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1 Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente PIANO STRATEGICO 2017/2019

Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell ... · La produzione di alimenti sani e sicuri si collega strettamente alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, alla

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Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente

PIANO STRATEGICO 2017/2019

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1. Mandato istituzionale del Dipartimento

La missione istituzionale del Dipartimento si inquadra nella più ampia mission dell’Università la quale, attingendo dal contesto provinciale e regionale, mira a potenziare da una parte la proiezione scientifica e l'immagine sempre più internazionale dell'Ateneo, dall'altra a completare il processo di radicamento nel territorio che dovrà avvenire attraverso una maggiore consapevolezza della propria forza e delle proprie potenzialità. In tale prospettiva l’Ateneo foggiano mira a promuovere l’immagine di una Università libera, integrata nella comunità scientifica internazionale, promotrice dell’alleanza delle autonomie istituzionali, imprenditoriali e sociali, fulcro dello sviluppo del territorio.

In coerenza con quanto precede il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente mira all'eccellenza nazionale nell'offerta di ricerca scientifica rivolta ai settori agro-alimentare e dell'agro-industria e dello sviluppo sostenibile del territorio rurale con l'obiettivo finale di concorrere al progresso della conoscenza in ambito nazionale e internazionale, nonché alla promozione e diffusione dell'innovazione nel sistema produttivo pugliese. Nel perseguire questo obiettivo il Dipartimento si impegna a garantire l'espressione del potenziale di ricerca di ogni componente, nel rispetto della Carta Europea dei Ricercatori e nel rispetto delle linee di ricerca espresse nella declaratoria del relativo settore didattico-scientifico (SSD) di appartenenza, creando le condizioni per garantire la massima produttività. Ciò nella consapevolezza che i successi del Dipartimento sono direttamente legati al grado di interrelazione e collaborazione fra tutte le sue componenti. Accanto alla ricerca di eccellenza, un ulteriore obiettivo strategico del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente (SAFE) è quello di raccogliere ed affrontare la sfida della terza missione. Il Dipartimento, fedele alla sua missione di struttura universitaria pubblica, deve supportare lo sviluppo economico e culturale del nostro Paese preparando professionisti, dirigenti, quadri e operatori del sistema agro-alimentare. Ovviamente, per raggiungere un tale obiettivo è essenziale saper coniugare gli elementi fondamentali del nostro sistema universitario, ovvero la ricerca e la didattica, per favorire un più efficace impatto dell'Università sulle dinamiche socio-culturali del territorio in cui si inserisce. Questo rimando al collegamento con il territorio è particolarmente importante per la nostra Università, essendo stato riconosciuto sin dal suo atto di nascita. Ma è anche una responsabilità dalla quale non si può rifuggire in considerazione delle difficoltà del nostro tessuto economico e produttivo, rese ancora più aspre dalla grave crisi che tutto il Paese sta attraversando. In tale cornice, il Dipartimento SAFE ha l'obbligo di collaborare affinché si possa determinare un salto di qualità del sistema locale sostenendo le azioni innovative finalizzate a recuperi di produttività o a nuova imprenditorialità. Operativamente, è necessario agire per aumentare le relazioni con il sistema locale al fine di trasferire ad esso le conoscenze e competenze disponibili nel nostro Ateneo, attraverso consulenze e commesse, o di creare nuove conoscenze da applicare al sistema. Per l'ambito culturale, scientifico e didattico nel quale opera il Dipartimento, infatti, le attività di terza missione si esplicano essenzialmente nei campi della proprietà intellettuale, degli spin-off, dell'attività conto terzi, del public engagement e della formazione continua. Per raggiungere questo traguardo è necessario operare sia internamente al Dipartimento sia ricorrendo a soluzioni esterne. Da una parte le competenze e le relazioni presenti all'interno dei diversi gruppi di ricerca vanno coordinate, sostenute ed indirizzate, anche in collaborazione con gli uffici centrali di Ateneo strutturati e rafforzati in tal senso. D'altra parte, il ruolo attivo del Dipartimento SAFE nelle dinamiche economiche del territorio potrà emergere grazie al sostegno del Distretto Tecnologico Agroalimentare Regionale (DARe), che ha sinora saputo valorizzare le competenze e le relazioni del Dipartimento SAFE veicolandole, con un'attenta attività di brokeraggio, verso le imprese e le attività produttive. Il Dipartimento assume quindi a riferimento della sua strategia di Ricerca e Formazione il settore produttivo Agro-Alimentare complessivamente considerato, consapevole del forte livello di integrazione che oggi lo caratterizza. A questo legame indissolubile ne associa un altro, anch’esso forte ed ugualmente necessario, quello con l’Ambiente, il milieu, entro il quale tutte le attività produttive si svolgono, si realizza il flusso delle risorse agro-ecologiche e le condizioni per conseguire produzioni sane e qualitativamente idonee. Lo studio di queste relazioni consente una maggiore consapevolezza del valore intrinseco dell’agricoltura in relazione alle sue finalità essenziali ed ai servizi che essa offre a beneficio di tutta la società, con riferimento non solo alle sue funzioni produttive ma anche a quelle di tutela dell’ambiente e di garanzia di una sana alimentazione. La produzione di alimenti sani e sicuri si collega strettamente alla tutela dell’ambiente e del paesaggio, alla mitigazione delle fonti d’inquinamento, alla prevenzione delle malattie, alla strutturazione di processi produttivi incentrati su risparmio energetico, il riciclo dei materiali, la valorizzazione degli scarti, dei residui e dei sotto-prodotti; tutto ciò diviene pertanto fattore di ri-equilibrio fra l’uomo, la biodiversità e il territorio. L’agricoltura, secondo questa accezione, è destinata a divenire il volano vitale di progresso, nel presente e nel futuro; il complesso sistema di rapporti e funzioni che essa può dispiegare sul territorio costituisce direttamente un fattore di sviluppo autocentrato, teso a valorizzare risorse endogene e locali, capace di fare

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leva con decisione sulle peculiarità delle nostre produzioni agroalimentari, dunque esaltando i tratti della tipicità, della tracciabilità, della genuinità, del legame inscindibile fra territorio, storia e cultura.

2. Sintesi delle informazioni di interesse per i cittadini e gli stakeholder

2.1 Chi siamo

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente, costituito in applicazione della legge di riforma dell’Università n. 240/2010 e dello Statuto dell’Università di Foggia, ha avviato la sua attività il 15 giugno del 2012. In esso sono confluite le attività didattico-scientifiche della Facoltà di Agraria e dei Dipartimenti di Scienze degli Alimenti, di Scienze Agro-ambientali, Chimica e Difesa Vegetale e di Scienze delle Produzioni e dell’Innovazione nei Sistemi Agro-alimentari Mediterranei. Nello svolgimento delle proprie attività tutti i docenti e ricercatori afferenti al Dipartimento intendono adoperarsi affinché ciascun Settore Scientifico Disciplinare, ciascuna area di ricerca o sezione operi garantendo l'assoluto ed effettivo rispetto delle “tre E” esplicitate in Etica, Efficienza, Economicità.

Etica

Il Rispetto, la Fiducia, l'Autonomia, la Dignità, l'Eguaglianza tra i generi, la Lealtà, la Correttezza, la Trasparenza, la Solidarietà, la Tolleranza e l'Imparzialità, non devono essere un semplice corollario di principi astratti, ma parte fondamentale dello spirito del nuovo Dipartimento.

Efficienza

La struttura organizzativa dovrà impegnarsi a garantire l'espressione del potenziale di ricerca e didattico di ogni componente, nel rispetto della Carta Europea dei Ricercatori, e nel rispetto delle linee di ricerca espresse nella declaratoria del relativo SSD di appartenenza, creando le condizioni per garantire la massima produttività. L'architettura del nuovo modello organizzativo deve essere volto a rafforzare le infrastrutture materiali ed immateriali destinate alla ricerca ed alla didattica. Ogni afferente ha il diritto di utilizzare tutte le strutture ed infrastrutture di ricerca e di didattica presenti nel nuovo modello organizzativo, necessarie a svolgere le proprie funzioni, e il dovere di utilizzarle al meglio. Ciò nella consapevolezza che i successi del futuro Dipartimento saranno direttamente legati al grado di interrelazione e collaborazione fra tutte le sue componenti.

Economicità

Razionalizzare ed ottimizzare i costi non deve significare semplicemente spendere di meno o dividere le risorse adottando meri criteri matematici, ma operare garantendo la realizzazione dell’equilibrio tra l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e la capacità di raggiungere con efficacia gli obiettivi programmati.

2.2 Cosa facciamo Presso il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente sono attivi i seguenti corsi di studio:

- Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie, classe L-25; - Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Alimentari, classe L-26; - Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche, classe L-26; - Corso di Laurea Interateneo in Ingegneria dei Sistemi Logistici per l’Agroalimentare, classe L-9, in

partnership con il Politecnico di Bari; - Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Agrarie, classe LM-69; - Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecnologie Alimentari, classe LM-70; - Corso di Laurea Magistrale Interdipartimentale in Scienze degli Alimenti e Nutrizione Umana, classe

LM-61, in partnership con i Dipartimenti di Area medica dell’Università di Foggia; - Corso di Laurea Magistrale Interateneo in Scienze Viticole ed Enologiche, classe LM-70, in

partnership con le Università di Torino, Milano, Sassari e Palermo

Presso il Dipartimento è inoltre attivo il corso di dottorato di ricerca industriale in “Gestione dell’Innovazione nei Sistemi Agro-alimentari Mediterranei”.

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Le attività didattiche e di alta formazione sono alimentate da un’intensa e variegata attività di ricerca. Le principali linee di ricerca sviluppate dal Dipartimento sono di seguito riportate. (1) RICERCA ED INNOVAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI AGRARI

a. MIGLIORAMENTO E VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGRARIE TIPICHE E DI QUALITA' b. PRODUZIONI ZOOTECNICHE: BENESSERE E SALUTE DEGLI ANIMALI c. MIGLIORAMENTO GENETICO AGRARIO E BIODIVERSITÁ DEGLI AGRO-ECOSISTEMI d. DIFESA DELLE COLTURE, DELLE PRODUZIONI E DELLE DERRATE VEGETALI:

ENTOMOLOGIA AGRARIA E PATOLOGIA VEGETALE e. INFEZIONI PARASSITARIE DI INTERESSE VETERINARIO E ZOONOSICO f. MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI AGRARI ED AGROINDUSTRIALI g. INGEGNERIA AGRARIA E DEI BIOSISTEMI

(2) RICERCA ED INNOVAZIONE DEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE AGRO-ALIMENTARE

a. TECNOLOGIE ALIMENTARI E SCIENZE DELLA NUTRIZIONE b. CHIMICA E BIOCHIMICA VEGETALE ED ALIMENTARE c. MICROBIOLOGIA DEGLI ALIMENTI d. SENSORISTICA APPLICATA E ANALISI DI IMMAGINI DIGITALI e. IMPIANTISTICA E TECNOLOGIE POST-RACCOLTA

(3) AGROINDUSTRIA E PRODUZIONI NON-FOOD (ENERGIA E BIOMATERIALI)

(4) RICERCA ED INNOVAZIONE SULLA QUALITA’ DEGLI ALIMENTI E SULLA NUTRIZIONE a. QUALITA' NUTRIZIONALE DEGLI ALIMENTI b. SICUREZZA, TRACCIABILITA' E RINTRACCIABILITA' DEGLI ALIMENTI c. MARKETING E COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE

(5) RICERCA ED INNOVAZIONE NELL’ECONOMIA E NELLE POLITICHE AGRARIE a. ECONOMIA DEL MERCATO AGRO-ALIMENTARE b. POLITICHE DI MERCATO E TEORIE DELLO SVILUPPO ECONOMICO

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(6) RICERCA ED INNOVAZIONE SULLA PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE

a. PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE b. POLITICHE AGRARIE, STRUMENTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO RURALE, SVILUPPO RURALE E ANALISI DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA c. RICERCA ED INNOVAZIONE DI SISTEMA ED INNOVAZIONE SOCIALE

(7) RICERCA ED INNOVAZIONE PER LA GESTIONE DELL’AMBIENTE, DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO RURALE a. GESTIONE DELL’AMBIENTE, DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO RURALE b. CHIMICA DEL SUOLO E BIOGEOCHIMICA

Approfondimenti tematici:

