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Dossier mobilità sostenibile Il futuro (sostenibile) arriva in auto Un dossier sulla mobilità sostenibile per un panorama a 360 gradi su un mondo in evoluzione rapidissima di Lucia Schinzano pubblicato il 14 ottobre 2013 2013 anno della mobilità sostenibile? Sembrerebbe proprio di sì, stando alle iniziative che si stanno moltiplicando in tutt’Italia a favore di un modo di muoversi alternativo a quelli tradizionali e decisamente più vicino alla natura. Che questo possa essere un anno decisivo lo dice anche l’interesse crescente che gli italiani stanno riservando ai veicoli a trazione elettrica. Auto e moto alimentate a batteria non sono più mosche bianche nelle nostre città; sono in aumento i veicoli ibridi, ideali per il traffico urbano e ormai amatissimi da particolari categorie professionali come, ad esempio, gli insegnanti, che vi vedono anche un esempio di green style da proporre agli studenti. Proprio la mobilità sostenibile è il tema del nostro ultimo dossier, un grande caleidoscopio dove trovano posto le notizie su tutti i vantaggi (e i pochi difetti) di auto e moto elettriche: parliamo di costi, di incentivi statali, di bonus e di opportunità da sfruttare per fare l’acquisto giusto. Per questo dedichiamo molto spazio al Piano nazionale infrastrutturale per la ricarica dei veicoli alimentati ad elettricitàpromosso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed alla normativa in vigore, normativa che purtroppo a partire dal 2014 ridurrà gli incentivi per gli acquisti. E allora forse è Ion, l’auto elettrica della peugeot protagonista di Fa la cosa giusta!, a Milano

Dossier mobilità sostenibile

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Un dossier sulla mobilità sostenibile per un panorama a 360 gradi su un mondo in evoluzione rapidissima

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Page 1: Dossier mobilità sostenibile

Dossier mobilità sostenibile

Il futuro (sostenibile) arriva in

auto

Un dossier sulla mobilità sostenibile per un panorama a 360 gradi su un mondo in evoluzione rapidissima

di Luc ia S ch inzano pubblicato il 14 o t tob re 2013

2013 anno della mobilità sostenibile?

Sembrerebbe proprio di sì, stando alle

iniziative che si stanno moltiplicando in

tutt’Italia a favore di un modo di muoversi

alternativo a quelli tradizionali e decisamente

più vicino alla natura. Che questo possa

essere un anno decisivo lo dice anche

l’interesse crescente che gli italiani stanno

riservando ai veicoli a trazione elettrica.

Auto e moto alimentate a batteria non sono

più mosche bianche nelle nostre città; sono

in aumento i veicoli ibridi, ideali per il

traffico urbano e ormai amatissimi da

particolari categorie professionali come, ad

esempio, gli insegnanti, che vi vedono anche un esempio di green style da proporre agli studenti.

Proprio la mobilità sostenibile è il tema del nostro ultimo dossier, un grande caleidoscopio dove

trovano posto le notizie su tutti i vantaggi (e

i pochi difetti) di auto e moto elettriche:

parliamo di costi, di incentivi statali,

di bonus e di opportunità da sfruttare per

fare l’acquisto giusto. Per questo dedichiamo

molto spazio al Piano nazionale

infrastrutturale per la ricarica dei veicoli

alimentati ad elettricitàpromosso dal

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

ed alla normativa in vigore, normativa che

purtroppo a partire dal 2014 ridurrà gli

incentivi per gli acquisti. E allora forse è

Ion, l’auto elettrica della peugeot protagonista di Fa la cosa giusta!, a Milano

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proprio questo il momento giusto per guardarsi intorno perchè la gamma di modelli è diventata ampia;

anche le maggiori case automobilistiche si sono convinte e propongono modelli ibridi che nulla tolgono

all’eleganza o alla potenza.

Il mondo della mobilità sostenibile riserva curiosità – come il camper attualmente i fase di progettazione

completamente elettrico e dotato persino di pannelli solari o il kit di conversione per auto a benzina inauto

elettriche – e belle proposte, come quelle che tra poche settimane verranno presentate ad H2R, la rassegna

della mobilità sostenibile che da quest’anno si sposta da Roma a Rimini nell’ambito di Ecomondo. Belle

proposte che però si scontrano con una tiepida attenzione a tutto l’indotto che ruota intorno ai veicoli

elettrici: le colonnine per la ricarica sono ancora poche, non esiste ancora una sostanziosa campagna di

pubblicizzazione di forme alternative trasporto. Insomma, l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve

innanzitutto conquistare la mente della gente. Nell’attesa, quello che sta conquistando il cuore della

gente è il rapporto più diretto col mondo della natura, uno sguardo più sensibile verso le strade che

percorriamo. Così questo “andamento lento” sta diventando la parola d’ordine dei cittadini più attenti anche

se, specifica l’Assessore della Regione Puglia alla mobilità Giannini, le tante belle idee devono fare i conti

con il patto di stabilità che lega

strettissimamente i cordoni delle

borse delle amministrazioni

comunali.

Già, la Puglia, un laboratorio di

belle proposte che tra luci ed

ombre piacciono sempre di più.

Siamo andati alla ricerca di “buone

pratiche”: come l’ambizioso

progetto dei ragazzi delMovimento

5Selle che a Lecce stanno

imponendo (con la freschezza e

l’entusiasmo propri dei giovani)

l’uso della bicicletta; oppure l’happening che ancora un gruppo di giovani ha fatto sui mezzi pubblici

di Andria trasformati per l’occasione in palcoscenici per miniconcerti durante la settimana Europea della

mobilità sostenibile; o come l’ecometrò che percorrerà dalla prossima primavera una delle zone più belle

della regione tra Conversano ePolignano; ma non abbiamo trascurato la via crucis del Bike sharing a Bari,

cui però si contrappone la bella esperienza dei 5 park&ride cittadini. Per arrivare al mezzo più ecologico e

antiinquinante che possa esistere, vale a dire l’asinello di un parco a Ruvo. Dalla Puglia il nostro dossier

passa al resto d’Italia, con le belle esperienze di Roma e Milano per concludere con il minimetrò

a Perugia attivo dal 2008.

Siamo pronti allora per una sana mobilità sostenibile? Pare proprio di sì.

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Auto elettriche: sogno da

realizzare o realtà da

consolidare?

Pro e contro di una tecnologia nata alla fine dell’Ottocento, ma che ancor oggi comincia a “muovere i primi

passi”

di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013

Era il 1899 quando La Jamais

Contente, prototipo a motore

elettrico pilotato da Camille

Jenatzy, fu la prima automobile al

mondo a superare la soglia dei 100

km/h. Non era questa la prima

vettura a trazione elettrica della

storia; già dagli anni Trenta

dell’Ottocento, le vetture elettriche

fecero la loro comparsa sulle strade

di Gran Bretagna e Francia, le

stesse nazioni dove, negli ultimi

anni, la mobilità elettrica ha

trovato terreno fertile. Che cosa ha portato però i veicoli a trazione elettrica ad essere relegati nell’oblio per

oltre un secolo? A cavallo tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, le BEV (Battery Electric

Vehicle) ebbero un buon mercato, ma l’avvento dei veicoli con motore a combustione interna cambiò gli

scenari della mobilità, soppiantando in poco tempo la tecnologia elettrica in favore di quella a benzina,

supportata dalle lobby petrolifere.

Quali allora i pro e contro di questa

tecnologia? Iniziamo da alcuni

vantaggi.

Possono percorrere con pochi euro

di ricarica molti chilometri; non

emettono e non disperdono agenti

inquinanti in atmosfera; sono

silenziose; possono circolare nelle ztl e

durante le giornate di targhe alterne o

di blocco totale del traffico; il bollo

non si paga per i primi cinque anni

successivi all’immatricolazione (ma in

Era il 29 aprile 1899 quando Camille Jenatzy stabilì il record di velocità con l’auto elettrica Jamais Contente

Ampera, il modello di auto elettrica prodotto dalla Opel

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Piemonte e Lombardia l’esenzione è perpetua) e dal sesto anno è prevista una riduzione del 75%;

l’assicurazione può arrivare a costare anche il 50% in meno di quella delle vetture tradizionali; riducono la

dipendenza dal petrolio e non risentono della volatilità dei prezzi manipolati da produttori e distributori a

loro vantaggio; in caso di incidente stradale le batterie difficilmente tendono ad incendiarsi e possono essere

recuperate; contribuiscono a limitare il riscaldamento globale se la loro energia proviene da fonti rinnovabili;

hanno costi di manutenzione meccanica contenuti; recuperano energia con il sistema di ricarica in

frenata e in discesa; il motore ha un’efficienza del 90% rispetto a quello tradizionale che non raggiunge il

30%; vengono costruite con materiali riciclati come: alluminio, plastica, vetro; hanno un’accelerazione

superiore alle auto tradizionali. I contro sono: limitata autonomia di percorrenza che la relega, al momento,

ad un uso urbano; scarsa se non assente diffusione sul territorio nazionale delle colonnine di ricarica; costo

elevato delle batterie; scarse prestazioni di alcuni tipi di batteria a basse temperature; l’energia usata per

caricare le batterie proviene quasi completamente da fonti fossili, pertanto, non rinnovabili e inquinanti; non

sono completamente ad “emissioni zero” tranne nel momento dell’uso, perché la produzione di un’auto

elettrica prevede dei costi ambientali dovuti alla trasformazione delle materie, al trasporto e al

deterioramento delle batterie. Gli svantaggi relativi la diffusione dei veicoli elettrici sono legati allo sviluppo

della stessa tecnologia; l’auto elettrica avrà sì un futuro, ma deve innanzitutto conquistare la mente della

gente, vera “leva di marketing” cui le case automobilistiche fanno riferimento.

Page 5: Dossier mobilità sostenibile

Auto e moto elettriche fai da te?

con un kit di conversione è

possibile

A Treviso un gruppo di artigiani locali ha realizzato un kit che converte un’auto tradizionale in elettrica,

mentre negli USA è già disponibile, da alcuni anni, un kit di conversione in elettrica per la Vespa Piaggio

di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013

Qual è la differenza tra un normale veicolo a

quattro o due ruote e uno a trazione elettrica? Il

motore. Sembrerebbe il classico uovo di Colombo,

ma in realtà questa “differenza” può divenire il

fulcro su cui costruire una vera politica dimobilità

sostenibile, con un occhio di riguardo al recupero

e al riutilizzo di auto e moto destinate alla

demolizioneo all’oblio dimenticate in polverosi

garage. A Treviso, un gruppo di artigiani locali ha

ideato un kit di conversione che trasforma le

normali vetture in veicoli a trazione elettrica. Un

team di meccanici, elettricisti ed esperti in

elettronica aderenti a Confartigianato Veneto, ha

avuto un’idea che potrebbe rivoluzionare il mondo

della mobilità sostenibile. Con un costo che si aggira intorno ai 1.ooo euro è possibile trasformare una

vecchia FIAT 500, ad esempio, in una “nuova” FIAT 500 elettrica, con il fascino e la consapevolezza di

guidare un veicolo storico ed è il caso di dirlo, al passo coi tempi (vedi il filmato). L’idea è innovativa quanto

geniale, basti pensare che attualmente un’auto elettrica di nuova generazione ha un costo medio che oscilla

tra i ventimila e quarantamila euro. Cifre spropositate che fanno del mezzo elettrico non una scelta ma una

nicchia destinata ad una élite. Trasformare una

vecchia utilitaria, magari destinata alla

rottamazione, potrebbe pertanto diventare

economicamente conveniente; si svilupperebbe

un vero mercato dell’auto elettrica con benefici

non solo ambientali, ma anche economici sia

per l’utente sia per un futuro comparto di tecnici

specializzati nella conversione. Più lavoro,

dunque, maggiore risparmio per gli automobilisti

non più costretti a subire lo strozzinaggio del

costo dei carburanti e salvaguardia dell’ambiente.

Grazie all’uso di sofisticati software è possibile

Una mitica FIAT 500 del 1970

L’intramontabile Vespa Piaggio

Page 6: Dossier mobilità sostenibile

progettare con precisione di particolari la conversione per ogni singola auto.

Il kit è in grado di superare i test di sicurezza necessari e previsti nel caso in cui un veicolo sia oggetto di

modifiche strutturali; al momento, il kit è in attesa di ottenere l’omologazione prevista dalle norme di legge.

