoil sacerdozio della sua Maternità divina.

E mediante il testamento che Cristo le fecenella persona di San Giovanni, si manifestò laMaternità universale della Vergine e la filiazio-ne di tutti i figli di Dio verso la Signora.

Per cui alla Vergine non rimaneva altro, dopola Pentecoste, che stare con la sua lampada ac-cesa, aspettando il momento e la maniera in cuila volontà di Dio se la sarebbe portata a gode-re del frutto del piano divino terminato e com-piuto su di Lei.

Mediante il quale, «La piena di grazia» se-condo l’annuncio dell’Angelo, sarebbe stata pro-clamata «beata da tutte le generazioni» e «be-nedetta tra tutte le donne»10.

10 Lc 1, 28. 48. 42.

to trapassò fisicamente il costato, in manifesta-zione della sua morte corporale.

Più che mille morti fu il dolore di Maria sulCalvario, che la fece partecipare nella sua ani-ma santissima, come nessun altro, della pas-sione e morte di Cristo.

Per Cristo, con Lui ed in Lui, la Vergine, nel-l’esercizio del sacerdozio della sua Maternità di-vina, offrì la sua Vittima a gloria del Padre, e,in quanto Corredentrice, per ciascuno degli uo-mini che il suo Figlio sul Calvario le affidò,come Madre universale di tutta l’umanità.

Con la sua morte, Cristo aprì il Seno delPadre, penetrando glorioso nel Cielo; e questarealtà è vissuta, pure misteriosamente e in unamaniera felicissima e gloriosa, da sua Madresantissima in frutto di Corredenzione con Cristo.

E moriva misteriosamente con il Figlio di Dioe suo Figlio sul Calvario, e riceveva il frutto del-la Redenzione per darla a tutti gli uomini, comeCorredentrice, attraverso la sua Maternità divi-na; Maria, nella consumazione cruenta del Sacri-ficio della croce che, nell’esercizio della sua Ma-ternità, offrì con Cristo al Padre, morì alla vitavecchia dell’umanità.

E nella restaurazione della creazione, dopola sua morte mistica con il Figlio di Dio e il suomedesimo Figlio crocifisso, risuscitò con Lui allavita nuova che Egli ci diede; per cui ormai nonaveva più bisogno di morire per essere assun-ta in Cielo.

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La Redenzione di Cristo e la Corredenzionedi Maria fu consumata da Cristo sulla croce.

Pertanto, dopo che il Verbo Infinito Incar-nato aprì il Seno del Padre, e dopo essere sta-to glorificato, la morte di Maria, per essere unasola cosa con il suo Figlio in tutto, vedo chenon era più necessaria.

Infatti la manifestazione massima dell’amoredi Dio nei confronti dell’uomo in Redenzione,si realizzò sul Calvario; dove la Corredenzionedi Maria, per la glorificazione di Dio e la sal-vezza delle anime, rimase consumata nell’offer-ta di Cristo e fatta una cosa con Lui, attraversoil sacerdozio della sua Maternità divina.

E mediante il testamento che Cristo le fecenella persona di San Giovanni, si manifestò laMaternità universale della Vergine e la filiazio-ne di tutti i figli di Dio verso la Signora.

Per cui alla Vergine non rimaneva altro, dopola Pentecoste, che stare con la sua lampada ac-cesa, aspettando il momento e la maniera in cuila volontà di Dio se la sarebbe portata a gode-re del frutto del piano divino terminato e com-piuto su di Lei.

Mediante il quale, «La piena di grazia» se-condo l’annuncio dell’Angelo, sarebbe stata pro-clamata «beata da tutte le generazioni» e «be-nedetta tra tutte le donne»10.

10 Lc 1, 28. 48. 42.

to trapassò fisicamente il costato, in manifesta-zione della sua morte corporale.

Più che mille morti fu il dolore di Maria sulCalvario, che la fece partecipare nella sua ani-ma santissima, come nessun altro, della pas-sione e morte di Cristo.

Per Cristo, con Lui ed in Lui, la Vergine, nel-l’esercizio del sacerdozio della sua Maternità di-vina, offrì la sua Vittima a gloria del Padre, e,in quanto Corredentrice, per ciascuno degli uo-mini che il suo Figlio sul Calvario le affidò,come Madre universale di tutta l’umanità.

Con la sua morte, Cristo aprì il Seno delPadre, penetrando glorioso nel Cielo; e questarealtà è vissuta, pure misteriosamente e in unamaniera felicissima e gloriosa, da sua Madresantissima in frutto di Corredenzione con Cristo.

E moriva misteriosamente con il Figlio di Dioe suo Figlio sul Calvario, e riceveva il frutto del-la Redenzione per darla a tutti gli uomini, comeCorredentrice, attraverso la sua Maternità divi-na; Maria, nella consumazione cruenta del Sacri-ficio della croce che, nell’esercizio della sua Ma-ternità, offrì con Cristo al Padre, morì alla vitavecchia dell’umanità.

E nella restaurazione della creazione, dopola sua morte mistica con il Figlio di Dio e il suomedesimo Figlio crocifisso, risuscitò con Lui allavita nuova che Egli ci diede; per cui ormai nonaveva più bisogno di morire per essere assun-ta in Cielo.

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affinché la collaborazione del suo sacerdozio ri-manesse terminata; poiché l’uomo vecchio, conla morte di Cristo, rimase sepolto, e con la suaresurrezione rimase glorificato.

La collaborazione di Maria fu cooperare pas-so a passo con Cristo nel mistero della Reden-zione, e questa rimase terminata il giorno in cuiCristo la consumò.

Maria fu Corredentrice con Cristo; ma laRedenzione di Cristo e la Corredenzione diMaria si verificarono nella vita, morte e risur-rezione di Cristo.

Maria si offrì con Lui al Padre e offrì Cristoal Padre con il diritto che le dava la sua Ma-ternità divina e in funzione di questa medesi-ma Maternità che, in Lei, era esercizio del suopeculiare sacerdozio.

Con la sua morte, Cristo distrusse il pecca-to, seppellendo con Lui l’uomo vecchio, e perla sua resurrezione risuscitò un Uomo glorioso.E la Redenzione fu terminata palpabilmente, ri-manendo terminata pure la Corredenzione diMaria.

Dopo la morte e risurrezione di Cristo, laVergine non aveva bisogno di morire affinchérisuscitasse un uomo nuovo.

Ella stette sempre aderita a suo Figlio; e l’at-teggiamento della sua anima, dopo la resurre-zione, fu un’adesione così grande a quest’UomoNuovo, che la Signora era con Lui la DonnaNuova che collaborò, per il mistero dell’In-

«Cristo fonda la sua Chiesa. E lì c’è Maria aPentecoste che è la Madre degli uomini, con gliApostoli: la Chiesa nascente; che collabora pu-re, per mezzo della sua Maternità, alla fonda-zione della Chiesa; la quale è perpetuazione tragli uomini del Sacerdozio di Cristo e, pertanto,della Maternità della Vergine, dal momentodell’Incarnazione.

E vediamo Maria nei passi più importantidella vita di Cristo, non facendo le cose cheEgli faceva, sì però collaborando con Lui, peril mistero dell’Incarnazione, nella sua vita, mor-te e risurrezione.

E quando la Vergine arrivò sulla terra allaterminazione completa della funzione del sa-cerdozio della sua Maternità, che fu collabora-zione con Cristo nei piani di Dio, per un vole-re della volontà infinita che determinò diinserirla così nel mistero della Redenzione, Diose la portò via nel modo in cui l’uomo, senzail peccato originale, sarebbe salito al Cielo; conla partecipazione, inoltre, della ricchezza che laRedenzione diede all’uomo nuovo; e d’altra par-te, nel modo in cui Dio volle che spettasse,dopo la risurrezione di Cristo, a Colei che eraMadre del Sommo ed Eterno Sacerdote, nellaterminazione gloriosa della funzione del sacer-dozio della sua Maternità divina e universalesulla terra.

La Vergine, al sopraggiungere il momentodella sua ascesa al Padre, non doveva morire

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affinché la collaborazione del suo sacerdozio ri-manesse terminata; poiché l’uomo vecchio, conla morte di Cristo, rimase sepolto, e con la suaresurrezione rimase glorificato.

La collaborazione di Maria fu cooperare pas-so a passo con Cristo nel mistero della Reden-zione, e questa rimase terminata il giorno in cuiCristo la consumò.

Maria fu Corredentrice con Cristo; ma laRedenzione di Cristo e la Corredenzione diMaria si verificarono nella vita, morte e risur-rezione di Cristo.

Maria si offrì con Lui al Padre e offrì Cristoal Padre con il diritto che le dava la sua Ma-ternità divina e in funzione di questa medesi-ma Maternità che, in Lei, era esercizio del suopeculiare sacerdozio.

Con la sua morte, Cristo distrusse il pecca-to, seppellendo con Lui l’uomo vecchio, e perla sua resurrezione risuscitò un Uomo glorioso.E la Redenzione fu terminata palpabilmente, ri-manendo terminata pure la Corredenzione diMaria.

