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PER ME Il vuoto mi cerca, mi assedia, mi detiene trasmigrando muto io profondo sono ovunque - tranne che per me devo entrarmi, essere del mondo e il mondo, il grande abisso dentro me, nel silenzio che non passa ma diviene… nel silenzio stesso che io sono.

D'istruzioni - specimen antologcio

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PER ME Il vuoto mi cerca, mi assedia, mi detiene trasmigrando muto io profondo sono ovunque - tranne che per me devo entrarmi, essere del mondo e il mondo, il grande abisso dentro me, nel silenzio che non passa ma diviene… nel silenzio stesso che io sono.

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PURO AMORE I cirri luminosi evanescenti i bianchi cavalieri sfumati in vasti aloni e muti arcani le chiuse dimensioni del domani i lunghi filamenti che spiumano scirocchi tra le mani ed i barocchi nembi in alisei disciogliersi nel mare dei silenzi come nel fiume dei millenni i colossei spiegati d’archi eccelsi e non finiti che salgono dal cuore nel profondo i tremiti, gli spasimi convulsi l’abbacinante azzurro in controluce il suono dei cipressi e dei capelli lo sguardo degli dei il cerchio che contiene tutto il mondo dove il sole versa intera la semenza immensa della vita, il puro Amore.

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RESPIRO E per miracolo incredibile dai cieli che nessuno è in grado di capire la forza misteriosa degli incontri trasse questo nodo dai suoi fili l’unico, fra tanti a noi benigno e tale apparve al mondo ed è tuttora questa, l’arca della vita di luce rupe che dal vuoto affiora terra nostra madre e consigliera maestra del silenzio la più vera quest’atomo gemello di frontiera in circolo nel sangue di un ciclope che rotolando cade nell’immenso oscuro ed infinito mancamento abisso universale maggiore di quel sommo che io penso o posso immaginare: se il male è meno forte dell’amore io scruto più lontano l’orizzonte e allora il nuovo giorno si riaccende ancora più magnifico e speciale si scioglie piano piano dal dolore e splende in mezzo al cuore come un bel diamante, un grande sole la gocciola di fuoco la dolceamara lacrima del Cristo che tremola sul palmo della mano che porge in un sorriso l’uomo vero, se scende e riga il viso ad un bambino… Respiro tutto questo, dunque sono.

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IL MEZZOGIORNO Vibra il cielo d’onde nell’azzurro all’infinito volo, l’alta luce che sorge dal cadere nell’interno entrando fuori, dal suo stesso uscire dal cuore dell’abisso interstiziale la strada iridescente dei colori il plesso di sorgenti e dimensioni il ritmo, il palpitante, il forte sole che attraversa i cuori e li confonde nell’aperto mare ha senza porte l’acqua che lambisce le sue sponde in spuma che fiorisce alla carena dell’istante il sacro elementare muto al divenire della vita l’onda trasparente, il suono blu nel viaggio senza andata né ritorno la gioia smemorata della pena il grande amore in cielo il mezzogiorno: io sono la gloria, lo stupore - eternità.

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SACRARIO Io guardo alla più grande azzurrità! La notizia è questa, che la vita è qua: presente e viva specchio di misteri straordinari imperscrutabili, semplici, superni vicinissimi, ultimi e remoti algoritmi d’ordini divini. Tutto il mondo è dentro, in ogni uomo come nel granello si dipinge l’universo e nell’istante, intera eternità. Rinfrescati lo sguardo con il mare: che arca strepitosa di splendore! Mordo una fetta croccante di sole come d’anguria italica o pagnotta che cuoce in forno al cielo bocca senza labbra bacio senza dove e santuario: un immenso sacrario di amore incarnato, quaggiù, in singole preziose identità. Tutto si contiene e si nasconde entro ad ogni cosa e ne fa parte contenente cuore e contenuto: occhio, luce e paradigma di quest’unica intuibile entità.

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ALTISSIMO Gioia suprema vertigine estasi, silenzio - eternità…

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I FASTI DEL SILENZIO Ecco: il mondo ora è perfetto rotondo, fulgido, maturo frutto d’oro che io ho fatto mio pomo che all’interno mi possiede svela generoso i suoi reami i fasti del silenzio e dei misteri chiuso fra le braccia e le mie mani il petto che sussulta di emozioni sono io - mi riconosco? Gaia di pienezza è la mia vita: per questo, sempre ne rinasco e come fui domani sarò ieri.

