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Allegria di naufragi Versa il 14 febbraio 1917 E subito riprende il viaggio come dopo il naufragio un superstite lupo di mare Giuseppe Ungaretti

e subito riprende il viaggio… Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendio

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Il Museo MA*GA di Gallarate è una delle più rilevanti istituzioni italiane dedicate alla ricerca, all’educazione e alla promozione dell’arte contemporanea. Questa istituzione nasce nel 1950 con la prima edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate, premio ancora oggi esistente, che ha portato alla nascita della collezione del museo. A causa dell’incendio che il 14 Febbraio 2013 ha colpito l’edificio museale, le attività del MA*GA, programmate per l’anno in corso, si sono trasformate in una serie di progetti diffusi sul territorio cittadino, provinciale e regionale. All’interno di questa cornice nasce il progetto espositivo E subito riprende il viaggio... una mostra itinerante dedicata alle opere della collezione del MA*GA. La prima parte di questo progetto si è svolta presso la Triennale di Milano dal 10 Maggio al 25 agosto di quest’anno, con un percorso che dagli anni cinquanta è giunto fino alla stretta contemporaneità. La seconda configurazione di questo progetto è la mostra presso la Reggia di Monza in cui il percorso espositivo si sofferma sul nucleo più storico della collezione e su alcuni affondi di carattere ambientale, come quelli dedicati a Giuliano Mauri e Franco Mazzucchelli. Completano questo percorso alcune preziose opere della Collezione Walter Fontana concesse in comodato al MA*GA, che arricchiscono lo sguardo sulla storia dell’arte italiana dagli anni trenta agli anni sessanta e in cui spiccano tra gli altri, i nomi di Felice Casorati, Pietro Consagra, Giacomo Manzù e Mario Tozzi.

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Allegria di naufragi

Versa il 14 febbraio 1917

E subito riprende

il viaggio

come

dopo il naufragio

un superstite

lupo di mare

Giuseppe Ungaretti

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Il Museo MA*GA di Gallarate è una delle più rilevanti istituzioni

italiane dedicate alla ricerca, all’educazione e alla promozione

dell’arte contemporanea. Questa istituzione nasce nel 1950 con la

prima edizione del Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallarate,

premio ancora oggi esistente, che ha portato alla nascita della

collezione del museo.

A causa dell’incendio che il 14 Febbraio 2013 ha colpito l’edificio

museale, le attività del MA*GA, programmate per l’anno in corso,

si sono trasformate in una serie di progetti diffusi sul territorio

cittadino, provinciale e regionale. All’interno di questa cornice

nasce il progetto espositivo E subito riprende il viaggio... una

mostra itinerante dedicata alle opere della collezione del MA*GA.

La prima parte di questo progetto si è svolta presso la Triennale di

Milano dal 10 Maggio al 25 agosto di quest’anno, con un percorso

che dagli anni cinquanta è giunto fino alla stretta contemporaneità.

La seconda configurazione di questo progetto è la mostra presso

la Reggia di Monza in cui il percorso espositivo si sofferma sul

nucleo più storico della collezione e su alcuni affondi di carattere

ambientale, come quelli dedicati a Giuliano Mauri e Franco

Mazzucchelli. Completano questo percorso alcune preziose opere

della Collezione Walter Fontana concesse in comodato al MA*GA,

che arricchiscono lo sguardo sulla storia dell’arte italiana dagli

anni trenta agli anni sessanta e in cui spiccano tra gli altri, i nomi

di Felice Casorati, Pietro Consagra, Giacomo Manzù e Mario Tozzi.

e subito riprende il viaggio…Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendio

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e subito riprende il viaggio…Opere dalle collezioni del MA*GA dopo l’incendio

Reggia di Monza5 settembre 2013 – 6 gennaio 2014

a cura di Emma Zanella, Giulia Formenti

OrganizzazioneMuseo MA*GAVittoria BrogginiLaura Carru’Alessandro CastiglioniLorena Giuranna

Consorzio Villa Reale eParco di MonzaCorrado BerettaOrnella CeredaMonica LarcherLuisa MarchiMaria Grazia Peditto

