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Dossier Lombardia

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Dossier Lombardia golfarelli editore 09 2011

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  • LINTERVENTO.........................................15Jacopo MorelliBernhard Scholz

    PRIMO PIANOIN COPERTINA .......................................18Roberto Formigoni

    POLITICA ECONOMICA .....................24La regione in cifreAlberto BarcellaGiorgio MerlettiCarlo Sangalli

    OBIETTIVO EXPO.................................34Paolo AlliGiuliano PisapiaGuido Podest

    ECONOMIA E FINANZASISTEMA FIERISTICO ........................42Francesca GolfettoMichele PeriniGianpiero CantoniBruno Ermolli

    QUOTAZIONE PMI ...............................52Luca PeyranoMichael TeschAmbra Redaelli

    POLITICHE GIOVANILI .......................62Giorgia Meloni

    GIOVANI E IMPRESA ..........................66Stefano PolianiMarco ColomboNicola Motolese

    QUOTE ROSA.........................................74Mara CarfagnaLella GolfoMarisa Montegiove

    FOCUS COMO .......................................82Francesco VergaGiansilvio Primavesi

    DESIGN ....................................................86Roberto SnaideroCarlo GuglielmiDavide RampelloMatteo Ingaramo

    IMPRENDITORI DELLANNO ...........98Franco Tomaselli Adriano Tomaselli,Laura Sala, Paolo Franco Zanella,Eurosicma, Andrea Manzi,Thomas Guerinoni, Stefano Crocie Gaetano Besana, Matteo Codazzi,Giuseppe Merlino, Jerome Marmi,Gabriele Lorenzi, Francesco Savelli,Emanuela Raza Sabatti, Piero FerremiGiuseppe Angelo Costa, Claudio Schiavoe Federico Boffelli, Giorgio Cattaneo, Ruggero Brunori, Giuseppe Stefana,Bruno Bertoli, Marco De Bernardie Pietro Vagliviello, Attilio Colombo,Mario Grechi, Paolo Tarquinio,Renato Vigan, Gianluigi Cappelletti,Simone Fantin, Federico Vittadini,Silvia Novali, Davide Gaggino,Augusto Vidoni, Elisabetta Osti,Alfredo Tricomi, Andrea Giorgi,Raffaele Femminis e Alberto Maialetti,Sergio Modina, Andrea Rottola,Mattia Paneroni, Luigi Caglio,Luigi Tosello, Antonio e Saverio Monti,Enrico Calegari, Matteo Manenti,Pietro Lironi, Paolo Vaccari,Elena e Walter Palma, Lucio Fusaro,Massimo Collarini

    IL SETTORE TESSILE.......................196Emanuele BelliniAndrea de MicheliMaurizio Rigamonti

    IL SETTOREMECCANO-TESSILE ..........................202Loris Bellini

    IL SETTORE CHIMICO.....................204Andrea GiuntaGuido Cami Emilio Micheletti

    IL SETTORE FARMACEUTICO ......210Stefano Colombo

    CARBURANTI ......................................214Giovanni Vincenzi DesmoRoberto Galvagni

    SICUREZZA SUL LAVORO.............222Paolo Maria RossinTesorino FragomeliGianluigi Mussinelli

    COMUNICAZIONE ............................232Sandro Ferroli

    EVENTI .................................................234Mario ConservaFederico Guglielmi

    TRADIZIONI ARTIGIANALI ............238Renato Gamba Gabriele Ghislotti

    PRODOTTI PER BELLE ARTI .......242Giovanna Agostoni

    CONSULENZA ...................................244Alberto Minasi

    INFORMATION TECHNOLOGY .....246Giovanni Grechi e Vincenzo Cassese

    E-COMMERCE ...................................248Chiara Sioli ed Emanuela Noseda

    12 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    OSSIERLOMBARDIA

  • AMBIENTE ED ENERGIAENERGIE RINNOVABILI..................252Roberto TestoreRoberto BarbieriMarco Schiavio

    QUALIT AMBIENTALE ..................260Giuseppe e Monica Prandi

    SMALTIMENTO RIFIUTI .................262Carlo Giomini

    LA DISTRIBUZIONEDELL'ACQUA .......................................264Alessandro Ramazzotti

    TERRITORIOINFRASTRUTTURE...........................268Raffaele Cattaneo Francesco BettoniPaolo MalvestitiEttore Pirovano

    TRASPORTI.........................................280Giorgio ZanonAlessio MigliettaLorenzo PodestaniFaustino Corna

    LOGISTICA...........................................288Claudio Zavardino e Fabrizio Dal Pont

    SICUREZZA ........................................292Stefano PiovaniGian Luca Tedesco

    COSTRUZIONIE IMPIANTI TECNOLOGICI ............296Pietro Castioni

    ARCHITETTURAE URBANISTICA .................................300Umberto Capelli

    EDILIZIA ...............................................302Claudio De AlbertisAda Lucia De CesarisGiulio GalleraRaffaele GualbertoLuigi AgazziPaolo Colombi

    MATERIALI ...........................................316Giorgio MavridisOrazio MarchettoAlessandro ZanardiGaetano Fabbrocini

    INTERNI ................................................326William ValotiAlberto Lualdi

    AMBIENTI ............................................330Cristiano PagnoncelliEttore Cimini

    NUOVI MATERIALI............................334Alberto Bergamin

    IL SETTOREIDRO-TERMO-SANITARIO.............336Mariano Crovato

    TURISMO ENOGASTRONOMICO...338Stefano MaulluGiulio De CapitaniPiereugenio MarchesiniPaolo Rossi

    TURISMO .............................................346Roberto Bernardelli

    GIUSTIZIAREATI FISCALI ...................................350Alessio ScarcellaAlessandro SolidoroAlessio Lanzi

    SANITEDILIZIA SANITARIA .......................360Luciano Bresciani

    WELFARE ............................................362Giuseppe Guzzetti Giulio Boscagli

    POLITICHE ANTIDROGA ...............370Giovanni Serpelloni

    ELETTROMEDICALI .........................374Giuseppe Lo PrestiDaniela Delledonne

    IMPLANTOLOGIA ..............................380Edoardo Combe e Carlo Mangano

    TRA PARENTESI ...............................383Antonio Catrical

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 13

    Sommario

  • LOMBARDIA 2011 DOSSIER 15

    Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLINTERVENTO

    Bisogna partire daigiovani e agire nelloro interesse peravere delle prospet-tive perch la prio-rit del Paese in questo mo-mento la crescita economica ela creazione di posti di lavoroper i giovani. Stiamo propo-nendo che venga utilizzato ginella scuola un sistema merito-cratico per fare in modo che glistudenti che hanno pi capacit,indipendentemente dalle condi-zioni economiche della famigliadi origine, possano emergere. Af-nch la parola merito torni adavere pieno signicato, non sipu prescindere dal rilancio del-luniversit. Per spingere il si-stema verso una competizionevirtuosa fra atenei dobbiamoavere il coraggio di abolire il valore legale dei titoli di stu-dio che alimenta lillusione che tutte le scuole e le univer-sit siano uguali e che tutti i diplomi e le lauree sianouguali. Luniversit deve invece evolversi, in maniera piincisiva rispetto alle pur apprezzabili riforme attuali. Li-bert di azione e merito sono gli unici parametri da adot-tare. Per aumentare autonomia e concorrenza nel sistemauniversitario, bisogna eliminare il tetto alle tasse universi-tarie e incrementare le borse di studio perch il successodi un Paese si misura sulla capacit di creare premi Nobele attrarre studenti da tutto il mondo. Dobbiamo preoc-cuparci di attrarre talenti e cervelli perch dei quasi 3 mi-lioni di studenti che tutti gli anni vanno in giro per lEu-ropa a studiare, noi riusciamo a intercettarne circa l1,7%,che un dato irrisorio. Bisogna puntare su un sistema uni-versitario che dia spazio a corsi in grado di suscitare inte-resse e garantire libert di ricerca e organizzazione del la-voro a chi sceglie lItalia.Non c una ricetta per Firenze o una per Siracusa, c unaricetta per lItalia: diventare un Paese per giovani. Lingre-

    diente principale perch riescain questo processo detassarele nuove imprese. Abbiamoproposto una scalit di van-taggio, con aliquote tendentiallo zero, per i giovani e ledonne che entrano nelmondo del lavoro. Anche laBanca dItalia ha evidenziatocome i salari di riferimentoper i giovani siano drammati-

    camente scesi in questi ultimi anni e allora bisogna fare inmodo che i giovani, allinizio della loro carriera, possano av-vantaggiarsi di una pressione scale meno accentuata.Questo porterebbe loro un vantaggio economico e linizialesacricio dellErario verrebbe ripagato subito in termini disviluppo economico. Se la disoccupazione giovanile increscita, abbattere lIrap sulle start up incentiverebbe lim-prenditorialit, a partire dai pi giovani. importantesviluppare la cultura dimpresa e celebrarne i successi e svi-luppare il mercato del capitale di rischio, che premi pro-getti e innovazione. Israele, un Paese di 7 milioni e mezzodi abitanti, meno di quanti ne abbia la Lombardia, statodenito start up nation, perch attraverso un uso consa-pevole della scalit ha saputo mettere vento nelle vele deinuovi imprenditori. Israele oggi ha 125 imprese quotate alNasdaq: pi di tutti i paesi europei, Giappone, Corea, In-dia e Cina messi assieme. LItalia deve entrare con forzanella classica dei Paesi che creano, che investono, che -nanziano le idee, perch le energie e le competenze cisono, e risiedono nei giovani.

    Il futuro dellItalia parte dal meritodi Jacopo MorelliPresidente del gruppo

    Giovani Imprenditori di Confindustria

  • LOMBARDIA 2011 DOSSIER 17

    Xxxxxxx XxxxxxxxxxxLINTERVENTO

    Lattuale dibattito politico-mediatico lascia pochis-simo spazio ad argo-menti come la famiglia,il lavoro, la scuola o limpresa. Tuttotende a essere ridotto a questionidi schieramento partitico o perso-nalistico. Il rischio che anche i se-gnali, pur presenti, di una timida ri-presa non vengano colti come tali.Invitiamo da tempo a riposizionarela bussola sulle questioni che contano senza ulterioridistrazioni, orendo il nostro contributo a chiun-que voglia dialogare costruttivamente. Rispetto alleesigenze speciche delle imprese, lasse del nostroimpegno orientato verso la formazione, le inizia-tive per linternazionalizzazione e linnovazione, ilmiglioramento dei servizi commerciali e nanziari.Lesempio pi signicativo di quanto Cdo fa Matching, il grande evento milanese di ne no-vembre, al quale partecipano migliaia di imprese datutta Italia e dal mondo e che questanno, per laprima volta, ha vissuto unanteprima internazionalecon la prima edizione di Matching Russia del 28 e29 giugno, in cui aziende provenienti da tutta Ita-lia ha esplorato le potenzialit di questo grandemercato. Lesperienza ci insegna che chi va fuori siraorza dentro. Perci Milano e la Lombardia sonoun terreno fertile, che rimarr tale quanto pi sapraprirsi al mondo e al dialogo con tutti.Il criterio pi adeguato per valutare lutilit diunazione a favore delle imprese riguarda essen-zialmente il sostegno allinnovazione e allinter-nazionalizzazione, cio a quelle leve che permet-

    tono di ripensarsi nel medio periodo, di valutare lapropria tenuta organizzativa e di riprogettarsi percompetere sul mercato globale. Per questo ci augu-riamo che le regioni, nellambito di una giusta atten-zione al territorio che amministrano, seguano questocriterio nelladottare le proprie misure.La riduzione delle tasse e lalleggerimento della bu-rocrazia sono elementi essenziali per la ripresa. Se ilprimo tema ancora una specie di tab, a causa dellacongiuntura economica e della tenuta dei conti pub-blici, sul secondo qualcosa si sta muovendo. Tra glialtri fattori che possono favorire le pmi, noi pun-tiamo molto anche sulla capacit di fare rete: per ac-crescere il know how, sviluppare economie di scalao condividere un nuovo rischio imprenditoriale con-nesso allesplorazione di un nuovo mercato, la ricettapi semplice quella di mettersi insieme, di colla-borare con responsabilit ai nuovi progetti. Ma, altempo stesso, questa una sfida che impone ancheun cambiamento di mentalit da parte degli im-prenditori chiamati, in un certo senso, a riscoprireil valore della collaborazione e a superare la barrieradellindividualismo.

