6
PIETRO RUSC HI DUE < dNVENTIONI >> DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN CASA FÙRSTENBERG N EL LA Roma un po' torpida del 1700, ma che pur sem- pre " vantasi per degno Capo dell'universo, 1'8 di- cembre di quell'anno, giorno della Immacolata Concezio- ne, oltre aUa lieta ricorrenza, due avvenimenti avevano messo in agitazione tutri i cittadini romani, nobili o po- polani che fossero. L'avvenimento di maggior ri li evo - per la nobiltà più bigotta, ma soprattutto per la '' plebe , che lo avrebbe festeggiato a modo suo, cioè bevendo e mangiando (final- ment e} - era l'incoronazione di Clemente XI, al secolo Gian Francesco Albani, che, innalzato dieci anni prima aUa porpora cardinalizia, dal 23 novembre di quell'anno era succeduto a Innocenza XII sul trono di San Pietro. Ma per c hi fra l'aristocraz;ia meno provinciale e bacia- pile era più attento a seguire lo svolgersi dei fatti euro- pei, e soprattutto per chi per le origini del suo sangue costantemente volgeva lo sguardo verso Vienna, un altro avvenimento altrettan to gioioso si era verifi cato: Gugliel· mina Amalia di Brunswick- Uinenburg, fresca sposa del- l'erede al trono imperiale e Re de' Romani Giuseppe d'Asburgo, aveva dato alla luce l'erede maschio, cui na- turalmente era stato dato il nome del nonno, felicemente regnante. Se dunque a Vienna l'imperatore Leopoldo e tutta la corte traboccavano di gioia, certo anche la nutri ta colonia austro-germanica di Roma non doveva essere da meno. Eppoi, dopo le passate, ma nemmeno tanto leggere ten- sioni diplomatiche fra Vienna e la Santa Sede, aver l'occa- sione di festeggiare un avvenimento che le accomunava nell a l etiz;ia , era davvero un Meisterstreich da non la- sciarsi sfuggire. •> Fu cosl che il conte Landgravio di Fiirstenberg 2 > si precipitò di tutta fretta ad allestire una festa opportunamente sfarzosa nella sua casa romana: inbdativa che non avrebbe mancato di riscuotere le dovute considerazioni sia alla corte viennese che presso quella pontificia. Forse la residenza romana dei Fiirstenberg 3) per le sue dimensioni un po' troppo modeste non si prestava del tutto a quell'ini:z;iativa, ma per fortuna del conte c'era a Roma qualcuno di tale esperienza nell'inventar effimeri e grandiosi scenari, che affidarsi a lui voleva dire garantirsi la certezza del successo e trovar soluzione a qualunque problema: il "Sig nor Caval li er , Carlo Fontana. 41 " Ma perche in chi trasse grandi i natali, scrive l'ano- nimo relatore della festa '' c ome il suddetto Ecc.mo signor Conte suole allignare un genio magnanimo e sublime, degno riconoscitore di chi operare con lode scelse (me- ritevole di somma lode nell'ellettione medesima) per ese- cutore de' suoi Eccellenti Pensieri il signor Cavallier Carlo Fontana Architetto maggiore del suo medesimo nome ,. Dif atti il Fontana aveva già dato mille prove della sua ingegnosità nell'inventar effimere architetture, allestendo gli apparati per le feste di casa Pamphilj, Chigi, Ottoboni, per ricordare alcune dell e più illustri famiglie romane che avevano richi esto il suo aiuto; per non parlare natural- mente della sua fama di architetto papale, capomastro della Fabbrica di San Pietro, (questa prestigiosa carica era riuscito ad attenerla, non si sa come, ancora vivente il Bernini}, " Pri ncipe, dell'Accademia di San Luca, e, legato com'era al gusto accatlemico classicista imperante, dominatore indiscusso de ll e imprese edilizie e urbani stiche della Roma di allora. Fu dunque deciso che la " pubbli ca, festa si sarebbe svolta per due serate consecutive, 1' 8 e il 9 dicembre. È da presumere (ma non è scritto nel testo) che la sera del giovedì, festa dell 'Imma colata Concezione, sarebbe stata riservata alla partecipazione dell'alto clero(" coll 'intervento degl 'E.mi e R.m.i SS. Cardirta li Grimanj, e Landbergh ,),'l all'aristocrazia ed alle rappresentanze diplomatiche ("et Ecc.mi SS.ri Ambasciadore, et Ambasciadrice Cesarei con tutto il nobilissimo corteggio ,), come sembra provare anche la rappresentazione musicale, prevista solo per la prima sera. Poi, la sera successiva, i festeggiamenti sarebbero stati offerti a tutto il popolo romano: "E perche il tutto fosse co ndecorato con il solito lusso, e splendore non mancò à questa T estimonianza festiva il lieto suono de' Timpani, con il dolce rimbombo delle Trombe, unito allo strepitoso concerto de' Tamburri, con i quali !strumenti se ralle- gravasi il Popolo con il continuo versare di vino bianco e Rosso eretta avanti la suddetta Abitazione, la quale non stancavasi mai di ra llegrare con il suo umore bri ll ante l'as- setate fauci de' Poveri ,. La prima operaz;ione di Carlo Fontana fu quella di ese- guire due bozzetti a inchiostro acquerellato, 6) uno per la facciata del palazzotto Fiirstenberg (fig. 1), l'al tro per l' "entrone ,, della casa, ove doveva venir collocata una scenografia allusiva alla nascita del regale bambino (fig. 2); due bozzetti buttati gi ù di tutta fretta su fogli di '' carta da lettere , appiccicati insieme, ma elegantemente tracciati dalla mano sicura dell'indaffaratissimo maestro: solo ad osservar! i l'incanto dell'effimero ambiente si coglie nella sua più raffinata essenza. " Inteso dunque il Su{dett}o Signor Cavallier Fontana il generoso spirito dell'Ecc.mo Signor Conte ansioso di stemprare tutto se stesso, in testimonianza d'una gioia ' nfinita verso il suo véro Prencipe, e Sempre riverito Mo- narca, svegliò ad un cimento di gloria la sua sempre instan- cabile Idea, feconda sempre più d'I nvenzioni sublimi ; onde in poco spatio di tempo diede alla luce col Palesare al 75 ©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

