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documenti Vili Congresso nazionale Cisl le mozioni conclusive L'ottavo congresso della Cisl appro- va la relazione di Macario e le tesi numero 1, al termine di 3 mesi di di- battito e di confronto aperti, com'è nel costume della nostra organizza- zione tenendo conto di tutti i con- tributi portati in sede congressuale. La sfida della crisi chiede alla Cisl, sindacato delle libertà, della parteci- pazione, dell'autonomia, della contratta- zione, di innestare sulla sua tradizione una capacità nuova d'essere sindaca- lismo popolare, di solidarietà ed ugua- glianza al servizio dei lavoratori, del- l'unità sindacale, di un progetto che superi le angustie categoriali per uni- ficare alle lotte degli occupati quelle delle donne, dei giovani, per il riscat- to del mezzogiorno. Un sindacato che si organizza su tutti i terreni che ri- chiedono la tutela degli interessi po- polari: casa, salute, scuola, trasporti, tempo libero, consumo. In questo momento politico la Cisl può e deve esercitare la propria in- fluenza sulle decisioni cruciali per la democrazia e il potere dei lavorato- ri. Essa considera il programma del governo come terreno di confronto e di lotta, e in questo senso rifiuta ogni subordihazione o l'appoggio preventivo a formule e a schieramenti; non per agnosticismo politico, ma per la con- sapevolezza che la quotidiana azione sindacale è essa stessa parte essen- ziale della politica e, se non diventa pura canalizzazione del consenso, è garanzia per l'allargamento di una de- mocrazia sostanziale, per la realizza- zione di un rapporto positivo con le istituzioni contro ogni forma di auto- Mozione I ritarismo, di conformismo, di passività. In questi anni il movimento sindaca- le e la Cisl, in particolare, hanno ma- turato le ipotesi generali per il su- peramento della crisi e della disgre- gazione sociale: si tratta di passare ad un'azione efficace e quotidiana, as- sumendo il compito di proporla alla classe politica e di controllarne i ri- sultati. Per questo il movimento sin- dacale non può accettare di ridurre la questione della crisi ai problemi del- l'ordine pubblico, di subire la logica delle misure e delle leggi speciali re- strittive della libertà, della •criminaliz- zazione dei giovani, battendosi anzi per la sindacalizzazione confederale e la democratizzazione delle forze di po- lizia, nel quadro di una coerente di- fesa dell'ordine democratico. L'autonoma risposta del sindacato alla crisi consiste invece nelle lotte e nel- le realizzazioni concrete che danno un contenuto democratico alla necessaria programmazione economica senza bi- sogno di rincorrere vaghe proposte di cogestione o di ingabbiamento legisla- tivo della partecipazione a livello azien- dale. Un sindacalismo solidale ed egualitario capace di condurre una lotta decisiva nel mezzogiorno e di agire dentro e fuori la fabbrica con- tro la degradazione della vita diventa un punto di riferimento che va al di là degli stessi lavoratori occupati. La strategia per il cambiamento del tessuto economico e sociale del pae- se richiede in particolare di stabilire le seguenti priorità: — la lotta ge- nerale per l'occupazione e l'allarga- mento della base produttiva; — l'im- pegno per la riforma dello Stato è per l'allargamento delle esperienze di de- mocrazia diretta e decentrata; — la redistribuzione dei redditi, fondata su un'azione sul fisco, sull'equo canone, sui prezzi e sulle retribuzioni. L'occupazione e il mezzogiorno Sono noti e vissuti dai lavoratori gli squilibri che caratterizzano questa cri- si strutturale: dal mezzogiorno alla sottoccupazione, alla debolezza dell'a- gricoltura, all'inadeguatezza della strut- tura industriale e del terziario. La politica economica governativa si è adeguata a tali squilibri, scegliendo prospettive di recessione e penaliz- zando i livelli di occupazione. La politica di piano e d'intervento che il sindacato deve determinare attra- verso le lotte, parte quindi da una revisione della politica agricola che incida sulle strutture produttive, allar- ghi la cooperazione, riveda gli accor- di comunitari, privilegiando nettamen- te le aree meridionali; tutto ciò attra- verso un ruolo determinante delle re- gioni e degli enti di sviluppo. Paralle- lamente si deve ancora conquistare una seria politica industriàie articolata per settori ed aree compresa quella delle costruzioni, su cui innestare in termini completamente nuovi e non coloniali l'Industrializzazione del mez- zogiorno. Sono chiari al movimento i criterl per definire questi interventi economici: allargamento dell'occupazione contro la pratica del lavoro néro e precario,

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Vili Congresso nazionale Cislle mozioni conclusive

L'ottavo congresso della Cisl appro-va la relazione di Macario e le tesinumero 1, al termine di 3 mesi di di-battito e di confronto aperti, com'ènel costume della nostra organizza-zione tenendo conto di tutti i con-tributi portati in sede congressuale.La sfida della crisi chiede alla Cisl,sindacato delle libertà, della parteci-pazione, dell'autonomia, della contratta-zione, di innestare sulla sua tradizioneuna capacità nuova d'essere sindaca-lismo popolare, di solidarietà ed ugua-glianza al servizio dei lavoratori, del-l'unità sindacale, di un progetto chesuperi le angustie categoriali per uni-ficare alle lotte degli occupati quelledelle donne, dei giovani, per il riscat-to del mezzogiorno. Un sindacato chesi organizza su tutti i terreni che ri-chiedono la tutela degli interessi po-polari: casa, salute, scuola, trasporti,tempo libero, consumo.In questo momento politico la Cislpuò e deve esercitare la propria in-fluenza sulle decisioni cruciali per lademocrazia e il potere dei lavorato-ri. Essa considera il programma delgoverno come terreno di confronto edi lotta, e in questo senso rifiuta ognisubordihazione o l'appoggio preventivoa formule e a schieramenti; non peragnosticismo politico, ma per la con-sapevolezza che la quotidiana azionesindacale è essa stessa parte essen-ziale della politica e, se non diventapura canalizzazione del consenso, ègaranzia per l'allargamento di una de-mocrazia sostanziale, per la realizza-zione di un rapporto positivo con leistituzioni contro ogni forma di auto-

Mozione Iritarismo, di conformismo, di passività.