Non solo quattro ruote però ma anche due ruote elettriche. Negli Stati uniti, già da alcuni anni, è possibile

convertire una vecchia Vespa Piaggio in una Vespa Elettrica grazie ad un kit di conversionemesso a

punto dalla Sound Speed Scootersdi Seattle. La casa motociclistica di Pontedera non ha mai realizzato una

versione elettrica del celebre scooter, ma la richiesta sempre più alta di una Vespa Elettrica ha spinto alcune

aziende che hanno fiutato l’affare a produrre scooter elettrici simili nel design al blasonato motociclo. Il kit

di conversione ha un costo che si aggira intorno ai 1.000 euro e prevede la sostituzione del motore

tradizionale con uno elettrico da 3000W, la modifica del forcellone e la batteria agli ioni di litio che viene

adattata alla forma del serbatoio della benzina, in modo da avere una distribuzione dei pesi intelligente. Con

una spesa contenuta è possibile così dare nuova vita ad un veicolo.

Page 7: Dossier mobilità sostenibile

Vuoi acquistare un’auto

elettrica? Per te un bonus da

5000€!

L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le sue istituzioni, come dimostrano gli incentivi di …

di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013

L’Italia crede “nell’elettrico” e lo fanno anche le

sue istituzioni, come dimostrano

gliincentivi di 50 milioni di euro stanziati dal

Governo per il 2013, che nei due anni successivi

saranno lievemente ridotti a 45 milioni di euro.

Incentivi che potranno essere utilizzati per

acquistare auto elettriche godendo di

unbonus pari al 20% del costo di acquisto e per

un massimo di 5mila euro, per vetture con

emissioni di CO2 inferiori a 50g per km;

ilbonus si riduce ad un massimo di 4mila

euro per emissioni comprese tra i 50 ed i 95

g/km e a 2mila euro per le auto con emissioni

superiori ai 95 g/km e inferiori a 120 g/km.

Auto a parte, sarà un po’ tutto il comparto

dell’elettrico a godere di interessanti bonus,

compresi i mezzi a due ruote, come gliscooter,

per i quali sono previsti incentivi sull’acquisto,

esonero dal pagamento delle tasse di proprietà

e agevolazioni anche per l’RC. Per maggiori

informazioni riguardo incentivi ed esoneri per gli

scooter è consigliabile consultare i vari portali

online specializzati nel confronto della migliore assicurazione per il proprio motociclo e avere così la

possibilità di risparmiare ulteriormente già sugli sconti previsti.

È l’anno giusto per puntare sull’elettrico? Decisamente sì, visto che già a partire dall’anno prossimo, come

visto, diminuirà la cifra stanziata dal governo per gli incentivi e dal 2015 cambierà la modulazione

deibonus secondo questo schema: l’incentivo massimo sarà di 3.500 euro per veicoli con immissioni

inferiori a 50 g/km, 2.000 euro per quelli con immissioni comprese tra 50 e 95 g/km, e 1.800 euro per

veicoli con immissioni comprese tra 95 e 120 g/km.

Basteranno questi incentivi a lanciare definitivamente “l’elettrico” in Italia? Ovviamente no. Un altro passo

fondamentale è la creazione di una “reale” rete di supporto logistico a questi mezzi, con centraline per la

Auto elettriche in ricarica

Page 8: Dossier mobilità sostenibile

ricarica delle batterie, tanto negli ambiti privati quanto in quelli pubblici; per capirsi, basti considerare

l’esempio di una città come Roma, su cui ad oggi insistono solo 65 punti di ricarica rispetto ad una

estensione di 1200 km quadrati; meno di una centralina ogni 20 km quadrati!

Page 9: Dossier mobilità sostenibile

H2R, elettrico è bello

Da H2R alle macchine raccoglitrici : l’orientamento è verso motori elettrici, decisamente ecocompatibili e

rispettosi dell’ambiente

di Ad r iana Fa renga pubblicato il 14 o t tob re 2013

Come in una matrioskaEcomondo -

Key Energynasconde per la sua 17ma

edizione un dono prezioso: ed

è H2Roma, l’evento nazionale

dedicato all’auto sostenibile, che dalla

capitale, dopo 11 anni si sposta con

una nuova veste e una nuova sigla a

Rimini Fiera.Dal 6 al 9 novembre,

infatti, il più qualificato e frequentato

happening della Green

Economy ospiterà un nuovo evento di

respiro internazionale: H2R –

Mobility for Sustainability, il primo

Salone della mobilità per la

sostenibilità.

Non poteva trovarsi per questo battesimo una location migliore: Ecomondo, infatti, con gli eccellenti risultati

della scorsa edizione (oltre 84.000 visitatori, 150 convegni, 1.000 relatori, circa 650 giornalisti accreditati e

1.200 aziende espositrici in più di 100.000 mq di esposizione) rappresenta una vetrina prestigiosa per un

discorso – la mobilità sostenibile – destinato a diventare trainante nel gran mondo della green economy.

Tutti in pista - Questa edizione di H2R si presenta ancor più spumeggiante degli anni passati. Non

mancheranno le passerelle delle auto “più sostenibili che mai”, i meeting, le anteprime; appassionati ed

esperti, ricercatori e manager

discuteranno anche con i visitatori

di motori e fonti rinnovabili,

energia e mobilità davanti al

cambiamento: un esclusivo

connubio fra ricerca, industria e

istituzioni per conoscere le

tecnologie che verranno e le

soluzioni più innovative per ridurre

l’impatto ambientale della

circolazione.

Da quest’anno H2Roma (nella foto, la passata edizione) si sposta a Rimini Fiera, all’interno di Ecomondo-Key Energy

Il Sindaco di Salerno e Vice Ministro Infrastrutture e Trasporti Vincenzo De Luca inaugura la stazione di ricarica per auto elettriche di Piazza della Concordia a Salerno

Page 10: Dossier mobilità sostenibile

Non solo Rimini Fiera -Che questo sia ormai un imperativo per gli anni a venire lo dimostrano piccoli ma

significativi episodi. Anzitutto, sono in aumento (anche se non impetuoso) le città che si dotano di stazioni

di ricarica per auto elettriche. L’ultima in ordine di tempo è Salerno, dove lo scorso 14 settembre è stata

inaugurata in Piazza della Concordia una nuova colonnina per la ricarica per auto elettriche che consentirà la

ricarica contemporanea di due autoveicoli, con una presa dedicata anche ai motocicli ed i quadricicli, come

ad esempio la Twizy di Renault. In aggiunta, unbonus per gli automobilisti virtuosi, che avranno ricarica e

sosta gratuite per le prime tre ore. Non solo, a queste buone pratiche se ne aggiungono altre, come, sempre

a Salerno, abbonamenti a prezzi popolari per possessori di auto elettriche che potranno sostare in particolari

aree ed accedere liberamente alle ZTL.

Vedere per credere - Ad H2R dal 6 al 9 novembre gli ospiti potranno visionare l’esposizione statica dei

mezzi messi a disposizione dalle case automobilistiche ed accreditarsi per i test drive volti ad approfondire la

conoscenza dei più recenti veicoli a basse emissioni. L´esposizione e la messa su strada delle tecnologie

automobilistiche con minor impatto ambientale e maggiore contenuto tecnologico permetterà anche a chi

non appartiene al settore della mobilità

di conoscere e toccare con mano i

risultati e le potenzialità della ricerca

automobilistica in tema di sostenibilità

dello sviluppo.

Macchine elettriche anche tra i

campi - Peccato che mancherà una

macchina tutta speciale: è stata

presentata al MACFRUT 2013 ed è la

prima raccoglitrice dedicata alle

colture orticole per foglie da taglio a

funzionamento elettrico e, pertanto, a

zero emissioni. Slide Eco – questo il

suo nome – è nata per eliminare il

livello di inquinamento prodotto dai

gas di scarico dei motori endotermici, sostituendo questi ultimi con motori elettrici, in un’ottica di

potenziale aumento del valore aggiunto dei prodotti della terra coltivati con metodologie biologiche o

ecocompatibili. Il motore elettrico della macchina sviluppa una potenza di 30 Kw ed è alimentato da una

batteria che consente un’autonomia di 14 ore lavorative. La ricarica – dicono i dati tecnici – dura 3 ore ed è

effettuabile con il cavo da 10A in dotazione, collegabile ad una normale presa domestica di 220 V. La durata

media della batteria è di 1.500 ricariche, il che significa oltre quattro anni di lavoro continuativo.

Slide Eco, la prima macchina raccoglitrice a zero emissioni presentata al MACFRUT 2013

Page 11: Dossier mobilità sostenibile

BMW, alla conquista delle auto

green

Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori …

di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013

Se anche BMW punta sull’ibrido, allora è proprio vero che stiamo entrando nell’era dei motori elettrici.

D’altronde tutte le grandi casi automobilistiche, chi prima chi dopo, stanno rincorrendo le utilitarie

giapponesi in questa corsa verso la

produzione di veicoli in cui le

prestazioni motoristiche si

coniughino con quelle ambientali,

che significa:bassi consumi e

basseemissioni.

Ma non solo. Scegliere mezzi a

basse emissioni, almeno in Italia,

significa anche poter contare su

assicurazioni auto a costo

contenuto, soprattutto se tali

assicurazioni vengono acquistate

online e godono, inoltre, dell’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni.

La i8 è un’auto ibrida in cui il motore TwinPower Turbo da 1500 cc di cilindrata, con una potenza di 231

Cv, a iniezione diretta, capace di sviluppare 320 Nm di coppia, è affiancato da un motore elettrico BMW

eDrive che porta alla causa i suoi 131 cavalli addizionali e 250 Nm di coppia. La somma è presto fatta, cioè

un veicolo la cui potenza totale sfiora i 370 Cv e con una coppia complessiva di 370 CV in grado di

muovere con una certa agilità un coupé da 1500 kg e 4.68 metri per 1.94 metri. Ecco quindi che la

nuova BMW i8, presentata all’ultimo Salone di Francoforte, rappresenta una scelta di stile ma anche

di risparmio, forse nuova alla tipica clientela BMW.

Parliamo, infine, di ricariche e di autonomia. Le batterie della BMW i8 si ricaricano in un massimo di tre ore

circa: se si viaggia in modalità ibrida l’autonoma è di quasi 600 chilometri, se invece ci si affida al solo

motore elettrico l’autonomia si accorcia a 35 km circa. I consumi secondo BMW si attesterebbero, in

modalità ibrida, sui 2.5 litri ogni 100 km, con immissioni di CO2 dell’ordine dei 60 g/km.

BMW-Efficient-Dynamics-concept.jpg

Page 12: Dossier mobilità sostenibile

Moto elettriche: due ruote per la

sostenibilità ambientale

Silenziose e a zero emissioni CO²: il mercato delle moto elettriche punta sulla mobilità sostenibile e strizza

l’occhio a giovani e lavoratori

di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 14 o tto b re 2013

Agli italiani piace viaggiare sulle due ruote, se poi

sono elettriche ancor meglio. Secondo i dati diffusi

da Confindustria ANCMA(Associazione

Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori) a ottobre

2012 gli scooter elettrici immatricolati hanno

superato le mille unità, con un trend in crescita

costante da alcuni anni. Qual è l’identikit del

guidatore di scooter elettrico? Lavoratore e

giovane. Il successo della categoria si riscontra su

un uso pratico del mezzo; le attuali batterie agli

ioni di litio, più efficienti rispetto a quelle al

piombo usate un tempo, consentono in media

mille cicli di carica/scarica: al costo di un solo euro per singola ricarica l’autonomia è compresa tra 50-100

km, arrivando anche a 150 km in base al

tipo di batteria usato. Pertanto, ogni

singolo accumulatore consente di

percorrere circa cinquantamila chilometri. I

motocicli elettrici di ultima generazione

sono dotati di batterie estraibili, collocate

sotto la sella: una volta parcheggiato lo

scooter è possibile estrarre le batterie e

metterle in carica a una normale presa

domestica da 220V. Non è necessario

perciò avere un garage o una colonnina di

ricarica nei paraggi, le batterie si possono

caricare nuovamente in ufficio o a casa.

