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Dossier Liguria 10 2011

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dossier liguria golfarelli 10 2011

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L’INTERVENTO.........................................13Ferruccio DardanelloJacopo Morelli

PRIMO PIANOIN COPERTINA .......................................16Giovanni Calvini

POLITICA ECONOMICA .....................22Paolo Odone Enrico Lupi Luca CostiClaudio Burlando Roberto Mumolo Giorgio GuerriniLuigi Marino

STRATEGIE PER LE PMI...................44Giuseppe TripoliRaffaello Vignali

GENOVA VERSO IL VOTO ................52Marta Vincenzi Michele Scandroglio

ESTERI ....................................................58Franco FrattiniEnrico La Loggia

ECONOMIA E FINANZANAUTICA .................................................66Anton Francesco AlbertoniSara ArmellaValter Mariani

POLITICHE GIOVANILI .......................74Giorgia Meloni

DONNE D’IMPRESA ............................78Nicoletta VizianoCristina Rossello

QUOTE ROSA ........................................82Mara CarfagnaLella Golfo

IL DISTRETTO DEI FIORI ..................88Riccardo GiordanoFranco AmadeoGiovanni Barbagallo

FOCUS SAVONA ..................................98Fabio Atzori Vincenzo Bertino Luciano Pasquale

SERVIZI PUBBLICI ............................104Enrico Sassi

GESTIONE TRASPARENTE ............108Plinio Venturini

IMPRENDITORI DELL’ANNO ..........112Giuseppe GuerraOsvaldo Borghetti Filippo SchiaffinoAntonio PescioBruno ed Enzo PolipodioGiocondo CorsiCesare LibriciAdemoro CarabettaPasquale StrescinoGiancarlo Dughera

SERVIZI ALL’IMPRESA....................134Stefano MussoAndrea Pescino

DISTRIBUZIONE EDITORIALE ......138Thomas Baccanella

CONTROVERSIE NAUTICHE..........140Federico Deodato

GESTIONE DEI VEICOLI...................142Gianluca Favaro

PRODOTTI ALIMENTARI .................144Igino Mazzola

OSSIERLIGURIA

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TERRITORIOINFRASTRUTTURE............................148Altero MatteoliRaffaella Paita

TERZO VALICO ...................................152Sandro BiasottiMarco Castagnola

LOGISTICA............................................158Bartolomeo GiachinoFausto FortiRiccardo FuochiCristoforo CanaveseRoberto GulliClaudio e Andrea Giachero ed Ernesto RivarolaCraig Coffey

TRASPORTI ..........................................174Luciano Bruzzo

PORTI TURISTICI ..............................176Mario Parmeggiani

PROGETTAZIONE NAVALE ............178Mario Nattero

IMPIANTISTICA NAVALE ................180Giuseppe Cracolici

APPALTI ................................................183Sergio SantoroGiovanni Boitano Silvia Risso Roberto Principe

EDILIZIA ................................................194Filippo Saracino

RISTRUTTURAZIONI.........................196Paola Patri

RESTAURO ...........................................198Marcello Marzini

PROGETTAZIONE ACUSTICA ......200Alessandra Fantini

INTERNI ................................................202Danilo Rossi

INFORTUNISTICA STRADALE .....204Marco Sartini

TURISMO .............................................206Americo PilatiRoberto BagnascoGiorgio LombardoLuisa SmiragliaBeatrice Cozzi Parodi

AMBIENTE ED ENERGIAMOBILITÀ SOSTENIBILE ................216Stefania PrestigiacomoLorenzo BertuccioMauro Forghieri

RISCHIO IDROGEOLOGICO ..........226Renata BrianoGiovanni Scottoni

GESTIONEDELLE RISORSE IDRICHE.............232Alberto Lodolo

RINNOVABILI......................................234Alessandro e Gabriele Cara

GESTIONE DEI RIFIUTI ...................236Marco e Bruno Longagna

BONIFICHE ..........................................238Dirk Jan Schram

GIUSTIZIAEVASIONE FISCALE ........................240Victor UckmarCarlo Federico GrossoPier Luigi VinaiFlavio ZaniniAlberta De Sensi

SANITÀRETE OSPEDALIERA.......................250Claudio MontaldoMatteo RossoRoberto Cassinelli

TOSSICODIPENDENZE...................256Giovanni Serpelloni

CHIRURGIA PLASTICA ...................260Franco Migliori

TECNOLOGIAALL’AVANGUARDIA.........................264Lucio Racca

RUBRICHETRA PARENTESI ...............................268Antonio Catricalà

IL COMMENTO ...................................270Raffaele Guariniello

Sommario

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Xxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTOXxxxxxx XxxxxxxxxxxL’INTERVENTO

Bisogna partire daigiovani e agire nelloro interesse peravere delle prospet-tive perché la prio-

rità del Paese in questo mo-mento è la crescita economica ela creazione di posti di lavoroper i giovani. Stiamo propo-nendo che venga utilizzato giànella scuola un sistema merito-cratico per fare in modo che glistudenti che hanno più capacità,indipendentemente dalle condi-zioni economiche della famigliadi origine, possano emergere. Af-finché la parola merito torni adavere pieno significato, non sipuò prescindere dal rilancio del-l’università. Per spingere il si-stema verso una competizionevirtuosa fra atenei dobbiamoavere il coraggio di abolire il valore legale dei titoli di stu-dio che alimenta l’illusione che tutte le scuole e le univer-sità siano uguali e che tutti i diplomi e le lauree sianouguali. L’università deve invece evolversi, in maniera piùincisiva rispetto alle pur apprezzabili riforme attuali. Li-bertà di azione e merito sono gli unici parametri da adot-tare. Per aumentare autonomia e concorrenza nel sistemauniversitario, bisogna eliminare il tetto alle tasse universi-tarie e incrementare le borse di studio perché il successodi un Paese si misura sulla capacità di creare premi Nobele attrarre studenti da tutto il mondo. Dobbiamo preoc-cuparci di attrarre talenti e cervelli perché dei quasi 3 mi-lioni di studenti che tutti gli anni vanno in giro per l’Eu-ropa a studiare, noi riusciamo a intercettarne circa l’1,7%,che è un dato irrisorio. Bisogna puntare su un sistema uni-versitario che dia spazio a corsi in grado di suscitare inte-resse e garantire libertà di ricerca e organizzazione del la-voro a chi sceglie l’Italia.Non c’è una ricetta per Firenze o una per Siracusa, c’è unaricetta per l’Italia: diventare un Paese per giovani. L’ingre-

diente principale perché riescain questo processo è detassarele nuove imprese. Abbiamoproposto una fiscalità di van-taggio, con aliquote tendentiallo zero, per i giovani e ledonne che entrano nelmondo del lavoro. Anche laBanca d’Italia ha evidenziatocome i salari di riferimentoper i giovani siano drammati-

camente scesi in questi ultimi anni e allora bisogna fare inmodo che i giovani, all’inizio della loro carriera, possano av-vantaggiarsi di una pressione fiscale meno accentuata.Questo porterebbe loro un vantaggio economico e l’inizialesacrificio dell’Erario verrebbe ripagato subito in termini disviluppo economico. Se la disoccupazione giovanile è increscita, abbattere l’Irap sulle start up incentiverebbe l’im-prenditorialità, a partire dai più giovani. È importantesviluppare la cultura d’impresa e celebrarne i successi e svi-luppare il mercato del capitale di rischio, che premi pro-getti e innovazione. Israele, un Paese di 7 milioni e mezzodi abitanti, meno di quanti ne abbia la Lombardia, è statodefinito “start up nation”, perché attraverso un uso consa-pevole della fiscalità ha saputo mettere vento nelle vele deinuovi imprenditori. Israele oggi ha 125 imprese quotate alNasdaq: più di tutti i paesi europei, Giappone, Corea, In-dia e Cina messi assieme. L’Italia deve entrare con forzanella classifica dei Paesi che creano, che investono, che fi-nanziano le idee, perché le energie e le competenze cisono, e risiedono nei giovani.

Il futuro dell’Italia parte dal meritodi Jacopo MorelliPresidente del gruppo

Giovani Imprenditori di Confindustria

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IN COPERTINA

Capitale all’avanguardia per la cantieristica navale e nuovo riferimento internazionaleper la tecnologia grazie all’imminente apertura del villaggio Erzelli: così Giovanni Calvini,presidente di Confindustria Genova, vede il futuro economico della città,porta d’accesso sul mare per il Nord Ovest

Paola Maruzzi

GENOVA,TRA IL MARE E L’HIGH TECH

Nei giorni in cuiprende il via la51esima edizionedel Salone Nautico,Genova si misura

con i mesi che andranno a chiudereil 2011. «Sul mercato interno non ciaspettiamo particolari slanci di vi-vacità da nessuno settore – precisaGiovanni Calvini – perciò il soste-gno all’internazionalizzazione saràdeterminate». Ma, seppur davanti aprevisioni “timide”, il leader degliindustriali genovesi non frena l’ur-genza di tenere i riflettori accesisullo scenario futuro: in gioco c’è lamacroarea economica del NordOvest, «un trittico industriale la cuisinergia potrà essere accelerata an-che in vista dell’Expo 2015». Neiprossimi mesi si lavorerà per rinsal-dare le alleanze, stringendo sul po-tenziamento della logistica portuale.L’altra scommessa genovese è incasa, sulla collina degli Erzelli, dovesorgerà uno dei più grandi parchitecnologici italiani: Genova, capo-luogo della cantieristica navale no-nostante le incertezze che gravanosu Fincantieri a Sestri Ponente, saràun punto di riferimento anche per

l’high tech, uno dei pochi settoriad aver registrato un aumento diproduzione (+6,5%), grazie alla do-manda in crescita sia sul fronte na-zionale (+8,7% di fatturato) che suquello estero (+7,8%).

L’edilizia (-8,3% di investimentinel primo semestre 2011) è la “za-vorra” che non fa decollare l’eco-nomia locale e, cosa più preoccu-pante, non si prevedono margini dimiglioramento. Come intervenire?«Faccio una premessa. L’edilizia nonsta dando risultati brillanti ma puòcontare su un vantaggio che agli al-tri settori manca: è, infatti, il com-parto meno esposto alla concor-renza internazionale. Questosignifica che il suo andamento di-pende quasi esclusivamente dalleistituzioni locali, o meglio, dallaloro disponibilità a favorirne lo svi-luppo. L’edilizia ha bisogno di pog-giare su un buon funzionamento, ciaspettiamo lo snellimento dei pro-cessi decisionali, investimenti emaggiore sostegno al partenariatopubblico-privato. Detto questo,stiamo collaborando con il Comunesul piano urbanistico per definireassieme gli obiettivi di massima. La

parte normativa dovrà essere piùchiara e semplice, in modo da evi-tare qualsiasi discrezionalità sull’ap-plicazione del piano: una volta sta-bilite le regole, ci auguriamo cheesse rimangano tali».

A proposito di una più strettacollaborazione tra lei e il sindacoVincenzi, ci sono già stati i primiincontri delle rispettive commis-sioni. Cosa è emerso?«Abbiamo dato vita a tavoli tec-nici “misti”, costituiti sia da rap-presentanti delle istituzioni chedelle più importanti imprese ge-novesi. Lo scopo è individuare pro-getti che possono partire a pre-scindere dai tagli della manovra.La Gronda è senz’altro uno di que-sti. È presto per dire cosa ne otter-remo, ma il metodo è quello di ri-tornare su interventi, sia pubbliciche privati, già finanziati e met-terli velocemente in pista».

Il sindaco si è detta favorevole aragionare su “tagli alle spese im-produttive” per liberare risorse afavore dello sviluppo del territorio,ma non è chiaro di cosa si tratti. «In effetti questo è un punto su cuicredo si debba tornare a riflettere, � �

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IN COPERTINA

forse non è stato recepito piena-mente dalle istituzioni locali e unpo’ mi rincresce. Temo che a breve,a seguito della manovra, ci chiede-ranno nuovi sacrifici che ricadrannosugli enti locali».

Metalmeccanica, chimica, farma-ceutica e terziario avanzato hannodato buoni risultati nei primi seimesi del 2011. Crede che sarà cosìanche nel secondo semestre? «È prematuro sbilanciarsi, ma leprime impressioni non sono posi-tive, quindi sarà determinante il so-stegno all’internazionalizzazione. Imodelli da seguire sono quelli diFrancia e Germania, paesi che sono

riusciti a trovare incentivi fiscali,senza violare le regole della concor-renza dei mercati comunitari, ren-dendo più competitive le loro im-prese. Pensiamo, per esempio, allacantieristica navale, fiore all’oc-

chiello della nostra economia: qui ènecessario rimediare al gap compe-titivo con un intervento strutturaledel comparto».

La Fincantieri di Sestri Ponenterischia il collasso produttivo: giàa marzo lo stabilimento potrebbeessere privo di commesse. Seguarda al futuro del colosso in-dustriale cosa vede?«Intanto c’è un segnale di speranzache abbiamo accolto con soddisfa-zione. Mi riferisco all’accordo diprogramma che permetterà a Fin-cantieri di ribaltare a mare, attra-verso il riempimento di una ban-china, tutte le attività cantieristicheche oggi sono a terra. Oggi il can-tiere è attraversato dalla ferrovia edè complicato passare i pezzi da unreparto all’altro. Fincantieri ha fattoquesta richiesta da diversi anni,forse la risposta è arrivata quando lecose erano compromesse. Sul fu-

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� �Oltre alla nautica, bisogna prendere altre peculiaritàdel sistema produttivo e tradurle in eventi fieristici

In apertura, Giovanni Calvini,

presidente di Confindustria Genova.

A destra, il padiglione B di Genova

Fiera, progettato da Jean Nouvel.

Sotto, la scorsa edizione

del Salone Nautico

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turo inviterei a non escludere atti-vità industriali alternative».

Si spieghi meglio.«Bisogna affacciarsi sul mercatodelle navi da crociera. A metà set-tembre abbiamo avuto una com-messa dalla Cina e la stessa cosa èaccaduta con il Giappone. In-somma, il mercato internazionaleha preso una direzione evidente,quindi credo sia doveroso rifletteresulle nuove opportunità produttivedi Fincantieri. Certo, le scelte le faràl’azienda ma bisogna cercare di age-volare il cambiamento».

Genova sta lavorando sul po-tenziamento della logistica. Comeprocedono i vari interventi?«I progetti di sviluppo del porto diGenova sono ben avviati: il nuovoterminal di Calata Bettolo avanza, ilsesto modulo è stato assegnato e ilterminalista si organizzando beneper occuparlo tutto; presto inizierà

il riempimento del porto di Sam-pierdarena. Sono fiducioso sul-l’obiettivo a breve termine, rag-giungere i 3milioni di tonsmovimentati. Detto questo, è ne-cessario far uscire la merce, quindirimuovere gli ostacoli infrastruttu-rali che fanno da tappo. È già par-tito un investimento sul rifacimentodel nodo ferroviario che, una voltaportato a termine, permetterà di al-leggerire il traffico su gomma e, sispera, di collegarsi al famigeratoterzo valico».

A proposito del valico dei Giovi,il governo ha assicurato che il fi-nanziamento del secondo bloccocostruttivo ci sarà. «Sono ottimista sull’opera, le dichia-razioni del governo ci fanno ben spe-rare. Ma 110 anni di attese ci inse-gnano a non abbassare la guardia.Le preoccupazioni spariranno soloquando si aprirà il cantiere».

“Genova è il porto di Milano”ha detto di recente l’assessore alleInfrastrutture della Lombardia.Le distanze si accorceranno ancordi più in vista dell’Expo? «Finalmente qualcuno in Lombar-dia “scopre” che Genova è il portodel Nord Ovest e l’Expo fungerà sen-z’altro da volano. Siamo quotidia-namente impegnati nella costruzionedei rapporto tra i territori, parteci-pando tutti assieme al tavolo sul-l’Osservatorio delle infrastrutture».

Cosa si aspetta la città di Ge-nova dall’Expo?«Una grande occasione per rilan-ciare il turismo. Per ottenere unbuon riscontro sarà necessario co-struire già da adesso un piano stra-tegico. Genova è riuscita a sfruttarebene alcuni investimenti dell’ultimodecennio, penso al G8, a “Genovacapitale della cultura”, alle Colom-biadi del 1992, quando fu inaugu-

Giovanni Calvini

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IN COPERTINA

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Con l’Acquario sonostati gettati i semiper lo sviluppo delsettore turistico

rato l’Acquario e furono gettatii semi per lo sviluppo del settore. Lepremesse ci sono, ora bisogna pren-dere coscienza che il turismo è unavera e propria industria».

Tra i turismi c’è quello congres-suale, spinto dal Salone Nautico.Cosa rappresenta?«È l’asset fondamentale per tutto ilsettore nautico, è il principale mo-mento di apertura della città. Gliinvestimenti fatti negli ultimi annisono andati nella direzione del con-solidamento, ne è la prova l’esposi-zione in mare delle barche. Ma laFiera non può vivere solo sul Sa-lone, mi auguro nasceranno nuovevetrine. Per esempio, di recente aGenova si sono incontrati più di1.500 agenti marittimi e non sa-rebbe sbagliato pensare a un eventosullo shitting. Stessa cosa vale per la

tecnologia, che sta crescendo molto.Insomma, bisogna prendere le pe-culiarità del nostro sistema produt-tivo e tradurle in eventi».

A proposito di tecnologia, Ge-nova ripone le sue speranze nelvillaggio Erzelli. Concretamentecosa sta facendo Confindustriaper sviluppare questo progetto? «Gli Erzelli saranno l’opportunità disprovincializzare il nostro tessutoeconomico e sociale. È il progettopiù interessante che abbiamo. Laprima azienda, il colosso Ericsson, sitrasferirà all’inizio dell'anno pros-simo. Il nostro impegno è favorirel’integrazione delle piccole aziende,in modo da chiudere il cerchio delparco tecnologico, terreno comunetra l’università, grandi imprese,grandi centri di ricerca, come ilCnr, e pmi».

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POLITICA ECONOMICA

Il manifatturiero ligure, econseguentemente l’export,presentano il conto dellacrisi qualche trimestre più

tardi rispetto all’andamento na-zionale e faticano a riprendere lacorsa. L’ultimo rapporto annualedella Banca d’Italia sull’economiaregionale delinea i tratti di un’in-dustria i cui livelli di produzionee ordinativi hanno proseguitonella lenta risalita avviata dal se-condo semestre del 2009, rima-nendo comunque contenuti nelconfronto storico. I settori ad altatecnologia e alcuni segmenti delmetalmeccanico hanno sostenutola dinamica produttiva; compartiquali la cantieristica e l’impianti-stica hanno, invece, accusato mag-giormente il colpo. «Questo per-ché la struttura produttiva dellanostra regione è spesso legata allecommesse di lungo termine piùche all’andamento del ciclo eco-nomico – commenta PaoloOdone –. Una condizione cherende più complesso individuarecorrettivi a breve termine in gradodi convogliare gli ordini. Ma percompletare il quadro non bisognadimenticare, prosegue il presi-dente di Unioncamere, il secondosettore trainante dell’economia li-gure, ovvero il turismo, «che, se-

condo gli ultimi dati del-l’osservatorio turistico re-gionale, registra un buonandamento soprattutto aGenova, con importanti ri-cadute su gran parte del-l’economia regionale».

Tornando all’export, si èregistrata negli ultimi mesiuna sensibile decelerazionedelle esportazioni, in con-trotendenza rispetto alPaese. Come invertire larotta?«Anche per l’export vale lostesso discorso delle com-messe quale motore principale del-l’economia produttiva della Ligu-ria. Una vera inversione ditendenza potrà pertanto verificarsisoltanto nel momento in cui ri-partiranno in maniera convincentegli ordini dall’estero nei principalisettori produttivi della regione».

Il rapporto Bankitalia sottolineaanche come l’elevata anzianità me-dia della popolazione abbia con-tribuito a ritardare la sensibilità alciclo dell’economia locale. «La struttura demografica dellapopolazione ligure è fortementecondizionata dalla percentuale diover 65, decisamente superiorealla media nazionale, anche sel’immigrazione straniera comin-

cia a contribuire nel rendere menoalto l’indice di vecchiaia. È veroche in Liguria i cicli economici siavvertono in ritardo rispetto al-l’andamento generale, sia nelle fasiacute sia in quelle di ripartenza.La struttura anziana della popola-zione è un punto di forza perchécomporta una maggiore disponi-bilità finanziaria e di patrimonifamiliari, ma al tempo stesso è an-che una debolezza».

A cosa si riferisce quando parladi debolezza?«Il limite è che non sempre i patri-moni sono disponibili a investi-menti e, comunque, ad attività di ri-schio economico. Lo stesso discorso,al di là dell’attuale crisi economica,

Il presidente di Unioncamere Liguria, Paolo Odone, fa luce su un sistema regionale

che avverte in ritardo i cicli economici, sia nelle fasi acute sia in quelle di ripartenza.

E per stimolare i consumi chiede «scelte di politica sociale diverse»

Michela Evangelisti

Misure a sostegno dei giovani

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Paolo Odone

vale per i consumi, che vengonotrainati maggiormente dalle com-ponenti giovanili. E i giovani, purpesando in Liguria in misura deci-samente minore che altrove, vivonocome nel resto del Paese il problemadella disoccupazione».

Da dove potrebbe arrivare lasvolta?«Da un sistema pubblico che puntimaggiormente su politiche per so-stenere i giovani, mettendo in can-tiere misure economiche per favo-rire la crescita dell’imprenditoriagiovanile, cercando di esaltarneprofessionalità e competenze, apartire dalla formazione e dallacreazione d’impresa, settori che ve-dono le Camere di Commercio in

prima fila».Continua in regione la flessione

dei consumi, che secondo gli ul-timi dati sono addirittura inferioria quelli dell’anno 2000: come ri-lanciarli?«La situazione è critica. L’aumento diun punto dell’Iva non aiuterà certa-mente la ripresa, come pure il costodei servizi pubblici locali, che sonocresciuti nel corso degli ultimi diecianni a tassi decisamente superiori aquelli dell’inflazione. Lo stesso di-scorso vale per l’erosione impostadalla crisi finanziaria ai risparmi, dasempre vanto della nostra regione.Per stimolare la propensione al con-sumo occorrerebbero scelte di poli-tica sociale diverse».

Sempre più fondamentali sistanno rivelando per la crescitadelle pmi i percorsi di aggrega-zione tra imprese. Quanto hanno

preso piede in regione? «In Liguria abbiamo l’esperienzapilota dei Civ, centri integrati divia, attraverso i quali le pmi delcommercio, dei servizi e del turi-smo hanno investito nel migliora-mento della vivibilità e della qua-lità urbana delle aree, grazie apartnership pubblico-private natedalla progettazione integrata traCiv e Comuni e dal finanziamentoregionale e comunitario. Oggi inLiguria abbiamo oltre 110 consorzicon più di 6000 soci. Oltre al-l’esperienza dei Civ, ricordo ancheil polo della robotica, nato a Ge-nova una decina di anni fa comeaggregazione di spin-off del set-tore, che invece di farsi concor-renza hanno deciso di cooperareper crescere, e molti altri consorzie distretti che hanno anticipato lereti d’impresa».

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Il turismo è il secondo settore trainantedell’economia ligure e registra un buonandamento soprattutto a Genova

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Secondo una recente inda-gine di Confcommercio, inLiguria non solo i consumisono fermi, ma sono addi-

rittura più bassi rispetto al 2000. El’aumento dell’Iva di un punto per-centuale, stabilito dall’ultima ma-novra finanziaria, di certo non aiu-terà. «È evidente che produrrà unpiccolo scalino inflazionistico checontribuirà a ridurre la già bassa di-namica dei consumi delle famiglie e

del Pil – commenta il presidenteregionale di Confcommercio, En-rico Lupi –. Purtroppo prevedo uneffetto depressivo ancora più mar-cato anche a causa del combinarsi diuna pluralità di provvedimenti tuttiorientati nella direzione di incre-mentare la pressione fiscale sulle fa-miglie e sulle imprese».

Le sue proposte per il rilancio?«Bisognerebbe ridurre e riqualificarela spesa pubblica, semplificare e rifor-

mare la pubblica ammini-strazione, sbloccare gli inve-stimenti infrastrutturali eridurre i tempi di pagamentodelle Pa. In particolare, poi,occorrerebbe avanzare decisinell’azione di contrasto e re-cupero dell’evasione e del-l’elusione fiscale».Quali sono in regione i

settori più in sofferenza equelli, invece, che stannocrescendo? «La tendenza ligure permolti versi rispecchia l’an-damento nazionale. I set-tori più in sofferenza sonol’alimentare, l’abbiglia-mento e calzature, i beni eservizi per la casa. In gene-rale la crisi morde le microe piccole imprese, che ov-viamente patiscono il sot-

todimensionamento finanziario estrutturale. Un’ulteriore criticitàper la nostra economia è la crisiprofonda dell’industria, che ovvia-mente incide sulla ricchezza da di-stribuire sul territorio. Sta invece, eper fortuna, crescendo l’agroali-mentare di qualità, un settore confortissime potenzialità anche in ter-mini di internazionalizzazione».

Il fatto di avere la popolazionepiù anziana del Paese condiziona,e in che modo, i consumi?«Anzianità e decremento demogra-fico della nostra regione sono duefattori che incidono pesantementesui consumi. La spesa si riduce e siconcentra quasi esclusivamente subeni di prima necessità. A questoproposito è ancora più importantesalvaguardare il tessuto distributivo aldettaglio, proprio in ragione di quelservizio di prossimità inestimabileper una popolazione sempre più an-ziana. Senza contare che in molticasi, quando si parla di piccoli paesi,il negozio tradizionale rappresentauno dei pochi, se non l’unico, presi-dio sociale della zona».

Secondo l’ultimo rapporto Ban-kitalia sull’economia regionale legiornate trascorse dai turisti pressole strutture ricettive liguri sono di-minuite nel 2010, in linea con ilbiennio precedente. Non si sta fa-

Consumi in caduta libera e turismo stagnante. L’anzianità e il decremento demografico

non aiutano a migliorare il quadro. Le proposte di Enrico Lupi, presidente

di Confcommercio Liguria, tra semplificazione normativa e promozione sul web

Michela Evangelisti

Più attenzione al terziario

POLITICA ECONOMICA

Enrico Lupi, presidente di Confcommercio Liguria

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Enrico Lupi

cendo abbastanza per sostenere ilturismo? «Dobbiamo recuperare la centra-lità delle imprese e puntare decisa-mente a un’attività di promozionelegata al web. Presupposto essen-ziale è che la Regione imposti unapromozione della Liguria nella suainterezza, con una massa critica cheva da Ventimiglia a Sarzana.Quando parliamo di turismo nonpossiamo prescindere da un fattoreessenziale quale la risorsa mare, chenecessita di essere salvaguardatacon adeguati impianti di depura-zione. Occorre che la Regione Li-guria offra adeguate garanzie aglistabilimenti balneari sia sotto ilprofilo della tutela dell’ambienteche del quadro normativo di rife-rimento. Ogni giorno si rischia ildivieto di balneazione sulle nostrespiagge. Se ciò capitasse in alta sta-gione, sarebbe una tragedia».

La Regione Liguria, come tuttigli altri governi regionali, dovrànecessariamente razionalizzaresempre più i propri investimenti.Quali sono secondo Confcom-mercio le priorità d’intervento? «Il sostegno al credito è essenziale.Il supporto al sistema delle piccoleimprese deve essere orientato suun duplice binario: liquidità enuovi investimenti. Il fondo di li-quidità creato e finanziato dallaRegione Liguria è certamente unostrumento importantissimo, cheha consentito alle imprese di con-solidare i propri debiti con il si-stema bancario. Allo stesso tempoè fondamentale l’istituzione di unfondo permanente per le impreseche decidono di ristrutturare ipropri locali o di innovare la pro-pria offerta di servizio. Ed è altresìimportante che nelle modalità diconcessione di contributi e incen-

tivi vengano individuate misurepremianti per quelle aziende chehanno investito nell’innovazionedi processo, partecipando all’ope-ratività delle aggregazioni d’im-presa e delle reti».

Un’opportunità di crescita in piùper le pmi potrebbe venire proprioda forme di aggregazione.«Il modo migliore per favorirle èprevedere benefici diretti, anchesotto forma di sgravi fiscali, a tutticoloro che partecipano a questereti. Nonostante il terziario incidasull’economia della nostra regioneper oltre l’80%, non trova spazionell’ambito del quadro normativodi riferimento. Le migliaia di im-prese del terziario che hanno cre-duto nell’aggregazione quale stru-mento di innovazione di processoin grado di sostenerne la competi-tività sul mercato si aspettano unsegnale di attenzione».

La Regionedeve impostareuna promozionedella Liguria nellasua interezza,con una massacritica che vada Ventimigliaa Sarzana

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La Liguria è la regione delNord in cui è più difficile“fare impresa”, soprat-tutto piccola impresa. È

quanto è emerso da un’analisi ela-borata dall’ufficio studi di Confar-tigianato. Sono essenzialmente duele ombre che si stendono sulle re-altà aziendali liguri: l’alta percen-tuale di contenzioso, tra le più ele-vate del Paese, e il forte ritardoinfrastrutturale della regione. «Suquest’ultimo fronte occorre inter-venire con rapidità – commenta ilsegretario regionale di Confarti-gianato, Luca Costi –. Speriamodi ricevere a breve i tanto attesifondi Fas, che possono consentiredi far ripartire gli investimentinelle grandi opere - terzo valico enon solo - verso le quali è fortel’attesa da parte delle imprese». Perarginare il problema del conten-zioso la via indicata da Costi èchiara: una forte azione di sempli-ficazione. Misura che, al tempostesso, andrebbe a risolvere anche idue nodi più critici per le impreselocali messi in luce dai dati del-l’osservatorio regionale dell’arti-gianato: accesso al credito e buro-crazia eccessiva.

Venendo allo stato di salute dei

vari comparti artigiani in regione,tra marzo 2010 e marzo 2011 ilsettore high tech ha registrato untasso di sviluppo del 6,7%. Comerafforzare questo trend?«Innanzitutto bisogna chiarire chesi tratta sì di un dato positivo, mache deriva da numeri bassi: in so-stanza le imprese high tech sonocresciute, ma rimangono comun-que numericamente una presenzamolto ridotta. Per rafforzare iltrend occorre agire sui fattori dicompetitività: un’azione impor-tante è già stata compiuta, mi rife-risco al miglioramento dell’accessoalla banda larga. La Liguria, pur-troppo, sconta una caratteristicaorografica che rende difficili sia lacomunicazione che gli insedia-menti produttivi. Bisogna dare alleimprese gli strumenti per superarequesti limiti e per recuperare unproprio autonomo ruolo: le pminon possono sopravvivere solo inquanto fornitrici della grandeazienda. In questo senso si puòpuntare a migliorare il sistemadelle aggregazioni».

Secondo gli ultimi dati dell’Os-servatorio congiunturale sull’arti-gianato e la piccola media impresain Liguria, si è registrata in regione

una crescita sostenuta dell’export,che però non ha favorito una ri-presa della produzione, della do-manda e del fatturato. Come sispiega questa dinamica?«Il dato positivo sull’export testi-monia il recupero del mercato. Sea questa crescita non è corrispostoun aumento dell’occupazione e delfatturato è perché c’è stato un calodei consumi interni. Gli stessi datidell’osservatorio hanno, infatti,messo in evidenza una maggioresofferenza delle imprese che si ri-volgono al mercato locale».

Come favorire allora l’interna-zionalizzazione delle piccole im-prese liguri?«Stiamo parlando di uno degli ele-

26 • DOSSIER • LIGURIA 2011

POLITICA ECONOMICA

Il 70% delle aziende artigiane liguri si occupa di servizi. Le loro

priorità sono la semplificazione burocratica e la facilità

nell’accesso al credito. «È forte poi l’aspettativa verso le grandi

opere» aggiunge il segretario di Confartigianato, Luca Costi

Michela Evangelisti

Una politica vicina alle imprese

Luca Costi, segretario di Confartigianato Liguria

Page 23: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 27

Luca Costi

menti centrali per la crescita: ab-biamo chiesto alla Regione, pro-prio a fronte di questi dati, che in-vesta sull’internazionalizzazioneanche in presenza di risorse scarse.L’investimento deve avvenire attra-verso iniziative di accompagna-mento delle piccole imprese, cheincontrano difficoltà ad andare al-l’estero da sole. I sistemi camerali eassociativi possono svolgere in que-sto un ruolo importante. Il 3 otto-bre, ad esempio, parteciperemo,portando una ventina di impreseliguri, a un’iniziativa di forte im-patto a Montecarlo: una serie diincontri business to business perl’agroalimentare, uno dei settoriancora oggi trainanti della nostra

economia. Se abbiamo un tessutopoco internazionalizzato dipende,comunque, anche dalle sue carat-teristiche intrinseche».

Cosa intende?«La Liguria, a differenza di regionilimitrofe come il Piemonte e Lom-bardia, ha una percentuale moltoelevata di imprese di servizi (il 70%circa del totale delle imprese arti-giane), quindi non interessate al-l’internazionalizzazione. Si trattadi realtà che si rivolgono a un mer-cato locale e risentono maggior-mente della crisi complessiva deiconsumi: per loro le priorità sonopiuttosto sburocratizzazione e fa-cilità nell’accesso al credito».

Confartigianato Liguria in que-

ste settimane sta invitando gli am-ministratori pubblici a vestire perun giorno gli “abiti” da artigiano.Qual è l’obiettivo di questa inizia-tiva?«L’iniziativa, che ha avuto un grandesuccesso sia tra gli amministratori chetra gli artigiani, ha lo scopo di creareun momento di confronto, nel qualel’imprenditore possa far toccare conmano all’amministratore le proble-matiche quotidiane del settore, ri-guardanti non solo la parte della pro-duzione ma anche quella burocratica.Speriamo che da una maggiore cono-scenza i politici possano trarre solu-zioni migliori, leggi e atti che ten-gano conto della peculiarità dellapiccola impresa».

Le imprese hightech si rafforzano,ma numericamentesono ancoratroppo poche

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28 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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Nel 2010 la crescita del-l’economia ligure, cheinizialmente avevaretto meglio ai colpi

della crisi, è stata più modesta eincerta rispetto al resto del Paese.Un andamento che sembra essereproseguito anche nei primi mesidell’anno in corso. L’analisi delpresidente della Regione, ClaudioBurlando, punta però a mettere inluce i segnali incoraggianti. «I datioccupazionali del primo trimestre2011 segnano un recupero.Vedremo se si stabilizzerà nel restodell’anno – commenta –. Altriinput positivi vengono dai trafficiportuali, tornati ai livelli pre-crisidel 2007, e dal turismo, che vedenei mesi buoni un aumento dioltre il 20%, soprattutto di pre-senze straniere. C’è una tenutaimportante anche del settore hightech, mentre permangono le diffi-coltà del manifatturiero». Leprevisioni, secondo il presidente,non possono che essere moltocaute. «La politica governativa ditagli lineari fortissimi continuerà apesare gravemente su tutto il set-tore sociale e non favorirà lacrescita – precisa –. Non credoperò che la Liguria avrà problemi

di una crescita differenziata nega-tiva rispetto al resto del Paese. Cistiamo attrezzando proprio perpuntare sugli asset strategici dellanostra piccola regione: porti, turi-smo, high-tech, che per fortuna cicollegano al mondo e alle econo-mie, soprattutto orientali, chesono in ripresa».

A inizio anno aveva indicatonella sanità e nello stimolo allaripresa le sue priorità. Quali sonole principali misure finora messein campo? «Porti e turismo hanno bisognoper crescere dei collegamenti infra-strutturali che finalmente sono inlarga misura partiti. Sono scelteper le quali ci siamo impegnati afondo: in Liguria è aperto un pro-gramma di opere per circa 15miliardi di euro. Se parte anche ilterzo valico possiamo proporci almondo, nella prospettiva di undecennio, come il sistema logisticocapace di essere l’unica vera portadel Sud e del Far East verso l’Eu-ropa».

Per quanto riguarda invece ilfronte sanità?«La Liguria è stata l’unica Regionetra quelle sottoposte al piano dirientro nel 2006 che ha risanato i

propri conti con successo, rag-giungendo il pareggio. Poi ilgoverno ha cambiato i parametridi finanziamento relativi all’inci-denza della popolazione anziana,molto alta in Liguria, e questo ciha penalizzato con minori entrateper ben 140 milioni di euro. È unparadosso, perché la linea del risa-namento continua: siamo passatida 27 ospedali a 20, abbiamoaccorpato il grande ospedale geno-vese San Martino con l’Istitutotumori, de-aziendalizzato i noso-comi di Sampierdarena e il S.Corona di Pietra Ligure. Rispar-miamo sui farmaci e sul personale.Il governo deve correggere queicriteri e tornare a riconoscere ilpeso che la più alta presenza dianziani esercita sul nostro sistema.

L’occupazione nel primo semestre marca un recupero e segnali

incoraggianti vengono dai porti e dal turismo. Il presidente Claudio

Burlando rilancia: «Ci stiamo attrezzando per puntare sugli asset

strategici della nostra piccola regione»

Michela Evangelisti

Non siamo più il Sud del Nord

POLITICA ECONOMICA

Page 25: Dossier Liguria 10 2011

Claudio Burlando

La Liguria potrebbe essere in que-sto senso un laboratorio dieccellenze: questa prospettivademografica riguarderà nel giro didue decenni tutto il Paese».

Il nuovo insediamento Piaggio aVillanova di Albenga e il ribalta-mento a mare della Fincantieri aGenova sono tappe importanti peril rilancio della produttività inregione: come procedono le duepartite?«Il nuovo insediamento Piaggioprocede molto bene, lo visitospesso ed entro il 2013 al massimodovrebbe essere operativo. Èun’impresa aperta a capitali inter-nazionali, con buone prospettive

al di là dell’attuale difficile condi-zione del mercato. La situazione diFincantieri è molto complessa».

Si spieghi meglio.«A giugno è stato ritirato il pianoche prevedeva drastici smantella-menti. A luglio è stato firmatol’accordo di programma per il“ribaltamento” a Sestri Ponente.Ora siamo in attesa che il governofirmi i decreti per il finanziamentoe possano partire le gare per ilavori. È molto difficile la situa-zione delle commesse.L’amministratore delegato Giu-seppe Bono ha confermato cherestano i cantieri di Riva Trigoso edel Muggiano per la produzionemilitare, con una maggiore inte-grazione. Le commesse pubblicherisentono della difficoltà dellasituazione finanziaria, ma ora sirespira un clima di speranza.Molto preoccupante è la prospet-

� �Porti, turismo e high-tech ci collegano almondo e alle economie che sono in ripresa

� �

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30 • DOSSIER • LIGURIA 2011

XXXXXXXXXXX

tiva per Sestri Ponente: a marzofinisce l’ultima nave e per ora nonc’è altro lavoro. Siamo tutti impe-gnati per cercare nuove occasioni».

Sottolineava prima l’importanzadelle infrastrutture per rilanciareporti e turismo. Come procedonole opere destinate a rompere l’iso-lamento di cui la Liguria datroppo tempo soffre?«Come ho ricordato abbiamo pro-grammi di opere per un valore di15 miliardi. Sono tutte finanziate,appaltate, e in grande misura incorso di realizzazione. Unico cru-ciale interrogativo è il terzo valico:è stato finanziato un primo lotto esi aspetta che il Cipe finanzi ancheil secondo per avviare i lavori. Miauguro che si proceda rapida-mente. Per il resto l’elenco è assaisignificativo. In sintesi, sul fronteportuale si lavora alla nuova piat-taforma di Vado (Maersk), airiempimenti delle calate Bettolo eCanepa a Genova, al nuovo moloGaribaldi a La Spezia, dove èfinanziato anche il terzo bacino».

E per quanto concerne invece ilfronte stradale?«Anas ha completato gli interventisulle statali 28 e 29 (Savona e

Imperia), sono cominciati i lavoriper l’Aurelia Bis a La Spezia, con-segnati quelli per l’Aurelia Bis aSavona. Cantieri aperti a Genovaper la nuova strada a mare di Cor-nigliano, che è una specie diAurelia Bis per il Ponente citta-dino. Per le autostrade si contanotre progetti: il nodo genovese diSan Benigno, approvato, parte nel2012; il tunnel in Val Fontana-buona, in dirittura di arrivo; laGronda di Genova. Sono previstipoi grandi interventi per le ferro-vie: il Nodo di Genova, cherealizzerà tra l’altro una verametropolitana lungo tutta la città,il raddoppio della linea per laFrancia, in corso nella trattaAndora-San Lorenzo, mentre èapprovato il progetto definitivoper la tratta Finale-Andora.Abbiamo di fronte un decennio direalizzazioni complesse, chemiglioreranno radicalmente i col-legamenti liguri al servizio di unafunzione logistica internazionale».

Nel 2010 il numero degli occu-pati in regione si è ridotto inmisura più consistente rispettoall’anno precedente; la flessioneoccupazionale, come già nel 2009,

ha colpito in primo luogo la com-ponente giovanile. Come si stamuovendo la Regione?«Finché abbiamo potuto disporredi risorse adeguate abbiamo soste-nuto moltissimo la cassaintegrazione in deroga e un pianostraordinario per finanziare, concontributi da 5 a 12 mila euro, lenuove assunzioni. Oggi non pos-siamo più spendere quasi nulla.Restano gli investimenti ingentifatti per il settore high-tech, in par-ticolare per aprire l’Istituto italianodi tecnologia, dove sono più di700 i giovani scienziati venuti datutto il mondo, e per il parcoscientifico e tecnologico degliErzelli. Stiamo anche sostenendo,dopo il successo dell’accademia diMarina mercantile, la creazione diun istituto tecnico superiore per letecnologie della comunicazione.Sono tutte nuove occasioni perl’occupazione, soprattutto giova-nile. La Liguria, comunque, ha oggiun tasso di disoccupazione inferiorea quello del Piemonte. Nella gravedifficoltà generale questa è la spia diuna nuova collocazione della nostraregione: non va più etichettatacome “il Sud del Nord”».

Investiamo per crearenuove occasioniper l’occupazione,soprattuttoquella giovanile

� �

POLITICA ECONOMICA

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POLITICA ECONOMICA

32 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Banca Carige guarda al tes-suto imprenditoriale li-gure da un punto d’os-servazione privilegiato,

che le consente di conoscerne afondo le dinamiche. Tra i suoiclienti figurano numerose piccole emedie imprese e tante aziende ar-tigiane, che stanno ancora navi-gando a vista in una crisi econo-mica profonda e trasversale.Impossibile comunque generaliz-zare, secondo il direttore centralerete Liguria, Roberto Mumolo,quando si tenta di analizzare unsistema le cui stesse peculiarità de-terminano situazioni diversificate.«La presenza di nicchie produttivefocalizzate sulla qualità, spesso ope-ranti in logiche di distretto o sugrandi commesse pluriennali (sipensi solo alla cantieristica), deter-mina andamenti molto differen-ziati e poco influenzati dalle ten-sioni congiunturali – spiega –.D’altra parte, è altrettanto vero cheper i medesimi motivi la nostra re-gione stenta ad agganciare i timidisegnali di ripresa».

Quali sono al momento i set-tori ancora in sofferenza e quelli,invece, che mostrano segnali direcupero?

«Permane lo stato di crisi che affliggeil settore dell’edilizia, al quale si af-fiancano le preoccupazioni che pro-vengono dall’indotto della cantieri-stica. Al contrario, segnali miglioriprovengono da alcuni ambiti del di-versificato comparto della mecca-nica e della chimica. Anche i trafficiportuali hanno ripreso la loro cre-scita. Il terziario e il settore dei ser-vizi alla persona svolgono poi sem-pre un ruolo importantenell’economia locale».

Secondo l’ultimo rapporto Ban-kitalia sull’economia regionale, ifinanziamenti bancari alle im-prese liguri sono tornati a cre-scere, in particolare nella compo-nente a medio e a lungo termine.Come si spiega questo dato?«Credo che, in un contesto di mer-cato difficile, le aziende abbiano

sfruttato il costo del denaro ancoracontenuto per rafforzare la lorostruttura finanziaria con operazionia medio termine senz’altro appro-priate. A tale fenomeno ha eviden-temente contribuito anche la dila-zione dei tempi medi di incassodei crediti, anche nei confrontidella pubblica amministrazione, eil concomitante impegno dei con-sorzi di garanzia fidi presenti sulterritorio, che hanno consentito diagevolare il ricorso a tali forme difinanziamento».

Ritiene che il passaggio a Basi-lea 3 inciderà in modo negativosull’erogazione del credito?«Il Basilea 3 alzerà i requisiti mi-nimi di capitale che le banche sa-ranno obbligate a detenere a frontedegli impieghi. Emergerà, quindi,la necessità di una maggiore sele-

Servizi per l’internazionalizzazione delle imprese, finanziamenti in crescita, funzionalità

che coprono i bisogni di ogni tipo di clientela. Il punto di Roberto Mumolo, direttore centrale

di Banca Carige per la rete ligure, sul rapporto tra banca e territorio

Michela Evangelisti

Potenziare l’intercanalità

Roberto Mumolo, direttore centrale rete Liguria di Banca Carige

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Roberto Mumolo

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 33

zione del credito sotto il profiloqualitativo e di una sua adeguataremunerazione. Bisogna ricordareche il capitale ha un costo, oggi increscita, che va ripagato».

Le esportazioni delle impreselocali stentano ad affermarsi; at-traverso quali servizi le banchepossono favorire l’internaziona-lizzazione delle pmi?«In Liguria nel primo semestre 2011si è registrato un incremento del45,6% delle esportazioni verso ipaesi extra europei e del 4,5% versoi paesi Ue. Sono segnali importantidell’apertura dell’economia ligure aimercati esteri, anche se siamo ancoralontani, in termini di volumi, dalle

altre regioni del Nord, come Lom-bardia, Emilia Romagna, Veneto.Di recente Banca Carige ha istituitouna direzione servizi alle imprese, apresidio, tra l’altro, dell’attivitàestera del gruppo. Tra le prime ini-ziative, avviate nel gennaio scorso, èstato attivato il sito www.carige-trade.it che offre numerosi servizi afavore dello sviluppo internazionaledelle imprese e che sta riscuotendoun buon successo in termini di visi-tatori (oltre 27.000 dalla partenza).Attraverso il sito è possibile richie-dere consulenza in vari ambiti tracui recupero Iva, rappresentanzeestere, andamento mercati, oltre adisporre di informazioni sulle prin-

cipali fiere e convegni a livello mon-diale su numerosi settori merceolo-gici».

La Liguria è la regione più an-ziana d’Italia: come influisce, seinfluisce, questo dato sui pro-dotti e i servizi richiesti allabanca? «È indubbio che la clientela più an-ziana ha una minore propensione alconsumo di prodotti bancari; va tut-tavia osservato che su tali fasce diclientela si concentra la raccolta. Lafidelizzazione della nostra clientela,l’elevato grado di soddisfazione e lacapillarità diffusa della rete delleagenzie di Banca Carige in Liguriacredo siano le leve più appropriate

per mantenere elevate le per-formance commerciali. Unadelle direttrici individuatedal piano strategico delgruppo, approvato nel mag-gio scorso, riguarda poi losviluppo dell’intercanalità.Mettiamo a disposizionedella clientela un’ampiagamma di possibilità e stru-menti, dalle funzionalità delsito web, oltre agli sportelliautomatici, alle carte prepa-gate con Iban, che integranoe supportano la tradizionaleoperatività allo sportello.Tale modello consente di co-prire i bisogni di ogni tipo diclientela: da quella più gio-vane, con un’elevata propen-sione alla banca “virtuale”, aquella più matura, tradizio-nalmente legata alla rete fi-sica e alla relazione con ilconsulente».

� �Mettiamo a disposizione della clientelaun’ampia gamma di possibilità e di strumenti

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GENOVA VERSO IL VOTO

52 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Scadrà nella primavera del2012 il primo mandato diMarta Vincenzi come sin-daco di Genova. Una pro-spettiva che da mesi ha

messo in subbuglio l’intero quadropolitico cittadino e non solo, a partireproprio dal centrosinistra: se infatti al-cuni partiti, come l’Italia dei Valori,hanno legato la loro permanenza al-l’interno della coalizione e il mante-nimento degli attuali equilibri alla ri-candidatura dell’attuale sindaco, lostesso Partito Democratico (complicianche alcuni sondaggi non propriofavorevoli alla Vincenzi) sembra pro-pendere verso l’ipotesi primarie. Inquesto caso una sfidante ci sarebbegià: è Roberta Pinotti, ex deputatoma in passato anche assessore comu-nale e provinciale. Dal canto suo,però, il sindaco preferisce innanzi-tutto concentrarsi su questi ultimimesi e sugli obiettivi che le restano daportare a termine. «Il principale –dice – è l’adozione del piano urbani-stico, che come previsto dal mio pro-gramma andrà effettuata entro

l’anno. Si tratta di un provvedimentoimportante, al cui interno trovanoposto il piano della mobilità urbana,del verde e della casa, tutti strumentiutili per vincolare il futuro della cittàa una dimensione “smart”. Non di-mentichiamo, infatti, che Genova èstato il primo Comune a livello con-tinentale a presentare il Seap in Com-missione europea: ecco, l’adozionedel piano urbanistico potrà aiutare asistematizzare tutto quanto viene pre-visto al suo interno».

