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Piano Sociale di Zona 2013- Distretto Socio-sanitario RM F4 Campagnano di Roma Capena Civitella San Paolo Castelnuovo di Porto Fiano Romano Filacciano Formello Magliano Romano Mazzano Romano Morlupo Nazzano Ponzano Romano Capofila Accordo di Programma Riano Rignano Flaminio Sant’ Oreste Sacrofano Torrita Tiberina PIANO DI ZONA 2013 Distretto: Socio-sanitario RM/F4 Comune capofila : Comune di Formello OTTOBRE 2013

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Piano Sociale di Zona 2013- Distretto Socio-sanitario RM F4

Campagnano di Roma Capena Civitella San Paolo Castelnuovo di Porto Fiano Romano Filacciano

Formello Magliano Romano Mazzano Romano Morlupo Nazzano Ponzano Romano

Capofila

Accordo di Programma

Riano Rignano Flaminio Sant’ Oreste Sacrofano Torrita Tiberina

PIANO DI ZONA 2013

Distretto: Socio-sanitario RM/F4 Comune capofila: Comune di Formello

OTTOBRE 2013

Piano Sociale di Zona 2013- Distretto Socio-sanitario RM F4

INDICE

1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) ……………………………………….pag. 4

2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico………………………………………………………..pag.9 3. Quadro territoriale dei bisogni…………………………………………………………………………………………….pag.13

3.a Area minori e famiglia……………………………………………………………………………………………….pag.14 3.b Area anziani………………………………………………………………………………………………………………..pag.15

3.c Area disabili…………………………………………………………………………………………………………………pag.16 3.d Area disagio ed esclusione sociale…………………………………………………………………………………pag.18

3.e Area immigrati…………………………………………………………………………………………………………….pag.22

4. Quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali……………………………………………………..pag.26 5. Obiettivi strategici del Piano di Zona……………………………………………………………………………… .….pag.47

5.a Area minori e famiglia…………………………………………………………………………………………………..pag.48 5.b Area anziani…………………………………………………………………………………………………………………pag.48

5.c Area disabili………………………………………………………………………………………………………………...pag.48

5.d Area disagio ed esclusione sociale……………………………………………………………………………….…pag.49 5.e Area immigrati……………………………………………………………………………………………………………..pag.49

6. Misure adottate per l’integrazione socio-sanitaria………………………………………………………………….pag.50 7. Modalità adottate per il coordinamento con gli organi dello Stato……………………………………………pag.50

8. Strumenti di valutazione…………………………………………………………………………………………………….pag.50

9. Innovazioni organizzative operative e gestionali……………………………………………………………………pag.51

Progettualità del Piano di Zona 2013 Progetto di Assistenza Domiciliare Integrata………………………………………………………… .……..pag.53

Progetto per la gestione dei tre Centri Diurni Socio-riabilitativi per disabili………………………..pag.62

Servizio a favore di persone con disabilità grave – ex art.3 co. 3 L. 104/92……………………….pag.72

Assistenza Domiciliare Educativa a favore di minori………………………………………………………..pag.80

Ufficio Piano Sociale di Zona………………………………………………………………………………………..pag.88

Servizio Sociale Professionale…………………………………………….………………………………………..pag.96

Servizio di Segretariato Sociale…………………………………………………………………………..……….pag.104

Servizio Punto Unico di Accesso – PUA…………………………………………………………….…………..pag.110

Riepilogo progetto e quadro finanziario riassuntivo………………………………………………..……………..pag.117

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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Piano di Zona 2012-2014

annualità 2013

Distretto sociosanitario F4

Comune capofila: Formello (Roma)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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1. Descrizione del territorio (geografica, urbanistica, produttiva, ecc.) Il Distretto Socio-sanitario RM F4 comprende un’area di 457,93 kmq situata nella zona nord della provincia di

Roma e si compone di 17 comuni: Campagnano di Roma, Capena, Castelnuovo di Porto, Civitella San Paolo,

Fiano Romano, Filacciano, Formello, Magliano Romano, Mazzano Romano, Morlupo, Nazzano, Ponzano

Romano, Riano, Rignano Flaminio, Sacrofano, Sant’Oreste, Torrita Tiberina.

I comuni del Distretto sono classificati tutti, come tipologia orografica, collina interna. Per quanto riguarda

l’altitudine sul livello del mare rientrano tra i 691 m di Sant’Oreste e i 229 m di Torrita Tiberina: 13 appartengono

alla regione agraria provinciale Colline del basso Tevere, i restanti 4 a Colline dei Sabatini.

La maggior parte dei comuni più grandi si sviluppa lungo le tre principali direttrici stradali (le consolari Cassia,

Flaminia e Tiberina). Quattro di essi appartengono al macroaggregato dei comuni di “I° Cintura” dell’area

romana, cioè quelli che confinano geograficamente con il comune capoluogo, godendo pertanto di una

localizzazione privilegiata: Campagnano di Roma, Formello, Sacrofano e Riano. La distanza da Roma varia tra i

27 km di Riano e Sacrofano e i 52 km di Ponzano Romano.

I collegamenti con la Capitale sono garantiti dall’unica direttrice ferroviaria, la linea “Roma Nord” che collega

Roma a Viterbo e che segue l’asse della Flaminia; gli altri comuni sono invece collegati attraverso le linee della

C.O.T.R.A.L. Oltre al casello autostradale di Fiano Romano, da circa quattro anni è stato aperto al traffico il

nuovo svincolo autostradale Ponzano-Soratte che collega i comuni della Media Valle del Tevere con l’autostrada

A1 (Roma–Firenze), mentre nel mese di luglio 2010 è stato aperto il nuovo svincolo di Castelnuovo di Porto nella

Diramazione Roma nord – GRA. Carente è invece il collegamento interno tra i 17 comuni del Distretto.

Sul territorio del Distretto si affacciano inoltre tre parchi naturali: il Parco Regionale di Veio (con sede presso il

Comune di Sacrofano), il Parco Regionale della Valle del Treja (con sede a Mazzano Romano) e la Riserva

naturale “Monte Soratte” (con sede a Roma presso l’Ufficio dei Parchi Naturali Roma).

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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Tabella 1 - Indicatori territoriali relativi ai comuni del Distretto Socio-sanitario RM F4

Fonte: elaborazione su dati tratti da “I comuni dell’hinterland in cifre. Alcuni indicatori demografici, economici e amministrativi – 2011”

L’analisi della struttura produttiva, su dati relativi al primo semestre 2013, evidenzia i due settori più importanti

del sistema imprenditoriale, quali il commercio (24,8%) e le costruzioni (20,5%); quest’ultimo registra un valore

mediamente più alto rispetto a quello dell’hinterland romano (19,4%) e nettamente superiore a quello provinciale

(14,2%). Nella media risulta la localizzazione di attività manifatturiere e di quelle dei servizi, anche se in queste

ultime emergono forti specificità territoriali, con un’area territoriale che mostra una netta vocazione terziaria,

comprendente in particolare Formello, Sacrofano, Castelnuovo di Porto e Morlupo.

Il settore agricolo continua a svolgere una funzione economica di rilievo, raggiungendo quasi il 10% di

localizzazione d’imprese, a fronte di una media del 7,3 % nell’hinterland e di appena il 2,9% nell’intera Provincia

di Roma. L’articolazione territoriale interna mostra tuttavia rilevanti differenziazioni con comuni caratterizzati da

un’elevata specializzazione agricola come Ponzano Romano (34,0%) e Sant’Oreste (31,2%), e altri molto più

bassa, come Morlupo (4,4%), Fiano Romano e Formello (5,5%), Riano (5,6%).

Comune

Superficie

territoriale

(kmq)

Regione agraria Altitudine

(m slm) Cintura

Distanza dal

capoluogo

(km)

Campagnano di Roma 46,07 R.a 3 - Colline dei Sabatini 434 I 33

Capena 29,45 R.a 4 - Colline del basso Tevere 250 II 36

Castelnuovo di Porto 30,85 R.a 4 - Colline del basso Tevere 356 II 30

Civitella San Paolo 20,52 R.a 4 - Colline del basso Tevere 288 II 46

Fiano Romano 41,4 R.a 4 - Colline del basso Tevere 244 II 34

Filacciano 5,74 R.a 4 - Colline del basso Tevere 243 II 50

Formello 31,11 R.a 3 - Colline dei Sabatini 307 I 27

Magliano Romano 21,15 R.a 3 - Colline dei Sabatini 394 II 40

Mazzano Romano 28,85 R.a 3 - Colline dei Sabatini 375 II 42

Morlupo 23,86 R.a 4 - Colline del basso Tevere 331 II 32

Nazzano 12,24 R.a 4 - Colline del basso Tevere 241 II 47

Ponzano Romano 19,32 R.a 4 - Colline del basso Tevere 230 II 52

Riano 25,35 R.a 4 - Colline del basso Tevere 247 I 27

Rignano Flaminio 38,76 R.a 4 - Colline del basso Tevere 312 II 40

Sacrofano 28,48 R.a 4 - Colline del basso Tevere 377 I 27

Sant’Oreste 43,98 R.a 4 - Colline del basso Tevere 691 II 45

Torrita Tiberina 10,8 R.a 4 - Colline del basso Tevere 229 II 50

TOTALE 457,93

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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Tabella 2 - Imprese registrate e attive al 30/06/2013 nei comuni del Distretto RM F4 per attività economica

Comune

Settore economico

Agricoltura,

silvicoltura

pesca

Attività

manifatturiere Costruzioni

Commercio

all'ingrosso e

al dettaglio

Trasporto e

magazzinaggio

Servizi di

alloggio e di

ristorazione

Altri

servizi TOTALE

CAMPAGNANO DI ROMA 115 67 221 253 27 74 310 1.067

CAPENA 80 63 180 233 58 65 250 929

CASTELNUOVO DI PORTO 55 27 170 181 29 60 216 738

CIVITELLA SAN PAOLO 20 6 36 34 8 7 23 134

FIANO ROMANO 81 101 288 370 88 87 457 1.472

FILACCIANO 7 3 13 9 3 3 5 43

FORMELLO 78 77 244 384 27 77 532 1.419

MAGLIANO ROMANO 16 4 21 20 2 6 22 91

MAZZANO ROMANO 43 11 52 64 1 20 36 227

MORLUPO 31 41 148 191 19 46 225 701

NAZZANO 10 6 23 33 3 11 29 115

PONZANO ROMANO 47 8 19 20 7 11 26 138

RIANO 37 31 160 167 20 36 202 653

RIGNANO FLAMINIO 93 49 174 174 17 49 200 756

SACROFANO 49 28 110 128 15 37 160 527

SANT'ORESTE 100 20 50 65 15 20 51 321

TORRITA TIBERINA 16 2 19 15 1 3 19 75

TOTALE RM F4 878 544 1928 2341 340 612 2.763 9.406

TOTALE Provincia 13470 25686 65412 123736 16557 31980 248994 460.423

TOTALE Hinterland 8739 7494 23068 33021 3825 9192 98595 118522

Fonte: Nostra elaborazione su dati Infocamere

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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Per analizzare la struttura economica e sociale dell’area territoriale, è particolarmente adatto il riferimento ai Sistemi

Locali del Lavoro (SLL)1, poiché questi rappresentano, indipendentemente dai confini amministrativi, una partizione

territoriale effettivamente corrispondente ai luoghi della vita quotidiana della popolazione che vi risiede e lavora. Si

tratta infatti dell’insieme di più comuni geograficamente contigui all’interno dei quali si registra un elevato tasso di

auto contenimento del pendolarismo per motivi di lavoro. Secondo questa suddivisione del territorio la maggior

parte dei comuni del Distretto appartengono al SLL di Roma, fatta eccezione per cinque comuni che insistono nella

parte nord-orientale, quella più distante dalla Capitale: quattro (Filacciano, Nazzano, Ponzano Romano e Torrita

Tiberina) afferiscono al SLL di Fara in Sabina (sistema a vocazione agraria); uno (Sant’Oreste) afferisce al SLL di

Civita Castellana (distretto industriale della ceramica), unico comune della Provincia di Roma ad appartenere a

questo distretto industriale rispetto ai 13 localizzati nella Provincia di Viterbo.

Il quadro dei principali indicatori del mercato del lavoro al 20112, mostra che nel SLL di Roma il tasso di attività era

pari al 48,1% e, insieme al tasso di occupazione del 52,5%, ponendo nuovamente il SLL di Roma al primo posto

nella graduatoria degli SLL dell’area romana. Di conseguenza, il tasso di disoccupazione risultava essere il più basso

fra quelli considerati (8,4%). Nel SLL di Civita Castellana il tasso di attività era del 49,8%, quinto in graduatoria;

quello di occupazione del 44,3%, un po’ sotto la media; quello di disoccupazione all’11%, il secondo più alto. Il

SLL di Fara in Sabina ha registrato un tasso di attività nel 2011 del 47,1% (sesto in graduatoria). Quello di

occupazione era, invece, nella media (42,9%) e quello di disoccupazione al secondo posto (9%).

Un interessante indicatore economico che prende invece in considerazione come unità di riferimento i singoli

comuni è il grado di attrattività occupazionale, ottenuto mettendo in rapporto il totale degli addetti3 nelle imprese di

ciascun comune con il totale della popolazione residente nel comune stesso: è un indicatore della capacità di un’area

di generare domanda di lavoro.

In quest’ottica, secondo i dati relativi al 20114, sono particolarmente attrattivi i comuni di Fiano Romano (40%),

Capena (31%), Formello (30%) e Campagnano di Roma (22,8%); seguono i paesini della Media Valle del Tevere,

Filcciano (21%), Nazzano (18,4%), Torrita Tiberina (14%) e Ponzano (12%) .

Questi comuni, ad eccezione di Formello e Campagnano di Roma, legano il loro sviluppo alla realizzazione di nuove

aree commerciali e sfruttano l’esistenza di importanti infrastrutture come le uscite autostradale di Fiano Romano ,

Ponzano Romano e Castelnuovo di Porto. E’ soprattutto la presenza della grande distribuzione a generare un elevato

numero di posti di lavoro. Capena in particolare è il comune dell’hinterland romano con il valore più elevato dei mq

di superficie destinati alla grande distribuzione rapportato al numero degli abitanti (nel 2010 ben 113,85 mq per 100

abitanti)5. Anche per Fiano Romano è la forte presenza di attività commerciali (centri commerciali, area di servizio e

multisala) a spiegare l’elevata attrattività occupazionale.

A Formello fa capo un polo nascente nell’ambito dell’hi-tech e delle ICT, comprendente anche Sacrofano e

Castelnuovo di Porto, verso cui è in atto un processo di delocalizzazione delle imprese dell’audiovisivo a partire

dalle zone urbane di Prati e Saxa Rubra; è inoltre in fase di costituzione a Formello una cittadella tecnologica

dell’audiovisivo.

1 I Sistemi Locali del Lavoro sono dei veri e propri mercati del lavoro locali individuati dall’Istat ad ogni censimento della popolazione

in base all’analisi dei flussi degli spostamenti pendolari per motivi di lavoro. 2 Dati tratti dal sito ISTAT, Archivio, Occupati residenti e persone in cerca di occupazione nei Sistemi locali del lavoro annualità 2011

3 Gi addetti sono coloro che svolgono un’attività lavorativa e vengono rilevati nella loro sede di lavoro

4Dati tratti dal Rapporto annuale Roma e provincia attraverso la statistica Edizione 2011, Area VII Studi e sistemi informativi, Servizio

statistica, anno 2013. 5Dati tratti da Il benessere economico, demografico e sociale dei comuni dell’hinterland romano: una proposta di classificazione.

Working paper dell’Ufficio Studi, Ricerche e Statistiche della Provincia di Roma, n°16 – Aprile 2007

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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A fronte delle ottime performance di capacità attrattiva occupazionale raggiunte dai comuni sopra citati, tra le

migliori dell’intera Provincia, si segnala invece un gruppo di comuni che mostrano valori sensibilmente più modesti:

tra questi in particolare Magliano Romano (6,9%), Civitella San Paolo (8 %) e Mazzano Romano (9,5%).

Tabella 3 – Imprese del Distretto RM F4 registrate al 2011 e tasso di crescita 2010-2011; addetti per sedi di impresa al

2011 e variazione percentuale tra il 2009 e il 2011; indice di attrattività occupazionale

Comune

Imprese

registrate

Tasso di crescita

imprese Addetti Variazione %

addetti 2009-

2011

Attrattività

occupazionale al

2011 al 2011 2010-2011 al 2011

Campagnano di

Roma 1038 1,9 2.546 30 22,8

Capena 890 2,2 3.052 47 31

Castelnuovo di Porto - - - -

Civitella San Paolo 132 2,2 160 -8,5 8

Fiano Romano 1426 4,8 5.667 62 40

Filacciano 49 4,2 112 1,8 21

Formello 1.347 5,9 3.940 6,6 30

Magliano Romano 85 0 105 -32 6,9

Mazzano Romano 237 -1,2 293 16,2 9,5

Morlupo 713 0,8 1.280 25 15

Nazzano 112 3,7 252 -14 18,4

Ponzano Romano 138 -6,1 146 0,68 12,3

Riano 639 2,8 1.237 21 12

Rignano Flaminio 755 0,6 1.091 26 11

Sacrofano 522 0 780 7,8 10,3

Sant’Oreste 222 -30 429 -4,8 11

Torrita Tiberina 76 -3,8 153 -2,5 14

Totale RM F4 8381 -6,7 21.243 19,4 19,8

Totale PROVINCIA 1,6 - 12,7 42,4

Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat e Infocamere

Secondo uno studio di Union Camere-Censis6, che individua nel Lazio 13 poli produttivi territoriali, il polo costituito

dall’asse Fiano Romano-Formello rappresenta indubbiamente il più interessante bacino di una nuova

imprenditorialità della regione: da un lato Formello va acquisendo i connotati di un’autentica cittadella tecnologica

dell’audiovisivo; dall’altro Fiano Romano si configura ormai come la porta settentrionale d’accesso a Roma. Il polo

mostra trend di crescita generalizzati e assai significativi: la variazione percentuale delle imprese attive tra il 2004 e

il 2009 raggiunge nel settore hi-tech e ICT un +170%, nel commercio all’ingrosso +40%, nei trasporti e nella

logistica +15,3%, nel manifatturiero +10,5%.

6 Impresa, Territorio e Direttrici di sviluppo nel Sistema Lazio. Una mappa ragionata del capitale produttivo regionale. Union

Camere-Censis, marzo 2010

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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2. Descrizione del territorio dal punto di vista demografico

Il Distretto si compone al 31/12/2012 di 103.766 residenti, di cui 50.821 maschi e 52.826 femmine, che incidono

rispettivamente per il 49% e il 51%. Si registra dunque un sostanziale equilibrio nella distribuzione di genere della

popolazione, anche se con un lieve prevalenza della componente femminile, che nella Provincia di Roma ha un peso

più consistente, pari al 52%. La popolazione si distribuisce su 17 comuni di piccole e medie dimensioni: soltanto 3

di essi superano i 10.000 abitanti (Fiano Romano con 13.489 abitanti, Formello con 12.119 e Campagnano di Roma,

con 11.270); 6 accolgono tra le 6.000 e le 10.00 unità (Capena, Riano, Rignano Flaminio, Castelnuovo di Porto,

Morlupo e Sacrofano); tra i restanti, 7 comuni risultano tra le 3000 unità e le 1000 unità (Sant’Oreste, Mazzano

Romano, Civitella San Paolo, Magliano Romano, Nazzano, Ponzano Romano), mentre il Comune di Filacciano

risulta sotto i 500 abitanti. La distribuzione della popolazione sul territorio si caratterizza pertanto per una notevole

dispersione abitativa su una vasta superficie territoriale. Si consideri che dei quattro comuni maggiori uno si trova

lungo la via Tiberina a est del Distretto (Fiano Romano), due lungo la via Cassia nella parte ovest (Formello e

Campagnano di Roma).

Questa caratteristica è confermata anche dal dato relativo alla densità di popolazione, che è di 226 ab/kmq, rispetto

a una media della provincia di 784 ab/kmq. Il confronto è più significativo se il dato provinciale viene depurato da

quello registrato nel comune di Roma, dove la concentrazione demografica è per evidenti ragioni al di sopra della

norma. Nel territorio provinciale escluso Roma, la densità abitativa è di 352 ab/kmq, comunque sensibilmente

superiore a quella registrata nei comuni afferenti al Distretto F4. Nel confronto tra i diversi comuni del Distretto, si

evidenzia che i valori più alti di densità abitativa si registrano nei comuni maggiori al di sopra degli 8.000 abitanti e

in particolare a Formello, Riano, Morlupo, Capena e Fiano Romano.

