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Si chiude una porta si apre un portale INNOVAZIONE Va’, operaio del pensiero FISCO Modello 730: le novità 2016 N. 4 APRILE 2016 LA RIVISTA DI MANAGERITALIA MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50) FISCO Modello 730: le novità 2016 w w w . m a n a g e r i t a l i a . i t w w w . m a n a g e r i t a l i a . i t INNOVAZIONE Va’, operaio del pensiero Si chiude una porta si apre un portale

DIRIGENTE - Aprile 2016

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La rivista di Manageritalia

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Si chiude una porta si apre un portale

INNOVAZIONE

Va’, operaiodel pensiero

FISCO

Modello 730:le novità 2016

N. 4 APRILE 2016

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)

FISCO

Modello 730:le novità 2016

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eritalia.it

INNOVAZIONE

Va’, operaio del pensiero

Si chiude una porta si apre un portale

LUGLIO/AGOSTO 20152

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O D O N TO B Id e n t a l c l i n i c

ODONTOBI è una clinica dentistica con una storia trentennale di competenza ed innovazione.

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I nostri servizi:

Sedazione CoscienteTAC Dentale Cone Beam 3D Faccette Estetiche

Struttura a convenzione diretta con tutti gli associati FASDAC Nord Italia

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GENNAIO/FEBBRAIO 2015 3

Editorialea cura del presidente Manageritalia

3APRILE 2016

DALLE ASSEMBLEE LA SPINTA VERSO IL CAMBIAMENTO

Nei prossimi due mesi, insieme ai componenti

della giunta federale, attraverserò l’Italia per

partecipare alle assemblee territoriali delle nostre tre-

dici associazioni. Incontrerò gli associati, chiamati a

rinnovare i consigli direttivi che poi andranno a com-

porre la nuova Assemblea di Manageritalia. A giu-

gno, poi, verrà eletta la squadra che dovrà prendersi

in carico la governance e i destini della nostra Federa-

zione. Abbiamo attraversato anni di turbolenze che

hanno messo a dura prova la sostenibilità economico-

sociale del nostro Paese. Non possiamo dire di esserne

usciti, ma alcuni dati positivi sui dirigenti rientrati nel

nostro contratto ci fanno ben sperare.

Parlando dei soli dirigenti in attività del nostro

settore, in Italia ad oggi, sono 22.032 (+1,4% nell’ul-

timo anno). Negli ultimi due anni abbiamo quasi del

tutto recuperato il lieve calo dovuto agli anni della

crisi. Ma questi numeri non sono, purtroppo per il

Paese, un indice assoluto di ripresa.

Ancora oggi le prospettive sono circondate da incer-

tezza e non sono rassicuranti, non solo per lo scena-

rio interno ma anche per quello europeo e inter-

nazionale.

Il cambiamento va pensato, espresso con

idee, saperi e progetti, sviluppando la più

ampia condivisione e partecipazione del-

la collettività in modo da renderlo vita-

le, efficace e, non da ultimo, sostenibile

nel tempo. Per questo serve una guida che

costruisca una visione su un lungo perio-

do, soprattutto sui grandi temi sociali ed

economici.

Anche Manageritalia poteva, e po-

trebbe, uscirne con le “ossa rotte”

se non si continuasse a innovare il

nostro modello di rappresentanza.

La capacità di analisi del contesto, che rappresenta

uno dei nostri tratti distintivi, ci ha consentito per

tempo di comprendere che occorreva ripensare alle

dimensioni e agli scopi associativi per evolvere la

nostra visione verso una rappresentanza più evoluta

e moderna. Con il Congresso del 2011 ci siamo dota-

ti degli strumenti per guardare oltre le emergenze

contingenti e abbiamo “alzato lo sguardo” verso

l’orizzonte.

Abbiamo sperimentato modalità innovative per al-

largare la partecipazione e la condivisione. Siamo ri-

usciti a riflettere sulla necessità di coniugare, non

solo in una logica rivendicativa, la difesa dei nostri

pur legittimi interessi con quelli più ampi della col-

lettività e con l’ambizione di metterci al servizio del

Paese come interlocutori di impatto e rilevanza.

I tre temi congressuali – Rappresentanza e politica,

Lavoro e welfare, Sostenibilità e crescita – hanno

rappresentato le tre macro direttrici che hanno orien-

tato tutta la nostra azione associativa di questi quat-

tro anni. Non è mia intenzione elencarvi le cose fatte

dalla Federazione in questo quadriennio, ma per

uscire da un posizionamento per lo più fondato da

logiche rivendicative, in questi ultimi anni abbiamo

lavorato intensamente per ampliare tutte le dimen-

sioni dell’attività associativa.

È nel loro solco che è stato costruito un Piano opera-

tivo nazionale coniugato e realizzato anche a livello

territoriale, che ha impegnato, anche qui, oltre mille

colleghi e che ha portato poi al Congresso 2015. Un

Congresso che ci lascia in eredità le linee guida e le

priorità di 10 aree di lavoro sulle quali continueremo

a costruire il futuro di Manageritalia.

Guido Carella

([email protected])

GENNAIO/FEBBRAIO 20164

Le statistiche uf ciali sulle vacanze in Italia provengono di varie fonti informative, prime delle quali le rilevazioni Istat. I dati relativi al periodo di vacanze estive 2015 ha evidenziato una netta preferenza per le località marine rispetto alle altre. Mentre si mantengono stabili le presenze turistiche nelle isole e al centro-nord, si è rilevato un incremento in quelle del Sud, in particolare sulla costa tirrenica. Tra i motivi della scelta, oltre alla dolcezza del clima e al limitato affollamento, risulta essere stato il conveniente rapporto qualità-prezzo. In base alle risposte date dagli intervistati appartenenti alle classi sociali più alte, tra le località marine preferite la novità dell’anno è risultata essere Tropea, detta “La perla della Calabria” per la bellezza delle spiagge, il clima e la suggestione del paesaggio marino con lo Stromboli e le isole Eolie.

Un delizioso resortMolti dirigenti con famiglia hanno citato un villaggio veramente particolare, accanto a Tropea, immerso in un giardino botanico lussureggiante.

Si chiama La Pizzuta (www.lapizzuta.it) e offre quanto di meglio si può chiedere a una vacanza di mare: confortevole soggiorno, panorama stupendo, spiaggia privata, ristorazione eccellente, animazione diurna e serale, grande piscina e, in ne, molto importante, l’ascensore per la discesa in spiaggia.

L’area centrale del resort contiene terrazza-ritrovo, ristorante, bar, spazio teatro, area sport (bocce, volley, ping-pong e calcetto) e sala riservata per giocare a carte.

Rapporto qualità-prezzoSoprattutto in questi tempi di attenzione ai costi, spicca l’ottimo livello delle quotazioni: da soli€. 490,00 per una settimana di soggiorno e trattamento speciale di pensione completa, il che ne fa un resort ideale per famiglie.

Il villaggio rimane aperto da ne maggio agli inizi di ottobre.Per info e prenotazioni è attiva la Segreteria di Milano, in Corso Venezia 8 - Tel. 02 798493 Mail: [email protected]

Al resort La Pizzuta si può giungere in aereo (Lamezia Terme), in treno (Tropea) o in auto (uscita

Autosole di Pizzo Calabro).

Vacanze d’incanto sul mare di Tropea

Senza titolo-1 1 26/02/16 10.44

Sommario

Fondo di previdenza Mario Negri

Associazione Antonio Pastore

CFMT Centro di formazionemanagement del terziario

Fondo assistenza sanitaria dirigenti aziende commerciali

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

5APRILE 2016

Management36 Un coach in azienda

44 Conflitti creativi

Produttività & Benessere40 Lavoro: lo stiamo

cambiando

RUBRICHE

30 Osservatorio legislativo

52 Di buon grado

53 Arte

54 Libri

55 Letture per manager

56 Lettere

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA Federazione nazionale dei dirigenti, quadri e professional del commercio, trasporti, turismo, servizi, terziario avanzato

Si chiude una porta si apre un portale

INNOVAZIONE

Va’, operaiodel pensiero

FISCO

Modello 730:le novità 2016

N. 4 APRILE 2016

LA RIVISTA DI MANAGERITALIA

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL TERZIARIO Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale - Decreto Legge 353/03 (convertito in Legge 27/2/04, n. 46) art.1, comma 1 - DCB/MI - 2,20 (abbonamento annuo 16,50)

FISCO

Modello 730:le novità 2016

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eritalia.it

INNOVAZIONE

Va’, operaio del pensiero

Si chiude una porta si apre un portale

57

Copertina 6 www.manageritalia.it

Innovazione12 Va’, operaio del pensiero

49 Nuovi modelli di business per sopravvivere

Fisco18 Modello 730:

le novità 2016

Sociale26 Le competenze

dei manager per le città di domani

Lavoro32 Freelance generation

InfoMANAGER

Manageritalia 67 Lavoro Disoccupazione:

l’indennità Naspi 2016

72 Dimissioni e risoluzioni consensuali

75 Executive Professional Traguardi e obiettivi

futuri

77 AskMit risponde Tasse? Ti aiutano

gli esperti

78 Assistenza fiscale 50&Più Caaf torna in associazione

Cfmt79 Internazionalizzazione

delle imprese

Assidir80 La polizza di capitale

differitoè online su

Scarica l’APP dal tuo dispositivo. Ogni mese potrai leggere, commentare e con-dividere gli articoli che più ti interessano.

Copertina

APRILE 20166

ECCOCI, ABBIAMO TAGLIATO IL NASTRO del nuovo

portale di Manageritalia. Forse sei già entrato, visto che in

pochi giorni abbiamo ricevuto oltre 24.567 utenti e 119.540

visualizzazioni uniche.

Perché un nuovo portale? Per creare un luogo sempre più capace di

sviluppare uno scambio di informazioni, idee, opinioni e contribuire

tutti insieme a capire e affrontare meglio il mondo che ci circonda e

cambia vertiginosamente. Un’evoluzione di quanto avvenuto fino ad

oggi sul sito, sui tre blog (Crisi & Sviluppo, Pensioni e Donne) e sulla

rivista Dirigente. Ora tutto questo lo ritroverai qui. Per farlo ancor più

sinergicamente, condividerlo con tanti all’esterno sui social e in altri

porti dell’informazione online e offline.

Per creare una vera community dei manager dove condividere e

moltiplicare il valore di ognuno di noi, coinvolgere e contaminare

tanti altri protagonisti di economia, istituzioni e società. Per comu-

nicare meglio con tutti voi, sviluppare un vero network capace di

produrre valore, scambiarlo e metterlo a disposizione di tutti.

È online dal 22 marzo il nuovo portale di Manageritalia: tante innovazioni per avere in modo sinergico notizie sul mondo che cambia, informazione sull’Associazione, la sua offerta e i suoi servizi

WWW.MANAGERITALIA.IT

7APRILE 2016

WWW.MANAGERITALIA.IT

Copertina

APRILE 20168

Per valorizzare i manager e ren-

dere vivo e tangibile il loro ruolo

e il loro contributo per il Paese.

Informati, sempre La nuova strategia editoriale punta

sull’informazione, che trovi in pri-

mo piano quando atterri sul porta-

le. Lo sguardo alle voci di menù

non lascia dubbi. Parliamo di Eco-

nomia, Lavoro, Management, Pre-

videnza, Attualità e Servizi. Di

quei servizi che offriamo, perché

chi è associato possa fruirne al me-

glio, e chi non lo è possa valutarli

o, non rientrando nei nostri target

associativi, possa comunque trarre

informazioni utili per sé su lavoro,

sviluppo professionale, sanità, pre-

videnza e altro ancora.

Anche tu puoi costruire ogni arti-

colo, ampliarlo e diffonderlo com-

mentandolo e condividendolo sui

social network. E tutto sarà notizia:

interviste, opinioni (i post un tem-

po sui blog, alcuni articoli che an-

dranno anche sulla carta del men-

sile Dirigente), filmati e tanto altro.

Per ogni articolo hai il numero di

commenti e il tempo di lettura.

Puoi stamparlo o aggiungerlo ai

preferiti che ritroverai nella tua

area riservata. A piè pagina puoi

leggere i commenti e aggiungere i

tuoi.

Protagonista sei tu, quotidiana-

mente sul mercato, all’estero e su

fronti economici e sociali forte-

mente innovativi. Per guardare

ciò che è più lontano, che cambia

COME?

Puoi scegliere di farlo con il tuo account

personale di Facebook o di Twitter oppu-

re registrandoti a Disqus.com la piattafor-

ma più utilizzata e sicura per commentare

sul web.

IL TUO CONTRIBUTO È IMPORTANTE!

Condividi sui social e partecipa alla discussione con il tuo commento

9APRILE 2016

di più, e lavorare insieme per af-

frontarlo e non subirlo. Perché

siamo un sindacato moderno,

un’Associazione professionale

consapevole che da soli non si va

da nessuna parte.

ManageritaliaLa sezione corporate informa

sull’attività e sui servizi che offria-

mo, cosa che vogliamo fare sem-

pre meglio. Perché questa è la no-

stra mission che perseguiamo non

solo valorizzandoti all’esterno,

ma prima di tutto supportandoti

con rappresentanza e servizi di

qualità.

Trovi le tre sezioni dedicate ai tar-

get dirigenti, quadri ed executive

professional. Un modo agile per

capire come vivere l’Associazione,

ciò che offrono il contratto e i suoi

Fondi e gli ulteriori servizi per la

vita professionale e personale in

ambito contrattuale, legale e fiscale,

sanitario, previdenziale, assicura-

zione e rischi, ricollocazione, for-

mazione e carriera. Alla voce card

e convenzioni altri vantaggi valo-

riali e pratici della tua membership.

Area associatiAccedendo all’area riservata My

Manageritalia (con user id e pass-

word) puoi fruire direttamente di

alcuni servizi legati al contratto,

alla professione e al tempo libero:

molti di questi erano già presenti,

altri sono delle novità.

Partiamo da My Manageritalia,

un cruscotto che ti consente oggi

di gestire anche gli Interessi dove

scegli gli argomenti di tuo gradi-

mento, gli Articoli preferiti che

hai aggiunto e gli Articoli scelti

per te, quelli che ti segnaleremo

sulla base dei tuoi interessi.

In Comunicazioni trovi notizie

utili e personalizzate sulla base

del tuo profilo.

Per quanto riguarda i servizi sono

presenti i Servizi Fasdac (per i di-

rigenti), dove visualizzare lo stato

delle pratiche di rimborso indiret-

te, controllare o modificare l’iban

utile per il rimborso, consultare le

Convenzioni sanitarie e cercare

gli enti e/o i medici in convenzio-

ne diretta con il Fasdac. In Servizi

professionali puoi richiedere un

check-up retributivo, inserire e/o

modificare il tuo profilo nella Ban-

ca dati Manager & Mercato del

lavoro, valutare le condizioni pri-

vilegiate per fruire dell’outplace-

ment. Del tutto nuovo invece Ser-

vizi assicurativi, l’offerta di Assi-

dir personalizzata.

In Convenzioni commerciali So-

loxte puoi accedere al network

commerciale dei manager italiani

(iniziativa di Federmanager e

Manageritalia) fruibile in un sito

dedicato.

Copertina

APRILE 201610

Dati personali è la sezione dove

puoi controllare, inserire e/o mo-

dificare alcuni dati anagrafico-

professionali (recapiti email e

postali, ruolo in azienda ecc.) che

ci permettono di raggiungerti in

modo sempre più puntuale.

Quindi, utilizza l’area riservata e i

suoi servizi, aggiorna sempre i

tuoi dati e profilati sulla base dei

tuoi interessi e preferenze. Il no-

stro servizio sarà così sempre più

su misura. Faremo questo anche

attraverso una newsletter capace

di aggiornarti e condurti sul por-

tale in modo mirato secondo le tue

esigenze, per cogliere le informa-

zioni e i servizi da non perdere.

Area follower portaleDallo stesso punto di accesso all’a-

rea riservata è presente l’opzione

Area follower portale. Questa se-

zione non interessa gli associati,

ma tutti coloro che pur non poten-

dosi associare trovano interesse nel

portale e nella nostra community e

vogliono seguirci e partecipare.

Inserendo minimi dati saranno

sempre informati attraverso una

newsletter e potranno salvare gli

articoli. Quindi, puoi invitare col-

leghi, familiari e amici a seguirci,

forti del fatto che troveranno un

porto pieno di valore che anche tu

contribuisci a creare. Allora, tutti a

bordo e buon viaggio!

UTILIZZA MY MANAGERITALIA  Scegli i tuoi interessi  Fruisci dei servizi a te dedicati  Aggiorna i tuoi dati  Tieni d’occhio le comunicazioni

11APRILE 2016

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Innovazione

APRILE 201612

COMPUTER cognitivi che pre-

tendono dagli operai un poten-

ziamento delle prestazioni in-

tellettuali e un

superamento del-

le barriere fra per-

sone e oggetti. Imprese gestite da

macchine intelligenti che in piena autonomia sbrigano

lavori complessi. Uomini che in piena solitudine perdono

i loro (ex) lavori complessi.

Questa e tante altre cose è la get-

tonatissima industry 4.0. Tal-

mente gettonata che all’ultimo

World Economic Forum a Davos “La quar-

ta rivoluzione industriale” la faceva da pa-

drone, almeno in agenda come “main to-

pic” da discutere. Discutere di cosa? Intanto delle implicazioni

già previste, tra le quali la perdita di milioni e milioni di posti di

lavoro da qui al 2020 e un ulteriore aumento delle disuguaglian-

ze. E poi il fatto che questa rivoluzione, a differenza delle altre

(precedenti), è più veloce, esponenziale, pervasiva, insomma non

lascia fuori nulla e nessuno. D’accordo: ma di quale rivoluzione

stiamo parlando? Non so se ci avete fatto caso (se leggete abitual-

mente il Dirigibile sì), ma questa è la prima (presunta) rivoluzione

industriale “ordinata” perentoriamente e burocraticamente dall’al-

to, ovvero per un atto affermativo del governo tedesco e delle rela-

tive associazioni industriali. Le precedenti (e vere) rivoluzioni indu-

striali, la uno, la due e la tre, sono state nominate in modo sociolo-

gicamente ed economicamente corretto: a posteriori, dopo che la

loro essenza e il loro impatto erano per tutti visibili. E allora? Allora

bisogna fare un po’ di ordine per focalizzarsi sulla vera rivoluzione

Il nuovo mondo digitale non può essere gestito da cervelli a vapore...Sei tu la nuova rivoluzione industriale

Thomas Bialas

VA’, OPERAIO DEL PENSIERO

13APRILE 2016

ammuffito. Quello che ci attende

in futuro non ha più niente a che

fare con diligenza e routine – ter-

mini cardine dell’industria – la

standardizzazione perde di signi-

ficato. Chi vuole avere una fab-

brica intelligente in grado di

adattarsi rapidamente alle mute-

voli esigenze deve pensare in mo-

non esiste più? Parlare di fabbrica

4.0 è come parlare di fordismo 4.0

con le sue belle catene di montag-

gio ora intelligenti o artificiali.

in corso. Perché parlare ancora

per l’ennesima volta di rivoluzio-

ne industriale è fuorviante e ci

porta lontano dal vero cambia-

mento in atto.

Vecchie fisse……industriali. Un’intera economia

e società è stata plasmata secondo

La quarta rivoluzione industriale, a differenza delle precedenti, è più

veloce, esponenziale, pervasiva, insomma

non lascia fuori nulla e nessuno

do diverso

da quello che

ha imparato

nell’era del- la produzione di

massa. Questo vale per tutti: per-

sonale, organizzazione, ricerca,

sviluppo e il ruolo dei clienti e

partner per l’innovazione. Di

quale industria stiamo parlando

allora? La nozione di industry 4.0

ci porta su una strada sbagliata. Se

fossimo veramente preparati a

quello che sta per accadere, allora

le teorie e pratiche della produzio-

ne di massa e dei costi marginali.

Ora, di fronte alla rivoluzione di-

gitale e a quella dell’intelligenza

artificiale, si risponde con un de-

siderio di continuità “industria-

le”, quasi a voler salvaguardare

una Weltanschauung capitalistica

durata per secoli. Grave errore,

perché non possiamo più aspet-

tarci di abbinare la parola rivolu-

zione a un termine (industria)

dovremmo chiamare questa “co-

sa” 1.0 (un nuovo inizio) e non 4.0.

Nuovi iniziSpaparanzato sul divano di casa,

il giovane operaio digitale produ-

ce con la propria stampante 4D

protesi adattive per gli ospedali di

mezzo mondo. Allora che senso

ha parlare di fabbrica

se la fabbrica

APRILE 201614

Innovazione

gorie primario, secondario e ter-

ziario. Sì, perché il nuovo mondo

digitale non può essere gestito da

cervelli a vapore.

Nuove produzioniLe macchine comunicano fra loro e

ogni singola unità sa sempre cosa

fare per fare prodotti a minori costi

e maggiori personalizzazioni.

Nuovi centriLa fabbrica digitale renderà obso-

leta l’idea delle grandi fabbriche

centralizzate. Decentralizzare si-

gnifica produrre localmente qual-

siasi cosa, anche un’auto.

A CHE GIOCO GIOCHIAMO?

1800. Il turco, l’inquietante automa del barone von Kempelen, batte, durante una trionfale tournée nelle capitali d’Europa e in Russia, tutti gli avversari, compresi i migliori scacchisti dell’epoca e regnanti quali Napoleone e Federico II di Prussia. Una presunta in-telligenza artificiale ante litteram che in realtà era solo una truffa ben congegnata (un uomo di piccola statura azionava dall’interno le mosse meccaniche).

2016. Il maestro sud-coreano Lee Se-Dol campione di Go (il mille-nario gioco da tavola cinese) sconfitto dal computer di Google, dotato, così narra la stampa, di intelligenza artificiale capace di pensieri intuitivi. Sembra un salto di qualità. Ora si fa sul serio. Ma qualcuno dubita che sia in gioco vera intelligenza intuitiva. Provi con il poker e la sottile arte del bluff, difficile da decifrare e inter-pretare, gridano alcuni filosofi tecnoscettici fra cui Roberto Casati che in una recente intervista in Germania, senza tanti giri di parole, ha affermato che «la loro stupidità è la loro vera forza». Sembra che ci sia molta confusione fra intelligenza e simulazione dell’intelligenza. Fra capacità adattiva e capacità creativa. Fra ma-neggiare dati e maneggiare pensieri. Fra motivazione e cognizione. Certo, un programma può comporre mu-sica alla Bach ma è pura imitazione non invenzione. Lo stesso discorso vale per l’apprendimento delle macchi-ne, che è solo dinamico. Delegheremo un sacco di decisioni future a macchine prive di consapevolezza e la cosa peggiore è che non siamo consapevoli di questo. Il rischio è che gli umani “stupidi” prendono ordini da macchine altrettanto “stupide” spacciate per intelligenti. Un gioco assai pericoloso. E se un giorno diventasse-ro davvero intelligenti il gioco sarebbe ancora più pericoloso.

Chi vuole avere una fabbrica intelligente in grado di adattarsi rapidamente alle mutevoli esigenze deve pensare in modo diverso da quello che ha imparato nell’era della produzione di massa

nologica “fabbrica digitale” della

Siemens ad Amberg (Germania).

Abbiamo bisogno di abbandonare

questo termine che vincola la no-

stra immaginazione e ci inchioda

a processi e procedure obsolete.

Non è un’esagerazione semantica.

“Le parole” come diceva Nanni

Moretti nel film Palombella Rossa

“sono importanti”. Con Future

Management Tools (vedi box) ci

abbiamo provato creando un neo-

logismo che si focalizza simbolica-

mente sulla vera rivoluzione: min-

dustry (mente + industria), un

nuovo mindset per ripensare il

futuro dell’impresa oltre le cate-

Non ha senso. O meglio: fabbrica

non è più la parola adatta per rac-

contare la trasformazione in atto,

anche se assomiglia alla super tec-

15APRILE 2016

Nuovi serviziDa fabbrica di prodotti a fabbrica

di servizi: a dare il ritmo alle rego-

le del business industriale saranno

sempre più i software-player ri-

spetto agli hardware-player.

Nuove mentiDare ordini al computer o pren-

dere ordini dal computer? Chi

è la vera mente dell’impresa del

futuro. La loro o la nostra? Una co-

sa è sicura: dobbiamo passare dal

body-building al brain-building.

Nuovi operaiNella fabbrica-laboratorio l’opera-

io laborioso è superfluo. Servono

operai specializzati in dati, operai

informatici o digitali, operai inge-

gnosi e ingegneristici e sì, anche

operai filosofi che dominano la

complessità.

Nuovi sindacatiArriva il “sindacanalista”. Il futuro

sindacalista analitico rappresenta i

futuri operai del pensiero. Non

sbraita, non grida, non minaccia e

non protesta, ma indaga, esamina,

collabora e propone. Spesso nuove

strade non prive di attriti.

Nuovi welfareLa conoscenza genera automazio-

ne. Non è questo il male. Il male è

l’assenza di un new deal per il wel-

fare. Se ieri il diktat era “lavoro per

tutti” domani sarà “dividendo per

tutti”. Una sorta di reddito di azio-

nariato tecnologico diffuso.

