52
Premessa: Ogni anno, per motivi famigliari e non, siamo “costretti” a fare un viaggio verso Romania. Ed è proprio questo viaggio che ha aperto in me, il desiderio-ricordo di avere una roulotte. Se le prime volte, il giro era fato “tirato” quasi senza sosta, senza respiro, per “guadagnare” più tempo alla destinazione, più tardi ho capito che sia un grande sbaglio e che tale viaggio va fato “sfruttando” le bellezze di ben quattro paesi, insomma che siamo fortunati ad avere tale opportunità. Cosi, con questo pensiero e arrivata nella nostra famiglia la Adria. E Adria che si prende il merito di aver conosciuto Tuttocaravan e tutti coloro che spero non azzardarmi a chiamarli amici. Con momenti di imbarazzo e d’ incomprensione, già dimenticati, ma soprattutto con grandi momenti di gioia e di sapienza che mai potrebbero essere cancellati sono cresciuto come roullotista con Tuttocaravan. Per questo che” verso” il mio contributo con ancora un altro racconto, affinché Tuttocaravan crescerà con ognuno di noi. Sebbene il titolo non sia nuovo, vi assicuro che il racconto sia talmente diverso, come la prospettiva di ciò che ho visto. Questa volta ho scoperto tre città di cui pensavo diverso: Sibiu in Romania, Maribor in Slovenia e Treviso in Italia. Mi si è riconfermata la gentilezza della gente slovena, l’ospitalità romena e l’incanto dei posti italiani. Cresciuta molto nel mio giudizio l’Ungheria, ma impossibile non succedere una volta visitata la capitale Budapest. Ho trascinato la mia famiglia tra storia, geografia, religione, gastronomia(sono sempre stato incuriosito delle cucine diverse, sbagliando solo che all’inizio paragonavo molto con quella di …casa. Comunque ho sempre disapprovato l’atteggiamento di coloro che ancora prima di assaggiare e peggio, ancora prima di vedere buttano in modo del tutto gratuito l’espressione: ”Che schifo!” scordandosi che quel “schifo” sono secoli di tradizione d’un popolo, d’una cultura ,riconosciuti non poche volte dei più grandi cuochi del mondo e che, di sicuro, non verranno sminuiti d’un tale comportamento infantile. Non puoi offendere una persona, una famiglia che ti sta offrendo del cibo tradizionale che considera la cosa più buona che ha. E inculturale e di pessimo…gusto!), natura ,edilizia ,arte e cultura restando contento di averlo fato. Equipaggio: Koko, Alina, Andrei e Cornelia (formula completa).

e non, siamo “costretti” a fare un viaggio verso Romania. Ed è · questo che” verso” il mio contributo con ancora un altro racconto, ... nota per le sue miniere di mercurio

  • Upload
    lethien

  • View
    213

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Premessa:

Ogni anno, per motivi famigliari e non, siamo “costretti” a fare un viaggio verso Romania. Ed è

proprio questo viaggio che ha aperto in me, il desiderio-ricordo di avere una roulotte. Se le prime

volte, il giro era fato “tirato” quasi senza sosta, senza respiro, per “guadagnare” più tempo alla

destinazione, più tardi ho capito che sia un grande sbaglio e che tale viaggio va fato “sfruttando” le

bellezze di ben quattro paesi, insomma che siamo fortunati ad avere tale opportunità. Cosi, con

questo pensiero e arrivata nella nostra famiglia la Adria. E Adria che si prende il merito di aver

conosciuto Tuttocaravan e tutti coloro che spero non azzardarmi a chiamarli amici. Con momenti di

imbarazzo e d’ incomprensione, già dimenticati, ma soprattutto con grandi momenti di gioia e di

sapienza che mai potrebbero essere cancellati sono cresciuto come roullotista con Tuttocaravan. Per

questo che” verso” il mio contributo con ancora un altro racconto, affinché Tuttocaravan crescerà con

ognuno di noi. Sebbene il titolo non sia nuovo, vi assicuro che il racconto sia talmente diverso, come la

prospettiva di ciò che ho visto. Questa volta ho scoperto tre città di cui pensavo diverso: Sibiu in