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GNOSI Quando la vita stessa, o l’esperienza d’uso o l’attenzione nuova al consueto qualcosa, insomma, o chi un bel giorno c’insegnasse a trasformar lo sguardo a farlo di-vertire dal presente così infinito, radiante, penetrante e abissale, oceanico, notturno al punto da arrivare quello che promana eternamente dal sereno occhio spalancato che ovunque limpidissimo ci osserva come la nostra stella più interiore nel silenzio stesso della vita, allora noi vedremmo, finalmente le cose per il fondo che davvero sono, ovvero enigmi della piena trasparente eternità forme vive di un silenzio che senza posa al mondo intero dice il cuore e il controcanto della luce arcano manifesto universale della nuda e originaria Identità - e infine, poi, senza parole l’infinito labirinto schiuderebbe per sempre dappertutto a quella cosa ultima essenziale che segna e inanimisce il nostro passo che volge questo abisso in focolare e induce quel respiro a continuare e amore amore dentro a non morire…

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LUCE DI SILENZI La vita involontaria della vita le sue forme inesprimibili energie che nessuna bocca può tradurre i suoi linguaggi privi di parole luce di silenzi tra le vie raggi all’infinito dei poteri ombre dentro i giorni sfumano illusioni dai contorni i sogni, gli scenari, i desideri la geometria dei voli, i mutamenti nei dedali le mappe dei pensieri le dissepolte orme dei misteri i viaggi senza andata né ritorni…

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TUONO/TRENO/DRAGO: ARCOBALENO! Strepe, romba, bubbola e lampeggia urge rosso treno, sangue d’oro vulcanizzato fosforo animale occhio incandescente della terra drago viscerale cedro di magnesio, argento vivo e avidamente spazia in successione e vola su campagne e su distese giù giù, ad imo, a battimondo e trema sui battenti delle chiese fino al campanile esso: il tuono la voce del silenzio e dell’eterno l’ombra che rintocca alla campana lieve come la sorte forte: come la fronte di chi perde verde come la morte che sorge dal rumore che vi frana e non finisce il filo che altopendulo dal cielo nel cuore di ogni uomo si riannoda che guarda intensamente e non capisce (allor che più lo fissa da vedere) l’istante dentro secoli di ore confuse tra le strisce evaporate come i fronti delle nuvole più nere nella certezza muta e mai confessa che per quanto aspro, e cupo, il fortunale e grave lo sconquasso dell’amore nasconde sempre ancora il dolce fiore dispiega lo stendardo ad arco l’iri il limpido colore della vita.

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MESSAGGIO al mare, specchio dell’altissimo compatto e inafferrabile albedo misteriosa di un’essenza: con te qui tutto si misura prima o poi; e al tuo vacuo ti ritorna senza posa a naufragare il vacuo; l’inerte tua vertigine profonda stordisce campane di blu… e sale dalle pieghe di quest’onda che ne propaga il canto: Immenso Padre - Tu.

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Prima Dare il nome vero ad ogni cosa a ogni minimo frammento di energia ogni singolo momento della storia il prodursi delle forme, il divenire l’immensità del tempo, l’esistenza la scrittura senza fine della vita ogni attimo di gioia e di armonia in ogni sguardo acceso di presenza ogni punto definito di coscienza ogni briciola, ogni trama, ogni struttura ogni sfoglia che viresce di natura ogni oggetto che diverge dall’uguale fino all’essenza quinta del midollo il distillato succo originale il plinto costruttore per abbracciare tutto col mio verso come in un sacco magico e immortale un dolce custodire… E imparare, giorno dopo giorno la misteriosa via dell’universo - il nostro cuore…

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Terza Imparare l’amore imparare ad essere amore il grano, il pane dell’amore diventar l’amore che noi siamo e l’amore faticoso che portiamo trascinando le valigie della vita imparare finalmente a respirare a camminare a volare a sognare a guardare a vedere per sentire per capire, vivere e morire il cuore misterioso che rimane in fondo ad ogni gioia ogni dolore il chicco della luce che riposa per crescere dal seme e lievitare ogni notte al mondo il cielo sfolgorante di domani anche se oggi piove il tesoro occulto in ogni cosa l’oro straordinario della vita la più bella rosa.

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Quarta Battere nel mondo dei silenzi dei gesti, degli eventi più normali approssimando il cuore della vita essere alfabeto, lettera, pensiero essere luce, anima, respiro soffio lievitante di creazione distillar lo spirito del cielo il senso del midollo nel filo del suo minimo essenziale di sabbia o grigia polvere il granello che tiene e custodisce l’universo di tutto questo ordigno il grimaldello in ogni cosa data a nulla uguale: l’unico, il miracolo, il diverso!

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Quinta Totalizzarsi al mondo, infinitarsi come la luce all’alba - rubidosa roscida di guazza e di splendore sfiorando la più grande dimensione: morire per poi nascere di nuovo perdendo tutto ciò che si possiede per essere ogni cosa nell’Amore.