Come per le auto elettriche, anche gli

scooter hanno l’esenzione dal pagamento

delle tasse automobilistiche per cinque anni

a decorrere dalla data di prima

immatricolazione; le aziende assicuratrici

offrono sconti sulle polizze fino al

Lo scooter elettrico Penelope

In evidenza le batterie estraibili ricaricabili

Page 13: Dossier mobilità sostenibile

50%, possono circolare nelle ztl e durante le giornate di blocco del traffico hanno bassi costi di

manutenzione, non emettono agenti inquinanti in atmosfera, sono silenziosi e si possono utilizzare

anche in ambienti chiusi. Il costo di uno scooter elettrico, in alcuni casi e per alcuni modelli, è ancora sopra

le righe rispetto ai normali motocicli a benzina, ma bisogna considerare due importanti aspetti: un mercato

dell’usato che inizia a muovere i primi passi e l’investimento iniziale che è ammortizzato dai bassi costi di

gestione (manutenzione, ricarica, bollo, assicurazione). Anche se la velocità media è limitata per legge a 45

km/h (equivalente 50cc) e 80 km/h (equivalente 125cc) non bisogna vedere questa “restrizione” come uno

svantaggio, innanzitutto perché rispetta il codice della strada ed evita le sanzioni amministrative previste, ma

soprattutto guidare in modo slow, lento, diminuisce il rischio di incidenti dovuti all’alta velocità e permette di

gestire con intelligenza la ricarica delle batterie. Dal 2013 sono in vigore gli incentivi statali per l’acquisto dei

veicoli a basse emissioni, tra cui ciclomotori e motocicli a due o tre ruote, pari al 20% del prezzo di

acquisto del veicolo. L’Italia è il Paese degli scooter, basti pensare alla mitica Lambretta e all’intramontabile

Vespa Piaggio che hanno segnato gli usi e costumi degli italiani. A differenza delle auto elettriche, le quali

hanno ancora un costo esorbitante per le tasche degli automobilisti del Belpaese, le moto elettriche sono alla

portata di tutte le tasche.

Page 14: Dossier mobilità sostenibile

Trasporto ferroviario: in Puglia

è sempre più cura del ferro

Treni moderni, nuove stazioni ferroviarie, quattro aziende private al servizio del territorio: la Puglia punta

sempre più sulla mobilità sostenibile che viaggia sui binari

di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 15 o tto b re 2013

La rete ferroviaria pugliese in

esercizio è di 1.522 km (dati

ASSTRA) di cui 815,89 km sono di

proprietà di Rete Ferroviaria

Italiana; i restanti 706 km

appartengono rispettivamente

a Ferrovie del Sud Est (473, 11

km),Ferrovie del Gargano (97,65

km), Ferrotramviaria (74,98 km)

e Ferrovie Appulo Lucane (60,05

km). In Puglia ci sono 258 comuni e

in 149 è presente una stazione

ferroviaria; l’81,4% della popolazione regionale (quattro milioni di abitanti – ISTAT 2011) ha accesso diretto

alla rete. Da qualche anno, la Regione Puglia ha iniziato una “cura del ferro” per promuovere l’uso

del treno a discapito del trasporto privato, finanziando opere infrastrutturali per l’ammodernamento della

rete, l’acquisto di vetture e la realizzazione di nuove tratte e stazioni ferroviarie. Ultima in ordine di tempo è

quella di Apricena Città, delle Ferrovie del Gargano. Sono stati realizzati 11,7 km di binari che collegano

Apricena a San Severo, dove i moderni e confortevoli treni Flirt potranno viaggiare a una velocità di 140

km/h impiegando solosette minuti per collegare le due città. L’entrata in servizio della nuova tratta è

prevista per metà dicembre; tra Foggia e Apricena (via San Severo) viaggeranno invece tredici coppie di treni

al giorno, che impiegheranno venticinque minuti per collegare la popolosa cittadina dell’Alto Tavoliere al

capoluogo di provincia, rispetto agli attuali 55 minuti spesi da un bus di linea.

I treni Flirt delle Ferrovie del Gargano da poco collega Apricena a san Severo in soli sette minuti

Page 15: Dossier mobilità sostenibile

Per quanto riguarda, invece, la

tratta verso il nord del Gargano, è

in fase di realizzazione la variante

perSannicandro Garganicodove,

tra fine 2014 e inizio 2015,

dovrebbero essere ultimati i lavori

di costruzione di una galleria di

3.200 metri, che consentirà ai treni

di abbandonare l’attuale tracciato

che passa per la stazione di San

Marco in Lamis, accorciando

notevolmente i tempi di

percorrenza. Al chilometro 8+900

tra Apricena e San Severo è stato

anche realizzato un piccolo scalo

merci a servizio delle vicine cave di pietra.

Ferrovie del Gargano vuole bissare il successo ottenuto con la tratta Lucera-Foggia attivata nel 2009 dopo

decenni di oblio; l’iniziativa ha consentito di eliminarecompletamente il servizio bus rendendo più sicura

l’arteria stradale, abbattendo le emissioni di polveri sottili in atmosfera, velocizzando il trasporto dei

passeggeri e concentrando su Lucera il traffico bus dei paesi dei Monti Dauni.

Un altro importante risultato è stato raggiunto a luglio di quest’anno con l’inaugurazione del passante

ferroviario che collega le città servite da Ferrotramviaria all’aeroporto internazionale “Karol Wojtyla” di

Bari-Palese. Dalla stazione di Bari Centrale il treno impiega quattordici minuti per raggiunge lo scalo

aeroportuale, percorrendo un totale di 7,7 km di tragitto a doppio binario. La “cura del ferro” ha prodotto i

suoi primi effetti: la Puglia diviene così una regione proiettata sempre più allamobilità sostenibile, dove

il treno è protagonista e artefice del cambiamento in corso.

Da luglio 2013 è operativo il passante ferroviario che collega le città servite dalla ferrotramviaria all’aereoporto Karol Wojtyla di Bari-Palese

Page 16: Dossier mobilità sostenibile

Bicicletta a pedalata assistita:

due ruote al servizio della

mobilità sostenibile

Sempre più italiani comprano biciclette a pedalata assistita per muoversi in città, con benefici ambientali,

economici e fisici, contrastando la crisi economica e l’inquinamento dovuto alle polveri sottili

di G io rg io Vent r ice l l i pubblicato il 15 o tto b re 2013

Agli italiani piace pedalare.

Lebiciclette hanno scritto un pezzo

importante nella storia del Belpaese;

basti pensare come, prima ancora

dell’avvento di scooter e automobili, le

“due ruote” siano state il mezzo di

locomozione più diffuso tra la gente.

La usarono i Bersaglieridurante la

Grande Guerra, epiche furono le sfide

tra Coppie Bartali al Giro d’Italia,

furono immortalate in celebri film

come“Ladri di biciclette” di Vittorio De

Sica, la usarono i nostri nonni per

raggiungere la città dalla campagna, è da sempre il regalo più ambito per ogni bambino. La bicicletta è nel

DNA dell’italiano.

La crisi economica, le strade cittadine sempre più congestionate dal traffico veicolare,

l’inquinamento dapolveri sottili dannoso alla salute umana hanno spinto gli abitanti della penisola italica a

pedalare sì, ma in modo ancora più sostenibile sia per l’ambiente sia per l’economia domestica. Come? Con

lebiciclette a pedalata assistita.

Le EPAC (Electric Pedal Assisted

Cycle), dette anche pedelec,

secondo la direttiva europea

2002/24/CE che disciplina

l’argomento, sono biciclette “dotate

di un motore ausiliario elettrico avente

potenza nominale continua massima di

0,25 kW la cui alimentazione è

progressivamente ridotta e infine interrotta

quando il veicolo raggiunge i 25 km/h o

prima se il ciclista smette di pedalare”. Il

“Ladri di Biciclette” di Vittorio De Sica ha incarnato le condizioni di vita nel dopoguerra

Le biciclette a pedalata assistita montano un motore con una potenza nominale massima di 250 W

Page 17: Dossier mobilità sostenibile

motore elettrico è posizionato su una delle due ruote o nella zona dei pedali ed ha una potenza nominale

massima di 250 W. Come per le moto e le auto elettriche, le batterie sono agli ioni di litio e si possono

ricaricare ad una normale presa domestica da 220V.

L’autonomia dipende da diversi fattori: dal percorso intrapreso, se pianeggiante, collinare o montuoso, dal

peso del ciclista e della bicicletta, dalla velocità sostenuta, dall’asfalto. È importante ricordare che le

biciclette a pedalata assistita non prevedono come in altri veicoli la passività del guidatore, non si accelera su

una manopola per dare movimento al mezzo, che si ottiene dall’azione congiunta tra la forza umana con il

motore elettrico. In media, con una ricarica è possibile percorrere 50-80 km. Confindustria ANCMAstima

che nel 2011 sono state

acquistate in Italia cinquantamila

biciclette elettriche.

I motivi? Non pagano bollo e

assicurazione perché il Codice

della Strada le include nella

stessa categoria delle normali

biciclette, non hanno bisogno di

benzina per alimentare il

motore, sono facili da

parcheggiare, occupano poco

spazio e possono circolare

ovunque.

Quanto costano? Si parte da

cinquecento euro circa per

arrivare a modelli anche di

duemila euro, ricchi di accessori e realizzati con materiali all’avanguardia nel campo tecnologico. L’acquisto

di una pedelec deve essere rapportato ai benefici economici, ambientali e fisici; pertanto, tenendo presente i

vantaggi descritti, la bicicletta a pedalata assistita è un investimento che non tarda a far vedere i suoi frutti.

Concludendo: Italiano, hai voluto la bicicletta (elettrica)? E ora pedala!

Le pedelec non pagano bollo e assicurazione perché il Codice della Strada le include nella stessa categoria delle normali biciclette

Page 18: Dossier mobilità sostenibile

Arriva “Ecco”: il camper del

futuro!

Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, …

di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013

Sarà a zero emissioni il camper del futuro. Sempre più viaggiatori scelgono una vacanza ecologica, nel

pieno rispetto della natura e che consenta contemporaneamente di limitare le spese dello spostamento. Il

camper elettrico rappresenta la soluzione ideale per una vacanza di questo tipo.

“Ecco”, il camper zero

emissioni progettato dallaNau

Design Team è completamente

elettrico, ma non solo: Ecco è dotato

persino di pannelli solari in

copertura, che consentono di

ricaricare il mezzo quando non vi

sono fonti di energia nelle

immediate vicinanze. Altrimenti il

camper potrà essere ricaricato nelle

stazioni standard a 240V.

La scocca a forma di goccia di

questo camper interamente ecologicogarantisce, grazie alla sua particolare resistenza all’aria,

un’ottima aerodinamicità del veicolo, realizzato in alluminio e vetro.

Il tetto apribile a fisarmonica concede un maggiore spazio al posizionamento delle celle fotovoltaiche.

Quando il camper non è in movimento, poi, la calotta può essere scoperta: all’interno dell’abitacolo ci si

sente così un po’ più vicini alla natura. Ecco è provvisto inoltre di aperture di vetro semitrasparente,

attraverso le quali i passeggeri possono ammirare il panorama circostante senza essere esposti a sguardi

indiscreti. Ecco costituisce il camper ideale per tutti coloro che amano i viaggi “verdi” e vogliono spostarsi

senza dimenticare la tutela dell’ambiente.

Con il camper ecologico infine non si risparmia solo in inquinamento ma anche in denaro: sono molti

infatti gli incentivi che permettono di risparmiare sulle spese dei veicoli elettrici, come per l’assicurazione

verificabile in siti web in cui è possibile fare un confronto tra assicurazioni online, spese di acquisto, spese di

manutenzione e ovviamente costi di consumo. Allo stato attuale Ecco, il camper elettrico ideato per

trasportare cinque passeggeri, si trova ancora in fase di progettazione ma molti confidano in una sua

prossima realizzazione.