Al momento attuale quale bi-lancio può trarre di questo primomandato?«Ho detto da subito che avrei dedicatoquesti cinque anni a rendere irreversi-bili una serie di scelte strategiche rela-tive alle prospettive di sviluppo dellacittà. E credo in certi ambiti di averlofatto. Penso alla struttura comunale,oggi irreversibilmente orientata a de-finire, e ad approvare puntualmenteentro la fine dell’anno, un bilancio aprogetti. Ma in questi anni abbiamoanche ridotto il debito dell’ente del7,5%, senza contare tutto quanto è

stato fatto in tema di infrastrutture: al-cune in essere da tempo, come la via-bilità del Ponente, sono state con-cluse, mentre per altre si è giunti oggia un punto di non ritorno. Penso alnodo ferroviario, ma anche allaGronda autostradale, per la quale en-tro l’anno si può pensare di arrivarealla Conferenza dei servizi. Infine, l’ir-reversibilità ha toccato anche l’am-bito della gestione dei rifiuti».

In che senso?«Genova era una delle città più arre-trate in tema di raccolta differen-ziata; noi l’abbiamo portata al 32%e contiamo di poter raggiungere il35% entro fine anno. Ma le solu-zioni hanno riguardato anche la pro-gettazione dell’impianto finale, il co-siddetto gassificatore, progettazioneoggi già messa a gara».

Ci sono, invece, progetti che nonè riuscita a portare a termine?«Uno riguarda indubbiamente ilporto, per il quale l’obiettivo di tra-sferire gran parte delle merci in ar-rivo su ferro si è rivelato troppo am-bizioso per essere declinato in un

«L’irreversibilità delle scelte è stata la costante di questi cinque

anni», spiega il sindaco Marta Vincenzi. Che sull’ipotesi

primarie dice sì «a patto che non siano occasione per un

regolamento di conti interno o per cercare visibilità personale»

Riccardo Casini

Punto di non ritorno

Il sindaco di Genova, Marta Vincenzi

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Marta Vincenzi

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 53

Rimpianti?Indubbiamente il porto:l’obiettivo di trasferiremolte merci su ferrosi è rivelato troppoambizioso

solo mandato. Anche qui auspicavoscelte strategiche importanti, mapurtroppo abbiamo dovuto scontaregli effetti della crisi internazionalenonché la persistenza di una certadifficoltà a far passare questo con-cetto di mobilità sostenibile».

Veniamo alle prossime elezioni.L’Idv si è già espresso in favore diuna sua ricandidatura mentre daun po’ di tempo all’interno del Pdsi parla di possibili primarie.Come vede questa ipotesi?«Sono una sostenitrice delle primariea tutti i livelli e accolgo con interesseil fatto che il centrosinistra ci stia pen-sando, anche alla luce di un effettivostravolgimento occorso in questi anninel quadro degli schieramenti politici:basti pensare che quando sono stataeletta Pd e Sel non esistevano ancora,l’Idv viaggiava su percentuali ben in-feriori e l’Udc era allora schierata conil centrodestra. In questo senso credo

che le primarie possano costituire lapossibilità di ridefinire il confine dellacoalizione, oltre a chiarire le prioritàdella programmazione politica».

Quali sono allora i rischi a suoavviso?«Il rischio è che diventino, come avolte si tende a fare nel nostro Paese,l’occasione per un regolamento diconti interno o per cercare visibilitàpersonale. Ecco, la mia disponibilitàper le primarie cittadine c’è sola-mente se vengono fatte nell’ottica diun ripensamento dei contenuti al-l’interno di un’alleanza che automa-ticamente non può più essere quelladi cinque anni fa. In caso diventi in-vece il “gioco delle figurine”, mi di-spiace ma non ci sto, anche perché ilcentrosinistra deve superare loschema del “più bello” a cui ci ha abi-tuato il berlusconismo. La differenzala farà insomma il modo in cui que-ste primarie verranno condotte».

A prescindere dalle modalità concui saranno scelti i candidati, qualisaranno le principali sfide da af-frontare per il prossimo sindaco?«Innanzitutto andranno portati a ter-mine i cambiamenti che sono statiintrodotti in questi anni, e ai quali fa-cevo riferimento prima. Ma a questosi aggiunge una sfida ben più pesante,da far tremare le vene dei polsi: lamanovra del governo rischia di farvenire meno la stessa ragione fonda-tiva dei Comuni, ovvero l’erogazionedi servizi. Serviranno forza di volontà,capacità di coesione e leadership pertenere insieme prospettive future edrammaticità dell’immediato. Lasfida principale infatti sarà proprioquella di crescere nella consapevolezzache il mondo è cambiato, ovvero pro-prio ciò di cui non ci siamo accortiqualche anno fa e che ora ci avvicinamaggiormente alla Grecia che nonagli altri Paesi europei».

Page 34: Dossier Liguria 10 2011

GENOVA VERSO IL VOTO

54 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Primarie sì, primarie no: ildibattito sulle modalitàcon cui individuare il can-didato alle prossime ele-

zioni amministrative genovesi agitaanche il centrodestra. Si procedequindi tra passi avanti, come quellodi Enrico Musso, già in corsa esconfitto da Marta Vincenzi nel2007 e per questo non gradito allaLega Nord (che secondo alcuni vor-rebbe mettere in pista un proprionome), e ipotesi “civiche” più omeno affascinanti, come il super-manager Beppe Costa, oggi allaguida, tra le altre cose, dell’Acqua-rio cittadino. Per ora, comunque,all’orizzonte sembrano esserci po-che certezze. Dal canto suo MicheleScandroglio, deputato e coordina-tore regionale del Popolo della Li-bertà, apre alle primarie («un buonmetodo») mostrandosi però mag-giormente prudente sull’ipotesi diun candidato civico.

Onorevole Scandroglio, il pros-simo anno Genova andrà alle urneper eleggere il sindaco. Intanto,come giudica il quinquennio di am-ministrazione di Marta Vincenzi?«Dispiace per la città ma la “nuovastagione” promessa dalla Vincenzi èrimasta nelle intenzioni. Tutto è comeprima: stesse logiche clientelari, stesse

demagogie, stessi protagonisti».Quali sono state le sue colpe?

«Chi non fa nulla ha una solacolpa: non avere fatto nulla. Lacittà è sporca, insicura, non offreun futuro ai giovani, le imprese sene vanno, il traffico è caotico,mancano posteggi. Genova è unacittà che protegge i soliti noti econdanna tutto il resto. Una posi-zione culturale retriva, conserva-trice nel senso più anacronisticoaleggia intorno alla Lanterna. Enon si fa nulla per cambiare».

Nessun merito, dunque, per ilsindaco uscente?

«Aveva individuato la richiesta dicambiamento che i genovesi chie-devano alla politica, ma poi si èpersa nelle parole invece che farecose. Già dal suo incarico allapresidenza della Provincia cono-scevamo la sua propensione alledichiarazioni ideologiche e la suaincapacità a realizzare un pro-getto concreto: questo periododa sindaco purtroppo non fa checonfermarlo».

Intanto oggi, nonostante si siadetta disponibile per un secondomandato, all’interno del centro-sinistra si parla da qualche

Il coordinatore regionale del Pdl, Michele Scandroglio, attacca il sindaco Vincenzi («si è persa

nelle parole invece che fare cose») e guarda alle prossime elezioni: «Le primarie sono un buon

metodo, ma solo con regole certe e senza il rischio di maneggi»

Riccardo Casini

Una nuova stagione per Genova

Michele Scandroglio, deputato e coordinatore regionale del Pdl in Liguria

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Michele Scandroglio

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 55

tempo di primarie per nominareil nuovo candidato.«Come vede anche nella sinistra cisono molti dubbi sulla Vincenzi, al-trimenti perché vorrebbero le pri-marie con un candidato sindacouscente?».

A proposito di primarie, sitratta di un’ipotesi percorribileanche per il Pdl?«Le primarie sono uno strumentoche tenta di ridurre il senso di fasti-dio che oggi monta contro la poli-tica, consegnando agli elettori la re-sponsabilità di scegliere e, dunque,avvicinando i cittadini all'impegno.Trovo che quando vi sono più can-didati autorevoli e tutti motivati, leprimarie, con regole certe e senza ilrischio di infiltrazioni o maneggi,siano un buon metodo».

Come valuta invece l’ipotesi di uncandidato civico per il centrodestra?«In linea di principio va tutto bene,

ma poi occorre essere certi che chi sidichiara civico lo sia sempre e dav-vero. Le ultime esperienze in questosenso non sono state positive».

Non pensa però che il civismopossa rappresentare la soluzionegiusta per raccogliere consensi apiù ampio raggio all’interno delloschieramento di centrodestra?«Può essere, a patto che non si ri-nunci alla bandiera e ai valori che cidistinguono dalla sinistra perché al-lora si perdono non solo i voti delcentrodestra ma anche l’anima».

Chiunque sarà il prossimo sin-daco, quali saranno le principalisfide che si troverà ad affrontare?«Non invidio chi dovrà governareuna città sull’orlo del baratro comeGenova. Sino a oggi, tra debiti eprovvidenze statali, si è tirato a cam-pare; nel futuro e sotto la lente delcontrollo dei conti, credo che si do-vrà per forza incidere sui costi della

macchina pubblica, una delle piùpletoriche del Paese».

Ma quali sono oggi le prioritàper la città?«Ritrovare un senso civico smar-rito, pensare al prossimo, renderevivibile e sicura quella gran partedella città oggi degradata, indivi-duare una nuova vocazione turi-stica, non confidare solo sulle im-prese statali e sulle cooperative,approfittare delle grandi infra-strutture che il governo sta realiz-zando e individuare nello spazioimprenditoriale tra il mare e le areeindustrializzate del Nord le oppor-tunità che la logistica sta offrendo.Infine, pensare ai giovani inve-stendo nel futuro, come è statofatto con l’Istituto italiano di tec-nologia e il polo tecnologico degliErzelli, dove privati e universitàstanno dando vita a un’eccellenzadi dimensioni europee».

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Le priorità? Rendere sicuraquella parte della cittàoggi degradata e individuareuna nuova vocazione turistica

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66 • DOSSIER • LIGURIA 2011

High tech, sostenibili e sobri, sono i modelli presentati in esclusiva al Salone della Nautica.

Tra le 122 imbarcazioni esposte, quasi la metà si affacciano per la prima volta sul mercato.

Per Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, è in mostra l’eccellenza dello stile italiano

Paola Maruzzi

«Un’edizione straordinaria ericca di novità, un’occasioneper confrontarci su temi dinatura istituzionale legati al

diporto». Anton Francesco Albertoni, a capo diUcina, la Confindustria della nautica, sintetizzacosì l’atteso appuntamento del Salone genovesee dà una rassegna “in pillole” del calendario fie-ristico. «Interessante è l’incontro “Nautica e fi-sco”, un confronto con le amministrazioni e glioperatori alla luce delle nuove sfide poste dallacompetizione globale, mentre una bella novità diquesta edizione è il “Genoa International BoatingForum”, la tavola rotonda internazionale mode-rata da Victor Mallet del Financial Times». Di quiil passo è breve per approdare all’importante

Riflettori accesi sul Salone delle novità

tema dello sviluppo infrastrutturale, asset fonda-mentale per la ripresa delle economie costiere.«L’argomento sarà oggetto della tavola rotonda divenerdì 7 ottobre, “Le infrastrutture dello svi-luppo”». È d’obbligo, quindi, chiedersi quali pro-spettive dovrà affrontare la filiera italiana, chedopo i risultati incoraggianti del primo trimestre2011, è tornata nuovamente a soffrire.

Presidente, in che modo si può tornare ainumeri del 2008, quando sul mercato internola nautica rappresentava circa il 55-60%? «I dati relativi al 2011 tracciano alcuni ele-menti di positività dopo il quadro scorag-giante dell’ultimo biennio. È tuttavia oppor-tuno considerare che l’arresto dell’emorragiadi fatturato totale del comparto, -45% nel

Page 39: Dossier Liguria 10 2011

Anton Francesco Albertoni

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 67

Il settore nauticoitaliana dà lavoro

complessivamente a oltre 90mila

persone

ADDETTI

90mila

Secondo i dati Ucina nel biennio

2008-2010l’export

della nautica è cresciutodell’80%

EXPORT+80%

2010 rispetto al 2008, è riconducibile preva-lentemente ai buoni risultati ottenuti daigrandi gruppi internazionali, che hanno sa-puto rivolgere la propria offerta ai mercatistranieri, individuando nuove risorse e op-portunità di crescita. Il mercato italiano, in-fatti, negli ultimi due anni si è ridotto fino arappresentare circa il 20% di quello comples-sivo e, per contro, l’export è cresciuto sinoall’80% della “torta” totale. Purtroppo però lamaggior parte delle imprese non dispone dimezzi sufficienti per guardare all’estero: è perquesto che è necessario far ripartire il mercatointerno, anche con l’ausilio di una politicapiù presente e attenta».

È da poco tornato da Cannes, dove si èconcluso il primo dei saloni dell’autunno de-dicati alla nautica. Cosa l’ha colpito?«A Cannes si è respirata un’aria relativamentepositiva. Mi spiego meglio: purtroppo la crisi ge-nerale, acuita dalle vicende che hanno coin-volto la Grecia a inizio estate, non ha rispar-miato nemmeno il salone francese che haregistrato una flessione significativa dei visitatorie, a quanto sembra dalle indicazioni ricevutedalle imprese italiane presenti, degli ordinativi.È però lampante che in Francia, sia dal punto divista della chiarezza normativa sia sotto il pro-filo del clima generale, vi sia un forte interesseverso la tutela del comparto della nautica da di-porto. Esattamente l’opposto di quanto avvienein Italia, dove negli ultimi mesi si è gettato di-scredito su un comparto troppo superficial-mente assurto a simbolo di chi evade le tasse.Troppo spesso si dimentica che la nautica è in-vece un’industria, che costituisce uno dei mag-

giori fiori all’occhiello del made in Italy e che dàlavoro a oltre 90mila persone nel nostro Paese».

Quali restano le leve della qualità italiananella nautica?«Le aziende italiane hanno un forte vantaggioconcorrenziale in termini di eccellenza, stile,tecnologia, riconoscibilità, cura dei dettagli,orientamento al cliente. Queste capacitàhanno reso la nautica italiana grande nelmondo e ne hanno fatto, ad esempio, il mag-gior costruttore di megayacht. È chiaro chetale posizione di leadership assoluta vadaadesso mantenuta e consolidata, con le sfidedel mercato globale che chiamano in causa at-tori e mercati emergenti con inaudita rapi-dità. Sono tuttavia dell’avviso che l’eccellenzaespressa dalla nautica italiana, tuttora quintaforza dell’export del nostro Paese, è e saràanche in futuro un incredibile valore aggiuntoper la clientela internazionale».

Uno sguardo ai modelli presentati alla51esima edizione del Salone nautico: sa-ranno high tech, sostenibili e sobri. Qualedirezione prenderà la nautica del futuro?«Come sempre ci sarà grande attenzione apresentare modelli innovativi, dal forte con-tenuto tecnologico e progettistico. E la vela,con il doppio di nuovi modelli presentati ri-spetto allo scorso anno, ha grande spazio inquesta edizione. Sono, infatti, 122 le imbar-cazioni esposte in totale, delle quali ben il40% costituito da novità assolute. Un se-gnale importante, questo, degli sforzi e de-gli investimenti messi in campo dalle im-prese del settore nonostante il difficilescenario economico».

Anton Francesco

Albertoni, presidente

dell’Unione nazionale

dei cantieri

e delle industrie

nautiche e affini

��La nautica è un’industria che costituisce

uno dei maggiori fiori all’occhiello del made in Italy e che dà lavoro a oltre90mila persone nel nostro Paese

Page 40: Dossier Liguria 10 2011

È la città la vera protagonista della 51esima edizione del Salone Nautico,

la manifestazione internazionale che per la prima volta viene «collocata in un più articolato

quadro di offerta sociale e culturale». Ne parla Sara Armella, presidente di Fiera Genova

Paola Maruzzi

«Aperto a tutti, emozionante, ef-ficace, interessante». Sara Ar-mella, da pochi mesi presi-dente di Fiera Genova,

“battezza” così il 51esimo Salone Nautico, que-st’anno più che nelle passate edizioni, pensatoper il grande pubblico e non solo per agli ad-detti ai lavori. Mentre in Italia è ancora incorso la crisi del settore, nonostante il primo tri-mestre del 2011 abbia fatto registrare un lieveaumento del fatturato (+3,9%), la kermessegenovese si rivisita e, con l’inedito fuori sa-lone, raggiunge il cuore della città. Accanto aitavoli tecnici e all’expo di oltre 2mila imbarca-zioni provenienti da tutto il mondo, l’espe-rienza del Salone sconfina verso l’intratteni-mento culturale. «Da quest’anno c’è un motivoin più per dire che il nostro sistema fieristico ècapace di fare da volano per la promozione

dell’intero territorio ligure». Lei è presidente di Fiera Ge-

nova da pochi mesi. Qualisfide la aspettano?«Il rigore, ma direi anche ilsenso di responsabilità e dientusiasmo con cui abbiamoaffrontato da subito questoincarico, ci motiva a darenuova luce alle eccellenze chela Fiera di Genova rappre-senta a livello internazionale.

Genova, vetrina della nautica mondiale

Sara Armella,

presidente di Fiera

Genova Spa

Le direttrici su cui ci muoviamo sono il poten-ziamento dell’offerta delle manifestazioni fie-ristiche, l’incremento dei giorni di apertura alpubblico degli spazi espositivi e una più strettaintegrazione con il territorio, schierandoci alfianco delle imprese liguri e della Regione percompetere sui mercati internazionali».

Si è detto che quest’edizione andrà sotto ilsegno dell’austerità. Con quali interventi estrategie il Salone manterrà nei prossimianni un profilo competitivo, in uno scenarioche ancora risente degli effetti dalla con-giuntura negativa?«Lo scenario di sofferenza e di difficoltà econo-mica è innegabile, occorre rispondere con unprodotto nuovo, che sappia leggere in manierapiù coerente e attuale le esigenze del mercato.È necessario porre in relazione le eccellenze delmade in Italy e la migliore produzione nauticamondiale, costruendo un canale di comunica-zione preferenziale tra l’offerta e le correnti dimercato internazionale, puntando sempre piùsulla qualità del prodotto e sull’identificazionedi nicchie di potenziali compratori».

Guardando alle novità di quest’anno, qualè il valore aggiunto del Salone di Genova ri-spetto ad altri appuntamenti internazionali?«Direi, da una parte, l’attenzione alle esigenzedegli addetti ai lavori, con l’intensificazionedegli incontri B2B e delle conferenze tecniche,tra cui segnalo la tavola rotonda internazio-

68 • DOSSIER • LIGURIA 2011

NAUTICA

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 69

renza economica del mercato, una tendenzache si è manifestata in tutti gli appuntamentiinternazionali di riferimento e che si contrastalavorando al consolidamento delle opportu-nità provenienti dai mercati emergenti, in cuila nostra industria nautica è riconoscibile comefiore all’occhiello della produzione mondiale eampliando la base degli appassionati con poli-tiche di avvicinamento al mondo della nautica,cominciando proprio dalla piccola nautica».

Euroflora 2015 sarà uno degli eventi delprogramma Expo 2015, anticipando di unanno il tradizionale appuntamento della ma-nifestazione. In che modo nei prossimi mesilavorerete per rendere più forte il collegamentotra Genova, la Fiera e l’Expo milanese?«Ci stiamo preparando a questo appunta-mento proprio con il rafforzamento dellesinergie e delle interconnessioni tra enti.Abbiamo avviato una prima fase iniziale, ilavori sono in corso».

nale, l’International Boating Forum, che metteattorno allo stesso tavolo gli attori di puntadell’industria nautica. Dall’altra parte, l’intensoprogramma di eventi che dal quartiere fieristicosi snoda e apre il Salone a tutta la città, attra-verso la rassegna GenovainBlu con mostre,happening e spettacoli. C’è Giovanni Soldini el’equipaggio di I Love Barolo che si sposte-ranno all’Auditorium del Teatro del Mare e LeScie di Luce di Nereo Rotelli in via Garibaldi,il cocktail Gucci in Piazza Fontane Marose el’orchestra del Carlo Felice in Galleria Mazzini,saranno coinvolte La Rinascente, Palazzo Du-cale e il mercato ortofrutticolo di Bolzaneto».

Con il fuori salone la Fiera si fa strumentopromozionale dell’intera città. «Esatto. Collocare la manifestazione in un piùarticolato quadro di offerta sociale e culturaleattraverso un programma di iniziative di grandequalità, significa offrire a espositori e visitatoriun ampio spettro di attività dopo Salone, ren-dendo concreta l’idea di una Fiera che opera alfianco della città».

Quest’anno però c’è stato un calo degliespositori. Perché?«Il calo numerico è conseguenza della soffe-

��Il calo degli espositori è un fenomeno

comune a tutti gli appuntamentiinternazionali e lo si contrastalavorando sui mercati emergenti

Sara Armella

Al Salone Nautico di Genova sonopresenti 1.300

espositori, oltre il 35% dei quali

proviene da tutto il mondo. Nel 2010

sono stati 1.400

ESPOSITORI1.300

Nel primo trimestredel 2011 la nautica

italiana ha registrato un leggeroaumento

del fatturatorispetto al 2009

FATTURATO +3,9%

Page 42: Dossier Liguria 10 2011

NAUTICA

«Da oltre mezzo secolo la kermesse della nautica è una boccata d’ossigeno per il giro d’affari

locale». Ora, grazie anche al fuori salone, il presidente di Federalberghi Valter Mariani si augura

che si possa tornare ai numeri del 2008, quando a Genova si registrava il tutto esaurito

Paola Maruzzi

Fiere, un toccasana per la filiera alberghiera

Valter Mariani,

presidente di

Federalberghi Genova

preoccupava di bloccare la camera per l’annoventuro, ora c’è la tendenza a rimandare al-l’ultimo minuto, con la speranza di trovareprezzi più convenienti. Pensi che a una quin-dicina di giorni dall’inizio, circa il 40% dellecamere in centro erano ancora libere». Sembra, quindi, che anche il turismo con-gressuale si sia convertito al last minute e glialbergatori hanno dovuto adeguarsi al cam-biamento. «In che modo? La reazione piùnaturale è stata abbassare fino al 25% le ta-riffe per evitare che il cliente si sposti inzone periferiche».Per fortuna a risollevare la situazione c’èstato l’accordo preso con Ucina. «Abbiamoofferto ai soci della Confindustria nautica lapossibilità di usufruire di sconti fino al 35%e questo ha contribuito a tamponare il calodelle presenze». Per il prossimo anno Federalberghi confidanell’effetto del fuori salone: «La decisione diarricchire il calendario della fiera con eventiculturali esterni, rafforza l’immagine dellacittà. Credo che Genova abbia un poten-ziale turistico che deve ancora esprimere. Inumeri di quest’estate lo dimostrano: nono-stante la concorrenza delle zone balneari, leperformance sono state buone. Abbiamo re-gistrato, infatti, un incremento delle pre-senze di circa il 5%. A essere attratti da Ge-nova sono soprattutto gli stranieri».

70 • DOSSIER • LIGURIA 2011

«Il Salone? È la nostra alta stagione».Non serve aggiungere altro alla di-chiarazione di Valter Mariani, pre-sidente di Federalberghi Genova,

per capire quale sia l’incidenza del «più at-teso» appuntamento fieristico sull’indotto ge-nerale del turismo congressuale. Sul territorio comunale si contano circa 7.200posti letto disponibili, «che durante i novegiorni della kermesse vengono letteralmentepresi d’assalto. E Genova non è la sola a esserecoinvolta, le richieste di camere si spingonoanche nelle città vicine, fino ad Arenzano. Daoltre mezzo secolo il Salone della nautica con-tinua a rappresentare una boccata d’ossigenoper il giro d’affari locale». Da un paio d’anni, però, le cose vanno di-versamente. «È ancora presto per avere unbilancio su questa 51esima edizione, ma una

cosa è certa: a partire dal 2009 si è regi-strato un calo delle presenze e questo si-gnifica, almeno per quel che riguarda lestrutture di grandi dimensioni, rima-nere con stanze libere».

Il primo campanello d’allarme èstato la modalità di prenota-zione: «Se fino al 2008, l’ul-timo anno del tutto esaurito,si poteva contare su unaclientela fidelizzata, che già aconclusione dell’evento si

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DONNE D’IMPRESA

I giovani e le nuove imprese, per la presidente dei giovani imprenditori di Confindustria

Liguria, devono essere considerati come un valore aggiunto per la realtà locale,

assieme al lavoro femminile, vero motore dell’economia. L’analisi di Nicoletta Viziano

Renata Gualtieri

Il futuro in mano alle donne

rimentare in una città più piccola rispetto alcapoluogo dà dei riscontri migliori, lo sipuò notare dalla sensibilità con cui rispondela popolazione stessa. Il successo del pro-getto, poi passato a livello nazionale, derivaanche da questo».

In cosa è stata innovativa nel suo ruolo,come gestisce la sua squadra e da quantedonne è formata?«Ho sempre detto che sono un presidenteoperativo all’interno dell’azienda e il segreto diun buon presidente è che sappia coinvolgereun’ottima squadra e per far questo bisognadare delle deleghe per motivare i collaboratori.Durante la mia presidenza a Genova gli iscrittisono aumentati del 20% e ho riavvicinatomolti soci coinvolgendoli in vari progetti. Ledonne sono molte, perché sono più “pasiona-rie” e hanno più voglia di fare. A livello regio-nale siamo un pochino più “inchiodati” per-ché il direttivo è composto da me e dai quattropresidenti territoriali, di cui solo la presidentedi Savona è una donna, ma nella territoriale diGenova il consiglio direttivo era formato peril 50% da donne. Il mito che il mondo im-prenditoriale sia dominio esclusivo degli uo-mini, dunque, non esiste più».

Il presidente Jacopo Morelli al Convegnodi Santa Margherita Ligure ha sottolineatol’opportunità di fare leva su merito e ta-lento per facilitare i giovani nel difficilepassaggio tra lo studio e il mondo del la-voro. Il Gruppo come crea occasioni d’in-contro tra i due mondi?«Da luglio abbiamo ideato un master accredi-

Nicoletta Viziano,

presidente Giovani

imprenditori

Confindustria Liguria

“Nel prossimo futuro è dallavoro femminile chedobbiamo aspettarci ilpiù importante impulso

alla crescita globale”, è il concetto di cui ilprogetto “Donne e Futuro” si fa portavoce inItalia. Il lavoro delle donne, dunque, comemotore di sviluppo. Nicoletta Viziano, elettalo scorso luglio presidente dei giovani im-prenditori di Confindustria Liguria, è la di-mostrazione di come, anche a livello locale,sia fondamentale il contributo femminilenelle professioni, nell’arte e nell’impresa.EticLab, ad esempio è un laboratorio speri-mentale permanente che intende diffonderesul territorio ligure la cultura della respon-sabilità sociale delle imprese. «Tutte aziende

– commenta Viziano – so-cialmente responsabili dove,ad esempio, il tema delladonna e della conciliazionelavoro-famiglia è di prima-rio interesse».

La città di Savona è stata laprima a ospitare il premioProfilo Donna Junior, pro-mosso e ideato da CristinaRossello, all’interno del pro-getto Donne e Futuro. Comevaluta questa iniziativa? «È fondamentale per lo svi-luppo del territorio, Savonaspesso è campo di sperimen-tazione e risponde moltobene a queste iniziative. Spe-

78 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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Nicoletta Viziano

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 79

��Il mondo imprenditoriale non è dominioesclusivo degli uomini. Le donne nelle imprese sono molte e pasionarietato e finanziato dalla Comunità europea per

giovani manager in collaborazione con la fa-coltà di ingegneria ed economia che partirà agennaio e hanno già aderito 15 persone. L’ideanasce dal fatto che una volta che i giovani fi-niscono l’università non prendono in conside-razione l’idea di aprire una propria attività, perdisinformazione e mancanza di accesso al cre-dito; tutti fattori che li costringono poi ad an-dare all’estero. Portare le testimonianze di chiha deciso di mettersi in gioco è fondamentalee occorre incentivare le start up, come av-viene negli Stati Uniti; proprio questa è unadelle richieste avanzate durante il Convegno diSanta Margherita Ligure».

Al momento della sua elezione ha dichia-rato di aver sempre creduto nelle potenzia-lità del movimento giovanile di Confindu-stria. Come sì è sin qui impegnata perpotenziare le sinergie tra i gruppi territo-riali e come si muoverà perché tutti i gio-vani imprenditori liguri possano trovare inConfindustria un luogo interessante di con-fronto, crescita e sviluppo?

«La prima scelta che ho fatto è stata quelladi istituire dei consigli direttivi itineranti,perché andare sul territorio è un modo percoinvolgere tutte le territoriali. A livello re-gionale stiamo ragionando su un progetto didiffusione della cultura di finanza, portatoavanti dalla territoriale di Genova; daun’iniziativa partita, invece, dalla territo-riale di Savona porteremo la cultura d’im-presa all’interno delle scuole. Il presidenteMorelli, in occasione di un consiglio cen-trale a inizio settembre, ci ha chiesto di at-tuare iniziative congiunte a livello regio-nale a commento della manovra finanziariache è stata approvata per capire come in-fluenzerà l’apertura di nuove aziende. LaLiguria è una piccola regione e molte sonole aziende che vanno a produrre in altri po-sti, come la Boero o i Cantieri Mariotti.Quelle che rimangono vanno aiutate e nonbloccate dalla burocrazia».

Page 48: Dossier Liguria 10 2011

strettamente meritocratici, ricevono il premio Pro-filo Donna Junior nonché una borsa di studio evengono inserite in un percorso di mentoring e tu-toraggio di durata annuale».

Ha dichiarato che nel prossimo futuro è dallavoro femminile che dobbiamo aspettarci ilpiù importante impulso alla crescita. Perchépunta così tanto sulle donne? «Sia per i dati anagrafici e demografici, e perquesto parlano gli indici Istat del Paese, sia peruna questione di mercati, essendo inconfutabileche il meccanismo della distribuzione dimostrache la scelta del consumo è percentualmente, inmaniera netta, in mano alle donne. Paradossal-mente, questi due fattori non sono considerati alivello di scelte produttive strategiche. Ritengoche tener conto di questi dati sia un necessariopasso evolutivo di qualsiasi economia sana. Unsalto rapido del Paese in questo senso aiuterebbe.Solo recentemente si è iniziato a percepire la por-tata del fenomeno, definito nel 2006 da The Eco-nomist con il termine “womenomics”, un calzante

In apertura,

la consegna

del premio Profilo

Donna Junior 2010

Il 25 settembre 2011 si è tenuto a Savona ilconvegno “Il contributo femminile nelleprofessioni, nell’arte e nelle imprese per losviluppo dell'economia”, organizzato dall’as-

sociazione Progetto Donne e Futuro. È stata l’oc-casione per presentare i risultati del primo anno delprogetto che, nato in una piccola provincia italiana,si è sviluppato come modello in tutto il Paese. «Aun anno esatto dalla sua nascita – commenta Cri-stina Rossello, ideatrice e promotrice del progettoDonne e Futuro – è già stato accolto e presentatoanche in Piemonte, Lombardia, Veneto ed EmiliaRomagna. Oltre 1.700 donne hanno partecipatoai lavori dei convegni e agli eventi locali, chiedendodi poter partecipare a vario titolo e attivamente aquesto programma formativo. Il progetto ha rice-vuto i patrocini di tutti gli enti territoriali ove èstato presentato e dei ministeri della Gioventù, delTurismo, delle Pari opportunità e dell’Istruzione e,di recente, si è aggiuto il patrocinio del presidentedel Consiglio dei ministri. L’iniziativa ha raccoltoattenzione anche all’estero, durante la presenta-zione all’Europarlamento di Bruxelles e alle euro-parlamentari italiane riunite in una sessione distudio sul progetto, organizzata e promossa dal-l’onorevole Oreste Rossi.

Con quale obiettivo ha ideato il progetto?«Lo scopo è la nobilitazione delle eccellenze fem-minili, favorendo il conseguimento delle pari op-portunità e promuovendo l’immagine delle donneche si sono distinte nei rispettivi ambiti di attività.Progetto Donne e Futuro mira a dare alle studen-tesse l’opportunità di essere aiutate nel delicato pas-saggio tra la scuola o l’università e il mondo del la-voro. Le ragazze, individuate sulla base di criteri

80 • DOSSIER • LIGURIA 2011

I benefici della “womenomics”Le donne sono portatrici di una silenziosa

ma inesorabile forza e, sostiene Cristina Rossello,

ideatrice e promotrice del progetto “Donne e Futuro”,

l’impulso alla crescita globale verrà dal loro lavoro

Renata Gualtieri

DONNE D’IMPRESA

Page 49: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 81

neologismo nato dalla fusione dei termini“donna” ed “economia” e usato per la prima voltaalla fine degli anni Novanta dall’analista giappo-nese di Goldman Sachs Kathy Matsui. Il ter-mine fu ripreso dal settimanale londinese perdefinire la tesi che motiva l’esigenza di una mag-gior integrazione delle donne nell’economia».

Quanto contano il mentoring e il tutoringnella crescita professionale?«I più significativi studi sulla formazione profes-sionale a qualsiasi livello attestano che il feno-meno del tutoring e del mentoring è dirimente.Del resto tutto il sistema scolastico è basato suquesto. Nella maggior parte dei casi il primomentore è stato il padre, ma poi altre figure pre-valentemente di uomini, persone di riferimentoche aiutano a farsi largo nel mondo del lavoro, agestire situazioni critiche, ad affrontare conflitti.Avendo avuto l’opportunità di conoscere tantedonne che hanno raggiunto posizioni impor-tanti, emerge come dietro a queste donne di suc-cesso ci siano sempre non uno ma più mentori».

Cristina Rossello

Donne ed economia. Quantoc’è ancora da fare in Italia pervalorizzare le prerogative tipi-che di genere? «Adottare tutti gli strumenti legi-slativi in essere e anche poten-ziali è un passo che molte guar-dano con “fare schizzinoso” non

rendendosi invece conto che purtroppo chi è cosìnegativo normalmente è già arrivato e non pensaa chi non ha quegli strumenti di tutela e di prote-zione necessari per guardare alla qualità con lastessa possibilità di scelta nella quantità. Mi rendoconto che sono temi che sembrano difficili masono scelte di politica legislativa oggi in atto in tuttal’Europa e in tutti i paesi a economia avanzata. Suquesto abbiamo una rete di collegamento di pen-siero con i più grandi cervelli statunitensi ed euro-pei e condividiamo tutti la stessa linea; ed è grandel’attenzione che Progetto Donne e Futuro dedicaa questo aspetto. È indispensabile che la classe di-rigente si convinca che deve attingere anche dal ser-batoio femminile se vuole avere una risposta dicomplementarietà e non di alternativa, dove la dif-ferenza di genere determina la qualità. Le aziendee i loro dirigenti - uomini e donne - potranno co-gliere i benefici della “womenomics” imparandouna sorta di bilinguismo di genere, per una più ef-ficiente gestione e una migliore e più adeguata ri-sposta alle domande del mercato».

��Il premio Profilo Donna Junior ha assegnato una borsa di studioper le più meritevoli

L’avvocato

Cristina Rossello,

ideatrice e promotrice

del Progetto Donne

e Futuro

Page 50: Dossier Liguria 10 2011

88 • DOSSIER • LIGURIA 2011

L’incertezza economica, i costi di produzione, la concorrenza di player consolidati ed emergenti,

minano la solidità del distretto florovivaistico del ponente ligure. Serve, come indica il suo presidente

Riccardo Giordano, una maggiore collaborazione per incrementare l’apporto della ricerca

Francesca Druidi

Il futuro passa dalla ricerca

Èla regione che ha tenuto a battesimo lafloricoltura industriale, la Liguria, eancora oggi conserva forte questa vo-cazione produttiva, espressa nell’atti-

vità del distretto florovivaistico del ponente ligureche, secondo i dati ancora provvisori del censi-mento dell’agricoltura 2010, comprende circa4.500 aziende. Non mancano, però, i cambia-menti significativi rispetto al passato: «Si sta re-gistrando una contrazione complessiva dell’agri-coltura in Liguria che, di conseguenza, toccaanche il mondo floricolo. L’Italia poi non sta an-dando verso il settore primario, una tendenza cheprescinde dallo stato di salute del florovivaismocomunque non buono», sottolinea RiccardoGiordano, presidente del distretto. In base ai datidel Rapporto economia 2011, diffuso dalla Ca-mera di Commercio di Imperia, nel 2010 c’èstata una contrazione della superficie destinataalle coltivazioni floricole: contenuta quella inserre (-5%), più sensibile quella in piena aria (-18%). Un quadro che si riflette sulla produzioneperchè se, da una parte, regge la quella floricolaprotetta, dall’altra, si assiste a una diminuzionecomplessiva del 5,5%, dovuta al decrementodella produzione in piena aria: si stimano quasi460 milioni di steli rispetto ai circa 500 milionidello scorso anno. Sempre secondo l’indagine, simantiene sui livelli dell’anno precedente la pro-duzione di fronde; nelle piante in vaso si eviden-zia un forte incremento delle piante grasse, men-tre per quanto riguarda le piante da foglia e dafiore si individuano valori stabili. «C’è una tenutasostanziale delle piante in vaso (piante grasse inprovincia di Imperia e piante aromatiche e me-diterranee ad Albenga) a fronte di una riduzione

abbastanza sensibile e significativa nel reciso, dif-fuso soprattutto nella provincia di Imperia».

Quali sono i punti di forza delle aziendeflorovivaistiche appartenenti al distretto?«Li abbiamo individuati nella capacità di esserecompetitivi sulla varietà e sulla qualità dei pro-dotti. Se un’area produttiva riesce a connotarsi perun prodotto - ad esempio le piante aromatiche ad

A destra,

Riccardo Giordano,

presidente

del distretto florovivaistico

del ponente ligure

IL DISTRETTO DEI FIORI

Page 51: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 89

Albenga, i ranuncoli a Sanremo - l’approvvigio-namento avviene in maniera diretta. È difficile,infatti, riuscire a imporsi con una gamma moltoampia di prodotti, anche a causa dei concor-renti. Abbiamo, ad esempio, perso la battagliadelle rose, ormai ad appannaggio della costaorientale dell’Africa. Abbiamo in generale persocontro tutte le produzioni protette che necessi-

Percentuale di produzioni

floricole in vasodestinata

ai mercati stranieri

EXPORT80%

Numero di imprese

florovivaistiche che operanonel distretto

AZIENDE4.500

tano di consumi energetici im-portanti, perché l’energia in al-tri Stati costa meno che da noi.La forza del nostro territorio èconcentrarsi su produzioni cheben si sviluppano con le nostrecaratteristiche climatiche».

Quali i prodotti che riscuo-tono maggior successo?«Nel segmento del reciso, ra-nuncoli, anemoni, papaveri efronde, ruscus e fronde fioritecon le nuove varietà. Ancora

importanti, sebbene di natura occasionale, risul-tano il mercato della mimosa e quello del crisan-temo. Mostrano più continuità sul mercato learomatiche, mentre sul fronte del vaso fiorito siregistra più competizione».

C’è un aspetto che oggi acquista più rile-vanza? «Centrale nella strategia del distretto è la ricerca,espressa come innovazione di prodotto e di pro-cesso, che oggi è vista necessariamente come ilfrutto di una condivisione di programmi tra isti-tuti di ricerca pubblica (l’Istituto regionale per lafloricoltura e l’ex Istituto sperimentale per la flo-ricoltura, ora Cra-Fso, entrambi a Sanremo) e ot-tenitori privati. Non esiste più, come in passato,una contrapposizione evidente tra questi duepoli. Da questa collaborazione nascono prodottinuovi che, avendo le caratteristiche produttivemigliori, risultano competitive anche all’estero. Siavverte, in definitiva, l’urgenza di fare squadra perportare avanti ulteriori progetti e iniziative in

Riccardo Giordano

� �

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90 • DOSSIER • LIGURIA 2011

��La forza del nostro territorio è concentrarsi su produzioni che ben si sviluppano con le nostre caratteristiche climatiche

termini d’innovazione. Occorre che tale processosia velocizzato, in generale in Italia e non solo nelsettore florovivaistico».

Quali criticità rileva nel settore?«I costi di produzione risultano sempre più alti.Oggi i fattori di produzione sono legati al si-stema paese, mentre i fattori di vendita sono glo-balizzati. Un altro elemento da non sottovalu-tare è l’interdipendenza dei prezzi dei fiori.L’approvvigionamento, soprattutto nel reciso,avviene sempre più spesso con prodotti che co-stano progressivamente meno, generando rica-dute a lungo termine sull’intera filiera. A menoche non intervengano fattori culturali».

Al momento quali sono i principali com-petitor?«L’Olanda, insieme ai nuovi paesi africani e cen-tro-americani. Il segmento del vaso soffre menola globalizzazione, per cui la concorrenza dei pro-dotti di Albenga è più limitata al raggio europeo,mentre il fiore reciso purtroppo risente maggior-mente degli effetti della globalizzazione, ancheperché la logistica e il trasporto in questo seg-mento sono meno complessi».

Oltre l’80% della produzione in vaso è ri-

� � volto all’export. Quali sono i paesi dove il di-stretto esporta con i migliori risultati?«L’asse tradizionale è composto da Svizzera, Au-stria e Germania, il mercato mittel-europeo in de-finitiva. Si potrebbe avere successo in Russia, masi scontano difficoltà enormi sul fronte della di-stribuzione; Giappone e Stati Uniti sono attual-mente mercati in sofferenza. A Cina e India peril momento non guardiamo neppure. La Poloniasta dando risposte interessanti, è un possibilemercato di sviluppo, anche l’Ucraina lo sarebbesulla carta, ma permane un eccessivo meccanismodi controllo da parte della Russia».

Quali le prospettive per il distretto?«I nostri prodotti sono voluttuari e il loro con-sumo, in un periodo di crisi generalizzata comequello attuale, si contrae. Inoltre, non sonocosì certo dell’appeal che i fiori possono ancoraesercitare sulle nuove generazioni. Le previsionisono dure, perché siamo aggrediti da produ-zioni di nuovi paesi. La differenza la possiamofare solo con prodotti nuovi, diversi, il cui va-lore aggiunto è dato dal loro carattere profon-damente identitario in termini di provenienzae di legame con il territorio».

IL DISTRETTO DEI FIORI

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Franco Amadeo

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 91

Rappresenta circa l’80% della produzione lorda vendibile agricola ligure. Il presidente

della Camera di Commercio di Imperia, Franco Amadeo, delinea luci e ombre del settore

florovivaistico del ponente ligure, elencando possibili traiettorie di sviluppo futuro

Francesca Druidi

La floricoltura della provincia di Im-peria, nonostante presenti alcunecriticità e risenta della competi-zione globale, mantiene un signifi-

cativo peso economico nel comparto agricoloregionale. Il valore della produzione flori-cola si aggira, in base all’Istat, intorno ai 540milioni di euro, di cui 450 milioni circa (pariall’83%) sono riferibili alla floricoltura la cuiproduzione si concentra, per il 90%, in pro-vincia di Imperia. «Il valore del florovivaismoper il territorio ligure è assoluto, nell’am-bito di un rapporto imprescindibile traazienda di produzione di piante e fiori e pae-saggio, sia esso costiero, collinare o mon-tano», rimarca Franco Amadeo, numero unodella Camera di Commercio di Imperia. «Icoltivatori sono, da sempre, gli autentici de-positari di una cultura che affonda le proprieradici nel passato e nella consapevolezza che,soltanto in un territorio ben conservato eamato, possono operare serenamente le im-prese di un settore che valorizza le risorsedella natura, rispettandole profondamente».

Quali sono gli orizzonti di sviluppo deldistretto in relazione alle dinamiche deltessuto produttivo locale?«Gli orizzonti di sviluppo del florovivaismodel distretto del ponente ligure sono ricchi diopportunità sia in relazione alle dinamicheproprie della produzione, sia grazie all’altis-

Più gioco di squadraper rilanciare il florovivaismo

Franco Amadeo,

presidente

della Camera di

Commercio di Imperia

simo livello di know-how e ditradizione in attività specifi-che: la ricerca varietale in pri-mis, ma anche il vivaismo digiovani piante, i laboratoripubblici e privati a supportodell’innovazione di base, lastoricità di un’area di mercatodi riferimento nell’industriainternazionale. Le difficoltàstrutturali frenano, però, losviluppo, in particolare i costidi produzione crescenti, laburocrazia, la logistica inade-guata a causa di infrastruttureobsolete e la crisi che va a in-cidere prima di tutto sui beni non di primanecessità. Nonostante tutto, gli operatoriguardano avanti in virtù di quella passione,esperienza, conoscenza e creatività che, neglianni, ha permesso di superare diverse crisi edi ovviare all’incapacità, da parte delle ammi-nistrazioni, di dare risposte concrete alle esi-genze delle imprese».

Come la Camera di Commercio supportal’azione del distretto?«L’ente camerale svolge un importante e pre-zioso lavoro di valorizzazione del settore flo-rovivaistico del distretto del Ponente. A fiancodella competenza regionale in materia di agri-coltura, collega l’impresa florovivaistica alla � �

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IL DISTRETTO DEI FIORI

92 • DOSSIER • LIGURIA 2011

realtà commerciale locale, na-zionale e internazionale, com-pletando la vocazione produt-tiva e strutturale delle aziende eagevolandone l’interfacciarsicon gli altri attori della filiera,in particolare del commercio, senza dimenti-care artigianato e industria. I molteplici inter-venti, non solo con azioni dirette e puntuali,ma anche con una costante presenza di rife-rimento, costituiscono un supporto indispen-sabile per l’intero comparto».

Quali sono le strategie adottate dalleaziende imperiesi per essere competitive?«Sicuramente uno dei fattori che, da sempre,deve essere migliorato nell’ambito del floro-vivaismo ligure è la capacità di fare sistema e,pertanto, di mettere in atto strategie conse-guenti. Il mantenimento e l’accrescimentodella competitività sono stati, fino a oggi,prevalentemente legati alle azioni dei singoliimprenditori o delle associazioni di rappre-sentanza, ma si avverte sempre di più la neces-sità di attuare sinergie e strategie di sistema.

La Camera di Commercio di Imperia è pro-motrice di azioni di stimolo e coordinamento,ma sono le aziende i primi attori di tale esi-genza, che ovviamente dovrà essere suppor-tata dagli enti preposti».

Quali azioni sarebbe, a suo avviso, im-portante mettere in campo?«Una maggiore attenzione per la ricerca pri-vata sia sul fiore reciso sia per le piante invaso; una spinta all’internazionalizzazione,oggi ancora inadeguata; un’ottimizzazione deiprocessi produttivi e della logistica. A questemisure dovrebbero essere affiancati una rior-ganizzazione del mercato dei fiori di San-remo e la creazione di poli (consortili o in al-tre forme) che consentano migliori economiedi scala e il raggiungimento di una massa cri-tica da offrire ai mercati».

� �

��Servono ottimizzazione deiprocessi produttivi e della logisticae massa critica da offrire ai mercati

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Giovanni Barbagallo,

assessore regionale

all’Agricoltura.

A fianco, immagine

del padiglione Liguria

a Euroflora 2011

«Risorse in ricerca e promozione,così sosteniamo i fiori liguri»

destinata alla realizzazione di nuove varietà». Il settore che soffre di più è quello del fiore

reciso, mentre le piante grasse e le aromatichestanno avendo sul mercato un buon ritorno direndimento. Quali sono le ragioni di tale an-damento? Quali le prospettive del distrettonel prossimo futuro?«Il mercato del fiore reciso è ormai da anni inmano agli olandesi che, con il loro sistema dicommercializzazione, hanno invaso l’Europadi fiori che arrivano via aerea da zone di produ-zione extra europee, come Kenia, Etiopia, Co-lombia ed Ecuador, per citarne alcuni. Fiori col-tivati potrei dire in modo “industriale”, concosti nettamente inferiori ai nostri e, di conse-guenza, con prezzi di vendita all’ingrosso nonpiù remunerativi per i nostri produttori. Per lepiante in vaso, i costi di trasporto aereo sonotroppo alti e, quindi, la concorrenza non si svi-luppa con paesi extra europei, ma con altrezone d’Italia e nazioni europee come la Spagna,che ha costi di produzione simili ai nostri. No-nostante queste tipologie di prodotto mostrinoqualche problema in meno, ciò non ci fa abbas-sare la guardia: anche per questo settore stiamocontinuando a puntare sulla qualità e sull’inno-vazione, per cercare di rimanere sempre unpasso avanti rispetto agli altri produttori».

Quello florovivaistico è un comparto di ec-cellenza in Liguria, soprattutto sul fronte del-l’internazionalizzazione. In che modo la Re-

La Liguria è la seconda regione ita-liana per produzione di fiori da re-ciso con 480 milioni di pezzi, laprima per la produzione di fronde e

foglie da reciso con oltre 420 milioni di pezzi,la prima nel segmento delle piante in vaso fi-nite con oltre 110 milioni. Un comparto stra-tegico per il sistema economico del territorio,che va “curato” con costanza ed efficacia, comerileva l’assessore all’Agricoltura e Floricolturadella Regione, Giovanni Barbagallo.