Comune di MonzaSettore Attività CulturaliLaura BrambillaCinzia Ercoli

AllestimentiFranco BaffiMonica GhiraldiniGilles IeloGiuseppe LuciferoSofia MeleMichela MorelliPaola PastorelliAlberto VernaleGiacomo Zaniboni

RestauriCentro di RestauroZanolini e Ravenna, Milano

TrasportiLiguigli Fine Arts Service

Assicurazione opereXL Insurance Broker

Allestimenti graficiArt Massa Studio

Attività educativeMuseo MA*GA

Ufficio stampa:Anna De FrancescoCLP Relazioni Pubbliche

Comitato promotoreEdoardo Guenzani

Sindaco di Gallarate

Roberto ScanagattiSindaco di Monza

Francesca Dell’AquilaAssessore alla Cultura di Monza

Sebastiano NicosiaAssessore alla Cultura di Gallarate

Claudio De AlbertisPresidente Fondazione la Triennale di Milano

Giacomo BuonannoPresidente Museo MA*GA

Emiliano BezzonDirigente Organizzativo Comune di Gallarate

Andrea CancellatoDirettore Fondazione la Triennale di Milano

Lorenzo LampertiDirettore Consorzio Villa Reale e Parco di Monza

Il museo MA*GA ringraziaMinistero per i Beni e le Attività Culturali

Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici di Milano

Comune di MonzaComune di Gallarate

Consorzio Villa Reale e Parco di MonzaLa Triennale di Milano

Premio Nazionale Arti Visive Città di Gallaratee tutti coloro che con il loro sostegno permettonoal Museo MA*GA e alla Fondazione Galleria d’Arte

Moderna e Contemporanea Silvio Zanella diproseguire nella propria attività scientifica e culturale.

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Serrone di Villa Reale Monza

@ReggiadiMonza facebook.com/ReggiaDiMonzawww.reggiadimonza.it

Tra realtà e astrazione

La natura tra lirismo e libertà formale

Ambiguità e rigore. La pittura astratto-concreta

La dissoluzione della forma

Un altro spazio

Cultura pop e ricerche esistenziali

La traccia del tempo

Giuliano Mauri

Franco Mazzuchelli

www.museomaga.it

Reggia di Monza, Serrone di Villa RealeV.le Brianza, 2 Monza

5 settembre 2013 – 6 gennaio 2014

OrariDal 5 settembre al 15 ottobre 2013:

Lunedì chiuso; da martedì a domenica 10.30 - 19.00 (ultimo ingresso 18.30)

Dal 16 ottobre al 2013 al 6 gennaio 2014:Lunedì chiuso;

da martedì a venerdì 10.30 - 16.30 (ultimo ingresso 16.00)Sabato e domenica 10.30 - 18.30 (ultimo ingresso 18.00)

info: 039 39464213 [email protected]

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Questa prima sala è dedicata al rapporto tra pittura di matrice realista e astrattista, in un dialogo che si sviluppa nel periodo tra le due guerre e che continuerà per tutti gli anni cinquanta. Il percorso della sala si apre con le ricerche figurative volte a rinnovare la pittura realista degli anni di regime, legata al gruppo di Novecento; ne sono esempio le opere scelte dalla Collezione Ferrazzi, tra cui risulta particolarmente significativa l’enigmatica tela Ragazzo di Ubaldo Oppi.Il percorso prosegue con opere che documentano le diverse tensioni stilistiche della pittura italiana, dalla ripresa delle avanguardie storiche al confronto con le esperienze astrattiste europee. Questo fondamentale momento di sviluppo dell’arte italiana passa attraverso Ernesto Treccani, interprete di una pittura ancora legata a un realismo drammatico e politicamente impegnato ed Ennio Morlotti che restituisce la realtà di un paesaggio naturale attraverso l’utilizzo puro di un linguaggio basato sul colore. L’astrazione più lirica di Afro e Giuseppe Santomaso completa il panorama complesso delle ricerche pittoriche del periodo.La sala presenta inoltre il multiforme dibattito che contraddistingue l’affermazione della pittura astratta degli anni cinquanta: dall’opera di Renato Birolli, in cui lo stile non è del tutto sganciato da legami con la rappresentazione del reale, all’astrattismo di Emilio Vedova qui presente con L’urto, opera che abbraccia l’astrazione geometrica senza rinunciare alla visione metaforica di un drammatico evento, un urto di forme spigolose che testimonia la durezza della guerra e del periodo postbellico.