Nuovi managerSelf-driven car uguale a self-driven

business? Dirigere a ritmo di algo-

ritmo un’orchestra composta da

macchine potrebbe diventare la

norma per il nuovo leader che ge-

stisce risorse artificiali e ne risolve

i dilemmi etici.

La sedicesima giornata del ciclo fmt.day è dedicata alla prossima rivoluzione indu-striale. Fabbriche diffuse e flessibili. Bulloni che dialogano con altri bulloni.Operai specializzati in dati. Manager che gestiscono la catena di pensiero. Robot collaborativi che lavorano a stretto contatto con gli umani. Lavoratori che mano-vrano internet con la sola forza del pensiero. Artigiani digitali che da casa mandano avanti la baracca (la fabbrica). No, non è industry 4.0 ma mindustry 1.0. Un inizio. Un nuovo mindset per ripensare il futuro dell’impresa oltre le categorie primario secondario e terziario. Decentralizzata, intelligente, cognitiva, adattiva, predittiva e innovativa. Mindustry è la punta di diamante della futura economia della cono-scenza. Un luogo dove industriarsi a cambiare. Parteciperà alla giornata un parter-re di manager, giornalisti, imprese fra cui, come guest speaker, Luciano Floridi dell’Università di Oxford, uno dei massimi esperti a livello mondiale della cosiddet-ta Philosophy of computing and information. L’evento, riservato ai dirigenti associati, è l’undicesimo fmt.day, nuovo format del Future Management Tools – piattaforma promossa da Cfmt per distillare e antici-pare il futuro che ci attende – che esplora tematiche di frontiera in un contesto informale e collaborativo.

Per info e iscrizioni: www.cfmt.itAnna Scirea - [email protected] - 02.5406311

MAI GESTITO OPERAI

DEL PENSIERO?

M I N D U S T R Y

LA FABBRICA DEL FUTURO

È TUTTA MENTE E NIENTE BRACCIA.

IL TERZIARIO AVANZA.

Milano5 maggio 2016ore 9.30 - 12.30BASE - Ex Ansaldo

via Bergognone 34

Nuovi imprenditoriServono nuovi imprenditori che

grazie a uno stormo di cervelli ri-

scrivono, nei fatti, il futuro della

vera industria intelligente che fon-

de terziario con secondario e pri-

mario in un nuovo ibrido onnicom-

prensivo.

APRILE 201616

Innovazione

ce il suggestivo tema della collabo-

razione 4.0. Lavorare in team con

bulloni e sensori intelligenti. Di-

scutere di decisioni da prendere

con siti cognitivi e robot adattivi.

Nuove coseL’oggetto diventa soggetto.

Capace se non proprio d’inten-

dere e volere almeno di comuni-

care. Nei prossimi quattro anni la

popolazione di Internet of things

supererà di gran lunga la popo-

lazione umana. 50 miliardi di di-

spositivi connessi in rete entro il

2020.

Nuovi rischiDopo l’automazione della forza

arriva l’automazione del pensiero.

Non è l’unico rischio. I rischi sono

tanti e vanno in ogni direzione per-

ché l’intera economia, proprio per-

ché digitale, è in procinto di entrare

nella sfera dell’indifendibilità.

Nuove universitàSe tutto è così nuovo perché allora

l’università è ancora così vecchia?

Il tema non è più essere qualificati

per un lavoro, ma avere le qualità

flessibili per i molti lavori e ruoli

che saremmo costretti a cambiare

almeno 40 volte nella nostra vita, in

fabbrica o altrove.

Nuovi incrociIn un contesto di tale complessità

e ambiguità la collaborazione in-

crociata diventa inevitabile strate-

gia di sopravvivenza. Oggi si so-

pravvive solo con innovazioni che

nascono in un contesto di cross

industry innovation.

Vecchia moraleChe mente la fabbrica intelligente.

Pronta a prendere le più ardue de-

cisioni. E se mentisse e ci prendesse

per il naso? E se avesse ragione

l’informatico tedesco Joseph Wei-

zenbaum, che nel lontano 1976 af-

fermò di non fidarsi?

Da fabbrica di prodotti a fabbrica di servizi: a dare il ritmo alle regole del business industriale saranno sempre più i software-player rispetto agli hardware-player

Nuove mansioniSe l’applicazione web jEugene ana-

lizza automaticamente contratti e

documenti legali per rilevare erro-

ri a cosa servono, ancora, i giovani

avvocati? L’uomo deve inventarsi

altro per giustificare la propria pre-

senza nel mondo del lavoro.

Nuovi robotMolti robot magazzinieri se la pas-

sano meglio di quelli in carne e

ossa, anzi, sono gli umani a riceve-

re ora un trattamento disumano,

da macchine di terza categoria. È

questo il nostro futuro?

Nuove fusioniSentire dentro di sé il computer o

la rete. Non come allucinazione ma

come possibilità. Se è vero che ab-

biamo bisogno di macchine e tec-

nologia come di amore e ossigeno

la fusione e simbiosi risulteranno

fatalmente inevitabili.

Nuove collaborazioniLa cosiddetta industry 4.0 introdu-

Ti è piaciuto l’articolo? Se sei curioso e vuoi saperne

di più leggi la versione integrale sul portale

di Manageritalia http://bit.ly/dir7-4-16

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Fisco

APRILE 201618

Cosa cambia quest’anno sul fronte della dichiarazione dei redditi e a chi possiamo rivolgerci per non commettere errori

Romeo Melucci

PER OLTRE 20 MILIONI DI ITALIANI è arrivato il

momento di pensare alla propria dichiarazione dei

redditi. L’Italia è tra i paesi con la più elevata pressione

fiscale in assoluto (quella effettiva è superiore al 53%)

e, ad aumentarla, hanno contribuito le tasse locali, più

che raddoppiate in 10 anni: sono passate dal 2,9% del

pil al 6,5%. Su quest’ultimo punto, in attesa di avere i dati definitivi per

il 2015, basti pensare che in termini nominali il prelievo è passato dai

28,7 miliardi del 1995 ai 104,7 miliardi del 2014 e in media ogni famiglia

italiana spende 4.200 euro per tasse locali (fonte Centro Studi Confcom-

mercio). In questo scenario, la dichiarazione dei redditi può rappresen-

tare anche l’occasione per recuperare una parte delle imposte pagate, o

trattenute dal proprio sostituto d’imposta, poiché il legislatore ha pre-

visto numerose forme di agevolazioni fiscali e di detrazioni.

Nel 2015 oltre 19 milioni di persone hanno presentato il modello 730,

con il vantaggio di poter ottenere il rimborso del proprio conguaglio a

credito già a partire dal mese di luglio, per i lavoratori dipendenti, e dal

mese di agosto per i pensionati.

Modello 730 precompilato ancora in fase sperimentale?Il 2015 è stato anche il primo anno in cui l’Agenzia delle entrate ha

messo a disposizione sul proprio sito internet il modello 730 precompi-

lato, ma le criticità rilevate dagli organi di stampa e dagli addetti ai

lavori hanno evidenziato che la cosiddetta fase sperimentale sarà anco-

ra lunga prima di arrivare a una dichiarazione che possa definirsi

“completa”. Il problema maggiore è rappresentato dalla complessità

del nostro sistema tributario: da un lato prevede sanzioni elevate in

caso di errori, dall’altro costringe il contribuente a districarsi tra innu-

merevoli norme e disposizioni per poter ottenere i benefici fiscali a cui

ha diritto. Nel solo quadro degli oneri detraibili e deducibili è possibile

MODELLO 730:LE NOVITÀ 2016

19APRILE 2016

Nel 2015 l’Agenzia delle entrate ha messo a

disposizione il modello 730 precompilato, ma la fase

sperimentale sarà ancora lunga prima di arrivare a

una dichiarazione che possa definirsi “completa”

inserire oltre 70 tipologie diverse

di detrazioni e spese, per ognuna

delle quali sono previste innume-

revoli condizioni da verificare, a

cui si aggiungono poi i benefici

per gli eventuali crediti d’imposta

che, se spettanti, possono essere

facilmente persi nel caso in cui

non vengano correttamente ripor-

tati nella dichiarazione. I dati del-

lo scorso anno riflettono perfetta-

mente questo scenario. Su oltre 19

milioni di modelli 730 presentati

nel 2015 all’Agenzia delle entrate

ben 17,6 milioni di contribuenti si

sono rivolti ai Caf che hanno ela-

borato e trasmesso la quasi totalità

delle dichiarazioni con una per-

centuale stimata tra il 91 e il 93%

(fonte Consulta nazionale dei

Caf). Anche quest’anno il modello

730 precompilato elaborato

dall’Agenzia delle entrate non sa-

rà inviato a casa dei contribuenti

ma sarà messo a disposizione in

un’area riservata del sito www.

agenziaentrate.gov.it e per acce-

dervi sarà necessario richiedere pin

e password rilasciati in due tempi

diversi (è possibile utilizzare, in al-

ternativa, anche le credenziali di-

spositive trasmesse dall’Inps o la

Carta nazionale dei servizi). Solo

dopo averlo consultato, ed even-

tualmente modificato o integrato, il

contribuente potrà trasmettere la

propria dichiarazione sul sito

dell’Agenzia delle entrate entro la

scadenza del prossimo 7 luglio.

I principali elementi presenti nel precompilatoTra i principali elementi presenti

nel 730 precompilato dall’Agen-

zia, oltre ai redditi certificati dalla

Certificazione unica e ai dati della

dichiarazione presentata lo scorso

anno, ci saranno solo alcuni degli

oneri detraibili e deducibili che

consentono di godere delle agevo-

lazioni fiscali (spese sanitarie, in-

teressi passivi su mutui, premi per

assicurazioni, contributi previ-

denziali e per previdenza comple-

mentare, spese universitarie e spe-

se funebri).

Fisco

APRILE 201620

Tra le novità le spese sanitarie, ma sarà incompletoLa presenza delle spese sanitarie

è la grande novità di quest’anno,

ma è necessario tenere presente

che questo dato molto difficil-

mente sarà definitivo (vedi ap-

profondimento a pagina 23). Di-

verse spese mediche, infatti, non

saranno presenti in quanto molte

categorie sono escluse dall’obbli-

go di comunicazione dei dati (ad

esempio le parafarmacie, le

aziende e le società non accredi-

tate per l’erogazione dei servizi

sanitari, alcune categorie di me-

dici quali psicologi, fisioterapisti

ecc.). Inoltre, alcune comunica-

NOVITÀ E AGEVOLAZIONI FISCALI Detrazione del 19% delle spese per la frequenza

di scuole dell’infanzia del primo ciclo di istruzio-

ne e della scuola secondaria di secondo grado

per un importo annuo non superiore a 400 euro

per alunno. Si tratta, in sostanza, delle spese

sostenute per la frequenza della scuola materna

(dai 3 ai 5 anni), elementari, medie e superiori.

La circolare dell’Agenzia delle entrate del 2 mar-

zo 2016 n. 3/E ha precisato che sono detraibili, ad

esempio, la tassa di iscrizione, la tassa di frequen-

za, ma anche le spese per la mensa scolastica. La

detrazione è ammessa sia per le scuole pubbliche

sia per quelle private nel limite di 400 euro per

alunno;

Detrazione del 19% delle spese per la frequenza

di corsi di istruzione universitaria presso universi-

tà statali e non, in misura non superiore, per le

università non statali, a quella stabilita annual-

mente per ciascuna facoltà universitaria con de-

creto del ministero dell’Istruzione;

Prorogate le seguenti detrazioni: 50% per le spe-

se relative a interventi di recupero del patrimonio

edilizio; 50% per le spese sostenute per l’acquisto

di mobili e di grandi elettrodomestici di classe non

inferiore alla A+ (finalizzati all’arredo dell’immo-

bile oggetto di ristrutturazione); 65% per le spese

relative agli interventi finalizzati al risparmio

energetico degli edifici; 65% per gli interventi

relativi all’adozione di misure antisismiche, su

edifici ricadenti nelle zone sismiche ad alta peri-

colosità;

Detrazione del 65% per le spese sostenute per

l’acquisto e la posa in opera delle schermature

solari (tra cui rientrano, ad esempio, molte tipo-

logie di tende da sole) e di impianti di climatizza-

zione invernali dotati di generatori di calore ali-

mentati da biomasse combustibili. Per usufruire

della detrazione è necessario eseguire il bonifico

secondo le ordinarie modalità previste per le spe-

se di riqualificazione energetica e inviare la comu-

nicazione all’Enea;

Passa da 2.065 a 30.000 euro annui l’importo mas-

simo delle erogazioni liberali a favore delle onlus,

per cui è possibile fruire della detrazione del 26%;

Possibilità di destinare il 2 per mille dell’Irpef a

favore di un’associazione culturale iscritta in un

apposito elenco istituito presso la presidenza del

consiglio dei ministri;

Detrazione del 19% delle spese funebri indipen-

dentemente dall’esistenza di un vincolo di paren-

tela con i defunti, per importo non superiore a

1.550 euro per ciascuno;

Esenzione dall’Irpef delle borse di studio corrispo-

ste dalla Provincia autonoma di Bolzano per la

frequenza di corsi di perfezionamento e delle

scuole di specializzazione, per i corsi di dottorato

di ricerca, per attività di ricerca post-dottorato e

per i corsi di perfezionamento all’estero.

I due Centri Odontoiatrici sono convenzionati in forma diretta con il FASDAC e struttura di riferimento diretto FASI. Per tutto il 2016 VISITE GRATUITE di prevenzione dentale per tutti gli iscritti ed i loro famigliari. Per sottolineare più di 20 anni di efficiente ed efficace collaborazione col FASDAC e col FASI, tutti gli assistiti che usufruiranno della Prima Vista potranno ritirare un utile omaggio per la prevenzione dentale.

197x275.indd 1 14/01/16 12.58

Fisco

APRILE 201622

zioni, in riferimento alle spese

relative ai primi mesi del 2015,

potrebbero essere incomplete in

quanto il decreto del Mef, che ha

reso note le modalità di trasmis-

sione dei dati, è stato emanato il

31 luglio 2015. A questo si do-

vranno aggiungere gli inevitabili

errori generati dalla confusione

degli addetti ai lavori, visti i no-

tevoli dubbi interpretativi sui

soggetti obbligati a comunicare i

dati all’Agenzia e su quali infor-

mazioni dovessero essere tra-

smesse (gli ultimi chiarimenti

sono arrivati con le faq pubblicate

alla fine di gennaio scorso).

EdiliziaNel 730 precompilato saranno in-

seriti anche i bonifici effettuati

nel 2015 per spese di ristruttura-

zione, di riqualificazione energe-

tica e per l’acquisto di mobili e

arredi per immobili ristrutturati

ma, contrariamente a quanto an-

ticipato inizialmente, non saran-

no inseriti nel quadro E del 730

precompilato, ma solo nel separa-

to prospetto aggiuntivo. In questi

casi il contribuente dovrà prima

verificarne la correttezza, oltre la

presenza degli altri documenti

necessari alla detrazione, e solo

dopo potrà inserirle nel proprio

730, con la conseguenza che sarà

passibile di eventuali verifiche e

controlli, anche se gli importi ori-

ginariamente presenti non saran-

no stati modificati.

Modifiche e integrazioni In questo scenario appare quindi

inevitabile che i contribuenti che

vorranno cimentarsi con il 730

precompilato saranno costretti a

intervenire per modificarlo (ad

esempio inserendo ulteriori spe-

se mediche) oppure integrarlo

(ad esempio con le spese di ri-

strutturazione sostenute nel 2015

o con altre spese non incluse qua-

li quelle per istruzione, asilo ni-

do, erogazioni liberali ecc.).

Cosa succede in caso di incoerenze?La diretta conseguenza è che il be-

neficio dall’esonero dei controlli

sugli oneri e spese presenti nel 730

precompilato sarà inevitabilmente

perduto e il dichiarante sarà passi-

bile di verifiche e controlli sulla

totalità dei dati presenti nella pro-

pria dichiarazione (inclusi quelli

non modificati). In quest’ultimo

caso, a seguito delle modifiche in-

trodotte dalla legge 208 del

28/12/2015, se il conguaglio a cre-

dito è superiore a 4.000 euro, op-

pure, indipendentemente dall’im-

porto, la dichiarazione presenta

“elementi di incoerenza” rispetto

ai criteri prefissati dall’Agenzia, il

rimborso non sarà effettuato dal

proprio datore di lavoro o ente

pensionistico ma direttamente

dall’Agenzia delle entrate. Il rim-

borso avverrà non prima del mese

di ottobre/novembre, previo esito

positivo dei controlli preventivi.

Se ad esempio un contribuente

che presenta la propria dichiara-

zione dei redditi sul sito dell’A-

genzia delle entrate, effettuando

modifiche o integrazioni, presen-

ta un conguaglio a credito di sole

300 euro, sarà soggetto a control-

lo preventivo da parte dell’Agen-

zia se il suo 730 presenterà “ele-

menti di incoerenza”.

730 ordinario: responsabilità del Caf e Visto di conformitàAl contrario, anche per quest’an-

no, chi si rivolgerà a un Caf o a un

I contribuenti che vorranno cimentarsi con il 730 precompilato saranno costretti a intervenire per modificarlo oppure integrarlo con le altre spese non incluse

23APRILE 2016

Da quest’anno, con riferimento al 2015, gli enti, le casse e le

società di mutuo soccorso con fine assistenziale e i fondi inte-

grativi del Servizio sanitario nazionale devono trasmettere

all’Agenzia delle entrate una comunicazione con i dati relativi

ai contributi che beneficiano del regime di deducibilità e alle

spese sanitarie rimborsate per effetto di contributi fiscalmente

deducibili.

Nel caso dei lavoratori dipendenti per i quali i contributi al

Fondo di assistenza sanitaria siano versati dal datore di lavoro

(come avviene, appunto, per i dirigenti in servizio iscritti al

Fasdac), nella comunicazione dei dati effettuata dal Fondo

questi contributi non vanno indicati, in quanto l’Agenzia delle

entrate li acquisisce mediante le Certificazioni uniche rilasciate

dal datore di lavoro in qualità di sostituto d’imposta.

Le indicazioni di seguito riportate sono applicabili sia se il Fon-

do eroga il rimborso in via diretta, ovvero mediante il pagamen-

to in nome e per conto dell’assistito alle strutture sanitarie del

costo delle prestazioni, sia se lo eroga in via indiretta, ovvero

mediante rimborso della fattura presentata dall’assistito che ha

sostenuto la spesa.

Il termine per l’invio della comunicazione da parte dei Fondi

di assistenza sanitaria è il 28 febbraio di ciascun anno, con ri-

ferimento alle prestazioni sanitarie erogate nell’anno prece-

dente.

Per quanto riguarda il Fasdac, la comunicazione relativa ai

rimborsi erogati riguarda esclusivamente i dirigenti in servizio

e i familiari assistibili poiché, tra gli iscritti al Fasdac, sono gli

unici che effettuano le detrazioni delle spese sanitarie (nella

misura del 19% sulla spesa eccedente 129,11 euro) solo sulla

parte di spesa non rimborsata dal Fondo.

In fase di prima applicazione, per le informazioni relative all’an-

no 2015, le spese sanitarie sostenute dai familiari e relativi

rimborsi sono state comunicate senza indicazione del codice

fiscale degli assistiti.

In parallelo, l’Agenzia delle entrate riceverà i dati risultanti dal

Sistema tessera sanitaria sulle prestazioni sanitarie erogate nel

corso del 2015, che sono stati comunicati dai soggetti obbligati

(strutture sanitarie e medici).

Dal 15 aprile l’Agenzia delle entrate metterà quindi il 730 pre-

compilato a disposizione dei contribuenti.

Per quanto riguarda le spese sanitarie, è ragionevole prevedere

che il dato inserito dal fisco dovrà essere corretto, poiché di si-

curo non saranno indicati i farmaci acquistati nelle parafarma-

cie (non ancora collegate al sistema tessera sanitaria) né le rice-

vute in cui il medico non ha annotato il codice fiscale del pa-

ziente. Inoltre, poiché nel 730 sarà indicato solo il totale delle

spese mediche e – per la privacy – i Caf e i professionisti non

potranno accedere al dettaglio delle spese dovranno rifare il

lavoro da zero, facendosi consegnare tutti i documenti dal con-

tribuente e sommando gli importi per vedere se i due totali

combaciano. E se il contribuente ha perso uno scontrino della

farmacia, quella spesa – che pure appare nel totale inserito dal

fisco – non sarà portata in detrazione dal Caf, che non potrà

assumersi la responsabilità di una detrazione non documentata.

Anche per quanto riguarda i dati comunicati dai Fondi di assi-

stenza sanitaria non sarà possibile risalire al dettaglio dei rim-

borsi. Il valore che si visualizzerà nel 730 precompilato corri-

sponderà infatti alla differenza tra spese sanitarie sostenute e

rimborsi ricevuti e quindi, anche in questo caso occorrerà rical-

colare l’importo da portare in detrazione sulla base dei giusti-

ficativi presentati dal contribuente.

Dirigenti pensionati e prosecutori volontariGli iscritti al Fasdac in qualità di pensionati (diretti e indiretti)

di invalidi o inabili e di prosecutori volontari, a differenza dei

dirigenti in servizio non possono beneficiare della deducibilità

dei contributi e, conseguentemente, possono portare in detra-

zione il totale delle spese mediche sostenute anche se in tutto o

in parte rimborsate dal Fondo.

Per questa tipologia di iscritti, quindi, trattandosi di dati che

non rilevano ai fini della dichiarazione dei redditi, il Fasdac non

deve comunicare né i contributi versati né i rimborsi erogati.

730 precompilato: entrano le spese sanitarieUna grande novità, ma attenzione ai dati inseriti dal fisco: non troveremo né i farmaci acquistati nelle parafarmacie né le ri-cevute in cui non c’è il codice fiscale. Riguardo al Fasdac? Il valore visualizzato per i dirigenti in servizio corrisponderà alla differenza tra spese sanitarie sostenute e rimborsi ricevuti

a cura di Manageritalia

Fisco

APRILE 201624

Consulta l’elenco

dei documenti

da presentare

http://bit.ly/Dir4-4-16

professionista abilitato per l’ela-

borazione e trasmissione all’A-

genzia delle entrate del proprio

730 non subirà alcun controllo

preventivo, anche se il precompi-

lato dell’Agenzia sarà modoficato

o integrato, con la certezza di rice-

vere il rimborso del conguaglio a

credito da parte del suo datore di

lavoro o ente pensionistico già a

partire dal mese di luglio. Inoltre,

sui dati certificati dal Visto di con-

formità, sarà esonerato da ogni

controllo o verifica futura. Tale

al contribuente ai sensi dell’art. 36-

ter del decreto del presidente della

Repubblica 29 settembre 1973, n.

600…”

Il legislatore, introducendo il prin-

cipio del cosiddetto “legittimo affi-

damento”, ha di fatto voluto rende-

re definitivo il rapporto del contri-

buente con il fisco, in relazione ai

dati certificati dal Visto di confor-

mità, per coloro che si rivolgeranno

ai Caf o ai professionisti abilitati.

Secondo questa disposizione, per-

tanto, i controlli documentali, sui

dati certificati, non saranno più ef-

fettuati sul contribuente ma diretta-

mente nei confronti del Caf/pro-

fessionista abilitato, che dovrà esi-

bire all’Agenzia la relativa docu-

mentazione e, in caso di errore, sarà

chiamato a pagare all’amministra-

zione finanziaria la totalità delle

somme dovute (imposta, sanzioni

e interessi).

Non ci resta quindi che iniziare a

raccogliere i nostri documenti cer-

cando di reperire tutti quelli utili

a ottenere i benefici fiscali a cui

abbiamo diritto e non commetten-

do, allo stesso tempo, alcun erro-

re, viste le elevate sanzioni a cui

potremmo andare incontro. Fin-

tanto che il nostro sistema tributa-

rio non sarà semplificato dal legi-

slatore, non risulta certo agevole

riuscire a districarsi tra un coacer-

vo di disposizioni, novità fiscali e

provvedimenti attuativi, che arri-

vano spesso in ritardo. Lo scorso

anno oltre il 91% degli italiani si è

rivolto ai Caf per la propria dichia-

razione dei redditi per avere l’as-

sistenza di un operatore specializ-

zato che gli consentisse sia di co-

noscere tutte le detrazioni e bene-

fici fiscali a cui ha diritto, sia di

poter dormire sonni tranquilli,

sapendo che, sui dati certificati dal

Visto di conformità non riceverà

verifiche, controlli documentali o

cartelle di pagamento da parte di

Equitalia.

Quali documenti presentare Chi si rivolge a un Caf o a un pro-

fessionista abilitato deve conse-

gnare, oltre alla delega per l’acces-

so al modello 730 precompilato, il

modello 730-1, in busta chiusa che

riporta la scelta per destinare l’8,

il 5 e il 2 per mille dell’Irpef.

