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Disabilità Il passaggio alla vita adulta Una vita possibile: l’indipendenza Elena Bortolotti

Disabilità Il passaggio alla vita adulta · Gli articoli 22 (rispetto della vita privata) e 23 (rispetto del domicilio e della famiglia) della Convenzione ONU 2006, vogliono garantire

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Disabilità Il passaggio alla vita adulta

Una vita possibile: l’indipendenza

Elena Bortolotti

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Il passaggio all’età adulta

un momento importante, molti cambiamenti rapidi e

irreversibili

un’immagine di sé che si rinnova e che deve incorporare

ciò che si è stati e ciò che si sta diventando

viene a svilupparsi l’identità adulta ed essa si pone rispetto

al rapporto tra identità personale e identità sociale

(Mancini, 2001)

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Il passaggio all’età adulta

è il momento di compiere scelte, di attivarsi in azioni che

richiedono obiettivi, progetti, aspettative che portano a una

ridefinizione del sé all’interno di una grande variabilità

individuale (Lepri, 2016)

il divenire adulto, in condizioni di fragilità, è un passaggio

che va preparato, mettendo al centro la persona come

soggetto attivo del proprio percorso esistenziale (Goussot, 2015)

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Il passaggio all’età adulta

Dal momento che non andrà più a scuola,

il giovane con disabilità potrebbe non solo doversi chiedere

«cosa farà»,

ma anche «chi sarà».

In questa transizione non si può eludere la

necessità di proporre servizi nei quali si pensi a un «ruolo possibile» per il soggetto con disabilità intellettiva,

e di progettarli in modo che siano capaci di considerare, alimentare e implementare un pensiero adulto (Francescutti, Franceschetto e Ferarreso, 2015)

Capaci di produrre empowerment

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Premessa

La visione etica e giuridica che è venuta consolidandosi in

questi ultimi quarant’anni, a livello nazionale e

internazionale, e la conseguente trasformazione culturale

(si veda ICIDH e ICF, la Convenzione ONU per i diritti

delle persone con disabilità del 2006)

hanno portato a concepire l’opportunità di essere persona

innanzitutto,

e consentire al giovane con disabilità di raggiungere

traguardi di crescita e di adultità possibili

È la società che è chiamata a dare risposte, in termini di

pari opportunità, di eguaglianza e di democrazia

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Ora la sfida è progettare

• ambienti accessibili,

• relazioni di sostegno,

• diritto ad accedere all’educazione e allo studio,

• interventi esperti per incentivare lo sviluppo

personale e l’apprendimento di conoscenze e

capacità,

• la spinta all’autonomia e la consapevolezza di

Sé …

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Per essere realistici …

L’inclusione non si realizza di per sé, essa richiede

un lungo processo nel quale persona, servizi e

politiche co-costruiscono percorsi

Essa si realizza dunque con

• lo sviluppo delle capacità, delle abilità e delle

competenze della persona con disabilità e

l’esplorazione continua delle opportunità di

fioritura e crescita personale

• contemporaneamente a ciò con una visione di

“progressiva realizzazione” di obiettivi attraverso

una costante e controllata azione politica e dei

sistemi di servizi

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Inoltre

Nel passaggio dall’adolescenza all’età adulta l’identità si struttura intorno ad alcune dimensioni essenziali:

l’occupazione lavorativa,

la famiglia,

la posizione sociale,

le scelte amicali e affettive,

le scelte ideologiche e religiose.

Tutto ciò porta all’assunzione di ruolo/di ruoli …. possibili, realizzabili o auspicabili …

Si tratta di un presupposto imprescindibile di qualsiasi condizione adulta

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La legge n.112/2016 “Dopo di noi”, entrata in vigore il 25 giugno 2016, è stata emanata per favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia delle persone con disabilità grave, per il raggiungimento dei quali il legislatore ha previsto importanti strumenti pubblici e privati, questi ultimi accompagnati da significativi sgravi fiscali. Obiettivi sono, altresì, la protezione, la cura, l’assistenza, la deistituzionalizzazione, l’autonomia e l’indipendenza delle persone disabili.

E’ stato istituito un apposito fondo pubblico di assistenza, rivolto ai disabili gravi privi del sostegno familiare, per favorire percorsi di deistituzionalizzazione ed impedirne l’isolamento, che ha una dotazione triennale di 90 milioni di euro per il 2016, 38,3 milioni per il 2017 e 56,1 milioni di euro dal 2018.

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Servizi residenziali per persone con disabilità

Strutture che ospitano le persone con disabilità adulte.

Inizialmente pensate come risposta alla perdita della

famiglia di origine, attualmente vengo pensate come diritto

a perseguire una vita indipendente.

Gli articoli 22 (rispetto della vita privata) e 23 (rispetto del

domicilio e della famiglia) della Convenzione ONU 2006,

vogliono garantire la persona nella sua

autodeterminazione, favorire il distacco dalla famiglia di

origine, evitare l’istituzionalizzazione.

