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N. 16 | ANNO XXI | 28 OTTOBRE 2018 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com Freddato in viale Europa a soli ventisei anni La proposta: ai morti illustri diamo la giusta dimora Il Guercino ritrovato e subito dimenticato Medici aversani al Campus Bio-medico Parla Schiavone, tremano i politici Finita la favola, Alessia si separa Scuole, caos e traffico E’ urgente regolare gli orari d’ingresso e uscita Altre telecamere scova furbetti Scuola dell’infanzia, paura alla Cimarosa

E’ urgente regolare gli orari d’ingresso e uscita …Scuole, caos e traffico E’ urgente regolare gli orari d’ingresso e uscita Altre telecamere scova furbetti Scuola dell’infanzia,

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N. 16 | ANNO XXI | 28 OTTOBRE 2018 | PERIODICO DI CULTURA VARIA | DISTRIBUZIONE GRATUITA | www.nerosubiancoaversa.com

Freddato in vialeEuropa a soliventisei anni

La proposta: ai mortiillustri diamola giusta dimora

Il Guercinoritrovato e subitodimenticato

Medici aversanial Campus Bio-medico

Parla Schiavone,tremano i politici

Finita la favola,Alessia si separa

Scuole, caos e trafficoE’ urgente regolare gli orari d’ingresso e uscita

Altre telecamere scova furbetti

Scuola dell’infanzia, paura alla Cimarosa

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Fanghi di depurazione,l’ex Senatore non ci sta

Gara d’igiene urbana, rinvio alle calende greche

La maggioranza ormai in minoranza ad Aversa

Schiavone parla e tremano politici e burocrati

Il “Fermi” non si costituisce parte civile contro mr. James

La scuola digitale avrà sempre più spazio

Il benessere? Passa peril Centro Yoga di Aversa

PERIODICO DI CULTURA VARIADELL’AGRO AVERSANO

A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Anno XXI n° 16 - 28 Ottobre 2018

Direttore ResponsabileGiuseppe Lettieri

Direttore EditorialeNicola De Chiara

Coordinamento EditorialeVito Faenza

Coordinamento Grafi co Giuseppe Cristiano

Segreteria di RedazioneRaffaele De Chiara

Garante dei LettoriFranco Terracciano

EditoreAssociazione Dimensione Cultura Piazza Municipio, 22 - Aversa (Ce)

Tel. 081.198.14.930 Cell. 388.19.87.510

Registrato presso il Tribunale di S. Maria C.V al n. 514 del 17.11.1998

RedazioneVia Michelangelo, 108 - Aversa (Ce)

www.nerosubiancoaversa.come-mail: [email protected]

StampaTuccillo Arti Grafi che srl

Afragola (Na)

Si distribuisce nelle edicole e nei locali pubblici

SOMMARIO12

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50

Un omicidio cheriaccende vecchie paure

L’INTERVISTA

AVERSA

POLITICA

IL COMMENTO

IL CASO

SCUOLA

SALUTE

L’episodio delittuoso accaduto una decina di giorni fa in via-le Europa, dove un giovane di

26 anni è stato brutalmente assassinato, riapre vecchi scenari che quasi avevamo dimenticato. Da anni non accadevano simili episodi nella nostra Aversa. Con questo non vogliamo dire che la ma-lavita era scomparsa e che la camorra, piaga sociale del nostro XX secolo, fosse stata debellata, ma quanto meno che avesse preso ad agire con modalità diverse, fatte di colletti bianchi, affari illegali, non collegate direttamente a brutali esecuzioni. Adesso toccherà agli inquirenti fare luce su questo tragico avvenimento, ma la preoccupazione che tale fatto non sia un episodio iso-lato e l’inizio di una escalation per la definizione dei poteri e dei potentati sul territorio è più che legittima. Chi non ricorda i terribili anni Ottanta, quando di morti ammazzati in tutto l’Agro si contavano a decine l’anno. E che talvol-ta anche persone innocenti hanno subito un triste destino soltanto per essere stati nel posto sbagliato al momento sbaglia-to. Confidiamo nelle forze dell’Ordine, sperando che il Ministro Salvini colga l’allarme lanciato dalle Istituzioni locali e quanto prima invii altro personale a presidio del territorio. Aumentare la presenza di agenti di polizia, di cara-binieri, finanzieri sicuramente serve a far sentire la presenza dello Stato e a dare maggior tranquillità ai tantissimi

cittadini perbene che vivono nella nostra città! E, a proposito di sicurezza, ben venga l’arrivo di nuove telecamere previsto dall’Amministrazione comuna-le. Queste, infatti, non solo serviranno a rendere più sicure le nostre strade, ma anche a scovare quei furbetti, o meglio quegli incivili, che delle regole del buon vivere civile proprio non ne vogliono sapere. Infine, chiudiamo con un plauso al sindaco De Cristofaro e all’Assessore alla Cultura Oliva che, dopo circa 18 anni, insieme ad alcune Associazioni cittadine, riportano ad Aversa alcune tappe dell’Autunno Musicale. Il primo concerto, ad ingresso libero, è previsto per sabato 3 novembre presso la mo-numentale chiesa di San Francesco, quando in città arriverà, accompagnato dall’orchestra, il talentuoso violinista Albrecht Menzel, che nel 2015, a soli 23 anni, si è affermato al prestigioso Premio Paganini per poi esibirsi con Anne-Sophie Mutter alla Carnagie Hall di New York.

di Giuseppe LettieriL’Editoriale

nerosubiancoaversa.com

Nero su Bianco

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PRIMO PIANO

La camorra casalese torna a sparare ad Aversa e nella città normanna torna la paura.

Nell’Agro erano dieci anni che la camorra non ammazzava, ad Aversa anche di più. Venerdì 19 ottobre le armi sono tornate a sputare fuoco e morte e lo hanno fatto con modalità militari che non lasciano dubbi sulla matrice. Raffica di colpi e arma di grosso calibro. Una decina di colpi di cui sei andati a segno. È finita a soli ventisei anni la vita di una giovane leva del clan, ma con una militanza lunga che arriva alla sua adolescenza. C’è chi legge l’esecuzione del 19 ottobre come un avvertimento a “Nicolino” Schiavone, il rampollo della casata “Sandokan” che sta collaborando dallo scorso luglio con i magistrati na-poletani, ma c’è anche chi legge questo omicidio (tra questi il sottoscritto) come l’apice di una guerra sotterranea legata allo spaccio di sostanze stupefacenti, attività fiorentissima nell’Agro aversa-no e, in special modo, ad Aversa, dove

La camorra casalese torna a sparare ad Aversa. E torna la paura

Un avvertimento a “Nicolino” Schiavone, il rampollo della casata “Sandokan” che sta collaborando dallo scorso luglio con i magistrati napoletani?

Freddato in viale Europaa soli ventisei anni

w Nicola Rosselli

lo spaccio avviene, oramai, alla luce del sole, in zone centralissime, nonostante i continui (bisogna riconoscerlo) arresti da parte delle forze dell’ordine.La giovane vita spezzata in una calda notte di ottobre è quella di Nicola Picone, classe 1992, di Teverola ma domiciliato a Casaluce, precedenti per estorsione, camorra e rapina. Lo hanno trovato morto all’interno di una Panda i gestori di una pompa di benzina di

Nicola Picone e sullo sfondo il luogo dell’agguato

Chi ha ucciso“o’ minorenne” conosceva la zona, sapeva comemuoversi ma, soprattutto, sapeva dove trovarela vittima

Colpi di pistola anche dietro la chiusura della discoteca Klab di Aversa. Almeno questo emerge

dal comunicato del Commissariato di Polizia di Aversa che, annunciando la chiusura imposta al locale, scrive: “Nella mattinata odierna (20 ottobre, ndr) nell’ambito di mirati servizi volti a contrastare l’allarmante fenomeno della “movida aversana”, agenti della Polizia di Stato hanno dato esecuzione ad un provvedimento del Questore di Caserta, apponendo i “sigilli” ad un noto locale

Colpi di pistola anche dietro la chiusura di Klabgli agenti del Commissariato di Aversa ebbero a rinvenire all’interno di quel parcheggio una pistola con matricola abrasa, verosimilmente utilizzata dagli autori degli spari”. Un’attività di con-trollo dei locali che, nei fine settimana, diventano meta di migliaia di avventori provenienti dall’entroterra aversano e anche dai confinanti comuni dell’in-terland napoletano. Klab ha ricevuto la sospensione della licenza per 15 giorni, anche gli esercenti sono responsabili dei comportamenti degli avventori.

ricettivo del capoluogo normanno, de-cretandone la chiusura. Il citato locale non solo è risultato essere frequentato anche da persone con precedenti di po-lizia (fatto molto allarmante), ma è stato recentemente anche teatro di fatti di criminalità allorquando, nella notte del 14 ottobre scorso, all’interno del par-cheggio di quel locale anonimi esplode-vano alcuni colpi di arma da fuoco, poi dandosi alla fuga all’arrivo della Polizia, prontamente allertata da uno dei vigilan-tes ivi in servizio. In quella circostanza,

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PRIMO PIANO

Aversa, proprio di fronte agli istituti scolastici “Andreozzi” e “Siani”. Ad indagare i carabinieri del Nucleo Inve-stigativo di Caserta, diretto dal tenente colonnello Nicola Mirante, e di Aversa, coordinati dal tenente colonnello Do-nato D’Amato e dal capitano Stefano Russo. Al lavoro dei militari hanno as-sistito, incuriositi, gli studenti del Liceo Siani, che si trova di fronte all’Agip. Quando il corpo senza vita di Nicola Pi-cone, alias ‘o minorenne, è stato trovato crivellato di colpi in macchina in viale Europa, ci sono volute delle ore per dare un nome alla vittima, non si pensava ad una esecuzione camorristica. Tanto che, inizialmente, quello che è circolato è stato il nome di un napoletano incensu-rato suo coetaneo, forse anche a causa di probabili documenti falsi. Col passare delle ore, l’arrivo della scientifica e, soprattutto, il ricorso al sistema weblase (un archivio elettronico nel quale vengo-no inserite le fotografie di pregiudicati o di persone già note, poi suddivise in base ai reati e alle caratteristiche somatiche), il delitto ha assunto i contorni dell’ag-guato di camorra. Nicola Picone, infatti, a dispetto della giovanissima età, era un veterano, le prime accuse risalgono al 2010, da qui il suo soprannome, o’ minorenne. Estorsioni ad imprenditori e all’interno del mercato ortofrutticolo di Aversa. Gli investigatori ipotizzano che in questi ultimi tempi il suo settore di attività fosse diventato quello dello spaccio di droga.La sua morte è avvenuta di notte, ma solo dopo le otto qualcuno ha avvisato i carabinieri della presenza del cadavere nella Panda parcheggiata nell’area retro-stante il distributore dell’Agip. Nessuno ha sentito gli spari, nessuno ha visto nulla e forse anche le telecamere non serviranno a nulla. A proposito di tele-camere, quelle comunali su viale Europa non funzionano, una circostanza che più volte gli agenti di polizia municipale hanno segnalato agli amministratori. Segnalazioni rimaste lettera morta. Chi ha ucciso “o’ minorenne” conosceva la zona, sapeva come muoversi ma, soprat-tutto, sapeva dove trovare la vittima. Si ipotizza che potrebbe avergli dato un ap-puntamento. La Panda era parcheggiata in maniera ordinata, segno che il killer ha sparato verso un obiettivo fermo. E ad Aversa torna la paura.

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La città strangolata nella morsa dell’inquinamento all’entrata e all’uscita dalle scuole

Basterebbe che i vari dirigenti scolastici di concerto tra loro, e magari sotto l’egida dell’Assessore all’Istruzione, adottassero orari sfalsati di entrata e uscita dalle scuole

Il traffico ci uccide e nessuno fa niente

w Irene Motti

Tra le tante emergenze che ingolfano la “macchina” ammi-nistrativa normanna, quella della

fluidità e sicurezza della viabilità non costituisce di certo una priorità. Tut-tavia, un minimo di programmazione potrebbe evitare lo strangolamento della città nella morsa del traffico, soprattutto in corrispondenza della ripresa dell’an-no scolastico. Basterebbe, ad esempio, che i vari dirigenti scolastici di concerto tra loro, e magari sotto l’egida dell’assessore all’Istruzione, adottassero orari sfalsati di entrata e uscita dalle scuole. Infatti, ogni anno, agli orari ricorrenti, i punti nevralgici della città sono completa-mente paralizzati dal traffico: il fatto è ancor più grave se si pensa che spesso strade come via Giotto e via Ligabue sono quelle di accesso ad uffici es-senziali quali l’Agenzia delle Entrate, l’Inail, e la stazione dei Carabinieri. Per non parlare della posizione delicata in cui è ubicato il nostro nosocomio, vero e proprio “triangolo di fuoco”, circondato dagli istituti superiori I.P.S.E.O.A., Mattei e l’I.C.S. De Curtis che, assieme, contano migliaia di iscritti. Di fatto, ogni giorno, si riversano sulle vie cittadine mezzi privati e pubblici stracarichi di studenti immersi nel caos più totale. Non è nemmeno previsto al-cuno spazio di stazionamento che possa facilitare la discesa dei vari studenti che, pertanto, prima ancora di iniziare le attività didattiche, sono già stressati! Tra gli stressati, ovviamente, anche gli automobilisti braccati dal traffico nel vano tentativo di raggiungere posti di lavoro, uffici, ospedali e tutti quei servizi che, purtroppo, sono adiacenti

PRIMO PIANO

Di fatto, ogni giorno, si riversano sulle vie cittadine mezzi privati e pubblici stracarichi di studenti immersi nel caos più totale. Con conseguenze facilmente immaginabili

le varie strutture scolastiche. L’idea di costruire una cittadella scolastica, al pari di una giudiziaria o ospedaliera, forse è peregrina, non lo è invece cerca-re di porre rimedio a questo stato di cose utilizzando risorse già disponibili. A questo proposito, per risolvere, ad esempio, il problema del traffico

veicolare di via Giotto, non si potrebbe adibire a parcheggio, regolamentato e non più di fortuna, l’area dell’ex alifana della parallela via Leonardo Da Vinci? È notizia di un anno fa circa (15 febbraio scorso) che i suoli della ferrovia dismes-sa, dopo annose trattative con l’Eav, sono stati concessi per un periodo di sei anni al comune,

proprio al fine di riqualificarli e riuti-lizzarli, magari, proprio come aree di sosta. In questo modo, infatti, gli utenti della scuola primaria di via Giotto, non sarebbero più costretti a parcheggiare in seconda, terza, a volte anche quarta fila, a tutto danno della viabilità e dei poveri residenti che diventano di fatto “ostaggi “nelle ore di entrata e uscita dalla scuola. Nel frattempo, visto il numero sempre più esiguo di vigili urbani, si potrebbe pensare di garantire la sicurezza delle scolaresche, messa a dura prova dal traffico veicolare, come avviene a Par-ma. Qui, giovani immigrati, provenienti dai centri di accoglienza e preparati dal corpo dei vigili urbani, vengono messi davanti alle scuole per vigilare sulla si-curezza degli alunni. Un modo efficace per reclutare nuovi volontari del servi-zio di vigilanza scolastica e favorirne il processo di integrazione, risultato non da poco di questi tempi!

