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PREFAZIONE:

Premetto che per parlare del cioccolato sarebbe necessario scrivere pagine e pagine, ma ho

sintetizzato in questa mia tesina le parti fondamentali di questo interessante argomento.

La mia scelta non a caso è caduta sul cioccolato …. alimento da me molto gradito, ho voluto

approfondirne la conoscenza, oltre che per il piacere del palato anche per il piacere della mente.

INDICE:

Definizione pag. 2

L’origine linguistica del cioccolato pag. 2

La storia del cacao e del cioccolato pag. 3

La storia del cacao e del cioccolato biologico pag. 5

La creazione di una piantagione di cacao biologico pag. 6

Preparazione pag. 7

Valori nutrizionali pag. 10

Studi e ricerche sul cacao e sul cioccolato pag. 11

Effetti sugli animali pag. 12

Fiere del cioccolato pag. 13

Record pag. 13

Libri e film pag. 13

Siti internet pag. 14

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IL CIOCCOLATO

Definizione:

Il cioccolato è un alimento che deriva dai semi dell'albero del cacao

(nome scientifico Theobroma cacao), diffuso e ampiamente

consumato nel mondo intero.

E' preparato a partire dal burro di cacao (parte grassa dei semi di

cacao) con aggiunta di polvere di semi di cacao, zuccheri e altri

ingredienti facoltativi, quali il latte, le mandorle, le nocciole o altri

aromi.

Il cioccolato viene prodotto nelle forme più svariate; la più comune è la tavoletta, ma, sia industrialmente che

artigianalmente, il cioccolato, viene modellato in forme diverse, specie in occasione di ricorrenze o festività,

come nel caso delle uova di Pasqua.

Oltre a ciò, il cioccolato è anche un ingrediente di numerosi dolciumi, tra cui gelati, torte, biscotti e budini.

Il termine "cioccolata" viene utilizzato come sinonimo di "cioccolato", oppure per indicare una bevanda liquida

a base di polvere di semi di cacao, nell'uso occidentale contemporaneo invariabilmente con l'aggiunta di

zucchero.

L'origine linguistica del cioccolato:

Presso i Maya, il cioccolato veniva chiamato kakaw uhanal, ovvero "Cibo degli Dei"e il suo consumo era

riservato solo ad alcune classi della popolazione (sovrani, nobili e guerrieri).

I Maya amavano la bevanda di cacao preparata con acqua calda, acqua si dice haa, e il caldo si diceva chacau;

la bevanda di cacao assumeva il semplice nome di chacauhaa.

Sinonimo di chacau era chocol, da cui deriva chocochaa, sicuramente il primo nome che si avvicina allo

spagnolo chocolate ("chocol" di radice maya che significa caldo e "atl" di radice atzeca che significa acqua, si

pronuncia "ciocolate").

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La storia del cacao e del cioccolato:

La pianta del cacao ha origini antichissime e, secondo precise ricerche botaniche si

presume che fosse presente più di 6000 anni fa nel Rio delle Amazzoni e

nell'Orinoco (fiume America Meridionale). I primi agricoltori che iniziarono la

coltivazione della pianta del cacao furono i Maya solo intorno al 1000 a.C.

Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatan, il Chiapas e la Costa Pacifica

del Guatemala furono quindi le prime a vedere l'inizio della storia del cacao e del

cioccolato.

Una leggenda sulla coltura del cacao dice che fu sviluppata dal III Re Maya

(Hunahpu).

Un'altra leggenda atzeca dice che una principessa fu lasciata, dal suo sposo partito

per la guerra, a guardia di un tesoro immenso; quando arrivarono i nemici, la

principessa si rifiutò di rivelare il nascondiglio e fu uccisa. Dal suo sangue nacque la

pianta del cacao, i cui semi sono amari come la sofferenza, ma allo stesso tempo

forti ed eccitanti come le virtù di quella ragazza.

Tornando alla storia reale, dopo i Maya anche gli Atzechi iniziarono la coltura del cacao ed in seguito la

produzione di cioccolata; associavano il cioccolato a Xochiqueteal, la Dea della fertilità.

Il cacao veniva consumato dall'élite durante le cerimonie importanti, offerto insieme all'incenso come sacrificio

alle divinità e a volte mischiato al sangue degli stessi sacerdoti.

A conferma di ciò sono stati diversi esempi di raffigurazione delle piante del cacao su alcuni vasi e codici miniati

Maya.