    di Bernhard ScholzPresidente della Compagnia delle Opere

    Lombardia, rete strategicae vetrina internazionale

  • IN COPERTINA

    18 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Sar ricordata come unafine estate rovente quelladel 2011, non solo dalpunto di vista meteoro-logico ma anche, esoprattutto, da quello politico efinanziario, tra i continui tonfidelle Borse e i diversi tentativi dipredisporre una manovra econo-mica che sha da fare per fermarela speculazione e arginare il debitopubblico italiano. Rigore e cre-scita. Su questo binomioinscindibile doveva - e certamentetuttora deve - fondarsi la strategiadi recupero del nostro Paese. Maper raggiungere questo traguardo,occorre scompaginare lo statusquo, che non pu pi essere pre-servato. Ridurre i costi e, alcontempo, aumentare la competi-tivit diventano imperativiprogrammatici non pi procrasti-nabili. Ad alimentare il dibattitorelativo a una governance istitu-zionale maggiormente efficiente,in termini di gestione e conteni-mento della spesa, stata la

    proposta di Roberto Formigoni.Ridisegnare i confini regionali,questo lambizioso disegno lan-ciato dal governatore lombardo:un accorpamento degli attuali entiin un numero inferiore di ammi-nistrazioni regionali, sulla scortadellesempio tedesco, capace aogni modo di tenere conto dideterminati fattori storici, econo-mici, geografici, territoriali eculturali. Non un provvedimentocalato dallalto, ma unoperazionegestita in compartecipazione contutti i cittadini coinvolti. Delresto, la situazione italiana si pre-senta oggi quanto mai critica. Mase lautunno alle porte si annunciainfluenzato dal contenuto dellamanovra, la Lombardia ha decisodi non restare ad aspettare che ilvento cambi da solo. Per questo, ilpresidente Formigoni rilancia sul

    territorio limportanza di investi-menti che puntino allo sviluppo,promuovendo le reti dimpresa, laricerca e linnovazione su un dop-pio fronte di azione: il contestoregionale e nazionale, ma anche esoprattutto quello globale nelquale sono chiamate a operare leimprese lombarde.

    Ritiene realmente fattibile unarazionalizzazione dellassettoamministrativo del Paese, consi-derando anche la presenza delleregioni a statuto speciale? Comeintende ulteriormente portareavanti questa proposta?Come ho pi volte ribadito in que-ste ultime settimane, sono dispostoa mettere sul tavolo la riduzione delnumero delle Regioni in cambio diun loro aumento di potere. Ho allostudio diversi modelli, che ne pre-vedono sei o sette, perch serve una

    Basta allo sperpero diffuso, linvocazione del governatore

    Roberto Formigoni. Senza, per, arrivare a scaricare

    le conseguenze dellattuale situazione del Paese soltanto

    sulle Regioni, soprattutto quelle pi virtuose. Come

    la Lombardia che, nonostante tutto, prova a guardare alla ripresa

    Francesca Druidi

    TROVIAMO IL CORAGGIODI CAMBIARE PER IL BENEDEL PAESE

  • Roberto Formigoni

    Il presidente

    della Regione Lombardia

    Roberto Formigoni

  • 20 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    IN COPERTINA

    profonda semplicazione di tutti glienti sub statali, Regioni, Province eComuni. Una riessione in questosenso ormai irrinunciabile, seviene approfondita mantenendosempre come faro i criteri dellarazionalizzazione della spesa, del-lottimizzazione della gestione deiservizi e della qualit di questiultimi, indirizzati prima di tutto aicittadini. Dobbiamo fare uno scattoavanti e dobbiamo dimostrare disaperlo fare con coraggio per il benedel Paese. Non pi accettabilevivere ancorati a schemi costituzio-nali che pure hanno avuto una lororagion dessere, seppur a volte noncompletamente espressa, ma che

    oggi possono rivelarsi meno perfor-manti di altre soluzioni.

    La Regione ha gi fatto moltosul fronte della riduzione dei costidella politica, ma ha intenzione diproseguire il discorso. Su qualiaspetti opportuno concentrarsiper arginare gli sprechi?Innanzitutto, scolpiamo nellapietra questo slogan: basta allosperpero diffuso, basta al radicaliz-zarsi di certi comportamenti dimala gestione che diventano con-geniti alle strutture istituzionalistesse. Bisogna, per, smetterla diguardare al dito e non alla luna! LeRegioni rappresentano poco pidel 20% della spesa pubblica e

    lapproccio iniziale stato subitoquello di caricare loro addosso unmacigno come il 57% di tagli, chealla fine impediscono material-mente agli enti locali di prestare aicittadini servizi che lo Stato si impegnato a fornire loro attraversoRegioni, Province e Comuni. InLombardia abbiamo ridottoallosso i costi di funzionamento,che restano comunque i pi bassipro capite dItalia a fronte di unlivello di servizi eccellente, evi-denza certamente non diffusa inmodo omogeneo sullintero terri-torio nazionale.

    Ma c sul tavolo un progettopi ampio, che supera in conni

    In Lombardia abbiamo ridotto allosso i costi di funzionamento,che restano comunque i pi bassi pro capite dItalia

  • LOMBARDIA 2011 DOSSIER 21

    Roberto Formigoni

    regionali. La nostra attenzione sul pro-blema costi si tradotta proprio direcente in una specifica proposta,sottoscritta da tutti noi governa-tori, di autoriforma delle Regionisui costi delle istituzioni e di unagovernance che riparta dal Codicedelle autonomie, senza dunquenecessariamente passare per viacostituzionale. Detto ci,aggiungo che rimane unevidentesproporzione tra la radicalit deitagli chiesti agli enti locali e laparte che ha giocato fino a oggilapparato centrale dello Stato:abbiamo uno Stato ricco che devemettere le mani su se stesso,dando il buon esempio.

    Ha sottolineato lesigenza direalizzare politiche dinnova-zione efficaci per lo sviluppodelleconomia regionale ingrado di promuovere la crea-zione e il consolidamento dellereti dimpresa e dei partenariati.Come la Regione si muover in

    questo senso, date anchele opportunit offerte dalcontratto di rete? La Regione si gi mossa,e da tempo, nellottica di

    rafforzare questo tipo di approccioassolutamente vincente. I progetticui abbiamo dato vita mirano,infatti, a promuovere leccellenzadelle nostre imprese favorendoscambi e sinergie non solo traaziende stesse, ma anche con queisoggetti che meglio di tutti sono ingrado di offrire una piattaforma distrumenti e di strategie dinnova-zione - centri di ricerca, universit-, oggi quanto mai indispensabileper vivere o spesso sopravvivere alleesigenze dei mercati, a maggiorragione considerato il contesto digrave crisi che ci ha travolto. Lag-gregazione e il partenariatodimpresa per noi si concretizzanoin molteplici direzioni: cito, adesempio, una tra le pi recenti, che attualmente oggetto di studio,cio lapplicazione di uninnovativae concreta modalit di utilizzare ilrating di rete per facilitare lac-cesso al credito di formestrutturate di aggregazione nel-lutilizzo dei fondi Bei. Esplorare

    Nella pagina accanto, il presidente della Regione

    Lombardia Roberto Formigoni in aula durante

    i lavori del Consiglio regionale

  • 22 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    IN COPERTINA

    nuovi percorsi di sviluppo essen-ziale, perch ci permette di miraredritto a quelli che sono i nostriobiettivi specifici: crescita, networ-king e innovazione.

    soddisfatto della capacitinnovativa e di ricerca espressadalle imprese lombarde o rilevagap di qualche tipo da parte diqueste realt rispetto ai competi-tor europei e non solo?Le nostre imprese non hannonulla da invidiare a quelle estere.La Lombardia considerata nelmondo un distretto tecnologico eproduttivo di assoluta qualit e ilsenso del nuovo, del bello e lacreativit scorrono nel sanguedella nostra gente, marchiando dasecoli la storia di questa terra. Perquesto, credo che le imprese deb-bano essere sempre sostenute dalleistituzioni quando dimostrano diessere veri e propri catalizzatori disviluppo. Sappiamo che il 2010 harappresentato in qualche modo unanno di transizione, dai poli

    estremi di una crisi apparsa ini-zialmente tragica a quelli, pimitigati, di una seppur lentaripresa. Mai come oggi allora ten-diamo la mano.

    In che modo?Regione Lombardia ha impe-gnato negli ultimi mesi 100milioni di euro per programmi difinanziamento che incentivasserola collaborazione tra imprese, uni-versit e centri di ricerca allo scopodi realizzare prototipi di prodottinuovi e tecnologicamente avan-zati, in grado di trovare spazio sulmercato e rendere cos pi compe-titive le aziende lombarde.Unazione, la nostra, che proseguepoi sullo scenario internazionaleattraverso interventi di primissimolivello, come i numerosi accordi dicollaborazione stipulati con lemaggiori istituzioni scientificheestere in diversi campi.

    Tornando allambito politico,una domanda sul Pdl. Lei statotra i protagonisti di una diusa

    richiesta di accelerare quel pro-cesso di rinnovamento interno alpartito a lungo invocato. Che tipodi appuntamento sar lelectionday di ottobre?Direi che sar uno degli appunta-menti storici di questo percorso dirinnovamento. Credo che siadoveroso in questo cammino -complesso ma necessario a rendereil partito pi adeguato ai tempimoderni - accentuare una compe-tizione virtuosa tra modelli digoverno possibili allinterno dellastessa coalizione. questa lachiave di lettura privilegiata concui guardare allappuntamento diottobre, che sar certamente unmomento di democratizzazione,come stato spesso definito ed giusto definirlo, ma soprattutto unmomento in cui tutti, protagonistidella vita politica nel partito,dimostriamo di saper cogliere nelprofondo quella vocazione allamodernit che a volte emerge convigore inarrestabile.

