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REP UBBLICA ITALIANA La l'' CORTE d'ASSISE di MILANO Composta dagli illustrissimi signori: Dr. Piero Gamacchio Dr. Ilaria Simi Sig. Corrado Giulietti Sig. Andrea Riva Sig. Lidia Banti Sig. Pietro Millo Sig. Carlo Di Negro Sig. Francesca Pititto ha pronunciato la seguente ordinanza nella causa penale a carico di: '" Presidente Giudice Giud. Pop. " " " " " " " " " " N. 15/2010 Gen. N. 25194/2008 R.G. N.R UDIENZA 18 maggio 2011 CAUSA a carico di BERNARDINI + altri

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REP UBBLICA ITALIANA

La l'' CORTE d'ASSISE di MILANO

Composta dagli illustrissimi signori:

l° Dr. Piero Gamacchio

2° Dr. Ilaria Simi

3° Sig. Corrado Giulietti

4° Sig. Andrea Riva

5° Sig. Lidia Banti

6° Sig. Pietro Millo

7° Sig. Carlo Di Negro

8° Sig. Francesca Pititto

ha pronunciato la seguente

ordinanza

nella causa penale a carico di:

'"

Presidente

Giudice

Giud. Pop.

" "

" "

" "

" "

" "

N. 15/2010 Reg~ Gen.

N. 25194/2008 R.G. N.R

UDIENZA

18 maggio 2011

CAUSA a carico di

BERNARDINI + altri

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La I Corte di Assise di Milano, pronunziando imlla richiesta del pubblico ministero di acquisizione del materiale trasmesso all'Ufficio Rp(lllirplltt' in data 23 febbraio 2011 COme corpo di reato, nonché tmlla ,;nhordinata (luestione di legittimità costituzionale sollevata dalla pubhlica ,l('cu,;a, sulle questioni di nullità del decreto che dispone il giudizio rivelliellti dalla ridetta trasmissione nella prospettazione dI'III' difpsp CIPRL\~ I. BERNARDINI, J , NONNIS, RA:\rGONI PRE.\TO~I . VAIRELLO, POMPILI . e SASANINL nOllché stdlp qllpstiolli di legittimità costituzionale sollevate dalle difest' Cl P R L\ .'oH (' J e sulla istanza di sospensione del procpsso formulata dalla difesa NONNIS, infine, sulla richiesta di distl'Uziolle del matel'iale clH' ne occupa, formulata dalla difesa CIPRIANI: preso atto del l''Herp del pubblico ministero, che si è opposto all'aecoglilllplIlO dI'III' prpdpllt' eccezioni di nullità in una con i patroni di parte civile clH' sono intervenuti, osserva quanto segue, All'udienza del 30 marzo 2011 il pubblico ministero poneva una (fuestione relativa alla formazione del fascicolo per il dibattimento, segnalandone l'intreccio con la procedura ex articolo 240 codice procedura penale. Riguardava la richiesta la documentazione cartacea ed illforlllat.ica dell'archivio Z dell'imputato CIPRIANI, inerente le pratiche di investigazione oggetto del pr'esente procedimen to, Tale documentazione era stata oggetto di due decisioni del Giudict· per le Indagini Preliminari del' 25 ottobre, e del 20 dicplllbrp 20 lO, clH' avevano rigettato la richiesta di distruzione avanzata il 16 lIo\'elllbrt, 2006 dal pubblico ministero, a seguito di .~eeretaziollp, ai spll."i del decreto legge 22 settembl:e 2006, n. 259, cile aveva statuilo la immediata distruzione, da parte dell'Autorità Giudiziaria, dei documenti formati attravel'SO la raccolta illegale delle informazioni. Ad eccezione di quella inerente ai reati di cui agli <uticoli 615 ter e 617 (Iuater del codice penale, che il G.LP. aveva trattenuto, tutta la documentazione trasmessa dal pubblico ministero era stata con le ordinanze citate restituita all'Ufficio Requirente. Il pubblico ministero non riteneva impugnabili rigetto della richiesta di distl:uzione e di doeumentazione.

--1 -

pl'OVH'dilllPllti di rt'stituziollt' dt'lla

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Poneva in evidenza il pubblico ministero che il G.LP. aYl'Ya (l'Ialifi('ato tale documentazione come corpo di reato dei fatti di rill'\'allza ppllale

,per cui si procede nell'ordinanza con la (luale aveva, il l8 aprile :W09, . ritenuto non manifestamente infondate le (flH>stiolli di ll'~ittilllitù

costituzionale sollevate dal pubblico ministero e da altre parti ('Oli

riferimento alla disciplina dell'articolo 240 cpp all'udil'nza call1l'ralp celebrata il 24 marzo 2009 (nell'ambito della pro(~edura ('anwrall' prevista dall'articolo 240 comma 4 cpp per la distruzione di documentazione oggetto di una seconda richiesta di distruzionl' .

