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DIRETTIVE ANTICIPATE...cento, le globuline, 3 per cento circa, e il fibrinogeno, meno dell’1 per cento). Il restante 1,5 per cento è costituito da sostanze nutritive, ormoni, gas

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Page 1: DIRETTIVE ANTICIPATE...cento, le globuline, 3 per cento circa, e il fibrinogeno, meno dell’1 per cento). Il restante 1,5 per cento è costituito da sostanze nutritive, ormoni, gas

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RACCOLTA MATERIALE PER LA COMPILAZIONE

[email protected]

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 2

• Al punto 1 compilare gli spazi vuoti scrivendo in

stampatello, in modo chiaro, oppure a macchina. Il

nome e il cognome di tutti i firmatari dovranno

essere quelli risultanti dai documenti di

riconoscimento.

• Il punto 3 si riferisce all’uso di piccole frazioni del

sangue. Per decidere leggete e considerate in preghiera

i princıpi biblici trattati nella Torre di Guardia del 15

giugno 2004, pp. 22-4 e 29-31, dopo di che, facendovi

guidare dalla vostra coscienza addestrata secondo la

Bibbia, apponete le iniziali alla voce che ritenete

opportuna:

(a) Le rifiuto tutte.

(b) Le rifiuto tutte eccetto: . . . (Se apponete le iniziali a questa voce scrivete in stampatello in modo

chiaro, oppure a macchina, quali piccole frazioni del sangue accettereste. Potrete consultare La Torre

di Guardia del 15 giugno 2004, p. 30, parr. 2-3; l’inserto del Ministero del Regno del novembre 2006 e

l’edizione di agosto 2006 di Svegliatevi!, pp. 8, 9, 11).

*** W04 15/6 P. 30 DOMANDE DAI LETTORI ***

Il sangue è una sostanza complessa. Il plasma stesso — che è per il 90 per cento acqua — contiene una quantità di ormoni, sali inorganici, enzimi e sostanze nutritizie, fra cui minerali e zucchero. Il plasma contiene anche proteine come l’albumina, fattori della coagulazione e anticorpi che combattono le malattie. Vengono isolate e impiegate varie proteine del plasma. Per esempio, agli emofilici, che sono soggetti a emorragie, viene somministrato il fattore VIII. Oppure, a una persona esposta a certe malattie i medici possono prescrivere iniezioni di gammaglobuline, estratte dal plasma sanguigno di persone che hanno già sviluppato l’immunità. In campo medico vengono usate anche altre proteine del plasma, ma quanto sopra illustra come si possono ricavare delle frazioni da un componente principale del sangue (in questo caso dal plasma).

Proprio come dal plasma sanguigno si possono ricavare varie frazioni, così anche dagli altri componenti principali (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) si possono isolare delle parti più piccole. Per esempio, dai globuli bianchi si possono ricavare interferoni e interleuchine, usati per curare certe infezioni virali e tumori. Dalle piastrine si può estrarre un fattore che favorisce la guarigione delle ferite. E sono in arrivo altri medicinali ottenuti (almeno inizialmente) da sostanze estratte da componenti del sangue. Queste terapie non consistono in trasfusioni di quei componenti principali: di solito hanno a che fare con parti o frazioni d’essi. Il cristiano dovrebbe accettare queste frazioni per scopi terapeutici? Non siamo in grado di dirlo. La Bibbia non fornisce particolari, per cui il cristiano deve decidere secondo la propria coscienza dinanzi a Dio. *** KM 11/06 PP. 3-6 COME CONSIDERO LE FRAZIONI DEL SANGUE E LE PROCEDURE MEDICHE . . .

***

La Bibbia comanda ai cristiani di ‘astenersi dal sangue’. (Atti 15:20) Per questa ragione i testimoni di Geova non accettano trasfusioni di sangue intero né dei quattro componenti principali del sangue, cioè globuli rossi, globuli bianchi, piastrine e plasma. Inoltre non donano sangue né accettano il predeposito del proprio sangue perché sia loro trasfuso in un secondo tempo. — Lev. 17:13, 14; Atti 15:28, 29.

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 3

Cosa sono le frazioni del sangue e perché la decisione se accettarle o no spetta al singolo cristiano?

Le frazioni del sangue sono sostanze estratte dal sangue attraverso un procedimento chiamato frazionamento. Per esempio, il plasma, uno dei quattro componenti principali del sangue, può essere così diviso: acqua, circa il 91 per cento; proteine (come l’albumina, le globuline e il fibrinogeno), circa il 7 per cento; altre sostanze (come elementi nutritivi, ormoni, gas, vitamine, prodotti di rifiuto ed elettroliti), circa l’1,5 per cento.

Le frazioni rientrano anch’esse nel comando biblico di astenersi dal sangue? Non possiamo dirlo con certezza. La Bibbia non contiene informazioni specifiche sulle frazioni del sangue. Certo, molte frazioni sono estratte da sangue donato per scopi medici. Ciascun cristiano deve decidere in coscienza se accettare o no l’impiego di queste sostanze a scopo terapeutico.

Nel prendere queste decisioni, ponetevi le seguenti domande: Sono consapevole del fatto che rifiutare tutte le frazioni del sangue significa non accettare certe cure, ad esempio certe terapie per combattere i virus e le malattie o favorire la coagulazione del sangue per fermare le emorragie? Saprei spiegare a un medico perché accetto o rifiuto l’impiego di certe frazioni del sangue?

Perché certe procedure riguardanti l’uso terapeutico del proprio sangue rientrano nel campo delle decisioni personali?

Benché i cristiani non donino sangue e non effettuino il predeposito del proprio sangue per farselo ritrasfondere in seguito, non si può dire con certezza che alcune procedure o analisi relative al sangue dell’individuo siano in contrasto con i princìpi biblici. Per questa ragione ciascuno dovrebbe decidere in coscienza se accettare o rifiutare determinate procedure mediche che riguardano l’utilizzo del proprio sangue.