    Rimane unevidentesproporzione tra laradicalit dei taglichiesti agli entilocali e la parte cheha giocato fino aoggi lapparatocentrale dello Stato

  • POLITICA ECONOMICA

    24 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Per scattare la fotograa delquadro economico lom-bardo bisogna partire daidati congiunturali del IItrimestre 2011 e, in particolare, dal-lincremento della produzione che,come sottolinea il presidente diUnioncamere Lombardia FrancescoBettoni, rappresenta un dato reale,concreto, che di per s dovrebbe por-tarci ducia per i prossimi mesi. Siassesta, infatti, la crescita della pro-duzione industriale della regione,pur procedendo ancora a piccolipassi: +1,0% la variazione desta-gionalizzata sul trimestre precedentee +4,9% la variazione su base an-nuale. Registrano andamenti positiviquasi tutti i settori industriali, con si-derurgia (+11,4%) e pelli-calzature(+10,2%) che presentano incrementia due cifre. In aumento anche il fat-turato: +2,9% rispetto al trimestreprecedente e +7,9% su base annua.Con la crisi del 2008 e 2009 an-nota Bettoni lindice della produ-zione industriale lombarda era ca-duto da quota 107 a quota 87: amet 2011 siamo risaliti a 101,6.Nulla di eccezionale, certo, ma ab-biamo recuperato tre quarti dei li-velli persi durante la crisi. Lecono-

    mia reale in Lombardia ha, quindi,marciato a livelli discreti. Non coshanno fatto la nanza e le politicheeconomiche a livello nazionale e in-ternazionale. Troppi i fattori din-certezza, soprattutto nanziaria egeopolitica, che lasciano scarso spa-zio allottimismo. Ancora una volta, la tenuta dei livelliproduttivi lombardi determinatadalla domanda estera (+1,7% gli or-dinativi dallestero su base annua),mentre quella interna si mostra cro-nicamente debole e stagnante. evidente che in questo modo nonsolo la ripresa resta pi debole che inaltri Paesi, ma restiamo anche mag-giormente esposti alle incertezze in-ternazionali. Elevata disoccupazione,redditi bloccati o erosi dallina-zione e incertezza sul futuro sonouna miscela micidiale per il livellodella domanda interna. La ricettaper invertire la tendenza, secondoBettoni, include una positiva com-binazione di maggiore occupazione,maggior reddito reale e previsionidi relativa stabilit: tutti fattori scar-samente immaginabili nel breve emedio periodo a livello italiano. Leimprese che hanno recuperato buoniritmi produttivi sono soprattutto

    Il consolidamento della pur lenta spinta produttiva in Lombardia

    frenato dai preoccupanti segnali sul fronte della domanda

    interna. Ecco lattuale scenario economico della regione che

    emerge dai dati Unioncamere

    Francesca Druidi

    Lincertezzanon deve bloccare lo sviluppo

  • La regione in cifre

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 25

    quelle fortemente orientate allexport e in gradodi competere con la qualit dei loro prodotti e deiloro servizi sui mercati internazionali. Resta peruna quota non marginale di aziende (fra il 20 e il25%, secondo le nostre indagini congiunturali)che continua a diminuire i livelli produttivi e fa-tica a percorrere la strada dellinnovazione e del-linternazionalizzazione. Il numero uno diUnioncamere rileva come, in alcuni casi, a pesaresia la mancanza di risorse umane, conoscenze eprofessionalit necessarie per arontare i com-plessi temi della competitivit. La strada diventaallora quella delle aggregazioni dimpresa per larealizzazione di progetti comuni e condivisi. Ciche le imprese non riescono a fare singolarmente,spesso diventa possibile se si accordano fra loro inuna logica di rete, mettendovi ognuna le propriecapacit migliori e raggiungendo cos, anche senzafondersi e mantenendo la propria autonomia,elevate economie di scala e messa in comune disingoli fattori di competitivit. Resta per Bettoni il problema dei mancati inve-stimenti per lo sviluppo. Si deve compiere unosforzo maggiore per agire su tutti e tre i versanti:meno spese superue e improduttive; maggioriintroiti da settori e soggetti che possono contri-buire in questa fase al riequilibrio, ma anche pos-sibilit per le imprese di investire in innovazionee qualit, magari non tartassando gli utili reinve-stiti, e un carico scale che consenta ai redditi me-dio-bassi di alimentare la domanda interna. C, inoltre, il rischio che i tagli del governo col-piscano in modo pesante e indiscriminato Re-gioni ed enti locali, indipendentemente dal buongoverno o meno, riducendo a tal punto le risorseda rendere insostenibili le normali spese perservizi essenziali come la salute o il trasporto pub-blico. In questo quadro, anche per la Lombardiasar dicile, se non impossibile, indirizzare risorseallo sviluppo economico. Unioncamere non sitira per indietro di fronte al delicato momento:Faremo comunque il possibile per sostenere po-litiche di sviluppo insieme alla Regione, agli altrienti locali e al mondo associativo, individuandopriorit comuni e aggregando le scarse risorse di-sponibili.

  • POLITICA ECONOMICA

    26 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Luci e ombre emergonodallanalisi congiunturalerelativa alleconomia lom-barda nel II trimestre2011. Lindustria manifatturieraregistra, infatti, una variazione po-sitiva, cos come il fatturato(+7,9%) e gli ordinativi dallestero.Di segno negativo risulta per lacomponente interna per quanto ri-guarda gli ordinativi acquisiti nel

    trimestre dalle imprese industriali.Anche loccupazione, per quanto lasituazione sia in lieve recupero,non riesce ancora a stare al passorispetto al riassesto dei livelli pro-duttivi. Ma in uno scenario di pro-fonda incertezza come quello at-tuale, non deve mancare lapropulsione verso un aumentocomplessivo della competitivit delsistema produttivo. Lo sottolinea il

    presidente degli industriali lom-bardi Alberto Barcella, che afferma:Le imprese non si tireranno in-dietro di fronte a ulteriori impe-gni ma, di certo, servir un so-stanziale sforzo da parte di Statocentrale e amministrazioni pubbli-che per invertire la tendenza e pun-tare allo sviluppo.

    Le attese degli imprenditori se-guono una preoccupante paraboladiscendente. Come valuta nelcomplesso lo stato di salute del-leconomia regionale?Nellultima rilevazione congiun-turale non sono mancati diversielementi positivi, ma le aspettativedegli imprenditori risultano nega-tive su tutti i fronti: domanda dimercato, produzione, occupazione.Questo perch il clima di forte in-certezza, dato dalla somma di unaripresa che non si pu certo defi-nire robusta e di una politica lentae incapace di dare ascolto al sensodi emergenza che le imprese vi-vono, rappresenta un grande osta-colo per le attese riguardanti la cre-scita e il recupero dei livelliproduttivi. In questo momento,leconomia regionale al giogo diquella nazionale, che risente pe-santemente della criticit della fi-nanza pubblica.

    Cosa la manovra dovrebbe fareper le imprese?

    Privatizzazioni, liberalizzazioni, provvedimenti che riducano gli oneri su chi produce,

    sono le misure indicate dal presidente di Confindustria Lombardia, Alberto Barcella,

    per ridare fiato alle imprese. Senza dimenticare lo slancio verso linnovazione, leva di sviluppo

    Francesca Druidi

    La crescita la grande priorit

    Alberto Barcella, presidente Conndustria Lombardia

  • Alberto Barcella

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 27

    Facendo appello alla coesione ditutte le forze politiche e sociali,Confindustria ha richiamato an-cora una volta lattenzione su fortimisure strutturali finalizzate allacrescita. Privatizzazioni, liberaliz-zazioni, provvedimenti che ridu-cano gli oneri su chi produce, sa-rebbero una vera e propria boccatadossigeno per le imprese. E ab-biamo aggiunto che le imprese nonsi tireranno indietro di fronte a ul-teriori impegni e sacrifici per scon-giurare ulteriori rischi per lItalia elEuropa. Occorre pi coraggio:riequilibrare le entrate e impe-gnarsi sulla crescita. Cos ricon-quisteremo credibilit anche suimercati finanziari.

    Da unindagine eettuata da In-tesa Sanpaolo sui distretti lom-bardi, emerge come quelli dellagomma, dello spumante Francia-corta e della calzetteria abbianosaputo reggere allurto della crisi.In un contesto cos mutevole,come devono agire le realt pro-

    duttive del territorio?Per competere sui mercati vannosviluppate le eccellenze produttiveattraverso produzioni a pi alto va-lore aggiunto. Riassunto in unoslogan: innovare per crescere.Nuovi prodotti, nuovi processi,nuovi mercati, nuove alleanze conaltre imprese, con luniversit ecentri di ricerca. LAccordo di pro-gramma tra Regione e Miur, cheabbiamo presentato alle imprese aluglio insieme al presidente For-migoni e al ministro Gelmini, lesempio di una politica che leggee interpreta la richiesta di una in-dustrializzazione del sapere daparte del mondo produttivo attra-verso la trasformazione dei saperitecnologici in progetti e prodotti.Ora va per anche predisposto uncontesto di infrastrutture e regoleche stimoli la diffusione delle retidella conoscenza, la partecipazioneai bandi comunitari in forma ag-gregata e un rapporto continuocon la ricerca anche per la crescita

    del capitale umano aziendale. Contenimento e ottimizzazione

    della spesa pubblica nonch ridu-zione dei costi della politica rap-presentano ormai esigenze impro-rogabili. Quali priorit individuanello specico in Lombardia? Cosachiedono in particolare gli im-prenditori lombardi al governo na-zionale e regionale?La Lombardia, pur registrandomigliori performance rispetto allealtre regioni, ha anchessa spazi dimiglioramento soprattutto sul ver-sante degli enti e delle aziende re-gionali. Tuttavia, credo che gliobiettivi da raggiungere affinchnon venga inficiata la competitivitnei confronti degli altri paesi eu-ropei siano, da un lato, impedireunulteriore e insostenibile crescitadellimposizione fiscale sulle im-prese e, dallaltro, contrastare unaffossamento del federalismo fi-scale che lattuale manovra, col-pendo le autonomie, sembra in-vece imporre.

    Serve innovare percrescere, quindinuovi prodotti enuove alleanze conimprese, universite centri di ricerca

  • Gi a fine luglio, in oc-casione della pubblica-zione degli ultimi datiregionali congiuntu-rali, Giorgio Merletti aveva rimar-cato come, in un quadro generaleancora dentro la bufera, sarebbestato pi che mai importante unintervento forte della classe politicacon decisioni coraggiose e rispostea temi ineludibili. Alla luce degliultimi sviluppi a livello nazionale,il presidente di ConfartigianatoLombardia ribadisce con ancorapi forza questo concetto: Credoche queste decisioni e queste ri-sposte siano ogni giorno pi ne-cessarie. Perch quella che stiamoattraversando non una crisi ci-clica, per cui dopo le difficolt tor-neremo tutti quelli di prima. cambiato, e sta continuando a mu-tare, lo scenario in cui operiamo, ein relazione a esso devono necessa-riamente cambiare le strategie pro-duttive e di mercato.

    Per le aziende artigiane mani-fatturiere lombarde, il secondotrimestre 2011 si presenta posi-tivo sia per quanto riguarda ildato tendenziale (+1,3%) che perquello congiunturale (+0,6%),ma si riduce lintensit della cre-scita. Quali aspetti critici rilevain maniera particolare?Guardando alla specifica situa-zione dellartigianato, alle difficoltcongiunturali si aggiungono dueelementi strutturali che ne ren-dono la situazione ancora pi com-plessa: innanzitutto il fortissimoruolo di gran parte del nostro arti-gianato manifatturiero quale sub-fornitore nella catena produttiva,ma la subfornitura, per la sua po-

    sizione nella filiera, purtroppo laprima a soffrire delle crisi e lultimaa risollevarsi. Laltro elemento labassa percentuale di export che ca-ratterizza la maggior parte delle no-stre imprese: chi oggi si sta ripren-dendo, lo sta facendo grazie alleesportazioni, e molto pidifficilmente attraverso unmiglioramento delle dina-miche sul mercato interno.Anche in questo senso, ri-schiamo, quindi, di scon-tare le maggiori problema-tiche.

    Settori come siderurgia,meccanica, gomma-pla-stica, pelli-calzature e ab-bigliamento risultano inbuona salute, soffre in-vece lagroalimentare.Quali sono, in generale,le prospettive per larti-gianato nel prossimo fu-turo?In questo momento inatto, ed uno dei princi-pali dati di novit nellevo-luzione del nostro com-parto, un forte processo di

    selezione delle imprese, che ri-guarda in modo trasversale tutti isettori. Pi che comparti che fun-zionano e altri che sono in crisi, siassiste in ciascun settore produt-tivo a uno scenario sempre pi dif-ferenziato: ci sono aziende che

    POLITICA ECONOMICA

    28 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Il quadro economico attuale sta imponendo cambiamenti

    strutturali alle aziende, anche e soprattutto quelle artigianali.