1a. MIGLIORAMENTO E VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI AGRARIE TIPICHE E DI QUALITA': Risposta fisiologica e produttiva delle colture erbacee, arboree, ortofloricole e officinali ai fattori agro-ambientali - Biologia, caratterizzazione morfo-fisiologica e bio-molecolare delle specie arboree e arbustive d'interesse agrario e ornamentale - Effetto dell'ambiente pedoclimatico, dell'agrotecnica e del genotipo sulla qualità nutrizionale, salutistica e tecnologica delle produzioni vegetali (principali specie erbacee, arboree ed orticole) - Ecofisiologia delle colture agrarie. Studio agronomico, fisiologico e biochimico della tolleranza agli stress abiotici (siccità, salinità, alte e basse temperature, stress antropogenici). Metabolismo energetico, con particolare riguardo ai mitocondri di piante di interesse agro-alimentare, produzione mitocondriale di specie reattive dell’ossigeno (ROS) e meccanismi di difesa dallo stress ossidativo indotto da stress abiotici. Caratterizzazione di proteine di riserva ed allergeni nei cereali mediante approccio proteomico - Prodotti orto-frutticoli da destinare al consumo fresco e alla IV gamma: tecniche di produzione per il miglioramento della qualità e della sicurezza; caratterizzazione degli aspetti qualitativi (morfo-tecnologici, salutistici e nutrizionali); fisiologia pre e post-raccolta. 1b. PRODUZIONI ZOOTECNICHE: BENESSERE E SALUTE DEGLI ANIMALI: Valutazione e monitoraggio del benessere animale - Tecnologie di allevamento per la riduzione dello stress negli animali in produzione zootecnica - Fattori ambientali, tecnico gestionali ed alimentari e loro risvolti sul benessere degli animali in produzione zootecnica – Individuazione nel latte di indicatori immunologici per monitorare lo stato di salute dei ruminanti in lattazione – Studio di molecole bioattive nei sottoprodotti agricoli per la modulazione delle risposte immunitarie degli animali da reddito – Studio delle correlazioni esistenti tra livelli ematici di leptina, risposte immunitarie e qualità della carcassa per la valutazione dello stato di ingrassamento dei bovini 1c. MIGLIORAMENTO GENETICO AGRARIO E BIODIVERSITA' DEGLI AGRO-ECOSISTEMI: Conservazione caratterizzazione e valorizzazione della biodiversità delle specie orticole ed arboree - Innovazioni varietali e colturali Identificazione varietale: metodologie innovative per la caratterizzazione e identificazione di varietà di specie mediterranee - Studio di pathway genici coinvolti nella risposta a stress biotici e abiotici - Qualità del frutto: studio di pathway genici coinvolti nella sintesi di sostanze nutraceutiche - Miglioramento genetico, caratterizzazione, salvaguardia e valorizzazione del germoplasma di specie arboree e arbustive anche presenti in agro-ecosistemi svantaggiati e marginali attraverso lo sviluppo e l'applicazione di tecniche molecolari innovative e l'analisi di qualità - Genomica applicata a specie arboree da frutto. 1d. DIFESA DELLE COLTURE, DELLE PRODUZIONI E DELLE DERRATE VEGETALI: ENTOMOLOGIA AGRARIA - Controllo biologico ed integrato di insetti di interesse agrario, forestale e merceologico - Ultrastruttura, anatomia funzionale e comparata degli Acari ed implicazioni filogenetiche ed evolutive Identificazione e applicazione di semiochimici per il controllo biologico ed integrato di insetti di interesse agrario, forestale e merceologico - Sviluppo di metodi di analisi delle impurità solide (filth test) e biologiche negli alimenti- PATOLOGIA VEGETALE - Epidemiologia e fitoiatria, batteriologia, virologia, micologia e ricerca di tossine e micotossine mediante diagnosi visiva, morfologica e molecolare nelle piante agrarie, forestali e nelle derrate agrarie - Miglioramenti della qualità delle produzioni fruttifere ed orticole mediante interventi di lotta biologica e integrata - Diagnosi delle forme perfette ed imperfette degli asco e basidiomiceti in ambiente naturale, agrario ed industriale - Studi su patosistemi che interessano le colture agrarie: patogeni fungini, batterici e virali coinvolti; interazione ospite/patogeno; mezzi di difesa. 1e. INFEZIONI PARASSITARIE DI INTERESSE VETERINARIO E ZOONOSICO: Ricerca e caratterizzazione di protozoi ed elminti di interesse animale e zoonosico in diverse matrici, compreso gli alimenti e valutazione del rischio per il consumatore - Relazioni tra genotipo e meccanismi patogenetici/sintomatologia in corso di infezioni protozoarie, nell'uomo e negli animali – Studio dell’impatto

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sugli animali e sull’uomo di Dermanyssus gallinae. - Epidemiologia e controllo delle malattie trasmesse da vettori. 1f. MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI AGRARI ED AGROINDUSTRIALI: Studio degli aspetti progettuali, costruttivi, operativi, funzionali, gestionali e di sicurezza delle macchine e degli impianti utilizzati in ambito agrario ed agroalimentare, anche con riferimento alle macchine ed impianti destinati al trattamento dei sottoprodotti e dei reflui - Macchine e impianti per la filiera olivicolo-olearia - Macchine per la raccolta dei frutti pendenti e studio teorico sperimentale dei sistemi di connessione macchina-pianta - Ottimizzazione e messa punto di nuove tecnologie per l'estrazione olearia, volte alla salvaguardia della qualità del prodotto finale ed al miglioramento dell'efficienza di estrazione - Progettazione e messa a punto di piattaforme di lavoro elevabili utilizzabili per agevolare le operazione di potatura e raccolta dei frutti da piante ad alto fusto. 1g. INGEGNERIA AGRARIA E DEI BIOSISTEMI: Costruzioni rurali - Progettazione, recupero e valorizzazione delle costruzioni e degli impianti per le produzioni agricole e forestali o a servizio delle diverse modalità di fruizione del territorio rurale Influenza delle caratteristiche meccaniche e radiometriche dei sistemi di copertura sul microclima interno ai fabbricati rurali. Analisi e pianificazione delle infrastrutture e dei sistemi agricoli e forestali. 2a. TECNOLOGIE ALIMENTARI E SCIENZE DELLA NUTRIZIONE: Caratterizzazione chimica e biochimica, fisica e sensoriale dei prodotti alimentari (materie prime e alimenti lavorati complessi); ottimizzazione dei processi di trasformazione delle principali filiere alimentari tradizionali (vino, olio, latte e derivati, cereali e derivati, ortaggi/frutta e derivati; prodotti carnei e ittici, caffèconsumer science, messa a punto e ottimizzazione di processi e di prodotti innovativi (stampa 3D; nuovi metodi di acidificazione; solar drying); sviluppo di alimenti funzionali e simbiotici mediante inclusione di prebiotici e probiotici e mediante tecnologie innovative; recupero di sostanze nutraceutiche dai sottoprodotti dell'industria alimentare; applicazione del processo di estrusione-cottura per la realizzazione di alimenti funzionali; utilizzo di enzimi come coadiuvanti tecnologici nella produzione di estrusi e bakery food; messa a punto di alimenti “personalizzati”; riutilizzo integrale di scarti vegetali per la produzione di materiali biodegradabili; messa a punto di tecnologie per il food-packaging innovativo (film edibili). Riguardo alla ricerca di base: studio sulla formazione di complessi amido-lipido e modificazione di fase tramite calorimetria a scansione diretta (DSC); stato dell'acqua (attività e mobilità) nei vegetali trasformati: modelli previsionali ed effetti sulla shelf-life; studio della microstruttura degli alimenti. 2b. CHIMICA E BIOCHIMICA VEGETALE ED ALIMENTARE: Studio dei composti fenolici vegetali: aspetti biochimici, fisiologici, ecologici, tecnologici ed applicazioni - Enzimologia applicata alla biochimica degli alimenti e della nutrizione - Qualità nutrizionale degli alimenti trasformati e non, con particolare interesse ai phytochemical con azione antiossidante, messa a punto ed implementazione di metodiche per la determinazione dell'attività antiossidante in matrici alimentari. 2c. MICROBIOLOGIA DEGLI ALIMENTI: Biofilm microbici nell'industria alimentare - Modellazione dello sviluppo microbico negli alimenti e nei processi fermentativi Impiego di metodologie innovative per il controllo di alteranti e patogeni in sistemi modello e alimenti: antimicrobici naturali e tecnologie a freddo - Effetti delle alte pressioni di omogeneizzazione su microrganismi di interesse alimentare in relazione a fattori intrinseci ed estrinseci - Studio delle proprietà antimicrobiche e delle potenzialità applicative in alimenti di antimicrobici naturali Identificazione, caratterizzazione e controllo di microrganismi alteranti e/o patogeni veicolati dagli alimenti e dalle acque - Caratterizzazione ed applicazione di probiotici, prebiotici e simbionti - Tolleranza agli stress abiotici in microrganismi starter e probiotici Identificazione, caratterizzazione ed utilizzo di starter microbici, anche multifunzionali, per le industrie fermentative Controllo della produzione di ammine biogene in alimenti fermentati - Sviluppo di alimenti funzionali mediante utilizzo di lieviti e/o batteri lattici opportunamente selezionati Studio dei sistemi di immobilizzazione microbica: micro-incapsulazione e sistemi food-like - Analisi e monitoraggio di comunità microbiche degli alimenti e dell'ambiente. 2d. SENSORISTICA APPLICATA E ANALISI DI IMMAGINI DIGITALI: Misura di ossigeno in aria ed in matrici liquide per l'ottimizzazione dei processi agro-alimentari - Messa a punto di sistemi informatizzati per la rilevazione ed il controllo in-line dei parametri di processo nei vinificatori - Valutazione delle potenzialità delle tecniche di analisi di immagini multispettrali ed iperspettrali (in riflettanza ed in fluorescenza) per la quantificazione oggettiva di parametri di qualità dei prodotti alimentari e per l'individuazione di contaminazioni fecali di origine animale su prodotti ortofrutticoli destinati al consumo fresco.

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2e. IMPIANTISTICA E TECNOLOGIE POST-RACCOLTA applicate al settore agro-alimentare con particolare riferimento al prodotto fresco e della IV gamma - Tecnologie post-raccolta per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli freschi, provenienti da coltivazione convenzionale e biologica - Applicazione di tecniche non distruttive per la valutazione della qualità di prodotti ortofrutticoli - Ottimizzazione impiantistica per le operazioni post-raccolta dei prodotti ortofrutticoli - Qualità dei prodotti ortofrutticoli interi e di IV e V Gamma in relazione agli aspetti impiantistici e di processo - Materiali e impianti per il confezionamento in atmosfera modificata di prodotti ortofrutticoli freschi e di IV Gamma - Progettazione e ottimizzazione di linee di trasformazione di IV e V gamma. 3. AGROINDUSTRIA E PRODUZIONI NON-FOOD (ENERGIA E BIOMATERIALI): Filiere agri-energetiche a partire da produzioni dedicate, residui colturali, scarti agro-industriali: criteri di dimensionamento, localizzazione ed approvvigionamento di impianti. Valorizzazione agronomica dei sottoprodotti agricoli ed agro-alimentari. Recupero e riutilizzo di materiali organici, di scarti e reflui. Processi termochimici di conversione delle biomasse; produzione di syngas e biochar; utilizzazione agronomica ed industriale del biochar. Processi di digestione anaerobica; caratterizzazione di matrici organiche; ottimizzazione delle rese in biogas e biometano; valutazione del potenziale metanigeno. Produzioni agricole non convenzionali: Processi di coltivazione di micro e macro-alghe ed utilizzo industriale degli estratti; ottimizzazione produttiva in impianti pilota; collezione e screening di ceppi algali. Processi produttivi di tipo “biorefinery”. Processi di “green chemistry”; isolamento ed estrazione di composti ad elevato valore aggiunto; valutazione e collaudo di processi di simbiosi industriale. Sintesi e caratterizzazione di composti di interesse agro-alimentare: (a) studio di disaggregati; (b) sintesi e caratterizzazione di polimeri. 4a. QUALITA' NUTRIZIONALE DEGLI ALIMENTI: Studio di tecniche di allevamento in grado di migliorare la sicurezza degli alimenti e la qualità dell’intero processo di produzione zootecnico – Studio delle proprietà bio-medicali dei prodotti di origine zootecnica - Messa a punto di sinergie tra la fase di allevamento e quella di produzione per la valorizzazione di produzioni animali tipiche ad elevato contenuto salutistico e con caratteristiche organolettiche apprezzabili dai consumatori. Studio di phytochemical con azione antiossidante, determinazione della Capacità Antiossidante e del Bilancio Antiossidante con metodiche innovative in matrici alimentari e sangue. Effetto di phytochemical con azione antiossidante sulla produzione mitocondriale di specie reattive dell’ossigeno, sull’attività di enzimi chiave della regolazione del lifespan e dello stress da dicarbonilazione. Valorizzazione della filiera cerealicolo-molitorio-pastaria mediante l’individuazione di materie prime e processi produttivi per la riduzione del potenziale allergenico e di sensibilità al glutine di materia prima e prodotti trasformati. Innovazioni di processo e di prodotto per l’ottimizzazione dei requisiti di qualità nutrizionale e salutistica di alimenti di origine vegetale. 4b. SICUREZZA, TRACCIABILITA' E RINTRACCIABILITA' DEGLI ALIMENTI: Sviluppo ed applicazione di metodiche analitiche innovative per il controllo di qualità, sicurezza e rintracciabilità delle derrate alimentari - Sviluppo di metodi analitici innovativi per il controllo di qualità, tracciabilità e rintracciabilità - Sviluppo di metodi analitici innovativi per il monitoraggio di xenobiotici - Sviluppo, ottimizzazione ed applicazione di biosensori amperometrici - Studi di proteomica strutturale e funzionale con tecniche di spettrometria di massa. Sicurezza e controllo microbiologico degli alimenti di origine animale. Miglioramento della sicurezza alimentare e nutrizionale degli alimenti di origine vegetale implementando rintracciabilità e sostenibilità ambientale. 4c. MARKETING E COMPORTAMENTO DEL CONSUMATORE: Studio del comportamento del consumatore rispetto alla salute (domanda di alimenti) e all'azione dell'operatore pubblico per la tutela della salute alimentare (domanda e offerta sanitaria). Analisi del comportamento del consumatore e marketing agro-alimentare

5a. ECONOMIA DEL MERCATO AGRO-ALIMENTARE: Commercio internazionale. 5b. POLITICHE DI MERCATO E TEORIE DELLO SVILUPPO ECONOMICO: Studio delle filiere agro-alimentari e analisi di mercato - Analisi di filiera e della competitività delle aziende - - Marketing delle produzioni agro-alimentari 6a. PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO RURALE: Pianificazione ecologica del territorio rurale. Pianificazione energetica del territorio rurale (filiere legno-energia, filiere agro-energetiche). Pianificazione di sistemi “agroforestry”. Gestione agronomica territoriale delle risorse ecologiche (processi di salinizzazione e desertificazione dei suoli; aree vulnerabili all’inquinamento da nitrati; protezione dei suoli da processi erosivi; classificazione e valutazione territoriale dei suoli e delle terre). Applicazioni GIS nel campo della

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pianificazione agricola territoriale. Economia delle risorse naturali: messa a punto di modelli economici di valutazione degli impatti causati da diverse alternative di gestione delle risorse idriche - Valutazione del patrimonio paesaggistico agro-forestale.