Quello che accade in via Giotto all’uscita della scuola

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di Geppino De Angelis

Movida e ...forze dell’ordine

Premesso che, per innata convin-zione, fin da ragazzo abbiamo sempre avuto massima stima e

simpatia per le forze dell’ordine (tanto che, dopo la laurea in Giurisprudenza, avremmo tentato il concorso in Polizia, se non avessimo cominciato ad inse-gnare subito dopo, del che certamente non ci siamo pentiti) ciò non ci esime dal fare, quando necessario, delle consi-derazioni critiche su certe situazioni. Ed è proprio questo il caso, dopo aver letto nei giorni scorsi sul quotidiano napole-tano le dichiarazioni rese dal consigliere comunale Carmine Palmiero al nostro amico e collega Nicola Rosselli. Dichiarazioni che lasciano alquanto perplessi e la cui responsabilità, ovvia-mente, lasciamo all’esponente politico. Stando a tali dichiarazioni, sere addie-tro, nel corso di una delle tante, ormai solite risse che caratterizzano quella che viene definita …movida (ma che, a nostro avviso, dovrebbe definirsi talvol-ta solo esclusivamente dimostrazione di incivile, delinquenziale strafottenza dei diritti altrui e dei residenti in parti-

to della Polizia. “Dopo aver parlato con un agente, riferisce ancora il consigliere comunale Palmiero, siamo rimasti in attesa di una volante che non è mai arrivata”. Cosa dire in merito a quanto denunciato del consigliere comunale che, fino a che buttiamo giù questa “puntura”, non ha ricevuto alcun chiarimento da parte del comando CC e del commissariato PS? Sappiamo benissimo che gli organici nel nostro (una volta) Belpaese (e nelle nostre zone in particolare) sono sottodi-mensionati, per cui c’è solo da sperare che le promesse del vicepremier Salvini diventino al più presto realtà concreta per quel che concerne il potenziamento delle forze dell’ordine, ma sorgono spontanei alcuni interrogativi. Se ci fosse scappato il morto, di chi sarebbe stata la responsabilità? Fino a che punto si può parlare di competenza territoriale, se è in corso una megarissa dagli sviluppi imprevedibili? A chi addossare la responsabilità del mancato arrivo della volante? Interrogativi che meritano una risposta!

colare) mentre gli …imbecilli di turno in via Seggio si rendevano protagonisti di scene da film western, usando anche spranghe ed altri …aggeggi del genere, alcuni concittadini hanno ritenuto opportuno chiedere l’intervento dei Carabinieri che hanno risposto che via Seggio rientrava nella sfera d’interven-

Carmine Palmiero

Cade una plafoniera, paura alla “Cimarosa”

Solo la dea bendata ha evitato spiacevoli conseguenze. Nel pomeriggio di giovedì 18 otto-

bre nella sala refettorio della scuola dell’infanzia di via Guido Rossa ad Aversa una plafoniera si è staccata parzialmente dal soffitto rimanendo sospesa a mezz’aria. In quel momento i bambini non erano presenti perché la scuola era chiusa. L’indomani mattina il Dirigente scolastico, Mario Autore, è prontamente intervenuto, disponendo la chiusura provvisoria della sala mensa non solo per consentire l’intervento di riparazione ma soprattutto per un con-trollo di tutte le plafoniere presenti. “Per fortuna al momento dell’accaduto – ha dichiarato Il Dirigente Scolastico – non

c’era nessuno. I controlli vengono fatti, ma molto spesso accade anche l’im-ponderabile. Entro lunedì il Comune

interverrà. Devo dire che stavolta sono stati dav-vero tempestivi ed efficienti”. Siamo d’accor-do con Autore ma è pur vero che nelle scuole sarebbe dovero-so, per garantire la necessaria sicurezza ad alunni, docenti, dipendenti e

visitatori, mettere sempre in atto quelle elementari misure di prevenzione impo-ste tra l’altro anche dalla legge.

Il Sindaco alla scuola dell’infanzia del “Cimarosa”

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L’INTERVENTO

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L’INTERVISTA

“Non è possibile, per legge, aumentare il rischio di maggiore contaminazione di suoli, falde acquifere e conseguentemente della catena alimentare”

Lucio Romano lancia l’allarme. Approvata una norma che mette davvero paura

Fanghi di depurazione,l’ex Senatore non ci sta

w Nicola Rosselli

La norma sull’utilizzo dei fanghi di depurazione in agricoltura sarebbe passata quasi inos-

servata. È un articolo che, per quanto estraneo per materia, è stato comunque inserito nel decreto legge Genova. Per intenderci, quello sul crollo del ponte Morandi. È una norma che ha suscitato non poche osservazioni critiche. Tra le prime a intervenire sul tema è stata l’Associazione Comunità Solidale di Aversa. Poniamo alcune domande a Lucio Romano, presidente di Comunità Solidale, Senatore della scorsa legisla-tura, promotore e relatore dell’indagine conoscitiva su inquinamento ambienta-le e tumori sulla Terra dei Fuochi. Che cosa sono i fanghi di depurazione? I fanghi di depurazione sono il residuo finale che si estrae dagli impianti dopo il trattamento delle acque reflue provenienti da insediamenti domestici, industriali o misti. Possono essere riu-tilizzati con lo spandimento sui suoli a beneficio dell’agricoltura, consentendo il recupero del valore fertilizzante del fango per il suo contenuto di compo-nenti minerali e organiche. Comunque, ci sono criticità per l’utilizzo in agricol-tura dei fanghi per la possibile presenza di composti organici nocivi, metalli pesanti, organismi e microrganismi patogeni. Tra questi gli idrocarburi. Ecco perché non bisogna superare determinati livelli che sono stati già determinati per legge. Sotto il profilo giuridico, i fanghi di depurazione sono a tutti gli effetti dei rifiuti. Che cosa dice l’articolo del decreto Genova?L’articolo 41 del Decreto Genova inserisce una norma che aumenta signi-

conversione in legge, potrebbero essere gravi anche le ripercussioni sulla salu-te. Ingenti quantitativi di idrocarburi e metalli pesanti saranno disseminati sui suoli. È questo il dato di fatto, contenu-to nel Decreto legge, che deriva dalla scelta del Governo sebbene si sia tanto speso sui temi ambientali in campagna elettorale.Il Governo come ha giustificato l’in-serimento della norma?La giustificazione è che rappresente-rebbe una “soluzione di emergenza e non definitiva” a causa del notevole accumulo nei depositi di stoccaggio di fanghi che non si riuscirebbe a smaltire. Una decisione assunta per superare la situazione emergenziale dovuta alla sentenza del TAR della Lombardia che nel 2018, a seguito di un ricorso presentato da circa 60 Sindaci delle province di Pavia e di Lodi, ha fissato il limite della presenza degli idrocarburi nei fanghi di depurazione a 50mg/kg, facendo a sua volta riferimento alla sentenza della Corte di Cassazione che si era pronunciata nel giugno 2017.Qual è la posizione di Comunità Solidale?Esprimiamo decisa contrarietà e allar-me che non possono essere sottaciuti. Confidiamo nell’intervento deciso e rapido del Ministro dell’Ambiente, da sempre impegnato su questi temi, per evitare ulteriori disastri. Altrimenti significherebbe tradire le aspettative di tanti cittadini. Non è possibile, per legge, aumentare il rischio di maggiore contaminazione di suoli, falde acqui-fere e conseguentemente della catena alimentare. Inoltre ci sarebbe una forte contraddizione tra l’aumento dei limiti degli idrocarburi nei fanghi destinati ad uso agricolo e la normativa relativa ai limiti per la bonifica dei terreni.

ficativamente i limiti consentiti per la concentrazione di idrocarburi pesanti (C10 e C14) nei fanghi di depurazione da smaltire in terreni agricoli, con un prevedibile pesante impatto sulla con-taminazione dei suoli. Infatti si passa da 50 milligrammi per Kg, sanciti dalla Corte di Cassazione in applicazione del D.Lgs. n. 152/2006, a ben 1000 milligrammi per Kg. Se approvato nella

Lucio Romano

La norma inserita nel decreto per Genova aumenta i limiti consentiti per la concentrazione di idrocarburi pesanti nei fanghi di depurazione usati in agricoltura

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AVERSA

Proroga su proroga se si considera che l’appalto precedente è scaduto nell’aprile 2017 e che solo allora l’esecutivo ha dato il via alla gara per l’aggiudicazione del servizio

L’Amministrazione comunale concede un’ennesima proroga di sei mesi alla Senesi

Gara d’igiene urbana, rinvio alle calende greche

Gara di igiene urbana con rinvio alle calende greche. Mentre il Consiglio di Stato fissa per il 28

marzo 2019 l’udienza di discussione del ricorso contro l’esclusione presentato dalla ditta Cite contro la propria esclu-sione dalla gara per scegliere il soggetto che espleterà il servizio per cinque anni, l’amministrazione comunale di Aversa concede una ennesima proroga di sei mesi alla Senesi, l’azienda marchigiana che gestisce attualmente il settore, con una spesa prevista di circa tre milioni e mezzo di euro. Proroga su proroga se si considera che l’appalto precedente è scaduto nell’aprile 2017 e che solo allora l’esecutivo normanno ha dato il via alla gara per l’aggiudicazione del servizio per cinque anni con una spesa prevista di trentacinque milioni di euro. Un pasticcio iniziale al quale hanno fatto seguito le lungaggini solite di una gara, con ricorsi e appelli che, c’è da giurare, percorreranno tutti e tre gradi di giudizio. A questo proposito la com-missione di gara, nel corso dell’ultima seduta, dopo aver comunicato di aver ricevuto dal Consorzio Cite (che si era aggiudicato la gara in prima battuta, una diffida tesa alla riammissione alla procedura di gara in esecuzione di un’ordinanza del Consiglio di Stato. Di conseguenza, la commissione ha ritenuto, per quanta riguarda la ditta Cite, di procedere, in via di autotutela, a riammeterla con riserva in attesa che si pronunci il Consiglio di Stato su analogo ricorso analogo avverso l’es-clusione da altra gara che la Stazione Unica Appaltante di Caserta ha adottato per un altro Comune, la cui udienza è fissata per il prossimo 25 ottobre, men-

Di conseguenza, la commissione di gara dovrà provvedere ad informare della riammissione del Consorzio Cite il Responsabile del Procedimento del Comune di Aversa affinché riprenda la sospesa valutazione sulla congruità dell’offerta e si esprima definitivamente sulla stessaa.Con riferimento alla società Tekra, giunta seconda, la commissione ha informa che la stessa ha controdedotto in tempo utile sugli inadempimenti contestati, ritenendoli infondati e ille-gittimi.Considerato, però, che gli inadempi-menti contestati alla Tekra, a giudizio della Commissione, non sono dissimili da quelli contestati a Cite e rispetto ai quali il Consiglio di Stato, nell’Ordi-nanza di riammissione, «sembra aver ritenuto di non poter emettere un giu-dizio di gravità, la Commissione decide di non procedere all’esclusione della Societa Tekra che, pertanto, risulta anch’essa ammessa con riserva».

Alla Senesi una nuova proroga

w Nicola Rosselli

tre, sempre il Consiglio di Stato, per il ricorso relative alla gara del commune di Aversa, ha fissato la trattazione del merito al 28 marzo 2019. Oggetto del contendere: se le penali ap-plicate in altri appalti al Consorzio Cite e da questo non dichiarate al momento della partecipazione alla gara siano motive di esclusione dalla gara. Al mo-mento la riammissione provvisoria in attesa della fecisione sul merito.

Le lungaggini solite di una gara, con ricorsi e appelli. Il Consiglio di Stato fissa per il 28 marzo 2019 l’udienza di discussione del ricorso contro l’esclusione presentato dalla Cite

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LA PROPOSTA

L’area degli uomini illustri nel cimitero cittadino resta vergognosamente vuota

In quel settore, che accoglie solo Gaetano Parente, si potrebbero collocare le spoglie dei Sindaci della città normanna e di tutti i personaggi che hanno onorato la città

Ai morti illustrila giusta dimora

w Franco Terracciano

Aversa si conferma ancora una volta una città senza memoria. I suoi uomini illustri sono spar-

pagliati qui e là nel cimitero cittadino, mentre Capua ha dedicato un grandioso Pantheon ai suoi figli più nobili e Giu-gliano ha, nel cuore del suo camposanto, un settore con le tombe e le statue dei principali Sindaci della città. Eppure ad Aversa c’è un settore degli uomini illustri dal 2007, quando vi fu collocato, durante la sindacatura di Domenico Ciaramella, il monumento contenente le spoglie mortali di Gaetano Parente, primo sindaco della città dopo l’Unità.Da allora il campo è vuoto, nessun altro amministratore ha avuto la sensibilità di far inumare lì altri resti degli uomini illustri che sono sepolti ad Aversa. L’assessore De Chiara, per futura me-moria, tentò subito dopo di affiancare alle spoglie del Parente anche quelle di Niccolò Jommelli, ancora abbandonate nella chiesa napoletana di S. Agostino

L’inaugurazione nel 2007

Un progetto che avrebbe una grande valenza pedagogica soprattutto nei confronti dellenuove generazioni che hanno perso memoria

alla Zecca, confidando nell’aiuto, che non arrivò mai, del cardinale aversano Crescenzio Sepe. Rimangono così sparsi nel cimitero, nei loculi anonimi, nelle cappelle gentilizie, di famiglia, i resti di quasi tutti i sindaci della città, dei parlamentari, degli uo-mini di Chiesa degni di essere ricordati, degli scrittori, dei musicisti, dei pittori di Aversa. Questo progetto ha una gran-de valenza pedagogica soprattutto nei confronti delle nuove generazioni che hanno perso memoria del passato e alle quali nulla dicono, ad esempio, i nomi di Luigi Pastore, di Francesco Orabona, di Antonio Balsamo, di Enrico Cascella, di Alfonso Ruta, di Peppuccio Romano, di Luigi Andreozzi, di Giovanbattista Franchini, di Giovanni Motti.L’auspicio è che quel quadrato, già ben delimitato nel cimitero, possa essere foscolianamente doverosa memoria civile ed incitamento: “A egregie cose il forte animo accendono l’urne de’ forti, o Pindemonte; e bella e santa fanno al peregrin la terra che le ricetta”.

Fagnoni Mu-sic School è un’Associazione

culturale musicale nata dall’idea di due giovani ragazzi, Mario Fagnoni e Antimo de Paola, che hanno deciso di avviare questa esperienza basandosi sull’amore per la musica e con la volontà di trasmettere ai ragazzi la passione per quest’ultima. La sede dell’Associazione, che

Fagnoni Music School, progetto d’amoresi trova in via Pietro Pirolo 51 in Aversa, ha più classi: ogni allievo dedica il suo tempo allo studio dello strumento amato. I corsi si svolgo-no dal lunedì al venerdì ed hanno il chiaro obiet-tivo di formare talenti. Da quest’anno subentra-no due novità. C’è uno studio di registrazione all’avanguardia, per tutte le persone che hanno il sogno di inci-

dere un brano, anche inedito, un disco, o semplicemente una cover. E, con l’aiuto dei vari maestri, si svolgono corsi di Propedeutica Musicale, proprio per dare l’opportunità anche ai più piccoli di conoscere il mondo della musica. Con la guida del maestro Roberto Fagnoni, componente storico del Fagnoni Music Group, nella classe di canto è introdotta anche la teoria del canto così come quella musicale. Un progetto che negli ultimi anni è andato via via crescendo. Il segreto? “L’umiltà con la quale cerchia-mo di formare tanti allievi, spronandoli a dare il meglio di se stessi”.