Romania, Maribor in Slovenia e Treviso in Italia. Mi si è riconfermata la gentilezza della gente slovena,

l’ospitalità romena e l’incanto dei posti italiani. Cresciuta molto nel mio giudizio l’Ungheria, ma

impossibile non succedere una volta visitata la capitale Budapest. Ho trascinato la mia famiglia tra

storia, geografia, religione, gastronomia(sono sempre stato incuriosito delle cucine diverse,

sbagliando solo che all’inizio paragonavo molto con quella di …casa. Comunque ho sempre

disapprovato l’atteggiamento di coloro che ancora prima di assaggiare e peggio, ancora prima di

vedere buttano in modo del tutto gratuito l’espressione: ”Che schifo!” scordandosi che quel “schifo”

sono secoli di tradizione d’un popolo, d’una cultura ,riconosciuti non poche volte dei più grandi cuochi

del mondo e che, di sicuro, non verranno sminuiti d’un tale comportamento infantile. Non puoi

offendere una persona, una famiglia che ti sta offrendo del cibo tradizionale che considera la cosa più

buona che ha. E inculturale e di pessimo…gusto!), natura ,edilizia ,arte e cultura restando contento di

averlo fato.

Equipaggio: Koko, Alina, Andrei e Cornelia (formula completa).

Treno: Fiat Doblò ed Adria (formula ideale). E per la prima volta in seguito alla grande nevicata di questo inverno che aggancio, speriamo nei danni minimi(adesivi staccati, lampadine bruciati).

Prima della partenza faccio il cambio di gomme, mettendo le termiche nuove di zecca sulla Doblò. L’ultima della Romania è che fino al 15 aprile le auto devono essere munite proprio di gomme termiche, non di catene a bordo. Voilà!

Tempo: scuro ,stava per piovere (combinazione poco piacevole).

Gasolio: 1,80 euro/litro (cosa per niente piacevole).

Partenza: Pontemurello-PU (vicino a Fano).

Foto: una parte di loro hanno una qualità scarsa. Non avendo altro che filmati in certi posti, il passaggio da analogico al digitale mi ha svantaggiato. Non succederà mai più! Spero. Potevo sostituire le mie immagini con le altre trovate nelle diverse ricerche, ma ho considerato che il tocco d’originalità sia dato proprio per queste imperfezioni e che devo accettare che non sempre tutto va …come previsto.

***

Italia viene “sorvolata” senza che ci fermiamo per visitare. Scattiamo solo qualche foto alla laguna ,appena superata la Chioggia, decisi che al ritorno sarà girata a piedi.

Vogliamo arrivare abbastanza presto in Slovenia.

Prendendo direzione Gorizia, dopo un ora e mezzo di bellissimi immagini e un bel po’ di serpentine ci troviamo d’avanti alla stazione delle corriere.

Non faccio in tempo di chiedere qualche info sui parcheggi, che un gentilissimo signore si ferma in auto e mi dice di seguirlo verso un parcheggio. Che dire!? Che c..lo! Nemmeno cinque minuti e ci troviamo in un ampio parcheggio gratuito, su una piccola colina, vicino al ingresso sotterraneo nella miniera Antonijev Rov (Pozzo di Antonio), usato oggi per visite ai livelli superiori, completati con modelli a dimensione naturale dei lavoratori nel corso delle epoche. I livelli più bassi, che arrivano a quasi 400 metri di profondità, non sono più sfruttati. Il video di presentazione e in italiano, la guida parla l’italiano, tempo per prendere le divise e…

Idrija, nota per le sue miniere di mercurio (oggi non più attive) è uno dei pochi luoghi al mondo dove il mercurio si trova sia nella sua forma liquida sia come minerale di cinabro (solfato di mercurio). I cinque secoli di attività mineraria hanno lasciato un ricchissimo patrimonio di monumenti e curiosità tecniche e storico-culturali, come castello di Gewerkenegg, che divenne la sede amministrativa della miniera: attualmente l'edificio è adibito a museo.

Il vanto della città risiede nell’arte del merletto, assolutamente unico, con le sue ricche collezioni museali presenti al castello Gewerkenegg, che ospita il Museo Civico. Qui si possono scoprire anche i cinque secoli di storia della miniera e della sua città.

L’ultima foto rappresenta una pala di ferro che galleggia nel mercurio! Invece a sinistra è una testa di pala che galleggia nel…comunismo! Fino a Kamst, la più grande ruota di legno rimasta intatta in Europa, che serviva a pompare l’acqua dalla miniera, siamo accompagnati per tutto il centro città da una delle guide del museo civico.