In questi anni il movimento sindaca-le e la Cisl, in particolare, hanno ma-turato le ipotesi generali per il su-peramento della crisi e della disgre-gazione sociale: si tratta di passaread un'azione efficace e quotidiana, as-sumendo il compito di proporla allaclasse politica e di controllarne i ri-sultati. Per questo il movimento sin-dacale non può accettare di ridurre laquestione della crisi ai problemi del-l'ordine pubblico, di subire la logicadelle misure e delle leggi speciali re-strittive della libertà, della •criminaliz-zazione dei giovani, battendosi anziper la sindacalizzazione confederale ela democratizzazione delle forze di po-lizia, nel quadro di una coerente di-fesa dell'ordine democratico.L'autonoma risposta del sindacato allacrisi consiste invece nelle lotte e nel-le realizzazioni concrete che danno uncontenuto democratico alla necessariaprogrammazione economica senza bi-sogno di rincorrere vaghe proposte dicogestione o di ingabbiamento legisla-tivo della partecipazione a livello azien-dale. Un sindacalismo solidale edegualitario capace di condurre unalotta decisiva nel mezzogiorno e diagire dentro e fuori la fabbrica con-tro la degradazione della vita diventaun punto di riferimento che va al dilà degli stessi lavoratori occupati.La strategia per il cambiamento deltessuto economico e sociale del pae-se richiede in particolare di stabilirele seguenti priorità: — la lotta ge-nerale per l'occupazione e l'allarga-mento della base produttiva; — l'im-

pegno per la riforma dello Stato è perl'allargamento delle esperienze di de-mocrazia diretta e decentrata; — laredistribuzione dei redditi, fondata suun'azione sul fisco, sull'equo canone,sui prezzi e sulle retribuzioni.

L'occupazionee il mezzogiorno

Sono noti e vissuti dai lavoratori glisquilibri che caratterizzano questa cri-si strutturale: dal mezzogiorno allasottoccupazione, alla debolezza dell'a-gricoltura, all'inadeguatezza della strut-tura industriale e del terziario.La politica economica governativa siè adeguata a tali squilibri, scegliendoprospettive di recessione e penaliz-zando i livelli di occupazione.La politica di piano e d'intervento cheil sindacato deve determinare attra-verso le lotte, parte quindi da unarevisione della politica agricola cheincida sulle strutture produttive, allar-ghi la cooperazione, riveda gli accor-di comunitari, privilegiando nettamen-te le aree meridionali; tutto ciò attra-verso un ruolo determinante delle re-gioni e degli enti di sviluppo. Paralle-lamente si deve ancora conquistareuna seria politica industriàie articolataper settori ed aree compresa quelladelle costruzioni, su cui innestare intermini completamente nuovi e noncoloniali l'Industrializzazione del mez-zogiorno.

Sono chiari al movimento i criterl perdefinire questi interventi economici:allargamento dell'occupazione controla pratica del lavoro néro e precario,

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un'ossatura economica nuova che ri-spetti le caratteristiche culturali edambientali del mezzogiorno, una piùsolida interdipendenza del tessuto in-dustriale agricolo e terziario del nostropaese.Questo è anche il criterio a cui lega-re la ripresa di processi di accumu-lazione, che non debbono tornare comenel passato ad arricchire le zone delprivilegio e della speculazione paras-sitarla.Diventa però necessaria a questo pun-to un'azione decisa sul sistema credi-tizio, che ridimensioni il monopoliodèlie banche nel sistema finanziario,modifichi i canali di finanziamento ecrei condizioni idonee al contenimen-to dei costi di finanziamento. Occorreridefinire l'intera materia dell'agevola-zione creditizia per rendere la politicadel credito funzionale agli obiettivi disuperamento degli squilibri strutturali.Infine occorre rilanciare il ruolo del-l'impresa pubblica — che in questi an-ni ha registrato un progressivo svuo-tamento — rivedendone le strutturefondamentali, gli orientamenti produt-tivi e le modalità di controllo.

I giovani, gli anziani,le donne

Anche se si tratta dì questioni cru-ciali che vanno affrontate nella lorospecificità e senza confusioni alla mo-da, è certo che la crisi colpisce in ma-niera analogamente dura un'area cre-scente di emarginazione comprimen-done il reddito, la sicurezza e la di-gnità.II recente provvedimento sull'occupa-zione giovanile è soltanto un punto dipartenza per realizzare e sperimentare,a livello regionale, programmi più avan-zati che, attraverso esperienze di coo-perazione, di intervento sociale, diapertura della scuola al lavoro diminui-scono l'esclusione sociale e produtti-va dei giovani. Ma occorre un con-trollo anche sindacale sulle istituzionifondamentali del mercato del lavoro.Per gli anziani il congresso avverte laesigenza di impostare una strategiache, da un lato riveda la distribuzionedei redditi familiari tenendo conto del-le necessità vitali di tutti i compo-nenti, qualsiasi età essi abbiano; dal-l'altro organizzi ed impegni l'energiadegli anziani per contrastare la logicadi esclusione quasi assistenziale chetende a colpirli ih maniera crescente.Il movimento rinnovato dì emancipazio-ne delle donne ha ed avrà uno svilup-po inevitabilmente autonomo e nonstrettamente riconducibile all'organiz-zazione sindacale. E' tuttavia compitodel movimento sindacale che trae la

sua forza dall'impegno di milioni dilavoratrici, battersi contro alcuni de-terminanti aspetti di compressione edi limitazione della dignità della donna.Per questo nelle nostre vertenze azien-dali e generali debbono assumere unserio rilievo i temi del controllò degliorganici e della mobilità che interes-sano l'occupazione femminile, gli in-terventi sull'organizzazione del lavoroe sulle condizioni che interessano lasalute e la maternità.Mentre si respingono le proposte ri-guardanti la legittimazione del lavoronotturno e del prolungamento dell'etàpensionabile, occorre generalizzare lerivendicazioni e le conquiste già con-tenute in situazioni aziendali e di ca-tegoria.Il problema generale di una occupa-zione femminile, nuova anche perqualità professionale, va affrontato at-traverso le vertenze di settore, sul-l'orario di lavoro, e sui servizi socia-li (anche riaprendo il dibattito sull'ef-ficacia delle contribuzioni aziendali).E' chiaro che il destino sociale dellelavoratrici è legato all'affermarsi diun nuovo assetto produttivo, ma perquesto anche nel sindacato dobbiamoaprire un confronto ed un processo dicrescita culturale e politica.In particolare è opportuno moltipllca-re le assemblee aziendali sulla condi-zione femminile senza escludere mo-menti di riunione delle sole lavoratri-ci, organizzare corsi specifici di forma-zione sindacale, utilizzare le 150 oreper corsi monografici, utilizzare il Cen-tro studi della Cisl e l'intera strutturadella formazione per il potenziamentodi quadri responsabili femminili. Il con-gresso ritiene essenziale che la Cislvalorizzi i coordinamenti femminili giàesistenti, anche in una prospettiva uni-taria, lanciando un dibattito sul pro-blema, a partire da una riunione delConsiglio generale che affronti fra l'al-tro il problema della irrilevante pre-senza delle donne all'interno degli or-gani dirigenti.