  • Upload
    others

  • View
    0

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

PIETRO RUSCHI

DUE <dNVENTIONI >> DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN CASA FÙRSTENBERG

N ELLA Roma un po' torpida del 1700, ma che pur sem­pre " vantasi per degno Capo dell'universo, 1'8 di­

cembre di quell'anno, giorno della Immacolata Concezio­ne, oltre aUa lieta ricorrenza, due avvenimenti avevano messo in agitazione tutri i cittadini romani, nobili o po­polani che fossero.

L'avvenimento di maggior ri lievo - per la nobiltà più bigotta, ma soprattutto per la '' plebe , che lo avrebbe festeggiato a modo suo, cioè bevendo e mangiando (final­mente} - era l'incoronazione di Clemente XI, al secolo Gian Francesco Albani, che, innalzato dieci anni prima aUa porpora cardinalizia, dal 23 novembre di quell'anno era succeduto a Innocenza XII sul trono di San Pietro.

Ma per chi fra l'aristocraz;ia meno provinciale e bacia­pile era più attento a seguire lo svolgersi dei fatti euro­pei, e soprattutto per chi per le origini del suo sangue costantemente volgeva lo sguardo verso Vienna, un altro avvenimento altrettanto gioioso si era verificato: Gugliel· mina Amalia di Brunswick-Uinenburg, fresca sposa del­l'erede al trono imperiale e Re de' Romani Giuseppe d'Asburgo, aveva dato alla luce l'erede maschio, cui na­turalmente era stato dato il nome del nonno, felicemente regnante. Se dunque a Vienna l'imperatore Leopoldo e tutta la corte traboccavano di gioia, certo anche la nutri ta colonia austro-germanica di Roma non doveva essere da meno.

Eppoi, dopo le passate, ma nemmeno tanto leggere ten­sioni diplomatiche fra Vienna e la Santa Sede, aver l'occa­sione di festeggiare un avvenimento che le accomunava nella letiz;ia, era davvero un Meisterstreich da non la­sciarsi sfuggire. •> Fu cosl che il conte Landgravio di Fiirstenberg 2> si precipitò di tutta fretta ad allestire una festa opportunamente sfarzosa nella sua casa romana: inbdativa che non avrebbe mancato di riscuotere le dovute considerazioni sia alla corte viennese che presso quella pontificia.

Forse la residenza romana dei Fiirstenberg 3) per le sue dimensioni un po' troppo modeste non si prestava del tutto a quell'ini:z;iativa, ma per fortuna del conte c'era a Roma qualcuno di tale esperienza nell'inventar effimeri e grandiosi scenari, che affidarsi a lui voleva dire garantirsi la certezza del successo e trovar soluzione a qualunque problema: il "Signor Cavallier , Carlo Fontana. 41

" Ma perche in chi trasse grandi i natali, scrive l'ano­nimo relatore della festa '' come il suddetto Ecc.mo signor Conte suole allignare un genio magnanimo e sublime, degno riconoscitore di chi sà operare con lode scelse (me­ritevole di somma lode nell'ellettione medesima) per ese­cutore de' suoi Eccellenti Pensieri il signor Cavallier Carlo Fontana Architetto maggiore del suo medesimo nome ,.

Difatti il Fontana aveva già dato mille prove della sua ingegnosità nell'inventar effimere architetture, allestendo gli apparati per le feste di casa Pamphilj, Chigi, Ottoboni, per ricordare alcune delle più illustri famiglie romane che avevano richiesto il suo aiuto; per non parlare natural­mente della sua fama di architetto papale, capomastro della Fabbrica di San Pietro, (questa prestigiosa carica era riuscito ad attenerla, non si sa come, ancora vivente il Bernini}, " Principe, dell'Accademia di San Luca, e, legato com'era al gusto accatlemico classicista imperante, dominatore indiscusso delle imprese edilizie e urbanistiche della Roma di allora.

