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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano
COMUNE DI PUTIGNANO
Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 2 di 100
INDICE
PREMESSA
A. GLI OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA, INCLUSIONE SOCIALE E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
A.1 Analisi della dimensione demografica del comune e caratteristiche strutturali della popolazione
A.2 Analisi del degrado fisico, del disagio abitativo e socio- economico del comune
A.2.1 Situazione edilizia ed urbanistica
A.2.2 Situazione abitativa
A.2.3 Situazione socio-economica
A.3 Idea-guida della rigenerazione
A.4 Obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale
B. GLI AMBITI TERRITORIALI DA SOTTOPORRE A PROGRAMMI INTEGRATI DI RIGENERAZIONE URBANA
B.1 Individuazione degli ambiti di intervento dei programmi integrati di rigenerazione urbana
B.1.1 Ambito 1
B.1.2 Ambito 2
B.1.3 Ambito 3
C. LE POLITICHE PUBBLICHE CHE CONCORRONO AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEI PROGRAMMI DI RIGENERAZIONE URBANA
C.1 Politiche urbanistiche ed abitative
C.2 Politiche paesaggistico- ambientali
C.3 Politiche socio-assistenziali e sanitarie
C.4 Politiche occupazionali, formative e di sviluppo
D. LE INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE CIVICA ED IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI ENTI E DELLE FORZE SOCIALI, ECONOMICHE E CULTURALI ALLA ELABORAZIONE E ALL’ATTUAZIONE DEI PROGRAMMI
D.1 I processi di partecipazione da attivare ed i rapporti tra i risultati del processo partecipativo e le proposte di intervento
D.2 Il piano per l’informazione e il coinvolgimento dei residenti
E. I CRITERI PER VALUTARE LA FATTIBILITA’ DEI PROGRAMMI
F. I SOGGETTI PUBBLICI CHE SI RITIENE UTILE COINVOLGERE NELLA ELABORAZIONE, ATTUAZIONE E GESTIONE DEI PROGRAMMI E LE MODALITA’ DI SELEZIONE DEI SOGGETTI PRIVATI
F.1 Soggetti pubblici
F.2 Soggetti privati
F.3 Attuazione e gestione dei programmi
F.4 Modalità di selezione dei soggetti privati
ALLEGATO CARTOGRAFICO
COMUNE DI PUTIGNANO
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PREMESSA
La Regione Puglia, promulgando la legge n. 21 “Norme per la Rigenerazione Urbana”
del 29 luglio 2008, ha promosso come affermato all’art. 1 “la rigenerazione di parti di città e
sistemi urbani in coerenza con le strategie comunali e intercomunali finalizzate al
miglioramento delle condizioni urbanistiche, abitative, socio-economiche, ambientali e
culturali degli insediamenti umani e mediante strumenti di intervento elaborati con il
coinvolgimento degli abitanti e di soggetti pubblici e privati interessati”.
I contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi, degrado
degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale, i contesti urbani storici
interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi pubblici e da disagio sociale, i
contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di
terziarizzazione e le aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate costituiscono i
principali ambiti di intervento.
I Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana rappresentano gli strumenti di
intervento che, come esplicitato all’art. 2 della legge stessa, sono “volti a promuovere la
riqualificazione di parti significative di città e sistemi urbani mediante interventi organici
di interesse pubblico”. Essi devono fondarsi “su un’idea-guida di rigenerazione legata ai
caratteri ambientali e storico-culturali dell’ambito territoriale interessato, alla sua identità
e ai bisogni e alle istanze degli abitanti” e comportano “un insieme coordinato di interventi
in grado di affrontare in modo integrato problemi di degrado fisico e disagio socio-
economico”.
Tali programmi sono contemplati nel Programma Operativo FESR 2007-2013,
finanziabili con la dotazione dell’asse VII “Competitività e attrattività delle città e dei
sistemi urbani”, secondo due linee di intervento: la linea 7.1 “Piani integrati di sviluppo
urbano” e la linea 7.2 “Piani integrati di sviluppo territoriale”. Per la linea 7.1 è prevista
l’azione 7.1.1 denominata “Piani integrati di sviluppo urbano di città
medio/grandi” destinata alle città con popolazione superiore a 20.000 abitanti
che abbiano avviano le procedure previste dalla suddetta L.R. 21/2008. Per la
linea 7.2 è prevista l’azione 7.2.1 denominata “Piani integrati di sviluppo
territoriale” destinata a Comuni o aggregazioni di comuni con popolazione non
superiore a 20.000 abitanti, secondo i criteri indicati nel Programma Pluriennale di
Attuazione dell’Asse VII.
La dotazione finanziaria per l’azione 7.1.1 è al momento pari a 40.369.556,00 €, mentre
è pari a 9.630.444,00 € per l’azione 7.2.1, così come deriva dalla rimodulazione della
dotazione finanziaria dell’Asse VII del PO FESR 2007-2013 pubblicata sul BURP n.37 del
25.02.2010 nella determinazione del dirigente del servizio assetto del territorio n.13 del
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15.02.2010. Con la stessa rimodulazione sono assegnate le somme residue pari a
41.333.333,33 € per interventi soggetti a negoziazione con i Comuni per cui è attiva la
Pianificazione Territoriale Strategica di Area Vasta.
Nel Programma Pluriennale dell’Asse VII all’azione 7.1.1 si legge:
L’azione sostiene la realizzazione di Piani Integrati di Sviluppo Urbano delle città medio/grandi
[…].
I Piani, costruiti con la partecipazione degli abitanti, saranno per contenuti e finalità
rispondenti alla legge regionale 21/2008, basati su un’idea-guida di rigenerazione […].
I Piani dovranno contenere uno studio preliminare dell’intera area di intervento riguardante:
a) La riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio
edilizio e degli spazi pubblici […];
b) La riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di
urbanizzazioni, spazi verdi e servizi […];
c) Il contrasto all’esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una
molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali […];
d) Il risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologiche
quali reti verdi e blu […];1
Nella stessa determinazione del dirigente del servizio assetto del territorio n.13 del
15.02.2010 si definiscono:
7.1 Piani integrati di sviluppo urbano – Obiettivo operativo è la rigenerazione urbana
attraverso piani integrati di sviluppo urbano fortemente caratterizzati da azioni volte alla
sostenibilità ambientale e, in particolare, alla riqualificazione della città esistente e al
contenimento dell’espansione urbana, destinati ai sistemi di centri minori o alle aree delle città
medio-grandi dove si concentrano problemi di natura fisica, sociale, economica;
7.2 Piani integrati di sviluppo territoriale – Obiettivo operativo è la rigenerazione
territoriale attraverso piani integrati di sviluppo territoriale volti al rafforzamento,
riqualificazione, razionalizzazione e, dove necessario, disegno delle reti funzionali e delle trame di
relazione che connettono i sistemi di centri urbani minori con particolare riguardo a quelli
fortemente connessi (o con elevato potenziale di connessione) dal punto di vista naturalistico e
storico-culturale.
Si specifica che la rigenerazione territoriale è destinata a Comuni o aggregazioni di comuni
con popolazione non superiore a 20.000 abitanti, secondo i criteri indicati nello stesso PPA
dell’Asse VII.
1 Fonte: Delibera di Giunta Regionale n.1445 del 04.08.2009 pubblicata sul BURP n.138 del 03.09.2009 “PO 2007-2013. Asse VII. Programmi Pluriennali di Asse. Approvazione. Disposizioni organizzative e di gestione.”
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Secondo la stessa L.R. 21/2008 tra le azioni che possono essere incluse nei programmi di
rigenerazione urbana vi sono:
la riqualificazione dell’ambiente costruito, attraverso il risanamento del patrimonio
edilizio e degli spazi pubblici, garantendo la tutela, la valorizzazione e la fruizione del
patrimonio storico-culturale, paesaggistico, ambientale;
la riorganizzazione dell’assetto urbanistico attraverso il recupero o la realizzazione di
urbanizzazioni, spazi verdi e servizi e la previsione delle relative modalità di gestione;
il contrasto dell'esclusione sociale degli abitanti attraverso la previsione di una
molteplicità di funzioni e tipi di utenti e interventi materiali e immateriali nel campo
abitativo, socio-sanitario, dell’educazione, della formazione, del lavoro e dello sviluppo;
il risanamento dell’ambiente urbano mediante la previsione di infrastrutture ecologiche
quali reti verdi e blu finalizzate all’incremento della biodiversità nell’ambiente urbano,
sentieri didattici e museali, percorsi per la mobilità ciclabile e aree pedonali, spazi aperti
a elevato grado di permeabilità, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’adozione di
criteri di sostenibilità ambientale e risparmio energetico nella realizzazione delle opere
edilizie.
Tali Programmi sono predisposti dai comuni o proposti ai comuni stessi da altri soggetti sia
pubblici che privati, assumendo gli effetti di strumenti urbanistici esecutivi. Essi non possono
comportare variante agli strumenti urbanistici comunali per trasformare in aree edificabili,
aree a destinazione agricola, fatta eccezione per quelle contigue necessarie alla realizzazione
di verde e servizi pubblici nella misura massima del 5% della superficie complessiva dell’area
di intervento.
La rigenerazione è dunque intesa come intervento integrato, che coinvolge non solo gli
aspetti fisici interessati dalle operazioni di riqualificazione, ma anche quelli sociali ed
economici del degrado urbano. I comuni definiscono gli ambiti territoriali che rendono
necessari interventi di rigenerazione urbana, predisponendo un Documento
Programmatico per la Rigenerazione Urbana, da approvarsi con apposito atto
deliberativo del consiglio comunale ed applicando le procedure previste dai commi 1, 2 e 3
dell’art. 11 della L.R. n.20/2001.
Il presente Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana inquadra e indirizza la
rigenerazione urbana della città di Putignano, ai sensi della Legge regionale della Puglia n.21
del 29.07.2008. Il Documento precede la redazione dei Programmi Integrati di
Rigenerazione Urbana e si allinea coerentemente agli indirizzi dettati dal DRAG e, nello
specifico del comune di Putignano, nelle politiche di gestione del territorio urbano in atto e in
divenire.
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Infatti, al fine di favorire una maggiore efficacia ed effettività, la pianificazione, la
programmazione e la gestione urbanistica devono essere coordinate tra loro ed integrate con
l’intera azione dell’Amministrazione Comunale, in particolar modo con la programmazione
dello sviluppo dell’economia e del territorio. L’esigenza di coordinamento tra le attività di
pianificazione, programmazione e gestione urbanistica si pone soprattutto quando nel
dominio della gestione rientrano decisioni di rilevanza urbanistica non contemplate nel PRG
vigente, quali ad esempio le applicazioni della “programmazione negoziata” come i
Programmi di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio (PRUSST) ed i
Programmi Complessi.
Il presente documento, basandosi sull’analisi della situazione urbanistica, edilizia, abitativa e
socio-economica della città di Putignano nonché del degrado fisico, abitativo e socio-
economico, individua parti significative del territorio comunale e definisce:
gli obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale;
gli ambiti territoriali da sottoporre a programmi integrati di rigenerazione urbana;
le politiche pubbliche, in particolare abitative, urbanistiche, paesaggistico-ambientali,
culturali, socio-sanitarie, occupazionali, formative e di sviluppo;
le iniziative per assicurare la partecipazione civica e il coinvolgimento di altri enti e delle
forze sociali, economiche e culturali alla elaborazione e attuazione dei programmi;
i criteri per valutare la fattibilità dei programmi;
i soggetti pubblici che si ritiene utile coinvolgere nell’elaborazione, attuazione e gestione
dei programmi e le modalità di selezione dei soggetti privati.
Il presente documento costituisce inoltre la base di consultazione con la popolazione,
tenendo conto anche delle proposte di intervento avanzate da altri soggetti pubblici e privati,
come auspicato nell’art. 3 della L.R. n. 21 del 29.07.2008, e di tutte le strutture intermedie
della società civile.
Facendo riferimento alla Pianificazione Territoriale Strategica di Area Vasta,
ricordando che il Comune di Putignano rientra tra quelli costituenti l’A.V. denominata “Valle
d’Itria – La Murgia dei trulli: dal mare alla Valle d’Itria” con Monopoli Comune Capofila, è
bene tener presente che il 16 marzo 2010 è stata avviata la procedura negoziata per la
definizione di interventi da candidare a finanziamento secondo le citate azioni
7.1.1 e 7.2.1 del PO-FESR.
Requisito fondamentale per l’accesso ai finanziamenti è che gli interventi
candidati siano inseriti in Programmi di Rigenerazione e in modo particolare inclusi
in Documenti Programmatici per la Rigenerazione Urbana così come previsto dell’art. 3 della
citata L.R. 21/2008, rispetto al quale il presente documento è redatto in conformità.
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A. GLI OBIETTIVI DI RIQUALIFICAZIONE URBANA, INCLUSIONE SOCIALE E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE
A.1 Analisi della dimensione demografica del comune e caratteristiche strutturali della popolazione
La Città di Putignano, con un’estensione territoriale di 99,11 Kmq, sorge a 42 km da Bari su
tre colli delle Murge sud-orientali che la pongono a 372 metri sul livello del mare.
Con i suoi 27.529 abitanti (dati ISTAT www.demo.istat.it), presenta una densità demografica
di 277.7 abitanti per chilometro quadrato. Indice questo inferiore alla media provinciale, ma
superiore a quella regionale.
Tab. 1 Densità demografica del Comune di Putignano al 2009 raffrontata con i dati provinciali e regionali
Territorio Superficie in Km2 Abitanti Densità demografica
Comune di Putignano 99,11 27.529 277.7
Provincia di Bari 5.138 1.601.412 311,68
Regione di Puglia 19.365 4.079.702 210,64
Fonte: ISTAT
Dalla distribuzione della popolazione residente per sesso (Tab. 2) si rileva che,
numericamente, risiedono in Putignano più donne che uomini (il rapporto è 104 donne su
100 uomini).
Tab. 2 Numero dei nuclei familiari residenti nel Comune di Putignano al 2009
Territorio Abitanti Numero di famiglie
Comune di Putignano 27.529 M
13.433
F
14.096 10.395
Fonte: ISTAT
Ponendo a confronto i dati demografici relativi all’anno 2002 con quelli al 2009, si evince che
l’andamento demografico, con riferimento alle classi di età, rileva un sensibile fenomeno di
invecchiamento della popolazione: infatti, appare in netta diminuzione il numero dei
cittadini appartenenti alle fasce di età più giovani (0-64 anni), con l’ incremento di quasi tre
punti percentuali della popolazione di età superiore ai 65 anni.
Seppur non consistente, deve altresì rilevarsi la diminuzione complessiva del numero dei
residenti nel Comune di Putignano.
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Tab. 3 Popolazione residente per classi d’età
Classi di età 2002 % 2009 %
0 - 14 4.151 15.07% 3.651 13,26%
15 - 64 19.575 71,10% 18.653 67,75%
Oltre 65 4.414 16,03% 5.225 18.97%
Totale 28.140 100,0% 27.529 100,0%
Fonte: ISTAT
Con riferimento ai dati dell’ultima rilevazione disponibile (2009), dalla suddivisione tra il
dato della popolazione di Putignano (27.529 unità) per il numero di famiglie (10.395) si
evince che in media un nucleo familiare è pari 2,66 componenti, dato piuttosto elevato
rispetto alla media nazionale.
La popolazione residente a Putignano al 1 gennaio 2009 risultava pari a 27.529
abitanti, quindi, come già detto, si è assistito negli ultimi anni ad un lento ma progressivo
diminuire del numero dei cittadini residenti.
27200
27400
27600
27800
28000
28200
2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
Popolazione residente
Fonte: ISTAT – http://demo.istat.it/pop2008/index.html - Elaborazione finepro s.r.l.
Dall’analisi dei dati (ISTAT 2001) riferiti alle abitazioni occupate da persone residenti,
emerge che nella Città di Putignano sussistono 10.368 abitazioni di cui 7.748 sono detenute a
titolo di proprietà, 1.965 risultano in affitto e le restanti 655 sono occupate ad altro titolo.
A ciò corrisponde il dato relativo al titolo con il quale le famiglie godono dell’immobile
abitato: da questo si ricava che 7.787 famiglie possiedono l’abitazione in proprietà ed un
numero pari a 1.973 nuclei detengono l’alloggio familiare in virtù di un canone di locazione;
deve altresì riferirsi il dato corrispondente a 658 nuclei familiari che occupano
la loro abitazione in virtù di altro titolo o diritto.
Percentualmente, considerando il numero complessivo delle famiglie pari a 10.395 è possibile
ricavare il seguente prospetto d’analisi:
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Tab. 4 Famiglie in abitazione per titolo di godimento dell’abitazione nel Comune di Putignano
Proprietà Affitto Altro titolo Totale
7.787
pari al 74,9%
1.937
pari al 18,6%
658
pari al 6.3 % 10.395
Fonte: ISTAT
La percentuale delle famiglie che usufruiscono del sussidio all’affitto sul totale
dei nuclei familiari (Tab. 5) è pari al 3,2%.
Tab. 5 Percentuale delle famiglie che usufruiscono del sussidio all’affitto sul totale delle famiglie residenti nel Comune di Putignano. Anno di riferimento 2006
n. totale famiglie residenti n. famiglie che usufruiscono del sussidio all’affitto
percentuale
10.395 341 3,2%
Fonte: Comune di Putignano-Bilancio sociale di mandato 2004-2009
La ripartizione della popolazione tra maschi (13.433) e femmine (14.096), resa in grafico nel
seguito, evidenzia un’aspettativa di vita migliore per le donne rispetto agli uomini.
01000
2000
30004000
5000
60007000
0-15 16-30 31-45 46-60 61-75 76-90 91-100
FemmineMaschi
Fonte: ISTAT – http://demo.istat.it/pop2008/index.html - Elaborazione finepro s.r.l.
La popolazione straniera residente a Putignano al 1 Gennaio 2009 risulta pari a 229 unità,
corrispondenti allo 0,83% dell’intera popolazione residente. Di questi, 89 sono di sesso
maschile e 140 di sesso femminile, distribuiti come evidenziato nel grafico sottostante.
01020304050607080
0-15 16-30 31-45 46-60 61-75 76-90
FemmineMaschi
Fonte: ISTAT – http://demo.istat.it/strasa2008/index.html - Elaborazione finepro s.r.l.
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A.2 Analisi del degrado fisico, del disagio abitativo e socio- economico del comune
A.2.1 Situazione edilizia ed urbanistica
I numerosi reperti archeologici ritrovati nel territorio sembrano ricondurre i primi
insediamenti abitativi di Putignano all’antico periodo della civiltà peuceta: prima di divenire
un municipium romano, la città visse un periodo di grande espansione durante l’età magno-
greca per poi decadere durante i secoli successivi.
Posta su tre colli, la Città di Putignano attorno all’anno 1000 entrò a far parte dei
possedimenti dei monaci benedettini dell’Abazia di Santo Stefano in Monopoli, godendo di
un privilegio particolare per essere stata sottratta alla giurisdizione del Vescovo locale e posta
sotto la diretta dipendenza del Pontefice.
Federico II di Svevia conservava un rapporto di grande attenzione verso Putignano tanto che
vi fece costruire un castello di caccia: tuttavia, a causa dei dissidi con il potere ecclesiastico e
con il papato, a Federico fu impedito l’ingresso in Città e questi fece distruggere quanto
costruito, danneggiando altresì le mura di cinta.
Nel 1600 la situazione di Putignano tornò a migliorare per lo sviluppo delle attività agricole;
ciò permise l’accumularsi di grandi ricchezze, l’aumento della popolazione residente e la
possibilità di più importanti interventi urbanistici che hanno lasciato importanti
testimonianze monumentali.
Il centro storico si è nel tempo sviluppato fino ad assumere una forma ellittica: tale spazio era
un tempo circondato da possenti mura e da un fossato che, tuttavia, risulta oggi scomparso
per un intervento risalente all’anno 1876, quando fu deciso di creare su quel sedime una
estramurale.
Dopo l'Unità d'Italia, la Città ha avuto un notevole sviluppo economico e sociale, con nuovi
impulsi nel settore agricolo e manifatturiero: tuttavia, nella seconda metà del secolo scorso i
settori produttivi di Putignano hanno registrato un importante sviluppo soprattutto nel
comparto dell’industria tessile, attività che caratterizza ancora oggi l'economia della Città.
Il quadro della pianificazione urbanistica del comune è costituito dal Piano Regolatore
Generale comunale redatto dall’arch. G. Cesari, ed adottato con la delibera di Commissario
ad acta n.1 del 28.04.1989.
Tale documento riporta nel suo corpo una divisione in zone del territorio comunale tale per
cui i dati territoriali significativi del PRG vigente, possono essere così sintetizzati:
- “ZONE A”: comprendenti le parti del territorio comunale interessate da agglomerati o
complessi urbani, architettonici, ambientali aventi caratteristiche specifiche, d’insieme o
d’impianto d’interesse storico o ambientale.
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- “ZONE B”: comprendenti le parti del territorio comunale edificate o parzialmente
edificate con esclusione di quelle rientranti nella precedente zona A e delle case o fabbricati
sparsi.
- “ZONE C”: comprendenti le parti del territorio comunale in cui il P.R.G. prevede la
costruzione di nuovi insediamenti residenziali.
- “ZONE D”: comprendenti le parti di territorio comunale interessate da insediamenti
industriali e produttivi o in cui il P.R.G. ne prevede la costruzione.
- “ZONE E”: comprendenti le parti di territorio comunale interessate dalla produzione
agricola, agroresidenziali e agroturistiche.
- “ZONE F”: comprendenti le parti di territorio comunale destinate al generale uso
pubblico, siano esse attrezzate o no.
Alla pianificazione urbanistica esecutiva si riferiscono, invece, con specifico riferimento ai
contesti di intervento:
- “Contratto di Quartiere II”, adottato con Deliberazione del Consiglio Comunale n.19 del
13 aprile 2006;
- “Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie” (P.I.R.P.) per la Zona
di San Pietro Piturno approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 26 del 14 maggio
2007;
- Piano di recupero della zona di San Pietro Piturno, approvato in via definitiva con
Deliberazione di Consiglio Comunale n.21 del 27/03/2008;
- il Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1 - Centro Antico
adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 26 del 15 aprile 2009 e approvato in via
definitiva con Deliberazione della Giunta Regionale n.767 del 23.03.2010;
- PRUacs (Programma di Riqualificazione Urbana per alloggi a canone
sostenibile) da realizzare nel quartiere periferico di San Pietro Piturno, approvato con
Deliberazione di Consiglio Comunale n. 6 del 12/03/2009.
La costituzione e l’organizzazione della città di Putignano evidenziano parti diverse che si
sono venute via via disponendo intorno ad un nucleo centrale, in un’aggregazione compatta
che conferisce specificità all’insieme e, al tempo stesso, individualità alle singole parti.
La particolare disposizione dovuta anche alla specifica collocazione della Città su una
porzione di territorio collinare la caratterizzano nell’impianto viario e nell’ insediamento
abitativo.
A questo si deve aggiungere la specificità della presenza del quartiere satellite di San Pietro
Piturno situato al margine sud della strada statale n. 172 a circa 3,5 Km fuori dal centro
urbano in direzione di Turi e che pone tale area, anche per la non trascurabilità del numero
delle persone che ci vivono, come un essenziale elemento con cui ogni intervento sul
territorio deve confrontarsi.
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 12 di 100
La popolazione residente nel quartiere risulta pari a 818 unità, anche se si ritiene tale stima
valutata per difetto: la situazione urbanistica ed edilizia presenta importanti criticità.
Tornando al centro cittadino, si rileva come Putignano mostra caratteri propri e riconoscibili
nella tessitura continua degli edifici, nel disegno della trama viaria, nella disposizione
intervallata dei monumenti (le chiese e i palazzi) e dei grandi vuoti urbani (le piazze).