Va infine riconfermato l'impegno pre-so all'assemblea dell'Eur per la rea-lizzazione di una Conferenza unitariadelle delegate.

Linee generalidi politica rivendicativa

La linea del sindacato si deve ovvia-mente tradurre in una strategia di ri-vendicazioni, di lotte e di contratta-zione, anzitutto: 1) per l'estensione el'applicazione concreta dei diritti diinformazióne e di controllo delle po-litiche di impresa, per quanto attieneall'occupazione, la qualità del lavoro,la destinazione sociale dei prodotti;

si tratta quindi di negoziare e con-trollare i processi di ristrutturazioneproduttiva e tecnologica; 2)' per lacontrattazione della distribuzione del-l'orario di lavoro, nella consapevolezzache essa incide sui livelli di occupa-zione; in questo quadro, occorre rine-goziare con le controparti l'intesa sul-le festività per ^pervenire all'accorpa-mento e all'effettivo godimento delle7 festività a partire dal 1978.

3) per l'intervento sull'ambiente dilavoro e sui condizionamenti industria-li sulla vita all'esternò della fabbrica.Sono queste già oggi le linee portantidelle vertenze con i grandi gruppi in-dustriali e con , le partecipazioni sta-tali. E' necessaria una conclusione po-sitiva di queste lotte affinchè iniziati-ve più ampie e coordinate possanomaturare i loro effetti sull'insieme deltessuto economico del paese. E' inparticolare attraverso questa linea ri-vendicativà che possiamo determinareun indirizzo gestionale e strategico di-verso delle partecipazioni statali.

Lo Statoe le istituzióni

La presenza crescente delio Stato nel-la vita sociale, l'allargarsi del suo in-tervento a settori sempre più vastidel sistema economico, la connessioneprofonda tra privato e pubblico portail sindacato a confrontarsi quotidiana-mente con le pubbliche istituzioni nel-la sua azione di tutela complessivadella condizione dei lavoratori. E' tem-po quindi di assumere con impegnocentrale di tutto il movimento i temidello Stato e dell'intervento pubblico:in particolare per sottoporre le istitu-zioni ad un reale controllo sociale chele renda funzionali ad una politicademocratica di piano.La riforrna complessiva dello Statoparte dal riassetto e dal potenziamen-to del poteri locali, sulla linea dellapiena valorizzazione delle autonomie,e delle diverse forme di autogovernoe di partecipazione diretta dei citta-dini.Perciò vanno innanzitutto risolti i pro-blemi della finanza locale e va garanti-to un effettivo esercizio di governo sulterritorio; ciò presuppone la ricom-posizione unitària delle diverse fun-zioni di tipo sociale, economico, urba-nistico oltre che amministrativo, oggisettorializzate e disperse tra diversienti ed organismi.Per limitarsi ad uh esempio cruciale,solo l'assunzione di una angolazioneterritoriale dell'intervento preventivocurativo e riabilitativo, capace di in-cidere Sugli elementi di nocività nel-

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l'ambiente di lavoro e di vita, può con-sentire la tutela reale della salute.In questo senso il congresso impegnal'organizzazione alla lotta per la rapidaapprovazione della riforma sanitaria,per l'avvio del servizio sanitario na-zionale, per la razionalizzazione dell'u-tilizzo delle strutture, per la mobilitàcontrattata degli operatori sanitari. E'questo uno tra i principali esempi diquanto le riforme richiedano un'azionesulla struttura delle pubbliche istitu-zioni. <Nella pubblica amministrazione, la lot-ta per battere autoritarismo e gerar-chizzazione significa in positivo la ri-vendicazione della qualifica funzionale,una nuova organizzazione del lavoroche esalti la responsabilità dei la-voratori rispetto alla struttura degliuffici e al loro funzionamento in rap-porto alle finalità sociali dell'azioneamministrativa. Attraverso questa lot-ta si afferma il protagonismo dei pub-blici dipendenti nel movimento sinda-cale: pertanto la rapida e positiva con-clusione dei loro contratti sulla basedelle rivendicazioni qualificanti, è in-teresse generale del movimento, siaperché rappresenta condizione per leriforme, sia perché rafforza l'unità, su-perando vecchie distinzioni tra set-tore pubblico e privato.

Scuolae Università

La situazione sociale rende più ur-gente una riforma della scuola e del-l'Università per realizzare maggioreuguaglianza e un rapporto costantetra studio e lavoro. La tesi che at-tribuisce alla scolarizzazione di massala causa della crisi scolastica tendea riproporre, attraverso assurde moti-vazioni, vecchie logiche burocraticheselettive ed emarginanti: è quindi dariaffermare l'obiettivo di una scuolaseria, aperta alla società, per tutti.Il movimento sindacale deve rivendi-care l'opportunità per tutti i lavoratoridi realizzare:— una formazione culturale media at-traverso la riforma e l'estensione dellascuola dell'obbligo;— una formazione professionale orga-nizzata per corsi brevi e flessibili alivello regionale; •— l'estensione delle 150 ore, utiliz-zate sia per il recupero culturale pergrandi masse di lavoratori, sia per unricorrente aggiornamento culturale.Inoltre, il sindacato deve impegnarsiper una radicale riforma dell'istruzio-ne universtaria e dell'organizzazionedella ricerca scientifica, finalizzata alsuperamento delle condizioni di infe-

riorità tecnologiche e culturali del no-stro paese e agli obiettivi di emanci-pazione della classe lavoratrice.L'impegno sindacale su questo terre-no va al di là della mobilitazione neimomenti di decisione politica; devediventare pratica quotidiana di tra-sformazione delle strutture dei meto-di e dei programmi, intervento sullaqualificazione dei lavoratori della scuo-la. Di qui l'importanza dell'impegnounitario per una gestione sociale dellascuola più caratterizzata dalla presen-za dei lavoratori, e per l'apertura dellestrutture scolastiche alla collettività.Il necessario rapporto con il movimen-to degli studenti va organizzato nellestrutture regionali, provinciali e so-prattutto di zona attraverso confrontiperiodici ed intese su singole iniziativedi lotta.L'occasione del prossimo rinnovo de-gli organi collegiali richiede infine alsindacato una verifica dell'esperienzasvolta e l'elaborazione di un orienta-mento unitario sia per gli insegnanti,sia per i lavoratori-genitori, sia per glistudenti.