Entriamo in un posto dove mangiamo dei dolci alla vaniglia e crema chiamati kremna rezina ("slice crema") o kremšnita (dal tedesco Cremeschnitte) …cosi buoni che gli riordiniamo. Giornata bellissima, persone stupende, prezzi modici, pensate che tutta la visita al museo comunale delle tecniche di questa cittadina mineraria, premiato come Miglior Museo tecnico ed industriale europeo, ci ha costati 40 euro a tutta la famiglia! Istruttivo ed interessante!

La località Postumia nel quale è situato( al riparo di una grotta carsica su una parete di roccia alta 123 metri), fino alla Seconda guerra mondiale si trovava in territorio italiano in Provincia di Trieste, nel comune di Bucuie, che attualmente dipende dalla città di Postumia, dalla quale il castello dista circa 9 chilometri.

Si possono vedere la zona abitativa, la cappella, le prigioni, ricostruzioni di personaggi dell'epoca, mobilio ed opere d'arte con una pietà del 1420.

L'edificio, direttamente adiacente al fianco della montagna, dà accesso ad una cavità con un'apertura con panorama sui dintorni. Il castello cela l'ingresso ad un vasto sistema di grotte carsiche, che si snoda nel sottosuolo su più livelli, ed al cui interno si trova anche la tana di Erasmo.

Poi nella tana…un gran’cornut’…

A una prima occhiata Budapest può lasciare perplessi: un po' troppo rumore, troppe auto, vie degradate... Ma "la perla del Danubio" svela i suoi tesori a poco a poco, lungo le rive maestose del fiume, sulle colline verdeggianti di Buda, nelle stradine lastricate del quartiere del castello.. nei suoi quartieri debordanti di vita.

Lungi dall'essere una «città-museo», la capitale magiara, costruitasi nel tempo, è viva e integra ogni nuova costruzione a quelle già esistenti, arricchendosi di culture diverse...

Dopo un primo momento di scombussolamento, parcheggiamo comodo il nostro treno sotto un ponte, vicino ad un distributore. Il benzinaio ci conferma che si può sostare, parla poco l’italiano ma si fa capire, cosi che ci consiglia di visitare il castello. Incontriamo anche un sacco di turisti italiani che oltre ad il piacere di sentire qualcosa di famigliare, ci danno un sacco di info.

Danubio e Pest viste da …Buda!

Danubio e Buda viste da …Pest!

Il Széchenyi Lánchíd (ponte delle catene) ed il Km 0 di Budapest.

Fu il re Bela IV a decidere di edificare una fortezza in questo luogo, per proteggere Buda dall'invasione mongola. Il castello (Budavárí Palota) deve tuttavia la sua opulenza agli Asburgo. Non perdetevi l'esterno del palazzo: il gigantesco turul, la statua equestre di Eugenio di Savoia, la fontana del re

Mattia, la porta dei Leoni, che immette nel pregevole cortile interno, la torre della Mazza, il barbacane. Il palazzo ospita tre musei e la biblioteca nazionale Széchenyi, il Museo di Storia di Budapest e la Galleria nazionale ungherese.

Dopo una passeggiata nel recinto del castello, nelle vie adiacenti o dopo aver visitato un museo, potrete passeggiare piacevolmente nelle strade di questo vecchio quartiere, fermandovi qua e là per ammirare una vetrina, una facciata, un monumento, per fare riprese video o scattare fotografie. Se siete alla ricerca di uno snack o di qualcosa da bere, avrete solo l'imbarazzo della scelta fra i numerosi ambulanti o i locali della zona.

La Cattedrale dell’Assunta si innalza al centro del Quartiere del Castello, a Buda ed è uno degli edifici più interessanti della città di Budapest e patrimonio artistico e turistico della città.

Ambigua, piena di contrasti e multiforme: questa è Budapest!

* * * L’ingresso nel territorio della Romania lo facciamo tramite la vama(dogana) Cenad. Ancora i controlli sono comuni: doganieri ungheresi e romeni che non la fano tanta lunga, ma in passato ammazza come rompevano…

Una delle più belle città del paese, diciamo più occidentalizzata perché qui l’occidente arriva …prima! Dieci anni fa di residenti italiani ne erano ben 50.000! Sarebbe come tutta la città di Fano andasse lì!

Detiene il più ampio numero di edifici storici della Romania, la varietà architettonica, le influenze del barocco viennese e il gran numero di parchi sono valsi a Timişoara il soprannome di "Piccola Vienna" e di "Città dei parchi".

E una città multiculturale, con influenti minoranze, fu la prima città europea ad avere lampioni elettrici(1889) e la seconda nel mondo, dopo New York.