Nelle Americhe, il cioccolato veniva consumato come bevanda, chiamata xocoatl, spesso aromatizzata con

vaniglia, peperoncino e pepe.

Lo xocoatl aveva l'effetto di alleviare la sensazione di fatica, effetto probabilmente dovuto alla teobromina,

sostanza contenuta nel cioccolato

Esso era un articolo di lusso in tutta l'America centrale precolombiana; i semi di cacao erano usati come

moneta di scambio, di conto e anche come unità di misura: nel tesoro dell'imperatore di Montezuma se ne

trovarono quasi un miliardo.

Nel 1502 avvenne il contatto del cacao con la civiltà europea: Cristoforo Colombo, durante il suo quarto ed

ultimo viaggio in America, sbarca in Honduras dove ha l'occasione di assaggiare una bevanda a base di cacao; al

ritorno portò con se alcuni semi di cacao da mostrare a Ferdinando ed Isabella di Spagna, ma non diedero

alcuna importanza alla scoperta, probabilmente il gusto amaro della bevanda non li aveva colpiti.

Nel 1519 Hermàn Cortèz introdusse il cacao in Europa in maniera più diffusa.

Il cioccolato veniva sempre servito come bevanda, ma gli europei aggiunsero la vaniglia e lo zucchero per

correggerne la naturale amarezza e tolsero il pepe e il peperoncino.

Nel 1528 Cortèz porta in Spagna alcuni semi di cacao, recandoli in dono a Carlo V e per tutto il '500 il

cioccolato rimane un'esclusiva della Spagna, che ne incrementa le coltivazioni.

La tradizionale lavorazione per la produzione delle tavole di cioccolato solide, anch'esse di origine atzeca, viene

importata nella Contea di Modica in Sicilia, allora protettorato spagnolo.

Fra il '500 e il '600 il cacao fu importato in Italia, precisamente in Piemonte, da Caterina, figlia di Filippo II di

Spagna, che sposò nel 1585 Carlo Emanuele I (Duca di Savoia).

Nel '600 il cacao arriva in Toscana ed il cioccolato veniva prodotto nella città di Firenze, Venezia e Torino.

Nel 1615 Anna d'Austria introdusse il cioccolato in Francia e nel 1650 viene commercializzato anche in

Inghilterra: a Oxford si inizia a servire il cioccolato negli stessi locali in cui si serviva il caffè.

Nel XVII secolo divenne un lusso tra i nobili d'Europa e gli Olandesi, abili navigatori, ne strapparono agli

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Spagnoli il controllo mondiale e il predominio commerciale.

Nella Venezia del '700 nascevano le prime "botteghe del caffè" e quindi erano anche "botteghe del cioccolato".

Alla fine del XVIII secolo il primo cioccolatino da salotto fu inventato a Torino da Doret.

Nel 1802 Bozzelli inventò una macchina per raffinare la pasta di cacao e miscelarla con zucchero e vaniglia.

Nel 1820 la prima tavoletta di cioccolata di tipo commerciale fu prodotta in Inghilterra e nel 1826 Pierre

Caffarel iniziò la produzione di cioccolato in grandi quantità grazie ad una macchina capace di produrre oltre

300 Kg di cioccolato al giorno.

Nel 1828 l'olandese Conrad J. Van Houten brevettò un metodo per estrarre il grasso dai semi di cacao

trasformandoli in cacao in polvere e burro di cacao.

Il primo cioccolato in forma solida in scala più estesa rispetto a quello di Doret sembra essere stato prodotto

nel 1847 da Joseph Fry.

Nel 1852 a Torino Michele Prochet comincia a miscelare il cacao con nocciole tritate e tostate creando la pasta

Gianduia che verrà poi prodotta sotto forma di gianduiotti incartati individualmente.

Daniel Peter, un fabbricante di candele svizzero, si unì al suocero nella produzione del cioccolato.

Nel 1867 iniziarono ad includere il latte tra gli ingredienti e presentarono sul mercato il cioccolato al latte nel

1875.

Per rimuovere l'acqua contenuta nel latte, consentendone una più lunga conservazione, fu assistito da un

fabbricante di alimenti per l'infanzia di nome Henri Nestlé.

Nel 1879 Rudolph Lindt infine inventò il processo chiamato concaggio, che consente di mantenere a lungo

rimescolato il cioccolato fuso per assicurarsi che la miscelazione sia omogenea, il cioccolato prodotto con

questo metodo è il cosiddetto "cioccolato fondente".