Ma quali sono oggi le soluzioni possibili?

- Centri differenziati in base alle situazioni socio-sanitarie

degli assistiti e alla maggiore o minore intensità

dell'assistenza

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Servizi residenziali per persone con disabilità

Residenze Sanitarie Assistite (RSA) per persone con disabilità: è un

servizio residenziale per disabili con limitazioni di autonomia sia fisiche

che mentali e gravi problematiche sanitarie, nella cui valutazione

multidimensionale risulti inequivocabile l’impossibilità dell’assistenza

domiciliare o dell’inserimento in altra struttura per disabili.

Comunità di tipo familiare per persone con disabilità: è un servizio

rivolto ad adulti con disabilità, con un minimo bisogno di assistenza,

caratterizzato da una dimensione tipicamente famigliare e per la

presenza effettiva e permanente di una famiglia o di almeno due adulti

di ambo i sessi che svolgono funzioni educativo-tutelari

Gruppo appartamento: è costituito da una struttura (generalmente un

appartamento) per l’accoglienza di adulti con disabilità, con buoni livelli

di autosufficienza, e per i quali è sufficiente una bassa soglia di

protezione garantita da operatori presenti solo in alcuni momenti della

giornata.

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Gruppo appartamento a chi è rivolto?

• a persone con disabilità giovani e adulte appartenenti a nuclei

familiari privi di genitori, con genitori anziani o con genitori in

difficoltà nel rispondere ai bisogni del figlio (in forma temporanea o

stabile)

• alle persone con disabilità che comunicano l’esigenza di

promuovere un percorso di autonomia sperimentandosi - anche per

brevi periodi - in nuovi ambienti di vita

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Come si organizzano?

Con operatori che, a turno, mantengono una presenza continua nell’appartamento, creando un clima di accoglienza, familiarità e partecipazione.

Obiettivo è promuovere l’autonomia e la promozione, nel singolo e nel gruppo, di percorsi di corresponsabilità nella gestione degli impegni domestici e nelle iniziative per il tempo libero.

Le azioni vengono coordinate, in modo coerente e continuativo, con gli interventi svolti nell’ambito dei servizi diurni.

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Il centro diurno (CEOD)

legge 21 maggio 1998, n. 162; legge 388/00

servizi finalizzati alla promozione della salute,

della prevenzione, della cura, della

riabilitazione e della piena inclusione sociale

della persona

funzione è favorire il mantenimento e lo

sviluppo dell’autonomia personale, nonché

relazioni interpersonali e sociali con

l’ambiente

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le attività perseguono il principio della

promozione globale della persona e

promuovono alcuni punti di azione :

- mantenimento e sviluppo dell’autonomia

personale

- promozione delle relazioni interpersonali e

sociali con l’ambiente interno ed esterno

- esercizio e conseguimento di capacità

occupazionali e professionali, con eventuale

inserimento lavorativo

- iniziative di ordine ricreativo, culturale e

sociale

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Il lavoro prevede una programmazione

PEI (Piano educativo individualizzato),

quindi

• valutazione sistematica dei bisogni,

• elaborazione del progetto educativo con

la chiarificazione di obiettivi

• metodologie d’intervento

• verifica dei risultati

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Progettare la vita indipendente

esempi e riflessioni

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Alcuni elementi cardine per un futuro di vita indipendente …

(Fioriti, 2007)

Compiere una valutazione il più possibile attenta e realistica delle abilità della persona

Porre attenzione alla valutazione del «potenziale emergente»

Organizzazione dell’ambiente per l’indipendenza

Proporre un ambiente calmo, tranquillo e con il giusto tempo per agire

Mantenere alto il livello di attenzione da parte del personale educativo verso l’utilizzo inconsapevole di stili educativi che mantengono comportamenti dipendenti

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Partiamo da una riflessione

nella vita quotidiana tutti noi strutturiamo rituali,

abitudini, schemi di azione

IL lavoro educativo con disabilità per:

insegnare

far scoprire

…sistemi e strumenti che aiutano a organizzare e

gestire la vita nel modo più congeniale

ad es. strutturare le attività e i compiti da svolgere

nella giornata tramite una agenda (scritta, con

immagini …)

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STRUMENTI VISIVI PERSONALIZZATI

Utile costruire strumenti visivi personalizzati da appendere al

muro, o a portata di mano del soggetto

costruire insieme al soggetto lo strumento visivo

personalizzato (agenda o striscia dell’attività)

con ad es.

L’agenda della settimana

L’agenda giornaliera

Una scheda esplicativa di attività

Schemi e schede a tema …

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Quindi obiettivo comune … PROMUOVERE L’INDIPENDENZA

Indipendenza nella vita quotidiana significa …

. svolgere attività di vita quotidiana

. saperle svolgere senza dover attendere che qualcuno ti

dica di farle …

ha a che fare con l’iniziativa

Si tratta quindi di una sfida (Micheli 2001)

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Un elemento di analisi …

La valutazione del rischio

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