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Questo dipinto finito il 15/10/81 è dello stesso autore (pseudonimo “Manusci”). Ed è l’ultimo di cinque dipinti a tema unico: “La madre civile-occidentale del Terzo Millennio e il suo cucciolo esclusivo.” --------------------------------------------------- DOMENICO SCIORTINO 1

ECO-GUIDA PER NUOVI GENITORI E NON

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Questo dipinto finito il 15/10/81 è dello stesso autore (pseudonimo “Manusci”). Ed è l’ultimo di cinque dipinti a tema unico: “La madre civile-occidentale del Terzo Millennio e il suo cucciolo esclusivo.”

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DOMENICO SCIORTINO1

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“ECO-GUIDA PER “NUOVI GENITORI…E NON”

0. “Questo testo contiene quel minimo di notizie necessarie perché ogni “Nuovo Genitore ... e Non” - dopo avere ricevuto le sufficienti informazioni interdisciplinari, per esempio, sulla struttura e i meccanismi del suo cervello e poi, sulla “nicchia-ecologica” in cui vive e, in generale, sul suo ambiente alimentare, sociale ed economico, sul mondo che lo circonda, etc. -, finalmente possa veramente tentare di conoscere sé stesso. Ma soprattutto perché ogni “civile-occidentale” senta finalmente il dovere di riuscire a fare tutto questo certamente prima di dare inizio al “condizionamento” del suo bambino. Prima di partecipare attivamente al suo “trattamento” insieme agli altri della socio-cultura dominante della sua “nicchia-ecologica” e ai membri istituzionalizzati e/o privati di una delle nuove “Cooperative per l’Allevamento del Bambino” nate esclusivamente nella “società industriale”, nel mondo occidentale. Infatti, in questa “società industriale” il necessario “condizionamento” precoce di ogni bambino “civile-occidentale” avviene direttamente nella sua “nicchia-ecologica” ed è ottenuto dalla socio-cultura dominante presente attraverso la sottile inoculazione nel suo sistema nervoso, fin dalla culla (v. l'invenzione dell'Asilo Nido), di automatismi culturali, di giudizi di valori, di pregiudizi e di tutte le altre sue strategie necessarie per poter prima privarlo di ogni “libertà di scelta” e poi, di seguito, “menomare” definitivamente il suo cervello, grazie a precisi e collaudati programmi d'insegnamento soprattutto scolastico che permettono di raggiungere la completa “castrazione” finale del suo emisfero cerebrale destro. Tutto questo al solo scopo di ottenere da ogni ex servo della gleba, uno schiavo “istruito” (un prototipo) in grado di “vendere le merci prodotte all'infinito” e di “consumarle” secondo le mode.

E sono soltanto alcuni degli orribili misfatti perpetrati dai “civili-occidentali” a danno di sé stessi e , generazione dopo generazione, dei propri figli : “(…) perché - proprio com'è per tutte le altre società del mondo -, anche questa “società industriale”, per esistere, ha un bisogno assoluto di “schiavi”, ma che siano tutti sufficientemente “istruiti”. E schiavi erano i noti e famosi “servi della gleba”. Ma che ormai - dopo aver raggiunto, grazie a collaudati programmi d'istruzione soprattutto scolastica, la perfetta “castrazione” del loro emisfero cerebrale destro -, sono tutti in grado di eccellere esclusivamente in materie come la

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matematica, la fisica, la chimica, l'informatica, etc. (…) e di diventare così dei perfetti specialisti indispensabili per questa “società industriale”. Infatti, in questa “società industriale” per ogni “civile-occidentale” - per poter tentare soltanto di sopravvivere (insieme alla sua prole) -, non esiste altra alternativa possibile, o diversa da quella di essere stato prima precocemente “trattato” (e quindi di far trattare anche i propri figli), fin dalla culla, dalla socio-cultura dominante, per raggiungere alla fine del trattamento completo ognuno uno stato il più vicino possibile al prototipo “civile-occidentale”: un soggetto certamente “condizionato” precocemente e menomato nel cervello, perché, perfettamente “castrato” del suo emisfero destro.

Ed è questo che lo rende affidabile per i suoi padroni. Infatti, come diventerà sempre più chiaro per tutti, ai “civili-occidentali” che: a) sono gli stessi che, da circa venticinquemila anni, dalla nascita del primo villaggio preistorico in questa che è poi diventata la “civiltà industriale” e che si è subito identificata con il suo progresso e che è fatto esclusivamente di: “vendere le merci prodotte all'infinito” e di “consumarle” b) e che quindi, sono proprio il miliardo e quattrocento milioni di “civili-occidentali” che, da ex “servi della gleba” analfabeti, per sopravvivere, sono stati obbligati a trasformarsi in schiavi “istruiti” in grado di lavorare nella enorme fabbrica che si identifica con la stessa “società industriale” che occupa i territori dell'intero mondo dei “civili-occidentali”,c) che sono sempre gli stessi che si sono definitivamente trasformati nei sudditi prediletti delle cinquecento famiglie, le quali, possedendo tutte insieme il 75% delle ricchezze della Terra, formano di fatto quella banda di circa un milione di particolari monarchi, di reucci che - proprio grazie al loro potere enorme che deriva loro esclusivamente dal possesso di ricchezze stratosferiche, ma soprattutto grazie alla possibilità di esercitarlo in qualsiasi campo -, di fatto, non soltanto hanno potere assoluto di vita e di morte su tutta l'umanità di circa sette miliardi di “invisibili”, o di “i restanti della Terra”. Ma anche sulla fauna e la flora e sui fiumi e sui mari ... Ebbene proprio a costoro nell'attuale mondo occidentale è successo che: -1) ai limiti del grottesco, la loro evolutissima “società industriale” - che è potentissima, perché fino ad ora ha detenuto il possesso totale della tecnologia mondiale, soprattutto quella applicata ad armi micidiali, che le ha permesso di sovrastare tutte le altre etnie della Terra -, paradossalmente sia ormai definitivamente retta, guidata e governata a qualsiasi livello di dominanza e/o gradino delle sue “Scale Gerarchiche di Dominanza”, esclusivamente da soggetti tutti veri prototipi “civili-occidentali” e quindi, tutti “condizionati” e rigorosamente in possesso di

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soltanto una metà del loro cervello, perché menomati nel cervello, grazie alla perfetta “castrazione” subita del (loro) emisfero cerebrale destro. Infatti, dai sopraddetti monarchi e/o dai signori, dai padroni, dai capi, etc. - ad occupare le cariche di loro vassalli, valvassini, valvassori e/o di capi e poi, i posti di dirigenti, di amministratori, di banchieri, o di sudditi prediletti e quindi, a condividere, anche se soltanto le briciole del loro potere stratosferico e a partecipare attivamente a governare sui loro schiavi (anche su quelli della parte neo industrializzata dei territori abitati da alcuni dei sette miliardi de “i restanti della Terra”) -, sono stati scelti e chiamati sempre e soltanto schiavi “civili-occidentali” ritenuti veramente affidabili, perché tutti già perfettamente “trattati”. Ma anche sicuri possessori di soltanto una metà del loro cervello. Una metà che deve rigorosamente essere formata esclusivamente da uno sviluppato e dominante emisfero cerebrale sinistro.

“E' per tutto questo che per il mondo “civile-occidentale” esiste la condanna definitiva a essere governato esclusivamente da “prototipi” di “civili-occidentali” in possesso di soltanto “mezzo-cervello”.Ed è definitiva, perché, com'è stato appena detto, la “società industriale” continuerà a “trattare”, fin dalla culla, i cuccioli dei “civili-occidentali” e quindi, non potrà essere governata che esclusivamente da schiavi e/o da soggetti tutti prototipi di “civili-occidentali” che, dopo accurate selezioni, hanno dimostrato inconfutabilmente di possedere una sicura menomazione del loro cervello e di essere in possesso di solo mezzo cervello dominante a causa della perfetta “castrazione” del loro emisfero cerebrale destro. Ma va anche ricordato, come sia proprio questa stessa menomazione a renderli tutti affidabili, perché tutti ridotti al possesso di una sola, grande qualità cerebrale esclusiva: la “razionalità”. (Ma che è veramente squallida quando non si accompagna ad una proporzionata “libera creatività”, come, invece, succede i un uomo degno equilibrato, sufficientemente.) Possesso della “razionalità” che nondimeno nella “società industriale” ha sempre fatto e fa ancora eccellere i suoi prototipi “civili-occidentali” nei lavori tecnici e nello svolgimento dei loro incarichi, perché rende coloro che la possiedono degli insuperabili specialisti in un settore ed esclusivi (v. schiavi e/o sudditi prediletti) e tutti certamente, per i loro padroni, degli indispensabili e affidabili collaboratori preziosissimi ...”

2) paradossalmente e contro natura - perché è addirittura contro la naturale evoluzione della specie che così è stata letteralmente: “bloccata” -, nel mondo occidentale ancora non sia stato possibile allevare un bambino che - facendolo crescere soltanto seguendo il

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percorso della evoluzione sia quella personale segnata nel suo DNA, sia quella propria della specie -, riuscisse a diventare un “naturale” uomo degno, completo ed equilibrato, perché dotato di entrambi i suoi emisferi cerebrali normalmente sviluppati, normo trofici e perfettamente funzionanti. Un uomo completo ed equilibrato, dunque, che a differenza dei “civili-occidentali”, proprio secondo natura e/o secondo la naturale evoluzione della sua specie, sia, invece, fin dalla nascita e durante tutta la sua esistenza, immerso in un ambiente socio-culturale ricco dei giusti stimoli-informazione e quindi, sia spinto a servirsi, ad usare liberamente entrambi i suoi emisferi cerebrali riuscendo a farli crescere e sviluppare contemporaneamente e armoniosamente insieme.

-3) oltre il “condizionamento” subito che - com'è stato appena detto, ha come unico scopo quello di continuare a privare precocemente ogni “civile-occidentale” soprattutto della sua “libertà di scegliere”, di fare una qualsiasi scelta diversa, o lontana dai giudizi di valori, dai pregiudizi, da tutti i valori che riguardano le strategie della socio cultura dominante presente nella sua “nicchia-ecologica” che, fin dalla culla, sono state subdolamente inoculate nel suo sistema nervoso -, sia proprio la sistematica, perfetta e completa “castrazione” subita dell'emisfero cerebrale destro, pratica che è iniziata da venticinquemila anni circa e che si è andata affinando nel tempo ed è ora diventata veramente micidiale, che, oltre ad impedirgli la sua naturale evoluzione individuale e quella della sua specie, continua a condannarlo anche alla completa perdita definitiva: -a) della sua libera creatività.-b) del suo inconscio.-c) del suo desiderio libero.-d) dell'affettività.-e) della solidarietà incondizionata.-f) e di tutte le altre qualità, le proprietà e le funzioni dell'emisfero cerebrale destro, che sono indispensabili nella lotta per l'esistenza (“DNA contro DNA”, secondo Renato Dulbecco), così che ormai ogni “civile-occidentale” debba nondimeno tentare di sopravvivere in un mondo ormai trasformato dal sovraffollamento della Terra, dalla “globalizzazione”,etc. malgrado sia stato letteralmente: “disarmato” ...-----------------------------------------

1. E’ questa una sorta di saggio nato da una ricerca interdisciplinare iniziata oltre trenta anni fa da un medico ormai ultrasettantenne. Ma che e’ sempre stato e resta ancora un perfetto “civile-occidentale”, perché è ancora vicinissimo al prototipo “civile occidentale”. E', infatti, “menomato” nel suo cervello, perché è stato prima condizionato

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fin dalla culla e poi - da collaudati programmi d'insegnamento soprattutto scolastici (v. quelli seguiti per raggiungere il suo livello d'astrazione di medico) -, è stato comunque “castrato” del suo emisfero cerebrale destro. Ma anche questa sua menomazione cerebrale è definitiva, proprio com'è per tutti i “civili-occidentali”. Ecco perché la sua “razionalità”, non soltanto non può che continuare a restare sola – orfana di una proporzionata libera creatività -, perché è legata esclusivamente alla perfetta riuscita della “castrazione” dell'emisfero destro del suo cervello e alla conseguente completa dominanza dell'emisfero cerebrale sinistro. Ma la menomazione del suo cervello, essendo definitiva certamente persiste, malgrado sia sempre stato un anticonformista, l'età avanzata e la grande esperienza personale e la cultura acquisita negli anni, grazie all'impegno largamente e lungamente profuso nei suoi studi, soprattutto quelli sui risultati delle scoperte rivoluzionarie fatte durante la ricerca conosciuta come “Progetto Genoma Umano” conclusasi nel febbraio del 2001 e poi, grazie alle sue ricerche personali interdisciplinari, etc. insomma, grazie al suo grande e continuo impegno nella ricerca del sapere e della conoscenza, in generale …

Così gli effetti dei condizionamenti subiti e della sua menomazione cerebrale sono presenti anche nei racconti degli episodi delle sue esperienze fatte durante i circa quaranta anni passati da libero professionista completamente votato ad aiutare le madri ad allevare i loro figli. Ricordi, studi ed esperienze che nondimeno hanno ispirato questo testo, il cui scopo, com'è stato già detto, e’ divulgare il maggior numero possibile d’informazioni interdisciplinari scelte tra quelle ritenute necessarie per ogni “civile-occidentale”. Ma che sono indispensabili per i “Nuovi Genitori … e Non”, affinché ognuno di loro, una volta che ha raggiunto una sufficiente conoscenza di sé stesso, possa veramente decidere liberamente di porre immediatamente fine a tutti questi “misfatti” che, da circa venticinquemila anni, dalla nascita del primo villaggio preistorico, e’ condannato a perpetrare contro sé stesso e la propria prole, a sicuro danno delle generazioni future. E' tutto proprio com'è già avvenuto prima, durante il suo stato di schiavo dei capi del villaggio preistorico e poi, di ex “servo della gleba” analfabeta e ora, in questa “società industriale”, di schiavo “istruito” perché, per sopravvivere, è obbligato a raggiungere un sufficiente livello di astrazione e diventare un “tecnico”. Ma altro scopo di questo testo è anche quello di fare in modo che ogni “civile-occidentale” sia veramente in grado di prendere finalmente atto:

-1) del come la sua “presunzione”, com'è, per esempio, quella di esser l'unico, “vero civile-occidentale”, ovvero: un “essere superiore” ai cosiddetti “i restanti della Terra” – o ancora, proprio com'è per la presunzione contenuta nella: “La Premessa Universale” (v. nella Introduzione) -, ad una qualsiasi verifica risulti oggettivamente essere basata sul nulla! -2) dell’assoluta certezza del suo stato definitivo, ma ancora misconosciuto, di totale schiavitù quale ex “servo della gleba”. Uno stato di schiavitù che prescinde dal suo oggettivo livello di astrazione raggiunto e/o dal suo potere sociale, economico e/o di dominanza acquisita. -3) della certezza di essere sempre stato e di restare, quale ex “servo della gleba” ancora soltanto un'“anima”, una di quelle la cui sorte è, nei secoli, generazione dopo generazione, sempre stata legata alla sorte della proprietà terriera e/o delle altre “cose” possedute dal padrone. E' quella stessa “anima” che nel Mondo Civile-Occidentale, da venticinquemila anni, dalla nascita del primo villaggio preistorico, del primo capo e dalla contemporanea

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comparsa della “proprietà privata” e’ stata ogni volta ereditata dai rampolli e/o dai diretti discendenti dei sovrani, dei signori, dei padroni, dei capi del villaggio, etc. insieme ai loro beni materiali, al resto della loro proprietà privata oltre quella terriera. ------------------------------

… è il momento per tutti i “civili-occidentali” di prendere ancora atto: –a) di come ognuno di loro – qualunque sia il suo livello di astrazione raggiunto e/o di dominanza acquisita -, resta soltanto quello stesso “servo della gleba” che, per sopravvivere in questa “società industriale”, e’ stato letteralmente: obbligato a trasformarsi in un “tecnico istruito” in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo la moda. E per ottenere questo risultato che è stato precocemente condizionato e poi, menomato nel cervello a causa della subita “castrazione” dell'emisfero destro del suo cervello. –b) di come – qualunque sia il suo livello di astrazione raggiunto e di dominanza acquisita ... -, comunque sia ormai ridotto ad uno stato di completa sottomissione alle Istituzioni della “società industriale”. Di questa che è soltanto l'enorme “fabbrica di ricchezza” che comprende il territorio dell’intero Mondo Civile-Occidentale. Ed è proprietà privata degli attuali “i padroni della Terra”, delle cinquecento famiglie, di circa un milione di individui che attualmente posseggono il 75% delle ricchezze del mondo, etc.

Infatti, ogni “civile-occidentale” continua a far parte di quel miliardo e quattrocento milioni circa di individui che si autodefiniscono i: “veri civili-occidentali” e che continuano a popolare da secoli i vari territori del Mondo Civile-Occidentale. Territori ormai completamente trasformati in questa che - com’è stato appena detto, e’ una enorme “fabbrica di ricchezza” che con le sue Nazioni Occidentali e i popoli e la sua gente fatta tutta di schiavi “istruiti” perfettamente condizionati e “castrati” -, e’ l’attuale “società industriale” civile occidentale. Ma che e’ e continua squallidamente a restare soltanto la principale delle tante proprietà private di quella sorta di monarchi assoluti e di principi e dei loro rampolli e dei loro familiari che tutti insieme sono circa un un milione d'individui proprietari del settantacinque per cento di tutte le ricchezze della Terra (*).

(*) N.B. E’ possibile che il “trattamento” al quale viene sistematicamente sottoposto - ovvero il “condizionamento” e tutto quello che ha dovuto sopportare fin dalla nascita -, abbia ormai veramente condizionato ogni “civile-occidentale” fino a fargli considerare normale questo modo di vedere e di accettare le varie realtà sociali, economiche e politiche del Mondo Occidentale. E che, inoltre, abbia fatto in modo che, una volta accettate le sopraddette realtà, diventasse possibile per tutti i perfettamente “menomati” “civili-occidentali” rimuovere dalla propria memoria, o addirittura accettare il proprio stato di schiavo e/o, per i più fortunati, di suddito prediletto de “i padroni della Terra” - malgrado sia ottenuto soltanto dopo essersi fatti “castrare” dell'emisfero destro del cervello -, ed essere, allora,considerati dai padroni tutti soggetti affidabili e degni di possedere, ma sempre e soltanto in loro nome, anche una sola briciola del loro enorme potere universale …---------------------------------- E, per ogni “civile occidentale” diventa possibile anche la definitiva accettazione della esistenza di “cose” veramente particolari, come:

a) “La Premessa Universale” (della quale sarà ancora detto v. la Introduzione) malgrado ognuno sappia come questa contenga proprio quella stessa “presunzione” che è ormai “dentro” ognuno dei sudditi “civili-occidentali”, perché è propagandata e imposta dalla socio-cultura dominante presente in ogni “nicchia-ecologica” del mondo occidentale ed è inoculata direttamente nel sistema nervoso dei “cuccioli”, di tutti i figli degli schiavi e di tutti gli abitanti dei territori del mondo occidentale direttamente dalla socio-cultura dominante della “civiltà industriale”.

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b) E la presunzione che contiene “La Premessa Universale” è sempre presente nei loro “discorsi”. Ed e’ “Universale”, perché e’ in ogni luogo ci sia un “civile-occidentale”. E' immanente a qualsiasi azione intrapresa da un “civile-occidentale”. E finisce con il determinare anche la scelta della strategia e/o le modalità di ogni azione compiuta da ogni singolo “civile-occidentale”. Ed è certamente determinante per i risultati finali sia delle scelte fatte, sia dell'azioni intraprese.

c) “La Premessa Universale”, dunque, modificandola, falsifica a priori la realtà che inesorabilmente sfocia da ogni discorso rispettoso dell'analisi logica, delle regole della grammatica e della sintassi di ogni “civili-occidentale” e quindi, finisce con il regolare qualsiasi rapporto di ogni singolo individuo con i familiari, con gli appartenenti al suo gruppo e/o agli altri gruppi e/o alle altre etnie presenti nell'ambiente in cui vive e poi, con tutti “i restanti della Terra” e con le varie Istituzioni della “società industriale” ...

Ma è certamente necessario chiedersi anche come sia possibile credere ancora nelle previsioni degli economisti e/o in quelle dei politici e ancora, negli psicanalisti, negli scienziati, insomma in tutti gli studiosi delle cosiddette “Scienze Umane”, visto che, per esempio: a) “fatti” certamente “grotteschi” - come quelli che riguardano le cause nascoste delle impossibilità oggettive di fare, da parte di tutti, soprattutto degli economisti e/o degli analisti e/o dei ministri delle finanze, previsioni economiche che restino dentro un margine accettabile di errore … -, debbano essere, invece, sistematicamente taciuti. b) infatti, il settantacinque per cento di ricchezze mondiali che sono saldamente nelle mani di una banda di anonimi appartenenti a cinquecento famiglie che non superano il milione di individui non possono essere conteggiate nei calcoli soltanto perché sono sempre state ben nascoste, addirittura rimosse, essendo state subito considerate dagli schiavi e dai sudditi “civili occidentali” e poi, da tutti “i restanti della Terra ” una sorta di fatalità incombente? c) insomma da parte di tutti si permette che queste impossibilità oggettive continuino ad esistere e a manifestarsi sistematicamente, ormai da venticinquemila anni, com'è per l'enorme potere generato dal possesso del settantacinque per cento delle ricchezze della Terra da parte di quel milione circa di individui appartenenti a cinquecento famiglie. Potere che, non soltanto è incalcolabile e quindi, imprevedibile è la sua influenza sulla economia sia delle singole Nazioni, sia su quella mondiale. Ma anche perché da costoro è esercitato in qualsiasi campo e fuori ogni controllo, così da rendere di fatto impossibile qualsiasi calcolo e quindi, qualunque previsione sull'economia, in generale, veramente valida. d) E ancora, perché a tutto questo va aggiunta un'altra enorme quantità di ricchezza che è presente nel mondo in quella sorta di economia parallela nascosta, com'è, per esempio, quella prodotta dai traffici della malavita organizzata. Ma ciò che è veramente grottesco è che ancora si accetti da parte di ogni “civile-occidentale” che tutto quello che è stato appena detto a proposito dell'enorme quantità di ricchezza tra le mani di un milione di anonimi individui, mentre soltanto il venticinque per cento delle ricchezze del mondo è e resta, ma soltanto in teoria, tra le mani di circa sette miliardi composti soprattutto da uomini “invisibili”:

a) sia accettato da tutti i “civili-occidentali” come immanente alla società globale di questo mondo.b) sia giustamente - per acquistare e conservare un minimo di credibilità e non cadere nel ridicolo -,

sempre taciuto e/o ignorato dai vari economisti, analisti, etc. c) ma soprattutto che questi, senza aver paura del ridicolo, continuino imperterriti a fare ancora

previsioni, a medio e a lungo termine, sull'economia di un popolo, sulla sua ricchezza e quindi sul suo futuro economico di stati, di Nazioni, e/o quello di interi continenti, dell'umanità.

d) e che la spiegazione della generale credulità, a proposito di tutto il grottesco che è stato appena considerato, sia nella completa accettazione innata da parte di un qualsiasi schiavo e/o nella “ignavia collettiva” dei sudditi : “... perché - secondo Antonio Rosmini -, nessun schiavo arriva mai ad indagare il diritto del suo padrone“.

Ed è così che da parte dei “civili occidentali” si è finito con l'accettare (e poi, con il dover rimuovere): -a) che i “fatti” appena ricordati, incombano e pendano inesorabilmente sia sulle possibilità iniziali, sia sugli esiti finali, sui risultati conclusivi di una qualsiasi scelta fatta in qualsiasi campo da un singolo e/o da un gruppo, o da un popolo, o da una Nazione, etc. -b) che ogni “civile occidentale”continui a credere di essere al vertice dell'umanità, malgrado di ognuno di loro sia certa soltanto la sua “presunzione” di “essere superiore” a “i restanti della Terra”, mentre, in realtà, ognuno sia e resti oggettivamente soltanto quel particolare individuo “condizionato”, dal cervello “menomato”, perché “castrato” del suo emisfero cerebrale destro, etc. Insomma sia quel soggetto perfettamente “trattato”, allevato contro natura, soltanto per diventare il “prototipo” del “civile-occidentale” e poter raggiungere, restando in schiavitù, i vertici delle “Scale Gerarchiche di Dominanza” della “società industriale”.

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E' proprio per questo che ogni perfetto “civile-occidentale” è definitivamente condannato: 1)a sopravvivere solo in questo ambiente. Ma che sia costruito secondo le regole proprie di questo Neo-liberismo imposto da “i padroni della Terra” ai loro schiavi, ai sudditi, a tutto il Mondo Occidentale e quindi, a “i restanti della Terra”.---------------------------------------(N.B. Sono gli stessi padroni che, invece, per sé stessi e per i loro rampolli hanno scelto di creare e di costruire un loro, esclusivo “Paradiso Socialista!”)2) a prima sottomettersi alle Istituzioni della “società industriale” e alle sue regole, alle sue leggi. 3) che la condizione sine qua non per sopravvivere insieme alla sua prole sia imparare a “vendere le merci prodotte all’infinito” e a “consumarle” … e basta?

… e, allora, dovrebbe essere possibile per tutti finalmente decidere di fare immediatamente tre cose “fondamentali” e urgenti:

a) Cominciare a rifiutare immediatamente di accettare che il suo “cucciolo civile-occidentale” sia ancora preventivamente “condizionato”, durante i suoi primi quattro anni di vita, dalla sistematica inoculazione diretta nel suo sistema nevoso delle strategie, da parte della socio-cultura dominante della “società industriale” che, com'è stato già detto, agisce con la collaborazione dei genitori e degli “altri” delle nuove “Cooperative per l’Allevamento del Bambino”, di tutti i presenti nella “nicchia-ecologica”. E questo soltanto per essere successivamente ognuno trasformato in un prototipo “civile occidentale”, grazie alla castrazione dell'emisfero destro del suo cervello, da analfabeta ex “servo della gleba”, in un efficiente moderno “tecnico istruito” in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo la moda. Ma che certamente non sarà mai in grado di affrontare al meglio i cambiamenti incontrollati e/o incontrollabili, com'è, per esempio, il superaffollamento della Terra e il conseguente e ormai inevitabile scontro diretto che, per sopravvivere, ogni singolo “civile-occidentale” deve sostenere da “disarmato” con individui di razze e religioni diverse, tutti in possesso di nuove regole, etc. - perché è proprio da detti “condizionamenti” subiti che i “civili-occidentali” sono tutti letteralmente: “disarmati ”completamente! -,

b) Rifiutare in loro nome anche la certa condanna di ogni “cucciolo” ad ammalarsi, sempre a causa dei precoci “condizionamenti imposti” dalla socio-cultura dominante, anche di quel nuovo “morbo” esclusivo del quale finisce con l'ammalarsi soltanto il neonato “civile–occidentale”.

c) Evitare che si ammali de “La Solitudine del Lattante” (*) che, una volta conosciuta, e’ per sempre! (v. dalle statistiche inglesi del 2005: “l’adolescente civile-occidentale è il più infelice della Terra”), perché e’ la causa-effetto della definitiva frantumazione del suo Imprinting, della devastazione del suo Io-Tutto e quindi, addirittura della mancata crescita della sua “unita’ mente/corpo” a causa del rifiuto indotto della sua ipofisi di produrre e di secernere, nelle ore di abbandono, normali quantità dell’ormone della crescita, etc.

--------------------------------(*) N.B. Ma tutto questo avviene - e bisogna ricordarlo fino alla nausea e sottolinearlo -, soltanto in questa “società industriale per quella scelta unica, unilaterale, “contro natura” - subdolamente imposta e propagandata come giusta ed esclusiva della madre civile-occidentale -, di consegnare (troppo) precocemente nelle mani della socio cultura dominante (v. gli “altri” e/o i “presenti” nella sua “nicchia ecologica”, etc.) il proprio figlio quando e’ ancora un lattante.

Ed è stato detto e ripetuto, ormai fino alla nausea, come: -a) il “cucciolo” civile-occidentale sia l’unico lattante sulla Terra sistematicamente sottoposto preventivamente, fin dalla nascita, ai “condizionamenti” dalla socio-cultura dominante della stessa

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“società industriale”, in modo sempre più mirato , durante i suoi primi quattro anni di vita, nella sua “nicchia-ecologica”. E ormai, detto “trattamento” è devastante. –b) ma anche come per questo, nel mondo civile-occidentale, da venticinquemila anni, non sia mai piu’ stato allevato un uomo degno. Ovvero un uomo non preventivamente “condizionato”, non “menomato” nelle zone associative del suo cervello e non “castrato” dell’emisfero destro del suo cervello”

(N.B. Esclusi i rampolli di quelle cinquecento famiglie che, come sarà ancora detto, possedendo il 70% delle ricchezze della Terra sono “i padroni della Terra” e quindi vivono nel loro “Paradiso Socialista”. Ma sono esclusi anche “i restanti della Terra” perché non consegnano alle Istituzioni i loro cuccioli e quindi, non li costringono a seguire programmi scolastici “castranti” il loro emisfero cerebrale destro, semplicemente perché nel loro mondo spesso non esistono nemmeno le scuole?)------------------------------------------- Ma ecco, allora, la vera, squallida e meschina situazione reale e oggettiva di colui che, invece, da sempre presume e/o crede ancora di essere l’ “essere superiore” a tutti “i restanti della Terra”: il “vero civile-occidentale”. Malgrado sia ormai il perfetto “prototipo” (esclusivo di questa “società industriale”), del sempre più perfettamente condizionato “civile occidentale” ridotto dalla subita “castrazione” a possedere soltanto mezzo cervello. Ma che crede ancora di essere il proprietario di tutta la tecnologia del mondo con la quale ha dominato e ancora cerca di dominare (?) su tutte le altre etnie della Terra, etc. E che anche per tutto questo - o soltanto per questo suo cammino verso il nulla, perché afferma essere questo il suo progresso -, assurdamente continua a vivere soltanto per, prima di tutto, riuscire a “vendere le merci prodotte all’infinito” e a “consumarle” secondo la moda … e basta?

Ed ecco spiegato, anche se solo in parte, l’assurdo del perché del sistematico scempio perpetrato ai danni del suo “cucciolo” “civile-occidentale”. Scempio che, essendo indispensabile per tentare di sopravvivere in questa “società industriale”, e’ iniziato già con i primi nati del primo villaggio Neolitico, proprio con la loro offerta in dono spontanea e/o coatta da parte dei genitori al primo “capo” del primo villaggio ed e’ poi, continuata fino ad ora, in questa “società industriale” con la necessaria offerta precoce ai “i padroni della Terra”. Ma che è indispensabile ancora una volta soltanto per la sua sopravvivenza. Cosi’ che - poiché l’efficacia dei loro condizionamenti imposti, com'è stato già detto, e’ andata progredendo fino all'attuale devastazione della “unita’ mente/corpo” del “cucciolo” “civile-occidentale” -, ormai nemmeno uno dei “civili-occidentali”, specialmente di queste ultime generazioni, che nondimeno e’ riuscito a sopravvivere fino a diventare un genitore, e’ ancora in grado di accorgersi e di prendere coscienza sia di quanto gli e’ personalmente già capitato e continua a capitargli, sia di quanto stia per succedere, o stia ormai già succedendo al suo “cucciolo”? (*)-------------------------------------------------------- (*) N.B. Un necessario riepilogo: Questa “società industriale”, infatti - deve, per la sua stessa sopravvivenza necessariamente ottenere da ogni suo schiavo un efficiente “tecnico” da impiegare in questa enorme “fabbrica di ricchezza” proprietà privata de “i padroni della Terra” che e’ ormai diventato il Mondo Occidentale con il suo territorio e le sue anime. E deve avere così a disposizione una grande quantità di soggetti perfettamente condizionati da “impiegare” , da prendere in forza soltanto secondo e durante le temporanee necessità del mercato. E’ costretta per questo a fare in modo che ogni “cucciolo” nato in questo Mondo Occidentale - dopo essere stato consegnato ancora lattante dai suoi genitori a quella sorta di varie sostitute di madre, o di madri succedanee e/o vicarianti, come sono, per esempio, le nuove figure istituzionalizzate impiegate nelle “Cooperative per l’Allevamento del Bambino” (v. Asilo Nido, la Scuola Materna) e le figure private, come le tate, le baby-sitter, etc. -, sia: :

1) sistematicamente “condizionato”, fin dalla nascita - attraverso la preventiva inoculazione diretta nel suo sistema nervoso, che avviene durante i suoi primi quattro anni di vita, degli automatismi culturali, dei giudizi di valori, insomma di tutte le strategie della socio-cultura dominante della

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“società industriale”, con la collaborazione dei genitori e degli “altri”, di tutti i presenti nella sua “nicchia-ecologica”, che a loro volta hanno già subito lo stesso trattamento -, ognuno soltanto per essere trasformato in un “perfettamente condizionato civile occidentale”: un ottimo schiavo affidabile produttore, venditore e consumatore di merci di qualsiasi genere, secondo la moda.

2) contemporaneamente anche “menomato” nel suo cervello, perché già dai condizionamenti imposti, viene di fatto ostacolata e/o e’ addirittura impedita nelle “zone associative pre-frontali” del suo cervello la nascita delle “mappe neurali selezionate indipendenti” di G. Edelman. E la conseguenza è questa “menomazione” che e’ la causa della (necessaria?) perdita completa della sua “libera creatività” e di parte delle sue “capacita’ di critica”, dell'affettività, della solidarietà incondizionata, etc. Tutte qualità certamente superflue e inutili per uno schiavo e/o addirittura pericolose, com'è certamente, per esempio, la “libera creatività” per un analfabeta ex “servitore della gleba”, anche quando è stato già trasformato in un “tecnico istruito”.

3) “castrato” anche l’emisfero destro del suo cervello, attraverso vari sistemi-metodi e/o programmi collaudati d’insegnamento, soprattutto scolastico, letteralmente: soltanto perché ognuno possa eccellere in matematica, fisica, chimica, informatica, etc. e possa così, ancora più facilmente, trasformarsi da analfabeta servo della gleba in quel moderno “tecnico istruito” dal giusto livello di astrazione (raggiunto) e quindi, in grado di: “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo le mode …

4) inoltre, conscio e convinto di come dalla “società industriale” - per facilitare e rendere efficaci tutte le devastazioni e le trasformazioni della unita’ “mente/corpo” di ogni “cucciolo” che sono prodotte dai “condizionamenti imposti” (v. le appena ricordate perdite della “libera creatività” e quella della “capacita’ critica”) e/o per rendere addirittura completamente accettabile per tutti i “civili-occidentali” tutto quanto e’ stato detto e quindi, anche la loro totale sottomissione alle Istituzioni de “i padroni della Terra” e/o direttamente a loro, quali loro definitivi “sudditi prediletti”, etc. -, sia stata sempre volutamente sostenuta e finanziata soltanto la Conoscenza dell’Essenza e delle Leggi dell’Inanimato. Mentre e’ stata ostacolata e/o impedita (anche perché subito proibita dalla Chiesa), la Conoscenza dell’Animato. E ciò, non soltanto perché, per esempio, questa avrebbe permesso una più facile e maggiore conoscenza di sé stesso e quindi, la reale possibilità di riscattarsi e di riuscire a vivere un’esistenza veramente degna. Ma anche di decidere - fatto che nondimeno è troppo pericoloso per la sopravvivenza della stessa “società industriale”! - ognuno di resistere e/o addirittura di non accettare di subire passivamente e poi, di non far più subire alla propria prole, i condizionamenti, le “menomazioni” del cervello e la “castrazione” del suo emisfero destro, etc.

5) poi, ancora, com'è stato appena detto, ( lo sia ogni “cucciolo”) inesorabilmente sottoposto anche al contagio di quel “morbo” nuovo ed esclusivo che e’ conosciuto come: la “Solitudine del Lattante”! Un morbo esclusivo, perché creato e fatto nascere esclusivamente per lui dalla sua stessa “società industriale” e poi, trasmesso direttamente ad ogni “cucciolo civile occidentale” con la collaborazione dei suoi genitori, per esempio, attraverso l’abbandono unilaterale e “contro natura”, precoce e coatto da parte della madre. Ma anche grazie alla sentita collaborazione di tutti gli “altri”, della socio-cultura dominante, di tutti i presenti nella “nicchia ecologica” nella quale il cucciolo e’ nato e/o vive, perché tutti già dei perfettamente condizionati “civili-occidentali”...

-------------------------------------------------------------------------- Diventa, allora, veramente importante decidere di continuare a “vedere” soltanto con i propri occhi.E, allora, e’ possibile iniziare con il considerare liberamente, come tutto questo abbia addirittura una spiegazione valida. Ma che e’ stata certamente costruita soltanto secondo questa sua “razionalità” e questa sua unica logica possibile di ex servo della gleba in possesso di mezzo cervello, perché definitivamente “castrato” del suo emisfero cerebrale destro. Ma anche che il “perfetto civile-occidentale” possa spiegare i misfatti che e’ costretto a perpetrare e/o a far subire anche a sé stesso, durante la sua esistenza da schiavo e/o da suddito di questa “società industriale”.(*)-------------------------------------------------------- (*) N.B. Infatti, tutto questo e’ stato possibile semplicemente perché prima è stato accettato come tutto questo sia dovuto al fatto che ogni “civile-occidentale” oggettivamente:1) sia soltanto il discendente diretto di quel antenato comune che – malgrado la sua innata “presunzione”, basata sul nulla, di “essere superiore” a tutti “i restanti della Terra” -, e’ stato sempre e soltanto uno schiavo, un servo della gleba, un'anima parte della proprietà privata, parte delle “cose”

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possedute dal primo “capo” preistorico del primo villaggio del Neolitico e poi, dai Signori, fino ai rampolli delle cinquecento famiglie che attualmente dominano il mondo e/o ai loro vassalli, valvassini, valvassori ... 2) sia, infatti, e resti comunque, ancora il diretto discendente sempre dello stesso ex servo della gleba della Storia della Civiltà Occidentale (v. il medioevo) e/o, com'è stato appena detto, un “anima” che, insieme alla terra sulla quale ha sempre vissuto e lavorato e’ stata sempre ereditata, generazione dopo generazione, dai vari discendenti diretti dei sovrani, dei re, dei signori, dei vassalli, dei valvassini, dei valvassori, etc. fino agli attuali: “i padroni della Terra”. 3) sia, dunque, lo stesso schiavo che all’inizio, come analfabeta servo della gleba, e’ stato “impiegato” soltanto nei lavori termodinamici: a lavorar la terra. Ma che, dopo la successiva nascita della “società industriale” - dopo essere stato perfettamente condizionato, menomato nel cervello e castrato, ma anche istruito fino a raggiungere almeno il livello di astrazione di un tecnico in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo le mode -, e’ stato impiegato in uno degli incarichi a lui affidato in base al suo livello di astrazione acquisito e/o a quello di dominanza raggiunto, in questa che e’ definitivamente diventata una enorme “fabbrica di ricchezza”. Ma che e’ soltanto una delle proprietà private de “i padroni della Terra”.

N.B. Com'è stato detto e ripetuto fino alla nausea, costoro sono un milione circa di anonimi appartenenti alle cinquecento famiglie che - grazie al possesso del 75% di tutte le ricchezze della Terra e al potere che deriva loro dal detto possesso -, hanno fondato una banda di una particolare specie di sovrani assoluti, più propriamente di spietati reucci il cui potere è quasi esclusivamente quello di vita e di morte indirettamente esercitato sui propri schiavi – com'è, per esempio, quello della morte per fame, dopo avergli sottratto le terre e/o per sete dopo essersi impadroniti dell'acqua … -, soprattutto su quelli del cosiddetto Terzo Mondo, perché, da secoli, sono sistematicamente privati delle loro risorse naturali.

4) sia ancora lo schiavo che ora lavora in quella enorme “fabbrica di ricchezza”, che è una delle loro realtà che è nata, è stata realizzata e ora produce ricchezza esclusivamente grazie alla “razionalità”, soprattutto quella dei menomati nel cervello e dei “castrati” nel loro emisfero cerebrale destro. E' una delle tante realtà prima dimostrata e poi sostenuta dai loro discorsi. Dai quali le varie realtà, com'è noto, soltanto grazie al rispetto dell'analisi logica, delle regole di sintassi e di grammatica, sono inevitabilmente sempre scaturite. Ma che nondimeno restano oggettivamente basate su una pretesa che è assurda. Com'è, per esempio, quella dello stesso concetto di progresso di questa “società industriale”, che resta ancora quello di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle”, malgrado sia le materie prime, sia le fonti di energia ovviamente non possano esistere all’infinito. 5)sia quanto è stato appena ricordato proprio tutto ciò che sono diventati circa un miliardo e quattrocento milioni di “civili-occidentali”, gli abitanti di questa meravigliosa parte di mondo. Ma che, com'è stato detto e ripetuto, e’ stato prima, da circa venticinquemila anni, e resta ancora l’unico “mondo possibile” per la sopravvivenza di un perfetto condizionato “civile occidentale”. E questo, malgrado le sue varie “presunzioni” tutte basate sul nulla, com'è, per esempio, quella del volersi considerare al vertice della evoluzione darwiniana delle specie, al disopra di tutte le specie degli esseri viventi della Terra, ma al di fuori delle specie, in quanto: “essere superiore” a tutti “i restanti della Terra”. 6) sia tutto questo a continuare a valere in quanto è anche da tutto questo che dipende la sua sopravvivenza e quindi, la sua stessa esistenza, perché ogni “civile-occidentale” ha sempre creduto e/o ha come sua certezza acquisita e definitiva quella di essersi riscattato, ormai già da secoli, ognuno dal suo antico stato comune di analfabeta ex servo della gleba, proprio attraverso quella istruzione che, invece, e’ stato ed è ancora obbligato ad acquisire, per sopravvivere e poi, a ricevere soltanto informazioni scelte e selezionate che è stato costretto ad acquisire e che ancora acquisisce. E' la sua condanna a dover assolutamente raggiungere quel livello di astrazione di tecnico, certamente non allo scopo di elevare il suo spirito e/o per arricchire liberamente la sua mente. Ma soltanto per poter, una volta condizionato e poi, menomato nel cervello e “castrato”, tentare di sopravvivere insieme alla sua prole in questa che nondimeno e’ l’unica “società industriale” nel mondo che (ancora), pur sapendo di ormai non averne più i mezzi si ostina a garantire la sopravvivenza - almeno in teoria, ma sempre soltanto attraverso la propaganda de “i padroni della Terra” -, ad ogni suo schiavo “civile occidentale”, purché dimostri quotidianamente (senza saltare un solo giorno durante tutta la sua esistenza), di essere in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo la moda … e basta? ------------------------------------------------------

Nondimeno è tutto vero. Ed è semplicemente grottesco. Ma lo sarà solo fino a quando - anche grazie alle informazioni interdisciplinari liberamente cercate e poi acquisite e a quelle delle ultime scoperte rivoluzionarie sia sulla cellula e la sua chimica organica, in generale, sia sulla struttura e i meccanismi del suo cervello e sull'ambiente che lo circonda … -, ogni “civile-occidentale” non possa raggiungere e possedere finalmente una sufficiente “conoscenza di se’ stesso”.

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E’ soltanto così, che sarà possibile cominciare, per esempio, con il decidere di smettere immediatamente di continuare a sottoporre il cervello e il corpo dei propri figli (v. la “unita’ mente/corpo”) e le generazioni future, ai condizionamenti, alla menomazione, e alla “castrazione”. Anche per fare in modo che uno di loro, liberamente allevato secondo natura per diventare finalmente un uomo degno, equilibrato - perché entrambi i suoi emisferi cerebrali sono naturalmente sviluppati e perfettamente funzionanti al punto che è certamente dotato anche di una sufficiente “conoscenza di sé stesso” -, possa cercare e trovare la “terza via” (*) quella non capitalista, non liberale e nemmeno socialista? ---------------------------------------------------- (*) Quella terza, altra strada diversa che permetterebbe a ogni nuovo, equilibrato “civile-occidentale” di scoprire anche un altro modo per sopravvivere insieme alla prole, senza più dover in modo parossistico soltanto “vendere le merci prodotte all’infinito” e “consumarle” secondo la moda. Continuare a vivere nell’angosciosa certezza che tutto questo che è basato sul nulla porti soltanto al nulla. Mentre, di contro, non può fare altro che accettare di essere oppresso dai dubbi (del relativismo) che man mano vanno a sostituirsi alle perdute “meravigliose certezze conformiste (o anticonformiste)” delle quali sono tappezzate le prigioni nelle quali, fin dalla nascita, sono tenuti i “civili-occidentali”. Tutto questo, com'è stato e sarà ancora detto, e’ cominciato allora, nel Neolitico, con il primo “capo” preistorico dei primi umani stanziali del primo villaggio. Tutti naturalmente ridotti in schiavitù dalla forza bruta, dalla clava e dalla determinazione nell'usarla del primo “capo”. Ed e’ continuato e continua con questa società che è divenuta la “ società industriale”. Ma che ha continuato ad avere naturalmente bisogno di schiavi, di “tecnici istruiti” e/o di specialisti e/o di professionisti super esperti del settore … tutti in grado di lavorare in questa enorme “fabbrica di ricchezza”, che è una delle proprietà private de “i padroni della Terra”, in cui si e’ definitivamente trasformato l'intero territorio dell’attuale Mondo Occidentale.

Soffermarsi, allora, a immaginare e, per la prima volta, riuscire a “vedere” con la propria fantasia, magari, soltanto per sorprendersi e, per esempio, iniziare ognuno da se’ stesso, per scoprire e prendere coscienza: -a) di essere diventato addirittura un prototipo: il vero schiavo, “civile-occidentale” perfettamente condizionato e in possesso di soltanto mezzo cervello, dell'emisfero sinistro dominante, quello della “razionalità”...-b) e, dopo essere andato indietro nel tempo, di essere il discendente diretto dell’antenato analfabeta ex servo della gleba della storia, ma che, in questa “società industriale”, e’ stato costretto a trasformarsi in un perfettamente condizionato “civile occidentale”, in un “tecnico istruito”, in uno specialista, in un professionista esperto in un settore, etc. Ma tutti in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo le mode. -c) di essere l’artefice e il primo consumatore proprio di quella alta tecnologia il possesso della quale, fino ad ora, ha assicurato a sé stesso e al suo gruppo di appartenenza il predominio sulle altre etnie della Terra. E poi continuare – ma sempre con questa logica unica -, per finire con l'accorgersi di essere stato sempre convinto di considerare l’intero territorio occidentale occupato dalla “società industriale” come una sorte di enorme “fabbrica di ricchezza”, una delle proprietà private de “i padroni della Terra”. -d) di essere finalmente arrivato a vedere con i propri occhi. Ma soltanto, dopo che, proprio com'è stato detto e ripetuto, ognuno ha accettato di essere e di restare, a qualsiasi livello di astrazione raggiunto e/o di dominanza acquisita, soltanto il diretto discendente di quelle “anime” di proprietà dei sovrani (v. le anime, proprio com'erano detti e considerati gli ex servi della gleba che, generazione dopo generazione, sono stati sempre parte delle loro proprietà private), dei Signori, etc. fino ad arrivare agli attuali “ i padroni della Terra”, perché dalla nascita alla morte indissolubilmente legati alla loro Terra. E' così che, allora, si arriva a vedere come quelli appena ricordati siano tutti “fatti razionali” prodotti dall'emisfero sinistro, da quel mezzo cervello dominante rimasto funzionante in ogni “civile-occidentale” dopo il “trattamento”. “Fatti razionali” che possono, dunque, essere detti anche: “cose” logiche. Ma come anche questo sia possibile soltanto dopo aver prima accettato come realtà addirittura tutte le premesse fatte, tutti i “fatti” avvenuti e/o che avvengono continuamente in questo Mondo Occidentale. Per vedere come alla fine diventino, allora, anche delle “cose” giuste. E come, sempre grazie al possesso di soltanto mezzo cervello, per i “civili occidentali” non possano che essere “cose”, perfino quelle realtà che, com'è noto, sono inesorabilmente sfociate e sfociano dai vari “discorsi” della socio-cultura dominante, rispettosi dell'analisi logica e delle regole della sintassi e della grammatica.

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E tutto ciò serve anche a giustificare e a dimostrare l’assoluta necessita’ del “condizionamento” preventivo di ogni “cucciolo” “civile-occidentale”, nei suoi primi quattro anni di vita e quindi, della “menomazione” del suo cervello e della “castrazione” dell’emisfero destro. Anche queste “cose” avvengono soltanto per ottenere da ognuno dei “civili occidentali” quelli indispensabili “tecnici istruiti” che eccellono in matematica, fisica, chimica, informatica, etc. perché solo gli schiavi divenuti tecnici e/o specialisti sono indispensabili per la stessa sopravvivenza della “società industriale”.

Ma è tempo di vedere ancora, come abbiano un fondamento logico anche le regole e le leggi imposte soltanto perché nel mondo occidentale tutto è prodotto dalla “razionalità” del mezzo cervello sinistro dominante, com'è per: -a) i vari criteri di giudizio, i giudizi di valori e le strategie della socio-cultura dominante.–b) la incentivata e sostenuta Conoscenza dell’Essenza e delle Leggi dell’Inanimato. Conoscenza indispensabile agli schiavi della “società industriale”, per esempio, per la produzione di alta tecnologia, etc.–c) l’Ignoranza dell’Animato (imposta) che, per esempio, comprende anche quella della struttura e dei meccanismi del cervello umano e molto altro. Nel tentativo di rendere impossibile per ogni “civile-occidentale” sia una sufficiente “conoscenza di se’ stesso”, sia la possibilità di immaginare un mondo diverso, altro e possibile … -d) il metodo-sistema di comunicare tra i condizionati “civili occidentali” che, come sarà chiaro per tutti, va dal grottesco all’inqualificabile! ( v. nell'Introduzione il metodo sistema proprio della socio-cultura dominante di imporre tutte le sue realtà, soprattutto attraverso i mass-media).–e) il modo di “fare cultura” da parte della socio cultura dominante, perché questa è esclusivamente prodotta e destinata soltanto ai “Sazi Cronici” (*)

(*) i “Sazi Cronici” sono quelli sufficientemente ricchi che, non soltanto riescono a saziarsi più volte al giorno. Ma che ogni volta, mentre mangiano, sanno che certamente mangeranno anche domani.

-f) quello di sostenere e divulgare esclusivamente le tesi dei potenti e di imporre i loro giudizi e/o le realtà sfociate dai loro “discorsi” (solo rispettosi della analisi logica, delle regole della sintassi e della grammatica), servendosi per ottenere tutto questo esclusivamente dei mass-media e/o dei mezzi busti istituzionalizzati tutti dotati di mezzo cervello e/o degli studiosi delle cosiddette “Scienze Umane” che, com'è noto, di scientifico non hanno assolutamente nulla. –g) poi ancora quello di riuscire a vedere e a considerare il fatto “tragicomico” che è unico e proprio del “civile-occidentale”, non soltanto perché è convinto di essere ancora all’apice dell'umanità, grazie al sicuro possesso della tecnologia mondiale. Ma anche perché - dopo la “rivoluzione epocale” causata dalle scoperte fatte grazie alla ricerca detta: “Progetto Genoma Umano”, com'è stato, per esempio, per la definitiva devastazione dei principi e per il sovvertimento delle realtà della medicina occidentale allopatica - il mondo intero paradossalmente attualmente si ritrova con ancora un'altra, nuova medicina, ma senza più neppure un farmaco degno di essere considerato tale, perché in grado di ristabilire l’equilibrio termodinamico dell’ambiente interno di una cellula malata e così ripristinare le sue funzioni, soltanto perché è una sostanza : “naturale per la fisiologia della cellula”. -h) e il fatto - correlato e conseguente -, di non avere ancora creato un giusto “ambiente alimentare”, un’alimentazione corretta e sana, degna di un uomo, anche a causa dei metodi-sistemi di trattamento delle derrate alimentari da parte dell'industria alimentare per la conservazione e poi, in generale, la cottura e la preparazione del cibo, perché tutto è fatto, ancora una volta, esclusivamente per “vendere le merci prodotte all’infinito” e “consumarle” … e basta.-i) la ridicola e pericolosa “distribuzione delle ricchezze” esistenti e di quelle prodotte, che è la causa di un'assurda e sempre più pericolosa (per tutti!) “divaricazione della forbice tra i ricchi e i poveri”.

A questa squallida realtà non sfugge nessun “civile-occidentale”. E non c'è scampo perché, in questa “società industriale” per gli ex servi della gleba perfettamente condizionati, tutto deve restare immutabile, inamovibile e “razionale”. Così è:1) sia per “La Premessa Universale” (v. l'Introduzione) che, come sarà sempre più chiaro, pur essendo basata sul nulla, continua ad affermare la presunzione del “civile-occidentale” di essere al vertice della scala evolutiva darwiniana delle specie animali, ma fuori dalla specie e al disopra di tutte le altre specie e quindi: un “essere superiore” anche a tutti “i restanti della Terra”.2) sia la immanenza alla stessa sopravvivenza dell'uomo e di qualsiasi altra specie della Terra sia della fauna, sia della flora, dello stratosferico potere detenuto da un milione di persone che deriva direttamente

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dal loro possesso del settantacinque per cento delle ricchezze della Terra: un'assurdità che sempre più pericolosamente continua a mettere in forse sia il presente, sia il futuro del mondo. Infatti pende anche su tutte le altre varie realtà della vita quotidiana e/o su quelle sfociate dai “discorsi” … Ma anche sui risultati finali di una qualsiasi decisione presa e/o di un'azione intrapresa da un singolo individuo e/o da un popolo, da una Nazione, etc. 3) sia l’assurda condanna esclusiva di quel miliardo e quattrocento milioni circa di perfetti “civili-occidentali”, a non potere allevare, ancora dopo venticinquemila anni, anche uno solo dei suoi cuccioli, in modo da ottenere un uomo degno. Un uomo equilibrato, perché non preventivamente “condizionato”, non “menomato” nel cervello, non “castrato” del suo emisfero destro e/o non definitivamente omogeneizzato.Ma i “civili-occidentali”, nel tentativo di assicurargli la sopravvivenza hanno sempre dovuto e ancora devono affidare il loro “cucciolo”, quando è ancora un lattante, alla socio cultura dominante della “società industriale”. Devono ottenere soltanto il prototipo di un “perfetto civile-occidentale” beneducato e istruito, in modo che – a prescindere e malgrado il suo credo religioso e/o la sua fede e/o i suoi sogni e/o i suoi altissimi ideali (solo tra quelli rigorosamente propagandati dalla socio-cultura dominante) e/o il suo essere oggettivamente addirittura un “genio” superdotato (v. i matematici, i fisici, i chimici …) e/o un poeta, un navigatore, o un santo … -, “squallidamente” sia e resti (per “i padroni della Terra”) , comunque sempre e solo quel loro schiavo in grado di: “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle” secondo la moda, se vuole sopravvivere insieme alla sua prole … e basta?

Ma, com'è stato già stato detto e ripetuto, tutto questo continuerà soltanto fino a quando i “Nuovi Genitori … e Non” non saranno in possesso delle sufficienti informazioni e/o della giusta cultura per decidere: -a) di porre fine allo scempio che il proprio “cucciolo” e’ costretto a subire, generazione dopo generazione, per l'essere preventivamente condizionato, menomato, “castrato”, etc. perché, per esempio, anche la sua generazione, possa cosi’ continuare ad accettare di essere tenuta nella completa ignoranza dell’Animato e della struttura e dei meccanismi del suo cervello e quindi, non riuscire a raggiungere la completa “conoscenza di se’ stesso” indispensabile per un suo “vero riscatto”?------------------------------------------------ In conclusione, su questa Terra attualmente vivono: -a) cinquecento famiglie pari a circa un milione di individui (anonimi) che posseggono ricchezze stratosferiche pari a circa il settantacinque per cento di tutte le ricchezze del mondo e vivono in un loro esclusivo “Paradiso Socialista”, dove ognuno di loro è seguito e protetto dalla culla alla tomba … (una situazione insostenibile che prima o poi esploderà)-b) qualche centinaio di milioni d’individui che, inoltre, posseggono e gestiscono almeno il cinque per cento di quel venticinque per cento di ricchezze che restano (è tra questi che sono compresi tutti i cosiddetti: “Sazi Cronici”).-c) un affollato gruppo di qualche centinaio di milione di malavitosi che gestiscono una grande quantità di ricchezze frutto delle loro malefatte e che costituiscono una forma incalcolabile e incontrollabile di economia parallela e sommersa mondiale.-d) sette miliardi d’individui tra i quali è conteggiata anche la gran parte di quel miliardo e quattrocento milioni di “veri civili-occidentali” e poi, di cosiddetti: “i restanti della Terra”, o gli “invisibili”. Sono quelli che, tutti insieme, ogni giorno corrono solo per accaparrarsi il minimo indispensabile per sopravvivere … ---------------------------------------------- (continua) Lo scopo di questo testo e’ far prendere ad ognuno, soprattutto se è un “civile-occidentale”, coscienza di tutto questo, affinché possa sentirsi libero di tentare di raggiungere una sufficiente conoscenza di sé stesso. Ma anche di dare ai “Nuovi Genitori … e Non” le giuste informazioni indispensabili per essere in grado di decidere di porre fine al sistematico scempio del loro “cucciolo” civile occidentale.

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N.B. In verità l'autore si e’ subito scontrato con tutta l’impossibilita’ di comunicare e la difficoltà di comprendere, che normalmente mostra di avere ognuno dei perfettamente condizionati “civili-occidentali”, menomati nel cervello e “castrati” del loro emisfero cerebrale destro e quindi dotati esclusivamente di pura “razionalità”, ma completamente privati di una proporzionata “libera creatività”. E quindi, con la loro reale impossibilità di addirittura soltanto immaginare di tentare di decidere liberamente di fare tutto il necessario per ottenere un simile risultato, come quello di comprendere anche soltanto una parte di ciò che è stato scritto fino ad ora , perché in gran parte lontano dagli automatismi culturali, dai valori di giudizio,dai pregiudizi ... inoculati nel loro sistema nervoso … (E quello che succederà certamente con un eventuale editore?) All’autore, dunque, non è rimasto altro che continuare a denunciare (per trenta anni circa), soprattutto spiegando come questa caratteristica impossibilita’ oggettiva di comunicare, che è propria del “civile occidentale”, oltre ad essere legata ai particolari metodi-sistemi di comunicazione scelti e in uso in questa “società industriale”, sia definitivamente causata da quella profonda menomazione prodotta nel sistema nervoso dei suoi schiavi dai preventivi “trattamenti” completi a loro imposti dalla socio-cultura dominante della “società industriale”. Una deficienza, la “ignavia collettiva” che va ripetuto, quanto sia esclusiva, perché e’ propria di questa “società industriale”, perché nel mondo e’ l’unica società che e’ dedita al sistematico massacro preventivo della “unita’ mente/corpo” dei suoi “cuccioli” durante i primi quattro anni della loro vita e poi, alla menomazione contro natura del loro cervello e alla “castrazione” del loro emisfero cerebrale destro, al solo scopo di ottenere schiavi da quel giusto livello di astrazione che li metta in grado di “vendere le merci prodotte all'infinito” e di “consumarle” secondo le mode. E questa deficienza acquisita (imposta), com'è facile immaginare, si manifesta con tutti i suoi limiti, per esempio, quando un perfettamente condizionato “civile-occidentale” viene a trovarsi di fronte a problemi e/o a questioni e/o a situazioni che, per caso, ( v. per esempio, un eventuale scontro con un extracomunitario) sono fuori dagli automatismi culturali ricevuti, o dai suoi giudizi di valori e/o dalle strategie della sua socio-cultura dominante, insomma fuori dalla educazione appresa e/o da quella inoculata nel suo sistema nervoso con il “condizionamento”, oltre i limiti della cultura che è contenuta proprio in quei “trattamenti” subiti .

E ciò – come dovrebbe essere ormai chiaro per tutti, ma vale la pena ripeterlo -, avviene perché il “civile-occidentale” che, a prescindere dal livello di astrazione acquisito e di quello di dominanza raggiunto, e’ soltanto uno di quel miliardo e quattrocento milioni di “civili-occidentali” che fanno parte di questa “società industriale”, e’ stato ridotto dal “trattamento” completo subito, ad essere, infatti, quasi totalmente privo di una sufficiente “libertà creativa” e/o di un sufficiente residuo di “capacita’ critica” e poi, della affettività, della solidarietà incondizionata e ancora del libero desiderio e addirittura del suo inconscio ... (… forse, semplicemente perché per uno schiavo sono tutte “cose inutili, superflue, se non addirittura pericolose da possedere, soprattutto se, per esempio, lo schiavo e’ stato portato ad un buon livello di astrazione, e’ stato già trasformato in un “tecnico istruito”, in un prototipo “civile-occidentale” in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito” e di “consumarle”… e occupa alti gradini della “Scale Gerarchiche di Dominanza”.… Solo perché nel Mondo Civile-Occidentale e’ questo l’unico modo per tentare di sopravvivere insieme alla prole ?… e basta?)----------------------------------------------------------- Sono nato a Salerno il 12/07/1936. E sono diventato un “medico”.Nel settembre del 1970 mi sono trasferito a Rivoli, un paese della cintura di Torino, per partecipare alla fondazione del primo Centro in Italia di “Medicina e Chirurgia d’Urgenza e Pronto Soccorso”. Non è mai successo. Ma ho continuato a lavorare nel piccolo ospedale di Rivoli fino al 1975. Dal 1970 ho anche frequentato, per circa nove anni, prima come specializzando e poi, come volontario, la Clinica Universitaria Pediatrica di Torino. Sono ormai circa quaranta anni che mi dedico soprattutto ad aiutare le Madri ad allevare i propri figli.Il 1970 è anche l’anno in cui ho ascoltato, per la priva volta a Torino, una conferenza di Henry Laborit.

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Sono rimasto letteralmente affascinato dal suo modo “interdisciplinare” di trattare gli argomenti, soprattutto quelli delle sue scoperte e poi, le loro applicazioni e le conseguenze, le implicazioni, nella vita quotidiana di ogni civili-occidentali. Nel 1979 ho lasciato il mio lavoro di medico scolastico del Comune di Alpignano, un paese-dormitorio della cintura di Torino, perché, malgrado i miei appassionati tentativi di oppormi, la giunta comunale aveva approvato la costruzione di un “Asilo Nido”. E’ in quell’anno che, prima per il desiderio narcisistico di dimostrare (soprattutto a me stesso) quanto fossi nel giusto e poi, per trovare le prove, ho iniziato a dedicarmi allo studio delle opere di divulgazione di H. Laborit e alla lettura e allo studio delle nuove scoperte e delle teorie di molti altri grandi scienziati ... Il testo completo è diviso in più parti:a) Una sorta di “introduzione” nella quale sono indicate anche alcune delle ragioni che hanno convinto l'autore a dar vita a questa ricerca. Come, per esempio, una particolare visione del mondo occidentale, della “società industriale” e della “nicchia ecologica” nella quale nascono, vivono, sono “trattati”, menomati nel cervello e “castrati” dell'emisfero cerebrale destro i “civili-occidentali” e dove muoiono ... E ancora lo studio dei risultati della rivoluzione epocale causata dalle nuove scoperte, come quella sulla chimica organica della cellula e le nuove teorie sulla malattia della cellula e poi, il modo di reintegrare le sue funzioni, grazie a farmaci che devono essere soltanto sostanze che non alterano la fisiologia della cellula, etc.b) Il “Piccolo Manuale Breve” (dall’atomo all’uomo) che è la sintesi ricavata dal “Triagolo tra un adulto e due bambini” dallo “Lo Spirito del Solaio” del grande scienziato H. Laborit e che contiene quel minimo di nozioni indispensabile per poter continuare ad accedere alle informazioni interdisciplinare contenute nel testo.c) Il “Vocabolario”d) In appendice gli “Appunti di Alimentazione”e) INDICEf) In appendice: “Appunti di Alimentazione”

INTRODUZIONE

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Immaginare di potere “insegnare” a qualcuno proprio quell’unico mestiere che non esiste e per far questo versare anche fiumi d’inchiostro, e’ una perdita di tempo certamente dannosa oltre che pericolosa. … nondimeno anche in questa “società industriale” per ogni genitore e’ possibile fare una esperienza che comunque resta propria, non trasferibile: “tentare da solo d’inventarsi, figlio dopo figlio, questo “non mestiere” e riuscire a ottenere un reale successo oggettivo”. Ma soltanto dopo aver provveduto a dotarsi delle giuste informazioni generalizzate su se’ stesso e sulla struttura e i meccanismi del suo cervello e sui principi e sui meccanismi della biologia comportamentale, della biologia dell’inconscio e della biopedagogia … di Henri Laborit (H. L . 1914-1995). E, non soltanto perché costretti dal fatto che: “nessun uomo e’ in grado di inventare niente che non abbia conosciuto prima”. Ma anche perché, ognuno ha bisogno d’informazioni interdisciplinari su se’ stesso, la sua specie e sull’ambiente che lo circonda e su quello alimentare e poi, sulla socio-culturale dominante e su tutte le “cose” e i soggetti e gli “estranei”, insomma su tutti i “presenti” nella “nicchia-ecologica” nella quale vive insieme al suo bambino. E ciò e’ specialmente necessario in questo particolare mondo occidentale perché, come alla fine sarà chiaro per tutti, sulla Terra non esiste niente di simile a questa “società industriale”, ai suoi schiavi, ai suoi sudditi e ai loro figli. ------------------------------------------------------ Ogni essere vivente contiene e custodisce il patrimonio genetico (il DNA) dei suoi genitori * che lo hanno generato *. Ma, non soltanto questo perché se, per esempio, e’ un uomo adulto giunto alla maturità ed è quindi pronto a generare, custodisce certamente nel suo personale patrimonio genetico, nel suo “genotipo”*, la memoria di tutte le caratteristiche proprie della specie e quelle individuali. Sono tutte le qualità uniche e personali ereditate da ogni uomo che – da circa tre miliardi e cinquecento milioni di anni, dalla comparsa della Vita sulla Terra –, tappa dopo tappa, gli hanno concesso di continuare a vivere, a evolversi e poi, a riprodursi ... fino al 2010 e oltre, perché hanno sempre assicurato e assegnato al suo DNA la sicura vittoria nella lotta per l’esistenza definita appunto da Renato Dulbecco: “DNA contro DNA”. Ma, quale individuo della sua specie, dimostra di essere dotato anche di quell’altrettanto indispensabile “patrimonio culturale e biologico” personale acquisito e in costante evoluzione, che contiene completamente quanto di valido e’ esistito prima e quanto di aggiornato continua a esistere anche negli ultimi “insegnamenti”* ricevuti nella sua “nicchia-ecologica”, insomma tutto quello che fa ormai parte, si e’ integrato con la sua “individualità biochimica”, fino a definire il suo attuale “fenotipo”* del momento.

Il patrimonio “culturale e biologico” individuale acquisito non e’ quindi soltanto frutto del patrimonio genetico, ma anche degli insegnamenti ricevuti, della loro evoluzione e del progresso di ogni metodo-sistema di apprendimento. Sono gli stessi che hanno permesso ad ogni uomo di percorrere e superare, fin dalla nascita, tutte le varie tappe biologiche (la crescita biologica) e di adattamento all’ambiente e la sua riproduzione. Sono gli insegnamenti delle esperienze che sono parte della sua storia di singolo essere vivente e quelli della “coevoluzione culturale e biologica” della sua specie. I primi sono gli insegnamenti delle esperienze valide vissute dai suoi antenati e ricevuti direttamente dai genitori, dal suo ambiente familiare e poi da quello socio-culturale della sua “nicchia-ecologica” che, una volta acquisiti con l’apprendimento, ognuno li ha fatti propri e li ha messi in atto, li ha sperimentati con successo, o li ha anche evitati per non ripetere l’errore, etc. Sono, infatti, esperienze di strategie, di metodi e quindi delle regole comportamentali che da dette esperienze vissute sono scaturite e che vanno ad aggiungersi a quelle proprie della specie. Sono tutte garantite da tre miliardi e mezzo di

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anni di vittorie nella lotta per l’esistenza. E sono quindi anche quelle delle tradizioni, della famiglia, della terra. E poi - ma ad esclusivo appannaggio dei cuccioli civili-occidentali, perché è questa la loro enorme differenza con i miliardi di cuccioli di tutte le altre etnie -, di quell’apprendimento completamente “passivo” dei primi quattro anni di vita, al quale, ma solo in questa società occidentale, vanno sempre aggiunti anche i “condizionamenti” subiti, fin dalla nascita, a quelli della educazione successiva e continua ricevuta nella sua “nicchia-ecologica” dalla socio-cultura dominante. Sono, infatti, le “magnifiche certezze conformiste” (o anticonformiste): gli automatismi culturali, i valori di giudizi, i pregiudizi, etc. che tappezzano la sua “prigione”. Tutto cio’ che, com’e’ stato detto, e’ imposto soltanto al cucciolo civile-occidentale dalla socio-cultura dominante ed e’ presente nella sua nicchia ambientale della quale fanno parte anche la famiglia, i genitori, i vari insegnanti e tutti i “presenti” rigorosamente “pre-trattati”, compresi gli “estranei istituzionalizzati” … Sulla Terra “naturalmente” per tutti gli altri esseri viventi che hanno ancora la “finalita’ della specie”, il “genotipo” resta il dono che all’atto del concepimento i genitori fanno al loro figlio e alla specie. E che poi loro stessi (la madre!) proteggono in prima persona fornendo al loro bambino anche i mezzi necessari perche’ possa costruirsi - grazie alla sua “libera creativita’” preservata e a una crescita armoniosa della “unita’ mente/corpo” -, una solida e sicura struttura psico-fisica: un “fenotipo” che sia in grado di contenere e di proteggere il loro dono. Ma che possa anche evolversi e/o modificarsi quando e’ necessario, per riuscire a sopravvivere adattandosi all’ambiente nel quale vive e a mantenere e a conservare costante il suo “equilibrio interno”. E tutto questo, mentre proteggendolo i suoi genitori lo accompagnano guidandolo con il loro esempio, insegnandogli a superare tutti gli ostacoli, in modo che, dopo averla raggiunta indenne, il loro figliolo possa riprodursi all’acme della sua maturita’ psico-fisica e sessuale … (v. di contro le “nascite pianificate” e l’“invecchiamento del DNA” …) Ma tutto questo, nella societa’ industriale, al cucciolo civile-occidentale non e’ piu’ dato di avere, almeno in questo modo e in questi termini perche’, da trentamila anni, e’ stato stabilito che la sua finalita’ di essere vivente non fosse piu’ la specie. In quanto, come sara’ ancora detto, non soltanto ogni civile-occidentale e’ al “vertice” della scala evolutiva darwiniana. Ma e’ anche “fuori” delle specie e “al disopra” di tutti gli altri esseri viventi, anche: de “i restanti della Terra” (v. di seguito la “paranoia” del primo “capo preistorico” del primo villaggio direttamente ereditata attraverso i sovrani, gli imperatori, i re, etc. dagli attuali “i padroni della Terra” e dalla loro civilta’ industriale: la loro enorme “fabbrica di ricchezza” e poi, la “presunzione” del civile-occidentale, “La Premessa Universale”, etc.)---------------------------------------------------*Genitore: -1 Colui che genera o ha generato (in senso stretto il padre, ma nell’uso comune anche la madre) … Generare: -1 Dare vita a un essere della stessa specie … Genotipo: - L’effettiva costituzione genetica di un individuo, cioe’ l’insieme dei geni localizzati sui suoi cromosomi.Fenotipo: - Il complesso delle caratteristiche morfologiche e funzionali di un individuo biologico, prodotto dalla interazione dei geni tra loro e con l’ambiente.

Insegnamento: - L’attivita’ e l’ufficio dell’insegnare, specialmente nella scuola. Apprendimento: - Atto dell’apprendere, dell’acquistare cognizione.

(“ Vocabolario della Lingua Italiana”, Treccani ed.) “L’informazione generalizzata”

Per tutti, allora, ma soprattutto per chi vuole tentare di inventarsi il “non mestiere” di genitore, e’ indispensabile avere le giuste informazioni interdisciplinare sufficienti. Iniziando, per esempio, da quelle per conoscere le principali qualita’ particolari che

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hanno sempre distinto e caratterizzato in questa societa’ civile-occidentale sia chi insegna, sia chi impara: i maestri e i discepoli. E’ noto come il cervello umano sia stato per secoli considerato anche dalla medicina, non soltanto privo di un qualsiasi interesse. Ma, grazie al contratto stipulato dal fondatore della medicina moderna, da Cartesio con la Chiesa, il cervello e’ stato perfino dichiarato: “intoccabile”, perche’ proprieta’ privata di quest’ultima. E cosi’, e’ diventato definitivamente “oggetto di studio” soltanto da pochi anni. E malgrado gli enormi, continui e velocissimi progressi delle ultime ricerche, si e’ ancora molto lontani da una loro possibile conclusione finale. (*)----------------------------------------------------(*) Gli studi sul sistema nervoso dell’uomo soltanto ora (05/2005) hanno iniziato a progredire a grande velocità. Per un ripensamento del potere attuale e una maggiore apertura verso la conoscenza dell’Animato? Certamente no! Il loro scopo, infatti, non è la Conoscenza dell’Animato. E’ soltanto quello già detto prima. E’ unico e sempre lo stesso, come candidamente ha ammesso uno dei ricercatori di Boston, città che è l’attuale centro mondiale di detta ricerca. Le sue due università (di proprietà dei dominanti) hanno, per l’occasione, riunito insieme i migliori cervelli del momento. Lo scopo è riuscire a conoscere la struttura del sistema nervoso dell’uomo e il suo funzionamento per poter trasferire tutta la conoscenza acquisita su macchine robotizzate per uso militare … “Conoscenza” che un giorno, com’è stato per “internet” da parte del Pentagono, forse sarà donata e/o venduta al mondo?---------------------------------------------------------------

Ed ecco, allora, la prima informazione “utile” per i “Nuovi Genitori e Non…”: “ … proprio com'è ancora per tutti gli uomini della Terra, né chi insegna, né coloro che imparano conoscono alla perfezione lo “strumento” che usano: il loro cervello!”

Ma, oltre al contratto di Cartesio con la Chiesa, a sostegno di tanta ignoranza esistono anche altri argomenti, alcuni dei quali letteralmente: “grotteschi”. Ma certamente tutti vantaggiosi per la societa’ industriale, perche’ molti contengono pseudo realta’ addirittura risultano alla fine indispensabili alla sua esistenza. Circa trentamila anni fa, com’e’ stato appena detto, “verosimilmente” il primo “capo preistorico” del primo villaggio - dopo essersi impadronito della proprieta’ privata di cose e di persone e del potere assoluto di vita e di morte sugli “umani” del primo gruppo stanziale del primo villaggio Neolitico -, ha “deciso” di essere, non soltanto al vertice della scala evolutiva. Ma anche di essere “fuori” la specie e “al disopra” di tutti gli esseri viventi della Terra, soprattutto dei suoi sudditi-schiavi. E, grazie a questa sua “paranoia” – che e’ la stessa che attraverso i “capi” di tutti i tempi, i sovrani, gli imperatori, i re e i vassalli, i valvassini e i valvassori, ha infettato quell’attuale “essere superiore” che per distinguersi da “i restanti della Terra” ancora si autodefinisce: il “vero civile-occidentale” -, si e’ subito convinto di essere il “diretto discendente degli dei”. E cio’, malgrado alla stregua di un qualsiasi altro essere vivente non potesse evitare di dover sottostare alla stessa “pressione delle necessita’” di tutti (mangiare, bere, riprodursi). Una scelta presuntuosa dalle conseguenze “devastanti” (v. a pag. VII ). Per esempio, non essendo piu’ inglobato dalla specie il civile-occidentale, e’ di fatto l’unico essere vivente privo della sua naturale “finalita’ della specie” che per tutti gli altri esseri viventi e’: la Specie. Inoltre, a rendere ancora piu’ “imbecille” il persistere di questa sua “presunzione” totalmente basata sul “nulla”! - ma che, come sara’ ancora detto, nondimeno e’ sostenuta da una realta’ sfociata da un “discorso” che ha ottenuto di fare germogliare il seme della nascita della societa’ industriale, della sua socio-cultura

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dominante e di quant’altro e’ seguito a tante altre scelte scellerate -, c’e’ ancora da mettere in conto questa verita’ inconfutabile dalla deriva devastante per l’uomo e soprattutto per il civile-occidentale: “(…) la logica del discorso nulla ha a che fare con la logica della chimica e della neurofisiologia del sistema nervoso umano in situazioni sociali.”(H. L.) Un esempio e’: “la definitiva “fine epocale” della medicina occidentale, tradizionale, “allopatica” E’, allora, indispensabile ricordare come, per esempio, una delle conseguenze di quanto e’ stato appena detto, riguardi direttamente la realta’ sfociata dall’ennesimo “discorso” della socio-cultura dominante che ha permesso la scelta di restare nell’“ignoranza dell’Animato”. Scelta che, come sara’ ancora detto, per il civile-occidentale, si e’ rivelata soprattutto “auto lesiva” fino all’autodistruzione. Una ignoranza imposta, dunque, ma che, per esempio, comprende anche la “funesta” ignoranza della “chimica organica della cellula”. Una ignoranza quest’ultima che continua a restare comunque alla “base” della medicina occidentale. La quale - quando non aveva ancora i mezzi tecnologici per conoscere la struttura della cellula e ignorava quasi completamente la sua “chimica organica” -, ha iniziato e poi ha continuato a curare le malattie usando esclusivamente pratiche e farmaci soltanto in grado di “contrastare gli agenti morbosi” che causano le malattie. Ed e’ per questo che i suoi farmaci sono detti: “allopatici”. Ma e’ cosi’ che la medicina occidentale - contro ogni verita’ scientifica scoperta dalla “rivoluzione epocale” della “biologia molecolare”, ma anche di quelle, per esempio, della “Teoria della rete psico-somatica”, etc. -, ha ridotto il paziente, la sua “mente” a semplice “spettatrice” di questo “scontro tra il Bene e il Male!” (tra il medico armato del suo farmaco “allopatico” e l’agente morboso). Mentre il suo “corpo” e’ soltanto quel “campo di battaglia” sul quale deve avvenire e avviene lo “scontro” e la lotta (v. gli effetti indesiderati di un farmaco, l’indice terapeutico, etc.)* -------------------------------------------------------------------* Tutto questo soltanto perche’ e’ la “Mitologia dell’Eroe Occidentale” (quella “calvinista”: “ogni uomo ha il diritto-dovere di lottare per cambiare le predestinate sorti del suo Fato…”)?, che ha prevalso e ha guidato anche tutte le “scienze mediche” che sono nate sotto il “dominio” del mito dell’eroe capace di “forgiare” con le proprie mani le “armi” per combattere e sconfiggere il Male!” E cosi’ anche il “mito” che e’ stato qui portato a paragone, e’ diventato: una accettata “verita’ oggettiva ” dalla quale ha poi potuto prendere il via il “discorso” che, rispettoso di tutte le regole dell’analisi logica e della sintassi, non poteva che sfociare inesorabilmente in una serie di “realta’”. Ma che, come e’ stato definitivamente rivelato e dimostrato dalle rivoluzionarie scoperte della “biologia molecolare”: sono ormai realta’ che non hanno niente a che fare con la logica della “chimica organica della cellula”. La quale, non e’ soltanto estremamente precisa, ma: e’ matematica! e soprattutto e’ unica, immodificabile e definitiva, perche’ e’ anche la sola che possa avere una cellula vivente.--------------------------------------------Una “scelta funesta”, quella “allopatica”, che alla fine ha dovuto mostrare tutti i suoi limiti. Basta considerare, infatti, come le “rivoluzionarie” scoperte recenti e definitive del “Progetto Genoma Umano”, della “chimica organica della cellula”, della “biologia molecolare”, della “medicina molecolare”, della “medicina funzionale”, della “genomica”, etc. abbiano inconfutabilmente dimostrato che, anche il vero e cosiddetto: “progresso della scienza medica” alla fine non possa che identificarsi che soltanto con la “vendita dei suoi farmaci”, perche’ e’ nata da quell’unico, stesso “seme di paranoia” dal quale e’ nata la civilta’ industriale. E queste industrie farmaceutiche – e bisogna tenerlo sempre a mente specialmente quando si e’ “malati” -, sono e restano le stesse che hanno progredito e continuano a progredire tranquillamente producendo i loro farmaci

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“allopatici” nella ignoranza di gran parte dell’Animato sia mostrando di non essere minimamente coinvolte dalla ormai avvenuta “rivoluzione epocale”, sia di ritenere questo enorme “vuoto di conoscenza” specifica: - quello della “chimica organica della cellula” - semplicemente: “irrilevante”. Ma non c’è da scandalizzarsi, se questa ennesima “impostura” e’ stata ed e’ ancora possibile, perché, anche in questo caso si e’ in grado di sopperire a tanta ignoranza con un “discorso”! Il quale - tenendo sempre nascosta, ma non potendo non sottintendere, “La Premessa Universale”(v. a pag. IX) -, parte sempre da una “seconda premessa” creata ad arte e da cui, grazie al rispetto dell’analisi logica e della sintassi, sfocia sempre una realta’ che, per esempio, in questo caso potrebbe diventare la realta’ del “principio attivo” di un farmaco e/o la realta’ del “meccanismo d’azione” di una sostanza. La quale - proprio come avviene per le “Scienze Umane” a causa delle osservazioni solo soggettive dei comportamenti umani in situazioni sociali, etc. - e’ comunque sostenuta dai “risultati statistici” della sua “sperimentazione” in vitro, sulle cavie, sull’uomo … ma tutti rigorosamente ricavati e redatti direttamente dalla industria farmaceutica e/o dai suoi ricercatori. (v. Appendice 2)

Eppure nel 1925 un biologo cellulare E. B. Wilson aveva gia’avvertito il mondo scientifico:“In ultima analisi e’ nella cellula che va cercata la chiave di ogni problema biologico, perche’ ogni organismo vivente e’ una cellula oppure lo e’ stato, prima o poi.” Ma la prova della sicura “dabbenaggine” della industria farmaceutica occidentale e’ che, malgrado E. B. Wilson avesse avvertito il mondo scientifico gia’ nel 1925, soltanto nel 2001 uno dei “nuovi scienziati”, Jeffrey S. Bland ha potuto “tranquillamente annunciare” l’avvento di dimensioni epocali della “rivoluzione scientifica” che ha decretato la fine definitiva dei principi e delle realta’ della medicina e della farmacologia occidentale e di gran parte della sua ricerca, scrivendo testualmente: “Nei laboratori industriali e universitari di biologia molecolare di tutto il mondo sta avvenendo una rivoluzione scientifica. I risultati di questa rivoluzione cambieranno in maniera irreversibile il modo in cui viene praticata la medicina, e potranno comportare, sia un allungamento della vita media, che l’assenza di malattie. (…) Molti scienziati hanno paragonato questa rivoluzione scientifica alla teoria dell’evoluzione formulata da Darwin o alla teoria dei quanti. (…)” E poi ha continuato: “(…) Stiamo assistendo a un rinascimento nel modo di intendere la salute e le malattie, paragonabile ai grandi periodi di evoluzione culturale della storia dell’uomo; siamo oggi in grado di applicare le informazioni alle nostre esigenze. Questa e’ un epoca sorprendentementeparadossale. Da un lato, abbiamo realizzato complessi sistemi che erogano un’assistenza sanitaria sempre piu’ carente, contribuendo a creare una categoria sempre piu’ ampia di pazienti svantaggiati sotto il profilo medico. Dall’altro, un nuovo paradigma medico fondato sulle scoperte della biologia molecolare, svela nuove prospettive per il mantenimento della salute per tutta la vita. Questa opportunita’ coinvolge in egual misura medici e pazienti.” (Jeffrey S. Bland, “Nutrizione genetica”, Milano, 2001, Ed. Tecniche Nuove, pag. 1 e 3).

E, sempre a ulteriore dimostrazione di come “(…) la logica del discorso nulla ha a che fare con la logica della chimica e della neurofisiologia del sistema nervoso umano in situazioni sociali.”(H. L.), la scoperta della “chimica organica della cellula” e della

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“biologia molecolare”, etc. obbligano ormai gli scienziati a cambiare la loro ottica “allopatica”. Ma aprono anche un problema di filosofia della morale: “etico” e un problema “morale”: “del giusto e del doveroso …”. Infatti, secondo questa “nuova ottica”, la definizione del 1948, della Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) che descriveva lo stato di salute di un individuo: “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia”, per la “rivoluzionaria scienza medica” ha perso ogni valore, perche’ e’ stato preso in considerazione, invece, grazie alla enorme tecnologia di cui ora dispone, il mondo microscopico delle “molecole” e delle cellule di un organismo vivente. Ma, nondimeno:– a) Linus Pauling, circa sessanta anni fa, era gia’ riuscito a scoprire e a “determinare il modo in cui le molecole si “adattano” le une alle altre” e poi a dimostrare che: “questa “relazione” tra molecole controlla le funzioni delle cellule, che con la loro attivita’ funzionale, danno origine allo stato di salute, o di malattia dell’organismo.” - b) E secondo la definizione, ancora di Linus Pauling (due volte nobel), la “Malattia” e’ dovuta alle: “Alterate condizioni dell’ambientale interno della cellula”.- c) Ne consegue che il compito della “medicina del futuro”, e’ ancora quello di curare la malattia, ma riuscendo a: “Creare nella cellula un ambiente interno ottimale”(L. Pauling) - d) Ma rispettando sempre e assolutamente questa fondamentale “postilla”: “soltanto attraverso l’uso di: “sostanze assolutamente naturali per la fisiologia della cellula.”

E sono proprio tutte queste scoperte di definitive verita’ scientifiche che hanno decretato la fine della medicina occidentale “allopatica”, della sua farmacologia e della sua ricerca di nuovi farmaci “allopatici”, dimostrando inoltre, inconfutabilmente quanto e come siano state e ancora siano letteralmente: “funeste” le sue scelte. Ma tutto questo che e’ il vero “progresso” della medicina occidentale fondato soltanto sulla “vendita dei suoi farmaci prodotti all’infinito”, deve restare inamovibile e lo restera’ ancora, anche a causa dell’enorme potere delle industrie farmaceutiche e malgrado, non soltanto il contenuto di quasi tutte le realta’ e i principi della medicina occidentale. Ma anche la maggioranza dei suoi metodi di cura e quindi il suo persistere nell’impiego dei suoi farmaci “allopatici”, siano stati devastati, sovvertiti e definitivamente ridotti al livello di pura “decenza”. E’, infatti, “indecente” – oltre che “nefasto” per coloro che soffrono! che la maggior parte dei medici e dei farmacisti non abbiano sentito e/o ancora non sentano il dovere d’“informarsi” sulla ormai avvenuta “rivoluzione epocale”. Ma e’ ancora piu’ “indecente” che - anche quei pochissimi tra loro che sono: gli “informati” -, continuino a fare diagnosi e a curare tranquillamente i loro pazienti secondo i principi e le realta’ della medicina occidentale tradizionale -“allopatica” e usino ancora i suoi farmaci. E cio’ continui a succedere tranquillamente sebbene: “la medicina occidentale e la sua farmacopea (e la ricerca), escluse le vitamine che certamente non curano “ma nutrono” e alcuni derivati naturali - com’e’ la maggior parte dei: “farmaci salva vita”, etc. - tra i loro milioni di farmaci e di specialita’ da sempre non abbiano mai avuto: “sostanze naturali per la fisiologia della cellula”.* (N.d.A.)--------------------------------------------------* N.B. Ma esistono nuovi modi di curare le malattie. E molti gia’ in uso stanno per essere rivalutatiMa, in linea con la “rivoluzione epocale”, l’ultima novita’ e’ un “Alimento”: “il “Bolo” degli dei!”. Una sorta di “Panacea”, ma che resta ancora “inconcepibile” e/o “incomprensibile” per la medicina ufficiale soltanto perche’ e’ ancora troppo grande e diffusa l’ignoranza della “biologia molecolare e della “chimica organica della cellula” (v. di seguito: Appendice 2)------------------------------------------------------------

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E dalle “rivoluzionarie scoperte della biologia molecolare” ecco la prima informazione su che cosa, invece, sia veramente il mondo della salute, della malattia e della vita: quella “microscopica” delle “molecole” e delle “cellule”, grazie alle scoperte della “biologia molecolare”, della “chimica organica della cellula”, etc. :

“Accettare che i viventi non siano altro che sistemi chimici potrebbe riuscire difficile sulle prime. La varieta’ incredibile delle forme, i comportamenti apparentemente intenzionali, la capacita’ di crescere e riprodursi, tutto sembra mettere la vita in una categoria a parte rispetto al mondo dei solidi, dei liquidi e dei gas, che normalmente si descrive in termini chimici. Non per niente fino al XIX secolo era opinione diffusa che gli animali contenessero una forza vitale, un “anima”, cui dovevano le loro pecularita’. Oggi sappiamo che in un organismo vivente nulla contraddice le leggi della fisica e della chimica, anche se la chimica della vita e’ del tutto speciale. Innanzitutto si basa quasi totalmente sui composti del carbonio, il cui studio viene appunto chiamato chimica organica. In secondo luogo dipende quasi esclusivamente da reazioni chimiche che avvengono in soluzione acquosa, e nella gamma di temperature piuttosto ristretta tipica del pianeta Terra. Poi raggiunge una complessita’ impressionante; la piu’ semplice delle cellule e’ di gran lunga piu’ complicata di qualunque altro sistema chimico conosciuto. Inoltre e’ una chimica guidata e coordinata dalle macromolecole, enormi polimeri formati di lunghe serie di subunita’ concatenate; grazie alle loro caratteristiche le cellule e gli organismi crescono, si riproducono e compiono tutte le altre attivata’ che contraddistinguono la vita. Infine, va soggetta a rigorosi controlli: infatti le cellule mettono in campo una serie di dispositivi per garantire che tutte le loro reazioni chimiche avvengano a tempo e a luogo. In un certo senso la chimica detta legge in tutta la biologia, per cui e’ opportuno dare uno sguardo d’insieme alla chimica della cellula vivente, familiarizzandosi con le molecole cellulari, la struttura, la forma e le loro proprieta’ chimiche. Sono queste molecole a determinare le dimensioni, l’architettura e le funzioni vitali della cellula; capendo come interagiscono cominceremo a scoprire anche come la cellula sfrutta le leggi della fisica e della chimica per mantenersi in vita.” (Bruce Alberts, Dennis Bray, Karen Hopkin, etc. “L’ESSENZIALE di Biologia Molecolare della Cellula” Bologna, ed. Zanichelli, Seconda Edizione, 2005, pag.39)

Inoltre: “Non e’ certamente questa la sede piu’ idonea. Ma - dopo quanto e’ stato scritto, per completare il quadro dei modi e dei punti di vista con i quali e’ possibile assistere alla fine di questo “malato terminale” che e’ ormai la societa’ industriale e della sua medicina occidentale e della sua alimentazione: entrambe “funeste”; e per conoscere veramente questo suo mondo civile occidentale che detiene la proprieta’ privata della tecnologia mondiale, malgrado non conosca quasi niente della struttura e dei meccanismi del cervello che e’ lo strumento che pure ha usato e usa per ottenere e progredire in tutto questo; che con i condizionamenti imposti dalla sua socio-cultura dominante, condanna alla sicura autodistruzione i suoi schiavi (v. l’alienazione, la depressione, il SIA, etc.); anche perche’ non e’ stata mai in grado di curarli con farmaci che non fossero prima dei veleni (v. l’ indice terapeutico, la DML: dose minima letale dei farmaci, etc.); un mondo dove tutto questo e’ avvenuto e ancora avviene, perche’ il seme dal quale e’ nata la societa’ industriale e la sua medicina, la sua alimentazione e poi anche tutto quanto e’ stato appena detto, e’ quello della “paranoia” contenuta ne “La Premessa Universale” unica e basata sul “nulla” dalla quale nondimeno sfociano le realta’ dei suoi “discorsi”, etc. -, bisognerebbe soffermarsi tutti insieme a considerare

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anche, come questa che e’ soltanto la parte “macroscopica” della organizzazione della societa’ industriale e di quella dei suoi sudditi: esseri viventi, andrebbe ormai necessariamente rivista e rivalutata anche alla luce delle scoperte dei “quanti” e della “meccanica quantistica”, ma soprattutto a quelle della “biologia molecolare” della “chimica organica della cellula”, etc. Basterebbe, allora – perche’ immediatamente costretti ad abbandonare le logiche classiche -, applicare, invece, a tutte queste “cose” il “principio della indeterminazione” e/o della “non localita’” e/o della “sovrapposizione di stati”, etc. per veramente “vedere” la realta’ di ogni singola “cosa” di questo mondo che e’ fatto di almeno dodici particelle sub-atomiche e tenuto insieme dalla “informazione circolante” tra loro e quindi dalle loro “relazioni di struttura”, per scoprire, per esempio, quella realta’ del mondo microscopico di ogni “essere vivente” che lo costringe, particella dopo particella, atomo dopo atomo, molecola dopo molecola, attimo dopo attimo (v. le oltre duemila reazioni chimiche al secondo in ogni sua singola cellula), ad una perenne lotta per la sua esistenza, per mantenere il suo ordine, il suo “equilibrio interno”, in un Ambiente Universale dove, invece, regna l’“universale disordine assoluto”: l’Entropia … (N. d .A.)

Due esempi di problemi “irrisolvibili” dal civile-occidentale deciso a restare “fuori” dalla specie Piu’ modestamente, invece, e’ necessario fermarsi subito a notare come una conseguenza diretta di tanta “presunzione” del civile-occidentale – proprio grazie a quella sua “paranoia” di non considerarsi inglobato nella specie, ma fuori e al disopra di ogni essere vivente -, sia l’aver ottenuto di rendere irrisolvibili, perche’ ormai fuori dal suo controllo, i vari, altri problemi “naturali” della specie, come quelli che stanno venendo al pettine. Per esempio, il problema del nuovo livello raggiunto dall’inarrestabile naturale progresso della “coevoluzione culturale e biologica” della specie, con la quale ormai il mondo occidentale e la sua societa’ industriale devono fare i conti; o quello della “miscela esplosiva” tra l’appena ricordata “presunzione” dell’uomo civile-occidentale e l’altra sua scelta precisa: “restare nell’ignoranza della struttura e dei meccanismi del suo cervello”. Miscela che - dopo l’aggiunta di una serie di nuovi “ingredienti” tutti fuori controllo, come il sovraffollamento della Terra, la grande emigrazione per fame e/o guerre, la globalizzazione, i segni di cedimento del Neo-liberismo, etc. oltre ai confronti divenuti ormai scontri diretti e ferocissimi, ai quali solo per sopravvivere sono costretti un numero sempre maggiore di suoi sudditi -, e’ molto vicina alla deflagrazione.Imparare a leggere e/o ad ascoltare i “discorsi”… e cosi’ finalmente “vedere” anche i classici “impasti di aria fritta” di quelli che “praticano” le cosiddette: “Scienze Umane”. Ma che meritano un capitolo a parte perche’ - sistematicamente messi in campo dalla socio-cultura dominante dei questa societa’ industriale -, hanno finito, grazie alla loro “ubiquita’”, con l’essere la principale fonte di cultura istituzionalizzata per il civile-occidentale. Le informazioni che seguono interessano tutti, ma piu’ direttamente i “Nuovi Genitori … e Non”, perche’ sono necessarie per imparare, non solo a valutare e a distinguere le varie realta’, o le pseudo verita’, o le verita’ “vere”, autentiche, dimostrabili, riproducibili, scientifiche, etc. contenute nei “discorsi” letti, o ascoltati, che sono direttamente prodotti e divulgati anche attraverso i suoi potentissimi mass-media e/o sono comunque sottoposti al totale controllo capillare della socio-cultura dominante (perche’ il suo unico intento e’ “condizionare all’infinito”!). Ma anche per imparare da soli a prescindere sempre dal “fascino” del significante per concentrarsi a valutare sia le realta’ del

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contenuto: la semantica, sia il valore reale della “fonte”, del mittente. E cominciare a notare, allora, come tra tutti quelli veramente “micidiali” nel creare e nel costruire discorsi rispettosi dell’analisi logica che inesorabilmente sfociano in realta’ precise e certamente “condizionanti”, ci siano: i politici, gli economisti, gli psicologi etc. insomma, tutti quelli che “praticano” le cosiddette “Scienze Umane”. I quali - proprio com’e’ per tutti i “migliori” tra i civili-occidentali dalla garantita “menomazione” del loro cervello e dalla perfetta “castrazione” del loro emisfero destro accertata -, si ritrovano tutti in possesso di una eccellente e precisa “logica sequenziale”, grazie ad un emisfero cerebrale sinistro divenuto per compensazione, invece: addirittura ipertrofico? Il riferimento e’ alla maggioranza degli uomini di successo, a quelli seguiti, ascoltati, che fanno tendenza e/o sono messi in campo dalla socio-cultura dominante in questo mondo civile-occidentale dove tutti i “riceventi”, i destinatari del messaggio, hanno nondimeno preventivamente ricevuto lo stesso trattamento. Ma per continuare a capire e a imparare, e’ importante notare, allora, come costoro siano i veri “scienziati” delle cosiddette “Scienze Umane”. Definite “umane” perche’ si interessano dell’uomo, degli esseri viventi, dell’Animato in generale - insomma proprio di quella “cosa” che e’ e resta ancora la meno studiata e la meno conosciuta al mondo !- Ma sapere anche come quelle “Umane” siano “Scienze” nate spontaneamente dallo spirito d’osservazione e poi, dallo studio, dall’analisi e dalla catalogazione, etc. – per ricavare “statistiche” dopo il preciso calcolo matematico dei dati ottenuti -, dei risultati dell’osservazione dei “comportamenti degli uomini in situazioni sociali”. E’, dunque, tutto perfettamente “scientifico”, fino a qui! Niente da eccepire. Salvo che le osservazioni sono fatte da un “uomo” che, per dare il suo giudizio personale e poi, per “secernere” regole e/o addirittura leggi di valore universale, si serve esclusivamente del suo cervello che interpreta anche i risultati delle “statistiche”! Inoltre, e’ facile capire, come “il “comportamento degli uomini” che rappresenta il modo in cui agiscono nello spazio in cui sono collocati” sia a sua volta determinato esclusivamente dalla struttura e dai meccanismi del cervello di ognuno di loro, dalle loro esperienze soggettive personali, insomma dalla cultura dei vari soggetti osservati mentre agiscono e/o reagiscono in situazioni sociali, in ambienti diversi, etc. ed ecco perche’, e’ difficile non chiedersi insieme a H. L.: “(…) le cosiddette “scienze umane” che sono ad esempio la psicologia (che studia cio’ che si chiama l’“anima” umana e il pensiero), la sociologia (che si interessa alle relazioni tra gli uomini), la economia (che ha per oggetto la produzione, la distribuzione e il consumo dei beni materiali nelle societa’ umane) e la politica (che organizza i governi degli stati e le relazioni tra questi), sono forse possibili senza l’attivita’ dei cervelli umani? E pensate forse che se non si conoscono la struttura e il funzionamento del cervello ci si possa impunemente imbarcare nello studio di una di queste scienze umane?” (Henri Laborit “Lo spirito del solaio”, Milano, ed. Arnoldo Mondadori, 1994, pag. 35) … eppure questi “scienziati” continuano da secoli ad andare avanti imperterriti imponendo i risultati delle loro personali osservazioni e delle loro esperienze come “verita’ universali”! E hanno versato e versano fiumi d’inchiostro per scrivere testi ponderosi dove oltre al loro comune “narcisismo”, rimescolano l’arroganza della “presunzione” dell’uomo con la sua certa “ignoranza” circa lo strumento che ognuno usa per confezionare magnifici “impasti di aria fritta!” Ma lo fanno soltanto dopo essersi regolarmente “riparati” sotto l’ala delle Istituzioni alle quali accettano di sottomettersi pur di riuscire a scambiarsi “titoli ufficiali”, ad assegnarsi diplomi, titoli di studio, lauree, specializzazioni e persino nobel.*-----------------------------------------------------

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* N.B. Basta solo stare molto attenti a tutte le “verita’ rivelate” che, per esempio, sfociano dai “discorsi” dei politici. Ma ricordandosi de “La Premessa Universale” (v. di seguito in questa pagina) che e’ sottintesa nei loro “discorsi”; o all’uso certo e matematico delle loro “verita’ statistiche” in Economia, non solo nelle valutazioni del presente che per il “principio di indeterminazione di Heisemberg e impossibile da conoscere. Ma anche nelle previsioni del futuro! Oltre a sapere, per esempio, come un famoso economista abbia recentemente inventato un infallibile “Sistema Matematico” per il quale ha ricevuto i l premio nobel. Ma anche come abbia fatto miseramente fallire il gruppo che si era precipitato a metterlo in pratica!; e poi, dulcis in fundo: quelli veramente pericolosi!: quelli che tranquillamente usano il loro cervello - del quale, com’e’ per tutti, non possono ancora conoscere ne’ la struttura, ne’ il funzionamento -, addirittura per “curare” sempre questo stesso “strumento sconosciuto”, ma che e’ quello di un altro, perche’ hanno dedotto e deciso che proprio quel cervello che e’ capitato tra le loro mani ha certamente un “guasto” nel suo funzionamento che loro “sanno e devono” riparare! (ma loro comunque, tutti “vanno in analisi” !)------------------------------------------------------------------- Una “ ipotesi” che diventa possibile. E poi: “La Premessa Universale”Una volta scoperti i “meccanismi” che permettono di far sfociare la realta’ da un “discorso”, ecco che puo’ diventare, allora, possibile fare, per esempio, anche questa “ipotesi”. E poi addirittura arrivare a spiegare come questo “discorso” ipotetico sia addirittura quello che in realta’ e’ stato costruito da sempre, fin dalla preistorica socio-cultura dominante. Ma anche come sia stato ripreso e fatto proprio dalla societa’ industriale. Ma soltanto dopo aver ottenuto attraverso la sua socio-cultura dominante di “oscurare” definitivamente ogni argomento circa la “presunzione” dell’uomo civile-occidentale nata dalla sua “paranoia”. E come questa “presunzione” - sebbene sia gratuita, perche’ e’ e resta fondata sul “nulla”! -, sia poi diventata: “La Premessa Universale” presente e “sottintesa” di ogni suo “discorso”. Un “discorso” che, com’e’ stato detto, vuole restare qui comunque “ipotetico” soltanto perche’ mai letto o ascoltato prima, almeno in questi termini. Ma che contiene la spiegazione di come, da questa iniziale sia scaturita direttamente un’altra “premessa” successiva, che e’ subito diventata una chiara “Impostura” , proprio quando e’ stato necessario farla nascere direttamente dalla prima per dar vita ad un loro “discorso” qualsiasi. La “seconda premessa”, infatti, a differenza della prima basata sul “nulla”, contiene una affermazione che e’, invece, dimostrata dai fatti accaduti e che ancora accadono a quella parte di Umanita’ che si autodefinisce: “civile-occidentale”. Sono sotto gli occhi di tutti i fatti che dimostrano come per la societa’ industriale la conoscenza della struttura e delle funzioni del cervello umano e/o dell’Animato in generale, non sia mai stata indispensabile per il suo “progresso”, ne’ per imporre il suo potere e/o fondare le sue Istituzioni; ne’ per continuare a operare sull’ambiente; ne’ per influenzare con i suoi condizionamenti, attraverso i “presenti” nella nicchia ambientale e la scuola e i mass-media, etc. direttamente la crescita e lo sviluppo psico-fisico dei suoi sudditi. Un “discorso” che, come sara’ ancora detto, essendo certamente rispettoso dell’analisi logica, della grammatica e della sintassi, inesorabilmente sfocia in quella “sua” realta’ che dimostra come per i perfettamente “condizionati civili-occidentali” sottomessi alle Istituzioni della societa’ industriale l’aver vissuto e agito, fino ad ora, in questo stato di quasi totale ignoranza circa la struttura e il funzionamento del loro cervello e’ comunque valso, per esempio, a farli progredire nella conoscenza dell’Inanimato fino a diventare gli unici (?) detentori della proprieta’ privata della tecnologia mondiale. E anche - ma questo stando sempre attenta a nasconderlo bene, o comunque a non dirlo mai esplicitamente -, come questa “ignoranza” che certamente ha reso piu’ facile fino a permettere addirittura la sistematica “menomazione” del cervello dei suoi sudditi e la perfetta “castrazione” dell’emisfero destro del loro cervello, ma che, fino ad ora, ha

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oggettivamente “pagato” (v. il possesso della “tecnologia mondiale”), debba continuare a valere ancora per tutti. E – lasciando a parte i soliti espedienti noti e abusati, come quelli di intervenire a sostegno di questa tesi costruendo “teorie” ad hoc e poi tutti gli altri tentativi che la socio-cultura dominante continua a dover mettere in atto proprio per riempire questo “vuoto di conoscenza” sul cervello umano (v. la “Mitologia di se’ stesso”)-, la realta’ sfociata da questo “discorso” dimostra, proprio com’e’ stato detto e ripetuto, almeno due cose: - 1) La prima “cosa” - che e’ nella seconda premessa appena descritta -, dimostra come nel mondo di questa societa’ industriale fatto di sudditi tutti perfettamente condizionati e “menomati e “castrati” si possa tranquillamente vivere e prosperare producendo e vendendo merci, malgrado si sia privi della conoscenza della struttura definitiva e del funzionamento completo del proprio cervello. –2) E come tanta ignoranza continui oggettivamente a “valere” perfino quando e’ addirittura riferita ai premio nobel di tutti i tempi passati e prossimi che inconfutabilmente hanno sempre raggiunto un altissimo livello di astrazione e quindi di dominanza anche intellettuale, grazie all’uso di questo strumento sconosciuto: il loro cervello. E anche se in maggioranza ne hanno tutti usato solo la meta’: l’emisfero sinistro.

E per i “Nuovi Genitori … e Non” la seconda informazione “utile” diventa, allora: “La conoscenza delle cervello umano non e’ stata, non e’ e non sara’ (certamente ancora per molti anni) “materia d’insegnamento”, perche’ ai fini pratici ha dimostrato di essere “irrilevante” sia per far prosperare la societa’ industriale(?), sia per la sopravvivenza dei suoi sudditi(?).”------------Il rapporto speciale dell’Uomo civile-occidentale con la specie e la sua “paranoia”… Ma per tentare di capire meglio tutte le “complicazioni” causate da questo tipo di “rapporto esclusivo” dell’uomo civile-occidentale con la Specie - e per definitivamente prendere atto degli enormi danni irrecuperabili causati alla sua specie e di quelli che continua a causare alle sue generazioni la “paranoia” del civile-occidentale e quindi la sua “presunzione” di: “essere superiore” al di sopra de “i restanti della Terra” che e’ basata sul “nulla” -, bisogna soffermarsi ad analizzare con attenzione quanto affermava, oltre quaranta anni fa, il grande scienziato e ricercatore medico francese, lo scomparso Henri Laborit (1914-1995): “ (…) la nostra specie, che costituisce l’estremo sviluppo dell’evoluzione della specie nella biosfera e della crescente complessita’ della materia organica, non ha compreso che essa era tuttavia inglobata nella stessa biosfera e dipendente da comandi esterni al sistema e che pertanto restava sottomessa, al pari delle altre specie, alla pressione della necessita’. La nostra specie ha inventato le regole esterne a se stessa, religioni rivelate, morali, ideologie, strutture statali con le loro leggi, laddove, cosi’ facendo, restava chiusa nel suo livello di organizzazione e nella ignoranza totale di cio’ che comandava il comportamento dell’individuo e dei gruppi e la secrezione di queste diverse norme di manovra. La disgrazia dell’uomo, a quanto sembra, deriva dal fatto che non ha trovato il modo di trasformare la regolazione individuale in servomeccanismo incluso nella specie: che cioe’ strada facendo, si ferma sempre a gruppi, a sottoinsieme che a loro volta non concettualizzano la propria appartenenza alla specie e non scoprono i mezzi per esserne inglobati. Non sorprende quindi che, in questa situazione, ci si sia resi conto solo tardivamente che la specie umana non ha gestito adeguatamente i beni a sua disposizione, beni materiali ed energetici, mondo vivente della flora e della fauna, e persino mondo umano, per approdare all’organizzazione delle strutture economiche e sociali (a questa societa’

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industriale). In realta’, tutti i sistemi di organizzazione, dalla molecola al sistema nervoso umano e al suo funzionamento in situazioni sociali, finora sono stati ignorati e sostituiti da un discorso la cui ragion d’essere e’ che l’analisi logica del discorso, a partire dai fatti detti obbiettivi, perviene per forza di cose alla realta’. Ma la logica del discorso nulla ha a che fare con la logica della chimica (della chimica organica della cellula) e della neurofisiologia del sistema nervoso umano in situazione sociale.” (Henri Laborit “LA VITA ANTERIORE”, Milano, 1990, ed. Mondadori, a pag.114) Ma tutto questo non puo’ continuare a valere indistintamente per tutti e per sempre. E certamente non vale piu’ per i “Nuovi Genitori e Non…” del Terzo Millennio che stanno anche assistendo impotenti alla ennesima “depressione ciclica” e/o alla probabile “fine annunciata” della loro societa’ industriale. Soprattutto, se vogliono tentare di liberare se’ stessi e la prole dai condizionamenti della socio-cultura dominante, devono provare a inventarsi il loro “non mestiere” e hanno assoluto bisogno di tutte le informazioni possibili e poi, di tante altre ancora, soprattutto “interdisciplinari” … Soltanto per cominciare dovrebbero bastare, allora, le informazioni su due “figure” dai ruoli fondamentali per i “Nuovi Genitori e Non…”: gli insegnati e gli alunni, il mittente e il ricevente, il genitore e il figlio … Informazioni contenute in questo breve “aneddoto” del grande scienziato medico francese da poco scomparso, Henri Laborit (H. L.)(1914-1995) Gli insegnanti: H. Laborit raccontava come, tutte le volte che gli capitava di chiedere perche’ insegnassero, le risposte degli insegnanti fossero sempre: - a) “Perche’ ritengo che non vi sia mestiere piu’ bello del trasmettere la conoscenza.”- b) “Perche’ adoro i bambini … o gli adolescenti.” – c) “Perche’ e’ un sacerdozio”. –d) O addirittura : “Perche’ ne avevo la vocazione.” … Nessuno gli ha mai risposto semplicemente che lo faceva per guadagnarsi da vivere con un mestiere onorevole e onorato. O solo per ascendere in una gerarchia istituzionalizzata. Per rispondere alla immagine che aveva di se’ stesso, costringendosi a seguire il suo destino tracciato da quella sua immagine che, come sara’ detto, gli altri avevano gia’ impressa in lui. O per soddisfare i suoi istinti paternalistici verso gli studenti. Per essere quello che sa e che per questo deve essere ammirato. O addirittura soltanto per avere a sua disposizione una persona: l’alunno che non avrebbe la possibilita’ di dominare in altro modo. … E’ chiaro come nessuno degli insegnanti si rendesse (ne’ forse, ancora si renda mai) conto della finalita’ delle sue motivazioni ad essere quello che e’. E, allora, c’e’ da chiedersi quale siano le esperienze tecniche e culturali, e poi, quelle familiari e di “classe sociale” dei vari insegnanti. Ma soprattutto c’e’ da considerare come, ogni volta, inesorabilmente dette esperienze influenzino profondamente la scelta dei messaggi, la loro interpretazione e quindi i termini e il modo in cui sono poi trasmessi ai discepoli. Insomma bisogna prendere atto di come, anche un capitolo di conoscenza oggettiva, un preciso argomento scientifico, non possa mai “attraversare” un insegnante senza che finisca sistematicamente “deformato” dai suoi giudizi di valori, i suoi pregiudizi socio-culturali e i suoi desideri inappagati, le sue voglie frustrate.L’“educazione dell’educatore”, infatti – proprio come deve essere per quella del genitore deciso ad inventarsi il suo “non mestiere” – dovrebbe, invece, essere prima di tutto verso la “conoscenza di se’ stesso” piuttosto che verso la conoscenza della disciplina che insegna. Gli alunni: Quanto e’ stato detto vale anche per chi riceve l’insegnamento, per il discepolo. Vale per il bambino che vuole sopravvivere e “sa” che, allora, deve imparare rapidamente.

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Ma prima ancora vale per il genitore che, per proteggere il suo DNA custodito nel suo bambino, deve insegnargli, fin dalla nascita, con il suo esempio a lottare e a vincere nella lotta per l’esistenza, fornendogli anche tutte le informazioni indispensabili e quelle necessarie (v. l’“insegnamento alla speranza” se preceduto dal dono della “solidarieta’ incondizionata” che solo la madre puo’ dare). E allora bisogna chiedersi se: “prima di costringere qualcuno a servirsi di questo suo strumento, del suo cervello, non sarebbe certamente piu’ utile insegnargli come e’ fatto e come funziona?” (H. L.) E cosi’ finalmente consentire a tutti – eccetto i “perfettamente condizionati” e quindi la maggiorana dei soggetti che occupano i “vertici” di questa societa’ industriale che sono costretti a rifiutare completamente anche un solo accenno ad un argomento che possa far nascere dubbi su una qualsiasi delle realta’ della civilta’ industriale, perche’ tutti definitivamente privati dei mezzi (dell’immaginazione) per fare tutto questo - di prendere coscienza del modo in cui la socio-culturale dominante della loro nicchia ambientale ha gia’ provveduto, fin dalla nascita, a programmare il loro cervello. E come, proprio per questo, sia sulle motivazioni che spingono il discepolo a imparare, sia sulla stessa struttura acquisita del suo cervello, siano determinanti l’ambiente sociale e soprattutto quello familiare (la madre!). E comprendere anche che, sempre a causa dei condizionamenti subiti, non soltanto della intera struttura di un qualsiasi messaggio ricevuto, ognuno (ogni bambino, ma solo dopo i quattro anni) sia costretto a scegliere e a prendere e quindi “riterra’” soltanto una parte: un “sottoinsieme” della struttura del messaggio che e’ poi sempre la parte che e’ in grado di intendere, perche’ e’ la piu’ vicina agli automatismi culturali che gli sono stati imposti dalla socio-cultura dominante nella sua nicchia ambientale. Ma ancora, prendere atto di come, anche nel ricostruire per se’ stesso il messaggio ritenuto, ognuno finisca inesorabilmente per “deformarlo”. E quindi, bisognerebbe che ognuno, che ogni genitore, si fermasse, allora, a considerare di quale valore e di che tipo possano essere, e/o siano in realta’ le “intersezioni”, i punti d’incrocio, di contatto e quindi d’incontro, che riescono a instaurarsi grazie ai messaggi (leggi: al contenuto dei messaggi) di chi trasmette (il genitore) e di chi riceve l’informazione (il bambino), tra l’insegnante e il discepolo … vista la “variabilita’” (leggi: la sicura deformazione soggettivamente operata sui vari messaggi ricevuti e su quelli trasmessi) presente in questi due “insieme”* (il maestro e il discepolo), malgrado la struttura ricevente l’informazione, il loro cervello, sia fondamentalmente la stessa, anche se, fin dalla nascita, e’ stata rigorosamente preventivamente condizionata dalla socio-cultura dominante del mondo civile-occidentale, presente nelle rispettive nicchie ambientali. E poi, per poter anche capire e accettare quanto ancora affermava H. L.: “Ma in questo stato di ignoranza (circa la struttura e il funzionamento del cervello) la tecnologia avanzata, quella, per intenderci, dei media iconici *, verbali o combinati, che altro puo’ fare se non perfezionare la robotizzazione del cucciolo dell’uomo, visto che sotto la copertura cosciente dei discorsi logici* comunichiamo soltanto l’accumulazione storica dei processi inconsci* da cui derivano le scelte dei nostri modelli astratti.” E non potendo dimenticare la sua “paura” avvertiva: “Non si tratta di lasciar percorrere da solo al bambino, all’adolescente o all’adulto l’esperienza umana dalle sue origini. Ma le conoscenze di biologia comportamentale* gia’ acquisite possono essere usate (dalla socio-cultura dominante per promuovere il “progresso”e quindi) per perpetuare l’universale competizione tra gli individui, i gruppi, le nazioni e i blocchi di nazioni.” E poi constatava come: “Lo sviluppo tecnologico, proprieta’ privata di alcune etnie (dei civili-occidentali) (…) ha portato all’instaurazione della dominanza di queste etnie (civili-occidentali) sul resto del pianeta.” Ma sempre piu’ preoccupato: “La biologia

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comportamentale puo’ senz’altro fornire una interpretazione storica. Ma puo’ anche in qualche modo favorire queste motivazioni dominatrici (v. la “paranoia” del primo “capo” trasformatasi nella “presunzione” dell’uomo civile-occidentale basata sul nulla!), utilizzarle per perpetuare la dominanza o farne nascere di nuove. Essa puo’ anche, in qualche modo, favorire l’apprendimento di tutti i conformismi sociopolitici che spesso si nascondono sotto le mentite spoglie di una scientificita’ alla moda.” (Henri Laborit “Lo spirito del solaio”, Milano, Arnoldo Mondadori ed. 1994, pag 46------------------------------------ *Insieme: classicamente viene rappresentato (v. la Cibernetica) come un cerchio all’interno del quale si trovano cerchi piu’ piccoli: gli “elementi” dell’insieme che, non si collocano a caso, ma stabiliscono tra loro delle “relazioni”, che non sono ne’ massa, ne’ energia. Sono soltanto “informazione”, anche se gli elementi di un insieme vengono sempre percepiti come massa o energia. Sono quindi l’insieme delle relazioni che costituiscono una “struttura”. Ma per l’uomo e’ impossibile afferrare l’insieme delle relazioni, ovvero la “Struttura”. Puo’ avvicinarsi solo a “sottoinsiemi” di un insieme di relazioni, di una struttura con la “s” minuscola … che descrive una “Struttura” … (v. di seguito la nascita delle “Ideologie”)Media iconici: la televisione, il cinema. …… sotto la copertura cosciente dei discorsi logici… si riferisce a come un qualsiasi “oratore”, partendo da una premessa da tutti giudicata o solo accettata come oggettiva, se il suo discorso e’ rispettoso delle regole della analisi logica e della sintassi , inesorabilmente finisca per sfociare in una “realta’” (quasi sempre spacciata e/o percepita per una verita’rivelata!)… comunichiamo soltanto l’accumulazione storica dei processi inconsci … nei primi anni di vita la socio-cultura dominante presente nella nostra nicchia ecologica (e la famiglia, gli insegnanti, etc.) provvede a stipare il nostro inconscio con i suoi automatismi culturali, i valori di giudizio, i pregiudizi, etc. E’ da quel momento, in pratica e’ dalla nascita, che, malgrado sia convinto di agire e parlare liberamente, nessuno sara’ mai piu’ in grado di scegliere di compiere un’azione e/o un argomento da trattare, senza che a sua insaputa (altrimenti che inconscio sarebbe?) intervenga a condizionare le sue scelte (qualsiasi scelta: dal colore della cravatta, del vestito, o alla scelta del partner…) quel bagaglio di regole prestabilite e imposte che e’ definitivamente il suo “inconscio”. La biologia comportamentale: il “comportamento” degli uomini e’ il modo in cui agiscono nelle spazio che nondimeno e’ prima di tutto occupato da altri uomini. E le relazioni che avvengono tra loro, i rapporti, sono possibili soltanto grazie al sistema nervoso. Cosi’ il comportamento del singolo e’ proporzionato al grado di sviluppo di questo suo sistema. E allora il neonato sara’ nella “fase dell’Io-tutto” e scoprira’ il “Principio di Piacere”, poi, quando avra’ iniziato a costruirsi e a completare il suo “Schema Corporeo”, scoprira’ il “Principio di Realta’” (S. Freud) che sfociera’ inevitabilmente nel cosi’ detto: “Istinto di Proprieta’” … ma che e’ e resta solo un apprendimento! (Tutto questo sara’ ancora trattato.)

La Scienza e una possibile “Coscienza Planetaria”?Potrebbe, invece, essere questo il momento di far nascere una “coscienza planetaria”, servendosi della “Scienza”? Ma che sia finalmente orientata esclusivamente verso la “finalita’ della specie” e verso la ricerca dei mezzi per realizzarla. In modo che - una volta che in questo modo l’uomo abbia finalmente accettato di farsi inglobare dalla specie -, da quel momento, la sua “Scienza” sia soltanto al servizio di questa “finalita’ della specie”, perche’ certamente non potra’ piu’ usare la produzione di merci e di armi sempre piu’ micidiali per stabilire e consolidare la dominanza dei vari gruppi. Ne’ continuare a restare nell’ignoranza della struttura e dei meccanismi del cervello, di quello strumento che non puo’ fare a meno di usare. E’ quanto, oltre quaranta anni fa, H. L. si augurava per il futuro del mondo, malgrado non avesse presagito la possibilita’ della fine del capitalismo. Ma avesse soltanto una fede incrollabile nella Conoscenza, su quella dell’Animato in particolare e nei suoi sicuri progressi anche grazie alla inarrestabile, naturale “coevoluzione della cultura e della biologia della specie”. Aveva anche affermato allora, come soltanto una “biopedagogia” avrebbe portato alla “informazione generalizzata”: l’informazione dei “sistemi” (della struttura e dei meccanismi del cervello umano) e non l’attuale trasmissione, generazione dopo generazione, del “capitale tecnologico” nelle sue diverse specializzazioni, nei suoi “sottoinsieme” che manipolano la materia e l’energia e/o i concetti a queste collegati, mentre restano nella ignoranza dei meccanismi (del cervello) che ne regolano l’uso.