Di fronte a una decisione del genere, chiedetevi: Se parte del mio sangue verrà deviata all’esterno del mio corpo, con la possibilità che per qualche tempo la circolazione subisca anche un’interruzione, la mia coscienza mi permetterà di considerare quel sangue ancora mio, così che non sarà necessario ‘versarlo al suolo’? (Deut. 12:23, 24) La mia coscienza addestrata secondo la Bibbia sarebbe turbata se nel corso di una tecnica diagnostica o terapeutica una parte del mio sangue venisse prelevata, modificata e reintrodotta nel mio corpo? Mi rendo conto che rifiutare tutte le procedure mediche riguardanti l’utilizzo del mio proprio sangue significa rifiutare trattamenti come la dialisi o l’uso della macchina cuore-polmone? Ho considerato la cosa in preghiera prima di prendere una decisione?

Cosa ho deciso personalmente?

Esaminate i due prospetti riportati nelle pagine che seguono. Il Prospetto 1 elenca alcune frazioni estratte dal sangue e indica come vengono comunemente usate in medicina. Indicate cosa avete personalmente deciso in quanto ad accettare o rifiutare ciascuna di queste frazioni. Il Prospetto 2 elenca alcune comuni procedure mediche che riguardano l’uso del proprio sangue. Indicate cosa avete personalmente deciso in quanto ad accettare o rifiutare ciascuna di queste procedure. I prospetti non hanno valore legale, ma potete basarvi sulle risposte che avrete indicato su di essi per compilare il vostro documento sulle direttive anticipate.

Le vostre decisioni devono rispecchiare la vostra reale volontà e non basarsi sulla coscienza di qualcun altro. Similmente, nessuno dovrebbe criticare le decisioni di un altro cristiano. In queste cose, “ciascuno porterà il suo proprio carico” di responsabilità. — Gal. 6:4, 5.

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 4

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*** G 8/06 PP. 8,9 LA MEDICINA TRASFUSIONALE HA UN FUTURO SICURO ? ***

[Riquadro/Diagramma alle pagine 8 e 9] La composizione del sangue Ai donatori in genere viene prelevato sangue intero. In molti casi, però, donano plasma. Anche se in certi paesi si trasfonde sangue intero, di solito prima di essere analizzato e impiegato nella medicina trasfusionale il sangue viene scomposto nei suoi componenti principali. Vediamo quali

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 6

sono i quattro componenti principali del sangue, la loro funzione e la percentuale di volume ematico complessivo che ciascuno di essi rappresenta.

IL PLASMA costituisce dal 52 al 62 per cento del sangue intero. È un liquido di colore giallo pallido che contiene in sospensione e trasporta globuli rossi, proteine e altre sostanze.

Il 91,5 per cento del plasma è costituito da acqua. Le proteine, da cui derivano le frazioni del plasma, costituiscono il 7 per cento (e comprendono le albumine, 4 per cento, le globuline, 3 per cento circa, e il fibrinogeno, meno dell’1 per cento). Il restante 1,5 per cento è costituito da sostanze nutritive, ormoni, gas relativi alla respirazione, elettroliti, vitamine e rifiuti azotati.

I GLOBULI BIANCHI (leucociti) costituiscono meno dell’1 per cento del sangue intero. Attaccano e distruggono elementi estranei potenzialmente nocivi.

LE PIASTRINE (trombociti) costituiscono meno dell’1 per cento del sangue intero. Si riuniscono in ammassi impedendo al sangue di uscire dalle ferite.

I GLOBULI ROSSI (eritrociti) costituiscono dal 38 al 48 per cento del sangue intero. Queste cellule mantengono in vita i tessuti rifornendoli di ossigeno e portando via l’anidride carbonica.

Proprio come dal plasma si possono ottenere varie frazioni, altri componenti del sangue possono essere sottoposti a centrifugazione per isolarne parti più piccole, o frazioni. Per esempio, l’emoglobina è una frazione dei globuli rossi. [Diagramma] PLASMA ACQUA 91,5% PROTEINE 7% ALBUMINE GLOBULINE FIBRINOGENO ALTRE SOSTANZE 1,5% SOSTANZE NUTRITIVE ORMONI GAS RELATIVI ALLA RESPIRAZIONE ELETTROLITI VITAMINE RIFIUTI AZOTATI

[Riquadro/Foto alle pagine 8 e 9] Alternative alle emotrasfusioni Negli scorsi sei anni, in tutto il mondo i Comitati di assistenza sanitaria dei testimoni di Geova hanno distribuito alla comunità medica decine di migliaia di copie del video Strategie alternative alle emotrasfusioni: semplici, sicure, efficaci, prodotto in circa 25 lingue. Nel video medici di fama mondiale parlano di efficaci strategie attualmente in uso per curare pazienti senza ricorrere a emotrasfusioni. Il video sta avendo vasta eco. Per esempio verso la fine del 2001, dopo aver visto il video, il Servizio Trasfusionale Nazionale del Regno Unito (NBS) ne ha inviato una copia con una lettera a tutti coloro che gestiscono banche del sangue e ai primari di ematologia del paese. La lettera li invitava a guardare il video perché “si è sempre più consapevoli che uno degli obiettivi di una buona assistenza medica è evitare le emotrasfusioni ogni qualvolta sia possibile”. La lettera riconosceva che “il messaggio generale [del video] è encomiabile e ha il pieno sostegno dell’NBS”.

[Riquadro/Foto a pagina 9]

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Frazionamento: l’uso delle frazioni più piccole del sangue in medicina Grazie alla scienza e alla tecnologia è possibile individuare ed estrarre elementi dal sangue attraverso un processo detto frazionamento. Per esempio, l’acqua marina, che è per il 96,5 per cento acqua, si può sottoporre a frazionamento per ricavare le altre sostanze presenti, come magnesio, bromo e, naturalmente, sale. In modo simile il plasma sanguigno, che costituisce oltre metà del volume del sangue intero, per più del 90 per cento è costituito da acqua e da esso si possono ricavare frazioni che includono proteine, come albumina, fibrinogeno e diverse globuline. Nell’ambito di un trattamento o di una terapia, un medico potrebbe prescrivere quantità concentrate di una frazione del plasma. Ne è un esempio il crioprecipitato, sostanza ricca di proteine, che si ottiene prima congelando il plasma e poi scongelandolo. Questa frazione insolubile del plasma è ricca di fattori della coagulazione e di solito viene somministrata ai pazienti per fermare il sanguinamento. Altri trattamenti potrebbero implicare l’uso di un prodotto che contiene una frazione del sangue, in quantità minime o come elemento principale. Alcune proteine del plasma sono usate nelle iniezioni di routine per rafforzare le difese immunitarie dopo aver contratto un’infezione. Quasi tutte le frazioni di sangue impiegate nei trattamenti medici sono costituite da proteine che si trovano nel plasma. Secondo Science News, “gli scienziati sono riusciti a individuare solo alcune centinaia delle migliaia di proteine che si calcola scorrono di solito nel torrente sanguigno”. In futuro, man mano che le conoscenze sul sangue aumenteranno, potrebbero essere disponibili nuovi prodotti ricavati da queste proteine.

