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Diocesi di Caserta – Comunità parrocchiale di S.Clemente P.M. Agorà dei giovani sanclementesi Oratorio “don Antonio Sapone” “E … STATE IN PARROCCHIA 2007 LE ORIGINI” Oratorio estivo per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie dal 10 giugno al 8 luglio 2007

“E … STATE IN PARROCCHIA 2007 LE ORIGINI”

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Diocesi di Caserta – Comunità parrocchiale di S.Clemente P.M.

Agorà dei giovani sanclementesi Oratorio “don Antonio Sapone”

“E … STATE IN PARROCCHIA 2007 LE ORIGINI”

Oratorio estivo per bambini e ragazzi delle scuole elementari e medie

dal 10 giugno al 8 luglio 2007

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Da un sogno nato due estati fa, inseguito con tenacia,

dando forma alla fantasia ...

Alla ricerca delle nostre radici, mescolando la Storia alle storie ...

Tutto iniziò nell'Anno del Signore 863 ...

Il Rapace attaccò Calatia ...

www.estateinparrocchia.135.it

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“E … STATE IN PARROCCHIA 2007 LE ORIGINI”

Carissimi ragazzi, al termine di questa terza “E … state in parrocchia” ancora è viva in noi la gioia di un mese intero vissuto insieme. Nonostante la fatica e la stanchezza, vorremmo che non finisse… Stare insieme è così bello, soprattutto adesso che abbiamo imparato a comprenderci e a passare sopra ai nostri tanti difetti… In questi giorni vi siete scatenati, ma avete imparato anche tante cose: la storia del nostro paese, dei suoi luoghi, delle sue chiese; avete conosciuto le sue leggende e tradizioni. Attraverso gli spettacoli e i giochi avete rivissuto l’atmosfera di tanti secoli fa, quando dalle nostre parti vi erano solo villaggi di contadini e la vita era molto diversa da quella di oggi. Abbiamo tentato di riportarvi indietro nel tempo per conoscere il nostro passato: solo così sapremo costruire con consapevolezza il nostro futuro. Voi sarete i protagonisti del domani della nostra comunità e come tali avete il dovere di custodire gelosamente i luoghi e le tradizioni di questa terra. Siatene consapevoli … Buone vacanze e arrivederci a settembre

don Sergio, l’equipe e gli animatori

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IL PROGETTO L’Oratorio “don Antonio Sapone” con la collaborazione dell’Agorà dei giovani sanclementesi ha organizzato la terza edizione dell’Oratorio estivo della parrocchia quest’anno denominata “E … state in parrocchia 2007 – Le origini”. L’idea E’ il terzo anno di vita di questa manifestazione: nata quasi per gioco nell’estate del 2005, ha accolto nelle due estati scorse circa cento bambini e ragazzi per edizione, dalla fine della scuola alla metà di luglio. Già nelle scorse edizioni una parte del tempo era stata dedicata a lezioni sulla storia locale e ad attività creative e manipolative sul tema. Quest’anno si è deciso di dedicare tutto il lavoro all’origine della nostra frazione. La storia

Com’è noto gli storici locali affermano che, così come Maddaloni e Casertavecchia, anche l’attuale centro di Caserta, San Clemente e alcune altre frazioni di Caserta sono nate dalla distruzione della città di Calatia avvenuta nell’ultimo scorcio del IX sec. d.C. ad opera di bande di predoni saraceni e longobardi. San Clemente, in realtà, era solo una delle tre cappelle che servivano il villaggio di Macerata: attorno alla

chiesa di Santa Maria (sull’attuale via Appia, accanto al Parco

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Gaia) si estendeva il villaggio vero e proprio, un gruppo di capanne di legno e paglia, con unica costruzione in pietra la cappella. Per ragioni di difesa (essere vicini alle colline significava mettersi in salvo più velocemente in caso di pericolo), il villaggio fu spostato prima nell’area dell’attuale stadio di baseball (già nel Seicento detta delle “Case Vecchie”) attorno alla chiesa di Santo Stefano (già alla fine del Settecento quasi scomparsa) ed infine –e definitivamente- nell’area

intorno all’attuale chiesa parrocchiale di San Clemente, da cui poi derivò l’attuale abitato.