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Solo una nuova societa’: “potra’ (…) apprendere ad apprendere meglio e anche insegnare alle prossime generazioni ad apprendere cose diverse da quelle che noi abbiamo imparato e soprattutto a utilizzarle in modo diverso.”(H. L.). Ma, com’e’ stato detto, ogni civile-occidentale e’ da sempre rinchiuso in una Istituzione. Come, per esempio, e’ la Famiglia per il discepolo, o la Scuola Pubblica per il maestro. E tutte le Istituzione sono rinchiuse nella “societa’ globale” che, nel mondo occidentale, ha istituzionalizzato tutti i meccanismi atti ad instaurare le dominanze. Meccanismi che si servono del grado di astrazione raggiunto nell’apprendimento professionale da un individuo, per il quale il suo premio finale sara’ un diploma che in teoria dovrebbe garantirgli una certa e sicura dominanza. Infatti, quella civile-occidentale e’ una societa’ che produce merci. E i suoi criteri di dominanza sono basati solo sulla vendita di merci. Ecco perche’ nelle sue Istituzioni la socio-cultura dominante favorisce la competizione implacabile dei sui schiavi fino alla ferocia, dalla quale dipende il suo cosiddetto “progresso” che e’ appunto identificabile con la “vendita delle merci prodotte all’infinito”. E ogni individuo non potra’ che sottomettersi a questa struttura astratta che e’ lo stato. E, allora: “I genitori, poiche’ desiderano la felicita’ dei figli, esigeranno dalla istituzione che fornisca loro i mezzi per instaurare la dominanza in questo sistema, che si riprodurra’ cosi’ all’infinito.” (H. L.)Come insegna la Storia Ma, come insegna la storia: quando per un qualsiasi motivo le Istituzioni non riescono piu’ a garantire tutto questo, per intere generazioni di condizionati civili-occidentali succede che le uniche vie di fuga possibili diventino sempre di piu’: la delinquenza, la tossicomania, il suicidio, la pazzia, mentre per i gruppi, per le Nazioni: il terrorismo e la guerra. Inoltre, tutto quanto e’ stato fino ad ora edificato “sulla” ignoranza della struttura e dei meccanismi del cervello umano, sta ormai mostrando i primi, inequivocabili segni di una sorta di profondo cedimento strutturale (v. il Neo-liberismo, il capitalismo, la civilta’ industriale e la societa’ globale …). I condizionati civili-occidentali insieme ai loro figli potrebbero finire proiettati, con soltanto il loro fardello di automatismi culturali, di valori di giudizi, di pregiudizi, etc. tutti “inutili” in un mondo senza Istituzioni alle quale sottomettersi. E le Istituzioni sono sempre state, fino ad ora, le uniche in grado di istaurare quelle dominanze in base ai livelli di astrazione raggiunti, che hanno sempre garantito la loro sopravvivenza e quella della loro prole. E, in questo caso, il civile-occidentale - oltre al fardello inutile dei suoi condizionamenti ricevuti e alla “menomazione” che lo ha privato della sua libera creativita’ -, si ritroverebbe con un’altra, ma anche questa una menomazione definitiva della quale e’ stato gia’ detto: I due emisferi cerebrali e la sistematica “castrazione” di quello destro L’uomo ha due emisferi cerebrali. Il cervello sinistro, il meno creativo, che e’ quello dell’analisi sequenziale, del linguaggio, della matematica. E il cervello destro che e’, invece: “ (…) quello delle sintesi globalizzanti, dell’occupazione dello spazio, in grado di creare qualcosa di nuovo, una struttura nuova a partire dal pulviscolo dei fatti analizzati (…)”(H. L.) Ma il cervello destro e’ stato ed e’ ancora sistematicamente “castrato” soprattutto attraverso i metodi-sistemi e i programmi d’insegnamento della scuola, e continuera’ ad esserlo, perche’ la civilta’ industriale per produrre merci ha sempre avuto bisogno soltanto di “tecnici” e/o di “specialisti”, “professionisti”, insomma di tutti quelli che hanno il cervello sinistro predominante e quindi eccellono in matematica, fisica, chimica … Anche perche’, proprio grazie a questa predominanza dell’emisfero sinistro, e’ stato sempre relativamente facile, quasi “naturale” – anche, “perche’ tutto secondo la logica sequenziale” -, continuare, dopo averli condizionati perfettamente, ad “educarli” secondo le sue regole e tutte le sue strategie … Ma anche riuscire ad ottenere - grazie alla loro impossibilita’ d’immaginare un altro mondo possibile fuori la loro prigione – una sottomissione spontanea, “fatalistica” al sistema; di inquadrarli nelle varie istituzioni; e

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cosi’ di instaurare le giuste dominanze in base al loro livello personale di astrazione, che peraltro e’ piu’ facilmente raggiunto in una scuola che, com’e’ stato detto, esalta le qualita’ dell’emisfero sinistro, mentre continua a “castrare” quelle del destro …Le intenzioni di chi ha scritto questo testo…e il suo scopo. Le “intenzioni” di chi ha scritto questo testo sono quelle di prima “disegnare”* e poi di far “vedere” a tutti i civili-occidentali - attraverso informazioni e verita’ rigorosamente scientifiche, interdisciplinari e soprattutto le “nuove scoperte rivoluzionarie”, ma ad ognuno secondo la forza residua della sua “libera creativita’” -, anche la possibilita’ d’immaginare: un altro “panorama” possibile, invece, di questa “realta’ blindata e inamovibile” che continua a sfociare esclusivamente dai reiterati “discorsi” della propaganda della socio-cultura dominante di questa civilta’ industriale. La quale – avendo dovuto necessariamente portare i suoi “ servi della gleba” a raggiungere un adeguato livello di astrazione e per questo istruirli in modo da farne dei “tecnici” e/o degli “specialisti” in grado soprattutto di “vendere le merci prodotte all’infinito” -, ha dovuto preoccuparsi prima di tutto della loro “libera creativita’” e quindi soprattutto del loro emisfero cerebrale destro. E, allora, impedire, non soltanto che questo potesse ridurre l’efficacia dei suoi condizionamenti imposti, fin dalla nascita, ai suoi schiavi. Ma anche che potesse favorire la nascita di “dubbi” e/o addirittura che i suoi schiavi potessero immaginare anche un mondo diverso, altro e possibile. E lo ha fatto e continua, ottenendo cosi’ che intere generazioni dei suoi civili occidentali fossero e ancora siano dei definitivi “menomati” nel cervello e dei “castrati” del loro emisfero cerebrale destro. Ma anche impedendo da migliaia di anni che - salvo rare eccezioni, ma tutte da ricercare soltanto tra i “Sazi Cronici”* della storia -, nei territori di sua proprieta’ privata fossero “allevati” uomini degni dal cervello non “menomato” e da entrambi gli emisferi cerebrali normalmente sviluppati e funzionanti. E cio’, malgrado, come sara’ ancora detto, la realta’ del passaggio avvenuto dalla scimmia all’uomo sia tutta in quella comparsa improvvisa nel cervello dell’ Homo Erectus di quella sorta di “tumore benigno” (ed e’ “fantastico” crederlo proprio cosi’) che e’ la “neo-neocorteccia cerebrale” che e’ anche l’unico “ramo verde” del corpo umano (E. J. Eccles), perche’ e’ l’unica parte del corpo dell’uomo che ancora continua a crescere al punto che progressivamente i nuovi nati avranno crani di dimensioni sempre maggiori (v. l’ “aumento dei parti cesarei” di Tobias, 1982). Ed e’ su “questa meraviglia” che, invece, la “paranoia” di questa societa’ civile occidentale ha sempre preteso di mettere le mani pur di permettere ad un milione di “diretti discendenti degli dei” che hanno (ancora) tra le loro mani i due terzi delle ricchezze del mondo di continuare ad avere soltanto schiavi: “tecnici perfetti” solo perche’ la loro societa’ industriale possa: “vendere le merci prodotte all’infinito”!“ … nondimeno questa resta l’unica realta’ che sia in grado di entrare nei suoi occhi e di “attraversare” la sua mente di “perfetto condizionato civile-occidentale” … Mentre addirittura lo “rassicura” … contro la certa “angoscia” che nascerebbe, invece, da un qualsiasi “dubbio” relativista … L’altro, invece, e’ un “panorama” creduto possibile da chi ha scritto questo testo. Ma che e’ fatto di “ipotesi” immaginate e “sognate” da uno che e’ e resta un “perfettamente condizionato civile-occidentale”, durante una vita di oltre settanta anni, passati a far da schiavo a questa societa’ industriale squallidamente per farla progredire verso il “nulla imposto” dalla sua socio-cultura dominante. Ma e’ anche il “quadro finito” delle “conferme” dei suoi sogni cercate caparbiamente e trovate attraverso lo studio e la ricerca di verita’ interdisciplinari e, grazie al lavoro di “medico libero professionista” che da quaranta anni ormai continua ad aiutare le madri ad allevare i loro figli.” Lo “scopo”, invece,

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e’ tentare prima di risvegliare in tutti il sufficiente interesse per mettere in moto quelle parti residue della loro fantasia: quelle zone associative pre-frontali di “libera creativita’” e di “capacita’ critica”, ma che sono sufficientemente sviluppate e ancora intatte soltanto nel cervello di quei rari, come le mosche bianche, civili-occidentali “pretrattati male” e/o solo “approssimativamente” dai condizionamenti ricevuti nella loro nicchia ambientale da una socio-cultura dominante, per caso, poco efficiente … Il tentativo, dunque, non e’soltanto quello di far prendere atto della inqualificabile, particolare situazione unica nella quale da sempre ha vissuto ogni civile-occidentale in questa parte del mondo che e’ proprieta’ privata de “i padroni della Terra”, della loro societa’ industriale. Ma anche di riuscire – sfruttando la sua “sorpresa”, com’e’ quella improvvisa di accorgersi di stare immaginando anche un mondo diverso e possibile! -, a letteralmente: scuotere l’“unita’ mente/corpo” dei “Nuovi Genitori e Non …”, affinche’ - come spera di ottenere chi ha scritto questo testo -, una volta in possesso delle sufficienti informazioni, ognuno di loro possa decidere di impegnarsi in prima persona per finalmente “osare” di ricominciare a fare immediatamente ai figli, per esempio, i primi due doni: la “solidarieta’ incondizionata” e l’“insegnamento della speranza”, soltanto perche’ ormai convinti come senza questi doni sia impossibile vivere una vita degna. Ma soprattutto di decidere di battersi per garantire il naturale sviluppo completo e armonioso del loro cervello in modo da conservare integra anche la loro “libera creativita’”. E quindi, perche’ i loro figli siano “i primi civili-occidentali” al mondo finalmente “allevati” soltanto per riuscire a sviluppare al massimo un cervello dai due emisferi trofici e funzionanti anche per l’avvenuta nascita e lo sviluppo armonico e sufficiente delle sue zone associative pre-frontali e per la nascita e lo sviluppo (soprattutto attraverso il “libero gioco”!) delle “mappe neurali indipendenti” di Edelman.“Le uniche forse, in grado di concedere alle nuove generazioni future la possibilita’ di “immaginare” anche quella “terza via” possibile che vada oltre il capitalismo e il socialismo?” -----------------------* “disegnare”N.B. “…e’ solo uno “schizzo personale” buttato giu’ in fretta di questo particolare mondo civile-occidentale e dei suoi schiavi, dove i “titoli” dei vari argomenti sono da immaginare come se fossero dei “punti” segnati e numerati su un foglio, ma che uniti in sequenza da linee rette, finiscano per svelare la “mappa” indispensabile per districarsi in questo labirinto di realta’ spesso inedite sia per il “taglio” dell’approccio, sia per il diverso “angolo di osservazione” e per il nuovo “punto di vista” che sostengono. Ma sono soltanto tutte le realta’ che comunque sfociano dai “discorsi” dell’autore di questo testo: tutte legate indissolubilmente, concatenate tra loro e tutte esclusivamente di questo “inqualificabile” mondo “civile-occidentale” proprieta’ privata della societa’ industriale. Ecco, perche’ e’ anche possibile immaginare come se i “titoli” formassero tutti insieme una sorta di “albero genealogico”. Infatti, il contenuto del primo argomento e’ la causa che ha dato origine al secondo e il secondo al terzo. Ma il risultato che qui si persegue e’ in generale quello di incontrare anche soltanto uno tra i “condizionati civili-occidentali” in grado di avere risposte, perche’ le ha cercate e trovate dentro se’ stesso.--------------------------------------------- N.B. Ecco in sintesi l’elenco di tutte le varie realta’ che - sebbene siano rigorosamente tutte fondate sul “nulla” continuano a sostenere il “potere assoluto” sulla Terra di un milione di: i “diretti discendenti degli dei”:1) La “paranoia” del primo “capo” del primo “villaggio preistorico” che si e’ considerato un “essere superiore”: un “diretto discendente degli dei”, perche’ con la sua forza bruta e la determinazione nell’usarla, si era impadronito del potere assoluto di vita e di morte su tutti gli “umani” del primo gruppo stanziale preistorico e si era impossessato della totale proprieta’ privata delle persone e delle cose. E’ la stessa “paranoia” che si e’ ripetuta nei secoli negli imperatori (v. per tutti Adriano), nei re e nei vassalli, nei valvassini, nei valvassori, etc. di sempre, fino ai vertici delle “Scale Gerarchiche di Dominanza” dell’attuale societa’ industriale. Ma anche in tutti i sui sudditi che per distinguersi da “i restanti della Terra” si autodefiniscono: i “veri civili-occidentali”.

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2) Questa “presunzione” solo dell’uomo “civile-occidentale” – e sempre frutto di questa “paranoia” che e’ sempre stata anche della civilta’ industriale e soprattutto caratteristica certa degli “eletti” tra i suoi schiavi civili-occidentali -, di essere al vertice della scala evolutiva darwiniana delle specie, ma fuori la specie e al disopra di tutte gli altri esseri viventi, compresi: “ i restanti della Terra” e i cosiddetti: “invisibili”. Per diventare cosi’ l’unico essere vivente privo della naturale “finalita’ della specie”, malgrado sia inglobato dalla specie che e’ inglobata dalla Biosfera e che per questo sia anche sottoposto alle stesse “pressioni delle necessita’” (mangiare, bere, riprodursi) di qualsiasi altro essere vivente della Terra. Ma anche e, malgrado sia costretto a nascondere in ogni suo “discorso” questa sua “presunzione” basata sul “nulla”!, in quella che e’ divenuta “La Premessa Universale” e che e’ appunto sempre “sottintesa” in tutti i “discorsi” dai quali sfociano le realta’ della civilta’ industriale.3) Questa “ignoranza dell’Animato” imposta dalla Chiesa Cristiana, ma subito accettata e favorita dalla societa’ industriale, per concentrarsi sulla ricerca dell’essenza e delle leggi dell’Inanimato che sono, per esempio, indispensabili per creare alta tecnologia. Ma anche perche’ la Conoscenza dell’Animato in generale, ma soprattutto quella della struttura e dei meccanismi del cervello avrebbe certamente ridotto l’efficacia dei suoi condizionamenti imposti, fin dalla nascita e avrebbe creato seri problemi sia ad essere accettati da tutti, sia alla loro capacita’ di “menomare” i cervelli dei suoi schiavi e di “castrare” il loro emisfero destro, che e’, invece indispensabile alla stessa sopravvivenza della societa’ industriale che ha assoluto bisogno solo di tecnici, di specialisti, di professionisti, etc. di tutti i soggetti perfettamente “castrati”, perche’ gli unici in grado, anche grazie all’incremento indotto dello sviluppo dell’emisfero sinistro del loro cervello, di eccellere in matematica, in fisica, in chimica. 4) Questa “scelta” di questo “vuoto di conoscenza” dell’Animato e della struttura e dei meccanismi del cervello che dalla societa’ industriale e’ considerato e dimostrato essere: “irrilevante”, perche’ non ha mai influito sulla produzione di alta tecnologia, ne’ sulla vendita delle “merci”, su tutto cio’ che la societa’ industriale ha fondato il suo “progresso”. Una scelta che alla fine si e’, invece, rivelata: “nefasta” per l’intera Umanita’. Infatti, in questa societa’ industriale, per esempio, anche l’industria farmaceutica e a quella alimentare si sono arrogate il diritto di considerare “irrilevante” la loro ignoranza dell’Animato: della “chimica organica della cellula”. L’“irrilevante” ignoranza che ha permesso sia che l’industria farmaceutica continuasse (e ancora continui) a produrre soltanto farmaci “allopatici” – scelta “nefasta” che, come sara’ancora detto e’ certamente “micidiale” per tutti i malati civili-occidentali. Ma che e’ stata anche ormai definitivamente “devastata” nei suoi principi e “sovvertita” nelle sue realta’ proprio dalle recenti “scoperte epocali” della “biologia molecolare” e della “chimica organica della cellula”, etc. tutte scoperte rese possibili proprio dai progressi della tecnologia -, sia che anche l’industria alimentare continuasse a “nutrire” organismi viventi e le loro cellule, malgrado la completa ignoranza della “chimica organica della cellula”, perche’ per l’industria alimentare e’ sempre rimasta la stessa “cellula” che nondimeno ha sempre preteso di riuscire a nutrire al meglio, etc.5) Questo “vuoto di conoscenza” che ha dato una enorme efficacia ai condizionamenti imposti agli schiavi di questa societa’ industriale. Condizionamenti ormai perfettamente calibrati, mirati e devastanti che hanno resa certa la “menomazione” e sicura e completa la “castrazione” degli emisferi di destra dei cervelli. Ma hanno fatto anche in modo che soltanto nel mondo civile occidentale non fosse mai “allevato” un uomo degno dal cervello non “menomato” e con entrambi gli emisferi del suo cervello trofici e funzionanti, etc.6) Ed e’ sempre grazie a questa “ignoranza” - che impedisce al civile-occidentale qualsiasi reale e sufficientemente valida “conoscenza di se’ stesso” -, che la civilta’ industriale ha potuto fondare e conservare quel suo “metodo-sistema di comunicazione” fatto di “messaggi” e poi imporlo ai civili-occidentali. Un “metodo-sistema di comunicazione” che, come sara’ chiaro a tutti, va dal “grottesco” al “tragicomico” fino all’“inqualificabile”, perche’, per esempio, l’ultimo, quello “inqualificabile” e’ basato, non soltanto su un “tacito accordo”: sull’uso della “ipocrisia” sia da parte del mittente che del destinatario del messaggio. Ma anche sull’uso obbligatorio da parte del mittente perfettamente condizionato dell’“inganno del discorso”, etc. 7) E’ ancora servendosi di tanta “ignoranza”, che e’ anche imposta ai suoi schiavi, che la civilta’ industriale ha potuto continuare a nascondere la sua “paranoia” ne “La Premessa Universale” e riuscire ad evitare, fino ad ora, che il suo “bluff” fosse “visto” da tutti. E cosi’ “La Premessa Universale” e’ sempre “sottintesa” nei suoi “discorsi”, ma soprattutto in quelli degli “eletti” tra gli schiavi civili-occidentali, abilissimi nel servirsi della “impostura” che e’ nel creare ad arte una seconda promessa certamente oggettiva. Ma anche nel fare in modo che - a prescindere dal valore oggettivo della seconda premessa, che comunque, grazie all’“autorevolezza” della “fonte istituzionalizzata” viene facilmente imposta a tutti come verita’ certa -, dai loro “discorsi” rispettosi dell’analisi logica, della sintassi e della grammatica debba sfociare sempre la “loro” realta’, ma che ha valore universale assoluto .” (N.d.A.) “ dovrebbe allora, essere importante fermarsi prima a valutare come?, per poi chiedersi se:a)malgrado i metodi-sistemi di condizionamento della socio-cultura dominante si siano affinati e potenziati nel tempo e divenuti ormai: “devastanti”, e’ ancora possibile immaginare (sognare) che anche

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da questa civilta’ industriale “morente”, possa nascere la “terza via”? b) che sia ancora possibile ottenere tutto questo dalle prossime generazioni di civili-occidentali ancora piu’ perfettamente condizionati? c) o sia piu’ facile che questa societa’ industriale faccia in tempo a “sgonfiarsi” prima?; perche’ ha ormai mostrato tutta la fragilita’ delle sue fondamenta, dei suoi principi e delle sue realta’; perche’ la prima volta che e’ stata veramente e seriamente minacciata, si e’ rivelata incapace sia di prevedere, sia di resistere alla concorrenza di due colossi neo-industrializzati come l’India e la Cina che stanno minando anche la sua certa egemonia dovuta alla sua proprieta’ privata della tecnologia mondiale? d) o - ma questa con l’aiuto di Dio dovrebbe restare solo una evenienza molto ipotetica! -, che a ulteriore dimostrazione della sua reale fragilita’ strutturale e ideologica, per non perdere definitivamente la sua egemonia possa disperatamente mettere in campo la superiore tecnologia posseduta ormai soltanto ancora in campo militare e scatenare addirittura una terza guerra mondiale?” *(N.d.A.)* N. B. La crisi che comincio’ nel 1929 e che duro’ fino al 1933 si risolse con la Seconda Guerra Mondiale.---------------------------------------------------------------------------------------------------Le due indispensabili “Imposture” tenute sempre ben nascosteEppure un altro mondo e’ certamente possibile? Un altro mondo - nel quale senza dover “vendere le merci prodotte all’infinito” si possa assicurare a tutti la sopravvivenza - deve esser possibile?Ma soltanto se uniti tutti si impegnano, per esempio, a divulgare fin da ora la “lieta novella” dell’esistenza di un’altra possibilita’ per “sopravvivere” tutti insieme anche in sette miliardi. E come questa nell’immaginario di tanti civili-occidentali sia gia’ divenuta reale e possibile? Ma soltanto se - dopo avere apprese e fatte proprie, le indispensabili informazioni interdisciplinari ricevute e quelle cercate in prima persona e acquisite – non soltanto ognuno faccia in modo che tutti continuino a leggere, a studiare, ad aggiornarsi. Ma anche e soprattutto che imparino finalmente a guardarsi intorno, a cercare, a rovistare perfino negli armadi della socio-cultura dominante per scoprire e per finalmente “vedere” come, per esempio, la causa dei mali del mondo civile-occidentale sia da cercare anche in quella “paranoia” preistorica e nella sua espressione: “La Premessa Universale”. Ma anche nei frutti perenni da questa nati:-a) il “Pensiero Unico” (v. il “libero mercato” e/o “il prodotto interno lordo”, etc. ai quali si oppongono le nuove “Categorie Mentali” come, per esempio: “l’Indice di Sviluppo Umano”, etc. ma questi sono discorsi da praticanti di “Scienze Umane”…) –b) e le indispensabili “Imposture” della societa’ industriale nascoste nelle sue premesse che sistematicamente e proditoriamente sono imposte ai suoi sudditi e al mondo intero e che, come sara’ detto e ripetuto fino alla nausea, sono: 1) La prima e’ quella che e’ anche l’oggetto del tentativo fatto da Henri Laborit (1914-1995) - attraverso le sue informazioni interdisciplinari, la sua conoscenza dell’Animato e le sue scoperte dei “meccanismi biochimici comportamentali degli uomini in situazioni sociali” e della “biologia dell’inconscio”, etc. - di porre fine ai danni enormi e incalcolabili che ha prodotto e continua a produrre ancora e soprattutto ai civili-occidentali questo: “paradosso della ignoranza dell’Animato che comunque paga!”. Un paradosso che e’ durato troppo a lungo, soltanto perche’ la societa’ industriale, grazie a una “Impostura” e’ riuscita a dimostrare anche la validita’ oggettiva di questa che, dopo aver nascosto la prima: “La Premessa Universale”, diventa una delle sue “seconde premesse”. Anche se tutto questo vale soltanto quando l’“ignoranza” in questione riguarda esclusivamente il valore pratico delle sue applicazioni; quando l’ignoranza e’ riferita a quella parte dell’Animato circa la struttura e i meccanismi del cervello umano ed e’ definita: “irrilevante”. E cio’, dopo aver dimostrato come, per esempio, anche e malgrado l’ignoranza delle struttura e dei meccanismi del suo cervello, il civile-occidentale possa continuare a esercitare ancora la sua egemonia su tutte le altre etnie della Terra, garantita dal possesso della proprieta’ privata della tecnologia mondiale, creata grazie all’uso di questo strumento sconosciuto: il cervello dei suoi schiavi … (anche se, com’e’ noto, tutto questo comincia a valere sempre di meno, dopo l’ingresso sul mercato internazionale di due enormi colossi come l’India e la Cina che ormai producono anche

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tecnologia …) 2) La seconda “Impostura” e’ nella decisione unilaterale presa dalla socio-cultura dominante di tenere nascosta, ma sempre sottintesa proprio “La Premessa Universale”. Quella già descritta come la “presunzione” del civile-occidentale nata dalla “paranoia” preistorica di credere di essere tutti: “esseri superiori” e quindi, com'è stato più volte ripetuto, di essere al vertice della scala della evoluzione darwiniana, ma fuori la specie e al disopra di tutti li altri esseri viventi della Terra. Ma che, a riprova della “imbecillità” del civile-occidentale è e resta soltanto la prima delle tante “turlupinature imposte” anche a sé stesso, perché, malgrado sia assolutamente basata sul “nulla”, anche se non è mai citata, è sempre sottintesa ed è sistematicamente imposta anche a “i restanti della Terra” e al mondo intero.

Le informazioni interdisciplinari Ma, com'è stato detto e ripetuto fino alla nausea, lo scopo è anche quello di fornire le “informazioni interdisciplinari” necessarie soprattutto a ognuno dei “Nuovi Genitori …e Non” del Terzo Millennio, in modo da offrire loro la possibilità, grazie alle informazioni ricevute, di scegliere in piena libertà di lasciare che tutto resti così com'è, o di tentare di “salvarsi” insieme alla prole e uniti di vincere nella ferocissima lotta per l’esistenza. Ma anche, com'è stato più volte ripetuto, affinché ognuno di loro raggiunga almeno quel minimo indispensabile di conoscenza di sé stesso e dell’ambiente naturale e alimentare e socio-culturale ... che lo circonda, oltre a nuove, altre informazioni e notizie di scoperte e di teorie scientifiche anche recentissime - ma soltanto quelle finalmente “definitive” -, soprattutto circa la struttura e i meccanismi del cervello umano (v. “Appendice” 1 e 2). In modo da rendersi veramente conto in prima persona del danno subito soprattutto in termini di perdita personale di liberta’ di scelta e di creativita’ sia per la “menomazione” del suo cervello causata dai condizionamenti ricevuti nei primi quattro anni di vita e che ormai fanno parte della sua “biologia dell’inconscio”, sia per la successiva “castrazione” sistematica (e completa?) del suo emisfero cerebrale destro. E potersi, allora, anche spiegare come sia possibile ancora affermare che, da circa trentamila anni, nel mondo occidentale e quindi anche dalla “società industriale” non sia mai stato “allevato” un vero Uomo: “un individuo equilibrato, dai due emisferi cerebrali perfettamente funzionanti”. Ma anche perché ognuno possa guardare e finalmente “vedere” questo suo mondo civile-occidentale e gli uomini che lo popolano da una “diversa angolazione”, malgrado all’inizio rischi di uscirne ancora più confuso e disorientato. Ma e’ importante (e forse, perfino divertente?) che da questo momento ognuno sia anche in grado di “scoprire”, per esempio, come, proprio quell’uomo ritenuto “importante” e tanto ammirato da tutti, perché ha rapidamente scalato il vertice della piramide gerarchica (e magari e’ diventato anche il suo “capo”), debba l’enorme potere acquisito con la sua travolgente ascesa al fatto di essere sempre risultato ai controlli, agli esami, alle selezioni della socio-cultura dominante il più “degno” di occupare quel gradino così alto delle “Scale Gerarchiche di Dominanze”: - a) per i risultati positivi ottenuti durante l’esercizio delle sue funzioni precedenti, - b) perché, per la socio-cultura dominante, e’ certamente il piu’ “perfetto conformista” tra tutti i suoi sudditi partecipanti a quella selezione,- c) ma soprattutto perche’ e’ un soggetto “totalmente garantito”: -1) in grado di dimostrare in qualunque situazione come - dai condizionamenti imposti dalla stessa socio-cultura dominante della sua nicchia ambientale – sia stato perfettamente “menomato”: privato definitivamente di quelle parti (mai nate!) del suo cervello che potrebbero indurlo (pericolosamente) ad “inventarsi” una soluzione fuori le regole, o anche, per esempio, ad immaginare un mondo possibile al di fuori delle mura della sua “prigione conformista”, etc.

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-2) per le sue scelte e per il suo modo irreprensibile di comportarsi sia in pubblico che in privato.-3) per le sue grandi “capacita’ specialistiche” dimostrate sul campo. -4) perche’, una volta messo sotto osservazione, dai risultati delle prove superate e degli accurati esami sostenuti, e’ sempre inconfutabilmente risultato avere un emisfero sinistro predominante a garanzia della perfetta “castrazione” dell’emisfero destro subita dal suo cervello. Il “prototipo” del perfetto civile-occidentale ai “vertici” della “società industriale” Allora, non si può non restare perlomeno “interdetti” nel constatare come sia questo “prototipo” di uomo civile-occidentale ad essere sempre stato e a essere ancora ai “vertice” delle Istituzioni di questa “società industriale”. E come, da circa trentamila anni, a queste Istituzioni, tutte rette da simili “prototipi”, siano stati e restino nondimeno ancora sottomessi un miliardo e quattrocento milioni di schiavi che continuano a definirsi: i “veri civili-occidentali”. Ma anche non si può non provare immediatamente una grande “ansia” nel prendere atto di come gli uomini che nel disperato tentativo di salvare la “società industriale” stanno prendendo decisioni “epocali” sulla pelle e sul futuro dei loro sudditi e sull’assetto del mondo civile-occidentale e quello della Terra, etc. non possano essere altri che soltanto gli stessi “prototipi” di sempre, soltanto loro, perché sono: “... gli unici possessori nel mondo civile-occidentale e sulla Terra di cervelli garantiti dalla stessa società industriale, perché “in assoluto!” i meglio “menomati” nel cervello e i più perfettamente “castrati” del loro emisfero cerebrale destro …”E come sarà ancora detto, basta “vederli” all’opera (adesso!), per aver la prova di come essendo nella totale impossibilità di immaginare un mondo diverso, per esempio, una “terza via” possibile, le uniche soluzioni che fino ad ora da “prototipi” siano stati in grado di trovare e di mettere in pratica per salvare la loro societa’ industriale siano oggettivamente soltanto quelle scelte e adottate dalla odiata “società socialista”! E il neo eletto presidente degli U.S.A. ha dichiarato (08/01/2009): “La fine del sogno americano e’ stata causata dalla corruzione e dai finanzieri …, da questo momento ogni spesa necessaria sarà fatta soltanto da uno: lo Stato. ” (citato a memoria)

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Un’affascinante ultima ipotesi, ma che resta soltanto rigorosamente “fantastica”? A questo punto, dopo quanto e’ stato detto, a ogni civile-occidentale potrebbe sembrare, a ragione, di essere capitato e di vivere insieme al suo bambino in un mondo che continua a mostrarsi spesso assurdo, incongruente e soprattutto incomprensibile, perché poco razionale, essenzialmente illogico, ma soprattutto ingiusto? Ma basterebbe, invece, fermarsi un attimo ad osservarlo per finalmente “vedere” come questo magnifico mondo civile-occidentale malgrado sia ricco di storia, di arte, di una enorme cultura e di grandi ideali, etc. sia andato lentamente trasformandosi fino a ridursi ad essere ormai soltanto una enorme, squallida “fabbrica di ricchezza” nella quale freneticamente lavorano un miliardo e quattrocento milioni di civili-occidentali con l’esclusivo intento di sopravvivere, per “vendere le merci prodotte all’infinito” e per “consumarle” secondo le mode …? … e/o per quell'unico, “vero” scopo – ma che nessuno vuol ricordare, soprattutto in una tremenda crisi mondiale com'è questa attuale -, di accrescere, conservare e perpetuare soltanto il “potere” di quel milione circa di “diretti discendenti degli dei” che hanno tra le loro mani il settantacinque per cento delle ricchezze della Terra e tra le loro proprietà private anche questa “fabbrica di ricchezza” da loro creata e nei secoli organizzata ad hoc … Sono gli stessi indiscussi, attuali: “i padroni dalla Terra”. E che

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quindi incombono sul futuro di ogni bambino che nasce, degli attuali sette miliardi di individui che lo abitano e sulla sua fauna e sulla flora sul futuro Allora, anche un “perfetto condizionato civile-occidentale” - che e’comunque dotato nell’emisfero sinistro che gli resta di una buona logica sequenziale - si accorgerebbe immediatamente che cosi’, in questo modo “tutto quadra” … perfettamente …“ … e come ora riesca a indirizzare e a collocare nel punto giusto la sua rabbia, a dare un ordine logico alle sue speranze e a incasellare i suoi sogni …? ”Ma soprattutto arriverebbe a scoprire, come sia addirittura “logico” perfino il consegnare nelle mani degli “altri” della sua nicchia ecologica il proprio “cucciolo civile occidentale” quando e’ ancora lattante, perche’ sia prima “condizionato” e “menomato” nel cervello e successivamente “castrato” del suo emisfero destro. Ma soltanto purche’ sia “giustamente” fatto diventare un “tecnico” perfettamente in grado di “vendere le merci prodotte all’infinito”… e cosi’ sopravvivere … e basta?

… contiene quel minimo di informazioni interdisciplinari che un civile-occidentale del terzo millennio dovrebbe considerare necessarie, (v. il “Piccolo Manuale Breve” a pag. 30). Ma che sono, invece, certamente indispensabili per quelli tra loro che sono i “Nuovi Genitori … e Non” perché sono chiamati ad affrontare tre nuovi problemi: 1) Il primo è che essendo stati tutti regolarmente condizionati, menomati nel cervello e castrati dell’emisfero destro, la maggior parte delle realtà contenute in queste informazioni restano ancora comprensibili e quindi valide, soltanto per quei pochi tra loro che, per caso, invece, hanno vissuto in un “giusto ambiente socio-culturale e alimentare”, riuscendo così, prima a far nascere in parte e a costruire nelle zone associative prefrontali del loro cervello e poi, anche a conservare funzionanti, la sufficiente quantità di selezionate mappe neurali indipendenti (Edelman): le parti del cervello neo-formate necessarie per potere riuscire ancora semplicemente ad immaginare altri mondi possibili. Per esempio, che certamente esiste sempre un’alternativa possibile. (v. il “Relativismo”sul Vocabolario allegato) Com’è per quella possibilità che è fuori della rassicurante prigione tappezzata di meravigliose certezze conformiste o anticonformiste, nella quale sono stati definitivamente rinchiusi dai condizionamenti a loro imposti dalla socio-cultura dominante della loro nicchia ambientale. E’ la possibilità di fuga dalla loro alienante realtà di sottomessi nel libero mondo della creatività. Una possibilità che, per ogni uomo, è nella forza della sua immaginazione creativa, se secondo le sue potenzialità di connessioni di un milione di miliardi di pe conservata intatta. L’alienazione è, invece, ancora quella comune che, da oltre venticinquemila anni, continua a predisporli all’autodistruzione, a qualsiasi livello di dominanza raggiunto. E’ la stessa che ha definitivamente condannati tutti i civili-

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occidentali alla “ignavia collettiva”, soprattutto per quel loro dover continuare a progredire verso il “nulla”. 2) Il secondo è che ogni civile-occidentale deve ormai preoccuparsi del fatto che, malgrado tutto questo, è stata nondimeno messa in forse anche quella sua certezza, quasi matematica, di riuscire ad assicurare la propria sopravvivenza e quella della propria prole, grazie al solo apprendimento e alla rigorosa messa in pratica del conservatorismo perfetto e quindi, al definitivo conseguimento dello status di vero civile-occidentale. 3) Il terzo è che, sono prima lo strutturante conservatorismo e poi la promessa implicita di sopravvivere, grazie alla capacità di astrazione raggiunta, allo status conseguito, etc. che, invece, possono ormai ritorcersi direttamente contro il civile-occidentale e la sua prole. Non soltanto, per esempio, quei condizionamenti subiti cancellano parte della libera creatività (Edelman), proprio in un mondo a regime Neo-liberista, dove questa è, invece, fondamentale, ma contemporaneamente li espongono letteralmente disarmati, a competere per la sopravvivenza. E la “lotta Dna contro Dna” (R. Dulbecco), non solo è divenuta ferocissima, ma, per varie e nuove circostanze, non è più circoscritta al confronto soltanto tra individui, tutti civili-occidentali ben pre-condizionati. Ecco che, continuare, per esempio, a consegnare il proprio figlio ancora lattante nelle mani della socio-cultura dominante - perché possa avvantaggiarsi, visto che è stato certamente inserito per tempo (v. l’Asilo Nido a pag. 64); e/o affidarlo comunque alle sue cure, con una sorta di delega in bianco, perché, prima stipandogli l’inconscio con le sue strategie e poi, continuando ad educarlo, lo trasformi definitivamente in un perfetto conservatore ben squadrato - equivale ormai a farsi una sorta di autogol, dalle conseguenze che stanno diventando sempre più pericolose. Conseguenze che ormai non riguardano più soltanto il bambino civile-occidentale, che pure, da detto trattamento, esce letteralmente menomato per i condizionamenti subiti (come continua ancora a succedere normalmente nel mondo civile-occidentale). Ma coinvolgono già l’intero suo mondo, perché una delle principali cause di tutto questo, è da individuare nella crescita demografica della società civile-occidentale pari a zero, contro quella del cento dieci per cento in media delle popolazioni del terzo mondo, oltre che nella globalizzazione e nella fame, etc. Così, il civile-occidentale, per la sua sopravvivenza e quella della sua prole, è ormai, sempre più spesso, chiamato a competere direttamente anche con quella moltitudine di uomini che, spinta soltanto dalla fame, sta già invadendo i suoi territori. Sono uomini che, come risulta da recenti statistiche (10/2005), sono spesso dotati anche della sufficiente cultura per svolgere lavori qualificati, da tecnici, o da professionisti. Ma che, inoltre, non essendo stati sottoposti agli stessi condizionamenti, non possono che sperimentare sul momento e così apprendere solo dopo, le regole del conservatorismo vigente. Inoltre, sempre a causa della loro mancanza di conoscenza, sono ancora liberi d’interpretare in modo creativo e/o più spesso estemporaneo, il Neo-liberismo. E questi loro liberi comportamenti, senza regole, né limiti, disorientano i perfetti conservatori, civili-occidentali, soprattutto quando sono chiamati a competere direttamente con loro. Ma, è proprio nella competizione diretta - che costoro già affrontano con la loro completa e funzionante immaginazione creativa intatta - che hanno anche un altro, vero vantaggio. Sono tutti certamente in possesso “delle tradizioni, della famiglia e della terra” (S. Zecchi) e delle loro “radici nel passato” (K. Popper) e delle religioni, etc. Ed è a causa del possesso di questo patrimonio umano, che sono in grado, sia di sopportare meglio e molto più a lungo i sacrifici imposti dall’ambiente e quelli dei limiti e delle regole del conservatorismo, etc. sia di assorbirne gli effetti, adattandosi rapidamente, fino a quasi neutralizzarli. Ma nella competizione vera, diretta, possono anche risultare addirittura vincenti, perché, prima di tutto sono letteralmente “armati dalla fame” e poi, perché - a differenza del civile-occidentale che, a causa del troppo precoce, coatto e contro natura, abbandono della madre, è stato privato

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di tutto questo e poi di altro dai condizionamenti subiti, etc. – sono, invece, tutti uomini in possesso soprattutto della solidarietà incondizionata e dell’insegnamento alla speranza, ricevuti in dono direttamente dalla propria madre. Una madre che loro si portano dentro, nelle sembianze del corpo e nell’anima, ovunque e per tutta la loro esistenza. Sono quei doni che, a differenza degli altri esseri viventi - dai quali è anche per questo che si distingue - solo l’uomo riceve, ma soltanto direttamente da sua madre. Sono tutti quei doni indispensabili per fare un uomo: capace di affrontare “il mal di esistere” e/o le inesorabili devastazioni della sua anima, come la depressione per la totale solitudine, o per la squallida alienazione e/o per l’accettazione e la sopportazione della propria, imposta sottomissione, o per poter restare un uomo persino durante e lungo il cammino verso la finale autodistruzione, etc. ------------------------------------------Avere accesso a queste informazioni è forse, necessario per tutti. Ma è certamente diventato addirittura indispensabile e urgente, per quei nuovi genitori che sanno di essere ancora in grado di poter: a) decidere di non permettere più che anche il cervello dei propri figli subisca gli stessi, definitivi condizionamenti che, durante i primi tre anni di vita, sono stati inoculati nel loro sistema nervoso dalla socio cultura dominante della loro nicchia ambientale, impedendo la nascita di una fondamentale parte della loro creatività.b) essere certi che, inoltre, soltanto così eviterebbero alla prole e alle generazioni future anche quella loro alienazione che, senza eccezione alcuna, li predispone tutti all’autodistruzione, o per una delle note malattie da stress, come l’ictus cerebrale, l’infarto del miocardio e/o per l’auto-impianto di un cancro. (v. le ultime statistiche e il “SIA” a pag. 38).c) ognuno impegnarsi con tutto sé stesso, per fare in modo che - dopo aver difeso ad oltranza l’anima dei propri figli da qualsiasi manipolazione e aver così assicurata la loro libertà creativa - questi possano, allora, finalmente riuscire ad immaginare persino una meta alternativa a quel “nulla” verso il quale, da oltre venticinquemila anni, la loro parte di umanità, sistematicamente privata anche della giusta fantasia, è stata ed è ancora costretta a progredire.d) mostrare a sé stessi di aver preso coscienza di come la loro sia forse, l’ultima generazione di genitori ancora capace di accettare di confrontarsi su argomenti come i nuovi limiti naturali propri dell’uomo e le nuove scoperte scientifiche (v. per esempio, quelle di Laborit sui meccanismi biochimici comportamentali, la biologia dell’inconscio e la TSGN di Edelmn, etc.) e poi, sui limiti imposti, invece, dai condizionamenti subiti e quindi, sulla conseguente perdita di ogni singolo civile-occidentale della sua libertà d’immaginare di scegliere e/o di agire e quindi, della sua responsabilità personale e del merito acquisito, insomma su tutti i limiti e i danni che sono direttamente causati dai condizionamenti subiti, etc. (v. “Libertà” nel Vocabolario allegato.)e) comprendere come, tutto questo non possa che peggiorare perché, i condizionamenti ai quali il loro bambino sarà (o è già stato) sottoposto nella sua nicchia ambientale dalla socio cultura dominante, sono diventati ormai così precisi e devastanti, per la loro estrema violenza, da trasformare inesorabilmente, ogni singolo civile-occidentale in un conservatore perfetto definitivamente “squadrato a vita”. Così la crescita delle zone associative del suo cervello continuerà ad essere contenuta nella struttura, la sua immaginazione creativa limitata nella funzionalità, da essere costretto a dover decidere di rifiutare e/o addirittura di sottrarsi perfino ad un confronto che soltanto tenda e/o possa mettere in dubbio l’assoluta validità dei condizionamenti ricevuti, ma soprattutto il valore oggettivo del suo status di unico civile-occidentale del mondo, perché, a priori, ritenuto un discorso impossibile, inconcepibile e quindi, inaccettabile perché certamente “non realistico”, etc.

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------------------------------------------------------------------------------------------------- “(...) sono spaventato dagli automatismi che è possibile inculcare nel sistema nervoso di un bambino. Dovrà avere, nella vita adulta, una eccezionale fortuna per evadere da questa prigione e chi sa se ci riuscirà.” (H.Laborit, “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori, II ed. 1985, pag. 58) ----------------------------------------------------- Erano gli anni Settanta e chi affermava di essere spaventato – fatto eccezionale per uno scienziato - era un grande biologo, lo scienziato francese Henry Laborit (1914-1995). Ma questa che resta una spaventosa realtà attuale, riguarda certamente quella parte di umanità di oltre un miliardo e duecento milioni di individui, che è finita completamente affetta da una sorta di “ignavia collettiva”. L’ha contratta per avere continuato ad accettare che, generazione dopo generazione, fosse applicato ai suoi figli proprio quel metodo-sistema di inoculazione nel sistema nervoso di automatismi culturali, giudizi di valore, etc. insomma di tutte le strategie alle quali, come sarà più chiaro, la socio-cultura dominante, da oltre venticinquemila anni, affida la conservazione del suo potere e il suo perpetuarsi. Si definiscono: “i civili-occidentali”. Ma tutto fa pensare che, invece, proprio dalla loro socio-cultura dominante, siano stati ormai definitivamente avviati a trasformarsi nella squallida serie “B” del mondo. (v. la Nota (1) a pag. 49) E’ come se questa parte di civili-occidentali, scelta dai dominanti proprio per la sua affidabilità – frutto dei risultati positivi ottenuti dai loro condizionamenti - fosse stata poieletta a sfornare dalle sue scuole – per questo trasformate in aziende commerciali - soprattutto tecnici. Tecnici validi e sudditi certamente ben condizionati, tutti capaci, sia di produrre merci di qualsiasi genere, sia di consumarle secondo le mode. Ma soprattutto tutti già adattati a garantire quella quota di “plusvalore” di merci necessaria a sostenere i vertici delle attuali Scale Gerarchiche di Dominanza, a stabilizzare il loro potere, a perpetuare il loro dominio, ad accrescere le loro ricchezze, etc. -------------------------------------- Il grande biologo francese era venuto in possesso delle prove di ciò che lo spaventava. Era forse giunto alla fine di quella parte delle sue ricerche e dei suoi studi sui meccanismi bio-chimici che determinano il comportamento dell’uomo in situazioni sociali presenti nel suo sistema nervoso e sulla biologia dell’inconscio. Sono le stesse scoperte divulgate negli anni Settanta. Ma che, sebbene il periodo non fosse favorevole, né fortunato per la ricerca sull’Animato, da poco iniziata, poiché sono sperimentalmente riproducibili, sono state dallo “scientismo” equiparate ad una qualsiasi legge della fisica. Sono dunque inconfutabili verità scientifiche. Ma sono solo alcune delle affascinanti realtà scoperte e studiate da Laborit e di tutte quelle interdisciplinari e di cultura generale, etc. da lui divulgate oltre trenta anni fa. ---------------------------------------- Questa ricerca che, è nata da un incontro con Henry Laborit e con le sue opere, è iniziata oltre trenta anni fa. Ha proseguito negli anni, via via arricchendosi, perché è stata continuamente aggiornata con esperienze professionali e nuove scoperte e teorie di altri scienziati altrettanto grandi, come J. Eccles, G. Edelman, etc. Ma ora tenta, di far conoscere - anche grazie alle recenti scoperte e teorie - non soltanto i nuovi limiti naturali, propri dell’uomo. Ma anche d’informare sugli effetti sempre più devastanti dei condizionamenti ai quali, generazione dopo generazione, è stata ed è ancora sottoposta la quasi totalità dei civili-occidentali, dalla socio-cultura che domina la loro nicchia ambientale. Ma che ora agisce con una violenza sempre più determinata, precisa e mirata, tendente a limitare lo sviluppo del loro cervello, per creare sudditi perfetti conservatori, per il solo scopo di garantirsi la conservazione e il perpetuarsi del suo potere. E’ questo quindi, dopo di quello di Laborit, un altro tentativo di servirsi delle sue e di altre scoperte e di teorie anche recenti e di esperienze professionali, etc. sia per mettere di nuovo il civile-occidentale di fronte alla sua ignavia collettiva, sia perché finalmente accetti di

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prendere in esame tutto il grottesco della sua esistenza di eterno sottomesso alienato e autolesionista. Un’esistenza che, a qualsiasi livello di gerarchia, è quasi totalmente priva di vitali gratificazioni. Soprattutto per questo, è alienante e quindi, certamente autodistruttiva (v. il “SIA”a pag. 38). Ma questa ricerca vuole soprattutto offrire ad ognuno dei “Nuovi Genitori e Non…”, le informazioni per una migliore conoscenza di sé stesso, del suo bambino, dell’Uomo, del suo ambiente e del mondo in generale, etc. (v. il “Piccolo Manuale Breve” a pag. 30). Così che possa finalmente riuscire addirittura ad immaginare di poter anche evadere dalla sua prigione tappezzata di certezze conformiste o anticonformiste. Prigione nella quale è stato rinchiuso per sempre proprio da quei condizionamenti che sono stati subdolamente inoculati nel suo sistema nervoso, durante i suoi primi tre anni di vita. Ma anche perché possa avere la cultura necessaria per battersi ed evitare che in quella stessa prigione, sia rinchiuso anche il suo bambino. E malgrado sia avvertito di come, una volta fuori e libero, ma ormai privo del rassicurante “determinismo” dei suoi condizionamenti, inevitabilmente finirebbe, insieme al suo bambino, in un mare di angosce senza limiti, tutte generate dai dubbi del “relativismo”. Ma anche di come, il dono che li attende, sia la vera, libera creatività. Ma che non è certamente quella che per il civile-occidentale può nascere soltanto nell’attimo in cui ha inizio la sua ignoranza. Né quella che ancora può ricevere soltanto dalla sua angoscia della morte (v. “Relativismo”sul “Vocabolario” allegato). ----------------------------------------------------- Tutto questo potrebbe dunque ancora accadere, perché, non appena si cominciano a leggere, a studiare le opere di Henry Laborit, ecco che le sue paure, le sue idee, le teorie, le sue tante scoperte e le cose che scriveva, che diceva, etc. e in gran parte qui riportate, insieme alle nuove scoperte, teorie, etc. mostrano di essere proprio tutte quelle indispensabili informazioni interdisciplinari - tanto cercate! - delle quali ormai, non può più fare a meno nessuno, soprattutto i “Nuovi Genitori e Non…” del terzo millennio. Così che, una volta venuto in possesso delle sufficienti informazioni, ognuno sia in grado di servirsi appieno dell’evoluzione biologica e di almeno una parte di quella culturale, ormai raggiunte dalla specie, per difendere ad oltranza l’anima del suo bambino da quei condizionamenti che, com’è stato detto, inesorabilmente hanno portato e portano tutti ad un alienante e autodistruttivo progredire verso il “nulla”. Ma anche per dare così finalmente inizio ad una azione determinata a rendere veramente meraviglioso il suo compito, sia per sé stesso, sia per i suoi figli, per le generazioni future, per la specie. ------------------------------ Henry Laborit è il grande scienziato biologo che, intorno agli anni cinquanta, ha iniziato gli studi, tra i primi condotti in modo interdisciplinare, sia sulle strutture e il funzionamento dei meccanismi biochimici comportamentali, presenti nel sistema nervoso dell’uomo e sulla biologia dell’inconscio, sia sull’Animato, sugli esseri viventi, etc. Sono proprio quegli stessi studi che dai “dominanti” sono stati di fatto proibiti alla umanità civile-occidentale costretta a dare, invece - grazie alla loro determinazione, ai loro finanziamenti e a una fattiva alleanza con il “Cristianesimo” (v. a pag. 78) –, la priorità assoluta alla ricerca, certamente più proficua (e non eretica), della conoscenza dell’essenza e delle leggi dell’Inanimato. ------------------------------- La ricerca dell’essenza e delle leggi dell’inanimato è, infatti, indispensabile ai dominanti. Serve a creare la sempre nuova informazione tecnologica necessaria per inventare e realizzare macchine capaci di produrre “merci”, di qualsiasi tipo o genere … (prima di tutto nuove armi sempre più potenti) e poi altre e nuove macchine per sempre nuove merci da produrre e da consumare secondo le mode… così, verso il “nulla”, all’infinito. ---------------------------------------

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Ma secondo un filosofo moderno, Emanuele Severino, la “dominazione” della tecnica sul mondo moderno non è un fatto: è un destino. Inoltre, con il beneplacito dei filosofi, è da duecento anni che la scienza non si è più posta dei limiti. L’ordinamento Divino immutabile dei Greci, durato fino ad Hegel, non esiste più. Resterebbe dunque davanti agli scienziati un’aperta e sconfinata prateria senza ostacoli, perché gli ostacoli che possono costruire gli uomini sono soltanto leggi che affermano così un diritto, che è positivo. Ma certamente non è quello naturale. (E.S.) Ma, come dovrebbe diventare sempre più chiaro per tutti, quello che per il filosofo è destino, in realtà, potrebbe essere considerata, invece, soltanto una sorta di necessaria e vitale impostura dei dominanti. E’già stata tale fin da dai primi “dominanti”. E’ poi continuata così fino ad oggi. E’ tutta nella loro assoluta necessità di possedere la conoscenza dell’essenza e delle leggi dell’Inanimato, per quel costante progresso della informazione tecnologica indispensabile per produrre armi sempre più efficaci. Infatti, il potere dei dominanti, eternamente “fisso e idiota”, perché è rimasto escluso dalla “coevoluzione” biologica e culturale della specie, ormai non può più negare di essere completamente affidato alla fondamentale crescita progressiva della potenza della sua forza bruta. E’, infatti, com’è sotto gli occhi di tutti, soltanto da questa che, alla fine, dipendono la conservazione del suo potere, il suo perpetuarsi, etc. (*) (*) Così gli studi sul sistema nervoso dell’uomo soltanto ora (05/2005) stanno iniziando a progredire a grande velocità. Ma il loro scopo ancora non è la Conoscenza. E’ quello già detto. E’ unico e sempre lo stesso, come candidamente ha ammesso uno dei ricercatori di Boston. Città che è l’attuale centro mondiale di detta ricerca. Le sue due università (di proprietà dei dominanti) hanno, per l’occasione, riunito insieme i migliori cervelli del momento. Lo scopo è riuscire a conoscere la struttura del sistema nervoso dell’uomo e il suo funzionamento per poter trasferire tutta la conoscenza acquisita su macchine robotizzate per uso militare (poi anche domestico). Conoscenza che un giorno, com’è stato per l’“internet” del Pentagono, forse sarà regalata al mondo? ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Il metodo-sistema di inoculazione nel sistema nervoso del bambino civile-occidentale delle strategie della socio-cultura dominante, per il grado di violenza raggiunto, è da considerare ormai certamente devastante anche per la sua crescita e il suo sviluppo psico-fisico. Il danno che ha procurato fino ad oggi e che continua a procurare a questa parte di umanità tutta di civili-occidentali è incalcolabile e irrecuperabile. E’, infatti, diventato nel tempo sempre più certo, perché il metodo-sistema si è andato affinando e ha continuato a dotarsi di nuovi mezzi sempre più sofisticati. E può soltanto peggiorare. ---------------------------------------------------------------------------------------------------- E’ noto a tutti, come la socio-cultura dominante, ormai da tempo, possieda mezzi condizionanti che sono comunemente considerati innocui (v. i racconti, le favole, i cartoni animati, i fumetti, la propaganda commerciale, la televisione, i film (e gli impasti di aria fritta dei comunicatori), etc.). Ma i dominanti riescono ormai, sempre meglio, a nascondere la devastante violenza dei loro condizionamenti imposti, in messaggi di qualsiasi tipo, etc. Riescono sempre a fare in modo che il significante (la forma con la quale è scritto il messaggio) continui ad apparire del tutto innocuo, malgrado, invece, la semantica (il significato del contenuto del messaggio) sia definitivamente condizionante, per un bambino, soprattutto se è lasciato da solo di fronte al mittente del messaggio. ----------------------------------------------------------------------------------------------------Fino ad ora, è stato possibile solo immaginare che il metodo-sistema di inoculazione potesse influire anche sullo sviluppo del corpo (fisico) – e quindi direttamente anche sulla crescita della materia cerebrale - oltre che su quello psichico, del bambino. Ma lo spavento del grande biologo francese, al quale si è accennato all’inizio, trova una ulteriore giustificazione, se si accetta di considerare il problema alla luce delle nuove e varie teorie sulla coevoluzione biologica e culturale della specie. Teorie che permettono anche di spiegare come il metodo-sistema di inoculazione possa addirittura agire sulla

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struttura finale del corpo dell’adulto, perché certamente agisce sulla materia cerebrale. Limita di fatto (e/o definitivamente ritarda e quindi, cancella) la naturale crescita, indotta dall’esperienze fatte, di nuove strutture del cervello e dunque modifica anche quella del corpo in generale del quale il cervello è solo una parte. Lo sviluppo e la crescita psico-fisica del cucciolo dell’uomo sono individuali. Non esistono al mondo due cervelli umani identici. Ma, stabilito nella forma e poi guidato geneticamente, il cervello prosegue naturalmente nella sua crescita e sviluppo, grazie ad una stimolazione armoniosa e reciproca, con il controllo sugli scambi stimolanti e/o inibenti, etc. e quindi in una interdipendenza costante e completa della coevoluzione biologica e culturale della specie. E’ proprio questo che non può più avvenire nei soggetti sottoposti a condizionamenti. Il loro cervello è, infatti, costretto entro precisi limiti prestabiliti e imposti. E’ menomato. ------------------------------------Ma tutto diventa ancora più chiaro, se si accetta la “Teoria della Selezione dei Gruppi Neurali” (TSGN) di G. Edelman. (La teoria è contenuta nel suo testo del 1995 , “Sulla Materia della Mente” edito da Adelphi.) (v. “Libertà” sul vocabolario allegato). In sintesi, Edelman spiega come crescita e sviluppo progressivo del cervello umano siano avvenuti per la continua formazione di sue parti nuove, lentamente costruite nei millenni, sotto il controllo della darwiniana Selezione Naturale. Ma anche grazie alla diretta azione dell’ambiente (lamarchiana). E’ tutto espresso dall’encefalizzazione, dal positivo aumento del rapporto di crescita del cervello rispetto al corpo umano. E’ avvenuto e avviene, grazie alla continua associazione (fino all’incollarsi insieme (v. le “colle” cam e sam) di due o più cellule) di neuroni che danno così vita a singole mappe neurali e poi a selezionati gruppi di mappe neurali indipendenti. Ogni gruppo grazie ad una particolare memoria somatica propria delle singole cellule e poi al “rientro”, etc. è dotato di una particolare funzione specifica. I gruppi, sono collegati tra loro anche a distanza, in modo da poter funzionare anche tutti insieme, all’unisono. Per formarsi, si servono del materiale fornito, ma anche della sua utilizzazione già stabilita e del disegno pre-tracciato, che sono sotto il controllo di particolari geni propri della specie. La funzione specifica, invece, è richiesta ed è allo stesso tempo subito indotta, proprio dal progredire delle esperienze fatte dal soggetto e quindi dalle sue attività culturali svolte e dalle sue azioni sull’ambiente, etc. Ma anche dal fermento della (libera) immaginazione che è quella che inventa e crea dette attività individuali e sociali e quindi organizzative del singolo e del gruppo di individui e poi di quelli più numerosi e meglio strutturati, etc. La frequenza, il numero delle nascite e dunque delle comparse nel cervello di sempre nuovi selezionati gruppi di mappe neurali dalla funzione specifica, è quindi direttamente proporzionale e dipendente, sia dalla quantità, che dalla qualità degli stimoli-informazione. Gli stimoli-informazione sono creati dallo stesso individuo durante l’azione nata, grazie alle sue creazioni immaginarie di modalità, strategie, etc. Ma sono anche prodotti dalla nicchia ambientale, con i suoi stimoli che, attraverso i sensi, raggiungono il cervello del bambino. Com’è noto, gli stimoli-informazione modificano la forma, letteralmente mettono in-forma la stessa struttura (materiale) del cervello. Ma la maggioranza di quelli, che arrivano al cervello del bambino direttamente dalla sua nicchia ambientale, se questi è un civile-occidentale, sono, di fatto, tutti prodotti esclusivamente dalla socio-cultura che su questa ha il dominio completo e che ha come principale scopo quello di limitarne gli effetti. Gli altri poi, sono generati dalla stessa complessità della esecuzione dei compiti imposti dai suoi condizionamenti, o da quelli (molto pochi) che il bambino è libero di svolgere, etc. Gli stimoli-informazione arrivano dunque anche dalla esperienza di ogni sua singola azione diretta sull’ambiente. Ma l’azione è più spesso indotta e guidata dall’esempio dei genitori e degli “altri” della nicchia ambientale e sotto il loro diretto controllo, etc. e quindi, inesorabilmente, sempre secondo i limiti delle strategie della socio-cultura dominante. ------------------------------------

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Inoltre, grazie all’azione di particolari geni propri della specie, è il cervello che è preposto ad intervenire nel controllo della costruzione del corpo. Lo fa attraverso stimoli nervosi, ormonali, etc. E’ così che crea, stimola, determina e controlla anche lo sviluppo fisico del bambino e quindi anche di sé stesso. Ma in tutto questo, com’è stato detto, necessariamente interviene anche la immaginazione creativa del bambino, la quale, grazie alle esperienze che vanno accumulandosi, inventa e poi spinge il soggetto all’azione sull’ambiente, mentre contemporaneamente apprende dalla sua esecuzione (evoluzione culturale). E’ quindi enorme il danno provocato dai limiti direttamente imposti alla stessa fantasia creativa, perché tutto questo è costretto dentro e lungo binari prestabiliti e imposti dai condizionamenti, dai quali diventa, per sempre, impossibile deragliare. ------------------------------------E’ anche per questo che è presumibile che, un intervento diretto e limitante (e devastante) sul suo sviluppo psichico, com’è quello praticato dal metodo-sistema di inoculazione, necessariamente modifichi certamente anche quello fisico.Il risultato finale dello sviluppo e della crescita del corpo umano (v. il fenotipo) resta quello che è oggettivamente più (facilmente) apprezzabile. E’ uno dei tanti sintomi dell’ignavia collettiva che la stessa malattia produce quasi a voler finire di segnare definitivamente nel corpo e nell’anima il perfetto conservatore civile-occidentale. Ma è quello certamente visibile a tutti.

E’ necessaria una divagazione per mostrare al lettore come da una deduzione logica possa essere ottenuta, attraverso un discorso, una realtà che, ad una successiva verifica, riveli di essere, invece, soltanto un “impasto di aria fritta”. (v. “Intellettuale” sul Vocabolario allegato) I condizionamenti, ai quali è stato preventivamente sottoposto ogni lettore o ascoltatore civile-occidentale, comprendono anche una sorta di educazione ad accettare come verità le realtà che sfociano dalle deduzioni logiche della parte cosciente di un discorso. Ma, come il più delle volte accade, queste restano oggettivamente soltanto logiche, sebbene, la semantica (il significato) del messaggio che contengono, resti accettabile, perché rigorosamente conformista o anticonformiste e/o grazie alla riconosciuta autorità del mittente del messaggio (v. i “Comunicatori” a pag. 78).E’ dunque necessario, informare il lettore (o l’ascoltatore), sui particolari modi di fare cultura nel mondo civile-occidentale. E’ necessario che ognuno impari a riconoscerli, a distinguere quindi, i modi e le forme che li caratterizzano per evitare di accettare come verità, tutte le realtà, che sempre sfociano da un discorso e che, basandosi spesso esclusivamente sulla certa autorità della fonte, pretendono di essere anche accettate come verità dimostrate, malgrado non siano sperimentalmente riproducibili. Dovrebbe, allora, bastare, per il lettore, fermarsi prima a considerare, per esempio: 1) tutto il grottesco della situazione nella quale, senza mai potersene rendere conto, si è sempre trovato e viene ancora a trovarsi, a causa dei condizionamenti subiti, chiunque dei civili-occidentali scriva o parli per in-formare i suoi simili - che sono anche loro tutti già pre-condizionati - perché continua a servirsi dell’inganno del linguaggio (v. a pag. 29). 2) come, la situazione scada addirittura nel tragicomico, dopo che lo scrittore o l’oratore ha appreso dell’esistenza dei limiti naturali propri dell’uomo e di quelli per la presenza nel suo sistema nervoso dei meccanismi biochimici comportamentali e della biologia dell’inconscio, etc. e ancora, di quelli dei condizionamenti subiti. Da quel momento, infatti, costui scrive o parla sapendo che, mentre cerca di mettere in-forma, manipolare, plasmare, (o addirittura pericolosamente di curare!), etc. i cervelli dei suoi simili, è obbligato, perché è stato già condizionato, a servirsi inconsciamente dell’inganno del linguaggio. Ma costui sa anche di rivolgersi (mentre scrive o parla) sempre a chi, proprio a causa degli stessi

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condizionamenti già ricevuti, può prendere soltanto una parte della realtà del discorso, che è poi sempre e soltanto quella che più gli aggrada e che, per giunta, poiché è coinvolto il mondo dell’inconscio, nessuno può o potrà mai sapere a priori quale sarà la parte scelta. 3) la terza evenienza è inqualificabile, perché è quella situazione nella quale sanno entrambi di essere stati già condizionati. Si regge soltanto su un compromesso costruito sulla ipocrisia di entrambi, dell’intellettuale e del suo lettore o ascoltatore. --------------------------------- Ma è proprio questo grottesco, o tragicomico, o inqualificabile sistema di relazione attraverso il linguaggio tra civili-occidentali, che nondimeno è usato e che ha sempre permesso e ancora permettere, ad un qualsiasi intellettuale, di cimentarsi con il fare cultura per, prima di tutto, soddisfare il suo narcisismo. Per far sfociare dal suo discorso (soprattutto se conformista, o anticonformista) una realtà che, per una maggioranza di suoi simili - ma solo perché tutti pre-condizionati - diventi più che accettabile, gli è bastato e gli basta ancora, servirsi nella parte cosciente del discorso, della comune logica (lineare) e poi, il più correttamente possibile, della grammatica e della sintassi. Non importa se, ad una verifica, questa sua realtà risulti poi, priva di oggettività riproducibili. Come più spesso avviene, oltre alla forma, è il riconosciuto valore pubblico e/o l’autorità garantita e comprovata dal possesso dei giusti titoli accademici, specialistici, etc. tutti avallati dalle Istituzioni, insomma è la degna fama e illustre e accreditata di chi scrive o parla, che fa sì che la maggioranza dei condizionati civili-occidentali, ormai da secoli ben educata a questo, accetti il discorso come pura verità (v. i “Comunicatori” a pag. 78). Nessuno può, infatti, avere dubbi. Nemmeno quando la verità è, invece, soltanto un impasto di aria fritta. Lontano anni luce dall’opera del vero artista, del genio, nata, invece, soltanto per mostrare la “strada trovata” grazie alla sua immaginazione creativa. E’ quella strada da seguire per andare a rifugiarsi nel libero mondo della creatività, anche se soltanto per il tempo necessario a ripercorrerla in compagnia dell’autore. --------------------------------- Ma, affinché da parte del lettore possa esserci, sulla questione fare cultura nel mondo civile-occidentale, una ancora più chiara e completa comprensione, è necessario ricordare ancora una volta come:1) chi scrive un qualsiasi testo, sia certamente un condizionato e quindi sia stato costretto, ma senza mai rendersene conto, a servirsi, nella parte non cosciente del suo discorso, anche dell’inganno del linguaggio (v. a pag. 29).2) qualsiasi lettore, invece, a causa dei suoi limiti naturali, sia costretto ad afferrare solo una parte della realtà che sfocia dal discorso. Ma anche come, proprio a causa di tutti i limiti che gli sono stati, invece, imposti dai condizionamenti ricevuti, possa allo stesso tempo scegliere solo quella parte che più gli aggrada - ma soltanto quella - perché è la più vicina (o spesso la più contraria) ai valori contenuti proprio in detti condizionamenti ricevuti dagli “altri” della sua nicchia ambientale.3) soprattutto, essendo stato (il lettore) educato a non avere dubbi, persino il discorso dell’esempio che segue, possa nondimeno apparire ancora e comunque accettabile. E’ probabile che sia così, sebbene il lettore sia stato addirittura prima volutamente avvertito di come, nel suo contenuto principale, che è poi la parte necessaria a dimostrare la tesi, sia privo di realtà riproducibili. Ma non nella parte secondaria e conclusiva, che è lunga e bene argomentata perché, pur di sostenere ad oltranza la tesi, è stata, invece, ad arte, arricchita anche di alcune verità accettate e riproducibili. .Tutto questo serve anche perché il lettore possa rendersi conto di come a causa dei condizionamenti ricevuti, sia per lui possibile restare continuamente vittima di questo grottesco modo di fare cultura. La causa è in quella sorta di educazione già ricevuta e che fa parte proprio dei condizionamenti. E’ questo, infatti, il presupposto indispensabile, perché il civile-occidentale possa essere trasformato in un perfetto conservatore. Così che, non solo durante il trattamento, ma anche dopo, durante la sua

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esistenza, non debba mai poter avere dubbi, né sulla certa autorità della fonte dalla quale scaturiscono gli insegnamenti imposti, né sul loro contenuto perché, com’è noto, è assolutamente garantito dalla stessa socio-cultura dominante, perché è composto soltanto di tutte le sue strategie. ---------------------------------------------------------------------------------------------------- Nel mondo di pre-trattati civili-occidentali, è ormai nondimeno questo il solo modo di fare cultura dei suoi condizionati intellettuali. Basta che - nel confezionare il prodotto scritto, oppure orale – siano conservate: una buona struttura della forma e siano applicate le comuni procedure necessarie per riempirla. Il resto, infatti, si riduce ad uno squallido compromesso. E’ tacitamente affidato alla ipocrisia di entrambi: alla certezza dell’efficacia dei limiti contenuti nei condizionamenti già subiti dagli intellettuali e dai loro lettori. Nell’esempio, infatti: la a, è la premessa, che di solito è una domanda retorica circa una verità presupposta tale, ma ancora non dimostrata. b, è la tesi che si vuole sostenere (sebbene sia priva di prove scientifiche da mostrare). c, è la necessaria notizia scientifica da inserire e poi da riuscire a collegare al tutto. d, è la lunga conclusione logica, ma indispensabile per continuare a sostenere la tesi ad oltranza. Così, sebbene, sia la tesi che il corpo centrale del discorso non contengano prove riproducibili, la realtà, che, come sempre, sfocia dal discorso, resta comunque valida, “fino a prova contraria”. -------------------------------------- L’esempio a) … dopo quanto è stato detto a proposito dell’azione devastante dei condizionamenti sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino, la coevoluzione biologica e culturale della specie, etc. è possibile considerare come prodotti esclusivi dei civili-occidentali, i bambini scoliotici, i piedi piatti, etc. ma anche gli alienati, i depressi, gli agitati, i violenti e poi, tutti i condizionati ben “squadrati”e definitivamente chiusi in prigioni tappezzate di meravigliose certezze conformiste o anticonformiste e tutti gli ossessionati consumatori di merci, etc.? b) … è ipotizzabile che lo sviluppo fisico e quindi il corpo dell’Uomo e quello proprio della specie umana, quello dalla mirabile armonia di forme scultoree viventi, fuse in una potenza termodinamica dalle meravigliose prestazioni, quello che è la più fedele espressione dell’intento e della mano del Creatore, sia rappresentato nel mondo quasi esclusivamente da individui delle popolazione sulle quali l’intervento diretto, condizionante della socio-cultura civile-occidentale è stato sempre ed è ancora quasi inesistente. c) ... (a questo punto è necessaria almeno una verità scientifica, anche se questa diventa una chiara forzatura) … come sarà detto, sono queste, infatti, le popolazioni dotate dei DNA che, nell’albero genealogico dell’umanità intera, risultano i più vicini e/o i più diretti rispetto al DNA della “Eva Nera”, che , com’è stato dimostrato, a dispetto dei razzisti, è l’unica madre (nera) di tutti gli uomini abitanti attuali della terra, vissuta duecentomila anni fa in Mesopotamia, la culla dell’Homo sapiens (v. la Nota: (4) a pag. 73 ). d) … (ma ora è indispensabile una lunga conclusione logica, ma che resti in tema e si riagganci al discorso generale) … ma è certamente per tutto questo che l’ignavia collettiva è ormai generalizzata soltanto tra i civili-occidentali. E che sia così anche per l’alienazione e la depressione. E che queste insieme, facciano sì che, per i civili-occidentali, siano statisticamente sempre maggiori le probabilità di una morte per ictus, infarto, per auto-impianto di un cancro. E che solo tra loro aumentino i suicidi, etc. Non c’è quasi più speranza ormai per i loro figli e per le loro generazioni future, perché detto metodo-sistema di inoculazione, già potentissimo, per i risultati che ormai ottiene, è sempre più prossimo alla perfezione. Tra i popoli civili-occidentali continueranno, allora, per tutte le cause elencate, a diminuire le nascite. Ma i nati diventeranno in maggioranza tecnici produttori di merci e perfetti e, perché sempre meglio condizionati, ossessionati consumatori delle stesse secondo le mode, etc. Com’è stato già detto, continuerà tutto questo ad avvenire in un mondo reso grottesco anche dal modo di relazionare tra uomini. Dove immancabilmente i discorsi

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saranno ancora condannati a contenere l’inganno del linguaggio. Ma anche dove chi li legge o li ascolta continuerà ancora ad afferrare della intera realtà contenuta, soltanto la parte più vicina ai valori, ai pregiudizi, agli automatismi culturali, etc. che, subdolamente inoculati nel suo sistema nervoso, sono andati a far parte del mondo dell’inconscio. Sarà, quello civile-occidentale, ancora un mondo di perfetti condizionati-ignavi – tutti senza dubbi, perché ridotti nella impossibilità di avere perfino possibili ripensamenti sul loro stato attuale - in un regime Neo-liberista, sotto il definitivo dominio delle Scale Gerarchiche di Dominanza, malgrado siano numerosi e sotto gli occhi di tutti, inequivocabili i segni di un progressivo cedimento, etc. (v. “Democrazia” nel Vocabolario allegato. ) Ma è questo che dovrebbe, invece, veramente “spaventare” i civili-occidentali: i figli e i nipoti, i perfetti conformisti o anticonformisti, i perfetti conservatori squadrati, i tecnici sistematicamente castrati dell’emisfero destro del loro cervello - perché eccellano in matematica, chimica, fisica, etc. - che sono tutti in eterna competizione tra loro; separati precocemente dalla madre e quindi privati così dell’insegnamento della speranza; costretti ad ignorare la solidarietà tra simili, perché di fatto bandita, etc. Costoro forse, non riusciranno a sopravvivere in un mondo diverso da quello industrializzato e Neo-liberista. Com’è quello attuale civile-occidentale, che resta, malgrado tutto, rassicurante, perché fatto solo di meravigliose certezze conformiste o anticonformiste, le stesse che tappezzano le prigioni nelle quali restano in maggioranza imprigionati i singoli civili-occidentali. Ma proprio secondo la Storia, succederà, invece, che saranno tutti certamente travolti, insieme al loro mondo, dalle orde di popoli dalla continua, inarrestabile crescita demografica. Sono quella maggioranza di restanti della terra, che spinti dalla fame, alla quale sono costretti proprio dai civili-occidentali, hanno già iniziato ad invadere i loro territori, ma ognuno portandosi dentro la “Madre”. Ma ciò che disorienta è che, i civili-occidentali, proprio perché pre-trattati, pre-condizionati, pre-selezionati, pre-confezionati, etc. non possano più nemmeno immaginare di non essere loro e soltanto loro, i veri “civili-occidentali” del mondo. E’ stata, infatti, da generazioni, a loro tolta anche la libertà di dotarsi di mezzi cerebrali adeguati per poter fare questo. Com’è stato detto, intere parti (v. la nascita delle neoformazione di selezionati gruppi di mappe neurali indipendenti sotto l’azione dell’ambiente TSGN di Edelman) delle zone associative del loro cervello, a causa della devastante azione limitante dei condizionamenti subiti, non sono mai nate (v. a pag. 17, l’Epigenesi sull’Appendice, “Appunti di ”.). La manipolazione passivamente subita dalla loro anima, nei loro primi tre anni di vita: a) E’ la causa della loro attuale limitata struttura mentale, della loro sicura ignavia, dell’accettazione della loro sottomissione e quindi, della conseguente, certa alienazione, della depressione continua e della predisposizione ad ammalarsi facilmente e poi, ad una morte, ormai in percentuale altissima, per autodistruzione, etc. (v. il “SIA” a pag. 38). b) Ha resa impossibile la presa di coscienza di tutto questo, che è ormai sotto gli occhi di tutti. c) Ha così, fino ad ora, resa inconcepibile una qualsiasi messa in discussione la validità assoluta e intoccabile delle “Scale Gerarchiche di Dominanza”. d) Ha fatto sì che, nel mondo civile-occidentale, continui a restare “tutto” intoccabile, malgrado inesorabilmente questo colga ognuno singolarmente, proprio alla conclusione di una esistenza che pure è stata condotta e vissuta da perfetto conservatore e quindi, nel completo rispetto delle regole e delle leggi che gli sono state imposte. e) Così i civili-occidentali, possono ormai sempre meno - o non possono già più - avere dubbi sulla loro completa superiorità nel mondo; o mettere in discussione il sicuro valore del loro status di civili-occidentali; o accettare discorsi che facciano cenno alla loro ignavia

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collettiva; o alla loro conseguente mancanza di libertà di scegliere e di agire, e quindi, alla definitiva perdita della libertà di essere ognuno artefice del proprio destino, etc.

E’ necessario, allora, fermarsi a considerare il concepimento e poi la nascita nel mondo della “Dominanza” e le sue conseguenze (v. “Dominante” sul Vocabolario allegato.). E’ certamente nata oltre venticinquemila anni fa e tra i tanti modi possibili d’immaginarla, di vederla nascere, è stato preferito questo. Ma soltanto per tentare di dimostrare come, proprio la scelta di costruire la dominanza sulla “proprietà privata” delle persone e delle cose e poi d’imporla anche con la forza ai restanti della terra e di difenderla ad oltranza, oltre ad essere risultata subito infelice già per il gruppo appena formato, sia diventata sempre più dannata per l’intera umanità. Sempre usando la fantasia, è possibile, infatti, immaginare come, oltre venticinque mila anni fa, i primi dominanti – tutti naturalmente dotati di una grande forza fisica, ma anche delle necessarie qualità di brutalità e di determinazione nel servirsene - si siano facilmente preposti a comandare su tutti gli altri della nuova struttura-gruppo che si era appena formata. C’è poi da fare ancora il racconto di come, una volta preso il potere, costoro abbiano potuto verificare di persona che, tra le tante prerogative offerte dal comando, fosse compresa anche la possibilità di vivere e prosperare accettando in dono e/o appropriandosi di una parte delle cose e delle merci prodotte dal lavoro di tutti gli altri del gruppo, finiti sotto il loro dominio. Ma anche di avere il controllo sulla produzione di dette merci e quindi arrogarsi il diritto di dare su queste un giudizio di valore e il potere di distribuirle. E’ sull’offerta di questo sicuro, personale “profitto” garantito – subito trasformata in un acquisito privilegio dovuto, in legge - che è stato ed è ancora oggi fondato il “principio del potere” dei dominanti. E’ così che, infatti, questi: 1) hanno potuto stabilire come, per guadagnarsi il diritto di sopravvivere, per tutti gli altri individui del loro gruppo e in generale per tutti i restanti della terra a loro sottomessi, esistesse un solo modo che indistintamente tutti i loro sudditi erano obbligati a rispettare e a seguire. 2) è così che ancora assegnano e/o concedono incarichi a tutti i restanti del loro gruppo e poi distribuiscono a tutti i loro sudditi compiti precisi e/o l’impongono, etc. (v. le “Specializzazioni” a pag. 81). 3) hanno, infatti, subito stabilito che ognuno dei restanti della terra, per riuscire ad ottenere di soddisfare almeno le sue necessità primarie (v. le “pulsioni primordiali”) oltre a quello di conservare il privilegio di essere accolto a vivere nella loro struttura-gruppo, o popolo, o Nazione, etc. dovesse impegnarsi - in competizione con i suoi simili - per produrre “merci”. Ma in una quantità tale da comprendere il “plusvalore” di merci necessario per nutrire i capi, per sostenere e accrescere il loro potere e quello delle loro istituzioni, le loro ricchezze, la loro gloria, etc. Una serie di scelte e regole imposte che, inoltre, dovendo necessariamente esaltare la competitività tra i singoli, hanno di fatto bandito ogni forma di solidarietà possibile tra gli uomini, condannandoli alla completa Solitudine. (v. “Solitudine” sul Vocabolario allegato) ----------------------------------------- Ma è proprio questa scelta infelice che ha condannato i restanti della terra anche alla perenne angoscia dell’alienazione. (v. “Alienazione” sul Vocabolario allegato) L’Alienazione è ormai globale e inesorabile almeno quanto la Solitudine. E’ a qualsiasi livello della piramide delle gerarchie di dominanza. Così anche tutti i figli dei civili-occidentali del terzo millennio – proprio per quel loro dover condurre in maggioranza una esistenza da sottomessi, produttori di “merci” di qualsiasi genere e da ben condizionati, ossessionati consumatori delle stesse, in una società industriale, avara di vitali gratificazioni, etc. - sono certamente e inesorabilmente tutti alienati e soli. Ma questa scelta infelice li ha anche definitivamente privati della speranza, perché ha subito

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mostrato come sia senza un futuro di possibili, dignitose gratificazioni, soprattutto per quella maggioranza dei restanti della terra che, in un regime Neo-liberista, occupa i più bassi strati della larghissima base della piramide di dominanza. Inoltre, come sarà detto, la conseguenza di una alienazione continua e senza speranza è causa della sicura perdita dell’“autostima” per la quotidiana verifica e la successiva, inevitabile presa di coscienza dei limiti e della propria impotenza e per avere alla fine ognuno capito di essere solo un uomo ridotto a “oggetto strappato alla propria autenticità”. ----------------------------------------------------- La depressione segue inesorabile. Ma anche questa è causata da detta presa di coscienza. Inoltre, il naturale progresso della evoluzione culturale della specie e il più facile accesso all’informazione, hanno reso ora più facile ogni tipo di raffronto tra le varie realtà sociali. E’ così anche questo che fa sentire sempre meno sopportabile anche il vuoto per la mancanza della conoscenza dell’animato, degli esseri viventi, della struttura e del funzionamento del cervello umano, etc. e dunque di sé stesso, di che cosa sia veramente un “Uomo”. Ma è anche per questo che l’alienazione continua inesorabilmente a crescere in potenza ed è ormai per molti insopportabile. Ma progressivamente tutto questo non può che diventare sempre più facile. L’alienazione colpisce, infatti, ed è sempre più spedita nel condurre l’individuo ad uno stato di depressione che più facilmente diventa costante e continuo. E’ quindi ormai dannosa anche per il suo stato di salute. Lo porta così - spesso anche attraverso la somatizzazione, che è la testimone pubblica, oggettiva, manifesta delle sue angosce -, alla autodistruzione finale, che avviene appunto per la conseguente “depressione del sistema immunitario” (v. il “SIA”, che è uno dei meccanismi biochimici comportamentali di H. Laborit, a pag. 38). Autodistruzione che, secondo gli ultimi dati statistici, avviene ora più facilmente per una malattia intercorrente-opportunista, o per una da stress: infarto e ictus, o degenerativa, sistemica, o per l’auto-impianto di un cancro (v. “Depressione” nel Vocabolario allegato.). --------------------------------- Tutto questo dovrebbe essere stato generato soprattutto, sia dalla conoscenza dell’Inanimato, in continua progressione, sia dalla persistente ignoranza, ma soltanto scientifica dell’Animato, perché quella derivante dalle verità delle “Sacre Scritture” il mondo occidentale l’ha sempre avuta grazie alla sua divulgazione precisa e sistemica, metodica, da parte dei più grandi “Comunicatori” della terra (v. a pag. 79.). Dai dominanti è stata sempre privilegiata la ricerca tecnologica, soprattutto per poter disporre di armi sempre più potenti per conservare il loro potere fisso e idiota. Così la ricerca di altri, nuovi strumenti di Conoscenza – come quella applicata al pensiero umano, alla sua origine, a quella della mente e/o fatta di vari, altri prodotti mentali dallo scarso o nullo valore pratico, ma che, per giunta, per i dominanti, non sono controllabili, mentre per la Chiesa sono spesso eretici- è stata completamente esclusa dalle loro scelte prioritarie. Da sempre, nei regimi privi di una ideologia (com’è, per esempio, per quelli non socialisti), ma basati e sostenuti soprattutto dal “profitto” e dalla necessaria forza bruta che, con tutte le sue forme, lo difende e/o l’impone, per i capitalisti dominanti insomma, la “cultura non tecnologica” è una sorta di libero passatempo consentito ai sudditi. Ma a patto che dagli intellettuali non siano seriamente intaccati principi e diritti dei dominanti, come quello del loro sacrosanto “profitto”, o del dovuto “plusvalore”, o della “proprietà privata” delle persone e delle cose, del possesso della produzione delle merci, della loro distribuzione, etc. ----------------------------- E’ una scelta, quella della dominanza, dunque infelice e anche dannata. Ma è divenuta subito anche definitivamente fatale per l’intera umanità. Ha fatto imboccare all’uomo un altro dei suoi tunnel senza uscita, perché:

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1) è subito automaticamente diventata la “madre di tutte le guerre”, delle lotte quotidiane per la dominanza tra i singoli individui e poi tra quelli dei vari gruppi di appartenenza e tra i dominanti dei vari territori e tra i popoli, tra le Nazioni, etc. Ed è quindi anche la vera, unica causa delle lotte per le “giuste” rivendicazioni, per le rivoluzioni, etc. 2) Lotte e guerre e rivoluzioni… che inoltre, sono la causa dell’assassinio intraspecie praticato solo dall’uomo e di quelle feroci ed efferate “automutilazioni”, perché sono eseguite dal più forte, dal vincitore, direttamente su parti dello suo stesso organismo-specie, come i genocidi, le pulizie etniche, etc. 3) Lotte che sono per giunta – proprio da questa scelta infelice e dannata - fatalmente destinate a continuare in eterno. Infatti, i gruppi di coloro che creano informazione tecnologica sono costretti alla ricerca affannosa e senza fine di sempre nuova materia ed energia indispensabili per la costruzione (la messa in–forma) di armi! e di oggetti, cose, merci, etc. Così, una volta esaurite quelle (le materie prime e l’energia) presenti nella propria nicchia ambientale, per procurarsele, sono spinti ad occupare i territori di altri gruppi, a sottomettere gli abitanti, o a distruggerli, fino a letteralmente cancellarli dal mondo quando questi ( anche di fronte ad un tentativo di democratizzazione) inspiegabilmente, continuano ad opporsi. Tutto questo avviene, com’è stato appena detto, perché è dalla produzione di merci, dal loro possesso, etc. che dipendono, non soltanto la conservazione del potere dei dominanti, ma anche la loro stessa sopravvivenza, oltre a quella del loro eletto gruppo di appartenenza, etc.----------------------------------------------------------------- E’ allora possibile un esercizio della fantasia - con una previsione anche troppo facile – per immaginare come, ragionando in questi termini, questa scelta dannata, infelice e fatale possa realmente essere la madre di tutte le guerre. E’ possibile ipotizzare che, infatti, uno scontro sarà inevitabile tra i Continenti Asiatico e Occidentale per il possesso delle fonti di materie prime ed energia della terra e per il dominio sul Mercato Globale…Secondo alcuni osservatori americani, in questo millennio, la Cina (insieme al ritorno della Russia?) sarà certamente l’antagonista storico degli USA. Infatti, (06/ 2005) il 10 di Agosto 2005 per una esplicita richiesta di Bush, che non può transigere sui beni strategici, gli azionisti della americana “Unocal”, per puro “patriottismo”, dovranno rinunciare a parecchi soldi in contanti per evitare che detta società petrolifera, che trivella in Indonesia, Thailandia, Bangladesch , etc. sia acquistata dalla Cnooc cinese. (09/ 2005, ha vinto Bush.)Ancora: (06/ 2005) il Pentagono rende pubblica la “futura minaccia della Cina” che spende 90 miliardi per armarsi (contro i 400 miliardi degli USA) e che si sta dotando di mezzi che allargano il suo raggio d’azione e che continua ad ammassare truppe per sbarcare su Taiwan, etc. E sta, inoltre, con una concorrenza considerata addirittura sleale, invadendo il mercato mondiale con i suoi manufatti a bassissimo costo per produrre i quali, ma anche per il vertiginoso crescere dei suoi consumi interni, (insieme all’India) fa incetta di materie prime e soprattutto di energia, etc. Inoltre, (08/2005) è la prima volta che Cina e Russia fanno “manovre militari congiunte”.------------------------------------------------------------------- Una scelta che resta infelice e dannata perché, com’è stato detto, per la maggioranza dei restanti della terra condannati a subirla, è totalmente alienante. Ma l’“alienazione”, secondo il “Vocabolario della Lingua Italiana” della Treccani è: “Lo stato di estraniazione dell’uomo che, nell’odierna società e civiltà tecnologica si sente ridotto a oggetto strappato alla propria autenticità”. (“Vocabolario della Lingua Italiana”, ed. Treccani) (v. la “diluizione dell’informazione” lungo le scale di dominanza e/o la “parcellizzazione” di Fredman) Ma è stato detto, come sia anche questo che porta all’alienazione, che prima angoscia e poi finisce con il definitivamente deprimere il civile-occidentale del terzo millennio e come agendo, allora, direttamente sul sistema immunitario del singolo, lo faccia più facilmente ammalare, fino all’autodistruzione. ---------------------------------------- C’è allora, da chiedersi?

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Se anche tutto questo che riguarda, non soltanto le scelte imposte dai dominanti, ma anche il comportamento indotto nel civile-occidentale del terzo millennio, non sia, di nuovo assurdo, fino al grottesco? Ma se non sia anche contemporaneamente la testimonianza della devastante potenza condizionante del metodo-sistema di inoculazione nel sistema nervoso del bambino, del quale è stato già detto, e poi, anche della certa, completa assenza di libertà di scegliere ed agire?Ad una prima osservazione, sembrerebbe, infatti, come: a) anche il civile-occidentale del terzo millennio, sebbene ne abbia certamente già preso coscienza, resti comunque determinato a continuare a condurre questa sua alienante esistenza. E ciò malgrado sia quasi certo di morire, sempre più facilmente ormai, per una malattia che proprio la stessa alienazione inesorabilmente gli procura, perché le probabilità che ciò avvenga sono statisticamente altissime e sotto gli occhi di tutti (v. le malattie da stress: ictus, infarto e/o l’auto impianto di un cancro, etc.). b) contemporaneamente abbia scelto di affidarsi alla scienza e per questo s’impegni nella ricerca e nella produzione di farmaci sempre più potenti, quasi a voler mostrare di credere - fino ad auto-turlupinarsi? - che la sua salvezza sia soltanto nella scoperta di un farmaco. c) sia, inoltre, così determinato e/o definitivamente impotente, da non poter più cambiare niente della sua esistenza di sottomesso e da permettere che questa – poiché per i dominanti la sua esistenza e quella dei suoi figli, hanno un solo scopo, che è quello di dover partecipare a conservare e a perpetuare il loro potere - lo conduca così al “nulla”. d) sia insomma estremamente deciso a tutto pur di non mettere in discussione le “Scale Gerarchiche di Dominanza”-------------------------------------------------------------- Ma, anche per tutto questo, esiste una causa e un logico perché. 1) Com’è stato detto, è tutto nella prova della spaventosa efficacia dei condizionamenti ricevuti dal bambino nei suoi primi tre anni di vita.E’ in quel modo subdolo con il quale al bambino viene inoculata l’informazione sulle strategie della socio-cultura dominante, che poi produce così tanta determinazione nell’adulto dalla ormai ben strutturata personalità. E’ questo che ha spaventato (ma non soltanto) Henry Laborit. E’ la meravigliosa certezza del conservatore che, una volta posseduta è poi tutta contenuta ed espressa in questa sua grande, sicura determinazione. Ma questa è indicata a tutti, è fatta credere e quindi sentita, invece, come la conseguenza di una libera scelta personale. Una determinazione che sarebbe dunque il frutto di una libera decisione presa dal singolo individuo. Ma che, invece, e dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, sembra soltanto tale perché, anche questi condizionamenti che ora la producono, com’è per tutti gli altri imposti durante i primi tre anni di vita del bambino, sono andati subito a nascondersi nel sarcofago della sua anima, a far parte del mondo dell’inconscio. Una determinazione che spaventa, soprattutto perché testimonia e svela dunque l’efficacia certa di detti condizionamenti e spiega come la determinazione sia grande, perché è tutta contenuta nella loro definitiva potenza strutturante dell’anima dell’uomo, devastante nel corpo e nello spirito. 2) Ma anche come e quanto grande sia la tenuta nel tempo e indistruttibile, adamantina dei condizionamenti subiti dai civili-occidentali.3) Oltre a dimostrare come - proprio a causa di tutto questo - anche per i ben condizionati civili-occidentali del terzo millennio, malgrado la sicura evoluzione culturale della specie, una qualsiasi altra libera scelta alternativa sia stata resa di fatto impossibile, proprio dalla stupefacente efficacia del “determinismo” dei condizionamenti subiti. Sarà più chiaro – ma soltanto, se e dopo aver ricevuto sufficienti informazioni sulla immaginazione creativa e la funzione dei meccanismi biochimici comportamentali dell’uomo e sulla biologia dell’inconscio, etc. – che i condizionamenti di fatto, com’è stato già detto più volte, letteralmente impediscono alle zone associative del cervello dei civili-occidentali di utilizzare della loro fantasia creativa, proprio quella parte - perché ne è stata addirittura impedita la nascita

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- necessaria per ideare e progettare un’alternativa valida contro le imposte strategie della socio-cultura dominante inoculate subdolamente nell’inconscio.--------------------------------------------------------------------------- … Poi, anche la scelta di creare e stabilire le dominanze solo in base alla proprietà di persone e di cose, etc. è stata necessariamente imposta ai restanti della terra. Non poteva essere altrimenti, perché, è proprio a causa dei termini in cui sono state fondate e stabilite le gerarchie di dominanza che, la scelta, è diventata subito vitale, soprattutto per la sopravvivenza dei loro vertici dominanti e la costruzione, il sostegno e la gestione secondo il merito delle loro Scale Gerarchiche di Dominanza. Infatti, non bisogna mai dimenticare che, grazie al loro potere, i dominanti sono i diretti e/o gli indiretti padroni e i proprietari di tutto ciò che esiste nel loro dominio. Inoltre, che è loro anche la prerogativa di stabilire il valore (v. i “giudizi di valore”) di ogni loro singolo suddito, delle cose, degli oggetti, delle merci, etc. E’ per questo - ma certamente anche per imporla più facilmente - che la dominanza è stata presentata come il conseguente prodotto di un naturale istinto di dominio dell’uomo sull’uomo e quindi come una sorta di destino ineluttabile. Inoltre, com’è per una qualsiasi altra priorità vitale dei dominanti, anche questa scelta è stata fatta accettare dalla forza bruta impiegata, ma servendosi, a secondo delle necessità e delle circostanze, di una sua particolare forma della miriade sotto la quali si nasconde. -------------------------------------------------------------------------------- Ma questo sistema di stabilire la dominanza e poi d’imporla, resta una decisione presa dall’uomo letteralmente “contro natura”. E non soltanto perché: “niente di questa terra appartiene al singolo individuo!”. Ma anche perché l’istinto di sopraffazione: “l’innato desiderio di dominio dell’uomo sull’uomo” non esiste. Nel cervello umano non c’è una struttura che lo contenga. Fa parte soltanto della “Mitologia di sé stesso” (v. a pag. 44). Ma esiste, invece, la “competizione” naturale tra individui. Esistono infatti, le “pressioni di necessità” (mangiare, bere, riprodursi), presenti nel “cervello di rettile”, nel “cervello primitivo”(MacLean). Necessità che devono essere soddisfatte rapidamente, quotidianamente e assolutamente, pena la morte. E’ soltanto per questo, per riuscire a soddisfarle e così a ricostruire rapidamente l’“equilibrio interno” del proprio organismo, per sopravvivere, che l’uomo è costretto a continuamente competere con i suoi simili e/o con gli animali presenti nel suo territorio, nella sua nicchia ambientale (che sta diventando sempre più affollata e più feroce).---------------------------------------------------------------------------------------- E’ questa la cosiddetta lotta per la sopravvivenza - il: “DNA contro DNA” di Renato Dulbecco - che l’uomo è costretto a condurre in ogni momento della sua esistenza. L’istinto naturale è solo il semplice istinto di sopravvivenza, o di “conservazione della specie”. E’ quello comune di tutte le specie, degli esseri viventi. Quello della “proprietà privata” ottenuta con il dominio dell’uomo sull’uomo, invece - e dovrebbe essere chiaro a tutti - è uno dei tanti automatismi culturali, imposti dalla socio-cultura dominante, che il bambino apprende passivamente durante i suoi primi tre anni. --------------------------------------Come sarà ancora detto, il bambino certamente prima dei tre o quattro anni, non ha ancora completato il suo “schema corporeo” (v. “Apprendimento” sul Vocabolario allegato). Non è quindi ancora in grado di legare le esperienze fatte e quindi il loro ricordo ad un “sé stesso” che è ancora inesistente. Semplicemente perché ancora il bambino non esiste come persona. E’ ancora soltanto: “un animale della specie-uomo”. Ecco perché non potrà mai ricordare la prima e la più tremenda delle angosce provate, perché anche questa è avvenuta nei suoi primi tre anni di vita e rimossa, è finita nel mondo del suo inconscio. E’ quella prima angoscia di quando - avendo dato inizio alla paziente costruzione del suo “schema corporeo” e contemporaneamente a far nascere la coscienza di sé - è finita la fase detta dell’“Io-Tutto”. E’ in quel momento che il bambino realizza di essere solo e isolato. Di essere una entità a parte e che quindi l’unica fonte di vita, sua madre, non è più compresa nel suo

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Io-tutto. Ma è staccata da lui, dal suo corpo. E’ una persona a parte. E’ l’istinto di sopravvivenza (di conservazione della specie) risvegliato dall’angoscia di poter quindi perdere quel latte di sua madre dal quale dipende la sua vita, che scatena il desiderio di avere sua madre soltanto per sé, di avere la proprietà esclusiva sulla sua persona. E’ lo stesso desiderio che scatena la gelosia, l’Edipo, etc. Ma tutto questo avviene ancora durante i suoi primi tre anni di vita e finirà nel suo inconscio. Così quando riaffiora viene semplicemente scambiato per profondo istinto naturale (v. il “Piccolo Manuale Breve” alla voce: “Principio di realtà” a pag. 42 e “Proprietà privata” a pag. 44). --------------------------------------------------------------------------------------------------------------Ma, a parte la certa inesistenza del naturale istinto di proprietà, è proprio questa dominanza stabilita soltanto sul possesso delle persone e delle cose, etc. che comunque sta portando alla completa distruzione, che è ormai in grande accelerazione inarrestabile, l’attuale armonia interna della specie, che da sempre è rimasta precaria, perché è certamente anche fittizia, artificiosa e “contro natura”. (Inoltre, c’è da considerare come, troppo pericolosamente ormai la forbice tra i veramente ricchi e i poveri continui a divaricarsi e sia ormai forse molto vicina al suo punto di rottura?). Ma tutto questo non potrà che continuare inesorabilmente, malgrado metta a repentaglio addirittura la stessa sopravvivenza e la conservazione dell’organismo-specie umana. Continuerà soltanto perché non esiste ancora un’alternativa possibile, tanto valida, da farla accettare anche ai dominanti. Alternativa che forse, soltanto un Uomo tornato libero da qualsiasi condizionamento, potrebbe immaginare e poi applicare e quindi anche accettare di difenderla ad oltranza. Ma nell’attuale organismo-specie umana - grazie a questa scelta imposta, infelice, dannata e fatale, fatta diventare destino ormai ineluttabile - continuerà ad avvenire quello che in un qualsiasi altro organismo vivente è impossibile, pena l’autodistruzione, la sua morte. Il “dominio”, anche di un solo elemento di una struttura, sullo stesso organismo-specie che lo ingloba è “contro natura”, perché è semplicemente naturalmente impraticabile!E’ un suicidio certo, perché è autodistruttivo per il suo stesso organismo-specie. E’ una inconfutabile verità scientifica che nemmeno una sola piccola cellula di una qualsiasi delle strutture-organismo viventi - compresa la struttura-specie umana - possa dominare sulle altre cellule senza causare, prima la loro sofferenza immediata, poi la loro morte, la conseguente distruzione del delicatissimo “equilibrio interno” dello stesso organismo che le ingloba e quindi inesorabilmente essere la causa della sua sicura fine. ------------------------------------------------------------------------------------------ Il genitore è l’“artefice-responsabile” del destino, sia immediato, che futuro, dei propri figli. E’ possibile immaginare come - iniziando dall’australopithecus - sia sempre stato il genitore il principale artefice-responsabile, sia della sorte immediata, ma anche e soprattutto di quella futura della sua prole. E’, infatti, con l’australopithecus che è comparsa la prima testimonianza del primo abbozzo di un “nucleo familiare” composto da due adulti e un bambino. Tre, già bipedi!, che, camminando mano nella mano, hanno lasciato nel tufo di un vulcano le loro impronte databili a due milioni e settecentomila anni fa! (v. le “impronte del Sito di Leatoli” in Tanzania) (J.Eccles, “La Evoluzione del Cervello, la Creazione dell’Io…”Armando ed. pag. 57)

--------------------------------------------------------------------------Ma, come sarà ancora più chiaro, insieme ai genitori, sono certamente “correi” anche tutti gli “altri” presenti nella nicchia ambientale nella quale i genitori hanno scelto di allevare il proprio bambino e poi gli “estranei”, etc. Determinante è anche la scelta fatta dai genitori, dello stesso ambiente abiotico e biotico della nicchia. Specialmente quello biotico, perché è fondamentale che sia anche un giusto ambiente alimentare, perché il cibo, che, come sarà detto, è una parte dell’ambiente, è alla pari di qualsiasi altro fattore ambientale, determinante per lo sviluppo psico-fisico del bambino. (v. Epigenesi a pag. 17 degli “Appunti di ” in appendice.) -----------------------------------------------------------------------------------------

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Tutto ciò che un genitore insegna al suo bambino direttamente con il suo esempio e tutto quello che permette che gli “altri” (v. Nota: (2) a pag. 50) della sua nicchia ambientale gli inoculino nell’anima durante i suoi primi tre anni di vita - principalmente sotto forma di automatismi culturali e di giudizi di valore, etc. imposti dalla socio-cultura dominante, - va a nascondersi indelebilmente nell’inconscio del bambino. E’ così, com’è stato già detto, che viene marchiata per sempre una parte della sua anima. Ma è poi, proprio quella parte indelebilmente marchiata e nascosta a tutti e addirittura a sé stesso che, iniziando immediatamente a partecipare a tutte le sue scelte – e lo fa sempre utilizzando tutto ciò che contiene, soprattutto in automatismi culturali e giudizi di valore e regole e leggi imposte, etc. - le influenza a tal punto che, da quel momento, non sono più possibili libere scelte personali, perché non sono più le “sue” scelte soggettive , etc. Neppure quando sono nuove, originali e inedite. I condizionamenti ricevuti agiscono modificando il cervello e quindi, anche la fantasia creativa, sia perché la motivano e la guidano, sia perché nessun uomo può immaginare cose, oggetti, etc. che non abbia già conosciuto prima. Ma l’uomo non può agire senza essere motivato e le motivazioni che attivano la sua fantasia sono, per tutti: a) o le comuni pulsioni primarie, che fanno parte del mondo dell’inconscio.b) o quelle acquisite (v. i bisogni acquisiti), che fanno parte dell’apprendimento. c) o i desideri, che per nascere hanno bisogno dell’immaginazione creativa. (v. la “Libertà” sul Vocabolario allegato). ------------------------------------------------------ Ma, inoltre, bisogna anche ricordare che, proprio quegli automatismi e le regole e leggi, etc. stipate nell’inconscio, sono anche le uniche basi-guida dalle quali il cucciolo dell’uomo - che resta chiuso nella sua nicchia ambientale e continua ad apprendere, ma sempre direttamente dall’esempio dei suoi genitori e da quelli degli “altri” e sotto il loro costante controllo, etc. – proprio da queste basi-guida: 1) è guidato ad orientare – insieme ai suoi geni che partecipano e forniscono anche il materiale necessario - le sue prime “connessioni sinaptiche”. Sono i primi collegamenti tra i “neuroni” del suo cervello. Nascono grazie a precisi stimoli-informazione che arrivano dall’ambiente e tracciano così le prime “vie neurali”, formano i primi gruppi selezionati di mappe neurali, che hanno un funzionalità specifica, perché restano “segnate” per sempre. Sono le vie neurali specializzate, etc. (v. Libertà e la teoria TSNG di Edelman sul Vocabolario allegato.). 2) è invitato a costruire le sue prime “sintesi proteiche”. Avviene nella sua “Memoria dell’Affettività” proprio grazie agli stimoli-informazione che i genitori e gli “altri” gli forniscono durante i primi tre anni di vita e poi per tutto il tempo durante il quale resta sotto la loro diretta influenza e controllo.(v. il “Secondo Cervello”a pag. 38). ---------------------------------------------- E’, infatti, così che i genitori e gli “altri” partecipano attivamente anche alla definitiva posa di quei binari sui quali - a parte la scelta del senso della marcia, che sarà comunque guidata da altri - dovrà muoversi senza mai deragliare. Ma soprattutto partecipano alla costruzione di quel mosaico di “meravigliose certezze conformiste” (o anticonformiste) con il quale sono tappezzate le pareti della sua prigione, nella quale resta comunque chiuso per sempre. Ecco perché H. Laborit poteva affermare che il bambino è la completa espressione del suo ambiente, perché in ogni caso si comporta secondo quegli automatismi che fanno dei condizionamenti ricevuti. Ma ogni uomo, ogni genitore - dai suoi stessi genitori e dagli “altri” (v. Nota: (2) a pag. 50) della sua nicchia ambientale, etc. - è stato sottoposto, allo stesso “trattamento-condizionante” e strutturante, indelebile e definitivo della sua personalità. C’è ancora da non dimenticare come tutto questo, poiché interviene proprio nello strutturare la sua personalità, sia per sempre. Gli eventuali danni psico-fisici arrecati al

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bambino entro i primi tre anni, sono definitivi. Vanno a fa parte del mondo dell’inconscio e, per questo, restano nascosti anche a sé stesso e sono completamente irrecuperabili. ---------------------------- Ma ecco come, quella che è stata una necessaria rinuncia fatta dal cacciatore-raccoglitore per la immediata salvezza del suo DNA, sia stata, invece, trasformata e fatta diventare per la specie umana, la definitiva perdita della sua Libertà.E’ possibile ipotizzare e immaginare come, oltre venticinquemila anni fa, l’uomo, con la sua decisione di vivere in gruppo, abbia dovuto rinunciare alla sua libertà di cacciatore-raccoglitore. Si è così imprigionato da solo. Ha deciso di accettare il male minore? Ha scelto l’ignominia di sottomettersi alla forza bruta dei più dotati fisicamente tra i suoi simili del gruppo, piuttosto che la fine certa in un ambiente feroce e spietato, etc. E’ avvenuto dunque soprattutto per sopravvivere alla ferocia dell’ambiente che lo circondava e così difendere il suo DNA. O anche per sfruttare meglio le possibilità da questo offerte? Lo ha fatto inoltre, per dare un senso alla sua esistenza di uomo tra gli uomini, poiché, com’è noto, ogni uomo finisce inesorabilmente per essere soltanto gli “altri”? Forse la vera causa è nei suoi reali, momentanei limiti naturali di allora, perché lo stadio della sua evoluzione culturale (il suo cervello) era ancora inadeguato, sia per la lentezza della evoluzione biologica, sia per quella culturale, proprio a causa della lentezza della prima e della scarsa quantità di esperienze già fatte, indispensabili alla seconda, etc. ------------------------------------------------------------------------------------- La coscienza di sé e poi la coscienza della coscienza di sé: l’ Autocoscienza e quindi la Libertà (o il Libero Arbitrio) a questa legata, sono tutte dipendenti dalla nascita nel cervello della coscienza di ordine superiore. E’ apparsa ed entrata in funzione, solo millenni più tardi, insieme al linguaggio e alla comparsa dell’ippocampo e quindi della memoria a lungo termine, etc. Sono tutte, com’è ormai certo, frutto della darwiniana (ma (anche) della lamarchiana) evoluzione della specie avvenuta nei millenni. E’ quindi ipotizzabile che in quel momento (oltre 25.000 anni fa?) lo stadio raggiunto dal suo cervello (evoluzione biologica) e quindi, quello legato allo stato dello sviluppo della sua evoluzione culturale, non fossero tali da permettere una scelta alternativa. E’ molto probabile che nessuno degli Homo sapiens di allora possedesse già una così grande coscienza di sé e quindi, una coscienza di ordine superiore, un’Autocoscienza e un Libero Arbitrio, da poter addirittura decidere che, invece, di rischiare di affrontare da solo l’ambiente esterno e di mettere così in forse la propria esistenza, fosse più saggio accettare l’ignominia di sottomettersi alla forza bruta dei capi e poi alle regole e alle leggi da questi imposte e persino al sopruso di dover pagare a loro il (vero) “pizzo” (il “plusvalore”) richiesto e/o imposto sulle merci raccolte e/o prodotte, etc. (v. La “Liberta” e la teoria TSGN di Edelman sul Vocabolario allegato). --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ma c’è da considerare che, com’è stato detto, tutto quello che allora hanno deciso di fare i primi Homo sapiens, malgrado possa sembrare essere nato dalla scelta necessaria, ma ancora libera, di salvare il proprio DNA dalla ferocia di tutti gli altri DNA presenti nella nicchia ambientale, è certamente avvenuto in questi termini, invece, soprattutto a causa dei suoi limiti naturali, ma anche sotto il controllo di quei condizionamenti, subiti già da tutti i restanti del primo gruppo, a causa della certa brutalità dei capi da una parte e dall’immanente minaccia della spietata ferocia dell’ambiente naturale, dall’altra. ------------------------------------------ Ma l’uomo ha comunque scelto da solo di legarsi così, insieme ai vivi e ai morti della sua specie, a questa sorta di catena infinita ed eterna da lui stesso creata.Una “catena” che, allora, soltanto una nuova generazione (del terzo millennio?) di genitori decisi a difendere a qualsiasi costo i propri figli da qualsiasi manipolazione potrebbe forse tentare di spezzare per sempre. Ma soprattutto perché ormai tutti in possesso delle sufficienti informazioni e quindi ormai tutti Uomini Liberi, i sottinsieme di una specie dalla giusta conoscenza di sé stessi e dalla giusta cultura acquisita. Così i loro figli, perché nati e subito difesi dai propri genitori, per i primi tre anni di vita, da ogni manipolazione da parte degli “altri” e di “estranei” e quindi allevati e cresciuti

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direttamente da loro Uomini liberi, in una società finalmente guarita della sua ignavia collettiva, etc. Potrebbe ancora avvenire, malgrado le ridotte possibilità della immaginazione creativa dei civili-occidentali, ormai devastata dai condizionamenti subiti e sebbene l’enorme potere globale raggiunto dagli attuali dominanti. Hanno, infatti, il capillare controllo assoluto, esercitato sul contenuto della inoculazione degli automatismi nel sistema nervoso dei piccoli sudditi, anche grazie alla proprietà totale (e/o al pieno controllo) dei principali mass-media, etc. e poi a quello sulla scuola e sull’informazione in generale, etc. Ma è proprio questo enorme potere globale dei dominanti e la loro determinazione a conservarsi e a perpetuarsi a qualsiasi costo, anche nella loro eterna, squallida fissità idiota, che non può che rendere sempre più improbabile, per esempio, l’affermazione di un completo insegnamento ispirato e guidato dal Relativismo (v. il “Relativismo”e l’“Educazione Relativista” sul Vocabolario allegato) che, come sarà detto, una Educazione Relativista sarebbe forse da considerare in alternativa a quella attuale, che è conformista (o anti-conformista ), come: “l’unica degna del cucciolo dell’Uomo” (H.Laborit), ma dagli effetti destabilizzanti per il potere della socio-cultura dominante. --------------------------------------------------------------------------------- Ma, com’è stato detto e ripetuto, questo metodo-sistema di riempimento dell’inconscio del bambino, è avvenuto e ancora avviene durante i suoi primi tre anni di vita, principalmente con l’imposizione di tutte le strategie dei dominanti. E’ continuato nel tempo. Ma è ipotizzabile che abbia acquistato una puntualità certamente maggiore e quindi una più grande, effettiva efficacia, da quando ha iniziato a funzionare come principale forma di relazione tra gli uomini il “linguaggio” orale e poi quello scritto (3500 anni a.C.). Linguaggio che ha fatto sì che questi condizionamenti divenissero “universali”. La stessa cosa è successa proprio ai vuoti ed elastici simboli-recipienti. I recipienti appositamente creati per nascondere al mondo l’ignoranza dell’Animato. Simboli elastici - perché siano tutti adattabili ai vari contenuti - dei quali si è sempre servita la dominanza. Com’è ancora ora, per esempio, per l’uso di parole come: “etico”, “morale”, “psichico” e/o per “sentimento”, “tristezza”, etc. E’ stato tutto possibile, conviene ricordarlo, perché detti simboli sono stati prima etichettati e poi, malgrado il contenuto del momento, spacciati per verità assolute. Ma soprattutto perché sono stati imposti anche con la forza bruta impiegata sotto tutte le sue diversissime forme d’intervento, dalle più raffinate alle più rozze, dalle palesi alle meglio nascoste, etc. E’ tutto questo che ha fatto sì che detti simboli, restassero anche intoccabili e divenissero eterni. ----------------------------------------------------------------------------------------------I condizionamenti,com’è stato appena detto, non sono altro che le strategie alle quali la socio-cultura dominante ha da sempre affidato la conservazione e il perpetuarsi della sua dominanza. Ma è sempre per questo suo unico scopo vitale (solo per i dominanti) - rimasto nel tempo meschinamente fisso: dominare e conservare il proprio dominio a qualsiasi costo e perpetuarlo con qualsiasi mezzo, etc. - che l’anima del cucciolo dell’uomo - soprattutto quando il soggetto è nato tra i restanti della terra – viene ancora sistematicamente sacrificata, marchiata e quindi sottoposta a limiti, durante i suoi primi tre anni di vita, dalla socio-cultura dominante. Pratica che continua a provocare un incalcolabile danno, addirittura per l’evoluzione generale di questa parte di umanità, sia biologica, perché interviene sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico (del cervello inteso come materia cerebrale) del bambino, sia culturale della specie, perché grazie ai condizionamenti, regola, guida e stabilisce i limiti entro i quali deve avvenire la crescita e lo sviluppo delle zone associative del cervello. Quello che avviene attraverso le varie forma di apprendimento che, com’è noto, resta sotto il costante controllo dei genitori, degli “altri”, etc. ma tutti soggetti già rigorosamente ben condizionati. ------------------------------------------ E’ così, proprio a causa degli inesorabili e puntuali interventi di detti condizionamenti - che sistematicamente riaffiorano dall’inconscio per prender parte a tutte le sue scelte con tutta la loro potenza, - che, di fatto, nessun uomo ha mai più posseduto una sua, personale,

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completa libertà di decidere. Non c’è un uomo, soprattutto tra i civili-occidentali – che sono i meglio condizionati in assoluto - che d’allora possieda la libertà di scegliere come comportarsi. Né di agire da uomo completamente libero. Ma nemmeno di poter parlare o scrivere senza essere obbligato anche a servirsi dell’inganno del linguaggio e/o di dover scegliere, leggendolo o ascoltandolo, solo la parte che più gli aggrada della realtà che scaturisce da un discorso grammaticalmente corretto, rispettoso della sintassi, etc. Discorso che, inoltre, è e resta nondimeno fatto o scritto, soltanto per un proprio simile che è stato già condizionato, da “altri” uomini, che, generazione dopo generazione, sono stati, a loro volta, tutti condizionati da “altri”, etc. Tutto questo avviene, malgrado l’uomo sia costretto a continuare a credere - per non vedersi crollare il mondo intorno - di essere, invece, libero e quindi l’unico e il solo “artefice del suo destino”. (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato) E’ così che tutti quegli automatismi e i giudizi di valore che gli sono stati subdolamente imposti e inoculati a sua insaputa nel suo inconscio, non soltanto sono da tutti necessariamente creduti “verità” assolute e universali, ma finiscono anche con l’essere addirittura da ognuno sentite come “sue” conquiste personali. Sono certamente le sue elaborate scoperte di originali verità sacrosante, etc.------------------------------------------------------------------------------------ L’uomo, non può ricordare quello che gli è capitato nei suoi primi tre anni di vita e quindi nemmeno sapere niente della quantità né della qualità del contenuto del suo inconscio, né può evocarlo a comando, etc. Ecco che, con la sua logica lineare, ognuno deduce che, se queste verità esistono in lui, non possono che essere, allora, certamente il frutto della sua mente, delle sue elaborate esperienze individuali e soggettive, etc. Sono dunque certamente le sue verità e quindi, è giusto credere di doversi battere per imporle agli altri, etc. (v. le ideologie) ---------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ma, invece, questa ormai reale e inconfutabile “assenza di libertà” - una volta che si riesca ad accettarla - impietosamente svela anche altri paradossi. Per esempio, accettare che la libertà non esiste significa: a) decretare la fine definitiva della “responsabilità personale”. b) che così, in un sol colpo, si finisce con il negare anche il “criterio di merito” individuale, che è, invece, dall’attuale Neo-liberismo, ritenuto fondamentale per stabilire le dominanze. c) che viene di fatto reso così impossibile anche il successivo “gratificante” passaggio al “pubblico riconoscimento sociale” del merito personale acquisito e quindi viene anche negato il diritto al meritato premio fatto delle dovute “vitali-gratificazioni” competenti. Ma, com’è stato appena detto, è nondimeno su tutto questo (ancora paradossalmente e anche contro natura) che dai “dominanti” continuano ad essere fondate e costruite le attuali “Scale Gerarchiche di Dominanza”. (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato) ------------------------------- E’ così, per quanto è stato detto fino ad ora, che, ogni “Nuovo Genitore”, finisce solo di fronte ad un bivio:… perché, ogni “Nuovo Genitore e Non…” si accorgerà di essere stato volutamente condotto e poi lasciato solo di fronte ad un bivio. Succederà già mentre, o dopo aver completata la lettura di questo testo. Dopo essere stato quindi informato, sia sui “trattamenti” ai quali e stato sottoposto dai suoi genitori e dagli “altri”, etc. , sia su tutto quello che ha già fatto, o si appresta a far subire, ancora insieme agli “altri”, al suo bambino. 1) Può infatti, accettare che per lui e per il suo bambino le cose continuino ad andare come vanno. “…visto che se fanno tutti così … ci sarà pure un motivo valido? E che, inoltre, a lui, che ha già subito lo stesso trattamento, tutto sommato le cose gli stanno ancora andando bene, mentre alla sua famiglia vanno bene ormai da generazioni, etc. …” E purtroppo può farlo, perché un perfetto conservatore può ragionare soltanto così. E’

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costretto a causa della dimostrata potenza devastante dei condizionamenti subiti e poi di tutto il resto già detto. Allora, forse lo fa anche e malgrado ora sia informato di tutto quello che hanno fatto e continuano a fare a lui gli “altri” e di quello che stanno facendo o si apprestano a far subire al suo cucciolo. Deve farlo perché, come ora è noto, il suo cervello è stato così ben strutturato e condizionato, che non è più in grado nemmeno di immaginare che possa esistere un’alternativa di vita a quella esistenza alienante che gli è stata imposta dalla sua socio-cultura dominante civile-occidentale del terzo millennio. 2) Oppure può decidere di smettere di affidarsi al caso, o alla sola speranza e di agire per difendere a qualsiasi costo la innata libertà del suo bambino, preservandolo dall’essere condizionato dagli automatismi culturali e dai giudizi di valore imposti dalla socio-cultura dominante e inoculati indelebilmente nel suo inconscio, prima e anche, proprio da lui - che è già stato condizionato - e poi dagli “altri” della sua nicchia ambientale, da tutti i garantiti sudditi dei dominanti di turno e quindi, anche dagli estranei istituzionalizzati della “nuova nicchia allargata”, etc. ----------------------------------------------------- Ma una cosa è certa. Questo secondo genitore può scegliere di agire così soltanto perché è ormai già in possesso delle giuste informazioni. Ma nondimeno deve farlo solo dopo aver preso coscienza del suo stato di eterno condizionato dalla socio-cultura dominante e quindi dei suoi limiti di un ignavo genitore del terzo millennio e di quelli suoi, naturali di uomo. Ogni genitore può, allora, decidere di tentare: e) se, malgrado questi suoi limiti, sia comunque riuscito ad intravedere, grazie alla conoscenza acquisita, la possibilità di riscattare e rendere libero prima di tutto sé stesso. f) che questa, grazie alla sua determinazione e poi al suo impegno, sia diventata per lui una possibilità creduta certamente reale.g) ma che soprattutto sappia di poterla - ma anche di doverla - realizzare soltanto passando attraverso la liberazione del suo bambino ottenuta grazie alla sua difesa ad oltranza almeno per i primi tre anni della sua vita.h) e inoltre, sappia di battersi perché sia così, ma non soltanto per la nuova generazione, ma anche per quelle future… Gli basta, allora, semplicemente donare al suo bambino, tutta la sua conoscenza. Il suo “dono” sarà una conoscenza anche dell’Animato: quella degli esseri viventi e quindi di sé stesso e dei suoi meccanismi bio-chimici cerebrali che determinano il suo comportamento in situazioni sociali, della biologia dell’inconscio e poi - quando insieme al resto dell’umanità la riceverà finalmente in dono dagli scienziati di Boston ? - anche la conoscenza della struttura del suo sistema nervoso e di come funziona, di come l’uomo veramente sente, pensa, ama, soffre… insomma, la conoscenza di che cosa sia l’Uomo… invece, di soltanto quella (che resta ancora e comunque valida e necessaria) di come si possa diventare un tecnico produttore di merci e/o un buon cittadino, un perfetto conservatore, e un condizionato consumatore di merci, secondo le mode. ------------------------------ Ma la realtà attuale dei civili-occidentali potrebbe continuare a svelarsi e ad apparire sempre più squallida, oltre che grottesca fino all’ignominia: … perché è quella di essere stati comunque tutti, da oltre venticinquemila anni, inesorabilmente pre-condizionati, pre-selezionati, pre-tarati, pre-confezionati, etc. ognuno dalla generazione che lo ha preceduto. E’ sempre avvenuto secondo la ormai nota tecnica della subdola inoculazione nell’inconscio principalmente delle “strategie” della socio-cultura dominante, che è poi la causa della loro ignavia collettiva. Ma l’ignominia è e rimane, invece, soprattutto per l’essere tutti gli stessi civili-occidentali, che hanno tacitamente continuato (e continuano) ad accettare che fosse (e ancora sia) riservato lo stesso trattamento ai propri figli e alle generazioni successive, etc. Ma che ciò

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continuasse fino ad oggi, malgrado la loro sicura, progressiva presa di coscienza del proprio stato. Presa di coscienza che, com’è stato detto, è già avvenuta, perché è stata certamente favorita anche dal naturale progredire della coevoluzione culturale e biologica della specie (v. il cervello è l’unico “ramo verde” di J. Eccles, “Cervello” nel Vocabolario allegato). Ma il naturale progresso della evoluzione culturale, che non è soltanto tecnologica, è addirittura più evidente ed apprezzabile proprio in loro, nei cosiddetti civili-occidentali del terzo millennio. --------------------------------- E’ anche deducibile che tutto questo sia inizialmente avvenuto soltanto per mancanza di una sufficiente informazione generale. Ma sarebbe inoltre, mancata la necessaria quantità di esperienze fatte e la loro giusta elaborazione e poi quella delle nondimeno scarse informazioni ricevute sull’argomento. Ma che, anche e insieme a tutto questo - proprio grazie ai limiti dei condizionamenti imposti - sia stata resa di fatto impossibile la nascita di una cultura sufficientemente dinamica. Una cultura, per contenuti e spessore, da poter essere finalmente contrapposta con successo alla eterna fissità idiota del potere e quindi, alla determinazione della forza bruta dei dominanti, che nondimeno (la cultura) l’hanno sempre controllata e ora definitivamente la guidano e la impongono attraverso il definitivamente totale possesso dei mass-media più potenti del mondo e il controllo delle scuole, o di quello che comunque avviene dei loro pre-condizionati sudditi, etc. ----------------------------- Il dominio, infatti, è ancora conservato e perpetuato attraverso i condizionamenti imposti. Ma sembrerebbe che la sua potenza coercitiva, abbia definitivamente convinto la maggioranza dei civili-occidentali di quanto sia sempre stato e sia meglio restarsene ognuno nella sua prigione tappezzata di meravigliose certezze conformiste, o anticonformiste. Ma solo perché - com’è stato detto più volte, ed è stato poi possibile scoprire grazie ai meccanismi biochimici comportamentali e la biologia dell’inconscio, ma soprattutto alla teoria TSGN di Edelman – i condizionamenti imposti hanno impedito di fatto alla zona associativa prefrontale dei loro cervelli, semplicemente privandola di parti mai fatte nascere, anche solo d’immaginare una possibile alternativa. Così i civili-occidentali, tutti affetti da ignavia collettiva, sono inoltre, come abbandonati ad una sorta di loro Sindrome di Stoccolma. Non hanno (ancora) mai potuto nemmeno pensare di dover osare di tentare una fuga. ----------------------------- Ma, è anche addirittura possibile che, nel caso fossero riusciti a farlo - sempre per la mancanza di adeguate zone associative e sempre per la potenza devastante dei condizionamenti subiti - non avrebbero forse mai potuto credere di essere finalmente così pronti e capaci di affrontare l’angoscia del dubbio relativista, che inesorabile attende l’Uomo libero, negli spazi liberi, tutti quelli appena fuori delle sue Prigioni (v. “Relativismo” sul “Vocabolario” allegato). ----------------------------------------------- E’ così che, è stato possibile che tutto questo sia avvenuto allora e ancora continui. Ma è avvenuto e avviene ancora oggi, anche grazie all’effetto combinato tra la già descritta indiscussa potenza strutturante dei condizionamenti imposti e i rassicuranti miti creati ad hoc dai dominanti (v. la “Mitologia su sé stesso” a pag. 44) e poi grazie al sostegno delle religioni rivelate (v. i Comunicatori a pag. 79), delle ideologie anche queste create per contribuire a costruire e a sostenere le sempre “giuste ragioni” dei più forti di turno, etc. ------------------------------------------ Ma, di tutto questo, della grottesca esistenza che, imposta dalla socio-cultura dominante, è poi vissuta dai civili-occidentali – alla fine, non resta che stigmatizzare: 1) la meschinità dello scopo. 2) la miseria del fine. 3) il “nulla” della meta.