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LA STORIA

Alessia è stata la prima trans in Italia a sposarsi con matrimonio civile

Ha accudito, servito e riverito il suo sposo, ma qualcosa non ha funzionato. L’orgoglio e rabbia di chi avrebbe voluto una storia d’amore diversa

Alessia Cinquegrana si separa dal marito

w Chiatto Giuseppe

Alessia Cinquegrana con il papà

Conobbi Alessia Cinquegrana qualche anno fa, mentre pre-sentavo la manifestazione dei

fujenti in Piazza Fuori Sant’Anna, recitò con grande dote interpretative una poesia, mi colpì il suo bello modo di recitare, e, siccome facevo parte della giuria, mi espressi favorevolmente affinché fosse lei la vincitrice. Fu lei infatti a vincere. Ho il dovere di fare una piccola premessa, all’inizio non sapevo chi fosse, e non avevo nemmeno notato che era una trans, ovviamente la mia cultura non mi permette di fare distinzioni, anzi, condanno coloro che vogliono che si conformi per legge il loro modello culturale e confessionale. Ma veniamo ai fatti. Qualche mese dopo Alessia passò alla cronaca rosa per essere la prima trans in Italia a sposarsi con matrimonio civile, il rito si svolse l’anno scorso sul municipio di Aversa in presenza dell’allora vicesindaco Federi-ca Turco. Storia da favola, ma Alessia ,

che quest’anno ho incontrato di nuovo in Piazza Fuori Sant’Anna, e di nuovo l’ho premiata per l’interpretazione della poesia, mi confidò che un verso della poesia era dedicato a suo padre

Finalmente. L’Istituto Alber-ghiero di Aversa, un’eccellenza nel variegato panorama delle

scuole aversane, avrà una nuova e più funzionale struttura. La Provincia di Caserta ha, infatti, approvato il progetto definitivo per i lavori di costruzione della nuova dell’Ipssart “Drengot” di Aversa. Un importo totale di un milione e mezzo di euro, proveniente da fondi attinti dal bando emanato nell’agosto 2017 dal Ministero dell’Istruzione, consentirà all’istituto diretto egregia-mente da Nicola Buonocore di avere una sede all’altezza delle aspettative.

L’Alberghiero cambia casa“E’ un ulteriore ed importante tassello - ha commentato il presidente della Provincia, Giorgio Magliocca - che si aggiunge allo sforzo enorme di questi mesi che l’Ente porta avanti per l’am-modernamento degli istituti e la realiz-zazione di nuove scuole sul territorio provinciale. Un grazie anche allo spirito di servizio dei dipendenti, che lavorano tra mille difficoltà quotidiane in un Ente in condizione di dissesto finanziario”. E’, invece, il consigliere delegato alla Pubblica Istruzione, l’aversano Stefano Di Grazia, ad aggiungere preziosi det-tagli alla notizia. “Il nuovo “Drengot”

sarà realizzato in un terreno di proprietà della Provincia tra gli istituti “Volta” e “Gallo”. Stiamo lavorando intensa-mente per accorciare i tempi della sua realizzazione”.

Enzo, che purtroppo aveva interrotto i rapporti con lei circa dodici anni fa. Alessia soffriva di questa situazione, ed ovviamente fui felice quando seppi che in luglio si era riappacificata con il

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LA STORIA

Alessia Cinquegrana si separa dal marito

padre, il quale dopo tanta sofferenza ha dichiarato che Alessia è stata sempre la sua vita. Bella storia. Qualche giorno fa ho incontrato Alessia, l’ho trovata in forma fisicamente, ma provata, gli ho domandato il perché, e, purtroppo, la risposta non è stata delle più felici. Dopo appena un anno di matrimonio con Michele Picone, la nostra Alessia da circa due mesi si è separata. Ho l’ingrato compito di pubblicare per primo la notizia, che purtroppo è già materia di avvocati. Alessia è una ragazza come tutte le altre, e, dai suoi racconti è venuto fuori che è stata anche una brava moglie, ha accudito, servito e riverito il suo sposo, ma qualcosa non ha funzionato, ecco che allora esce fuori il suo orgoglio e la sua rabbia, orgoglio e rabbia di chi avrebbe voluto che la storia d’amore avesse avuto un corso diverso.Eppure lo sposo in occasione del

matrimonio aveva affermato che senza Alessia non avrebbe vissuto nemmeno per cinque minuti, addirittura si sentiva perso. Come direbbe Mina: Parole, parole, parole....Alessia le ultime parole di questo articolo sono dedicate a te: Hai superato mille difficoltà, hai lot-tato, perso, vinto, sei caduta più volte, e più volte ti sei rialzata, esci da tante vicissitudine, supera anche questa, sono sicuro che ci riuscirai, e lo farai con il tuo inconfondibile stile, “A testa alta. Auguri”.

Il giorno del matrimonio

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POLITICA

Ormai siamo di fronte a una coalizione rabberciata che non riesce più a decidere nulla

La maggioranza ormai in minoranza ad AversaIn Consiglio comunale, volontariamente o involontariamente, in questi due anni e mezzo di Amministrazione, spesso si è assistito alla mancanza del numero legale

Una maggioranza oramai in mi-noranza ad Aversa. Un bisticcio di parole utile per descrivere

quanto sta avvenendo nella nostra città, dove, oramai, siamo di fronte ad una coalizione rabberciata che non riesce più a decidere. In verità, spesso in Consiglio comunale, volontariamente o involontariamente, in questi due anni e mezzo di amministrazione arcobaleno, spesso si è assistito alla mancanza di numero legale. E se spesso si è trattato di un espediente per non discutere le cose proposte dalle opposizioni, altret-tanto spesso si è trattato di segnali che i consiglieri comunali di maggioranza hanno inteso dare al loro Sindaco. Un Sindaco che fa il finto tonto e cerca di prendere tempo. Sino a ottobre, poi sino a dicembre, ora si parla di gennaio per dare vita all’ennesimo rimpasto, all’ennesimo tourbillon di assessori, per rafforzare il record che il Sindaco

w Livia Fattore già detiene, ma senza tenere in conto che cambiare continua-mente assessori non fa bene all’ammi-nistrazione; ma per il primo cittadino, tanto per cambiare, la colpa del disastro amministrativo è solo dei dirigenti. Nella seduta del 16 ottobre scorso, tanto per citare un esempio concreto, cinque esponenti della coali-zione arcobaleno non sono stati presenti in aula al momento della discussione della convenzione con l’Eav, contestata su entrambi i lati della barricata. Danila De Cristofaro e Isidoro Orabona non hanno Un Consiglio comunale semideserto

Per porre un freno al fenomeno del sacchetto selvaggio, depositato ad ogni ora del giorno e della not-

te, il dirigente della polizia municipale di Aversa Stefano Guarino, su proposta dell’assessore all’ambiente, Marica De Angelis, ha dato il via all’iter per l’acquisto di altre quattro “telecamere trappola” che vanno ad aggiungersi a quelle già esistenti.“Questa iniziativa si rende possibile – ha dichiarato la De Angelis - attraverso le economie derivanti delle sanzioni ambientali. Cominciamo con quattro apparecchi con tecnologie innovative per poi verificare la funzionalità ed Nuove telecamere in arrivo

Altre quattro telecamere contro i furbettiincisività delle stesse. L’idea è quella di implementare il controllo ambientale del territorio attraverso un monitoraggio costante”. “Aggiungo anche – continua l’esponente dell’esecutivo normanno - che questo progetto di destinare econo-mie per le videocamere è stato il frutto di un lavoro sinergico con l’assessorato al bilancio e il dirigente della polizia municipale Guarino”.Sempre De Angelis evidenzia l’attività nel settore dei controlli nel settore am-bientale e rivela che da settembre 2016 ad oggi sono state elevate oltre 860 sanzioni contro questi untori, una media certamente non da paese civile.

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POLITICA

proprio preso parte alla seduta. Seduta che, ad un certo punto, hanno lasciato Daniele Sbano e Claudio Palladino, ol-tre a Francesco Di Virgilio. I primi due hanno proprio abbandonato la seduta, il terzo ha fatto ritorno in aula poco dopo il lento appello di verifica fatto dal presidente del Consiglio comunale Augusto Bisceglia. Il Sindaco, in quella sede, ha pubblicamente accusato, per l’ennesima volta i dirigenti non si capi-sce bene per quali motivi, e i microfoni che non funzionavano bene.

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Nella seduta del 16 ottobre scorso cinque esponenti della coalizione non sono stati presenti in aula al momento della discussione della convenzione con l’Eav

Insomma, guarda caso, a venire meno sono stati proprio quei malpancisti in-dicati da tempo e noti a tutti. Di fatto un risultato già preannunziato tenuto conto che nessuno dei consiglieri comunali, salvo Bisceglia e il leghista Michele Galluccio, si sono presentati alle riunio-ni di preconsiglio comunale. Un chiaro avvertimento, un segnale inequivocabi-le che il primo cittadino non ha inteso o non ha voluto intendere pensando che, messi davanti al fatto compiuto, i consiglieri avrebbero fatto quanto da lui desiderato. Ma il problema è proprio questo, la maggioranza è composta da tanti singoli consiglieri comunali ognu-no dei quali crede di essere (e forse lo è davvero) indispensabile. Da qui i continui ricatti politici a cui il Sindaco è sottoposto e il conseguente nervosi-smo che, oramai, lo contraddistingue in questi ultimi mesi.“Siamo di fronte – ha dichiarato il consigliere comunale del Partito Demo-cratico Alfonso Golia - ad un problema politico. Questa maggioranza non ha più i numeri per governare. Stiamo preparando una mozione di sfiducia, un appello a mandare a casa questa Amministrazione se si ha veramente a cuore il futuro della nostra città” .

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POLITICA

Il primo cittadino, parlando della convenzione con l’Eav, si lascia andare in Assise

Conversazione surreale tra il Sindaco che ammette pubblicamente di aver barato in un atto pubblico ed il consigliere Villano che lo scongiura di cambiare versione

Le dichiarazioni che lasciano senza parole

“Allora, il primo approccio con la E.A.V. l’ho avuto io insieme all’Assessore

ai lavori pubblici, insieme all’assessore Alfonso Oliva, abbiamo chiamato la E.A.V. perché ci siamo accorti purt-roppo, che ci arrivava questa sanzione puntuale, quotidiana di cinquanta euro al giorno.Stipulata questa convenzione con l’am-ministrazione credo Ciaramella e anda-ta avanti con le altre amministrazioni. Noi ancora oggi dobbiamo pagare alla E.A.V. cinquanta euro al giorno per la strada ben nota della Piedimonte, per un

w Nicola Rosselli

Marco Villano

totale di 125mila, 130mila, raggiungerà anche 150mila euro. Il problema è un altro, noi ci siamo inventati una cosa e ce la siamo inventata di sana pianta, non mi risulta e non risulta dagli atti del Comune che il Comune abbia fatto manutenzione su quelle aree e per conto della E.A.V., e allora quando diciamo le cose le dobbiamo dire per nome e cog-nome, significa che la E.A.V. sosteneva e faceva questi interventi sulle sue aree altrimenti ci sarebbero dovuti essere atti concreti, come dite voi che la amninis-trazione parla per atti, dove si diceva che la amministrazione contestava alla E.A.V. il mancato servizio, non esistono, ce lo siamo inventati noi, noi con questa amministrazione, e abbiamo

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POLITICA

Un treno dell’ex Alifana

tentato un colpo di mano, barando tra virgolette su questa attività, e abbiamo detto che ci dovevano restituire anche questi soldi. Bene. La amministrazione E.A.V. ha detto “andiamo in contenzio-so e vi diciamo che noi queste attività le abbiamo svolte”, noi abbiamo soste-nuto “cerchiamo di trovare un accordo, cerchiamo di trovare una mediazione” e la mediazione è la convenzione che è sotto gli occhi di tutti”. A parlare, nella trascrizione fedele di un intervento in Consiglio comunale, il sindaco di Aversa che ammette pubbli-camente, come fa emergere, poi, il con-sigliere comunale Pd Marco Villano, di aver barato in un atto pubblico. “Tu hai detto che il Comune non ha sostenuto spese per la manutenzione di queste aree negli anni precedenti” chiede Villano al Sindaco, che risponde: “Non c’è un atto concreto, te lo confermo”. Villano allora chiede ancora: “No, scu-sa, perché tu hai firmato questa conven-zione, fammi finire se no non capisco, tu hai firmato questa convenzione, Sindaco, dove dici che, cito, articolo H, il Comune di Aversa nel periodo tra il 2007 e il 2017 relativamente ai beni di cui al foglio cinque particella 87, 88 nella disponibilità della E.A.V. al fine

di scongiurare problematiche connesse alla salute pubblica dei cittadini ha provveduto in più fasi e con diversi tipi di interventi a proprie spese alla manutenzione ordinaria e straordinaria dei citati beni sostenendo un costo di sessantamila euro. Tu hai sottoscritto questo atto e adesso ci dici che non è vero”. “Sto dicendo un’altra cosa, ti risponde l’Assessore” - afferma il sindaco. “L’ho chiesto a te, rispondimi tu” - controbbatte il consigliere Pd e il Sindaco afferma: “Abbiamo fatto un atto di forza perchè quello non è vero, non c’è un atto dell’Amministrazione”…..omissis…. Villano: “Sindaco, io vorrei ascoltare

quello che tu hai detto per capire se ti sei confuso tra la testa e bocca oppure l’hai detto veramente, perché è un fatto molto grave. Io vorrei chiedere al Presidente del Consiglio, Presidente vorrei chiedere di sospendere per vedere la registrazione del Sindaco perchè quello che ha detto è un fatto molto grave. Cioè se tu dici che tu hai detto abbiamo barato, abbiamo bluffato”.La conversazione continua su questo cli-ma surreale con il Sindaco che continua ad affermare che quei sessantamila euro l’Amministrazione non li ha spesi e con Villano che lo scongiura o di cambiare versione o di cambiare la convenzione, per il suo bene. Noi rivolgiamo ai lettori e a noi stessi una domanda: “Può un Sindaco sottoscrivere un atto pubblico in cui sono contenute affermazioni che lui stesso afferma non essere vere? Rispondiamo con la trascrizione di una parte dell’intervento di Villano: “No, io voglio capire, perchè tu qua hai firmato una cosa e ne hai detta un’altra, Sindaco! Ma come no! Tu hai detto che non abbiamo sostenuto spese per la manutenzione, questo porta la firma tua, ma che stiamo impazzendo o no”. Ogni commento è superfluo.