Fu dunque deciso che la " pubblica, festa si sarebbe svolta per due serate consecutive, 1'8 e il 9 dicembre. È da presumere (ma non è scritto nel testo) che la sera del giovedì, festa dell ' Immacolata Concezione, sarebbe stata riservata alla partecipazione dell'alto clero(" coll 'intervento degl'E.mi e R.m.i SS. Cardirtali Grimanj, e Landbergh,),'l all'aristocrazia ed alle rappresentanze diplomatiche ("et Ecc.mi SS.ri Ambasciadore, et Ambasciadrice Cesarei con tutto il nobilissimo corteggio ,), come sembra provare anche la rappresentazione musicale, prevista solo per la prima sera.

Poi, la sera successiva, i festeggiamenti sarebbero stati offerti a tutto il popolo romano: "E perche il tutto fosse condecorato con il solito lusso, e splendore non mancò à questa T estimonianza festiva il lieto suono de' Timpani, con il dolce rimbombo delle Trombe, unito allo strepitoso concerto de' Tamburri, con i quali !strumenti se ralle­gravasi il Popolo con il continuo versare di vino bianco e Rosso eretta avanti la suddetta Abitazione, la quale non stancavasi mai di rallegrare con il suo umore brillante l'as­setate fauci de' Poveri ,.

La prima operaz;ione di Carlo Fontana fu quella di ese­guire due bozzetti a inchiostro acquerellato, 6) uno per la facciata del palazzotto Fiirstenberg (fig. 1), l'altro per l' "entrone ,, della casa, ove doveva venir collocata una scenografia allusiva alla nascita del regale bambino (fig. 2); due bozzetti buttati giù di tutta fretta su fogli di '' carta da lettere , appiccicati insieme, ma elegantemente tracciati dalla mano sicura dell'indaffaratissimo maestro: solo ad osservar! i l'incanto dell'effimero ambiente si coglie nella sua più raffinata essenza.

" Inteso dunque il Su{dett}o Signor Cavallier Fontana il generoso spirito dell'Ecc.mo Signor Conte ansioso di stemprare tutto se stesso, in testimonianza d'una gioia ' nfinita verso il suo véro Prencipe, e Sempre r iverito Mo­narca, svegliò ad un cimento di gloria la sua sempre instan­cabile Idea, feconda sempre più d'Invenzioni sublimi ; onde in poco spatio di tempo diede alla luce col Palesare al

75

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

Page 2: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

I - FiRENZE, BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA - CARLO FONTANA: BOZZETTO PER LA FESTA IN CASA FURSTENBERG. L'ADDOBBO DELLA FACCIATA (DISEGNO, CODICE ASR11URNRAM 12eo, C. 9)

d(etto) signor Conte il suo Jauclabil Pensiero, che applau­dito con l'affetto di chi disponeva il tutto, venne in opera eseguito, come vedevasi à meraviglia espresso con poche linee nel breve giro di doi fogli ,.

Il conte fu dunque cosi conquistato dai due disegni che volle quei progetti applicati alla lettera, ed anzi invitò il dott. Sinibaldi, 7) incaricato di comporre il carme da mettere in musica per la sera inaugurale della festa, di ispi­rarsi direttamente e fedelmente alle " invenzioni , del Fontana: " Ma perche non mancasse à solennità così sontuosa il nobile divertimento della Musica, unito con la grande dolcezza della Poesia, compose sopra tutta la narrata idea u.na eruditissima cantata ammirabile per lo stile, e degna d'applauso per li concetti il Signor dottor Sinibaldi che in poco spatio dì tempo operò quanto può fare un alto ingegno Poetico, e vi fu di mirabile, che l' Ar­chitetto diede l' ide.'l al Poet:~, non il Poeta all'Architetto, essendo che quando il Sud(dett)o Signor Dottore com­pose i suoi Carmi già era stato il tutto disposto dallo Spirito et ingegno del singolare Inventore,.

E per completare la raffinata cornice della festa (senza correre rischi) il conte pensò bene di affidarsi anche sta­volta a mani esperte e sicure. A mettere in musica i versi del Sinibaldi fu chiamato uno dei mLLc;icisti più in voga,

Flavio Carlo Lanciani, 8) virtuoso del potente cardinale Ottoboni e nella raffinata cerchia del cardinal Pamphilj, autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo Apostolico: oltretutto si trattava di persona già affiatata col Fontana per passate esperienze, come il comune successo nella Dinna eseguita nel 1686 e dedicata alla duchessa Laura d'Este.

Ma se l'autore era illustre ancor più illustre si volle che fosse l'esecutore, e cosi fu chiamato Arcangelo Corelli, 9)

bolognese di adozione(" e fu sonata dal Signor Arcangelo Bolognese con i suoi seguaci, con quell'Armonia molto bene adeguata al suo nome,), direttore e primo violino dell'orchestra di San Luigi de' Francesi (composta allora da ben 14 strumenti), maestro di musica di casa Pamphilj e nominato da poco '' Guardiano delle sezioni srrumenristi della Congregazione dei Musici di Roma sorto I'Invocazion di S. Cecilia,. Infine i tre cantanti Pasqualino di Cappella, Girolamo dell'Ecc.rno Rospigliosi e Silvio, •ol provenivano tutti dalle più affermate scuole di canto dj Roma.