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Tutto questo, infatti, avveniva e ancora avviene solo e semplicemente perché, ognuno dei restanti della terra, una volta ritenuto sufficientemente valido da essere inserito in un ciclo produttivo, possa, producendo merci di qualsiasi genere, partecipare attivamente a conservare e a perpetuare il potere della socio cultura dominante del suo gruppo di appartenenza, della sua nicchia ambientale, etc. e in più, possa riuscire - anche se questo ormai non è più nemmeno così scontato e sicuro - a guadagnarsi anche il diritto di sopravvivere. E’ così. Semplicemente. Le altre motivazioni sono impasti di aria fritta. -------------------------------------------Ecco che a mano a mano diventa, allora, sempre più probabile e reale anche l’ipotesi, già fatta, di una “ignavia collettiva” che affliggerebbe ormai il civile-occidentale del terzo millennio. Spiegherebbe almeno il perché, per esempio, la maggioranza di questo miliardo e duecento milioni di civili-occidentali della serie “B” del mondo: 1) malgrado la sua nicchia ambientale sia ora attraversata da una miriade di informazioni 2) che, inoltre, una buona parte dei suoi individui possegga la necessaria tecnologia per acquisirne continuamente sempre di nuove. 3) oltre all’avere tutti Storia e Radici che affondano in una millenaria cultura, insieme a quella personale di ogni singolo “delle tradizioni, della famiglia, della terra” (Stefano Zecchi), etc. 4)si ritrovi nel terzo millennio ad essere ancora la ignava maggioranza definitivamente convinta di dover ancora accettare: a) di continuare, malgrado ne abbia ormai preso coscienza, a progredire verso il “nulla”. Ma nondimeno di impegnarsi quasi esclusivamente nella ricerca del miglior modo – ma che è poi solo quello il più “conforme” - di produrre e di consumare ossessivamente merci, etc. perché il cammino della “civiltà” dei civili-occidentali comunque proceda e il potere dei dominati sia conservato e si perpetui, malgrado da tutto questo ognuno singolarmente non possa ricavarne che soltanto quella sicura alienazione, che inesorabilmente lo predispone ad ammalarsi facilmente, per poi condurlo, ormai sempre più velocemente e statisticamente alla finale autodistruzione, etc. b) di esser la supponente, coltissima maggioranza del mondo, ma che è ancora priva di nuovi strumenti di Conoscenza. Di restare quindi nella più completa ignoranza soprattutto circa l’Animato. Al punto che ogni individuo debba continuare tranquillamente ad usare il suo cervello e contemporaneamente a non sapere ancora quasi niente della struttura del suo sistema nervoso e del suo funzionamento, di sé stesso, etc. Così che, per colmare il vuoto lasciato da tanta ignoranza e per riuscire a sopportarne l’angoscia, debba riuscire a farsi ancora bastare quella “Mitologia su sé stesso” (v. a pag. 44) appositamente fatta nascere dai dominanti e poi propagandata, imposta e spacciata per verità universale. c) di arrivare ognuno così - addirittura in cambio della sola promessa del riconoscimento del suo diritto di sopravvivere - a separare precocemente, contro natura, i propri figli dalla loro madre per subito consegnarli alle istituzioni, perché si avvantaggino, essendo stati così certamente inseriti per tempo. d) tutto questo, per così tanto guadagno? Come è poi quello che i propri figli riescano a diventare dei tecnici indispensabili alla dominanza. Ma solo dopo essere stati condizionati e poi livellati, marchiati e omogeneizzati nell’anima e quindi “castrati” dell’emisfero destro del loro cervello, affinché possano eccellere in matematica, in chimica, in fisica. ------------------------------------------- Ma per poter continuare ad usufruire appieno delle informazioni contenute in questo testo, è indispensabili che si facciano prima due cose: 1) Prendere definitivamente atto di come anche questo - così com’è per qualsiasi altro discorso orale o scritto fatto dall’uomo - sia inesorabilmente costretto a servirsi

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dell’“inganno del linguaggio”, perché, come sarà più chiaro, questo discorso nasce dal sistema nervoso di un uomo (dalle sue motivazioni) già condizionato e si rivolge a uomini che hanno tutti subito il suo stesso trattamento. 2) Impegnarsi a leggere prima il “Piccolo Manuale Breve”, che inizia a pagina 30. ------------------------------------------- E’ necessario prima, ancora un altro riepilogo, ma che comprenda la dimostrazione del valore che hanno per l’uomo civile-occidentale la conoscenza e le applicazioni delle scoperte di Henry Laborit e quelle recenti di altri scienziati, altrettanto grandi. Esistono meccanismi bio-chimici che determinano il comportamento dell’uomo in situazioni sociali e anche una biologia dell’inconscio. Sono presenti nel sistema nervoso dell’uomo e sperimentalmente riproducibili e per questo sono stati dallo “scientismo” definitivamente equiparati a una qualsiasi legge di fisica. Sono stati scoperti da poco (40 anni). Ma sono anche la prova del furto subito nei secoli dall’umanità di quella cospicua parte che riguarda la conoscenza dell’Animato, degli esseri viventi, del sistema nervoso dell’uomo e della sua struttura e del suo funzionamento, etc. .Così il deficit-informazionale attuale è diffusissimo (E’ forse pari al 99 %?) Ed è paragonabile – per l’angoscia che dovrebbe finalmente riuscire a generare - solo all’angoscia della morte. Ma è necessario considerare ancora come, anche questa volta, l’angoscia generata dal vuoto lasciato da questa mancanza di conoscenza - invece, che con i soliti miti e déi e dee del passato – che erano destinati allora a nascondere l’ignoranza sui fenomeni naturali, su quelli meteorologici, come: lampi, tuoni, bufere tempeste, etc. e poi, sulle malattie e sulla morte - sia stato subito riempito, invece, con la creazione di miti e simboli. Sono questi una sorta di vuoti a perdere, di recipienti elastici da riempire, ogni volta e sul momento, con quanto è più adatto alle circostanze e necessario a sostenere il discorso, come, per esempio, è per: “psichico”, “morale”, “etico”, e poi, “sentimento”, “pensiero”, “emozioni”, e “tristezza”, “pena”, etc. Ma anche per porre - una volta raggiunto un accordo - una precisa, definitiva etichettatura sulle manifestazioni e su alcuni dei principali comportamenti umani (e degli animali) osservati e poi interpretati come le sicure risposte specifiche del sistema nervoso dell’uomo (e dell’animale) ai precisi stimoli-informazione prodotti dall’ambiente (e/o dall’operatore), quando lo raggiungono attraverso i sensi. Ma, com’è stato detto, dal funzionamento sperimentato di queste etichettature, sono state addirittura ricavate delle regole precise e leggi buone per tutti. Ciò sebbene tutto questo sapere si riduca ad essere, per parafrasare Freud, una mera “interpretazione dei segni”: delle reazioni comportamentali manifestate da uomini (e da animali), ma osservate e valutate dal sistema nervoso di altri uomini. Osservatori che, poiché certamente tutti già pre-condizionati, non sono quindi di fatto, più liberi nelle loro scelte, né nei loro giudizi di valore (v. “Libertà” nel Vocabolario allegato). E sono, inoltre, inconsapevolmente, per giunta, costretti a servirsi dell’inganno del linguaggio, etc. Ma che nondimeno, si sono da sempre tranquillamente impegnati, con un conseguente, incalcolabile danno per l’umanità, anche a dettar regole e a redigere leggi ricavate soltanto dalla loro personale “interpretazione dei segni”. Una pratica, quella dell’etichettatura che è e resta comunque soggettiva - poiché è un prodotto del sistema nervoso dell’uomo, che in nessun caso è sperimentalmente riproducibile, perché è privo di una qualsiasi oggettività. Resta quindi, un altro impasto di aria fritta. Ma a dimostrazione della unica cosa che, sicuramente resta certa: l’arroganza degli intellettuali e la loro vigliaccheria usata senza scrupoli a danno del “popolo ignorante”, nondimeno sono ancora soltanto queste: tutti i vari impasti di aria fritta, le uniche basi sulle quali sono state fondate le cosiddette “Scienze Umane”, come la psicologia, la sociologia, l’economia, la politica, etc. (v. “Intellettuali” nel vocabolario allegato). ------------------------------------------

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Ed ecco come allora, i sopraddetti meccanismi bio-chimici comportamentali e la biologia dell’inconscio, una volta appresi, compresi e poi applicati, riescano a svelare l’enorme abisso che esiste tra ciò che il civile-occidentale crede di essere e di conoscere e quello che, invece, è in realtà. Possono finalmente spiegare anche situazioni umane e realtà oggettive antiche e nuove, che ora, invece, appaiono in maggioranza paradossali: 1) da una parte, rendono, allora, impossibile spiegarsi come l’uomo possa averlo fatto e continui ad avventurarsi nello studio delle cosiddette “Scienze Umane” – come, per esempio, la “psicologia” che studia l’anima e il pensiero dell’uomo e poi la “sociologia”, che studia le relazioni tra gli uomini, la “politica” che organizza i popoli, etc. - senza ancora conoscere la struttura e il funzionamento di ciò che permette tutto questo, del cervello umano (H.Laborit). Così questa che resta una situazione reale e attuale di ignoranza totale dell’Animato è finita con il diventare anche una colpa. (v. “Intellettuali” sul Vocabolario allegato). E’ generale. Ma diventa ancora più sorprendente, fino a disorientare, quando è riferita a chi, per esempio, abbia dovuto esercitare o eserciti il mestiere di genitore. Diventa, invece, letteralmente indecente se è riferita a tutti quelli che, anche per mestiere, ancora continuano a mettere in-forma, a plasmare, a manipolare e a curare! i cervelli dei propri simili, affidandosi di fatto a sedicenti verità universali spacciate per scientifiche, sebbene ad una verifica risultino essere soltanto il frutto della fantasia di pochi, ma tutti, proprio per questo, divenuti illustri e quindi tutti degni di fede assoluta. Sono quelli che vengono sistematicamente, continuamente citati o chiamati in causa. Sono la certa fonte di ogni verità. Sono gli infallibili “ipse dixit”! Ma che, con i loro impasti di aria fritta, tranquillamente hanno contribuito e continuano, generazione dopo generazione, ad informare e quindi a strutturare soprattutto le personalità dei restanti della terra, tutti letteralmente educati a fidarsi di loro. 2) mentre dall’altra, (le applicazioni dei meccanismi biochimici comportamentali, etc.) fanno sì che diventi imperativo - per chiunque stia per informare un suo simile - avvertirlo (lealmente) prima di almeno queste tre cose: A) - In ogni discorso orale o scritto fatto da qualsiasi uomo inesorabilmente è presente l’inganno del linguaggio, perché è certo che: 1) Il linguaggio può dare solo una interpretazione logica, ma che è limitata ai fatti coscienti, in quanto le pulsioni e l’apprendimento culturale continuano, invece, a restare a far parte del mondo dell’inconscio di chi pronuncia un discorso o lo scrive. 2) E questo avviene, malgrado siano proprio loro, sia le pulsioni, che l’apprendimento culturale, a dirigere ogni discorso che – ed è qui l’inganno – nondimeno ammanta di “alibi logici” l’infinita complessità delle funzioni primitive (le pulsioni) e degli automatismi (l’apprendimento culturale) acquisiti, etc. B) - Ne consegue che per ogni uomo: 1) Sono da considerare “fatti oggettivi”: a) I fatti che sono “riproducibili sperimentalmente” da qualsiasi altro uomo - purché chi decide di riprodurli, di verificarli, segua alla perfezione le stesse modalità indicate e impiegate da chi li ha scoperti e dimostrati. b) Le “leggi generali capaci di organizzare le strutture”. (v. le leggi della fisica) c) I “meccanismi bio-chimici” stabili - come lo sono anche quelli scoperti, studiati e dimostrati da H. Laborit - che presiedono al funzionamento dei sistemi nervosi comuni della specie umana. 2) Sono “non oggettivi”: a) La valutazione dei fatti che si registrano all’interno del sistema nervoso dell’uomo. b) E poi tutto il resto che, alla fine, altro non è che l’“idea” che ognuno ha di sé stesso, che credendola una “sua verità”, tenta di imporre a coloro che lo circondano. E’ una sua semplice opinione quella che ha di sé stesso dunque. Ma che si riduce quasi sempre a

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quella che è stata, invece, costruita in lui, com’è per ogni uomo della terra, nei suoi primi tre anni di vita e dopo, dagli “altri” - da tutti quelli presenti nella nicchia ambientale che è gli toccata in sorte alla nascita – che hanno provveduto a riempirgli prima di tutto l’inconscio. C) - L’uomo inoltre, ha tra i suoi limiti anche quello di essere condannato: a) ad afferrare solo una “parte” dell’intera realtà contenuta in un discorso ascoltato o letto. E’ così anche per la realtà guardata e vista, udita e sentita, etc. di tutta quella insomma che arriva attraverso i sensi, i quali hanno, a loro volta, i propri limiti di funzionamento. b) dai condizionamenti subiti – ma questo vale specialmente per i civili-occidentali - a scegliere la “parte” del discorso ascoltato o letto che è sempre e solo quella che più gli aggrada, perché, sebbene ognuno non possa rendersene conto, è la più vicina possibile (o la più contraria) ai suoi automatismi culturali e ai giudizi di valore, etc. che sono, com’è stato già detto, quelli che gli “altri” della sua nicchia ambientale, fin dalla nascita hanno “stipato” nel suo inconscio, etc. (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato) E’ per questo che ogni uomo della terra inesorabilmente finisce con l’essere quello che soprattutto gli “altri” hanno costruito in lui, perché a sua insaputa hanno riempito per sempre il suo inconscio, partecipando così attivamente e in modo determinante e definitivo a strutturare la sua definitiva personalità unica. ------------------------ Come sarà sempre più chiaro, a condannare l’uomo è stata allora, soprattutto la mancanza di conoscenza dell’Animato, dell’essere vivente, del suo sistema nervoso e del suo modo di funzionare, insomma di sé stesso, dell’Uomo, oltre ai suoi limiti naturali appena ricordati e agli altri legati ai vari stadi della coevoluzione biologica e culturale della specie, etc. ma soprattutto dai condizionamenti ricevuti. Tutto questo ha, infatti, limitato le sue scelte. Ma - poiché l’ignoranza e tutti i limiti naturali e i condizionamenti e gli altri fattori, etc. ancora persistono e si vanno potenziando - l’uomo civile-occidentale del terzo millennio è più di tutti gli altri restanti della terra ancora condannato: A) A non essere ancora in condizioni di capire fino in fondo: 1) che ogni individuo della specie è soltanto un sottinsieme della Specie. 2) che l’uomo, come qualsiasi altro animale, ha dei limiti naturali come, per esempio quelli stabiliti dalle “pressioni di necessità” (o pulsioni primordiali: mangiare, bere, riprodursi) che, prima di tutto, lo condannano ad entrare in competizione per obbedire immediatamente e quindi, ad agire per prima ristabilire e poi mantenere costante l’equilibrio interno della sua struttura-organismo, pena la sua morte! 3) che ogni individuo è fondamentale per l’equilibrio della sua specie. E’ fondamentale anche per quello dell’ambiente, che è fondamentale per quello della biosfera… 4) che la finalità di ogni individuo è la Specie. 5) che tra l’individuo singolo e la specie si è interposta la decisione di organizzarsi in gruppo. Una scelta che, all’inizio della sua evoluzione, ha mostrato di essere molto valida e indispensabile per la conservazione della specie, perché è solo così che l’uomo è riuscita a sopravvivere alla ferocia dell’ambiente. Ma che, costringendolo a dedicarsi all’esclusivo interesse immediato del gruppo di appartenenza: a) ha finito con il precludergli la possibilità di approfittare delle risorse dell’intera sua specie e di quelle dell’intera fauna e della flora, della “cornucopia” offerta dalla Natura e quindi di usare i suoi stessi “regolatori interni” e quelli del suo gruppo come “servomeccanismi” per l’intera specie. b) decisione che, com’è stato appena detto, è stata determinata dalla frapposizione tra l’individuo e la sua specie dei meschini interessi del gruppo di appartenenza, ottenendo così di diluire la sua finalità lungo i vari livelli, i gradini delle scale gerarchiche di dominanza, fino a farla letteralmente scomparire. ----------------------------

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Un esempio della “diluizione di una finalità” lungo la scala delle dominanze:E’ così, alla fine, soltanto il creatore, il progettista della costruzione conosce appieno la finalità della sua opera, perché questa conoscenzaviene poi necessariamente diluita a scalare tra i vari ingegneri esecutori del progetto, che ne conoscono così solo una parte e poi via via tra i geometri e i capomastri, etc. fino agli operai che molto spesso non sanno più niente del perché di quello che pure sono completamente impegnati a costruire, a produrre. (v. la “parcellizzazione” di Fredman) ----------------------------------- B) Ad accettare – perché convinto di riuscire soltanto così a guadagnarsi il diritto di sopravvivere – di produrre merci di qualsiasi genere e di consumarle secondo le mode. Una scelta che, com’è stato già detto, ha finito con l’indirizzare tutta la ricerca – anche perché finanziata dai dominanti - verso la conoscenza dell’essenza e delle leggi dell’Inanimato che è in pratica la conoscenza di tutte quelle “informazioni tecnologiche” divenute indispensabili per poter costruire macchine sempre più efficienti, per produrre merci (armi!) in quantità sempre maggiori e ormai all’infinito. Mentre, invece - come già lamentava H.Laborit, nel 1976, a Parigi, nel suo “Elogio della Fuga”, per i tipi dell’Editore Laffont: “In realtà dovrebbe esserci la conoscenza di ciò (del cervello) che ha permesso la costruzione della fisica e di ciò che il discorso nasconde (pulsioni e automatismi culturali).” (“Elogio della Fuga”, Milano, Arnaldo Mondatori Ed., Oscar, 1990, pag. 126 ) Poi continuava spiegando come questa conoscenza di ciò che il discorso nasconde (leggi: delle pulsioni primordiali, dei bisogni acquisiti imposti dalla dominanza, etc.) sia ancora agli inizi, perché prima di essa – a causa di scelte, com’è stata quella di stabilire la dominanza sul possesso di persone e di cose e sulla produzione e il consumo di merci, etc. - la conoscenza della scienza dell’Inanimato (che serve prima di tutto a produrre armi sempre più potenti) era già divenuta indispensabile. Inoltre, la conoscenza dell’Animato risulta essere così complicata perché, chiama in causa strutture in cui non sono presenti soltanto processi termodinamici (facilmente individuabili e quantificabili perché investono il campo della fisica). Ma soprattutto è anche nascosta. Solo di recente è potuta venire alla luce, perché la biologia dell’inconscio e la conoscenza dei processi che animano il nostro sistema nervoso, non riescono quasi mai a liberarsi degli alibi logici che li ammantano. Restano sotto la maschera dei processi di conoscenza intrisi di discorsi che, com’è noto, sono costretti a servirsi dell’inganno del linguaggio (v. alla pagina seguente. 29) ------------------------------------Ma ora è necessario accennare prima a:L’ “Inconscio”Ma l’Inconscio dell’Uomo non è altro che: “l’insieme delle attività della mente che non sono presenti alla coscienza”. Nel IV sec. a. C. Platone lo descriveva come una particolarità propria del cervello umano. Un’attività collegata soprattutto al sogno, alle manifestazioni della “bestialità” umana che in questo si libera. Successivamente fu considerato da Leibniz come una delle varie attività della mente, che: “benché troppo piccole e confuse per essere presenti alla coscienza, riescono ad influenzare tutti quei comportamenti, dal gusto alle simpatie, che non hanno una chiara origine razionale.” Se ne occuparono anche molti altri filosofi, come Kant, Schopenhauer, Schelling e altri. Ma soltanto nel 1900, con la pubblicazione dell’“Interpretazione dei sogni” di Freud, l’inconscio diventa oggetto di uno studio approfondito. Ma per tutti, è stato sempre difficile ammetterne e dimostrarne l’esistenza. “Altrimenti che inconscio sarebbe?” (è una sintesi da Pietro Greco “Einstein e il Ciabattino”, Roma, Editori Riuniti 2002, pag.274)

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Soltanto circa quaranta anni fa, probabilmente è stato Henry Laborit, il primo che ha iniziato a parlare, dopo averla scoperta, studiata e dimostrata, della “Biologia dell’Inconscio”. Ma il vero problema dell’inconscio è che, poiché è creduto non dimostrabile, può essere allora, immaginato in qualsiasi modo. Per esempio, anche come una sorta di “sarcofago” che ogni uomo custodisce a sua insaputa nella più profonda e irraggiungibile delle cripte, infondo, tra le pieghe della sua anima. Ma nel quale, paradossalmente: a) di nascosto di chi lo possiede, è sempre stata deposta quella parte della sua anima indelebilmente marchiata nei primi tre anni della sua vita, principalmente dagli automatismi culturali e dai giudizi di valore e regole, leggi, etc. insomma da tutte le strategie della socio-cultura dominante. Sono state ricevute direttamente dai propri genitori, apprese dal loro esempio e da “altri”, che le hanno tutte ricevute ancora da “altri” della nicchia ambientale, e così via, generazione dopo generazione. Sempre con quell’unico scopo: conservare e perpetuare le dominanze esistenti. Valori che ogni uomo - sebbene non possa mai conoscere né quali siano, né riesca mai a sapere quanti ne possieda e quindi non può nemmeno pensare di usarli volontariamente, etc. – nondimeno, paradossalmente non riesce mai più a pensare di non averli, sia perché, sorprendendolo, gli appaiono all’improvviso sotto forma di “fantasmi dell’imprinting”, che raramente riconosce, sia perché, ma senza mai averne coscienza, spesso si accorge di essere spinto a seguire nelle sue scelte e ad imporre, sia a sé stesso, che agli altri, il rispetto di regole, leggi, etc. che appaiono sorprendenti anche a sé stesso, perché tutte sempre prive di una base logica. (v. per esempio, le simpatie, le antipatie spontanee, le idiosincrasie e le scelte di quei particolari colori, o di persone, oggetti, etc.) Regole e leggi che, per giunta, anche se dovessero mostrarsi nella loro realtà di sicuri prodotti del mondo del suo inconscio, l’uomo sarebbe comunque costretto a difenderle con determinazione, non soltanto quali sicure “verità” assolute, ma anche come tutte certamente “sue” verità personali, perché arrivano dal profondo della sua anima. Ed è per questo pronto, deciso a cercare di imporle agli altri (v. le ideologie). b) ma detto sarcofago, che, com’è intuibile, ha certamente una capienza limitata, va chiudendosi troppo velocemente. Finisce così con il seppellire e sigillare definitivamente tutto il suo contenuto segreto in circa tre anni. Contenuto che marchia l’anima e che resterà per sempre nascosto, sconosciuto e immodificabile! E’ poi proprio questo suo essere dotato dell’inconscio, del suo mondo particolare e sconosciuto, che fa sì che l’uomo, senza riuscire a rendersene mai conto, debba, com’è stato già detto, continuare, per esempio, ad ingannare i suoi simili, sia scrivendo, che parlando; che egli possa ascoltare chi parla solo con un orecchio, ma che è già pre-adattato dai condizionamenti subiti; mentre, si costringe a vedere con i suoi occhi soltanto la parte che più gli piace. Ma tutto senza una logica, senza mai potersi spiegare il perché. -------------------------------L’ “inganno del linguaggio” Le scoperte dei meccanismi bio-chimici comportamentali presenti nel suo sistema nervoso e della biologia dell’inconscio, hanno, infatti, rivelato come l’uomo sia costretto nel suo modo di comunicare e di relazionare con i suoi simili, di trasmettere e ricevere informazione, a servirsi dell’inganno del linguaggio( o a subirlo), perché: a) l’uomo quando parla o scrive è certamente motivato dalle sue passioni (pulsioni). Ma - senza aver mai potuto rendersene conto - dentro ognuna di queste nasconde la sua vera anima che nondimeno non si rivela mai. Com’è ormai noto, il suo discorso è sempre guidato, sia dalle sue pulsioni, sia dal personale, apprendimento culturale. Ma, poiché entrambi fanno parte soltanto del mondo del suo inconscio, restano nascosti soprattutto a sé stesso.

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b) inoltre, c’è da considerare che, le pulsioni primordiali: bere, mangiare, riprodursi, si rivelano chiaramente ma solo al momento del bisogno - perché sono indispensabili per costringerlo alla immediata ricerca dell’equilibrio interno della sua struttura-organismo, per mantenerlo e conservarlo in vita (v. il “Cervello di rettile”). Gli automatismi culturali e i giudizi di valore, sono, invece, quelli con i quali gli “altri”(2) della sua nicchia ambientale, gli hanno, fin dalla nascita, riempito l’inconscio. Automatismi culturali che, com’è noto, restano, anche questi sconosciuti a sé stesso. Sono tutti gli apprendimenti imprevedibili nel loro manifestarsi e soprattutto inutilizzabili volontariamente nelle scelte, alle quali nondimeno inesorabilmente partecipano. E’ quello che succede a qualsiasi altra forma di apprendimento o di esperienza fatta (v. il “fenomeno dell’Imprinting”) prima dei tre anni di vita, perché anche queste rimangono sepolte e sigillate per sempre nel sarcofago dell’inconscio! c) ecco perché tutto questo non può avvenire che fuori della propria coscienza, all’insaputa di chi pure sta parlando o scrivendo. E’così perché, com’è stato appena detto, mentre le pulsioni sono quelle comuni, naturali, istintive di ogni animale che compaiono quando è necessario, l’apprendimento culturale è, invece, solo quello che gli è stato imposto da tutte le generazioni passate, grazie ai suoi genitori e agli “altri” della sua nicchia ambientale, ma soprattutto perché, ammantandosi nel discorso di un “alibi logico”, non si rivela mai. d) Mentre, invece, a complicare ancora di più questo sistema di relazionare attraverso il linguaggio, che è solo tra umani, colui che viene in-formato, l’ascoltatore o il lettore di un discorso, non solo è condannato – perché legato al suo inconscio; ed è questo un altro dei limiti propri dell’uomo - ad afferrare soltanto una parte della intera realtà che sfocia dal discorso, ma anche, com’è stato detto, è costretto a scegliere soltanto quella parte del tutto che è la più vicina possibile (o completamente contraria) proprio agli automatismi culturali e ai giudizi di valori che gli sono stati imposti. Ma che nondimeno risultano essere sempre diversi da quelli che guidano il discorso di chi sta ascoltando parlare o leggendo gli scritti, perché gli “altri”(v. Nota:(2) a pag. 50), che nella sua nicchia ambientale, fin dalla nascita, hanno stipato il suo inconscio, certamente non possono essere tutti gli stessi per entrambi. -------------------------------------- Allora, per finalmente tentare di conoscere un po’ meglio sé stessi e - visti i limiti della conoscenza attuale - appena un po’ di più il proprio sistema nervoso e il suo funzionamento - per poter insomma avere sull’Uomo in generale e quindi sul proprio bambino, altre informazioni interdisciplinari - è necessario, aver prima appreso almeno le basi della “Bio-Psico-Sociologia”, di Henry Laborit . E’ appunto anche per questo che – guidata da un dialogo, dal titolo: “Triagolo di un adulto e due bambini” (tratto da “Lo Spirito del Solaio”, uno dei libri di divulgazione di questo grande scienziato-biologo. Milano, Arnoldo

Mondadori Editore, 1994, pag. 8 - 43), è stata ricavata una sintesi trasformata in un semplice ed elementare e alla portata di tutti, un:

“PICCOLO MANUALE BREVE” “Dall’Atomo alla Specie Umana” attraverso la “BIO-PSICO-SOCIOLOGIA” di Henry Laborit. (Ovvero come accedere ad una quantità d’informazioni maggiore di quelle di un qualsiasi scienziato del Novecento.) “La “biologia” è la scienza che si occupa degli esseri viventi.Esistono le cose, gli oggetti e poi gli esseri che vivono e che muoiono. Cose e oggetti non si riproducono e non si spostano da sole. Le piante sono esseri viventi che, invece, anche se non si muovono, si riproducono. Lo fanno grazie agli insetti alati e al vento che trasportano il seme maschile (il polline) nella corolla della femmina (il fiore). E’ così che dopo, dal fiore può nascere il frutto e il seme, e l’albero!Le piante sono inesorabilmente condizionate dall’ambiente in cui vivono. Ma importante è la loro “struttura”.

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“Un insieme” Tutto ciò che conosciamo, vediamo, tocchiamo, etc. una cosa, un oggetto, un animale, una persona... un albero (secondo il linguaggio “cibernetico”), è “un insieme”, che è fatto di vari “elementi”.Per esempio, anche una stanza è “un insieme” fatto dai suoi “elementi”. Elementi sono i muri, la finestra, il tavolo, la sedia, i mobili, le suppellettili, etc. Ma questi elementi presenti nella stanza non sono lì disposti a caso. Hanno un loro ordine, perché esiste tra loro, tra i vari elementi una “relazione”. Esistono tra tutte queste cose dei rapporti precisi. Sono proprio questi rapporti o “relazioni” che costituiscono la “struttura”. La “struttura” è l’insieme delle “relazioni” esistenti tra gli “elementi” di “un insieme”. L’insieme, in questo caso, è la stanza. Ma fino ad ora si è semplicemente parlato solo della struttura di cose inanimate.

La “struttura degli esseri viventi”, invece, secondo H. Laborit : “è un bel problema da trattare”.

La “materia”La “materia” è tutto ciò che è possibile vedere e toccare, piante, animali e uomini compresi. Ma esiste una parte così piccola di materia che non è possibile né vedere, né toccare. Sono gli “atomi” che, riunendosi insieme, legandosi stabilmente tra loro, formano appunto quella che si chiama la “materia” (inanimata). (Sono sempre gli stessi atomi che riunendosi insieme, ma stabilendo tra loro delle “relazioni” diverse, formano la “materia vivente”, animata.) Gli atomi sono così piccoli che non possono esser visti e quindi non possono essere divisi (tagliati). Ma ora si sa che gli atomi sono anch’essi un “insieme”, perché sono composti da una serie di “elementi” ancora più piccoli (v. le particelle atomiche e subatomiche, etc.) e che quando un atomo si spezza produce una grandissima quantità d’“energia” (v. la “bomba atomica” e l’ “ossidazione”).

L’“energia” L’“energia” non è definibile. Ma si può misurare la “quantità di lavoro” che fornisce.E’ stato Albert Einstein che per primo ha intuito e poi dimostrato che la materia può trasformarsi in energia e, viceversa, l’energia in materia. E’ questo uno dei significati della famosa equazione: E = m c 2.

La “molecola” E’ stato detto che particelle ancora più piccole (v. le particelle atomiche e subatomiche) formano l’insieme che è detto atomo. Ma è sempre un insieme di atomi che forma una “molecola”.Gli stessi atomi che formano la materia, della quale sono fatte le cose, gli oggetti, etc. riunendosi formano altri insieme che sono le “molecole degli esseri viventi”, che hanno una struttura diversa da quella degli oggetti inanimati, perché diversi sono i rapporti tra i vari atomi, ovvero le “relazioni” che intercorrono tra gli atomi - malgrado questi siano sempre gli stessi - perché l’intero universo è formato sempre e solo dagli stessi elementi (per oltre il 72 % di idrogeno, per il 25 % di elio e solo per l’1 % di metalli pesanti.) Negli esseri viventi le “molecole”, che si riuniscono, formano un nuovo insieme: La “cellula”.A differenza dell’invisibile atomo la cellula è visibile al microscopio. Il microscopio è una lente potentissima che vede (scopio) il piccolissimo (micro).

La “cellula” è una “fabbrica”. Il corpo umano è composto da circa settecentomila miliardi di cellule, ovvero da una infinità di piccole fabbriche. E’ noto che per far funzionare una fabbrica sono necessari gli operai e un imprenditore e ancora i macchinari e l’energia per far lavorare i macchinari e poi la materia prima da trasformare, grazie all’informazione e all’energia in un oggetto. Gli operai e l’imprenditore sono soltanto delle macchine supplementari necessarie per fa funzionare le altre macchine. Anche nella piccola fabbrica, che è la cellula, sono necessari macchinari (quelli presenti nella cellula sono numerosissimi e saranno nominati altrove) e quindi dell’energia (l’energia viene dagli alimenti mangiati. E’ quella del sole). Ma, in questo particolare tipo di fabbrica, gli oggetti prodotti dalla fabbrica sono la cellula stessa.

“Una cellula è una fabbrica che produce la cellula stessa.” Riproduce sé stessa, perché il suo unico scopo è mantenere la sua “struttura” di “fabbrica di cellula”.

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Come ogni fabbrica, la cellula produce anche scorie.

Ma, sempre seguendo H. Laborit, è il momento di tornare un attimo indietro:

“Si ritiene che la terra sia nata a partire da una nuvola di polvere e che all’inizio non vi fossero esseri viventi sulla sua superficie, parlo di circa quattro miliardi e cinquecento milioni di anni fa. (…)” Ma appena dopo, tre miliardi e cinquecento milioni di anni fa, sono apparse sulla terra le prime cellule viventi. Non si sa ancora bene in che modo. (…) siamo ancora nel campo dell’ipotesi.” (“Ma che cosa è un “ipotesi”?”“Vedete quei barattoli di marmellata sulla mensola?”“Se guardando l’etichetta, si afferma che quelli sono barattoli che contengono marmellata senza averli prima aperti per verificare, è stata avanzata un ipotesi. (…)”.) “Quello che si può dire è che, quando sono comparsi, gli esseri viventi erano piccole cellule sperdute nell’oceano, le piccole fabbriche chimiche (le cellule), erano più semplici di quelle attuali.”

L’“Ossigeno”Non vi era ossigeno molecolare nell’atmosfera. Senza l’ossigeno (O2) l’uomo muore, tutti gli animali muoiono. Ma le prime cellule immerse nell’oceano non respiravano ossigeno, “fermentavano”. Utilizzavano, invece dell’ossigeno, enzimi per metabolizzare le sostanze nutrienti.Esistono ancora oggi cellule di questo tipo che messe in presenza di ossigeno muoiono.

“L’ozono” All’inizio la vita sulla terra è stata difficile. I micidiali “raggi ultravioletti” del sole senza la “fascia di ozono” che li blocca nella parte superiore dell’atmosfera, bruciano tutto quello che incontrano (v. i “buchi dell’ozono”). Bastano piccole quantità di raggi ultravioletti per dare “colpi di sole” che procurano ustioni anche gravi. Ecco perché le cellule si nascondevano nell’oceano.Non esisteva ancora ozono, perché per ottenerlo sono necessari tre atomi di ossigeno (O3).

“La Clorofilla”L’ossigeno è comparso dopo che alcuni atomi si sono riuniti e hanno formato la “clorofilla”. La clorofilla è quella che dà il colore verde alle foglie. E’ capace di dissociare la molecola dell’acqua, la quale è formata da tre atomi: due di idrogeno e uno di ossigeno (H2 O). Ma mentre l’ossigeno viene liberato nell’aria, che è diventata così respirabile, l’idrogeno dalle piante verdi viene legato al carbonio ( C ) assorbito dal suolo. Utilizzando l’energia fornita dal sole, le piante verdi legano il C all’H e costruiscono la propria struttura e tutte le sostanze che costituiscono gli esseri viventi: gli zuccheri, i grassi e le proteine, che sono caratteristiche degli esseri viventi (v. la “sintesi clorofilliana”.) E’ naturalmente tutto molto più complicato. Ma basta sapere che l’ossigeno circola libero nell’aria, grazie alla clorofilla delle piante verdi che dissocia l’acqua per poter utilizzare soltanto l’idrogeno (H) (liberando l’ossigeno nell’aria) per costruire la propria struttura e poi anche tutti gli esseri viventi della terra. Così tre atomi di ossigeno libero si sono riuniti insieme per formare l’ozono, il quale sistematosi nella parte alta dell’atmosfera protegge con la sua “fascia” la superficie terrestre dai micidiali raggi ultravioletti, consentendo la vita agli esseri viventi.

Costituitasi la fascia di ozono, le prime piccole cellule perdute nell’oceano, protette dai raggi ultravioletti, poterono avventurarsi sulla terra ferma. Ma subito trovarono l’ossigeno che per loro era pericolosissimo perché l’ossigeno è tossico. (L’ambiente terra è stato per questo definito: “un assurdo chimico”).

L’ossigeno è tossico. Gli atomi, infatti, com’è noto, sono a loro volta un insieme costituito da un “nucleo centrale” attorno al quale girano delle piccolissime particelle di materia. Tra queste ci sono anche gli “elettroni”. Gli elettroni vanno in coppia. Ma sullo strato esterno della molecola di ossigeno formata da due atomi (O2) mancano due elettroni. Vi sono due elettroni liberi perché non sono appaiati. Ecco perché l’ossigeno è tossico, perché i due elettroni, non potendo restare liberi cercano immediatamente di accoppiarsi con i due elettroni della prima molecola che incontrano, che a sua volta, essendo stata privata di due elettroni cerca immediatamente di recuperarli attaccando un’altra molecola, etc. (v. i famosi “radicali liberi”). Per il delicato equilibrio della materia vivente questo è un gran “casino”. (E’ proprio ciò che avviene in modo enorme e terrificante con la bomba atomica.). Ma la Natura – alla quale ricorriamo tutte le volte che non abbiamo una valida spiegazione – ha inventato delle “forme viventi nuove” in grado di vivere in presenza di ossigeno.

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Queste nuove forme viventi sono letteralmente entrate fisicamente nel corpo di quelle più vecchie come “simbionti”, permettendo a queste di riuscire a vivere in presenza di ossigeno.Addirittura le scorie delle prime sono diventate alimento per le seconde. Si è formata così tra le due forme viventi quella che si chiama: “simbiosi”. Il nome deriva dal greco antico e significa: “vivere insieme”.

I “mitocondri”Le nuove cellule che sono entrate nelle vecchie hanno prodotto macchine capaci di utilizzare l’ossigeno: i “mitocondri”.I mitocondri, grazie all’ossigeno, producono una molecola che si chiama “ATP” (adenosina trifosfato). E’ la molecola che rappresenta l’energia che la cellula mette in riserva per utilizzarla per compiere il suo lavoro di fabbrica di cellula, che è (soprattutto) quello di “conservare la sua struttura”, per rimanere in vita, visto che se perde la sua struttura, perché non riesce a conservarla, la cellula muore. E’ stato già detto che le prime cellule disperse nell’oceano non utilizzavano l’ossigeno, non respiravano, ma “fermentavano”.Anche con la “fermentazione” si produce “ATP”. Ma in quantità appena sufficiente per mantenere la propria struttura e quindi, appena per sopravvivere.L’ATP prodotto, invece, dal lavoro dei mitocondri è in quantità maggiori. Quantità di energia cellulare che sono sufficienti, non solo per mantenere la propria struttura cellulare, ma per assicurare alle cellule anche una serie di funzioni; per consentir loro di agire, ma sempre, per ottenere l’unico scopo, che è poi quello di mantenere la propria struttura e quindi quella della struttura-organismo nel quale sono inglobate. Andando avanti nel tempo le singole cellule hanno cominciato a riunirsi in gruppi. Hanno formato delle vere e proprie colonie, che è possibile immaginare essersi riunite insieme in una forma, la più semplice, come quella sferica. E’ possibile allora, definire le prime colonie cellulari: “palline pluricellulari”, ripiene di cellule. Ma il “nutrimento” di dette colonie pluricellulari è tutto all’esterno. E’ tutto nell’acqua del mare nel quale le prime palline pluricellulari sono ancora immerse. Quindi ogni “pallina” può nutrirsi solo attraverso la sua superficie. Ma la superficie che viene a contatto con l’acqua del mare che contiene l’alimento, è insufficiente e inadeguata perché a causa della sua limitata “estensione”, diventa per questa impossibile assorbire, non soltanto la giusta quantità di cibo necessaria a tutte le cellule della colonia pluricellulare, ma anche riuscire a far arrivare il nutrimento alle cellule che sono sistemate al centro della pallina piena. Infatti, mentre la superficie, essendo soltanto di due dimensioni, può crescere soltanto al quadrato – e una superficie viene infatti misurata al quadrato - una pallina pluricellulare piena, invece, è fatta di tre dimensioni – ed è misurata al cubo - e quindi continua anche a crescere e a svilupparsi al cubo, conservando una superficie che resta sempre al quadrato.

“Cuore e Vasi sanguigni” Ma ecco che allora torna di nuovo ad intervenire la Natura.La quale, prima fa in modo che la pallina pluricellulare, uscendo dall’acqua per approdare alla terra ferma, comunque si porti dietro una certa quantità di mare – di quello stesso mare che, fino ad allora, l’ha sempre nutrita - poi s’inventa una pompa capace di mandare l’acqua del mare e il suo nutrimento a tutte le cellule della colonia e di distribuirlo anche a quelle più interne alla pallina piena. La Natura si è così inventata il cuore e i vasi sanguigni: la “pompa” e i “tubi” dell’acquedotto.

“L’Ambiente Interno” L’acqua del mare, che la pallina si è portata “dentro”, forma quello che è stato definito: “ambiente interno”, del quale il “sangue” è solo una parte. Ma è il sangue che serve a trasportare, grazie al “pompaggio del cuore”, lungo i tubi dei vasi sanguigni, le sostanze nutrienti e l’ossigeno, del quale le cellule ormai non possono fare più a meno. L’ossigeno dell’aria è assorbito attraverso la respirazione polmonare. Nei polmoni entra direttamente in contatto con il sangue, che così, grazie all’emoglobina contenuta nei globuli rossi, può assorbirlo e distribuirlo alle varie cellule. Mentre gli alimenti vengono “mangiati”. E’ poi, nello stomaco e nell’intestino che, gli alimenti mangiati dalla bocca, grazie alla secrezione di sostanze vengono ridotti in frammenti sempre più piccoli fino alla molecola. Le molecole di alimento vengono raccolte dal sangue dai vasi sanguigni che le assorbe e le trasporta, sempre sotto forma di molecole, principalmente al fegato che le mette in riserva. Salvo a rimetterle in circolo tutte le volte che sono necessarie all’organismo per conservare la sua struttura o per agire sull’ambiente che lo circonda, ancora e sempre per quell’unico, solo scopo: l’immediato recupero dell’equilibrio interno della struttura-organismo.Le parti degli alimenti ritenute inutilizzabili formano le “scorie”, che vengono eliminate attraverso l’ano sotto forma di feci o con le urine.

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Il “Sistema Nervoso dell’Uomo.”

I settecentomila miliardi di cellule che in media formano la struttura-organismo di un uomo alto un metro e sessanta, devono comunicare tra loro per poter funzionare all’unisono. Questo avviene soprattutto grazie al sistema nervoso.Dal punto di vista della “cibernetica”, l’organismo umano è un insieme costituito da un serie infinita di elementi cellulari riuniti in particolari colonie o gruppi (v. gli organi e i sistemi). Ogni singolo elemento-cellula che fa parte di una colonia o gruppo, è in costante relazione con gli altri elementi del suo stesso gruppo, grazie ad una “informazione di struttura” che è propria del gruppo cellulare. Ma ogni gruppo, per sostenere la sua struttura e quella del suo livello di organizzazione e dell’intero organismo nel quale è inglobato, è in continua relazione anche con tutti gli altri gruppi dei vari “livelli di organizzazione” della intera struttura-organismo, anche i più lontani, grazie ad una “informazione circolante”.Per questo le cellule, che sono tutte immerse nello stesso “ambiente interno”, grazie al sistema nervoso che le struttura informandole, le dirige, le controlla e ne soddisfa i bisogni esaudendone i necessari desideri, comunicano tra loro, anche a distanza, servendosi di varie modalità. Due sono le principali: 1) Attraverso il “sistema endocrino” che secerne nel “sangue” e/o nell’“ambiente interno” nel quale sono immerse tutte le cellule dell’organismo, la sostanza chiamata “ormone” prodotta da una “ghiandola specializzata”. E’ per questo che la ghiandola è detta “endocrina”. E’ per distinguerla dalle ghiandole “esocrine” che, invece, secernono la sostanza da loro prodotta all’esterno dell’organismo. Come le ghiandole salivari o quelle dell’intestino che secernono, le prime, la saliva nella bocca e le altre nel lume intestinale. Bocca e intestino comunicano con l’esterno. Gli ormoni prodotti dalle “ghiandole endocrine”, trasportati dal sangue, (o diffondendo nell’“ambiente interno”) raggiungono le particolari cellule di alcuni organi e ne influenzano il funzionamento. Gli ormoni trasportano a distanza da parte del sistema nervoso, un ordine, un suo messaggio (v. la “informazione circolante”) ed erano per questo detti anche: “messaggeri chimici”.

2) Attraverso il sistema nervoso. “Un sistema nervoso serve ad una cosa sola ad agire.” Gli animali che, a differenza delle piante, posseggono un sistema nervoso, possono muoversi e agire sull’ambiente che li circonda in modo da assicurarsi la sopravvivenza, la riproduzione e quindi riuscire a proteggere costantemente la loro struttura. Ma il sistema nervoso deve prima di tutto conoscere le esigenze della società cellulare che forma l’organismo-struttura.E’ noto che tutte le cellule dell’organismo sono immerse nell’“ambiente interno” (liquido) che ha caratteristiche pressoché costanti. Ma, se un soggetto (animale o uomo) non ha mangiato da qualche ora, le sostanze nutrienti necessarie alle varie cellule cominciano a scarseggiare, ne circolano troppo poche nell’ambiente interno. Se poi non ha bevuto, l’ambiente interno si concentra e si riempie di sostanze tossiche prodotte dalle cellule che soffrono quando lavorano con una scarsa quantità di acqua a loro disposizione.In entrambi i casi si alterano le caratteristiche dell’ambiente interno e poi quelle della circolazione sanguigna.Il “Cervello di Rettile” Ma di quanto sta succedendo nell’ambiente interno viene subito avvertita una porzione molto vecchia del sistema nervoso. E’ il cosiddetto “cervello primitivo” o “cervello di rettile”. Formato dall’Ipotalamo e dal tronco cerebrale o fascio mediale. Chiamato così dal suo scopritore, il neurofisiologo americano Mac Lean, perché è posseduto anche dai rettili. Ma in questo cervello primitivo sono convogliate anche le informazioni che partono dall’ambiente circostante e che, attraverso gli organi di senso, lo raggiungono. Questo “Cervello primitivo” sa quindi immediatamente tutto di tutto. E’ subito informato, sia su quello che sta succedendo nell’ambiente interno grazie alle variazioni di energia che lo informano dello stato di benessere o malessere della colonia cellulare dell’organismo, sia dalle variazioni di energia che avvengono nel mondo esterno che circonda l’organismo. In questo secondo caso, com’è stato detto, le informazioni gli arrivano attraverso i cinque sensi (v. le variazioni di luce, di calore, di rumore, di gusto, etc.) Ma il “cervello di rettile” è costretto ad obbedire immediatamente prima alle esigenze interne della società cellulare, pena la sofferenza e poi il definitivo danno parziale o totale dell’organismo. Per questo - essendo anche bene informato sulla situazione esterna ambientale - ordina alla “zona motoria della corteccia cerebrale” di mettere in moto i muscoli necessari ad agire per compiere, secondo una procedura immodificabile, l’azione indispensabile per ristabilire, nel più breve tempo possibile, l’“equilibrio interno” della sua “struttura-organismo”. In pratica ordina all’organismo del soggetto di muoversi per andare a

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prendere l’acqua e di berla, di andare a cercare il cibo e di mangiarlo, o di scoprire il suo corpo perché fa caldo, o di cambiare ambiente, etc. Il tutto soltanto per ristabilire nel minor tempo possibile la normale attività funzionale delle cellule e la normale composizione dell’“ambiente interno” nel quale sono immerse e così riequilibrare rapidamente e salvare la intera struttura-organismo. Se allora, il soggetto in questione (animale o uomo) agendo “risolve” il suo problema - riuscendo così a proteggere la sua struttura, perché con la sua azione ha rapidamente ristabilito l’equilibrio interno perduto – ecco che il soggetto prova “piacere”. E’ lecito allora affermare che il piacere equivale all’ “equilibrio biologico” ritrovato - è il premio immediato ricevuto per l’esito positiva dell’azione compiuta - e che, il “benessere” della struttura-organismo si ottiene, invece, quando, attraverso l’azione, si è ormai di nuovo raggiunto e stabilizzato il suo equilibrio interno. E’ quindi il risultato positivo ottenuto dall’azione che dà immediatamente il piacere. H. Laborit afferma, infatti, che:“Il sistema nervoso agisce sull’ambiente per far piacere all’organismo”. Il cervello primitivo, il “cervello di rettile” per risolvere, invece, una “situazione di pericolo”, di dispiacere, di dolore, etc. ha a sua disposizione soltanto due strategie da mettere in atto, due soluzioni: 1) ordinare al soggetto la “fuga”, quando questa è possibile. 2) o in alternativa, quando la fuga è impossibile, la “lotta”. E la “lotta” è agire per tentare di far scomparire dall’ambiente le cause del dolore, del dispiacere, della punizione.Riepilogando: Questo “cervello primitivo” è, com’è noto, quello che “contiene” le tre “pulsioni” primordiali: mangiare, bere, riprodursi. Le “pulsioni”, com’è noto, sono le stesse che spingono il sistema nervoso a dare il via alle azioni necessarie per rimuovere le cause ambientali che turbano l’equilibrio interno dell’organismo e così poterlo ristabilire immediatamente. Il primitivo “cervello di rettile” è, infatti, dotato di varie modalità di azione. Ma tutte ben stabilite e immodificabili. Inoltre, non essendo dotato di memoria, è privato di qualsiasi possibilità di riferirsi alle passate esperienze ed è costretto a “lavorare solo al presente”. E’ grazie all’Evoluzione, che nei mammiferi compare - e si sovrappone al primo “cervello di rettile” - un “Secondo Cervello” detto dell’Affettività (Mac Lean) o dell’Apprendimento (Laborit), che è “dotato di memorie”.Le “memorie” presenti nel “Secondo Cervello” sono, infatti, più di una. Ma le principali sono due.“Il Neurone e il suo Cervello”Per poter continuare a seguire H. Laborit è ora necessario parlare della cellula che caratterizza il sistema nervoso: il “Neurone”.Il cervello può essere immaginato come una “foresta di alberi” molto fitta, una foresta di “neuroni” molto intricata, più della giungla più intricata che si possa immaginare. (Per i genitori e gli educatori… è fondamentale sapere come questa foresta di neuroni che pure esiste in fieri, nondimeno si realizzi soltanto sotto gli stimoli-informazione che raggiungono dall’esterno il sistema nervoso del soggetto. E che questo avviene definitivamente e soltanto nei primi anni di vita e poi mai più!)I “neuroni” sono gli alberi della giungla. Sono disposti a strati sovrapposti: una foresta sull’altra. Ogni strato è, infatti, a sua volta una intricatissima foresta che si appoggia su quella sottostante (solo nella “corteccia cerebrale” gli strati sono cinque). Gli alberi stanno in piedi l’uno sull’altro, ma molti sono coricati, posti di traverso, capovolti, piegati su se stessi, gli uni agli altri legati, aggrovigliati, etc.Il “neurone” è come un albero d’inverno. E’ senza foglie. Ma è da esaminare al contrario. Si parte dai rami per arrivare alle radici. I sottili rami della sua chioma sono i “dendriti” del neurone. I “dentriti” sono le “antenne riceventi” del “neurone”.Il tronco dell’albero, proprio nel punto dove convergono tutti i suoi rami (i dentriti), ha una sorta di grande rigonfiamento. E’ il “corpo centrale cellulare” proprio della cellula neurone.E’ da questa che “fila” il suo tronco, che è sottile, allungato. E’ l’“assone” del neurone. Ma il tronco (l’assone) non finisce con le solite radici, ma con un unico “bottone sinaptico” o “sinapsi”, che è appunto unica e va ad attaccarsi ad uno solo dei sottili rami, i “dendriti” della chioma dell’albero dello strato sottostante. E’ così che, per esempio, nella corteccia cerebrale, un albero (un neurone) può essere, attraverso i suoi rami-dentriti, collegato a diecimila altri alberi (neuroni), ognuno dei quali, a sua volta, con il suo unico assone va a legarsi ad un solo ramo-dentrite, dei rami (dendriti) di un altro albero sottostante o adiacente o lontano o lontanissimo. Ma ogni “neurone” usa per fare questo soltanto il proprio, unico “bottone sinaptico” (o sinapsi) che è posto alla fine del suo assone: che è una sorta di radice unica, sui generis, finale. (Come sarà ancora detto, ogni neurone può ricevere diecimila stimoli attraverso le sue antenne (i rami o dendriti) ma può trasmetterne solo uno attraverso il suo unico assone e il suo bottone sinaptico.)

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. Ma lo “stimolo nervoso” può procedere e progredire soltanto secondo un prestabilito senso unico: dendriti, corpo centrale cellulare, assone… dendrito, etc.Diecimila impulsi possono essere così ricevuti dai dentriti (i rami dell’albero) di un solo albero-neurone. Sotto forma di impulsi elettrici, convergono sul suo corpo centrale cellulare e vengono poi incanalati sul suo unico assone (il tronco), che li trasmette, attraverso la sua unica connessione sinaptica, ad uno solo dei possibili diecimila dentriti dell’albero sottostante, etc. Ogni “sinapsi” comunica con quella con la quale è collegata. Ma trasmette il suo ordine attraverso la sua unica sinapsi emettendo delle “vescicole” che contengono sostanze chimiche: i “neurormoni” o “mediatori chimici”. Questi sono latori di un ordine preciso (e specializzato), che hanno ricevuto dal proprio assone, con un impulso elettrico. Il sistema di trasmissione di un qualsiasi comando è allora da considerare “misto”, perché: 1) nasce sempre “chimico” nelle sinapsi poste sui suoi dentriti. 2) diventa elettrico lungo il dendrite e poi, dopo aver percorso sempre come stimolo elettrico il suo tragitto lungo l’assone. 3) alla fine, sull’ultima, unica sua sinapsi ridiventa chimico. Ma solo per un attimo, il tempo necessario alla “vescicola” neurochimica di passare dalla sinapsi del suo neurone all’altra, poi subito torna ad essere elettrico. E’ grazie a questo sistema di contatti (virtuali) tra neuroni - che in verità è molto più complicato ed estremamente complesso -, che è nondimeno potenzialmente possibile avere nel cervello umano un milione di miliardi di connessioni sinaptiche, che, come sarà detto, equivale ad un “potere associativo” strabiliante e ancora difficile da raggiungere, anche per il più sofisticato e potente dei cervelli artificiali prodotti dall’uomo. Secondo H. Laborit: “Un neurone è una specie di ghiandola a secrezione interna (endocrina). Forma infatti sostanze che riversandosi a livello della sinapsi, provocheranno eccitazione o inibizione nel neurone successivo. Queste sostanze sono chiamate “mediatori chimici” (o neurormoni) dell’influsso nervoso perché servono da intermediari ai neuroni per comunicare tra loro.” E’ importante notare come la sinapsi finale dell’assone, non sia letteralmente incollata a quella del dentrite del neurone successivo. Esiste tra la sinapsi dell’assone di un neurone e la successiva sinapsi del dentrite di collegamento uno spazio virtuale (v. l’ambiente interno), nel quale cadono le “vescicole” (che vengono così a trovarsi per un attimo immerse nell’ambiente interno) prima di raggiungere il sito specifico nella sinapsi collegata alla quale sono dirette. Ripetendo: Il neurone riceve lo “stimolo” chimico da una delle sinapsi posta su uno dei suoi dentriti. Il dentrite lo trasmette come stimolo elettrico al corpo centrale della sua cellule neuronale e questa servendosi dell’assone (che è una sorta di filo elettrico) manda uno stimolo elettrico al suo bottone finale, alla sua sinapsi e le ordina di emettere uno (o più) dei mediatori chimici che lo stesso neurone ha prodotto. Il mediatore chimico (la vescicola) che viene emesso dalla sinapsi, è sempre “specifico” per quello stimolo e trasmette un solo ordine, sempre lo stesso. Il neurone, infatti, è di regola specializzato. Una volta secreto dalla sinapsi, il mediatore chimico cade nel lume dello spazio virtuale che separa la sua sinapsi da quella del dentrite del neurone successivo al quale è collegato. Ma appena raggiunge l’altra sinapsi (quella del dentrite del neurone successivo), le trasmette proprio lo stesso ordine che ha ricevuto, che da questa sarà di nuovo trasformato in uno stimolo elettrico. E’ così che lo “stimolo elettrico e chimico e poi elettrico…” passa da un neurone all’altro alla velocità di trecento chilometri all’ora. Che nondimeno mette a nudo uno dei limiti umani, visto che ormai l’uomo produce apparecchiature, come, per esempio, il computer che può trasmettere informazioni alla velocità approssimata di trecentomila chilometri al secondo. Sempre H. Laborit:“Così un sistema nervoso è costituito da miliardi di neuroni in contatto “sinaptico” gli uni con gli altri, e gli influssi (gli stimoli) circolano da un neurone all’altro seguendo vie particolari (specializzate) grazie alla mediazione chimica dell’influsso nervoso.”Le “Memorie” Ora è possibile tornare a parlare di memoria. Ogni avvenimento, ogni stimolo-informazione che raggiunge la memoria a lungo termine del sistema nervoso, per fissarsi indelebilmente - purché sia ritenuto valido e degno - nelle memoria, modifica la sua struttura fisico-chimica e quindi, grazie alla neocostruzione di proteine di sintesi, anche quella anatomica del cervello. Cambia la sua forma precedente. Lo mette in una nuova forma. Letteralmente lo “in-forma”. Lo informa. E fa crescere la massa cerebraleMemoria a breve termine. Ma se la modifica, senza riuscire a diventare tale, ma, invece, resta soltanto per un breve tempo e poi tutto torna allo stato precedente, il ricordo viene perduto, perché non ha lasciato tracce di sé.

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E’ questa la memoria immediata o a “breve termine”. E’ fondamentale per la nascita della coscienza (la prima forma di coscienza dei vertebrati) negli animali e nell’uomo, etc. (v. La “Libertà ” e la teoria di Edelmann, in fondo, sul Vocabolario allegato.), perché ha permesso al cervello di “iniziare a effettuare, sulla base di valori, processi di categorizzazione, sia semplici (preferire il rosso al blu) , o complessi coml’uccello che apre le ostriche facendole cadere suglu scogli. E’ quindi la memoria a breve termine che ha consentito l’apprendimento e la nascita della “prima forma di coscienza” la coscienza primaria: la consapevolezza delle cose del mondo. Come sarà detto, per avere la coscienza di un sé diverso dalle cose del mondo bisogna attendere la “memoria lungo termine” e il “linguaggio”.Memoria a lungo termine. Per poter ricordare, invece, dopo giorni o anni, bisogna che le tracce lasciate nella memoria dall’avvenimento siano durevoli, che la modifica della struttura del tessuto nervoso sia definitiva grazie alla costruzione da parte dello stesso sistema nervoso di molecole proteiche nuove, di sintesi, ma “codificate”. E’ necessario che avvenga una “sintesi proteica”. E’ questo il lavoro che compie la “memoria a lungo termine”, che, com’è noto è situata nel “Secondo Cervello” dei mammiferi: costruisce, in circa 48 h, proteine nuove e codificate, per fissare per sempre quello stimolo-informazione valido e degno di essere ricordato. Gli stimoli-informazione da memorizzare dunque, quando raggiungono il cervello e vengono “fissati” nelle “memoria a lungo termine” modificano per sempre la sua struttura e la sua massa. Così avviene nel bambino, quando a causa di un nuovo stimolo-informazione si forma (si attiva) una nuova via neuronale o una sinapsi è spinta ad una nuova connessione: ad andare a fissarsi sul dendrite del neurone sottostante o adiacente, o lontano (ad un ramo dell’albero-neurone), etc. “In-formare”, infatti, e vale la pena ripeterlo, significa letteralmente “mettere in forma”, ovvero cambiare la forma anatomica della struttura del cervello di chi ascolta o legge e anche la sua massa. In entrambi i casi appena menzionati, è avvenuta la “sintesi proteica”. Una nuova proteina codificata è stata costruita ex novo e proprio sulla superficie di quella sinapsi. Questo avviene proprio grazie alla sintesi proteica di una particolare, unica “proteina codificata”, che, in funzione di quello stimolo-informazione ricevuto, si è definitivamente aggiunta alla struttura del cervello, arricchendola e quindi modificandola per sempre. Le connessioni tra neuroni avvengono anche secondo uno sviluppo programmato e finalizzato, o di base proprio della specie. Si creano così nuove vie neuronali che, non solo sono certamente sotto il controllo dei geni. Ma sono anche guidate, secondo una necessità specifica, dall’ambiente fisico (dall’azione sull’ambiente) e dalle informazioni provenienti dagli esseri viventi in esso presenti (leggi: madre, genitori e gli “altri”, etc.), da molti degli stimoli-informazioni che, dall’ambiente circostante, arrivano al sistema nervoso attraverso i sensi. Stimoli-informazione che determinano proprio quella sintesi proteica codificata, su quella particolare sinapsi, in quel sito specifico, nella memoria a lungo termine. La comparsa della memoria a lungo termine e quella del linguaggio hanno permesso processi di categorizzazione che si sono estesa dagli oggetti ai simboli. E’ così che “la potenza del linguaggio ha, insieme all’evoluzione della memoria a lungo termine, permesso di sviluppare il concetto di sé distinto da quello del mondo esterno, di sviluppare concetti di passato e di futuro (…).” Insomma una “coscienza di ordine superiore” che permette la pianificazione di azioni. La pianificazione del futuro che è molto vicina allo “scegliere”. Ed ecco che con l’Homo arriva la “intenzionalità”. La scelta diventa intenzionale ed è fatta su base di valori. E’ nato Il “Libero Arbitrio” (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato.) VACCINAZIONEUn esempio di memoria particolare (cellulare, somatica - Edelman) è la “Vaccinazione”.Con la “vaccinazione”, i germi attenuati o morti, che fungono da “antigeni”, sono introdotti intenzionalmente nell’organismo affinché la sua memoria cellulare, somatica dei globuli bianchi, possa fissare su uno degli elementi preforniti e prefomati dal sistema immunitario, il ricordo indelebile della loro comparsa nell’organismo e delle loro caratteristiche specifiche determinate delle loro particolari forme uniche (ad incastro com’è per il Lego). Gli “anticorpi” sono, infatti, la loro perfetta “copia” in negativo, che è stata trovata tra le molte forme precostruite dal sistema immunitario. La forma specifica da copiare successivamente è presa dal ricordo della sua forma prefissata per sempre nella memoria “somatica” dei vari tipi di linfociti. Tra i selezionati, alcuni per clonazione continuano a moltiplicarsi fino alla loro morte, mentre altri non raggiungono la maturazione completa. Sono questi ultimi che comunque restano pronti a dare la risposta immunitaria (Edelman) Il ricordo è risvegliato dalla comparsa nei tessuti dell’organismo di quella particolare forma specifica, unica, che ha soltanto l’organismo di quel germe. Il sistema immunitario sarà da quel momento pronto a riconoscere tutti i germi e a distinguerli per forma.

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I globuli bianchi usano la forma ormai ben memorizzata per fabbricare immediatamente (completando la loro maturazione e clonandosi) le “copie”definitive e trasformarsi in “anticorpi” necessari per bloccare sul nascere, ogni volta proprio e soltanto quel particolare tipo di infezione. (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato) “Il Secondo Cervello” Ma, per riuscire a sopravvivere alla “lotta DNA contro DNA” (R.Dulbecco), in un ambiente così feroce e spietato, è soprattutto l’“azione” compiuta che va sempre e comunque “memorizzata” in tutte le sue precise modalità di svolgimento e nella sua strategia di fuga, di lotta o d’inibizione dell’azione, sia che il risultato ottenuto sia stato positivo (v. “l’azione gratificante”), sia che sia stato negativo (v. “la punizione”). Per poter così evitare gli errori del passato o per poter ripetere le esperienze gradevoli nel futuro. ( Ma ancora: ogni uomo memorizza indelebilmente l’accaduto, perché è “importante”, sia che l’esperienza fatta sia stata positiva, gratificante, o negativa, punitiva, nociceptiva.Già dopo la conclusione delle prime esperienze, gratificanti o punitive che siano, i due tipi di stimoli-informazione hanno, da quel momento, nel sistema nervoso, un loro percorso già segnato e separato e un preciso punto di arrivo (v. l’orientamento delle connessioni sinaptiche durante il “fenomeno dell’imprinting”.) Per ognuna delle due “importanti” esperienze sopraddette, viene immediatamente tracciato un solco unico e indelebile. Ben disegnato nel percorso e preciso. Ma che - anche e soprattutto grazie alle particolari connessioni che si creano con gli altri neuroni - subito diventa “specializzato”, definitivamente! E’ così, nel sistema nervoso dell’uomo esistono: a) per l’esperienze gratificanti il “MFB”, il medial forebain bundle, o fascio mediale del cervello (il “fascio della ricompensa” di Olds e Milner, 1954). b) mentre per quelle nociceptive il “PVS”, il periventricular sistem, il sistema periventricolare (o delle “punizioni”). Ogni uomo da quel momento cercherà di ripetere soltanto le “vitali” esperienze gratificanti. Quelle che, consentendogli di ristabilire e conservare il suo “equilibrio interno” e quindi la sua vita, gli hanno procurato e gli procureranno sempre il “piacere”. E’ per questo che ognuno cerca di ripeterle. Chiede il “rinforzo” e cerca allora, come sarà ancora detto, di possedere “privatamente” gli oggetti e le persone che lo gratificano: soltanto per averle a portata di mano, senza, ogni volta, dover prima competere per possederle (v. la nascita della proprietà privata, della dominanza, delle scale gerarchie di dominanza, etc.). Ma, ognuno starà sempre molto attento a non ripetere, invece, quelle nociceptive. Imparerà, con metodo, ad evitare tutte le “punizioni” già subite. Tutto questo fa parte di quell’“Apprendimento” di cui è capace solo il “Secondo Cervello” dei mammiferi.E’ il “cervello del passato”. Si aggiunge a quello primitivo, al “cervello di rettile” che, come è stato detto, è invece il “cervello del presente”.Il “cervello del passato” (v. il “Sistema Limbico”):“(…) può allora rispondere al presente con l’esperienza favorevole o sfavorevole di ciò che gli è già successo. E questa stessa memoria è all’origine delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti. L’amore, l’odio, la paura, la collera, la gioia, la tristezza, etc. tutto ciò che risulta dalla nostra esperienza anteriore e dalla nostra memoria.”

Ma, com’è stato appena detto, la cosa importante è che le “vie percorse” nel sistema nervoso dalle esperienze gradevoli non sono le stesse usate da quelle sgradevoli. Così il ricordo dell’esperienze “gradevoli” spinge a ripetere l’azione, al “rinforzo”. Mentre il ricordo di quelle “sgradevoli” o spiacevoli spinge alla “fuga”, a fuggire la causa o quando la fuga non è possibile, a farla scomparire con la “lotta”. Ma c’è ancora:“Una Terza via neurale” La “terza via neurale” è quella della “Inibizione dell’Azione”. L’uomo è costretto ad inibirsi, all’astenersi dall’agire quando per lui è impossibile l’azione della fuga e quella della lotta è valutata, invece, pericolosa e/o certamente perdente, autodistruttiva .La tattica di inibire la propria azione è allora buona, perché - se i neuroni, inibendo l’azione, salvano la integrità della struttura-organismo – può essere anche proficua. Se, impedendogli di agire, salvano la vita al soggetto. Ma la tattica, resta buona, soltanto a patto che l’inibizione non duri a lungo. Altrimenti gli stessi ormoni secreti dalle ghiandole “endocrine”, che al momento sono utili al soggetto per poter sopportare l’iniziale stato d’inibizione, se continuano ad essere secreti per un tempo troppo lungo, provocano danni enormi, soprattutto al suo “sistema immunitario”.

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Per l’uomo l’essere privato della possibilità di agire per compiere un’azione gratificante che gli procurerebbe il piacere, provoca soltanto “angoscia”. Ma l’angoscia è per lui sopportabile soltanto per tempi brevi. Poi, il sistema immunitario non lo difende più. Le centomila cellule cancerogene, che normalmente il suo organismo produce ogni giorno, e che vengono bloccate e distrutte da un sistema immunitario integro ed efficiente, perché subito riconosciute diverse, “non conformi”, ora circolano liberamente. Qualcuna si ferma e dà inizio al cancro. Così sarà per le infezioni da batteri, virus, miceti, etc., per tutte le malattie cosiddette “intercorrenti”.L’angoscia, inoltre, può ripercuotersi sul suo cuore, sulle arterie, sul suo cervello, etc.Il “S.I.A.” Ma è, infatti, proprio quello stato di angoscia persistente nel quale il soggetto è stato precipitato e che non finisce mai, che - come ha dimostrato Henry Laborit che ha scoperto e studiato e descritto il “S.I.A” (“Sistema d’Inibizione di Azione”) - ordina alla sua corteccia cerebrale di mettere in circolo il neurormone chiamato Relaising factor (RF), il quale raggiunge l’ipofisi per ordinarle di rilasciare un altro neurormone: l’Adeno Cortico Tropina (ACTH). Il quale, raggiunta la Corteccia Surrenalica, la costringe a secernere i Glicocorticoidi, tra i quali prevale un ormone, il cortisolo (leggi: il cortisone). E’ questo ultimo che, dopo aver fornito la giusta “carica” per sostener l’iniziale stato “di allarme”, mentre il soggetto ha cominciato a sopportare l’inibizione, quando questo stato perdura ed è, invece, secreto per lungo tempo e in abbondanza, finisce con l’inibire disattivandole, le “interleuchine”: i due ormoni (interleuchina 1 e 2) indispensabili per attivare i leucociti (i globuli bianchi) che difendono l’uomo da qualsiasi infezione (v. le “vaccinazioni”) e che, inoltre, con i loro particolari timociti T, gli unici in grado di riconoscerle e catturarle, distruggono tutte le cellule (anomale, potenziali) cancerogene che incontrano, impedendo che vadano ad impiantarsi (v. l’autoimpianto del cancro), per esempio, in una zona dove la circolazione del sangue è rallentata, perché è presente una infiammazione bronchiale cronica, com’è per i fumatori di sigarette. Ma, per continuare a seguire H.Laborit, è ora arrivato il momento di parlare d’“Immaginazione”, ovvero del “Cervello dell’Immaginazione”. Alla nascita il cervello dell’uomo è maturo solo al 27 %. Raggiungerà il 100 % della sua maturità a circa 25 anni. Ma è già completo in tutte le sue parti. Mancano solo le connessioni tra i suoi neuroni, perché sono mancati gli stimoli-informazione che ne determineranno la costruzione. E’ con una connessione dopo l’altra, seguendo un programmato orientamento caratteristico proprio della specie, rispondendo ai nuovi stimolo-informazione prodotti dall’ambiente, che progressivamente il cervello si costruisce da solo (nei primi anni e poi mai più!).(E’ stato tutto già detto, ma vale la pena ripeterlo: a) come il “Cervello di rettile”, quello “primitivo”, quello delle pulsioni primordiali, sia anche quello che costringe all’azione, per immediatamente recuperare e conservare lo stato di “equilibrio interno” della struttura-organismo. b) come per far questo, abbia già ben programmate delle modalità fisse e immodificabili. c) come essendo privo di una sua memoria, sia costretto a “lavorare al presente”. d) come, invece, sia il “Secondo Cervello” a possedere principalmente due tipi di memoria, una a “breve” e l’altra a “lungo termine”, che gli permettono di immagazzinare le esperienze già fatte così da poter agire più efficacemente al presente, perché si serve anche del passato. E progredendo, sarà detto anche, come, grazie alla successiva comparsa delle “zone associative”, riesca a prevedere il risultato futuro dell’azione intrapresa, etc.)

Ma è stato anche detto come ogni stimolo-informazione entri separatamente attraverso i vari organi di senso per andare a stimolare ed eventualmente a fissarsi su una zona separata del cervello dell’uomo. Sono le zone dove sono collocati i vari “centri”, uno per ogni senso: uno per quello della vista, dell’udito, del tatto, etc.Centri che sono sistemati nella “corteccia cerebrale”. (E’ detta corteccia, perché è la parte più esterna e superficiale del cervello.) Quando, per esempio, un lattante di pochi mesi riesce a toccare un oggetto e poi ad afferrarlo e a portarlo alla bocca, mentre fa questo ha usato la vista, il tatto della mano e della bocca e anche l’olfatto e il gusto. Le diverse quattro sensazioni ricevute dai suoi sensi raggiungono quattro parti diverse e separate della sua corteccia, quattro “centri sensitivi”. Ma se non potesse associandole riunire in una sola le varie sensazioni, non riuscirebbe a costruire nel suo cervello una unità unica propria di quello oggetto. Se poi può riconoscere di nuovo l’oggetto, è soltanto perché nel suo cervello ha correttamente messo insieme la forma e il colore visti, la consistenza e la forma toccate, il sapore gustato, l’odore sentito. Sono le caratteristiche dell’oggetto che tutte insieme costruiscono nella memoria e identificano proprio quel particolare oggetto e nessun altro. La “nozione di oggetto” è quindi ottenuta dal bambino soltanto grazie all’azione associativa dei particolari neuroni presenti nella sua corteccia cerebrale, in quella parte che, per questo, è chiamata: “corteccia

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associativa” che, è sistemata dietro la fronte, ed è indispensabile soprattutto per immaginare, nuove cose, nuovi fatti e pianificare azioni, strategie, predicendone il risultato futuro o anche per permettere, per esempio, una “fuga nell’immaginario”, in un nuovo mondo appena creato! Ma il neonato, sebbene sia dotato di tutto il necessario, sia perfettamente attrezzato, è immaturo. Soltanto perché i suoi neuroni non sono ancora tutti collegati tra loro. Ma, è importante ricordarlo ai genitori, l’uomo, soltanto se vive una infanzia (o mai più!) - e poi continua così anche lungo tutta la sua esistenza - fatta di una infinità di stimoli-informazione ricchissimi e meravigliosamente vari, riuscirà, nella costruzione del suo cervello, ad avvicinarsi rapidamente al quel traguardo potenziale di un milione di miliardi di connessioni sinaptiche, di collegamenti tra i neuroni del suo cervello e poi a conservarlo efficiente al massimo. Ma per i genitori è fondamentale sapere anche che la maggior parte dell’enorme quantità delle connessioni tra i suoi neuroni definitive e indelebili, che danno vita a nuove vie neurali, oltre alle sintesi proteiche necessarie ad arricchire la sua memoria, avviene soltanto nei primi anni, o mai più! Per questo, un bambino abbandonato e quindi non stimolato, fin dai primi giorni di vita, da un ambiente nel quale è presente anche l’uomo, come, per esempio, è successo a bambini allevati dalle scimmie, è un bambino “selvaggio” e resta tale anche dopo, quando è stato ritrovato e ormai vive tra gli uomini. E’ e resta soltanto un animale della specie uomo, perché nessun “umano” ha potuto guidare la creazione - durante i fondamentali primi mesi di vita e i primi anni successivi, e poi continuare a partecipare, con i giusti stimoli-informazione propri della sua specie - il progressivo modellarsi del suo cervello; a determinare il nascere delle giuste connessioni tra i suoi neuroni secondo l’orientamento proprio della specie, invece, delle aspecifiche (non umane) connessioni con le quali il bambino ha comunque costruito un suo cervello “selvaggio”, ma non umano. Il recupero è e sarà sempre impossibile!, perché ciò che è stato costruito o non costruito nei primi anni di vita nel cervello del selvaggio (e così in quello di un qualsiasi altro bambino) resta immodificabile per sempre! (E’ un errore gravissimo immaginare di poter decidere: “Lasciamo che ora cresca in pace, poi quando sarà più grande, mi dedicherò a lui. Lo porterò con me… Gli insegnerò. Gli spiegherò…”) Inoltre, i neuroni non utilizzati nel giusto periodo della loro crescita, raggiunta la loro maturità, poiché non usati vengono “automaticamente” eliminati, perché considerati inutili, non indispensabili. Così è anche per quelle parti del cervello utilizzate poco e/o raramente.Una infanzia piatta per la scarsità di stimoli-informazione, a causa di un ambiente monotono (e triste) che circonda il bambino – magari, per giunta, anche monotono per ciò che riguarda il cibo, perché è la dieta che è sistematicamente povera di proteine nobili: “il cibo è ambiente!” - segna lo sviluppo della personalità del bambino e il suo carattere, per tutta la vita (v. per esempio, la “tranquillità” degli erbivori e, invece, l’“aggressività” dei carnivori e l’equilibrio dell’uomo che è un “onnivoro”!) Permettere, invece, che il suo cervello riesca - fin dall’inizio, nei primi mesi e durante l’infanzia - a costruirsi il maggior numero possibile di connessioni sinaptiche, perché sufficientemente stimolato, significa dotarlo (di una intelligenza brillante e) del potere di contare per tutta la vita, su una grande serie di “vie neurali” diverse, le più varie, lungo le quali, dopo aver incontrate le esperienze vissute, trovare anche la soluzione del suo problema, o addirittura riuscire a prevedere il risultato della soluzione immaginata, etc. Ma anche, come dovrebbe essere ormai chiaro, una infanzia vissuta per larga parte soprattutto nei vari “parcheggi” tra le mani di “altri” e peggio ancora, anche tra quelle di “estranei” incontrollabili, segna per sempre il bambino. Invece dei genitori, saranno gli “altri” e poi gli “estranei” - che lo avranno tra le mani per un tempo certamente superiore a quello dei genitori e nelle ore del giorno migliori, quando è massima la sua capacità di apprendimento - a plasmargli l’anima, a manipolargli l’“Io”, a “stipare” per sempre e indelebilmente il suo inconscio con i loro personali automatismi culturali e giudizi di valori, etc. Il danno - quando di danno si tratta e quando e se mai si palesa, sebbene sia ben nascosto nel suo inconscio - è letteralmente irrecuperabile! La personalità del bambino appena descritto, di fatto è e resta il prodotto di una cooperazione inedita tra genitori , “altri” ed “estranei” e quindi impossibile da programmare e incontrollabile nel risultato immediato e quello definitivo! E’ questo il figlio di una “Cooperativa” ed è appunto dotato di una inedita personalità imprevedibile, perché senza un ancoraggio valido, per un preciso “passato radicato” di riferimento, identificabile, riconoscibile, etc.La fase dell’ “Io-Tutto” e dell’ “Imprinting” Si pensa che dopo aver obbligato, con una scarica nel sangue materno di “cortisone” da lui secreto (?), l’utero materno a partorirlo, egli, espulso, “cade” nel “Secondo Ambiente”: “freddo, feroce, ostile…” (In verità questo è stato studiato sulla nascita delle capre. Si è pensato che nel bambino dovrebbe succedere la

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stessa cosa, più o meno? Resterebbe allora, come unica certezza il fatto che sia il bambino a decidere quando è giunto il momento di nascere!?)E’anche noto che, in quel momento, alla nascita, è in quella “fase” che gli psichiatri definiscono dell’ “Io-Tutto”. E’ in effetti solo uscito dall’utero materno ma non ha ancora coscienza di essersi staccato da Lei, così come non ha prima realizzato di essere attaccato a Lei e quindi né di essere in un nuovo ambiente diverso dall’utero e di avere un suo corpo staccato da tutto ciò che lo circonda, etc. In verità, certo che non esista altro oltre il suo “Io-Tutto”(o soltanto ancora “indifferente” a tutto questo?), non può ancora pensare, sentire di essersi staccato da qualche cosa, da un’altra cosa o persona diversa da lui, da un “altro” del quale non ha coscienza, perché certamente ancora gli manca quella del “sé” al quale dovrebbe, invece, riferire ogni sua esperienza vissuta. Non ha ancor coscienza di essere una unica entità a parte. Non è “staccato” da niente, perché ancora di niente altro di esistente diverso da lui ha coscienza. E non ha ancora coscienza di sé stesso! Ma è necessario accettare, per poter continuare il discorso, che, tutto ciò che lo circonda, tutte le persone, le cose, gli oggetti e la luce e l’aria e i suoni, sono “lui”!, sempre e solo lui, sé stesso !Passeranno dei mesi (circa otto in media) perché egli possa essere molto progredito nell’autonomamente completare il suo “Schema Corporeo” (In effetti lo completerà veramente intorno ai dieci anni circa!). Questo gli permetterà, comunque e per ora, di apprendere, scoprire e verificare come egli sia invece, una unità ben definita e limitata chiusa in piccolo “circolo” di sensazioni circolari (v. i tre stadi “reazioni circolari” di Piaget), completamente avulsa da tutto ciò che con lui ora, viene a contatto con il suo corpo (madre, altra persone, culla, giocattoli…)Sarà il suo primo dramma! Per tutto quello che, come sarà detto, questa tremenda presa di coscienza (ancora confusa) scatenerà in lui. Imprinting(In questa fase dell’ “Io-Tutto” egli “apprende” e poi continua , senza aver ancora “una coscienza” e quindi neppure quella di sé stesso.) Il tipo di apprendimento che è, fino ad ora, avvenuto (senza coscienza di sé) è l’“Imprinting”. E’ il momento durante il quale, in un certo senso solo immaginario, “decide” di essere un bambino e di appartenere alla razza umana perché è il latte, il seno, il contatto, il profumo… di una Donna quella che lo ha segnato e che è anche la fonte della sua vita!L’“Imprinting” è stato per la prima volta descritto dall’etologo Konrad Lorenz. La spiegazione più nota e comune della sua scoperta è quella che lo descrive mentre nota come le oche, appena nascono uscendo dal guscio, seguano immediatamente la prima ombra che si muove innanzi a loro, perché, in una situazione naturale, quella ombra è con grandissime probabilità proprio quella della madre oca? che si è appena sollevata dalle uova, che ha covato, quando si accorge che queste si stanno schiudendo? Ma le neonate oche, seguono (e una volta vista, la seguiranno per sempre) quell’ombra che si muove innanzi a loro a prescindere dal fatto che questa sia veramente o meno un’oca, ovvero la loro naturale madre-oca! Ma il cucciolo dell’uomo è in assoluto la più grande meraviglia della evoluzione della Natura. Ha ben “tre cervelli” (v. I Tre Cervelli… a pag. ), mentre l’oca ne ha soltanto uno e un po’ (gli uccelli vengono subito dopo i rettili e prima dei mammiferi).Usa per sopravvivere subito il primo (che è lo stesso di quello dell’oca. E’ il “cervello di rettile” con i suoi “istinti primordiali”: mangiare, bere, riprodursi). Non segue certamente un’ombra, ma, se e quando può (perché Lei lo tiene stretto tra le Sue braccia v “Ambiente Madre”), non si allontana nemmeno per un attimo dalla “scia” del profumo unico di sua Madre (subito impresso in memoria). Un attimo dopo la nascita, ha memorizzati tutti gli odori dei suoi ferormoni e quella loro combinazione unica. Tutti quelli liberati dall’areola mammaria e il profumo del latte che sorga dal capezzolo di sua madre… Poi, ma certamente contemporaneamente, inizia ad usare il secondo cervello, il “Sistema Limbico”, quello dell’Apprendimento e dell’Affettività. E’ così che registra, mentre “si emoziona” beandosi di lei e si lega per sempre al tepore “piacevole” del contatto con la sua pelle, al profumo di lei etc. etc.Con il suo “Primo Cervello”, così come fa il serpente e l’oca (con l’ombra in movimento), fisserà nella sua memoria remota per sempre, l’odore particolare ed unico, come lo sono le impronte digitali, dei ferormoni secreti dalle ghiandole situate sul perimetro della areola mammaria. Il “piacevole” tepore del contatto con la pelle di sua Madre gli attraverserà l’anima (leggi: il “Sistema Libico”) per andarsi a fissare per sempre nella sua memoria dell’apprendimento. Il sapore del latte, il suo profumo e tutti i principali caratteri propri di sua madre, sono i “segnali” subito fissati in memoria da lui, eternamente grato, perché sono la sua unica “fonte di vita”… che sarà tale in eterno. . Con il “Secondo Cervello” imparerà, via via , a riconoscere (e dopo un poco, addirittura a valutare, a selezionare) e poi ad evocare e provocare il ripetersi delle sensazioni di precisi ricordi piacevoli (v. le “reazioni circolari primarie” e il “Rinforzo”), ricchi di tutte l’emozioni e i sentimenti provati e a legarsi con

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tutta la sua anima definitivamente a loro, ad “affezionarsi” a loro a riconoscere in loro quello che sarà poi il bello, il dolce, il piacevole (solo fino a quando non interverrà con le sue imposizioni la socio-cultura dominante!) (v. Il “Secondo Cervello” dell’Apprendimento e dell’Affettività e le vie neurali della “ricompensa”). Con il “Terzo Cervello” - ma molto più tardi, quando la “mielinizzazione” dei cilindrasi dei suoi neuroni è progredita e tante sono ormai le connessioni tra neuroni e già formate - sono già le prime vie neuronali - e quando avrà un sufficiente bagaglio di azioni vissute e poi, ancora più tardi, la visione del volto, la sua voce udita… le parole apprese e comprese, e i concetti appresi e fissati nella memoria, sebbene solo passivamente accettati per i primi tre anni, etc. – Fatte le giuste e sufficienti esperienze insomma, immaginerà strategie per agire e interagire con l’ambiente che lo circonda e, ogni volta, le sperimenterà sicuro, perché è sotto la vigile attenzione di un adulto che lui crede degno, o addirittura di sua madre che lui sa essere infallibile, o di tutti quelli che “giocano” con lui, etc. “Schema Corporeo” Il primo oggetto, che il lattante subito cerca d’imparare a conoscere, è sé stesso. Alla nascita non può ancora sapere che vive in un mondo staccato da lui, né come tutto il mondo che lo circonda non sia lui stesso. Non è ancora capace di tanto. Ci vuole tempo e applicazione per riuscire a scoprirlo. Appena nato è nella fase detta dagli psichiatri: “Io-Tutto”. Crede di essere lui il mondo intero. Ci vogliono più di due anni, toccando e toccandosi e poi portando oggetti e le sue mani e i suoi piedi alla bocca, etc. per poter capire perché quando, invece, tocca il seno della madre o il biberon li sente “esterni”. Egli nota che quando sente con la bocca le sue mani, riceve infatti, una sensazione di ritorno. Con la sua mano sente che sta toccando la sua bocca e contemporaneamente la sua bocca sente che è toccata dalla sua mano. Ha una sensazione a “circuito chiuso”, che non riceve, né dal seno materno e tanto meno dal biberon. Ma lentamente, applicandosi e allargando il suo campo di esplorazione e di esperienze ben memorizzate, inizia a farsi una rappresentazione sempre più precisa di sé stesso. Ora è dentro un circolo chiuso! E’ un essere isolato. E’ solo! E’ questo il vero risultato che ottiene completando il suo “Schema Corporeo”. Da quel momento è finita l’illusione di essere tutto e di avere tutto per sé stesso, soprattutto sua madre, l’unica sua fonte di vita e di piacere infinito. E’ la tragica fine dell’Io-Tutto. Grazie alla madre, al suo seno, al suo latte, che gli ha sempre permesso di soddisfare facilmente la fame e la sete e quindi, di ritrovare subito il suo “equilibrio interno” e per questo ogni volta provare piacere, ha scoperto il “Principio di Piacere”.Ma dal momento che ha completato il suo “Schema Corporeo”, ha saputo di essere una entità isolata, a parte. Sa di essere isolato da tutto, ma anche dalla madre. Ora segue a vista la madre e si accorge che si allontana sempre più spesso da lui per accudire il padre, i fratelli, etc. E’ così che egli amaramente scopre il “Principio di Realtà”, perché egli non è più tutto il mondo che lo circonda e tutto il mondo non è più lui. Ma ora è il mondo che segue e impone le sue regole. Lo fa indipendentemente da lui, dalle sue necessità, dai suoi desideri. Non soltanto ora è solo, ma sa che la madre può lasciarlo, abbandonarlo quando lei vuole… ma senza che lui possa far niente per impedirlo.(Per inciso: questa è il momento dell’angoscia che sempre “afferra” il lattante e il semidivezzo quando è lasciato al “parcheggio” per ore, tutti i giorni. Tornata la madre, cerca di non perderla più. Resta incollato a lei. Ora piange tutte le volte che lei è costretta a separarsene. Durante la notte, in preda all’incubo dello sperimentato abbandono, dorme malissimo. E malgrado il “tranquillante” che il solerte pediatra gli ha prescritto, continua a svegliarsi all’improvviso urlando. “Continua a perdere la tettarella!” Se vogliono dormire entrambi, la madre deve portarselo nel suo letto, così che egli possa sentire fisicamente la sua presenza. E’ per questo che si afferra ai suoi capelli, o al seno, o al braccio della madre, etc. Ma continua a dormire male e la madre non può non sentirlo! Dagli psichiatri è definita la “Sindrome d’abbandono”. Ma purtroppo esiste una maggioranza di madri che ignorano tutto questo. Ma che essendo state ben condizionate, sono certe di non dover concedere mai niente al proprio bambino! E allora questo alla fine si adatterà e imparerà a dormire da solo, con loro grande soddisfazione!) “Zona Associativa” E’ certo che per immaginare serve la “zona associativa”, che è particolarmente sviluppata nell’uomo. E’ quella parte del cervello che sta dietro la fronte. E’ quella che, a differenza di tutti gli altri animali e gli uomini “antichi” e le scimmie comprese, continuando a crescere fa avere all’uomo moderno una fronte sempre più alta, spaziosa e verticale. Gli organi di senso mandano al cervello pezzi della realtà (o la realtà a pezzi). Un senso come la vista, vede la realtà; un altro la sente; un altro la tocca, etc. Poi la zona associativa assembla i vari pezzi. E’ così che viene fuori un oggetto, un panorama, o quella persona, etc. Tutto questo insieme di pezzi di realtà “assemblati” si fissano nella memoria. Così che ognuno, ripescandoli dalla memoria, può vederli, sentirli, viverli, etc. ma sempre tutti “interi”, perché già assemblati. Anche quando non sono presenti nell’ambiente, ma solo nella sua fantasia. E’ così che ognuno può immaginare di vederli, sentirli, toccarli e addirittura di

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usarli, etc. (Può addirittura immaginare di costruirne dei nuovi con i vari pezzi vecchi, ricavandone figure originali e inedite: un uomo con la testa di uno, il corpo di un altro, la voce di un altro ancora, etc.) Ma l’uomo può immaginare solo oggetti e cose - e anche avere le sensazione che dal possesso e dall’uso di queste derivano, etc. – ma traendo tutto soltanto da tutto ciò che ha già sperimentato, da cose, oggetti e persone, che sono quindi già presenti nella sua memoria. E’ questo un altro dei limiti dell’uomo: “non può immaginare niente che non abbaia già conosciuto, sperimentato, appreso in un altro momento della sua vita.”Ma è poi grazie a questo che può immaginare e creare addirittura la “fantascienza”, infatti:“Se avete a disposizione un numero sufficiente di neuroni per associare la memoria del colore di un oggetto a quello della forma di un altro oggetto o dell’odore (…) potete immaginare un oggetto che non esiste nella natura: è una costruzione immaginaria.”E’ certo che, come diceva H.Laborit: “Per immaginare bisogna avere prima appreso!” Un bambino appena nato non può immaginare perché non ha ancora appreso nulla. Ma più apprenderà, più arricchirà la sua memoria, più potrà immaginare anche cose che non esistono in natura, perché può con la sua immaginazione (fantasia) inventarsele quando vuole.Ma per verificare la validità della sua nuova creazione immaginaria, per sapere se la sua invenzione può servire a qualcosa, dovrà ogni volta passare alla “sperimentazione”! E’ così che l’uomo un giorno, essendosi tagliato cadendo su una scheggia di selce, ha associato il tutto e ha immaginato che con una selce così affilata poteva, invece, tagliare la carne delle prede; scuoiare le carcasse degli animali, appuntire un ramo, etc. e poi mettendo una selce sulla punta di un’asta, fare delle lance con le quali cacciare anche animali più grandi di lui, etc. L’uomo ha proceduto sempre per una ipotesi (ipotesi di lavoro) subito seguita dalla verifica della sperimentazione. L’uomo è uno scienziato. La scienza è (propria) dell’uomo. Lo diceva K.Popper. Ma seguendo il nostro H.Laborit, è, invece, il momento di dire del:“Comportamento dell’uomo in situazioni sociali. E della “Proprietà Privata”.” Il Comportamento è: “il modo in cui agiscono gli uomini nello spazio in cui sono collocati”.L’uomo che è uno scienziato, fino ad ora, è stato costretto a dedicarsi quasi esclusivamente dedicato alla conoscenza dell’inanimato e, per l’eterna ricerca di materia ed energia, dell’ambiente fisico che lo circonda, ma soprattutto alla essenza della materia e alle sue leggi.I dominati da oltre venticinquemila anni hanno, infatti, deciso che, per una parte dell’umanità, per i restanti della terra, l’unica possibilità di sopravvivere fosse solo nel produrre “merci” di qualsiasi tipo, grazie a macchine inventate, sempre più efficienti, per ottener merci sempre più facilmente, in quantità maggiore e a baso costo… e all’infinito. Com’è noto, per ogni singolo individuo civile-occidentale, produrre merci significa anche mantenere direttamente, “nutrire” le dominanze, sostenerle e arricchirle. E’ così che si produce quel “plusvalore” di merci necessario proprio e soltanto a questo. E’ dunque soltanto questo il vero perché di questa sua scelta. Ma produrre merci è divenuto subito un obbligo imposto dai dominanti, anche con la forza, a tutti i restanti della terra. Ma tutto questo non può più continuare a giustificare ancora l’attuale, scarsa conoscenza dell’Animato, dell’essere vivente, della struttura e del funzionamento del suo cervello, di sé stesso, dell’Uomo, etc. (Nondimeno ora l’uomo, poiché è in possesso della sufficiente “tecnologia”: oltre a servirsene per studiare meglio la biologia in generale, legge le mappe genetiche, usa la ingegneria genetica, si serve della fecondazione artificiale, della clonazione, etc. ma non conosce ancora bene la struttura e il funzionamento del suo sistema nervoso che pure ha permesso e continua a permettere tutto questo. Ma è recente la notizia che, presso le due università di Boston, sono in corso studi accelerati sul sistema nervoso per conoscerlo nel suo funzionamento, ma al solo scopo di servirsi di tale conoscenza per applicarla a macchine robotizzate!) Com’è facile intuire, i cervelli degli Homo sapiens sapiens di quindicimila anni fa, erano gli stessi degli uomini di oggi. Ma erano privi di tutta la conoscenza dell’uomo attuale, moderno. La conoscenza si è andata formando accumulando esperienze (evoluzione culturale), generazione dopo generazione. Ma questo ha fatto comparire nuove strutture nel cervello, nuove mappe neurali indipendenti. Le esperienze accumulate sono state trasmesse prima oralmente poi, con una precisione sempre maggiore, iniziata dopo l’invenzione della scrittura, avvenuta tremila cinquecento anni prima della nascita di Cristo, ad opera dei Sumeri. Com’è stato detto, all’inizio l’uomo era terrorizzato da tutto ciò che non riusciva a capire, a spiegarsi (lo è ancora , v. l’angoscia della morte.)Non solo le violente manifestazioni naturali come i tuoni, i lampi, le tempeste, ma anche le malattie e la morte erano per l’uomo di allora incomprensibili.

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Cominciò a pensare che fossero allora, tutte manifestazioni della potenza di esseri sovrannaturali, di dèi. Così ogni popolo, civiltà, religione, creò i propri “miti”.I “miti” sono i racconti (o le rappresentazioni) delle misteriose forze della natura sotto sembianze umane o animali. E’ grazie a questi, che ogni fenomeno naturale è allora diventato vivo e simbolico. Inoltre, con gli dèi vivi si può parlare. Si può pregarli. Si può sperare di venire a patti personalmente con ognuno di loro. Ricevere da loro favori, etc. Inoltre è possibile placarli quando si adirano. Ingraziarseli con sacrifici di ogni tipo, anche umani. Propiziarseli, etc. Fu così che ogni uomo ebbe e si dotò della sua “mitologia personale”. Ma quando si accorse che funzionava anche così per tutti, decise di continuare per questa strada, immaginando di aver definitivamente risolto il problema della mancanza di conoscenza dell’Animato. (Fu facilmente portato a credere questo dagli “intellettuali” che affermavano di aver scoperto e di sapere tutto di tutto.) Quindicimila anni fa, l’uomo si era comportato così quando fu necessario sopperire alla mancanza di conoscenza. Ma ancora oggi, l’uomo moderno, contrappone la sua enorme conoscenza dell’Inanimato - che comprende tutto ciò che non ha un’anima: il “fisico”, come gli atomi, gli oggetti, le cose, le stelle, etc. ma anche il corpo (fisico) dell’uomo e quindi la struttura del suo cervello – a dei “simboli” che, dopo l’osservazione e lo studio del comportamento dell’uomo (e degli animali, v. l’ “Imprinting” K. Lorenz) - ha creato ad hoc, etichettandoli e spacciandoli per verità assolute, simboli come “psichico”, “morale”, “etico”, etc., solo per nascondere la sua eterna ignoranza sull’Animato. LA “MITOLOGIA SU SE’ STESSO”Secondo H.Laborit al posto dei miti e degli dei, etc. questa volta, l’uomo si è creato una sorta di “Mitologia su sé stesso”.L’uomo non conosce ancora né la struttura, né il funzionamento del suo sistema nervoso e allora, ha di nuovo immaginato di poter mitizzare a ciò che non riesce a spiegarsi. Così in questa sorta di “Mitologia su sé stesso” gli dèi e le dee ora, invece si chiamano pulsioni, gioia, tristezza, collera, paura, amore, odio… e immaginazione, pensiero e poi, psichico, morale, etico, etc. Ma è tutto proprio uguale a come era per gli dèi e le dee di allora. Infatti, anche tra questi nuovi dèi, alcuni sono propizi, mentre altri sono cattivi, etc. E’ così che l’uomo – anche grazie alla correità degli intellettuali di corte, tutti esperti cuochi di verità non riproducibile sperimentalmente e impastatori di aria fritta - ha potuto facilmente convincersi a tralasciare di occuparsi di ciò che è l’Animato, dell’essere vivente della struttura del suo cervello, etc. E’ per questo che il cervello umano è “entrato nella sfera delle conoscenze solo di recente” (e nel 05/ 2005 forse finalmente e definitivamente?)O soltanto perché il cervello è stato considerato sempre troppo complicato per avventurarsi nel suo studio? O più semplicemente perché, visto che i “simboli” come psichico, morale, etico, etc. funzionano ancora benissimo, ha pensato – e ancora lo crede - di aver di nuovo definitivamente risolto il problema dell’angoscia per la sua ignoranza con la creazione di una “Mitologia su sé stesso”? E’ per questo che gli uomini hanno continuato ad accontentarsi del potere del solo linguaggio. Gli è bastato ogni volta redigere il solito e ben costruito “discorso fatto su… questo a su quello… argomento”. Ma, ancora una volta, senza curarsi di ciò che li fa discutere, parlare, sentire, immaginare, desiderare, etc. ovvero, del loro sistema nervoso. Ma questo ignoranza tanto diffusa ha dato origine ad alcuni paradossi che sono sotto gli occhi di tutti, per esempio: 1) è certo che le poche informazioni sull’animato, contenute in questa prima parte di questo “Piccolo Manuale Breve”, nondimeno sono più di quante ne abbiano mai possedute fino ad ora, gli scienziati (almeno fino a circa quaranta anni fa, ovvero prima che qualcuno di loro, come H. Laborit, desse finalmente inizio allo studio del cervello umano, della sua biochimica, etc.) 2) come l’uomo possa averlo fatto e ancora continui, ad avventurarsi nello studio delle cosiddette “Scienze Umane”: psicologia, sociologia, economia, politica, etc. senza prima conoscere la struttura e il funzionamento del suo cervello umano? Visto che, per esempio, la stessa psicologia che studia il pensiero dell’uomo e poi la sociologia, che studia le relazioni tra gli uomini, la politica l’organizzazione dei popoli, etc. sono inconcepibili - perché di fatto non dovrebbero essere nemmeno possibili - senza l’attività dei cervelli umani e peggio ancora senza la conoscenza della loro struttura e del loro funzionamento? 3) ha continuato a dedicarsi alla ricerca sull’Inanimato senza accorgersi che così si costringeva alla violenza, proprio a mano a mano che cresceva la sua informazione tecnologica e quindi, aumentava la necessità di nuova materia da trasformare e nuove fonti di energia per farlo. La violenza, inoltre, è prodotta dalla stessa monotonia di questa cultura, che producendo soltanto informazione tecnologica, obbliga a far sempre più guerre, distruzioni, praticare il genocidio, l’assassinio… perché, una volta esaurite quelle presenti nella sua nicchia ambientale, per procurarsi la materia e l’energia necessarie a produrre, deve invadere sempre nuovi territori. La crescita ormai velocissima e inarrestabile della sua informazione tecnologica, oltre a tutto il resto, che è stato già detto, lo porta alla produzione frenetica di nuove merci, di

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nuovi oggetti, di tutte le cose nuove, appena concepite, e soprattutto delle armi sempre più micidiali e sempre in nome del “progresso”. “Ma è assolutamente certo che qualsiasi relazione o rapporto stabilito tra gli uomini avviene grazie al funzionamento del suo sistema nervoso. E’addirittura ovvio che le stesse “Scienze Umane” non esisterebbero senza un sistema nervoso.”

PROPRIETA’ PRIVATAMa c’è un altro problema. E’anche questo causato dall’ignoranza dell’animato. E’ tutto racchiuso in una domanda alla quale è ora forse possibile tentare di rispondere:“La “Proprietà Privata”, è un “istinto” innato dell’uomo o un semplice “apprendimento”?”Per tentare una risposta accettabile da tutti è necessario tornare un attimo al lattante. E’ stato detto come grazie al rapporto con sua madre, sua unica fonte di vita e di piacere, egli scopra il “Principio di Piacere”. Ma anche come, circa dopo due anni, una volta quasi completato il suo “Schema Corporeo”, cancellata ogni residua illusione derivante dall’“Io-Tutto”, si renda conto del fatto che, non solo, essendosi ormai scoperto quale entità unica dai precisi confini chiusi su sé stesso, sia definitivamente staccato dal resto del mondo – soprattutto da sua madre - ma anche come il mondo che lo circonda non obbedisca ai suoi desideri… E’ così che il bambino a circa due anni scopre il “Principio di Realtà”. E’ questo il momento tragico in cui, avendo constatato che la madre è completamente “fuori” dal suo mondo, nascono in lui sentimenti come l’amore infelice, la gelosia verso suo padre e i suoi fratelli, l’Edipo, etc. e la paura di restare senza la sua fonte unica di vita e di piacere… Ma in lui esistono già, certamente ben tracciate, le vie nervose attivate dall’esperienze piacevoli avute con lei, definitivamente segnate dal piacere scoperto grazie alla madre.(E’ questa un’esperienza fondamentale per la specie, perché è così che l’uomo apprende che il piacere provato equivale a ristabilire l’equilibrio interno della sua struttura-organismo, e quindi a salvargli la vita.) Esiste in lui certamente anche la pressante necessità di poter ripetere le esperienze gradevoli (v. il “Rinforzo”).Ma per ogni uomo, il poter ripetere le esperienze gradevoli a suo piacimento, per ritrovare ogni volta il piacere - perché questo sia sempre possibile - è necessario che le persone e le cose che lo gratificano siano e restino a sua disposizione. Questo, perché non debba ogni volta competere con chi è presente nella sua stessa nicchia ambientale e abbia le sue stesse “pressioni di necessità”, le sue voglie, i desideri, etc. Meglio, allora, avere persone e cose, oggetti, etc. sempre a portata di mano e che nessuno altro li possa usare: che siano e restino tutti di “proprietà” esclusiva. Ecco quindi come l’uomo, quando è ancora quasi un lattante impara, attraverso una esperienza negativa, una presa di coscienza quale è quella della separazione dalla madre, apprenda come sia necessario per la sua stessa esistenza, recuperare la madre e che, da quel momento, debba averla sempre a sua disposizione. Esiste per lui la possibilità – ora può, è già in grado d’immaginare che possa essere proprio così, perché ha già raggiunto il livello del “desiderio” - che la madre addirittura sia sua per sempre. Può desiderare e immaginare che la madre sia una sua “Proprietà Privata”. E’ giunto alla fine dei primi due anni di vita, quando apprende di possedere questa “nuova pressione di necessità” quella della “Proprietà Privata” del corpo della madre. Infatti, ripetendo:Ha ormai due anni e ha quasi completato il suo “Schema Corporeo”.La madre - così come il resto delle cose e delle persone del mondo - è ormai definitivamente fuori dal suo “Io-Tutto”. E’ staccata fisicamente da lui. Inoltre a causa della scoperta del “Principio di Realtà”, ora la madre fa parte di quel mondo che lo circonda, che non obbedisce più ai suoi desideri. E’ necessario allora averla tutta per se, “possederla” per poter ripetere quelle esperienze gradevoli avute grazie a lei e che, fino ad ora, gli hanno assicurato la sopravvivenza. Ma questa “azione” (di possesso della madre) avviene comunque in uno “spazio” nel quale, oltre ad altri oggetti gratificanti, c’è sua madre, la sua unica fonte di vita e di piacere. Quello “spazio” è il suo “territorio” ed egli deve opporsi all’appropriazione da parte degli altri.Ne consegue che il solo comportamento “innato” - certamente frutto di un “istinto”, che in questo caso specifico è certamente quello comune a tutti gli animali: l’“istinto di sopravvivenza”, contrariamente a quanto sia stato detto e scritto fino ad ora – certamente non è quello di “proprietà” ma è quello dell’“azione gratificante” necessaria per procurarsela e salvare la pelle: impossessarsi della madre. Com’è ormai noto, il piacere è provato solo in seguito al risultato positivo di un’azione compiuta. Un’azione necessariamente compiuta, che diventa gratificante, soltanto perché ristabilisce il proprio “equilibrio interno” e contemporaneamente procura il piacere. E’ così che il piacere diventa la vita stessa, quella appena salvata dall’azione ed è quindi “istintivo” cercare il piacere e poi ricercarlo secondo le proprie necessità (v. il “Rinforzo”.)

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“La nozione di territorio e di proprietà è quindi secondaria all’apprendimento della gratificazione. Sono acquisizioni sociali in tutte le specie animali e socio-culturali nell’Uomo. Alla stressa stregua è chiaro che, per realizzarsi in situazione sociale, l’azione gratificante si baserà allora sulla costituzione di gerarchie di dominanza in cui il dominante impone il suo “progetto” al dominato.” La disputa è impossibile con chi non conosce nemmeno l’esistenza dei “meccanismi bio-chimici che determinano il comportamento umano in situazioni sociali” e della “biologia dell’inconscio e, inoltre, è abituato a coprire la propria ignoranza nascondendola dentro miti e simboli, o altro di peggiore, come la menzogna spudorata. E’, infatti anche questa, basata di nuovo sulla mancanza di conoscenza dei sopraddetti meccanismi che regolano l’apprendimento. Di fatto si ignora (si ignorava) che il momento dell’apprendimento della nuova pressione di necessità della “Proprietà Privata” della madre è avvenuto in un momento della vita del bambino troppo precoce per poter essere ricordato. Si ignora che nessuno uomo può avere ricordi di esperienze fatte, di apprendimenti, di insegnamenti ricevuti e fissati in memoria durante i primi due anni di vita. Nessuno può, infatti, ricordare le prime esperienze che certamente ha fatto durante il “fenomeno dell’Imprinting” o mentre faticosamente cercava, sommando un’esperienza all’altra, di costruire a tappe il suo “Schema Corporeo”. Quei ricordi sono finiti tutti nel suo “Inconscio”. Sono per sempre irrecuperabili e quindi non volontariamente evocabili. Non sono utilizzabili da sé stesso e tanto meno da altri e ciò, malgrado gli psicoanalisti giurino di riuscire a farli “riaffiorare alla memoria” a comando. Balle! Certamente affiorano, ma all’improvviso e meravigliano chi riesce ad accorgersene. A sorprendere e sbalordire chi riesce a scoprirli e a identificarli come tali. E’, invece, certo che all’uomo restano fissati nella memoria e possono da lui essere volontariamente recuperati, soltanto i ricordi degli insegnamenti ricevuti e delle esperienze fatte, che è stato possibile legare subito alla propria “persona”, riferirli a sé stesso. Ma nessun uomo è qualcosa di più di un insufficiente “abbozzo di persona” - che faticosamente sta nascendo dall’animale della specie umana -, prima dei tre anni. Ogni uomo ha coscienza di sé come “individuo della specie”, come “persona”, soltanto dopo che, non solo ha completato la costruzione del suo “Schema Corporeo”, che finalmente “fisicamente” lo isola definitivamente dal resto del mondo, ma anche dopo che ha, sempre sulla propria pelle, sperimentato, assorbito ed elaborato tutte le conseguenze (v. il “Principio di Realtà”) di questa nuova, definitiva “conquista” fatta dalla sua coscienza: l’essere solo. Essere completamente isolato dalla ambiente che lo circonda. Essere una “persona”.Così, è soltanto perché nessuno è in grado di poter ricordare il come è il quando del suo apprendimento della pressione di necessità della “proprietà privata” della madre, che tutti sono pronti a giurare come questa sia certamente “innata” e che quindi esista un “Istinto” di Proprietà, che è proprio dell’uomo? Ma: “non esistono nella struttura del suo sistema nervoso “centri” nei quali albergherebbe detto istinto.” Ma l’uomo, che certamente ha dunque semplicemente “appreso” tutto questo, ha nondimeno fino ad ora preferito considerarlo un “istinto” e su questo “istinto di proprietà privata” ha fondato tutti i rapporti tra gli uomini. Ma la realtà secondo H.Laborit è che: “niente di questa terra appartiene al singolo individuo”. Infatti: a) Tutto quello che l’uomo usa è il frutto dell’invenzione di altri suoi simili. b) Lo stesso linguaggio, del quale l’uomo si serve per comunicare con gli altri, si è formato nel corso dei secoli e sono ancora gli altri che lo insegnano. c) Così le idee, le opinioni, le “libere scelte” - delle quali l’uomo va fiero, perché certamente sono frutto della sua esperienza personale che si è andata arricchendo nel tempo, proprio a proposito degli esseri e delle cose che lo circondano e/o di tutto ciò che può “liberamente” immaginare – sono, invece, inesorabilmente modellate dai rapporti avuti con gli “altri”, tutti quelli presenti nella sua nicchia ambientale, quelli di quel certo ambiente nel quale ha vissuto, in quella certa epoca, perché sono loro che, a sua insaputa, gli hanno riempito l’inconscio! d) Sono ancora gli “altri”, sempre loro, che così gli hanno insegnato prima ciò che è bene e ciò che è male, il bello e il brutto e attraverso le regole che gli hanno imposto, il lecito e l’illecito, etc. “Le memorie di ogni uomo sono riempite di tutto ciò che gli “altri” vi hanno depositato.” Ma l’uomo crede - con tutto sé stesso - che siano, invece, tutte “verità”. Ma ogni volta pensa anche che siano “sue verità”. Mentre non sono altro che l’espressione della “cultura” in cui è cresciuto. Ma la “cultura” non è altro (H.L.) che:

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“l’insieme dei pregiudizi e dei giudizi di valore comuni agli uomini che vivono in dato luogo, in una data epoca.”Infatti, mentre le “cose” si limitano ad essere, si contentano di essere, è l’uomo, i gruppi nei quali si è organizzato che, secondo i propri interessi, attribuiscono alle cose un valore. Sono ancora soprattutto i gruppi, gli stessi che hanno emesso i loro “giudizi di valore”, che cercano poi di imporli a tutti, spesso ricorrendo alla forza per sottometterli alla loro dominanza. Le cose che non interessano al gruppo dominante sono considerate prive di valore. Ma per l’uomo è la “sopravvivenza della specie” l’unico valore “vero”, l’unica finalità. Ma succede che, tra l’individuo e la specie si frappongano proprio quei gruppi. Quelli che - avendo già emesso, nel loro esclusivo interesse, i propri “giudizi di valore”, gli stessi che fin dalla nascita vengono introdotti nel sistema nervoso di ogni uomo di quella particolare nicchia ambientale – sono costretti a cercare di imporli a tutti gli altri. Lo fanno, anche questo è stato detto, ricorrendo spesso alla forza. Ma lo fanno anche se detti “giudizi di valore” risultano essere pericolosi per tutti gli altri, perché è certo che i malcapitati, poiché hanno altri, propri “giudizi di valore”, non possono che essere nell’errore. Così, ogni individuo del gruppo, certo che i “valori di giudizio” da lui ricevuti siano la verità, che dette verità siano addirittura sue, è pronto a difenderle a qualsiasi costo. Ma per sapere chi ha ragione è necessario che intervenga “la sperimentazione” che, poiché il dubbio da dirimere, come più spesso succede ormai, può interessare anche milioni di persone, avviene necessariamente attraverso sconvolgimenti, soprattutto dolorosi e violenti, con bagni di sangue, etc. che, alla fine, sono vere e proprie “automutilazioni” che l’uomo compie sul suo stesso “organismo-specie” delle sue parti infette, per esempio, perché in preda a manie di libertà e/o pretese di dominanza, da ideologie cancrenose, o soltanto perché improduttive, inutilizzabili, inutili, etc. L’uomo le chiama guerre o rivoluzioni. Sono fatte, sia per conservare i privilegi acquisiti, sia per acquisirli quando non si posseggono. Ma in questa società i vantaggi di proprietà, di potere degli individui o dei gruppi, dei popoli, sono principalmente legati alla produzione di merci, al commercio e alla ricchezza che ne scaturisce. Quasi scomparsi, allora, gli “artigiani”, ora le merci vengono prodotte dalle macchine. L’uomo ormai si limita a sorvegliarle. Ma per inventare le macchine c’è bisogno degli ingegneri, del loro sistema nervoso. Per condurre una fabbrica e poi per il commercio delle merci prodotte, sono indispensabili gli amministratori. Entrambi ricevono potere, onori e stipendi più alti.Sarebbero i più felici tra gli uomini, se la felicità dovesse veramente dipendere soltanto dal possesso di oggetti gratificanti. Ma iperdotati come sono grazie ad una efficientissima parte sinistra dominante, soffrono della completa castrazione dell’emisfero destro del loro cervello, che gli preclude a priori in gran misura l’accesso ai piaceri propri dell’anima umana. Nondimeno la maggioranza ci crede e i genitori spingono i figli a studiare bene la matematica, la fisica, la chimica, anche se questo significa accettare anche la sicura “castrazione” dell’emisfero destro del cervello dei loro figli. Una volta erano comunque avvantaggiati solo i figli della borghesia, ora lo sono anche e soprattutto i figli dei tecnici, dei tecnocrati, dei super specialisti, etc. Ma non esiste ancora una “eguaglianza di opportunità”, perché è, invece, proprio quella che permette di diventare disuguali, di elevarsi in modo da dominare gli altri. Per riuscirci bisogna essere “conformi” all’obbiettivo del gruppo di appartenenza: partecipare a produrre merci sempre più perfezionate per commerciarle in patria e all’estero.Una martellante pubblicità spiega, inoltre, quali siano gli oggetti da possedere per essere felici. (Mentre, a poche ore di volo dal mondo civile-occidentale, esistono paesi nei quali muore un bambino ogni tre secondi.)Ancora secondo H.Laborit, forse per l’umanità sarebbe possibile instaurare nuovi rapporti? Ma è fondamentale che gli individui che tentino di instaurarli conoscano bene il funzionamento dei sistemi nervosi che rendono possibile una simile realizzazione. Altrimenti non cambierà nulla, perché possono nel tempo mutare i mezzi per instaurare una dominanza. Ma le dominanze persisteranno comunque soltanto fatte di forza bruta. In conclusione: E’ stato spiegato che cosa è una pulsione; cosa sono le memorie e i sentimenti, gli apprendimenti, i giudizi di valori; come e perché nasca l’aggressività; a che cosa possa servire l’immaginazione… Grazie a queste conoscenze, un uomo non può che dubitare delle proprie certezze. Ma certamente ha anche imparato a diffidare di chi afferma e mostra di averne. Costui, merita pietà, perché non è responsabile né di sé stesso, né delle proprie azioni. Un uomo degno cercherà di capire sempre di più, sebbene sappia che non riuscirà mai a capire tutto. Eviterà di entrare in diretto conflitto con gli altri. Sono più numerosi e non perdonano. Inoltre, ha compreso che anche se un errore è condiviso da milioni di individui non per questo può diventare una verità.

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E’ stato detto che un atomo è un insieme costituito da tante particelle che sono gli elementi e poi di altri insieme che sono le molecole, le cellule, gli organi del sistema, e degli individui; degli individui riuniti a gruppi che sono anche questi tutti “insieme” formati da elementi; che costituiscono quelli che sono stati descritti come “livelli di organizzazione”. Ogni livello di organizzazione, è stato spiegato, costituisce a sua volta un elemento dell’insieme che lo ingloba. E’ così che, andando avanti si può partire dall’atomo per arrivare alla specie umana. Ma il funzionamento di un livello di organizzazione dipende completamente dal livello che lo ingloba. Mentre il funzionamento di ognuno di questi livelli concorre al funzionamento dell’insieme. Ma è necessario che detto funzionamento mantenga armoniosamente tutta la struttura, per proteggere la struttura di tutti gli altri livelli di organizzazione inglobati. Questa è la Natura! Ma quando si è costretti a considerare l’uomo allora si scopre subito che, invece: d) Sebbene nell’organismo dell’individuo non esista nessun livello di organizzazione che domini sugli altri; non ci sia una sola cellula che invece di collaborare si metta a comandare sulle altre mettendo a repentaglio l’equilibrio interno dell’organismo stesso, per poi, distruggendolo, cessare di esistere insieme a lui, (ma forse lo fanno le cellule cancerogene, ma senza saperlo, visto che a differenza di tutte le altre il cui unico scopo è collaborare fabbricando nuove cellule per salvare la struttura-organismo, queste non hanno nessuna finalità da perseguire.)e) Nondimeno la dominanza inizia nello stesso momento in cui l’individuo è collocato in un gruppo sociale, o se un gruppo sociale si colloca tra altri gruppi. Ma poiché è stato appena spiegato come tutto sia collegato (v. le “relazioni” e la “informazione strutturale” e l’“informazione circolante”), allora, non si può prendere in esame un avvenimento svoltosi a livello di un solo livello di organizzazione – questo, soprattutto i medici dovrebbero tenerlo sempre presente – senza rischiare un grossolano errore di interpretazione. Un evento politico, per esempio, è sempre collegato ai sistemi economici che governano i rapporti sociali. Questi, a loro volta, dipendono dalla psicologia degli individui, che dipende dal funzionamento del loro sistema nervoso… etc.Da quanto fino ad ora studiato, ciò che appare chiaro, è che, prima di tranciare un giudizio per poi decidere di intraprendere un’azione, bisogna collocare l’avvenimento nei sistemi che lo inglobano (ciò è possibile dopo tutta la conoscenza acquisita) e contemporaneamente i suoi meccanismi nei sistemi che esso ingloba dai quali è regolato (v. i “regolatori” e i “servomeccanismi”.) Il problema sta nel fatto che questo lavoro di analisi è comunque fatto dal sistema nervoso di un uomo il quale ha da sopportare - senza potere minimamente intervenire - l’influenza dei pregiudizi, dei giudizi di valori, etc. presenti nel suo inconscio, che comunque partecipano ad indirizzare le sue scelte. Così, nel groviglio dei numerosissimi fattori da considerare, anche per colpa del suo inconscio, ogni singolo può dare un giudizio di validità a fattori che invece altri possono considerare poco importanti. Ma è necessario concludere con le parole con le quali alla fine H. Laborit si rivolge ai due bambini con i quali ha dialogato fino ad ora:Bambini: “E’ piuttosto triste tutto ciò!”H. Laborit: “Non credo che sia triste, direi piuttosto lucido, e se ci pensate bene, ciò vi consentirà di comportarvi più amabilmente in mezzo agli altri. Vi aiuterà ad evitare odio e furore, gelosia e invidia, a diffidare di voi stessi e delle vostre certezze. Vivrete forse abbastanza a lungo per vedere che, davanti alla distruzione sistematica dei sistemi viventi sul nostro pianeta, distruzione cui l’uomo non sfuggirebbe, questi si renderà conto che essa (la distruzione) è il diretto risultato della ricerca della dominanza e della competizione economica.In questo caso e per necessità, il comportamento degli uomini, di tutti gli uomini, potrebbe cambiare. E’ probabile tuttavia che se gli si insegnasse, ciò che voi ora sapete, ancor prima delle tabelline e del problema dei rubinetti (lo conoscete?) invece di iniziarlo al modo più efficace di produrre merci, questa trasformazione sarebbe più rapida e sicuramente meno dolorosa.