[Riquadro/Foto a pagina 11] Cosa sono i trasportatori di ossigeno a base emoglobinica? Ogni globulo rosso contiene circa 300 milioni di molecole di emoglobina. L’emoglobina costituisce circa un terzo del volume di un globulo rosso maturo. Ogni molecola contiene una proteina, la globina, e un pigmento detto eme che contiene un atomo di ferro. Quando il globulo rosso passa attraverso i polmoni assorbe le molecole di ossigeno, che si attaccano alle molecole di emoglobina. Alcuni secondi dopo l’ossigeno viene trasportato nei tessuti, mantenendo le cellule in vita. Alcune industrie farmaceutiche estraggono ora l’emoglobina da globuli rossi umani o bovini. L’emoglobina così ottenuta viene filtrata per rimuovere le impurità, modificata e purificata chimicamente, messa in soluzione e confezionata. Il prodotto finale, il cui uso in molti paesi non è ancora stato approvato, è chiamato trasportatore di ossigeno a base emoglobinica, o HBOC (dall’inglese hemoglobin-based oxygen carrier). Dal momento che l’eme è responsabile del colore rosso purpureo del sangue, un’unità di HBOC assomiglia a un’unità di globuli rossi, il componente principale del sangue da cui questo prodotto viene estratto. A differenza dei globuli rossi, che devono essere conservati al fresco ed eliminati dopo poche settimane, l’HBOC può essere conservato a temperatura ambiente e utilizzato dopo mesi. E dal momento che nell’HBOC la membrana cellulare con i suoi antigeni specifici non è presente, non c’è pericolo di gravi reazioni dovute a incompatibilità tra gruppi sanguigni. Comunque per i cristiani che si sforzano in coscienza di ubbidire alla legge di Dio sul sangue, l’HBOC è più problematico rispetto ad altre frazioni del sangue. Perché? Finché l’HBOC viene ricavato dal sangue si possono muovere due obiezioni. La prima è che l’HBOC svolge la funzione fondamentale di un componente principale del sangue, cioè i globuli rossi. La seconda è che l’emoglobina, da cui viene estratto l’HBOC, rappresenta una parte significativa di tale componente. Riguardo a questo e ad altri prodotti simili, quindi, i cristiani si trovano davanti a una decisione molto seria. Devono riflettere attentamente e in preghiera sui princìpi biblici che riguardano la santità del sangue. Col vivo desiderio di mantenere una buona relazione con Geova, ognuno deve farsi guidare dalla propria coscienza addestrata secondo la Bibbia. — Galati 6:5.

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 8

(c) Potrei essere disposto ad accettare alcune piccole frazioni del sangue, ma se ne dovranno discutere i

dettagli con me o con l’amministratore di sostegno che ho designato nel caso io sia incosciente o incapace

di intendere e di volere. (Se non volete autorizzare l’amministratore di sostegno o se questi non fosse

disposto a prendere queste decisioni per vostro conto, cancellate la frase “o con l’amministratore di

sostegno che ho designato nel caso io sia incosciente o incapace di intendere e di volere” e apponete le

vostre iniziali).

NOTA: Se le opzioni al Punto 3 non rispecchiano le vostre scelte, potrete usare lo spazio al Punto 6 per

scrivere quello che desiderate, come ad esempio: “Accetto tutte le frazioni più piccole del sangue” o

“Accetto tutte le frazioni più piccole del sangue eccetto: . . .” elencando dopo solo le frazioni che non

accettate. Se sceglierete una di queste opzioni, al Punto 3, dopo la frase che dice “In merito alle piccole

frazioni del sangue: [apporre le proprie iniziali]”, potreste scrivere “Vedere il Punto 6”.

• Il punto 4 si riferisce alle procedure mediche che prevedono l’uso del proprio sangue che

potrebbe uscire temporaneamente dal corpo. Per decidere leggete e considerate in preghiera i

princıpi biblici trattati nella Torre di Guardia del 15 ottobre 2000, pp. 30-1. Dopo di che,

facendovi guidare dalla vostra coscienza addestrata secondo la Bibbia, apponete le iniziali alla

voce che ritenete opportuna:

*** W00 15/10 PP. 30-31 DOMANDE DAI LETTORI ***

Alla luce dei comandi biblici sul corretto impiego del sangue, come considerano i testimoni di Geova le procedure mediche che prevedono l’uso del proprio sangue?

Anziché decidere esclusivamente in base a preferenze personali o a valutazioni mediche, ogni cristiano dovrebbe considerare seriamente ciò che dice la Bibbia. È una questione fra lui e Geova.

Geova, al quale dobbiamo la vita, decretò che non si doveva mangiare sangue. (Genesi 9:3, 4) Nella Legge che diede all’antico Israele Geova Dio limitò l’uso del sangue perché esso rappresenta la vita. Decretò: “L’anima [o vita] della carne è nel sangue, e io stesso ve l’ho messo sull’altare per fare espiazione per le anime vostre”. Cosa doveva fare l’uomo che uccideva un animale per mangiarlo? “Ne deve versare in tal caso il sangue e lo deve coprire di polvere”. (Levitico 17:11, 13) Geova ripeté più volte quel comando. (Deuteronomio 12:16, 24; 15:23) Il Soncino Chumash, un testo ebraico, osserva: “Il sangue non deve essere conservato, ma deve essere reso inutilizzabile versandolo al suolo”. Nessun israelita doveva appropriarsi, conservare e usare il sangue di un’altra creatura, la cui vita apparteneva a Dio.

Con la morte del Messia l’obbligo di osservare la Legge mosaica venne meno. Tuttavia il punto di vista di Dio sulla santità del sangue non è cambiato. Sospinti dallo spirito santo di Dio, gli apostoli comandarono ai cristiani di ‘astenersi dal sangue’. Quel comando non doveva essere preso alla leggera. Era moralmente importante quanto astenersi dall’immoralità sessuale o dall’idolatria. (Atti 15:28, 29; 21:25) Quando nel XX secolo la donazione e la trasfusione di sangue entrarono nell’uso, i testimoni di Geova capirono che tale pratica era in contrasto con la Parola di Dio.