    Le reti dimpresa possono essere una soluzione, come afferma

    Giorgio Merletti, numero uno di Confartigianato Lombardia

    Francesca Druidi

    La sfida saperleggere i mercati

  • Giorgio Merletti

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 29

    emergono, altre che ce la fannocon pi fatica e molte che, pur-troppo, per incapacit di adatta-mento o bassa competitivit,hanno definitivamente perso ter-reno e sono state o saranno presto

    costrette a chiudere. In questosenso, credo non sia pi adeguatoparlare del futuro dellartigianato,quanto piuttosto del futuro degliartigianati: situazioni molto di-verse, dove vince chi riesce a met-tere a frutto quel Dna positivo checaratterizza da sempre le impresecome le nostre, dove i valori guidasono la personalizzazione, la qua-lit, la flessibilit. Ecco, chi riescea scommettere su questi valori, ainterpretarli alla luce del nuovocontesto, ce la fa. Rimanendo sestesso, ma con un occhio moltosensibile ai cambiamenti in atto,per poterli cavalcare rafforzandosidal punto di vista strutturale.

    Se la strada della ripresa passaoggi dallaggregazione in retidimpresa, dallinnovazione edalla proiezione sui mercati in-ternazionali, come sostenere ade-guatamente queste azioni?Il tema delle reti dimpresa pernoi particolarmente decisivo estiamo concentrando da tempo lanostra attenzione sulle possibilimodalit di sviluppo a vantaggiodelle nostre aziende. Fare rete una ricetta che permetterebbe amolte imprese di superare i limitidimensionali, dove questi sono unostacolo, di unire le forze per in-novare e fare investimenti impor-tanti, di fare ricerca anche quandola struttura aziendale estrema-mente snella. Vogliamo puntare,oltre che alla creazione di nuovereti, anche e soprattutto a forma-lizzare e rendere strutturato ciche oggi gi esiste come rete in-formale, passando da collabora-zioni che spesso si sono rivelatemolto proficue a un elemento pi

    concreto e definito: solo cos pos-siamo pensare di standardizzareprocessi che gi sono nel nostrodna - pensiamo, ad esempio, alleinfinite contaminazioni di filieratra le imprese di uno stesso di-stretto produttivo - rendendoli pifacilmente replicabili e, quindi,utili anche per le imprese nuove oin crescita.

    Il Documento strategico an-nuale recentemente approvatodalla Regione potr dare un con-tributo significativo?Regione Lombardia sta lavorandobene in questa direzione, fornendostrumenti, come il bando Ergon, direcente pubblicazione, che ci sonoparticolarmente utili nel perseguirequesto obiettivo.

    stata approvata la riformadellistituto dellapprendistato.Come incider questo provvedi-mento sul mercato del lavoro re-lativo allartigianato lombardo?La nuova norma sullapprendi-stato rappresenta un passo positivoe interessante. Dopo anni in cuisembrava che tutta la formazionedovesse essere fatta fuori dal-lazienda, finalmente vediamo lim-presa anche come importante sog-getto formativo. Siamo convintiche questo nuovo approccio avrricadute concrete su un effettivoampliamento delluso di questostrumento, che riteniamo idealeper favorire lingresso delle nuovegenerazioni nel mondo del lavoro.Certo, occorrono convinzione e so-stegno anche da parte delle istitu-zioni, affinch questo provvedi-mento si trasformi in una risorsapreziosa sia per le imprese cheper i giovani lavoratori.

    Giorgio Merletti, presidente di Confartigianato Lombardia

  • POLITICA ECONOMICA

    30 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Per Milano si prolano se-gnali di ripresa, trainataprincipalmente dallex-port. Quei segnali di ri-presa che gi si erano intravisti nel2010. A evidenziarlo sono gli ultimidati del rapporto annuale Milanoproduttiva 2011, curato dalluciostudi della Camera di Commerciocittadina. I numeri, infatti, indi-cano un +12,8% nellexport e +13%nellimport. Grazie poi agli investi-menti esteri, Milano guadagna il se-sto posto in Europa, in particolareper quanto riguarda settori vivaciquali elettronica e telecomunica-zioni, software e moda, rileva CarloSangalli. Dato fondamentale, comesottolinea il presidente, il fatto cheil capoluogo regionale abbia ricon-quistato la sua centralit nei con-fronti dei mercati stranieri per capa-cit di innovazione, creativit eattenzione alla qualit. Occorre sfrut-tare questi eetti positivi per far ri-

    partire i consumi, i quali possonoattivare la vera svolta e innescare unacrescita virtuosa e duratura.

    Come si possono sostenere tu-rismo e occupazione, leve altret-tanto necessarie al recupero delladomanda interna?Per ora, nel commercio e nei ser-vizi, gli affari migliorano legger-mente rispetto allanno precedente,ma la domanda resta ancora de-bole. Sono le stesse imprese, a cuiabbiamo rivolto un questionariocongiunturale, a proporre la ricettadella crescita: sostegno al lavoro,alloccupazione e incentivi allin-novazione sono la priorit perquasi unimpresa milanese su due(44%), mentre circa una su seipunta sul miglioramento delle in-frastrutture (15%). Per quanto ri-guarda il turismo, Milano conti-nua a essere uno dei principalicentri attrattivi in Italia, soprat-tutto per il turismo daffari e con-

    gressuale. Migliorare la citt, la suacapacit di accoglienza e la qualitdella vita, rappresenta un incen-tivo per allungare il soggiorno deinostri visitatori e in questa dire-zione va la nostra collaborazionecon le altre istituzioni del territorioanche in vista dellExpo.

    Lo scorso giugno ha rimarcatolesigenza di creare un tavolo isti-tuzionale permanente tra istitu-zioni e mondo imprenditoriale perpromuovere lo sviluppo di Milano.Quali le priorit sulle quali con-frontarsi immediatamente?Il sindaco Pisapia si assuntolimpegno di costituire in autunnoun tavolo permanente con le partisociali, da noi proposto gi durantela campagna elettorale. Lobiettivo quello di realizzare un patto perlo sviluppo che oggi, alla luce dellacrisi, diventa indispensabile. Tra-dotto in concreto, il tavolo per-metter un confronto operativo

    La crisi c, ma Milano non resta

    a guardare. Dai distretti urbani

    del commercio alla costituzione

    di un tavolo permanente di confronto

    tra istituzioni e imprese, la citt

    insegue la ripresa e lo sviluppo.

    A spiegarlo Carlo Sangalli

    Francesca Druidi

    Obiettivo crescita, sostenerei consumi

    Carlo Sangalli, presidente della Camera di Commercio di Milano

  • Carlo Sangalli

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 31

    con il Comune sui temi strategiciper leconomia e le imprese mila-nesi. Milano rappresenta la cittdegli imprenditori: qui un citta-dino su undici ha una propria atti-vit che svolge con spirito di servi-zio verso la comunit, diffondendobenessere collettivo, attenzione alterritorio e presidio sociale. Al cen-tro di un confronto positivo tra leistituzioni vanno inseriti i giovani,che risultano tra i pi colpiti dallacrisi per la fatica a inserirsi in unmercato lavorativo poco dinamico,anche nei confronti di chi ha pun-

    tato su una formazione universita-ria e sul mercato della conoscenza.Per questo abbiamo in cantiere unprogetto che lega loccasione del-lExpo allo sviluppo del mercatodel lavoro giovanile.

    Qual lo stato dellarte dei di-stretti urbani del commercio, chea Milano riguardano i quartieriIsola, Navigli, Brera, Sarpi eGiambellino? Promuovere con i distretti la retecommerciale di importanti aree ur-bane significa dare risposte efficacisulla vivibilit delle citt. I benefici

    dei distretti commerciali ricadono,infatti, sullintera cittadinanza per-ch vengono realizzati interventiche qualificano il territorio inte-ressato. A Milano, i distretti ur-bani del commercio sono condi-visi in una cabina di regia daComune, Confcommercio e Ca-mera di Commercio. Per i cinquedistretti di Milano citt, che ve-dono la partnership fra pubblico eprivato, sono state realizzate nu-merose azioni che vanno nella di-rezione di valorizzare larea di di-stretto come unarea omogenea,

    con unimmagine coordi-nata.

    Quali misure sono stateportate avanti?Iniziative di comunica-zione, marketing, promo-zione culturale e anima-zione. Sono stati realizzatiinterventi sullarredo ur-bano e la sicurezza: dal ri-facimento dellillumina-zione, alla dotazione diarredo esterno ai puntivendita, ai finanziamentiper le saracinesche anti-graffiti e le vetrine anti-sfondamento dei negozi.Milano, con il Comune ca-pofila, si anche propostaper poter usufruire delleopportunit di rifinanzia-mento offerte dal nuovobando regionale sui di-stretti. Lidea dei distrettiurbani del commercio

    come strumento per valorizzare ilterritorio costituisce, infatti, unimportante passaggio operativosulla strada che ci porter ad Expo2015.

    Per i cinque distretti di Milano citt sono staterealizzate numerose azioni, nella direzione divalorizzare larea di distretto come area omogenea

  • OBIETTIVO EXPO

    34 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Dopo il Giappone e laCina, la vecchiaEuropa torna al cen-tro dellEsposizioneuniversale e lo fa con un tema diforte impatto: lalimentazione. Larisposta da parte dei paesi stra-nieri incoraggiante, tanto chelobiettivo di raggiungere le 50adesioni entro la fine del 2011 stato addirittura centrato in anti-cipo di qualche mese. Cosa di-versa e pi complessa puntaregli occhi sul contenitore dellagrande manifestazione. Grazie adArexpo, la societ controllatadalla Regione, si chiuso con suc-cesso lacquisto dei terreni daivecchi proprietari (FondazioneFiera e Gruppo Cabassi). Ma que-sto solo lantefatto: ora la newcodeve curare il processo di infra-strutturazione e di trasformazionedellarea per assicurarne la valo-rizzazione a lungo termine:unoperazione su cui sar deter-minante linvestimento dei pri-vati. Su questo per Paolo Alli, sot-tosegretario della Regione perlattuazione del programma edExpo 2015, non ci sono dubbi,mentre ancora tanti altri aspetti -come la possibilit di ridimensio-nare il progetto e il futuro deldopo Expo - sono ancora in fasedi work in progress. Si prospet-tano mesi impegnativi per le dueinterfacce istituzionali di maggiorpeso: il numero uno del Pirellone,Roberto Formigoni, e il sindaco diMilano, Giuliano Pisapia, nomi-nati rispettivamente commissariogenerale e commissario straordi-nario con superpoteri per accele-rare i tempi dellExpo.

    Arexpo ha completato lacquisto

    delle aree. In che misura ora sonodeterminanti gli investimenti deiprivati? Largomento complesso. Se learee fossero rimaste ai privati,avremmo avuto da questi dei con-tributi ma non avremmo potutofarci finanziare le opere. I privati

    hanno diverse opportunit di coin-volgimento: Formigoni ha parlatodi fuori salone e di sponsor, giprevisti dal piano finanziario. Cisono diverse opportunit sia ri-spetto alla realizzazione delle opereche allevento. Per la realizzazionedegli edifici servono in tempi ra-

    Per il sottosegretario Paolo Alli ci sono tutte le premesse

    per garantire uninfrastruttura degna dellExpo, ora si corre

    per farsi trovare pronti allappuntamento del 2015

    Paola Maruzzi

    Lavventura gi cominciata

  • Paolo Alli

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 35

    pidi dal momento che i primi ap-palti partiranno a ottobre. Per in-centivare gli investimenti Arexpoelaborer un business plan.