Quali misure individua per incrementare laproduttività del distretto florovivaistico?

«In questi ultimi anni ci si è oc-cupati soprattutto di svilupparee favorire progetti e azioni rivoltialla ricerca e alla divulgazione.Per questo motivo si è rimoder-nato l’Istituto regionale per lafloricoltura di Sanremo, ente diricerca e sperimentazione dellaRegione Liguria, e si è istituitoil Centro servizi per la floricol-tura con compiti divulgativi, dacui parte ogni quindici giorni ilbollettino di informazione tele-matica FlorNews. A brevissimo,apriremo un nuovo bando, conuna dotazione finanziaria di700.000 euro di fondi Psr, sullaricerca applicata e innovazione,

Il know how produttivo e le favorevoli condizioni climatiche rendono la Liguria un polo floricolo

di eccellenza in Italia, nel Mediterraneo e in Europa. L’assessore regionale all’Agricoltura,

Giovanni Barbagallo, individua le leve necessarie per un’ulteriore crescita del settore

Francesca Druidi

94 • DOSSIER • LIGURIA 2011

IL DISTRETTO DEI FIORI

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 95

zione istituzionale della Regione a Euro-flora 2011?«Euroflora è una manifestazione importante pertutto il settore. La Regione Liguria si è impegnatamoltissimo per offrire una rappresentazione dellafloricoltura ligure in modo unitario, volta a offrirealle migliaia di visitatori che hanno partecipato lemigliori produzioni del territorio regionale. Ab-biamo apportato delle innovazioni rispetto alleedizioni precedenti, riuscendo a organizzare unostand tra tutte le diverse zone di produzione e affi-dando all’Università di Genova, nello specifico fa-coltà di Architettura, il compito di realizzare lospazio espositivo. Il bilancio è risultato estrema-mente positivo e i risultati sono arrivati copiosi.Le giurie specializzate hanno assegnato numerosipremi sia all’esposizione collettiva che ai singoliproduttori liguri. Altissimo è stato il gradimentoda parte dei visitatori, rilevato con un appositoquestionario. Per l’edizione futura, che si terrà nel2015, cercheremo di conciliare le esigenze di unamanifestazione storica con quelle della modernafloricoltura rinnovata e rilanciata».

gione, e l’assessorato all’Agricolturanello specifico, intende valorizzarlo ulte-riormente in Italia e all’estero?«I nostri prodotti, soprattutto le produzioniin vaso tipiche dell’Albenganese, trovanosbocco sui mercati nord europei, dove ognianno vengono commercializzati oltre centomilioni di vasi, tra aromatiche e margherite.Di conseguenza, le azioni promozionali sonorivolte principalmente a queste zone d’Eu-ropa. La Regione partecipa alla principalefiera internazionale di settore che si tiene aEssen, in Germania, nel mese di gennaio,proprio per valorizzare e presentare le novitàdelle produzioni liguri, con particolare ri-guardo a quelle in vaso. In ambito nazionale,la strategia è invece quella di sostenere glieventi tesi a incrementare il consumo di fiori,attraverso azioni che valorizzino il lavoro dicomposizione svolto dai maestri fiorai. Nelprossimo mese di novembre, la Regione af-fiancherà gli organizzatori del Festival deiFiori, che si terrà alla Reggia di Venaria Reale,evento clou in ambito nazionale per la valo-rizzazione del fiore reciso».

Quale bilancio può trarre della partecipa-

Giovanni Barbagallo

Produzione di fronde e foglie

da reciso realizzatadal distretto

florovivaistico

FRONDE

420mln

700milaDotazione finanziaria

di un prossimo bando della Regione a favore della ricerca

in floricoltura

FONDI

��

Euroflora è una manifestazione importante. La Regione si è impegnatamoltissimo per offrire una rappresentazionedella floricoltura ligure in modo unitario

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98 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Per la prima volta, alcuni imprenditori del Savonese cominciano a liquidare le proprie aziende.

È il segnale di una situazione economica e ambientale complessa, che va oltre la crisi.

«Il rischio è di togliere all’imprenditore la voglia di fare il suo lavoro». Il punto di Fabio Atzori

Elisa Fiocchi

Meno imprese e bassi stimoli all’imprenditorialità

Ancora per qualche trimestre, la situa-zione economica nel Savonese è de-stinata a margini di crescita sotto-tono secondo quanto emerso dagli

scenari di Unioncamere-Prometeia. Le previ-sioni indicano che l’incremento sarà soltantodello 0,7% e dell’1% per il prossimo anno, sullascia di un 2010 in cui il sistema economico delterritorio è riuscito a recuperare solo in parte lacapacità di produrre ricchezza. Osservando ilpil procapite, Savona supera la media nazionaledel 6,8%, ma il tasso di inflazione nel 2010 è ri-salito al +1,9% penalizzando reddito e consumidelle famiglie, soprattutto gli aumenti dei benie delle tariffe relativi alle necessità primarie. Leripercussioni sulle attività produttive hanno poipenalizzato in maniera particolare le piccole emedie imprese, facendo emergere un fenomenoestraneo al territorio savonese e che va ben oltreil quadro congiunturale. Come spiega Fabio At-zori, presidente dell’Unione industriali di Sa-vona, «oltre a registrare un minor numero di re-altà produttive sul territorio, ne abbiamo molteche liquidano. Gli imprenditori decidono dichiudere le aziende perchè ritengono di nonavere più prospettive in questo paese».

Come spiega questo fenomeno?«La liquidazione dell’azienda è un processoche è stato registrato a partire da quest’anno.Dal confronto con gli imprenditori emergeche non è tanto la crisi a preoccupare ma ilpensiero che fare l’imprenditore oggi, in Ita-

lia, non offra soddisfazione, non solo da unpunto di vista economico ma anche ambien-tale. È un dato pericoloso perchè se togliamoall’imprenditore la voglia di fare il suo me-stiere non è sicuramente con qualche legge ofacilitazione che si solleverà il sistema».

Come ha retto l’economia savonese nellaprima parte del 2011?«È stato un anno difficile, in particolare per le

Nella pagina a fianco,

Fabio Atzori,

presidente Unione

Industriali di Savona

FOCUS SAVONA

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 99

vestimenti. Questo è il grosso problema». Savona è la provincia ligure con la mag-

giore propensione all’export (18,5% nel2010). Quali sono i principali mercati di rife-rimento e quanto le esportazioni incidononello sviluppo e nell’economia della città?«Il motivo per cui i dati dell’economia savonesenon sono così negativi è dovuto proprio all’ex-port. Nel 2010, abbiamo esportato 1,3 miliardidi euro, generato dall’industria manifatturiera, inparticolare quella meccanica e chimica. Ciò con-sente una certa stabilità per alimentare l’indottoe permette di resistere alla situazione generale. Imercati cui facciamo riferimento comprendonoquelli dell’Ue dove siamo molto competitivi eforti. Ma le imprese più grosse lavorano anche alivello globale, nel nord Africa ad esempio».

Quali sono le principali esigenze delle im-prese sul territorio?«Sugli investimenti privati bisogna prenderedecisioni compatibili con i tempi che stiamoperseguendo: vorremmo che tutti gli investi-menti fossero svincolati in fretta e vogliamosapere su quali contare e su quali no. C’è unenorme dispendio di energia nella creazione difalse aspettative che condizionano le nostreaziende, in particolare le scelte delle pmi».

Fabio Atzori

pmi, mentre le aziende più grandi hanno tenutomeglio, anche grazie all’export. Oggi le pmi ac-cusano il problema della liquidità a causa delquadro congiunturale presente da ormai da treanni e sono anche diminuite le nuove impresecon bassi stimoli all’imprenditorialità. È la con-seguenza dell’incertezza generale e di un sistemache nel nostro Paese non è molto premiante pergli imprenditori».

Molte attività aprono e chiudono in brevetempo. Quali comparti industriali subisconomaggiormente la congiuntura economica?«Le cessazioni sono in leggero aumento soprat-tutto per le imprese che lavorano nell’edilizia,del meccanico e della cantieristica navale. Nonpossono resistere senza ossigeno per troppi annie il vero problema sta nel carico di lavoro. Persopravvivere serve un tasso di patrimonializza-zione e delle riserve. Ci troviamo dinanzi a unacontrazione della domanda dovuta alla diffi-coltà che esiste in Italia nel concretizzare gli in-

��Se i dati dell’economia savonese non sono così negativi come nel restodel paese è grazie proprio all’export

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FOCUS SAVONA

100 • DOSSIER • LIGURIA 2011

La denuncia dei commercianti:stop all’abusivismoOltre al calo dei consumi causato dalla crisi economica, il commercio deve fare i conti

con eventi abusivi che minacciano l’economia dell’intero territorio. «Non siamo contrari alle sagre»

spiega Vincenzo Bertino «purché siano monotematiche e con le autorizzazioni»

Elisa Fiocchi

previste le punte massime di lavoro. Sulla costae nell’entroterra si sono verificati, ad esempio,alcuni eventi che nulla hanno a che fare con lapromozione turistica e l’animazione del territo-rio e che Confcommercio ha bollato come fe-nomeni di abusivismo «ai danni di quegli asso-ciati che rispettano i termini di qualità, igienee sicurezza nello svolgere il proprio lavoro. Lamerce contraffatta sta diventando un dannonon solo per la categoria ma anche per i con-

La preoccupazione degli addetti ai la-vori nel settore del commercio e deipubblici esercizi è stata espressa inun recente comunicato emesso dalla

Confcommercio di Savona, dove si denunciala grave crisi che sta attraversando il terziario.Non è, tuttavia, solo il quadro congiunturalea incidere sul calo dei consumi, ma una seriedi situazioni che hanno impoverito il settoreproprio nei mesi estivi, quando invece erano

Page 63: Dossier Liguria 10 2011

Vincenzo Bertino

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 101

Vincenzo Bertino,

presidente

di Confcommercio

Savona

��Lavoriamo a un progetto dove l’accoglienza

non è più intesa solo come biglietto da visita ma vero capitale su cui investire

sumatori» commenta il presidente VincenzoBertino. «Stiamo, a tal proposito, attivandoun’iniziativa in modo da allertare tutte le isti-tuzioni provinciali. Non possiamo più tollerareche le sagre diventino ristoranti abusivi al-l’aperto dove è a rischio la sicurezza alimentareper via della mancanza di controlli».

L’abusivismo è un fattore che sta minac-ciando gli esercizi commerciali. Cos’altropreoccupa il settore?«La crisi è ormai sotto gli occhi di tutti e in que-sto momento viviamo Savona con preoccupa-zione, pur sapendo che la nostra situazionenon è diversa da molte altre località. Passeg-giando per la città ho notato segnali evidentiche mi fanno riflettere. Nei parcheggi dellagrande distribuzione ci sono tanti posti vuoti,questo è un primo termometro che segna latemperatura della crisi. Con giornate belle e levacanze appena terminate, le persone erano so-lite recarsi nei centri commerciali e di conse-guenza fare acquisti».

Confcommercio come risponde alla crisidel settore?«Stiamo lavorando a un progetto che partadall’accoglienza, non più intesa solo come unbiglietto da visita, ma come vero capitale sucui investire. Abbiamo stipulato una conven-zione con il Politecnico di Torino e la Compa-gnia San Paolo per realizzare un’indagine co-noscitiva sul cliente e le sue esigenze. È unmodo per ridare slancio all’intero settore: ri-cettività, ristorazione, locali pubblici, stabili-menti balneari e campeggi. Infine, vogliamopoter tornare a parlare di economia spicciola,anche di quella del negozietto di paese».

Nel 2010 il movimento di iscrizioni ecancellazioni al Registro Imprese si èchiuso in negativo. «Contrariamente all’anno passato, a settem-bre abbiamo registrato alcune aperture dopole ferie. Si tratta di negozi di piccole superfici,aperti da ditte individuali. Il Confidi che èpresente sul territorio registra poi un calodelle richieste di garanzia sull’investimentomentre sono salite a dismisura le garanzie sufinanziamenti bancari per il mercato».

Quali realtà produttive trainano l’econo-mia savonese?«Ci sono ottime realtà imprenditoriali nel settoredell’intrattenimento, della ristorazione e dei pro-dotti tipici locali e buone nicchie di mercato chedovremmo far conoscere di più. In termini di ri-cettività, poi, il territorio dispone di alberghi acinque stelle. Chi riparte, chi ha fiducia e si rim-bocca le maniche può arrivare a metà stradaprima degli altri. Ma ci vuole coraggio».

Il terziario, inteso in senso ampio, costitui-sce quasi l’80% del Pil in provincia. Quali po-litiche possono sostenere chi opera nel settore?«Alle istituzioni chiediamo attenzione e ai no-stri Comuni maggiore collaborazione e unnuovo percorso: a partire dall’abusivismo nellesagre, cosa che abbiamo chiesto anche alla Pro-vincia e alla prefettura. Abbiamo dato vita di re-cente a un fondo di garanzia riservato al settoredell’imprenditoria femminile, una sorta di mi-crocredito destinato a chi inizia e chiede neiprimi 36 mesi un aiuto per avviare la propria at-tività. A livello nazionale ci batteremo controuna manovra che non ci piace affinché qualcosacambi e l’economia possa ripartire».

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FOCUS SAVONA

Più di due miliardi di euro saranno finanziati da operatori privati per progetti di investimento

da realizzare nei prossimi cinque anni nel savonese. Luciano Pasquale illustra la missione 2011-2015:

stimolare la propensione all’imprenditorialità e offrire lavoro con l’avvio di opere infrastrutturali

Elisa Fiocchi

La Camera di Commercio ha trac-ciato una mappa dei maggiori puntidi forza del territorio su cui investireper realizzare nuovi progetti di cre-

scita e rilanciare l’economia di Savona, quelladel Nord Ovest e dell’euroregione Alp Med.«Le linee da percorrere sono il lavoro per le im-prese e per le persone, declinato attraverso unsostegno all’imprenditorialità e interventi dirafforzamento, collaborazione e sviluppo deiprocessi d’impresa; la promozione della qualitàdei prodotti locali con lo scopo di incremen-tare la quota di esportazione». Ad illustrare ilProgramma 2011-2015 è il presidente del-l’ente camerale savonese, Luciano Pasquale,che racchiude la missione del progetto in duepunti chiave. «Da una parte lo sviluppo delleinfrastrutture che sono a un livello sottodi-mensionato – dichiara – dall’altra la crescita diun’imprenditorialità che sia capace di valoriz-

zare la sua forza a livello localee di imporla poi su mercati piùvasti». Seguendo questa dire-zione si creeranno le condi-zioni per risolvere i problemidella disoccupazione presentisul territorio e le conseguentiricadute inaccettabili sui gio-vani e sulle donne.

Nel biennio 2012-2013,le previsioni per Savonaparlano di una crescita

Un piano per rilanciare economia e occupazione

dell’1% medio annuo per il valore aggiuntoe dello 0,1% per l’occupazione. Come farefronte al declino strutturale dell’economiaprovinciale?«Le previsioni attuali sono ancora più pessimi-stiche nel breve termine, ovvero nei prossimi 12mesi. Le opportunità per far fronte al declinostrutturale dell’economica vanno individuatenella realizzazione di importanti investimentiaziendali e infrastrutturali che saranno realizzatiin gran parte con capitale privato con una pro-spettiva di più di 2 miliardi di euro nei prossimicinque anni».

Che impatto avranno queste opere sul-l’economia savonese?«Andranno a rafforzare il sistema economico,invertendo la tendenza al declino strutturale esostenendo le capacità di reddito delle famigliee il potere di acquisto che in questo momentosta creando seri problemi a tutto il terziario, inprimo luogo al commercio e ai servizi. Sonoopere che creano lavoro e danno benefici dalpunto di vista occupazionale e a livello opera-tivo-economico. Penso alla nuova piattaformacontainer prevista a Vado Ligure, al potenzia-mento della produzione di energia della cen-trale Tirreno Power e al nuovo stabilimentodella Piaggio Aero».

Quali sono i primi cantieri che aprirannosul territorio?«È in corso di realizzazione la piattaformacontainer di Vado Ligure pensata con

Luciano Pasquale,

presidente della Camera

di Commercio di Savona

102 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 65: Dossier Liguria 10 2011

Luciano Pasquale

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 103

800mila contenitori all’anno rispetto ai 250mila che movimenta oggi il porto di Savona.Questo tipo d’intervento porterà ad una cre-scita strutturale importante e ad un vantaggiocompetitivo che ricadrà sulla merce con un ri-lievo locale e internazionale. Inoltre, da qui atre mesi, apriranno i lavori per altre opere,come il raddoppio dell’autostrada Aurelia sualcune tratte della provincia così da ridurre gliostacoli alla mobilità».

L’incremento delle esportazioni rappre-senta un obiettivo strategico: come svilup-pare le potenzialità delle imprese sul territo-rio per favorire il contatto con i mercatiinternazionali?«Savona esporta 1,3 miliardi di euro di cuil’80% derivante dall’attività manifatturiera eil 20% dall’agricoltura. Le esportazioni indu-striali restano uno dei punti di forza dellanostra economia e quelle imprese che man-tengono questo fatturato, hanno dimostrato

maggiori capacità di recupero rispetto alle al-tre realtà produttive in tempi di crisi. La Ca-mera di Commercio vuole pertanto rafforzarequesta tendenza e al tempo stesso stimolarequelle imprese che vantano un’offerta di pro-dotti caratteristica e qualitativa, a estendersisu mercati più vasti, incrementando la pro-pensione a lavorare con l’estero».

E per le piccole imprese in difficoltà?«L’impegno sarà quello di sostenere le reti diimpresa per raggiungere obiettivi di compe-titività sul mercato estero e utilizzare lo stru-mento del microcredito in sostegno delle pic-cole e neo imprese di giovani che hannomeno di 35 anni o di quelle in cui gli ammi-nistratori sono in prevalenza donne. Questiinterventi, da attuare nel medio termine, sonoindispensabili per rilanciare la propensione al-l’imprenditorialità e per trovare uno sboccodinamico e moderno alle capacità professio-nali e tecniche presenti sul territorio».

La percentuale di esportazioni

che deriva del settore

manifatturiero

INDUSTRIA80%

2mld

Il totale del finanziamento

privato previsto nei prossimi cinque

anni per larealizzazione di nuove

infrastrutture

CAPITALE

Page 66: Dossier Liguria 10 2011

104 • DOSSIER • LIGURIA 2011

«Non bisogna confondere le li-beralizzazioni con le priva-tizzazioni». Ci tiene a esserepreciso Enrico Sassi, presi-

dente di Confservizi Cispel Liguria, l’associa-zione che raggruppa le aziende dei servizi pub-blici locali regionali rivolti a settori come acqua,ambiente, edilizia pubblica, cultura, elettricità,farmacie, gas, servizi alla persona, trasporti localie sanità. Preciso e non privo di preoccupazioni,visto il momento critico. La crisi economica,con le conseguenti manovre finanziarie, sta fa-cendo sobbalzare sulle sedie gli amministratori diogni società o ente locale. Non solo. Anche a se-guito del recente referendum, il tema della pri-vatizzazione dei servizi è tornato a scatenare po-lemiche e discussioni. Ma, secondo Sassi, noiitaliani rischiamo di ragionare in maniera troppoideologica e troppo poco pragmatica. «Non èimportante il colore del gatto, purché catturi il topo,diceva Deng Xiao Ping. La riflessione sui servizi

pubblici locali, credo, debbapartire da qui».

Perché?«L’urgenza maggiore è pro-prio la definitiva “uscita” dauna discussione che, se-guendo le mode, ha generatoun’eccessiva confusione legi-slativa. Quando il dibattito èintriso di elementi ideologiciil risultato è inevitabile. Sono

passati anni in cui le soluzioni non venivano va-lutate per il grado di efficienza ed efficacia masulla base della terribile dicotomia pubblico-pri-vato. Questa impostazione nasce dall’idea che iservizi pubblici locali non sono produttori di ric-chezza, di valore aggiunto per i territori, ma solodei carrozzoni che costano troppo. Occorre pro-vare a ripensare il tutto».

Dunque secondo lei il tema dei servizi pub-blici va rivalutato, ancora prima che econo-micamente, culturalmente?«Le domande decisive sono: quali forme econo-mico gestionali sono più convenienti? Chi fra ivari soggetti destinatari dei servizi deve avere lapriorità? Come è possibile riuscire a pensare ai ser-vizi? So benissimo di poter risultare banale, manon ci sono storie, o si riparte da qui o non neusciamo».

Eppure pare che l’opinione pubblica siconcentri molto su questo binomio, pub-blico-privato.«Ripeto, bisogna fare attenzione a non confon-dere liberalizzazioni con privatizzazioni. Il mer-cato è necessario ma le regole devono valere pertutti. Il confronto tra i vari attori verte sulle ca-pacita industriali che, come è noto, producononumeri e risultati mettendo in campo tanti fat-tori: l’efficienza, i rapporti con il territorio, la co-noscenza nei servizi, la risorsa umana, la capacitàdi relazione con l’utente o il consumatore.Quindi, è giusta la fine dei monopoli, ma incompetizione servono regole chiare, e nessun

La recente manovra finanziaria e il referendum sulla gestione dei servizi idrici hanno colpito

il mondo delle aziende impegnate nei servizi pubblici. A fare il punto della situazione

è Enrico Sassi, presidente di Confservizi Cispel Liguria

Andrea Moscariello

Enrico Sassi,

presidente

di Confservizi Cispel

Liguria

www.confservizi.net

Il domani delle aziende pubbliche tra crisi e liberalizzazione

SERVIZI PUBBLICI

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 105

Enrico Sassi

cenno al “colore del gatto”».Parlando di gestione dei servizi idrici, il re-

cente referendum ha fatto luce su come lapensa buona parte del Paese. Secondo lei qualè la strada da perseguire?«A noi interessa avere un mercato liberalizzato.Uno completamente privatizzato, invece, rischiadi andare paradossalmente a creare nuovi mono-poli. Occorrono regole certe per l’accesso ai mer-cati, che tengano in considerazione, prima ditutto, l’interesse dei cittadini. Il settore non puòrischiare di trasformarsi in un Far West. L’im-portante è rendere efficienti e accessibili i servizi,se si tiene fermo questo obiettivo, optare o menoper la privatizzazione scende in secondo piano.Occorre pluralità. In Liguria, ad esempio, ope-rano già diverse aziende di servizi a comparteci-pazione privata».

Confservizi Cispel Liguria su cosa si deveconcentrare?

«Sull’obiettivo che, in realtà, si prefigge sin dallasua costituzione: fare fronte unito. In particolare in questo momento di crisi, a se-guito della manovra finanziaria. In pratica cer-chiamo di limitare il più possibile i danni che, anostro parere, tale operazione comporterà aglienti e alle aziende di servizi. Il problema, ora, è in-dividuare tutte le formule e le strategie atte acontenere le perdite che la manovra comporta».

Quando lei parla di fronte unito, fa riferi-mento anche ad altre associazioni di categoria?«Conservizi Cispel Liguria è riuscita a unire tuttele aziende liguri e a dare una sola voce alle loro ri-chieste. La nostra azione è diretta a mettere a con-fronto le esperienze maturate dalle aziende percercare nuove linee di indirizzo. In questo l’espe-rienza che abbiamo vissuto nel settore del tra-sporto pubblico è esemplare. Ecco perché è im-portante confrontarsi e collaborare con altre realtàcome Confindustria o le associazioni del com-mercio e dell’artigianato. Non solo. Occorre con-solidare i rapporti con le altre associazioni Con-fservizi. Ad esempio nel corso degli ultimi anniabbiamo instaurato un proficuo e continuo rap-porto di collaborazione con Confservizi Pie-monte-Val D’Aosta, che ci ha consentito di con-dividere esperienze e approfondire tematichecomuni, anche attraverso l’organizzazione di ini-ziative rivolte alle aziende delle tre regioni. Le fun-zioni e le competenze regionali si sono forte-mente ampliate e l’obiettivo è quindi quello disviluppare rapporti analoghi con altre regioni li-mitrofe, in particolare Lombardia e Toscana, e distringere ulteriori e più significative forme di col-laborazione e dialogo con le federazioni nazionalidi settore».

Sul tema delle liberalizzazioni non teme loscontro con Confindustria?«Non si tratta di scontro ma di fare rete, sistema.Quando il quadro delle liberalizzazioni sarà me-glio definito, i rapporti con Confindustria po-tranno essere più concreti, più stretti. La nostrapreoccupazione è che le liberalizzazioni si tra-sformino in esclusione automatica della presenzapubblica: ci stiamo impegnando perché ciò nonaccada, in quanto sarebbe un grave errore e unaperdita per il mercato».

Questo il fatturatototale delle aziende

raccoltedall’associazioneligure, che vanta

circa 12mila addetti

EURO

1mld

› ›

~

Sono passati anni in cui lesoluzioni non venivanovalutate per il grado diefficienza ed efficacia masulla base della terribiledicotomia pubblico-privato

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106 • DOSSIER • LIGURIA 2011

SERVIZI PUBBLICI

Confservizi Cispel Liguriarappresenta un vero e proprio

sindacato d’impresa che associa inLiguria circa quaranta aziende diservizi pubblici, con oltre dodicimilaaddetti e un fatturato di un miliardodi euro, rappresentando e tutelandogli interessi delle impreseassociate, e proponendosi comeinterlocutore nei confronti dellaRegione e degli Enti locali.L’associazione elabora proposte,emendamenti per leggi eprovvedimenti amministrativi,fornisce consulenze, studi difattibilità e piani finanziari aiComuni associati per la gestione diforme d’impresa di servizi pubblicilocali, realizza iniziative intese apromuovere scambi di esperienze einformazioni tra gli associati e conaltre realtà del mondo economico eimprenditoriale, volte a individuaremodelli gestionali più efficienti efunzionali. Confservizi Cispel Liguria è nata esi è sviluppata parallelamente altrasferimento alle regioni dellamaggior parte delle competenzelegislative inerenti i settori diinteresse delle aziende associate,vista l’esigenza concreta di avereuna presenza territoriale perrappresentare gli interessi delleaziende che in Liguria gestiscono iservizi pubblici. Negli ultimi anni leassociazioni regionali si sono vistericonoscere, in attuazione deiprincipi fissati dallo statuto, il livelloprimario di rappresentanza degli

associati e le conseguentiresponsabilità. Questo haconsentito all’associazione disviluppare efficacia operativa sianella sua funzione di sindacatod’impresa, sia come associazione dicollegamento tra i vari settori, e hapermesso di fornire assistenza econsulenza qualificata alle aziendeassociate. Di fronte al profondoprocesso di trasformazione che stacoinvolgendo il mondo dei servizipubblici, sia a seguito dei piùrecenti interventi legislativi, chedella distinzione tra Aziende chesvolgono un’attività marcatamenteindustriale e altre a vocazioneprettamente sociale, ConfserviziCispel Liguria si è fortementeimpegnata per favorire, in manieraincisiva, i necessari adeguamentidelle aziende associate. Nel suodirettivo si trovano alcunipersonaggi chiave dell’economia edella gestione dei servizi in regione.Oltre al presidente Enrico Sassi, siannoverano il suo vicepresidentevicario, Franco Aprile, ivicepresidenti Teodoro EnzoAmabile e Paolo Cervetti. In giunta,poi, vi sono anche VladimiroAugusti, Riccardo Casale, SergioDe Nicola, Paolo Garbini, ErnestoLavatelli, Piero Lazzeri, MaurizioMaricone e Livio Ravera. Tesoriereè Carlo Cipollina, mentre il collegiodei revisori è composto da PaoloRavà, Andrea Bottino, e PieroGiacomelli. Il direttoredell’associazione è Maurizio Tiberi.

DA 25 ANNI SUL TERRITORIO LIGUREUna realtà che costituisce la sintesi, a livello regionale,dei sistemi associativi Confservizi e Cispel,rappresentando le federazioni e le aziende operantinei servizi di interesse economico generalee dei gestori dei servizi alla persona

Un altro soggetto con cui collaborate è l’uni-versità.«Nel nuovo statuto, adottato nel 2010, abbiamoprevisto l’istituzione di un comitatotecnico/scientifico composto da personalità delmondo dell’università e della ricerca, espertenel campo dei servizi di pubblica utilità e in rap-presentanza delle diverse discipline. È stata sti-pulata una convenzione-quadro con l’Universitàdi Genova, con l’obiettivo di conseguire unostretto collegamento tra la realtà accademica equella imprenditoriale, attuando forme di col-laborazione per quanto riguarda studi e ricerchescientifiche, formazione, didattica e consulenzadi carattere scientifico su problemi particolari.A tale convenzione ha fatto seguito un analogoprotocollo di intesa con il Dipartimento di In-formatica dell’Università di Pisa, situato a LaSpezia, con identici obiettivi mirati, in partico-lare, a collaborazioni nel campo specifico».

Un’ultima riflessione, questa volta sul temadel federalismo. Con l’aumento del potereconcesso a regioni ed enti locali, sta mutandoil peso da voi rivestito sul territorio?«Il presidio associativo territoriale svolto dal-l’associazione tende ad acquisire un ruolo sem-pre più rilevante, anche in conseguenza delleapposite convenzioni che Confservizi CispelLiguria ha stipulato con le Federazioni nazio-nali di settore, come Asstra, Federutility, Fede-rambiente, Federcasa. Proprio in virtù di que-sti accorsi abbiamo assunto, a livello regionale,anche la funzione rappresentativa delle Fede-razioni medesime».

› ›

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uello dei concorsi pubblici è unargomento che suscita speranze,però anche diffidenza. Da unaparte c’è l’ambizione a ottenere,con il proprio impegno, un po-

sto di lavoro; dall’altra la sfiducia, alimentata dailuoghi comuni, ma anche dai ricorrenti casi didenunce per procedure poco limpide nello svol-gimento delle prove. L’unico sistema per ga-rantire ai candidati che in un concorso noncontano i cognomi, bensì i titoli e le compe-tenze di ognuno, è quello di affidarne la gestionea soggetti che abbiano messo la trasparenza alprimo posto. Come ha fatto la Cnipec (CentroNazionale Istruzione Professionale Esami eConcorsi), società che dalla sua costituzione a

metà degli anni Ottanta ha già gestito oltre5.000 concorsi e selezionato circa 5 mln di can-didati. «Abbiamo lavorato per la Presidenzadella Repubblica, la Camera e il Senato, il di-partimento dell’amministrazione penitenziaria,l’Inps e poi naturalmente per regioni, provincie,comuni e università. La nostra attività di ge-stione delle procedure concorsuali – affermaPlinio Venturini, amministratore unico dellasocietà – si è svolta su tutto il territorio nazio-nale, fatta eccezione per la Liguria. Qui ab-biamo gestito concorsi solo per la provincia e ilComune di Genova e l’Università. Ma è una no-stra precisa scelta: non vogliamo gestire concorsinei quali potrebbero partecipare nostri parentio amici. Questo potrebbe infatti potrebbe pre-stare il fianco a sospetti che nel nostro lavoronon mancano mai». Cnipec si occupa della progettazione dei bandifino alla formazione della graduatoria finale,passando per ogni prova d’esame e occupandosidi organizzazione logistica, convocazione deicandidati, ricevimento e identificazione, som-ministrazione del materiale d’esame, valuta-zione dei titoli ed eventualmente anche dellamessa a disposizione di docenti ed esperti per laformazione delle commissioni d’esame. «La no-stra procedura è semplice e chiara. Estraiamodalle banche dati le prove d’esame direttamentenella sede del concorso, in presenza dei candi-dati. Questa è la garanzia che nessuno possa es-sere venuto preventivamente in possesso di in-

Chi dovrebbe vincerenei concorsi pubblici?Plinio Venturini spiega come si organizza una prova concorsuale pubblica, garantendone

lo svolgimento corretto. Una gestione trasparente è fondamentale per annullare ogni sospetto.

Soltanto la preparazione deve decidere il risultato

Valerio Germanico

Un momento di lavoro

all’interno

della Cnipec Srl,

di Genova

www.cnipec.it

Q

GESTIONE TRASPARENTE

108 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 71: Dossier Liguria 10 2011

formazioni sui contenuti delle prove. Al terminedi ogni prova, poi, bisogna valutare immedia-tamente gli elaborati, con procedure assoluta-mente automatizzate e che assicurino l’anoni-mato. Completata questa fase i risultati dellevalutazioni vanno resi pubblici tempestiva-mente e gli atti del procedimento devono esseredisponibili online per i candidati entro un mas-simo di 24 ore. La rapidità è certamente un va-lore aggiunto che contribuisce a dare la perce-zione della correttezza di tutta la procedura.Abbiamo calcolato che una sessione d’esamecon circa 5.000 candidati può essere gestita intutte le sue fasi, compresa la pubblicazione deirisultati, nel tempo massimo di tre ore». La società ha al suo interno una decina di di-pendenti, tutti under 35, e riesce a garantirequesti ritmi di lavoro grazie a un’organizza-zione molto flessibile. «Ai nostri dieci dipen-denti, di volta in volta, vengono ad affiancarsialtre figure professionali: consulenti esterni, do-centi universitari, esperti che progettano e re-visionano i quesiti. Inoltre altro personale chesi occupa di logistica, ricevimento, identifica-zione, vigilanza, immissione dei dati. La crea-zione dei questionari delle prove d’esame è affi-data esclusivamente a un gruppo di personeche opera in maniera assolutamente blindata.Naturalmente, la trasparenza dei concorsi nonsi può garantire per decreto, ma si può fare inmodo che si realizzi concretamente». Fatta salva la correttezza delle procedure, la

parte più importante, dal punto di vista delcandidato, è la preparazione. «Non basta stu-diare, bisogna studiare con metodo e in ma-niera mirata. C’è una tendenza che dimostracome non siano i candidato più preparati inassoluto a esibire performance migliori, quantoquelli che sono riusciti a sfruttare meglio le ri-sorse e le fonti informative destinate alla pre-parazione. Per facilitare questo metodo di stu-dio, stiamo mettendo a punto dei sistemi diautoapprendimento e monitoraggio dei livellidi preparazione. Si tratta di strumenti multi-mediali che consentono di prepararsi per unconcorso, un esame di stato o un esame uni-versitario. Questi indicano non solo il livello dipreparazione, ma soprattutto le approssima-zioni, le lacunosità e il riferimento alle fonti at-traverso le quali migliorare».

Plinio Venturini

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 109

~

La trasparenza dei concorsinon si può garantire per decreto,ma si può fare in modoche si realizzi concretamente.La rapidità nel rendere disponibilii risultati contribuiscealla creazione della fiducia

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IMPRENDITORI DELL’ANNO

Serietà e affidabilità rappresentanodue requisiti indispensabili, chequalsiasi azienda deve possedere perpoter pensare di affermarsi su mer-

cati estremamente competitivi, a prescin-dere dal settore di azione. Questo vale, amaggior ragione, per tutte quelle impreseitaliane impegnate nella realizzazione dicomponenti elettronici ed elettrotecnici,rivolti a diversi ambiti di utilizzo. In que-sto campo, infatti, l’Italia, è ancora co-stretta a fare i conti con un certo ritardotecnologico rispetto ai competitor stranieri,che spesso finisce col ridurre le possibilitàdi sviluppo e penetrazione internazionaledelle nostre realtà produttive. Questo gap

può essere colmato solo attraverso l’imple-mentazione di strategie aziendali a medio elungo termine, affiancate da una seria po-litica di innovazione e sviluppo che per-metta, in primo luogo, di guadagnare il ri-spetto e la fiducia degli operatori delmercato. Un esempio di successo in questosenso è rappresentato dalla Rgm Spa,azienda genovese fondata nel 1986 e dive-nuta, nel corso degli anni, un punto di ri-ferimento, conosciuto e apprezzato a li-vello internazionale, nella progettazione ecostruzione di converter e alimentatori cu-stom, adatti a una vasta gamma di applica-zioni. «Siamo specializzati nella realizza-zione di sistemi di alimentazione econvertitori di energia “chiavi in mano”,destinati principalmente al settore ferro-viario, da cui deriva circa il cinquanta percento del nostro fatturato», sottolinea Giu-seppe Guerra, presidente e amministratoredelegato del gruppo. «Lavoriamo inoltre alfianco di diverse aziende multinazionalileader nel campo medicale e industriale,per le quali produciamo moduli integrati ecomponenti a elevato valore tecnologico».

Quali sono le principali criticità concui un’azienda come la vostra è costrettaa fare i conti?«Come detto, il nostro è un mercato alta-mente competitivo, in cui le aziende ita-

Ricerca e specializzazione motori di sviluppoL’industria italiana cerca di ritagliarsi nuovi spazi. Tecnologia e ricerca sono i fattori chiave

per poter competere con le più importanti realtà internazionali, anche nella costruzione

di componenti elettronici. Il punto di Giuseppe Guerra

Guido Puopolo

Giuseppe Guerra,

presidente

e amministratore

di RGM Spa

112 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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Giuseppe Guerra

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 113

liane faticano ad affermarsi. Da partenostra, in questi venticinque anni diattività, abbiamo sempre cercato dirispondere in maniera puntuale edefficace alle esigenze dei nostri com-mittenti. Certo la situazione attualeper l’economia mondiale non è dellemigliori, ma è proprio in momenticome questi che una realtà imprenditorialedovrebbe investire per la ricerca e lo svi-luppo di soluzioni sempre nuove. Inoltre,purtroppo, il mercato italiano prevede ec-cessive lungaggini nei pagamenti che fannosì che le aziende del nostro paese abbianobisogno di un elevato supporto bancario, ilquale non sempre risulta adeguato. Biso-gnerebbe sviluppare una maggiore sinergiatra banche e imprese, prendendo esempioda quei Paesi in cui gli stessi istituti ban-cari, così come i fondi di investimento,partecipano attivamente alla vita delleaziende, fornendo un supporto decisivo allaloro crescita».

I vostri prodotti sono rivolti a diversiambiti. Quanto conta la diversificazioneproduttiva?«Sicuramente poter operare su mercati traloro differenti ha rappresentato un valoreaggiunto importante nel nostro percorso

di crescita, che ci ha permesso di superaresenza particolari contraccolpi negativi labufera causata dalla recente crisi econo-mica. Cerchiamo sempre di offrire in unagrande varietà di soluzioni e servizi ai nostricommittenti nonché un ottimo serviziopost vendita, per capire le esigenze del mer-cato e poterci così successivamente focaliz-zare sui prodotti più performanti. Attual-mente, oltre a consolidare la nostrapresenza in campo ferroviario e medicale,sempre in un’ottica di diversificazione dellaproduzione, stiamo investendo risorse im-portanti per lo sviluppo di soluzioni e ap-parati per il settore eolico e fotovoltaico».

In cosa consistono, nello specifico,queste novità?«Abbiamo sfruttato le nostre competenzetecniche per dar vita alla linea “Greene-nergy”, che comprende una gamma com-pleta di apparati dedicati al mondo delle › ›

❝~

Specializzazione e competitivitànella progettazione eindustrializzazione dei prodottisono alla base del nostro lavoro

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luzionari”, che potrebbero non essere rece-piti dal mercato. Specializzazione e com-petitività nella progettazione e industria-lizzazione dei prodotti ai massimi livellidei settori industriali di appartenenza, conuna costante attenzione ai principi dellaqualità, della tutela ambientale, della sa-lute e sicurezza degli ambienti di lavorosono alla base del nostro lavoro, per garan-tire prodotti capaci di soddisfare anche lepiù specifiche necessità dei nostri partner.La qualità delle nostre produzioni è inoltre

assicurata anche dal possessodelle più importanti certifica-zioni internazionali».

Quali sono i vostri mer-cati di riferimento?«Circa il settanta per cento dellanostra produzione viene svoltasul territorio italiano. Già da di-verso tempo abbiamo aperto laRGM France, sede che segue leattività di commercializzazionedei nostri prodotti nel territo-rio francese, ed entro breve con-tiamo di ampliare il nostro rag-gio d’azione con accordi anche

› › energie rinnovabili e al risparmio energe-tico. I nostri inverter sono il frutto di col-laborazioni con team universitari, con im-portanti aziende leader costruttrici dipannelli fotovoltaici e apparati eolici, non-ché con progettisti di impianti e installa-tori, che ci hanno fornito i loro preziosisuggerimenti. I prodotti da noi realizzaticoniugano l’efficienza e la qualità ai mas-simi livelli con la semplicità di installa-zione e manutenzione. Produciamo inol-tre centraline per lampioni a Led alimentatida pannelli fotovoltaici, destinate specifi-catamente al settore Street Lighting».

Le attività di ricerca e sviluppo, dun-que, ricoprono un ruolo fondamentaleall’interno dell’azienda.«Ricerca e sviluppo sono le uniche armi anostra disposizione per poter competere sumercati sempre più globali. Ogni anno in-vestiamo circa il cinque per cento del no-stro fatturato proprio per attività di questotipo, senza dimenticare il costante aggior-namento a cui è sottoposto il personale. Ilnostro obiettivo è quello di anticipare leesigenze dei committenti, cercando però dievitare di proporre prodotti troppo “rivo-

~

La nostra nuova linea,denominata“Greenenergy”,comprende una gammacompleta di apparatidedicati al mondodelle energie rinnovabilie al risparmioenergetico

Lo stabilimento

della RGM a Genova

www.rgm.it

IMPRENDITORI DELL’ANNO

114 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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in Germania, a testimonianza della politicadi internazionalizzazione portata avantidall’azienda. Recentemente inoltre, ab-biamo dato vita a un’importante opera-zione con un nostro partner cinese, conl’obiettivo di produrre direttamente in lococomponenti destinati al mercato locale. Daun punto di vista commerciale le esporta-zioni rappresentano una voce molto im-portante nel nostro fatturato».

Quali strumenti utilizzate per cercaredi diffondere il vostro marchio su scalaglobale?«Fiere ed esposizioni internazionali rappre-sentano una grande vetrina per la nostra so-cietà, oltre a fornici una panoramica com-pleta sulle evoluzioni dei nostri settori diriferimento. Recentemente abbiamo parte-cipato alla fiera ZeroEmission di Roma, al-l’interno della quale abbiamo presentato lenostre ultime novità in materia di energierinnovabili e lighting. Nei prossimi mesiabbiamo inoltre in programma diversieventi, e i nostri stand saranno presenti al-l’Innotrans di Berlino e alla fiera Electro-nica di Monaco di Baviera, oltre che al So-larexpo, la più importante fiera italiana peril settore delle energie rinnovabili».

Sulla base della vostra esperienza, qualisono le prospettive per il futuro del set-tore, soprattutto in ambito ferroviario?«Nel comparto ferroviario il mercato esteroè caratterizzato da un certo livello di pro-tezionismo, volto a favorire le aziende lo-cali a scapito delle realtà straniere. Questa“tutela” è invece quasi completamente as-sente sul nostro territorio, dove sono nu-merosi gli esempi di commesse affidate aimprese estere. Per questo nel futuro cipiacerebbe poter collaborare con altreaziende italiane, con l’obiettivo di “faresquadra” e guadagnare quindi maggiore

credibilità anche agli occhi del mercato in-ternazionale».

Quali invece, le aspettative per il fu-turo della vostra azienda?«In questo biennio, come detto, abbiamocercato di fronteggiare la crisi puntandosull’internazionalizzazione della produ-zione, per conquistare nuove fette di mer-cato e nuovi settori. Nello specifico ab-biamo in cantiere ordini che ci dovrebberoimpegnare per i prossimi due anni, cosache ci rende molto ottimisti per il futuro.Vogliamo lavorare per continuare a offrireil nostro contributo alla crescita dell’indu-stria italiana nel mondo, certi che prestoraccoglieremo i frutti degli sforzi sostenutiin questi ultimi anni».

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 115

Giuseppe Guerra

Page 78: Dossier Liguria 10 2011

La zama è una lega composta da zincounito a piccole percentuali di magne-sio, alluminio e rame, dotata di granderesistenza, durezza, duttilità e tratta-

bilità. Proprio queste sue caratteristiche la ren-dono particolarmente indicata per diversi ambitiapplicativi, in quanto è possibile ottenere, attra-verso tecniche di pressofusione, anche particolaridi notevole precisione con forme complesse. LaS. Erasmo Zinkal Spa, società genovese nata agliinizi degli anni Sessanta dall’intuizione del suofondatore, Rinaldo Schiaffino, è oggi una dellerealtà più conosciute a livello nazionale nellaproduzione di lingotti di zama, come confermaFilippo Schiaffino, presidente e amministratoredelegato del gruppo: «Attualmente le nostre le-ghe sono utilizzate prevalentemente nel settoreautomobilistico, ma anche per la realizzazione dicomponenti hardware, di dispositivi elettronici,ornamenti, giocattoli e abbigliamento».

Sul mercato esistono diverse tipologie di

Potenzialità e usi della lega zama Lingotti di elevata qualità, destinati

a diversi settori industriali, realizzati

sulla base delle più moderne

tecnologie produttive, sempre

nel pieno rispetto della salvaguardia

ambientale. Filippo Schiaffino

descrive i vantaggi della lega zama

Guido Puopolo

zama. Qual è il campo di riferimento princi-pale della vostra azienda?«Esistono, come detto, diverse varietà di zama,tutte connotate da un elevato tasso di zinco iper-puro e quantità variabili di alluminio, rame e ma-gnesio, allo scopo di esaltarne alcune proprietà ocaratteristiche, a seconda dell’impiego deside-rato. La nostra azienda è specializzata nella pro-duzione di Zama 15, la più diffusa anche in am-bito internazionale, di Zama 12, 13 e Zama KS.Recentemente abbiamo iniziato a produrre unalega nuova, denominata Zamaksave, utilizzatasoprattutto per la realizzazione di manufatti dinon elevato tenore tecnologico. Tale prodotto èil frutto di un processo di sperimentazione at-tuato dalla nostra società nel corso dell’ultimotriennio. Il suo successo sul mercato è stato no-tevole, tanto che per sostenere la crescente do-manda siamo stati obbligati ad avviare la com-pleta ristrutturazione degli impianti fusori,triplicandone la capacità produttiva».

Quali sono, dunque, le caratteristiche allabase della vostra produzione?«Disponiamo di tre impianti fusori dotati dellepiù recenti tecnologie, anche in termini di auto-mazione e di sicurezza delle lavorazioni, in gradodi produrre annualmente circa 25.000 tonnellatedi prodotto finito in pani. L’esperienza maturatain questi anni ci permette di operare sempre con

A sinistra,

Filippo Schiaffino,

presidente e

amministratore

delegato della

S. Erasmo Zinkal Spa

www.erasmozinkal.it

IMPRENDITORI DELL’ANNO

118 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 79: Dossier Liguria 10 2011

il massimo dell’efficienza e della flessibilità, inmodo da ottenere sempre un prodotto qualita-tivamente valido e adatto alle specifiche esigenzedei nostri committenti».

Come riuscite, a questo proposito, a garan-tire sempre la qualità dei vostri lavori?«Abbiamo attuato un rigido protocollo per ilcontrollo della qualità. Il processo fusorio è sem-pre preceduto da un accurato esame delle mate-rie che devono essere trasformate, mentre nel-l’ambito di ogni turno di lavoro sono prelevatidagli impianti almeno quattro campionature,da sottoporre ad accurate analisi spettrochimicheeffettuate dal nostro laboratorio interno. Dal1998 siamo inoltre dotati di certificazione UniEn Iso 9001, un’ulteriore conferma della bontàdelle nostre lavorazioni».

La tutela dell’ambiente rappresenta un va-lore sempre più diffuso anche nel vostro set-tore. Quale politica avete intrapreso a questoproposito?«La lavorazione della zama offre molti vantaggi

anche da un punto di vista ambientale, visto chela trasformazione da lingotto a prodotto finitopresenta, rispetto ad altri materiali, l’utilizzo dimeno energia. Per quel che ci riguarda abbiamomesso in atto una serie di misure volte a ridurreulteriormente l’impatto ambientale delle nostrelavorazioni. Nel 2009, a testimonianza del nostroimpegno, abbiamo ottenuto la certificazione Iso14001. Siamo inoltre dotati delle più modernetecnologie, in grado di assicurare che ogni emis-sione rientri nei limiti di compatibilità previsti,adottando costantemente misure operative ingrado di ricondurre l’attività lavorativa entro i pa-rametri stabiliti dalla legge».

Da un punto di vista geografico, quali sonoi mercati su cui opera principalmente la so-cietà?«Nell’ultimo biennio l’attività ha conseguito rag-guardevoli risultati, sia in ambito domestico chea livello internazionale. Esportiamo i nostri pro-dotti, oltre che sul mercato europeo, in MedioOriente, Africa e Australia. Disponiamo inoltredi sedi commerciali in Germania, Tunisia e Tur-chia, per promuovere le vendite dei lingotti dizama e offrire un supporto costante ai nostri par-tner esteri. Nel corso del 2011 le nostre esporta-zioni raggiungeranno il 50% della nostra venditacomplessiva con risultati di ragguardevole pene-trazione commerciale sul mercato tedesco».