6b. POLITICHE AGRARIE, STRUMENTI DI GOVERNO DEL TERRITORIO RURALE, SVILUPPO RURALE E ANALISI DEL RISCHIO IN AGRICOLTURA

Analisi delle politiche agricole: Effetti sui redditi agricoli, sui quantitativi prodotti e sui prezzi - Politiche di coordinamento tra il comparto agricolo e quello agro-industriale - -Sviluppo rurale e territoriale. Sviluppo socio-economico, pianificazione e decisioni pubbliche per le aree rurali - Importanza del capitale sociale sull'efficienza della governance locale. Analisi e gestione del rischio in agricoltura.

6c. RICERCA E INNOVAZIONE DI SISTEMA ED INNOVAZIONE SOCIALE

Economia del capitale sociale - Economia dell'innovazione: analisi della domanda di innovazione al fine di consentire l'individuazione dei principali bisogni e degli atteggiamenti nei confronti dell'innovazione

7a. GESTIONE DELL’AMBIENTE, DEL TERRITORIO E DEL PAESAGGIO RURALE: - Identificazione e gestione delle aree agricole ad elevato valore naturale – Reti ecologiche territoriali. Progettazione di sistemi “agroforestry”. Analisi e progettazione ecologica del paesaggio rurale e dei paesaggi rurali storici. Agricoltura biologica - Tecniche agronomiche per la gestione sostenibile delle risorse agro-ambientali nella coltivazione delle specie erbacee, arboree, ortofloricole ed officinali - Gestione irrigua territoriale dei fenomeni di salinizzazione dei suoli agrari - Recupero ed utilizzazione irrigua di acque reflue urbane ed agroindustriali e tecniche di fitodepurazione - Trattamento, riutilizzo e valorizzazione agronomica, industriale e commerciale di residui, scarti e sottoprodotti delle produzioni vegetali e dell'agro-industria. 7b. CHIMICA DEL SUOLO e BIOGEOCHIMICA: Caratterizzazione molecolare e funzionale della sostanza organica di suoli, sedimenti, acque e biomasse - Suoli e sedimenti come archivi naturali dei cambiamenti climatici, vegetazionali e dell'impatto antropico nel corso dei millenni – Carbon sequestration e soil conservation – Destino di elementi traccia e maggioritari nei comparti ambientali. 2.3 Come operiamo

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente persegue il miglioramento continuo della qualità della didattica erogata e dell’attività di ricerca e di terza missione sviluppate, adottando i comportamenti e tendendo agli obiettivi riportati nei documenti strategici relativi alle Politiche della Qualità della Didattica(http://www.agraria.unifg.it/sites/sd04/files/allegatiparagrafo/21-04-2017/politiche_della_qualita_della_didattica_safe_1.pdf) e alle Politiche della Qualità della Ricerca e della Terza Missione (http://www.agraria.unifg.it/sites/sd04/files/allegatiparagrafo/21-04-2017/documento_sulle_politiche_della_qualita_per_la_ricerca_e_la_terza_missione_del_dipartimento_safe.pdf). Per la realizzazione dei suoi obiettivi strategici il Dipartimento affianca agli organi di governo statutari (Consiglio di Dipartimento, Giunta di Dipartimento, Commissione Paritetica Docenti-Studenti), una serie di organi interni con funzione consultiva e propositiva e di supporto al Direttore nell’esercizio delle sue funzioni di iniziativa, promozione e coordinamento delle attività di ricerca, didattiche e organizzative che fanno capo al Dipartimento.

2.3.1. Per quanto attiene all’organizzazione e alla gestione delle attività didattiche, ferma restando la potestà decisionale del Consiglio di Dipartimento, è stata costituita una Commissione didattica per ciascun corso di studio e un Coordinatore di corso di studio che ne sovrintende le attività. Alla Commissione didattica di Corso di Studio, composta di norma da un numero di docenti non superiore a sei e da uno studente, sono affidate le seguenti attività:

- affiancare il Coordinatore nell’espletamento delle sue funzioni;

- coordinare e riesaminare gli insegnamenti ed i relativi programmi al fine di realizzare coerenti percorsi formativi;

- attuare, per la parte di propria competenza, le azioni correttive segnalate nel Rapporto di Riesame.

- mettere in opera le attività di progettazione e di svolgimento del progetto formativo;

- monitorare la disponibilità delle infrastrutture e dei servizi di contesto e segnalare eventuali carenze alle altre strutture didattiche di ordine superiore.

Il Consiglio di Dipartimento ha provveduto anche a nominare, per ciascun corso di studio, un Gruppo di Assicurazione della Qualità (GAQ) diviso in due sottogruppi: un sottogruppo di Gestione della Qualità e un sottogruppo di Riesame.

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I compiti del sottogruppo di Gestione della Qualità sono:

- garantire la corretta Compilazione della Scheda SUA-CdS, considerando le informazioni previste nel Rapporto Annuale di Riesame;

- analizzare e valutare i contenuti riportati nella Scheda SUA-CdS e segnalare eventuali problematiche;

- assicurare lo svolgimento delle azioni del processo di qualità in relazione alla definizione della domanda di formazione;

- coadiuvare il Coordinatore del corso di studio nello svolgimento delle attività del processo AVA nei modi e tempi indicati dal PQA.

I compiti del sottogruppo di Riesame sono:

- ricevere i dati forniti dalle Segreterie di Dipartimento e dagli Uffici di Ateneo, nonché dal Gruppo di Gestione, Assicurazione della Qualità in merito all’andamento del Corso di studio (ingresso, percorso, uscita), all’esperienza dello studente (informazioni dei questionari degli studenti e docenti), accompagnamento al mondo del lavoro (occupabilità, contatti con imprese);

- recepire gli obiettivi della qualità della didattica definiti dagli Organi di Governo, nonché i suggerimenti formulati dal Nucleo di Valutazione Interno e dalla Commissione Paritetica Docenti-Studenti;

- analizzare i dati e individuare punti di forza e punti di debolezza del processo formativo, proponendo azioni correttive;

- garantire l’attività di riesame e la compilazione del relativo Rapporto, nonché verificare l’efficacia degli interventi migliorativi adottati in precedenza.

Sia il Gruppo di Gestione e Assicurazione della Qualità che il Gruppo di Riesame sono presieduti dal Coordinatore di Corso di Studio.

Il Consiglio, con le medesime modalità sopra indicate, può nominare, per ciascun corso di studio, un Collegio dei Docenti, composto da tutti i docenti impegnati nelle attività didattiche del corso di studio e da due studenti frequentanti il corso di studio con funzioni di uditori, designati dai rappresentanti degli studenti in seno al Consiglio di Dipartimento.

Il Collegio dei Docenti:

- esprime parere in merito all’Ordinamento Didattico ed al Regolamento Didattico del corso di studio;

- propone gli obblighi di frequenza e le relative modalità di accertamento;

- avanza proposte di modifica alla Scheda SUA-CdS;

- esprime parere in merito al Rapporto di Riesame.

Sono stati infine costituiti, per i diversi corsi di studio, i Comitati di Indirizzo formati di norma da 4 docenti, rappresentativi delle diverse aree disciplinari attive nel corso di studio, anche in relazione al diverso peso che le aree stesse hanno nel corso di studio medesimo, da due studenti e da almeno 4 esterni in rappresentanza del mondo delle imprese e delle professioni, delle associazioni categoria e degli enti territoriali.

Il Comitato di Indirizzo esprime pareri e formula proposte al Consiglio di Dipartimento in materia di predisposizione e revisione degli ordinamenti e dei regolamenti didattici in sintonia con le indicazioni provenienti dalle parti interessate. Per i corsi di studio e i corsi di studio magistrali omologhi è stato costituito un unico Comitato di Indirizzo.

Presso il Dipartimento è anche costituito un Gruppo di Coordinamento per la Qualità della Didattica, formato dal Direttore e dal suo Consigliere per la didattica, ove nominato, dal Responsabile per la Qualità della Didattica, dai coordinatori dei corsi di studio, dai delegati del Direttore alle attività di orientamento, di tutorato e di placement e alle relazioni internazionali.

2.3.2. La composizione, i compiti e il funzionamento della Commissione Paritetica Docenti-Studenti sono i seguenti:

la Commissione Paritetica di Dipartimento è composta da dieci membri, cinque dei quali per la componente docente e cinque per la componente studentesca, in gradi di garantire un’ampia rappresentatività dei corsi di studio afferenti al Dipartimento. Il supporto tecnico-amministrativo alla Commissione è assicurato dal responsabile del Settore Didattica e Servizi agli Studenti, che svolge anche le funzioni di segretario verbalizzante delle sedute della commissione, e dal Manager Didattico, i quali prendono parte alle riunioni

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con funzioni istruttoria e consultive. La componente docente è nominata dal Consiglio di Dipartimento tra i professori e i ricercatori afferenti al Dipartimento, su proposta del Direttore. La componente studentesca è individuata mediante procedura elettiva. Possono essere componenti della Commissione paritetica di Dipartimento soltanto gli studenti iscritti, per la prima volta e non oltre il primo anno fuori corso, ai corsi di laurea e laurea magistrale del Dipartimento. Il mandato dei docenti dura quattro anni ed essi sono rieleggibili consecutivamente una sola volta. Il mandato degli studenti dura due anni ed essi sono rieleggibili consecutivamente una sola volta. Il Presidente è designato dalla Commissione al proprio interno e scelto tra i cinque componenti della parte docente. Di norma il mandato dura un anno e non è rinnovabile nel corso del quadriennio.

La funzione di componente della Commissione Paritetica Docenti-Studenti è incompatibile con quella di Coordinatore di corso di studio e di componente del Gruppo di Riesame di corso di studio.

La commissione paritetica di Dipartimento è competente:

- a svolgere attività di monitoraggio dell’offerta formativa e della qualità della didattica, nonché dell’attività di servizio agli studenti da parte dei professori e dei ricercatori;

- a individuare indicatori per la valutazione dei risultati delle attività didattiche e di servizio agli studenti da parte dei professori e dei ricercatori;

- a formulare pareri sull’attivazione, modifica o soppressione di corsi di studio.

La partecipazione alla commissione didattica paritetica di dipartimento non dà luogo alla corresponsione di compensi, emolumenti, indennità o rimborsi spese. Il Presidente con cadenza trimestrale convoca la Commissione paritetica, cura la trasmissione al Direttore di Dipartimento e agli Organi competenti di Ateneo della Relazione annuale sulle attività didattiche previste dalla normativa vigente in tema di accreditamento ed autovalutazione dei corsi di studio e ne riferisce in Consiglio di Dipartimento. La commissione paritetica di dipartimento incontra con cadenza semestrale i coordinatori di corso di studio.

2.3.3. Per quanto attiene alla programmazione e allo svolgimento delle attività di ricerca e terza missione, il Consiglio ha costituito la Commissione Ricerca e Terza missione del Dipartimento (CRD). La CRD è composta dal Direttore che la presiede e da otto componenti individuati, nel rispetto dell’equilibrio tra le diverse categorie di docenza, tra i professori e i ricercatori afferenti al Dipartimento, rappresentativi delle aree di ricerca operanti presso il Dipartimento.

I componenti della Commissione Ricerca e Terza missione sono nominati dal Consiglio di Dipartimento, su proposta del Direttore.

Alla Commissione Ricerca e Terza missione sono affidati i seguenti compiti:

- interfacciarsi con il Presidio di Qualità di Ateneo per la valutazione della Qualità della ricerca e della terza missione dell’Università di Foggia;

- proporre al Consiglio di Dipartimento i documenti di programmazione strategica della ricerca e della terza missione, previa consultazione con i delegati alle attività di alternanza scuola-lavoro, di orientamento, di tutorato e di placement, ognuno per gli aspetti di rispettiva competenza;

- coadiuvare il Direttore nella stesura della Scheda Unica Annuale della Ricerca del Dipartimento (SUA-RD) e nell’elaborazione del Rapporto Annuale sulla Ricerca;

- monitorare le attività di ricerca e di terza missione svolte dai professori e dai ricercatori afferenti al Dipartimento;

- fornire pareri e proporre dettare linee di indirizzo su tutte le questioni relative alle attività di ricerca e di terza missione svolte nel Dipartimento.

3 Il Dipartimento in numeri

3.1 Il personale docente

Afferiscono al Dipartimento 71 docenti, suddivisi in 17 settori concorsuali e 21 settori scientifico-disciplinari (SSD). Quindici sono i SSD che rientrano nella Area CUN n. 7 (Scienze Agrarie e Veterinarie): di questi tredici rientrano nella sotto-area AGR (AGR/01, AGR/02, AGR/03, AGR/04, AGR/07, AGR/09, AGR/10, AGR/11, AGR/12, AGR/13, AGR/15, AGR/16, AGR/19) e due nella sotto-area VET (VET/04 e VET/06). Due sono i SSD che rientrano nella AREA CUN n. 3 (Scienze Chimiche): CHIM/01 e CHIM/06. Sono infine presenti i SSD BIO/04 (Area CUN n. 5, Scienze Biologiche), FIS/01 (Area CUN n. 2, Scienze Fisiche), L-

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ANT/08 (Area CUN n. 10, Archeologia) e SECS-P/06 (Area CUN n. 13, Scienze Economiche e Statistiche). Il 48% del corpo docente appartiene al genere femminile (34 su 71).

