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Progettista: Ing. Guido GAIA
Piazza Carlo Alberto 23 – 12042 Bra (CN)
Tel. 0172.413780 E-mail: [email protected]
Committente: Ing. Sebastiano FIANDINO
Ing. Silvano Fulchero
Corso Re Umberto 138 – 12039 Verzuolo (CN)
Tel. 0175.87996 e-mail: [email protected]
DOCUMENTO TECNICO PRELIMINARE
DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITÀ A VAS
PIANO ESECUTIVO CONVENZIONATO AREA DI 2104
STRADA TETTI ARLORIO – BRA (CN)
Dicembre 2016
Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS
P.E.C. area DI 2104
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SOMMARIO Aspetti normativi ........................................................................................................................................................ 3
Inquadramento del P.E.C. ........................................................................................................................................... 6
Dati di inquadramento generale ................................................................................................................................... 6
Caratteristiche del P.R.G.C. cui il P.E.C. dà attuazione ................................................................................................. 6
Descrizione sintetica del P.E.C. .................................................................................................................................... 12
Documentazione fotografica dell’area ........................................................................................................................ 15
Analisi del contesto ambientale e paesaggistico di riferimento .................................................................................18
Inquadramento storico e territoriale del comune ...................................................................................................... 18
Inquadramento dell’area DI 2104 oggetto di P.E.C. .................................................................................................... 22
Check list delle componenti di sensibilità ambientale e paesaggistica pertinenti l’ambito oggetto di PEC e il suo
intorno significativo ..................................................................................................................................................... 30
Analisi degli impatti e definizione delle misure di mitigazione e compensazione ......................................................40
Premessa ...................................................................................................................................................................... 40
Valutazione degli impatti sulla componente “Aria” e definizione delle relative misure di mitigazione .................. 41
Valutazione degli impatti sulla componente “Acqua” e definizione delle relative misure di mitigazione ............... 45
Valutazione degli impatti sulla componente “Suolo” e definizione delle relative misure di mitigazione ................ 49
Valutazione degli impatti sulla componente “Rifiuti” e definizione delle relative misure di mitigazione ............... 50
Valutazione degli impatti sulla componente “Rumore” e definizione delle relative misure di mitigazione ............ 52
Valutazione degli impatti sulla componente “Energia” e definizione delle relative misure di mitigazione ............. 54
Valutazione degli impatti sulla componente “Salute Umana” e definizione delle relative misure di mitigazione .. 54
Matrice di sintesi della sostenibilità ambientale ........................................................................................................ 55
Allegato I al D.Lgs. 4/2008: criteri per la verifica di assoggettabilità ..........................................................................56
Caratteristiche del P.E.C. .............................................................................................................................................. 56
Caratteristiche degli effetti e delle aree interessate dal P.E.C. .................................................................................. 57
Conclusioni ................................................................................................................................................................58
Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS
P.E.C. area DI 2104
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ASPETTI NORMATIVI
Il presente Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS dell’area “DI 2104”
del PRGC di Bra (CN) oggetto di PEC si inserisce nel quadro legislativo e regolamentare vigente in
materia ambientale a livello comunitario, nazionale e regionale sintetizzato nella tabella che
segue:
LIVELLO EUROPEO DIRETTIVA EUROPEA 2001/42/CE (valutazione degli effetti di determinati piani e programmi
sull'ambiente)
Si prefigge l'obiettivo di garantire un elevato livello di protezione dell'ambiente e di contribuire
all'integrazione di considerazioni ambientali all'atto dell'elaborazione e dell'adozione di piani e
programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, assicurando che venga effettuata la
valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi
sull'ambiente.
Ai fini della direttiva s’intende:
− per valutazione ambientale l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento
di consultazioni, la valutazione del Rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter
decisionale e la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione;
− per Rapporto ambientale la parte della documentazione del piano o del programma in cui siano
individuati, descritti e valutati gli effetti significativi che l'attuazione del piano o del programma
potrebbe avere sull'ambiente, nonché le ragionevoli alternative alla luce degli obiettivi e
dell'ambito territoriale del piano o del programma. L'allegato I alla direttiva riporta le informazioni
da fornire a tale scopo.
LIVELLO NAZIONALE D.Lgs. 152/2006 “Norme in materia ambientale” Testo unico dell’ambiente Recepisce la Direttiva 2001/42/CE introducendo nella normativa italiana le procedure per la VAS.
D.Lgs. 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 152/2006, recante norme in materia ambientale” Modifica la parte seconda del D.Lgs. 152/2006 descrivendo i principi generali per la procedura di
VAS (Titolo Primo), nonché le modalità di svolgimento articolate nelle differenti fasi (Titolo
Secondo).
D.Lgs. 128/2010 “Modifiche ed integrazioni al D.Lgs. 152/2006, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della legge 18 giugno 2009, n. 69” Apporta correzioni ed integrazioni alle parti Prima (“Disposizioni comuni e principi generali”),
Seconda (“Procedure per la valutazione ambientale strategica - VAS, per la valutazione d'impatto
ambientale - VIA e per l'autorizzazione ambientale integrata – IPPC”) e Quinta (“Norme in materia
di tutela dell'aria e di riduzione delle emissioni in atmosfera”) del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.,
fornendo ulteriori specificazioni in merito alla procedura di VAS.
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P.E.C. area DI 2104
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LIVELLO REGIONALE L.R. 40/1998 “Disposizioni concernenti la compatibilità ambientale e le procedure di valutazione” All’articolo 20, comma 2, richiede un’analisi di compatibilità ambientale a supporto delle scelte di
Piano, secondo i contenuti specificati all’Allegato F:
contenuto del piano o del programma e suoi obiettivi principali nei confronti delle possibili
modifiche dell’ambiente;
caratteristiche ambientali di tutte le aree che possono essere interessate dal piano o dal
programma;
qualsiasi problema ambientale rilevante ai fini del piano o del programma con specifica attenzione
alle aree sensibili e alle aree urbane;
obiettivi di tutela ambientale - stabiliti nell’ambito degli accordi internazionali, delle normative
comunitarie, delle leggi e degli atti di indirizzo nazionali e regionali – perseguiti nel piano o nel
programma e modalità operative adottate per il loro conseguimento;
prevedibili impatti ambientali significativi e valutazione critica complessiva delle ricadute positive
e negative sull’ambiente, derivanti dall’attuazione del piano o del programma;
alternative considerate in fase di elaborazione del piano o del programma;
misure previste per impedire, ridurre e ove possibile compensare gli impatti ambientali significativi
derivanti dall’attuazione del piano o del programma.
CIRCOLARE DEL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE 13.01.2003 N. 1/PET Scaturita dalla necessità di tradurre in termini operativi le indicazioni dell’art. 20 e del correlato
Allegato F della L.R. 40/1998, definisce in dettaglio i contenuti della relazione di compatibilità
ambientale, con particolare riferimento agli strumenti urbanistici comunali.
D.G.R. N. 12-8931 DEL 09/06/2008 “Primi indirizzi operativi per l'applicazione delle procedure in materia di Valutazione ambientale strategica di piani e programmi” In attesa dell'adeguamento dell'ordinamento regionale alla norma nazionale, costituisce atto di
indirizzo e di coordinamento in materia di VAS. Definisce i passaggi procedurali da seguire per il
processo di valutazione ambientale strategica in due allegati:
“Primi indirizzi operativi per l’applicazione delle procedure in materia di valutazione ambientale
strategica”;
“Indirizzi specifici per la pianificazione urbanistica”.
L.R. 3/2013 “Modifiche alla legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela ed uso del suolo) e ad altre disposizioni regionali in materia di urbanistica ed edilizia” Modifica le procedure di formazione e approvazione dei piani regolatori generali e relative
varianti.
L’approvazione degli strumenti urbanistici comunali avviene secondo la procedura di
copianificazione tra Regione, Provincia e Comune, coordinando aspetti urbanistici e ambientali.
L.R. 17/2013 “Disposizioni collegate alla manovra finanziaria per l’anno 2013”, Capo II, artt. 2-8 Introduce ulteriori modifiche al nuovo testo della L.R. 56/1977 a seguito del ricorso del Presidente
del Consiglio dei Ministri avanti la Corte Costituzionale e per migliorare la fase attuativa della L.R.
3/2013. In particolare, l’art. 3bis della L.R. 3 del 25.03.2013, così come modificata dalla L.R. 17 del
12.08.2013, prevede, al comma 2, che “gli strumenti di pianificazione contengano specifici
Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS
P.E.C. area DI 2104
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obiettivi di qualità ambientale, riferiti alle rispettive scale di influenza; al fine di promuovere uno
sviluppo sostenibile e durevole tali strumenti sono formati ed approvati tenendo conto del
processo di VAS”. Il successivo comma 3 prescrive che la VAS venga svolta “in modo integrato con
le procedure previste dalla presente legge, sulla base di idonea documentazione tecnica
predisposta dal soggetto proponente il piano e tenendo conto delle risultanze emerse dalla
consultazione dei soggetti competenti in materia ambientale e dai contributi del
processo partecipativo, […]”.
La procedura di VAS per i PEC è normata dall’art. 43 della L.R. 56/1977 e s.m.i., che richiama, al
comma 2, l’art. 40, commi 7 e 8, relativi alla formazione del piano particolareggiato: “[…] 7. Sono
sottoposti alla verifica di assoggettabilità alla VAS esclusivamente i piani particolareggiati attuativi
di PRG che non sono già stati sottoposti a VAS o ad analisi di compatibilità ambientale ai sensi
della legge regionale 14 dicembre 1998, n. 40 (Disposizioni concernenti la compatibilità
ambientale e le procedure di valutazione). Non sono sottoposti a VAS o a verifica i piani
particolareggiati che non comportano variante quando lo strumento sovraordinato, in sede di VAS
o di analisi di compatibilità ambientale ai sensi della L.R. 40/1998, ha definito l’assetto localizzativo
delle nuove previsioni e delle dotazioni territoriali, gli indici di edificabilità, gli usi ammessi e i
contenuti plano volumetrici, tipologici e costruttivi degli interventi, dettando i limiti e le condizioni
di sostenibilità ambientale delle trasformazioni previste.
Per il piano particolareggiato la VAS, ove prevista, è svolta dal comune o dall’ente competente alla
gestione urbanistica, purché dotato della struttura di cui all’articolo 3 bis, comma 7, in modo
integrato con la procedura di approvazione, secondo le specifiche disposizioni disciplinate con
apposito provvedimento dalla Giunta regionale”.
Il presente PEC rientra tra gli strumenti urbanistici esecutivi per i quali deve essere attuata una
fase di verifica volta ad appurare la necessità di assoggettamento a VAS.
+
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INQUADRAMENTO DEL P.E.C.
DATI DI INQUADRAMENTO GENERALE
La presente relazione per la verifica di assoggettabilità alla VAS costituisce allegato agli elaborati
del PEC “Zona P1.10” del PRGC di Comune di Castelletto Stura, presentati al Comune stesso per
l’accettazione.
I soggetti coinvolti a vario titolo nel procedimento di VAS della Variante in oggetto sono:
autorità proponente: Ing. Sebastiano FIANDINO
autorità competente all’approvazione del PEC: Comune di Bra
autorità preposta alla VAS: Organo Tecnico Comunale
soggetti competenti in materia ambientale da consultare: Regione Piemonte – Settore Valutazione
di Piani e Programmi, Provincia di
Cuneo, ARPA Piemonte – Dipartimento
provinciale di Cuneo ed ASL
CARATTERISTICHE DEL P.R.G.C. CUI IL P.E.C. DÀ ATTUAZIONE
D.G.R. 24 marzo 2014 n. 27-7294 ha approvato ai sensi degli artt. 15 e 17 della L.R. 5 dicembre
1977 n. 56 la Variante di Revisione Generale del Piano Regolatore Generale Comunale vigente.