------------------------------------------------------------------------------------------------------------- A questo punto, dopo la lettura del “Piccolo Manuale Breve” ogni lettore ha ricevuto una quantità d’informazioni che è maggiore di quella in possesso di uno scienziato del Novecento. Ma è giusto che specialmente i genitori, che svolgono o si accingono a svolgere il loro “meraviglioso compito”, abbiano il diritto di accedere a una sufficiente quantità d’informazioni “interdisciplinari” anche a proposito di un “mestiere” che neppure esiste come tale. Infatti, come dovrebbe essere ormai già chiaro a tutti, in questo mestiere cambia continuamente proprio la materia da in-formare, da plasmare, perché ogni bambino che

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nasce è certamente nuovo, ma è anche “unico”. E’ sicuramente diverso da tutti gli altri che sono esistiti prima e da quelli che nasceranno ancora sulla terra. Il cosiddetto “mestiere di genitore”, ogni volta, per ogni bambino che nasce, ha bisogno, allora, di essere inventato di nuovo. Ma anche di essere, generazione dopo generazione, riadattato, sia al livello raggiunto dalla coevoluzione biologica e culturale della specie in generale, sia al cambiamento, (e/o “progresso”) delle condizioni socio-culturali ed economiche e politiche, etc. avvenuto in quella nicchia ambientale nella quale i genitori hanno deciso di far crescere il loro bambino e di allevarlo per strutturarne la personalità. ---------------------------------------- Ma ora, come sarà ancora detto e ripetuto, nella serie “B”, tutto avviene purtroppo, non soltanto con il solito, ma mai programmabile, contributo degli “altri” - che nondimeno, una volta, grazie alla presenza costante della madre, era controllabile e, almeno in parte, addirittura valutabile, perché comunque era sempre la madre a modularlo per il suo bambino - ma anche con quello inedito ed estemporaneo di estranei istituzionalizzati, che ormai sono presenti nella “Nuova Nicchia Ambientale Allargata”. Costituitasi grazie ai nuovi “Parcheggi Istituzionalizzati”. Tutti da considerare veri e propri “Centri per l’Allevamento del Bambino” (v. i “Figli di una Cooperativa” (a pag. 40) e l’“Asilo Nido” (a pag. 64) Tutto questo avviene perché, le condizioni socio-culturali, economiche e politiche di quella parte (o gruppo) della società alla quale genitori e figli appartengono e specialmente di quella particolare nicchia ambientale nella quale hanno scelto di vivere insieme, sono e restano totalmente determinanti per entrambi. Risultano fondamentali ora, ancora di più, perché, com’è spiegato nella nota (1) (pagina seguente.), nella società globale attuale, le differenze socio-economiche – e, per la prima volta, con un coinvolgimento maggiore, anche quelle culturali - sono veramente profonde e ormai così ben definite a causa dei ruoli assegnati, tanto da poter essere immaginate stabili e/o persino immutabili, nella loro struttura attuale. -------------------------Ecco, allora, una delle tante possibili visioni del mondo attuale. Ma che è e resta solo uno dei punti di vista sulla “nuova nicchia ambientale” che accoglie alla nascita i cuccioli dell’uomo civile-occidentale del terzo millennio: I motivi, che hanno portato alla trasformazione di questo mondo attuale e alla formazione di questa nuova, particolare nicchia ambientale e inedita, sono molteplici e vari e di non sempre facile interpretazione. Infatti, per esempio: 1) per conservare e perpetuare il potere della socio-cultura dominante, dovrebbe essere considerato ancora fondamentale, addirittura vitale che, particolarmente in quella parte dell’intera società globale che è detta civile-occidentale (Nota: (1) in questa pagina), sia ancora la madre ad esercitare un controllo costante. Un controllo totale, per i primi tre anni, non soltanto sugli stimoli-informazione e i dati che sono poi tramandati ad ogni bambino. Sono questi i dati che, dopo essere stati prodotti con estrema cura e precisione dalla stessa socio-cultura dominante, perché, com’è noto, sono niente altro che le sue stesse strategie per conservare la sua dominanza e per perpetuarla, vanno a far parte del mondo dell’inconscio. Ma il controllo da parte della madre dovrebbe avvenire anche su quelli - sempre garantiti – degli “altri”. Anche questi sono prodotti dalla stessa socio-cultura presente nella nicchia ambientale, nella quale la madre e il figlio vivono insieme. 2) sempre per conto e in nome della stessa socio-cultura dominante, di nuovo la madre dovrebbe conservare il compito di controllare e poi modulare per lui, anche gli stimoli-informazione che arrivano dall’esterno prima che irreparabilmente lo raggiungano per fissarsi per sempre nella “molle cera” del suo inconscio. Sono tutti quei dati estemporanei e incontrollabili, perché prodotti da fonti e soggetti estranei alla nicchia ambientale.

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E’, infatti, soltanto grazie agli “altri” (Nota:(2) a pag. 51) (genitori compresi), ma tutti degni e garantiti, che il bambino, finisce con l’essere completamente strutturato nell’anima, avendo ricevuto il necessario materiale e le basi per costruire una precisa, definitiva personalità garantita di un buon cittadino, un fedele suddito, perfetto conformista… Com’è stato più volte ripetuto, sono gli “altri” che sistematicamente provvedono, fin dalla fase dell’Imprinting, a riempirgli l’inconscio quando è appena in condizione di intendere, ma non ancora di volere. E’ così che ogni uomo porta dentro di sé, indelebilmente incisi nel suo inconscio - grazie a quella parte della memoria dell’apprendimento che è già attiva durante il “fenomeno dell’Imprinting” (v. il “Secondo Cervello” e l’“Imprinting” a pag. 34 e 38) - gli automatismi culturali, i giudizi di valore e poi per sempre nella sua anima, quelli “delle tradizioni, della famiglia, della terra…” (Stefano Zecchi), e la conoscenza passata e presente dei vivi e dei morti della specie, etc. oltre alla memoria delle sue esperienze uniche, fatte in prima persona, ma sempre grazie all’esempio e sotto la guida e il controllo degli “altri” (v. Nota (2) a pag. 51).

Nota (1): AVVERTENZA: Questo – e vale per tutto il contenuto del testo - è soltanto uno dei tanti modi diversi e “relativi” di guardare e di vedere e di giudicare la realtà del mondo che circonda il civile-occidentale del terzo millennio. Realtà che è e resta soltanto possibile, ipotetica, perché il “vedere”, come ora dovrebbe essere chiaro per tutti, è influenzato da un doppio e diverso “mondo dell’inconscio”. I due mondi che sono entrambi i frutti di due tipi di condizionamenti. Quelli ricevuti da chi lo ha descritto e quelli di chi sta leggendo. (Ma resterebbe comunque per entrambi, sempre la possibilità di servirsene anche se soltanto per poter continuare il discorso iniziato.)

Ogni bambino che nasce porta dentro di sé il patrimonio genetico dei suoi genitori. In lui si è realizzata un’altra, nuova combinazione inedita e irripetibile di DNA umano. E’ il patrimonio genetico della sua specie che, in una sorta di staffetta infinita - che per i discendenti degli ominidi dura da oltre 10 - 9 milioni di anni - dalla generazione che precede viene consegnato a quella successiva per assicurare la continuità e la “conservazione della specie”. Così, per almeno un terzo della sua esistenza, il portatore del nuovo patrimonio genetico sarà protetto da tutti gli “altri” presenti nella sua nicchia ambientale e condotto e guidato lungo l’iniziale percorso della sua vita direttamente soprattutto dall’esempio di coloro che lo hanno generato, ma sempre anche insieme agli “altri”, i vivi e i morti, tutti gli individui della sua specie. Fatto che presuppone una “Solidarietà Incondizionata” che, almeno in teoria, soltanto, almeno per questo, in questa fase iniziale, dovrebbe essere totale. Poi, ma solo dopo avergli insegnato a “correre”, ormai certi che riuscirà a farcela da solo, i genitori, da quel momento, gli consentiranno di trasportare lungo il percorso da lui scelto, fino al suo traguardo, quel “testimone” che nell’atto del suo concepimento gli avevano già consegnato. Ma è chiaro come, per ogni genitore, sia, per prima cosa, necessario sapere perfettamente, per esperienza, quale sia il miglior “percorso”, almeno quello iniziale, tra quelli propri del suo contesto socio-economico e culturale. Deve conoscere la nicchia ambientale nella quale ha scelto di far vivere e di far crescere il proprio bambino e quindi, almeno l’orientamento dei “binari” sui quali, durante l’esercizio del suo cosiddetto “mestiere”, insieme agli altri lo ha messo e poi lo ha costretto a muoversi. Binari che quindi non saranno mai gli stessi per tutti, perché, per esempio, proprio da questo punto di vista (socio-economico culturale), le varie nicchie ambientali dell’attuale popolazione della terra possono essere immaginate ormai divise, anche se solo a grandi linee, in tre livelli principali:

1) Il primo è quello costituito da una minoranza di qualche milione di individui (circa cinquecento famiglie) che concentrano nelle loro mani una quantità ormai letteralmente stratosferica di ricchezza e tutto l’enorme potere che, da questo possesso, a loro deriva. Costoro, come meglio si vedrà, hanno costruito e strutturato per sé stessi e per i loro figli - secondo il più

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puro dei “socialismi reali” , una “classe” elitaria fondata sull’“associazionismo collettivo” e le “tutele sociali” - un ambiente socio-culturale “assolutamente solidale” nel quale ogni soggetto viene seguito “dalla culla alla tomba”. Viene allevato in ambienti esclusivi estremamente protetti (v. le loro scuole elementari, le prep-school, alcune loro università, che sono in assoluto le più potenti e le migliori del mondo, etc.) dalle infiltrazioni ideologiche di soggetti estranei alla loro classe e quindi e soprattutto, dall’ apporto della loro competitività necessariamente esaltata. (v. “Un mondo esclusivo” a pag. 50)2) Il secondo livello è costituito da circa un miliardo e duecento milioni d’individui . Sono fra tutti i “loro sudditi” quelli direttamente sottomessi che – a parte una nutrita minoranza composta di soggetti di vecchi e nuovi “privilegiati” (v. ad esempio, tra questi ultimi i “benestanti” e poi i difensori del potere, i loro vari lacchè, i servi, etc.) e una nutrita schiera di solerti, parassiti “arraffa briciole” e/o che in maggioranza vivono di rendite varie - per sopravvivere, sono obbligati a produrre “merci” di qualsiasi genere e un “plusvalore” di merci con il quale sostenere, sia le classi dominanti, sia le loro istituzioni, oltre i parassiti, etc. e poi, a doverle consumare secondo le precise indicazioni, gli “imput” che ricevono attraverso la frenetica, capillare propaganda martellante, che crea le mode.

Ma sono tra tutti i “restanti” della terra, i cosiddetti “civili-occidentali” quelli completamente costretti a seguire e ad applicare il più puro e “selvaggio” Neo-liberismo mai comparso prima sulla terra. Neo-liberismo (quasi istituito appositamente per loro), che quindi, non prevede nessuna “classe”, nessuna forma di “associazionismo collettivo”, né di “tutele sociali”, etc. Infatti, la regola per la maggioranza di questa sorta di gruppo sui generis – che non è esclusivo, ma che si allarga, si riduce o si contrae soltanto secondo il mercato e quindi in base alla quantità di ricchezza lasciata circolare nel suo mondo - è la costante, totale “competitività” feroce e senza regole. I soggetti sono preparati a questa lotta da una “nuova scuola pubblica” che, appositamente trasformata in azienda commerciale, li condiziona e li seleziona, dopo aver sistematicamente provveduto alla “castrazione” dell’emisfero destro del loro cervello. La “nuova scuola pubblica”, come una qualsiasi azienda commerciale, produce così esclusivamente un mare di “tecnici”, di produttori di merci di qualsiasi genere, dal quale, ogni volta (v. la flessibilità, la mobilità, etc.), vengono poi pescati e impiegati. Ma soltanto quelli indispensabili alla produzione delle particolari merci che, secondo le leggi e le richieste del mercato, sono quelle indicate di moda in quel momento.

3) Il terzo livello è costituito dal restante quattro miliardi e ottocento milioni di individui impegnati a lottare soltanto per sopravvivere alla fame, alle malattie, agli stenti, ai cataclismi, alla schiavitù, etc.

E’ soltanto tra questi, che necessariamente esiste ancora la Solidarietà Incondizionata e l’Insegnamento alla Speranza. Ma sono sempre loro, gli stessi che, affidati agli interventi della Provvidenza, e sostenuti da una religione che gli garantisce il paradiso e/o la felicità dopo la morte, a differenza dei livelli “1” e “2” che restano da sempre stabili, continuano, invece, a moltiplicarsi, così che, in breve, gli uomini sulla terra raggiungeranno i nove miliardi (2011 ?). -----------------------------------------------------------------------------------

Nota (2): Gli “altri” sono tutti quelli che – già informati, educati, definitivamente “marchiati” nell’anima e controllati e selezionati dalla stessa “socio-cultura dominante”: tutti soggetti degni e garantiti quindi - sono presenti in quella nicchia ambientale (v. il “Secondo Ambiente”) che ad ogni uomo è toccata in sorte alla nascita. Così ogni uomo finisce con l’essere semplicemente la somma del suo patrimonio genetico (v. il genotipo) e di tutto ciò che, grazie alla “continuità ininterrotta della trasmissione dati” da una generazione a quella successiva, continua a “marchiare” la sua anima quando è ancora un cucciolo dell’uomo. Sono, com’è stato già detto, tutti i sopraddetti “valori” che sono considerati validi dalla socio-cultura dominante di turno, perché sono le sue strategie per conservare il potere. Valori innalzati a leggi universali che i genitori (soprattutto la madre), la famiglia, gli individui della nicchia ambientale - quelli che si continua a definire gli “altri”, ai quali, nondimeno ora, si

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aggiungono gli “estranei” dell’attuale, inedita nicchia ambientale “allargata”, con il loro esempio hanno trasmesso fin dalla nascita, per segnargli indelebilmente l’anima (v. anche il concetto di fenotipo). A questi vanno aggiunti tutti i “giudizi di valori” particolari che caratterizzano la propria nicchia ambientale: quelli delle tradizioni della famiglia, della terra, etc. , nella quale un individuo vive e si sviluppa. Ma sono sempre gli stessi “valori” che, grazie alla “continuità ininterrotte di trasmissione dati”, sempre con le stesse modalità, sotto forma d’insegnamento e di esempio, ognuno degli “altri” ha, a sua volta, direttamente ricevuto dalla generazione che lo ha preceduto. E’ così che - a differenza dei cuccioli di tutte le altre specie viventi prive del linguaggio parlato e scritto - sempre e soltanto apprendendo dagli “altri”, ad un bambino basta molto poco per diventare (per conoscere e sapere) tutto quello che sono state le generazione che lo hanno preceduto. Sarà inoltre, sempre più chiaro come, ma è stato già detto, proprio a questa “continuità ininterrotta di trasmissione dati” tramandata da una generazione all’altra, sia stata affidata oltre che la ben “guidata” e controllata, condizionata evoluzione socio-culturale di una gran parte della specie, anche la conservazione e quindi lo “scontato” perpetuarsi del potere della “socio-cultura dominante”, la conservazione della sua “Scala Gerarchica di Dominanza” alla quale direttamente, o indirettamente è attualmente sottomessa l’intera umanità. --------------------------------------------------Ma ai genitori forse conviene comunque: 1) tenere, prima di tutto, in giusta considerazione l’avvertimento del grande scienziato Henry Laborit:“Ad ogni modo, se v’imbattete in qualcuno che sostiene di sapere come si debbono allevare i bambini, vi consiglio di non affidargli i vostri. I genitori, almeno a parole, a livello cosciente, desiderano soprattutto che i figli siano felici.” (H.Laborit, “Elogio della Fuga” Arnoldo Mondadori ed.1985, pag.59)2) E inoltre, è importante per loro notare ancora come, anche questa seconda considerazione che segue - che è sempre dello stesso scienziato e che svela un’altro “paradosso” generato dalla diffusa ignoranza dell’animato e della biochimica comportamentale e della biologia dell’inconscio… - sia fondamentale per chi si predisponga con “intelligenza” e non voglia tralasciare niente per riuscire a svolgere al meglio il suo “meraviglioso compito” e quindi possegga già almeno le basi della “bio-psico-sociologia” di H.Laborit, perché ha già letto il “Piccolo Manuale Breve”, che inizia a pag. 28, una sufficiente quantità d’informazione insomma, perché oltre che “aberrante”, è certamente paradossale che: “Il nuovo livello di organizzazione che costituisce il gruppo sociale possiede leggi proprie, che però derivano, per forza di cose, dal funzionamento dei sistemi nervosi degli individui che lo compongono. Ci sembra aberrante tentare di comprendere l’instaurarsi di rapporti interindividuali, approdanti alla struttura dei sistemi sociali, nell’ignoranza del funzionamento del sistema nervoso che è indispensabile alla instaurazione dei rapporti interindividuali stessi.” (Henry Laborit “La Vita Anteriore” Arnoldo Mondadori Ed.I edizione 1990, pag. 223.)

Continuare a fornire altre informazioni, dopo aver fatto il possibile perché risultino nuove, siano aggiornate e che derivino da fonti diverse e varie e soprattutto siano “interdisciplinari”... è il tentativo al quale si è cercato di dare anche una nuova forma. Già nel 1976, a Parigi, il grande scienziato Henry Laborit, per i tipi dell’Editore Robert Laffont, infatti, componeva:“Quando le società procureranno ad ogni individuo fin dalla più tenera età e per tutta la durata della vita, informazioni su ciò che è, sui meccanismi che gli permettono di pensare, di desiderare, di ricordarsi, d’esser lieto o triste (...) insomma sui meccanismi che gli permettono di vivere con gli altri, quando gli procureranno informazioni sul quel curioso animale che è l’Uomo, come si sforzano invece da sempre di procurargliene sul modo più efficace di produrre merci. La vita quotidiana di questo individuo correrà il rischio di trasformarsi. Dato che niente può interessarlo più intensamente che se stesso.” (Henry Laborit,”Elogio della Fuga”, Milano, Saggi, Arnoldo Mondadori ed. II ediz. 1985, pag.126 ) ---------------------------------

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Ma, dopo tutto quello che è stato detto fino ad ora, è necessario un approccio diverso alla realtà. Un approccio che sia finalmente veramente interdisciplinare. Per avere una più chiara, più completa visione del mondo nel quale il bambino è stato fatto nascere. Per riuscire così a immaginare le varie possibilità. Tutte quelle che, come dovrebbe essere ormai chiaro per chi ha almeno letto il “Piccolo Manuale Breve” (v. a pag. 30), sono soprattutto legate ai limiti naturali della sua struttura-organismo umano, che sono anche quelli determinati dalla bio-chimica comportamentale del suo cervello e dalla biologia del suo inconscio, dal funzionamento del suo sistema nervoso, etc. Ma soprattutto dalla cultura degli “altri”. Quella di chi ha manipolato il suo inconscio e poi ha continuato a mettere in-forma il suo cervello, dopo aver partecipato a strutturare la sua personalità, etc. Ma ancora, dalla quantità e dalla qualità degli automatismi, dei giudizi di valore, delle regole e delle leggi, etc. proprie della socio-cultura dominante della nicchia ambientale, nella quale ha vissuto e/o dalla quale ancora completamente dipende. Da tutto quel mondo insomma, che è anche quello che, le generazioni passate, gli hanno lasciato. ------------------------------- Anche Henry Laborit avvertiva la necessità, per l’uomo moderno, di essere finalmente informato in modo ampio e interdisciplinare, anche sull’Animato. Necessità che s’ipotizza sia divenuta, proprio per quello del terzo millennio, ormai indispensabile e improrogabile. E’ anche l’unico modo per permettere ad un genitore - che sia così finalmente riuscito a conoscere meglio sé stesso - di accedere al vero mondo dell’Uomo e quindi a quello del suo bambino e a quello che lo circonda, etc. Ma anche e soprattutto di conoscere bene e prima di tutto il mondo degli “altri”, quelli presenti nella nicchia ambientale e quello della socio-cultura che la domina, etc. per meglio esercitare il suo completo controllo, soprattutto se ha deciso di difendere ad oltranza il suo bambino, prima che costoro diano inizio a manipolare la sua anima e mettano mano alla costruzione della sua personalità. ----------------------------- Ancora un altro dei possibili modi di guardare e di vedere il mondo attuale. Per esempio, potrebbe essere anche quello di un qualsiasi genitore, o di un comune, ma “buon cittadino”, soltanto perché già condizionato dalla socio-cultura dominante. Ma che nondimeno, avendo conservato intatte e funzionanti sufficienti zone associative del suo cervello, sia toccato nell’anima dal dubbio e quindi, inizi, per esempio, a considerare da un suo punto di vista: a) come, a causa del continuo e inarrestabile divaricarsi verso l’infinito della “forbice” che separa i “veramente ricchi” dai restanti della terra e la conseguente scomparsa di una reale classe media, sia avvenuta ormai nel mondo una “trasformazione” che sta attualmente definitivamente dividendo in tre parti principali la società umana (v. Nota (1) a pag. 49). b) ma anche, come da questo fatto stia scaturendo, nel mondo civile-occidentale, un nuovo modo conseguente e diverso di “fare e poi di somministrare cultura”. Fatto che ha dato vita principalmente a due tipi e due livelli d’insegnamento con due precise finalità e due risultati completamente diversi. c) come, in realtà, alla fine siano rimasti da prendere in considerazione solo due dei tre livelli, perché, sebbene il terzo esista e sia anche quello formato dal gruppo più numeroso, sia stato ormai semplicemente, definitivamente consegnato nelle mani della Provvidenza.

------------------------------------------------------------------------------- L’idea dominante, ma inconfessabile, resterebbe comunque ancora quella antica: continuare, malgrado la fine ufficiale del Colonialismo, a saccheggiare impunemente energia e materia dalle nicchie ambientali e a servirsi di quella parte di eterni restanti della terra - di quel serbatoio enorme di umanità di ben quattro miliardi e ottocento milioni di individui – oltre che come potenziali consumatori, quasi esclusivamente per impiegarli in lavori “termodinamici” del ciclo produttivo, ma solo in quelli divenuti antieconomici oltre che improponibili per i (più nobili?) civili-occidentali.

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Ma stando sempre molto attenti a non fornire loro la necessaria cultura tecnica, né i mezzi per creare anche “informazione tecnologica”. Oltre che a tenerli in uno stato d’indigenza totale impedendo perfino il loro sviluppo agricolo per la causata mancanza di capacità concorrenziale dei loro prodotti agricoli. Risultato che attualmente è facilmente ottenuto continuando con la pratica del protezionismo ad oltranza dei propri prodotti agricoli occidentali. Così che un allevatore francese, per esempio, continua a riceve dalla Unione Europea oggi € 6 al giorno per ogni capo del suo allevamento, mentre in Africa con, in media meno di un euro al giorno, un uomo deve riuscire a sopravvivere insieme alla sua famiglia e a continuare ad indebitarsi per comprare tutto, dagli stessi civili-occidentali che lo affamano. Ma è da tutto questo che è stato ottenuto anche un altro sorprendente risultato: quello paradossale della “spinta demografica” che porterà nel 2011 la popolazione mondiale a superare i 9 miliardi. Sebbene grazie a questo tipo di politica civile-occidentale muoia infatti, un bambino del terzo mondo ogni tre secondi, la loro popolazione sorprendentemente continuerà ad aumentare, semplicemente perché, da una ricerca scientifica da poco conclusa e divulgata, è venuto fuori che è la fame e non la sazietà, che fa crescere a dismisura nell’uomo la libido e quindi, non soltanto la sua voglia di riprodursi, ma perfino la sua capacità (fertilità) di procreare. Ma è spiegato così anche l’aumento inarrestabile dell’AIDS. --------------------------------------------------------------------------------------------

I due principali tipi e livelli d’insegnamento. Esistono vari tipi d’insegnamento. Ma i due principali sono ad esclusivo appannaggio dei livelli “1” e “2” della popolazione civile-occidentale attuale, descritti nella nota (1) a pag. 48. Sono stati creati e organizzati al solo scopo di: 1) al livello “1”, per tentare di “formare” - grazie ad una ampia e mirata preparazione e ad una attivissima esclusiva, avanzata ricerca sull’Inanimato, per la quale vengono stanziate ricchezze enormi – un buon numero di soggetti, dopo averli presi anche da qualsiasi altra parte del mondo (v. il mercato dei cervelli, la libera circolazione, la “fuga dei cervelli”, etc.), dalla particolare capacità di astrazione, ritenuti adatti quindi a creare nuova informazione tecnologica di qualsiasi tipo (da impiegare soprattutto per produrre armi). 2) al livello “2”, per “sfornare”, grazie alla somministrazione da parte della nuova scuola pubblica, trasformata secondo i criteri di una comune impresa commerciale, di quella giusta cultura soprattutto tecnica, a selezionati soggetti - perché tutti già pre-condizionati, controllati e pre-selezionati durante il loro sviluppo e scelti in maggioranza tra i fidati, fedeli sudditi, etc. - una marea di tecnici in grado di usare l’informazione tecnologica per produrre merci di qualsiasi genere, dalla quale poter ogni volta pescare, secondo le temporanee e immediate indicazioni, o le esigenze del mercato, ma sempre dopo un’altra selezione finale certamente più raffinata, i soggetti migliori da impiegare, ma soltanto per il tempo necessario e al minor costo possibile, per produrre proprio quelle particolari merci richieste in quel momento dal mercato, etc.--------------------------------------------------------------------------- Ma questo che è stato sempre il sogno di ogni imprenditore civile-occidentale, è invece, ora divenuto realtà in India e in Cina, due nuove Nazioni dalla devastante competitività commerciale. E’ per questo che hanno cominciato ad ospitare numerosissimi imprenditori e fabbriche del mondo occidentale.---------------------------------------------------------------------------

La sua causa-effetto (dei due livelli d’insegnamento) è tutta nello squilibrio tra le potenziali capacità di apprendimento che teoricamente sono quasi identiche per ogni uomo e le possibilità reali che invece, si vanno concretizzando in base al modo di progredire e al progresso raggiunto dal suo ambiente socio-culturale soprattutto nella somministrazione delle differenti informazioni e dei condizionamenti e quindi, delle “culture” che sono presenti nelle varie nicchie ambientali in cui i soggetti vivono e si sviluppano e vengono addestrati. Ma la differenza di cultura, che, com’è sempre stato, è determinata solo

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dall’ambiente in cui il soggetto vive e si sviluppa, non può che seguire (e subire) l’enorme divario voluto e imposto, principalmente proprio dalla socio-cultura dominante. Si è andato così formando - tra le ormai enormi, stratosferiche dimensioni raggiunte dal potere, che è esercitato anche sull’informazione e quindi sulla cultura - un baratro tra i “veramente ricchi” e i “restanti” della terra che, anche per quanto è stato appena detto, va approfondendosi sempre di più ed è forse, ormai prossimo al suo punto di rottura. E’ diventata per i dominanti certamente determinante la scelta obbligata dei programmi d’insegnamento di materie quasi esclusivamente tecniche, fatta fare (ma più spesso imposta) agli stessi civili-occidentali di serie “B” nelle loro nuove scuole pubbliche, per questo, trasformate definitivamente in vere aziende commerciali. Lo squilibrio tra i due livelli, che diventa evidente nel risultato finale, a prodotto finito, è soprattutto chiaro se si considera anche la differenza della quantità dei mezzi economici e quindi della qualità delle strutture didattiche fornite, perfino per l’insegnamento anche delle stesse materie tecniche. Divario che diventa abissale quando si prende in esame la promozione della ricerca tecnologica e scientifica in generale. E’ inoltre, facile da confermare soprattutto per la drastica riduzione dei programmi dell’insegnamento nella serie “B” delle materie cosiddette umanistiche. Materie condannate a non avere più valore, perché prive di un qualsiasi fine e/o impiego pratico, in un mondo di serie “B”, concepito tutto di solo tecnici sistematicamente, preventivamente castrati del loro emisfero cerebrale destro, perché eccellano in matematica, fisica, chimica, etc. Così, per esempio, lo squilibrio è abissale per l’assenza totale nella nuova scuola pubblica persino dell’idea stessa di dover dar vita ad una ipotetica ricerca finalizzata alla esclusiva creazione di nuovi strumenti di Conoscenza in generale, o dell’Animato, dell’Uomo, etc. ---------------------------------------- Così le uniche che, in questo momento, potrebbero creare e produrre nuovi strumenti di Conoscenza con la “C” maiuscola, perché ne hanno i mezzi (economici e culturali) e soprattutto il preziosissimo “tempo”, sono soltanto le migliori scuole private del mondo, che, manco a dirlo, sono di esclusiva proprietà della stessa élite che attualmente lo domina. Università “private” ed esclusive che sono dotate proprio da questa élite, grazie a generose, continue donazioni, di mezzi economici praticamente illimitati, dei migliori cervelli del mondo, anche comprati o solo in affitto e di strumenti didattici, di laboratori per la ricerca (non solo tecnologica), etc. insomma di tutto ciò che è all’avanguardia, o è futuribile … -------------------------------------------------------------------------------------------------Com’è stato già ricordato, in una recentissima intervista radiofonica (Rai 3, 05/ 2005) uno degli scienziati di Boston ha detto che, in questi giorni, in entrambe le università della città si sono riuniti i migliori cervelli del mondo per tentare di scoprire tutti i segreti del sistema nervoso dell’uomo. La ricerca è finalizzata esclusivamente a trasferire questa conoscenza su macchine (militari) robotizzate. Com’è già successo per internet, donato dal Pentagono ai “restanti” della terra, non rimane che attendere di ricevere in dono anche detta conoscenza!?--------------------------------------------------------------------------------------------------La nuova scuola pubblica dei civili-occidentali è, invece – ma prima è stata definitivamente trasformata in una impresa commerciale e quindi facilmente indirizzata e meglio controllata dalla “socio-cultura dominante”-, ormai squallidamente impegnata a “sfornare” esclusivamente tecnici, “produttori di merci”, di qualsiasi genere di merci. Deve promuovere, per questo, lo studio della matematica, della fisica, della chimica, dell’informatica, etc. Ma deve allora preoccuparsi, soprattutto di “castrare” prima, per tempo, l’emisfero destro del loro cervello, inutile e spesso addirittura dannoso, etc. -------------------------------------------------------------------------------- Ma l’operazione è ben propagandata. C’è una nuova parola d’ordine che esprime bene il concetto del vantaggio ottenuto dai restanti della terra da queste pratiche ed è rapidamente diventata una

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sorta di detto comune. E’ un convincente adagio che recita: “…è meglio un diplomato impiegato che un laureato disoccupato!”----------------------------------------------------------------------------------------- Ma ancora, non contenti … … per essere allora, assolutamente certi di riuscire a garantirsi un simile risultato, i “dominanti” hanno perfino lasciato che spontaneamente cambiassero, oltre ad alcune parti della metodologia, anche le fonti e la qualità di alcune di quelle prime informazioni sulla loro strategia che sono da stipare nell’inconscio dei loro piccoli sudditi.Informazioni che, grazie alla perenne fissità idiota del potere, già prima erano povere, monotone e scontate, per contenuto e qualità, perché fatte quasi soltanto di vecchi automatismi culturali e giudizi di valore divenuti nel tempo eterni e intoccabili. Ma che ora, sono anche confuse, imprevedibili, disordinate e apparentemente lasciate fuori controllo, anche quello dei dominanti. Ma che nondimeno continuano a riempire l’inconscio dei cuccioli di serie “B”.Tutto questo avviene ora, non solo per quel cambiamento del modo di fare e poi somministrare cultura, al quale è stato già accennato, ma anche per l’inedita introduzione di nuovi comportamenti e nuove fonti d’informazione (v. gli “estranei”) che, non essendo programmate, sfuggono a qualsiasi controllo. Avviene, per esempio, a causa dei sistematici trasbordi subiti dal lattante - come quello quotidiano da casa all’Asili-Nido e ritorno - durante le fasi dell’“Io-Tutto” e del cosiddetto “Fenomeno Imprinting”, che di fatto dilatano il primo a dismisura, mentre frantumano il secondo. Ma riguarda anche tutte le informazioni che il bambino riceve proprio durante questa fase iniziale dell’apprendimento. (v. la voce “Apprendimento” sul Vocabolario allegato). Così, i momenti formativi mostrano di aver perduto, sia la loro importanza sociale immediata, sia il loro valore pratico e possono essere tranquillamente affidati al “caso”. Questo avviene, dopo la trasformazione imposta alla nuova scuola pubblica e alla cresciuta potenza dei loro sistemi di selezione, etc. e malgrado da sempre siano stati considerati determinanti, soprattutto dalla stessa socio-cultura dominante, perché i soli adatti per strutturare la personalità di ogni individuo a futuro, buon cittadino, perfetto conservatore.--------------------------------------------------------------------------------------- E’ necessario non dimenticare che, almeno per i dominanti, i ruoli sono stati già individuati e ormai assegnati, perché a loro servono principalmente “tecnici” preparati e pronti a produrre merci di qualsiasi genere, che solo una scuola dalla “giusta cultura”, ben organizzata ad hoc, alla stregua di una perfetta azienda commerciale, può certamente fornire al mercato. Il Neo-liberismo, infatti, voluto e sostenuto dai vertici delle Scale Gerarchiche di Dominanza, di fatto, alla fine, è stato (anche troppo facilmente) imposto, soltanto ai loro sudditi civili-occidentali delle classi medie e inferiori, della serie “B”e ai restanti della terra come unica regola per poter sopravvivere. In teoria, il Neo-liberismo è nato per organizzare una società globale senza classi e quindi aperta, soprattutto dal punto di vista della economia globale (v. il libero mercato, la libera circolazione dei capitali, delle merci e dei tecnici, ma non della manodopera in generale, etc.). Il drammatico, grottesco risultato, che è sotto gli occhi di tutti, è verificabile nella ormai cosciente impossibilità manifesta degli individui dell’attuale società civile-occidentale di trovare anche una spiegazione, oltre che un senso, che giustifichi la loro totale dedizione e il grande sacrificio personale per prima produrre merci e poi, quello maniacale di consumarle secondo le mode. Fatti che costringono l’individuo all’alienazione e lo avviano all’autodistruzione con altissime probabilità, anche statisticamente comprovate. La maggioranza dei suoi singoli, per produrre sempre più merci e per consumarle e guadagnarsi così il diritto di sopravvivere, deve impegnarsi in qualsiasi campo in una competizione feroce e spietata, che si risolve sempre e soltanto con la soppressione e/o con il soccombere del proprio avversario diretto, che non è altro che un suo simile, un sottinsieme della struttura-organismo della sua specie. ---------------------------------------------------------------------------------------

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Ai nuovi figli della serie “B” dell’attuale mondo civile-occidentale succede, invece, che, inoltre, …Tutto quello che sta avvenendo o sta per avvenire ora ai nuovi figli di serie “B”, è dovuto alle nuove scelte alle quali è stata costretta la stessa socio-cultura dominante, che: a) non potendo più guidare, né controllare le sue giuste informazioni eterne, create secondo le sue strategie fondamentali per conservare e perpetuare la sua dominanza, attraverso una madre certamente garantita (altrimenti il figlio le viene immediatamente tolto) e sempre presente nella sua nicchia ambientale - poiché ora anche la donna è stata, invece, necessariamente chiamata a produrre merci - ha allora definitivamente deciso di affidarsi principalmente alla nuova scuola pubblica e di abbandonare al caso le prime due fasi dello sviluppo del bambino, che è quella dell’Imprinting vero e proprio e poi quella immediata e contemporanea e quella appena successiva, dell’apprendimento, prima del compimento dei tre anni. b) per sfornare poi successivamente con la scuola, grazie all’applicazione di un preciso metodo-sistema e la giusta cultura capace di creare soltanto tecnici produttori di merci - una grande moltitudine di tecnici, dalla quale i dominanti possano scegliere - ma soltanto e secondo le priorità a loro imposte dal mercato - i più validi e selezionati tra i più fedeli e conformi e i perfettamente sottomessi, dei loro sudditi. c) per ottenere questo, (la socio-cultura dominante) ha semplicemente suggerito di trasformare e di creare, ad esclusivo appannaggio dei restanti della terra di serie “B”, un nuovo modo di “fare e poi di somministrare cultura”. Ha guidato la trasformazione della nuova scuola pubblica dei civili-occidentali in una comune azienda commerciale. Nondimeno certa che non potesse mai perdere il suo controllo, grazie ai raffinatissimi sistemi di selezione finale. ----------------------------------------- E’ così che il fenomeno dell’imprinting, che è la prima, fondamentale fase di apprendimento, una volta abbandonato al caso, non poteva che finire stravolto, perché prima dilatato e poi, completamente frantumato. L’apprendimento, invece, sia quello che avviene durante il fenomeno dell’imprinting, sia quello nelle fasi più immediate e successive – da secoli affidato ai genitori e poi agli “altri” della nicchia ambientale - cristallizzato ormai nei suoi automatismi culturali e giudizi di valore e soprattutto nei suoi monotoni limiti fatti di regole e leggi imposte, etc. - è finito ormai anche nelle mani degli “estranei” e rischia di finire svuotato e quindi completamente banalizzato. ------------------------------------ Infatti, fino ad ora, questi valori e questi limiti – soltanto perché, dalle varie socio-culture dominanti di turno, considerati validi e indispensabili per il conservarsi e il perpetuarsi del loro potere - sono stati, grazie alla fissità idiota del potere, volutamente lasciati sempre uguali e sono così, generazione dopo generazione, divenuti nel tempo, definitivamente scontati, ma allo stesso tempo, intoccabili ed eterni. Così, com’è stato appena detto, non hanno mai potuto essere modificati o aggiornati, né dalla lentissima evoluzione biologica, né da quella culturale della specie, che è naturale e quindi, continua e inarrestabile. Inoltre, questo diffuso, unico metodo-sistema di “riempire” l’inconscio durante il fenomeno dell’imprinting e la sua fase iniziale dell’apprendimento, anche se ora fuori controllo, certamente non può che ancora continuare con le stesse modalità di sempre, anche perché è ancora affidato a generazioni di perfetti conservatori: individui perfettamente squadrati e quindi, tutti garantiti e affidabili proprio dai perfetti condizionamenti certamente ricevuti. Ma nella serie “B” - poiché le madri sono state chiamate a produrre merci – tutto questo funziona ormai completamente senza un controllo, perché, com’è stato detto, è ormai

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affidato quasi completamente “al caso”, anche per la impossibilità di controllare gli estranei istituzionalizzati della nuova nicchia ambientale allargata. ---------------------------------- E’, allora, considerato normale che, in questa parte di umanità, ci siano individui dotati di personalità indefinibili e quindi, incontrollabili, ma soprattutto così imprevedibili dal rivelarsi, nelle loro manifestazioni esteriori, molto spesso sorprendenti anche per i loro stessi genitori. Ma tutto questo non preoccupa molto i dominanti, perché comunque la selezione finale è e resta saldamente nelle loro mani. --------------------------------- L’attuale “prodotto finale” ottenuto da tutto questo - il soggetto al quale, dalla generazione che lo ha preceduto, è stato comunque affidato il proprio DNA -, è: un certo numero di individui che, proprio per quanto è stato detto fino ad ora, è stato sistematicamente privato di quel preciso riferimento culturale garantito dalle cosiddette “radici nel passato” (K. Popper). Quelle che sono ricevute esclusivamente dall’esempio di una madre sempre presente nella nicchia ambientale. Sono, infatti, tutti soggetti dotati di una particolare personalità che, invece, li condanna a fluttuare nella realtà (sociale), perché tutti privi di un qualsiasi, ancoraggio al passato. Mostrano di non possedere una loro precisa identità, né di volerla cercare, perché per molti di loro non esiste alla base la coscienza di una propria, precisa e ben definibile origine sociale da scoprire e da conoscere. Non conoscono l’esistenza del proprio sé e l’accordarsi con questo in sintonia con il proprio sé diventa allora impossibile. perché sembra non ne conoscano neppure l’esistenza.(F. Ansermet). Non posseggono infatti, perché non l’hanno mai ricevuto, uno strutturato bagaglio culturale di chiara, identificabile appartenenza sociale. Ma soprattutto nelle loro nicchia non esiste più neppure una precisa figura familiare di riferimento … Sono, infatti, abbandonati a sé stessi. Vivono la loro adolescenza in una nicchia ambientale quasi sempre completamente “vuota” per la continua assenza dei genitori, ma anche degli “altri”, perché sono tutti costantemente impegnati altrove a produrre merci e/o ad aggiornarsi per poter continuare a farlo e/o a consumarle secondo le mode, etc. Sono, allora, costretti a cercare fuori; a confluire in gruppi; a refluire… Sciamano dietro un capo, poi tornano a riunirsi in nuovi gruppi con i quali finiscono immancabilmente per identificarsi…Passano così l’intera adolescenza a tentare di appartenere ad un gruppo piuttosto che a cercare la propria individualità… Ma soprattutto si ammalano… facilmente!All’inizio, per esempio, sono incapaci di concentrarsi o sono affetti da una irrequietezza incontrollata (soprattutto a scuola), fino all’iperattività, all’aggressività, alla violenza… Cercano, allora, di curarsi da soli il loro “dolore mentale” e quindi, sono in maggioranza affetti da anoressia, o da bulimia, molti sono obesi, etc. Gli adulti ai quali comunque sono affidati, allora, tutti insieme, uniti e d’accordo, tendono a risolvere rapidamente il loro problema, perché ora è diventato ancora più facile. Per far cessare quei disturbi che infastidiscono genitori, scuola e società, ora si ricorre ai farmaci. Si ottengono così veri miracoli. Una volta individuato e isolato il disturbo ed essersi messi di nuovo d’accordo, questa volta sulla sua definizione, si trova e si somministra una sostanza ritenuta in grado di farlo sparire. Ma questo si fa ancora: “senza tenere in nessun conto la storia del bambino, di come funziona dal punto di vista psichico; senza preoccuparsi della dinamica della sua famiglia, etc.” Molto semplicemente si usa la magia di un farmaco e in un sol colpo ci si libera del sintomo e del bambino, liquidando così la complessità della sua persona e il suo dolore

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mentale, etc. perché, sempre secondo Françoise Ansermet, professore alla Università di Losanna di psichiatria del bambino e dell’adolescente:“Non ci si domanda più chi è il bambino, che cosa esprime attraverso quel disturbo, non ci si interroga sulla sua disperazione o sulla sua speranza, non ci si chiede quali questioni siano trattenute in ciò che il sintomo manifesta. (…) questi disturbi assumono oggi un aspetto drammatico. Sono come delle storie senza parole che ricercano i loro spettatori, fanno appello ad un intervento dell’altro; di un altro a cui ci si rivolge disperatamente perché intervenga. Il bambino si trova allora, in una certa misura, medico di sé stesso, si cura attraverso il suo disturbo. (…) la violenza è un tentativo di restaurazione soggettiva, una ricerca vitale giocata all’insaputa di chi la mette in atto, il quale si ritrova lui stesso oggetto di una violenza che gli rimbalza contro sino al limite estremo del suicidio.” (Dagli appunti registrati durante una sua conferenza (03/2005) tenuta a Torino) ---------------------------------------------- Ma bisogna nondimeno avvertire di come questo sia certamente solo uno dei modi di guardare e di vedere e poi di far vedere il mondo del bambino attuale. Ma così, com’era stato già puntualizzato nella premessa, questo vale, per esempio, anche per le precedenti descrizioni fatte del mondo e della società civile-occidentale di questo terzo millennio in generale, che restano dunque approssimative e certamente superficiali, perché sono comunque soggettive, personali, oltre ad essere, com’è ormai a tutti noto, per giunta, costrette a servirsi dell’“inganno del linguaggio” e poi, ad essere afferrate solo in parte, da chi legge, etc. ------------------------------------------ Anche per questo sarebbero magari tutte da demandare ai vari “specialisti” del settore? Ma “gli specialisti” non sono forse quei laureati in Scienze Umane, gli stessi che usano da sempre il loro sistema nervoso senza sapere né come sia strutturato, né come funzioni (visto che ancora non lo sa nessuno)? Ma che continuano tranquillamente ad usarlo per “mettere in-forma”, per manipolare il cervello dei loro simili e addirittura per curarlo!, sebbene ignorino perfino l’esistenza di una bio-chimica comportamentale e di una biologia dell’inconscio, che è stata studiata solo da circa quaranta anni. Ma che com’è ora noto, condizionano le loro stesse conclusioni, oltre le scelte fatte dai propri simili? -------------------------------------- Ma il problema - dal quale potrebbe forse nascere un cambiamento, scaturire qualcosa di molto vicino ad una idea di soluzione alternativa - almeno ora finalmente esiste, forse anche per molti, ai quali si è già manifestato in tutta la sua oggettiva drammaticità. Lo dimostra, in parte, anche il successo che sta ottenendo (2005), uno psichiatra infantile americano, Robert Shaw (e un francese Aldo Naouri, che ha scritto: “Le pères et les mères”), che dopo circa mezzo secolo di esperienze personali, nel suo recentissimo libro “The Epidemic” (v. il sito internet “The Epidemic. com”) definisce: “le nuove generazioni di bambini e i nuovi adolescenti (…) come mostri di apatia ed egoismo. Esseri viziati, maleducati, egocentrici, irrispettosi, amorali, infelici. Come un esercito di alieni mutanti, che crescono sotto i nostri occhi, avvelenano le nostre vite (...)” E ancora Shaw aggiunge: “(...) questa è una epidemia contro la quale non riusciremo a far nulla. A meno che le donne non riassumano pienamente il loro ruolo di madri premurose a tempo pieno e gli uomini ridiventino veri uomini, pater familias temuti e rispettati.” -----------------------------------C’è da considerare come la soluzione prospettata da Shaw non potesse che essere quella conservatrice, quella di non cambiare niente, ma di tornare semplicemente indietro. Soltanto per mettere subito un riparo e preservare la civile società attuale dall’“avvelenamento” presente e futuro da parte di “un esercito di alieni mutanti”? O perché questo famoso psichiatra infantile che - come tutti i suoi colleghi, ha continuato ad usare il suo sistema nervoso per fare diagnosi e prescrivere cure, sapendo ancora poco della sua struttura e del suo funzionamento e forse niente dell’esistenza dei meccanismi bio-chimici comportamentali e della biologia dell’inconscio, etc. che condizionano anche e

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soprattutto i suoi piccoli pazienti – com’è da sempre per ogni condizionato civile-occidentale, non potendo pretendere d’immaginare - proprio a causa dei suoi condizionamenti e quindi, della mancanza della adeguate strutture cerebrali - qualcosa di diverso, di inedito, abbia preferito lasciarsi rassicurare dall’idea del ritorno allo già sperimentato passato? -----------------------------------Ma resta comunque il fatto che, per la maggior parte dell’umanità di serie “B”, l’epidemia esiste veramente. E’ sotto gli occhi di tutti. Ma le varie “socio-culture dominanti”, le uniche che avendo sicuro accesso alla creazione di “nuovi strumenti di Conoscenza”, avrebbero avuto anche i mezzi per trovare il modo di prevenirla - come ora avrebbero forse quelli per fermarla - hanno, invece, mostrato di non volersene mai curare, perché certi che i loro “rampolli” sono sempre stati al sicuro nel loro mondo esclusivo creato appositamente per loro! ---------------------------------Un mondo esclusivo. E’ la descrizione di quello dei “rampolli” della èlite che lo creato e lo domina: “Si può comprendere che, in una società Neo-liberista, che non garantisce niente a nessuno, esista, invece, la costante preoccupazione di garantire privilegi particolari al proprio gruppo. Ma, in questo caso, quello dell’élite sociale americana, unico, vero caposaldo del Neo-liberismo, i privilegi si vanno a sommare a quelli propri del potere. Tutto è perfettamente calibrato in modo che la bilancia del gioco sociale penda regolarmente dalla parte dei loro pargoli già favoriti in partenza. Non a caso, negli Stati uniti il 10% della popolazione, l’élite sociale che detiene il 70% delle ricchezze e che, tra il 1970 e il 2000, a fronte di una generale stagnazione di tutte le altre fasce sociali, ha visto aumentare i propri redditi di circa il 90%, sia poi, la stessa élite sociale che, mentre continua con il suo discorso liberista della concorrenza e del merito premiato – e che, anche se, sotto la pressione dei movimenti per i diritti civili dei negri, delle minoranze, delle donne, etc. è stata comunque costretta, a mostrare di aprire le sue università esclusive ai ben preparati e ai talenti di qualsiasi classe sociale – non ha mai rimosso i “suoi” potentissimi sistemi di selezione. Inoltre, continua a non lesinare sforzi né danaro per far crescer i propri rampolli al riparo di strutture private, esclusive, lontano dalle accanite lotte che si scatenano per riuscire ad emergere nella società. Evita in ogni modo di mettere i propri cuccioli a contatto con i coetanei di estrazione diversa, suscettibili di influenzarli, o magari di competere con loro. Per i suoi rampolli esistono scuole elementari super-selettive (ma solo nei confronti degli appartenenti ad altri ceti e classi; perché i loro rampolli entrano di diritto) poi, prestigiose prep-schools, università della Ivy League, club privati del tipo “Skull and Bones Society” (E’ quello della università di Yale. 800 membri a vita dotati di una fedeltà a tutta prova. Tra questi ci sono lo zio e il padre di George W. Bush, mentre cinque dei membri fanno parte dello staff del suo governo.) Il sistema di queste istituzioni, è elaborato e complesso. Sono, infatti, nate per accompagnare il ceto elitario “dalla culla alla tomba”. E’ dunque questo, un macroscopico “fenomeno di classe”, che è presente in una società che si dichiara Neo-liberista e quindi dovrebbe esserne esente.” Ma, ancora una volta, questo risulta essere un altro paradosso (simpatico): a) perché ammette l’esistenza di una classe in pieno regime Neo-liberista, proprio in quella piccola parte di umanità dedita ad imporlo al resto del mondo. b) perché questo complesso sistema d’istituzioni, che: “(…)funzionano attraverso il sostegno di associazioni collettive e “tutele sociali”, finisce con il costituire di fatto un vero e proprio “socialismo” ad esclusivo vantaggio di una sparuta élite!” (v. “I MECCANISMI DI RIPRODUZIONE DELL’E’LITE ”, da “LeMonde diplomatique”, novembre 2004 pag.5) ----------------------------------------- Il danno, invece, è e resta quindi, esclusivamente per i cuccioli figli della serie “B” del mondo civile-occidentale.

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Le cause di questo, sono principalmente, certamente il precoce abbandono della prole da parte della madre, ma anche il conseguente allargamento coatto della nuova nicchia ambientale allargata. Nicchia ambientale allargata che, com’è stato detto, si è incondizionatamente aperta alla fattiva cooperazione di estranei istituzionalizzati (v. le recenti istituzioni, sotto tutte le forme, di una serie (che in maggioranza è composta da vere e proprie imprese commerciali) di inedite “Cooperative per l’Allevamento dei Bambini”, come l’Asilo Nido, la Scuola Materna, etc.). -----------------------------------------E’ così che il cucciolo dell’uomo di serie “B” è sistematicamente dalla sua stessa madre, prima privato dell’indispensabile, per poi essere principalmente dalla stessa (madre)- una volta che si è trasformato, perché certamente già ben condizionato, in un consumatore insaziabile -, paradossalmente sommerso da un mare di cose superflue. -----------------------------------------Tutto questo avviene, grazie ad un nuovo modo di essere, tutto contemporaneo e civile-occidentale, che, da una parte, attraverso una propaganda martellante, induce il bisogno di oggetti di moda e dall’altra insinua che sia questo il modo utile e immediato di soddisfare tutti i desideri (v. di seguito, Lacan e il “discorso del capitalista”.)Come fanno, infatti, notare gli psicanalisti lacaniani, per questa società del terzo millennio la cultura del rimedio al “dolore di esistere” è nell’offerta maniacale di oggetti di consumo. Il “discorso del capitalista” di Lacan è infatti, tutto nell’esistenza di: “(…) un tipo di legame sociale che pretenderebbe di escludere la dimensione della mancanza e del desiderio in nome di un consumo compulsivo di oggetti. Un consumo indotto costantemente dalla produzione di pseudomancanze, che questi oggetti avrebbero il compito di colmare. (…)” ----------------------------------------- Ma - poiché per riuscire a sopravvivere soprattutto alla sua alienazione, quello che comunque viene a mancare al cucciolo dell’uomo moderno, civile-occidentale è veramente l’indispensabile - è proprio questo assurdo comportamento contro natura da parte della madre, del quale è stato già detto, che, alla fine, genera anche un altro paradosso. E’ noto, infatti, come i cuccioli dell’uomo: a) siano “naturalmente” lentissimi nella loro evoluzione biologica. (A parte le eventuali, necessarie “mutazioni adattative” del DNA, tutte impossibili da valutare a breve, ormai dell’intero corpo umano continua sicuramente a crescere solo la corteccia cerebrale.)b) siano da sempre limitati nella loro naturale evoluzione culturale, a causa dei pre-condizionamenti subiti dai genitori e dagli “altri” e dalla socio-cultura della loro nicchia ambientale, etc. c) ma limitati anche dalla sistematica castrazione della parte destra del loro cervello, che - almeno nella maggioranza, tutta di “destrimani” - è la parte non matematica, non fisica, non chimica e non dominante, etc. ---------------------------- L’emisfero destro, invece, come sarà illustrato (v. il “Cervello” nel Vocabolario aggiunto), ha grandi e diverse qualità e sicure aspirazioni e anche i mezzi adatti per partecipare alla ricerca della Conoscenza, inventare nuovi strumenti di conoscenza, etc. Ma la sua castrazione è considerata giusta, anche dalla stessa serie “B” dell’umanità ormai convinta di dover continuare ad accettare di ridurre i propri figli a squallidi “produttori di merci”, perché è stata convinta ed è quindi, certa che sia questo l’unico modo per tentare di assicurare loro la sopravvivenza e/o una eventuale scalata sociale. Così le sue qualità sono valutate tutte “qualità inutili”, se non addirittura pericolosamente dannose. --------------------------------- Ma è proprio questo il paradosso, perché sono poi proprio i loro figli, tutti i preventivamente castrati del cervello destro: a) gli unici a dover veramente competere fra loro e con le orde in arrivo dal terzo mondo.

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b) sono gli stessi tecnici che sono condannati ad inseguire una cultura tecnologica in velocissima e inarrestabile evoluzione e quindi a continuare, durante la loro esistenza, non soltanto a battersi con ferocia per non essere spazzati via dal loro gradino di dominanza. Ma contemporaneamente a sacrificarsi, ad impegnarsi allo spasimo, per tenersi costantemente aggiornati e migliorarsi per non finire superati nella “scalata” alla dominanza, ma anche per non addirittura diventare inutili per il mercato del lavoro e così soccombere. c) gli stessi che , inoltre, lo vivono in pieno e fino in fondo e da soli, perché, non soltanto sono dallo stesso Neo-liberismo privati di una qualsiasi forma di solidarietà, di un qualsiasi aiuto esterno o associativo (altrimenti dove sarebbero poi la “responsabilità personale” e il “merito” individuale, etc. sui quali, com’è stato detto, sono fondate le gerarchie di dominanza?). Ma, dalla nicchia ambientale, dalla società e dalla “nuova scuola pubblica”, sono anche (volutamente) lasciati completamente disarmati. Sono tutti privati anche di quella necessaria cultura che, com’è stato detto, è fatta soprattutto di “radici nel passato”, indispensabile ad ogni uomo condannato al “male di esistere” da un perenne stato di alienante sottomissione, di depressione, etc. Ma, com’è stato ripetuto più volte, sono in grande maggioranza tutti soggetti alienati. Ma anche ridotti ad essere particolarmente inadatti ad affrontare proprio quegli inevitabili momenti angoscianti indotti proprio dall’alienazione, etc. Sono tutti quei momenti di profonda tristezza, di solitudine totale, di completo abbandono e quindi, di presa di coscienza della propria “impotenza”, etc. Sono momenti tutti creati ed esaltati dallo stato di perenne competizione feroce e spietata, che è poi la causa di quella mancanza continua di risultati validi, etc. Come, per esempio, quelli di riuscire a procurarsi una adeguata dose di “vitali gratificazioni” derivanti dal pubblico riconoscimento dei propri meriti acquisiti, per l’essere riusciti ad esaudire i bisogni acquisiti, i propri desideri, etc. La loro realtà, invece, è una costante penuria di gratificazioni che, alla lunga - per la inevitabile, successiva presa di coscienza della propria inadeguatezza e quindi della propria impotenza, etc. - porta attraverso la depressione, alla rinuncia all’azione e poi alla completa inibizione dell’azione (v. il “SIA” a pag. 38) che, come sarà detto, lentamente conduce all’autodistruzione per un infarto, un ictus e/o per l’auto-impianto di un cancro. -------------------------- Così, il vero, personale progresso possibile da realizzare è alla fine, squallidamente, per la maggioranza dei moderni civili-occidentali, per l’uomo di serie “B”, per l’efficiente “tecnico” produttore di merci, soltanto quello derivante dal continuo impegno per riuscire a progredire nell’ampliamento e nell’aggiornamento delle proprie capacità tecniche. Impegno al quale ognuno deve dedicare quasi totalmente la propria esistenza. --------------------------Un breve riepilogo:E’ necessario - anche per poter riprendere e poi andare avanti nel discorso - un breve riepilogo dei punti salienti di ciò che, dopo la lettura del “Piccolo Manuale Breve”, è stato già appreso della “Bio-psico-sociologia” di Henry Laborit, iniziando proprio dalla “cibernetica”, dal concetto di “struttura”.Partendo dalla struttura del più complesso e perfetto organismo vivente che, malgrado sia nato da una scimmia, ha raggiunto il vertice della scala evolutiva delle specie animali: dell’Uomo. Iniziando, più precisamente, dall’“organismo-struttura” dell’uomo, inglobato dalla sua specie, che è inglobata dalla sua nicchia-ambientale, che è a sua volta inglobata dalla biosfera. (v. “Cibernetica” nel Vocabolario allegato)Secondo la “cibernetica” ogni uomo è, infatti, un sottinsieme della sua specie.

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Il suo organismo è un insieme costituito da una serie infinita di elementi, che vanno dagli atomi, alle molecole, all’insieme enzimatico, alle catene metaboliche, etc. e poi, dagli organuli presenti in quella fabbrica chimica che è la cellula; alle colonie di cellule che formano livelli di organizzazione sempre più complessi, come gli organi, i sistemi, etc. fino alla struttura dell’intero organismo. Tutti gli elementi di un organismo sono fatti soltanto di energia e materia. Ma queste sono tenute insieme dall’informazione che così crea le strutture; ne determina la loro forma e quindi, ne stabilisce le funzioni. Esiste allora, una sua (dell’organismo) informazione di struttura. Ma fondamentale è anche l’informazione circolante tra i vari elementi e i vari “sottinsieme” (v. le “relazioni”) che formano i vari livelli di organizzazione di una struttura e poi tutti insieme la struttura stessa. Gli atomi che compongono l’organismo-uomo (carbonio, azoto, idrogeno, ossigeno, etc.) sono gli stessi che si trovano nei minerali, nelle cose, nella materia inanimata. Sono soltanto le costanti, ma diverse “relazioni” tra i vari livelli di organizzazione di un organismo vivente, che creano e poi conservano la sua vita. Ma nessun organismo vivente è indipendente. E’ una cosa a parte. Per poter, infatti, mantenere costante il suo “equilibrio interno” e quello con la sua nicchia ambientale, ogni struttura-organismo deve sottostare ai comandi dei suoi “regolatori interni” (delle pulsioni primordiali) e a quelli dei “servomeccanismi” della nicchia-ambientale e della biosfera che la ingloba. Per questo, ogni struttura-organismo, per garantire, non solo l’equilibrio interno della sua struttura-specie, ma anche quello dell’ambiente e della biosfera, deve, prima di tutto, conservare l’equilibrio interno della propria struttura-organismo.In natura e anche questo è stato già detto, non può dunque esistere un essere vivente che abbia nella sua struttura anche uno solo degli elementi o dei suoi livelli di organizzazione “dominante” sugli altri. Se, ad esempio, una sola foglia di un organismo-albero decidesse di dominare sugli altri livelli di organizzazione (del suo organismo-albero che la ingloba), causerebbe la perdita dell’equilibrio interno dell’albero, la rottura della sua armonia di base e quindi la sua stessa fine insieme a quella dell’albero. -------------------------------- Ma l’uomo ha deciso d’ignorare di essere un semplice “sottinsieme” della sua specie. Ancora, per ignoranza, stenta a prendere coscienza del fatto che il suo organismo - insieme a quelli di tutti gli individui della sua specie, della sua intera “struttura-specie” (o “organismo-specie”) – sia indispensabile per l’equilibrio della specie e quindi per quello dell’ambiente che lo ingloba… Nemmeno crede di essere fondamentale quindi, non soltanto per la sopravvivenza del suo gruppo di appartenenza, ma anche per conservare l’“armonia interna” sia del suo gruppo che della sua specie, della sua nicchia ambientale e quella della biosfera. Ma, poiché non può se non appartenere ad un gruppo, è convinto che la sua intera specie che pure è composta da tanti gruppi, nondimeno formi un unico sistema chiuso superiore e a parte. E’ inoltre, certo di appartenere all’unica specie libera. Libera non soltanto di riunirsi in indipendenti sottogruppi e in gruppi auto costituitisi e tutti capaci di emettere, solo per i loro interessi, “giudizi di valore” (su persone, oggetti, cose, etc.) da imporre agli altri, anche con la forza, etc. Ma che sia libera anche dal dover sottostare a qualsiasi comando esterno proveniente dalla nicchia ambientale, sulla quale, invece, crede di poter continuare a muoversi e ad agire impunemente, etc. --------------------------------- Ma l’uomo, come qualsiasi altro essere vivente, ha dei limiti! E’ noto, come il suo organismo sia naturalmente soggetto a “pressioni di necessità”.

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Inoltre, per tutti i limiti naturali già elencati, non poteva (e ancora non può), una volta che si era riunito in gruppo, che decidere di accettare di sottomettersi ai capi e alle loro regole e leggi, etc. e dar così vita alle attuali Scale Gerarchiche di Dominanza, etc. Così sono attualmente i loro vertici - quello sparuto gruppo di “veramente ricchi” (cinquecento famiglie che in maggioranza vivono in America) - che, grazie all’enorme potere acquisito in irrefrenabile ascesa, continuano a tentare d’imporsi all’intera umanità. (3)

Nota (3) : Com’è noto, fino alla recente caduta del “Muro di Berlino”, il potere mondiale era diviso al vertice tra due poli contrapposti, USA e URRSS.. Ma in seguito a quella che sembrerebbe essere ormai soltanto una “temporanea” scomparsa del polo URRSS, tutto il potere è finito nelle mani della prima, degli USA. (v. anche le recenti dichiarazioni di Putin a proposito del possesso di una nuova bomba atomica e di un tipo di missili vettori che attualmente nessun’altro possiede, oltre alla sua politica interna e quella internazionale che tendono a far risorgere la URRSS. E inoltre, c’è da considerare l’affacciarsi sulla scena della economia mondiale della Cina e dell’India… certamente “destabilizzante” soprattutto per quella occidentale, etc. Ma l’USA è quella Nazione che, sebbene si consideri e faccia propaganda per essere riconosciuta la culla di tutte le libertà, il baluardo contro tutte le ingiustizie nel mondo, etc. è costretta, per mantenere il suo dominio, a spingere la sua ricerca tecnologica, oltre che per produrre sempre più “merci” da imporre ai suoi sudditi, soprattutto per produrre nuove armi sempre più sofisticate e potenti. Per questo ed altri motivi collegati e tutti facilmente intuibili, una buona parte della sua economia - più del quaranta percento del suo prodotto interno lordo – è attualmente basata sulla produzione e la vendita di armi. Così questo, che viste le sue premesse di essere “la culla e il vessillo della libertà”, può essere da molti giudicato perlomeno “indecente”, da un altro punto di vista è e resta un “affare” così grande e delicato, da non poter essere assolutamente lasciato nelle mani di altri. Un esempio di quanto sia determinante per il destino dei “restanti” della terra, tutto questo potere ormai racchiuso in poche mani, è, per esempio, la presenza in U.S.A. de:

La società “Carlyle” E’ la “migliore” tra le organizzazioni che gestiscono direttamente negli USA l’affare armi e stabiliscono il loro impiego! etc. (v. “Dominante”) sul “Vocabolario” allegato) ----------------------------------------------------------------La “dominanza” è nondimeno condannata a restare sempre la stessa: “fissa e idiota”.E’ancora quella di oltre quindicimila anni fa … e di testimonianze di questa sua eterna “fissità idiota” ne è piena la Storia dell’uomo. Per i dominanti non è cambiato mai niente. Così, come allora, anche il potere attuale è costretto a continuare ad imporre e a sostenere e a conservare un’“armonia interna” della specie che è contro natura. E’ completamente “fittizia” ed è, per questo, soggetta a continui squilibri improvvisi e quindi, necessita di sistematici e perpetui aggiustamenti. Sono allora, sempre i vertici di turno che, infatti – poiché è, ogni volta,in gioco soprattutto la conservazione del loro potere e quindi la stessa esistenza della proprietà privata, delle “Scale Gerarchiche di Dominanza”, etc. – immediatamente ricostruiscono l’armonia interna della specie e poi continuano a difenderla con estrema determinazione, fino all’impiego della più spietata ferocia. Lo fanno, infatti, con qualsiasi mezzo, come è ormai noto a tutti. Per esempio, si servono di determinate ingerenze politiche mirate, o complottando, o corrompendo, etc. Cercano spesso di comprarla con la diplomazia, o la impongono con il ricatto (v. le sanzioni internazionali, i blocchi commerciali, o agendo sulla banca mondiale, etc.), oppure con guerre sanguinose e distruttive, che finiscono sempre con le “automutilazioni” eseguite così, su parti del loro stesso organismo-specie, perché sono considerate infette, cancrenose, o semplicemente inerti, improduttive, parassitarie, etc. (ma più spesso soltanto perché occupano territori ricchi di materia ed energia…) ------------------------------ Così l’uomo non si è nemmeno accorto delle possibilità a lui offerte di approfittare e di servirsi di tutte le potenzialità della sua specie, di quelle della intera fauna, della flora, della Natura.

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Già ben condizionato, ha dovuto piegarsi totalmente alle immediate esigenze del suo gruppo di appartenenza, soltanto per poter difendere e conservare le dominanze già esistenti. Allora, poiché sempre impegnato dalle finalità immediate del suo sottogruppo di appartenenza, ha finito con il commettere un errore che forse resterà irreparabile: non è mai riuscito a trasformare i propri “regolatori interni” e quelli del suo sottogruppo, in “servomeccanismi” per l’intera specie. ----------------------------------- Ma è ancora e sempre lo stesso uomo che, per cancellare l’angoscia del vuoto creato dalla sua ignoranza dell’Animato - ha creato la “Mitologia su sé stesso” (v. a pag. 44).E’ per tutto questo, grazie all’enorme aiuto ricevuto dal cristianesimo (v. a pag. 78) che, la socio-cultura che domina sul mondo civile-occidentale, ha potuto per esempio, sostituire le varie realtà -, sull’Animato, sugli esseri viventi, sulla struttura e il funzionamento del cervello dell’uomo, etc. che, com’è noto sono tutte “verità” di assoluta proprietà del cristianesimo Sono realtà che ancora nessuno conosce (salvo i cristiani che hanno le loro “Sacre Scritture”). Ma che a mano a mano andavano sfociando (e ancora sfociano) dai suoi vari discorsi, sempre ben costruiti, con grammatica e sintassi e deduzioni logiche, etc. Ma per far questo, ogni volta, a sostegno delle varie tesi e regole e leggi, sono state sempre usate (o le “verità cristiane”, o) soltanto le semplici osservazioni soggettive, personali fatte da altri uomini, i quali nondimeno hanno preteso di dedurre dalle “cose” osservate, vagliate e interpretate dal loro sistema nervoso umano, vere e proprie regole e leggi buone per tutti. Le hanno poi trasformate in tanti “miti” (v. La “Mitologia su sé stesso” a pag. 44) che sono stati subito elevati a verità universali e divulgate e imposte di autorità e rese così intoccabili. (4)--------------------------------------------------------------------------------------------------------- Nota (4) : E’ stato già detto ma conviene ripeterlo: è soltanto da quaranta anni circa che agli scienziati è stato finalmente concesso di smettere di girare intorno alla scatola cranica che racchiude il più bel mistero del mondo, quello del cervello umano. Ma è, grazie a questi studi sul cervello umano appena iniziati, che si comincia ad intravedere quanto, in realtà, sia meravigliosa e complessa la sua organizzazione. Armoniosi e precisi i suoi meccanismi. Immense e in continuo divenire, le sue potenzialità, sorprendenti e mutevoli le sue risposte tutte “sperimentalmente riproducibili”, etc. Ma contemporaneamente ad avere anche le prime prove scientifiche (in attesa di tutte quelle, che si spera si decidano, come ha già fatto il Pentagono con “internet”, da Boston a regalarle al mondo) per poter essere certi di : 1) quanto sia effettivamente grande il danno provocato all’uomo, a causa dei limiti nei quali è costretto, quando è ancora un cucciolo, dai condizionamenti della socio-cultura dominante. 2) quanto questo danno sia ancora micidiale per ogni civile-occidentale e quindi quanto enorme sia il prezzo che ogni uomo e la sua specie deve pagare in cambio della sola promessa di “sopravvivere”, ormai insostenibile, solo diventando un condizionato buon “tecnico”. In quanto, per ottenere questo, ognuno dei restanti della terra, civile-occidentale, si è piegato, ma dopo essere stato già condizionato, a far sottoporre dalla “nuova scuola pubblica” la propria prole alla perfetta “castrazione” della parte destra del cervello, etc. 3) Ma soprattutto, quanto sia stata e resti ancora grande e “colpevole” la grande “ignoranza” dell’Animato (ancora imposta dalla Chiesa Cristiana grazie alla mirata elezione di Papi esclusivamente Teologi.). E’ proporzionata soltanto alla presunzione e alla “incosciente” arroganza della maggioranza degli “intellettuali”, degli specialisti del settore, come gli psichiatri, gli psicologi, gli psicanalisti, gli etologi, etc. che continuano imperterriti ad usare il loro cervello per costruire regole, emanare leggi e soprattutto per manipolare e addirittura curare quello dei loro simili.

ASILO NIDO Ma tutto quanto è stato detto o scritto, fino ad ora, a proposito della grottesca esistenza del civile-occidentale del terzo millennio, non è niente di fronte alla sua idea d’inventare questo “monstrum”, solo per poter consegnare nelle mani dei dominanti i propri figli, ancora lattanti, e così “inserirli” per tempo, “per avvantaggiarli”.Ma ciò che, invece, ogni madre è tenuta a sapere, è che:

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“Non esiste nessuna Donna al mondo, nemmeno la più grande tra le grandi, che possa fare “anche” la Madre!Quello “naturale” della Madre è un “lavoro a tempo pieno” di ventiquattrore su ventiquattro! Per almeno i primi tre anni di vita del suo bambino. Qualsiasi altra soluzione alternativa è letteralmente “contro natura” !” -----------------------------------------------------La descrizione che segue, tenta di mostrare come questa invenzione, non solo sia stata e sia ancora considerata indispensabile per la “liberazione della donna”, ma anche come - dopo aver deciso di nascondere definitivamente il suo ignominioso e vergognoso passato, perché è quello del famoso vecchio “Orfanotrofio” - sia ora, invece, “spacciata” per una nuova, moderna invenzione inedita: L’Asilo Nido. Come introduzione all’argomento, è qui riportato un brano tratto da una edizione datata 1975 della Collana “Professione Donna” edita dalla Fabbri Editori e curata con il coordinamento di Giancarlo Trentini Professore ordinario di Psicologia all’Università degli studi di Venezia. L’edizione scelta, era di grande diffusione “popolare” come sono sempre state tutte quelle della Fabbri Editore. Ma far questo è necessario adesso, nel caso che qualcuno possa ancora credere e/o pensare di far credere che, a differenza delle più antiche e malfamate “vecchie ignoranti, zozze e acide…”, com’erano considerate e definite tutte le “guardiane” dei Brefotrofi di antica memoria: a) le moderne assistenti degli Asilo Nido siano, invece, così bene addestrate e così perfettamente preparate da evitare al lattante la traumatica “dilatazione” dell’Io-Tutto e la “frantumazione” del fenomeno dell’ “Imprinting”, etc. ma soprattutto da evitare qualsiasi danno psicofisico al lattante abbandonato dalla madre tutti i giorni, ma soltanto per alcune ore. b) e che per poter fare questo con successo, abbiano addirittura sufficienti braccia per accoglierli tutti e poi, siano dotate della più ampia varietà di profumi naturali (ferormoni) sulla loro pelle e anche del giusto tepore e della sensualità necessaria, etc. ma anche, come tutto questo sia perfettamente adattabile ad ogni singolo lattante che viene direttamente “posteggiato” tra le loro braccia, etc.

----------------------------------------- Ma ecco quello che, invece, potrebbe succedere ad un neonato del terzo millennio - visto che è poi, proprio quello che sistematicamente accadeva nei vecchi Brefotrofi – che, per libera scelta e/o improrogabile necessità, sia quotidianamente “posteggiato” dalla madre, nel più moderno “Brefotrofio a part-time”, il cosiddetto “Asilo Nido”:“(…) i bambini privati di certe esperienze nei primi mesi di vita non saranno in grado di imparare mai più: quindi i bambini cresciuti in brefotrofio senza la presenza di una persona che si dedichi loro con la premura e l’attenzione che avrebbe una madre o chi la sostituisce, privati della possibilità di essere tenuti in braccio, coccolati, calmati in momenti d’ansia, privati dell’esperienza tattile del contatto con la pelle della madre, sono influenzati per tutta la vita da queste carenze. Infatti avranno delle enormi difficoltà a prendere contatto con il mondo che li circonda, ad esplorare il mondo intorno a loro, a familiarizzare con oggetti sconosciuti e che possono suscitare ansia, a socializzare con gli altri anche in età adulta, e persino ad apprendere veri e propri rapporti sessuali. Ciò che si sviluppa invece è una forma di chiusura e di sospettosità verso il mondo esterno, vissuto come ostile e un eccessivo timore di esso, o una grande aggressività nei suoi confronti.Sono i bambini che, crescendo, saranno etichettati come asociali, disadattati e magari delinquenti. Tutto perché sono stati privati, da piccoli, di esperienze essenziali allo sviluppo normale e all’apprendimento di funzioni sociali.Nell’uomo i comportamenti, le tendenze apprese, sono molto più numerose e rilevanti di quelle istintuali. Il bisogno di guadagno, l’interesse scientifico, lo sforzo per assicurarsi un prestigio sociale e così via sono tutte tendenze apprese.

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Queste tendenze a differenza degli istinti, variano da società a società, da cultura a cultura, e sono definite dai tipi di rapporti che nelle diverse società intercorrono tra le persone e dai valori ai quali si dà importanza.” (“Psicologia” , Fabbri Editori, seconda edizione, 1986, pag. 27-28.) ------------------------------------------------------------------------------------

Una breve storia della nascita dell’“Asilo Nido” in Italia E’ la storia di come dall’Est (ma esisteva già anche negli USA) sia prima arrivato a Bologna e poi, si sia diffuso in molti Comuni del Nord, soprattutto quelli governati da “Giunte Rosse”. Negli anni Settanta l’economia nazionale continuava ad avanzare(declinare) nel suo boom. Serviva ancora altra manodopera - meglio se nuova, sottopagata e per giunta motivata – e il movimento femminista premeva con particolare veemenza per raggiungere la parità e la definitiva liberazione della donna. Ma quando arriva l’abbondanza è la speranza che per prima torna a nascere. E’ allora che succede che le “culle vuote” si riempiano come d’incanto, perché aumentano i matrimoni e puntualmente i “figli della Provvidenza” arrivano.Fu allora che, anche in quel piccolo paese-dormitorio della cintura di Torino - nel quale c’era un solo medico scolastico, che decise così di dare inizio a questa ricerca – fu inventato l’“Asilo Nido”. ------------------------------------L’alternativa, che proponeva che i miliardi necessari alla costruzione degli “Asilo Nido” e poi quelli per gestirlo, fossero invece impiegati per sostenere direttamente ogni nuova madre - in modo che, quelle tra loro che lo volevano, avessero la possibilità di esercitare il loro naturale diritto di allevare da sole i propri figli per almeno tre anni, restando a casa senza rischiare il posto di lavoro e la carriera, etc. - fu subito scartata. Accesi dibattiti e la divulgazione di documenti che contenevano i più recenti risultati di ricerche di allora e il pensiero di scienziati illustri che spiegavano come la unilaterale separazione della madre dal suo bambino fosse un atto “contro natura”, riuscirono soltanto a far crescere, l’unico frutto da sempre prodotto dall’ignoranza generale: la confusione. Così la stessa sorte toccò ai “premi nobel”, a tutti quelli che, anche se percorrendo strade diverse, avevano finito con il sostenere la inalienabilità del diritto di ogni bambino di avere strutturate le definitive basi della sua personalità secondo i valori “delle tradizioni, della famiglia, della terra” (S.Zecchi) e della “Conoscenza”; di apprendere la fede religiosa e quella politica (ovvero quella storico, culturale, psicologica...), direttamente dall’esempio di una madre sempre presente, per almeno i primi tre anni (8, 9 secondo R.Dulbecco) e poi quello di ricevere una “giusta ” dalla madre e/o dalla nicchia ecologica, dall’ambiente “socio-culturale” nel quale lei ogni volta ha scelto di vivere insieme al suo bambino. I sopraddetti “premi nobel” ribadivano che è soltanto la presenza costante della madre, per almeno i primi tre anni, che permette di ottenere individui il più possibile liberi da condizionamenti esterni e quindi, dalla ben definita personalità garantita, etc.... e quindi - ma solo nel caso dei civili-occidentali - bravi cittadini rispettosi dei “valori” del potere costituito, della socio-cultura dominante e degni “sudditi”, perfetti conformisti e tecnici “produttori di merci”, etc. (5) -----------------------------------------------------------------------------------Nota (5): a) Non dissolse le “giunte rosse” dall’idea di costruire l’Asilo Nido, nemmeno il dubbio che - consegnando i “figli del popolo” nelle mani della socio-cultura dominante, in modo che potessero essere, fin dalla nascita, pre-condizionati, pre-catalogati, pre-selezinati …pre-tutto quello che si può fare del cervello e del corpo di un piccolo bambino indifeso – i compagni si stessero facendo una sorta di “auto-goa! b) Auto- goal che si sono fatti, invece, certamente i Cattolici visto che è solo il grande amore che si ha per la propria madre, che porta poi naturalmente ad amare la Madre di tutte le Madri, la Madonna. Oggi - dopo lo studio, le ricerche e la raccolta di pagine zeppe di erudite citazioni, di pensieri, d’interviste, di pareri illustri e del risultato di particolari scoperte scientifiche, etc.

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- tra le tante sorprese trovate, quella che fa sorridere, ma che comunque disorienta, perché finisce con lo svelare tutta l’ignavia contenuta anche in questa ennesima scelta, è che: ... quasi tutte le “verità rivelate” in opposizione al progetto, erano già parte del patrimonio culturale del “popolo”; di persone tra le più varie per origini, ceto e cultura, non soltanto dunque, di operatori del settore, di specialisti vecchi e nuovi, etc.… Intervistando, per esempio, alcune madri e altri cittadini “comuni”, si finisce con lo scoprire ancora, che molte delle sopraddette “verità” fanno appunto parte del buon senso popolare. Ma è in base a queste informazioni che nondimeno è possibile affermare, senza tema di smentita che, l’invenzione: “Asilo Nido” Meglio noto come: “Parcheggio a pagamento per lattanti e semidivezzi. Aperto dalle otto del mattino alle diciotto della sera.” - 1) sebbene il suo potenziamento sia auspicato e presentato addirittura come una delle soluzioni possibili anche dell’attuale problema delle “culle vuote” (v. anche l’appello del Presidente Ciampi).2) non è certamente una invenzione nuova. Non è una novità. E’, invece, uno squallido modo di tornare in dietro, al passato, perché, com’è stato già detto, questo è soltanto il meglio organizzato (e reso moderno?): “Brefotrofio a part-time”, certamente per tutti una “storica vergogna” ancora cocente. Ma, l’“Asilo Nido” è stato nondimeno presentato come se fosse stato inventato ex novo e costruito per accogliere una delle due categorie sociali, entrambe abbandonate e quindi, le più deboli in assoluto. Resta comunque un prodotto esclusivo per i restanti della terra, prodotto dai civili-occidentali, chiamati a risolvere il problema della donna-madre impegnata a produrre merci, grazie alla ferrea logica applicata al Neo-liberismo. Così i figli delle donne civili-occidentali sono tornati ad essere: i “novelli orfani a part-time”. ---------------------------------------L’altra categoria è quella degli anziani improduttivi, per i quali sono stati, invece, costruiti vari tipi di “ospizi”, che divisi in base al censo degli ospiti, in maggioranza sono spesso veri e propri fetidi e squallidi “posteggi di transito” verso la morte. Ma sono tutti subito risultati il vero regno della Solitudine. E’ la più completa e totale che esista al mondo. La stessa “nuova malattia” che, come sarà detto, colpisce ora anche il lattante moderno. Infatti. ----------------------------------------- Per il lattante l’“Asilo Nido” è in realtà “il luogo totalmente nuovo”.E’ un ambiente fisico, socio-culturale e alimentare a lui sconosciuto, che subito confonde e poi definitivamente disorienta il suo “Io-Tutto” dilatandolo. Mentre frantuma il suo “Imprinting” sospendendolo.E’ il luogo dove è lasciato a giacere nella realtà angosciosa dell’avvenuta perdita della madre.E’ il luogo dove la violenza della separazione subita è così grande, così totalmente mortificante da costringerlo a rallentare il proprio metabolismo basale.E’ il luogo dove il bambino si rifiuta, infatti, di crescere fisicamente riducendo la normale secrezione della sua ipofisi dell’ormone della crescita (STH). ( ricerca U.S.A., 1990.).

E’ il luogo dove quasi si azzera il suo bisogno e la sua indispensabile ansia di apprendere.E’ il luogo dove: “(...) il bambino è colpito da una sofferenza nuova: la Solitudine.” (F.Tonucci, “Quaderni di psicologia” 1990). Quella che, una volta conosciuta e appresa, è poi per sempre! (v. la Solitudine) ------------------------------------- La seconda sorpresa, che non sconcerta dimeno, è che: L’“Asilo Nido” è anche il luogo dove un numero sempre maggiore di madri civili, occidentali delle classi medie e inferiori - dalle più semplici a quelle sufficientemente

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colte, a quelle emancipate, fino a quelle socialmente impegnate o in carriera, etc. - tutte, aspirano a “parcheggiare” i loro bambini di pochi mesi.Li affidano tranquillamente alla custodia “attiva” e “determinante” di estranei, che, com’è stato già detto, sono stati di fatto anche da loro ammessi a far parte di una inedita, perché mai esistita prima, “nuova nicchia ambientale allargata”. Nicchia ecologica che sappiamo essere il recinto virtuale (v. il “Secondo Ambiente” - il “Primo Ambiente” è l’utero materno) - dentro il quale la madre è sempre stata presente per esercitare il suo dominio e il totale controllo su tutte le informazioni prodotte e sugli stimoli-informazione che lo attraversano, prima che irreparabilmente raggiungano e definitivamente coinvolgano il suo bambino. --------------------------------- Gli “estranei”, come è stato già detto, sono tutti quelli che, senza il controllo, né il parere dei genitori, sono scelti dalle istituzioni e quindi imposti al bambino. Sono assunti, nelle nuove inedite “Cooperative per l’Allevamento dei Bambini”, in base a specializzazioni, titoli di studio e referenze varie, etc. Chiamati appunto a “cooperare” tutti i giorni sostituendosi ai genitori assenti proprio durante il più fertile e delicato dei momenti delle varie tappe dello sviluppo psico-fisico del bambino. Per un tempo che, sommato, alla fine, risulta essere superiore a quello degli stessi genitori. ---------------------------------- E’ così, ma vale la pena ricordarlo, che le “manipolazioni” dell’ “Io” subite dal cucciolo, una volta avvenute, restano non soltanto indelebili, ma soprattutto non valutabili nelle conseguenze immediate e future, perché tutte vanno a nascondersi definitivamente nel suo inconscio. ----------------------------- Anche se bisogna ammettere come nell’“Asilo Nido” le manipolazioni non siano ancora perfettamente organizzate, né finalizzate, sia per le limitate possibilità di apprendimento del soggetto, sia perché, com’è noto, molte sono affidate solo al caso. Ma quel risultato ottenuto di separare dalla madre il soggetto e di averlo completamente a disposizione per giorni interi, fa già comunque parte di quel “metodo-sistema condizionante” che, promosso dal potere dominante, trova poi il massimo della sua efficacia nel suo sistematico impiego nella “nuova scuola pubblica”. Scuola che ha ormai quel suo unico, squallido fine (commerciale): “produrre produttori di merci” e metterli sul mercato del lavoro. Ma per la maggior parte delle madri civili occidentali delle classi medie e inferiori, che vivono costrette ad operare in questa meravigliosa società conformista, liberaldemocratica, nichilista, consumista, consegnare “precocemente” la prole ad estranei istituzionalizzati o privati, è divenuta una necessità improrogabile. Le motivazioni sono le più varie. Per esempio: 1) le imprenditrici di sé stesse, per tornare subito al lavoro. 2) le dipendenti, per non rischiare il posto, la carriera, etc.3) perché è fondamentale avere del tempo libero. 4) perché, fermamente convinte che sia addirittura doveroso, perché è per il bene del loro bambino. (v. “Apprendimento” sul Vocabolario allegato)E’ormai comunemente inteso - anche perché così propagandato, addirittura come appunto - un dovere sociale da compiere. Tutte sono, infatti, ormai convinte che: “...tanto e così piccolo che ha soltanto bisogno di essere custodito in un luogo sicuro, igienico e ben protetto; di essere nutrito a giusti intervalli; di essere “cambiato”, accudito ... e poi… soltanto di dormire, dormire...” (v. “Apprendimento” sul Vocabolario allegato)E inoltre: “... che certamente è meglio inserirlo subito, perché così si troverà “avvantaggiato”!” -------------------------------------

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Tanta determinazione letteralmente disorienta. Una così grande certezza nella donna è sconcertante. E’ la terza sorpresa. Tra tutte le femmine dei mammiferi del mondo, sono soltanto le donne-madri che mostrano di essere pronte anche a separarsi dai loro figli ancora lattanti, tutti i giorni per ore, affidandoli tranquillamente ad estranei. E ciò avviene malgrado il cucciolo dell’uomo sia in assoluto il più immaturo e indifeso di tutti e sebbene le madri siano tutte naturalmente dotate di forze istintuali potentissime, come l’“istinto materno” e quello della “possessione della prole”. ---------------------------------------------- Ma è stato anche detto, come il bambino e quindi l’uomo, quale “sottinsieme” della sua “struttura-specie”, sia sottoposto - come qualsiasi altro animale della terra - a “pressioni di necessità”, perché è in possesso di istinti primordiali come mangiare, bere, accoppiarsi, da soddisfare immediatamente e a qualsiasi costo per subito ristabilire “l’equilibrio interno” dell’organismo e continuare a vivere, etc. Ma le meraviglie uniche del comportamento umano non finiscono qui. Ed H. Laborit faceva appunto notare, come, per esempio, a proposito delle pressioni di necessità:“Necessità quindi, di appagare i bisogni fondamentali e non “diritto”.Ebbene questa necessità è soddisfatta solo se in cambio l’individuo dà al gruppo sociale per mantenere le scale gerarchiche di dominanza un lavoro che contribuisca a produrre merci. E’ così che nasce il diritto al lavoro; chi è inutile, per le leggi del mercato può crepare di fame (...).E’ meglio allora procurare al bambino una”buona” educazione capace innanzi tutto di permettergli una rispettabile “carriera professionale”.” (H.Laborit “La Colomba Assassinata” Arnaldo Mondadori, Milano ed., 1985 pag. 125). ------------------------------- E allora, ecco che, certi che sia sempre per il bene del loro cucciolo, i genitori – ma ora soprattutto perché così sia anche, addirittura “avvantaggiato” - credono di doverlo inserire nella comunità il più precocemente possibile. Ma succede anche che, i genitori moderni, grazie alla collaborazione della “nuova scuola pubblica”, alla quale di nuovo affidano ormai i figli, con una sorta di delega completamente in bianco: “... gli insegnano a servire, in altri termini gli insegnano la servitù nei confronti delle strutture gerarchiche di dominanza. Gli fanno credere che agisce per il bene della comunità, una comunità istituzionalizzata gerarchicamente che lo ricompensa di ogni sforzo compiuto verso la servitù dell’istituzione. La servitù diventa allora gratificante. L’individuo è convinto della propria dedizione, del proprio altruismo mentre agisce solo per il proprio appagamento però deformato dal fatto di avere assimilato i dettami della socio-cultura.” (H.Laborit “L’Elogio della Fuga”, Arnaldo Mondadori, Milano, II ed.1985, pag. 58) ----------------------------------- Questa società possiede ormai soltanto tutti i valori del Neo-liberismo. Ma sopporta anche i suoi limiti, che, com’è stato detto più volte, sono tutti e solo per le classi medie e inferiori dei civili-occidentali, la serie “B” del mondo e i restanti della terra. Valori e principi e limiti che nondimeno: a) hanno costretto queste classi ad abbandonare al proprio destino il loro ormai improduttivo passato.b) ad accettare, nel tentativo di assicurare loro la sopravvivenza, di mortificare nei figli il proprio futuro. c) e - appena dopo averli affidati alla Provvidenza - a dover dimenticare gli oltre duecento milioni di bambini del terzo mondo che, per diretta complicità del potere della loro socio-cultura dominante, ogni anno scompaiono dalla terra, al ritmo di uno ogni tre secondi (Unicef, 2002). ------------------------------------ E’ diventato allora indispensabile – anche per quell’innegabile, sorprendente fascino contenuto nel suo gesto - trovare una spiegazione e le cause del suo “atto contro natura” sistematicamente perpetrato soltanto dalla donna civile occidentale.

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E’ possibile ipotizzare allora, ma ammettendo una meravigliosa presa di coscienza da parte della Donna, che il “sale della terra”, “l’altra metà del cielo”… sia stata costretta, per esempio - proprio dalla forza dei suoi istinti naturali, oltre che da quella che si mostra sempre più come una sua sorprendente capacità intuitiva esclusiva – a scegliere, dopo essersi per prima chiesto: 1) a chi e a che cosa possa ancora servire impegnarsi ad allevare e strutturare, un individuo dalla personalità ben definita, che gli permetta di fare scelte libere e precise? Un individuo che, essendo difficilmente condizionabile, possa affermare, come dichiarava K. Popper, la propria libertà resistendo alle mode? 2) se sia sempre ancora giusto battersi e continuare a lottare per lui, malgrado sia già condannato all’unico destino che gli dovrebbe permettere di sopravvivere, quello di imparare a “produrre merci”, in modo da fornire quel “plusvalore” di merci necessario a sostenere e a continuare ad arricchire i vertici delle “Scale Gerarchiche di Dominanza”? Com’è per ogni uomo che nasce in questo mondo tra i restanti della terra, senza altra speranza che l’essere sottomesso dalla socio-cultura dominante della nicchia ambientale nella quale gli è toccato in sorte di essere accolto? c) allora, non è forse meglio affidarlo subito e definitivamente agli “altri” della nicchia ambientale e agli “estranei” delle istituzioni e poi alla scuola, etc. così che, come viene ormai affermato da tutti, possa addirittura essere avvantaggiato dal suo precoce “inserimento” e nel frattempo, magari dedicarsi, per esempio, nel tempo libero, alle lotte per la propria emancipazione? (6)

Nota (6) : Resta comunque la sorpresa perché, è nondimeno noto che, a differenza del maschio, la donna, com’è per tutte le femmine dei mammiferi, è dotata di potentissime forze naturali. E’ la donna che possiede istinti indispensabili alla conservazione della specie. Com’è l’istinto materno, che, dopo la nascita del suo bambino, si fonde con quello forse ancora più potente di possessione della prole. E’ sempre lei che è dotata dell’amore materno, un patrimonio di sentimenti unici, che ha direttamente ricevuto e appreso dall’esempio della propria madre che, prima di lei, ha sublimato l’istinto materno e quello della possessione della prole! E’ proprio questo suo poterlo apprendere direttamente dall’esempio della propria madre, per poi donarlo incondizionatamente al suo bambino, che rende l‘“amore materno”, un sentimento unico in natura, perché è soltanto della femmina dell’uomo, della Donna.) Un accenno all’istinto materno e quello di possessione della prole garantiscono la “conservazione della specie” e sono le più tenaci tra le forze naturali indispensabili alla specie. Dovrebbero per questo essere in grado di impedire – come avviene per tutte le femmine dei mammiferi - a qualsiasi donna di separarsi, anche se solo per un breve lasso di tempo, dal suo bambino. E’ l’istinto materno che la costringe ad essere sempre vigile, pronta a difenderlo in ogni momento della sua pericolosa “lotta per l’esistenza” - definita dal premio nobel Renato Dulbecco:“ DNA contro DNA”. Da tutte queste forze la donna è spinta a condurre con il suo esempio, a continuamente guidare il suo bambino per fargli superare gli ostacoli in quella nicchia ambientale nella quale entrambi vivono. La sua vigile presenza è indispensabile almeno fino a quando il suo bambino non abbia raggiunto una sufficiente maturità fisica e una accettabile maturità funzionale, culturale, immunitaria e quindi “comportamentale” ( 8,9 anni secondo R. Dulbecco.) La donna, per scelte, che dunque non sono soltanto istintuali, non solo deve garantire la immediata sopravvivenza del prodotto del suo concepimento quale singolo individuo della sua specie. Ma anche favorire e attivamente partecipare continuamente alla sua evoluzione. E’ riuscendo per prima cosa a soddisfare le sue pulsioni: tutte le necessità per la immediata sopravvivenza della sua struttura-organismo - è per questo che per il bambino, come è noto, sono

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indispensabili le “cure” materne e/o quelle di una femmina della sua stessa specie - e poi, rapidamente, grazie all’esempio di sua madre, imparando ad “adattarsi” all’ambiente. Ma anche continuando ad evolversi per conservare questo risultato, per continuare ad ottenerlo e a migliorarlo grazie all’apprendimento, che il singolo individuo e quindi la sua specie, possono tentare di resistere e riuscire a superare la Selezione Naturale. Ed è per tutto questo che J. Eccles è certo che, invece, un significativo “cambiamento del comportamento naturale” delle femmine di una qualsiasi specie vivente determina l’estinzione della stessa. ... E’ allora possibile immaginare che quelle madri - che sono non soltanto le più emancipate moderne e civili tra loro e tutte sufficientemente colte, ma anche le più semplici, che sono insomma tutte, le stesse che ora sollecitano la costruzione di nuovi “Asilo Nido” e poi, anche tutte le persone che ne appoggiano la richiesta (v. l’ultimo appello del Presidente Ciampi) - siano state così “bene informate” e il loro cervello sia stato così efficacemente “messo nella giusta forma”, da riuscire a superare una così grande quantità di ostacoli naturali, tradizionali e culturali, etc.? Bisogna allora credere che il cambiamento del comportamento naturale della femmina dell’uomo sia già avvenuto? Sia già stato imposto dalle circostanze e sia già in atto? E che da tutti i civili-occidentali, sia stato subito compreso e accettato come fatto naturale oltre che logico? --------------------------------- Qualsiasi altra femmina della specie può sostituire la madre. Perfino un “mammo” può “tecnicamente” riuscirci, ma solo a garantire la immediata salvezza e poi una “decente” crescita fisica, che non sarà certamente la migliore. Mentre lo sviluppo psichico, che si fonde in un tutto uno con quello fisico, mancando la presenza di un elemento fondamentale come la madre, sarà invece, sicuramente “carente”e resterà tale per sempre.

La socio-cultura dominante e l’opinione pubblica si è forse finalmente accorta di tutto questo? E’ stato già detto ciò che recentemente ha scritto nel suo libro “The Epidemic” lo psichiatra infantile americano Robert Shaw (v. a pag. 37) . Ma è necessario ricordare ancora: E’ noto che, dopo il concepimento e il suo sviluppo nell’ambiente estremamente protetto qual’è l’utero materno: il “Primo Ambiente”, il cucciolo dell’uomo trova ad accoglierlo alla nascita un “Secondo Ambiente”: la nicchia ambientale che gli è toccata in sorte alla nascita. (v. la voce: “Ambiente” sul Vocabolario allegato) In verità, quello che subito l’accoglie, è più precisamente, ciò che può essere definito: “l’Ambiente Madre”, che è un sottinsieme del “Secondo Ambiente”, che è proprio quella nicchia ambientale, che gli è stata assegnata dalla sorte, nella quale è comunque la madre il naturale elemento dominante. Nell’“Ambiente Madre” è la madre che continua ad offrire il suo corpo al suo bambino, dal quale si è soltanto fisicamente staccata dopo la recisione del funicolo ombelicale. E’ dopo averlo “riallacciato a sé” che - attraverso il suo corpo, la sua pelle, il suo seno, i suoi ferormoni, unici e specifici alla pari delle impronte digitali - continua a comunicare con lui (v. il “linguaggio del ventre” di U. Galimberti). Assicura così a lui, grazie al suo latte e al suo amore, un armonico sviluppo psico-fisico, che ha come prima tappa quella fondamentale dell’“Imprinting”, mentre il suo piccolo è ancora nella fase dell’“Io-Tutto”. Com’è stato già detto, questo breve periodo, detto “fenomeno dell’imprinting”, fornisce il fondamentale orientamento iniziale al suo sistema nervoso, per armonizzare il suo sviluppo psico-fisico. Quello delle prime costruzioni delle “vie neurali” e delle “sintesi proteiche” nella sua “memoria a lungo termine” (v. i “fantasmi dell’Imprinting” e del mondo dell’inconscio) e quello che da inizio all’auto-costruzione del suo “Schema Corporeo” (che il bambino non completa prima dei tre anni). E’ proprio una memoria che diventa sempre più ricca di esperienze dirette, apprese in prima persona, che in lui rende possibile l’inizio della nascita della “Coscienza” e poi dell’“Autocoscienza” propria dell’Uomo... e la scoperta del “Principio di Realtà” e del “Principio di Proprietà”, etc. (Il “Principio del Piacere”, è il primo che scopre subito dopo la nascita ... in quanto il piacere s’identifica con la soddisfazione delle pulsioni, con il raggiungimento dell’“equilibrio interno”, con la sua conservazione e quindi con la vita!)

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Il particolare legame tra la madre e la sua prole ha dunque un grande valore determinante per tutti i cuccioli dei mammiferi. Specialmente per quello dell’uomo, che nasce dotato di una maturità cerebrale che è soltanto del 27% (e che solo al 25° anno raggiungerà il 100%). Com’è stato appena detto, se non ci fosse una femmina della sua stessa specie a prendersi immediatamente cura di lui “legandolo” di nuovo al suo corpo, custodendolo gelosamente nell’ambiente, in quella nicchia ambientale che li protegge e li minaccia entrambi, questi non riuscirebbe a sopravvivere alle ostilità e alla immanente ferocia del nuovo ambiente. ---------------------------------------- Ma l’“amore materno”, un grande sentimento immenso, è soltanto umano, perché è frutto dell’apprendimento. Non deve essere confuso con l’istinto materno, né con quello di possessione della prole. L’amore materno si tramanda, perché si apprende direttamente dall’esempio di una madre a quella della generazione successiva (alla propria figlia che è divenuta madre), com’è stato più volte ripetuto. Ma è anche il primo ed unico esempio di “Solidarietà Incondizionata” che ogni uomo riceve in dono, contemporaneamente a quello della vita. -----------------------------------Le “radici nel passato”E’ allora indispensabile ritornare a parlare anche delle “radici nel passato”. E’ sempre la madre che ha il compito - rifondando ogni volta per lui le sue “radici” e poi rivelandole al suo bambino - di legarlo per sempre al suo passato di uomo. Ma, in questa società civile-occidentale, lo fa trasmettendogli, anche questo è stato già detto, quasi esclusivamente tutti i valori appresi dalla “socio-cultura dominante”, e alcuni di quelli propri “delle tradizioni, della famiglia, della terra” (S.Zecchi) che i dominati hanno concesso di conservare e poi, la sua “conoscenza” passata e presente e - dopo il dono della “Solidarietà Incondizionata” e quello dell’“Insegnamento alla Speranza”, senza apprendere e possedere i quali non è possibile una vita degna (S.Zecchi) – ancora quella somma di particolari valori fondamentali (storici, psicologici, culturali...), etc. E’ così che, per ogni uomo, si fondano le sue “radici nel passato”. Ma - poiché, come afferma K.Popper, certamente non esiste un futuro possibile per chi non possieda salde radici nel passato, se, allora, senza un passato ben “radicato”, non c’è futuro possibile - per il nuovo cucciolo civile occidentale, per il novello “orfano a part-time”, non rimane altro che soltanto un “presente” di Solitudine completamente vuota. Un presente, divenuto comune, per i sottomessi e squallidi produttori di “plusvalore” di merci, per i ben condizionati fino all’ossessione, consumatori delle stesse; che sono, per giunta, costretti a continuare a battersi quotidianamente con i propri simili per guadagnarsi il diritto di sopravvivere, etc. un presente che certamente non può essere che solitario e vuoto, perché è sempre scontato e quindi è “inutile” per la sua anima, perché è stato già tutto “suggerito” dagli “altri”. (7) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------Nota: (7) Così alla fine non restano che soltanto domande, tante domande. Un esempio per tutte:a) quando anche per questo nuovo cucciolo dell’uomo, che è privo di questi doni, perché mai ricevuti, arriverà il momento della “Solitudine Totale”, da quale dei suoi ricordi sarà trovata, raggiunta e poi rivisitata la sua anima? b) se gli anni di duro lavoro e di studi faticosissimi - tutti per la necessaria dedizione totale alla sua specializzazione di “produttore di merci” e per il suo continuo doversi aggiornare per sopravvivere nel mercato - non gli hanno mai concesso la libertà necessaria per “costruirsi dentro” il suo piccolo “Chiapas” immaginario e personale?

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Quell’angolo, creduto di libertà raggiunta, quotidianamente conquistata, dove rifugiarsi per continuare a cercare di conoscere sé stesso e di comprendere appieno il proprio comportamento e quello dei suoi simili in situazioni sociali, etc.(v. Chiapas a pag. ?) Ma questo, e ora è noto a tutti, è possibile ad ogni uomo soltanto dopo aver accettato di essere soltanto un fondamentale “sottinsieme” della specie, inglobata dalla Struttura che tutto ingloba, etc. perché ha finalmente appreso alcuni principi della “Bio-psico-sociologia” e possiede una sufficiente informazione interdisciplinare… Il prezzo sociale, che tutti pagano e quello che, soprattutto è fatto pagare ai figli in termini di Solitudine e di definitiva manipolazione della loro personalità , non è allora, superiore a quello di un ipotetico “sostegno” che uno Stato Civile e Democratico potrebbe decidere di dare, per i primi tre anni almeno, alle Madri che spontaneamente scegliessero di continuare ad “allevare” naturalmente i propri figli, in prima persona?

Un contributo di Conoscenza - con la “C” maiuscola, che allarghi gli orizzonti della sua ricerca della libertà - è ormai indispensabile, oltre che urgente per l’uomo del terzo millennio. Questo è certamente ancora più vero per la maggioranza dei nati tra i restanti della terra e particolarmente per chi tra loro è diventato (o diventerà) anche un genitore, o un educatore, etc. o comunque uno dei tanti impegnati a “manipolare i cervelli” e/o a curare quelli dei propri simili…etc. Ma un tentativo di liberarsi alla portata di tutti, com’è stato già detto, potrebbe iniziare a realizzarsi subito, adesso!, cominciando dall’uso, il più appropriato possibile, della enorme quantità d’informazione circolante nella quale il civile-occidentale è letteralmente “immerso”. Le risposte potrebbe essere state già nascoste nella cultura acquisita così?---------------------------------------------------------------------------- Una divagazione “ o… tutto si risolverà, invece, subito, tra molto poco, per una insostenibile pressione demografica (7 miliardi e ottocento milioni di uomini, tutti del terzo mondo, nel 2011, contro il solito miliardo e duecentomilioni di civili-occidentali?) e/o per il conseguente, definitivo scoppio di una enorme “Fame Globale”!?” La stessa Fame presente, che continua senza potersi mai fermare e alla fine sarà senza rimedio. Esploderà in tutta la sua ferocia, quando i restanti della terra avranno appunto raggiunto e superato i nove miliardi di individui? Avverrà tutto questo? Proprio questo? Forse proprio mentre l’umanità starà pagando le conseguenze della tremenda distruzione avvenuta a causa di una delle guerre atomiche (prevedibili e inevitabili?). Una guerra atomica scoppiata per il possesso delle fonti di energia del mondo e il dominio del mercato globale? Per esempio tra gli USA e la Cina alleatasi con la Russia?---------------------------------------------------------------------------------------- Ma anche H.Laborit era convinto che qualcosa di simile dovesse certamente, comunque succedere, forse proprio nel terzo millennio. Ma per lui, l’esito finale, sebbene lo considerasse utopistico, sarebbe stato comunque positivo, soltanto perché era sicuro - ma non certamente per la sua “buona natura” di “buon selvaggio” (Rousseau), ma soltanto per la sua nuova Conoscenza acquisita di sé stesso e dell’Animato e degli esseri viventi, etc. e quella per la conseguente sua coevoluzione biologica e culturale - che l’Uomo: “Quando si accorgerà che l’introspezione gli ha nascosto l’essenziale e deformato il resto, che le cose si limitano a essere e che siamo noi per il nostro personale interesse o per quello del gruppo di appartenenza, ad attribuire loro un “valore” (...) Non si sentirà più isolato, ma accomunato nel tempo e nello spazio, simile agli altri ma diverso, unico e molteplice al tempo stesso, conforme e singolare, passeggero ed eterno, proprietario di tutto senza possedere niente e cercando la gioia, potrà darne agli altri. Ma soprattutto liberato dall’ammasso ingombrante dei valori eterni, giovane e nudo come nella prima età e tuttavia ricco delle acquisizioni delle generazioni passate (ma decisamente non condizionanti), ogni uomo potrà forse dare al mondo il contributo della sua creatività. Speriamo che gli faccia scoprire utensili per la conoscenza anche se finora gli ha fatto

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forgiare utensili di lavoro.(...) Non si tratta di un rousseauismo utopistico, di un ritorno alla “buona” natura, al “buon” selvaggio, ad Adamo ed Eva prima del peccato originale, prima dell’ingestione dell’ acido malico (8), il veleno della conoscenza. No, si tratta piuttosto di non confondere “creazione d’informazione”, fatto tipicamente umano, con la “mineralizzazione dello spazio culturale”. La cultura finora ha progredito nella sua forma non commerciale solo per i calci in culo che gli ha dato la cieca pressione di necessità (quella di trovare altri modi alternativi di fuggire dall’angoscia del “mal di vivere”). La vita quotidiana del cittadino l’ha seguita a passo di marcia. Io spero in una cultura che (...) cerchi tra i cespugli dell’immaginazione il sentiero del desiderio (di Conoscenza e quindi il dono di Libertà che a questa sempre si accompagna.)” (Henry Laborit,”Elogio della Fuga”, Saggi, Arnoldo Mondadori ed. II ediz. 1985, pag.126 e 127)------------------------------------------------------------------------------------------------Nota (8): l’“acido malico” è contenuto soprattutto nella “mela” dalla quale prende il nome . E’ fondamentale. Il suo ciclo s’innesta in quello di Krebs E’ ora necessario, per accedere ad altre informazioni interdisciplinari, continuare a percorrere un altro tratto di strada in compagnia del grande scienziato, premio nobel Jhon C. Eccles:“E’ straordinario come ci sia così poca letteratura sull’evoluzione del cervello durante quella fase importante dello sviluppo biologico che corrisponde alla comparsa della creatività. Questa fase va dai nostri antenati ominidi, attraverso un periodo di circa 9-10 milioni di anni di evoluzione degli ominidi, fino al cervello umano. La storia dell’evoluzione degli ominidi fino a Homo sapiens sapiens è la storia più affascinante che possa essere raccontata. E’ la nostra storia. (…)” (John C. Eccles, “EVOLUZIONE DEL CERVELLO E CREAZIONE DELL’IO” , Armando Editore, 1990, Introduzione, pag. 13)

E’ la stupenda storia che, incisa nel nostro DNA, da circa dieci milioni di anni, neonato dopo neonato, si va ripetendo e riproponendo grazie allo sviluppo “ontologico” (1). Mentre contemporaneamente inarrestabile è il suo sviluppo “filogenetico” (2) grazie al progresso e alla crescita della ricchezza culturale dei comportamenti propri della specie in generale, appresi e tramandati da una generazione all’altra.“Come è stato rivelato dalla datazione dell’albume, la linea degli ominoidi si scisse nelle linee evolutive degli ominidi e dei pongidi 9-10 milioni di anni fa. Purtroppo c’è un “black-out” fossile quasi totale per 5 milioni di anni dopo questo periodo critico dell’evoluzione degli ominidi.”( da J.C.Eccles a pag.14 del suo testo.)

------------------------------ Ma è necessario, allora, saltare a quattro milioni di anni fa, quando ormai, in circa 5 milioni di anni, gli “ominidi arboricoli” sono già scesi dall’albero e sono ormai diventati Australopithecinae terrestri (J.E.), bipedi.Sono ancora veramente pochi (1.500?). Ma sono già tutti in piedi. Camminano solo su due zampe e sanno farlo bene. La prima testimonianza della andatura bipede dell’uomo risale a circa 3,6 o 3,7 milioni di anni (Drake e altri.) (J.Eccles a pag.78 del suo testo.)

La prova è incisa nel tufo vulcanico (ben databile 2milioni e settecentomila anni fa) del sito di Leatoli nella Tanzania del Nord. Ci sono tre tipi d’impronte lasciate da un Australopithecus adulto che procedeva tenendo per mano un bambino che gli camminava affianco e quelle di un altro adulto (la madre?) che seguiva mettendo il piede esattamente nell’impronta lasciata dall’adulto che precedeva. Forse perché il tufo era ancora caldo? (v. figura 3.11. da J.E. a pag. 80).“Quando il velo si sollevò”, dai reperti - datati 4 milioni di anni fa - si scoprì uno scheletro con “un apparato locomotore completamente adatto per l’andatura bipede”. Eppure “le dimensioni del cervello erano aumentate di poco”. (dal t. di J.C.Eccles a pag.14). E questo, malgrado le modificazioni dei circuiti nervosi necessari alla deambulazione bipede? Le dimensioni del suo cervello erano di 450 cc..Solo da una decina di anni (1990) sono aumentati i ritrovamenti di fossili di crani, mandibole soprattutto e denti ...

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Dai calchi dei crani ritrovati nei vari siti e dal disegno inciso all’interno della calotta cranica dalla massa cerebrale, è possibile seguire la parcellare crescita evolutiva del cervello, la continua comparsa di sue parti nuove nei due emisferi cerebrali. ---------------------------------- Un accettabile albero genealogico del figlio della scimmia. Come è stato già accennato, l’albero genealogico dell’uomo inizia 9-10 milioni di anni fa con la improvvisa comparsa (tra i primati) degli “ominoidi”. Dai quali si staccarono due rami i pongidi e gli ominidi.Sono questi ultimi, gli ominidi i capostipiti dell’uomo moderno. Dopo un salto di fossili mancanti di 5 milioni di anni, ne incontriamo di databili a soltanto 4 milioni di anni fa e sono i fossili degli Australopithecus. Dei quali, abbiamo appena detto, che camminavano eretti su due zampe e che sapevano farlo bene, e che avevano un cervello di 450 cc. ... Il “salto in avanti verso l’uomo moderno” (J.E.) la specie umana lo realizza con “Homo habilis”.Si evolve 2,5 milioni di anni fa direttamente dall’Australopithecus Africanus e continua il suo inarrestabile sviluppo fino a circa 1,5 milioni di anni fa, ma senza mai muoversi dall’Africa.Ha un cervello che è già di 646 cc.. Ma l’espansione degli emisferi cerebrali non è uniforme (Tobias,1983). E’ cresciuta l’area del linguaggio (circonvoluzione frontale inferiore dell’emisfero sinistro) e un maggior rilievo ha anche l’area del linguaggio di Wernicke (circonvoluzione parietale inferiore dello stesso emisfero.) (dal testo di J.E. a pag. 45 e seguenti). E’ sempre l’Homo habilis che segna la nascita dell’“Età della Pietra”. Dai reperti trovati si ha la prova che sia stato il primo a saper costruire e ad usare utensili in pietra di un certo valore. Resta senza subire significative modifiche per circa 900.000 anni. Poi, grazie all’arrivo nel suo patrimonio genetico di una “saltazione”(3), diventa Homo Erectus. Così per 100.000 anni la terra è abitata contemporaneamente dall’Homo habilis e dall’Homo Erectus.(H.E.) L’H.E. ha raggiunto circa le 200.000 (?) unità. Ma ha una grande voglia di muoversi, di viaggiare e in circa 500.000 anni invade l’Europa e l’Asia (alla media di 20 Km all’anno) Una ipotesi è quella che trova l’Homo Erectus a seguire gli spostamenti delle mandrie, perché il suo cervello che ha quasi raddoppiato il suo volume ha ormai fame di “proteine nobili”, di carne, di pesce, etc. “Si trattò della prima grande emigrazione ominide” (J.E. a pag.47)

Ma è qui che comincia una certa confusione sulle datazioni e sull’assegnazione dei reperti trovati. Alla fine sono tutti concordi nell’assegnare a Homo Erectus tutti i crani di quella epoca che vanno dagli 800 cc. ai 1200 cc. di volume.---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Note: (1) ontologico da “ontogenesi”: l’intero processo di sviluppo di un organismo, cioè la serie di stadi che l’uovo e poi l’embrione (il bambino) attraversano per dare origine all’individuo di quella determinata specie.” (2) filogenetico da “filogenesi”: la ricostruzione dei rapporti di parentela dei gruppi sistematici degli organismi viventi (specie o categorie ad esse superiori), dal momento della loro comparsa fino al momento attuale o a quello della loro estinzione.” (dal “Vocabolario della Lingua Italiana”, Treccani ed.) (3) “Saltazione”: è una sorta di mutazione genetica improvvisa che avviene in una popolazione. E’ imprevedibile perché non è giustificata da nessuna trasformazione del DNA che possa annunciarla e/o giustificarla come evolutiva.------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ C’è ancora il problema dell’Homo sapiens neanderthalinensis (H.S.N.).

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Vive soprattutto in Europa (il sito è nella Renania, Germania), ma anche in Oriente (il sito di Shanidar). Da dove arriva? Da un H.E. che (per la sua fame di proteine nobili divenute indispensabili per nutrire un cervello d circa 1000 cc.) inseguendo i branchi e mandrie si è trovato in Europa e anche in Oriente? Ed è poi rimasto isolato il tempo necessario per dare vita ad una specie?H.S.N. ha un cranio di 1.450 cc. rispetto a quello dell’H.S.S. che è in media di 1.350 cc.. La mandibola è prominente. Ma è alto. E’ bello e molto robusto. Possente nella muscolatura, ma lento. Certamente non riuscì a fare molto contro l’agilità, la velocità, le armi e la migliore organizzazione (militare, causa del più alto livello culturale raggiunto) dell’esile e flessuoso H.S.S.? Fu veramente questo a distruggerlo: un “massacro”? O più semplicemente grazie a matrimoni misti l‘H.S.S. lo “inglobò”, ne diluì e ne “sciolse” in 5.000 anni i geni fino a “cancellarlo” come razza a parte? Ma che avvenne delle altre forme meno evolute della specie?Ma c’è anche la ibridazione da considerare possibile.“Ipotesi dell’ibridazione”: “H.S.N. e H.S.S. sono due varietà di una stessa specie Homo sapiens e quindi è possibile che si sia verificato un incrocio.” (J.E. a pag.54)

Allora, H.S.N. e H.S.S. derivano entrambi da Homo sapiens. Si arriva così all’uomo di oggi, all’Homo sapiens sapiens. L’H.S.S. in 15.000 anni dilaga su tutta la terra che può percorrere in lungo e in largo – la terra sta uscendo dall’ultima Glaceazione - perché i vari stretti che separano i Continenti sono completamente ghiacciati (d’inverno). Dall’Asia passa in America attraverso lo stretto di Behring e in Australia attraverso l’Arcipelago della Sonda.La evoluzione biologica dell’uomo si è fermata negli ultimi 40.000 anni, con l’Homo Sapiens Sapiens. “Il cervello di HSS apparso 70.000 anni fa ha una potenzialità e una motivazione enormi per lo sviluppo culturale.” (J.E.pag.59)

La popolazione 25.000 anni fa, grazie a una Natura generosissima, è cresciuta moltissimo. Superava i tre milioni di individui? (4)L’incremento demografico è iniziato nel Neolitico. La vita si basava già sull’uso di piante coltivate (economia agricola) e animali domestici (allevamento).

----------------------------------------------------------------------------------------------- (4) Una curiosità che certamente non sarà gradita ai “razzisti” di tutte le risme, ma soprattutto, particolarmente a quelli di “pelle bianca”: “... dall’analisi del DNA mitocondriale di numerosi soggetti appartenenti a molte razze e residenti in un’ampia area geografica (Cann, Stonekinge Wilson, 1987). Il DNA mitocondriale si eredita solo dalla madre poiché gli spermatozoi non forniscono tale contributo allo zigote. La conclusione (ormai definitivamente scientificamente accertata) sorprendente è che l’intera popolazione terrestre discenderebbe da una sola donna che avrebbe vissuto circa 200.000 anni fa probabilmente in Africa, “in quanto una particolare precoce ramificazione dell’albero genealogico comprende solo individui africani di razza negra”. (J.E. a pag. 59)L’“uomo bianco” è solo un prodotto della Selezione Naturale Ambientale. Alcuni tra i primi Homo sapiens sapiens, che non potevano che essere tutti “neri”, divenuti “stanziali”, si stabilirono sulle terre oltre il 49° parallelo. Avevano cominciato ad alimentarsi principalmente dei cereali che avevano imparato a coltivare. L’azione della Selezione Naturale (attraverso quella “Ambientale”, perché il cibo fa parte dell’ambiente) fece sì che si salvassero

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(ovvero riuscissero a riprodursi meglio e a fare aumentare la loro progenie), soltanto quelli tra loro che avevano la pelle più chiara, almeno quel tanto che permettesse ai raggi ultravioletti di attraversarla in quantità sufficiente da consentire al loro organismo di sintetizzare la quantità ottimale di Vitamina A e la D. Gli altri si ammalarono e non ebbero quindi modo di riprodursi. E’ così che sopravvissero e procrearono solo quelli dalla pelle più chiara che generarono figli dalla pelle chiara, sempre più chiara, etc. Un certo numero tra loro che, invece, si erano trasferiti ancora più al Nord e che non mangiavano principalmente cereali, ma quasi esclusivamente carne e pesce soprattutto crudi restarono “neri”. Gli esquimesi infatti, conservano l’originario colore scuro della loro pelle…

Ancora una ipotesi. Ma che è anche questa la sintesi del lungo racconto già fatto.E’ possibile allora, continuare con la stessa ipotesi, sulla scelta fatta dai primi uomini di rinunciare alla libertà per riunirsi in gruppo e sottostare alla dominanze della forza bruta e dalle sue regole e alle leggi, etc. pur di salvare il proprio DNA?Tutto dovrebbe essere iniziato durante il Neolitico, dopo l’ultima Glaciazione, proprio decine e decine di migliaia di anni fa.Il cibo spontaneamente offerto dalla Natura era abbondante e quindi relativamente facile da procurare. A dimostrazione di quanto sia fondamentale una “giusta ” per il completo sviluppo psico-fisico del bambino, si incrementò così lo sviluppo demografico e quello del sistema nervoso dell’uomo. (v. “Appunti di ” nell’Appendice allegata) E’ possibile ipotizzare che inoltre, quelli che vissero allora, per circa tremila anni, furono in maggioranza ancora Uomini liberi immersi in una natura rigogliosa e generosa e che furono loro i primi e gli ultimi Uomini nella storia dell’umanità nati liberi e rimasti veramente tali fino alla morte? (1) -----------------------------------------------------------------------------------Nota: (1) Una suggestiva ipotesi sull’improvvisa, spettacolare evoluzione del cervello dell’uomo certamente legata anche al cambiamento in quantità e qualità e varietà degli alimenti, potrebbe essere immaginata così: è noto che, ad un certo punto della sua evoluzione divenuto Homo erectus, si accorse come per nutrire il suo nuovo cervello di ben 900 cc. fosse costretto a procurasi proteine nobili direttamente dalla selvaggina che cacciava. Ma nessuno altro tra i primati mangia il pesce. Gli acidi grassi e i grassi polinsaturi, dei quali i pesci sono una fonte copiosa, sono una “manna” per la “dietetica del cervello”, per esempio, per le membrane cellulari dei suoi neuroni costrette, per funzionare al meglio, a rinnovare i propri lipidi circa venti volte nelle ventiquattrore?------------------------------------------------------------------------------------------- Non c’è dubbio che oltre venticinquemila anni fa, gli Homo sapiens, avessero già un cervello simile a quello dell’uomo moderno e che quindi fossero anche loro costretti dalle stesse pulsioni e dagli stessi meccanismi bio-chimici che determinano il comportamento dell’uomo in situazioni sociali e dalla stessa biologia dell’inconscio, etc. Erano differenti solo per la quantità ancora molto limitata di esperienze accumulate e quindi per il grado di evoluzione culturale raggiunto, che era necessariamente ancora basso e per la conseguente mancanza di interi gruppi di mappe neurali indipendenti, etc.Ma è lecito immaginare che, prima di accettare di riunirsi in gruppo, ognuno ancora usasse la conoscenza che aveva acquisito, ma solo per sopravvivere. Aveva progredito soltanto nell’apprendere sempre meglio come sopravvivere alla ferocia della nicchia ambientale, ipotizzando e poi sperimentando in prima persona. Osservando attentamente anche il comportamento (l’esempio) degli altri durante la loro azione. Comportamento che valutava grazie alla conoscenza acquisita e alle sue intuizione (v. le “zone associative”) e al risultato oggettivo dell’azione. Poi sperimentava ipotesi create dalla sua immaginazione, che erano spesso perfino azzardate. Ma gli Uomini erano ancora tutti liberi “cacciatori-raccoglitori” che vivevano isolati ed è certo che quindi, quando

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apprendevano e poi inventavano, o sperimentavano, o costruivano attrezzi o altro, lo facessero ancora soltanto per loro, per la loro personale sopravvivenza, visto quello di procurarsi il cibo era il loro unico lavoro indispensabile. Immersi in una Natura generosissima, si limitavano a cacciare e a raccogliere solo l’indispensabile. Per loro non c’era ancora nessun gruppo al quale dover appartenere, né c’erano capi da nutrire, né le regole da questi imposte, anche con la forza, da rispettare. Nessun capo da temere quindi. Neppure bisognava produrre il “plusvalore di merci” per nutrirlo, insieme alla sua vorace corte. Nessun condizionamento appreso dagli “altri”. Ma bisognava soltanto imparare dall’esempio del proprio genitore, che era ancora un Uomo libero e poi dagli “altri” che s’incontravano e ancora direttamente dall’ambiente, etc. Nessuna strategia della socio-cultura dominante con la quale farsi passivamente gonfiare l’inconscio per sempre e poi, una volta “marchiati” indelebilmente nell’anima - dopo aver perduta definitivamente la libertà di fare una propria scelta personale, di agire liberamente, etc. - accettare di subire la sua “dominanza” e definitivamente sottomettersi per produrre merci soltanto per guadagnarsi il diritto di sopravvivere e di far parte del loro gruppo.Ancora liberi, imparavano bene e rapidamente anche dagli “altri”. Ma principalmente imparavano i metodi e le tecniche per procurarsi il piacere delle vitali gratificazioni, che allora derivavano soltanto dal riuscire a soddisfare i bisogni primari (v. il “Principio del piacere”). Ma imparavano anche come sfuggire alle punizioni impiegando la fuga e/o le strategie apprese o quelle già sperimentate di persona o viste sperimentare dagli “altri”. Così, alla fine, da ripetere, erano solo quelle vincenti (v. il “Rinforzo”.) Tutte quelle che finivano con il regalare solo gratificazioni vitali, per aver raggiunto lo scopo, sempre lo stesso: quello di riuscire a conservare l’“equilibrio interno” del proprio organismo. Dall’osservazione e poi dalla verifica, grazie alla sperimentazione delle ipotesi fatte, apprendevano a mano a mano regole di comportamento e creavano strategie sempre meglio strutturate per riuscire a sopravvivere alle insidie dell’ambiente evitando le punizioni mentre, per esempio, erano impegnati a procurasi il cibo, a cacciare le prede, a pescare, che erano allora tutti i lavori necessari soltanto alla sopravvivenza, ma anche a restare contemporaneamente liberi. --------------------------------------------Ma poi decisero di riunirsi in gruppi permanenti, poiché si erano accorti che vivendo in gruppo era più facile difendersi dalla ferocia dell’ambiente e sfruttare meglio ciò che questo offriva e inoltre, forse perché avevano già compreso che il vivere insieme ai propri simili desse il giusto senso alla loro esistenza di uomini? Ma i gruppi divennero sempre più folti e numerosi e sempre meglio organizzati, grazie alla progressiva coevoluzione della loro cultura, e quella biologica del loro cervello che, sottoposto a tutti questi stimoli andava formando sempre nuovi gruppi di mappe neurali indipendenti (Edelman).(Ma solo fino a quando l’azione dei condizionamenti, che andava affinandosi, non divenne devastante!) ------------------------------------------ Così i figli delle generazioni che seguirono, dovettero, invece, necessariamente accettare di dipendere gli uni dagli “altri”. Spesso tra gli altri c’erano anche gli stessi (com’è per i genitori) dai quali, fin dalla nascita, avevano appreso gli automatismi culturali e giudizi di valore le regole e le usanze e le leggi, etc. e infine le strategie della socio-cultura che dominava il loro gruppo, alle quali, com’era già stato per i loro genitori, per sopravvivere, subito dovettero imparare a sottomettersi. Ma sempre dagli stessi “altri”, dal loro esempio, impararono anche a “produrre merci” e a consumarle, a possederle per riuscire a salire e a collocarsi saldamente su uno dei gradini delle Scale Gerarchiche di Dominanza.