È la quantità dilingotti di zamaannualmente

prodotti dall’azienda

TONNELLATE

mila

Filippo Schiaffino

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 119

❝~

Disponiamo di tre impianti fusoridotati delle più recenti tecnologie,anche in termini di automazionee di sicurezza delle lavorazioni

Page 80: Dossier Liguria 10 2011

IMPRENDITORI DELL’ANNO

Un’impresa che ha costruito il suosuccesso con un’idea. Un’idea na-sce da un’intuizione, ma poi habisogno di essere studiata, speri-

mentata, realizzata in prototipo. Inoltre ha bi-sogno del coraggio imprenditoriale per inve-stire nella produzione, soprattutto quandol’idea è talmente innovativa da non avere an-cora macchinari per la sua realizzazione, chevanno quindi creati. Delle idee che affrontanoquesta prima fase, solo alcune ottengono ilgiudizio positivo del mercato. Un’idea di que-sti tipo è venuta in mente a Fausto Pescio, chenel 1967 iniziò la produzione industriale di untraliccio leggero ed economico – basato sultondino per cemento armato – che è divenutocol tempo il più diffuso della gamma dei pro-

filati in acciaio perstrutture reticolari ditetti civili e di capan-noni. Come spiega ilfiglio Antonio, oggititolare delle OfficineSan Giovanni: «Èstata senza dubbioun’idea geniale, datoche continuiamo an-cora a produrre que-sto tipo di traliccio,che abbiamo ovvia-mente brevettato».

A partire daun’idea avete creatoun business. Qualisono state le ragioni

del successo?«Il traliccio creato con questo tondino ha la pe-culiarità di essere costituito da un profilo eco-nomico, però con caratteristiche statiche degnedi un profilo più nobile. È un sistema di tettorobusto, economico, durevole, leggero e adat-tabile a tutti i tipi di copertura. L’idea è partitada mio padre, che ha avuto l’intuizione di uti-lizzare il tondino per il traliccio dei tetti. Lì laleggerezza è un grosso vantaggio, dato che iltetto è sempre la parte più alta dell’edificio e haun’inerzia che potrebbe creare problemi allastabilità di tutto l’immobile. Se si riesce adavere leggerezza, però, i problemi si riducono».

In questi 44 anni di produzione, qualisono i cambiamenti più rilevanti che questoprodotto ha subìto, sia per quanto riguardale fasi della produzione che per quello cheriguarda il prodotto finale?«All’inizio c’era la necessità di adattarsi ai si-stemi tradizionali di copertura e alle formedei cornicioni. Oggi tuttavia i parametri sonocambiati. Si usa impermeabilizzare i tetti al disotto del manto di copertura e anche il nostroprodotto si è dovuto adattare al nuovo sistema.Adattare e aggiornare il prodotto è stata ancheun’occasione per migliorarlo. I miglioramentisono venuti anche nel modo di produrre, gra-zie all’introduzione delle macchine a controllonumerico».

Sotto quali aspetti adesso è più perfor-mante?«È più protetto dagli agenti atmosferici, grazieall’utilizzo di un tipo di verniciatura solubile adacqua che dal punto di vista ecologico è ovvia-

Antonio Pescio, titolare

delle Officine

San Giovanni Srl,

Stella San Giovanni (SV)

www.officinesangiovanni.it

Dall’idea al brevettoIntuizione, studio, sperimentazione. Ma per andare verso l’innovazione bisogna conoscere

le esigenze del settore. E saper reinventare l’esistente. Antonio Pescio spiega le ragioni

di un successo lungo 45 anni

Luca Cavera

120 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 81: Dossier Liguria 10 2011

mente migliore. Ci siamo adeguati anche ai si-stemi antisismici, nonostante sia già un pro-dotto antisismico proprio per la sua leggerezza.Inoltre c’è stato uno sviluppo e un perfeziona-mento dell’autoportanza della struttura. Sottola spinta delle richieste di mercato, l’evoluzioneha avuto per effetto un ampliamento di gammadei profili di traliccio: oggi sono disponibilitralicci che vanno da 8 a 60 cm di altezza, convari diametri di tondo. Una novità assoluta èrappresentata da un sistema di solaio realizzatocon le nostre travi: un’unione fra traliccio epannello di lamiera».

Il mercato dell’edilizia probabilmente èstato uno dei più colpiti durante il pe-riodo di crisi economica. Come lo avete af-frontato?«Due anni fa abbiamo avuto un leggero calo,mentre quest’anno abbiamo già superato ilmovimento dell’anno scorso. Questo è anchedovuto al fatto che abbiamo affiancato allaproduzione del traliccio, la lavorazione deltondino per il cemento armato. Abbiamo ot-tenuto l’omologazione come centro di sago-matura presso il ministero dei Lavori pubblicioltre che la nuova omologazione in base alcontratto di produzione come richiesto dallanormativa (decreto legislativo 14/01/08). Ab-biamo installato un macchinario a controllo

numerico e razionalizzato gli impianti di pro-duzione. Questi investimenti hanno deter-minato un incremento di fatturato».

Qual è l’attuale situazione del mercato e levostre prospettive future?«Nonostante la crisi, possiamo dire che ci sonobuone prospettive. Oltretutto, nella nostrazona la crisi è stata avvertita un po’ meno,vuoi perché da noi, nel nostro settore, c’èuna minore competizione e quindi più lavoro,vuoi perché in Liguria il mattone ha ancora in-teressamento, siamo molto radicati nel nostromercato locale. Abbiamo comunque in pro-gramma di partecipare alle prossime fiere diBologna e Milano, per aumentare la nostrapresenza e la nostra visibilità su tutto il mer-cato nazionale, nonostante per il 2012 si ab-bia già l’affidamento di diversi lavori, almenoper il primo periodo dell’anno».

Antonio Pescio

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 121

~

Il traliccio creatocon questo tondinoè un profiloeconomico, peròcon caratteristichestatiche degne diun profilo più nobile

Page 82: Dossier Liguria 10 2011

122 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Salvaguardare dalla corrosione le strut-ture metalliche esposte a un ambienteelettrolitico che può essere aggressivonei confronti del metallo stesso. È que-

sta la funzione della protezione catodica, realiz-zata di norma mediante anodi sacrificali di zinco.Dal momento che l’ambiente elettrolitico inquestione può essere acqua marina, acqua dolce,un terreno, una particolare sostanza chimica, oanche il calcestruzzo, è evidente l’ampio spettrodi applicazioni che trova questa tecnica: dall’in-dustriale al navale, dalla nautica all’offshore. Daoltre 50 anni in questo ambito è leader interna-zionale l’azienda E. Polipodio di Genova. Un’im-presa fondata nel 1953 da Enrico Polipodio, cheha visto il passaggio di tre generazioni e si è af-fermata sul mercato, grazie alla capacità di co-niugare il progresso tecnologico con il rispetto

della qualità, ponendosi come un vero e propriopunto di riferimento, a livello internazionale,per chi va per mare, dal fuoribordo alla super pe-troliera. «Il nostro mercato è per il 50% italianoe per il restante 50% diviso tra Europa e NordAfrica– afferma Enzo Polipodio, attuale titolareinsieme al fratello Bruno –. Siamo l’unica realtàal mondo a essere presente in tutti i settori dellaprotezione catodica, dal diporto all’offshore, perarrivare alla protezione di condutture sotterranee,sia attraverso anodi sacrificali che con sistemi acorrente impressa, vale a dire una contro-correnteche neutralizza gli effetti della corrosione galva-nica». L’esperienza accumulata dalla E. Polipodionel settore navale, petrolifero e industriale nelcampo della protezione catodica, in particolarenel monitoraggio e nel controllo dei fenomeni adessa collegati, ha permesso alla società di trasfe-

Il valore della protezione catodicaIn diversi ambiti le strutture metalliche, se non adeguatamente protette, sono esposte

al rischio di corrosione. La protezione catodica permette di scongiurare questo pericolo.

Bruno ed Enzo Polipodio spiegano in che modo

Lucrezia Gennari

Nelle immagini,

momenti di

produzione degli anodi

sacrificali per la

protezione catodica

www.polipodio.com

Page 83: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 123

rire parti di know-how specifici al set-tore della nautica, dai mega yacht in ac-ciaio o in alluminio ai lussuosi yacht invetroresina, fornendo impianti ad hocin base a ogni esigenza, ma anche ga-rantendo assistenza tecnica e parti di ri-cambio per impianti già esistenti. Nonsolo. «Il bagaglio d’esperienza acquisitoin ambito navale – afferma Enzo Poli-podio -, oltre a diventare un pilastrofondamentale nell’assistenza tecnicafornita alla clientela, ci ha permesso disviluppare Fonpmatic, un sistema au-tomatico di protezione catodica a cor-rente impressa, alternativo ai tradizionali im-pianti ad anodi galvanici, ugualmente efficientee collaudato negli oltre 20 anni passati dall’in-stallazione del primo impianto da noi prodotto». Anche nel campo della protezione catodica pergasdotti, oleodotti, acquedotti e piattaforme off-shore la E. Polipodio ha sviluppato una serie disistemi e applicazioni per la realizzazione di im-pianti di protezione catodica, nonché nell’am-bito industriale. «Raffinerie, lavorazioni chimi-che, impianti di trattamento delle acque e altricomplessi industriali hanno tubature sopra esottoterra, coolers, boilers, tanks che devono es-sere protette dalla minaccia della corrosione gal-vanica ed elettrolitica . Pittura, rivestimento especiali materiali possono offrire qualche difesama un sistema di protezione catodica deve essereusato impiegando anodi sacrificali, corrente im-pressa o una combinazione dei due. In questo

ambito offriamo consulenze su progetti dove lacorrosione è considerata all'inizio del progetto emettiamo a disposizione una vasta gamma diprodotti a protezione catodica per uso indu-striale». E. Polipodio è anche sinonimo di madein Italy: il 100% della produzione aziendale pro-viene dallo stabilimento situato nell’area delle ri-parazioni navali del Porto di Genova, dove at-traverso le più moderne tecnologie vengonoprodotti anodi in zinco, alluminio e magnesio edove vengono studiati, progettati e realizzati im-pianti altamente sofisticati per la protezione ca-todica di piattaforme o di condutture. Severeprocedure di controllo in ogni fase della produ-zione garantiscono inoltre un elevatissimo stan-dard qualitativo, testimoniato dalle certificazioniIso 9001 e Iso 14001. Una qualità non solo diprodotto, ma anche di servizio, che rappresentala forza dell’azienda, anche in periodi di crisi. «Inun momento di incertezze a livello globale,–conclude Bruno Polipodio – , continuiamo apuntare sulla flessibilità, sul servizio e la dispo-nibilità dei tecnici 24 ore su 24. Grazie alla va-sta clientela in Italia ed extra europea, nonché al-l’ampia gamma di prodotti offerti cheabbracciano differenti campi, nautica, navale,petrolifero e industriale, siamo riusciti a evitarela cassa integrazione e, nonostante le evidenti dif-ficoltà di ogni mercato, siamo comunque prontia scommettere e a investire sul nostro settore,sperando per il futuro in quelle risposte chiare equei tempi certi che al momento sono venuti amancare».

Bruno ed Enzo Polipodio

Page 84: Dossier Liguria 10 2011

124 • DOSSIER • LIGURIA 2011

L’evoluzione pilotata da GiocondoCorsi ha trasformato un’azienda arti-giana, che aveva come punto di rife-rimento il mercato locale, nel partner

di gruppi internazionali dell’energia, dell’indu-striale, del petrolchimico, dell’offshore, del na-vale e del militare. Si tratta di Carpenteria Corsi.Il fondatore e titolare Giocondo Corsi spiegacome una gestione capace di orientarsi sia al-l’esterno – guardando con attenzione alle op-portunità del mercato –, come pure al propriointerno – migliorando qualità e produttività – haconsentito uno sviluppo rapido della società.«Oggi la maggior parte della produzione è rivoltaal mercato europeo ed extraeuropeo. Fra i nostripartner ci sono, per il settore navale e indu-striale: Fincantieri, Nuovi Cantieri Apuania,Ferrovie dello Stato, Rosetti; per il settore ener-getico: Chevron, Exxon, Valero, Total, Ge Oil &Gas, Siemens ed anche primarie Società di In-

gegneria e processo, quali UOP, KBR, FosterWheeler, Jacobs, Saipem ed altre. È stato possi-bile fare il salto dal locale al globale per mezzodella grande esperienza accumulata nella co-struzione di manufatti di caldareria e carpente-ria tecnologicamente avanzati di livello medio-pesante. Grazie a questa specializzazione siamodiventati un importante fornitore per le aziendeche necessitano di recipienti a pressione, in ge-nerale, di reattori e scambiatori di calore». I materiali base lavorati dalla Carpenteria Corsisono acciai al carbonio di tutti i tipi, basso legatial Cr Mo, per impiego criogenico al Ni, inossi-dabili martensitici e austenitici, titanio; acciaiplaccati sia per saldatura che per laminazione oesplosione, oltre a leghe ad alto contenuto di ni-chel, monel, cupro nichel, e non ultimi, acciaiausteno-ferritici come duplex e superduplex.«Abbiamo familiarità nell’utilizzo di materialiapprovati dai principali enti di qualifica come

Passare da una dimensione regionale al mercato internazionale.

Il trampolino di lancio è l’investimento in risorse umane e tecnologia.

L’esperienza di Giocondo Corsi

Valerio Germanico

La Carpenteria Corsi Srl,

si trova a

Castelnuovo Magra (SP)

www.carpenteriacorsi.com

Verso l’internazionalizzazione

Page 85: Dossier Liguria 10 2011

Giocondo Corsi

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 125

Lloyd’s Register, Rina, Abs, Bv. Con questoknow-how sui materiali, e con personale spe-cializzato, siamo in grado di costruire compo-nenti navali, blocchi di carpenteria navale, ba-samenti di medie e grandi dimensioni, strutturee semilavorati per uso militare e civile. Pos-siamo dire, insomma, di aver maturato unalunga e consolidata esperienza nella saldatura diogni tipo di acciaio. Tutto questo, ovviamente,ha richiesto notevoli investimenti per la forma-zione del personale e per l’acquisizione di nuovimezzi di produzione».Oltre ai processi di saldatura più comuni, ven-gono usualmente adoperate le più avanzate tec-nologie di riporti inox per saldatura, a singolo edoppio strato, utilizzando procedimenti SAWed ESW ad alta velocità. «Abbiamo dedicatoparticolare importanza alla diretta supervisionedelle tecnologie di saldatura e alla gestione deiconsumabili impiegati per garantire l’assenza diumidità che è causa decisamente non trascura-bile di apporto di idrogeno nel deposito di sal-datura con conseguenze tra le più negative sullaefficienza della saldatura stessa. Per questo la ge-stione dei consumabili di saldatura, immagaz-zinamento, distribuzione e uso, prevede il con-trollo rigoroso delle fonti di idrogeno, e obbligaall’uso di consumabili con contenuto di acquainferiore allo 0,5%». L’azienda, grazie al knowhow sviluppato, è in grado non solo di costruiresu disegni forniti dal cliente, ma anche di fornireprogettazione propria. «Progettiamo ad esempiorecipienti a pressione e interni di reattori per usoindustriale e petrolchimico. Come prima attivitàesaminiamo con tanta attenzione la documen-tazione di richiesta di offerta del cliente, perpassare poi, all’offerta vera e propria, con la de-finizione dello scopo del lavoro e con la quan-tificazione di prezzo e tempo di consegna. Ad or-dine acquisito, passiamo all’esecuzionedettagliata di calcoli e disegni di costruzione, allaselezione dei procedimenti di saldatura, alla li-sta dei materiali e alla emissione dei subordini.La fase progettuale si chiude con il controllo de-

gli elaborati tecnici, con l’emissione di un pianodi costruzione e collaudi e, all’arrivo dei mate-riali, ha inizio la fase di officina». La diversifica-zione produttiva, riferita principalmente allacomponentistica navale e ai manufatti per im-pianti petrolchimici, compensando gli squilibrilegati alla recente crisi mondiale, ha consentitoall’azienda di attraversare il periodo di maggiorturbolenza del mercato. «La rotta per il futuro– conclude Corsi – rimane orientata verso l’ag-giornamento tecnologico, la crescita di profes-sionalità e l’ampliamento della capacità pro-duttiva attraverso nuovi investimenti in risorseumane e mezzi e strutture di produzione».

~

Per specializzarci abbiamo fattoimportanti investimentiin formazione del personalee implementazione di nuoveattrezzature

Page 86: Dossier Liguria 10 2011

Sia nei paesi industrializzati sia in quelliemergenti la tendenza attuale è quella difavorire la mobilità sostenibile, peresempio attraverso la promozione delle

automobili con tecnologia di trazione ibrida oelettrica. Ciò sta determinando la crescita di uninteressante mercato vergine per l’automazionedei processi produttivi. «Occorre inoltre consi-derare – afferma l’ingegner Cesare Librici, di-rettore generale e amministratore delegato diDema – che oggi l’esigenza di una produzionedi alta qualità è vivamente sentita anche in Paesiche, tradizionalmente, offrivano prodotti a bassocosto. Pertanto i produttori indiani e cinesi de-vono aumentare il livello di automazione deiloro processi produttivi per soddisfare le richie-ste qualitative dei mercati internazionali». Intale ottica questi Paesi rappresentano un’op-portunità straordinaria per imprese come Dema,specializzata nella fornitura di automazione perla produzione di motori elettrici e di macchineautomatiche di assemblaggio. L’azienda ha inoltre puntato sulla personalizza-zione dei propri macchinari, potenziando l’at-tività di ricerca e sviluppo.

Che cosa significa saper realizzare progettispecifici per ogni singolo partner?«Le macchine che vendiamo sono realizzate infunzione di specifiche richieste, e ciò significa inprimo luogo saper effettuare un’accurata analisidelle effettive esigenze produttive del commit-tente. Oltre a ciò saper ideare, per poi svilup-

L’automazione punta a nuovi mercati Nuove opportunità per i costruttori di sistemi e macchine di assemblaggio.

Le case produttrici si orientano verso la produzione di automobili elettriche o ibride.

La tecnologia per realizzarle la comprano in Italia. La parola all’ingegner Cesare Librici

Luca Cavera

Sopra, l’ingegner

Cesare Librici,

direttore generale

e amministratore

delegato di Dema Srl,

Varazze (SV)

www.demasassi.it

pare, una soluzione tecnica con un approccio“meccatronico”, grazie al quale vengono affron-tati simultaneamente gli aspetti meccanici, quellielettronici e quelli informatici. Per fare tuttociò, ovviamente, bisogna avere al proprio in-terno delle competenze altamente specializzate».

In questo processo, passando dal progettoalla realizzazione, che peso ha la tecnologiache avete a disposizione?«Bisogna tenere presente che le capacità di pro-gettazione, costruzione e assemblaggio delle no-stre macchine non sono sufficienti da sole a ga-

IMPRENDITORI DELL’ANNO

126 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 87: Dossier Liguria 10 2011

Nata come Sassi Srl negli anni Cinquanta,nel 2003 la società viene rilevatadall’ingegner Cesare Librici, che ha saputointerpretare con successo le esigenze delsettore focalizzando l’operatività di Dema,conosciuta anche come Demasassi, sullaproduzione di macchine speciali. L’aziendaha sviluppato nella sua storia un preziosobagaglio di know how, competenze e brevettiche ha permesso la realizzazione di oltre900 macchine, di cui almeno la metà sonoancora produttive nei tre continenti in cui lasocietà esporta: Europa, America e Asia. Laspecializzazione nella realizzazione disistemi produttivi per i settori automotive,elettrodomestici ed elettroutensili permette aDema di operare in un mercato nel qualedeve confrontarsi con pochi concorrenti.

Export di Tecnologia

rantire la qualità e l’efficacia dell’automazione.Un ruolo importantissimo riveste la capacità dieffettuare una rigorosa messa a punto dei mac-chinari. Una messa a punto inadeguata può va-nificare tutte le fasi di lavorazione precedenti. In-fine, va garantita un’efficace assistenzapostvendita, che permetta di massimizzare la re-munerazione dell’investimento, mantenendoelevate le prestazioni e la produttività».

Da quali settori attualmente ricevete mag-giori richieste di collaborazione?«Noi produciamo robot industriali, ovvero isoleo linee compatte che eseguono numerose lavo-razioni in modo automatico, talvolta integrandoanche ciò che comunemente viene inteso comeun robot, ovvero un braccio antropomorfo pro-grammabile. Questo ci permette di essere pre-senti in numeri settori. Per esempio, in questomomento l’industria automobilistica sta dandogrande impulso alle automobili elettriche eibride. E già oggi i motori elettrici di alcune dellevetture presenti sul mercato sono realizzati conmacchine Dema».

C’è fra questi un tipo di macchina che vicontraddistingue in modo particolare?«Fiore all’occhiello delle nostre realizzazionisono le macchine dedicate alla saldatura. Sitratta di macchinari di produzione che consen-tono di realizzare, con un altissimo grado di pre-cisione e di flessibilità, l’assemblaggio e la sal-datura di pezzi complessi. Le nostre macchineeffettuano saldature automatizzate con le piùdiffuse tecnologie, come Plasma, Microplasma,

Laser, Tig e Mig/Mag. La saldatura laser si stavelocemente diffondendo in ogni campo indu-striale e l’eccellenza delle nostre applicazioni ciposiziona fra i più importanti player in questoambito».

Quali strategie di marketing adottate perpromuovere il vostro prodotto?«In realtà, il passaparola, anche in un settore tec-nologico e internazionale come il nostro, è lamigliore promozione per la nostra azienda. Ingenere, i clienti – fra i quali abbiamo marchicome Bosch, Siemens, Valeo, Black & Decker,Denso, Vorwerk e Braun – vengono da noi conil progetto dell’oggetto da produrre in fase di ul-timazione, per definire insieme con noi il pro-cesso produttivo e quindi i macchinari necessari.Le nostre competenze ed esperienze sono tali dapermetterci di sviluppare rapidamente e pro-porre al cliente una soluzione efficace».

Cesare Librici

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 127

Il fatturato annuorealizzato da Dema

Srl producendomacchine specialiper l’automazione

EURO mln

Page 88: Dossier Liguria 10 2011

Vetro, alluminio o metalli vari?Questo è il dilemma che osses-siona ormai da anni chi lavoracon certi tipi di alimenti e in par-

ticolar modo con l’olio d’oliva e si trova a do-ver riporre questa preziosa risorsa naturale inun contenitore capace di mantenere inalte-rate tutte le sue qualità. Alcune recenti ricerche asseriscono che, sulmercato odierno, il vetro ha perso il primatodi materiale più adatto a ospitare l’olio, e cheal suo posto molti preferiscono l’alluminio.In realtà nel settore non ci sono segnali di ce-dimento né numerici né di produttività ca-paci di farci pensare una cosa simile, e a con-fermare questa situazione troviamo l’attivitàsempre fiorente della società Strescino, chenata a Imperia, capitale dell’olio di oliva, sipropone come rivenditore e grossista di con-tenitori in vetro per alimenti. «Chi cerca uncontenitore di qualità, quindi ideale permantenere condizioni igieniche ottimali –commenta Pasquale Strescino, titolare del-l’azienda – preferisce il vetro, perché essendoun materiale trasparente permette di vederecosa contiene, e di che colore è e quale con-sistenza ha il prodotto imbottigliato. Nontrascurabile, inoltre, il fatto che il vetro siapulito, igienico e completamente riciclabile,caratteristiche che lo rendono ecocompatibileal 100 per cento e il miglior materiale perolio presente sul mercato».

All’inizio dell’attività, la Strescino si oc-cupava di damigiane. Come è avvenuto ilpassaggio alla vendita di bottiglie e va-setti?«Quando l’azienda è stata fondata, nel 1921,

l’attività prevedeva il rivestimento in viminidelle damigiane e la loro vendita nei vari mer-cati, dove venivano trasportate con cavalli ecarri. A partire dagli anni 40, però, il mercatodelle damigiane in vetro ha iniziato a inde-bolirsi e a far spazio ad altri tipi di conteni-tori che presentavano caratteristiche di co-modità maggiori per gli utenti e che sidimostravano in grado di ospitare al propriointerno altri alimenti oltre all’olio e alle olive.L’abbandono totale della damigiana è avve-nuto nei primi anni 80, quando la nostra so-cietà è stata travolta dall’intuizione che l’usodel vasetto in vetro avrebbe potuto avere la

È la naturale evoluzione del settore del packaging

a indicare quali siano la forma e il materiale migliore

per contenere alimenti. Ne parla Pasquale Strescino

Emanuela Caruso

Perché i consumatori di oliopreferiscono il vetro

In basso, il Cavaliere

Pasquale Strescino,

titolare dell’omonima

azienda di Imperia

[email protected]

IMPRENDITORI DELL’ANNO

130 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 89: Dossier Liguria 10 2011

stessa crescita che stava vivendo la bottigliae che questi due prodotti avrebbero sicura-mente soppiantato l’utilizzo delle damigiane.In questo modo siamo passati alla rivenditadi bottiglie e vasetti per le aziende alimentari,legate soprattutto alla dieta Mediterranea».

Quali sono i vantaggi di essere presentisul territorio da quasi cento anni?«L’essere presenti sul territorio come im-presa da così tanto tempo ha agevolato inparticolar modo la rete commerciale diclienti che siamo riusciti a tessere intornoalla Strescino. Essendoci appoggiati, all’ini-zio dell’attività, alle aziende che trattavanoi prodotti legati all’oliva, dall’olio al pesto,siamo cresciuti insieme a esse, sia diretta-mente che indirettamente. E questo avere ache fare con tutti i nostri clienti in modo co-stante, duraturo e produttivo, ci ha per-messo di creare dei rapporti di estrema fi-ducia e collaborazione, che a oggi cigarantiscono un bacino d’utenza resistente aqualsiasi cambiamento del mercato».

Chi sono i vostri fornitori più impor-tanti e da dove provengono i vostri conte-nitori in vetro?

«I nostri fornitori spaziano da piccole e grandiaziende fino alle multinazionali. Tutte, però,sono vetrerie che oltre a offrire un ottimo rap-porto qualità-prezzo insistono molto sullanazionalità del proprio prodotto. Il “made inItaly” riguarda al 90 per cento anche il pro-dotto finito, cioè contenitore più contenuto,che spesso è rappresentato dagli alimenti ti-pici della dieta Mediterranea».

Che cosa si aspettano i consumatori,oggi, da una bottiglia o da un vasetto?«Il consumatore odierno guarda molto allaforma e all’aspetto dei contenitori in vetro. Ildesign però varia a seconda delle esigenze dimercato, quindi se un nostro cliente, perscelta aziendale, lavora solo con la grande di-stribuzione, sa benissimo che i consumatorivogliono bottiglie e vasetti standard, dal de-sign classico. Nel caso in cui, invece, ci si ri-ferisca a un mercato più di nicchia, allora siricercano forme particolari e packaging ri-cercati. È sempre il contatto diretto con inostri clienti e di conseguenza con i consu-matori dei loro mercati a farci capire versoquali nuovi prodotti orientarci e a chi pro-porli per raggiungere vendite ottimali».

Pasquale Strescino

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 131

~

Pulito, igienicoe completamentericiclabile. Il vetro,ecocompatibile al 100per cento, è il migliormateriale per oliopresente sul mercato

Page 90: Dossier Liguria 10 2011

134 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Primeur è una software house, multi-nazionale italiana, che porta nelleaziende i sistemi e le tecnologie digitalipiù innovative per migliorare la sicu-

rezza dei processi produttivi e la competitività.Stefano Musso, manager della società, spiegaquali sono le problematiche informatiche e le ri-

chieste più comuni che ven-gono dalle aziende oggi: «Mi-gliorare lo scambio dei dati inmovimento e statici e garan-tirne la protezione da minacceesterne. A queste richieste ri-spondiamo con i nostri pro-dotti middleware e le soluzionidi Governance End to End deiflussi, di Managed File Tran-sfer (Mft), di sicurezza End toEnd e tecnologie di controllo e

tracciabilità dei file. I nostri software sono im-plementabili in diversi sistemi informatici especializzati nella gestione del ciclo di vita deidati aziendali, statici e in movimento, sia al-l’interno dell’organizzazione sia verso l’esterno».

Uno dei servizi più utilizzati nelle impreseper scambiare informazioni è certamente laposta elettronica. Come si sta evolvendo que-sto strumento?«Poiché il nostro core business è rappresentatodalle soluzioni per il trasferimento e la gestionedei dati aziendali in sicurezza, seguiamo conparticolare interesse le problematiche legate allaposta elettronica. Questo è infatti uno deglistrumenti principali utilizzati dalle aziende perla movimentazione di file, spesso contenentidati sensibili e di alto valore. Tuttavia la postaelettronica ha rivelato nel tempo evidenti limi-tazioni che influiscono sulla sicurezza dei dati,

La posta elettronica tradizionale non offre tutti i requisiti necessari per la protezione

delle informazioni aziendali. Primeur propone una soluzione più sicura

Luca Cavera

Più sicurezza nelle comunicazioni aziendali

Page 91: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 135

Stefano Musso

la loro gestione e l’efficienza operativa».Quali sono i limiti maggiori e quali le vo-

stre proposte risolutive?«Nei servizi di posta elettronica standard nonvengono garantite le funzionalità di sicurezza diclasse Enterprise, come, per esempio, il traccia-mento, l’autenticazione e l’autorizzazione – tuttistrumenti fondamentali per salvaguardare i dati.Inoltre, i dati scambiati tramite posta elettronicanon sono automaticamente integrabili all’in-terno dei processi aziendali strutturati, né dalpunto di vista informatico né tantomeno daquello delle policy di sicurezza. Ciò rappresentaun grande limite per l’agilità del business, ob-bligando a interventi manuali, con conseguentemancanza di sicurezza, interruzione dei pro-cessi e riduzione della produttività. La solu-zione che noi proponiamo per rimediare a que-sti limiti è Spazio e-M.A.I.L».

Può riassumere il percorso che porta dal-l’individuazione di un problema allo svi-luppo di una soluzione dedicata e quindi diun nuovo servizio?«Durante i nostri vent’anni di esperienza ab-biamo sviluppato soluzioni perfettamente inte-grabili a molteplici piattaforme e protocolli dicomunicazione. La nostra mission è quella di es-sere il partner di riferimento per i nostri clienti

nell'implementazione di soluzioni su misura,che possono essere integrate con le infrastruttureesistenti, per soddisfare al meglio le loro sfide dibusiness e proteggere gli investimenti fatti. Il no-stro punto di forza è da sempre il rapporto dicollaborazione tra la rete di tecnici, in grado dicomprendere appieno le esigenze dei singoliclienti, e i nostri laboratori specializzati, ai qualivengono indirizzati i feedback e i requisiti suiquali programmare le soluzioni più adatte. Perpuntare all’innovazione, naturalmente, è basilareanche l’investimento. Primeur ogni anno inve-ste oltre il 25% del fatturato in ricerca e svi-luppo, fondi destinati ai nostri laboratori, chehanno sede sia in Italia che all’estero».

Qual è la vostra strategia di approccio aimercati esteri e in quali siete presenti?«La maggior parte delle volte in cui abbiamo in-dividuato un Paese verso il quale espanderci, ab-biamo fondato delle società in loco, in modo dariuscire a comprendere appieno le esigenze par-ticolari di quello specifico mercato. In questomodo siamo riusciti a porre le nostre sedi e i no-stri distributori in tutta Europa, Stati Uniti,Sud America e Asia Pacifica, per un portfoliocomplessivo di oltre 500 clienti in tutto ilmondo – fra questi anche grandi aziende divari settori produttivi».

In apertura, in basso,

Stefano Musso,

manager di Primeur Srl,

Genova

www.primeur.com

Spazio e-M.A.I.L è la soluzione progettata per risolvere ilimiti di sicurezza dei servizi di posta elettronica standard.Questo nuovo servizio rende l’email tradizionale equivalentea uno strumento di Managed File Transfer (Mft) di classeEnterprise. Con Spazio e-M.A.I.L è possibile trasferire daticritici – come brevetti, informazioni legali, buste paga –,inviarli a qualsiasi interlocutore e integrarli all’interno diprocessi aziendali già definiti. La soluzione, sviluppata daPrimeur, offre importanti benefici per la sicurezza dei filescambiati e per la produttività aziendale. Fra questi lapossibilità di spedire grandi allegati senza limitazioni,arricchire gli scambi di file con robuste caratteristiche disicurezza, identificare e autorizzare il destinatario tramitel’auditing di tutto il flusso: chi ha inviato, chi ha ricevuto equando.

L’email più sicura

Page 92: Dossier Liguria 10 2011

Dagli autori ai lettoriLa strada che porta i libri dalle mani dei loro

autori alle librerie e ai lettori.

Thomas Baccanella spiega il funzionamento del

settore della distribuzione editoriale

per la manualistica professionale e universitaria

Salvatore Cavera

Thomas Baccanella, titolare di DLB Srl, Genova

[email protected]

Le stagioni passano, il sapere resta. Laspesa che si affronta acquistando un li-bro è sempre minima rispetto all’arric-chimento del patrimonio culturale. Un

avvocato, un architetto o un medico devono co-stantemente tenersi aggiornati sulle novità nor-mative o sulle ultime soluzioni tecniche o meto-dologiche. Coloro che aspirano a diventareavvocati, architetti o medici, per raggiungerequesto traguardo, devono studiare. Come fun-ziona il sistema editoriale che porta i libri dallemani degli autori a quelle dei lettori? Ne parliamocon Thomas Baccanella, titolare di DLB, societàdi distribuzione e promozione di editoria spe-cializzata nei settori universitario, giuridicofi-scale, codicistica, manualistica, concorsistica, te-sti universitari, medicina e informatica.

Quali sono le caratteristiche del settoredella distribuzione editoriale e librarianello specifico?«La filiera del libro, per la parte che riguarda ilnostro lavoro, inizia con la pubblicazione. Unavolta che l’editore ha pubblicato un libro, deveaffidarsi a dei distributori, che si occupanodella promozione e della distribuzione vera epropria nelle librerie. Naturalmente il nostroruolo inizia qualche mese prima dell’uscita delvolume, quando l’editore ci informa dei pros-simi titoli e i nostri agenti iniziano a promuo-vere nelle librerie il prodotto, raccogliendo leprenotazioni. Una volta che l’editore ci conse-gna i volumi, questi entro 24 ore raggiungo gliscaffali e sono pronti alla vendita».

Che struttura aziendale vi permette di gestirequesti processi?«Il numero di volumi che passano attraverso ilnostro canale distributivo, fra merce venduta,resi e dati in conto deposito si aggira intorno ai300.000 all’anno. Tale cifra si mantiene sostan-zialmente costante nel tempo, grazie al fatto checon tutte le case editrici con le quali collaboriamoabbiamo contratti in esclusiva. Questo ci per-

DISTRIBUZIONE EDITORIALE

138 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 93: Dossier Liguria 10 2011

mette di lavorare in completa autonomia e dinon subire la concorrenza di altre realtà. Nono-stante tale mole di lavoro, riusciamo a gestire iltutto con una struttura abbastanza snella, com-posta, oltre che da me, che mi occupo dellaparte amministrativa e dei rapporti con i forni-tori, di due agenti, due magazzinieri e un con-tabile. I nostri agenti visitano con cadenza setti-manale e quindicinale le librerie, occupandosidella presentazione delle novità, consigliandometodi e strategie per poter soddisfare al megliole necessità del libraio e del cliente».

Chi sono i principali editori con i qualicollaborate?«Siamo partner di tutte le più importanti caseeditrici professionali e universitarie presenti sulmercato, come, per esempio, il Gruppo Edito-riale Simone, per l’editoria giuridicoprofessio-nale, universitaria e per concorsi; Ipsoa, editored’eccellenza nel settore fiscale e giuridico; Tri-buna, leader nella codicistica per professionisti;Giappichelli, per i settori universitari giuridico edeconomico; Elsevier Masson, settore medico.Dei, Epc e Dario Flaccovio sono i tre editori piùapprezzati nell’editoria tecnica per ingegneri e ar-chitetti e dal primo settembre è iniziata la colla-borazione con il Gruppo Sole 24 Ore. Inoltre,benché la nostra società sia presente in questosettore solo dal 2008, siamo in breve tempo riu-sciti a includere nella lista della nostra clientelala quasi totalità delle librerie nella nostra re-gione, grazie anche alla tipologia e al prestigio de-gli editori distribuiti».

La crisi economica ha influito sul mercatodell’editoria o la cultura è “al riparo” dagli an-damenti finanziari?«La crisi si sente nel settore editoriale dedicato aiprofessionisti. Questi hanno avuto difficoltà a in-cassare dai loro clienti e di conseguenza hannospeso meno per aggiornarsi. Tuttavia non c’èstato un tracollo del settore. I testi normativi, peresempio, devono essere acquistati indipenden-

~

Il numero di volumi che passanoattraverso il nostro canaledistributivo, fra merce venduta, resie dati in conto deposito si aggiraintorno ai 300.000 all’anno

temente dalla crisi economica, perché ne vadella loro professione e della loro carriera. Inol-tre, essendoci noi specializzati, oltre che nel pro-fessionale, nella formazione universitaria, ab-biamo risentito meno della congiuntura».

Che ruolo ha l’informatica nel vostrolavoro?«L’informatizzazione contribuisce a snellire la lo-gistica. Per esempio, grazie a un programma ge-stionale connesso al nostro server centrale, pos-siamo essere in contatto con le librerie e avere unquadro costante della merce in conto vendita.Questo ci permette di monitorare il livello delleforniture, la richiesta e il ritmo delle vendite e in-tervenire, eventualmente, con l’invio di nuovivolumi prima che quelli disponibili al librariosiano esauriti. L’informatica facilita anche il la-voro dei nostri agenti, che, dotati di computerportatile e di lettore ottico possono effettuare gliordini in tempo reale anche in remoto».

Thomas Baccanella

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 139

Page 94: Dossier Liguria 10 2011

144 • DOSSIER • LIGURIA 2011

PRODOTTI ALIMENTARI

Uno degli alimenti più consumatidalle famiglie italiane, il tonno inscatola, è un prodotto pratico,economicamente accessibile e

dotato di importanti qualità nutrizionali, es-sendo ricco di proteine e fosforo. La MazzolaSpa, nata nel 1918, ha sviluppato il marchioMaruzzella dal 1958 e lavora per portare sullenostre tavole il pesce migliore, come sottoli-nea il presidente, Igino Mazzola: «Pur es-sendo consumato maggiormente durantel’estate, il tonno è un alimento adatto a tuttele stagioni, e per questo è molto apprezzatodai consumatori». La Mazzola Spa producedirettamente tonno e filetti di merluzzo in

scatola, mentre commercializza una vastagamma di altri prodotti ittici, tra cui ad esem-pio, sardine, vongole e acciughe. «L’aspetto piùimportante nel nostro lavoro – afferma il presi-dente -riguarda sicuramente la scelta delle ma-terie prime, che acquistiamo solo dopo un’at-tenta selezione, operando sempre nel pienorispetto della sostenibilità ambientale e dellatutela dell’ecosistema marino. Origine del pesce,dimensioni, specie sono i fattori oggetto dellanostra valutazione, sulla base dei quali siamo ingrado di scegliere sempre il meglio. Solo le partidi tonno qualitativamente migliori, infatti, ven-gono lavorate e inscatolate, con l’obiettivo di ga-rantire al consumatore finale un prodotto diprima scelta». Mazzola, nel corso della sua sto-ria, ha introdotto importanti novità anche da unpunto di vista del packaging, a testimonianza diuna spiccata vocazione all’innovazione. E ancoraoggi, fondamentale è l’investimento in ricerca esviluppo. «Negli anni Settanta la nostra societàfu la prima ad adottare la scatola in alluminiocon interno smaltato bianco – afferma Igino

Il tonno in scatola è il pesce conservato più

consumato al mondo, buono da solo e ingrediente

saporito per moltissime ricette. I segreti alla base della

sua lavorazione e le ultime novità del mercato

spiegate da Igino Mazzola

Guido Puopolo

Si espande il mercato del tonno

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 145

Igino Mazzola

in Italia i loro prodotti, senza essere soggetti adalcun dazio». Conquistare nuovi mercati, nelsettore ittico, è un’impresa molto difficile: inpaesi come Asia e America sono numerosi i pro-duttori locali in grado di soddisfare autonoma-mente la domanda interna, così anche le grandiaziende come Mazzola concentrano la quotamaggiore del proprio mercato in Italia. «Senzadubbio il nostro paese rappresenta ancora il cen-tro dell’attività, mentre le esportazioni, diretteprevalentemente verso Belgio, Germania ed Eu-ropa dell’Est, costituiscono circa il quindici percento del nostro fatturato». Alla difficoltà diaprirsi a nuovi mercati, si aggiunge la crisi eco-nomica, che non ha risparmiato il comparto ali-mentare. «La crisi, non ancora del tutto superata,ci ha confermato una volta per tutte che, all’in-terno di un’azienda, è indispensabile riuscire a bi-lanciare la capitalizzazione dell’impresa con le ne-cessità finanziarie per lo svolgimentodell’attività». Malgrado questa situazione di diffi-coltà generale, però, la Mazzola è riuscita a man-tenere stabile la quota di mercato, grazie a unapolitica imprenditoriale accorta e all’introdu-zione di nuove linee di prodotto che hanno ri-scosso subito un notevole successo. «L’ultimoanno – conclude Igino Mazzola - ha fatto regi-strare risultati globalmente molto positivi, chepensiamo di poter confermare e addirittura mi-gliorare nel prossimo futuro».

Mazzola -. Attualmente le nostre attività di ri-cerca sono orientate prevalentemente all’am-pliamento della gamma di prodotti offerti.Stiamo infatti studiando nuove ricette a base ditonno e verdure, per offrire al consumatore unpiatto fresco, completo e subito pronto da gu-stare. Per quel che riguarda l’inscatolamento,invece, abbiamo iniziato a commercializzaretonno in vasi di vetro, una soluzione molto gra-dita per un pubblico sempre più esigente, che hacosì la possibilità di vedere e controllare quelloche acquista». Recentemente Mazzola ha trasferito la produ-zione del tonno in Spagna, primo produttore eu-ropeo in questo settore, per poter continuare aoffrire un prodotto qualitativamente elevato a unprezzo competitivo, in un mercato sempre piùglobalizzato come quello attuale. La stessa sceltaè stata fatta per la lavorazione del merluzzo, cheattualmente viene realizzata in Francia. «Da al-cuni anni a questa parte siamo sottoposti a unaconcorrenza serrata da parte dei paesi emergenti,che producono a costi bassissimi e che esportano

~❝Attualmente le nostre attività

di ricerca sono orientateprevalentemente all’ampliamento della gamma dei prodotti

In alto, alcuni prodotti

della Mazzola Spa.

Nelle altre immagini,

momenti di lavoro

all’interno dell’azienda

www.maruzzellait.it

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INFRASTRUTTURE

mento di circa 383 kmdell’A3 Salerno-Reggio Ca-labria e la linea ferrata Pa-lermo-Catania. Oltre a que-sti, è stato approvato anche ilprogetto preliminare dellaTav Torino-Lione, insiemeai progetti definitivi dellatangenziale esterna di Mi-lano (Tem), del collega-mento ferroviario Orte-Fal-conara con la linea adriatica(primo lotto) e dell’adegua-mento della strada statale ca-labrese 534 come raccordoautostradale.«Si tratta – ha dichiarato ilministro delle Infrastrutturee dei Trasporti, Altero Mat-teoli – di opere per circa 9miliardi di euro complessivi,di cui oltre 7 miliardi a valeresui fondi Fas che finanzianoil Piano per il Sud. Le re-stanti risorse sono in buonaparte fondi privati, come nelcaso della Tem (1,6 miliardi),e fondi Pon o previsti dallaLegge obiettivo. Questi in-terventi daranno certamenteun forte impulso allo svi-luppo, alla crescita del Pil equindi dell’occupazione, a ri-

In estate sono stati sbloccati i fondi per il Piano Sud, la Torino-Lione e il Tem. Ma il ministro

Matteoli guarda avanti: «A breve un provvedimento legislativo per snellire ulteriormente

le procedure di realizzazione. Le risorse per le opere? Necessario coinvolgere i privati»

Leonardo Rossi

Grandi opere, nove miliardi dal Cipema serve meno burocrazia

Il ministro

delle Infrastrutture

e dei trasporti,

Altero Matteoli

148 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Sono le infrastrutturela chiave di volta perla ripresa dell’econo-mia italiana? Sempre

da più parti si sostiene che laricetta per il futuro del Paesedebba includere un rilancio euna ripartenza dei lavoripubblici, che comprenda an-che incentivi fiscali e unosnellimento delle procedureburocratiche, ovvero i cosid-detti interventi a costo zero.Difficile, d’altra parte, fare dipiù in questo momento, con

le difficoltà di bi-lancio e i tagli

che vinco-lano an-che lostesso mi-

nistero delle Infrastrutture: se-condo Ance, infatti, le risorsetotali stanziate dallo Stato peropere pubbliche sono scesenell’ultimo triennio da 19,1 a12,6 miliardi di euro, un calodel 34% in valori reali.Notizie positive sono arri-vate, però, a inizio agosto,quando il Cipe, riunito a Pa-lazzo Chigi sotto la presi-denza del premier Berlu-sconi, ha sbloccato una seriedi lavori, tra cui quelli pre-visti all’interno del Piano peril Sud: si tratta di numeroseopere immediatamente can-tierabili che interessano Mo-lise (per circa 576 milioni dieuro), Campania (oltre 1,7miliardi), Puglia (1,1 mi-liardi), Basilicata (oltre 500milioni), oltre a Calabria,Sardegna e Sicilia per circa 1miliardo ciascuna. Tra leopere figurano la linea ferro-viaria veloce Napoli-Bari, ladirettrice ferroviaria Sa-

lerno-Reggio Calabria, gliassi stradali Olbia-Sas-

sari, Olbia-Cagliari eTermoli-San Vittore,

il completa-

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Altero Matteoli

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 149

prova che il governo sta ope-rando con determinazioneper fronteggiare la peggiorecongiuntura economico-fi-nanziaria internazionale delDopoguerra».Inoltre, secondo il ministro,con l’approvazione del pro-getto preliminare della To-rino-Lione «si dà ulterioreseguito agli impegni assunticon l’Ue dopo l’avvio dei la-vori del tunnel esplorativodella Maddalena e il tavolotecnico-economico con laFrancia». La Tem invece,«rende possibile la continuitàdell’autostrada Brebemi conl’ingresso a Milano, garan-tendo all’Expo un supportoinfrastrutturale di collega-mento con l’hinterland delcapoluogo lombardo».Nelle scorse settimane, poi,in occasione della cerimoniadi inaugurazione della bre-tella di collegamento tra l’au-tostrada A1 e la statale Sala-ria a Monterotondo Scalo, lostesso ministro Matteoli haannunciato che il governo stamettendo a punto un prov-vedimento per velocizzare laburocrazia, in modo da ri-lanciare il settore e l’interaeconomia. «A breve – ha ri-ferito Matteoli – ci sarà unprovvedimento per snellireulteriormente le procedure direalizzazione delle infrastrut-ture: ogni volta che inaugu-

riamo le opere ci rendiamoconto che per realizzarle civogliono molti più anni peril passaggio delle carte cheper la loro costruzione, e perquesto da qualche tempostiamo lavorando a una solu-zione legislativa. Quanto allerisorse necessarie per le opereprioritarie attese da tempo,ricordo che in questa fase dicrisi non è facile reperirle,ma possiamo farlo se siamobravi a coinvolgere i privati,senza dimenticare la que-stione del pedaggiamento».«In questi tre anni – ha ri-

cordato ancora Matteoli –sono state approvate moltenorme per velocizzare leopere, ma questo non è an-cora sufficiente perché itempi sono ancora troppolunghi. Da settembre 2008,con l’avvio della crisi, ab-biamo aperto un tavolo coni privati, Agi e Ance, che cihanno dato la loro disponi-bilità a due condizioni:tempi e regole certe». E i pe-daggiamenti? Matteoli ha ri-badito che «il provvedi-mento c’è ed è in mano alministero dell’Economia».

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INFRASTRUTTURE

150 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Lo sviluppo economico regionale parte dalle infrastrutture

La Liguria ha una vo-cazione naturale allaportualità per la suaposizione di piatta-

forma logistica del Nord oveste sbocco a mare del Mediter-raneo e dell’Europa. Moltesono le opere infrastrutturaliin programma per migliorarele comunicazioni con il nordItalia e il resto dell’Europa. «Ilsettore portuale – sottolineaRaffaella Paita, assessore regio-nale alle infrastrutture – è tra ipochi che hanno reagito allacrisi e che, con lo sviluppo delturismo, deve avvalersi delladisponibilità di infrastruttureefficienti e adeguate ai tempi.Abbiamo, quindi, un’impel-

lente necessità di rinnovare, in-tegrare e rendere più funzio-nale la nostra rete di collega-menti. Proprio per questostiamo cercando di garantirel’effettiva realizzazione e il ri-spetto dei tempi sulle grandiopere avviate e in programma,concordando con le società ap-paltanti e appaltate di collo-care in alcuni cantieri un di-splay che indichi il“countdown” al termine dei la-vori, il costo dell’opera e l’oc-cupazione generata».