I suoi principali punti d'interesse sono la favolosa cattedrale ortodossa, il museo d'arte religiosa e il museo del Banat, la piazza Unirii e la piazza Libertatii.

Il 16 dicembre 1989 scoppiò a Timișoara la rivoluzione che avrebbe portato alla caduta di Nicolae Ceauşescu e del regime comunista romeno. Tutto ebbe inizio con la protesta dei parrocchiani contro il trasferimento forzato del pastore riformato László Tőkés; ai fedeli che manifestavano davanti alla parrocchia si unirono i passanti e in breve tempo la protesta si estese, raccogliendo nel centro della città decine di migliaia di persone. Furono scontri sanguinosi con 73 morti e 253 feriti, il 20 dicembre 1989. Gli avvenimenti di Timișoara portarono una settimana più tardi alla caduta del regime di Ceaușescu. Nelle foto: il luogo da dove è partita la Rivoluzione e tracce conservate di proiettili in un edificio.

Prima di lasciare Timisoara andiamo a vedere la prima fabricca in assoluto che fu costruita in Romania, non altro che …la fabricca di birra Timisoreana! I romeni sano con cosa iniziare alla grande! C’è anche il nome di Savoia legato a questo investimento!

Salutiamo in questo modo, il nostro amico Marius, che ci ha fato da cicerone…

E un municipio della Romania di 133.000 abitanti, capoluogo dell'omonimo distretto, nella regione storica della Moldavia. Si tratta di una città molto antica, la prima documentazione storica risale al 1408, ben strutturata, da cui traspare chiaramente il ruolo rilevante che ha avuto nell'area nel corso dei secoli. In particolare si segnala l'architettura urbana di epoca medievale e nello specifico di stile gotico i monasteri ortodossi. Al contrasto, verso il moderno, la nuova Cattedrale Cattolica. Le cattedrali ortodossa e cattolica(dove io da piccolo, nonostante ortodosso ,andavo a cantare insieme ad un amico, alla domenica mattina) dai tempi comunisti, prima di dicembre 1989 quando ancora il presidente lo era Nicolae Ceausescu:

Quello che sia venuto in seguito, le nuove cattedrali ortodossa(ancora da finire) e cattolica (finita già da ormai 15 anni! Quando i soldi arrivano da…fuori!):

Non posso non ricordare il più grande poeta bacauano, uno dei più grandi dalla Romania: George Bacovia. Alla sua memoria ,nel centro della città, c’è una statua che lo ricorda. Ed io lo ricordo ai figli! Nell’altra foto uno dei grandi alberghi : Hotel Moldova.

In mezzo ai pini che con le mie manine gli ho piantati 35 anni fa!

Una fattoria dove si può vivere la semplicità della vita in campagna, si può imparare cose bellissime, si può ammirare la splendida natura e si può mangiare cose veramente speciale. Ci fermiamo per quasi una settimana.

Lavoretti…

Altri tipi di lavori…

Presenze…

Il giardino…

I cibi tradizionali o quasi…: riso all’ortiche, icre(uova di pesce) spalmate e ravanelli, pesce fritto,cocomero in salamoia…

Essendo ancora quaresima, per tradizione ortodossa, è consigliabile astenersi dal mangiare carne,uova e formaggi. Ci sono dei giorni in quale si può mangiare pesce e derivati. Rispettiamo questa tradizione per via dei genitori di mia moglie, anche se loro ci chiedono sempre se vogliamo qualcos’altro. In settimo cielo invece mio figlio che è vegetariano.

Lascio a voi descrivere i tramonti di tutte le sere…

La città da vita a molte attività educative, scientifiche e religiose che si sono manifestate in una moltitudine di luoghi e di musei importanti in tutta la Romania tanto che questo territorio è denominato il museo della Romania. Tra queste l'antica Chiesa dei Tre Gerarchi dalle pareti riccamente scolpite a figure geometriche(adesso in ristrutturazione), la grande Cattedrale Metropolitana che conserva le veneratissime spoglie di Santa Paraschiva, il neoclassico Teatro Nazionale preceduto da elegante parco pubblico, il Municipio.

Sono stato a Iasi sia in Primavera che in Autunno che in Inverno e devo dire che ogni stagione offre le sue peculiarità. In pieno Inverno una coltre di neve ricopre strade e monumenti trasformando il centro storico, soprattutto alla sera, in un ambiente fiabesco. In Autunno si celebra Santa Paraschiva, una delle più venerate dalla religione ortodossa, a Iasi arrivano migliaia di devoti da tutto il Paese e non solo. Davanti alla Cattedrale Metropolita si formano lunghissime code per rendere omaggio al sarcofago della Santa.