Con D.C.C. 27 ottobre 2016 n. 53 è stata approvata la Variante parziale n. 1 al PRGC vigente, ai
sensi dell'art. 17 c. 5 della L.R. 5 dicembre 1977 n. 56 e s.m.e.i.: “Controdeduzione alle
osservazioni pervenute e approvazione progetto definitivo" (Pubblicata sul BUR della Regione
Piemonte n. 46 del 17 novembre 2016) .
Lo Strumento Urbanistico Esecutivo in oggetto dà attuazione alle previsioni del P.R.G.C. vigente. In
accordo con le previsioni indicate nella Scheda d’Area DI 2104, il progetto si inserisce nell’ottica di
completamento dell’area produttiva esistente tra Strada Arlorio, la ferrovia e la Tangenziale.
Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS
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FIGURA 1: TAV. P2.4.7 DEL P.R.G.C.
FIGURA 2: ESTRATTO DI P.R.G.C. – AREA DI 2104
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Si riportano di seguito le prescrizioni indicate nella Scheda d’Area DI 2104:
DATI DIMENSIONALI
Previsti dal P.R.G.C. In progetto:
Superficie Territoriale 15.033 mq 14.774 mq
Indice di Utilizzazione territoriale (Ut) 0.45 mq/mq 0.45 mq/mq
Superficie Utile Lorda complessiva in
progetto
6.765 mq 6.648 mq
Superficie fondiaria in progetto 10.761 mq 10.052 mq
Superficie complessiva a servizi
disegnati
4.272 mq 4.272 mq
Superficie minima a servizi dovuti 3.007 mq 3.007 mq
Superficie complessiva a servizi in
progetto
4.272 mq 4.272 mq
Viabilità in progetto 0 mq 450 mq
MODALITA’ DI INTERVENTO
Strumento Urbanistico
Esecutivo (S.U.E.)
Piano Esecutivo Convenzionato (P.E.C.)
TIPO DI INTERVENTO
Nuovo Impianto (N.I.) Nuovo Impianto (N.I.)
FINALITA’ DELL’INTERVENTO
Completamento dell’area produttiva esistente tra Strada Tetti Arlorio, la ferrovia Bra -
Cavallermaggiore e la Tangenziale Ovest di Bra.
ZONA URBANISTICA
DI Area destinata ad attività produttive di nuovo impianto
DESTINAZIONI D’USO
Attività principali:
p1 Impianti industriali - immagazzinaggio solo se sussidiario all’attività produttiva;
- commercializzazione all’ingrosso dei beni prodotti;
- amministrazione aziendale ed attività funzionalmente connesse
all’attività industriale (uffici, laboratori,
- attività di progettazione e di supporto alla ricerca ed all’innovazione
tecnologica, formazione
- professionale, ecc.);
- abitazione del proprietario e/o del personale di custodia;
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- locali di ristoro, spazi per il riposo, attività ricettive, lettura, ecc. per
gli addetti alla produzione e
- funzionali al singolo impianto.
p2 Impianti artigianali di produzione - produzione di beni;
- immagazzinaggio solo se sussidiario all’attività produttiva;
- commercializzazione dei beni prodotti;
- amministrazione aziendale e destinazioni connesse all’attività
artigianale (uffici, laboratori, locali
- espositivi, ecc.);
- abitazione del proprietario e/o del personale di custodia;
- locali di ristoro e ricreativi per gli addetti alla produzione e funzionali
al singolo impianto.
p3 Attività di deposito e di rottamazione - attività relative allo smontaggio, selezione, accatastamento e
compattamento dei materiali;
- commercializzazione dei materiali di recupero;
- amministrazione aziendale;
- abitazione del proprietario e/o del personale di custodia;
- locali di ristoro e ricreativi per gli addetti all’attività e funzionali al
singolo impianto.
p4 Attività di servizio alla produzione ed al mercato - attività concernenti la movimentazione e/o stoccaggio delle merci;
- immagazzinaggio di materie prime, semilavorati e prodotti finiti;
- attività di ricerca, studio e produzione di nuove tecnologie destinate
al supporto dei processi produttivi
- e del mercato;
- amministrazione aziendale;
- abitazione del proprietario e/o del personale di custodia;
- locali di ristoro e ricreativi per gli addetti all’attività e funzionali al
singolo impianto.
p5 Artigianato di servizio alla residenza - attività rivolte al servizio della persona, dell’impresa, dei mezzi di
trasporto, ecc. (botteghe artigiane,
- laboratori ed officine di riparazione, lavaggio auto, centri estetici,
corrieri, traslochi, autotrasporti
- ecc.) ;
- commercializzazione al dettaglio dei beni prodotti;
- spazi per esposizione ed immagazzinamento delle merci e ricovero
degli automezzi.
Attività compatibili:
c1 Commercio all’ingrosso strutture di vendita con accessibilità prevalentemente veicolare per
mercati e insediamenti per la distribuzione all’ingrosso.
d2 Destinazioni direzionali di livello funzionale inferiore sedi decentrate di enti, sportelli bancari ed assicurativi, studi
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professionali, agenzie immobiliari, agenzie commerciali, agenzie
turistiche, servizi informatici, servizi sindacali, uffici in genere, strutture
terziarie in genere fino a 300 mq di Sul, ecc.
tr2 Attività turistico - ricettive di livello locale alberghi, pensioni, locande, ristoranti, mense, ecc.
tr3 Attività di new economy strutture per il ristoro, attività di servizio per gli addetti alla produzione
insediati nelle zone produttive, società di servizi pubblici e privati
(uffici, studi professionali, laboratori, sportelli bancari, etc.), attività
sociali, di spettacolo per il tempo libero e per la pratica sportiva,
esercizi di attività commerciali compatibili con l’artigianato.
tr4 Attività culturali e di ricerca, promozionali e simili
tr6 Attività sportive o ricreative
tr7 Attività di servizio erogate attraverso impianti tecnologici specifici
PARAMETRI EDILIZI
Numero di piani fuori terra 2 2
Altezza massima 8.50 m 8.50 m
Distanza minima tra fabbricati Pari all’altezza
dell’edificio più alto o in
adiacenza
>= 12 m
Rapporto di copertura 60 % 28 %
Indice di permeabilità 10 % 10 %
PRESCRIZIONI PARTICOLARI
Riferimenti acustici e ambientali Art. 65 NTA
Verde Piantagione di alberi
su fronte Strada Tetti
Arlorio
(D.L. 285/1992 e s.m.i.)
Filare di alberi su fronte Strada Tetti
Arlorio
Si riportano di seguito le prescrizioni indicate nelle N.T.A. per le aree DI (Aree destinate ad attività produttive di nuovo impianto):
Le aree così classificate riguardano parti del territorio destinate ad insediamenti produttivi per i
quali il P.R.G.C. prevede anche la possibilità di insediarvi attività commerciali e terziarie a supporto
delle stesse.
Rientrano nelle Aree DI le parti del territorio da destinare all’estensione delle attività produttive,
dove la realizzazione degli interventi di nuova costruzione è subordinata alla formazione di
Strumenti Urbanistici Esecutivi per la contemporanea realizzazione delle opere di urbanizzazione
necessarie ad infrastrutturale l’ambito territoriali in trasformazione.
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P.E.C. area DI 2104
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Per le zone DI valgono le seguenti prescrizioni: a) Si applicano le disposizioni previste al comma 2, lettere a, b, c, d, f del precedente art. 39;
b) In queste aree sono ammesse attività di rottamazione, nonché la commercializzazione di
parti di recupero di autoveicoli è ammessa limitatamente alle attività preesistenti alla data
di adozione del progetto preliminare, nel limite e nel rispetto delle normative di settore;
c) nelle aree eventualmente confinanti o prospettanti lotti a prevalente destinazione
residenziale dovrà essere individuata una fascia di rispetto, ai sensi dell’art. 27, comma 7
della L.R. 56/77, corrispondente ad un arretramento, dai confini delle aree a destinazione
prevalentemente residenziale, minimo di 10 metri o di ampiezza necessaria alla
realizzazione di una cortina verde secondo le specifiche contenute nel documento
Rapporto Ambientale;
d) L’insediabilità delle attività compatibili è strettamente condizionata dalle disposizioni
conseguenti al “Limite delle aree di danno” di cui al successivo art. 63.
L’attuazione delle aree DI è sempre subordinata alla formazione di un SUE di iniziativa privata. Lo
strumento o gli strumenti urbanistici esecutivi devono interessare la totalità delle aree
urbanistiche che il P.R.G.C. perimetra con apposita simbologia nella cartografia di progetto (Tavv.
P2.4). All'interno di dette aree possono essere già indicate nel P.R.G.C. aree specifiche, destinate a
servizi pubblici ed a nuove sedi viarie: lo strumento urbanistico esecutivo può apportarne leggere
modifiche alla localizzazione, nel rispetto degli indirizzi delle presenti N.T.A. e della citata
cartografia di progetto, rispettandone la dimensione. In particolare:
- per le aree urbanistiche di tipo DI il P.R.G.C. fornisce una "Scheda di Area" contenente gli
indici, i parametri, le quantità minime di standard da reperire e le prescrizioni specifiche, per
l'attuazione degli interventi previsti. La cogenza delle varie prescrizioni in essa contenute è
precisata in premessa del documento P3.2.;
- in fase transitoria, ovvero in assenza di SUE, sono consentite le seguenti opere: recinzione a
giorno dei fondi, opere di manutenzione ordinaria e straordinaria senza mutamento di
destinazione d’uso sui manufatti eventualmente presenti, mantenimento delle attività
agricole in atto.
Ogni intervento edilizio oltre che attenersi al rispetto delle specifiche norme di zona o sottozona
deve verificare la compatibilità alle indicazioni geologico - tecniche contenute all'art. 62 delle
N.T.A., corrispondenti alla documentazione geologica, parte integrante del presente Piano, che
possono limitare gli interventi ammissibili dalla norma di riferimento.
PRESCRIZIONI PARTICOLARI per le Aree DI: - Le aree permeabili dovranno essere alberate, rispettando le disposizioni prescritte nel
documento “Rapporto Ambientale”.
- Gli impianti tecnologici derogano all’altezza massima fatto salvo il parere del Comune
valutando le motivazioni della richiesta.
- Per il reperimento degli standard urbanistici:
� nel rispetto di quanto richiesto all’art. 6, c. 5 delle N.T.A.
� nel caso di attività artigianali o riconducibili ad esse: 20% di St.
� le dotazioni richieste dalle attività compatibili sono calcolate autonomamente.
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DESCRIZIONE SINTETICA DEL P.E.C.
L’area è localizzata in territorio pianeggiante lungo la Strada Tetti Arlorio, delimitata a nord dalla
linea ferroviaria Bra - Cavallermaggiore e ad ovest dalla Tangenziale Ovest di Bra.
L’ambito di intervento è identificato al Catasto Terreni di Bra al Foglio 47 – Part. 530, 531, 532,
533, 534, 535, 536, 537 e copre un’area unica romboidale pari a 14.774 mq.
FIGURA 3: ESTRATTO DI MAPPA
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P.E.C. area DI 2104
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Allo stato attuale il lotto di intervento è libero da costruzioni, non recintato e utilizzato per la
coltura di cereali. Il lotto confinante ad Est è costruito e recintato, occupato da capannoni
prefabbricati a destinazione produttivo – artigianale alti non più di 9 metri (attualmente l’attività lì
insediatasi è la RO.MET – recupero e lavorazione materiali metallici).