“Ecco”, il camper zero emissioni, completamente elettrico, dotato persino di pannelli solari

Page 19: Dossier mobilità sostenibile

Primo bando per i veicoli

elettrici

Si attendono le valutazioni ministeriali per le domande di partecipazione pervenute. Primo bando nazionale

da 5 milioni di euro per la realizzazione di impianti cittadini per la ricarica di veicoli pubblici e privati

alimentati a energia elettrica

di Sanz ia Mile s i pubblicato il 14 o t tob re 2013

Nuova energia, proprio il caso di

dirlo, per il Piano nazionale

infrastrutturale per la ricarica dei

veicoli alimentati ad

elettricitàpromosso dal Ministero

delle Infrastrutture e dei Trasporti,

anche mediante l’istituzione di un

apposito fondo con 20 milioni di

euro in dotazione per l’anno 2013 e

15 milioni per ciascuno degli anni

2014 e 2015. Secondo quanto

ravvisato dalla Legge n. 134 del 7

agosto 2012, la crescita del Paese

Italia passa anche da qui, dal

sostegno alla mobilità sostenibile grazie alla “realizzazione di reti infrastrutturali per la ricarica dei veicoli

alimentati ad energia elettrica e la sperimentazione e la diffusione di flotte pubbliche e private di veicoli a

basse emissioni complessive, con particolare riguardo al contesto urbano, nonché l’acquisto di veicoli a

trazione elettrica o ibrida”

Cosa prevede il Piano - Il Piano

nazionale si prefigge così di definire

le linee guida con cui garantire lo

sviluppo unitario del servizio di

ricarica dei veicoli alimentati ad

energia elettrica sul territorio

nazionale, tenendo oggettivamente in

conto l’effettivo fabbisogno presente

nelle diverse realtà territoriali, sulla

base dei concorrenti profili della

congestione di traffico veicolare

privato, della criticità

dell’inquinamento atmosferico e dello sviluppo della rete stradale urbana ed extraurbana e di quella

Palazzo Ateneo, postazione di ricarica per auto elettriche

Finanziabili anche i provvedimenti delle regioni a favore delle moto elettriche

Page 20: Dossier mobilità sostenibile

autostradale.In particolare,

prevede:l’istituzione di un servizio

di ricarica dei veicoli, a partire dalle

aree urbane, per trasporto privato e

pubblico; l’introduzione di

procedure di gestione del servizio di

ricarica (quanto a costi, tariffe

differenziate, tempi e modi,

ottimizzazione…); l’introduzione di

agevolazioni per

l’ammodernamento degli impianti;

la realizzazione di programmi

integrati di promozione

dell’adeguamento tecnologico degli

edifici esistenti, nonché la promozione della ricerca tecnologica per tali reti infrastrutturali.

Le regioni si attivano - È all’interno di questo contesto che veniva dato modo alle Regioni di presentare

domanda, con scadenza al 16 settembre 2013, per il “Bando a favore delle regioni per il finanziamento di

reti di ricarica dedicati ai veicoli elettrici”, pubblicato in luglio in Gazzetta Ufficiale, con cui il Ministero ha

destinato 5 milioni di euro complessivi “per il finanziamento di interventi finalizzati alla risoluzione delle

più rilevanti esigenze nelle aree urbane ad alta congestione di traffico attraverso lo sviluppo di reti

infrastrutturali per la ricarica dei veicoli elettrici”.

Ad annunciare il proprio vivo interesse, alcune Regioni. Come ad esempio la Lombardia. Oppure le Marche,

che nel progetto, mediante la stipula di un Protocollo, hanno coinvolto i capoluoghi di provincia,

unitamente alle città costiere più significative, ovvero quelle realtà con una concentrazione di traffico

particolarmente elevata. Ammesso a finanziamento per ogni progetto un importo non superiore a 238mila

euro, su quattro filoni di interesse: mobilità sostenibile in ambito urbano/metropolitano; flotte pubbliche

e private; impianti di distribuzione del carburante; mezzi a due ruote (motocicli). Ora si attendono gli esiti

delle valutazioni ministeriali. Si procederà con decreto e quindi con la stipula di apposite convenzioni.

Il punto di ricarica per auto elettriche a Bari, nei pressi del Teatro Petruzzelli

Page 21: Dossier mobilità sostenibile

L’auto elettrica in Italia:

normativa e colonnine di ricarica

sono stati messi a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corsoProcede a piccoli passi la diffusione …

di F rancesco Va lente pubblicato il 14 o t tob re 2013

sono stati messi a

disposizione 50milioni di euro per

l’anno in corsoProcede a piccoli

passi la diffusione dei veicoli

elettriciin Italia. Se nel pubblico

questi mezzi ecologici hanno

trovato ampio spazio nelle scelte

delle aziende di trasporto locali,

non si può dire la stessa cosa per

quello che riguarda le scelte di

acquisto degli automobilisti italiani,

che preferiscono le auto ad

alimentazione elettrica in meno di un caso su 100. Troppo poco rispetto a una media europea ben più

ampia. Un gap di cui è stato consapevole il legislatore che è intervenuto con una serie di misure all’interno

del più ampio Piano di crescita per l’Italia; parliamo della legge n.134 del 7 agosto 2012, con un piano di

incentivi per il triennio 2013-2015, in cui sono stati messi a disposizione50milioni di euro per l’anno in

corso e 45milioni per i due successivi.

Gli incentivi prevedono un bonus fino a 5mila euro per chi acquista un’auto elettrica nuova

conemissioni di CO2 inferiori a 50 g/km, e altri bonus via via inferiori per quelle con immissioni

maggiori e fino ad un massimo di 120 g/km.

Sono misure che si aggiungono a quelle precedentemente approvate e che hanno portato per esempio

all’esenzione dal pagamento del bollo per i primi 5 anni per le auto elettriche appena immatricolate e

agli sconti sul Rc auto; un risparmio verificabile anche sul web. Un piano di interventi a 360° che però non

ha ancora prodotto i frutti sperati visto che, come misurato dal Politecnico di Milano, nei tre mesi

immediatamente successivi all’approvazione del pacchetto di incentivi, sono stati acquistati solo 228 auto

elettriche rispetto ai 300mila veicoli alimentati a benzina, diesel o a gas.

C’è chi sostiene che l’anello debole della catena sia rappresentato dalla rete di punti di ricarica per questi

mezzi, ancora poco diffusa sul territorio nazionale, in cui a oggi se ne contano meno di 1000 unità, tra

l’altro concentrate in gran parte nelle tre città di Roma, Firenze e Milano. Anche in questo campo si è

cercato di intervenire a livello istituzionale, tramite la delibera ARG/elt 242/10 del 15 dicembre 2010

dell’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che ha promosso la presentazione di progetti pilota per la

creazione di una rete capillare di centraline elettriche. La delibera prevedeva un finanziamento per ogni

progetto approvato (ne sono stati approvati in tutto 5 per il triennio 2013-2015) di 768 euro annui per

Per lo sviluppo delle auto elettriche il governo ha messo a disposizione 50milioni di euro per l’anno in corso e 45milioni per i prossimi due anni

Page 22: Dossier mobilità sostenibile

ogni nuovo punto di ricarica aperto. Come è andata a finire? Al momento solo 2 dei 5 progetti approvati

sono andati in fase esecutiva, con risultati decisamente deludenti, anche a causa dei forti ritardi da parte delle

amministrazioni locali, nelle approvazioni per la localizzazione e costruzione dei punti di ricarica. Ma c’è chi

promette un forte incremento dal 2014.

Page 23: Dossier mobilità sostenibile

Mobilità insostenibile

Secondo l’ing. Mauro Rossato, Presidente di Vega Engineering, società a tra le prime in Italia ad occuparsi

della progettazione di impianti per la ricarica dei veicoli elettrici, è indispensabile ridisegnare le città

inserendo le colonnine di ricarica che per ora rimangono invisibili

di Luc ia S ch inzano pubblicato il 14 o t tob re 2013

A Mauro Rossato, presidente

di Vega Engineering, la società

con sede a Mestre da anni

impegnata nel discorso

dellamobilità sostenibile, la

situazione italiana non va proprio

giù. Scarsa sensibilità delle

amministrazioni locali, una politica

di incentivi praticamente

inesistente, informazione vaga,

fanno dell’Italia la cenerentola

delleauto elettriche. Ecco cosa ha

detto ad Ambient&Ambienti.

«Per il momento sembra solo

l’immagine idilliaca di una fiaba cittadina senza

rumori e senza emissioni, proiettata alla

salvaguardia del pianeta. Tant’è che nei primi

cinque mesi del 2013 in Italia – secondo

un’accurata indagine condotta dall’Energy &

Strategy Group del Politecnico milanese - la

percentuale di vetture alimentate dalle batterie

sul totale delle immatricolazioni è arrivata

appena allo 0,04 per cento. E, probabilmente, di

tanti ‘zeri’ ci si accorge girando dentro e fuori le

città. Pochissime le auto e scarsa anche la presenza

dei punti di ricarica per questo tipo di veicoli.

Complice la crisi e un inadeguato – e forse assente

– itinerario informativo nel Paese sui benefici

della mobilità sostenibile, l’Italia è molto lontana

dagli indicatori delle vendite di auto elettriche

rilevate nel resto d’Europa. Soprattutto quando si

parla diNorvegia – la più virtuosa del Vecchio

In Italia nel 2013 la percentuale di vetture alimentate dalle batterie sul totale delle immatricolazioni è arrivata appena allo 0,04 per cento

L’ing. Mauro Rossato, presidente di Vega Engineering

Page 24: Dossier mobilità sostenibile

Continente – dove le ‘immatricolazioni elettriche’ rappresentano il 3 per cento del totale. Un abisso di

distanza tecnologica e di sensibilità ambientale che si giustifica in una strategia politica efficiente e semplice:

puntare sugli incentivi che in Norvegia si traducono anche con l’esenzione dall’Iva e dal bollo. E ancora: la

creazione di parcheggi solo per auto elettriche e l’apertura delle corsie riservate alle auto a zero emissioni.

A Oslo, insomma, le colonnine per la ricariche sono ovunque: fuori dai ristoranti, nei parcheggi, vicino ai

distributori tradizionali con attaccate auto in ricarica. Una capitale in cui il futuro è già presente e che

sembra sia lontana anni luce dalla nostra Penisola dove tutto, invece, sembra rimanga immobile ed ancora

fortemente legato ad una mobilità ormai ‘insostenibile’.

A cominciare dal piano triennale degli incentivi per le vetture ecologiche: perché i fondi (1,5 milioni di

euro per il 2013 anche senza contemporanea rottamazione di un vecchio veicolo) bastano per incentivare

l’acquisto di 300 auto a batterie. Mentre la maggior parte degli incentivi, vale a dire 35,5 milioni di euro su

un totale di 40, è diretta ai lavoratori autonomi e alle aziende che desiderano rottamare un veicolo di 10

anni, acquistandone uno nuovo. Ma pure in questo caso solo 3,5 milioni sono destinati all’acquisto dell’auto

totalmente elettrica. Così a giugno 2013, tre mesi dopo l’entrata in vigore del provvedimento,

erano immatricolate appena 228 elettriche rispetto alle 300.000, circa, vetture tradizionali vendute

nello stesso periodo.

Le stime sono sconfortanti, dunque,

ed anche le previsioni dell’Energy &

Strategy Group per il 2020 non

sembrano andare in direzioni più

virtuose con 350 mila auto a

batterie, vale a dire una media di 50

mila mezzi all’anno. Una proiezione

che depenna quella più ottimistica

che assicurava un mercato elettrico

di 3,8 milioni di vetture nel 2020. A

stridere poi con le immagini di

cittàtotally ‘o quasi’ green è anche

lascarsa presenza delle colonnine

per la ricarica dei veicoli. Attualmente, stando al sito colonnineelettriche.it, ce ne sono 461 in tutta Italia

ma per il 2020 ne occorrerebbero ben 100 mila. Tra le città più virtuose per adesso troviamo Firenze con

138 colonnine, seguita da Roma con 66 e Milano con 48. Mentre in quasi tutte le province non si superano

le 5 colonnine su tutto il territorio, con molti centri importanti che dispongono soltanto di una infrastruttura

pubblica a cui poter allacciarle la propria auto elettrica.

Eppure è proprio questa la premessa fondamentale affinché la mobilità sostenibile possa

concretizzarsi:assicurare agli utenti l’accesso all’energia elettrica ovunque e in qualsiasi

momento. Questo il perno attorno al quale ruota e ruoterà il successo dell’auto elettrica e attorno al quale

cambieranno anche i volti delle città. Solo così decollerà un mercato nuovo che consentirà di risollevare il

Per il 2020 in Italia dovrebbero esserci 100mila colonnine per la ricarica di auto elettriche; oggi ce ne sono solo 461

Page 25: Dossier mobilità sostenibile

settore automobilistico e quello dell’impiantistica, creando nuovi posti di lavoro e migliorando i livelli di

inquinamento delle nostre città. Il tutto all’insegna di uno sviluppo ecosostenibile che gli amministratori del

nostro Paese continuano a trascurare ipotecando negativamente il futuro dei nostri figli.