A fianco alla Catedralle ortodossa ,tra 1992-2005 è stata costruita ,quella che non si è riuscito in passato a causa del comunismo: la Catedralle Cattolica Episcopale Santa Maria Vergine. L’altezza della croce è di 10 metri e la messa di consacrazione dell’altare a riunito 23 episcopi, altri episcopi da Italia,Polonia,Svizzera, Germania,Norvegia e Austria, tutti gli episcopi romano-cattolici e greco-cattolici dalla Romania, il mitropolita ortodosso, 200 pretti e 3.500 partecipanti…

Prima però di andare via, a sorpresa, gli faccio portare in un posto dove io 25 anni “orsono” leggevo la mia ammissione al Politecnico , Facoltà di meccanica, specialisazzione macchine e attrezzi industriali. Poi una sbirciatina in una delle aule. Spero sia un buono esempio di ambizione per i miei figli.

Senza dubbio, quindi, Iasi rappresenta la città culturalmente più importante del paese.

Festa in cui per tradizione si concede di mangiare il pesce. Perciò ci prepariamo, però con delle specialità casalinghe. Siamo a Campeni. L’affumatrice artigianale:

…il risultato(una parte)…

…ed il risultato finale!...

Non può mancare la ciorba di pesce…

…come non può mancare l’allegra compagnia…

Ma mentre noi stiamo al calduccio ad abbuffarci ,non c’immaginiamo nemmeno cosa sta succedendo fuori!...

Cambiando i campi da cosi…a cosi…!

Il giorno successivo, giorno di partenza, trovo la Doblò tutta gelata! E siamo a Pasqua, non a Natale!

Anche la strada non’è dalle migliori…

Una bellissima immagine-momumento del più grande poeta romeno Mihai Eminescu,realizata in lamiera, nella città di Onesti, la stessa città di Nadia Comaneci, multipla campionessa olimpica di ginnastica, la prima ad aver ottenuto il 10 nella storia delle olimpiadi. Era a Montreal!

Più che castello, la traduzione giusta sarebbe Rocca, la cui costruzione iniziò nel XIV secolo, al posto di una fortezza del XII secolo. Fu trasformata in castello fortificato nel XVI secolo, divenendo sede del principato dal XVII secolo. Oggi Cetatea Făgărașului ospita il Museo „Țara Făgărașului” e la Biblioteca Comunale di Făgăraș. Eccola da un’immagine presa da un francobollo:

E stata la residenza di tanti principi di Transilvania tra cui anche Vlad Dracul(dopo 1400), il padre di Vlad Tepes (cosidetto Dracula), che non’era affatto cattivo come il figlio, anzi, ma che vieni sopranominato Dracul, cioè Diavolo, affinchè indossava una maglia regalata dal esercito maghiaro, dove era ritratto un …Dragone! Ulteriore diventa fortezza militare su quattro bastioni , poi tra 1950-1960 svolge anche il ruolo di carcere… comunista!

Di profilo misto (storia, etnografia e arte), il Museo Tarii Fagarasului "Valer Literat", comprende nel suo patrimonio, una grande varietà di collezioni, come quelle di: archeologia, armi, monete, tessere, libri rumeni, documenti, lapidario, fabbrica di vetro, arte decorativa e plastica, ceramiche, costumi, tessuti, personalizzata, le icone di vetro, uova dipinte, arte in legno, legno, osso, artigianato in ferro,ecc..

Dentro il museo si trova anche la galleria di scultura "Virgil Fulicea" ,che evidenzia le più

importanti opere apportate da questo grande artista contemporaneo.

La corte interna ci ricorda per l’assomiglianza con castello di Gewerkenegg, Idrija-Slovenia, guarda caso anche esso adibito in un museo, il mosaico romano del sec.II lo abbiamo visto persino in un museo a Bari e anche a Pergola, altre assomiglianze col Musée Régional des Arts et Traditions Populaires di Nancy- Francia ecc..

Comunque, tante sono le “parallele” che abbiamo avuto l’occasione di costattargli di persona, non solo tra i posti dello stesso paese, ma persino sui paesi diversi e questo racconto ne fa testimonianza,ciò mi fa dire con certezza che:

TUTT’IL MONDU’I UN PAES’!