Il progetto prevede la costituzione di due lotti similari ospitanti ognuno un grande capannone in
cemento armato prefabbricato di altezza pari a 8.5 m, dotati di un parcheggio privato interno e un
parcheggio pubblico con 50 posti auto nella fascia ovest a ridosso della scarpata della Tangenziale
Ovest di Bra, con Superficie Utile Lorda complessiva in progetto pari a 6.648 mq.
Lungo Strada Tetti Arlorio verrà piantumata una fila di alberi a medio fusto nell’area di rispetto
risultante tra il marciapiede e le recinzioni private. Un’altra zona alberata è indicata a Nord-Ovest
tra il parcheggio pubblico e la ferrovia Bra - Cavallermaggiore, nei pressi del sottopasso ferroviario
sotto la Tangenziale.
Le destinazioni previste sono di carattere produttivo industriali e artigianali, oltre a quelle
compatibili indicate nelle N.T.A. per le zone DI (attività produttive di nuovo impianto) ed elencate
in Relazione Illustrativa – Allegato A.
FIGURA 4: FOTOINSERIMENTO DEL PROGETTO
Documento Tecnico Preliminare di Verifica di Assoggettabilità a VAS
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FIGURA 5: PLANIMETRIA IN PROGETTO
FIGURA 6: PROSPETTI E SEZIONI
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DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA DELL ’AREA
FOTO 1: V ISTA SATELLITARE DEL COMUNE DI BRA
FOTO 2: V ISTA SATELLITARE DEL LOTTO OGGETTO DI P.E.C.
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FOTO 3: V ISTA DA STRADA TETTI ARLORIO (EST)
FOTO 4: V ISTA DA STRADA TETTI ARLORIO (OVEST)
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FOTO 5: V ISTA DALLA TANGENZIALE OVEST DI BRA
FOTO 6: V ISTA DALLA TANGENZIALE OVEST DI BRA
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ANALISI DEL CONTESTO AMBIENTALE E PAESAGGISTICO DI
RIFERIMENTO
INQUADRAMENTO STORICO E TERRITORIALE DEL COMUNE
Le origini degli insediamenti umani nella zona di Bra risalgono all'età neolitica.
Nel periodo romano venne fondata, alla fine del II secolo a.C., lungo la valle del Tanaro la città
di Pollentia (l'attuale Pollenzo), importante centro di traffico commerciale e militare tra i porti
liguri e la pianura piemontese. La sua rilevanza nel mondo imperiale la si deve soprattutto alla sua
collocazione strategica lungo due importanti vie di comunicazione, l'Aemilia Scauri e la Via Fulvia.
Essa venne citata da Plinio tra i nobilia oppida della Liguria antica come città famosa per la
produzione di lane e vasi da mensa in ceramica fine. A testimonianza dell'antica Pollentia oggi
rimane chiaramente percettibile solo l'anfiteatro, le cui strutture sono state sfruttate per le
fondazioni delle case del moderno borgo di Pollenzo.
L'origine della villa di Bra si deve probabilmente ad un gruppo di monaci dell'Abbazia di San
Colombano di Bobbio che, costituitisi in priorato attorno alla Chiesa di S. Antonino, diedero
origine, nel 1082 ad un borgo che si andò formando e ampliando nella località della Veneria,
estendendosi sulle terre assegnate ad essi da Adelaide di Susa, la maggior parte delle quali era
rappresentata dalla "braida", un vasto podere con annessa una notevole estensione di terra
adibita a pascolo, a valle della collina (nella lingua longobarda Brayda significa "casa rurale con
podere"). Poco dopo il Mille, si insignorò della Regione una ricca famiglia di estrazione militare che
assunse il nome di De Brayda.
A poco a poco, a valle del castello eretto nella parte più elevata della collina, si andò sviluppando
un nuovo agglomerato urbano anche grazie alla migrazione degli abitanti di Pollenzo
(geograficamente meno difendibile dalle possibili scorrerie degli eserciti) verso le lande collinare.
Protetta nei tempi più antichi da semplici fossati e palancate, la nuova villa andò sempre più
rafforzandosi con potenti opere difensive.
Bra divenne libero Comune nella seconda metà del XII secolo e nel 1224 Bra venne ceduta al Comune di Asti, uno dei Comuni più floridi e potenti del nord Italia e da sempre in lotta con Alba.
Proprio per contrastare il potere che il Comune astigiano stava assumendo nell'area, Alba decise di
fondare una città per raccogliere gli esuli braidesi che mal tolleravano l'alternanza dei poteri tra i
De Brayda e gli astigiani: nel 1243 nacque in questo modo la Città di Cherasco.
Nel XIII secolo Carlo d'Angiò, fratello del Re di Francia Luigi IX, divenne Conte di Provenza
sposando l'erede di tali terre e cercò immediatamente di espandersi al di qua delle Alpi
imponendo a Bra, così come a Cuneo, Alba, Cherasco, Mondovì', Acqui e Alessandria di
riconoscere la signoria angioina.
Il dominio angioino terminò con la sconfitta di Roccavione del 1275 e, nel successivo passaggio agli
Acaja (ramo cadetto dei Savoia), Bra divenne nel 1341 parte integrante della Contea d'Asti
controllata dai Visconti di Milano. E' in questo periodo che il vecchio castello, posto sulla cima del
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colle più alto, il Monte Guglielmo, venne restaurato e rafforzato; ad esso vengono poi affiancate
opere di copertura difensiva.
Se durante il primo medioevo il borgo si ridusse ad una modesta comunità rurale, nel 1385 anche
Pollenzo fu interessata da importanti lavori di ricostruzione del castello eretto in epoca anteriore.
Il castello assunse così l'attuale forma a pianta quadrangolare con fossato e torre.
L'avvento dei Porro nel feudo di Santa Vittoria condusse ancora a nuovi litigi per il dominio della
zona pollentina: alla loro caduta, Bra ne perse metà del territorio, eretto in contea a favore di un
ramo dei Romagnano di Santa Vittoria.
Nel 1515 Bra assistette impotente alla calata del Re di Francia Francesco I, ma i francesi
occuparono nuovamente Bra nel 1531. A seguito dell’intervento del principe Emanuele Filiberto
(figlio di Carlo II di Savoia) e del trattato di pace di Cateau-Cambrèsis, il territorio di Bra fu annesso
definitivamente al ducato di Savoia.
Bra assurse al rango di città nel 1760 su decreto di Carlo Emanuele III, che la incluse
nell'appannaggio personale del proprio figlio Maurizio, duca di Chiablese. Nel frattempo anche il
castello di Pollenzo entrò a far parte del patrimonio sabaudo, divenendo luogo di soggiorno della
famiglia reale. Il Settecento fu anche il secolo che vide la città di Bra espandersi e fiorire sotto il
profilo architettonico grazie alla presenza in città dell'eminente figura dell'architetto Bernardo Antonio Vittone che realizzò qui due capolavori dell'arte tardo-barocca: la tondeggiante facciata
del Palazzo Municipale e la Chiesa di Santa Chiara.
L'Ottocento diede a Bra uomini di notevole levatura: San Giuseppe Benedetto Cottolengo (nato a
Bra nel 1786) apostolo degli umili e dei derelitti che fondò la Casa della Divina Provvidenza,
Guglielmo Moffa di Lisio che con Santorre di Santarosa ebbe ad iniziare i moti carbonari del 1821,
il latinista Gandino, l'archeologo Edoardo Brizio, gli scienziati naturalisti Ettore e Federico Craveri
ed il leonardista Giovanni Piumati.
Nel Novecento Bra trasforma il proprio tessuto economico e produttivo: le botteghe artigianali di
cuoio e pellami, alimentate dalla ricca filiera dell'allevamento bovino tipico della pianura cuneese,
si trasformano in industrie conciarie. La loro presenza, la mano d'opera necessaria al proprio
funzionamento, il mercato alimentato dalle forniture di calzature militari per le forze di stanza in
città, finirono per connotare l'intero agglomerato e la sua popolazione, frutto di flussi migratori
consistenti soprattutto dalle zone più povere del meridione italiano. Nacque così il nuovo volto
industriale di Bra che, forte anche dell'espansione delle attività manifatturiere nella vicina Torino,
mutò decisamente le tranquille abitudini della cittadina di provincia.
Quando dagli estratti tannici, indispensabili nella concia, si estrasse la formaldeide, le aziende
braidesi riconvertirono le proprie produzioni facendo diventare Bra uno dei maggiori centri
mondiali nella lavorazione delle materie plastiche. Oggi la città commercia anche produzioni
orticole autoctone, vitivinicole, zootecniche e una ricca filiera agroalimentare delle zone di Langa,
Roero e pianura cuneese.
Attualmente il comune di Bra si estende su una superficie di 59.61 kmq in parte pianeggiante e in
parte collinare ed è il terzo comune più grande per numero di abitanti (29.744) nella Provincia di
Cuneo (lo precedono Cuneo e Alba).
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FIGURA 7: VISTA SATELLITARE DELLA PROVINCIA DI CUNEO
FIGURA 8: VISTA SATELLITARE DEL COMUNE DI BRA CON INDICAZIONI DELLE PRINCIPALE ARTERIE DI TRASPORTO
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FIGURA 9: TAV. IT1 INQUADRAMENTO TERRITORIALE PAESISTICO (ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C.)
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INQUADRAMENTO DELL ’AREA DI 2104 OGGETTO DI P.E.C.
L’area in cui ricade il progetto è totalmente pianeggiante, racchiusa tra l’asse ferroviario Bra -
Cavallermaggiore, la Tangenziale Ovest di Bra e Strada Tetti Arlorio, la quale funge da
collegamento della città con il paesaggio agrario dell’altopiano.
FIGURA 10: V ISTA SATELLITARE DEL LOTTO DI INTERVENTO
FIGURA 11: TAV. 2A - CARTA DELL 'ACCLIVITÀ - TETTI ARLORIO: 0°-5° (ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La presenza di un paleoalveo del Tanaro viene individuata da un asse di drenaggio principale
diretto SSE-NNO, disposto lungo la direttrice Tetti Arlorio – Cascina Bafunetto. La soggiacenza
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della falda libera, nella pianura del paleo-Tanaro, è in genere bassa, con valori medi compresi tra
1.5 e 5 m. La falda libera è caratterizzata da un gradiente piezometrico inferiore a 0.01%,
localizzate lungo l’asse drenante. In corrispondenza dei terrazzi il gradiente piezometrico è
dell’ordine del 1%. Le soggiacenze della falda libera presente nella Pianura del Tanaro oscillano tra
1.5 m e i 6 m circa. I gradienti piezometrici sono generalmente più elevati rispetto a quelli della
falda libera della pianura del paleo-Tanaro, e decrescono avvicinandosi al corso d’acqua.
Le aree sono da pianeggianti a sub pianeggianti, e si collocano nel settore di raccordo con il
terrazzo superiore di Fraz. Riva – Tetti Arlorio (direttrice Riva – Casa del Bosco). La quota
topografica è compresa tra 272/279 m s.l.m.. L’assetto morfologico deriva dall’azione di tipo
fluviale esercitata dal paleo-Tanaro il quale, nel Pleistocene, proseguiva ben oltre Bra in direzione
N-NO toccando Sommariva Bosco, Caramagna fino all’antica confluenza nel Po presso Carmagnola.
L’area è impostata su depositi ghiaioso-sabbiosi, con ciottoli arrotondati, in abbondante matrice
limoso-sabbiosa; dispongono di caratteri geotecnici buoni anche se, localmente, a causa della
presenza di lenti o livelli limoso/argillosi plastici, possono risultare mediocri.
Le aree prese in esame presentano problematiche connesse sia alla presenza di una falda
superficiale che alla tracimazione di tratti d’alveo.