Dopo la morte e risurrezione di Cristo, laVergine non aveva bisogno di morire affinchérisuscitasse un uomo nuovo.

Ella stette sempre aderita a suo Figlio; e l’at-teggiamento della sua anima, dopo la resurre-zione, fu un’adesione così grande a quest’UomoNuovo, che la Signora era con Lui la DonnaNuova che collaborò, per il mistero dell’In-

«Cristo fonda la sua Chiesa. E lì c’è Maria aPentecoste che è la Madre degli uomini, con gliApostoli: la Chiesa nascente; che collabora pu-re, per mezzo della sua Maternità, alla fonda-zione della Chiesa; la quale è perpetuazione tragli uomini del Sacerdozio di Cristo e, pertanto,della Maternità della Vergine, dal momentodell’Incarnazione.

E vediamo Maria nei passi più importantidella vita di Cristo, non facendo le cose cheEgli faceva, sì però collaborando con Lui, peril mistero dell’Incarnazione, nella sua vita, mor-te e risurrezione.

E quando la Vergine arrivò sulla terra allaterminazione completa della funzione del sa-cerdozio della sua Maternità, che fu collabora-zione con Cristo nei piani di Dio, per un vole-re della volontà infinita che determinò diinserirla così nel mistero della Redenzione, Diose la portò via nel modo in cui l’uomo, senzail peccato originale, sarebbe salito al Cielo; conla partecipazione, inoltre, della ricchezza che laRedenzione diede all’uomo nuovo; e d’altra par-te, nel modo in cui Dio volle che spettasse,dopo la risurrezione di Cristo, a Colei che eraMadre del Sommo ed Eterno Sacerdote, nellaterminazione gloriosa della funzione del sacer-dozio della sua Maternità divina e universalesulla terra.

La Vergine, al sopraggiungere il momentodella sua ascesa al Padre, non doveva morire

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morire o risuscitare ad un vita nuova. PoichéMaria fu Corredentrice, non morendo ed es-sendo crocifissa, bensì vivendo in sé la mortedi Cristo e la sua crocifissione; in tal modo che,nel Frutto della sua Maternità divina, vittimata,visse la sua morte e crocifissione.

Cristo morendo seppellì l’uomo vecchio. Mariaperò, che fu redenta, per i meriti previsti di Cristo,nella sua Concezione immacolata, fu pure, perquesti medesimi meriti, la Nuova Donna cheschiacciò la testa del serpente, non avendo bi-sogno di morire per passare all’Eternità; giacché,Cristo morendo e risuscitando, seppellì il pecca-to e fece sorgere un Uomo glorioso.

E, da questo momento, Cristo è l’Uomo Nuo-vo, e Maria la Donna Nuova, che, per la mortee risurrezione di Cristo e attraverso la Maternitàdi Maria, porteranno gli uomini a godere eter-namente della felicità di Dio.

E come Maria non ebbe bisogno di cadere peressere redenta, così neppure ebbe bisogno dimorire per salire al Cielo. Ciò era la conseguen-za del peccato che la Vergine non possedettemai, e che Cristo redense con la sua morte e ri-surrezione, ed Ella corredense collaborando conil suo Figlio, per mezzo e attraverso la funzionesacerdotale della sua Maternità divina.

La Vergine non ebbe bisogno di morire peressere Corredentrice, come neppure ebbe bi-sogno di peccare per essere redenta; e sicco-me la morte è conseguenza del peccato, chinon peccò non ebbe motivo di morire.

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carnazione, nella vita, morte e risurrezione diCristo, a seppellire il peccato e, con esso, l’uo-mo peccatore, schiacciando la testa del ser-pente, affinché risuscitasse un Uomo Nuovo, alquale aderissero tutti i figli di Dio che volesse-ro inserirsi nell’Albero della Vita.

Pertanto Maria non ebbe bisogno, per esse-re Corredentrice, di morire, bensì di collabora-re con Cristo, nella sua vita, morte e risurrezio-ne, alla Redenzione; collaborazione che Ellarealizzò esercitando il suo peculiare sacerdozionell’offerta di Cristo al Padre, per la gloria del-lo stesso Padre e la santificazione degli uomini.

Quando Cristo morì, l’anima della Signoradell’Incarnazione, totalmente unita a suo Figlio,sentì e sperimentò in sé il tremore e i terroridella morte più terribile che possiamo immagi-nare.

In verità possiamo dire che la Vergine morìcon Cristo, nella coscienza chiarissima che Ellaviveva del mistero che si stava realizzando aipiedi della croce.

Maria si offrì con Cristo al Padre e, aderitaa suo Figlio, era così una sola cosa con Lui,che si sentì morire, soffrendo in sé, per la suaMaternità divina, le conseguenze del peccatooriginale, nel Frutto di questa medesima Mater-nità, appeso all’albero della croce.

Pertanto, la Vergine, per essere pienamenteCorredentrice con Cristo, non aveva bisogno di

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morire o risuscitare ad un vita nuova. PoichéMaria fu Corredentrice, non morendo ed es-sendo crocifissa, bensì vivendo in sé la mortedi Cristo e la sua crocifissione; in tal modo che,nel Frutto della sua Maternità divina, vittimata,visse la sua morte e crocifissione.

Cristo morendo seppellì l’uomo vecchio. Mariaperò, che fu redenta, per i meriti previsti di Cristo,nella sua Concezione immacolata, fu pure, perquesti medesimi meriti, la Nuova Donna cheschiacciò la testa del serpente, non avendo bi-sogno di morire per passare all’Eternità; giacché,Cristo morendo e risuscitando, seppellì il pecca-to e fece sorgere un Uomo glorioso.

E, da questo momento, Cristo è l’Uomo Nuo-vo, e Maria la Donna Nuova, che, per la mortee risurrezione di Cristo e attraverso la Maternitàdi Maria, porteranno gli uomini a godere eter-namente della felicità di Dio.

E come Maria non ebbe bisogno di cadere peressere redenta, così neppure ebbe bisogno dimorire per salire al Cielo. Ciò era la conseguen-za del peccato che la Vergine non possedettemai, e che Cristo redense con la sua morte e ri-surrezione, ed Ella corredense collaborando conil suo Figlio, per mezzo e attraverso la funzionesacerdotale della sua Maternità divina.

La Vergine non ebbe bisogno di morire peressere Corredentrice, come neppure ebbe bi-sogno di peccare per essere redenta; e sicco-me la morte è conseguenza del peccato, chinon peccò non ebbe motivo di morire.

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carnazione, nella vita, morte e risurrezione diCristo, a seppellire il peccato e, con esso, l’uo-mo peccatore, schiacciando la testa del ser-pente, affinché risuscitasse un Uomo Nuovo, alquale aderissero tutti i figli di Dio che volesse-ro inserirsi nell’Albero della Vita.

Pertanto Maria non ebbe bisogno, per esse-re Corredentrice, di morire, bensì di collabora-re con Cristo, nella sua vita, morte e risurrezio-ne, alla Redenzione; collaborazione che Ellarealizzò esercitando il suo peculiare sacerdozionell’offerta di Cristo al Padre, per la gloria del-lo stesso Padre e la santificazione degli uomini.

Quando Cristo morì, l’anima della Signoradell’Incarnazione, totalmente unita a suo Figlio,sentì e sperimentò in sé il tremore e i terroridella morte più terribile che possiamo immagi-nare.

In verità possiamo dire che la Vergine morìcon Cristo, nella coscienza chiarissima che Ellaviveva del mistero che si stava realizzando aipiedi della croce.

Maria si offrì con Cristo al Padre e, aderitaa suo Figlio, era così una sola cosa con Lui,che si sentì morire, soffrendo in sé, per la suaMaternità divina, le conseguenze del peccatooriginale, nel Frutto di questa medesima Mater-nità, appeso all’albero della croce.

Pertanto, la Vergine, per essere pienamenteCorredentrice con Cristo, non aveva bisogno di

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“farsi peccato”, volle morire per dimostrarci l’a-more che aveva per noi e soffrire in sé le con-seguenze di questo stesso peccato, Maria, crea-ta senza peccato originale e fatta una cosa conCristo glorioso, non aveva bisogno di morireper essere Corredentrice; giacché Ella collaboròcon Cristo alla Redenzione, non morendo, maoffrendo il Sommo ed Eterno Sacerdote, in fun-zione del peculiare sacerdozio della sua Mater-nità divina, al Padre come espiazione dei pec-cati dei suoi figli.

Maria è tanto Madre di Dio quanto dell’Uo-mo; e per questo, con la morte del Figlio diDio fatto Uomo e suo Figlio, glorifica il Padree comunica la vita a tutti gli uomini in funzio-ne e per l’esercizio della sua Maternità divina.

Maria, per essere Corredentrice, non feceesternamente lo stesso di Cristo, benché abbiavissuto lo stesso di Lui, partecipando come nes-sun altro del vivere di Cristo e della filiazionedel Verbo.

E così vediamo Cristo e Maria che realizza-no, ciascuno secondo il piano di Dio, l’eserci-zio del loro peculiare sacerdozio, mediante ilquale si portò a termine la Redenzione nelmodo personale in cui, dentro i piani divini,ciascuno doveva fare».