1 - Tra realtà e astrazione 2 - La natura tra lirismo elibertà formaleLe opere di questa sezione, realizzate nell’arco di circa dieci anni tra il 1955 e il 1966, risentono fortemente del clima “informale” sviluppatosi nel secondo dopoguerra, e presentano una particolare attenzione alla natura e alla sua osservazione da parte dell’artista.Cupa e quasi monocroma appare la natura morta di Sergio Romiti, opera in cui si sentono forti gli echi del postcubismo e del passaggio tra pittura figurativa e astratta, così come nel dipinto di Pompilio Mandelli, in cui la natura diviene pretesto per analizzarne forme e colori in un’ottica squisitamente pittorica e compositiva.Differente è la riflessione sulla natura presentata da Silvio Zanella ed Ennio Morlotti, quasi uno sguardo trasognato sulla poesia del colore, in cui le forme della natura scivolano verso l’astrazione perché lo sguardo si fa lentamente impressione, e poi visione. La stessa morbidezza delle forme è presente nella scultura, anche se realizzata in cemento, di Vittorio Tavernari, che ritrae una figura femminile intenta a spogliarsi, in un gesto di quotidiana e naturale semplicità.Altre due sculture di bronzo completano la sezione, Il cane fra le canne n. 2 di Minguzzi, che presenta un’immagine cruda e spigolosa, in cui il soggetto è difficilmente riconoscibile e la bellissima Sedia di Giacomo Manzù, un omaggio alla poesia del quotidiano che si sposa con la natura.

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Questa sezione approfondisce la questione della pittura astratta nella sua specifica declinazione di pittura astratto-concreta.Con questo termine si definisce una pittura di matrice geometrica caratterizzata da un linguaggio autonomo, libero da riferimenti, da fonti, modelli o, più in generale dallo sguardo sul reale. Con pittura astratto-concreta, infatti, si fa riferimento prima di tutto all’alfabeto della pittura: la linea, la forma e il colore intesi come componenti pure e strutturali. Il movimento che in Italia ha portato avanti in modo più significativo queste istanze è stato il MAC – Movimento Arte Concreta, nato a Milano nel 1948 per opera di Atanasio Soldati, Gillo Dorfles, Gianni Monnet e Bruno Munari. All’interno di questa sezione, oltre alla presenza di opere di tutti i fondatori del gruppo, al fine di documentare la complessa articolazione del movimento, sono presenti anche lavori di altri importanti maestri, quali Mauro Reggiani ed Enrico Prampolini.L’importanza storica del MAC va inoltre messa in relazione alla capacità di porsi in modo trasversale tra ricerca artistica e progettazione industriale, design e grafica, divenendo così, negli anni cinquanta, vero e proprio punto di riferimento per l’aggiornamento e la trasformazione dei linguaggi visivi nella cultura artistica italiana.

3 - Ambiguità e rigore.La pittura astratto-concreta

Le opere di questa sezione, realizzate tra il 1958 e il 1965, sono caratterizzate da un accentuato interesse verso la sparizione di forme e figure, sostituite da una pittura segnica e gestuale.Non propriamente informali, le opere risentono tuttavia di un interesse verso la materia pittorica e di una certa relazione emotiva con essa, fatta di gesto, graffio, accumulo. In quest’ottica possiamo leggere Immagine quasi beige – Moulin Rouge di Mattia Moreni, in cui l’idea di movimento è suggerita proprio da pennellate energiche e vorticose, che sostituiscono la figura di un’ipotetica danzatrice con il concetto stesso di danza. Anche nell’opera Immediatamente prima di Scanavino, un campionario di segni immediati e profondi scavano la superficie della tela, rimandando a un’idea di stratificazione temporale e di esperienze, “Ogni segno nuovo nella mia pittura rappresenta una tappa nella mia vita, una conquista faticosamente raggiunta”, afferma l’artista. Nei dipinti di Ruggeri e Peverelli invece le forme hanno ancora un vago senso compositivo, ma, soprattutto per Peverelli, l’ordine è solo apparente, le fessure ricavate da un accumularsi di segni infatti, appaiono come figure larvali, una promessa di rinascita, la rappresentazione del mistero dell’origine. Garelli infine affronta la questione della forma svuotando del tutto i volumi della sua scultura in ferro, lasciando solo nel titolo l’unico rimando alla realtà: nell’opera L’ingegnere il centro della ricerca dell’artista rimane come sempre l’uomo, ma lo sguardo è ormai speranzoso, fuori dal cupo esistenzialismo del secondo dopoguerra e tutto rivolto al dinamismo e l’energia della vita contemporanea.