Il lotto ricade in classe II-3p di rischio idrogeologico, in quanto settore a rischio di allagamenti
conseguenti:
- a tracimazione di tratti d’alveo artificiali arginati:
o zone soggette a possibili invasi temporanei e ristagni di acque esondate a bassa
energia; altezza d’acqua <40cm.
o Zone agricole sistemate planoaltimetricamente per l’irrigazione a scorrimento: si
tratta di aree pianeggianti facilmente allagabili, ma con minimi battenti d’acqua e
acque a bassa energia.
Livello di pericolosità: media/moderata – EmA
- Ad insufficienza della rete fognaria:
o Aree soggette ad allagamenti con battente dell’ordine di 10 cm sul piano strada a
seguito di eventi meteorici di notevole intensità e breve durata, con possibilità di
allagamento dei piani interrati qualora questi ultimi non risultino protetti dalle
acque eventualmente defluenti sul piano strada oppure direttamente collegati alla
fognatura in assenza di valvole di non ritorno.
Livello di pericolosità: media/moderata – EmA
Gli interventi edilizi ed urbanistici, eseguiti nel rispetto delle prescrizioni contenute nel D.M.
11/03/1988 e s.m.i. – Circ. P.G.R. n. 1/DOP del 27/04/2004 e s.m.i., dovranno essere preceduti:
- Da una verifica tecnica, con studi geologici di dettaglio, volta a dimostrare la compatibilità
dell’intervento e le condizioni di rischio esistente in rapporto al condizionamento locale
presente.
- Da un’eventuale verifica idraulica
Tutti gli interventi dovranno essere congruenti con la situazione di rischio e dovranno essere
indicati in modo dettagliato gli accorgimenti tecnici atti a superare quest’ultima.
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FIGURA 12: TAV. 1A - CARTA CRONOLOGICA DEI DISSESTI (ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La Figura 12 indica un’esondazione nota da fonti bibliografiche e comunicazioni orali ma con data
incerta nella zona di Tetti Arlorio.
FIGURA 13: TAV. 3A - CARTA GEOMORFOLOGICA E DEI DISSESTI (ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La Figura 13 è un estratto dello studio redatto dall’Ing. V. Peisino nell’ambito delle “Elaborazioni
dei rilievi e degli studi di carattere idrologico – idraulico per la redazione degli elaborati a supporto
dell’adeguamento al P.A.I.” per il Comune di Bra: esso indica i dissesti legati alla dinamica delle
acque superficiali. Il lotto oggetto di intervento ricade in una zona soggetta a possibili invasi
temporanei e ristagni di acque esondate a bassa energia, con livello di pericolosità
media/moderata – EmA.
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FIGURA 14: TAV.4A - CARTA GEOLOGICO - L ITOTECNICA (ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La Figura 14 indica la litologia dell’area in cui si inserisce il P.E.C. in progetto: su depositi alluvionali
principali ghiaioso-sabbiosi, con ciottoli arrotondati, in abbondante matrice limoso-sabbiosa. Sono
depositi a tessitura media, eterometrica, con locale presenza di stratificazione e localmente
alterati. Presentano caratteristiche geotecniche da buone a mediocri, limitate dalla possibile
presenza di livelli lentiformi di terreni a grana fine.
FIGURA 15: TAV. 5A - CARTA GEOIDROLOGICA (ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La Figura 15 indica con le frecce blu l’asse drenante della falda libera e la linea isopiezometrica a
270 m s.l.m. in zona Tetti Arlorio. I punti rossi indicano l’ubicazione di pozzi terebrati nell’acquifero
superficiale con i relativi m della soggiacenza della falda libera.
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FIGURA 16: TAV. 6A - CARTA DI SINTESI DELLA PERICOLOSITÀ GEOLOGICA E DELL'IDONEITÀ ALL'UTILIZZAZIONE URBANISTICA
(ALLEGATO ALLA RELAZIONE GEOLOGICA DEL P.R.G.C.)
La Figura 16 indica la classe di pericolosità geomorfologica: l’area oggetto di intervento è situata in
pianura, in una porzione di territorio nella quale le condizioni di moderata pericolosità
geomorfologica possono essere agevolmente superate attraverso l’adozione ed il rispetto di
modesti accorgimenti tecnici esplicati a livello di norme di attuazione ispirate al D.M. 11/03/88 ed
alla Circ. P.G.R. n. 1/DOP del 2/04/2004 e realizzabili a livello di progetto esecutivo esclusivamente
nell’ambito del singolo lotto edificatorio o dell’intorno significativo circostante. L’Area DI 2104
ricade in classe II-3p, un settore a rischio di allagamenti conseguenti alla tracimazione di tratti
d’alveo artificiali arginati e ad insufficienza della rete fognaria.
FIGURA 17: TAV. PTC 1 - TAV. 5 - CARTA DEGLI INDIRIZZI DI GOVERNO DEL TERRITORIO
(ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C.)
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Dalla Figura 17 si evince che l’area oggetto di P.E.C. fa parte di insediamenti specialistici organizzati
e confina con delle aree produttive di livello sovracomunale, e quindi si può supporre che le
attività che in futuro si insedieranno potranno avere lo stesso bacino di utenza sovracomunale.
FIGURA 18: TAV. EP5 - BRA - PROIEZIONE AL 2020 (ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C.)
Dalla planimetria del P.R.G.C. contenente la proiezione di Bra prevista per il 2020, si nota come il
P.E.C. in oggetto sia un tassello di completamento dell’area produttiva di Strada Tetti Arlorio,
delimitato da una fascia di verde attrezzato lungo la scarpata della Tangenziale Ovest e sul fronte
strada.
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FIGURA 19: TAV. IS 2 - INFRASTRUTTURE: RETE FOGNARIA (ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C.)
FIGURA 20: TAV. IS 3 - INFRASTRUTTURE: RETE DEL GAS (ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C.)
Il lotto interessato dal P.E.C. è quasi del tutto urbanizzato dalle reti infrastrutturali esistenti:
- Viabilità: unico accesso da Strada Tetti Arlorio;
- Collettore fognario comunale acque nere, presente in Strada Tetti Arlorio;
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- Fognatura bianca (trincee drenanti) lungo Strada Tetti Arlorio;
- Rete elettrica e di illuminazione pubblica, presente in Strada Tetti Arlorio;
- Rete del gas metano a media pressione;
- Rete telefonica.
Il progetto delle Opere di Urbanizzazione del Piano prevede quindi l’allacciamento di tutti i
sottoservizi a quelli presenti.
L’illuminazione pubblica verrà eseguita in sintonia con quelle già presenti lungo Strada Tetti
Arlorio, con pali di altezza 9 mt e interasse 30 mt e con corpi illuminanti a Led.
FIGURA 21: ILLUMINAZIONE PUBBLICA PRESENTE NEL TRATTO DI STRADA TETTI ARLORIO LUNGO IL LOTTO OGGETTO DI P.E.C.
FIGURA 22: TAV. P1.2 - AREE DI TRASFORMAZIONE DEL NUOVO P.R.G.
Lo Strumento Urbanistico Esecutivo prevede un impatto del consumo del suolo diretto e assoluto,
in quanto avviene la trasformazione di un’area agricola in un’area di nuovo impianto
prevalentemente artigianale. Una fascia a L a contorno dell’edificato fungerà da compensazione,
essendo allestita a verde e parcheggio pubblico.
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CHECK LIST DELLE COMPONENTI DI SENSIBILITÀ AMBIENTALE E PAESAGGISTICA
PERTINENTI L ’AMBITO OGGETTO DI PEC E IL SUO INTORNO SIGNIFICATIVO
Come precisato dalla normativa vigente in materia di VAS, la definizione del quadro conoscitivo,
entro cui qualsiasi strumento di piano si colloca, costituisce un passaggio fondamentale nell’iter di
valutazione ambientale, necessario per garantire una concreta integrazione tra le strategie di
tutela e valorizzazione del sistema ambientale e paesaggistico e quelle di crescita e sviluppo del
sistema insediativo. Attraverso tale tipo di analisi è, infatti, possibile individuare quelle
componenti del sistema territoriale che definiscono invarianti non negoziabili o vincoli
imprescindibili, con i quali il processo di valutazione deve necessariamente confrontarsi.
In quest’ottica, l’inquadramento del territorio comunale, sinteticamente illustrato al paragrafo
precedente, è stato integrato da una ricognizione puntuale degli elementi di valore e di criticità
ambientale e paesaggistica pertinenti l’ambito oggetto di PEC.
Tale ricognizione è stata condotta mediante la consultazione di specifici elaborati cartografici (si
vedano le immagini in calce al paragrafo) e delle banche dati della Regione, della Provincia di
Cuneo e del Comune, e ha consentito di caratterizzare sinteticamente il contesto territoriale delle
previsioni del PEC in oggetto.
Vista la complessità dell’informazione disponibile, gli elementi individuati sono stati articolati
secondo quattro differenti livelli, corrispondenti ad altrettante chiavi di lettura:
- aspetti ecosistemici e biodiversità;
- valori culturali e paesaggistici;
- elementi di criticità e sensibilità ambientale e fasce di rispetto normative;
- vincoli per la sicurezza e la difesa del suolo.
Per ogni livello è stata compilata una checklist, le cui voci corrispondono a elementi di valore e di
criticità ambientale e paesaggistica rilevati sull’intero territorio comunale; ciascuna checklist
segnala la presenza/assenza di interferenze, dirette e indirette, tra il singolo elemento e le nuove
previsioni urbanistiche oggetto di PEC.
Mentre le interferenze dirette sono oggettivamente individuabili, in quanto riconducibili a
un’effettiva sovrapposizione della componente ambientale e paesaggistica considerata con
l’ambito di PEC, quelle indirette fanno invece riferimento a un intorno significativo di tale ambito,
variabile in relazione alle peculiarità delle diverse componenti analizzate e al sistema di relazioni
funzionali e percettive che le connotano, e quindi non definibile geograficamente in termini
univoci.
Diverso sarà, ad esempio, l’intorno significativo di beni paesaggistici caratterizzati da una forte
valenza scenico-percettiva (ad esempio un fulcro visivo), rispetto a quello di elementi naturalistici
(ad esempio un corridoio ecologico), che svolgono funzioni preponderanti sul piano ecologico-
ambientale.
Nel primo caso, una esaustiva valutazione degli eventuali impatti prodotti dalle nuove previsioni
deve necessariamente contemplare la possibilità che si generino interferenze visive anche a
distanze abbastanza rilevanti, nel secondo caso è sufficiente verificare che i nuovi interventi non
interrompano la continuità dell’elemento considerato e non costituiscano un fattore di
compromissione delle aree immediatamente limitrofe.
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FIGURA 23: TAV. P5 - RETE ECOLOGICA, STORICO-CULTURA E FRUITIVA (P IANO PAESISTICO REGIONALE)
ASPETTI ECOSISTEMICI E BIODIVERSITA’
Elementi ambientali e paesaggistici rilevanti ai fini della conservazione della biodiversità presenti sul territorio comunale
Interferenza con l’ambito di P.E.C.
Interferenza con un intorno significativo dell’ambito di P.E.C.
Rete ecologica regionale - -
Nodi principali (Core areas) - -
Corridoi da mantenere - -
Fasce di buona connessione da
mantenere e potenziare
- -
Aree di continuità di discreta naturalità
da mantenere e monitorare
- -
Contesti dei nodi (aree di
progettazione integrata)
- -
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FIGURA 24: TAV. P2 – BENI PAESAGGISTICI (ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C. – ESTRATTO DEL P IANO
PAESISTICO REGIONALE)
Il Comune di Bra non ricade in aree vincolate ai sensi degli artt.136 – 157 del D.Lgs. 42/2004 e
s.m.i., tranne per quanto riguarda l’area di Pollenzo (sito inserito nella lista del patrimonio
UNESCO).