La perequazionedei redditi

La crisi e l'inflazione modificano l'in-sieme dei rapporti tra fasce di reddito,tra salario e profitti, tra retribuzioni,fisco e prezzi.Anzitutto, il congresso della Cisl re-spinge decisamente la strumentalizza-zione operata sulla questione del costodel lavoro negli ultimi mesi, rivendi-cando l'irrinunciabile autonomia del-l'azione sindacale e l'esigenza di unastrategia generale del sindacato daarticolarsi sulla seguente base:a) una politica fiscale che incida sulladistribuzione del reddito attraverso unmeccanismo di accertamento e di pre-lievo fiscale che ponga finalmente sul-lo stesso piano e nelle stesse condi-zioni i redditi da capitale, da lavoroautonomo e da lavoro dipendente, su-perando le discriminazioni e adeguan-do gli strumenti dello Stato attraversouna democratizzazione di tutto il pro-cesso di accertamento;b) una politica della casa che riducale differenze sociali nella fruizione diquesto bene essenziale; l'equo canoneè uno strumento fondamentale per unainiziativa egualitaria oltreché antinfla-zionistica e di calmierazione del mer-cato;e) una iniziativa sui prezzi fondata sulpresupposto che, né sul versante deicosti né su quello della domanda, so-no i salari la determinante fondamen-tale della inflazione bensì altri costi

(come i prezzi dei beni importati, glioneri finanziari o da intermediazione)ed altre componenti strutturali: è ap-punto su queste cause che occore in-cidere per un contenimento dei prezzidei beni essenziali;d) la revisione dell'ammontare dellepensioni più basse, il riordino dei mec-canismi e dei tempi di pagamento, lafissazione di un tetto massimo per lepensioni più elevate;e) una progressiva e programmata ri-duzione della incidenza degli oneri so-ciali sul costo del lavoro;f) una ridefinizione delle politiche con-trattuali per quanto riguarda la strut-tura fondamentale del salario.

Per un nuovoegualitarismo salariale

L'impegno per l'uguaglianza, special-mente in una fase di inflazione comel'attuale, significa anzitutto offrireopportunità uguali a tutti di fruire deibeni e dei servizi essenziali per acce-dere a livelli accettabili di vita e dilibertà. A tale scopo il congresso ri-tiene che vadano riviste anche alcunedifferenziazioni salariali e contrattualiesistenti, e su questo sostiene la ne-cessità di un dibattito approfondito edemocratico nelle strutture e tra tuttii lavoratori.Le principali ipotesi da discutere sonola graduale unificazione dei contenuticontrattuali riguardanti l'orario, le qua-lifiche e la normativa per grandi set-tori, anche per affrontare situazioni divera e propria giungla retribuiva, la ri-conferma della difesa del salario at-traverso la scala mobile, elevando nel1977 a sette e nove milioni il limitedel congelamento temporaneo degliscatti futuri, una revisione della strut-tura salariale che accresca il salariodiretto e realizzi un corretto equilibriotra salario che cresce per anzianità esalario che cresce per effetto dellanegoziazione e della professionalità.L'intervento sugli istituti degli scattie della indennità di fine lavoro deveessere perequativo, deve salvaguarda-re i diritti acquisiti e non può per-ciò significare abolizione.Si può ipotizzare: che gli scatti dianzianità siano uguali per operai edimpiegati come numero e come per-centuale, oltreché legati all'anzianitàdi lavoro attraverso forme di mutua-lizzazione. Che inoltre l'indennità difine lavoro sia commisurata per tuttiad una mensilità per anno di servizio,fino ad un numero massimo di anniper tutti ed ad una quota massima in-superabile anche per i dirigenti. Restafermo che la massa salariale comples-

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siva così distribuita non deve dimi-nuire.A livello del posto di lavoro la quotadi salario eccedente deve corrispon-dere ai livelli di professionalità e vasottratta, attraverso la contrattazione,a manovre discrezionali e pseudo-meri-tocratiche che rappresenterebbero unarretramento rispetto alle esperienzedi questi anni. Infine, occorre pratica-re ipotesi di rivalutazione del lavoromanuale, arricchendone i contenuti pro-fessionali e i livelli retributivi.

Le convergenzesociali

I progetti di uguaglianza e di nuovo as-setto produttivo impongono al sinda-cato problemi nuovi di coinvolgimen-to di forze sociali.La Cisl si pone anzitutto la questionedi un rapporto diretto con i contadinii:'l'interno delle aree rurali, promuo-vendo lo sviluppo della loro presenzadentro l'organizzazione anche nel qua-dro della crescita di forme cooperativee della strategia agro-industriale.

In tal modo la Cisl propone al mondocontadino organizzato nuovi livelli diunità ed azione.Nell'insieme del Paese e principalmen-te nelle grandi aree urbane al Sud eal Nord, rimarchevoli interessi comu-ni in materia di casa, di trasporti,di condizione degli anziani, di consu-mi, di assistenza, richiedono un inter-vento organizzativo diretto o collate-rale del sindacato che colleghi i la-voratori occupati a tutti gli strati po-polari in una dimensione di rivendi-cazione, di autogestione e di parteci-pazione democratica.

II congresso ritiene che le esperien-ze di forme associative organizzatenel settore della cooperazione, degliinquilini, della informazione, dellacultura e del tempo libero che sisono sviluppate dentro e a fianco del-la Cisl sono un tentativo di affer-mare momenti di controllo sociale, diprotagonismo e di gestione direttache vanno proposti all'insieme dei la-voratori.