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AVERSA

Novità nella vicenda con la società che gestiva il servizio

Le Generali hanno corrisposto trecentomila euro per i canoni non versati dalla Smart Project

Strisce blu, ilComune fa cassa

w Nicola Rosselli

Trecentomila euro è la somma, oltre spese legali, che le Generali hanno corrisposto al Comune

di Aversa a seguito di un decreto in-giuntivo con il quale l’ente normanno ha proceduto alla liquidazione della fidejussione che era stata prestata a favore della Smart Project. Si tratta di somme che, come evidenziato dall’as-sessore al contenzioso Oliva, erano state chieste “per inadempienze agli obblighi garantiti, ovvero versamento dei canoni trimestrali per il servizio di sosta regolamentata con dispositivo di controllo a pagamento e canone annuo riferito all’aggio sul servizio di rimo-

zione e blocco dei veicoli, dall’aprile 2011 a luglio 2012, periodo durante il quale l’Ati di cui Smart Project faceva parte non aveva versato i canoni per un totale pari a poco meno di trecentomila euro servizio di rimozione”. La società a sua volta aveva proposto domanda riconvenzionale chiedendo risarcimento danni a causa della sottrazione di stalli di sosta. Ma il Comune ha avuto ragione su questa situazione tenuto conto che la rimodulazione degli stalli era prevista dal contratto di appalto. La vicenda del rapporto con la Smart Project e con l’Ati della quale la società faceva parte con Urbania Vivere la Città e Icaro era stata piuttosto movimentata con ben due risoluzioni di contratto a causa di

alcune interdittive antimafia che aveva colpito aziende componenti l’Ati. In particolare, proprio la Smart Project riuscì in Consiglio di Stato a dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati.L’allora sindaco Mimmo Ciaramella risolse il contratto, ma con l’obbligo a continuare il servizio sino a quando non ci fosse stato il nuovo soggetto. Con la venuta del sindaco Giuseppe Sagliocco ci fu la risoluzione definitiva con l’av-vio di un nuovo contenzioso. La società, infatti, chiese un risarcimento danni di poco meno di due milioni di euro, ma anche in questo caso i magistrati non hanno riconosciuto le presunte ragioni della società che gestiva le strisce blu nella città normanna.

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COMPLEANNO

NOZZE D’ORO

CITY RADIO NETWORK

AUGURI

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Potete scriverci alla nostra e-mail: [email protected] Gli

annunci e le foto saranno pubblicati dando la priorità ai primi pervenuti

Augurissimi ai coniugi Raffaele Co-scione e Luisa Oliva che nei giorni scorsi hanno festeggiato le nozze d’oro. Auguri dai fi gli, dai parenti e da tutti gli amici.

Auguri per i 52 anni di matrimonio, fe-steggiati nell’intimità familiare, all’ex Provveditore agli Studi dott. Antonio De Angelis ed alla professoressa Linda Ciaramella.

City Radio Network ha festeggiato il primo anno di attività. Auguri dalla nostra Redazione ai fondatori, redatto-ri, speaker, dj e a quanti collaborano al successo delle quattro radio del gruppo che hanno sede presso il centro com-merciale Medì di Teverola.

Auguri per la loro nuova fatica disco-grafi ca a Giuseppe Scuotri e Davide Capolongo. Il duo ha pubblicato sotto il nome dei Wilful Dream il singolo “Wake Me”.

Domenica 14 ottobre nella chiesa di S. Maria a Piazza in Aversa sono sta-te celebrate le nozze d’oro di Assunta Improda e di Artemio Pirolli. Il Signo-re li continui ad accompagnare sempre in questo meraviglioso percorso di vita insieme. Dal profondo de cuore auguri sinceri dai fratelli, dalle sorelle e dai ni-poti tutti

Auguri a Lello Santullo dalla sua Rosa.

Alessia D’Angelo e gli amici augurano ad Alessandro Caputo le migliori fortu-ne e una lieta permanenza all’estero per motivi di studio. Ai loro auguri si ag-giungono quelli della nostra Redazione.

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AVERSA

E’ già passato un anno dalla “scoperta” della pala nella chiesa di San Francesco

Disattese le promesse di restauro del quadro che sta lì bello bello nella vana attesache qualcuno dia una pennellata, una ripulitura per riportarlo all’antico splendore

Il Guercino ritrovato e subito dimenticato

L’anno scorso la scoperta, nella chiesa di san Francesco di Aversa, della pala raffigu-

rante “L’Assunta” del Guercino scosse l’indolenza della città. Accorsero il So-vrintendente con il maglioncino nero a girocollo, il critico d’arte Massimo Pu-lini, autore della scoperta, un notturno e un po’ vampiresco Vittorio Sgarbi con la pila in mano ad analizzare il quadro, il contemplativo assessore Oliva. E poi il Sindaco, gli amministratori vaganti, il Vescovo non ancora scosso dallo strepitìo del presunto esorcista Michele Barone. Interviste, convegni, promesse di lancio turistico della città

w Franco Terracciano normanna, recupero delle altre opere d’arte aversane con fi-nanziamenti pubblici e privati. Insomma, si mise in moto il solito c a r a v a n s e r r a g l i o interessante solo per le facce espresse che avrebbero fatto la gio-ia di Federico Fellini. Ad oggi sono state disattese tutte le pro-messe di restauro del quadro del Guercino che sta lì bello bello nella chiesa in attesa di una pennellata, di “L’Assunta”, opera del Guercino

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AVERSA

una ripulitura per riportarlo all’antico splendore. Che dire? Sono passate tante pigre mattinate aversane dal giorno della scoperta e sarebbe curioso sapere quanti turisti ha attirato nella città il Guercino ritrovato. Siamo alle solite. Tutto s’impantana perché la politica aversana ha sempre scherzato con il destino e con gli individualismi. Si ammicca sempre, sempre con quei sorrisini da schiaffi in faccia, per dila-tare tutto nel tempo, per non combinare niente. Anche il restauro della casa di Cimarosa è finito nel tritacarne delle polemiche: è completo, no ...è incompleto, facciamo lì dentro una fondazione culturale o una sezione del conservatorio? Andate a quel paese tutti quanti. Alla fine quando passi per via Cimarosa ti assale solo la malinconia sporca degli avventori in fregola delle case chiuse. Questa è una città morta, abitata da uomini infernali, una città che ha tanti tesori, non solo il Guercino ma anche la splendida e misconosciuta “Deposizione dalla Croce” di Marco Pino nella chiesa dell’Annunziata dove non si fanno i matrimoni perché il tetto gocciola. E che dire del recupero del Sedile di S. Luigi. Tanti soldi spesi …per non aprirlo mai! Allora perché la città storica e culturale non decolla, perché il suo bel disegno radiocentrico non la fa diventare la Siena del sud? Perché adesso non hanno accorpato piazzetta Diana con la villa comunale per recuperare più verde in centro? A Matera hanno restaurato quattro sassi ed è diventata, a livello nazionale, la città della cultura, ad Aversa stiamo ancora piangendo per lo scempio perpetrato nel complesso di san Domenico. Un‘isola artistica bellissima, commovente ma inguaiata per sempre. Nessuno, politici tecnici responsabili dei Beni culturali, ha pagato per questo atroce assassinio della nostra nobile storia. Per protesta eterna bisogne-rebbe attorniare il complesso di san Domenico di croci infuocate notte e giorno per stigmatizzare quello che hanno combinato lì, nel silenzio totale di una città con un ceto intellettuale sempre asservito alla politica d’accatto, colpevole fino alla morte e tutto preso dal proprio particulare.

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IL COMMENTO

Forse è ancora tutta da scrivere la vera storia del processo “The Queen“

Schiavone parla e tremano politici e burocrati

Non solo corruzione e turbativa d’asta, ma anche camorra e terrorismo. Si ingigantisce il

procedimento penale legato all’inchie-sta “The Queen” che ha portato alla sbarra, come imputati, un Sindaco per ora ancora in carica ad Aversa, Enrico de Cristofaro, l’ex consigliere regiona-le Pasquale Sommese, gli ex sindaci di Alife, Giuseppe Avecone, di Casapul-la, Ferdinando Bosco, di Riardo, Nicola D’Ovidio, e l’imprenditore Alessandro Zagaria. Si tratta di soggetti, ovviamente tutti innocenti fino a quando non saran-no espletati tutti i gradi di giudizio, per il momento indagati perché accusati di reati gravi (soprattutto se si leggono in concomitanza con le cariche pubbliche che ricoprono o che hanno ricoperto)

di interrogatorio di Nicola Schiavone, 39 anni, otto in una cella d’isolamento al 41 bis, il figlio di Sandokan, boss sto-rico del clan dei casalesi, da 20 anni in carcere con il regime del 41 bis da parte di un magistrato della DDA napoletana. Quel verbale è il frutto del pentimento di Nicola Schiavone, oggi collaboratore di giustizia, una collaborazione che nasce soprattutto pensando alla sua famiglia, ai suoi figli, che vede poco o niente e che rischiano di vivere in quel brodo culturale che ha portato lui a se-guire le impronte del padre, circostanza che non vuole si ripeta per i suoi figli. L’inchiesta prende il via dalle attività dell’ingegnere napoletano Guglielmo La Regina, da qui il nome “The Queen” per l’inchiesta in atto. Inchiesta che ha visto coinvolti, almeno in una prima fase, una serie di colletti bianchi, politici

w Nicola Rosselli

Nicola Schiavone

come corruzione e turbativa d’asta. Per altri, non per i politici, si badi, c’è anche il concorso esterno in associazio-ne camorristica. La bomba è giunta in occasione di una delle ultime udienze preliminari, con il deposito dei verbali

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IL COMMENTO

il parquet dal 1910

Guglielmo La Regina

e burocrati che avrebbero truccato per favorire imprese della famiglia Zagaria del clan dei Casalesi, almeno stando alle contestazioni degli inquirenti.In queste pieghe si sono inseriti alcuni dei racconti fatti da Nicola Schiavone agli investigatori a partire dallo scorso 28 luglio, da quando cioè è collabora-tore di giustizia. “Nicolino” racconta molto sui rapporti tra il clan camorristi-co dei casalesi e i politici locali, con i professionisti e colletti bianchi. Parole quelle del rampollo del clan dei casalesi che potrebbero aggravare la posizione di alcune delle persone coinvolte nel processo “The Queen”, per possibili contestazioni del reato di associazione camorristica, il famigerato articolo 416 bis. Un esempio di quanto sta accaden-do viene dall’udienza preliminare dello scorso 15 ottobre, dove il magistrato della DDA, al termine della deposizione di un altro indagato, ha fatto una nuova contestazione al diretto interessato e ad un altro sotto processo di un ulteriore episodio di corruzione. L’udienza è stata poi aggiornata al 26 ottobre, quando inizieranno le discussioni degli avvocati difensori. Nicola Schiavone sta parlando di tutto con i magistrati della DDA Vincenzo Ranieri, Arlomede

e Fabrizio Vanorio. Conosce tante cose Nicola Schiavone, soprattutto per quanto riguarda la gestione degli affari, il livello economico della camorra, non solo quello militare. Storie interessanti di violenza e di investimenti, di con-tatti economici e interessi non solo in Campania, ma in tutta Italia e anche all’estero. Un vero e proprio impero dove la parte da leone la facevano gli investimenti nel movimento terra e nel cemento, oltre che l’onnipresente gioco

d’azzardo on line. Un impero gestito tramite terzi con guadagni, a quanto sembra, illimitati. Quando si parla di Nicola Schiavone non si può dimenticare il contributo di un altro collaboratore di giustizia, Roberto Vargas, ex braccio destro del rampollo di Sandokan che raccontò, tra le altre cose, che Nicola Schiavone aveva in mente di uccidere l’allora procuratore aggiunto di Napoli, Federico Cafiero De Raho, oggi procuratore nazionale antimafia, e di sterminare il pool anticamorra di Napoli che lavorava sul clan egemone della ca-morra campana e non solo. Un progetto ancora tutto da indagare che, però, ha già prodotto misure di sicurezza: molti dei magistrati di ora e di allora hanno scorte super rafforzate. Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni di Vargas, oggi riscontrate anche da quelle di “Ni-colino” Schiavone, “dovevano arrivare dei bazooka da consegnare ai terroristi incaricati di fare attentati ai magistrati anti-casalesi”. Ora Schiavone jr dovrà spiegare anche questo, dovrà parlare dei contatti tra la camorra e i terroristi, storie finora solo ipotizzate, ma forse molto più che leggende metropolitane. Intrecci che impensieriscono non poco per quello che potranno produrre.

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di VITO FAENZA

L’Aversa che amo è quella “normale”

Credo che molti di voi abbiano visto il film “L’ora legale” di Ficarra e Picone che racconta

di un centro dove domina l’illegalità e dove viene eletto un sindaco che, invece vuole ripristinare la convivenza civile e alla fine tutti i cittadini, compresi quelli che avevano invocato il cambiamento, vi sono contro perché vuole far rispet-tare le regole. Nonostante molti abbiano scritto che il film non è “educativo” e non rappre-senta la realtà, io sostengo il contrario. L’Italia e gli italiani sono esattamente come quelli dipinti nel film, con gli stes-si pregi e difetti, mettendo ironicamente mette alla berlina la voglia di cambiare.“Stavamo meglio, quando stavamo peggio”, sembra essere il motivo con-duttore del film, ma anche della nostra società, anche di quella aversana.Secondo me, ma posso sbagliare, le categorie in cui si divide la popolazione della nostra città sono gli immobilisti, i fatalisti, i menefreghisti, i rivoltosi, gli indifferenti e le persone normali.Gli immobilisti sono coloro a cui la situazione, qualunque essa sia, va bene. E se c’è illegalità va anche meglio. Magari gridano onestà, onestà, parlano male del governo appena caduto, pronti a parlare male di tutto e di tutti. I fatalisti sono coloro che sostengono che è inutile fare qualunque cosa, tanto non cambia niente. Sono coloro che si astengono o votano per chi dovrebbe o potrebbe essere il vincitore, salvo lamentarsi subito dopo.I menefreghisti sono, invece, quegli italiani a cui non gliene importa nulla di nulla. Il loro motto è : “Non me ne frega nulla…”. Solitamente sono di destra, ignoranti e non hanno nessuno spirito critico. Ma ci sono anche i menefre-ghisti di sinistra, altrattanto ignoranti e senza alcun senso critico.I rivoltosi sono quelli che vorrebbero spaccare tutto, che protestano contro tutti, poi una volta arrivati a conqui-

stare anche un piccolo privilegio non lo mollano accusando di qualunque cosa altri e non se stessi. Ricordano l’intellettuale di Bomba o non bomba di Antonello Venditti. Gli indifferenti sono coloro che non si interessano a nulla. Non leggono giornali, e tutto gli scivola addosso. Hanno la convinzione di essere sempre dalla parte della ragio-ne e di avere sempre ragione. La loro informazione sono le fake news su FB, i pettegolezzi degli amici. Sono coloro che tranciano giudizi su tutti e tutte, non risparmiando nessuno. Gli importa solo di avere denaro e di far vedere che lo hanno. Lasciano l’etichetta ben

visibile sugli abiti firmati e si muovono in branco. E quando non possono la-sciare l’etichetta ti riempiono la testa di cosa fanno. Frequentano le località alla moda, pensando di essere vip, ma non se li cala nessuno, perché i Vip veri loro li possono solo vedere solo da lontano. Poi ci sono le persone comuni, quelle che leggono libri, fanno studiare i figli, si indignano se le cose vanno male, fondano associazioni, partecipano.E’ l’Aversa migliore, quella che amo e per la quale continuo a scrivere a cercare di fare qualcosa e per fortuna è costituita dalla stragrande maggioranza degli abitanti di questa cittadini che meriterebbero politici nazionali e locali migliori di quelli che hanno.E’ questa l’Aversa normale che mi piace. Avrei molte altre cose da dire, ma me le riservo di scriverle prossimamen-te. Ringrazio tutti coloro che mi hanno dimostrato affetto e stima e sono tanti, di quello che mi sparlano alle spalle? Parafraso Dante. “Non li guardo nem-meno e vado avanti per la mia strada”.