E una città culturalmente vivace e la designazione quale capitale europea della cultura per il 2007 ne ha accentuato ancor più questa caratteristica. Viene solitamente divisa in due parti, la Città bassa (Oraşul de jos) e la Città alta (Oraşul de sus); quest'ultima costituisce il vero e proprio centro storico di Sibiu ed è organizzata attorno a tre piazze, con una serie di vie che seguono l'andamento della collina. Tutti i principali punti di interesse della città si trovano in quest'area.

La Piazza Grande (Piaţa Mare) è, come suggerisce il nome, la più grande della città ed ha costituito fin dal XVI secolo il centro della vita cittadina. Sulla piazza si affacciano alcune tra le più importanti costruzioni della città: il Palazzo Brukenthal, un palazzo in stile barocco costruito tra il 1777 ed il 1787che oggi ospita la parte principale del Museo Nazionale Brukenthal, accanto si trova la cosiddetta "Casa Blu",la "Torre del Consiglio", uno dei simboli della città, inizialmente una torre di fortificazione del XIV secolo ecc..

Nonostante nel 1782 Franz Joseph Müller von Reichenstein scoprì a Sibiu (sua città natale) un elemento chimico allora sconosciuto, il tellurio ,poi nel 1797 Samuel Hahnemann aprì a Sibiu il primo laboratorio omeopatico al mondo ,nonché nel 1896 Sibiu fu la prima città della Romania ad usare l'energia elettrica e nel 1904 fu la seconda città in Europa ad avere una linea di tram ad alimentazione elettrica, nei “gloriosi anni comunisti” la città ha come il sindaco il figlio del dittatore Nicolae Ceausescu: Nicu Ceausescu. Anche se faceva quello che gli pareva, essendo sempre in contrasto col padre, ha commesso un sacco di abusi.

Fondata nel 1190 dai Sassoni di Transilvania, coloni di origine tedesca,dopo la prima guerra mondiale e la dissoluzione dell'Impero austroungarico, Sibiu entrò a far parte della Romania, pur rimanendo la maggior parte della popolazione costituita da tedeschi e ungheresi. Dopo la seconda guerra mondiale e l'avvento del regime comunista, molti degli abitanti di origine tedesca emigrarono verso la Germania e nel 2006 ne rimanevano a Sibiu soltanto 2.000 circa(da 20.000!!). La Cattedrale Evangelica:

Ci dispiace molto essere arrivati troppo tardi per visitare il Museo Bruckenthal aperto nel 1817, il primo museo tuttora esistente ad essere aperto nel territorio della Romania attuale. Cosi che ci accontentiamo di mangiare le tradizionale sfoglie sia alla verza sia alle patate, stupende, mentre giriamo nel Mercatino di Pasqua.

Una città che mi ha sbalordito, diversa dalle altre, tornerei volentieri!

E una città slovena di circa 112.000 abitanti, secondo centro più popoloso dello stato dopo la capitale Lubiana nonché capoluogo e maggiore città della regione della Bassa Stiria. È situata sul fiume Drava, nel punto in cui si incontrano i monti Pohorje, la Valle della Drava, la Piana della Drava.

Maribor è sede di una università, fondata nel 1976. Quest’anno è anche la Capitale europee della cultura.

Camminando nel centro storico si ha l’impressione di una tranquilla e benestante cittadina di provincia, punteggiata da eleganti edifici rinascimentali e tardogotici e con parchi e ville che creano spazi ariosi.

I monumenti che meritano una visita sono parecchi: da non perdere Glavni trg, una delle più belle piazze slovene, dove si affacciano vari edifici barocchi, tra cui il rinascimentale Municipio con sovrastante torre dell’orologio, al cui centro campeggia la settecentesca e monumentale colonna della Peste; la cattedrale romano-gotica di San Giovanni Battista; la Gosposka ulica, o via dei signori, con eleganti palazzi rinascimentali, barocchi e neoclassici, oggi paradiso dello shopping; la grande chiesa francescana di Maria, inizio 1900, in mattoni rossi.

Gli abitanti di Maribor sono famosi per la loro ospitalità e la loro organizzazione ,infatti, entrando per comprare del “kruh” (pane) di orzo, la commessa sorridente ci ha regalati anche “povetica”, una specie di focaccia salata di bela krajina fatta con pasta per strudel e riempita sia con carne sia con funghi. Poi da una bancarella il venditore oltre alla verdura comprata ci ha regalato dell’altro e sapeva i nomi della frutta e verdura in un sacco di lingue, tra cui ovvio l’italiano ed il romeno.