Tabella 4 - Popolazione del Distretto F4 al 31/12/2012 per comune di residenza, densità abitativa, sesso; famiglie e numero

medio di componenti Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it) Comune Totale Densità di popolazione

(ab/kmq) Maschi Femmine % F Numero di

Famiglie

Numero medio

di componenti

Campagnano di

Roma 11.270 244 5346 5805 52,3 4506 2,5

Capena 9945 337 4941 5004 50% 4275 2,3

Castelnuovo di

Porto 8053 261 3927 4126 51% 3.695 2,2

Civitella San Paolo 1.811 88 923 888 49% 932 1,9

Fiano Romano 13489 325 6670 6819 51% 6.156 2,2

Filacciano 476 82 231 245 51% 263 1,8

Formello 12119 389 5890 6229 51% 5.261 2,3

Magliano Romano 1465 69 742 723 49% 689 2,1

Mazzano Romano 3155 109 1569 1586 50% 1.435 2,2

Morlupo 8214 344 3945 4269 52% 3.716 2,2

Nazzano 1.417 111 722 695 49% 645 2,2

Ponzano Romano 1225 63 641 584 48% 576 2,1

Riano 9723 383 4792 4931 51% 4.201 2,3 Rignano Flaminio 9885 255 4847 5038 51% 4.695 2,1

Sacrofano 6795 238 3313 3482 51% 3.387 2

Sant'Oreste 3644 82 1796 1848 51% 1.584 2,3

Torrita Tiberina 1.080 100 526 554 51% 525 2,05

Totale RM-F4 103.766 226 50.821 52.826 51% 46.541

PROVINCIA RM 403.9813 783,8 1925518 2114295 52% - 2

HINTERLAND - 352,3 - - 51% - 2,45

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

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Una significativa differenziazione tra comuni piccoli e medi si rileva anche riguardo al numero medio di componenti

per famiglia. Rispetto a una composizione media nel Distretto del 2,3%, a Campagnano di Roma si registra un

valore superiore al 2,5%, mentre nei comuni più piccoli, quali Filacciano , il valore si mostra più basso di mezzo

punto percentuale. Nei comuni più popolosi emerge pertanto una maggiore ampiezza familiare che rende più

attenuata la tendenza generale all’atomizzazione della struttura familiare.

2.1 Le caratteristiche demografiche

Per quanto riguarda le dinamiche demografiche, si osserva che nell’arco degli ultimi 10 anni (dal 2002 al 2012) la

popolazione dei comuni del Distretto è aumentata del 29%: nel 2002 contava 79.845 abitanti, mentre nel dicembre

del 2012 arriva a 103.766 unità. Nello stesso periodo il Comune di Roma ha registrato un incremento dell’8,4%

mentre l’hinterland ha visto crescere la propria popolazione complessivamente del 18,4%. Negli anni 2000 dunque

l’insieme dei comuni dell’hinterland romano ha manifestato uno sviluppo demografico, ma i comuni del Distretto

RM F4 si caratterizzano per un ritmo di crescita che si è consolidato e intensificato negli anni in misura maggiore

rispetto agli altri territori.

L’elevato tasso di sviluppo insediativo del Distretto si deve sia ai considerevoli flussi intercomunali provenienti dal

comune di Roma, sia all’aumento degli iscritti stranieri. Si può osservare infatti che il saldo positivo registrato nel

2010 è attribuibile in gran parte al movimento migratorio7 (+1704), rispetto al più modesto saldo naturale

8 (+361).

La vicinanza alla città di Roma influenza le dinamiche demografiche in maniera centrifuga e centripeta allo stesso

tempo. Il territorio distrettuale attrae nuovi residenti provenienti da Roma per le migliori condizioni economiche di

accesso alle abitazioni. Un mercato immobiliare con i costi sempre più alti e la crisi del mercato del lavoro spinge i

giovani precari, gli stranieri, i nuclei familiari più numerosi e le persone con difficoltà economiche a costruire i

propri progetti di vita fuori della Capitale, dove il costo della vita risulta difficilmente sostenibile. Roma dunque

perde attrazione residenziale ma mantiene attrazione e vantaggio localizzativo per le imprese e le istituzioni,

rimanendo il luogo privilegiato formativo e professionale di un gran numero di abitanti. Questo fattore aumenta il

grado di attrazione gravitazionale di Roma, che alimenta gli spostamenti pendolari per lavoro e studio dai comuni

dell’hinterland verso l’area metropolitana.

Analizzando le dinamiche di variazione della popolazione dell’hinterland romano è possibile osservare che, sia pure

all’interno di una generale e diffusa tendenza all’incremento insediativo, i comuni di “I° cintura” e comuni di “II°

cintura” assumono profili residenziali differenziati. Dal 2001 al 2011 la popolazione dei comuni di seconda cintura

è cresciuta a dismisura: tra essi spiccano due comuni del Distretto F4, 1° e 2° nella classifica provinciale: Fiano

Romano che raggiunge il 75,7% e Capena il 66,3%, seguiti da Rignano Flaminio, 7° con un incremento del 41,4%.

Tra i 25 comuni di prima cintura dell’hinterland romano, i 4 del Distretto F4 hanno visto aumentare la propria

popolazione di ben oltre il 25% negli ultimi 10 anni: Riano in particolare è 2° al posto con il 52,3% di incremento,

Formello al 6° con il 36,1%, Sacrofano 9° con il 31,4%. Questi stessi Comuni hanno visto aumentare copiosamente

la popolazione giovanile (15-34 anni) del proprio Territorio e figurano tra i 13 comuni di prima fascia che fanno

registrare una variazione positiva: Riano in testa su tutti incrementa i giovani del 24,2%, Campagnano di Roma del

13,4%, Formello del 9,6% e Sacrofano dell’8,0%.

7 Il saldo migratorio, o movimento migratorio, è la differenza tra il numero di immigrati e quello di emigrati riferito ad una

determinata città, zona o paese in un anno o per un certo periodo di tempo. 8 Il saldo naturale è la differenza tra il numero di nati ed il numero di morti in un dato periodo.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

11

Osservando i dati relativi al bilancio demografico del 2010, si notano divari importanti tra i comuni che presentano

un maggiore benessere demografico, interessati da un forte incremento della popolazione residente, come Riano

(+5,2%) Fiano Romano (+4,6%) - che si evidenzia per un consistente valore positivo sia nella componente

migratoria che in quella naturale - Capena (4%) e Mazzano Romano (4,9%), e i comuni che hanno subito invece una

decrescita, come Magliano Romano (-0,7%), Sant’Oreste (-0,1%) o sono rimasti sostanzialmente stabili, come

Sacrofano (+0,7%), Filacciano (+0,8%), Castelnuovo di Porto (+0,9%).

Occorre altresì evidenziare il dato di variazione tra il 2010 e il 2012 che mostra una diminuzione di 2,8 punti

percentuali della popolazione totale, in linea con quello dell’intera provincia (- 3,6%), del Comune di Roma (-4,4%)

e dell’intero hinterland, che continua ad essere scelto come luogo di emigrazione metropolitana.

Tabella 5 – Tasso di incremento/decremento percentuale della popolazione residente tra il 2002 al 2012 e tra il 2010 e

il 2012; saldo naturale e migratorio 2012

Comune

Popolazione

al 31/12/2012

Variazione %

2002-2012

Variazione

% 2010-

2012

Saldo

Naturale

2012

Saldo

Migratorio

2012

Campagnano di Roma 11.270 25,3 0,9 23 117

Capena 9945 65,2 2,4 48 427

Castelnuovo di Porto 8053 8,7 -9,3 23 -11

Civitella San Paolo 1.811 16,9 -9,8 -3 59

Fiano Romano 13489 57,4 -3,4 120 306

Filacciano 476 -2,6 -9,5 -11 0

Formello 12119 25,1 -5,3 41 80

Magliano Romano 1465 11,6 -3,5 2 -8

Mazzano Romano 3155 24,5 -2,9 -2 101

Morlupo 8214 18,6 -3,2 1 106

Nazzano 1.417 -8,3 -3,5 -11 52

Ponzano Romano 1225 19,3 -3,5 -2 57

Riano 9723 46 -1,8 74 123

Rignano Flaminio 9885 39,3 -1,4 55 214

Sacrofano 6795 15,9 -9,4 19 109

Sant'Oreste 3644 2,1 -5,8 -10 -39

Torrita Tiberina 1.080 14,4 0,3 -6 11

TOTALE RM F4 103.766 29,5 -2,8 361 1704

TOTALE PROVINCIA - 8,4 -3,6 2056 37328

Roma - 3,8 -4,4 -1483 19164

Hinterland - 18,4 -2,2 3539 18164

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

2.2 Le caratteristiche strutturali della popolazione distrettuale Secondo i dati disponibili al 1/01/2012, la struttura della popolazione distrettuale secondo l’età mostra una forte

presenza di popolazione in età lavorativa tra i 15 e i 64 anni, pari al 68% della popolazione totale, più di 3 punti

percentuali rispetto alla Provincia (dove la stessa fascia di età ha un peso del 65,7%) e superiore di un punto

percentuale anche al dato provinciale extrametropolitano (67 %). Anche la popolazione giovanile sotto i 14 anni

registra valori alti: 16.643 abitanti, che incidono in termini percentuali per il 16,3% sulla popolazione complessiva

del Distretto, superando in termini assoluti la fascia di età di anziani sopra i 65 anni, che è pari a 15.868 unità e

rappresenta soltanto il 15,6% dei residenti. La rilevanza di questo dato può essere compreso più chiaramente se si

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

12

considera che nell’hinterland provinciale il rapporto tra giovani e anziani è mediamente invertito (15,2% di minori

contro il 17% di anziani), e che nell’intera Provincia (compreso il capoluogo) il dato è ancora più netto (14% contro

20 %).

Questa peculiarità del rapporto tra popolazione giovanile e quella anziana incide sui valori degli indici demografici

strutturali del Distretto, primo fra tutti l’indice di vecchiaia. Questo indice segnala la presenza di circa 95 anziani

sopra ai 65 anni ogni 100 minori di 14 anni, mentre nella Provincia di Roma il dato si attesta a 144 e nel solo

hinterland a 114. Da sottolineare che ben 5 comuni del Distretto (Fiano Romano, Capena, Formello, Campagnano

Romano, Magliano Romano, Rignano Flaminio) presentano un valore uguale, al disotto di 90 o leggermente

superiore (di 1 punto) e rientrano tra i primi 20 comuni della provincia con i valori più bassi di indice di vecchiaia: si

segnala il dato particolarmente significativo di Fiano Romano (77%), che registra il valore più basso, seguito da

Morlupo (79%) e Capena (80%). In senso opposto i valori fatti registrare dai comuni più piccoli e più distanti dalla

capitale come Filacciano che è comunque sceso dal 275% registrato nel 2009 al 241 % registrato nel 2011 e Torrita

Tiberina sceso dal 195,8% del 2010 al 191% del 2011.

Tabella 6 – Distribuzione percentuale della popolazione per classi di età lavorativa e non al 1/01/2012; indicatori strutturali Fonte nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

Comune 0-14 15-64 >=65 TOT. Po. al

1/01/2012

Vecchiaia Dipendenza Dipendenza

anziani

Campagnano di Roma 1827 7659 1644 11.130 90% 45% 21%

Capena 1629 6531 1310 9.470 80% 45% 20%

Castelnuovo di Porto 1243 5508 1290 8.041 104% 46% 23%

Civitella San Paolo 243 1214 298 1.512 123% 45% 25%

Fiano Romano 2323 8958 1782 13.063 77% 46% 20%

Filacciano 59 286 142 487 241% 70% 50%

Formello 2135 7927 1936 11.998 91% 51% 24%

Magliano Romano 211 1041 219 1.471 104% 41% 21%

Mazzano Romano 404 2109 543 3.056 134% 45% 26%

Morlupo 1152 5494 1461 8.107 79% 48% 21%

Nazzano 169 909 298 1.376 176% 51% 33%

Ponzano Romano 164 707 236 1.107 144% 57% 33%

Riano 1605 6497 1424 9.526 89% 47% 22%

Rignano Flaminio 1513 6628 1475 9.616 97% 45% 22%

Sacrofano 1053 4463 1151 6.667 109% 49% 26%

Sant’Oreste 473 2502 718 3.693 152% 48% 29%

Torrita Tiberina 131 694 250 1.075 191% 55% 36%

Totale RM F4 16334 69127 16177 101.638 95% 47% 23%

PROVINCIA RM - - - - 144% 51% 30%

HINTERLAND - - - - 114% 46% 24%

Di particolare interesse sono anche i dati riguardanti l’indice di dipendenza, dato dal rapporto percentuale tra la

popolazione in età inattiva (fino ai 15 anni e dai 65 anni in su) e la popolazione in età attiva (15-64): il valore

complessivo nel Distretto è pari a 47% (3 punti in più rispetto ai dati del 2010), mentre nella Provincia di Roma si

attesta a 51% e nell’hinterland a 46%. In particolare 4 comuni del distretto fanno segnare i valori migliori, tra i primi

10 della Provincia: Magliano Romano continua a registrare il primo valore assoluto con 41%.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

13

3. Delineare il quadro territoriale dei bisogni (specificare i disagi più acuti e gli squilibri nelle varie zone del Distretto e, successivamente, articolare i bisogni per macroaree. Per ogni tipologia di disagio indicare l’utenza potenziale e l’utenza effettiva) I fattori di disagio più significativi rilevabili nel territorio distrettuale riguardano la crisi del mercato del lavoro e la

questione abitativa, con le conseguenti ricadute sulla popolazione in termini di povertà e di vulnerabilità sociale. In

particolare aumenta la presenza di famiglie giovani e con scarse risorse economiche che arrivano dai quartieri

periferici della Città di Roma. Aumenta inoltre il rischio di insediamenti abitativi spontanei e irregolari da parte di

gruppi emarginati, legato in particolare alla crescita di presenza degli immigrati. Crescono anche le situazioni di

solitudine e di fragilità sociale, in particolare di persone anziane (soprattutto i “grandi anziani”) e non autosufficienti,

in continua crescita. Emergono inoltre segnali di incremento delle “nuove povertà”: disagio psichico, violenze e

tensioni intrafamiliari, dipendenze da gioco d’azzardo patologico, shopping compulsivo, internet.

Questi bisogni esprimono una domanda nei confronti dei servizi territoriali molto disomogenea e frammentata

territorialmente. La particolare distribuzione geografica della popolazione, fortemente dispersa in centri medio-

piccoli, su una superficie territoriale vasta e con difficoltà di collegamenti interni, rappresenta un fattore di ostacolo

per l’attivazione di servizi territoriali distrettuali e intercomunali e richiede invece una presenza fortemente articolata

sul territorio per poter raggiungere concretamente l’intero bacino di utenza. Per alcune tipologie di servizi il rischio

di una concentrazione su singoli comuni, è quello di lasciare tendenzialmente insoddisfatta una quota significativa di

domanda effettiva, dovuto alla difficoltà per i destinatari nel raggiungere i luoghi di erogazione. D’altra parte questa

esigenza di efficacia e di fruibilità dei servizi si scontra con criteri di efficienza ed economicità che sarebbero

garantiti da una maggiore concentrazione degli stessi.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

14

3.a. Area Minori e Famiglia

I minori residenti nel territorio distrettuale al 01/01/2012 erano 20.271, pari al 20% della popolazione totale,

segnando un’incidenza percentuale superiore al dato provinciale (17,7%) e anche a quello registrato nell’hinterland

(19%).E’ possibile notare una leggera diminuzione della popolazione minorile (-1%) nel biennio 2010-2012, che

inverte notevolmente la rotta del trend di crescita registrato negli ultimi anni (8% nel solo biennio 2007-2009).

Malgrado la leggera variazione, permane un aumento della domanda di strutture e servizi per l’infanzia e

l’adolescenza nel territorio distrettuale. Di fronte al bisogno sempre più pressante, si continua a registrare una

carenza di strutture e spazi di aggregazione e socializzazione per la prevenzione del disagio minorile (vedi tabella n.

19), in particolare l’assenza di strutture residenziali. Si tenga presente che la scarsa efficienza della rete viaria rende

difficile la relazione tra i ragazzi dei diversi comuni così come la dimensione dei comuni (per la maggior parte

piccoli/medio-piccoli) non consente di sostenere la spesa per l’istituzione di strutture di socializzazione.

Si segnala comunque a livello dei singoli territori un netto divario tra i comuni in cui il trend di variazione è in

positivo, tra i quali spicca Torrita Tiberina che registra un aumento dell’11,3%, seguito dai Comuni di Riano

(+5,4%), Capena (+ 4,6%), Ponzano Romano (+3%) e Nazzano (2,8%), e quelli in cui il trend è negativo, quali

Sant’Oreste (- 6,3%), Magliano Romano (-5,3%), Morlupo (-5%) fino al -8% di Civitella San Paolo e -9,4% del

Comune di Castelnuovo di Porto. Per il dato relativo al numero di famiglie presenti si confronti la tabella n.4.

Tabella 7 - Popolazione minore al 31/12/2012 e incidenza sul totale della popolazione distrettuale; incidenza

percentuale per classi di età scolastica e prescolastica; andamento demografico

Comune (0-3) (4-5) (6-10) (11-13) (14-18)

Totale

minori % minori

Variazione %

2009-2012

Campagnano di Roma 493 273 575 369 581 2.291 21% 0,4

Capena 480 217 551 299 454 2001 21% 4,6

Castelnuovo di Porto 312 177 412 273 374 1.548 19% -9,4

Civitella San Paolo 82 29 67 45 78 301 20% -8,0

Fiano Romano 724 362 727 375 605 2.793 21% 0,8

Filacciano 13 7 20 13 18 71 15% 2,9

Formello 549 258 760 437 648 2.652 22% -3,1

Magliano Romano 62 25 69 45 67 268 18% -5,3

Mazzano Romano 117 44 130 80 156 527 17% -0,8

Morlupo 318 171 393 194 383 1459 18% -5,0

Nazzano 49 26 50 34 60 219 16% 2,8

Ponzano Romano 41 27 55 33 51 207 19% 3,0

Riano 471 228 521 296 429 1.945 20% 5,4

Rignano Flaminio 397 230 499 282 475 1883 20% 0,6

Sacrofano 269 143 365 206 343 1.326 20% -4,7

Sant’Oreste 131 73 140 94 175 613 17% -6,3

Torrita Tiberina 39 17 41 27 43 167 16% 11,3

Totale RM F4 4547 2307 5375 3102 4940 20271 20% -1,0

PROVINCIA RM 15369

4

78359 185755 108264 179176 705.248 17,7% -4,2

Comune di Roma 95921 49046 116688 67995 112617 442267 8,2% -5,8

Hinterland 57.773 29.313 69.067 40.269 66.559 262.981 19% -1,5

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

15

3.b. Area Anziani

Le persone anziane presenti nel Distretto Socio-sanitario F4 sono complessivamente suddivise tra 12.147 anziani tra

i 65 e i 79 anni e 3.973 “grandi anziani” di età superiore a 80 anni.

L’incidenza percentuale della popolazione anziana (65-79anni) è in linea con quella dell’hinterland romano: questa

rappresenta infatti il 12% della popolazione distrettuale, a fronte del 12,8% registrato nell’hinterland; la fascia dei

“grandi anziani” invece ha un peso percentuale del 3,9%, contro il 4,5% di presenza registrata nell’hinterland e il

5,6% nell’intera provincia di Roma.

A fronte di una diminuzione registrata nel biennio 2009-2012 della popolazione minorile, è invece evidente un

aumento consistente della popolazione dei “grandi anziani” in alcuni Comuni del Distretto F4, quali Rignano

Flaminio (17,6%), Riano (11,4%), Capena (11%), Morlupo (10,8) e Castelnuovo di Porto (10,6%). Da valutare in

maniera a se stante la situazione dei Comuni della Media Valle del Tevere in cui la variazione raggiunge valori

molto alti (dal -20% di Filacciano al + 26% di Civitella San paolo) a causa dell’alta presenza di anziani trai residenti.

Questo andamento di crescita lascia quindi ipotizzare per il prossimo futuro un incremento di persone molto anziane,

anche in conseguenza dell’aumento dell’aspettativa di vita. E’ ragionevole prevedere conseguentemente un costante

aumento delle problematiche legate all’età, quali la perdita di autonomia, il deterioramento cognitivo, l’aumento di

malattie e disabilità di vario genere, che richiedono una predisposizione di servizi e strutture sociali adeguati per

farvi fronte. Accresce il fabbisogno di assistenza e cure specifiche preferibilmente presso il domicilio dell’assistito

per contrastare l’istituzionalizzazione. La situazione di solitudine abitativa costituisce per questo segmento di

popolazione un’ulteriore fattore di rischio di fragilità e povertà economica e dunque di una generale condizione di

vulnerabilità sociale. Questi elementi rendono necessario anche un ampliamento delle aree di intervento, di natura

diversa rispetto ai servizi sanitari e assistenziali: socializzazione, tempo libero, informazione, formazione, sicurezza

e prevenzione.