    Prima la continuit del progettoMoratti-Pisapia, poi lasset Re-gione-Comune: crede che questiequilibri si manterranno? Siamo ottimisti. Lalleanza con ilComune si confermata pi sta-bile di quanto potessimo preve-dere. Certo, Pisapia ha le sue gatteda pelare, cosa normale per qual-siasi maggioranza al governo.Quello che non verr toccato laccordo di programma da pocoratificato. Le intenzioni del sin-daco di Milano sono chiare: noncreare scompiglio, cosa che signifi-cherebbe rinunciare allExpo.

    Sembra quasi sorpreso nel ve-dere in Pisapia un alleato. Visti i nervosismi di Boeri e di al-tri assessori della sua giunta, pote-vamo aspettarci una posizione pidura, invece Pisapia ha dato provadi grande realismo, molto apprez-zato da Formigoni.

    E alla Provincia che ruolo spetta?Il presidente Podest ha fatto ca-

    pire che un ruolo, anche finanzia-rio, lo vuole giocare, staremo a ve-dere. Finora c stata grande colla-borazione, una condizionefondamentale per la riuscita del-lintero progetto.

    vero che lesigenza di ridurre icosti rende plausibile lipotesi dirivedere il progetto iniziale?Il progetto nato in momento incui si presumeva una disponibi-lit finanziaria diversa dallattuale.Lha capito anche il Bie, che ha giaccettato alcuni ridimensiona-menti. Il progetto approvato daldossier di registrazione diversorispetto a quello di candidatura.Ora si sta valutando se eliminarealcuni margini, pur conservandopadiglioni e spazi espositivi. Laquestione complessa, bisognerfare chiarezza, anche perch al-cuni padiglioni verranno realiz-zati dai paesi ospiti, altri dalla so-ciet e dati in affitto, poi cisaranno padiglioni realizzati a bas-sissimo costo che verranno abbat-tuti come accade, in buona parte,in tutti gli Expo. Laspetto posi-tivo che la cosiddetta piastra,

    cio le opere di base, sar a elevataflessibilit. Il progetto modu-lare, capace di adattarsi ad altriutilizzi anche dopo il 2015. Perora partiamo dalla cose essenziali:poco per volta negozieremo, ga-rantendo una struttura allaltezzadellExpo.

    LExpo sar da una parte lin-sieme di infrastrutture pesanti,dallaltra tanti contenuti sosteni-bili. Come garantire linterazionedi questi due aspetti? La societ Expo 2015 ha il compitodi garantire questequilibrio e misembra si stia andando verso questadirezione. Il dialogo tra contenuti epalcoscenico ancora in work inprogress. Formigoni e Pisapia, in si-nergia con Expo spa, metteranno apunto uninterfaccia determinate, incui non ci sar n troppo cemento,n troppo ambientalismo esasperatodi sinistra. Poi chiederemo ai paesiespositori che allinterno della ma-nifestazione prevalga la coerenza tragli stessi contenuti per evitare uncaotico accostamento come acca-duto allExpo di Saragozza, un verodisastro da questo punto di vista.

    Cosa accadr a manifestazioneconclusa? Ne discuteremo con i soci al pipresto. In ballo ci sono tante ideevalide, dalla cittadella della giusti-zia alla citt dello sport al parcotecnologico. Ci vorr un indirizzopolitico da parte dei soci che deci-deranno nei prossimi mesi. Servirun piano che permetta di recupe-rare risorse il pi possibile, te-nendo conto del duplice interesse:sia finanziario che di sviluppo dellacitt. Lo spirito non specularesu un evento che si brucia nelgiro di qualche mese.

    Il progetto modulare, capacedi adattarsi ad altriutilizzi anchedopo il 2015

  • 36 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    OBIETTIVO EXPO

    Nonostante le ristret-tezze economiche e al-cune posizioni scetti-che interne alla giuntaarancione, lExpo si conferma unapriorit per Milano. Il sindaco Giu-liano Pisapia non ha dubbi a ri-guardo, consapevole che da qui al2015 Palazzo Marino dovr trovaree versare oltre 200 milioni di euro.Ma lo sforzo nanziario non sartutto: sulla manifestazione si giocala scommessa, anche culturale, diriconsegnare alla citt lex area in-dustriale di Rho-Pero completa-mente trasformata. Non ancorachiaro quale progetto prevarr per ildopo Expo, ma certo che il 56%dellarea sar destinato al verde. Per ora indispensabile pensare al-limmediato futuro, quindi far par-tire i lavori. Con la rma dellac-cordo di programma tra leistituzioni protagoniste e la costitu-zione della newco Arexpo, si aperta la fase operativa, quella pidelicata, su cui, promette Pisapia,sar indispensabile vegliare per im-pedire che la costruzione delle in-frastrutture non diventi un aareimmobiliare ne a se stesso. A ini-zio agosto stata lanciata la primagara da circa 90 milioni e, se son si

    vuole rischiare il cartellinorosso del Bie (Bureau In-ternational des Exposi-tions), le prime ruspe do-vranno partire a ottobre.

    Sindaco, lExpo si con-ferma una priorit per Mi-lano e lItalia. Cosa sardeterminante per trovarei fondi necessari allavan-zamento dei lavori? LEsposizione universaledel 2015 certamente una grandeoccasione per la nostra citt e per ilPaese. In particolare per il rilancioeconomico, culturale e sociale ed ancora pi importante in un mo-mento di grave crisi economicacome quello che stiamo vivendo. questo il fattore determinante pertrovare i fondi, soprattutto gli in-vestimenti che il governo si im-pegnato a stanziare per la realizza-zione delle infrastrutture, perchin gioco c non solo la credibilitdellItalia, ma lo sviluppo utile allapopolazione sia in occasione diExpo, ma soprattutto dopo. Quelloche rimarr, infatti, migliorer il si-stema della mobilit dellarea mi-lanese. Ribadisco che lammini-strazione comunale far la suaparte, confido che il governo faccia

    altrettanto.Stefan Christensen, presidente

    del Bie, ha detto che i lavori do-vranno iniziare al massimo entroottobre. Nessuna preoccupazione?Ero preoccupato a giugno,quando cera il grosso rischio divedere arenato definitivamenteExpo 2015 dopo tre anni passatitra litigi e ritardi. Il Bie era prontoa estrarre il cartellino rosso. Oraquesto rischio non esiste pi: lafirma di luglio dellaccordo di pro-gramma permetter, come richie-sto, lavvio dei lavori entro ottobre.Inoltre, entro fine mese approderin consiglio comunale la deliberasullingresso di Palazzo Marinonella societ Arexpo con una quotaparitaria agli altri soggetti coin-volti. Siamo tornati in carreggiata,

    I lavori di preparazione per lExpo avanzano e presto

    partiranno i primi cantieri. la fase pi delicata, quella

    su cui si stabilisce anche leredit del dopo evento. Per

    Giuliano Pisapia segno che si tornati in carreggiata,

    Milano non vuole perdere unopportunit irripetibile

    Paola Maruzzi

    Verso il 2015 con grande entusiasmo

    Giuliano Pisapia, sindaco di Milano

  • LOMBARDIA 2011 DOSSIER 37

    Giuliano Pisapia

    ora possiamo guardare al 2015davvero con grande entusiasmononostante il lavoro che ci aspettasia molto.

    LExpo richiama un importantegiro daari. Come garantire la tra-sparenza?La trasparenza per noi un impe-gno prioritario. Ci saranno con-trolli e ispezioni. Le gare dappalto,ad esempio, non verranno decise inbase al criterio del massimo ri-basso, che spesso permette infiltra-zioni criminali, ma saranno valu-tate le offerte economicamente pivantaggiose. Ci saranno inoltregrandi controlli su appalti e su-bappalti. Sar poi costituita unacommissione antimafia allinternodel consiglio comunale. Mentre gi stato istituito il Gicex, gruppooperativo interforze che sorve-glier su Expo. La nomina a com-

    missari straordinari mia e del pre-sidente della Regione Roberto For-migoni poi un ulteriore atto digaranzia verso i cittadini e verso ilBureau international des exposi-tions.

    Si detto pi volte che leettoExpo andr ben oltre il 2015.Come immagina il futuro di que-starea?Lo ripeto sempre e non mi stan-cher mai di farlo. Dobbiamo la-vorare per fare di Expo 2015 unsuccesso nei suoi sei mesi di mani-festazione. Limpegno rivolto an-che al dopo Esposizione, conlobiettivo di valorizzare le aree, af-finch si trasformino in un territo-rio vivo, destinato allinteressepubblico, dove sorger uno deiparchi pi grandi dEuropa, conalmeno il 56% dellarea destinata averde e con uno sviluppo abitativo

    che vada nella direzione di un verohousing sociale. Grazie allExpo cisaranno poi le vie dacqua, sar si-stemata la Darsena, un luogo im-portantissimo per Milano, ma datroppi anni abbandonato e ci sa-ranno anche numerose altre strut-ture per i cittadini. Penso ad esem-pio un grande teatro da 4milaposti. C anche il progetto per unanuova sede della Rai. LExpo la-scer in eredit anche un gran nu-mero di servizi di pubblica utilit.

    Lassessore alla Cultura di Mi-lano, Stefano Boeri, ha espressoperplessit riguardo al quartiere diuci e residenze. Come rassicu-rare coloro che guardano con pre-occupazione al cemento del-lExpo?Abbiamo posto vincoli precisi perevitare speculazioni edilizie nellearee di Expo. Allarea metropoli-tana milanese servono maggioriservizi, non palazzi da 9mila euroal metro quadrato destinati a ri-manere invenduti. Inoltre le scelteurbanistiche rimarranno in capoal Comune di Milano.

    LExpo un impegno preso con ilBie ma anche con i cittadini. Cheparte sono chiamati a giocare? LEsposizione universale del 2015avr ricadute positive anche sul frontedei posti di lavoro, in particolare peri giovani. Ora che i lavori per Expopartiranno davvero si creerannomolte opportunit, diversicate traloro, penso ai settori del turismo,della cultura e dei servizi. Ecco perchparlo di questa manifestazione in ter-mini di rilancio economico. Questoevento avr la capacit di dare unnuovo impulso alleconomia non solodi Milano.

  • OBIETTIVO EXPO

    38 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Nonostante limpegno -nanziario per entrarenella societ Arexpo siaeccessivo per PalazzoIsimbardi, lo scorso luglio a rmarelaccordo di programma sulle aree diExpo 2015 cera anche il presidentedella Provincia di Milano, Guido Po-dest, assieme a Roberto Formigoni,Giuliano Pisapia, Pietro Romano,sindaco di Rho, e un rappresentantedi Poste italiane. Poco dopo il patto stato raticato e sulledicabilitdel sito, pari a un massimo di 0,52,non si torna pi indietro. La stradaimboccata prevede che il 56% dellasupercie, cio 450mila metri qua-drati, vengano destinati al verde. chiaro che dietro i preparativi delgrande evento ci sia anche levolu-zione di unarea periferica, quella diRho-Pero, a nord ovest di Milano,dapprima votata allindustria, poi di-smessa, ora al centro di una vicendainternazionale il cui epilogo, si leggenellaccordo, sar uno sviluppo chevada a integrale vantaggio dei citta-dini. E se la storia della riquali-cazione dovesse ripetersi altrove? Po-dest non lo esclude. Ad avallarelipotesi c una ricerca condotta da

    un gruppo di ricercatori dellUni-versit Bocconi per conto di un al-cuni imprenditori riuniti sotto las-sociazione Bonichexpo2015.