Ripartiamo con dei bellissimi ricordi, un ambiente molto piacevole, come per altro in tutta Slovenia.

Andiamo verso alla stazione dei treni , ma non per cambiare il mezzo, ma per riprendere il nostro fedele “treno” compagno di viaggio, che per l’occasione lo avevamo lasciato su un “binario” nel grande parcheggio.

Una volta entrati in Italia il tempo brutto ci accompagna per tutto il tratto fino a Fano.

L’idea era di lasciare la rula in un garage del nostro amico ,a Massanzago (vicino a Padova) per averla pronta per il Raduno del 1 Maggio a Venezia. In quanto una rula piccola , la porta del garage non ne voleva saper nulla di chiudersi, perciò decidiamo di riportarla a casa. Salta di nuovo la visita della città di Chioggia per via della pioggia , convinti di riprendercela prima di andare al raduno.

# # #

Anche se i prossimi racconti non sono “fisicamente” parte compresa del viaggio, per noi restano come parte integrante per un unico semplice e santo motivo: non possano mancare i posti italiani di questo viaggio. Potrei motivare in tanti modi, ma la verità e che non me la sento di non raccontare dei posti d’Italia da dove sono partito e dove sono tornato…

E un'importante località turistica, frazione e ora quartiere del comune di Chioggia (VE). Sottomarina è collegata a Chioggia da un ponte, ma storicamente ne è divisa per vocazione (pescatori i chioggiotti, agricoltori i marinanti). Breve passeggiata sul litorale caratterizzato da una sabbia finissima. Sulla spiaggia sorgono numerosi stabilimenti balneari, nonché punti di ristoro, ristoranti, pizzerie, parchi acquatici, parchi divertimento e sale da ballo. Nella foto , il monumento dei caduti del mare:

La città viene denominata la Piccola Venezia per le caratteristiche urbanistiche della zona antica molto simile a quella di Venezia e si trova su una piccola area peninsulare adriatica fra la Laguna Veneta ed il Delta del Po.

Carlo Goldoni - che abitò per alcuni anni a Palazzo Poli - ha ambientato in questa città una delle sue commedie più conosciute, Le baruffe chiozzotte : « Chiozza è una bella e ricca città venticinque miglia distante da Venezia, piantata anch'essa nelle Lagune, isolata ma resa Penisola per via di un lunghissimo ponte di legno, che comunica colla Terraferma(…) Ella in somma è una città rispettabile. »

Cattedrale di Santa Maria Assunta è la chiesa principale di Chioggia, ma anche la torre-campanile di Sant’Andrea è un elemento principale della città.

Da non perdere il Museo della Torre dell’orologio più antico del mondo (1386) realizzato da Giovanni Dondi dell'Orologio (recenti studi hanno dimostrato la sua pre-esistenza a quello di Salisbury), dove la fortuna ci fa conoscere un ex-maestro, volontario, che ci da delle info su restauro e funzionamento dell’orologio. Trovo di nuovo il modo di ringraziarla.

Non posso che concludere la nostra bellissima esperienza in questa città d’arte, con l’immagine d’una particolare barca, molto spiritosa:

Vorrei credere che nel mio racconto sono meno errori ortografici che sui cartelli. Sennò siamo tutti sulla stessa…barca!

E un antico mulino ad acqua ubicato in area paesaggistica di rilievo della provincia di Treviso, nella valle del Lierza.

Le fondazioni poggiano sulla nuda roccia, appunto la “croda” della montagna. Il mulino è sorto nel XVII secolo, con l'aggiunta di poco successiva di un alloggio per la famiglia custode, di una stalla e di un granaio.

Sfruttava le acque del torrente Lierza, principale affluente del Soligo, ai piedi di un salto d'acqua di 12 metri; fu dismesso nel 1953.

Recentemente è stato sottoposto a scrupolosi interventi di restauro ed è fedelmente ricostruita la macina, ora resa di nuovo funzionante.

Ora è diventato una sorta di casa-museo ove si susseguono ogni mese esibizioni di arti figurative di ogni tipo; è meta di turisti e luogo che ha ispirato artisti (numerosi i quadri che lo ritraggono) e poeti.

Da Refrontolo fino al ristorante Vigneto Vecio di S. Stefano di Valdobbiadene la strada si distende in un dolce susseguirsi di colline ricche di vigneti, i cui vini erano aprezzati fin dal lontano medioevo.