Strade e ferrovie costitui-scono sicuramente un sino-nimo di sviluppo, necessarioanche in questo momento dicrisi. Qual è lo stato delle in-

frastrutture in regione?«In Liguria stanno par-

tendo opere per un in-vestimento comples-sivo di svariati miliardidi euro, che consenti-ranno a questa regionedi uscire da un isola-mento che ci caratte-rizza da troppi anni.

Dall’inizio del 2011 a oggi, ab-biamo ottenuto importantitraguardi a cominciare dallosblocco al Cipe del primo lottocostruttivo del terzo valico. Inaprile, ad Andora, in accordocon tutti gli enti locali coin-volti, abbiamo firmato il pro-tocollo d’intesa sul raddoppioferroviario del ponente e pochigiorni dopo, a Roma, abbiamoconcluso la sigla del progettopreliminare avanzato per larealizzazione del tunnel dellaVal Fontanabuona e la sotto-scrizione del protocollo sullaGronda di Ponente. A questegrandi opere si aggiunge unelenco lungo e impegnativo,sul quale siamo molto deter-minati. Si tratta dei progettilegati alle nuove Aurelie di Im-peria e Sanremo Pian di Poma(entrambe in progettazione),Savona e La Spezia, il poten-ziamento della linea ferroviariaPontremolese, la strada a maredi Cornigliano, LungomareCanepa, San Benigno, il nodoferroviario di Genova, la nuova

Per uscire dall’isolamento che fino a oggi ha caratterizzato la crescita

dell’economia ligure, sono necessarie grandi opere viarie

che consentano comunicazioni più agevoli con il resto dell’Europa.

L’assessore Raffaella Paita illustra tutti i progetti in atto

e quelli in programma

Nicolò Mulas Marcello

A sinistra, Raffaella Paita,

assessore alle infrastrutture

della Regione Liguria

Page 101: Dossier Liguria 10 2011

Raffaella Paita

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 151

piattaforma portuale a VadoLigure, il riempimento Ca-lata Bettolo, la metropolitanadi Genova, il riempimentoPonti Ronco e Canepa, la co-pertura e messa in sicurezzadel Bisagno, il viadotto diVoltri, la strada Statale 28tunnel Armo-Cantarana e va-riante tra Pontedassio e Im-peria (progettazione)».

Recentemente a Genovac’è stata una manifestazionedi protesta da parte degli in-dustriali per ribadire l’im-portanza della realizzazionedel terzo valico. Cosa sta fa-cendo la Regione Liguria inmerito? «La definirei semmai una ma-nifestazione di grande coe-sione. Ho ricordato propriodi recente, alla tavola rotondadel Forum dell’urbanistica,che quella manifestazione è

stata un chiave di volta inquesta vicenda. Istituzioni,imprenditori, sindacati e ca-tegorie, lavoratori, uniti tra-sversalmente al di là dell’ap-partenenza politica, intornoall’obiettivo di sbloccare defi-nitivamente l’iter di avvio del-l’opera, hanno dimostratouno scatto di reni nella città diGenova e in tutto il territorioligure. La Regione Liguria èconsapevole che realizzare ilterzo valico significa suppor-tare lo sviluppo della portua-lità e l’economia collegata aessa. Questo è quello che noipossiamo fare per l’Italia. Ilterzo valico è un’opera da in-terpretare così: necessaria perlo sviluppo economico, occu-pazionale e sociale a livello li-gure e nazionale».

Per fare partire l’opera oc-corre che il governo stanzi

la seconda trance di fondi.Quali sono attualmente leprospettive? «Ho recentemente incontratoi tecnici del ministero del Te-soro per fare il punto della si-tuazione e credo ci siano ele-menti per essere fiduciosi.Nella legge finanziaria è effet-tivamente rimasto lo stanzia-mento da 4,9 miliardi di europer opere a “lotto costruttivo”,dove 1,1 miliardi risultanostanziati per il secondo lottodel terzo valico. Lo stanzia-mento dovrebbe arrivare unavolta che il Cipe avrà termi-nato l’approvazione formaledel secondo lotto. Ovvia-mente noi monitoreremo lasituazione nel suo evolversi.Nel frattempo, stiamo an-dando avanti sulla questione“smarino” che, come abbiamogià deliberato, sarà utilizzatoper il riempimento della Fin-cantieri di Sestri Ponente.Coinvolgendo tutti gli inter-locutori, definiremo i variaspetti operativi in modo daessere pronti alla partenza deicantieri».

Ci sono già progetti definitiper il terzo valico? Dal mo-mento dell’inizio, quanto do-vrebbero durare i lavori? «Ai sensi della delibera Cipe84/2010 i tempi per l’ese-cuzione dell’opera sono staticalcolati in 100 mesi più 3di esercizio a partire dal-l’atto di sottoscrizione. Tut-tavia, i tempi dipendono damolti fattori. Quello che èimportante ora è partire. Sa-rebbe anche psicologica-mente una svolta storica perquesto territorio».

Page 102: Dossier Liguria 10 2011

TERZO VALICO

152 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Un’opera necessaria per lo sviluppo economico regionale e nazionale. Il terzo valico

potrebbe aprire i cantieri già nei prossimi mesi. Sandro Biasotti si dichiara soddisfatto

e illustra tutte le opportunità che deriveranno da questa infrastruttura

Nicolò Mulas Marcello

Pronti per iniziare i lavori

condo le stime, l’opera do-vrebbe vedere la luce tra ottoanni: « Si tratta sicuramentedi un’opera difficile e costosa– spiega l’onorevole SandroBiasotti – e le previsioni ditermine dei lavori dicono2019, pertanto si prospet-tano otto anni di lavori».

Per la realizzazione del-ll’opera il problema attual-mente è costituito solodalla mancanza dello stan-ziamento di fondi o ci sonoaltri impedimenti? «L’opera costa 6,2 miliardidi euro e il tutto è stato di-viso in 6 lotti. I fondi sonostati trovati per i primi duelotti, ovvero 720 milioni peril primo e 1,1 milioni per il

Èuna delle infrastrut-ture di cui si di-scute da più tempoin Italia. Per circa

un secolo proposte e richie-ste da più parti hanno carat-terizzato fino a oggi la rea-lizzazione del terzo valicoGenova-Milano, un’ operanecessaria e di importanzastrategica non solo per la Li-guria, ma per tutta l’Italia el’Europa. Da pochi giornisono stati superati tutti iconflitti e, a detta di molti,tra qualche mese potrebbeaprire il primo cantiere. Untraguardo storico che peròrappresenta solo il primopasso per il compimento diquesta tratta ferroviaria. Se-

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Sandro Biasotti

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 153

secondo. Questo, quindi,non è il problema, le que-stioni hanno riguardato ilgeneral contractor, ovverochi deve realizzare l’opera.Problemi che si sono risoltipoche settimane fa dopo fala manifestazione che ab-biamo fatto a luglio a Ge-nova, a cui hanno parteci-pato industriali ma ancheesponenti politici di destra esinistra, tutti compatti persollecitare la realizzazionedell’opera. Siamo, quindi,all’avvio dei cantieri. Non cisono impedimenti né dalpunto di vista politico né daquello finanziario. Per me èuna grande soddisfazioneperché quando sono statopresidente della Regione Li-guria dal 2000 al 2005 ab-biamo impostato que-st’opera facendo approvare iprogetti definitivi dalle altreRegioni e da tutti i Comunifacendoli inserire nella fa-mosa Legge obiettivo».

Esiste già, quindi, un pro-getto definito per l’opera?

«Sì, sotto questo punto di vi-sta è tutto pianificato, nonesiste più alcuna difformitàsul tracciato. Era solo unaquestione di costi e di con-tenzioso tra chi deve realiz-zare l’opera e le Ferrovie delloStato, ma fortunatamente an-che questo è stato risolto».

Quali possono essere lepotenzialità di questa in-frastruttura? «Sono enormi. Prima di tuttosi tratta di una delle opere piùimportanti a livello europeoperché collega Genova conRotterdam e Anversa. Èun’opera che darà sollievo an-che ai nostri porti perchè, no-nostante ora sia in atto unaforte crisi di traffici, il portodi Genova è comunque giàsaturo, non ha treni suffi-cienti per smaltire le merciverso la pianura padana e ilsud Europa. Il terzo valico è,quindi, un’opera indispensa-bile per fare crescere l’Italia,anche perché tutte le merciche vengono dalla Cina o dalFar East hanno più facilità a

entrare nei porti italiani chenon in quelli olandesi o tede-schi. E poi per la Liguria inparticolare sarà un grande vo-lano in quanto questa infra-struttura permetterà di arri-vare a Milano o a Torino inun’ora con un notevole bene-ficio per una città in crisicome Genova».

Cosa si prevede per l’im-mediato futuro? «A detta di tutti per l’iniziodei lavori si parla di tre oquattro mesi. Si tratta sicu-ramente di un’opera difficilee costosa e le previsioni di-cono che la conclusione deilavori è fissata per il 2019,pertanto si prospettano ottoanni di lavori. Dopo di ciò siprevedono solo sbocchi po-sitivi. Già per quanto ri-guarda i cantieri, lavore-ranno circa 2.000 persone inpiù solo in Liguria. Poi cisono opere di interconnes-sione che favoriranno la cir-colazione nell’hinterland ge-novese, quindi, ci sarannograndi benefici».

A sinistra,

Sandro Biasotti,

ex presidente

della Regione Liguria

��

Il terzo valico è un’opera indispensabileper fare crescere l’Italia e un grandevolano per la Liguria

Page 104: Dossier Liguria 10 2011

TERZO VALICO

154 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Occorre ottimizzare meglio le risorse interne alla regione per poter realizzare le necessarie

infrastrutture. Questo è il pensiero di Marco Castagnola, il quale spiega quali opportunità riserva

il terzo valico per gli imprenditori liguri

Nicolò Mulas Marcello

Un cambio di mentalità necessario per il bene comune

La realizzazione delterzo valico è unaquestione di cui sidibatte da tanto

tempo. Recentemente anchegli imprenditori sono scesi inpiazza per sollecitare le istitu-zioni. L’opera dovrebbe par-tire a breve, anche se non sonoancora stati stanziati i fondinecessari a coprire tutte lespese. «Abbiamo una granderisorsa economica che è rap-presentata dal porto di Ge-nova» spiega Marco Casta-gnola, presidente dellaCompagnia delle Opere Ligu-ria. «Si potrebbe destinare unaparte dei suoi proventi alla rea-lizzazione delle infrastrutture».

Quali sono le richieste de-gli imprenditori? «La manifestazione degli im-prenditori è stata certamentepositiva perché il problemadelle infrastrutture è un puntofondamentale. Gli imprendi-tori chiedono di poter cre-scere, non è solo una que-stione di logistica ma anchedi mentalità. Il potenziamentodelle comunicazioni con To-

rino e Milano deve basarsi suun humus culturale che devecambiare. Mi pare che ci siatra gli imprenditori genovesi eil resto del nord Italia unmodo diverso di porsi i pro-blemi. Occorrono maggioricontatti anche per cambiarel’approccio alla risoluzione, seaccade questo si possono rag-giungere obiettivi importanti.Gli scambi non devono esseresolo virtuali ma anche fisici.Oggi è molto facile che i gio-vani vadano a cercare lavoro aMilano, quindi percorsi piùbrevi possono facilitare que-sto tipo di scambi anche conGenova. Questa infrastrutturapotrebbe pertanto agevolareanche l’arrivo a Genova di unpotenziale intellettuale piùgrande».

Alcuni problemi sono su-perati. Cosa manca ancora? «Il dilemma è sempre quellodei fondi, si è perso moltotempo per decidere il da farsi,una parte dei fondi è statastanziata ma non tutti. An-che da questo punto di vistaè fondamentale far partire un

vero federalismo fiscale. Noiabbiamo una grande risorsaeconomica rappresentata dalporto e se, come si era pro-posto, si potesse destinareuna parte di questi soldi a chiproduce ricchezza per poterliinvestire, certamente la Ligu-ria avrebbe risorse anche perle infrastrutture. Questo ser-virebbe a coprire il gap eco-nomico che manca per tutti ilavori».

Questa opera potrebbe farcrescere lo sviluppo in un pe-riodo di crisi come questo.Quali opportunità potreb-bero concretizzarsi per gliimprenditori del territorio? «La realizzazione di un’operacosì importante potrebbe in-

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Marco Castagnola

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 155

nanzitutto giovare al settoredelle costruzioni locale. Poiuna volta ultimata, ne puòtrarre vantaggio anche il restodell’economia. Occorre sfrut-tare per ora le risorse che ab-biamo e pensare ai margini dimiglioramento per il futuro».

Il terzo valico costitui-rebbe anche un importante

A sinistra, Marco Castagnola, presidente

di Compagnia delle Opere Liguria, con il cardinale

Angelo Bagnasco e Bernhard Scholz

fattore di rilancio del porto edei collegamenti con il restodell’Europa. Mancava, se-condo lei, una logica euro-pea che spingesse le co-scienze a capire l’importanzadi questa infrastruttura?«Sia per le piccole che per legrandi opere regna la logicasecondo cui esse sono condi-

vise da tutti purché non sitocchino gli interessi privati.Pertanto ci sono veti incrociati,facilitati anche da normativeche si prestano a ricorsi e con-troricorsi, chiaramente questonon giova alla realizzazionedei progetti infrastrutturali. Èfondamentale, invece, capireche l’opera rappresenta unbene comune e che certi in-terventi servono al bene ditutti. La certezza di inden-nizzi concreti e nuovi alloggipotrebbero supplire ai disagitemporanei per la popola-zione. Fino a che non si cam-bia mentalità non riusciremoa superare questi ostacoliperché prevarrà sempre l’in-teresse personale rispetto aquello comune, per questopenso che una logica di tipoeuropeo potrebbe facilitarele cose. In altri Stati tuttoquesto è più facile per tanteragioni. Certe battaglie sivincono anche culturalmentealtrimenti in Italia nessunosarà disposto a rinunciare alproprio interesse se non cisono garanzie concrete».

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LOGISTICA

Nel 2010 il portodi Savona ham o v i m e n t a t oc o m p l e s s i v a -

mente circa 14 milioni emezzo di tonnellate di merci,un dato sostanzialmente in li-nea rispetto al 2009, ma cheha comunque risentito dellaflessione dei traffici dei pro-dotti petroliferi (-6,7%). Lenovità positive vengono dalforte incremento dell’attivitàcrocieristica (+10%) e daipasseggeri in transito, au-mentati di 40mila unità(+28%) rispetto all’anno pre-cedente. Un trend positivoche prosegue oggi, come con-ferma Cristoforo Canavese,presidente dell’Autorità por-

tuale di Savona, secondo cui«i comparti relativi al trafficopasseggeri mostrano un ulte-riore consolidamento nel2011, con un incrementomedio del 18%».

Quali sono allora le pro-spettive per i prossimi mesi?«Sul fronte crocieristico, gliinvestimenti di Costa Cro-ciere sulla nostra nuova sta-zione marittima si collocanoall’interno di un meccanismovirtuoso che ha portato a unrafforzamento generale deiporti liguri in questo ambito:oggi abbiamo anche Carnivalqui a Savona, a cui si aggiun-gono Msc e Royal Caribbeana Genova. Pure i dati riguar-danti i traghetti sono positivi,

abbiamo diverserichieste per con-solidare alcune li-nee per il trafficomerci, ma al mo-mento le dimen-sioni del nostroporto non ce loconsentono. Nelcomparto mercitradizionale in-vece si registrauna situazione al-talenante, figlia

dell’incertezza che oggi fa sìche gli operatori attendano ilmomento in cui è possibileacquistare le materie prime aprezzi più convenienti. Infine,sui prodotti energetici il 2011è partito in ribasso ma nelmese di settembre si è regi-strata una ripresa: qui però, so-prattutto sulle rinfuse, la diffe-renza la farà il nuovo sistemaintegrato di trasporto ferrovia-rio a cui stiamo lavorando».

Quali opportunità può of-frire invece la nuova piatta-forma di Vado Ligure?«La crescita dimensionale dellenavi, correlata alla diminuzionedei consumi, sta influenzandonel bene e nel male l’economiaportuale: oggi crescono sola-mente le strutture in grado diaccogliere le nuove Ulcs, e Vadosarà il primo terminale dell’altoTirreno con questa caratteri-

Cristoforo Canavese, presidente dell’Autorità portuale di Savona,

guarda alla nuova piattaforma di Vado e al sistema integrato di

trasporto ferroviario: «Per competere con i paesi del Nord occorre

collegare strettamente porti e retroporti»

Riccardo Casini

164 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Cristoforo Canavese,

presidente dell’Autorità

portuale di Savona.

A destra, una vista

dello scalo di Vado Ligure

e un treno per container

Il futuro viaggia su ferro

Page 109: Dossier Liguria 10 2011

Cristoforo Canavese

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 165

stica. E se Maersk consoliderà lapropria presenza su Vado, po-trebbe innescarsi lo stesso mec-canismo competitivo che haportato nei porti liguri i princi-pali operatori crocieristici.Detto questo, i recenti sviluppidel mercato ci impongono unmaggiore pragmatismo nel tra-sporto ferroviario: l’Italia e laLiguria hanno un grande van-taggio, derivante dalla loro po-sizione, ma i paesi del Nord ri-spondono con un indubbioprimato a livello logistico, deri-vante dalla mancanza di mon-tagne ma anche da un sistemafluviale molto sviluppato. Percontrastarli occorre mettere inpiedi un sistema che colleghistrettamente porti e retroporti».

A questo proposito, ancheil porto di Savona è coinvoltonel progetto di “piattaformapadana” di cui si parla ulti-

mamente. A che punto sono ilavori? In generale, quali si-nergie sono necessarie oggitra porti e strutture retropor-tuali per potenziare la logi-stica nel Nord Italia?«È difficile tracciare oggi unquadro corretto della situa-zione. Da un lato c’è un’inizia-tiva molto apprezzabile del go-verno, e nello specifico delsottosegretario Giachino, ov-vero il piano della logistica con-tenuto nel decreto sviluppo. Sitratta di un piano che indicachiaramente la necessità di unsistema integrato nel NordOvest, e che dovrà prendereforma con il varo di norme checi aiutino a sviluppare il set-tore ferroviario. Dall’altro lato,si registra l’iniziativa di ungruppo di professori, capita-nati da Paolo Puliafito, chestanno mettendo in contatto ilsistema portuale con quello in-dustriale, in modo che ognunopossa capire le esigenze dell’al-tro e vedere su quali aspetti in-tervenire per migliorare. Èstato già presentato un docu-mento programmatico, ma èindubbiamente un lavoro inprospettiva».

Nei giorni scorsi avete fir-mato in prefettura un inno-vativo patto di legalità percontrastare fenomeni di in-filtrazioni malavitose nei la-vori di realizzazione dellanuova piattaforma. Qual è lasua importanza? Quali prov-vedimenti sono necessari in-vece in materia di sicurezzasul lavoro?«Il patto vincola ogni atto cheverrà intrapreso a Vado a unaserie di procedure volte a ga-rantire il rispetto della lega-lità. Ma in questi controlli ècompresa anche la verificapuntuale di chi lavora in can-tiere o con i fornitori. A ciò siaggiunge l’accordo siglato inestate con Inail, con un ter-minalista già certificato e lavolontà di arrivare alla certifi-cazione della stessa Autoritàportuale. Figlio di questo ac-cordo è, infine, lo stanzia-mento di risorse per la forma-zione rivolta ad alcunetipologie di lavoro particolar-mente delicate: una forma-zione “fatta in casa”, visto chei docenti saranno proprio 6dipendenti della compagniaportuale e 6 terminalisti».

Il volume di trafficoche Apm Terminals,gestore del nuovoterminal containerin costruzione a

Vado Ligure, intendemuovere su ferro

FERROVIA

Il traffico mercidel portodi Savonanel 2010

TONNELLATE14,5

40%

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Settore dei trasporti insubbuglio in questesettimane in Liguria.Tra mobilitazioni e

scioperi le principali sigle sin-dacali hanno aderito ad alcuneiniziative per convogliare l’at-tenzione su un comparto per ilquale, come afferma RobertoGulli della segreteria regionaleUiltrasporti Liguria, «le rica-dute dell’ultima manovra eco-nomica saranno decisamentenegative». «Tutta la catena lo-gistica sarà colpita – spiegaGulli – e anche sul trasportopubblico locale vi sono al-l’orizzonte scenari preoccu-panti. Ciò ovviamente non an-drà a incidere solo sulla qualitàdi vita delle persone; ritengoche si produrranno anche ri-cadute economiche negativeper i lavoratori e pertanto suibilanci delle famiglie. In questoparticolare momento però èpiuttosto difficile imputarecolpe specifiche ai Comuni ealle Regioni per i servizi ai cit-tadini che si andranno a ri-durre; di certo è necessario chegli enti locali adottino queiprocessi virtuosi e di taglio aglisprechi che potrebbero per-mettere, se ben attuati, una ri-duzione dei disagi».

A proposito di trasporto

pubblico, in che direzionedovrebbe muoversi oggi laRegione?«Ritengo necessario che il tra-sporto pubblico locale vengasostenuto e incentivato, è unfatto non solo di giustizia so-ciale ma anche di principi co-stituzionali che non possonoessere disattesi. Un efficientetrasporto pubblico, ma insenso più ampio un’adeguatapolitica della mobilità, può co-stituire un adeguato volano peruna ripresa, o meglio un rilan-cio dell’economia della logi-stica che il territorio ligure, datii tre importanti porti cheospita, non può sottovalutare».

Un’altra importante batta-glia sindacale riguarda la si-curezza nei porti. Come ècambiata in questi anni?«Il lavoro portuale e le azioniper la salvaguardia della salute dicoloro che in tale settore ope-rano presentano un elevatogrado di criticità e sono conno-tati da elementi di diversa na-tura. Oggi occorre dire che lanormativa nazionale e quella in-ternazionale, per quanto esau-stive, non possono prendere inconsiderazione tutti i risvolti cheil lavoro portuale può presen-tare; né d’altra parte sarebbe au-spicabile un intervento così in-

vasivo in materia, in quanto fo-riero di rigidità difficilmentecompatibili con le peculiaritàproprie di ciascuna realtà por-tuale. Per questo ritengo che unvero valore aggiunto vada rico-nosciuto all’elaborazione di spe-cifiche istruzioni operative eprocedure, redatte attraversol’instaurazione di un dialogo siaa livello locale, ossia a opera ditutti i soggetti rappresentatividegli interessi presenti in porto(Autorità portuale, rappresen-tanti dei lavoratori, rappresen-tanti dei datori di lavoro) sia a li-vello aziendale, ossia di concertotra i vertici e i lavoratori».

Ma quali risultati hannoottenuto iniziative come ilprotocollo d’intesa firmatoda Regione e sindacati nel2007?

LOGISTICA

166 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Roberto Gulli, segretario Uiltrasporti Liguria, si dice «scettico» sull’ipotesi

di una piattaforma padana della logistica e preferisce concentrare gli sforzi

sul completamento del corridoio europeo Genova-Rotterdam

Riccardo Casini

La priorità è il terzo valico

Roberto Gulli,

segretario

regionale

Uiltrasporti

Liguria

Page 111: Dossier Liguria 10 2011

Roberto Gulli

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 167

«Il protocollo, firmato da tuttele parti sociali interessate e dalleistituzioni, tra le altre cose isti-tuiva nel porto di Genova unServizio operativo integrato edè stato un punto di partenzafondamentale per migliorare lavigilanza in materia di sicurezzadel lavoro nel porto. Detto ciòritengo che ci sia ancora moltoda fare».

Negli ultimi tempi si rin-corrono voci su un progettodi “piattaforma padana” dellalogistica che coinvolgerebbe,oltre a tutti gli interporti delNord Italia, anche i tre scalidi Genova, Savona e La Spe-zia. Quali opportunità offri-rebbe questo progetto?«In questo momento intendorestare con i piedi per terra. A

oggi ritengo sia urgente pun-tare decisamente sul rilanciodella portualità: la Liguria pos-siede una naturale posizioneche la rende strategica, non acaso nei nostri scali sono pre-senti tutte le maggiori compa-gnie del mondo. Urge pertantofar sì che partano al più prestoi lavori per il terzo valico percompletare l’opera del corri-doio 24 Genova-Rotterdam: lasua mancata realizzazione in-fatti metterebbe a serio repen-taglio lo sviluppo dei porti li-guri, in particolare quellogenovese, ponendo quindi indiscussione anche eventualipiattaforme logistiche seppurcon importanti obiettivi».

Quali sono i rischi?«Il corridoio 24, che verrà co-

munque ultimato a prescin-dere che finisca a Genova omeno, darà ai porti del nordEuropa l’opportunità di esseremaggiormente competitivi ri-spetto ai nostri. A questo si ag-giunge poi il problema, che vaassolutamente risolto, dei fermicontainer dovuti all’espleta-mento dei controlli doganali:oggi sono troppo lunghi, efanno perdere ai porti della Li-guria quel vantaggio di posi-zione che hanno rispetto alNord Europa, che invece suquesto frangente è decisamentepiù rapido e strutturato di noi.Altro elemento che ritengo ne-cessario affinché la portualitàligure continui a essere com-petitiva è una maggiore sinergiatra le autorità portuali di Ge-nova, Savona e La Spezia; purmantenendo i loro ruoli speci-fici, oggi diventa necessario ap-prontare un piano regolatoredella portualità unico, di con-certo con la Regione».

��

Sicurezza?Il protocollo del 2007è fondamentale mac’è ancora molto da fare

Page 112: Dossier Liguria 10 2011
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170 • DOSSIER • LIGURIA 2011

tare il numero degli operatori ele strutture di deposito, che siampliarono fino a delocalizzarsisu tutta l’area genovese, rag-giungendo gli attuali 10.000mq di estensione. Oggi, prose-guendo quell’opera di costanteadeguamento alle esigenze dimovimentazione planetariadelle merci, abbiamo appenaaperto una nuova unità opera-tiva di circa 4.000 mq a Civita-vecchia. Questa ci permetteràdi ottimizzare il flusso di merci,aumentando la capacità logi-stica distributiva, soprattuttoper quanto riguarda l’area geo-grafica del Centro e Sud Italia». Inoltre, come osserva ClaudioGiachero: «Sfruttando le siner-gie con le altre sedi operative, lanuova filiale sarà in grado di ge-stire traffici marittimi, aerei eterrestri, sia in export che in im-port. Grazie a delle innovativesoluzioni software e all’impiegodi palmari, la gestione del ma-gazzino sarà ancora più veloce.Le attività di movimentazione edi preparazione delle liste di pre-lievo sono divenute più snelle,con la conseguente sensibile ri-

Dalla logistica terrestre al trasporto intercontinentale.

L’evoluzione del mercato e le sfide poste

alle imprese del settore. L’esperienza

e il forte know how della Priano Marchelli,

da Genova a Los Angeles e Hong Kong

Valerio Germanico

Le evoluzioni del trasporto intermodale

Il settore delle spedizioni edella logistica ha subitouna profonda rivoluzionea partire dagli anni 90. I

mutamenti geopolitici e so-prattutto le innovazioni tecno-logiche ponevano le aziendedavanti a scelte importanti cheavrebbero determinato il lorofuturo. In un settore tradizio-nalmente conservatore delleproprie modalità organizzative– all’interno del quale il fattoreproduttivo di maggiore impor-tanza è sempre stato rappre-sentato dalle risorse umane enel quale si lavorava ancora concarta e penna e il contatto congli interlocutori era diretto –, lenuove condizioni posero rapi-damente alcune imprese fuoridal mercato, poiché queste si

trovarono irrimediabilmente inritardo rispetto all’evoluzioneche si svolgeva intorno a loro.«Per altre aziende – dice Clau-dio Giachero –, più attente ainterpretare i cambiamenti,quello fu invece il momento diallungare il passo e fare un saltodi qualità. Non si trattava solodi affiancare nuovi mezzi aquelli classici del trasporto ma-rittimo e terrestre, ma anche diallargare l’area operativa ainuovi mercati europei e mon-diali. Naturalmente per fare ciòsono stati necessari un knowhow e una struttura organizza-tiva e tecnologica in grado disuperare i tradizionali confinidel settore». Claudio Giachero,insieme al fratello Andrea e alDirettore Finanziario ErnestoRivarola, è titolare della PrianoMarchelli & C., società di tra-sporti internazionali che ha ilsuo quartier generale nell’am-bito delle attività portuali delloscalo genovese, ma che operada Hong Kong a Los Angeles.«Per affrontare la fase di transi-zione – aggiunge Andrea Gia-chero – decidemmo di aumen-

LOGISTICA E TRASPORTI

La Priano Marchelli & C. Srl ha sede a Genova

www.prianomarchelli.it

L’estensione dellestrutture estere e

nazionali di deposito

MQ

10mila

Page 115: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 171

sibile riduzione degli errori e deicosti relativi. La sicurezza e l’af-fidabilità saranno garantite daun sistema di videosorveglianza.Il nostro obiettivo strategico perquesta nuova sede è quello difarne un polo logistico per lostoccaggio e la distribuzione deiprodotti derivanti dall’industriadelle energie rinnovabili, so-prattutto dal fotovoltaico». La capacità di adattamento di-mostratasi cruciale nella fase ditransizione del settore è stataimportante anche per affron-tare le tempeste che hanno in-vestito i mercati economici e fi-nanziari nel corso degli ultimianni. «Nonostante un calo delvolume di affari del 2,17% nel2009 – dice Ernesto Rivarola –, inevitabile, considerando che il2009 è stato l’anno del falli-mento delle maggiori banchestatunitensi e della grande crisi,

la società ha reagito, tanto da re-gistrare già nel 2010 un recu-pero del 36,50%. Sulla stessalinea, il primo semestre del2011 è iniziato con un+113,67% rispetto all’analogoperiodo 2010. La competitività,lo sviluppo e l’equilibrio finan-ziario sono gli strumenti che ne-gli anni hanno contraddistintola nostra società. Però, oltre airisultati di fatturato, per noi èstato importante anche ottenerele certificazioni Iso 9001:2008,Ohsas 18001:2007,Sa14001:2004, Sa 8000:2008e, inoltre, il titolo di OperatoreEconomico Autorizzato (Aeo).Considerando i risultati entu-siasmanti di questi ultimi anni,la politica della società è ormaidiventata quella di guardare ol-tre i limiti quotidiani e rivolgersial futuro, anche per fidelizzareulteriormente gli operatori e i

Claudio e Andrea Giachero ed Ernesto Rivarola

nostri partner. Per fare ciò sononecessari metodi e strumentiadeguati, una politica di inve-stimenti in capitale fisico,umano e in tecnologia, in modotale da innalzare il livello di pro-duttività, competitività e diconseguenza la crescita del-l’azienda».

❝❞

Lo strumento per la crescitaè una politica di investimentinel capitale fisico, umanoe tecnologico

Page 116: Dossier Liguria 10 2011

Colleghiamo i mercati del globo

Lo scenario di migliaiadi container incolon-nati è comune intutti i più importanti

porti del mondo. Da quandoMalcolm Mclean diede uncorpo di metallo alla sua intui-zione, nel 1956, milioni di con-tainer hanno trasportato mercida un capo all’altro del mondo,abbattendo i costi del trasportograzie alle celeri operazioni diimbarco e sbarco, alla miglioregestione logistica e all’abbatti-

mento della percentuale di ca-rico danneggiata. Oggi che il container è unostandard, il primo gruppomondiale del settore è AP Mol-ler-Maersk, di cui fa parte Saf-marine, compagnia belga macon origini Sudafricane, che nelnostro paese ha sede a Genova.Ne parliamo con Craig Coffey,Med Cluster Director di Saf-marine Italia. «Safmarine, purfacendo parte di Maersk, operacon una strategia commerciale

autonoma. Siamo specializzatinei mercati di Africa, MedioOriente e area Indiana, maoperiamo anche sulla costa estdelle Americhe, nel Far East ein Europa. Il cluster Mediter-raneo – la cui direzione è a Ge-nova e comprende, oltre al-l’Italia, Spagna, Portogallo,Grecia, Slovenia, Croazia, Bul-garia, Ucraina e Romania – staassumendo una posizione fon-damentale nella nostra strategiadi business».

Il container ha rivoluzionato i trasporti e la logistica mercantile. Da un capo all’altro

del mondo le merci arrivano più velocemente, con costi inferiori di trasporto e maggiori

garanzie sull’integrità del carico. La parola a Craig Coffey di Safmarine Italia

Salvatore Cavera

Nella pagina a fianco,

Craig Coffey,

Med Cluster Director

di Safmarine Italia Srl,

Genova

www.safmarine.com

TRASPORTI E LOGISTICA

172 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 117: Dossier Liguria 10 2011

I servizi di Safmarine, oltre acomprendere ovviamente lenavi full container, includonouna divisione MPV (MultiPurpose Vessels), che opera at-tivamente nel settore breakbulk e project cargo. «Nelmondo impieghiamo oltre1.700 persone, distribuite inpiù di 110 Paesi. Nonostante ledimensioni globali, operiamoovunque con un approccio co-mune che è riassunto dal motto“People making the diffe-rence”. Questo, da semplicemotto, è diventato una filosofia– che è stata ed è il fondamen-tale supporto nello sviluppo delnostro portafoglio clienti –, unasorta di Safmarine Way che ca-ratterizza il nostro staff a ognilatitudine. Per questo curiamola nostra organizzazione com-merciale in tutti i Paesi, se-guendo la selezione e la forma-zione del personale, permigliorare l’accesso dei clienti ainostri front offices e la cono-scenza dei nostri core markets».L’organizzazione di SafmarineItalia comprende uffici a Ge-nova e Napoli, nei quali tuttolo staff è dedicato alle attività direlazioni commerciali. A par-tire da quest’anno sono stati av-viati diversi nuovi progetti, de-

stinati a potenziare i servizi giàpresenti. «Le nostre iniziativepiù importanti sono il servizioFull Containers 225, che operatra il Sud Africa e l’Africa Oc-cidentale. Il servizio è settima-nale e offre un’ampia disponi-bilità di spazi per containerreefer. È gestito direttamenteda noi con sei navi da 1.100Teu (Twenty-Foot EquivalentUnit), e fa scali diretti a Dur-ban, Cape Town, Dakar e Al-geciras. Un altro servizio è ilRumba/Prime4, un collega-mento diretto settimanale cheopera tra India, Medio Orientee Sud America e che tocca Ge-nova in direzione Est-Ovest . Illancio di questi prodotti è la ri-prova del nostro costante im-

pegno a coprire in modo ade-guato i mercati emergenti». Safmarine ha ottenuto nel 2011diversi riconoscimenti interna-zionali, fra questi il premioCeva Logistics Global SupplierAward, Ocean Category e per ilsecondo anno consecutivo, il ri-conoscimento Hellmann Wor-ldwide Logistics, Carrier of theYear. Ma la multinazionale è at-tenta anche alla sostenibilità.«Ci sforziamo quotidianamentedi agire in modo rispettoso del-l’ambiente e pertanto cer-chiamo di contribuire in modosocialmente responsabile allosviluppo degli ambienti neiquali operiamo. Abbiamo lan-ciato il programma “Containersin the Community” per il riuti-lizzo dei container ritarati dal-l’impiego marittimo, che sonodestinati a risolvere urgenzeumanitarie in diverse parti delmondo. Dal 1992 abbiamoconvertito più di 8.000 contai-ners in scuole, librerie, asili, cen-tri di formazione e progetti dicreazione lavoro per oltre 2.000progetti».

PAESI La capillare presenza

di Safmarine nelmondo, che impiegaoltre 1.700 persone

nella gestionelogistica del trasporto

di container

110

Craig Coffey

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 173

Page 118: Dossier Liguria 10 2011

Nuovi scenari per il trasportomarittimo

L’antica tradizionemarittima e mercan-tile, unita a una po-sizione geografica fa-

vorevole, nel mezzo del marMediterraneo, ha reso il portodi Genova il cardine della vitaeconomica e sociale della città,oltre che un polo strategico perla logistica e i trasporti interna-zionali. Proprio nel cuore diGenova ha la sua sede princi-pale la Seatram Sea TransportManagement Spa, società lea-der internazionale nel settoredelle spedizioni marittime e ae-ree, che quest’anno ha festeg-giato i venticinque anni di atti-vità: «In un settore altamentecompetitivo come quello deitrasporti, siamo in grado di of-frire una gamma di servizi com-pleti, per garantire ai nostri par-tner sempre le migliori

soluzioni possibili su scala glo-bale», afferma il fondatore epresidente di Seatram, LucianoBruzzo.

Per Genova il porto è unelemento essenziale. Qualipolitiche bisognerebbe im-plementare, secondo la suaesperienza, per sostenere econsolidare la sua centralità,anche a livello internazionale?«Investire nello sviluppo delporto di Genova significa inve-stire nello sviluppo dell’econo-mia del nostro Paese. Per farequesto però, è necessario che leistituzioni e il mondo politicoriconoscano, una volta pertutte, l’importanza strategica diGenova come centro focale peril transito delle merci. Ad oggiil porto è però costretto a scon-tare ancora un deficit di tipoinfrastrutturale e amministra-tivo rispetto ad altre realtà eu-ropee, come ad esempio Rot-terdam, Anversa e Amburgo.Urgono interventi per miglio-rare, tra le altre cose, i collega-menti con la rete ferroviaria eper snellire i tempi delle proce-dure burocratiche. Solo così ilporto di Genova potrà final-

mente ritagliarsi il posto chemerita nel panorama interna-zionale».

La crisi ha causato enormiproblemi all’economia mon-diale. In che modo ha incisosulla vostra attività?«Anche il mondo dei trasporti èstato investito dalla crisi eco-nomica, che ha provocato unasignificativa contrazione del no-stro business. Per quel che ciriguarda l’anno più difficile èstato senza dubbio il 2009, magià durante il 2010 abbiamoregistrato importanti segnali diuna ripresa che, seppur ancoradebole e instabile, ci ha per-messo di recuperare in fretta lanostra posizione. Per fronteg-giare la crisi abbiamo deciso dipotenziare la nostra presenzasul campo, anche in aree geo-graficamente lontane. Il fortepotere contrattuale con le prin-cipali shipping lines, e la possi-bilità di valutare in tempo realele necessità dei nostri commit-tenti, ci ha così reso un partnerinsostituibile per molte realtàdi primissimo livello, che cihanno affidato traffici fino apoco tempo fa gestiti da altri

Gli spedizionieri italiani alla ricerca di nuovi mercati,

con l’obiettivo di fornire un servizio di trasporti

efficiente e pensato per soddisfare ogni specifica

esigenza. Il punto di Luciano Bruzzo

Guido Puopolo

Luciano Bruzzo,

presidente

di Seatram Spa

www.seatram.it

174 • DOSSIER • LIGURIA 2011

TRASPORTI

Page 119: Dossier Liguria 10 2011

spedizionieri». Seatram è presente, con

la sua rete, in diversi Paesi,tra cui Australia, Canada,Sud Africa e Sud America.Quali sono, a questo pro-posito, i mercati che pre-sentano le maggiori oppor-tunità di sviluppo?«La nostra società, fin dalla suanascita, ha puntato con forzasul mercato australiano, che an-cora oggi assorbe circa il cin-quanta per cento delle nostrespedizioni. Anche Canada eSud America, in questi ultimianni, hanno fatto registrare per-formance assolutamente inte-ressanti, anche se, in prospet-tiva, il mercato con i margini dicrescita più elevati è sicura-mente quello sudafricano. InSud Africa siamo presenti condue uffici, a Johannesburg eCape Town, attraverso i qualiabbiamo consolidato i rapporticon i partner storici e allacciatonuove relazioni commercialicon spedizionieri locali. Un no-tevole impulso alle esportazionidall’Italia verso il Sud Africa èvenuto anche dallo svolgi-mento, nel luglio del 2010, dei

Campionati Mondiali di cal-cio, grazie ai quali siamo riuscitia ottenere importanti com-messe».

Quali sono le prospettiveper il futuro dell’azienda?«Nonostante la crisi non siastata ancora completamentesuperata, guardiamo al futurocon rinnovato ottimismo. Daun punto di vista del fattu-rato il raffronto dei primimesi dell’esercizio in corso ri-spetto al 2010 è decisamenteincoraggiante, visto che le no-stre movimentazioni sono au-mentate di circa il 16 percento. La forte domanda in-

terna proveniente dai mercatiemergenti potrebbe favorireulteriormente la crescita delleesportazioni dal nostro Paese,con un conseguente beneficioper i nostri traffici. Pur nonmancando gli elementi di cri-ticità, come ad esempio la per-sistente fragilità dei mercatifinanziari e i rischi derivantida tensioni sui mercati deicambi, riteniamo che i segnalisiano nel complesso positivi, eper questo siamo fiduciosisulle possibilità di riuscire amantenere e, se possibile in-crementare, le quote di mer-cato da noi controllate».

❝❞

Per fronteggiare la crisi abbiamo decisodi potenziare la nostra presenza sul campo,anche in aree geograficamente lontane

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 175

Page 120: Dossier Liguria 10 2011

PORTI TURISTICI

Fra i progetti più am-biziosi degli ultimianni, realizzato alcentro di uno dei

tratti più affascinanti della ri-viera ligure c’è Porto Lotti.Piccolo scalo turistico creatonel 1996 dalla Lotti Spa, oggiè divenuto un gioiello, unvero e proprio centro inte-grato per la nautica da di-porto. «Protetto da un climafavorevole tutto l’anno, a duepassi dalle suggestive metedelle Cinque Terre, Portove-nere, Lerici e le bellezze dellaToscana, il Porto gode di unaposizione ineguagliabile perraggiungere molteplici metee luoghi di escursioni», sotto-linea Mario Parmeggiani,Consigliere Delegato delgruppo. «È dal primo dopoguerradello scorso secolo, che laLotti ha inteso il mare comefonte di ispirazione e diazione. Una sorta di “ragionedi vita”, per agire e affermarsiin un contesto socio-econo-mico difficile, in un ambientesevero e competitivo ma, altempo stesso, altamente per-formante e capace di offriregrandi soddisfazioni». A due passi dal centro citta-dino ci si può così immergerein un’oasi di totale relax, dovei naviganti e le loro imbarca-zioni possono trovare un ri-fugio ideale: «Operiamo inun settore in cui ambiente efunzionalità dei servizi sono

elementi tra loro inscindibili– spiega Parmeggiani – conl’obiettivo di offrire un servi-zio completo e integrato, incui l’ospite sia al centro ditutto». In questi quindicianni, infatti, l’azienda ha co-stantemente potenziato l’of-ferta, attraverso una politicache gli ha permesso di affer-marsi come una delle eccel-lenze nel mondo nautico, co-nosciuta e apprezzata nonsoltanto sul territorio italianoma in tutto il bacino del Me-diterraneo occidentale, come

conferma Parmeggiani: «Uncostante adeguamento alle re-altà produttive della nautica ealla diversa filosofia di frui-zione del turismo nautico, èun elemento essenziale perpoter mantenere il gradi-mento degli utenti e consoli-dare così la nostra posizione». Porto Lotti è infatti, tra le al-tre cose, anche cantiere na-vale, dotato di attrezzature al-l'avanguardia e personalealtamente qualificato, ingrado di svolgere ogni tipo dilavorazione, dall’alaggio alla

Servizi per la nauticaUn luogo pensato per “accudire” le imbarcazioni e i loro ospiti.

Mario Parmeggiani spiega le particolarità che rendono Porto Lotti

unico a livello internazionale

Diego Bandini

176 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Una veduta

panoramica

di Porto Lotti

e, a destra,

Mario Parmeggiani

www.portolotti.it

Page 121: Dossier Liguria 10 2011

Mario Parmeggiani

falegnameria alla verniciatura,sino al refitting di barched'epoca, mantenendone in-tatte originalità e finiture.«Accanto a un continuo mi-glioramento qualitativo equantitativo dei servizi esi-stenti, con una gamma com-petitiva ai massimi livelli in-ternazionali – evidenziaParmeggiani - la Lotti ha pen-sato all’opportunità di servirein modo completo ed esau-riente anche la grande nau-tica, creando una darsena persuper yacht di lusso, in cuipotranno trovare posto al-meno venti unità, di una lun-ghezza compresa fra i 40 e i100 metri. La nostra inten-zione – prosegue l’ammini-stratore - è fare della nuovadarsena il luogo di staziona-mento della grande nautica,grazie anche alla disponibi-lità di servizi integrati, comepiscine, centri benessere, ri-storanti, cinema, sale con-gressi e addirittura un eli-porto, capaci di soddisfareanche le più particolari esi-genze dei fruitori dei nostriservizi. Disponiamo di ade-guate strutture per il benes-sere del personale marittimoche, numeroso, popola questenavi da sogno tutto l’anno,ma anche, naturalmente, pergli armatori e i loro ospiti,che devono trovare a terracomplementi qualitativa-mente elevati, in linea con glistandard di vita cui sono abi-tuati». Per la realizzazione di questo

ambizioso progetto, l’aziendaha già ottenuto tutti i per-messi necessari dall’AutoritàPortuale, ed è in attesa dellaformale consegna dell’areaper dare inizio ai lavori, comespiega con orgoglio lo stessoParmeggiani: «Nell’arco didiciotto mesi daremo vita auna nuova e splendida realtànel mondo della nautica, ungioiello con pochi eguali nelmondo». L’attività portataavanti dal gruppo ha inoltrerisvolti importanti per tuttala città di La Spezia, in

quanto si inserisce all’internodi un contesto segnato dallacrisi e da una situazione didifficoltà generale: «Col no-stro lavoro – conclude Par-meggiani - vogliamo contri-buire allo sviluppo del nostroterritorio, cercando di risol-levare, attraverso la nautica,un’economia provinciale sta-gnante a causa della crisi cheha colpito violentemente ilcomparto navalmeccanico,da sempre un settore fonda-mentale per il sistema indu-striale spezzino».

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 177

Abbiamo pensatoall’opportunità di servirein modo completoed esauriente anchela grande nautica,creando una darsenaper super yacht

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PROGETTAZIONE NAVALE

L’ingegneria navaleè un’arte impli-cita, che si sinte-tizza e si esprime

nella difficile scelta della ca-rena, della forma che generala spinta. Tale scelta non èsolo frutto del risultato diun calcolo matematico, maanche un prodotto finale digrande qualità e di esplicitabontà progettuale che si

manifesta nel tempo attra-verso le sue caratteristiche,il suo comportamento nellevarie situazioni di naviga-zione. Insieme all’ingegner MarioNattero, titolare dell’omo-nimo studio, ci adden-triamo nei meandri dell’in-teressante settore dellaprogettazione navale: «Que-sto lavoro è fatto soprat-tutto di passione. Dicendo“questo lavoro” mi riferiscoalla libera professione del-l’ingegneria di base per laprogettazione di un qua-lunque mezzo galleggianteadibito al trasporto. Il pro-getto di uno scafo si svi-luppa, sin dal suo primoconcepimento, in un con-testo come quello marino,mutevole, e di volta in voltacalmo e amichevole o bur-rascoso e contrario, per-

tanto il materiale con cui sicostruisce lo scafo si tra-sforma in un pezzo vivo ereagente solo se l’ingegnodell’uomo si applica conpassione. Passione che èsempre stata la mia fonte dimotivazione, il mio soste-gno e lo stimolo più signifi-cativo».Consistente e molto varia èstata l’esperienza sin qui ac-cumulata dall’ingegner Nat-tero: «È difficile dire qual èil mio progetto più signifi-cativo. Per quantità e qua-lità forse le navi progettatecon più frequenza sonoquelle per il trasporto mistocarico e passeggeri, i co-muni traghetti per le isoleitaliane. Ma anche navi dapasseggeri da crociera finoad arrivare ai mezzi anfibiper la protezione civile e lamarina militare, passando

Il progettista, artista delle naviNel mercato industrializzato

dell’ingegneria navale, resiste una

figura che accomuna competenza

tecnica e passione per il lavoro.

Mario Nattero spiega cosa significa

oggi essere progettisti navali

Amedeo Longhi

L’ingegner Mario

Nattero, titolare dello

studio Nattero di

Genova

www.aliso.it

178 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 123: Dossier Liguria 10 2011

ovviamente attraverso i lus-suosi yacht privati». Generalmente il rapportocon il committente è tenutoad personam: «Non mi èmai capitato di parteciparea gare pubbliche, i contrattisi stabiliscono attraverso re-ciproche conoscenze, mu-tua fiducia e rapporti de-cennali. In questo scenarioè chiaro che il rapporto èstretto e si basa soprattuttosulla stima e sul rispetto. Laparte commerciale ha inquesto contesto un signifi-cato relativo proprio perchéla ricerca è mirata al pro-getto di qualcosa che sino aquel momento non esiste.Altro scenario è il dialogocon coloro che costrui-ranno nella pratica il pro-getto. In questo caso inter-vengo prepotentemente lelogiche industriali e di mer-cato. È bene aggiungere chei compromessi tra qualità e

costi, tra efficienza e com-plessità di costruzione,hanno inquinato anche lamia attività progettualenella fase di esecuzione». Queste logiche però nonesonerano un progettistaconvinto delle proprie ideedal sedersi in una riunionepreparato e documentatoper supportare e proporrecon completezza le propriescelte di progetto. «È chiaro– prosegue Nattero – chequesto avviene quando amonte c’è un lavoro di pre-parazione che può essere divario tipo. Oggi il mercatoglobale ci impone un conti-nuo ammodernamento eaggiornamento sulle tecni-che e sui materiali che sipossono utilizzare a bordo,a seconda delle tipologiedelle navi. Inoltre, oracome in passato, è determi-nante una continua verificapratica e tecnica di ciò che

si progetta, un continuoraffronto con l’esperienzamaturata sino a quel puntoche rappresenta il valore ag-giunto che discrimina il ri-sultato finale».Le regole di mercato per larealizzazione e la conduzionedel mezzo sono cambiate, imetodi per costruire an-ch’essi si sono evoluti, ma lafigura del progettista è an-cora imprescindibile. «Sono convinto – concludeNattero – che la progetta-zione navale nell’ambitodella libera professione siaqualcosa di unico, a volte ir-ripetibile. Costa sacrifici, ri-chiede grande applicazione,ma i frutti e la soddisfazioneche, come progettista, hoprovato costruendo oltreventiquattro prototipi è tal-mente grande che la consi-glio a chiunque abbia vogliadi seguire questa specializza-zione. Ciò dovrà essere fattopartendo dal presuppostoche è necessario avere dispo-nibilità all’apprendimento egrande passione».