A volte i medici invitano il paziente a depositare il proprio sangue settimane prima dell’intervento (donazione preoperatoria di sangue autologo, il cosiddetto predeposito), così che in caso di bisogno possa essergli trasfuso il suo sangue conservato. Ma questa procedura, consistente nel prelevare il sangue, conservarlo e reinfonderlo contraddice apertamente quanto è detto in Levitico e in Deuteronomio. Il sangue non deve essere conservato, ma versato, restituendolo per così dire a Dio. È vero che oggi la Legge mosaica non è più in vigore. Tuttavia i testimoni di Geova rispettano i princìpi che Dio vi incorporò e sono determinati ad ‘astenersi dal sangue’. Perciò non donano sangue né depositano il proprio sangue perché venga loro trasfuso in un secondo tempo invece di ‘versarlo’. Questa pratica è in contrasto con la legge di Dio.

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 9

Altre procedure o test che hanno a che fare con il sangue dell’individuo non sono così chiaramente in contrasto con i dichiarati princìpi di Dio. Per esempio, molti cristiani accettano che venga loro prelevato del sangue per dei test o delle analisi, dopo di che il campione viene eliminato. A volte i medici possono proporre procedure più complesse che implicano il sangue dell’individuo.

Per esempio, in certe metodiche chirurgiche si ricorre all’emodiluizione: parte del sangue viene deviata dal corpo e quella che resta nel paziente viene diluita. In seguito il suo sangue che si trova nel circuito extracorporeo gli viene reinfuso, portando così i valori ematici a livelli vicini alla norma. Similmente il sangue che si riversa in una ferita può essere aspirato e filtrato in modo da restituire poi al paziente i globuli rossi, secondo un procedimento di ricupero del sangue. Un’altra tecnica consiste nel convogliare il sangue in un macchinario che svolge temporaneamente la funzione assolta normalmente da organi del corpo (per esempio il cuore, i polmoni o i reni). Dalla macchina il sangue viene poi restituito al paziente. Secondo altre tecniche il sangue viene deviato e mandato in un separatore (una centrifuga) per poter eliminare elementi dannosi o difettosi. Oppure lo scopo può essere quello di isolare parte di un componente del sangue e applicarlo in qualche altra parte del corpo. Ci sono anche dei test in cui si preleva una certa quantità di sangue per marcarlo o aggiungervi un farmaco e poi reimmetterlo nel paziente.

I particolari possono variare e sicuramente col tempo verranno messe a punto nuove tecniche, trattamenti e test. Non sta a noi esaminare ogni variante e decidere in merito. Il cristiano deve decidere da sé quale uso dovrà essere fatto del suo sangue nel corso di un intervento chirurgico, di un test o di una terapia d’uso corrente. Dovrebbe informarsi in anticipo dal medico o dal tecnico di laboratorio sull’uso che verrà fatto del suo sangue durante il procedimento. Poi deciderà secondo la propria coscienza. (Vedi il riquadro).

I cristiani dovrebbero ricordare che sono dedicati a Dio e hanno il dovere di ‘amarlo con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la forza e con tutta la mente’. (Luca 10:27) A differenza della maggioranza delle persone del mondo, i testimoni di Geova tengono molto ad avere una buona relazione con Dio. Il Datore di vita esorta tutti a riporre fede nel sangue versato da Gesù. Leggiamo: “Per mezzo di [Gesù Cristo] abbiamo la liberazione per riscatto mediante il suo sangue, sì, il perdono dei nostri falli”. — Efesini 1:7.

[Note in calce]

Il prof. Frank H. Gorman scrive: “Il gesto di versare il sangue si comprende meglio se lo si intende come atto riverente che dimostra rispetto per la vita dell’animale e di conseguenza per Dio, che ha creato quella vita e continua ad averne cura”.

[Riquadro a pagina 31]DOMANDE DA FARSI Se parte del mio sangue verrà deviata all’esterno del mio corpo, con la possibilità che per qualche tempo la circolazione subisca anche un’interruzione, la mia coscienza mi permetterà di considerare quel sangue ancora mio, così che non sarà necessario ‘versarlo al suolo’? La mia coscienza addestrata secondo la Bibbia sarebbe turbata se nel corso di una tecnica diagnostica o terapeutica una parte del mio sangue venisse prelevata, modificata e applicata o reintrodotta nel mio corpo?

(a) Le rifiuto tutte.

(b) Le rifiuto tutte eccetto: . . . (Se apponete le iniziali su questa voce scrivete in stampatello in modo

chiaro, oppure a macchina, quali procedure mediche che prevedono l’uso del proprio sangue, che

potrebbe uscire temporaneamente dal corpo, accettereste. Potrete consultare La Torre di Guardia del

15 ottobre 2000, pp. 30-1, parr. 1-3, e l’inserto del Ministero del Regno del novembre 2006).

(c) Potrei essere disposto ad accettare certe procedure mediche che prevedono l’uso del mio sangue, ma

se ne dovranno discutere i dettagli con me o con l’amministratore di sostegno che ho designato nel caso io

Page 10: DIRETTIVE ANTICIPATE...cento, le globuline, 3 per cento circa, e il fibrinogeno, meno dell’1 per cento). Il restante 1,5 per cento è costituito da sostanze nutritive, ormoni, gas

Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 10

sia incosciente o incapace di intendere e di volere. (Se non volete autorizzare l’amministratore di

sostegno o se questi non fosse disposto a prendere queste decisioni per vostro conto, cancellate la

frase: “o con l’amministratore di sostegno che ho disegnato nel caso io sia incosciente o incapace di

intendere e di volere” e apponete le vostre iniziali).

NOTA: Se le opzioni al Punto 4 non rispecchiano le vostre scelte, potrete usare lo spazio al Punto 6 per

scrivere quello che desiderate, come ad esempio: “Accetto tutte le procedure mediche che prevedono

l’uso del mio sangue durante un’operazione” o “Accetto tutte le procedure mediche che prevedono

l’uso del mio sangue durante un’operazione, eccetto: . . .” elencando dopo solo le procedure mediche

che non accettate. Se sceglierete una di queste opzioni, al Punto 4, dopo la frase che dice “In merito alle

procedure mediche che prevedono l’uso del mio sangue . . . : [apporre le proprie iniziali]”, potreste

scrivere “Vedere il Punto 6”.