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Settima Evocar le immagini superne le Madri, telluriche e assassine le forme primordiali di creazione sulle rive delle acque prenatali sempre più vicine che scorrono possenti nelle vene e ricordare i miti del profondo detti senza inizio e senza fine i discorsi eterni che parlammo nel silenzio puro dentro il cielo senza aprire bocca o dir parola che bocca non si aveva né poi voce ma solo gioia e luce di pensiero, prima di venire a questo mondo.

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1. L’aldilà, forse, è un rovescio speculare o un budello stretto per tornare alla matrice bianca originaria del più grande mare: è il doppio unificato del tuo cuore il giorno, il diversivo, l’illusione e questo mondo solo un grande sogno dimenticato dentro, in mente Dei. Io prego, spero sempre non si svegli per queste parvulissime occasioni di essere presente a quel che sei: timore profondissimo e infondato, ché anzi capiresti d’esser Lui il mondo, l’universo, l’infinito che in noi si rappresenta e si contiene - questo so: di stare posto innanzi ad uno specchio come quando guardi e dici “Cacchio! Sto diventando vecchio – sparirò”…

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2. M’industrio come posso acrobata sospeso airone remigante nell’abisso io scalo le pareti del silenzio le cime e le corone del mio tempo io nasco alla mia voce io sono nel mio canto cercando la parola che concluda racchiuda in questo mondo l’onniverso. Divina luce, splendida Armonia che regga sempre tutto così sia!

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3. Io bussola con l’ago a mezzanotte con ansia di maceria e sfinimento interno come il tempo l’infinito io volo sopra il vento, mi sostiene quest’ala forte e lenta - chiaro airone in ciuffi di silenzio e frante aurore in ascendenti soffi di splendore di nuvole magenta e di lagune scarnificato esistere in profondo io costola del vuoto dentro il cuore come la zanna bianca di un leone avverto che respiro, che son vivo e sento nelle vene che il mio arrivo è sempre una partenza per l’altrove e non si può fermare il raschio nella gola, il mio destino dolore senza dove che mi prende e non mi lascia andare: poter sentire tutto ma non dire quella parola sola che è l’amore…

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FONTE DELLE MATTINATE Abbraccerò la luce che non c’è e mi risveglierò pregando ardente di purezza e di poesia.

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DALLA CURVA DELL’IMPERO Entreremo nella bocca dell’immane volo che trapassa in fondo al cuore che ci farà sparire dall’interno come il companatico nel pane ci mangerà le ossa e l’incarnato pondo di materia che noi siamo salme di chimere fiammeggianti drappi di splendore in forme d’invisibile colore in statue equivalenti di silenzio: presi da una virgola di vuoto saliremo dalla curva dell’Impero verso l’infinito limpidi torrenti di galassie ferme nebulose vertiginose aurore boreali aloni di cristalli smerigliati in impigliati gorghi di pallore muti ed eloquenti più del vero sogni senza ali, noi stanchi solo di essere più insonni sciolti come voti al gran mistero anni al divenire soli, inquieti e ruvidi d’amore…

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DIPARTITA Quando il nodo che ci tiene scioglierassi e cadremo nel più interno degli abissi a noi ancora sconosciuto il nostro cuore noi toccheremo il cielo, finalmente la sua astrazione splendida e immortale nella suprema luce che infinita ci rapirà in un soffio alla sua mente uniti ad una musica ancestrale abbracceremo la più grande vita la sacra inconcepibile unità per cui nascemmo al tempo destinati che nel silenzio vuoto dell’eterno diversamente uguali ci fe’ persi incarnazioni, singole metà: si vagherà del mondo gli universi nel pancrono assoluto il vero Amore noi spiccheremo il volo senza ali infino a risalir le sue sorgenti sempre più pure, sempre più essenziali…

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TEMPIO Cadon le parole, sfolgoranti una dopo l’altra, inesorate come imperi al culmine, apogei cerchi dentro nemesi compiute stelle mascherate in vecchi dei bocche senza denti e di sipari tende in successione gioie senza origine e confine muti dappertutto noi saremo diversamente unici ed uguali poi finalmente liberi essenziali dinanzi allo splendore della Cosa.

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APPUNTAMENTO C’incontreremo allora, forse a metà del ponte di pane che riporta a casa - chiari di silenzio e arcobaleno, muri senza altezza: due luci che s’immergono i colori e scoppiano di senso, due bimbi che si prendono per mano e in uno sguardo bevono il sereno, così penso - per esser, di ciascuno la migliore parte il più bel dono. Ci aspetteremo fuori finalmente dentro ad ogni cosa. Ho sete di bellezza e verità. Ti lascio amore questo appuntamento.