È necessario sempre esibire al Caf

o al professionista abilitato la do-

cumentazione necessaria per veri-

ficare la conformità dei dati ripor-

tati nella dichiarazione. I principa-

li documenti da esibire sono la

Certificazione unica e le altre cer-

tificazioni, che documentano i

redditi percepiti e le ritenute subi-

te, gli scontrini, le ricevute, le fat-

ture e le quietanze che provano le

spese sostenute e gli attestati di

versamento d’imposta eseguiti

con il modello F24.

Anche per quest’anno, chi si rivolgerà a un Caf o a un professionista abilitato per l’elaborazione e trasmissione all’Agenzia delle entrate del proprio modello 730 non subirà alcun controllo preventivo

modifica è stata introdotta a par-

tire dalle dichiarazioni presentate

nel 2015 per effetto di quanto di-

sposto dal decreto legislativo

175/2014, il quale, modificando

l’art. 39 del decreto legislativo

241/1997, ha stabilito che in caso

di Visto di conformità infedele i

Caf e i professionisti abilitati “so-

no tenuti nei confronti dello Stato o

del diverso ente impositore al paga-

mento di una somma pari all’importo

dell’imposta, della sanzione e degli

interessi che sarebbero stati richiesti

25APRILE 2016

Sociale

APRILE 201626

QUALI SONO le tre

cose più importanti

che vorrei venissero

realizzate per la mia

città? Quali interventi in concreto

andrebbero attuati nell’immedia-

to? Nella mia città è stato fatto

qualcosa di positivo negli ultimi

anni che ho particolarmente ap-

prezzato? Per capire come trasfor-

mare le città in cui viviamo in luo-

ghi dove sia desiderabile abitare,

lavorare, far crescere i figli, studia-

re, divertirsi, ciascuno di noi do-

vrebbe porsi alcune semplici do-

mande. Perché è sempre impor-

tante partire dai dati di realtà per

riuscire, poi, a dare spazio ai pro-

pri desideri, anche quando questi

possono apparire a prima vista

difficili da mettere in pratica.

Il progetto per ridisegnare le città È questa l’idea alla base del pro-

getto sulle città del domani pro-

mosso da #Prioritalia in vista del

prossimo rinnovo delle ammini-

strazioni locali. Un percorso arti-

LE COMPETENZE DEI MANAGER

PER LE CITTÀ DI DOMANI

colato in più tappe di ampio re-

spiro (vedi box a pagina 28), che

punta a coinvolgere una pluralità

di attori e competenze. Mille cit-

tadini residenti in 15 città, attra-

verso un’indagine sui loro biso-

gni e le loro aspirazioni, e cin-

quanta attori con un ruolo attivo

nella società. Tra questi, un signi-

ficativo numero di manager im-

pegnati sui temi dell’innovazione

e dello sviluppo, attraverso grup-

pi di lavoro mirati a identificare

azioni innovative urbane per le

città e un panel di decisori, sia

pubblici che privati, attraverso la

restituzione dei risultati raccolti

nel corso dei vari momenti di

ascolto e di scambio.

Un metodo fondato sulla parteci-

pazione attiva dei cittadini e sulla

collaborazione progettuale tra

esperti e manager inseriti nel mon-

do produttivo, persone abituate

alla concretezza esecutiva e dotate

di approccio sistemico e visione

prospettica, competenze manage-

riali oggi indispensabili per gestire

le sfide della complessità.

Il progetto di #Prioritalia a supporto del Paese per ridisegnare le nostre città si consolida in un percorso che ha come finalità la costruzione di una policy di sviluppo urbano

Marcella Mallen

27APRILE 2016

blico locale). Può sembrare para-

dossale, ma ciò che dovrebbe esse-

re un prerequisito di qualunque

mandato di governo è finito, a

causa del diffuso degrado della

situazione reale, per diventare un

obiettivo politico. Di questo passo

sarà difficile che le città ritrovino

un alto profilo, quanto mai neces-

sario per rimettere in moto un ro-

busto sviluppo urbano.

Nella classifica curata da Mercer

sulle città più vivibili del mondo, sette delle prime dieci

sono europee, ma nessuna italiana è nelle

posizioni di testa

Le città italiane sono chiamate a modificarsiSiamo messi proprio male. Nella

classifica curata da Mercer sulle

città più vivibili del mondo, sette

delle prime dieci sono europee,

ma nessuna italiana è nelle posi-

zioni di testa. I principali criteri

di valutazione presi a riferimen-

to la dicono lunga sulla condizio-

ne dei nostri centri urbani: la si-

curezza, la stabilità politico-eco-

nomica, l’educazione e la cultu-

ra, la sanità e il welfare, il diver-

timento e i trasporti pubblici. Le

nostre città hanno ancora molto

da fare sotto questi aspetti. Sono

chiamate a modificarsi profon-

damente a partire dalla riorga-

nizzazione dell’uso degli spazi,

l’adozione di misure per il ri-

sparmio energetico e la lotta agli

sprechi, la messa a punto di azio-

ni per la tutela dai rischi legati a

fenomeni naturali, l’ottimizza-

zione nell’uso del patrimonio

culturale, sino all’innovazione

dei modelli di lavoro e di convi-

venza civile.

Come aiutare il PaeseServono politiche cittadine “intel-

ligenti” e “inclusive” che aiutino a

rigenerare lo stesso concetto di

comunità e di città, altro che piani

rivolti quasi esclusivamente alla

manutenzione del manto stradale,

alla pulizia delle strade e alla rac-

colta regolare dei rifiuti (pochi te-

mi, se non gli unici, che troviamo

invece al centro del dibattito pub-

APRILE 201628

Sociale

Le azioni di #PrioritaliaCambiare l’agenda delle priorità,

dunque, partendo dalle grandi

questioni: le reti digitali al servizio

dei cittadini e delle imprese, la ri-

qualificazione urbana e il design

sociale, la riconversione energeti-

ca e il riutilizzo dei materiali, la

mobilità sostenibile. È su queste

dimensioni che #Prioritalia ha

aperto una piattaforma collabora-

tiva di confronto e di scambio mi-

rata a costruire proposte dotate di

alcune precise caratteristiche: la

concretezza, l’innovatività e la mi-

surabilità. Con un metodo e un

approccio pragmatico fatto di dati

e argomenti con cui riuscire a mi-

surare i costi e i benefici di ogni

scelta di investimento, mettendo

anche in luce l’impatto negativo di

ogni colpevole inerzia.

Proposte elaborate insieme a quel-

la rete di innovatori impegnati

nella società e nelle imprese su

progettualità nate sui territori che

ha deciso di mettersi al servizio di

un concetto alto di politica, nel suo

originario significato di ammini-

strazione della polis, della città

appunto, per il bene di tutti.

#Prioritalia punta a connettere e

aggregare queste realtà affidabili,

credibili e di valore sempre più nu-

merose, creando un ambiente

aperto alla collaborazione, un luo-

go che possa assicurare la giusta

distanza di sicurezza dal rumore

della competizione politica e, al

tempo stesso, potenziare il senso

civico, oggi assolutamente neces-

#PrioritaliaFondata nel 2012 da Manageritalia, Federmanager, Fenda, Fidia, Sindirettivo, Cida, #Prioritalia valorizza l’impegno ci-vile della comunità manageriale. Coinvolge il tessuto vivo e produttivo del Paese per concretizzare una visione di sviluppo attraverso il dialogo e la partnership con gli attori che svolgono un ruolo attivo nel sistema sociale, culturale ed economico. #Prioritalia intende parlare al Paese comin-ciando con un percorso di supporto progettuale al Sistema Paese (puntando sul concetto di give back della comunità manageriale). Un percorso che vuole consolidarsi con la costruzione di un evento di dibattito e di una policy per governare il cambiamento, dal locale al nazionale, a partire dalle grandi città prossime a rinnovare i propri organi am-ministrativi nel giugno 2016.

Cosa sta facendoAl fine di dare continuità e maggiore impatto nel tempo al progetto di supporto al Paese, realizza un percorso che prevede:

SurveyIndagini quantitative e interviste qualitative per l’analisi del sentiment di come vogliamo le città oggi.

Evento di lancio e tavole rotonde26 aprile a Roma, Ara PacisPresentazione e discussione delle indagini precedute da tre tavole rotonde di approfondimento dei temi di innovazio-

ne e sviluppo urbano.

PolicyA partire dai risultati della survey e dalla raccolta degli output e dei temi emersi durante l’evento del 26 apri-le, verrà redatto un documento di policy, dato dal

trasferimento di competenze e knowhow dei manager del Paese. Il documento verrà poi presentato in incontri con le istituzioni, assieme alla disponibilità di #Prioritalia di sup-portare le nuove amministrazioni.

Evento conclusivoAl primo evento e all’attività di accreditamento della proposta di policy presso le nuove amministrazioni, seguirà un secondo evento conclusivo che servirà anche a promuovere e misurare la percezione dell’interesse sui messaggi proposti da #Prioritalia.

Per maggiori informazioni visita il sito #Prioritalia www.prioritalia.it>>Cosa facciamo

LEADERSHIP CIVICHE PER LE CITTÀ DI DOMANI

LEADERSHIP CIVICHEPER LE CITTÀ DI DOMANI

Le competenze dei manager per generare sviluppo

29APRILE 2016

sario per abbattere il muro dell’in-

differenza e del cinismo. Perché

solo con la fiducia nel domani sarà

possibile ridisegnare le nostre città.

Ecco perché questo progetto parte

da un’indagine sui cittadini, opi-

nion leader e decisori che verrà

presentata e discussa durante l’e-

vento pubblico del 26 aprile a Ro-

ma. A seguire verrà sviluppato un

documento di policy sulla base

delle esigenze emerse per poi dif-

fonderle e confrontarsi con le nuo-

ve amministrazioni delle città che

andranno a breve al voto.

In tutto ciò i manager sono la no-

stra linfa vitale, il valore che dia-

mo al nostro paese per ispirare

innovazione, creare collaborazio-

ne e far accadere le cose.

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Direttore Sanitario Dott. S. PaDuano - Via Gaslini, 1 - 20900 - Monza - Tel 039 20.22.489 - 347.22.98.071La struttura odontoiatrica è aperta ai pazienti nei seguenti giorni e orari: Lun - Mar - Mer - Giov - Ven dalle 9,00 alle 12,00 e dalle 14,30 alle 19,30www.sorrisoesalute.it AMPIO PARCHEGGIO

Bisogna cambiare l’agenda delle priorità,

partendo dalle reti digitali al servizio dei cittadini e delle imprese, la riqualificazione

urbana e il design sociale

a cura di Manageritalia

APRILE 201630

osse

rvat

orio

OSSERVATORIO LEGISLATIVO

PENSIONI D’OROL’Inps censura la proposta Meloni

In questi giorni è all’esame della commissione Lavoro della

Camera dei deputati la cosiddetta “proposta di legge

Meloni” che reca “Disposizioni in materia di pensioni supe-

riori a 10 volte il trattamento minimo Inps”.

Il progetto di legge ha come obiettivo quello di ricalcolare

con il metodo contributivo le pensioni in essere di importo

superiore a 5.000 euro lordi mensili, e applicare conseguen-

temente un’eventuale contributo di solidarietà. Tale proposta

è stata fortemente criticata da Manageritalia e Cida.

Va detto che in un’apposita audizione l’Inps ha affermato che

i dati per il ricalcolo nel settore privato mancano o sono par-

ziali o sono inutilizzabili per vari motivi, che nel settore pubbli-

co sono del tutto assenti e che molte pensioni, se ricalcolate

con il contributivo, dovrebbero essere incrementate.

Pertanto, ha sostenuto l’Inps, la proposta Meloni, così come

ipotizzata, non è attuabile. È possibile, a questo punto, che

l’iter del progetto di legge Meloni – che in questi mesi è

all’esame di un comitato ristretto – venga sospeso e la

proposta archiviata.

DDL CONCORRENZAScongiurato nuovamente il pericolo di peggioramento del regime di portabilità dei contributi ai fondi pensione

Il disegno di legge annuale sul mercato e la concorrenza è ora in seconda

lettura al Senato; alcuni gruppi parlamentari hanno tentato di ripristina-

re la norma che prevedeva la possibilità di trasferire dai fondi chiusi ai

fondi aperti oltre al tfr anche il contributo datoriale (vedi Dirigente n. 10

2015). La norma, inizialmente contenuta nel disegno di legge originario,

era stata soppressa alla Camera. Fortunatamente nel nuovo iter la propo-

sta emendativa è stata dichiarata inammissibile e pertanto non è stata

reinserita nel testo del disegno di legge.

È stato invece approvato un emendamento, presentato dal senatore Sac-

coni, che rimette alla contrattazione collettiva la possibilità di determina-

re la quota minima di tfr maturando da destinare alla previdenza comple-

mentare: in altre parole non sarà più obbligatorio lasciare tutto il tfr in

azienda o devolverlo interamente ai fondi integrativi.

Questa nuova disposizione ha lo scopo di agevolare le piccole aziende che

sono state finora penalizzate dalla perdita di liquidità e quindi far incre-

mentare le adesioni al secondo pilastro previdenziale.

31APRILE 2016

RESIDENZE PER ANZIANINon un costo sociale ma un’opportunità di sviluppo economico per il Paese

È stato pubblicato uno studio redatto

da Assoprevidenza e Itinerari previ-

denziali su “La residenzialità per gli

anziani: possibile coniugare sociale e

business?”.

Obiettivo dello studio è quel-

lo di investigare l’influenza

che ha l’invecchiamento del-

la popolazione sulle politi-

che di welfare in termini di

protezione dai rischi e di

soddisfacimento dei relativi

bisogni.

Il progressivo invecchiamen-

to della popolazione ha in-

fatti creato le condizioni per

avviare un serio dibattito in

tema di politiche sociali de-

dicate alle persone anziane,

improntato sul concetto che

la visione della vecchiaia

“non è un momento critico,

ma una fisiologica evoluzione dell’arco

di vita”.

Si ritiene urgente intervenire per garan-

tire a quanti più anziani possibile la

Long term care (che non può essere

assicurata dal Ssn) e per investire sulla

residenzialità degli anziani.

Oggi le case sono di dimensioni ridot-

te rispetto al passato e le famiglie han-

no nuclei sempre più ristretti: questo

determina solitudine negli anziani e

una crescente impossibilità ad atten-

dere ai propri bisogni. Per questo si

afferma l’esigenza di una residenziali-

tà degli anziani e di un nuovo modello

abitativo.

Occorre progettare soluzioni abitative

che favoriscano una migliore qualità

della vita “riducendo o ritardando la

necessità di intervenire con servizi de-

dicati, privilegiando la permanenza

della persona nella sua abitazione”.

I due partner dell’iniziativa sottolinea-

no come l’innegabile e prevedibile in-

cremento del fabbisogno assistenziale

legato all’invecchiamento diffuso della

popolazione non debba essere visto

esclusivamente come un fattore di co-

sto, ma come un’opportunità per il

nostro sistema economico sotto più di

un profilo.

Infatti, come afferma Claudio Trucato

di Manageritalia Torino in un capitolo

dello studio, occorre sviluppare la whi-

te economy, «che già contribuisce in

misura determinante all’economia del

Paese. Già oggi, infatti, il suo contribu-

to economico ammonta a 186 miliardi,

e in termini occupazionali conta più di

2,7 milioni di addetti: cifre, queste,

destinate ad aumentare in modo signi-

ficativo se saremo in grado di affronta-

re la richiesta crescente di protezione

sociale da parte del Paese».

Il fenomeno della residenzia-

lità per anziani può rappre-

sentare il terreno ideale per

sperimentazioni innovative

di investimento basate sulla

partnership pubblico/priva-

to, in particolar modo con

investitori istituzionali quali

fondi pensione e casse di

previdenza private.

A tale proposito lo studio

cita anche il Fondo Mario

Negri, dove nel corso del

2012 sono state acquistate

due residenze per gli anziani,

a Cosenza e a Pavia; ad oggi

la tipologia rsa rappresenta il

13,2% degli investimenti immobiliari

effettuati dal Fondo.

Il documento evidenzia inoltre che pos-

sono essere avviate sinergie anche con

fondi e casse sanitarie, al fine di miglio-

rare la copertura “sociale” offerta, “in

una situazione di risorse disponibili co-

me l’attuale, di certo non ottimale, che

impone di agire in un’ottica di welfare

integrato”.

Lo studio di Itinerari previdenziali e

Assoprevidenza (Primo quaderno di

approfondimento - La residenzialità

per gli anziani: possibile coniugare so-

ciale e business?)

http://bit.ly/dir5-4-16

Lavoro

APRILE 201632

Cosa sta cambiando e cosa dovrebbe cambiare nelle aziende alla luce della crisi non completamente superata e dell’evoluzione digitale

Federico Castelletti Cazzato e Nicola Longo

L’INTRECCIO tra le

persone, le orga-

nizzazioni e l’at-

tuale transizione

digitale è il focus al quale voglia-

mo oggi dedicare qualche rifles-

sione. Un approfondimento per

scoprire gli aspetti positivi e le aree

di criticità che investono il ruolo e

la formazione delle persone e che

il management di ogni organizza-

zione deve assolutamente “gesti-

re” per riuscire a sopravvivere

nell’attuale contesto competitivo.

In ogni analisi degna di questo

nome apparsa negli ultimi anni si

delineano due aspetti chiave di

questa trasformazione: da una

parte la trasformazione della do-

manda, dall’altra la trasformazio-

ne dell’offerta, anche per quanto

riguarda il mercato del lavoro. Su

quest’ultima trasformazione vo-

gliamo ora soffermarci.

L’interazione del bisogno di indi-

pendenza, della crisi economica e

della rivoluzione digitale ha de-

terminato, nel bene o nel male a

seconda dei punti di vista, un si-

gnificativo cambiamento nel mer-

cato del lavoro: la figura del free-

lance sta assumendo un peso sem-

pre più rilevante.

In Italia e all’estero sono in au-

mento le aziende che impiegano

stabilmente risorse esterne per

FREELANCE GENERATION

33APRILE 2016

dio di avvocati specializzati in

controversie di lavoro degli Stati

Uniti, la domanda di lavoro sarà

costituita, dopo la recessione, per

il 50% da alternative labour arrange-

ments, ovvero da forme di contrat-

to “non standard” e da lavoratori

autonomi.

“We are the workforce of the future”,

siamo i lavoratori del futuro! Que-

sto è lo slogan della Freelancers

Union, la più grande associazione

al mondo di lavoratori indipen-

denti, nata nel 1995 nello Stato di

New York e forte oggi di più di

150.000 iscritti.

In Europa questa realtà lavorativa

è presente da poco tempo, ma si

prevede uno sviluppo simile an-

che per il vecchio continente e, in

particolare, per l’Italia.

Nel 2005, un report di McKinsey

Global Institute, indicava nell’11%

i lavori nel settore servizi a livello

globale che potevano essere svolti

da remoto (The emerging global la-

bor market: The demand

for offshore talent in

services). Oggi, tale

percentuale è sicura-

mente più alta.

Il web: habitat per i lavoratori della conoscenzaI freelance crescono e

con loro l’attenzione

che internet riserva

come sempre alle ten-

denze emergenti: il

web è l’ambiente do-

BISOGNODI

INDIPENDENZA

CRISI ECONOMICA

RIVOLUZIONEDIGITALE

ve i nuovi lavoratori della cono-

scenza possono trovare un habitat

plasmabile, oltre a nuove aree di

scambio dove offrire la propria

professionalità.

L’hanno capito i venture capital,

che vedono nel segmento dei

freelance un potenziale enorme

per sviluppare servizi e piazze te-

lematiche di brokeraggio del lavo-

ro indipendente: sono così nati

vari portali dedicati all’incontro

tra professionisti e aziende

mansioni specifiche e continuati-

ve e non solo per fronteggiare

“picchi” di lavoro.

Contratti alternativiI freelance sono risorse specializ-

zate nel proprio settore di compe-

tenza, elementi sempre più im-

portanti per far fronte alle esigen-

ze aziendali su progetti a breve o

medio termine; il più delle volte

sono figure di alto profilo, di

grande qualità e a prezzi compe-

titivi che le aziende possono “in-

gaggiare” a seconda delle proprie

necessità.

Secondo una ricerca condotta da

Littler Mendelson, il più noto stu-

L’interazione tra bisogno di indipendenza, crisi

economica e rivoluzione digitale ha determinato un cambiamento nel mercato

del lavoro: la figura del freelance ha assunto un

peso sempre più rilevante

Lavoro

APRILE 201634

(Thumbtack, Upwork, Freelancer,

Maven, solo per citarne alcuni).

L’approccio dei portali è diversifi-

cato: alcuni forniscono piattafor-

me applicative in cui loggarsi per

assicurare lo svolgimento effetti-

vo del lavoro e pagano prevalen-

temente “a ore”; altri intermedia-

no soltanto i contatti.

Tutti, però, gestiscono le transa-

zioni e prevedono fee per l’uso dei

servizi di intermediazione: il loro

business nasce da qui.

Nuove proposte di lavoroMentre in una fase iniziale le pro-

poste di lavoro riguardavano

esclusivamente progetti IT di svi-

luppo software, grafica o design

di servizi web, oggi si fanno largo

anche progetti per l’area mobile, il

sales & marketing o il supporto

alle attività amministrative e arri-

vano le prime richieste anche nel

segmento della consulenza legale

o del planning finanziario.

Secondo Geoffrey Moore (autore

di Crossing the chasm) la transizio-

ne verso la prospettiva post-indu-

striale ha effetti non solo sui mo-

delli di business, con la nascita

dell’on demand economy, ma sul-

la natura dell’azienda stessa.

Rischi dietro l’angoloCome sempre ogni medaglia ha

due facce e anche nel caso di que-

ste nuove forme di lavoro esistono

vantaggi ma anche rischi: certo,

più opportunità, ma anche guerre

sui prezzi, mark-up sui servizi e

spesso riduzione del lavoro auto-

nomo a cottimo, rischio moderno

del knowledge working che apri-

rà forse la stagione di un nuovo

taylorismo telematico.

In un intervento sul sito di news

tecnologiche Re/Code, Marina

Gorbis esamina la questione e

spiega che se è vero che dobbiamo

garantire che questa nuova cate-

goria di lavoratori goda di salari

equi e dei benefici del welfare, è

però importante che questi stessi

benefici siano adattati alle nuove

realtà del lavoro. Secondo lei «è il

momento di intensificare la più

grande attività di progettazione

che il mondo abbia mai intrapre-

so: ripensare il futuro del lavoro

stesso dal punto di vista delle per-

sone che lavorano».

Rinascimento digitale: 1.0 contro 2.0 In un recente paper Regulation the

internet way, Nick Grossman ha

spiegato il contesto e il cambia-

mento di prospettiva che l’emer-

gere di queste nuove piattaforme

digitali richiede a chi si occupa di

policy making.

Mentre nell’approccio 1.0 alla re-

golamentazione – quello che le

nostre istituzioni amministrative

di stampo fordista sono abituate

a utilizzare – ci si basa sull’“ottie-

ni il nostro permesso e poi fai”,

nella regolamentazione 2.0 il

punto di vista è totalmente diffe-

rente e si basa su un più permis-

sivo “innova pure, noi traccere-

mo la maniera in cui ti comporti

e, nel caso in cui ti comporti male,

la tua reputazione sarà impatta-

ta”. E ora prepariamoci alla rego-

lamentazione 3.0!

Per queste nuove forme di lavoro esistono vantaggi ma anche rischi: certo, più opportunità, ma anche guerre sui prezzi, mark-up sui servizi e spesso riduzione del lavoro autonomo a cottimo

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Management

APRILE 201636

Dal mondo dello sport un nuovo modellodi gestione delle risorse umane. Vantaggi e risultati concreti

Maurizio Casanova

La crescita e lo sviluppo

del patrimonio di ri-

sorse umane è fonda-

mentale per ogni orga-

nizzazione, a prescindere dalla

sua natura. Cosa intendiamo per

“patrimonio di risorse umane”? Si

tratta dell’insieme di tutte le com-

petenze possedute e agite nell’or-

ganizzazione che devono evolve-

re per permetterle di realizzare la

sua mission e gli obiettivi operati-

vi. Le competenze necessarie sono

quelle che chiamiamo competen-

ze distintive, costituite dal sapere

e dal saper fare, secondo i valori di

riferimento annunciati in modo

più o meno formale, strumenti per

realizzare la mission.

Il sapere e le conoscenze delle ri-

sorse sono acquisite e si possono

implementare con gli studi e i ma-

ster, mentre le esperienze nei di-

versi ruoli professionali attraver-

so la formazione tecnica, funzio-

nale e specialistica disponibile sul

mercato, anche online. Ma il saper

fare (le capacità manifestate nei

comportamenti organizzativi agi-

ti dalle risorse umane) è più com-

plesso, articolato e difficile. Come

ben sappiamo, è molto più imme-

diato mettere in campo i compor-

tamenti che ci sono abituali, so-

prattutto se questi hanno portato

a risultati soddisfacenti. Il cambia-

mento è un’altra condizione di

sopravvivenza e di successo di

un’organizzazione, in quanto il

contesto di riferimento è in conti-

nua evoluzione e gli scenari com-

petitivi mutano sempre più rapi-

damente.