Ficarra e Picone in un’immagine del film “L’ora legale”

Gli aversani si dividonoin tante categorie, secondo il nostroVito Faenza.Vediamo qualisono

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Tanti pellegrini da tutta la regione arrivano alla chiesa della Trinità a Parete

Padre Gennaro è il motore sempre acceso di questa devozione per la Madonna che per prima colpì Papa Francesco quando, nel 1986, si recò in Germania

La “Madonna che scioglie i nodi”, la grande devozione

E’ un culto che si sta diffon-dendo a macchia d’olio. La venerazione della “Madonna

che scioglie i nodi” è particolarmente sentita nella Chiesa della Trinità di Parete dove c’è una fedele riproduzione del quadro della Madonna, opera di Johann George Melchior Schmidtner. Ogni 28 del mese una folla di fedeli si riunisce nella chiesa di Parete. Pullman di pellegrini che provengono da tutte le parti della regione invadono gioiosamente la piazza della chiesa, ognuno con i propri “nodi” da confes-sare alla Madonna che sembra quasi in attesa dei propri figli. Padre Gennaro, degli Oblati di San Giuseppe, è il motore sempre acceso di questa devozione per la “Madonna che scioglie i nodi” che per prima colpì Papa Francesco quando, nel 1986, da semplice sacerdote, si recò a Ingolstadt, in Germania, e rimase affascinato dal dipinto “Maria che scioglie i nodi” ubicato nella chiesa di Sankt Peter.Il Papa diffuse alcune stampe del dipinto in Argentina e da allora si è con-solidata in tutto il mondo questa nuova devozione. Nella nostra regione il culto è particolarmente diffuso a Conca della Campania ad opera di don Davide Volo, parroco della chiesa San Pietro Aposto-lo, e il rosario in onore della “Madonna che scioglie i nodi” viene trasmesso da TV 2000, un’emittente della Conferen-za Episcopale Italiana molto seguita. In particolare, la Madonna scioglie i nodi dei matrimoni in crisi ed è di con-forto per le coppie che hanno desiderio di un figlio. Non a caso all’origine della venerazione non c’è un’apparizione ma una storia familiare. Nel 1612 il nobile Wolfgang Langenmantel si era sposato

w Franco Terracciano

La “Madonna che scioglie i nodi“ e, sotto, Padre Gennaro

con Sophie Imhoff. Dopo pochi anni il matrimonio andò in crisi e Wolfgang si affidò alla santità del padre gesuita Ja-kob Rem, a Ingolstadt. Il padre invocò Maria, “Madre tre volte ammirabile”, e mentre pregava sollevò il nastro matri-moniale dei coniugi in crisi chiedendo che si sciogliessero tutti i nodi. E così fu. Il matrimonio si salvò. Passarono gli anni e il nipote di Wolf-gang, Ambrosius Von Langenmantel, divenuto canonico nella chiesa di Sankt Peter ad Augsburg, dedicò l’altare alla Vergine e commissionò il quadro a Schmidtner che rappresentò la Vergine Maria come colei “che scioglie i nodi del nastro della vita coniugale”.

IL CULTO

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Prima udienza del procedimento a carico del finto professore di Inglese

Intanto l’avvocato difensore del predetto mr. James tenta, per la terza volta, il patteggiamento, ammettendo ancora una volta le truffe perpetrate negli anni

Il “Fermi” non si costituisce parte civile contro mr. James

w Martina Melino

IL CASO

E’ partito il processo a carico del finto professore di Inglese, mr. James (in realtà anche il

nome è falso, si chiama John).Il 27 settembre scorso si è tenuta la prima udienza dell’ormai famoso “professore” che per più di dieci anni ha truffato tutte le scuole in cui ha insegnato scalando le graduatorie dei concorsi a forza di titoli inventati.Ricordiamo, infatti, che lo stesso ha sempre sostenuto di essere laureato in Psicologia Infantile oltre che di posse-dere certificazioni per poter insegnare la lingua a tutti i livelli. Tutto falso: non è né laureato né pos-siede alcuna certificazione, potremmo definirlo autodidatta. Ma la cosa che più ci incuriosisce è il fatto che, dopo aver saputo della rabbia furiosa (e giusta) della Dirigente scolastica del liceo scientifico “E. Fermi” per i danni subiti dall’Istituto da questa faccenda, per cui la stessa annunciava che si sarebbe assolutamente costituita parte civile nel processo penale, pare proprio che all’appello manchi il liceo “Fermi”, dove, in sostanza, tutto è avvenuto.Confidiamo che la solerte Dirigente scolastica del “Fermi” ci ripensi e si costituisca parte civile, anche perché sarebbe difficile giustificare una simile mancanza.Intanto, alla prima udienza tenutasi il 27 settembre scorso, dove ci sarebbe pia-ciuto appunto vedere tra le altre scuole costituite anche il “Fermi”, l’avvocato difensore del predetto mr. James tenta, per la terza volta, il patteggiamento ammettendo ancora una volta le truffe perpetrate negli anni. Nella richiesta di patteggiamento, oltre ad offrire una somma in denaro alle scuole truffate,

dell’istituto della pena sospesa, per la serie “in galera non ci va nessuno”.Ma, al di là di quanto accadrà nelle aule del tribunale, è singolare che questa persona abbia potuto reiterare il reato così tante volte senza che a nessun dirigente scolastico sia mai venuta la curiosità di verificare i titoli dichiarati dallo stesso. Siamo certi del fatto che mr. James abbia sicuramente giocato sul fatto che è difficile valutare il livello di cono-scenza di un professore, soprattutto se quest’ultimo parla una lingua straniera, per non parlare poi della metodologia di insegnamento che si utilizza per trasferire concetti e competenze agli studenti.Così alla fine ci siamo chiesti: “come si fa a capire quanto è bravo un insegnan-te di inglese?”. Forse un titolo di studio vero ci aiuterebbe…

chiede che gli venga comminata una pena di massimo due anni, con la suc-cessiva sospensione della pena stessa.In caso di accoglimento del terzo patteg-giamento (i primi due sono stati respinti perché ritenuti incongrui relativamente alla gravità dei fatti) il “professore” se la caverebbe solo con un esborso eco-nomico, in quanto potrebbe usufruire

Il liceo “Fermi” di Aversa e mr. James

Mr. James ha sicuramente giocato sul fatto che è difficile valutare il livello di conoscenza di un professore, soprattutto se quest’ultimo parla una lingua straniera

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Faenza, la festa dei 70 annied il suo nuovo lavoro

Bene le prime due presentazioni del romanzo “Il ragno e la farfalla”

Tanta gente il 12 ottobre nel salone Romano (circa 200 persone

hanno calcolato gli organizza-tori), oltre 60 alla Pro Loco, il 24 ottobre, quando è stata riproposta la presentazione su richiesta di molti che non han-no potuto esserci alla prima. Le prime presentazioni del nuovo romanzo di Vito Faenza, dal titolo “Il ragno e la farfalla”, sono andate più che bene.Perfetta l’organizzazione curata dalla manager editoriale Erminia Gallo. “Sono stato circondato da un grande affet-to – ha sostenuto anche molto emozionato Vito Faenza al ter-mine della manifestazione – per esempio il mio caro e vecchio amico Antonio Mungiguerra mi ha “regalato” una torta enorme sulla quale Erminia Gallo (che ha tappezzato Aversa con le locandine stampate dalla grafica Nappa ed ha distribuito a piene mani gli inviti prodotti dalla stessa industria tipogra-fica che ha sponsorizzato l’evento) ha fatto scrivere la frase che caratterizza il sito Fb di mio figlio “‘o ssaje comme fa o’ core” per farmelo sentire meno lontano”. La torta con le candeline per i suoi primi 70 anni è stata tagliata da Faenza con la moglie Luisa. “Manco al nostro matrimonio abbiamo tagliato la torta assieme”, ha detto la dottores-sa Melillo visibilmente emozionata mentre sparivano i cioccolatini regalati dalla Cioccolatteria (altro sponsor della manifestazione) e si brindava con i vini delle cantine Magliulo.

A riprendere tutta la festa c’è stata la troupe di Ciro Sapone che ha dedi-cato particolare attenzione ai ragazzi dell’Alberghiero che hanno svolto con competenza e professionalità l’acco-

w Lello Ponticelli

“I romanzi e le poesie di qualità che arriveranno alla nostra casa editrice - dice Gnasso - saranno sottoposti al vaglio di Faenza che avrà l’ultima parola

LO SCAFFALE

“Manco al nostro matrimonio abbiamo tagliato la torta assieme”, ha detto la dottoressa Melillo visibilmente emozionata al momento dell’augurale taglio

glienza e hanno servito dolci e bevande.Poi il successo del libro che sta per andare in ristampa e per il quale ci sono numerose prenotazioni. La richiesta di una nuova presentazione è arrivata appena conclusa la prima e così è stata organizzata una seconda presentazione del romanzo nella sede della Pro Loco mercoledì 24 alla quale sono seguite quelle di Pomigliano, Avellino e Villa di Briano. “Il mese di novembre vede già in calendario la presentazione a Napoli al circolo della vela, a Caserta, Giugliano, Nola – spiegano Luigi Intelligenza ed Erminia Gallo – mentre si stanno definendo altri appun-tamenti non ultimo quello a Salerno”. Visibilmente soddisfatto Pasquale Gnasso che ha fortemente voluto che Faenza pubblicasse per la sua

casa editrice e che diventasse anche il direttore editoriale della collana “I romanzi con i baffi”. “I romanzi e le poesie di qualità che arriveranno alla nostra casa editri-ce – puntualizza Gnasso – saranno sottoposti al vaglio di Faenza che avrà l’ultima parola nella inclusione nella sua collana”. Nulla da aggiungere? “Un ringraziamento a NerosuBianco e a tutti i redattori della nostra rivista – sostiene Vito Faenza - che hanno partecipato alle due presentazioni ad Aversa e alle insegnati e agli studenti di alcune scuole che hanno fortemente voluto partecipare”. Intanto, anticipiamo noi è proprio un altro romanzo di Faenza, vedrà la luce la prossima primavera.

Vito Faenza taglia la torta con la moglie Luisa

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L’INCHIESTA

La normativa potrebbe causare una diminuzione del numero di laureati (già esiguo) e incrementare ulteriormente la fugadi cervelli

Senza dare valore al voto si disincentivano gli studenti a migliorare la loro preparazione

I Cinque Stelle voglionoConcorsi senza voto di laurea

w Geppino De Angelis

Una proposta di legge, presentata dalla deputata pentastellata Maria Pallini, che già ha suscitato non poche polemiche. Sentiamo il parere del preside Gino Fabozzi

“Divieto di inserire il re-quisito del voto di laurea nei bandi dei concorsi

pubblici: questo è quel che prevede una proposta di legge presentata dalla de-putata pentastellata Maria Pallini sulla scia, tra l’altro, di quanto, alcuni anni addietro, aveva già sostenuto Grillo ovvero l’abolizione del valore legale dei titoli di studio. Una proposta che già ha suscitato non poche polemiche tra quanti ritengono che la meritocrazia debba essere alla base di ogni assunzio-ne nella pubblica amministrazione. Nei giorni scorsi il docente della “Federico II” di Napoli, prof. Giovanni Verde, in un intervento sulla stampa quotidiana ha scritto: “L’ultimo proclama secondo il quale pensare che chi ha un titolo di studio e, soprattutto, chi l’abbia conseguito con lusinghiere valutazioni debba avere qualche riconoscimento, va combattuto perché costituisce una sorta di eresia contro il dogma dell’uno vale uno”. Un parere, quello del prof. Verde, che rappresenta una “bocciatura” senza se e senza ma sulla proposta pentastella-ta, tanto più che nello stesso intervento dell’emerito docente si legge anche: “Il merito ed il riconoscimento del merito sono la maggiore ricchezza di un Paese, così che l’avere predisposto strumenti di certificazione, i quali si concretano nel riconoscimento del valore legale dei titoli di studio, risponde ad un’esigenza essenziale ed insopprimibile”.Sulla vicenda, comunque, riportiamo di seguito l’intervento del preside Gino Fa-bozzi, che certamente troverà d’accordo quanti, come noi, ritengono assurdo quanto proposto dai Cinque Stelle. “Il valore legale di un titolo di studio indica quanto esso sia valido, ufficiale

di laureati e una così alta percentuale di disoccupati e inoccupati, soprattutto tra i giovani, il predetto sistema di accesso ai concorsi pubblici poteva, anche se discriminatorio, risultare valido”. La posizione del M5Stelle è quella di permettere ad un numero maggiore di giovani di partecipare ai concorsi pub-blici, soprattutto in un momento storico in cui l’occupazione giovanile è ai mi-nimi storici. Il tutto senza, però, ledere il principio di meritocrazia o permettere l’accesso di gente impreparata ai posti di lavoro pubblici. Se le la legge passas-se, aumenterebbe il numero di persone che possono accedere al concorso, ma non i posti effettivi, per cui non riesco a comprendere come possa andare a contrastare la disoccupazione giovanile; praticamente al Governo piace vendere false speranze. L’eliminazione del valore del voto rischia di disincentivare gli studenti a migliorare la loro prepara-zione: se non c’è differenza tra 90/110 e 110/110 perché sforzarsi di raggiungere l’eccellenza? E cancella un dato, forse non sempre preciso, ma utile per il pos-sibile datore di lavoro: una laurea presa con 90/110 e una con 110/110 segnalano una differenza netta di preparazione degli studenti interessati, in qualunque università, a prescindere dalla posizione becera della Lega che le Università del Sud offrono un servizio nettamente infe-riore alla media. La parola meritocrazia è sempre stata osteggiata dai più, non solo in tempi moderni, mentre premiare il merito, l’efficienza e la responsabilità, soprattutto nella P.A., deve essere una priorità assoluta. Se il merito non viene considerato e tanto meno premiato, mancano gli stimoli all’efficienza pro-duttiva e la struttura tende a livellare la sua qualità formativa sempre più verso il basso.

Maria Pallini

e riconosciuto dalla legge. Per titolo di studio si intende, invece, un certificato che attesta l’apprendimento di determi-nate conoscenze e competenze durante il corso di studi. La laurea, in pratica, attesta la preparazione di una persona in un determinato campo, che viene poi oggi richiesta in determinati concorsi pubblici, e viene valutata anche in fun-zione del voto finale, indice della qualità del percorso effettuato; su questo però il Governo non è d’accordo, e propone l’abolizione del valore legale della lau-rea. Il grillino Carlo Sibilia, attuale Sot-tosegretario al Ministero dell’Interno, nella scorsa legislatura aveva presentato un proposta simile a quella della Pallini e sosteneva: “Se nel post dopoguerra e negli anni del benessere economico non si riscontravano un numero così elevato

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Nato il 14 agosto 2010 l’infopoint di piazza Mazzini, destinato ad essere il punto informativo

della città per chi arrivando ad Aversa intendeva conoscere quali fossero le manifestazioni turistiche in programma, le opere d’arte da ammirare, le bellezze naturali da vedere, le strutture ricettive in cui alloggiare, i mezzi di trasporto disponibili e tante altre cose della città era rimasto inutilizato fino al marzo 2018. Quando, dopo una inaugurazione ufficiale, venne affidato alla sezione cit-tadina del Fai in occasione delle Giorna-te di primavera tenutesi il 24 e 25 marzo 2018. Due giorni di vita poi una nuova chiusura, ma sembra che dal prossimo 4 novembre l’Info Point debba entrerà finalmente in attività quasi quotidiana. A renderlo possibile è la conclusione positiva del bando indetto dall’Ammini-strazione comunale per l’assegnazione degli spazi pubblicitari presenti sul chio-sco che costituisce l’info point. Dopo essere andato deserto, la riproposizione del bando ha permesso la partecipazione di tre privati, interessati a pubblicizzare

un apposito protocollo d’intesa firmato a fine luglio dal Sindaco e dal Dirigente scolastico del Drengot, gli studenti, il cui impegno varrà l’acquisizione di crediti formativi, consentiranno l’aper-tura dell’info point durante il periodo scolastico per 5 giorni alla settimana e, più esattamente, il martedì, il giovedì e il venerdì dalle ore 9 alle ore 12, ancora il venerdì dalle ore 16 alle ore 18 e la domenica per tutta la mattina ma solo in caso di attività programmate, Almeno due allievi dell’istituto saranno presenti per accogliere e dare informazioni turistiche relativamente alle strutture ricettive, alberghiere ed extralberghiere, della città, ai mezzi di trasporto, ai numeri di emergenza, sulla possibilità di escursioni e visite dei luoghi di mag-giore interesse, alla localizzazione dei luoghi di intrattenimento, alle strutture sportive, agli eventi, alla possibilità di prenotare servizi turistici, oltre a distribuire le piantine, gli opuscoli informativi e le cartoline fornite dal vincitore del bando di gara espletato dall’Amministrazione che, da parte sua, sosterrà le spese correnti nececessarie al funzionamento del info point.