3.1.1 Personale docente (suddiviso per ruolo)

Personale Professori ordinari

Professori associati

Ricercatori Ricercatori a t.d. Totale

Numeri 16 21 27 7 71

% 22,54% 29,58% 38,02% 9,86 100%

3.1.2 Personale docente (suddiviso per sesso e per ruolo)

SSD Professori ordinari

Professori associati

Ricercatori Totale

Femmine 5 10 19 34

Maschi 11 11 15 37

3.1.3 Personale docente (suddiviso per ruolo e per SSD)

SSD Professori ordinari

Professori associati

Ricercatori Ricercatori a t.d. Totale

AGR/01

Economia ed estimo rurale

1 0 6 1 8

AGR/02

Agronomia generale e coltivazioni erbacee)

2 3 3 8

AGR/03

Arboricoltura generale e coltivazioni arboree

1 3 4

AGR/04

Orticoltura e floricoltura

1 1 1 3

AGR/07

Genetica agraria

1 1

AGR/09

Meccanica agraria

2 1 1 4

AGR/10

Costruzioni rurali

1 1

AGR/11

Entomologia agraria

1 1 2

AGR/12 1 2 1 4

12

Patologia vegetale

AGR/13

Chimica agraria

1 1 2

AGR/15

Scienze e tecnologie alimentari

2 2 4 1 9

AGR/16

Microbiologia agraria

1 3 1 2 7

AGR/19

Zootecnica speciale

2 1 2 5

BIO/04

Fisiologia vegetale

1 1 2

CHIM/01

Chimica analitica

1 1 2 4

CHIM/06

Chimica organica

1 1 2

FIS/01

Fisica sperimentale

1 1

L-ANT/08

Archeologia cristiana e medievale

1 1

SECS-P/06

Economia applicata

1 1

VET/04

Ispezione degli alimenti di origine

animale

1 1

VET/06

Parassitologia e malattie parassitarie

degli animali

1 1

Totale 16 21 27 7 71

3.2 Il personale tecnico-amministrativo

Per le sue peculiarità, legate all’esigenza di svolgere parte consistente dell’attività didattico-scientifica in laboratorio e/o in campo, il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente presenta nel suo organico personale amministrativo (29 unità, di cui 2 unità a tempo determinato e una impegnata per il 50% del proprio monte ore) e con profilo tecnico-scientifico (16 unità). Il 60% del personale tecnico e amministrativo appartiene al genere femminile (27 unità su 45).

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La struttura amministrativa a supporto delle attività didattica, di ricerca e di terza missione è composta da:

- l’Area amministrazione, contabilità, ricerca, alta formazione e processi AVA, costituita dal capo-area (coordinatore amministrativo) e

� dal Servizio amministrazione e contabilità (responsabile e 6 unità di personale), con compiti di

a) predisposizione e gestione del bilancio preventivo; b) predisposizione del conto consuntivo e del bilancio riclassificato; c) gestione entrate, uscite, residui attivi e passivi del Dipartimento; d) gestione fondo piccole spese (fondo economale); e) gestione procedure in economia per l'acquisto di beni e la prestazione di servizi necessari al funzionamento del Dipartimento; f) gestione del magazzino; g) gestione inventario beni mobili del Dipartimento e relativi adempimenti di natura tecnica ed amministrativa; h) gestione delle procedure connesse all'attività del Direttore, del Consiglio di Dipartimento e degli altri organi di Dipartimento; i) attuazione, per quanto di competenza, delle deliberazioni del Consiglio di Dipartimento; l) gestione, per quanto di competenza del Dipartimento, del personale docente, ricercatore e tecnico amministrativo, ivi comprese le collaborazioni esterne;

� dal Servizio ricerca, alta formazione e rendicontazione progetti (responsabile e altre 4 unità di personale), con compiti di

a) gestione dei processi relativi alla ricerca istituzionale e alla terza missione; b) gestione dei processi relativi alle scuole di dottorato/corsi di dottorato; c) accreditamento laboratori di ricerca; d) reperimento informazioni e diffusione mirata al Dipartimento; e) supporto alle procedure per l'assegnazione delle risorse di bilancio per la ricerca al Dipartimento; f) supporto organizzativo ed amministrativo al dipartimento per la presentazione e la gestione dei progetti di ricerca e relativa assistenza tecnica; g) gestione processi relativi alla anagrafe della ricerca; h) cura dei procedimenti relativi alla valutazione periodica della ricerca; i) rendicontazione progetti; l) predisposizione di testi di Convenzioni, Accordi di programma, Accordi-quadro e Protocolli di intesa per attività di ricerca finalizzata e commissionata; m) gestione dei processi relativi alla organizzazione dei Master, dei Corsi di Perfezionamento e delle altre attività formative post lauream del Dipartimento;

� unità di coordinamento dei processi AVA per la ricerca e la terza missione;

- l’Area didattica, segreteria studenti e processi AVA, costituita dal capo-area e

� dal Servizio Didattica (responsabile e 3 unità di personale) e dal Servizio segreteria studenti (responsabile e 4 unità di personale), con compiti di

a) supporto alla direzione dei Corsi di Studio; b) supporto alla predisposizione degli ordinamenti e dei regolamenti didattici nonché dei piani di studio e al loro costante adeguamento agli indirizzi normativi; c) gestione dei processi relativi all'organizzazione delle attività didattiche frontali, delle attività pratico – formative nonché degli appelli di esame e delle relative verbalizzazioni; d) supporto al monitoraggio della qualità dell’offerta didattica e dei percorsi formativi rispetto al mercato del lavoro, agli standard ministeriali per l'accreditamento e alle linee strategiche di Ateneo; e) assistenza personalizzata agli studenti; f) gestione flussi documentali, archivio e protocollo del Dipartimento; g) gestione procedure per l’iscrizione e gli atti di carriera degli studenti iscritti ai cds del Dipartimento e rilascio certificazioni; h) informazioni sul Regolamento Tasse, certificazioni atti di carriera, certificato di laurea e certificazioni di diploma supplementari, trasferimento ad altra Sede, domanda di laurea, iscrizione , trasferimento in Entrata, ricognizione, sospensione, rinuncia agli studi;

- unità servizi informativi (responsabile e 2 unità di personale, una a tempo determinata, l’altra impegnata per il 50% del proprio monte orario), con compiti di

a) preparazione delle schede tecniche e del capitolato negli acquisti del materiale informatico; b) gestione della infrastruttura di rete LAN del dipartimento e implementazione delle policy di sicurezza della stessa; c) mantenimento di tutti i sistemi server presenti nel dipartimento e dei servizi da essi forniti; d) assistenza tecnica su tutte le macchine di proprietà del dipartimento e mantenimento del loro stato di aggiornamento; e) gestione della rete telefonica VoIP in collaborazione con l'Area Sistemi Infomativi di Ateneo; f) gestione dei laboratori informatici del Dipartimento.

Il personale addetto ai servizi bibliotecari è coordinato a livello di Ateneo, conta tre unità di personale, assolve ai seguenti compiti:

a)servizio di Reference personalizzato in sede; b) servizio di Consultazione Interna per monografie e riviste non disponibili per il prestito; c) servizio di prestito esterno; d) servizio di prestito interbibliotecario; e) servizio di Prestito ILL con la Biblioteca provinciale Magna Capitana; f) servizio di Document Delivery per gli articoli scientifici; g) servizio di ricerca bibliografica specialistica; h) corsi d’Information Literacy per insegnare a fare

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ricerca nei Cataloghi online e Banche Dati; i) App BiblioUnifg per controllare dal proprio dispositivo Apple o Android la disponibilità di un libro.

È inoltre attivo presso il Dipartimento il Servizio per la gestione della sicurezza dei laboratori e dei rifiuti speciali di laboratorio.

Il Coordinatore del servizio di cui sopra, nel rispetto della vigente normativa in materia di sicurezza, svolge i seguenti compiti:

a) organizza le operazioni di trasporto, conferimento e stoccaggio dei rifiuti speciali di laboratorio presso il deposito temporaneo, avvalendosi dell’ausilio di personale addetto ai compiti di manovalanza e della collaborazione dei referenti dei singoli laboratori; b) di concerto con i responsabili dei laboratori (R.D.R.L. e/o preposti) fornisce i dati relativi ai rifiuti speciali al Delegato alla Gestione del Servizio Smaltimento Rifiuti che cura gli adempimenti di relativa competenza previsti dal Regolamento di Ateneo sulle modalità di gestione del Servizio smaltimento dei rifiuti dell’Università degli Studi di Foggia (emanato con D.R. n. 349 – 2014, prot. n. 5785 – I/3 del 04.03.2014); c) controlla periodicamente il locale di stoccaggio e verifica il rispetto delle direttive da lui impartite per il conferimento dei rifiuti da parte degli addetti di laboratorio; d) vigila, con l’ausilio del Collaboratore del Responsabile dell’Unità Locale Produttrice di Rifiuti Speciali e, in caso di indisponibilità di quest’ultimo, con la collaborazione dei responsabili di laboratorio, sugli interventi di prelievo, trasporto e smaltimento dei rifiuti da parte della ditta a ciò deputata; e) fornisce al Servizio di Prevenzione e Protezione di Ateneo (Settore Edilizia/Sicurezza) le informazioni tecniche che possono essere utili a quest’ultimo per l’elaborazione e l’aggiornamento del documento di valutazione del rischio e per la definizione delle misure di prevenzione e protezione da adottare all’interno del deposito temporaneo dei rifiuti speciali al fine di garantire la manipolazione, il trasporto e lo stoccaggio degli stessi in condizioni di sicurezza; f) cura, inoltre, l’organizzazione e lo svolgimento di corsi di formazione specifici in materia di sicurezza, di gestione dei rischi di lavoro e di manipolazione, trasporto, stoccaggio e smaltimento dei rifiuti speciali. Destinatari di detti corsi sono: il personale universitario, i dottorandi, gli assegnisti, i tesisti e gli studenti che frequentano i laboratori.

Il personale tecnico-scientifico è assegnato ai diversi SSD per lo svolgimento di funzioni strettamente connesse alle attività didattico-scientifiche dei diversi gruppi di ricerca, salvo dedicare parte del proprio monte orario per lo svolgimento di funzioni di interesse collettivo.

3.2.1 Il personale tecnico-amministrativo (suddiviso per qualifica)

Personale tecnico-amministrativo

Amministrativi Tecnici Totale

EP 2 1 3

D 3 8 11

C 20 7 27

B 4 4

Totale 29 16 45

3.2.2 Il personale tecnico-amministrativo (suddiviso per sesso e per qualifica)

Personale tecnico-amministrativo

Femmine Maschi Totale

EP 1 2 3

D 10 1 11

C 14 13 27

B 2 2 4

15

Totale 27 17 45

3.2.3 Il personale amministrativo (suddiviso per settori di competenza)

Personale amministrativo

Coordinatore amministrativo

Area amministrazione,

contabilità, ricerca, alta formazione e

processi AVA

Area didattica, segreteria studenti

e processi AVA

Servizio bibliotecario

Unità servizi

informativi

Totale

EP 1 1 2

D 3 0 3

C 8 7 2 3 20

B 1 2 1 4

Totale 1 12 10 3 3 29

3.3 La componente studentesca

Gli studenti iscritti ai corsi di studio attivi presso il Dipartimento ammontava per l’a.a. 2015/2016 a 1100 unità con un aumento del 19,8% rispetto all’a.a. 2013/2014 (i dati relativi all’a.a. 2016/2017 non sono ancora definitivi ma si attestano provvisoriamente a 1113 unità).

Nella tabella che segue è riportata l’evoluzione degli iscritti nell’ultimo triennio accademico suddiviso tra i 7 corsi di studio le cui attività si svolgono presso il Dipartimento.

3.3.1 Iscritti ai corsi di studio del Dipartimento nell’ultimo triennio accademico

Corso di studio a.a. 2013/2014 a.a. 2014/2015 a.a. 2015/2016 Scienze e Tecnologie

Alimentari

540

502

480 Scienze e Tecnologie Agrarie 188 199 225

Scienze Gastronomiche - - 73 Ingegneria dei Sistemi Logistici

per l’Agroalimentare -

86

135 Scienze e Tecnologie Alimentari Magistrale

41

46

48

Scienze e Tecnologie Agrarie Magistrale

36

38

33

Scienze degli Alimenti e Nutrizione Umana

113

119

106

Totale 918 990 1100

Nella tabella che segue è invece riportato il numero di laureati riferito all’ultimo triennio accademico suddiviso tra i corsi di studio le cui attività si svolgono presso il Dipartimento.

3.3.2 Laureati dei corsi di studio del Dipartimento nell’ultimo triennio accademico

Corso di studio a.a. 2013/2014 a.a. 2014/2015 a.a. 2015/2016 Scienze e Tecnologie

Alimentari

37

30

50 Scienze e Tecnologie Agrarie 14 12 25

Scienze e Tecnologie Alimentari Magistrale

15

7

8

Scienze e Tecnologie Agrarie Magistrale

5

7

15

16

Scienze degli Alimenti e Nutrizione Umana

13

16

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Totale 84 73 124 3.4 Le infrastrutture

Le strutture didattiche, scientifiche e amministrative del Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente sono situate in via Napoli 25 e, per quanto attiene al corso di laurea interateneo in Ingegneria dei Sistemi Logistici per l’Agroalimentare, in via Rotundi angolo piazza Puglia.

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente conta 13 aule didattiche, 2 biblioteche e 37 tra laboratori didattici e di ricerca (descritti in dettaglio nel seguito).