Voci 3(c) e 4(c): Se deciderete di scegliere queste opzioni, dovrete spiegare chiaramente

all’amministratore di sostegno il vostro punto di vista su questa materia cosı delicata, in modo che lo

possa trasmettere fedelmente ai medici o ad altri.

• Il punto 5 si riferisce ai trattamenti di fine vita. Per decidere leggete e considerate in preghiera

le informazioni contenute in Svegliatevi! del 22 ottobre 1991, pp. 3-9. Dopo di che, facendovi

guidare dalla vostra coscienza addestrata secondo la Bibbia, apponete le iniziali alla voce che

ritenete opportuna. Se necessario potrete spiegare la vostra posizione usando il punto 6.

*** G91 22/10 PP. 3-4 AIUTARE CHI STA MORENDO NELL ’ERA DELLA TECNOLOGIA ***

LA DONNA, una dottoressa, aveva appena vissuto un’esperienza molto dolorosa. Aveva visto morire nella camera di rianimazione dell’ospedale la nonna novantaquattrenne, dopo un intervento chirurgico per cancro a cui “era stata sottoposta contro il suo volere”.

“Al funerale avevo pianto non per il fatto che era morta”, ha scritto la dottoressa, “dal momento che mia nonna aveva vissuto una vita lunga e piena. Avevo pianto per le sofferenze che aveva patito, e per il fatto che i suoi desideri non erano stati rispettati. Avevo pianto per mia madre e i suoi fratelli, per il loro senso di vuoto e di impotenza”.

Ma forse vi chiedete se sia possibile aiutare chi è così gravemente malato. Questa dottoressa prosegue dicendo:

“Ho pianto soprattutto per me stessa: per lo schiacciante peso della colpa che provavo non essendo stata capace di risparmiarle sofferenze e umiliazioni, e per il terribile senso di inadeguatezza che provavo come medico, incapace di guarire, incapace di alleviare la sofferenza. Nel corso della mia formazione, infatti, non mi era mai stato insegnato ad accettare la morte. Le malattie erano il nemico, da combattere senza posa, con ogni risorsa possibile. La morte era una sconfitta, un fallimento; le malattie croniche ricordavano di continuo al medico la sua impotenza. L’immagine della mia nonnina che mi fissava con gli occhi spaventati mentre era attaccata a un respiratore in una camera di rianimazione mi perseguita ancor oggi”.

Questa nipote affettuosa fa il punto su un complesso problema etico e medico-legale che viene ora dibattuto nelle aule dei tribunali e negli ospedali di tutto il mondo: Nella nostra era tecnologicamente avanzata qual è la cosa migliore per i malati terminali?

Alcuni sono dell’idea che si debba fare tutto il possibile dal punto di vista medico per chi è malato. Questo concetto è espresso dall’Associazione dei Medici e dei Chirurghi Americani: “L’obbligo del medico verso il paziente in stato comatoso o vegetativo o affetto da malformazioni congenite non dipende dalle prospettive di guarigione. Il medico deve sempre agire in vista del benessere del paziente”. Questo significa che si deve fornire qualsiasi terapia o cura medica possibile. Ritenete che questa sia sempre la cosa migliore per chi è gravemente malato?

Page 11: DIRETTIVE ANTICIPATE...cento, le globuline, 3 per cento circa, e il fibrinogeno, meno dell’1 per cento). Il restante 1,5 per cento è costituito da sostanze nutritive, ormoni, gas

Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 11

Molti considerano senz’altro lodevole questo modo d’agire. Tuttavia, negli ultimi decenni l’esperienza acquisita con la tecnologia medica avanzata ha dato luogo a un modo di pensare nuovo e diverso. In un memorabile articolo del 1984 intitolato “La responsabilità del medico verso i pazienti affetti da malattie incurabili”, un’équipe di dieci medici con una lunga esperienza giungeva a questa conclusione: “Si consiglia una riduzione dell’accanimento terapeutico nei confronti del paziente affetto da malattia incurabile quando esso servirebbe solo a prolungare un’agonia difficile e penosa”. Cinque anni dopo gli stessi medici pubblicarono un articolo con lo stesso titolo che fu definito un “approfondimento”. Considerando lo stesso problema, fecero una dichiarazione ancora più esplicita: “Molti medici e bioetici . . . hanno concluso, perciò, che sia corretto dal punto di vista etico sospendere la somministrazione di cibo e [liquidi] ad alcuni pazienti moribondi, affetti da malattie incurabili o in coma irreversibile”.

Non possiamo mettere da parte questi commenti come se fossero semplici teorie o discussioni che non ci riguardano. Numerosi cristiani hanno dovuto prendere angosciose decisioni a questo proposito. Se un nostro caro fosse affetto da una malattia incurabile dovrebbe essere tenuto in vita con il respiratore? I malati terminali dovrebbero essere alimentati per via endovenosa o con altri metodi di alimentazione artificiale? Quando la situazione non offre nessuna speranza, un parente o anche un’intera famiglia dovrebbe spendere fino all’ultimo centesimo per pagare le cure, forse anche il trasporto del paziente a un ospedale lontano dove possa ricevere le terapie più progredite?

Comprenderete senz’altro che non è facile rispondere a domande come queste. Anche se desiderate aiutare un amico o un familiare malato, di fronte a queste domande potreste chiedervi: ‘Quale guida può seguire il cristiano? A chi può chiedere aiuto? Soprattutto, cosa dicono le Scritture su questo soggetto?’

*** G91 22/10 PP. 4-6 CHE TIPO DI CURE PER I MALATI TERMINALI ? ***

ULTIMAMENTE il modo di affrontare la morte e l’agonia si è via via modificato in molte parti del mondo.

In passato i medici accettavano la morte come la fine inevitabile delle cure prestate a certi pazienti; e si cercava di alleviare questa fine che spesso avveniva in casa.