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Arrivò così l’Alienazione. Arrivò per tutti e a qualsiasi livello gerarchico. Per cercare, allora, di sfuggire all’angoscia da questa prodotta, cominciarono a scoprire qell’unica possibilità che è propria dell’uomo: rifugiarsi nell’immaginazione creativa. Come sognare un mondo diverso, lo impararono direttamente dai loro sogni, il solo frutto della propria creatività, certamente, completamente libero. --------------------------------- Forse fu allora che gli “artisti” intuirono quale fosse la loro funzione. Ma sperimentarono, inoltre, che - poiché, com’è sempre stato per i fragili “intellettuali” in generale, anche loro non hanno mai amato i faticosi e spesso pericolosi lavori “termodinamici” - produrre, anche se soltanto quella loro merce particolare e poi ancora, il riuscire così a rifugiarsi nella creatività dell’Arte per sfuggire all’alienazione di una vita di eterni sottomessi, etc. era, in alternativa, una “strategia” possibile da impiegare per sopravvivere. Ma anche da mostrare e da diffondere e/o addirittura da insegnare direttamente attraverso le loro opere. Inoltre, sperimentarono, come la loro arte, fosse accettata anche dalla socio-cultura dominante, che anzi mostrava di tollerarla, fino a perfino gradirla. Ma spesso i dominati accettavano anche di usarla, ma sempre per quell’unico scopo: conservare il dominio e perpetuarlo all’infinito.Infatti, il compito dei dominanti diventa relativamente più facile, quando tra i sudditi sono presenti soggetti fedeli e garantiti, come gli artisti di un qualsiasi genere o forma d’arte tra quelle da loro concesse e controllate. Costoro riescono a distogliere e poi a guidare gli individui ma soprattutto anche a contenere la loro rabbia o a lenire la loro disperazione quotidiana di impotenti alienati sottomessi. ---------------------------------- I “Comunicatori”.Ma non bisogna dimenticare come, il massimo appoggio nel controllo delle masse i dominanti lo abbiano sempre ricevuto e ancora lo ricevano da quel particolare tipo di artisti sui generis che sono sempre stati i grandi “comunicatori ”, soprattutto quelli delle religioni rivelate. E’ grazie a questi e alla loro indiscussa abilità di grandi comunicatori che, le varie religioni sono sempre finite con il risultare buone, per giustificare e sostenere, le giuste ragioni dei forti in qualsiasi tipo di regime. Ma i migliori in assoluto sono i predicatori dell’islamismo e quelli del cristianesimo. I primi detengono da sempre il potere (Divino) e assoluto, grazie al quale condizionano pesantemente le masse di credenti, e controllano i dominanti (v. il “fondamentalismo” e le varie “monarchie religiose”.) I secondi che hanno agito soprattutto nel mondo dei civili-occidentali, grazie all’alleanza stipulata con i vari dominanti di turno, hanno nei secoli certamente potuto partecipare attivamente addirittura - e dovrebbe finalmente essere chiaro a tutti - alla coevoluzione biologica e culturale dei singoli civili-occidentali. Così che si può anche credere che, proprio questa parte di umanità di civili-occidentali che ha maggiormente subito la loro influenza, sia poi la stessa che nondimeno ha potuto fare enormi progressi nella conoscenza, ma soltanto dell’Inanimato. La totale conoscenza dell’Animato, quella che comprende la nascita e la comparsa dell’Uomo sulla terra e di tutti gli esseri viventi e quindi, la formazione e il funzionamento del cervello umano, insomma tutte queste verità, sono credute (ancora) di loro proprietà assoluta. Le hanno, attraverso le “Sacre Scritture”, ricevute tutte direttamente dal Creatore. E la storia dell’uomo è piena di tentatavi di apportare modifiche a dette verità e perfino di tentativi di negazione e o del loro sovvertimento, anche sperimentali, ma tutte finite al rogo. Inoltre, i validissimi comunicatori cristiani e/o le schiere di intellettuali credenti, ancora oggi convincono i sudditi credenti alla “religiosa accettazione” della prova della sopportazione delle sofferenze. Di qualsiasi tipo di sofferenza, perché questa richiesta viene direttamente da Dio. Ma soltanto per poter prima selezionare e poi, separare i degni dagli empi. E’ così

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che i comunicatori e gli intellettuali credenti riescono, sistematicamente con metodo e perseveranza, a convincere le masse dei sudditi, di popoli, di intere Nazioni, etc. ad accettare di sottoporsi, senza mai ribellarsi, anche alle sofferenze, necessariamente inflitte dagli stessi dominanti, tutti eletti, perché anche loro sono stati prima prescelti e poi, inconsapevolmente e per motivi inviolabili, assunti a mero strumento tra le mani di Dio. Così, per tutti i restanti della terra, è soltanto questo l’unico modo, sicuro e garantito per guadagnarsi il paradiso eterno. Un paradiso che è tutto soltanto per loro, gli unici degni di meritarselo, ma che resta e resterà sempre in un altro mondo, in quello promesso. ------------------------------- Ma l’Arte come fuga dalla realtà, è e resta, invece, ancora e comunque una soluzione per pochi. E’ resa possibile, com’è stato detto, soltanto dal dono della libera creatività all’individuo singolo. Libera creatività che dagli dèi è profusa nel genio. E’ sempre data in dono all’artista. Ma è concessa con parsimonia all’uomo comune. Ma che nondimeno resta tale, libera, soltanto fino quando, dai condizionamenti subiti, non gli vengano assegnati e imposti i giusti limiti. ---------------------------- Ed ecco un secondo esempio di “impasto di aria fritta”: … sembrerebbe, infatti, come, quello di salvare almeno il genio e il pazzo - e gli antichi credevano che questi fossero addirittura amati dagli dei - sia, non soltanto l’ultimo tentativo fatto appunto dagli stessi dèi per preservare tra tanta ignavia collettiva la vera essenza dell’Uomo - che solo nel genio è e resta intatta. Ma che fosse anche la dimostrazione della loro completa estraneità. Sarebbe come se volessero testimoniare che l’ignavia collettiva che affligge l’umanità civile-occidentale ancora nel terzo millennio, sia soltanto il frutto di scelte fatte dall’uomo quando ormai era già stato condizionato dalla stessa socio-cultura dominante che lui stesso aveva fatta nascere con la sua decisione di riunirsi con i propri simili e dar vita al gruppo di appartenenza. Tutto questo, infatti, com’è stato già detto, avvenne per necessità. Una decisione presa dagli Uomini che, fino ad allora, erano stati “raccoglitori-cacciatori” indipendenti, che vagavano completamente liberi. Ma che, soltanto per cacciare prede più grandi o numerose, si erano spesso trovati ad agire in gruppi di quattro, o cinque elementi. ----------------------------------- Tutto questo avvenne, oltre venticinquemila anni fa. Fu allora che gli uomini, divenuti stanziali, presero possesso con il proprio gruppo del “territorio”. Lo segnarono e si appropriarono delle persone, degli animali e delle cose… di tutto quello che esisteva, o cresceva in esso, o soltanto lo attraversasse. Poi impararono - furono soprattutto quelli stabilitisi nelle zone temperate (in Europa, oltre il 49° parallelo) - a coltivare cereali; e ad allevare animali domestici; a raccogliere in estate il cibo che doveva servire a sfamarli durante l’inverno; e ad ammassarlo e a conservarlo; e a difenderlo dai predatori etc. Ma, in questa zona, tra loro continuarono a vivere, soltanto quelli risparmiati dalla Selezione Naturale (Ambientale), perché di pelle più chiara. Così i “bianchi”, riuscirono a sopravvivere e a riprodursi. E d’allora, rinnegando le nere madri che li avevano appena partoriti, decisero di essere una nuova razza e superiore (v. sopra a pag. 68 la Nota (4)). ------------------------------------ Da solo quindi, con la sua scelta di vivere in gruppo, l’uomo ha dato inizio a quel destino che è ancora quello comune. E’ a qualsiasi livello gerarchico. E’ per tutti, sia per i lavoratori “termodinamici”, sia per gli “specialisti”, sia per i tecnici, sia per i creatori di informazione tecnologica e poi, per i guardiani del potere di qualsiasi livello, e per i loro servi, etc. Ma è soprattutto il destino di chi, poiché fa parte dei restanti della terra, è condannato a produrre merci per sopravvivere… perché è legato alla sua condanna di riuscire a garantire il “plusvalore” di merci necessario per sostenere proprio quella

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struttura gerarchica, insieme alle sue istituzioni, agli uomini di potere della “socio-cultura dominante”, etc. alla quale è definitivamente sottomesso, della quale è suddito. ----------------------------------- Tutto questo è stato ed è ancora possibile anche perché, gli uomini di qualsiasi epoca - come affermava il filosofo sociale F.A. von Hayek (1899-1992) –, non sono mai stati in possesso della sufficiente cultura capace di controllare il loro stesso ambiente, o per immaginarne addirittura uno migliore. Gli uomini possono immaginare al momento soltanto dei lenti, graduali mutamenti di questo, nel presente, ma soltanto per sue piccole parti limitate, perché quando decidono i grandi mutamenti di grandi ambienti, sistematicamente falliscono. (v. il “Principio di indeterminazione” di Heisemberg. Che è subito di seguito.) ---------------------------------- Questo, appena detto, è dovuto a due precisi limiti dell’uomo. Il primo è per una metà naturale, mentre per l’altra è indotto dai condizionamenti ricevuti. Il secondo, invece, è soltanto naturale:1) può afferrare soltanto una parte della intera realtà della quale non è più nemmeno in grado di scegliere liberamente la parte che vuole. 2) non può immaginare niente che non conosca già! Per immaginare deve prima conoscere. Così non può che costruire il futuro, ma soltanto partendo dalla conoscenza del presente. Conoscenza del presente che nondimeno si serve delle esperienze del passato. Ma il presente è inafferrabile. Lo spiega benissimo il “principio di indeterminazione di Heisemberg”. (1)Per esempio, se si asserisce “che poiché conosciamo bene il presente possiamo immaginare il futuro e quindi programmarlo” si commette un errore non nella deduzione che è giusta, ma nella premessa, perché nessuno può affermare di conoscere bene il presente. ------------------------------------------------------------------------------ Nota: (1) Il “Principio di Indeterminazione di Heisemberg”: “ (...) l’affermazione nelle formulazione netta della legge di causalità, propria della logica lineare dell’uomo : “Se conosciamo esattamente il presente possiamo calcolare il futuro” è falsa non la conclusione ma la premessa. Noi non possiamo in linea di principio conoscere il presente in ogni elemento determinante” (“Einstein e il ciabattino”, Roma, Editori Riuniti, pag. 92)-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Le Specializzazioni.Restando sempre ancorati alla stessa ipotesi, è possibile immaginare che forse siano proprio nate così anche le prime “specializzazioni”. Furono quelle dei primi fantasiosi e creativi “produttori di merci” di qualsiasi tipo e genere, del primo gruppo, quelli della prima “struttura-villaggio”: ... gli agricoltori, gli allevatori, gli artigiani costruttori di utensili e di armi, i sarti, i cacciatori, i guardiani delle messi, gli organizzatori e i custodi delle derrate alimentari raccolte e conservate e poi i loro distributori secondo precise regole e i primi custodi delle regole, i difensori delle istituzioni, dei capi e della intera “struttura-villaggio”, i militari etc. e ancora, anche i primi cortigiani, i giullari e gli “intellettuali” alla corte dei potenti, etc. insomma tutti i sudditi dei dominanti. Ma, sebbene come individui appartenenti ad un gruppo, dipendessero ormai di fatto l’uno dall’altro, non si accorsero (e non si accorgono ancora) che ognuno di questi vari “livelli di organizzazione” inglobati nel gruppo fosse comunque parte integrante della intera

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“struttura-villaggio” che lo inglobava. I gruppi si erano, infatti, strutturati proprio grazie alle diverse specializzazioni, frutto della capacità soggettiva e individuale nel svolgere un mestiere o un incarico, etc. Ogni livello era nato grazie alla creatività, alla capacità di astrazione, alla particolare “informazione-tecnica” posseduta dal singolo individuo, etc. Ma non si accorsero come ognuno di loro fosse senza dubbio e indiscriminatamente egualmente indispensabile alla struttura e al suo “equilibrio interno”, alla sua sopravvivenza personale, ma anche alla salvezza e alla vita di tutti gli altri della terra. Non capirono che - grazie alle “relazioni” intercorrenti rese possibili dalla “informazione circolante” tra gli “elementi” dei vari “livelli di organizzazione” (come l’atomo, molecola, cellula, etc. ma anche l’organismo intero, ma anche tra i singoli individui di un gruppo, di un popolo, etc.) - ognuno di loro, a prescindere dalla propria “specializzazione” e da quante e da che tipo di merci riuscisse a produrre, a consumare e a possedere, etc. fosse (e tuttora sia) “ugualmente indispensabile” e “vitale” per la creazione e la conservazione dell’armonia interna della “struttura-villaggio” e di quella armonia necessariamente mantenuta con la “struttura-ambiente” nella quale tutti insieme gli individui vivono e dalla quale sono inglobati. ------------------------------------ Ma non riuscirono a capirlo, malgrado avessero già imparato (precocemente e da soli) ad onorare i loro morti, a seppellire i corpi e a ricordarli depositando fiori sulle tombe. Malgrado comportandosi così avessero manifestato di avere già afferrato il senso della continuità e della unità della struttura che altro non è se non l’“organismo-specie”? ------------------------------------- Vollero ignorare tutto questo. Gli fu imposto dalla socio-cultura dominante. Dovettero subito accettare che la loro organizzazione interna, quella del loro gruppo, fosse composta solo da capi, pochi, mentre tutti i restanti del gruppo, fossero a questi e alle loro regole, alle loro leggi, alla loro forza, completamente sottomessi. Invece, che di liberi uomini, solidali tra loro, perché tutti necessariamente anche “altruisti”, com’era ed è nelle premesse della propaganda sul loro mondo ancora spudoratamente sostenute dai dominanti. Com’è stato detto, questo fu possibile e ancora lo è, grazie a regole e leggi promulgate, universalizzate e poi imposte anche con la forza e tramandate alle generazioni successive, etc. Ma anche perché subito ben propagandate dai primi “intellettuali” alla corte dei potenti che dettero così inizio alla “mineralizzazione dello spazio culturale” (H. Laborit) (v. anche il dominio della ricerca dell’essenza e delle leggi dell’Inanimato.) Fu così che, per la perdita della “libertà di fare sue scelte” e quindi della “responsabilità personale” - di fatto cancellate dai condizionamenti subiti - da quel momento, si limitarono soltanto a guadagnarsi il “merito”. E’ ancora calcolato e valutato dai dominanti soltanto sul modo in cui i singoli, malgrado siano in feroce competizione tra loro, svolgono il proprio compito di produttori di merci. Così adesso in regime Neo-liberale i singoli individui civili-occidentali si sono ridotti a dipendere soltanto dalle loro capacità reali di produrre ricchezza di eseguire un lavoro e poi da quello indispensabile di apparire comunque irreprensibili nel rispettare le regole e le leggi vigenti in ogni momento della loro esistenza e addirittura nel sostenerle e nel difenderle e perfino nel farle applicare agli altri, per guadagnarsi un posto sulle Scale Gerarchiche di Dominanza. ------------------------------------ Bisogna ancora considerare come, a costringere a questa eterna competizione tra simili, non siano soltanto le “naturali pulsioni primordiali” proprie dell’uomo. Ma - in una società che produce merci e deve poi consumarle – necessariamente si aggiungono a queste pulsioni anche i cosiddetti “bisogni acquisiti”, i desideri indotti, etc. Le merci da possedere sono tutte propagandate - dai dominanti che ne detengono la produzione e la loro distribuzione - come le “cose” indispensabili da avere per essere felici. Così anche i bisogni acquisiti, finiscono sempre con l’essere gli stessi per tutti i membri del gruppo, perché sono anche quelli creati e

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propagandati dalla loro socio-cultura dominante. Sono bisogni acquisiti, appresi nel ristretto ambito del proprio gruppo di appartenenza. Gruppo che produce soprattutto proprio quei particolari tipi di merce che, inoltre, hanno il loro giusto valore, perché già imposto dalla socio-cultura che lo domina. Ma per possedere persone, “cose”, oggetti, etc. bisogna scontrarsi con la proprietà stabilita dalla dominanza. Ma, direttamente prodotte e/o distribuite dalla socio-cultura dominante, etc. per lo stesso gruppo al quale l’individuo appartiene e sul quale questa domina (v. il “consumo interno”), diventano le “merci” indispensabili da possedere e da mostrare a tutti per affermare il proprio stato di appartenenza ad una élite (v. gli “status-symbol”), etc. ----------------------------------------Un terzo esempio d’impasto di aria fritta. Il migliore dei mondi possibili.E’ stato, inoltre, possibile immaginare come, da un capo brutale e determinato, tutti i restanti dei centocinquantamila Homo sapiens, fossero subito sottomessi e poi “chiusi” nella organizzazione della loro “struttura-villaggio”. Era un momento nel quale certamente ancora grande era la ferocia presente nell’ambiente esterno che, inoltre, pullulava anche di soggetti appartenenti a “forme arcaiche” di ominidi e della specie, ma ancora non evolute e in via di estinzione. Erano ancora presenti alcuni dei progenitori diretti, come l’Homo habilis , Homo Erectus. Era quindi, quasi impossibile riuscire a vivere isolati e contemporaneamente difendere il proprio DNA. Ma era anche il momento in cui, grazie alla nascita dell’autocoscienza e della coscienza dell’Io - due frutti della coevoluzione biologica e culturale della specie - avevano intuito come, vivere insieme tra simili, fosse il solo modo per dare un senso alla loro esistenza di uomini: “Il senso della vita non può essere quello dell’individuo isolato dal suo contesto sociale (...) che l’Uomo non esiste al di fuori degli altri, che egli è fatto dagli “altri”.”(Henry .Laborit “Elogio della Fuga” A. Mondadori II ed. 1985, pag. 134)E forse fu così che, dai dominanti, proprio grazie a tutto questo, furono, di volta in volta, sempre più facilmente convinti come il migliore, il più sicuro e il più giusto dei mondi possibili, fosse proprio quella nicchia ambientale nella quale loro gli concedevano di sopravvivere, purchè riuscissero a produrre, anche per loro, la giusta quantità di merci. Infatti quello era lo stesso mondo, sul quale - ma soltanto per puro “altruismo”, (v. “Altruismo” sul Vocabolario allegato) per renderlo più sicuro per tutti ed efficiente nella sua organizzazione, etc. si erano assunti l’immeritato onore di dominare. Si sacrificavano e si sacrificano per tutti i restanti della terra, per i loro sudditi, malgrado enorme sia la fatica e dimostrabile e da affrontare quotidianamente e senza pause, né riposo, poiché immensa è la responsabilità, etc. Fu ed è, d’allora, che i restanti del gruppo ritennero e ritengono che quello fosse il loro destino. il più giusto e “naturale”dei destini. Furono facilmente convinti soprattutto dai grandi “comunicatori” (v. a pag. 79) che diffondevano e diffondono i discorsi di coloro che tutto sanno: le schiere di intellettuali che vivevano e vivono (a sbafo) alla corte dei potenti e godevano e godono di tutte le loro prerogative . Decisero così di competere tra loro per produrre ancora più merci e quel “plusvalore” indispensabile per sostenere e conservare e far aumentare il potere, la ricchezza e la gloria dei loro tanto degni e onorevoli “dominanti” altruisti. Anche perché erano tutti certi (e lo sono ancora) che, sempre in nome del naturale “istinto” proprio dell’uomo - che è poi sempre quello dell’“altruismo”, che, insieme all’Amore per la Patria, è in assoluto il più sfruttato dalla dominanza (v. “Altruismo” e “Amore” sul Vocabolario allegato) – il sacrificio di ogni singolo, non avesse altro fine, se non soltanto quello del bene di tutti gli appartenenti al proprio gruppo e che così, alla fine, si sarebbe automaticamente trasformato per ognuno nel suo bene personale e quello della propria prole, etc. … Ma che, invece, come dovrebbe essere ormai chiaro per tutti, diventa e resta, prima e principalmente, soltanto quello dei dominanti, della conservazione e del perpetuarsi del loro potere. Ma tutto questo che è addirittura “contro natura”, sebbene da un perfetto conservatore potrebbe essere creduto giusto e vero, ancora oggi, nel terzo millennio. Arrivare, allora, a sostenere che la propria specie sia un “Sistema Chiuso” superiore e libero, per poi non riuscire a comportarsi di

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conseguenza, dando, invece, ogni volta e secondo il caso, un giudizio di valore su ogni singolo individuo della specie, non può che essere pagato con il lento, sistematico sacrificio dei soggetti più “deboli” tra gli elementi dell’organismo-specie: tutti i restanti della terra che sono oggi la larga base della piramide del potere. Ma la corrosione che è ormai velocissima e nondimeno non può che continuare, base dopo base, arriverà a livelli sempre più alti e certamente anche alla cima. C’è da chiedersi se non sia da puri idioti autodistruttivi, pretendere di continuare ad assistere allo sfaldarsi della base della piramide ed essere sicuri soltanto che ci vorrà molto tempo prima che i gradini più alti e anche i vertici attuali arrivino a scomparire? --------------------------------------------------------------------------------------------------------- Come (forse) era per Socrate, è possibile che la Salvezza sia ancora nella Conoscenza? Ma, dopo quanto è stato già detto, la Conoscenza finisce con il rendere ancora più libero solo chi lo è già. E’ per questo che, in ogni civile-occidentale, la Libertà nasce, invece, direttamente da dove e da quando ha inizio la sua Ignoranza. Per chi è stato già ben condizionato, è proprio quando finisce la sua conoscenza delle cose che gli è stato imposto di apprendere e quindi, comincia la sua ignoranza, che ha inizio la sua Libertà di scegliere e di agire, senza più regole, né limiti. (v. la “Libertà ” sul Vocabolario allegato). Anche se potrebbe sembrare paradossale, il civile-occidentale si trova di colpo ad essere finalmente libero d’immaginare di potersi muovere e di agire senza più regole, né leggi, proprio quando sono finiti quei “binari” sui quali è stato costretto a muoversi durante la sua esistenza di ben condizionato conformista o anticonformista. E’ soltanto quando sono esaurite tutte le sue “meravigliose certezze conformiste”, che costituiscono tutta la sua conoscenza, quella che gli è stata imposta, che ha inizio la sua libertà di scegliere e di agire. ------------------------------------------- E’ quindi, per l’uomo civile-occidentale, nella sua libertà acquisita la sua unica salvezza. Ma la vera libertà è nella presa di coscienza di ogni singolo individuo dell’essere ogni uomo della terra certamente un indispensabile “sottinsieme” della specie “fondamentale” per l’equilibrio della specie (v. “l’Armonia interna” della specie), per quello dell’ambiente che lo ingloba, per la biosfera che tutto ingloba. Ma tutto questo è e resta ormai quasi impossibile per un condizionato. ---------------------------------E’ indispensabile che detta presa di coscienza avvenga da parte delle nuove generazioni. Ma da quelle che finalmente dopo oltre venticinquemila anni, sono state per la prima volta difese da qualsiasi manipolazione e inoltre, hanno per prime ricevuto in dono direttamente dai loro genitori anche la Conoscenza dell’Animato, dell’Uomo, di sé stesso e contemporaneamente quello della Libertà indissolubilmente legata alla Conoscenza. La Salvezza è allora nella libera conoscenza del singolo, così che, i vari individui sommandosi, la facciano diventare “La Conoscenza Globale”. Quella di tutti i restanti della terra “veramente liberi”, come lo sono soltanto i geni e i pazzi!VOCABOLARIOIn verità, è solo un elenco di parole. Ma anche queste sono state tutte già “etichettate” e poi rese universali dalla socio-cultura dominante. Ognuna è da considerare come un “recipiente vuoto” e molto “elastico”. Può essere riempito con uno o più significati anche molto diversi. Ma ogni significato è scelto solo in base, sia ai limiti di chi se ne serve, di chi scrive la parola o la pronuncia, ma contemporaneamente anche da quelli di chi legge la parola o l’ascolta. Sono questi i limiti imposti ad entrambi dai condizionamenti ricevuti dalla socio-cultura dominante della propria nicchia ambientale.Condizionamenti che sono anche la “motivazione e la guida” inconsce del discorso di chi sta usando le parole (il mittente) per “informare” un suo simile (il destinatario). Così il “riempimento” del recipiente, che è già stato pre-confezionato nella forma

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secondo precisi giudizi di valore imposti dalla socio-cultura dominante, non è mai scelto liberamente. E’ così che anche in questo “vocabolario” non possono che essere elencati soprattutto “miti” e “simboli”, tra i più usati e imposti dalla socio-cultura dominante. Ma è il materiale di riempimento del recipiente, che si spera, possa ogni volta sembrare “nuovo”, anche se non è mai inedito. ----------------------------------------ALIENAZIONEDefinizione:“Lo stato di estraniazione dell’uomo che, nell’odierna società e civiltà tecnologica si sente ridotto a oggetto strappato alla propria autenticità”. (Vocabolario dalla Lingua Italiana, Treccani, ed.)

Nel “villaggio globale” l’Alienazione è ormai per tutti, nessuno escluso. E’ globale.Nel terzo millennio è inesorabile come la Solitudine e come lo sono le sue conseguenze.Ma per spiegarlo è necessario cominciare dall’inizio. Per esempio: L’uomo - che grazie al suo sistema nervoso, a differenza delle piante, è in grado di aggirarsi per l’ambiente e di agire per procurarsi il cibo, l’acqua e riprodursi. – per far questo, compie un lavoro che è prodotto dal suo organismo: una “macchina metabolica”. Il cibo che è costretto a cercare è proprio il substrato (energetico) necessario a conservare il suo organismo. Ma inoltre, gli fornisce la quantità di energia necessaria (le calorie) per compiere il lavoro (termodinamico) di ricerca e di raccolta del cibo e per la sua assimilazione. Era proprio questo il lavoro dei primi “cacciatori-raccoglitori” che approfittavano della “Cornucopia” offerta, subito dopo l’ultima Glaciazione, da una Natura che per almeno tremila anni è stata generosissima. Oltre al lavoro termodinamico, che peraltro compiono anche gli animali, l’uomo è dotato di un sistema nervoso capace di aggiungere informazione al lavoro. Ma è solo grazie al “linguaggio”, che è solo dell’uomo, che le esperienze delle varie generazioni si sommano e poi si attualizzano. L’informazione è andata così accumulandosi globalmente. Ma sempre a causa della miope, infelice e dannata scelta di vivere solo producendo e consumando merci e poi di costruire sulla proprietà di persone e di cose e di merci le scale gerarchiche di dominanza, etc. che, alla fine, la informazione tecnica, appena creata, viene subito diluita e sparpagliata proprio lungo le scale della dominanza (Infatti, è diluita a scemare, dall’ingegnere al capotecnico, dal tecnico all’operaio, etc.) Così ora, grazie alla “parcellizzazione” del lavoro, in maggioranza i lavoratori adoperano solo una piccola frazione della “informazione tecnica” senza mai avere il senso, né capire il significato completo del lavoro che stanno facendo. Ma l’uomo per fare un lavoro ha bisogno di una “motivazione”. Era la fame (o la sete) che spingeva l’uomo a muoversi nell’ambiente alla ricerca del cibo. La motivazione era chiarissima. Con l’urbanizzazione anche il lavoro dell’individuo è dipendente da quello degli altri. Solo gli artigiani e i contadini lavorano mantenendo ancora un contatto profondo con il mondo e con l’insieme sociale.Nel lavoratore civile-occidentale del terzo millennio - poiché non lavora più per il diretto appagamento dei bisogni fondamentali (mangiare, bere, accoppiarsi), che in questa società, sono in un certo senso quasi sempre soddisfatti - la motivazione derivante dalle naturali pulsioni primordiali va affievolendosi, mentre quella derivante dall’apprendimento socio-culturale (v. i bisogni acquisiti) va rafforzandosi fino alla frenesia di possedere oggetti. Una ossessione sostenuta da una pubblicità martellante, che indica le merci da possedere per essere felici, appagando così il proprio narcisismo con il possesso dei cosiddetti “status-symbol”. (H.L.)Ma per possederli è necessario competere! E’ necessario scontrarsi con la proprietà che, com’è noto, è imposta e sancita e difesa dal sistema di gerarchie. Ma chi fa un lavoro parcellare, povero d’informazione, non può accedere ad elevati livelli di dominanza. Non riesce mai quindi, a soddisfare completamente il suo narcisismo. Non può agire per ottenere le vitali gratificazioni derivanti dall’appagamento dei suoi desideri. Ma solo quando gli viene impedito di agire, l’uomo è preso da una angoscia totale che, com’è stato già detto, se è persistente, se dura a lungo, lo conduce rapidamente all’autodistruzione.E’ quello che semplicemente ormai avviene alla maggioranza di tutti gli abitanti del “villaggio globale”, i restanti della terra rassegnati ad accettare religiosamente la propria condizione certi di essere ricompensati con il paradiso! Ma suicidi, pazzi e creativi sono esclusi! Sembrerebbe così che, basti allontanarsi e tenersi lontano - e quindi restarsene fuori dalle regole imposte da questa società, estraniarsi sistematicamente, anche se soltanto per poco tempo (v. i creativi, gli artisti, etc.), evitare di seguire la sua logica (imbecille) - per preservare il proprio “sistema immunitario”, non ammalarsi e non morire di cancro o di altra malattia degenerativa, autodistruttiva.

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E’ certo che i veri “pazzi” non si ammalano di nessuna delle comuni malattie intercorrenti. Non si adoperavano antibiotici nei manicomi. I pazzi quasi non conoscono il cancro L’auto-impianto di un cancro in un pazzo, uno psicotico vero, è certamente eccezionale! ... Lo stesso, salvo rare eccezioni, avverrebbe per “i veri creativi” in continua pace con la loro anima (v. la comune longevità di famosi pittori, scrittori, filosofi…!) Ma per tutti quelli, che si dichiarano convinti “altruisti”? Per tutti gli ottimi cittadini di serie “B” pre-trattati, pre-condizionati, pre-selezionati, pre-confezionati alla perfezione? … anche per loro l’Alienazione è il destino ineluttabile. Succede proprio in chi – quasi completamente privo d’informazione, ignorando tutto questo che è stato detto della realtà umana, poiché è stato già saziato di meravigliose certezze conformiste (o anti) - crede, com’è per la totalità dei convinti “altruisti”, d’avere accettato, invece, e quindi “liberamente” deciso, ma solo doverosamente per il “bene comune”, etc. di scegliere di restare assolutamente “conforme” a qualsiasi costo e quindi, di giocare solo secondo le regole imposte dalla dominanza. Quelle stesse regole che, com’è ormai noto, alla fine, lo avranno inesorabilmente deluso a causa del suo stato di eterno alienato quasi privati di vitali gratificazioni e quindi, portato a deprimersi definitivamente. Ad entrare in quella assurda spirale grottesca e finire così per auto distruggersi fino a morire di stress, di cancro o altro. Ma “giocare secondo le regole”, lo fanno e/o devono farlo ormai tutti i civili-occidentali. Si affidano, poiché non c‘è un’alternativa, si consegnano senza alcuna garanzia. Mettono incondizionatamente il proprio destino nelle mani dell’onnipotente classe dominante. Credono addirittura di essere fortunati e sono grati e riconoscenti perché, malgrado la feroce competizione, sono stati scelti e perché riescono così ad almeno a sopravvivere, magari solo per un po’, fino all’autodistruzione, etc. Tra questi sono tutti gl’inguaribili “altruisti”. Sono tutti i felici di essersi realizzati qualunque sia il livello di dominanza raggiunto. Sono soddisfatti di essere riusciti, per questo loro altruismo, perlomeno a sopravvivere e di avere così certamente aiutato altri a farlo … Ma durante la loro esistenza ognuno degli altruisti vorrà essere sempre il migliore. Farà il suo “dovere” sempre impegnandosi allo spasimo, accettando qualsiasi sacrificio, soprattutto economico, perché sia comunque portato a termine quel particolare progetto imprenditoriale anche se in prima persona è minimamente coinvolto. E’ tragicamente convinto o rassegnato a credere che, com’è stato da sempre, ancora oggi: “… la sorte d’ogni “servo” è legata alla fortuna del suo padrone!”Stando così le cose si potrebbe credere che per ogni uomo del “villaggio globale” allora, non esistano che solo due possibilità di “sopravvivenza”?La prima, la più fortunata, ma è certamente la meno probabile, è quella di nascere in seno ad una delle cinquecento Famiglie attuali padrone assolute del mondo. La seconda, è l’essere considerato un buon creatore di informazione tecnica o un bravo tecnico produttore di merci, o un valido distributore di merci, un venditore, etc.…o in alternativa, essere giudicato un sicuro difensore, un indispensabile guardiano, un fedele garante della socio-cultura dominante, o magari, per l’essere, proprio nel paese in cui vive, un molto influente e fidato garante della stabilità politica e sociale dello stesso, etc. o almeno un geniale creatore di arte, di spettacolo, di cose, oggetti, etc.Ma una terza possibilità deve comunque esistere: E’ la Conoscenza? Perché porta alla libertà attraverso l’Autocoscienza, etc.?Com’è stato detto, è legata all’informazione e alla cultura acquisita da ogni singolo uomo, perché tutto fa pensare che ormai la miope, infelice, dannata scelta di sopravvivere solo producendo e consumando merci e poi quella di stabilire le gerarchie di dominanza sulla proprietà di persone e di cose, etc. non possano più durare per molto. Una deduzione logica: Se è tutto questo che inconfutabilmente genera l’alienazione di ogni individuo del mondo soprattutto tra i restanti della terra, l’alienazione quindi non può che essere diventata e considerata ormai “globale”. Ma se è l’alienazione che conduce inesorabilmente all’autodistruzione, anche questa: la sicura autodistruzione inesorabile dell’individuo, è finita progressivamente con il diventare certamente “globale” e quindi ne consegue che: la fine della specie è iniziata e si completerà per l’auto-impianto di un unico, un totale “Cancro Globale”! (il cancro - insieme agli ictus e agli infarti, altre due malattie determinate dallo stress causato dall’alienazione – è la principale causa di morte.) La Selezione Artificiale: La conseguenza di tutto questo è una sorta di inedita e ferocissima “Selezione Artificiale” basata sulla resistenza del singolo all’alienazione eterna. Inventata dai dominanti per i restanti della terra e poi imposta al mondo da uno sparuto gruppo di uomini (di circa cinquecento famiglie), “inconsciamente” spinto da un masochistico desiderio autodistruttivo. Ma non è soltanto la sicura distruzione dell’equilibrio interno della specie, che continua malgrado i vari, reiterati tentativi di “riaggiustarlo” con le efferate “automutilazioni” delle sue parti infette, cancrenose, inutili… Ma è anche la conseguente diffusione della condanna alla progressiva morte per fame che si va velocizzando in proporzione alla crescita, sia dal numero dei nuovi nati, sia della quantità

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di ricchezza sottratta e accumulata da pochi. E’ questo già la causa dell’attuale reale impossibilità di un numero sempre maggiore di restanti della terra di soddisfare addirittura le necessità primarie. Per tutti gli altri degli strati appena superiori della piramide – che, com’è stato detto, nondimeno velocemente si trasformano a mano a mano che la base si corrode necessariamente nei più deboli ed esposti alla distruzione – la loro “fame”, poiché riescono ancora a soddisfare le pulsioni primordiali, resta nondimeno quella di soddisfare i bisogni acquisiti e i desideri indotti da una martellante propaganda. Ma non è certo meno alienante, anche perché, per molti di loro esiste ed è sempre più vicino ad avverarsi, il presagio di un imminente pericolo di morte per fame, una volta che saranno diventati, che toccherà a loro fare da base della piramide. Sono i diretti, impotenti osservatori del progressivo franare sotto i loro piedi della larga base sulla quale poggiano, tutta di propri simili che continuano a soccombere. Tutto questo pur di non mettere in discussione le Scale Gerarchiche di Dominanza? O perché, i condizionamenti ricevuti sono ormai così perfetti che, il civile-occidentale non può più nemmeno immaginare che possa esistere un’alternativa possibile?

AMBIENTEDefinizione: 1)“L’insieme delle condizioni fisico-chimiche e biologiche in cui si può svolgere la vita degli esseri viventi” 2) “Complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona sviluppa la propria personalità, o in cui si trova a vivere.” (Vocabolario dalla Lingua Italiana, Treccani, ed.)Tra la miriade di ambienti che esistono sulla terra sono stati scelti solo due suoi sottinsieme:

A) Il primo è il sottinsieme collocato nel corpo della donna ed è quello che viene qui definito:“Primo Ambiente” o “Ambiente Utero”.

E’ l’ambiente protetto nel quale dopo il concepimento si realizza e si completa la gravidanza, fino alla nascita del bambino. B) Il Secondo è l’ “Ambiente Esterno”. E’ la nicchia ambientale che riceve il neonato dopo la sua nascita. E’ diviso in due sottinsiemi: 1) “Ambiente Madre” 2) “Ambiente fisico e socio-culturale” o “Nicchia Ecologica” o “Nicchia Ambientale”, etc.Del primo “Ambiente Utero” fanno parte la tuba uterina e lo stesso utero materno.Una sintesi: La Tuba Uterina. E il Concepimento. La tuba (“tromba”) uterina è una sorta di piccolo tubo che collega, raccorda le due ovaie all’utero.L’ovaio con scadenze fisse “matura” ogni mese uno o più ovuli (i gameti della Donna). Risucchiato dalla tuba uterina, l’ovulo la percorre per poi cadere nell’utero. Ciò avviene tra l’undicesimo e il diciassettesimo giorno del ciclo mestruale. E’ il periodo di fertilità della Donna. Su questo, per esempio, si basa il famoso metodo di Ogino-Knauss usato, sia a scopo contraccettivo, ma poco affidabile, a causa di una sempre probabile, possibile doppia o plurima ovulazione, sia allo scopo di aumentare le probabilità di un concepimento.E’ in questi giorni, infatti, che è più probabile l’incontro tra l’ovulo e lo spermatozoo paterno. Esso di solito avviene nella parte medio alta, della tuba uterina. Poi spinto dall’azione delle “ciglia vibratili” in essa contenute, l’ovulo ormai fecondato, continua la sua caduta verso l’utero. Cade sulla parete interna, dove si “incista”, letteralmente scavandosi una nicchia, grazie all’azione di enzimi particolari: “proteolotici” che esso possiede sul suo involucro. E’ così, in quel buco che si è scavato da solo che continua la sua moltiplicazione cellulare, che ha immediatamente iniziato dall’attimo dell’incontro tra i gameti: la “gravidanza”. E’ la vertiginosa moltiplicazione (in progressione geometrica) della prima cellula: in nove mesi da una cellula si passa ad una grande quantità di cellule che saranno poi i settecentomila miliardi di cellule del corpo di un adulto di circa un metro e sessanta, divise in duecentocinquanta tessuti diversi. L’UTERO MATERNO. E’ quello che definiamo il “Primo Ambiente” nel quale, appena concepito, si sviluppa il bambino.Il frutto del concepimento, l’embrione è contenuto in una sorta di palloncino, il sacco amniotico, che è pieno di un liquido: il liquido amniotico.Il sacco amniotico avvolge l’embrione, che è collegato all’utero materno attraverso un particolare tipo di cavo, una sorta di “cavo coassiale”: il cordone ombelicale (che contiene vene, arterie condotti linfatici…). Il quale, partendo dall’ombelico del bambino, dopo aver attraversato la parete dell’involucro, del sacco amniotico, si apre a ventaglio, acquistando una forma circolare e diventando così la placenta. Una ventosa che, va ad aderire alla parete dell’utero, coprendo completamente il “buco” - che si è scavato l’ovulo fecondato - nel quale circola libero il sangue materno. La placenta è dotata di una infinità di piccole protuberanze filamentose, i villi coriali, che “pescano” in quella cavità reale, che, è stato appena detto, è scavata nella parete uterina ed è piena di sangue materno. E’ direttamente dal sangue materno che, attraverso i villi coriali della placenta, il nostro embrione trae tutte le sostanze necessarie alla sua sopravvivenza e alla sua vertiginosa crescita, che lo porterà gradatamente, ma, con una velocità strabiliante,

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è stato già detto, da quella unica cellula iniziale nata dalla fusione dei due gameti, verso i settecentomila miliardi di cellule possedute in media da un uomo adulto, maturo dell’altezza media di circa un metro e sessanta. Così, restando in quello ambiente estremamente favorevole che è l’utero materno, il nostro embrione poi feto, diventa dopo circa nove mesi un bambino. E’ a questo punto che (forse) secernendo un ormone, che – com’è noto, è proprio lo stesso che ogni adulto manda in circolo in situazione estreme, in stato di choc o di stress protratto… , il cortisolo (o cortisone) - il bambino probabilmente stanco dei disaggi che è costretto ad affrontare a causa dello spazio divenuto troppo angusto… o per aver subito traumi fisici o a causa di sostanze tossiche assunte dalla madre, etc. … ordina (?) all’utero di contrarsi e dare inizio al “travaglio” del parto. E’ così che il nostro piccolo, che ha deciso di nascere, è “depositato” nel “Secondo Ambiente”: il freddo, feroce, ostile mondo, la Nicchia–Ecologica che gli tocca in sorte.

IL SECONDO AMBIENTE Definizione: “L’insieme dei fattori ambientali abiotici e biotici che sono necessari alla sopravvivenza e alla riproduzione di un determinato organismo o di una determinata popolazione (nel senso biologico).” (“Vocabolario della Lingua Italiana” Treccani Ed. 1986) La “Nicchia-Ecologica” è il posto, il luogo, il sito, il “Secondo Ambiente” che è toccato in sorte ad ogni cucciolo, quando abbandonato l’utero materno, ha iniziato il suo cammino nel mondo. In un certo senso, questa resta ancora solo l’anticamera del suo mondo, che resterà la sua momentanea, ma già determinante dimora. E’ l’Ambiente che lo ha accolto alla nascita. E’ diviso in due sottinsieme: 1) l’“Ambiente Madre”. 2) Il “Terzo Ambiente” (la Scuola).I suoi fattori “biotici” sono: il latte che lo nutre, il cibo, le persone che lo circondano, gli animali, le piante e tutti i microrganismi, dai virus ai batteri, ai funghi, etc. e il “seno materno”…Mentre i fattori “abiotici”sono : l’aria che respira, la luce del sole che lo irradia - ma che fornisce l’energia (i fotoni) per la costruzione delle sostanze nutrienti, (anche quelle contenute nel latte materno). Attraverso la sua pelle stimolerà la sintesi della vitamina D. Poi ci sono le cose e gli oggetti che lo circondano. Ma soprattutto i “profumi” e gli “stimoli-informazione” prodotti proprio da quell’ambiente, che raggiungono e attraversano il suo cervello “informandolo” e facendo crescere fisicamente le sue dimensioni e facendo aumentare il suo peso strutturandolo (il peso del suo cervello alla nascita è solo un settimo di quella che sarà da adulto maturo) E quindi tutti gli simoli-informazione memorizzati e le esperienze fatte, le sensazioni da queste prodotte e memorizzate, etc. La Nicchia-Ecologica è insomma, una minuscola, piccolissima porzione del mondo tra una miriade di tanti altri “sottinsieme” tutti inglobati nell’unica enorme “Struttura” che tutto ingloba: la biosfera. Ma questo è il suo “Universo Personale” nel quale al bambino è toccato in sorte di nascere e poi di sopravvivere e poi di crescere e maturare… osservandolo alla nascita …fragile, piccolo ma allo stesso tempo così meraviglioso…è facile immaginare e subito capire, anche solo a guardarlo, che non ce la farebbe mai senza una madre!Non riuscirebbe a sopravvivere assolutamente senza sua Madre, o un’altra Donna che immediatamente la sostituisca e ne faccia, fino in fondo, le veci. Osservandolo ci si accorge come il suo programma di sopravvivenza immediata, “perinatale” (che è unico per tutti i mammiferi), è contenuto, com’è stato detto, in quella porzione del cervello definita: il “cervello di rettile” di Mac Lean e come non contenga molto di più delle informazioni essenziali (istintive) per sopravvivere fin dai primi attimi di vita extra uterina, perché deve essere in condizione di: Riconoscere immediatamente l’odore del latte. Di dirigersi verso il seno.Individuare e riconoscere con le labbra al tatto e prendere in bocca il capezzolo. E succhiare!Ma è anche come, a mano a mano sia sempre più pronto a “comprendere”, a conoscere, assorbire, memorizzare, apprendere, imitare azioni, seguire esempi e ad allenarsi ad agire e interagire con l’ambiente che lo circonda (v. la “reazione ciclica primaria”, “Apprendimento” in questo vocabolario), ad apprendere, fino in fondo, le regole per la lotta per la vita, sperimentando, imitando sempre, fino alla fine! “…ma sempre e solo semplicemente come in un gioco, “giocando”!” per poi, riuscire a rielaborare il tutto ( e ad “associarlo”) e ad arricchirlo delle sue intuizioni e della sua fantasia! Costruirsi così, la “sua cultura”, per evolvere e fare evolvere con lui la sua specie!Ecco che allora, il primo vero ambiente indispensabile alla sua immediata salvezza, ma anche a creare l’indispensabile armonia per uno sviluppo psico-fisico il più armonico e completo possibile è:L’ “AMBIENTE MADRE”… è il suo seno e il suo profumo. E’ le sue braccia, il loro tepore. E’ il calore unico di Madre. Anche il suo “profumo” è unico. E’ tutto di “ferormoni” unici al mondo come le impronte digitali! Ma il miracolo è anche quella magnifica “melodia” di fondo. E’ quel costante silenzioso canto, unico in natura, impossibile da ascoltare soltanto con l’udito, ma che è da sentire, se non da quell’unicum del lattante, con tutto il suo corpo e l sua madre con tutta sé stessa. E’ quindi impossibile da imitare, o da descrivere, perché è proprio “quello” singolare e unico di Madre-Natura che canta la vita soltanto per una vita, per quella nuova vita…

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E’ identificabile con il “Linguaggio del Ventre” (U.Galimberti) di una madre! Quello che si fonde all’“Armonia” dell’intero suo universo (v. il “rumore di fondo”.), perché ancora “compreso” solo dal neonato, perché emesso soltanto per lui solo da sua Madre. Ma nondimeno è ancora: “Io-Tutto!”E’un ambiente unico nell’universo intero. E’ “esclusivo”, particolare e irripetibile. E’ semplice e allo stesso tempo estremamente complesso. Ma è (per lui) assolutamente “completo”! E’ solo di ogni Madre. Ma è veramente tale in tutta la sua completezza soltanto della femmina dell’uomo: della Donna. E’ “naturalmente”, assolutamente indispensabile all’immediata sopravvivenza del neonato e fondamentale per guidare l’armonioso sviluppo del suo cervello (vertiginoso e definitivo) e quindi del suo “Sistema Immunitario” e per strutturare il suo corpo, etc. … perché la Madre con il parto, si è solo fisicamente separata dal suo bambino. Ma per mesi e mesi, l’odore dalla sua pelle, e quello del suo latte, il tepore del suo seno (v. l’Imprinting), le sue carezze, la sua sollecitudine ad accorrere al suo pianto per esaudire la sua improrogabile necessità di sopravvivere e poi ancora, (ma solo dopo settimane, perché poi dovrà essere per sempre!) l’immagine del suo volto e i dolcissimi suoni appena conosciuti, che compongono la sua voce e ancora tutto il suo ambiente da lui “palpabile” e posseduto, perché di sua assoluta proprietà, perché fatto di Amore incondizionato e di Solidarietà Incondizionata: il secondo dono dopo quello della vita …” Tutto questo è. E’ alla nascita. E’ il suo primo e unico “ambiente”. E’ l’“Io-Tutto”! Ma “l’Ambiente Madre” è anche quello che in termini “tecnici” (e pratici) è definibile un “processo organizzativo”. Deve assolutamente sostituire immediatamente tutto quello che è stato lasciato dal bambino: il “sacco amniotico” pieno di “liquido amniotico” nel quale nuotava e il “cordone ombelicale”, quel tubo coassiale attraverso il quale riceveva le sostanze nutritive (giuste per un onnivoro!) e ormonali (e/o medicamentose…) tutte quelle atte a tenere non solo costatante l’equilibrio interno, ma anche sostenere e a fare aumentare al massimo la velocità della sua “crescita” e a proteggerla anche mentre “altri” la guidano e la sostengono, etc….Un ambiente a parte, ma ormai fondamentale è il: “TERZO AMBIENTE”: LA SCUOLA La Scuola è ancora un altro ambiente che nondimeno è ancora un sottinsieme del sottinsieme “Nicchia-Ecologica” o “Secondo Ambiente” che, per le recenti trasformazioni subite è rimasto ancora più freddo e feroce. E’ una organizzazione di tipo aziendale e commerciale superselettiva per la produzione e la messa sul mercato principalmente di “tecnici produttori di merci” Definizione di1)Scuola: “Istituzione a carattere sociale, che attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, tende a dare un’educazione, una formazione umana e culturale (…).”2)Educazione: “Il processo di trasmissione culturale, diverso per ogni situazione storicamente e culturalmente determinata, mediante il quale all’interno di determinate istituzioni sociali (famiglia, scuola…), viene strutturata la personalità umana ed integrata nella società.”3)Apprendimento: ”Processo di acquisizione di nuovi modelli di comportamento, o di modificazione di quelli precedenti, per un migliore adattamento dell’individuo all’ambiente(…).”(“Vocabolario della Lingua Italiana” Treccani Ed. 1986) E a proposito dello “Apprendimento”:“Si dice spesso che stiamo entrando nell’era dell’informazione. Ma si potrebbe benissimo definire questa nuova epoca l’era dell’apprendimento: oggi nel mondo si apprende infinitamente di più che nel passato… (…) i giovani imparavano a fare cose che poi gli tornavano utili nel lavoro per tutta la vita. Attualmente, però, nei paesi industrializzati, la maggior parte delle persone svolge lavori che al momento della loro nascita non esistevano nemmeno. Ormai la qualità più importante di una persona, quella che determinerà anche la sua vita futura, è diventata la capacità di apprendere nuove nozioni, assimilare nuovi concetti, valutare nuove situazioni, affrontare l’imprevisto. E questo sarà più vero in futuro: la capacità di competere con gli altri è la capacità di apprendere.” (Seymour Papert, “I Bambini e il Computer”, Ed. Rizzoli, 1994.) E’ grazie a Carlo Magno, famoso imperatore analfabeta che, da alcune centinaia di anni, la Scuola è divenuta una: “Istituzione a carattere sociale… che tende a dare un’educazione…”. E’ noto che, attraverso l’Educazione, che non è sempre la stessa ma che è: “ …diversa per ogni situazione storicamente e culturalmente determinata… viene strutturata la personalità umana e integrata nella società”.Inoltre che, grazie all’Apprendimento si acquisiscono: “… nuovi modelli di comportamento, o di modificazione di quelli precedenti, per un migliore adattamento dell’individuo all’ambiente…”Dopo aver analizzato bene queste definizioni e compreso meglio il loro contenuto ideologico, forse si dovrebbe decidere di non mandare più i figli a scuola? O almeno di poterli “consegnare” ad essa il più “tardi” possibile.

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Quando ormai nessuno può più “manipolandoli” manometterne l’Io “…secondo la situazione storica e culturale del momento”?In verità, com’è stato già detto, la maggioranza delle Donne civili-occidentali è costretta ad abbandonare i propri figli per necessità economiche, spesso addirittura solo per la sopravvivenza o per avere più tempo libero, etc. La maggior parte sono, infatti, operaie, impiegate, commesse, etc. Così i figli dei restanti della terra, dei civili-occidentali di serie “B”- fatto unico nel mondo – iniziano ad “andare a scuola” in media a quattro mesi di età! Tutto grazie alla nuova invenzione (v. a pag. 54), quella de: L’ASILO NIDO: “PARCHEGGIO A PAGAMENTO PER LATTANTI E SEMIDIVEZZI.”“APERTO DALLE OTTO DEL MATTINO ALLE DICIOTTO DELLA SERA.”Più della lavatrice che ha tolto la donna dalla schiavitù di lavare la biancheria a mano, più della lavastoviglie, più del forno a microonde, più dei cibi precotti, dei surgelati, dei fast-food, della tavola calda…etc. -, la ormai insostituibile funzione della “Prima Istituzione” che accoglie i figli neonati dei civili occidentali, è: IL NUOVO, MODERNO “BREFOTROPIO” NATO E APPOSITAMENTE ORGANIZZATO PER I NOVELLI “ORFANI A PART-TIME”! che “NUOCE GRAVEMENTE ALLA SALUTE”, perché è basato sulla più “criminale” delle “imbecillità” che l’uomo possa ancora immaginare di pensare e poi di mettere in atto per tentare così , addirittura “avvantaggiandoli”, di garantire la sopravvivenza ai propri figli e poi, altro… (v. a pag. 54)

LA SCUOLA E LA FUNZIONE DEI GENITORI Certamente la funzione dei genitori non si esaurisce dopo il concepimento con la nascita del bambino, perché per esempio, la fondamentale “funzione” della madre non finisce con il parto. E’, infatti noto che, il cucciolo dell’uomo, che contiene in sé tutto il patrimonio genetico dei suoi genitori , nasce, com’è stato già detto, completamente immaturo. E’ maturo solo fino al 27% e la sua crescita fuori dell’utero materno, il suo cammino verso la maturità, continua per anni ed anni, fino a circa il venticinquesimo anno. Anno in cui raggiungerà il definitivo 100%. Allora, è chiaro, che il compito dei genitori ( e della famiglia, dell’ambiente socio-culturale e della Scuola, della Società) continui, almeno da un punto di vista biologico, evolutivo e di conservazione della specie, fino alla raggiunta sua maturità sessuale e alla sua “indipendenza” (ora, sempre più frequentemente, va fino e oltre a quella sociale (e morale, psichica), visto che, più spesso ormai, i figli tendono a non abbandonare la casa paterna, i loro genitori, nemmeno dopo i trenta anni!) Fino a quando il cucciolo dell’uomo in altri termini, grazie all’ aiuto, all’esempio, agli insegnamenti e alla sua capacità di apprendere e a quella di elaborare tutto ciò che ha appreso, etc. in base alla sua “cultura” insomma, non sia finalmente in condizioni fisiche, mentali (immunologiche), culturali (e sociali), di sopravvivere da solo nell’ambiente in cui ha scelto di vivere. Fino a quando possa così conservare intatto il suo patrimonio genetico e poi finalmente riprodursi. Così che, almeno per un’altra generazione, egli sia in grado di continuare a custodire, difendere e poi a perpetuare, il patrimonio - ormai divenuto il suo DNA - trasmessogli dai genitori! E’ così, perché soltanto a questo tende lo scopo unico, la finalità dell’uomo: la Specie! (v. la “fertilità” di Scaparro). La specie è il fine dell’uomo. Diventa anche questo il fine vero dell’educazione che dalla nascita, giorno per giorno, i genitori hanno impartito al bambino. Il fine di tutto ciò che è stato a lui mostrato con l’esempio o “giocando” con lui! Gli è stato, infatti, insegnato a resistere lottando contro tutti gli altri DNA, a vincere e a sopravvivere - conservando intatto, in ogni situazione, il suo “equilibrio interno” e la sua struttura-organismo - alla tremenda “Selezione Naturale” presente ed eternamente in agguato nella nicchia-ecologica nella quale egli è nato e/o vive. I suoi genitori hanno contribuito a “prepararlo” insieme e poi, con l’aiuto della Scuola, a superare anche tutte le “Selezioni Artificiali” introdotte dalla società e quindi, a riuscire a guadagnarsi il diritto di sopravvivere e a difendere per poi poter perpetuare il suo DNA, per poi, a sua volta, insegnare ai suoi discendenti a difenderlo ancora... e ancora… all’infinito!E’ anche lo stesso scopo, lo stesso fine che ha (dovrebbe perseguire) appunto, l’insegnamento della Scuola! Che è stata inventata e creata dall’uomo, proprio e soltanto per “coadiuvarlo” nella sua opera educativa di genitore. E’ soltanto questo il senso-scopo del “Mandare a Scuola il proprio figlio”. Affidare ad “estranei istituzionalizzati” il proprio figlio perché, proseguendo nella loro opera di genitori, lo aiutino affinchè, scoprendo e poi assecondando le sue qualità e le sue tendenze, la sua fantasia, la sua umanità, il suo altruismo, la sua solidarietà… le esaltino in lui e le arricchiscano.In teoria, com’è stato detto, è soltanto se ha potuto sul modello di sua madre costruirsi l‘abbozzo di una sua precisa personalità definitiva; soltanto quando, ormai ricco della sua individualità, che diventa, da parte degli “altri”, impossibile aggiungere “altro” di diverso e d’imponderabile al suo “inconscio”, perché ormai (soprattutto da sua madre una donna libera sfuggita ad ogni condizionamento) è stato già totalmente colmato.Solo dopo tutto questo, dovrebbe essere affidato alla Scuola! Certi allora, che nessuno potrà più manipolarlo, poiché ormai ha già ricevuto direttamente dai suoi genitori, i “Valori necessari a renderlo libero” oltre a quelli di

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sempre “delle Tradizioni, della Famiglia, della Terra” , indispensabile per farlo armonizzare e sopravvivere nella sua nicchia ambientale, etc.La “Nuova Scuola Pubblica”, l’Istituzione che - invece, è stato naturalmente (da sempre) uno strumento ed è ormai divenuta , invece, un vero “braccio armato” del Potere - serve ormai a ben altro! La Scuola dell’attuale mondo civile-occidentale, alla stregua di una qualsiasi altra impresa commerciale, è praticamente totalmente impegnata, soltanto nel livellamento e nella omologazione e nella “scientifica castrazione” (poiché è fatta con un collaudato metodo) della parte destra dei cervelli, sia per esaltare le doti di matematica, fisica, chimica, etc. sia per impedire la nascita di pericolose individualità sempre difficili da tenere sotto costante, totale controllo e soprattutto da condizionare facilmente e ancora per così produrre quasi esclusivamente tecnici produttori di merci! La Scuola attuale, secondo la socio-cultura dominante di turno, deve produrre: a) soprattutto “tecnici” preparati al meglio, o specializzati, o super specializzati pronti ad essere impiegati nei cicli produttivi di “merci” di qualsiasi genere! b) facilmente condizionabili “consumatori” delle stesse “merci”, ma secondo le mode. Merci prima prodotte e poi propagandate come fonte indispensabile e insostituibile di “vitali gratificazioni”, di felicità e di dominanza (v. gli status –symbol). Ma tra Genitori e Scuola non esiste, per giunta, più nessuna “collaborazione”, perché di fatto, per il costante e totale impegno dei primi a produrre merci e/o a migliorarsi per poter continuare a restare sul mercato, è diventata praticamente impossibile. Esiste purtroppo, inoltre, anche un reale stato mentale di “subordinazione” dei genitori nei confronti della Scuola. E’ contenuto nella tacita “delega incondizionata” da loro concessa!La Scuola, com’è stato già detto, è nata per scopi nobilissimi per mano di un imperatore analfabeta, Carlo Magno. E molti sono certamente gli insegnanti che ancora provano attraverso la loro opera a farli conoscere ai loro allievi e poi insieme a loro ad applicarli. Ma lo scopo unico, primario, prettamente “pratico” della “attuale” educazione scolastica è quello di preparare, alla stregua di una qualsiasi impresa commerciale e poi immettere sul mercato del lavoro, tecnici e super tecnici, specializzati e super specializzati, etc. affinché tutti gl’imprenditori possano disporre di una grande quantità di “soggetti pronti” tecnicamente qualificati (e magari specializzati proprio per quel particolare ciclo di produzione), ma già pre-confezionati nell’anima. Ma è così che può succedere che anche i definitivamente esclusi da quel particolare ciclo produttivo, i disoccupati siano condannati inesorabilmente a sicura “alienazione”. Sono ormai questi gli insegnamenti correnti: quei programmi di studi validi per la creazione di tecnici, di specialisti, super, etc. adatti ad un particolare ciclo produttivo. Ma succede anche e più spesso ormai, che si crei all’improvviso una mancanza di richiesta di altro personale proprio di quel particolare ciclo produttivo per il quale è nata la “specializzazione”. Può avvenire anche per altre situazioni limite che si verificano, come, per esempio, la “saturazione” in termini di forza lavoro impiegata e/o di offerta della merce prodotta, o il fallimento del progetto produttivo, etc. La conseguenza è sempre la perdita del posto di lavoro per i licenziamenti e/o per la flessibilità, o per la cassa integrazione, etc. Ma avviene anche, o soprattutto, per l’improvvisa scomparsa e/o il superamento a causa dell’inarrestabile, velocissima evoluzione tecnologica e/o degli umori del mercato e quindi, delle mode. (v. di seguito, “Lavoro”) Genitori e Scuola, - ma quasi totalmente la Scuola, grazie al tempo che ha a disposizione e poi alla delega incondizionata ricevuta - cercano così, di preparare i figli al meglio, semplicemente perché siano considerati e valutati adatti e utili e quindi più facilmente scelti e inseriti nei cicli produttivi del momento.Com’è stato detto, l’unico compito “naturale”, biologico dei genitori (anche se il termine, usato solo in questo senso, è molto limitativo e restrittivo) è quello di proteggere e di assicurare la salvezza del prodotto del “rimescolamento” dei loro DNA e soprattutto di assicurare, figlio dopo figlio, anche la sua naturale “evoluzione”. I genitori mostrano con il loro esempio al loro figlio, anche durante tutta la vita, tutti i modi per superare gli ostacoli e dunque anche le varie selezioni d’affrontare, come tutte quelle dell’ambiente naturale e poi quelle sociali, che lo attendono. Soprattutto tremenda è la “Selezione Naturale”, che, nondimeno ha pure dovuto “concedere” ad ogni uomo ancora vivente, al suo DNA di raggiungere, generazione dopo generazione, il terzo millennio. Ma è ancora rimasta sempre quella inesorabile e “spietata” che ha selezionato molti dei suoi antenati. Ma ora a questa si è aggiunta quella “Selezione Artificiale” che attualmente si serve della regole del Neo-liberismo e delle leggi della socio-cultura dominante che ha il poter d’interpretarlo a suo piacimento. Così grazie alla esaltazione e la trasformazione della competizione in libera “ferocia sociale”, ha creato una serie di spietate “selezioni” tutte artificiali. Sono le pre-valutazioni, i pre-confronti, i paragoni, gli esami, e poi la valutazione delle capacità mostrate di prevedere e/o di vedere e superare le difficoltà, i pericoli e di combatterli e/o di adattarsi a loro (v. la flessibilità intesa non soltanto come capacità di cambiare lavoro). Ma di recente si è aggiunta anche la nuova possibilità della libera lettura della personale “mappa del genoma” … e quindi la garantita certezza, nella scelta, della validità assoluta e quindi la possibilità di scelta solo tra i candidati più sani, ma soltanto dopo la comparazione dei dati di tutti. E quindi, la possibilità di scegliere secondo le medie e le infallibili statistiche, etc. alle quali ormai ogni uomo viene sottoposto, selezione dopo selezione, durante tutta la sua esistenza… e’ come andare al mercato degli schiavi, aprirgli la bocca e contargli i denti…

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Ma malgrado tutto questo, come diceva Karl Popper, ne “La Filosofia dei Tre Mondi”, l’uomo è soltanto tutta la Cultura che possiede. Inoltre, secondo J.C.Eccles, è la cultura che rispecchia i sistemi di valori di ogni uomo.Così, in teoria: “I valori molto semplicemente sono ciò che per quell’uomo ha importanza. Essi sono alla base dei suoi giudizi (di valore) e delle sue scelte. Ognuno singolo ha una gamma di valori o un sistema di valori che non vengono individuati coscientemente, perché fanno parte del mondo del suo inconscio. Ma che, non di meno, costituiscono una struttura necessaria per le sue decisioni (v. la “Libertà”); il ruolo è di condizionare, non di determinare. Queste norme vengono apprese con processi simili a quelli dell’apprendimento del linguaggio. Ovvero detti processi, anch’essi passivi, vengono appresi nello stesso periodo limitato ai primi tre anni di vita e finiscono tutti nell’inconscio.” E’ ormai noto, infatti, che il bambino impara tutto questo nei suoi primi tre anni di vita. Ma “tutto questo”, per il bambino civile-occidentale, è quasi soltanto tutto il contenuto delle strategie della socio-cultura che domina sulla sua nicchia ambientale.I primi tre anni sono gli anni nei quali egli costruisce così le basi “perenni, indelebili” sulle quali edificherà la sua personalità, poiché è in questo relativamente breve lasso di tempo, che per sempre e poi mai più, egli apprende, appunto, quel “sistema di valori” (automatismi culturali e giudizi di valore, le strategie della soci-cultura dominante, etc.) che, com’è stato già detto, lo condizioneranno per tutta la vita nelle sue scelte.Sistema di valori che, una volta posseduto, diventa così : “la fonte e il sigillo della sua personalità”! Ma, come ormai è noto, è proprio per questo che i figli dei restanti della terra, dei civili-occidentali della serie “B” del mondo… “vanno a scuola a quattro mesi!” Sono incondizionatamente affidati alle Istituzioni. Subito. Alla prima di queste, all’Asilo Nido! Ecco, allora, un’altra testimonianza sull’irreparabile, micidiale effetto dannoso per il distacco troppo precoce e coatto e unilaterale della madre dal suo bambino e che poi ancora continua inesorabile, senza soluzione di continuo, con il suo successivo affidamento alla Scuola Materna, alle Elementari… fino all’Università. E’ il pensiero di un altro Autore (Stefano Zecchi professore di Estetica a Padova), del quale trascriviamo quasi integralmente una pagina dal possibile titolo riferito ai genitori: “(convinti…) di fare così il loro bene?” “(…) il nichilismo del nostro tempo sta mortificando la speranza.Pensare il futuro appare oggi illusorio e patetico, ci resterebbe soltanto la tattica della furbizia quotidiana per cercare di affermare egoisticamente il proprio io, senza troppo preoccuparsi di ideali e progetti collettivi. diQuesto nichilismo sta, in realtà, alla base di ogni forma di corruzione, di decadenza, di dissoluzione dei valori. Ma c’è qualcosa di fondamentale da fare. Imparare a sperare. ” “Soltanto l’amore e la forza di un genitore può impartire al proprio figlio questa fondamentale lezione di vita. Insegnare a sperare”.“I vizi e le virtù di una società civile si sono sempre rispecchiati nel suo modo di pensare e organizzare l’educazione dei giovani, perché la scuola è l’anticipazione del futuro (…) e tuttavia mai come oggi questa realtà essenziale della vita civile è tanto volgarmente trascurata .” Di tutto questo, l’Autore, dà la colpa anche e soprattutto ai “politici” ma è costretto ad aggiungere come non vada dimenticata anche la responsabilità della Famiglia:“… ma altrettanto grande è quella delle famiglie. I problemi del lavoro, l’emancipazione della donna, la frammentazione del nucleo abitativo, i tempi sempre più lunghi richiesti dall’attraversamento della città hanno lentamente consolidato l’opinione che all’educazione dei bambini, e poi dei ragazzi ci debba pensare soltanto la scuola. Il più delle volte si depositano i figli nelle aule scolastiche come pacco nel deposito dei bagagli: si vanno a ritirare possibilmente nel tardo pomeriggio, perché resti a disposizione altro tempo per sbrigare altre faccende. La sera eredita tutte le tensioni della giornata: per dedicarsi ai bambini, controllare i loro compiti e rispondere alle loro esigenze occorre quell’energia e quella pazienza che sono state spese durante il giorno, e così ci si augura con tutto il cuore che i maestri e i professori non abbiano lasciato alle famiglie alcuna incombenza.”(S.Zecchi) L’Autore continua asserendo che, sul piano dell’educazione, la causa principale della perdita dei valori e delle aspirazioni dei giovani, sia da imputare anche alla mancanza di ogni collegamento, di “interazione” e collaborazione tra genitori e insegnanti: “Tutti hanno sotto gli occhi come il loro mondo (quello dei giovani, figli e genitori delle ultime generazioni) sia pericolosamente attraversato da un nichilismo che sta completamente cambiando i principi e i metodi dell’educazione.Soltanto se vi sono dei punti di riferimento il nostro cammino ha una consapevole direzione, soltanto se esistono dei modelli sappiamo quale comportamento imitare e quale rifiutare, soltanto se affermiamo delle gerarchie di significati possiamo stabilire l‘ordine che deve avere il nostro agire nel mondo. Tutto ciò richiede il coraggio di impegnarsi in una scelta di vita e nella definizione non generica, ma culturale e

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politica dei valori con cui poter definire un ideale e trasmetterlo ai più giovani. Insegnare vuol dire tracciare un percorso e fornire gli strumenti perché esso possa essere seguito o consapevolmente rifiutato. Questo è il compito culturale e politico di una società civile.” Poi, circa il fondamentale “insegnamento alla speranza”, che deve essere esclusivamente opera dei genitori, l’autore aggiunge:“Senza speranza non s’impara nulla, senza speranza non c’è educazione.Un bambino che sa sperare porta a scuola il suo desiderio di apprendere, il suo rispetto per la tradizione a cui appartiene, il suo amore per la vita.Ma insegnare a sperare, questo semplice ed immenso compito, nessun genitore può affidarlo ad altri”. (Stefano Zecchi, “Il Brutto e il Bello”, Milano, Arnoldo Mondadori Ed. pag. 62) -----------------------------------------------------------------------------------------------

AUTOCOSCIENZADefinizione: “Coscienza di sé, consapevolezza del proprio esistere e del proprio agire.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani ed.) LA NASCITA E LA CRESCITA DELL’AUTOCOSCIENZA. (v. “Libertà” la TSNG di Edelman )Secondo J.C. Eccles nel bambino:“Sono i progressi linguistici che egli compie nei primi anni di vita la causa della crescita della sua autocoscienza, che aumenta in proporzione alle difficoltà che incontra nella relazione con se stesso e la capacità di esprimersi (soprattutto riferendosi a se stesso).” (J.C.Eccles). Descartes (italianizzato: Cartesio, filosofo e matematico svedese, morto nel 1650) affermava che:“… è nel linguaggio la enorme differenza che esiste tra l’uomo e gli animali. E’ grazie al linguaggio che nell’uomo si forma e si sviluppa l’autocoscienza, che invece manca a tutti gli altri animali.Gli animali sono degli automi che comunicano tra loro con un vocabolario limitato, di gesti e suoni che non hanno niente del “discorso” che mostra l’esistenza del pensiero umano, della sua autocoscienza.“Perché gli uomini sono guidati dalla ragione, mentre gli animali sono guidati dall’istinto”. (Descartes).Un’affermazione che, non tiene conto delle pulsioni primordiali e del “cervello primitivo” e della comparsa, solo successiva, nei mammiferi del Sistema Limbico, il Secondo cervello dei Mammiferi, quello dell’affettività e dell’apprendimento.Ma un medico russo, naturalizzato statunitense, che contribuì alla formulazione della moderna teoria dell’evoluzione dal punto di vista genetico (1967, Teodorus Dobzhansky), a sua volta affermava che l’autocoscienza è una caratteristica fondamentale, forse la più importante, della specie umana. E’ una novità evolutiva (v. la comparsa della Neo-neo-corteccia, senza la quale prima era impossibile l’autocoscienza), ma aggiungeva:“L’autocoscienza ha portato comunque sul suo treno tristi compagni – paura, ansia, consapevolezza della morte. – L’uomo è oppresso dalla coscienza della morte”. (T. Dobzhansky)“E il bambino prima impara a conoscere se stesso, e solo dopo anni subisce il trauma dell’esperienza di consapevolezza della morte!” (J.C.Eccles).

DALL’AUTOCOSCIENZA, ECCO CHE NASCE “L’IO”!Definizione dell’“Io”: “Sé stesso. a) (psicol.) L’attività psichica che dà la consapevolezza della propria identità e regola il complesso delle manifestazioni dell’individuo, anche motorie. b) (psicoanal.) L’istanza dell’apparato psichico, che nella tripartizione Es – Io – Super-Io, assume il ruolo di mediatore tra le richieste dell’Es (le pulsioni primordiali, l’animalità) e le regole del Super-Io (automatismi culturali e giudizi di valore, etc.) e le esigenze della realtà (quelle del momento, della situazione).” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani, ed.)“E’ esperienza comune che soggettivamente esista l’unicità della mente riconosciuta come continuità nei propri ricordi. Questa è la base del concetto dell’Io”. (Penfield,1975).Bisogna soffermarsi un attimo su questa affermazione di Penfield.Ognuno uomo è quindi, unico, poiché è: “la continuità dei propri, suoi personali ricordi”. Si potrebbe allora, affermare come ogni uomo sia il frutto di tutte le esperienze fatte e che sicuramente ricorda; di tutte quelle che si sono “fissate” nella sua Memoria Remota, a Lungo Termine. Ma anche di tutte quelle che gli altri, a sua insaputa, gli hanno inoculato nel suo inconscio.

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In pratica egli può, grazie alle “zone associative” del suo cervello, giudicare ogni nuova situazione che gli si presenti, in base alle sue esperienze già fatte e comportarsi di conseguenza… e quindi accettare di ripeterla quando è piacevole (il “rinforzo”) o reagire e per evitare la punizione, fuggendo, o lottando, etc…Non è così semplice. Ogni reazione dell’uomo non è e non può essere: “matematicamente precisa, scontata”! Il coinvolgimento emozionale (l’Affettività) che, per esempio, certamente precede e segue ogni sua reazione e che poi finisce con il determinarne il comportamento “conclusivo”, finale, è certamente estremamente più complesso. Ma soprattutto è soggettivo. Arriva da ben altro che, dal risultato di una semplice esperienza fatta e già vissuta! (v. l’enorme potere associativo e di elaborazione della nostra neo-neo-corteccia: pari a quaranta milioni, in media, di unità piramidali: i “dendroni”.). Infatti:“Tuttavia in questo cervello si forma un numero quasi infinito di modelli di attività neurale. Come si spiega che questa estrema variabilità venga integrata momento per momento nella unità dell’esperienza?”“La psicologia ovviamente non ha ancora affrontato questo problema.” (H.L.)Malgrado siano già state redatte regole e promulgate leggi e fondate discipline pseudo-scientifiche come le “Scienze Umane”, etc.E’ necessario fare un tentativo per capire meglio questo altro miracolo: a) Com’è noto, ogni informazione che attraversa il cervello lo modifica strutturlamente, ovvero lo “informa”! b) “Informare” infatti, significa letteralmente (modellare) “mettere in forma”: in una nuova forma! c) L’informazione modifica quindi, il cervello, addirittura nella sua struttura (fisico-chimica-biologica.) Com’è possibile allora, malgrado la modifica strutturale appena subita dal cervello, che un attimo dopo questo stesso “evento” il soggetto “senta” comunque di essere sempre sé stesso senza avvertire quel cambiamento biochimico e definitivo che pure è avvenuto nella struttura del suo cervello e che lo ha modificato, perché lo ha “informato?” Infatti:“La mente autocosciente” - continua Eccles - non estrae solo passivamente dagli eventi nervosi, ma essa ha un ruolo di ricerca attiva.” (nel senso che l’evento come tale attiva una ricerca che porta a intuizioni, nuove scoperte, conclusioni inedite, etc.?) Possiamo allora immaginare - in attesa di una conferma - come allora, ogni “informazione” passi attraverso la “griglia” dei “valori ricevuti”, che sono gli stessi o simili in essa contenuti e quelli (nella memoria a lungo termine) già appresi in prima persona, sperimentati, per essere valutata e selezionata ? Solo dopo un lungo percorso quindi, riuscirà a salire in “superficie”, nella corteccia e a trasformarsi, ma solo perché è “degna”, poi a manifestarsi quale guida di un’azione (condizionata), ma molto più complessa che una immediata risposta riflessa: pavloviana, neurovegetativa o skinneriana…(v. i tre tipi di riflessi condizionati) E, Eccles continua:“Così dal quasi infinito insieme dei complessi eventi neurali che si presentano momento per momento essa (la mente autocosciente) seleziona a secondo dell’attenzione, dell’interesse, o della motivazione, ora questo, ora quell’evento. Una volta estratti, questi eventi verrebbero poi messi insieme (v. la zona associativa): in questo modo la mente autocosciente unifica l’esperienza.” Ed ecco allora, che egli continua ancora affermando come: “I modelli di attività nervosa attivati frequentemente possano dar luogo al potenziamento a lungo termine delle sinapsi che determinerebbe una stabilizzazione dei tessuti nervosi (la formazione delle vie neurali). Si formerebbero di conseguenza le “tracce di memoria” nella corteccia cerebrale, cioè la base della sensazione dell’unità dell’Io. Senza questa memoria non si potrebbe percepire l’Io come unità.” (J.C.Eccles)E’ allora necessario ricordare Penfield: “E’ esperienza comune che soggettivamente esista l’unicità della mente riconosciuta come continuità nei propri ricordi. Questa è la base del concetto dell’Io.”Ma è noto, come “fissare nella memoria un ricordo” in termini biochimici, significhi sintetizzare sulle sinapsi interessate, determinati, particolari tipi di proteine “codificate” e che ciò avviene solo se lo stimolo-informazione (o una serie di essi), che è trasportato dai sensi, raggiunge il cervello e viene dopo essere stato vagliato e poi solo “accettato” con attenzione e/o interesse, e/o motivazione, etc. … Così il “percorso” fatto dallo stimolo-informazione, viene “segnato”(leggi: tracciato spesso) definitivamente. Si forma in altri termini, per quel particolare stimolo-informazione, una sorta di “corsia preferenziale” costituita da fasci nervosi specializzati nel trasportarlo e trasmetterlo (v. per esempio, i fasci del piacere e quelli della punizione…) ----------------------------------------------------------------

AGGRESSIVITA’Definizione:

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1.“L’essere aggressivo. 2.(psicol., etol.) Tendenza istintiva, ipotizzata come causa di comportamenti caratterizzati da minaccia e attacco.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani, ed.) “L’AGGRESSIVITA’ DELL’UOMO NON PUO’ ESSERE PARAGONATA A QUELLA DEGLI ANIMALI.”A) Negli animali maschi, infatti, è sempre presente una sorta di “autoaffermazione aggressiva” che si esprime soprattutto nei riguardi degli altri maschi della stessa specie.Non è proprio così. Lo spazio è unico: il mondo fatto da una miriade nicchie ambientali l’una diversa dall’altra, che offrono possibilità di soddisfare le pulsioni primordiali anche queste diverse. Gli uomini che incidono in questi spazi hanno tutti le stesse pulsioni da soddisfare, pena la morte. Basta che s’incontrino anche soltanto in due perché sia indispensabile stabilire una dominanza.uno domina l’altro è dominato! Il maschio in questo primo caso con la sua “autoaffermazione aggressiva” sta proprio usando la forza bruta per affermare la sua dominanza. Ma esiste anche una: AGGRESSIVITA’ DIFENSIVA. E’ la lotta. Avviene quando l’avversario è “messo con le spalle al muro”, perché non c’è più una possibilità di fuga, di sottrarsi alla scontro diretto e tenta di sopravvivere accettandolo. (Ma può anche sottomettersi e poi azionare il “SIA” che lo porterà all’autodistruzione finale.) Nell’uomo, secondo A. Koestler, sembrerebbe, invece, che:“Il problema con la nostra specie non risiede in una overdose di “autoaffermazione aggressiva”, ma in un eccesso di devozione autotrascendente che si manifesta in una cieca ubbidienza e fedeltà verso il Re, il Paese o una Causa… (l’autore sta pensando ad un uomo già perfettamente condizionato dalla socio-cultura dominante, dai sicuri giudizi di valore, etc. l’unico che quindi è costretto in questi termini.)Una delle caratteristiche fondamentali del destino dell’uomo è questa enorme capacità e bisogno di identificarsi con un gruppo sociale e/o sistema di credo che è indifferente al proprio interesse e persino al bisogno di “autoconservazione”. (Arthur Koestler) (Ora l’autore invece, ha accennato al fatto che, com’è noto ogni uomo ben condizionato dalla socio-cultura dominante finisce con il credere che tutti gli automatismi culturali e i giudizi di valore inoculati nel suo inconscio, siano invece, non soltanto delle verità sacrosante, ma anche che siano le “sue” verità, tutte scoperte soltanto da lui, per affermare le quali dunque, sia giusto battersi…)Esiste anche unaDIFFERENZE COMPORTAMENTALI TRA I DUE SESSI. (v. il “Cervello”) Riguarda l’“aggressività” che è maggiore nei maschi. In qualsiasi popolo ed in qualsiasi cultura ed è già presente nella fase iniziale dello sviluppo del bambino. E’ la esposizione prenatale all’azione degli ormoni androgeni (testosterone) ad aumentare l’aggressività del maschio (v. la proteina “HY” che fin dalla sesta settimana di vita intrauterina, trasforma le gonadi in testicoli inducendo nel maschio la secrezione degli ormoni androgeni…).I maschi inoltre presentano nel loro cervello una minore concentrazione di serotonina (che può essere, a grandi linee, considerato l’ormone della “tranquillità”.) La serotonina è un neuro-trasmettitore implicato nella depressione. La sua scarsità o mancanza ne è la causa principale. Così la famosa pillola (sciroppo) della felicità il “Prozac” agisce proprio allungando il tempo della sua permanenza in circolo e di azione, prima di essere neutralizzata.).Inoltre nel maschio è stato riscontrato in circolo un tasso più alto di adrenalina e noradrenalina. (“ormoni” con un marcata azione, di eccitamento della “vigilanza” e quindi dell’eccitabilità.). Sono entrambi prodotti dalla ghiandola “midollare del surrene”. ------------------------------------------------------

ALIMENTAZIONE(v. in appendice: “Appunti sull’Alimentazione”) -------------------------------------------------------

ALTRUISMODefinizione:“Amore verso il prossimo, che si spinge fino al sacrificio (opposto a egoismo).”ALTRUISTA : “Chi, o che, ricerca come fine del proprio operare, il bene altrui.”Molti autori, sopratutto gli etologi, descrivono esempi di altruismo che si verificano nel mondo animale:Vampiri che cedono parte del loro pasto rigurgitandolo in bocca al compagno più sfortunato.Api operaie che rinunciano alla loro sessualità in favore di una solo di loro: l’ape regina. I genitori fringuelli che si sacrificano attirando l’’attenzione del falco che sta per attaccare il nido con i piccoli.I soldati delle formiche tropicali (Camponotus saunderi) che difendono la comunità facendosi letteralmente scoppiare il ventre dal quale esce un liquido molto vischioso…etc.Gli esempi di altruismo in natura sono numerosissimi.

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(Naturalmente esistono anche esempi completamente opposti, come quello delle femmine che divorano il maschio dopo l’accoppiamento, di maschi che mangiano i propri figli, di lotte nel gruppo o tra gruppi, etc.) E’ allora necessario farsi almeno tre domande:1) E’ la Natura che “distilla” comportamenti morali?2) Ma non è forse la lotta per l’esistenza, attraverso la quale si realizza l’evoluzione biologica, feroce e spietata e senza quartiere (“DNA contro DNA”. R. Dulbecco)? Com’è possibile allora, che in questo caso, invece, che con la sopraffazione dell’avversario, si risolva con il sacrificio di sé ?3) Com’è possibile una così grande quantità di altruismo in natura? Prima che gli etologi (e gli scienziati?) studiassero (ma solo osservandoli e giudicandoli soggettivamente) il comportamento degli animali, i filosofi e i teologi avevano deciso che era l’uomo l’unico che per volere di Dio possedeva moralità ed etica sufficienti per essere un altruista. Ma tutti concludevano che comunque per la scienza il problema era “intrattabile”.Ma arrivò Darwin che subito trasformò il problema morale ed etico del comportamento altruistico in un problema anche biologico. Nel 1859 e poi nel 1871 in due sue opere spiegò come l’uomo non fosse di una specie “altra”, ma è una specie tra le specie e che, partendo da una specie comune, si è semplicemente evoluto. (*) (*) Teoria dell’evoluzione che fu subito osteggiata dai conservatori che temevano destabilizzasse i fondamenti della morale e che quindi avesse ripercussioni sul “contratto sociale”e dai cristiani che si videro cancellare Adamo, il “soffio” sull’argilla, la sua costola Eva e la mela, etc. Mentre per il filosofo Herbert Spencer era addirittura alla base della morale e del contratto sociale della economia competitiva comandata dalla mano invisibile del mercato…L’uomo è quindi frutto dell’evoluzione biologica. Lo è allora, anche la sua morale? Ma se l’uomo è al vertice della evoluzione biologica e la sua morale è il frutto di detta evoluzione, com’è possibile che il comportamento altruistico sia presente anche in forme così poco evolute che vanno dagli insetti ai mammiferi?Ma allora, poiché è così diffuso, è dovuto alle capacità di adattamento proprie degli esseri viventi, o è solo una anomalia dovuto alla selezione naturale? E’ un dato di fatto inconfutabile, sperimentalmente verificabile, che lo scimpanzé è dal punto di vista dei geni diverso dall’uomo soltanto per il 2%. L’uomo ha in comune con lo scimpanzé il 98% del suo patrimonio genetico. Ma ecco vari esempi di quanto e come, invece, una Verità Scientifica può essere “trattata” dai vari impastatori di aria fritta, dai vari pseudo scienziati, da illustri, illustrissimi e grandi “intellettuali”, insomma da tutti coloro che, sebbene non sapessero niente, non conoscessero ancora niente hanno nondimeno continuato a dedurre e a produrre informazione tendente a “mettere in-forma” i cervelli dei propri simili e a condizionare i comportamenti e le scelte. Thomas Henry Huxely nel 1893 afferma che il problema della moralità è “trattabile”! E continua sostenendo che in natura non c’è moralità!L’uomo è il frutto di questa natura senza morale. Ma la moralità dell’uomo è qualcosa di innaturale, una costruzione artificiale, un’invenzione. E’ la spada che egli ha forgiato per uccidere la tigre e l’orso che sono dentro di lui. E’ lo strumento che gli consente di affrancarsi dal suo passato animale e di trascendere il processo cosmico. Il processo etico della società non deve imitare quello cosmico. Nemmeno deve rifuggire da esso. Ma deve combatterlo.Per progredire l’uomo deve frenare il processo cosmico e sostituirlo con un processo etico. La moralità allora, è certamente un’invenzione è uno strumento artificiale (la spada) che non solo non è nella natura ma è “contro natura”, così è dunque il comportamento altruistico. E’ un’arma che l’uomo brandisce contro l’evoluzione in modo da riacquistare non un carattere di specificità ma addirittura quello di specialità, etc.Tra i naturalisti che si posero il problema dal punto di vista strettamente biologico c’è Pete Kropotkin. Secondo il quale gli animali per sopravvivere non devono necessariamente lottare tra di loro, perché il vero problema, che va affrontato per primo, è tutto nella ferocia dell’ambiente. Ecco perché, poiché insieme si vince più facilmente, la cooperazione e non la guerra tra individui è quella che si osserva più facilmente in natura. Il comportamento altruistico fino al sacrificio diventa allora, più conveniente di quello egoistico. Il comportamento altruistico è quindi un “adattamento”?Ma l’adattamento è un vantaggio acquisito dal singolo. Come la mettiamo allora con l’altruismo che è invece per il singolo l’esatto opposto?C’è da considerare che se il sacrificio del singolo è per il “bene comune”, perché va a vantaggio dei suoi consanguinei, dei suoi parenti, dei suoi figli, un vantaggio reale esiste. Ma diventa una contraddizione in termini, perché tutte le volte che un altruista si sacrifica un egoista se ne avvantaggia. C’è da notare ancora che, poiché quegli egoisti che si avvantaggiano sono suoi consanguinei, posseggono tutti gli stessi suoi geni.

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Ecco che i biologi della “genetica di popolazione” calcoli alla mano matematicamente dimostrano che i comportamenti altruistici nei confronti dei propri parenti sono “adattativi”, etc. Se infatti l’unità egoista è il gene, ecco che si capisce il perché della necessità e del vantaggio del sacrificio fatto dall’individuo per i propri consanguinei… etc. Si può continuare così ancora per molto. Ma i “discorsi” dei tanti intellettuali che hanno continuato e continuano a parlare spudoratamente di cose che non conoscono, semplicemente perché ancora non scoperte, un effetto alla lunga lo hanno ottenuto: l’esplicito apprezzamento per l’altruismo e la moralità e quindi l’implicita accettazione delle loro realtà e del loro essere un indispensabili vantaggio per il gruppo al quale appartiene il sacrificato. E’ da tutto questo che è nata la: “Teoria del lubrificante della vita sociale” In conclusione In natura forse non esistono né l’altruismo, né la moralità, ma esistono comportamenti di questo tipo negli animali, anche se non tutti ne sono consapevoli nella stessa misura. Ma che nondimeno si sono evoluti per rafforzare la vita di gruppo, per “lubrificarla”. Comportamenti altruistici e morali che una volta accettata la “teoria del lubrificante della vita sociale” permettono di rispondere alle tre domande poste all’inizio:1) La moralità non è fuori natura ma è un prodotto della natura. 2) La moralità può allora, essere condivisa con altre specie, perché non è una esclusiva dell’uomo.3) L’altruismo non è adattivo. Ma è un prodotto della evoluzione biologica che (anche grazie al pompaggio esaltante degli intellettuali) è stato selezionato quale utile lubrificante alla vita sociale. E’ stato possibile perché l’evoluzione biologica è pluralista e la selezione naturale è il suo motore principale ma non l’unico (v. per esempio, quello azionato dagli intellettuali di tutti i tempi per esaltare altruismo e moralità!) (Tratto da Pietro Greco “Einstein e il Ciabattino”, Roma, Editori Riuniti, ed, 2002.) Ma il “grandissimo” Erwin Schrodinger, che è nato in Germania nel 1887, aveva soltanto trenta anni (era il 1915. Prima della “Prima Guerra Mondiale”) quando scriveva questa ottimistica, affascinante previsione sul futuro della nostra specie:“(...) una particolare caratteristica in origine necessaria alla sopravvivenza della specie può nel corso dell’evoluzione rivelarsi dannosa (...) così in generale l’atteggiamento egoistico, che per l’animale isolato è una virtù essenziale per la propria salvezza e per la conservazione della specie, diventa invece dannoso una volta formatasi una vera e propria vita sociale. Animale che in una fase assai antica della loro filogenesi hanno creato collettività organizzate – come formiche e api - si sono da lungo tempo spogliati d’ogni impulso egoistico. L’uomo che ha in questo senso una storia molto più breve alle spalle, è giusto in procinto di farlo: questa trasformazione è in questo momento in corso tra noi . Essa dovrà per necessità naturale giungere a compimento, poiché in fin dei conti sopravvivono solo quegli organismi sociali che intraprendono questa metamorfosi. Ciò non significa che essa sia da compier per un dovere morale (...) il singolo può anzi considerare (...) il destino del genere umano con una paurosa indifferenza. Voglio dire, al contrario, che il fatto che l’altruismo rappresenti senza dubbio per ogni individuo di normale intelligenza il criterio teorico e la norma ideale per valutare l’agire dell’uomo (...) - un fatto così singolare e incomprensibile, se si pensa al contrasto profondo che esiste tra di esso e il concreto modo di agire – indica a mio parere che ci troviamo all’inizio di una trasformazione biologica che condurrà dall’egoismo all’altruismo.Questo è quindi il valore biologico del giudizio etico: esso è il primo passo per un lungo e difficile mutamento che l’uomo deve intraprendere per diventare un “animale sociale”.” (E. Schrodinger, “La Mia Visione del Mondo”, Garzanti ed. 1987, pag.62)

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AMICODefinizione: “Chi è legato ad altri da vincoli di amicizia”.Un Uomo veramente libero è uno “gnostico”. Sa di portare dentro di sé un Amico, Lui.Prima un Sommario. Ovvero una somma dei limiti propri dell’uomo, più quelli imposti attraverso i condizionamenti ai singoli individui civili-occidentali, dalla loro socio-cultura dominante. Tutto in otto punti:1) ogni uomo è solo gli “altri”. 2) la libertà dell’uomo è impossibile. 3) le conseguenze di questo. 4) ogni uomo è stato condizionato dai suoi genitori, dagli alti, etc. 5) i limiti naturali dell’uomo. 6) la sorte ancora peggiore del bambino del terzo millennio. 7) anche per i restanti della terra la salvezza dipende dalla conoscenza. 8) il “terzo dono”: un Amico

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1)E’ ora noto a tutti, come ogni uomo sia soltanto quello che i suoi genitori e gli “altri” (Nota: (2) a pag. 44), secondo le strategie della socio-cultura dominante, hanno contribuito a fare di lui. Inoltre, particolarmenteper il civile-occidentale, gli “altri” sono tutti quelli che hanno cooperato nello strutturare la sua personalità. Ogni civile-occidentale dunque è semplicemente il “Figlio di una Cooperativa”.2)Gli altri, com’è stato detto più volte, sono i suoi genitori e tutti i presenti nella sua nicchia ambientale e gli estranei delle varie “Cooperative per l’allevamento dei bambini”come Asilo Nido, Scuola Materna, etc. e le Tate, le Baby-sitter e la Televisione, etc. dove il soggetto è stato sistematicamente, quotidianamente “parcheggiato”. Così ognuno finisce con l’essere semplicemente la somma dei vivi e dei morti della specie. Ma anche della cultura dei morti che lo hanno preceduto e di tutte le culture dei singoli con i quali ha vissuto. Gli stessi che hanno direttamente contribuito a “marchiargli” indelebilmente quella parte dell’anima - soprattutto con squallide, meschine e scontate strategie imposte dalla fissa e idiota socio-cultura dominante - prima che il “sarcofago” del suo inconscio chiudendosi, nascondesse quella parte marchiata così della sua anima per sempre a sé stesso e agli altri. Ma i suoi genitori e gli altri, anche questo è ora noto, sono costretti a riempirgli l’inconscio solo e sempre con tutto ciò che loro hanno già ricevuto. Ma servendosi ora della conoscenza dei “meccanismi biochimici comportamentali” e della “biologia dell’inconscio”,etc. ecco che viene fuori anche che, per i condizionati civili-occidentali: 2) La Libertà dell’uomo è stata di fatto resa “impossibile” proprio dai condizionamenti (v. La LIBERTA’ e la teoria di Edelman).L’inconscio, com’è stato detto, contiene soltanto quello che gli altri gli hanno sigillato dentro e, sebbene il suo contenuto non si mostri mai (o solo molto raramente, v. i “Fantasmi dell’Imprinting”), partecipa, con tutto il suo contenuto, inesorabilmente a tutte le decisioni prese dall’uomo già “condizionato”. Influenza ogni sua decisione e partecipa ad ogni sua scelta. E’ per questo che ogni uomo già condizionato, malgrado non voglia rendersene conto, ha perduto per sempre la sua libertà di scegliere e di agire.Ogni sua decisione non può più essere soltanto, semplicemente la “sua” decisione, perché è sempre anche quella degli “altri”. 3)Le conseguenze di tutto questo sono: a) Nessuno uomo può mai più essere l’“artefice del suo destino”, anche se non può o non vuole nemmeno saperlo e/o comunque si rifiuti di crederlo per evitare che in questa realtà, crolli tutto il suo mondo di perfetto conservatore e per giunta, civile e occidentale. E’ da quando l’uomo ha dovuto scegliere di non essere più un libero “cacciatore-raccoglitore”e di non starsene più isolato, ma di riunirsi in gruppo e di accettare regole e limitazioni, etc. che la sua libertà, di fatto, non esiste più! b)Per ogni individuo civile-occidentale condizionato, che quindi non è più libero di sceglier e di agire, non esiste dunque nemmeno la “responsabilità personale”. c) Ma senza più la responsabilità personale non può più esistere nemmeno il “merito”, perché questo è creato e stabilito da scelte, decisioni, azioni, etc. che non sono più le “sue” libere, personali, individuali, ma sono anche quelle imposte dagli “altri”. Tutte quelle nascoste nel suo inconscio che, com’è noto, partecipano attivamente anche se non sono determinati. d) Dovrebbe aver perduto così anche il tanto gratificante “pubblico riconoscimento del merito” che non sarebbe altro che una “impostura”. Ma questa impostura viene paradossalmente ancora usato dalla socio-cultura dominante per stabilire le dominanze sulle quali sono fondate proprio le “Scale Gerarchiche di Dominanza”.

4) Non esiste al mondo nessun uomo che non sia stato già condizionato dalla generazione che lo ha preceduto.E’ stato costretto ad apprendere passivamente dagli altri della generazione che lo ha preceduto e a stipare tutto nel suo inconscio durante i suoi primi tre anni di vita. Ma il civile-occidentale ha quasi esclusivamente appreso solo le strategie della socio-cultura dominante . 5) Ma è anche noto, come l’uomo abbia altri “limiti naturali” che concorrono a ridurre la sua libertà: a) Per esempio: è sottoposto, come qualsiasi altro animale della terra, a “pressioni di necessità” (mangiare, bere, riprodursi) che deve impegnarsi a soddisfare immediatamente (e per più volte al giorno) se vuole conservare l’ottimale “equilibrio interno” della sua struttura-organismo e riuscire a star bene, in buona salute, oltre che a sopravvivere.b) Inoltre, com’è noto, è condannato a captare soltanto una parte della realtà oggettiva che gli arriva attraverso i suoi sensi. E’ così che anche della intera realtà che sfocia da un qualsiasi discorso può “afferrarne” soltanto una parte. Ma, ancora una volta, neppure in questo caso è libero di scegliere, perché anche in questa scelta è inesorabilmente di nuovo influenzato dal “mondo del suo inconscio”. E’ infatti, costretto a prendere soltanto la parte del discorso che più gli aggrada, ovvero quella più vicina possibile agli automatismi culturali e ai giudizi di valore, etc. che gli sono stati imposti.

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c) Non soltanto!, perché quando l’uomo condizionato è, invece, lui a fare un discorso orale o scritto è anche condannato a servirsi, ancora senza averne coscienza, dell’ “inganno del linguaggio” (v. a pag. 21). Avviene infatti, che siano proprio le sue pulsioni primordiali (o pressioni di necessità) e poi quei valori universali, come i giudizi di valore che, com’è noto, fanno parte delle strategie della soci-cultura dominante, insomma tutte quelle del mondo del suo inconscio, a fornire prima le motivazioni e poi a “guidare” il suo discorso. Motivazione che non si manifestano mai. Ma restano ammantate da alibi logici che li nascondono anche a sé stesso. Succede così che in ogni discorso fatto dall’uomo ci sia soltanto un parte cosciente, mentre l’altra resta nascosta dal manto degli alibi logici, involontariamente (inconsciamente) usati per questo.

6) Ma il bambino del terzo millennio è, invece, condannato ad una sorte ancora peggiore di quella delle generazioni che lo hanno preceduto: a)I vari sistemi di condizionamento messi in atto dalla socio-cultura dominante sono ormai diventati più raffinati e sempre più precisi. Inoltre, questa che è ormai una sorta di inedita e meglio organizzata “Selezione Artificiale”, voluta e imposta dalla socio-cultura dominante, è ancora più feroce e spietata della “Selezione Naturale”. Lo stesso avviene anche per i livelli raggiunti dalla “competizione” tra gli antagonisti naturali: contro tutti i propri simili. E’ stata esasperata dal Neo-liberismo - che ha così definitivamente cancellato la Solidarietà tra gli uomini – e la competizione è ormai ancora più feroce e più spietata di prima.b)Ma il bambino del terzo millennio è anche condannato ad essere trasformato in un “orfano a part-time”, perché deve essere sistematicamente abbandonato dalla madre, che è stata chiamata a produrre merci. Finisce così consegnato, ogni giorno, nelle mani di “estranei istituzionalizzati”, perché ogni giorno deve essere parcheggiato presso una delle nuove “Cooperative per l’Allevamento di Bambini”. E’ quindi condannato da tutto questo ad essere inesorabilmente colpito anche dalla “nuova malattia” del secolo: La Solitudine! (F.Tonucci) (v. “Solitudine” sul Vocabolario allegato)E’ poi comunque costretto a subire la stessa sorte dei suoi genitori. Ma a percorrere molto più velocemente tutte le tappe che – anche grazie alla Solitudine, che una volta appresa è per sempre e dopo aver, com’è ora noto, già definitivamente perduto la sua libertà - lo portano, ormai avvolto in una angoscia doppia, verso una sempre più probabile autodistruzione finale, etc.

7) Com’è stato detto, per uno dei restanti della terra, la probabilità di salvarsi è affidata anche alla conoscenza: a) Prima alla conoscenza dei suoi genitori e quindi alla cultura che avranno acquisito e al conseguente grado di libertà raggiunto, perché è determinante, perché è solo da questa che può dipendere la loro scelta di difenderlo a qualsiasi costo, almeno durante i suoi primi tre anni di vita, perché la sua anima non venga “marchiata” per sempre. b) Ma è anche affidata alla scelta “culturale” dei suoi genitori di donargli - in sostituzione delle meravigliose certezze conformiste imposte dalla socio-cultura dominate – una “Educazione Relativista” (v. “Relativismo”sul “Vocabolario.” allegato) Educazione relativista che offre invece, soltanto dubbi, oltre alla sicura angoscia da questi generata. Ma che nondimeno regala (e poi conserva) anche la libertà di credere di poter tentare di trovare da solo una soluzione tra le tante “relativamente” possibili per sfuggire alla propria angoscia agendo, grazie al potere della sua immaginazione certamente libera di creare un altro, nuovo mondo totalmente libero. Ma tutto questo, che è di nuovo affidato alla conoscenza, diventa possibile soltanto dopo la indispensabile presa di coscienza dei propri mezzi e dei propri limiti di Uomo Allora, è finalmente un Uomo, che ha raggiunto la coscienza di essere certamente soltanto un sottinsieme dell’organismo-specie al quale appartiene, della struttura-ambiente nella quale vive, della biosfera che tutto ingloba. Ma che sa anche di essere per questo indispensabile per l’equilibrio interno del suo gruppo, della sua specie, dell’ambiente che lo circonda, della biosfera e di dover sottostare ai suoi “regolatori interni” e a quelli del suo gruppo e ai “comandi esterni” dei “servomeccanismi” dell’ambiente e a quelli della biosfera, etc. Un Uomo che non può più continuare a presumere di essere ancora un elemento di un “sistema-chiuso” superiore e a parte e indipendente dalla biosfera. Ma soprattutto è un Uomo che continua ad impegnarsi nella sua evoluzione culturale per conoscere sempre meglio e di più di sé stesso e dell’Animato, degli esseri viventi, etc. Ma anche dell’Inanimato e della sua essenza e delle sue leggi per aumentare la sua “informazione tecnologica”, ma soprattutto allo scopo di usare i nuovi mezzi inventati e costruiti per migliorare la sua esistenza e quella dei suoi indispensabili simili. E’ solo grazie alla tecnologia, se sarà sempre più facile per il singolo ristabilire e conservare l’“equilibrio interno” della sua struttura-organismo, quello della sua specie, e quello della sua specie con l’ambiente e quello con la biosfera che lo ingloba, etc. Ma è anche assolutamente certo che, malgrado i progressi della sua conoscenza, nondimeno non riuscirà mai a sapere tutto… Inoltre, pur continuando a progredire nella conoscenza della sua “sintassi” (quella del “significante”), non riuscirà mai a leggere completamente il “messaggio” che in tutto questo (animato e inanimato) forse è scritto. Non riuscirà a conoscere, il suo significato (la sua “semantica”) … e ciò, malgrado non possa non continuare a credere che, se in

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tutto questo processo della Natura è veramente contenuto un messaggio, allora, esiste certamente un Mittente e che allora, sia l’Uomo l’unico destinatario possibile!? E’ solo così, per tutto quello che è stato detto che, allora, a qualcuno potrebbe capitare - non soltanto per Fede - di ritrovare dentro di sé il suo unico vero Amico di sempre?

8) Oltre al dono della Conoscenza e quello della Libertà ad essa legato, il “terzo dono” dovrebbe essere quello che permette ad ogni restante della terra, una volta presa coscienza del suo stato di condizionato dei suoi limiti di uomo, di ritrovare dentro sé stesso, ogni volta che tenta di liberarsi di tutto questo e ci riesce, un Amico. a) La Fede e i Dogma:E’ stato già detto che l’uomo quando non può agire diventa preda dell’angoscia. Ma la principale impossibilità di agire e sicura genitrice di grandi angosce, è la mancanza d’informazione (il “deficit informazionale”). E’ il non sapere niente circa le successive conseguenze dell’azione quando questa è svolta e si realizza in una situazione nuova, che non è spiegabile secondo quella unica logica lineare della quale l’uomo è dotato. b)Ma come faceva notare H. Laborit: “la Fede, invece, dà regole, avvertenze e modalità d’uso”. Così cancella l’angoscia, ma ne aggiunge subito un’altra. E’ quella della punizione del Peccato da scontare nell’altro mondo. Ma quando l’angoscia è troppo grande e mostra di non avere uno sbocco, ecco che, allora, bisogna ricorrere al “dogma” che, per definizione, è: “una verità indiscutibile, soprannaturale, rivelata …”. Ma i dogmi sono quindi sempre “settari”. Finiscono con il valere soltanto per i credenti di quel dogma e con il rendere uguali sia il dogmatismo religioso che quello politico, etc.c) Ma i restanti della terra a parte il gradino che occupano sulla scala delle dominanze, non riusciranno mai a trovare le giuste, vitali gratificazioni. Condannati in questo mondo a fare da base alla larga piramide gerarchica che la socio-cultura dominante ha creata e imposta con la forza, non possono che finire con lo sperare soltanto nelle ricompense, ma solo in quelle promesse e che riceveranno nell’altro mondo. Così sono facilmente convinti della inutilità di ribellarsi al loro stato di eterni sottomessi. Ma di dover, invece, anche religiosamente accettare con gioia, il loro destino perché, a differenza dei ricchi, loro - con la benedizione degli stessi dominanti, che non possono che approvare l’effetto pratico di questi miti e credenze e che quindi sono sempre disposti a sostenere la Chiesa - riceveranno certamente in premio il Paradiso, etc. ---------------------------------------- Ma fin quando le cose vanno così c’è un pieno accordo tra la politica dei dominanti e quella della Chiesa. Solo quando l’una invade il campo dell’altra, quando per esempio la politica tende a mitizzare la sua ideologia o la Chiesa tenta di appropriarsi del potere temporale, che cominciano le dispute. Ma di solito riescono sempre, poiché conviene ad entrambe le parti, a ristabilire un equilibrio accettabile. Di tutto questo ne è piena la Storia. ----------------------------------Inoltre, se si accetta l’ipotesi di un messaggio scritto negli esseri viventi, si può dedurre che, come diceva H. Laborit, l’uomo abbia a livello cosciente una sua inclinazione per il “Cosmico”. Dovrebbe esser questa, infatti, una sua particolare elaborazione dell’angoscia, quella di “non riuscire a guidare il discorso verso le sue origini e il suo fine” (H.Laborit). E’ la cosiddetta “angoscia esistenziale”.Ma i restanti della terra (anche per contratto) non possono più avere ormai il tempo per fermarsi a pensare anche alla loro esistenza. E’ per questo che le chiese sono vuote. Secondo gli “Gnostici” la Chiesa con la C maiuscola è certamente quella costruita con l’anima e con il corpo dell’Uomo. L’Uomo è un Tempio. Ma è da questo il Tempio che Cristo ha cacciato i mercanti. E’ allora, perché divenuto veramente libero, che dentro di sé l’Uomo potrà incontrare il suo Amico. Quello che coabita nello stesso Tempio. Questo avviene spontaneamente, soprattutto in chi, fino ad allora, aveva deciso di rinnegare quella Sua immagine che la socio-cultura dominante (fatta solo di mercanti e dei loro alleati) aveva cercato di imporgli. E’ allora, che si sente finalmente libero di chiedere a costoro, come fece Cristo al soldato che lo schiaffeggiava davanti al Sinedrio: “Perché mi colpisci?”Una volta libero sa anche che la Sua Crocifissione non è nulla di fronte a quello che hanno fatto del Suo “Messaggio”. (H.L.)Ma soprattutto sa anche che ad un Amico si chiede e si dà solo amicizia. Amicizia che non è altro che una gratificazione reciproca tra due uomini che occupano lo stesso spazio, lo stesso Tempio. Proprio com’è per l’Amico che, essendo in ogni Uomo, occupa lo stesso corpo la stessa anima, la stessa Chiesa. Ma sa anche che ciò è possibile soltanto se in nessuno dei due esiste desiderio di dominanza o di sottomissione, se non esiste competitività alcuna, ma soltanto amicizia … (H.L.) e quindi, aggiungiamo: “Solidarietà Incondizionata”. Così è solo allora che, certamente libero, sa di aver veramente ritrovato Cristo!: “(…) poetico e asociale che aspetta da duemila anni che coloro che possono capire capiscano, che coloro che hanno orecchie ascoltino. (…) Perché il significato che crediamo di vedere oggi nel messaggio di Cristo, è quello che le nostre attuali conoscenze (della sintassi) del significante ci permettono di capire. Tuttavia che questo immaginario incarnato, il quale quindi è ciò che siamo, possa contener una invariante

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tanto essenziale da poter sempre (è vero per chi ha fede o per chi lo ha già incontrato dentro sé stesso) e ovunque guarire l’angoscia congenita dell’uomo, rimane il fenomeno più sconvolgente.” (H.Laborit “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori ed. 1990, pag. 182) -----------------------------------

AMOREDefinizione: “Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia.” (“Vocabolario della Lingua Italiana” , Treccani, ed.)Mentre H. Laborit prima avverte: “Con questa parola si spiega tutto, si perdona tutto, si accetta tutto, perché non si cerca mai di conoscerne il contenuto.” E poi aggiunge: “(…) è oggettivamente esatto definire l’amore la dipendenza del sistema nervoso nei confronti dell’azione gratificante realizzata grazie alla presenza di un altro essere nel nostro spazio.”Il problema, secondo H.Laborit, è che non esiste uno spazio così ben chiuso, definitivamente chiuso, da impedire per sempre l’intrusione di oggetti o di persone gratificanti, che possano entrare in rapporto con ciascuno dei due occupanti. Quando questo avviene, gli spazi di entrambi che erano sovrapponibili, perché lo spazio dell’uno era quello dell’altro, da quel momento finiscono solo con il coincidere. E’ per questo che: “il solo amore davvero umano è un amore immaginario che si insegue per tutta la vita, che generalmente trova origine nell’essere amato, ma che presto non ne avrà più né le proporzioni, né la forma palpabile, né la voce, per diventare una vera creazione, un’immagine senza realtà. Allora non bisogna assolutamente cercare di far coincidere questa immagine con l’essere che l’ha suscitata e che è solo un pover’uomo o una povera donna molto in difficoltà con il suo inconscio. Dobbiamo gratificarci con quell’amore, con ciò che crediamo sia e non è, non con la conoscenza.”

Amore di PatriaInoltre: “l’uomo è il solo animale che conosca il concetto di patria e che possa amarla. Ma anche in questo caso è impossibile far coincidere l’immaginazione amorosa col modello che ne è la causa.”Ma la patria è solo un modello biologico: un gruppo con la sua storia e le sue caratteristiche comportamentali determinate dalla nicchia ambientale nella quale ha vissuto. Un gruppo organizzato secondo un sistema gerarchico di dominanza e sottomissione…Ma la patria è composta di organismi umani che devono sopravvivere cercando il piacere; averne a disposizione i mezzi; essere proprietari di un territorio che contenga oggetti e persone gratificanti… Nondimeno l’amore per la patria ha animato il sacrificio di una infinità di individui. E’ il sentimento più e meglio sfruttato dalle classi dominanti. Hanno approfittato di quella forma di fuga dalla realtà, che è l’immaginazione dei “dominati”, che è tipica dell’uomo: trovare la gratificazione nella fuga immaginaria da una realtà fatta di sofferenze e sottomissione. Ma la creazione immaginaria, in base alla propria storia personale, alla sensibilità soggettiva, al grado di cultura raggiunto, varia da cittadino a cittadino. Allora, diventa facile creare un movimento di opinioni collettivo, passionale per qualcosa che non esiste al di fuori della variabile immaginaria di ogni singolo individuo. La realtà oggettiva, che così si allontana sempre di più dalla creazione immaginaria, fa in modo che diventi più facile per i “dominanti” prima manipolare la realtà (lontana) per poi sfruttare a proprio favore le passioni create dall’immaginazione. E’ l’immaginazione che finisce così con il dominare sulle pulsioni? (H.L.)Ma come precisava H. Laborit: “Con questa interpretazione potrà sembrare che io abbia valorizzato l’immaginazione e non abbia saputo evitare il giudizio di valore. Ma constatare che tutta l’evoluzione della specie è avvenuta sviluppando l’immaginazione e le formazioni nervose (frontali) che rendono possibili i processi associativi, per arrivare all’Uomo, non significa, secondo me, dare un giudizio di valore. Significa constatare una realtà oggettiva.” E’ l’immaginazione che, per le motivazioni, dipende dalle “pulsioni primordiali” che, com’è ora noto, guidano poi anche il discorso e motivano anche l’azione dell’uomo. Ma l’immaginazione non deve servire (non avrebbe mai dovuto servire) a stabilire detta dominanza delle pulsioni nella guida delle azioni, ogni volta, ammantandole nel discorso cosciente di un ambiguo alibi logico di protezione (v. “l’inganno del linguaggio” a pag. 25). Ma è proprio agendo, invece, così - ragionando in base a questi limiti che gli uomini, non sono andati e non vanno mai oltre i miseri, immediati interessi del gruppo di appartenenza, di solo un limitato sottinsieme

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dell’organismo-specie - che l’uomo, sebbene abbia a sua disposizione un sistema nervoso forte di un milione di miliardi di connessioni sinaptiche possibili, dal potere associativo strabiliante, dalla immaginazione enorme, non è miseramente riuscito ad andare oltre lo stabilire che, spinto dai dominanti, doveva subito e prima di tutto obbedire al suo “istinto di proprietà privata”, per giunta falso, e da lì creare le Scale Gerarchiche di Dominanza? Stabilendo che, per tutto questo, non esisterebbe per sopravvivere altro modo per l’umanità, se non quello di buttarsi nella forsennata corsa verso il “nulla” per produrre merci di qualsiasi genere, di commerciarle e di ossessivamente consumarle, etc.? Sottomettendosi e affidandosi o al dominio del “profitto” – “che non è un fine in sé, ma solo un mezzo per garantire le dominanze” - che attualmente è quello del più competitivo, feroce e spietato dei capitalismi mai esistiti prima sulla terra? O a quello di una ideologia come quella “socialista”, che consegnando la produzione e la distribuzione delle merci in mano allo Stato fa passare il potere dalle mani degli “odiati padroni” in quelle dei “burocrati di partito”, i più pericolosi tra gli uomini, perché tutti puri “narcisisti” eternamente insoddisfatti unicamente dediti ad affermare ed accrescere il loro potere e a sfruttarne poi le sue nuove opportunità per magari anche arricchirsi?Si ripete l’eterna lotta tra la “termodinamica” del corpo - la sua massa-materia che deve trovare i substrati e la giusta energia, ovvero deve nutrirsi per provare piacere e conservare l’“equilibrio interno” della sua struttura-organismo (v. le pulsioni…) - che inesorabilmente dipendente dalle pressioni di necessità ma anche dalla “informazione–immaginazione” che organizzando la sua materia e l’energia permette alla sua struttura prima di essere e quindi di agire, etc. (è stato detto nella “Cibernetica” a proposito della struttura e della “Relazioni”, etc. (v. “Cibernetica” su questo Vocabolario)Senza l’informazione è infatti, impossibile creare e mantenere la struttura. “Struttura che, com’è noto, è: materia, più energia, più informazione (v.Relazioni). Non sarà mai possibile ridurre l’una (la Struttura) all’altra (l’informazione), perché come affermava Weiner: “l’informazione è solo informazione” che nondimeno non può esistere senza la materia e l’energia. Materia ed energia esistono come tali. Ma è l’informazione (circolante) fornita loro – com’è, per esempio, l’immaginazione del “creatore”, inventore di oggetti o macchine -, che stabilisce le necessarie “relazioni” tra i vari “elementi” della materia, indispensabili a strutturare un nuovo oggetto o un essere vivente. Gli “atomi-elementi”, com’è stato già detto, sia negli oggetti, che negli esseri viventi, sono sempre gli stessi. Cambia solo il tipo di “relazione” che li lega insieme. E’ il diverso tipo d’informazione che circola tra gli elementi che determina la loro struttura di oggetti, cose, o di molecole di esseri viventi e la loro funzione. Funzione che per gli esseri viventi è indispensabile per sopravvivere sostenendo così direttamente anche l’equilibrio dell’ambiente e quello della biosfera dalla quale tutto è inglobato. -------------------------------------------------

APPRENDIMENTODefinizione: “Processo di acquisizione di nuovi modelli di comportamento, o di modificazione di quelli precedenti, per un migliore adattamento dell’individuo all’ambiente(…).”(“Vocabolario della Lingua Italiana” Treccani Ed. 1986)I cuccioli dell’uomo apprendono i nuovi modelli di comportamento dai genitori e soprattutto dalla madre sempre presente nella nicchia ambientale nella quale vive insieme al suo bambino. Ma com’è stato detto la nicchia ambientale che era comunque frequentata già da “altri” ora, è stata allargata anche agli “estranei” che partecipavano all’apprendimento del bambino in modo certamente determinante quando questo viene “parcheggiato” presso di loro (v. Asilo Nido, Scuola Materna, etc.). Come sarà meglio spiegato alla voce: “Libertà”, secondo la teoria detta “TSGN” di Edelmann , la formazione del cervello di ogni bambino dipende completamente dalla sua storia, e la storia di un bambino è sempre solo quella che i suoi genitori gli fanno vivere. Allora, a dimostrazione di come le madri siano state e tuttora siano “turlupinate” e portate a credere che sia loro dovere “inserire” il bambino per tempo, perché sia così certamente “avvantaggiato” e poi anche perché: “tanto il bambino è così piccolo, che ancora non capisce niente e ha solo bisogno di essere allattato ad intervalli precisi, tenuto pulito etc. ”, …. ecco cosa invece, avviene al cucciolo dell’uomo dal momento della nascita in poi, secondo le osservazione e gli studi dei suoi comportamenti riportati dall’“Introduzione alla Neurologia Infantile” (F.De Franco, Piccin ed. 1974.) -----------------------------------------------------------------Un accenno ai “Periodi Evolutivi” del Neonato e del bambino. I Periodo evolutivo: da 0 a 4 mesi e mezzo“Alla nascita le attività sensoriali sono imprecise, confuse (la sua maturità non supera il 27%).Il bambino è ambliopico, diplopico, ha un debole potere di accomodazione (ci vede male e doppio).Manca della capacità di discriminazione uditiva (sente, senza poterli ancora distinguere, i vari suoni).”