Dopo essere andato deserto, la riproposizione del bando ha visto la partecipazione di tre privati interessati a pubblicizzare le loro attività sui pannelli della struttura

Sarà gestito dal “Drengot”: tre sponsor forniranno il materiale divulgativo

L’Infopoint apre a costozero per il Comune

AVERSA

le loro attività sui pannelli circostanti l’info point cosicché, ottenendoli in comodato d’uso gratuito di durata trien-nale, forniranno all’Ente locale il mate-riale informativo cartaceo necessario al funzionamento della struttura. Entrando in dettaglio forniranno 5mila copie di mappe della città, 5mila copie di opuscoli informativi e 10mila cartoline illustrate che verranno distribuite dagli allievi dell’Istituto Alberghiero “Dren-got” gestore dell’info point. Secondo

w Antonio Arduino

Carlo Capone espone alla Galleria Saccone

L’Infopoint di Piazza Mazzini

Carlo Capone

“Per creare qualcosa bisogna basarsi sui ricordi”, è così che il regista di “Sogni”,

Akira Kurosawa, esprime il suo pensiero, che coincide in pieno con l’espressione poliedrica altamente creativa dell’artista aversano Carlo Capone, e che dà il titolo “Ricordi” alla sua personale che si è inaugurata ieri, 27 ottobre, alla Galleria Saccone a Santa Maria Capua Vetere. La mostra durerà fino al 10 novembre 2018 e presenta un ciclo di opere divise

in serie tematiche e per soggetti, che rievocano il vissuto personale ma anche la memoria collettiva.Il concetto del ricordo è espresso anche nei materiali utilizzati come supporto, riconsegnando a nuova vita pagine di giornali d’epoca o di antichi libri, su cui intervengono contaminazioni pittoriche da parte dell’artista, che interviene sul fascino tonale imbrunito del tempo sulla carta con un esplosione di energia cromatica.

Donato Liotto

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(Cass. 5 dicembre 2013, n. 27296). Come dire: se in catasto l’unità immo-biliare X risulta intestata al sig. Tizio, ove sorgano controversie sulla sua pro-prietà, quell’intestazione non è comunque elemento vincolante per il giudice chiamato a dirimere la controversia. Lo stesso dicasi per i beni comuni

non censibili. Le scale, ad esempio, che sono considerate tali a livello catastale, potrebbero in virtù d’una specifica disposizione pattizia essere considerate bene di proprietà esclusiva e quindi aversi la necessità di un correttivo delle risultanze catastali per adeguarlo allo status giuridico proprio di quella porzione di edificio.

sto contesto è opportuno, allorché non sussistono validi motivi in contrario, che alle porzioni comuni non censibili godute da uno stesso insieme di unità immobiliari si attribuisca un medesimo subalterno, anche se poste su piani diversi e non contigue (ad esempio: androne, scale, accesso esterno, ascen-sore, ecc.).Come dire: in un palazzo di dieci piani, le scale dal primo piano all’ultimo e assieme ad esse tutti gli altri beni comuni non censibili è bene che siano raggruppati ed individuati da un unico subalterno. È pacifico in giurisprudenza che ciò che è scritto in catasto non sia vincolante ai fini dell’ac-certamento della proprietà d’un bene

Il condominio in...forma! dell’avv. Maurizio Golia

Molto spesso in condominio si sente parlare di beni comuni non censibili: a quali parti

dell’edificio s’intende fare riferimento con questa locuzione? I beni comuni non censibili sono definiti come quelle porzioni: che non hanno alcuna autono-ma capacità reddituale, che sono comuni a tutte o ad alcune delle unità immobi-liari per destinazione o per la specifica funzione di utilizzazione indivisa; devono comunque essere rappresentate nell’elaborato planimetrico destinato al deposito assieme alla documentazione utile per l’accatastamento delle singole unità immobiliari. In relazione all’op-portunità di attribuire un subalterno (elemento numerico identificante la singola unità immobiliare) non è obbli-gatoria, ma è lasciata alla discrezionalità di chi presenta l’accatastamento. In que-

Beni comuni non censibili, cosa sono?

Avendo lasciato il servizio attivo nella Scuola da

16 anni, non sappiamo se nell’orario curriculare sia previsto ancora l’insegna-mento dell’educazione civica. Ci si obietterà che formazione ed edu-cazione, sotto tutti gli aspetti, dovrebbero essere compito precipuo della famiglia ma, inutile far finta di igno-rarlo, è da tempo ormai che, per motivi vari, in molti casi ciò non avviene. Ed allora basta fare un giro anche in Aversa per rendersi conto di come il concetto di educazione civica, di rispetto degli atri, della proprietà altrui, cominciando dai monumenti che sono patrimonio di tutti, per molti ragazzi sia un concetto astratto. Ci riferiamo ovviamente solo ai ragazzi perché ci rifiutiamo di credere

Educazione civica, imitiamo il ‘Mattei’ di Casertaprogetto di educazione civica e di buone pratiche sociali. All’insegna dell’altro slogan “Fuori casa sei ancora a casa”, i “matteini” casertani, guidati dal prof. Emanuele Abbate, realizzano manifesti 6X3 che vengono affissi davanti all’i-stituto ed in punti strategici della città di Caserta ritraendo momenti di vita do-mestica trasferiti in spazi pubblici, allo scopo di rafforzare la consapevolezza che il pubblico appartiene a tutti come il privato e, forse, più di esso. Un’ini-ziativa, quella del “Mattei” di Caserta, che dovrebbe essere seguita anche da tutte le istituzioni scolastiche cittadine, cominciando proprio dal “Mattei” dove, se non erriamo, dovrebbe essere ancora attiva la sezione di grafica pubblicitaria sorta, come quella di Caserta, sotto la nostra presidenza e che, con la sezione turistica, rappresentava il fiore all’oc-chiello dell’I stituto.

Geppino De Angelis

che ad imbrattare e van-dalizzare muri di chiese, monumenti, sedi di istitu-zioni, scuole, condominii privati e via di questo passo, possano essere persone adulte, salvo che nel proprio cervello non abbiano qualche rotellina fuori posto. Ed allora se è vero che, in tantissimi casi, la famiglia è assente,

deve sopperire (come per altre esi-genze) la scuola. E l’esempio ci viene dal “Mattei” di Caserta, istituto che abbiamo retto per 17 anni e che, dopo un periodo buio di sei, sette anni, ora diret-to dall’ottimo preside Roberto Papa, sta tornando ai fasti di un tempo. “Ciò che è pubblico è anche tuo, amalo”, questo lo slogan della campagna che l’istituto casertano sta portando avanti col soste-gno di Confindustria Caserta, un vero

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A Caserta si è tenuta la manife-stazione “Futura” nell’ambito del Piano Nazionale Scuola

Digitale, accompagnata dal concorso “Premio Scuola Digitale”, che vedeva la partecipazione di dieci Istituti casertani.La Commissione esaminatrice era composta dal Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale Rocco Gervasio, dal sindaco di Caserta Carlo Marino, dall’assessore all’istruzione del Comu-ne di Caserta Marilena Corvino, dall’e-sperta in innovazione 4.0 Elia Calabrò e da Maria Grazia Guarino per l’Ufficio scolastico provinciale Gli alunni dell’ISIS “Alessandro Volta” di Aversa, guidati dalla Dirigente Sco-lastica Prof.ssa Laura Orsola Patrizia Nicolella, sono risultati tra i protagonisti dell’evento, piazzandosi al terzo posto, con il progetto “Virtual or real? That is the question”.I docenti e gli alunni dell’istituto Volta

L’istituto ha “adottato” la Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Gli allievi, utilizzandola realtà virtuale, hanno permesso ai visitatori un tour nell’edificio chiuso da anni

Al “Volta” sono riusciti ad unire tecnologia e innovazione ai beni culturali

La scuola digitale avrà sempre più spazio

w Martina Melino

SCUOLA

sono riusciti ad unire la tecnologia e l’innovazione ai beni culturali del territorio. Hanno infatti “adottato” un edificio aversano: la Chiesa di Santa Maria degli Angeli, posta all’interno del castello aragonese, ora Tribunale

Nord. La chiesa non è accessibile al pubblico e le notevoli opere d’arte appartenenti ad essa sono ora custodite presso il museo diocesano. I giovani allievi hanno utilizzato artefatti tecnologici, open source facilmente replicabili da tutti abbinati alla realtà virtua-le (3D), per permettere ai visita-tori un tour virtuale all’interno dell’edificio con la ricostruzione degli altari e delle opere d’arte. In questo modo sono riusciti anche ad avvicinare al mondo dell’arte l’intera comunità avvicinando all’arte del nostro territorio anche il pubblico dei più piccoli grazie alla creazione dei giochi in 3D adatti alla loro età. Il video di

presentazione del progetto è visibile su facebook: Isis Alessandro Volta A fine incontro il dott. Rocco Gervasio ha dichiarato “La scuola sta cambiando molto e lo sta facendo grazie a queste giovani leve”.

Premiati gli alunni del “Volta”

Si è tenuta lo scorso 14 ottobre la kermesse musicale “Ricordando il Maestro Antonio Balsamo”, in

onore del musicista aversano scomparso venti anni fa. In scena, con un madrina d’eccezione, Erika Balsamo, un’orche-stra di 55 sassofoni, diretta dal maestro Antonio Graziano, sotto la direzione ar-tistica di Luigi Santoro e, a seguire, gli spettacoli di danza di Francesco Piccolo e Simona Vasellini. L’evento promosso dall’Amministrazione comunale di Aversa, in collaborazione con le asso-ciazioni ‘Magicland’ ed ‘Emiclub C. T. I Figli delle Stelle’ e con l’istituto Isiss ‘Enrico Mattei’, ha riunito, nel parco

La kermesse in ricordo di Antonio Balsamopubblico intitolato proprio al maestro, oltre i tanti cittadini, gli amici dell’il-lustre musicista che, per l’occasione, si sono esibiti in coinvolgenti performance artistiche. Una grande manifestazione di affetto per un musicista di fama interna-zionale che seppe donare tanta gloria al sax, tant’è che, grazie a lui, fu istituita la prima cattedra di Conservatorio per uno strumento fino ad allora rimasto escluso dagli studi accademici. A rappresentare l’Amministrazione, sono intervenuti, oltre al Sindaco De Cristo-faro, il consigliere Michele Galluccio, l’assessore alla Cultura Alfonso Oliva e il consigliere provinciale e comunale

Stefano di Grazia. Il Parco Balsamo è spesso, purtroppo, oggetto di episodi di vandalismo che oltre a minare il decoro cittadino offendono la memoria del grande artista. Il consigliere Galluccio si farà promotore di un’iniziativa. “Non tutti i frequentatori del parco conoscono il maestro Balsamo - ha dichiarato - spe-cie i più giovani. Proporrò dunque, in Commissione Cultura, di esporre all’in-terno del parco un cartellone informa-tivo sulla vita dell’artista affinché tutti possano comprenderne l’importanza e magari riservare il dovuto rispetto allo spazio verde cittadino a lui intitolato”.

Francesco di Biase

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Da oltre dieci anni offriva a tutti la possibilità di leggere o prendere in prestito libri

La libreria “Il Dono”è di fatto scomparsa

Se il trasloco della libreria sociale “Il Dono” dalla vecchia sede, che doveva essere abbattuta per

consentire i lavori di recupero dell’ex complesso conventuale di San Fran-cesco delle Monache, utilizzato per decenni come sede di istituti scolastici, alla nuova sede, posta a piano terra della biblioteca comunale di piazza Santulli, era finalizzato alla scomparsa della libreria, diventata una istituzione cit-tadina grazie anche ai riconoscimenti regionali ottenuti, l’obiettivo è stato raggiunto.Basta affacciarsi nella nuova sede per rendersi conto che non potrà ospitare tutti i volumi presenti nella vecchia sede e quelli che sta per ospitare e sta già ospitando verranno praticamente collocati in modo da dare la sensazione a chi guarda di essere all’interno di un deposito di libri da portare al macero.Sicuramente non era questa l’intenzione dell’Amministrazione ma, per chi entra in quella libreria, la sensazione è netta. A darla è lo stato di evidente abbandono dei locali che non sembrano essere stati imbiancati e che presentano le tre porte di accesso già attaccate da animaletti che, dopo averle danneggiate, sono penetrati all’interno mangiando letteralmente pagine dei libri depositati negli scaffali e di quelli accataestati in angolini.Per prevenire quesi attacchi ai libri sarebbe stato necessario collocare porte d’accesso ermetiche, magari in laminato cosa che non è stata fatta così come non sembra essere stata rimesso in condizione di decenza lo spazio antistante la biblioteca sociale destinato a parcheggio, quando la struttura fu rea-lizzata. A causa di una perdita d’acqua,

anni da Fortunato Allegro, ideatore e responsabile della libreria. Ora, grazie al trasloco in locali inadeguati, “Il Dono” di fatto non potrà esistere più, almeno non più nella stessa misura. E una istituzine, ufficialmente ricoosciuta a livello regionale, diventata tradiziona-le ad Aversa potrebbe scomparire.

CULTURA

w Antonio Arduino

Basta affacciarsi nella nuova sede per rendersi conto che non può ospitare tutti i volumi presenti nella vecchia sede e quelli che i cittadini consegneranno in futuro

avvenuta intorno al 2012, in quell’area venne rimossa la pavimentazione fatta di sanpietrini. Individuata e risolta la perdita, lo spazio fu lasciato a se stesso, senza essere più ripavimentato, così oggi in quell’area cresce erbaccia, anche alta, per mancanza di manutenzione. A questo punto sembra logico domandare se l’Amministrazione intendesse dav-vero dare una nuova sede alla libreria sociale. Essendo certi che fosse questa l’intenzione degli amministratori citta-dini viene logico chiedere perché non abbiano deciso di assegnarle l’ultimo piano della biblioteca comunale che, pur essendo destinato a sala conferenze, non è stato mai usato e che ha spazio sufficiente per ospitare la quantità di libri contenuti nella biblioteca sociale che, va ricordato, non ha fini di lucro ma esclusivamente sociali. Tant’è che per oltre un decennio ha offerto la possibilità a tanti cittadini indigenti di prendere gratuitamente libri di ogni tipo, inclusi quelli di testo scolastico, utilizzando libri che venivano donati da chi non ne aveva bisogno. Un’operazione che eco-nomicamente fu quantificata in 700mila euro fatti risparmiare ai cittadini in 10

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SALUTE

Questa disciplinamillenaria è diventata patrimonio dell’Unesco. Lo Yoga per bambini è diventata un’attività diffusa e radicata su tutto il territorio italiano.