4 - La dissoluzione della forma

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Le opere presentate in questa sezione sono legate dalla ricerca, il coinvolgimento, la messa in opera e in crisi del concetto di spazio. Le complessità di questo argomento sono tanto vive oggi, nell’epoca della connessione globale, quanto lo furono per gli artisti che operarono nell’immediato dopoguerra, durante il boom economico degli gli anni sessanta, quando il pensiero su come ridisegnare la vita dell’uomo si affiancava all’idea di un nuovo spazio. In un tale contesto, il gesto di Fontana di oltrepassare la tela fu qualcosa di definitivo: egli consegnò all’arte la missione di eliminare il confine tra spazio rappresentato e spazio vissuto. I primi che seguirono la via di Fontana furono gli artisti del gruppo Azimuth fondato da Bonalumi, Manzoni e Castellani. Questi artisti abbandonarono la pratica della scultura come pura modellazione e della pittura come rappresentazione, dando alla materia il compito di generare e non di illudere un’immagine. L’opera diventava quindi un oggetto inedito, capace di raccogliere la luce e l’ombra (Bonalumi e Castellani), condizionare i meccanismi percettivi senza l’intercessione di alcuna figura (Dadamaino, Varisco e Pirelli), prefigurando la nascita di installazioni e ambienti. Anche gli artisti che rimasero più legati alle dimensioni del quadro e della scultura, in questi anni furono contaminati da un’idea di spazio differente, esistenziale e libera dalle forme e basata su una personalissima poetica del vuoto, come nel caso di Melotti.

5 - Un altro spazio

Questa sezione raccoglie una serie di ricerche molto differenti tra loro e che entrano in dialogo grazie a una particolare attitudine, uno specifico sguardo sulla realtà della vita quotidiana nella società italiana degli anni sessanta e settanta.All’interno di questa cornice di riferimento sono individuabili due differenti momenti attorno cui, in relazione alle collezioni del MA*GA, si è scelto di concentrare maggiormente l’attenzione. Il primo di questi nuclei è legato all’esperienza milanese del Realismo Esistenziale. La definizione non mette a fuoco un vero e proprio gruppo bensì una tendenza, un insieme di ricerche affermatesi a partire dalla seconda metà degli anni cinquanta, propugnate da alcuni giovani studenti dell’Accademia di Brera, soprattutto allievi di Aldo Carpi, “preoccupati, come diceva Courbet, più dell’essere uomini che pittori” (Mario De Micheli). Tra questi si segnalano le opere di Giuseppe Guerreschi e Bepi Romagnoni.Un secondo nucleo documenta invece le ricerche che si sono sviluppate a cavallo degli anni sessanta, ponendo l’attenzione in modo più specifico sulla società dei consumi, sulla diffusione dei nuovi oggetti e sui nuovi riti della cultura di massa; documentano questo interesse per la nascente cultura pop i grotteschi lavori polimaterici di Enrico Baj e il dipinto, capace di ricordare un manifesto pubblicitario, di Emilio Tadini.

6 - Cultura pop e ricercheesistenziali

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Questa sezione raccoglie le opere di artisti che a partire dalla metà degli anni settanta si sono dedicati a ricerche pittoriche e scultoree in cui la dimensione del tempo, e in particolare delle tracce che questo lascia nella materia, sia evidente. Anche se questa traccia, questo segno della memoria non è mai didascalico o narrativo, piuttosto emerge come un frammento che suggerisce, più che descrivere, tale passaggio. Esempio di quanto detto è l’opera di Francesco Somaini Tracce e impronte di due matrici. Il bassorilievo in vetroresina nasce infatti dalla diretta impressione di una matrice che scorrendo sulla materia genera l’immagine di una figura femminile fusa, appunto, con la materia stessa. Secondo una certa affinità le opere pittoriche di Valentino Vago e Giorgio Vicentini, vedono la presenza di un segno pittorico evocativo frutto di un approccio analitico e intimista.