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“… le sensibilità interocettive ed esterocettive cutanee e mucose sono sviluppate specialmente nella zona buccale: ma le afferenze superficiali e interne mancano di localizzazione “spazio-temporale” (ad esempio: sente la sete, la sazietà, gli spasmi dei visceri, i dolori che arrivano dall’interno del suo corpo e i segnali che arrivano soprattutto dalla zona della bocca, ma non sa ancora, con precisione, né quando, né da dove arrivano)” e infatti:“L’osservazione del comportamento del lattante permette di rilevare le diverse modalità di apprendimento che egli già attua: compie movimenti di suzione a vuoto, movimento delle labbra e della lingua, succhia le dita, con le mani strofina le labbra o gli occhi, tocca disordinatamente il corpo, si copre la faccia, si palpa reciprocamente le mani (da inizio, insomma ad una sorta di sua sperimentazione, di auto - conoscenza e contemporaneamente di allenamento per migliorare la sua sensibilità percettiva.)”“Stimoli cutanei nocicettivi (che causano danno, dolore) determinano reazioni generali e locali.”“Presenta le prime reazioni circolari primarie (da subito inizio all’autonoma costruzione del suo “Schema Corporeo”, v. a pag. 31 ): l’effetto di un gesto “comporta la ripetizione di questo gesto per riprodurne l’effetto e sovente anche per variare l’effetto modificando il gesto… E’ una delle forme più precoci che sembra fondamentale per la costituzione dello schema corporeo” (Wallon).”“L’occasionale entrata di un suo arto nel campo visivo suscita nel bambino evidente sorpresa e un visibile sforzo di riconoscimento.”“Ciò avviene prima per gli arti superiori e poi per quelli inferiori; cosa che Wallon attribuisce al fatto che la mielinizzazione (la definitiva comparsa dell’isolante elettrico attorno alle fibre nervose) delle vie nervose deputate agli arti superiori avviene circa tre settimane prima di quella delle vie per gli arti inferiori.”“E’ importante la constatazione che in questo periodo si verifica un primo coordinamento fra l’attività motoria degli arti e la visione, perché il bambino porta gli arti nel proprio campo visivo per guardarli.”“Il lattante resta insensibile alle immagini formate nello specchio e vi fissa lo sguardo solo nel corso del 4° mese.Quindi queste prime esperienze, limitate al proprio spazio corporeo, si organizzano prevalentemente a) nello spazio interno (afferenze visceroricettive (tutte quelle sensazioni che arrivano dai suoi visceri: sete, sazietà, spasmi…) e propiocettive (quelle che arrivano dall’interno di tutto il suo corpo.)), b) nello spazio a contatto (spazio buccale e superficie cutanea).”“In questa età la bocca, che ha la sensibilità più fine e viene utilizzata più spesso per la sua funzione alimentare e i cui organi esplicano una attività più intensa, è la parte del corpo fonte di maggior esperienza, tanto che Stern definisce questa fase “periodo dello spazio buccale”.”“Però tutte queste esperienze non vengono incorporate in uno schema d’insieme ma rimangono isolate a compartimenti stagni (infatti è nella fase dell’“Io-Tutto”. Tutto è lui e tutto è contemporaneamente fuso in un quid, avvolto in un nebbia, impossibile da distinguere o catalogare, da sistemare in un luogo preciso della memoria dell’apprendimento, da riconoscere come Io-Tutto o come estraneo diverso ad una individualità che ancora non esiste, perché mai percepita prima come tale. E’ tutto confuso privo di una coscienza, impossibile prima del completamento del suo “Schema Corporeo”!) “Il bambino vive in un insieme di spazi eterogenei (che nondimeno ancora lui non può percepire come tali, v. l’Io-tutto a pag. 30. e per questo); né egli riconosce ancora le parti del corpo come proprie, ma le tratta come estranee ( “estranee” è perlomeno impreciso, visto che ancora non ha un “Io” ben definito dal quale distinguerle) come gli altri oggetti esterni, tra i quali si confondono.”“La percezione unificatrice del corpo non si realizza finché non si sviluppano la percezione dello spazio a distanza e la capacità di discriminare il proprio corpo dagli altri oggetti collocati nello spazio, cioè fin quando il bambino non è capace di stabilire e sperimentare relazioni esterne, di creare lo “spazio a distanza”.”“Per capire il valore di queste prime esperienze corporee, che il bambino fa in questo periodo, bisogna chiarire quali processi psicologici vi corrispondono (v.la fase dell’ “Io-Tutto” a pag. 30.)”“E’ ovvio che a questo primo apprendimento non corrisponde una vera attività percettiva, in quanto nella vita fetale e nei primi mesi di vita no v’è coscienza.Ma Piaget ammette che non occorre attendere che entri in funzione il pensiero simbolico (quello di cui è capace soltanto l’uomo) e che si sviluppi il linguaggio (v. “E’ tutto nel suo potere di astrazione la enorme forza del linguaggio” ) perché si possa parlare di coscienza e di intenzionalità.”“Nelle primissime fasi evolutive la percezione è preceduta dalla “apprensione” (Sullivan) o “recezione” (Spitz) o “quadri sensoriali e percettivi” (Piaget), dei quali rimangono delle tracce mnemoniche e quindi consentono l’esperienza compresa negli strati più arcaici della struttura della personalità (della quale ne sono la prima base, le fondamenta indelebili sulle quali si edificherà!).”II Periodo: da 4 mesi e mezzo a 8-9 mesi. “Questo periodo si caratterizza per l’inizio dell’apprendimento dello spazio a distanza e per le relazioni più precise con gli oggetti (e le persone) in esso contenuti.Gli strumenti che permettono questa conquista sono:1) L’organizzazione più progredita della motricità (periodo delle reazioni circolari secondarie “secondarie” perché i primi goffi tentativi accennati, come abbiamo appena detto, sono già avvenuti, infatti)

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consente comportamenti tendenti a ripetere, ritrovare quei gesti che prima hanno esercitato un’azione interessante sulle cose; sono (ora) atti ben coordinati e più precisi nello spazio che vengono svolti essenzialmente attraverso la prensione (il nostro neonato inizia a tentare di afferrare bene tutte le cose che gli capitano a tiro o che solerti i genitori gli porgono!) 2) La coordinazione visuo-motoria più evoluta che “permette l bambino di allargare in proporzione enorme la capacità di spazializzazione” (Quesne).3) La migliore percezione del proprio corpo in virtù di una maggiore precisione e potere di localizzazione della sensibilità proprio ed eterocettive (quella che percepisce gli stimoli interni e quelli che arrivano dall’esterno) e di una più intensa attività esplorativa, specialmente palpatoria. (…) a 6 mesi il bambino compie altri movimenti stereotipaci come dare morsi, mordicchiare, masticare; strofinarsi gli occhi e il naso, le orecchie; succhiare stoffa ed altri oggetti; afferrarsi le ginocchia; afferrare il piede e potarlo alla bocca; arricciarsi le orecchie e i capelli; battere la testa.4) Gli esercizi sensoriali: il bambino dedica molto tempo a guardare e ad ascoltare (l’assistente del Nido, nel quale è “parcheggiato”, che parla contemporaneamente con quindici bambini in media?).5) L’imitazione. In questa fase è “mimetismo affettivo” (Wallon), che porta alla “assimilazione del proprio corpo e dei propri gesti al corpo e ai gesti dell’altro”.

(…) Questi nuovi sviluppi danno inizio fra il 6° e 7° mese anzitutto alla distinzione del proprio corpo dallo spazio ambiente, alla capacità di porsi in relazione con gli oggetti e gli altri (“sensibilità di relazione”di Wallon); portano inoltre a un apprendimento dinamico degli oggetti circostanti (agire sugli oggetti e attenderne le azioni) ed infine ad una più precisa localizzazione delle parti del proprio corpo, senza che però si sia ancora realizzato uno schema corporeo unitario.III Periodo: dagli 8-9 mesi ai 18“In questa fase il bambino acquista nuovi strumenti che gli consentono una migliore esplorazione e sperimentazione dello spazio a distanza, che diviene non solo spazio sensoriale (visivo ed uditivo), ma anche spazio cinetico:--- stazione seduta (9 mesi),--- stazione eretta (11-12 mesi);--- deambulazione (13-14 mesi);--- prensione più fine e localizzata;--- inizio della comunicazione verbale.Questi mezzi gli consentono rapporti più intensi e precisi con le altre persone e con gli oggetti.Dopo i 12 mesi il bambino riconosce le varie parti del corpo dell’altro (pupazzi e persone) sul quale copie esercizi di palpazione dei vari organi (occhi, orecchie, naso, bocca, …), ripetendoli talvolta su se stesso.In questa fase anche l’imitazione dei gesti diviene più frequente.(Per inciso, c’è da chiedersi quanto tutto questo sia possibile per un bambino sistematicamente tolto dall’“Ambiente Madre” e “posteggiato” altrove!) Progredisce anche la conoscenza del proprio corpo: il bambino si palpa anche la testa e il collo, il ventre e gli organi genitali, ficca le dita nel naso.

Alcune condotte, che mirano a questa sperimentazione delle varie parti del proprio corpo e alla loro localizzazione, consistono in atti autoaggressivi e dolorosi (battere la testa contro il muro, mordersi le braccia, torcersi le dita, digrignare i denti).

Questa fase corrisponde agli stadi IV e V di Piaget, nei quali il bambino acquista la capacità di coordinare gli schemi secondari (v. i vari tentativi fatti per perfezionarli) e di applicarli alle nuove situazioni (tra gli 8-9 mesi e gli 11-12 mesi), dimostrando maggiore precisione e accomodazione nelle relazioni con lo spazio circostante.Ciò segna “l’inizio della permanenza delle cose, dei gruppi spaziali obbiettivi e della casualità spaziale e obbiettivata” (Piaget).Pertanto a 9 mesi è possibile la distinzione soggetto-oggetto e l’oggetto diviene permanente e indipendente (permanenza significa l’esistenza propria dell’oggetto; indipendente vuol dire che si separa dall’azione).Segue lo stadio delle “reazioni circolari terziarie” e della “scoperta dei mezzi nuovi mediante sperimentazione attiva” o stadio delle operazioni intellettuali concrete (11, 12 – 18 mesi).Questa fase è essenziale per la costituzione dello schema corporeo (v. a pag. 31) perché si realizza l’elaborazione di uno spazio pratico nel quale il bambino diviene elemento autonomo (decentrazione) e si ha l’organizzazione di una struttura spaziale dell’universo di “oggetti permanenti”, tra i quali si pone lo stesso corpo del bambino.(…) Pertanto in questo periodo con una ricca esperienza e con una più affinata coordinazione attiva delle esperienze stesse, il bambino quasi completa l’apprendimento concreto della propria realtà corporea e delle

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modalità relazionali con il mondo esterno, organizza il modello interno del proprio corpo indipendente e unitario, cioè integrandovi le sue varie parti e ne stabilisce i confini. E’ ancora uno schema percettivo senso-motorio; nelle fasi successive ne verrà elaborata la rappresentazione simbolica.”IV Periodo: dai 19 mesi a i 7-8 anni.In questa fase avviene il passaggio dall’intelligenza sensorio-motoria all’intelligenza operatoria (le operazioni sono azione interiorizzate o interiorizzabili “che presentano delle leggi di composizione che caratterizza la struttura nella sua totalità, in quanto sistema” (Piaget))Quindi questo può essere definito meglio periodo pre-operatorio e decorrere da 2 a 7/8 anni.Il bambino rielabora sul piano rappresentativo tutte le nozioni acquisite nel periodo dell’intelligenza senso-motoria.Già tra 18 e 24 mesi egli ha costituito un “universo solido di oggetti coordinati che comprende tra gli altri il suo corpo” (Piaget). Il corpo vi si muove in maniera diversa e con movimenti complessi. Però la rappresentazione dello spazio e del proprio corpo ha ancora carattere topologico (la rappresentazione è ancora legata allo spazio come luogo e come forma precostituita; è così costretta ancora in limiti soltanto fisici - ben segnati dall’esperienze -, topografici.)A 21 mesi il bambino è capace di indicare 5 parti del corpo su un pupazzo (Brunet-Lézine); a 3 anni ha il senso di posizione ed è capace di stabilire una direzione nello spazio e rispetto al proprio corpo (quell’oggetto è di fronte, di dietro, di fianco a lui…) (Berges); a 5 anni si sviluppa “l’acquisizione della gnosia (conoscenza, riconoscimento) della forma per controllo visivo”(…). Nel periodo precedente, il bambino, pur possedendo un modello interno dello schema corporeo, era incapace di proiettarlo attraverso il disegno o la ricostruzione di un pupazzo (aprassia costruttiva fisiologica).Tra i 4-5 anni, invece, ricostruisce, seppure in maniera non del tutto corretta, l’omino del puzzle e ricompone con i vari pezzi il volto umano.L’imitazione dei gesti che “rappresenta una sequenza motoria organizzata nel tempo e nello spazio”, non è possibile prima della seconda metà del secondo anno e rispetta questa sequenza evolutiva nella topografia corporea: bucco-cefalica, manipolatorio, posturo-locomotrice, fonetica. Dai 18 ai 24 mesi l’imitazione tende a divenire rappresentazione: infatti il bambinocompie imitazioni differite, riesce ad imitare molti modelli nuovi, anche figurati (foto, illustrazioni).(…) Tutto ciò indica che alla fine di questo periodo il bambino ha acquisito la capacità della rappresentazione figurativa del proprio corpo.Distinguiamo questo periodo: Il progressivo sviluppo dei rapporti proiettivi ed euclidei dello spazio per cui lo schema corporeo acquista volume, forma e dimensioni reali.1) L’interiorizzazione e il raggruppamento delle azioni in sistemi coerenti e reversibili.2) La temporalità definitiva con distinzione tra presente, passato e avvenire.Ciò consente l’esatta localizzazione e il controllo segmentarlo del proprio corpo, la sua presa di coscienza globale come un insieme organizzato, coerente e suscettibile di spostamenti e infine, la presa di coscienza fra “spazio cinetico” e “spazio obbiettivo”.Questo processo evolutivo si completa molto tardi: “il vero “Schema Corporeo” non si stabilisce realmente che a partire dal momento in cui l’individuo è capace di un’attività simbolica. Questa nozione di un vero “io” apparirebbe dunque relativamente tardi nello sviluppo del fanciullo e noi siamo d’accordo di situarlo molto ipoteticamente attorno al decimo anno”. (Wallon) -------------------------------------------------

E’ letteralmente questo: il “sistema educativo” al quale il nostro cucciolo è immediatamente sottoposto! Così, ecco:La testimonianza del pensiero di un contemporaneo di Schrodinger.E’ Scheler (1916) e poi c’è quella di Rousseau, di Kant, di Pascal, del poeta T.S. Eliot e Bernhard (tutti qui citati dallo psicologo Aldo Carotenuto): “Scheler (1916) individua le due strade, contrapposte, che la civiltà ha battuto per evitare ed eliminare il dolore e la sofferenza: una è la lotta attiva esterna contro le cause oggettive, naturali o sociali del dolore, quella resistenza contro il male adottata dalla civiltà occidentale attivo-eroica.L’eroe dell’Occidente si industria per sconfiggere il male (la sofferenza, la malattia) attraverso la conquista tecnologica, il superamento delle condizioni naturali, l’opera di civilizzazione, lo sviluppo della medicina, lo sfruttamento delle risorse per migliorare le condizioni di vita.

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Senonché, come affermano Rousseau e Kant, la civiltà sembra provocare sofferenze maggiori di quante ne riesca ad attenuare. L’aumentato livello di benessere ha prezzi enormi per più dei due terzi della popolazione umana. E d’altro canto, le nuove fonti di piacere e gioia di cui beneficia il terzo restante dell’umanità incidono solo sugli strati più superficiali del sentimento, lasciando inappagate le esigenze più profonde e originarie dell’uomo.La seconda strada (…) è la concezione illuminata del buddhismo (…) “non resistere al male” (…) la sopportazione eroica della sofferenza e la non-resistenza al male sono divenute chiave universale di comprensione dell’ideale religioso, (…).(…) Gli sviluppi più recenti del progresso scientifico e tecnologico hanno incominciato a suscitare qualche apprensione negli stessi scienziati (…) timori che, si badi bene, si diffondono proprio là dove tutto è organizzato perfettamente, e dove, grazie a un’ampia strategia di mercato, sembra che non manchi niente. E poi perché nei paesi sviluppati cresce il numero dei suicidi giovanili? Perché ci si rifiuta di mettere al mondo un figlio?Cos’è che non va, che manca?(…) La pretesa totalitaria del pensiero scientifico è nelle vicinanze di un limite inquietante e minaccioso: essa produce ai suoi margini un disorientamento riguardo all’esistenza nella sua totalità. Nascono la paura, lo scetticismo, la sensazione incombente che non sia alla fine nulla su cui fondare la propria fiducia. Scriveva Pascal: “Bruciamo dal desiderio di trovare un fondamento solido e una base ultima e duratura per costruirvi sopra una torre che s’innalzi all’infinito. Ma tutto il nostro fondamento crolla, e la terra si apre fino agli abissi.” (“Pensieri”, framm. 72)(…) Da questo disorientamento sorge l’esperienza, così peculiare al nostro tempo, del nulla. Un’esperienza indicibile che corrode le fondamenta della nostra appartenenza al mondo in maniera indecifrabile e oscura tanto è vero che proprio nel momento in cui gli individui fanno questa esperienza si sottraggono ad essa, rifugiandosi nella realtà positiva dell’affaccendarsi quotidiano. Mai come oggi assistiamo alla tragica necessità di riempire il tempo di impegni professionali, di divertimenti, di “esperienze”, di “sensazioni”, per cercare di colmare questo vuoto che si apre inquietante alla base del nostro esistere. (…). In tale sensazione di negazione e di rimozione , sono i poeti e i pensatori che testimoniano di questa esperienza fondamentale del nostro tempo (...) continuo e disperato è il compito di confrontarsi e di elaborare l’angoscia dinanzi all’esperienza del nulla. T.S. Eliot, nei « Four Quartets »(1944)(...):“O buio, buio, buio. Tutti vanno verso il buio, / i vuoti spazi interstellari, il vuoto verso il vuoto,/i capitani, i banchieri, gli eminenti letterati,/ i generosi mecenati dell’arte, gli statisti e i sovrani,/distinti impiegati statali, presidenti di molti comitati,/ industriali e piccoli mediatori, tutti vanno verso il buio./ E’ buio il sole e la luna, e l’almanacco di Gotha./ E la gazzetta della borsa, e il consigliere dei direttori,/ e freddo il sentimento e perduto il motivo dell’azione./ E noi tutti andiamo insieme a loro, nel silenzioso funerale, / funerale di nessuno, perché non c’è nessuno da seppellire.”Il tempo ci destina ad un radicale ridimensionamento ed ecco che si apre l’abisso della depressione, oppure una ristrutturazione della personalità sulla base di nuove comprensioni di un’umile sottomissione al compito che il tempo svolge in noi malgrado la recalcitrante volontà di potenza e di espansione. Non ci sono più compiti e possibilità infinite, ma scrive Bernhard: “(...) ci sono solo via via contenuti individuali che, seguendosi a catena, formano la “vena principale della vita” (1969,53).” (A.Carotenuto, “Le Lacrime del Male”, Ed. Bompiani, pag. 11-14)

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BIO-PSICO-SOCIOLOGIA DI HENRY LABORIT Si ricava dall’attenta lettura del “Piccolo Manuale Breve” che inizia a pag. 28 -----------------------------------------CERVELLO Definizione: “La parte anteriore del sistema nervoso centrale, posta davanti il midollo spinale, costituita da cinque parti fondamentali: telencefalo (emisferi cerebrali), diencefalo (che comprende talamo, ipotalamo, epitalamo, ipofisi ed epifisi), mesencefalo, mesencefalo (che comprende il cervelletto e parte del midollo allungato; ha diverse funzioni: raccolta ed elaborazione degli stimoli sensoriali

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provenienti dagli organi di senso, invio agli organi delle risposte agli stimoli, coordinamento delle attività svolte dai diversi centri nervosi.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani ,ed.) Già la definizione dovrebbero dare un’idea, anche se solo sintetica e approssimativa, di tutto quello che di stupendo e prezioso, - e quindi, delle potenzialità immense - che naturalmente possiede grazie al suo cervello ogni bambino che nasce. Sono per tutti i neonati, perché prescindono dalla razza, dal colore della pelle, e dal luogo di nascita.Inoltre, com’è noto, con la comparsa dell’Homo sapiens sapiens l’evoluzione biologica della specie umana si è fermata. Ma, invece:1) E IL CERVELLO E’ ORMAI, L’UNICO “RAMO VERDE” DELL’ ORGANISMO UMANO.“E’ certo ormai che l’unico organo del nostro corpo che continua ad evolversi è il Cervello. Che è quindi l’ultimo “ramo verde”…” (J.C.Eccles). La sua spinta evolutiva ha subito proprio negli ultimi anni un’accelerazione progressiva a dir poco straordinaria, che è, com’è stato detto, inarrestabile. Alla iniziale “lentezza” evolutiva e di sviluppo infatti, (v. i milioni di anni che, all’inizio, sono stati necessari alla Umanità per il passaggio da un’Era all’altra…) si è poi, sempre più rapidamente, sostituita una sorta di tumultuosa evoluzione, sotto la spinta dell’ormai enorme quantità degli stimoli-informazione dallo stesso cervello dell’uomo creati e prodotti e divulgati ormai in quantità enormi e sempre crescenti, incalcolabili. E con una velocità di trasmissione che è ora, vicinissima, ai fatidici trecentomila chilometri al secondo della luce.Così che per noi genitori, il problema (è già e) sarà, sempre più complicato nel tempo: “Come poter attivamente partecipare per ricevere, accettare e seguire “informazioni”, conoscerle per riuscire a controllarle, selezionarle per poi, “modularle”, scegliere tutte quelle valide e le verità, assolutamente necessarie allo sviluppo evolutivo, armonioso del proprio bambino, etc.” Un compito immane. Impossibile da portare a termine fino in fondo. Ma è chiaro che tutto questo: il suo compito, malgrado quanto è stato fino ad ora affermato, il genitore degno cercherà di esaudire. Sentirà il dovere assoluto di continuare a farlo, soltanto quel genitore che ha deciso di partecipare e quindi, partecipa in prima persona, al “meraviglioso compito” di allevare fin dalla nascita il proprio bambino per salvarlo a qualsiasi costo dalle definitive manipolazioni della sua personalità. e permettergli invece uno sviluppo armonioso e fondamentalmente libero. Infatti: 2) “IL CERVELLO SI NUTRE DI STIMOLI.” E’ solo grazie alla loro azione che il cervello del nostro bambino cresce, si struttura e resta in vita. Poiché ogni stimolo che raggiunge il suo cervello lo “attiva”. Lo informa (leggi: lo “mette in forma”). Gli cambia la struttura anatomica. E’ solo per l’azione specifica di ogni singolo stimolo che nel cervello vengono sintetizzate particolari proteine, specifiche. E’ così che nasce la “Memoria dell’Apprendimento” e quella del “Sistema Immunologico”, che è poi la stessa!, perché la memoria è una sola sia che debba registrare il ricordo di un racconto o quello della forma degli anticorpi dopo una vaccinazione! E’ anche proprio così che si “colma l’inconscio”, mentre si sviluppa il cervello che , se si è fortunati, avviene in un ambiente socio-culturale ricco, vario, stimolante, armonioso e soprattutto sereno, “a misura d’uomo”… E’ così che “cresce la materia grigia”, la corteccia cerebrale (leggi: grazie all’enorme sviluppo delle connessioni tra neuroni come particolari “linee telefoniche” che si formano e si attivano e aumentano vertiginosamente di numero sotto l’azione continua di stimoli-informazione che raggiungono i vari neuroni, e da questi sono poi trasmessi anche a distanza. Per connettersi insieme in una enorme “rete di comunicazioni”, dal potenziale di un milione di miliardi di connessioni “sinaptiche”.) E’ così che, con la sua spinta in espansione, l’“informazione” facendo crescere fisicamente la corteccia cerebrale, plasma la forma del cranio nelle sue zone “fronto-parietali” specialmente. E’ proprio la fronte - comunemente considerata la sede dell’intelligenza - che così diventa sempre più “alta e spaziosa”! E’ così che in proporzione aumenta il “potere associativo” del cervello del piccolo cucciolo e poi, si conserva.Alla nascita il cranio del bambino è solo “un sesto” della grandezza che raggiungerà da adulto. Ma a dimostrazione della sua precoce capacità di apprendimento e del vertiginoso sviluppo del suo cervello (leggi: soprattutto della “mielinizzazione” delle fibre neurali), nei primi tre mesi di vita extrauterina, quando la moltiplicazione cellulare è ancora velocissima (quando cioè, l’apprendimento è ancora fondamentale per la naturale sopravvivenza nel nuovo ambiente) esso “raddoppia” il suo peso. (v. “Apprendimento”) Ed è sempre grazie agli stimoli-informazione che vengono prodotti che, prima si “struttura” e poi, si mantiene in vita quel milione di miliardi di connessioni sinaptiche che è attualmente il massimo (teorico) dello sviluppo possibile della “potenza associativa” del cervello di ogni bambino. Sono gli stimoli-informazione che nascono, (ma solo quelli chimici “ormonali”) durante la gravidanza, nel “Primo Ambiente”, nell’utero Materno e poi, quelli dopo il parto, nell’“Ambiente-Madre” e nella “Nicchia-ecologica”, in quello socio-culturale nel quale, vigile e possessiva, la Madre gli permette di vivere.

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Molti dei bambini civili-occidentali del terzo millennio sono letteralmente figli di una “Cooperativa”Oltre quella “naturale” degli “altri”: i presenti nella nicchia ambientale, la prima cooperazione: determinante, perché preponderante! è quella di tutti gli “estranei” che lo ricevono in custodia cinque giorni alla settimana, per circa otto ore al giorno in media. Sono le ore del mattino e del giorno. Quando nel bambino è certamente più alto il livello di attenzione e quindi, di capacità di apprendimento. Così com’è certamente “inferiore”, perché serale e notturna sarà la cooperazione dei suoi genitori, che per giunta preferiscono farsi anche aiutare dalla “baby-sitter meno costosa del mondo”: la Televisione (R. Dulbecco)! Continueremo ancora a credere - soltanto perché lo abbiamo concepito e generato - che quello che è letteralmente: il “Figlio di una Cooperativa” sia invece, il nostro bambino? (…) Malgrado una volta cresciuto, siamo spesso costretti ad ammettere che il suo, per noi incomprensibile modo di comportarsi, di ragionare, di vestire, di scegliere, di decidere…sia ogni volta sempre più “sorprendente”? Magari migliore delle nostre più rosee aspettative? E tuttavia, … e per lo meno: “strano”?, perché comunque lontano dal nostro essere, dal nostro sentire?Irriconoscibile? Perché nessuno di noi si riconosce in lui, salvo che nella somiglianza fisica? Ma non certamente nel suo modo di essere? Allora passeremo la vita a chiederci:“Ma da chi avrà preso?”“Ma chi gli ha insegnato tutte queste cose? 3) IL CERVELLO E’ GIOVANISSIMO. E’ NATO SOLO DIECI MILIONI DI ANNI FA. E’ QUINDI, UN “NEONATO”.Paragonato alla Terra che è nata miliardi e miliardi di anni fa (circa 10 miliardi), al confronto il cervello dell’uomo è giovanissimo (ha circa solo dieci milioni di anni…).E’solo all’inizio della sua storia, di quella della Umanità.“Mi piace immaginare me stesso come uno spirito spogliato dal corpo, che osserva il Pianeta Terra nella sua iniziale esistenza prebiotica, governata dalle leggi della fisica e della chimica inorganica. Comparve poi misteriosamente e con discrezione, circa 3,6 miliardi di anni fa, l’origine della vita e gli inimmaginabili lenti processi biologici della creazione dei nucleotidi e delle proteine con gli sviluppi biochimici dei codici genetici, le mutazioni e la selezione naturale.” (J.C.Eccles) “La creatività biologica che venne scatenata da questi processi era oltre ogni immaginazione; la generazione di un numero incalcolabile di specie biologiche con il loro sviluppo e l’eventuale estinzione.” (Mayr, 1963,1982; Simpson,1964.)Ed Eccles continua affermando che nemmeno come biologo evoluzionista, se fosse stato presente all’inizio dell’evento e ancora dopo, avrebbe potuto immaginare: “questo avvenimento supremo neanche nel suo iniziale delinearsi!” E poi continua parlando di quello strabiliante evento, che ci piace ricordare come:L’improvvisa “apertura” della “Finestra di Eccles”:“Possiamo supporre che, per un breve periodo dell’evoluzione biologica, si aprì una finestra sul futuro quando la linea degli ominidi si separò attraverso l’evoluzione da Austrolopithecus a Homo. Senza dubbio in questa apertura creativa devono essersi verificate le transizioni più complesse attraverso Aegytopithecus, Ramopithecus e Dryopithecus. Tutto ciò che possiamo supporre è che la “finestra” si aprì una volta soltanto. E’ improbabile che ora e in futuro alcuni pomfidi possano dare origine a una nuova linea evolutiva che sia in competizione o addirittura superi la linea ominide. Se non fosse per il meraviglioso processo degli ominidi, il Pianeta Terra avrebbe continuato all’infinito la sua cosiddetta “infestazione” biologica. Questo è estremamente meraviglioso in se stesso, ma sarebbe stato per sempre un processo concettuale morto, un’oscurità continua senza alcun barlume della illuminazione trascendente, senza il significato dato dall’evoluzione culturale dell’autocoscienza con la creazione di Homo sapiens sapiens.” (J.C.Eccles, “Evoluzione del Cervello e Creazione dell’Io”. Armando Ed.1989.) Da questa bella pagina si apprende come prima cosa che la fine del periodo prebiotico sulla Terra e la comparsa, la nascita della vita è presumibilmente databile a 3,6 miliardi di anni fa.Secondo, che quindi, al confronto, la nascita dell’uomo è recentissima: solo 10 milioni di anni! E che successe, avvenne quando: “… la linea degli ominidi si separò attraverso l’evoluzione da Australopithecus a Homo…” fino all’attuale Homo sapiens sapiens. E che ciò avvenne quando si aprì per quell’unica meravigliosa volta la “Finestra di Eccles”!4) L’ASIMMETRIA DEL CERVELLO.I DUE EMISFERI CEREBRALI.

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Ci sono voluti miliardi di anni e di “combinazioni” di DNA perché si manifestasse nell’uomo il miracolo di un “Cervello Asimmetrico”.“Era difficile definire quali cambiamenti del cervello potessero spiegare il successo degli ominidi; ora una prospettiva eccitante è quella di comprendere l’evoluzione degli ominidi in termini di asimmetria cerebrale.” (J.C.Eccles.)Quindi anche se il linguaggio determina la differenza qualitativa tra l’uomo e tutti gli altri animali non è la causa (anche se i centri del linguaggio sono tutti esclusivamente nell’emisfero sinistro del nostro cervello) dell’asimmetria cerebrale che a sua volta ha permesso la “nascita” dell’uomo, anzi…:“Il grande successo degli ominidi è stato assicurato dalla strategia delle asimmetrie funzionali che ha praticamente raddoppiato le capacità del cervello.” (Levy,1997). La “vecchia” neocorteccia ha mantenuto simmetriche le sue funzioni sensoriali.” Tutti gli organi di senso hanno i loro “centri” nervosi in entrambi gli emisferi cerebrali. Sentiamo, vediamo, udiamo, ci muoviamo… così come fanno le Scimmie, nostri antenati, per l’azione simmetrica di entrambi gli emisferi. Ma “ in più” nell’uomo è successo che:5) E’ LA COMPARSA DELLA NEO-NEOCORTECCIA L’ASSOLUTA “NOVITA’”. “Così grazie al “trucco” dell’asimmetria l’ampliamento della neo-neocorteccia può essere ottenuto anche senza i rischi del parto legati ad un sovradimensionamento della testa.” (J.C.Eccles) E’ già al limite massimo di crescita possibile la testa dei nuovi neonati, compatibilmente con le dimensioni del bacino materno e del canale del parto? Ma il cranio continua la sua crescita sotto la spinta evolutiva del cervello. E’ forse per questo che si verificano sempre più frequentemente gravidanze di durata inferiore ai nove mesi?“Tobias (1981) ha dimostrato basandosi su dati di ostretricia la necessità di questa progressiva diminuzione della durata della gravidanza…” (J.C.Eccles) Ma fino a quando questo espediente naturale reggerà?Il cervello è l’unico “ramo verde” dell’organismo umano che continua a crescere evolvendosi.La testa dei neonati, sotto la sua spinta, non potrà che continuare a crescere.Saranno concepiti un giorno figli così mostruosi da non poter essere più contenuti nel bacino materno e tanto meno essere partoriti per vie naturali?Sarà questa la causa della fine “fisica” della specie? ( O soltanto un altro mezzo della Selezione Naturale?) Ma è necessario tornare alla Neo-neocorteccia Cerebrale.E’ la sua improvvisa comparsa che ha determinato la “creazione” dell’uomo!E l’asimmetria cerebrale ne è stata solo la conseguenza necessaria. Infatti:“Noi siamo testimoni di un fenomeno evolutivo dei più straordinari. Una modificazione evolutiva di solito avviene con lo sviluppo di strutture già esistenti, forse con una differente ma correlata funzione. Sembra che per le aree 39 e 40 sia stato diverso; esse si espansero come una inflorescenza oltre il margine superiore del lobo temporale superiore ed in un tempo incredibilmente veloce in termini evolutivi, spingendo posteriormente le aree visive in una zona situata principalmente sul versante mediale del lobo occipitale.” (Tobias, Holloway, 1983.)“(…) le aree 39 e 40 sono le sole nuove strutture apparse nel corso dell’evoluzione del cervello umano. (…).” (Geschwind,1965). L’area 39 è situata in quella di Werniche, che è la zona dell’aspetto “ideativo” dei nostri discorsi dove “vediamo le parole prima di pronunciarle”.Mentre l’area 40 è nel “centro anteriore” del linguaggio di Broca, il quale ha funzioni soprattutto motorie. Come quella di “fonazione” (controlla i movimenti dei muscoli che fanno chiudere o aprire le corde vocali, quelli che fanno emettere il fiato…) e di scrittura (controlla i movimenti del braccio e della mano per permetterci di scrivere…). Le due aree 39 e 40 fanno parte della Neo-neocorteccia. All’inizio sono state da sole tutta la Neo-neocorteccia che l’uomo aveva.)6) LE CINQUE PECULIARIETA’ DELLA NEO-NEOCORTECCIA SECONDO J.C.ECCLES:1)E’ solo degli ominidi nei quali è comparsa per ultima nell’evoluzione della specie (v. la Filogenesi).2) Completa la sua mielinizazzione per ultima (v. l’Ontogenesi). Per ultima forma ramificazioni emettendo i suoi dendriti stabilendo così collegamenti anche a notevoli distanze e “connessioni sinaptiche”. E ciò avviene (inizialmente ma non definitivamente) poco prima della pubertà.(Così questo “prepubere” è il periodo estremamente utile per scoprire le propensioni del cervello del bambino. Che una volta mostratesi possono essere esaltate e di molto potenziate con la “pratica”. Sono anche la dimostrazione dell’esistenza di processi “trofici” nel cervello giovanile dei bambini. (In parole più semplici nel periodo prepubere il cervello non solo continua ancora a strutturarsi, ma cosa molto importante per i genitori, quello è proprio il momento in cui mostra le sue “propensioni”.

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Ma purtroppo, ma è stato già detto, la maggior parte dei genitori è totalmente assorbita, impegnata nell’inderogabile compito di “produrre”. E la Scuola alla quale per tutto questo, il bambino è stato affidato, non è certo “attrezzata” per svolgere un simile compito… anche perché è stata trasformata in un’azienda commerciale. (*) (*)Mentre per il piccolo Mozart ci fu un padre che invece… IL CASO MOZART:“Già dai primi anni di vita il suo cervello rivelava un’estrema propensione per la musica; un fatto subito compreso dal padre. Sotto un’incessante educazione musicale i neuroni della neo-neocorteccia avrebbero subito una riorganizzazione durante l’età prepuberale. Il più grande cervello musicale di tutti i tempi si sarebbe creato in questo modo.” (J.C.Eccles).3) Possiede una asimmetria e così a sinistra ha i “Centri del Linguaggio” della matematica, della musica, solo come tecnica strumentale, mentre a destra ha compiti visuo-spaziali e musicali. La corteccia cerebrale:1)Nei bambini resta “plastica”, nel senso che in casi di lesioni cerebrali di un emisfero, riesce a trasferire le stesse sue funzioni sull’emisfero rimasto integro.2) “L’attivazione della neoneocorteccia è associata ad un vasto repertorio di attività gnostiche, coscienza e autocoscienza, pensiero, memoria, sentimenti, immaginazione e creatività.”Ma come funziona tanta meraviglia?7) MA CHE COSA SANNO FARE ALLORA, INSIEME E POI SINGOLARMENTE QUESTI DUE EMISFERI CEREBRALI?“La natura delle funzioni che le due metà del cervello sono in grado di svolgere sembra suggerire che esse siano logicamente incompatibili.L’emisfero destro sintetizza a livello spaziale, quello sinistro analizza a livello temporale.L’emisfero destro nota somiglianze spaziali, non concettuali, l’opposto fa l’emisfero sinistro. Il primo (il destro) percepisce la forma, il sinistro i dettagli.Il destro codifica le informazioni sensoriali sotto forma di immagini, l’emisfero sinistro sotto forma di descrizione linguistica.L’emisfero destro manca di un analizzatore fonologico; quello sinistro manca del sintetizzatore di forma.” (Jerry Levy, 1974) “Sperry (1982) si concentra sulla capacità dell’emisfero destro il quale prima dei suoi studi è stato sempre considerato relativamente “ritardato”. (J.C.Eccles).8) E QUEL RITARDATO DEL CERVELLO DESTRO…? … DEL QUALE, DALL’ASILO NIDO ALL’UNIVERSITA’, LE ISTITUZIONI, NE INIZIANO E POI, NE PORTANO A TERMINE LA “CASTRAZIONE”, PERCHE’, PER QUALSIASI DOMINANTE O PADRONE , E’ “INAFFIDABILE”, MENTRE, PER QUALSIASI SERVO, E’ CERTAMENTE “INUTILE E SUPERFLUO” RIUSCIRE A CONSERVARLO INTEGRO!“Le peculiarità dell’emisfero destro risiedono nella sua natura non verbale, non matematica e non sequenziale. Sono evidentemente di tipo spaziale ed iconico.Gli esempi includono il riconoscimento dei volti, l’inclusione di disegni in schemi più vasti, la capacità di evincere il diametro di un cerchio da un arco di esso, la descrizione ed il ricordo di forme non descritte, la trasformazione spaziale mentale, la distinzione di accordi musicali, il raggruppamento di oggetti di diverse dimensioni e forme in categorie, la percezione del tutto fra le parti e la capacità di percepire intuitivamente e di cogliere dei principi di geometria.” (Sperry 1982) E allora dopo questa descrizione dell’emisfero destro è possibile affermare come fa Eccles che, L’Io sia contenuto ed esclusivamente posseduto nel solo nostro emisfero sinistro! (?) Da anni ormai – ma ora è possibile immaginarne il vero perché - fior di scienziati (Crik, Dennet, Edelmann, Penrose, Searl…) si sono concentrati sul problema: “La coscienza come problema biologico”: ovvero scoprire quale è la sede esatta nell’uomo della sua “coscienza” e quali sono i mezzi impiegati (le particolari vie nervose) e le strutture da essa utilizzate, del cervello. Ovviamente essi non sono d’accordo su niente e quindi nemmeno con l’affermazione del religioso Eccles, a proposito della sede dell’Io (fuori dal corpo).Ma continuando con le informazioni sul cervello, ecco, sicuramente in omaggio alla Donna, un quadretto che ritrae l’impossibilità “fisica” della tanto ambita eguaglianza tra i due sessi:

9) “VIENE FUORI CHE LE DONNE HANNO ANCHE UN LORO ”PARTICOLARE” CERVELLO ESCLUSIVO CHE, RENDE IMPOSSIBILE L’EGUAGLIANZA FRA I DUE SESSI.”Per sostenere fino in fondo una simile affermazione è necessario partire dal concepimento. Dalla fusione dei due gameti.E’al momento del concepimento, infatti, che è stabilito il sesso dell’individuo.Com’è stato già detto, ogni genitore ha nel suo gamete (ovulo materno e spermatozoo paterno) 23 cromosomi uno solo dei quali è determinante per stabilire il sesso del bambino che nascerà. E’ il “cromosoma sessuale”.

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Il quale nella Donna poiché è doppio, è di sempre due “X” (XX) mentre nel maschio ci sono un “X” e una “Y” (XY). Ella allora, fornisce con il suo gamete (ovulo) sempre un X mentre il maschio può contribuire con un cromosoma X oppure con un Y (contenuti nei suoi spermatozoi).Se la combinazione sarà XX si avrà una femmina. Se sarà invece XY nascerà un maschio. (E’ quindi il genitore maschio, è il padre che determina il sesso del suo bambino.)Bisogna attendere fin dopo la nona settimana di sviluppo dell’embrione per notare la comparsa delle gonadi (le ghiandole sessuali).E sono i geni situati sul cromosoma sessuale “Y” che determinano la secrezione di una particolare proteina di membrana chiamata: “antigene HY” (Jost, 1979) che aderisce alle gonadi e le stimola a diventare testicoli. Se questa proteina non è presente perché non c’è la “Y”; o i suoi geni non “funzionano”; o non ci sono le gonadi… ( in queste condizioni patologiche ) l’embrione resta comunque una femmina. Non necessariamente completamente anche nel fisico. E quindi, nel suo aspetto morfologico!?Una volta che grazie all’azione della proteina HY, dalle gonadi si sono formati i testicoli, essi cominciano a secernere gli ormoni (testosterone) che mascolinizzano il Sistema Riproduttivo e quello Nervoso del maschio. Così oltre alle evidenti differenze degli organi sessuali, esistono ancora almeno due importanti differenze anatomiche del Sistema Nervoso (leggi: del Cervello). Differenze che rendono per lo meno improbabile, se non impossibile la cosiddetta “Eguaglianza tra i due Sessi”. Poiché certamente oltre a quella morfologica, esiste anche differenza funzionale, e quella comportamentale.10) DIFFERENZE ANATOMICHE ACCERTATE, RIFERITE AL CERVELLO, TRA I DUE SESSI.1) La prima è nel “Corpo Calloso”:“ (…) il grosso fascio di fibre che collega l’emisfero destro a quello sinistro. La porzione posteriore di tale fascio appare molto più ampia ed estesa nella femmina. Tale differenza può essere notata nell’encefalo fetale alla ventiseiesima settimana di gestazione .”(Lacoste, Utmasing,, Holloway e Woodward, 1982. Floyd E. Bloom, Arlyne Lazerson, “Il Cervello, la Mente, il Comportamento”, Ciba-Geigy Ed. 1990).Differenza che determina una maggiore possibilità di collegamento tra i due emisferi cerebrali e spiega la possibilità di conservare da parte della Donna, un maggiore costante equilibrio tra i due emisferi tanto diversi e particolari.2) La seconda è un’altra differenza anatomica “quantificabile”. Riguarda il “Planum Temporale” che è la superficie superiore del lobo temporale.Una zona che si trova proprio sopra la zona di Werniche (il centro della capacità ideativa del discorso.) . Alla maggiore estensione del Planum (nell’emisfero sinistro) dovrebbe poter essere attribuita la caratteristica della Donna: una “chiaccherona” dalla “relativa fluenza verbale…” Lo studio inoltre, di “anomalie” dei cromosomi sessuali ha permesso in modo indiretto quindi, quanto questi siano capaci di influenzare la differenziazione dell’encefalo nell’uomo e nella Donna. (v. La sindrome di Turner, quella di Klinefelter e l’Ipogomadismo idiopatico ipogonadrotropo.).11) ACCENNI DI BIOCHIMICA-COMPORTAMENTALE:Le particolarità e differenze anatomiche sopraddette, sono causa, di:A) DIFFERENZE COMPORTAMENTALI TRA I DUE SESSI.1) La prima particolarità: riguarda l’“aggressività” che è maggiore nei maschi. (In qualsiasi popolo ed in qualsiasi cultura. E’ già presente nella fase iniziale dello sviluppo.)E’ la esposizione prenatale all’azione degli ormoni androgeni (testosterone) ad aumentare l’aggressività del maschio. (v. La proteina “HY” che fin dalla sesta settimana di vita intrauterina, trasforma le gonadi in testicoli inducendo nel maschio la secrezione degli ormoni androgeni…).I maschi inoltre presentano nel loro cervello una minore concentrazione di serotonina (che può essere, a grandi linee, considerato l’ormone della “tranquillità”.) La serotonina è un neuro-trasmettitore implicato nella depressione. La sua scarsità o mancanza ne è la causa principale. Così la famosa pillola (sciroppo) della felicità il “Prozac” agisce proprio allungando il tempo della sua permanenza in circolo e di azione, prima di essere neutralizzata.). Inoltre, nel maschio è stato riscontrato in circolo un tasso più alto di adrenalina e noradrenalina. (“ormoni” con un marcata azione, di eccitamento della “vigilanza” e quindi dell’eccitabilità.). Sono entrambi prodotti dalla ghiandola “midollare del surrene”. Nondimeno:B) L’AGGRESSIVITA’ DELL’UOMO NON PUO’ ESSERE PARAGONATA A QUELLA DEGLI ANIMALI. (v. anche “Aggressività” su questo Vocabolario)Negli animali maschi, infatti, è sempre presente una sorta di “autoaffermazione aggressiva” che si esprime soprattutto nei riguardi degli altri maschi della stessa specie.Nell’uomo sembrerebbe, invece, che: “Il problema con la nostra specie non risiede in una overdose di “autoaffermazione aggressiva”, ma in un eccesso di devozione autotrascendente che si manifesta in una cieca ubbidienza e fedeltà verso il Re, il Paese o una Causa…

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Una delle caratteristiche fondamentali del destino dell’uomo è questa enorme capacità e bisogno di identificarsi con un gruppo sociale e/o sistema di credo che è indifferente al proprio interesse e persino al bisogno di “autoconservazione”. (Arthur Koestler)“E’ dunque questa la comune “forma mentale” dell’uomo? Essa inizia ad essere strutturata dagli “automatismi imposti” dall’educazione scolastica. Da quel metodo-sistema al quale abbiamo già accennato, che tende a livellare, omologare, negare ogni individualità, incanalando o “impedendo la nascita dei centri della fantasia”, opprimendo, la libera creatività… e il senso di doverla assolutamente affermare per sé e per gli altri!Perché per la socio-cultura dominante è vitale informare, “mettere in forma” il cervello secondo un ordine conforme, a tutto e a qualunque costo, soprattutto a prezzo della Libertà individuale di scelta! Lo scopo è:“Assemblare coscienze”. Strutturare personalità qualitativamente equivalenti. Individui che, precondizionati, siano prevedibili nei loro comportamenti e quindi valutabili a priori sia nell’ipotetico rendimento, che nei loro “gusti”! Così, computabili siano assolutamente, le loro esigenze, i desideri indotti e le loro “domande” (di mercato). Allora sarà per tutti:“Una sola unica “Monocultura della Mente”?(E’ esattamente, la stessa logica che è applicata in agricoltura, alle “monoculture”!)

12) LE MONOCULTURE (DELL’ANIMA). Una sola pianta, sempre la stessa per migliaia e migliaia di ettari. Una intera piantagione fatta di un solo albero. Del quale se ne conoscano tutte le potenzialità. In modo da potere, saper calcolare in anticipo il valore della sua produzione. Pronti ad intervenire affinché tutto vada secondo i calcoli e le scientifiche previsioni. In pratica essere informati sempre in qualunque momento, di che cosa stia succedendo. Ridurre a zero le probabilità di imprevisti… Per la tranquillità dei “dominanti”!“E ottenere ciò sventrando e abbattendo foreste di alberi secolari. Appianando colline. Modificando il corso delle acque di fiumi… a qualunque costo!Calpestando i diritti umani delle popolazioni, delle minoranze indigene. Che dalle loro foreste avevano imparato a trarre il necessario per il loro sostentamento. Distruggendo le culture locali. Le tradizioni e la cultura di quel popolo. Offrendo ma solo quando era necessario e indispensabile, in cambio di questa programmata distruzione del loro habitat della carta: la loro valuta pregiata, i dollari (tutti da spendere per potere continuare a sopravvivere, nei “loro” super mercati per comprare le “loro merci”).“In nome di una “idea superiore”. Imposta da un programma moderno certamente civile…Da trasferire in tutti gli angoli della Terra.Tutto, solo in nome del bene garantito per tutti i popoli.” (Vandana Shiva, “Monoculture della Mente”, Bollati Beringhieri, Ed. 1995).2) La seconda particolarità: “Le femmine presentano un eloquio più fluente dei maschi.”E’ per quella loro particolarità anatomica: il “Planum Temporale”. Una parte della Neo-neocorteccia più estesa di quella del maschio.3)Terza differenza: posseggono un “Corpo Calloso” più spesso nella parte posteriore. Un migliore collegamento quindi tra i due emisferi cerebrali, che mostrano una minore specializzazione nelle loro funzioni. E da tutto ciò ne deriva un maggiore equilibrio.4)Quarta ed ultima differenza anatomica: avendo un bacino più ampio e una diversa inclinazione dell’articolazione delle anche (coxo-femorale) utilizzano meglio le loro energie e così, malgrado siano meno forti, resistono molto di più alla fatica fisica (di carico e trasporto). ---------------------------------------------------------

CIBERNETICADefinizione: “Disciplina basata sull’analogia funzionale dei meccanismi di comunicazione e di autoregolazione negli esseri viventi e nella macchina, che integra nozioni e modelli neurofisiologici e biologicomolecolari con la teoria matematica dell’informazione, per ottenere dalla macchine comportamenti propri dell’uomo.” (“Vocabolario della Lingua Italiana”, Treccani ed.)

Brevi Nozioni di “Cibernetica”. E’ interessante come la definizione riveli un’altra meraviglia della Natura. E’ l’esistenza nel sistema nervoso degli esseri viventi di meccanismi di comunicazione e di autoregolazione integrati in modelli neurofisiologici e biologicomolecolari e che questi siano così precisi, ma anche limitati, da sembrar quasi “meccanici” dunque, al punto da creare una analogia funzionale tra gli esseri viventi e la macchina e quindi da poter essere copiati nella costruzione e trasferiti e riprodotti dal funzionamento di una macchina , da un robot, perché l’informazione che integra questi meccanismi può essere addirittura tradotta nel linguaggio universale dei numeri e quindi trasmessa ad altri in un modo assolutamente comprensibile.

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Agli ingegneri (meccanici) la scoperta di questa analogia tra esseri viventi e macchina - tradotta dai matematici in numeri e quindi nel loro linguaggio universale - è servita per “informare”, per esempio, il computer di una macchina circa i meccanismi di comunicazione e di autoregolazione che sono propri degli esseri viventi. Riuscendo così a compattare tutta questa informazione in un software, un programma per il computer di un robot, in modo che questo possa ripetere l’azione di un essere vivente. (E’ recente la notizia (o5/2oo5) di un consesso dei migliori scienziati del momento nelle due università di Boston per scoprire definitivamente tutti i segreti del cervello umano da trasferire su robot.)I concetti fondamentali della “Cibernatica”. Se per molti versi è una ripetizione è nondimeno da considerare anche un importante riepilogo e l’occasione per imparare a esaminare il problema e a ragionare in termini interdisciplinari.Sono tutti quei concetti da riferire alla struttura-organismo dell’uomo e alla struttura sociale che l’uomo si è data, a quella dell’ambiente nel quale vive, e della biosfera che lo ingloba..“Classicamente un “insieme” viene rappresentato con un cerchio.” (H. Laborit “Lo Spirito del Solaio”, Arnoldo Mondadori , Milano, Ed. 1994 pag. 48 e seguenti)Ed H.Laborit continuava spiegando che nel cerchio ci sono tanti piccoli cerchi. Nei quali ce ne sono di piccolissimi, che ne contengono di microscopici, etc. ... fino agli atomi e oltre... come le particelle subatomiche e i “quanti”, etc.Sono questi tutti gli “elementi” dell’insieme.Gli elementi sono “massa” ed “energia”, ma non sono distribuiti a caso nell’insieme, perché tra loro esiste una “relazione” costante. La relazione non è né massa, né energia ma soltanto “informazione”. Tutta l’informazione propria delle relazioni costituisce la “struttura”. La struttura è quindi un insieme di relazioni. Ma:“L’uomo può comprendere soltanto gli insiemi”. Per questo: “E’ più importante per comprendere la dinamica dell’insieme delle strutture viventi, identificare le relazioni esistenti tra ciascun livello di organizzazione che non identificare la struttura, la cui conoscenza è d’altra parte indispensabile, di (almeno) uno di tali livelli.” (H.L. “Elogio della Fuga” Milano, A. Mondadori II ed. 1985, pag. 133) L’uomo, infatti, non riesce ad afferrare e quindi a “comprendere” l’insieme delle relazioni che esistono tra gli elementi di un insieme: l’intera Struttura. Al massimo riesce a captare solo un sottinsieme, una sottostruttura, una struttura con la “s” minuscola. Ma - poiché questo sottinsieme comunque descrive la Struttura – l’uomo crede che proprio quel piccolo sottinsieme sia invece la Struttura completa. E’ questo suo credo che“come tale” - come una sua verità assoluta - cerca di imporla agli altri” (v. le “ideologie”). Della Struttura ognuno sceglie ovviamente la sottostruttura o sottinsieme che più gli aggrada in base alle sue esperienze, tutte quelle fatte nella nicchia ambientale fin dalla nascita e tutte quelle che si porta ben stipate nel suo inconscio di adulto, dopo che a tradimento gli “altri” gli hanno riempito l’anima di giudizi di valore, nei primi tre anni della sua vita. Il sottinsieme scelto, è allora certamente “oggettivo”. Ma è solo un pezzo dell’intera “oggettività”, quello che ognuno ha deciso di considerare. E’ così che nascono le “ideologie”! H.Laborit definiva questo comune modo di spiegare il problema “ideologia”, come:“riduzionismo informazionale e concettuale”.E continuava avvertendo: “(...) conformemente al Principio di Heisemberg (1) le strutture che non afferriamo sono solo elementi di una realtà strutturale che possiamo chiamare Struttura (...). E’ perciò utile conoscere il maggior numero di elementi di questo insieme di relazioni, di vedere come si organizzano, vale a dire quali relazioni instaurano tra loro, se ci si vuole avvicinare con maggior precisione al reale, pur sapendo che non lo raggiungeremo mai.” ----------------------------------------------------------------Nota: (1) Il “Principio di Indeterminazione di Heisemberg”: “ (...) l’affermazione nelle formulazione netta della legge di causalità, propria della logica lineare dell’uomo : “Se conosciamo esattamente il presente possiamo calcolare il futuro” è falsa non la conclusione ma la premessa. Noi non possiamo in linea di principio conoscere il presente in ogni elemento determinante” (“Einstein e il ciabattino”, Roma, Editori Riuniti, pag. 92)--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Concetto di “informazione struttura”: E’ “quella informazione che “mette in forma” ogni livello di organizzazione dall’atomo alla specie;” E’ la “forma” di una struttura che è contenuta in una memoria e che persiste nel tempo.

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Come è per i monumenti, i libri, i CD, i film, etc. che sono stati fatti dall’uomo, “(...) sono stati organizzati dall’uomo e hanno conservato questa organizzazione nel tempo.” (H. Laborit “La vita anteriore” , Milano, Arnoldo Mondadori,1990, pag. 111)Concetto di “informazione circolante”: è “ quella che circola da un livello di organizzazione all’altro assicurando la coerenza dell’insieme dei sistemi, ed è essa a trasformare un “regolatore” (1) in “servomeccanismo” (2) (“La vita anteriore”, Milano, Arnoldo Mondadori,1990, pag. 111)-------------------------------------------------------------------------------------------------------Nota: (1) Regolatore: “Dispositivo o organo che ha la funzione di far variare, in un determinato modo, una grandezza fisica (...) o il funzionamento di un apparecchio (...)” (2) Servomeccanismo: “Servosistema avente lo scopo di controllare una grandezza (...)” Nel questo caso deve essere immaginato invece, come un “regolatore” che è interno ad una struttura e che quindi funziona sempre come regolatore ma che, quando per mantenere inalterato un equilibrio “allargato” alla struttura che lo ingloba, riceve l’ordine di funzionare in quel determinato, particolare modo, dall’esterno (dall’ambiente esterno nel quale è comunque situato e inglobato), da regolatore si trasforma in servomeccanismo. (accetta di servire secondo l’ordine ricevuto, dall’esterno. N.d.A.) ----------------------------------------------------- Ma passiamo ai “livelli di organizzazione” del “organismo-struttura” dell’uomo. (v. “Piccolo Manuale Breve” a pag. 28)Vengono elencati partendo da quelli più piccoli, gli atomi che, unendosi insieme, costruiscono e formano il livello successivo, che a mano a mano risulterà così sempre più complesso, fino all’organismo vivente, il più complesso che esista in natura: l’Uomo. Sono i livelli di organizzazione:1) dell’atomo2) della molecola3) della reazione enzimatica4) delle catene metaboliche. Le “catene metaboliche” sono contenute negli “organuli” della cellula e sono: i mitocondri, il nucleo, le membrane cellulari, il reticolo endoplasmatico, etc.Gli “organuli” sono le “macchine” che fanno funzionare la “fabbrica chimica”: la cellula. Ma: “(...) nessun livello di organizzazione potrebbe funzionare se non ricevesse energia (quella solare, sotto forma di alimento. v. la “funzione clorofilliana” ) e se non obbedisse ad un ordine da parte del livello di organizzazione (leggi: dall’organo, dal sistema, dall’”organismo”) in cui è inglobato.” (H. Laborit “La vita anteriore” Milano, Arnoldo Mondadori, ed. 1990, pag. 109)L’attività della fabbrica chimica, della cellula, oltre a quella che la costringe a costruire sé stessa, la cellula svolge anche un altro lavoro che dipende da quella dell’organo (livello di organizzazione) al quale la cellula appartiene. Ma l’attività dell’organo (nervoso, digerente, muscolare, etc.) dipende dal sistema al quale appartiene, che dipende dall’attività dell’intero organismo del quale fa parte ..., che a sua volta dipende dallo spazio, dalla nicchia ambientale nella quale vive e agisce, che cambia grazie ai comandi esterni della biosfera, etc. La catena appena descritta potrebbe spezzarsi qui, se ci limitassimo a considerare un solo organismo alla volta , un individuo completamente isolato dagli altri. Ma abbiamo già detto: “(...) che l’Uomo non esiste al di fuori degli altri, che egli è fatto dagli altri.” (H.L.)e che inoltre dipende dai “comandi esterni” dell’ambiente naturale dal quale è inglobato e che è inglobato dalla biosfera. Ma l’attività funzionale dell’individuo-organismo, il suo agire nella sua nicchia ambientale, dipende anche dalle “finalità del gruppo” al quale appartiene, la cui attività dipende dal gruppo più numeroso che lo ingloba, poi dal gruppo sempre più grande, allargato, al quale il gruppo che lo ingloba appartiene, etc. “Risulta così evidente che, da un livello di organizzazione all’altro, si approda per forza di cose al livello di organizzazione della specie.” (H. Laborit “La vita anteriore” Milano, Arnoldo Mondadori,1990, pag. 109)

Continuare allora, a parlare della specie umana, dell’“organismo-specie” - considerandolo come un “sistema chiuso” e quindi indipendente dal mondo che lo circonda e dai suoi “comandi esterni”, etc. è possibile, ma soltanto e semplicemente per ignoranza. Di nuovo H. Laborit affermava: “(...) la nostra specie, che costituisce l’estremo sviluppo dell’evoluzione della specie nella biosfera, della crescente complessità della materia organica, non ha compreso che essa era tuttavia inglobata nella biosfera stessa, dipendente da comandi esterni al sistema e che pertanto restava sottomessa, al pari delle altre specie, alla pressione delle necessità. La nostra specie ha inventato le regole, esterne a se stessa, religioni rivelate, morali, ideologie, strutture statali con le loro leggi, laddove, così facendo,

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restava chiusa nel suo livello di organizzazione e nell’ignoranza totale di ciò che comandava il comportamento dell’individuo e dei gruppi e la secrezione di queste diverse forme di manovra. La disgrazia dell’uomo deriva dal fatto che non ha trovato il modo di trasformare la regolazione individuale in servomeccanismo incluso nella specie: cioè che si ferma sempre a gruppi e sottinsieme che non concettualizzano la propria appartenenza alla specie e non scoprono i mezzi per essere inglobati. Nessuna meraviglia che ci si sia resi conto solo tardivamente che la specie umana non ha gestito adeguatamente i beni a sua disposizione, beni materiali ed energetici, il mondo vivente della flora e delle fauna e quello umano per approdare all’organizzazione delle strutture economiche e sociali. In realtà, tutti i sistemi di organizzazione, dalla molecola al sistema nervoso umano e al suo funzionamento in situazioni sociali, finora sono stati sostituiti da un discorso la cui ragion d’essere è che l’analisi logica a partire dai fatti detti obbiettivi perviene per forza di cose alla realtà, ma la logica del discorso nulla ha anche fare con la logica della chimica e della neurofisiologia del sistema nervoso umano in situazione sociale.” (H.Laborit “La vita anteriore”Milano, Arnoldo Mondadori,1990, pag. 115) Le leggi della cibernetica alle quali è sottoposta la struttura dell’organismo umano e i meccanismi di biologia comportamentale dei quali è dotato e ancora i condizionamenti ai quali è sottoposto, determinano e limitano le sue “scelte di vita”.Ma basterebbe non continuare ad ignorare la cibernetica per rendersi conto come ogni singolo organismo della miriade di individui della fauna e della flora della terra, sia singolarmente, com’è stato già detto, “egualmente indispensabile” per conservare l’“equilibrio interno” della propria specie, qualunque sia il suo ruolo e il suo valore e poi quello dell’ambiente nel quale vive e quindi dell’intero creato che lo ingloba. -------------------------------------------------------

COMUNICAZIONEDefinizione: “Il modo di trasmettere e ricevere informazioni, di relazionare tra gli uomini.”Un altro dei “limiti” indirettamente imposti ai suoi sudditi dalla socio-cultura dominante per il completo controllo su tutte le varie forme possibili di comunicazione tra gli uomini. E’ ormai noto come, dopo la nascita, ogni bambino, sia prima subito “informato”e poi definitivamente “educato” dagli “altri”, a loro volta già informati ed educati da chi li ha preceduti… E’ una catena infinita tutta di principi e giudizi di valore, etc. Sono le fondamentali “strategie” per conservare e perpetuare il potere della socio-cultura dominante che, grazie al linguaggio e alla scrittura, sono tramandate - soprattutto dalla madre - con estrema puntualità e precisione. Principi e valori che sono tutti da “stipare” subito nell’inconscio, così che, grazie alla memoria dell’apprendimento che è già in funzione durante il “fenomeno dell’imprinting”, diventino indelebili e preparino un adolescente “conforme” pronto ad entrare nel ciclo produttivo di merci. Tutto questo, com’è stato appena detto, avviene ancora, sebbene il contenuto delle “condizionanti” informazioni della socio-cultura dominante tramandate da una generazione all’altra, anche a causa della velocità travolgente dell’evoluzione culturale, mostrino ormai i propri limiti e quindi vadano continuamente aggiornati, malgrado in maggioranza siano divenuti ormai intoccabili e certamente più violenti. Allora, dopo oltre venticinquemila anni d’ininterrotti trattamenti preventivi, gli stessi che ora, anche grazie alla “nuova scuola pubblica”, sono quasi esclusivamente subiti dai figli delle classi medie e di quelle inferiori, per la definitiva sottomissione alla “socio-cultura dominante”, è normale che tutti i “discorsi” fatti o scritti e quindi, quelli ascoltati o letti (e quelli sotto tutte le altre forme di trasmissione di messaggi, di dati, etc.), non possano essere in nessun caso considerati ancora “liberi” nel contenuto conclusivo delle “realtà” che da questi discorsi sfociano. Anche perché, a dimostrazione di quanto è stato appena affermato, sono inesorabilmente sempre o discorsi “conformisti”, o, ma solo in senso contrario “anticonformisti”, perché i binari dell’inconscio sono già tracciati. L’inconscio è stato già colmato e l’anima definitivamente “marchiata” dalla “socio-cultura dominante”, sia di chi li pronuncia o scrive, sia di chi li ascolta o legge (i discorsi), etc. Senza voler allora prendere in esame l’“autorità” della fonte, né quantificare il valore dell’“affettività” contenuta nel suo messaggio o solo la sua “semantica”, ma tornando a quanto è stato già detto all’inizio, l’informazione trasmessa da un “discorso” non è mai (completamente) libera da condizionamenti (v. l’ “inganno del linguaggio”), né libero sarà mai il cervello del destinatario, che è “messo in forma” dalla informazione ricevuta. E’ anche noto come, l’Uomo si sia chiuso da solo in una prigione dalla quale non riuscirà mai più ad evadere. Nessuno è tanto fortunato da riuscire a liberarsi completamente.

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E’ dunque, per ogni uomo relativamente facile condividere all’inizio le “premesse” di un discorso, restando consenziente ad ascoltarle (o subito rifiutarle se, ad esempio, è un “conformista” messo di fronte ad argomentazioni decisamente “anticonformiste” o viceversa.)Ma l’uomo avrà sempre e comunque grandi difficoltà ad accettare “completamente”, a concordare appieno con le “conclusioni”, con le “realtà” che sfociano da un qualsiasi discorso. Per accettare completamente “la conclusione”, deve, ogni volta, costringersi a farsi violenza per tacitare il suo inconscio. Ma ovviamente nessuno uomo è mai stato educato a farlo. Anzi! Ora, prima di concludere, vale la pena occuparsi, anche se soltanto di alcune, delle varie “vie di fuga” scelte, per sopravvivere all’angoscia della totale sottomissione:I creativi in genere e poi i veri geni e i pazzi, gli “psicotici veri” e perfino i suicidi, sono, da sempre, quelli che, durante la loro esistenza, hanno messo in atto, ognuno secondo una sua strategia diversa, una vera e propria “fuga” dalle realtà sociali del loro tempo. Sono così riusciti, senza saperlo, a mantenere integro il loro “Sistema Immunitario” e a procurarsi la salute e la longevità. (v. il SIA a pag. 40)Ma hanno anche direttamente dimostrato come, per ottenerle, basti all’uomo la sua immaginazione creativa per allontanarsi e poi isolarsi, per fuggire dalla realtà che lo circonda, anche se soltanto per poco tempo, ma sistematicamente, con una certa continuità. E’ quello che fanno i creativi in generale durante i momenti di creazione. Riescono così a non ammalarsi, con la stessa frequenza degli altri comuni mortali, di nessuna delle malattie che affliggono il resto dell’umanità, compreso il cancro. E’ la creatività che, permettendo la fuga nel mondo immaginario, mette in essere il tentativo di sopravvivere allo squallore della alienazione prodotto dalla completa sottomissione alle eterne “Scale Gerarchiche di Dominanza”. Ma il potere dei “capitalisti” è legato al “profitto” che deriva dalla proprietà dei mezzi di produzione di merci, dal loro commercio. Quello dei paesi “socialisti”, invece, è tutto nella ideologia.Allora i primi, certi che nessuno riuscirà a cambiare niente di tutto questo solo con la creatività, permettono che l’arte sia “libera”, mentre i secondi sono costretti alla “censura” più feroce nei confronti di qualsiasi forma di creatività che non sia “conforme” alla ideologia del potere. Esempi di vie di fuga “globali” tentate da una numerosa parte della umanità, potrebbero essere quelle tentate dai vari movimenti, prima di tutti, il “pacifismo” con il suo movimento pacifista internazionale, o quello della “non-violenza” e i “no global”, etc -------------------------------------------------------------

CULTURA

Definizione: “L’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve nella consapevolezza di se e del proprio mondo…” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani, Ed.)E secondo lo scienziato filosofo scomparso Karl Popper:L’uomo è soltanto tutta la cultura che egli possiede.Secondo H. Laborit:“(…) essa non è che l’insieme dei pregiudizi e di luoghi comuni di un gruppo e di un’epoca.”E continua :“Il bambino è incolto e questa è la sua fortuna. E’ energia potenziale e non cinetica, omogeneizzata. Sin dal suo ingresso nella vita le sue potenzialità via via si attuano, si fissano i comportamenti conformi invasi dalla entropia concettuale, incapaci di risalire all’origine, di risalire il corso del tempo e dell’apprendimento. E mentre il terreno vergine dell’infanzia potrebbe far spuntare un bel paesaggio in cui flora e fauna si armonizzano spontaneamente in un sistema ecologico di adattamenti reciproci, l’adulto si preoccupa soprattutto di “coltivarlo” anzi di farne oggetto di una “monocultura” con solchi ben tracciati, dove il grano non si mischi mai con il rabarbaro. (…) Ma dove trattori e betoniere della cultura dominante, fissino, una volta per tutte, lo spazio interno.” (H. Laborit, “Elogio della Fuga”, Milano, Arnaldo Mondadori, ed.1990, pag.59) --------------------------------------------------------------------------

DEMOCRAZIA

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Definizione: “Forma di governo in cui il potere risiede nel popolo, che esercita la sua sovranità attraverso istituti politici diversi.” (Vocabolario della Lingua Italina , Treccani ed.) -------------------------------------------------------------Ma secondo H. Laborit:“(…) dietro un discorso dichiaratamente altruista e generoso si nascondono motivazioni pulsionali, desideri inappagati di dominanze (…) quando interessi comuni permettono ad un gruppo umano di abbattere il potere costituito, subito si scatena in seno al nuovo potere una lotta per la dominanza, appare e si insedia un nuovo sistema gerarchico e il ciclo ricomincia. Si capisce anche quale inganno costituisca ciò che siamo soliti chiamare democrazia. Perché l’opinione politica di un individuo è generalmente l’espressione della sua soddisfazione, o insoddisfazione a seconda del livello da lui raggiunto nella scala gerarchica (…) l’opinione di una “maggioranza” non è mai il risultato di una conoscenza estesa globalizzante e analitica al tempo stesso dei problemi socioeconomici, ma il risultato dell’integrazione di innumerevoli fattori affettivi, individuali e di gruppo che trova poi sempre un discorso logico per convalidare la sua esistenza.” (H.Laborit,”Elogio della Fuga”Milano, Arnoldo Mondatori, Ed. 2002, pag.143) Ma, nella parte di umanità di circa un miliardo e duecento milioni che si definisce civile-occidentale: 1) il “popolo sovrano” è composto soltanto di individui tutti ben condizionati proprio dalla stessa socio-cultura che li domina e contro, o a favore della quale eventualmente dovrebbero poter votare.2) sono tutti ridotti a uomini che, oltre ad avere i limiti naturali propri dell’uomo, sono stati anche sottoposti a condizionamenti devastanti, tendenti a fare di ognuno di loro un perfetto conservatore. 3) Per tutto questo ognuno di loro è stato subito privato della libertà di scegliere e di agire. Addirittura parti delle zone associative del suo cervello, dove ha sede tutta la sua immaginazione creativa, non sono state mai fatte nascere. (v. la TSGN di Edelman) Così, a causa della violenza dei condizionamenti subiti, è stata preclusa anche la possibilità di soltanto immaginare di poter uscire dalla stato di sottomissione in cui ogni suddito è tenuto. Mancano, nel cervello dei civili-occidentali le parti necessarie per immaginare di raggiungere un mondo diverso dal rassicurante mondo conformista o anticonformista offerto e imposto dai loro dominanti, che per loro quindi finisce letteralmente per non esistere. E’ , per tutto questo e altro, che un “discorso sulla democrazia” miseramente è “costretto a finire qui, adesso … ancora prima di poter cominciare!”. Allora, che razza di democrazia è questa dei civili-occidentali? a) è proprio quella che tutti i condizionati sudditi civili-occidentali possiedono senza aver mai potuto scegliere di avere. b) ma funziona così bene - per i dominanti - che nondimeno resta un “modello” che loro (i dominanti) pretendono addirittura di esportare e di imporre, anche con la forza, agli altri popoli, a tutti di restanti della terra. -----------------------------------------------------

DEPRESSIONE Definizione: 5 (psicologica) “(…)stato di abbattimento, di prostrazione fisica, e più spesso psichica…” 6 (medica) (…) modificazione del senso del sentimento in senso malinconico…” (Vocabolario della Lingua Italiana Treccani)“Il male del secolo.”Nel “villaggio globale” la depressione è endemica. E per quanto è stato detto a proposito dell’Alienazione, colpisce tutti e ora soprattutto la Donna, la Madre.Nel suo “tunnel” (quello della Depressione) quasi certamente ormai, inesorabilmente, in percentuali sempre maggiori, “entrerà” per restarci la “Nuova Madre Moderna” figlia della civiltà occidentale. E’ da considerare che, per la Madre, la Depressione è “naturalmente fisiologica” subito dopo il parto. E’ di livello lieve, accettabile. E’ imputabile, tra l’altro, all’improvvisa fisiologica ipofunzione della tiroide che, durante la gravidanza ha lavorato al doppio delle sue normali capacità anche per il bambino e che, subito dopo il parto, naturalmente dimezza la sua azione. Sempre più spesso ora accade che, invece, dopo essersi fisiologicamente innescata, inesorabilmente smetta per un tempo molto più a lungo, oltre i limiti fisiologici (o più facilmente: è possibile che temporaneamente l’azione della tiroide precipiti a livelli più bassi del normale), scatenando molte delle “sue” conseguenti caratteristiche sintomatologie comunemente etichettate e note come: “Esaurimento nervoso” e poi, per la conseguente depressione del sistema immunitario le “malattie psicosomatiche”.E’ comunque un “danno” gravissimo che ora interviene più frequentemente a causa dell’Alienazione.Ad ulteriore dimostrazione della ormai generalizzata “fragilità” soprattutto della Donna, c’è inoltre, da aggiungere la scoperta e la recentissima descrizione di una sindrome, quella del:

SAD Disturbo Affettivo Stagionale

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“SAD” (acronimo inglese che sta per, Seasonal Affective Disorder, Disturbo Affettivo Stagionale) è un disturbo dell’umore che può influenzare in maniera significativa oltre all’umore, il livello di energia e funzioni primarie come l’appetito, il sonno e la sfera sessuale. Ammalarsi di SAD significa modificare profondamente la propria vita personale e professionale con sintomi via via più gravi: riduzione dell’attività, ipersonnia e sonnolenza, aumento dell’appetito con desiderio di cibi dolci e conseguente aumento del peso fino all’ansia e alla depressione. (…) il rischio è più elevato nel sesso femminile, è di tre a uno. (…) Rosenthal ebbe le prime intuizioni in seguito al suo trasferimento in America dall’assolato Sud Africa e ne chiarì la natura come dipendente in stretta relazione alla quantità di luce disponibile durante l’inverno (…). Il paziente tipo ha un’età compresa tra i 35 e i 40 anni, con una storia clinica di malattia di circa 15 anni. Il disturbo ha un’ampia diffusione: 5-6% nella forma più grave e un altro 20-25% nella forma sub sindrome chiamata “Grigiore invernale”. C’è stretta correlazione tra latitudine e dati d’incidenza del SAD (…). In Italia hanno potuto rilevare una stima del 15-20% nelle due forme. Ricerche recenti condotte presso un campione di ambulatori di medici di base indicano valori fino al 36% in località a bassa visibilità e alta nebbiosità nella pianura padana. Negli studi americani sono stati esaminati anche bambini dagli 11 ai 18 anni riscontrando la sindrome di SAD nel 5% dei casi, più o meno come negli adulti. In misura maggiore colpisce le ragazze negli anni successivi alla pubertà. Ciò ha fatto pensare a un’influenza degli ormoni sessuali femminili e quindi all’aumento della sensibilità del cervello alla mancanza di luce. Una scoperta biologica fondamentale ha permesso lo sviluppo delle ricerche sul SAD e la fototerapia usata per la cura: il ruolo della melatonina prodotta dalla ghiandola pineale nel regolare i ritmi biologici di sonno e veglia dell’organismo umano. La melatonina è segnale chimico che il cervello dei mammiferi utilizza per informare il corpo dell’alternanza delle stagioni. E’ interessante come nei pazienti SAD esista una maggior durata di secrezione della stessa tra inverno ed estate (più lunga durante l’inverno), che non è presente nei soggetti normali. (…) Neurotrasmettitori associati al SAD sono la serotonina, la noradrenalina e la dopamina, farmaci antidepressivi con azione su questi neurotrasmettitori sono utilizzati nel trattamento delle forme più gravi di SAD. (…)”. (Seconda Università degli studi di Napoli, Psicologia, dicembre 2002).All’inizio il “danno” è caratterizzato da manifestazioni solo soggettive, personali, quasi esclusivamente psichiche, che al loro manifestarsi vengono subito etichettate appunto con l’onnicomprensivo, comune “Esaurimento Nervoso”.“… diminuzione del tono dell’umore, facile irritabilità, senso di vuoto interiore, angoscia… marcata diminuzione d’interesse o nel trarre piacere (anedonia) dalle abituali attività quotidiane… rallentamento psicomotorio, con difficoltà a concentrarsi, pensare, indecisione… eccessiva stanchezza, con ridotta efficienza e/o inabilità lavorativa, e/o agitazione… valutazione pessimistica di sé, del mondo, del proprio futuro e rilettura in chiave negativa del proprio passato… bassa autostima, autoaccusa, perdita di speranza, pessimismo, ricorrenti pensieri di morte e di suicidio… modificazione dell’appetito, del peso corporeo, alterazioni del sonno (insonnia con risveglio precoce)… dolori localizzati in diverse parti del corpo, difficoltà digestive, riduzione del desiderio sessuale etc. etc.” (Dizionario Neurolexicon, Centro scientifico editore, 2002) Si ripercuote prima, sulla “socialità” (leggi: “tendenza degli individui alla convivenza sociale”) del soggetto stesso e successivamente sulla sfera affettiva personale, su quella familiare e dell’ambiente di lavoro. Una volta comparse le conseguenti manifestazioni “fisiche” (leggi: tutte le malattie psicosomatiche), è soprattutto la sfera lavorativa, quella “produttiva” a esserne coinvolta. Aumenta il rischio reale, di malattie sempre più frequenti e di assenze dal lavoro, di incidenti … di licenziamento. Tutto ciò, per una alta percentuale di Madri, avviene quasi certamente, per l’aggiunta tristezza dell’abbandono coatto, “contro natura”, imposto, della propria prole. Un distacco sempre troppo precoce e unilaterale, al quale la Madre, soprattutto per ragioni socio-economiche (e/o ideologiche) e/o d’organizzazione del lavoro, etc. Il costo di tutto questo danno, non soltanto in termini di sofferenza umana, è per la società, assurdamente molto alto e sicuramente deficitario, infatti: Per esempio, sebbene gli Asili Nido siano “pagati” oltre che con il contributo collettivo, perché sono “sostenuti” dai Comuni e in parte anche con quello delle rette versate dalle stesse Madri, sono tutti regolarmente “in deficit”. Inoltre: “Il prezzo sociale, che tutti pagano e quello che, soprattutto è fatto pagare dai figli in termini di Solitudine e di definitiva manipolazione della personalità , non è allora, forse superiore a quello di un ipotetico “sostegno” che uno Stato Civile e Democratico potrebbe decidere di dare, per i primi tre anni almeno, alle Madri che spontaneamente scegliessero di continuare ad “allevare” i propri figli in prima persona?” --------------------------------------------------------- “DOMINANTE”Definizione:“1) Che domina; 2) Che predomina sugli altri.” (“Vocabolario della Lingua Italiana”, Ed. Treccani.)

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E’ allora, possibile lasciarsi andare con la fantasia e iniziare, per esempio, ad ipotizzare, come nel momento in cui i primi Homo sapiens di oltre venticinquemila anni fa, hanno deciso di riunirsi in gruppo per difendersi meglio dalla ferocia dell’ambiente, siano stati i più dotati di “forza bruta” ad approfittarne. Si sono, infatti, trovati a dover letteralmente accettare dai “restanti” del gruppo quel potere del quale hanno poi approfittato per definitivamente sottometterli. Ma forse è proprio perché divenuti ostaggio di questa sorta di dono ricevuto, che i “dominanti” sono rimasti eternamente chiusi e cristallizzati nella immobilità del loro potere che, fin d’allora è stato e rimane soltanto puro “uso della forza bruta”. E’ proprio per questo che i dominanti sono capaci (ancora oggi) di valutare solo il “presente”. Soltanto in base alla quantità di gratificazioni immediate che ricavano. E’ per questo che erano e sono nella impossibilità di prevedere (e/o tenere in giusto conto) le conseguenze future del loro operato, sia sull’organismo-specie al quale appartengono, che sulla biosfera. Questo, com’è stato detto, avviene anche per i limiti “naturali” propri dell’uomo. --------------------------------------Ma certamente anche perché i dominanti sono stati e sono mantenuti in questa loro ottusa prigione dal contributo costante di schiere di pusillanimi “intellettuali” alla loro corte. Sono proprio questi che, sebbene siano attentissimi a qualsiasi segnale di novità, nondimeno evitano sistematicamente di servirsi in questo senso dei vari momenti creati dalla inarrestabile evoluzione culturale della specie. Si guardano bene dal suggerire o dall’indirizzare i dominanti verso un qualsiasi cambiamento. Sanno che in tal modo metterebbero a rischio tutti i privilegi che la loro quotidiana viltà gli procura. Preferiscono limitarsi al più sicuro e redditizio mestiere, di propagandare le virtù del potere, ad esaltare le sicure “ragioni dei più forti” e/o ad elencare tutti i loro valori assoluti e universali dei loro padroni semidei. Arrivano per questo a servirsi, per esempio, di miti antichi e nuovi, della Storia, delle religioni, della civiltà, etc.

Ma di nuovo è necessario liberare tutta la propria fantasia per riuscire ad immaginare come, un fatto che, è capitato, quasi per caso, ad uno sparuto gruppo di Homo sapiens oltre venticinquemila anni fa, per una serie di circostanze, anche queste legate soltanto al caso, sia poi, nel tempo, diventato quello che ha fatto nascere nei secoli il potere dei “dominanti”. Ma soprattutto ha fatto sì che quel potere resti ancora identico, perché è da sempre praticamente immutabile, “fisso, idiota” ed eterno. Per tentare di spiegare tutto questo è possibile ipotizzare come il “dominate” abbia conservato nei secoli il potere, perché la sicura coevoluzione biologica e culturale (e tecnologica) della specie, da una parte ha reso, per i restanti della terra sempre meno sopportabile, inaccettabile la loro situazione di eterni sottomessi ai dominanti. Ma dall’altra, ha favorito anche i dominanti. La grandissima evoluzione tecnologia ha avuto come risultato quello di fornire ai dominati i mezzi (le armi) per allargare la loro sfera di azione preventiva, di renderla più incisiva essendo progressivamente aumentato il loro potere deterrente (grazie ad armi tecnologiche sempre più devastanti) e quindi il loro impiego in una eventuale azione repressiva. Repressione che più spesso si realizza con una vera e propria “automutilazione” delle parti infette e/o cancrenose dello stesso organismo-specie al quale i dominanti appartengono. Ma ciò avviene evidentemente solo dopo avere individuate ed isolate le parti malate. Ma è necessario tornare al racconto.Oltre venticinquemila anni fa, le particolari condizioni presenti sulla terra, hanno costretto gli uomini di allora a riunirsi in gruppo, a coalizzarsi per tentare di sopravvivere all’estrema ferocia dell’ambiente, che sistematicamente falcidiava i soggetti isolati. Così i primi Homo sapiens hanno scelto di tentare di convivere con la brutalità dei capi e di sottomettersi a loro, piuttosto che restare isolati e certamente soccombere. E’ così che il più dotato tra loro di forza bruta e della necessaria brutalità nel servirsene si è ritrovato a comandare, a dominare sul gruppo, etc. Tutto già detto.Ma è necessario ripetere per considerare ancora come il loro potere sia una sorta di “dono”, per caso, piuttosto che il risultato positivo scaturito dalla realizzazione di un progetto ideato e perseguito. Un progetto naturalmente contiene una serie di possibilità di adattamenti alle varie situazioni, che si presentano spesso mutate, durante il suo cammino verso la realizzazione. Ma d’allora i dominanti, invece, tranquillamente subiscono. Sono stati condannati alla meschinità di una “immobilità” assurda che ha impedito e impedisce al potere e al suo esercizio qualsiasi evoluzione. E’ allora, ipotizzabile che per la loro immobilità assoluta, alla lunga, i dominanti niente potranno contro la crescita - per giunta in progressiva accelerazione inarrestabile - della “naturale evoluzione culturale” del singolo individuo e quindi della specie? Da venticinquemila anni i dominanti sono condannati dal loro stesso potere – che è così “mostruoso” da essere anche insaziabile - a nutrirlo per conservarlo, mentre, per perpetuarlo, a farlo contemporaneamente crescere all’infinito. Un potere che per la sua fame di materia ed energia, poiché dipende interamente dal progresso tecnologico delle sue armi di distruzione, è senza una fine. Deve dunque letteralmente continuare a “mangiarsi” la terra e a devastare la biosfera.

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Un potere che avendo come unico progetto solo quello di perpetuarsi all’infinito, continua a portare gli stessi dominanti e i loro sottomessi sudditi di serie “B” e tutti i restanti della terra, verso il fondo del baratro del “nulla” nel quale è inesorabilmente già scivolato. Ma per riuscire a restare in sella a queste condizioni, i dominanti devono negare anche a sé stessi di essere uomini della unica specie umana possibile, esistente sulla terra. Così prima o poi tutti finiscono di servirsi soltanto del loro narcisismo. Ormai si fanno cullare dalla paranoia. Sono tutti pronti a credersi individui di una razza a parte, superiore: gli unici, i soli “eletti” della specie. Sono i nuovi Semidei!Devono quindi e malgrado tutto, continuare a mostrare di ignorare che ognuno di loro è soltanto un sottinsieme dell’intera struttura-organismo della specie umana. E’ per questo che non sono stati mai e ancora non sono in grado di accorgersi di quanto l’uomo, grazie al costante dilatarsi della sua “Autocoscienza”, sia ormai deciso a rifiutare la “Mitologia su sé stesso” (v. a pag. 46) creata ad hoc dai loro intellettuali conformi e/o asserviti, per nascondere al mondo la loro eterna ignoranza sull’Animato, sugli esseri viventi e sulla struttura e il funzionamento del sistema nervoso dell’uomo, etc. E’ per questo che ancora non possono nemmeno essere in grado di cogliere il grottesco, del loro credersi dei “semidei” e del dover, per questo, essere e restare a qualsiasi costo, insieme al loro “popolo eletto”, i padroni della specie. Non si accorgono come di fronte alla spiritualità di questo uomo ormai dalla evoluzione culturale in inarrestabile progresso, non abbiano niente altro da esibire ormai che “cose”, come il frutto del loro unico progresso, quello tecnologico. Ma che è servito a produrre soltanto altre cose, come le armi ad altissima tecnologia dal potere devastante. Senza rendersi conto di come non possano quindi fare altro che confessare come tutta la loro potenza globale si riduca alla forza bruta, alla prima clava, fatta ora di armi rese necessariamente sempre più sofisticate (all’infinito). Né di come non abbiano mai potuto e non possano nascondere, nemmeno a sé stessi, che tutta la loro grandezza globale, invece, è di nuovo nelle cose possedute: nelle loro ricchezze stratosferiche che rendono enorme il loro potere sempre identico che continua a concretizzarsi con, prima di tutto, il possesso di persone (alleati, sudditi, servi: vassalli, valvassini, valvassori, servi dalla gleba, schiavi, e/o abitanti di interi Continenti minacciati, ricattati, sfruttati, etc.) e quindi di territori occupati (soprattutto quelli ricchi di materie prime e di fonti di energia e/o posti in particolari posizioni del globo ritenute strategiche, etc. ) e poi ancora, di tante cose, di tanti oggetti, di tante merci, etc. ------------------------------------- E’ noto come le “ricchezze” in regime capitalistico derivino soltanto dal “profitto”. Il sicuro profitto di questi dominanti è prodotto dal possesso e/o dal controllo dell’informazione tecnologica e dal possesso delle materie prime e dell’energia per la produzione di merci e quindi anche dalla proprietà delle industrie di trasformazione, dei mezzi di trasporto, etc. Ma anche dalla distribuzione delle merci sul mercato, e quindi dal possesso (militare) dei territori definiti strategici, sia per il loro contenuto in materia ed energia, sia per il controllo delle vie degli scambi commerciali e quindi sul passaggio delle merci etc. E’ tutto questo (e altro), che permette il controllo assoluto sul mercato globale. Ma ancora, è stato già detto, il loro potere è nutrito soprattutto da quel garantito plusvalore che ogni individuo sottomesso - e tra i restanti della terra, com’è stato detto sono stati prescelti i civili-occidentali - è costretto a produrre per loro.Ma, per preservare e perpetuare il loro potere, i dominanti devono anche preoccuparsi di mantenere un assoluto controllo sui cervelli dei loro sudditi e quindi, nel campo dello sviluppo della conoscenza in generale e possedere anche la proprietà e/o il controllo di tutte le fonti che creano cultura in generale e quindi di tutti i più potenti mezzi d’informazione che la divulgano, etc. Devono impegnasi ad evitare che l’evoluzione culturale in generale e poi quella che spontaneamente crea nuovi strumenti di conoscenza e quella sulla conoscenza dell’Animato in particolare, possano distrarre e/o soppiantare quella della ricerca tecnologica per loro vitale e/o addirittura svelare tutto il grottesco di questo loro potere che, continua basarsi sulla violenza dei condizionamenti dei propri sudditi.Potere che, inoltre, com’è stato detto, nato per “caso”, è rimasto assurdamente identico a quello di oltre venticinquemila anni fa ed è ancora basato sulla forza bruta dei pochi popoli “veramente” armati e quindi sulla completa sottomissione coercitiva e “religiosa” di tutti gli altri, dei restanti della terra, etc.Ma devono ancora stare anche attenti a questo: che, a causa della evoluzione culturale della specie, l’elenco delle ragioni del più forte e di tutte le ideologie create ad hoc per indicare e sostenere i valori universali dai quali sono sempre ispirati e guidati i dominanti nelle loro azioni, non finiscano con il rivelarsi per veri e propri “impasti di aria fritta”, più o meno appetibili, ma sempre gli stessi, sempre identici, che comunque sono certamente ormai divenuti anche “offensivi” per la intelligenza comune dei loro sudditi e dei restanti della terra. Questo può ormai succedere e sempre più frequentemente ormai, malgrado il livello di assoluta arroganza raggiunto e sbandierato dai loro “Intellettuali di Corte”.

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Può succedere proprio grazie alla naturale evoluzione culturale alla quale, invece, ormai partecipano finalmente anche molti dei restanti della terra. Per l’uomo del terzo millennio è necessario allora, sperare e finalmente agire perché tutto questo possa cambiare. Anche se sembrerebbe sia ancora impossibile. Infatti un’alternativa altrettanto valida per i dominanti e la loro corte di intellettuali e poi di tutti gli altri privilegiati i parassiti della terra, ancora non esiste. Un’alternativa che, per prima cosa, dovrebbe definitivamente farli decidere (i dominanti) a tornare ad appartenere alla specie umana. A dimenticare per sempre di essere dei Semidei.Un esempio di come sia strutturata e funzioni una nicchia ambientale esclusiva, com’è quella dei “dominanti” attuali, è per adesso possibile trovarlo soltanto negli U.S.A. Ed ecco la società “Carlyle” E’ la “migliore” tra le organizzazioni che gestiscono direttamente negli USA l’affare armi e il loro impiego! Agisce alla luce del giorno, perché non c’è niente da nascondere in quanto: “è il potere che è fatto così!” La “Carlyle” ha la struttura di un triangolo di ferro. I tre lati sono: il governo, i militari e le imprese. “Il governo dà gli obbiettivi, i militari effettuano gli acquisti necessari per raggiungere gli obbiettivi, le imprese fanno a gara per fornire quanto viene richiesto. Ora immaginiamo che vi sia qualcuno che non solo conosca con esattezza le decisioni (...) del potere politico, stati maggiori, grande industria, ma che anche le suggerisca e le orienti o forse anche le manipoli; e che ci sia inoltre un continuo passaggio di eminenti personalità dal governo all’industria e da questa al governo; e dal mondo militare agli altri due lati del triangolo; e che vi sia una unica centrale finanziaria, che tenga tutto sotto controllo, (...) etc.” Sembrerebbe di stare qui a spiegare, ad illustrare un caso di conflitto d’interessi servendosi di questo come di un esempio semplice, scolastico e persino ingenuo. Certamente creduto non realizzabile nel mondo reale? Ma, invece, ne viene fuori una descrizione semplice e scontata. E’ addirittura “lapalissiana”. Infatti:“(...).Qui si tratta di un gruppo di finanzieri e di persone altolocate (...) che cercano il profitto per sé e per gli azionisti e i partecipanti ai fondi d’investimento via via proposti, sfruttando contatti e informazioni di cui dispongono, servendosi di altri nomi eminenti come Bush padre o John Major (...) presso gli investitori istituzionali, i governi, l’alta finanza. Sono tutti assunti in qualche forma: socio, consulente, conferenziere, intermediario, di persone che legate ai decisori, possono favorire gli affari delle società del gruppo. I profili del conflitto d’interessi sono davanti gli occhi di chiunque li voglia vedere.(...).” (dal mensile “Le Monde diplomatique”, novembre 2004, pag. 22) Anche le conclusioni dell’affare “indecente” sono sotto gli occhi di tutti. Mostrano una situazione per l’intera umanità, che da queste decisioni dipende, certamente assurda e grottesca. Ma che è soprattutto disperatamente predestinata e “fissa”, definitivamente inamovibile: una lobby di produttori di armi che ha il controllo sulle decisioni del governo più potente del mondo e anche su quelle direttive che devono poi essere suggerite al governo dai militari!Una condizione freddamente logica e consequenziale dalla qual è impossibile uscire. Anche perché dall’altra parte, i singoli gruppi che si ribellano per tentare di cambiare questa realtà, anche se foltissimi e determinati, restano, di fronte ad un potere simile, comunque sempre troppo piccoli e deboli per riuscire ad ottenere un risultato definitivamente valido. Così i movimenti pacifisti, di non violenti, di volontari, etc. lottano contro una “socio-cultura dominante”, che servendosi del Neo-liberismo imposto ai restanti della terra, li costringe per sopravvivere, a produrre il “plusvalore” di merci necessario per sostenerla. E’ così che, ormai facilmente continua ad accumulare quantità enormi di ricchezza, accrescendo il suo potere, che continua a crescere malgrado abbia già raggiunto livelli stratosferici e malgrado tutto … Bisogna inoltre, considerare che, di contro, la forza dei vari “movimenti contestatori” è invece, tutta e soltanto nella semplicità e nella incontestabile logica di giustizia contenuta nei loro discorsi di protesta. Ma anche che nondimeno - soprattutto per la maggioranza che ha accettato di farsi sottomettere e di continuare, a competere ferocemente solo con i suoi simili, tutti suoi prossimi e quotidiani antagonisti, per sopravvivere – sono tutte realtà che fatalmente sono state già “religiosamente” accettate. Sono tutte date per scontate. Sono considerate definitive e addirittura ineluttabili. Sono il destino della serie “B” del mondo. Inoltre, costoro, anche quando agiscono per cercare di cambiare soltanto una piccolissima parte della realtà, per affermare un solo diritto o un solo giusto principio, sono comunque costretti a rivolgersi ad un interlocutore che è sempre “eccezionale” perché, che siano singoli, o fatto di un intero gruppo, gli interlocutori sono soltanto e sempre uomini dal potere enorme, gli stessi che hanno suggerito o imposto, dopo averli messi a punto, gli automatismi culturali e i giudizi di valori e le regole universali, elevate a leggi etiche e morali, etc. che, com’è stato più volte detto, sono le strategie alle quali affidano la conservazione e il

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perpetuarsi della loro dominanza, etc. Ma che sono già state ben nascoste anche nell’inconscio degli stessi che ora tentano la protesta, etc. !… E’ nondimeno importante ancora notare come presente e futuro dell’attuale condizionato, ignavo, “tecnico” civile-occidentale appena “sfornato” dall’azienda commerciale: “nuova scuola pubblica” dei civili-occidentali, si stiano ormai ulteriormente complicando. Per esempio, sono intervenuti squilibri strutturali della economia globale e quindi è in atto l’adozione di dispositivi protezionisti e conflitti monetari e commerciali, etc. Tutto questo e altro, sta facendo prendere all’attuale equilibrio mondiale una piega molto brutta. E’ in atto una sorta di destabilizzazione generale? Secondo gli osservatori politico-economici c’è comunque in atto “una tendenza alla disintegrazione, una deriva verso il disordine, che sta mettendo a dura prova molte delle certezze conformiste”. Come, per esempio, le scelte che ogni condizionato, ignavo tecnico è obbligato a fare. Non è più possibile essere certi: a) che la scelta imposta ai restanti della terra di dover cercare di sopravvivere “esclusivamente” producendo merci di qualsiasi genere e poi consumarle, sia comunque ancora sostenibile in generale. b) che per il singolo individuo sia allora, ancora possibile riuscire (anche in un paese industrializzato) a sopravvivere soltanto grazie alla sua cultura quasi esclusivamente tecnica e quindi, alle proprie capacità tecniche acquisite di produttore di merci specializzato. c) che in una società globale che sta mutando velocemente possa comunque farcela e riuscire a guadagnarsi il diritto a sopravvivere, anche dopo essere stato “castrato” della parte destra del cervello, oltre che pre-trattato, preconfezionato, etc. Ma un altro modo possibile di vedere la realtà potrebbe essere, invece, quello di considerare anche come le ragioni di detta iniziale destabilizzazione globale siano, per esempio, prima di tutto nel fatto che l’immobile e fisso sistema di dominanza che dopo aver mostrato tutti i suoi limiti, sia ormai prossimo al collasso (?), per il progressivo declino generale della produzione industriale che ha iniziato a manifestarsi proprio nei territori dei cosiddetti paesi civili-occidentali industrializzati. Profitto che com’è noto, è basato e deriva esclusivamente dalla produzione e la distribuzione di merci e sull’ossessivo consumo delle stesse, secondo le mode, da parte dei restanti della terra, etc. La seconda ragione potrebbe essere nella determinazione – e questa sì che è certamente “destabilizzante” - del modo devastante con il quale si sono definitivamente affacciati sul mercato dell’economia globale i circa tre miliardi di nuovi produttori di merci – gli accaniti concorrenti e spesso considerati “sleali”, perché resi tali anche dalla Fame - come quelli dell’India e quelli della Cina. Due Nazioni dalla enorme capacità produttiva di merci a bassissimo costo. Ma che, per giunta, dovendo continuare a rastrellare enormi quantità di materie prime ed energia necessarie alla loro produzione e ai loro crescenti consumi interni, fanno lievitare i prezzi delle stesse sul mercato mondiale (v. l’impennata del prezzo del petrolio.) Inoltre, mentre l’India è anche in condizioni di produrre ormai autonomamente “informazione tecnologica”, la Cina ha deciso – e se sarà seguita da altre Nazioni insieme segneranno, di fatto, la definitiva destabilizzazione dell’intero sistema economico occidentale - di non impegnarsi particolarmente alla ricerca e alla creazione d’informazione tecnologica (almeno quando questa è già stata creata da altri ed è reperibile sul mercato), né di comprarla e/o pagarla, ma di “appropriarsene” semplicemente per poi copiarla e gettarla sul mercato! C’è una terza ragione che non è spiegabile soltanto con i recenti cambiamenti avvenuti nel “villaggio globale”. E’ la nuova politica degli Stati uniti, della quale sarà detto ancora (v. la nota (3) a pag. 48 ) --------------------------------------------------------------------------- FELICITA’Definizione: “stato e sentimento di chi è felice (chi si sente soddisfatto nei propri desideri); piena soddisfazione; gioia.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani, ed.)

E’ ormai noto che: a) il “piacere” si ottiene con la realizzazione di un atto gratificante (che salva e/o ridona la vita.) b) il “benessere” è il suo appagamento: uno stato di equilibrio (l’“equilibrio interno” raggiunto dalla struttura-organismo) che scompare non appena riappare il “bisogno”, che può essere determinato da una pulsione primordiale, o essere un “bisogno acquisito”, perché è stato appreso, insegnato dagli “altri” della socio-cultura che domina la nicchia ambientale. c) la “felicità” è uno stato di equilibrio, ma meno passeggero. Arriva alla fine della successione: desiderio, piacere e benessere. d) Le sostanze medicinali delle famose “pillole della felicità”, agiscono soltanto diminuendo o facendo scomparire le pulsione che creano il desiderio. Ma l’eliminazione di una sofferenza può comunque essere considerata un piacere, perché per l’uomo la mancanza di una “ricompensa” equivale ad una punizione subita. Ha gli stessi meccanismi di una inibizione del comportamento.

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Essere felici vuol dire al tempo stesso essere capaci di desiderare, capaci di provare piacere per l’appagamento del desiderio e di provare benessere quando il desiderio è soddisfatto, ed essere pronti a ricominciare daccapo con il ritorno del desiderio.Ma in questa società la felicità e direttamente proporzionale al posto occupato sui gradini delle “Scale Gerarchiche di Dominanza” o “Scale della Felicità”, che sono basate sulla produzione di beni.E’ noto che all’individuo viene insegnato che la unica motivazione valida è quella che lo spinge verso la promozione sociale ottenuta grazie alla sua capacità di produrre, perché gli automatismi creati in lui fin dall’infanzia hanno l’unico scopo di farlo entrare al più presto nel processo produttivo di merci. E’ il livello raggiunto, che decide la quantità dei beni a cui ha diritto l’individuo e quindi: “il compiacimento che potrà provare nei confronti di sé stesso. Soddisferà il suo narcisismo.” (H.L.)Contro la felicità ci sono le regole apprese, gli automatismi culturali, i giudizi di valori, etc.Ma è sempre e comunque una “felicità incompleta” perché in una simile società basata sulla produzione di merci, l’individuo è costretto ad una continua ricerca della dominanza.Ma per fortuna esiste l’immaginazione. E’ una “terra di esilio” dove è possibile rifugiarsi quando l’azione gratificante, l’appagamento di un desiderio, è reso impossibile dalla esistenza o dall’apprendimento ben strutturato di regole che lo impediscono.Ma ecco come spiegava H. Laborit: “(Da quella “terra d’esilio”)… si possono guardare di lì, gli altri che invecchiano prematuramente, con la bocca deformata dal ghigno dello sforzo competitivo, esausti per la corsa verso una felicità obbligatoria, che non riusciranno mai a raggiungere.” E’ a questo punto che aggiungeva:“(…) è lecito chiedersi se il problema della felicità non sia un falso problema. La mancanza di sofferenza non garantisce la felicità. D’altra parte la scoperta del desiderio non dà la felicità se il desiderio non è realizzato. Ma appena realizzato il desiderio sparisce e sparisce la felicità. Non rimane che una perenne costruzione immaginaria capace di accendere il desiderio, e la felicità consiste forse nel sapersene accontentare.”Ma, secondo coloro che dominano questa società, l’immaginazione deve servire (per contratto) solo ad immaginare nuove macchine da costruire per produrre sempre più merci. Ogni immaginazione che non vada a vantaggio dell’innovazione tecnica è inutile.Così l’uomo moderno che non può più immaginare, ora si limita a confrontare. Il suo cervello non deve servirsi dell’immaginazione per costruire desideri. Per lui basta la “voglia” che non è creatività, ma è puro conformismo, solo puro conformismo borghese o rivoluzionario (che è poi lo stesso!). ------------------------------------------------------

GENIODefinizione: “4. Talento, disposizione naturale, attitudine a qualche cosa.” (“Vocabolario della Lingua Italiana”, Treccani, ed.) Dovrebbe essere tutto nella realizzazione vivente dello strabiliante potere associativo pari ad un milione di miliardi di connessione sinaptiche del cervello umano.Ma, com’è stato più volte detto, i condizionamenti subiti da ogni uomo nei suoi primi tre anni di vita e poi il livellamento e la “castrazione” dell’emisfero destro del suo cervello, perché possa eccellere in matematica, fisica, chimica, etc. e quindi il “dominio assoluto” dell’emisfero sinistro e la fondamentale informazione tecnologica da questo prodotto, etc. hanno di molto ridotto le “possibilità di realizzazione” e i campi d’azione del genio.E’ allora venuto il momento di chiederselo, come malgrado tutto possa nascere ancora? 1) E’ il genio, che è riuscito da solo a sfuggire ai condizionamenti ricevuti, ad evadere dalla sua prigione malgrado fosse dorata e sicura, perché tutta affrescata di magnifiche “certezze conformiste”?2) O le manipolazioni subite dal suo io “casualmente” sono state così poco strutturanti, non così condizionanti, da permettergli di crescere “libero” e quindi di mostrarsi al mondo e di conservarsi per sempre tale?3) E’ allora, possibile che, nell’attuale società civile-occidentale e soprattutto in quelle future, si assista, per una serie di eventi fortunati a catena, ad una inflazione di geni? Il genio come alternativa al “produttore di merci”, grazie ad un fenomeno dell’imprinting libero e ad un iniziale apprendimento senza “binari”, perché troppo precoce è l’abbandono della prole da parte della madre civile-occidentale, che rende di fatto ormai impossibile la perfetta “continuità ininterrotta di trasmissione dati”, da una generazione a quella successiva, perché questa è definitivamente affidata al caso.4) Sembrerebbe che per diventare un genio basti sfuggire, anche se solo per caso, alla messa in-forma del proprio io. Sfuggire al riempimento coatto del proprio inconscio da parte della “socio-cultura dominante”.

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Ma, com’è sempre stato, anche attualmente i veri geni continuano ad essere comunque il prodotto causale di una scelta precisa. E’ quella decisione presa della “fuga” nell’immaginario della creazione da questa società Neo-liberista. Ma avviene soltanto quando hanno ricevuto una “marchiatura imperfetta”, che gli permetta di “deragliare” facilmente dai binari e andare oltre il banale conformismo e l’inutile anticonformismo. E’ soltanto per questo che i “restanti” della terra, tutti perfettamente marchiati dalla socio-cultura dominante, non sono mai in grado di riuscire neppure ad avvicinarsi al linguaggio dei geni, tanto da poter riconoscerli come tali: dei veri geni e liberi. Ma i geni, sono e saranno comunque salvi, sempre. Forse sono i più vicini a quella “Coscienza perfetta” mittente e destinataria di quell’unico messaggio scritto nell’animato, negli esseri viventi? I geni continuano a vivere in questo mondo sani, longevi e liberi, come dovrebbe essere per ogni uomo della terra. Soltanto perché, grazie alla loro creatività, che gli permette di fuggire da questa società, essi continuano a vivere lunghi momenti di completa libertà. Una totale Libertà paragonabile soltanto a quella totale degli psicotici veri! -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------Alcune note su:L’“immaginario”Ma il bambino sta crescendo, ora gli stimoli che arrivano attraverso i sensi non raggiungono più soltanto zone specifiche e separate del cervello del bambino, perché codificano anche “zone associative”. Ma l’associazione degli stimoli-informazione, che affluiscono attraverso i sensi dall’ambiente, è (ancora relativamente) libera. Infatti, grazie alle sue nuove “zone associative”, l’associazione che avviene nel suo cervello, ormai non è più passivamente accettata secondo la priorità, le sequenze e l’ordine degli stimoli-informazione che arrivano attraverso i suoi sensi. L’associazione fatta dal cervello del bambino può finalmente essere diversa da quella propria dell’ambiente che ha trasmesso le informazioni. Ha iniziato a funzionare la sua zona assortiva” . E’ nata la sua immaginazione. Ma, condizionato dalla socio-cultura che ormai già si porta dentro, da quell’intera oggettività presente nell’ambiente, il bambino sarà costretto a scegliere i sottoprodotti che più aggradano alla sua anima “marchiata”, nondimeno, la loro associazione è possibile che avvenga in modo diverso, originale e quindi libero anche se soltanto nei limiti delle sue scelte già condizionate. E’ nato il suo libero immaginario!Più semplicemente: sarebbe veramente “libero”, soltanto se fosse l’immaginario di un uomo senza i condizionamenti di un inconscio già riempito dagli “altri”. Ma ben marchiato nell’anima è ridotto ad avere soltanto due tipi di scelte possibili: a) quella perfettamente conseguente alla marchiatura ricevuta: conformista! b) o quella creduta (più) libera, perché contraria alla prima, che è anche quella della maggioranza: anticonformista! Per immaginare è indispensabile che nella memoria ci siano registrate esperienze già fatte e pronte all’uso. Ma l’esperienze, sono state tutte già vissute grazie all’esempio e al controllo degli “altri” della nicchia ambientale. Definitivamente saturi di ricordi dagli “altri” appresi e nascosti (passivamente memorizzati) nell’inconscio. Sono ricordi che non si conoscono (altrimenti che inconscio sarebbe?) e che non possono quindi, essere controllati. Emergeranno inesorabilmente all’improvviso e parteciperanno alle decisioni influenzandole. Ma sempre popoleranno i sogni, di conformisti o anticonformisti che siano.La “creatività”Quando, ormai in possesso del linguaggio, il bambino non manipolerà soltanto oggetti, ma “concetti”, ecco che nascerà la sua creatività!Che continuerà ad aumentare in funzione di quanto avrà memorizzato.E’ soltanto allora che, grazie alla creatività, riuscirà a fuggire dal reale per rifugiarsi nell’immaginario:“(...) in un mondo sopportabile, quello della creazione.” (H.L) Ma in quale mondo di libertà creatività? Se: “(...) per immaginare non bisogna rimanere prigionieri degli automatismi acquisiti, automatismi motori, linguistici, concettuali, che bisogna invece, rimettere costantemente in questione. Altrimenti si riproduce, non si crea.”Quando era troppo piccolo, era un lattante e non aveva ancora appreso niente, il bambino non poteva immaginare. Ma appena è stato in condizione di apprendere, ma non ancora di “volere”, ci hanno subito pensato gli “altri”, quelli già marchiati e garantiti dalla soci-cultura dominante , a riempirgli la memoria dell’inconscio con automatismi culturali, giudizi di valori, etc. e allora, poiché è impossibile fuggire completamente dalla propria prigione, dobbiamo definitivamente dire addio alla libera creazione?... E continuare invece, ad urlare in coro W la riproduzione? (v. lo scopo primo del progresso tecnologico: riprodurre in una quantità maggiore e a minor costo un oggetto da consumare)

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INCONSCIO (v. a pag. 25)IndividualitàDefinizione: -1 Qualità, carattere di ciò che è individuo, cioè singolo. 2. La nota o il complesso di note proprie ed esclusive che distinguono un individuo: aver spiccata individualità. 3. Individuo, persona dalla personalità molto spiccata…PersonalitàDefinizione: - 1. L’essere personale, tipico, caratteristico di una singola persona.- 3. a. (psicol.) l’insieme di quelle disposizioni e funzioni affettive, volitive e cognitive che l’individuo riconosce come proprie e che manifesta di volta in volta nel proprio particolare modo di interagire con l’ambiente. b. Carattere temperamento… c. Assoluta, individualità spiccata… (Vocabolario della Lingua Italiana, ed. Treccani.)

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INTELLETTUALEDefinizione: “Colto amante degli studi e del sapere, sensibile all’attività letteraria e artistica.”Per tutti vale il pensiero di K. Popper:"Siamo stati e siamo noi intellettuali ad aver continuamente fatto le cose più cattive per viltà, per presunzione, per orgoglio. Noi che abbiamo un particolare obbligo verso coloro che non potettero studiare, siamo i traditori dello spirito (…) seguiamo tutte le mode stupide. Vogliamo metterci in mostra e parliamo un linguaggio incomprensibile, fatto solo per impressionare, erudito, artificioso (…)Il male che abbiamo causato nel passato è spaventoso. Da allora, da quando siamo liberi di dire e scrivere tutto, siamo forse diventati più responsabili?Ho scritto una volta parlando della utopia di Platone che coloro che volevano costruire il paradiso in terra hanno sempre costruito solo l'inferno…" (v. "Il Marxismo è morto di Marxismo" di Karl Popper) -------------------------------------------------------------- LAVORODefinizione: “Attività umana rivolta alla produzione di un bene, di una ricchezza, o comunque a ottenere un prodotto di utilità individuale o generale”Quello che bisogna considerare è:1) L’organismo umano è una macchina metabolica che produce lavoro termodinamico. 2) Il suo sistema nervoso è fatto per agire sull’ambiente per l’unico scopo di ripristinare e conservare il suo “equilibrio interno”. 3) L’ambiente fornisce i substrati necessari sotto forma di nutrienti, gli alimenti necessari per sopravvivere, fare il lavoro necessario a questo e soprattutto per permettere al bambino una crescita fisica e armoniosa del suo corpo e del suo cervello (v. Appunti di Alimentazione in appendice)4) Per procuraseli l’uomo è in perenne competizione con tutti gli esseri che vivono nella sua nicchia ambientale. 5) Grazie alla sua capacità di aggiungere informazione all’ambiente (di in-formarlo di metterlo in forma di trasformarlo, etc.) riesce a raggiungere il suo scopo più facilmente e a proteggere meglio la struttura del suo organismo.6) E’ grazie al Linguaggio che l’uomo ha accumulato tutte le esperienze fatte dalle generazioni passate.7) Così l’informazione è aumentata durante i secoli, ma soltanto per ciò che riguarda il lavoro inteso globalmente. 8) Mentre l’informazione si è sempre più diluita lungo le scale gerarchiche di dominanza. A scendere dal progettista si arriva all’ultimo operaio che ha solo una piccolissima parte dell’intera informazione contenuta nel progetto iniziale. E’ la “parcellizzazione” di Fredman.9) Ma l’uomo agisce soltanto se è motivato e il lavoro, invece, ha perso così ogni significato. Se fosse mai possibile, sarebbe, per questo, ancora più alienante.10) Il civile-occidentale non lavora più per soddisfare le pulsioni primarie (mangiare, bere). Per la maggior parte queste sono garantite dalla società. Ma le motivazioni restano soltanto quelle degli automatismi culturali appresi. Sono i cosiddetti “bisogni acquisiti” spinti e sostenuti da una propaganda martellante che

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spiega le persone e le merci da assolutamente possedere per essere felici. (.v. il “discorso del capitalista” di Lancan)11) E’ la frenesia, l’ossessiva necessità di consumare oggetti, di possederli. (v. gli status symbols)12) Ma esistono le regole della “proprietà”, precise ed imposte dalla socio-cultura dominante. 13) E un uomo agli ultimi gradini della Scala Gerarchica di Dominanza non riuscirà mai ad ascendere. E H.Laborit: “Il lavoro umano sempre più automatizzato, diventa come quello dell’asino attaccato al bindolo. Non ha più caratteristiche umane, cioè non risponde più al desiderio, alla costruzione immaginaria, all’anticipazione originale del risultato ”. -----------------------------------------------------------LiberismoDefinizione: - 1 (polit. econom.) “Sistema economico imperniato sulla libertà del mercato, in cui lo Stato non interviene nell’economia, ma si limita a provvedere ai bisogni della collettività che non possono essere soddisfatti per iniziativa dei singoli; la concezione ideologica sottostante. – 2 (econ.) Libertà del commercio internazionale (detta ancora libero scambio), come dottrina e prassi economica opposta al protezionismo.” ------------------------------------------------------------------------

LA LIBERTA’Definizione:“Essere libero, lo stato di chi è libero (…)” (Vocabolario della Lingua Italiana. Ed Treccani)“Ammettere che la libertà umana non esiste è difficile, perché provoca il crollo di tutto un mondo di giudizi di valore senza i quali la maggioranza degli individui rimane disorientata.”(H. Laborit “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori, ed. 1990, pag. 71)Ma ancora Laborit afferma cancellando ogni illusione residua:“L’ingannevole sensazione di libertà si spiega col fatto che generalmente ciò che condiziona la nostra azione appartiene alla sfera dell’inconscio, mentre il discorso logico appartiene alla sfera della coscienza. (v. l’ “inganno del linguaggio” a pag. 26) E il discorso ci permette di credere alla libertà di scelta. Ma come fa una scelta a essere libera, se siamo inconsapevoli dei motivi di tale scelta, e come si fa a credere nell’esistenza dell’inconscio, che per definizione è, appunto inconscio?” (H. Laborit “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori, ed. 1990, pag. 72)Ma sono nondimeno duemila anni che, tranquillamente ignorando quanto sopra, si cerca di rispondere alla oziosa domanda: “dove abbia avuto origine la Libertà dell’uomo?”Come sarà detto, secondo Edelman, che dalle sue scoperte sull’immunologia ha elaborato, fuori dal coro di molti scienziati e altri famosi “impastatori aria fritta”, ha ricavato la più bella teoria scientifica sulla nascita della libertà: dalla sua TSNG. La libertà è nata insieme a nuovi “pezzi di cervello” e alla loro capacità di funzionare all’unisono, per formare la “coscienza di livello superiore”, anche insieme a tutti gli altri già esistenti, cosa resa di fatto quasi impossibile per l’immaginazione creativa limitata dai pre-condizionati e i “castrati” cervelli dei civili-occidentali.La Libertà, com’è stato appena detto, nasce ad un certo momento dell’evoluzione biologica della specie con la comparsa della coscienza di livello superiore. Ma è costruita solo dalla Storia Personale di ogni singolo individuo. (Quella che segue è una sintesi tratta dal testo di Pietro Greco, “Einstein e il Ciabattino” Roma, Editori Riuniti, ed. 2002.)La libertà non è nata per caso come affermava il romano Lucrezio e i neoepicurei e non certo dalla virtù e dalla conoscenza come aveva affermato Socrate. Per Platone, agire liberamente significava perseguire il bene. Per Aristotele la volontà dell’uomo si esercita tra l’agire e il non agire. Il centro della volontà nel corpo umano è sistemato nel cuore, etc. Ma “il problema del libero arbitrio e della sua origine biologica ritorna di attualità nel Seicento con la nascita e l’affermazione della nuova scienza.”E’ da Galileo e poi Newton che la natura viene descritta come governata da leggi causali.E’ nato così il “meccanicismo”. E’ il trionfo del determinismo.L’universo e il corpo umano appaiono “come precisi orologi meccanici governati dalle medesime leggi deterministiche di causa ed effetto”. E’ Cartesio che affermava: “Di tutto posso dubitare tranne che della mia coscienza. Anzi è proprio la coscienza che sostanzia il mio essere: “Penso dunque sono”…Ma il “libero arbitrio” diventa così una componente, la più elevata del problema più generale della mente e della coscienza, etc. Cartesio gli trova anche una sede nel corpo. E’ la ghiandola pineale posta al centro del cervello. Ma non spiega come questa sorta di homunculus che si è sistemato nella ghiandola pineale riesca a dare gli ordini alla corpo meccanico. Con la divisone della mente in “res cogitans” e del corpo, della materia in “pars extensa” il “dualismo cartesiano” risolve il problema di come sia possibile che la mente dell’uomo

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non sia tenuta al rispetto delle rigide leggi del “meccanicismo” e possa, invece, infrangere con libere scelte la sua rigorosa causalità . Ma Spinosa lo critica. Critica Cartesio affermando che mente e corpo sono una cosa unica e che quindi quello di separare la mente dal corpo materiale e quindi renderla così libera è soltanto il suo sogno ad occhi aperti. E’ pura illusione, etc.Fino al XX secolo poi gli scienziati ritornano ad affermare che: “il problema è intrattabile”.E’ nella seconda parte del Novecento che mente, coscienza e libero arbitrio tornano a diventare problemi scientifici.E’ solo da poco, infatti, che gli scienziati, alcuni almeno, si sono addirittura messi alla ricerca delle sue basi biologiche. Tra e quella di Cartesio e questa finale c’è una grande quantità di posizioni diverse. Per esempio:a) René Thorm che, piuttosto che rinunciare al determinismo, rinuncia alla Libertà.b) Henri Atlan che torna a Spinosa: “La Libertà coincide con la conoscenza della causalità. La libertà totale è la conoscenza infinita del determinismo assoluto della natura. Noi uomini esseri dotati di una limitata coscienza siamo a metà tra la libertà assoluta e l’assoluta necessità. Procedendo però verso la conoscenza infinita guadagniamo spazi di libertà.”c) Humberto Maturana: “Noi esseri umani esistiamo finché esistiamo come entità autocoscienze nel linguaggio (…) L’esistenza umana è un’esistenza cognitiva e si attua attraverso l’agire linguistico” E poi aggiunge Pietro Greco: “tutte le cose sono entità cognitive create dall’uomo. Ma se tutto è cognitivo, se tutto è creato dall’uomo allora “tutto è responsabilità dell’uomo.”d) Stefen Weinberg sogna di afferrare l’intima unità dell’intero universo in una sola teoria finale. Ma esclude il libero arbitrio perché la coscienza dell’uomo non è derivabile dalle leggi della fisica. E’ un riduzionista. E come Cartesio tradisce il riduzionismo ponendo sé stesso, la propria coscienza e la sua libertà al di fuori della fisica. e) Franz Joseph Gall e la sua “Frenologia”: “il cervello è un insieme di organi specializzati e indipendenti in ognuno dei quali è presente una precisa funzione psicologica.”f) Wernicke e prima Broca, dimostrano che alcune lesioni di due particolari parti del cervello dell’emisfero sinistro provocano la perdita della capacità di parlare (afasia motoria di Broca) e di comprendere la parola (afasia sensoriale di Wernike). Ma quest’ultimo precisa che quei due centri cerebrali non sono dotati (come invece pretendono i Frenologi) di specifiche funzioni ma solo di particolari memorie codificate. E si potrebbe ancora continuare…E’ importante accennare ancora del “religioso” J. Eccles. E’ come Cartesio convinto che la mente abbia una sua precisa collocazione nel cervello. Ma è una entità profondamente diversa dal cervello. E’ nell’emisfero dominante, nel sinistro. Quello che comprende ed esprime il Linguaggio. Il cervello fatto di materia, invece, risponde a leggi fisiche. La mente risponde ad un altro tipo di leggi. E’ una entità spirituale. E’ l’anima!Ma oggi grazie a Cajal che ha studiato i singoli neuroni che fa emergere dal cervello grazie alla colorazione delle cellule con il metodo di Golgi, si scopre che il cervello è fatto di unità discrete e non da una rete continua. Ogni neurone è diverso dagli altri. Il cervello non è costituito da parti intercambiabili, etc.Attualmente è noto che, il cervello dell’uomo ha circa 100 miliardi di neuroni ognuno dei quali può collegarsi ad altri diecimila neuroni, per un totale di potenziali connessioni sinaptiche di un milione di miliardi. I neuroni sono diversi l’uno dall’altro, ma possono raggrupparsi per svolgere funzioni simili, etc. Ma si sa ancora poco su come funzioni il cervello dell’uomo.Hanno detto la loro sulla mente anche gli informatici, Alan Turing e Jonh von Neumann. E’ la tesi dell’intelligenza artificiale forte (IA) : “Il cervello è l’hardware di un computer costruito in modo particolare e la mente è il raffinato software e allora, la libertà è un algoritmo.Molti sebbene non siano proprio d’accordo sono comunque certi che la mente sia un sistema di elaborazione dell’informazione.Bisogna ricordare che molti scienziati sono convinti che : “La mente è il Cervello!” La mente è la somma delle attività cerebrali (Evelyn Fox-Keller)Gli scopritori della doppia elica del DNA Francis Crick e James Watson, Tornano al “riduzionismo” e parlano della “Coscienza Visiva” che non è ancora quella superiore. Ma è la somma di una serie di precise attività neurali connesse alla percezione di un oggetto. Un processo complesso che ha solo basi neurobiologiche. Fanno così arrabbiare il filosofo Daniel Dennett che afferma che non c’è nessun “fax” che consenta di trasmettere le informazioni dal cervello all’anima, etc. Ma poi non riesce a spiegare come abbiano origine mente autocoscienze e libero arbitrio.Pietro Greco autore di “Einstein e il Ciabattino” già menzionato, dal quale è tratta questa sintesi continua facendo notare:“Tutte le variegate teorie hanno un limite in comune: estraggono la mente dell’uomo dalla storia e la ripongono in una vasca senza tempo. Studiata in queste condizioni la mente non ci rivelerà mai i suoi segreti. D’altra parte se non si vuole negare la libertà dell’uomo e se al contrario si vuole ritenere di origine

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miracolosa e perciò estranea al campo d’indagine razionale, occorre elaborare una teoria materialistica della coscienza” e ancora: “D’altra parte ogni ipotesi scientifica sulla mente e sulla libertà dell’uomo non può che essere storica e materialistica. Un’ipotesi, che è almeno in partenza darwiniana. La mente e la libertà, infatti, sono apparse ad un certo punto della storia evolutiva della materia biologica.” E continua dicendo che bisogna risalire il corso della storia per capire come, quando e perché è nata la libertà dell’uomo.Due tipologie tra le teorie darwiniane:

a) Teorie Unitarie: L’uomo ha conquistato le sue funzioni superiori (mente, coscienza e libero arbitrio) attraverso un singolo adattamento e una singola struttura cognitiva. Questo si ricava dal fatto che le caratteristiche delle molte strutture cognitive sono comuni. E’ possibile allora, che esista ora una singola struttura emersa in brevissimo tempo, un’architettura funzionale che regola e controlla tutte le funzioni superiori compreso il linguaggio. La coscienza di sé e la libertà sono emerse insieme ad una serie di altre funzioni superiori e sono controllate da un solo centro unico. A sostegno c’è l’ipotesi dell’“encefalizzazione”, del progressivo crescere del cervello che continua e ancora non si ferma (v. il cervello “unico ramo verde” di J. Eccles)b) Teorie Modulari: L’evoluzione delle funzioni cognitive superiori sono, invece, il frutto di una serie e progressivi adattamenti . Il cervello è un mosaico di funzioni singole. Non c’è un centro unico di controllo. Un centro dell’autocoscienza e uno del libero arbitrio. Il mosaico disegna la mente dell’uomo senza avere un centro di controllo. Sarebbe nato da una successione lunga di adattamenti e così sarebbero avvenute anche l’evoluzione di funzioni successive come il linguaggio. Sarebbe tutto avvenuto secondo le teorie darwiniane, ma i moduli non sono solo quelli di natura neurofisiologica o fisiologica perché a questi si sono andati aggiungendo anche quelli sociali e culturali. Quello modula re è quindi un “modello coevolutivo”, etc.La nuova mente dell’Homo sapiens sapiens non nasce con l’improvvisa comparsa del solo linguaggio, ma anche con una nuova quantità di capacità intellettive associate: quelle culturali e quelle sociali.I fattori culturali lamarchiani collaborano e indirizzano perfino i fattori biologici. Non contrastano il fattore darwiniano ma lo superano e lo coinvolgono. (v, la coevoluzone biologica e culturale)L’apparato vocale ad angolo retto si sviluppa perché l’uomo ha il bisogno di esprimere la sua maturazione culturale e mentale. Mente e cultura coevolvono insieme alla dimensione sociale, etc.E’ ancora Pietro Greco: “Ogni uomo costruisce la sua mente e la sua libertà.”“La libertà è tale perché non appartiene alla specie ma a ciascun individuo. E’ proprietà e creazione di ogni singola persona. Una persona che si muove in una società, in un ambiente e tra eventi storici che ne condizionano il cammino. Traccia in questo suo muoversi un percorso unico e irripetibile. Individuale.” “Magnifico”! Sarebbe certamente così se non fosse che ogni uomo è in qualsiasi sua scelta condizionato da tutti gli automatismi culturali, i giudizi di valore, e le regole e leggi, etc. che i propri genitori e gli altri e la socio-cultura dominante gli hanno subdolamente inoculato, durante i suoi primi tre anni di vita, nel suo inconscio!E Pietro Greco continua affermando che ogni teoria scientifica deve spiegare come l’uomo abbia conquistato la “capacità di scegliere” rompendo le catene causali e come giorno dopo giorno riesca a conquistare la sua libertà. E aggiunge:“Siamo nella fase pionieristica perché sappiamo poco del cervello e quasi nulla della mente. Ma il meglio che abbiamo in spiegazioni scientifiche lo dobbiamo ad un neuroscienziato il massimo esperto al mondo del “sistema immunitario”, di cui ha decriptato struttura e funzionamento, mettendone in evidenza la straordinaria plasticità basata su una sostanziale individualità. Ha per questo ricevuto il Nobel nel 1972, etc.”Secondo Edelmann la plasticità del sistema immunitario è analoga a quella del cervello dell’uomo.E’ allora possibile che esistano meccanismi cerebrali, e quindi “materiali” (fatti di cellule nervose), che ogni uomo attiva quando costruisce la propria mente e la sua libertà.