Più di recente, con il risalto che si è dato alla tecnologia e alle cure, il personale medico ha finito per considerare la morte come un fallimento o una sconfitta. Quindi il principale obiettivo dei medici è ora quello di prevenire la morte ad ogni costo. Questo cambiamento è stato accompagnato dallo sviluppo di una tecnologia completamente nuova mirata a tenere in vita le persone più a lungo di quanto non fosse possibile in precedenza.

La tecnologia medica ha portato dei cambiamenti innegabili in molti paesi; nondimeno ha fatto sorgere alcuni seri timori. Un medico ha fatto questo commento: “La maggioranza dei sanitari ha perso quella preziosa qualità che un tempo era un aspetto essenziale della medicina, cioè lo spirito umanitario. Apparecchiature, efficienza e precisione hanno soffocato qualità come calore, compassione, comprensione e interesse per l’individuo. La medicina è ora una scienza fredda; il suo calore appartiene a un’altra epoca. Chi è in fin di vita riceve poco conforto dalla fredda tecnologia medica”.

Questa è solo l’opinione di una persona, e non è certo un capo d’accusa contro tutti i medici. Ma probabilmente avete visto che molti hanno cominciato ad avere paura d’essere tenuti in vita artificialmente.

A poco a poco ha preso piede un’altra opinione. Si è cominciato a dire che in certi casi si dovrebbe lasciare morire le persone in modo naturale, dignitoso, senza sottoporle all’intervento di una tecnologia priva di sentimenti. Un’indagine condotta di recente per la rivista Time ha rivelato che oltre i tre quarti degli intervistati ritenevano che si doveva permettere al medico di sospendere

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le terapie che tengono in vita un paziente terminale. Dallo studio è emersa questa conclusione: “Una volta rassegnati all’inevitabile, [i malati] vogliono morire con dignità, senza essere collegati a una serie di macchine in una camera di rianimazione come campioni da laboratorio sotto vetro”. Siete d’accordo? Qual è il vostro pensiero sull’argomento?

Soluzioni proposte

Il soggetto della morte e dell’agonia viene affrontato nei modi più svariati, secondo la propria cultura o la propria estrazione sociale. In molti paesi, tuttavia, si registra un accresciuto interesse per la sorte di coloro che sono affetti da malattie incurabili. Negli ultimissimi anni, bioetici, medici e il pubblico in generale si sono dati da fare per garantire a questi sventurati il giusto tipo di assistenza.

Fra i molti modi sperimentati per affrontare il problema, quello adottato più di frequente in alcuni ospedali è definito “Non rianimare”. Sapete in che cosa consiste? Dopo lunghe conversazioni con i familiari del paziente, e preferibilmente anche con quest’ultimo, si fanno in anticipo precisi programmi che vengono indicati sulla cartella clinica. Viene stabilito soprattutto fino a che punto può spingersi il medico nel tentare di rianimare il paziente o la paziente affetti da malattia incurabile qualora le loro condizioni peggiorassero.

Quasi tutti riconoscono che quando si devono prendere decisioni così difficili il fattore più importante da tenere presente è: “Cosa vorrebbe il paziente?” Ad aggravare il problema, comunque, c’è il fatto che spesso il paziente è privo di sensi o altrimenti non in grado di prendere decisioni personali informate. È per questo che negli Stati Uniti è nato il cosiddetto “living will”, un documento che permette alla persona di specificare in anticipo il tipo di terapia che vorrebbe nei suoi ultimi giorni di vita. Un tale documento potrebbe ad esempio dire:

“Qualora dovessi avere una malattia incurabile o trovarmi in una condizione irreversibile che mi porterebbe alla morte entro un tempo relativamente breve, desidero che la mia vita non sia prolungata in modo artificiale. Se la mia malattia è allo stadio terminale e io non sono in grado di prendere parte alle decisioni relative alle terapie mediche cui dovrò essere sottoposto, dispongo che il mio medico curante non metta in atto o sospenda tecniche che servirebbero solo a prolungare l’agonia e che non sono necessarie per alleviare o eliminare il dolore”. In documenti del genere si possono anche specificare le terapie che la persona vuole o non vuole siano adottate in caso di malattia allo stadio terminale.

Questo tipo di documento, anche se non è legalmente vincolante in tutte le circostanze, è accettato in parecchi luoghi. Si calcola che negli Stati Uniti cinque milioni di persone abbiano redatto un “living will”. In questo paese molti esperti lo considerano il mezzo migliore che ci sia per garantire che i propri desideri vengano rispettati e seguiti.

Che tipo di trattamento o di cure?

Quali cure si devono prestare ai malati terminali? Forse l’innovazione più significativa riguarda il concetto definito nei paesi di lingua inglese con il termine “hospice”, un concetto che sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo. Che cosa si intende con il termine “hospice”?

Anziché riferirsi a un luogo o a un edificio, il termine “hospice” si riferisce a un movimento o a un programma di assistenza per i malati terminali. Si avvale di un lavoro di équipe (medici, infermieri e volontari) e cerca di assicurare al malato terminale un certo benessere e una relativa assenza del dolore, preferibilmente nella sua stessa casa.

Sebbene programmi del genere vengano messi in atto all’interno degli ospedali, molti sono indipendenti. La maggioranza si avvale delle risorse della comunità, come infermieri che prestano assistenza domiciliare, dietisti, ministri religiosi e chiropratici. Anziché ricorrere a tecniche mediche straordinarie, con questo tipo di assistenza si cerca di mostrare molta compassione. Anziché accanirsi contro la malattia del paziente con cure inutili, si cerca di fare tutto il possibile per lenire

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le sue sofferenze. Un medico si è espresso in questi termini: “Non si tratta di un minor grado di assistenza o di nessuna assistenza o di assistenza a buon mercato. È solo un tipo di assistenza completamente diversa”.

Che ne pensate di questo concetto? Ritenete di doverne parlare con uno dei vostri cari al quale potrebbe essere diagnosticata una malattia allo stadio terminale, e forse anche con il suo medico?

Può darsi che ora nella vostra zona questo tipo di assistenza non sia disponibile, ma è probabile che lo sia in futuro, perché si tratta di un movimento che sta prendendo sempre più piede in tutto il mondo. Considerato in origine come qualcosa che andava contro le norme convenzionali dell’assistenza medica, il movimento “hospice” è gradualmente entrato a far parte della medicina tradizionale e viene ora considerato un’alternativa accettabile per i malati terminali. Attraverso le sue tecniche, in particolare il corretto uso di sedativi, ha permesso di fare alcuni notevoli progressi nell’assistenza sanitaria.