Mario Nattero

È determinante unacontinua verifica praticae tecnica di ciò che siprogetta, un continuoraffronto conl’esperienza maturata

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 179

Page 124: Dossier Liguria 10 2011

180 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Cresce la cantieristica navale uarant’anni diesperienza, alservizio di can-tieri navali earmatori di

tutto il mondo. NavalimpiantiTecnimpianti Group è una so-cietà genovese privata, di pro-prietà dei soci Carlo Viganò eDomenico Olivieri, leader a li-vello internazionale nella pro-gettazione e costruzione di im-pianti per navi passeggeri emercantili, militari, offshore e

megayacht. «Il nostro core bu-siness è costituito dalla proget-tazione, costruzione, forniturae montaggio di gru per imbar-cazioni di salvataggio, portellidi murata, sistemi di movi-mentazione di carico per navida crociera, rampe di accesso

per autoveicoli e mezzi pesantidestinati a traghetti e roro, si-stemi di bordo per il controlloremoto delle valvole e coper-ture scorrevoli per le piscinedelle navi da crociera», spiegaGiuseppe Cracolici, ammini-stratore delegato del gruppo.

La vostra è un’attività com-plessa, in cui coesistono di-verse realtà produttive. Puòspiegare, nel dettaglio, com’èorganizzato il Gruppo Nava-limpianti Tecnimpianti?«Nato 40 anni fa per volontàdi Carlo Viganò, Presidentedel Gruppo, e del socio Lo-renzo Olivieri, il gruppo haoggi il suo quartiere generale aCeranesi, nell’entroterra di Ge-nova, a cui si affiancano di-verse filiali sul territorio nazio-nale, con le sedi strategichedistaccate di Genova Porto eMonfalcone. A queste si ag-giungono la società Tecnim-pianti, con sede a TerminiImerese e specializzata soprat-tutto nella produzione di gruimbarcazioni, e TecnimpiantiLivorno, specializzata nell’at-

tività di progettazione, forni-tura e montaggio di manufattiper yachts».

Come siete presenti, in-vece, sul mercato estero?«Nel corso degli anni, per of-frire un servizio sempre piùconsono alle nuove esigenze eper essere il più possibile vi-cini ai nostri committenti, ab-biamo inaugurato diverse sediestere, tra cui NavalimpiantiUsa, costituita nel 1993 aMiami e dedita soprattutto al-l’after-sale service, Navalim-pianti Pula, avviata nel 1996in Croazia come centro diprogettazione specializzato indesign e modellazione 3D.Nel 2004, visti i numerosi or-dini acquisiti provenienti daCina, Giappone e Corea, ab-biamo attivato, a Shangai,Navalimpianti China, conl’obiettivo di sostenere atti-vità commerciali e di sup-porto tecnico a cantieri e ar-matori dell’area asiatica.Siamo presenti anche in Bel-gio con Tecnimpianti An-twerp, nata per soddisfare le

Soluzioni efficaci, tempestive e innovative,

progettate e realizzate attraverso processi

di ingegneria integrata capaci di rispondere

a ogni specifica esigenza. Le nuove frontiere

dell’impiantistica navale nell’esperienza

di Giuseppe Cracolici

Guido Puopolo

IMPIANTISTICA NAVALE

Giuseppe Cracolici,

amministratore

delegato della

Navalimpianti Spa

www.navim.com

Q

Page 125: Dossier Liguria 10 2011

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 181

esigenze di committentiaventi importanti attività nel-l’area. Navalimpianti Ger-many, Navalimpianti Emira-tes e Navalimpianti SingaporePte. Ltd. sono invece le ul-time nate del gruppo, con loscopo di monitorare l’anda-mento del mercato e seguirepiù da vicino alcune com-messe in essere».

Quali sono le caratteristi-che che vi hanno permessodi imporvi come leader inun settore così complessocome quello della cantieri-stica navale?«La diversificazione della no-stra produzione e la capacità diadattamento alle mutevoli esi-genze del mercato ci hannoconsentito di diventare unpunto di riferimento nelcampo della progettazione diimpianti e attrezzature adattea svariati ambiti, sempre al-l’interno del settore navale.Abbiamo inoltre implemen-tato un rigoroso programmaper il controllo della qualitàdelle nostre produzioni, per

ridurre ulteriormente i tempi ei costi di lavorazione, senza ri-nunciare alla qualità del pro-dotto finale. Uno dei punti diforza dell’azienda, sviluppatonegli anni con grande compe-tenza e professionalità, è peròsenza dubbio rappresentatodal servizio di assistenza cheoffriamo agli armatori, per la-vori di manutenzione, ripara-zione e retrofit. Questo è unservizio molto richiesto e ap-prezzato dai nostri partner,poiché assicura, in tempi bre-vissimi e praticamente ovun-que attraverso una fitta rete diservice stations, l’intervento dipersonale qualificato in gradodi risolvere problemi tecnicicomplessi, anche a naviga-zione in corso».

Quali sono stati in questianni i progetti che hannomaggiormente segnato la vo-stra attività?«In quarant’anni di lavoro ab-biamo eseguito moltissimerealizzazioni di grande valore,intervenendo, tra le altre cose,su oltre centocinquanta navi

da crociera e quaranta navi mi-litari. La voglia del gruppo diperfezionare la sua capacità diingresso in nuovi segmenti dimercato ci ha permesso, negliultimi anni, di acquisire dueprestigiose commesse nel set-tore offshore. Nello specificoabbiamo progettato e costruitoun modulo alloggi per la piat-taforma petrolifera Scarabeo 8della Saipem, e un complessosistema posa-tubi per Casto-rOne, la più grande nave posa-tubi del mondo, sempre diproprietà della Saipem. Risul-tati prestigiosi, ottenuti grazieall’impegno e alla determina-zione di tutto il personale, tec-nici altamente specializzati cherappresentano il vero valoreaggiunto per il nostrogruppo».

Sono gli impiantie le attrezzature

realizzateda Navalimpianti

nel corsodella sua storia

PRODOTTI

15mila

Page 126: Dossier Liguria 10 2011
Page 127: Dossier Liguria 10 2011

POCHE RISORSEPER L’EDILIZIA

• Occorrono snellimenti procedurali per l’assegnazione degli appalti.

Intervista a Sergio Santoro

• In calo gli appalti rispetto agli anni precedenti. Intervista

a Giovanni Boitano

• Provvedimenti urgenti per fronteggiare

la crisi del settore edile in Liguria.

Intervista a Roberto

Principe

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APPALTI

188 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Nonostante siano state attivate misure regionali per mantenere i livelli degli anni passati,

nel 2011 c’è stato un decremento degli appalti aggiudicati. Giovanni Boitano,

assessore alle Politiche abitative e lavori pubblici della Regione, spiega perché

Renata Gualtieri

Gli appalti pubblici hanno unpeso economico importante, co-stituiscono, infatti, circa il 17%del Pil regionale ma il mercato

perde. Un bacino forte in Liguria di 27.000imprese, (con quasi 55.000 addetti) per lopiù artigiane, cui manca l’ossigeno. Nel 2009fra appalti grandi e piccoli delle tre diverse ti-pologie (lavori, servizi, forniture) al mercatosono venuti a mancare globalmente 172 mi-lioni rispetto al 2008. Il mercato perde per lageneralizzata mancanza di risorse riconduci-bile a due aspetti: i vincoli stringenti delpatto di stabilità che frenano sia liquidazioniche impegni e il crescente taglio dei trasferi-menti, non compensati da gettito federali-stico, cui si aggiunge, specie per i comuninon costieri, la soppressione dell’Ici sullaprima casa. La previsione 2011 sconta gli ef-fetti del patto di stabilità «che – precisa l’as-sessore alle Politiche abitative della RegioneGiovanni Boitano – potrà avere ricadute pre-occupanti sulla sopravvivenza delle impresestesse chiamate a realizzare gli importanti la-vori pubblici di cui la regione necessita eavrà effetti negativi sugli appalti per il 2012».

Quale peso hanno gli appalti pubblici inregione?«Hanno un peso economico vitale, rappre-sentano fra il 16 e il 17% del Pil regionale, ci-fra importante che fa sì che sia fondamentalesalvaguardare le realtà imprenditoriali che

Le misure utili per il rilancio di edilizia e appalti

Page 129: Dossier Liguria 10 2011

Giovanni Boitano

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 189

operano nel settore. Tuttavia,nonostante siano state atti-vate misure per mantenere ilivelli degli anni passati, vi èstato un decremento degli ap-palti aggiudicati, a causa dellaridotta capacità di spesa delleamministrazioni. Le ragionidi questa situazione vannocercate anche nei limiti impo-sti dal patto di stabilità».

Il patto di stabilità che ef-fetti avrà sul prossimo anno?«Ritengo che avrà effetti ne-gativi. Rappresenta, infatti,un freno alla ripresa da piùpunti di vista: ostacola sia la possibilità di ef-fettuare nuovi investimenti sia il pagamentodegli appaltatori. Temo, inoltre, che potràavere ricadute preoccupanti sulla sopravvi-venza delle imprese stesse chiamate a realiz-zare gli importanti lavori pubblici di cui lanostra regione necessita».

Come procede il faccia a faccia con l’ammi-nistrazione regionale su questo tema?

«Siamo solidali. Abbiamo chiesto il patto inderoga regionale proprio per cercare di porrerimedio a questo disequilibrio. Con il patto distabilità regionale pensiamo che si possanoaiutare quelle amministrazioni che hanno di-sponibilità di spesa, per poter dare un contri-buto significativo in questo momento di dif-ficoltà economica».

Le proposte della Regione quali benefici

Giovanni Boitano,

assessore

alle Politiche abitative,

edilizia e lavori pubblici

della Regione Liguria

NUMERO LAVORI PROGRAMMATI > 100.000 EURO

2008/2010 2009/2011 2010/2012

GENOVA 10 476 536

IMPERIA 27 144 23

SAVONA 57 316 101

LA SPEZIA 18 254 56

Totale 112 1.190 716

Fonte: elaborazione Osservatorio Regionale Contratti PubbliciNumero lavori programmati >100.000 euro - 2008-20012

� �

Page 130: Dossier Liguria 10 2011

APPALTI

190 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Nel corso del 2011 si è registratoun decremento degli appalti

aggiudicati rispetto agli anniprecedenti, sia per numero che perimporto, nonostante le misure difinanziamento attivate a livelloregionale (Por-Fesr, Fas) abbianocreato le condizioni teoriche per unmantenimento dei livelli degli anniprecedenti. «Tali misure - rivelaSilvia Risso, responsabileOsservatorio regionale contrattipubblici della Regione Liguria - nonsi sono rivelate sufficienti a garantirestabilità al mercato degli appalti, inrelazione sia alla ridotta capacità dispesa delle amministrazioni sia allacomplessità normativa, al cresceredegli adempimenti burocratici masoprattutto alla centralizzazionedelle funzioni di controllo(tracciabilità, Durc) cui corrispondeun sensibile aumento del carico dilavoro delle amministrazioniaggiudicatrici a fronte di una

costante diminuzione delpersonale».

Quanti grandi appalti sono statiaggiudicati quest’anno in Liguriae, in che misura, gli interventisono stati finanziati con apporto dicapitali privati? «In base ai dati trasmessiall’Osservatorio nel corso del 2011alla data del 22 settembre sono statiaggiudicati circa 27 appalti diimporto complessivo superiore a 1milione di euro, principalmente nelsettore delle grandi infrastrutture.Fatta eccezione per un appaltorealizzato tramite “leasing incostruendo”, e per due appalti diimporto inferiore a 1 milione di eurorealizzati con l’apporto di capitaliprivati, la principale fonte difinanziamento sono state le entratecon destinazione vincolata. LaRegione Liguria ha attivato a partiredal 2009 un fondo per lo sviluppodel partenariato pubblico privato, per

Un mercato frammentatoe in forte difficoltàNel 2012 lo scenario del mercato degli appalti resterà inalterato. Il punto di Silvia Risso, responsabiledell’Osservatorio regionale sui contratti pubblici

porterebbero alle casse e ai bilanci comunali?«Il nostro intento è quello di aiutare maggior-mente i Comuni e di conseguenza le impreseche sono in difficoltà per mantenere i posti dilavoro esistenti».

A più di un anno dalla firma del protocollod’intesa sulla collaborazione fra l’Osservato-rio regionale dei contratti pubblici e la Dia,qual è il bilancio e come assessorato come in-tendete rafforzare tale percorso di controlloe trasparenza?«È stato un lavoro importante, che ha dato ri-sultati positivi. Gli organi di polizia e di con-trollo hanno, infatti, avuto la possibilità diavere tutti i dati in tempo reale, permettendocosì un maggior presidio e legalità sul territo-rio. La collaborazione è stata massima».

Ritardo nei pagamenti. Come possono leimprese recuperare i loro crediti nei tempistabiliti?«È sempre collegato al patto di stabilità.Laddove gli enti pubblici hanno delle di-sponibilità, è indispensabile che esse sianomesse in circolo. Questo si tradurrebbe inmaggiori possibilità di lavoro per le impreseche potrebbero in questo modo non solosalvaguardare i posti di lavoro esistenti maanche crearne di nuovi».

Quali possono essere le occasioni di rilan-cio dell’edilizia in regione?

� �

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Giovanni Boitano

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 191

cui sono state avviate una serie diiniziative che, in relazione allacomplessità procedurale, vedrannoprobabilmente l’aggiudicazione degliappalti nel prossimo biennio».

Per il triennio 2009-2011 gliappalti sono stati aggiudicatisecondo prezzari precisi o ci sonostati dei ribassi?«Gli appalti pubblici sono aggiudicatiin base a elenchi prezzi desunti dalvigente “Prezzario regionale delleopere edili e impiantistica”, edito daUnioncamere Liguria e adottato dal1999 dalla Regione come prezzario diriferimento. I ribassi diaggiudicazione hanno registrato unaumento percentuale costante, conuna media che per il 2011 si attestaintorno al 21% sul totale degli appaltidi importo superiore a 150.00 euro(nel 2009 era il 17%), che arriva al33% per gli appalti di importo

superiore a 1 milione di euro».Comuni e province liguri contro

il patto di stabilità regionale: è unaguerra di sopravvivenza?«Il patto di stabilità rappresentasenza dubbio un ostacolo allaripresa, in relazione sia allapossibilità di effettuare investimenti,anche a fronte di disponibilitàfinanziarie, che in relazione al bloccodei pagamenti degli appaltatori, conla conseguente crescita delcontenzioso e della durata degliappalti, oltre al preoccupanteaumento del tasso di “volatilità” e di“mortalità” delle imprese in favore diuna crescita del numero deilavoratori autonomi».

Vista la difficoltà con cui leimprese cercano di recuperare ipropri crediti nei tempi stabiliti,non sarebbe opportuno che ilgoverno italiano recepisse lanuova normativa europea inmateria di pagamento nei lavoripubblici?«Il recepimento della normativaeuropea in materia di pagamentodegli appaltatori dovrebbe essereaccompagnato da misure strutturalidi riforma, coerenti con le misure di

natura economico-finanziariacorrelate al patto di stabilità, emisure di razionalizzazione che,valorizzando il ruolo degli entiterritoriali, consentano una realesemplificazione procedurale».

La previsione 2012 sugli appaltisconterà ancora gli effetti delpatto di stabilità?«Non essendo stata prevista a livellodi manovra finanziaria alcuna misuradi carattere strutturale peraumentare la capacità di spesa delleamministrazioni e, di conseguenza,favorire la ripresa del mercatodell’edilizia, nel 2012 lo scenarioresterà sostanzialmente inalterato,con l’aggravante dellaframmentazione del mercato degliappalti e degli operatori economici, ascapito della qualità dell’esecuzionedegli interventi. A ciò si accompagnauna spinta irragionevole eimmotivata verso la centralizzazionedelle funzioni di controllo che nonconsente agli operatori economici diavere nelle amministrazioni locali unpunto di riferimento certo in un’otticadi razionalizzazione, semplificazionee snellimento delle procedure diappalto».

Silvia Risso,

responsabile

dell’Osservatorio

regionale sui contratti

pubblici della Regione

«Il governo ora dovrebbe attuare le misure ne-cessarie per il rilancio, misure che ritengosiano fondamentali perché avranno ricaduteimportanti anche per il settore dell’edilizia.Occorrono nuove risorse. Auspico che le mi-sure che ci attendiamo dal governo diano lapossibilità alla Regione di creare nuove op-portunità per le imprese e, per quanto ri-guarda il settore casa, realizzare nuovi alloggiper i meno abbienti, le cui richieste sono incostante aumento. Occorre mettere in campole sinergie con gli enti locali, i Comuni, leProvince e i privati per poter rispondere ade-guatamente al problema casa in questo par-ticolare momento di crisi economica».

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APPALTI

192 • DOSSIER • LIGURIA 2011

nersi negativa e non solo perl’anno in corso ma ancheper il prossimo. La situa-zione rimane così difficileanche in Liguria?«Purtroppo sì, la crisi della fi-nanza pubblica ha desertifi-cato il settore degli appaltipubblici, le scelte legislativedegli ultimi quattro anni, siapre che post crisi, hanno in-gessato il sistema della piani-ficazione e bloccato il mercatoprivato; la perdita di posti dilavoro ha depresso i consumie cancellato l’acquisto diprime case. La situazione dellanostra regione è stata descrittadi recente con dati statisticiinoppugnabili su un giornalenazionale: il titolo è eloquente“Finale Ligure”. È propriovero siamo arrivati alla fine e,se continua così, chiederò aldirettivo dell’associazione dicertificare formalmente que-sta nostra condizione, propo-nendo la restituzione delle tes-sere elettorali alle prefetture».

Quali a livello regionale iprovvedimenti urgenti per

I dati parlano chiaro. Molte imprese falliscono, la perdita dei posti

di lavoro ha depresso i consumi e cancellato l’acquisto di prime case

e, commenta il presidente Ance Liguria Roberto Principe, la situazione

negativa persiste

Renata Gualtieri

La crisi economicaparalizza il mercato

Sotto, il presidente

Ance Liguria Roberto

Principe

Irisultati dell’Osservato-rio congiunturale sul-l’industria delle costru-zioni, presentati lo

scorso giugno, sottolineanoche continua la dinamica diforte aumento dei tempi dipagamento della pubblica am-ministrazione, in atto da piùdi 3 anni. La congiuntura eco-nomica ha penalizzato il set-tore edile anche in Liguria.Nel corso del 2009 il com-parto ha perso 2.840 lavora-tori. I dati di chiusura del2010 segnano una ulteriorecontrazione di quasi milleunità. Negli ultimi due annisono fallite 71 imprese di co-struzione, con un aumentonegli ultimi dodici mesi diquasi il 45%. Alle casse edilimancano i contributi di oltrequattrocento aziende. Prolife-

rano le imprese individuali,anche se il saldo attivo nelleiscrizioni camerali va dimi-nuendo. Le rilevazioni delloscorso anno segnano un ulte-riore calo degli indicatori. Ne-gli ultimi sei anni si sono ri-dotti numeri, valori e prezzidei bandi di lavori pubblici (-62,3%, -12,1%, -29,2%) e lapiù pesante contrazione si èregistrata tra il 2008 e il 2009(-49,1%). Il numero dellecompravendite immobiliari inLiguria si è chiuso nel 2009con 20.354 transazioni e unariduzione del 26% negli ul-timi tre anni. La regione regi-stra il peggiore risultato percrollo di investimenti nel-l’edilizia non residenziale nelperiodo tra gennaio 2008 esettembre 2009, con -64,8%.E anche le prospettive, assi-cura il presidente dell’Ance Li-

guria Roberto Principe,sono pessime.

Le previsioni delcomparto dell’edilizia ri-badiscono come la situa-zione persista nel mante-

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Roberto Principe

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 193

superare gli ostacoli nor-mativi e burocratici che im-pediscono lo sviluppo delsettore delle costruzioni?«Un vero piano casa, dere-gulation sensata in edilizia,modifica della legge regio-nale sul social housing ed eli-minazione delle misure diblocco urbanistico, piena at-tuazione del decreto svi-luppo (art. 5 dl 70/2011)per l’avvio dei progetti di re-cupero dei quartieri degra-dati, avvio della commis-sione di controllo sui prezzidi gara negli appalti pub-blici. Bisogna promuoveremaggiormente il modello delproject financing, anche sedi recente persino gli istituti

di credito si sono mostratitiepidi sull’argomento inconsiderazione dei tempiprocedurali. Auspico, infine,che cambi l’atteggiamentoculturale nei confronti delnostro comparto, che ha assi-curato alla nostra regione pertantissimo tempo le condi-zioni di ricchezza e sviluppoche ci mantenevano al passocon l’area produttiva più im-portante d’Europa: il NordItalia».

Tra le criticità che bloc-cano il mercato degli appaltiin Italia si registra unoscarso livello concorren-ziale, eccessiva litigiosità deisoggetti coinvolti, spropor-zionata durata dell’esecu-

zione dei contratti e un fre-quente e immotivato ricorsoa varianti che provocano unsensibile aumento dei costicontrattuali. Tali criticità siritrovano anche nel mercatoregionale degli appalti?«Certamente, con una preci-sazione: esiste un confrontoconcorrenziale serrato, dro-gato dalla scelta delle ammi-nistrazioni di utilizzare il cri-terio di aggiudicazione delprezzo più basso per ottenereillusori risparmi. Per gare diimporto medio-basso parteci-pano oltre 100 imprese. Simoltiplicano i casi di concor-renza sleale attraverso prezziartificiosi e composti grazierinunzie alle tutele dei lavora-tori e alla qualità dell’esecu-zione. È triste che questaprassi sia invalsa anche nellanostra regione e sia conse-guenza diretta delle sceltedelle amministrazioni pubbli-che sui criteri di aggiudica-zione degli appalti, delle ca-renze progettuali (dall’ideaprogettuale alla gara passanoalmeno 4 anni), dell’assenzadi effettiva validazione delprogetto».

Legalità e rispetto delle re-gole nel mercato degli ap-palti. Come vengono assicu-rati da Ance Liguria?«Attraverso le “white list” e lastipula di specifici protocollisulla legalità che le nostre as-sociazioni provinciali hannodefinito con le prefetture. Laprovincia di Imperia è stata ca-pofila in queste iniziative, conla sigla del protocollo alla pre-senza del ministro Maroni».

Calo dei lavoratorinel comparto

nel corso del 2009

POSTI DI LAVORO2840

Calo dellecompravendite

immobiliari in Liguria negliultimi tre anni

COMPRAVENDITE-26%

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194 • DOSSIER • LIGURIA 2011

EDILIZIA

mancanza di collegamenti di-retti con la riviera ligure. Nel-l’attesa che possano finalmenteiniziare i lavori, comunque,l’amministrazione comunale diMoconesi, piccolo centro si-tuato proprio nel cuore dellavalle, ha recentemente appro-vato un Piano Particolareggiatodi Iniziativa Pubblica, denomi-nato CSP2, per la costruzionedi un nuovo complesso all’in-terno della frazione di Gattorna,

Nello scorso mese diaprile il ministroalle InfrastruttureAltero Matteoli, il

presidente della Regione Ligu-ria Claudio Burlando, il presi-dente dell’Anas Pietro Ciucci el’amministratore delegato di So-cietà Autostrade, Giovanni Ca-stellucci, hanno firmato il pro-tocollo di intesa per l’avvio dellaredazione del progetto prelimi-nare per la realizzazione del tun-nel Cicagna-Rapallo, un’operadal grande valore strategico, chenelle intenzioni dovrebbe unirela Val Fontanabuona, una delleprincipali valli della provinciadi Genova, proprio con la cittàdi Rapallo. Una svolta storica,vista l’attesa pluridecennale chesi trascina su questa vicenda eche dovrebbe portare, nelprossimo mese di ottobre,alla presentazione del pro-getto definitivo. Una realtà molto attenta al-l’evoluzione della situazione èsenza dubbio la Saracino srl,impresa edile di Genova fon-data nel 1976 e attiva nella rea-lizzazione di edifici destinati auso privato e pubblico, comespiega l’amministratore unicoFilippo Saracino. «Il tunnel por-terà enormi benefici per la po-polazione della Val Fontana-buona, che da sempre scontaun certo isolamento dovuto alla

In queste pagine,

cantierizzazione

e panorama progettuale

di opere affidate

alla Saracino Srl

di Genova

proprio laddove dovrebbe sor-gere il tunnel. Con orgogliopossiamo dire che dopo esserciproposti al Comune la nostraimpresa è stata scelta come sog-getto attuatore di questo ambi-zioso intervento».

Che cosa prevede il Pianorelativamente al vostro am-bito di interesse?«L’opera che andremo a realiz-zare, nello specifico, prevede lacostruzione di un complesso re-

Un progetto per il rilancio di una vasta area della

regione, affiancato dalla realizzazione di opere

complementari, anche e soprattutto di carattere

edilizio. Il tunnel Cicagna-Rapallo e i suoi benefici

per il settore edile nell’analisi di Filippo Saracino

Guido Puopolo

Edilizia e infrastrutture per lo sviluppo

Page 135: Dossier Liguria 10 2011

Filippo Saracino

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 195

sidenziale composto da diversiappartamenti, affiancato da unavasta area in cui dovrebbero sor-gere attività commerciali e arti-giane, in grado di dare nuovoimpulso all’economia locale.Siamo infatti convinti che, unavolta terminato, il tunnel, oltrea rendere più semplici i collega-menti, determinerà un incre-mento delle possibilità produt-tive per le aziende presenti sulterritorio e, speriamo, anche unaumento dei flussi turistici versola valle».

Oggi l’edilizia è sempre piùattenta al fattore ambientale.Quali sono le tecniche co-struttive e i materiali che an-drete a utilizzare per realiz-zare questo progetto?«La nostra azienda opera dasempre nel pieno rispetto dellanormativa alla base del settore,che impone, ad esempio, l’uti-lizzo di materiali antisismici. Gliedifici che realizzeremo sarannotutti costruiti secondo le più

anziani. Attualmente, però i la-vori sono stati purtroppo so-spesi, a causa della mancanza difondi».

La crisi ha infatti colpitoduramente il settore edile.Cosa bisognerebbe fare, se-condo lei, per far ripartire unodei pilastri dell’economia delnostro paese?«La crisi ha provocato grossidanni nel mondo dell’edilizia,che ancora fatica a rimettersi inmoto. Per favorire una ripresadel settore sarebbe opportunoanche un intervento del mondopolitico, che mettesse fine allalogica del “massimo ribasso”alla base dell’assegnazione degliappalti pubblici. Una legge per-versa, che ha prodotto effettimolto negativi per tutto il set-tore danneggiando le aziendeche, come la nostra, lavoranoper offrire sempre il massimodella qualità e della serietà».

moderne tecniche di bioedili-zia, dotati di strutture isolantiper garantire il massimo rispar-mio energetico e per ridurre, inun solo colpo, sia le emissioni dianidride carbonica che i costidelle bollette».

Oltre a costruire edifici abi-tativi per uso privato, la Sa-racino ha collaborato e tut-tora collabora, anche con leistituzioni pubbliche. Qualisono alcuni interventi realiz-zati all’interno di questa par-tnership?«Lavoriamo spesso al fianco didiversi Enti Pubblici, per i qualiabbiamo provveduto ad effet-tuare interventi di piccola egrande manutenzione, oltre cherestauri conservativi. Uno de-gli ultimi lavori, a questo pro-posito, ha riguardato il restaurodi un complesso storico di Ge-nova, per la realizzazione di uncentro di interesse comune per

❝~

Gli edifici che realizzeremo saranno costruitisecondo le più moderne tecniche di bioedilizia,per ridurre sia le emissioni di anidridecarbonica che i costi delle bollette

Page 136: Dossier Liguria 10 2011

RISTRUTTURAZIONI

Se fino a qualche annofa per una ristruttu-razione veniva re-datto un preventivo

che dava il via ai lavori, oggila dinamica d’intervento ècambiata. Attualmente, siache si parli di opere pubbli-che che di opere private, l’iterdi ristrutturazione di un edi-ficio parte con la figura di untecnico che redige un’attenta

descrizione, chia-mata capitolato,di tutti gli inter-venti da eseguire.A questo puntoentrano in giocogli esecutori, cioèquelle societàchiamate a occu-parsi del lavoro eche si devono at-tenere all’esattaesecuzione di ciòche è scritto nelcapitolato. Pro-prio questa è ilcore business

della Ma.Im., impresa fon-data a Genova da ormai oltrequarant’anni. «La nostra so-cietà – commenta Paola Patri,amministratore unico del-l’azienda – è esecutrice di ri-strutturazioni e manuten-zioni edili. Le opere cheaffrontiamo più frequente-mente riguardano il rifaci-mento di facciate, il risana-mento del cemento armato avista, le impermeabilizza-zioni, le coloriture e le co-perture piane e in abbaini».Agli inizi dell’attività laMa.Im. si è concentrata solosui lavori privati, ma con ilpassare del tempo ha allar-gato il proprio raggiod’azione nel settore pubblicoavendo acquisito le certifica-zioni necessarie, Soa e Iso9001, e da ormai tre anni lacertificazione BS OHSAS18001, raggiungendo ottimirisultati. «Nell’ambito delprivato ci occupiamo in par-ticolar modo del restauro di

condomini e ville. Due casiinteressanti hanno riguardatoi fabbricati in Via S. Martinoe Via Montevideo a Genova,dove siamo intervenuti ri-spettivamente per rifare gliintonaci esterni del palazzo eper ristrutturare una partedella facciata comprensivaanche delle mensole esterne.Per quanto riguarda il pub-blico, invece, gli enti con cuicollaboriamo più spesso sonoi Comuni, le Asl e l’Inps. Ciòche differenzia questo settoredal privato è la forma buro-cratica molto complessa ne-cessaria per concorrere allagara d’appalto. L’episodio piùrilevante nel campo del pub-blico è stato senz’altro l’in-tervento sull’Ospedale SanPaolo di Savona, dove per la

Ristrutturare un edificio non prevede il totale stravolgimento

dello stabile, ma il miglioramento e la messa a punto di quest’ultimo

attraverso materiali e tecniche innovativi. Ne parliamo con Paola Patri

Emanuela Caruso

La ristrutturazione tra ecosostenibilità e risparmio energetico

196 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 137: Dossier Liguria 10 2011

prima volta ci siamo cimen-tati nella costruzione ex novodi un’intera ala del prontosoccorso». L’esperienza e lascrupolosità con cui vengonosvolte le commissioni, unite aun’equipe di artigiani e ope-rai specializzati, hanno per-messo alla Ma.Im. di distin-guersi per il livello delleprestazioni e di essere com-petitive in un mercato dove laconcorrenza è elevatissima.«Seguiamo con attenzione ecura ogni fase del processo diristrutturazione. Per primacosa montiamo il ponteggio

al fine di attrezzare la parte diedificio su cui intervenire, ri-spettando tutte le norme vi-genti sulla protezione e la si-curezza. Successivamenteiniziamo la demolizione par-ziale o totale, a seconda diquanto indicato nel capito-lato, della parte interessata ailavori. Poi ricostruiamo e in-fine tinteggiamo». Negli ultimi anni per conti-nuare a garantire prestazionidi qualità, l’azienda ha po-tenziato la propria attrezza-tura. «Siamo da sempremolto attenti all’evoluzione

tecnica e tecnologica del set-tore, per questo motivo ab-biamo deciso di investire nelrinnovo dei nostri macchi-nari; non perdiamo mai divista le lavorazioni più tradi-zionali, legate imprendisci-bilmente alla professionalitàdei nostri addetti». La Ma.Im. si è dimostrata an-che molto concentrata sullenuove tecniche di risparmioenergetico e di ecosostenibi-lità, che nel territorio di Ge-nova vedono la possibilità diutilizzare con ottimi risultatil’eolico e i pannelli solari.«Anche se tutti i cittadinisono ben consapevoli dei be-nefici che apporterebbe l’usodi questi impianti, è ancorapoco diffusa la richiesta di ri-strutturazione per inserirlinegli appartamenti, nei con-domini o nelle villette. Acausa del periodo di crisi eco-nomica tanti non sono di-sposti a investire in questotipo di trattamenti. Granparte della nostra speranza èriposta nella proposta di leggepresentata il 19 settembre,che mira ad alzare il tasso didetrazione per le ristruttura-zioni e per il miglioramentoenergetico degli edifici man-tenendo anche l’agevolazionesull’Iva del 10%. Se diven-tasse legge potrebbe rappre-sentare un buon incentivoper i proprietari di edifici, checon la prospettiva di un ri-sparmio potrebbero decideredi ristrutturare».

In queste pagine

alcune delle opere

restaurate

dalla Ma.Im. Srl

e panoramiche

di Genova

www.maimsrl.it

Paola Patri

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 197

Page 138: Dossier Liguria 10 2011

Èdel 1995 la LeggeQuadro sull’acu-stica che ha posto lebasi per regolamen-

tare questo vasto e complessosettore, in forte sviluppo e digrande attualità. Questa leggeha portato con sé l’emana-zione di altre normative piùparticolareggiate, volte a defi-nire i livelli di rumorositàconsentiti sia in ambiente, ri-ferendosi quindi alle diversedestinazioni urbanistiche delterritorio, sia per le specifichesorgenti di rumore, come adesempio autostrade e ferrovie.

Come ridurre le emissioni acustiche«La sensibilità verso i temi del rumore è sempre più diffusa nella popolazione e incide sul valore

immobiliare delle nuove costruzioni e delle realtà alberghiere». L’analisi di Alessandra Fantini

Emanuela Caruso

Alessandra Fantini,

geologa, ingegnere

civile e ambiental

e tecnico competente

in acustica ambientale

[email protected]

«La Legge Quadro – fa pre-sente Alessandra Fantini, geo-loga, ingegnere civile e am-bientale, e tecnico competentein acustica ambientale – nonprevede soltanto dei limiti diemissione nei confronti dei re-cettori, cioè i soggetti poten-zialmente disturbati dalle im-missioni rumorose, ma anchedei limiti assoluti, che nonpossono in nessun caso esseresuperati, di emissione acusticain ambiente».

Parlando della provinciadi Genova, quale metodo èstato utilizzato per riusciread adeguarsi a questa nor-mativa?«Il territorio genovese è statosuddiviso in sei classi in baseal Piano di Zonizzazione Acu-stica Comunale, una sorta diPiano Regolatore del rumore.Si parte dalla classe I, in cuirientrano le zone particolar-mente protette quali scuole,ospedali e cliniche, per arri-vare alla classe VI, quella incui sono comprese le zone deltutto industriali. In mezzo aqueste due suddivisioni tro-viamo le classi a vocazione

più o meno residenziale eproduttiva».

Un caso particolare èquello di ospedali e cliniche,che necessitano di grandiimpianti inevitabilmente ru-morosi, ma che devono allostesso tempo rispettare va-lori molto bassi di emissioneacustica in ambiente. In chemodo si riesce a ovviare aquesti due aspetti contrap-posti?«In situazioni come quelle ci-tate, è necessario che il tecnicoin acustica intervenga già a li-vello progettuale, indivi-duando l’ubicazione più ido-nea per gli impianti estudiando in modo attento,curato e con l’aiuto dei pro-gettisti la scelta dei macchinarida impiegare. L’attività, allora,si trasforma nello svolgimentodi simulazioni partendo daidati di potenza sonora degliimpianti e, poi, nella valuta-zione del loro impatto acusticoin ambiente e sui ricettori piùprossimi. Se si verifica il caso incui i problemi di eccessiva ru-morosità non siano risolvibilimediante scelte progettuali, è

200 • DOSSIER • LIGURIA 2011

PROGETTAZIONE ACUSTICA

Page 139: Dossier Liguria 10 2011

consegue che l’impatto acu-stico di un impianto di cli-matizzazione deve essere af-frontato già in faseprogettuale».

Quali sono i maggiori pro-blemi legati alla rumorositàdegli impianti di condizio-namento e alla loro colloca-zione?«I problemi che si sviluppanocon impianti del genere ri-guardano sia i ricettori che ilfabbricato su cui verranno in-stallati i macchinari. La collo-cazione degli impianti, spessolegata all’assenza di spazi, puòessere effettuata sulle coper-ture piane degli edifici o inspazi pertinenziali al piano ter-

reno, come corti interne epiazzali. Nel primo caso, se gliimpianti non vengono corret-tamente posati, possono creareemissioni acustiche di disturbonei confronti dei ricettori po-sti a quote confrontabili conquella del macchinario, e delleunità immobiliari degli ultimipiani dell’edificio su cui si staintervenendo. Nel secondocaso, invece, le emissioni acu-stiche potrebbero essere per-cepite e infastidire le unità abi-tative dei primi piani, chesiano appartamenti o camered’albergo. Tutti questi fattori,se non curati, vanno a deprez-zare qualsiasi immobile dinuova costruzione».

indispensabile intervenire conla realizzazione di progetti diinsonorizzazione, come cofa-nature e filtri fonoassorbenti.In questo modo non solo sirientra entro i limiti stabilitiper legge, ma si garantisce an-che il corretto funzionamentodei macchinari».

Un tema estremamente at-tuale sotto il profilo acusticoè quello degli impianti diclimatizzazione: quali sono imotivi di tale interesse?«La grande rilevanza degliimpianti di condizionamentosta nel fatto che ormai sonoconsiderati uno standardqualitativo indispensabile perle nuove edificazioni, sia inambito industriale che in am-biti residenziale, ospedalieroe alberghiero; inoltre mon-tare un impianto di climatiz-zazione è una scelta obbligataquando si effettuano inter-venti che comportano una ri-strutturazione completa diedifici storici. Al contrario diun impianto di riscalda-mento, che ha emissioni acu-stiche quasi del tutto trascu-rabili e può quindi essereinstallato in locali insonoriz-zati, quello di condiziona-mento necessita di macchi-nari molto grandi e spessodavvero molto rumorosi, eche devono essere ubicati inambienti esterni o in localicon forti ricambi d’aria. Ne

Alessandra Fantini

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 201

❝~

Il Piano Regolatore del rumore suddivideogni territorio in classi più o meno protetteda emissioni acustiche fastidiose

Page 140: Dossier Liguria 10 2011

anche in Medio ed EstremoOriente, con particolare at-tenzione alla Cina e alla Rus-sia. A oggi la società può van-tare collaborazioni con i piùgrandi del settore del “rollo”quali Goodrich, Deco establi-shment e Rosstyle».

Come avviene la realizza-zione di un rollo di carta daparati?«Il ciclo produttivo della Se-lecta Parati comincia con lascelta del disegno più adattoda proporre alla parte di mer-cato che vogliamo soddisfare eal cliente che ci ha commis-sionato l’ordine. Segue l’inci-

Un tempo moltousata e apprez-zata, la carta daparati è stata negli

anni rimpiazzata da materialiinnovativi e applicazioni pit-toriche. I motivi che hannoportato a questo cambia-mento sono stati soprattuttola complessità della messa inposa della carta e la difficoltàconseguente nel toglierla dallepareti. I produttori di cartada parati, però, consci delfatto che il mercato seguespesso dei cicli e riporta invoga mode che sembravanodestinate a morire, non sisono fatti intimorire dal calodi interesse per questo pro-dotto e oggi assistiamo a unritorno alla tendenza del ri-vestimento murale. Una delleaziende italiane più impor-tanti del settore e che più hacreduto nelle potenzialitàdella carta da parati è la Se-lecta Parati, impresa con piùdi quarant’anni di esperienzaalle spalle. «I tanti anni di at-tività – spiega Danilo Rossi,

titolare della società – cihanno permesso di carpire isegreti fondamentali permuoverci in modo ottimaleall’interno di un mercato dinuovo in crescita e ricco diconcorrenza. La strategia mi-gliore per farci conoscere e perespandere il raggio d’azioneanche all’estero è stata quelladi partecipare a tutte le fieredel settore, portando la no-stra esperienza e il nostro“made in Italy” in giro per ilmondo».

Quali fasi ha seguitol’espansione della SelectaParati verso l’estero?«Per un’azienda come la no-stra il mercato estero è essen-ziale e abbiamo iniziato a oc-cuparcene nel 2008.Inizialmente abbiamo otte-nuto piccoli successi, chesono però migliorati nei dueanni seguenti. La situazioneattuale ci fa prevedere per il2011 un export che incideràdel 70% sul nostro fatturato.Oltre che in Europa, le no-stre carte da parati arrivano

Torna in auge la carta da paratiUna buona carta da parati deve integrarsi e armonizzarsi con l’arredamento dell’ambiente

che andrà a rivestire. «Se poi si sfruttano anche gli effetti della luce e delle ombre,

il gioco è fatto». Il commento di Danilo Rossi

Emanuela Caruso

Danilo Rossi

della Selecta Parati Srl

di Genova.

Nella pagina a fianco,

l’area vendita

www.selectaparati.it

202 • DOSSIER • LIGURIA 2011

INTERNI

Page 141: Dossier Liguria 10 2011

sione dei cilindri per lastampa e poi la goffratura. Ar-rivati a questo punto si pro-cede con la stampa del pro-dotto a seconda delle tonalitàdi colore studiate e scelte. In-fine si passa alla fase di stoc-caggio della merce in magaz-zino, la cui gestione è seguitacon particolare cura in mododa non essere mai imprepa-rati davanti alle richieste degliutenti».

La vostra è una realtà checoinvolge sia aspetti artigia-nali che aspetti legati allatecnologia. In quali ambititrovano maggior incidenzaqueste due caratteristiche?«Il nostro lavoro viene consi-derato artigianale perché bi-sogna cercare sempre di per-cepire i gusti degli utenti

finali, di seguire con atten-zione le mode e le tendenzedel momento, e di creare carteda parati in funzione della na-zione e della cultura con cui citroveremo a commercializ-zare. Possiamo quasi equipa-rare la nostra attività a quelladi una sartoria, dove è neces-sario confezionare capi d’ab-bigliamento su misura. È in-discutibile poi che l’altatecnologia sia essenziale, per-ché influisce positivamentesul livello qualitativo del pro-dotto e automatizza molte fasidel processo di realizzazionedelle carte da parati».

Quali sono le ultime ten-denze e innovazioni del set-tore del “rollo”?«La tendenza principale inquesto periodo è quella di

concepire e lavorare la cartada parati come un vero e pro-prio componente d’arredo, ediventa quindi il nuovo ele-mento di punta del mondodell’interior design. Perquanto riguarda, invece, ilcampo delle innovazioni,tutte le aziende di questoparticolare settore produttivosono alla ricerca di nuove so-luzioni e nuovi materiali sucui poter apporre disegni ori-ginali. L’evoluzione è conti-nua, ma non sempre il risul-tato è quello sperato, bisognainfatti tener conto che il pro-dotto finale andrà applicatosulle pareti. Attualmentesono stati immessi sul mer-cato nuovi fondi quali il me-tallo, il tessuto, la paglia e ilfloccato».

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 203

~

Pur essendo una piccola azienda,la Selecta Parati ha risonanza

mondiale, motivo per cui deve tenerconto delle esigenze di mercati

molto diversi tra loro

Page 142: Dossier Liguria 10 2011

Come ricostruire la dinamica del sinistro

Gli incidenti stra-dali sono unadelle piaghe delmondo moderno,

e purtroppo rappresentanouna tragica realtà anche nel no-stro Paese. È una vera e propriaguerra, infatti, quella che ogni

anno si combatte sulle stradeitaliane, che solo nell’ultimodecennio ha provocato quasiottantamila morti e centinaiadi migliaia di feriti. Conosceperfettamente questa realtà loStudio Tecnico Sartini, specia-

lizzato nella risoluzione delleproblematiche relative all’in-fortunistica stradale, attraversoun’attività di consulenza tec-nico-giudiziaria sia in campopenale che civile. «Per quantoattiene all’infortunistica stra-dale, lo studio si occupa dellaricostruzione dei sinistri sullabase di dati acquisiti e acquisi-bili nel corso delle indagini,eseguendo ispezioni tecnichedei veicoli coinvolti e analiz-zando i luoghi e le tracce del si-nistro. Il tutto allo scopo di ac-certare le singole responsabilitàdei protagonisti», sottolineaMarco Sartini, titolare dellostudio insieme al padre Mario.

In cosa consiste, nello spe-cifico, la vostra attività rela-tivamente all’ambito dell’in-fortunistica stradale?«Non facciamo valutazionidanni, ma cerchiamo sempli-cemente di capire di chi sianole responsabilità dell’incidente,risalendo, ad esempio, alla di-rezione dei veicoli coinvolti,alla loro velocità e, più in ge-nerale, alle modalità con cui èavvenuto il sinistro. Chiara-

mente per eseguire una valuta-zione di questo tipo sarebbemolto importante avere la pos-sibilità di raccogliere i dati di-rettamente sul posto, quandocioè l’incidente si è appena ve-rificato. Infatti, sulla base dellanostra esperienza, posso direche il metodo migliore per po-ter eseguire una consulenzatecnica precisa ed esaustiva èrappresentato dalla raccolta didati direttamente sul posto,quando cioè l’incidente si è ap-pena verificato, perché questorende molto più facile rico-struire con maggior precisionela dinamica del sinistro. Pur-troppo però molte volte siamocostretti a intervenire ex post,potendo così analizzare esclu-sivamente i veicoli incidentatie le tracce lasciate sulla base dielementi raccolti da altri, senzaperò avere una chiara fotogra-fia del contesto in cui si è rea-lizzato il danno».

Quanto ha inciso il pro-gresso tecnologico nel campodella sicurezza stradale e nelvostro lavoro?«Negli ultimi anni la tecnolo-

Consulenze tecniche dettagliate, per cercare di accertare, nel più breve tempo possibile,

cause, modalità e responsabilità di gravi incidenti stradali, grazie anche al supporto

delle più moderne tecnologie. Il parere dell’ingegnere Marco Sartini

Guido Puopolo

L’ingegnere Mario Sartini. Nella foto a destra il figlio, l’ingegnere

Marco Sartini. I due sono titolari dello Studio Associato Sartini, con sede

a Genova, in corso Buenos Aires [email protected]

204 • DOSSIER • LIGURIA 2011

INFORTUNISTICA STRADALE

Page 143: Dossier Liguria 10 2011

gia ha fatto passi da gigante,contribuendo in maniera deci-siva a una significativa ridu-zione del numero di incidentimortali sulle nostre strade. An-che la nostra attività, natural-mente, ha beneficiato dei pro-gressi tecnologici, grazie astrumenti innovativi e softwareche permettono di realizzareanalisi molto dettagliate. In unfuturo non troppo lontanoprobabilmente sarà possibiledotare ogni autoveicolo di unasorta di “scatola nera”, ingrado di immagazzinare queidati fondamentali per poter ri-costruire la dinamica di un si-nistro in tempi rapidi e conassoluta precisione. Oggi ca-mion e veicoli industriali di-spongono già di queste stru-

mentazioni, che però regi-strano esclusivamente quei datisensibili da un punto di vistasanzionatorio, e quindi nonsempre utili ai nostri fini».

Quali sono le realtà con lequali collaborate maggior-mente nello svolgimentodella vostra attività?«Operiamo in stretta sinergiacon Procure della Repubblica,Tribunali, studi legali eaziende pubbliche e private.Siamo infatti attivi non solonel campo dell’infortunisticastradale, ma anche in quellodell’infortunistica aziendale.Lo studio svolge inoltre analisiforensi su calcolatori, per il re-cupero di dati cancellati e filecriptati, così come esegue in-dagini volte a ricercare le cause

di incendi ed esplosioni, graziesoprattutto all’esperienza ma-turata nel settore da mio padreMario che per molti anni èstato titolare della Cattedra di“Tecnica della combustione”presso la Facoltà di Ingegneriadell’Università di Genova».

Quali sono, infine, le pro-spettive e gli obiettivi futuridello studio?«Il costante aggiornamento,non solo tecnologico, è un ele-mento indispensabile per poterrimanere al passo con i tempi.Per questo frequentiamo rego-larmente seminari e corsi d’ag-giornamento, perché solo at-traverso lo studio avremo lapossibilità di migliorarci percontinuare a offrire un serviziocompleto ed efficace».