Le strutture laboratoriali del Dipartimento si sviluppano su circa 1.500 mq e sono suddivise fra i tre plessi allocati in via Napoli 25 e la porzione dell’Istituto tecnico Altamura – Da Vinci che ospita il corso di studio interateneo in Ingegneria dei Sistemi Logistici per l’Agroalimentare.

I laboratori di ricerca attivi presso la sede del Dipartimento sono 33, mentre 7 sono i laboratori didattici (3 presso la sede del corso di studio in Ingegneria dei Sistemi Logistici per l’Agroalimentare).

3.4.1 I laboratori di ricerca

Laboratorio di Chimica Organica http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-chimica Laboratorio di Arboricoltura. Sezione di qualità delle produzioni frutticole http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di Laboratorio di Chimica Analitica Strumentale I http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-chimic-0 Laboratorio di Chimica Analitica Strumentale II http:/www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-chimic-1 Laboratorio di Biotecnologie applicate alla Frutticoltura con limitrofo locale deposito Laboratorio di Macchine ed Impianti http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-macchine Laboratorio di Tecnologie emergenti e Formulazioni alimentari http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-0 Laboratorio di Tecnologie emergenti e Formulazioni alimentari II http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-1 Laboratorio di Microbiologia predittiva http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-3 Laboratorio di Tecnologia del Confezionamento Alimentare http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-i-plesso/laboratorio-di-2 Laboratorio di Agronomia ambientale http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-1 Laboratorio di Orticoltura http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di Laboratorio di Chimica Analitica Proteomica http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-chimica Laboratorio di Patologia Vegetale (Micologia) Sezione I http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-0

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Laboratorio di Patologia Vegetale (Micologia) Sezione II Laboratorio di Valutazione della qualità dei prodotti di origine animale http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-3 Laboratorio di Zootecnia speciale http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-4 Laboratorio di Impianti per il condizionamento dei prodotti ortofrutticoli freschi e dellla IV gamma http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-5 Laboratorio di Parassitologia Veterinaria e di Entomologia Agraria http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-6 Laboratorio di Microbiologia industriale http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-7 Laboratorio di Processi della Tecnologia Alimentare http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-8 Laboratorio di Qualità della Produzione Vegetale http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-qualita Laboratorio di Patologia Vegetale speciale e diagnostica http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-9 Laboratorio di Patologia Vegetale (sezione microscopia) http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratori-ii-plesso/laboratorio-di-10 Laboratorio di Biologia dei micro-organismi http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di Laboratorio di Arboricoltura. Sezione di Biologia e fisiologia http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-1 Laboratorio di Biochimica Vegetale e degli Alimenti http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-2 Laboratorio di Qualità Nutrizionale e Salutistica della Produzione Vegetale Laboratorio di Chimica Agraria http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-3 Laboratorio di Genetica http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-4 Laboratorio di Gestione della Qualità in Orticoltura http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-5 Laboratorio di Arboricoltura. Sezione di Biologia e fisiologia Laboratorio di calcolo ed Elaborazione dati per l’Economia Agro-Alimentare e Territoriale (CEDEAAT) http://www.agraria.unifg.it/it/dipartimento/informazioni-generali/laboratori-di-ricerca/laboratorio-iii-plesso/laboratorio-di-6

3.4.2 I laboratori di didattici

Laboratorio Didattico per le discipline biologiche Laboratori Informatici (n. 3) Laboratorio Didattico di Chimica Laboratorio Didattico di Analisi Sensoriale Laboratorio di Disegno tecnico

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Nella Zona Industriale di Foggia (S.S. 16 Foggia-Bari, km. 684,3), è inoltre attivo lo STAR*Facility Centre (http://starfacilitycentre.unifg.it/en), polo tecnico-scientifico dell’Università di Foggia basato su una concezione innovativa che coniuga la presenza di attrezzature di laboratorio (tutte di recente acquisizione) con impianti pilota fra loro integrati ed uno staff di ricerca di tipo multidisciplinare.

Il Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente dispone di n.4 server dedicati alle attività di calcolo e di controllo delle attività informatiche del Dipartimento. Sono inoltre presenti due reti wireless, la prima dedicata agli studenti e la seconda, alla quale i docenti, il personale tecnico amministrativo ed anche gli studenti possono accedere, collegata al network internazionale “Eduroam”, che permette la navigazione ai registrati con accesso diretto presso numerosissime istituzioni scientifiche e di ricerca in Europa e nel mondo.

Banche date disponibili:

- riviste accessibili in full text degli editori: Elsevier – Wiley/Blackwell – Springer - banche dati Multidisciplinari citazionali: Scopus - Web of Science - SUMMON

Servizi per l’utenza:

- catalogo on line

- sala lettura biblioteca per attività di studio;

- prestito locale testi;

- ricerche bibliografiche di base e specialistiche;

- prestito interbibliotecario;

- document delivery;

- APP Biblio UNIFG (catalogo e servizi accessibili attraverso APP scaricabile gratuitamente tramite smartphone e tablet);

- sala lettura: 70 posti;

Patrimonio librario:

N. monografie: circa 3300

N. abbonamenti riviste in cartaceo: 25

N. abbonamenti riviste on-line: 25

N. archivio titoli riviste; n. 214

N. annate di riviste cartaceo; n.2096

N. acceso on-line circa 4300 titoli tramite riconoscimento IP

3.5 Le risorse finanziarie

Nell’ultimo triennio il Dipartimento SAFE ha acquisito risorse finanziarie per circa € 8.400.000 complessivi.

La provenienza di tali risorse, in ciascuno degli ultimi tre anni, è riportata nella tabella che segue.

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3.5.1 Entrate di cassa per attività di ricerca nel triennio 2014-2016, suddivise per provenienza

Importo € % sul totale Importo € % sul totale Importo € % sul totale Importo € % sul totale

Proventi da attività c/terzi 290257 8,9 345014 10,3 128079 7,3 254450 9,1

Proventi per progetti finanziati dall'UE 2354376 72,0 2705744 80,4 1478716 83,9 2179612 77,8

Proventi per progetti finanziati dal MIUR 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0Proventi per progetti finanziati da altri minis teri 371969 11,4 160401 4,8 0 0,0 177456,7 6,3Proventi per progetti finanziati da altri enti e imprese 239723 7,3 56307 1,7 114733 6,5 136921 4,9

Trasferimenti dall'Ateneo 11618 0,4 66600 2,0 40432 2,3 39550 1,4

Altre entrate 3000 0,1 31750 0,9 750 0,0 11833 0,4

Totale 3270943 100 3365816 100 1762710 100 2799823 100

Anno

2014 2015 2016 Media

Le risorse provenienti da progetti finanziati dall’UE (prevalentemente con fondi strutturali) hanno rappresentano in media, nell’ultimo triennio, oltre i tre quarti delle entrate complessive; seguono, nell’ordine, sia pure molto distanziati i proventi derivanti dall’attività c/terzi, da ministeri diversi dal MIUR e da altri enti e imprese pubblici e privati. Le entrate di cassa per l’anno 2016 risentono del notevole ritardo con cui il MIUR sta provvedendo alla liquidazione dei saldi dei progetti PON02.

4 Il Processo di Pianificazione Strategica 4.1 Il contesto di riferimento

L’attuale fase storica è caratterizzata da profonde e rapide trasformazioni. È un periodo complesso, non facile, per certi aspetti anche drammatico, ma anche molto interessante e ricco di possibilità che il mondo universitario deve saper cogliere. Il travaglio di questi anni investe tutte le forme ed i modi in cui un “corpo sociale” si definisce ed organizza: il sistema di riferimento dei valori culturali, il modello delle attività economiche e produttive, le relazioni con le altre società e popolazioni del mondo, lo schema ormai globale delle comunicazioni e degli scambi, i rapporti con l’ambiente e i servizi da esso offerti, nonché la qualità della vita nella sua dimensione collettiva e individuale. Tutti gli aspetti appena riferiti subiscono forti tensioni, a volte sconquassi, in ogni caso profonde modificazioni e riassestamenti.

Mai come in questo periodo di transizione occorre interpretare le forti dinamiche in atto, verificarne la congruenza con i modelli che un’organizzazione intende darsi (“vision”) e traguardare gli scopi a venire (“mission”), nel periodo lungo di una istituzione pubblica, ma anche nel modo più agile che sia possibile, affinché possano essere identificate le tappe di uno sviluppo coerente alle funzioni istituzionali assegnate.

Ciò è esattamente quanto un “piano strategico” dovrebbe conseguire, come frutto di un’elaborazione partecipata, che contribuisca alla formazione identitaria (plurale ma mai troppo rigida) di una comunità che così cementi la propria azione collettiva e renda più efficace la capacità d’incidere sulla realtà circostante.

A tal fine, è importante comprendere l’evoluzione degli scenari interni ed esterni alla comunità accademica, maturare un atteggiamento proattivo rispetto a queste dinamiche perché si sia in grado di correggerne il tiro, in caso di sviluppi giudicati non favorevoli, o al contrario assecondarne, o, meglio, favorirne l’evolversi, in caso questi sviluppi si orientino verso gli obiettivi desiderati.

La complessità dell’agire nel mondo attuale richiede grande capacità di discernimento. Un delicato e mutevole equilibrio segna il confine fra una condizione di cambiamento continuo, che però rischia di smarrire il proprio senso, rispetto ad una piatta coazione a ripetere, che stanca e affligge nella sua inflessibilità. L’innovazione estrema, non condivisa e convenientemente assimilata, rischia di tradursi in puro “rumore” informativo, lì dove il rimanere immobili allontana dalla realtà e aliena interesse e partecipazione.

Se poi si guarda al contesto “meridionale” (potremmo anche dire “mediterraneo”), queste difficoltà vengono ad acuirsi ed il compito di un’istituzione universitaria assume significati ancor più determinanti, tali da configurarsi come “sfide” costanti che ne mettono a rischio la stessa esistenza, in raffronto a condizioni nazionali e extra-nazionali assai più solide. Si tratta di avere piena consapevolezza dell’esistenza di un

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duplice “fronte di tensione”: quello posto in alto, che impone un attivo inserimento competitivo nell’area internazionale della ricerca e dell’innovazione tecnologica e quello posto in basso, che vincola le possibilità di crescita a causa di un territorio regionale in perdurante ritardo di sviluppo, alla cui ripresa occorrerebbe assegnare priorità assoluta.

E’ proprio rispetto a questo duplice fronte che si avvalora la stretta integrazione e la concezione unitaria delle tre funzioni assegnate all’università, ovvero la formazione, la ricerca e la promozione socio-economica (quest’ultima anche denominata “terza missione”). Queste tre dimensioni, allorché armonicamente dispiegate, si rinforzano reciprocamente e creano un circuito virtuoso, un “effetto domino”, che accresce le possibilità di costruire un legame forte con la società ed il territorio. Ciò assegna senso e scopo all’istituzione universitaria stessa e ne favorisce il radicamento territoriale, così come rende più efficace l’azione formativa e l’evoluzione professionale, contribuendo inoltre a stimolare innovazione e sviluppo. Una progressiva capacità ad operare di concerto con gli attori socio-economici del territorio attrae partecipazione ed interesse. Per una sorta di processo auto-catalitico, l’Università diviene riferimento forte e vivido in un contesto sempre più fecondo ed ampio.

Poiché l’uso di formule come ‘rapporto con il territorio’ e ‘sviluppo del territorio’ via via sembra svuotarsi dei reali contenuti, tocca noi creare una più autentica alleanza tra Università e Territorio, riempendola di contenuti nuovi, facendo dell’Università il luogo di apprendimento ed elaborazione critica delle conoscenze, di crescita culturale e di formazione di nuove figure professionali e di persone consapevoli e libere e in grado di cogliere la complessità del territorio e di farne soprattutto strumento di “coscienza”, creando opportunità di sviluppo che siano in grado di riscoprire e consolidare quell’identità complessa che il territorio rappresenta.

Da anni si sottolinea l’importanza della terza missione dell’Università, quella cioè di motore dell’innovazione e dello sviluppo territoriale. Ma il problema è: quale sviluppo? Le scarse risorse finanziarie e la forte contrazione di spesa che, nel nostro Paese, da tempo attanagliano il mondo accademico (similmente ad altri comparti, quali la cultura, le arti, l’educazione scolastica, l’assistenza ed il welfare, ecc.) pone in evidenza, in primo luogo, la necessità di una decisa inversione di rotta e, in secondo luogo, l’opportunità di acquisire maggiore capacità di attrarre fondi extra-ministeriali. E’ noto che, quando circostanze difficili costringono ad un cambiamento di rotta, è quello il momento di accelerare; ciò aumenta la stabilità e la sicurezza della transizione in atto. Pertanto, in momenti di crisi, le risorse finanziarie disponibili (ancorché limitate) andrebbero maggiormente investite proprio in quelle attività che consentono di traguardare nuove opportunità e che aprono orizzonti inusitati e più creativi. Una tale decisione, inoltre, aumenterebbe il senso di responsabilità che ogni singolo docente e ricercatore dovrebbe attribuire alla propria attività.

D’altro canto, potenziando la collaborazione con il mondo delle imprese, intercettando le esigenze più concrete d’innovazione tecnologica, innestando le proprie attività più profondamente nel contesto della ricerca di calibro internazionale, è forse possibile acquisire quelle risorse economiche oggi così ristrette sul fronte dell’amministrazione statale. Non è certo un compito facile e, per conseguire lo scopo, è necessario il dispiegarsi di una strategia concertata e di lungo respiro, non solo e semplicemente lo sforzo individuale forsanche dei ricercatori più volenterosi e di talento.