Chiesa di Santa Maria a Macerata

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E … state in parrocchia 2007 – Le origini Gli obiettivi Abbiamo voluto dedicare questa edizione dell’Oratorio estivo a questa storia per farla conoscere ai nostri ragazzi in modo divertente e giocoso, cercando di suscitare il loro l’amore per la cultura, la storia e l’ambiente in cui vivono, in modo che

imparino a vivere insieme rispettandosi tra loro e rispettando il luogo dove vivono. Nello stesso tempo i ragazzi hanno frequentato un ambiente protetto ed impiegato in modo costruttivo un tempo che altrimenti avrebbero trascorso in strada, con tutti i rischi connessi.

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L’organizzazione L’oratorio estivo ha ospitato all’incirca centoventi ragazzi tra i sei e i quattordici anni dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 17.00 alle 20.00 nel periodo 10 giugno-8 luglio 2007.

All’inizio, a metà e a fine percorso tre serate di festa e spettacolo. E’ stato redatto un testo teatrale originale con canzoni e musiche anch’esse originali registrate presso uno studio di registrazione casertano; su questi testi è stato allestito uno spettacolo teatrale con costumi e scenografie. La voce narrante è stata affidata ad un noto attore casertano, mentre gli spettacoli sono stati interpretati dagli animatori (tutti giovani volontari della parrocchia). Gli spettacoli sono serviti per presentare storia e giochi. L’Oratorio estivo è stato diviso in due momenti, collegati tra loro: la mattina, i partecipanti sono stati divisi in cinque gruppi omogenei per età e hanno svolto le attività presso la struttura dell’Oratorio (sale, giardino, campo polivalente) sotto la guida degli animatori; il pomeriggio sono stati divisi in dieci squadre

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per partecipare ai giochi sul tema della storia del paese ed hanno raggiunto la nuova piazza di San Clemente dove era stato allestito il campo dei giochi con ambientazione medievale. I nomi delle squadre sono stati presi dalle denominazioni

tradizionali di alcuni luoghi del nostro paese. Sono stati ideati e realizzati dodici giochi con relativi regolamenti ed attrezzatura. I giochi sono serviti per una classifica generale che alla fine ha laureato la squadra vincitrice, naturalmente nel perfetto stile oratoriano dell’importante è partecipare. La preparazione Per progettare e realizzare l’Oratorio estivo è stata aperta la Fabbrica di “E … state in Parrocchia”: dal 6 maggio dal lunedì al venerdì dalle ore 18.00 alle 21.00 l’Oratorio è stato aperto ai giovani dai 14 ai 25 anni. Sotto la guida di animatori adulti,

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esperti in pittura, decorazione, scenografia, sartoria, teatro, musica, canto, i giovani hanno approntato tutto il necessario. Questo periodo è servito anche a prepararli a vivere poi con bambini e ragazzi durante lo svolgimento dell’Oratorio estivo vero e proprio. E’ stato aperto anche un sito web all’indirizzo www.estateinparrocchia.135.it dove è stata presentata l’intera iniziativa, aggiornato quasi quotidianamente sul progresso delle attività e dove si possono trovare tutte le notizie utili. Gli animatori L’Oratorio estivo è organizzato dall’Oratorio “don Antonio Sapone”: il coordinamento di “E … state in Parrocchia 2007 – Le origini” è affidato ad una equipe composta da una decina di adulti, in parte del Consiglio Direttivo, in parte esterni; le attività di preparazione e di sorveglianza sono svolte da operatori adulti dell’Oratorio con la collaborazione di una trentina di giovani volontari.

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GLI SPETTACOLI E LE CANZONI Lo spettacolo ideato per “E … state in parrocchia 2007 – Le origini” è originale come le sei canzoni. E’ un’opera di fantasia ma su basi storiche. Alcuni personaggi come Pandone il Rapace, conte di Caserta e distruttore di Calatia, e Landolfo, vescovo di Capua, sono documentati dalle fonti. Le stesse chiese di Santa Maria, Santo Stefano, San Clemente “in loco Macerata” sono nominate dalla Bolla di Sennete del 1113. Nello spettacolo si muovono personaggi inventati, ma verosimili: i popolani di Macerata, i soldati di Pandone, il giudice, frate Innaro e i suoi fratelli. Un’incursione nell’antropologia culturale è stata la rappresentazione della leggenda della mamma e della figlia.

Le sei canzoni riprendono e commentano i fatti narrati, sottolinenandone i momenti forti: la distruzione di Calatia e il dolore dei profughi, la gioia della costruzione della chiesa, la realizzazione dell’affresco, l’apparizione della mamma e della figlia, la processione miracolosa di santo Stefano, l’allegria per l’acqua riavuta. Musicalmente riprendono gli stili e i ritmi della musica popolare e del canto sacro, ma sono state rielaborate, anche strumentalmente, in chiave moderna, con una concessione particolare agli effetti e ai rumori, essendo dirette soprattutto a bambini e ragazzi.