Page 26: Dossier mobilità sostenibile

Il trasporto in Puglia punta sul

ferro e sulle vie ciclopedonali…

patto di stabilità permettendo

Il Governo ha fissato il principio della modalità di trasporto sostenibile. Il sistema, però, necessita di

pianificazione, programmazione e attuazione integrata. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Mobilità

della Regione Puglia Gianni Giannini

di G iann i Avvantagg ia to pubblicato il 15 o t tob re 2013

Pedonalità, ciclopedonalità, trasporto pubblico, trasporto privato, sosta e parcheggi, tutti insieme formano una componente

essenziale per il sistema di mobilità sostenibile, essenziale, oggi, per il funzionamento di una grande città – e della vita dei suoi

abitanti -, di un centro metropolitano, quale Bari aspira a diventare, con molte probabilità il prossimo anno, di una regione che

della sostenibilità ha fatto la sua vocazione, come la Puglia. Il sistema, però, necessita di pianificazione, programmazione e

attuazione integrata. Ne abbiamo parlato con l’assessore alla Mobilità della Regione Puglia Gianni Giannini, con delega alle

Reti e alle Infrastrutture.

Assessore Giannini, a che punto è il piano regionale rispetto al programma?

Siamo nella media dell’utilizzo dei

finanziamenti europei, abbiamo

messo in piedi dei tavoli per

accelerare l’utilizzo da parte delle

province delle risorse messe a

disposizione con i FAS, perché c’è

la scadenza del 31 dicembre del

2013 data entro la quale debbono

essere sottoscritti gli atti

giuridicamente vincolanti, cioè le

aggiudicazione delle gare. Per

quanto attiene iFESR siamo nella

media regionale, circa il 40 – 50 %

degli impegni rispetto alle disponibilità. Ovviamente, questo dato non può essere letto senza soffermarsi sul

fatto che il patto di stabilità limita notevolmente l’utilizzo delle risorse.

Ma ci sono buoni segnali dal governo, che sta varando la nuova legge di stabilità?

Il presidente del Consiglio, all’inaugurazione della Fiera del Levante, su sollecitazione del governatore

Vendola, si è impegnato a produrre un provvedimento che allenti un po’ il patto di stabilità per le quote di

cofinanziamento rispetto alle risorse europee.

E rispetto al resto d’Europa come siamo messi?

Giovanni Giannini

Page 27: Dossier mobilità sostenibile

Noi stiamo nell’“Obiettivo uno”, quindi il raffronto dobbiamo farlo con le altre zone dell’Obiettivo uno. Credo

che la Puglia, con Veneto e, forse, Lombardia siano le tre regioni che utilizzano al meglio le risorse europee.

Un dato questo che non viene contestato neppure dall’opposizione.

Il 1° ottobre scorso lei ha

firmato un protocollo per il

raddoppio della FAL Bari –

Toritto

Stiamo sviluppando tutta una

serie di iniziative relative al

nuovo piano regionale dei

trasporti. La cui adozione è

propedeutica all’utilizzo dei

fondi europei della prossima

programmazione 2014 – 2020.

Poi, per delle scadenze stabilite

dal legislatore nazionale,

dobbiamo fare una serie di cose.

Dobbiamo fare il piano di riprogrammazione entro questo mese di ottobre, pena la perdita di una quota del

finanziamento statale – il 10%, che lo Stato trattiene – e che eroga solo in presenza di determinati requisiti:

uno è l’efficentamento; il secondo è il rapporto positivo costi/ricavi delle società di gestione del servizio

pubblico locale e terzo è il rapporto tra il materiale rotabile e i carichi di utenza. Noi stiamo procedendo a

una riprogrammazione del servizio di trasporto pubblico locale, ispirata all’efficentamento, quindi

all’eliminazione delle linee superflue. Il Governo ha fissato il principio della modalità di trasporto

sostenibile: quindi tutta la programmazione dei fondi europei è finalizzata allo spostamento, quanto più

possibile, dei chilometri dalla gomma al ferro.

Utilizzando una clausola del regolamento europeo 1370/2007, però, la data in cui si potrà celebrare la gara unica è stata

fissata al 2018, momento in cui le aziende in concessione devono anche arrivare alla fine del collaudo delle infrastrutture dopo

aver trasferito teoricamente tutta la gomma su ferro.

Abbiamo presentato un disegno di legge che prevede l’aggiornamento dei corrispettivi delle Province –

spiega Giannini – a partire dall’anno prossimo. A ottobre faremo il piano di riorganizzazione. A fine anno

presenteremo un piano triennale dei servizi e a gennaio il nuovo piano regionale dei trasporti.

Parliamo adesso della metropolitana Bari – San Paolo. Il giorno 7 scorso lei è stato sul cantiere, a

che punto sono i lavori del nuovo tratto Ospedale – Zona Cecilia?

Un vagone adibito al trasporto delle biciclette. Il cliente con regolare biglietto che viaggia con la sua bicicletta al seguito, contatta il capotreno che gli rilascia una ricevuta a titolo gratuito per il mezzo a due ruote

Page 28: Dossier mobilità sostenibile

È stata realizzata gran parte della

linea, resta l’ultimo tratto per il quale

vanno reperite le risorse che

cercheremo di individuare nella

prossima programmazione 2014 –

2020. Quel servizio oltre a collegare

il San Paolo alla città, fungerà anche

da circolare all’interno del quartiere

stesso; è un ulteriore pezzo che va

ad aggiungersi alla rete

metropolitana che con la Bari –

Bitritto, con il raddoppio delle FAL

Bari – Toritto e l’interramento del

tratto di Modugno contribuisce a caratterizzare concretamente la città di Bari come città metropolitana, cosa

che a livello normativo diventerà ufficiale dal 2014.

Parliamo adesso di ciclopedonalità: Copenhagen 400 chilometri di piste ciclabili e oltre 20mila

biciclette che circolano in città

durante le ore di punta; in

tutta Europa, soprattutto al

Nord, si recuperano le ferrovie

dismesse per farne percorsi

ciclabili. Da noi qual è la

situazione, assessore?

Proprio nei giorni scorsi ho

partecipato all’inaugurazione di

una ciclovia che collega Ruvo a

Castel del Monte nell’area

delParco dell’Alta Murgia.

Siamo impegnati anche a candidare ai finanziamenti europei una serie di progetti che stanno arrivando dal

territorio, di realizzazione di piste ciclabili di un certo interesse, nell’ambito dellaCiclovia Adriatica, stiamo

realizzando la Ciclovia dell’Acquedotto. Una serie di comuni sta proponendo la realizzazione di piste ciclabili i

cui progetti potrebbero essere inseriti nella programmazione 2007 – 2013 dei FESR e si realizzi una rete di

ciclopedonalità importante.

In questa direzione va anche il protocollo d’intesa stipulato con le ferrovie per il trasporto di biciclette,

per favorire i pendolari ma anche un modo per sviluppare politiche di sviluppo del turismo. Stiamo per

proporre l’utilizzo di una linea ferroviaria che da Gioia del Colle arriva fino a Spinazzola che poi si biforca

verso Rocchetta Sant’Antonio da una parte e verso Barletta dall’altra, per realizzare un progetto di treno

storico con le stazioncine, che potrebbero essere trasformate in punti di ristoro con prodotti tipici della

La metropolitana Bari – San Paolo fungerà anche da circolare all’interno del quartiere stesso

La Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese

Page 29: Dossier mobilità sostenibile

Murgia. E anche lì si potrebbe pensare a un percorso parallelo ciclopedonale. Naturalmente bisognerà fare i

conti con le disponibilità finanziarie e la voglia dei privati di cimentarsi in progetti di questo genere perché

sono progetti che non possono prescindere da parte dei privati.

Il Bike sharing è stato attivato tre anni fa e Bari è stato il primo capoluogo di Italia ad avviarlo. In

tre anni, su 300 biciclette, 185 sono state rubate e 40 distrutte. L’uso della bicicletta condivisa è

fallito? Anche a causa di questi atti di vandalismo? Il sindaco Michele Emiliano, a maggio scorso,

aveva anche tuonato su

Facebook che «Forse lo

chiuderemo il servizio».

Non è una questione di

eliminazione, perché non viene

condiviso l’utilizzo della bicicletta. Il

problema è che quel tipo di

iniziative o vengono rispettate dalla

cittadinanza o diventano occasione

di spesa costante per

il bilancio delle città, che è

insostenibile, perché con il patto di

stabilità ci sono altre cose cui

provvedere. Questo è un periodo in cui bisogna stabilire delle priorità. Se ci sono delle risorse che non

influiscono sul bilancio quelle risorse vengono utilizzate. Lo stiamo facendo. Stiamo parlando di milioni di

euro da candidare nella programmazione di utilizzo dei fondi europei. Per candidare un progetto al

finanziamento europeo bisogna fare il progetto. Il progetto costa. Molto spesso i Comuni non hanno i soldi

per pagare neppure il progetto. Stiamo vivendo una situazione veramente difficile. Dove neppure i Comuni

che hanno i soldi li possono utilizzare. Bari ha un fondo cassa di 217milioni ma non li può utilizzare perché

ci sono dei limiti imposti dal patto di stabilità.

Il parco di biciclette alla Stazione centrale di Bari

Page 30: Dossier mobilità sostenibile

Bari e mobilità sostenibile, tra

litigi e progetti

Dal bike sharing ai park & ride, il Comune tra tonfi e successi

di Fu lv io D i G iuseppe pubblicato il 14 o tto b re 2013

Dialoga con le associazioni ma litiga

con l’Amtab, l’azienda a cui è

affidato il trasporto pubblico. È il

paradosso del Comune di Barinella

gestione della mobilità sostenibile in

città: l’ultimo caso è lalettera,

inviata dal sindaco Michele

Emiliano e dal consigliere incaricato

alla Mobilità Antonio Decaro, in

merito alle “disfunzioni del servizio

di bike-sharing cittadino”.

Destinatario proprio il presidente dell’Amtab, Tobia Renato Binetti. Nella nota di Palazzo di città si

evidenzia come il servizio di condivisione della bici “rappresenti un tassello fondamentale nel sistema della

mobilità del centro cittadino, finalizzato a disincentivare l’uso dell’automobile privata in favore del trasporto

pubblico e della mobilità ciclistica” ma che, “accolto

con grande entusiasmo dai cittadini baresi, presenta

oggi numerose disfunzioni e, a questo punto, è inutile

evidenziare il disappunto di coloro che lo utilizzano e

dell’Amministrazione stessa”.

I baresi danneggiati - Una reazione stizzita figlia

anche dei furti e atti di vandalismo – negli ultimi 5

anni sono 185 i mezzi rubati e 38 quelli distrutti

senza possibilità di recupero o di manutenzione–

che porta inevitabilmente a un parco bici

sensibilmente ridotto e all’impossibilità per i cittadini

di usufruire di un servizio pubblico e molto richiesto.

Eppure, proprio negli ultimi giorni è stato potenziato

il parco mezzi con l’introduzione ditrenta nuove bici,

che potranno essere lasciate in una delle trentuno

stazioni attualmente attive (stando a quanto riporta il

sito dell’Amtab), con un totale di 325 postazioni.

Evviva il bike sharing - Sessanta pedali in più che

Negli ultimi 5 anni sono 185 le biciclette rubate e 38 quelle distrutte senza possibilità di recupero o di manutenzione

Page 31: Dossier mobilità sostenibile

possono rappresentare una buona base di partenza per il definitivo rilancio del bike sharing. E una buona

base – e qui veniamo alle notizie positive –

è sicuramente il rapporto instaurato con le

associazioni locali. Un paio di settimane fa,

infatti, è stato presentato il nuovo biciplan

‘progetto Cielo‘ , il piano della mobilità

ciclistica di Bari. Il progetto è stato

condiviso con associazioni del territorio e

prevede una rete complessiva di 190 km di

piste ciclabili, di cui 15,5 già realizzati e 31

progettati e parzialmente appaltati, che

metteranno in connessione tutti i quartieri

di Bari, compresa la zona industriale. Non è

però l’unica novità sul fronte delle due

ruote: il Comune di Bari ha deciso infatti di

dare il via libera alla punzonatura

antifurto delle biciclette. Tutti i ciclisti

potranno marchiare la

propria bicicletta come se avesse una vera e

propria targa comunale, la marchiatura sarà

gratuita e online ci sarà un’anagrafe ufficiale

delle biciclette baresi .