“La struttura profonda, quella cioè che non è direttamente percepibile, e che si rivela ad una
lettura consapevole della planimetria o ad un’analisi esperta della veduta aerea, mostra la
città costruita da reti viarie (strade veicolari e pedonali, percorsi in genere), da tessuti edilizi
(insiemi di abitazioni unifamiliari o plurifamiliari, organizzate in modo da costituire
ripetizioni di fabbricati simili, riconoscibili per disposizione planimetrica e per consistenza
volumetrica) e da parti speciali (edifici di particolare dimensione o conformazione, oppure
spazi aperti come piazze, slarghi, giardini, parchi)”2.
Questo andamento architettonico e urbanistico appare il frutto di complesse ed articolate
vicende che hanno caratterizzato la storia della Città e che hanno senza dubbio lasciato
traccia nel disegno attuale di Putignano, consegnando il Centro storico ad un perimetro tutto
sommato ancora oggi ben definito e ricco di pregiati monumenti degni di essere al meglio
recuperati e valorizzati per la fruizione della cittadinanza e che allo stato attuale si
presentano obsoleti e caratterizzati da consistenti problematiche di tipo
strutturale, distributivo e abitativo: si pensi che il volume costruito, su una superficie di
circa 82.000 mq, è di circa 600.000 mc, cui corrisponde una dotazione di circa 5.000 vani
ma sono piuttosto numerose le abitazioni non occupate.
È chiaro che la condizione per il recupero dell’area passa attraverso la soluzione di problemi
strutturali e viari che possano riportare i cittadini ad abitare il centro storico con evidenti
ricadute positive sul tessuto di relazioni sociali ed economiche.
Sono altresì presenti importanti zone di nuova espansione che presentano i
tratti tipici di quelle aree sviluppatesi velocemente per soddisfare la domanda
insediativa della Città, senza che ciò fosse supportato da una complementare
opera di sviluppo di aree destinate al soddisfacimento di esigenze della
comunità degli abitanti attraverso luoghi di aggregazione e servizio.
Tali zone saranno parimenti oggetto dell’intervento che si propone con lo scopo di
individuare azioni specifiche volte a colmare l’assenza di strutture favorenti la socialità, posto
che lo spazio pubblico svolge la funzione del servizio comunitario ma, contemporaneamente,
sviluppa reti di relazioni, incrementando scambi culturali, umani e di capitale sociale.
2 Vedi Comune di Putignano 2009, Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1-Centro Antico, Relazione Generale
COMUNE DI PUTIGNANO
Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 13 di 100
In ultimo, deve rilevarsi un aspetto di fondamentale importanza che incide direttamente sulle
questioni relative alla viabilità e, dunque più in generale, alla fruibilità della Città da parte dei
cittadini.
Infatti, la situazione di Putignano sembra presentare gravi problemi relativi alla
gestione della sosta e alla mancanza di parcheggi utili ad ospitare il traffico
veicolare, sia quello proprio della Città che quello in entrata.
Nel grafico seguente si evidenziano il numero di parcheggi rilevati: si evince che la loro
presenza risulti essere di gran lunga inferiore a quella dei Comuni vicini che pur presentano
un numero di abitanti e volume di traffico veicolare inferiori.
05
1015202530
Alberobello Putignano Noci Turi CastellanaGrotte
Numero aree a parcheggio
Fonte: Agenda 21 Locale- R.S.A. 2005
Altrettanto significativo è il dato relativo al numero di stalli disponibili: a fronte dei 995 spazi
disponibili per l’utenza di Alberobello, certo caratterizzata da un particolare flusso turistico,
Putignano ne registra la minore offerta.
0
200
400
600
800
1000
Alberobello Putignano Noci Turi CastellaGrotte
Numero posti auto
Fonte: Agenda 21 Locale- R.S.A. 2005
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A.2.2 Situazione abitativa
Per quanto riguarda la situazione abitativa, è da evidenziare il disagio abitativo attestato
dall’incrocio dei dati relativi al “numero dei componenti delle famiglie” (la media corrisponde
a 2,70 per nucleo) con quelli del “numero di stanze delle abitazioni” (ogni abitazione è
composta in media da 3,75 stanze) e del “numero di occupanti per stanza in abitazioni
occupate da persone residenti” dato che riporta un indice pari a 0,68.
Dall’analisi dei dati statistici relativi al 14° Censimento ISTAT, emerge che il numero totale di
abitazioni è pari a 14.582; di queste ne risultano occupate da persone residenti 10.368 ovvero
il 71,1%, mentre il numero di stanze per abitazione è pari a 3,75.
Nella seguente tabella è altresì riportato il dato medio relativo al numero di residenti per
numero di stanze:
La superficie media delle abitazioni occupate da persone residenti risulta pari a mq 85,40
valore inferiore sia al dato provinciale che a quello regionale.
Tab. 8 Superficie media delle abitazioni (mq)
Comune di Putignano Provincia di Bari Regione Puglia
85,40 89,26 91,71
Fonte: ISTAT
Il numero di edifici ad uso abitativo risulta pari a 6.695 e di questi 3.832 hanno un solo piano
fuori terra, 1.608 hanno due piani fuori terra, 761 ne hanno tre e 495 hanno quattro e più
piani fuori terra.
0
10
20
30
40
50
60
1 Piano 2 Piani 3 Piani 4 Piani
PutignanoProvincia di Bari
Fonte: ISTAT - Elaborazione finepro s.r.l.
Dal confronto con i dati provinciali emerge un maggior numero di edifici ad uso abitativo ad
un solo piano fuori terra ed un minor numero di quelli a due piani fuori terra.
I 6.695 edifici ad uso abitativo sono localizzati al 35,8% (2.400) nel centro abitato e la
restante parte è costituita da case sparse (4.291) mentre risultano 4 edifici ad uso abitativo in
nuclei abitati.
L’elemento più specifico dell’analisi della situazione abitativa, risulta tuttavia essere la
situazione del Centro Storico che presenta la possibilità di un migliore impiego
delle risorse abitative allocate in zona.
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Infatti, i vani non abitati, che si stimano in circa 1500 unità, potrebbero consentire un
ulteriore insediamento di 700 abitanti, considerando un indice di affollamento di 0,5 abitanti
a vano.
“Infatti, su un totale di 1078 particelle catastali, quelle disabitate risultano essere circa 360.
Le rilevazioni demografiche forniscono il numero di 2058 abitanti e 1002 nuclei familiari
presenti in questa parte della città. L'alto numero di nuclei familiari indica un numero esiguo
di componenti per famiglia e una prevalenza di popolazione anziana3”.
E’ pertanto essenziale che, salvaguardati gli edifici costituenti testimonianza storica (non
soltanto quelli nel centro storico) per i quali sono da incentivare interventi di
recupero/restauro, occorra prevedere interventi di ristrutturazione/sostituzione che
consentano il riutilizzo dei locali al piano terra per attività (artigianato di servizio,
commercio, tempo libero, ecc.), anche per incentivare il trasferimento di abitanti e di attività
capaci di rivitalizzare la zona.
In ultimo, appare rilevante citare nuovamente il dato relativo alla collocazione territoriale
degli edifici ad uso abitativo che nel caso di Putignano propone una specificità ben netta.
Infatti, appare evidente come vi sia una dispersione in case sparse degli ambienti abitativi e
come siano presenti anche autonomi e distinti nuclei abitati tra cui il più importante deve
considerarsi quello di San Pietro Piturno, pur ambito dell’intervento che si propone: ciò
rende la proposta di riqualificazione particolarmente significativa per le relazioni che devono
porsi tra questi poli e il centro urbano per il raggiungimento di un’osmosi da ricrearsi nei
collegamenti con il tessuto urbano.
3 Vedi Comune di Putignano 2009, Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1-Centro Antico, Relazione Generale
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A.2.3 Situazione socio-economica
Il percorso di lettura dei bisogni del territorio e della comunità, in un contesto di scarsità di
risorse specifiche per condurre ricerche quantitative e qualitative mirate su segmenti della
popolazione, ha comportato che il lavoro si fondasse sulle fonti istituzionali, sull’analisi degli
archivi dei servizi sociali comunali, nonché dall’analisi effettuata dagli attori sociali presenti
ai tavoli di concertazione.
L’economia locale si basa soprattutto su commercio, servizi, industria e agricoltura.
Dall’analisi dei dati statistici emerge che l’8,07% degli occupati è impiegato in agricoltura,
39,9% in industria ed il 51,94% in altre attività. I dati in termini assoluti sono riportati nella
seguente tabella.
Tab. 10 Occupati per attività economica nel Comune di Putignano
Agricoltura Industria Altre attività Totale
807 3.998 5.193 9.998
Fonte: ISTAT
Il tasso di disoccupazione, al 31/12/2001 è pari al 15.85% che appare tanto più rilevante se si
considera che il tasso di attività che è pari al 49,49% ; si registra un dato positivo rispetto al
tasso di disoccupazione giovanile che per Putignano, come d’altronde per gli indici di
disoccupazione generale, risulta inferiore alla media regionale e provinciale.
Tab. 11 Tasso di disoccupazione giovanile
Comune di Putignano Provincia di Bari Regione Puglia
39,56 45,85 47,88
Fonte: ISTAT
Tuttavia, in linea con le rilevazioni statistiche per i livelli territoriali superiori, se esaminato
dal punto di vista di genere, anche il dato di Putignano relativo alla disoccupazione rileva una
netta predominanza dell’indice di disoccupazione femminile che però potrebbe nascondere
un prezioso lavoro di cura spesso incanalato in forme di lavoro sommerso.
Tab. 12 Tasso di disoccupazione per sesso nel Comune di Putignano
Maschi Femmine Totale
13,46 19,44 15,85
Fonte: ISTAT
Con la chiusura, inoltre, di aziende manifatturiere e tessili nel territorio, più alto è il tasso di
disoccupazione riferito a soggetti di età superiore ai 40/45 anni, con scarse possibilità di un
loro rientro nel mondo del lavoro. Tale situazione economica incide notevolmente sul
“benessere” della famiglia, e sui bisogni dalla stessa espressi (occupazione, casa, compiti di
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cura, ecc.).
Le ricerche condotte sul territorio, inoltre, confermano come i modi di costruire e di vivere la
famiglia siano profondamente mutati. Ne deriva, quindi, un notevole cambiamento per
quanto attiene le modalità di costruzione e di composizione delle famiglie (famiglie allargate,
monoparentali con la presenza in diversi casi, della sola madre, spesso sprovvista di adeguati
mezzi di sostentamento).
Al censimento 2001, risultava che la media di componenti per famiglia era di 2,70, dato
inferiore a quello della media provinciale (2,95) e che le famiglie in abitazione per numero di
stanze risultavano determinate secondo il seguente grafico:
0500
1000150020002500300035004000
1 2 3 4 5 6 opiù
famiglie
Fonte: ISTAT - Elaborazione finepro s.r.l.
Il modificarsi, dunque, dei modelli di riferimento educativi, sia quantitativi (minore numero
di componenti del nucleo, impegno dei genitori nel lavoro, ecc.) che qualitativi (cambiamento
dei valori di riferimento) ha creato uno stato di disorientamento, all’interno del quale diventa
difficile creare un progetto di vita o aderire ad un processo di crescita ed integrazione sociale,
né le strutture extrafamiliari, come la scuola e le altre agenzie educative, riescono ad
integrare sul piano educativo il ruolo della famiglia.
Da questo derivano segnali di malessere che poi sfociano in veri e propri comportamenti
devianti. Un ulteriore aspetto del disagio familiare, inoltre, si caratterizza nel fenomeno
della dipendenza nelle sue varie forme.
Per quanto riguarda quest’ultimo fenomeno, il Comune riflette la situazione evidenziata a
livello nazionale nella “Relazione al Parlamento 2003”, che, analizzando lo stato delle
tossicodipendenze in Italia, registra una notevole trasformazione del problema:
un aumento del numero dei soggetti in trattamento presso i servizi, sia pubblici che
privati;
un aumento del numero dei “vecchi utenti” (ciò conferma la tesi della “dipendenza” come
“malattia cronica e recidivante”;
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un consumo caratterizzato da un aumento di sostanze come la cocaina e le nuove droghe,
spesso combinate tra di loro (l’eroina registra una flessione intermini assoluti, sebbene
rimanga la sostanza di gran lunga preferita ed usata);
un cambiamento nel consumo delle sostanze stupefacenti tradizionali che non riguarda
più la fascia adolescenziale, ma si riferisce ad una fascia di età compresa tra i 20 e i 34
anni;
un aumento del consumo tra i giovani e i giovanissimi di droghe sintetiche e sostanze
alcoliche.
Da una valutazione delle risorse sociali disponibili e mirata all’inclusione sociale e all’azione
di contrasto alla povertà, le stesse, complessivamente, risultano carenti in presenza di
situazioni di emergenza che investono soggetti particolarmente fragili: famiglie
monoparentali, immigrati, ex detenuti e persone con dipendenze, non vi è nell’ambito alcuna
struttura che possa garantire la pronta accoglienza o anche un pasto caldo. Pertanto, le
emergenze trovano soluzioni che hanno carattere di occasionalità e prive di una prassi
d’intervento.
Secondo i dati anagrafici relativi alla popolazione immigrata (ISTAT gennaio 2009)
risulta che questa rappresenta circa l’0,83% della popolazione complessiva, a cui senz’altro si
aggiunge un congruo numero di presenze irregolari.
I bisogni espressi da questa fascia di popolazione sono equiparabili a quelli delle fasce più
svantaggiate della popolazione autoctona: ai bisogni fondamentali di un’occupazione e di un
alloggio adeguato, si aggiungono quelli connessi all’integrazione socio-culturale. Sebbene non
si sono registrati, ad oggi, fenomeni di evidente intolleranza, di fatto si è ancora lontani da
una vera e propria integrazione interculturale.
Altro dato importante è l’incremento della popolazione anziana, fenomeno evidente
dai dati riportati in precedenza. Tale progressivo incremento determina l’aumento delle
patologie, dei problemi di gestione della quotidianità a causa della riduzione dell’autonomia,
con la necessità di garantire servizi di prossimità, di assistenza e cura, di mobilità sociale, di
spazi di svago e di socializzazione ed opportunità culturali e di integrazione.
Dal confronto dei dati comunali con quelli provinciali e regionali, emerge che l’indice di
vecchiaia nel Comune di Putignano (105,76) risulta notevolmente superiore, circa 17 punti,
rispetto a quello provinciale (87,26) e quasi 10 rispetto a quello regionale (95,23),
denunciando una maggior presenza di soggetti anziani rispetto ai giovanissimi.
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A.3 Idea-guida della rigenerazione
Gli interventi di riqualificazione, che saranno previsti nei programmi integrati di
rigenerazione urbana, si inseriscono in un processo di riqualificazione più generale già
avviato da diversi anni dalla pubblica Amministrazione di Putignano.
Il quadro conoscitivo della situazione urbana permette di individuare una idea forza del
programma che si traduce in un piano degli interventi prioritari.
È quindi possibile individuare delle macroazioni operative per la città di Putignano che
perseguiranno attraverso interventi mirati i seguenti obiettivi:
• dotare la città di infrastrutture e grandi opere previste da tempo e mai
realizzate in grado di incrementare significativamente i flussi turistici.
• creare connessioni infrastrutturali tra i quartieri periferici che vivono una
situazione di isolamento ed il nucleo cittadino, in modo da creare un sistema
di relazioni che permetta a tutti gli abitanti di fruire degli spazi e dei servizi
del centro città, ma anche degli ambiti storici di maggior pregio;
• ridurre il divario sociale che ad oggi differenzia tra loro i quartieri cittadini e
che è causa di isolamento di quelli più degradati e chiusura col resto della
città;
• risolvere il problema del disagio abitativo dotando le famiglie meno abbienti
di alloggi adeguati;
• ridurre il consumo di suolo incentivando il recupero e l’occupazione di
alloggi vuoti;
• riqualificare ambiti ed immobili pubblici strategici per incrementare il
quadro dell’offerta di servizi ai cittadini;
Nello specifico, gli interventi da attuare nel nucleo antico, dovranno mirare a completare il
riassetto urbanistico ed edilizio di questa parte di città, attraverso il recupero e la
riqualificazione di fabbricati fatiscenti e sottoutilizzati e degli spazi aperti in
stato di degrado.
Obiettivo fondamentale del programma dovrà consistere nella realizzazione delle
attrezzature pubbliche a servizio del nucleo antico attualmente mancanti, nel
recupero edilizio ed urbanistico di alcune sue parti e nell’attrezzamento delle
aree a standard in abbandono.
L’obiettivo dovrà essere quello di ripopolare il nucleo antico, riqualificando il
tessuto edilizio, potenziando le infrastrutture e i servizi urbani e stabilendo un
equilibrio tra domanda e offerta di servizi di quartiere soprattutto nelle parti
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più interne, sfruttando i vuoti urbani e gli spazi disponibili limitrofi al nucleo
storico.
Le attività dovranno essere mirate a ridare al nucleo antico il suo originario
significato di centralità nella vita cittadina, dato che ad oggi risulta essere marginale,
per le sue condizioni di abbandono e per la mancanza di funzioni ad esso associate.
Al fine di diversificare l’utenza e l’offerta insediativa all’interno della zona A si propone di
consentire l’insediamento anche di attività diverse dalla sola residenza e compatibili con le
caratteristiche edilizie ed urbanistiche del nucleo antico.
Tale intervento mira ad innescare e dare impulso ad ulteriori processi di
riqualificazione, infatti, non è ammissibile, per una città come Putignano, che in
un luogo centrale come il nucleo antico, coesistano situazioni di forte degrado
edilizio ed urbanistico.
Gli interventi proposti fanno parte, pertanto, di un ciclo di rigenerazione in atto
e sicuramente non ne costituiranno la fine, poiché come già accaduto in passato,
tale processo imprimerà una continuità agli stessi.
L’amministrazione comunale ha già attuato importanti interventi in tal senso previsti dal
Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1 - Centro Antico, completando il
recupero dell’edificio ospitante la Biblioteca comunale e del Palazzo del Balì adibito a museo.
Inoltre è stato avviato e già finanziato il recupero del Teatro comunale.
L’idea guida di rigenerazione è, pertanto, il risultato di un processo ideativo più
ampio legato alle caratteristiche della zona, alla sua identità, agli abitanti che la
abitano e dai quali emergono i problemi reali ed i loro fabbisogni.
Per il nucleo antico, è stata posta particolare attenzione per conservare o meglio,
recuperare spazi urbani, implementare le reti tecnologiche e riportare
l’attenzione dell’opinione pubblica verso il riuso dell’esistente.
Gli interventi che saranno previsti all’interno degli altri ambiti periferici individuati, mirano
ad un unico obiettivo generale che è quello di migliorare la qualità urbana ed
ambientale anche di queste parti di città.
Il Quartiere di San Pietro Piturno in particolare, necessita di importanti interventi di
risanamento e recupero degli edifici esistenti, ma anche di importanti opere di
infrastrutturazione. Tali azioni sono necessarie a migliorare la qualità della vita nel quartiere
ed a bloccare lo stato di isolamento in cui è ormai da molti anni.
Gli interventi ivi previsti, concorrendo al medesimo obiettivo, sono tutti tra loro
collegati: devono essere integrati tra loro residenza e servizi alla residenza,
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residenza e standard urbanistici di qualità, interventi materiali ed interventi
immateriali per il miglioramento delle condizioni economiche e sociali della
zona.
Differente è la situazione per l’area dell’ex Autodromo, caratterizzata dalla presenza di
attrezzature inutilizzate o sottoutilizzate, e soprattutto dal mancato completamento del
circuito per gare automobilistiche e dell’auditorium, ormai divenuto rudere.
Quest’area necessita quindi del completamento delle attrezzature ivi previste dal P.R.G. e mai
realizzate, al fine di incrementare la dotazione di servizi di interesse generale ed allo stesso
tempo creare progetti in grado di incrementare i flussi turistici legati al Carnevale, in
linea con le vocazioni turistiche della città.
I programmi di rigenerazione urbana che saranno elaborati si propongono quindi, oltre alla
realizzazione delle attrezzature pubbliche a servizio del nucleo antico attualmente mancanti,
l’attrezzamento delle aree a standard in abbandono localizzate nelle parti
periferiche individuate ai fini del potenziamento dell’attività turistica.
L’idea guida di rigenerazione è strettamente legata non solo alle caratteristiche delle aree di
intervento ma anche alla particolare condizione abitativa delle aree del centro storico e delle
altre aree periferiche individuate che per motivi differenti vivono analoghe condizioni di
degrado e di disagio sociale. Di conseguenza l’idea guida dei programmi di rigenerazione
urbana presenta la seguente articolazione:
• Perseguire strategie di intervento finalizzate ad affrontare il problema legato
al degrado edilizio e al disagio abitativo che caratterizza prioritariamente il
nucleo antico della città e il quartiere San Pietro Piturno;
• Eliminare le situazioni di degrado urbano, ambientale e sociale diffusi in
alcuni ambiti periferici della città, attraverso la realizzazione delle opere di
urbanizzazione primarie e secondarie attualmente mancanti ed attraverso il
completamento ed il recupero degli immobili esistenti;
• Perseguire interventi di ristrutturazione urbanistica finalizzati alla creazione
di strutture a valenza sovra comunale, incentrate attorno a spazi urbani
fortemente aggregativi e socializzanti e la previsione di aree attrezzate,
percorsi e attività in grado di fornire alla città quei luoghi centrali che oggi
mancano del tutto e che possono contribuire a dare un’identità alla città ed
alla gente che vi abita, e a incrementare i flussi turistici esistenti.
• Attivare un efficace sistema di connessione dei quartieri periferici con il
centro città, al fine di annullare l’isolamento fisico e sociale.
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Nella tabella che segue sono sintetizzate problematiche, risorse e possibili soluzioni da
adottare all’interno dei programmi di intervento.
Peculiarità del contesto Programmi di rigenerazione urbana
Problematiche Risorse Soluzioni da adottare
AMBI
ENTA
LI
Scarsa qualità degli spazi urbani
Organizzazione di un sistema di interventi, fisico-funzionali e percettivi in grado di implementare la qualità degli spazi urbani
Presenza di “vuoti” urbani degradati e degradanti
Disponibilità di suoli liberi da edificazione e ad alta trasformabilità
Attrezzamento delle aree, in particolare per verde pubblico e parcheggi, attraverso soluzioni progettuali sostenibili e in relazione col contesto
Presenza di reti infrastrutturali degradanti (cavi elettrici aerei, sistemi di illuminazione obsoleti e fonti di inquinamento luminoso)
Sostituzione degli elementi obsoleti ed inquinanti, interramento dei cavi aerei nei tratti più degradati, rifacimento dei manti stradali, inserimento di elementi di arredo urbano con preferenza delle componenti verdi
Elevati livelli di inquinamento acustico ed atmosferico
Adozione di soluzioni di mitigazione dell’inquinamento acustico (quali barriere verdi fono-assorbenti, arretramento rispetto ai tracciati stradali a traffico sostenuto delle nuove cortine edilizie) ed atmosferico (inserimento di barriere di verde, programmazione di controlli periodici di misurazione)
Scarsa permeabilità dei suoli e problemi di allagamento
Ripristino della permeabilità dei suoli attraverso l’attrezzamento di aree a verde, la realizzazione di pavimentazioni permeabili nelle aree scoperte e l’implementazione del sistema di fogna bianca
Assenza di adeguati spazi per una circolazione sostenibile e insicurezza delle reti esistenti per la mobilità delle categorie deboli
Realizzazione di una pista ciclo-pedonale che colleghi gli ambiti di intervento e, ricollegandosi al tracciato ciclabile già esistente, favorisca il collegamento anche con le rimanenti parti della città
Presenza di superfetazioni, costruzioni abusive e dequalificanti
Diradamento e demolizione delle strutture dequalificanti ed abusive, al fine di assicurare adeguati livelli di decoro urbano e l’agevole accessibilità ai contesti
STO
RICH
E
Difficile fruibilità dei beni presenti, per le condizioni di degrado generale del contesto
Presenza di importanti testimonianze storico-artistico-architettoniche per l’intera cittadinanza
Realizzazione di un sistema di percorsi che rendano agevole l’accessibilità ai beni presenti, nonché programmazione di eventi e manifestazioni che favoriscano il riavvicinamento della cittadinanza a tali presenze
Scarsa attenzione alle testimonianze storiche a rete presenti
Valorizzazione dei tracciati presenti con, ad esempio, la realizzazione di una pista ciclabile che ne riprenda il percorso, l’inserimento di elementi di arredo urbano lungo i tracciati, apposita cartellonistica.