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Lo spettacolo prende avvio da un pomeriggio di noia ad “E … state in parrocchia”: alcuni ragazzi ritrovano nella cantina della casa canonica un vecchio librone che, magicamente, si anima e comincia a raccontare. Inizia dalla distruzione di Calatia, una città i cui resti sono localizzati oggi tra i comuni di Maddaloni e

San Nicola la Strada, distruzione avvenuta nell’863 d. C. ad opera di Pandone il Rapace. Un gruppo di superstiti si rifugia in un campo offerto loro dal vescovo Landolfo e dà vita ad un villaggio di capanne, come ce n’erano tanti all’epoca. Siccome il villaggio è stato costruito accanto ad un cumulo di macerie, viene chiamato Macerata. Presto gli abitanti costruiscono anche una piccola cappella che intitolano alla Vergine. Il Rapace, accortosi della cosa, vorrebbe impadronirsi del villaggio, ma, impedito dall’intervento di Landolfo, accampa la scusa che la chiesa non è degna di tale nome perché non vi è neppure un’immagine della Vergine: egli stesso, infatti, ha fatto rubare

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dai suoi accoliti più volte alcune piccole statue della Madonna. Landolfo fa intervenire il giudice imperiale il quale dà una giornata di tempo per provvedere: in caso contrario, Pandone sarà il padrone del villaggio. In aiuto dei maceratesi disperati viene il monaco Innaro, il quale con l’aiuto dei suoi nove fratelli pittori, in una sola notte dipinge l’affresco della Madonna con il bambino, lasciando sulla sommità del dipinto la scritta “I FRATELLI 9 D’INNARO FECERO” che, pur mutilata, si può leggere ancora oggi. La seconda parte vede i maceratesi soccombere a Pandone,

dopo la morte di Landolfo, e trasferirsi, loro malgrado, intorno alla cappella abbandonata di Santo Stefano, nella zona detta delle Casevecchie. A

contribuire all’insediamento,

un’incontro magico. Passati di lì la notte di

San Giovanni, si imbattono nella terribile apparizione d’’a mamma e d’’a figlia, le quali nella notte del solstizio passano per quel luogo tagliando le teste agli incauti viandanti per scontare il loro terribile delitto della decapitazione di un soldato. Impietosite dai fuggiaschi che promettono Messe e preghiere per le loro anime in pena, li risparmiano e danno loro il permesso di restare. La cappella viene sistemata e i popolani danno vita ad un nuovo villaggio, ma il Rapace intende di nuovo metterli i difficoltà. Li sfida ad un terribile giudizio di Dio. La statua di Santo Stefano in processione dovrà scansare le pietre dei suoi soldati: se verrà colpita, gli abitanti dovranno abbandonare il loro villaggio. Durante la processione, accade

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un miracolo: ai soldati viene impedito, da una forza sovrumana, di sollevare da terra i massi con cui vorrebbero colpire la statua. Pandone ricorre alle sue arti diplomatiche e il nuovo Vescovo ordina la chiusura della chiesa e i nostri eroi devono di nuovo emigrare: in loro aiuto viene il vecchio prete di una cappella sotto la collina, la cappella di san Clemente, il quale li invita ad occupare il campo vicino alla chiesa, uno spazio in cui si trova una sorgente d’acqua. La situazione idilliaca viene interrotta dal solito Pandone, il quale fa deviare sulla collina il corso d’acqua e lascia i sanclementesi a secco. Per divertirsi propone loro un’indovinello: se scopriranno la soluzione capiranno dove c’è la deviazione e potranno tenersi terreno e sorgente. Grazie alla loro intelligenza, i sanclementesi individuano la deviazione nel campo della Maestrina, sopra la collina e riottengono l’acqua tra la gioia e il tripudio di tutti. Ma il perfido Pandone medita già la sua vendetta e chiama a raccolta i suoi amici per distruggere il villaggio ….