Marco Sartini

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 205

❝~

Il metodo migliore per poter eseguireuna consulenza tecnica precisa ed esaustivaè rappresentato dalla raccolta di datidirettamente sul posto

Page 144: Dossier Liguria 10 2011

TURISMO

206 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Insostenibili ritardi infrastrutturaliAumentano gli arrivi

dei turisti in Ligu-ria (1.269.000) escendono le pre-

senze (3.934.000), rispetto al2010, mentre si accorcia la du-rata della vacanza media dauna settimana a 3-4 giorni dipernottamento, con una per-dita di fatturato da parte dellestrutture ricettive attorno al5%. A incidere sul bilanciodella stagione 2011 s’è ag-giunto anche il maltempo nelmese di luglio e nella primametà d’agosto, oltre a una mi-nore presenza di italiani col-mata in parte dal movimentodegli stranieri sul territorio,vera conferma dell’estate, conun incremento negli ultimicinque anni del 4% rispetto al2% a livello nazionale. Per laprima volta in regione, il rap-porto tra la presenza turisticadegli stranieri e dei connazio-nali è passato dal 30% al 35%di stranieri su 100 turisti. Ascegliere la vacanza in Liguria,sono tedeschi, svizzeri, au-striaci, francesi e inglesi, maanche turisti provenienti dadestinazioni più lontane,come gli Stati Uniti e l’est eu-ropeo che si sono diretti so-prattutto nel levante ligure enelle Cinque Terre, con unabuona presenza di russi nelPonente ligure. È con l’avvento della bassastagione che gli operatori delsettore temono, tuttavia, pos-sibili ricadute e per rilanciare

l’offerta turistica gli enti localivalutano di investire in in-verno una parte delle risorsepreviste per iniziative da de-stinare alla prossima prima-vera. «La nostra categoria sitrova in apnea, aggrappataalla speranza di essere ascoltatida chi ha davvero in mano leleve del turismo» affermaAmerico Pilati, presidente diFederalberghi Liguria. Lachiusura di alcune strutturenei prossimi mesi potrebbe ri-flettersi pericolosamente sul-l’occupazione, così come la

cancellazione dei ponti festiviandrebbe a incidere per mi-lioni di euro sui fatturati de-gli addetti ai lavori.

Si chiude la stagioneestiva 2011. Qual è il bilan-cio complessivo degli alber-gatori?«È stata una stagione senzalodi e senza infamie. L’anno fi-nirà con percentuali non cosìnegative in termini di pre-senze ma se, invece, ci si con-centra sul peso che esse hannonell’industria turistica del ter-ritorio, allora il dato è senza

«Temiamo percentuali ancora negative per l’inverno e la primavera,

non essendoci attrattive e collegamenti sul territorio in grado

di stimolare i flussi turistici». Le proposte per scongiurare

l’isolamento nel punto di Americo Pilati

Elisa Fiocchi

A destra,

Americo Pilati,

presidente

di Federalberghi Liguria

Page 145: Dossier Liguria 10 2011

Americo Pilati

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 207

nenza di turisti rispetto a Sa-vona e Imperia, che sono per-lopiù tappe di passaggio perpochi giorni di permanenza».

Tra luglio e agosto il turi-smo ha avuto ritmi e flussimolto differenti. «Va precisato che mentre lu-glio è contraddistinto dal tu-rismo straniero, agosto è ilmese classico per le partenzedegli italiani. Nel complesso,il calo di presenze nazionali siattesta attorno al 20% mentregli stranieri aumentano del10-15% in luglio. I russi e itedeschi raggiungono ancheil 20%, con una discreta pre-senza di svizzeri, belgi e olan-desi. Agosto si preannunciavaun mese bruttissimo ed effet-tivamente lo è stato per iprimi quindici giorni. Dopo-dichè, l’ondata di caldo hacome risvegliato il turismoitaliano che si è mantenuto abuoni livelli anche nelleprime due settimane di set-tembre, salvando così un av-vio disastroso».

Che cosa manca al terri-torio ligure per attiraremaggiori flussi turistici?«Ho identificato la grandedifficoltà della Liguria in un

documento dal titolo “Ac-cessibilità al territorio”. Inassenza di treni validi e inpresenza di un aeroportocon pochi voli e di un auto-strada infelice, la Liguria èdestinata a restare isolata.Sarebbe come pensare di fareturismo a Cortina d’Am-pezzo in mancanza di neve oin Sardegna senza traghetti eaeroporto. Stiamo pagandoun ritardo sulle infrastrut-ture che ora è diventato in-sostenibile».

Con quali interventi laLiguria può tornare al cen-tro del turismo italiano estraniero?«Chiediamo che siano imple-mentati i voli per l’aeroportoColombo nel 2012, così damigliorare i collegamenti contre nuove destinazioni: Am-burgo, Copenaghen, Zurigoe qualche volo dalla Russia.Oggi in Liguria si contano1.400 alberghi mentre ven-t’anni fa erano duemila. San-remo? È passata da duecentoa quaranta strutture. Nonvogliamo chiudere altri al-berghi e faremo di tutto perdifendere la stagionalità e inostri collaboratori».

dubbio negativo. I prezzi ac-cattivanti e gli sconti messi inatto dagli albergatori per atti-rare i turisti hanno inciso sulfatturato del singolo per il10% circa, in più da novembrea giugno il mal tempo ha “bru-ciato” la maggior parte deiweekend. Comunque, sonobuoni i risultati ottenuti perLa Spezia, Tigullio, Genova ele Cinque Terre, dove tro-viamo una maggiore perma-

��

I prezzi accattivanti e gli scontimessi in atto dagli albergatori perattirare i turisti hanno abbassato il fatturato del singolo del 10%

L’incremento dei turisti stranieri

in Liguria negli ultimi cinque anni

STRANIERI4%

La perdita di fatturato

delle strutturericettive

ALBERGHI-5%

Page 146: Dossier Liguria 10 2011

208 • DOSSIER • LIGURIA 2011

È una componente fondamentale per lo sviluppo del territorio, «non da oggi, ma da sempre»

commenta l’esponente del Pdl Roberto Bagnasco. Deluso dall’esito di Eurobike,

chiede ora la cancellazione dell’agenzia “In Liguria”: «Troppi costi e sovrastrutture»

Elisa Fiocchi

Turismo: male la promozione

Roberto Bagnasco,

consigliere del Pdl

Liguria

«La promozionedel territorio edel turismovanno affron-

tati in maniera organica, bastasprecare soldi pubblici permantenere carrozzoni inutili».A puntare il dito contro il si-stema turistico in Liguria è ilconsigliere regionale del PdlRoberto Bagnasco che, assiemeal collega Matteo Rosso, chiedel’immediata chiusura del-l’agenzia In Liguria dopo la di-sorganizzazione andata in scenaalla manifestazione Eurobike,in Germania. In una lettera in-dirizzata al presidente dellacommissione Attività produt-tive, Bagnasco chiede che sianoaffrontate al più presto le que-stioni connesse alla promo-

zione turistica del territorio.Quanto avvenuto in Germa-nia è solo la punta evidente diun iceberg, sostiene il consi-gliere del Pdl: «La disorganiz-zazione che regna sovrana nellagestione del sistema turisticoligure è l’elemento sintomaticodell’incapacità di questa am-ministrazione che ha dimo-strato nella vicenda tutta la suainadeguatezza». Oltre a pro-porre un turismo struttural-mente più snello, Bagnascopensa a un’offerta turistica dasostenere annualmente all’in-terno di un albo delle inizia-tive. «Potrà scontentare chi nonvi entra ma al tempo stesso, sel’albo è condotto con traspa-renza e intelligenza, diventa piùserio avere una programma-zione generale della Liguria coniniziative di massimo rilievo».Dal Festival di Sanremo aicampionati del mondo di ci-clismo: tutte le proposte perdare nuovo smalto alla regione.

Per quali motivi ha chiestol’immediata chiusura del-l’agenzia In Liguria? «I suoi costi sono assoluta-mente non corrispondenti airisultati. L’assessore Berlangieri,a tal proposito, ci ha risposto inmaniera diversa. Siamo, invece,convinti che le strutture all’in-

terno dell’assessorato siano piùche sufficienti per offrire lestesse risposte ma con costi di-versi e crediamo quindi chequesti enti e sovrastrutturesiano i primi a dover essere can-cellati».

Il dibattito si è aperto dopol’esito della manifestazioneEurobike in Germania. «La partecipazione non è statadegna del livello della nostraregione e i nostri soldi dob-biamo spenderli al meglio. Peresempio attraverso le struttureinterne dell’assessorato chehanno maturato da anni unaprofessionalità tale da poter ri-spondere benissimo a questeesigenze senza il bisogno di al-tre sovrastrutture. Il confrontocon Berlangieri si mantiene co-munque costruttivo, smor-zando ogni polemica. Io stessogli ho dato atto di alcune scelteintelligenti, come quella in fa-vore della proposta dei collega-menti aerei. Non possiamo fareturismo nel 2011 senza avereun aeroporto. Qualcosa è statofatto, ma manca ancora il col-legamento verso le riviere diponente e di levante».

Cosa dovrebbe fare a que-sto punto la Regione?«Nelle questioni indipendentidai soldi, dove ci sono le possi-

TURISMO

Page 147: Dossier Liguria 10 2011

Roberto Bagnasco

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 209

bilità di intervenire senza costi,la Regione deve prendersi delleresponsabilità. Sono due anni,ad esempio, che si parla dinuovi centri congressi ma oggidi concreto non c’è nulla. Nonchiediamo che la Regione sene assuma i costi di costru-zione ma che sia di stimolonella realtà in cui il centro saràpoi edificato».

Oltre al centro congressi,di quali altri rinnovamentinecessita il territorio per ri-lanciare il turismo?«Si parla di campi da golf e

personalmente, da ex sindacodi Rapallo, vorrei che la strut-tura che appartiene alla Re-gione fosse ampliata da 18 a 27buche, esiste un piano regola-tore che lo consentirebbe. LaRegione, a cui non sono chie-sti soldi, dovrebbe fare datraino e non stare a guardare.Ci sono poi altre situazioni chelasciano perplessi e servirebbeun impegno riguardo alle no-stre strutture balneari. C’è unalegge europea in proposito, manon possiamo arrivare alla suascadenza senza aver fatto scelte

importanti. Un altro passo im-portante riguarda il migliora-mento delle strutture alber-ghiere. La Liguria è indietroper un fatto storico: essendoarrivata molto prima nel turi-smo di altre realtà italiane,sono presenti strutture più ob-solete e datate. Bisogna avere ilcoraggio, qualora ci siano gliestremi, di favorire una riqua-lificazione di queste strutture.Ma non esiste ancora una revi-sione della normativa che con-sente a questi alberghi di at-tuare dei miglioramentistrutturali».

Dopo la chiusura della sta-gione estiva da dove si deveripartire?«Dobbiamo essere più compe-titivi e aggressivi. Noi viviamosul fatto che siamo vicini aigrandi centri del Nord Italia esiamo facilmente raggiungibili,ma non possiamo guardaresolo a questo tipo di turismo.La stagione 2011 ha registratouna diminuzione delle pre-senze e un aumento degli arrivie ha chiuso sul piano della suf-ficienza. La nota positiva è rap-presentata dagli stranieri, unmercato che avevamo persocompletamente. In questocaso, vanno forniti maggioristrumenti perchè è un turistaabituato ad essere incanalato eseguito, a differenza dell’ita-liano che tende a usufruiremeno dell’organizzazione delterritorio. Dobbiamo, anche inquesto senso, offrire rispostediverse».

La percentuale di turisti stranieri

in Liguria su centopersone

STRANIERI35%

Page 148: Dossier Liguria 10 2011

nostra posizione a 200 m soprail livello del mare è a poca di-stanza dalle spiagge ed al con-tempo ci protegge dalle forti ca-lure estive. Siamo in totalearmonia con la natura, perché lenostre casette monopiano – bi-locali e trilocali con arredi, ter-razzo, giardino e ingressi indi-pendenti –, appena unaquarantina, sono sparse su unterreno di oltre 20mila mq». La struttura combina i vantaggidel residence con i più classiciservizi alberghieri. «Ogni ap-

Il 2011 è stato un annopositivo per il turismo eu-ropeo in genere e nellospecifico anche per quello

italiano, probabilmente a causadel fatto che molti turisti sonostati scoraggiati dall’instabilitàdel Nord Africa a raggiungere leclassiche mete a basso costo diEgitto e Marocco. Una consi-stente parte dei turisti che soli-tamente preferisce le regioniesotiche ha quindi optato perlocalità più tranquille, ma nonmeno attraenti. Una di questelocalità, che ha registrato unbuon livello di presenze durantela trascorsa stagione estiva, sitrova in Liguria. «Il nostro resi-dence si trova sulla collina diCogoleto, tra Varazze ed Aren-zano. Da qui si gode della stu-pefacente vista del golfo di Ge-nova fino al promontorio diPortofino e del paesaggio in-cantevole delle Alpi liguri». Conqueste parole Luisa Smiraglia,General Manager del ResidenceVilla Beuca, descrive lo scenarionel quale si colloca la strutturache dirige. «Siamo all’interno del ParcoNaturale Regionale del Beuca,che si estende per oltre 9mila et-tari e confinanti con l’ingressodell’orto botanico di Cogoleto,che contiene le piante tipichedella Macchia Mediterranea. La

Residence

Villa Beuca,

Cogoleto (GE)

www.residencevillabeuca.com

partamento ha un angolo cot-tura ed è quindi indipendente,mentre, su richiesta offriamo ilservizio di prima colazione o diconsegna quotidiana di pane,brioches e latte fresco oltre allapulizia giornaliera delle camere.Inoltre, per quanto riguarda glispazi comuni, abbiamo unapiscina con idromassaggio chesi affaccia su un panoramamozzafiato, una sala giochi peri più giovani, terrazze eliotera-piche ed un bar in terrazza perle feste nelle calde sere d’estate.

I paesaggi collinari e il mar Ligure hanno ancora molto

da offrire per attrarre i turisti. Luisa Smiraglia illustra

le bellezze del golfo di Genova e fa un bilancio

dell’ultima stagione estiva

Salvatore Cavera

Una prospettiva sul turismo ligure

212 • DOSSIER • LIGURIA 2011

TURISMO

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molto per rendere il nostro BelPaese maggiormente ricettivo.«La nostra splendida Costa Li-gure, potrebbe, anzi, dovrebbe,sull’esempio della Costa Az-zurra, con nuovi investimentied una rinnovata organizza-zione, trasformarsi in un Parcovacanze ed attrarre così ancheun turismo giovane, e soprat-tutto, per tutti i mesi del-l’anno».

A breve aprirà un centro be-nessere. Il breve tratto di strada pano-ramica, che collega Villa Beucaa Cogoleto, può anche esseretranquillamente percorso apiedi. «Una delle assolute parti-colarità della posizione della no-stra struttura è quella di trovarsinel punto di incontro fra unpaesaggio marittimo ed uno al-pino, il che dona anche un’af-fabulata sensazione di astra-zione dal resto mondo, purconservando una particolare di-mensione umana. Con unbreve viaggio – venti minutid’auto da Genova ed un’ora etrenta da Milano – si può rag-giungere un vero paradiso». La località raccoglie l’apprezza-mento non solo del turismo in-terno, ma anche di quelloestero. «Fino a quindici anni faquesta zona era detta il “villag-gio degli olandesi”, data la loroforte presenza. Ora, dopo unperiodo di assenza, sono tornati

in massa, insieme a tedeschi esvizzeri. In generale, nei mesidi luglio e agosto abbiamo so-prattutto famiglie con bambini.Le coppie preferiscono invecela primavera e l’autunno. Il no-stro residence è oltretutto un’ot-tima base di appoggio per chivuole visitare Montecarlo, leCinqueterre, Milano e il Pie-monte. Per chi ama il golf, poi,nelle nostre vicinanze abbiamoben due campi, quello di Aren-zano (a 9 buche) e il Golf San-t’Anna (campo a 18 buche).Inoltre, Villa Beuca si trovaspesso ad accogliere una clien-tela business, soprattutto im-piegati di aziende straniere chedevono sostare per lunghi pe-riodi a Genova e desiderano alritorno dal lavoro ritrovareun’oasi di pace e tranquillità».Nonostante il successo generaledi presenze per le mete italianenel corso dell’ultima stagione,Luisa Smiraglia è fortementeconvinta che si possa fare ancora

Luisa Smiraglia

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 213

❝~

La nostra splendida Costa Ligure potrebbe, sull’esempiodella Costa Azzurra, trasformarsi in un Parco vacanze e attrarrecosì anche un turismo giovane per tutti i mesi dell’anno

Il numero delleabitazioni

monopiano di VillaBeuca sparse suuna superficie di

20mila mq

CASE45

Page 150: Dossier Liguria 10 2011

XXXXXXXXXX

226 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RISCHIO IDROGEOLOGICO

L’assessore regionale all’Ambiente

Renata Briano illustra le difficoltà attuali

nella difesa del territorio dal rischio

idrogeologico: «Gli interventi

di carattere strutturale non sono

più perseguibili. Occorrono azioni

di informazione, conoscenza

e controllo del territorio»

Riccardo Casini

Protezione civile (e di cui 7destinati alle urgenze), nesono stati già erogati 5. Altri45 milioni di euro, destinatiper decreto dal governo, sonoarrivati invece lo scorso mesedi agosto, mentre gli ultimi 45sono previsti per il 2012. In-sieme a Burlando in quell’oc-casione era presente ancheRenata Briano, assessore re-

Nelle scorse setti-mane è stato lostesso presidentedella Regione, in

qualità di commissario per lagestione degli interventi, a fareil punto sull’utilizzo delle ri-sorse destinate alle zone col-pite dall’alluvione dell’ottobre2010. Dei primi 10 milioni dieuro, ricevuti già allora dalla

Senza risorse è necessariala prevenzione

Renata Briano, assessore regionale all’Ambiente. In apertura e nella pagina a fianco, alcune immagini dei danni provocatidall’alluvione dell’ottobre 2010

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 227

Xxxxxx XxxxxxxxxRenata Briano

gionale all’Ambiente e svi-luppo sostenibile, che oggi fail punto sull’assetto del terri-torio ligure.«Gli eventi alluvionali chehanno colpito la regione –spiega – hanno messo a duraprova il nostro territorio. Difronte a una situazione moltodifficile, c’è stata un’impor-tante e coesa reazione da partedi tutte gli interlocutori coin-volti a livello locale e regio-nale, che con determinazionesi sono impegnati per otteneredal governo una risposta con-creta in termini di risorse ne-cessarie. Con il decretoMilleproroghe abbiamo otte-nuto un primo stanziamentodi 45 milioni di euro per il2011 e ulteriori 45 sarannoresi disponibili nel corso del2012: un finanziamento com-plessivo di 90 milioni che vaad aggiungersi ai 10 prece-dentemente messi a disposi-zione dallo Stato. Bisogna,però, tenere conto che i dannisegnalati ammontano a circa300 milioni di euro».

Come è stato possibile ri-solvere questa discrepanza?«È stato necessario darci dellepriorità attraverso una strut-tura organizzativa ad hoc cheha censito i danni ripartendolitra pubblico, privato ed eco-nomico. Sono state da subitoavviate le attività più urgentidi messa in sicurezza e, in se-guito, sono stati individuati icriteri prioritari: eliminazionedei pericoli e ripristino deiservizi essenziali per quantoriguarda gli interventi pub-blici, aiuti ai cittadini evacuatie a chi ha avuto le abitazioni

distrutte o danneggiate e so-stegno alla ripresa delle atti-vità produttive. Il passaggiosuccessivo è stato quello di de-finire le modalità di inter-vento. Le risorse sonofinalmente disponibili e pre-sto potremmo erogarle. Restaancora aperta la richiesta, pre-sentata al governo, di rivalu-tare i massimali concedibiliper i danni alle abitazioni,che, stabiliti in 30mila euro dicontributo massimo, risultanoin molti casi insufficienti. In-fine, un aspetto che mi premesottolineare è che destineremouna parte importante delle ri-sorse per la messa in sicurezzadefinitiva».

L’erogazione dei fondi daparte del governo è stata alcentro di diverse polemicheriguardanti il loro ritardo.Cosa sta facendo la Regioneper accelerare le procedure?«Nei mesi scorsi, in attesa del-l’effettivo stanziamento, oltrea sollecitare continuamente ilGoverno, con il presidentedella Regione abbiamo lavo-rato per farci trovare pronti.La prima tranche prevista dalMilleproroghe è arrivata adagosto. Entro il mese di set-tembre i 45 milioni stanziatiper il 2011 saranno tutti de-stinati. Ci stiamo compor-tando allo stesso modo per lerisorse che arriveranno nel2012, cercando di condivi-dere progetti e interventi inanticipo con tutti i soggettiinteressati per evitare qualsiasiritardo».

Il consigliere regionaleEzio Chiesa ha recente-mente invitato la Regione a

snellire la burocrazia perquanto riguarda la puliziadegli alvei. Può essere unasoluzione?«La semplificazione burocra-tica è una delle linee priorita-rie che presidente e assessoriregionali, ciascuno per le pro-prie competenze, perseguonocon convinzione. Nel meritodella pulizia degli alvei, lalegge regionale 4 del 1999prevede già, nel caso di inter-venti di manutenzione idrau-lica ordinaria eseguiti da entilocali, l’applicazione di dero-ghe autorizzative orientate inquesta direzione. La manu-tenzione del territorio rappre-senta uno strumentofondamentale per la riduzionedel dissesto idrogeologico edel conseguente rischio perpersone, cose e patrimonioambientale. L’amministra-zione regionale ha da sempreprestato una costante atten-zione a tali temi sia attraversola programmazione triennalein materia di difesa del suolo,

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Oggi, a fronte di una riduzione delle risorse,il rischio idrogeologico è cresciuto

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228 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RISCHIO IDROGEOLOGICO

sia destinando il 70% delle ri-sorse derivanti dai canonidelle concessioni del demanioidrico a interventi in materia.Al fine di dare maggiore effi-cacia a queste misure, è statocostituito un tavolo tecnicocon le Province per definiremetodologie uniformi e con-divise per l’elaborazione diprogrammi di manutenzioneordinaria».

Il dissesto idrogeologicocostituisce, non certamenteda oggi, uno dei problemiprincipali della Liguria,dove il 70% dei Comuni ri-sulta a rischio. Cosa è possi-bile fare oggi in termini diprevenzione? «Ci troviamo in una fase incui, a fronte di una dramma-tica riduzione delle risorse di-sponibili, il livello di rischioidrogeologico è cresciuto acausa degli eventi meteorolo-gici e del dissesto del territo-rio. In tale quadro è necessariomodificare le strategie di in-tervento soprattutto in riferi-mento alla prevenzione. Nelpassato, nella maggior parte

dei casi, il rischio poteva es-sere mitigato da interventi dicarattere strutturale che oggi,purtroppo, non sono più per-seguibili soprattutto a causadella scarsezza delle risorseeconomiche. Dobbiamo per-ciò ragionare su un’azionepreventiva maggiormente ca-pillare e incisiva che si devesviluppare attraverso azioni diinformazione, conoscenza econtrollo del territorio».

Quali progetti ha la Re-gione in proposito?«Per quanto riguarda l’infor-mazione nei confronti dellacittadinanza, la Regione staimplementando i propri ser-vizi cartografici on line, met-tendo a disposizione di tutti icittadini le mappature dellapericolosità per frana e peresondazione. Per quanto ri-guarda il controllo del territo-rio stiamo invece sviluppandouna rete regionale di monito-raggio dei versanti, denomi-nata “Remover”, che consistenella messa a sistema di granparte degli strumenti di con-trollo delle frane distribuiti

sul territorio tramite unabanca dati cartografica. Talistrumenti vengono controllatiperiodicamente da tecniciArpal e i risultati delle letturevengono poi resi disponibilitramite il portale cartograficoregionale. Ma sono stati ancherivisti i meccanismi di pro-grammazione delle risorseeconomiche per gli interventidi difesa del suolo, rendendopossibile il finanziamento diattività di studio e di monito-raggio propedeutiche alla pro-gettazione di eventualiinterventi strutturali. Un altroprogetto di controllo del ter-ritorio sul quale stiamo lavo-rando è poi l’interferometriaradar satellitare».

Di cosa si tratta?«È una tecnica innovativa, svi-luppata in Italia dal Politec-nico di Milano che, attraversolo studio di immagini acqui-site da satelliti, consente di re-gistrare con buona precisionegli spostamenti a terra di og-getti-bersaglio, come peresempio edifici o rocce. In-fine, il monitoraggio dellefrane, ove non sia possibile in-tervenire per fermarle, con-sente di verificarne il decorso,accertando che il rischio nonaumenti nel tempo e, nel casoin cui ciò avvenga, cercandodi intraprendere le azioni ne-cessarie per la salvaguardiadella popolazione».

Le risorsecomplessivamente

ottenute dallaRegione per

l’alluvione dell’ottobre2010, corrispondenti

a un terzodell’ammontare

dei danni segnalati

EUROmln

La percentuale di Comuni liguri

che ha adottato pianiurbanistici in cui siano

presenti vincoliall’edificazione

delle aree a rischioidrogeologico

secondo l’ultimorapporto “Ecosistema

a rischio” di Legambiente

COMUNI79%

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Page 153: Dossier Liguria 10 2011
Page 154: Dossier Liguria 10 2011

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230 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RISCHIO IDROGEOLOGICO

Il presidente dell’Ordine regionale Giovanni Scottoni chiede più ascolto: «Noi le soluzioni

ai problemi le abbiamo». E sulla Liguria dice: «La fragilità del territorio è nota ma l'intervento

dell’uomo ha localmente influito in modo negativo»

Riccardo Casini

Maggiore coordinamento tra geologie pubbliche amministrazioni

In regione sono 478 (con-tro i 585, ad esempio, delPiemonte) e hanno unamedia di 44 anni. Questa

la fotografia più recente delCensis che ritrae il mondo deigeologi liguri. Un mondo forsepoco noto, e che sicuramentechiede maggiore ascolto, in par-ticolare proprio da parte dellepubbliche amministrazioni.Giovanni Scottoni, presidentedell’Ordine regionale dei geo-logi, si era fatto portavoce qual-che mese fa di questa istanza,lamentando la mancanza di unorgano di coordinamento trageologi ed enti pubblici. «La-

mentiamo – precisa oggi –una generale e diffusa

mancanza o carenzadi colleghi nellepubbliche ammini-strazioni, e ciò nonci permette dimettere al servi-

zio della comunità le nostreprofessionalità. Pensiamo cheun “vero” Servizio geologico re-gionale, trasversale e autonomorispetto ai vari dipartimentidella Regione, sia la prima ri-sposta corretta alle necessità delterritorio».

Le necessità sono note. Ildissesto idrogeologico costi-tuisce infatti uno dei pro-blemi storici della Liguria.Ma quali sono le cause? Cheruolo ha avuto negli anni l’er-rato sfruttamento del territo-rio? In che misura si è ag-giunto a una sua fragilitànaturale?«La fragilità del territorio ligureè nota e legata principalmentealla sua intrinseca costituzione.L’intervento dell'uomo ha lo-calmente influito in modo ne-gativo sull’assetto idrogeologicodel territorio, andando soprat-tutto a modificare il fluire delleacque che scorrono in superfi-cie e di quelle che si infiltranonel terreno. Il fatto poi di cer-care nuove aree insediabili haportato a costruire in zone idro-geologicamente fragili nonsempre migliorandone la situa-

zione. In sostanza, le cause sonoda ricercarsi nella costituzionegeologica, nell'intensità e quan-tità di precipitazioni, nella noncorretta regimazione delle ac-que, nella scarsa manutenzionedei corsi d’acqua e nell’abban-dono delle campagne. L’erratosfruttamento del territorio hacausato l’innesco di eventi fra-nosi che altrimenti, forse, nonsi sarebbero verificati; la fragilitànaturale del territorio, la man-canza di monitoraggio e curadei corsi d’acqua, dei boschi edei versanti sono le principalicause del dissesto».

Come valuta attualmentel’operato della Regione inmateria di tutela del territo-rio? Come sta investendo ifondi attualmente a sua di-sposizione?«Purtroppo, come lamentatoanche recentemente dal presi-dente del Consiglio nazionaledei geologi, gli enti stannoagendo solo in termini di emer-genza e mai di prevenzione;questo comporta anche costienormemente superiori a ca-rico della comunità. Manca as-solutamente un vero servizio

Giovanni Scottoni,

presidente dell’Ordine

dei geologi della Liguria

Page 155: Dossier Liguria 10 2011

Xxxxxx Xxxxxxxxx

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 231

Giovanni Scottoni

geologico con il quale si possainteragire fattivamente: noi lesoluzioni ai problemi le ab-biamo, continuiamo ad aspet-tare di venire ascoltati».

Quali sono queste solu-zioni? Cosa è possibile fareper prevenire rischi in fu-turo?«Un primo esempio è quellodella bozza di convenzione chestiamo approntando per inse-

rire i geologi nelle operazioni diprotezione civile in caso diemergenza, per poter dare ilnostro contributo in caso didissesto idrogeologico e terre-moto. Poi stiamo cercando disottoporre alla Regione Liguriaun documento di proposta dilegge regionale che determini icontenuti minimi di una rela-zione geologica per la preven-zione sismica e il dissesto. Si-

curamente un controllo capil-lare del territorio, operato dachi nel territorio già ci lavora,può essere una soluzione: gliesempi positivi dei “presidi geo-logici” operati a Sarno sono ladimostrazione della bontà dellenostre proposte».

Crede quindi che si trattidi una soluzione applicabileanche alla Liguria?«La riproposizione dei presidisu scala nazionale sicuramenteè una delle soluzioni auspica-bili. Poi pensiamo che dovreb-bero essere promulgate norma-tive a livello regionale inerentila regimazione delle acque, an-che in fase di progetto, an-dando a verificare se il terrenoè in grado di smaltire o assor-bire i quantitativi d’acqua chericadono sul medesimo. Inol-tre, i piani di bacino andreb-bero aggiornati e dovrebberoessere predisposti dei piani diprogrammazione in tema dimanutenzione».

��La fragilità del territorio ligure è nota

e legata principalmente alla suaintrinseca costituzione

Page 156: Dossier Liguria 10 2011

GESTIONE DELLE RISORSE IDRICHE

232 • DOSSIER • LIGURIA 2011

L’acqua è un bene pre-zioso. Il suo valoredipende dalla sua di-sponibilità, come

anche il suo prezzo. In moltearee del mondo, soprattutto neiPaesi in via di sviluppo e in Me-dio Oriente, al problema dellascarsità si somma quello dellamancanza di un’infrastrutturache non solo distribuisca l’ac-qua, ma che permetta anche uncontrollo sui consumi e altempo stesso ne scoraggi un usosconsiderato. Cercando la solu-zione per risolvere i problemilegati ai costi e alla gestionepubblica della fornitura idrica

per l’irrigazione in agri-coltura, un’azienda ita-liana ha ideato e bre-vettato un sistema checonsente di controllareil consumo e anche diprepagare la quantità diacqua necessaria e uti-lizzare solo i metri cubirichiesti. Questo si-stema è stato progettatoe realizzato da Tecni-dro, azienda che si oc-cupa della produzione

di valvole automatiche, idranti econtatori. Alberto Lodolo, ge-neral manager della società,spiega come questo prodotto liha portati a esportare in tutto ilmondo: «I mercati dove stiamocostruendo nuove infrastruttureper l’agricoltura sono quellidove è più forte la necessità dirisparmiare l’acqua. Questo per-ché abbiamo inventato unnuovo sistema per fornire l’ac-qua di irrigazione ai contadini:si tratta di un idrocontatore. Èla combinazione di una valvolae un contatore e funziona con lostesso meccanismo di una cartaprepagata. Prima, in Europa,l’ente pubblico, anziché con-teggiare i consumi, si faceva pa-gare a ettaro. Ma senza nessuncontrollo effettivo, l’ente si ri-trovava sempre in perdita.Adesso, grazie all’idrocontatoreogni contadino paga soltantoper quello che consuma – il co-sto dell’acqua è naturalmenteinferiore a quello della forniturapotabile per l’abitazione».

Questo sistema è diventatoanche un incentivo per unconsumo più responsabile?

Risparmio idrico,con la fornitura prepagataAcqua per l’irrigazione. Dal pagamento per ettari a quello a volume. Un passo avanti

verso il risparmio di un bene non rinnovabile. Alberto Lodolo illustra il sistema

che permette una migliore gestione delle risorse idriche destinate all’irrigazione

Salvatore Cavera

«Certamente. Si stabilisce che icontadini che dipendono da undeterminato invaso, hanno adisposizione una determinataquantità di acqua, calcolata perquello che dovrebbe essere unutilizzo ottimale. Nel caso icontadini ne consumino oltretale quota, pagano una sovrat-tassa. In questo modo si incen-tiva a risparmiare attraverso unsistema equo. Ovviamente al-l’inizio ci sono state delle resi-stenze al cambiamento. Però,con l’aumento dei costi dipompaggio, pagare a volumepiuttosto che a ettaro è dive-nuto conveniente. Soltanto inItalia abbiamo già venduto44.000 idranti di questo tipo,fra automatizzati ed elettronici,che funzionano per dieci annicon una pila, senza bisogno dicollegamento elettrico».

Dunque questo prodottoha rappresentato perl’azienda uno slancio verso lacrescita.«Ci ha dato un buon margine epermesso di fare dei passi inavanti. Inizialmente vendevamol’idrocontatore solo in Italia,

Alberto Lodolo,

general manager di

Tecnidro Srl, Genova

www.tecnidro.com

Page 157: Dossier Liguria 10 2011

Alberto Lodolo

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 233

poi abbiamo cominciato aesportarlo. Prima in Grecia,Spagna e Nord Africa, poi an-che nei Paesi emergenti, comeBulgaria, Moldavia. Abbiamoavviato dei grossi progetti inEquador, Arabia Saudita e Ku-wait. Quest’ultimo è una reteda 5.000 punti di erogazionecon una bocchetta ogni 20 et-tari. È una specie di idranteche funziona con una valvolaautomatica che regola la por-tata in modo da uniformarel’erogazione fra tutti gli utenti,come fosse un contatore del-l’acqua».

Quali saranno i prossimimercati verso i quali vi diri-gerete?«Attualmente esportiamo inNuova Zelanda e stiamo valu-

tando di entrare anche in Ro-mania e Marocco, che sta fa-cendo grandi investimenti perl’agricoltura. Abbiamo anchemolti brevetti, italiani, ma an-che europei e mondiali, chepurtroppo non ci hanno messodel tutto al riparo da chi ha pro-vato a copiare la nostra tecno-logia – per questo abbiamo di-verse cause in corso. La sfidaquindi ora è quella di velociz-zare l’innovazione e lo sviluppodi nuovi modelli, anche diffe-renziati nelle dimensioni per lo-calità geografica».

Sotto questo punto di vista,avete delle richieste specifichenei vari Paesi?«Siamo molto versatili nel ve-nire incontro alle richieste deivari enti pubblici, che cambianoda luogo a luogo. In Equador,per esempio, vogliono apparec-chi piccoli, perché hanno pocaacqua; in Arabia Saudita, in-vece, hanno il problema delcaldo e della sabbia salata e vo-gliono apparecchi capaci di re-sistere a quelle condizioni; i te-deschi stanno pensando dicostituire un ente pubblico perdare un idrante ai produttori divino della valle del Reno. Già aInnsbruck ci sono due sistemidi questo genere».

In che modo promuovete ilvostro prodotto?«Partecipiamo a molte fiereagricole in giro per il mondo.Siamo stati in Perù, Argentina,Cile. Tutti gli anni facciamouna fiera in California e in Mes-sico, quest’anno siamo ad Ac-quatech Amsterdam, dovesiamo presenti da vent’anni.Abbiamo esposto anche in Au-stralia, Nuova Zelanda e Russia.Partecipare a questi eventi ci haaperto nuovi canali commer-ciali globali e quindi avvertiamomeno gli alti e bassi nelle ordi-nazioni».

~

I contadini hanno a disposizioneuna determinata quantità di acqua,calcolata per quello che dovrebbe essereun utilizzo ottimale. Così hannoun incentivo a risparmiare questa risorsaattraverso un sistema equo

Page 158: Dossier Liguria 10 2011

Il Gestore dei ServiziEnergetici (Gse) ha re-centemente fornito gliultimi dati sulla produ-

zione di energia elettrica inItalia. Per il 2011, l’apportodelle fonti rinnovabili ha re-gistrato un incrementodell’11,1%, rispetto al 2010,raggiungendo il 22,8% deltotale dei consumi nazionali.Ciò vuol dire che attualmentein Italia un quinto dell’ener-gia consumata è prodotto consistemi che non inquinanol’ambiente. Questo dato, cer-tamente positivo, trova con-ferma anche nelle perfor-mance dei bilanci delle societàspecializzate nell’installazionedegli impianti che sfruttano le

Un’ottima annataper l’energia verde

Nel 2011 un quinto dell’energia nazionale

è stata prodotta da fonti rinnovabili.

Vantaggi per l’ambiente e opportunità per

le imprese. La parola ad Alessandro e

Gabriele Cara, due giovani imprenditori

che hanno puntato su solare ed eolico

Salvatore Cavera

rinnovabili, principalmentesolare ed eolico. Una di questeè la Elettrosistem, una societàdal management giovane cheha saputo inserirsi in un mer-cato destinato a crescere an-cora. La parola a GabrieleCara, amministratore delegatoche gestisce e organizza l’areaamministrativa, commercialee progettuale, e al fratello Ales-sandro, presidente, che si oc-cupa dell’area tecnica, opera-tiva e logistica.

Qual è stata l’evoluzionedella struttura aziendaledalla fondazione a oggi?GABRIELE CARA «Elettrosistemnasce nel 1996 da una miaidea. Inizialmente la forma eraquella della ditta individuale.In seguito, grazie anche al sup-porto di mio fratello Alessan-dro, l’azienda è cresciuta esono cresciuti anche gli obiet-tivi di sviluppo. Ci siamo spe-cializzati dal punto di vistaqualitativo e, aumentandogamma di servizi offerti, il no-stro mercato oltre a tutta laLiguria, si è esteso al Piemonte

e alla Costa Azzurra. Per que-sto nel 2007 ci siamo trasfor-mati in una Srl e abbiamocompletato le nostre compe-tenze nelle energie rinnova-bili».

Come siete arrivati al fran-chising?ALESSANDRO CARA «Per avva-lerci della collaborazione ditecnici professionisti del set-tore elettrico, abbiamo decisodi costituire una strutturacommerciale in franchisingcon il marchio ElettrosistemFranchising Group. I nostritecnici utilizzano le strumen-tazioni più moderne, per ga-rantire sempre qualità ed effi-cienza, com’è certificato dalSistema di qualità Iso9001:2008 (Llyod’s QualityAssurance). Inoltre puntiamocostantemente sull’aggiorna-mento e la formazione, sia dalpunto di vista tecnico che daquello normativo».

Come ha risposto il mer-cato alle vostre scelte?G.C. «Nell’arco di appena treanni il nostro fatturato ha re-

RINNOVABILI

234 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Gabriele Cara,

Ad della Elettrosistem

Srl, di Finale Ligure

(SV). Nella pagina a

fianco, il presidente

Alessandro Cara

www.elettrosistem.net

Page 159: Dossier Liguria 10 2011

gistrato un consistente incre-mento rispetto all’epoca in cuieravamo una ditta individuale.Questo successo ci ha per-messo di consolidare perfetta-mente la nuova struttura e diintraprendere nuove iniziative.Fra queste, lo scorso anno, ab-biamo lanciato Termosistem,in modo da completare i ser-vizi che già offrivamo nelcampo termoidraulico e dellalattoneria in genere. Questopasso è stato possibile grazieall’acquisizione di una societàgià esistente e affermata sulterritorio ligure. Attualmente,grazie a questo potenziamentoaziendale e alla nostra strut-tura articolata, con i nostri duemarchi, copriamo il territoriodi tutto il Nord Italia».

In che modo i servizi cheoffrite sono gestiti dalla vo-stra struttura?A.C. «Ci siamo dati un’orga-nizzazione per reparti, checomprende, al vertice, l’uf-ficio progettazione, nel qualelavorano e collaborano inge-gneri, architetti e periti in-

dustriali; si passa poi all’uffi-cio tecnico, che impiega igeometri di cantiere. Ab-biamo poi un ufficio com-merciale e un ufficio qualità,diretto dal responsabile dellecertificazioni Iso. Ogni re-parto fa capo a una figuraspecializzata che ha anche ilruolo di responsabile, di in-terfacciarsi con i clienti ed èin grado di gestire al megliole commesse di lavoro».

Quali sono i servizi offertida Elettrosistem e qualiquelli di Termosistem?G.C. «Noi ci occupiamo siadella progettazione che dellarealizzazione. Nello specifico,Elettrosistem è impegnatanell’installazione di impiantidi sicurezza antintrusione, vi-deosorveglianza e Tvcc, rile-vazione fumo, reti dati, im-pianti telefonici, elettrici,industriali e civili, sistemi do-motici, automazione di can-celli e porte, climatizzazionecivile, aspirazione polvericentralizzata, linee vita e im-pianti a energie rinnovabili,

come fotovoltaico ed eolico.Termosistem, invece, realizzaimpianti idraulici, impiantitermici, antincendio parteidraulica, climatizzazione in-dustriale, riscaldamento a pa-vimento, solare termico. Na-turalmente, poiché questo èil nostro settore, abbiamo in-stallato nella nostra sede diElettrosistem un impiantofotovoltaico dedicato al fab-bisogno energetico. Grazie aquesto la sede è completa-mente autonoma sia dalpunto di vista elettrico cheda quello del riscaldamento,ottenendo annualmente unbilancio energetico pari azero».

È il fatturato medioannuo di

Elettrosistem Srl

EURO

2,5mln

Alessandro e Gabriele Cara

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 235

Page 160: Dossier Liguria 10 2011

Essere in grado di la-vorare proponendosoluzioni “chiavi inmano”. È questa

l’idea dei fratelli Marco e BrunoLongagna, la cui azienda, laVico, opera da più di qua-rant’anni nell’ambito della di-smissione di impianti indu-striali, bonifiche di sitiinquinati, gestione e smalti-mento rifiuti. «Nell’ottica diampliare il grado di autonomiain relazione agli interventi didecommissioning e offrire unservizio sempre più integrato –spiega Marco Longagna –, nelcorso degli anni abbiamo ac-quisito le caratteristiche profes-sionali e le attrezzature idoneeall’effettuazione di bonifiche dimanufatti contenenti amiantosia in matrice compatta che

friabile». Il risultato è una strutturaaziendale completa e poliva-lente, dotata addirittura di unbinario ferroviario privato, ècollegato alla rete nazionale edè utilizzato sia in occasione dellaricezione del materiale, sia perciò che concerne i conferimentiad impianti di seconda fusione.«In ragione del percorso intra-preso nell’ambito dello smalti-mento dei manufatti conta-minati da amianto – spiega ildirettore tecnico Andrea Negro–, è stato concepito, progettatoe realizzato un impianto fissopermanente, denominato “Area51”, presso la nostra sede diCairo Montenotte, che per-mette di procedere in manierainnovativa all’esecuzione delleprocedure di bonifica».

Innovazioninelle procedure di bonificaDallo smaltimento di amianto

alla dismissione dei siti industriali, sono

numerose e differenti fra loro le attività

di gestione dei rifiuti. Per chi opera

nel settore è quindi strategico offrire

un servizio integrato, come spiegano

Marco e Bruno Longagna

Amedeo Longhi

Alcune immagini dell’Area 51, lo stabilimento della Vico Srl

di Cairo Montenotte (SV)

www.metalferro.com

236 • DOSSIER • LIGURIA 2011

Page 161: Dossier Liguria 10 2011

«La realizzazione dell’“Area 51”– prosegue Negro – ha costi-tuito un’integrazione logica econsequenziale al fine della rea-lizzazione di un progetto“chiavi in mano” relativo alladismissione e allo smaltimentodi impianti e attrezzature e allaconseguente e immediata va-lorizzazione economica dellafrazione recuperabile». L’esperienza maturata in quasivent’anni di progettazione e ge-stione di bonifiche di siti con-taminati è stata determinantenello studio e nella messa inopera di “Area 51”. L’impiantoconsente infatti di svolgere di-rettamente all’interno dellostesso, qualsiasi attività di bo-nifica su manufatti di ogni ge-nere – serbatoi, tubazioni, cal-daie e tanti altri dispositivi –contaminati da amianto, idro-carburi, acidi, basi o altri in-quinanti. «La struttura im-piantistica – aggiunge Negro –ha dimensioni tali da poter ac-cogliere qualsiasi manufattotrasportabile anche in condi-zioni di eccezionalità ed è statastudiata e costruita in modo dariprodurre tutte le condizionidi sicurezza relative alle diversemetodologie operative di bo-nifica eseguite direttamente dalpersonale specializzato. Sonotenuti da conto anche gliaspetti riguardanti le possibili“emergenze progressive” che incondizioni normali di bonificaon site devono necessariamenteessere prese in considerazione,come ad esempio le condizionioggettive dell’impianto, la si-

tuazione metereolo-gica, le garanzie sullastaticità delle segre-gazioni, la gestioneacque di lavaggio etanti altri fattori».Ovviamente grandeattenzione è rivoltaalla normativa vi-gente in materia, inottemperanza dellaquale la Vico pos-siede le autorizza-zioni relative al trasporto di tuttii manufatti contaminati ripor-tanti i Cer presenti nell’auto-rizzazione per l’impianto “Area51”. La filiera si completa con lagestione totale dei rifiuti deri-vanti dalle operazioni di boni-fica, portando così come previ-sto dal Decreto Ronchi a unariduzione dello smaltimento deirifiuti attraverso a vantaggio delloro recupero e riutilizzo.«La flessibilità della strutturaaziendale e la possibilità di usu-fruire di un circuito oramai col-laudato per quanto riguarda lagestione dei materiali generati amonte e a valle dell’impiantosono elementi che determinanoulteriori vantaggi ecologici, ope-rativi ed economici».Area 51 contribuisce notevol-mente alla riduzione delle quan-tità e dei volumi dei rifiuti de-stinati allo smaltimento, chevengono regolarmente trattatinella loro interezza come pre-vede il CER 170 601, la peri-colosità dei rifiuti stessi e con-sentendo un maggior risparmiodi risorse naturali attraverso ilcircuito chiuso acque di lavag-

gio. «In questa maniera – pre-cisa il responsabile per la sicu-rezza e prevenzione Davide Pi-retto – il manufatto oggetto dibonifica genererà la frazione dimateriale bonificato e recupe-rabile e la sola quota parte dicontaminante destinata allosmaltimento, che rappresentaquasi sempre una componenteminoritaria».La procedura di decontami-nazione dei manufatti conta-minati presso l’impianto Area51, prevede di eseguire le ope-razioni di bonifica più critichedirettamente all’interno dellostesso, predisponendoli e pre-parandoli al successivo tra-sporto mediante interventi mi-rati e puntuali: interventiglove-bag, taglio tronchi di tu-bazione, incapsulamento, con-fezionamento.«Il servizio che proponiamo –concludono i fratelli Longagna– ha dunque il vantaggio di es-sere davvero “chiavi in mano” edi garantire tempi d’esecuzionecontratti, inferiori del 40% ri-spetto alla media, qualità del la-voro, economicità».

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 237

Marco e Bruno Longagna

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EVASIONE FISCALE

244 • DOSSIER • LAZIO 2011

Con la nuova manovra finanziaria ilgoverno punta sulla lotta all’eva-sione fiscale per assicurare alle cassedello Stato le risorse necessarie al

raggiungimento del pareggio di bilancio entroil 2013. E in questo senso rafforza il ruolo deiComuni nell’individuare i redditi occulti, in co-ordinamento con l’Agenzia delle Entrate e conla Guardia di Finanza. L’incentivo? Il bottinorecuperato andrà a rimpolpare le casse comu-nali. Ma non sarà una passeggiata per i Co-muni, che dovranno assumersi interamente icosti dell’organizzazione e delle operazioni dellalotta all’evasione. «A parte la difficoltà di andarea istituire i consigli tributari, condizione ne-cessaria per garantire l’intero gettito ai Co-muni, sicuramente qualsiasi entrata straordi-naria di qualunque importo andrà a rinforzarele esigue casse comunali, duramente colpitedalle recenti manovre finanziarie – commentail segretario generale di Anci Liguria, Pier Luigi

Pier Luigi Vinai, segretario generale di Anci Liguria, guarda con ottimismo al rafforzamento

del ruolo dei Comuni nella lotta all’evasione fiscale. «Ora occorre seguire e potenziare

un doppio binario, informativo e formativo»Michela Evangelisti

Novità normative, una svolta importante

Pier Luigi Vinai,

segretario generale

di Anci Liguria

Vinai –. È essenziale ora che la macchina statalevelocizzi le procedure; se le somme introitateandranno a finire nel calderone romano delministero, i Comuni temono ragionevolmentedi vedere il ristorno in tempi biblici e intem-pestivi rispetto alla necessità di finanziare, at-tingendo a queste risorse, i servizi ai cittadini».La collaborazione dei Comuni con l’Agenziadelle Entrate nella lotta all’evasione fiscale ècomunque già una realtà da alcuni anni.«L’Anci Liguria già nel luglio 2009 ha sotto-scritto un protocollo d’intesa con la direzioneregionale dell’Agenzia delle Entrate per la rea-lizzazione di un progetto di collaborazione inmateria di contrasto all’evasione fiscale, in baseal quale, tra le altre cose, le parti si impegnavanoa costituire un gruppo di lavoro misto al fine diesaminare e individuare soluzioni alle segnala-zioni fornite dai Comuni».