Tabella 8 - Popolazione anziana al 01/01/2012 per classi di età (65-79 anni e 80 anni e oltre); valori assoluti,

incidenza percentuale sul totale della popolazione distrettuale e andamento demografico

Anziani (65-79) Grandi anziani (80+)

Comune valori

assoluti

Incidenza

%

Variazione

% 2009-

2012

valori

assoluti

Incidenza

%

Variazione

% 2009-

2012

Campagnano di Roma 1192 10,7 2,1 452 4,1 6,4

Capena 986 10,4 2,5 324 3,4 11,0

Castelnuovo di Porto 997 12,4 1,2 293 3,6 10,6

Civitella San Paolo 213 14,1 -13,4 85 5,6 4,9

Fiano Romano 1.348 10,3 7,7 434 3,3 15,1

Filacciano 102 20,9 -1,9 40 8,2 -20,0

Formello 1.522 12,7 4,5 414 3,5 12,8

Magliano Romano 155 10,5 7,6 64 4,4 -1,5

Mazzano Romano 394 12,9 12,9 149 4,9 -9,1

Morlupo 1.052 13,0 0,3 409 5,0 10,8

Nazzano 201 14,6 -5,2 97 7,0 26,0

Ponzano Romano 169 15,3 2,4 67 6,1 -11,8

Riano 1.072 11,3 0,8 352 3,7 11,4

Rignano Flaminio 1.115 11,6 9,2 360 3,7 17,6

Sacrofano 923 13,8 1,2 228 3,4 2,2

Sant’Oreste 518 14,0 2,0 200 5,4 5,3

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

16

Torrita Tiberina 188 17,5 0,5 62 5,8 8,8

Totale RM F4 12.147 12,0 3,1 4.030 3,9 7,4

Totale Provincia 583.933 14,6 -3,3 224.495 5,6 1,7

Comune di Roma 407.250 29,5 -5,1 162.833 6,2 0,0

Hinterland 176.683 12,8 1,2 61.662 4,5 6,3

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

3.c. Area Disabili L’approccio all’analisi e all’intervento in materia di disabilità richiede innanzitutto chiarezza di linguaggio e di

definizioni, al cui scopo risulta utile il riferimento a quanto è stato espresso dall’OMS attraverso uno strumento di

classificazione innovativo, “La Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute”,

denominato ICF, finalizzato a fornire un’ampia analisi dello stato di salute degli individui, ponendo la correlazione

fra salute e ambiente e arrivando alla definizione di disabilità, intesa come una condizione di salute in un ambiente

sfavorevole. L’approccio innovativo della classificazione ICF è determinato quindi dal descrivere lo stato di salute

delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) per arrivare a cogliere le difficoltà

che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità; dall’approccio universale secondo cui in

cui la disabilità non viene considerata un problema di un gruppo minoritario all’interno di una comunità, ma

un’esperienza che tutti, nell’arco della vita, possono sperimentare. Il concetto di disabilità preso in considerazione

dall’Organizzazione Mondiale della Sanità vuole evidenziare non i deficit e gli handicap che rendono precarie le

condizioni di vita delle persone, ma vuole essere un concetto inserito in un continuum multidimensionale. Ognuno di

noi quindi può trovarsi in un contesto ambientale precario e sperimentare quindi una disabilità.

Secondo la letteratura a riguardo, ancora oggi è difficile stimare la presenza di persone con disabilità in un territorio

specifico poiché la classificazione ICF, anche se considerata un ottimo strumento scientifico, trova difficoltà ad

essere accolto, utilizzato e fruibile nei molteplici contesti sociosanitari.

Inoltre, sulle relazioni demografiche relative alla popolazione con disabilità, pesano generalmente la carenza di

informazioni fornite dalle Aziende Sanitarie Locali. Risulta pertanto evidente la difficoltà ad ottenere un dato

statistico attendibile sulla disabilità che permetta di avere più chiaro il target di riferimento.

Anche nel caso del Distretto F4 i dati non sono del tutto rappresentativi della popolazione disabile residente, ma

comunque sono frutto di una prima raccolta informativa effettuata dal Servizio Sociale Distrettuale con la

collaborazione dei Comuni. E’ necessario un monitoraggio quantitativo e qualitativo mirato a valutare, per ciascun

utente, la tipologia e la quantità degli interventi fruiti.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

17

Tabella 9: popolazione disabile residente nel Distretto RM 4 per genere al e tipologia di invalidità Fonte: sito INPS

comune pensione invalidità civile indennità

maschi femmine totale maschi femmine totale

CAMPAGNANO DI ROMA 55 85 140 97 179 276

CAPENA 58 66 124 108 112 220

CASTELNUOVO DI PORTO 49 43 92 58 92 150

CIVITELLA SAN PAOLO 14 13 27 19 28 47

FIANO ROMANO 54 73 127 96 134 230

FILACCIANO * * * 4 9 13

FORMELLO 51 63 114 111 151 262

MAGLIANO ROMANO 6 6 12 9 13 22

MAZZANO ROMANO 24 21 45 38 48 86

MORLUPO 44 46 90 80 80 130

NAZZANO 12 9 21 11 20 31

PONZANO ROMANO 4 8 12 11 16 27

RIANO 47 45 92 81 96 177

RIGNANO FLAMINIO 36 66 102 64 111 175

SACROFANO 32 40 72 53 84 137

SANT'ORESTE 25 26 51 50 64 114

TORRITA TIBERINA 6 13 19 8 23 31

Totale Distrettuale 517 623 1140 898 1260 2128

Provincia di Roma 26.916 32.895 59.811 53.160 90.407 143.567

hinterland 9969 13063 23032 18878 29860 48738

La seguente tabella individua le persone con disabilità residenti nel territorio distrettuale che hanno usufruito

o usufruiscono attualmente di servizi distrettuali rivolti a questa speciale categoria.

Tabella 10: monitoraggio della popolazione disabile residente nel Distretto RM F4 per genere e età

comune m f

0-18 19- 65 ≥65 0-18 19- 65 ≥65 tot

Campagnano di

Roma 1 2 2 5

Capena 6 1 1 2 10

Castelnuovo di Porto 6 3 9

Civitella San Paolo 1 1

Fiano Romano 1 2 1 4 8

Filacciano

Formello 1 5 1 7

Magliano Romano 1 1

Mazzano Romano 1 2 3

Morlupo 1 1 5 7

Nazzano 3 3

Ponzano Romano 1 1

Riano 3 3 6

Rignano Flaminio 1 1

Sacrofano 4 1 5

Sant'Oreste 3 3

Torrita Tiberina

Totale RM F4 3 37 1 5 24 70

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

18

Da un’indagine effettuata nel territorio di riferimento risulta che le risorse e i servizi in esso presenti, in particolare

quelli destinati alle categorie in difficoltà, non sono sufficienti e che le iniziative si presentano isolate e non collegate

in rete. Si sottolinea, inoltre, l’assenza di interventi di residenzialità.

In attesa dell’attuazione del Servizio Disabili Adulti della ASL RM F, per realizzare interventi in integrazione Socio-

sanitaria è avviato l’Unità Valutativa Multidimensionale che collabora con il Piano di

Zona, attraverso il PUA alla presa in carico dei soggetti.

Il servizio di Punto Unico di Accesso (PUA), istituito presso la sede ASL di Campagnano di Roma, avviato in via

sperimentale a Luglio 2012 e ufficializzato nel mese di giugno 2013, rappresenta un primo modello organizzativo

d’integrazione tra servizi sociali e sanitari finalizzato ad accogliere in maniera congiunta l’utenza distrettuale; il

servizio quindi è destinato a divenire presto un osservatorio privilegiato anche della popolazione disabile del

Distretto.

3.d. Area disagio ed esclusione sociale

In mancanza di dati sulle povertà a livello locale, alcuni degli elementi evidenziati dall’osservazione degli operatori

e dai tavoli di consultazione sono: il disagio economico (specie per le famiglie monoreddito sulle quali molto

incidono i costi alti degli affitti), la mancanza del lavoro e la maggiore difficoltà ad accedervi per persone con storie

di tossicodipendenza e/o detenzione; le problematiche legate ai processi di inclusione sociale degli immigrati extra

comunitari; la difficoltà a rivolgersi ai servizi sociali comunali per un aiuto economico o sociale.

La mancanza di lavoro costituisce senz’altro un fattore determinante per la caduta verso la condizione di povertà e

ciò vale anche per il nostro territorio. Un primo quadro della situazione di disagio ed esclusione sociale in cui versa

una parte della popolazione distrettuale in questo particolare momento storico, è delineato dall’andamento del

mercato del lavoro, i cui dati, disaggregati per comuni, sono quelli raccolti dai Centri per l’Impiego sulla base delle

cosiddette “comunicazioni obbligatorie” (attraverso il sistema informatico per l’invio delle C.O.).

I dati di seguito esaminati riguardano i lavoratori coinvolti negli avviamenti e nelle cessazioni dei contratti.9 Essi

mostrano i mutamenti di status occupazionale della popolazione, fornendo una prospettiva diversa rispetto al dato

sugli addetti, che restituisce invece informazioni sulle aziende localizzate sul territorio e sulla loro capacità di

assorbire mano d’opera.

Nei comuni del Distretto10

, nel 2010 sono stati registrati complessivamente 6.978 avviamenti a fronte di 5.167

cessazioni, con un saldo positivo di 1.811 lavoratori. Per confrontare il dato con le performance registrate in ambito

provinciale, si può mettere a confronto il rapporto tra contratti e cessazioni. Nel Distretto sono stati comunicati 135

avviamenti ogni 100 cessazioni, valore uguale a quello registrato complessivamente in Provincia di Roma (136), ma

migliore se non si tiene in considerazione il dato di Roma: nell’hinterland si sono avuti 123 avviamenti su 100

cessazioni.

9 I rapporti di lavoro attivati dalle aziende e rilevati in base alla “data di attivazione del contratto” (includendo anche le proroghe) e i

contratti cessati prima della scadenza naturale e rilevati in base alla “data della cessazione”. Si tenga presente che non si tratta di

dati puramente amministrativi, ma di una elaborazione effettuata sulla base dei codici fiscali dei lavoratori oggetto della

comunicazione, che permette di conteggiare. 10

Si noti che i comuni del Distretto socio-sanitario di nostro interesse coincidono esattamente con quelli afferenti al Centro per

l’Impiego di Morlupo.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

19

Tabella 11.– Lavoratori coinvolti negli avviamenti e cessazioni contrattuali; saldo totale e per genere. Anno 2010 Comuni Avviamenti Cessazioni Differenza Diff. M Diff. F

CAMPAGNANO DI ROMA 564 343 221 73 148

CAPENA 866 657 209 53 156

CASTELNUOVO DI PORTO 513 269 244 79 165

CIVITELLA SAN PAOLO 56 21 35 6 29

FIANO ROMANO 1.979 1.783 196 69 127

FILACCIANO 2 1 1 0 1

FORMELLO 1.109 730 379 214 165

MAGLIANO ROMANO 19 6 13 11 2

MAZZANO ROMANO 66 36 30 12 18

MORLUPO 438 657 -219 1 -220

NAZZANO 49 26 23 19 4

PONZANO ROMANO 62 23 39 26 13

RIANO 530 280 250 136 114

RIGNANO FLAMINIO 341 138 203 64 139

SACROFANO 301 141 160 57 103

SANT'ORESTE 70 37 33 10 23

TORRITA TIBERINA 13 19 -6 -2 -4

Totale RM F4 6.978 5.167 1.811 828 983

Fonte: nostra elaborazione su dati Provincia di Roma - piattaforma data ware house Osservatorio sul mercato del lavoro

Ancora una volta il dato complessivo nasconde alcune specificità territoriali sia di criticità che di

miglioramento. Formello registra la differenza positiva tra avviamenti e cessazioni più alta su tutto il territorio

(379), seguito da un gruppo di comuni che mostrano un incremento tra le 200 e le 250 unità: Riano,

Castelnuovo di Porto, Campagnano di Roma, Capena, Rignano Flaminio, Fiano Romano. Emerge la

situazione preoccupante di Morlupo che segna un -219 tra nuovi contratti e cessazioni, dato ancora più

significativo (e meritevole di approfondimenti) se si tiene in considerazione che la totalità del saldo negativo è

riferibile alla componente femminile (-220).

L’analisi di genere dei dati mostra che la popolazione femminile segna, in valori assoluti, un saldo positivo di

+983, leggermente superiore a quella maschile (+828). Delle 5.167 unità che hanno subito un’interruzione del

rapporto di lavoro, ben il 63,2% sono maschi (il 36,8% femmine), mentre risulta un po’ meno sbilanciata la

distribuzione di genere dei 6.978 nuovi contratti, di cui il 58,6% riguardano gli uomini e il 41,4% le donne.

Complessivamente questi dati mostrano un mercato del lavoro in cui è molto più dinamica la componente

maschile, mentre quella femminile ha una incidenza minore ma in crescita: immagine rafforzata dal confronto

con il dato provinciale, in cui le nuove assunzioni sono distribuite in modo meno assi metrico: il 53,9% sugli

uomini e il 46,1% sulle donne.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

20

Grafico 1 – Saldo tra assunzioni e cessazioni contrattuali nei comuni del Distretto RM F4. Anno 2010

Un campo di analisi che offre informazioni significative sul disagio sociale, è quello relativo ai redditi della

popolazione residente nel territorio preso in esame.

I dati del 2010 rivelano complessivamente un reddito imponibile procapite di 22.974 euro, sostanzialmente allineato

sulla media dell’hinterland romano (22.701). In particolare in due comuni continua ad emergere un valore molto

elevato, superiore perfino a quello registrato nel comune di Roma (29.820): Formello, con 31.549 euro di reddito

medio imponibile, si posiziona al secondo posto a livello provinciale, Sacrofano con 30.713 al terzo. Tra gli ultimi

dieci comuni della provincia figura invece Ponzano Romano con 18.657 euro.

Al di la dei valori reddituali medi, informazioni maggiormente mirate sull’area del disagio sociale provengono dalla

percentuale di popolazione a basso reddito (inferiore a 7.500 euro annui), indice di forte sofferenza economica. Nei

comuni del distretto l’area del disagio reddituale 11

conta un 8,3 % di contribuenti, in linea con quella

dell’hinterland, che è pari all’8,2%. Si può osservare che quasi tutti i comuni del Distretto mostrano valori

omogenei, che rientrano in una fascia centrale compresa tra il 7,2% e il 9,4 %. Risalta la situazione di criticità di

Civitella San Paolo, in cui la popolazione a basso reddito raggiunge un’incidenza del 10,8% sul totale; non si

discosta di molto comunque dalla media degli altri Comuni. Sul polo opposto della graduatoria, tra i valori a bassa

incidenza, continua ad essere presente il Comune di Filacciano (5,5%), quest’ultima è comunque meno significativa

in termini di valore assoluto considerando il numero esiguo di abitanti. Inoltre emerge con evidenza la situazione del

Comune di Castelnuovo di Porto che registrava nel 2009 un incidenza del 2,6 %, allineandosi tra i comuni con più

bassa incidenza nel territorio provinciale, a fronte di un aumento di 5 punti, 7,8 nell’anno 2010.

11

Il disagio reddituale ed all’opposto l’agio reddituale sono i due indicatori di composizione per classi di reddito utilizzati in questa

analisi. Gli indicatori sono stati ricavati valutando l’incidenza dei contribuenti con imponibile sino a 7.500 euro (il cui valore misura il

“disagio reddituale” tra la popolazione) e l’incidenza dei contribuenti con imponibile pari o superiore ai 70.000 euro (il cui valore

misura “l’agio reddituale” tra la popolazione).

-250

-200

-150

-100

-50

0

50

100

150

200

250

300

350

400

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

21

Tabella 12 - Reddito imponibile ai fini dell’addizionale IRPEF dei comuni del distretto. Anno fiscale 2010

Comune Reddito medio

imponibile

Incidenza % contribuenti a

basso reddito (fino a 7500)

Campagnano di

Roma

24.185 7,3

Capena 21.537 8,3

Castelnuovo di Porto 24.856 7,8

Civitella San Paolo 19.783 10,8

Fiano Romano 22.790 8,6

Filacciano 20.512 7,2

Formello 31.549 8,2

Magliano Romano 20.328 9,2

Mazzano Romano 21.092 8

Morlupo 23.554 8,2

Nazzano 20.748 8,1

Ponzano Romano 18.657 9

Riano 25.322 8,3

Rignano Flaminio 23.664 8,9

Sacrofano 30.713 9,4

Sant’Oreste 19.079 9

Torrita Tiberina 22.195 5,5

Media RM F4 22.974 8,3

Hinterland 22.701 8,2

Comune di Roma 29.820 7

Fonte: dati MEF, Agenzia delle Entrate, tratti dal “Rapporto 2012. La situazione nella provincia di Roma”

Grafico 2 – Incidenza percentuale dei contribuenti a basso reddito nei comuni del Distretto

0 5 10 15

Campagnano di Roma

Castelnuovo di Porto

Fiano Romano

Formello

Mazzano Romano

Nazzano

Riano

Sacrofano

Torrita Tiberina

Hinterland

Incidenza % contribuenti a basso reddito (fino a 7500)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

22

3.e. Area Immigrati La popolazione del Distretto RM F4 è caratterizzata da una considerevole presenza di cittadini di nazionalità

straniera: al 1 gennaio 2011 i residenti stranieri erano 15.367, composti da 7.481 uomini e 7.886 donne. Il peso

percentuale, pari al 14% della popolazione totale, è significativamente più consistente di quello registrato nell’intera

provincia di Roma, che è di 11%.

La popolazione straniera è inoltre in rapido aumento. Il territorio dimostra una capacità attrattiva nei confronti degli

stranieri uguale a quella esercitata dal capoluogo provinciale: tra il 2008 e il 2009 sono aumentati del 10,8%, con un

trend di incremento leggermente superiore rispetto a quello registrato in media nell’hinterland romano (10,5%).

Unici comuni che subiscono una perdita di popolazione stranieraerano Filacciano (-13,3%) e Torrita Tiberina (-

3,2%). Anche nella variazione tra il 2010 e il 2011 ci sono Comuni che registrano un forte aumento anche al di sopra

della media distrettuale (Mazzano Romano, FIano Romano e Formello).

Il Comune che conta nel distretto il maggior numero di stranieri continua ad essere Campagnano di Roma, con 1.752

unità, seguito da e Fiano Romano (1.702) e Formello (1.672). In termini percentuali è Civitella San Paolo che

misura l’incidenza relativa più alta (20%), subito prima di Ponzano romano (18%), e allo stesso punteggio Magliano

Romano, Rignano Flaminio e Sacrofano (17%).

Tabella 13 – Popolazione straniera residente per comune al 1/01/2011; distribuzione per genere; variazione percentuale tra il

2010 e il 2011; incidenza degli stranieri sul totale della popolazione residente; numero di minori e incidenza sul totale dei

minori residenti

Comune Stranieri

residenti

M F Variaz %

2010-2011

%

stranieri

sul totale

Minori

stranieri

% minori

stranieri sul tot

minori residenti

Campagnano di

Roma

1752

818

934

4,2

16%

388

17%

Capena 1.351 671 680 9,5 14% 277 14%

Castelnuovo di Porto 1.163 570 593 3,7 13% 222 13%

Civitella San Paolo 406 199 207 13 20% 93 28%

Fiano Romano 1.702 809 893 13,9 12% 367 13%

Filacciano 67 34 33 -6,9 13% 15 20%

Formello 1.672 776 896 10,7 13% 344 12%

Magliano Romano 252 131 121 -1,5 17% 61 22%

Mazzano Romano 365 180 185 16,9 12% 75 14%

Morlupo 1.256 626 630 7,9 15% 241 16%

Nazzano 128 65 63 6,6 9% 20 9%

Ponzano Romano 211 109 102 6,5 18% 51 25%

Riano 1.566 783 783 11,3 16% 298 15%

Rignano Flaminio 1.617 798 819 12,5 17% 320 17%

Sacrofano 1.309 643 666 5,5 17% 208 15%

Sant'Oreste 453 217 236 5,8 12% 105 16%

Torrita Tiberina 97 52 45 5,4 9% 14 9%

Totale RM F4 15.367 7.481 7.886 8,8 14% 3.099 15%

Totale Provincia RM 442818 206458 236360 9 11% 11%

Roma 294571 134663 159908 9,5 10,60% 10%

Hinterland 148247 71795 76452 8,4 10,3 - 10,2

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

La distribuzione di genere è caratterizzata da un sostanziale equilibrio in tutti i comuni distrettuali, anche se mostra

complessivamente una lieve prevalenza della componente femminile (51%).

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

23

I minori stranieri sono 3,.099 e rappresentano una parte significativa dell’insieme dei minori residenti: il 15%, a

fronte di un ben più modesto 11% presente nella provincia.

Si deve tenere in considerazione che la presenza significativa dei minori, così come una composizione di genere

bilanciata, sono due significati indicatori demografici di radicamento territoriale e di integrazione della popolazione

straniera immigrata, in quanto esito di un processo di ricongiungimento oppure della formazione di una famiglia in

Italia, e denotano generalmente la trasformazione del progetto migratorio da transitorio a lungo termine.

Dai dati relativi al 2010, tra le comunità straniere presenti sull’intero territorio distrettuale, quella prevalente

continua a d essere indubbiamente la comunità rumena con il 56% d’incidenza sulla popolazione straniera residente.

Anche le altre comunità nazionali numericamente più cospicue sono tutte dell’Europa dell’est: Polonia, Albania,

Moldava.

Tabella 14 - Numero residenti e incidenza delle prime quattro comunità di cittadini stranieri residenti nei

comuni del distretto

Cittadinanza N residenti %

Romania 8632 56

Polonia 993 6,4

Albania 1038 6,7

Rep. Moldava 302 1,9

Fonte: nostra elaborazione su dati Istat (sito www.demo.istat.it)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

24

4. Delineare il quadro generale dell’offerta dei servizi socio-assistenziali indicando dove e in che misura è stata operata un’integrazione tra i Comuni e le Asl

Il principio di fondo del Comitato Istituzionale dell’Accordo di Programma consiste nell’assunto secondo il quale

l’integrazione delle politiche sociali e sanitarie ed il loro coordinamento con le altre politiche incidenti sulla

qualità della vita di una comunità e di un territorio rappresentino una necessità da assumere a più livelli di

responsabilità quali:

Integrazione Istituzionale;

Integrazione Gestionale;

Integrazione Professionale.

L’integrazione istituzionale è basata sulla necessità di promuovere collaborazioni fra le istituzioni sociali e

sanitarie che, per conseguire comuni obiettivi di salute, si devono dotare di strumenti, come i Protocolli d’Intesa.