La complessità di cui si è detto non consente visioni manichee; i percorsi che accompagnano la ricerca e l’innovazione sono imprevedibili e l’incertezza è la regola. Stante queste condizioni, cautela e precauzione sono le prerogative più sagge, ma anche le più efficaci. In particolare, è richiesta grande capacità di riflessione in merito al valore ed alla funzione dei sistemi di conoscenza; discuterne il ruolo e le potenzialità perché possano esplicare un’azione realmente efficace è atto di Responsabilità. In un contesto in cui i fatti sono spesso incerti, i valori non sempre o completamente condivisi, la posta in gioco molto elevata (per le conseguenze delle scelte da compiersi) e le decisioni, assai spesso, vengono assunte con urgenza, occorre superare gli approcci semplicistici e porre in essere metodi più articolati (quelli improntati ad una scienza cosiddetta “post-normale”); metodi meno decisionisti e più concertati, che privilegiano la fatica del “bottom-up” al dirigismo del “top-down”.

Occorre comprendere che l’innovazione non è il risultato di un semplice processo lineare che conduce dalla produzione della conoscenza (tramite la ricerca) alla sua applicazione produttiva; al contrario, è l’esito di complesse interazioni sistemiche tra diversi soggetti ed istituzioni, in vario modo coinvolti nella produzione e diffusione della conoscenza. L’innovazione prima che tecnologica deve essere innovazione culturale e deve indurre a sviluppare la curiosità, l’apertura, il dialogo, il confronto, la collaborazione, la condivisione. Lo sviluppo dell’innovazione non può che mettere a sistema istituzioni, organizzazioni, filiere, imprese, singoli attori che, allo stesso tempo, richiedono ed offrono expertise, reciprocamente scambiandosi le conoscenze ritenute utili. Nell’ambito di questo sistema, articolato e composito, si applicano le politiche, le regole ed i

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meccanismi che influenzano i processi attraverso cui condividere il nuovo portato delle conoscenze. L’approccio più utile per promuovere l’innovazione è quindi quello che sposta l’attenzione dalla semplice fornitura di tecnologie (secondo la desueta logica del “trasferimento” da chi conosce a chi ignora), ponendo in essere, viceversa, un processo interattivo che coinvolga i molteplici operatori del sistema, così creando ad ogni passo nuove interazioni e quindi opportunità di sviluppo. Non si tratta, cioè, solo di ‘trasferire’ ma di imparare e anche ad ascoltare, a conoscere, a captare e ricevere impulsi e stimoli dall’esterno. L’innovazione, quindi, appare come una proprietà emergente del sistema di conoscenza a seguito delle interazioni che si stabiliscono fra le sue componenti. La capacità d’innovazione deve dunque essere potenziata a tutti i livelli, non solo quello scientifico e tecnologico, ma anche con riferimento al livello sociale ed istituzionale. Tutte le componenti del sistema d’innovazione, gli imprenditori agricoli, i consulenti, i ricercatori e gli stessi consumatori, svolgono un ruolo essenziale ed insostituibile. Questa stretta alleanza persegue i principi del mutuo apprendimento, della condivisione delle risorse di conoscenza, elabora nuove modalità che aprono la strada al cambiamento (anche quello istituzionale, sempre in affannoso ritardo), nuove forme di salvaguardia delle risorse ambientali, nuove istanze e proposte per un miglioramento concreto della qualità della vita e delle relazioni sociali.

Il Dipartimento universitario deve sapersi porre al centro di questo sistema e dovrebbe pensarsi come il suo cuore pulsante. Questa consapevolezza non può non influenzare gli obiettivi del suo operare, così come la sua stessa organizzazione, sollecitando un radicale riadeguamento di capacità e competenze, secondo una chiave interpretativa del tutto inusuale, almeno finora. Inoltre, ciò sollecita un’articolazione funzionale nuova, in primo luogo delle tradizionali discipline, così come induce una sistematica riflessione sulla composizione dei curricula, sull’offerta formativa e culturale, sulle capacità di contribuire alle nuove professioni utili a fronteggiare le sfide precedentemente accennate.

Occorre un progressivo adeguamento, ampliamento e potenziamento del convenzionale orizzonte tematico su cui orbita il sistema universitario, lì dove i tradizionali ambiti disciplinari sono ancora prevalenti ed i rigidi steccati che si frappongono fra essi sono tuttora insuperati. A questo riguardo, la ricerca e l’istruzione superiore dovrebbero orientarsi verso un modello più “inclusivo”, incentrato sul dialogo fra le diverse forme del sapere e la convergenza dei differenti approcci disciplinari, conciliando la duplice esigenza di una conoscenza specialistica di tipo settoriale con la capacità di affrontare i problemi secondo una logica sistemica ed onnicomprensiva.

Con riferimento al Dipartimento di Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell’Ambiente, i tre pilastri tematici individuati dalle tre “A” (Agricoltura, Alimentazione ed Ambiente) debbono potersi maggiormente intrecciare fra loro, annettendo/sperimentando nuove modalità di contaminazione. Lo specialismo nel nostro campo è assolutamente necessario ma diventa negativo nel momento in cui si trasforma in autoreferenzialità. Il rischio principale consiste, cioè, nel confondere specializzazione e totalità, quando uno specialismo finisce per considerarsi non già come parte di un insieme più complesso, ma esso stesso come un intero, attribuendosi una patente di totalità. In realtà ogni specialismo potrà esprimere le sue potenzialità conoscitive solo se saprà essere consapevole della propria limitatezza, sollecitando confronti, interazioni, integrazioni, in un continuo dialogo tra saperi tecnico-scientifici e anche umanistici, solo apparentemente lontani. Un nuovo bisogno di inter- e multidisciplinarità e una capacità di visione unitaria, globale, articolata e complessa, andrebbero affermati sia nel campo della ricerca sia in quello della formazione.

Progressivamente si afferma un campo “unificato” di conoscenza entro il quale vengono elaborati nuovi modelli di produzione e consumo. Infatti, il complesso delle attività che consentono di produrre e trasformare a partire da risorse biologiche (ottenendo così sia cibo che materiali ed energia) chiama in causa la transizione verso un modello economico teso a superare la dipendenza dalle risorse di origine fossile a vantaggio delle forme rinnovabili. Da ciò discende l’urgenza di salvaguardare l’uso delle risorse, di rendere più efficiente il loro impiego, di consentire la chiusura dei cicli biogeochimici, di azzerare la generazione di rifiuti e di valorizzare gli scarti, riducendo significativamente le emissioni clima-alteranti e mitigando il riscaldamento globale. Ciò che conta è che passi spediti vengano compiuti nella direzione di un deciso rinnovamento dell’apparato produttivo, per conseguire tecnologie non solo meno inquinanti ma capaci d’instaurare rapporti equilibrati e virtuosi con l’ambiente circostante. Tecnologie “dolci” e “morbide” sono rigenerative per il territorio, inducono l’adozione di strategie multifunzionali incentrate sulla sostenibilità, ovvero la capacità di un autonomo sostentamento dei sistemi produttivi nel tempo, senza che perturbazioni o squilibri ne mettano a repentaglio le funzionalità, a tutto discapito delle generazioni future. Un modello agricolo ad alta qualità per le tecniche produttive impiegate, in grado di garantire sicurezza e salubrità degli alimenti così ottenuti, che arricchisca in principi nutrizionali e salutistici la sua materia prima tramite le migliori tecniche di trasformazione, che sia capace di preservare le risorse agro-ecologiche e di costruire i tratti salienti del paesaggio rurale, teso alla costituzione di uno spazio sociale solidale, aperto ed inclusivo, costituisce la visione ideale a cui riferirsi. Ancora lontano, per certo, è il suo compimento; ciò non toglie,

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però, che siamo ormai ben al di là di un modello “modernista”, tutto incentrato sull’incremento della produttività ad ogni costo che non ponga limiti alla hybris dell’uomo. E’ del tutto evidente che questo differente orientamento assegnato al modello di sviluppo delle nostre società esige anche un differente indirizzo del sistema della ricerca e della formazione universitaria.

Infine, occorre ricondurre al centro dell’attenzione l’avvenire delle giovani generazioni, non solo in termini di formazione professionale che incrementi le loro opportunità occupazionali, a partire dallo sviluppo di capacità imprenditoriali, ma anche considerando il conseguimento di una matura dimensione culturale e di una cittadinanza attiva e consapevole. La formazione continua oltre che essere funzionale ad una duttile occupabilità, deve promuovere la piena consapevolezza di sé, le capacità di relazione, il senso di giustizia e democrazia, la lungimiranza di traguardare obbiettivi ancora distanti e la creatività generosa per conseguirli.

4.1.1 La formazione

In questo ambito il contesto di riferimento è naturalmente condizionato dai numerosi e non sempre univoci atti d’indirizzo e disposizioni normative emanati dal MIUR. Nell’attuale congiuntura, tre principali fattori condizionano obiettivi e azioni delle Università e dei Dipartimenti. In primo luogo lo spazio riservato, tra i criteri di erogazione della quota non fissa del Fondo di Funzionamento Ordinario (FFO), al numero di studenti immatricolati/iscritti e al numero di studenti che seguono con regolarità il corso degli studi. Il peso riservato al numero di studenti immatricolati/iscritti può indurre le Università ad istituire corsi di studio di facile appeal e ad accesso non vincolato, corsi che possono non rispondere ad una meditata strategia culturale e non trovare un significativo ancoraggio nel tessuto socio-economico territoriale o nel mercato del lavoro reale. La necessità di far procedere speditamente gli studenti può poi indurre le Università ad adottare forme e criteri poco rigorosi di valutazione dei risultati di apprendimento.

A tali spinte fanno da contraltare gli indirizzi adottati dallo stesso MIUR ai fini dell’accreditamento iniziale e periodico dei corsi di studio, come ad esempio l’attenzione crescente verso la qualità progettuale e gestionale dei percorsi formativi, nonché verso la dotazione strutturale di cui essi dispongono, o come i vincoli posti in termini di numerosità minima dei docenti di riferimento di ciascun corso di studio

A rendere ancora più complesso il contesto di riferimento vi è poi l’ampliamento delle tipologie dei corsi di studio e/o di formazione ad orientamento professionale (ITS, corsi professionalizzanti) che, soprattutto nell’ambito formativo agricolo, possono creare sovrapposizioni e rendono poco intellegibile al futuro studente universitario il quadro entro cui muoversi e compiere la “scelta giusta”.

Il Dipartimento SAFE coglie come una sfida di grande rilevanza ed interesse il nuovo assetto che identifica il percorso formativo come un processo individuale, unico ed originale, ritagliato sulle esigenze della persona; un processo che realizzi un progressivo e continuo adeguamento ai nuovi bisogni sociali che debbono essere soddisfatti; un processo utile sia in campo strettamente professionale che con riferimento più ampio allo sviluppo delle potenzialità della persona. In questo quadro, il consueto percorso formativo che conduce alla laurea è oggi considerato alla stregua di altri percorsi, secondo una gamma di offerta assai diversificata e variamente articolata, in grado di fornire inusitate opportunità di acquisire conoscenze e competenze, al di là o ad integrazione del percorso tradizionale. Questa nuova condizione chiama l’Università ed il Dipartimento SAFE ad un nuovo ruolo, ad una ricollocazione, non più esclusiva, nel settore dell’alta formazione, inevitabilmente di concerto con altre agenzie, enti ed istituzioni.

In un panorama più prossimo, di ampiezza provinciale e regionale, l’offerta formativa del Dipartimento deve fare i conti con un mercato del lavoro nel complesso poco recettivo e con uno spirito imprenditoriale non sempre ben radicato e non sempre incline a riconoscere nella “conoscenza intellettuale” la chiave di volta per acquisire capacità di innovazione e di competitività.

La strada maestra, in tale congiuntura, non può che essere quella di perseguire una strategia culturale che, pur senza trascurare taluni indirizzi ministeriali (quantunque forse di respiro limitato nel tempo), risponda alle vocazioni territoriali, sia modulata tenendo nella giusta considerazione le indicazioni fornite dalle parti interessate e sia in grado di fornire agli studenti una solida preparazione che li aiuti soprattutto, in un mondo in rapido divenire, ad acquisire gli strumenti utili per la corretta analisi e l’efficace soluzione dei problemi e delle sfide che saranno posti dalla futura attività professionale.

4.1.2 La Ricerca

Per valorizzare le competenze distintive del sistema della ricerca e innovazione italiana, il Programma Nazionale della Ricerca 2015-2020 (PNR) individua dodici Aree di specializzazione delle competenze

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intorno alle quali strutturare politiche e strumenti nazionali e regionali efficaci e significativi dal punto di vista dell’impatto sullo sviluppo sociale ed economico del Paese.

Le dodici aree sono identificate a partire dalla combinazione tra le categorie concettuali derivate dalle Sfide della Società e le tecnologie abilitanti (KETs) presenti in Horizon 2020 da un lato, e, dall’altro, le specificità nazionali, valorizzando i risultati già conseguiti dalle politiche nazionali e regionali sulla ricerca e innovazione.

Tra esse rientra l’Agrifood, di diretto coinvolgimento del Dipartimento, e le aree della Blue growth, della Chimica verde e della Salute che pure riguardano tematiche su cui il Dipartimento è impegnato con le sue attività di ricerca.

L’identificazione delle dodici aree di specializzazione è fortemente correlato con il processo di definizione della Smart Specialization Strategy I), definito dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca insieme al Ministero dello Sviluppo Economico, nell’ambito delle attività di programmazione dei fondi strutturali.

La Specializzazione Nazionale Intelligente individua cinque bacini prioritari di utilizzo delle competenze tra cui rientrano il bacino incentrato su Salute, alimentazione, qualità della vita e quello incentrato su Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente.