INSE
DIA
TIVE
Attuale realizzazione delle sole componenti edilizie residenziali, a scapito della fornitura di servizi e standard di quartiere e conseguente insufficiente dotazione di standard o non attrezzamento di quelle esistenti
Realizzazione delle componenti urbanizzative dei contesti, con particolare riferimento al verde attrezzato, ai parcheggi ed ai luoghi pubblici di socializzazione ed ai servizi
Disomogeneità e netta cesura tra gli ambiti individuati ed il contesto urbano adiacente
Scelta di soluzioni progettuali conformi alla normativa vigente e il collegamento con le tipologie edilizie presenti nei contesti adiacenti
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Peculiarità del contesto Programmi di rigenerazione urbana
Problematiche Risorse Soluzioni da adottare
INSE
DIA
TIVE
Non-idoneità della rete viaria con le funzioni insediate e conseguenti problemi di circolazione
Attrezzamento delle reti viarie a prevalente destinazione residenziale, con sistemi di mitigazione della velocità (dossi, dissuasori del traffico, …), realizzazione di un percorso ciclo-pedonale in sede riservata
Prevalente carattere monofunzionale del contesto
Realizzazione di strutture apposite per le attività commerciali, destinazione dei piani terra di alcuni edifici a servizi alla residenza
SOCI
O-E
CON
OM
ICH
E
Monofunzionalità del contesto, con modesta presenza di attività economiche
Localizzazione favorevole dei contesti, a ridosso di assi principali di penetrazione della città
Predisposizione di accordi con il privato per incentivare la dislocazione di attività economiche nei contesti individuati, accompagnate da servizi di formazione professionale legate alle tradizioni artigianali locali
Scarso senso di coesione sociale e dipendenza “passiva” dalle aree centrali della città
Presenza di testimonianze storico-artistiche da valorizzare
Incentivazione di un rapporto di scambio bi-univoco con le rimanenti parti di città, sia sotto l’aspetto economico (dislocazione di servizi e nuove attività economiche), che culturale (valorizzazione dei beni presenti), che sociale (fornitura ed attrezzamento di standard e attrezzature collettive)
Scarsa attenzione alle esigenze delle categorie deboli, quali bambini, anziani e diversamente abili, sia nei confronti della rete viaria che delle attrezzature collettive presenti
Attrezzamento delle aree pubbliche con soluzioni progettuali attente ai problemi di deambulazione, di sicurezza, di intrattenimento e sosta per le categorie deboli
Consistente richiesta di abitazioni a prezzi calmierati a livello locale ed urbano
Realizzazione di edilizia residenziale sociale, nel rispetto della strumentazione urbanistica vigente
Presenza di degrado sociale: fenomeni di micro-criminalità, elevati tassi di disoccupazione
Previsione di servizi ed attrezzature tese a migliorare la formazione professionale e il supporto alle aziende
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A.4 Obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e sostenibilità ambientale
I Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana riguarderanno
prioritariamente nello specifico:
- Recupero, ristrutturazione edilizia ed urbanistica di immobili da
destinare alla residenza con particolare riguardo all’edilizia residenziale
sociale;
- Realizzazione o adeguamento delle urbanizzazioni primarie e secondarie;
- Eliminazione delle barriere architettoniche e altri interventi atti a
garantire la fruibilità di edifici e spazi pubblici;
- Miglioramento della dotazione, accessibilità e funzionalità dei servizi
socio-assistenziali;
- Adozione di misure per contrastare l’esclusione sociale e per rispondere
ai bisogni dei soggetti svantaggiati;
- Sostegno all’istruzione, alla formazione professionale e all’occupazione;
- Rigenerazione ecologica degli insediamenti (risparmio delle risorse,
riduzione dello spreco di suolo, ecc.);
- Conservazione, restauro, recupero e valorizzazione dei beni culturali e
paesaggistici per migliorare la qualità insediativa, e la fruibilità degli
spazi pubblici;
- Recupero e riuso del patrimonio edilizio esistente per favorire
l’insediamento di attività culturali, commerciali e artigianali nei contesti
caratterizzati da degrado edilizio e disagio sociale.
L’idea guida, esplicitata precedentemente, rappresenterà il legame di tutti gli interventi che
saranno previsti all’interno dei programmi integrati e che possono essere ricondotti ad una
serie di obiettivi generali:
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1. Favorire un processo di riuso del centro storico attraverso incentivazioni al
recupero e opere di miglioramento delle reti tecnologiche, la realizzazione di
infrastrutture di servizio e di opere di arredo urbano delle piazze e degli spazi aperti;
2. Eliminare il degrado urbano, edilizio e sociale presente all’interno di
alcuni ambiti urbani periferici, per creare nuovi insediamenti fortemente
unitari ed incentrati attorno a spazi pubblici significativi caratterizzati da una
elevata qualità architettonica ed ambientale, in cui i quartieri possano identificarsi;
3. Attrezzare le aree destinate a standard urbanistici attualmente in stato
di abbandono attraverso la realizzazione delle opere di urbanizzazione necessarie
a garantire standard di vivibilità adeguati ai residenti (parcheggi, verde attrezzato,
ecc), prevedendo la realizzazione di strutture finalizzate anche al potenziamento
dell’offerta turistica;
4. Accrescere la disponibilità di alloggi di Edilizia Residenziale Sociale sia
sovvenzionata, che convenzionata ed agevolata, favorendo la realizzazione ed il
recupero di alloggi da destinare ad anziani, giovani coppie e diversamente abili e la
disponibilità di alloggi da offrire in locazione;
5. Attivare procedure di partenariato pubblico-privato per la realizzazione
e gestione di attrezzature pubbliche o di uso pubblico (riconversione
funzionale di immobili, ecc);
6. Favorire i miglioramenti sociali, economici ed occupazionali dei
quartieri e migliorare la qualità dell’abitare attraverso il perseguimento di
più elevati standard anche di tipo ambientale (riduzione della percezione di
insicurezza da parte dei residenti e degli operatori economici, ecc);
7. Favorire il processo di riconnessione urbana interna ai quartieri della città e
di collegamento con il resto (riorganizzazione e potenziamento del sistema dei
parcheggi, miglioramento della viabilità interna ed esterna);
8. Assicurare il risparmio nell’uso delle risorse naturali sia per gli interventi
residenziali che per gli altri interventi e ridurre lo spreco di territorio attraverso un
pieno riuso degli spazi già urbanizzati.
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B. GLI AMBITI TERRITORIALI DA SOTTOPORRE AI PROGRAMMI INTEGRATI DI RIGENERAZIONE URBANA
Al fine di individuare gli ambiti della città da sottoporre a Programmi Integrati di
Rigenerazione Urbana, la prima attività di indagine svolta ha riguardato la ricognizione
dell’intero abitato.
Preliminarmente è stata effettuata un'analisi delle condizioni del contesto urbano e delle
connesse problematiche sociali, indagine che porrà anche le premesse per il monitoraggio dei
risultati conseguiti nel tempo con gli interventi effettuati.
Le attività svolte, hanno mirato alla costruzione del quadro conoscitivo, alla definizione dei
livelli di trasformabilità delle aree di intervento, alla ricognizione delle esperienze già
realizzate o avviate nelle operazioni di trasformazione urbana e analisi di benchmarking ed
hanno riguardato i principali ambiti d’intervento indicati nella L.R. 29 luglio 2008, n. 21
“Norme per la rigenerazione urbana”, ovvero:
- Contesti urbani periferici e marginali interessati da carenza di attrezzature e servizi,
degrado degli edifici e degli spazi aperti e processi di esclusione sociale;
- Contesti urbani storici interessati da degrado del patrimonio edilizio e degli spazi
pubblici e da disagio sociale;
- Contesti urbani storici interessati da processi di sostituzione sociale e fenomeni di
terziarizzazione;
- Aree dismesse, parzialmente utilizzate e degradate.
A seguito di un’approfondita analisi del contesto urbano di riferimento, dei vincoli presenti
nelle varie aree, dei diversi sistemi e dell’assetto proprietario, etc, sono stati identificati i
perimetri degli ambiti di intervento da sottoporre a programmi integrati, anche attraverso la
definizione di unità di intervento in aree tematiche.
Gli ambiti individuati a seguito delle analisi effettuate da sottoporre a
Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana risultano essere i seguenti:
AMBITO 1 Nucleo antico (zone A1 e A2 del PRG) ed aree destinate a servizi immediatamente adiacenti
AMBITO 2 Zona ex Autodromo compresa tra la S.S. n. 172 per Alberobello e Viale Cristoforo Colombo di proprietà comunale
AMBITO 3 Quartiere periferico di S. Pietro Piturno e le aree destinate ad attrezzature di proprietà comunale
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Aver individuato il Quartiere di S. Pietro Piturno, già incluso nel P.I.R.P. ammesso
a finanziamento, non comporta nessun problema in quanto la L.R. 21/2008 non
impedisce di perimetrare ambiti già oggetto di finanziamento pubblico; ciò in
quanto i finanziamenti già erogati da parte della Regione Puglia non risolvono
completamente le problematiche presenti in tale ambito, per cui sicuramente
saranno necessari ulteriori finanziamenti pubblici per completare il processo di
riqualificazione avviato.
Inserire informazioni desunte dagli incontri pubblici per il coinvolgimento degli abitanti.
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Fonte: http://www.viaggiareinpuglia.it – Sovrapposizione degli ambiti su ortofoto. Elaborazione finepro s.r.l.
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B.1.1 Ambito 1
Nucleo antico ed aree destinate a servizi immediatamente adiacenti L’ambito 1 corrisponde alle zone A1 e A2 del vigente P.R.G., ossia comprende il “centro
storico” vero e proprio e la “zona centrale urbana di interesse ambientale” così come definite
nelle Norme Tecniche di Esecuzione dello stesso Piano Regolatore Generale.
Mentre la zona A1 è delimitata da Corso Umberto I, Estramurale a Mezzogiorno, Estramurale
a Levante e via Margherita di Savoia in maniera ben precisa, per quanto attiene alla porzione
di centro abitato individuata come zona A2, bisogna specificare che essa è la sommatoria
della corona subito a ridosso dalla predetta zona A1 e di una porzione posizionata a nord di
questa, distaccata dalla precedente e coincidente con la pertinenza di una “villa urbana”
individuata con la lettera “X” in via S. Caterina. In tale area, infatti, sono collocate anche
alcune zone B3 – “ville urbane” e i relativi “parchi e giardini di interesse
ambientale” definiti zone B4. In modo particolare sono comprese le ville per cui si
applicano le disposizioni di cui all’art.56 delle NTE “interventi particolari per l’interesse
pubblico” e corrispondenti appunto alle lettere “X”, “Y”, “K” e “J”.
Per tali ville, il PRG prescrive la conservazione dell’immobile e la
valorizzazione, anche ad uso pubblico, del verde e della vegetazione ricadente
nell’annesso parco (zone B4).
A ridosso del nucleo storico (zona A1), che si estende per circa 8,3 ettari, si aggiungono aree
per lo più già delineate nel PRG come attrezzature e servizi di quartiere, che ad oggi
necessitano di interventi di recupero e rifunzionalizzazione. Essi nello specifico sono:
- area di Piazza Aldo Moro e Piazza Berlinguer (ex Foro Boario) e gli isolati
compresi tra questi e l’Estramurale a Mezzogiorno, cui si aggiunge l’isolato
comprendente la Chiesa del Carmine ed il Convento dei Carmelitani, oggi sede del
Municipio;
- aree facenti parte del Complesso parrocchiale di San Domenico destinate a verde
privato vincolato.
In merito al quadro urbanistico, si ricorda che l’ambito della zona A1 è interessato da un
Piano Particolareggiato di inquadramento in variante al PRG approvato
definitivamente con deliberazione di Giunta Regionale n. 767 del 23.03.2010, pubblicata
sul BURP n.74 del 26.04.2010.
Il tessuto più antico si sviluppa in forma avvolgente dai circuiti perimetrali più bassi
all’acrocoro sommitale, luogo della piazza con il palazzo signorile e la chiesa matrice annessa,
nelle cui immediate adiacenze peraltro si dispone tutta una serie di significativi palazzi e
palazzetti di famiglie prominenti della storia locale; il tessuto connettivo è quello della
minuta casa a schiera meridionale aggregata irregolarmente in forme originali e annoverante
tipi edilizi pur essi originali per soluzioni e materiali dell’architettura.
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Fonte: http://maps.google.it – Ambito 1 su ortofoto. Elaborazione finepro s.r.l.
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Le epoche del costruito
La maggior parte dei fabbricati del Centro Storico presenta caratteri morfologici e stilistici
sei e settecenteschi, cosicché è possibile indicare l’arco di tempo che si conclude con il XVIII
secolo come il periodo di configurazione compiuta di questa parte della città. La cintura
esterna viene invece realizzata a partire dalla demolizione delle mura (seconda metà del XIX
secolo) e conta realizzazioni protrattesi per quasi un secolo.
Nel corso dell’ottocento sono state operate ricostruzioni di intere unità anche nelle parti
centrali, mentre interventi di sopraelevazione parziale o di inserimento di lastre per balconi
o di elementi architettonici e tecnologici incongrui è proseguita fino a tempi recenti.
I tipi edilizi
I fabbricati, nonostante le differenziazioni che posizione ed epoca di realizzazione inducono
in essi, mostrano la corrispondenza ad un sistema organizzativo e spaziale con carattere di
modularità e/o costanza costruttiva, tale da dar luogo ad edifici simili e ripetuti. In base alle
costanti spaziali, costruttive e distributive degli edifici si possono identificare i seguenti tipi
edilizi:
1. edifici unifamiliari o plurifamiliari, a sviluppo preferibilmente verticale, con accesso
diretto dalla strada;
2. edifici unifamiliari, di maggiore sviluppo orizzontale, con accesso diretto su strada
(palazzetti);
3. edifici unifamiliari, di notevole sviluppo orizzontale, con accesso da androne o corte
interna (palazzi);
4. edifici plurifamiliari con accesso da androne;
5. edifici speciali civili;
6. chiese e cappelle;
7. edifici speciali religiosi;
8. edifici ad un piano, monolocale.
La distinzione citata coinvolge gli aspetti formali e funzionali degli edifici rendendo possibile
la descrizione che di seguito si tratteggia e che può accomunare anche manufatti diversi per
epoca e per caratteristiche stilistiche: è singolare infatti il permanere del tipo edilizio
"edificio unifamiliare" con scala singola in fabbricati che presentano la facciata unitaria e il
decoro propri del "palazzo".
1. Gli edifici unifamiliari o plurifamiliari con accesso diretto dalla strada ospitano di
solito una abitazione disposta su più livelli. Presentano un fronte su strada compreso tra i 3
mt. e i 6 mt.. Hanno una scala interna, con andamento ortogonale alla facciata ed
illuminazione diretta da questa, che collega due piani e la soffitta con fronte arretrato; l’unità
comprende anche un vano dotato di accesso diretto dalla strada.
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Il tipo edilizio semplice sopra descritto ha dato luogo a varianti sistematiche con modi di
accrescimento e di aggregazione che hanno configurato il passaggio dall’unico vano con
affaccio su strada alla presenza di due vani sullo stesso fronte, alla conquista del doppio
affaccio sulle pareti esterne contrapposte dell’isolato e/o sulle facciate d’angolo.
L’accesso dalla strada avviene mediante scale più o meno sviluppate o attraverso percorsi
pensili o ballatoi.
2. Gli edifici unifamiliari, di maggiore sviluppo orizzontale rispetto a quelli precedenti,
perché dotati di più di due finestre sulle singole facciate, sempre con accesso diretto su
strada, danno luogo ad una abitazione più complessa ed articolata, con una specifica
differenziazione spaziale e funzionale. Sviluppati su uno o due piani con soprastanti soffitte,
traggono dalla disposizione nell’isolato la caratterizzazione e la individuazione formale.
3. Gli edifici unifamiliari di maggiore sviluppo orizzontale, a volte destinati a nuclei
diversi della stessa famiglia, con accesso da androne o corte interna, comprendono
abitazioni di notevole sviluppo orizzontale, dotate di articolazione e differenziazione nella
composizione e distribuzione dei singoli vani. Si sviluppano su uno o due piani con soffitte
arretrate. Presentano piani terra e interrati destinati a servizi.
4. Gli edifici plurifamiliari con accesso da androne rappresentano la maggior parte dei
tipi presenti sulla cintura esterna, realizzati in forme sostanzialmente ripetute fino al primo
terzo del XX secolo. Comprendono anche alcuni esempi di edilizia moderna, del tutto
incongrui per collocazione urbanistica e per distribuzione interna, che tuttavia ripropongono
lo stesso rapporto funzionale tra strada, androne e singoli alloggi.
5. Gli edifici speciali civili sono costituiti da fabbricati a destinazione pubblica come
teatro, sede di comunità e associazioni culturali, museo, etc..
6. Chiese e cappelle sono edifici distribuiti nell’edificato del Centro Storico e sono di
solito collegati ad edifici di diversa destinazione.
7. Gli edifici speciali religiosi sono costituiti da monasteri e sono attualmente destinati a
funzione diversa dalla originaria.
8. Gli edifici ad un piano, monolocale, sono fabbricati a destinazione prevalentemente
commerciale, un tempo probabilmente concepiti come accessori o servizi della abitazione
retrostante.
Forma e sviluppo dell’edificato.
L’immagine aerea può suggerire che il Centro Storico sia costituito da un insieme
indifferenziato, benché chiaramente delimitato, di fabbricati. I suoi confini sono segnati da
un perimetro geometricamente definito, risultato della edificazione delle mura e del
successivo censimento delle aree liberate dalla demolizione della cinta difensiva.
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Fonte: Comune di Putignano, Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1 - Centro Antico
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La linea continua del perimetro costituisce sia un confine, una demarcazione tra l’interno del
Centro Storico ed il resto della città, sia un principio di caratterizzazione morfologica. Infatti
gli edifici si dispongono privilegiando una rigorosa frontalità verso l’esterno costituendo un
insieme continuo ove, pur susseguendosi fabbricati diversi, la sensazione di omogeneità e di
ordine scaturisce dal loro essere vicini l’uno all’altro e ispirati ad una disposizione di facciata
piana con corrispondenze verticali, ricorrenti e ritmiche, di porte e finestre.
All’interno del perimetro, oggi definito da via Margherita di Savoia, dall’Estramurale a
Levante, dall’Estramurale a Mezzogiorno e da Corso Umberto I, la densità e la compattezza
del costruito fanno pensare ad un edificato continuo ed uniforme dotato di una rigorosa
coerenza interna e di un numero esiguo di parti singolari.
Una attenta osservazione di reti viarie, tessuti e parti speciali porta a contraddire questa
prima impressione e a riconoscere distinzioni e articolazioni significative. Si individua:
a) un percorso longitudinale con tracciato sensibilmente rettilineo (Corso G.Garibaldi, Corso
Vittorio Emanuele, via Porta Barsento);
b) un percorso anulare (via Melo, via Santa Chiara, via Santa Maria, via Forno Mongelli)
innestato in due punti sul precedente;
c) un sistema di percorsi di attraversamento, pressoché continui, disposti secondo due
modalità morfologiche distinte: una con tratti tendenzialmente paralleli e posti in relazione
di ortogonalità con il percorso longitudinale di Corso Garibaldi, l’altra con tratti posti a
raggiera rispetto al percorso anulare;
d) un insieme di percorsi di connessione tra l’estramurale (un tempo il perimetro delle mura)
e l’interno, distinti per frequenza (più fitti a sud del percorso longitudinale) e per andamento
geometrico (paralleli e a raggiera).
Percorsi e parti speciali (chiese, slarghi, piazze, corti) presentano rapporti di “accesso celato”,
cioè sono connessi in modo da formare improvvise ed inattese aperture: si determina così
una sorta di itinerario di scoperta successiva ove le entità in relazione si rivelano tutto ad un
tratto, senza quindi anticipazioni e graduazioni spaziali o di masse costruite, in prossimità dei
percorsi principali e delle loro connessioni con i percorsi secondari.
I tessuti si dispongono, rispetto ai percorsi, secondo:
a) relazioni rispetto ad una linea, di parallelismo, (da Via Adamo e da Via Arco Michele e Via
Specchi e ancora da Via Santa Chiara a Via Fornello);
b) relazioni rispetto ad un punto, a ventaglio, (da Via Porta Barsento a Via Terzi e da Corso
G.Garibaldi a Vico Santa Lucia);
c) relazioni rispetto ad un punto, di concentricità, (Via Campanile e Via Terzi);
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d)relazioni di complementarità (da Vico Netti a Via Adamo e da Via Specchi a Via Forno
Santo Stefano e ancora gran parte dell’area interessata dal percorso anulare tra Via
Margherita di Savoia e Piazza Plebiscito);
e) relazioni di allineamento e ortogonalità (l’angolo tra via Margherita di Savoia e Corso
Umberto); in tal modo si configurano ambiti morfologicamente riconoscibili, costituiti da più
isolati che contribuiscono a definire dei “campi” omogenei.
La struttura del costruito si rende evidente in negativo evidenziando la trama viaria.
Il Centro Storico di Putignano appare quindi come un’opera in cui sono riscontrabili coesione
ed interconnessione, oltreché congruenza e compatibilità, in misura tale da determinare
condizioni di reciproca necessità tra tutte le parti del costruito. Una conseguenza immediata
di queste considerazioni è che tutto l’edificato ha pari dignità, perché contribuisce
ugualmente al risultato complessivo: abitazioni unifamiliari, palazzi pubblici e privati, chiese,
piazze formano un insieme in cui tutto si tiene e tutto si presuppone vicendevolmente.
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Fonte: Comune di Putignano, Piano Particolareggiato di inquadramento della zona A1 - Centro Antico, rete viaria
Quadro della situazione attuale
Il volume costruito, su una superficie di circa 82.000 mq, è di circa 600.000 mc, cui
corrisponde una dotazione di circa 5.000 vani. Sono piuttosto numerose le abitazioni
non occupate. Infatti, su un totale di 1078 particelle catastali, quelle disabitate risultano
essere circa 360. Le rilevazioni demografiche forniscono il numero di 2058 abitanti e 1002
nuclei familiari presenti in questa parte della città. L'alto numero di nuclei familiari indica un
numero esiguo di componenti per famiglia e una prevalenza di popolazione anziana.
I vani non abitati, stimabili in circa 1500, potrebbero consentire un ulteriore insediamento di
700 abitanti, considerando un indice di affollamento di 0,5 abitanti a vano.
Gli spazi pubblici sono rimasti più o meno nella condizione originaria, anche perché le
limitate risorse comunali si sono indirizzate ai nuovi quartieri. Gli edifici sia pubblici che
privati sono stati qua e là restaurati ma il tutto si è verificato sporadicamente e
così non ha generato quegli effetti di trascinamento complessivo della
rigenerazione che si possono auspicare; limitati sono stati gli sviluppi di piccola
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economia del turismo e del tempo libero: caffè e ristoranti, pub e vinerie, negozietti etnici e di
artigianato ecc.