Dopo ciò che ho comunicato […] che con-templai nell’anno 1960 e vado manifestando cir-ca le luci ricevute nell’anno 1971;

Neanche Cristo peccò, ma caricò su di sé ilpeccato di tutti gli uomini, e fu il predestinatoda Dio a realizzare in Sé la morte di questo pec-cato e la resurrezione dell’Uomo glorioso.

E ciò che Cristo realizzò per la perfezionedel suo Sacerdozio, essendo in sé Dio ed Uo-mo, Maria, Signora dell’Incarnazione, lo realizzòper la funzione della sua Maternità divina, chela fece essere con Cristo Collaboratrice, e, per-tanto, Corredentrice, nell’esercizio del suo pe-culiare sacerdozio sul Calvario.

E per questo la Vergine, da una parte pre-servata dal peccato originale, e dall’altra Corre-dentrice con Cristo, gode e partecipa dei dirit-ti dell’uomo alieno al peccato. E, aderita a suoFiglio glorioso e risuscitato, aspetta la sorte fi-nale dei giusti, non dovendosi realizzare in Leigli sconvolgimenti propri di quel medesimopeccato, che è la separazione dell’anima e delcorpo; sconvolgimenti che Cristo, “nel farsi pec-cato”11 per i peccatori, come Redentore e Su-premo Sacerdote, volle sperimentare in Sé, li-berando con questo gli uomini dalla morteeterna, e procurando loro la risurrezione e lavita, ma lasciando loro le conseguenze perso-nali del loro “no” a Dio per il peccato origina-le e personale di ciascuno.

La Vergine non ebbe né il peccato originalené il peccato personale. E così come Cristo, nel

11 2 Cor 5, 21.

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“farsi peccato”, volle morire per dimostrarci l’a-more che aveva per noi e soffrire in sé le con-seguenze di questo stesso peccato, Maria, crea-ta senza peccato originale e fatta una cosa conCristo glorioso, non aveva bisogno di morireper essere Corredentrice; giacché Ella collaboròcon Cristo alla Redenzione, non morendo, maoffrendo il Sommo ed Eterno Sacerdote, in fun-zione del peculiare sacerdozio della sua Mater-nità divina, al Padre come espiazione dei pec-cati dei suoi figli.

Maria è tanto Madre di Dio quanto dell’Uo-mo; e per questo, con la morte del Figlio diDio fatto Uomo e suo Figlio, glorifica il Padree comunica la vita a tutti gli uomini in funzio-ne e per l’esercizio della sua Maternità divina.

Maria, per essere Corredentrice, non feceesternamente lo stesso di Cristo, benché abbiavissuto lo stesso di Lui, partecipando come nes-sun altro del vivere di Cristo e della filiazionedel Verbo.

E così vediamo Cristo e Maria che realizza-no, ciascuno secondo il piano di Dio, l’eserci-zio del loro peculiare sacerdozio, mediante ilquale si portò a termine la Redenzione nelmodo personale in cui, dentro i piani divini,ciascuno doveva fare».

Dopo ciò che ho comunicato […] che con-templai nell’anno 1960 e vado manifestando cir-ca le luci ricevute nell’anno 1971;

Neanche Cristo peccò, ma caricò su di sé ilpeccato di tutti gli uomini, e fu il predestinatoda Dio a realizzare in Sé la morte di questo pec-cato e la resurrezione dell’Uomo glorioso.

E ciò che Cristo realizzò per la perfezionedel suo Sacerdozio, essendo in sé Dio ed Uo-mo, Maria, Signora dell’Incarnazione, lo realizzòper la funzione della sua Maternità divina, chela fece essere con Cristo Collaboratrice, e, per-tanto, Corredentrice, nell’esercizio del suo pe-culiare sacerdozio sul Calvario.

E per questo la Vergine, da una parte pre-servata dal peccato originale, e dall’altra Corre-dentrice con Cristo, gode e partecipa dei dirit-ti dell’uomo alieno al peccato. E, aderita a suoFiglio glorioso e risuscitato, aspetta la sorte fi-nale dei giusti, non dovendosi realizzare in Leigli sconvolgimenti propri di quel medesimopeccato, che è la separazione dell’anima e delcorpo; sconvolgimenti che Cristo, “nel farsi pec-cato”11 per i peccatori, come Redentore e Su-premo Sacerdote, volle sperimentare in Sé, li-berando con questo gli uomini dalla morteeterna, e procurando loro la risurrezione e lavita, ma lasciando loro le conseguenze perso-nali del loro “no” a Dio per il peccato origina-le e personale di ciascuno.

La Vergine non ebbe né il peccato originalené il peccato personale. E così come Cristo, nel

11 2 Cor 5, 21.

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Santo, non vide, in nessun momento, separa-zione tra l’anima ed il corpo della Vergine.

Che, in un batter d’occhi, nell’idillio più su-blime che una pura creatura abbia potuto vive-re in relazione all’Infinito Essere; sorpassata d’a-more e satura di Divinità, rimanendo sommersanella soavità silenziosa, inalterabile e pacificadell’Eterno, e cullata sull’aleggiare del tubare del-lo Spirito Santo, in una dormizione gloriosa, fuinnalzata in corpo ed anima dall’immutabilitàdell’Infinita Trinità, che discese sulla terra perportarsela al gaudio beatissimo del Festino infi-nito della sua vita immutabile.

E lo stesso Dio la mise per tutta l’Eternitànel grado di partecipazione della sua Divinitàche spettava alla Vergine, alla Madre, alla Signo-ra e alla Regina dell’Universo; che lo è purenell’Eternità, nel compimento perfetto della vo-lontà di Dio che la creò, inserendola nel pianotrinitario per la Redenzione dell’uomo, comeCorredentrice, e per la restaurazione di tutta l’u-manità.

Il vivere della Vergine con Cristo nella suapassione, fu una morte mistica e incruenta, chela fece risuscitare pure misticamente con Cristo;passando a vivere, come Madre della Chiesauniversale, la vita nuova che per Cristo a tuttinoi è data.

Per cui credo che la mia anima non vide inalcun momento, separazione tra il corpo e l’a-nima della Vergine il giorno in cui il Signore sidegnò di mostrarmi, per un movimento della

91

[…] umilmente manifesto […] che, il giorno15 agosto del 1960, quando fui portata a con-templare il momento sublime in cui l’adorabileTrinità scese a questo peregrinare della Signoraper prenderla e portarla in corpo ed anima allaGloria, non vidi, in nessun momento né in nes-suna maniera, separazione tra la sua anima e ilsuo corpo;

dato che, già a Pentecoste aveva ricevuto loSpirito Santo in compagnia degli Apostoli, af-finché attraverso la sua Maternità divina e perla pienezza che Ella aveva dello stesso SpiritoSanto –che per comunicarlo le fu comunicato–,lo donasse durante tutti i tempi ed a tutti gliuomini, come Madre della Chiesa universale, findallo stesso giorno di Pentecoste, con cuore diMadre e amore di Spirito Santo; e grazie allavolontà del Padre ed alla pienezza di Cristo che,attraverso la Maternità divina della Vergine, sidiede a noi nel mistero dell’Incarnazione, e, tra-mite questo glorioso mistero, nella sua vita,morte e risurrezione, in immolazione cruenta diRedenzione attraverso il sangue e la carne chegli diede Maria.

Per cui questa piccola figlia della Chiesa, concuore semplice, anima aperta, e in adesione in-condizionata come in tutti i momenti della miavita, al pensiero della Chiesa, manifesta che, nelmomento in cui è innalzata la Signora da que-sta terra all’Eternità, per la volontà del Padre,nell’abbraccio del Figlio e nello sfiorare infinitodi soavità silenziosa ed immutabile dello Spirito

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Santo, non vide, in nessun momento, separa-zione tra l’anima ed il corpo della Vergine.

Che, in un batter d’occhi, nell’idillio più su-blime che una pura creatura abbia potuto vive-re in relazione all’Infinito Essere; sorpassata d’a-more e satura di Divinità, rimanendo sommersanella soavità silenziosa, inalterabile e pacificadell’Eterno, e cullata sull’aleggiare del tubare del-lo Spirito Santo, in una dormizione gloriosa, fuinnalzata in corpo ed anima dall’immutabilitàdell’Infinita Trinità, che discese sulla terra perportarsela al gaudio beatissimo del Festino infi-nito della sua vita immutabile.

E lo stesso Dio la mise per tutta l’Eternitànel grado di partecipazione della sua Divinitàche spettava alla Vergine, alla Madre, alla Signo-ra e alla Regina dell’Universo; che lo è purenell’Eternità, nel compimento perfetto della vo-lontà di Dio che la creò, inserendola nel pianotrinitario per la Redenzione dell’uomo, comeCorredentrice, e per la restaurazione di tutta l’u-manità.

Il vivere della Vergine con Cristo nella suapassione, fu una morte mistica e incruenta, chela fece risuscitare pure misticamente con Cristo;passando a vivere, come Madre della Chiesauniversale, la vita nuova che per Cristo a tuttinoi è data.