Il Distretto F4 ha stipulato con la ASL il Protocollo di Intesa per la realizzazione del progetto di Ambito sovra

distrettuale relativo agli interventi per malati di Alzheimer. Inoltre ha stipulato un Protocollo d’Intesa per gli

inserimenti sociali e lavorativi per i pazienti del dipartimento di salute Mentale.

L’integrazione gestionale in quanto struttura operativa si colloca nel distretto in modo specifico nei diversi servizi

che lo compongono. Sono state promosse consultazioni propedeutiche alla predisposizione di meccanismi di

coordinamento, atti a garantire l’efficace svolgimento delle attività dei processi e delle prestazioni.

Per quanto riguarda l'integrazione professionale sono state predisposte azioni comunicative e di rete per

ottimizzare l’operatività delle unità valutative integrate, per la gestione unitaria della documentazione, per la

definizione delle responsabilità nel lavoro integrato, per la continuità terapeutica tra ospedale e distretto e per la

predisposizione di percorsi assistenziali individualizzati e appropriati alle tipologie di intervento.

Particolare attenzione è data allo sviluppo del Punto Unico di Accesso integrato socio-sanitario (PUA), assunto

quale funzione del Distretto in grado di fornire informazioni e orientamento al cittadino. Questo strumento nasce

con il fine di risolvere problemi semplici e rinviare i casi di maggiore complessità verso le sedi adeguate (funzione

filtro), attivando valutazioni Multiprofessionali sociosanitarie integrate.

Come attività prioritaria per la realizzazione del PUA è stato stipulato un protocollo d’intesa tra i Comuni del

distretto F4 e la ASL RM F.

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

25

Specificare per ciascuna delle Macroaree/Liveas il livello di offerta

SEGRETARIATO SOCIALE

Nel Distretto è presente il Servizio?

- Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino

di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale

C)12.

Nonostante sia assente il Segretariato Sociale, nei Comuni sono attive funzioni assimilabili che sono state mappate

nella tabella 15.

A livello di Distretto, pur in mancanza di una formale istituzione del servizio di Segretariato Sociale, alcune

prestazioni ad esso afferenti rientrano nelle funzioni svolte dall’Ufficio di Piano, in particolar modo dal Servizio

Sociale Distrettuale.

Prestazioni offerte: Informazione sulle opportunità offerte dalla rete dei servizi e dalla comunità

- Sì X

- No

Consulenza sui problemi familiari e sociali

- Sì

- No X

Accoglienza della domanda individuale, collettiva lettura del bisogno, accompagnamento nell’attivazione nei

successivi percorsi di assistenza - Sì X

- No

Raccolta sistematica dei dati e delle informazioni - Sì X

- No

Promozione di reti solidali, anche ai fini della prevenzione dei rischi del disagio sociale

- Sì X

- No

Aiuto alla soluzione di problemi che non necessitano di presa in carico da parte di servizi specifici

- Sì

- No X

Mediazione interculturale

- Sì

- No X

Destinatari: Famiglie

- Sì X

- No

Anziani

- Sì X

- No

Minori - Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ___________________________)

- Sì X

- No

Disabili - Sì X

- No

Immigrati

- Sì X

- No

Altro (specificare______________________)

12

Ad esempio: se il servizio è presente a Roma ed ha un bacino di utenza comunale scrivere: Roma (C).

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

26

Tabella 15 - SEGRETARIATO SOCIALE presente nei Comuni

COMUNE presenza

bacino

di

utenza

Prestazioni offerte Destinatari

Informaz sulle

opportunità

offerte dalla

rete dei servizi

e dalla

comunità

Consulenza

sui problemi

familiari e

sociali

Accoglienza della

domanda

individuale,

collettiva lettura del

bisogno,

accompagnam

nell’attivazione nei

successivi percorsi

di assistenza

Raccolta

sistematica

dei dati e

delle

informaz

Promoz di reti

solidali, anche

ai fini della

prevenz dei

rischi del

disagio sociale

Aiuto alla

soluzione di

problemi che

non necessitano

di presa in

carico da parte

di servizi

specifici

Mediazione

intercult F A M

P con

Problematiche

psico sociali D I Altro

Campagnano di Roma x C x x x x x x x x x x x x

Capena x C x x x x x x x x x x x x

Castelnuovo di Porto x C x x x x x x x x x x x x

Civitella San Paolo x C x x x x x x x x x x x x

Fiano Romano x C x x x x x x x x x x x x

Filacciano x C x x x x x x x x x x x

Formello x C x x x x x x x x x x x x

Magliano Romano x C x x x x x x x x x x

Mazzano Romano x C x x x x x x x x x x x x

Morlupo x C x x x x x x x x x x x x

Nazzano x C x x x x x x x x x x x x

Ponzano Romano x C x x x x x x x x x x x x

Riano x C x x x x x x x x x x x x

Rignano Flaminio x C x X x x x x x x x x x x

Sacrofano x C X X x x x x x x x x

x x

Sant’Oreste x C X X x x x x x x x x x x

Torrita Tiberina x C x x x x x x x x x x x x

TOTALI 17 17 17 17 17 17 17 0 17 17 17 17 17 17

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

28

SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì X

- No

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la tabella 16

SOSTEGNO ALLE FAMIGLIE ED AI GRUPPI SOCIALI

- Sì X

- No

Destinatari

Famiglie

- Sì X

- No

Anziani

- Sì X

- No

Minori

- Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare _____________________)

- Sì X

- No

Disabili

- Sì X

- No

Immigrati

- Sì X

- No

Altro (specificare ______________________________________)

AFFIANCAMENTO E AFFIDO FAMILIARE

- Sì X

- No

Destinatari:

Famiglie

- Sì X

- No

Minori

- Sì X

- No

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

29

INSERIMENTO LAVORATIVO

- Sì X

- No

Destinatari

Disabili

- Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ________________________)

- Sì X

- No

Giovani a rischio di devianza

- Sì

- No X

Immigrati

- Sì X

- No

Altro (specificare __________________________)

DEFINIZIONE DEL PROGETTO INDIVIDUALE DI ASSISTENZA

- Sì X

- No

Destinatari

Disabili

- Sì X

- No

Anziani

- Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ___________________________)

- Sì X

- No

Minori

- Sì X

- No

Immigrati

- Sì X

- No

Altro (specificare __________________________)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

30

Tabella 16 - SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE presente nei Comuni

COMUNE Presente

Bacino

di

utenza

Sostegno alle famiglie ed ai gruppi sociali

Affiancamento e

affido familiare Inserimento lavorativo

Definizione del progetto

individuale di assistenza

presente

Destinatari

presente

Destinat

presente

Destinat

presente

Destinatari

F A M PS D I F M D PS GD I D A PS M I

Campagnano di Roma X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Capena X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Castelnuovo di Porto x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Civitella San Paolo X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Fiano Romano X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Filacciano X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Formello X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Magliano Romano x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Mazzano Romano x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Morlupo x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Nazzano X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Ponzano Romano X C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Riano x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Rignano Flaminio x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Sacrofano x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Sant’Oreste x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

Torrita Tiberina x C x x x x x x x x x x x x x x x x x x x x

TOTALI 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17 17

F = Famiglie A = Anziani M = Minori PS = Persone con problematiche psico-sociali D = Disabili I = Immigrati GD = Giovani a rischio di devianza

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

32

SERVIZIO DI PRONTO INTERVENTO SOCIALE PER LE SITUAZIONI DI EMERGENZA PERSONALE E FAMILIARE

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C).

Non è presente in nessun Comune Destinatari Famiglie

- Sì

- No

Anziani

- Sì

- No

Minori

- Sì

- No

Disabili adulti

- Sì

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ___________________________)

- Sì

- No

Immigrati

- Sì

- No

Donne in difficoltà, gestanti o madri

- Sì

- No

Altro (specificare ______________________________________)

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

33

SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì x

- No

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la Tabella 17

SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE

- Sì X

- No

Destinatari

Famiglie

- Sì X

- No

Minori

- Sì X

- No

Anziani

- Sì X

- No

Disabili

- Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare _______________________)

- Sì

- No X

Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta

- Sì X

- No

Altro (specificare ______________________________________)

ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

- Sì X

- No

Destinatari

Famiglie

- Sì X

- No

Minori

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

34

- Sì X

- No

Anziani

- Sì X

- No

Disabili

- Sì X

- No

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ________________________)

- Sì

- No X

Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta autosufficienza, temporanea o protatta

- Sì X

- No

Altro (specificare ______________________________________)

- Sì

- No X

Piano sociale di Zona 2012-2014 annualità 2013 Distretto Socio-sanitario F4

36

Tabella 17 - SERVIZI DI ASSISTENZA DOMICILIARE presenti nei Comuni

COMUNE Presente

Bacino di

utenza

SERVIZIO DI ASSISTENZA DOMICILIARE ASSISTENZA DOMICIL INTEGRATA

Presente

Destinatari

Presente

Destinatari

F M A D PS NA F M A D PS NA

Campagnano di Roma x C x x x x x x

Capena x C x x x x x

Castelnuovo di Porto x C x x x x x x

Civitella San Paolo

Fiano Romano x C x x x x x x

Filacciano

Formello x C x x x x x x x

Magliano Romano

Mazzano Romano

Morlupo x C x x x x x x x

Nazzano

Ponzano Romano

Riano x C x x x x x x x

Rignano Flaminio x C x x x x x x x

Sacrofano x C x x x x x x x

Sant’Oreste

Torrita Tiberina

TOTALI 7 7 6 7 7 7 5 7

F = Famiglie M = Minori A = Anziani D = Disabili

PS = Persone con problematiche psico-sociali NA = Persone in condizione di non autosufficienza o ridotta

autosufficienza, temporanea o protatta

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

37

STRUTTURE A CICLO RESIDENZIALE

- Sì X

- No

STRUTTURE RESIDENZIALI PER MINORI

- Sì

- No X

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Non è presente in nessun Comune

di cui:

Casa Famiglia - Sì

- No

Gruppo appartamento - Sì

- No

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No

Destinatari

Minori

- Sì

- No

Minori disabili

- Sì

- No

STRUTTURE RESIDENZIALI PER DISABILI

- Sì X

- No

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? - Sì X

- No

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). E’ presente soltanto nel Comune di Campagnano di Roma, con bacino di utenza S, un Istituto di

Riabilitazione privato-convenzionato

di cui:

Casa Famiglia - Sì

- No X

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

38

Comunità alloggio - Sì

- No X

Altro (specificare: Istituto di Riabilitazione privato-convenzionato ) - Sì X

- No

Destinatari

Disabili adulti

- Sì X

- No

STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI

- Sì X

- No

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la Tabella 18

di cui:

Casa Famiglia - Sì X

- No

Comunità alloggio - Sì X

- No

Case di riposo - Sì X

- No

Casa albergo - Sì X

- No

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No X

Destinatari

Anziani autosufficienti, soli o in coppia

- Sì X

- No

Anziani parzialmente non autosufficienti, soli o in coppia

- Sì X

- No

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

39

Tabella 18 - STRUTTURE RESIDENZIALI PER ANZIANI presenti nei Comuni

COMUNE Presente

Bacino

di

utenza

Tipologia Destinatari

Casa

Famiglia

Comunità

alloggio

Case di

riposo

Casa

albergo

Anziani

autosuffic

A parzialm non

autosuff

Campagnano di Roma x private S x x x x x x

Capena x S x x x x x

Castelnuovo di Porto x S x x x

Civitella San Paolo

Fiano Romano x S x x x

Filacciano

Formello x private C x x x x

Magliano Romano

Mazzano Romano x private S x x x x

Morlupo x S x x x

Nazzano x x

Ponzano Romano

Riano x private S x x x x

Rignano Flaminio x S x

Sacrofano x private S x x x x

Sant’Oreste

Torrita Tiberina

TOTALI 11 1 7 11 2 9 8

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

40

STRUTTURE RESIDENZIALI PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI

- Sì

- No X

Nel Distretto/Municipio è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Non è presente in nessun Comune

di cui:

Casa Famiglia - Sì

- No

Comunità alloggio - Sì

- No

Comunità di pronta accoglienza - Sì

- No

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No

Destinatari

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ___________________________)

- Sì

- No

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI

- Sì X

- No

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER ANZIANI

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

41

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C).

di cui:

Centri diurni - Sì

- No X

Centri diurni integrati Alzheimer - Sì

- No X

Altro (specificare _____________________________________) - Sì X

- No

Destinatari

Anziani parzialmente non autosufficienti con esiti di patologie fisiche e/o sensoriali

- Sì X

- No

Anziani parzialmente non autosufficienti affetti da demenza senile e/o Alzheimer

- Sì X

- No

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). E’ presente nel Comune di Sacrofano, con bacino di utenza D, un centro diurno di riabilitazione sociale per

persone con problematiche psico-sociali ASL RM F

di cui:

Strutture semi-residenziali socio-riabilitative - Sì X

- No

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No X

Destinatari

Persone con problematiche psico-sociali (specificare ___________________________)

- Sì X

- No

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

42

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI DI RIABILITAZIONE SOCIALE PER IL DISABILE ADULTO

- Sì

- No x

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No x

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Non è presente in nessun Comune

di cui:

Centri diurni socio-riabilitativi - Sì X

- No

Centri diurni di terapia occupazionale - Sì

- No X

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No X

Destinatari

Disabili adulti

- Sì X

- No

STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni) Sì X No

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la tabella 19

di cui:

Asili nido - Sì X

- No

Micronidi nei luoghi di lavoro - Sì

- No X

Altro (specificare: _____Centro giovani________) - Sì X

- No

Destinatari

Bambini fino a tre anni

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

43

- Sì X

- No

Bambini

- Sì X

- No

Adolescenti

- Sì X

- No

Tabella 19 - STRUTTURE SEMI-RESIDENZIALI EDUCATIVE PER MINORI (0-18 anni)

presenti nei Comuni

COMUNE presenza

bacino

di

utenza

Tipologia Destinatari

Asili

nido

Micronidi

nei luoghi

di lavoro Altro

Bambini

fino a 3

anni Bambini Adolescenti

Campagnano di Roma x C x x x

Capena x C x x

Castelnuovo di Porto x C x x

Civitella San Paolo

Fiano Romano x C x x

Filacciano

Formello x C x

privati

x

Centro

Giovani

x x

Magliano Romano

Mazzano Romano

Morlupo x C x x x

Nazzano

Ponzano Romano

Riano x x

privati x

Rignano Flaminio x C x

x

Centro

Giovani

x x

Sacrofano x C x

privati x

Sant’Oreste x C x x

Torrita Tiberina

TOTALI 10 10 2 10 2 2

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

44

CENTRI DI ACCOGLIENZA RESIDENZIALI O DIURNI A CARATTERE COMUNITARIO

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Non è presente in nessun Comune

di cui:

Centri di pronta accoglienza notturna per adulti - Sì

- No

Servizio di mensa sociale - Sì

- No

Altro (specificare _____________________________________) - Sì

- No

Destinatari Adulti con grave disagio economico, familiare o sociale (anche senza fissa dimora)

- Sì

- No

Immigrati

- Sì

- No

Altro (specificare _____________________________________)

- Sì

- No

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

45

ALTRI SERVIZI

- Sì X

- No

CENTRO SOCIALE PER ANZIANI

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la tabella 20

LUDOTECHE

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la tabella 20

CENTRI DI AGGREGAZIONE PER BAMBINI

- Sì X

- No

Nel Distretto è presente il Servizio? - Sì

- No X

Indicare in quali Comuni è presente il servizio e per ciascun Comune indicare il bacino di utenza (se il bacino di utenza è distrettuale segnare subito dopo il nome del comune il codice D; se subdistrettuale S; se comunale C). Si veda la tabella 20

ALTRO (SPECIFICARE)

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

46

Tabella 20- ALTRI SERVIZI presenti nei Comuni

COMUNE

CENTRO

SOCIALE PER

ANZIANI LUDOTECHE

CENTRI DI

AGGREGAZIONE

PER BAMBINI

ALTRO presenza

bacino

d'utenza presenza

bacino

d'utenza presenza

bacino

d'utenza

Campagnano di Roma x C x priv C x C

Centro ricreativo

per minori e

adulti disabili

Capena x C x C

Castelnuovo di Porto x C x C x C

Civitella San Paolo x C

Fiano Romano x C x C

Filacciano x C x C

Formello x C xprivata C x C

Magliano Romano x C

Mazzano Romano x C x privata C

Morlupo x C x C x C

Nazzano x C

Ponzano Romano

Riano x C x privata x C

Rignano Flaminio x C x C

Sacrofano x C x C x C

Sant’Oreste x C x

Torrita Tiberina x C

TOTALI 16 C 11 7

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

47

5. Specificare gli obiettivi strategici del Piano di Zona e, successivamente, articolarli per macroaree. Obiettivo chiave del Piano di Zona è quello di costruire uno strumento programmatorio atto a realizzare un Patto

Sociale tra cittadini e istituzioni, finalizzato a produrre autonomia dei soggetti e a generare la responsabilità di tutti

gli attori del sistema integrato di interventi e servizi socialie altresì di promuovere una cittadinanza sociale dentro un

contesto comunitario fondato sull’autonomia e la responsabilità.

Gli obiettivi strategici di sistema relativi al Piano di Zona 2013 sono obiettivi legati al funzionamento dei servizi,

alla loro implementazione, ai processi operativi.

Il Piano di Zona oltre ad essere uno strumento programmatorio dei Servizi Sociali territoriali è anche uno strumento

in cui pianificare il processo relativo al rafforzamento del sistema unitario di gestione del Piano di Zona, processo

che rappresenta a sua volta il volano di sviluppi ulteriori del territorio. Il processo di rafforzamento gestionale

dell’Accordo di Programma per la gestione associata degli interventi e servizi sociali programmati è riferito:

1. Alla stabilità organizzativa ed operativa del sistema di governance locale in particolare dei due organismi -

il Coordinamento Politico Istituzionale e l’Ufficio di Piano - che rappresentano i due punti di riferimento del

welfare di ambito territoriale;

2. Al rafforzamento dell’unitarietà della gestione del Piano di Zona attraverso un sistema di regolamentazione

unitaria relativo all’organizzazione dei servizi, all’accesso alle prestazioni, ai servizi da garantire sul

territorio ritenuti essenziali;

3. Alla costruzione di servizi socio-sanitari integrati attivando congiuntamente con l’Azienda Sanitaria Locale

e nello specifico il Distretto Socio-sanitario F4 strumenti utili alla conoscenza e al monitoraggio dei bisogni

complessi che comportano prestazioni integrate (attivazione delle UVI);

4. Al rafforzamento di azioni di sistema, sviluppo e ottimizzazione dell’integrazione socio-sanitaria attraverso

la promozione dei Progetti Personalizzati, la realizzazione del Punto Unico d’Accesso e la formazione

congiunta degli operatori sociali e sanitari;

5. Alla verifica della qualità degli interventi e dei servizi presenti sul territorio, alla loro rispondenza ai bisogni

reali dei cittadini, alla loro sostenibilità e adeguatezza, perché risultino efficaci, tempestivi, flessibili, oltre

che efficienti ed economici;

6. Alle risorse, alla quantità necessaria per garantire il volume di attività definite, a quelle disponibili, alle

attivabili, alle riconvertibili, a quelle istituzionali, a quelle comunitarie, alle economiche, alle strutturali, alle

professionali.

In conformità a quanto stabilito dalla D.G.R. n. 202 del 6 maggio 2011 “Linee guida ai Comuni per l’utilizzazione

delle risorse per il sistema integrato regionale di interventi e servizi sociali”, come riportato nella DGR 172 del

3/07/2013 recante “L.R. n. 38/96, art. 51. Approvazione documento concernente “Linee guida agli ambiti

territoriali individuati ai sensi dell’articolo 47, comma 1, lettera c) della legge regionale n.38/96 per la

redazione dei piani di zona di cui all’articolo 51 della medesima legge periodo 2012-2014, annualità 2013”.

Massimali di spesa per i Piani di Zona dei Distretti socio-sanitari e assegnazione risorse bilancio regionale

esercizi finanziari 2013 e 2014” come il coordinamento istituzionale ha tenuto conto delle aree di intervento di

seguito riportate, dell’analisi delle problematiche relative alle diverse aree e ha delineato i seguenti obiettivi generali

che si vogliono raggiungere attraverso gli interventi programmati.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

48

5.a. Area Minori e Famiglia

Obiettivi generali:

Promuovere forme di sostegno allo sviluppo della funzione educativa del nucleo familiare;

Aumentare l’informazione a favore dei cittadini;

Orientare le famiglie all’uso dei servizi;

Facilitare l’accesso e la fruibilità dei servizi per le famiglie;

Favorire forme di aiuto alle famiglie con eccessivi carichi assistenziali (nuclei con 4 o più figli);

Favorire la promozione dei diritti, la qualità della vita, lo sviluppo, la realizzazione individuale e la

socializzazione dell’infanzia e dell’adolescenza;

Potenziare le capacità di presa in carico di minori a rischio attraverso una piena integrazione sociosanitaria;

Prevenire le cause di ordine economico, ambientale e sociale che impediscono le opportunità di crescita

sana dei minori;

Sostenere la famiglia nella funzione educativa e nella prevenzione del disagio minorile;

Promuovere la socializzazione dei minori offrendo occasioni di incontro, di scambio di esperienze e di

confronto.