Il primo problema da affrontare era tuttavia quello di '' abbellire, la comitale residen~a, (a di l'e il vero non troppo sontuosa e di dimensioni modeste), secondo un antico uso che affondava le sue originj nei fantasmagorici

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

Page 3: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

:' ' - ~ ... ::; .. ! - l

2 FIRENZE, BIBLIOTECA MEDICEA LAURENZIANA - CARLO FONTANA: BOZZETTO PER LA PESTA IN CASA FURSTENBERC. SCENOCRAFIA PER L'ANDRONE (DISEGNO, CODICE ASHBURNHAM 128o, C. 7)

apparecchi per le feste che, a Firenze, gli architetti medicei andavano allestendo da quasi due secoli per la famiglia granducale. Ma l'esperienza e la fantasia del Fontana sa­pevano ber1e come risolverlo : la facciata sarebbe stata arricchita di statue, stucchi, arazzi, e, illuminata dalla fluttuante luce delle fiaccole, non avrebbe certo mancato di suscitare una impressione di grande maestosità ('' si ornò in tal modo, che nel più fosco orrore della notte, parev:1 la chiarezza del giorno istesso ,).

Ma per la descrizione del grande apparato sarà oppor­tuno seguire alla lettera la descrizione del nostro narra­tore, !imitandoci solo a qualche osservazione:

" Anzi perchè tutte queste apparitioni ridondavano in riverenti tributi verso il gran Trono di Pietro, illustrate pochi giorni avanti dalla Giustizia, Prudenza, e Pietà del Glorioso Regnante Pontefice Clemente XI volle il prudente inventore porre sul finimento di detta abitazione un Regio Trono con il Sommo e Zelante nostro Pastore sedente, parendogli dovere che desse principio à tante virtù la nascente clemenza del Vaticano giulivo. Da i lati erano d isposte le fame in segno che di già risuonava per tutro l'Orbe Cattolico l' inalz:amento di un tanto Principe, e b nascita di un tanto eroe.

Sotto il corurcrooe si miravano le quattro effigie, ò ri­tratti delli viventi eroi del Gran Trono Austriaco, quattro G emme, anzi quattro Stelle più luminose del bel Cielo del Christianesimo, e questi si erano l'Imperadore, l'Im­peradrice, iJ Rè, e Regina de' Romani, con l'Arciduca d'Austria, Germogli d'un Albero tanto benemerito deJla Chiesa per la quale ha prodotto sempre i fiori d'Attieni meravigliose, e sublimi, e frutti d' Imprese eroiche, et eccel­lenti. Et acciò più si scoprisse la Grandezza, e po!enza di questa Augustissima Prosapia si scorgevano i simulacri allusivi à tutti i Dominij dell' Imperio, cioè dodici Armi o siano stemmi gentilitij significanti i Stati e Provincie soggette à Sua Maestà Cesarea o alla Sua autorità subor­dinati dipinti da ottimi pennelli e fregiature d'Oro.

Vedevasi ornata detta Facciata con bracci arabescati messi a Oro à foggia di torcieri doppij, i quali sostenevano le torcie pure doppiamente disposte secondo la duplicata magnificenza dell'animo di chi ordinava un cosi maestoso apparato.

Miravansi ancor alcune Aquile messe à Oro simbolo della Gran Casa Imperiale, le quali sostenevano alcune fiamme di fuoco, e ciò senza l'allusiva necessaria, che è questa, cioè che essendo turti gli Eroi dell'Austriaca Fa-

77

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

Page 4: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

miglia colmi d ' un affetto, e carità indicibile, ciò vemva espresso iu qud fuoco vero Geroglifico d'uu.l C:uit;\ affettuosa.

Sopra la Porta faceva nobilissima Pompa lo stemm<l Imperiale n) messo in Oro con Trofei dà lati, de i quali dovitiosa per le riportate Vittorie contro l'Inimico Comune; sotto di esso un piccolo scudo per contrassegno della Sua impareggiabile modestia, e meravigliosa umiltà; Vedevasi l'Arme dell'Ecc. ma Casa Fustemberg 12 l che à raggione si può vantare frà i Luminari di tutto il Cielo Germano.

Veniva riccamente poi la suddetta facciata abbellita con nobili Damaschi trinati d'Oro in quelli vani di Finestre, et intermedij de' Simolacri, oltre gli Arazzi, et altri dovuti Ornamenti, si come anche avanti ad essa ad uso di Torcieri messi à Oro dipinti nobilmente, che sostenevano le fiac­cole che rendevano un vago spettacolo a gl'occhi de' riguardanti,.