. formulata il18 luglio 2008). Il Giudice per le Indagini Preliminari, per vero, aveva giù dichiarato, con ordinanza del 30 marzo 2007, e con riferimento al Illaterialt~

documentale trasmesso dal pubblico ministero il 16 novembre 2006, non manifestamente infondata la questione di legittilllitù costitllzionale dell'articolo 240 del codice di rito in relazione agli articoli 2~, primo l' secondo comma, 111, primo, secondo e (JlIarto cOlllma. 112 dl'lIa Costituzione. Aggiungeva il Requirente che la stessa sen tenza della Cortl' Costituzionale intervenuta il 22 aprile 2009 per decidere HlIlla prima ordinanza di rimessione (la seconda sarebbe infatti stata dichiarata inammissibile), aveva fatto espresso riferimento, a proposito della normativa introdotta dal legislatore con la legge 22 settembre 2006 n. 259, ad una deroga della disciplina "sulla conservaZIOne del corpo dd reato". Sottolineava infine sul punto il pubblico ministero dw anchl' p!'r la giurisprudenza di legittimità (ad esempio secondo le Sezioni Cllite 3

.luglio 1996) poteva giungersi alla qualificazione in termini di corpo del reato del materiale creato attraverso la divulgazione dei sl'grl'ti di ufficio, attmverso l'illecita acquisizione di informazioni dalla ban('a da ti del Ministero dell'Interno. Escludeva il pubblico ministero che il non aver messo a dispo~izionl'

delle parti il materiale predetto ex articolo 4J 5 bis del ('odi('!' di rito potesse provocare una violazione della disciplina dettata da tale norma di legge, giacché all'epoca egli aveva agito diversamente, nei termini giù ,riferiti, , proprio sulla base del cogente disposto dell'articolo 240 cpp. ,come novellato dalla legge 281 \2006.

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N on mancava di precisare peraltro a tale ultimo riguardo il pubblico ministero quanto segue: "vi è da dire COmII1U//le che /In IICI'I'SSO IIgli IIlti da parte delle persone interessatp è stato ... ~[f'eltl/llto ed (\ dO(,//lIll'nlllto dIII registro accessi C/W il G.I.P. ha istitllito ilei ('orso de/la procedl/ra l'X IIl'lil'olo 240 per pennpttere alle persone interP.~sate di prmderl' visione dI'fIli IIlti l' dI'i documenti che a loro interpssavano dirl'ltw/H'lltl' l' l'hl' ora III Prol'l//,(/ de/lll Rppltbblica ha acquisito p che mettp a disposizione de/lll Corte d'.·/ssisl'·'. Assumeva infine il pubblico ministero che gli articoli 415 bis (' 416 ('l'P si riferiscono - per imporne il deposito - alla sola docunwntazione l'platinI alle indagini preliminari, e non anche al corpo di reato; anche per la Corte di cassazione (il Requirente citava la decisione numero 14594 del 16 novembre 1999) il corpo di reato e le cose ad esso pertinenti, se presentano un notevole ingombro, non sono allegati al fascicolo per i I dibattimento, ma vengono custoditi altrove. In ogni caso il pubblico ministero anticipava la non OpposIzIOne all'esame delle parti della documentazione di eui sopra p della lJuale chiedeva "l'integrazione al fascicolo per il dibattimento ". Una menzione particolare meritavano alculH~ pratiche per le quali il G UP aveva fatto riferimento al segreto di Stato, dichiaralldo 11011

doversi procedere nei confronti dell'imputato :Maneini: }J1't'/'isaY<1 il pubhlico ministero che la sentenza, peraltro impugnata dalla pubhlica accusa, aveva riguardato il solo imputato Mancini, e llon i ('orrei di /luest'ultimo, e che comunque il segreto di Stato t'l'a stato opposto esclusivamente con riferimento agli interna corporis dei st~l'Yizi di sicurezza, e ai rapporti di questi ultimi con apparati stranieri e ('on confidenti e fonti: il segreto eli Stato non era mai stato opposto "COll riferimento al contenuto di quei dossier". Chiariva - da ultimo - il pubblico ministero che tale ma tt'riale c1w chiedeva venisse acquisito ai sensi dell'articolo 431 cpp t'l'a po;;to a disposizione "in originale pc[ in copia in mllnùrll tale l'hl' l'l'lwntl/lIll' analisi che possa essere fatta non vada l'vl'ntl/lIlmentl' IId IIlterarl' l'originale, ma possa essere fatta SI/Ila copia". Sin da quella udienza del 30 marzo 2011, la difesa delrilllplILato CIPRIANI ha lamentato che, sia pure a cagione dd dettato l\ol'lllatiYo che ha imposto al pubblico ministero l'inoltro ddla dO(,IlIllt'IILaziolH' ('III'