Per cui credo che la mia anima non vide inalcun momento, separazione tra il corpo e l’a-nima della Vergine il giorno in cui il Signore sidegnò di mostrarmi, per un movimento della

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[…] umilmente manifesto […] che, il giorno15 agosto del 1960, quando fui portata a con-templare il momento sublime in cui l’adorabileTrinità scese a questo peregrinare della Signoraper prenderla e portarla in corpo ed anima allaGloria, non vidi, in nessun momento né in nes-suna maniera, separazione tra la sua anima e ilsuo corpo;

dato che, già a Pentecoste aveva ricevuto loSpirito Santo in compagnia degli Apostoli, af-finché attraverso la sua Maternità divina e perla pienezza che Ella aveva dello stesso SpiritoSanto –che per comunicarlo le fu comunicato–,lo donasse durante tutti i tempi ed a tutti gliuomini, come Madre della Chiesa universale, findallo stesso giorno di Pentecoste, con cuore diMadre e amore di Spirito Santo; e grazie allavolontà del Padre ed alla pienezza di Cristo che,attraverso la Maternità divina della Vergine, sidiede a noi nel mistero dell’Incarnazione, e, tra-mite questo glorioso mistero, nella sua vita,morte e risurrezione, in immolazione cruenta diRedenzione attraverso il sangue e la carne chegli diede Maria.

Per cui questa piccola figlia della Chiesa, concuore semplice, anima aperta, e in adesione in-condizionata come in tutti i momenti della miavita, al pensiero della Chiesa, manifesta che, nelmomento in cui è innalzata la Signora da que-sta terra all’Eternità, per la volontà del Padre,nell’abbraccio del Figlio e nello sfiorare infinitodi soavità silenziosa ed immutabile dello Spirito

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E quale capacità quella di Maria in pienezzadi Divinità…! Dopo l’umanità di Cristo, la capa-cità più grande che è esistita per possedere Dio.

Per quanto vogliamo dire della Vergine, sem-pre rimarremo scarsi; infatti non entra nellamente della creatura, finché si trova nell’esilio,altro che intravedere qualcosa di quel concer-to di perfezioni che Dio mise in Lei il giornoche la creò: nella Vergine dell’Incarnazione, chefu creata per la medesima Incarnazione!

Io non vidi separazione tra la sua anima edil suo corpo il giorno in cui la Vergine Biancalasciò l’esilio per essere introdotta nell’Eternità.

Sì però che vidi e compresi, piena di giubi-lo e di sorpresa indescrivibile, rimanendo inci-so nel mio limitato, piccolo e trasceso intende-re, il gaudio che le divine Persone avevano, nelportare verso di sé quella creatura che fu, conCristo, il “sì” di risposta gloriosa di fronte a Dioa nome di tutti i suoi figli.

Che impressione quando, introdotta da Dioin quella finezza…, in quella tenerezza…, inquell’intimità…, in quel silenzio…, in quel con-certo…, in quel tubare…, in quella melodia sa-cra…; in una parola, in quel mistero di vita, diamore, di profondità e di penetrazione…, sor-presi le tre divine Persone che, in consiglio in-finito e amoroso di Famiglia, determinavano dirapire, in un batter d’occhi, dall’esilio all’Eternità,la Vergine Bianca, che, un giorno pure, in col-loqui con la stessa Trinità, mi fu rivelata nelSancta Sanctorum dell’Incarnazione…!

9392

sua volontà in misericordia infinita su questapovera e miserabile creatura e col fine di ma-nifestarlo, il momento sublime e indescrivibiledell’Assunzione della Vergine in corpo ed ani-ma al Cielo.

«Io non vidi separazione tra la sua anima eil suo corpo quel giorno in cui mi mostrò l’As-sunzione gloriosa di Nostra Signora dell’Incar-nazione.

Fu così splendente al mio sguardo spiritua-le quell’Assunzione, che la mia povera parolami sa di profanazione davanti alla finezza indi-cibile di quel preludio misterioso della ascesagloriosa della Vergine Bianca all’Eternità.

Io vidi soltanto che si operò un mistero difinezza, di delicatezza e di tenerezza indicibiletra Dio e la Vergine Bianca, quando la Madredel Verbo Infinito arrivò a quel punto di divi-nizzazione, nel quale Egli la ebbe così piena,così sovrabbondante e divinizzata, come nelsuo infinito pensiero sognò da tutta l’eternità.

Allora, quando la Signora dell’Incarnazione,tutta Bianca, si trovò nel centro-centro della vo-lontà divina, ricolma di frutti e con la sua mis-sione totalmente compiuta, Dio la rapì a sé; poi-ché, un passo in più!, e la Vergine avrebbeoltrepassato, in pienezza di partecipazione del-la Divinità, i limiti che la medesima volontà diDio, nel crearla per essere sua Madre, su di Leiaveva determinato.

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E quale capacità quella di Maria in pienezzadi Divinità…! Dopo l’umanità di Cristo, la capa-cità più grande che è esistita per possedere Dio.

Per quanto vogliamo dire della Vergine, sem-pre rimarremo scarsi; infatti non entra nellamente della creatura, finché si trova nell’esilio,altro che intravedere qualcosa di quel concer-to di perfezioni che Dio mise in Lei il giornoche la creò: nella Vergine dell’Incarnazione, chefu creata per la medesima Incarnazione!

Io non vidi separazione tra la sua anima edil suo corpo il giorno in cui la Vergine Biancalasciò l’esilio per essere introdotta nell’Eternità.

Sì però che vidi e compresi, piena di giubi-lo e di sorpresa indescrivibile, rimanendo inci-so nel mio limitato, piccolo e trasceso intende-re, il gaudio che le divine Persone avevano, nelportare verso di sé quella creatura che fu, conCristo, il “sì” di risposta gloriosa di fronte a Dioa nome di tutti i suoi figli.

Che impressione quando, introdotta da Dioin quella finezza…, in quella tenerezza…, inquell’intimità…, in quel silenzio…, in quel con-certo…, in quel tubare…, in quella melodia sa-cra…; in una parola, in quel mistero di vita, diamore, di profondità e di penetrazione…, sor-presi le tre divine Persone che, in consiglio in-finito e amoroso di Famiglia, determinavano dirapire, in un batter d’occhi, dall’esilio all’Eternità,la Vergine Bianca, che, un giorno pure, in col-loqui con la stessa Trinità, mi fu rivelata nelSancta Sanctorum dell’Incarnazione…!

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sua volontà in misericordia infinita su questapovera e miserabile creatura e col fine di ma-nifestarlo, il momento sublime e indescrivibiledell’Assunzione della Vergine in corpo ed ani-ma al Cielo.

«Io non vidi separazione tra la sua anima eil suo corpo quel giorno in cui mi mostrò l’As-sunzione gloriosa di Nostra Signora dell’Incar-nazione.

Fu così splendente al mio sguardo spiritua-le quell’Assunzione, che la mia povera parolami sa di profanazione davanti alla finezza indi-cibile di quel preludio misterioso della ascesagloriosa della Vergine Bianca all’Eternità.

Io vidi soltanto che si operò un mistero difinezza, di delicatezza e di tenerezza indicibiletra Dio e la Vergine Bianca, quando la Madredel Verbo Infinito arrivò a quel punto di divi-nizzazione, nel quale Egli la ebbe così piena,così sovrabbondante e divinizzata, come nelsuo infinito pensiero sognò da tutta l’eternità.

Allora, quando la Signora dell’Incarnazione,tutta Bianca, si trovò nel centro-centro della vo-lontà divina, ricolma di frutti e con la sua mis-sione totalmente compiuta, Dio la rapì a sé; poi-ché, un passo in più!, e la Vergine avrebbeoltrepassato, in pienezza di partecipazione del-la Divinità, i limiti che la medesima volontà diDio, nel crearla per essere sua Madre, su di Leiaveva determinato.

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sapienza, così sommamente assaporabile…!,così eternamente penetrativo…!, che quella sa-pienza che Ella possedeva le aumentò, tanto,tanto!, che rimase per sempre nella luce glo-riosa dell’Eternità.

Con il suo passo soggiogatore, ma in sibilodelicato affinché la Vergine non sperimentassein sé nessuna sofferenza, in un batter d’occhi,le tre divine Persone, in un solo abbraccio dipaternità, di filiazione e di Sposo, si deposita-rono in Lei in un bacio misterioso, eterno e si-lenzioso di immutabilità.

E in questo bacio di immutabilità, ricolmo disapienza, la Vergine Bianca si trovò in un istan-te, il giorno dell’Assunzione, nella luce splen-dente, chiara e felicissima della Gloria, cullatadal passo di Dio che si avventò su di Lei comemiriadi e miriadi di cascate di Essere che l’av-volsero nelle correnti divine delle eterne Sor-genti; le quali, nel concerto del tasteggiare del-le loro cascate, la lasciarono così possedutadall’Infinito, che le furono aperti per sempre iPortoni ampi e gloriosi della Eternità.