Le attività economiche prevalenti sono di carattere commerciale (circa 100 esercizi) e di
ristorazione (circa 30 esercizi): si attestano quasi esclusivamente lungo il perimetro esterno
in particolare lungo il Corso Garibaldi e nei pressi del Largo Santa Maria. La presenza degli
artigiani è esigua (una decina di operatori).
Quanto alle condizioni di degrado, si registrano all’interno del nucleo antico, in
particolare negli ambiti del nucleo storico che non si attestano sull’Estramurale né sulle
principali arterie interne di attraversamento, alcuni caratteri della marginalità
urbana, non sussistendo interscambio funzionale e relazionale con le altre aree
e la viabilità centrali.
Ciò sostanzialmente avviene per il degrado presente di tipo fisico, strutturale, ambientale,
sociale ed economico di questi ambiti, incompatibile con un’area urbana ricca di contenuti
storici ed emergenze architettoniche tanto significative.
La presenza, inoltre, di barriere architettoniche ed ambientali limitano la
possibilità di spostamento dei soggetti con difficoltà motorie.
Tali condizioni limitano, di fatto, la fruibilità piena, visiva e fisica dell’intero tessuto storico,
contribuendo a impedire la totale apertura ed integrazione del quartiere con le adiacenti aree
centrali della città.
La tipologia presente nell’aggregato, viene utilizzata in prevalenza ad uso
abitativo, ma in forma sottodimensionata rispetto alle potenzialità del contesto.
Infatti, dai dati di cui sopra emerge che il 30% circa dei vani abitabili non è utilizzata.
Sono discretamente distribuite attività economiche ai piani terra degli edifici, ma tali
destinazioni, ubicate esclusivamente in corrispondenza del Corso ed in minima parte
attestantisi in corrispondenza della viabilità principale, rendono l’area poco frequentata nelle
ore serali e notturne, incrementando il livello di insicurezza locale: nel nucleo antico ci si
trova in presenza di un tessuto urbano centrale, ma in un certo senso marginalizzato.
In generale il nucleo antico risulta carente di spazi pubblici attrezzati e di servizi
in genere e soprattutto di parcheggi a servizio della residenza.
Alcune unità abitative versano in cattivo e precario stato di conservazione e
pertanto si potrebbe intervenire su di esse in modo da recuperare interamente il nucleo antico
al di là della cintura esterna e degli assi principali di attraversamento.
Le caratteristiche di sezione, di continuità e di pendenza delle strade impongono alcune
limitazioni al traffico veicolare rendendo attuabili, senza particolari difficoltà, strategie di
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pedonalizzazione che ormai sono un’esigenza diffusa e generalizzata nelle parti centrali delle
città. Ad oggi il centro storico è completamente pedonalizzato.
Tale limitazione deve essere perseguita in modo coerente ed organico: ovviamente è
necessario prevedere la utilizzazione di un parco di mezzi pubblici adatti all'ingresso,
saltuario ma agevole e sicuro, in spazi anche esigui del centro antico per l'espletamento di
compiti di trasporto, assistenza, nettezza urbana, ecc..
Per quanto riguarda l’area immediatamente al di fuori del nucleo storico
comprendente Piazza Aldo Moro e Piazza Berlinguer, l’area necessita di interventi di
riqualificazione e di rifunzionalizzazione.
Piazza Aldo Moro, lo spazio pubblico più ampio che la città ha a disposizione, risulta ad
oggi uno spazio anonimo, privo di una vera identità, e per questo attualmente utilizzato solo
in occasione di eventi e occasioni particolari e per il mercato settimanale. Peraltro in tali casi
viene utilizzata solo una parte della Piazza per scongiurare eventuali crolli dovuti a non ben
accertate condizioni delle strutture portanti sottostanti.
I volumi sottostanti la piazza, nati come spazi per il mercato coperto e una sala convegni,
ad oggi non sono più utilizzati se non in rare occasioni; solo una parte del mercato
coperto viene utilizzata settimanalmente per il mercato del pesce; in conclusione anche questi
spazi necessitano di recuperare una loro identità pubblica.
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Sul lato occidentale di Piazza Moro, da lato opposto rispetto a Via G. Matteotti, è situata
l’attuale Piazza Berlinguer, ex Foro Boario. Anche quest’area risulta al momento priva
di una funzione identitaria, utilizzata per lo più per la collocazione mercato ortofrutticolo
settimanale.
Piazza Moro e Piazza Berlinguer si collocano nelle vicinanze del centro storico e lungo il
margine sinistro del Corso cittadino, ove sono allocati i servizi e la maggior parte delle attività
commerciali.
La loro posizione strategica e le potenzialità insite nel progetto di una loro
rifunzionalizzazione sono di fondamentale importanza: la riqualificazione urbanistica
dell’area comprendente le due piazze in oggetto con Piazza XX Settembre ed il Municipio e da
parte opposta del Corso il Teatro comunale, con una corretta allocazione delle funzioni ed
una razionalizzazione dei percorsi veicolari e delle aree pedonali, risolverebbe gran parte dei
problemi di fruizione e di congestione non solo di quest’area, ma anche della mobilità dei
quartieri ricompresi tra via della Conciliazione e Via Noci, scendendo fino a Via di Vagno.
Le problematiche relative a quest’area risultano evidenti e sentite dalla cittadinanza, che
avverte la necessità di attrezzature e spazi pubblici adeguati e fruibili, ma anche di spazi verdi
e parcheggi.
Dette esigenze sono emerse nel corso degli incontri che si sono svolti in relazione al
finanziamento ottenuto dal Comune in quanto vincitore del Bando Regionale di Principi
Attivi denominato “Concorso di idee per la realizzazione di percorsi di progettazione
partecipata”.
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Nettamente differenti sono invece le condizioni che riguardano le citate “ville
urbane”, esse sono immobili di proprietà privata, inglobate nell’edificazione urbana del
‘900 e fortemente caratterizzanti il contesto grazie ai giardini che le inglobano. Il PRG
assegna a tali parchi privati la valorizzazione ai fini dell’uso pubblico, tale
condizione implica la disponibilità da parte dei legittimi proprietari a rendere accessibili alla
comunità le loro pertinenze recintate.
Questo fa sì che, di fatto, le previsioni di PRG siano inattuabili in materia, e solo un
intervento comportante compensazione e perequazione urbanistica potrebbe
aprire il dialogo tra l’interesse pubblico e la proprietà privata, seppur di forte
impatto sullo spazio urbano di interesse collettivo.
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La compensazione o il regime di perequazione potrebbe in questo caso legare le suddette aree
private, interne al perimetro dell’ambito 1, con aree di proprietà pubblica dislocate in altro
ambito (zona S. Pietro Piturno) assegnando alle stesse una volumetria premiale da
destinare a residenza o attività del settore terziario, commisurata al valore delle aree private
(parchi annessi alle ville urbane) se saranno contestualmente resi di pubblico
accesso tali parchi urbani.
Il medesimo sistema potrebbe essere attuato per quanto riguarda l’area
destinata da PRG a verde privato vincolato, che la rende di fatto soggetta
all’abbandono seppur si tratti di uno spazio dalla forte connotazione architettonica in ragione
della presenza del poderoso volume del complesso monastico di San Domenico e della sua
notevole torre campanaria, che da questa area si coglie in maniera particolare essendo posta
ad una quota nettamente inferiore rispetto al fronte strada dello stesso monastero.
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A fronte delle criticità evidenziate, nello specifico l’obiettivo della rigenerazione urbana
sarà per l’ambito 1 perseguito attraverso:
- Realizzazione di nuovi spazi di socializzazione ed aggregazione ed organizzazione
di eventi culturali, in particolare per quanto riguarda la qualità urbana di Piazza
Aldo Moro;
- Riorganizzazione e potenziamento del sistema dei parcheggi di pertinenza
per i residenti, per i quali potrebbero essere utilizzati parte degli spazi sottostanti
Piazza Aldo Moro o Piazza Berlinguer (ex Foro Boario);
- Definizione di un sistema di perequazione urbanistica per rendere accessibili
alla collettività i parchi urbani di proprietà privata annessi alle 4 ville della
zona A2 e all’area di verde privato vincolato di San Domenico;
- Miglioramento della funzionalità e fruibilità del sistema di trasporto
pubblico (minibus elettrici ed altri interventi per la mobilità sostenibile);
- Adeguamento e potenziamento delle infrastrutture a rete presenti;
- Potenziamento del sistema di pubblica illuminazione per l’innalzamento del
livello di sicurezza;
- Miglioramento delle condizioni di legalità e sicurezza a favore dei cittadini e
delle imprese (intensificazione dei controlli, videosorveglianza, ecc.);
- Riorganizzazione e razionalizzazione del mercato settimanale per una migliore
fruizione degli spazi pubblici e per una riduzione dell’inquinamento acustico,
atmosferico e veicolare.
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B.1.2 Ambito 2
Zona ex Autodromo compresa tra la S.S. n. 172 per Alberobello e Viale
Cristoforo Colombo di proprietà comunale
Il secondo ambito individuato è localizzato nella parte orientale della città ed è tipizzata nel
P.R.G. vigente come zona F2 (con annessa un area perimetrale di zona E3). L’area è
compresa tra Viale Cristoforo Colombo e la SS 172, e delimitata ad ovest da Via Gioacchino
Rossini; si estende per circa 18 ettari.
L’ambito risulta dotato di attrezzature che allo stato attuale sono sottoutilizzate o incompiute,
tra cui un campo sportivo, un auditorium in stato di abbandono e soprattutto un autodromo,
opera rimasta incompiuta. La collocazione ivi prevista di attrezzature e servizi risulta in
perfetta coerenza con le previsioni del Piano Regolatore, che tipizza l’ambito come aree
destinate ad attrezzature e servizi di interesse generale. Esso è molto ben collegato alla rete
stradale territoriale e si trova al centro di due attrattori turistici di eccellenza, ovvero i Trulli
di Alberobello e le Grotte di Castellana, e quindi potrebbe svolgere un ruolo importante anche
in considerazione del significativo flusso di visitatori in occasione delle sfilate del Carnevale
di Putignano.
L’infrastrutturazione di questo ambito è infatti fondamentale per lo sviluppo di
attività turistiche innovative, capaci di destagionalizzare i flussi di visita, di
produrre un allungamento della permanenza dei visitatori e di offrire una
maggiore attrazione di differenti segmenti della domanda turistica, senza la
necessità di varianti urbanistiche al PRG, anzi intervenendo su un area oggetto di incuria e di
fatto dequalificante del territorio peri-urbano circostante.
La perimetrazione dell’ambito comprende un’area distinta da quella dell’ex autodromo,
corrispondente all’area di proprietà comunale che ospita i capannoni-laboratorio per
l’allestimento dei carri allegorici. Tale area è stata legata a quella dell’ex autodromo in quanto
è possibile connettere a tale ambito di riqualificazione la localizzazione attuale delle strutture
utilizzate per l’allestimento dei carri allegorici che sfilano in occasione del Carnevale. Questo
in previsione che l’area dell’ex autodromo possa divenire centralità operativa e di importanza
turistica per le attività connesse al Carnevale e ad altri servizi turistici. Nell’ottica della
delocalizzazione delle attuali attività laboratoriali, che trovano posto “precario” nelle
strutture a carattere temporaneo e con basso livello qualitativo degli spazi nell’area di a sud
del cimitero, in uno spazio residuale che il PRG individua come fascia di rispetto cimiteriale e
quindi in linea teorica incompatibile alle attività creative dei maestri cartapestai.
La rigenerazione potrebbe attuarsi in maniera congiunta sulle due porzioni di ambito, da un
lato riqualificando la zona dei capannoni-laboratorio attuali, dall’altro valorizzando la zona
ex autodromo.
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Fonte: http://maps.google.it – Ambito 2 su ortofoto. Elaborazione finepro s.r.l.
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L’area, infatti, ha grandi potenzialità come ambito destinato ad attrezzature e servizi ed è
suscettibile di trasformazione da parte di attuatori privati, ma ad oggi non esiste un
programma organico e fattibile di recupero e rifunzionalizzazione che ne permetta la
valorizzazione nell’ottica della pubblica utilità.
Il Comune di Putignano è uno dei comuni che rientrano nel Piano Strategico Valle D’Itria,
uno dei dieci Piani di Area Vasta finanziati dalla Regione Puglia.
Nella teca delle progettualità del Piano, ove è inserito l’elenco degli interventi candidabili,
sono inseriti alcuni interventi che riguardano l’ambito in oggetto e che mirano ad una sua
rifunzionalizzazione, in coerenza con la tradizione carnevalesca della città.
Essi sono:
il “Museo del Carnevale”
Realizzazione di una struttura integrata di servizi connessi alle attività di lavorazione
della cartapesta e all’esposizione dei manufatti artigianali realizzati in concomitanza con
gli eventi del Carnevale di Putignano. Nello specifico si tratta di spazi espositivi,
laboratori artigianali, laboratori per la lavorazione della cartapesta, attrezzature per lo
spettacolo, servizi pubblici e relativi alle singole attività, spazi comuni, tutti gli impianti
necessari, sistemazioni esterne, spazi a verde, parcheggi interrati e di superficie,
pertinenze ad uso privato, percorsi e spazi pedonali, spazi collettivi di uso pubblico
esterni, viabilità dedicata e relativi sottoservizi, pubblica illuminazione.
la “Città Fiera”
Realizzazione di una struttura integrata di servizi connessi alle attività produttiva del
settore secondario e all’esposizione dei manufatti artigianali del settore moda di
Putignano. Nello specifico si tratta di spazi espositivi, laboratori artigianali, servizi
pubblici e relativi alle singole attività, spazi comuni, tutti gli impianti necessari,
sistemazioni esterne, spazi a verde, parcheggi interrati e di superficie, pertinenze ad uso
privato, percorsi e spazi pedonali, spazi collettivi di uso pubblico esterni, viabilità
dedicata e relativi sottoservizi, pubblica illuminazione.
riqualificazione e riconversione del campo sportivo e dell’auditorium
Utilizzo di fondi per il recupero delle strutture dell’auditorium e per il completamento
delle opere di realizzazione (impianti, finiture, infissi, arredi, adeguamento alle vigenti
norme in materia di edifici pubblici con destinazione analoga), riqualificazione e
riconversione delle altre aree esterne con realizzazione degli accessi, delle aree a verde,
dei parcheggi pubblici e di pertinenza, degli impianti esterni e l’allacciamento alle reti
pubbliche, nonché l’integrazione con le realizzande attrezzature di interesse collettivo
dell’area circostante.
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A fronte della situazione attuale quindi, la riqualificazione urbana dell’ambito 2 sarà attuata
con interventi che riguarderanno:
- attrezzamento dell’area con servizi, infrastrutture e grandi opere con
l’obiettivo di rifunzionalizzare l’area e darle una identità coerente con le tradizioni locali
e con le potenzialità turistiche attuali;
- riorganizzazione e sistemazione della viabilità carrabile e della mobilità
sostenibile interna all’ambito;
- dotazione di opere di infrastrutturazione primaria e secondaria;
- previsione di una quota minima di tessuto residenziale e di strutture ricettive
finalizzate a completare l’offerta di servizi turistici;
- completamento, nuova destinazione d’uso e riqualificazione dell’area degli attuali
capannoni-laboratorio.
Per rendere attuabili questi interventi di carattere generale l’Amministrazione Comunale di
Putignano potrebbe avvalersi per questo processo di quanto previsto dall’art.58 della Legge
133/2008 sulla valorizzazione del patrimonio immobiliare degli Enti Locali.
Essa, infatti, potrebbe non limitarsi alla mera introduzione delle normative previste
dalla Legge Regionale sulla Rigenerazione Urbana (L.R.21/2008) ma definire, oltre alla
progettazione, anche la realizzazione delle opere necessarie alla rigenerazione stessa e la
gestione delle attività economiche che verranno proposte in questo ambito.
Proprio per raggiungere l’obiettivo della effettiva realizzazione di quanto previsto dal
presente documento, l’Amministrazione Comunale potrebbe costituire un Fondo di
Investimento Immobiliare (come previsto dal comma 8 del sopra citato art.58 della
L.133/2008) al quale conferire, ai fini della valorizzazione, parte del proprio patrimonio
immobiliare non utilizzato per fini istituzionali.
Questa operazione consentirebbe, senza alienare il suddetto patrimonio, di reperire i
fondi necessari, interamente privati, per finanziare l’intero programma e, come effetto
secondario, la sostanziale riduzione dei costi della manutenzione degli immobili conferiti
che attualmente è a carico del bilancio comunale.
E’ evidente come l’Amministrazione Pubblica di Putignano potrebbe cogliere
l’opportunità di un intervento rigenerativo su alcune aree degradate oppure sottoutilizzate
della città per trasformarle, attraverso un vero e proprio piano di sviluppo, in punti
qualificanti in grado di generare economia - e quindi occupazione - oltre che una migliore
qualità della vita per i propri abitanti.
Per garantire il governo e l’interesse pubblico dell’intero processo di
rigenerazione e sviluppo di parte importante del proprio territorio
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 48 di 100
l’Amministrazione Comunale potrebbe mantenere, proprio conferendo parte
del proprio patrimonio immobiliare disponibile, la maggioranza delle quote
del Fondo Immobiliare che si andrebbe a costituire a seguito di un Bando Europeo
che potrebbe essere emanato come conseguenza dell’approvazione del presente Documento
Programmatico da parte del Consiglio Comunale.
Il Bando, rivolto a Società di Gestione Risparmio (abilitate per legge all’attivazione
di Fondi Immobiliari) associate a soggetti in grado di presentare un piano di intervento
coerente con le linee guida presenti in questo Documento, potrà contenere specifiche
indicazioni sulla qualità e sulla compatibilità ambientale degli interventi che i partecipanti
intendono proporre oltre a tutte le condizioni poste dalla stessa L.R.21/2008 per la
predisposizione dei Programmi di Rigenerazione Urbana.
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B.1.3 Ambito 3
Quartiere periferico di S. Pietro Piturno
Il piccolo quartiere satellite di San Pietro Piturno costituisce una delle realtà residenziali più
degradate nell’intero territorio comunale.
Il quartiere, che prende il nome dalla località così chiamata in seguito alla leggendaria sosta
di San Pietro durante il suo viaggio a Roma e alla promessa di un suo ritorno, è situato al
margine sud della strada statale 172, circa due chilometri fuori dal centro di Putignano in
direzione nord-ovest, verso Turi.
Alcune centinaia di famiglie vi risiedono in condizioni di forte disagio per scarsa dotazione di
servizi sociali, scarsa accessibilità, e scarsa integrazione sociale.
La perimetrazione di ambito proposta comprende le aree già urbanizzate dello stesso
quartiere occupate dei blocchi residenziali, della zona C2.1 come individuata dal vigente
PRG e le aree di proprietà comunale destinate a zona F2-17 “attrezzature civili a
carattere sanitario”, per un’estensione complessiva di oltre 100 ha. Di questi, 8 ha
corrispondono all’area urbanizzata del quartiere residenziale vero e proprio, 3 ha
corrispondono alla pertinenza di una struttura sanitaria adibita a centro diagnostico (ex
struttura scolastica comunale), circa 1 ha è occupato dalla struttura della Casa di Riposo
protetta Romanazzi-Carducci, circa 7.500 mq sono occupati da edifici dello IACP in stato di
rustico in abbandono, 2,5 ha sono occupati da un area con pista per aereomodellismo, l’area
boschiva in due porzioni occupa 5 e 23,5 ha, l’area di pertinenza dell’Istituto di
Zooprofilattico consta di circa 8.000 mq, mentre i restanti 56 ha circa corrispondono, in
minima parte alla pertinenza della villa Romanazzi-Carducci (in stato di abbandono), e per la
quasi totalità corrisponde ad aree destinate a zona per attrezzature, di proprietà comunale,
ma coltivate in fitto a privati.
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 51 di 100
Fonte: http://maps.google.com – Ambito 3 su ortofoto. Elaborazione finepro s.r.l.
N
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 52 di 100
La storia di questo centro di recentissima formazione (i primi insediamenti residenziali
nascono a cavallo tra gli anni ’70 e ’80) ha inizio con la donazione, nel 1967, di circa 100 ettari
da parte del Principe Guglielmo Romanazzi Carducci al comune di Putignano. La proprietà
comprende una bella villa utilizzata dal principe per la villeggiatura, donata con la volontà
che ne fosse ricavata una casa di riposo per anziani. Nella prima metà degli anni settanta
l’Amministrazione comunale decide di dar seguito alle volontà testamentarie del Principe, ma
preferisce realizzare, per la casa di riposo (90 posti letto), una nuova struttura più grande e
più moderna a poche centinaia di metri dalla villa, non intendendo rovinarla con una
ristrutturazione radicale. Per giustificare urbanisticamente la costruzione di questo nuovo
complesso ne 1975 si adotta una variante al Piano di Fabbricazione che destina parte dei 100
ettari ad “attrezzature collettive di interesse sovra-comunale”, ovvero la zona F. La variante
redatta in questa occasione ha consentito, in seguito, la realizzazione di due importanti
opere: una scuola materna per i residenti di quell’area rurale e una scuola di 24 aule quale
“scuola speciale per ragazzi sub-normali” (a lungo inutilizzata in quanto, proprio in quegli
anni, cambiava la normativa nazionale relativa al trattamento ed alla cura di questi ragazzi).
Nella seconda metà degli anni ‘70, nell'ambito di un Piano di Zona 167 di Edilizia Economica
e Popolare appositamente allestito dal Comune, l’Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) di
Bari realizza un complesso di 44 appartamenti. Questo intervento, in difformità alla
destinazione di zona, si giustifica a seguito di un intervento del TAR che annulla, dopo un
lungo contenzioso con i proprietari, la precedente scelta del comune che aveva individuato
per tali alloggi una zona urbana. Per evitare la perdita del finanziamento, l’Amministrazione
Comunale indica un'area, stavolta di sua proprietà, in San Pietro Piturno. Il complesso,
terminato nel 1979, diviene agibile nel 1981 al termine dei lavori di realizzazione delle reti di
fogna bianca e nera. II rischio di ghettizzazione che l'intervento I.A.C.P. poteva comportare
diviene tema di discussione nei Consigli Comunali di quegli anni; da questi emerge la
convinzione che la soluzione possa essere quella di trasformare San Pietro Piturno in una
vera e propria frazione di Putignano, la cui dimensione finale può essere di circa un migliaio
di abitanti. Nel 1981, quando l'Istituto Autonomo delle Case Popolari di Bari invita
l’Amministrazione Comunale di Putignano ad individuare e assegnare delle aree per un
intervento ex legge 167, per 32 alloggi, la proposta è accolta con l'idea di costituire il nucleo
iniziale di un intero nuovo insediamento da realizzare in maniera compiuta e organica. È così
individuata una nuova zona di espansione residenziale, denominata C2.1, dell'estensione di
8,10 ha, ottenuta da 1,89 ettari della vecchia zona E e da 6,21 ha della recente zona F (1,21 ha
già occupati dall'intervento I.A.C.P.). Si provvede, inoltre, ad allargare la zona F nell'area
circostante la casa di riposo per anziani e nella fascia che separava la statale 172 dalla nuova
area di espansione.
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 53 di 100
L’ultimo e più consistente intervento diretto dell'Amministrazione Comunale su San Pietro
Piturno è relativo al Piano di Edilizia Economica e Popolare predisposto nel novembre '83,
che definiva in un'unica ed ultima soluzione la funzione residenziale dell'area; in questo
intervento sono individuati 64.000 mq di superficie fondiaria, 17.500 mc di cubatura e 200
alloggi per circa 950 abitanti. Il nuovo centro raggiunge una popolazione di circa 1200 unità,
che a vent'anni di distanza è rimasta invariata.