ne occupa al G.I.P. per la distruzione. "il corpo del reato, elemento

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costitutivo del reato stesso, non è stato trasmesso ai sensi del (l'articolo) 416" cpp. Tale situazione di fatto, imputabile al legislatore, ha privato, secondo la difesa CIPRIANI, non solo il pubblico ministero. "di mlutare a/lehe diversamente forse l'esercizio dell'azione penale", dOVI'Il<lo darI' lwr scontata, ammessa la circostanza per cui "tutte quelle /lotiz;e ji)ssero siate illecitamente acquisite", ma anche, e soprattutto gli imputati, t' fra (fllt'sti il CIPRIANI, della facoltà di porre in essere diverse sCl'lte pro('esslIali. La conseguenza che traeva dalla situazione dl'serit ta la difesa CIPRIANI era la nullità del decreto che dispone il giudizio pl'r la violazione del disposto dell'articolo 415 bis nllllll'rO 2 (' ddl'arli('o!o .+ 16 numero 2 del codice di procedura penale pl'l' omesso deposito dI'ila documentazione relativa alle indagini espletate, t' oml'ssa allegazione del corpo del reato al fascicolo trasmesso, a seguito ddla richiesta di l'invio a giudizio, alla cancelleria del Giudice per l'V dienza PreliminarI'. Nella memoria depositata all'udienza del 30 marzo 2011, la difl';m di CIPRIANI indicava la via per risolvere una situazione <fllale quella determinatasi, per la quale "di fatto, il pubblico ministero /1011 pOlrà depositare i documenti ritrasmessi dal GIP ... senza violare la normativa ex artt. 415 bis e 416 cpp, né potrà evitarne il deposito avanti codesta Corte senza violare, per altro verso, la predetta normativa; /lonch~ i principi regolato l'i del giusto processo, del diritto di difesa e del i;o/ltraddittorio fra le parti": la revoca del precedente avviso ex 415 bis cpp. e la IlI!.t~ri('(/ di 1/11

nuovo avviso, et seguito del quale sia possibile per tutti gli imputati (sall'l) quanti hanno già definito la loro posizione ex art. 444 cpp) prelldere 1';siolle ed estrarre copia dei reports contenuti nel sllpporto inji)f'1Iwlim a SI/O tem [>0

trasmesso dal PJIII al GIP ai sensi dell'articolo 240 cpp, e SllccessÌt'amente da questi restituito al PJIII ... solo attraverso tale accesso agli alli, da parlI' degli imputati, sarà possibile instaurare un valido conlraddittorio Fa le parti che dia poi - a seguito dell'esercizio dell'azione penale - alle singole persone offese la possibilità di quantificare concretamente una ipolesi di danno risarcibile, e agli imputati la ulteriore possibilità di provare la loro estraneità ai fatti -loro- contestati. E' evidente injèlfti che il perimelro giurisdizionale attribuito al giudice per il dibattimento è ben più ampio di quello attribuito al GIP in sede di valutazione ex arlt, c~l9 e seguellii cpp, l'

non può certamente prescindere dall'accertamenti degli elemeliti di prol'a integrativi (o meno) dei reati conlestati wl/a base del/a mllliazione tlei

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feports richiamati dal capo di imputazione (' della legittima (o 1/Iello) acquisizione degli stessi". Sin qui, la prospettazione della difesa CIPRIAN I. Alla deduzione di questa eccezione di nullità si associavano !Il fllldla Oitessa udienza la difesa di SASANINL che eOI1l\llHllle si OppOlH'Va all'accoglimento della richiesta di acquisizione della docunwntaziollt' formulata dal pubblico nUl1lstero, dedueendollt' l'inammissihilità, quella di NONNIS, che richiamava in ogni caso la propria istanza di sospensione del processo sino al termine del ~iudizio illcidentale devoluto dall' articolo 240 codice di procedura penale al Gilldice per II' Indagini Preliminari, quella di J la quale si 0pp0I1I'Va ad llIl

accoglimento parziale della questione di nullità che escllldessp il capo I dell'im putazione, essendo l'associazione a delinquere con tI's ta ta in Il IId capo finalizzata fra l'altro anche "ar! acquisire sistematiml/lentl' dI'ilI' informazioni illecite tramite intmsioni informatiche", e si opponeva comunque alla distruzione del materiale oggetto ddla richipsta tld pubblico ministero di acquisizione al fascicolo di'l dibattillH'nto come corpo del reato ("voi non potete neppure decidere se gli imputati IW1l11O

commesso un reato perché non avete il corpo di reato. AvrestI' III/. surroKato, perché l'articolo 240 prevede la possibilità di sostitllÌrl' il corpo di reato l'

quindi ['intercettazione abusiva qttraverso il verbale didistruzio/le. quindi la parte per il tutto") essendo interessata all'espletamento di IIna perizia "non tanto sul contenuto del materiale probatorio illl'citammte acquisito, 1I111

sulle modalità di formazione", negando anzi per l'effetto I~he vi l'OSSI'

differenza tra la documentazione trasmessa dal GIP al pubblieo ministero il 23 febbraio 2011, e "il materialI' in'iJr/l/uti('() ('hl' ri~lIu/'(l(/ Idi J " accessi abusivi ai sistl'mi informatici di cui ai capi da 23 a 31 ". Si associavano altresÌ alle ridette eeeezioni di nullità lt' difese di BERNARDINI, RANGONI PREATONI, V AIRELLO, e PO;\IPILI. Gli avvocati Zanchetti, Conti, Cattadori e Pulitallò, patroni di numerose parti civili, chiedevano, nell'interesse delle medesime, alla Corte di rigettare le questioni di nullità prospettate dalle predette difese degli imputati, assumendo che non era stato limitato, nell'alllhito della procedura di cui all'articolo 240 cpp, il diritto delle difese medesime di consultare la documenta~ione oggetto della richiesta di aellllisiziollp al fascicolo del dibattimentò formulata dall'ufficio del puhblico ministero.