L’evoluzione dei comportamenti organizzativiComprendere, anzi, meglio anco-

ra, anticipare il cambiamento, si-

gnifica cambiare noi stessi, mi-

gliorare, evolvere i nostri compor-

tamenti organizzativi. Dagli anni

80 dello scorso secolo e almeno

fino al primo decennio di questo,

le organizzazioni sensibili, attente

e reattive a questi temi hanno uti-

lizzato soprattutto la formazione

UN COACH IN AZIENDA

37APRILE 2016

un ruolo preposto all’allenamento

per migliorare se stessi.

L’innovazione del coachingIl metodo/strumento facilita pro-

prio il cambiamento e la crescita di

quello che abbiamo definito patri-

monio delle risorse umane, aiu-

tando gli individui e i gruppi a

sviluppare le capacità in linea con

quanto richiesto dalle sfide com-

petitive, proprio come nelle disci-

pline sportive. Nella mia espe-

rienza professionale sto sempre

più verificando come il coaching

sia molto più efficace per raggiun-

gere risultati concreti rispetto ai

metodi più tradizionali di svilup-

po. In primo luogo dobbiamo ri-

flettere su una differenza fonda-

mentale rispetto alla formazione

classica: questa in sostanza è basa-

ta, anche con tecniche sofisticate,

sul “trasferimento” di conoscenze

teoriche dal docente verso il di-

scente, anche nelle occasioni in cui

fa leva principalmente su metodi

partecipativi, quali il role play, l’a-

nalisi e le discussioni di casi azien-

dali, le similitudini di successo, le

esercitazioni individuali e di

gruppo. Viceversa, il coach non

insegna o trasferisce nulla al coa-

chee, lo aiuta a identificare da sé

le proprie aree di miglioramento,

generando così maggiore consa-

pevolezza di quali capacità neces-

sitano di crescita e sviluppo.

manageriale per rispondere in

modo adeguato a questa fonda-

mentale esigenza. Sono così proli-

ferati corsi di formazione, in aula

e online, messi a punto dalle più

note società di consulenza, pro-

gettati e customizzati ad hoc su

temi quali la leadership, il pro-

blem solving, la flessibilità, l’o-

rientamento al cliente interno ed

esterno, la comunicazione, la ge-

stione dei collaboratori, lo spirito

di squadra e così via.

Negli ultimi anni si è invece affac-

ciato e si sta diffondendo il coa-

ching, un nuovo modello di svi-

luppo individuale e di gruppo

importato dal mondo dello sport,

dove la differenza si gioca sempre

più su microabilità e quindi la si-

militudine con il mondo competi-

tivo aziendale è forte. Figura cen-

trale in questo processo è il coach,

La crescita e lo sviluppo del patrimonio di risorse

umane è fondamentale per ogni organizzazione

a prescindere dalla sua natura

Lo sviluppo delle capacità managerialiNell’ambito del business coa-

ching, il coach aiuta, supporta,

stimola l’allenamento di quelle

capacità manageriali, e conse-

guenti comportamenti organizza-

tivi, necessarie per il raggiungi-

mento dei suoi obiettivi e di quel-

li della sua squadra se gestore di

team. La consapevolezza delle

aree di miglioramento matura co-

sì in modo spontaneo, non si rice-

ve alcunché dall’esterno e da mag-

giori esperti o guru (teorici) dei

APRILE 201638

temi trattati. Questo è il punto di

partenza per una naturale e conse-

guente assunzione in proprio del-

la responsabilità di crescita, di re-

alizzazione del goal, di supera-

mento del record.

Una sfida con se stessiConsapevolezza e responsabilità

sono quindi alla base della forte

volontà di crescita di ognuno e con-

trastano efficacemente con quelle

perplessità (resistenze?) che spesso

emergono con l’utilizzo delle me-

todologie più tradizionali di for-

mazione. Quante volte, al termine

di esperienze formative d’aula,

abbiamo sentito manager com-

mentare “tutto molto interessante

e stimolante, ma nella nostra orga-

nizzazione non è possibile l’appli-

cazione, perché siamo molto diver-

si, nel nostro caso le cose sono più

complicate, i nostri capi, l’impren-

ditore…”? Il coaching supera tutto

questo, parte dal presupposto di

quello che è il contesto di riferi-

mento, considera i vincoli culturali

e ambientali come un dato di fatto

che determina soltanto il campo da

gioco della crescita. Fa leva sulla

motivazione del coachee di vince-

re, con quelle regole, con quel cam-

po. È una sfida con se stessi che può

permettere il raggiungimento di

risultati di miglioramento mana-

geriale impensati e impensabili in

precedenza. Può generare e stimo-

lare nell’ambiente professionale

quel “circolo virtuoso” di cambia-

mento che direttamente e indiret-

tamente coinvolge in positivo tutto

l’ambiente organizzativo. Soprat-

tutto se nell’organizzazione si defi-

niscono obiettivi chiari e se il coa-

ching è attivato per più soggetti o

anche gruppi di lavoro. In altri

termini, è molto meglio se questa

tecnica diventa di diffuso utilizzo.

La relazione tra coach e coacheeA questo punto deve essere sotto-

lineato un aspetto imprescindibi-

le, una condizione di risultato per

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«Mi piace descrivere il percorso che sto seguendo con una metafora: sono in un tunnel dove ad ogni passo scopro uno strumento utile per il mio avanzamento: una torcia, un piccone, un elmetto e in fon-do la luce alla fine del tunnel. Non sono ancora arrivato alla fine e quindi non so quanto calda sarà la luce, ma per ora appare bella, rassicurante, affascinante! So già che darsi obiettivi di sviluppo perso-nale è fondamentale per il percorso di vita che ognuno di noi fa, mentre sto lavorando per avere strumenti e un approccio di maggior comprensione delle relazioni e dei punti di vista degli altri; ciò mi aiuterà a gestire meglio le situazioni e le attività e mi consentirà di migliorare il mio contributo professionale alla causa di questa realtà» (cfo e legale)

«Questa esperienza mi ha dato diversi contributi. Mi occupo di progetta-re processi e sistemi per migliorare il modo di lavorare degli altri ma non mi sono preoccupato, in tempi recenti, di riflettere sul mio modo di lavo-rare. A un primo sguardo sono subito emersi degli spazi di miglioramen-to enormi. I risultati sono stati immediati: aumento della produttività, collaboratori più coordinati e, sul piano personale, una piacevole sensa-zione di consapevolezza. Con il coaching di gruppo abbiamo rafforzato il senso d’appartenenza al gruppo e all’azienda e rinvigorito lo spirito di collaborazione all’interno del team manageriale, mettendo a fuoco i temi sui quali migliorare il lavoro con l’imprenditore» (direttore logistica)

«Penso di aver approcciato questa esperienza con la giusta curiosità e voglia di mettermi in di-scussione. Sono convinto che questi ingredienti giochino un elemento essenziale: riuscire a di-stogliere le energie e la mente dai propri esercizi quotidiani, riposizionando le priorità e ricali-

brando capacità e competenze verso obiettivi prefissati è un momento che suggerisco. Gestire il proprio tempo in funzione degli obiettivi mi permet-te di capire anche quali sono i gap delle mie capacità da colmare e su cui lavorare. Altro aspetto molto importante è l’empatia tra coach e coachee, che determina il grado di profondità dell’analisi, propedeutica alla totale consapevolezza» (direttore vendite)

Esperienza di coaching: la parola ai manager

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l’organizzazione. Nel percorso di

business coaching non solo deve

esserci un allineamento iniziale

tra coach e coachee, ma anche tra

loro e il committente, che normal-

mente è il vertice aziendale o, su

delega di questo, la funzione delle

risorse umane, per la definizione

degli obiettivi che si vogliono per-

seguire.

È una relazione circolare a trian-

golo che, pur avendo come attore

protagonista il coachee, deve esse-

re coerente e sintonica, senza pe-

raltro interferire sulla completa

riservatezza nel rapporto coach-

coachee.

L’approccio che garantisce nel mi-

gliore dei modi questa sintonia è

quello di precedere l’inizio delle

sessioni di coaching con un incon-

tro approfondito tra tutti questi

attori per definire insieme quali

dovranno essere le regole del gio-

co, il campo, i goal da realizzare e i

record da superare. Ed eventual-

mente fare qualche check durante

il percorso.

Un nuovo modello di leadershipDalle considerazioni dei colleghi

che stanno vivendo un’esperienza

di coaching (vedi box) possiamo

rilevare, in modo per ora indiretto,

un ulteriore importante obiettivo

che il coaching può permettere di

perseguire. È un graduale ma signi-

ficativo e consapevole cambiamen-

to del loro stile di leadership, da

capi che controllano e hanno biso-

gno di controllare ogni cosa diret-

tamente a capi coach che, pur con-

trollando indirettamente la propria

squadra, stanno diventando anche

leader di sviluppo e di crescita del-

le capacità dei propri collaboratori.

Ancora una volta un importante

contributo del coaching per quella

crescita del patrimonio di risorse

umane di un’organizzazione da

cui eravamo partiti. Ma questo è

un ulteriore tema che meriterebbe

specifico approfondimento. Ma-

gari la prossima volta.

Produttività & Benessere

APRILE 201640

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shop, chi porta in azienda i nostri

progetti (Smart Welfare, InterA-

geing, Un Fiocco in Azienda).

Business community, istituzioni,

lavoratori e italiani: tutti comin-

ciano a entrare nell’ottica che il

cambiamento c’è e lo si deve af-

Enrico Pedretti frontare attivamente, gestirlo,

anzi cavalcarlo, e non subirlo. E

non ci interessa dire che Manage-

ritalia e i suoi manager su questi

temi parlano e agiscono da anni.

Perché è dei manager cambiare la

cultura, ma ancor più far accade-

re le cose.

E oggi accade che anche il governo

entra in gioco e spinge in questa

direzione (vedi intervista a fianco

al ministro del Lavoro Giuliano

Poletti). Allora questo è il momen-

to di continuare a tutta forza, tutti,

dentro e fuori le nostre aziende.

41APRILE 2016

L’opinione di Giuliano Poletti

SERVE UN NUOVO LAVOROUn cambiamento nelle relazioni tra lavoratori e impresa, il ruolo dei manager, le misure del governo. Ce ne parla il ministro del Lavoro

Cosa dovrebbe cambiare nel mondo del

lavoro in Italia oggi per andare verso

una maggiore produttività delle aziende

e un benessere migliore dei lavoratori?

«In termini generali, credo che sarebbe

opportuno affermare una modalità

nuova di considerare la relazione tra

lavoratori e impresa, che non può più

essere compresa nel tradizionale bino-

mio conflitto-contratto. Oggi il lavoro

ha sempre più dei contenuti di compe-

tenza, professionalità, creatività che

richiedono una maggiore valorizza-

zione della relazione del lavoratore

con l’opera, con il risultato. In termini

più concreti, credo sia utile adottare

modalità e strumenti che possano ac-

crescere la produttività e, al contempo,

migliorare il benessere dei lavoratori.

Il governo si è mosso in questa direzio-

ne adottando delle misure».

In cosa consistono?

«A giorni entrerà in vigore il decreto

che attua la norma dell’ultima legge di

stabilità che prevede la tassazione age-

volata al 10% per i cosiddetti “premi di

risultato” fino a 2mila euro per i lavo-

ratori con un reddito fino a 50mila euro

lordi; somme che diventano esentasse

se destinate a finanziare servizi di wel-

fare (asilo nido, mensa, attività cultu-

rali). Insieme a questo, abbiamo pre-

sentato un disegno di legge collegato

alla stabilità, attualmente all’esame del

Senato, che traccia una cornice per fa-

vorire lo sviluppo del cosiddetto “la-

voro agile”, ovvero una modalità fles-

sibile di svolgimento del rapporto di

lavoro subordinato per incrementarne

la produttività, favorendo la concilia-

zione dei tempi di vita e di lavoro».

Chi dovrebbe farsi carico maggior-

mente di porre le premesse per que-

sto cambiamento?

«Per essere efficace, il cambiamento

deve poter contare sul coinvolgimento

di tutti i soggetti interessati – impren-

ditori, manager, lavoratori – in una

logica di collaborazione, di partecipa-

zione attiva e di assunzione condivisa

di responsabilità. Non c’è dubbio co-

munque che un impulso importante

possa venire dai manager, che hanno

la responsabilità operativa di gestione

delle attività imprenditoriali e quindi

la possibilità di promuovere innova-

zioni organizzative che favoriscano il

cambiamento».

Cosa pensa dell’iniziativa di Manage-

ritalia Cambia il Lavoro con Produtti-

vità & Benessere?

«Mi sembra che il progetto vada esat-

tamente in questa direzione e che sia

un tentativo apprezzabile di affermare

il significato dell’innovazione non co-

me valore in sé, ma come strumento

per valorizzare l’apporto dei lavorato-

ri ai risultati dell’attività imprendito-

riale e attribuire così una più forte

centralità alle persone».

La nostra iniziativa prevede un pro-

gramma chiamato InterAGEing, volto a

diffondere la staffetta intergeneraziona-

le nelle aziende italiane: cosa ne pensa?

«La compresenza e la collaborazione di

lavoratori di generazioni diverse è un

fattore essenziale per raggiungere buo-

ni risultati. Lo scambio di esperienze,

competenze, culture che avviene tra

persone diverse per età e formazione,

tra chi conosce bene le dinamiche e le

esigenze dell’azienda e chi apporta

energie fresche è una ricchezza, linfa

vitale per l’attività dell’impresa. Penso

che una gestione corretta ed efficace di

questo scambio possa dare forza a pro-

cessi organizzativi in grado di promuo-

vere un miglioramento della competi-

tività e della produttività aziendale».

Produttività & Benessere

APRILE 201642

Accedi dal nostro sito al canale Youtube di Manageritalia

e guarda il video

https://bit.ly/dir11-6-15

Alcuni trend in atto avranno forte

effetto su business e lavoro coin-

volgendo tutti, dai board delle

prime 500 aziende di Fortune ai

luoghi di lavoro in casa, ai caffè e

agli spazi di coworking dell’eco-

nomia dei freelance.

1Business: il remoto in primo piano

Le organizzazioni non sono real-

mente aziende. Sono piuttosto co-

me network di team. Anche le

grandi aziende si stanno riorganiz-

zando così.

2La crescita dei consulenti

indipendentiTante aziende, anche quelle più

grandi, sono sempre meno gerar-

chiche e top down nel loro funzio-

namento.

UNO SGUARDO AL FUTURO DEL LAVORO: SEI FORTI CAMBIAMENTI NEL 2016

Ci saranno sempre grandi azien-

de, ma cresce lo spazio dei consu-

lenti indipendenti.

3Meno powerpoint, più video

Le presentazioni statiche sono ra-

pidamente rimpiazzate da grafi-

che in movimento, mentre i video

stanno diventando lo strumento

di presentazione preferito oltre a

immagini e infografiche.

4 Il work-life balance rivisitato

Le imprese stanno tentando di

rendere il lavoro più agevole e

ricco di significato per le perso-

ne, per attrarre sia quelle molto

ambiziose che vogliono vera-

mente sviluppare e guidare il

cambiamento e far succedere le

cose, sia quelle che vogliono la-

vorare duramente ma non rovi-

narsi la vita.

5Nuove aspettative dalla leadership

Alle aziende servono leader non

per controllare, ma per ispirare e

creare vera collaborazione.

La performance come modello di

valutazione e strumento di ge-

stione è sostituita dal feedback.

6 Il design entra in azienda

Il design teso alla facilità di uti-

lizzo, oggi norma per il consuma-

tore, deve entrare anche in azien-

da, per l’organizzazione e i lavo-

ratori.

Tratto da “6 ways work will change

in 2016”

http://bit.ly/dir6-4-16

43APRILE 2016

Tramonte_Uomo_2015.pdf 1 16/05/15 16:52

Management

APRILE 201644

La gestione delle contrapposizioni in ambito lavorativo: approcci e strategie per negoziatori evoluti

Laura Arman Varvelli

A QUALCUNO può

non piacere, ma il

conflitto è un indica-

tore della vitalità di

un sistema, è normale, naturale,

salutare, insito nella natura uma-

na. Il conflitto è divertente, creati-

vo, inclusivo.

L’alternativa al conflitto è il consen-

so, una situazione di accordo e ar-

monia che consolida l’agire comu-

ne, ma il consenso ricercato sempre

e comunque risulta alla lunga forie-

ro di atteggiamenti ottusi e miopi

che producono quella “finta pace

sociale” tanto comoda quanto peri-

colosa in un’organizzazione.

Se due persone la pensano sempre

allo stesso modo, una delle due è di

troppo. Una coppia che non abbia

mai avuto un conflitto o una discus-

sione è pronta per il Paradiso, se in

ufficio ogni tanto non si discute

vuol dire che c’è qualcosa che non

funziona. È difficile pensare che tra

persone intelligenti non possa mai

nascere un momento di discussio-

ne o un motivo di disaccordo. Ecco

perché si può asserire che il conflit-

to è un elemento di vitalità, un in-

dicatore dell’energia di un sistema.

Il conflitto ben gestito aumenta,

accende, stimola, crea, obbliga a

CONFLITTI CREATIVI

dubitare, disturba, spinge a cam-

biare, invita a strade nuove e mai

percorse prima. Mentre il consenso

appiattisce, smorza, conferma, ri-

produce, verifica, ripete, continua,

rassicura, tranquillizza: l’accordo

su tutto e a qualunque costo, la ri-

cerca del compromesso a oltranza

spengono la vitalità di un sistema.

Non si vuole dire che bisogna sem-

pre e per forza essere in conflitto

con qualcuno, ma che non si può

tralasciare il lato creativo e innova-

tivo del conflitto.

Le 3 regole d’oro per la gestione dei conflittiLa gestione dei conflitti è la capa-

cità di affrontare e tenere sotto

controllo situazioni che originano

45APRILE 2016

1. Separare le persone dal proble-

ma. Applicare la prima regola

del negoziatore evoluto vuol

dire separare il rapporto perso-

nale (io-l’altro) dall’oggetto

della trattativa; in questo modo

si tratta direttamente il proble-

ma, ci si focalizza sull’obiettivo

e si lasciano in secondo piano i

comportamenti, gli atteggia-

menti e le questioni personali.

Avremo sicuramente un van-

taggio negoziale imparando a

metterci nei panni degli altri

per capire come vedono la que-

stione.

2. Concentrarsi sugli interessi e

non sulle posizioni. Il negozia-

tore evoluto, prima di scegliere

l’arrocco (la mossa degli scacchi

che prevede di scambiare la tor-

re con il re per aumentare la

potenza difensiva), prova a

concentrarsi sugli interessi co-

muni, si sforza di guardare lon-

tano, mira all’obiettivo, polariz-

za la sua attenzione sul risultato

e non sul punto di partenza (la

sua posizione iniziale e quella

dell’altro).

3. Inventare soluzioni vantaggio-

se per tutti. Il negoziatore effica-

ce sa “allargare la torta prima di

dividerla”. Questa regola base

ci aiuta a capire come sia impor-

tante dedicare tempo alla dia-

Il conflitto è un indicatore della vitalità di un

sistema, è normale, naturale, salutare,

insito nella natura umana. Il conflitto è divertente,

creativo, inclusivo

contrasti all’interno dei gruppi e

tensioni nei rapporti interperso-

nali.

Implica la capacità di non lasciar-

si scoraggiare dalle difficoltà nei

rapporti con gli altri, riuscire a

individuare i fattori essenziali

che possono generare tensioni in-

terpersonali, affrontare diretta-

mente le tensioni e i problemi

bilanciando fermezza e compren-

sione.

Per la gestione dei conflitti i ne-

goziatori evoluti suggeriscono di

seguire tre linee di comporta-

mento generali: separare le per-

sone dal problema; concentrarsi

sugli interessi e non sulle posizio-

ni; inventare soluzioni vantag-

giose per tutti.

gnosi e all’analisi della questio-

ne. Dato che è facile capire che

un problema ben definito è per

metà risolto, il negoziatore evo-

luto non cade nell’errore di dare

giudizi prematuri, emettere

sentenze inappellabili, prende-

re decisioni irrevocabili o assu-

mere posizioni intransigenti. Sa

evitare gli assolutismi e si sforza

piuttosto di cercare/capire nel

Management

APRILE 201646

corso della trattativa come arric-

chire l’accordo con dettagli e

aspetti di interesse per l’interlo-

cutore senza rinunciare a ciò che

è importante per sé.

L’arte della persuasioneIl negoziatore evoluto sa utilizzare

“stratagemmi” semplici per risol-

vere situazioni difficili: lo fanno gli

animali, le piante e… anche gli

umani. Usate lo jujitsu (arte mar-

ziale giapponese) negoziale per

schivare l’attacco, non reagite, non

irrigiditevi, non usate una contro-

reazione o una controproposta, ma

integrate la proposta altrui nella

vostra; guardate cosa c’è dietro al

loro cambio di strategia o alle nuo-

ve richieste avanzate e chiedetevi

per quale motivo hanno modifica-

to (dovuto modificare) la rotta; non

difendete le vostre idee a oltranza

ma sollecitate critiche, consigli e

proposte; spostate l’attacco dalla

vostra persona al problema; ri-

spondete con domande, molte do-

mande.Ecco alcuni esempi dell’ar-

te della persuasione:

1. trasforma l’ospite indesidera-

to in oste;

2. il massimo della complessità è

la semplicità, non la complica-

zione;

3. la migliore difesa è l’attacco

sull’attacco dell’avversario;

4. non essere mai bugiardo, piut-

tosto afferma verità impossibili;

5. scaccia un dubbio, generando

altri dubbi;

6. studia le strategie perdenti e…

impara come evitarle;

7. la virtù non sta nel “giusto

mezzo” ma nell’“alternanza

fra gli estremi”;

8. disarma la serietà con il riso e

opponi la tua serietà a chi ride;

9. sii gentile con chi ti disprezza,

sarà per lui insopportabile;

10. spegni il fuoco aggiungendo la

legna.

ETOLOGIA E CONFLITTIUna metafora per capire come noi gestiamo le situazioni di conflitto e negoziazione

RITIRARSI: LA TARTARUGA Le tartarughe si ritirano nel loro guscio

per evitare i conflitti, abbandonano i loro obiettivi personali e le loro

relazioni. Preferiscono stare alla larga dai fatti che hanno generato il

conflitto e dalle persone con cui sono in conflitto.

FORZARE LA MANO: LO SQUALO Gli squali hanno come obietti-

vo il risultato mentre le relazioni rivestono minore interesse; cercano di

raggiungere i loro obiettivi anche se questo va spesso a scapito del

peggioramento delle relazioni.

APPIANARE: IL PANDA Per i panda le relazioni sono di grande im-

portanza e sanno che i conflitti possono essere discussi puntando prima

a costruire buone relazioni interpersonali.

TRANSARE: LA VOLPE Le volpi cercano il compromesso, cercano una

soluzione al conflitto in modo che entrambe le parti guadagnino qual-

cosa (il compromesso tra le due posizioni estreme). Sono disponibili a

sacrificare parte dei loro obiettivi e delle loro relazioni allo scopo di

trovare un accordo per il bene comune.

INTEGRARE: IL GUFO I gufi con saggezza ed equilibrio vedono i

conflitti come problemi che possono essere risolti e ricercano una solu-

zione che soddisfi sia i loro obiettivi sia quelli delle altre persone coin-

volte; sanno che si può ridurre la tensione tra due persone cercando

soluzioni capaci di produrre reciproca e piena soddisfazione.

Il negoziatore evoluto sa utilizzare “stratagemmi” semplici per risolvere situazioni difficili: lo fanno gli animali, le piante e… anche gli umani

47APRILE 2016

Canovaccio relazionale nella gestione dei conflittiAllora… lasciate che siano gli

altri ad avere quasi sempre ra-

gione, siate sempre voi a com-

In una fredda giornata d’inverno un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteg-gersi dal freddo si stringono vicini.Ben presto però sentono le spine reciproche e il dolore li costringe ad allontanarsi l’uno dall’altro.Quando poi il bisogno di riscaldarsi li riporta ad avvicinarsi, si pungono di nuovo.Ripetono più volte questi tentativi, sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non trovano quella moderata distanza reciproca che rappre-senta la migliore posizione, quella giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi male reciprocamente.

A. Schopenhauer – Parerga e Paralipomena

Cfmt propone questo corso per supportare professionisti e responsabili che vogliono essere protagonisti attivi di business e di clima interno e tutti coloro che vogliono migliorare la relazione con colleghi, collaboratori, capi e clienti.

Perché parteciparePer definire le strategie comportamentali migliori per lavorare con gli altri e sviluppare “coopetizione” (capacità di coniugare cooperazione e competizione e vivere in equilibrio dinamico). Per gestire e migliorare i rapporti interpersonali complessi e sviluppare intelligenza relazionale. Per diventare protagonisti della costruzione di rapporti professionali duraturi.