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I GIOCHI

I giochi ideati sono stati dodici, ciascuno legato alla storia del nostro paese, oppure alla rappresentazione teatrale. Ne citiamo solo qualcuno. “Spianiamo i macera”: il nome Macerata deriva probabilmente dal latino macera, cioè macerie, forse perché il villaggio fu costruito accanto ai cumuli di pietre che gli agrimensori romani ammucchiavano per segnare i confini delle centuriazioni. Il gioco consisteva nello spianare un mucchio di pietre in cartapesta, trasportandole attraverso un percorso con difficoltà per ricostruire con esse un muro. Vinceva il gioco la squadra che era riuscita a portare via più pietre in un tempo limite. “Il puzzle dell’affresco”: nella chiesa di Santa Maria esiste un affresco del Quattrocento con tracce risalenti al Mille. L’affresco porta in alto una scritta ( LI 9 D’INNARO …): nello spettacolo si immaginava che fosse stato dipinto in una sola notte dai nove confratelli del monaco Innaro che era venuto in aiuto dei maceratesi nella disputa con il Rapace. Il gioco consisteva nel ricostruire una gigantografia dell’affresco tagliata in venticinque tessere. “Costruiamo la chiesa”: nei villaggi di campagna dell’Alto Medioevo la chiesa era l’unica costruzione in pietra che proteggeva gli abitanti. Nello spettacolo viene rappresentato il momento in cui i maceratesi costruiscono la cappella in onore della Madonna ed il gioco consisteva nel ricostruire con elementi prefabbricati in cartapesta la chiesa dopo aver attraversato un percorso con difficoltà.

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“Costruiamo la palizzata”: i villaggi di campagna erano spesso protetti da una palizzata di legno. Il gioco consisteva nel costruire una palizzata con tubi di legno dipinti ed abbatterla con delle palline di gomma. “Aiuta il soldato a scappare”: ispirato alla leggenda della mamma e della figlia, il gioco consiste nel tentare di bloccare con dei cerchi di plastica un concorrente che ha le gambe legate in un sacco. “Lapida Santo Stefano”: nello spettacolo Santo Stefano, portato in processione, in modo miracoloso impediva ai soldati di Pandone di scagliare pietre e vincere così una scommessa che avrebbe provocato la sconfitta dei maceratesi. Il gioco consisteva nel colpire con delle palle una sagoma di Santo Stefano indossata da un concorrente in movimento. Gli altri giochi sono stati: “Costruiamo il villaggio” ispirato alla costruzione di una capanna medievale; “Addobbiamo la chiesa” in cui i ragazzi dovevano centrare un cesto attaccato ad una statua della Madonna portata in processione; “La giostra del pennello” in cui bisognava far girare con una lancia-pennello una sagoma ed infilare una serie di cerchi lanciati dai propri compagni, in ricordo dell’affresco dipinto dai nove fratelli; “Gli emigranti” in cui bisognava trasportare con una carriola di legno una serie di bagagli per ricordare i continui spostamenti dei nostri popolani; “Scappa in collina”, una specie di pallavvelenata, per ricordare come in caso di bisogno i nostri antenati scappavano in collina per proteggersi; “Caccia alla sorgente”, un gioco di trasporto di secchi d’acqua per ricordare la vittoria dei sanclementesi su Pandone.

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LE SQUADRE

Maestrina

"La Maestrina" è un luogo della collina alle spalle della chiesa di San Clemente nei pressi dell'attuale cava Iuliano. Non si sa bene perché questa serie di terreni vennero chiamati così: è probabile che fossero appartenuti ad una maestra, da cui il nome.

Zampella Armando

Vinciguerra Clemente Quiccione Roberta Pascale Vincenza Malatesta Nicola

Pascarella Paolo Palma Emanuela Pedone Giuseppe

Natale Flavio De Lucia Luca

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Castagna

"La Castagna" è una località situata una volta nelle campagne tra Tredici e San Clemente nei pressi dell'area dove si sta costruendo il Policlinico di Caserta. E' facile pensare che il nome derivi da un grosso e vecchio albero di castagno che doveva dominare quelle zone.

Renga Jessica Santoro Flavio

De Lucia Antonio Varrone Sara

Di Francesco Angelo Vinciguerra Umberto

Sergio Antonella De Lucia Francesco

Parente Marika Malatesta Clemente

Ricciardi Martina Malatesta Rosita

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Pratula

"La Pratula" (in italiano Il Platano) era uno slargo di fronte alla chiesa parrocchiale a ridosso del muro del Cementificio Moccia. La zona era coperta di alberi di platano secolari e lì ( sott''a pratula) vi si tenevano le feste e le antiche tragedie, le rappresentazioni cioè della vita dei santi o di Gesù.