Garantire l’accoglienza del minore dentro e/o fuori il contesto familiare

5.b. Area Anziani

Obiettivi generali:

Contrastare l’isolamento e la solitudine dei cittadini attraverso azioni che migliorino la qualità della vita

delle persone anziane;

Incrementare le reti, i servizi e gli interventi domiciliari a supporto di anziani e/o non autosufficienti;

Potenziare i percorsi di continuità delle cure territorio/ospedale/territorio;

Potenziare i centri di aggregazione per anziani.

5.c. Area Disabili

Obiettivi generali:

Prevenire le cause che provocano emarginazione sociale ed ostacolano processi di crescita e di integrazione

di soggetti disabili;

Garantire loro il diritto al pieno ed armonico sviluppo della personalità nell’ambito dei rapporti sociali e

familiari;

Valorizzare le reti primarie e comunitarie del soggetto, nonché il ruolo attivo che devono avere l’utente

stesso e la sua famiglia nella formulazione, nella realizzazione e nella gestione dei servizi;

Connettere ed integrare gli interventi relativi alla socializzazione, alla scolarizzazione e all’inserimento

lavorativo con quelli della prevenzione, della cura e della riabilitazione per un progetto globale sulla

persona che la accompagni nelle varie fasi della vita, superando la frammentarietà dell’intervento.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

49

Sostenere la famiglia nel suo compito educativo e di cura per garantire al soggetto il diritto di vivere il più a

lungo possibile nella sua famiglia;

Riqualificare il sistema dell’offerta semiresidenziale;

Promuovere forme di residenzialità “durante noi” e “dopo di noi”;

Potenziare le opportunità di trasporto.

5.d. Area disagio ed esclusione sociale

Obiettivi generali:

Aumentare le competenze di solidarietà delle comunità locali;

Riqualificare le misure di contrasto all’esclusione sociale e la povertà attraverso l’integrazione di risorse

professionali, gestionali e finanziarie di ambito;

Potenziare percorsi di inserimento lavorativo di persone con fragilità sociale;

Sostenere i servizi e i progetti finalizzati a contrastare le dipendenze da droga, alcol e farmaci;

Favorire l’integrazione fra servizi che si occupano di dipendenze.

5.e. Area Immigrati

Obiettivi generali:

Potenziare gli interventi di formazione per adulti;

Attivare una concreta integrazione socio-sanitaria nella presa in carico di minori non accompagnati o in

situazione di bisogno.

Potenziare l’accompagnamento e l’orientamento scolastico;

Sostenere eventuali rimpatri assistiti;

Potenziare la mediazione linguistica e culturale;

Potenziare percorsi di alfabetizzazione ed orientamento al lavoro.

6. Quali sono le misure adottate per realizzare l’integrazione socio-sanitaria dei servizi?

-Coinvolgimento del Terzo Settore:

-consultazione X

-partecipazione alla stesura del Piano

-monitoraggio del Piano X

-altro (specificare _____________________________________)

-Organizzazioni di consulte X

-Predisposizione di uffici o coordinamenti di piano per l’integrazione

-Promozione di percorsi di formazione e aggiornamento tra operatori sociali e sanitari X

-Specifici protocolli concordati con le Asl

-Altro (specificare ____________________________________)

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

50

7. Quali sono le modalità adottate per realizzare il coordinamento con gli altri organi dello Stato

(ad esempio l’amministrazione penitenziaria e della giustizia e le istituzioni scolastiche) e con la

pluralità dei soggetti locali?

Tali modalità di coordinamento sono in fase di studio attraverso l’istituzione di tavoli di lavoro dedicati e

protocolli d’intesa con le Istituzioni Scolastiche del Distretto.

Queste partecipano alla programmazione sociale e ai coordinamenti territoriali.

8. Esplicitare gli strumenti di valutazione dei risultati raggiunti (sistema di controllo,

monitoraggio e verifica dei risultati)

Il Piano di Zona si fonda su processi di valutazione partecipata che richiede appunto l’attivazione degli attori

territoriali e consente di comprendere da più punti di vista sia quanto non era stato considerato in partenza in termini

di obiettivi, sia ciò che costituisca eventuali effetti indesiderati.

La valutazione sarà condotta attraverso due modalità:

1. il monitoring, ovvero il controllo dei risultati (attraverso una sistematica raccolta ed elaborazione dei dati

relativi alle attività previste dai progetti);

2. l’assessment, ovvero la verifica degli effetti dei progetti (attraverso il coinvolgimento dei referenti collaborato

ad un progetto). , da parte degli stakeholders, degli operatori che operano nel territorio.

Il monitoring - Il piano di monitoraggio servirà a verificare l’efficacia progressiva degli interventi. In relazione agli

obiettivi prefissati inoltre servirà ad individuare e a valutare i possibili correttivi da apportare progressivamente per

la migliore realizzazione dei progetti e dei servizi.

Il piano sarà teso in particolare a verificare la congruenza delle azioni progettuali con gli obiettivi previsti e dovrà

tenere sotto costante controllo:

¬ efficacia ed efficienza del coordinamento di progetto;

¬ elementi di eventuale criticità che potrebbero manifestarsi.

Esso infine consentirà di:

¬ compiere eventuali aggiustamenti in itinere delle azioni previste sulla scorta delle informazioni e dei dati

rilevati;

¬ agire in modo tempestivo per risolvere eventuali criticità di ordine logistico/organizzativo;

¬ fornire tutti gli elementi necessari per la verifica del raggiungimento degli obiettivi sottesi alla realizzazione

dei progetti.

L’assessment - All’interno di un processo “partecipato” la valutazione va considerata come uno strumento di lavoro

utile a diversi livelli poiché consente di:

¬ rendere espliciti gli obiettivi del progetto;

¬ realizzare il confronto partecipato fra i diversi stakeholders coinvolti;

¬ rendere visibili i risultati e l’impatto degli interventi;

¬ facilitare l’esercizio delle responsabilità dei ruoli coinvolti, ponendosi come strumento di auto-

apprendimento delle strategie e delle modalità del sistema in cui si opera.

In quanto partecipata, la valutazione richiede di sviluppare un dialogo costante con i vari attori deputati a definire e

mettere in pratica i servizi e gli interventi sociali, capendo l’impatto sui singoli contesti.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

51

In quanto di sistema la valutazione impone di avviare un ragionamento sulla portata complessiva dell’intervento,

considerando come contesto e scala di riferimento la cittadinanza, le comunità, i territori.

Il processo di assessment chiamerà in causa:

1. la valutazione di processo, ossia l’insieme delle modalità operative e organizzative messe in atto per la

realizzazione degli interventi previsti dai progetti;

2. la valutazione di esito ossia la verifica dei risultati prodotti;

3. la valutazione del grado di coinvolgimento raggiunto dagli stakeholders di volta in volta coinvolti.

9. Indicare le innovazioni organizzative, operative, gestionali e di sistema del Distretto

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

52

PROGETTUALITA’ DEL PIANO DI ZONA 2013

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

53

1. Titolo del progetto

PROGETTO DI ASSISTENZA DOMICILIARE INTEGRATA

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

3. Progetto già avviato o Si X

o No

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale

e/o l’utenza di riferimento.

Il progetto prevede di dare continuità al servizio di Assistenza Domiciliare Integrata già attivo sul territorio

distrettuale.

Amplia le prestazioni sociali già erogate agli anziani del territorio, presso il loro domicilio.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

L'Assistenza Domiciliare Integrata rivolta ad anziani è un insieme di interventi domiciliari coordinati a favore

di soggetti con necessità assistenziali, sociali e sanitarie complesse, tali da consentire agli stessi di rimanere il

più possibile nel proprio ambiente di vita e di relazione.

L’ADI garantisce quindi, in relazione ai bisogni dell'utenza, un insieme di prestazioni sociali, mediche,

infermieristiche e socio-riabilitative rese a domicilio dell’utente, gestite in forma integrata e secondo un piano

assistenziale di intervento elaborato dal servizio sociale del comune di appartenenza, coinvolgendo laddove

possibile e/o necessario, la Asl e sottoscritto dal soggetto stesso.

Il servizio di Assistenza Domiciliare rivolta a persone anziane persegue le finalità di:

1. consentire al cittadino di conservare l'autonomia di vita nella propria abitazione e nel proprio

ambiente familiare e sociale nei casi in cui venga a trovarsi nell'impossibilità di provvedere

completamente a se stesso, senza potere contare sull'aiuto adeguato di familiari e/o parenti o venga a

trovarsi in uno stato di necessità che comprometta la continuazione normale della propria vita

familiare e personale;

2. favorire le dimissioni da ospedali o istituti;

3. evitare ricoveri in istituti, ospedalizzazioni, qualora non siano strettamente indispensabili;

4. promuove l'autonomia delle famiglie a rischio di emarginazione e/o in situazioni problematiche;

5. favorire l'integrazione e il collegamento fra i servizi socio-sanitari in grado di concorrere

all'autonomia della persona.

L'intervento è previsto anche nel caso di presenza di familiari, parenti e/o collaboratori privati, al fine di

concorrere al raggiungimento di un grado soddisfacente di autonomia della persona.

Le azioni del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata si concretizzano in:

Primo contatto con l’utenza: accoglienza, consulenza e reperimento della documentazione utile alla

analisi e valutazione del caso ed eventuale accettazione della richiesta;

Visita domiciliare;

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

54

Costruzione di un Piano Assistenziale di Intervento elaborato con modalità integrata dal Servizio

Sociale comunale e dai Servizi sanitari e finalizzato all’individuazione del percorso più adatto alla

eliminazione o diminuzione dello stato di bisogno;

Costruzione di un Piano Operativo di Assistenza con indicazioni relative ad interventi e prestazioni

da attuare; alla frequenza settimanale e fascia oraria delle prestazioni; al numero e qualifica degli

operatori domiciliari previsti ed alla presenza di altre persone coinvolte nell’assistenza (figure

professionali, familiari).

Attivazione di risorse sociali e sanitarie;

Monitoraggio e verifica degli interventi realizzati.

6. Liveas

Assistenza Domiciliare Integrata

7. Macroarea

Persone Anziane.

8. Costo del progetto: € 409.000,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Le prestazioni del Servizio di Assistenza Domiciliare Integrata rivolta ad anziani si articolano in:

1. Aiuto e cura della persona con particolare attenzione all'igiene personale;

2. Pulizia dei locali e dei servizi igienici dell'appartamento in cui vive l'utente;

3. Lavori di bucato (lavatura e stiratura);

4. Preparazione e somministrazione dei pasti ai soggetti non autosufficienti;

5. Spese, commissioni varie inerenti la necessità quotidiana e il governo della casa;

6. Accompagnamento dell'utente presso servizi e uffici pubblici;

7. Interventi volti a favorire la vita di relazione anche in collaborazione con altri operatori:

coinvolgimento di vicini e parenti, rapporti con le strutture ricreative e culturali, partecipazione agli

interventi di socializzazione e/o recupero che impegnano l'utente;

8. Prestazioni mediche di medicina generale (medico curante) e medicina specialistica;

9. Prestazioni infermieristiche;

10. Prestazioni riabilitative.

10. Bacino di utenza

o Distrettuale X

o Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

o Comunale ( specificare il Comune )

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

55

11. Tipologia di utenza

I destinatari del Progetto sono le persone anziane (ultrasessantacinquenni) residenti nel Distretto Socio-

sanitario RM/F4, in particolare coloro che:

Si trovino in stato di malattia o di invalidità tali da comportare la necessità di aiuto da parte di figure

professionali abilitate per un periodo più o meno lungo;

Non dispongano di sufficiente assistenza familiare;

Vivano in famiglia, ma con forti situazioni di disagio;

Vivano uno stato di Non autosufficienza, totale o parziale, temporanea o permanente, o a rischio di Non

autosufficienza.

12. Obiettivi del Progetto

Tutti gli operatori coinvolti dal progetto, ognuno in base alle proprie competenze, mirano al

miglioramento della qualità della vita dell’utente ed in particolare hanno l’obiettivo di:

1. Assicurare all'utente, sulla base di un progetto socio-sanitario, delle prestazioni che gli consentano di

condurre un’esistenza sicura e libera anche se parzialmente protetta, restando al proprio domicilio;

2. Favorire, per quanto possibile, la permanenza dell'anziano nel proprio ambiente naturale, evitando

modifiche della sua naturale vita di relazione;

3. Conservare nelle persone, siano esse sole o conviventi in famiglia, i propri ruoli e responsabilità;

4. Salvaguardare l'unità del nucleo familiare evitando che, per mancanza di interventi idonei, vi sia

emarginazione degli elementi più deboli e il possibile sfaldamento anche temporaneo del nucleo

stesso;

5. Rompere l'isolamento sociale e sostenere psicologicamente i membri della famiglia (specialmente i

soggetti anziani), inserendoli nella vita del proprio territorio, stimolando la loro partecipazione e

collaborando alla ricerca di possibili soluzioni ai problemi di comune interesse;

6. Evitare i ricoveri e le ospedalizzazioni non necessarie, sviluppando il potenziale terapeutico dei

familiari tramite l’informazione sulle norme elementari di tipo alimentare, igienico e di educazione

sanitaria al fine di favorire la responsabilità dell’utenza e della famiglia.

13. Tempi di attuazione

Dodici mesi

14. Tipologie di strutture

Il servizio sarà erogato presso il domicilio dell’utente.

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

56

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare_______________________________)

o Altro

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) __/__

15. Numero Utenti nell’anno precedente

Ad oggi il numero totale di utenti a cui è rivolto il servizio è di 68 per l’intero territorio distrettuale. Gli utenti

sono distribuiti secondo il seguente schema:

Tabella 21: utenti servizio Assistenza Domiciliare Distrettuale (aggiornamento del servizio al 30.09.2013).

Comuni N. UTENTI

Campagnano di Roma 8

Capena 4

Castelnuovo di Porto 7

Civitella San Paolo 2

Fiano Romano 9

Filacciano 3

Formello 7

Magliano Romano 0

Mazzano Romano 3

Morlupo 4

Nazzano 0

Ponzano Romano 5

Riano 1

Rignano Flaminio 5

Sacrofano 5

Sant'Oreste 3

Torrita Tiberina 6

TOTALE 72

16. Soggetto che gestisce

o Comune

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro

17. Utenza Annuale prevista __

Ad integrazione dell’intervento fino a compimento del numero delle ore appaltate.

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi __________

o Assistenti sociali__x dei Comuni presenti nel Distretto F4

o Sociologi_______________

o Psicologi_____x____dei Comuni______

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali____________

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

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o Operatori socio-sanitari__X_ADEST/OSS

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure ( specificare_____________________________________)

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Il servizio è coordinato dall’Ufficio di Piano di Zona mentre le attività di assistenza si svolgono presso il

domicilio dei singoli utenti.

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi ) X

o No

La commissione di valutazione integrata con la A.S.L. e il Servizio Sociale dei Comuni di riferimento sulla

base dei progetti individuali, costituirà una graduatoria in base alla valutazione di elementi quali la gravità

delle patologie, delle condizioni sociali, familiari ed economiche, stabilendo il monte ore di assistenza

domiciliare necessario ad ogni singolo soggetto richiedente. Nel caso di domande rimaste inevase, queste

verranno inserite in una lista di attesa; questi interventi verranno attivati in base alle risorse disponibili fino al

raggiungimento del totale delle ore finanziate.

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Per quanto riguarda gli strumenti di monitoraggio e di verifica dei risultati ne evidenzieremo alcuni dei più

significativi, presupponendo che il progetto consentirà, in fase di attuazione, una ulteriore rielaborazione e

affinamento degli strumenti stessi, in funzione delle priorità e degli obiettivi valutativi che emergeranno.

Strumento Soggetto/i deputati alla compilazione Tipologia

dell’analisi

Scheda individuale

dell’utente

Servizio Sociale Distrettuale/ASL/

Responsabile del progetto.

Qualitativa e

quantitativa

Progetto Assistenziale di

Intervento

Servizio Sociale Distrettuale/ASL/

Responsabile del progetto

Qualitativa e

quantitativa

Piano Operativo di

Assistenza

Servizio Sociale Distrettuale/ASL/

Responsabile del progetto

Qualitativa e

quantitativa

Scheda di osservazione Operatori del Servizio Qualitativa e

quantitativa

Schede di

programmazione

Operatori del Servizio/coordinatore

del Progetto

Qualitativa e

quantitativa

Verbali di riunione di

commissione

Servizio Sociale Distrettuale Qualitativa

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

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Relazione trimestrale

sull’andamento del

Servizio

Responsabile del Progetto

Qualitativa e

quantitativa

Questionari/interviste a

utenti, famiglie, operatori,

comunità

Operatori del Servizio Qualitativa e

quantitativa

Relazione finale

Responsabile del progetto Qualitativa e

quantitativa

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente X

o No

23. Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

L’Accesso al Servizio è subordinato alla richiesta di intervento rivolta al PUA o al Servizio Sociale del

Comune di residenza dell’utente e raccolta dal referente di area per sottoporla alla commissione per l’ADI.

Inoltre, grazie all’attivazione del progetto PUA, l’eventuale presa in carico dei cittadini sarà competenza

dell’equipe multidisciplinare integrata operante nel punto unico di accesso.

E’ vincolante il consenso dell’utente per poter effettuare la valutazione ed attivare il servizio.

La richiesta può essere effettuata anche dai servizi sanitari della ASL; in questo caso, la proposta di intervento

deve essere formulata dal Medico di Medicina Generale o, comunque, deve essere acquisito il suo consenso.

L’Azienda Sanitaria Locale è interlocutore privilegiato per la realizzazione del progetto. Partecipa alla fase di

programmazione degli interventi attraverso la gestione integrata degli accessi e la valutazione in itinere dei

piani individuali d’intervento.

La domanda presentata verrà discussa dall’Unità Valutativa Integrata, costituita da una équipe

multidisciplinare composta da:

Un Medico;

Un infermiere professionale;

L’operatore del servizio sociale distrettuale e/o del comune di residenza dell’assistito;

Un referente della ASL;

In caso di necessità, potranno essere convocati il tecnico che ha accolto la richiesta e/o il medico di base

dell’utente che ha fatto richiesta e il responsabile del progetto di assistenza.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

60

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane 409.000 P.U.A. 409.000

Costo di

funzionamento e

gestione

Costo di struttura e di

mantenimento

TOTALE 409.000 409.000

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

62

1. Titolo del progetto

PROGETTO PER LA GESTIONE DEI TRE CENTRI DIURNI SOCIO-RIABILITATIVI PER

DISABILI

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

Il progetto è stato già presentato e finanziato dai Piani di Zona precedenti

3. Progetto già avviato

o Si X

o No

Il Servizio è avviato mediante l’apertura di tre Centri Diurni socio-riabilitativi nei Comuni di Formello,

Fiano Romano e Riano, ai quali afferiscono utenti da tutti i Comuni del Distretto Socio-sanitario F4.

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento.

L’utenza di riferimento è distrettuale. L’utenza massima prevista è di 16 persone per ciascun centro per un

totale di 48 ospiti.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

Il progetto di Centro Diurno, a cui si vuole dare continuità, nasce dalla volontà di favorire e allargare la

cultura della disabilità nell’ottica di trasformare un vincolo in una risorsa e nel tentativo di rimuovere le

barriere fisiche e mentali che favoriscono la percezione della disabilità-inabilità come realtà emarginata.

Per questo si è voluto creare uno sfondo comune e indispensabile, il Centro Diurno appunto, come luogo

in grado di modificare il contesto attraverso le porte d’accesso delle attività e della relazione tra gli ospiti

e il territorio.

Le attività del Centro, strutturate in lavori di gruppo, sono incentrate su percorsi che partono dalla

stimolazione sensoriale per arrivare a forme di espressione orientate all’esterno. Inoltre, è stato possibile

realizzare un’apertura al territorio attraverso manifestazioni, feste e uscite, per favorire l’integrazione e

contestualmente potenziare la visibilità del progetto sul territorio.

Per quanto riguarda l’accesso al Centro, la prassi prevede un primo colloquio conoscitivo tra il servizio

sociale del comune di residenza e la famiglia dell’utente stesso; segue la compilazione di una scheda

informativa da parte del servizio competente (nella quale sono contenute tutte le informazioni di carattere

socio/sanitario riguardanti l’utente e la sua famiglia) indispensabili per la formulazione dei progetti

individuali.

La scheda, debitamente compilata, viene poi sottoposta all’attenzione di una Commissione di Garanzia,

già prevista dal Piano 2001, istituita per vigilare sul buon andamento del Centro e sul livello qualitativo

delle attività previste.

E’ stato elaborato dal Tavolo tematico sulla disabilità il regolamento di funzionamento dei Centri Diurni

Socio-riabilitativi.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

63

6. Liveas

Struttura diurna e di riabilitazione sociale

7. Macroarea

Disabili

8. Costo del progetto: € 368.133,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Ogni Centro, per garantire le attività di seguito descritte, sarà aperto dal lunedì al venerdì, per 5 ore al

giorno, dalle 14:30 alle 19:30.

Le attività che si svolgono sono progettate in base alle caratteristiche dell’utenza e in base ai piani di

intervento elaborati.