Yoga per bambini: un percorso di conoscenza del presente, un aiuto per il futuro

Il benessere? Passa peril Centro Yoga di Aversa

w Gianmarco Nobile

Anche nella nostra città, l’antica disciplina sta conoscendo un crescente consenso,tanto che sempre più scuole organizzano corsi pomeridiani per adulti e minori

Cos’è lo Yoga? Perché chi lo pra-tica afferma di sentirsi meglio? E’ davvero possibile cambiare o

è la solita utopia?Al di là del tempo e dello spazio, degli orientalismi e delle mode del momento, lo Yoga attira a sé sempre più persone disposte a conoscersi meglio e ad intraprendere un viaggio “interiore” che almeno all’inizio sembri non avere una meta ben precisa né un itinerario programmato. E’ il viaggio alla scoperta del corpo e della mente, del dialogo tra essi, delle emozioni, delle tensioni e delle rigidità corporee e mentali che rappresentano quel bagaglio con e attraverso il quale approcciamo alla vita e affrontiamo le sfide che essa ci propone. Lo yoga è una disciplina millenaria, che unisce corpo e mente: a partire dal suo nome che significa unione, lo yoga promuove l’unione e la nascita di una nuova consapevolezza corporea e mentale. Sembra quindi un qualcosa di serio e di importante, da studiare, allora perché Yoga per bambini? Un recente studio della Tulane Uni-versity, pubblicato sulla Psychology Research and Behavior Management, ha evidenziato come attività quali la pratica dello yoga e della mindfulness aumentino le capacità dei bambini di resistere allo stress, all’ansia, divenen-do più flessibili ed elastici mentalmente e fisicamente, determinando quindi un significativo aumento della qualità della vita psico-emotiva dei bambini e della relativa sensazione di benessere. Proprio il rapporto con lo stress e l’an-sia rappresenta uno dei grandi mali del nostro secolo e che spesse volte dirige le nostre vite e le nostre relazioni uma-

sbagliate che ci condu-cono verso studi, lavori e persone che “a volte” non riconosciamo nostre, se è possibile mediante un per-corso strutturato crescere essendo veramente noi stessi?Lo dobbiamo ai nostri figli, e mentre il futuro, quello societario, economico e politico, appare sempre più tetro, i bambini hanno bi-sogno di splendere! E’ per questo motivo che lo Yoga è diventato patrimonio dell’Unesco, che all’estero prima e poi al Nord Italia lo Yoga per bambini è diventata un’attività molto diffusa e radicata sul terri-torio, da circa 20 anni e che su tutti, a Bologna, alcune associazioni, in partenaria-to con le istituzioni locali, hanno avviato dei progetti

per inserire in maniera defi-nitiva lo Yoga nelle scuole.

E’ su questa scia che si muove il Centro Yoga Aversa, in via Pietro Rosano n. 5 (tel. 320.886.40.28 referente Vincenzo Oliva), che sta creando una rete con scuole, cooperative ed enti presenti sul territorio allo scopo di offrire benessere, è questa la proposta che presenta alla comunità dell’Agro Aversano mediante corsi pomeridiani, da quest’anno, rivolti anche ai bambini. Noi, adulti, scegliamo di affrontare le nostre sfide, interne ed esterne, ma se possiamo evitare che i nostri figli commettano i nostri stessi errori, per-ché non farlo? Alla voce progresso ed evoluzione sarebbe bello poter leggere: più benessere per tutti!

Il movimento è benessere per i bambini

ne e lavorative. Perché quindi aspettare di diventare adulti per conoscersi e affrontarsi, attraverso anche tante scelte

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che consente, oltre alla ricarica veloce e senza fili, semplicemente accostando il Mate 20 Pro ad un altro smartphone, di trasmettergli energia e ricaricarlo. Un vero e proprio concentrato di tecnologia e rinnovamento per questo nuovissimo Top di Gamma, in pre-ordine già dal 17 ottobre al costo di 1000 Euro circa, con smartwatch Huawei e basetta per la ricarica wireless inclusi nel prezzo.

Dopo il successo ottenuto con la serie Mate 10, Huawei ha svelato lo scorso 16 ottobre a

Londra, gli attesissimi Mate 20 in tre diverse varianti. Il Mate 20 Pro, in particolare, rappresenta la nuova punta di diamante dell’azienda di Shenzhen, un progetto estremamente ambizioso che colloca questo modello nel segmento di mercato più alto, quello riservato ai migliori della classe ed in diretta concorrenza con Apple iPhone XS Max e Samsung Note 9. Sul palco della presentazione Richard Yu, AD di Huawei, ha snocciolato con orgoglio le caratteristiche innovative che accom-pagnano il Mate 20 Pro, progettato per eccellere senza compromessi! Si inizia con il Processore Kirin 980, l’unità di calcolo costruita nei laboratori Huawei con tecnologie all’avanguardia, in grado si assicurare un rapporto potenza/consumo senza precedenti. Poi l’esteso

Nuovo top di gamma per Huawei

Lindy Hop approda ad Aversa. Nella cornice del Bistrot Coper-nico, ogni mercoledì affiorano i

ricordi del secolo trascorso: la grande depressione e il soffocante proibizio-nismo. “Lindy” era il soprannome del famoso aviatore svedese Charles Augustus Lindbergh che trasvolò New York-Parigi in solitario senza scali.Il suo primato venne festeggiato con una scatenata maratona di ballo in cui Shorty George Snowden, un famoso ballerino di Swing, realizzò un salto “hop” così originale che gli si volle attribuire un nome. Fu così battezzato “Lindy Hop” il salto di Lindy, presagio e augurio di un nuovo stile acrobatico che potesse valicare ogni confine. Iniziò una nuova era dello swing: movimenti a sezione ritmica “saltellante, dondolan-te” in otto tempi. Gonne a ruota, golfini corti e colorati, bretelle e fiori nelle

capigliature, il Lindy Hop oggi rivive una seconda giovinezza. A Claudia e Fi-lippo, i maestri, chiediamo: “Cosa si do-vrebbe provare ballando il Lindy Hop?”. Risponde una sorridente Claudia: “E’ un ballo adrenalinico, che sprigiona voglia di spensieratezza”. Si impara il passo base: “Rockstep e triple step”. Un ballo per tutti, con tutti, non ci sono coppie fisse e la donna può chiedere all’uomo di ballare senza aspettare di essere scelta, la regola è non avere regole. Un ballerino di Lindy Hop, lindyhopper, sarà diverso sempre e comunque da tutti gli altri lindyhoppers, pur eseguendo esattamente gli stessi passi. La sintonia di coppia è direttamente proporzionale alla “connessione” che si sprigiona dall’abbraccio. Si prova anche ad occhi chiusi: la follower, la donna, asseconda i passi base e i cambi di ritmo del leader, l’uomo. Il ritmo è sovrano. Le coppie si

Lindy Hop, otto salti in allegria

impiego dell’Intelligenza Artificiale, realizzata con l’ausilio di ben due processori neurali che gestiscono l’intero comparto fotografico, co-ingegnerizzato con Leica e composto da tre fotocamere posteriori ed una frontale da 24 MPX. Il pannello frontale OLED misura 6,39 pollici di diagonale ed incorpora, nella parte alta, i sensori per lo sblocco facciale 3D. Ma è nella parte inferiore che troviamo l’altra grande novità, in quanto Huawei è riuscita a posizion-are, direttamente sotto il display, un velocissimo sensore di impronte che servirà come ulteriore dispositivo di sblocco e per l’inserimento veloce di password. Altra inedita quanto utile funzione attiene al comparto batteria

La nuova serie di Mate 20 pro di Huawei

muovono all’unisono. Si ride, si sbaglia, si riprova. Esplode l’allegria. Si impara anche ad invertire i ruoli, per sentire cosa prova l’altro: il leader balla da follower e la follower da leader! Sembra un gioco propiziatorio alle pari opportu-nità: la donna impara gli errori imitando l’uomo. A sua volta l’uomo impara ad essere seguace, follower. E non esistono più differenze di ruolo.

Erminia Gallo

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tracce … tra costoro Cosimo Giordano che riparò in Francia e, quando rimise piede in Italia, fu arrestato e rinchiuso nel penitenziario dell’isola di Favignana dove morì nel 1888, all’età di 48 anni. Caliscione con altri adepti si nascose nella Grotta delle Fate sul massiccio Matesino e, quando venne scoperto, scampò alla morte per miracolo eclis-sandosi nella boscaglia. Tornata la calma, scese giù dai monti e, seguendo il corso del Volturno, si portò verso la costa tirrenica, celandosi tra gli acqui-trini della zona lungo il canale di Vena, dove cinquant’anni prima (1821) era stato acciuffato Carmine Mormile, l’uc-cisore del vescovo aversano Agostino Tommasi. Sul posto si unì ai malavitosi della zona dei Mazzoni, briganti da sempre, vivendo da quel che si ricavava dai continui abigeati e dalle grassazioni del contado. Entrato in diverbio con i capi della camorra, che riteneva dei dilettanti di mestiere, si mise in proprio allontanandosi dal luogo. Si spostò ad Aversa, dove pare avesse dei lontani parenti.

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IL PERSONAGGIO

Calascione è un personaggio sfuggito alla cronaca e di cui si hanno scarse notizie

Lasciò la divisa borbonica per entrare nell’agguerrita banda di Cosimo Giordano.Fece il brigante per un quinquennio macchiandosi di numerosi crimini violenti

La storia del briganteche si rifugiò ad Aversa

w Antonio Marino

Del personaggio che esumiamo, sfuggito alla cronaca, si hanno scarse notizie …in buona parte

pervenuteci a voce. Per quel poco che ci è dato sapere, pare sia nato intorno al 1835, in Terra di Lavoro dalla famiglia casertana degli Ascione o dei Coscione. Giovanissimo fu stalliere nelle Caval-lerizze Nuove della Tenuta borbonica di Carditello, dove gli fu appioppato (ignoriamo il perché) il nomignolo di Calascione. Un lavoro a Lui conge-niale, di un certo prestigio all’epoca e ben remunerato, che non durò molto in quanto finì miseramente con la cacciata dei reali dal Regno. Cacciata che, con la disgregazione economico-sociale e politica del meridione (soprattutto delle nostre contrade), diede inizio a larghe tensioni, alla miseria e alle emigrazioni determinando il brigantaggio. Cala-scione visse questo sconvolgimento e, rimasto senza un’occupazione, lasciò la divisa borbonica e cercò d’inserirsi nella nuova realtà; ma le cose non andarono come credeva …anzi volsero al peggio e, preso dalla disperazione, si diede alla macchia …approfittando delle incertezze del suo tempo. Ferito ad un arto nel corso di una delle sue “ruberie”, pensò opportuno aggregarsi ad una delle bande armate (nelle quale confluiva un po’ di tutto, a cominciare dalle diseredate plebi contadine) che, dai monti del Matese, seminavano il terrore nella piana campana. Aveva una trentina d’anni e molta rab-bia addosso quando, introdotto da un certo Pelucchiello (nome di battaglia) entrò nell’agguerrita banda di Cosimo Giordano, di stanza a Cerreto Sannita, che operava nell’Alifano spingendosi anche nella piana casertana. Prestato

Unitosi ai malavitosidella zona dei Mazzoni,dopo il 1870 Calascionesi spostò ad Aversa,dove pare avesse dei lontani parenti,entrando in confl ittocon i camorristi locali

La banda Giordano di Cerreto Sannita

giuramento e dotato di un pugnale con uno schioppo e cartucciera, si mise al collo l’immagine della Madonna dei sette dolori facendo del suo meglio per non demeritare e sbarcare il lunario. Fece il brigante per un quinquennio conoscendo la morte da vicino e macchiandosi le mani, data la generale confusione, anche di sangue innocente. Tutto ebbe termine nel 1870 con la repressione delle Forze governative contro i rivoltosi (?) che segnò la fine del cosiddetto brigantaggio, i cui capi vennero decimati senza pietà. Alcuni di essi emigrarono all’estero o fuggirono facendo perdere le proprie

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STORIA NOSTRA

La ricerca storica non finisce di restituirci valenti compositori nativi di Aversa

Nato ad Aversa nel 1822, per le sue innate doti musicali fu avviato prestissimoallo studio della musica e, nello specifico, alla formazione pianistica

Michele Tinto, unosconosciuto musicista

w Franco Pezzella

Michele Tinto nasce ad Aversa il 10 febbraio del 1822. Per le sue innate doti musicali

è avviato prestissimo allo studio della musica, e nello specifico alla forma-zione pianistica, trovando accoglienza prima nell’entourage di Francesco Lanza, rientrato a Napoli nel 1817 dopo un lungo soggiorno a Londra e dal 1830 professore presso il Conservatorio di san Pietro a Majella, e poi in quello di Nicola Nacciarone, noto maestro di musica nell’ambiente napoletano del suo tempo. I due contribuiranno a formare intere generazioni di musicisti tra i quali figurano, oltre al Nostro, Michelangelo Russo, Giuseppe Lillo, Michele Ruta, Costantino Palumbo, Guglielmo Nac-ciarone, figlio di Nicola, e molti altri protagonisti del rinnovamento della cul-tura musicale napoletana della seconda metà del secolo. Per poco tempo Michele Tinto fu allievo anche di Nicola Zingarelli e di Saverio Mercadante. Emancipatosi, si stabilì definitivamente in Largo San Domenico Maggiore a Napoli, dove incominciò ad esibirsi nei salotti bor-ghesi della vecchia élite borbonica sotto l’ala protettiva dei maestri Fernando Bonamici, Ernesto Coop, Ferdinando Tagliani e del giornalista Luigi Maz-zante. In seguito il musicista aversano si consacrò all’insegnamento del piano-forte formando parecchi e bravi allievi tra cui quel Michele Carlo Caputo, brillante e poliedrica figura di pianista, compositore, critico musicale, letterato e bibliotecario. Nel 1863 Tinto entrò a far parte del Circolo Bonamici, fondato e guidato dal suo mentore con lo scopo di promuove-

re il culto dell’arte musicale e che ebbe, peraltro, tra i suoi meriti, quello di organizzare a Napoli il primo convegno internazionale di musica.Nella sua lunga attività di pianista, il musicista aversano pubblicò un cen-tinaio di composizioni circa (“pezzi brillanti e di prima forza” come si legge in un catalogo musicale del tempo), parte originali, parte rielaborate su arie da opere (le cosiddette parafrasi musi-cali), alcune delle quali ripubblicate in Oeuvres pour piano, una raccolta edita a Napoli nel 1847 dagli eredi di Bernard Girard. La raccolta comprende: Caprice sur l’opéra de Mercadante “Orazi e Cu-riazi”: op.7; Fantaisie sur deux motifs favoris de l’opéra “La Vestale”: op.21, dello stesso Mercadante, composta e dedicata a Mademoiselle Melina dei baroni Cosenza; Fantasia sopra due motivi della “Notti estive a Posillipo” di Donizetti, composta e dedicata a Giuseppe Lillo; Mazurka: op. 42 e Val-

se favorite de P. Savoja: op. 9, arrangiata a quattro mani. Di-verse furono le parafrasi piani-stiche sulle opere verdiane tra le quali si ricordano: Fantasia su “Ernani”: op.6 (1846-47); Divertimento su “Rigoletto” (1852); Capriccio e Rimem-branze sul “Trovatore” (1853); Mélange, a quattro mani, su “I due Foscari” (1853); Petite Fantaisie su “La Battaglia di Legnano (1853); Fantasie di concerto sul “Trovatore”: op.46 (1854); Divertimento, a quattro mani, sul “Trovatore” (1889); Fantaisie. a quattro mani, su “Nabucodonosor” (senza data). Altre due inte-ressanti parafrasi da ricordare

sono Bagattelle su “Elena da Tolosa” di Enrico Petrella (1852), e una composi-zione ispirata a “Morceau de concert”: op.41 (Pezzo di concerto) di Camille Saint-Saëns (senza data).Tra le partiture rimaste manoscritte, conservate nella Biblioteca del Conser-vatorio di musica di S. Pietro a Majella di Napoli vanno, invece, ricordate: un Concertino costituito da 40 fascicoli per complessive 105 carte, una Sinfo-nia per violino primo in 44 fascicoli (161carte), una Sinfonia per orchestra in re maggiore (21cc.), una Sinfonia per orchestra in la maggiore (25 cc.) e una Sinfonia per Grand’Orchestra (30 cc.) realizzate tra il 1861e il 1890. Nel 1858 il maestro napoletano Carlo Errico gli dedicò la Sinfonia a grande orchestra composta e diretta nella chiesa di S. Maria la Nova di Napoli in occasione della festa di S. Giacomo della Marca il 30 novembre di quell’anno. Il composi-tore morì a Napoli nel mese di gennaio del 1899.