Patria del nobile Prosecco , è anche l’isola di quel raro vino rosso, il Marzemino, ora denominato Refrontolo Passito D.O.C. ,celebrato da Mozart nel suo Don Giovanni. Anche il ristorante si trova immerso nelle coline dei vigneti di prosecco.

Da qui, ormai con la panza piena di crespelle ai funghi e gnochi alla contadina, affettati misti, dolci della casa, caffè e prosecco andiamo a fare visita ad una cantina, un produttore di prosecco: società agricola Follador Enrico & Egidio di S.Stefano, Valdobiadenne, acquistandone anche. Ecco i vecchi ed i nuovi recipienti:

Abbiamo avuto la grande fortuna di avere come cicerone ,Carriola6, cioè Nicola, che anche in questo modo ,lo ringrazio per il modo come a gestito la visita, per tutte le info date, per il modo serio in cui si

è preparato. L’ingresso nella città vecchia lo facciamo attraverso la Porta San Tommaso. Intitolata a S.Tomaso di Canterbury, da una chiesa scomparsa vicina. Fastosa architettura in bianca pietra d'Istria, eretta nel 1518 sotto il podestà Paolo Nani (doveva chiamarsi Nana e, al sommo, vi è la statua di S.Paolo). Attribuita a G.Bergamasco, riprende lo schema tripartito dell'arco trionfale classico, con colonne aggettanti, ornati e stemmi ad altorilievo. Grande leone marciano antico ma non originario, ricollocato nel 1857. Caratteristica copertura amovibile a cupola inflessa, in legno e piombo. Interno a tre navate, di eleganti proporzioni. Nicola ci dice che le scritte erano in due specie di lingue :per i ricchi e per i poveri.

La città e attraversata dal canale Buranelli , che conserva le ruote dai vecchi mulini, oggi innesistenti.Anche fuori le mura sono circondate di un canale d’acqua.

La città sa molto di Venezia, anche se Nicola ci dice che ombreggiata dalla famma di Venezia, Treviso non’è turistica.

Invece questa e 100% Treviso:

Proseguiamo verso la Isola della Pescheria al centro del Cagnan Grande, creata all'epoca del governo austriaco, nel 1856 (arch. F.Bomben), sistemando alcuni isolotti naturali. Obiettivo era dare più appropriata sede ad quotidiano mercato del pesce, prima situato nelle vicinanze della Piazza dei Signori. E' un'esemplare attrezzatura che interpreta i caratteri trevigiani salienti, legati all'acqua e al verde, originando un luogo urbano di eccezionale qualità ambientale.

Per arrivare nella Piazza dei Signori passiamo attraverso un passaggio attaccato al Palazzo dei trecento.

Il simbolo del potere politico assunto da nobili e cavalieri nel periodo del Libero Comune è la Loggia dei Cavalieri, esemplare del romanico trevigiano che risente dell'eleganza bizantina. Fu costruita (1276) come luogo di convegni, conversazioni, giochi e il popolo non poteva accedervi.

Il Duomo, la Cattedrale dedicata a S.Pietro, sorta su edifici paleocristiani, ebbe nei secc.XI-XII grandiose forme romaniche, di cui rimane la suggestiva Cripta. Tra i secc.XV e XVI ebbe ricostruite le tre cappelle absidali in linee rinascimentali. Ad esse si adeguò la ricostruzione delle navate (dal 1759). Non essendo aperta, non riusciamo a dare un occhiata dentro. Ci accontentiamo dalla panoramica della piazza.

L’ultimo posto dove Nicola ci porta è inserito in un contesto ornato da vari affreschi del Pozzoserrato sulla facciata della casa degli Zignoli e da frammenti dell'antico cardo maximus romano…blablabla…si tratta della Fontana delle tette !?

Nient’altro che invidia, raggazzi!

Bellissima città!

…pesce in carpione…acciughe al verde…assomigliante al riso alle ortiche…grazie a tutti per l’accoglienza, a Nicola per il pesce ed il prosecco ed ad Andrega per il bonarda…

Ecco un “pezzo del puzzle” di Tuttocaravan…

INFO UTILI:

- Kilometri totali: circa 5.000. - Consumo: circa 7litri/100km - Il bollo sloveno 15 euro per 10 giorni - Il bollo ungherese 10 euro una decina di giorni - Spesa gasolio: 1,80 euro/l in Italia

1,40 in autoastrada,1,30 sulla statale in Slovenia 1,35 in Ungheria 1,30 in Romania(benzina 1,28!!! addiritura) Buon viaggio!