La descrizione dell'ignoto cronista corrisponde quasi alla lettera al bozzetto del Fontana: uniche differenze sono la mancata descrizione della grande aquila asburgica, quasi ai piedi del Pontefice benedicente; l'ordine di collocazione dei busti raffiguranti la famiglia imperiale (infatti l'effigie dell'Imperatore, coronato d'alloro, sembra essere quella centrale posta più in basso delle altre, mentre partendo da sinistra sono rappresentati l'Arciduca d'Austria, l'erede al trono Re dei Romani, l' Imperatrice e la Regina dei Ro­mani). Nel descrivere gli stemmi dei territori dell'impero si è tralasciato di annotare che essi, a gruppi di tre sono raccolti dentro medaglioni " appesi , fra le finestre del piano nobile; né sono stati descritti i due bassi avancorpi, eretti (probabìlmente in legname) a coprire tutto il piano terreno con superfici concave nei due lati prospicenti il portale d'accesso, ricreando a scopo d'" invito, quegli spazi curvi cosi cari al barocco romano. Le superfici piane frontali degli avancorpi sono decorate con variopinte scene (forse si tratta dei già ricordati " arazzi ,), mentre quelle concave sembrano pitturate a finto marmo ; infine nessun accenno vien fatto alle quattro grandi statue (femminili?) su piedistalli, poste proprio davanti alle due ali fittizie.

Si può cosi osservare che l'impegno di Carlo Fontana sembra qui più intento a " ricostruire , (piuttosto che a "inventare,) il decoro di un nobile palazzo romano (basterà ricordare la facciata della villa Doria-Pamphilj, o quella tergale del casino Borghese, cosi come si presenta­va nel XVIII secolo, stracolma di statue, busti, bassorilievi, medaglioni, o quella, anch'essa ricchissima, della distrutta villa Sacchetti sttll ' Aurelia, detta del " Pigneto ,), secondo canoni assai costretti dal ferreo linguaggio dei simboU, piuttosto che a lasciarsi anda.re a proposte più libere e geniali. Lo testimonia il semplice raffronto fra questo progetto e l'altro per lo " splendido ricevimento, offerto il 15 agosto 1668 dal Cardinale Chigi, 131 nel giardino " situato tra le Quattro Fontane e S. Maria Maggiore , : si osservi oltre ad alcune geniali '' inventioni , la diversa cura nel compilare gli elaborati grafici, l.à numerosi, quasi pignoli nella descrizione dei particolari, quà solo due, schizzati con mano veloce.

O il Fontana aveva sentito allora lo stimolo dell'impre­sa, prestigiosa per l'altisonante nome del Cardinale com­mittente, o col passare degli anni (ormai ne aveva 66!)

la sua vena aveva perso baldanza per :tffidarsi piuttosto al " mestiere ., . cosi come b sua consolidata fanu gli con sentiva.

Se è stato necessario trascrivere buona parte della de­scrizione al fine di comprendere il complesso giuoco sim­bolico che si celava dietro il bozzetto "architettonico , del Fontana, a maggior ragione, come si potrà osservare, è opportuno riportare integralmente la descrizione del bozzetto "scenografico, , dove quel giuoco raggiunge ancor più raffinate sottigliezze, alcune delle quali forse nemmeno afferrate dal minuzioso, anonimo relatore.

'' Ma per seguire l'incominciato racconto, e passare dalla facciata al citato Antro è da sapersi, che in lonta­nanza scorgevasi un nuovo sole nascente figura al vivo espressiva del già noto Monarca, al quale sole gli Ecc. mi Elettori hanno dato l'alba per madre nel cognome d'Al­bani della Santità di N. Signore Papa Clemente Xl glo­riosamente Regnante.

Er:t dal suddetto sole Bambino illuminato tutto il vasto giro della Germania dipinto con grande Artificio, al quale vi era posto al lato l'effigie del fiume d'Istro, detto comu­nemente Danuhio, che bagna con le sue Onde quelle Provincie, e Regni.

Ne senza raggione lo Spiritoso Architetto simboleggiò il nuovo sole nascente al Principe Infante, e pose la Fe ­condità allusiva alla Gran Prosapia Austriaca riconosciuta dal sole benefico à favore della G ermania, dà questo sole fanciullo, che moltiplicarà sorto quel Cielo à prò di tutto il mondo Cattolico e Regi, e Imperadori.

Esprimevasi poscia la virtù Eroica, come suddita e Vassalla Ereditaria della Casa d'Austria figurata in un Er­cole io mezzo al Danubio, e l'Innocenza, che unita con la fecondità, e verginità, prendeva l'eroe bambino che qual nuovo Sole s'afferiva all'Augustissimo Trono della Chies:~ Cattolica Romana alla quale doveva per sempre in atto di ben dovuto ossequio tributare i suoi raggi.

Per il che vedevasi il nostro Sommo Pontefice Cle­mente XI in mezzo alla Religione Christiana e Fede Cat­tolica in atto di ricevere l'offerto Bambino, dal quale può sperare i suoi argumenri, et i suoi vantaggi la Fede.

Sopra al descritto Bambino scuoteva i voli generosi un Aquila Imperiale, che fungeva di svellere più rami d'al­loro, et inghirlandava la Corona augurando al medesimo felicissima Propagatione, e successione all 'Imperio.

I n faccia al Trono del Sommo Pontefice Clemente XI Gran decoro e splendore del Pontificio Triregno, se ne mirava al lato sinistro un altro, sotto del quaJe risiedevano l'Imperatore, il Rè de' Romani, e l'Arciduca d'Austria tre vere grati e dateci dal Cielo: Erano questi posti in mezzo alla Fortezza, e Costanza, Virtù, che dà loro Primogenitori sono sempre trascese ne figli, dimostrando la fortezza per debellare i nemici di Santa Chiesa, e la Costanza per di­fenderla contro chiunque ardisse d'insultarla.