D’Andrea Serena

Varone Gianni De Lucia Toni

Sacco Antonella Di Vico Giovanni Coppola Aniello

Sacco Maria Arcangelo M. Rosaria

Malatesta Sara Sacco Francesco

Arcangelo Francesco

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Cittadella

"La Cittadella" è il nucleo più antico di San Clemente. Corrisponde all'attuale via Cittadella. Le case della Cittadella sono allineate lungo la strada che conduceva dalla collina alla cappella di Santo Stefano (che non esiste più) e quindi a Macerata, nel luogo dove c'è la chiesa di santa Maria.

Di Vico Silvia

Rossetti Domenico Abbatiello Vincenzo

Natale Gaetano Frese Maria Stefania Mastroianni Mirko

Statela Maria Ferraiuolo Davide

Farina Roberta Valentino Raffaele Patricelli Donato

Vozza Fausto

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Santella

"Aret''a santella" indica propriamente via Daniele e i vicoli collegati. E' il centro storico della nostra frazione. Il nome le deriva dalla piccola statua (la Santella) dell'Addolorata che si conserva nella cappella privata della famiglia Santoro, una volta appartenuta ai Daniele.

Battinieri Efrem

Ianniello Emanuela Bellafesta Benedetto

Zampella Paola Quiccione Miriam

Cutillo Marco

Rossi Antonella Del Prete Antonio

Tessitore Gaia Mercone Gennaro

Plana Leonardo Di Nuzzo Anna

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Puteca

Per i sanclementesi la "Puteca" è la piazza del paese, il quadrivio al centro delle quattro strade principali. Ha questo nome perché era il posto in cui sorgevano le principali botteghe del paese, in dialetto appunto "puteca".

Yaremchuk Eugenio

Corbo Cristiano Bergamo Pasquale

Cioffi Miriam Saccone Simona

Sacco Paolo

DelloStritto Martina Varone Giuseppe

Ianniello Caterina Pia Corrado Marco

Corbo Alessandro Russo Domenico

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Cavaliere

"Abbascio 'o cavaliere" viene ancora chiamato l'incrocio tra via Galatina e via Daniele, luogo in cui si trova il palazzo Daniele. I Daniele rilevarono il palazzo dalla famiglia Pagano. Gli ultimi discendenti della nobile famiglia dei Daniele hanno abitato il palazzo fino agli anni immediatamente successivi alla Seconda Guerra mondiale e l'ultimo dei Daniele era chiamato appunto Cavaliere.

Olivieri Giuseppe Migliozzi Paolo

Santacroce Serena Varone Riccardo Misefari Armando

Di Maio Mery

Amoroso Vincenzo Migliozzi Chiara Cembrola Lucia Corbo Marco Varone Nicola Violante Gianni

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Pagliarone

E' una località che attualmente si trova ai confini con il Comune di Maddaloni, poco prima della Fabbrica "Cementir". Il nome deriva forse dai covoni di paglia o dalle capanne di paglia che i contadini costruivano sui campi per sorvegliarli di notte in tempo di raccolto. In quella zona doveva essercene uno davvero grande per essere chiamato "'o pagliarone".

Ricciardi Federica Farina Gianpiero Ricciardi Ilario Pergentini Perrone Federica

Perrone Roberta Mauriello Caterina De Gennaro Francesco Ianniello Raffaella

Kucherenko Denis Del Giudice Carlo Ianniello Viviana

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Lava

Quando ancora non c'erano le fogne, le acque di scolo attraversavano via Caprio Maddaloni a cielo aperto e si formava un vero e proprio ruscello da via Chiesa fino al fondo del paese: i sanclementesi chiamavano questo ruscello la lava e il laghetto che si formava al termine della corsa dell'acqua veniva chiamato il lavarone.

Santoro Angelantonio

Guarino Marianna Santo Gennaro

Campolattano Mirko Capitelli Francesco Campanile Palma

Palamita Silvano Capitelli Cristian Frese Valentina

Giovanni Gentile Zampella Giovanni

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Tricellasino

"Tricellasino" deriva da "Trivio dell'asino": in fondo all'attuale via Caprio Maddaloni, la strada si incontrava con la strada che proveniva da Maddaloni e proseguiva verso Caserta, formando un trivio. Non è ben chiaro perché veniva chiamato trio dell'asino: si può pensare che vi transitavano molti carri trainati da asini, oppure vi sia avvenuto qualche episodio legato ad un asino.