La storia di un artista misconosciuto

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STORIA NOSTRA

In esclusiva la storia dell’ex voto che donò alla Madonna del Lauro di Meta di Sorrento

Pietro Rosano tentò ilsuicidio già nel 1870 w Enzo Della Volpe

della Real Casa Santa dell’Annunziata di Aversa, un accanito filo borbonico. Dopo l’Unità d’Italia Giuseppe fu arrestato varie volte per motivi politici e trascorse in prigione diversi periodi. Nel 1876 Pietro Rosano torna a Napoli, s’innamora perdutamente di Francesca Grandinetti, promessagli in sposa a pat-to che si sistemasse professionalmente. Ciò diede motivo a Rosano di terminare in fretta gli studi di Giurisprudenza. Scrive Saverio Cilibrizzi: “Pietro Rosano ascoltò in tribunale un’arringa di Nicola Amore (magistrato e Sindaco di Napoli). All’indomani, fremente d’entusiasmo, Rosano si recò in casa del magistrato: Sono Pietro Rosano – egli disse – figlio di Giuseppe, che ella, quando era questore ha fatto arrestare e sottoposto a procedimenti per cospi-razione. E’ un rimprovero che viene a farmi? – Rispose l’Amore. Vengo a chiederle un beneficio in riparazione del male che ella mi ha arrecato. Vorrei essere ammesso nel suo studio. Quello stesso giorno Rosano divenne un suo

L’ex voto che ancora oggi è custodito nella chiesa campana

A tutt’oggi manca, crediamo di non sbagliare, una esauriente monografia sulla figura di

Pietro Rosano. Nel 2006 NerosuBianco pubblica la sua, diciannove puntate a firma di Nicola De Chiara. Noi riporte-remo solo alcuni aneddoti di cui siamo venuti a conosceza. Scrivere di Pietro Rosano ancora oggi è come entrare in un campo minato. C’è chi lo vuole nato a Caivano, paese natale del padre, e chi, come il Diziona-rio Biografico Treccani, a Napoli; chi, ancora, come l’Enciclopedia Treccani e il portale storico della Camera dei Deputati, ad Aversa; Wikipedia rileva che “erroneamente le biografie ripor-tano Pietro Rosano nato ad Aversa. Invece nacque a Napoli il 25 dicembre 1846 in Via Ventaglieri come riportato nell’unico libro-biografia Il giglio e la sua ombra di Allegro Fortunato, (…)”. Anche sulla data di nascita c’è discor-danza: 1846 o 1847? Nel 1885 Rosano, avendo rinunciato all’immunità parla-mentare, viene condannato dal Tribu-nale di Napoli a sei giorni di carcere in seguito alla denuncia per oltraggio a un pubblico ufficiale, Mazza-Dulcini. Pubblicherà in un volume, Gli atti del dibattimento. Lì, Rosano declina le sue generalità: “Pietro Rosano, del fu Giuseppe, di anni 38, di Aversa, Avvocato domiciliato in Napoli, Via Ventaglieri 74”. Villa Ludovisi 65, una splendida e storica dimora, è l’indirizzo dell’alloggio di quando si fermava a Roma. C’è da aggiungere, però, che negli atti di nascita del 1846 e del 1847 del Comune di Aversa non risulta il suo certificato di nascita. Rosano studiò presso i gesuiti di Aversa “Fuori Sant’Anna”. Alla fine del 1865, dopo aver frequentato l’ambiente teatrale e giornalistico, si arruola nelle file garibaldine. Il padre era il segretario

praticante”. Venendo a mancare il pa-dre nel 1870 e sopravvenute le cattive condizioni economiche della famiglia, il tutore e zio della fidanzata, Giuseppe Martini, gli nega di sposarla. Turbato, il 1° settembre Rosano si reca a Meta di Sorrento e, giunto davanti all’uscio di casa della fidanzata, si spara un colpo di rivoltella alla testa. Non muore, la pallottola si conficca nell’osso dell’orecchio destro. Il proiet-tile gli sarà estratto tempo dopo. L’anno successivo Rosano sposa Fran-cesca. Per grazia ricevuta Rosano si recherà nella chiesa della Madonna del Lauro, a Meta di Sorrento, per donare un ex voto per lo scampato pericolo.Il testo riportato nella targa affissa alle pareti della chiesa recita così: “A Maria SS. del Lauro – Pietro Rosano – In memoria della doppia grazia ricevuta, il 1° settembre 1870 e il 18 giugno 1876. Offre il proiettile di revolver estratto dal suo orecchio”. In esclusiva riportiamo la foto dell’ex voto.

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In esclusiva la storia dell’ex voto che donò alla Madonna del Lauro di Meta di Sorrento

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ECCELLENZE

Al Policlinico Universitario Campus Bio-Medico di Roma due nostri concittadini

A Roma l’eccellenzasanitaria parla aversanow Nicola Terracciano

Per una vicenda personale di salute, ho potuto conoscere il Policlinico Universitario Cam-

pus Bio-Medico di Roma, che fa capo all’Opus Dei, ma che svolge in conven-zione un servizio pubblico, collegato con il Servizio Sanitario Nazionale.Abituato agli affollati studi dei medici di famiglia, con dialoghi sempre affrettati per il numero di mutuati in attesa, alle analisi parcellizzate, a visite specialisti-che troppo ristrette, a pronti soccorsi o qualche ricovero, che sembrano un via vai di stazione ferroviaria, a ospedali piccoli o più grandi, dove spesso il disordine e lo spirito del “posto” e delle sole “mansioni sindacali” sono egemoni in strutture spesso fatiscenti, non curate, sporche, l’impatto con il Policlinico romano è stato una sorpresa Il dott. Raffaele Barbato e il dott. Fabio Mangiacapra,

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ECCELLENZE

inattesa, positiva, gratificante, dando un senso di sicurezza psicologica, che è così importante, quando ci si trova nella delicata condizione di malato.Una solida, funzionale, anche estetica, imponente struttura con l’egemone mattone rosso, inaugurata nel 2008, ti accoglie e ti avvolge nella sua mo-dernità e funzionalità. Nelle stanze per due degenti modernissime, pulitissime, attrezzate sei affidato in particolare ad un medico e ad un infermiere, che ti seguiranno per tutta la presenza nella struttura, coadiuvati da tutto il persona-le coinvolto.I medici che hanno competenza per l’intervento ti sono vicini con sensibi-lità e chiarificazioni. Dai corridoi ai luoghi di accertamento e di intervento si riscontrano ordine, puli-zia, calma, concentrazione nel compito di tutti: portantini, addetti alle pulizie, infermieri, medici, primari. Una hall ampia, luminosa, attrezzata, con strutture di accoglienza e di pre-notazioni, oltre bar, ristorante, libreria ed altri negozi con decine di poltrone comode permette a utenti e familiari di avere comodi spazi e luoghi di attesa e di dialogo. La struttura privata con la

maggiore vigilanza e responsabilità di tutti gli operatori, con l’aggiunta della dimensione religiosa dell’Opus Dei e della sua spiritualità centrata sulla forza santificante di ogni opera pur minima ed umile (dalla pulizia al più delicato intervento) sono uno dei fondamentali segreti di questo miracolo di sanità, accanto al valore personale di primari ed operatori vari ed all’intimo, razio-nale legame con la contigua Facoltà di Medicina e Chirurgia modernissima e legata alla più avanzata ricerca medica.Il logo del Campus che ritrovi in ogni angolo e come distintivo sul petto di infermiere e addetti vari è ripreso dalla “Scuola di Atene” di Raffaello alle Stan-ze del Vaticano e si riferisce alle altissi-me figure dei filosofi universali Platone ed Aristotele, che hanno illuminato non solo il pensiero antico e fermentato la ricerca filosofica dal Medioevo ad oggi, ma ha permesso al cristianesimo di definirsi e di approfondirsi in termini teologici e di spiritualità.Non a caso il Campus ha ottenuto un riconoscimento internazionale, superando l’esame di 1300 parametri vari, obiettivo raggiunto in Italia solo dall’Ospedale Vaticano pediatrico

Bambin Gesù. È convenzionato, come si è ricordato, con il Servizio Sanitario Nazionale e per i suoi meriti e gli alti ri-sultati ha ricevuto dalla Regione Lazio riconoscimenti in termini di contributi, onde arricchire le sue strutture.Operano in esso medici di ogni pro-venienza geografica, essendo fondata la selezione solo sul merito e tra essi si sono avuti il piacere e l’onore di incontrare, di conoscere, di apprezzare le personalità di due giovani e valorosi medici di Aversa: il cardiochirurgo dott. Raffaele Barbato, uno dei collaboratori principali del primario dott. prof. Mas-simo Chello, e il cardiologo dott. Fabio Mangiacapra, esponenti di distinte e sensibili famiglie aversane, e che in-carnano uno dei tanti volti nobili della nostra terra, che non è solo o tanto terra di camorra, di corruzione, di inquina-mento, finita ultima recentemente per qualità della vita tra tutte le province italiane, ma antica terra di civiltà e di cultura, a partire dalla Magna Grecia e dall’età romana all’età contemporanea.Chiudiamo queste note augurandoci che un giorno anche la sanità aversana possa giungere allo stesso livello qua-litativo.

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tra i migliori e più cari colleghi presidi, rappresenta il doveroso riconoscimento da parte dei vertici nazionali dell’Unicef per l’attività di volontariato che ella ha svolto quale autentico braccio destro della nostra carissima e stimatissima amica Emilia Narciso, per diversi anni al timone dell’Unicef provinciale a cui si è dedicata in maniera encomiabile.

ASSOCIAZIONI

Cambio al vertice dell’Unicef Provinciale: la nostra concitta-dina Cecilia Amodio sostituisce

l’avvocato Emilia Narciso. La nuova responsabile provinciale Unicef, dopo aver lasciato da qualche anno il servizio attivo nella Scuola, avendo guidato in maniera ottimale per molti lustri la “Cimarosa- Quarto Circolo” , una tra le scuole che rappresentano il fiore all’oc-chiello della Scuola provinciale, conti-nua , quindi, a svolgere la sua meritoria attività per i bambini, in un mondo così difficile quale quello delle nostre zone dove c’è veramente tanto da fare sotto tutti gli aspetti per l’infanzia, tanto più che, quelle istituzioni che dovrebbero intervenire per affrontare e risolvere cer-ti problemi, risultano assenti. La nomina della nostra carissima amica (e collega pensionata come ci piace chiamarla) Ce-cilia, che abbiamo sempre considerato

La prof. Cecilia Amodio sostituisce l’avvocato Emilia Narciso

La nomina rappresenta il doveroso riconoscimento da parte dei vertici nazionaliper l’attività di volontariato svolta per tanti anni

Cambio al vertice dell’Unicef Provinciale

Tenuto conto che le nostre zone hanno, tra i numerosi altri, il grosso, delicato problema della presenza di numerosi bambini extracomunitari (e non solo) che evadono l’obbligo scolastico e spesso sono vittime di violenze. Cecilia ad una nostra specifica domanda sugli obiettivi dell’Unicef ci ha risposto: “L’Unicef pone al centro della sua attività la tutela del bambino, qualunque sia la sua provenienza; più i minori sono a rischio, più interveniamo per dare un aiuto concreto”. Nel chiudere queste note, ci corre l’obbligo di rivolgere un” grazie”, per quanto fatto in tutti questi anni, ad Emilia Narciso che, ne siamo certi, continuerà ad essere una preziosa collaboratrice dell’Unicef, mentre a Ce-cilia rivolgiamo, anche a nome della Re-dazione, un sincero, affettuoso augurio di buon lavoro, nella certezza che, come già ha fatto nel mondo della Scuola, sa-prà essere sempre all’altezza del nuovo , delicato compito che l’aspetta.

Cecilia Amodio

w Geppino De Angelis

Per la prima volta nella nostra città, presso la Sala Pinacoteca del Seminario di Aversa si è

tenuto l’incontro circoscrizionale dei Lions Club, che ha visto una nutrita partecipazione di ben 20 club delle pro-vince di Caserta, Avellino e Benevento, che costituiscono la III circoscrizione, quest’anno presieduta dall’aversano Antonio Zivolo, già in passato presiden-te del Lions Club Aversa Città Norman-na. Alla riunione erano presenti le più alte cariche del sodalizio internazionale, tra cui il Governatore Paolo Gattola, il Past Direttore Internazionale Ermanno Bocchini e il Vice Governatore Antonio Marte. Ad impreziosire l’incontro la presenza del Vescovo S.E. Angelo

hanno potuto apprezzare alcune delle bellezze storico-artistiche della Città di Aversa attraverso una visita guidata, visitando la Cattedrale, S. Francesco delle Monache e la SS.Trinità, che tra l’altro ha i due atti dei battessimo di Cimarosa e Jommelli, due documenti molto preziosi per la storia della città, che proprio il Lions Club Aversa Città Normanna negli anni passati ha provve-duto a restaurare.

Spinillo, che, oltre ad augurare ai pre-senti un buon lavoro per l’anno sociale appena iniziato, ha intrattenuto gli ospiti evidenziando l’importanza delle attività umanitarie, volte al miglioramento della comunità, che i Lions effettuano da ormai cento anni. Infatti, il Lions Clubs International, fondato nel 1917 dall’a-mericano Melvin Jones, è la più grande associazione umanitaria del mondo, con 1 milione e mezzo di soci attivi in oltre 200 Paesi ed aree geografiche, i quali dedicano, parte del loro tempo e met-tono le proprie competenze al servizio del territorio mediante la “cittadinanza attiva”. Al termine della riunione e di un pranzo a base della tradizione enoga-stronomica locale i Lions non aversani

La III circoscrizione Lions ad Aversa

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