Corteggiavano infinite altre virtù morali il già nato Regio Bambino, e quasi tutte correvano tributarie a rendergli Omaggio come dirivate, anzi nudrite sul seno istesso del Suo Gran Genitore.

Intorno all'Aquila sostenitrice della detta Corona d'alloro volavano due fame facendo a gara di sostenere ancor esse il soprannominato serto di Gloria, e Corona Imperiale.

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

Page 5: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

Era tutta la descritta machina nobilmente disposta, e messa j Oro con nobiJj ornamenti, lontananze, e varie illuminazioni dj trasparenti, che recavano sommo di letto agl'occru de' spettatori,.

DaJ la descriuone e dalla spiegauone delle raffinate allegorie emerge che qui, più che nel progetto per la fac­ciata, la collaborazione tra il Fontana e il Furstenberg deve essere stata stretta.

I ripetuti riferimenti al Danubio (iJ Danubio sarà inol­tre con Ercole e l'Innocenza uno dei tre protagonisti del carme musicato), ed alla casa d'Austria "figurata in un Ercole in mezzo aJ Danubio , , non possono che elegante­mente sottintendere i recenti successi di Leopoldo l , che, dopo la pace di Karlowitz dell'anno precedente, aveva defi­nitivamente attestato la preseoza austriaca sul meruo Da­nubio, respingendo a oriente l'influenza turca. E un così sotti le suggerimento ricco di diplomatica sapienza, non poteva venire che daJ Furstenberg: cosl come l'idea di raffigurare i membri della famiglia Asburgo con a lato '' la Fortezza per debbellare i nemici di Santa Cbies:t (ma il nemico in reaJtà era quello comune: i turchi infedeli) e la Costaoza per difenderla contro chiunque ardisse insul­tarla, . L'aJlusione è ancor più sottile: certo si accenna aJla tracotante condotta di Luigi XIV di Francia, stante anche l'imminente crisi dinastica per la successione al trono del­la cattolicissima Spagna: ed anche in questo caso iJ pro­blema è comune.

Tuttavia, in questo bozzetto "scenografico, , sorta di " presepe , , Carlo Fontana forse perché stuzzicato dal non facile compito di " far pompa deJ suo sapere, .... nel­l'angusto spario d'un Antro, (o come comunemente si dice ' ' entrane,), forse perché, pur abituato aJ protocollo della corte papale, attratto dalla raffigurauone di quel mondo aulico e raffinato, sembra recuperare appieno tutto il suo "ingegno, d'architetto e ru disegnatore; con il complesso distribuirsi delle figure e delle cose, con i sottili strattagemmi prospetdci, con il morbido fluire delle ombre, con la preziosità dello spazio, la scena ci offre una testimonianza preziosa della sua abilità.

" Andiam non più dimora Dove l'alba Novella Sotto l'auro Diadema è fatta Aurora e tù Regio fanciullo cresci aJ Danubio, al T ebro, al mondo, a Dio mentre crescer vegg'io aJ tuo nascente crin corone, et astri, e se un Sole tu sei dell'Eclittica tua calpesta i Mostri.

Premerai l'Orse rubelle, che di gelide procelle, più gelata hanno la fè, spegnerai nel T racio lido della luna il lume infido, onde ecclissi il Sole teme , .

Così, nei versi del Sinibaldi, cantava Ercole, profetiz­zando aJ regale rampollo un futuro glorioso. Ma quasi a rendere più effimera la festa, le architetture, i carmi e in fondo anche iJ mondo cortigiano d'allora, le cose sa­rebbero andate ruversamente: Leopoldo d'Asburgo moriva pochi giorni dopo, appena nato.

1) La descrizione della fest:J ed i due disegni inediti di Carlo Fon­t:Jna sono contenuti nel Codice Ashburnham 1280 della Biblioteca Medicea Laurenzian:1 di Firenze.

11 codice è composto di dieci carte nume.rate sul recto, è rilegato in pelle e sul frontespizio si legge:

lsrorico Racconto della /esca folla in Roma nella casa dell'lll.mo et Ecc.mo Signor Conte Landgravio di Fustembergh Con la dichiara­zione della facciata, e di quanto era espresso nell'Antro di detta Abita­zione. 11 lUUO con lnvenrione e Disegno del Signor Cavalier Carlo Fon­tana, e pubblicato le due sere de/li 8, e 9 di Xembre del 1700. Giomo festivo dell'/ncoronatione di N.S. Dedicata alla Santità di N.S. Cle ­mente Xl et alla Sacra Rea! Maestà C/em.ma di Cesare e degli invittis ­simi Rè de' Romani Rè d'Ungheria, et Arciduca d'Austria.

D codice è stato esposto nell'occasione della mostra, allestita pres­so la Biblioteca Mecficea Laurenziana di Firenze a cura di Fran­cesco Gurrieri e chi scrive ne ha redatto la scheda io catalogo. Dise­gni nei manoscritti Laurenziani. Secoli X - XVJ/, a cura di F . GUR· RIERI, Firenze 1979, Catalogo n. 218, pp. 306 e 307.