Auto elettriche ok - La mobilità

sostenibile, però, non passa solo dalle due ruote. Recentemente a Bari è stata inaugurata la prima rete

pubblica del Mezzogiorno di colonnine per la ricarica elettrica delle automobili: dopo l’impianto

inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici della

città: porto, aeroporto, stazione centrale, fiera, centri commerciali. Congestione in centro, no grazie? Come

non pensare allora aipark & ride, i parcheggi di scambio che dallo scorso dicembre sono saliti a 4: a quello

del Lungomare Vittorio Veneto (servito dalla navetta A), Pane e Pomodoro (Navetta B) e Largo 2 Giugno

(Navetta C), si è aggiunto quello più ambizioso: il collegamento tra Policlinico a piazza Moro, che può

ospitare fino a 2.500 auto, facilitando i collegamenti tra ospedale e centro cittadino ma soprattutto

consentendo agli automobilisti che entrano in città dagli ingressi Picone, Poggiofranco e Asse Nord – Sud,

di raggiungere il centro con una scelta ecologica.

Dopo l’impianto di ricarica per auto elettriche inaugurato a gennaio scorso nei pressi del Petruzzelli, sono attive altre 23 colonnine in punti strategici di Bari

Page 32: Dossier mobilità sostenibile

Mobilità sostenibile: il caso di

Andria

Spettacoli, concerti e performance negli autobus di Andria per promuovere l’utilizzo di mezzi alternativi di

spostamento

di G raz iana Lamesta pubblicato il 14 o t tob re 2013

E’ possibile limitare l’attenzione

sulla mobilità sostenibile in una sola

settimana? E’ possibile fermare il

flusso dei veicoli non ecologici in

un mese? E’ possibile contenere in

pochi giorni lo smog prodotto in

un anno? A tutte queste domande

l’unica risposta plausibile è “passare

ai fatti”. Ogni essere umano, nella

propria quotidianità, può assumere

comportamenti responsabili che

possano trasformare ogni singolo

secondo in un’azione sostenibile nei

confronti di se stesso e

dell’ambientecircostante.

Un bell’esempio - Cittadinanza

più sensibile e interessata a uno

spostamento urbano alternativo:

questo il risultato concreto della

campagna di promozione nel

Comune di Andria (BT), svoltasi in

occasione dellaSettimana Europea

della Mobilità Sostenibile -

promossa dalla Commissione

Europea, la cui edizione 2013 si è

svolta dal 16 al 22 settembre –

che negli anni è diventata un

appuntamento internazionale per sensibilizzare i cittadini all’utilizzo di mezzi di trasporto alternativi all’auto

privata per gli spostamenti quotidiani. Un esempio di quanto determinate forme di sensibilizzazione sono

non soltanto efficienti, ma soprattutto efficaci. «In seguito alle iniziative di promozione rientranti nel

programma della Settimana Europea della Mobilità Sostenibile – dichiara Vincenzo Rutigliano, Capo

Numerose le iniziative varate ad Andria per la Settimana Europea della Mobilità sostenibile

Page 33: Dossier mobilità sostenibile

Ufficio Stampa del Comune di Andria – l’ASA s.c.r.l Autolinee Servizi Andriesi ha registrato un notevole

incremento in termini di interesse

da parte dei cittadini nei

confronti del servizio pubblico

urbano.

Nei giorni scorsi – prosegue

Rutigliano – la giunta ha anche

approvato il servizio dibike

sharing che verrà messo

gratuitamente a disposizione di

200 studenti, incentivando così

l’utilizzo della bici tra i più

giovani». Gli spostamenti

effettuati a piedi, in bicicletta o

con mezzi pubblici, infatti,

rappresentano modalità di

trasporto sostenibile che, oltre a

ridurre le emissioni di gas climalteranti, l’inquinamento acustico e la congestione, possono giocare un ruolo

importante per il benessere fisico e mentale di tutti.

Green style made in Andria – Numerose sono

gli Enti locali che hanno aderito all’iniziativa

proponendo eventi in perfettogreen style. La città di

Andria (BT), oltre a supportare l’iniziativa,

ha offerto alla sua cittadinanza eventi

multidisciplinari con lo scopo di elaborare anche

creativamente una strategia a vantaggio della

diminuzione del traffico stradale. Con il patrocinio

degli Assessorati ai Trasporti e alla Mobilità, alle

Politiche ambientali e alle Politiche giovanili,

l’amministrazione andriese ha messo in campo una

carrellata di eventi alternativi e singolari curati

da Forum Città dei Giovani.Raggiungere i luoghi

di una città in autobus può risultare noioso.

Durante la European Mobility Week, invece, proprio

gli autobus di linea sono diventati palcoscenico di

concerti, performance teatrali, rappresentazioni

per bambini e djset. Numerosi i progetti, quali

PiediBus (nelle scuole), i dipendenti pubblici senza

auto (uffici pubblici), Mostra del progetto di

Il Forum Città dei giovani ha curato una serie di eventi alternativi sugli autobus di Andria

Anche un concerto negli autobus di Andria

Page 34: Dossier mobilità sostenibile

riqualificazione del canale Ciappetta-Camaggio a cura dell’architetto Maurizio Diaferia e tanti altri che hanno

mostrato il lato divertente della sostenibilità.

Page 35: Dossier mobilità sostenibile

“Ecometrò”, in viaggio tra

bellezze ambientali e culturali

Le peculiarità del SAC (Sistema Ambientale e Culturale) di alcuni comuni del sud est barese

di P ie r lu ig i De Sant is pubblicato il 14 o tto b re 2013

Se è vero che la mobilità

sostenibile è una tematica ormai

presente in tutte le agende

programmatiche delle

amministrazioni comunali, nel sud

est barese alcuni comuni hanno

messo in rete e stanno realizzando

un progetto davvero interessante,

denominato “Ecometrò”, dove la

mobilità sostenibile ha stretto una

speciale alleanza con i beni

ambientali e culturali. Da questo

connubio nasce il SAC (Sistema

Ambientale e Culturale) “Mari tra le mura”, risultato primo nella graduatoria tra i 18 progetti pervenuti alla

Regione Puglia. L’iniziativa, che partirà dall’estate prossima, è stata intrapresa da Mola di Bari, Polignano a

mare, Rutigliano e Conversano, comune capofila, e darà la possibilità ai turisti di conoscere e visitare le

bellezze ambientali e culturali a bordo di veicoli rigorosamente ecologici, come biciclette, risciò a pedali ed a

traino, barca e snorkeling. «E’ un progetto – ha commentato Giuseppe Lovascio, sindaco di Conversano –

che parte dalla tutela e valorizzazione del territorio. Crediamo molto in questo territorio e nelle sue

potenzialità ancora inespresse».

Conversano on the road - L’idea contenuta nel SAC è l’offerta di servizi che fossero perfettamente

integrati nell’ambiente e dessero la possibilità a tutti di vivere il territorio. E per farlo, bisogna spostarsi in

modo sostenibile. L’amministrazione comunale conversanese, del resto, aveva iniziato a lavorare in questa

direzione dotandosi di una pista ciclabile in pieno centro. Nelle scuole elementari, inoltre, sono stati

promossi progetti di mobilità sostenibile ed una campagna di sensibilizzazione che prevedeva l’erogazione di

un contributo alle famiglie che acquistavano una bicicletta. «E’ nostra intenzione – continua Lovascio -

ampliare la pista ciclabile estendendola nelle periferie, continuare l’iniziativa di sensibilizzazione all’acquisto

di una bicicletta e proseguire con iniziative di sensibilizzazione nelle scuole».

Sono dieci i percorsi previsti e percorribili anche con biciclette noleggiabili attraverso una card personalizzata con codice a barre e gestita da un software che contiene i dati del servizio richiesto

Page 36: Dossier mobilità sostenibile

Un colore per ogni bici, un

colore per ogni città – Il

finanziamento europeo

complessivo ammonta a

1,9milioni di euro. Per

intraprendere un meraviglioso

viaggio tra le bellezze di

questo territorio, dunque, sarà

sufficiente noleggiare, per

esempio, una bicicletta

attraverso una card

personalizzata con codice a

barre e gestita da un software

che contiene i dati del servizio

richiesto che sarà consegnata

dagli operatori degli

EcoinfoPoint. Il mezzo potrà

essere prelevato da una stazione dell’Ecometrò ed essere depositata presso un’altra stazione entro le 24 ore.

Saranno possibili servizi giornalieri ed abbonamenti settimanali e mensili. Le biciclette in dotazione a

ciascun comune saranno contrassegnate, oltre che da un numero progressivo, anche da differenti colori (a

Conversano sono rosse, a Mola di Bari gialle, a Polignano a Mare blu e Rutigliano verde). Tale contrassegno

servirà alla raccolta delle biciclette depositate presso una stazione diversa da quella di prelievo che sarà

effettuata attraverso il servizio navetta ad ogni corsa.

La card abiliterà i visitatori anche all’utilizzo del servizio navetta che potrà essere intercettata presso gli

EcoinfoPoint oppure i NetPoint dislocati lungo i percorsi delle linee con punto SOS. Il noleggio dei risciò a

pedali sarà possibile solo per le tratte urbane delle singole linee dell’Ecometrò dove è stato effettuato il

prelievo. In fase di completamento dell’iniziativa saranno predisposti i servizi di escursione a cavallo, risciò a

traino, barca e snorkeling, per i quali sarà previsto un costo orario di escursione.

Dopo aver scelto il mezzo con cui viaggiare, quindi, si potrà decidere il percorso tra diversi itinerari. Agli

amanti dei beni storico-architettonici, per esempio, si suggerisce la linea arancione che include alcune mete

già affermate ed altre poco conosciute, tra le quali Torre Normanna e Palazzo San Domenico a Rutigliano;

Palazzo Roberti, Castello Angioino e Teatro Van Westerhout a Mola di Bari; Torre San Vito e Torre Incina

a Polignano a Mare; Torre di Castiglione, Castello Aragonese e Teatro Seminario vescovile a Conversano.

La linea viola, invece, propone un itinerario che interessa i luoghi storici della fede del territorio, come il

Convento di Santa Maria dell’Isola, le chiesette rurali e la chiesa di Santa Caterina a Conversano; l’Abbazia

di San Vito e la chiesa dell’Assunta a Polignano a Mare; la Chiesa Madre e la Chiesa di San Giovanni a Mola

di Bari; la Chiesa dell’Annunziata e la Chiesa Madre a Rutigliano, oltre a singolari cappelle rurali sparse nel

territorio di Conversano.

Il progetto “Mari tra le Mura” consta di due interventi: “Contemporaneamente” ed “Ecometrò”

Page 37: Dossier mobilità sostenibile

Se a qualcuno è venuta fame è meglio “imboccare” la linea gialla, ovvero l’itinerario dell’enogastronomia ed

artigianato tra masserie didattiche ed agrituristiche, aziende artigiane e l’ecomuseo del Poggio. Ci si può

immergere, a questo punto, tra le bellezze della natura e dell’ambiente del territorio attraverso la linea verde,

quella che decisamente si avvicina di più al concetto di turismo sostenibile. Ebbene, spostandosi a piedi o in

bicicletta, è possibile seguire i bianchi tratturi, antichi sentieri utilizzati in passato dalla popolazione

contadina, oppure scoprire la Riserva naturale dei Laghi di Conversano e della Gravina di Monsignore, il

Vallone Guidotti a Rutigliano, il sistema di grotte lungo la costa di Polignano a Mare e Mola di Bari, le

diverse incisioni carsiche del territorio, le lame che i calcari murgiani.

Un’esplorazione nel mondo dell’arte, in particolare tra le residenze artistiche, è possibile con la linea azzurra.

Si può anche proseguire con la linea marrone dedicata ai musei ed alle aree archeologiche che incrocia

diverse fasi della storia e tradizione locale conservate nel museo dell’Emigrazione di Rutigliano. Per entrare

in contatto con l’arte contemporanea bisogna andare al Museo “Pino Pascali” di Polignano a Mare oppure

alla Pinacoteca “P. Finoglio” di Conversano. L’artigianati tipico, invece trova la sua collocazione nel Museo

civico della Terracotta “Divella” di Rutigliano. Se è vero poi che i beni culturali ed ambientali devono essere

fruibili da parte di tutti, la linea bianca è il circuito dei luoghi, monumenti ed ambienti totalmente accessibili

e con servizi per i disabili. Per coloro che volessero ancora godere del panorama possono fruire delle linee

blu e rossa. Un servizio navetta denominato InterCityBus compirà un tragitto di 58 chilometri su strade

provinciali.