Quello che contemplai che si operò in No-stra Signora dell’Assunzione fu un bacio di Dio,così silenzioso…, tanto, tanto e in tanto miste-ro…! che, davanti all’adempimento completodei piani divini su di Lei, quel bacio di Dio laimmutabilizzò così divinamente, da darle persempre, per sempre…!, la Luce infinita dell’Eter-nità…

Era la medesima Signora, la stessa Vergine, lastessa Regina, la stessa Madre…!: La stessaSignora, che, in intimità con le tre divine Persone,collaborava all’adempimento dei piani eterni, peril fatto di essere un “sì” di donazione totale incompimento perfetto e pieno della volontà divi-na in ciascun momento della sua vita…!

Era la stessa, ma in situazione diversa. Ilgiorno dell’Assunzione, Nostra Signora dell’In-carnazione aveva terminato il suo duro e ansi-mante camminare per l’esilio.

E il Padre si lanciò verso di Lei per intro-durla, in luce sovrabbondante di Eternità, nel-l’ampia caverna del suo seno;

il Figlio le disse un “Madre” di tanta tene-rezza e affetto di Focolare, che la fece esserela Regina dell’Eternità, per lo splendore magni-fico della sua Maternità divina, piena e sovrab-bondante in saturazione;

e lo Spirito Santo, come Sposo innamorato,“con la sua destra la sostenne e con la sua si-nistra la abbracciò”12, affinché l’impeto infinitodella Famiglia Divina non la facesse venir meno;ma, soavemente…, facendola svenire d’amoreper il bacio del suo Eterno Consorte…, se laportasse alle Nozze eterne.

Io non vidi che si operasse nella Signora al-tro che un mistero di silenzio, di dolcezza e di

12 Ct 2, 6.

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sapienza, così sommamente assaporabile…!,così eternamente penetrativo…!, che quella sa-pienza che Ella possedeva le aumentò, tanto,tanto!, che rimase per sempre nella luce glo-riosa dell’Eternità.

Con il suo passo soggiogatore, ma in sibilodelicato affinché la Vergine non sperimentassein sé nessuna sofferenza, in un batter d’occhi,le tre divine Persone, in un solo abbraccio dipaternità, di filiazione e di Sposo, si deposita-rono in Lei in un bacio misterioso, eterno e si-lenzioso di immutabilità.

E in questo bacio di immutabilità, ricolmo disapienza, la Vergine Bianca si trovò in un istan-te, il giorno dell’Assunzione, nella luce splen-dente, chiara e felicissima della Gloria, cullatadal passo di Dio che si avventò su di Lei comemiriadi e miriadi di cascate di Essere che l’av-volsero nelle correnti divine delle eterne Sor-genti; le quali, nel concerto del tasteggiare del-le loro cascate, la lasciarono così possedutadall’Infinito, che le furono aperti per sempre iPortoni ampi e gloriosi della Eternità.

Quello che contemplai che si operò in No-stra Signora dell’Assunzione fu un bacio di Dio,così silenzioso…, tanto, tanto e in tanto miste-ro…! che, davanti all’adempimento completodei piani divini su di Lei, quel bacio di Dio laimmutabilizzò così divinamente, da darle persempre, per sempre…!, la Luce infinita dell’Eter-nità…

Era la medesima Signora, la stessa Vergine, lastessa Regina, la stessa Madre…!: La stessaSignora, che, in intimità con le tre divine Persone,collaborava all’adempimento dei piani eterni, peril fatto di essere un “sì” di donazione totale incompimento perfetto e pieno della volontà divi-na in ciascun momento della sua vita…!

Era la stessa, ma in situazione diversa. Ilgiorno dell’Assunzione, Nostra Signora dell’In-carnazione aveva terminato il suo duro e ansi-mante camminare per l’esilio.

E il Padre si lanciò verso di Lei per intro-durla, in luce sovrabbondante di Eternità, nel-l’ampia caverna del suo seno;

il Figlio le disse un “Madre” di tanta tene-rezza e affetto di Focolare, che la fece esserela Regina dell’Eternità, per lo splendore magni-fico della sua Maternità divina, piena e sovrab-bondante in saturazione;

e lo Spirito Santo, come Sposo innamorato,“con la sua destra la sostenne e con la sua si-nistra la abbracciò”12, affinché l’impeto infinitodella Famiglia Divina non la facesse venir meno;ma, soavemente…, facendola svenire d’amoreper il bacio del suo Eterno Consorte…, se laportasse alle Nozze eterne.

Io non vidi che si operasse nella Signora al-tro che un mistero di silenzio, di dolcezza e di

12 Ct 2, 6.

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mata di tenerissima tenerezza dell’Unigenito delPadre, Incarnato, e Figlio suo; la mia anima,piena di amore, venerazione e rispetto adoran-te, non vide, in nessun momento, separazionetra la sua anima e il suo corpo.

Infatti questo, soggiogato e rapito dall’impe-to dell’anima della Signora, era alzato, comeuna piuma, davanti allo slancio ineffabile delledivine Persone verso la Regina dell’Universo,per portarsela, in un’estasi di amore, in Assun-zione gloriosa per l’abbraccio trinitario, amoro-so e infinito, che, in bacio di immutabilità, laintrodusse soavemente…, teneramente… e feli-cissimamente… nelle dimore magnifiche e son-tuose dell’Eternità.

Era il suo corpo, un corpo esente dal peccato,come quello dei nostri Progenitori nel Paradisoterrestre; e pertanto non aveva bisogno di morire.

Morì misticamente, ma dolorosissimamente,con Cristo sul Calvario, affinché nulla le man-casse; offrendo al Padre, come vittima, l’Ostiadell’Agnello Immacolato, con il corpo e il san-gue redentore che Ella stessa gli diede per ilsacrificio.

Per cui, espressi che la Vergine fu rapita allaGloria, trafitta come in un sogno di amore; e ilsuo corpo innalzato dall’impeto della sua ani-ma, non avendo altro movimento né tendenzache quella della sua stessa anima.

E, praticamente senza percepirlo, Maria, intutto il suo essere, corpo ed anima, era mossadall’impeto del suo spirito, che non aveva altra

97

Si sta addormentando Marianelle braccia del Signore;in celestiali concerti,rapita dal suo Amatore…

Non si operò alcuna cosail giorno della sua Assunzionese non che, in un sogno amoroso,il Cielo se la portò via…!

Si è addormentata la SignoraBianca dell’Incarnazione…!

Quando la Vergine era arrivata a quel pun-to di divinizzazione che la volontà infinita diDio volle per Lei da tutta l’eternità; quando ilsuo piano eterno era totalmente compiuto, e laSignora Bianca dell’Incarnazione si trovava ri-colma di frutti e piena in saturazione, in talmodo che un passo in più e avrebbe superatoin pienezza i piani di Dio sulla sua anima; inquell’istante, né un minuto in più né un minu-to in meno!, la Famiglia Divina si avventò nelsuo impeto infinito per portarla a godere eter-namente della luce della Gloria nell’Eternità».

[…] Come figlia piccola della Chiesa, e co-sciente della mia povertà e della mia limitazio-ne, ho bisogno di manifestare che, nel sublimemomento in cui Dio mi mostrò l’istante glorio-so della dormizione di Nostra Signora, rapita inun’estasi di amore nel tubare infinito del bacioamoroso dello Spirito Santo, innalzata dalla pa-ternità infinita del Padre Eterno, e nella chia-

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mata di tenerissima tenerezza dell’Unigenito delPadre, Incarnato, e Figlio suo; la mia anima,piena di amore, venerazione e rispetto adoran-te, non vide, in nessun momento, separazionetra la sua anima e il suo corpo.

Infatti questo, soggiogato e rapito dall’impe-to dell’anima della Signora, era alzato, comeuna piuma, davanti allo slancio ineffabile delledivine Persone verso la Regina dell’Universo,per portarsela, in un’estasi di amore, in Assun-zione gloriosa per l’abbraccio trinitario, amoro-so e infinito, che, in bacio di immutabilità, laintrodusse soavemente…, teneramente… e feli-cissimamente… nelle dimore magnifiche e son-tuose dell’Eternità.

Era il suo corpo, un corpo esente dal peccato,come quello dei nostri Progenitori nel Paradisoterrestre; e pertanto non aveva bisogno di morire.

Morì misticamente, ma dolorosissimamente,con Cristo sul Calvario, affinché nulla le man-casse; offrendo al Padre, come vittima, l’Ostiadell’Agnello Immacolato, con il corpo e il san-gue redentore che Ella stessa gli diede per ilsacrificio.

Per cui, espressi che la Vergine fu rapita allaGloria, trafitta come in un sogno di amore; e ilsuo corpo innalzato dall’impeto della sua ani-ma, non avendo altro movimento né tendenzache quella della sua stessa anima.

E, praticamente senza percepirlo, Maria, intutto il suo essere, corpo ed anima, era mossadall’impeto del suo spirito, che non aveva altra

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Si sta addormentando Marianelle braccia del Signore;in celestiali concerti,rapita dal suo Amatore…

Non si operò alcuna cosail giorno della sua Assunzionese non che, in un sogno amoroso,il Cielo se la portò via…!

Si è addormentata la SignoraBianca dell’Incarnazione…!