VALORI CULTURALI E PAESAGGISTICI
Beni paesaggistici e culturali presenti sul territorio comunale
Interferenza con l’ambito di P.E.C.
Interferenza con un intorno significativo dell’ambito di P.E.C.
Aree vincolate ai sensi del D.Lgs.
42/2004, art. 142
- -
Fiumi, torrenti, corsi d’acqua iscritti
negli elenchi previsti dal Testo Unico
- -
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delle disposizioni di legge sulle acque
ed impianti elettrici, approvato con
R.D. 11.12.1933 n. 1775, e relative
sponde o piedi degli argini per una
fascia di 150 m ciascuna (lett. c)
Territori coperti da foreste e da boschi,
ancorché percorsi o
danneggiati dal fuoco, e quelli
sottoposti a vincolo di
rimboschimento, come definiti
dall’articolo 2, commi 2 e 6, del
D.Lgs. 18.05.2001, n. 227 (lettera g)
- -
Fiumi, torrenti, corsi d’acqua iscritti
negli elenchi previsti dal
Testo Unico delle disposizioni di legge
sulle acque ed impianti
elettrici, approvato con R.D.
11.12.1933, n. 1775, e relative
sponde o piedi degli argini per una
fascia di 150 metri ciascuna
(lettera c)
- -
Aree assegnate alle università agrarie e
zone gravata da usi
civici (lettera h)
- -
Beni culturali soggetti a vincolo
monumentale ai sensi del
D.Lgs. 42/2004, art. 10 (ex L.
1089/1939)
- -
VALORI CULTURALI E PAESAGGISTICI
Componenti paesaggisticamente rilevanti presenti sul territorio comunale
Interferenza con l’ambito di P.E.C.
Interferenza con un intorno significativo dell’ambito di P.E.C.
Componenti e sistemi naturalistici:
Aree di montagna - -
Sistema di vette e crinali montani e
pedemontani
- -
Ghiacciai, rocce e macereti - -
Fascia fluviale allargata - -
Territori a prevalente copertura
boscata
- -
Praterie - -
Prato-pascoli, cespuglietti e fasce a
praticoltura permanente
- -
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Componenti e sistemi storico-territoriali:
Centri storici di III rango - -
Sistemi di testimonianze storiche del
territorio rurale
- -
Luoghi di villeggiatura e centri di loisir - -
Infrastrutture e attrezzature turistiche
per la montagna
- -
Aree e impianti della produzione
industriale ed energetica di
interesse storico
- -
Componenti e sistemi storico-territoriali:
Elementi caratterizzanti di rilevanza
paesaggistica
- -
Percorsi panoramici - -
Insediamenti tradizionali con bordi
poco alterati o fronti urbani costituiti
da edificati compatti in rapporto con
acque, boschi, coltivi,
- -
Aree sommatali costituenti fondali e
skyline
- -
Sistemi paesaggistici agroforestali di
particolare interdigitazione tra aree
coltivate e bordi boscati
- -
Sistemi rurali lungo fiume con radi
insediamenti tradizionali e,
in particolare, nelle confluenza fluviali
- -
Componenti e sistemi storico-territoriali:
Morfologie urbane consolidate dei
centri minori (m.i. 2)
- -
Tessuti urbani esterni ai centri (m.i. 3) - -
Area a dispersione insediativa
prevalentemente residenziale
(m.i. 6)
- -
“Insule” specializzate (m.i. 8) - -
Aree rurali di pianura o collina con
edificato diffuso (m.i. 10)
- -
Sistemi di nuclei rurali di pianura,
collina e bassa montagna
(m.i. 11)
- -
Aree rurali di montagna o alta collina
con edificazione rada e
dispersa (m.i. 13)
- -
Alpeggi e insediamenti rurali d’alta
quota (m.i. 15)
- -
Elementi strutturanti i bordi urbani - -
Elementi di criticità puntuali - -
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P.E.C. area DI 2104
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FIGURA 25: TAV. P4.5 – COMPONENTI PAESAGGISTICHE
(ALLEGATO DEL RAPPORTO AMBIENTALE DEL P.R.G.C. – ESTRATTO DEL P IANO PAESISTICO REGIONALE)
L’area oggetto di P.E.C. ricade nella retinatura violetta “Insediamenti specialistici organizzati
(m.i.5), al limitare dell’area rurale di pianura (retino giallo chiaro).
CRITICITA’ E SENSIBILITA’ AMBIENTALI
Elementi di criticità e sensibilità ambientale e fasce di rispetto normative presenti sul territorio comunale
Interferenza con l’ambito di P.E.C.
Interferenza con un intorno significativo dell’ambito di P.E.C.
Punti di captazione delle acque e
relative fasce di rispetto
- -
Acquiferi individuati dal PTA e dal PTCP - -
Cimiteri e relative fasce di rispetto - -
Sorgenti fisse di inquinamento elettromagnetico:
Elettrodotti e relative fasce di rispetto - -
Impianti di teleradiocomunicazione - -
Gasdotti, metanodotti e relative fasce
di rispetto
- -
Depuratori e relative fasce di rispetto - -
Comprensorio sciabile (L.R. 2/2009) - -
Classe acustica II (Aree ad uso
prevalentemente residenziale)
Classe acustica III (Aree di tipo misto)
Classe di capacità d’uso del suolo VI
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FIGURA 26: TAV.P2.4/7 DEL P.R.G.C.
Il lotto si intervento, pur trovandosi a circa 600 m in linea d’aria dalla Bra Gas (deposito e
imbottigliamento di gas liquefatti infiammabili) e a più di 1000 m dall’Arpa (produzione e
utilizzazione di resine sintetiche), attività iscritte nell’elenco regionale degli stabilimenti a rischio di
incidente rilevante (soggetti a D.Lgs. 334/99 e s.m.i.), non ricade all’interno del perimetro
puntinato che segna il limite dell’area di danno.
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SICUREZZA E DIFESA DEL SUOLO
Vincoli e limitazioni per la sicurezza e la difesa del suolo presenti sul territorio comunale
Interferenza con l’ambito di P.E.C.
Interferenza con un intorno significativo dell’ambito di P.E.C.
Vincolo idrogeologico (R.D. 30.12.1923,
n. 3267; L.R. 45/1989)
- -
Aree di esondazione (PAI):
Fascia Ee – pericolosità idraulica molto
elevata
- -
Fascia Eb – pericolosità idraulica media - -
Fascia Em – pericolosità idraulica bassa - -
Pericolosità geomorfologica e idoneità all’utilizzazione urbanistica (Circolare PGR n. 7/LAP del 1996):
Classe I – porzioni di territorio dove le
condizioni di pericolosità
- -
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geomorfologica sono tali da non porre
limitazioni alle scelte urbanistiche
Classe II – porzioni di territorio a bassa
pericolosità geomorfologica, edificabili
con l’adozione di moderati
accorgimenti tecnici
X X
Classe III – porzioni di territorio non
edificate, caratterizzate da condizioni
di pericolosità geomorfologica tali da
impedirne l’utilizzo qualora inedificate,
con l’eccezione delle aziende agricole
secondo quanto indicato dalle NTA
- -
Classe III a1 – porzioni di territorio per
lo più inedificate, caratterizzate da
processi di dissesto antichi o
quiescenti, non idonee, in generale, a
nuovi insediamenti
- -
Classe III a2 – porzioni di territorio per
lo più in edificate caratterizzate da
forme di attività geomorfologica
recente o in atto (dinamica fluvio-
torrentizia, dissesti) a pericolosità
molto
elevata. Non è consentita la nuova
edificazione
- -
Classe III b1 - porzioni di territorio
edificate, nelle quali l’attuazione delle
previsioni urbanistiche è sospesa sino
alla verifica della validità delle opere
esistenti con successiva
prevista trasformazione in una delle
classi IIIb successive
- -
Classe III b2 - porzioni di territorio
edificate, nelle quali gli elementi di
pericolosità geomorfologica e di rischio
sono tali da
imporre in ogni caso interventi di
riassetto territoriale a tutela del
patrimonio edilizio esistente. Nuove
costruzioni, ampliamenti o
completamenti saranno consentiti a
seguito
dell’attuazione degli interventi di
riassetto territoriale
- -
Classe III b3 - porzioni di territorio
edificate, per le quali a seguito della
realizzazione delle opere di riassetto
- -
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territoriale sarà possibile solo un
modesto incremento di carico
antropico. Sono da escludersi nuove
unità abitative e completamenti
Classe III b4 - porzioni di territorio
edificate, a pericolosità elevata, nelle
quali anche a seguito della
realizzazione di opere di sistemazione,
indispensabili per la difesa
dell’esistente, non
sarà possibile alcun incremento del
carico antropico
- -
Classe III c - porzioni di territorio
edificate ad alta pericolosità
geomorfologica, per le quali non è
proponibile un’ulteriore utilizzazione
urbanistica neppure per il patrimonio
esistente, rispetto al quale dovranno
essere adottati i provvedimenti di
cui alla legge 9.7.1908 n. 445
- -
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ANALISI DEGLI IMPATTI E DEFINIZIONE DELLE MISURE DI
MITIGAZIONE E COMPENSAZIONE
PREMESSA L’individuazione, la descrizione e la valutazione degli effetti significativi generati dall’attuazione di
un piano o programma sull’ambiente, come precisato dal disegno normativo comunitario
(Direttiva Europea 2001/42/CE, art. 5), costituiscono passaggi imprescindibili del processo di VAS,
essenziali per perseguire obiettivi di “salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità
dell’ambiente, di protezione della salute umana e di utilizzazione accorta delle risorse naturali”.
Tale valutazione rappresenta quindi uno dei passaggi centrali del presente documento ed è stata
sviluppata tenendo conto delle specificità del territorio comunale, la cui salvaguardia è
fondamentale per una concreta strategia di sviluppo sostenibile.
In termini operativi, l’analisi delle ricadute generate dall’attuazione del P.E.C. in Area DI 2104
(Strada Tetti Arlorio) e l’individuazione di eventuali criticità è stata condotta assumendo come
termine di riferimento le componenti ambientali elencate alla lettera f) dell’Allegato VI del D.Lgs.
152/2006 e s.m.i.: aria, acqua, suolo, rifiuti, rumore, natura e biodiversità, energia, paesaggio e
territorio e salute umana. Tale valutazione si è avvalsa del patrimonio informativo predisposto
nell’ambito delle politiche di governo del territorio che operano a livello regionale e provinciale e
delle politiche settoriali, nonché delle risultanze emerse dalle check list riportate nel capitolo
precedente, che mettono in evidenza le relazioni tra le previsioni del progetto e lo stato
ambientale dei luoghi.
Muovendo dal presupposto che la realizzazione di un nuovo intervento antropico inevitabilmente
altera le condizioni del sistema ambientale e paesaggistico entro cui si colloca, sono state altresì
illustrate, per ciascuna componente ambientale analizzata, le misure di mitigazione e
compensazione previste al fine di ridurre al minimo o sopprimere gli impatti potenzialmente
riscontrabili. Tali misure costituiscono il presupposto per la sostenibilità delle scelte operate e
sono state previste nel progetto di P.E.C. anche in relazione alle risultanze delle analisi di
valutazione ambientale, paesaggistica e geologica. Esse saranno formalizzate in sede di
Convenzione al fine di concretizzarsi nella fase attuativa dello strumento urbanistico.
In relazione a quest’ultimo punto si specifica che sono stati altresì segnalati i richiami alla
normativa vigente in materia ambientale che, pur costituendo adempimenti obbligatori,
contribuiscono a rafforzare l’efficacia delle misure individuate, contenendo le ricadute
dell’intervento proposto.
I paragrafi successivi illustrano le valutazioni effettuate, fornendo una descrizione analitica delle
problematiche relative a ciascuna componente ambientale e delle misure di mitigazione e
compensazione previste per incrementare la compatibilità e la coerenza localizzativa del nuovo
intervento.
