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...e tutti rimasero di stucco... Racconto liberamente ispirato al libro della Prof.ssa Maria Antonietta Spadaro : Palermo, ogni favola è un giocoPietro Vittorietti Edizioni

E-book: ...e tutti rimasero di stucco... IV C Plesso Fava

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Direzione Didattica Monti Iblei E-Book realizzato dagli alunni della Classi Quarte nell’ambito del Progetto “Leggere Palermo”. A.S. 2015 -2016

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...e tutti rimasero di stucco...

Racconto liberamente ispirato al libro

della Prof.ssa Maria Antonietta Spadaro:

“Palermo, ogni favola è un gioco”

Pietro Vittorietti Edizioni

Indice

Il racconto…………………………………………………………….. Pag.03

Informazioni utili……………………………………………………..Pag.15

Scheda descrittiva monumento……………………………………..Pag.16

Credits………………………………………………………………....Pag.18

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Alla fine del XVII secolo esisteva la numerosa è bella famiglia di

Bernardo che era un chiavettiere. La famiglia era composta da gli

anziani genitori, la moglie Maria e sette figli.

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Il figlio più piccolo era un così bel bambino che la gente ogni

giorno andava a vederlo nella sua casa.

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Un giorno qualcuno bussò alla porta di Bernardo e Maria andò ad

aprire con i figli i quali si spaventarono nel vedere un giovane tutto

bianco dalla testa ai piedi. Questo giovane chiese di poter vedere il suo

bellissimo bambino e la madre dopo qualche perplessità acconsentì.

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Il giovane che in realtà era Giacomo Serpotta dopo avere

ammirato il bambino è entrato in casa si fermo ad osservare gli altri

bambini. Alla fine chiese a Maria che sarebbe tornato al tramonto per

parlare con il capo famiglia.

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Così dopo il tramonto Giacomo tornò nella casa di Bernardo.

Quando uno dei bambini andò ad aprirgli alla porta non lo riconobbe

perché ora non era più tutto bianco, ma pulito.

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Fattosi riconoscere Giacomo disse a Bernardo che voleva fargli

una proposta un po' bizzarra. Voleva cioè prendere come modelli per

creare delle sculture i componenti della sua famiglia per creare delle

statue belle e naturali. Discutevano seduti intorno a un tavolo davanti

a un bicchiere di vino. Giacomo aggiunse che sarebbe stato pagato per

il tempo rubato ai familiari.

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Quella notte Giacomo sogno statue bianche che si muovevano

nello spazio. Sognò la moglie di Bernardo che allattava il piccolo ed un

altro attaccato alla veste. Quando si svegliò pensò che avrebbe potuto

realizzare una scultura identica a questa scena e penso di chiamarla

“La carità”.

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L'indomani mattina Bernardo si recò nella bottega dei Serpotta.

La prima persona che vide fu Gaspare, il padre di Giacomo poi

quest'ultimo gli mostrò gli schizzi che faceva sulle figure umane prima

di realizzare le sue statue. Alla fine Bernardo fu rassicurato dal

Serpotta che nessuno avrebbe riconosciuto nelle statue, che avrebbe

realizzato, i componenti della sua famiglia.

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Quella sera stessa Bernardo dopo cena convocò l'intera famiglia

per comunicare l'offerta ricevuta. Dopo qualche perplessità tutti

accettarono anche perché veniva a sorpresa che questo lavoro sarebbe

stato pagato.

Giacomo così inizia a frequentare la casa di Bernardo e comincia

a disegnare i suoi bambini e talvolta si fermò a giocare con loro.

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Un giorno uno dei bambini portò alla bottega di Giacomo una

lucertolina che aveva catturato per strada. Ma mentre la teneva per la

coda questa scappo finendo sulla base di una statua.

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Giacomo allora prese un carboncino e disegno la lucertola e disse

che da quel momento in poi La Lucertola su di una scultura sarebbe

stata la sua firma.

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Alla fine fu decorata da Giacomo Serpotta oratorio di Santa Cita

che può essere considerato uno dei massimi capolavori della scultura

barocca

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Scheda descrittiva Oratorio di Santa Cita

Denominazione: Oratorio di S. Cita o S. Zita

Tipologia: oratorio;

Località: Palermo – via Valverde

Epoca / Data di costruzione: stile barocco – XVII secolo

Decoratore: Giacomo Serpotta

Committente: Compagnia del Rosario

Descrizione dell’edificio (ESTERNO):

L’oratorio è annesso all’omonima chiesa. Vi è un netto contrasto tra l’esterno modesto e l’interno riccamente decorato. L’unica decorazione è un portale in marmo, oltrepassato il quale, ci si trova davanti una bellissima scalinata. Alla fine di essa si arriva ad un ballatoio su cui si aprono gli ingressi all’antioratorio ed all’oratorio.

Descrizione dell’edificio (INTERNO):

Nella sala dell’antioratorio si trovano i ritratti dei governatori della Compagnia del Rosario. Da essa si accede ad un piccolo disimpegno dove, da due porte, si entra all’oratorio vero e proprio. Lo spazio dell’aula oratoriale è di forma rettangolare i cui lati lunghi sono decorati con scene raffiguranti i misteri gaudiosi, gloriosi e dolorosi del Rosario. Le pareti sono interamente ricoperte da statue e stucchi di Giacomo Serpotta. Lo scultore vi inserì numerosi angeli e putti di cui, alcuni, sembrano giocare tra di loro. Sui lati corti si trovano da un lato il presbiterio e dal lato opposto, dove si trova l’ingresso, vi è un grandissimo “panneggio” rappresentante “La battaglia di Lepanto” che celebra la vittoria della fede cristiana. Infine, tra le varie statue vi è quella rappresentante “la Carità”: una donna che allatta un bambino ed un altro che le tira la veste.

Interventi successivi

Ha subito solamente un restauro di tipo conservativo.

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Destinazione iniziale d’uso = attuale destinazione d’uso:

Oratorio

Avvenimenti e/o personaggi storici collegati

Giacomo Serpotta, importante e noto scultore e stuccatore è colui che ha interamente decorato l’oratorio.

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Direzione Didattica Monti Iblei

E­Book realizzato dagli alunni della classe IV C del Plesso Fava nell’ambito del Progetto “Leggere Palermo”.

a.s.2015 ­2016

Insegnanti

Roberta Bodanza ­ Francesca Barbiera ­ Antonio Chinnici

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