Russo Federico Pascarella Lucia Ianniello Mauro Battinieri Anna Aiello Michele

Russo Francesco

Pellegrino Salvatore Valentino Vincenzo I Valentino Vincenzo II

De Luca Federica Luska Susan

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L’EQUIPE E GLI ANIMATORI

L’equipe don Sergio Adimari, Bartolomeo Corbo Nicola Corbo Tino Migliozzi Mino Amoroso Peppino Corbo Nello Di Maio Antonio Santoro Antonella Affabile

Con l’equipe hanno collaborato all’organizzazione: Sandro Malatesta Marilena Varone Nunzia Patricelli Mena Affabile Rosetta Vigliotti Lia Bove Enza Letizia Vincenzo Amoroso

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Gli animatori

Marialucia Corbo Seguella Annalisa Raffaella Varone Manuel Ianniello Anna Ianniello Ilaria Ianniello

Francesca Migliore Gennaro Seguella Pasquale Varone

Maria Grazia Zampella Maria Apostolico Ilaria Dello Stritto Pietro Zampella Claudia Manco Michele Corbo

Anita Aiello Pierdomenico Corbo Giuseppe De Maio

Giulio Occhioni Francesca Ianniello

Carla Dell’Aquila Mariapia Bellafesta

Francesca Ferraiuolo Cecilia Gagliardi

Piero Manco Nunzia Di Maio

Luigi Ignarra Rosaria Sacco

Stefania Imbrogno Simona Santoro

Francesco Ricciardi Anna De Lucia

Ciro Vitrano Alessia Dello Stritto Walter Apostolico

Anna Gentile

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HANNO COLLABORATO ALLA FABBRICA

Pasquale Seguella

Antonella Vitiello Silvana Carlucci

Ida Corbo Carmela Santangelo

Franco Santoro Lucrezia Zampella

Sig.ra Adimari Margherita Affabile

Paola Operno Rita Di Nisio Emanuele Raucci Ester e Nicola Eduardo Gagliardi Peppino Santonastaso Enza Zampella Antonio Ianniello Michela Boccuti Maria Maddaloni e i meravigliosi ragazzi dell’ “Agorà dei giovani sanclementesi”

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UN GRAZIE SPECIALE A ….

Pierluigi Tortora, che ha prestato la voce al Libro

Clemente Amoroso che ha arrangiato, registrato e mixato le canzoni e le voci

Pancrazio Pascarella che ha fornito amplificazione e luci per gli spettacoli

Ciccio Ricciardi, Graziella Dell’Aquila, Domenico Corbo e Paoletta Migliozzi per il coordinamento degli spettacoli.

Nicola Malatesta materiali edili

F.lli De Lucia

Appia Forno di Maddaloni

Sala Giochi Mickey Mouse

Orchidea

Merceria Ianniello

Antica Macelleria F.lli Corbo

Carrozzeria Servidei Maddaloni

Nicola Zona

Bellafesta Vincenzo, Emanuele Letizia, Rosario Corbo e Pasquale Ricciardi per i cavalli

Giovanni Vittoria

Un particolare ringraziamento al sig. Sindaco di Caserta, ing. Nicodemo Petteruti, all’assessore alle Politiche Giovanili, dott. Arturo Gigliofiorito e al Consigliere Comunale dott. Salvatore Ferrara.

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SCUSATE LA DIMENTICANZA!

Nella fretta dell’ultima ora ci siamo persi alcuni preziosi collaboratori ai quali va il nostro ringraziamento

• Michele Sacco, Pasquale Renga e Roberto Rossi, the best tra gli animatori

• Maria D’Amore per la collaborazione ai costumi

• Giovanni Zampella per i trasporti

• Gino Migliozzi per le foto

• Paolo Cutillo per le riprese

• Tutte le cuoche e tutte le persone che hanno

contribuito a preparare la sagra.

• Tutte le persone che in qualsiasi modo e a qualsiasi titolo hanno contribuito alla realizzazione di “E …state in Parrocchia 2007 – Le origini”

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In questo spazio fai firmare tutti i tuoi amici con cui hai condiviso “E … state in Parrocchia 2007 – Le origini”.

Porterai sempre con te un ricordo incancellabile!

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Questa pubblicazione è stata realizzata con il contributo di

“E … STATE IN PARROCCHIA 2007 – LE ORIGINI”© www.estateinparrocchia.135.it

Diocesi di Caserta Comunità Parrocchiale di San Clemente Papa e Martire

via Chiesa, 31 – 81100 Caserta telefono e fax 0823341223 www.sanclemente.too.it