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In particolare l'avvocato Pulitallò richiamava il Collegio alla llecessità di interpretare la norma in ({uestione in guiRa da al'l'i('ural'e la razionalità complessiva del sistema, E' in tale prol'pettinl -af'f'('I'IIHlya-ehe si erano mossi dapprima il pubblico ministero (che ha ('\\l'ato la notifica dell'avvenuto deposito ai sensi dell'articolo 415 bis cpp "11/'/ rispetto della situazione di fatto e di diritto come in qlle/ 111OIIII'IItO potel'a essere valutata") e poi il Giudice dell'Udienza Preliminare (nella ({uale "tutti i documenti legittimamente acquisibili erano acquisili forma/mellte"), Non mancava infine di rilevare l'avvocato Pulitallò come le difeRe degli imputati avessero mal posto, in termini di nullità, le qùestioni l'eia ti,,!, al mancato esercizio di opzioni processuali con riferimento alla scelta di riti alternativi: -affermava- "si porrebbe casomai un problema alla/ogo a quello che si pone in relazione et nuove contestazioni cl/(' in corso di dibattimento immutino la situazione e comportino lIna qualche rimessiolle in termini della difesa: Per quanto mi risulta non esistono le premesse perché questo avvenga; ovemaii difensori le ponessero e /a Corte ritellesse che esiste il problema, ne discuteremo", COIl1U\Hlue 1I1a1 111 termini di nullità, Sollevava in ogni caso la difesa di CIPRIAN [ una questiolle di legittimità costituzionale della normativa 111 esame, del tata dal novellato articolo 240 del codice di rito, con riferimento agli articoli 2, 24 e 111 della Costituzione, denunciando la violazione del diritto di difesa, del principio del contraddittorio, di parità tra le parti del processo, vulnera tutti cagionati da una disciplina che ha finito con il creare una sorta di giudizio abbreviato incidentale, i cui esiti rischiano di risultare contraddittori con quelli del giudizio di merito, Nella memoria depositata nel corso della stessa udienza del 30 llIarzo 2011 la difesa CIPRIANI insisteva nel rischio, indotto dalla disciplina del 2006, che prevede "un parallelismo cronologico tra /n procedllra ex articolo 240 cpp ed il giudizio di merito", di un "contrasto di decisioni, privo di rimedio": -affermava-"non può che rilevarsi come /a 1I0rma 11011 si coniughi, allo stato attuale, con l'ipotesi concreta, IIl'l/a (illa/e i/ procedimento incidentale ex art, 240 cpp proceda COli testI/a/meli te a/ giudizio di merito", Anphe la difesa JA depositava, nella stessa udienza, 1I1t'llIol'ia con la quale sollevava questione di legittimità costituzionalI' in relazione agli al,tieoli 431 lettera h) e 240 cpp nella parte in cui non

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prevedono che il materiale di cui all'articolo 240 cpp debha considerarsi corpo Ili reato e, come tale, far parte del fascicolo IlPr il dibattilllf'lIto al fine di ,consentire un concreto ed effettivo esercizio dI'I diritto di difeHa, in conformità degli articoli 3, 24. 111 della Carta COHtitnziollalf', individuandosi nel Giudice naturalnwnte COllljlt>tf'lItf' pf'l' la df'ci"iollf' della distruzione del materiale illecitamente aC(Inisito (fll<'lIo d('1 dibattimento, unico fornito di una piena cognizionI' f'sf'lTitata 1\t'1 contraddittorio fra le parti. Preso atto della richiesta di acquisizione forlllulata dal pubblico ministero in relazione al materiale trasmesso dal Giudice per le Indagini Preliminari il 23 febbraio 2011, la difesa di JA solleYavH in udienza un'altra questione di costituzionalità inel'f~nte la lIIede!-ìima disciplina, riguardata questa volta, sempre con riferimento all'articolo 25 della Costituzione, nella parte in cui sottrae al Giudice dI'I merito la eompetenza per la procedura di distruzione prevista dall'articolo 240 cpp: "quindi andrebbe sostanzialmente eliminata la dicitura Gil/dicl' pl'r le Indagini preliminari al quarto comma dell'articolo 240 cpp". All'udienza del 20 aprile 2011, la difesa di CIPRIANI si faceva espressamente a chiedere altresÌ che la Corte d'AHHiHe Pl'ov\'!'des:,if' ai sensi dell'articolo 240 cpp alla distruzione dei documenti p"r i (pwli il pubblico ministero ha chiesto invece l'acquisizione al fascicolo d!'1 dibattimento come corpo del reato: secondo la' dif(~sa CIPRIAN 1. 1I0n P possibile sottrarsi al dettato della predetta norma positiva di legge. ch" prevede una procedura cogente. Quest 'ultima deve ritenersi, per la prospettaziolle che ne occupa. logicamente propedeutica rispetto alla fase del giudizio di Ilwrito. collocandosi nella competenza del Giudice per le Indagini preliminari. essendo vincolata a termini stringenti, "quasi a sancire -come si dicl'l'u-l'assoluta pregiudizialità rispetto al giudizio di merito". e tendendo alla formazione di un verbale ai sensi del comma 6, "indiL'idlwto qlla/e I/nico mezzo attraverso cui ... i dati e le informazioni sensibili ... possono. nl'i limiti previsti dalla legge, essere veicolati nel successivo dibattimento secondo il meccanismo delle letture consentite ai sensi dell'articolo 5/2 cpp ' .. Tutto ciò posto, secondo la difesa CIPRIANI J'atti,ità pl't'\i~ta

dall'articolo 240 cpp non pare contrastare con il giudizio di lIIt'rito: allzi. "essa pare integrare, già nelle intenzioni del ll'gisllltorl', 1/1/. 'atipica attil'ÌllÌ di anticipazione della formazione della prova. COIllI' tale tallto più idoli l'a (/(1