I temi trattati• Etologia relazionale: fight, flight o fright (combattere, scappare via o irrigidirsi), le strategie umane di fronte a si-

tuazioni conflittuali.• Coopetizione: applicare le strategie coopetitive nelle situazioni conflittuali.• Stati d’animo e loro influenza sulle relazioni: gestire gli arrabbiati, dare e ricevere critiche, affrontare trucchi e stra-

tagemmi altrui.• Gestione in 3D della relazione: approccio mentale, comportamentale e di metodo; emozioni e atteggiamenti “pa-

tici” a confronto.

Milano, 18 maggio e 15 giugnoOrario: 9,15-18Per info e iscrizioni: www.cfmt.it - Serena Buzzi, [email protected], 02 54063101

Ballare con i porcospiniCostruire relazioni di successo in contesto “coopetitivo” e saper sciogliere il dilemma: collaboro o non collaboro?

piere il primo passo per trovare

un accordo, prima di tutto cer-

cate di capire, scegliete con cura

le vostre battaglie, uccidete i

vostri nemici con gentilezza, chi

non scappa fa scappare gli altri,

non prendetevela per le piccole

cose, non fate i perfezionisti,

non vogliate avere ragione a tut-

ti i costi.

Innovazione

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49APRILE 2016

Innovazione

SIAMO protagonisti o

spettatori, a noi la scelta,

di un’evoluzione digita-

le che avrà i risvolti di

una rivoluzione selettiva. Secon-

do Pat Gelsinger, ceo di VMware,

il 40% delle 500 aziende definite

oggi leader dall’indice S&P 500

non esisterà più entro il prossimo

decennio. In altre parole, 4 azien-

de su 10 oggi leader di mercato

andranno incontro a fusioni, cam-

biamenti sostanziali o cesseranno

del tutto di esistere entro il 2025.

La necessità per le aziende grandi

e piccole è di emergere per rima-

nere visibili: l’immobilità oggi è il

rischio più grande. Saper innova-

re come una startup e sostenerne

la delivery come un’azienda con-

solidata in questo panorama di-

ventano chiavi di volta fondamen-

tali per proiettare il proprio busi-

ness al domani.

«Tutte le cose che sono veramente

grandi, a prima vista sembrano

impossibili» diceva Nietzsche. E

Quattro aziende su dieci oggi leader di mercato non ci saranno più entro il 2025: come affrontare il cambiamento per restare visibili?

Alessandro Frè

quel “a prima vista” vale a dire

che è necessario esplorare, cam-

biare modalità di approccio, spe-

rimentare nuove strategie e ab-

bracciare il cambiamento svilup-

pando una cultura dell’innovazio-

ne senza impantanarsi nel limbo

dell’infertilità.

Sperimentare, creare e delineare

strategie flessibili e vincenti signi-

fica per le aziende operare nell’ot-

tica di un alto rischio di impresa

assoggettato inevitabilmente al

tempo di sviluppo, che deve fare i

conti suo malgrado con un merca-

to velocissimo, imprevedibile e

inarrestabile.

Dedicarsi esclusivamente a un

nuovo modello di business divor-

ziando dal vecchio è un passaggio

più semplice e lineare per aziende

con strutture organizzative oriz-

zontali sistemiche che inducono a

comportamenti coerenti con lo

sviluppo delle risorse, con la ricer-

ca di soluzioni innovative e con la

condivisione delle informazioni.

NUOVI MODELLI DI BUSINESS

PER SOPRAVVIVERE

APRILE 201650

Innovazione

Ecco dunque che i modelli compor-

tamentali di engagement, feedback,

di cultura dell’errore e autonomia

diventano fortemente interconnes-

si e speculativi per una mission

aziendale che vira alla riuscita. Co-

me a sottolineare che, sotto il “regi-

me tecnologico” che plasmerà i

modelli di business delle aziende

leader nel mondo, i concetti di con-

sapevolezza, creatività, volontà e

atteggiamento spettano sempre e

solo all’essere umano. Per questo

motivo alcune aziende incomincia-

no a mettersi alla prova e a creare o

acquisire nuove organizzazioni ai

margini del proprio core business

che diventino esse stesse competi-

tor interni al loro business e con-

temporaneamente strade alternati-

ve al business principale.

AziendeEcco aziende innovative che colla-

borano, acquisiscono o investono

in nuove startup, potenziali com-

petitor, presidiando così i diversi

mercati e innovando il modello di

business. In questo modo conti-

nuano a restare competitivi ed

evitano che ex dipendenti o nuovi

player di mercato guadagnino la

leadership in pochi anni del mer-

cato stesso. Ricordiamo che Twit-

ter, Foursquare, Pinterest e Insta-

gram sono tutte startup di succes-

so create da ex manager Google.

BURBERRYBurberry gioca su mercati in svi-

luppo, ma difficili da presidiare,

attraverso una strategia di part-

nership con colossi distributivi

con migliaia di store come il grup-

po Jashanmal e punta sulla perso-

nalizzazione costruendo un sito di

ecommerce specifico per le pecu-

liarità del mercato cinese.

http://www.onlineadve

http://www.burberryplc.

WALMARTMentre i magazzini tradizionali so-

no pensati per gestire grandi ordini

di clienti aziendali, le vendite online

si basano su ordini di singoli consu-

matori con piccole quantità di pro-

dotti diversi. Walmart, il colosso

della grande distribuzione Usa, sta

preparando centri logistici molto

più grandi e fortemente informatiz-

zati. Inoltre Walmart sviluppa un

sito di ecommerce esterno e indi-

pendente dall’organizzazione prin-

cipale, che solo in un secondo mo-

mento decide di integrare all’inter-

no della sua organizzazione.

http://www.digital4.biz/

GOOGLEGoogle ha acquisito startup che te-

neva sotto controllo, come Youtube

nel 2005 per 1,6 miliardi di dollari e

Waze nel 2013 per 1 miliardo di

dollari, prima che potessero diven-

tare temibili concorrenti e avessero

superato l’area critica di crescita.

Oggi queste società valgono infini-

tamente di più.

ALLSTATEAllstate, assicurazione americana

51APRILE 2016

di tipo tradizionale, dopo aver

tenuto sotto controllo le compa-

gnie online Geico e Ensurance,

che potevano seriamente intacca-

re la loro rete, decide nel 2011 di

acquisire Ensurance, mantenen-

dola però autonoma anziché in-

globandola.

GENERAL ELECTRIC General Electric stringe nel maggio

del 2013 una partnership con

Quirky, società in cui investe anche

80 milioni di dollari, consentendo

alla comunità di inventori di

Quirky di accedere al prodigioso

portafoglio brevetti di General

Electric. L’ottica è quella di collabo-

rare o stringere partnership o inve-

stire con nuove startup, potenziali

competitor nel futuro prossimo.

INNOGESTInnogest, un fondo di venture capi-

tal operante prevalentemente in

Italia, caratterizzato da un focus

sull’innovazione tecnologica e da

un portfolio variegato di imprese,

si articola al suo interno in due sog-

getti separati: Innogest Capital e

Innogest Sgr Spa.

http://www.economyup

http://www.mi.camcom.it/

NETFLIXL’azienda crea un sistema chiama-

to Chaos Monkey che genera di

proposito attacchi imprevedibili

alla sua infrastruttura di applica-

tion in modo da verificare la tenuta

dell’infrastruttura stessa.

S E G U I T E C I S U

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APRILE 201652

AAntichissima e appassionante è la sto-

ria del Sangiovese, che si ritiene fosse

noto gia più di duemila anni fa agli

Etruschi. Seguirono poi molti secoli di

oscurità, nei quali rimase celato nei

meandri della storia. Nella prima metà

del secondo millennio i monasteri val-

lombrosani situati sul crinale fra Ro-

magna e Toscana ne rilanciarono la

produzione: dai gioghi dell’Appenni-

no, il Sangiovese scese da una parte

lungo le vallate faentine e imolesi,

dall’altra verso la Toscana, assumendo

caratteri locali diversi, stante la sua

grande sensibilità al territorio ospitan-

te. A partire dalla metà dell’Ottocen-

to si diffuse in molte altre regioni

dell’Italia centrale e meridionale (Mar-

che, Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise,

Campania, Puglia, Calabria, Sicilia,

Sardegna), fino a diventare la varietà

ampelografica rossa più diffusa del

nostro Paese.

Negli anni Settanta, il Sangiovese ha

nuovamente conosciuto un periodo di

appannamento e di dimenticanza, tra-

scinando nella sua crisi anche i territo-

ri e le denominazioni a esso collegati.

Gli anni Novanta hanno finalmente

visto una sorta di rinascimento di que-

sta varietà, con profondi e mirati rin-

novamenti degli insediamenti viticoli

associati a nuove proposte enologiche

per un mercato in evoluzione sempre

più rapida.

Il Sangiovese ha una capacità di adat-

tamento molto elevata, tanto che og-

gi si conoscono decine di varietà clo-

nali a esso associate. L’ampelografia

convenzionale distingue due grandi

categorie, in funzione della dimensio-

ne degli acini: il Sangiovese Grosso,

considerato il migliore, e il Sangiovese

Piccolo. Da solo o in assemblaggio con

altre uve, il Sangiovese è oggi presen-

te in molte decine di Doc e Igt italiane,

e proprio in virtù della sua adattabilità

comincia a esser prodotto anche in

California, in Argentina e in Australia.

È però ancora soprattutto in Roma-

gna e in Toscana, considerate le sue

“culle” storiche, che il Sangiovese

offre alcune delle sue prove migliori.

In Romagna è ancora oggi chiamato,

semplicemente, “e’ bè”, cioè “il be-

re”, a ricordo dei tempi lontani in cui

la qualità dell’acqua era pessima e agli

ospiti e ai forestieri di passaggio veni-

va offerto soltanto Sangiovese: il bere

per eccellenza, sano e rinvigorente. In

Toscana il Sangiovese ha fornito nei

secoli la struttura portante dei vini

rossi più famosi e celebrati, dal Chian-

ti al Brunello di Montalcino, dal Nobi-

le di Montepulciano al Morellino di

Scansano.

È molto difficile tratteggiare delle ca-

ratteristiche comuni per il Sangiovese,

tanta e tale è la differenza di espres-

sione che riesce a dare nelle sue infi-

nite varianti locali. Se vinificato in ac-

ciaio dà origine a un vino di notevole

freschezza, giovane, floreale e legger-

mente fruttato (ciliegia), abbastanza

leggero, equilibrato, asciutto, sorretto

da una buona acidità e mai troppo

scuro nel colore. Se affinato in rovere

(dove riesce a invecchiare bene anche

a lungo) arrotonda i suoi spigoli e di-

venta speziato, robusto e armonico,

pur conservando una gradevole

astringenza di fondo.

Portato in tavola a 16-18 gradi, il San-

giovese è ottimo compagno di salumi,

primi importanti, minestre in brodo,

carni bianche, frittate; se invecchiato

si accosta bene anche a carni rosse,

selvaggina e formaggi stagionati.

IL SANGIOVESE

Claudia Corti

ARTEar

te

53APRILE 2016

È

CURIOSITÀ

È un pomeriggio assolato del 1870 e

due fanciulle attraversano piazza del

Duomo lasciandosi alle spalle la cat-

tedrale da cui sono appena uscite.

Sono vestite secondo la moda dell’e-

poca e indossano ancora il velo di

pizzo nero, avendo appena assistito

alla funzione religiosa.

Incedono lentamente come sospese

verso noi spettatori, non conversano

tra loro; la giovane a sinistra per ripa-

rarsi dal sole ha già aperto l’ombrelli-

no, una potentissima macchia rossa

che spezza l’andamento dei colori

chiari e fa da raccordo con le tonalità

scure del terreno su cui si muovono le

protagoniste.

Osservando meglio proprio l’ombrel-

lino rosso non possiamo fare a meno

di scorgere il paesaggio circostante,

un angolo della piazza più importan-

te di Milano; c’è il Duomo perfetta-

mente identificabile, ma tutto il resto

risulta per noi contemporanei disar-

mante: non sono la piazza e la città

che conosciamo.

Nel 1870 Milano era un grande can-

tiere e soprattutto il cuore della città

era interessato da quei profondi mu-

tamenti urbanistici che le avrebbero

di lì a poco conferito il volto attuale,

quello del “salotto buono”.

Già dagli anni Trenta si discuteva su-

gli interventi da effettuare per rende-

re finalmente visibile in tutto il suo

splendore la facciata del Duomo or-

mai in fase di definizione e, concorso

dopo concorso, si era giunti all’Unità

d’Italia, quando finalmente i progetti

avevano assunto un volto concreto

con la posa della prima pietra per la

realizzazione della Galleria Vittorio

Emanuele.

Si trattava di un colosso di vetro e

ferro, molto più moderno e innova-

tivo dei soliti porticati e passaggi

coperti, con i quattro bracci di una

croce raccordati dalla cupola e un

preciso obiettivo: mettere in comu-

nicazione piazza della Scala con il

Duomo.

I lavori erano iniziati nel 1865 e solo

tre anni più tardi la Galleria era pron-

ta... non altrettanto si poteva dire

della piazza, che ancora non esisteva.

Per poter parlare di “piazza” dovre-

mo attendere il 1875 con l’abbatti-

mento del Rebecchino, un vero e

proprio rione fatto di vicoli strettissimi

e popolato dalla criminalità che si

estendeva dal Broletto fino addirittu-

ra al sagrato del Duomo.

Sono storie di un tempo che fu, la

costruzione del Duomo, la città at-

traversata dalle acque dei Navigli, la

darsena, le basiliche di Porta Ticine-

se. Un tempo lontano ma non sco-

nosciuto, grazie ad artisti come il

monzese Mosè Bianchi, che da au-

tentico “fotografo” ci regala mo-

menti della quotidianità dell’epoca

attraverso un viaggio emozionante

in una Milano che non vorremmo

dimenticare.

DOVE

Mosè Bianchi

e la Milano dimenticata,

Milano GAMManzoni

Via Manzoni 45,

fino al 26 giugno

La Milano dimenticata di Mosè Bianchi

Si dice che il Rebecchino dovesse il suo nome a un’osteria aperta nei suoi vico-

li fin dal 1500, la cui insegna mostrava una donna intenta a suonare la “ribeca”,

uno strumento simile a un violino.

...pe

rman

ager

LIBRI

Davide Muralib

ri

APRILE 201654

La produzione edi-

toriale di Umberto

Eco sta conoscendo

una seconda giovinezza, anche grazie

alla nuova casa editrice La Nave di Teseo,

che lo scrittore fondò insieme a Elisabet-

ta Sgarbi poco prima della sua scompar-

sa. In questo saggio sono contenuti

brevi testi, ora divertenti ora seri, che

appaiono come una serie di istruzioni

per l’uso per districarsi nella nostra so-

cietà, con regole e consuetudini non

sempre logiche e comprensibili. Una

sorta di prosecuzione ideale della raccol-

ta “Le bustine di Minerva”.

Come viaggiare con un salmone,

Umberto Eco, La Nave di Teseo, pagg.

206, 10.

Amélie Nothomb

abbandona le atmo-

sfere del Giappone

alla volta del suo paese d’origine, il Bel-

gio. Qui offre una sua originale versione

del racconto di Oscar Wilde, in una sor-

ta di divertissement letterario. La storia

è nota ed è quella del ricevimento orga-

nizzato dal conte Neville, nobile decadu-

to, nel suo castello nelle Ardenne, palco-

scenico dove non si deve consumare il

presagio di una chiaroveggente: la figlia

scomparsa e rifugiata nella foresta du-

rante il ricevimento compierà un delitto.

Sarà possibile sfuggire al destino?

Il delitto del conte Neville, Amélie

Nothomb, Voland, pagg. 93, 14.

La vicenda racconta-

ta da Sacha Batthyá-

ny è un episodio

oscuro e generalmente neppure men-

zionato nei libri di storia del Novecento.

La sera del 24 marzo 1945 tutto è pron-

to nel castello di Rechnitz per la festa

organizzata dalla contessa Margit von

Batthyány e da suo marito per le SS del

distaccamento locale. A mezzanotte, i

nazisti si scagliano contro un gruppo di

ebrei rinchiusi vicino alla proprietà in

attesa di essere deportati: è una mattan-

za. L’autore ripercorre i fatti guidato dal

diario della nonna e spinto dalla volontà

di fare chiarezza. Le colpe dei padri rica-

dono sui figli?

Le bestie di Rechnitz, Sacha Batthyány,

Rizzoli, pagg. 288, 18.

Un oscuro presagio sul ricevimento

I vademecum di Eco

La casa dell’inferno

Il mestiere di viverePsichiatra ed “esperto di follia”, Vittori-

no Andreoli firma un saggio che può

essere letto come testamento morale e

riflessione per raggiungere una piena

consapevolezza e serenità interiore,

senza alcuna velleità di dare facili

consigli da manuale di self-help. Due

i modelli contrapposti: quello di chi

subisce la vita ed è in preda a un’in-

soddisfazione cronica e quello di

chi accetta il trascorrere del tem-

po e gli ostacoli quotidiani con un

approccio nella sostanza positi-

vo. Opere classiche, religione,

filosofia: gli spunti e gli esempi, anche

di uomini e donne comuni,

abbondano nel libro e sugge-

riscono che provare la gioia di

vivere è possibile solo se si pas-

sa dalla dimensione dell’io a

quella del noi. La felicità è di

questo mondo solo se si conta sui

legami affettivi, guardando al pre-

sente e senza la costruzione di

desideri sempre più alti e irraggiun-

gibili. Capacità che possono essere

apprese e stimolate fin da piccoli,

grazie al ruolo determinante della

famiglia e della scuola.

La gioia di vivere, Vittorino Andreoli,

Rizzoli, pagg. 288, 18,50.

...pe

rman

ager

LETTURE per MANAGER

Marco Lucarelli

55APRILE 2016

za in un determinato contesto o situazione decisionale.

Quante e quali sono queste intelligenze? Le descrive

Gian Carlo Cocco, autore del libro Neuromanage-

ment. Per una nuova scienza del management

(Franco Angeli editore, 210 pagine).

L’autore parte dalla crisi del concetto di razionalità asso-

luta per arrivare a definire una nuova scienza del mana-

gement basata sulle recenti scoperte della ricerca neuro-

logica e psicologica. Dall’economia classica a

una “economia sperimentale”,

con l’obiettivo di descri-

vere come decidono i

manager efficaci, quali

“intelligenze” mettono in

campo adattando il loro stile

di direzione ai diversi obietti-

vi, gruppi e situazioni. Un nuo-

vo modo quindi di concepire la

leadership efficace, non più frut-

to di caratteristiche personali ma

legata alla capacità di interagire in

modo flessibile con le caratteristi-

che della situazione.

Perché leggerloLa parte iniziale rimanda a teorie della

psicologia, introduce nozioni di neurolo-

gia e di fisiologia, riassume le principali

tecniche di scansione per lo studio del

cervello e delle aree attivate durante i processi decisio-

nali. Seguono le applicazioni in ambito manageriale.

Approccio questo che denota il rigore metodologico

seguito dall’autore nell’affrontare questi temi. D’al-

tronde per demolire delle certezze bisogna prima co-

noscerle. Non è una cosa da tutti.

Scetticismo. Questo genera la lettura dei manuali di

economia e management quando si affrontano i capi-

toli riguardanti la gestione delle cosiddette “risorse

umane”. Scetticismo perché, fino a quando i temi trat-

tati riguardano finanza, marketing o logistica, è facile

fissare teorie consolidate e prassi operative. Meno faci-

le quando si parla di persone.

Le classiche teorie sull’organizzazione

del lavoro, su come guidare i dipen-

denti al raggiungimento degli obietti-

vi aziendali, hanno un retrogusto da

secolo scorso, echeggiano di rumo-

rose catene di montaggio e ritmi a

cottimo. Una visione che vede

l’essere umano come pigro e

disposto a lavorare solo all’in-

terno di un sistema di incenti-

vi e controlli. Come se le per-

sone fossero incapaci di as-

sumersi responsabilità sul

lavoro. Una concezione

piramidale dell’azienda

guidata da un manage-

ment dotato di razio-

nalità illimitata, il solo

capace di scansiona-

re in modo scientifico tutte le

variabili, ponderarle e prendere la decisione

migliore. Concezione questa già messa in crisi a inizi 900

da economisti come Herbert Simon che iniziò a parlare

di “razionalità limitata”. Limitata perché le decisioni

sono in realtà frutto di compromessi con i vincoli imposti

dalle organizzazioni e dai limiti stessi del sistema cogni-

tivo umano.

Anche il concetto di “Quoziente intellettivo” che ha

guidato per decenni la selezione del personale è obso-

leto. Non esiste un’intelligenza unica, un punteggio

superiore alla media che garantisca carriera e successo.

Esistono intelligenze diverse e la capacità dell’individuo

di successo consiste nell’utilizzare un tipo di intelligen-

Nuove intelligenze: quante e quali sono?

Leggi e commenta le recensioni sul portale

Manageritalia sotto la categoria Manage-

ment >> Letture per manager

lette

reDaniela Fiorino ([email protected])

LETTERE

APRILE 201656

Opero come dirigente presso un’azienda di servizi. A causa di una grave patologia devo sottopormi a delle terapie periodiche e ciò, negli ultimi mesi, non mi ha permesso di svolgere regolarmente la mia attività lavora-tiva. Questa situazione al momento non ha creato difficoltà in azienda ma, per eventua-li necessità future, vorrei sapere quali sono le tutele previste dal contratto e dalla legge in questi casi.

R.R. – Genova

L’art.18 del contratto collettivo nazionale di lavoro per

i dirigenti del terziario attualmente in vigore (31 luglio

2013) prevede, in caso di malattia, un periodo di con-

servazione del posto di lavoro con corresponsione

dell’intera retribuzione (cd. periodo di comporto) pari

a 12 mesi.

In assenza di una specifica previsione contrattuale,

come accade attualmente nel ccnl a lei applicato, il

periodo di comporto si intende riferito a un’unica e

ininterrotta malattia (comporto “secco”), mentre al-

cuni contratti collettivi prevedono un periodo di com-

porto cosiddetto “per sommatoria”, in cui si tiene

conto delle pluralità di malattie o ricadute della me-

desima, comportanti un susseguirsi di assenze. In al-

cuni casi, quest’ultimo criterio è stato applicato dal

giudice del lavoro anche con riferimento al ccnl diri-

genti del terziario.

Per la computazione del periodo di comporto occorre

inoltre ricollegarsi alla normativa contrattuale in vigore

per i dipendenti, la quale indica come riferimento l’an-

no solare e non l’anno di calendario; si deve quindi

intendere un periodo di 365 giorni computati dal primo

giorno della malattia. Occorre inoltre precisare che per

la determinazione del periodo di comporto si fa riferi-

mento non ai giorni lavorativi bensì ai giorni di calen-

dario: devono quindi essere conteggiati anche il sabato,

la domenica e le festività infrasettimanali.

Il dirigente è tenuto al rispetto delle fasce di reperibi-

lità come tutti gli altri lavoratori, ma è previsto un

esonero da tale obbligo se l’assenza per malattia è

riconducibile a patologie gravi che richiedono terapie

salvavita, comprovate da idonea documentazione del-

la struttura sanitaria competente, o stati patologici

sottesi o connessi a situazioni di invalidità riconosciu-

ta in misura pari o superiore al 67% (rif. decreto del

ministero del Lavoro e delle politiche sociali dell’11

gennaio 2016 e messaggio Insp del 25 gennaio 2016,

n. 297).

Nel caso in cui, decorsi i 12 mesi del periodo di com-

porto, non si giunga a una guarigione, il dirigente può

richiedere un periodo di aspettativa non retribuita, per

un massimo di 6 mesi. Il ccnl, inoltre, prevede la possi-

bilità di presentare le dimissioni, a causa del perdurare

dello stato di malattia, decorsi i 12 mesi di comporto o

l’eventuale periodo di aspettativa, con diritto al paga-

mento dell’indennità sostitutiva del preavviso in caso di

licenziamento. Il pagamento dell’indennità sostitutiva

del preavviso è dovuto anche nel caso in cui sia il dato-

re di lavoro a risolvere il rapporto per superamento del

periodo di comporto.

Segnaliamo, infine, il diritto riconosciuto dalla legge

(art. 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104)

nel caso in cui sia accertata dalle sedi competenti una

situazione di grave invalidità a fruire in alternativa di

due ore di riposo giornaliero o di tre giorni di permesso

mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa,

utilizzabili anche su base oraria.

Sempre in caso di disabilità grave è inoltre possibile ri-

chiedere di fruire fino a un massimo di due anni di

congedo straordinario nell’arco della vita lavorativa.

Durante tutto il periodo di fruizione del beneficio viene

corrisposta dall’Inps un’indennità nella misura della

retribuzione percepita nell’ultimo mese di lavoro che

precede il congedo, esclusi gli emolumenti variabili

della retribuzione. I periodi di congedo straordinario

non sono computati ai fini della maturazione di ferie,

tredicesima e trattamento di fine rapporto ma, essendo

coperti da contribuzione figurativa, sono validi ai fini

pensionistici. Il congedo è frazionabile soltanto a giorni

interi e non a ore.

La retribuzione dei permessi ex legge 104/92 e del

congedo straordinario viene riconosciuta entro un limi-

te massimo determinato annualmente con decreto

ministeriale (per il 2016 pari a 35.674 euro).