    La Provincia vede con favoreuna pi ampia riessione in temadi riqualicazione. Cosa si augurapossa scaturirne?Secondo lo studio commissionatoda Bonichexpo, sul territorio pro-vinciale ci sono 10 milioni di metriquadri da bonicare perun business che vale 11miliardi. Parlare di boni-ca forse improprio, meglio denire questopotenziale processo recu-pero dei terreni dismessiin funzione delle esigenzedel mercato. Queste ope-razioni permetterebberodi non consumare altroterreno. Per ora la Pro-vincia la vede comeunopportunit per rilan-ciare attivit nuove. Starpoi ai privati e agli entilocali approfittarne inmodo intelligente.

    In questi mesi sonostati al centro dellatten-

    La stretta economica non frena i preparativi per il grande

    evento e si rafforza lequilibrato gioco di parti tra gli enti locali.

    Ma il presidente della Provincia di Milano Guido Podest

    ricorda: soprattutto un impegno governativo

    Paola Maruzzi

    LExpo chiedeuna regia a pi mani

  • Guido Podest

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 39

    zione i terreni dellExpo. Non eranecessario bonicarli?Secondo gli enti preposti che hannoeseguito i carotaggi la bonica non stata ritenuta necessaria.

    I tempi stringono e per farsi tro-vare pronti allappuntamento del2015 necessaria una piena sinto-nia tra gli attori istituzionali: qualisono le priorit per la Provincia? LExpo un evento di grande rile-vanza per il territorio e il Paese. Al dil della dicolt generale per leco-nomia e della stretta per gli enti lo-cali, dobbiamo far di tutto per so-stenere questa opportunit ericavarne il massimo in termini dicrescita duratura. La Provincia haforse un ruolo eccessivo rispetto alle

    sue possibilit, dicilmente regge-remo completamente questimpe-gno, certi comunque che altri entiaccresceranno la loro partecipazione.Ma abbiamo delle responsabilit perci che concerne laccessibilit al sito,sia per la viabilit ordinaria che per legrandi opere, quindi Pedemontana eBrebemi, che in qualche fanno capoalla Serravalle di cui la Provincia de-tiene pi della met delle azioni.

    Le opere fanno da collante.Come procedono? la Regione a condurre il gioco elo fa in piena sinergia con il nostroente: dallultimo Tavolo Lombardiadi ne luglio emerso che tutto ancora nei tempi. A preoccuparmic dellaltro, un tema che ho sotto-

    lineato in modo esplicito rivolgen-domi direttamente al presidente delconsiglio, al ministro del Tesoro e aisoci di Expo 2015: improprio chelincidenza dellevento, rispetto alpatto di stabilit, faccia carico suglienti locali. Ricordiamo che lExpo prima di tutto un accordo traStato italiano e Bie, un impegnogovernativo. Va bene il fatto che glienti locali debbano metterci dellerisorse, ma questo non deve con-dizionare il patto di stabilit, im-pedendo di investire altre risorse,che pure avremmo, verso altrepriorit come la manutenzione distrade e scuole. qualcosa che vaaffrontato. Il sottosegretarioGianni Letta mi ha risposto, ve-dremo cosa succeder.

    Lasse Regione-Comune deter-minante. La Provincia non si senteun po tagliata fuori?Ognuno fa la sua parte, in un bi-lanciato gioco di equilibri. La Pro-vincia ha sempre mostrato una con-creta collaborazione con RobertoFormigoni e Giuliano Pisapia, che ri-coprono gli incarichi di commissariper lExpo. Le responsabilit sono incapo alle persone giuste.

    LExpo un eventodi grande rilevanzaper il territorio e ilPaese, dobbiamofar di tutto persostenere questaopportunit

  • SISTEMA FIERISTICO

    42 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Francesca Golfetto, docente di marketing allUniversit Bocconi, analizza il sistema

    fieristico italiano: La razionalizzazione la fa il mercato, non credo a soluzioni

    dallalto. Ma occorre risolvere il conflitto tra indotto e opportunit per le imprese

    Riccardo Casini

    iniziato bene il2011 per il sistemaeristico italiano:secondo i dati dif-fusi dallAe, nel primo trime-stre risulta infatti attivo il saldorelativo a numero di manife-stazioni, espositori, supercieoccupata, visitatori e fatturato.Non fa eccezione nemmeno laLombardia, dove, come ri-corda Francesca Golfetto, do-cente ordinario di marketingalla Bocconi e responsabiledella divisione Business com-munication and media pressoil Cermes, il sistema eristico costituito principalmente daFiera Milano, che rappresentain questo momento il puntopi alto dellItalia nella com-petizione internazionale tra si-stemi eristici, potendo com-petere con Parigi, Francofortee Dsseldorf, ovvero i princi-pali poli a livello europeo. Enon un caso se si tratta intutti i casi di strutture ospitatein grandi aree produttive.

    Ma quali sono oggi le prin-cipali sde che si trova a do-ver arontare Fiera Milano?Il momento non semplice,occorrono grandi sforzi perrestare a questo livello. Le dif-ficolt del settore manifattu-

    riero si sommano alla com-petizione con i mercati emer-genti: ogni paese cerca giu-stamente visibilit per leproprie fiere, dal momentoche queste portano poi bene-fici alle imprese del territo-rio. Ma il budget delleaziende si ristretto, portan-dole a diventare sempre piselettive: cos, andando ameno fiere, la lotta per man-tenere vive queste ultime sifa sempre pi accesa.

    In che modo oggi le erepossono costituire il volanodi sviluppo per un territorioe la sua economia?Vi sono due tipologie di fat-tori di sviluppo che una fieracrea: da una parte la visibilitche, in quanto piattaforma dimarketing collettivo, offrealle imprese locali o nazio-nali; dallaltra lindotto terri-toriale, in termini di servizi eturismo che ne deriva. Le pmiritengono ovviamente piimportante il primo, dal mo-mento che per loro non fa-cile farsi vedere se nonquando si presentano e si pro-muovono congiuntamente,ma nonostante questo sitende sempre a parlare mag-giormente del secondo

    aspetto, anche sui media.Tutti, infatti, vorrebbero gua-dagnare questo indotto; pur-troppo, in uneconomia dipmi, si tratta di due fattoriin conflitto.

    Come risolverlo?La rovina il campanilismo.Le piccole e medie imprese

    La rovina il campanilismo

    Francesca Golfetto, docente ordinario di marketing allUniversit Bocconi

  • devono trovare un accordotramite le loro associazioni dicategoria, e non per mano delsettore pubblico: personal-mente non credo alle solu-zioni calate dallalto, anzispesso sono proprio i sistemilocali di governo a creare i di-sastri maggiori. E soprattuttooccorre rivedere il sistemadelle fiere internazionali: perogni settore ne sarebbero suf-ficienti una o due al massimo,ma ben organizzate, in mododa evitare una dispersione euno spreco di energie chenuoce a tutti, fiere stesse eimprese. La visibilit interna-zionale deve essere focalizzata.Le fiere locali invece possonoanche coesistere.

    A proposito, in questa fasevari distretti eristici italianistanno cercando sinergie a li-vello locale e regionale, an-che nellottica di una mag-giore razionalizzazione. giusto procedere in questa di-rezione? In un mercato glo-bale le sinergie non andreb-bero ricercate a un livello piampio, e comunque transre-gionale?Parlare di distretti eristici sbagliato. Esiste un distrettodelloerta e uno della do-manda, e per soddisfare que-stultimo sono sucienti,come detto, uno o due puntidi visibilit. Ma per questoserve una visione internazio-nale, non distrettuale. In

    quanto alla razionalizzazione,poi, necessario comprendereche a farla il mercato stesso,non gli enti locali: inutile in-tromettersi, ogni location ha isuoi punti di forza. Purtroppola guerra tra poli eristici in-vece supportata spesso dalleRegioni. Ma dovrebbero com-prendere che sarebbero piutili sostegni anzich interventiche cerchino di indirizzare ilmercato.

    Come si sta evolvendo in-vece il concetto stesso diera? LItalia al passo con lealtre realt europee in questosenso?In Italia e in Europa il con-cetto di fiera si molto evo-luto negli ultimi anni, pas-sando da luogo in cui siandava per risparmiare forzavendita e raccogliere ordini avetrina per informare sullan-damento del settore e relazio-narsi coi clienti. In Oriente si ancora fermi al primoaspetto, mentre nei paesi evo-luti le attivit pi banali divendita sono state trasferitesu Internet, lasciando allefiere il contatto fisico e vi-sivo, che svolge ancora le fun-zioni pi preziose ma an-che il pi costoso. In Orienteinoltre le fiere non sono cosspecializzate e raggruppanovari settori, anche se si stannoevolvendo rapidamente. LIta-lia al passo con lEuropa,offre fiere specializzate edevolute, ma purtroppo de-vastata da questa lotta tra lo-cation: per questo necessa-rio risolvere al pi presto ilconflitto tra indotto e oppor-tunit per le imprese.

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    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 43

    Francesca Golfetto

    In Europa il concetto di fiera si molto evoluto,passando da luogo in cui si andava per raccogliereordini a vetrina dellandamento del settore

  • SISTEMA FIERISTICO

    44 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Nel primo semestre 2011 Fiera Milano ha visto incrementare il contributo delle

    attivit allestero sui ricavi. Il presidente Michele Perini parla di una svolta e dice:

    Nei grandi mercati emergenti dobbiamo essere noi a seguire la domanda

    Riccardo Casini

    Trenta manifesta-zioni e 17 eventiper 722mila metriquadrati di super-cie e oltre 12mila espositori:i numeri, nonostante la lieveessione rispetto allo scorsoanno, confermano i due quar-tieri di Fieramilano e Fierami-lanocity ai vertici del sistemaeristico italiano anche nelprimo semestre del 2011. So-prattutto se a questi numeri siaggiungono anche le 13 ma-nifestazioni svolte allestero,tra Cina, India e Brasile, perun totale di 105.495 metriquadrati (contro i 61.605 del-lanalogo periodo delleserci-zio precedente) e 2.397 espo-sitori (contro 1.613). Unacomponente, quella estera,che sta assumendo un ruolosempre pi importante. Eforse anche per questo cheMichele Perini, presidente diFiera Milano spa, parla signi-cativamente del 2011 comeanno della svolta.Negli ultimi esercizi spiega abbiamo messo in atto unambizioso programma di rior-ganizzazione del gruppo, voltoallecientamento gestionale.Ci siamo anche fortemente fo-calizzati sul nostro core busi-

    ness, ovvero lorganizzazionedi mostre professionali e lero-gazione di servizi specialisticieristici e congressuali. Que-stazione culminata con lapresentazione nello scorsomarzo del piano industriale2011-2014.

    Perch parla di svolta?Quali sono i principali ele-menti di rottura?Il piano prevede una forteprogressione dei ricavi e delmargine con un netto miglio-ramento della posizione -nanziaria, laccelerazione del-l'attivit allestero, destinata acontribuire in maniera sem-pre pi signicativa al fattu-rato, e il completamento dellanostra riorganizzazione con lacostituzione di una mediacompany e di una societ diservizi che amplier, esten-dendola a logistica e movi-mentazione, l'attivit di alle-stimento. Si apre cos unnuovo capitolo di Fiera Mi-lano. Questo piano industrialesegna una forte discontinuitcon il passato. E una rispostain termini di numeri gi ar-rivata: Fiera Milano ha chiusoil primo semestre con una red-ditivit in crescita, malgradouna essione dei ricavi dovuta

    a un calendario mostre sfavo-revole rispetto a quello delprimo semestre 2010.