Negli anni immediatamente successivi la realizzazione del complesso così come previsto dal
P.E.E.P., la vendita delle case procede piuttosto bene; nella metà degli anni '80, tuttavia, la
nuova amministrazione dà il via a una nuova espansione urbana (Putignano 2000) in un'area
più prossima al centro e quindi più appetibile. Questo determina un crollo delle vendite e una
situazione economica che costringe l'azienda costruttrice ad accettare l'offerta del Comune di
Bari di acquistare alcuni alloggi (n. 99), destinandoli a soggetti svantaggiati (il Comune di
Bari acquista queste ultime abitazioni sul libero mercato grazie a un finanziamento del
Ministero Lavori Pubblici concesso ai Comuni in emergenza abitativa). Il risultato finale di
tale operazione è stato quello di "amplificare" quella ghettizzazione che già si temeva
avvenisse con i primi 44 alloggi.
Quadro urbanistico.
Lo strumento urbanistico generale di cui Putignano è dotato, un P.R.G. adottato con delibera
di Commissario ad acta n.1 del 28.04.1989 ma definitivamente approvato dalla Giunta
Regionale con delibera n.677 del 26.06.2000, fa rarissimi accenni al quartiere e all'area di
San Pietro Piturno, tipizzata ad oggi come zona C2.1 (parte costruita) ed F2. Ad entrare nel
merito è unicamente la variante al Programma di Fabbricazione che nel novembre '83
predisponeva un P.E.E.P. e la relativa zona C2.1. Tale piano progetta lo sviluppo dell'area
facendo previsioni all'anno 2000 (con la variante della zona C2.1 del gennaio 1994). Nel
piano sono fatte due ipotesi: la prima considera la situazione di San Pietro Piturno di inizio
anni '80 come definitiva e poco modificabile, la seconda prevede uno sviluppo residenziale
consistente motivandolo col rafforzamento delle strutture sovracomunali presenti (si rileva
un ruolo centrale di Putignano nel territorio), con l'amenità del luogo, con l'auspicabile
diminuzione della pressione residenziale nel centro cittadino. Questa seconda ipotesi diviene
la base previsionale per la creazione del piano. Per salvaguardare questa scelta si fa inoltre
attenzione alla fascia di separazione tra Putignano e San Pietro Piturno (l'area tra via Turi e
via La Cupa), che da semplice zona agricola diventa zona agricola di rispetto ambientale (da
E1 a E3). Il P.E.E.P. 167 del quartiere, tuttavia, è inefficace in senso attivo per superamento
del termine diciottennale di scadenza.
La perimetrazione attraverso specifico atto amministrativo del quartiere di San Pietro
Piturno quale zona di degrado ai sensi della legge nazionale 457/1978 è stata di incentivo alla
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 54 di 100
formazione del Piano di Recupero del quartiere ai sensi della legge citata, approvato dal
consiglio comunale in data 13 aprile 2006.
Il Piano di Recupero (adottato con delibera 20.04.2006 e approvato in via definitiva con
Deliberazione di Consiglio Comunale n. 21 del 27/03/2008) prevede una ampia, articolata e
focalizzata serie di misure di riqualificazione delle strutture esistenti del quartiere e di
realizzazione di nuove strutture, con l'obiettivo di conseguire nei dieci anni di validità del PR
l'obiettivo strategico di bloccare il degrado strisciante del quartiere e promuovere invece una
sua ripresa sociale e ambientale con nuove importanti attrezzature, avviando una importante
sperimentazione ambientale e facendo del quartiere un quartiere-pilota in tal senso,
valorizzando la ricchezza di risorse naturali e culturali e potenziandone decisamente
l'accessibilità.
Il Quartiere è stato aggetto di Programmi Complessi, in particolare sono stati elaborati:
- un Contratto di Quartiere II, approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n.77 del
21/04/2006; il CdQ II non è stato ammesso a finanziamento;
- un Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie, approvato con Delibera di
Consiglio Comunale n.26 del 14/05/2007; il PIRP, in seguito alla pubblicazione della
graduatoria nella Delibera di G.R. n. 641/2009, ha ottenuto un finanziamento di €
3.000.000;
- un Programma di Riqualificazione Urbana per alloggi a canone sostenibile, approvato con
Delibera n.6 del 12/03/2009; il PRUacs non è rientrato tra quelli ammessi a
finanziamento con graduatoria approvata con DGR n.444 del 23.02.2010;
Inoltre, nell’ambito dei finanziamenti del P.O.FESR 2007-2013 Asse III, Linea 3.2
"Programma di interventi per l'infrastrutturazione sociale e sociosanitaria territoriale -
Finanziamento di strutture e interventi sociali a carattere innovativo e sperimentale”, il
Comune ha presentato domanda di partecipazione all'avviso pubblico per la presentazione di
progetti di interventi innovativi e sperimentali per accrescere la dotazione di servizi sociali e
sociosanitari in Puglia. L’intervento proposto riguarda “lavori di manutenzione straordinaria
ed adeguamento a norma dell'immobile di proprietà comunale adibito a Casa di Riposo
ubicato in località San Pietro Piturno”, citando la Delibera di Giunta Comunale n. 187
dell8/10/2008 in oggetto.
Quadro della situazione attuale L’area proposta è interessata prevalentemente da un insediamento di edilizia economica e
popolare, al quale si aggiungono grandi proprietà pubbliche: il bosco, Villa Romanazzi
Carducci, la masseria Tateo. Queste da un lato rappresentano un grande potenziale per il
quartiere, dall’ altro costituiscono un grosso problema a causa del loro stato di abbandono e
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 55 di 100
dei grandi investimenti di cui necessitano. Su tutta l’area sono presenti situazioni di
degrado ambientale, edilizio, infrastrutturale e sociale molto gravi.
L’area nel totale si estende per circa 50 ha, di cui 29 a bosco. Quest’ultimo costituisce in
effetti la più grande risorsa dell’area, ad oggi di proprietà comunale e parte residua della
donazione principesca comprendente una importante villa con giardino annesso e bosco di
querce.
La presenza del grande bosco comunale di querce appartenuto un tempo al Principe
Romanazzi Carducci è una risorsa potenziale di estremo valore per dotare San Pietro Piturno
di servizi di verde, in una prospettiva tra l'altro di integrazione tra il quartiere-satellite e il
centro storico di Putignano, tanto più che questo particolare bene di lecci e fragni viene
utilizzato nelle sue parti più esterne come discarica per materiali di risulta e
rifiuti ingombranti. È stato realizzato di recente un intervento di risanamento del bosco, che
non ha tuttavia risolto i problemi relativi ad una eventuale percorribilità e corretta fruizione
dello stesso.
L’Amministrazione comunale ha permesso il risanamento e recupero funzionale conclusosi di
recente di alcuni immobili ivi presenti, così come previsto nel P.I.R.P. del quartiere. Gli
interventi sono stati:
- lavori di manutenzione straordinaria ed adeguamento a norma della Casa di Riposo “Donna
Giulia Romanazzi Carducci” in grado di gestire 48 ospiti, di proprietà del Comune e gestita da
una società privata;
- ristrutturazione dell’edificio già esistente della scuola per infermieri professionali,
riconvertito in centro di diagnostica e presidio di riabilitazione funzionale a seguito della
cessione in comodato d’uso ad una società privata.
È ad oggi rilevante quindi la presenza di soggetti e strutture locali organizzati e servizi
avanzati. Inoltre sono ivi presenti infatti associazioni di volontariato (come il Centro sociale
diurno “Franco Paolillo”), ed in genere un capitale collettivo di grande potenzialità
nell’ottica del riscatto del quartiere da una impronta negativa generalizzata.
Infine sono stati avviati dall’Amministrazione il recupero dei campetti sportivi e delle scuole
ivi presenti ed allestito un parco giochi a servizio del quartiere.
Questi interventi, necessari ma insufficienti a risolvere le complesse problematiche del
quartiere, sono da considerarsi interventi pilota per un recupero complessivo ed organico del
quartiere e che deve riguardare soprattutto gli alloggi. Gli immobili residenziali infatti,
sebbene abbastanza recenti, appaiono fortemente deteriorati in conseguenza di
una pressione sociale impropria, una mancata manutenzione ed anche una
cattiva qualità del progetto e del costruito.
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Parallelamente, risulta di drammatica evidenza l’assenza di servizi ed urbanizzazioni,
fondamentali per far uscire il quartiere dal degrado e dall’isolamento che lo hanno da sempre
caratterizzato.
I problemi del quartiere sono nello specifico riconducibili a:
- Diffuso degrado edilizio. Sia i complessi edilizi dello IACP Bari che quelli del Comune
di Bari - per i quali attualmente l'eterogenea proprietà conseguente alle alienazioni rende
difficilmente pensabile e gestibile un'opera coerente di recupero fisico. La situazione del
degrado edilizio non è attualmente omogenea: ad edifici in cattivo stato (di proprietà
prevalente dello IACP, Comune di Bari) si affiancano edifici in buono stato (case a schiera
sul bordo est del quartiere, nei pressi della piccola attrezzatura sportiva) e - all'opposto -
edifici incompiuti e abbandonati (di proprietà dello IACP).
- Assenza di servizi sociali. Nel quartiere manca tutto in termini di servizi sociali, con
l'eccezione di una improvvisata chiesetta (una presenza di religiose con compiti di
catechesi - animazione pastorale - aiuto alle famiglie) e di piccole attrezzature per lo sport;
per consumi anche essenziali - di tipo per esempio alimentare - occorre che i residenti si
rechino in città compiendo un tragitto che e assolutamente non percorribile se non in
auto.
- Assenza di collegamenti con la città. Il collegamento con il resto della città, che dista
2,5 km dal quartiere, è possibile solo con auto (auto che non tutte le famiglie possiedono,
per il reddito basso della maggior parte delle stesse), a causa soprattutto della natura
dell'unico reale collegamento stradale quartiere-città che e una strada statale (dunque
strada priva di ogni caratteristica atta alla percorrenza in sicurezza da parte di pedoni o
ciclisti). La distanza non irrilevante tra quartiere e città è difficoltosa per un'ampia fascia
della popolazione (il servizio di trasporto pubblico urbano non appare tuttora tale da
costituire una valida alternativa all'uso dell'auto per compiere il tragitto quartiere-città;
così pure può dirsi del servizio delle Ferrovie del Sud Est, che ha una fermata di campagna
in piena linea all’altezza del quartiere e distante circa 300 metri, per di più dovendo
necessariamente attraversare la SS 172). L'inesistenza di pubblica illuminazione è
un'ulteriore pesante limitazione del collegamento.
- Funzionalità minima delle urbanizzazioni primarie. Gli impianti a rete e quelli
puntuali costituenti le urbanizzazioni primarie (strade carrabili, rete idrica e rete fognaria,
rete elettrica, rete telefonica, rete e impianti di pubblica illuminazione, e verde di natura
elementare al piede dei complessi edilizi), anch'essi recenti al pari dell'intero quartiere,
appaiono di funzionalità minima e abbisognano - anche se forse hanno risentito meno
degli edifici del degrado – di interventi di manutenzione e ammodernamento.
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- Assenza quasi totale di urbanizzazione secondaria. Le opere di urbanizzazione
secondaria - soprattutto il verde attrezzato per giardini e parchi e/o per lo sport e le
attrezzature scolastiche - sono di fatto inesistenti o quasi.
La scuola materna, a lungo abbandonata, è ora occupata da un'associazione di quartiere;
una scuola di 24 aule, vuota da anni, ha subito lavori di recente; è stata costruita e poi
abbandonata una pista per aeromodellismo; l'edificio di pertinenza della masseria di
proprietà comunale in zona F non ha mai avuto nessun utilizzo; le aree commerciali
previste a servizio della zona residenziale rispondono oggi ad un unico bar-alimentari (un
mini spaccio di generi alimentari, gestito da privati), mentre la farmacia ha aperto da
pochi anni ma ad 1 km dall'abitato, lungo la statale 172; dei previsti impianti sportivi ci
sono solo un campo di calcetto ed uno da tennis che sono stati oggetto di recenti lavori.
Alle problematiche finora descritte si aggiungono quelle di ordine sociale.
Da rilevazioni statistiche emerge che al 2001 erano qui 818 residenti, per un totale di 224
famiglie. Rispetto alla popolazione putignanese, quella del quartiere risulta composta in
percentuali molto più alte da famiglie di 5 o 6 componenti. A ciò si aggiungono percentuali
più che doppie di disoccupati e giovani in cerca di posto di lavoro rispetto a quelle del resto
della città.
È accertata anche la bassa scolarità (una larga fascia dei residenti è in possesso della sola
licenza elementare e priva di qualsiasi abilità professionale) ed il degrado socio-culturale
(dato da convivenze promiscue, detenzioni, prostituzione, capacità educative inadeguate).
Va da sé che queste condizioni insieme danno un quadro preoccupante della situazione e
delle prospettive di sviluppo del quartiere.
Il disagio abitativo deriva invece dalla scarsa dotazione di servizi sociali, dalla scarsa
accessibilità e dalla scarsa integrazione sociale.
Quando il quartiere si formò, evidentemente parve che tale localizzazione decentrata rispetto
al centro storico di Putignano, suggerita dalla immediata disponibilità di suolo edificabile
nella proprietà comunale di San Pietro Piturno, non fosse tale da creare problemi di
emarginazione rilevanti e non fosse tale da creare quanto nei fatti fu l'apparizione di un vero
e proprio ghetto.
Le case dell'Istituto Autonomo Case Popolari (IACP) della provincia di Bari -
280 alloggi alienati negli anni scorsi per poco meno di un centinaio di unità - e
quelle del Comune di Bari- 99 alloggi in via di alienazione - occupate da famiglie
un tempo residenti in Bari e conseguentemente poco integrate nella comunità
putignanese, esprimono in San Pietro Piturno, unitamente alle famiglie che vi
risiedono, una rilevante condizione di degrado urbano attinente, com'e sempre
in casi di questo genere, sia al paesaggio urbanistico-architettonico che a quello
sociale.
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La strada statale n.172, incrocio pericoloso di accesso al quartiere San Pietro Piturno – Previsione di una rotatoria per ridurre il rischio di incidenti e agevolare il traffico.
Viale Europa, l’infrastruttura di accesso principale al quartiere, sullo sfondo i ruderi dei due fabbricati IACP da completare.
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Nell’ottica della riqualificazione urbana dell’ambito 3, gli interventi da includere nei
Programmi di rigenerazione urbana dovranno vertere su:
- Recupero degli edifici degradati attraverso manutenzioni ordinarie e straordinarie,
completamento di edifici non finiti; in particolare si prevede il risanamento di n. 44 alloggi
ERP in Piazza Atene, di proprietà IACP ed il recupero di due immobili che si attestano su
Viale Europa che sono allo stato rustico;
- Previsione di nuove aree da urbanizzare lungo il lato nord di viale Europa, per
connettere l’area delle realizzande strutture assistenziali private in prossimità della prevista
rotatoria sulla SS172 con l’area dei fabbricati IACP allo stato rustico per allocarvi
volumetrie premiali derivanti dalla riqualificazione dell’ambito 1 – centro storico;
- Attrezzamento delle aree destinate a standards urbanistici per dotare tale ambito
dei servizi pubblici (verde attrezzato, piazze, parcheggi, ecc.) e delle attrezzature (centro
sociale e commerciale, impianti sportivi), necessarie ai residenti;
- Riorganizzazione della viabilità esterna e potenziamento della viabilità di
connessione con le aree centrali della città e col territorio, sia attraverso la valorizzazione
della esistente viabilità rurale che attraverso una diversa configurazione degli innesti della
viabilità di quartiere nella strada statale 172 (rotatoria);
- Riqualificazione delle infrastrutture a rete e puntuali (strade e parcheggi, impianto
idrico e fognario, pubblica illuminazione, impianto di distribuzione del gas, condutture per
trasmissione telematica di dati, attrezzature per raccolta rifiuti);
- Valorizzazione del paesaggio storico circostante e delle risorse ambientali, culturali,
sia attraverso il restauro e la rifunzionalizzazione per centro residenziale di continuing
education con annesso museo universitario della fotografia del Politecnico di Bari della
villa Romanazzi Carducci che attraverso la valorizzazione dell’attigua presenza del
grande bosco di querce di proprietà comunale;
- Valorizzazione delle attività pubbliche e private di assistenza alla comunità (casa per
anziani, centro di assistenza sanitaria), già attualmente funzionanti in complessi edilizi di
proprietà comunale);
- Parziale riconversione secondo principi di sostenibilità ambientale di alcune basilari
infrastrutture e attrezzature del quartiere (rete stradale, impianto di pubblica illuminazione,
attrezzature sportive);
- Realizzazione di un centro di monitoraggio e sperimentazione delle condizioni
ambientali del quartiere munito di speciali equipaggiamenti sia tecnologici che per la
generazione di energie alternative e l’utilizzo di acque riciclate.
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C. LE POLITICHE PUBBLICHE CHE CONCORRONO AL CONSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI DEI PROGRAMMI DI RIGENERAZIONE URBANA
Il Comune di Putignano ha già avviato da diverso tempo politiche pubbliche urbanistiche,
abitative, sociali e culturali, per giungere al conseguimento degli obiettivi indicati in
precedenza, e coerentemente con le stesse già in atto, intende proseguire su tale strada per
l’elaborazione dei programmi integrati.
C.1 Politiche urbanistiche ed abitative
Come evidenziato nei paragrafi precedenti, per la città di Putignano, le problematiche e le
conseguenti azioni riconducibili all’ambito urbanistico ed abitativo sono relative a:
- dotazione di attrezzature e servizi già previsti dal P.R.G. ma non ancora realizzati;
- rifunzionalizzazione di attrezzature e spazi pubblici fruiti in modo errato ed al minimo
delle loro potenzialità;
- riqualificazione e recupero di alloggi in concomitanza con interventi di riduzione
dell’emarginazione sociale degli abitanti.
Molte delle aree destinate a standards urbanistici che sono state cedute all’Amministrazione
Comunale, sono rimaste non attrezzate per carenza di risorse economiche e non utilizzate o
diventate ricettacolo di rifiuti di ogni genere.
Le politiche urbanistiche connesse al settore residenziale, invece, mirano ad
affrontare la necessità di rinnovare il patrimonio edilizio esistente e a contenere
il consumo di suolo.
Ciò risulta evidente dai propositi che riguardano sia il Piano Particolareggiato di
inquadramento della zona A1 - Centro Antico, che ha come obiettivo principale il
ripopolamento del nucleo antico, sia il Piano di Recupero ed i Programmi Complessi
riguardanti il quartiere periferico di San Pietro Piturno, che si pongono l’obiettivo di
riqualificare e stabilizzare la residenza in questo ambito.
A tal proposito è da sottolineare, l’impegno dell’Amministrazione per risolvere
le criticità ambientali e le carenze infrastrutturali esistenti attraverso la
presentazione, al fine di ottenerne i finanziamenti, dei seguenti programmi di
riqualificazione alla Regione Puglia ed al Ministero delle Infrastrutture e
Trasporti:
- proposta di un Contratto di Quartiere II – Quartiere di San Pietro Piturno,
approvato con Deliberazione di Giunta Comunale n.77 del 21/04/2006; il CdQ II, che
prevede un finanziamento per € 5.000.000, non è stato ammesso a finanziamento.
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Il Programma prevede i seguenti interventi:
progetto di recupero e riutilizzo di villa Romanazzi Carducci a servizi;
ristrutturazione edilizia edificio esistente da destinare a centro diagnostico per la
società Kentron s.r.l.;
collegamento impianto fognario San Pietro Piturno, impianto di depurazione;
richiesta di cessione degli edifici IACP per recupero e riutilizzo;
vendita di alloggi ERP di proprietà del comune di Bari;
autorizzazione all’apertura e al funzionamento del centro diurno socio-educativo
comunale in favore di minori;
rifacimento illuminazione pubblica;
realizzazione in cunicolo ispezionabile delle reti tecnologiche;
realizzazione di due nuovi edifici a piastra (opere di urbanizzazione secondaria);
realizzazione di un centro-pilota contenente impianti di monitoraggio e
sperimentazione delle condizioni ambientali del quartiere;
rifacimento manto stradale;
piantumazioni a verde a lecceta di tutte le strade esistenti con sottostanti sedute;
introduzione generalizzata nella rete stradale di connettori di dislivelli a bassissima
pendenza per diversamente abili.
- un Programma di Riqualificazione Urbana per alloggi a canone sostenibile da
realizzare nel quartiere periferico si San Pietro Piturno, approvato con Delibera n.6
del 12/03/2009; il PRUacs non è rientrato tra quelli ammessi a finanziamento. Il programma
prevedeva un finanziamento Stato-Regione pari a € 5.000.000 ed una quota di
cofinanziamento comunale pari a € 700.000.
Il Programma prevede i seguenti interventi:
recupero dei due immobili di proprietà IACP allo stato rustico per 48 alloggi;
asilo nido al piano terra degli stessi immobili ex IACP;
mercato comunale al piano terra degli stessi immobili ex IACP;
percorso ciclo-pedonale;
completamento e messa in sicurezza del parco giochi per bambini;
recupero del campo di calcetto;
sistemazione stradale, parcheggi, rete fognaria e recupero acque meteoriche;
aree pubbliche a verde e spazi di relazione;
lavori su condotta fognante.
- un Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie – Quartiere San
Pietro Piturno, approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.26 del 14/05/2007; il
PIRP, in seguito alla pubblicazione della graduatoria nella Delibera di G.R. n. 641/2009, ha
ottenuto un finanziamento di € 3.000.000;
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Il P.I.R.P. comprende un complesso di opere edilizie ed urbanistiche di natura e funzioni
diverse ma strutturate in modo che alle previsioni urbanistiche siano affiancati concreti
progetti economico–finanziari con tanto di indicazione dei soggetti attuatori pubblici e
privati.
I risultati di tale nuovo modo di vedere lo sviluppo della città sono di grandissimo rilievo in
quanto è prevista la riqualificazione di questi due ambiti della città attraverso la realizzazione
dei seguenti interventi:
1. Risanamento di n.44 alloggi ERP in piazza Atene, di proprietà IACP;
2. Riqualificazione e realizzazione di spazi collettivi e verde pubblico e attrezzato;
realizzazione di percorsi pedonali.
3. Realizzazione di parcheggi a servizio delle residenze e strade residenziali;
4. Acquisizione e recupero di un immobile da destinare a servizi e attività commerciali;
5. Lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento a norma della Casa di riposo Donna
Giulia Romanazzi Carducci;
6. Lavori di miglioramento del bosco in contrada S. Pietro Piturno;
7. Collocazione di una pensilina per la fermata dell'autobus;
8. Lavori di razionalizzazione delle intersezioni e miglioramento degli standard di sicurezza
nel tratto della S.S. n. 172 nell'intersezione Quartiere San Pietro Piturno;
9. Realizzazione di un Centro di Diagnostica per Immagini con Utilizzo di Grandi Macchine
(TAC e RMN) e Presidio di Riabilitazione Funzionale;
10. Progetto "Orti sociali" (Programma "IntegrAzione").
Le forme assunte per assicurare la partecipazione:
• Attivazione del Laboratorio di Quartiere per la progettazione partecipata;
• Attivazione del Laboratorio “Bimbi in Azione”;
• Incontri tecnici;
• Convegno;
• Focus group tematici con sindacati e Ass. Volontariato;
• Conferenze di servizi con IACP e ANAS;
• Autoanalisi partecipata del degrado degli alloggi;
• Bando pubblico per il coinvolgimento di privati;
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• Bando pubblico per le associazioni di volontariato per l’attivazione di programmi
sociali di sostegno e animazione;
• Attività di informazione (volantini informativi, articoli di stampa) e attivazione di un
link sul sito web del Comune.