Quando la Vergine era arrivata a quel pun-to di divinizzazione che la volontà infinita diDio volle per Lei da tutta l’eternità; quando ilsuo piano eterno era totalmente compiuto, e laSignora Bianca dell’Incarnazione si trovava ri-colma di frutti e piena in saturazione, in talmodo che un passo in più e avrebbe superatoin pienezza i piani di Dio sulla sua anima; inquell’istante, né un minuto in più né un minu-to in meno!, la Famiglia Divina si avventò nelsuo impeto infinito per portarla a godere eter-namente della luce della Gloria nell’Eternità».

[…] Come figlia piccola della Chiesa, e co-sciente della mia povertà e della mia limitazio-ne, ho bisogno di manifestare che, nel sublimemomento in cui Dio mi mostrò l’istante glorio-so della dormizione di Nostra Signora, rapita inun’estasi di amore nel tubare infinito del bacioamoroso dello Spirito Santo, innalzata dalla pa-ternità infinita del Padre Eterno, e nella chia-

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Vergine tutta Vergine nelle sue chiarezze,poiché è presa, in predilezione,dall’Essere Eterno che la rapì.

E la sua anima, rivolta come il girasole,vive soggiogata, in idillio eterno,da quel Concerto del Sommo Amatore.

Non c’è nulla nella sua profondità che non sia Dio.

Tutta la sua tendenza e la sua inclinazionesi sente rapita in soggiogazione,così profondamente, così divinamente, che è accattivata, in adorazione, dai fulgori del volto di Dio…

Non c’è nulla nella sua anima che non sia amore:

amore dell’Eterno, pieno in perfezione!E la Vergine Bianca, tutta accattivata,

vive trapassata in rapimentodal Padrone eterno del suo cuore.

Solo una tendenza c’è nella Signora!,solo un’attrattiva e un’inclinazione!:Vivere tutta avvolta, in sublimazione, nelle chiarezze del Sole infinito,nel Giorno eterno, pieno di splendore.

È Bianca la Signora, bella come un sole…;così Vergine che è Madre, e Madre di Dio!

Che Vergine tanto Vergine…! Mistero d’amore…!

È tanta eccellenza nella sua creazione,

tendenza che Dio e la sua volontà, per il com-pimento dei suoi piani eterni.

15-10-1972 (Frammento)

«“Assumpta est Maria” che sale ai Cieli, trion-fante e gloriosa, con passo sicuro e maestoso…!È bianca la sua anima, senza nulla che le impedis-ca di volare verso le Dimore del Regno di Dio…!

La Vergine non aveva nessuna tendenza, néappetizione, né stortezza, né inclinazione chela attraesse verso la terra.

Maria visse come assunta durante tutto il suoperegrinare, concludendo la sua Assunzionenell’abbraccio dell’incontro dell’Infinito.

La Vergine passò per la vita con l’agilità diun fulmine, senza posarsi sul fango della terra,senza impolverare nemmeno la sua anima im-macolata, senza sentire in sé le concupiscenzeche sono state conseguenza della rottura delpiano di Dio».

«La Vergine adora…, l’Amore la invade…; e il sibilo amoroso dell’Eterno Solela addentra nel suo petto in tanto idillio,che il Bacio infinito, in passo di Dio,la avvolge nella sua brezza,

che è chiamata eternadi tubare amoroso, ricolmo nel suo dono.

Regina è la Signora, bianca come un sole,tutta rifulgente nel suo splendore;

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Vergine tutta Vergine nelle sue chiarezze,poiché è presa, in predilezione,dall’Essere Eterno che la rapì.

E la sua anima, rivolta come il girasole,vive soggiogata, in idillio eterno,da quel Concerto del Sommo Amatore.

Non c’è nulla nella sua profondità che non sia Dio.

Tutta la sua tendenza e la sua inclinazionesi sente rapita in soggiogazione,così profondamente, così divinamente, che è accattivata, in adorazione, dai fulgori del volto di Dio…

Non c’è nulla nella sua anima che non sia amore:

amore dell’Eterno, pieno in perfezione!E la Vergine Bianca, tutta accattivata,

vive trapassata in rapimentodal Padrone eterno del suo cuore.

Solo una tendenza c’è nella Signora!,solo un’attrattiva e un’inclinazione!:Vivere tutta avvolta, in sublimazione, nelle chiarezze del Sole infinito,nel Giorno eterno, pieno di splendore.

È Bianca la Signora, bella come un sole…;così Vergine che è Madre, e Madre di Dio!

Che Vergine tanto Vergine…! Mistero d’amore…!

È tanta eccellenza nella sua creazione,

tendenza che Dio e la sua volontà, per il com-pimento dei suoi piani eterni.

15-10-1972 (Frammento)

«“Assumpta est Maria” che sale ai Cieli, trion-fante e gloriosa, con passo sicuro e maestoso…!È bianca la sua anima, senza nulla che le impedis-ca di volare verso le Dimore del Regno di Dio…!

La Vergine non aveva nessuna tendenza, néappetizione, né stortezza, né inclinazione chela attraesse verso la terra.

Maria visse come assunta durante tutto il suoperegrinare, concludendo la sua Assunzionenell’abbraccio dell’incontro dell’Infinito.

La Vergine passò per la vita con l’agilità diun fulmine, senza posarsi sul fango della terra,senza impolverare nemmeno la sua anima im-macolata, senza sentire in sé le concupiscenzeche sono state conseguenza della rottura delpiano di Dio».

«La Vergine adora…, l’Amore la invade…; e il sibilo amoroso dell’Eterno Solela addentra nel suo petto in tanto idillio,che il Bacio infinito, in passo di Dio,la avvolge nella sua brezza,

che è chiamata eternadi tubare amoroso, ricolmo nel suo dono.

Regina è la Signora, bianca come un sole,tutta rifulgente nel suo splendore;

Page 99: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

100 101

Mai potrò dimenticarlo per quanto io viva!E fu nel grande giorno dell’Incarnazione…!

Finisce il tempo della Vergine Madre,tutta posseduta dal fulgoredel volto divino che la accattivò.

E nelle chiarezze della Luce eterna,si ode una voce:“È terminato il tempoper la Signora dell’Incarnazione”.

E in sibilo delicato, il Bacio di Dio,tutto innamorato, vola frettolosoa depositarsi, in peso di amore,sulla Vergine Bianca che è Madre di Dio…

Bianca è la Signora, e, in adorazione,aspetta il momento di grandi nostalgiein cui verrà l’Eterno per la sua donazione…

È tutta ricolma in frutti di amore,senza che nulla manchi alla creazionedi quella Signora, affinché l’Eterno,in bacio amoroso, la porti al suo seno,al festino divino del suo possesso…».

15-8-1971

«Per questo, arrivando alle frontiere dell’E-ternità, il suo corpo, unito alla sua anima inunione perfetta di abbraccio indescrivibile, esenza altra inclinazione che quella dell’anima,totalmente presa, posseduta e saturata da Dio,fu portato dalla sua anima all’Eternità in quelgiorno glorioso per la Signora del termine delsuo pellegrinaggio.

così interamente rapita da Dio,che tutta la sua anima è per il Signore…

Così per l’Eterno, così per l’Amore…!,in tanto mistero è la sua donazione!,che rende possibile che il Verbo Infinitosi incarni nel suo seno nel suo tenero dono,e la chiami: Madre, come merita Dio.

Mistero terribile di sommo stupore!:Dio che si fa Uomo e l’Uomo che è Dionel seno grande della Vergine Bianca, che ormai è la Signora dell’Incarnazione.

È Madre dell’Uomo ed è Madre di Dio;per questo è così Madre come nessuno ci riuscì!,poiché in Lei abbraccia, per un piano divino, Dio nella sua vita e nella sua donazione,e l’uomo caduto e in restaurazione,che per il mistero operato nel suo seno,inserito in Cristo, ormai diviene Dio.

Idillio terribile di predilezione,che sublima l’uomo come nessuno sognò,poiché partecipa per mezzo di questo mistero,con il Verbo Eterno, della sua filiazione…

Mistero terribile…! Pazzia d’amore!:Dio che si fa Uomo e l’Uomo che è Dio…

Bianca è la Signora dell’Incarnazione.Io la vidi quel giorno come un fulgoredel Sole infinito, dell’Eterno Amore:

Era tutta Madre, e mi accarezzò…Era tutta Regina, e mi protesse…Era tutta Vergine, mi verginizzò…Ed era così Signora, che mi soggiogò…!

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Mai potrò dimenticarlo per quanto io viva!E fu nel grande giorno dell’Incarnazione…!

Finisce il tempo della Vergine Madre,tutta posseduta dal fulgoredel volto divino che la accattivò.

E nelle chiarezze della Luce eterna,si ode una voce:“È terminato il tempoper la Signora dell’Incarnazione”.

E in sibilo delicato, il Bacio di Dio,tutto innamorato, vola frettolosoa depositarsi, in peso di amore,sulla Vergine Bianca che è Madre di Dio…

Bianca è la Signora, e, in adorazione,aspetta il momento di grandi nostalgiein cui verrà l’Eterno per la sua donazione…

È tutta ricolma in frutti di amore,senza che nulla manchi alla creazionedi quella Signora, affinché l’Eterno,in bacio amoroso, la porti al suo seno,al festino divino del suo possesso…».