Page 38: Dossier mobilità sostenibile

Il Movimento 5 selle va a scuola

di mobilità sostenibile

Il progetto dell’istituto Galilei Costa di Lecce, tra strategie comunicative e promozione della bicicletta

di Fu lv io D i G iuseppe pubblicato il 14 o tto b re 2013

Scrivendo “Movimento cinque

selle” su Google, il motore di

ricerca – ritenendolo un errore di

digitazione – suggerisce di

aggiungerci una “t”. Non immagina

che dietro quel finto refuso ci sia

una vera strategia comunicativa. Da

fare invidia a quella di Beppe

Grillo. Perché gli studenti

dellaGalilei Costa di Lecce con

l’ex comico e ora leader politico

c’entrano poco e nulla, ma qualcosa – al Grillo comunicatore – hanno saputo rubare. E così come accade

per i grillini che meno vanno in tv e più se ne parla, altrettanto hanno fatto gli allievi della 2a B dell’istituto:

incuriosire, facendo sponda sulla popolarità del movimento 5 stelle.

“Selle” batte “Stelle” 5 a 0 – Ottenuta la visibilità e l’attenzione mediatica necessaria, i ragazzi hanno

potuto dare sfogo (e sfoggio) alle loro idee, che fanno rima con bicicletta e mobilità sostenibile. Il tutto,

come Grillo, attraverso una piattaforma online ma con proposte capaci di scendere per strada. In questo

caso, su due ruote. Perché dal novembre dello scorso anno i ragazzi stanno lavorando per promuovere e

sensibilizzare sull’utilizzo della bicicletta, grazie ai percorsi extra-curriculari della scuola. Negli anni

precedenti si erano

occupati di altre tematiche

come ad esempio la dieta

mediterranea, ma stavolta

hanno preferito trattare

un tema di rilevanza

locale. Lu sole, lu mare, lu ientu si dice del Salento. E sole e mare, oltre alla grandezza limitata della città e il

suo essere pianeggiante, sono elementi che fanno di Lecce una delle città ideali per muoversi in bicicletta.

Lecce a due ruote (ma non solo) – Proprio partendo da questa convinzione, gli studenti si sono orientati

sulla promozione della ciclabilità. Iniziando in maniera fredda ma lasciandosi trasportare poi dalla popolarità

acquisita in poco tempo. «In avvio gli studenti si sono interessati ma erano un po’ distaccati – ammette uno

dei referenti, il professor Daniele Manni – ma poi, appena stampa e siti internet, comprese associazioni

I ragazzi del “Costa-Galilei” di Lecce presentano il logo del “Movimento 5 selle”

“Mese tuttinsella” vuole accendere i riflettori nazionali a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione dell’uso della bicicletta in città

Page 39: Dossier mobilità sostenibile

nazionali come la Fiab e anche il sindaco Perrone hanno cominciato a parlare di noi, è scattato qualcosa: i

ragazzi hanno capito che il loro impegno poteva avere degli effetti concreti».

Il portale “5 selle” – Visibilità, ma anche molta concretezza. Perché il portale, in pochi mesi è diventato un

riferimento per raccogliere le iniziative dedicate alla bici in tutta Italia. Una sorta di crono programma delle

iniziative ribattezzata il “Mese Tuttinsella“, che – spiegano i ragazzi sul sito – vuole accendere i riflettori

nazionali due volte l’anno, a maggio e a settembre, sul tema della mobilità sostenibile e sull’incentivazione

dell’uso della bicicletta in città. L’obiettivo è quello di diffondere e promuovere una grande quantità di

eventi, iniziative e progetti realizzati dalle associazioni e dai comuni in tutta l’Italia. Per ora non sono riusciti

a realizzare iniziative loro, ma ora –

assicurano – i ragazzi vogliono

creare un evento Cinque selle entro

il prossimo anno

Quante selle merita la tua città? –

Iniziative e manifestazioni e anche

una sorta di classifica delle città in

base alla qualità dei servizi offerti.

Una valutazione in stelle, come

succede per gli alberghi? Certo che

no: in selle. Nasce così il “Quante

selle merita la tua città?’, per offrire

uno spaccato della situazione

attuale dei comuni italiani,

classificandoli da 1 a 5 selle in base

allo stato della mobilità sostenibile. Per ora Ferrara e Ravenna si sono aggiudicate quattro stelle. A nessuno il

massimo dei voti, pardon, delle selle, perché “c’è sempre margine di miglioramento”.

Alla Galilei Costa non si sono posti obiettivi, ma un auspicio (locale) ce l’hanno sin da subito. “Fare in

modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a

disposizione anche delle biciclette”. Un provvedimento a costo zero e che non comporta lavori strutturali.

Per permettere a Lecce di acquisire qualche stella. E qualche sella…

Il sogno nel cassetto del Movimento 5 selle: fare in modo che a Lecce le corsie preferenziali attualmente dedicate solo a bus e filobus siano messe a disposizione anche delle biciclette (foto Fiab onlus)

Page 40: Dossier mobilità sostenibile

“Transumanza postmoderna”: quando

il passato è sinonimo di

innovazione

Il volto magico della mobilità sostenibile in un parco naturale pugliese

di G raz iana Lamesta pubblicato il 14 o t tob re 2013

Quando si parla di mobilità

sostenibile il pensiero corre lungo strade

colme di autoveicoli e motocicli elettrici

e di biciclette. E se a tutti questi mezzi

che permettono all’uomo di spostarsi

senza inquinare l’ambiente

aggiungessimo l’asino o il cavallo, i più

antichi strumenti che siano mai stati

usati per la mobilità? Viviamo in

un’epoca in cui al concetto di mobilità

sostenibile è necessario unire quello di

“transumanza postmoderna“, in

modo da ridurre la crescente domanda

di mobilità in luoghi che, per loro

stessa natura, richiedono tutela e

salvaguardia maggiori.

Asinelli “slow” – Esistono realtà in

Puglia che hanno avviato azioni di

valorizzazione delle risorse

convenzionali e non, e scelto

mezzi altri per dare supporto al

turismo sostenibile. Un caso

esemplare è Il Parco Naturale

Selva Reale, azienda agrituristica

caratterizzata da un bosco di

vegetazione mediterranea,

collocata nel cuore del Parco

Nazionale dell’Alta Murgia in

agro Ruvo di Puglia (BA).

All’ombra di roverelle, fragni,

lecci e conifere, molti esemplari

Il carretto magico accompagna i bambini nel bosco in compagnia di personaggi della fantasia

Grazie al suo fisico e alle caratteristiche, l’asino è adatto a mettere in contatto piacevolmente i più piccoli con la natura

Page 41: Dossier mobilità sostenibile

caratteristici del territorio – come asini, pony, cinghiali – e altri non tipici ma che ben si adattano al clima

della zona – quali daini, cervi, e tanti altri – hanno spazi ampi e sicuri dove poter mangiare, riprodursi e

godere delle attenzioni dei visitatori. Divenuto punto di riferimento di bambini e famiglie – grazie alle

innumerevoli attività culturali ideate per avvicinare i più piccoli al bosco -, da circa un anno il Parco Naturale

Selva Reale ha avviato il progetto “Asinobus e il Bivacco Magico” che prevede per i bambini la possibilità

di esplorare i sentieri del bosco a dorso dell’asino e in compagnia dei personaggi fantastici che da sempre

abitano la fantasia e l’immaginazione dei più piccoli.

Idea di fondo del progetto è permettere ai visitatori di

vivere le meraviglie territoriali utilizzando lo splendido

esemplare, che, grazie alla sua fisicità e alle sue

caratteristiche caratteriali (taglia ridotta, pazienza,

morbidezza al tatto, lentezza di movimento e tendenza ad

andature monotone), è il più adatto per stabilire un

legame più diretto con la natura.

Riscoprire i percorsi naturali - Ad oggi sono ancora

poche le realtà che considerano l’asino come mezzo anche

per brevi trasporti che trasformano il cammino lungo i

sentieri del bosco in un autentico viaggio multisensoriale.

Molte sono, invece, le possibilità di sviluppo

di progetti atti a sensibilizzare la cittadinanza all’uso

consapevole dei mezzi inquinanti, preferendo quelli

ecologici. Per i più romantici e nostalgici, il Parco

Naturale Selva Reale mette a disposizione un vecchio

carretto, restaurato da abili esperte artigiane, trainato da

un cavallo di razza murgese caratteristico della zona. Gli

amanti della tecnologia a basso impatto ambientale

possono, invece, utilizzare un pulmino elettrico che

conduce i visitatori sia nei meandri più nascosti del bosco sia nei vari punti di ristoro presenti in loco.

Dicono che alla fermata del pulmino ci siano tanti asinelli… noi li preferiamo!

Il pulmino elettrico è uno dei mezzi sostenibili che attraversa il Parco Naturale Selva Reale (Ruvo di Puglia )

Page 42: Dossier mobilità sostenibile

Mobilità sostenibile a Milano: un

progetto ambizioso

Il Comune di Milano con il Piano Urbano Mobilità Sostenibile ha previsto una ampia serie di interventi

diversificati che stanno già dando i loro frutti

di N ico le t ta Mo rab ito pubblicato il 14 o tto b re 2013

Una città grande come Milanopresenta un quadro “mobilità” molto complesso; i numeri riportati nel Piano

UrbanoMobilità Sostenibile (PUMS)

parlano chiaro, i problemi da

risolvere sono tanti. L’area

metropolitana che comprende la

città e i paesi confinanti conta 3,3

milioni di abitanti e una parte di

questi, 850.000 per la precisione,

ogni giorno entrano in città con

circa400.000 auto. A Milano ci

sono 58 auto ogni 100 abitanti (29

a Berlino, 25 a Parigi). Gli interventi

del Comune sono indirizzati su più

fronti: migliorare il servizio dei

mezzi pubblici, incrementare le piste

ciclabili e facilitare il traffico in bici, aumentare le zone pedonali e le zone a traffico lento (Zone 30),

stimolare l’uso del car sharing, costruzione delle nuove infrastrutture al 100% accessibili, sviluppare la

mobilità elettrica. Gli interventi già attuati finora hanno dato buoni frutti: il traffico è diminuito (-

30,7%), si sono ridotti gli incidenti stradali (-23,8%), è aumentata l’area di suolo pubblico liberato dalla sosta

delle auto ( +10%), i mezzi pubblici sono più veloci e puntuali (+7,4% i bus, +4,3% i tram).

BikeMI - Il successo più visibile a Milano è il servizio BikeMi che mette a disposizione dei cittadini

ben3.260 biciclette in

affitto distribuite in 184 stazioni; in

programma altre 35 postazioni.

Attualmente gli abbonati sono 21,822, i

percorsi coprono 151 Km e ad oggi si

contano mediamente più di 9.000

prelievi al giorno.

GuidaMI - Il car sharing organizzato

da ATM (Azienda Tramviaria

Milanese) dà la libertà di avere a

disposizione una vasta gamma di

BikeMi mette a disposizione dei milanesi 3.260 biciclette in affitto distribuite in 184 stazioni

Nel noleggio di un’auto GuidaMi sono inclusi carburante, assistenza stradale h24, assicurazione Kasko e PAI (Personal Accident Insurance), copertura furto e incendio, tagliandi, manutenzione e pulizia

Page 43: Dossier mobilità sostenibile

veicoli, utilizzabili in qualsiasi momento anche solo per un’ora. Permette di pagare l’uso effettivo della

vettura, senza i costi fissi di manutenzione, rifornimento, tasse e assicurazione legati a un’auto di

proprietà. Nel noleggio di un’auto

GuidaMi sono inclusi carburante,

assistenza stradale h24, assicurazione

Kasko e PAI (Personal Accident

Insurance), copertura furto e

incendio, tagliandi, manutenzione e

pulizia. Dell’auto che si sceglie si paga

solo il tempo in cui la si usa e i

chilometri percorsi. Si può viaggiare in

tutta Italia, in Svizzera e nei paesi UE.

A Milano si può accedere alle corsie

preferenziali e alle Zone a Traffico

Limitato, l’Area C e il parcheggio sulle

strisce blu Sosta Milano sono gratuiti

ed è anche consentito il parcheggio

sulle strisce gialle per residenti.