In tale ottica il PNR consegna dunque a tutti gli attori della ricerca un quadro di scelte strategiche, incentrato sulle dodici Aree, che possono sostenere la necessaria evoluzione delle politiche verso azioni sempre più inter-settoriali e che facilitano l’applicazione di tecnologie capaci di servire più settori economici nella gestione di diverse sfide produttive e sociali. In questo panorama le attività di interesse e di applicazione per la ricerca del Dipartimento svolgono, come si può rilevare, un ruolo di primo piano, tanto più se si pensa che, grazie alla combinazione complessa di diversi criteri qualitativi e quantitativi, derivati sia dall’analisi fattuale di posizionamento scientifico, tecnologico e industriale, sia dall’analisi delle priorità espresse a livello regionale, l’Agrifood è stata collocata tra le quattro aree di intervento prioritario, insieme alla Salute, e che la Chimica verde e la Blue growth rientrano tra le aree ad alto potenziale.

Per quanto attiene, nello specifico, alla ricerca nel settore agroalimentare, sono il MIUR e il MIPAAF le principali istituzioni che se ne occupano a livello nazionale, svolgendo anche un ruolo d’interfaccia con l’Unione Europea. Sul piano regionale, la ricerca agricola è regolamentata da norme specifiche; anche in materia di servizi di sviluppo e trasferimento dell’innovazione, le Amministrazioni regionali hanno piena autonomia di azione.

L’analisi di contesto dell’agricoltura italiana rispetto alla sfida della sostenibilità e le stesse attività di innovazione in grado di accelerare il passaggio ad un’agricoltura sostenibile, si muovono attorno a quattro direttrici principali:

� l’efficienza economica, la redditività e la sostenibilità dei sistemi agricoli, di allevamento e forestali nei diversi contesti;

� la conservazione e riproduzione delle risorse naturali e della biodiversità e la produzione di servizi ambientali tra cui la mitigazione dei cambiamenti climatici;

� la produzione di cibi sani, salutari e di elevata qualità; � le relazioni tra agricoltura e comunità locali in grado di assicurare la qualità della vita nelle aree rurali.

Gli indirizzi comunitari e nazionali in materia d’innovazione e ricerca nel settore agroindustriale, l’analisi di contesto, nonché l’analisi dei fabbisogni di innovazione nelle principali filiere produttive agricole condotta preliminarmente, conducono all’individuazione di alcune aree tematiche a carattere trasversale:

� aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agro-ecosistemi; � cambiamento climatico, biodiversità, funzionalità suoli e altri servizi ecologici e sociali dell’agricoltura; � coordinamento e integrazione dei processi di filiera e potenziamento del ruolo dell’agro-industria; � qualità, tipicità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani; � utilizzo sostenibile delle risorse biologiche a fini energetici ed industriali; � sviluppo e riorganizzazione del sistema della conoscenza per il settore agricolo, alimentare e forestale.

Il quadro nazionale precedentemente descritto è ulteriormente confermato anche con riferimento al percorso compiuto negli ultimi anni in ambito regionale con la Smart Specialization Strategy (S3). La strategia ha posto al centro della politica regionale di “Ricerca e Innovazione” un nuovo approccio per individuare un modello di sviluppo economico responsabile (ovvero capace di fornire risposte alle sfide socio-economiche ritenute più pressanti), idoneo al progressivo potenziamento di tecnologie innovative, oltre che al loro impiego intelligente, inclusivo e sostenibile.

Il sistema dell’innovazione regionale ha significativamente intensificato gli impegni in ricerca industriale e sviluppo sperimentale, creando le condizioni più opportune per favorire lo sviluppo della comunità regionale.

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Ciò è anche avvenuto mediante un coinvolgimento diretto del sistema delle imprese regionali, ovvero attraverso aggregazioni pubblico-private (quali i distretti produttivi, i distretti tecnologici ed i Cluster Tecnologici Nazionali). Tale strategia punta a connettersi all’orientamento europeo che intende consolidare la Knowledge Innovation Community (KIC), ossia la Comunità della conoscenza e dell’innovazione, chiamata ad operare sulle tematiche di maggiore importanza strategica per ciascuno dei territori europei. Il punto d’avvio della strategia è la consapevolezza che la stretta interconnessione fra i tre cardini del “triangolo della conoscenza” (istruzione, ricerca-innovazione e business) costituisce il requisito indispensabile per la creazione di un ecosistema favorevole allo sviluppo di nuove forme di cooperazione e di sinergie innovative.

Questa strategia crea, pertanto, una stretta sinergia fra le dinamiche di sviluppo a scala regionale e quelle, più generali, che hanno luogo a livello europeo. In questo quadro vanno infatti comprese le possibilità di reciproco sostegno ed integrazione fra i fondi strutturali europei e quelli afferenti al programma quadro europeo per la ricerca (Horizon 2020).

Il Dipartimento SAFE è parte integrante dello Spazio Europeo della Ricerca (ERA) ed è pertanto impegnato nella costruzione di una fitta rete di rapporti di collaborazione tecnico-scientifica con altri centri di ricerca, diversamente collocati nel contesto europeo, in un’ottica di piena e condivisa interdisciplinarietà. Ciò può avvenire, ovviamente, anche nei riguardi di altre università e centri di ricerca nel mondo. L’obiettivo, pertanto, è quello di superare rigide e limitate traiettorie tecnologiche autoreferenziali per favorire, al contrario, filiere tecnologiche integrate e rizomatiche. Obiettivo comune è quello di offrire prospettive di sviluppo sui mercati internazionali e negli ambiti prioritari della Smart Puglia 2020; configurare nuove specializzazioni ed incentivare la formazione di nuovi ricercatori aperti all’innovazione; sperimentare progetti di alta formazione e ricerca privilegiando le Tecnologie Chiave Abilitanti (ovvero “Key Enabling Technologies”- KETs) ed accogliendo le sfide sociali che incrociano il programma Horizon 2020.

È questo quindi il contesto (ricco di opportunità e di sfide) nel quale il Dipartimento deve continuare ad operare per consolidare le eccellenze maturate e migliorare la sua performance nei settori che manifestano punti di debolezza.

4.1.3 La Terza Missione

Il DM n. 47/2013 del MIUR riporta nell’ “Allegato E” i seguenti Indicatori e parametri per la Valutazione Periodica della ricerca e delle attività di terza missione:

- percentuale dei docenti che non hanno pubblicato negli ultimi 5 anni (inattivi); - produzione scientifica per area degli ultimi 10 anni/docenti di Ateneo; - numero di premi nazionali e internazionali; - attività di divulgazione scientifica e culturale; - fellow (o equivalenti) di società scientifiche; - rapporto numero di progetti in bandi competitivi/docenti dell’ateneo negli ultimi 10 anni; - percentuale di prodotti di ricerca negli ultimi 5 anni con coautori internazionali; - numero medio di tesi di dottorato per docente; - numero medio di brevetti per docente negli ultimi 10 anni; - rapporto fatturato conto terzi e progetti di ricerca vinti in bandi competitivi/numero docenti negli ultimi 10 anni; - numero di spin off degli ultimi 10 anni; - numero di attività extra moenia collegate alle aree di ricerca (es. organizzazione di attività culturali o formative, gestione di musei e siti archeologici, organizzazione di convegni...) - numero di mesi/uomo di docenti/ricercatori stranieri trascorsi in Ateneo; - risultati VQR.

Tali indicatori sono ripresi e illustrati in maggior dettaglio nel “Manuale per la Valutazione” della Terza Missione dell’ANVUR. In sostanza, le linee giuda del Ministero invitano le istituzioni accademiche a porre attenzione alla qualità della ricerca, alla sua divulgazione, all’estensione dei network accademici e infine alle attività di trasferimento della conoscenza.

Gli ultimi Programmi Operativi Regionali (POR Puglia 2007-2013 e POR Puglia 2014-2020), unitamente alle iniziative di carattere nazionale come i Distretti Tecnologici, hanno recepito l’esigenza di stimolare la terza missione degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) attraverso l’interazione università-impresa e lo stimolo delle attività di trasferimento tecnologico. Tale maggiore attenzione verso il cosiddetto “academic engagement” rispecchia un trend generale comune in Europa, che supporta la progressiva affermazione del modello di

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economia della conoscenza, nel quale le università non vengono più intese come “torri d’avorio” nelle quali i ricercatori operano isolati dalla società, ma come serbatoi di conoscenza che deve essere sfruttata e diffusa.

Tuttavia, la letteratura sulla cosiddetta absorptive capacity, ovvero la capacità delle imprese di acquisire e assimilare informazioni provenienti dall’esterno, è strettamente legata agli investimenti in capitale umano e all’attività di ricerca e sviluppo pregressa. Ciò rappresenta un limite rilevante per le università, e in particolare dell’Università di Foggia, che vogliono intessere rapporti con le imprese del territorio. Infatti, secondo i dati Eurostat nel 2012 la spesa in R&S (GERD) in Puglia ammontava allo 0,78% del PIL, ben al di sotto della media nazionale e UE (rispettivamente 1,26% e 2,01%). Inoltre, data la sottoindustrializzazione della regione Puglia rispetto al resto del paese, il contributo dell’attività di R&S delle imprese (BERD) al GERD è più limitata che altrove (25% in Puglia, 55% in Italia e il 63% in UE). A ciò si aggiunge il ritardo della Puglia nell’occupazione in attività legate alla scienza e la tecnologia (HRST), che sono maggiormente predisposte all’interazione con le università, e la modesta performance innovativa in termini di attività brevettuale (13,2 brevetti per milione di abitanti nel 2011 in Puglia e 61,4 in Italia).

Ne consegue che l’Università di Foggia si trova ad operare in situazioni di contesto difficili, con un’attività di contoterzi relativamente modesta, e con ampi margini di miglioramento. Essa dovrà necessariamente puntare su un approccio technology-push, facendo leva sulla propria capacità propositiva di problem-solving, per colmare il gap esistente fra la Puglia e il resto d’Europa nell’esprimere una domanda sostenuta ed evidente di servizi tecnologici e innovazione in genere. Non è un caso, infatti, che nei settori di terza missione, che, per loro natura, dipendono meno dalla performance innovativa del contesto territoriale, come nell’avvio di spinoff, l’Ateneo Dauno abbia dimostrato livelli di performance notevoli. Infatti, nonostante la limitata domanda di innovazione in Puglia, grazie al buon livello di performance nelle attività di ricerca, esso è riuscita, dal 2009 ad oggi, a avviare ben 9 imprese spinoff (fonte NETVAL).

4.2 ANALISI SWOT

Punti di forza

- qualità della didattica sulla base delle opinioni degli studenti; - offerta formativa sostenibile e in linea con le vocazioni territoriali; - coerenza tra attività di ricerca e offerta formativa; - rapporti di collaborazione strutturati con istituti d’istruzione superiore della provincia; - buon posizionamento del Dipartimento a livello nazionale in esito alla VQR; - relazioni consolidate con il Distretto Agro-alimentare Regionale pugliese (D.A.Re); - consolidati rapporti di collaborazione con gli enti e le imprese del territorio; - consolidati rapporti di collaborazione scientifica con università ed enti di ricerca nazionali e internazionali.

Punti di debolezza

- bassa percentuale di studenti con almeno 40 CFU conseguiti nel primo anno di corso; - elevato numero di studenti fuori corso; - calo del numero degli immatricolati nei corsi di studio di più recente istituzione; - scarso livello di internazionalizzazione dei corsi di studio; - scarsa possibilità di attingere ad anticipazioni di cassa per l’avvio delle attività di ricerca; - elevata misura del contributo rimesso all’Ateneo sui fondi di ricerca acquisiti (13% del finanziamento complessivo); - ridotto tasso di successo nella partecipazione a PRIN e FIRB.

Opportunità

- crescente considerazione del territorio verso il Dipartimento e la sua offerta formativa; - possibile ampliamento del bacino d’utenza studentesca alle province e regioni viciniori; - elevate disponibilità di risorse per ricerca nell’ambito di Horizon 2020; - elevate disponibilità di risorse per la ricerca messe a disposizione dalla Regione Puglia; - accresciuta dotazione di infrastrutture di ricerca.

Minacce

- congiuntura economica nazionale negativa; - difficile situazione socio-economica del contesto territoriale; - contesto produttivo territoriale caratterizzato da imprese di piccole dimensioni con ridotta propensione ad assumere personale qualificato soprattutto in periodo di crisi; - progressiva contrazione del corpo docente, soprattutto di professori di ruolo.

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5.Il Piano strategico

5.1 La Formazione

Il Dipartimento SAFE è a conoscenza dei requisiti cui la programmazione didattica dell’Ateneo di Foggia deve rispondere in relazione

• alla sostenibilità dell’offerta formativa (D.M. 30 gennaio 2013, n. 47, e ss.mm.ii.);

• alla valorizzazione dei corsi di studio maggiormente attrattivi in termini formativi;

• all’ottimizzazione dell’impiego dei docenti nei Corsi di Studio.

