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www.udial.it EDITORIALE EDITORIALE Un’estate di corsa Un’estate di corsa UDIALITO UDIALITO Impegno e coesione Impegno e coesione IL MERCATO DEL BEVERAGE IL MERCATO DEL BEVERAGE Riconquistare la fiducia del grossista Riconquistare la fiducia del grossista MODE E TENDENZE MODE E TENDENZE Birra, passione italiana Birra, passione italiana La rivista del Bere Bene di Bimestrale di informazione sul mondo del beverage Anno 2 - n°10 - Lug/Ago 2008

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La rivista del bere bene di U.DI.AL

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EDITORIALEEDITORIALEUn’estate di corsaUn’estate di corsa

UDIALITOUDIALITOImpegno e coesioneImpegno e coesione

IL MERCATO DEL BEVERAGEIL MERCATO DEL BEVERAGERiconquistare la fiducia del grossistaRiconquistare la fiducia del grossista

MODE E TENDENZEMODE E TENDENZEBirra, passione italianaBirra, passione italiana

La rivista del Bere Bene di

Bimestrale di informazione sul mondo del beverage

Anno 2 - n°10 - Lug/Ago 2008

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Un’estate di corsa.Benedetta estate: l’aspettano tutti conansia, sia chi deve andare in vacanzasia chi invece deve lavorare per rim-pinguare le proprie casse. Fra questi cisono gli esercenti e i distributori delbeverage. Per loro non è certo il mo-mento adatto per “staccare la spina”,anzi è il momento di correre, correree correre per recuperare chi più, chimeno, i punti sugli obiettivi che si so-no prefissati. Tutto questo perchè la si-tuazione nel comparto HoReCa, e an-cor più complessivamente nel Paese,non è certo da incorniciare ed è quin-di naturale che molti ripongano nelpositivo andamento della bella stagio-ne le speranze per fare business.Ma non sempre può andare bene, co-me nell’estate 2007 o ancor più inquella del 2003 quando, grazie al cal-do da record, si mossero tanti affari.E comunque, nonostante le condizio-ni meteo siano una variabile tropporischiosa per poter pianificare un’an-nata, l’estate rimane pur sempre lamigliore occasione per rilanciarsi.In qualsiasi modo giunga bisogna

sfruttarla a pieno, che piova o che fac-cia caldo bisogna darci dentro e met-tere in atto ogni possibile azione perattirare e allettare i clienti. Anzi ilcliente bisogna rincorrerlo. È vero checosta fatica, ma bisogna farlo. D’estate si beve nei locali pubblici,ma anche durante le feste di piazza,in spiaggia, nelle sagre patronali e intante altre occasioni estemporanee.Se il cliente è dinamico anche il loca-le deve esserlo. La staticità non paga,specialmente d’estate. E non paganemmeno al grossista.Servizio, diversificazione e flessibilitàdevono essere i suoi concetti chiave,assortimenti definiti sulla base dellespecifiche esigenze di un mercatosempre più dinamico, ma soprattutto,servizio. E se arriva una telefonata ladomenica mattina per una consegnaurgente, pazienza. Servizio è anchequesto, o meglio la flessibilità del ser-vizio. Insomma, bisogna pensarle efarle tutte per invertire la rotta e cam-biare disco. Buona estate a tutti dun-que, per chi va in vacanza e per chilavora, sperando che sia davveroun’altra musica.

Rivista specializzata di:72021 Francavilla Fontana (Br) C.da

Carlo Di Noi InferioreVia per Ceglie Km 1

Tel. 0831.815906 - Fax 0831.811050www.udial.it - [email protected]

Anno 2 - Numero 10Luglio/Agosto 2008

Direttore Responsabile:Giuseppe Rotolo

Editore:

Iscrizione al R.O.C. n°6648V.le Aldo Moro, 44 - 70043 Monopoli (BA)

Tel. 080.9306460 - Fax [email protected] - www.inputsrl.it

Testi e collaborazioni:Marianna Iodice, Angela Svezia,

Maria Vittoria Petrosillo, Valeria Todisco.

Foto:Angelo Lillo, Francesco Amodio.

Impaginazione:Angelo Lillo - [email protected]

Tutti i diritti di riproduzione di testi e foto, in qual-siasi forma, compresa la messa in rete, sono riserva-ti. Per qualsiasi utilizzo è necessaria un’autorizza-zione scritta dell’editore.