7 - La traccia del tempo

Un particolare spazio della mostra è dedicato all’opera di Giuliano Mauri. Le opere di questo artista rappresentano una sorta di ideale collegamento tra il MA*GA e il Parco della Reggia poiché sono presenti nelle collezioni di entrambe le istituzioni. Passerella di gelsomini sul fiume perduto è l’installazione creata da Giuliano Mauri in occasione di Z.A.T. XXI-XXII Edizione del Premio Gallarate del 2004 dedicata all’arte pubblica. Il titolo, così poetico e narrativo, descrive perfettamente l’opera: si tratta di un ponte di legno e piante di gelsomini installati su una passerella già esistente sospesa sul fiume Arno, a Gallarate.Il ponte sorge in un contesto urbano di archeologia industriale, un tempo punto naturale di ritrovo per i gallaratesi. Ecco dunque che il lavoro di Mauri, rivalutando il luogo, innesca una moltitudine di significati e rimandi: innanzitutto agisce sul tempo e sulla memoria, restituendo, almeno nelle intenzioni estetiche, un aspetto naturale al paesaggio, destinato ad aumentare e modificarsi nel tempo. E’ previsto infatti che le piante crescano, germoglino e ricoprano la struttura di fiori di gelsomino, seguendo il ritmo delle stagioni. Il ponte poi, oltre a dialogare con l’ambiente in cui sorge, è destinato all’interazione con il pubblico in modo armonico e delicato. Dice l’artista in proposito: “le mie opere sono così: accolgono chiunque le percorra”. E proprio in linea con questa relazione tra uomo e natura si situa Voliera per umani, la grande installazione che l’artista realizza nel 2006 proprio all’interno del Parco e oggi parzialmente conservata.Tutta l’opera di Giuliano Mauri consiste, infatti, in interventi sul paesaggio per mezzo di installazioni di materiali naturali come legni robusti, fango, corde, preferendo quelli reperibili sul luogo dell’intervento; questo rende il lavoro dell’artista per nulla invasivo e diretto alla valorizzazione naturale e spirituale del sito in questione.

8 - Giuliano Mauri

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@ReggiadiMonza facebook.com/ReggiaDiMonzawww.reggiadimonza.it

www.museomaga.it

Franco Mazzucchelli è un artista che dedica la propria ricerca scultorea al ripensamento dei canoni e dei linguaggi della scultura classica, soprattutto attraverso l’utilizzo di materie plastiche. Giganteschi gonfiabili in PVC hanno spesso caratterizzato le istallazioni di Mazzucchelli che, dalla fine degli anni sessanta, sono intesi come veri e propri dispositivi meccanici di relazione anche con lo spazio pubblico, sia urbano che naturale.Pneuma del 2008 è un’installazione che si inserisce all’interno di questa più ampia ricerca dedicata al ripensamento della scultura e delle sue “funzioni”: due cuscini in PVC viola si gonfiano e sgonfiano lentamente come un pacifico e costante respiro. Ai nostri occhi questa installazione appare, in un tempo, attraente e sorprendente, lucida come un oggetto in vetrina ed intima come un manufatto domestico.In merito scrive Marina Pugliese: “alle mutazioni radicali che dall’immissione della vita nell’arte tipica degli anni Settanta ci hanno portato oggi alla consapevolezza di una raggiunta saturazione delle immagini, Mazzucchelli risponde continuando la sua esplorazione sul rapporto tra uomo e ambiente, vivendo e giocando lo spazio in equilibrio tra la dimensione tecnologica e quella reale.”

9 - Franco Mazzuchelli

MA*GA è Museo Associato

PROVINCIAMONZA BRIANZA

CITTA’ DIGALLARATE

Museo

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NOTE

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