TEORIA DELLA SELEZIONE DEI GRUPPI NEURALI DI G. M. EDELMAN (TSGN)La selezione opera nel cervello ed è fatta di:a) una “unità di selezione”, che è materiale. E’ fatta di gruppi di neuroni che si comportano secondo:b) Tre principi. E’ stato già detto come il cervello umano sia dotato di circa 100 miliardi di cellule neuronali, neuroni.

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E che ogni neuroni può essere collegato con altri 10000. E che quindi le connessioni sinaptiche possibili sono circa un milione di miliardi, etc.Secondo Edelman il numero delle connessioni sinaptiche è troppo alto perché la rete che si forma possa risultare dal minuzioso lavoro genetico. Il percorso delle connessioni non è stabilito geneticmante. Il percorso delle connessioni sinaptiche nel cervello di ogni uomo è stabilito dalla storia dell’individuo. Per inciso: e’ necessario ricordare che la storia di ogni individuo, dei suoi primi tre anni, è scritta direttamente nel suo inconscio prima dai suoi genitori e dagli “altri” e dalla socio-cultura dominante della sua nicchia ambientale, dallo stesso ambiente quindi, e poi anche dalle situazione vissute e dagli incontri, etc. fatti durante tutta la sua esistenza, perché è tutto questo che è la sua storia e poi diventa la sua “memoria codificata”, la sua personalità unica ed eterna. In tutto questo allora, la genetica mette tutti i suoi ingredienti necessari. Sono poi l’esperienze personali che si servono di detti ingredienti per costruire il cervello (v “Il cervello si nutre di stimoli”) e la mente. Tutto questo avviene appena un ovulo è fecondato. Le cellule si vanno subito sistemando secondo il programma genetico e le interferenze degli stimoli ambientali che nondimeno contribuiscono a spingerle alla “specializzazione”. Cominciano allora, le connessioni tra neuroni che sono reversibili, ma che formano i primi gruppi con la identica funzione (reversibile e a volte solo momentanea).E’ così che iniziano a deliniarsi i tre principi di Edelman:1) “Selezione della fase di sviluppo”. Si formano le prime connessioni e i primi gruppi di neuroni, necessari per le prime fasi di sviluppo del bambino: il “repertorio primario”. Ma che sebbene siano fondamentalmente identici per tutti i bambini perché sono quelli della specie nella loro “specificità di dettaglio” (il perché, il quando e il come, il modo in cui si sono riuniti in gruppo, etc.) sono nondimeno unici per ogni singolo individuo.2) “Selezione esperenziale”. Non appena il bambino comincia ad interagire con l’ambiente ecco che è costretto a servirsi della funzione di alcuni gruppi di neuroni. Usa quelli già selezionati nella fase di sviluppo, rafforzandone le connessioni. Ma deve costruirne di nuovi, crearsi un “repertorio secondario” per le esigenze del momento, che è quindi letteralmente “modellato dalla storia” del singolo individuo ed è unico. Ma deve, inoltre, “smontare” gli altri che già esistono, ma che vanno indebolendosi perché a questo stadio del suo sviluppo sono ormai diventati inutilizzabili, etc.Il “Rientro”. Il bambino a questo punto ha un cervello formato dai gruppi neurali del “repertorio primario” e da quelli, costruiti, del suo “repertorio secondario”, oltre ad una serie di gruppi inutilizzabili. E’ così, utilizzando i gruppi dei due repertori che nel cervello si formano le: “Mappe funzionali Indipendenti”Sono una associazione di associazioni, di gruppi di neuroni che hanno una struttura e una funzione che si distinguono da tutte le altre. Ma tra di loro sono in costante “relazione”. Vanno selezionandosi e specializzandosi e permettono così al cervello di percepire e di classificare in base a categorie.Da quel momento il cervello non si limiterà più soltanto a leggere la realtà esterna (attività sintattica). Ma anche ad interpretarla e a strutturarla (attività semantica) in base a precisi valori. Valori che, com’è noto, il bambino ha già ricevuto dai suoi genitori, dagli altri e dalla socio-cultura della sua nicchia ambientale, etc. Ancora P.Greco:“Gli strati cerebrali, le mappe neurali e le mappe delle mappe sono degeneri e, spesso stocastiche (si sono formate per caso). E’ per questo che il cervello di ogni individuo risulta un sistema selettivo non solo unico e irripetibile, ma anche ridondante (esageratamente abbondante). Infatti i danni di una lesione cerebrale fisicamente irreversibile sono riparati e recuperati a livello funzionale dalla parte di cervello rimasta intatta.”La TSGN spiega come la mente dell’uomo abbia un suo percorso storico, unico che nondimeno si collega a quello della specie non appena si accinge a proporre, a formulare un’ipotesi per spigare l’origine del “libero arbitrio”, della libertà dell’uomo.Il libero arbitro dovrebbe essere nato quando alla selezione dei gruppi l’evoluzione biologica ha aggiunto e affiancato forme speciali di memorie, perché è così che ha potuta nascere la coscienza.I sistemi di memoria come quella “a breve termine” che è capace di interagire con il sistema di selezione delle mappe funzionali indipendenti e di permettere al cervello “processi di categorizzazione sulla base di valori”: a) Semplici , come quello di distinguere e dirigersi verso oggetti dal colore rosso e di restare indifferenti agli oggetti blu. E’ la dimostrazione del potere dei condizionamenti già ricevuti che, fuori da ogni logica, fanno appunto avere simpatia per il rosso e antipatia per il blu.b) Complessi come quello dell’uccello che riesce ad aprire le ostriche facendole cadere su uno scoglio.PRIMA FORMA DI COSCIENZA

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E’comune con tutti i vertebrati (i mammiferi) dotati del “Secondo Cervello”, quello della memoria di apprendimento.E’ quindi la “memoria a breve termine” che ha consentito l’“Apprendimento” che ha permesso l’emergere di una “prima forma di coscienza”.La prima forma di coscienza è quella che consente ai vertebrati (v. il Secondo Cervello dei mammiferi) di “avere consapevolezza delle cose del mondo” attraverso le immagini mentali del presente: 1) E’ strutturalmente imprevedibile, perché è capace di interrompere le catene della causalità degli eventi.2) E’ individuale perché “la rete di interazioni materiali, tra la memoria e i gruppi neurali si forma storicamente.3) E’ (per questo) unica e irripetibile.4) E’ non deterministica , perché le interazioni tra le mappe e la memoria sono molto complesse, seguono dinamiche lineari che sono estremamente sensibili alle condizioni iniziali (mentre si vanno strutturando i gruppi) e quindi sono imprevedibili. Ma anche perché le risposte agli stimoli ambientali non sono più automatiche.Questa coscienza primaria si è andata evolvendo divenendo sempre più complessa quando sono cresciute le sue capacità di categorizzare oggetti e poi, simboli quando è stata potenziata dal linguaggio.AUTOCOSCIENZAMa è la “Memoria a Lungo Termine” che ha permesso la “coscienza di sé”.Di un “sé” distinto dal mondo esterno, circostante e del concetto del passato e di quello del futuro e concetti ancora più astratti indipendenti dal tempo, etc.E’ la nascita dunque di una “coscienza di ordine superiore” che altro non è che la coscienza della propria coscienza di sé: l’autocoscienza.Ecco, è così che è arrivata la libertà dell’uomo, perché con l’autocoscienza arrivano le “azioni pianificate” che sono dovute alla capacità di scegliere. Compare l’intenzionalità.L’uomo acquisisce la capacità di “pianificare le azioni sulla base di complesse “strutture valoriali” (*) che è possibile chiamare “libero arbitrio” in quanto sono la rottura intenzionale della catene causali. (*) Ma strutture valoriali o valori che, com’è noto, sono stati imposti durante i primi suoi tre anni di vita dalla socio-cultura dominante della sua nicchia ambientale. Così che la rottura intenzionale delle catene causali è prima motivata e poi condizionata da detti valori imposti. LIBERO ARBITRIOSecondo Edelman: “L’intenzionalità può diventare di ordine superiore e le azioni si verificheranno in modi che non si verificherebbero altrimenti in modo spontaneo in u mondo senza organismi coscienti.” E P. Greco: “Il sé consapevole di sé, l’io cosciente, l’io intenzionale sono, in definitiva, grandi mappe neurali, storicamente formate, che si intersecano e connettono in una dimensione unitaria l’intero cervello. Per avere una mente ed essere libero, il cervello materiale dell’uomo “non ha bisogno di nessun homunculus e può nondimeno esercitare una scelta volontaria all’interno di una cornice microdeterministica”.In conclusione:La TSGN di G. Edelman tenta di spiegare come in migliaia di anni la specie umana abbia conquistato la “capacità di scegliere” anche rompendo le catene causali della fisica.E’ la “materia cerebrale” che ha a mano a mano, nel corso della sua storia evolutiva, ha fatto sì che emergesse quella sua particolare proprietà che è la “Libertà Cosciente”. Secondo Edelman, è il quel gioco tra “mappe funzionale indipendenti” in continua “relazione” tra loro, che sono uniche perché sono state formate dalla storia delle esperienze fatte da ogni singolo individuo, etc. Sono i neuroni del suo cervello che hanno dato all’uomo, ad un certo momento della sua evoluzione biologica, la coscienza di sé stesso, la coscienza della coscienza di sé stesso, la mente, il libero arbitrio, etc. Quello che segue, scritto da Edelman, spiega da dove abbia preso tutto quanto è stato detto fino ad ora. E’ solo un esempio del suo modo di dedurre dai risultati di una ricerca che era solo immunologica: “Il sistema selettivo immunitario presenta alcune caratteristiche interessanti. Innanzitutto, c’è più di un modo per riconoscere una certa forma (v. “Vaccinazioni” a pag. 28); in secondo luogo non esistono due individui che lo facciano nello stesso identico modo, cioè non esistono due individui con gli stessi identici anticorpi.In terzo luogo, il sistema mostra una sorta di memoria cellulare: dopo l’incontro tra antigene e un insieme di linfociti in grado di legarsi ad esso, alcuni di questi si divideranno (si riprodurranno) solo alcune volte, mentre gli altri continueranno in modo irreversibile a produrre l’anticorpo specifico per quell’antigene e in fine moriranno. Poiché alcune delle cellule si dividono ma non arrivano a produrre anticorpi, le cellule di quel tipo (quelle che producono, invece, anticorpi) saranno comunque più numerose di prima, entro la popolazione totale, e questo gruppo più numeroso potrà rispondere in seguito allo stesso antigene in maniera più spedita. Il sistema esibisce

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quindi, come si è già detto, una forma di memoria a livello cellulare. Si tratta di un sistema per il riconoscimento di molecole, un sistema non cognitivo e altamente specifico la cui spiegazione è un esempio meraviglioso di ragionamento in termini di popolazione – l’essenza del darwinismo. (…) a differenza della evoluzione tutto ciò avviene nelle cellule in piccoli intervalli di tempo e non produce molti livelli di forma, ma soltanto di anticorpi diversi. E’ un sistema selettivo somatico (non della specie).Si noti che nell’evoluzione (invece) la diversità si genera all’interno di una popolazione di animali mediante mutazione del DNA che si trasmettono per via ereditaria grazie alle cellule germinali (spermatozoo e ovulo). La selezione poi agisce in maniera continua sugli individui, nel coro del tempo evolutivo, per dare origine alle diverse specie, in dipendenza da molte variabili ambientali. Ambedue i sistemi - evoluzione e immunità – affrontano i fatti nuovi secondo principi selettivi simili, ma molto differenti. (…) Ciò che accomuna queste due scienze del riconoscimento – evoluzione e immunologia – non si ritrova nei sistemi non biologici, come ad esempio le stelle “in evoluzione”.” (Gerald M. Edelman “Sulla Materia della Mente”, Milano, Adelphi ed.1993, pag. 124 -125) E poi aggiunge che la fisica no si occupa di sistemi di riconoscimento, perché sono sistemi biologici e storici. Ma tutte le leggi di fisica si applicano ai sistemi di riconoscimento.Il cervello è un sistema di riconoscimento selettivo. La neurobiologia è una Scienza del Riconoscimento.Ma è studiando gli anticorpi che Edelman scoprì che le molecole di adesione tra cellule neurali (la “colla cerebrale”) sono i precursori evolutivi dell’intero sistema immunitario.Ma Edelman vuole subito precisare: “ La somiglianza tra il sistema immunitario e il sistema nervoso regge solo per principi, non nei particolari. Ho difeso l’idea che il cervello sia un sistema selettivo di riconoscimento perché pensare alla funzionalità cerebrale in termini selettivi ci libera dall’orrore dell’homunculus.” (Gerald M. Edelman “Sulla Materia della Mente”, Milano, Adelphi ed.1993, pag. 127 - 128)Poi Edelman prosegue spiegando le cose che sono state già dette in precedenza. ---------------------Ma per spiegare come la libertà dell’uomo abbia cessato di esistere nello stesso momento in cui l’uomo, per difendere il suo DNA dalla spietata ferocia della sua nicchia ambientale, abbia deciso di accettare di riunirsi in gruppo, mostrando così di preferire l’ignominia di sottomettersi alla forza bruta dei suoi capi, piuttosto che la fine certa in un ambiente estremamente pericoloso, bisogna tornare al grande biologo Henry Laborit:“Ammettere che la libertà umana non esiste è difficile, perché provoca il crollo di tutto un mondo di giudizi di valore senza i quali la maggioranza degli individui rimane disorientata. Assenza di libertà vuol dire assenza di responsabilità e quest’ultima significa a sua volta assenza di merito, negazione del suo riconoscimento sociale, crollo delle gerarchie. Pur di non perdere il quadro concettuale in cui si è sviluppato il narcisismo, dalla nascita in poi, la maggior parte degli individui preferisce addirittura rifiutare di discutere l’argomento.” (H. Laborit “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori, ed. 1990, pag. 71)

E’ questo, anche se brutale, forse l’unico modo, soprattutto per il civile-occidentale di serie “B”, perché possa, invece, prendere coscienza del proprio stato reale e finalmente si accorga, invece, di come:

1)durante i suoi primi tre anni di vita sia sistematicamente e definitivamente condizionato - dai suoi genitori, dagli altri e dalla socio-cultura dominante della sua nicchia ambientale – grazie alla “inoculazione” nel suo inconscio di giudizi di valore, automatismi culturali e strategie atte a sostenere e a perpetuare il dominio della socio-cultura dominante.

2)dalla sua “nuova scuola pubblica”, trasformata in un’azienda commerciale, gli venga somministrata la cultura necessaria per farlo diventare - dopo avergli castrato l’emisfero destro del suo cervello perché eccella in matematica, fisica, chimica, etc. - un tecnico capace di produrre merci di qualsiasi genere.3)solo se ritenuto valido, dopo essere stato inserito in un ciclo produttivo, si ritrovi sottomesso a produrre anche il plusvalore di merci necessario a sostenere i dominanti e quindi definitivamente alienato a causa, sia della presa di coscienza del suo stato di sottomesso, che della mancanza quasi totale di “vitali gratificazioni.”

4)per tutto questo, per la costante, conseguente e inevitabile depressione cronica sia destinato ad ammalarsi facilmente fino all’autodistruzione per una malattia intercorrente e/o da stress (infarto, ictus), o per l’auto impianto di un cancro.5)senza rendersene conto, sia costretto – sempre dai condizionamenti subiti e definitivamente nascosti nel suo inconscio - ad usare quando parla o scrive l’ “inganno del linguaggio”.

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1) quando ascolta o legge sia capace di “afferrare” solo una parte della realtà oggettiva del discorso. Parte che non può liberamente scegliere perché deve essere assolutamente la più vicina ai valori imposti dai condizionamenti subiti (o completamente contraria).2) non sia più possibile una scelta, una decisone, un modo di agire, etc. che non sia prima motivato e poi condotto, eseguito se non secondo e sotto la sistematica influenza dei condizionamenti subiti che fanno parte, ormai per sempre, del mondo del suo inconscio. 3) sia responsabile della sorte immediata e futura dei suoi figli. Per cui, una volta presa coscienza del suo stato, debba cercare prima di liberare sé stesso e poi difendere a qualunque costo la libertà della propria prole impedendo che subisca qualsiasi condizionamento dalla socio-cultura dominante. A questo punto, sembrerebbe più semplice mostrare, invece, come sia facile, addirittura banale, dover rinunciare per forza a quella libertà che, malgrado tutto, il civile occidentale crede ancora di avere. Per esempio:Tutto avviene nell’attimo in cui due uomini s’incontrano nello stesso spazio della loro nicchia ambientale per metter in atto la propria strategia per soddisfare una loro comune pulsione primordiale (mangiare, bere, accoppiarsi). E’ allora che, tra i due individui della stessa specie o di specie diverse, che stanno agendo per lo stesso scopo, a causa della conseguente, inevitabile “competizione”, debba instaurarsi tra loro subito una “dominanza”. Ma è in quel momento che la libertà di agire cessa di esistere per entrambi, perché anche il dominante perde una parte (anche se inferiore) della sua completa libertà. Secondo J. Searle: “l’uomo non è totalmente libero.” Infatti, è possibile immaginare che entrambi i soggetti abbiano sete, e che la fonte sia unica. Il più forte pretende di bere per primo. Il secondo per salvare e mantenere integro l’equilibrio della sua struttura-organismo che sarebbe distrutto dalla brutalità del primo più forte, per “istinto di conservazione” è costretto ad inibire la sua azione, di non lottare, ma di accettare di bere dopo. Ma nemmeno il primo ora beve “liberamente”, perché è costretto a guardarsi dal secondo proprio mentre sta bevendo, mentre sta assaporando il piacere di soddisfare la sua necessità primaria e vitale. Magari ha dovuto piegarsi in avanti e ora sta pericolosamente esponendo le spalle all’avversario. Il secondo, che ha già perso una volta la libertà di agire, potrebbe essere pronto ad approfittare del momento favorevole e magari provare a sopraffarlo, per capovolgere la dominanza, recuperare la sua autostima e riequilibrare la sua angoscia e/o per vendicarsi, etc. La Libertà: “E’ un dato immediato della coscienza.” Ma è ancora, secondo H. Laborit, che: “(…) chiamiamo libertà la possibilità di realizzare atti che ci gratificano, di realizzare il nostro progetto, senza scontrarsi col progetto altrui. Ma lo spazio gratificante non è libero (non lo è mai). Anzi è completamente determinato (dalle dominanze stabilite). Per agire bisogna essere motivati e sappiamo che la motivazione, quasi sempre inconscia, viene da una pulsione endogena, o da un automatismo acquisito, e cerca solo la soddisfazione, il mantenimento dell’equilibrio biologico, della struttura organica.” Chi ha già letto il “Piccolo Manuale Breve” sa già che per l’ attuale uomo pre-condizionato la libertà non esiste più, perché è impossibile scegliere qualcosa, scegliere di agire in un modo, etc… tenendo fuori dalle scelte il mondo del proprio inconscio. Ma l’uomo deve poter pensare di essere libero, perché è rassicurante credere di poter scegliere il proprio destino, di poterlo costruire con le proprie mani, di essere l’unico artefice del proprio destino. L’uomo sa di nascere libero. Continua a restare tale. Ma solo fino a quando la socio-cultura dominante, servendosi di persone degne e garantite, come la madre e gli “altri” della sua nicchia ambientale, non dia inizio al “riempimento” del suo inconscio con i suoi giudizi di valore, gli automatismi culturali, tutte le sue strategie, etc. Nella società attuale il bambino deve essere educato, ma solo perché sia “conforme” e pronto ad inserirsi rapidamente in un ciclo produttivo. Così se è di serie “B”, se appartiene a quel miliardo e duecento milioni di cosiddetti “civili occidentali” (v. la Nota (1)), se è quindi un prescelto, diretto “suddito” dei vertici delle “Scale Gerarchiche di Dominanza” che attualmente dominano il mondo, non potrà, dopo il giusto trattamento subito durante l’infanzia, che essere anche un perfetto, condizionabile consumatore. Mentre, dopo quello che ha subito durante l’adolescenza da parte della “nuova scuola pubblica”, non potrà che essere un tecnico “produttore di merci”. L’“Antagonismo obbligatorio”.Entrambi i trattamenti, quello subito durante l’infanzia dai genitori e dagli “altri” e quello durante l’adolescenza dalla “nuova scuola pubblica” garantiranno (in teoria), avendolo certamente dotato dei giusti mezzi, una maggiore determinazione nell’aperta competizione senza regole, per la scalata gerarchica di

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dominanza. Ma è proprio a causa di questa manifesta voglia di dominanza a qualsiasi costo indotta in ogni singolo, che detti trattamenti non riusciranno mai a garantire anche un completo rispetto delle regole, delle leggi, etc. Chi ha già letto bene il “Piccolo Manuale Breve”, sa anche che, tra gli animali della biosfera esiste un “antagonismo obbligatorio”, che quindi certamente anche l’uomo “non è libero”, perché la scelta di astenersi dal lottare è impossibile (v. L’Altruismo). Né sarà possibile allora, dopo quanto è stato detto, particolarmente in questa società, l’essere e il restare “leale”, perché l’antagonismo è determinato dal fatto che le pulsioni (mangiare, bere, riprodursi) sono le stesse per tutti gli uomini e gli animali e i batteri e i virus, i funghi, etc. tutti gli esseri della nicchia ambientale e della biosfera e che per tutti la posta sia la vita, per tutti sia in gioco la propria esistenza.La “naturale” competizione è, allora, sorretta dal più elementare e più potente degli istinti animali, dall’ “istinto di sopravvivenza”. Si accende “naturalmente” tra i vari soggetti della nicchia ambientale per procurarsi da bere, da mangiare e riprodursi, per conservare la vita, insomma e riprodurla. La DominanzaQuesto “antagonismo obbligatorio” non può portare che alla “dominanza” dell’uno sull’altro, che si realizza passando dalla “proprietà privata”, alle gerarchie di dominanza, etc. Ma poiché, per sopravvivere l’umanità ha dovuto accettare di produrre merci e di consumarle, la situazione precipita, fino alla tragedia, quando un gruppo che possiede l’informazione, si mette alla ricerca di materia ed energia necessarie per produrre le merci che ha inventate e con la forza invade ed occupa nuovi territori.La sperimentazione E’ allora necessario passare alla “sperimentazione” per stabilire chi ha ragione. E’ la sperimentazione, che altro non è se non la verifica di chi è nel giusto, di chi ha ragione, che l’uomo chiama: “guerra”, o “rivoluzione”. Ma dover ammettere che la libertà non esiste, significa accettare a priori che nessuno sia in grado di fare “sue libere scelte personali”. Ma, com’è stato detto, significa anche dover accettare di “cancellare” in un sol colpo: a) la “responsabilità personale” di chi comanda ed è costretto a fare delle scelte, a prendere decisioni, com’è, per esempio, per i dirigenti, i funzionare, i tecnocrati, in generale i capi, etc. (o a far del male, a delinquere) b) il “merito”. Quello guadagnato per il risultato positivo, conseguito grazie alle decisioni prese, che è da premiare…c) negare quindi il “riconoscimento sociale” del merito, perché, semplicemente non c’è più nessun merito personale se prima non esiste la libertà della scelta fatta. Se la decisione non è avvenuta dopo una libera valutazione soggettiva, ma libera dall’influenza di qualsiasi pulsione o degli automatismi culturali, dei giudizi di valore, etc. che, com’è noto, ogni uomo ha inesorabilmente già ricevuto durante l’infanzia dagli “altri”. Prendersi allora il merito per la scelta fatta è impossibile. Il merito andrebbe, infatti, assegnato alle generazioni precedenti, agli “altri” della socio-cultura, che hanno insegnato al soggetto come si deve agire proprio in quella circostanza o in una simile e poi al “caso” di essere nato nella giusta nicchia ambientale, dalla giusta cultura, etc. d) far “crollare” la piramide delle gerarchie, che sono fondate, non solo sulle “capacità di astrazione” possedute dall’individuo, ma, per esempio, sul merito guadagnato per aver saputo gestire bene, grazie alle valide decisioni “responsabili” prese in prima persona, il potere che proprio per la sua capacità di astrazione gli è stato concesso e affidato. Nondimeno l’uomo non può mai, in nessun caso, affermare che le sue scelte sono libere , perché, com’è stato già detto, non può sapere e non saprà mai, quante e quali delle sue pulsioni e degli automatismi culturale nascosti nel suo inconscio dagli “altri”, lo hanno portato in quella particolare situazione a fare proprio quella scelta e non un’altra (v. per esempio: il gusto, le simpatie, le antipatie, etc.). Gli “automatismi culturali”, inoltre, sono squallidamente sempre puri “giudizi di valore” della socio-cultura dominante di turno. Sono in pratica, quelle “strategie” messe in atto dai dominanti al solo scopo di perpetuarsi e sopravvivere. Ma che, per poterle più facilmente imporre, i “dominanti” hanno sempre innalzato al rango di valori vuoti ed elastici come: etica, morale, etc. o di principi fondamentali, di leggi universali, etc. E’ una “socio-cultura dominante” che sta quindi, sempre molto attenta a non tralasciare di continuare a prima, a subito nascondere detti valori subdolamente nell’inconscio dei suoi piccoli futuri sudditi. E’ per questo che, ormai succede che paradossalmente: a) un buon neo-liberista sia fermamente convinto che la libertà sia tutta nell’obbedienza alle regole della gerarchia e che sia suo dovere addirittura impegnarsi anche ad istituzionalizzarle e così ricevere il giusto merito per salire di grado nella gerarchia. b) un bravo socialista, invece, sia certo di essere libero, perché è riuscito a sopprimere la proprietà privata della produzione e degli scambi delle merci e così non deve più alienare la sua forza di lavoro al capitale.Ma la cruda verità è che entrambi restano miseramente “imprigionati” in un sistema gerarchico di dominanza.

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Ma la situazione è tale che, infatti, secondo H. Laborit, inesorabilmente resta ancora così e non cambia:“Neppure quando l’uomo assolve pienamente al suo compito di uomo, arrivando grazie alla sua immaginazione creatrice, non a sottrarsi ai determinismi (imposti dai dominanti) che lo alienano, ma, applicando le loro leggi, a servirsene nel modo migliore per la sua sopravvivenza e il suo piacere, neppure in questo caso compie una scelta, una libera scelta. Perché la sua immaginazione funziona solo se lui è motivato, dunque animato da una pulsione endogena o un avvenimento esterno (un bisogno acquisito, un desiderio indotto). E la sua immaginazione può funzionare solo adoperando un materiale memorizzato che non ha scelto liberamente, ma che gli è stato imposto dall’ambiente. E infine quando una o più soluzioni saranno in apparenza offerte alla sua “libera scelta”, agirà ancora una volta rispondendo alle sue pulsioni inconsce e ai suoi automatismi di pensiero, altrettanto inconsci.”La religione Sono, allora, i sistemi di dominanza a chiedere aiuto alla “religione” perché incanali l’immaginazione nella creazione di mondi dell’aldilà dove abbonda la felicità che è “irraggiungibile” sulla terra.E’ così che si riesce a mantenere le differenze tra gli individui imprigionati e incasellati per tutta la vita secondo un criterio di merito che non soddisfa mai l’immagine che ognuno ha di sé stesso e che tenta invano di imporre agli altri e che quindi porta all’alienazione, alla depressione, all’autodistruzione, etc. (H.L.)Le scale di dominanzaMa “nessuno immagina di contestare le scale di dominanza”. Anche se si riuscisse a capovolgerle, poiché tutto continua a girare intorno alla produzione di merci, sarebbero proprio i primi, i migliori ad essere demotivati decretando la fine della produzione (e della sopravvivenza). Sarebbe allora necessaria un’altra motivazione che desse il via ad un’altra strategia per trovare la felicità. L’uomo allora, per dimostrare la sua differenza, per dimostrare che è unico, potrebbe forse provare con l’espressione del suo pensiero diverso o simile a quello degli altri a trovare la sua felicità? (H.L.)Ma, com’è stato detto, è stato già “castrato” dalla socio-cultura dominante, “affinché la sua voce evirata si unisca senza discordanza ai cori che cantano le lodi della società espansionistica.”Ma : “Ogni uomo è soltanto gli altri!”Bisogna inoltre ricordare a discolpa dell’uomo che, se di fronte a tutto questo sente di essere veramente poca cosa, è perché, non soltanto, stipato nell’inconscio, ha quasi niente di diversamente valido, di originale, brillante, inedito…ha solo le scontate e banalizzate strategie della socio-cultura dominante, ma anche perché eternamente alienato dal suo stato di eterno sottomesso ai dominanti, progressivamente perde ogni stima di sé stesso, si deprime fino all’impotenza, etc. Ha veramente poco, allora. Ma grottescamente quel poco è tutto fatto di squallide regole e imposizioni, etc. e, per giunta, glielo hanno sistemato nell’inconscio, gli “altri”! Sempre gli stessi per tutti perché, generazione dopo generazione, anch’essi tutti condizionati con le stesse strategie della socio-cultura! Ma un uomo è anche tutti gli altri, i vivi e i morti della sua specie!Assurdamente - senza nessun altra speranza possibile - ognuno inizia diventando e poi conclude l’intera sua esistenza, essendo soltanto ciò che di lui hanno fatto gli “altri”. Ma se, malgrado sia costretto a prendere coscienza di questo, riesce a sopravvivere alla impietosa realtà, è soltanto perché può a volte fuggire nell’immaginario!Tutti gli uomini sono dunque “liberi”! Ma soltanto di fuggire nei sogni, nell’immaginario, nella creatività, nella pazzia, e/o di concludere con il suicidio! Ma, per Dio!, mai di cambiare qualcosa di questa assurda esistenza?

Un ammonimento di K. Popper LA “LIBERTA’ QUOTIDIANA” “(…) la libertà può venire sempre perduta. Non c’è permesso di restare con le mani in mano pensando che essa sia assicurata per sempre (…) . Ogni tentativo di fare un passo verso un mondo migliore, verso un futuro migliore deve essere guidato dal valore fondamentale della libertà.” (K.Popper, “Tutta la Vita è Risolvere Problemi”.)

IL LINGUAGGIO.

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Definizione: “la capacità e la facoltà, peculiare degli esseri umani, di comunicare significati per mezzo di un sistema di segni, specialmente vocali o (secondariamente) grafici, e, anche lo strumento stesso di tale espressione o comunicazione (inteso come facoltà, probabilmente innata, senza riferimento a lingue storicamente determinate.”Il linguaggio è soprattutto la “capacità di plasmare gli eventi nella mente altrui.” (Steven Pinker)Tutti gli uomini possiedono il linguaggio, “ è una funzione condivisa”. E’ una “dimensione sociale”. “Mette in correlazioni le menti e cera un rete di informazioni, che rafforza e conferisce potenza alla società umana.” Ma come parliamo e percepiamo il linguaggio? Le aree cerebrali del linguaggio sono tutte nell’emisfero dominante: il sinistro. Nella parte posteriore del lobo frontale sinistro c’è il centro di Broca. Serve per pronunciare le parole. Nella parte posteriore del lobo temporale, sempre a sinistra, c’è il centro di Wernicke. Serve per capire le parole udite e scritte. Il linguaggio è quello parlato, quello della scrittura alfabetica e anche degli ideogrammi, i segni dei sordomuti, i gesti. Secondo Gerald M. Edelman: “Conoscere un linguaggio vuol dire essere in grado di produrre suoni e segni dotati di significato e di comprenderli quando sono altri a produrli. In genere la relazione tra forma e significato in un linguaggio è arbitraria.” (G. M. Edelmann “Sulla Materia della Mente”, Milano, Adelphi ed. 1993, pag. 374). Per l’autore è sorprendente la sua creatività. Continua parlando dei “linguisti” e delle loro teorie sulla grammatica, che è lo studio delle leggi che governano la fonologia (il sistema del suono), la morfologia (la formazione della parola) e la semantica ( il sistema del significato).Oltre al centro di Broca e quello di Wernicke ci sono anche le “aree presilviane” - che sono ai bordi e sulle pareti della “scissura di Silvio” - e tutte insieme formano, per i psicolinguisti (uno soprattutto, l’americano Noam Chomsky), l’“organo del linguaggio”. E’ una struttura funzionale innata! E’ la “grammatica generativa” che mette in grado il bambino di apprendere rapidamente il linguaggio parlato dai suoi genitori. Possiede anche la forma basilare di tutti i linguaggi umani. E’ la “grammatica universale”. Ma non ha il vocabolario. Una volta applicata, il bambino è capace di produrre e di comprendere parole e frasi sintatticamente corrette di una qualsiasi lingua. E’ un algoritmo universale e creativo, etc. Tutto questo secondo l’americano sarebbe avvenuto in un colpo solo, non gradualmente! Mentre altri pensano che quello del linguaggio sia “un organo modulare prodotto da una serie di tappe correlate ma sufficiente distinte che si sono succedute in varie epoche biologiche e che hanno coinvolto svariate specie biologiche.” Così che nulla vieta che ci siano animali con un linguaggio attuale o potenziale. E che gli uomini prima di H.sapeins sapiens abbaiano avuto un linguaggio parlato o mimico. Linguaggio e socialità sono strettamente correlati. La spinta a creare gruppi sempre più numerosi avrebbe favorito l’emergere di un linguaggio sempre più fluente e anche la fisiologia dell’uomo avrebbe favorito e sia stata a sua volta favorita dal linguaggio, etc. Ma secondo Macnamara (citato dalla Donaldson): “ i bambini sono capaci di imparare il linguaggio perché innanzitutto trovano un senso nelle situazioni in cui esseri umani interagiscono. I bambini anzitutto trovano un senso nelle cose e soprattutto, in ciò che le persone fanno.” Poi la Donaldson aggiunge che i bambini vedono le cose non soltanto dal loro punto di vista ma anche da quello di qualcun altro. A quattro anni sono già deduttivi ed effettuano inferenze, con una capacità certamente superiore di quanto si ritenesse in precedenza. Capiscono il senso delle situazioni e degli intenti delle persone e poi il senso di ciò che viene detto. Ciò significa che il linguaggio non è indipendente da altre attività cognitive. (G. M. Edelmann “Sulla Materia della Mente”, Milano, Adelphi ed. 1993, pag. 378 - 9). Lakoff parla invece di “grammatica cognitiva” dove le regole si acquisiscono attraverso l’esperienza linguistica e i significati scaturiscono perché i concetti sono incorporatiUn possibile esempio di come funziona il tutto potrebbe essere questo:Se da questo momento si accetta di leggere queste righe ad alta voce, ecco quello che accadrebbe:Le lettere scritte “entrerebbero” attraverso gli occhi. Sarebbero riconosciute. “Lette” nelle aree visive 17,18,19 (nella Mappa del cervello di Brodmann, poste bilateralmente dietro la nuca). E raggiungerebbero poi, attraverso un fascio nervoso di fibre specializzate, detto: il “giro angolare”, l’area 39 (di Brodmann).A questo punto l’area di Werniche (è l’area 39 di Brodmann) interpreterebbe il significato di ogni singola parola, e attraverso il “fascicolo arcuato” (altro fascio nervoso specializzato) metterebbe in moto il “Centro di Broca”. E’ quest’ultimo il centro specializzato nell’emettere gli stimoli necessari a comandare la “Corteccia Motoria”, anch’essa situata nell’emisfero sinistro del cervello, per ottenere una giusta “coordinazione motoria della fonazione”.Così per esempio, avvicinando o allontanando le corde vocali… azionando la depressione o la spinta del diaframma… facendo entrare (inspirando) o uscire (espirando) l’aria attraverso le suddette corde vocali… e poi, alzando la lingua verso il palato… fermandola un attimo contro i denti… e schiudendo ripetutamente le labbra, si riuscirebbe a ripetere ad alta voce, le lettere, le sillabe, le parole appena scritte.Ma sarebbe proprio la corteccia “associativa” coinvolta dal centro di Wenicke (che è quello che

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decifra, legge, capisce il senso delle parole, ed è parte specializzata della corteccia cerebrale) che stabilirebbeper dare il giusto senso al discorso letto, le pause. Rafforzerebbe una per una le parole chiave. Stabilirebbe la giusta intonazione della voce… Permetterebbe insomma la “recitazione” del brano… Intervenendo addirittura ad armonizzare con esso anche la “gestualità” delle mani, la “postura” del corpo… Solo l’uomo può tanto!Molti mammiferi avrebbero anch’essi tutto il necessario per parlare, ma com’è ormai noto, ad essi manca proprio la Neo-neo-corteccia, quelle meravigliose inflorescenze nelle aree 39, 40 spuntate all’improvviso nel cervello di un antenato di circa dieci milioni di anni fa. E’ NEL POTERE DI ASTRAZIONE TUTTA LA ENORME FORZA DEL LINGUAGGIO UMANO.“Il linguaggio (…) costituisce il mezzo per descrivere oggetti assenti……nella propria mente… Esso ci permette di accedere a concetti originali dall’insieme di modalità sensoriali differenti e quindi intersensoriali o soprasensoriali; rimane però l’enigma dei processi attraverso i quali viene ottenuto.” (Tauber, 1967). “Egli usa un linguaggio iniziale riferito a ciò che desidera e anche per sollecitare l’interazione con l’ambiente che lo circonda. Ma egli usa soprattutto il linguaggio per conoscere il mondo.” “Il linguaggio è uno strumento essenziale per imparare.” (J.C.Eccles) Il “Linguaggio e i suoi limiti” Ancora un breve accenno ad altri dei limiti propri del “Linguaggio” dell’uomo:E’ stato già detto che l’uomo ha le possibilità tipiche dei mammiferi di apprendere e di memorizzare a lungo termine. Ma è l’unico che si è eretto sulla colonna vertebrale, che incede su due gambe. Usa le mani in un meraviglioso modo e ha un nasofaringe ad angolo retto, particolare per articolare suoni. Per parlare. Con il linguaggio, con le parole può tenere a distanza gli oggetti. Può parlare di oggetti senza averli tra le mani, o di situazioni reali o fantastiche, anche se lontane, sia nel tempo, che nello spazio, etc. Ha, infatti, nel suo cervello una potentissima memoria a lungo termine e zone associative dall’enorme potenzialità. Fondamentali per la sua creazione immaginaria. Secondo H.Laborit, è, infatti, la sua: “possibilità di creare informazione e di forgiare con essa il mondo inanimato, che insieme all’immaginazione fa l’Uomo. ”Linguaggio e scrittura gli hanno permesso di tramandare alle generazioni successive le esperienze, il sapere, la conoscenza. Così il bambino, in qualche mese, conosce quello che tutta la sua specie ha acquisito fin dall’inizio dell’era umana. Ma il linguaggio - del quale si serve soltanto l’Uomo - dà solo una interpretazione logica dei fatti! Ma l’apprendimento culturale e le pulsioni del suo inconscio - malgrado siano ben nascoste agli altri e a se stesso - sono e restano comunque parte integrante di ogni suo “discorso”, addirittura lo “guidano”! Allora è il “discorso”: “(…) che ammanta di un alibi logico la complessità delle funzioni primitive (pulsioni) e quella degli automatismi acquisiti” E’ sempre dai “discorsi” dalla corretta grammatica e dalla precisa sintassi, che sfociano le realtà che giustificano, ad esempio, la “dominanza”, che è fondata sulla competizione , che nasce dalla individuale ricerca inconscia di soddisfare le pulsioni, i bisogni acquisiti, i desideri; di raggiungere ad ottenere il “piacere” e quindi, l’equilibrio biologico del proprio organismo, il suo “equilibrio interno”, etc. E’ stata, infatti, sempre racchiusa nei “discorsi” logici la “buona ragione” dei “dominanti” per continuare a dominare e perpetuare il dominio, etc. E così quella dei “dominati” per accettare religiosamente di essere sottomessi, o quella per ribellarsi, etc.Ma com’è stato detto esiste un “inganno del linguaggio”. Allora, è ancora H.Laborit:“(…) il linguaggio della filosofia e anche quello delle scienze umane è tutto un inganno!”Filosofia e scienze umane sono entrambe basate sull’ “inganno del discorso”! Le pulsioni e gli automatismi culturali stipati nell’inconscio di chi costruisce il “discorso” - filosofico o scientifico, che sia – sono sempre ben nascosti nella sua logica e possono solo a volte svelarsi nella realtà conclusiva da questo scaturita.Lo aveva studiato a fondo e descritto Freud l’“Inconscio”. Ma non aveva mai potuto dimostrarlo. Altrimenti che inconscio sarebbe? “Bisognerebbe, allora, cominciare a riconsiderare l’idea che fino ad ora si è avuta dell’Uomo.” (H.L.) Fin dai primi mesi il cucciolo dell’uomo si allena imitando i suoni che egli sente. E contemporaneamente mentre li emette, egli si fa guidare dal suo udito, con la sua “retroazione”: controlla infatti, le sue parole contemporaneamente ascoltandosi, mentre le pronuncia.Si accorge così, andando avanti nei mesi, che esiste una “regolarità” e una “relazione”, sia tra le parole che pronuncia, dice, che nell’ordine, nella successione in cui le ripete.Scopre in questo modo che esiste la “Sintassi”, e applica questi “principi sintattici” nel costruire le sue espressioni linguistiche. Così il linguaggio (nel senso della sua “struttura”) non viene certamente imparato

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per imitazione, com’è in effetti per la singola parola, limitatamente al suo suono, ma viene appreso e memorizzato soprattutto per l’effetto provocato, per la risposta ricevuta!, perchè quasi solo a questo serve!LA SINTASSI.E la sintassi che, sappiamo essere fondamentale perché da ogni discorso (ben costruito secondo le sue regole) “possa sfociare nella realtà” (H.Laborit), all’inizio tuttavia, sembrerebbe non essere importante. Poiché non è (ma solo all’inizio, quando comincia a parlare) necessaria al bambino:“La capacità di un bambino di fare riferimento a se stesso, ai suoi desideri e alle pressioni sociali del suo ambiente (leggi; i bisogni “acquisiti”, imposti, (N.d.A.)), richiede poca o nessuna capacità sintattica. E’ invece importante che egli la possieda quando comincia ad esprimere sentimenti e nel codificare comportamenti sociali desiderabili e indesiderabili nei confronti di se stesso, (…)” (Terrance e Bever). Inizialmente il bambino non usa la sintassi che, serve a poco poiché, egli parla solo di se stesso, o dei suoi bisogni immediati, che nascono sul momento. I suoi desideri personali e in più, quelli che sono le necessità stimolate dall’ambiente, le cosiddette “pressioni sociali” e che sono da soddisfare nell’ambito dell’ambiente stesso nel quale egli vive.Ma è quando comincia ad esprimere sentimenti e a depositare i ricordi nella Memoria Remota (v. l’Apprendimento), quando inizia a sperimentare “comportamenti sociali desiderabili o indesiderabili nei confronti di se stesso”, che allora, la sintassi diventa indispensabile.L’azione da ricordare, da mandare a memoria, gratificante o nociva che sia, deve essere “codificata” secondo il suo preciso svolgersi. E siccome noi “codifichiamo”, fissiamo nella memoria, “parola per parola” di ciò che ci succede (grazie al potere di astrazione del linguaggio) queste (le parole) devono assolutamente avere un’“ordine perfetto”: secondo la Sintassi!Infatti, l’unico modo che egli ha per ricordare (e così è per tutti noi) è descrivere con “parole”, a se stesso, ricavandolo dal deposito dei ricordi, dalla Memoria Remota, quel particolare fatto accaduto!E anche se crede di “vederlo” quell’episodio, di ricordarne perfettamente le immagini, i fotogrammi dell’azione (è infatti una particolarità dei bambini ricordare per fotogrammi piuttosto che la reale sequenza delle azioni), egli non può farlo che, soltanto usando l’astrazione delle parole ( ma, tutte in perfetto ordine)!Con un discorso quindi, che deve, per essere valido, assolutamente essere rispettoso di tutte le regole (meglio se anche di grammatica, e analisi logica, ma soprattutto) di sintassi. Ecco perché la sintassi deve essere, è e diventa fondamentale.Perché, il discorso completo, concluso, che è in pratica il racconto dello svolgimento dell’azione avvenuta (o del suo “sentire” nel caso egli esprima, descriva un suo personale sentimento), è necessario che sia estremamente, “oggettivamente” preciso, anche nei minimi particolari, e secondo le regole, così che possa “sfociare necessariamente nella realtà” (H.Laborit). Una realtà che sembri e risulti vera, prima a se stesso. Per potere ogni volta essere rivissuta come esperienza fatta e ricordata, ma che soprattutto sia accettata come tale da chi ascolta il suo “racconto”. Quest’ultima è la condizione essenziale, infatti, perché egli possa vedere esaudirsi i suoi desideri!In Conclusione:Senza la Sintassi il ricordo delle esperienze fatte, di ciò che si è appreso, magari sulla propria pelle, risulterebbe confuso e inutile, poiché inutilizzabile durante le successive esperienze.Senza la Sintassi risulterebbe incomprensibile e quindi sarebbe inefficace la descrizione dei sentimenti che tutti gli uomini “si raccontano” quando li provano (di nuovo), in quella particola situazione. Con il triste risultato di non vedere così, mai esauditi i propri desideri, se è un’esperienza di richiesta (positiva) o peggio di commettere di nuovo gli stessi errori se, per esempio, è una esperienza ”nociva”. -------------------------------------------------------------------------

PREVENZIONEDefinizione: “Adozione di una serie di provvedimenti per cautelarsi da un pericolo, da un male sociale, da una malattia e sim., e, quindi, l’azione o il complesso di azioni intese a raggiungere questo scopo.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani ,ed.) I civili-occidentali hanno bisogno di cautelarsi soprattutto contro tre tipi di malattie: le malattie infettive, il cancro e le droghe.1) la prevenzione delle malattie infettive è affidata alle vaccinazioni (vedi a pag. 35) che, con una alta percentuale, risolvono il problema. 2) contro il cancro è fondamentale lo stile di vita di una popolazione. Ma quella dei civili-occidentali è letteralmente “ridicola e immutabile”. Ed ecco perché si ricerca, invece, ancora il farmaco della salvezza. 3) il problema delle droghe è più complesso. E’ un circolo chiuso. Le principali droghe sono cinque: Eroina (o Morfina), Cocaina, Mariuana, Nicotina, Alcool. Ognuna di esse ha una diffusione diversa. E’ distribuita sui vari gradini delle scale gerarchiche di dominanza dei civili-occidentali. E anche le cure sono diverse. Ma la prevenzione resta unica ed è proprio la stessa di quella

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del cancro, anche perché il cancro spesso segna la conclusione di una esistenza passata a drogarsi . Ma la causa che porta alla droga è, com’è per il cancro, proprio l’alienazione globale del mondo civile-occidentale. Ma l’alienazione è la stessa che, a qualsiasi livello della scala gerarchica di dominanza, porta alla depressione che è autocurata con le droghe. Ma è la stessa che attiva il “SIA”che porta all’autodistruzione per una malattia da stress (infarto o ictus), o per un cancro. Le droghe sono ormai indispensabile per i più impegnati, i sotto pressione tra i civili-occidentali. E’ soprattutto la cocaina che, poiché esalta il narcisismo del singolo, è usata dai vari VIP, manager, gente di spettacolo, etc. tutti quelli che nondimeno restano gli unici squallidi simboli di un mondo civile-occidentale che la meschinità dello scopo, la miseria del fine, spinge inesorabilmente verso il “nulla”. ------------------------------------------- Così il civile-occidentale non può in nessun modo adottare “provvedimenti veramente validi” né contro il cancro, né contro le droghe a meno di non stravolgere la fittizia armonia interna sostenuta e imposta con la “fissa e idiota” forza bruta della socio-cultura dominante della quale il civile-occidentale ben condizionato resta comunque il prediletto suddito. Il quale, allora, per il cancro, pur di non mettere in discussione le Scale Gerarchiche di Dominanza, continua ad affidarsi alla Scienza. Alla scoperta di quel farmaco che dovrebbe salvarlo, prima di tutto, dalla sua “ignavia collettiva”.Così a parte gli incontestabili passi avanti fatti nelle cure contro le malattie infettive batteriche, meno contro quelle virali e micotiche. etc e nelle tecniche chirurgiche e in generale nel prontosoccorso e nella rianimazione, etc. - contro la enorme casistica di malattie causate dalla lenta azione autodistruttiva della depressione continua, che è causata dall’alienazione frutto di quello stato di eterna sottomissione, quasi privo vitali gratificazioni, la medicina è a priori completamente impotente. Ma continua a cercare il farmaco del miracolo! E’ questa sua impotenza manifesta che apre le porte ad una enorme serie di medicine alternative e da quindi, libero spazio a quella maggioranza di impastatori di aria fritta che, ancora senza sapere niente sulla struttura e sul funzionamento del cervello umano, continuano ad informare, manipolare e curare!, i cervelli dei loro simili che gli capitano tra le mani. Sono ormai totalmente impegnati allo spasimo nel disperato tentativo di spiegare la “normale” ineluttabilità del “nulla” come unica meta, ma anche del destino di morire per cancro! -----------------------------------------------

“RELATIVISMO” Definizione di “Relativismo”:“Teoria o concezione fondata sul riconoscimento del valore soltanto relativo, e non assoluto, della conoscenza della realtà, o sul carattere relativo di determinati fenomeni, enti e grandezze.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani ,ed.)Per Henry Laborit l’Educazione Relativista è: “L’educazione che ho chiamata “relativista” mi sembra l’unica degna del cucciolo dell’Uomo. (...) questa educazione favorirebbe lo sviluppo dell’individualità (...) porterebbe alla tolleranza, perché intolleranza e settarismo sono sempre dovuti all’ignoranza e alla sottomissione incondizionata agli automatismi più primitivi, elevati al rango di etiche, di valori eterni indiscutibili. ”

(H.Laborit, “Elogio della Fuga”, Arnoldo Mondadori ed, 1985, pag.56) Il problema vero è che la “relatività dei giudizi porta all’angoscia”.Quando si deve fare qualcosa è meglio avere invece, una strategia già collaudata. E il bambino per sfuggire all’angoscia si aggrappa ai giudizi di valore e cerca di seguire l’“autorità delle regole” che i genitori e gli “altri” della nicchia ambientale gli hanno imposte. Così: “(...) mentre il terreno vergine dell’infanzia potrebbe far spuntare un bel paesaggio in cui flora e fauna si armonizzano spontaneamente in un sistema ecologico di adattamenti reciproci, l’adulto si preoccupa di coltivarlo, anzi di farne oggetto di una “monocultura” con solchi ben tracciati, (...) dove trattori e betoniere della ideologia dominante fissino una volta per tutte, lo spazio interno.”

(H.Laborit, “Elogio della Fuga”, Arnoldo Mondadori ed, 1985, pag.59) Ma non finisce qui, perché i genitori da adulti esperti della vita, sanno sempre (?) qual’è la strada da seguire per avere un futuro felice: è la “promozione sociale” che permette la scalata delle “Scale Gerarchiche di Dominanza”.

Sembrerebbe che gli uomini paradossalmente quanto più abbiano sofferto e soffrano della loro sottomissione – perché da questo loro stato di sudditi fedeli non hanno mai ricavato nemmeno le giuste gratificazioni vitali - tanto più siano sicuri che questa della promozione sociale, della ricerca della dominanza a qualsiasi costo, sia l’unica strada per la felicità… Non considerando che, invece:

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“Una educazione relativista non cercherebbe di eludere la socio-cultura, ma le restituirebbe la sua giusta dimensione: quella di un modo imperfetto, temporaneo di vivere in società. Lascerebbe all’immaginazione la possibilità di trovare altri modi, e nella combinatoria concettuale che potrebbe risultarne, l’evoluzione delle strutture sociali potrebbe forse accelerarsi, come la combinatoria genetica rende possibile l’evoluzione di una specie. Ma questa evoluzione sociale è appunto il terrore del conservatorismo, perché è il fermento capace di rimettere in discussione i vantaggi acquisiti (dai dominanti).” (H. Laborit “Elogio della Fuga”, Milano, Arnoldo Mondadori ed, 1990, pag. 57) Ma per questo bambino, per tutti i bambini di sempre, del mondo: “nonostante le diversità dei luoghi e delle epoche, lo schema su cui si costruiscono le azioni rimane sempre lo stesso: pulsione, apprendimento, immaginazione.” (H. Laborit “Lo Spirito del Solaio”, Arnoldo Mondadori, ed. 1994, pag. 64 e 65)E’ allora lecito immaginare ancora che:Proprio dall’avvenuto cambiamento del “comportamento naturale” della femmina dell’uomo civile-occidentale e la conseguente perdita - da parte della madre assente - del completo controllo sulla sua nicchia ambientale che, per la prima volta nella storia dei civili-occidentali, si presenti una nuova evenienza inedita, per la progressiva perdita di detta “continuità ininterrotta di trasmissione dati” tra una generazione e quella successiva, anche se è ancora soltanto parziale ed episodica. La nicchia ambientale, com’è noto, è stata ormai costretta ad allargare i suoi confini virtuali per permettere la presenza “attiva” e “determinante” di estranei (incontrollabili) al suo interno (v. la sistematica, precoce consegna della prole agli estranei presenti nei vari “parcheggi”, come, ad esempio, l’Asilo Nido, la Scuola Materna e poi l’Elementari, etc. insomma, tutte le varie “Cooperative per l’Allevamento dei Bambini”) e poi del progressivo disfacimento della famiglia, etc.E ALLORA, CHE TIPO DI EDUCAZIONE DARE AL BAMBINO? CONFORMISTA, ANTICONFORMISTA? O RELATIVISTA?Alcuni esempi dei vari giudizi espressi e il particolare modo di farli arrivare, sebbene lo scopo sia sempre lo stesso, scontato e banale:1) Una Università del Massachusetts ha pubblicato i risultati di un recente studio condotto per sei anni, su bambini allevati per i primi tre anni in casa dalla madre e bambini invece immediatamente dopo la nascita, affidati all’Asilo Nido.La notizia di detto esperimento è stata trasmessa dalla RAI nel TG2 il 01 03 1999, alle 20,30. Il senso del messaggio era:“I bambini che hanno la madre che non lavora e sono, dalla madre sempre presente, allevati per i primi tre anni, sono più sani e più intelligenti… Successivamente, una volta introdotti nella Scuola Materna il divario, questa differenza con quelli invece, “parcheggiati”, fin dai primi mesi, all’Asilo Nido, va rapidamente scemando. Dal quarto anno in poi la differenza si annulla…”2) Il TG5 del mattino successivo, rete Mediaset, riportava la stessa notizia, ma poi, concludeva:“E’ la situazione psicologica dell’ambiente familiare che ha una grande influenza sullo sviluppo del bambino. Per cui un “secondo stipendio” (quello della madre), dovrebbe rendere più favorevole, anche per lui, detto ambiente familiare e facilitare e migliorare quindi, il suo sviluppo!” Il primo annuncio, quello del TG2, conferma come sia sufficiente un anno di delega alle Istituzioni, di Scuola Materna per livellare ed omologare anche i più sani e i più intelligenti tra i figli del terzo millennio! E’ naturalmente rivolto a tutte le Madri che sono costrette a lavorare… e per tranquillizzarle afferma:“Non preoccupatevi se il vostro bambino sembra meno intelligente e si ammala più spesso di quello della vostra amica che ha la fortuna di potersene stare a casa ad allevarlo. Quando avrà quattro anni, dopo un solo anno di Scuola Materna, anche il bambino sano e bello della vostra amica, sarà ridotto ad un stato uguale, proprio lo stesso al quale è stato già ridotto il vostro bambino!” Mentre quello del TG5 assicura tutti, come l’aumentato poter di acquisto della famiglia, grazie al secondo stipendio della Madre, ed il conseguente migliore tenore di vita, grazie al sicuro possesso e al consumo di più “cose”, riesca comunque, in un certo senso, a compensare e a sufficientemente gratificare, anche lo stesso bambino con tanti giocattoli, e vestiti più belli e di moda e poi tante merendine … che, quindi, certamente non dovrebbe così, soffrire molto per la “Solitudine” inesorabilmente inflittagli dal suo precoce abbandono coatto. ---------------------------------------------------------

SALVEZZATutti sanno definire la Salvezza, persino un civile-occidentale, anche se dai condizionamenti è stato privato della parte delle zone associative necessarie per immaginare che ne esista una anche per lui. C’è allora, da chiedersi se una salvezza sia ancora possibile?

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Malgrado sia sempre stato più facile far nascere una paura che donare una speranza, immaginare di indicare una via da percorrere per arrivare alla “salvezza” è ancora possibile. Ma è forse ottenibile soltanto grazie ad un completo cambiamento: 1) non soltanto della rotta di avvicinamento e di approccio alla realtà. Infatti, la rotta che è già stata “trovata” dall’uomo: a) E’rimasta nei limiti della sua logica lineare, sui binari tracciati per lui dalla socio-cultura dominante. b) Ma è anche successo che l’uomo l’abbia trovata solo dopo che era di fatto già avvenuta l’abolizione quasi totale della sua immaginazione, proprio a causa dei condizionamenti subiti e per il successivo dominio indotto dell’emisfero sinistro del suo cervello. Dominio che, com’è noto, è sistematicamente ottenuto anche attraverso trattamenti scolastici atti a castrare l’emisfero destro, per migliorare il rendimento in matematica, fisica, chimica, etc. 2) ma anche da un modo nuovo (libero) di affrontare e di vivere la realtà attuale. Dovrebbero entrambe (rotta e modo di vivere la realtà) essere situazioni sempre legate a scelte libere e quindi riferibili esclusivamente al grado di “autocoscienza” del singolo che è direttamente proporzionale alla cultura acquisita. Cultura che, com’è ormai noto, nondimeno dipende prima di tutto, da quella dei propri genitori e poi degli “altri” della nicchia ambientale, etc. che lo hanno condizionato e poi allevato, istruito, etc. Se lo chiedeva anche H. Laborit :“Ma come fa l’adulto a liberarsene se tutta l’educazione ha mirato ad alimentare il suo sistema nervoso di meravigliose certezze (conformiste o anti) non lasciando alcuna indipendenza di funzionamento alle zone associative del cervello?” (H.Laborit “Elogio della Fuga” Milano, A. Mondadori II ed. 1985, pag. 56) I “sistemi di condizionamento” sono andati da una generazione all’altra sempre più affinandosi e arricchendosi di più efficaci strategie dei dominanti, malgrado questi siano condannati nel contenuto dalla eterna “fissità idiota” del potere e quindi siano rimasti ancora fermi alla forza bruta, alla clava, alla proprietà privata, etc. Ma è allora, ipotizzabile che diventi sempre meno possibile per i nuovi genitori, tutti ormai sempre meglio condizionati, conservare ancora quella sufficiente quantità di libertà d’immaginare, tale da potere ancora fare scelte veramente libere per sé stessi e per i propri figli. -----------------------------------------Ma, come sarà ancora detto, ogni uomo potrebbe nondimeno ancora tentare. … Adesso!Potrebbe, grazie a quella sua unica possibilità di cui è dotato: la “fuga nell’immaginario”, che gli è offerta appunto dalle “zone associative” del suo cervello perché possa rendersi libero proprio immaginando. E’ ancora possibile che questo avvenga semplicemente creando per sé stesso un mondo a parte. Anche se ciò è sempre solo momentaneo e duri relativamente poco. Appena il tempo che un uomo riesca a far durare il suo sogno, o a raggiungere e ad insediarsi nella sua follia, o a portare a termine il suo suicidio. Ma quando il soggetto in questione è stato già perfettamente “condizionato” (e non è neppure un “genio”), anche per l’evoluto uomo del terzo millennio - proprio grazie a tutti quei limiti che gli sono stati imposti - presenta difficoltà quasi insormontabili. Nemmeno questa millenaria, sperimentata soluzione d’immaginaria creatività - della quale, nel tentativo di sopravvivere all’angoscia della sua alienazione, l’umanità è stata ed è costretta ad abusare in una miriade di circostanze – sarà allora, sufficiente. Infatti secondo H. Laborit: “L’educazione alla creatività esige innanzi tutto l’ammissione che non vi sono certezze o almeno che esse sono sempre temporanee, efficaci ad un dato istante dell’evoluzione, ma che si devono continuamente riscoprire col solo scopo di abbandonarle appena si sia potuto dimostrare il loro valore operativo.” (H.Laborit “Elogio della Fuga” Milano, A. Mondadori II ed. 1985, pag. 56)

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SAPERE SCIENTIFICO (v. TERAPIA) ------------------------------------------------SCIENZA ( v. TERAPIA) --------------------------------------------------“SENSO” DELLA VITA Definizione: “La capacità di sentire, in quanto presuppone un discernimento…”“percezione dell’importanza, della portata…” H.Laborit diceva che, se c’è un “senso” deve esserci un messaggio e quindi una coscienza che lo formula secondo un codice, un sistema di trasmissione, e una coscienza che lo riceve e poi lo decifra. Ma è nondimeno ormai necessario che l’Uomo si metta subito nella condizione di prima cercare di leggere e poi, ove fosse possibile riuscirci, di interpretare il “messaggio” della Vita.

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Quello che è contenuto solo negli “esseri viventi” della biosfera, che fino ad ora l’uomo, ha volutamente tralasciato di studiare, di conoscere per dedicarsi completamente all’inanimato. Ma sembrerebbe che l’Uomo non possa comunque andare oltre la possibilità della semplice lettura del messaggio? Solo grazie ad un atto di fede, è possibile dedurne che, se si crede che la coscienza alla quale è destinato il messaggio è quella dell’Uomo, egli dovrebbe essere in grado almeno di leggerlo, visto che anche il codice, il sistema di trasmissione è stato concepito proprio per lui, che ne è il destinatario?“Ma allora si può affermare che questo messaggio non è comprensibile (…) per l’animale, ma per l’Uomo. Come dire che si esprime in un linguaggio universale per l’Uomo, ma solo per lui. (Ma questo soltanto) a meno che… non ammettiamo che la coscienza umana sia “la Coscienza” perfetta, la cui struttura sia il modello dell’insieme delle strutture universali.” E quindi non c’è nessun messaggio che parte da una coscienza per arrivare ad un’altra, perché la unica ad esistere è la “Coscienza” perfetta dell’uomo e quindi il messaggio il suo “significante” e la sua “semantica” sono nella struttura stessa dell’Uomo? Ma H. Laborit subito dopo sostiene che questo concetto troppo antropocentrico non è plausibile. L’uomo, infatti, non riuscirà a comprendere il discorso fatto dall’ “organismo planetario”, quello che un giorno comprenderà, o già comprende, i vivi e i morti della specie, visto che la specie è come un organismo che sopravvive malgrado alcune sue cellule continuino a morire.Inoltre definisce criticabile il concetto della vita con la “V” maiuscola, perché nulla ci autorizza a considerare l’insieme dei sistemi viventi della biosfera come:“(…) “animato” da una forza particolare indipendente dalle leggi della natura, da uno slancio vitale definibile simbolicamente con il nome di “Vita”.” Nemmeno il fatto che esistono organismi diversi, ma con le stesse leggi strutturali che regolano la loro organizzazione animate da una sola, comune sorgente di energia, quella solare e che il tutto sia un insieme coerente, malgrado la variabilità delle forme dei sui elementi. E H. Laborit allora conclude:“Mi sembra dunque che la ricerca del “senso della vita” debba essere intesa come ricerca di una finalità dell’insieme dei processi viventi in questa parte infinitamente limitata dell’universo che è la biosfera.” In conclusione: E’ possibile affermare che il senso della vita per l’individuo è nella sua finalità (che è la specie). E’ vivere, mantenere la propria struttura e così contribuire e partecipare alla sopravvivenza della specie, dell’ambiente, del mondo…Ma, come diceva H. Laborit, questa finalità non può fermarsi a metà per l’intrusione tra l’individuo e la specie di un gruppo, un sottinsieme che difende la sua struttura gerarchica di dominanza e il suo territorio, dal quale, una volta che è aumentata la sua informazione tecnica, per cercare altra materia ed energia, che cominciano a scarseggiare o sono esaurite nella sua nicchia ecologica, deve invadere altre nicchie ecologiche di altri gruppi e sottomettere o distruggere i suoi abitanti. ImperialismoE’ così che è nato l’imperialismo dal quale sono scaturite e scaturiscono guerre e genocidi, etc. E’ allora possibile ammettere che, malgrado la sua enorme informazione tecnologica, la sua modernità di pensiero e la sua civiltà tanto sbandierata, quel gruppo sia stato e sia costretto a comportarsi in quel modo per obbedire ancora a una pressione di necessità che nondimeno era quella tipica delle specie che hanno preceduto la comparsa dell’Uomo sulla terra? Quella “naturale” di ogni essere vivente di sopravvivere riuscendo a conservare l’equilibrio interno del suo organismo?Ma allora, tutto è rimasto come ai tempi in cui vinceva il più forte, ma sopravviveva il più adatto. E’ nondimeno necessario far mente locale sul fato che prima non era così perfezionato il metodo-sistema, ora applicato dall’azienda “nuova scuola pubblica” di perfetta “castrazione” dell’emisfero destro del cervello. La “fissità idiota” del Dominante (v. “Dominante”) E’ così che si cade nel razzismo, perché, come avvertiva H. Laborit, tutte le idee, le ideologie, i concetti, i sentimenti, gli automatismi culturali, che fermano l’individuo lungo il percorso che lo conduce alla specie, che prima lo affascinano e poi lo rassicurano con l’appartenenza a un gruppo sociale, fanno parte della “preistoria” della specie umana. Ed H. Laborit aggiungeva, che è sempre in nome della Storia, di una cultura gretta e superata dall’evoluzione, che si mobilitano ancora gli individui e si spingono all’assassinio, al genocidio, alle “automutilazioni” di parti dell’organismo-specie, della sua stessa specie, dei suoi simili. Forse la “semantica”, il significato del senso della vita del messaggio scritto dall’insieme di esseri viventi presenti nel mondo, continuerà a sfuggire all’uomo.

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Ma da quanto cominciano a fare finalmente intravedere la sua evoluzione culturale e poi lo studio dei meccanismi bio-chimici comportamentali, circa la struttura dell’essere vivente e la sua “sintassi” (del messaggio) di cui lentamente si stanno scoprendo le leggi, tutto questo dovrebbe impedire all’uomo di fare ancora errori di grammatica, perché, a questo punto, non sono più perdonabili. Ma l’uomo è ancora come fosse rimasto fermo, perché costretto allo studio della sola sintassi del messaggio, che forse non decifrerà mai e mai saprà se è o non è veramente comprensibile, né chi lo manda, né a chi è destinato. Ma certamente resterà in silenzio per non disturbarne la trasmissione. (anche perché, per fortuna, è una questione fuori degli interessi e della comprensione della dominanza.) Così che qualcuno, solo perché forte della sua fede, possa riuscire a trovarci una rassicurante Coscienza che trasmette per un fine cosmico … … perché infine all’uomo, resti soltanto questo da ricordare:a) che il senso della vita (la finalità) per ogni singolo individuo è la Specie. b) che il suo scopo unico resta quello di conservare , mentre è in vita, la sua struttura-organismo per poter contribuire alla conservazione della specie, a mantenere l’equilibrio con l’ambiente e la biosfera, etc..c) che la ricerca del senso della vita umana (attuale) resta ancora quello di non poter prescindere dall’accesso alla conoscenza dell’animato, dell’essere vivente, del sistema nervoso dell’uomo e del suo funzionamento, di sé stesso, etc.d) perché la conoscenza limitata al solo inanimato non può che continuare a portare l’uomo all’espressione individuale e di gruppo della più arretrata e incivile “dominanza”, quella a qualsiasi costo e quindi a quello di continue guerre, stragi, bagni di sangue, genocidi… --------------------------------

SOLITUDINE. Definizione: “1 a. La condizione, lo stato di chi è solo, come situazione passeggera o duratura. b. Condizione di chi vive solo, dal punto di vista materiale, affettivo e simile…”

“L’ESSERE PIU’ SOLO AL MONDO E’ IL BAMBINO CIVILE - OCCIDENTALE!” “ Non sono passati molti anni da quando la nascita di un bambino veniva accolta come un atto della Provvidenza (e anche la sua morte precoce restava nell’ambito della Fatalità “…il bambino era accolto con maggior naturalezza e spontaneità di oggi, c’era posto per lui, era previsto, non creava disagio, non se ne aveva paura.” (F.Tonucci)“Ora egli è parte di un progetto. E’ semplicemente inserito nella pianificazione; costruita secondo le regole di una responsabile maternità e paternità. E ormai è unico: “Il Figlio Unico.” “E’ stato decretato che questo è il secolo del bambino. E viene affermato con forza il diritto del bambino alla sua infanzia (…). Ed altri diritti gli vengono riconosciuti. Si scrivono per lui storie dove egli è protagonista; si fanno films; convegni internazionali (è sempre il pensiero in sintesi, dello stesso Autore; e che continua).”“Ma proprio in questo secolo, in quello che possiamo chiamare il secolo del bambino, in questi ultimi decenni di vertiginoso progresso e di crescente benessere, il bambino è colpito da una sofferenza nuova: la solitudine.” (F.Tonucci).E così non c’è nessun essere al mondo più solo del bambino civile-occidentale!Egli nasce e passa (di solito) i suoi primi mesi tra le braccia di sua Madre (nell’ “Ambiente Madre”, che egli considera un tutto uno con se stesso, poiché, è nella fase, che già sappiamo, come gli psichiatri la definiscano: fase dell’ “Io-Tutto”.Ma a quattro mesi in media - quando è ormai iniziata la fase successiva, quella dell’inizio della costruzione dello “Schema Corporeo” e sta per verificare con angosciosa sorpresa, di avere egli un corpo tutto suo, “staccato” da quello di sua Madre -, ebbene proprio allora, ecco che la Madre lo abbandona (sistematicamente, quotidianamente per intervalli stabiliti…) dopo averlo trasportato in altro luogo, affidandolo ad “altri”… a “estranei”Ed è “solo” proprio nel momento in cui scopre di essere “unico”! Ed è sempre e ancora “solo” quando fa un’altra drammatica scoperta: il mondo che lo ha accolto alla nascita e che ora lo circonda e che lui ormai percepisce chiaramente staccato dal suo corpo, rifiuta di “piegarsi” ai suoi desideri!Ha così drammaticamente e sempre “da solo”, ha scoperto e ha appreso quello che da Freud fu definito: il “Principio di Realtà”. E’ solo al Nido (o dalla Tata, con la Baby-sitter, con i nonni…) quindi. Solo sarà mentre frequenta la “Scuola Materna”. E sempre più solo, resterà alle “Elementari”…E poi, ancora, e malgrado e finalmente la presenza di almeno uno dei due genitori, spesso soltanto “a turno”…

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è proprio a Casa Sua che resta ancora più solo!Se è ancora molto piccolo (es.: di sei mesi), prelevato dall’Asilo Nido, dopo aver ricevuto tra le braccia del padre che si offre o della madre ritrovata, l’ultima poppata, egli, stanco, temporaneamente sopraffatto, è messo a dormire nella sua culla… (v. la “Sindrome di Abbandono”: è la sequenza successiva di come sia costretto a svegliarsi continuamente e a cercare fisicamente la presenza della Madre che sistematicamente perde, che abbiamo già descritta…). Se invece è già più vecchio del bambino di prima e frequenta, per esempio, già la Scuola Materna o anche le Elementari, ecco che prelevato e condotto a casa, viene immediatamente “sistemato” (i più grandi lo fanno automaticamente, da soli) di fronte a La “Baby-sitter” più efficiente ed economica che ormai esista al mondo: LA TELEVISIONE.E resta ancora solo, per ore. Rapito dalle immagini e dai suoni, senza al suo fianco un adulto (tutti impegnati nelle ultime faccende della sera…) pronto ad intervenire rassicurante, che possa partecipare con lui alla visione e all’ascolto del programma, alla sua critica, alla “modulazione” degli stimoli-informazione in esso contenuti… “Le paure entrano dentro, non possono essere esorcizzate e poi saltano fuori nel bel mezzo della notte, con un brutto sogno, un incubo…” (F.Tonucci).

E a proposito di questo ormai comune atteggiamento e conseguente comportamento e alle sue catastrofiche conseguenze, tutte subite dai figli del terzo millennio, ecco l’intervento di un grandissimo scienziato: “Queste considerazioni sugli effetti che, sotto forma di stimoli provenienti dalla vista o da altri sensi, l’ambiente ha sull’organizzazione della rete nervosa, fanno pensare che l’ambiente in cui un bambino cresce, specialmente durante i primi 5 o 6 anni della sua vita, possa avere un’influenza decisiva sul suo sviluppo mentale, e perciò sul suo comportamento come adulto. Per esempio, è possibile che il grande aumento della criminalità che si è osservato in questi ultimi anni, in particolare tra i giovani, sia dovuto all’ambiente in cui molti bambini sono cresciuti (luoghi di degrado urbano, per la strada, dove il modello da seguire è il ragazzo più grande e già criminalizzato), in mezzo a giocattoli che stimolano la criminalità oppure abbandonati dai genitori di fronte ad un apparecchio televisivo, i cui programmi hanno il solo scopo di attrarre con qualche mezzo l’attenzione dello spettatore per battere i concorrenti e fare più quattrini. Nella specie umana l’osservazione della violenza evidentemente affascina, specialmente nell’età infantile, quando ancora mancano i valori che la società, nella sua faticosa evoluzione, ha sviluppato nel corso dei secoli e che vengono trasmessi con l’esempio. E anche gli spettacoli che attirano i giovani e in cui si valorizzano gl’istinti primitivi, possono concorrere a sbilanciare lo sviluppo del cervello verso le parti che sono dedicate a mantenere tale istinti, a scapito delle parti dedicate alla razionalità. (…). Quanto detto finora, porta a concludere che, sia per le caratteristiche corporee, sia per quelle mentali, gli uomini sono il risultato della combinazione di due fattori principali – i geni e l’ambiente -- e che l’uno o l’altro predominano secondo le caratteristiche in esame (…).” (R.Dulbecco, “I Geni e il Nostro Futuro”, Sperling e Kupfer, Ed. 1995.) ------------------------------------------------------------------------------------VACCINAZIONE (v. a pag. 35)

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TERAPIADefinizione: “studio e attuazione concreta dei mezzi e dei metodi per combattere le malattie.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani ed.)L’uomo riesce ora a difendersi principalmente dalle malattie acute infettive e da quelle da trauma; meno da quelle genetiche, dalle sistemiche; malamente da quelle progressive; quasi nulla da quelle degenerative e dal cancro. Continuando con una sintesi approssimativa, ma che comunque rende l’idea, i progressi della medicina riguardano soltanto le tecniche chirurgiche, la medicina d’urgenza, il prontosoccorso e la rianimazione e poi quella miriade di prodotti farmacologi, soprattutto fatta di nuovi antibiotici, etc. Ma il civile-occidentale, secondo le statistiche, continua a morire principalmente per le malattie da stress: infarto del miocardio e ictus cerebrale, subito seguiti dal cancro. Il civile-occidentale muore soprattutto per malattie che si procura da solo, grazie ad un’esistenza grottesca che gli regala inesorabilmente, a qualsiasi livello di dominanza raggiunto, soltanto

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l’alienazione, alla quale si è così definitivamente condannato, che innesca il SIA (v. a pag. 39) fino alla sua autodistruzione. Pur di non mettere in discussione il suo mondo, soprattutto le “Scale Gerarchiche di Dominanza” che lo dominano, ha accettato di affidarsi alla Scienza: “Per quanto possa sembrare paradossale, gli uomini hanno cominciato ad affidarsi al proprio sapere, alla propria conoscenza delle leggi della natura, insomma a se stessi, soltanto nel momento in cui si sono maggiormente resi conto della propria fragilità, della propria insicurezza, della relatività e contingenza delle proprie convinzioni.E’ questo uno dei motivi per i quali in genere l’opinione pubblica tende ad attribuire oggi alla scienza quelle stesse certezze che prima attribuiva alle religioni perché gli è quasi impossibile capire che lo scienziato è colui che sa di più soltanto in quanto è in grado di supporre di continuo nuove ipotesi, diverse da quelle che già possiede.” (Ida Magli da “La Stampa” 02/02/1999)

“Dovrebbe per questo, essere chiaro a tutti che, lo scienziato è pur sempre un uomo!E i suoi limiti sono proprio nella sua condanna perenne, eterna: nel suo perpetuo cammino, ipotesi dopo ipotesi, di “avvicinamento alla verità” (Karl Popper, “Tutta la Vita è Risolvere Problemi”, Rusconi Ed. 1996 pag. 30)

SCIENZA: “… il complesso ordinato di cognizioni intorno a una determinata materia e ai principi su cui questa si regge; sapere; conoscenza certa, universale e necessaria.” (Dizionario Enciclopedico De Agostini, Ed. 1981). E l’ultima parte della definizione (“…; conoscenza certa, …”) è falsa! Dal Rinascimento in poi, proprio il pensiero scientifico ha messo in dubbio la certezza.Per chi ha la Fede, solo Dio è “Certezza Assoluta”. E, invece, a proposito della Scienza, l’avvertimento di uno Scienziato :“ (…) non vi lasciate minimamente influenzare da me. Non credete, ve ne prego, a nessuna mia parola! So che è una richiesta eccessiva poiché io voglio dire solo la verità, per quel che la conosco. Ma vi avverto: io non so nulla, o quasi nulla. Noi tutti non sappiamo niente o quasi niente. Questo come io suppongo, è un fatto fondamentale della nostra vita. Noi non sappiamo niente; noi possiamo solo congetturare: tiriamo ad indovinare. Il nostro sapere migliore è l’imponente sapere scientifico che abbiamo creato in 2500 anni. Ma le scienze esattamente consistono solo di congetture, di ipotesi.” (Karl Popper, “Tutta la Vita è Risolvere Problemi”, Rusconi Ed. 1996 pag. 20)E K. Popper continua e a proposito del:SAPERE SCIENTIFICO“(…) Il cosiddetto sapere scientifico non è affatto sapere, giacchè esso consiste unicamente di congetture o ipotesi – anche se in parte di ipotesi che hanno attraversato il fuoco incrociato di controlli ingegnosi.Gli esperimenti possono, in ogni caso, dimostrare la superiorità della teoria vincitrice, ma non la sua verità; e la teoria che è sopravvissuta può benissimo a sua volta venir presto superata. La scienza è ricerca della verità, non ricerca di certezza.Lo scienziato lavora, come tutti gli organismi, con il metodo del tentativo e dell’errore. Il tentativo è la soluzione del problema. L’errore, o più esattamente la correzione dell’errore, nell’evoluzione del regno vegetale e del regno animale, equivale normalmente alla eliminazione dell’organismo; nella scienza alla eliminazione della ipotesi o teoria.” (Karl Popper, “Tutta la Vita è Risolvere Problemi”, Rusconi Ed. 1996 pag. 34)

Riferendosi alle parole appena lette di K.Popper è possibile affermare che verosimilmente tutti gli esseri viventi, siano in questo senso, da considerare tutti “scienziati”. Poiché dal più piccolo al genio, tutti “procedono per tentativi e correzione dell’errore”. Ma in caso di malattia chi corregge l’errore è l’inesorabile e crudele Selezione Naturale. Così anche per un tentativo poco importante che risulti sbagliato, si è inesorabilmente “selezionati” e il rischio è l’eliminazione. Lo scienziato invece, non mette mai in gioco nessuna parte di se. Ma solo le sue idee, le sue teorie, le sue ipotesi. (E’ così che è avvenuto, per esempio, per le teorie di Newton che sono state criticate e superate da quelle di Einstein…).“L’uomo fin dalle origini è stato uno scienziato. Ha proceduto per ipotesi di lavoro e sperimentazione. (…)” (H.Laborit). -------------------------------------------------------------------------

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APPENDICE APPUNTI SULL’ALIMENTAZIONE

A) Il cibo è parte integrante dell’ambiente .

B) E’ quella parte che è definita fattore biotico.

C) E’ uno degli indispensabili fattori che agiscono direttamente sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino. Secondo Jean-Marie Borre, i materiali nutritivi, i nutrienti o alimenti:“Erano tutti offerti direttamente dalla Natura. L’uomo li trovava nell’Ambiente nel quale viveva”.“(...) i “nutrienti” all’infuori dell’acqua e dei sali minerali sono costituiti da materiali organici prodotti originariamente da altri esseri viventi, animali e vegetali. I principali sono rappresentati dai glicidi, dai lipidi, e dai protidi e poi dalle vitamine...” - “(...) che nel corso dell’evoluzione della specie (all’uomo) gli hanno, specialmente all’inizio consentito di vivere grazie alla loro raccolta, alla caccia, alla pesca. (v. i “cacciatori - raccoglitori”)L’agricoltura e l’allevamento, attività comparse nel Neolitico, hanno conferito all’uomo la capacità di produrre altri alimenti, come i cereali, il latte e i suoi derivati, gli oli e i vini.” (Un “surplus” di derrate alimentari da far produrre alla terra durante l’estate; da continuare a raccogliere prima dell’autunno inoltrato; da stipare e conservare in modo d’averne in abbondanza durante tutto l’inverno. Ma prima l’invenzione del frigorifero e): “Poi l’industria ha moltiplicato le forme sotto le quali si presentano i viveri, ha decuplicato le loro possibilità di conservazione, al punto di sconvolgere le nostre abitudini e di costringerci a sottoporci a una regolamentazione più o meno precisa per seguire i progressi della tecnologia.” (Jean-Marie Bourre, “La dietetica del Cervello”, Sperling & Kupfer ed. 1990 pag. 25) Il cibo è dunque semplicemente una delle tante parti dell’ambiente che ci circonda, della nicchia ecologica nella quale viviamo. Dell’Ambiente noi mangiamo la sua flora, la sua fauna ... e assorbiamo e utilizziamo la sua energia...”. L’energia è fornita dal Sole. (v. la clorofilla, a pag. 30 del “Piccolo Manuale Breve”)Sono i “fotoni” emessi dalla sua luce solare che, forniscono l’energia alla “sintesi clorofilliana” perché l’Idrogeno dell’acqua unendosi al Carbonio preso dal suolo, nella pianta si trasforma in zuccheri, grassi e proteine vegetali. Molte piante sono commestibili. Alcune sono cibo anche per l’uomo. L’energia e gli zuccheri, i grassi e le proteine sono nell’erba che mangiano gli erbivori. Finisce tutto nella loro carne che è mangiata dai carnivori. E’ nella flora e nella fauna che l’uomo “onnivoro” mangia. E’ l’Ambiente, quello sotto forma di cibo, che fornisce la serie di materiali, che sono“indispensabili per rendere possibili le sintesi e il rinnovamento dei costituenti cellulari e sopperire ai bisogni energetici” degli organismi viventi. (v. la cellula nel “Piccolo Manuale Breve” a pag. 29 )Il cibo è necessario ad ogni singolo individuo di tutte le specie. E’ indispensabile ad ogni essere vivente per conservare integro il suo “equilibrio interno”e quindi, il suo stato di salute. L’Ambiente è semplicemente la nicchia ecologica, quella socio–economica–culturale, etc. o il “Secondo Ambiente”, che alla nascita ci è toccato in sorte e nel quale accettiamo di continuare a vivere. Il “Primo Ambiente” è, invece, l’utero materno, quello che decidiamo di abbandonare al momento della nascita. (v. il “Secondo Ambiente” sul Vocabolario allegato.)Il “Secondo Ambiente” comprende: 1) i “fattori abiotici”: l’acqua, l’aria, la luce del sole e la sua energia, i minerali, le cose, gli oggetti e tutti gli “stimoli- informazione” (fisici), che da questo piccolo mondo sono prodotti. Ancora a tutto questo è possibile associare gli “stimoli-informazione” che tutte queste presenze producono e che, attraverso i nostri sensi, arrivano direttamente al nostro sistema nervoso centrale, per continuamente “informarci”, “mettere in forma” il nostro cervello.2) i “fattori biotici”: le persone che lo abitano, o lo circondano e la fauna e la flora del luogo, tutti gli organismi macro e microscopici presenti o di passaggio nel territorio. (v. “Ambiente” nel Vocabolario allegato).

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--------------------- 1) “L’uomo è un “onnivoro”.2) “Il neonato, figlio dell’uomo, è un “onnivoro”. Fino a quando è nell’utero Materno, riceve, attraverso il cordone ombelicale, tutto il necessario per la sua vertiginosa crescita direttamente dal sangue Materno, che è anch’essa una “onnivora”.3) Ed è e resta un “onnivoro” anche dopo la nascita, quando riceve il necessario indispensabile direttamente dal seno della Madre sotto forma di latte. 4) Latte materno, che contiene e “veicola” tutto quello che la Madre mangia e assimila, che è una donna “onnivora” intelligente.5) Il latte materno dunque, è la secrezione della ghiandola mammaria che “veicola” tutti i nutrienti in esso sciolti, necessari e fondamentali e “specifici” per il cucciolo della stessa specie della madre!6) ... la mucca, la capra, la pecora, l’asina... sono tutti mammiferi “erbivori”!... proprio come i loro figli.

ALL’INIZIO, QUANDO E’ NELL’UTERO MATERNO, E’ IL “CORPO” DELLA MADRE CON IL SUO “SANGUE” CHE GLI FORNISCE TUTTO IL NECESSARIO - CHE E’ RACCOLTO DAI “VILLI CORIALI” DELLA “PLACENTA” - ATTRAVERSO IL FUNICOLO OMBELICALE. --------------------------------------------------… l’Ovocita Materno, raggiunto e fecondato dallo spermatozoo a livello del terzo medio superiore della tuba uterina, spinto dalle sue ciglia vibratili verso l’esterno, cade nell’utero. Dove grazie ad enzimi proteolitici (capaci di digerire i tessuti) che porta sulla sua superficie, l’ovulo, ormai fecondato, si scava nella ipertrofica mucosa uterina pronta ad accoglierlo una nicchia. E’ da quel momento, che “lui” inizia a nutrirsi letteralmente del “sangue” della Madre. E’ attaccato a lei con una ventosa - sulla parete della cavità emorragica, della nicchia che si è appena scavata nello spessore della mucosa dell’utero - una sorta di disco membranoso. E’ la “placenta” (la “focaccia”). La quale è dotata di villi. Sono i “villi coriali”, piccole escrescenze vascolarizzate, fitte come in un velluto, che pescano nella cavità emorragica dell’utero. Ogni villo porta così, a contatto con il sangue materno libero nella cavità, una sua arteria e un sua vena. E’ attraverso questi villi e l’endotelio dei suoi vasi sanguigni che, tra il sangue materno e quello dell’embrione (e/o del feto, poi divenuto bambino), ma senza mai mischiarsi tra loro, avviene il costante scambio delle sostanze nutritive, dell’ossigeno, degli ormoni… (e anche dei germi e delle sostanze tossiche eventualmente assunte dalla Madre, fino alle scorie (e i cataboliti) quelle prodotte dal bambino, etc. etc.), insomma, di tutto l’indispensabile alla sua sopravvivenza, al mantenimento del suo equilibrio interno, alla sua vertiginosa crescita e alla sua differenziazione cellulare.I vasi sanguigni che arrivano o partono dai villi coriali della placenta, confluendo si raccolgono, riducendosi progressivamente a due vasi principali contenuti nel “funicolo ombelicale” che, dopo aver attraversato il “sacco amniotico”, raggiunge il bambino innestandosi nel suo “ombelico”. E’ attraverso una sua particolare circolazione, la “circolazione fetale” che le sostanze sopraddette e l’ossigeno raggiungono i vari organi e i tessuti del bambino.Intorno ai nove mesi di gravidanza (per un tempo sempre più breve ormai - v. la vertiginosa crescita della neo-neocorteccia cerebrale e quindi delle dimensioni del cranio -) il nostro piccolo, stanco dell’Ambiente Utero, stressato, decide finalmente di uscire. E’ “stressato” dalla sua “monotonia” (quella dell’Ambiente Utero). Scarica, grazie alla sua corteccia surrenalica, una certa quantità di cortisolo (cortisone) direttamente nel sangue Materno, che, rispondendo al suo comando, dà inizio - con una scarica (di risposta) da parte dell’ipofisi Materna, di un ormone, la “oxitocina” - al travaglio del parto.Letteralmente “spremuto fuori” dall’utero, il neonato cade, allora, nel suo “Secondo Ambiente”, nella “Nicchia-ecologica”, più precisamente è subito accolto dal sottinsieme della nicchia ecologia che ci piace definire: “Ambiente Madre”. -----------------------------------------------------E’ nato e ora respira da solo. MA E’ ANCORA LA MADRE CHE, DOPO AVERLO IMMEDIATAMENTE LEGATO DI NUOVO AL SUO CORPO, CONTINUA A NUTRIRLO CON IL LATTE DELLE SUE MAMMELLE. IL SUO LATTE CONTIENE GLI STESSI NUTRIENTI DI UNA “ONNIVORA”, TUTTI QUELLI DEI VARI ALIMENTI DA LEI ASSUNTI E DIGERITI E CHE SONO SCIOLTI NEL SUO SANGUE E QUINDI, NEL SUO LATTE. L’ALLATTAMENTO AL SENO.

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Abbandonato l’utero, se è fortunato, il nostro cucciolo trova un Ambiente, una nicchia ecologica, serena e accogliente sotto tutti gli aspetti. Dove tutti sono veramente felici per la sua nascita e insieme collaborano (in armonia) per accudirlo e proteggerlo dalle insidie dello stesso Ambiente che, per la sua struttura naturale, resta comunque: “freddo, feroce, ostile…”, perché è il “Secondo Ambiente” dove: “DNA contro DNA: è la lotta per l’esistenza.” (Renato Dulbecco). Se fortunato, egli trova, inoltre, il “Seno” di sua Madre sempre pieno di profumato e dolce latte. E’ quello di una Madre sana e sempre disposta e capace di allattarlo secondo le sue “vere” necessità. ----------------------------------------- Le sue “vere” necessità, sono quelle singole, individuali!, che, per questo, prescindono dalle regole scientifiche, tutte costruite secondo le varie medie e poi dalle tabelle statistiche di crescita e dai consigli non suggeriti, ma imposti dall’alto (previa la scomunica immediata), anche questi sempre ricavati da diagrammi. Ma nondimeno costruiti soltanto su due parametri, quelli del “peso” e della “lunghezza” del suo corpo e che dunque non possono, nemmeno approssimativamente, permettere di valutare la sua “cilindrata” reale! La “cilindrata” è quella che, infatti, si potrebbe ricavare, attraverso la storia familiare e la misurazione auxologica dei suoi genitori, da un calcolo, solo così divenuto possibile, sul suo probabile “traguardo auxologico”, sulla velocità reale della sua crescita e poi su quello dello sviluppo finale raggiunto. Il valore della “cilindrata” è, a proposito dei consumi di calorie, certamente, com’è per il motore di un’auto, il più attendibile dei parametri. E’ determinato dal calcolo dei consumi energetici e quindi, del suo fabbisogno effettivo di calorie, etc. etc., perché il problema vero, ancora irrisolto, è, non solo quanto, grazie a noi, egli crescerà nell’anima apprendendo direttamente da noi, ma fin dove arriverà in statura e peso il mio bambino letteralmente mangiandosi parti dell’ambiente nel quale vive? --------------------------------------- Ma è fortunato e trova una Madre sana che si nutre in modo giusto e corretto da “onnivora” intelligente. Lo fa a seconda “delle tradizioni, della famiglia, della terra” (Stefano Zecchi), nella quale è nata e vissuta, che sono caratterizzate dall’uso degli alimenti presenti in abbondanza in quella nicchia ambientale. Sono quelle di sempre dell’Ambiente socio-culturale e “fisico”, che nondimeno è stato già modificato dall’evoluzione, dal “progresso” al quale lei ha partecipato. Per la felicità di entrambi – ma è questa la vera fortuna del mio bambino - sua Madre, sempre presente e disponibile, continuerà ad allattarlo “serenamente”, almeno fino al sesto mese compiuto. Poi, da quel momento, darà inizio per lui, ad un molto lento, naturale svezzamento … Dopo la separazione fisica avvenuta con il taglio del funicolo ombelicale, “allattarlo al seno” per Sua Madre è poter, dopo averlo di nuovo legato al suo corpo, “reinnestare in lui la Sua Anima e continuare a somministrargli la linfa del Suo sangue! Attraverso il capezzolo del Suo seno!” Ma non è proprio lo stesso per il Suo bambino. E’ nella fase dell’“Io-Tutto”. Ancora non sa che esiste un mondo che non sia soltanto lui. Quindi, non sa come sua Madre sia un'altra entità a parte, staccata da lui e indipendente dalla sua volontà. Sa solo che riceve da quell’atto una magnifica gratificazione - che, per questo, vorrà ripeterlo all’infinito! (v. il “Rinforzo”) – ma poiché la sua memoria è già funzionante imprimerà comunque in essa (v. L’“Imprinting”) tutti quei ricordi, che gli serviranno soltanto sul momento. Ma non riuscirà mai a ricordare, perché sono esperienze impossibili da collegare ad un “io”, che ancora non esiste e non esisterà fino al completamento del suo “schema corporeo”. Sono tutte le esperienze che andranno a far parte del suo “mondo dll’inconscio”. Saranno i suoi “Fantasmi Personali”! Compariranno all’improvviso, ogni qualvolta saranno inconsciamente evocati dalle circostanze del momento, dal caso, etc.Ma alcuni decenni di professione autorizzano a dichiarare che, nondimeno: “Chiunque tentasse di “inserire” automatismi socio-culturali, o di imporre regole di comportamento da lui giudicate oggettivamente rigorosamente scientifiche, perché statisticamente inconfutabili, o soltanto si permettesse di credere, dall’alto del suo sapere scientifico appreso, di dover “partecipare attivamente” ad una simile “Unica”, “Irripetibile”, “Naturale”, “Magnifica Armonia Assoluta”, è un imbecille incapace di fermarsi di fronte ad uno degli spettacoli più belli al mondo e di limitarsi alla pura contemplazione di una simile meraviglia: “Una Madre che offre il seno al suo bambino!” E’ doveroso, invece, consigliare.Limitarsi a consigliare. Per fare in modo che la Madre:Ogni “cinque minuti d’orologio” alterni i seni per far “respirare i capezzoli” e impedire il formarsi di ragadi.

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Inoltre - invertendo la posizione del Suo bambino ogni cinque minuti – riuscirebbe così, ad evitare che, il latte - che eventualmente si è introdotto nelle beanti “Trombe di Eustacchio” durante la suzione, o magari a causa di un piccolo rigurgito, sempre possibile - abbia il tempo di raggiungere l’orecchio medio del Suo bambino… … e che ancora, (la Madre) si ricordi: a) che qualsiasi cosa mangia, o beve, o assaggia, “passa” nel latte. b) che se il Suo latte è sufficiente per quantità, il Suo bambino in venti minuti è sazio. c) se il latte è anche nutriente, Le chiederà di succhiare, dopo un intervallo di sonno tranquillo, dopo circa tre ore. d) che, inoltre, La “premierà” con una “cacca” gialla e cremosa quasi dopo ogni poppata. e) che crescerà di peso novanta grammi ogni tre giorni (in media), un chilo dopo un mese ( ma anche questa è soltanto la media!) etc. .… f) che sarà sereno, dolcissimo, magnifico…e nel suo aspetto beato ... e grato. Soprattutto con la pelle distesa sul volto e non rugosa come quella di un vecchio eternamente incazzato!g) … ma anche … che a Lei sarà comunque sempre grato e per sempre!

ALLATTAMENTO MISTOHa due varianti: 1) Una “naturale” per madri che non hanno una produzione di latte sufficiente. 2) Una “artificiale” - o meglio coatta - per l’intervento di circostanze esterne e/o socio-culturali, ideologiche...

A) Variante “naturale”. Riguarda la Madre che non ha latte a sufficienza, malgrado sia perfettamente sana e si nutra in modo corretto e a sufficienza e l’Ambiente socio-culturale che la circonda le permetta di condurre una vita serena.Per esempio: (a) Perché la secrezione dei Suoi seni non regge al ritmo imposto dal Suo bambino (?)(b) Perché ha partorito, grazie alla costante spinta evolutiva della specie, un bambino più “grande” delle sue stesse possibilità fisiologiche(?)…(c) Perché la Sua dieta è comunque insufficiente per quantità e/o qualità.(d) etc.

E’ importante ricordare che, per non cadere nello stesso errore di affermare verità assolute, i “segnali”, qui di seguito indicati, sono soltanto quelli più frequenti e che spesso, solo alcuni di questi sono presenti.

Il primo “segnale” è emesso dal bambino quasi sempre durante le poppata della sera. Indica l’oggettivo cambiamento fisico-chimico del latte (consistenza, odore, sapore, ritmo, etc.) della montata lattea e/o della diminuzione della portata dei suoi seni, etc. E’ proprio allora, alla sera, che inizia a manifestarsi, per la prima volta. Tutto avviene proprio durante le ultime poppate. Ed è Lui! E’ il bambino che letteralmente avverte! “Emette” il suo “segnale” di allarme e contemporaneamente lo “interpreta”, lo mima alla perfezione con appunto una “pantomima” che è unica. Ma che è comune a tutti i lattanti e ai cuccioli di tutti gli animali mammiferi. (Per esempio, la capretta che “prende a testate” le mammelle vuote della madre.) (Circa la “Pantomima”, v. il linguaggio 1 e 2 di K.Popper.) ( J.C.Eccles. “Evoluzione del cervello e Creazione dell’Io” Armando Ed. pag. 102)Ma purtroppo, nella maggioranza dei casi questo nuovo comportamento – che è fatto di pianto improvviso, acuto e di sofferto, rabbioso rifiuto del seno (afferra con le labbra e strappa in dietro il capezzolo!) - viene scambiato per una classica “colica gassosa”, anche perché per piangere più forte e spingere bene sul diaframma, quando “…urla, piega e tira su le “gambe”…!” E’ così, che, invece che con un maggiore apporto di calorie ben distribuite nelle varie poppate del giorno, il problema viene risolto con il “santo antispastico” (per giunta alcolico) associato ad un “naturale carbone vegetale”, l’assorbente dei gas della fermentazione, etc.!) e con la condanna a dover chiedere un’altra poppata o due, ma durante la notte. Ma la Madre, che è sempre attenta, è nondimeno costretta a notare, almeno alcune delle seguenti cose: 1) che, al momento delle ultime poppate, all’“appuntamento biologico” con il risveglio del Suo bambino, il Suo seno non si presenta più teso, né sufficientemente gonfio come alle prime poppate. (“Eppure, se lo spremo, il latte esce?”).

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2) che il bambino, sebbene “annunci” con il suo pianto di aver fame, portato al seno, prima si attacca e poi si stacca di colpo dal capezzolo piangendo con un tono del pianto più acuto del solito. E’ spesso un urlo improvviso. Poi continua straziante, gettando la Madre nel panico. (Fa questo anche quando nel latte sono contenute sostanze che danno un odore e un sapore sgradevole, come è per le cipolle mangiate dalla madre.)(“Si capisce che ha fame. Ma perché, allora, non si attacca?…E’ nervoso, rabbioso…cattivo, mi fa male… e poi si stanca, si addormenta, ma è agitato…”)Il piccolo è “disperato”. Come se fosse stato “truffato”. Protesta per il sapore cambiato e la consistenza e per il nuovo odore e il diverso spessore del latte, dell’unica fonte della sua vita, etc. 3) che di solito la protesta diventa progressivamente sempre più violenta, ma dura sempre di meno (per stanchezza sopraggiunta e per innato calcolo economico del consumo di calorie, tutte da risparmiare limitando così al minimo la dispendiosa protesta, inutile. L’istinto di “conservazione” o di sopravvivenza, che è appunto parte dell’innata economia della specie, ha sempre il sopravvento. Pur di sopravvivere, Egli, alla fine, si adatterà al “nuovo latte”. Si attacca comunque al seno. Accenna ancora a qualche protesta. Ma sempre con minor decisione e frequenza. E, alla fine, lo beve. Non ha altro e allora accetta di berlo. Ma il tempo della poppata si allunga. Diventa insopportabile per la Madre. Eppure, accetta di berlo, perché eccetto l’acqua inodore, insapore, incolore, berrebbe qualsiasi cosa per sopravvivere. E lui vuole vivere!- Ma… 4) che resta più a lungo a succhiare il seno e che spesso s’interrompe, ma senza lasciare il capezzolo. Si ferma di colpo. Resta immobile, come assorto…(“S’incanta a guardare gli angeli!”) Resta fermo con il capezzolo in bocca senza ingoiare. Senza deglutire dopo l’atto della suzione…poi stanco, ma non certamente sazio, si stacca abbandonandosi esausto. (“Molla il capezzolo che è ormai sfinito!”) 5) che mentre dorme ora è irrequieto e “non tiene” più le tre ore di pausa tra le poppate. 6) che si sveglia “prima del tempo”, con uno scatto, di soprassalto e subito emette un urlo acuto, improvviso. (“Anche in volto è cambiato. E’ ormai rugoso. Sembra quello di un vecchio perennemente triste e “incazzato”. Ma gli occhi sono vivi, si guarda continuamente intorno. E’ in allarme. Sa che si gioca la pelle ad ogni poppata.”) 7) che il numero delle richieste di latte, quello delle poppate nelle ventiquattrore, è aumentato in frequenza e di numero. 8) che di notte vuole restare attaccato al seno per periodi lunghissimi. (“Ma gioca con il capezzolo! Ricomincia a succhiare solo se tento di staccarlo!”) 9) che comincia a diventare “stitico” e che le feci sono secche e dure e ora virano verso il verde… (diventeranno liquide, poi compariranno tracce di muco, etc.) 10) che la pancia è più gonfia e ora “fa” tanta “aria”…Le coliche gassose Ecco che sono arrivate le “vere coliche gassose”! Quelle per “sottoalimentazione”! Per “malnutrizione”! Per fame!Non essendo più “caricato a sufficienza”, il piccolo “scarica” poco e male. E’ “stitico”. E’ allora probabile che, essendo aumentato il tempo di permanenza nella parte dell’intestino - non deputata all’assorbimento degli alimenti - della frazione di latte non assorbito (la frazione di caseina), delle scorie del latte e di altri cataboliti naturali, sia iniziata, da parte dei germi saprofiti intestinali, una maggiore e più lunga e abbondante fermentazione delle stesse. Ma il latte Materno può sempre tornare! All’improvviso, così come se ne è andato. Nondimeno è questo il momento di aggiungere il “latte in polvere”. (Quello che ogni Madre ha “ricevuto in dotazione” al momento della dimissione dall’ospedale, dalla solerte puericultrice di turno.) La Nonna che non disponeva di un latte di aggiunta “affidabile”, usava dare al suo bambino acqua con foglie di alloro, tea, tisane, etc. etc. Ma ora sarebbe stupido non dare ad un lattante uno “speciale latte di aggiunta”, magari quello di moda! Dopo tante conquiste scientifiche e le conseguenti, varie manipolazioni operate dall’industria sul latte di mucca ?IL LATTE DI AGGIUNTANe esistono di tutti i tipi! Grazie alle infinite manipolazioni e integrazioni, tutte tendenti a renderlo il più vicino possibile, dal punto di vista digestivo e nutritivo, al latte materno. Così i vari tipi di latte passano e ricompaiono a seconda delle mode, ma oggettivamente sono tutti validi!Il latte vaccino, inoltre, specialmente da quando abbiamo cominciato a “pasteurizzarlo” e a “stassanizzarlo” e a “diluirlo” nel modo giusto - due parti di latte e una di acqua bollita, con l’indispensabile aggiunta di zucchero… (ma ora, e lo abbiamo appena detto, c’è l’industria che riesce a fare con il latte mirabilia) - il

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latte vaccino pretrattato (dall’industria) ha salvato molte vite. Ad esempio, quelle dei bambini con Madri, che fin dai primi giorni, erano impossibilitate ad allattarli. Il latte vaccino (cercare su internet, sul motore di ricerca “Tiscali”: Latte vaccino.) nondimeno è e resta sempre e soltanto un ottimo “supporto liquido” per veicolare tutti i “nutrienti necessari” al nostro bambino, che è e resta comunque un lattante. Ma il mio bambino è un “onnivoro”(E’ questo latte, infatti, che è deputato come “succedaneo” a realizzare il compito di quella meraviglia della Natura che è in assoluto il latte secreto dalla ghiandola mammaria di una Madre, un Mammifero, per il suo cucciolo. E’ quello di essere un liquido che veicola tutti i nutrienti - gli stessi che, dopo averli assunti, digeriti e prima assimilati, la Madre forniva al suo bambino, quando era ancora nel Suo utero, direttamente con il suo sangue e che poi, ora finiscono nel latte delle sue mammelle.) “Su quali versanti agisce l’Industria alimentare per raggiungere lo scopo di rendere il latte vaccino simile al latte di donna e creare, quindi, vari tipi di latte in polvere formulati, adatti ai primi tre mesi di vita e poi oltre, all’infinito?”: (prima sul versante economico visto che alla madri italiane lo fa pagare fino a trecento volte il suo valore.) Poi:1) Diminuzione della concentrazione dei sali: il latte vaccino ne contiene in grandi quantità, se confrontate con quelle del latte materno. Gli elementi che spiccano maggiormente, nel gruppo, sono il Sodio, il Cloro, il Potassio, il Calcio ed il Fosforo. Questa operazione è essenziale per rendere compatibile l’osmolarità del latte con il potere di filtrazione del rene infantile.

(Questo è possibile, malgrado le case farmaceutiche tentano di dissuadere dal farlo, terrorizzando chi volesse provarci.)

2) Eliminazione o denaturazione di proteine potenzialmente allergizzanti (in particolare la Lattoglobulina, che nel latte di donna è scarsa, mentre nel vaccino si rileva in una certa quantità). Tale risultato si ottiene col CALORE al quale la lattoglobulina è particolarmente sensibile.

3) Modificazione della struttura della caseina: questa proteina “pesante” è presente anche nel latte di donna ma in una forma (alfa caseina) più confacente alle capacità digestive dell’intestino del lattante. La beta caseina, presente in percentuale significativa nel latte vaccino, ha una forma sferica, quindi gli enzimi riescono a degradarne solo la parte esterna, lasciando intatta la porzione nascosta. Quest’ultima, giungendo indigerita nell’intestino, induce fermentazione e modificazione della flora batterica (coliche, stipsi). Nel processo industriale la beta caseina viene PARZIALMENTE DENATURATA AL CALORE e con metodi enzimatici (idrolisi), col risultato che se ne perde la forma sferica e se ne aumenta la digeribilità.

4) Adattamento della concentrazione di carboidrati semplici (zuccheri): nel latte di donna la quota calorica maggiore spetta al lattosio che è contenuto in concentrazioni 3-4 volte superiori a quelle del latte vaccino. Si provvede a tale necessità AGGIUNGENDO DESTRINE E MALTOSIO (oligosaccaridi) di derivazione vegetale (senza glutine) al latte di mucca.

5) Adattamento nella composizione dei grassi: (nel latte di donna sono presenti, in più alte concentrazioni, acidi grassi polinsaturi (linoleico, linolenico, arachidonico)) Tale operazione consiste nell’AGGIUNGERE ALLA FORMULA ACIDI GRASSI POLINSATURI di derivazione vegetale (Mais, arachidi, olivo, ecc.).

6) “Fortificazione” del latte vaccino, mediante AGGIUNTA DI VITAMINE ED ELEMENTI MINERALI ESSENZIALI (Ferro, Rame, Zinco, ecc.)

“La composizione del latte vaccino, così trattato, tende ad avvicinarsi a quella del latte materno, con varie riserve. Infatti, per quanto i procedimenti volti all’adattamento, siano accurati e chimicamente corretti, il latte formulato rimane SEMPRE E COMUNQUE UN LATTE DI DERIVAZIONE VACCINA, con tutto ciò che ne consegue: incompleta digeribilità e quindi, fermentazione intestinale, stipsi, possibile insorgenza di intolleranze od allergie, chelaggio del Ferro (con relativa diminuzione della sua biodisponibilità e anemia ferropriva), microemorragie intestinali (peraltro senza rilevanza patologica), ecc.” (dr. S. Tasca).Il problema, se di problema possiamo parlare, sorge e si aggrava per i nostri lattanti non fortunati, perché il latte vaccino è somministrato (invece, che soltanto come indispensabile succedaneo e/o solo durante lo svezzamento) sotto tutte le salse ed è, grazie alla capillare propaganda delle multinazionali, indiscriminatamente usato quantitativamente in modo perlomeno “sproporzionato” che rende pericolosamente “monotona” la dieta.

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La quantità somministrata di quello che dovrebbe essere soltanto il “veicolo latte di mucca” è esagerata! Finisce così con il diventare per massa e quantità somministrata, da pur necessario veicolo liquido a “base unica e/o principale” di tutta l’alimentazione quotidiana del nostro piccolo - (v. il latte di aggiunta, più i biscotti solubili, più l’omogeneizzato di verdure, di carne, di pesce, di frutta…), il quale, lo ricordiamo, è nondimeno e resta un “onnivoro” e dunque, non è certamente un vitello da ingrasso! -, rendendo la dieta “monotona” e molto faticosa da digerire, etc.etc. e instaurando di fatto una (involontaria, ma comunque, certamente colpevole per ignoranza) vera e propria anemia ferropriva causa evidente di una “Malnutrizione”

Il “latte di aggiunta” è solo e sempre “il latte da noi rubato alla mucca!”: una “erbivora”! Ma il mio bambino, che è, invece, al vertice della magnificenza assoluta della Natura è un “onnivoro”!E’ fondamentale che la Madre, che è comunque costretta ad usarlo, nondimeno ricordi di:

1) Attaccare sempre prima al seno il Suo bambino. Per un tempo insufficiente a “stancarlo” inutilmente, ma sufficiente a stimolare il Suo seno, in modo da ricordare al seno di “produrre” latte proprio a quell’ora (v. l’orologio biologico che regola e ordina - attraverso la secrezione ipofisaria di un suo ormone, la prolattina, quella del latte. Entrambe le secrezioni sono stimolate dalla suzione “meccanica” del capezzolo – l’ora esatta in cui il seno, regolarmente stimolato, deve produrre il latte.)

Ma è necessario tentare di allattare e di “insistere”? Anche quando il latte prodotto è scarsissimo? Noi, specialmente nelle primipare, non lo possiamo ancora sapere, ma il latte materno potrebbe anche tornare ad essere prodotto.2) Il numero e la frequenza delle poppate e soprattutto la “quantità” del latte di aggiunta, li “stabilisce” solo e sempre il bambino!Non le “tabelle” statistiche!Per essere certi di averlo finalmente saziato, quando questi si stacca dal biberon, deve sempre restare latte “liquido”, almeno venti grammi. La schiuma non vale!, perché è soltanto la dimostrazione che il bambino ha “tirato” al massimo possibile e che non ha finito di succhiare, anzi! Se beve completamente il latte contenuto nel suo biberon, non possiamo sapere quanto latte avrebbe ancora succhiato. Ma le quantità di latte che così mancano ad ogni poppata, si sommano. Egli chiederà di “succhiare” almeno una volta in più e lo farà durante la notte (dopo aver comunque “protestato” urlando disperatamente durante le ultime poppate della sera.) Pur di ottenere il giusto numero di calorie vitali per i suoi fabbisogni, egli aumenta il numero complessivo delle poppate nelle ventiquattro ore. 3) Durante l’allattamento artificiale (con il biberon) il bambino va tenuto “seduto”. Il biberon deve avere un angolo quasi retto con il capo eretto del bambino.4) Dopo aver riempito di latte il “biberon”, e averlo posto in posizione orizzontale, come per infilarglielo in bocca, la tettarella deve gocciolare come un rubinetto difettoso, non deve quindi fare il getto, o peggio, non gocciolare affatto. (Deve gocciolare ritmicamente.) 5) La temperatura del latte va “testata in bocca”, ma solo dalla bocca della Madre! (Non valgono polso, braccia o labbra…ne bocca o altro… e/o tutto quello offerto dalla solerzia di premurosi parenti e affini!)6)Se finalmente il bambino è totalmente e sistematicamente saziato, la “stitichezza” scompare.

Le feci tornano ad essere cremose di colore giallo tendente all’oro con qualche piccolo grumo biancastro dovuto alla caseina che non è mai completamente assimilabile dall’uomo!

Il sonno è ora tornato tranquillo e dura almeno tre ore, che diventano sei durante la notte (dopo il bagno che andrebbe fatto ogni sera). Scompaiono le rughe da vecchio… il volto è disteso, soddisfatto, ricomincia a prendere peso con regolarità e sorride spontaneamente. E’ grato. E’ beato! 7) quando si prepara un latte in polvere è importante che l’acqua per la diluizione, che va assolutamente bollita, sia prima lasciata intiepidire per evitare di bruciare la polvere del latte. Ma soprattutto che l’acqua sia scarsissima di sali minerali! (E’ soltanto per ridurre la loro esagerata concentrazione - circa 100 volte quella del latte materno - presente nel latte vaccino, che siamo costretti a diluirlo! L’ideale sarebbe l’acqua distillata?)

B) Variante “artificiale” (per una Madre “costretta” a sospendere l’allattamento.)

La madre è sana. Ha latte “da vendere”. Ma, per motivi socio-economici e/o ideologici… o altro, è costretta, durante il giorno, a lasciarlo ad “altri”, a “posteggiarlo” per molte ore, durante le quali necessariamente il suo bambino riceverà un latte di aggiunta.La Madre riesce a dargli ancora - ma questo succede soltanto per un breve periodo, poi rapidamente finirà - la poppata del mattino e quella del tardo pomeriggio al suo rientro a casa (e quella della sera?). Poi sarà

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costretta a dargli tutte quelle che lui “pretenderà di avere” durante la notte da sua Madre finalmente “ritrovata”.(Succede spesso che così diventi un “massacro” per entrambi. La Madre, durante la notte, si farà “prosciugare” perfino l’Anima e Lui mostrerà di non essere mai sazio e soddisfatto di quel “misero latte”, tutto impastato di una reciproca tristezza infinita e “sierosa”, che è stranamente più dolce ma, è per giunta, soprattutto dolorosamente “fermentante” (v. le “coliche gassose” da sottoalimentazione)!)

“La Madre è tornata al lavoro. Il seno ogni tre ore diventa più duro e perde latte dai capezzoli. La tuta, il grembiule… il talleur, s’inzuppano di latte. E’ così che Lei sa che, a casa, il suo bambino si è appena svegliato. “Lo sente” mentre chiede di succhiare…e sa che …ora qualcuno, a casa, gli sta infilando in bocca un biberon pieno del latte di una brava mucca!Dura soltanto pochi giorni questo strazio. Poi il seno viene “informato” che a quell’ora è inutile continuare a produrre latte, che nessuno succhierà!”E’ il momento, per il bene e la salute della Madre e del bambino - che di solito ha, in media, già superato i quattro mesi - di dare subito inizio allo “Svezzamento”. Per riportarlo il più presto possibile alla sua condizione di “onnivoro”.Il seno della Madre, non stimolato più regolarmente a tempo, secondo precisi intervalli di circa tre ore (v. “l’orologio biologico”), finisce con il produrre una scarsa quantità di latte, che risulterà insufficiente, anche dal punto di vista nutritivo e persino al mattino (perché, secondo le Nonne è: “un…“latte cattivo”.E’ pieno di angoscia per le ore di disperata separazione coatta dal Suo adorato bambino.”)

LO SVEZZAMENTOCosì, com’è per l’allattamento artificiale, quando è “coatto” (v.sopra la variante B), anche lo “Svezzamento” finisce con l’essere lo squallido “passaggio obbligato” del bambino, per tempi stabiliti e reiterati, dal sottinsieme “Ambiente Madre” a quello inglobante, socio-culturale della “Nicchia-ecologica”o “Secondo Ambiente”Il bambino, per decisione unilaterale da parte della Madre, è costretto a “perdere”, sistematicamente tutti giorni, il Suo seno, le Sue braccia,… il profumo, il contatto, il “Linguaggio del Suo Ventre” (U.Galimberti), etc. ad assistere impotente alla frantumazione del suo “Imprinting”, per lunghe ore, ma tutte per lui infinite ... Per ore stabilite, ogni giorno, egli è ormai un “orfano”! E’ il moderno “Orfano a part-time!” Da quel momento, com’è nei Brefotrofi, sarà custodito e “informato” da “altri” e nutrito artificialmente (e virtualmente) a distanza, da una mucca.E’ l’invenzione inedita e più grande di questa nostra società civile, occidentale. E’ quella dell’“Orfanotrofio a Part-Time”. (v. “Asilo Nido” sul Vocabolario allgato)E’ questo che ha così prodotto:

La “Nuova Malattia” Inizia per lui la “Nuova Malattia”, quella mai esistita prima sulla Terra per un lattante! Quella che “minerà” irreparabilmente la sua Anima di civile-occidentale, per sempre. Quella creata, inventata per lui, che nondimeno è e resta il (nostro) “Futuro”!, proprio dalla nostra stessa Società civile-occidentale dall’oggettivo, assoluto “progresso scientifico”, tecnologico, la stessa che pure lo ha concepito e accolto alla nascita.

E’ la “SOLITUDINE”! Ma è la più tremenda delle solitudini possibili, perché una volta appresa è per sempre; perché è quella senza Madre! E’ il primo di una serie di trattamenti, che questa nostra civiltà occidentale ha escogitato e poi infligge al suo stesso “Futuro”, ai suoi figli (v. per esempio, la Scuola.)

LO SVEZZAMENTO NATURALEE’(letteralmente) un altro spettacolo che ci offre la Natura. Nasce spontaneamente, da una intuizione materna. Com’è per l’allattamento al seno, questa, che è anche essa il regalo di un’estasi, si va ripetendo da tre miliardi e seicento milioni di anni circa e sempre con le stesse modalità, e si è ripetuto sulla terra per venticinque miliardi di volte, perché tanti sono gli uomini che hanno fino ad ora visto la luce su questa terra. “… la Madre sta mangiando. E’ seduta ad un tavolo con il suo bambino in grembo..

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Porta, con movimenti ritmici e regolari, il cucchiaio alla bocca. Il bambino, che ha sei mesi compiuti, ne segue i movimenti, poi, di colpo, fa un tentativo per afferrare il cucchiaio (v. la “reazione circolare primaria” di Piaget). Stende la mano senza riuscirci.“Vuoi provare la pappa di mamma?”La Madre, spinge sulla punta della lingua, una piccola parte del cibo che ha appena messo in bocca. Posa il cucchiaio. Con il pollice e l’indice della mano destra ne afferra una piccola “pallina”. Sempre tenendola tra le dita, la modella, umettandola con la saliva, facendola passare tra le labbra appena schiuse, poi la afferra stringendo le dita e la introduce spingendola delicatamente nella bocca del bambino… Aspetta… poi, è soddisfatta…e subito dopo … gli offre il Suo seno, mentre Lei riprende a mangiare.” E’ iniziato lo “Svezzamento Naturale”. Seguirà così, molto lentamente, soltanto e sempre secondo le intuizioni della Madre, che semplicemente sa di doverlo portare, con amore e prudenza, a mangiare quello che mangiano tutti gli altri uomini, quello che mangia Lei, una “onnivora” intelligente. --------------------------------------------

Prima di andare avanti su questa strada è necessario avere altre informazioni. Ci serviremo, per far questo, ancora dell’aiuto di uno scienziato, Jean-Marie Bourre, il quale grazie al suo : “La Dietetica Del Cervello” ed. Sperling & Kupfer, 1990, ci illustra come:Gli alimenti e i nutrienti. “Per crescere, vivere e funzionare, il cervello, come tutti gli organi, deve disporre dei materiali necessari. Essi sono indispensabili, da una parte, per rendere possibile la sintesi e il rinnovamento dei costituenti cellulari (anaboliti) e dall’altra parte per sopperire ai bisogni energetici (cataboliti). I nutrienti sono le diverse sostanze chimiche che consentono di soddisfare tali bisogni.Contenuti negli alimenti, fra numerose molecole alcune delle quali inutili, talvolta persino tossiche, essi non necessitano di grandi trasformazioni digestive per essere assimilati.I diversi stadi della digestione li estraggono dagli alimenti per trasformarli poi in sottoprodotti, i metaboliti…(…).”I “metaboliti” sono appunto: a) gli “anaboliti” indispensabili per sintetizzare le molecole complesse necessarie alla cellula per il suo rinnovarsi e il suo accrescimento.b) i “cataboliti” i prodotti degradati dalla digestione degli alimenti, che l’organismo distrugge e brucia producendo, quando è possibile, energia.