Desid.ero ringraziare la Direttrice, dott.ssa Morandini e il dott. Tesi per la gentilezza e l'aiuto prestatomi, oltre il dott. Borgia della Soprintendenza Archivistica per la Toscana, per akwti preziosi consigli.

2) Nel testo manoscritto purtropJ'O non viene ma.i indicato il nome del Filrsteoberg, limitandosi a conferirgli alternativamente i titoli di conte, Landgravio, monsignore.

lo FRIEDEIUCR NOACK, Das Deucschtum in Rom, Berlin und Leipzig 19<17, tre sono i membri della famiglia che potrebbero risultare pre­senti a Roma in quegli anni:

Aoton E~on, Grilf von Fiirstenberg, la cui presenza è documen­tata a Roma mtorno al 1656;

Frlederich von Fiirstenbe.rg, Canor1ico di West:falia, presente dal 1686 e morto a Roma il 25 gennaio 1706;

Philip Karl, Graf von Fiirstenberg, morto il 14 marzo 1718. 11 primo dei tre, Antoo Egon, sembrerebbe da scarta.rsi in quanto

oltre alla tatda età che avrebbe avuto nel 1700, già dal 1654 poteva usare il titolo principesco, cosa che l'ossequioso narratore non avreb­be trascurato di fare. L ' ipotesi, cronologicamente probabile, che po­tesse trattarsi di Friederich è iovalidata dal ripetuto uso dell'attributo di Landgravio: infatti il Landgraviato di Bar era pertinenza solo dei rami centrali della famiglia e non di quello di Westfalia, cui Friede­rich apparteneva (" Kanoniker aus Westfalen ,). Cfr.: Lou.ts Mo­RBRI, Le Grand Dictionnaire Historique, tomo IV, Basilea 1732, pp. 191 -194·

Non rimane dunque che Philip Karl (t667-17r8), canonico di Colonia1 Salisburgo e Strasburgo (e avente quindi diritto all'uso del " mons1gnore ,) del ramo dei Fiirstenberg di Moeskirck, Landgravi di Bar ; egli sarebbe poi divenuto Cameriere segreto del papa, vescovo princil'e di Lavaot m Carinzia. Cfr., oltre i due testi ettati, il Dizio­nario Ecclesiastico, Venezia 1879, ad vocem.

3) Mentre Anton Egeo abitava in via di Porta Pindana e Friede­rich in via della Croce (dr.: F. NoACK, Das Deutschtum in Rom, op. ci t.) non è stato possibile individua.re la residenza di Philip Karl . Non rimane da osservare che il palauotto Fiirstenberg doveva trovarsi (come testimoniano i muri accanto alla facciata e gli alberi sullo sfondo del disegno) nei pressi di un vasto giardino : dò potrebbe far supporre che l'aoitazione fosse la medesima di Antoo Egon, probabilmente situata lungo il muro di confine del parco di villa Ludovisi. Si osservi infine che il progetto del Fontana riguarda solo la facciata e l'Interno dell'abitazione, confermando cosi che il ,iliardino sullo sfondo non era di pertinenza della famiglia. Cfr. l' incisione raffigurante la villa Lu· dovisi con il parco e gli edifici d rcostanti in Descrizione di Roma modema formata nuovamente con /'autoritd del Card. Baronia, etc., Roma r697, p. 392.

4) Carlo Fontana (1634-1714) come scenograJo e "inventore, d'effimere architetture forse esordì nel r668 nella festa offerta il 15 d'agosto da.l Cardinal Flavio Chigi nel giardino della villa Montalto in onore della principessa Rospigliosi e di gran parte della nobiltà romana. Grande fu la risonanza dell'avvenimento e del progetto del Fontana rimangono numerosi disegni; dr.: ANDREA Bosmr Vrc1, Son­tuoso ricevimento ed artistico- poetico magnifico convito della nobiltd di Roma sparita, Roma 1906. Entrato beo presto nella cerchia artisti­ca del Cardinal Pamphil.IJ nel r687 curava le scene (disegnando addi­rittura i vestiti) della c.;omedia di S. Dinna con testo scritto dallo stesso cardinale.. Sempre secondo il libretto del Pamphilj nel 1696 il Fontana sceneggiava l'Oratorio di S. Maria Maddalena de' Pazzi, eseguito nel teatro del Collegio Clementine con musica di Alessan­dro Scarlatti (Cfr.: LJVIA MONTALTO, Un mecenate in Roma Barocca, il cardinal Benedetto Pamphilj (IG53-1730), Firenze 1,955). Certo l'amicizia col Phamphilj fu determinante per tuna la catttera artistica del Fontana, che rLDlase legato al cardinale fino alla morte. Per un quadro .approfond. ito del " mondo, romano tar. do seicentesco cfr..: MAURIZIO FAGIOLO DELL'ARCO e SILVIA CARANDINI, L'effimero barocco, Roma 1978.

5) La presenza di due cardinalì assai vicini al nuovo papa, oltre. a sottolineare l'importanza mondana della fesra, sembra far traspanre anche un sottile rilievo politico.