15-8-1971

«Per questo, arrivando alle frontiere dell’E-ternità, il suo corpo, unito alla sua anima inunione perfetta di abbraccio indescrivibile, esenza altra inclinazione che quella dell’anima,totalmente presa, posseduta e saturata da Dio,fu portato dalla sua anima all’Eternità in quelgiorno glorioso per la Signora del termine delsuo pellegrinaggio.

così interamente rapita da Dio,che tutta la sua anima è per il Signore…

Così per l’Eterno, così per l’Amore…!,in tanto mistero è la sua donazione!,che rende possibile che il Verbo Infinitosi incarni nel suo seno nel suo tenero dono,e la chiami: Madre, come merita Dio.

Mistero terribile di sommo stupore!:Dio che si fa Uomo e l’Uomo che è Dionel seno grande della Vergine Bianca, che ormai è la Signora dell’Incarnazione.

È Madre dell’Uomo ed è Madre di Dio;per questo è così Madre come nessuno ci riuscì!,poiché in Lei abbraccia, per un piano divino, Dio nella sua vita e nella sua donazione,e l’uomo caduto e in restaurazione,che per il mistero operato nel suo seno,inserito in Cristo, ormai diviene Dio.

Idillio terribile di predilezione,che sublima l’uomo come nessuno sognò,poiché partecipa per mezzo di questo mistero,con il Verbo Eterno, della sua filiazione…

Mistero terribile…! Pazzia d’amore!:Dio che si fa Uomo e l’Uomo che è Dio…

Bianca è la Signora dell’Incarnazione.Io la vidi quel giorno come un fulgoredel Sole infinito, dell’Eterno Amore:

Era tutta Madre, e mi accarezzò…Era tutta Regina, e mi protesse…Era tutta Vergine, mi verginizzò…Ed era così Signora, che mi soggiogò…!

Page 101: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

la sua Assunzione gloriosa, e innalzata versol’Eternità dalle tre divine Persone; e ciascuna lorealizzava nel suo modo personale, nella dolcee sacra manifestazione d’amore e nell’idillio eter-no più sublime che, dopo l’anima di Cristo, ab-bia potuto e potrà vivere alcuna pura creatura.

[…] Vedevo salire…, salire…!, portata daDio, Nostra Signora dell’Assunzione al gaudiofelicissimo dei Beati, in compagnia del Figlio diDio e Figlio suo; a godere per sempre, grazieal frutto della Redenzione del suo stesso Figlio,nel banchetto felicissimo e gloriosissimo del-l’Eternità, essendo Madre universale della Chie-sa gloriosa, pellegrina e purgante, come Reginae Signora di tutti i Beati.

«Com’è impressionante contemplare Mariamentre è portata all’Eternità…!

Com’è meraviglioso vederla ascendere silen-ziosamente e amorosamente in un’Assunzione disoavità, di agilità, di innalzamento e di gloria…!

Che momento indimenticabile…! Com’è mi-sterioso, com’è segreto e com’è sublime…!

Ascende Maria…! Ascende tra i chiarori delSole Eterno, sotto la protezione e l’affetto delloSpirito Santo, protetta dall’abbraccio del Padre,e spinta ed attratta verso il Cielo dalla voce delVerbo…

Come potrà il pensiero dell’uomo, storto eottenebrato dai propri peccati, comprendere ilmistero di Maria in tutti e in ciascuno dei pas-si della sua vita…?!

103

La sua anima attrasse, innalzandolo con sé, ilcorpo, e gli fece attraversare l’Abisso insondabileche il peccato aveva aperto tra Dio e l’uomo, sen-za sentire neppure il più leggero impedimento.

Era così soave l’Assunzione della Vergine,così sicura, così come divina, che le conse-guenze del peccato che ci procurò la morte,non furono sperimentate da Lei in quel mo-mento glorioso.

Non aveva nulla da lasciare la Signora tuttaBianca dell’Incarnazione; non c’era alcuna cosache la inclinasse verso la terra; non c’era, nénel suo corpo né nella sua anima, altra appe-tizione che una continua e amorosa ascensio-ne verso la Luce.

L’anima di Maria, sempre con le sue ali spie-gate, è l’espressione perfetta del compimentodella volontà di Dio sugli uomini; perciò, ter-minando l’esilio, porta con sé il suo corpo, sen-za dover sperimentare il peso che esso com-porta per la totalità del genere umano.

Il corpo di Maria era e stava, possiamo dire,così divinizzato in tutte le sue tendenze, le sueappetizioni, le sue sensazioni, le sue inclinazio-ni, tanto!, da essere tutto ali, e ali grandi di aqui-la imperiale!, preparate con la fortezza di Dio perpassare con signoria dalla terra al Cielo».

E per questo, […] esprimevo, come potevo nelmio povero balbettare, quel sublime momentoche mi fu manifestato nel silenzio sacrosanto diuna preghiera profondissima; nella quale con-templai l’istante in cui era portata la Signora nel-

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la sua Assunzione gloriosa, e innalzata versol’Eternità dalle tre divine Persone; e ciascuna lorealizzava nel suo modo personale, nella dolcee sacra manifestazione d’amore e nell’idillio eter-no più sublime che, dopo l’anima di Cristo, ab-bia potuto e potrà vivere alcuna pura creatura.

[…] Vedevo salire…, salire…!, portata daDio, Nostra Signora dell’Assunzione al gaudiofelicissimo dei Beati, in compagnia del Figlio diDio e Figlio suo; a godere per sempre, grazieal frutto della Redenzione del suo stesso Figlio,nel banchetto felicissimo e gloriosissimo del-l’Eternità, essendo Madre universale della Chie-sa gloriosa, pellegrina e purgante, come Reginae Signora di tutti i Beati.

«Com’è impressionante contemplare Mariamentre è portata all’Eternità…!

Com’è meraviglioso vederla ascendere silen-ziosamente e amorosamente in un’Assunzione disoavità, di agilità, di innalzamento e di gloria…!

Che momento indimenticabile…! Com’è mi-sterioso, com’è segreto e com’è sublime…!

Ascende Maria…! Ascende tra i chiarori delSole Eterno, sotto la protezione e l’affetto delloSpirito Santo, protetta dall’abbraccio del Padre,e spinta ed attratta verso il Cielo dalla voce delVerbo…

Come potrà il pensiero dell’uomo, storto eottenebrato dai propri peccati, comprendere ilmistero di Maria in tutti e in ciascuno dei pas-si della sua vita…?!

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La sua anima attrasse, innalzandolo con sé, ilcorpo, e gli fece attraversare l’Abisso insondabileche il peccato aveva aperto tra Dio e l’uomo, sen-za sentire neppure il più leggero impedimento.

Era così soave l’Assunzione della Vergine,così sicura, così come divina, che le conse-guenze del peccato che ci procurò la morte,non furono sperimentate da Lei in quel mo-mento glorioso.

Non aveva nulla da lasciare la Signora tuttaBianca dell’Incarnazione; non c’era alcuna cosache la inclinasse verso la terra; non c’era, nénel suo corpo né nella sua anima, altra appe-tizione che una continua e amorosa ascensio-ne verso la Luce.

L’anima di Maria, sempre con le sue ali spie-gate, è l’espressione perfetta del compimentodella volontà di Dio sugli uomini; perciò, ter-minando l’esilio, porta con sé il suo corpo, sen-za dover sperimentare il peso che esso com-porta per la totalità del genere umano.

Il corpo di Maria era e stava, possiamo dire,così divinizzato in tutte le sue tendenze, le sueappetizioni, le sue sensazioni, le sue inclinazio-ni, tanto!, da essere tutto ali, e ali grandi di aqui-la imperiale!, preparate con la fortezza di Dio perpassare con signoria dalla terra al Cielo».

E per questo, […] esprimevo, come potevo nelmio povero balbettare, quel sublime momentoche mi fu manifestato nel silenzio sacrosanto diuna preghiera profondissima; nella quale con-templai l’istante in cui era portata la Signora nel-

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alla chiarezza eternadel suo stesso fulgore…

È tutta soggiogata,e così ricolma nel suo dono,che è innalzata,in misteriosa Assunzione,la Vergine innamorata,dal volto del Signore…

Che tutti serbino silenzio…!,cadano in adorazione…!,ché il Padre la sta cullandonel suo abbraccio tubante,per introdurla nel suo senoin affetto accogliente…;

ché il Figlio la chiama Madre,come mai la chiamò,in tenerezza di Colui che vienead essere il suo Liberatore…;

e lo Spirito Infinito,che è tutto bacio di amore,avvolge la Vergine Madrecon il suo fuoco bruciante…

È silenzio ed è tenerezza…,è tubare ed è ardore…,è maestà ed è concerto…;è un idillio di Dio,così infinito ed eternoed in così silenzioso dono!,che è tutto amore infinito,che è tutto soggiogazione…

Che momento così sublime…!Silenzio di adorazione…!:

Come potrà la mente, offuscata dalla super-bia, scoprire, penetrare e intuire dentro il lagotranquillo, posseduto dalla Divinità, dell’anima diNostra Signora tutta Bianca dell’Incarnazione…?!