Gli attori coinvolti:
• Residenti;
• Rappresentanti di due associazioni di quartiere, Auxesia, impegnata nel campo del
disagio minorile e Associazione “Il Parco”, associazione rappresentante le istanze dei
residenti;
• Privati che hanno investito nel quartiere;
• Amministrazione comunale di Putignano;
• Privati residenti a Putignano;
• Rappresentati di associazioni di volontariato;
• Team di ISF – Bari, Ingegneria Senza Frontiere;
• Tecnici del DAU-Dipartimento di Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari
• Tecnici IACP;
• Tecnici ANAS;
• Sindacati.
Ammontare del piano finanziario:
Ammontare del finanziamento richiesto alla Regione Puglia Euro 3.000.000,00
Entità delle ulteriori partecipazioni finanziarie di Enti Pubblici Euro 1.856.304,27
Entità dei finanziamenti dei Soggetti Privati destinati alla realizzazione di attrezzature e servizi collettivi, urbanizzazioni ed altre opere diverse dagli alloggi
Euro 5.578.865,01
Entità delle ulteriori partecipazioni finanziarie di Soggetti Privati /
Costo totale del Programma di Riqualificazione della Periferia Euro 10.435.169,28
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Fonte: http://orca.regione.puglia.it – Interventi previsti dal P.I.R.P.
1. Risanamento di n.44 alloggi ERP in piazza Atene, di proprietà IACP.
2. Riqualificazione e realizzazione di spazi collettivi e verde pubblico e attrezzato; realizzazione di percorsi pedonali.
3. Realizzazione di parcheggi a servizio delle residenze e strade residenziali.
4. Acquisizione e recupero di un immobile da destinare a servizi e attività commerciali.
5. Lavori di manutenzione straordinaria e adeguamento a norma della Casa di riposo Donna Giulia Romanazzi Carducci.
6. Lavori di miglioramento del bosco in contrada S. Pietro Piturno
7. Collocazione di una pensilina per la fermata dell'autobus.
8. Lavori di razionalizzazione delle intersezioni e miglioramento degli standard di sicurezza nel tratto della S.S. n. 172 nell'intersezione Quartiere San Pietro Piturno.
9. Realizzazione di un Centro di Diagnostica per Immagini con Utilizzo di Grandi Macchine (TAC e RMN) e Presidio di Riabilitazione Funzionale.
10. Progetto "Orti sociali" (Programma "IntegrAzione")
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Riguardo alle politiche abitative:
- nel PIRP Quartiere San Pietro Piturno è previsto il risanamento di n.44 alloggi ERP in
piazza Atene, di proprietà IACP;
- nel Contratto di Quartiere II riguardante il quartiere di San Pietro Piturno è inserito il
completamento del complesso edilizio dello IACP Bari; detto completamento riguarda in
particolare due edifici incompleti per un totale di 48 appartamenti;
- nel PRUacs da realizzare nel quartiere periferico di San Pietro Piturno si prevede, a seguito
del mancato finanziamento del CdQ II, il completamento del complesso edilizio dello IACP
Bari che riguarda in particolare i due edifici di cui sopra per un totale di 48 appartamenti.
Fonte: Comune di Putignano – Piano di recupero di San Pietro Piturno. Assetto proprietario degli
immobili nel quartiere. Elaborazione Dott. Ing. M. Cappiello (UTC) e Politecnico di Bari, aprile 2006.
Approvato in via definitiva con Deliberazione di Consiglio Comunale n.21 del 27/03/2008.
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Fonte: Comune di Putignano – Interventi previsti dal P.R.U.acs. Elaborazione DAU, Dipartimento di
Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, maggio 2009
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COMUNE DI PUTIGNANO - PIANO FINANZIARIO DEL PRUacs
INTERVENTO 1: COMPLETAMENTO DI DUE EDIFICI PER 48 ALLOGGI Costo netto lavori edili per n.48 alloggi € 2.760.000,00 Acquisizione degli edifici allo stato rustico dallo I.A.C.P. Bari (quota oarte per gli alloggi) € 600.000,00 Spese tecniche e imprevisti e IVA € 764.520,00 TOTALE INTERVENT0 1 € 4.124.520,00 INTERVENTO 2: ASILO Totale lavori € 210.000,00 Acquisizione dell'edificio allo stato rustico dallo I.A.C.P. Bari (quota parte per il piano terra) € 20.234,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 58.800,00 TOTALE INTERVENT0 2 € 289.034,00 INTERVENTO 3: MERCATO COMUNALE Totale lavori € 125.000,00 Acquisizione dell'edificio allo stato rustico dallo I.A.C.P. Bari (quota parte per il piano terra) € 20.234,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 35.000,00 TOTALE INTERVENT0 3 € 180.234,00 INTERVENTO 4: PERCORSI CICLO PEDONALI Totale lavori € 195.792,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 54.821,76 TOTALE INTERVENT0 4 € 250.613,76 INTERVENTO 5: COMPELETAMENTO E MESSA IN SICUREZZA PARCO GIOCHI PER BAMBINI Totale lavori € 136.021,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 38.085,88 TOTALE INTERVENT0 5 € 174.106,88 INTERVENTO 6: RECUPERO CAMPO DI CALCETTO Totale lavori € 60.316,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 16.888,48 TOTALE INTERVENT0 6 € 77.204,48 INTERVENTO 7: SISTEMAZIONI STRADALI, PARCHEGGI E RETE FOGNARIA Totale lavori € 410.347,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 114.897,16 TOTALE INTERVENT0 7 € 525.244,16 INTERVENTO 8: AREE PUBBLICHE A VERDE E SPAZI DI RELAZIONE Totale lavori € 61.752,00 Somme a disposizione (spese tecniche e IVA) € 17.290,56 TOTALE INTERVENT0 8 € 79.042,56
TOTALE GENERALE € 5.700.000,00
Fonte: Comune di Putignano – Piano finanziario del P.R.U.acs. Elaborazione DAU, Dipartimento di
Architettura e Urbanistica del Politecnico di Bari, maggio 2009
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C.2 Politiche paesaggistico-ambientali
Il Comune di Putignano ha da tempo cominciato politiche attive di promozione dell’ambiente
urbano e della mobilità: il primo intervento è quello relativo alla realizzazione di circa 2,5
chilometri di viabilità ciclopedonale in completamento di Viale Cristoforo Colombo, una
bretella viaria ricadente all’interno della zona tipizzata C (zona di espansione intensiva) e
zona E (zona agricola) del vigente P.R.G.
Tale azione è però da ricondursi ad un più complessivo disegno riguardante l’area in oggetto
nella quale si sono riscontrati altri bisogni: il contesto residenziale della zona, infatti,
presenta una reale esigenza di spazi verdi di socializzazione e ricreazione.
Per rispondere a questo bisogno si è altresì promossa l’istituzione del Parco Ricreativo
Cittadino, da poco completato.
Il parco riguarda un’area che il P.R.G. destina a verde attrezzato nella zona di nuova
espansione C1 e costituisce un ampio spazio compreso tra la Strada Provinciale per
Castellana Grotte e gli insediamenti urbani per una superficie di 50.000 mq.
Questi interventi rappresentano indubbiamente un intelligente utilizzo dello spazio urbano al
fine di riqualificarlo e renderlo al servizio del miglioramento della qualità della vita dei
cittadini.
La pista ciclabile, ricavata in affiancamento al marciapiede centrale già esistente, ha di molto
migliorato la sicurezza del tratto stradale su cui insiste, non solo per quanto riguarda la
viabilità ciclistica ma, soprattutto, per gli attraversamenti pedonali, la segnaletica verticale e
orizzontale che la correda e per l’efficiente impianto di illuminazione e che ha consentito un
recupero dell’area dal degrado in cui prima versava.
Il parco, di converso, assolve aspetti multifunzionali, non essendo semplicemente un parco
urbano ma fornendo, lungo il suo perimetro, funzionali stalli di parcheggio: le tecniche di
costruzione utilizzate - realizzazioni di muretti a secco per il contenimento del terreno del
parco che sorge su un leggero pendio - sono altresì rispettose della tradizione costruttiva
tradizionale dell’area.
Questi due interventi, interagiscono con l’area dell’ambito 2 “Zona ex Autodromo” per il
quale anche il presente documento prevede interventi poiché i descritti progetti, pur
sicuramente validi nell’idea e nella loro funzione nell’area, non possono essere considerati
sufficienti a rispondere in pieno alle esigenze di un’area che presenta ancora elevati punti di
criticità e necessita di ulteriori attività di riqualificazione in tema urbanistico e di servizi.
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Fonte: P.P.T.R. Regione Puglia – osservatorio – scheda di segnalazione BUONA PRATICA DEL PAESAGGIO
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Sul piano della riqualificazione ambientale deve altresì riferirsi della iniziativa di recupero del
Parco Grotte che è nato nel 1931 a seguito della scoperta di alcune cavità carsiche; la zona
sovrastante le gravi è divenuta così un’area di salvaguardia delle stesse grotte e negli anni ’70,
per iniziativa del Comune di Putignano, è stata attrezzata come zona verde, di
intrattenimento e svago.
La posizione piuttosto periferica dell’area ne ha tuttavia comportato l’abbandono e il
degrado, fenomeno indotto altresì dallo scomodo accesso posto lungo la S.S. 172 per Turi
sulla quale risultano assenti attraversamenti e segnaletiche tali da consentire la sicurezza
della fruizione.
Con la Delibera di Giunta n. 65 dell’ 11 aprile 2008 sono stati stanziati per il recupero
dell’area 400.00,00 Euro utili alla dotazione di nuove infrastrutture e arredi.
Il PUTT/P della Regione Puglia, in merito agli ambiti territoriali estesi, attribuisce ad
un’ampia porzione di territorio un valore distinguibile (ATE “C”), con alcuni areali di valore
rilevante (ATE “B”).
A seguito dell’emanazione della L. R. n. 19 del 1997, nel comprensorio di Putignano è stata
istituita l’area protetta del “Barsento”: la zona, che attraversa anche i territori di Noci,
Alberobello, Monopoli e Castellana Grotte, racchiude il più importante complesso di boschi
di Fragno presente nella Provincia di Bari ed è contemplata come area di tutela dalla
Direttiva Comunitaria “Habitat” n. 92/43. Dal punto di vista antropico, è luogo di importanti
insediamenti di civiltà rurale ed è interessato da scavi di ricerca archeologica.
Fonte: http://www.adb.puglia.it – Perimetrazione della aree a pericolosità idraulica
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Il territorio comunale è interessato, inoltre nella parte a sud ed in parte a nord, da ambiti
urbani soggetti dal Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico, a pericolosità idraulica.
In particolare gli ambiti presi in esame non risultano soggetti a pericolosità
idraulica.
Il territorio di Putignano è interessato marginalmente da bacino per le attività Estrattive
(P.R.A.E.). In particolare, gli ambiti presi in considerazione non risultano soggetti a
vincoli di alcun tipo.
Sul territorio comunale non insistono tratturi.
C.3 Politiche socio-assistenziali e sanitarie
Il Comune di Putignano da molti anni lavora per la definizione e l’articolazione di un quadro
di politiche socio-assistenziali coerente, organico, ed in grado di dare risposte concrete a
fasce di disagio sociale sempre più ampie.
Nel conseguimento di questi obiettivi, il Comune di Putignano è capofila del Piano di Zona
che lo unisce ai Comuni di Castellana Grotte, Alberobello, Noci, Locorotondo e la ASL BA/5,
orientandone i principi al miglioramento della qualità della vita, al benessere e alla coesione
sociale delle comunità coinvolte.
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Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana della città di Putignano Pagina 73 di 100
Oltre che essere fortemente impegnato in questo progetto, il Comune di Putignano propone
diverse politiche attive in favore della cittadinanza, al fine di incidere concretamente con la
risposta ai bisogni rilevati sul territorio.
A questo riguardo, sono da registrarsi diverse iniziative destinate alle fasce più sensibili della
popolazione, in primo luogo, anziani e minori: dal bilancio sociale 2004-2009 del Comune di
Putignano, redatto nell’anno 2009, si evince l’impegno a supporto del centro socio-educativo
comunale “Franco Paolillo”, quale fulcro dello sviluppo di attività formative volte al supporto
dell’autonomia e della socializzazione dei minori, finalizzate a ridurre fenomeni di
dispersione scolastica e di devianza.
Numerose sono le politiche rivolte ai cittadini più anziani ai quali è dedicato un centro diurno
che, inaugurato nel 2008, rappresenta un efficiente strumento di risposta alle esigenze di
questa fascia di popolazione che spesso evidenzia come bisogno proprio quello di frequentare
luoghi di confronto e socializzazione per sfuggire a situazioni di solitudine.
Importante altresì rilevare l’esistenza di un programma di assistenza domiciliare agli anziani
che tenta di supportare la popolazione con difficoltà motorie a soddisfare le proprie necessità
anche sanitarie: l’utenza registrata è di 21 cittadini, mentre circa 40 persone hanno usufruito
di servizi infermieristici.
Al fine di dare un quadro completo dei Servizi esistenti sul territorio di Ambito, sia pubblici
che privati, di seguito si riporta l’analisi degli stessi, relativamente al Comune di Putignano
ripartiti per area di intervento.
a) Area Responsabilità Familiari e Minori
Tab. a/1 - Il sistema di offerta dei servizi – Area responsabilità familiari
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/
Privato sociale
Servizio sociale professionale X X X
Consultorio familiare X
Servizio di mediazione familiare e sostegno alla genitorialità X X X
Attività in casi di abuso
Contributi economici ad integrazione
reddito familiare X
Contributi economici in forma indiretta X
Lavori socialmente utili X
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Tab. 2/a Il sistema di offerta dei servizi - Area minori
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/ Privato sociale
Servizio sociale professionale X X X
Consultorio familiare X
Sostegno economico affidi X
Assistenza domiciliare educativa X X
Attività ricreative e di socializzazione extrascolastiche X X
Attività estive per minori X
Attività educativa di strada X
Attività di informazione e orientamento giovani X
Asilo nido X X
b) Area Autonomia delle Persone Anziane
L’esclusione sociale, connessa al rischio di povertà, si amplifica nel caso della popolazione
anziana, sia per le esigenze particolari di cui è portatrice, sia per la condizione di maggiore
insicurezza in cui vive. La popolazione ultrasessantacinquenne nel Comune è, con riferimento
ai dati forniti al 1 gennaio 2009 di 5.225 unità con una percentuale sull’intera popolazione
pari al 18,97%, con una tendenza all’incremento che si è fortemente caratterizzata nell’ultimo
decennio
Tab. b- Il sistema di offerta dei servizi - Area anziani
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/ Privato sociale
Servizio sociale professionale X X
Attività ricreative-vacanze anziani X
Assistenza domiciliare sociale X
Assistenza domiciliare integrata X X X
Casa di riposo- case protette X X
Contributi economici per strutture residenziali X
Contributi economici ad integrazione del reddito X
Attività di integrazione sociale X X
Contributi per partecipazione ad attività socio-culturali e di socializzazione
X
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c) Area Sostegno per i Cittadini con Disabilità
Per molto tempo l’impostazione delle politiche in favore delle persone disabili è stata
fortemente influenzata da quello che è possibile definire come approccio medico alla
disabilità, che considera la persona disabile essenzialmente come persona malata ed, in
quanto tale, bisognosa prevalentemente di cure mediche. L’emanazione della legge 104/92 ha
dato inizio alla modifica dell’approccio culturale alla disabilità che vedeva i disabili come un
“peso” insostenibile per la società, piuttosto che una risorsa.
Le politiche in favore dell’handicap, quindi, sono finalizzate a combattere l’esclusione sociale
e a garantire pari opportunità, non discriminazione, e qualità della vita. Ciò significa che non
è possibile pensare ad interventi settoriali, dal momento che il processo di inclusione sociale
riguarda tutti gli aspetti della vita delle persone con disabilità (scuola, lavoro, mobilità,
accessibilità).
Ogni intervento educativo e socio-sanitario deve avere come destinatario privilegiato la
famiglia del disabile e non il singolo, considerato al di fuori del proprio nucleo familiare.
Tab. c - Il sistema di offerta dei servizi -Area disabili
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/ Privato sociale
Servizio sociale professionale X X
Servizio per la riabilitazione X
Servizio integrazione scolastica X X
Aiuto alla persona X
Servizi per l'integrazione scolastica e
dei disabili X
Assistenza domiciliare integrata per disabili X
Attività di socializzazione e vacanze disabili X X X
Centro diurno socio-educativo e/o riabilitativo X
Trasporto sociale disabili X
Contributi abbattimento barriere architettoniche domestiche
Contributi economici ad integrazione di rette per prestazioni residenziali
Contributi economici ad integrazione di rette per prestazioni semiresidenziali
Altri contributi economici X
Contributi per partecipazione ad attività socio-culturali X
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d) Area Azioni di Contrasto alla Povertà, Inclusione Sociale e Immigrati
Le politiche di inclusione sociale rappresentano un nodo cruciale per tutte le amministrazioni
locali, che tendono in genere a gestire le emergenze e a trovare risoluzioni temporanee e non
definitive. L’Amministrazione sino ad oggi ha assicurato interventi assistenziali ed economici
tesi a ridurre il divario sociale e le situazioni di svantaggio per quella fascia di popolazione da
sempre all’attenzione del Servizio Sociale comunale. Il crescente impoverimento delle
famiglie è visibile e prodotto da un insieme di fattori che interagiscono fra loro: il difficile
mercato degli affitti, la precarietà nel lavoro e l’aumento significativo dei prezzi.
Tale progressivo impoverimento della popolazione ha determinato l’incremento della
domanda con il conseguente aumento della presa in carico delle situazioni di povertà.
Tab. d/1 - Il sistema di offerta dei servizi - Area contrasto alla povertà ed
inclusione sociale
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/ Privato sociale
Servizio sociale professionale X
Contributi per l'affitto X
Contributi economici in forma indiretta X
RMI X
Alloggio sociale
Intermediazione abitativa
Servizi e prestazioni per specifiche
esigenze di prima necessità
Esenzione tiket
Contributi economici per l'inserimento lavorativo detenuti ed ex detenuti
Tab.d/2 - Il sistema di offerta dei servizi - Area immigrati
SERVIZI SOCIO SANITARI Comune AUSL Privato/ Privato sociale
Servizio sociale professionale X
Servizio di orientamento,
Informazione e consulenza X
Contributi economici ad integrazione del reddito familiare X
Contributi economici in forma
Indiretta
Alfabetizzazione
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Gli interventi assicurati dal Comune riguardano altresì l’erogazione di contributi per
l’affitto ai sensi dell’art. 11, legge 431/98 a valere sul Fondo Nazionale per il sostegno
all’accesso alle abitazioni in locazione, e l’erogazione di contributi economici comunali, diretti
ed indiretti, a valere sui fondi di bilancio comunale e/o trasferiti dalla Regione. Di tali
interventi, hanno beneficiato nel territorio 315 nuclei familiari (dati 2007).
e) Area Interventi per il Reinserimento Sociale dei soggetti con Dipendenze
Il Servizio per le tossicodipendenze (Ser.T.) trova sede in Putignano ed è operativo
nell’ambito di interventi di prevenzione - cura - riabilitazione, di fatto non riesce ad attivare
tutti gli interventi necessari per carenza di personale.
Nel corso degli ultimi anni (2008-2009) il Comune ha attivato progetti di formazione,
sensibilizzazione e informazione presso le scuole e associazioni in tema di dipendenze
patologiche. Associazioni e cooperative hanno realizzato esperienze innovative volte ad
avviare un sistema di servizi e ad adeguarle alla specifica utenza differenziata: attività di
prevenzione e promozione della salute dei giovani; attività di recupero.
f) Area Azioni di Sostegno della Tutela della Salute Mentale
I problemi relativi alla salute mentale rivestono un’importanza crescente, sia perché la
prevalenza dei disturbi mentali dimostra un trend in crescita, sia perché a tali disturbi si
accompagna un elevato carico di disabilità e di costi economici e sociali che pesano sui
pazienti e sui loro familiari. Nel Comune a servizio dell’Ambito de PdZ, è presente il Centro di
Salute Mentale che, cui servirebbe incrementare il personale per avere minori difficoltà nella
presa in carico di nuovi soggetti e nel recuperare quelli che si allontanano dal Servizio.
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Punti di forza e criticità
Il Comune di Putignano, unitamente agli altri due comuni dell’Ambito del PdZ, negli ultimi
anni, ha realizzato diverse azioni per l’implementazione di un sistema integrato di servizi
sociali: particolare attenzione è stata posta alle politiche in favore dei minori, anziani, disabili
ed immigrati.
Sono state realizzate esperienze di programmazione partecipata con soggetti del Terzo
Settore con l’obiettivo primario di dare risposte concrete a fasce di disagio sociale sempre più
ampie.
Tuttavia ad oggi, in mancanza di un quadro di politiche sociali coerente, organico ed
effettivamente in grado di dare risposte concrete ai molteplici bisogni della comunità,
l’offerta dei servizi non è stata strutturata in modo tale da rispettare a pieno le esigenze e i
tempi della cittadinanza.
PUNTI DI FORZA
Centralità della famiglia nella cura ed assistenza di membri bisognosi;
Presenza di reti di solidarietà informali;
Presenza consistente di soggetti appartenenti al Terzo Settore;
Esperienza nei progetti finanziati dalle Leggi 309/’90, 104/’92 e 285/’97;
Presenza di rete di gruppi di auto-aiuto;
Reti di solidarietà offerte dalle Parrocchie e Associazioni di Volontariato;
Professionalità e competenza degli Operatori Sociali.
PUNTI DI CRITICITA’
Emersione di nuove fasce di povertà;
Aumento dei nuclei disgregati;
Aumento della popolazione ultrasessantacinquenne;
Allungamento della vita media e crescente presenza di disabili in età adulta;
Esclusione abitativa;
Risorse finanziarie inadeguate per rispondere alla domanda sociale;
Frammentarietà degli interventi e servizi;
Mancanza di integrazione tra i Servizi;
Assenza di lavoro di èquipe;
Assenza di valutazione e monitoraggio dei servizi;
Turn out degli operatori del sociale;
Insufficiente presenza di Assistenti Sociali nei Comuni dell’Ambito.
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C.4 Politiche occupazionali, formative e di sviluppo
Putignano, insieme ai comuni di Martina Franca, Monopoli, Noci, Alberobello, Castellana
Grotte e Locorotondo, fa parte del Progetto Integrato Territoriale (PIT) n. 5 “Valle d’Itria”.
Con il PIT si è puntato a valorizzare i risultati della progettazione integrata già avviata sul
territorio ed i cui risultati sono già significativamente rilevabili rispetto agli obiettivi che si
poneva, ovvero:
- Promuovere il miglioramento della dotazione di infrastrutture e di servizi per lo sviluppo;
- Promuovere il miglioramento della cultura imprenditoriale e la qualificazione degli
occupati;
- Promuovere la qualificazione delle attività produttive esistenti e lo sviluppo di nuovi
bacini di occupazione in nuovi campi per diversificare e irrobustire la struttura economica
locale.
Il perseguimento degli obiettivi generali individuati è avvenuto mediante azioni di contesto,
finalizzate a dotare il territorio di infrastrutture materiali ed immateriali, innovare il mercato
del lavoro, innovare i servizi pubblici locali, in grado di creare un contesto territoriale più
competitivo, anche al fine di favorire appropriate azioni di attrazione di investimenti esterni e
di sostegno ai processi di innovazione e diversificazione produttiva.