Ai sensi dell’Art. 10 della L. 675/1996, le finalità deltrattamento dei dati relativi ai destinatari del presenteperiodico consistono nell’assicurare un’informazionetecnica, professionale e specializzata a soggetti iden-tificati per la loro attività professionale. L’Editore, titolare del trattamento, garantisce ai soggetti interes-sati i diritti di cui all’Art. 13 della suddetta legge.

Reg. Trib. Bari n°49 del 10/12/2007

a cura di Giuseppe Rotolo

edizioni

La rivista Drink Style è di proprietà del consorzioU.DI.AL. - Consorzio fra distributori indipendenti dibevande. La pubblicazione ha il compito di trasferi-re e implementare, attraverso l’informazione puntale,credibile e professionale, il sapere e la cultura delfuoricasa italiano.La rivista è edita bimestralmente e postalizzata inmodo mirato verso i locali altovendenti ho.re.ca. esuperhoreca, clienti dei soci del consorzio.

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È noto a tuttiche ormai da

anni le aziendedel beverage

operano con ilsistema dei duepesi e delle due

misure: unascontistica moltosostenuta versoil canale della

GDO, unapolitica più

restrittiva versoil distributoreindipendente.

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Riconquistare lafiducia delgrossistaLe politiche commerciali delleaziende di produzione del beveragenegli ultimi anni risultano alquantocontraddittorie, in special modoquelle delle multinazionali. Azien-de che sono ormai diventante au-tentici colossi e per questo sono ob-bligate a perseguire sempre mag-giori risultati di vendita. Una rincorsa forsennata che a voltepare non avere una logica. Da unlato vogliono crescere, acquisirenuove quote di mercato, spinte dalloro gigantismo, dall’altro attuanoscelte commerciali cervelloticheche compromettono il rapporto coni grossisti indipendenti i quali, no-nostante la crisi, detengono ancorala parte importante del compartoHo.Re.Ca.Si parlava prima di “rapporti com-promessi”. Il termine non è certo riferito allerelazioni interpersonali, ma riguar-da unicamente le transazioni com-merciali. È noto a tutti che ormai da anni leaziende del beverage operano conil sistema dei due pesi e delle duemisure: una scontistica molto soste-nuta verso il canale della GDO,una politica più restrittiva verso ildistributore indipendente.Dalla stessa industria non sono maistate spiegate con chiarezza le mo-tivazioni di fondo di tale sperequa-to atteggiamento. Non è difficileimmaginare che i punti di sconto ri-

conosciuti alla GDO sono il fruttodella maggior forza coercitiva dellostesso canale nei confronti dell’in-dustria in virtù della sua “apparen-te” forza commerciale. Una sconti-stica che i grossisti indipendentinon riescono a garantirsi perché lacategoria è debole e disomogenea,nonostante le attività e l’impegnodei consorzi.In questo rapporto con la GDO pro-babilmente l’industria ignora (o fafinta di ignorare) due problemati-che di fondo: accordare alla GDOanche 20 punti percentuali in menorispetto al canale tradizionale signi-fica, di fatto, svendere il prodotto,con due risultati negativi in un col-po solo, deprezzare il valore dellamarca, costruito in tanti anni di la-voro anche per merito del grossistaindipendente, e di concerto lederela fiducia dello stesso grossista.Ma negli ultimi tempi quello dellaGDO non è l’unico problema cheincombe sui buoni rapporti fra l’in-dustria e il grossista.Senza voler entrare nel merito delfenomeno della distribuzione parte-cipata, anche questo in verità un ta-sto molto dolente che riguarda piùche altro i leader birrai italiani, ne-gli ultimi tempi sta prendendo pie-de un’altra deleteria e devastante,per il grossista, pratica commercia-le.Ci si riferisce alla vendita sul mer-cato italiano di prodotti di marca daparte di taluni distributori capaci dipraticare prezzi molto al di sotto diquelli dei normali listini. Com’èpossibile tale politica commerciale?Premettendo che questi operatori

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Riconquistare lafiducia del

grossista perl’industria

rappresenterà,e se ne può star

certi, l’affarepiù redditizio.