Il tema delle convergenze sociali,inoltre, richiede una strategia di rap-porto con aree specifiche appartenentiai così detti ceti medi, che hanno unruolo importante in ogni politica dirinnovamento sociale: gli intellettuali,gli operatori della giustizia, della salu-te, dell'informazione. Con essi, sen-za ambizioni egemoniche, il sindacatodeve stringere un rapporto fondato sucomuni obiettivi nella lotta per l'egua-glianza e la democrazia.

L'autogestione:un terrenodi riflessionee di sperimentazione

L'8° congresso non intende ravvisa-re nell'autogestione una formula ideo-logica o uno schema dogmatico. L'au-togestione vuoi dire anzitutto un at-teggiamento critico nei confronti diun modo autoritario e delegato di farpolitica e di affermazione dello Statoe delle istituzioni economiche. E'aperta nel movimento una riflessionesui modi del cambiamento sociale, del-la linea della giustizia e della egua-glianza.

Ma già da ora nelle lotte per l'occu-pazione, sul terreno dei servizi e deiconsumi sociali, nell'area della organiz-zazione del lavoro si dovranno molti-plicare le esperienze di autogestione,dì controllo, di partecipazione direttache promuovono i lavoratori ad unruolo di responsabilità e di potere ef-fettivo.

La dimensione internazionale »della politica sindacale

La crisi economica internazionale èanche riflesso di uno scontro a li-vello mondiale per cambiare la ri-partizione delle ricchezze. Uno scon-tro attraverso il quale i paesi emer-genti diventano protagonisti di un ten-tativo di emancipazione e di mutamen-to di tendenza dello sviluppo econo-mico e sociale.

La Cisl è convinta che solo un nuovoordine economico internazionale, su-perando i rapporti di sfruttamento edi dipendenza e col passaggio a rap-porti di cooperazione egualitaria trapaesi industrializzati e paesi emergen-ti, possa permettere di affrontare al-le radici il sottosviluppo e di rispon-dere ai bisogni fondamentali dell'uma-nità. La Cisl intende aprire su questoun dibattito tra i lavoratori italiani evuole ispirare a tale esigenza la suaazione nelle sedi internazionali, orga-nizzando più solidi legami soprattuttocon i sindacati dell'area mediterraneae del terzo mondo. In particolare laCisl si impegna ad un'iniziativa sinda-cale sia sul terreno contrattuale, siasul terreno legislativo nei confrontidelle società multinazionali per ridur-re le differenze nelle condizioni dilavoro, di diritti e di libertà sindacali,per combattere la condizione di sfrut-tamento tipica di queste imprese eparticolarmente drammatica nei paesi asistema politico autoritario, razzista efascista.

Per le multinazionali italiane la Cisl so-stiene la richiesta di estendere i dirit-ti sindacali ai lavoratori delle filialiestere di queste imprese nei paesi sot-toposti a regimi oppressivi.Nel quadro di una proposta generale didisarmo e di pace la Cisl ritiene cheil movimento sindacale italiano possadare uno specifico contributo attraversouna campagna per il controllo politicodella produzione e dell'esportazione diarmi.La Cisl ritiene che la scelta europea delnostro paese non abbia alternative eche sia necessario un rilancio politicodell'Europa come condizione indispen-sabile per l'integrazione comunitaria perun'ampia democratizzazione della so-cietà europea. Le elezioni a suffragiouniversale diretto del, parlamento euro,peo previste per il prossimo anno, pos-sono rappresentare un primo salto diqualità per la partecipazione popolareall'integrazione europea.Anche per questa ragione l'iniziativadella Confederazione europea dei sin-dacati (Ces) deve farsi più forte e coor-dinata, a cominciare dall'imminenteConferenza tripartita Cee dove deb-bono scaturire impegni corrispondentiagli obiettivi delle lotte sindacali che,sia pure con caratteristiche diverse, sisono sviluppate negli ultimi mesi inEuropa. In questa occasione deve es-sere affrontata in via prioritaria laquestione della disoccupazione. Perquanto riguarda l'emigrazione, la Cislrivendica il superamento delle diver-sità di trattamento tra i lavoratori deipaesi comunitari e quelli provenientidai paesi non aderenti alla Cee.La Cisl mette al centro della sua azio-ne internazionale la difesa della liber-tà democratica, il rispetto dei diritti u-mani e politici, ovunque nel mondo, in-dipendentemente dall'orientamento po-litico dei governi che si rendono re-sponsabili della loro mortificazione.Per quanto riguarda gli strumenti or-ganizzativi, il congresso decide lacostituzione di una Commissione perla politica internazionale confederalee ne affida la composizione al Consi-glio generale e decide allo stesso tem-po di istituire un Fondo di solidarietàinternazionale, per appoggiare con-cretamente l'attività dei movimenti sin-dacali dei paesi in via di sviluppo ooggetto di persecuzione.

L'unitàsindacale

II congresso della Cisl conferma lapropria scelta per l'unità sindacale, in-tesa come strumento indispensabile

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per le lotte della classe lavoratrice.Pur avendo chiari i limiti del processounitario e le cause delle sue attualidifficoltà, il congresso ritiene compitodella Cisl superare questa situazione,battendo i settarismi risorgenti, re-spingendo la logica degli schieramentipartitici, evitando miopi chiusure.L'unità sindacale è possibile e neces-saria: occorre individuare e impegnarenelle scelte politiche i gruppi dirigentiper imprimerne una svolta decisiva.Anzitutto deve affermarsi un vivo plu-ralismo culturale, ideale, politico affi-dato al confronto aperto piuttosto chea logiche correntizie; esso va alimen-tato nel sindacato attraverso la cir-colazione delle idee, le strutture for-mative, informative, di studio e diricerca. Soprattutto il pluralismo ri-chiede la convinta costruzione di unademocrazia interna sostanziale dai luo-ghi di lavoro agli organi dirigenti na-zionali.