Nel 1916 Pietro Ferrero creò una crema gianduia con l'intenzione di venderne qualche chilo ai pasticcieri di

Alba: il prodotto ebbe un successo superiore ad ogni aspettativa e qualche anno dopo, nel 1964, nacque la

Nutella, che divenne molto popolare a livello mondiale.

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La storia del cacao e cioccolato biologico:

Il cacao è uno dei principali prodotti agricoli della Repubblica Dominicana e grazie all'alta qualità del suo cacao

biologico e tradizionale, il paese è considerato uno dei primi dieci esportatori su vasta scala di cacao del mondo

e ha immense piantagioni di questo frutto.

La coltivazione del cacao biologico iniziò negli anni '80 del secolo scorso e si è quindi diffuso dando origine ad

uno dei migliori cacao biologici del mondo.

Il cacao biologico viene prodotto su terreni privi di insetticidi o fertilizzanti chimici.

Questo prodotto, così sano, viene quindi lavorato utilizzando la stessa procedura di fermentazione usata per i

semi di cacao.

Da questa lavorazione si ottengono anche prodotti semilavorati come il liquore di cacao biologico, il burro di

cacao, la polvere di cacao e cioccolato.

Sul mercato esistono due categorie principali di cacao:

• il tipo Hispaniola viene fatto fermentare dopo essere stato raccolto;

• il tipo Sànchez viene prodotto in condizioni naturali, dopo essere stato tagliato, raccolto ed essiccato,

questo cacao non viene sottoposto ad alcuni tipi di trasformazioni e non viene fatto fermentare.

La Repubblica Dominicana è anche il primo produttore di cacao

biodinamico, coltivato seguendo specifici metodi di produzione del

fertilizzante.

Esistono condizioni essenziali ed ottimali per lo sviluppo del Cacao Biologico che sono:

• l'ombra che regola la temperatura e l'eccesso di raggi solari nella piantagione;

• la temperatura sulle piante, importante per la fioritura e la fruttificazione è regolata in maniera

naturale;

• la geografia e la topografia del suolo;

• l'ambiente, un suolo fertile, con flora e fauna variegata garantisce completezza di materia organica

naturale e favorisce la nutrizione della pianta e dei suoi organismi, ne agevola la naturale

impollinazione;

• il clima in genere deve essere ed è caldo/umido e piovoso senza eccessi, per rendere rigogliose le

piante, dissetarle, renderle forti e vigorose. Una buona ventilazione agisce come giardiniere naturale,

eliminando con naturalezza dalle piante fiori appassiti, rami secchi, fogliame, frutti non giunti a

maturazione

• lo studio dei tecnici e l’esperienza dei coltivatori rendono possibile un miglioramento delle coltivazioni

con un’attenta gestione delle potature, della manutenzione dei suoli e delle piante.

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La creazione di una piantagione di cacao biologico:

I tempi di sviluppo di una piantagione di cacao biologico abbracciano periodi di anni, in sintesi i passi sono

quelli di seguito indicati:

• individuazione e disponibilità di un terreno adeguato per caratteristiche, posizionamento e dimensioni;

• analisi del terreno;

• se ritenuto idoneo, preparazione dello stesso, disegno della piantagione e dello schema di semina;

• semina e predisposizione dell'ombreggiamento;

• gestione e conservazione del suolo e delle piante;

• cura e verifica dei rendimenti e della produttività;

• verifica delle caratteristiche e della qualità di varietà di cacao presenti;

• assistenza e controllo delle fasi di manipolazione, fruttificazione, raccolto e post-raccolto

(fermentazione ed essiccazione);

• insaccamento, stoccaggio, logistica;

• certificazione e tracciabilità dei raccolti;

• costruzione e manutenzione e gestione dei vivai (serre).

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Preparazione:

Per realizzare il cioccolato bisogna partire dal cacao, quindi coltivarlo e raccoglierlo.

I semi di cacao hanno l'aspetto di mandorle e crescono all'interno di grossi frutti ovoidali-ellittici che possono

raggiungere anche dimensioni importanti (20/25 cm. di lunghezza, 1/1,5 Kg. di peso), con buccia rugosa o liscia,

o piena di bozzi, di colore variabile (rosso, giallo, verde, viola, rosa, arancio)a seconda della varietà, della

maturazione, dell'esposizione. I frutti crescono attaccati al tronco della pianta o ai rami più grossi.