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non ci rimettono, è possibile cheaccedano all’acquisto dei prodottiin esenzione d’imposta e che poi,sempre in esenzione, posizionino ilprodotto sul mercato nazionale.Queste operazioni commerciali,che rasentano e a volte travalicanoil concetto della legalità, sono co-munque possibili grazie all’indu-stria (specie le multinazionali) checonsentono tali operazioni.Operazioni, inutile ribadirlo, asso-lutamente deleterie per il grossistatradizionale, per due motivi: primoperché tali attività commerciali so-no dirette anche verso gli stessiclienti dei grossisti come bar, risto-ranti ecc, sottraendo in questo mo-do, agli stessi grossisti fatturato erelative marginalità; secondo per-ché tali condizioni di vendita, pra-ticate direttamente agli esercenti,mettono agli occhi degli stessi incattiva luce il grossista, il quale ri-schia di essere ingiustamente tac-ciato di disonestà, a causa del diva-rio dei prezzi. Ovviamente non èdato sapere come tali attività com-merciali risultino possibili, qualisiano i canali di approvvigiona-mento di queste aziende commer-ciali e quali manovre mettano in at-to per ottenere condizioni che, difatto, per i grossisti di bevande tra-dizionali sono inarrivabili. Ma si fafatica a pensare che le stesse azien-de multinazionali non conoscanoperfettamente i meccanismi e le di-namiche che vanno a determinaretali situazioni, implementando inquesto modo una realtà che và insfregio alle più elementari regolecommerciali. È opportuno sottoli-

neare che tali azioni, oltre a svalu-tare il prodotto stesso, penalizzanoingiustamente il grossista tradizio-nale, da anni spina dorsale del mer-cato Ho.Re.Ca. e protagonista, conil proprio lavoro, della crescita del-le primarie aziende italiane del be-verage. Grossista che, a causa diquanto esposto, si trova oggi, irri-mediabilmente fuori mercato,emarginato, costretto a un ruolosubalterno che lo condurrà inevita-bilmente a riflessioni propedeuti-che di drastiche decisioni.E tutto ciò con buona pace delleaziende produttrici che alimentanoa cuor leggero, a suon di sconti econdizioni super privilegiate, gli al-tri canali della distribuzione. Alla luce di quanto esposto c’è dachiedersi com’è possibile per i dis-tributori ligi e onesti, stante questaingiusta e intollerabile situazione,perseguire quegli obiettivi commer-ciali che i contratti sottoscritti conle aziende impongono?Com’è possibile sostenere credibil-mente agli occhi dei propri clientile proprie politiche commerciali?Com’è possibile competere in ma-niera paritaria e quindi esercitare inmaniera equa quella libertà di com-mercio che è propria di un Paese ci-vile ed evoluto?Problemi grossi, che restano pur-troppo sul tavolo come macigni, aiquali urge dare concrete e fattivesoluzioni al fine di poter riconqui-stare la fiducia del grossista. Cosaquesta, che per l’industria rappre-senterà, e se ne può star certi, l’af-fare più redditizio.

antonio argentieri

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Al distributoreU.DI.AL.

professionalità eabnegazione non

mancano,qualità che,

unite ai mezzigarantiti dalconsorzio,

hanno permessodi fronteggiare

al meglioun’annata checomunque è, eresta, critica.

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LITO Impegno e coesione

Come recita quel detto? «Il diavolonon è poi così brutto come lo si di-pinge». Lo prendiamo in prestito percommentare l’andamento delle attivi-tà consortili in questo primo scorciodell’anno.Il 2008, come più volte detto, non èpartito sotto i migliori auspici. Au-menti imposti dalle multinazionalibirrarie che hanno contribuito ad al-largare ancor più il divario esistentefra il canale tradizionale e quello mo-derno, la concorrenza sempre più in-calzante e a volte sleale della GDO edelle società partecipate, la crisi dimercato che limita i consumi del fuo-ricasa. Tutto ciò faceva presagire ilpeggio, ma così non è stato. E menomale. Il consorzio U.DI.AL., grazie aimpegno e coesione, ha affrontato nelmigliore dei modi il particolare mo-mento critico. «Il consorzio con tutti i suoi soci - ciha riferito Luigi Cetrangolo, GeneralManager del gruppo - non ha lesinatolavoro e massimo impegno. In sedeconsortile, in occasione dei rinnovicontrattuali, abbiamo rinforzato lapartner-ship con le aziende, con loroabbiamo pianificato al meglio le atti-vità commerciali. Basti pensare chegià al 30 giugno il nostro ufficio mar-keting aveva veicolato verso la basesociale qualcosa come 40 diverse at-tività fra promozionali, tagli prezzo eco-marketing che hanno riguardatopiù di 120 referenze. Ogni giorno,mediamente, i soci U.DI.AL hannopotuto contare su almeno 6 prodottiin promo. Un’attività incessante cheoffre la cifra del nostro lavoro finaliz-