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f'ssere svolta dal Giudice di merito", con garanzia di t.utte 1(' parti coinvolte, senza pn'giudizio per llll compiuto accprtalllPlllo dt·i l'a ti i p

delle responsabilità, né per il diritto di difesa dt~gli imputati. Il pubblico ministero ha interloquito su tutte le <{llP~tiolli ~olle\'ale in conseguenza della sua richiesta di acquisizione come corpo del rpato dpl materiale restituito dal G.I.P. con una memoria depositata ed illustrata all'udienza del4 maggio 2011. L'articolata e complessa prospettazionc del Heq\lirente può t·~"erp

sintetizzata nei termini che seguono. Il pubblico ministero ha innanzi tutto provvéduto ad IIna scausione cronologica degli avvenimenti significativi, dal punto di vista della pubblica accusa, per la compl't~nSIOlle della inlricala \'icPI](la processuale che ne occupa. In particolare, successivamente alla tl'asllIissiollt' della dOCllllIPnlaziolH' al GIP del 16 novembre 2006, l'Ufficio del Giudict~ ppr II' Indagini Preliminari veniva investito espressalllPlItp dalla lt'gge di ('()Il\pr~iollt'

del deereto, la numero 281 del 2006, della eOlllpetenza per la distl'llzione. Il 18 luglio 2008 il pubblico ministero provvedpva ad lilla :,wcollda trasmissione di materiale all'Uffieio dd cap, t' sl(('ces~i\'anlenl('

esercitava l'azione penale chiedendo. il 21 novelllbre 2008. il l'invio a giudizio degli imputati. Il 2 dieembre 2008, il puhbl,ieo ministero richiedeva ineidente probatorio al Giudice per le Indagini Prtdilllinal'i. con riferimento all'esame degli imputa ti BE RN A R D TN L, C l P R l ,\ i~ r t' del loro coimputato dell'epoea GHIONI Fabio. Il 24 marzo 2009 iniziava l'udienza camerale ex articolo 240 ('l'I' dinnanzi il C r P. Il :31 marzo Z009 iniziava dinnauJ':i il C;'UP l'udienJ':<l pnolilllinarl'. Il 22 aprile 2009 la Corte Costituzionale. decidendo sulla ridetta' fllIp,,1 iOIH' di legittimità sollevata dal GIP il 30 lIIarzo 2007, dichiara\a la illegittimità costituzionale dell'articolo 240 cpp, (~OlllnHl cl. t' .). IIplla parte in cui non prevede, per la di);ciplilH\ del conlraddittorio. l'applieazione dell'articolo 401 comma l t~ 2 dello ~l("s~o codi(:t': dichiarava altresÌ l'illegittimità costituzionale della norma nella parte in cui, al comma 6. non esclude dal divicto di fare riferimento al contenuto dei documenti, supporti e atti,nella redazione del v(~l'bale previsto dalla stessa norma, le circostanze inerenti l'attività di, t'orlllaziollP. acquisizione e raccolta degli stessi dO(~Ulnellti, supporti ed ùtti.

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II 31 maggio 2010 il Giudicp pp]' l'Udienza Prdilllinal't' di"!l0llpya. 1)t'1'

dodici degli imputati, il rinvio a giudizio dinanzi ({lll'sla CortI' pPI' l'udienza del 22 settembre-2010. Con provvedimenti del 25 ottobre 2010 p del 20 di('elllbre 2010 il (;IP disponeva la restituzione del materiale traSlllf'SSO. e('Cpzion fatta pt'r quello concernente i reati di cui ai capi da 23 a 31 ddla originaria richiesta di rinvio a giudizio, e respingeva la -richiesta di distl'llzione avanzata dal pubblico ministero nel lontano 16 novembre 2006. Affrontando poi preliminarmente - nel merito dellp questioni sollenlte dalle difese - la individuazione della Autorità Giudiziaria competen te. il Requirente ha assunto che la scelta del legislatorp. eertamente caduta sul Giudiee per le Indagini Preliminari, non viola l'articolo 25 dplla Costituzione, afferendo la individuazione della conl}>Ptenza fUlIziollale e non già quella del giudice naturale, con la eonseguenza della manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale sollevata dalla difesa J all'udienza del 30 marzo 20 Il. Né tale designazione può essere ritenuta arbitraria od irragionevole: ha osservato il pubblico ministero, infatti, COllle "in basp allp 8('P/tP (/dott(/Ia di volta in volta dal legislatore, la competenza può essere ancorata (/Ila ji/sp del procedimento e quindi volta per volta al giudice chp procl'dl' o ad Il n giudice detenninat~ indipendentemente dalla fase in wi si trova i/

l · " procel Lmento . Con riferimento all~ competenza a provvedere sulla distruzione, tenuto conto del contenuto decisorio delle due ordinanza adottate dal Giudiee per le Indagini Preliminari, il problema si pone in ogni easo. per il Requirente, solo con riferimento alla documentaziont' che non P stata trasmessa alla Corte: ebbene, ha sostenuto il pubblico ministero. "/a procedura incidentale e separata di distruzione, in quanto W/P. se pl'ndelltl' mentre le indagini preliminari e l'udienza prelimillarl' 80no oramai terminate non ha ragione di esistere, perché non ha SPII80 che si proceda ad llna formazione anticipata e separata della prova rispl'tto al dibattimento. qllando il dibattimento è iniziato". E' dunque l'inizio del dibattimento che segna il limite ([l'Ila competenza funzionale del Giudice per le Indagini Preliminari: secolldo il P.M. 11011

deve la Corte che "r~chiamare dal GIP il materiale nella SUll disponibilitlÌ. trattar/o come corpo ciel reato il procedere a!l'istruttoria dibattim l'1l talI' .'.