La democrazianel sindacato

Per passare dalla enunciazione deiprincipi democratici alla loro praticail congresso ritiene che nella politicaunitaria vadano attuate le seguenti mi-sure:— l'autonomia e la responsabilità del-le strutture unitarie di base debbonopesare in modo determinante nell'ela-borazione delle rivendicazioni, nelle de-cisioni di lotta e nell'approvazione de-gli accordi;— ogni organo dirigente ai diversi li-velli può venir convocato su richiestadiretta di un certo numero dei suoimembri e deve definire norme preci-se di garanzia per ii confronto interno;— tutte le strutture debbono dare pie-na attuazione al patto federativo, uti-lizzarvi il voto segreto, superarne lapariteticità;— convocare nelle zone, nei compren-sori, nelle province e a livello regio-nale e nazionale assemblee decisionalidi delegati.Il congresso ritiene che queste propo-ste, insieme a quelle di un più esplicitoe vincolante superamento delle logichedi corrente debbono esser portate allariunione, congiunta da tenersi al piùpresto, dei nuovi consigli generali delleconfederazioni.Questo impegno per un rilancio dellademocrazia sindacale non può far di-menticare che la questione centralenon sta soltanto in un sistema di ga-ranzie a livello di quadri e di dirigen-ti, bensì nella modificazione del rap-porto tra quadri e lavoratori spesso ri-dotti ad un semplice ruolo di seguito.

Ed un rapporto democratico con la ba-se richiede anzitutto che essa cono-sca, sia informata, possieda cioè glistrumenti fondamentali per elaboraree per controllare le proposte del ver-tice.La dirigenza sindacale deve perciò so-cializzare e decentrare responsabilitàe poteri garantendo alla base la ca-pacità di contare anche sui problemiche superano la dimensione azienda-le e locale.

Il rinnovamentodell'organizzazione

La Cisl, impegnata a realizzare il di-segno strategico di un sindacato po-polare della solidarietà e dell'uguaglian-za deve adeguare le sue strutture inuna dimensione di nuova confederali-tà, allargando nettamente la propriapresenza in tutti i luoghi di lavoro:— realizzare ovunque i consigli uni-tari dei delegati e le loro proiezioni alivello di zona o di comprensorio, in-tesi come espressioni di base e com-plete del sindacato;— rafforzare la dimensione orizzonta-le del sindacato, attraverso un impegnodelle strutture verticali a superare se-parazioni di compiti, ad organizzarsinella dimensione territoriale, a spen-dersi nelle iniziative intercategorialiimposte dai processi di ristrutturazio-ne e decentramento produttivo;— procedere rapidamente all'accorda-mento in federazioni nazionali dei sin-dacati di categoria, sulla base delleindicazioni dell'assemblea di Napoli;— considerare la partecipazione di-retta dei disoccupati alla vita del sin-dacato come momento di una nuovaconfederalità e di una nuova strategiadi lotta che responsabilizzi e coinvol-ga le strutture sindacali del sud e delnord; organizzare parallelamente le le-ghe dei lavoratori a domicilio in col-legamento con le zone sindacali.

Formazione e uguaglianzanel sindacato

Riprendere in tutta la Cisl il seriolavoro di formazione e di ricerca cheha caratterizzato la nostra organizza-zione, significa oggi attaccare le di-suguaglianze interne tra dirigenti emilitanti e costruire un patrimonio rin-novato di intelligenza e di conoscenze.La politica dei quadri deve collegarsialla formazione, ispirata alla crescitacritica e personale dei militanti e nonintesa come acquisizione di slogans elinguaggi già confezionati. Alla posi-tiva attività del Centro studi di Firen-

ze va affiancata l'apertura di nuovicentri, al sud e al nord. La priorità, evi-dentemente, va ad un intervento diformazione e di studio nel mezzogior-no organizzato attraverso il continuocoinvolgimento delle strutture locali.L'insieme di queste attività deve farriferimento ad una commissione delconsiglio generale in grado di espri-mere gli indirizzi e verificarne l'appli-cazione insieme al gruppo confederaledi formazione. La Cisl come tutto ilmovimento sindacale deve inoltre af-frontare con radicale determinazioneil problema della formazione e dellaproduzione culturale della base neiluoghi di lavoro (uso non comiziescodelle assemblee, corsi di zona, im-pegno di tutti nelle 150 ore).Mai come oggi il sindacato richiedelivelli straordinariamente elevati di co-noscenza e di capacità d'analisi all'al-tezza degli obiettivi di lotta e in gra-do di contrastare le tendenze alla bu-rocratizzazione e all'isolamento deivertici dirigenti.

Il futurodella Cisl

Attraverso questo rinnovamento ancheorganizzativo la Cisl può occupare nelPaese un ruolo non subordinato cultu-ralmente e politicamente ed esprimeretutta l'originalità di un sindacato diclasse, pluralista e autonomo. Il plu-ralismo culturale e politico nella Cislesclude drasticamente qualsivoglia di-scriminazione politica al suo interno erappresenta la garanzia per continuaread esprimere nei termini di oggi unalunga esperienza di assoluta origina-lità per il sindacalismo italiano.La Cisl deve esprimere al meglio i va-lori, la tensione morale e le attese so-ciali e politiche di un mondo sociale eculturale che porta nel movimento deilavoratori contributi non mutuati daaltri né delegabili all'esterno, in ognicaso indispensabili per l'unità di classedi tutti i lavoratori. La Cisl deve esse-re organizzazione che trova la proprialegittimazione tra i lavoratori e nellaloro partecipazione. La militanza sin-dacale nella Cisl, proprio per la suaoriginale caratterizzazione respinge lalogica delle lottizzazioni interne.Per questo il gruppo dirigente assu-me di fronte alla base la responsa-bilità di tener fede agli obiettivi fissatiin questa mozione e ai compiti checon essa il congresso affida alla Cisl,per un coerente futuro dell'organiz-zazione e per dare un contributo deci-sivo all'avanzamento delle condizionidi vita, di lavoro e di libertà dei lavo-ratori.