79

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte

Page 6: DUE > DI CARLO FONTANA PER UNA FESTA IN … · 2019-03-04 · autore di numerose opere, ogni anno invitato per Natale ad eseguire le sue composizioni nel Palazzo

Gianfilippo L:unber~eh, b.1rone austri.1co, nel 1699 era stato fluo cartliuale proprio per le pressioni d1 Leopoldo l, d1 cu• era COttS1ghere ed amico; per analoghe pressioni era divenuto cardinale, nel 1697, Vincento Grimani. Cfr.: Dizionario Ecclesiascico, Venetia 1879, ad vocem. Cosi influenti presenze, oltre a quella dell 'Ambasciatore d'Austria ~un Lambergh anche lui) non potevano che far assumere alla festa l aspetto di una voluta ostenta:tione (che ceno non sarebbe passata inosservata nelle opportune sedi diplomatiche) per dimostrare che nella comune e felice ncorrenza un'affratellante letizia regnava a Roma e a Vienna.

6) I due disegni del Fontana, a penna e inchiostro seppia acque· rellato, sono stati eseguiti su due fog li di piccolo formato incollati insiemi' cosi da misurare cm. 37,~ di base e cm. 25,5 di alte:aa. La carta usata, priva di ftli_grana, è ptù sottile di q_uella del testo. I due disegni sono stati insenti fra le pagine del fascJcolo successivamente alla sua compilatione (presumibilmente al tempo della rilelfoltura onocentesca, in pelle), senza tuttavia seguire l'ordine di descnzione del relatore.

7) Anche in questo caso il relatore ci lascia notizia solo d.el cognome del compositore poetico. Ci pare tuttavia certo che dovesse trattarsi di Giacomo Sinibaldi (t64t ·1 72o), filosofo e medico "dello stesso Palauo Apostolico .,, ma che "per sollievo , amava anche dilettarsi di letteratura, scrivendo opere di filosofia, commedie, sonetti, pasto· rali ed altri componimenti poetici; fin dal 1691 era divenuto "arcade, con lo pseudonimo di Panopo Melenidio, cfr.: G10. MARIO CRBSCIM· BENI, N otizie storiche degli Arcadi morti, t. l, Roma 1720, pp. 173· 176. Con un diverso pseudonimo, Baldosini Comagio, nel 168t diede alle stampe un dramma intitolato Lisimaco, dr.: GIOVANNI MAZ· ZUCCHELLI, Gli scriuori d'Italia, t. Il, Brescia 1753·63, p. 156. T enne a R oma lezioni come professore dell'Archiginnasio (Sapienza) e fu celebre per la sua erudizione nella " retorica .,, cfr.: GIOVANNI CINELLI CALVOLJ, Biblioteca volant.e, continuata dal dott . Andrea

8o

Scmwssnni. ed. scconùJ 111 nuglior form:~ ridoiiJ, Vene;:ia 1747, p. 249·

8) Flav•o Carlo Lano.:uu era un composuore assai m voga nella Roma di allora, cfr.: L . MONTALTO, Un mecenate in Roma Barocca ... , cit.; delle sue composizioni sJ conservano una serenata e le parti ture della Santa Dimna, figlia del re d'Irlanda, Modena 16871 della S. Clo­tilde rema di Francia, Bologna 1702, e de Il Martirio dt S. Eustachio. Cfr.: Enciclopedta della Musica, vol. II, Milano 1963, ad vocem. 9) Arcangelo Corelli, detto anche iJ Signor Arcan.gelo o Arcangelo

del Violino (Fusignano di Ravenna 1653 - Roma 171 3) studiò mu­sica a Boloj:na che fu pe.r lui una seconda patria. Grande fu la sua fama di compos•tore, tuu'o$gi considerato uno dei maggiori de l suo tem· po, mentre quella di VIOlinista andò offuscandosi con il passare degli anni; grazie alla sua amicizia col Pamphilj trascorse gran pane della sua permanenza romana come ospite nel palauo (oggi Doria-Pam­phìlj) di via del Corso. Per desiderio del cardinal Ottoboni, altrO suo grande protettore, alla sua morte fu seppellito nel Pantheon. Cfr.: Enciclopedia della Musica, cit., ad vocem.

10) Probabilmente si tratta di quel Silvio, " tenore venuto da Fra ­scati, , che nel t687 aveva cantato nella Comedia di S. Dinna, su testo del car dinal Pamphilj. Cfr.: L. MoNTALTO, Un mecenate in Ro· ma Barocca .... , dt., p. 324·

1 r) L'arme raffigurata è quella "pubblica, t non quella familiare degli Asburgo: si tratta dell'antico stemma dei Babenberg, duchi d'Austria, ereditato poi dagli Asburgo come simbolo dell'Austria e tuttora rimasto nei colori (bianco e rosso) della bandiera austriaca.

12) PurtrOPI'_C! nel bouetto il Fontana non ha accennato alle carat­teristiche delJ arme dei Filrstenberg, negandoci così la possibilità di individuare il ramo di appartenenza e quindi un indizio probante sull'identità dell'anfitrione.

13) Cfr.: A. BUSIRI V1c1, Sonwoso ricevimento ed artistico poetico magnifico convito .... , cit.

©Ministero dei beni e delle attività culturali-Bollettino d'Arte