Tali azioni hanno perseguito obiettivi di contesto quali:
- rafforzamento delle condizioni di legalità e sicurezza;
- sostegno alle politiche attive per il lavoro;
- diffusione di servizi alle imprese;
- crescita degli investimenti in ricerca e sviluppo tecnologico;
- definizione di azioni coordinate per la realizzazione di infrastrutture per lo sviluppo e
l’internazionalizzazione del territorio;
Le politiche attive per il lavoro relative al PIT, sono state sviluppate in stretta sinergia con gli
altri interventi già in atto sul territorio, legati all’attuazione del POR ed alla riforma in atto
sul tema, in attuazione della Strategia Europea per l’Occupazione e della Agenda Sociale
Europea.
Gli interventi PIT sono stati inoltre legati alle previsioni della legge di riforma della
formazione (Agenzia Provinciale per l’Orientamento e la Formazione Professionale), ai
progetti già finanziati ed in corso di attuazione sul territorio, con particolare riferimento, al
progetto sul sistema informativo del lavoro della Provincia di Bari.
Tali politiche hanno puntato a promuovere l’imprenditorialità e l’autoimpiego anche in nuovi
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settori di sviluppo del territorio, a favorire l’allargamento della base occupazionale, a
migliorare la qualità dei posti di lavoro, a promuovere l’inclusione sociale delle categorie
svantaggiate.
Inoltre, l’insieme del territorio del PIT era già interessato da significativi processi di sviluppo
integrato, finalizzati ad incrementare l’imprenditorialità e il tasso di occupazione.
Nello specifico, il Comune di Putignano si sta impegnando nella costituzione di un’agenzia di
sviluppo locale di capitale pubblico/privato capace di rilanciare i settori produttivi in crisi,
valorizzare i comparti competitivi da svilupparsi secondo logiche di marketing territoriale per
il pieno utilizzo di fondi comunitari che stimolino gli insediamenti produttivi e quindi
aumentino le possibilità di lavoro.
Nel Comune di Putignano, inoltre, è attivo il Centro – Informagiovani.
È altresì presente la Consulta Giovanile quale organo del Consiglio Comunale che ha il
compito precipuo di costituire un luogo privilegiato di confronto e dibattito democratico ove
raccogliere, da un lato, sollecitazioni e proposte su tutto ciò che può riguardare la condizione
giovanile per poi riportarlo al Consiglio Comunale e, dall'altro come momento di ricaduta
delle iniziative nell'ambito in cui ogni organizzazione opera.
Nell’anno 2006 è stato anche istituito il Consiglio Comunale dei Ragazzi che costituisce un
organo del comune di Putignano.
Il Consiglio ha come scopo quello di mettere in atto iniziative e fare proposte al consiglio
comunale degli adulti relativamente a problematiche che interessano principalmente la vita
dei ragazzi.
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D. LE INIZIATIVE PER ASSICURARE LA PARTECIPAZIONE CIVICA ED IL COINVOLGIMENTO DI ALTRI ENTI E DELLE FORZE SOCIALI, ECONOMICHE E CULTURALI ALLA ELABORAZIONE E ALL’ATTUAZIONE DEI PROGRAMMI
La formulazione dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana costituisce un laboratorio
di sperimentazione per il recupero urbano non solo da un punto di vista dei contenuti degli
interventi previsti e della loro reciproca integrazione, ma anche dal punto di vista
dell’architettura del processo decisionale per la realizzazione di un documento
programmatico condiviso e per la formulazione della proposta.
Infatti, la modalità “concorsuale” di accesso ai finanziamenti dei precedenti programmi di
riqualificazione urbana (P.R.U., Contratti di Quartiere, P.I.R.P., ecc.), mediante la
presentazione del “Programma” da parte degli enti interessati (e per loro tramite anche i
soggetti privati), ha promosso una notevole spinta a maturare comportamenti amministrativi
e capacità tecnico-professionali innovativi, che possano rispondere, anche in prospettiva, alle
esigenze della pubblica amministrazione, assecondando ed eventualmente “governando”
tendenze e domande sociali emergenti.
Tra questi “comportamenti amministrativi” si sottolinea la ricerca di cooperazione presso
altri enti, territoriali e non, e l’opportunità/necessità di coinvolgere finanziatori e operatori
privati, che comporta necessariamente una decisiva crescita delle capacità di comunicazione
dell’ente locale che intenda promuovere politiche e iniziative di sviluppo.
Schematizzando in maniera certamente generale, tali capacità devono essere finalizzate:
- a far conoscere e comprendere gli obiettivi assunti, la “filosofia” e le
motivazioni che li sottendono, nonché ad accreditare relativamente ad essi lo
stesso ente promotore;
- a consultare, raccogliendo adesioni e consensi intorno agli obiettivi stessi e
agli interventi che li concretizzano;
- a trasformare adesioni e consensi, manifestati da enti e operatori che è
necessario e opportuno coinvolgere, in precisi impegni di collaborazione e di
iniziativa;
- a generalizzare il più possibile il consenso sociale, anche perché gli interventi
non siano in vario modo ostacolati, e perché il consenso possa sostenere almeno in parte
la trasformazione di bisogni e desideri in domanda di mercato (quest’ultima è trasversale
rispetto ai precedenti).
In tale processo, carattere fondamentale riveste quindi la comunicazione che può essere
perseguita con svariate modalità, più o meno formalizzate ed istituzionalizzate: dalle
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assemblee popolari alla presenza sui mass media, alla consultazione di rappresentanze delle
categorie presumibilmente interessate, alla promozione di conferenze stampa, convegni,
seminari, pubblicazioni, all’istituzione di forum e sportelli informativi permanenti, al
consiglio comunale aperto, etc..
E’ evidente comunque che le diverse fasi/modalità sopra enunciate non possono essere
distinte tra loro in modo troppo netto e sequenziale, così come è evidente che ciascuna di esse
implica un corrispettivo di "ascolto" degli interlocutori a cui è diretta la comunicazione
stessa, ovvero una forma di comunicazione interattiva. Questa assumerà “stili” e strumenti
diversi, a seconda dell’ampiezza della platea, degli specifici contenuti della comunicazione (se
si tratta di obiettivi, progetti, etc.) e del ritorno atteso: ad esempio se solo in termini di
consenso generico, ovvero di assunzione di specifici impegni.
Inoltre, l’attivazione di forme di comunicazione di questo tipo implica in ogni caso la
disponibilità del “comunicatore” (ad esempio l’amministrazione comunale) a cambiare
opinione, ed anche a modificare le proprie proposte e, almeno parzialmente, anche gli
obiettivi; in sostanza a rimettere eventualmente in gioco anche le decisioni già assunte ed il
proprio stesso ruolo.
Il processo partecipativo deve accompagnare, piuttosto che seguire le decisioni.
Tuttavia la partecipazione non è solo una modalità di acquisizione del consenso,
ma anche e soprattutto una forma di legittimazione delle scelte di interesse
pubblico. Il progressivo sgretolarsi delle gerarchie e del principio di autorità porterà
certamente a dover sviluppare tecniche e specifiche competenze in questo campo, presso gli
enti locali e il settore pubblico in genere.
L’esperienza più recente in tal senso, ha riguardato l’iniziativa “sbilanciati e di’ la tua!”
nel quartiere di San Pietro Piturno.
Nello sforzo di individuare modalità di sviluppo del quartiere, il Comune di Putignano ha
intrapreso un approccio partecipativo, attivando strumenti per condividere con i cittadini le
decisioni sullo sviluppo del territorio.
Ora intende proseguire invitando la cittadinanza a proporre ipotesi di interventi di
riqualificazione del quartiere attraverso la sperimentazione di un processo di Bilancio
Partecipativo.
Il Bilancio Partecipativo, è un percorso di democrazia diretta e volontaria (rivolto ad esempio
anche ai minori), dove la popolazione può discutere e decidere sulle risorse del bilancio
pubblico e sulle politiche pubbliche.
Il Bilancio Partecipativo, condotto con il protagonismo dei cittadini residenti nel quartiere di
S. Pietro Piturno, ha acquisito un valore aggiunto in quanto inserito in un progetto più
ampio di valorizzazione del territorio e di arricchimento della cultura della partecipazione.
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Nello specifico, l’Amministrazione comunale, ha individuato la somma di 50 mila euro, la cui
destinazione è stata fatta decidere ai residenti del quartiere che hanno partecipato al percorso
proposto.
In conclusione la somma destinata dal Comune, è stata spesa per l’acquisto di elementi per
l’arredo urbano. Al di là della cifra e del come è stata spesa, l’aspetto importante in questo
progetto è stato quello di dimostrare alla cittadinanza una reale attenzione alle loro
istanze, che si concretizza anche in questi momenti di ascolto.
Un ulteriore fattore che caratterizza questi programmi è il partenariato pubblico/privato. La
cooperazione tra operatori pubblici e privati ruota su una questione centrale: la qualità
urbana è intesa, in prima istanza, come dotazione “appropriata” di attrezzature e
infrastrutture adeguate alla domanda effettiva, qualitativa e quantitativa della popolazione
che risiede e vive nei territori. Di qui ha preso il via la sperimentazione sui cosiddetti
“standard aggiuntivi” o qualitativi.
Il privato che aderisce ad un programma infatti si impegna, oltre alla corresponsione degli
oneri dovuti per legge, ad incrementare la dotazione di servizi in modi diversi attraverso
contributi monetari, cessione di aree, realizzazione di infrastrutture e gestione di servizi.
Il ruolo del soggetto pubblico diviene pertanto più quello di “promotore” e di “coordinatore”
di un insieme di azioni che vanno governate e integrate. Assume parimenti importanza la
capacità dell’ente promotore di comunicare gli esiti dei programmi, non solo in quanto
supporto all’attuazione, ma anche dal punto di vista della trasparenza verso gli attori, i
cittadini e le loro associazioni.
Seguendo tale logica l’elaborazione del Programma Integrato di Rigenerazione Urbana in
tutte le sue componenti, sarà oggetto di un continuo approfondito dibattito, animato
dall’Amministrazione Comunale, con l’ausilio di esperti di sviluppo urbano e territoriale.
La metodologia da seguire sarà quella della “ricerca–azione”, che prevede il coinvolgimento
operativo, potenzialmente dell’intera popolazione, fin dalla fase di analisi del contesto.
Il processo di collaborazione o coinvolgimento attivo sarà organizzato secondo un Action
Planning. Questo piano prevede una serie di fasi consistenti in:
- l’introduzione e la conoscenza dei partecipanti;
- la definizione dei problemi e delle tematiche;
- lo sviluppo di soluzioni alternative;
- l’analisi e la sintesi delle soluzioni alternative;
- la promulgazione dei risultati. Il piano di comunicazione pubblica che sarà utilizzato per la progettazione partecipata
si porrà come obiettivi principali:
- il coinvolgimento e la sensibilizzazione dei cittadini e del territorio sulle tematiche del
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programma;
- l’informazione sulle attività e sulle metodologie utilizzate nella predisposizione del programma;
- il raggiungimento di un’ampia visibilità data al programma in sé ed alle attività ad esso relative;
- un’ampia visibilità data agli organismi e istituzioni (Comune, Associazioni, Enti, etc) che
collaboreranno alla realizzazione del programma.
Il piano si propone di garantire un dosaggio equilibrato al flusso di messaggi, di raggiungere
il target desiderato e di utilizzare un linguaggio chiaro in modo da suscitare interesse nei
destinatari.
Destinatari delle attività da effettuare saranno:
Residenti
Rappresentanti della Pubblica Amministrazione Circoli Didattici Parrocchie ed associazioni
Comitati degli inquilini e dei cittadini Cooperative Sociali Centri di Formazione Professionale Associazioni sportive
Associazioni culturali Cooperative di servizi e gestione ambientale Associazioni di volontariato e promozione sociale
Organizzazioni sindacali Associazioni esercenti commerciali e delle attività della ricettività turistica Imprenditori promotori o potenziali promotori di project financing
I criteri di massima che caratterizzeranno il complesso di iniziative di
comunicazione per diffondere il programma, saranno i seguenti:
Visibilità: per favorire più ampie possibilità di coinvolgimento da parte dei cittadini;
Credibilità: affinché la comunicazione riceva la fiducia del target cui è diretta, cioè la
fonte dell’informazione deve dare la massima garanzia di serietà e correttezza ed evitare
di suscitare dubbi e perplessità;
Chiarezza: linguaggio semplice ed accessibile, soprattutto rapportato al pubblico cui è
destinato; il messaggio deve avere la sua forza nella chiarezza e nella precisione per non
far perdere interesse e validità all’informazione;
Interesse: il pubblico segue ed accetta esclusivamente quei messaggi che rappresentano
e comportano un tornaconto (interesse), che sia ben preciso e sviluppi utilità;
Rispondenza all’immagine che il pubblico si è fatto della fonte stessa: ci deve
essere rispondenza assoluta tra il ruolo della fonte e il destinatario.
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D.1 I processi di partecipazione da attivare e i rapporti tra i risultati del processo partecipativo e le proposte di intervento
Le attività di comunicazione e partecipazione, in parte già attivate, comprenderanno eventi di
seguito esposti rivolti all’intera città ed ai quartieri direttamente interessati dai Programmi
Integrati di Rigenerazione Urbana.
Manifesti e pubblicazioni
Anche la realizzazione del manifesto dovrà rispondere ai seguenti criteri per un prodotto:
- agile
- di facile lettura
- aderente alle disposizioni del programma.
Saranno mantenuti lo stesso colore e lo stesso logo scelti dal piano di comunicazione e
saranno fornite tutte le informazioni principali per descrivere il programma previsto per la
realizzazione degli eventi di diffusione del progetto, punto fondamentale del piano di
comunicazione.
Nella locandina saranno evidenziati:
- data e luogo di realizzazione dell’evento;
- il logo dell’Amministrazione comunale.
L’impostazione del manifesto punterà sulla forza dello slogan e dell’immagine visiva,
rispettandone le informazioni essenzialmente istituzionali.
Realizzazione di un opuscolo
La realizzazione dell’opuscolo dovrà rispondere ai seguenti criteri per un prodotto di facile
lettura e contenente le caratteristiche, gli obiettivi e le finalità del programma oltre alla
descrizione dell’ambito oggetto dell’intervento, delle sue criticità ed alle azioni intraprese
dell’Amministrazione nella fase progettuale.
L’opuscolo avrà una tiratura di alcune centinaia di copie. Scopo ultimo sarà quello di
raccogliere intorno al programma il maggior numero di cittadini e operatori economici cui il
progetto si rivolgerà, di operatori dell’informazione e di soggetti istituzionali.
L’attività sarà finalizzata al massimo coinvolgimento degli attori del territorio, ed avrà avvio
con l’organizzazione di una specifica assemblea pubblica per la presentazione delle linee
programmatiche del Programma e per proseguire con la partecipazione.
I suddetti eventi costituiranno una prima fase della durata di una settimana il cui obiettivo è
la presa di coscienza del programma e favorire l’attenzione e l’interesse non solo dei soggetti
immediatamente coinvolti.
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Seguirà una seconda fase in cui l’Amministrazione comunica i contenuti del programma
avviando un percorso di confronto con Istituzioni, Enti, Stakeholders pubblici e privati e la
cittadinanza attiva.
Riunioni e forum
Nel periodo immediatamente successivo saranno organizzate riunioni, forum di discussione
con attori privilegiati, settoriali ed intersettoriali, sia a tema aperto che a tema specifico.
Seguirà alla fase di “Start”, una fase del “Decidi insieme” più sperimentale di confronto di
punti di vista eterogenei riuniti in “Laboratori” che vede impegnati soggetti già auto-
selezionati nelle precedenti iniziative e che condurrà alla costruzione della proposta.
Partendo da questo lavoro, si creerà un primo gruppo di soggetti fortemente interessati a
collaborare al Programma.
Infine, sarà prevista un’ultima fase “Condividi e implementa” in cui saranno individuate le
modalità di comunicazione pubblica e campagna di informazione e sarà favorito l’incontro di
saperi esperti e diffusi al fine di individuare indicatori relativi alle persone e agli effetti sulla
qualità della vita, con particolare riguardo agli ambiti potenziali di intervento e ai soggetti
limitrofi e/o interessati a vario titolo.
Attraverso un’efficace ed estesa opera di animazione su tutto l’ambito, saranno contattati
numerosi attori e soggetti rappresentativi delle realtà sociali, economiche, istituzionali e
culturali dell’area di intervento. In particolare saranno consultati e coinvolti enti no profit,
associazioni culturali, parrocchie, gruppi di volontariato, organizzazioni sindacali e di
categoria, rappresentanti di PMI locali, responsabili di centri sociali, esperti delle
problematiche economiche e sociali locali (assistenti sociali, ricercatori, ecc.).
In particolare, la partecipazione dei numerosi soggetti si rivelerà fondamentale
non solo per pervenire ad un’efficace analisi, ma anche per quanto attiene la
conseguente definizione di:
- obiettivi e priorità;
- strategie e tipo di azioni che saranno realizzate;
- risorse che ogni partner metterà a disposizione;
- metodologia, tecniche e strumenti di coordinamento fra i diversi partner.
La formulazione del programma integrato si articolerà in due sedi progettuali. La prima sede
definita “Tavolo sociale” che vedrà la partecipazione dei residenti degli ambiti territoriali
individuati da sottoporre a programmi integrati, operatori economici, e rappresentanti di
associazioni e cooperative sociali a vario titolo impegnate nei tre ambiti presi in
considerazione, delle associazioni di volontariato, delle organizzazioni sindacali.
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Il ruolo dell’Amministrazione Comunale sarà limitato a quello di regia del tavolo. Il lavoro
sarà scandito da un calendario molto serrato di riunioni che si estenderà a tutto il periodo di
formazione del programma integrato. Nelle riunioni, attraverso la compilazione di schede,
saranno rilevate le azioni previste dai partecipanti. Le proposte saranno quindi discusse e
valutate collettivamente.
L’altra sede progettuale sarà quella del “Tavolo tecnico-politico di coordinamento”. Vi
parteciperanno l’Assessore all’Urbanistica, l’Assessore ai Lavori Pubblici, l’assistenza tecnica
incaricata dell’elaborazione del Programma, i funzionari dell’Amministrazione comunale da
loro designati in base alle competenze richieste: tecnici ed operatori dei servizi socio
assistenziali del Comune. Le riunioni serviranno a delineare un indirizzo generale della
progettazione ed alla risoluzione di problemi tecnici ed amministrativi.
Questionari: “Il quartiere visto dagli abitanti”
Sarà elaborato un questionario, che sarà distribuito e poi raccolto presso le sedi individuate, i
condomini, le associazioni e gli Uffici Comunali, allo scopo di raccogliere informazioni e
pareri sugli aspetti legati alla vivibilità attuale degli ambiti di intervento (dagli spazi aperti al
verde pubblico, dai servizi socio-sanitari, a quelli culturali ed educativi, alla sicurezza, ecc.).
L’analisi dei risultati emersi dai questionari restituiti compilati, permetterà di
raccogliere una serie di dati, informazioni e conoscenze per elaborare un
programma di interventi che sia calibrato sulle effettive necessità ed esigenze
della comunità degli ambiti individuati.
Saranno raccolte alcune indicazioni relative al degrado architettonico, ambientale ed urbano
della città.
Comunicati stampa e articoli informativi
Si provvederà a presentare i programmi integrati ai media tramite articoli e comunicati
veicolati attraverso il sito internet del Comune di Putignano, nelle redazioni giornalistiche,
radiofoniche e televisive.
Per ovviare al pericolo d’inefficacia del messaggio si punterà su un comunicato mirato, non
eccessivamente tecnico, con un linguaggio adeguato. Compito del comunicato sarà quello di
rendere pubblico l’impegno dell’Amministrazione nella riqualificazione degli ambiti
individuati e la volontà di attuare una strategia partecipata di sviluppo.
I diversi comunicati stampa saranno inviati alle redazioni per comunicare le fasi di
preparazione dei programmi e le modalità per contribuire alla redazione degli stessi.
Bandi e avvisi di gara
Con l’obiettivo di stimolare e conseguentemente consentire la partecipazione diretta di
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privati ai programmi integrati, l’Amministrazione pubblicherà degli Avvisi Pubblici per la
ricerca di “manifestazioni di interesse” alla realizzazione di interventi di iniziativa privata e
pubblica per l'inserimento nei programmi.
Tali avvisi pubblici punteranno alla raccolta di diverse tipologie di manifestazione di
interesse. In particolare:
Manifestazioni di interesse per interventi relativi ad opere e progetti infrastrutturali,
strutture per servizi, interventi residenziali e non residenziali, servizi a favore della
collettività e di enti pubblici, attività volte alla riqualificazione edilizia e/o urbanistica,
del tessuto socio-culturale ed economico ed all’incentivazione della occupazione ad
opera di soggetti pubblici e privati;
Avviso pubblico concorrenziale per l’individuazione dei soggetti interessati alla
realizzazione di edilizia residenziale sociale e servizi annessi ed al cofinanziamento delle
opere di urbanizzazione, delle espropriazioni ed opere pubbliche previste nei
Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana.
La pubblicizzazione di tali strumenti avverrà, oltre che attraverso i tradizionali mezzi,
peraltro imposti dalla normativa, anche mettendo a disposizione Bando, Disciplinari e Fac-
Simili della documentazione sul sito internet del Comune di Putignano.
D.2 Il piano per l’informazione ed il coinvolgimento dei residenti
Il processo partecipato contribuirà alla sperimentazione delle tematiche affrontate
sostanzialmente su due versanti:
in generale, rispetto alla qualità condivisa del processo edilizio, intesa come insieme
di attività, affrontate con la partecipazione dell’utenza finale degli interventi e con i
portatori d’interesse della comunità locale, che vanno dall’identificazione delle esigenze da
soddisfare alla verifica del loro soddisfacimento;
in particolare, relativamente all’analisi dei fabbisogni (costruzione dell’identità locale,
modelli di fruizione degli spazi abitativi, qualità relazionale degli spazi pubblici, etc.) e alla
verifica del soddisfacimento dei fabbisogni (costruzione di indicatori per
monitorare la rispondenza del progetto ai bisogni espressi, simulazioni a beneficio
dell’utenza finale a scala ridotta con diverse metodiche, etc.)
Per la costruzione dei Programmi integrati, al fine di assicurare anche in fase di realizzazione
l’integrazione della strategia della partecipazione e le ricadute progettuali, si provvederà in
prima battuta a rilevare l’analisi dei fabbisogni dell’utenza finale, informare/formare la
comunità locale ed a monitorare costantemente i programmi.
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Tabella 1. COSTRUZIONE PARTECIPATA DEL PROGRAMMA INTEGRATO DI
RIGENERAZIONE URBANA
Fasi del processo
Tavolo tecnico-politico di
coordinamento del
programma
Gruppo di supporto tecnico
Tavolo sociale (Stakeholders e Forum locale)
tempi
START
Costituzione e convocazione del
tavolo di coordinamento del Programma
FASE DI COSTRUZIONE
DEL PROGRAMMA INTEGRATO
Attività di supporto
Individuazione degli stakeholders e
costituzione del forum locale
DECIDI INSIEME
Laboratorio del PROGRAMMA
(sede e attivazione)
Attività di reporting
Laboratorio del PROGRAMMA
(approfondimenti di progetto)
Convocazione del Tavolo di Coordinamento del progetto
Laboratorio del PROGRAMMA
(soluzione progettuale definitiva)
Attività di reporting
CONDIVIDI E IMPLEMENTA
Individuazione delle modalità di
comunicazione pubblica e campagna
d’informazione
FASE DI REALIZZAZION
E DEL PROGRAMMA INTEGRATO
Laboratorio del PROGRAMMA (presentazione ed approvazione del
progetto)
CONSEGNA
Convocazione del tavolo di coordinamento del progetto
Stipula delle convenzioni tra Comune e partner pubblici e privati
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Tabella 2. COSTRUZIONE PARTECIPATA DEI PROGRAMMI INTEGRATI DI RIGENERAZIONE URBANA
Il tavolo di coordinamento del progetto
Il tavolo interistituzionale sarà costituito da referenti dell’Amministrazione dei vari settori attivati sul progetto (urbanistica, lavori pubblici, servizi sociali, educazione, cultura e sport, servizi demografici) supportati dagli stakeholders pubblici, referenti di Enti/Istituzioni le cui competenze riguardano i campi di applicazione del Programma (IACP, ASL, Centri Provinciali del Lavoro, Camere di Commercio e Artigianato, Centri per la Formazione Professionale, Ente gestore per l’edilizia economica e popolare, ecc.).