Le tutele in caso di malattia

esploriamo il futuro grazie a:

FUTURE SOCIETYControscenario: Vivremo più a lungo?

FUTURE OLDIESIl nuovo vecchio in quattro profili

FUTURE ECONOMYSognando la nuova California

p. 4/5p. 2/3

Dirigente mensile di informazionee cultura manageriale editore Manageritalia Servizi

design: CoMoDo

Vado al massimo, vado a gonfie vele, cantava Vasco Rossi. Come l’atleta pluridecorato nella categoria master 100 Giuseppe Ottaviani: cent’anni e non sentirli (li compie il 22 maggio). Come la nonnina (da cronaca Usa) che per festeggiare i suoi 90 anni si lancia con il paracadute. Ultrasessantenni che prendono lezioni di surf per imparare a cavalcare le onde, che sfrecciano con casco e roller sulle piste ciclabili, che entrano disinvolti in un

CENTO DI QUESTI ANNI Non ho l’età?

centro di tatuaggi e piercing e che mandano selfie dalla propria cabrio. Per non parlare del Viagra, bestseller in tutto il mondo occidentale per cui non pochi playboy ultra brizzolati ci lasciano la pelle (o quasi) durante l’ennesimo amplesso. Chi è giovane? Chi è vecchio? La popstar Madonna va verso i sessanta. Lo direste? Ma non è tanto una questione di manifestazione esteriore ma di percezione interiore: non sto invecchiando, al massimo muoio! I nuovi free ager si liberano dal concetto di terza età e gridano “la mia età non è terza a nessuno”. La fine della civiltà industriale segna anche la fine delle differenze generazionali e dei cluster di appartenenza (nessuno fa parte di nessun target, compresi i senior). Da differenziazione a coetaneizzazione, insomma.Segna anche la fine del “mi godo la pensione e parto in crociera con la moglie”. E non tanto perché la moglie ti molla per fare la donna giaguaro (capita) ma perché siamo di fronte a un cambio di paradigma. I giovani (quelli veri) sanno che il diritto alla pensione e al lavoro sono categorie esistenziali in via di estinzione

a cui non appellarsi più. Sanno che la vita digitale è volatile e in continua evoluzione o involuzione, fate voi. Di fronte a quest’economia discontinua e complessa non si risponde con il passato (dell’era fordista) “largo ai giovani” ma con un “largo a entrambi”. La futura impresa ha bisogno che la giovinezza delle idee si fonda con la saggezza delle decisioni con team cross-generazionali. È ageless management: la generazione di manager senza generazioni. Il trionfo della gestione trasversale. Siete pronti?

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inserto mensile diDirigente n. 4 / 2016

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #23

DIRIGIBILE

NUMERO SPECIALE / FUTURE AGING

SAVE THE DATEMINDUSTRYMAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO?5 MAGGIO 2016, MILANOCFMT-FMTHTTP://TINYURL.COM/HX4LH3V

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Tutti a parlare di anti aging (pratiche e cure anti età) e se invece parlassimo (ragionassimo) di pro aging: l’invecchiamento non come un problema ma come una soluzione. Una nuova California dove tutto diventa di nuovo possibile. Cosa? Il rilancio dell’economia. Sì, perché non le tecnologie ma l’invecchia-mento della società sono l’opportunità di una nuova vitalità delle imprese. Un paradosso? In apparenza. Solo con la saggezza dei vecchi possiamo affrontare e dominare le sfide della complessità del 21° secolo. La sola energia dei giovani (peraltro spesso demotivati) non è sufficiente. L’imperativo del futuro è la vecchia beatlesiana “all together now”.

FUTURE ECONOMY / SOGNANDO LA NUOVA CALIFORNIA

L’economia complessa ha bisogno della saggezza dei vecchi. Lo sa bene l’imprenditore Loccioni (classe 1949), che a casa sua, la sua azienda, spesso citata a modello dai media, punta su team crossgenerazionali incrociando le età in modo anche radicale: neo laureati ventiquattrenni con ex ingegneri ottantenni. Giusto, perché farli lavorare assieme produce la fusione fra entusiasmo ed esperienza e dunque innovazione ponderata. Giusto perché l’alleanza generazionale non solo evita l’assurda pratica della rottamazione applicata al mondo animato ma evita anche l’abbandono di cervelli spesso ancora in ottima salute. Anche questa fuga va evitata.

http://tinyurl.com/jnts9xh

http://www.atto-tec.com

SCARICA LA MAPPALiving longer. Aging wellhttp://tinyurl.com/zfvnc7j

La civiltà industriale ci ha abituato a ragionamenti lineari: prima si studia, poi si lavora, poi si fa carriera e poi si va in pensione. Per mandare avanti la baracca bastano e avanzano le nuove leve. In fondo si tratta di perpetuare i soliti processi e procedure della produzione di massa. Eseguite e tutto andrà bene. Così si faceva. Non più ora, nell’epoca di “disrupt or die”. La futura multinazionale deve essere multigenerazionale e senza schemi vecchio/giovane e scatti di carriera/anzianità. La vera innovazione sociale è un nuovo mindset culturale di tutta la collettività: liberarsi dalle sterili categorie vecchio/peso/problema per approdare a una nuova economia post-crescita più equilibrata e saggia che si orienta a nuove concezioni di benessere e convivenza sociale. E qui torna utile il potenziale dei “grigi”, perché i nuovi vecchi sono molto più flessibili dei loro antenati dell’era fordista. Potremmo chiamarli Silverpreneur: intraprendenti e con tanta materia grigia.

LARGO ALL’ INVECCHIAMENTO PRODUTTIVO

LARGO AI VECCHI COLLABORATORI

DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

Mi diverto, dunque lavoro, ancora. Mettersi in proprio per la prima volta a 65 anni. Why not? Sono molti i pensionati che finita la carriera da dipendente avviano imprese di successo, tra l’altro favorendo nuova occupazione giovanile (un bel patto). Uno di questi è Karl-Heinz Drexhage, ex chimico ed ex docente dell’università di Siegen che nel lontano 1999, dopo la pensione, decise di tentare l’avventura imprenditoriale. Oggi ha ottant’anni e la sua creatura Atto-tec, specializzata in vernici high tech, è sempre viva e vegeta. Perché farlo? Per sentirsi vivi, per sentirsi utili e per divertirsi. E non è lagnosa retorica sdolcinata ma semplice verità. La curiosità è il miglior farmaco contro l’anzianità. Per giunta privo di effetti collaterali.

Leonilda Tomasinelli è una signora di 96 anni ed è passata alla cronaca per avere aperto il primo ristorante casalingo di Genova. Tecnicamente “home restaurant” (la propria casa diventa un ristorante occasionale, aperto ai viaggiatori che vogliono gustare la cucina casalinga del posto). Insomma, nel suo caso, very old sharing economy. Nuova economia informale per i promotori, vecchia economia illegale per i detrattori. Comunque sia, nonna Leo ama preparare i piatti della tradizione ligure: seppie con i piselli, stoccafisso accomodato, panissa, polpettone, varie torte di verdura, ravioli al tocco, il minestrone di una volta, coniglio alla genovese, focaccia al formaggio, farinata e tanto altro ancora. Non è la sola. Molti vecchi hanno capito che si può fare impresa in modo non convenzionale anche non sospettando che la formula, come business model, si rifà a Uber o Airbnb, dove i comuni mortali svolgono quello che prima era riservato agli addetti ai lavori. Concorrenza sleale? No, se la politica riesce a regolamentare le nuove economie improvvisate dai vecchi.

I vecchi aumentano e quindi aumentano anche i consumatori vecchi con nuovi bisogni da soddisfare. Per farlo bisogna conoscerli. È possibile (in pillole di sintesi) un glossario dei futuri comportamenti? Un tentativo. Downaging: la vecchiaia percepita scende e trasforma molti sessantenni in sani e curiosi consumatori. Ageless Consuming: l’età come criterio di differenziazione perde rilevanza nelle scelte di consumo. Forever Youngsters. Per la generazione “per sempre giovani” la raggiunta età pensionistica non è l’inizio della ritirata ma l’inizio di nuove attività e sfide. E-health: la nuova pratica della salute attraverso il supporto e l’interazione di strumenti informatici è molto praticata dai nuovi vecchi. Slow Culture: si riscopre che il tempo e la lentezza (contrapposti alla stressante era dell’iper-flessibilità) sono il valore assoluto per godersi la vita. Diversity: la molteplicità e varietà (anche dell’età) come vera risorsa in campo sociale e lavorativo. Liquid Youth: mentre la società invecchia lo stile di vita ringiovanisce (e questo in ogni ambito). Healthness: la salute del corpo e della mente come nuovo status symbol e mega mercato del futuro.

LARGO AI VECCHI IMPRENDITORI

LARGO AI VECCHI IMPROVVISATORI

LARGO AI VECCHI CONSUMATORI

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Per loro gallina vecchia fa buon brodo. L’obiettivo è conservarsi senza strafare e comportarsi in modo consono (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono collezionare francobolli e girare impeccabilmente in giacca e cravatta, ma ci siamo capiti, no? Sono i classici anziani. Indifferenti alle nuove tecnologie, poco flessibili, radicati nelle abitudini della vecchia civiltà industriale e maldisposti alle innovazioni. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale l’unica è puntare su attività classiche come la cura dei nipoti o nella migliore delle ipotesi come volontario “ammortizzatore sociale”.

Per loro gallina vecchia fa casino. L’obiettivo è strafare e comportarsi in modo spericolato (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono avere piercing in ogni dove e girare vestiti da kitesurfer, ma ci siamo capiti, no? Sono gli anziani che si ribellano all’età. Pronti a sfruttare ogni ultimo attimo fuggente (compreso il sesso). Interessati alle tecnologie ma solo come strumento per incrementare lo spasso nel mondo analogico. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna coinvolgerli in sfide, anche in ambito lavorativo, dove è richiesta energia e frizzante voglia di fare.

CONSERVATIVE AGING / RITIRATA VIVERE NELLE RETROVIE / RESISTERE ALLA VECCHIAIA

REBEL AGING / AUTOREALIZZAZIONE VIVERE SOPRA LE RIGHE / REINVENTARE LA VECCHIAIA

FUTURE OLDIES / IL NUOVO VECCHIO IN QUATTRO PROFILI

Come si comporta la futura terza età? A questa domanda cerca di rispondere il nuovo scenario Digital Ageing, a spasso in una società senza età del Gottlieb Duttweiler Institute di Zurigo. In questa infografica sintetizziamo i quattro profili da loro proposti. Potreste obiettare: ma in un’epoca priva di segmentazioni e classificazioni socio-demografiche questi profili non sono cliché e dunque forzature? Sì, lo sono, ma si rivelano comunque utili come stimolo di semplificazione dei comportamenti.

DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

Per loro gallina vecchia fa healthscore. L’obiettivo è monitorare le prestazioni e comportarsi in modo predittivo (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con gli occhi sempre puntati sullo schermo dello smartphone per calcolare calorie, passi, ore di sonno e predisposizioni genetiche, ma ci siamo capiti, no? Sono anziani che “disciplinano” l’età grazie a big data e integratori. Disposti a utilizzare ogni nuova tecnologia per prevenire (guai) o prevedere (sempre guai). Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna “egoisticamente” piazzare quelli più in forma in posizioni dove la resistenza è richiesta (come per i giovani).

Per loro gallina vecchia fa ingegneria genetica. L’obiettivo è alterare le prestazioni e comportarsi in modo manipolativo (se non ora quando?) per l’età raggiunta. Non per forza devono girare con protesi cibernetiche o essere iscritti a qualche associazione transumanista, ma ci siamo capiti, no? Sono anziani che rinnegano il concetto di età e mortalità, pronti ad ogni esperimento per dominare l’invecchiamento ed entusiasti degli investimenti della Silicon Valley in tecnologie che promettono di prolungare la vita biologica. Per utilizzare il loro potenziale a livello economico e sociale bisogna sfruttare la loro predisposizione al cambiamento. L’unico problema: un eccesso di ego (talvolta delirante).

PREDICTIVE AGING / MANTENIMENTOVIVERE IN PIENO CONTROLLO / MONITORARE LA VECCHIAIA

AGELESS AGING / TRASFORMAZIONEVIVERE OLTRE I LIMITI / HACKERARE LA VECCHIAIA

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FUTURE SOCIETY / CONTROSCENARIO: VIVREMO PIÙ A LUNGO?

Anche se sei giovane. Dice il robot insensibile alle beghe a cui è soggetto il nostro corpo biologico. In primis il costante litigio con i veleni che ci assillano. Sono buone le fragole della Basilicata, ma se poi ci finiscono i rifiuti tossici di qualche grande impianto petrolifero (vedi recente scandalo politico) beh, allora sono un po’ meno buone e forse letali per la nostra salute.Sono buone le mozzarelle della Campania, ma se poi ci finiscono i rifiuti tossici della terra dei fuochi (vedi perenne scandalo politico) beh, allora sono un po’ meno buone e forse letali per la nostra salute. Niente di nuovo. Già nel 1923 quel troppo spesso inascoltato Rudolf Steiner, padre dell’antroposofia e dell’agricoltura biodinamica, lanciò l’allarme: «Stiamo avvelenando la terra e in futuro la terra avvelenerà noi». La natura non è più da tanto tempo la madre di tutte le cose che si offre maternamente all’uomo, ma solo volgare materia da stuprare. Può un sistema così paradossalmente sbilanciato mantenere a lungo se stesso? Probabilmente no. Vivremo più a lungo? Noi no, ma loro (i futuri replicanti alla Blade Runner) forse sì.

SEI VECCHIO PER VIVERE

IL DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

Diceva il filosofo Feuerbach: “L’uomo è ciò che mangia”. Complimenti allo chef! In meno di mezzo secolo siamo riusciti a devastare il corpo. Al grande boom economico (accumulare denaro) ha corrisposto fatalmente l’altrettanto grande boom fisico (accumulare peso). Non moriamo più di fame ma per troppa fame. Non scoppiamo più di salute, scoppiamo e basta. Non solo. Le grandi conquiste della medicina che hanno (pare) debellato molte malattie del passato sono controbilanciate dalle nuove malattie della civilizzazione e dell’alimentazione. Il cancro (una delle principali cause di morte nelle grandi metropoli occidentali) si alimenta proprio con il cibo. Globesità: l’unica vera globalizzazione che ha avuto finora luogo è quella dell’obesità, equamente distribuita su tutti i corpi del pianeta per un totale di circa 2 miliardi di persone in sovrappeso. Non male. Di fatto una capitolazione. L’invasione di cibi sospetti ha portato il corpo a una resa incondizionata. Le allergie considerate un tempo dai poeti un male aristocratico sono diventate talmente popolari che in molti paesi europei un bambino su tre ne è affetto. Per non parlare delle più blande intolleranze alimentari. Exit strategy? Mangiare di meno per vivere di più.

Tutti gli scenari concordano: la vita media aumenta di anno in anno. L’aspettativa di vita cresce. C’è di che gioire credendoci. E noi vogliano crederci. Perché dubitare e mettere il dito nella piaga (o nelle pieghe) della statistica (la pseudo scienza dei furbetti)? La quale un pochino bara (o semplifica) il confronto dei dati tra la vita media attuale e quella dei secoli passati, escludendo dai conteggi l’altissima mortalità infantile, la morte per parto, le guerre, l’estrema fatica cui era sottoposta la gente, la poca igiene e la scarsa alimentazione. Ma non è solo questo. Altri dati ci raccontano un’altra storia. Ogni anno si ammalano in Germania circa 500mila persone di tumore (in Italia circa 400mila). In 10 anni fanno 5 milioni e in un secolo 50 milioni. Come dire: un’intero paese malato. Per non parlare della crescita esponenziale del diabete. E ci fermiamo qui. Personalmente (non ha valore statistico ma “me ne frego” privilegiando i segnali deboli e fenomenologici) ho visto in questi 10 anni morire un sacco di gente intorno ai cinquanta-sessant’anni. Vivremo più a lungo? Mah. Scienziati faciloni, futurologi eccitati, transumanisti esaltati e Silicon vallisti acclamati predicano la quasi immortalità. Non subito, naturalmente. Basta attendere, con pazienza, un pochino. Il futuro e la longevità sono lì, a portata di mano. Viene in mente uno scenario dei primi anni 70 dell’allora più accreditato istituto di futurologia del mondo, il New York Hudson Institute, diretto da Herman Kahn, che affermava che nel 2000 l’età media si sarebbe assestata sui 100 anni (fra l’altro con la forma fisica di un trentenne). Voi ve ne siete accorti? E vi siete accorti che la favola dei 100 anni circola periodicamente con nuove enfasi fatte di miracolose pillole che allungano la vita e di miracolosi scienziati che accorciano il dna (chi nasce oggi vivrà almeno 100 anni titolano i giornali nelle pagine scientifiche o di costume)? Qualcuno addirittura va oltre dichiarando che nel 2045 gli umani saranno immortali (storia di copertina di un numero del Time). Beh, se poi anche Google investe nella ricerca sull’invecchiamento allora si può stare tranquilli, oppure no? Il nostro pronostico (da leggere in futuro): forse vivremo più a lungo, ma da malati e passando un terzo dell’esistenza in uno stato penoso dopati di farmaci. La vera domanda del futuro non è infatti quanto vivremo, ma quanto vivremo in salute.

BUON APPETITO

LONGEVITÀ? AH AH AH

COME INVECCHIARE SENZA DIVENTARE VECCHIhttp://tinyurl.com/zbunm7e

LE ILLUSIONI DELLA SCIENZAhttp://tinyurl.com/za2nchb

COCOON - L’ENERGIA DELL’UNIVERSOhttp://tinyurl.com/j9b8tmr

8 DIRIGIBILE SEGNALI DI FUTURO VISTI DALL’ALTO

FUTURE AGINGI’M THE DIGITAL OLDIE

Lezioni d’invecchiamento digitaleLa digitalizzazione della società comporta anche la digitalizzazione della vecchiaia a cui applicare le stesse dinamiche di disintermediazione e smaterializzazione? E che vuol dire? Che le tradizionali fasi della vita dell’era industriale (studio, lavoro, pensione) vengono scavalcate da una afasicità sociale. I segnali non mancano. Intanto il futuro vecchietto digitale impartisce piccole lezioni.

LESSON 01Vecchio lo dici a tuo nonno. Io sono un “adulescente” in piena forma.

LESSON 02Non invecchio perché periodicamente provvedo all’upgrade delle mie facoltà.

LESSON 03Per me non esiste un’età pensionabile perché i raggiunti limiti d’età non hanno senso.

LESSON 04Ritirarsi? Fino alla fine voglio imparare, lavorare e divertirmi.

LESSON 06Nessuno penserà a me: né lo stato, né il welfare e neppure la famiglia.

LESSON 05Da Airbnb a Uber: posso guadagnare in molti modi non “convenzionali”.

LESSON 08Quotidianamente ridefinisco il concetto di genere umano sfruttando le tecnologie per potenziare prestazioni fisiche e intellettuali.

LESSON 10Non accetto lezioni da nessuno. Autoapprendo con lo scambio in rete.

LESSON 07Sono generation e gender neutral e la mia identità è un ibrido svincolato da qualsiasi parametro di classificazione.

LESSON 09Volete fare qualcosa di intelligente per me? Investite nello smart aging.

Diventare immortali in un corpo digitalehttp://2045.com

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LAVORO

DISOCCUPAZIONE: L’INDENNITÀ NASPI 2016

Disposizioni e requisiti: facciamo il punto

Daniela Fiorino

L’indennità Naspi (Nuova prestazione di assicura-zione sociale per l’impie-

go) è stata introdotta, con effetto dal 1° maggio 2015, dal decre-to legislativo 22 del 4 marzo 2015 (“Disposizioni per il riordi-no della normativa in materia di ammortizzatori sociali in caso di disoccupazione involontaria e di ricollocazione dei lavoratori di-soccupati”) in attuazione della legge 183/2014 (Jobs act). Facciamo un riepilogo della nuo-va disciplina:

Requisito contributivo minimoAlmeno 13 settimane di contri-buzione versata nei 4 anni pre-cedenti la disoccupazione e 30 giorni di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la disoccupa-zione.

MisuraLa rendita mensile si calcola prendendo a riferimento la retri-

buzione imponibile contributiva degli ultimi 4 anni, che viene di-visa per le settimane di contribu-zione e moltiplicata per 4,33.L’importo inizialmente erogato sarà pari al 75% del risultato della suddetta operazione, nel caso in cui non sia superiore a 1.195 euro, altrimenti si aumenta di un importo pari al 25% della parte eccedente i 1.195 euro.L’indennità mensile non può in ogni caso superare il tetto massi-mo di 1.300 euro (valore per il 2015 ma che si ritiene sarà con-fermato anche per il 2016), im-porto che viene annualmente ri-valutato in base all’inflazione. È inoltre prevista una riduzione dell’assegno del 3% a cadenza mensile a decorrere dal 1° gior-no del quarto mese di fruizione.

DurataPari alla metà delle settimane di contribuzione versate nei 4 anni precedenti, con una durata mas-sima di 24 mesi.

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La tutela interviene anche nei casi di conciliazione presso le Direzioni territoriali del lavoro, a seguito della procedura di co-municazione preventiva che le aziende devono attivare prima di procedere a un licenziamento per giustificato motivo oggettivo, quello che viene comunemente denominato “licenziamento per motivi economici”, a seguito di operazioni di ristrutturazione aziendale; procedura che porta a una risoluzione consensuale del rapporto di lavoro e si riferi-sce ai lavoratori che rientravano nella sfera di applicazione dell’art. 18 e quindi non i diri-genti. Questa è la linea seguita dalla generalità delle sedi Inps, che è stata anche confermata da un recente intervento del ministe-ro del Lavoro con riferimento ai lavoratori che operano presso aziende con meno di 15 dipen-denti per i quali, in mancanza del requisito dimensionale, non è previsto dalla legge il ricorso alla procedura di conciliazione, né la possibilità di accedervi vo-lontariamente.Se la cessazione avviene per di-missioni per giusta causa il lavo-ratore dovrà corredare la doman-da con una documentazione da cui risulti la sua volontà di difen-dersi in giudizio nei confronti del comportamento illecito del dato-re di lavoro (allegando diffide, esposti, denunce, citazioni, ricor-si d’urgenza ex art. 700 del codi-ce di procedura civile, sentenze ecc. contro il datore di lavoro, nonché ogni altro documento ido-neo), impegnandosi a comunica-re l’esito della controversia giudi-ziale o extragiudiziale.

Nel caso in cui l’esito della lite dovesse escludere la sussistenza della giusta causa di dimissioni, l’Inps procederà al recupero di quanto pagato a titolo di indenni-tà di disoccupazione, così come avviene nel caso di reintegra del lavoratore nel posto di lavoro, successiva a un licenziamento il-legittimo che ha dato luogo al pagamento dell’indennità di di-soccupazione. Conseguentemen-te, l’Istituto ha dato istruzioni agli operatori che ricevono le doman-de di avvisare il lavoratore che il riconoscimento dell’indennità di disoccupazione sarà provvisorio, fino alla comunicazione dell’esito della controversia.

Dichiarazione di immediata disponibilitàSi considerano disoccupati (art. 19, d.lgs. 14/9/2015, n. 150) i lavoratori privi di impiego che dichiarano, in forma telematica al portale nazionale delle poli-tiche del lavoro, la propria im-mediata disponibilità allo svol-gimento di attività lavorativa e alla partecipazione alle misure di politica attiva del lavoro con-cordate con il Centro per l’im-piego.La domanda per usufruire della Naspi equivale a dichiarazione di immediata disponibilità al la-voro ed è trasmessa dall’Inps all’Anpal (Agenzia nazionale per le politiche attive del lavo-ro), ai fini dell’inserimento nel sistema informativo unitario del-le politiche attive.L’erogazione della Naspi è con-dizionata alla regolare parteci-pazione alle iniziative di attiva-zione lavorativa, nonché ai per-

Stato di disoccupazione involontariaL’indennità è concessa a coloro che hanno perso il lavoro non per propria volontà e si trovano in una situazione di disoccupa-zione per qualsiasi tipologia di licenziamento, compreso quello disciplinare per giustificato moti-vo soggettivo o per giusta cau-sa; scadenza del contratto a termine; dimissioni per giusta causa.L’Inps ha ricordato (circolare 94/2015) che si intendono per giusta causa le dimissioni gene-rate da mancato pagamento del-la retribuzione; molestie sessuali nei luoghi di lavoro; demansio-namenti; mobbing; conseguenze legate a trasferimenti di azien-da; trasferimento della sede di lavoro; comportamento ingiurio-so del superiore gerarchico nei confronti del dipendente.L’indennità non spetta quindi ai lavoratori che si dimettono vo-lontariamente, a eccezione delle madri e dei padri che si dimetto-no durante il periodo in cui è previsto il divieto di licenziamen-to (dall’inizio del periodo di gra-vidanza fino al compimento del 1° anno di età del bambino).

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corsi di riqualificazione profes-sionale proposti dai servizi com-petenti.