A titolo esemplificativo vengono elencate di seguito alcune delle attività svolte nei Centri:

Attività interne:

- laboratorio musicale: si propone un laboratorio musicale con l’intento di offrire interventi di

musicoterapia, oltre alla pratica musicale e all’ascolto interattivo della musica;

- Laboratorio teatrale: il teatro viene visto come luogo privilegiato della comunicazione globale

dove si può sperimentare l’utilizzazione dei vari linguaggi, da quello mimico gestuale a quello

verbale, a quello della semplice presenza in scena;

- Laboratorio di manipolazione-lavorazione di materiali naturali: tale attività contribuirà allo

sviluppo e al miglioramento della coordinazione; darà possibilità a ciascun utente di esprimersi, a

seconda delle proprie inclinazioni, della propria fantasia e creatività, utilizzando e migliorando le

proprie capacità manuali;

- Attività ludiche: verranno effettuate tutti i giorni e verteranno su giochi di movimento, di

percezione e di contatto.

Attività esterne:

- Sport: i concetti di integrazione e di autonomia, tempo libero, cura della salute e dell’equilibrio

psico-fisico trovano una loro concreta espressione nella possibilità di svolgere attività sportive e

ricreative;

- Progetto “Il territorio è il mio centro”: prevede un pomeriggio a settimana dedicato ad attività

da svolgere fuori dal Centro Diurno attraverso uscite sia naturalistiche sia volte a favorire

momenti di aggregazione con le realtà sociali presenti nel territorio.

10. Bacino di utenza

o Distrettuale X

o Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

64

o Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

Il presente progetto si rivolge a persone con disabilità di tipo sensoriale psico-fisica che si trovano in

situazione di grave limitazione della autonomia personale, già in carico a servizi sanitari in base alla legge

104/92, residenti nel territorio del Distretto Socio-sanitario F4.

12. Obiettivi del Progetto

Gli obiettivi che il progetto si prefigge di realizzare sono:

obiettivi generali:

Individuare e sviluppare le risorse potenziali e valorizzare le abilità residue delle persone con

disabilità intese come unità, come facenti parte di un gruppo e come persone inserite all’interno

di un territorio;

Contribuire a rimuovere quei vincoli di ordine sociale e relazionale che impediscono il

raggiungimento di un livello soddisfacente della qualità della vita degli utenti e delle loro

famiglie;

Sensibilizzare il territorio alle problematiche relative alle disabilità, favorendo momenti di

incontro e scambio all’interno e fuori dal Centro Diurno.

obiettivi specifici:

Favorire il potenziamento e il mantenimento delle autonomie personali;

Favorire il potenziamento e il mantenimento delle competenze linguistiche, logico-operative,

critiche, motorie e delle abilità manuali;

Stimolare l’apprendimento dell’uso delle proprie capacità e qualità traendone gratificazione;

Favorire, all’interno delle situazioni proposte, lo sviluppo di comportamenti adeguati;

Stimolare il raggiungimento di un buon livello di partecipazione alla vita di gruppo;

Sostenere le famiglie dei disabili, sollevandole nella gestione della vita quotidiana;

Stimolare le famiglie ad una diversa partecipazione e interazione con la vita del disabile,

attraverso le iniziative proposte dal Centro;

Incoraggiare le amministrazioni e organizzazioni locali a farsi promotrici di iniziative aperte e

fruibili dai disabili, in armonia e continuità con gli obiettivi perseguiti all’interno del Centro

Diurno.

13. Tempi di attuazione

11 mesi

14. Tipologie di strutture

Numero strutture 3

Strutture semiresidenziali: Centro Diurno Socio-riabilitativo

Capacità di accoglienza della/e struttura/e massimo 16 posti per struttura per un totale di 48 accoglienze.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

65

15. Numero Utenti nell’anno precedente

Il numero totale degli utenti è di 48 iscritti.

Tabella 22: utenti presenti nei tre Centri Diurni socio-riabilitativi

CENTRO FORMELLO NUMERO UTENTI

Formello 6

Campagnano di Roma 3

Sacrofano 3

Morlupo 1

Mazzano romano 3

TOTALE 16

CENTRO DI RIANO NUMERO UTENTI

Castelnuovo di Porto 3

Riano 5

Formello 1

Capena 5

Sacrofano 1

Morlupo 1

TOTALE 16

CENTRO DI FIANO NUMERO UTENTI

Fiano Romano 8

Civitella san Paolo 1

Nazzano 3

Castelnuovo di Porto 1

Morlupo 3

TOTALE 16

16. Soggetto che gestisce

o Comune

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro

17. Utenza Annuale prevista __

Sono previsti n. 48 utenti

18. Personale coinvolto nel progetto

Il personale presente in ogni singolo centro si articola in :

N° 3 Responsabili di struttura;

N° 3 Educatori Professionali;

N° 9 Operatori Sociali formati nel lavoro con i disabili;

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

66

N° 6 Esperti di laboratorio in attività per disabili per ogni Centro;

Volontari.

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Il Centro Diurno Socio-riabilitativo di Formello continua ad essere al Centro del paese, presso i locali

della ex Biblioteca Comunale. Questa locazione privilegia l’integrazione degli utenti nel contesto

territoriale, offrendo loro la possibilità di vivere a pieno il paese e le iniziative locali offerte (Viale Regina

Margherita).

Il Centro Diurno Socio-riabilitativo di Fiano Romano è collocato in una struttura, affittata e ristrutturata

da parte dell’Amministrazione locale, situata presso una zona commerciale e di edilizia privata del

territorio (via Bachelet, n. 10).

Il Centro Diurno Socio-riabilitativo di Riano è collocato presso il Palazzetto ex Proloco; la struttura è

posizionata all’interno di un parco dell’Università Agraria di Riano, che ospita specie protette del

territorio (Via Giovanni XXIII, n. 6).

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi )

o No X

Attualmente non esistono liste di attesa. In futuro, qualora ci fossero, saranno gestite attraverso le

procedure previste dal Regolamento dei Centri Diurni Socio-riabilitativi .

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Per ciò che concerne gli strumenti valutativi ne evidenziamo alcuni dei più significativi, presupponendo

che il progetto consentirà, in fase di attuazione, un’ulteriore rielaborazione e affinamento degli strumenti

stessi, in funzione delle priorità e degli obiettivi valutativi che emergeranno in itinere. Tali strumenti

hanno la caratteristica di essere trasversali alle aree valutative individuate: ciò vuol dire che all’interno di

ogni strumento vi possono essere variabili e indicatori che riguardano una molteplicità di aree valutative.

Strumento Area della valutazione Soggetto/i deputati alla

compilazione

Tipologia

dell’analisi

Registro presenze Area delle utenze

Area delle efficienze

Utenti supervisionati dagli

operatori del Centro Diurno

quantitativa

Diario di bordo

(giornaliero)

Area delle modalità

organizzative

Area dell’utente

Area dell’efficienza

Operatori del centro diurno qualitativa

Scheda individuale

dell’utente

Area delle modalità

organizzative

Area dell’utente

Area dalla famiglia

Area dell’efficienza

ASL/servizio

sociale/famiglia/coordinatore del

progetto

quantitativa-

qualitativa

Progetto educativo Area dell’utente Famiglia, ASL, Servizio Sociale, qualitativa-

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

67

individuale Coordinatore del progetto,

Responsabile del Centro Diurno

quantitativa

Scheda di

osservazione

Area dell’utente Operatori del Centro Diurno quantitativa-

qualitativa

Verbali di riunioni

di equipe

Tutte Operatori del Centro Diurno qualitativa

Verbali di riunioni

con le famiglie

Area dalla famiglia

Area delle modalità

organizzative

Responsabile del Centro Diurno qualitativa

Relazione

trimestrale

sull’andamento del

Centro Diurno

Area delle modalità

organizzative

Area dell’utente

Area dalla famiglia

Area della rete

Responsabile del Centro Diurno quantitativa-

qualitativa

Questionari/intervist

e a utenti, famiglie,

comunità

Area dell’utente

Area dalla famiglia

Area della rete

Operatori del Centro Diurno quantitativa-

qualitativa

Relazione finale Tutte le aree Responsabile del Centro Diurno quantitativa-

qualitativa

Area della valutazione dell’efficacia del progetto:

Variabili/dimensioni da

monitorare

Obiettivo

valutativo

Domande valutative Stumenti di

rivelazione dei

dati

Indicatori qualitativi

e quantitativi

Gestione del budget

disponibile;

Dotazione attrezzature;

Adeguata

composizione del

personale presente;

Professionalità degli

operatori.

Verificare le

rispondenze e

l’efficacia

delle risorse

materiali e

umane rispetto

alla

realizzazione

degli obiettivi

del Centro

Diurno.

Come abbiamo

gestito il budget

disponibile?

E’ sufficiente il

numero degli

operatori rispetto

alla tipologia degli

interventi che

attiviamo?

E’ idonea la

preparazione del

personale impiegato

nel Centro?

Resoconti

bimestrali di

spesa per

singole voci;

Pianificazion

e attività del

Centro

Diurno;

Curricula

degli

operatori.

Numero e tipologie

delle singole voci di

costo;

Numero di operatori

per tipologia di

attività/laboratorio;

Titolo di studio;

Formazione

pregressa;

Anni di lavoro nel

settore.

Area della valutazione dell’efficienza del progetto:

Variabili/dimensioni da

monitorare

Obiettivo

valutativo

Domande valutative Strumenti di

rivelazione dei

dati

Indicatori

Presenza/assenza di

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

23. Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

68

Il Progetto prevede che i tre Centri Diurni Socio-riabilitativi siano gestiti in stretta collaborazione con la

ASL RM/F, che ha partecipato fin dalla fase di progettazione degli interventi, in ossequio al principio

dell’integrazione socio-sanitaria, ribadita dal Piano Socio-assistenziale regionale.

La ASL ha previsto nel Piano Aziendale il Servizio disabili adulti che andrà a partecipare alla definizione

e valutazione degli accesi al servizio e nella programmazione operativa delle attività. Svolgerà inoltre una

funzione di verifica nel monitoraggio del progetto.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

70

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane 368.133,00 368.133,00

Costo di

funzionamento e

gestione

Medici

Terapisti della

Riabilitazione

Neuropsichiatri

Costo di struttura e di

mantenimento

TOTALE 368.133,00 368.133,00

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1. Titolo del progetto

SERVIZIO A FAVORE DI PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE – ART. 3 COM. 3 L.104/92

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

3. Progetto già avviato

o Si X

o No

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale e/o

l’utenza di riferimento.

Il progetto da continuità a servizi già attivati e modifica l’utenza di riferimento, individuata attraverso una

graduatoria di distretto, e ne amplia il numero a valere sui fondi per la Non autosufficienza.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia, comunità

alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

L’istituzione del “Servizio per l’autonomia e per l’integrazione sociale della persona con disabilità in

situazione di particolare gravità”, rappresenta l’insieme delle attività socio-assistenziali che si esplicano a

domicilio, attraverso l’aiuto alle persone con assenza di autonomia nelle funzioni fondamentali e quotidiane

della vita.

La cura e la riabilitazione della persona con disabilità si realizzano attraverso programmi che prevedono

prestazioni sanitarie e sociali integrate tra loro, che valorizzano le abilità di ognuno e agiscono sulla globalità

della situazione coinvolgendo la famiglia e la comunità.

La realizzazione di questa novità sostanziale ha permesso, negli ultimi anni, di dare una risposta centrata alla

diversificazione dei bisogni dell’utenza e alla necessità di tenere conto di tutte le variabili (sanitarie, sociali,

economiche) che determinano lo stato di disagio delle persone; il tutto attraverso una gestione flessibile ed

integrata con gli interventi sanitari.

6. Liveas

Assistenza per disabili gravi.

7. Macroarea

Disabili.

8. Costo del progetto

COSTO TOTALE DEL PROGETTO : € 105.993,24

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

73

9.Servizi/prestazioni erogati

I servizi erogati sono i seguenti:

1. Programmazione e attuazione degli interventi di sostegno alla persona e alla famiglia, attraverso

forme di assistenza domiciliare indiretta, finalizzata all’aiuto personale. Il servizio di assistenza

domiciliare può prevedere un intervento durante l’arco delle 24 ore giornaliere, comprese le giornate

festive e prefestive;

2. Avvio di programmi di aiuto alla persona gestiti in forma indiretta mediante piani personalizzati per i

soggetti in situazione di disabilità grave che ne facciano richiesta, con verifica delle prestazioni

erogate e della loro efficacia;

3. Rimborso parziale delle spese sostenute dalla famiglia dell’utente;

4. Interventi di assistenza domiciliare diretta, attraverso convenzione con un Organismo del terzo

settore, individuato dall’utente come idoneo a rispondere quantitativamente e qualitativamente al suo

bisogno.

10. Bacino di utenza o Distrettuale X

o Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

o Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

Gli interventi previsti sono rivolti esclusivamente alle persone con disabilità in situazione di particolare

gravità, di cui all’art. 39, comma 2 lettere 1-bis e 1-ter, della legge 5 febbraio 1992 n. 104, come modificata

dalla legge 21 maggio 1998, n. 162.

Gli utenti ai quali è indirizzato il Servizio di Assistenza Domiciliare Indiretta sono stati individuati attraverso

l’elaborazione da parte del Distretto di una graduatoria tenendo presente:

1) la situazione di disabilità grave ed il conseguente bisogno degli utenti richiedenti derivante da:

- deficit intellettivo grave, che comporti un grave ritardo mentale contestuale a gravi difficoltà

d’apprendimento;

- impossibilità alla deambulazione;

- impossibilità o grave difficoltà alla cura della propria persona;

- assenza di autonomia personale.

2) la situazione sociale e la rete di assistenza, tenendo presente che nello specifico per la situazione socio –

familiare si dovranno considerare:

- l’eventuale assenza di conviventi, la presenza di conviventi anziani o malati e la contemporanea

esistenza o meno di altri conviventi a carico;

- la eventuale necessità di essere sostenuto nel percorso personalizzato di integrazione e/o

riabilitazione.

Per la formulazione della graduatoria sono state utilizzate le schede di valutazione disabili, elaborate

dall’Ufficio di Piano di Zona e dal Tavolo Tematico inerente la disabilità .

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

74

12. Obiettivi del Progetto

Gli obiettivi primari del Progetto sono:

a. sostegno per le attività terapeutiche – riabilitative per l’utente;

b. il sostegno alla famiglia dell’utente;

c. la cura della persona;

d. il mantenimento degli ambienti di vita;

e. il sostegno all’integrazione socio-ambientale ed al reinserimento nel tessuto sociale.

13. Tempi di attuazione

12 mesi.

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici Servizi Sociali dei Comuni)____________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

15. Numero Utenti negli anni precedenti (Tabella 22)

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati relativi alla graduatoria 2003

Sigla utente Determinazione Impegno di spesa Costo

B.M.;C.A.;C.E.;D.B.G.;E.E.;

N.F.;P.S.;S.F.;

n. 58 del

20.03.2006

234/06-sub 1 € 32.000,00

K.P. n. 101 del

02.05.2006

234/06 sub 2 € 4.000,00

D.E. n. 172 del

18.07.2006

232/06 sub 3 € 4.000,00

B.R. n. 248 del

23. 11. 2006

232/06 sub 4 € 4.000,00

TOTALE € 44.000,00

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati relativi alla graduatoria 2004

Sigla utente Determinazione Impegno di spesa Costo

G.B.; M.G.; M.M.; R.L.; n. 58 del 20.03.06 236/06-sub 1 € 16.000,00

M.V. n. 101 del 2.05.06 236/06 sub 2 € 4.000,00

C.M.; B.M. n. 248 del 23. 11. 06 236/06 sub 3 € 8.000,00

K.P. n. 110 del 11.05.07 235/06 sub 28 € 4.000,00

B.R.; M.M. n. 78 del 10.03.08 537/07 sub 28 € 8.000,00

TOTALE € 40.000,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

75

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati relativi alla annualità 2005

Sigla utente Determinazione Impegno di spesa Costo

M.M.; R.L. n. 110 del 11.05.07 235/06 sub 28 € 8.000,00

D.A.V.; A.A.; C.E.; C.V.;

B.M.

n. 17 del 21.01.08 537/07 sub 22 € 20.000,00

D.B.G.;E.E.; M.O.; V.A.;

K.P.;L.S.T.;*M.M.;*Z.R.;

B.F.

n. 164 del 25.05.09 33/09 sub 5 € 33.000,00

TOTALE € 61.000,00

*con un unico finanziamento, pari a € 4000,00 (€ 3.000,00+ € 1.000,00), sono stati finanziati i due interventi

evidenziati

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati relativi alla annualità 2006

Sigla utente determina Impegno di spesa costo

L.R. n. 196 del 03.07.08 537/07 sub 39 € 4.000,00

B.M. n. 106 del 26.03.09 34/09 sub 8 € 4.000,00

D. A. V. n. 164 del 52.05.09 33/09 sub 5 € 4.000,00

E.C. n. 10 del 15.01.10 34/09 sub 35-33/09 sub 11 € 4.000,00

C.C. n. 214 del 22.07.09 33/09 sub 6 € 4.000,00

M.M. n. 39 del 09.02.11 202/11 sub 16 € 4.000,00

A.V. n. 334 del 17/12/10 804/10 sub 1 € 4.000,00

Totale € 28.000,00

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati relativi all’annualità 2007

Sigla utente determina Impegno di spesa costo

L.R. n. 265 del 1.01.09 34/09 sub 24 € 4.000,00

Totale € 4.000,00

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati nell’annualità di intervento 2011

Sigla utente determina Impegno di spesa costo

R.L.;B.M.;

D.A.V.;

n. 334 del 17/12/2010 804/10 sub 1 € 12.000,00

E.C.;D.F.;C.S.;

C.A.;

n. 287 del 10.13.11 804/10 sub 2 € 16.000,00

Totale € 28.000,00

Piani individuali di assistenza a persone con disabilità grave attivati nell’annualità di intervento 2012

Sigla utente Determina Impegno di spesa costo

B.M.; P.L. n. 123 del 20.04.12 802/10 sub 13 e 687/10 sub 14 € 8.000,00

D.A.V.;R.L.;

M.M*; P.R.*

n. 133 del 30.04.11 678/10 sub 15 e 516/11 sub 7 € 12.000,00

Totale € 20.000,00

*con un unico finanziamento, pari a € 4000,00 (€ 2.000,00+ € 2.000,00), sono stati finanziati i due interventi

evidenziati

16. Soggetto che gestisce

o Comune

o Convenzione con cooperative x

o Convenzione con associazioni di volontariato

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

76

o Altro X

17. Utenza Annuale prevista

Sono previsti almeno 23 piani individuali annui.

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi ___1 Ufficio di Piano di Zona__

o Assistenti sociali___ del Servizio Sociale Comunale di riferimento__

o Sociologi_______________

o Psicologi_______________________

o Pedagogisti_____________________

o Educatori professionali____________

o Operatori socio-sanitari____________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure ( specificare_______ ___________)

19. Sede della struttura e/o dell’attività

La sede della struttura è individuata nell’Ufficio di Piano che coordina gli interventi per la fase realizzativa e

decisionale della graduatoria.

Il domicilio e/o il territorio di interesse dell’utente è il luogo privilegiato per lo svolgimento delle prestazioni.

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi ) X

o No

Dopo aver stilato una graduatoria, gli utenti il cui piano assistenziale non rientrerà nel finanziamento

rimarranno in lista d’attesa. I piani assistenziali degli utenti inseriti nella lista d’attesa potranno ottenere una

risposta in base alle risorse disponibili o ad eventuali rinunce da parte degli aggiudicatari.

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Il Servizio Sociale Professionale del Distretto F4 ha elaborato delle schede finalizzate al monitoraggio e

soprattutto alla verifica dei risultati raggiunti.

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

77

23. Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

I Servizi ASL da progetto elaborato, attraverso la presa in carico dell’utente, collaborano al progetto globale

individuale, agli interventi ipotizzati di recupero sociale e funzionale, all’istruttoria socio sanitaria di ognuno,

e realizzano la supervisione tecnica sugli interventi in rapporto al progetto.

Attualmente questa collaborazione non ha raggiunto gli obiettivi prefissati in attesa dell’istituzione del

Servizio disabili adulti.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

78

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane

Costo di

funzionamento e

gestione

Medici

Neuropsichiatri

Costo di struttura e di

mantenimento

Trasferimenti

105.993,24 105.993,24

TOTALE 105.993,24 105.993,24

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

80

1. Titolo del progetto

ASSISTENZA DOMICILIARE EDUCATIVA A FAVORE DI MINORI

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

3. Progetto già avviato

o Si X

o No

Il progetto è stato avviato da gennaio 2007.

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale

e/o l’utenza di riferimento.

Il progetto prevede di dare continuità al Servizio di Educativa Domiciliare a favore dei minori.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

Il Servizio di Educativa Domiciliare prevede l'attuazione di interventi a carattere socio-educativo a favore di

nuclei familiari con minori in difficoltà, residenti nel territorio del Distretto Socio-sanitario RM/F4.

L'obiettivo è quello di rendere le famiglie autonome in un clima sereno e stabile per la crescita dei propri

figli.

Il Sevizio si esplica attraverso le seguenti attività, con riferimento a ciascun utente nei singoli progetti

personalizzati:

- interventi finalizzati a favorire lo sviluppo dell’autonomia del minore;

- interventi volti a migliorare il rapporto del minore con il proprio nucleo familiare e con il contesto

sociale in cui vive;

- interventi finalizzati alla socializzazione mediante la partecipazione ad attività socio-culturali,

sportive o ricreative;

- interventi volti a favorire lo sviluppo dell’assunzione di responsabilità personale anche al fine di un

corretto inserimento del minore nei percorsi formativi e/o professionali;

- incontri protetti tra il minore e il familiare coinvolto.