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In ogni caso, il sistema processuale è in grado di ilostl'nl'l'l'. sulla basI' dI'i principi generali. anche la concomitanza tra il processo di Ilwrito e la procedura ex articolo 240 cpp, ben potendo in ogni momento rich it'dt'rl' il pubblico ministero l'acquisizione del verbale di cui atrarticolo 240 comma 6 cpp, o del materiale informatico. a ileconda dll' la dl'cisiolle di,I GIP, nel momento in cui intervenisile. ilia di distruziolll'. o di IlUOVO di restituzione del materiale all'Ufficio Requirente. ferma l't'stando la posilibilità di chiedere e di ottenere, in qualiliasi momento antl'cl'dl'utl' alla decisione sul merito, ai sensi dell'articolo 512 COlllma l bii' cpp, "la lettura relativa alla acquisizione ed alle operazioni di distruzione degli atti di cui all'articolo 240 cpp". Viceversa, con riferimento a (llHUlto già trasmesso, nessuna questione di costituzionalità appare rilevante per il pubblico ministero: "il G.I.P. -ha assunto- non ha ritenuto di proc!.'d!.'l'l' alla distruzione sulla base di provvedimenti non impugnabili. L'art. :J.J() cpp non è più applicabile ... quel materiale costituisce corpo del 1'('((10

sottoposto legittimamente lt sequestro; quel materiale va inserito 11.1'1 fascicolo del dibattimento e comunque va trattato alla luce della legislaziol/e vigelltl'. Verrà eventualmente distrutto all'esito del processo". II che e\'idl'llzia la inaccoglibilità -secondo il P.M.- delle eccezioni di nullità sollevate dalli' difese degli imputati: l'inclusione tra la docmnentaziolli' \'l,latini allI' indagini del materiale che ne occupa avrebbe violato l'articolo 240 cpp. ciò che non è stato depositato non rientra fra gli atti di indagine Illa va qualificato come corpo del reato, le ipotesi di nullità sono tassativI' e ti'a queste non è ricompresa la mancata messa a disposizione delle parti di'l corpo del reato, in ogni caso le parti hanno potuto viilionare tale materiale nella ileparata procedura attivata innanzi il Giudice per le

. Indagini preliminari, sicché nessuna lesione dei diritti della difesa si è in concreto verificata. Sulla base dei rilievi di cui si è dato sommario eonto sin qui, il pubblico ministero ha chiesto non solo di respingere le ridette questioni di nullità, ma anche di ritenere non rilevanti tutte le questioni di costituzionalità sollevate dalle difese, infine, di dichiarare inammissibile la richiesta di distruzione ex articolo 2.:J.0 cpp della documentazione trasmessa dal GIP formulata dalla difesa CIPRL\-'\TI. Solo in via subordinata, in easo di mancato accoglillll'nto dI'ilI'

,argomentazioni della pubblica accusa, il Requirente ha chiesto l'hl' la . Corte di Assise dichiari rilevanti e non manifestamente infondate:

-lo -

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*) la questione di legittimità dell'articolo 2clO cpp, in relazione agli articoli 3, 24 primo e secondo comma, 111 primo, l'l'condo e (plarto (~omma 112 Costituzione, nella parte in cui non preypdp ellP i I procl'sso. dinanzi il Giudice cii merito sia sospeso fino a (pUllulo non "Hl·

completato il verbale di distruzione e che tale sospt>nsiOlH' non Sia

prevista quale causa cii sospensione della prescrizionI'; **) la questione di legittimità dell'articolo 159 codice penale, in relazione all'articolo 3 della Costituzione, nella parte in cui non prl'vede . (Iuale causa di sospensione della prescrizione del reato II' fasi di redazione e completamento del verbale di distruzione. All'odierna udienza le parti civili intervenute hanno aderito alle tesi principali del Pubblico Ministero, rimettenclm;i sulla (Iuestione di incostituzionalità o addirittura chiedendo che la Corte ne rilevasse la manifesta iufoudatezza. Faticosamente ricostruiti, fin qui , l'i ter processuale della richil'sta di distruzione formulata dal pubblico ministero ai s(msi delrarticolo 2~O comma 3 cpp il 16 novembre 2006, ed il dibattito che è stato originato llalla decisione di rigetto di tale richiesta e di lrasmissione della documentazione che ne era oggetto all'Ufficio Requirente, nonché dalla successiva richiesta del pubblico ministero a questa Corte di Assise di acquisizione del materiale predetto al fascicolo del dibattimento ai sensi. dell'articolo 431 cpp quale corpo di reato, merita individuare,' nell'ingarbugliato intreccio di norme giuridiche e di principi di diritto; che caratterizzano questa materia, alcuni punti fermi. Ebbene, va in primo luogo rilevato che la normativa introdotta dal' decreto legislativo 22 settembre 2006, numero 259, eonvertito con· modificazioni nella legge 20 novembre 2006, numero 281, che ha· sostituito l'articolo 240 del codice di rito penale, individua, siccome riconosce la migliore dottrina, la competenza funzionale dI'l Giudice per le Indagini Preliminari per decidere sulla richipsta di distl'llzionp formulata dal pubblico ministero ai sensi del comma 3 del nuo\'o testo dell'articolo 240 cpp citato, quale che sia lo stato e grado del procedimento ad quem. Né su tale competenza funzionale ed inderogabile ha inciso in alcun modo -pare alla Corte- l'intervento additivo compiuto dalla Corte Costituzionale con la sentenza numero 273 del 2009, che ha previsto la l'applicazione del contraddittorio cosÌ come regolato dall'articolo ~01