In calce sarà compilata una matrice di sintesi, che riassumerà le analisi condotte e, mediante la sua
composizione cromatica, consentirà di determinare in modo speditivo la sostenibilità complessiva
degli interventi previsti.
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La lettura di tale matrice permetterà sia di identificare le componenti ambientali che presentano
criticità più evidenti, sia di stimare l’impatto complessivamente generato dall’attuazione del P.E.C.
sulla capacità di portata ecologica e ambientale del territorio comunale, nonché sulla sua
organizzazione paesaggistica.
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “ARIA” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti
La DGR n. 41-855 del 29.12.2014 ha approvato una nuova “Zonizzazione e Classificazione del
Territorio Regionale relativa alla qualità dell'aria”, connessa all’applicazione degli artt. 3, 4 e 5 del
D.Lgs. 115/2010 “Attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e
per un'aria più pulita in Europa”. Tale zonizzazione, sulla base degli obiettivi di protezione per la
salute umana per gli inquinanti NO2, SO2, C6H6, CO, PM10, PM, Pb, As, Cd, Ni, B(a)P, nonché degli
obiettivi a lungo termine per la protezione della salute umana e della vegetazione relativamente
all’ozono, suddivide il territorio regionale in “Agglomerato di Torino” (codiceIT0118), Zona
denominata “Pianura” (codice IT0119), Zona denominata “Collina” (codice IT0120), Zona
denominata di “Montagna” (codice IT0121): il Comune di Bra è situato in zona IT0119 “Pianura”,
evidenziata nella figura sottostante con il colore arancione.
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Per quanto concerne la concentrazione di ozono, si è riscontrato il superamento degli obiettivi a
lungo termine relativi alla protezione della salute umana e della vegetazione su tutto il territorio
regionale. E’ pertanto stata delimitata, oltre all’Agglomerato di Torino (codice IT0118), un’unica
Zona “Piemonte” (IT0122).
La classificazione colloca il Comune di Bra nella Zona “Piemonte” (IT0122).
Il Sistema Regionale di rilevamento della Qualità dell’Aria evidenzia per Bra i seguenti dati relativi
alla concentrazione degli inquinanti più significativi in un giorno feriale (nell’esempio: Comune di
Bra al 10 Novembre 2016):
- livello di polveri sottili (PM10): 19 μg/m3 (media giornaliera);
- livello di biossido di azoto (NO2): 48 μg/m3 (massimo valore orario giornaliero);
- livello di ozono (O3): 35 μg/m3 (massimo valore giornaliero della media mobile su 8 ore).
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FIGURA 27: COMUNE DI BRA - L IVELLO DI POLVERI SOTTILI (PM10): 19 ΜG/M3 (MEDIA GIORNALIERA)
FIGURA 28: COMUNE DI BRA - L IVELLO DI BIOSSIDO DI AZOTO (NO2): 48 ΜG/M3 (MASSIMO VALORE ORARIO GIORNALIERO)
FIGURA 29: COMUNE DI BRA - LIVELLO DI OZONO (O3): 35 ΜG/M3 (MASSIMO VALORE GIORNALIERO DELLA MEDIA MOBILE SU 8 ORE)
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Gli impatti generati dalle previsioni del P.E.C. sulla componente “aria” saranno riconducibili
essenzialmente a due principali fattori di pressione:
- emissioni di polveri e gas prodotte dal traffico indotto;
emissioni di inquinanti prodotte dagli impianti di riscaldamento e/o condizionamento della nuova
struttura.
Tali fattori, considerato che l’incremento del carico insediativo conseguente all’attuazione del
nuovo intervento (area in ampliamento destinata ad attività commerciale produttiva) sarà
contenuto e non incideranno in termini rilevanti sull’attuale bilancio delle emissioni.
Per quanto riguarda le previsioni infrastrutturali, non vengono proposte variazioni alla viabilità di
accesso all’area oggetto di P.E.C., che avviene mediante l’asse viario esistente di Strada Tetti
Arlorio. L’attuazione dello strumento urbanistico esecutivo determinerà su tale viabilità incrementi
dell’attuale livello di traffico e, quindi, delle emissioni prodotte.
Relativamente agli edifici in progetto, si prevedono accorgimenti e misure finalizzate alla
minimizzazione dei consumi di energia e l’utilizzo di sistemi ecocompatibili derivanti da fonti
energetiche rinnovabili (collettori solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria e
pannelli fotovoltaici per la generazione di energia elettrica) secondo la normativa vigente in
materia (D.Lgs. 192/2005, DDMM 26.06.2015, disposizioni attuative L.R. 13/2007).
In sintesi, alla luce delle considerazioni sopra esposte, si può affermare che le ricadute generate dall’attuazione delle previsioni del P.E.C. sulla componente “aria” risultino di entità minime.
Misure di mitigazione Il progetto di P.E.C. non include indicazioni esplicitamente volte alla mitigazione e compensazione
degli impatti determinati dall’attuazione dello strumento urbanistico esecutivo sull’aria. Tale
obiettivo trova riscontro nelle attenzioni individuate per le componenti “energia”, “biodiversità”,
“suolo” e “paesaggio e territorio”. La previsione di misure finalizzate a minimizzare i consumi
energetici e a favorire l’utilizzo di fonti rinnovabili agisce infatti all’origine dell’impatto, con
ricadute immediate sul livello qualitativo dell’aria.
I nuovi capannoni (lotto 1 e lotto 2) avranno resistenze al fuoco che permetteranno l'installazione
di ulteriori impianti fotovoltaico stimabili in almeno 250 KwP.
L’impatto causato dal nuovo insediamento dovrà comunque essere rivalutato in fase esecutiva,
considerando le specifiche attività che si insedieranno, in modo da valutare nel dettaglio
l’aumento dei consumi energetici e della qualità dell’aria.
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VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “ACQUA” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE Valutazione degli impatti Gli studi idraulici condotti dall'Ing. Valter PEISINO, nell'ambito della cartografia idraulica allegata al
P.R.G. del Comune di Bra, evidenziano che l’area indagata è inserita nelle ”Zone soggette a
possibili invasi temporanei e ristagni di acque esondate a bassa energia; altezze d'acqua < 40 cm”
(Carta delle aree a rischio idraulico - Tavola 1 - Elaborato 9.1). Si tratta del settore, in sinistra
idrografica del Rio Naviglio di Bra, compreso tra la Sezione 21 e 24
FIGURA 30: CARTA DELLE AREE A RISCHIO IDRAULICO - TAVOLA 1 - ELABORATO 9.1, ALLEGATA AL P.R.G. DEL COMUNE DI BRA
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Tra Corso Monviso, Via Piumati e Via A. Rolfo è possibile individuare un’area leggermente
depressa, chiusa ad ovest dai fabbricati industriali di recente e futura costruzione, per la cui
realizzazione è stato previsto un innalzamento non trascurabile del piano campagna, mentre a est
dallo stesso Naviglio, che in questo tratto scorre parallelo a Via A. Rolfo i rigurgiti provocati dai
ponticelli alle sezioni 24 (accesso privato) e 23 (attraversamento di Via Piumati) potrebbero dare
origine a fenomeni di deflusso fuori alveo che andrebbero ad interessare i fabbricati di civile
abitazione in sponda sinistra, siti a poche decine di metri dall’alveo a partire da Via Piumati e
risalendo lungo Via A. Rolfo. Il nuovo “livellamento” operato dall’attraversamento di Via Piumati
sull’entità delle portate che possono transitare a valle, riduce la possibilità di esondazioni nei
cortili privati delle abitazioni site tra la già nota sezione 23 e la sezione 22, caratterizzata dalla
presenza di un ponticello su Strada Tetti Arlorio e da un sistema di chiuse per consentire una
derivazione a scopi irrigui. Ciò grazie anche ai muretti in calcestruzzo che delimitano le sponde del
Naviglio ambo i lati e che fungono da elementi di protezione per le abitazioni.
Si segnala infine il possibile rigurgito provocato dal ponte ad arco ribassato della linea ferrata Bra-
Cavallermaggiore (Sez. 21), il quale, abbinato a quello generato dal sistema di chiuse di cui sopra,
potrebbe dare origine ad allagamento localizzati, in sinistra orografica, in località Tetti Arlorio e
nell’area pianeggiante compresa tra Strada Arlorio ed il rilevato ferroviario.”
Il Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del Fiume Po, nella seduta del 17 dicembre 2015
con deliberazione n. 4 e relativo allegato, ha adottato il Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni
(PGRA) nel quale è riportata la mappatura delle aree potenzialmente interessate da alluvioni,
classificate in base alla pericolosità (aree allagabili) e al rischio; una diagnosi delle situazioni a
maggiore criticità. Come osservabile nella Figura 30 l'area in esame risulta a scarsa probabilità di
alluvioni (Tr = 500 anni) con rischio areale da moderato a localmente medio.
FIGURA 31: SCENARI DI ALLUVIONI - PERICOLOSITÀ - 2015
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FIGURA 32: D IRETTIVA ALLUVIONI AGGIORNAMENTO 2015 – AUTORITÀ DI BACINO DEL FIUME PO
Gli impatti generati dall’attuazione del PEC potranno quindi derivare da tre principali fattori di
pressione:
- l’incremento del consumo della risorsa per uso idropotabile;
- l’incremento degli scarichi inquinanti (acque reflue assimilate alle domestiche e/o di processo);
- l’incremento delle acque di ruscellamento (acque meteoriche di dilavamento, di lavaggio delle
strade, …), connesso all’aumento delle superfici impermeabilizzate.
Sui piani qualitativo e quantitativo, si ritiene che la realizzazione degli interventi previsti non
aggraverà ulteriormente le caratteristiche chimiche delle acque, né determinerà problemi di
deficit idrico.
Ad eccezione delle opere di sistemazione della strada locale esistente di accesso all’area con
marciapiedi e parcheggi e di realizzazione della viabilità interna al lotto durante le fasi di cantiere,
le previsioni hanno carattere essenzialmente artigianale/produttivo e commerciale e la gestione
delle acque reflue dovrà avvenire conformemente alla normativa vigente in materia.
Per quanto attiene alla capacità di approvvigionamento idrico e di smaltimento dei reflui, l’area
oggetto di P.E.C. è già coperta dalle reti di servizio dell’acquedotto e della fognatura, che nel
complesso risultano adeguate ad alimentare e servire l’ampliamento dell’insediamento.
Con la realizzazione del progetto di P.E.C. si produrrà inevitabilmente un aumento delle superfici
impermeabilizzate e quindi del volume di acqua piovana da smaltire. Lo smaltimento naturale
delle acque superficiali avviene in parte per infiltrazione, viste le caratteristiche litostratigrafiche
locali a discreta permeabilità, in parte per ruscellamento areale e drenaggio definitivo da parte del
versante: non verrà pertanto alterato l’equilibrio idrologico locale. Verranno predisposte adeguate
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reti di canalizzazione per lo smaltimento delle acque meteoriche e vadose verso le normali
direttrici di scolo (bedali e canali esistenti).
Misure di mitigazione e compensazione Sebbene l’incremento del carico insediativo prodotto dall’attuazione dello strumento urbanistico
esecutivo sia ritenuto compatibile con la disponibilità idrica locale, nell’ottica di una sostenibilità di
lungo periodo, l’apparato normativo del P.E.C. prevede che nella trasformazione urbanistica in
oggetto debbano essere adottate soluzioni atte a garantire la tutela e il corretto utilizzo della
risorsa idrica, con particolare riferimento all’adozione di dispositivi tecnologici di risparmio idrico.