    I ricavi delle vendite edelle prestazioni da gennaioa giugno ammontano infattia 139,6 milioni di euro ri-spetto ai 148,1 dellannoprecedente. Il contributodelle attivit allestero pas-sato per dall1,9% al 5,4%in questo semestre. Come sista muovendo Fiera Milanosul fronte dellinternaziona-lizzazione? Su quali mercati giusto puntare in questafase?La globalizzazione delleco-nomia ormai un fatto inelu-dibile anche nel business fie-ristico. Nei grandi mercati

    Con lo sguardo oltre lEuropa

    Crist

    ina

    Pica

  • Michele Perini

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 45

    emergenti dobbiamo esserenoi a seguire la domanda: nonbasta pi il vecchio approccioche consisteva nel richiamaregli operatori esteri verso i no-stri eventi domestici. Noi ab-biamo imboccato con deter-minazione la stradadellinternazionalizzazione eabbiamo fatto negli ultimitempi significativi progressi.A inizio 2011 siamo entratiin Brasile, con lacquisizionedel 75% dellaffermato orga-nizzatore fieristico Cipa, cheha in portafoglio 18 manife-stazioni, e con cui gi ini-ziato uno scambio di pro-dotti: Reatech, mostradedicata al mondo dei disa-bili, molto nota in Sudame-rica, verr importata nel no-stro quartiere espositivo aMilano nel 2012, mentre Ma-cef e la mostra della fluido-tecnica Fluidtrans Compo-mac terranno unedizione

    brasiliana. Nello stesso solcodellinternazionalizzazione siinquadra la decisione di por-tare Macef, levento leader nelsettore della casa, in Russia,dove abbiamo stretto una par-tnership commerciale con unaffermato operatore locale.

    Insomma, i cosiddettipaesi Bric costituiscono lin-terlocutore privilegiato.Non solo. Con Promos,lagenzia speciale della Cameradi commercio di Milano, ab-biamo avviato la costituzionedi una societ commercialeche vender le nostre mostrein Francia, Germania, Spagna,Stati Uniti e Turchia. Certo,continuiamo poi a lavorarecon soddisfazione anche conla Fiera di Hannover, con cuiabbiamo costituito due societche ormai da qualche anno or-ganizzano manifestazioni pro-fessionali in Cina e India, dovestiamo anche lavorando con

    organizzatori locali e ungrande player internazionaleal lancio a Delhi di MotorMatch, uninnovativa mostra-mercato dellautoveicolo.

    Qual invece oggi il ruolodi Fiera Milano allinternodel sistema eristico nazio-nale? Siamo il leader di mercato,ma in tempi di grande cam-biamento: tempi arontaticon la riorganizzazione, che ri-teniamo costituisca la migliorgaranzia per confermare la no-stra leadership in futuro. Dal-tra parte anche le ere ormaisono attivit che devono con-frontarsi con il mercato, nonsolo domestico ma globale. Laconcorrenza il fattore nuovoche ha sconvolto i vecchi as-setti del sistema e che co-stringe oggi chi fa questo me-stiere, un tempo in qualchemodo protetto e fortementelegato al territorio, a ragio-nare, organizzarsi e compor-tarsi come unimpresa cheopera in libera concorrenza esi giustica solo se ricava unutile dalle risorse nanziarie eumane che impegna. Questomutamento epocale forse non ancora stato metabolizzatocome dovrebbe.

    Ritiene necessaria una ra-zionalizzazione tra le varieere presenti in regione e nelPaese?In Italia lattivit eristica re-sta fortemente frammentata edispersa su un gran numerodi centri espositivi, pi nume-rosi ad esempio di quelli pre-senti in Germania, e che nonsempre sono in grado di rag-giungere la soglia critica dove

    In apertura,

    Michele Perini,

    presidente

    di Fiera Milano

    A sinistra,

    un momento

    del Macef

    La concorrenza il fattore nuovo checostringe oggi chi fa questo mestiere aragionare e comportarsi come unimpresa

  • XXXXXXXXXXX

    46 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    M omento di grandi cambiamenti anche perFondazione Fiera Milano, lente che controlla lesociet Fiera Milano e Sviluppo Sistema Fiera. Neiprimi dieci anni di vita spiega il presidenteGianpiero Cantoni lafondazione ha messo adisposizione del gruppoFiera Milano e dellinteroPaese le pi modernestrutture eristiche econgressuali per poteraffrontare la semprecrescente concorrenzadegli altri quartierieristici, in particolaretedeschi. Completata questa fase, la fondazione voltapagina e torna a dedicarsi alla promozione e alsostegno del core business eristico al anco dellapropria controllata Fiera Milano e dellintero sistemaeconomico nazionale. In pratica, dopo aver realizzatolhardware adesso vogliamo dedicarci al software. Findalla sua nascita, la Fiera di Milano sempre stataconsiderata la vetrina del made in Italy nel mondo;ogni anno dai suoi padiglioni passa la quasi totalit diquei prodotti che poi si affermano su tutti i mercati delpianeta. Oggi noi mettiamo il nostro know how a suacompleta disposizione per far s che questa posizionevenga ulteriormente rafforzata.

    La fondazione si impegnata anche nellacostituzione di una newco per lacquisizione deiterreni che ospiteranno lExpo 2015. Qual limportanza di questa operazione? Quali invece ipossibili rischi?Fondazione Fiera Milano si sempre impegnata inprima persona per la realizzazione dellExpo.Attualmente non vedo rischi particolari, se non quellisiologici alla realizzazione di eventi di importanzaplanetaria. E non sono daccordo nemmeno con chidice che tutto procede troppo lentamente: nel nostroPaese a volte i tempi subiscono sempre qualchedilatazione nella fase di progettazione, poi persappiamo sempre realizzare ci in cui siamo impegnaticon la massima efcacia agli occhi del mondo. Eanche questa volta non saremo da meno. (RC)

    E la Fondazionetorna al core businessDalle infrastrutture agli eventi fieristici:per il presidente Gianpiero Cantonidopo aver realizzato lhardwarevogliamo dedicarci al software.Con un occhio attento allExpo

    le manifestazioni professionalidiventano eettivamente mo-stre internazionali in grado dicompetere con loerta eri-stica globale, facendo cos unservizio reale di internaziona-lizzazione alle nostre imprese.Unarea dove forse potremmoavviare un utile ricompatta-mento proprio la penetra-zione dei mercati internazio-nali, dove credo chepotremmo unire con buoni ri-sultati le nostre forze.

    Expo a parte, su cosapunta oggi Fiera Milano?Quali sono i vostri progettifuturi?Abbiamo riorganizzato la no-stra attivit focalizzandola suquattro aree operative: ge-stione del quartiere e organiz-zazione diretta di mostre; ser-vizi integrati di logistica eallestimento; comunicazionemultimediale e multicanale;congressi nazionali e interna-zionali. Per quanto riguardaquestultimo, lospitalit con-gressuale un business innetta crescita: per questo damaggio scorso la nostra con-trollata Fiera Milano Con-gressi dispone del Mico, ilcomplesso convegnistico pimoderno e vasto dEuropa,realizzato nellarea di Fierami-lanocity da Fondazione FieraMilano con un investimento

    di oltre 64 milioni di euro. Sitratta di un complesso ai ver-tici mondiali, capace di acco-gliere no a 18mila delegati,con 54mila metri quadratiespositivi a supporto.

    E per quanto riguarda lamedia company?Accorper le controllate FieraMilano Editore (editoria tec-nica e pubblicit), Expopage(servizi internet) e BusinessInternational (convegnistica eformazione), orendo alleaziende un servizio di comu-nicazione integrata che rite-niamo rispondente ai tempiin rapida evoluzione, soprat-tutto in questo settore: unacomunicazione in grado disfruttare sia i canali tradizio-nali come la pubblicit e lacarta stampata, sia il web e idevice mobili sia le relazioniinterpersonali. Ma stiamo an-che lavorando allamplia-mento della gamma di servizidi allestimento, che verrannoestesi alla logistica e movi-mentazione, allo stoccaggio eallerogazione di servizi tecnicia completamento della forni-tura delle strutture espositive.Il tutto sia con levoluzionedelle professionalit gi al no-stro interno sia con linseri-mento di nuove risorse umaneadeguate allevoluzione impo-sta dal mercato.

    SISTEMA FIERISTICO

    Gianpiero Cantoni, presidente

    di Fondazione Fiera Milano

  • Ettore Riello

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 47

    Ettore Riello, presidente di Aefi, commenta il trend positivo del sistema fieristico. Ma avverte:

    serve pi coesione. E manca una visione della politica sul valore delle fiere per limpresa

    Riccardo Casini

    Visitatori e fatturato in aumento

    Visitatori in au-mento per il 42%dei quartieri, fattu-rato in crescita peril 48%. Ma salgono anche su-percie occupata (per il 42%),espositori (per il 45%) e nu-mero manifestazioni (per il29%): i dati diusi dallAsso-ciazione esposizioni e ere ita-liane, relativi al primo trimestre2011, mostrano un saldo netta-mente attivo rispetto allo stessoperiodo del 2010. E tutto que-sto in un settore che risulta an-cora strategicamente di grandeimportanza: secondo il centrostudi Ae, infatti, nellambitodelle ere italiane oggi si svi-luppano aari per 60 miliardi dieuro, oltre a nascervi il 10% deltotale dellexport nazionale. Male ere costituiscono anche unodei principali, se non il princi-pale, strumento di promozioneper il 75% delle imprese indu-striali e per l88,5% delle pmi.Dati inequivocabili, che anche ilpresidente di Ae, Ettore Riello,conferma. Cosa occorre invecein ottica futura? necessario spiega mantenere questotrend di crescita e investimentoa livello di singole ere, mentrese parliamo di sistema neces-saria una maggiore coesione: inquesto senso credo vada lidea diuna federazione o associazioneunica tra Ae e C. Purtroppo

    oggi manca una visione dellapolitica sul valore delle ere asupporto dellimpresa.

    Oggi vari distretti eristicisembrano cercare sinergie, inparticolare a livello locale. Sitratta della rotta giusta? Lesinergie tra poli espositividella stessa regione non ri-schiano di avere comunqueun respiro troppo poco am-pio in un mercato globalecome quello attuale?Le intese possono essere im-portanti a tutti i livelli, sia sulmercato globale che in quei casiche possono valorizzare le si-nergie e le valenze a livello lo-cale. Di certo dobbiamo mag-giormente misurarci con icompetitors europei.

    Quali conseguenze potravere per le imprese italianela soppressione dellIce vo-luta dal governo? In chemodo il sistema eristico ita-liano pu aiutarle oggi nellapromozione, in particolareverso lestero?La soppressione dellIstitutoper il commercio estero po-trebbe avere un impatto nega-tivo sullorganizzazione di ma-nifestazioni al di fuori dellItalia,soprattutto nel breve periodo.Tuttavia esistono altri enti estrutture che possono suppor-tare le ere e le imprese italianenel percorso di internazionaliz-

    zazione. molto importanteche le ere prendano semprepi coscienza del proprio ruolodi promozione e valorizzazionedelle eccellenze, delle pmi e deidistretti italiani sui mercati esulle piazze estere; ma tutto nonsi pu fare da soli.

    A proposito di mercati,quali ritiene maggiormenteinteressanti oggi? In quali di-rezioni devono muoversi leere italiane?I paesi appartenenti al Bric of-frono indubbiamente opportu-nit di sviluppo e di espansioneper le ere ma soprattutto per leaziende italiane. Tuttavia im-portante consolidare anche piazzeeristiche importanti come Usaed Europa. Ma non dimenti-chiamo il nostro mercato.