Quando giungono a maturazione, si raccolgono, si aprono, si estrae un grappolo di semi avvolti in una bava

zuccherina, si scarta la buccia (impiegata come concime naturale). L’albero del cacao ha due cicli di

maturazione (sei mesi). Nella maggior parte dei paesi africani il raccolto principale avviene tra ottobre e marzo,

mentre quello secondario tra maggio e agosto.

Si raggruppano in cassoni di fermentazione, si lasciano riposare movimentandoli quotidianamente per rendere

agibile lo sviluppo di reazione chimiche naturali che ne esaltino la pregiatezza degli aromi, dopodiché si

sdraiano su palchi all'aperto esposti al sole, dove vengono massaggiati e rastrellati per consentirne

l'essiccazione, condizione imprescindibile per un corretto stoccaggio e per una salubre conservazione.

Le piante di cacao sono suddivise in tre "famiglie" principali:

• Cacao forastero,il più diffuso e il più raccolto in

termini quantitativi (circa il 92/93% del raccolto

annuo mondiale), ma il più modesto in termini

quantitativi; è la varietà tradizionalmente impiegata

dalle grandi industrie dolciarie che ne ottengono

cioccolati ma anche materie prime derivate come:

polvere di cacao, burro di cacao e semilavorati, che

vengono utilizzate quali ingrediente per merendine

snack, gelati, biscotti, budini, praline, torte etc. In tutti

questi casi l'industria impiega anche varietà scadenti

di cacao, poiché non interessati ad esaltarne gli aromi e le proprietà, ma le ritiene utili solo come

ingredienti di colore ed aroma primario di cioccolato;

• Cacao trinitario, il cacao "fino" ed aromatico per definizione e tradizione, piccoli raccolti da zone

specifiche con ecosistemi d'eccellenza, cura del post-raccolto e della trasformazione in cioccolati di

altissimo profilo aromatico ed organolettico;

• Cacao criollo, raccolti minimi, spesso di pochi chilogrammi, di qualità eccellente con spiccate note

aromatiche ma di rara delicatezza e difficoltà di reperimento, nonché di elevatissimo prezzo finale del

prodotto derivato.

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La preparazione del cioccolato avviene seguendo il seguente schema:

• Miscelazione

• Concaggio

• Temperaggio

• Modellaggio

• Confezionamento

Miscelazione (blending):

Partendo dall'ingrediente base della pasta di cacao vengono aggiunti

gli altri ingredienti necessari, nel dettaglio:

• "fondente": pasta di cacao, burro di cacao, zucchero e vaniglia;

• "al latte”: come sopra ma con aggiunta di latte o latte in polvere;

• "bianco": burro di cacao, zucchero, vaniglia, latte o latte in polvere.

Spesso viene aggiunta anche lecitina di soia, che serve come agente emulsionante e favorisce una maggiore

omogeneizzazione degli ingredienti.

L'impasto viene poi passato dalle raffinatrici, macchine laminatrici. Il passaggio attraverso le macchine

raffinatrici è detto in inglese refining o fine grinding.

Concaggio (conching):

Consiste nel miscelare per tempi lunghi la miscela di ingredienti in apposite impastatrici dette conche.

Ciò avviene a temperatura controllata appena sufficiente a mantenere la miscela liquida, rompendo i grumi dei

vari ingredienti fini a portarli a dimensioni inavvertibili dalla lingua formando una massa perfettamente liscia ed

omogenea.

Terminata questa fase, il cioccolato viene mantenuto fuso in serbatoi a 45-50 °C.

Il concaggio fu inventato nel 1880 da Rodolphe Lindt.

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Semi di cacao

Elemento Cotiledoni non torrefatti

Semi freschi

Acqua 5,23% 7,26% Grassi 50,44% 49,9% Amido 4,2% 2,4% Proteine solubili 6,3% 0 Proteine insolubili 0 10,9% Tannino 6,71% 0,2% Gomme 2,17% 2,4% Cellulosa 6,4% 10,6% Teobromina e caffeina 0,84% 3,3% Rosso di cacao 2,2% 0 Altre sostanze 5,8% 5,3% Elementi minerali 2,75% 4%

Contenuto del cioccolato Componenti Fondente Al latte

Pasta di cacao 40-48% 15% Zucchero 42-50% 50% Burro di cacao 10% 15% Latte 0 20%

Temperaggio (tempering):

Dato che il burro di cacao tende a cristallizzare in modo polimorfo ed irregolare, la massa di cioccolato fuso

deve venire raffreddata cautamente, in modo da portare alla cristallizzazione desiderata, quella che produce

un cioccolato che si spezza, ma che allo stesso tempo si scioglie morbidamente.