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del codice di rito, ed ha escluso dal divieto di fare riferimento al contenuto dei documenti, supporti ed atti, nella redazione del verbale previsto dall'articolo 240 cpp, le circostanze inerenti l'attività di formazione, acquisizione e raccolta di quei documenti. support i l'd atl i. Ora, nel caso di specie, il Giudice per le Indagini Pr!'lilllillari, con II' decisione più volte citate, ha respinto la richiesta del pubblico ministero di distruzione della documentazione che ne occupa, e ne ha disposto la trasmissione all'Ufficio Requirente, del fluale va alcontl'lllpo afft'l'lllata qui la competenza funzionale a procedere alla richi!'sta di distruziolle. Ebbene, nel caso di specie, lungi dalreiterme tale richiesta alla Cort!' di Assise, il pubblico ministero ha viceversa richiesto al Colll'gio la acquisizione della documentazione de qua al fascicolo processlIale stante la natura di corpo di reato che alla medesima ha attribuito. Tale qualità è riconosciuta, oltre che dal Giudice per le Indagini preliminari, anche dalla Corte Costituzionale, né tale qualità è contestata dalle parti del procedimento. La Corte di Assise non ha, dunque, alcuna competenza a provvedere sulla richiesta di distruzione avanzata dalla difesa CIPRIAN I successivamente al rigetto disposto (a prescindere dalle eccezioue di cui più avanti si dirà) dall'Autorità Giudiziaria funzionalmente competente a decidere sulla richiesta formulata dall'( unico) <ngallo rompetente a proporla, il pubblico ministero, rigetto quest'ultimo motivato sulla inidoneità degli strumenti posti a disposizione del GIP dalla legge 281 \2006 e dalla Corte Costituzionale a consentire la doverosa verifica dei presupposti della distruzione, indicati dall'attuale comllw dell' articolo 240 cpp. Condivisibilmente, dunque, il pubblico· ministero ha sosteuuto l'inammissibilità di tale richiesta della difesa CIPRIANI. Viceversa, posta la qualifica pacifica di corpo di reato rivestita dalla documentazione trasmessa dal GIP al pubblico ministero il 23 febbraio 2011, è indubbia la applicabilità della disciplina dell'articolo 431 del codice di rito, cui si è richiamato il pubblico ministero nella sua riehiesta del 30 marzo 2011, che ora occupa la Corte. L'assoluta e non irragionevole autonomia del procedimento preyisto dall'articolo 240 cpp rispetto al giudizio di :Illerito.· che "i ricaya dalla norma in esame (ove non si contempla.'diyersa;nente clH' in al tri istituti, come ad esempio quello previsto e disciplinato dall'articolo 294

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del codice di rito, alcuna intersezione tra le due procedure) p chI' ri>,ulta confermata dalla mancata previsione di (fllalsivo~dia impugnabilità della decisione del GIP, comporta, altreHÌ, la infolHlatezza dI'Ile p('('pzioni di nullità proposte dalle difese: come hanno psattamcllte os>,eryato il pubblico ministero e le parti civili che sono intervenute neIrampio dibattito processuale all'udienza del 30 marzo 201 L il pubblico ministero non aveva scelta rispetto alla trasmissiolw della documentazione al Giudice per le Indagini Preliminari, né la documentazione poteva essere acqUIsIta nel corso dell'udienza preliminare, essendo le decisioni del GIP intervenute successivaulf'nte alla adozione, da parte del GUP, del decreto che dispone il giudizio. legittimamente, sulla base degli elementi comunque acquisiti. N on vi è stata dunque violazione di legge, essendo il fulcro della normativa della L. 281/06, costituito appunto dalla d(>roga (Iella normativa sulla conservazione del corpo (li reato. come espressamente riconosciuto dalla Corte Costituzionale, che, per (luesta parte. non ha ritenuto la contrarietà della norma ai principi della Ccostituzione. Si aggiunga, comunque, a voler prescindere dai già assorlwnti rilievi che precedono, in linea generale, che nessuna lesione del diritto di difesa può essere lamentata avendo le parti potuto prender conoscenza della documentazione, corpo di reato nel giudizio di merito, durante la procedura di cui all'articolo 240 cpp, e non essendo prevista alcuna nullità della richiesta di rinvio a giudizio dall'articolo 416 cpp. in relazione all'Ol~esso deposito del corpo di reato. Tale sanzione non è prevista, sempre ai sensi dell'articolo 177 epp, secondo l'unanime orientamento della Corte di legittimità, neppure in caso di omess.o deposito della documentazione relativa alle indagini espletate (Sezione I, 15 gennaio 2010, ricorrenti Bosco ed altri, Sezione V, primo ottobre 2009, in causa Mancuso ed altri, e 25 marzo 2008, ricorrente Agosto, Sezione II, 6 aprile 2006, in l'ansa Ca!;triotta, Sezione I, 9 marzo 2004, in causa Biondino), che si limi ta, selllprp P solo a proposito di tale categoria di atti, a sanzionare l'omesso deposito l'on la inutilizzabilità. Dai rilievi che precedono discendono anche la irrileyanza e la manifesta infondatezza tI! tutte le questioni di legittimità costituzionale sollevate dalle difese degli imputati.