Le azioni del Servizio di Educativa Domiciliare a favore di minori si concretizzano in:

1. Primo contatto con l’utenza: accoglienza, consulenza, orientamento e reperimento della

documentazione utile alla comprensione del caso, accettazione delle richieste;

2. Visita domiciliare;

3. Costruzione di un Piano Assistenziale Individuale, elaborato con modalità integrata dal Servizio

Sociale Comunale e della Asl, per l’individuazione del percorso più adatto alla eliminazione o

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

81

diminuzione dello stato di bisogno, attraverso l' attivazione delle risorse personali, sociali e

sanitarie;

4. Costruzione di un Piano Operativo di Assistenza con indicazioni relative ad interventi e prestazioni

da attuare; alla frequenza settimanale e fascia oraria delle prestazioni; al numero e qualifica degli

operatori domiciliari previsti ed alla presenza di altre persone coinvolte nell’assistenza ( figure

professionali, familiari).

5. Attuazione dell’intervento;

6. Monitoraggio e verifica degli interventi realizzati;

7. Dimissione dal servizio.

6.Liveas

Assistenza Domiciliare

7. Macroarea

Minori

8. Costo del progetto

Il Costo totale del progetto è di € 172.000,00

9.Servizi/prestazioni erogati

Le prestazioni erogate sono:

1. sostegno educativo domiciliare:

2. interventi di counseling alla famiglia;

3. sostegno scolastico;

4. promozione a percorsi culturali, ricreativi e sportivi;

5. orientamento ed accompagnamento scolastico e lavorativo;

6. incontri protetti tra il minore e il genitore coinvolto.

10. Bacino di utenza

o Distrettuale X

o Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

o Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

Il servizio si rivolge a minori di età compresa tra 0 e 18 anni (pari al 19,7 % della popolazione totale) che

versano in condizioni di temporanea o strutturata difficoltà relativa al sistema complessivo di relazioni intra

e/o extra familiari attraverso l’attivazione di un percorso socio-educativo rivolto al minore e alla famiglia

d’origine.

In maniera specifica il servizio si rivolge a:

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

82

- minori in difficoltà nelle relazioni familiari e/o con il mondo esterno;

- minori evasori dell’obbligo scolastico;

- minori a rischio di coinvolgimento in situazioni di microcriminalità o devianza;

- minori istituzionalizzati, le cui condizioni familiari presentano possibilità di un eventuale rientro

nella famiglia d’origine;

- minori che vivono eventuali conflittualità tra genitori separati;

- famiglie con elevati livelli di confusione rispetto ai ruoli, alle gerarchie e alla comunicazione.

12. Obiettivi del Progetto

Gli interventi volti al funzionamento del servizio per l’integrazione e il sostegno ai minori, differenziati e

flessibili, sono definiti sulla base dei bisogni degli utenti e delle risorse disponibili e vanno a realizzare il

progetto individuale necessario alla promozione del benessere e dell’autonomia del minore e della famiglia.

13. Tempi di attuazione

12 mesi

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici Servizi Sociali dei Comuni)_X___________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

15. Numero Utenti nell’anno precedente

Ad oggi gli utenti a cui è rivolto il servizio è relativo all’intero territorio distrettuale.

Il numero degli utenti è distribuito secondo il seguente schema:

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

83

Tabella 23: utenti servizio SISMIF distrettuale (aggiornamento del servizio al 06.06.2012).

COMUNI N. UTENTI

Campagnano di Roma 3

Capena 2

Castelnuovo di Porto 1

Civitella San Paolo 4

Fiano Romano 3

Filacciano /

Formello 1

Magliano Romano 1

Mazzano Romano 1

Morlupo 2

Nazzano 2

Ponzano Romano /

Riano 2

Rignano Flaminio 1

Sacrofano 3

Sant'Oreste 2

Torrita Tiberina 2

TOTALE 31

16. Soggetto che gestisce

o Comune

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro

17. Utenza Annuale prevista __

Il mantenimento dei 31 minori in carico con la possibilità si estendere il servizio ad altri utenti.

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi _________________

o Assistenti sociali________________

o Sociologi______________________

o Psicologi: x

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali : X

o Operatori socio-sanitari___________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure_____________________

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

84

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Il servizio sarà erogato presso il domicilio dell’utente e, dove ritenuto necessario previa specifica richiesta

del Servizio Sociale Comunale titolare del caso, presso strutture comunali o pubbliche concordando

l’intervento con la famiglia.

20. Liste di attesa

o Si X

o No

La lista di attesa è prevista nel rispetto di una graduatoria sulla base di progetti individuali valutati da una

commissione di valutazione integrata con la ASL ed il Servizio Sociale Comunale, nella quale emergeranno

la gravità, delle condizioni sociali, familiari ed economiche e delle eventuali patologie.

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si X

o No

Il monitoraggio sarà svolto dal Servizio Sociale di competenza, la ASL ed il Responsabile del progetto.

Per quanto riguarda gli strumenti di monitoraggio e di verifica dei risultati ne evidenzieremo alcuni dei più

significativi, presupponendo che il progetto consentirà in fase di attuazione, una ulteriore rielaborazione e

affinamento degli strumenti stessi, in funzione delle priorità e degli obiettivi valutativi che emergeranno

Strumento Soggetto/i deputati alla

compilazione

Tipologia dell’analisi

Scheda individuale dell’utente Servizio Sociale Distrettuale/ASL/

Responsabile del progetto.

qualitativa e

quantitativa

Progetto individuale di Intervento Servizio Sociale Distrettuale/ASL/

Responsabile del progetto

qualitativa e

quantitativa

Scheda di osservazione Operatori del Servizio qualitativa e

quantitativa

Schede di programmazione Operatori del Servizio/Responsabile

del progetto

qualitativa e

quantitativa

Verbali di riunione di commissione Servizio Sociale Distrettuale qualitativa

Relazione trimestrale sull’andamento

del Servizio

Responsabile del progetto qualitativa e

quantitativa

Questionari/interviste a utenti e

famiglie,operatori, comunità

Operatori del Servizio qualitativa e

quantitativa

Relazione finale Responsabile del progetto qualitativa e

quantitativa

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

85

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

23. Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

L’Accesso al Servizio è subordinato alla richiesta di intervento rivolta al Servizio Sociale del Comune di

residenza dell’utente; e’ vincolante il consenso di almeno un familiare/tutore dell’utente per poter effettuare

la valutazione ed attivare il servizio.

La richiesta può essere effettuata anche dai Servizi Sanitari della ASL; in questo caso, la proposta di

intervento deve essere formulata da operatori dei Consultori Familiari e comunque, deve essere acquisito il

consenso di almeno un familiare/tutore dell’utente.

La domanda dopo esser stata presentata verrà discussa dall’ Unità Valutativa Integrata, costituita da una

équipe multidisciplinare composta da:

L’operatore del Servizio Sociale di del comune di residenza del minore;

Un referente del Consultorio Familiare di appartenenza.

In caso di necessità, potranno essere convocati il tecnico che ha accolto la richiesta e/o il medico/pediatra

dell’utente che ha fatto richiesta e il responsabile del progetto.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

86

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo di risorse umane 172.000,00 Personale

Medico e

Psicologi dei

Consultori

Familiari

172.000,00

Costo di

funzionamento e

gestione

Costo di struttura e

mantenimento

TOTALE 172.000,00 172.000,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

88

1. Titolo del progetto

UFFICIO PIANO SOCIALE DI ZONA

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

3. Progetto già avviato

o Si X

o No

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale

e/o l’utenza di riferimento.

E’ un progetto avviato dal 2003 e previsto nei Piani di Zona presentati in Regione. L’ambito territoriale e

l’utenza sono riferiti al Distretto F4.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

L’Ufficio di Piano di Zona ha svolto le attività previste per l’attuazione del Piano Sociale di Zona, secondo

le funzioni delineate dalla Regione Lazio per l’utilizzo del Fondo Nazionale delle Politiche Sociali del

Fondo Regionale e quant’altro di interesse per la crescita e lo sviluppo dei servizi e interventi sociali e

sociosanitari del territorio distrettuale. Gli indirizzi vengono definiti all’interno dell’Assemblea Istituzionale

dell’Accordo di Programma del Distretto sociosanitario F4, costituita dai 17 sindaci dei Comuni

appartenenti al Distretto, un referente dell’Azienda Sanitaria del Distretto sanitario F4, un rappresentante

della Provincia di Roma, e del Comitato Ristretto, costituto dai sindaci o da referenti politici incaricati per il

Distretto dei Comuni di Campagnano di Roma, Castelnuovo di Porto, Fiano Romano, Formello – capofila -

, Morlupo, Riano, Rignano Flaminio, Ponzano Romano, un referente dell’Azienda Sanitaria del Distretto

sanitario F4, un rappresentante della Provincia di Roma.

Nello specifico:

redige il Piano di Zona;

mette in atto tutte le azioni necessarie all’attuazione degli indirizzi programmatici contenuti

nell’Accordo di Programma;

predispone attraverso l’ufficio speciale per la gestione dell’accordo di programma del Comune

capofila, gli atti amministrativi, tecnici e contabili necessari all’attivazione e allo svolgimento dei

progetti contenuti nel Piano di Zona;

propone la quantificazione degli oneri di partecipazione finanziaria e di personale dei Comuni e

della A.S.L. sulla base dei criteri stabiliti dal Comitato Istituzionale e la sottopone allo stesso per la

necessaria approvazione;

propone azioni per l’implementazione dei fondi a disposizione del Distretto Socio-sanitario;

organizza la raccolta delle informazioni e dei dati al fine della realizzazione del sistema di

monitoraggio e valutazione;

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

89

effettua il monitoraggio sullo stato dei servizi e sullo stato di attuazione dei progetti e ne riferisce

periodicamente al Comitato Istituzionale attraverso la figura del Coordinatore del Piano di Zona;

predispone la relazione consuntiva per ciascuna annualità di Piano di Zona;

predispone e fornisce tempestivamente (almeno 5 gg. prima) ai Componenti del Comitato

Istituzionale e del Comitato Ristretto gli atti necessari per documentarsi sulle questioni da discutere

all’ordine del giorno.

Il Coordinatore dell’Ufficio di Piano di Zona e’ una figura di alta professionalità sociale incaricata dal

Comune capofila, in accordo con il Comitato Istituzionale che:

coordina l’Ufficio di Piano di Zona, l’Ufficio Speciale per la gestione amministrativa del Comune

capofila e i tavoli tecnici;

partecipa senza diritto di voto alle sedute del Comitato Istituzionale, del Comitato Ristretto con i

quali relaziona e rappresenta lo stato di attuazione del Piano di Zona;

è referente di Piano nei confronti della Regione Lazio e della Provincia di Roma;

propone al Comitato Istituzionale e al Comitato Ristretto la nomina, tra i membri del Comitato

Tecnico, dei referenti e vicereferenti ( Comune, ASL e Terzo Settore) per ogni area tematica che

avranno anche funzioni di coordinamento del relativo tavolo tematico;

coordina le riunioni dei tavoli tematici e si incontra periodicamente con i referenti dei tavoli

medesimi per la verifica e la condivisione del lavoro svolto;

predispone, in collaborazione con il Comune capofila, la rendicontazione da presentare alla

Regione Lazio;

Al fine di facilitare lo sviluppo dei Piani di Zona e dei relativi progetti, instaura rapporti di:

collaborazione con altri soggetti giuridici, quali i Dirigenti Scolastici di ciascun ordine e grado, il

Dipartimento di Giustizia, i Centri per l’Impiego, le OO.SS., il Terzo Settore, le Associazioni di

Promozione Sociale etc.;

coordinamento delle attività di raccolta dati svolte dall’Osservatorio Distrettuale, dai Servizi

Sociali Comunali, dai Servizi Sanitari distrettuali e dal Terzo Settore ed è referente per il Distretto

dei Servizi Informativi Sociali Regionali e Provinciali.

6.Liveas

Tutti i livelli essenziali delle prestazioni sociali.

7. Macroarea

Tutte le macroaree d’intervento sociale definite dalla Regione Lazio

8. Costo del progetto

Costo di struttura: a carico del Comune capofila;

Costo del personale incaricato presso l’Ufficio:

- Coordinatore Ufficio di Piano di Zona;

- Supporto Amministrativo.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

90

COSTO TOTALE DEL PROGETTO: € 98.350,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Coordinamento e gestione del Sistema Integrato degli Interventi e dei Servizi Sociali;

Progettazione;

Pianificazione sociale;

Qualifica le esigenze di formazione e informazione;

Gestione amministrativa;

Gestione finanziaria;

10. Bacino di utenza

– Distrettuale X

– Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

– Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

Cittadini del Distretto Socio-Sanitario RM/F4.

12. Obiettivi del Progetto

Gli obiettivi del Progetto sono:

Completamento e ottimizzazione dell’organizzazione del Distretto;

Realizzare un sistema di rete dei servizi integrati;

Integrazione socio-sanitaria.

13. Tempi di attuazione

12 mesi

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici Servizi Sociali dei Comuni)____________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

91

15. Numero Utenti nell’anno precedente

16. Soggetto che gestisce

o Comune X

o Convenzione con cooperative

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro

17. Utenza Annuale prevista __

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi: 1 incaricato per l’Ufficio di Piano di Zona

o Assistenti sociali_____

o Sociologi_______________

o Psicologi_______1 con funzione di Coordinatore Distrettuale, Responsabile dell’Ufficio di

Piano

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali_____

o Operatori socio-sanitari____________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure :

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Ufficio di Piano di Zona

Piazza San Lorenzo, n. 3

00060 Formello (Roma)

Tel 0690146695

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi )

o No x

o

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

92

o No X

23. Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

E’ possibile considerare l’integrazione Socio-sanitaria un percorso avviato, ma che necessita comunque di

tempo per una sua completa ed efficace attuazione. Il livello gestionale è in fase di discussione attraverso lo

studio di protocolli di lavoro elaborati con l’Ufficio di Piano di Zona.

Il sistema sanitario partecipa alle attività dell’Ufficio di Piano di Zona attraverso la presenza ai tavoli

tecnici e istituzionali previsti dall’Accordo di Programma. Il Personale medico è infatti presente al

comitato tecnico-scientifico e ai tavoli tematici previsti per la realizzazione del sistema intergrato di servizi

e interventi sociali.

A livello professionale la collaborazione si verifica attraverso l’elaborazione di Progettualità condivise o

mirate a singoli intereventi che avviene in maniera integrata tra medici e Operatori Sociali del Distretto.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

94

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane

- Coordinatore

54.386,00 4 ore

settimanali

54.386,00

Costo di

funzionamento e

gestione

- Supporto

Amministrativo

33.965.00 33.965.00

Costo di struttura e di

mantenimento

10.000,00 A carico del

Comune capofila

10.000,00

TOTALE 98.350,00 98.350,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

96

1. Titolo del progetto

SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

3. Progetto già avviato

o Si X

o No

Il Servizio, nella sua prima organizzazione è stato realizzato negli anni 2006 e 2007 e si è suddiviso

in due funzioni principali: Segretariato Sociale e Servizio Sociale Professionale, coinvolgendo n°10

operatori di cui n°7 Assistenti Sociali e n° 3 Psicologhe. Nel 2007 il progetto, dopo ampia

concertazione con gli organismi istituzionali, è stato rimodulato prevedendo: 2 Assistenti Sociale, un

Educatore Professionale/Pedagogista e un supporto di segreteria con costo a valere sull’Ufficio di

Piano.

Fino al giugno 2013 il suo funzionamento è stato limitato ad una sola figura professionale incaricata;

dal 15 luglio l’equipe è stata integrata con 1 assistente sociale per 30 ore settimanali.

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento.

Il Progetto mantiene l’ambito territoriale del Distretto Socio-sanitario F4, composto da 17 Comuni; il

bacino di utenza è l’intera cittadinanza del territorio nonché le Istituzioni coinvolte.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

Il Servizio Sociale Professionale Distrettuale si prefigge di raggiungere gli obiettivi sia verso la

cittadinanza che le Istituzioni, attraverso interventi di:

- Sportello di rete: il servizio sociale professionale si pone l’obiettivo di essere, per il

territorio distrettuale, luogo di concertazione e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali,

come previsto dalla L. 328/2000. Il servizio sociale professionale provvede a rafforzare e/o

creare una rete territoriale tra tutti gli attori impegnati nelle attività sociali: A.S.L. cittadini,

comuni, OO.SS., CAAF, patronati e terzo settore. Scopo dell’attività di rete è quello di

sostenere il dettame della L. 328/2000 secondo cui “per la realizzazione degli interventi e

dei servizi sociali, in forma unitaria ed integrata, è adottato il metodo della programmazione

degli interventi e delle risorse, dell'operatività per progetti, della verifica sistematica dei

risultati in termini di qualità e di efficacia delle prestazioni”.

- coordinamento tecnico per i Servizi Sociali Comunali e i Servizi Sanitari “al fine di

evitare sovrapposizioni di competenze, settorializzazione di risposte e migliorare l’efficacia

delle prestazioni erogate” (art.22 L.328/2000).

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

97

In quanto Ufficio tecnico, il servizio sociale professionale parteciperà alla valutazione del bisogno

sociale del territorio distrettuale, al fine di procedere alla progettazione di interventi utili a

rispondere alla domanda sociale emergente.

Si mira inoltre a supportare i cittadini dei Comuni in cui il Servizio Sociale non è né quotidiano né

continuativo, al fine di facilitarne l’accesso ai servizi distrettuali offerti dal Piano di Zona. Diviene

un punto di riferimento per favorire l’emersione dei bisogni, fungendo da raccordo tra il cittadino in

stato di bisogno e l’elaborazione integrata della risposta allo stesso.

Ulteriore funzione è quella di responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nella verifica dei

servizi (L. 328/2000).

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO

Per l’espletamento delle funzioni previste dall’ attività del Servizio sono previste n. 2 figure

professionali: 1 Assistente Sociale per 36 h settimanali e un Pedagogista per 30 h settimanali di

servizio.

6. Liveas

Servizio Sociale Professionale

Il Servizio Sociale Professionale viene garantito a livello distrettuale, con la presenza di figure

altamente professionali.

7. Macroarea

Responsabilità familiari

Anziani

Minori

Disabili

8. Costo del progetto

Costo di funzionamento e di struttura: a carico del comune Capofila

Costo di personale: 69.498,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Le funzioni degli operatori sono quelle proprie del Servizio Sociale Professionale con riferimento

operativo alle attività distrettuali di Piano di Zona e progetti o interventi integrativi.

Le stesse attività andranno strutturate con particolare flessibilità, a seconda delle esigenze e dei

bisogni che emergeranno nella cittadinanza, nel territorio e nelle Istituzioni.

Ha funzione di coordinamento il responsabile del Piano di Zona.

10 . Bacino di utenza

– Distrettuale X

– Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

98

– Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

I destinatari del Servizio Sociale Professionale sono l’utente singolo, la famiglia o il gruppo e la

comunità intesa come l’insieme delle aggregazioni sociali presenti sul territorio, la popolazione nel

suo complesso, gli organismi di partecipazione popolare e dell’utenza con le loro caratteristiche

socio-culturali e ambientali.

Presentandosi come primo luogo di contatto dell’utente con le istituzioni preposte alla tutela ed alla

cura della persona, sarà garantita la massima accessibilità e fruibilità da parte di tutti.

In particolare sarà curata la possibilità di accesso da parte delle fasce di popolazione più fragili,

ovvero anziani, disabili, minori a rischio, cittadini stranieri.

Per questi ultimi potrà essere attivato, qualora necessario, un servizio di mediazione culturale.

12. Obiettivi del Progetto

L’idea progettuale del Servizio Sociale Professionale Distrettuale nasce con l’obiettivo di garantire a

tutti i cittadini pari opportunità e livelli uniformi di assistenza, attraverso un sistema di prestazioni

integrate e coordinate, dirette a migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie

potenziando l’integrazione tra tutti gli attori coinvolti nelle attività sociali.

Il Servizio Sociale Professionale prevede attività volte a tutta la popolazione del Distretto, coordinate

dall’Ufficio di Piano di Zona, riferita a singole categorie di utenza o ad una specifica area di

problemi.

Gli obiettivi specifici sono quelli di:

Assicurare per tutti i Comuni del Distretto i livelli essenziali di assistenza;

Integrare prestazioni sociali e prestazioni sanitarie per una risposta globale ai bisogni delle

persone e delle famiglie;

Evitare sovrapposizioni di competenze e settorializzazione di risposte;

Migliorare la qualità della “presa in carico” dell’utenza e della conseguente risposta del

servizio.

Benefici attesi:

Progettazione degli interventi coerente con l’analisi del bisogno sull’intero territorio;

Garanzia di equità, per tutti i cittadini, nella fruizione dei servizi e delle prestazioni erogate;

13. Tempi di attuazione

12 mesi.

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

99

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici Servizi Sociali dei Comuni)____________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

15. Numero utenti nell’anno precedente

La popolazione in carico ai servizi del territorio.

16. Soggetto che gestisce

o Comune X

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro.

17. Utenza Annuale prevista

La popolazione in carico ai servizi del territorio.