Maria è stata portata all’Eternità in corpo edanima con la rapidità di un fulmine, perché tut-ta Lei aveva delle grandi ali d’aquila imperialeche la facevano ascendere costantemente versole dimore eterne e infinite del gaudio di Dio.

Io ho contemplato Maria che ascendeva nel-l’impulso dell’Amore Infinito, nell’abbraccio diquesto stesso Amore, nella soavità della sua ca-rezza, nell’impeto del suo tubare, cullata e av-volta dall’occultamento velato del Sancta Sanc-torum dell’Infinita Trinità…

Saliva Maria ai Cieli…; saliva…! E quale As-sunzione…! Solo l’adorazione, il silenzio, il ri-spetto e l’amore, sono stati il modo semplice,traboccante e schiacciante, con cui la mia ani-ma, oltrepassata, ha saputo rispondere, nellamia povertà, a quello spettacolo splendentedell’Assunzione ai Cieli di Nostra Signora tuttaBianca dell’Incarnazione».

«Si sta addormentando Marianelle braccia dell’Amore…,nell’impeto divino,nel suo fuoco ardente…

Si sta sentendo portata dall’Infinito Sole

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alla chiarezza eternadel suo stesso fulgore…

È tutta soggiogata,e così ricolma nel suo dono,che è innalzata,in misteriosa Assunzione,la Vergine innamorata,dal volto del Signore…

Che tutti serbino silenzio…!,cadano in adorazione…!,ché il Padre la sta cullandonel suo abbraccio tubante,per introdurla nel suo senoin affetto accogliente…;

ché il Figlio la chiama Madre,come mai la chiamò,in tenerezza di Colui che vienead essere il suo Liberatore…;

e lo Spirito Infinito,che è tutto bacio di amore,avvolge la Vergine Madrecon il suo fuoco bruciante…

È silenzio ed è tenerezza…,è tubare ed è ardore…,è maestà ed è concerto…;è un idillio di Dio,così infinito ed eternoed in così silenzioso dono!,che è tutto amore infinito,che è tutto soggiogazione…

Che momento così sublime…!Silenzio di adorazione…!:

Come potrà la mente, offuscata dalla super-bia, scoprire, penetrare e intuire dentro il lagotranquillo, posseduto dalla Divinità, dell’anima diNostra Signora tutta Bianca dell’Incarnazione…?!

Maria è stata portata all’Eternità in corpo edanima con la rapidità di un fulmine, perché tut-ta Lei aveva delle grandi ali d’aquila imperialeche la facevano ascendere costantemente versole dimore eterne e infinite del gaudio di Dio.

Io ho contemplato Maria che ascendeva nel-l’impulso dell’Amore Infinito, nell’abbraccio diquesto stesso Amore, nella soavità della sua ca-rezza, nell’impeto del suo tubare, cullata e av-volta dall’occultamento velato del Sancta Sanc-torum dell’Infinita Trinità…

Saliva Maria ai Cieli…; saliva…! E quale As-sunzione…! Solo l’adorazione, il silenzio, il ri-spetto e l’amore, sono stati il modo semplice,traboccante e schiacciante, con cui la mia ani-ma, oltrepassata, ha saputo rispondere, nellamia povertà, a quello spettacolo splendentedell’Assunzione ai Cieli di Nostra Signora tuttaBianca dell’Incarnazione».

«Si sta addormentando Marianelle braccia dell’Amore…,nell’impeto divino,nel suo fuoco ardente…

Si sta sentendo portata dall’Infinito Sole

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tra la sua anima e il suo corpoil giorno della sua Assunzione.

Soltanto fu il Bacio infinitochi al Cielo la rapì.

E questo fu in tanto silenzioquale mai io spiegherò,poiché mi mancano le parole,nella mia amorosa canzone,per esprimere, a modo mio,quel passo tubantedell’Eterno, che baciava,in verginale splendore,la Regina tutta Bianca,Vergine dell’Incarnazione…

Si sta addormentando Marianelle braccia dell’Amore…

Viene innalzatadall’impeto di Dio,in concerti di armonie,in luminosa Assunzione,come brezza accoglientedell’estate nella sua freschezza…

Si addormentò la Vergine Madre,ricolma nella sua donazione,in un sogno che è tutto gloria,in un’estasi di amore,al sentire sulla sua animail passo del suo Amatore…!

Si è addormentata la SignoraBianca dell’Incarnazione…!».

15-8-1971

Viene innalzatain magnifica Assunzionela Signora tutta Biancache io vidi nell’Incarnazione…!;

Se la sta portando il Cielo…!Se la sta rapendo Dio!;

Io vorrei trattenerla!,per non perdere un così grande dono,per andarmene con Lei.

È tanto però lo splendoredell’Assunzione di Maria,in volo verso il Creatore,che la mia anima, soggiogatadavanti all’ingente Amatore,cade in ginocchio prostratain tenera venerazione.

Oh, che silenzio così profondooggi le sta dando l’Amore…!

La sta immutabilizzando,fermandola nella sua ascesa,per il fatto di stare in quel puntodella sua divinizzazione,con l’adempimento completodei piani del Signore…

La sta immutabilizzandoin tocco carezzevole,il tubare del Dio vivo,il bacio del suo Amatore,come Consorte divinoin silenzio accogliente…

Non si realizzò alcuna cosa,non ci fu separazione

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tra la sua anima e il suo corpoil giorno della sua Assunzione.

Soltanto fu il Bacio infinitochi al Cielo la rapì.

E questo fu in tanto silenzioquale mai io spiegherò,poiché mi mancano le parole,nella mia amorosa canzone,per esprimere, a modo mio,quel passo tubantedell’Eterno, che baciava,in verginale splendore,la Regina tutta Bianca,Vergine dell’Incarnazione…

Si sta addormentando Marianelle braccia dell’Amore…

Viene innalzatadall’impeto di Dio,in concerti di armonie,in luminosa Assunzione,come brezza accoglientedell’estate nella sua freschezza…

Si addormentò la Vergine Madre,ricolma nella sua donazione,in un sogno che è tutto gloria,in un’estasi di amore,al sentire sulla sua animail passo del suo Amatore…!

Si è addormentata la SignoraBianca dell’Incarnazione…!».

15-8-1971

Viene innalzatain magnifica Assunzionela Signora tutta Biancache io vidi nell’Incarnazione…!;

Se la sta portando il Cielo…!Se la sta rapendo Dio!;

Io vorrei trattenerla!,per non perdere un così grande dono,per andarmene con Lei.

È tanto però lo splendoredell’Assunzione di Maria,in volo verso il Creatore,che la mia anima, soggiogatadavanti all’ingente Amatore,cade in ginocchio prostratain tenera venerazione.

Oh, che silenzio così profondooggi le sta dando l’Amore…!

La sta immutabilizzando,fermandola nella sua ascesa,per il fatto di stare in quel puntodella sua divinizzazione,con l’adempimento completodei piani del Signore…

La sta immutabilizzandoin tocco carezzevole,il tubare del Dio vivo,il bacio del suo Amatore,come Consorte divinoin silenzio accogliente…

Non si realizzò alcuna cosa,non ci fu separazione

Page 107: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

NOTA:

Chiedo veementemente che tutto ciò cheesprimo attraverso i miei scritti, per crederlo vo-lontà di Dio e per fedeltà a quanto lo stessoDio mi ha affidato, quando nella traduzione adaltre lingue non si capisca bene o si desiderichiarimento, si ricorra all’autenticità di quantodettato da me nel testo spagnolo; giacché hopotuto verificare che alcune espressioni nelletraduzioni non sono le più adatte per esprime-re il mio pensiero.

L’autrice:

Trinidad de la Santa Madre Iglesia

Page 108: Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé Il …...Dio è Colui che si È, tenendo in sé, da sé e per sé la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e

Madre

Dio è Colui che si È,tenendo in sé, da sé e per sé

la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo,

in gaudio essenziale di Divinità❋ ❋ ❋

Dal Seno del Padre,nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo,

attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo

offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia

sull’umanità caduta❋ ❋

Davanti al tubare infinito e coeternodel bacio immutabile dello Spirito Santo,si è addormentata la Signora...!

in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

Dio è Colui che si È,tenendo in sé, da sé e per sé

la sua stessa ragione d’essere, in un atto immutabile e semplicissimo,

in gaudio essenziale di Divinità❋ ❋ ❋

Dal Seno del Padre,nell’impulso e nell’amore dello Spirito Santo,

attraverso il costato aperto di Cristo che ripara infinitamente il Dio tre volte Santo

offeso, traboccano i torrenziali Affluenti della Divinità in compassione redentrice di divina e infinita misericordia

sull’umanità caduta❋ ❋

Davanti al tubare infinito e coeternodel bacio immutabile dello Spirito Santo,si è addormentata la Signora...!

in Assunzione trionfante e gloriosa all’Eternità

CollanaLuce nella notte

Il mistero della fededato in sapienza amorosa

nº 14