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Mozione II

A chiusura del suo 8" congresso, laCisl ribadisce alla classe lavoratriceitaliana la sua ferma volontà d'impe-gnarsi con tutte le proprie energieperché le sue condizioni d'impiego edi livelli di vita non subiscano ulteriorideterioramenti. Questo impegno assu-me un significato ancora maggiore neiriguardi di quei gruppi di lavoratori suiquali gravano gli effetti negativi do-vuti alla loro emarginazione; in parti-colare, i disoccupati, i sottoccupati, igiovani, gli studenti, i pensionati, ledonne. Perché i disagi nei quali questiultimi si trovano vengano superati eperché ai giovani siano date opportuni-tà d'impiego, La Cisl richiama l'interaclasse lavoratrice ai suoi più autenticivalori di solidarietà e convivenza civi-le, che soprattutto oggi devono espli-carsi nella capacità dei gruppi di lavo-ratori più favoriti a battersi per quelliche sperimentano le situazioni più dif-ficili. •

In un momento in cui la società italia-na manifesta i sintomi di una profondacrisi morale e la disgregazione coin-volge le istituzioni, la classe lavoratricemanifesterà la propria forza e la pro-pria coscienza civile se saprà distin-guere tra interessi particolari ed inte-ressi generali e se, senza inammissi-bili supplenze istituzionali, saprà bat-tersi contro i privilegi ed ogni formadi parassitismo, diverrà il punto diforza per l'avanzamento economico esociale dell'intera collettività.In questa prospettiva, assume pieno epiù profondo significato l'impegno delmovimento sindacale a promuoverel'istaurazione di migliori condizioni diuguaglianza.

L'impegno della Cisl permaggiori libertà civili e politiche

Di fronte alle trasformazioni in attonella società italiana, la scelta dellaCisl è nella direzione dei più avanzatiprocessi di articolazione e di plurali-smo, attraverso i quali i gruppi socialimanifestano in maniera autonoma lapropria volontà politica ed il proposi-to di partecipare alla formazione delledecisioni di interesse collettivo. Ilsenso di questa trasformazione è il ri-fiuto di una gestione centralizzata delpotere, spesso autoritaria e quindi alimitati contenuti democratici. A que-sta la Cisl contrappone un metodo fon-dato sul rapporto dialettico tra le for-

ze, al fine di garantire il confrontotra gli interessi ed il diritto al dis-senso.Nei riguardi delle istituzioni pubbliche,ciò richiede un impegno tenace a spin-gere ancor più in avanti gli attuali pro-cessi di decentramento politico e am-ministrativo, attraverso il potenziamen-to delle regioni, degli enti locali e del-le nuove forme di governo locale. Iltradizionale centralismo amministrati-vo e burocratico deve essere abbat-tuto e sostituito da una costellazionedi centri decisionali che, nell'ambitodelle proprie attribuzioni disponganodella piena autonomia politica, ammi-nistrativa e finanziaria.Questa spinta al decentramento dovràessere accompagnata dalla riforma delsistema pubblico centrale, che sem-plifichi le sue funzioni, colmi la frat-tura tra momento decisionale e mo-mento esecutivo e, attraverso la pienariassunzione delle proprie responsabi-lità, acquisti maggiore autorità e mag-giori capacità d'intervento. In tale pro-spettiva, le istituzioni pubbliche daran-no piena garanzia perché le libertà edi diritti civili dei cittadini siano pre-servati appieno, anche di fronte » gra-vi attacchi recati all'ordine pubblico.Peraltro, la disgregazione che colpiscele istituzioni è una delle cause dellacrisi decisionale che investe il quadropolitico. Il nostro paese non uscirà dal.le presenti difficoltà senza una pienae decisa assunzione di volontà politicada parte di tutti i partiti democratici.L'impegno che questi hanno assuntoper concordare un programma comuneè pertanto positivo e va incoraggiato.Tale impegno, tuttavia, deve muoversiall'interno delle regole che il nostrosistema democratico si è dato, regoleche si fondano sulla divisione deipoteri, cioè sulle funzioni che in Parla-mento devono svolgere le forze di go-verno e quelle di opposizione. Sareb-be un grave errore, se in una societàcomplessa e conflittuale come la no-stra alle varie forme di dissenso noncorrispondessero canali politici chepermettano a queste di esprimersi inParlamento e nella dialettica tra i par-titi.

L'impegno della Cislper il superamentodella crisi economica

Gli obiettivi di trasformazione econo-mica e sociale che il movimento sinda-cale ha indicato nel corso dègii anni,in una strategia sempre più precisa,costituiscono un dato acquisito ed ir-rinunciabile in quanto rappresentanouna seria discriminante tra le forzeche si battono per il rinnovamentodella società italiana e quelle che vi sioppongono.

Gli adeguamenti che si rendono ne-cessari, pertanto, riguardano soltantoi criteri e le modalità per raggiun-gere quegli obiettivi, in larga misuradovuti all'aggravarsi della situazioneed alla inadeguatezza degli interventigovernativi. Nella presente situazione,la strategia che la Cisl propone almovimento sindacale ed al paese siarticola nei seguenti punti:

a) difesa e ripresa dei livelli di oc-cupazione;

b) aumento progressivo del tasso diinvestimento; !

e) combinazione delle politiche delleimprese e della spesa pubblica perla riconversione produttiva e le rifor-me.L'insieme di queste politiche s'identifi-ca e deve essere finalizzato all'obiet-tivo prioritario costituito dallo sviluppodel Mezzogiorno.I punti di maggiore tensione che ca-ratterizzano la presente situazione eco-nbmica riguardano: 'l'elevato tasso d'in-flazione, il perdurante deficit dei no-stri conti con l'estero, il forte disa-vanzo del bilancio pubblico. La Cisl ri-leva che i criteri con i quali il gover-no ha manovrato i suoi strumenti diintervento ed ha ricercato il controllodella congiuntura, in larga misura ri-volti al contenimento indiscriminatodella domanda interna, sono assoluta-mente inadeguati e rischiano, come og.gi è possibile verificare, di deteriorareulteriormente la situazione, specie perquanto riguarda i livelli occupazionali.In considerazione di ciò la Cisl sotto-linea l'urgenza di definire una nuovalinea di politica economica, che affron-ti direttamente i ritardi e le distorsionistrutturali della nostra economia. Po-nendosi nell'ottica dell'occupazione e