Ruolo: svolge funzioni di coordinamento, organizzazione, segreteria e valutazione del Programma; è il punto di riferimento nell’ente per la costruzione del Progetto; con adeguato trasferimento di know how ne può assumere la gestione successiva del processo.
Compiti: per ogni tappa del processo attiva un’azione specifica e ne comunica i risultati alla Giunta Comunale o alla Direzione Generale. In particolare collabora con il gruppo di supporto tecnico nella redazione del Programma.
Gruppo di supporto tecnico
Il gruppo ha al suo interno sia competenze sociologiche, architettonico-urbanistiche ed economico-finanziarie.
Ruolo: progetta, attraverso il percorso partecipato, il programma integrato nelle sue componenti urbanistico-edilizie e socio-economiche estrapolando dall’analisi dei fabbisogni della comunità locale le tematiche che meglio si prestano a essere oggetto di sperimentazione.
Compiti: strutturazione dei collegamenti a processi e programmi già avviati (Programmi di recupero urbano, Agenda 21, forum locali, altro…); raccolta di idee, selezione e definizione iniziale di temi e ambiti di progetto; informazione e formazione sugli eventuali temi della sperimentazione connessi al Programma e rispetto ad altri aspetti tecnici della progettazione.
Il Tavolo sociale (Forum locale)
Gli stakeholders privati (realtà produttive, scuole, parrocchie, associazioni locali, artigiani, commercianti, volontariato, ecc) saranno riconosciuti non solo come portatori di esigenze, ma anche di interessi e risorse umane strumentali ed economiche; ogni processo partecipato si fonderà sull’individuazione e la successiva attivazione di un forum locale, che adeguatamente supportato, sarà in grado di alimentare tutte le fasi di progettazione finalizzata in questo caso alla costruzione del Programma.
Ruolo: sarà costituito dai portatori d’interesse e dai rappresentanti eletti dagli abitanti, sarà il depositario del “sapere locale” e parteciperà al processo di costruzione del Programma;
Compiti: esprimerà le esigenze del territorio e verificherà le proposte elaborate dal tavolo di coordinamento del progetto.
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E. I CRITERI PER VALUTARE LA FATTIBILITA’ DEI PROGRAMMI
L’esigenza di intervenire sul territorio urbanizzato attraverso modalità operative in grado di
portare avanti obiettivi di recupero di aree urbane, caratterizzate da degrado fisico e sociale,
ha determinato una significativa vitalità a livello nazionale e regionale in termini di
produzione di strumenti per favorire gli interventi di trasformazione urbana.
L’individuazione di criteri da utilizzare per la valutazione della fattibilità dei
Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana risulta fondamentale per
valutare l’attuazione del programma in tempi certi e rapidi.
In questa fase sono stati individuati i seguenti quattro criteri generali di valutazione:
1. il criterio giuridico, che mira a verificare la fattibilità giuridica dell’intervento
rispetto alla legislazione vigente (le norme di piano, la legislazione regionale,
nazionale, europea, ecc.);
2. il criterio tecnico, che verifica la fattibilità tecnica dell’intervento (la realizzabilità),
in riferimento alle sue caratteristiche ed alla sua costruzione;
3. il criterio finanziario, che verifica la fattibilità economico-finanziaria (la
sostenibilità) dell’intervento;
4. il criterio etico, che valuta la fattibilità e desiderabilità sociale (la legittimità)
dell’intervento, e che comporta l’espressione di un giudizio di merito sul progetto, sui
costi e benefici sociali e sulla loro distribuzione.
Il criterio giuridico potrà essere utilizzato per valutare la conformità e/o la coerenza del
programma a norme e/o a criteri. Utilizzare il criterio giuridico significa verificare la
complessità e la convergenza dell’offerta legislativa in continua evoluzione che definisce lo
spazio dell’azione pubblica. I progetti e le politiche pubbliche devono uniformarsi ad una
griglia di regole disegnata da diversi livelli di governo.
La definizione e la richiesta di conformità, di coerenza a norme e criteri (più o meno flessibili)
costituiscono un carattere rilevante delle decisioni legislative che precisano strumenti e
procedure d’intervento. La soddisfazione di norme e criteri è un significativo banco
di prova nella costruzione delle politiche e progetti per l’accesso ai benefici ed
incentivi disposti con modalità concorrenziali e per verificare l’adeguatezza
dell’azione pubblica.
Da un punto di vista legale, sarà necessario definire le procedure urbanistiche e
regolamentari sui differenti ambiti, coinvolgendo i proprietari e gli aventi diritto. Ogni fondo
pubblico sarà stanziato attraverso gare secondo il principio di concorrenzialità e trasparenza.
Il criterio di fattibilità tecnica considera e verifica l’effettiva realizzabilità del
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programma. La valutazione della fattibilità dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana
sono valutati in funzione dei macro-obiettivi di riqualificazione urbana, inclusione sociale e
sostenibilità ambientale ai sensi della L.R. n.21 del 29.07.2008 e di quelli di pianificazione
strategica del territorio e rigenerazione urbana.
Gli interventi saranno analizzati attraverso valutazioni:
- economiche relative ai costi/benefici dell’intervento, sia diretti che indiretti;
- sociali, che devono rientrare in tutto il processo di progettazione;
- sulla qualità urbanistica e architettonica;
- sulla sostenibilità ambientale e il contenimento energetico.
Un ulteriore parametro di valutazione riguarda l’aspetto delle ricadute di interesse pubblico e
collettivo che ogni trasformazione produce.
In tal senso, poiché l’interesse generale non può essere stabilito in base a criteri univoci e
misurabili, è necessario individuare il giusto equilibrio tra l’interesse degli operatori privati e
quello pubblico, e a tale scopo è necessario che l’interesse generale sia affidato alle specifiche
capacità contrattuali dei soggetti, pubblici e privati, in campo.
In linea generale la fattibilità di un programma integrato di rigenerazione urbana sarà
affidata dunque a specifici elementi contrattuali tra la parte pubblica e la parte privata che
troveranno la loro attuazione in appositi protocolli di intesa e convenzioni atti a garantire:
- l’esatta individuazione dei soggetti coinvolti nell’attuazione del programma, le relative
competenze, la quantificazione e la natura delle risorse finanziarie;
- le idonee garanzie finanziarie degli operatori pubblici e privati coinvolti nell’attuazione
dei programmi che costituiranno ulteriori elementi di valutazione;
- la coerenza e l’integrazione tra gli interventi previsti in relazione alla natura del
Programma ed alle caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche, urbanistiche e
socio economiche;
- l’accuratezza dello studio di relazioni tra l’ambito di intervento ed il sistema urbano
complessivo;
- le sinergie con programmi sociali e l’attivazione di servizi a favore di soggetti deboli quali
anziani, bambini, diversamente abili, ecc..;
- l’incremento di servizi di quartiere e di spazi di aggregazione in relazione ai bisogni
specifici della popolazione residente;
- l’incremento della dotazione di alloggi di edilizia residenziale sociale al fine di ridurre il
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disagio abitativo rispondendo ai bisogni di categorie disagiate quali anziani, giovani
coppie, diversamente abili, famiglie monoparentali con minori a carico, ecc..;
- la realizzazione di infrastrutture e servizi a completamento delle previsioni degli
strumenti urbanistici vigenti;
- la realizzazione di interventi e l’adozione di tecniche costruttive atte a perseguire gli
obiettivi di sostenibilità ambientale e tutela delle risorse naturali in relazione alle
specifiche caratteristiche dell’area di intervento.
La fattibilità tecnica si produce all’interno dello spazio definito da norme e procedure e
razionalità tecnica. Le maggiori e necessarie responsabilità nella valutazione della fattibilità
tecnica degli interventi implicano la capacità di interpretazione della discrezionalità delle
norme e delle procedure.
Considerare la fattibilità tecnica del progetto comporta la responsabilità di raggiungere gli
obiettivi prefissati e di risolvere i problemi con competenza, riducendo i rischi delle
previsioni.
Il criterio finanziario, ovvero la sostenibilità degli interventi, è uno strumento
fondamentale per l’attuazione del programma. Il criterio di sostenibilità finanziaria verifica la
fattibilità economica degli interventi previsti, accertando l’esistenza e la provenienza delle
risorse finanziarie necessarie.
Il successo della politica locale dipende in modo significativo dai meccanismi di
finanziamento, dalla possibilità e dalla capacità di sostanziare le politiche con risorse
finanziarie autonome ed adeguate provenienti dal settore pubblico (da trasferimenti da livelli
di governo diversi, dalla politica di bilancio e della fiscalità locale) o della sostenibilità
economica allargata ovvero dalla mobilitazione del capitale privato.
La riduzione dei trasferimenti e la scarsa manovrabilità dei bilanci hanno determinato azioni
innovative di finanziamento delle politiche locali verso tre direzioni:
- una maggiore attenzione al cofinanziamento pubblico e pubblico-privato;
- la ricerca di forme alternative di finanziamento;
- una migliore selezione degli investimenti.
In particolare, per rendere attuabili gli interventi e le politiche previste per l’ambito dell’ex
Autodromo, l’Amministrazione Comunale di Putignano potrebbe avvalersi per questo
processo di quanto previsto dall’art.58 della Legge 133/2008 sulla valorizzazione del
patrimonio immobiliare degli Enti Locali e quindi i criteri di valutazione avrebbero
specifiche peculiarità date dalla strategia connessa a tale procedura.
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Per garantire il governo e l’interesse pubblico dell’intero processo di
rigenerazione e sviluppo di parte importante del proprio territorio
l’Amministrazione Comunale potrebbe mantenere, proprio conferendo parte
del proprio patrimonio immobiliare disponibile, la maggioranza delle quote
del Fondo Immobiliare che si andrebbe a costituire a seguito di un Bando Europeo
che potrebbe essere emanato come conseguenza dell’approvazione del presente Documento
Programmatico da parte del Consiglio Comunale.
Il Bando, rivolto a Società di Gestione Risparmio (abilitate per legge all’attivazione
di Fondi Immobiliari) associate a soggetti in grado di presentare un piano di intervento
coerente con le linee guida presenti in questo Documento, potrà contenere specifiche
indicazioni sulla qualità e sulla compatibilità ambientale degli interventi che i partecipanti
intendono proporre oltre a tutte le condizioni poste dalla stessa L.R.21/2008 per la
predisposizione dei Programmi di Rigenerazione Urbana.
Il criterio etico: la legittimità degli interventi. La scelta di un intervento, di un
provvedimento pubblico che attraverso politiche determina e alloca la distribuzione di
vantaggi e svantaggi, può essere giustificata, accettata o respinta, non solo in quanto
massimizzazione delle preferenze e degli interessi in gioco, ma in termini etici sulla base di
principi di equità. La legittimità sociale evidenzia se un progetto non è desiderabile in quanto
difficilmente accettabile in relazione ai costi ed ai benefici sociali che assegna.
I meccanismi decisionali e di costruzione/approvazione e deliberazione degli interventi di
riqualificazione hanno visto il diffondersi di nuove procedure amministrative e di
pianificazione. Si tratta di procedure che mirano alla certezza dei tempi e dei
risultati, da un lato, alla flessibilità e alla possibilità di adattamento alle norme,
dall’altro.
La progressiva estensione dei protocolli d’intesa e degli accordi di programma tra soggetti
pubblici, nonché il sempre più insistente coinvolgimento dei soggetti privati nei meccanismi
giuridici e decisionali, ha portato significativi cambiamenti.
Gli elementi contrattuali tra la parte pubblica e privata troveranno attuazione attraverso i
protocolli di intesa e le convenzioni garantendo:
- l’individuazione dei soggetti coinvolti per attuare il programma, la quantificazione e la
natura delle risorse finanziarie e le relative competenze;
- le garanzie finanziarie sia degli operatori pubblici che di quelli privati.
Dal punto di vista formale, quelli che inizialmente sono stati introdotti come strumenti
“speciali” o complessi di programmazione da parte della legislazione nazionale e regionale,
sono diventati ormai a tutti gli effetti di natura ordinaria, tanto da assumere gli effetti di
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strumenti urbanistici esecutivi.
Dal punto di vista sostanziale, è indubbio che il piano della trasformazione dell’esistente,
piuttosto che dell’espansione, abbia contenuti se non nuovi, perlomeno da affrontare da
punti di vista e in modi differenti rispetto al passato.
In relazione alla valutazione della realizzabilità tecnica degli interventi, va sottolineata una
questione principale, strettamente legata ai temi e agli strumenti che hanno caratterizzato
l’evoluzione della legislazione urbanistica in materia di riqualificazione urbana.
Tale questione riguarda la complessità di una valutazione in relazione alla sempre maggiore
complessità dei progetti e dei temi messi in gioco (gli interventi sono caratterizzati
dall’introduzione di mix funzionali e di interventi di diversa natura, che vanno dalle opere di
urbanizzazione alle grandi trasformazioni, da interventi su contesti già urbanizzati spesso in
condizioni ambientali critiche, ad interventi su aree sensibili, ecc.).
La realizzabilità degli interventi investe temi legati ai caratteri delle volumetrie insediate,
delle densità, delle funzioni, dei pesi insediativi, ecc., al sistema ambientale e della mobilità.
In presenza di risorse limitate rispetto alla rilevante dimensione quantitativa
del fabbisogno finanziario, il sostegno finanziario dei privati risulta
fondamentale.
La valutazione della legittimità etica considera se le decisioni legate agli interventi di
riqualificazione urbana migliorano la distribuzione dei vantaggi e degli svantaggi verso
l’equità distributiva e la desiderabilità sociale.
Gli strumenti complessi di intervento distribuiscono vantaggi in termini di dotazione e
prestazioni di servizi pubblici ad aree e ad alcune categorie sociali.
La giustificazione delle politiche, la costruzione del consenso e l’individuazione dei costi e dei
benefici sociali della riqualificazione urbana avvengono tuttavia attraverso l’individuazione di
aree urbane in condizioni di degrado fisico e sociale e non di individui.
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Valutare la fattibilità giuridica, tecnica e la sostenibilità finanziaria dei progetti significa
considerare ciò che si può fare, mentre valutarne la legittimità significa verificare se
le soluzioni proposte corrispondono ai bisogni sociali dei cittadini interessati in
qualità di destinatari dell’intervento pubblico.
Sinteticamente la fattibilità del programma potrà essere valutata secondo i
seguenti indicatori:
- Maggiori garanzie riguardo all’effettiva partecipazione degli enti pubblici e dei soggetti
privati coinvolti nell’elaborazione del programma;
- Effettiva disponibilità delle risorse finanziarie già disponibili da parte degli enti pubblici e
dei soggetti privati coinvolti;
- Piena disponibilità di aree ed edifici oggetto di intervento, da parte degli operatori pubblici
e privati in modo da ridurre i tempi di realizzazione degli interventi previsti;
- Minore complessità degli adempimenti urbanistici da porre in essere (conformità/variante
allo strumento urbanistico generale, conformità/variante allo strumento urbanistico
attuativo);
- Minore complessità degli adempimenti amministrativi;
- Puntuale definizione del cronogramma di attuazione di tutte le fasi del processo
realizzativo;
- Disponibilità di livelli di progettazione degli interventi più avanzati;
- Avanzamento delle procedure autorizzative (pareri, autorizzazioni e nulla-osta, gare
d’appalto ecc.);
- Maggiore coerenza tra programma e peculiarità ambientali, storiche ed insediative
dell’ambito di intervento;
- Maggiore coerenza ed integrazione tra gli interventi previsti;
- Maggiore sinergia con altri programmi sociali in atto;
- Maggiore coerenza tra processo partecipativo ed interventi previsti.
Per quanto attiene agli enti pubblici coinvolti nell’attuazione del programma, le garanzie
riguardo alla loro effettiva partecipazione, saranno assicurate mediante appositi protocolli
d’intesa che definiranno le relative competenze, la quantificazione e la natura delle
risorse finanziarie a disposizione, ed il programma dei tempi di attuazione.
Per quanto riguarda la disponibilità delle risorse messe a disposizione del programma da
parte del Comune di Putignano, i fondi a disposizione potranno essere relativi ad interventi
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inseriti nel Programma Triennale delle Opere Pubbliche dei quali è certa la copertura
finanziaria e ad oneri concessori derivanti dalla realizzazione degli interventi edilizi
eventualmente previsti dal programma.
Per quanto attiene ai soggetti privati selezionati a seguito di avviso pubblico
concorrenziale, ad essi si richiederà di presentare regolari polizze fideiussiorie a favore del
Comune di Putignano, accettando che la polizza fideiussioria venga escussa ed incamerata dal
comune senza necessità di instaurare procedimenti in contraddittorio, nel caso in cui gli
stessi non intervengano alla firma delle convenzioni successive.
Nei protocolli d’intesa si prevederà che siano sostituiti da convenzioni bilaterali
sottoscritte tra le parti, alle quali saranno allegate polizze fidejussorie a favore del
Comune di Putignano a garanzia totale del contributo aggiuntivo pari all’apporto delle
risorse private.
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F. I SOGGETTI PUBBLICI CHE SI RITIENE UTILE COINVOLGERE NELLA ELABORAZIONE, ATTUAZIONE E GESTIONE DEI PROGRAMMI E LE MODALITA’ DI SELEZIONE DEI SOGGETTI PRIVATI
F.1 Soggetti pubblici
Per quanto attiene agli enti pubblici che parteciperanno ai programmi, essi saranno coinvolti
sin dalla fase iniziale di predisposizione, in modo da concordare e verificare direttamente con
loro le scelte da fare e le soluzioni da adottare per rendere più snelle le procedure
attuative dei programmi stessi e per garantire la più ampia condivisione.
Nell’elaborazione, attuazione e gestione dei Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana
che saranno promossi dall’Amministrazione comunale di Putignano si ritiene utile
coinvolgere da subito, direttamente ed indirettamente a vario titolo, i seguenti enti pubblici,
cui potranno aggiungersene altri nel corso dell’elaborazione ed ogni altro soggetto pubblico
portatore di interessi legittimi:
- Regione Puglia
- Provincia di Bari
- Comune di Putignano
- Assessorato regionale Assetto del Territorio (Settore Urbanistica; Settore Assetto del Territorio; Settore Edilizia Residenziale Pubblica)
- Assessorato regionale Ecologia (Settore Ecologia; Settore Rifiuti; Settore Attività Estrattive)
- Assessorato regionale Opere Pubbliche (Settore Risorse Naturali; Settore Tutela delle Acque)
- Assessorato regionale Politiche della Salute (Settore Assistenza Territoriale e prevenzione)
- Ministeri competenti
- Agenzia del Demanio dello Stato
- Istituto Autonomo Case Popolari della Provincia di Bari
- Acquedotto Pugliese
- ANCI Puglia
- Protezione civile
- Soprintendenza ai beni Archeologici della Puglia
- Soprintendenza per i beni Architettonici e per il Paesaggio
- Soprintendenza per il patrimonio storico artistico ed antropologico Provincia di Bari
- Soprintendenza per i beni Architettonici, per il paesaggio e per il patrimonio storico, artistico ed etnoantropologico per la Provincia di Bari
- AATO Puglia
- ARPA Puglia
- ARPA Bari
- Camera di Commercio di Bari
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- Enti e concessionari delle reti urbane
F.2 Soggetti privati
I soggetti privati da coinvolgere, direttamente ed indirettamente a vario titolo, anche durante
le riunioni, gli incontri partecipativi, nell’attuazione dei programmi integrati saranno i
seguenti:
- Residenti
- Parrocchie ed associazioni
- Comitati degli inquilini e dei cittadini
- Cooperative sociali
- Centri di formazione professionale
- Associazioni sportive
- Associazioni culturali
- Cooperative di servizi e gestione ambientale
- Associazioni di volontariato, promozione sociale e della cooperazione
- Organizzazioni sindacali
- Associazioni esercenti commerciali e delle attività della ricettività turistica
- Organizzazioni imprenditoriali nel campo dell’edilizia, servizi, commercio, etc.
- Imprenditori promotori o potenziali promotori di project financing
- Associazioni Ambientaliste
- ONG
- Enti di Ricerca e Formazione
- Associazioni di categoria
- Ordini professionali
F.3 Attuazione e gestione del programma
Dal momento dell’approvazione del presente documento in Consiglio Comunale, seguiranno
una serie di azioni che, a titolo esemplificativo, possono essere così riassunte:
1. Avvio dei processi di informazione/comunicazione, consultazione e collaborazione attiva
dei soggetti interessati all’elaborazione e attuazione dei programmi integrati di
rigenerazione urbana attraverso:
- presentazione del documento agli Enti Pubblici ed ai Soggetti Pubblici interessati;
- presentazione del documento alla Città e agli investitori interni ed esterni
potenzialmente interessati ai programmi di rigenerazione urbana in un quadro di
azioni sinergiche con l’Amministrazione;
- discussione nei quartieri di Putignano con la candidatura di uno o più di essi alle
diverse iniziative strategiche di rigenerazione urbana;
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2. Redazione dei programmi di rigenerazione urbana sulla base delle linee guida delineate
dal presente Documento e di eventuali idee-guida alternative e messa a punto nei
documenti di dettaglio per le iniziative strategiche;
3. Definizione delle procedure di gara per l’espletamento delle successive fasi di
progettazione e per la realizzazione degli interventi previsti;
4. Reperimento dei fondi pubblici necessari per la realizzazione dei programmi in gran parte
a valere sui fondi regionali P.O. FERS 2007-2013 (Asse VII Competitività e attrattività
delle città e dei sistemi urbani);
5. Predisposizione e pubblicazione dei bandi di gara improntati su criteri di trasparenza e
competitività per la realizzazione degli interventi previsti;
6. Realizzazione degli interventi e servizi previsti nei programmi.
F.4 Modalità di selezione dei soggetti privati
Per quanto attiene ai soggetti privati, la selezione degli stessi sarà legata alla coerenza degli
interventi proposti con i programmi generali e con le garanzie economiche e finanziarie
offerte.
Al fine di garantire la massima trasparenza e concorrenzialità, i soggetti privati attuatori degli
interventi saranno individuati attraverso Avvisi Pubblici diffusi su quotidiani ed inseriti
anche sul sito internet del Comune per darne la più ampia diffusione, e saranno relativi a:
Manifestazioni di interesse per interventi relativi ad opere e progetti infrastrutturali,
strutture per servizi, interventi residenziali e non residenziali, servizi a favore della
collettività e di enti pubblici, attività volte alla riqualificazione edilizia e/o urbanistica,
del tessuto socio-culturale ed economico ed all’incentivazione della occupazione ad
opera di soggetti pubblici e privati;
Avviso pubblico concorrenziale per l’individuazione dei soggetti interessati alla
realizzazione di edilizia residenziale sociale e servizi annessi ed al cofinanziamento delle
opere di urbanizzazione, delle espropriazioni ed opere pubbliche previste nei
Programmi Integrati di Rigenerazione Urbana.
In modo particolare, sarà necessario sviluppare procedure apposite per il coinvolgimento di
soggetti privati attuatori degli interventi di rigenerazione per l’ambito dell’ex Autodromo, in
aderenza a quanto previsto dalle prescrizioni normative in tema di Fondi Immobiliari e
Società di Gestione e Risparmio.
ALLEGATO CARTOGRAFICO