Più nel dettaglio:
- dovrà essere realizzato il collegamento a reti duali, ove presenti e tecnicamente fattibili, in
coerenza con quanto previsto dall’art. 146, comma 2 del D.Lgs. 152/2006;
- dovrà essere documentata la modalità di recapito delle acque bianche al fine di verificare
l’idoneità dei ricettori previsti.
Come evidenziato nell'ipotesi progettuale:
- la sopraelevazione di circa 1 m dell'area in esame, rispetto al piano campagna originario,
minimizza il grado di pericolosità così come esposto nel modello idraulico (con un battente
d'acqua minore di 0.40 m rispetto al p.c. originario), realizzato dall'Ing. Valter PEISINO,
nell’ambito delle verifiche idrauliche allegate al P.R.G. vigente, del Comune di Bra.
- In qualsiasi caso poiché si tratta sempre di acqua a bassa energia, la presenza di una recinzione in
cls con un cancello di accesso, consente il mantenimento di un lasso di tempo ragionevole per
mettere in atto ulteriori misure di prevenzione temporanee per salvaguardare la sicurezza
idraulica, qualora se ne presentasse la necessità.
Qui di seguito si riporta estratto della relazione illustrativa del progetto a firma dell’Ing. Guido
Gaia:
La sistemazione idraulica dell’area del PEC ha essenzialmente due finalità significative:
- raccogliere efficientemente ed allontanare le acque meteoriche che interessano direttamente
l’area in esame con il loro ruscellamento;
- minimizzare l’influenza che la sistemazione prevista ha sulla capacità di laminazione dell’area
medesima.
In merito alla prima finalità, ovvero quella di raccogliere efficientemente ed allontanare le acque
meteoriche che interessano direttamente l’area in esame con il loro ruscellamento si è progettato
un sistema di condotte drenanti che tramite un numero adeguato caditoie distribuito su tutta
l’area del PEC intercetta e convoglia verso il punto di scarico all’esterno le acque.
Il tracciato delle condotte si sviluppa sulle strade di servizio e sui piazzali che sono sistemati in
modo che le acque di ruscellamento possono confluire agevolmente nelle condotte di raccolta.
Al fine di non creare delle criticità idrauliche nell’ambito della rete pubblica di fossi e canali dovute
all’immissione delle acque di ruscellamento che interessano tutta l’area del PEC verrà creata
un’area di laminazione in un’area collocata nella zona nord ovest dell’area di interesse che a tal
fine viene abbassata rispetto al piano campagna originario di circa 50 cm.
[…] La regolazione della portata avverrà tramite una bocca tarata collocata sul condotto di scarico.
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VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “SUOLO” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti Il confronto con tale componente è stato sviluppato secondo tre distinti livelli di analisi, finalizzati
a verificare: le ricadute generate dall’attuazione del P.E.C. sul consumo e
sull’impermeabilizzazione del suolo, l’incidenza del nuovo intervento sulle diverse classi di capacità
d’uso e la coerenza con le caratteristiche geologiche e idrogeologiche dell’area oggetto di
trasformazione.
Consumo e impermeabilizzazione del suolo
L’attuazione del P.E.C. non determinerà, in termini urbanistici, nuovo consumo di suolo trattandosi
di uno strumento esecutivo previsto dal P.R.G.C. vigente l’edificazione dell’area DI 2104: esso
realizza una previsione già in essere, senza incrementare la dotazione del piano. In termini
strettamente fisici, viceversa, la realizzazione dell’intervento in ampliamento comporterà un
incremento, seppur limitato, della percentuale di suolo attualmente consumato a livello
comunale.
Più nel dettaglio, si evidenzia che l’attuazione delle nuove previsioni determinerà l’effettiva
impermeabilizzazione delle aree occupate dai nuovi corpi di fabbrica, dalla viabilità veicolare
interna al lotto, dal nuovo parcheggio pubblico e dalla viabilità esistente (Strada Tetti Arlorio).
Larga parte della superficie del lotto sarà destinata, infine, alla formazione e alla sistemazione di
spazi verdi e di verde attrezzato, finalizzati a svolgere funzioni mitigative e compensative e a
favorire un migliore inserimento ambientale e paesaggistico dei nuovi interventi.
Si evidenzia inoltre che il progetto di P.E.C., trattandosi di insediamento produttivo, rispetta il
limite del 60% per il rapporto di copertura stabilito dalla norma di Piano. In termini localizzativi,
l’impatto determinato dall’attuazione dell’ambito DI 2104 sulla componente suolo è in parte
minimizzato dalla scelta dell’area che, essendo contigua al tessuto edificato esistente e alla
viabilità comunale e provinciale, configura a tutti gli effetti un’area di completamento e non
comporta un incremento dei processi di dispersione insediativa in atto sul territorio.
Il sito in esame ai sensi della Deliberazione della Giunta Regionale 19 gennaio 2010, n. 11-13058
"Aggiornamento e adeguamento dell'elenco delle zone sismiche (O.P.C.M. n. 3274/2003 e
O.P.C.M. 3519/2006)" risulta inserito nella zona 4 di Pericolosità Sismica.
In sintesi, alla luce delle considerazioni esposte nei tre punti precedenti, si può affermare che le
ricadute generate dall’attuazione delle previsioni del P.E.C. sulla componente “suolo” risultino
piuttosto ridotte.
Misure di mitigazione e compensazione L’analisi delle previsioni di P.E.C. non evidenzia elementi di criticità in relazione alla componente
“suolo”; non si ritiene, pertanto, necessaria l’individuazione di specifiche misure di mitigazione e
compensazione.
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Estratto dalla Relazione Geologica allegata al presente Rapporto:
Sarà cura del progettista strutturale delle opere verificare la staticità e stabilità del complesso
terreno – strutture.
Per l'attuazione di tali verifiche si ritiene necessario definire un modello geotecnico di riferimento in
quanto le incertezze, connesse alla potenza dei livelli geotecnici e ai parametri caratteristici dei
terreni, risultano significative ai fini dello sviluppo del progetto stesso. Allo scopo sono necessarie
prove in sito e di laboratorio, finalizzati alla presentazione del progetto definitivo / esecutivo.
Si raccomanda di asportare sempre la coltre vegetale e organica, che non dovrà essere utilizzata
come piano di fondazione di alcun tipo di struttura. Il terreno agrario sarà accantonato in cumuli
con alzata non superiore a 1.5 m, circondato da un fosso di guardia ed inerbito con idoneo
miscuglio, allo scopo di mantenere la sua fertilità e consentirne il riutilizzo per le aree verdi, entro
tre mesi dell'esecuzione dei lavori.
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “RIFIUTI” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti
La raccolta dei rifiuti nel Comune di Bra è gestita dalla ditta AIMERI Ambiente S.r.l., che è
subentrata nel giugno 2010 al precedente gestore del servizio di raccolta S.E.A. Soluzioni
Ecologiche Ambientali S.r.l.. Nel Comune sono poi attive due stazioni ecologiche del CO.A.B.SE.R.
Consorzio Albese – Braidese Servizi Rifiuti, la prima in Corso Monviso (ingresso laterale Cimitero) e
la seconda in Corso Langhe (Fraz. Pollenzo).
La quantità totale di rifiuti registrata per il 2014 nel Comune di Bra è stata pari a 15.178 tonnellate,
di cui 6.119 tonnellate di R.I. (rifiuti indifferenziati) e 9.058 t di R.D. (raccolta differenziata).
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FIGURA 33: SISTEMA P IEMONTE - GESTIONE RIFIUTI
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Le percentuali di R.D. sotto riportate mostrano come nel periodo 2000 – 2014 la R.D. sia cresciuta
fino a valori che si assestano attorno al 60%. La crescita percentuale maggiore è avvenuta tra li
anni 2000 – 2005 dove è passata da un 8.3%, sul totale dei rifiuti urbani, ad un valore del 44,7%,
con un incremento del 36,4%. Questo forte incremento annuo si è andato stabilizzando negli anni
successivi fino al 2011 quando la nuova ditta di raccolta dei rifiuti è subentrata portano
nuovamente ad un incremento percettibile facendo arrivare la quota di R.D. a 59,2%, valore
stabilizzatosi negli anni a seguire.
Misure di mitigazione Nonostante non si rilevino particolari criticità in relazione alla componente “rifiuti”, per garantire
una corretta integrazione, sia sul piano igienico che su quello dell’immagine dei luoghi, delle
strutture accessorie al servizio di raccolta differenziata nel lotto oggetto di P.E.C.:
- dovrà essere posta particolare attenzione ai materiali scelti per realizzare i punti di raccolta
rifiuti;
- dovranno essere previsti idonei elementi di schermatura per ridurre la percezione visiva dei
punti di raccolta, oppure posti in aree adeguatamente mascherate.
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “RUMORE” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti La Regione Piemonte attraverso la Legge Regionale 52/2000 ha provveduto a emanare i ‘Criteri
Generali per la classificazione acustica del Territorio’ e ha definito con la Deliberazione della
Giunta Regionale 2 febbraio 2004, n. 9-11616 le modalità di valutazione dell’impatto acustico
attribuibile ad una attività produttiva e la valutazione di clima acustico con riferimento al
Deliberazione della Giunta Regionale 14 febbraio 2005, n. 46-14762.
Con riferimento alla classificazione acustica definitiva dell’area di pertinenza dell’insediamento in
progetto e dell’area di ricognizione individuata, il comune di Bra ha provveduto alla classificazione
acustica del territorio ai sensi dell’art. 6 della legge regionale n. 52/2000.
FIGURA 34: TAVOLA 5000FG25
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P.E.C. area DI 2104
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FIGURA 35: TAV. ACU 4.2
La realizzazione dell’intervento nell’Area 2104 porterebbe a compimento quanto già attualmente
previsto nel PRCG del Comune di Bra in relazione agli indirizzi di piano che prevedono uno sviluppo
produttivo in adiacenza al percorso della tangenziale Ovest.
Dalle analisi tecniche effettuate e riportate nell’Allegato Acustico a firma dell’Ing. Marcello
Albenga, si evince che l’inserimento della sorgente S1 - conformemente a quanto previsto dal
nuovo piano di classificazione acustica - non comporterà penalizzazioni sensibili nei confronti del
più prossimo recettore sensibile R1.
La realizzazione delle aree a sviluppo produttivo/artigianale proposte determina la necessità di
variazione del piano di classificazione acustica di area ma non implica incrementi significativi del
rumore sui ricettori sensibili: l’incremento di traffico veicolare determinato dall’insediamento
rispetterà comunque i limiti previsti per le fasce acustiche stradali.
Misure di mitigazione e compensazione L’analisi delle previsioni di PEC non evidenzia elementi di criticità in relazione alla componente
“rumore”; non si ritiene, pertanto, necessaria l’individuazione di specifiche misure di mitigazione e
compensazione.
Le eventuali sorgenti puntiformi di rumore saranno all’interno degli edifici.
Tutte le pareti perimetrali dei fabbricati in progetto saranno coibentate con isolanti termoacustici.
In casi particolari potranno ulteriormente essere corredati di ulteriori rivestimenti interni costituiti
da pannelli fonoassorbenti, da valutarsi in fase esecutiva in relazione alle frequenze emesse.
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VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “ENERGIA” E DEFINIZIONE
DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti L’attuazione del P.E.C. determinerà un limitato maggiore utilizzo delle fonti energetiche
disponibili.
Il progetto esecutivo dei lotti prevedrà il recepimento della vigente normativa di settore (L.R.
13/2007 “Disposizioni in materia di rendimento energetico nell’edilizia” e successivi provvedimenti
attuativi) e consentirà, di promuovere una maggiore efficienza energetica, favorendo il
contenimento dei consumi e incentivando il ricorso a fonti rinnovabili (solare termico,
fotovoltaico, …), intese quanto meno come forme di produzione integrativa. In sintesi, si può
quindi affermare che gli impatti prodotti dall’attuazione delle previsioni del P.E.C. sulla
componente “energia” risultino pressoché trascurabili.
