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diritto dell’ambiente – 2011/2012
lezione V – organismi geneticamente modificati
il contesto in ambito comunitario
dal 1998 al 2001, moratoria di fatto sulla commercializzazione di OGM in Europa
restavano salve le autorizzazioni già concesse in base al regolamento CE 97/258/Ce e alla direttiva 90/220/Ce
la moratoria è cessata con la direttiva 2001/18/Ce sull’emissione nell’ambiente di OGM
in ambito nazionale decreto P.C.M. 4.8.2000, dispone la sospensione
cautelativa della commercializzazione di alcune varietà di mais OGM (caso Monsanto)
divieto ministeriale di sperimentazioni in campo agrobiotecnologico (2001)
numerose leggi regionali che pongono limiti e divieti agli OGM
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il contesto gli interventi comunitari, nazionali e regionali si basano
su: il principio di precauzione, in ragione dei rischi per l’ambiente
derivanti dalla immissione e commercializzazione degli OGM altri interessi pubblici come la tutela della salute, la sicurezza
alimentare ecc. rassicurare dalle paure?
dal 2003, la percezione di questi rischi si attenua v. la comunicazione della Commissione del 2002 su “le
scienze della vita e la biotecnologia” dare risposte scientificamente fondate alle esigenze della collettività fruire dei possibili vantaggi derivanti dalle biotecnologie
una decisione del 2006 del panel del WTO dichiara illegittima la moratoria di fatto adottata dalla Ce e da alcuni paesi europei la moratoria viola gli accordi in materia di misure sanitarie e
fitosanitarie (SPS)
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Le norme internazionali Convenzione sulla biodiversità del 1991
per preservare a diversità biologica è necessario fare riferimento alla sua utilizzazione in maniera sostenibile
le attività svolte nelle singole giurisdizioni statali non devono causare danni alle altre giurisdizioni o negli spazi sottratti alle giurisdizioni statali
Protocollo di Cartagena del 2002 sulla sicurezza biologica regola i movimenti transfrontalieri di organismi viventi
modificati (OVM) che possano disperdersi nell’ambiente (sì il chicco di grano, no la farina)
il primo movimento di OVM va notificato dallo stato di origine a quello di destinazione
lo stato di destinazione decide sull’importazione alla luce dei rischi e del principio di precauzione
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le norme internazionali protocollo di Cartagena vs WTO/GATT/SPS
qual è il livello di rischio che giustifica una limitazione del commercio internazionale?
qual è il livello di certezza scientifica sul verificarsi del rischio?
il principio di precauzione fa parte dei principi generali del diritto internazionale?
l’accordo SPS: riconosce a ciascuno stato il diritto di determinare il proprio
livello accettabile di rischio le misure di protezione devono essere non discriminatorie e
proporzionate le misure devono essere basate su sufficienti prove scientifiche in assenza di rischi certi possono misure provvisorie nel caso OGM del 2006 il panel contesta la “qualità” degli studi
Ce sul rischio da OGM
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la disciplina europea degli OGM: l’immissione nell’ambiente e in commercio la direttiva 2001/18/Ce (da ult. modificata da 2008/27/Ce)
è stata adottata sulla base dell’art. 95 del Trattato CE (ora, art. 114 del Trattato UE) in tema di ravvicinamento delle legislazioni
essa non permette agli stati di adottare normative derogatorie precauzionali
definisce gli ogm come: un organismo diverso dagli esseri umani il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto avviene in natura con l’accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale
la norma riguarda due ipotesi: emissione deliberata nell’ambiente: i.e., senza misure di contenimento
che limitino il contatto con la popolazione e con l’ambiente immissione di OGM in commercio: i.e., messa a disposizione di terzi,
dietro compenso o gratuitamente
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la disciplina europea degli OGM la direttiva ha per obiettivo la valutazione del
rischio ambientale: individuare gli effetti diretti, indiretti, immediati e
differiti, sulla salute umana, animale e sull’ambiente effetti primari attribuiti agli OGM e non dovuti a una
serie causale effetti dovuti a una serie causale (es., interazioni con
altri organismi) effetti durante il periodo di emissione effetti in fasi successive al termine dell’emissione
analizzare gli effetti cumulativi a lungo termine
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la disciplina europea degli OGM la valutazione va compiuta nel rispetto del
principio di precauzione: confronto con il corrispondente organismo non OGM base scientifica valida e trasparente analisi caso per caso aggiornamenti sulla base delle nuove informazioni
disponibili sempre nel rispetto del principio di
precauzione: occorre valutare l’entità delle conseguenze di ogni
potenziale effetto negativo e il corrispondente rischio per la salute umana, animale o dell’ambiente
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la disciplina europea degli OGM emissione deliberata nell’ambiente:
procedura normale di autorizzazione: notifica preventiva all’autorità competente la notifica contiene informazioni sull’OGM e valutazione del
rischio l’autorità consulta il pubblico rendendo accessibili le
informazioni risposta dell’autorità entro 90 gg.