In una lettera al New England Journal of Medicine, la dottoressa Gloria Werth ha descritto la morte di sua sorella che è stata assistita con questo nuovo criterio: “In nessun momento sono stati somministrati a mia sorella farmaci, cibo o liquidi con la forza. Era libera di mangiare, bere, . . . o di prendere farmaci se lo desiderava . . . Ma il lato più positivo in questo tipo di assistenza è il ricordo stranamente rassicurante e felice della morte di Virginia. Quante volte si può dire la stessa cosa dopo la morte di un familiare in un’unità di cura intensiva?”

[Testo in evidenza a pagina 5] “La medicina è ora una scienza fredda; il suo calore appartiene a un’altra epoca. Chi è in fin di vita riceve poco conforto dalla fredda tecnologia medica”

[Testo in evidenza a pagina 6] Il programma “hospice” cerca di fare tutto il possibile per lenire le sofferenze del paziente anziché accanirsi contro la malattia con cure inutili

*** G91 22/10 PP. 7-9 IL MIGLIORE AIUTO CHE CI SIA! *** NEL caso di un cristiano, la scelta del tipo e del grado di assistenza per il malato terminale potrebbe suscitare serie domande. Ad esempio:

Sarebbe contrario alle Scritture non fare tutto il possibile per salvare la vita? E se è moralmente accettabile lasciare che qualcuno muoia in modo naturale, senza interventi straordinari per prolungargli la vita, che si può dire dell’eutanasia, l’atto deliberato con cui si pone fine alle sofferenze di un paziente abbreviandogli effettivamente la vita o ponendovi fine?

Si tratta di domande importanti considerato il tempo e l’epoca in cui viviamo. Tuttavia siamo aiutati a trovare le risposte.

Uno scrittore ispirato disse in modo appropriato: “Dio è per noi rifugio e forza, un aiuto che si può trovare prontamente durante le angustie”. (Salmo 46:1) Questo vale anche quando si tratta di prendere in esame il soggetto in questione. Geova Dio è la fonte dei consigli più saggi e fondati. Egli ha osservato la vita di miliardi di persone. Sa meglio di qualsiasi medico, bioetico o avvocato qual è la cosa migliore. Vediamo dunque che tipo di aiuto mette a nostra disposizione. — Salmo 25:4, 5; Ebrei 4:16.

Il corretto punto di vista sulla vita

È bene rendersi conto che la filosofia del salvare la vita ad ogni costo non riguarda solamente gli esperti di tecnologie mediche. Si tratta di un prodotto naturale della moderna filosofia secolare. Perché diciamo questo? Ebbene, se la vita attuale è tutto quello che c’è, può sembrare che la nostra vita debba essere salvata in qualsiasi circostanza e ad ogni costo. Ma in alcuni casi questa filosofia

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secolare ha dato luogo a situazioni veramente angosciose: persone in stato di incoscienza sono state mantenute “in vita” artificialmente per anni.

D’altro canto, ci sono quelli che credono nell’immortalità dell’anima. Secondo la loro filosofia, questa vita è solo un passaggio sulla strada che porta a qualcosa di meglio. Platone, che è tra coloro che diedero origine a questa filosofia, si espresse così:

“O è come un non esser più nulla, e chi è morto non ha più nessun sentimento di nulla; o è proprio, come dicono alcuni, una specie di mutamento e di migrazione dell’anima da questo luogo quaggiù a un altro luogo. . . . Se la morte è come un mutar sede di qui ad altro luogo, . . . quale bene ci potrà essere, o giudici, maggiore di questo?” — Platone, Opere complete, trad. di Manara Valgimigli, Bari, Laterza, 1987, Vol. I, pp. 67, 68.

Chi ha questa convinzione potrebbe considerare la morte un’amica, qualcosa di gradito e forse anche da affrettare. Tuttavia la Bibbia insegna che Geova considera sacra la vita. “Presso di te è la fonte della vita”, scrisse il salmista ispirato. (Salmo 36:9) Un vero cristiano dovrebbe dunque accettare di avere una parte in un caso di eutanasia?

Secondo alcuni, le Scritture fanno riferimento a questo soggetto nell’episodio in cui il re Saul, gravemente ferito, implorò il suo scudiero di ucciderlo. Considerano questo gesto una forma di eutanasia, un atto deliberato per affrettare la morte di qualcuno che stava già morendo. In seguito un amalechita asserì di avere ubbidito alla richiesta di Saul di metterlo a morte. Ma il gesto di quell’amalechita che pose fine alle sofferenze di Saul fu forse approvato? Tutt’altro. Davide, l’unto di Geova, ordinò che l’amalechita fosse ucciso per la sua colpa di sangue. (1 Samuele 31:3, 4; 2 Samuele 1:2-16) Pertanto questo episodio biblico non legittima in alcun modo l’eutanasia per il cristiano.

Ma questo vuol forse dire che il cristiano debba fare tutto ciò che la tecnologia rende possibile per prolungare una vita che è agli sgoccioli? Bisogna prolungare l’agonia il più a lungo possibile? Le Scritture ci insegnano che la morte non è amica ma nemica dell’uomo. (1 Corinti 15:26) Inoltre i morti non si trovano né in un luogo di sofferenza né in un luogo di beatitudine, ma in una condizione simile al sonno. (Giobbe 3:11, 13; Ecclesiaste 9:5, 10; Giovanni 11:11-14; Atti 7:60) Le prospettive future di vita per i morti dipendono completamente dalla potenza che ha Dio di risuscitarli per mezzo di Gesù Cristo. (Giovanni 6:39, 40) Pertanto riscontriamo che Dio ci ha provveduto questa utile conoscenza: La morte non è qualcosa da desiderare, ma non c’è neppure l’obbligo di compiere sforzi disperati per prolungare l’agonia.

Indicazioni che il cristiano può seguire

Quali indicazioni potrebbe seguire il cristiano se un suo familiare avesse una malattia allo stadio terminale?

Primo, dobbiamo riconoscere che ciascuna situazione inerente a una malattia terminale è diversa, tragicamente diversa, per cui non esistono regole che si possano applicare in tutti i casi. Inoltre il cristiano dovrebbe esaminare con attenzione quali sono le leggi vigenti nel paese in questi casi. (Matteo 22:21) Tenete presente, inoltre, che nessun cristiano amorevole vorrebbe essere negligente dal punto di vista medico.