Sulla di questi base dei principi generali enunciati e dei requisiti summenzionati, coerentemente con le indicazioni del Piano strategico di Ateneo per il triennio 2016-18, il Dipartimento SAFE si prefigge di sviluppare Politiche per la Qualità della didattica incentrate principalmente sui seguenti obiettivi:

• implementare l’esplorazione della domanda di formazione espressa dal mondo del lavoro, servizi e professioni e la relativa traduzione in termini risultati di apprendimento attesi, al fine di migliorare l’incipit del processo di progettazione/aggiornamento dell’offerta formativa;

• realizzare un orientamento consapevole degli studenti verso l’offerta formativa del Dipartimento e favorire l’ingresso ai corsi di studio di I e di II livello;

• mantenere un elevato gradimento da parte degli studenti nei riguardi della didattica erogata dal corpo docente e provvedere al superamento di eventuali criticità, allo scopo di favorire l’efficacia dell’apprendimento;

• mantenere uno stretto collegamento tra contenuti della didattica e della ricerca, soprattutto nei corsi di laurea magistrale;

• migliorare la regolarità di svolgimento del percorso formativo compiuto dagli studenti, contrastando i fenomeni d’abbandono, incrementando l’acquisizione media di CFU per studente e la percentuale di laureati nei tempi previsti, al fine di rendere più efficiente l’intero percorso su base annuale ;

• migliorare i servizi offerti agli studenti per supportare il percorso degli studi, ed accrescere il livello di soddisfazione generale;

• implementare le attività di tutoraggio e le attività di placement, per rendere più efficace l’orientamento degli studenti in itinere e in uscita;

• allargare la conoscenza del sistema di Assicurazione della Qualità della Didattica da parte di tutta la comunità del Dipartimento;

• rafforzare l’internazionalizzazione della didattica, per aumentarne il livello di qualificazione dei percorsi formativi.

OBIETTIVI OPERATIVI DELLE POLITICHE DI QUALITA’ DELLA DIDATTICA DEL DIPARTIMENTO PER IL TRIENNIO 2017 – 2019

Sulla base alle considerazioni emerse nelle sedi di discussione della qualità della didattica erogata nei percorsi formativi e dei risultati conseguiti (Commissioni didattiche, Gruppi di Assicurazione della Qualità, Gruppo di Coordinamento della Qualità della Didattica, Consiglio di Dipartimento, Commissione Paritetica Docenti-Studenti), il Dipartimento SAFE ha individuato i seguenti obiettivi prioritari, con rispettive linee d’intervento e azioni da svolgere nel triennio di riferimento.

Migliorare il processo di progettazione/aggiornamento dell’offerta formativa:

• revisione della composizione dei comitati di indirizzo dei corsi di studio (rafforzamento della rappresentanza del mondo del lavoro, servizi e professioni);

• adozione di strumenti per facilitare l’espressione della richiesta di formazione da parte dei rappresentanti del mondo del lavoro, servizi e professioni nei comitati d’indirizzo (questionario/i mirati focalizzare gli elementi utili alla progettazione, vademecum interno per la consultazione delle parti sociali).

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Favorire l’ingresso degli studenti ai corsi di studio di I e di II livello:

• riproposizione di un programma di orientamento universitario degli studenti iscritti al 4° e 5° anno delle scuole superiori, già concordato con queste ultime (progetto DIOR); partecipazione a saloni di orientamento e ad open day graduate

• attuazione di strategie d’orientamento mirato per i corsi di studio che manifestano flessione negli d’accessi (attività autonome individuate e attuate dal Dipartimento);

• miglioramento della chiarezza delle informazioni fornite agli studenti in merito alle modalità d’accesso ai corsi di studio di I e di II livello (realizzazione di FAQ differenziate per corsi di studio o loro gruppi);

• offerta di strumenti per migliorare il livello delle conoscenze degli studenti in ingresso ai corsi di studio di I e di II livello (corsi e-learning; corsi di allineamento, “in presenza”, per specifici corsi di studio di II livello).

Migliorare e rafforzare i percorsi di ASL per favorire l'orientamento consapevole da parte del Dipartimento

Migliorare la regolarità di svolgimento del percorso formativo da parte degli studenti e mantenere un elevato gradimento della didattica erogata adottando, in relazione alle esigenze e specificità dei singoli corsi di studio, una o più delle seguenti azioni:

• ristrutturazione dell’organizzazione didattica del 1° anno di corso per favorire il passaggio al 2° anno (sviluppo della trimestralizzazione del 1° anno; svolgimento delle lezioni teoriche nelle sole ore mattutine per favorire lo studio individuale pomeridiano);

• aumento del numero di prove in itinere programmate;

• revisione sulla distribuzione degli insegnamenti tra anni di corso sulla base delle segnalazioni degli studenti;

• incremento della fruizione dei laboratori didattici (di tipo tecnologico, biologico, informatico);

• approfondimento dell’analisi e discussione dei risultati dei questionari degli studenti sulla percezione della qualità didattica (interventi su eventuali problematiche segnalate);

• indagine sulle cause di ritardo/abbandono del percorso formativo dello studente, con individuazione di possibili interventi di prevenzione/contrasto e loro attuazione.

Mantenere stretto collegamento tra risultati d’apprendimento attesi, contenuti della didattica e della ricerca:

• debita considerazione da parte del Consiglio di Dipartimento in fase di affidamento degli insegnamenti caratterizzanti, dell’attinenza tra attività di ricerca svolta dal docente, contenuto dell’insegnamento previsto nel Regolamento Didattico del CdS, programma d’insegnamento, soprattutto nei corsi di laurea magistrale,

• monitoraggio della persistenza, nel tempo, della coerenza tra contenuti degli insegnamenti previsti nel Regolamento Didattico dei CdS, schede d’insegnamento, attività di ricerca evidenziata dal docente nel Curriculum Vitae aggiornato annualmente.

Implementare i servizi agli studenti:

• ampliamento dei servizi accessibili on-line (sviluppo apposite procedure e modulistica);

• implementazione del materiale didattico reso disponibile on-line (inserimento sulla pagina web del Dipartimento e/o sulle pagine web dei singoli docenti);

• ulteriore sviluppo delle attività di placement (orientamento in uscita tenendo conto dei risultati del monitoraggio degli esiti e delle prospettive occupazionali).

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Diffondere la cultura della qualità della didattica e dei suoi processi di assicurazione:

• programmazione di “settimane della didattica” (riunioni di Dipartimento, con discussione dei risultati della formazione e le delle prospettive occupazionali; interventi in aula per la diffusione della conoscenza dei processi di assicurazione della qualità);

• accesso a specifici corsi on-line per tutti gli studenti (richiesta al Senato Accademico e riconoscimento crediti formativi);

• accesso a specifici momenti formativi per docenti e personale tecnico amministrativo (richiesta al Senato Accademico);

• organizzazione di seminari per docenti, tenuti da esperti, volti a sviluppare la professionalità e l’innovazione dei metodi di insegnamento e valutazione dell’apprendimento.

Rafforzare l’internazionalizzazione della didattica:

• intensificazione degli scambi didattici con università straniere;

• aumento del numero di insegnamenti (o loro parti) erogati in lingua inglese;

• incremento del numero di visiting professors presso il Dipartimento e ampliamento delle attività formative loro affidate;

• stimolo alla partecipazione degli studenti a meeting tecnico-scientifici internazionali organizzati dal Dipartimento con adeguato e motivato riconoscimento dei crediti formativi.

5.2 La Ricerca

Il Dipartimento SAFE fa propri gli indirizzi generali in materia di politiche per la qualità della ricerca deliberati dagli organi centrali di governo dell’Università.

In particolare, si impegna a operare attivamente per concorrere al raggiungimento dei seguenti obiettivi generali:

- definire, con monitoraggio almeno su base triennale, le Politiche di Ateneo per la Ricerca e la Terza Missione, con obiettivi chiaramente definiti, tenendo conto dei punti di forza e di debolezza dell’Ateneo e del contesto socio-economico, ed a mettere in atto la programmazione delle attività di Ricerca e di Terza Missione in coerenza con le strategie riportate nel Piano Strategico Triennale di Ateneo;

- monitorare, controllare e valutare, attraverso le funzioni svolte dal Presidio di Qualità dell'Ateneo e dal Nucleo di Valutazione (di seguito NdV), il rispetto a livello decentrato di quanto stabilito nel Piano mediante:

- verificare annualmente la politica della qualità attraverso il riesame annuale degli obiettivi raggiunti, delle criticità e dei punti di forza;

- promuovere, mediante azioni formative, una cultura della qualità presso i soggetti responsabili della Ricerca;

- promuovere la ricerca scientifica;

- promuovere l’attrattività dei corsi di dottorato;

- valorizzare il merito scientifico nel reclutamento e nella progressione di carriera del personale docente;

- promuovere l’internazionalità della ricerca del Dipartimento;

- sviluppare soluzioni a supporto del miglioramento della produttività scientifica;

- consolidare il ruolo svolto dal Dipartimento nell’ambito della ricerca nazionale ed internazionale;

- incentivare della qualità della produzione scientifica;

- stimolare la partecipazione attiva da parte dei docenti di Ateneo alle procedure imposte dal Ministero (Valutazione della Qualità della Ricerca, Scheda Unica Annuale della Ricerca).

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OBIETTIVI OPERATIVI DELLE POLITICHE DI QUALITA’ DELLA RICERCA DEL DIPARTIMENTO PER IL TRIENNIO 2017 – 2019

Sulla base alle considerazioni emerse nelle sedi di discussione della qualità della ricerca (Commissione per la Ricerca e la Terza Missione, Consiglio di Dipartimento), il Dipartimento SAFE ha individuato i seguenti obiettivi prioritari, con rispettive linee d’intervento e azioni da svolgere nel triennio di riferimento.

Migliorare la capacità di accesso e di gestione dei finanziamenti per la ricerca

- potenziare il personale di supporto al reperimento di grant/progetti ed alla gestione/rendicontazione degli stessi;

- potenziare i servizi di supporto integrando le competenze disponibili all'interno dell'Università (attraverso un’efficace interazione tra Ateneo e Dipartimento) e del Distretto Agro-Alimentare Regionale;

- incrementare la percentuale di docenti e ricercatori partecipanti a progetti nazionali e internazionali valutati positivamente.

Migliorare la produttività scientifica sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo

- incentivare lo sviluppo di linee di ricerche trasversali e multidisciplinari; - incentivare la sottomissione di lavori su riviste Q1; - valorizzazione dei prodotti della ricerca attraverso la pubblicazione su riviste open source o con acquisizione di copyright; - ridurre il numero di docenti inattivi; - migliorare il posizionamento del Dipartimento nelle graduatorie della ricerca nazionale. Incentivare la ricerca in ottica competitiva e internazionale - favorire la creazione di Core Facilities e/o Reti di laboratori; - promuovere l’internazionalizzazione del corso di dottorato di ricerca; - promuovere la formalizzazione di collaborazioni scientifiche con Università ed enti di ricerca europei ed extraeuropei.

5.3 La Terza Missione

Il Dipartimento SAFE fa propri gli indirizzi generali in materia di politiche per la qualità della ricerca deliberati dagli organi centrali di governo dell’Università.

In particolare, si impegna a operare attivamente per concorrere al raggiungimento dei seguenti obiettivi generali:

- incrementare la responsabilità sociale verso gli studenti mediante:

� la progettazione di nuove proposte formative in linea con le esigenze di figure professionali innovative e/o strategiche;

� l’incentivazione delle azioni di orientamento;

il sostegno del diritto allo studio per studenti con esigenze particolari;- promuovere lo sviluppo culturale e l’innovazione tecnologica ed economica sociale mediante:

� l’incremento della valorizzazione dei risultati della ricerca in termini di iniziative d’impresa, proprietà intellettuale, progetti congiunti con l’impresa;

� l’incremento della capacità di mettere a disposizione della società i risultati della ricerca di Ateneo, specifiche attività senza scopo di lucro con valore educativo, culturale e di sviluppo della società, nonché azioni volte alla tutela della salute della comunità;

� l’attuazione di un adeguato supporto alle procedure di brevettazione delle innovazioni che abbiano trasferibilità tecnologica, nonché alle iniziative d’impresa volte a valorizzare i risultati della ricerca;

� l’incremento delle iniziative volte alla diffusione delle innovazioni al fine di valorizzarne i risultati e di potenziare le attività di ricerca in collaborazione con le imprese;

- potenziare le azioni di divulgazione scientifica e culturale;

- incrementare la sostenibilità sociale ed economica dell’Ateneo.

OBIETTIVI OPERATIVI DELLE POLITICHE DI QUALITA’ DELLA TERZA MISSIONE DEL DIPARTIMENTO PER IL TRIENNIO 2017 – 2019

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Il Dipartimento SAFE è consapevole del ruolo di particolare responsabilità sociale che esso riveste in un territorio fortemente vocato alle attività agro-zootecniche,agro-alimentari e agro-industriali. Ritiene pertanto necessario ricomprendere nelle attività di Terza missione anche azioni che pur, attingendo ad altri ambiti istituzionali dell’Università, contribuiscono a supportare l’innovazione e la crescita del territorio attraverso una migliore conoscenza degli ambiti operativi di propria competenza, viepiù se non tradizionali e a maggiore contenuto innovativo, da diffondere presso ampi strati della popolazione e a tutti livelli dell’istruzione scolastica. Questa considerazione, anche in armonia con gli obiettivi strategici di Ateneo, ha inciso nella definizione degli obiettivi di seguito declinati.

Consolidare le attività di life long learning in collaborazione con enti pubblici, associazioni di categoria e le imprese anche attraverso percorsi co-progettati

Attivare corsi universitari professionalizzanti specifici del settore agroalimentare per offrire un percorso di avvicinamento al mondo del lavoro

Supportare lo sviluppo delle capacità e competenze delle istituzioni di governo del territorio

Supportare il processo di innovazione finalizzato a migliorare la competitività del settore agricolo e agroalimentare

Partecipazione a Fiere del settore agroalimentare e Saloni di orientamento al fine di offrire un quadro esaustivo del mondo universitario e professionale del settore

Incrementare la responsabilità sociale verso gli studenti sostenendo il diritto allo studio per studenti con esigenze particolari

Incrementare la responsabilità sociale verso gli studenti e incentivare le azioni di orientamento attraverso attività a sostegno dell'ingresso dei laureandi nel mondo del lavoro

ALLEGATI: SCHEDE OBIETTIVI PIANO STRATEGICO 2017/2019