zato ad offrire agli associati il neces-sario supporto per competere.Poi ovviamente - conclude Cetrango-lo - il distributore U.DI.AL. ha fatto ilresto. Professionalità e abnegazionenon mancano, qualità che, unite aimezzi garantiti dal consorzio, hannopermesso di fronteggiare al meglioun’annata che comunque è, e resta,critica.

Professionalità eservizioLa stagione estiva, escluso il mese digiugno che meteorologicamente haavuto alti e bassi, sembra prometterebene. Almeno nel Sud Italia. La co-lonnina di mercurio nei primi ventigiorni di Luglio si è mantenuta alta,con ovvie soddisfazioni di chi operanel mondo del beverage. Tuttavia la“botta” di caldo e le conseguenti im-pennate di vendite non devono disto-gliere dai problemi concreti che in-combono nel mondo Ho.Re.Ca. e piùin generale nel Paese. Il caldo va be-

Luigi Cetrangolo, General ManagerU.DI.AL.

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Il “fattoreservizio”,

a cui il grossistadeve puntare,potrà essere

sicuramente unvalore sul qualefar prosperare le

aziende didistribuzionedel futuro».

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ne e le vendite di conseguenza, mal’estate passa in fretta, e quando si tor-nerà alla normalità sarà dura, davverodura. «Fare distribuzione oggi è sem-pre più costoso - dice Antonio Argen-tieri, presidente U.DI.AL. - Il carbu-rante è in continuo aumento mentrele marginalità del grossista sono pe-nalizzate da una sempre più strenuaconcorrenza. La proporzione è sem-plice e amara allo stesso tempo, perfare distribuzione si spende di più e siguadagna di meno, considerando lepolitiche commerciali delle multina-zionali del beverage e il canale mo-derno, di cui parlo diffusamente nelprecedente articolo».Come conciliare queste divergenzeche stanno mettendo a dura proval’attività del grossista?«Certo non è facile - risponde LuigiCetrangolo - è da tempo che ci stiamointerrogando in tal senso, in un con-fronto che coinvolge i miei più stretticollaboratori e che si estende a tuttala base sociale. Un confronto che nel-lo specifico, per quanto riguarda ilconsorzio, si è sviluppato al meglionel corso di due recenti riunioni dizona. La prima si è tenuta a Giovi-nazzo e ha coinvolto i distributori delbarese. La seconda a Foggia, dove sisono incontrati i soci che operanonella provincia Dauna.Confronti davvero utili e pertinenti,nel corso dei quali si sono messi sultavolo problemi e difficoltà e si è co-minciato a discutere sulle soluzionipiù fattibili. Personalmente non credonei miracoli, ma nel lavoro degli uo-mini. Lo ripeto sempre: le aziende lefanno gli uomini. E in funzione diquesta mia convinzione sono fiducio-

so, perché ho visto in U.DI.AL., e nel-lo specifico nel corso delle due ri-unioni zonali, soci motivati, capaci epropositivi. Fra questi un particolarecomplimento voglio inoltrarlo al so-cio Dario Tudisco di Pianeta HorecaSrl, per il pregnante contributo che havoluto offrire al confronto, ove mette-va in risalto come il “fattore servizio”,a cui il grossista deve puntare, potràessere sicuramente un valore sul qua-le far prosperare le aziende di distri-buzione del futuro». «Servizio, va bene, ma sempre con unocchio al prezzo - conclude Argentie-ri - quella economica, in un mercatoin crisi, resta una variabile troppo im-portante. Un fattore, per il quale, ilconsorzio si è sempre battuto e conti-nuerà a battersi come un leone».