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D'altro canto,la soluzione adottata con riferimento alla (ritrlluta) esclusiva competenza funzionale del Giudice per le Indagini Preliminari in ordine alla procedura di cui all'articolo 240 cpp esdude la possibilità che la Corte possa richiamare il materiale tnttora all'esame tlt,1 GIP, fermo restando che risultano assolutamente condivisibili i riferiti richiami del pubblico mllllstero a proposito della sostenibilità, all'interno del complessivo sistema proeessllale yigentl' dI'ila concomitanza tra processo di merito e procedura ex articolo 240 cpp.: ""è possibile formulare sin d'ora per pubblico 111 inistero e d U'ensore l a richiesta di acquisizione e lettura del verbale ex articolo 240 ('OIllIlW 6 ('pp, che verrà acquisito allorquando sarà predisposto, laddove il GIP dovesse decidere per la distruzione del materiale tuttora mdla sila disponibilità; senza dover necessariamente ricorrere all'articolo 50? cpp è sempre possibile per le parti chiedere e per la Corte di Assise disporre l'acquisizione dei verbali di cui all'articolo 240 comma 6 cpp una volta che qllesti siano stati formati (ovvero del materiale informatico, laddove questo non dovesse pssere distrutto) trattandosi di atti che debbono essere inseriti npl Jllscic% per il dibattimento ex art. 431 cpp. D'altro canto è possibile ai sensi dell'articolo 512 comma 1 bis cpp chiedere ed ottenere sempre, prima della sentenza, la lettura relativa all'acquisizione ed alle operazioni di distruzione degli atti di cu.i all'articolo 240 cpp. L'importante, in base a quanto stalllito dallll Corte Costituzionale, è che il giudice del merito debba "poter disporre di t/llti gli elementi necessari per valutare, senza IIlcun condizionamento derinll/te dalla decisione resa nel procedimento incidentale, e nel contraddittorio delle parti, se l'assunto accltsatorio del pubblico ministero abbia o lIle1l0 fondamento. Non è detto che tale disponibilità, che deve anticipare la decisione finale, debba realizzarsi sin da questa fase ovvero si1l dalla formulazione delle richieste ex art. 493 cpp. "". E' altresÌ condivisibile anche la ulteriore conseguenza che il pubblico ministero trae a proposito della irrilevanza e manifesta infondatezza della questione costituzionale sollevata dalla difesa NONNIS. I rilievi del Requirente, che la Corte ha riportato e fatti propri, sulla base della non irragionevole scelta normativa di attribuire COIllUlHlue ad un organo giurisdizionale monocratico la competenza della deeisione circa la distruzione del materiale di eui al comma 2 dell'articolo 240 cpp, e sulla possibilità della concomitanza delle due pl'ol'edIl l'P, l't'l'mo restando il valore, (Iuanto al giudizio di merito, tldla doclIlllPlltaziOllP

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inoltrata dal pubblico ministero al GIP in termini di corpo di l'palo. con tutte le relative conseguenze di legge, conducono anche ad una valutazione in termini di inammissibilità delle richieslp di sospensiolw anch'esse avanzate dalla difesa NONNIS, richieste sulle (Iuali. sia pure subordinatamente, il P.M. non si è espresso negativamente. Resta da delibare, dopo aver provocato su una materia cosÌ rilenmte il contraddittorio delle parti, le modalità con le quali il corpo di rea to. acquisito con la presente ordinanza agli atti del fascicolo dI'l dibattimento, possa essere consultato dagli interessati. Nelle more. ogni consultazione llovrà essere interdetta.

P.Q.M. In accoglimento della richiesta del Pubblico Ministt'ro formulata all'udienza del 30.3.11

Acquisisce Il corpo di reato trasmesso dal GIP di Milano all' U l'fido l{p!Jllirt'nle il 23.2.11.

Respinge e dichiara inammissibili Nel resto le eccezioni di nullità le questioni di illegittimità costituzionale, le istanze di sospensione del processo e la richiesta di distruzione del predetto corpo di reato, nonché l'istanza di acquisizione del materiale trattenuto presso l'Ufficio del GIP,

differisce all'esito del contraddittorio sul punto ogni decisione circa le modalità di consultazione del corpo di reato acquisito eOI~la presente ordinanza, allo stato tutt'ora precluso. Milano 18.5.11

Il giudice

l~Ù2-- çr~ il