Le vetture sono a disposizione24 ore su 24, ogni giornodell’anno in parcheggi distribuiti capillarmente sul

territorio della città di Milano e nelle zone limitrofe.

Car2Go - Nello spirito del principio di libera concorrenza, il Comune di Milano ha aperto anche a servizi

privati e da poco esiste il Car2Go, che propone l’affitto di auto marca Smart, per spostamenti veloci in

città. Disponibili 450 auto in tutta Milano; agli abbonati viene consegnata una scheda elettronica per aprire

le auto e pagare l’utilizzo effettivo che costa 0,29 € al minuto, cioè 14,90 € all’ora, sicuramente meno di un

taxi. Non serve prenotazione, sul sito nella cartina di Milano sono segnalate le auto disponibili e la loro

ubicazione; si va a recuperare quella più vicina, la si usa e poi la si lascia in qualsiasi spazio sosta della città,

individuato dalle strisce blu o gialle.

Car2Go propone l’affitto di 550 Smart al prezzo di 14,90 € all’ora

Page 44: Dossier mobilità sostenibile

Il minimetrò di Perugia: un’opera

unica in Italia

Non inquina. Seimila persone l’ora nei due sensi, carrozze dotate di ruote gommate che correno su delle travi

di acciaio che non sono binari e trainati da una fune di acciaio ma non è una funivia. Ce ne parla la collega

Cinzia Ficco, blogger barese trapiantata a Perugia

di C inz ia F icco pubblicato il 14 o t tob re 2013

Orgoglioso del suo gioiellino, che tante polemiche

ha scatenato nella sua città e che, al contrario,

vorrebbero copiare a Pisa,

Gianni Drisaldi, nato a Perugia nel ’51,

ingegnere esperto di impiantistica elettrica, ne è

convinto: “L’impianto di minimetrò nel

capoluogo umbro è davvero un’opera

straordinaria. Sono ingegnere e la mia natura

tecnica mi porta a vedere con particolare occhio

un’opera che ha un contenuto tecnologico di

natura meccanica, strutturale ed impiantistica di

livello eccellente. Ve ne spiegherò i motivi”.

Intanto cos’è un minimetrò?

Un’infrastruttura destinata al trasporto delle persone, ideata al termine degli anni ’90, iniziata nel 2002 e

completata nel gennaio 2008. È costata circa cento milioni di euro, è stata finanziata per il 60% dai ministeri

dei Trasporti e dell’Ambiente e per il restante 40%, per la quasi totalità, da soggetti privati: Leitner (impresa

esecutrice delle opere impiantistiche, destinate alla movimentazione), Umbria Domani S.c.a r.l. (un

raggruppamento di imprese locali che ha realizzato tutte le opere civili), SIPA S.p.A. e Umbria Mobilità

(all’epoca A.P.M. e cioè l’azienda che gestisce i trasporti in Umbria).

Cosa ha di particolare?

È un’infrastruttura destinata altrasporto pubblico in una tratta lunga circa 3 km, attraverso mezzi (che

possono arrivare ad un massimo di 25) in grado di contenere cinquanta persone ciascuno, dotati diruote

gommate correnti su delle travi di acciaio e trainati da una fune di acciaio, cui gli stessi mezzi sono

agganciati. Questo sistema rientra fra quelli definiti con la sigla APM (Automatic People Mover). Presenta

alcune particolarità.

Gianni Drisaldi

Page 45: Dossier mobilità sostenibile

Tipo?

I mezzi non sono dotati di motore.

In questo si differenziano sia dalle

metropolitane, in quanto trainati

dalla fune di acciaio, sia dalle

funivie, perché i mezzi corrono

attraverso le ruote su delle travi di

acciaio che fungono da veri e propri

binari.

Che impatto ha sull’ambiente?

Il sistema ha un basso

inquinamento. Quindi

è ecosostenibile, perché la trazione non è affidata a motori endotermici o elettrici presenti nei mezzi, ma

ad un argano principale, alimentato elettricamente, che permette il movimento della fune, regolandone la

velocità in base alle necessità.

Un’altra particolarità?

Gestione e comando di tutta l’infrastruttura sono

concentrati in un locale (Centro di controllo), che

si trova nella stazione principale. Tutte le stazioni

sonocompletamente automatiche, nel senso

che i mezzi frenano, si fermano, aprono e

chiudono le porte di accesso e ripartono in modo

del tutto autonomo secondo cicli programmati.

Tutto sotto la supervisione degli operatori che

sono presenti nel locale di controllo.

Quanto è sicura la struttura?

Per garantire la massima sicurezza agli utenti tutti gli spazi sono controllati attraverso un sistema

di telecamere e videoregistratori, in grado di monitorare per 24 ore tutte le aree e gli spazi accessibili al

pubblico. In altri termini l’utente è sempre osservato dalle telecamere, la cui immagine è riportata in un

banco regia nel locale di controllo. Il tutto è integrato da un sistema di chiamata del tipo “parla-ascolta”, per

cui l’utente può colloquiare con gli addetti, posti nel locale di controllo da ogni stazione e da ogni mezzo,

tramite dei citofoni sistemati su postazioni ben segnalate. Ci sono anche sistemi di rilevazione di incendio,

Un tratto del percorso

La stazione

Page 46: Dossier mobilità sostenibile

protezione contro il furto e lo scasso, sempre collegate al servizio di controllo. È possibile rilevare incendi

anche nella galleria naturale (lunga circa 1 km) con estrema precisione.

Quante persone può trasportare?

Tremila persone ogni ora per ciascuna

delle due direzioni. La struttura collega la

zona degli impianti sportivi (Pian di

Massiano) con il centro storico della città

attraverso un percorso, che si snoda per

circa 2/3 chilometri in superficie e per il

restante spazio sotto terra all’interno di una

galleria. Fra la stazione di valle e quella di

monte sono previste cinque fermate

intermedie, che permettono l’ingresso e

l’uscita dei passeggeri attraverso dei varchi

apribili attraverso la lettura di un biglietto magnetico. La lettura del biglietto, l’apertura e la chiusura dei

varchi, la fermata e la ripartenza dei mezzi è tutta completamente automatizzata e la presenza dei varchi

all’ingresso di ogni stazione regola il flusso del pubblico in modo che non si creino code nella banchina di

accesso ai mezzi.

È veloce?

La velocità del trasporto è regolabile, da un minimo di 0,5 m/sec ad un massimo di 7 m/sec, in genere.

Poiché questa ha diretta influenza sui consumi di energia elettrica, durante le ore di maggior afflusso di

utenti la velocità viene tenuta al massimo, nelle fasi in cui l’affollamento è ridotto, si scende a valori intorno

a 4 m/sec. La velocità minima di 0,5 m/sec è prevista solo in casi di emergenza. In assenza di alimentazione

dalla rete elettrica ENEL il sistema prevede il ritorno in stazione dei mezzi a velocità ridotta per consentire

il deflusso del pubblico.

Si prevede di servire altre zone della

città?

Per il momento, no. Sottolineo che presso

la stazione di valle (Pian di Massiano) è

presente un ampio parcheggio che ha una

capacità di circa tremilacinquecento auto

oltre ad un elevato numero di autobus, che

permettono di fruire meglio di questo

servizio. Lungo il percorso c’è un

collegamento diretto alle Ferrovie dello

Stato e ci sono connessioni dirette con dei

percorsi meccanizzati (scale mobili ed

Può trasportare sino a 3mila persone l’ora

La vettura alla stazione Cortonese

Page 47: Dossier mobilità sostenibile

ascensore inclinato), che collegano il centro storico con la stazione di monte (Pincetto) e la stazione

intermedia della Cupa.

Ci spieghi come si alimenta il minimerò

Poiché è necessario avere l’energia elettrica lungo le sette stazioni presenti nel percorso, tutta la struttura è

alimentata da una rete elettrica ad anello, che riceve l’energia elettrica dall’ENEL in un punto (Stazione di

Fontivegge) e quella di emergenza dai gruppi elettrogeni in un altro (Pian di Massiano). Dalla rete interna

ad anello, l’energia elettrica a 20mila Volt (Media Tensione) viene distribuita a tutte le stazioni, ciascuna

dotata di due trasformatori (sempre uno di riserva all’altro), che riducono la tensione ai valori necessari

al funzionamento dei vari apparati. L’assorbimento massimo del sistema sfiora gli 800 KW alla velocità

di trasporto più elevata.

Il suo contributo di preciso qual è stato?

Ho redatto due progetti, il primo relativo a tutta la rete elettrica, il secondo, destinato agli impianti elettrici e

di controllo delle parti civili (illuminazione, Forza Motrice, allarmi incendio, antintrusione,

telecomunicazione ecc.), cioè di tutto ciò che è non direttamente connesso al movimento del sistema.

È stato un lavoro complesso?

Beh, sì. Non esistevano installazioni simili da studiare ed analizzare. È stato il primo sistema di trasporto di

persone con queste caratteristiche. Quindi nessuna normativa tecnica. Non solo. La potenza elettrica

necessaria per il funzionamento del sistema è molto elevata. Ho progettato una rete elettrica in Media

Tensione (20mila Volt) e ho cercato di tenere separati i punti di immissione dell’energia elettrica e quelli di

concentrazione degli utenti. Un lavoraccio.

Dunque, un sistema unico in Italia.

Sistemi dotati come questo di cinque stazioni intermedie tutte automatizzate, non ce ne sono. Forse ne

stanno costruendo uno simile a Pisa.

Tante, comunque, sono state le polemiche sulla realizzazione di questa opera, sollevate

dall’inquinamento acustico. E poi ci sono gli alti costi di manutenzione.

Le polemiche? Non spetta a me farle e recepirle, anche perché nel nostro Paese capita speso che si facciano

per qualunque cosa. Soprattutto quando in mezzo c’è la politica

Ne è valsa la pena? Ritorni per il Comune?

Se l’Amministrazione comunale riuscirà a reperire dei fondi per finanziare la realizzazione di collegamenti

del sistema con strutture tipo l’Ospedale, il numero dei passeggeri non potrà che accrescere sensibilmente.

Page 48: Dossier mobilità sostenibile

Roma, spesa a zero emissioni con

il progetto E- Commerce ZEV

Il veicolo elettrico Renault Kangoo Z.E. protagonista del progetto sperimentale di commercio elettronico con

consegne a zero emissioni nel quartiere di Roma Eur

di redaz io ne pubblicato il 14 o t to b re 2013

Renault partecipa, con il proprio

veicolo commerciale ad

alimentazione 100% elettrica a zero

emissioniKangoo Z.E. a E-

commerce ZEV, il progetto

sperimentale di logistica sostenibile

sviluppato da Roma

Capitale(Agenzia Roma Servizi

per la Mobilità), che darà la

possibilità ai dipendenti di alcune

aziende del quartiere Eur di

accedere ad una piattaforma di e-

commerce per gli acquisti della

spesa alimentare. Grazie al Renault

Kangoo Z.E., la spesa verrà

successivamente consegnata presso

l’azienda stessa del cliente, nel pieno rispetto dell’ambiente, senza emissioni inquinanti.

Il progetto, appena presentato, si propone di sperimentare per un periodo di tre mesi funzionali servizi di e-

commerce abbinati a formule di mobilità sostenibile. Partner del progetto, oltre a Renault, la Ipercoop del

centro commerciale Euroma2 con la piattaforma di e-commerce per la raccolta ordini, Enel con le

colonnine di ricarica pubblica installate per l’occasione presso il centro commerciale, e il vettore Consorzio

Consetra incaricato delle consegne. Le aziende coinvolte inizialmente da questo servizio sono Telecom

Italia, BNL, Eur spa e Agenzia della Mobilità.

Furgonetta 100% elettrica più venduta in Europa, insignita di diversi premi fra i quali International Van of

the Year 2012, Kangoo Z.E. ha da poco superato il traguardo dei 10.000 veicoli immatricolati. Pensato per

un trasporto delle merci in ambito urbano rispettoso dell’ambiente, Kangoo Z.E. è equipaggiato con una

motorizzazione elettrica da 44 kW, ed ha un’autonomia media di 170 km in ciclo NEDC, corrispondenti a

80-125 km in utilizzo reale, in relazione allo stile di guida e alle condizioni meteorologiche.

Kangoo Z.E. Renault all’opera nel progetto sperimentale di logistica sostenibile E-commerce ZEV, sviluppato da Roma Capitale

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