Obblighi di partecipazione alle misure di politica attiva e sanzioniNel patto di servizio personaliz-zato sottoscritto con il Centro per l’impiego deve essere riportata la disponibilità dell’interessato alle seguenti attività:

partecipazione a iniziative e laboratori per il rafforzamen-to delle competenze nella ri-cerca attiva di lavoro; partecipazione a iniziative di carattere formativo o di riqua-lificazione o altra iniziativa di politica attiva o di attivazione; accettazione di congrue offer-te di lavoro, come saranno definite dal ministero del Lavo-ro su proposta dell’Anpal.

Fino alla data di adozione del provvedimento ministeriale tro-vano applicazione in materia le disposizioni di cui all’art. 4 com-mi 41 e 42 della legge 92 del 20121.In caso di inosservanza, in assen-za di giustificato motivo, sono previste le seguenti sanzioni in base al tipo di attività a, b o c: decurtazione di 1/4 di una

mensilità, in caso di prima mancata presentazione;

decurtazione di una mensilità alla seconda mancata presen-tazione;

decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazio-ne in caso di ulteriore manca-ta presentazione.

decurtazione di una mensilità,

alla prima mancata parteci-pazione;

decadenza dalla prestazione e dallo stato di disoccupazio-ne in caso di ulteriore manca-ta presentazione.

decadenza dalla prestazione.

1 La norma citata prevede la decadenza dal trattamento di disoccupazione per il lavoratore che non accetti un’offerta di lavoro inquadrato in un livello retributivo superiore alme-no del 20% rispetto all’importo lordo dell’indennità cui ha diritto e nel caso in cui l’attività lavorativa si svolga in un luogo che non dista più di 50 chilometri dalla residenza del lavoratore, o comunque che sia raggiungibile mediamente in 80 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.

PagamentoSi ha diritto all’indennità a par-tire dall’ottavo giorno successivo alla data di cessazione (o di sca-denza del periodo di mancato preavviso) se la domanda è sta-ta presentata entro il settimo giorno; dal giorno successivo alla data della domanda se presenta-ta successivamente ed entro i ter-mini indicati nel box “Presenta-zione della domanda”.Per poter ottenere una seconda indennità, dopo un altro periodo

La domanda per accedere alla Naspi va presentata esclusivamente per via tele-matica entro il termine di decadenza di 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro. I canali utilizzabili sono quelli già attivati per l’indennità Aspi:

online, tramite i servizi telematici accessibili direttamente dal cittadino con apposito pin, attraverso il portale dell’Istituto;

tramite contact center multicanale attraverso il numero 803164, gratuito da rete fissa, o il numero 06164164 da rete mobile, a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;

tramite patronati/intermediari dell’Istituto attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Ai fini della presentazione della domanda, il periodo per il quale il lavoratore percepisce l’indennità di mancato preavviso si considera lavorato. Pertanto, se il lavoratore licenziato viene esonerato dal prestare in servizio il preavviso e il datore di lavoro gli corrisponde la relativa indennità, il termine ultimo per la presentazione della domanda è il 68° giorno a partire dall’ultimo di preavviso indennizzato.L’Inps (messaggio del 23 novembre 2012, n. 19273) ha chiarito che l’indennità di disoccupazione subirà il differimento all’ottavo giorno successivo alla data finale del periodo corrispondente all’indennità di mancato preavviso solo nei casi in cui l’indennità sia stata effettivamente corrisposta dal datore di lavoro, altrimenti la decorrenza farà riferimento ai normali meccanismi legati alla data di cessazione del rapporto di lavoro e di presentazione della domanda.

PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA

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di lavoro, è necessario che sia trascorso il cosiddetto “anno mo-bile”, cioè un periodo di 365 giorni a partire dalla data di ini-zio della prima prestazione.L’indennità può essere riscossa con accredito su conto corrente bancario o postale o mediante bonifico domiciliato presso Poste italiane allo sportello di un ufficio postale rientrante nel cap di resi-denza o domicilio del richiedente.

Nuova attività lavorativa in corso di prestazioneLo status di disoccupato (vedi art. 7, comma 7, del decreto leg-ge 76/2013, convertito in legge 9 agosto 2013 n. 99) permane se si svolge un’attività lavorativa con un reddito annuale non su-periore al reddito minimo perso-nale escluso da imposizione: 8.000 euro per i lavoratori di-pendenti e 4.800 euro per i la-voratori autonomi.La contribuzione versata duran-te il periodo di sospensione è

utile per valutare i requisiti di accesso alla Naspi e determina-re la sua durata.Le prestazioni di lavoro accesso-rio possono avvenire in tutti i settori produttivi, compresi gli enti locali, nel limite complessivo di 3.000 euro di compenso per anno civile. L’Inps sottrae dalla contribuzione figurativa relativa alle prestazioni integrative del salario o di sostegno al reddito gli accrediti contributivi derivanti dalle prestazioni di lavoro acces-sorio.

Contribuzione figurativaLa contribuzione figurativa, con riferimento ai periodi di fruizio-ne della Naspi, viene accredita-ta fino a un importo massimo pari a 1,4 volte l’assegno di di-soccupazione e non più sulla retribuzione media percepita alla data della cessazione.È prevista una norma di salva-guardia che interesserà la parte di pensione calcolata con il siste-

ma retributivo, in base alla quale se il periodo in cui si percepisce la Naspi dovesse diminuire la retribuzione media pensionabi-le, questo non verrà preso in considerazione nel calcolo della pensione e verrà utilizzata solo l’anzianità contributiva maturata per il calcolo medesimo.

Incentivo per auto-imprenditorialitàIl lavoratore con diritto alla cor-responsione dell’indennità Na-spi può richiedere la liquidazio-ne anticipata in un’unica soluzio-ne dell’importo complessivo del trattamento che gli spetta, e che non gli è stato ancora erogato, a titolo di incentivo per l’avvio di un’attività di lavoro autonomo, per l’avvio di impresa individua-le o per la sottoscrizione di una quota di capitale sociale di una cooperativa nella quale il rap-porto mutualistico ha per ogget-to la prestazione di attività lavo-rative da parte del socio.

Reddito annuale superiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale

Reddito annuale inferiore al reddito minimo escluso da imposizione fiscale

Durata del rapporto di lavoro pari o superiore a 6 mesi

Durata del rapporto di lavoro infe-riore a 6 mesi

Decadenza

Prestazione sospesa d’ufficio per la durata del rapporto di lavoro

Indipendentemente dalla durata del rapporto di lavoro

Conservazione del diritto alla pre-stazione a particolari condizioni*

* Comunicazione all’Inps entro 30 giorni dell’inizio dell’attività e del reddito annuo previsto. Il datore di lavoro o utilizzatore devono essere diversi da quelli per i quali il lavoratore prestava la sua attività quando è cessato il

rapporto di lavoro (considerando anche le società collegate o controllate).

NUOVA ATTIVITÀ LAVORATIVA IN CORSO DI PRESTAZIONE:SITUAZIONI CHE SI POSSONO VERIFICARE

Casistiche Durata del rapporto di lavoro Conseguenze

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L’erogazione anticipata in un’uni-ca soluzione non dà diritto alla contribuzione figurativa né all’as-segno per il nucleo familiare. I lavoratori che intendono avva-lersi della liquidazione in un’uni-ca soluzione devono trasmettere telematicamente all’Inps, a pe-na di decadenza, la domanda di anticipazione entro 30 giorni dalla data di inizio dell’attività lavorativa autonoma o di impre-sa individuale o dalla data di sottoscrizione di una quota di capitale sociale della cooperati-va. L’indennità anticipata deve essere restituita nel caso in cui il lavoratore instauri un rapporto di lavoro subordinato prima del-la scadenza del periodo spet-tante di indennità corrisposta in forma anticipata. Ciò non avvie-ne se il rapporto di lavoro subor-dinato è instaurato con la coo-perativa della quale il lavorato-re ha sottoscritto una quota di capitale sociale.

Incentivo all’assunzione di beneficiari della NaspiAl datore di lavoro che, senza esservi tenuto, assuma a tempo pieno e indeterminato lavorato-ri che fruiscono della Naspi è concesso, per ogni mensilità di retribuzione corrisposta al lavo-ratore, un contributo mensile pari al 50% dell’indennità men-sile residua che sarebbe stata corrisposta in caso di mancata assunzione.

Assegno di disoccupazione - AsdiIstituito in via sperimentale per il 2015, fornisce una tutela di soste-gno al reddito ai lavoratori bene-

ficiari della Naspi che abbiano fruito di questa per l’intera sua durata entro il 31 dicembre 2015, siano privi di occupazione e si trovino in una condizione econo-mica di bisogno.È pari al 75% dell’ultima indenni-tà Naspi percepita e, comunque, non potrà essere superiore all’as-segno sociale. La durata massima di erogazione è pari a 6 mesi.I possibili beneficiari dell’Asdi de-vono fare parte di un nucleo fa-miliare in cui sia presente almeno un minore di 18 anni, oppure avere almeno 55 anni senza aver maturato i requisiti per la pensio-ne o un indicatore Isee pari o in-feriore a 5mila euro.Inoltre è necessario che il disoc-cupato non abbia usufruito della precedente indennità di disoccu-pazione Asdi per un periodo su-periore a 6 mesi nei 12 mesi pre-cedenti alla fruizione della Naspi e comunque per un periodo non superiore a 24 mesi nel quinquen-nio precedente.Per incentivare la ricerca attiva del lavoro, il Dm consente il cu-

mulo dell’Asdi con redditi da la-voro subordinato inferiori a 8.000 euro annui o con redditi da lavoro autonomo inferiori a 4.800 euro annui, a condizione che il beneficiario dell’Asdi comu-nichi all’Inps il suo reddito annuo previsto entro 30 giorni dall’ini-zio dell’attività (circolare Inps n. 47 del 3 marzo 2016).

La Dis-coll per i lavoratori parasubordinatiLe istruzioni per il sussidio a favo-re dei collaboratori che perdono il lavoro nel 2015 sono contenute nella circolare Inps n. 83 del 27 aprile 2015.La Dis-coll sostituisce il preceden-te assegno una tantum ed è desti-nata ai collaboratori coordinati e continuativi, iscritti in via esclusiva alla gestione separata, non pen-sionati e privi di partita Iva, che abbiano perso involontariamente l’occupazione. Sono esclusi gli amministratori e i sindaci. Sarà erogata per massimo sei mesi, durante i quali non saranno ac-creditati contributi figurativi.

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Tra le varie disposizioni con-tenute nel Jobs act, è stata introdotta una nuova proce-

dura di comunicazione delle di-missioni e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro, la quale, a decorrere dal 12 marzo 2016, dovrà essere effettuata esclusiva-mente in via telematica su appo-siti moduli resi disponibili dal mi-nistero del Lavoro e delle politi-che sociali.

DIMISSIONI E RISOLUZIONI CONSENSUALIDopo il Jobs act, ecco la nuova procedura di comunicazione telematica operativa dal 12 marzo

Daniela Fiorino

Poiché l’art. 26 del decreto legi-slativo 151/2015, che introduce la nuova procedura, utilizza il vocabolo “dimissioni” al posto di “dimissioni volontarie”, è da ritenere che si intendano attrar-re nell’ambito di applicazione sia le dimissioni volontarie sia le dimissioni per giusta causa.Il decreto del 15 dicembre 2015, con il quale il ministero del Lavoro definisce le modalità di comunica-

zione delle dimissioni e delle riso-luzioni consensuali del rapporto di lavoro, è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 7 dell’11 gennaio 2016 e ulteriori chiari-menti sono contenuti nella circo-lare del ministero del Lavoro n. 12 del 4 marzo scorso.La nuova modalità prevede la possibilità per il lavoratore di for-malizzare le dimissioni in autono-mia oppure di rivolgersi a un soggetto abilitato (patronati, or-ganizzazioni sindacali, commis-sioni di certificazione ed enti bila-terali) che effettuerà la procedu-ra per suo conto.

Richiesta Pin dispositivo InpsCome già accennato, il dipenden-te che intenda inserire personal-mente la comunicazione nel por-tale dovrà prima verificare di es-sere in possesso del Pin Inps dispo-sitivo e, in caso contrario, richie-derlo online (http://bit.ly/1-4-16).Il Pin iniziale è composto da 16

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caratteri. I primi 8 sono inviati via sms, email o posta elettronica cer-tificata e i secondi 8 con posta ordinaria all’indirizzo di residen-za. Al primo utilizzo, il Pin inizia-le di 16 caratteri viene sostituito con uno di 8, da conservare per i successivi utilizzi.Chi è già in possesso del Pin Inps ordinario lo può convertire in Pin dispositivo(http://bit.ly/1-4-16) inserendo i dati di un documento di identità. Occorre quindi stam-pare il modulo che viene prodotto dal sistema, apporvi data e firma e inviarlo online insieme a una fotocopia del documento di iden-tità. Ai fini dell’invio telematico, modulo e copia del documento devono essere salvati in un unico file. Entro breve tempo si riceve un’email di conferma dall’Inps che attesta che il Pin è diventato di tipo dispositivo.

PreavvisoConsigliamo a coloro che inten-dano presentare le dimissioni ma sono impossibilitati a svolgere in tutto o in parte il periodo di pre-avviso contrattuale, di giungere a un accordo con il proprio da-tore di lavoro e formalizzarlo in un documento scritto da conse-gnare, facendone firmare copia per ricevuta e accettazione, pri-ma di procedere alla comunica-zione telematica delle dimissio-ni. Tutto ciò al fine di evitare che venga operata, sulle spettanze di fine rapporto, una trattenuta corrispondente al periodo di preavviso non prestato.

Comunicazione tramite soggetto abilitatoCome precedentemente accen-

VADEMECUMProcedura prevista per chi decide di inviare direttamente la comunicazione di dimissioni o di risoluzione consensuale:

1. Accesso al sistema da parte del lavoratoreIl lavoratore deve munirsi del Pin dispositivo per accedere all’area riservata Inps, se non ancora in suo possesso, e deve quindi collegarsi al portale ClicLavoro (www.cliclavoro.gov.it), selezionando nel menù Cittadini la voce Dimissioni tele-matiche. Cliccando su Accesso per i cittadini si viene indirizzati sul sito dell’Inps per l’accesso tramite codice fiscale e Pin Inps dispositivo.

2. Compilazione del modelloUna volta reindirizzati sul sito del ministero del Lavoro, si può procedere con la compilazione del modulo online. I dati richiesti sono: per il lavoratore, codice fiscale, cognome e nome, email; per il datore di lavoro, codice fiscale, denominazione, indirizzo sede di lavo-

ro, email (che può essere ordinaria o certificata); data inizio del rapporto di lavoro e tipologia di contratto applicato; indicazione della tipologia di cessazione (dimissioni per giusta causa, risolu-

zione consensuale) oppure della volontà di procedere alla revoca; data di decorrenza delle dimissioni/risoluzione, tenendo conto dell’eventuale

periodo di preavviso, mentre in caso di dimissioni per giusta causa non deve tenere conto del periodo coperto dall’indennità sostitutiva del preavviso ma della data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro (giorno successivo a quello del ricevimento della comunicazione da parte del datore di lavoro).

Con riferimento a quest’ultimo punto, sono necessarie alcune precisazioni:– la data di efficacia della comunicazione di dimissioni corrisponde a quella

in cui è stata effettuata la procedura di comunicazione online, in cui sia il datore di lavoro sia la Direzione territoriale del lavoro competente riceve-ranno la comunicazione dal portale del ministero del Lavoro;

– nella sezione 4 del modulo, alla voce “Data di decorrenza dimissioni/riso-luzione consensuale” dovrà indicarsi la data in cui si è stabilito che la ces-sazione del rapporto di lavoro produrrà i suoi effetti e, quindi, in caso di dimissioni volontarie, occorrerà inserire la data corrispondente al giorno successivo a quello del termine del preavviso, mentre in caso di dimissioni per giusta causa non deve tenere conto del periodo coperto dall’indennità sostitutiva del preavviso ma della data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro (giorno successivo a quello del ricevimento della comunicazione da parte del datore di lavoro).

Per i rapporti di lavoro instaurati dal 2008 in avanti e correttamente comunicati tramite procedura telematica ai Cpi, il modulo risulterà già in parte compilato.

3. Invio del modelloTramite l’invio telematico, il datore di lavoro riceverà il modulo nella propria casella di posta elettronica (ordinaria o certificata) e la Dtl riceverà una notifica nel proprio cruscotto con la possibilità di visionare il “Modulo recesso dal rap-porto di lavoro/revoca”.La stessa procedura dovrà essere utilizzata in caso di revoca delle dimissioni o risoluzione consensuale.Sul sito del ministero del Lavoro è possibile visualizzare un video tutorial che spiega in modo chiaro la procedura da parte del lavoratore “cittadino” (http://bit.ly/dir-7-4-16).

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nato, il lavoratore può rivolgersi, in alternativa alla comunicazione “fai da te”, a un soggetto abilita-to (patronati, organizzazioni sin-dacali, commissioni di certifica-zione ed enti bilaterali) per l’e-spletamento della procedura di comunicazione telematica.In questo caso non è necessario essere in possesso del Pin Inps dispositivo.Manageritalia si è accreditata come operatore su ClicLavoro ed è quindi abilitata all’inserimento nel portale delle comunicazioni relative alle dimissioni volontarie e alle risoluzioni consensuali.Attualmente sono in grado di ope- rare autonomamente in tal senso le associazioni di Bologna, Firen-ze, Genova, Milano, Roma, Torino e Veneto. Le altre associazioni po-tranno comunque garantire il me-desimo servizio ai propri iscritti tramite XLabor.

Diritto di ripensamentoEntro sette giorni dalla data di trasmissione del modulo, il lavo-ratore può revocare le dimissioni e la risoluzione consensuale con le medesime modalità illustrate per l’invio della comunicazione di recesso.

EsclusioniPer espressa indicazione norma-tiva, non sono vincolate al nuovo adempimento le dimissioni o le risoluzioni consensuali sancite nelle sedi conciliative, ossia:a) in sede giudiziale: davanti a

un giudice (art. 185 c.p.c.), il quale in virtù del novellato art. 420, comma 1 c.p.c. deve, ol-tre a tentare la conciliazione, formulare alle parti una pro-posta transattiva;

b) in sede amministrativa: davanti alla Dtl (artt. 410 e 411 c.p.c.);

c) in sede sindacale: in presenza

delle parti sindacali e general-mente tramite apposite proce-dure previste dai contratti col-lettivi (artt. 411, comma 3 e 412-ter c.p.c.);

d) in sede arbitrale: presso apposi-to collegio di conciliazione e arbitrato (art. 412-quater c.p.c.);

e) in sede certificativa: presso le commissioni di certificazione, ex art. 76 d.lgs 276/2003 (art. 410 c.p.c e art. 31, comma 13, legge 183/2010).

Sono inoltre escluse dalla proce-dura le risoluzioni intervenute durante il periodo di prova e le cessazioni relative ai rapporti di lavoro instaurati nel pubblico im-piego.

Madri e padri lavoratoriLa procedura sin qui illustrata si applica anche in caso di dimis-sioni volontarie presentate du-rante il periodo per cui è previsto il divieto di licenziamento per le madri e i padri lavoratori, che tuttavia continuano ad essere di-sciplinate dall’art. 55 del decre-to legislativo 151/2001, che pre-vede la convalida delle stesse da parte della Direzione territoriale del lavoro.Secondo tale norma, la lavora-trice ha diritto alle indennità pre-viste dalle disposizioni di legge e contrattuali nel caso di licen-ziamento (preavviso, tfr, disoc-cupazione). La disposizione si applica anche al padre lavoratore che abbia fruito il congedo di paternità e anche in caso di adozione e di affidamento, entro un anno dall’ingresso del minore nel nu-cleo familiare.

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75APRILE 2016

In tema di executive professional siamo a un punto di svolta in Manageritalia?

«Siamo a un importante punto di passaggio che prefigura una pos-sibile svolta. Certamente ci trovia-mo in una fase molto dinamica, non immaginabile soltanto un pa-io di anni fa. Il passaggio chiave è l’organizzazione della rappre-sentanza degli executive profes-sional all’interno di Managerita-lia, che in precedenza era molto frammentata e in certi casi inesi-stente. Oggi ogni associazione territoriale ha un proprio rappre-sentante degli executive professio-nal eletto – e con i prossimi rinno-vi questo percorso si rafforzerà ulteriormente – e una rappresen-tanza nazionale».

Nella pratica, cosa significa?«Significa che in ogni territorio oggi è finalmente presidiata l’a-rea degli executive professional e che ogni iscritto o potenziale tale ha un suo preciso referente e che a livello nazionale opera un grup-po composto dai rappresentanti territoriali. Questo punto è fonda-mentale perché senza un radica-mento della rappresentanza a li-vello territoriale qualunque azio-ne a livello più ampio, e intendo nazionale, sarebbe destinata a restare molto fragile».

TRAGUARDI E OBIETTIVI FUTURI

La parola a Carlo Romanelli, rappresentante nazionale degli executive professional

Un risultato importante…«Certo, è un risultato importante, come dimostra il fatto che il tema dei “professional” era in origine un progetto all’interno del Piano operativo 2012-2016, mentre og-gi è un nucleo di rappresentanza permanente. In tal senso abbiamo lavorato sull’identità degli execu-tive professional, grazie anche a un’indagine mirata con il supporto della Federazione, e prodotto la nuova Carta associativa, che co-stituisce il patto di appartenenza

in Manageritalia e che contiene diversi aspetti innovativi rispetto al passato».

Da professional a executive professional, perché?

«Abbiamo cambiato la generica denominazione da professional a executive professional non certo come esercizio di stile, ma per affermare il fatto che l’apparte-nenza a Manageritalia implica un livello di managerialità irrinuncia-bile, che si riflette nel mercato e nelle logiche di rappresentanza. Nel mercato del lavoro manage-riale ci sono sempre più professio-nisti che affiancano gli imprendito-ri e i gruppi dirigenti nella gestio-ne e nello sviluppo delle organiz-zazioni e del business, rendendo disponibili contenuti specifici lega-ti a esperienze diversificate e spes-so molteplici».

Carlo Romanelli è co-fondatore e presidente di Net Working, società di training e management consulting.Psicologo del lavoro e studioso esperto di organizzazione e comportamento organizzativo.Partner italiano di The Hardiness Institute presso l’Università della California di Irvine e certificato Apco-Icmci come consulente di organizzazione, è fondatore dell’accademia Sport & Management.

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In particolare, qual è il ruolo di questa figura nell’economia oggi?

«Gli executive professional di Ma-nageritalia sono alte professiona-lità che portano managerialità nelle imprese e per questo hanno e avranno un ruolo importantissi-mo nella nostra economia, non solo nazionale, visto che molti ope-rano ad altissimi livelli anche a li-vello internazionale. Non un’élite, quindi, ma una generazione di professionisti del management. Un modo per aiutare le imprese, so-prattutto le pmi, a entrare nell’otti-ca di abbandonare l’atavica e paralizzante gestione di soli fami-liari e aprire alla managerialità».

Per valorizzare queste professio-nalità è nata una certificazione. Di cosa si tratta?

«Si tratta di una certificazione di esperienze e non quindi di compe-tenze, che è altra cosa e spetta ad altri. Manageritalia dunque certi-ficherà, a chi lo richiederà e ovvia-mente avrà i requisiti, il fatto di avere maturato esperienze pro-fessionali e manageriali qualifi-canti».

È già attiva?«Abbiamo costruito il processo di qualificazione di esperienze nel gruppo nazionale e prima di rila-sciarlo lo abbiamo testato in ogni associazione territoriale. Una vol-ta superata la fase di testing, dopo un’ulteriore verifica da parte della Federazione, dal 1° maggio ogni executive professional iscritto a Manageritalia potrà richiedere alla propria associazione, presso le quali sono istituite apposite com-missioni, di accedere al servizio tramite la presentazione di una

specifica documentazione che at-testi il livello di esperienza matura-ta. Ogni commissione valuterà la documentazione e, se verificherà la presenza dei requisiti richiesti, rilascerà un’attestazione EEP, Ex-perienced Executive Professional. Invito quindi tutti i colleghi e le colleghe interessati a rivolgersi al proprio rappresentante presso l’associazione di riferimento per avere le informazioni utili per ri-chiedere l’attestazione di “Expe-rienced”».

Quale sarà il ruolo di questa cer-tificazione?

«Prima di tutto è il primo servizio nato e pensato per gli executive professional, e in questo senso rap-presenta un’importante azione di rappresentanza e promozione del-la nostra ampia comunità profes-sionale. Pensiamo che possa pro-muovere, far conoscere e afferma-re il ruolo e l’identità di questa co-munità professionale molto varia e ricchissima di contenuti ed espe-rienze, dandole visibilità nel mer-cato del lavoro manageriale e, ci auguriamo, qualche opportunità. A questo proposito abbiamo con-cordato la possibilità per gli EEP di accedere alla piattaforma market place TaBizCo (vedi Dirigente n. 1-2/2016, ndr) ottenendo un posi-zionamento più elevato nel ranking di mercato per chi sarà in possesso dell’attestazione “Experienced”. Inoltre crediamo potrà essere un elemento di attrattività per nuovi iscritti».