Modellaggio:

Dopo il temperaggio il cioccolato viene sottoposto al modellaggio (molding): viene versato in stampi che sono

posti in leggera vibrazione per eliminare le bolle di aria imprigionate all'interno. Una volta raffreddato, il

cioccolato assumerà la forma degli stampi ed è pronto al "confezionamento" (packaging).

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Valori nutrizionali:

La tabella seguente riporta i valori nutrizionali corrispondenti a 100 grammi di cioccolato:

Tipologia Cioccolato fondente

Cioccolato al latte Cioccolato bianco

Proteine (g) 3,2 7,6 7,5 Lipidi (g) 33,4 32,3 37 Carboidrati (g) 60,3 57 52 Lecitina pura (g) 0,3 0,3 0,3 Teobromina (g) 0,6 0,2 - Calcio (mg) 20 220 250 Magnesio (mg) 80 50 30 Fosforo (mg) 130 210 200 Ferro (mg) 2 0,8 tracce Rame (mg) 0,7 0,4 tracce Vitamina A (IU) 40 300 220 Vitamina B1 (mg)

0,06 0,1 0,1

Vitamina B2 (mg)

0,06 0,3 0,4

Vitamina C (mg) 1,14 3 3 Vitamina D (IU) 50 70 15 Vitamina E (mg) 2,4 1,2 tracce Valore energetico (kJ)

2.080 2.160 2.260

Valore energetico (kcal)

495,2 514,2 538

Il cioccolato fondente, al latte e bianco, contengono percentuali diverse di glucosio, cacao, burro di cacao.

La percentuale totale di grassi presenti in una tavoletta di cioccolato dipende da quanto burro di cacao è stato

aggiunto (il cioccolato bianco contiene esclusivamente burro di cacao).

Il cioccolato più è amaro e più grasso contiene, ma non sempre è così.

I carboidrati presentano valori superiori perché la massa di cacao contiene essa stessa dei carboidrati.

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Studi e ricerche sul cacao e sul cioccolato:

Il seme di cacao in se è composto da circa un 50% di materia secca (polvere) e da un 50% di materia grassa

(burro di cacao).

Nel cacao è presente un'elevata concentrazione di polifenoli-flavonoidi che pongono lo stesso ( e quindi il

cioccolato fondente che ne deriva) a straordinario e potente antiossidante, con evidenti giovamenti all'intero

sistema cardiovascolare, alla capacità di contrastare il colesterolo "cattivo", impedendo l'ossidazione dei grassi

che circolano nel sangue ed aumentando il flusso sanguigno nelle arterie.

Altre componenti proprie e naturali del cacao e del cioccolato fondente sono la feniletilamina, stimolante della

produzione di serotonina da parte dell'organismo, che è il neurotrasmettitore responsabile dell'umore e la

presenza di alte concentrazioni di teobromina, sostanza che supporta la capacità di concentrazione, agendo

come blando eccitante prolungato nel tempo.

Recente studi confermano che la teobromina contenuta naturalmente nel cacao e nel cioccolato fondente sia

anche un efficace calmante per la tosse.

Inoltre, poiché si tratta comunque di prodotti con tenore calorico ed energetico elevato, purché consumati con

moderazione, sono anche ritenuti validi alimenti energetici e ricostituenti.

Uno studio del 2003 promosso dall'Istituto Nazionale Ricerca per gli alimenti e la nutrizione di Roma,

confermano che il cioccolato fa bene al cuore. I risultati hanno rilevato che il cioccolato fondente aumenta del

20% le concentrazioni di antiossidanti nel sangue, mentre quello al latte non ha effetto alcuno.

Secondo i ricercatori, il latte farebbe diminuire gli effetti positivi e cardioprotettivi in quanto cattura le

epicatechine, flavonoidi presenti nel cacao che possiedono un elevato potere antiossidante.

Secondo Roberto Corti dell'Università di Zurigo il cioccolato fondente può ritardare l'indurimento delle arterie

in coloro che fumano, limitando il rischio di malattie cardiache anche gravi.

Sono segnalate reazioni allergiche: allergia alimentare alla Fenilalanina contenuta nel cioccolato.