Misure di mitigazione e compensazione L’analisi delle previsioni del P.E.C. non ha evidenziato elementi di criticità in relazione alla
componente “energia”; ciò anche in relazione al recepimento della normativa vigente in materia
(D.Lgs. 192/2005 “Attuazione della Direttiva 2002/91/CE relativa al rendimento energetico
nell’edilizia” e dalla L.R. 13/2007 “Disposizioni in materia di rendimento energetico nell’edilizia”,
che prevedono “l’installazione di impianti solari termici, impianti per la produzione di energia
elettrica da fonti rinnovabili e serre solari, sia in edifici di nuova costruzione, sia in edifici esistenti
in caso di loro ristrutturazione o inserimento dell’impianto termico”. In particolare si fa
riferimento alle disposizioni attuative della L.R. 13/2007, approvate dalla Giunta Regionale nella
seduta del 04.08.2009) che, pur costituendo adempimento obbligatorio, contribuisce a contenere
le ricadute dell’intervento proposto: non si è pertanto ritenuta necessaria l’individuazione di
specifiche misure di mitigazione e compensazione.
VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA COMPONENTE “SALUTE UMANA” E
DEFINIZIONE DELLE RELATIVE MISURE DI MITIGAZIONE
Valutazione degli impatti L’attuazione del P.E.C. non comporta l’insediamento sul territorio comunale di attività
potenzialmente nocive per la salute degli abitanti, né introduce fattori di rischio connessi a forme
di inquinamento atmosferico, idrico, acustico, luminoso, elettromagnetico, visivo, paesaggistico.
Anche le condizioni del contesto non costituiscono un fattore di rischio a carico dei nuovi
interventi. Come già evidenziato nelle checklist del capitolo precedente, non si registrano, infatti,
interferenze con potenziali fonti di impatto sulla salute della comunità locale. Inoltre, lo strumento
urbanistico esecutivo in oggetto, pur generando impatti contenuti, si avvale di adeguate misure di
mitigazione e compensazione finalizzate a ottimizzare la qualità dell’intervento e a favorire lo
sviluppo di un ambiente di vita favorevole alla promozione della salute e del benessere psico-fisico
della comunità locale. La realizzazione dell’intervento di ampliamento, pur modificando le
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condizioni dell’area DI 2104, risulta infatti pienamente compatibile con la capacità di carico del
sistema ambientale e paesaggistico comunale.
In sintesi, si può quindi ritenere che gli impatti prodotti dall’attuazione delle previsioni del PEC
sulla componente “Salute umana” risultino irrilevanti.
Misure di mitigazione e compensazione L’analisi delle previsioni del P.E.C. non evidenzia elementi di criticità in relazione alla componente
“salute umana”; non si ritiene, pertanto, necessaria l’individuazione di specifiche misure di
mitigazione e compensazione.
MATRICE DI SINTESI DELLA SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
La matrice di seguito riportata riassume gli esisti delle valutazioni condotte e, con riferimento a
ciascuna componente analizzata, esprime un giudizio sintetico di compatibilità ambientale,
tendendo conto anche delle misure di mitigazione e compensazione che dovranno essere inserite
nell’apparato normativo del P.E.C..
Nel dettaglio, sono stati distinti i tre livelli di interferenza/criticità di seguito illustrati:
INTERFERENZA NULLA O SCARSAMENTE RILEVANTE Indica che le azioni del PEC non modificano le caratteristiche del sistema
ambientale e paesaggistico locale e che gli interventi correttivi eventualmente
necessari sono da considerarsi di tipo ordinario o corrispondono ad adempimenti
richiesti della normativa vigente
INTERFERENZA DI MEDIA CRITICITÀ Indica che la compatibilità delle azioni del PEC con le caratteristiche del sistema
ambientale e paesaggistico locale è subordinata alla previsione di opportune
misure di mitigazione e compensazione. Tali misure dovranno essere inserite
nell’apparto normativo del PEC, quale garanzia di attuazione
INTERFERENZA ELEVATA Indica la possibilità di impatti rilevanti sulle caratteristiche del sistema ambientale
e paesaggistico locale, per i quali può essere necessario definire
una complessiva revisione del progetto di PEC o prevedere misure di mitigazione
e compensazione a carattere prescrittivo di estrema importanza
COMPONENTI AMBIENTALI ANALIZZATE
Aria Acqua Suolo Rifiuti Rumore Energia Salute
umana
Interferenza
/ criticità
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ALLEGATO I AL D.LGS. 4/2008: CRITERI PER LA VERIFICA DI
ASSOGGETTABILITÀ L’Allegato I al D.Lgs. 4/2008 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo
3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale” stabilisce alcuni criteri di valutazione
che devono trovare applicazione nelle verifiche di assoggettabilità a VAS (art. 12, D.Lgs. 4/2008).
Le tabelle di seguito riportate danno riscontro a tali criteri.
CARATTERISTICHE DEL P.E.C. In quale misura il P.E.C. stabilisce un quadro di riferimento per progetti e altre attività, o per quanto riguarda l’ubicazione, la natura, le dimensioni, e le condizioni operative o attraverso la ripartizione delle risorse.
In quanto strumento urbanistico esecutivo, il P.E.C. in
oggetto consente unicamente di realizzare un intervento
edilizio programmato dal P.R.G.C. vigente in funzione del
fabbisogno locale, nonché le urbanizzazioni connesse. Esso
non modifica la struttura complessiva del piano e non ne
incrementa la dotazione in termini di aree. La sua
attuazione non influisce e non genera ricadute
sull’ubicazione, sulla natura, sulle dimensioni e sulle
condizioni operative di altri progetti o di altre attività che
determinano impatti ambientali rilevanti.
In quale misura il P.E.C. influenza altri piani o programmi, inclusi quelli ordinati gerarchicamente.
Il P.E.C., per la sua natura di Strumento Urbanistico
Esecutivo proprio della pianificazione di livello comunale,
non determina ricadute su altri piani o programmi in quanto
è finalizzato all’urbanizzazione di un’area a livello locale.
Esso consente unicamente di realizzare una trasformazione
del suolo già approvata dallo strumento urbanistico vigente,
ai sensi delle disposizioni legislative regionali.
La pertinenza del P.E.C. per l’integrazione delle considerazioni ambientali, in particolare al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile.
Il P.E.C. pone particolare attenzione alla necessità di
garantire la sostenibilità dell’intervento proposto,
definendo una serie di attenzioni e di misure mitigative e
compensative, finalizzate a minimizzare o sopprimere le
ricadute, seppur minime, prodotte dalla trasformazione in
oggetto, assicurandone la compatibilità con le
caratteristiche del sistema ambientale e paesaggistico di
scala locale e sovralocale.
Problemi ambientali pertinenti al P.E.C.
L’intervento previsto dal P.E.C. genera ricadute piuttosto
contenute sull’ambiente e sul paesaggio locale; nulle o
scarsamente rilevanti saranno le ricadute su tutte le
componenti ambientali analizzate. Inoltre, per garantire la
sostenibilità ambientale e la coerenza paesaggistica
dell’intervento, sono state previste misure di mitigazione e
compensazione, che saranno recepite dall’apparato
normativo del P.E.C.
La rilevanza del P.E.C. per l’attuazione della normativa
Le trasformazioni indotte dall’intervento oggetto di PEC,
non rivestono significativa rilevanza ai fini dell’attuazione
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comunitaria nel settore dell’ambiente (ad es. piani e programmi connessi alla gestione dei rifiuti o alla protezione delle acque).
della normativa comunitaria nel settore ambientale, se non,
in misura estremamente limitata, per quanto attiene alle
componenti acqua ed energia. Per entrambe queste
componenti è infatti previsto un riferimento esplicito alla
necessità di recepire la normativa statale e regionale
vigente, derivata da quella comunitaria, al fine di garantire il
risparmio idrico, il corretto riutilizzo delle acque meteoriche
e l’efficienza energetica. In merito alla componente acqua si
evidenzia inoltre che è previsto l’allacciamento di nuove
utenze alle infrastrutture idriche e fognarie esistenti.
CARATTERISTICHE DEGLI EFFETTI E DELLE AREE INTERESSATE DAL P.E.C. Probabilità, durata, frequenza e reversibilità degli effetti.
Gli effetti derivanti dall’attuazione del P.E.C., considerato
che riguardano trasformazioni urbanistico-edilizie del suolo,
sono permanenti e irreversibili. Si evidenzia, inoltre, la
presenza di impatti temporanei, a breve e medio termine,
riconducibili essenzialmente alle fasi di cantiere. Tali
impatti, pur rivelandosi più acuti di quelli generati
dall’intervento a regime, in linea generale sono temporanei
e reversibili.
Carattere cumulativo degli effetti.
Non sono rilevabili effetti cumulativi negativi.
Natura transfrontaliera degli effetti.
I contenuti del P.E.C. non comportano effetti
transfrontalieri.
Rischi per la salute umana o per l’ambiente (ad es. in caso di incidenti).
L’intervento previsto non comporta rischi per la salute
umana e per l’ambiente
Entità ed estensione nello spazio degli effetti (area geografica e popolazione potenzialmente interessate).
L’area geografica e la popolazione interessata sono quelle
strettamente locali.
Valore e vulnerabilità dell’area che potrebbe essere interessata a causa: - delle speciali caratteristiche naturali o del patrimonio culturale - del superamento dei livelli di qualità ambientali o dei valori limite dell’utilizzo intensivo del suolo.
L’attuazione del P.E.C. non genererà interferenze, dirette o
indirette, su aree di particolare pregio ambientale e
paesaggistico, né sul patrimonio culturale locale.
Effetti su aree o paesaggi riconosciuti come protetti a livello
nazionale, comunitario o internazionale:
Nell’intorno significativo non sono presenti né aree
protette, né siti di interesse comunitario (Sic), individuati ai
sensi della direttiva 92/43/CEE, né zone di protezione
speciale (Zps), riconosciute ai sensi della direttiva
79/409/CEE. Inoltre, l’area oggetto di P.E.C. non interferisce
con componenti della matrice ambientale suscettibili di
giocare un ruolo strutturale nel disegno della rete ecologica,
sia di scala regionale che provinciale.
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CONCLUSIONI
Complessivamente le valutazioni effettuate non hanno condotto all’individuazione di potenziali
impatti critici, intesi come effetti di elevata rilevanza sulle matrici ambientali considerate e sulla
salute pubblica.
Le analisi hanno consentito di rilevare la sostanziale coerenza e compatibilità tra i contenuti del P.E.C. in oggetto e il sistema ambientale e paesaggistico del territorio comunale.
Ad ulteriore conferma di quanto sopra affermato, si ribadisce quanto segue:
- l’ambito oggetto di P.E.C. non interferisce né con componenti ambientali e paesaggistiche
sensibili e/o di pregio, né con elementi che possano determinare rilevanti criticità a carico del
nuovo intervento;
- la previsione dell’area DI 2104 è strettamente connessa all’ampliamento della zona produttiva
esistente in Strada Tetti Arlorio;
- la sostenibilità delle scelte effettuate è rafforzata anche dalla previsione di adeguate misure di
mitigazione e compensazione, che consentono di integrare obiettivi di tutela e valorizzazione
del sistema ecologico-ambientale e paesaggistico con le esigenze di crescita e sviluppo del
sistema insediativo.
In conclusione, alla luce di tutte le considerazioni approfondite nel presente documento, si
propone l’esclusione del Piano Esecutivo Convenzionato “Area DI 2104” del P.R.G.C. dalle
successive fasi del processo di Valutazione Ambientale Strategica.