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi: X n. 1 amministrativo dell’Ufficio di Piano

o Assistenti sociali: X n. 1 assistente sociale per 36 ore settimanali

o Sociologi

o Psicologi: X n.1 coordinatore, responsabile dell’Ufficio di Piano

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali: X n. 1 educatore professionale per 30 ore settimanali

o Operatori socio-sanitari____________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure (Infermieri, Medici di distretto)

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Il Servizio Sociale Professionale viene collocato presso l’Ufficio di Piano di Zona.

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi )

o No X

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

100

Si prevede di accogliere e prendere in carico tutte le richieste che perverranno al Servizio Sociale

Professionale.

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Contestualmente all’attivazione del servizio si definirà un sistema di valutazione attraverso

indicatori di efficacia e di efficienza, nella prospettiva di un graduale miglioramento e

potenziamento del servizio, al fine di rispondere in maniera rapida ed efficace ai bisogni dei

cittadini.

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

23 Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

L’integrazione professionale degli operatori del Servizio Sociale Professionale con i Servizi della

ASL è considerata elemento imprescindibile per fornire alla cittadinanza un servizio di qualità,

efficace ed efficiente. Si prevedono a tal fine riunioni periodiche tra gli operatori coinvolti nei

servizi, per valutare l'andamento delle attività e delle problematiche eventualmente insorte (Unità

Operative Distrettuali). Il Servizio Sociale Professionale garantisce la rete con la ASL, le

Amministrazioni Pubbliche, i Distretti Scolastici ed eventuali soggetti del privato sociale.

A livello operativo, si concretizza attraverso la definizione dei Piani Assistenziali di Intervento per

l’utenza, a seconda dei bisogni e delle peculiarità del caso; nelle riunioni di verifica dei progetti, sia

ad un livello individuale che sociale (centri diurni, assistenza domiciliare, assistenza educativa etc.)

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

102

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane

- 1 Educatore + 1

Assistente sociale

69.498,00 4 ore

settimanali

69.498,00

Costo di

funzionamento e

gestione

- Supporto

Amministrativo

A carico dell’Ufficio

di Piano

Costo di struttura e di

mantenimento

A carico del

Comune capofila

TOTALE 69.498,00 69.498,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

104

1. Titolo del progetto

SEGRETARIATO SOCIALE

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

4. Progetto già avviato

o Si X

o No

Il Servizio, nella sua prima organizzazione è stato realizzato negli anni 2006 e 2007 e si è suddiviso

in due funzioni principali: Segretariato Sociale e Servizio Sociale Professionale, coinvolgendo n°10

operatori di cui n°7 Assistenti Sociali e n° 3 Psicologhe. Nel 2007 il progetto, dopo ampia

concertazione con gli organismi istituzionali, è stato rimodulato prevedendo: 2 Assistenti Sociale, un

Educatore Professionale/Pedagogista e un supporto di segreteria; fino al giugno 2013 il suo

funzionamento è stato limitato ad una sola figura professionale incaricata.

Dal 15 luglio l’equipe è stata integrata con 1 assistente sociale per 30 ore settimanali.

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito

territoriale e/o l’utenza di riferimento.

Il Progetto mantiene l’ambito territoriale del Distretto Socio-sanitario F4, composto da 17 Comuni;

amplia l’utenza di riferimento attraverso l’assunzione di un’Assistente Sociale per 36 ore

settimanali..

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

Il Segretariato Sociale Distrettuale funge da promotore di interventi distrettuali su tutto il territorio

dell’F4. Per questo l’assistente sociale risponderà alle richieste dell’utenza in merito a chiarimenti

e/o reindirizzamento presso gli uffici competenti per ciò che concerne la domanda sociale.

Il servizio di Segretariato Sociale si articolerà attraverso l’apertura di ”antenne sociali” presso ogni

Comune del Distretto, al fine di garantire la massima accessibilità e fruibilità ai cittadini. Lo stesso

avrà la funzione di fornire informazioni aggiornate, in merito alle prestazioni, alle risorse e alla rete

dei servizi strutturata sul territorio.

Vuole essere di supporto ed integrazione al Servizio Sociale Professionale, in quanto anch’esso, per

il territorio distrettuale, è un luogo di concertazione e cooperazione tra i diversi livelli istituzionali

attraverso un lavoro di rete con i diversi attori coinvolti: A.S.L. cittadini, comuni, sindacati, CAAF,

patronati e terzo settore.

Il Segretariato sociale si occuperà di tutte le aree di intervento sociale: responsabilità familiari, diritti

dei minori, persone anziane, persone con disabilità e del contrasto alla povertà; pertanto sarà un

ulteriore strumento utile al Servizio Sociale per l’emersione del bisogno sociale territoriale.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

105

Ulteriore funzione è quella di responsabilizzare i cittadini nella programmazione e nella verifica dei

servizi (L. 328/2000).

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO

Per l’espletamento delle funzioni previste dall’attività del Servizio è prevista n. 1 figura

professionale di Assistente Sociale per 36 h settimanali.

6. Liveas

Segretariato sociale

Il Segretariato sociale viene garantito a livello distrettuale, con la presenza di figure altamente

professionali.

7. Macroarea

Responsabilità familiari

Anziani

Minori

Disabili

8. Costo del progetto

Costo di funzionamento e di struttura: a carico del comune Capofila.

Costo di personale: € 41.184,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Le funzioni degli operatori del Segretariato Sociale sono mirate all’ascolto ed al reindirizzamento

dei cittadini preso gli uffici competenti. Il punto di forza è il colloquio tra l’operatore sociale e

l’utenza, strumento attraverso il quale potranno emergere i bisogni latenti e, quindi, si garantisce una

maggior qualità nella presa in carico presso il servizio sociale comunale.

Le attività andranno strutturate con particolare flessibilità, a seconda delle esigenze e dei bisogni che

emergeranno nella cittadinanza, nel territorio e nelle Istituzioni.

Ha funzione di coordinamento il responsabile del Piano di Zona.

10 . Bacino di utenza

– Distrettuale X

– Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

– Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

106

I destinatari del Segretariato sociale sono l’utente singolo, la famiglia, le aggregazioni sociali

presenti sul territorio, la popolazione nel suo complesso, gli organismi di partecipazione popolare e

dell’utenza e le Istituzioni scolastiche dell’intero distretto.

Presentandosi come primo luogo di contatto dell’utente con le istituzioni preposte alla tutela ed alla

cura della persona, sarà garantita la massima accessibilità e fruibilità da parte di tutti.

12. Obiettivi del Progetto

L’idea progettuale del Segretariato Sociale nasce con l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini pari

opportunità e livelli uniformi di assistenza, attraverso un sistema di prestazioni integrate e

coordinate, dirette a migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie potenziando

l’integrazione tra tutti gli attori coinvolti nelle attività sociali.

Il Segretariato Sociale prevede attività volte a tutta la popolazione del Distretto, coordinate

dall’Ufficio di Piano di Zona.

Gli obiettivi specifici sono quelli di:

Assicurare per tutti i Comuni del Distretto i livelli essenziali di assistenza;

Integrare prestazioni sociali e prestazioni sanitarie per una risposta globale ai bisogni delle

persone e delle famiglie;

Evitare la settorializzazione delle risposte;

Migliorare la qualità della “presa in carico” dell’utenza;

Supportare i cittadini dei Comuni in cui il Servizio Sociale non è né quotidiano né

continuativo, al fine di facilitarne l’accesso ai servizi comunali e/o distrettuali offerti dal

Piano di Zona.

Divenire un punto di riferimento per favorire l’emersione dei bisogni, anche latenti,

fungendo da raccordo tra il cittadino in stato di bisogno e l’elaborazione integrata della

risposta allo stesso.

Benefici attesi:

Emersione dei bisogni latenti;

Garanzia di equità, per tutti i cittadini, nella fruizione dei servizi e delle prestazioni erogate;

Potenziamento degli accessi al servizio sociale comunale per i cittadini del Distretto.

13. Tempi di attuazione

12 mesi.

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

107

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici Servizi Sociali dei Comuni)____________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

15. Numero utenti nell’anno precedente

La popolazione in carico ai servizi del territorio.

16. Soggetto che gestisce

o Comune X

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro.

17. Utenza Annuale prevista

La popolazione in carico ai servizi del territorio.

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi:

o Assistenti sociali: X n. 1 assistente sociale

o Sociologi

o Psicologi:

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali:

o Operatori socio-sanitari____________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure (Infermieri, Medici di distretto)

19. Sede della struttura e/o dell’attività

Il Segretariato Sociale viene collocato presso l’Ufficio di Piano di Zona e nei Comuni del territorio.

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi )

o No X

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Contestualmente all’attivazione del servizio si definirà un sistema di valutazione attraverso

indicatori di efficacia e di efficienza, nella prospettiva di un graduale miglioramento e

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

108

potenziamento del servizio, al fine di rispondere in maniera rapida ed efficace ai bisogni dei

cittadini.

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

23 Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

L’integrazione professionale degli operatori del Segretariato Sociale con i Servizi della ASL è

considerata elemento imprescindibile per fornire alla cittadinanza un servizio di qualità, efficace ed

efficiente. Si prevedono a tal fine riunioni periodiche tra gli operatori coinvolti nei servizi, per

valutare l'andamento delle attività e delle problematiche eventualmente insorte (Unità Operative

Distrettuali). Il Segretariato Sociale garantisce la rete con la ASL, le Amministrazioni Pubbliche, i

Distretti Scolastici ed eventuali soggetti del privato sociale.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

109

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane

41.184,00 41.184,00

Costo di

funzionamento e

gestione

A carico dell’Ufficio

di Piano

Costo di struttura e di

mantenimento

A carico del

Comune capofila

TOTALE 41.184,00 41.184,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

110

1. Titolo del progetto

PUNTO UNICO DI ACCESSO (PUA)

2. Nuovo Progetto

o Si

o No X

Il progetto PUA (Punto Unico di Accesso ) integra le azioni del Servizio Sociale Professionale in risposta

alla Delibera Regionale n° 315/2011 “Il Punto Unico d’Accesso Socio-sanitario integrato nella Regione

Lazio- Linee d’indirizzo”. Il …. È stato sottoscritto dalle ASL e dal Comune capofila per l’Accordo di

programma per la gestione integrata del servizio

Il PUA prevede l’istituzione di un ufficio unico (Punto Unico di Accesso) a cui i cittadini del Distretto F4

possano accedere e trovare operatori competenti per dar loro risposte ed indicazioni circa i servizi Socio-

sanitari che il territorio offre; si caratterizza quale modalità organizzativa che, nell’ottica di fornire risposte

integrate complete e appropriate a bisogni semplici ed avviare i percorsi per i bisogni complessi, è

funzionale anche alla razionalizzazione dei processi e delle risorse.

È stato avviato nel Luglio del 2012 dagli operatori dell’Ufficio di Piano. A Luglio 2013 sono state destinate

6 ore di Assistente Sociale del Servizio Sociale Distrettuale.

5. Progetto già avviato

o Si X

o No

4. Se il Progetto dà continuità a servizi/strutture già attivati, indicare se amplia l’ambito territoriale

e/o l’utenza di riferimento.

Il PUA costituisce una consolidata modalità organizzativa di accesso dei cittadini del Distretto ai Servizi

Socio-sanitari, nell’ottica dell’integrazione e del coordinamento degli interventi.

Il Progetto mantiene l’ambito territoriale del Distretto Socio-sanitario F4, composto da 17 Comuni; come

utenza di riferimento individua:

- persone direttamente interessate alla richiesta o loro familiari;

- medico di medicina generale;

- interlocutori istituzionali locali e del Terzo Settore;

- operatori dei servizi sociali;

- operatori dei servizi sanitari.

5. Descrizione delle attività, dei servizi e/o prestazioni previste dal Progetto (es. casa famiglia,

comunità alloggio, servizio assistenza domiciliare, ADI)

Il PUA rappresenta un modello organizzativo d'integrazione tra servizi sanitari e servizi sociali comunali

diretto all'accoglienza di Persone in condizione di fragilità sociale e/o sanitaria con difficoltà all'accesso alla

rete dei servizi (anziani, disabili. Immigrati etc.). Mira a valorizzare il lavoro d'èquipe e di rete (servizi

sanitari e sociali del territorio), fattori strategici per la continuità assistenziale sociale e sanitaria e per la

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

111

presa in carico globale dei bisogni complessi. Privilegia la valutazione multi dimensionale e multi

professionale delle problematiche presentate per rispondere in maniera appropriata, equa e rispettosa della

dignità della persona.

Il progetto PUA prevede l’istituzione di un’unità operativa che svolga le funzioni essenziali dell’intervento

sull’utente, ovvero accoglienza, analisi della domanda e presa in carico.

ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO

Per l’espletamento delle funzioni previste dall’ attività del PUA nel Piano di Zona 2013 è prevista n. 1

figura professionale – assistente sociale – per 18 h settimanali di servizio.

6. Liveas

Servizio Sociale Professionale

Il Servizio Sociale Professionale viene garantito a livello distrettuale, con la presenza di figure altamente

professionali

7. Macroarea

Responsabilità familiari

Anziani

Minori

Disabili

8. Costo del progetto

Costo di funzionamento e di struttura: a carico del comune Capofila e della ASL per il PUA

Costo di personale: € 20.592,00

9. Servizi/prestazioni erogati

Il PUA è inteso come luogo fisico ma, soprattutto, come una modalità di approccio ai problemi dell’utenza

e di interfaccia con la rete dei servizi; una modalità di lavoro propria degli operatori sanitari e sociali, che si

articola su tre livelli: il front-office, il back office ed il monitoraggio.

La funzione di front-office, a contatto diretto del cittadino, si declina nelle attività di:

1. accoglienza, ascolto e analisi della domanda; gli operatori orienteranno l’utente

nell’individuazione degli elementi caratterizzanti il proprio bisogno e dei servizi presenti nel

territorio adeguati a darvi risposta;

2. fornitura di informazioni relative ai servizi, ai diritti e alle rispettive modalità di accesso: gli

operatori, dopo aver accolto ed aver effettuato il primo colloquio, informeranno l’utenza sui propri

diritti e sulle modalità di accesso ai servizi

3. primo orientamento e accompagnamento ai servizi sanitari e sociali coerenti con la domanda

espressa o con il bisogno rilevato. Gli operatori apriranno un fascicolo personalizzato per ogni

utente che accede al PUA ed attiveranno l’eventuale segnalazione ad un servizio territoriale

competente attraverso una scheda standardizzata.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

112

La funzione di back office, come confronto multidisciplinare e lavoro d’équipe tra gli operatori, si declina

nelle attività di:

1. valutazione dei casi accolti o segnalati, mediante la raccolta di informazioni socio-ambientali,

sanitarie e del livello di autosufficienza;

2. realizzazione di interventi per la risoluzione diretta di casi semplici;

3. attivazione della rete dei servizi per i casi a valenza istituzionale multipla;

4. attivazione della valutazione multidimensionale, in presenza di bisogni socio-sanitari di livello

medio e alto, per la conseguente presa in carico;

5. monitoraggio dei percorsi attivati e aggiornamento della mappa dei servizi.

Il PUA avrà la funzione specifica di coordinare ed ottimizzare l’intervento globale sulla persona, attivando

la connessione tra i servizi della rete territoriale.

10 . Bacino di utenza

– Distrettuale X

– Sub-distrettuale ( specificare i Comuni )

– Comunale ( specificare il Comune )

11. Tipologia di utenza

I destinatari del PUA sono l’utente singolo, la famiglia o il gruppo e la comunità intesa come l’insieme

delle aggregazioni sociali presenti sul territorio, la popolazione nel suo complesso, gli organismi di

partecipazione popolare e dell’utenza con le loro caratteristiche socio-culturali e ambientali.

Il PUA è un servizio offerto a tutti i cittadini del Distretto. Presentandosi come primo luogo di contatto

dell’utente con le istituzioni preposte alla tutela ed alla cura della persona, sarà garantita la massima

accessibilità e fruibilità da parte di tutti.

In particolare sarà curata la possibilità di accesso da parte delle fasce di popolazione più fragili, ovvero

anziani, disabili, minori a rischio, cittadini stranieri.

Per questi ultimi potrà essere attivato, qualora necessario, un servizio di mediazione culturale.

12. Obiettivi del Progetto

Gli obiettivi del progetto P.U.A. sono:

1. costituire un punto di riferimento territoriale per l'avvio della presa in carico dei bisogni sociali e

sanitari della cittadinanza, per facilitare l'accesso ai servizi sociali e sanitari del territorio,

2. accogliere, ascoltare, informare e orientare il cittadino, supportandolo nell'utilizzo appropriato dei

Servizi esistenti per semplificarne i percorsi necessari all'attivazione degli interventi e delle

prestazioni;

3. effettuare una prima valutazione integrata dei bisogni socio-sanitari del cittadino.

4. assicurare per tutti i Comuni del Distretto i livelli essenziali di assistenza;

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

113

integrare le prestazioni sociali con le prestazioni sanitarie per una risposta globale ai bisogni delle

persone e delle famiglie;

Benefici attesi:

migliorare la qualità delle modalità di “presa in carico” dell’utenza e della conseguente risposta del

servizio;

garanzia di equità, per tutti i cittadini, nella fruizione dei servizi e delle prestazioni erogate;

potenziamento degli accessi al servizio sociale e sanitario per i cittadini del Distretto.

13. Tempi di attuazione

12 mesi.

14. Tipologie di strutture

Numero strutture ____

Tipologia struttura

o Gruppo appartamento

o Casa Famiglia

o Comunità alloggio

o Comunità di pronta accoglienza

o Casa di riposo

o Casa albergo

o Strutture semiresidenziali (Specificare__________________________)

o Altro (Uffici della ASL)____________________________

Capacità di accoglienza della/e struttura/e (n° posti) ____/__

15. Numero utenti nell’anno precedente

10% della popolazione totale residente nel territorio del Distretto F4

16. Soggetto che gestisce

o Comune X

o Convenzione con cooperative X

o Convenzione con associazioni di volontariato

o Altro.

17. Utenza Annuale prevista

10% della popolazione totale residente nel territorio del Distretto F4

18. Personale coinvolto nel progetto

o Amministrativi

o Assistenti sociali : X n. 1 assistente sociale da incaricare

o Sociologi

o Psicologi: X n.1 coordinatore Ufficio di Piano

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

114

o Pedagogisti_____________

o Educatori professionali: X n. 1 educatore professionale del Servizio Sociale Distrettuale

o Operatori socio-sanitari____________

o Volontari_______________________

o Mediatori culturali________________

o Altre figure (Infermieri, Medici di distretto)

19. Sede della struttura e/o dell’attività

La sede del PUA è attualmente presso la sede ASL nel Comune di Campagnano.

20. Liste di attesa

o Si ( specificare i motivi )

o No X

Si prevede di accogliere e prendere in carico tutte le richieste che perverranno al Servizio.

21. Esistono strumenti di monitoraggio e verifica dei risultati?

o Si ( specificare quali ) X

o No

Contestualmente all’attivazione del servizio verranno definiti i criteri e le modalità di monitoraggio dello

stesso in collaborazione con il SISS. Si definirà un sistema di valutazione attraverso indicatori di efficacia e

di efficienza, nella prospettiva di un graduale miglioramento e potenziamento del servizio, al fine di

rispondere in maniera rapida ed efficace ai bisogni dei cittadini.

22. Esiste compartecipazione da parte degli utenti?

o Si, totalmente

o Si, parzialmente

o No X

23 Quali sono le modalità di integrazione con l’ASL?

Il PUA è da considerare come facilitatore dell’accesso integrato ai servizi Socio-sanitari per le persone con

fragilità. Intende sviluppare una progressiva implementazione dell’integrazione Socio-sanitaria attraverso

l’importante funzione di fornire informazioni e orientamento al cittadino, risolvere i problemi semplici e

rinviare i casi di maggior complessità verso le sedi adeguate.

Infine la ASL interviene con proprie risorse di personale messo a disposizione per n. 6 ore settimanali di

assiste sociale per il PUA.

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

116

24. Finanziamenti e Cofinanziamenti previsti: specificare i costi

Finanziamento

Cofinanziamento

Provinciale Comunale ASL Altro

Totale finanziamento

Costo risorse umane

Assistente Sociale

20.592,00 Assistenti

Sociali

Psicologi del

Distretto F4

20.592,00

Costo di

funzionamento e

gestione

A carico dell’Ufficio

di Piano

Costo di struttura e di

mantenimento

A carico delle

ASL

TOTALE 20.592,00 20.592,00

Piano Sociale di Zona 2013 - Distretto Socio-sanitario RM F4

117

*

Il Coordinatore dell’Ufficio di Piano

Dott.ssa Simonetta De Mattia

Piano di Zona 2013 – Riepilogo progetti; quadro finanziario riassuntivo

Nome progetto Costo complessivo Quota budget regionale

(D.G.R. n°172 del

03/07/2013)

Cofinanziamento (specificare se

comunale, provinciale, ASL, etc.)

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Assistenza domiciliare Integrata 409.000,00

Totali interventi anziani non autosuff. 409.000,00

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Assistenza domiciliare educativa a favore

di minori. 172.000,00

Totali interventi 172.000,00

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Tre Centri diurni socioriabilitativi per

disabili 368.133,00

Interventi di aiuto in favore delle persone

con disabilita’ grave – ex l.162/98

105.993,24

Totale interventi 474.126,24

Servizio Sociale Distrettuale 69.498,00

Ufficio di Piano 98.350,00

Punto Unico d’Accesso (PUA) 20.592,00

Segretariato Sociale 41.184,00

Totale 229.624,00

TOTALE PIANO 2013 1.284.750,24