    Ettore Riello,

    presidente

    di Ae

  • SISTEMA FIERISTICO

    48 DOSSIER LOMBARDIA 2011

    Secondo Bruno Ermolli, presidente di Promos, la maggiore competitivit del

    sistema fieristico significa maggiore attrattivit allestero delle imprese lombarde

    per le quali, aggiunge, occorre unofferta di servizi su misura

    Riccardo Casini

    Marketing terri-toriale e inter-nazionalizza-zione: sonoquesti i due principali ambiti diintervento di Promos, laziendaspeciale della Camera di Com-mercio di Milano che datempo ha stretto un accordocon Fiera Milano per lo svi-luppo del sistema eristico elorganizzazione di Expo 2015.Secondo il suo presidenteBruno Ermolli, infatti, le eresono un supporto essenzialeper la crescita e lo sviluppo eco-nomico del territorio e delle

    imprese poich sostengono eraorzano la loro vocazione in-ternazionale. Gli imprenditorimanifestano sempre maggiorinteresse verso i Paesi emer-genti, nuovi mercati di sboccoper i loro prodotti e servizi; inquesto senso, le ere rappre-sentano un utile strumento dipromozione, una vetrina per lemolteplici eccellenze produt-tive oltre che un fattore di at-trazione per il turismo daari.E Milano e la Lombardiavantano un sistema fieristicomolto attivo e competitivosul piano internazionale, na-

    zionale e locale.Qual allora il com-

    pito di Promos inquesto ambito? importante che leere diventino semprepi occasione concretae mirata di business. Ilcontributo che Promospu dare al sistema re-gionale va nella dire-zione di una maggioreottimizzazione organiz-zativa e di una pi e-cace corrispondenza trala domanda di interna-zionalizzazione dellenostre pmi e loertadel sistema eristico.Loerta di servizi su

    misura per le nostre pmi in-fatti la leva per incrementaresia la partecipazione alle ereinternazionali sia lincoming diaziende e buyer dallestero. Pro-mos dispone di una rete esterasnella ed eciente, compostada 16 uci dislocati nei mer-cati pi strategici per il businessdelle imprese lombarde e ita-liane, come ad esempio Cina,Brasile, Russia, India, i Paesidel Mediterraneo e del Golfo ogli Stati Uniti.

    Qual il loro ruolo?Sono antenne che sviluppanocontatti e relazioni con interlo-cutori economici, nanziari eistituzionali, assicurano il sup-porto organizzativo e logisticoper la realizzazione di ere emissioni, promuovono lattrat-tivit del sistema regionale neiPaesi in cui operano. Con que-sti stessi obiettivi, Promos ha si-glato allinizio di questannounalleanza con Fiera Milano,che aprir liali commercialiallestero per promuovere a li-vello internazionale le pmi mi-lanesi e lombarde e portare aMilano il mondo degli esposi-tori e quello dei buyer.

    Ad agosto Promos ha si-glato anche una convenzionecon la Regione che prevedeun investimento da parte di

    Fiere e internazionalizzazione

  • Bruno Ermolli

    LOMBARDIA 2011 DOSSIER 49

    questultima per oltre207mila euro a sostegno de-gli eventi eristici che si svol-geranno in Lombardia nel2012. Qual limportanza diquesto accordo? Come ver-ranno investiti concreta-mente questi fondi?Laccordo permetter di daremaggiore slancio e incisivitagli eventi eristici regionali,potenziando innanzitutto glistrumenti di comunicazioneper diondere a livello locale einternazionale le iniziative inprogramma, promuovendonele specicit e ampliando il ca-lendario di eventi con missionisettoriali allestero e focus sulterritorio. La maggiore com-petitivit del nostro sistema e-ristico signica infatti mag-giore attrattivit delle nostreimprese e un posto di sempremaggior rilievo dei loro pro-dotti sul palcoscenico mon-diale.

    LExpo 2015 rappresenta

    indubbiamente unoccasioneirripetibile per il territoriolombardo e non solo. Comeprocede il lavoro dei tavolitematici istituiti da Promos?Quali sono le principali di-colt incontrate sinora nellapreparazione di questoevento?I nove tavoli hanno riunito, inun solo anno di lavoro, oltre300 professionisti e imprendi-tori dei settori di punta del no-stro territorio, dalle infrastrut-ture allenergia, dalla culturaalla sanit, dallagroalimentarealla ricettivit e al non prot.Sono pi di 120 i progetti per-venuti, molti dei quali elabo-rati dai giovani manager cheabbiamo coinvolto in un ta-volo ad hoc. La prima fase diraccolta di idee e proposte si conclusa; ora inizia la seconda,pi impegnativa ma non menointeressante: dare vita ai pro-getti sostenibili, favorire la na-scita di start up, dare forma e

    concretezza allo spirito im-prenditoriale che anima i no-stri partecipanti. Per questoabbiamo istituito un appositotavolo del credito, che vaglieri business plan dei progetti e lisosterr in unottica di projectnancing.

    Promos lavora anche perincrementare lattrattivitdel sistema regionale al-lestero. Quale aiuto arrivain questo ambito dalla Re-gione? Nel panorama dei soggettiche operano per linternazio-nalizzazione della businesscommunity e la promozionedellItalia allestero, Promosrappresenta una best practiceper capacit di fare sistemacon le istituzioni territoriali,nazionali e di respiro globale,attraverso accordi di pro-gramma, memorandum econvenzioni. Sono molteplicile sinergie sviluppate con laRegione, a cui ci unisce unobiettivo comune: l'attivit dimarketing territoriale svoltada Promos vuole infatti raf-forzare la capacit del sistemamilanese e lombardo di at-trarre risorse dall'estero, inparticolare investimenti, ussituristici e capitale umano qua-licato, contribuendo allo svi-luppo e alla competitivit delterritorio su scala internazio-nale, realizzando progetti einiziative per promuovere Mi-lano e la Lombardia nelmondo, presentando e valo-rizzando le opportunit e leeccellenze del territorio nelcampo dell'economia, dellaformazione, del turismo edella moda.

    In apertura,

    Bruno Ermolli,

    presidente di Promos

    Le imprese esterepartecipate dalleimprese lombarde

    a fine 2010:occupano oltre

    440mila dipendentiper un fatturato

    di circa 115miliardi di euro

    PARTECIPAZIONI

    Le nuove realtiscritte nei registridelle Camere di

    commercio nei primi9 mesi del 2010

    ISCRIZIONI2200

    8070

  • QUOTAZIONE PMI

    Luca Peyrano, responsabile

    Primary markets di Borsa italiana,

    parla della fase delicata dei mercati

    e spiega come avvicinare le pmi

    alla quotazione: Occorre una comunit

    dedicata. Famiglie e investitori per

    devono adattarsi reciprocamente

    Riccardo Casini

    Giorni di grande in-certezza per leBorse di tutto ilmondo, conquella italiana che non fa cer-tamente eccezione, mentre lapolitica cerca soluzioni e cor-rettivi per tranquillizzare imercati. A ci nel nostro Paesesi aggiunge la dicolt rap-presentata da un sistema costi-tuito in prevalenza da piccole emedie imprese, ancora lontanedallo strumento della quota-zione. Ne parliamo con LucaPeyrano, responsabile Primarymarkets di Borsa italiana, cheriassume la sua personale ri-cetta per incentivarle in unoslogan: Parlare meno di con-trollo e oneri, e discutere dicrescita e opportunit.La fase premette deli-cata. Oggi gli investitori na-zionali e soprattutto interna-zionali ricercano nelle azionidi governo rigore ed equilibriodei conti pubblici associato apolitiche volte a favorire pro-spettive di crescita, un mix cherappresenta la vera sda deipolicy-makers. Landamentovolatile dei mercati non vaper ricondotto esclusiva-mente alla delicata fase che staattraversando il nostro Paese.Daltra parte lo scenario in cuioperiamo internazionale e leBorse sono da considerarsi or-mai piattaforme globali: perquesto i movimenti che vi siregistrano, in rialzo o in ri-basso, sono frutto sia di aspettidomestici, quali appunto lescelte di un governo, sia di fat-tori internazionali, come nelcaso del downgrade del debitostatunitense.

    Di che tipo di cura neces-siterebbero allora oggi i mer-cati?I mercati sono allergici allin-certezza e gli investitori neces-sitano in primo luogo di regolechiare, stabili e trasparenti. Lamia impressione che unamaggiore armonizzazione delleregole a livello internazionale,condivisa e coordinata fra ledue sponde delloceano, possacontribuire a restituire un qua-dro pi chiaro e stabile entrocui operare. Sul fronte econo-mico invece importante chesi continuino a raorzare lepolitiche e i percorsi di soste-gno alla crescita.

    Nel 2007 nato Aim Italia,il mercato dedicato alle pmidel nostro Paese. Il loro ap-proccio al mercato borsistico cambiato in questi anni?In Italia ci sono tre aspettiche costituiscono sde per ilfuturo: produttivit, domandae capacit di attrarre investi-menti internazionali. Su que-stultimo punto va detto che leBorse costituiscono proprioun gateway, una porta d'in-gresso per i capitali interna-zionali. Quando fu lanciatolAim in Italia lobiettivo eraesattamente questo: creare unapiattaforma di raccolta di ca-pitali internazionali per pmiitaliane. Questa visione origi-naria permane, ma nel frat-tempo sono mutate le condi-zioni di contesto e i mercatisono entrati in una crisi di-cilmente prevedibile. Ritengoper che oggi pi che maiserva continuare a crederci,perch si tratta di uno stru-mento straordinario per la cre-

    Appello agliinvestitori

    52 DOSSIER LOMBARDIA 2011

  • scita e lo sviluppo della partepi vitale del tessuto econo-mico di un paese.

    Come raorzarlo?Recentemente Borsa italianaha creato un advisory boardche riunisce gli operatori dimercato, inclusi Conndu-stria, Abi e le principali ban-che e broker italiani, con loscopo di elaborare una nuovaproposta di modello di mer-cato ancor pi rispondentealle esigenze di investitori eimprenditori medi e piccoli:in sostanza, partendo dal mo-dello inglese, cerchiamo unasoluzione ottimale che siaadatta alle caratteristiche delnostro Paese e alle mutatecondizioni di contesto econo-mico e nanziario.

    A ne 2010 in Italia il pesodella capitalizzazione diborsa sul Pil era pari al 27%,a fronte del 43% della Ger-mania, del 74% della Franciae del 133% del Regno Unito.Secondo alcuni le potenzia-lit dello strumento dellaquotazione sono ancorapoco note per i piccoli im-prenditori. Come creare unaconoscenza diusa?Da molti anni Borsa italiana impegnata nellattivit dieducazione nanziaria su pilivelli. Oggi non credo si possaparlare di una scarsa cono-scenza tecnica dello stru-mento; vero, partiamo da unlivello di condenza con imercati nanziari diverso daipaesi anglosassoni, ma questovale anche per Francia e Ger-mania, che per vantano un -sco pi incentivante per laquotazione delle pmi e so-

    prattutto una politica di in-centivi che ha supportato lacreazione di investitori dedi-cati. I grandi assenti in Italianon sono infatti gli imprendi-tori che si vogliono quotare,ma spesso gli investitori inte-ressati a investire in pmi:Borsa italiana lavora da tempoin questa direzione, tuttaviaforme di contribuzione daparte delle istituzioni pubbli-che aiuterebbero senzaltro araggiungere prima e con suc-cesso lobiettivo di disporreanche in Italia di una comu-nit dedicata di investitori spe-cializzati in pmi.

    In cosa consiste limpegnodi Borsa italiana?Abbiamo siglato una serie diaccordi di collaborazione con iprincipali stakeholder, come

    Conndustria, Abi e Ai, alne di trovare sinergie opera-tive e raorzare quello che unmessaggio ormai condiviso: gliimprenditori devono conside-rare la quotazione in Borsauno strumento naturale di cre-scita e accelerazione dei propripiani di sviluppo.

    Di