Cosa possono trovare oggi gli executive professional in Mana-geritalia?

«Prima di tutto la partecipazione

attiva a una community manage-riale che può costruire, in logica di networking, diverse opportuni-tà professionali e posizionamenti contrattuali. Inoltre i servizi di consulenza in materia di previ-denza, assistenza ecc., che Ma-nageritalia ha costruito negli anni e che progressivamente dovran-no trovare forme di orientamento e specializzazione adeguate allo status di executive professional. AskMit, per esempio, è un servi-zio ottimo e innovativo che Ma-nageritalia mette a disposizione, già pensato in questa logica».

I prossimi obiettivi?«La costruzione progressiva di un sistema di welfare specifica-mente dedicato agli executive professional che, per come sta andando il mercato del lavoro manageriale, è un’ambizione ir-rinunciabile. Questo non è un punto di arrivo, è solo un impor-tante traguardo intermedio. Per arrivare dove vorremmo dobbia-mo continuare a conoscere e raf-forzare la nostra identità, cresce-re di numero, aprire canali for-mativi presenti nel sistema ai quali oggi non possiamo ancora accedere e diventare iscritti atti-vi. Di formazione, come emerge dall’indagine, noi executive ne facciamo troppo poca e viviamo di rendita su quella fatta in pre-cedenza in azienda. Ma in un mondo del lavoro in continuo cambiamento questo è un grosso gap per il nostro futuro. Ci serve quindi un’Associazione di rap-presentanza in grado di suppor-tarci su tutti questi fronti, come sta già facendo Manageritalia e fa-rà sempre più nel futuro».

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www.askmit.it

77APRILE 2016

Modello 730 precompilatoL’Agenzia delle entrate mette a disposizione dei titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati il modello 730 precompilato. Mo-dello che può essere accettato o modificato. Se il 730 precompilato viene presentato senza effettuare modifiche, direttamente oppure al sostituto d’imposta, non saranno effettuati i controlli documentali sulle spese comunicate all’Agen-zia dai soggetti che erogano mutui fondiari e agrari, dalle imprese di assicurazione e dagli enti previ-denziali. Se invece viene presenta-to, con o senza modifiche, al Caf o al professionista abilitato, i con-trolli documentali saranno effet-

TASSE? TI AIUTANO GLI ESPERTIPer pagare le tasse con il 730 quest’anno gli italiani possono fare tutto da soli, se dipendenti o pensionati, o rivolgersi a Caf o professionisti abilitati. In tutti questi casi, gli associati Manageritalia potranno comunque avvalersi della consulenza fornita online e in 48 ore da AskMit

tuati nei confronti di questi ultimi.

Se volete fare tutto da soli, AskMit serve per avere infor-mazioni utili e valutare se il precompilato è corretto e non necessita di alcuna integrazio-ne o, se così fosse, come modi-ficarlo e integrarlo.

Modello 730 ordinarioPuò essere presentato al sostitu-to d’imposta che presta l’assi-stenza fiscale, al Caf o al profes-sionista abilitato. I lavoratori dipendenti privi di un sostituto d’imposta devono presentare il modello 730 a un Caf dipenden-te o a un professionista abilitato.

Il 730 ordinario deve essere pre-sentato entro il 7 luglio. Nel ca-so di presentazione al sostituto d’imposta il contribuente deve consegnare il modello 730 ordi-nario già compilato.

Se volete invece rivolgervi a un Caf o a un commercialista, AskMit permette di avere le informazioni necessarie e cor-rette per esibire tutti i docu-menti per oneri detraibili e deducibili.

AskMit è il servizio di consulenza online in 48 ore, riservato a manager associati e familiari, partito a fine 2015. A rispondere un team di professionisti multidisciplinare formato da esperti di Manageritalia, avvocati, commercialisti, fiscalisti, notai, giuslavoristi e altri specialisti, appartenenti a studi professionali di tutta Italia.I primi risultati sono ottimi, tante richieste e ampia soddisfazione per qualità, velocità e facilità di utilizzo del servizio. Quindi, se sei associato a Manageritalia, utilizza AskMit per affrontare al meglio la dichiarazione dei redditi, ma anche tanti altri aspetti legati al lavoro e alla vita personale.

Fai la tua domanda, vai su www.askmit.it

Per le novità sul modello 730 vedi articolo a pagina 18, per il servizio di assistenza fiscale con 50&Più Caaf vedi pagina 73).

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Mod. N.CODICE FISCALE DEL CONTRIBUENTE (obbligatorio)

DATI DEL CONTRIBUENTE

BARRARE LA CASELLAC = ConiugeF1 = Primo figlioF = FiglioA = AltroD = Figliocondisabilità PRIMO FIGLIO

CODICE FISCALE(Il codice del coniuge va indicato anche se

non fiscalmente a carico) MESI ACARICO

% DETRAZIONE 100%AFFIDAMENTO FIGLI

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3

MODELLO 730/2016 redditi 2015dichiarazione semplificata dei contribuenti che si avvalgono dell̓ assistenza fiscale

DichiaranteConiugedichiarante

Rappresentanteo tutore

PREFISSONUMERO

GIORNO

ANNO

INDIRIZZO

C.A.P.

PROVINCIA (sigla)

RESIDENZAANAGRAFICADa compilare solose variata dal1/1/2015 alla datadi presentazionedella dichiarazioneTELEFONO EPOSTA ELETTRONICADOMICILIO FISCALEAL 01/01/2015

TELEFONO

MESE

CONTRIBUENTE

CODICE FISCALE DEL RAPPRESENTANTE O TUTORE

CONIUGE

Dichiarazione presentataper la prima volta

COMUNE

COMUNE

PROVINCIA (sigla)

DOMICILIO FISCALEAL 01/01/2016

genziantrate

Dichiarazione congiunta

TIPOLOGIA (Via, piazza, ecc.)

730 integrativo(vedere istruzioni)730 senzasostituto

Situazioniparticolari Quadro K

Soggetto fiscalmente a carico di altri

DATA DELLA VARIAZIONE

TUTELATO/A MINORE

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INDIRIZZO DI POSTA ELETTRONICA

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Casi particolariadd.le regionale

PERCENTUALE ULTERIORE DETRAZIONEPER FAMIGLIE CON ALMENO 4 FIGLI

NUMERO FIGLI IN AFFIDOPREADOTTIVO A CARICO

DEL CONTRIBUENTE

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DEL

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ITO

Cosa prevede l’accordo Assistenza alla compilazione

delle dichiarazioni dei redditi 2016 relative ai redditi 2015;

raccolta delle schede conformi al modello approvato con de-creto del ministro delle Finan-ze, sottoscritte dal contribuen-te, contenenti le scelte operate dai contribuenti ai fini della destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche;

elaborazione e trasmissione in via telematica all’amministra-zione finanziaria delle dichia-razioni dei redditi;

consegna di copia delle di-chiarazioni a ciascun contri-buente;

comunicazione ai sostituti d’im-posta del risultato contabile delle dichiarazioni, ai fini del conguaglio a credito o a debito in sede di ritenuta d’acconto;

calcolo e compilazione del modello F24 Imu e Tasi;

TORNA IN ASSOCIAZIONEAnche per quest’anno rinnovato l’accordo con Caaf 50&Più. Disponibile in tutte le Associazioni territoriali un’ampia gamma di utili servizi, a cominciare dalla compilazione del 730

predisposizione e stampa del-la dichiarazione Imu;

visure catastali per immobili o terreni di proprietà del dichia-rante;

dichiarazioni di successione; domande di voltura al catasto

edilizio urbano e al catasto dei terreni;

gestione delle locazioni.

Come richiedere il servizio Per usufruirne sarà necessario contattare la propria associazio-ne territoriale e fissare un appun-tamento con un esperto 50&Più Caaf. Sarà anche possibile ri-

chiedere un incontro direttamen-te presso le sedi provinciali e di zona del Caf (800 uffici in tutta Italia) alle stesse condizioni di favore.

ImportanteGli associati dovranno presenta-re la propria card Manageritalia.I consulenti Caaf verificheranno, attraverso la lettura del codice a barre, l’esattezza dei dati e po-tranno così tenere traccia delle consulenze erogate.Anche i familiari potranno pre-sentarsi con la card dell’iscritto ed essere quindi “riconosciuti”.

TARIFFE APPLICATE AGLI ASSOCIATIServizi per la dichiarazione dei redditi Assistenza alla compilazione 730 singolo € 46 Assistenza alla compilazione 730 congiunto € 70

Altri servizi Elaborazione e stampa mod. F24 acconto Tasi (a modello) € 10 Elaborazione e stampa mod. F24 saldo Tasi (a modello) € 10 Elaborazione e stampa mod. F24 acconto Imu o Tasi (a modello) € 10 F24 saldo Imu (a modello) € 10 Dichiarazioni di successione € 350 Domande di voltura per fabbricati e terreni (prima) € 100 Domande successive nell’ambito della stessa dichiarazione € 70 Visure catastali per le prime 5 unità immobiliari (o frazione di 5) € 15 * Per ogni ulteriore gruppo di 5 unità o frazione di 5 nell’ambito della stessa provincia e per lo stesso dichiarante € 5 ** Iva esclusa

Rivolgiti alla tua associazioneterritoriale per fissare un appuntamento

Vedi le novità del modello 730/2016 e consulta l’elenco

dei documenti da presentarehttp://bit.ly/Dir4-4-16

CFMT

79APRILE 2016

tivo, con la prospettiva di affronta-re o migliorare il posizionamento sui mercati esteri.

Milano, 13 luglio Secondo moduloFornire i concetti e gli strumenti per valutare gli aspetti economici, fi-nanziari e logistici connessi alle attività generate dal processo di internazionalizzazione.

Follow-up su richiestaOffrire al partecipante la possibili-tà di approfondire le dinamiche di internazionalizzazione di tre pae-si protagonisti dello sviluppo eco-nomico mondiale.

Nell’attuale scenario di una globalizzazione sempre più crescente e di un’este-

sa crisi economico-finanziaria, le imprese italiane sono chiamate a ripensare il loro ruolo e la loro presenza nel mercato. Cfmt propone, in collaborazione con Nagima, un nuovo program-ma che intende fornire ai parteci-panti le principali informazioni e metodologie per avviare un pro-getto di internazionalizzazione o per ampliare e migliorare l’attuale presenza nei mercati del mondo. Oggi l’internazionalizzazione rappresenta un obiettivo indispen-sabile per alimentare la continuità del business e confrontarsi con re-altà diverse, per conoscere meto-dologie produttive innovative, ap-prendere nuove tecniche, valutare materiali e prodotti alternativi e molto altro. Per un’azienda essere presente con efficacia e successo nei merca-ti internazionali significa ricoprire un ruolo attivo e competitivo e sa-per affrontare le sfide per conti-nuare a crescere e consolidare la propria posizione strategica. Il programma è indirizzato a tutti coloro che desiderano acquisire

e/o ampliare il proprio bagaglio di conoscenze utili a comprendere le dinamiche di internazionalizza-zione delle imprese.Il percorso è suddiviso in due incon-tri d’aula, un pre-work introduttivo e un follow-up di approfondimento su richiesta: pre-work “Introduzione all’in-

ternazionalizzazione” (attivi-tà a distanza); primo modulo “Analisi azienda, prodotti e strategie di marketing” (attivi-tà in aula); secondo modulo “Economics, finanza e logisti-ca” (attività in aula);

follow-up su richiesta “Focus su tre diversi paesi: Usa, Cina e India”.

Pre-workIntrodurre l’argomento dell’interna-zionalizzazione. I partecipanti, tra-mite la piattaforma di Cfmt, potran-no accedere ad articoli e materiali inerenti le tematiche che verranno affrontate durante il percorso.

Milano, 23 giugno Primo modulo Fornire gli strumenti per analizza-re la situazione attuale dell’impre-sa in termini di assetto organizza-

La partecipazione all’evento è gratuita e riservata ai dirigenti in regola con il versamento degli appositi contributi. I moduli del progetto non sono fruibili singolarmente.

PER MAGGIORI INFORMAZIONI: www.cfmt.it - Luigia Vendola, [email protected], 02 54063137

INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE: STRATEGIE, TECNICHE E PROCESSI

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APRILE 201680

Uno tra i principali vantaggi che derivano dal ccnl ri-servato ai dirigenti del

terziario associati a Managerita-lia è la garanzia Capitale differi-to che prevede la rivalutazione annuale del capitale e il suo con-solidamento nel tempo.La stessa garanzia di Capitale differito, attraverso la polizza Capitello, consente anche ai fa-miliari degli associati di disporre di una forma di risparmio assicu-rativo a condizioni speciali.Oggi è più che mai importante

conoscere in che modo vengono gestiti i propri risparmi: stipulando una polizza di assicurazione non facciamo un investimento diretto (acquisto titoli ecc.), ma le compa-gnie assicuratrici alle quali versia-mo il premio immettono a loro volta le somme nelle cosiddette gestioni speciali costituite da un paniere di titoli amministrati secon-do precise regolamentazioni.

La gestione separata PrevirPer gli associati dirigenti, volonta-ri e sottoscrittori della polizza

Capitello, abbiamo una gestione separata dedicata ed esclusiva, la gestione separata Previr, che nel periodo 1° ottobre 2014-30 settembre 2015 ha generato un rendimento per gli assicurati del 3,49%. Questo rendimento, notevolmen-te superiore a quelli offerti cor-rentemente dai titoli obbligazio-nari a basso rischio, è stato otte-nuto tramite una gestione dei fondi equilibrata e in grado di minimizzare i rischi di volatilità di fronte all’imprevedibilità dei mer-cati finanziari.

Il portafoglio titoliIl portafoglio titoli delle gestioni separate Previr amministrati dal-le compagnie assicuratrici Avi-va, Generali, Fideuram e Zurich Investments Life, è investito al 61,9% in titoli di Stato e al 29,6% in obbligazioni societa-rie. L’esposizione nel comparto azionario si assesta al 2,4%, mentre quello degli Oicr (fondi comuni e Sicav) risulta pari al 4,6%. Gli altri attivi sono pari all’1,6%.La bassa rischiosità del portafo-glio è confermata anche dal ra-

LA POLIZZA DI CAPITALE DIFFERITO

3,49%: anche nel 2015 un rendimento di tutto rispetto per gli assicurati Previr della Convenzione Antonio Pastore

Stefano Pozzi

Cos’è la gestione separataLa gestione separata è una particolare gestione finanziaria, appositamente creata dalle compagnie di assicurazione, nella quale vengono investiti i premi dei clienti sottoscrittori di determinate tipologie di polizze vita. Ogni compagnia può avere più gestioni separate che costituiscono un patrimonio distinto e la compagnia non potrà far pesare su di loro eventuali sofferenze patite in altri settori.Le riserve delle gestioni separate devono sempre garantire la solvibilità di tutte le polizze. L’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, ha stabilito parametri e vincoli prevedendo che i patrimoni delle gestioni separate possano essere costituiti solo da titoli (prevalentemente titoli di Stato e obbligazioni) che rispettino l’esigenza di garantire sicurezza, redditività e liquidità degli investimenti.Inoltre, le gestioni separate sono sottoposte ogni anno a certificazione da parte di una società di revisione iscritta all’albo.

81APRILE 2016

ting (ossia il grado di affidabili-tà dei titoli di Stato e obbliga-zionari detenuti). Il 97,8% dei titoli citati vanta infatti un rating da BBB (che è il rating dell’Ita-lia) in su.Da questi dati si intuisce che i contributi versati dai dirigenti in servizio, dai prosecutori volon-tari e l’investimento dei risparmi personali (Capitello) nella ge-stione separata Previr, evitano di incorrere anche per il futuro in perdite inattese come quelle che nelle ultime settimane del 2015 hanno subìto i circa 10mi-la obbligazionisti subordinati di alcune banche italiane che han-no avuto vasta risonanza sui media. La superiorità del rendimento ottenuto dalla gestione separa-ta Previr rispetto al tasso a sca-denza offerto sul mercato da un BTP a 10 anni (pari all’1,53% l’8 gennaio 2016) è dovuto alla nota caratteristica prudenziale delle gestioni assicurative, che contabilizzano i titoli in portafo-glio al costo storico (pari a quel-lo di sottoscrizione in caso di acquisto all’emissione) senza tenere conto delle oscillazioni di valore dovute all’andamento delle rispettive quotazioni sul mercato.

Il rendimento: rischi finanziari al minimoIl rendimento per gli assicurati, in ultima analisi, è dato dalle cedole staccate dai titoli in por-tafoglio (i cui tassi nominali sono più alti di quelli di mercato per-ché si tratta di emissioni di anni passati caratterizzati da rendi-menti più alti) e dalle plusvalen-

ze eventualmente realizzate al netto delle minusvalenze. Questo meccanismo spiega an-che la lenta riduzione dei rendi-menti per gli assicurati registrata negli ultimi anni (pari a -0,12% tra il 2015 e il 2014). A mano a mano che le obbligazioni e i ti-toli di Stato delle gestioni sepa-rate arrivano a scadenza e ven-gono rimborsati, infatti, devono essere sostituiti da altri titoli con analoghe caratteristiche, ma con cedole per forza di cose in-feriori, perché calcolate sulla base dei tassi di mercato attuali.Nel portafoglio personale degli associati dirigenti, ex dirigenti, pensionati e dei loro familiari, la gestione separata Previr (nella quale, ricordiamo ancora, si può investire anche in modo vo-lontario tramite il piano di versa-menti Capitello) si colloca quindi alla base della piramide delle scelte finanziarie, che è destina-ta alla protezione del benessere tramite la minimizzazione dei rischi finanziari. Questi rischi come è noto sono rappresentati dalle variazioni dei tassi e delle

quotazioni di mercato, dal ri-schio di controparte, dal rischio di inflazione e dal rischio di li-quidità. Per l’anno in corso, cominciato alla luce di una marcata e asso-lutamente “normale” volatilità delle Borse, è lecito attendersi che la gestione a basso rischio Previr continuerà a fornire agli iscritti maggiore sicurezza rispet-to ai rischi tipici delle altre classi di attivo eventualmente possedu-te (azioni, immobili, beni d’ar-te), unitamente a un rendimento superiore all’inflazione.

COME LEGGERE L’ESTRATTO CONTO

Come consuetudine sono stati pubblicati in area riservata e spediti gli estratti conto della Con- venzione Antonio Pastore/Previr e Capitello.

Tutte le informazioni per la corretta lettura dell’e-stratto conto sono disponibili su:www.assidir.it nella sezione Dirigenti >> Conven-zioni contrattuali >> Antonio Pastore >> L’estratto conto >> Come leggere l’estratto conto, selezio-nando la propria situazione contributiva.

49

Hanno collaborato a questo numeroLaura Arman Varvelli è consulente e formatrice. È stata docente a contratto al Politecnico di Torino e alla SAA di Torino. Pubblica con Il Sole 24 Ore libri di management. Esperta sui temi della leader-ship e della gestione e sviluppo delle persone, valutazione delle competenze relazionali e negoziali. (44)Thomas Bialas, futurologo, è curatore dell’inserto Dirigibile e responsabile del progetto Future Management Tools di Cfmt. (12, 57)

DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO, SERVIZI, TERZIARIO AVANZATOFEDERAZIONE NAZIONALE DEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL

FONDO DI PREVIDENZA MARIO NEGRI

ASSOCIAZIONE ANTONIO PASTORE

CFMT - CENTRO DI FORMAZIONE MANAGEMENT DEL TERZIARIO

FONDO ASSISTENZA SANITARIA DIRIGENTI AZIENDE COMMERCIALI

MENSILE DI INFORMAZIONE E CULTURA DI MANAGERITALIA

FEDERAZIONE NAZIONALEDEI DIRIGENTI, QUADRI E PROFESSIONAL DEL COMMERCIO, TRASPORTI, TURISMO,

SERVIZI, TERZIARIO AVANZATO

Editore: Manageritalia Servizi srl

Direttore responsabile: Guido Carella

Coordinamento: Roberta Roncelli

Redazione: Davide Mura, Enrico Pedretti, Eliana Sambrotta

Direzione, redazione, amministrazione: 20129 Milano - via Antonio Stoppani 6 tel. 0229516028 - fax 0229516093 [email protected] www.manageritalia.it

Le opinioni espresse dagli autori impegna-no esclusivamente la loro responsabilità

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Registrazione Tribunale di Milanon. 142, del 24 aprile 1974

Associato all’USPI Unione stampa periodica italiana

Accertamenti diffusione stampa

La diffusione di aprile è di 33.900 copie

Maurizio Casanova è direttore risorse umane e organizzazione di Mondo Convenienza. Per oltre 35 anni sempre nell’ambito “personale e organizzazione” in diversi settori merceologici: metalmeccanico, alimentare/dolciario, chimico, tessile, gdo. (36)Federico Castelletti Cazzato si occupa di marketing e comunicazione dal 1983; per 20 anni in Armando Testa, dal 2009 è responsabile, in Skills Management, del settore comunicazione d’impresa per lo sviluppo di applicazioni web e mobile e di piattaforme e-learning. (32)Claudia Corti è laureata in lettere, indirizzo moderno artistico, ed è guida turistica per le province di Milano, Pavia, Monza e Brianza. (53)Alessandro Frè è ceo & partner di Risorsa Uomo, azienda che offre progetti personalizzati nell’am-bito della formazione commerciale e manageriale. Segue numerosi progetti in area commerciale, trade, manageriale e formazione formatori. (49)Marco Lucarelli lavora nella direzione strategy di una multinazionale Tlc dove si occupa di opera-tori virtuali. (55)Nicola Longo è managing partner di Skills Management, da oltre 25 anni si occupa di consulenza direzionale e formazione manageriale in ambito change management. (32)Marcella Mallen è presidente di #Prioritalia. (26)Romeo Melucci è responsabile servizio fiscale di 50&Più Caaf. (18)Piero Valdiserra è direttore marketing e relazioni esterne di uno dei maggiori gruppi italiani ope-

ranti nel beverage alcolico. È anche sommelier, nonché fondatore e presidente del club enogastronomico bolognese Gaudio ([email protected]). (52)

da ManageritaliaDaniela Fiorino, responsabile ufficio sindacale. (56, 67, 72)

esploriamo il futuro grazie a:

FUTURE SOCIETYControscenario: Vivremo più a lungo?

FUTURE OLDIESIl nuovo vecchio in quattro profili

FUTURE ECONOMYSognando la nuova California

p. 4/5p. 2/3

Dirigente mensile di informazionee cultura manageriale editore Manageritalia Servizi

design: CoMoDo

Vado al massimo, vado a gonfie vele, cantava Vasco Rossi. Come l’atleta pluridecorato nella categoria master 100 Giuseppe Ottaviani: cent’anni e non sentirli (li compie il 22 maggio). Come la nonnina (da cronaca Usa) che per festeggiare i suoi 90 anni si lancia con il paracadute. Ultrasessantenni che prendono lezioni di surf per imparare a cavalcare le onde, che sfrecciano con casco e roller sulle piste ciclabili, che entrano disinvolti in un

CENTO DI QUESTI ANNI Non ho l’età?

centro di tatuaggi e piercing e che mandano selfie dalla propria cabrio. Per non parlare del Viagra, bestseller in tutto il mondo occidentale per cui non pochi playboy ultra brizzolati ci lasciano la pelle (o quasi) durante l’ennesimo amplesso. Chi è giovane? Chi è vecchio? La popstar Madonna va verso i sessanta. Lo direste? Ma non è tanto una questione di manifestazione esteriore ma di percezione interiore: non sto invecchiando, al massimo muoio! I nuovi free ager si liberano dal concetto di terza età e gridano “la mia età non è terza a nessuno”. La fine della civiltà industriale segna anche la fine delle differenze generazionali e dei cluster di appartenenza (nessuno fa parte di nessun target, compresi i senior). Da differenziazione a coetaneizzazione, insomma.Segna anche la fine del “mi godo la pensione e parto in crociera con la moglie”. E non tanto perché la moglie ti molla per fare la donna giaguaro (capita) ma perché siamo di fronte a un cambio di paradigma. I giovani (quelli veri) sanno che il diritto alla pensione e al lavoro sono categorie esistenziali in via di estinzione

a cui non appellarsi più. Sanno che la vita digitale è volatile e in continua evoluzione o involuzione, fate voi. Di fronte a quest’economia discontinua e complessa non si risponde con il passato (dell’era fordista) “largo ai giovani” ma con un “largo a entrambi”. La futura impresa ha bisogno che la giovinezza delle idee si fonda con la saggezza delle decisioni con team cross-generazionali. È ageless management: la generazione di manager senza generazioni. Il trionfo della gestione trasversale. Siete pronti?

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inserto mensile diDirigente n. 4 / 2016

a cura di Thomas Bialas

Segnali di futuro visti dall’alto #23

DIRIGIBILE

NUMERO SPECIALE / FUTURE AGING

SAVE THE DATEMINDUSTRYMAI GESTITO OPERAI DEL PENSIERO?5 MAGGIO 2016, MILANOCFMT-FMTHTTP://TINYURL.COM/HX4LH3V57 67

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