Cosa cambierà, quindi, da oggi?«Fino a oggi ognuno ha agito per sé, senza uncoordinamento reale tra i vari livelli di accerta-mento tributario. Gli enti locali si occupavanosolo delle imposte e tasse loro pertinenti e pa-rimenti agiva il livello nazionale. Siamo in pre-senza di una svolta culturale molto importante:il solo fatto di fare confluire le informazioniparrebbe una cosa scontata e invece è unagrande innovazione. A parte l’istituzione deiconsigli tributari, che quasi nessun Comune haavviato, si deve andare a costruire la coscienzae la consapevolezza della lotta all’evasione nelcittadino e nel funzionario comunale. Si deveandare, insomma, a ricercare la volontà delle

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Pier Luigi Vinai

LAZIO 2011 • DOSSIER • 245

amministrazioni locali di collaborare nella lottaall’evasione, ma si deve sottolineare anche la ri-chiesta di maggiore attenzione a una fiscalitàdavvero equa per tutti i cittadini».

Come si potrà muovere in concreto il Co-mune per scovare gli evasori e in che manieradovrà attrezzarsi?«I Comuni, anche tramite canali informatici,potranno segnalare situazioni potenzialmenteevasive all’Agenzia delle Entrate. Inoltre, per po-tenziare le attività dei funzionari comunali, sidovranno prevedere corsi di formazione per co-loro che saranno adibiti a tali compiti. In Li-guria abbiamo già compiuto passi in questa di-rezione con un’attività sinergica tra Anci,Agenzia delle Entrate e Scuola superiore dellapubblica amministrazione, grazie alla qualesono stati attivati dei corsi formativi ad hoc.

Questo doppio binario, informativo e forma-tivo, è la strada da seguire e potenziare».

L’impressione è quella che nella lotta al-l’evasione, pur in presenza di nuove condi-zioni normative, manchi ancora la condi-zione culturale. Qual è la sua opinione ariguardo?«È sicuramente vero che manca ancora taleconsapevolezza, sia nel cittadino che nel fun-zionario comunale. Tra l’altro, quale dipen-dente comunale si assumerà l’onere di fare la se-gnalazione riguardo l’evasione assumendosenela responsabilità e le eventuali conseguenze?Occorre rendere la procedura operativa ade-guatamente anonima rispetto all’attività deglioperatori. Comunque, non vi è dubbio chesiamo realmente davanti a una svolta culturalepositiva».

��Finora ognuno ha agito

per sé. Il solo fatto di fareconfluire le informazioni è una grande innovazione

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EVASIONE FISCALE

246 • DOSSIER • LIGURIA 2011

«L’attività operativa del co-mando regionale Liguria pro-segue in linea con i trend as-sicurati negli anni

precedenti». Così il generale Flavio Zaniniriassume l’andamento dei controlli anti-eva-sione condotti quest’anno in regione dalleFiamme Gialle. Un’attività la cui portata, al 20settembre, può essere riassunta con alcuni nu-meri: 2.172 verifiche ultimate; recuperi fiscaliper oltre 350 milioni di euro ai fini delle im-poste dirette e 90 milioni di euro ai fini Iva;211 “evasori totali” individuati - soggetti eser-centi attività di impresa completamente sco-nosciuti al fisco -, oltre a 38 “evasori parato-tali”, ovvero soggetti che hanno occultato alfisco più del 50% del loro reale volume d’af-fari; 193 persone denunciate per reati fiscali,di cui 10 tratte in arresto. «Tale ultimo dato –commenta il generale Zanini – risulta di par-ticolare attualità, se si tiene conto che, tra lemisure adottate in sede di manovra, sono statepreviste norme più restrittive per contrastare,proprio con il carcere, l’evasione fiscale».

Quali sono le armi più efficaci a disposi-zione della Guardia di Finanza per scoprire

Con la nuova manovra finanziaria sarà molto più difficile l’utilizzo di beni aziendali a fini privati

per mascherare la propria reale capacità contributiva. Il punto del comandante regionale

delle Fiamme Gialle, Flavio ZaniniMichela Evangelisti

Controllo economico del territorio

Il generale Flavio

Zanini, comandante

regionale della Guardia

di Finanza

gli evasori?«Il nostro principale strumento rimane il co-stante utilizzo dell’attività di intelligence, pro-pria di ogni organo di polizia, opportuna-mente integrata e supportata dal sistematicoricorso alle molteplici banche dati in usoesclusivo al Corpo o nella disponibilità ditutta l’amministrazione finanziaria. La Guar-dia di Finanza poi, a partire dal 2008, si è do-tata di un ulteriore specifico strumento per ilcontrasto all’evasione fiscale e alla criminalitàfinanziaria denominato C.e.te., “controllo eco-nomico del territorio”».

Come funziona questo sistema?«Il sistema, basato su un applicativo informa-tico, punta a rilevare le manifestazioni di ric-chezza sul territorio - possesso di autovetturedi lusso, imbarcazione da diporto e altri beniindicativi di capacità contributiva - per poi va-lorizzare questi elementi informativi sia sottoil profilo fiscale sia per finalità di polizia eco-nomica. In particolare, attraverso la trasmis-sione sistematica, in tempo reale, di dati sugliindicatori di ricchezza riscontrati dalle pattu-glie del Corpo durante i servizi a terra e amare, e mediante opportuni incroci con il piùampio patrimonio conoscitivo della banca datidell’anagrafe tributaria e degli altri archivi a di-sposizione del Corpo, vengono creati elenchidi soggetti con redditi incongrui o spropor-zionati. I reparti territoriali possono cosìorientare l’attività ispettiva nei confronti diquelle posizioni ritenute a rischio».

Ha dichiarato che un importante argo-mento per contrastare l’evasione fiscale, ol-tre a quello che è il comparto sommerso, èanche quello della fiscalità internazionale.Quale lo stato dell’arte sotto questo aspetto?

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Flavio Zanini

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 247

«In linea con le direttive strategiche fissate dalnostro comando generale, anche la Guardia diFinanza della Liguria, oltre a proseguire gliaccertamenti nei confronti di quei soggetti in-dividuati quali detentori di attività finanziarieall’estero non dichiarate, sta assicurando unaparticolare attenzione verso quelle impreseche, pur risultando aver sede in qualche paesea fiscalità privilegiata, di fatto operano e pro-ducono reddito sul territorio nazionale. Sonostate quindi pianificate una serie di verifiche,finalizzate a riscontrare se alcune imprese di di-ritto estero, preventivamente individuate, difatto dispongono di una cosiddetta stabile or-ganizzazione in Italia, intesa quale una sedefissa di affari per mezzo della quale esercitanola propria attività. Nel qual caso, sono tenutea pagare in Italia le imposte calcolabili sul red-dito prodotto nel nostro Paese».

Nella manovra finanziaria sono state in-trodotte norme che cercano di costituire undeterrente all’evasione fiscale; in particolaresi è intervenuti per regolamentare le cosid-dette società di comodo. Cosa cambierà?

«Con la manovra, più esattamente, è stata pre-vista una stretta sulla possibilità, da parte disoci e familiari, di utilizzare i beni di proprietàdell’impresa. Sostanzialmente nel futuro sivuole impedire sempre più l’utilizzo per finiprivati di beni aziendali, prevedendo unaforma di tassazione - a carico del fruitore deibeni stessi - da calibrare in base al corrispettivoannuo che sarebbe dovuto, a valore di mercato,per ottenere il godimento della medesima ti-pologia di beni. Corrispettivo che va a cumu-larsi con gli altri redditi prodotti dalla personafisica. La ratio della modifica legislativa èmolto chiara se si pensa che diversi soggetti,nell’intento di mascherare la propria reale ca-pacità contributiva, usano non acquistare o in-testarsi direttamente tutti quei beni notoria-mente indicativi di ricchezza, utilizzandoprincipalmente quelle che vengono definite“società di comodo”. Appare evidente come ilCorpo non potrà che rispondere appieno alleaspettative dell’amministrazione finanziaria,per la salvaguardia di un sistema fiscale real-mente equo».

��L’attività dei reparti dipendenti dal comando regionale prosegue in linea con i trend assicurati negli anni precedenti

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EVASIONE FISCALE

248 • DOSSIER • LIGURIA 2011

In Liguria l’incasso della lotta all’evasionenel 2010 ha sfiorato quota 300 milioni dieuro. Per l’anno in corso il direttore re-gionale dell’Agenzia delle Entrate auspica

risultati ancora superiori, sia pure con un in-feriore numero di controlli. «Stiamo puntandosu una maggior qualità nella selezione, negli ac-certamenti, nella difesa davanti ai giudici tri-butari» commenta Alberta De Sensi. Intensa èstata l’attività svolta dai funzionari dell’Agen-zia durante il periodo estivo. In provincia di Sa-vona l’87% degli stabilimenti balneari con-trollati è risultato non in regola; ma nonbisogna generalizzare, precisa De Sensi, «per-chè sono stati sottoposti a esame solo queglistabilimenti che dichiaravano costantementeperdite o ricavi irrisori. A partire da questoesempio si può comprendere cosa davvero sial’analisi del rischio: indirizzare i controlli neiconfronti dei soggetti con forti indizi di eva-sione e garantire un maggior rispetto per ilcontribuente corretto».

Spesso si parla di sinergie tra istituzioniper migliorare l’articolazione degli accerta-menti. Quali risultati hanno prodotto nellalotta all’evasione?«Abbiamo in corso importanti collaborazioni,in primis quella con i Comuni. Chi sta sul ter-ritorio ha una conoscenza diretta di fenomeniquali le false residenze estere o un tenore di vita

Meno controlli e risultati migliori?

È possibile secondo Alberta De Sensi,

direttore regionale dell’Agenzia

delle Entrate. «Puntiamo a sottoporre

a esame solo i soggetti con forti indizi

di evasione»Michela Evangelisti

Più qualità negli accertamenti

Alberta De Sensi,

direttore regionale

dell’Agenzia

delle Entrate

non compatibile con quanto dichiarato. ConAnci Liguria abbiamo un piano d’azione cheentro l’anno coinvolgerà tutta la regione. IComuni stanno già iniziando a riscuotere el’ultima manovra arriva a dare il 100% dellamaggior imposta riscossa al Comune da cuiparte la segnalazione. Tutti gli attori coinvoltisono spinti a “fare sistema”. Questa difficilecongiuntura potrà forse farci capire che, es-sendo su un’unica barca, è bene remare nellamedesima direzione».

Nella manovra da poco approvata sonopresenti nuove norme relative alla lotta al-l’evasione. Quale scenario si prospetta? «Ogni nostro sforzo è rivolto ad assistere i cit-tadini laddove ce ne sia bisogno - penso alletempestive istruzioni diramate per quanto ri-guarda l’aumento dell’aliquota Iva - e a utiliz-zare gli strumenti di contrasto all’evasionemessi a nostra disposizione. Il primo appun-tamento importante è per ottobre. Da quelmomento gli accertamenti ricevuti dal contri-buente, scaduti i termini per il pagamentodelle imposte, divengono automaticamenteatti esecutivi ed è possibile avviare la riscossionecoattiva. Dobbiamo accorciare i tempi della ri-scossione per evitare che quando il fisco arrivaa pretendere le somme dovute non ci sia più al-cun bene su cui rifarsi. Inoltre, potremo in-crociare i dati fiscali con quelli finanziari pre-senti nell’anagrafe dei conti. Non aumenterà ilnumero dei cittadini sottoposto a controlloma solo la qualità dei controlli stessi».

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250 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RETE OSPEDALIERA

Di fronte al contenimento delle ri-sorse disponibili, è stato dato ilvia al piano di ristrutturazionesanitaria che prevede la riduzione

delle strutture complesse tecnico-ammini-strative delle aziende ospedaliere della Liguria.L’esigenza è naturalmente quella di abbatterela spesa, in primis i costi non assistenziali,senza arrivare a toccare i servizi. «Il pro-gramma è già in corso – attesta l’assessore re-gionale alla Salute Claudio Montaldo – sonostate ridotte 60 strutture complesse tecnico-amministrative ed è prevista la contrazione diulteriori 70».

Quali saranno i vantaggi di questa ope-razione?«L’effetto a regime sarà significativo, perché130-135 strutture in meno consentiranno diraggiungere un importante risultato econo-mico. Strategico sarà anche l’impatto sulpiano organizzativo: accorpando strutturecomplesse, otterremo un migliore impiegodel personale e delle risorse tecnologiche».

È dell’inizio di settembre la nota del mi-nistro della Salute Fazio in risposta all’in-terrogazione dei deputati liguri Cassinelli eScandroglio sulla questione “corsie affol-late” negli ospedali genovesi. Sotto osserva-zione non è stata la dotazione di posti lettoo di personale quanto l’insufficiente ricorsoai servizi territoriali. Come commenta ladisamina del ministro? «Sono assolutamente d’accordo con il ministro,al punto che nella legislatura precedente, purin una condizione di difficoltà - la nostra Re-gione è stata tre anni in accompagnamento peril piano di rientro - abbiamo aumentato i po-

La riduzione delle risorse erogate dal fondo sanitario nazionale nei confronti della Liguria

si fa sentire sulle prospettive del settore in regione. L’assessore alla Salute Claudio Montaldo

lamenta la situazione, attuando azioni di contenimento dei costiFrancesca Druidi

Il primo passo è ottimizzare le risorse

A destra, l’assessore

alla Salute della

Regione Liguria Claudio

Montaldo

sti di residenzialità di 2.200 unità per anzianie disabili su scala regionale. Purtroppo adessosiamo costretti a compiere un processo in-verso: abbiamo, infatti, bloccato gli accessinelle residenze, in quanto le risorse che ab-biamo a disposizione non ci consentono di farfronte a questi impegni. Essendo stata ridottala quota degli anziani nel calcolo del ripartodelle risorse finanziarie a livello nazionale -scelta proposta dall’allora ministro Sacconi econfermata lo scorso anno - la Regione Ligu-ria ha subito una fortissima penalizzazione. Seavessimo mantenuto la quota d’accesso del2009, anno in cui eravamo in equilibrio e inavanzo, avremmo avuto 128-130 milioni dieuro in più in due anni. Si aggiunga un po’d’inflazione, quest’anno siamo partiti da 200milioni in meno. Chiedo, quindi, a tutti coe-renza su questi aspetti: non si possono pena-lizzare gli anziani - è noto che gli anziani inci-dano di più - e poi polemizzare».

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 251

Claudio Montaldo

Per quanto riguarda la questione del so-vraffollamento?«Il numero dei posti letto è quello previstodalle norme così come quello del personaleche, nonostante le contrazioni, risulta ade-guato. In alcuni momenti - non si tratta,certo, di un elemento costante - si propone ilproblema degli affollamenti nel pronto soc-corso. Questo perché i reparti hanno una mi-nore disponibilità a ricevere e a ricoverare. Esu questo aspetto si sta lavorando per ridurrei tempi di degenza media».

Alcuni puntano il dito sui disagi provo-cati dall’accorpamento dei presidi sanitaria Genova, tra cui ad esempio alcuni episodidi intasamento nei punti nascita. Ha rile-vato qualche criticità specifica sulla qualeritiene di dover intervenire?

«Non abbiamo riscontratoparticolari problemi in me-rito. Abbiamo cassato unpunto nascita previsto in unnuovo ospedale e non realiz-zato, ne abbiamo tolti già dueed è prevista la fusione di altredue strutture a livello regio-nale. Arriveremo ad avere 10punti nascita, con una quan-tità adeguata di nascite perciascuno. Abbiamo fuso a Ge-nova due punti nascita e iltrend della struttura che è ri-sultata dal passaggio (la ge-stione dell’ospedale Voltri èpassata all’Evangelico), è par-tito con buoni numeri. L’in-tasamento delle nascite era unmalessere temuto, quasi an-nunciato, ma sono mesi che sista andando avanti con ilnuovo assetto e non si sono ri-scontrate particolari criticità».

Con la riduzione delle ri-sorse, i progetti di ediliziasanitaria in regione saranno

ulteriormente accantonati? «Abbiamo un accordo di programma che fa ri-ferimento alle risorse 2007-2008, le quali por-terebbero in regione 156 milioni che, insiemea risorse derivanti da varie operazioni di alie-nazione già realizzate o da porre in essere, ciconsentirebbe di finanziare integralmente ilnuovo ospedale di La Spezia e di contribuire,come Regione, al finanziamento di un terzodel nuovo ospedale Galliera di Genova. Pur-troppo non so se queste risorse arriveranno,l’accordo è passato al comitato di valutazione,al ministero della Salute, ma è fermo al mini-stero dell’Economia. Mi auguro che il go-verno possa comprendere quanto il tema deinuovi ospedali sia uno dei nodi di crescita, disviluppo e di occupazione di cui questo paeseha bisogno».

��Accorpando strutture complesse, avremo

un migliore impiego di personale e risorsetecnologiche

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252 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RETE OSPEDALIERA

Abbattimento delle liste d’attesa e razionalizzazione delle degenze ospedaliere, obiettivi

il cui raggiungimento transita dal potenziamento dei servizi territoriali. Lo sostiene con forza

Matteo Rosso, capogruppo Pdl in Consiglio regionale

Francesca Druidi

L’obiettivo è una retepiù integrata nel territorio

problematiche sanitarie che, da anni, vengonoperiodicamente discusse e mai risolte. Di fatto,però la mia proposta deve aver creato parecchiepreoccupazioni, primo tra tutti all’assessoreMontaldo, che sarebbe stato di fatto affiancato,e mi amareggia constatare che, ad oggi, non siamai stata costituita».Quali sono le priorità d’intervento?«La priorità è rappresentata da una maggioreintegrazione tra territori e realtà ospedalierae dalla costruzione di un rapporto di più ef-ficace collaborazione tra i me-dici di famiglia, i pazientie gli ospedali. È ne-cessario, con unc o r r e t t o

La sanità continua a identificare unsettore “caldo” per la regione. Unorientamento che non si placa, ancorpiù in questo momento dove a do-

minare sono la crisi economica, l’introduzionedei nuovi ticket sanitari e la necessità di tagliarele spese e far quadrare i conti. Nonostante laLiguria abbia concluso il suo piano di rientrodal disavanzo sanitario, l’ottimizzazione dellarete ospedaliera e della rete dell’assistenza ter-ritoriale resta un tema all’ordine del giorno. Enon mancano poi, sul fronte politico, divi-sioni e polemiche circa gli accorpamenti deipresidi voluti dall’assessore alla Salute Mon-taldo e le soluzioni alle problematiche attuali.Ad affrontarle è Matteo Rosso, capogruppoPdl in consiglio regionale.

Per l’estate era prevista l’istituzione diuna commissione ristretta per approfon-dire i diversi snodi critici della sanità re-gionale. Con quale obiettivo si sviluppaquest’iniziativa?«La commissione ristretta che, su miaproposta, è stata approvata dalla IIIcommissione si prefigge l’obiet-tivo di dare una risposta con-creta alle principali

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 253

Matteo Rosso

accordo sindacale, che il paziente possa averela certezza di trovare un medico di medicinagenerale disponibile anche nei fine settimanae nelle festività. Così facendo, si otterrebbeuna maggiore attenzione verso le necessitàdel paziente e una drastica riduzione degli ac-cessi ai pronto soccorso. Un’altra priorità èquella delle liste di attesa, in continuo peg-gioramento in Liguria, che obbligano il pa-ziente a mesi di attesa per le più frequenti pre-stazioni specialistiche. Una collaborazionepiù forte con le strutture private convenzio-nate certamente porterebbe risultati impor-tanti per la salute dei pazienti».

Un’analisi del ministro Fazio, formaliz-zata a seguito di un’interrogazione parla-mentare, giunge alla conclusione che l’ec-cessivo sovraffollamento degli ospedaligenovesi, e in particolare del San Martino,dipenda da un non appropriato impiegodelle strutture ospedaliere e da un insuffi-ciente ricorso ai servizi territoriali. Lei cosane pensa? «Il ministro Fazio ha redatto un’analisi pun-tuale, la quale conferma che senza una parti-colare attenzione ai servizi territoriali non

potremo tagliare la de-genza ospedaliera e i re-lativi costi. Sempre piùspesso ricevo, forse an-che perché sono un me-dico, telefonate di per-sone disperate chevengono dimesse dastrutture sanitarie e mandate a casa, senzache siano in grado di vivere da sole in quellecondizioni di salute. Quando l’assessoreMontaldo capirà che servizi, come l’assistenzadomiciliare integrata, devono essere attivi intutti i Comuni della nostra regione e devonoanche essere intensificati, allora avremo unasanità più efficiente e più vicina ai bisogni delmalato».

Una delle urgenze da lei segnalate consistenell’intasamento nei punti nascita genovesi.Come a suo parere si può intervenire?«La giunta regionale ha valutato, nonostanteil nostro parere contrario, di trasferire l’ospe-dale Evangelico a Voltri, penalizzando di fattol’area genovese del centro e del levante cre-ando in particolare per l’ostetricia un intasa-mento al Galliera, al San Martino e in misura

minore anche al Gaslini, chenecessariamente devono es-sere potenziati sia per il per-sonale sia per i posti letto. Sevogliamo che la nostra re-gione favorisca l’incrementodelle nascite è necessario chele future mamme siano messenelle condizioni di poter es-sere seguite dal ginecologo,senza attese troppo lunghe odover correre il rischio di par-torire su una barella».

Matteo Rosso,

capogruppo Pdl in

Consiglio regionale

della Liguria.

In apertura, l’ospedale

San Martino di Genova

�La priorità è una maggiore integrazione tra territori e realtà ospedaliera

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254 • DOSSIER • LIGURIA 2011

RETE OSPEDALIERA

Improprio utilizzo delle strutture di ricovero e insufficiente ricorso ai servizi territoriali.

È la diagnosi del ministro della Salute, Ferruccio Fazio per alcuni ospedali genovesi.

A risollevare la questione, un’interrogazione parlamentare di Roberto Cassinelli

Francesca Druidi

Sovraffollamento e liste d’attesa, mali da risolvere

pubblicata il 6 settembre scorso. A com-mentarne l’esito è il primo firmatario del-l’interrogazione, Roberto Cassinelli.

L’ha soddisfatta la disamina del ministroFazio in risposta all’interrogazione che hapresentato, insieme a Michele Scandroglio?«Certamente sì. Io e l’onorevole Scandroglioabbiamo voluto delineare la situazione sani-taria particolarmente critica della Liguria,soffermandoci soprattutto sull’ospedale SanMartino di Genova, definito dal ministroFazio nel suo testo “principale punto di ri-ferimento per la cittadinanza dell’intera areametropolitana”. Spero che la risposta datadal ministro, in cui ha rimarcato che il so-vraffollamento “non deriva da una scarsarete di offerta ospedaliera, ma da un impro-prio utilizzo delle strutture di ricovero e daun insufficiente ricorso ai servizi territo-riali”, possa costituire una forte spinta permigliorare l’organizzazione dei nosocomi li-guri e per compiere l’atteso salto di qualitàche le persone aspettano da tempo nelmondo della sanità».

La sua interrogazione risale all’iniziodel 2011. Come si presenta oggi la situa-zione nei presidi del capoluogo regionale?Quali le principali problematiche allostato attuale?«Credo che le principali criticità siano ri-maste le stesse, ci vuole tempo prima chepossa avvenire un reale cambiamento. Untema urgente che riguarda, in generale, tutto

Il deputato Pdl

Roberto Cassinelli

Sovraffollamento nei corridoi degliospedali e rischi per la qualità del-l’assistenza dei malati in attesa acausa della scarsità di personale. La

condizione dei nosocomi di Genova, e inparticolare del San Martino, è stata al centrodell’interrogazione rivolta, nel gennaioscorso, al ministro della Salute Ferruccio Fa-zio da parte dei deputati Pdl Roberto Cassi-nelli e Michele Scandroglio. Nell’interroga-zione si richiedeva che fosse presa inconsiderazione l’ipotesi di un accertamento,da parte del ministro, dell’adeguatezza dei

Lea (livelli essenziali di assi-stenza) in regione, “anche at-traverso il sistema nazionaledi verifica e controllo sul-l’assistenza sanitaria (Si-VeAS)”. Cassinelli e Scan-droglio hanno sottolineatocome lo scenario comples-sivo della sanità ligure sia giàparticolarmente problema-tico, contraddistinto com’èallo stato attuale da fattorianagrafici (il 27% dei resi-denti è ultrasessantacin-quenne) e di criticità di bi-lancio: “un buco di 145milioni di euro” è la ciframenzionata nell’interroga-zione. L’iter si è concluso conla risposta scritta di Fazio,

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 255

Roberto Cassinelli

In base ai dati del 2009, la Liguria conta un’adeguata rete di offerta, con una dotazione di 4,23 posti letto per 1.000 abitanti. Ma la regionepresenta un tasso di ospedalizzazione standardizzato pari a 198,3 per 1.000 superiore al limite del 180% previsto dall’intesa Stato-Regioni

del 23 marzo 2005. Sono dati contenuti nella risposta del ministro Fazio all’interrogazione presentata da Cassinelli e Scandroglio. “All’interno della regione – cita il testo pubblicato lo scorso 6 settembre – proprio l’unità sanitaria territoriale genovese (San Martino) pre-senta il tasso più elevato, superiore sia a quello nazionale sia a quello regionale”. Come rileva il ministro, a un’eccessiva ospedalizzazionedegli anziani si contrappone un ricorso all’assistenza sanitaria, presso le strutture di riabilitazione accreditate o presso le residenze sanitarieassistite (Rsa), inferiore alla media delle regioni non in disavanzo, nei diversi setting assistenziali. “Si ritiene che l’eccessivo sovraffollamentodegli ospedali non derivi da una scarsa rete di offerta ospedaliera (sia in termini di personale che in termini di dotazione di posti letto),quanto piuttosto da un improprio utilizzo delle strutture di ricovero ospedaliero e da un insufficiente ricorso ai servizi territoriali”. Inoltre, laprefettura-ufficio territoriale del governo di Genova ha precisato che i nosocomi del presidio ospedaliero unico dell’Asl 3 genovese - VillaScassi, Pontedecimo, Voltri e Sestri Ponente - e l’ospedale evangelico internazionale, hanno una dotazione organica di personale medicoadeguata a garantire i livelli essenziali di assistenza. Tornando al San Martino, nonostante il contesto di difficoltà d’accoglienza, il ministrodella Salute conferma che l’alto grado di professionalità del personale medico, infermieristico e di supporto dell’unità operativa medicinad’urgenza ha evitato che si verificassero situazioni di carenza assistenziale. Al fine di superare le criticità presenti, l’azienda ospedaliera ha,secondo il ministro, posto in atto una serie di correttivi e di provvedimenti.

PIÙ RICORSO AI SERVIZI TERRITORIALI

il sistema sanitario ligure èquello delle liste d’attesa. Ri-durre i tempi è fondamen-tale, perché non è pensabileche una persona aspetti mesiprima di poter essere visitatadal medico, con la paura cheil quadro clinico possa peg-giorare».

Il ministro ha parlato, ri-ferendosi all’organizza-zione del San Martino, dicriticità dovute al sovraf-follamento e di una serie dicorrettivi posti in esseredall’azienda ospedaliera. Èottimista sulla risoluzionedel problema?«Non vedo reali e concrete proposte da partedei vertici sanitari regionali per risolvere levarie criticità dei presidi liguri: è opportunoricordare che con il calo delle temperature el’arrivo della stagione invernale arrivano iproblemi di sovraffollamento. Il gruppo con-siliare regionale del Pdl sottolinea ogni setti-mana le carenze del sistema sanitario ligure,al collasso ormai da tempo. La questione del

sovraffollamento delle strutture ospedaliereva sicuramente affrontata con la dovuta tem-pestività e con interventi più decisi rispettoal passato: l’abuso del day hospital in Ligu-ria (83,21% contro il 51,77% nazionale),come indicato dal ministro Fazio, è uno deiprimi punti da affrontare».

� �L’abuso del day hospital in Liguria è uno dei primi punti da affrontare

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CHIRURGIA PLASTICA

La chirurgia plastica come strumento per una migliore qualità della vita. Ne parliamo

col professor Franco Migliori, direttore della Divisione di Chirurgia Plastica

dell’Ospedale San Martino di Genova

Guido Puopolo

La chirurgia plastica e le nuove possibilità d’azione

La Divisione di Chirurgia Plasticadell’Ospedale San Martino di Ge-nova rappresenta una delle eccel-lenze del sistema sanitario ligure.

Fondata nel 1975 dal Professor GiuseppeBocciarelli, attualmente l’unità operativa èdiretta dal professor Franco Migliori, forma-tosi alla scuola di Bocciarelli, e con alle spalleimportantissime esperienze in diversi centridi eccellenza, sia italiani che europei. ProprioMigliori ci aiuta a capire le nuove tecniche di

chirurgia plastica, e il loro legame col mondodella chirurgia estetica.

Quali sono i principali campi di azionedel suo gruppo?«Sin dalla fine degli anni 70 il mio reparto èstato tra i primi in Italia a occuparsi delle al-lora più moderne tecniche di chirurgia rico-struttiva con lembi muscolo-cutanei, soprat-tutto della testa, del collo e degli artiinferiori, attraverso un processo di costanteaggiornamento che continua ancora oggi.

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LIGURIA 2011 • DOSSIER • 261

Franco Migliori

Per quanto riguarda i tumori cutanei, ab-biamo accumulato, in più di 35 anni di atti-vità, una delle casistiche più numerose conmigliaia di casi operati, acquisendo un’espe-rienza difficilmente riscontrabile altrove».

Ma la chirurgia plastica è solo chirurgiaricostruttiva?«Ovviamente no. La chirurgia ricostruttivarappresenta, fra le altre cose, un’indispensa-bile palestra di formazione per la più popo-lare chirurgia estetica. Possiamo dire che siaquasi un passaggio obbligato per chiunquevoglia raggiungere livelli di eccellenza in que-sta disciplina. Non è un caso che, oltre a me,tutti gli appartenenti al gruppo che mi onorodi dirigere esercitino da tanti anni l’attività dichirurgia estetica con grande perizia».

Quindi nella pratica non esiste una se-parazione tra la chirurgia plastica e la chi-rurgia estetica?«No, tale divisione è solo speculativa. La chi-

rurgia estetica può essere considerata comeuna “superspecializzazione” della chirurgiaplastica, alla quale si può accedere solo doponumerosi anni di esperienza in chirurgia ri-costruttiva. La corsa sfrenata alla facile e ra-pida “monetizzazione” ha fatto bruciare letappe della formazione, con i risultati chesono sotto gli occhi di tutti».

A cosa si riferisce?«Al fatto, ad esempio, che in Italia vi sianocirca 1500-1600 specialisti in chirurgia pla-stica ma siano stimati più di 20.000 studi dichirurgia estetica: da chi sono gestiti questicentri, con quali competenze e professiona-lità? Non c’è da stupirsi, quindi, del fatto cheavvocati e magistrati siano spesso chiamati incausa per dirimere controversie sorte a causadi interventi di chirurgia estetica eseguiti inmaniera non professionale. Questo perchéla maggior parte di questi sedicenti “specia-listi” non sono mai passati attraverso unacorsia ospedaliera, non hanno alcuna espe-rienza di patologia seria e alla prima compli-cazione si sciolgono come neve al sole».

Quindi non esiste il chirurgo estetico?«Se vogliamo dirla tutta non esiste neanche laspecializzazione in chirurgia estetica, che al-tro non è che un insegnamento presente al-l’ultimo anno della scuola di specializzazionein chirurgia plastica. Secondo il mio pareresarebbe invece molto utile creare un corso diperfezionamento, di uno o due anni, riser-vato a chi ha già maturato una certa espe-rienza in chirurgia plastica».

Torniamo al suo reparto: come è riuscitoa ritagliarsi un ruolo di primo piano, nonsolo a livello nazionale?«Dalla fine degli anni Novanta abbiamo in-staurato un rapporto di stabile e proficuacollaborazione con il gruppo del professorScopinaro, leader a livello mondiale nellachirurgia bariatrica, quella particolare brancadella chirurgia volta al dimagrimento dei

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La chirurgia ricostruttiva rappresentaun’indispensabile palestra diformazione per chiunque vogliaraggiungere livelli di eccellenza nelcampo della chirurgia estetica

In alto, Franco Migliori,

direttore della Divisione

di Chirurgia Plastica

dell’Ospedale San

Martino di Genova

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262 • DOSSIER • LIGURIA 2011

CHIRURGIA PLASTICA

grandi obesi. Abbiamo pertanto cominciato atrattare un numero sempre crescente di pa-zienti affetti da deformità abnormi a carico disvariati distretti anatomici. Questa attività ciha costretto ad applicare tecniche particolari,spesso molto invasive, e a modificarne altregià esistenti per adattarle alle particolari esi-genze di questi pazienti. Nel corso degli annisi è consolidata un’esperienza vastissima inquesta particolare chirurgia morfologica, e lanostra esperienza è stata apprezzata a livellointernazionale, dando vita a una produzionescientifica di alta qualità valorizzata dalla pre-senza costante nei più importanti appunta-menti congressuali nazionali ed esteri. Ab-biamo accumulato una delle casistiche piùalte nel campo della torsoplastica, una tecnicamolto complessa di rimodellamento di tuttoil tronco, e proprio quest’anno ho pubblicatosu una delle più autorevoli riviste scientifichemondiali una tecnica innovativa di masto-pessi, una sorta di “lifting” delle mammelle,con criteri talmente nuovi che ribaltano tutti

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quelli applicati fino ad oggi.Partendo da una patologiaspecifica, quindi, si sono svi-luppate conoscenze chehanno portato all’approfon-dimento e miglioramento dialcuni settori della chirurgiaestetica. Con l’esperienza ac-quisita dal mio gruppo, oggisiamo in grado di affrontarequalsiasi intervento di chirur-gia estetica del tronco, degliarti, delle mammelle. Ma cisono voluti moltissimi anni.Allora mi domando: tutte le

liposuzioni eseguite da persone di dubbia ca-pacità, comparse come funghi dalla sera allamattina, con quale competenza vengonosvolte?».

Svolgete attività di formazione, ovverodivulgate le vostre conoscenze ai giovanispecialisti e specializzandi?«L’U.O. di Chirurgia Plastica di San Mar-tino è da molti anni convenzionata con lascuola di specializzazione in chirurgia pla-stica dell’Università di Genova, e contribuiscealla formazione di tutti gli specializzandi.Inoltre, come riconoscimento dei meriti ac-quisiti “sul campo”, Euraps - European Asso-ciation of Plastic Surgeons, la più autorevolesocietà scientifica continentale di cui mi onorodi essere uno dei circa 180 soci in tutto ilmondo, ci ha indicato come una delle 16 isti-tuzioni in tutta Europa, di cui solo 2 italiane,deputate alla formazione di specialisti vinci-tori di prestigiose borse di studio internazionali.È uno dei massimi titoli di apprezzamentodella qualità del nostro lavoro, e motivo di par-ticolare orgoglio personale».

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TECNOLOGIA ALL’AVANGUARDIA

La ricerca scientifica in ambito biome-dico ha ricevuto, soprattutto nell’ul-timo decennio, un grosso impulsodalle nuove tecnologie informatiche,

digitali ed elettroniche che hanno consentito si-gnificativi passi in avanti in molteplici campi diapplicazione. Uno fra tutti, quello relativo allasordità e a altre patologie uditive gravi che, oltreal disagio fisico, rappresentano un serio pro-blema sociale. L’esperienza di Linear, in tal senso,è illuminante. Nata nel 1986 con la missione diapplicare le tecnologie più avanzate agli appa-recchi acustici per sordità gravi e profonde, oggiLinear è una solida realtà presente a Genova, Mi-lano, Bologna e Roma, la cui attività produceogni anno circa tremilacinquecento apparecchiacustici ad altissima tecnologia grazie agli inve-stimenti operati nella ricerca (dieci per centodel fatturato contro il due per cento della mediaeuropea). Come sottolinea il fondatore, LucioRacca «Linear è stata in grado di immettere perprima sul mercato innovativi apparecchi acusticiendoauricolari di alta potenza, dapprima analo-gici e ora digitali».

Cos’è esattamente un apparecchio endoau-ricolare? «L’apparecchio acustico endoauricolare è un si-stema non invasivo e praticamente invisibileche, grazie all’amplificazione non lineare emulticanale, si avvicina notevolmente al fun-zionamento della coclea umana e del sistemapercettivo».

Ricerca e innovazione sono strumenti fon-damentali per il settore biomedicale. Qualisono, in tal senso, le ultime novità firmateLinear? «Abbiamo messo a punto un rallentatore di pa-role, che applicato agli apparecchi radio o tv ral-lenta il parlato e le immagini senza modificare iltimbro della voce. L’innovativo occhiale acu-stico, inoltre, consente di "mirare" la persona che

Apparecchi acustici digitaliNegli ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha

consentito di progettare apparecchi acustici di nuova

generazione in grado di correggere patologie uditive

anche gravi, sia in pazienti giovani che anziani.

Ne parliamo con il fondatore di Linear, Lucio Racca

Erika Facciolla

Il dottor Lucio Racca della Linear di Genova. Nelle altre immagini, momenti di lavoro

www.lineargenova.it

si vuole ascoltare in mezzo a tante altre». Quali sono i tratti distintivi di un’azienda

come Linear e quali i servizi offerti? «Linear trova i suoi punti di forza nello strettorapporto tra medico, audioprotesista e cliente. Lapersona viene seguita con un programma indi-vidualizzato di protesizzazione attraverso costantiincontri con i tecnici specializzati che modificano,passo dopo passo, il comportamento dell’appa-recchio in modo da ottimizzare la percezioneacustica».

E con quali risultati? «Il risultato è una taratura personalizzata e fina-lizzata a percepire i suoni della vita, distinguendo

264 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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Lucio Racca

voci e parole anche in ambienti rumorosi». Chi sono i principali utilizzatori dei pro-

dotti Lienar? «Gli apparecchi Linear sono indicati per giovanie adulti che perdono l’udito e necessitano di unaiuto concreto per mantenere l’attività lavora-tiva, nonché per gli anziani».

Linear combina le tecnologie più innova-tive all’attenzione verso il singolo apparecchioe l’utilizzatore finale. Come si traduce nellapratica tale approccio metodologico? «In primo luogo, puntando sugli endoauricolari,cioè posizionando il microfono dentro il canaleacustico. In questo modo si sfrutta la caratteri-stica principale del padiglione auricolare che cisegnala la direzione da cui arrivano i suoni.Questo permette alle protesi endoauricolari dinon compromettere la funzione di localizza-zione spaziale propria della persona. In secondoluogo, abbiamo elaborato un Software per laprotesizzazione con ottanta parametri e due-centomila combinazioni».

In che percentuale si riscontrano deficituditivi nella popolazione anziana e quali le ri-percussioni sulla vita del paziente? «Il cinquanta per cento della popolazione soprai settant’anni presenta un deficit uditivo dovutoalla perdita progressiva e irreversibile di cellule

neurosensoriali dell'orecchio interno o di neu-roni delle vie acustiche cerebrali. Tutto questocausa notevoli disagi nella vita dell'anziano do-vuti, soprattutto, alle difficoltà nel percepire leparole. Esiste, dunque, un rischio concreto di de-terioramento della qualità di vita e di diminuitaautonomia della persona che procede di paripasso con l'aumento della popolazione anzianaproprio per la migliorata aspettativa di vita».

Questi apparecchi sono adatti anche aibambini? «Abbiamo ottenuto successi significativi conbambini a cui era stata diagnosticata una sorditàprofonda e irreversibile e prospettato un futurodi grave disabilità e che oggi frequentano senzaaltri supporti la scuola, fanno sport e vivono unavita normale. È una grande soddisfazione vederei piccoli che seguiamo riacquistare serenità, fre-quentare la scuola, accorciare i tempi della lo-gopedia, accettare bene le protesi».

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❝Il cinquanta per cento dellapopolazione sopra i settant’annipresenta un deficit uditivo dovutoalla perdita progressiva e irreversibiledi cellule neurosensoriali dell’orecchiointerno o di neuroni delle vieacustiche cerebrali

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TRA PARENTESI

C’è un risultato dellamia esperienza al-l’Antitrust che mirende particolar-

mente fiero: avere contribuito al-l’abolizione dello jus variandi, quelparticolare diritto delle banche dicambiare le condizioni contrattualisenza garantire al cliente alcuna pos-sibilità di reazione. Eppure, quandoogni settimana esamino insieme alCollegio le denunce dei consumatoricontro il settore del credito, capiscoche ho vinto la battaglia, ma non laguerra. Ce ne vorranno altre di bat-taglie perché al cittadino sia garantital’informazione necessaria per sce-gliere liberamente. La relazione sul-l’attività dell’Antitrust nel 2010 con-ferma questa mia convinzione. Sulmercato troviamo ancora ostacoliallo spostamento del conto corrente,attraverso sotterfugi che non fannoonore alle banche: tempi di estin-zione lunghissimi e imprevedibili;addebito di spese relative alla ge-stione del conto dopo che il clientene ha chiesto la chiusura; mancatacomunicazione di condizioni cheostacolano la chiusura stessa. Senzavoler fare di tutta l’erba un fascio, ledenunce dei consumatori ci indi-cano che spostare un conto correnterichiede un’energia e una determi-nazione titaniche.Anche sulla portabilità dei mutui,nonostante la vigilanza dell’Anti-trust, qualche banca continua a met-tere ostacoli alla decisione del clientedi spostarsi su un’altra azienda cheoffre condizioni più vantaggiose. Lofa dando ai consumatori rispostescorrette o incomplete, che rischianodi confondere i consumatori stessi,oppure allungando al di là del sop-portabile i tempi della surroga (valea dire la “cessione” del mutuo a un

altro istituto). Quanto alle offerteper accaparrarsi nuova clientela, nonsempre sono corrette: i tassi allet-tanti vengono riconosciuti per unperiodo più breve di quello pubbli-cizzato, si promettono prelievi ban-comat all’estero gratuiti, mentre perestero si intende solo l’area euro.Non va meglio con le assicurazioni:i consumatori, penalizzati dalla crisieconomica, hanno reagito agli au-menti praticati, in particolare nellaRc auto, denunciandoci incrementiinsopportabili, tali da scoraggiare ilrinnovo delle polizze da parte dellaclientela. È un fenomeno partico-larmente diffuso in alcune zone delPaese, particolarmente grave perchériguarda un contratto assicurativoche la legge vuole obbligatorio. An-che la vigilanza delle imprese sullarete di agenzie a volte lascia a desi-derare: l’Autorità ha sanzionato lecompagnie i cui agenti inviavanosolleciti di pagamento per polizzegià oggetto di disdetta. In pratica, unescamotage per indurre il cliente anon cambiare compagnia, nel dub-bio di dovere pagare un doppioconto. Eppure, anche di fronte aqueste pratiche scorrette, puntual-mente sanzionate dall’Antitrust, nonriesco a essere pessimista. Al contra-rio, la consapevolezza che altre bat-taglie vadano vinte, mi rafforza nellaconvinzione di essere sulla stradagiusta. Al legislatore abbiamo indi-cato le misure necessarie per renderepiù concorrenziali banche e assicu-razioni. Fino a oggi non sono statoascoltato, ma so di avere al miofianco tutti quei consumatori chenon si sentono tutelati, insieme allaparte migliore del settore bancario eassicurativo che nella cura del clienteindividua il vero senso della propriaazione.

di Antonio Catricalà - Presidente dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato

}LA CORRETTAINFORMAZIONEÈ UN DIRITTO DEICONSUMATORI268 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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IL COMMENTO

Dall’inizio dell’anno aoggi in Italia si sonocontati 471 morti perinfortuni sui luoghi di

lavoro. Nello stesso arco di temponel 2010 erano 403, decretando unaumento del 14,5%. L’escalation in-fortunistica sembra non fermarsinonostante il tema sia ampiamentedibattuto in televisione, sui giornalie attraverso campagne di sensibiliz-zazione. Da cosa dipendono quindiquesti tragici numeri? «Il problema– spiega Raffaele Guariniello, pro-curatore di Torino – è di una effet-tiva applicazione di queste norme esanzioni».

Le norme in materia di sicurezza

del lavoro ci sono, ciò che manca èla cultura della sicurezza. Secondolei questo può dipendere dall’en-tità delle pene che finora sono stateapplicate?«Non parlerei tanto di cultura dellasicurezza, che è poi una conse-guenza; ciò che occorre è una mag-giore organizzazione da una partedella vigilanza e dall’altra della ma-gistratura perchè non mi sembranoadeguate alle esigenze che ormaisono pressanti».

Qual è il suo giudizio sul decreto106/2009? Ha in qualche modosalvato la struttura base del Testounico 81?«Sotto vari aspetti il decreto 106 hamigliorato o chiarito alcuni puntiche erano un po’ oscuri del testooriginario. Complessivamente nonmi pare che abbia ridotto l’effica-cia del testo unico. I due decreti,quello originario e quello succes-sivo, complessivamente formanoun robusto testo unico potenzial-mente idoneo a darci grandi stru-menti di prevenzione».

Non tutte le procure sono spe-cializzate in materie di sicurezzasul lavoro. Il problema della man-cata applicazione delle sanzionispesso quindi non è dettata da la-cune legislative quanto dalla scarsa

Dopo la storica sentenzadel processo Thyssenkruppcosa cambierà in Italia sul pianogiudiziario della sicurezzasul lavoro? Ne parliamocon Raffaele Guariniello270 • DOSSIER • LIGURIA 2011

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competenza dei giudici? «Il punto non sono le norme enemmeno le sanzioni. Le pene cisono e sono previste anche san-zioni penali pesanti laddove cisiano fattispecie che lo richiedano.Mi pare che alcuni dei processi cheabbiamo fatto ne siano la palesedimostrazione. Ciò che manca èl’effettiva applicazione di questenorme e sanzioni. Ed è da qui chenascono le difficoltà dell’Italia siasotto l’aspetto della adeguatezzadegli organi di vigilanza sia sottoquello dell’intervento dell’autoritàgiudiziaria. Certamente la specia-lizzazione è uno strumento fonda-mentale per l’incisività dell’inter-vento della magistratura.Purtroppo abbiamo un numero ec-cezionale di piccole procure chenon sono in grado di specializzarsiin questa o quella materia. Quindicredo che l’indicazione che è statadata nell’ultima manovra econo-mica, ovvero quella di ridurre ilnumero degli uffici giudiziari siaun’indicazione molto importantein questa direzione. Avere procurepiù ampie significa anche avere lapossibilità di garantire una specia-lizzazione nelle varie materie, inparticolare nella sicurezza sul la-voro. Se poi si riuscisse ad arrivare

a creare in materia di lavoro unaprocura nazionale, questo sarebbeaddirittura un fiore all’occhielloper il nostro paese».

Ci sono decisioni storiche dellaCassazione che hanno dato un im-pulso positivo alla giurisprudenzain tema di sicurezza sul lavoro?«Proprio nell’ultimo anno abbiamoavuto sentenze della Corte di Cas-sazione che rappresentano unasvolta profonda in materia di sicu-rezza sul lavoro. Sotto la spinta deltesto unico è maturata una novitàsul piano giurisprudenziale moltoimportante. La Corte di Cassa-zione ha preso in particolare con-sapevolezza del fatto che infortuni,malattie professionali e disastri sulluogo di lavoro costituisconomolto spesso non il frutto di ca-renze occasionali ma di carenzestrutturali, quindi addebitabili ascelte aziendali di fondo. Questoha condotto la giurisprudenza a ri-tenere che il livello delle responsa-bilità si colloca al vertice delle im-prese pubbliche e private. Per lesocietà per azioni si riconduce la fi-gura del datore di lavoro penal-mente responsabile, indistinta-mente a tutti i membri delconsiglio di amministrazione.Questa è un’indicazione che ci

deve portare a entrare nelle stanzedei consigli di amministrazione percapire come mai è stata adottatauna certa politica aziendale.Quindi occorre considerare l’in-fortunio non come un episodiosporadico ma come un fatto strut-turale su cui pesano le decisionidel vertice dell’impresa».

Il processo Thyssenkrupp haraggiunto una decisione storica daquesto punto di vista. Questo se-condo lei può cambiare le cose? Inparticolare può creare un prece-dente per l’imminente sentenza delprocesso Eternit?«I due processi sono in qualchemodo distinti perché uno riguardainfortuni sul lavoro e l’altro malat-tie professionali, però hanno sicu-ramente un’ispirazione comune,nel segno di quella giurisprudenzadella Corte di Cassazione che ponela necessità di individuare le re-sponsabilità penali al livello in cuivengono effettivamente adottatecerte decisioni. Questa dovrebbecostituire un’indicazione di me-todo anche per la magistratura,perché quando essa cerca di indi-viduare le responsabilità non devefermarsi necessariamente ai livellibassi o intermedi ma deve volgerelo sguardo verso l’alto». - NMM

LIGURIA 2011 • DOSSIER • 271