Taluni studi correlano la feniletilamina contenuta nel cioccolato con la diminuzione del fenomeno della

depressione. Da quanto viene asserito da altri studi, inoltre, il cioccolato avrebbe un'influenza positiva

sull'umore degli esseri umani, stimolando il rilascio di endorfine, ed aumenta il desiderio sessuale, proprio

come sosteneva Giacomo Casanova.

Da più parti arrivano le conferme, che il cioccolato riduca anche i fattori di rischio cardiovascolari, grazie ai

flavonoidi, già sopra citati.

Alcuni studi sembrano confermare che il consumo frequente di cioccolato possa condurre ad una forma

particolare di dipendenza detta "cioccolismo" (per analogia con l'alcolismo).

Struttura di un isoflavonoide

Struttura della teobromina

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Effetti sugli animali:

La teobromina contenuta nel cioccolato è tossica per i cani, i cavalli ed altri piccoli animali che sono incapaci di

metabolizzarla (100 mg. per ogni chilo di peso dell’animale).

In piccole quantità riesce ad essere un potente stimolante per i cavalli, al punto di essere bandito dalle corse in

quanto sostanza illegale.

Se un animale mangia della cioccolata in quantità consistente, la teobromina rimante nel suo sangue fino a 20

ore, provocandogli disturbi come: convulsioni, attacco cardiaco, emorragia interna fino nei casi peggiori alla

morte. Il primo trattamento da eseguirsi entro le due ore dall'ingestione è provocare il vomito e quindi

interpellare un veterinario.

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Fiere del cioccolato:

Ogni anno sono molte le fiere dedicate al cacao e al cioccolato in ogni parte del mondo.

In Italia tra le più frequentate possiamo indicare:

• la Fiera del cioccolato di Firenze (Piazza Santa Croce)

• il Cioccoshow di Bologna in Piazza Maggiore

• il CioccolaTò di Torino

• Altrocioccolato di Gubbio

• Eurochocolate di Perugia

• il Choccobarocco di Modica (famosa per il cioccolato modicano)

• la Fiera del ciocclato di Cervia (Ravenna)

• lo Showcolate a Napoli presso la Mostra d'oltremare

Record:

• nel 2000 a Torino è stata realizzata una tavoletta di cioccolato di 1.500 Kg., ricoperta di 500 Kg. di

nocciola che si è guadagnata il Guinness dei primati

• nel 2011 sempre a Torino è stato realizzato un gianduiotto di 40 quintali

• nel 2011 a Bologna è stata realizzata la tavoletta di cioccolato più lunga del mondo: 15 metri e 9

centimetri per 2 metri e 3 centimetri, la miscela utilizzata è stata ottenuta da due cioccolati monorigine

Arriba National superior Ecuador e Repubblica Dominicana Bio, la tavoletta è fondente al 63% ed è

rientrata nel Guinnes dei primati.

Libri e film:

Il cioccolato è stato al centro di diversi libri e film di successo.

Nel 1964, Roald Dahl pubblicò una storia per bambini: "La fabbrica di cioccolato". Da questo libro vengono di

seguito prodotti due film: Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato di Mel Stuart (1971)e La fabbrica di cioccolato

di Tim Burton (2005).

Altrettanto famoso è il libro del 1999 di Joanne Harris, Chocolat, da cui nel 2000 viene tratto l'omonimo

Chocolat di Lasse Hallstrom.

Altri film dedicati al cioccolato sono:

• Come l'acqua per il cioccolato, di Alfonso Arau (1994);

• Lezioni di cioccolato, di Claudio Cupellini (2007);

• Emotivi anonimi, regia Jean-Pierre Améris (2010);

• Lezioni di cioccolato 2, regia di Alessio Maria Federici (2011).

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Siti internet:

• wikipedia (http://wikipedia.org/wiki/Cioccolato)

• otto chocolates (http://www.ottochocolates.com/prorieta-cacao.cioccolato.asp)

• conoscere il cioccolato: notizie e curiosità sul Cibo degli Dei

(http://www.conoscereilcioccolato.com)

• CioccolaTO: fiera internazionale del cioccolato a Torino (http://www.cioccola-

to.com/)

• La storia del cioccolato

(http://fondazioneferrero.it/FIL/2008/3_2008/3_2008_PDFs/12_15.pdf)

• (EN)

(http://www.avma.org/careforanimals/animatedjourneys/livingwithpets/poisoni

nfo.asp) perché il cioccolato fa male agli animali