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Sul mercatonazionale laMonticchio

Gaudianello èfra le prime 10

aziende, alquarto posto nelcomparto delle

acqueeffervescenti

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Nuovo look e vogliadi crescere, laMonticchioGaudianello guardaal futuro.L’avvento, all’inizio dell’anno, di Al-berto Alfieri alla guida della Montic-chio Gaudianello SpA, ha ridatosmalto ed entusiasmo alla storicaazienda lucana di acque minerali. Leindubbie capacità, la consolidataesperienza e la voglia di fare del neoAmministratore Delegato, hanno con-sentito di tracciare, per il futuro diMonticchio Gaudianello, un percorsoche ha come obiettivo la crescita, siasul mercato nazionale che su quellointernazionale.D. Allora Dott. Alfieri quali sono lemotivazioni alla base del nuovo pro-getto di sviluppo?«Nel settore, sul mercato nazionale,siamo tra le prime 10 aziende e alquarto posto nel comparto delle ac-que effervescenti naturali. In virtù diquesto lusinghiero posizionamento laMonticchio Gaudianello non potevaesimersi dal mettere a punto un pro-getto all’altezza del ruolo che il mer-cato le riconosce».D. Per il conseguimento dei vostriobiettivi non mancherà la concorren-za?«Certo che non mancherà. Ma questoci preoccupa relativamente, abbiamoottime frecce nella nostra faretra.Monticchio Gaudianello controlla il30% del mercato del meridione, van-tando una leadership nel settore delle

effervescenti naturali in area 4 Niel-sen e quote rilevanti nel compartodelle oligo-minerali con l’acqua Leg-gera. Poi dalla nostra abbiamo la“qualità”: l’acqua Gaudianello è risul-tata la “Migliore del test” per qualità egusto tra le acque effervescenti natu-rali nella classifica redatta da AltroConsumo. Inoltre possiamo contaresu punti di forza determinanti comel’efficienza, la solidità e capacità diservizio al cliente».D. Ritiene che Tutto questo sarà suffi-ciente per competere al meglio?«Certo, abbiamo una gamma di pro-dotti ampia in grado di inserirsi in tut-ti i canali distributivi: dalle nuove bot-tiglie PET nei formati da 50, 100 e200 cl, alle bottiglie in vetro da 92 clcon tappo a corona cui si aggiunge,nel segmento dell’alta ristorazione, lalinea prestige in vetro da 75 cl e 33 clcon tappo a vite. Poi avremo modo ditrarre i vantaggi per l’ottimo lavorosvolto in termini di miglioramentodell’immagine dei prodotti. I brandGaudianello e Leggera sono stati og-getto di restyling. Il nuovo packaging

Intervista a cura di Giuseppe Rotolo

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comunica eleganza, design e un’iden-tità visiva che migliora l’impatto e lariconoscibilità sul punto di vendita».D. La Monticchio Gaudianello puntaa crescere. Lo stabilimento è prontoper interagire con le richiesta di mer-cato?«Assolutamente sì. Negli stabilimentidi Melfi sono attive 4 linee di produ-zione, tre in PET dedicate a Gaudia-nello e Leggera, la quarta in vetro perentrambi i marchi. La capacità com-plessiva d’imbottigliamento è di 2 mi-lioni di pezzi al giorno, suddivisi in 3linee di prodotto: Gaudianello effer-vescente naturale, Gaudianello Friz-zante e Leggera Oligo-minerale.Detto ciò, tengo a sottolineare l’unici-tà della nostra produzione. Le fontinascono sulle pendici del vulcanoVulture vicino ai laghi di Monticchioin un territorio incontaminato ricco diboschi e lontano da insediamenti ur-bani. L’azienda vuole crescere e cre-scerà tutelando e rispettando l’am-biente in cui opera. Agricoltura biolo-gica e responsabilità sociale sono dasempre state le direttrici che l’hanno

guidata. Un impegno assoluto che ri-cadrà sulla filiera produttiva e consen-tirà di mantenere inalterate le caratte-ristiche di purezza e tipicità di gustodelle acque».D. A sostegno delle attività commer-ciali sono previste specifiche opera-zioni di marketing?«E già in atto da metà maggio un’ini-ziativa rivolta al consumatore “Vinciuna crociera al giorno”, in partnershipcon MSC Crociere. Stiamo già riscon-trando uno straordinario apprezza-mento da parte dei consumatori. Ilpremio crociera è molto ambito, so-prattutto il concorso è strutturato peressere semplice e immediato. Colgol’occasione che mi offre la rivistaDrink Style per comunicare a tutti isoci U.DI.AL. che questa particolareiniziativa di incentivazione nel perio-do giugno/settembre è estesa anche aidistributori. Gli stessi, partecipandoad un’iniziativa dedicata, potrannovincere 100 crociere per due persone.Inoltre, nello stesso periodo i migliori100 fra i distributori saranno premiaticon una vacanza di una settimana».