Solo nei casi accertati di malattia allo stadio terminale (in cui è stato chiaramente stabilito che non c’è speranza) si dovrebbe considerare la possibilità di chiedere di interrompere qualsiasi tecnica medica atta a prolungare la vita. In tali casi non esiste nessuna ragione scritturale per insistere su una tecnica medica che servirebbe solo a prolungare un’agonia ormai molto avanzata.

Si tratta di situazioni spesso molto difficili e possono richiedere decisioni angosciose. Come si fa, ad esempio, a sapere se una situazione non ha via d’uscita? Sebbene nessuno possa saperlo con

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 15

assoluta certezza, bisogna usare buon senso e cautela nel dare consigli. Un periodico medico dà questi consigli ai sanitari:

“Se c’è disaccordo riguardo alla diagnosi o alla prognosi o a entrambe, si dovrebbe cercare di prolungare la vita finché non si giunga a un accordo ragionevole. Tuttavia, insistere oltre ciò che è ragionevole per avere la certezza può mettere in difficoltà il medico che cerca di scegliere fra varie terapie in casi disperati. La rara notizia che un paziente con un disturbo simile è sopravvissuto non è un motivo sufficiente per accanirsi con terapie inutili. Queste possibilità statistiche trascurabili non sono più importanti del ragionevole e prevedibile esito che influirà sul tipo di terapia da adottare”.

In una situazione del genere il cristiano, paziente o parente che sia, si aspetta giustamente qualche aiuto dal medico. Questo periodico medico conclude dicendo: “In ogni caso non è giusto provvedere una gran quantità di fatti e di opzioni di carattere medico e non fornire al paziente ulteriori consigli circa le alternative in quanto al da farsi o all’astenersi dal fare qualcosa”.

Anche gli anziani cristiani locali, essendo ministri maturi, possono rendersi molto utili. È ovvio che in una situazione così delicata l’onere di prendere una decisione equilibrata ricade sul paziente e sui familiari stretti.

Infine, riflettete su questi punti. I cristiani desiderano moltissimo restare in vita per poter servire Dio. Si rendono conto, però, che nel sistema attuale moriamo tutti; in questo senso siamo tutti affetti da una malattia terminale. Solo per mezzo del sangue riscattatore di Gesù Cristo possiamo avere la speranza di capovolgere questa situazione. — Efesini 1:7.

Se un nostro caro muore, per quanto ne siamo addolorati, non dobbiamo tormentarci e rattristarci “come fanno anche gli altri che non hanno speranza”. (1 Tessalonicesi 4:13) Possiamo invece trarre conforto dal pensiero che abbiamo fatto tutto ciò che era ragionevolmente possibile per il nostro familiare malato e che qualsiasi assistenza medica gli sia stata prestata gli ha dato al massimo un aiuto temporaneo. Abbiamo tuttavia la rallegrante promessa di Colui che ci libererà da tutti questi problemi allorché l’‘ultimo nemico, la morte, sarà ridotto a nulla’. — 1 Corinti 15:26.

Sì, in ultima analisi il migliore aiuto per chi sta morendo verrà dall’Iddio che diede la vita alle prime creature umane e che promette la risurrezione a coloro che esercitano fede in lui e in suo Figlio, Gesù Cristo. — Giovanni 3:16; 5:28, 29.

[Nota in calce]

Per ulteriori commenti sull’eutanasia, vedi Svegliatevi! del 22 agosto 1978, pagine 4-7, e del 22 settembre 1974, pagine 27-29.

(a) Non voglio che la mia vita venga prolungata qualora, dal punto di vista medico, ci sia la

ragionevole certezza che le mie condizioni sono senza speranza.

(b) Voglio che la mia vita venga prolungata il più possibile nei limiti delle norme mediche

generalmente accettate, anche se questo significherà che potrei essere tenuto in vita per anni

mediante l’impiego di macchine.

• Al punto 6 scrivete in stampatello in modo chiaro, oppure a macchina, ogni altra vostra

posizione in merito a frazioni, procedure, terapie in corso, allergie e problemi di salute.

• Al punto 10, per quanto riguarda la designazione dell’amministratore di sostegno, compilate gli

spazi appositi scrivendo in stampatello in modo chiaro oppure a macchina. Dovrebbe essere

una persona della quale vi fidate, a cui avete spiegato i vostri valori e le vostre convinzioni e le

abbia comprese.

• Tutte le firme dovranno essere apposte in maniera leggibile.

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Istruzioni per la compilazione delle Direttive anticipate Pagina 16

• Il documento Direttive anticipate va compilato con cura a casa e quindi sottoscritto

contestualmente dal dichiarante, dai testimoni e dall’amministratore di sostegno che avrete

designato. Per una maggiore tutela legale, nessuno dei sottoscriventi dovrà apporre la propria

firma in un secondo momento.

• Prima di piegare il documento debitamente compilato, fotocopiatelo su fogli A4 assicurandovi

che sia centrato. Fatene una fotocopia per l’amministratore di sostegno che avrete designato,

per il vostro archivio personale, per il vostro medico, per i familiari e per gli amici. Visto che

questo documento sostituirà la Dichiarazione di volontà, vi suggeriamo di farne alcune copie

di buona qualità in più in modo da poterle utilizzare in occasione di un eventuale ricovero

programmato. A questo punto potrete piegare l’originale e portarlo sempre con voi e magari

metterlo nel portadocumenti o nel portafoglio.

• Al momento di un eventuale ricovero ospedaliero per un intervento di routine o per una

indagine diagnostica invasiva, su una delle fotocopie delle Direttive anticipate, che avete fatto

in più e conservato nel vostro archivio, in fondo al documento, pur non essendo legalmente

indispensabile, potrete aggiungere a mano la seguente frase: “Confermo la volontà contenuta

nel presente documento”. Poi scriverete la data in cui avete fatto l’aggiunta e apporrete la

firma leggibile. A questo punto consegnerete tale fotocopia ai medici curanti perche la

includano nella vostra cartella clinica.

Confermo quanto ho esposto

in questo documento.

Data _____________

Firma _________________

da-br revisione ottobre 2011