procedure differenziate: applicabili quando si dispone di “sufficienti esperienze riguardo
alle emissioni di taluni OGM in determinati ecosistemi” la Commissione, sentite tutte le autorità competenti, valuta se
prevedere la procedura differenziata e a quali condizioni ad emissione conclusa, il notificante indirizza all’autorità
una relazione sui risultati dell’emissione
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la disciplina europea degli OGM immissione in commercio di OGM (come tali o
contenuti in prodotti) notifica preventiva all’autorità competente secondo la
procedura standard la notifica contiene le informazioni sull’OGM e la valutazione
dei rischi l’autorità redige una “relazione di valutazione” trasmessa alla
Commissione e da questa alle altre autorità possibile contraddittorio tra l’autorità destinataria della
notifica, la Commissione e le altre autorità (possibilità di opporsi all’autorizzazione)
l’autorizzazione è a tempo (max 10 anni) l’autorizzazione beneficia del mutuo riconoscimento
possibilità di istituire criteri e obblighi specifici per determinate categorie di OGM
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la disciplina europea degli OGM immissione in commercio di OGM
per il rinnovo dell’autorizzazione occorre: una relazione sui risultati del monitoraggio dell’OGM
immesso in commercio ogni altra informazione resasi disponibile concernente i
rischi per la salute e l’ambiente come per l’autorizzazione, si svolge il contraddittorio
sulla relazione di valutazione redatta dall’autorità destinataria della notifica
l’etichettatura quando non sia possibile escludere tracce di OGM e
sopra certe soglie minime, l’etichettatura e gli imballaggi rispettano le condizioni di autorizzazioni dell’OGM
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la disciplina europea degli OGM clausola di salvaguardia
qualora uno stato, in base a nuove notizie o conoscenze scientifiche, abbia motivi fondati di ritenere che un OGM autorizzato sia dannoso, lo stato può vietarne o limitarne la vendita sul proprio territorio
entro 60 gg. la Commissione prende una decisione secondo la procedura di regolamentazione (con parere semi vincolante del comitato)
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la disciplina europea degli OGM: l’uso negli alimenti e nei mangimi i regolamenti 1829 e 1830/2003
base giuridica: protezione della salute umana (ex art. 152, ora 168) e ravvicinamento delle legislazioni (ex art. 95 ora 114)
si applicano: agli OGM destinati all’alimentazione umana, agli
alimenti che contengano o sono costituiti da OGM, agli alimenti che sono prodotti a partire da o che contengano ingredienti prodotti da OGM (idem per i mangimi)
non agli alimenti prodotti con OGM non agli alimenti con tracce minime inevitabili di OGM
centralizzano il procedimento di rilascio delle autorizzazioni
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la disciplina europea degli OGM il procedimento:
domanda di autorizzazione all’autorità nazionale competente la domanda è accompagnata da un dossier (con, tra l’altro,
studi su “qualità comparata” degli alimenti con e senza OGM, studi sul rispetto delle condizioni di rilascio del titolo, piano di monitoraggio sull’uso successivo alla messa in commercio)
sulla domanda esprime parere l’Autorità europea per la sicurezza alimentare
l’Autorità pubblica il parere e chiunque può esprimere osservazioni alla Commissione
la Commissione propone la decisione a al comitato per la catena alimentare e la salute degli animali (si applica la procedura di “regolamentazione”)
la Commissione motiva se la proposta si discosti dal parere
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la disciplina europea degli OGM
l’autorizzazione, le condizioni: assenza di effetti nocivi assenza di inganni per i consumatori assenza di svantaggi sugli alimenti simili non OGM
l’autorizzazione, il contenuto e i caratteri: può prevedere condizioni e restrizioni, anche sul
monitoraggio successivo vale in tutto il territorio Ue dura dieci anni, rinnovabili con una nuova istanza non esclude la responsabilità civile e penale può sempre essere modificata, sospesa e revocata
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