Da giugno asettembre idistributoripotranno

vincere 100crociere per 2

persone,inoltre, nello

stesso periodo imigliori 100 fra

i distributorisaranno

premiati conuna vacanza diuna settimana.

Una storia che scorre da più di cen-t’anni: così recita una didascalia ri-portata sul sito ufficiale dell’aziendawww.gaudianellomonticchio.it.Ma il “secolo” è riferito alla sola vi-ta commerciale della Fonte, inrealtà, per offrire queste ac-que, assolutamente unicheper origine, qualità e sapore,la natura ha cominciato a la-vorare ben 130.000 anni fa,quando l’antico vulcano “Vultur”

cessò la sua attività. In seguito, inlassi di tempo contati a millenni, lapioggia filtrata da tufi vulcanici haoriginato le ben note acque: Gau-

dianello Effervescente Naturale eLeggera Oligominerale.

Ai giorni nostri, questostraordinario e irripetibile re-galo della natura, grazie al

lavoro della Monticchio Gau-dianello SpA è apprezzato da mi-

lioni di consumatori.

LIMPIDE DI NATURA, UNICHE DI PIACERE

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Il vinoanalcolico

è visto,giustamente,

di cattivo occhiodai tradizionali

fautori delnettare diBacco.

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Il ristorantesubacqueoStranezze londinesi siamo abituati asentirne e a leggerne ogni giorno.Nella capitale dei cappellini bonton, delle cabine telefoniche rosse,dei bus a due piani, arriva anche ilristorante subacqueo. Lo abbiamogià sentito, direte. Un bel locale sot-t’acqua, dove, dalle pareti di grandiacquari, è possibile vedere il “paren-te” del gambero che si sta mangian-do nel proprio piatto.

Ed invece la fantasia dei londinesis’è spianta oltre. Al Park Club si or-ganizza l’Underwater Dinner Party.Qui la cena è realmente servita sot-t’acqua. Ai clienti è dato in uso unabito elegante con materiali idrore-pellenti, e immersi nell’acqua è pos-sibile gustare piatti a base di frutti dimare e pesce.Il pasto sarà sì un’esperienza diversadal solito, ma certo non sarà facilemangiare e bere a mollo nell’acqua.

Vino senza alcolDopo le birre zero alcol, diffuse an-che sul mercato italiano, nasce ilvino analcolico.

Per la precisione nasce in Germa-nia, dove ha già catturato l’atten-zione dei consumatori. Apprezzatodai curiosi e da chi ha trovato la so-luzione per bere vino senza incor-rere negli effetti indesiderati dell’al-col (ad esempio gli astemi), il vinoanalcolico è giustamente visto dicattivo occhio dai tradizionali fau-tori del nettare di Bacco. Nei test sul campo molti consuma-tori si sono rifiutati di assaggiarlopensando che sapesse di birra anal-colica.Questo nuovo vino ha riscontrato,

invece, successo nelledonne, le quali tendenzial-mente hanno un livello ditolleranza all’alcol minore. Questo nuovo vino tede-sco è il risultato di un si-stema di filtraggio attraver-so speciali resine. La sua diffusione sarà col-legata comunque all’im-

magine della sicurezza sulle strade.Il concetto è “puoi bere quantovuoi a tuo piacere, senza avere al-col nel sangue, rimanendo sobri”. Iltest del palloncino sarà sempre ne-gativo.Il vino è già presente in alcuni baritaliani. Ma che tipo di vino è que-sto “dealcolized wine”?È un rosso Cabernet Sauvignon.Colore e consistenza sono uguali alvino rosso da tavola tradizionale, almomento dell’assaggio però si ca-pisce che qualche differenza c’è. Ilsapore, gradevole ma un po’ annac-quato e l’aroma leggermente dolcesvelano anche ai non intenditoriche il vino è analcolico.

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a cura di Marianna Iodice

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I clienti nondesiderano soloombrellone esdraio, ma unservizio che

appaghi anchesete e fame, mada soddisfarecon prodottimirati, come

succhi, gelati esnack.