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dello sviluppo del Mezzogiorno, tale li-nea può fondarsi sui seguenti punti:a) aumento del tasso d'investimento.Solo in tal modo, infatti, sono possibi-li la ristrutturazione produttiva, l'equi-librio dei conti con l'estero e la ri-duzione dell'inflazione;b) l'aumento del tasso d'investimentoè possibile solo se i processi di con-sumo nel nostro paese sono posti sot-to controllo;e) a tal fine sono necessari una de-cisa politica tributaria, la politica ta-riffaria e quella dei prezzi amministra-ti. Sul piano fiscale, pur riconoscendoi risultati raggiunti negli ultimi tempi,è essenziale intensificare la lotta alleevasioni, specie per quanto riguarda iredditi d'impresa; le intermediazionifinanziarie e commerciali, le libere prò.fessioni. La politica tariffaria e deiprezzi amministrati, invece, è assolu-tamente contraddittoria con una politi-ca di controllo dei consumi. Di conse-guenza, si impongono la immediata ri-forma del Cip (Comitato interministe-riale prezzi) e la fissazione di criteripiù funzionali, sia a livello nazionaleche locale, per le tariffe pubbliche;d) la forte pressione fiscale deve es-sere accompagnata da una politicamonetaria e creditizia espansiva peril finanziamento degli investimenti. Ciòpermetterà, quale punto di svolta dallepresenti manovre restrittive, una com-binazione delle politiche della doman-da aggregata, rivolta al mutamento trauso privato e uso pubblico delle risor-se, alla trasformazione della struttu-ra tecnica e del capitale nelle aziende,all'accumulazione del capitale delle zo.ne meno sviluppate del paese. Ciò insostanza dovrà in primo luogo identifi-carsi in un'azione espansiva della do-manda pubblica, fondata sui programmid'investimento della spesa pubblica,su quelli delle regioni, della cassa peril mezzogiorno e delle partecipazionistatali.

E' essenziale che i conseguenti pro-cessi di ristrutturazione e riconversio-ne produttiva si verifichino, per esse-re duraturi, ai livelli più elevati di pro-duttività. Su questo piano, una posi-tiva base di partenza è il recente ac-cordo con la Confindustria, specie perquanto riguarda il controllo della mo-bilità. Ma perché l'accordo possa es-sere seguito da risultati concreti, laCisl considera necessaria una orga-nizzazione seria della mobilità che si

fondi: sulla garanzia di reddito e lacreazione di nuovi posti di 'lavoro;sulla predisposizione dei servizi col-lettivi nei punti di impiego della ma-nodopera; su una seria politica di ri-qualificazione professionale; su un ser-vizio del collocamento in grado didisporre di informazioni tempestive ecomplete per tutto il territorio comu-nale. Sul piano della politica salariale,il superamento di una gestione cen-tralizzata, largamente deplorata dal di-battito congressuale, indica come ine-vitabili la riduzione graduale degli au-tomatismi salariali ed il correlativo al-largamento della contrattazione azien-dale. Nei suoi riguardi, la Cisl rifiutadi accettare vincoli provenienti dalloesterno, ritiene piuttosto determinantecontrattare con le controparti padro-nali e con i responsabili della politicaeconomica le linee comuni da portareavanti in un contesto programmatico.La programmazione a livello nazionaleed a livello regionale diviene così lasede nella quale il sindacato potrà par-tecipare direttamente alla formazionedelle decisioni di interesse collettivo.Ma non è la sola. Secondo le indica-zioni unanimi del dibattito congressua-le, le inziative di lotta in fabbrica rea-lizzano la saldatura con il mantenimen-to della dialettica democratica, la par-tecipazione dei lavoratori, la dinamicadel salario. E' comunque necessarioassicurarsi il controllo sulle politichepadronali per la ristrutturazione e lariconversione produttiva per i rapportidi lavoro e per l'ambiente. Occorre I-noltre approfondire il ruolo del sin-dacato sulla formazione ed il controllodell'accumulazione industriale nel mo-

'mento in cui questa passa al poterefinanziario, come anche occorre porsiil problema delle forme di selettivitàche, non potendo essere assunte dalleistituzioni, sono tuttavia necessarieper raggiungere obiettivi programmati-ci. La partecipazione tuttavia, escludequalsiasi forma di integrazione o disubordinazione del sindacato. Proprioper dar peso alla propria partecipa-zione il sindacato dovrà preservare lasua autonoma capacità di lotta.

Il rafforzamento del movimentosindacale e della Cisl

La realizzabilità di queste politiche èlegata al potere del sindacato e allouso che ne saprà fare. E' più che maideterminante, pertanto, che la Cgil, laCisl e la Uil si impegnino con fermezzae decisione nella strada dell'unità. Perquel che la riguarda, la Cisl confer-ma a pieno il suo impegno per l'unità.Questa passa per il potenziamentodella Federazione unitaria, ma ancheper la capacità di indirizzo, di propo-sizione e di sintesi che essa sapràrealizzare. Ciò richiede in primo luogola partecipazione e l'apporto di tuttele strutture. Ma perché partecipazioneed apporto si tramutino in fatti con-creti e positivi, è urgente il mutamen-to dei metodi di lavoro prevalenti nellaFederazione. La Cisl critica la costan-te ricerca all'unanimismo, il ricorso al-la mediazione verticistica, la scarsadisponibilità all'approfondimento. Al-l'interno degli organi unitari, si devo-no affermare il dibattito ed il confron-to fra le posizioni ed il voto deve es-sere la sanzione per ogni decisione.Al suo interno, inoltre, non potrannoessere adottate misure che favorisca-no qualsiasi partito politico.Il rafforzamento della Cisl si identifi-ca, in assoluto, nella sua capacità dianalisi, di decisione e di proposizionepolitica. La sua autonomia sta so-prattutto in questo. Di fronte ai rischidi caduta dell'autonomia, presenti nelmovimento sindacale e contro le ma-nifestazioni di conformismo, semprepiù diffuse nella società italiana, laCisl deve riaffermare il suo ruolo diforza garante dei valori del plurali-smo e della dialettica, essenziali perla costruzione di una società più liberae aperta. Questi valori devono avereImmediato riflesso al nostro interno.Ciò significa, pertanto, che il rafforza-mento della Cisl non riguarda soltan-to gli aspetti organizzativi, ma ancheil suo metodo di lavoro, il vigore delladialettica interna, nel miglioramentodello sforzo di sintesi, la collegiali-tà delle decisioni. !

L'8" congresso deve divenire l'occasio-ne perché queste esigenze si affer-mino e la Cisl riconquisti la sua unitàinterna e presenti una identità fatta dichiarezza politica, di volontà propositivae di efficacia nella difesa degli interes-si della classe lavoratrice.

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