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Prosecco, la parolaentra nelvocabolario angloamericanoChe il vino italiano ha un buon mer-cato negli States lo avevamo già det-to diverse volte. Quest’ultima volta,però, la conferma non la daremocon cifre e statistiche, ma con un fe-nomeno linguistico.In particolare ci riferiamo al Prosec-co italiano, così diffuso e apprezza-to in terra a “stelle e strisce”: il ter-mine “prosecco” è entrato a far par-te del Merriam - Webster’s Collegia-te Dictionary, uno dei più importan-ti dizionari americani.

Questo significa che la parola sta di-ventando di uso comune.Il Presidente del Consorzio di TutelaFranco Adami dichiara che, al di làdi questa bella conferma, bisognastare attenti: «l’inserimento della pa-rola Prosecco come sinonimo di vi-no con le bollicine rischia di crearedella confusione. Prosecco, infatti, èun vino con un’identità precisa e so-lo nell’area d.o.c. di Conegliano Val-dobbiadene si trova l’originale, dapiù di tre secoli coltivato dai produt-tori locali, che lo hanno fatto cono-scere nel mondo. Starà a noi produt-tori, quindi, cogliere le opportunitàofferte da questa grande notizia, evi-tando il rischio di banalizzazione diun nome che per noi rappresentauna ricchezza territoriale»

Bar, spiagge e mareIl rapporto SIB (Sindacato Balneari)ha identificato in Italia il numerodelle strutture balneari: 4.784. Suqueste il 27,7% sono di piccole di-mensioni e hanno un bar a gestionediretta che produce il 53% dei rica-vi della struttura. Il 13,2% sono digrandi dimensioni e hanno sia barche servizio ristorazione, attività checoprono circa il 69% dei ricavi tota-li, in particolare i bar coprono il28%.Questi dati confermano che le attivi-tà ritenute in passato “accessorie”oggi sono la principale fonte di rica-vi (e guadagni) delle strutture bal-neari.I clienti non desiderano solo om-brellone e sdraio, piuttosto desidera-no un servizio che appaghi anche

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sete e fame, ma da soddisfare conprodotti mirati, come succhi, gelati esnack.

Birra, passioneitalianaLa 12a edizione della ricerca “Gliitaliani e la birra” (commissionata daAssoBirra) ci dà uno spaccato inte-ressante: 10 milioni di italiani di-chiarano di scegliere il bicchieregiusto nel quale gustare la birra,mentre 6 su 10 affermano, senza in-dugio, di riconoscerla al primo sor-so. La birra risulta essere scelta dal62% degli italiani e continua ad es-sere antagonista del vino nei pastifuori casa dei giorni feriali (entrambisi attestano al 14,2%).Nei pasti di relax e piacere 4 italianisu 10 preferiscono accompagnare ipropri pranzi e cene del week endcon il vino, quasi altrettanti italianipreferiscono la birra.La ricerca conferma anche che gliitaliani apprezzano la carta dellebirre sul tavolo del ristorante preferi-to (45% dei nostri connazionali).Il 31% del campione intervistato di-chiara di aver riscontrato una mag-giore presenza della birra al ristoran-te e spiega il fenomeno attraverso 4motivazioni: la birra risulta effettiva-mente al centro dell’offerta gastro-nomica del locale (14,4%); c’è unamaggiore gamma di etichette di bir-re e il consumatore può scegliere(14,2%); le principali guide dei ri-storanti cominciano a segnalare i lo-cali che offrono al meglio questa be-vanda; la “birra è la nuova tendenza

gourmand” (2.4%).Perché si beve birra? Innanzitutto(oltre il 50% degli italiani) per il gu-sto gradevole e per il suo essere dis-setante (solo per il 7,5% nel caso deipasti dei giorni feriali e per il 23,8%per il fuori pasto). La condivisionecon gli amici incide per 14,9% delcampione.Quali sono gli stili preferiti dai nostriconnazionali?Gli 8 stili di birra preferiti, nell’ordi-ne, sono: Pils (51,5%), Lager (17%),Ale (5,1%), Weizen (3,7%), Analco-lica (1,9%), d’Abbazia (1,4%), Bock(1%) e Blanche (0,8%). La birra pre-ferita si riconosce al primo sorso(62,6%), ma anche per il suo incon-fondibile retrogusto (14,2%) e per ilsuo colore (14,2%), per la sua tra-sparenza o opacità (2,3%) o per laconsistenza della schiuma (3%).

La birra risultaessere scelta dal

62% degliitaliani e

continua adessere

antagonista delvino nei pastifuori casa deigiorni feriali(entrambi siattestano al

14,2%).

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