La Nutrizioneè dunque la valutazione quantitativa , ma anche qualitativa, dell’utilizzazione che fa la cellula, o l’intero organismo, dei diversi nutrienti disponibili, e delle loro interazioni. QuindiLa Dietetica,come osserva Gerard Debry, deve essere al tempo stesso l’arte e la scienza che consente una alimentazione adatta ai bisogni nutrizionali, organici, edonistici e psicosensoriali; e questo sia nelle persone in buona salute sia nei malati. In entrambi i casi è dunque decisiva la valutazione del fabbisogno di vitamine, di elementi minerali e di molecole essenziali.”Classificazione dei nutrienti.Sono quelli di un “onnivoro” intelligente e sono divisi in tre categorie:1) “Non essenziali”. Li elabora l’organismo da solo. Producono soltanto energia chimica e devono per questo essere consumati in grande quantità giornaliera.2) “Indispensabili o essenziali”. Ne basta un milligrammo pro chilo al giorno Non hanno nessuna possibilità di essere sintetizzati, elaborati dall’organismo. Devono essere forniti totalmente dall’alimentazione per evitare una carenza o una deficienza nutritiva. Comprendono: a) otto aminoacidi: isoleucina, leucina, lisina, metionina, triptofano, valina, treonina, fenilanalina. (v. l’olio di oliva) b) due acidi grassi polinsaturi: l’acido linoleico e l’acido alfa-linolenico. (v. l’olo di soja) c) le vitamine liposolubili: A, E, K. d) tutte le vitamine idrosolubili: C, B1 tiamina, B2 riboflavina, B3 o Pp o niacina o acido nicotinico, B6 piridossina, poi, acido pantotenico, biotina, B9 acido folico, B12. e) elementi minerali, macroelementi: calcio, fosforo, magnesio, sodio potassio sodio e zolfo.

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E oligoelementi: ferro, iodio, rame, magnesio, zinco, cobalto, molibdeno, selenio, cromo, fluoro, silicio, e nichel3) I “nutrimenti accessori”. Dipendono dalla specie e dalle condizioni psicologiche dell’individuo. Sono sintetizzati lentamente e quando aumenta il fabbisogno è necessario introdurli con l’alimentazione.

Particolare bisogno ne hanno i bambini, le donne incinte e quelle che allattano. Sono: due aminoacidi, l’arginina e l’istidina, la vitamina D e la K.

Di che cosa è fatto l’Ambiente, il mondo che ci circonda? “…un numero straordinariamente piccolo di materiali elementari è sufficiente a produrre la infinita diversità del mondo. Poche decine di elementi chimici formano tutti gli animali e tutti i vegetali. Quattro di essi azoto, carbonio, idrogeno, ossigeno costituiscono il 99% della loro sostanza, associati ad altri sedici meno abbondanti, ma ugualmente essenziali alle combinazioni biochimiche complesse della vita che si mantiene e si crea. I passaggi continui di questi atomi, dalla materia inanimata q quella vivente e viceversa, rivelano i legami intricati che uniscono tutte le parti dell’universo…(…). Tali atomi sono tratti dalla varietà dei nutrimenti.Di che cosa è composto un uomo?

“ Un uomo di sessantacinque chili in buona salute è composto da quarantatre chili d’acqua, dieci chili di proteine, otto chili di lipidi, tre chili di minerali e infine duecento grammi di glucidi. Tutti questi elementi provengono dagli alimenti.”

Esistono soltanto cinquanta elementi di base nell’Ambiente che ci circonda e l’uomo ne utilizza solitamente solo una quindicina:1) Il carbonio che forma l’architettura di tutte le molecole.2) L’idrogeno e l’ossigeno che formano una coppia che consente la caduta di potenziale degli elettroni e genera energia.3) Il fosforo e lo zolfo che partecipano alle costruzioni molecolari capaci di accumulare e distribuire energia.4) Il calcio che partecipa insieme ad altri elementi a garantire la stabilità degli edifici molecolari.5) Il sodio e il potassio che regolano l’attività nervosa.6) Il ferro indispensabile alla respirazione.7) Gli oligominerali senza i quali gli enzimi sono inerti e privi di efficacia.

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LO SVEZZAMENTO “ARTIFICIALE” (COATTO).Abbiamo già accennato al fatto che è fondamentale che, non soltanto l’Ambiente, la “Nicchia-ecologica” nella quale vive il nostro bambino, l’ambiente fisico, ma anche la sua alimentazione, non sia assolutamente “monotona” . Ora sappiamo inoltre, di quante cose ha bisogno il nostro corpo per mantenere intatto il suo “equilibrio interno” e possiamo immaginare quante ne abbia bisogno il nostro bambino (e la Donna in gravidanza) per poter anche “crescere” (rinnovare le sue cellule e accrescerne vertiginosamente il loro numero) e svilupparsi (far evolvere il suo cervello, metterlo continuamente “in forma” mentre apprende ad agire sull’Ambiente che lo circonda e interagire con esso) restando comunque e sempre in buona salute.

Il latte di una Donna, Madre sana, che si alimenta da “onnivora” intelligente, è “l’alimento perfetto” per qualsiasi cucciolo dell’uomo. Contiene, nelle giuste proporzioni, tutto il necessario. Contiene (letteralmente) tutti i nutrienti che sono compresi nel cibo che mangia un sano “onnivoro” intelligente adulto. Sono quelli contenuti, è questa una delle tante meraviglie della Natura, in una secrezione liquida dal colore, dal sapore, dall’odore sui generis, prodotta da una ghiandola, la ghiandola mammaria e che porta il nome di “Latte di Donna”!, e che, attraverso l’innesto diretto nella bocca del lattante del capezzolo materno, viene così - anche grazie alla sua capacità innata di succhiare! - facilmente a lui somministrato.

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(Inoltre: le Sue braccia, il Suo profumo, il Suo corpo, etc.etc. (v. l’“Ambiente Madre”), sono il migliore Ambiente possibile - la “nicchia” della “Nicchia-ecologica” - per la sopravvivenza e lo sviluppo armonioso del nostro neonato.) (Crediamo che sia necessario ripeterlo)Allora se l’uomo è un “onnivoro”: 1) Se l’uomo è un onnivoro il suo cucciolo è ovviamente un onnivoro!

2) Se il “Latte Materno” è il prodotto della secrezione della Sua ghiandola mammaria, quella di un’onnivora, non può che contenere tutti i nutriente assunti ( frutta, verdura, carne e pesce), digeriti ed estratti da una normale dieta di un “onnivoro” intelligente.3) Durante “l’allattamento al seno” il nostro cucciolo d’uomo riceve dunque gli stessi nutrienti di un “onnivoro”adulto, perché sono certamente tutti contenuti nel “Latte Materno”.

4) Tutte le volte che noi gli somministriamo, invece, “latte di aggiunta”, “latte di mucca” (v. l’allattamento misto, lo svezzamento naturale o coatto, etc. etc.), noi, per tutto il tempo che lo facciamo, mettiamo a rischio (specialmente se si protrae per lungo tempo, come di solito avviene) l’integrità fisica e di accrescimento e di sviluppo intellettivo del nostro bambino, perché (letteralmente) noi lo costringiamo a “regredire” al livello molto prossimo a quello di un cucciolo di un “erbivoro”. Ad un pur simpatico “vitellino”, il figlio dell’animale più tranquillo, più mansueto e “rincoglionito” della terra, che, proprio per questo non ha certamente le stesse esigenze, circa la varietà (di aminoacidi) e la qualità dei nutrienti, per dover far fronte allo sfolgorante, immenso “crescere” dell’anima, della memoria del mio bambino, che è unico in Natura, al vertice Mondo.5) Nello “svezzamento” – e (soltanto) per potere essere messo in un biberon ed innestato direttamente in bocca al mio bambino, che ancora succhia e non ha i denti per masticare – il veicolo deve necessariamente restare “liquido” ma, il contenuto, in esso diluito, deve essere composto da tutti i nutrienti necessari ad un “onnivoro” (adulto), perché è per farlo diventare un uomo, che noi l’accudiamo, lo nutriamo e lo informiamo! 6) Tutto questo è indispensabile. E per non mettere a rischio la sua salute, la sua integrità e la sua velocità di crescita e di apprendimento, deve avvenire immediatamente. Deve, in pratica - qualsiasi sia la causa o il motivo della riduzione o sospensione della somministrazione del “Latte Materno” - assolutamente essere mantenuta e conservata la sua continuità. Deve “continuare” per lui quel poter ricevere tutti i nutrienti necessari ad un “onnivoro” – che è poi ciò che naturalmente è già avvenuto – come quando succhiava esclusivamente il latte dal seno di una Madre, di una “onnivora” intelligente. Tutti i derivati industriali del latte di mucca – che, lo ripetiamo, proviene da un animale che monotonamente si nutre di solo erba (è vero solo in teoria, v. ad esempio, i mangimi con farine ricavate dalle carcasse di animali e l’epidemia di “Mucca Pazza”…) - e così tutti i suoi derivati inventati e prodotti dall’industria, per la loro inesorabile, preponderante presenza sotto tutte le salse (latte in polvere, biscotti solubili, omogeneizzati, farine lattee, formaggini di recupero, yogurth eterni…) nella dieta del mio bambino, sono certamente la causa:(1) di quella tremenda “monotonia” che rallenta la digestione , che diventa una vera e propria “fatica digestiva” che rallenta e disturba anche la sua capacità di apprendimento. (2) della ancora più pericolosa e devastante carenza di “nutrienti indispensabili” per un “onnivoro”. (3) a quella del suo aspetto (a causa dell’esagerato apporto di sali minerali e all’azione chelante sul ferro), di pallido “Bello di Mamma”, paffuto e tutto gonfio di mucca e spesso chiaramente lento anche nell’apprendere!

(Abbiamo già lamentato l’inadeguatezza di una dieta che pretende di fornire - sotto tutte le salse e non soltanto come semplice veicolo di base, come invece dovrebbe essere - latte di mucca a bambini, che sono e restano “onnivori”, che hanno, per ragioni naturali o in modo coatto, già iniziato lo “Svezzamento”. Sono bambini che, in media, vanno dal terzo al sesto mese e oltre.)

E’ inoltre da considerare, che tutto questo succede proprio in quel momento della sua “crescita”, quando il nostro cucciolo e dovrebbe essere chiaro ormai, è alle prese con i suoi “naturali” drammi strutturali e psicologici, definitivi, come , quelli legati alla crescita della sua anima e al suo sviluppo, come l’ “Imprinting”, l’“Io-Tutto”, l’inizio dell’autonoma costruzione dello “Schema Corporeo”, la scoperta del “Principio di Realtà”, etc. e poi tutti quelli da noi inventati per lui, come sono appunto, l’abbandono coatto, la perdita ad ore fisse dell’“Ambiente Madre” e la condanna alla Solitudine senza Madre… e l’imposizione dell’apprendimento degli automatismi socio-culturali, che è quello del “mondo dell’inconscio”etc.

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Abbiamo, inoltre, già affermato che - a prescindere dalle Sue capacità oggettivamente “mostrate sul campo” e dalla Sua sicura autostima derivante dalle vitali gratificazioni ricevute e le affermazioni e il Merito e il Suo pubblico valore, etc. dalla sua supponenza insomma, nondimeno: “Non esiste nessuna Donna al mondo che possa fare “anche” la Madre!Quello “naturale” della Madre è un “lavoro a tempo pieno” di ventiquattrore su ventiquattro! Per almeno i primi tre anni di vita del suo bambino. Qualsiasi altra soluzione alternativa è letteralmente “contro natura” !”

Ma alle Madri “a tempo pieno” che hanno la fortuna di avere ancora il loro latte, non è necessario suggerire niente.Ma non possiamo non restare sempre sorpresi e incantati dalle loro “intuizioni”. Quando chiedono consigli per svezzare il Loro bambino, di solito questi ha già compiuto i sei mesi. La Madre “A” racconta che il Suo bambino fa ormai solo quattro pasti e che di Sua iniziativa (poiché a quell’ora del giorno (della sera) ha poco latte e comincia a sentirsi stanca) ha già cominciato a sostituire il pasto pomeridiano, serale, con della frutta ( di solito: una mela grattugiata con qualche goccia di limone o arancio e un cucchiaino di zucchero) e che il bambino la mangia volentieri, ma con il cucchiaino, perché non vuole assolutamente il biberon (di solito succede così per quelli ancora allattati al seno). Oppure che ha comprato in farmacia una farina lattea alla frutta.a) Per il bambino di questa Madre “A”, è giusta la dieta che andrebbe bene per un bambino, di quattro mesi circa, sistematicamente costretto a separarsi dalla Madre e dunque, già completamente svezzato. (E’ quello che non ha la fortuna di avere una Madre “a tempo pieno” e, per giunta, che non è più in grado di allattarlo e che, in cambio di tutto questo, è stato condannato, come più spesso succede ormai, a ricevere, sebbene abbia superato i quattro mesi ormai, soltanto un latte di aggiunta della formula 1,2,3,4....)

Dopo avergliela illustrata e averle spiegato come si preparano i vari pasti, Le si suggerisce di iniziare molto lentamente a sostituire le poppate e di ripresentarsi al controllo, con il bambino, quando ormai il suo latte scarseggia, così che Lei riesca ad allattare ormai il Suo bambino soltanto una volta al giorno (e cominci per stanchezza a perdere entusiasmo e troppi capelli, le unghie si spezzano e sente che i denti dolgono o addirittura si muovono…)

b) Per il bambino della Madre “B”costretta, invece, a “posteggiare” presso “altri” il Suo bambino durante molte ore del giorno – di solito, in questo caso, la Sua richiesta di svezzarlo, capita quando il bambino ha da poco compiuto i quattro mesi - proprio per salvarlo dalla “monotonia” del latte di mucca sotto tutte le salse (ma succede che, il più delle volte, la stessa Madre si accorga da sola, come il Suo bambino non accetti molto volentieri di sostituire la poppata del latte materno con un biberon che contenga soltanto latte di aggiunta), viene consigliato di iniziare a svezzarlo rapidamente in questo modo – che è poi lo stesso della Madre”A” sebbene il Suo bambino sia, invece, già oltre i sei mesi. Per esempio:

Dieta “1” Per iniziare lo Svezzamento degli ancora allattati al seno e degli improvvisamente condannati allo “Svezzamento Coatto”. I pasti vanno sostituiti uno alla volta, con prove di due giorni almeno e secondo l’ordine in cui sono scritti.A) 1° e 4° (e 5° pasto?)Latte in polvere. (Quello adatto per lo svezzamento: il tipo 2 o il 3… - c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tutti tipi di latte che sono costosi. Per cui, alla Madre che non se lo può permettere (in verità lo faccio con tutte), spiego come si preparava una volta il latte vaccino fresco, “intero”. Latte con il quale, ancora qualcuna di loro, ma certamente tutte le generazioni passate, malgrado i recenti moderni anatemi, sono riuscite a sopravvivere con il: Latte vaccino.“Non si deve far bollire. Ma si deve riscaldare. Bisogna spegnere la fiamma appena tende a salire la schiuma. Bisogna togliere con un colino solo una piccola parte della panna. Diluirlo poi con un terzo di acqua bollita (la più oligominerale possibile!) (es: 120 gr. di latte e 60 di acqua bollita e aggiungere 1-2 cucchiaini di zucchero. Per richieste maggiori di 180 gr. va aumentato solo il latte. I 60 gr. di acqua

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(oligominerale), visto il quantitativo di acqua già contenuto nel latte vaccino, questo è il massimo della diluizione possibile. )”

Al latte in polvere o a quello “fresco”, vaccino, vanno aggiunti: 1-2 cucchiaini di polvere di riso e/o mais e tapioca e poi (gradatamente),½ cucchiaino di liofilizzato di carne di pollo o agnello (il manzo o vitello sono inutili visto che contengono le stesse proteine della caseina del latte vaccino.)

B) 3° PastoUna qualsiasi farina lattea o altro purchè sia “Senza Glutine”. Oppure una mela (o pera) grattugiata con qualche goccia di limone o arancia e 2 cucchiaini di zucchero.

C) 2° PastoI patata e una carota cotte al dente (la carota va messa prima a cuocere perché di cottura lentissima) Sono entrambe “da passare” iniziando da piccole quantità.Raccogliere 200 gr. di brodo vegetale (l’acqua di cottura della patata e della carota)Aggiungere: 1cucchiaino di olio di oliva extravergine.1 cucchiaino di olio di soia (è ricchissimo di due fondamentali acidi grassi: l’acido linoleico e l’alfa linolenico)(poi, dopo qualche giorno, anche 2 cucchiaini di formaggio grana o parmigiano)2 cucchiaini di liofilizzato di carne (pollo o agnello)3 cucchiaini di polvere di riso e/o mais e tapioca N.B. Non bisogna “cambiare” tutto in una volta. Le novità alimentari vanno introdotte una alla volta e vanno “provate” da sole per almeno due giorni.Per cui si fa prima la prova “A” ripetendola, un pasto alla volta, per tutti i quattro o cinque pasti. La si fa per due giorni e solo se si è sicuri della sua buona digeribilità si introduce, sempre provandola per due giorni, la “B”, la farina lattea, o altro “senza glutine”, o la frutta fresca.Il 2° pasto, quello “C” va “provato” per ultimo.Se dovesse risultare sgradevole a causa soprattutto degli oli (e del formaggio) è possibile renderlo più accettabile aggiungendo al tutto 50 gr. di latte fresco e 1-2 cucchiaini di zucchero. (E’ raro che si debba ricorrere a questa correzione)

Si suggerisce alla Madre, inoltre, che quando il Suo bambino comincerà di nuovo a manifestare la sua “noia” (e di solito lo fa dopo un massimo di due mesi), e Le apparirà “svogliato”, senza fame, è quello il momento di riportarlo per un controllo e per “cambiare” la dieta integrandola, arricchendola di novità.

A questo punto abbiamo considerato due situazioni diverse:1) La prima è quella del bambino fortunato che è ancora allattato dalla Madre, sempre presente, a tempo pieno.2) La seconda è quella del bambino costretto allo “Svezzamento Coatto”.

Il primo bambino, quando inizia con la dieta appena descritta, ha abbondantemente superato i sei- sette mesi e riceve ancora, per qualche poppata, il latte Materno, ricco di tutto quello di cui si nutre la Madre sana, “onnivora” intelligente. Per questo è possibile essere più lenti nello svezzarlo completamente!Il secondo, invece, sebbene non abbia più di cinque mesi, privato del latte materno, va “rapidamente” trasformato in un “onnivoro” totale.Il glutineN.B. Il problema che successivamente si presenta è quello del “Glutine”, della sua “tolleranza”.Nella maggior parte dei casi nondimeno, la Madre o “altri”, presso i quali il bambino è stato “posteggiato”, lo hanno già risolto per noi. Basta un’accurata anamnesi!E’, infatti, usanza comune mettere tra le mani del bambino e fargliela succhiare, come prima cosa diversa dal latte, una “crosta di pane”. Questa informazione è preziosa, perché dirime il dubbio.Nondimeno, nell’introdurre il “Glutine”, bisogna usare sempre una prudenza estrema.(Ma è certamente molto difficile, se non impossibile, anche introducendo troppo precocemente il “Glutine”, essere la causa e quindi il colpevole della eventuale “intolleranza”. In verità abbiamo soltanto scatenato una reazione metabolica che, essendo genetica, comunque sarebbe certamente

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comparsa più tardi. Nondimeno può succedere che qualche “collega”(?), che ignora il problema, sia pronto a darcene la colpa, accusandoci pubblicamente del “disastro”. Una cosa però è certa, che una intolleranza al “glutine”, se scoperta, perché provocata è poi misconosciuta, può causare disturbi gravi della crescita , dei quali saremmo responsabili noi!) Bisogna, inoltre, sempre e poi ancora spiegare chiaramente, ricordare, fino alla noia, alla Madre, che lo scopo dello “svezzamento” è quello di “continuare” con il lattante - che ha bevuto, o mangiato (è lo stesso!) soltanto latte Materno o ha, nell’allattamento misto, ricevuto anche latte di aggiunta – per mantenerlo e conservarlo nel suo stato di perfetto “onnivoro” intelligente, che da questo momento gradatamente togliendo il “veicolo liquido”, il latte vaccino, inizia a mangiare tutto, proprio come facciamo noi uomini adulti intelligenti, che seguiamo, in maggioranza, la “dieta mediterranea”.“Quel meraviglioso “abbozzo” di una magnifica, esclusiva Opera d’Arte, che è stato da sua Madre partorito completo solo al 27% va ulteriormente “plasmato” nell’anima e nel corpo, soprattutto da Lei, fino alla sua completezza, per ancora un 77%, che raggiungerà intorno ai venticinque anni!”Con il primo bambino (quello ancora allattato al seno), allora, lentamente. Con il secondo (quello che ha subita la condanna allo svezzamento coatto), rapidamente – sempre ricordando che il primo ha ormai circa otto mesi, mentre il secondo ne ha al massimo cinque - noi pensiamo di dover procedere così: Per tutto questo, anche la terminologia riferita ai pasti del lattante deve cambiare. Il “divezzo” non farà più quattro o cinque pasti, ma una colazione al mattino, un pranzo, una merenda pomeridiana e la sera una cena.

Dieta “2”O dello “svezzamento totale”.(Per definitivamente trasformare un “lattante” in un “onnivoro” intelligente.) Prima colazione (Deve essere, nel rispetto della “dieta mediterranea”, relativamente scarsa.)

Un latte in polvere del tipo 4°, 5°, 6°… oppureLatte vaccino “intero e fresco” (assolutamente della Centrale del Latte più vicina.) Va riscaldato fino alla comparsa della schiuma. Con un colino va tolta parte della panna e poi…vadiluito con un massimo di 60gr. di acqua bollita (la più oligominerale possibile), alla quale, prima di spegnere il fuoco, vanno aggiunti 2 cucchiaini di zucchero (per ridurne la carica batterica) e ancoraUna fetta biscottata “senza glutine” per i più piccoli, o “integrale” per i più grandi.La fetta va ridotta in polvere con un frullatore (o schiacciata con la bottiglia) e buttata nell’acqua bollente un attimo prima di spegnere (così si destrinizza in parte diventando più digeribile).

PranzoUna patata, una carota, uno zucchino, poi costine, cipolla e sedano. E basta!Vanno cotte in acqua e “al dente”, per cui è consigliabile mettere nell’acqua le verdure iniziando dalla carota, e continuare poi, secondo il loro tempo di cottura, quello di ogni singola verdura (è assolutamente vietata la pentola a pressione e le lunghe cotture, di ore, che distruggono i principi nutritivi e le vitamine… trasformando tutto in una indigeribile poltiglia di cellulosa e sali minerali!)Le verdure vanno, prima in parte e poi completamente, frullate. Bisogna prendere la loro acqua di cottura, circa 200gr. di “brodo vegetale”.Aggiungere:1 cucchiaino di olio di oliva extravergine1 ,, di olio di soia (contiene due acidi grassi: acido linoico e alfa linoleico utilissimi al cervello per la su crescita strutturale)2 ,, di formaggio grana o parmigianopoi dai 30 - 80 gr. di carne. Di animali piccoli come il pollo, il coniglio… (il vitello è già nel latte di mucca!)La carne va cotta a parte mettendo sul fuoco un pentolino con acqua. Quando bolle, immergere la carne e farla “scottare”. Ripescarla appena cotta, farla scolare (il brodo della carne è indigeribile per il bambino piccolo e non fa tanto bene nemmeno ai grandi! Per questo è vietato mettere a cuocere insieme carne e verdura, carne e pastina…) e poi frullarla con la verdura.E’ possibile ancor aggiungere un cucchiaio di pastina Senza glutine per i più piccoli (fino al settimo mese?)(Le “dimensioni” della pasta devono essere tali da non rischiare di soffocare il bambino, soprattutto quelli in cui ancora persiste il riflesso della suzione. Il problema non esiste se anche la pasta è frullata.)Il passato di verdura e carne (e pastina) va (quando non esiste il rifiuto) preferibilmente somministrato con il biberon.

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E’ chiaro che la pastina e la verdura non vanno mai separati dalla carne, ovvero somministrati come un unico primo e secondo. Il vantaggio è evidente. In questo modo la dieta rimane sempre bilanciata anche se il bambino assume soltanto la metà del biberon. Non succederebbe così, invece, se si decidesse di dargli prima il “primo” e poi il “secondo”, la frutta etc. etc. Perché finirebbe con il mangiare solo il primo o solo il secondo.(Una dieta “sbilanciata” è dannosa. Crea danni spesso irrecuperabili, come e più della stessa iponutrizione, della fame - v. le varie, micidiali “diete sbilanciate” nelle cure dimagranti)

MerendaUna mezza mela, mezza pera (banana, solo per i più grandi)Una fetta biscottata senza glutine (poi, integrale.)Massimo 2 cucchiaini di zucchero.Mettere tutto in un frullatore e farlo girare allungando il tutto con latte fresco o yogurth (magro, naturale) o succo di arancia molto diluito.

CenaRipetere il pranzo oFare il “Pane cotto”: due fette biscottate (o pane raffermo) in acqua . Far cuocere, scolare e mettere nel frullatore. Aggiungere i due oli, il formaggio e ancora 50-70 gr. di carne cotta a parte e scolata.

Dopo gli otto mesi è possibile:a) la “Pasta Asciutta”

Far bollire il pomodoro con acqua e cipolla. Pelare i pomodori e togliere i semi (ottimo il passato della nonna)Mettere il tutto nel frullatore insieme alla carne cotta a parte, al formaggio e ai due oli. Farlo girare e diluirlo con qualche cucchiaio di acqua della pastina che dopo essere scolata va aggiunta nel biberon, o nel piatto.

La pasta asciutta è eventualmente da alternare con il passato di verdura che nondimeno deve restare presente in un pasto del giorno.

b) Il “Pesce” .Dopo l’ottavo mese, va sostituito alla carne per due, tre volte alla settimana. Se non v’intendete di pesce “fresco”, ottimo è il surgelato. Va cotto come la carne nel pentolino che già bolle, se è surgelato va buttato in acqua così, senza tentativi pericolosi per scongelarlo prima.I tipi di pesce da preferire sono, il nasello, il nocciolino, il merluzzo, la sogliola, etc. etc.

c) L’“Uovo”Solo ai più grandicelli.Solo il “rosso” dopo averlo cotto per tre minuti, alla “coque”. Si comincia con un mezzo cucchiaino di assaggio, si prova e si riprova! Poi si somministra per due volte alla settimana. Attenzione: l’uovo crudo, l’uovo sbattuto con tanto amore dalla Nonna, non viene assorbito dall’intestino umano, va quindi, sempre trattato prima con il calore.

d) Il “Prosciutto”Ha bisogno di una considerazione e un trattamento a parte. Il consiglio è:Prendere una fettina di prosciutto “crudo”, togliere la striscia di grasso e scottarlo nel pentolino con acqua bollente.Quello “crudo” al quale avete tolto il grasso è certamente un prosciutto “stagionato”e maturato. Se lo avete fatto cuocere, è certamente anche cotto. Quello che avete ottenuto è dunque, senza alcuna ombra di dubbio, veramente un : “Prosciutto Cotto”! L’altro, invece, il “Prosciutto Cotto” dell’industria, è? Va bene che ci hanno convinto che “loro” fanno tutto per il bene dei nostri figli, ma chi è quel “magnate” altruista, che sacrifica un vero “prosciutto stagionato” per disossarlo e cuocerlo e poi venderlo sul mercato ad un prezzo di due terzi inferiore?

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N.B. Il dovere di chi alleva un bambino, anche nutrendolo, è quello di reperire per lui gli “alimenti naturali” nell’ambiente che lo circonda e prepararli nel modo più corretto perché, siano facilmente assimilabili, forniscano tutti i nutrienti a lui indispensabili e favoriscano la “velocità” della sua crescita fisica, del suo apprendimento quotidiano, la sua evoluzione, e, con lui, quella della specie tutta!

A parte, allora, il prosciutto, non è possibile ricordare di aver mai trovato nell’Ambiente “piante” o “coltivazioni” di formaggini, ricotta, affettati, salumi, prodotti industriali etc. e di quant’altro ci siamo già inventato e c’inventeremo ancora!

Ma che significa il dover anche preparare da mangiare al mio bambino? E perché questo devo farlo io? Soltanto per l’Amore che ancora “ci metto” nel fare qualsiasi cosa per lui?

Perché ogni Madre (e ognuno di noi e dei “…nuovi genitori e non…”) possa trovare la giusta risposta, il senso esatto e profondo di che cosa veramente significhi, per il proprio bambino e per la specie, “essere nutrito con amore!”, ecco alcune pagine, del nostro scienziato preferito, Jean- Marie Bourre, dal titolo:

“Mangiare… da uomini liberi e intelligenti” “Le tappe dello sviluppo cerebrale obbediscono a una cronologia precisa e imperiosa. Nel suo insieme, la costruzione del cervello umano è geneticamente programmata, e prosegue nei bambini per almeno due anni per compiersi verso i vent’anni.Il tessuto del cervello comprende tre tipi principali di cellule: i neuroni, gli astrociti e gli oligodendrociti; ma altre, come le cellule endoteliali dei capillari e microcapillari cerebrali hanno un ruolo non meno importante (v. la barriera encefalo-ematica).Le decine di miliardi di neuroni di cui disponiamo, una volta creati durante la vita intra-uterina, non si moltiplicano più e scompaiono senza essere sostituiti. Se l’invecchiamento cerebrale consiste nella perdita dei neuroni allora comincia dal momento della nascita. La gerontologia confinerebbe dunque con la pediatria.Tuttavia i neuroni non sono delle strutture fossili.Sono costruzioni le cui pietre e i cui mattoni si muovono in continuazione, ma che restano simili a se stesse: tutto dunque si ricostruisce in modo identico, dai tetti alla cantina, passando per il riscaldamento, le condutture, la televisione.Questi neuroni – in un cervello umano ve ne sono tanti quante stelle vi sono nella nostra galassia – comunicano tra loro attraverso dei punti di congiunzione, delle aree di contatto chiamate sinapsi. Ogni neurone ne possiede decine di migliaia! Tra il terzo e il sesto mese della vita fetale, la moltiplicazione dei neuroni segue un ritmo sfrenato.In certe fasi ne appaiono duecentocinquantamila al minuto. L’uomo nasce così con un cervello già dotato di tutto il suo potenziale di neuroni, ad eccezione di alcuni milioni che contribuiranno, in seguito, alla nascita del senso olfattivo. E avranno un ruolo importante nella memorizzazione e nell’apprendimento.La massa del cervello umano – circa 300 gr. – è però solo un quinto (con solo il 27% di maturità) di quella che raggiungerà nell’età adulta, mentre il cervello dello scimpanzé neonato pesa già la metà.Il suo sviluppo prosegue dunque molto oltre la nascita (si concluderà intono ai venticinque anni).L’aumento del peso risulta in realtà essenzialmente dalla proliferazioni degli assioni e dei dendriti (che vanno alla ricerca di inter-connessioni. v. il Sistema Associativo), dalla formazione delle sinapsi e delle guaine mieliniche (l’isolante dei fili elettrici), che contribuiscono al funzionamento dei neuroni e alla loro comunicazione.Per questo il deficit numerico dei neuroni, l’assenza di riproduzione, l’assenza di riproduzione al di là del periodo fetale sono un fatto forse meno drammatico di uno scarso numero di connessioni (condizione che sistematicamente si verifica quando l’Ambiente è povero di stimoli-informazione, o peggio, è ricco di un’atroce “monotonia” degli stessi!). A partire dai quarant’anni, ogni giorno spariscono centomila cellule nervose. Se questo ritmo si mantiene, verso gli ottant’anni sussistono ancora circa il 70% delle cellule viventi.(…) non tutti i neuroni, infatti, lavorano; è come se possedessimo una riserva che la durata normale della vita non basta ad esaurire.

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Ma i neuroni che non sono stati stimolati sin dai primi anni (per un Ambiente scarso o monotono di stimoli-informazione e di dieta), o quelli che, in seguito non lo sono più o lo sono troppo poco, non si differenziano più e fanno degenerare (anche) i primi. Bisogna dunque sollecitare in continuazione e far lavorare il cervello… per mantenere il ben dell’intelletto. Lo sviluppo del cervello è governato da due ordini di fattori. a)La formazione e l’architettura delle strutture cerebrali sono geneticamente determinate (v. il “genotipo”): è la dittatura dei geni. b)Ma la differenziazione delle cellule della corteccia e la formazione dei collegamenti tra neuroni (e la loro ricchezza) dipendono dagli apporti nutritivi (v. le “proteine nobili” e il “fenotipo”), come pure dall’ambiente materiale e culturale (v. “Il cervello si nutre di stimoli”). Anche nel caso del cervello “la funzione sviluppa l’organo”.Esso non subisce questi stimoli come uno strumento passivo, ma al contrario come un organo sempre più attivo e specializzato nella misura in cui reagisce (alla ricchezza degli stimoli-informazione che arrivano da un Ambiente veramente stimolante che noi genitori avremo creato per il cervello del nostro bambino.)(…) come ricorda Francois Lhermeitt, l’uomo è un creatore, ma è innanzi tutto il prodotto della sua cultura.Anche se ogni sistema vivente, dice Alain Devaquet, progredisce e si differenzia solo sotto la pressione dell’ambiente, grazie alle sue capacità di ammortizzare i colpi e di emettere delle risposte.In effetti, secondo Francois Jacob, la straordinaria libertà di un essere “programmato per apprendere” più che per saper fare, che agisce più in funzione di programmi modificabili e perfettibili che di un repertorio di comportamenti stereotipati, è senza riscontri nel mondo animale. (più semplicemente: l’uomo è l’unico essere al mondo “programmato per apprendere” capace di liberamente modificare e perfezionare i comportamenti naturali sempre uguali, stereotipati.)In che modo si produce l’impronta culturale?(…) non è solo l’ambiente che sollecita il sistema nervoso, che lo modella e lo rivela; sono il soggetto e il suo cervello che lo interrogano abitandolo.I neuroni e le loro connessioni si formano secondo un programma genetico, mentre l’ambiente gioca il ruolo di un filtro selettivo. Imparare significa stabilizzare combinazioni sinaptiche prestabilite ed eliminare altre secondo un processo chiamato epigenesi. -----------------------------------------------------Epigenesi: “Lo sviluppo graduale di strutture differenziate a partire da cellule indifferenziate e morfologicamente omogenee.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani Ed.)Più semplicemente: dalla unica cellula dell’ovocita fecondato ne nascono settecentomila miliardi circa, che si differenziano in centoventicinque tessuti diversi: ossa , muscoli , pelle, etc. etc. che tuttavia restano tali per sempre. E’ dunque una buona cosa che i neuroni perdano il potere di suddividersi: diversamente non potrebbero funzionare (se si rinnovassero dividendosi, rischieremmo, ogni volta, di dover ricominciare ad imparare da capo una cosa che già sappiamo far, o che già conosciamo.) La formazione del cervello è programmata dai geni ma, come ricorda Alain Prochiantz, per l’uomo, il caso si è in qualche modo introdotto nell’esecuzione di questo programma. (“il caso” è quello che ti fa venire alla luce in quel particolare Ambiente socio-culturale, piuttosto che in un altro più o meno ricco di stimoli-informazione sempre nuovi o monotoni e dalla giusta alimentazione.) Questa forma di epigenesi, per mezzo della quale ogni uomo iscrive nella struttura stessa del proprio cervello la propria storia (quella della sua vita in quel particolare Ambiente socio-culturale che gli ha assegnato “il caso”, perché sia poi, quel particolare individuo unico), conferisce flessibilità e agilità e impedisce di parlare di determinismo in senso stretto.

Uno dei fondamenti di questo fenomeno epigenetico è l’alimentazione (!), in particolare l’apporto di lipidi che consentono alla membrana cellulare di adattarsi e che rappresentano la parte modificabile, l’acquisito (leggi: i lipidi, che si rinnovano sulla membrana

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cellulare circa venti volte nelle ventiquattrore, permettono il ri-modellamento della cellula sotto l’azione dello stimolo-informazione che, prodotto dall’Ambiente, la raggiunge e appunto, la “informa”); mentre la sintesi delle proteine (i mattoni che rinnovano la costruzione strutturale della cellula), direttamente sotto il controllo dei geni, rappresenta l’elemento innato, l’ereditario.Anche se, a giusto titolo, le manipolazioni genetiche occupano il proscenio, l’importanza dell’epigenesi, con ogni evidenza, non deve far dimenticare, al di là del problema più immediato della fame, i danni provocati dalla denutrizione e della malnutrizione (v. i “belli di mamma” sazi soltanto di mucca!).La ricerca in materia di nutrizione ha comunque molto da fare per sostenere e sviluppare il corpo, ma anche il cervello e l’intelligenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non afferma forse che la salute è il benessere fisico, mentale e sociale completo e non l’assenza di malattia e d’infermità?Il compito di chi intende proporre una dietetica del cervello è dunque immenso.” (Jean-Marie Borre, “La dietetica del cervello”, Sperling & Kuppfer, Ed., 1990, pagg.7-10) --------------------------------------- Per potersi rendere conto di quanto sia assolutamente indispensabile una corretta alimentazione, che procuri, fin da un attimo dopo la sua nascita, il necessario all’armoniosa crescita evolutiva del cervello e del corpo e del Sistema Immunitario del bambino “onnivoro”, ecco ancora:

Un accenno ai “Periodi Evolutivi” del Neonato e del bambino Soltanto… perché, dopo tutto quello che ormai sappiamo, possiamo, fino in fondo, bearci di lui e dei suoi progressi, tutti armoniosamente raggiunti grazie all’“Ambiente Madre” e finalmente prendere coscienza di quanto, più di noi, di lui, invece, si “godano” gli altri, quando siamo costretti ad abbandonarlo e, inoltre, della comune, “criminale imbecillità” che vorrebbe ancora convincere le Madri, turlupinandole, che il loro cucciolo è soltanto: “… quel … così piccolo, che ancora non capisce niente e ha solo bisogno di essere allattato ad intervalli precisi, tenuto pulito e precocemente “inserito” così, dopo sarà “avvantaggiato”, etc.” Infatti, da l’“Introduzione alla neurologia infantile” a cura di F. De Franco (Piccin ed. 1974.) apprendiamo, invece, che:Per la descrizione si rimanda alla voce: “Apprendimento” sul Vocabolario allegato.)----------------------------------------------------------------------------------------------------------

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APPENDICE 1.

PICCOLO MANUALE BREVE

… contiene una quantità d’informazioni maggiore di quella in possesso di uno scienziato del Novecento. Il “non mestiere” di genitoreEd è giusto che specialmente i genitori che gia’ svolgono o si accingono a impegnarsi nel loro “meraviglioso compito” abbiano la possibilita’ di accedere a una sufficiente quantità d’informazioni “interdisciplinari” anche e/o proprio a proposito di questo che e’ stato qui definito: il “non mestiere” perche’, com’e’ stato gia’ detto, e’ l’unico mestiere che non esiste, che non e’ mai esistito come tale e quindi, non puo’ essere tramandato alla generazione successiva. Ma che nondimeno ogni genitore puo’“inventarsi” da solo, figlio dopo figlio … Infatti, come dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, in questo “non mestiere” cambia continuamente, per esempio, proprio la struttura della “materia” da “in-formare”, da plasmare sia perché ogni bambino che nasce è certamente nuovo ed è anche “unico”: e’ sicuramente diverso da tutti gli altri che sono esistiti prima e da quelli che nasceranno ancora sulla Terra, sia a causa del suo unico continuo “divenire”, della sua particolare crescita continua, del suo sviluppo inedito, etc. Insomma tutto quello che, com’e’ stato detto, fa in modo che la materia da plasmare muti continuamente nella sua consistenza, ma anche nella sua forma e nella sua funzione, anche a causa degli stimoli-informazione provenienti dall’interscambio con il particolare ambiente socio-culturale del momento che circonda ogni bambino; non soltanto quindi, da quelli direttamente creati per lui dai genitori. Inoltre, soprattutto cambiano nel tempo sia il “contenuto dei condizionamenti imposti” (anche se molto poco) prima ai suoi genitori durante la loro esistenza da quella stessa socio-cultura dominante che nondimeno resta “fissa e idiota”. Ma anche le modalita’ di inoculazione diretta nel sistema nervoso (v. l’attuale potenza mirata raggiunta dai mass-media ) . E cio’ perche’, per esempio, mentre il sistema nervoso continua nella sua evoluzione inarrestabile (v. il “ramo verde” di J. Eccles), i condizionamenti vanno sempre piu’ perfezionandosi e migliorano nel loro effetto che e’ ormai: “devastante”.

E’ appunto anche per tutto questo che – guidata da un dialogo, dal titolo: “ Trialogo di un adulto e due bambini ” (Una sintesi tratta da “Lo Spirito del Solaio”, uno dei libri di divulgazione di questo grande scienziato-biologo. Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1994, pag. 8 - 43) -, è stata ricavata questa sintesi che e’ stata trasformata in un semplice, elementare e alla portata di tutti:

“PICCOLO MANUALE BREVE” “Dall’Atomo alla Specie Umana” attraverso la “BIO-PSICO-SOCIOLOGIA” di H. L.”

(Ovvero come accedere ad una quantità d’informazioni e notizie maggiore di quelle in possesso di un qualsiasi scienziato del Novecento.) “La “biologia” è la scienza che si occupa degli esseri viventi.Esistono le cose, gli oggetti e poi gli esseri che vivono e che muoiono. Cose e oggetti non si riproducono e non si spostano da sole. Le piante sono esseri viventi che, invece, anche se non si muovono, si riproducono.

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Lo fanno grazie agli insetti alati e al vento che trasportano il seme maschile (il polline) nella corolla della femmina (il fiore). E’ così che dopo, dal fiore può nascere il frutto e il seme, e l’albero!Le piante sono inesorabilmente condizionate dall’ambiente in cui vivono. Ma importante è la loro “struttura”.

“Un insieme” Tutto ciò che conosciamo, vediamo, tocchiamo, etc. una cosa, un oggetto, un animale, una persona... un albero (secondo il linguaggio “cibernetico”), è “un insieme”, che è fatto di vari “elementi”.Per esempio, anche una stanza è “un insieme” fatto dai suoi “elementi”. Elementi sono i muri, la finestra, il tavolo, la sedia, i mobili, le suppellettili, etc. Ma questi elementi presenti nella stanza non sono lì disposti a caso. Hanno un loro ordine, perché esiste tra loro, tra i vari elementi una “relazione”. Esistono tra tutte queste cose dei rapporti precisi. Sono proprio questi rapporti o “relazioni” che costituiscono la “struttura”. La “struttura” è l’insieme delle “relazioni” esistenti tra gli “elementi” di “un insieme”. L’insieme, in questo caso, è la stanza. Ma fino ad ora si è semplicemente parlato solo della struttura di cose inanimate.

La “struttura degli esseri viventi”, invece, secondo H. Laborit : “è un bel problema da trattare”.

La “materia”La “materia” è tutto ciò che è possibile vedere e toccare, piante, animali e uomini compresi. Ma esiste una parte così piccola di materia che non è possibile né vedere, né toccare. Sono gli “atomi” che, riunendosi insieme, legandosi stabilmente tra loro, formano appunto quella che si chiama la “materia” (inanimata). (Sono sempre gli stessi atomi che riunendosi insieme, ma stabilendo tra loro delle “relazioni” diverse, formano la “materia vivente”, animata.) Gli atomi sono così piccoli che non possono esser visti e quindi non possono essere divisi (tagliati). Ma ora si sa che gli atomi sono anch’essi un “insieme”, perché sono composti da una serie di “elementi” ancora più piccoli (v. le particelle atomiche e subatomiche, etc.) e che quando un atomo si spezza produce una grandissima quantità d’“energia” (v. la “bomba atomica” e l’ “ossidazione”).

L’“energia” L’“energia” non è definibile. Ma si può misurare la “quantità di lavoro” che fornisce.E’ stato Albert Einstein che per primo ha intuito e poi dimostrato che la materia può trasformarsi in energia e, viceversa, l’energia in materia. E’ questo uno dei significati della famosa equazione: E = m c 2.

La “molecola” E’ stato detto che particelle ancora più piccole (v. le particelle atomiche e subatomiche) formano l’insieme che è detto atomo. Ma è sempre un insieme di atomi che forma una “molecola”.Gli stessi atomi che formano la materia, della quale sono fatte le cose, gli oggetti, etc. riunendosi formano altri insieme che sono le “molecole degli esseri viventi”, che hanno una struttura diversa da quella degli oggetti inanimati, perché diversi sono i rapporti tra i vari atomi, ovvero le “relazioni” che intercorrono tra gli atomi - malgrado questi siano sempre gli stessi - perché l’intero universo è formato sempre e solo dagli stessi elementi (per oltre il 72 % di idrogeno, per il 25 % di elio e solo per l’1 % di metalli pesanti.) Negli esseri viventi le “molecole”, che si riuniscono, formano un nuovo insieme: La “cellula”.A differenza dell’invisibile atomo la cellula è visibile al microscopio. Il microscopio è una lente potentissima che vede (scopio) il piccolissimo (micro).

La “cellula” è una “fabbrica”. Il corpo umano è composto da circa settecentomila miliardi di cellule, ovvero da una infinità di piccole fabbriche. E’ noto che per far funzionare una fabbrica sono necessari gli operai e un imprenditore e ancora i macchinari e l’energia per far lavorare i macchinari e poi la materia prima da trasformare, grazie all’informazione e all’energia in un oggetto. Gli operai e l’imprenditore sono soltanto delle macchine supplementari necessarie per fa funzionare le altre macchine. Anche nella piccola fabbrica, che è la cellula, sono necessari macchinari (quelli presenti nella cellula sono numerosissimi e saranno nominati altrove) e quindi dell’energia (l’energia viene dagli alimenti mangiati. E’ quella del sole). Ma, in questo particolare tipo di fabbrica, gli oggetti prodotti dalla fabbrica sono la cellula stessa.

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“Una cellula è una fabbrica che produce la cellula stessa.” Riproduce sé stessa dividendosi in due, perché il suo unico scopo è mantenere la sua “struttura” di: “fabbrica di cellula”.Come ogni fabbrica, la cellula produce anche scorie.

Ma, sempre seguendo H. Laborit, è il momento di tornare un attimo indietro:

“Si ritiene che la terra sia nata a partire da una nuvola di polvere e che all’inizio non vi fossero esseri viventi sulla sua superficie, parlo di circa quattro miliardi e cinquecento milioni di anni fa. (…)” Ma appena dopo, tre miliardi e cinquecento milioni di anni fa, sono apparse sulla terra le prime cellule viventi. Non si sa ancora bene in che modo. (…) siamo ancora nel campo dell’ipotesi.*” * (“Ma che cosa è un “ipotesi”?”“Vedete quei barattoli di marmellata sulla mensola?”“Se guardando l’etichetta, si afferma che quelli sono barattoli che contengono marmellata senza averli prima aperti per verificare, è stata avanzata un ipotesi. (…)”.) “Quello che si può dire è che, quando sono comparsi, gli esseri viventi erano piccole cellule sperdute nell’oceano e le piccole fabbriche chimiche (le cellule), erano più semplici di quelle attuali.”

L’“Ossigeno”Non vi era ossigeno molecolare nell’atmosfera. Senza l’ossigeno (O2) l’uomo muore, tutti gli animali muoiono. Ma le prime cellule immerse nell’oceano non respiravano ossigeno, “fermentavano”. Utilizzavano, invece dell’ossigeno, enzimi per metabolizzare le sostanze nutrienti.Esistono ancora oggi cellule di questo tipo che messe in presenza di ossigeno muoiono.

L’ “ozono” All’inizio la vita sulla terra è stata difficile. I micidiali “raggi ultravioletti” del sole senza la “fascia di ozono” che li blocca nella parte superiore dell’atmosfera, bruciano tutto quello che incontrano (v. i “buchi dell’ozono”). Bastano piccole quantità di raggi ultravioletti per dare “colpi di sole” che procurano ustioni anche gravi. Ecco perché le cellule si nascondevano nell’oceano.Non esisteva ancora ozono, perché per ottenerlo sono necessari tre atomi di ossigeno (O3).

“La Clorofilla”L’ossigeno è comparso dopo che alcuni atomi si sono riuniti e hanno formato la “clorofilla”. La clorofilla è quella che dà il colore verde alle foglie. E’ capace di dissociare la molecola dell’acqua, la quale è formata da tre atomi: due di idrogeno e uno di ossigeno (H2 O). Ma mentre l’ossigeno viene liberato nell’aria, che è diventata così respirabile, l’idrogeno dalle piante verdi viene legato al carbonio ( C ) assorbito dal suolo. Utilizzando l’energia fornita dal sole, le piante verdi legano il C all’H e costruiscono la propria struttura e tutte le sostanze che costituiscono gli esseri viventi: gli zuccheri, i grassi e le proteine, che sono caratteristiche degli esseri viventi (v. la “sintesi clorofilliana”.) E’ naturalmente tutto molto più complicato. Ma basta sapere che l’ossigeno circola libero nell’aria, grazie alla clorofilla delle piante verdi che dissocia l’acqua per poter utilizzare soltanto l’idrogeno (H) (liberando l’ossigeno nell’aria) per costruire la propria struttura e poi anche tutti gli esseri viventi della terra. Così tre atomi di ossigeno libero si sono riuniti insieme per formare l’ozono, il quale sistematosi nella parte alta dell’atmosfera protegge con la sua “fascia” la superficie terrestre dai micidiali raggi ultravioletti, consentendo la vita agli esseri viventi.

Costituitasi la fascia di ozono, le prime piccole cellule perdute nell’oceano, protette dai raggi ultravioletti, poterono avventurarsi sulla terra ferma. Ma subito trovarono l’ossigeno che per loro era pericolosissimo perché l’ossigeno è tossico. (L’ambiente terra è stato per questo definito: “un assurdo chimico”).

L’ossigeno è tossico. Gli atomi, infatti, com’è noto, sono a loro volta un insieme costituito da un “nucleo centrale” attorno al quale girano delle piccolissime particelle di materia. Tra queste ci sono anche gli “elettroni”. Gli elettroni vanno in coppia. Ma sullo strato esterno della molecola di ossigeno formata da due atomi (O2) mancano due elettroni. Sono 6 invece di 8. Vi sono due elettroni liberi perché non sono appaiati. Ecco perché l’ossigeno è tossico, perché i due elettroni, non potendo restare liberi cercano immediatamente di accoppiarsi con i due elettroni della prima molecola che incontrano, che a sua volta, essendo stata privata di due elettroni cerca immediatamente di recuperarli attaccando un’altra molecola, etc. (v. i famosi “radicali

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liberi”). Per il delicato equilibrio della materia vivente questo è un gran “casino”. (E’ proprio ciò che avviene in modo enorme e terrificante con la bomba atomica.). Ma la Natura – alla quale ricorriamo tutte le volte che non abbiamo una valida spiegazione – ha inventato delle “forme viventi nuove” in grado di vivere in presenza di ossigeno.Queste nuove forme viventi sono letteralmente entrate fisicamente nel corpo di quelle più vecchie come “simbionti”, permettendo a queste di riuscire a vivere in presenza di ossigeno.Addirittura le scorie delle prime sono diventate alimento per le seconde. Si è formata così tra le due forme viventi quella che si chiama: “simbiosi”. Il nome deriva dal greco antico e significa: “vivere insieme”.

I “mitocondri”Le nuove cellule che sono entrate nelle vecchie hanno prodotto macchine capaci di utilizzare l’ossigeno: i “mitocondri”.I mitocondri, grazie all’ossigeno, producono una molecola che si chiama “ATP” (adenosina trifosfato). E’ la molecola che rappresenta l’energia che la cellula mette in riserva per utilizzarla per compiere il suo lavoro di fabbrica di cellula, che è (soprattutto) quello di “conservare la sua struttura”, per rimanere in vita, visto che se perde la sua struttura, perché non riesce a conservarla, la cellula muore. E’ stato già detto che le prime cellule disperse nell’oceano non utilizzavano l’ossigeno, non respiravano, ma “fermentavano”.Anche con la “fermentazione” si produce “ATP”. Ma in quantità appena sufficiente per mantenere la propria struttura e quindi, appena per sopravvivere.L’ATP prodotto, invece, dal lavoro dei mitocondri è in quantità maggiori. Quantità di energia cellulare che sono sufficienti, non solo per mantenere la propria struttura cellulare, ma per assicurare alle cellule anche una serie di funzioni; per consentir loro di agire, ma sempre, per ottenere l’unico scopo, che è poi quello di mantenere la propria struttura e quindi quella della struttura-organismo nel quale sono inglobate. Andando avanti nel tempo le singole cellule hanno cominciato a riunirsi in gruppi. Hanno formato delle vere e proprie colonie, che è possibile immaginare essersi riunite insieme in una forma, la più semplice, come quella sferica. E’ possibile allora, definire le prime colonie cellulari: “palline pluricellulari”, ripiene di cellule. Ma il “nutrimento” di dette colonie pluricellulari è tutto all’esterno. E’ tutto nell’acqua del mare nel quale le prime palline pluricellulari sono ancora immerse. Quindi ogni “pallina” può nutrirsi solo attraverso la sua superficie. Ma la superficie che viene a contatto con l’acqua del mare che contiene l’alimento, è insufficiente e inadeguata perché a causa della sua limitata “estensione”, diventa per questa impossibile assorbire, non soltanto la giusta quantità di cibo necessaria a tutte le cellule della colonia pluricellulare, ma anche riuscire a far arrivare il nutrimento alle cellule che sono sistemate al centro della pallina piena. Infatti, mentre la superficie, essendo soltanto di due dimensioni, può crescere soltanto al quadrato – e una superficie viene infatti misurata al quadrato - una pallina pluricellulare piena, invece, è fatta di tre dimensioni – ed è misurata al cubo - e quindi continua anche a crescere e a svilupparsi al cubo, conservando una superficie che resta sempre al quadrato.

“Cuore e Vasi sanguigni” Ma ecco che allora torna di nuovo ad intervenire la Natura.La quale, prima fa in modo che la pallina pluricellulare, uscendo dall’acqua per approdare alla terra ferma, comunque si porti dietro una certa quantità di mare – di quello stesso mare che, fino ad allora, l’ha sempre nutrita - poi s’inventa una pompa capace di mandare l’acqua del mare e il suo nutrimento a tutte le cellule della colonia e di distribuirlo anche a quelle più interne alla pallina piena. La Natura si è così inventata il cuore e i vasi sanguigni: la “pompa” e i “tubi” dell’acquedotto.

“L’Ambiente Interno” L’acqua del mare, che la pallina di cellule si è portata “dentro”, forma quello che è stato definito: “ambiente interno”, del quale il “sangue” è solo una parte. Ma è il sangue che serve a trasportare, grazie al “pompaggio del cuore”, lungo i tubi dei vasi sanguigni, le sostanze nutrienti e l’ossigeno, del quale le cellule ormai non possono fare più a meno. L’ossigeno dell’aria è assorbito attraverso la respirazione polmonare. Nei polmoni entra direttamente in contatto con il sangue, che così, grazie all’emoglobina contenuta nei globuli rossi, può assorbirlo e distribuirlo alle varie cellule. Mentre gli alimenti vengono “mangiati” … Ed e’ poi, nello stomaco e nell’intestino che, gli alimenti mangiati dalla bocca, grazie alla secrezione di sostanze (enzimi) vengono ridotti in frammenti sempre più piccoli fino alla molecola. Le molecole di alimento vengono raccolte dal sangue dai vasi sanguigni che le assorbe e le trasporta, sempre sotto forma di molecole, principalmente al fegato che le mette in riserva. Salvo a rimetterle in circolo tutte le volte che sono necessarie all’organismo per conservare la sua struttura o per agire sull’ambiente che lo

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circonda, ancora e sempre per quell’unico, solo scopo: l’immediato recupero dell’“equilibrio interno” della struttura-organismo.Le parti degli alimenti ritenute inutilizzabili formano le “scorie”, che vengono eliminate attraverso l’ano sotto forma di feci o con le urine.

Il “Sistema Nervoso dell’Uomo.”

I settecentomila miliardi di cellule che in media formano la struttura-organismo di un uomo alto un metro e sessanta, devono comunicare tra loro per poter funzionare all’unisono. Questo avviene soprattutto grazie al sistema nervoso.Dal punto di vista della “cibernetica”, l’organismo umano è un insieme costituito da un serie infinita di elementi cellulari riuniti in particolari colonie o gruppi (v. gli organi e i sistemi). Ogni singolo elemento-cellula che fa parte di una colonia o gruppo, è in costante relazione con gli altri elementi del suo stesso gruppo, grazie ad una “informazione di struttura” che è propria del gruppo cellulare. Ma ogni gruppo, per sostenere la sua struttura e quella del suo “livello di organizzazione” e dell’intero organismo nel quale è inglobato, è in continua relazione anche con tutti gli altri gruppi dei vari “livelli di organizzazione” della intera struttura-organismo, anche i più lontani, grazie ad una “informazione circolante”.Per questo le cellule, che sono tutte immerse nello stesso “ambiente interno”, grazie al sistema nervoso che le struttura informandole, le dirige, le controlla e ne soddisfa i bisogni esaudendone i necessari desideri, comunicano tra loro, anche a distanza, servendosi di varie modalità. Due sono le principali: 1) Attraverso il “sistema endocrino” che secerne nel “sangue” e/o nell’“ambiente interno” nel quale sono immerse tutte le cellule dell’organismo, la sostanza chiamata “ormone” prodotta da una “ghiandola specializzata”. E’ per questo che la ghiandola è detta “endocrina”. E’ per distinguerla dalle ghiandole “esocrine” che, invece, secernono la sostanza da loro prodotta all’esterno dell’organismo. Come le ghiandole salivari o quelle dell’intestino che secernono, le prime, la saliva nella bocca e le altre nel lume intestinale. Bocca e intestino comunicano con l’esterno. Gli ormoni prodotti dalle “ghiandole endocrine”, trasportati dal sangue, (o diffondendo nell’“ambiente interno”) raggiungono le particolari cellule di alcuni organi e ne influenzano il funzionamento. Gli ormoni trasportano a distanza da parte del sistema nervoso, un ordine, un suo messaggio (v. la “informazione circolante”) ed erano per questo detti anche: “messaggeri chimici”.

2) Attraverso il sistema nervoso. “ Un sistema nervoso serve ad una cosa sola ad agire .” Gli animali che, a differenza delle piante, posseggono un sistema nervoso, possono muoversi e agire sull’ambiente che li circonda in modo da assicurarsi la sopravvivenza, la riproduzione e quindi riuscire a proteggere costantemente la loro struttura, il suo ordine interno. Ma il sistema nervoso deve prima di tutto conoscere le esigenze della società cellulare che forma l’organismo-struttura.E’ noto che tutte le cellule dell’organismo sono immerse nell’“ambiente interno” (liquido) che ha caratteristiche pressoché costanti. Ma, se un soggetto (animale o uomo) non ha mangiato da qualche ora, le sostanze nutrienti necessarie alle varie cellule cominciano a scarseggiare, ne circolano troppo poche nell’ambiente interno. Se poi non ha bevuto, l’ambiente interno si concentra e si riempie di sostanze tossiche prodotte dalle cellule che soffrono quando lavorano con una scarsa quantità di acqua a loro disposizione.In entrambi i casi si alterano le caratteristiche dell’ambiente interno e poi quelle della circolazione sanguigna.Il “Cervello di Rettile” Ma di quanto sta succedendo nell’ambiente interno viene subito avvertita una porzione molto vecchia del sistema nervoso. E’ il cosiddetto “cervello primitivo” o “cervello di rettile”. Formato dall’Ipotalamo e dal tronco cerebrale o fascio mediale. Chiamato così dal suo scopritore, il neurofisiologo americano Mac Lean, perché è posseduto anche dai rettili. Ma in questo cervello primitivo sono convogliate anche le informazioni che partono dall’ambiente circostante e che, attraverso gli organi di senso, lo raggiungono. Questo “Cervello primitivo” sa quindi immediatamente tutto di tutto. E’ subito informato, sia su quello che sta succedendo nell’ambiente interno grazie alle variazioni di energia che lo informano dello stato di benessere o malessere della colonia cellulare dell’organismo, sia dalle variazioni di energia che avvengono nel mondo esterno che circonda l’organismo. In questo secondo caso, com’è stato detto, le informazioni gli arrivano attraverso i cinque sensi (v. le variazioni di luce, di calore, di rumore, di gusto, etc.) Ma il “cervello di rettile” è costretto ad obbedire immediatamente prima alle esigenze interne della società cellulare, pena la sofferenza e poi il definitivo danno parziale o totale dell’organismo. Per questo - essendo

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anche bene informato sulla situazione esterna ambientale - ordina alla “zona motoria della corteccia cerebrale” di mettere in moto i muscoli necessari ad agire per compiere, secondo una procedura immodificabile, l’azione indispensabile per ristabilire, nel più breve tempo possibile, l’“equilibrio interno” della sua “struttura-organismo”. In pratica ordina all’organismo del soggetto di muoversi per andare a prendere l’acqua e di berla, di andare a cercare il cibo e di mangiarlo, o di scoprire il suo corpo perché fa caldo, o di cambiare ambiente, etc. Il tutto soltanto per ristabilire nel minor tempo possibile la normale attività funzionale delle cellule e la normale composizione dell’“ambiente interno” nel quale sono immerse e così riequilibrare rapidamente e salvare la intera struttura-organismo. Se allora, il soggetto in questione (animale o uomo) agendo “risolve” il suo problema - riuscendo così a proteggere la sua struttura, perché con la sua azione ha rapidamente ristabilito l’equilibrio interno perduto – ecco che il soggetto prova “piacere”. E’ lecito allora affermare che il piacere equivale all’ “equilibrio biologico” ritrovato - è il premio immediato ricevuto per l’esito positiva dell’azione compiuta - e che, il “benessere” della struttura-organismo si ottiene, invece, quando, attraverso l’azione, si è ormai di nuovo raggiunto e stabilizzato il suo equilibrio interno. E’ quindi il risultato positivo ottenuto dall’azione che dà immediatamente il piacere. H. Laborit afferma, infatti, che:“Il sistema nervoso agisce sull’ambiente per far piacere all’organismo”. Il cervello primitivo, il “cervello di rettile” per risolvere, invece, una “situazione di pericolo”, di dispiacere, di dolore, etc. ha a sua disposizione soltanto due strategie da mettere in atto, due soluzioni: 1) ordinare al soggetto la “fuga”, quando questa è possibile. 2) o in alternativa, quando la fuga è impossibile, la “lotta”. E la “lotta” è agire per tentare di far scomparire dall’ambiente le cause del dolore, del dispiacere, della punizione.Riepilogando: Questo “cervello primitivo” è, com’è noto, quello che “contiene” le tre “pulsioni” primordiali: mangiare, bere, riprodursi. Le “pulsioni”, com’è noto, sono le stesse che spingono il sistema nervoso a dare il via alle azioni necessarie per rimuovere le cause ambientali che turbano l’equilibrio interno dell’organismo e così poterlo ristabilire immediatamente. Il primitivo “cervello di rettile” è, infatti, dotato di varie modalità di azione. Ma tutte ben stabilite e immodificabili. Inoltre, non essendo dotato di memoria, è privato di qualsiasi possibilità di riferirsi alle passate esperienze ed è costretto a “lavorare solo al presente”. E’ grazie all’Evoluzione, che nei mammiferi compare - e si sovrappone al primo “cervello di rettile” - un “Secondo Cervello” detto dell’Affettività (Mac Lean) o dell’Apprendimento (Laborit), che è “dotato di memorie”.Le “memorie” presenti nel “Secondo Cervello” sono, infatti, più di una. Ma le principali sono due.“Il Neurone e il suo Cervello”Per poter continuare a seguire H. Laborit è ora necessario parlare della cellula che caratterizza il sistema nervoso: il “Neurone”.Il cervello può essere immaginato come una “foresta di alberi” molto fitta, una foresta di “neuroni” molto intricata, più della giungla più intricata che si possa immaginare. (Per i genitori e gli educatori… è fondamentale sapere come questa foresta di neuroni che pure esiste in fieri, nondimeno si realizzi soltanto sotto gli stimoli-informazione che raggiungono dall’esterno il sistema nervoso del soggetto. E che questo avviene definitivamente e soltanto nei primi anni di vita e poi mai più!)I “neuroni” sono gli alberi della giungla. Sono disposti a strati sovrapposti: una foresta sull’altra. Ogni strato è, infatti, a sua volta una intricatissima foresta che si appoggia su quella sottostante (solo nella “corteccia cerebrale” gli strati sono cinque). Gli alberi stanno in piedi l’uno sull’altro, ma molti sono coricati, posti di traverso, capovolti, piegati su se stessi, gli uni agli altri legati, aggrovigliati, etc.Il “neurone” è come un albero d’inverno. E’ senza foglie. Ma è da esaminare al contrario. Si parte dai rami per arrivare alle radici. I sottili rami della sua chioma sono i “dendriti” del neurone. I “dentriti” sono le “antenne riceventi” del “neurone”.Il tronco dell’albero, proprio nel punto dove convergono tutti i suoi rami (i dentriti), ha una sorta di grande rigonfiamento. E’ il “corpo centrale cellulare” proprio della cellula neurone.E’ da questa che “fila” il suo tronco, che è sottile, allungato. E’ l’“assone” del neurone. Ma il tronco (l’assone) non finisce con le solite radici, ma con un unico “bottone sinaptico” o “sinapsi”, che è appunto unica e va ad attaccarsi ad uno solo dei sottili rami, i “dendriti” della chioma dell’albero dello strato sottostante. E’ così che, per esempio, nella corteccia cerebrale, un albero (un neurone) può essere, attraverso i suoi rami- dendriti, collegato a diecimila altri alberi (neuroni), ognuno dei quali, a sua volta, con il suo unico assone va a legarsi ad un solo ramo- dentrite, dei rami (dendriti) di un altro albero sottostante o adiacente o lontano o lontanissimo. Ma ogni “neurone” usa per fare questo soltanto il proprio, unico

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“bottone sinaptico” (o sinapsi) che è posto alla fine del suo assone: che è una sorta di radice unica, sui generis, finale. (Come sarà ancora detto, ogni neurone può ricevere diecimila stimoli attraverso le sue antenne (i rami o dendriti) ma può trasmetterne solo uno attraverso il suo unico assone e il suo bottone sinaptico.) . Ma lo “stimolo nervoso” può procedere e progredire soltanto secondo un prestabilito senso unico: dendriti, corpo centrale cellulare, assone… dendritico, etc.Diecimila impulsi possono essere così ricevuti dai dentriti (i rami dell’albero) di un solo albero-neurone. Sotto forma di impulsi elettrici, convergono sul suo corpo centrale cellulare e vengono poi incanalati sul suo unico assone (il tronco), che li trasmette, attraverso la sua unica connessione sinaptica, ad uno solo dei possibili diecimila dentriti dell’albero sottostante, etc. Ogni “sinapsi” comunica con quella con la quale è collegata. Ma trasmette il suo ordine attraverso la sua unica sinapsi emettendo delle “vescicole” che contengono sostanze chimiche: i “neurormoni” o “mediatori chimici”. Questi sono latori di un ordine preciso (e specializzato), che hanno ricevuto dal proprio assone, con un impulso elettrico. Il sistema di trasmissione di un qualsiasi comando è allora da considerare “misto”, perché: 1) nasce sempre “chimico” nelle sinapsi poste sui suoi dentriti. 2) diventa elettrico lungo il dendrite e poi, dopo aver percorso sempre come stimolo elettrico il suo tragitto lungo l’assone. 3) alla fine, sull’ultima, unica sua sinapsi ridiventa chimico. Ma solo per un attimo, il tempo necessario alla “vescicola” neurochimica di passare dalla sinapsi del suo neurone all’altra, poi subito torna ad essere elettrico. E’ grazie a questo sistema di contatti (virtuali) tra neuroni - che in verità è molto più complicato ed estremamente complesso -, che è nondimeno potenzialmente possibile avere nel cervello umano un milione di miliardi di connessioni sinaptiche, che, come sarà detto, equivale ad un “potere associativo” strabiliante e ancora difficile da raggiungere, anche per il più sofisticato e potente dei cervelli artificiali prodotti dall’uomo. Secondo H. Laborit: “Un neurone è una specie di ghiandola a secrezione interna (endocrina). Forma infatti sostanze che riversandosi a livello della sinapsi, provocheranno eccitazione o inibizione nel neurone successivo. Queste sostanze sono chiamate “mediatori chimici” (o neurormoni) dell’influsso nervoso perché servono da intermediari ai neuroni per comunicare tra loro.” E’ importante notare come la sinapsi finale dell’assone, non sia letteralmente incollata a quella del dentrite del neurone successivo. Esiste tra la sinapsi dell’assone di un neurone e la successiva sinapsi del dentrite di collegamento uno spazio virtuale (v. l’ambiente interno), nel quale cadono le “vescicole” (che vengono così a trovarsi per un attimo immerse nell’ambiente interno) prima di raggiungere il sito specifico nella sinapsi collegata alla quale sono dirette. Ripetendo: Il neurone riceve lo “stimolo” chimico da una delle sinapsi posta su uno dei suoi dentriti. Il dentrite lo trasmette come stimolo elettrico al corpo centrale della sua cellule neuronale e questa servendosi dell’assone (che è una sorta di filo elettrico) manda uno stimolo elettrico al suo bottone finale, alla sua sinapsi e le ordina di emettere uno (o più) dei mediatori chimici che lo stesso neurone ha prodotto. Il mediatore chimico (la vescicola) che viene emesso dalla sinapsi, è sempre “specifico” per quello stimolo e trasmette un solo ordine, sempre lo stesso. Il neurone, infatti, è di regola specializzato. Una volta secreto dalla sinapsi, il mediatore chimico cade nel lume dello spazio virtuale che separa la sua sinapsi da quella del dentrite del neurone successivo al quale è collegato. Ma appena raggiunge l’altra sinapsi (quella del dentrite del neurone successivo), le trasmette proprio lo stesso ordine che ha ricevuto, che da questa sarà di nuovo trasformato in uno stimolo elettrico. E’ così che lo “stimolo elettrico e chimico e poi elettrico…” passa da un neurone all’altro alla velocità di trecento chilometri all’ora. Che nondimeno mette a nudo uno dei limiti umani, visto che ormai l’uomo produce apparecchiature, come, per esempio, il computer che può trasmettere informazioni alla velocità approssimata di trecentomila chilometri al secondo. Sempre H. Laborit:“Così un sistema nervoso è costituito da miliardi di neuroni in contatto “sinaptico” gli uni con gli altri, e gli influssi (gli stimoli) circolano da un neurone all’altro seguendo vie particolari (specializzate) grazie alla mediazione chimica dell’influsso nervoso.”Le “Memorie” Ora è possibile tornare a parlare di memoria. Ogni avvenimento, ogni stimolo-informazione che raggiunge la memoria a lungo termine del sistema nervoso, per fissarsi indelebilmente - purché sia ritenuto valido e degno - nelle memoria, modifica la sua struttura fisico-chimica e quindi, grazie alla neocostruzione di proteine di sintesi, anche quella anatomica del cervello. Cambia la sua forma precedente. Lo mette in una nuova forma. Letteralmente lo “in-forma”. Lo informa. E fa crescere la massa cerebrale

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Memoria a breve termine. Ma se la modifica, senza riuscire a diventare tale, ma, invece, resta soltanto per un breve tempo e poi tutto torna allo stato precedente, il ricordo viene perduto, perché non ha lasciato tracce di sé. E’ questa la memoria immediata o a “breve termine”. E’ fondamentale per la nascita della coscienza (la prima forma di coscienza dei vertebrati) negli animali e nell’uomo, etc. (v. La “Libertà ” e la teoria di Edelmann, in fondo, sul Vocabolario allegato.), perché ha permesso al cervello di “iniziare a effettuare, sulla base di valori, processi di categorizzazione, sia semplici (preferire il rosso al blu) , o complessi coml’uccello che apre le ostriche facendole cadere suglu scogli. E’ quindi la memoria a breve termine che ha consentito l’apprendimento e la nascita della “prima forma di coscienza” la coscienza primaria: la consapevolezza delle cose del mondo. Come sarà detto, per avere la coscienza di un sé diverso dalle cose del mondo bisogna attendere la “memoria lungo termine” e il “linguaggio”.Memoria a lungo termine. Per poter ricordare, invece, dopo giorni o anni, bisogna che le tracce lasciate nella memoria dall’avvenimento siano durevoli, che la modifica della struttura del tessuto nervoso sia definitiva grazie alla costruzione da parte dello stesso sistema nervoso di molecole proteiche nuove, di sintesi, ma “codificate”. E’ necessario che avvenga una “sintesi proteica”. E’ questo il lavoro che compie la “memoria a lungo termine”, che, com’è noto è situata nel “Secondo Cervello” dei mammiferi: costruisce, in circa 48 h, proteine nuove e codificate, per fissare per sempre quello stimolo-informazione valido e degno di essere ricordato. Gli stimoli-informazione da memorizzare dunque, quando raggiungono il cervello e vengono “fissati” nelle “memoria a lungo termine” modificano per sempre la sua struttura e la sua massa. Così avviene nel bambino, quando a causa di un nuovo stimolo-informazione si forma (si attiva) una nuova via neuronale o una sinapsi è spinta ad una nuova connessione: ad andare a fissarsi sul dendrite del neurone sottostante o adiacente, o lontano (ad un ramo dell’albero-neurone), etc. “In-formare”, infatti, e vale la pena ripeterlo, significa letteralmente “mettere in forma”, ovvero cambiare la forma anatomica della struttura del cervello di chi ascolta o legge e anche la sua massa. In entrambi i casi appena menzionati, è avvenuta la “sintesi proteica”. Una nuova proteina codificata è stata costruita ex novo e proprio sulla superficie di quella sinapsi. Questo avviene proprio grazie alla sintesi proteica di una particolare, unica “proteina codificata”, che, in funzione di quello stimolo-informazione ricevuto, si è definitivamente aggiunta alla struttura del cervello, arricchendola e quindi modificandola per sempre. Le connessioni tra neuroni avvengono anche secondo uno sviluppo programmato e finalizzato, o di base proprio della specie. Si creano così nuove vie neuronali che, non solo sono certamente sotto il controllo dei geni. Ma sono anche guidate, secondo una necessità specifica, dall’ambiente fisico (dall’azione sull’ambiente) e dalle informazioni provenienti dagli esseri viventi in esso presenti (leggi: madre, genitori e gli “altri”, etc.), da molti degli stimoli-informazioni che, dall’ambiente circostante, arrivano al sistema nervoso attraverso i sensi. Stimoli -informazione che determinano proprio quella sintesi proteica codificata, su quella particolare sinapsi, in quel sito specifico, nella memoria a lungo termine. La comparsa della memoria a lungo termine e quella del linguaggio hanno permesso processi di categorizzazione che si sono estesa dagli oggetti ai simboli. E’ così che “la potenza del linguaggio ha, insieme all’evoluzione della memoria a lungo termine, permesso di sviluppare il concetto di sé distinto da quello del mondo esterno, di sviluppare concetti di passato e di futuro (…).” Insomma una “coscienza di ordine superiore” che permette la pianificazione di azioni. La pianificazione del futuro che è molto vicina allo “scegliere”. Ed ecco che con l’Homo sapiens arriva la “intenzionalità”. La scelta diventa intenzionale ed è fatta su base di valori. E’ nato Il “Libero Arbitrio” (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato.) VACCINAZIONEUn esempio di memoria particolare (cellulare, somatica - Edelman) è la “Vaccinazione”.Con la “vaccinazione”, i germi attenuati o morti, che fungono da “antigeni”, sono introdotti intenzionalmente nell’organismo affinché la sua memoria cellulare, somatica dei globuli bianchi, possa fissare su uno degli elementi pre-forniti e prefomati dal sistema immunitario, il ricordo indelebile della loro comparsa nell’organismo e delle loro caratteristiche specifiche determinate dalle loro particolari forme uniche (ad incastro com’è per il Lego). Gli “anticorpi” sono, infatti, la loro perfetta “copia” in negativo, che è stata trovata tra le molte forme precostruite dal sistema immunitario. La forma specifica da copiare successivamente è presa dal ricordo della sua forma prefissata per sempre nella memoria “somatica” dei vari tipi di linfociti. Tra i selezionati, alcuni per clonazione continuano a moltiplicarsi fino alla loro morte, mentre altri non raggiungono la maturazione completa. Sono questi ultimi che comunque restano pronti a dare la risposta immunitaria (Edelman) Il ricordo è risvegliato dalla

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comparsa nei tessuti dell’organismo di quella particolare forma specifica, unica, che ha soltanto l’organismo di quel germe. Il sistema immunitario sarà da quel momento pronto a riconoscere tutti i germi e a distinguerli per forma. I globuli bianchi usano la forma ormai ben memorizzata per fabbricare immediatamente (completando la loro maturazione e clonandosi) le “copie”definitive e trasformarsi in “anticorpi” necessari per bloccare sul nascere, ogni volta proprio e soltanto quel particolare tipo di infezione. (v. “Libertà” sul Vocabolario allegato) “Il Secondo Cervello” Ma, per riuscire a sopravvivere alla “lotta DNA contro DNA” (R. Dulbecco), in un ambiente così feroce e spietato, è soprattutto l’“azione” compiuta che va sempre e comunque “memorizzata” in tutte le sue precise modalità di svolgimento e nella sua strategia di fuga, di lotta o d’inibizione dell’azione, sia che il risultato ottenuto sia stato positivo (v. “l’azione gratificante”), sia che sia stato negativo (v. “la punizione”). Per poter così evitare gli errori del passato o per poter ripetere le esperienze gradevoli nel futuro. ( Ma ancora: ogni uomo memorizza indelebilmente l’accaduto, perché è “importante”, sia che l’esperienza fatta sia stata positiva, gratificante, o negativa, punitiva, nociceptiva.Già dopo la conclusione delle prime esperienze, gratificanti o punitive che siano, i due tipi di stimoli-informazione hanno, da quel momento, nel sistema nervoso, un loro percorso già segnato e separato e un preciso punto di arrivo (v. l’orientamento delle connessioni sinaptiche durante il “fenomeno dell’imprinting”.) Per ognuna delle due “importanti” esperienze sopraddette, viene immediatamente tracciato un solco unico e indelebile. Ben disegnato nel percorso e preciso. Ma che - anche e soprattutto grazie alle particolari connessioni che si creano con gli altri neuroni - subito diventa “specializzato”, definitivamente! E’ così, nel sistema nervoso dell’uomo esistono: a) per l’esperienze gratificanti il “MFB”, il medial forebain bundle, o fascio mediale del cervello (il “fascio della ricompensa” di Olds e Milner, 1954). b) mentre per quelle nociceptive il “PVS”, il periventricular system, il sistema periventricolare (o delle “punizioni”). Ogni uomo da quel momento cercherà di ripetere soltanto le “vitali” esperienze gratificanti. Quelle che, consentendogli di ristabilire e conservare il suo “equilibrio interno” e quindi la sua vita, gli hanno procurato e gli procureranno sempre il “piacere”. E’ per questo che ognuno cerca di ripeterle. Chiede il “rinforzo” e cerca allora, come sarà ancora detto, di possedere “privatamente” gli oggetti e le persone che lo gratificano: soltanto per averle a portata di mano, senza, ogni volta, dover prima competere per possederle (v. la nascita della proprietà privata, della dominanza, delle scale gerarchie di dominanza, etc.). Ma, ognuno starà sempre molto attento a non ripetere, invece, quelle nociceptive. Imparerà, con metodo, ad evitare tutte le “punizioni” già subite. Tutto questo fa parte di quell’“Apprendimento” di cui è capace solo il “Secondo Cervello” dei mammiferi.E’ il “cervello del passato”. Si aggiunge a quello primitivo, al “cervello di rettile” che, come è stato detto, è invece il “cervello del presente”.Il “cervello del passato” (v. il “Sistema Limbico”):“(…) può allora rispondere al presente con l’esperienza favorevole o sfavorevole di ciò che gli è già successo. E questa stessa memoria è all’origine delle nostre emozioni, dei nostri sentimenti. L’amore, l’odio, la paura, la collera, la gioia, la tristezza, etc. tutto ciò che risulta dalla nostra esperienza anteriore e dalla nostra memoria.”

Ma, com’è stato appena detto, la cosa importante è che le “vie percorse” nel sistema nervoso dalle esperienze gradevoli non sono le stesse usate da quelle sgradevoli. Così il ricordo dell’esperienze “gradevoli” spinge a ripetere l’azione, al “rinforzo”. Mentre il ricordo di quelle “sgradevoli” o spiacevoli spinge alla “fuga”, a fuggire la causa o quando la fuga non è possibile, a farla scomparire con la “lotta”. Ma c’è ancora:“Una Terza via neurale” La “terza via neurale” è quella della “Inibizione dell’Azione”. L’uomo è costretto ad inibirsi, all’astenersi dall’agire quando per lui è impossibile l’azione della fuga e quella della lotta è valutata, invece, pericolosa e/o certamente perdente, autodistruttiva .La tattica di inibire la propria azione è allora buona, perché - se i neuroni, inibendo l’azione, salvano la integrità della struttura-organismo – può essere anche proficua. Se, impedendogli di agire, salvano la vita al soggetto. Ma la tattica, resta buona, soltanto a patto che l’inibizione non duri a lungo.

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Altrimenti gli stessi ormoni secreti dalle ghiandole “endocrine”, che al momento sono utili al soggetto per poter sopportare l’iniziale stato d’inibizione, se continuano ad essere secreti per un tempo troppo lungo, provocano danni enormi, soprattutto al suo “sistema immunitario”. Per l’uomo l’essere privato della possibilità di agire per compiere un’azione gratificante che gli procurerebbe il piacere, provoca soltanto “angoscia”. Ma l’angoscia è per lui sopportabile soltanto per tempi brevi. Poi, il sistema immunitario non lo difende più. Le centomila cellule cancerogene, che normalmente il suo organismo produce ogni giorno, e che vengono bloccate e distrutte da un sistema immunitario integro ed efficiente, perché subito riconosciute diverse, “non conformi”, ora circolano liberamente. Qualcuna si ferma e dà inizio al cancro. Così sarà per le infezioni da batteri, virus, miceti, etc., per tutte le malattie cosiddette “intercorrenti”.L’angoscia, inoltre, può ripercuotersi sul suo cuore, sulle arterie, sul suo cervello, etc.Il “S.I.A.” Ma è, infatti, proprio quello stato di angoscia persistente nel quale il soggetto è stato precipitato e che non finisce mai, che - come ha dimostrato Henry Laborit che ha scoperto e studiato e descritto il “S.I.A” (“Sistema d’Inibizione di Azione”) - ordina alla sua corteccia cerebrale di mettere in circolo il neurormone chiamato Relaising factor (RF), il quale raggiunge l’ipofisi per ordinarle di rilasciare un altro neurormone: l’Adeno Cortico Tropina (ACTH). Il quale, raggiunta la Corteccia Surrenalica, la costringe a secernere i Glicocorticoidi, tra i quali prevale un ormone, il cortisolo (leggi: il cortisone). E’ questo ultimo che, dopo aver fornito la giusta “carica” per sostener l’iniziale stato “di allarme”, mentre il soggetto ha cominciato a sopportare l’inibizione, quando questo stato perdura ed è, invece, secreto per lungo tempo e in abbondanza, finisce con l’inibire disattivandole, le “interleuchine”: i due ormoni (interleuchina 1 e 2) indispensabili per attivare i leucociti (i globuli bianchi) che difendono l’uomo da qualsiasi infezione (v. le “vaccinazioni”) e che, inoltre, con i loro particolari timociti T, gli unici in grado di riconoscerle e catturarle, distruggono tutte le cellule (anomale, potenziali) cancerogene che incontrano, impedendo che vadano ad impiantarsi (v. l’autoimpianto del cancro), per esempio, in una zona dove la circolazione del sangue è rallentata, perché è presente una infiammazione bronchiale cronica, com’è per i fumatori di sigarette. Ma, per continuare a seguire H. Laborit, è ora arrivato il momento di parlare d’“Immaginazione”, ovvero del “Cervello dell’Immaginazione”. Alla nascita il cervello dell’uomo è maturo solo al 27 %. Raggiungerà il 100 % della sua maturità a circa 25 anni. Ma è già completo in tutte le sue parti. Mancano solo le connessioni tra i suoi neuroni, perché sono mancati gli stimoli-informazione che ne determineranno la costruzione. E’ con una connessione dopo l’altra, seguendo un programmato orientamento caratteristico proprio della specie, rispondendo ai nuovi stimolo-informazione prodotti dall’ambiente, che progressivamente il cervello si costruisce da solo (nei primi anni e poi mai più!).(E’ stato tutto già detto, ma vale la pena ripeterlo: a) come il “Cervello di rettile”, quello “primitivo”, quello delle pulsioni primordiali, sia anche quello che costringe all’azione per immediatamente recuperare e conservare lo stato di “equilibrio interno” della struttura-organismo. b) come per far questo, abbia già ben programmate delle modalità fisse e immodificabili. c) come essendo privo di una sua memoria, sia costretto a “lavorare al presente”. d) come, invece, sia il “Secondo Cervello” a possedere principalmente due tipi di memoria, una a “breve” e l’altra a “lungo termine”, che gli permettono di immagazzinare le esperienze già fatte così da poter agire più efficacemente al presente, perché si serve anche del passato. E progredendo, sarà detto anche, come, grazie alla successiva comparsa delle “zone associative”, riesca a prevedere il risultato futuro dell’azione intrapresa, etc.)

Ma è stato anche detto come ogni stimolo-informazione entri separatamente attraverso i vari organi di senso per andare a stimolare ed eventualmente a fissarsi su una zona separata del cervello dell’uomo. Sono le zone dove sono collocati i vari “centri”, uno per ogni senso: uno per quello della vista, dell’udito, del tatto, etc.Centri che sono sistemati nella “corteccia cerebrale”. (E’ detta corteccia, perché è la parte più esterna e superficiale del cervello.) Quando, per esempio, un lattante di pochi mesi riesce a toccare un oggetto e poi ad afferrarlo e a portarlo alla bocca, mentre fa questo ha usato la vista, il tatto della mano e della bocca e anche l’olfatto e il gusto. Le diverse quattro sensazioni ricevute dai suoi sensi raggiungono quattro parti diverse e separate della sua corteccia, quattro “centri sensitivi”. Ma se non potesse associandole riunire in una sola le varie sensazioni, non riuscirebbe a costruire nel suo cervello una unità unica propria di quello oggetto. Se poi può riconoscere di nuovo l’oggetto, è soltanto perché nel suo cervello ha correttamente messo insieme la forma e il colore

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visti, la consistenza e la forma toccate, il sapore gustato, l’odore sentito. Sono le caratteristiche dell’oggetto che tutte insieme costruiscono nella memoria e identificano proprio quel particolare oggetto e nessun altro. La “nozione di oggetto” è quindi ottenuta dal bambino soltanto grazie all’azione associativa dei particolari neuroni presenti nella sua corteccia cerebrale, in quella parte che, per questo, è chiamata: “corteccia associativa” che, è sistemata dietro la fronte, ed è indispensabile soprattutto per immaginare, nuove cose, nuovi fatti e pianificare azioni, strategie, predicendone il risultato futuro o anche per permettere, per esempio, una “fuga nell’immaginario”, in un nuovo mondo appena creato! Ma il neonato, sebbene sia dotato di tutto il necessario, sia perfettamente attrezzato, è immaturo. Soltanto perché i suoi neuroni non sono ancora tutti collegati tra loro. Ma, è importante ricordarlo ai genitori, l’uomo, soltanto se vive una infanzia (o mai più!) - e poi continua così anche lungo tutta la sua esistenza - fatta di una infinità di stimoli-informazione ricchissimi e meravigliosamente vari, riuscirà, nella costruzione del suo cervello, ad avvicinarsi rapidamente al quel traguardo potenziale di un milione di miliardi di connessioni sinaptiche, di collegamenti tra i neuroni del suo cervello e poi a conservarlo efficiente al massimo. Ma per i genitori è fondamentale sapere anche che la maggior parte dell’enorme quantità delle connessioni tra i suoi neuroni definitive e indelebili, che danno vita a nuove vie neurali, oltre alle sintesi proteiche necessarie ad arricchire la sua memoria, avviene soltanto nei primi anni, o mai più! Per questo, un bambino abbandonato e quindi non stimolato, fin dai primi giorni di vita, da un ambiente nel quale è presente anche l’uomo, come, per esempio, è successo a bambini allevati dalle scimmie, è un bambino “selvaggio” e resta tale anche dopo, quando è stato ritrovato e ormai vive tra gli uomini. E’ e resta soltanto un animale della specie uomo, perché nessun “umano” ha potuto guidare la creazione - durante i fondamentali primi mesi di vita e i primi anni successivi, e poi continuare a partecipare, con i giusti stimoli-informazione propri della sua specie - il progressivo modellarsi del suo cervello; a determinare il nascere delle giuste connessioni tra i suoi neuroni secondo l’orientamento proprio della specie, invece, delle aspecifiche (non umane) connessioni con le quali il bambino ha comunque costruito un suo cervello “selvaggio”, ma non umano. Il recupero è e sarà sempre impossibile! , perché ciò che è stato costruito o non costruito nei primi anni di vita nel cervello del selvaggio (e così in quello di un qualsiasi altro bambino) resta immodificabile per sempre! (E’ un errore gravissimo immaginare di poter decidere: “Lasciamo che ora cresca in pace, poi quando sarà più grande, mi dedicherò a lui. Lo porterò con me… Gli insegnerò. Gli spiegherò…”) Inoltre, i neuroni non utilizzati nel giusto periodo della loro crescita, raggiunta la loro maturità, poiché non usati vengono “automaticamente” eliminati, perché considerati inutili, non indispensabili. Così è anche per quelle parti del cervello utilizzate poco e/o raramente.Una “infanzia piatta” per la scarsità di stimoli-informazione, a causa di un ambiente monotono (e triste) che circonda il bambino – magari, per giunta, anche monotono per ciò che riguarda il cibo, perché è la dieta che è sistematicamente povera di “proteine nobili” indispensabili alla crescita del cervello: “il cibo è ambiente!” - segna lo sviluppo della personalità del bambino e il suo carattere, per tutta la vita (v. per esempio, la “tranquillità” degli erbivori e, invece, l’“aggressività” dei carnivori e l’“equilibrio” dell’uomo che è un “onnivoro”!) Permettere, invece, che il suo cervello riesca - fin dall’inizio, nei primi mesi e durante l’infanzia - a costruirsi il maggior numero possibile di connessioni sinaptiche, perché sufficientemente stimolato, significa dotarlo (di una intelligenza brillante e) del potere di contare per tutta la vita, su una grande serie di “vie neurali” diverse, le più varie, lungo le quali, dopo aver incontrate le esperienze vissute, trovare anche la soluzione di quel suo problema, o addirittura riuscire a prevedere il risultato della soluzione immaginata, etc. Ma anche, come dovrebbe essere ormai chiaro, una infanzia vissuta per larga parte soprattutto nei vari “parcheggi” tra le mani di “altri” e peggio ancora, anche tra quelle di “estranei” incontrollabili, segna per sempre il bambino. Invece dei genitori, saranno gli “altri” e poi gli “estranei” - che lo avranno tra le mani per un tempo certamente superiore a quello dei genitori e nelle migliori ore del giorno, quando è massima la sua capacità di apprendimento - a plasmargli l’anima, a manipolargli l’“Io”, a “stipare” per sempre e indelebilmente il suo inconscio con i loro personali automatismi culturali e giudizi di valori, etc. Il danno - quando di danno si tratta e quando e se mai si palesa, sebbene sia ben nascosto nel suo inconscio - è letteralmente: irrecuperabile! La personalità del bambino appena descritto, di fatto è e resta il prodotto di una cooperazione inedita tra genitori , “altri” ed “estranei” e quindi impossibile da programmare e incontrollabile nel risultato immediato e quello definitivo! E’ questo il ”figlio di una Cooperativa” ed è appunto dotato di una inedita personalità imprevedibile, perché senza un ancoraggio valido, per un preciso “passato radicato” di riferimento, identificabile, riconoscibile, etc.

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La fase dell’ “Io-Tutto” e dell’ “Imprinting” Si pensa che dopo aver obbligato, con una scarica nel sangue materno di “cortisone” da lui secreto (?), l’utero materno a partorirlo, egli, espulso, “cade” nel “Secondo Ambiente”: “freddo, feroce, ostile…” (In verità questo è stato studiato sulla nascita delle capre. Si è pensato che nel bambino dovrebbe succedere la stessa cosa, più o meno? Resterebbe allora, come unica certezza il fatto che sia il bambino a decidere quando è giunto il momento di nascere!?)E’anche noto che, in quel momento, alla nascita, è in quella “fase” che gli psichiatri definiscono dell’ “Io-Tutto”. E’ in effetti solo uscito dall’utero materno ma non ha ancora coscienza di essersi staccato da Lei, così come non ha prima realizzato di essere attaccato a Lei e quindi né di essere in un nuovo ambiente diverso dall’utero e di avere un suo corpo staccato da tutto ciò che lo circonda, etc. In verità, certo che non esista altro oltre il suo “Io-Tutto”(o soltanto ancora “indifferente” a tutto questo?), non può ancora pensare, sentire di essersi staccato da qualche cosa, da un’altra cosa o persona diversa da lui, da un “altro” del quale non ha coscienza, perché certamente ancora gli manca quella del “sé” al quale dovrebbe, invece, riferire ogni sua esperienza vissuta. Non ha ancor coscienza di essere una unica entità a parte. Non è “staccato” da niente, perché ancora di niente altro di esistente diverso da lui ha coscienza. E non ha ancora coscienza di sé stesso! Non ha un “Se”!Ma è necessario accettare, per poter continuare il discorso, che, tutto ciò che lo circonda, tutte le persone, le cose, gli oggetti e la luce e l’aria e i suoni, siano “lui”!, sempre e solo lui, “sé stesso” !Passeranno dei mesi (circa otto in media) perché egli possa aver progredito nel completare autonomamente il suo “Schema Corporeo” (In effetti lo completerà veramente intorno ai dieci anni circa!). Questo gli permetterà, comunque e per ora, di apprendere, scoprire e verificare come egli sia invece, una “unità ben definita” e limitata chiusa in piccolo “circolo” di “sensazioni circolari” (v. i tre stadi “reazioni circolari” di Piaget), completamente avulsa da tutto ciò che con lui ora, viene a contatto con il suo corpo (la madre, in’altra persone, la culla, i giocattoli…)Sarà il suo primo dramma! Per tutto quello che, come sarà detto, questa tremenda presa di coscienza ( ma ancora confusa) scatenerà in lui. Imprinting(In questa fase dell’ “Io-Tutto” egli “apprende” e poi continua , senza aver ancora “una coscienza” e quindi neppure quella di sé stesso.) Il tipo di apprendimento che è, fino ad ora, avvenuto (senza coscienza di sé) è l’“Imprinting”. E’ il momento durante il quale, in un certo senso solo immaginario, dovrebbe “decidere” di essere un bambino e di appartenere alla razza umana perché è il latte, il seno, il contatto, il profumo… E’ comunque una Donna tutto quello che lo ha segnato, … ma che è anche la fonte della sua vita!L’“Imprinting” è stato per la prima volta descritto dall’etologo Konrad Lorenz. La spiegazione più nota e comune della sua scoperta è quella che lo descrive mentre nota come le oche, appena nascono uscendo dal guscio, seguano immediatamente la prima ombra che si muove innanzi a loro, perché, in una situazione naturale, quella ombra è con grandissime probabilità proprio quella della madre oca? che si è appena sollevata dalle uova che ha covato quando si accorge che queste si stanno schiudendo? Ma le neonate oche, seguono (e una volta vista, la seguiranno per sempre) quell’ombra che si muove innanzi a loro a prescindere dal fatto che questa sia veramente un’oca, ovvero la loro naturale madre-oca! Ma il cucciolo dell’uomo è in assoluto la più grande meraviglia della evoluzione della Natura e anche la piu’ complicata. Ha ben “tre cervelli”, mentre l’oca ne ha soltanto uno e un po’ (gli uccelli vengono subito dopo i rettili e prima dei mammiferi).Usa per sopravvivere subito il primo (che è lo stesso di quello dell’oca. E’ il “cervello di rettile” con i suoi “istinti primordiali”: mangiare, bere, riprodursi). Non segue certamente un’ombra, ma, se e quando può (perché Lei lo tiene stretto tra le Sue braccia v “Ambiente Madre”), non si allontana nemmeno per un attimo dalla “scia” del profumo unico di sua Madre (subito impresso in memoria). Un attimo dopo la nascita, ha memorizzati tutti gli odori dei suoi ferormoni e quella loro combinazione unica. Tutti quelli liberati dall’areola mammaria e il profumo del latte che sorga dal capezzolo di sua madre… Poi, ma certamente contemporaneamente, inizia ad usare il secondo cervello, il “Sistema Limbico”, quello dell’Apprendimento e dell’Affettività. E’ così che registra, mentre “si emoziona” beandosi di lei e si lega per sempre al tepore “piacevole” del contatto con la sua pelle, al profumo di lei etc. etc.Con il suo “Primo Cervello”, così come fa il serpente e l’oca (con l’ombra in movimento), fisserà nella sua memoria remota per sempre, l’odore particolare ed unico, come lo sono le impronte digitali, dei ferormoni secreti dalle ghiandole situate sul perimetro della areola mammaria. Il “piacevole” tepore del contatto con la pelle di sua Madre gli attraverserà l’anima (leggi: il “Sistema Libico”) per andarsi a fissare per sempre nella sua memoria dell’apprendimento. Il sapore del latte, il suo profumo e tutti i principali caratteri propri di sua

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madre, sono i “segnali” subito fissati in memoria da lui, eternamente grato, perché sono la sua unica “fonte di vita”… che sarà tale in eterno. . Con il “Secondo Cervello” imparerà, via via , a riconoscere (e dopo un poco, addirittura a valutare, a selezionare) e poi ad evocare e provocare il ripetersi delle sensazioni di precisi ricordi piacevoli (v. le “reazioni circolari primarie” e il “Rinforzo”), ricchi di tutte l’emozioni e i sentimenti provati e a legarsi con tutta la sua anima definitivamente a loro, ad “affezionarsi” a loro a riconoscere in loro quello che sarà poi il bello, il dolce, il piacevole (solo fino a quando non interverrà con le sue imposizioni la socio-cultura dominante!) (v. Il “Secondo Cervello” dell’Apprendimento e dell’Affettività e le vie neurali della “ricompensa”). Con il “Terzo Cervello” - ma molto più tardi, quando la “mielinizzazione” dei cilindrasi dei suoi neuroni è progredita e tante sono ormai le connessioni tra neuroni e già formate - sono già le prime vie neuronali - e quando avrà un sufficiente bagaglio di azioni vissute e poi, ancora più tardi, la visione del volto, la sua voce udita… le parole apprese e comprese, e i concetti appresi e fissati nella memoria, sebbene solo passivamente accettati per i primi tre anni, etc. – Fatte le giuste e sufficienti esperienze insomma, immaginerà strategie per agire e interagire con l’ambiente che lo circonda e, ogni volta, le sperimenterà sicuro, perché è sotto la vigile attenzione di un adulto che lui crede degno, o addirittura di sua madre che lui sa essere infallibile, o di tutti quelli che “giocano” con lui, etc. “Schema Corporeo” Il primo oggetto, che il lattante subito cerca d’imparare a conoscere, è sé stesso. Alla nascita non può ancora sapere che vive in un mondo staccato da lui, né come tutto il mondo che lo circonda non sia lui stesso. Non è ancora capace di tanto. Ci vuole tempo e applicazione per riuscire a scoprirlo. Appena nato è nella fase detta dagli psichiatri: “Io-Tutto”. Crede di essere lui il mondo intero. Ci vogliono più di due anni, toccando e toccandosi e poi portando oggetti e le sue mani e i suoi piedi alla bocca, etc. per poter capire perché quando, invece, tocca il seno della madre o il biberon li sente “esterni”. Egli nota che quando sente con la bocca le sue mani, riceve infatti, una sensazione di ritorno. Con la sua mano sente che sta toccando la sua bocca e contemporaneamente la sua bocca sente che è toccata dalla sua mano. Ha una sensazione a “circuito chiuso”, che non riceve, né dal seno materno e tanto meno dal biberon. Ma lentamente, applicandosi e allargando il suo campo di esplorazione e di esperienze ben memorizzate, inizia a farsi una rappresentazione sempre più precisa di sé stesso. Ora è dentro un circolo chiuso! E’ un essere isolato. E’ solo! E’ questo il vero risultato che ottiene completando il suo “Schema Corporeo”. Da quel momento è finita l’illusione di essere tutto e di avere tutto per sé stesso, soprattutto sua madre, l’unica sua fonte di vita e di piacere infinito. E’ la tragica fine dell’Io-Tutto. Grazie alla madre, al suo seno, al suo latte, che gli ha sempre permesso di soddisfare facilmente la fame e la sete e quindi, di ritrovare subito il suo “equilibrio interno” e per questo ogni volta provare piacere, ha scoperto il “Principio di Piacere”.Ma dal momento che ha completato il suo “Schema Corporeo”, ha saputo di essere una entità isolata, a parte. Sa di essere isolato da tutto, ma anche dalla madre. Ora segue a vista la madre e si accorge che si allontana sempre più spesso da lui per accudire il padre, i fratelli, etc. E’ così che egli amaramente scopre il “Principio di Realtà”, perché egli non è più tutto il mondo che lo circonda e tutto il mondo non è più lui. Ma ora è il mondo che segue e impone le sue regole. Lo fa indipendentemente da lui, dalle sue necessità, dai suoi desideri. Non soltanto ora è solo, ma sa che la madre può lasciarlo, abbandonarlo quando lei vuole… ma senza che lui possa far niente per impedirlo.(Per inciso: questa è il momento dell’angoscia che sempre “afferra” il lattante e il semidivezzo quando è lasciato al “parcheggio” per ore, tutti i giorni. Tornata la madre, cerca di non perderla più. Resta incollato a lei. Ora piange tutte le volte che lei è costretta a separarsene. Durante la notte, in preda all’incubo dello sperimentato abbandono, dorme malissimo. E malgrado il “tranquillante” che il solerte pediatra gli ha prescritto, continua a svegliarsi all’improvviso urlando. “Continua a perdere la tettarella!” Se vogliono dormire entrambi, la madre deve portarselo nel suo letto, così che egli possa sentire fisicamente la sua presenza. E’ per questo che si afferra ai suoi capelli, o al seno, o al braccio della madre, etc. Ma continua a dormire male e la madre non può non sentirlo! Dagli psichiatri è definita la “Sindrome d’abbandono”. Ma purtroppo esiste una maggioranza di madri che ignorano tutto questo. Ma che essendo state ben condizionate, sono certe di non dover concedere mai niente al proprio bambino! E allora questo alla fine si adatterà e imparerà a dormire da solo, con loro grande soddisfazione!) “Zona Associativa” E’ certo che per immaginare serve la “zona associativa”, che è particolarmente sviluppata nell’uomo. E’ quella parte del cervello che sta dietro la fronte. E’ quella che, a differenza di tutti gli altri animali e gli uomini “antichi” e le scimmie comprese, continuando a crescere fa avere all’uomo moderno una fronte sempre più alta, spaziosa e verticale. Gli organi di senso mandano al cervello pezzi della realtà (o la realtà a pezzi). Un senso come la vista, vede la realtà; un altro la sente; un altro la tocca, etc. Poi la zona associativa assembla i vari pezzi. E’ così

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che viene fuori un oggetto, un panorama, o quella persona, etc. Tutto questo insieme di pezzi di realtà “assemblati” si fissano nella memoria. Così che ognuno, ripescandoli dalla memoria, può vederli, sentirli, viverli, etc. ma sempre tutti “interi”, perché già assemblati. Anche quando non sono presenti nell’ambiente, ma solo nella sua fantasia. E’ così che ognuno può immaginare di vederli, sentirli, toccarli e addirittura di usarli, etc. (Può addirittura immaginare di costruirne dei nuovi con i vari pezzi vecchi, ricavandone figure originali e inedite: un uomo con la testa di uno, il corpo di un altro, la voce di un altro ancora, etc.) Ma l’uomo può immaginare solo oggetti e cose - e anche avere le sensazione che dal possesso e dall’uso di queste derivano, etc. – ma traendo tutto soltanto da tutto ciò che ha già sperimentato, da cose, oggetti e persone, che sono quindi già presenti nella sua memoria. E’ questo un altro dei limiti dell’uomo: “non può immaginare niente che non abbaia già conosciuto, sperimentato, appreso in un altro momento della sua vita.”Ma è poi grazie a questo che può immaginare e creare addirittura la “fantascienza”, infatti:“Se avete a disposizione un numero sufficiente di neuroni per associare la memoria del colore di un oggetto a quello della forma di un altro oggetto o dell’odore (…) potete immaginare un oggetto che non esiste nella natura: è una costruzione immaginaria.”E’ certo che, come diceva H. Laborit: “Per immaginare bisogna avere prima appreso!” Un bambino appena nato non può immaginare perché non ha ancora appreso nulla. Ma più apprenderà, più arricchirà la sua memoria, più potrà immaginare anche cose che non esistono in natura, perché può con la sua immaginazione (fantasia) inventarsele quando vuole.Ma per verificare la validità della sua nuova creazione immaginaria, per sapere se la sua invenzione può servire a qualcosa, dovrà ogni volta passare alla “sperimentazione”! E’ così che l’uomo un giorno, essendosi tagliato cadendo su una scheggia di selce, ha associato il tutto e ha immaginato che con una selce così affilata poteva, invece, tagliare la carne delle prede; scuoiare le carcasse degli animali, appuntire un ramo, etc. e poi mettendo una selce sulla punta di un’asta, fare delle lance con le quali cacciare anche animali più grandi di lui, etc. L’uomo ha proceduto sempre per una ipotesi (ipotesi di lavoro) subito seguita dalla verifica della sperimentazione.“ L’uomo è uno scienziato. La scienza è (propria) dell’uomo.” Lo diceva K. Popper. Ma seguendo il nostro H. Laborit, è, invece, il momento di dire del:“Comportamento dell’uomo in situazioni sociali. E della “Proprietà Privata”.” Il Comportamento è: “il modo in cui agiscono gli uomini nello spazio in cui sono collocati”.L’uomo che è uno scienziato, fino ad ora, è stato costretto a dedicarsi quasi esclusivamente alla conoscenza dell’Inanimato e, per l’eterna ricerca di materia ed energia, dell’ambiente fisico che lo circonda, ma soprattutto all’essenza della materia e alle sue leggi.I dominati da oltre venticinquemila anni hanno, infatti, deciso che, per una parte dell’umanità, per “i civili-occidentali” l’unica possibilità di sopravvivere fosse solo nel produrre “merci” di qualsiasi tipo, grazie a macchine inventate, sempre più efficienti, per ottener merci sempre più facilmente, in quantità maggiore e a baso costo… e all’infinito. Com’è noto, per ogni singolo individuo civile-occidentale, produrre merci significa anche mantenere direttamente, “nutrire” le dominanze, sostenerle e arricchirle. E’ così che si produce quel “plusvalore” di merci necessario proprio e soltanto a questo. E’ dunque soltanto questo il vero perché di questa sua scelta. Ma produrre merci è divenuto subito un obbligo imposto dai dominanti, anche con la forza, a tutti i civili-occidentali. Ma tutto questo non può più continuare a giustificare ancora l’attuale, scarsa conoscenza dell’Animato, dell’essere vivente, della struttura e del funzionamento del suo cervello, di sé stesso, dell’Uomo, etc.? (Nondimeno ora l’uomo, poiché è in possesso della sufficiente “tecnologia”: oltre a servirsene per studiare meglio la biologia in generale, legge le mappe genetiche, usa la ingegneria genetica, si serve della fecondazione artificiale, della clonazione, etc. ma non conosce ancora bene la struttura e il funzionamento del suo sistema nervoso che pure ha permesso e continua a permettere tutto questo. Ma è recente la notizia che, presso le due università di Boston, sono in corso studi accelerati sul sistema nervoso per conoscerlo nel suo funzionamento, ma al solo scopo di servirsi di tale conoscenza per applicarla a macchine robotizzate!) Com’è facile intuire, i cervelli degli Homo sapiens sapiens di quindicimila anni fa, erano gli stessi degli uomini di oggi. Ma erano privi di tutta la conoscenza dell’uomo attuale, moderno. La conoscenza si è andata formando accumulando esperienze (evoluzione culturale), generazione dopo generazione. Ma questo ha fatto comparire nuove strutture nel cervello, nuove “mappe neurali indipendenti”. Le esperienze accumulate sono state trasmesse prima oralmente poi, con una precisione sempre maggiore, iniziata dopo l’invenzione della scrittura, avvenuta tremila cinquecento anni prima della nascita di Cristo, ad opera dei Sumeri.La nascita dei miti

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Com’è stato detto, all’inizio l’uomo era terrorizzato da tutto ciò che non riusciva a capire, a spiegarsi (lo è ancora , v. l’angoscia della morte.)Non solo le violente manifestazioni naturali come i tuoni, i lampi, le tempeste, ma anche le malattie e la morte erano per l’uomo di allora incomprensibili. Cominciò a pensare che fossero allora, tutte manifestazioni della potenza di esseri sovrannaturali, di dèi. Così ogni popolo, civiltà, religione, creò i propri “miti”.I “miti” sono i racconti (o le rappresentazioni) delle misteriose forze della natura sotto sembianze umane o animali. E’ grazie a questi, che ogni fenomeno naturale è allora diventato vivo e simbolico. Inoltre, con gli dèi vivi si può parlare. Si può pregarli. Si può sperare di venire a patti personalmente con ognuno di loro. Ricevere da loro favori, etc. Inoltre è possibile placarli quando si adirano. Ingraziarseli con sacrifici di ogni tipo, anche umani. Propiziarseli, etc. Fu così che ogni uomo ebbe e si dotò della sua “mitologia personale”. Ma quando si accorse che funzionava anche così per tutti, decise di continuare per questa strada, immaginando di aver definitivamente risolto il problema della mancanza di conoscenza dell’Animato. (Fu facilmente portato a credere questo dagli “intellettuali” che affermavano di aver scoperto e di sapere tutto di tutto.) Quindicimila anni fa, l’uomo si era comportato così quando fu necessario sopperire alla mancanza di conoscenza. Ma ancora oggi, l’uomo moderno, contrappone la sua enorme conoscenza dell’Inanimato - che comprende tutto ciò che non ha un’anima: il “fisico”, come gli atomi, gli oggetti, le cose, le stelle, etc. ma anche il corpo (fisico) dell’uomo e quindi la struttura del suo cervello – a dei “simboli” che, dopo l’osservazione e lo studio del comportamento dell’uomo (e degli animali, v. l’ “Imprinting” K. Lorenz) - ha creato ad hoc, etichettandoli e spacciandoli per verità assolute, simboli come “psichico”, “morale”, “etico”, etc., solo per nascondere la sua eterna ignoranza sull’Animato. LA “MITOLOGIA SU SE’ STESSO”Secondo H. Laborit al posto dei miti e degli dei, etc. questa volta, l’uomo si è creato una sorta di “Mitologia su sé stesso”.L’uomo non conosce ancora né la struttura, né il funzionamento del suo sistema nervoso e allora, ha di nuovo immaginato di poter mitizzare ciò che non riesce a spiegarsi. Così in questa sorta di “Mitologia su sé stesso” gli dèi e le dee ora, invece si chiamano pulsioni, gioia, tristezza, collera, paura, amore, odio… e immaginazione, pensiero e poi, psichico, morale, etico, etc. Ma è tutto proprio uguale a come era per gli dèi e le dee di allora. Infatti, anche tra questi nuovi dèi, alcuni sono propizi, mentre altri sono cattivi, etc. E’ così che l’uomo – anche grazie alla correità degli intellettuali di corte, tutti esperti cuochi di verità non riproducibile sperimentalmente e di impastatori di aria fritta - ha potuto facilmente convincersi a tralasciare di occuparsi di ciò che è l’Animato, dell’essere vivente della struttura del suo cervello, etc. E’ per questo che il cervello umano è “entrato nella sfera delle conoscenze solo di recente” (e nel 05/ 2005 forse finalmente e definitivamente?)O soltanto perché il cervello è stato considerato sempre troppo complicato per avventurarsi nel suo studio? O più semplicemente perché, visto che i “simboli” come psichico, morale, etico, etc. funzionano ancora benissimo, ha pensato – e ancora lo crede - di aver di nuovo definitivamente risolto il problema dell’angoscia per la sua ignoranza con la creazione di una “Mitologia su sé stesso”? E’ per questo che gli uomini hanno continuato ad accontentarsi del potere del solo linguaggio. Gli è bastato ogni volta redigere il solito e ben costruito “discorso fatto su… questo a su quello… argomento”. Ma, ancora una volta, senza curarsi di ciò che li fa discutere, parlare, sentire, immaginare, desiderare, etc. ovvero, del loro sistema nervoso. Ma questo ignoranza tanto diffusa ha dato origine ad alcuni paradossi che sono sotto gli occhi di tutti, per esempio: 1) è certo che le poche informazioni sull’animato, contenute in questa prima parte di questo “Piccolo Manuale Breve”, nondimeno sono più di quante ne abbiano mai possedute fino ad ora, gli scienziati (almeno fino a circa quaranta anni fa, ovvero prima che qualcuno di loro, come H. Laborit, desse finalmente inizio allo studio del cervello umano, della sua biochimica, etc.) 2) come l’uomo possa averlo fatto e ancora continui, ad avventurarsi nello studio delle cosiddette “Scienze Umane”: psicologia, sociologia, economia, politica, etc. senza prima conoscere la struttura e il funzionamento del suo cervello umano? Visto che, per esempio, la stessa psicologia che studia il pensiero dell’uomo e poi la sociologia, che studia le relazioni tra gli uomini, la politica l’organizzazione dei popoli, etc. sono inconcepibili - perché di fatto non dovrebbero essere nemmeno possibili - senza l’attività del cervello umano e peggio ancora senza la conoscenza della sua struttura e del suo funzionamento? 3) ha continuato a dedicarsi alla ricerca sull’Inanimato senza accorgersi che così si costringeva alla violenza, proprio man mano che cresceva la sua informazione tecnologica e quindi, aumentava la necessità di nuova materia da trasformare e nuove fonti di energia per farlo. La violenza, inoltre, è prodotta dalla stessa monotonia di questa cultura, che producendo soltanto informazione tecnologica, obbliga a far sempre più guerre, distruzioni, praticare il genocidio, l’assassinio… perché, una volta esaurite quelle presenti nella

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sua nicchia ambientale, per procurarsi la materia e l’energia necessarie a produrre, deve invadere sempre nuovi territori. La crescita ormai velocissima e inarrestabile della sua informazione tecnologica, oltre a tutto il resto, che è stato già detto, lo porta alla produzione frenetica di nuove merci, di nuovi oggetti, di tutte le cose nuove, appena concepite, e soprattutto delle armi sempre più micidiali e sempre in nome del “progresso”? “Ma è assolutamente certo che qualsiasi relazione o rapporto stabilito tra gli uomini avviene grazie al funzionamento del suo sistema nervoso. E’addirittura ovvio che le stesse “Scienze Umane” non esisterebbero senza un sistema nervoso.”

La PROPRIETA’ PRIVATAMa c’è un altro problema. E’anche questo causato dall’ignoranza dell’animato. E’ tutto racchiuso in una domanda alla quale è ora forse possibile tentare di rispondere:“La “Proprietà Privata”, è un “istinto” innato dell’uomo o un semplice “apprendimento”?”Per tentare una risposta accettabile da tutti è necessario tornare un attimo al lattante. E’ stato detto come grazie al rapporto con sua madre, sua unica fonte di vita e di piacere (il latte materno), egli scopra il “Principio di Piacere”. Ma anche come, circa dopo due anni, una volta quasi completato il suo “Schema Corporeo”, cancellata ogni residua illusione derivante dall’“Io-Tutto”, si renda conto del fatto che, non solo, essendosi ormai scoperto quale entità unica dai precisi confini chiusi su sé stesso, sia definitivamente staccato dal resto del mondo – soprattutto da sua madre (dal suo latte) - ma anche come il mondo che lo circonda non obbedisca ai suoi desideri… E’ così che il bambino a circa due anni scopre il “Principio di Realtà”. E’ questo il momento tragico in cui, avendo constatato che la madre è completamente “fuori” dal suo mondo, nascono in lui sentimenti come l’amore infelice, la gelosia verso suo padre e i suoi fratelli, l’Edipo, etc. e la paura di restare senza la sua fonte unica di vita e di piacere… Ma in lui esistono già, certamente ben tracciate, le vie nervose attivate dall’esperienze piacevoli avute con lei, definitivamente segnate dal piacere scoperto grazie alla madre.(E’ questa un’esperienza fondamentale per la specie, perché è così che l’uomo apprende che il piacere provato equivale a ristabilire l’equilibrio interno della sua struttura-organismo, e quindi a salvargli la vita.) Esiste in lui certamente anche la pressante necessità di poter ripetere le esperienze gradevoli (v. il “Rinforzo”).Ma per ogni uomo, il poter ripetere le esperienze gradevoli a suo piacimento, per ritrovare ogni volta il piacere - perché questo sia sempre possibile - è necessario che le persone e le cose che lo gratificano siano e restino a sua disposizione. Questo, perché non debba ogni volta competere con chi è presente nella sua stessa nicchia ambientale e abbia le sue stesse “pressioni delle necessità”, le sue voglie, i desideri, etc. Meglio, allora, avere persone e cose, oggetti, etc. sempre a portata di mano e che nessuno altro li possa usare: che siano e restino tutti di “proprietà” esclusiva. Ecco quindi come l’uomo, quando è ancora quasi un lattante impara, attraverso una esperienza negativa, una presa di coscienza quale è quella della separazione dalla madre, apprenda come sia necessario per la sua stessa esistenza, recuperare la madre e che, da quel momento, debba averla sempre a sua disposizione. Esiste per lui la possibilità – ora può, è già in grado d’immaginare che possa essere proprio così, perché ha già raggiunto il livello del “desiderio” - che la madre addirittura sia sua per sempre. Può desiderare e immaginare che la madre sia una sua “Proprietà Privata”. E’ giunto alla fine dei primi due anni di vita, quando apprende di possedere questa “nuova pressione delle necessità” quella della “Proprietà Privata” del corpo della madre. Infatti, ripetendo:Ha ormai due anni e ha quasi completato il suo “Schema Corporeo”.La madre - così come il resto delle cose e delle persone del mondo - è ormai definitivamente fuori dal suo “Io-Tutto”. E’ staccata fisicamente da lui. Inoltre a causa della scoperta del “Principio di Realtà”, ora la madre fa parte di quel mondo che lo circonda, che non obbedisce più ai suoi desideri. E’ necessario allora averla tutta per se, “possederla” per poter ripetere quelle esperienze gradevoli avute grazie a lei e che, fino ad ora, gli hanno assicurato la sopravvivenza. Ma questa “azione” (di possesso della madre) avviene comunque in uno “spazio” nel quale, oltre ad altri oggetti gratificanti, c’è sua madre, la sua unica fonte di vita e di piacere. Quello “spazio” è il suo “territorio” ed egli deve opporsi all’appropriazione da parte degli altri.Ne consegue che il solo comportamento “innato” - certamente frutto di un “istinto”, che in questo caso specifico è certamente quello comune a tutti gli animali: l’“istinto di sopravvivenza”, contrariamente a quanto sia stato detto e scritto fino ad ora – certamente non è quello di “proprietà” ma è quello dell’“azione gratificante” necessaria per procurarsela e salvare la pelle: impossessarsi della madre!

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Com’è ormai noto, il piacere è provato solo in seguito al risultato positivo di un’azione compiuta. Un’azione necessariamente compiuta, che diventa gratificante, soltanto perché ristabilisce il proprio “equilibrio interno” e contemporaneamente procura il piacere. E’ così che il piacere diventa la vita stessa, quella appena salvata dall’azione ed è quindi “istintivo” cercare il piacere e poi ricercarlo secondo le proprie necessità (v. il “Rinforzo”.) “La nozione di territorio e di proprietà è quindi secondaria all’apprendimento della gratificazione. Sono acquisizioni sociali in tutte le specie animali e socio-culturali nell’Uomo. Alla stressa stregua è chiaro che, per realizzarsi in situazione sociale, l’azione gratificante si baserà allora sulla costituzione di gerarchie di dominanza in cui il dominante impone il suo “progetto” al dominato.” La disputa è impossibile con chi non conosce nemmeno l’esistenza dei “meccanismi bio-chimici che determinano il comportamento umano in situazioni sociali” e della “biologia dell’inconscio” e, inoltre, è abituato a coprire la propria ignoranza nascondendola dentro miti e simboli, o altro di peggiore, come la menzogna spudorata. E’, infatti anche questa, basata di nuovo sulla mancanza di conoscenza dei sopraddetti meccanismi che regolano l’apprendimento. A) Di fatto si ignora (si ignorava) che il momento dell’apprendimento della nuova pressione di necessità della “Proprietà Privata” della madre è avvenuto in un momento della vita del bambino troppo precoce per poter essere ricordato. B) Si ignora che nessuno uomo può avere ricordi di esperienze fatte, di apprendimenti, di insegnamenti ricevuti e fissati in memoria durante i primi due anni di vita. Nessuno può, infatti, ricordare le prime esperienze che certamente ha fatto durante il “fenomeno dell’Imprinting” o mentre faticosamente cercava, sommando un’esperienza all’altra, di costruire a tappe il suo “Schema Corporeo”. Quei ricordi sono finiti tutti nel suo “Inconscio”. Sono per sempre irrecuperabili e quindi non volontariamente evocabili. Non sono utilizzabili da sé stesso e tanto meno da altri e ciò, malgrado gli psicoanalisti giurino di riuscire a farli “riaffiorare alla memoria” a comando. Balle! Certamente affiorano, ma all’improvviso e meravigliano chi riesce ad accorgersene. A sorprendere e sbalordire chi riesce a scoprirli e a identificarli come tali: “fantasmi dell’Imprinting”. E’, invece, certo che all’uomo restano fissati nella memoria e possono da lui essere volontariamente recuperati, soltanto i ricordi degli insegnamenti ricevuti e delle esperienze fatte, che è stato possibile legare subito alla propria “persona”, riferirli a sé stesso. Ma nessun uomo è qualcosa di più di un insufficiente “abbozzo di persona” - che faticosamente sta nascendo dall’animale della specie umana -, prima dei tre anni. Ogni uomo ha coscienza di sé come “individuo della specie”, come “persona”, soltanto dopo che, non solo ha completato la costruzione del suo “Schema Corporeo”, che finalmente “fisicamente” lo isola definitivamente dal resto del mondo, ma anche dopo che ha, sempre sulla propria pelle, sperimentato, assorbito ed elaborato tutte le conseguenze (v. il “Principio di Realtà”) di questa nuova, definitiva “conquista” fatta dalla sua coscienza: l’essere solo. Essere completamente isolato dalla ambiente che lo circonda. Essere una “persona”.Così, è soltanto perché nessuno è in grado di poter ricordare il come è il quando del suo apprendimento della pressione di necessità della “proprietà privata” della madre, che tutti sono pronti a giurare come questa sia certamente “innata” e che quindi esista un “Istinto” di Proprietà, che è proprio dell’uomo e un successivo diritto inalienabile stabilito dalla legge? Ma: “non esistono nella struttura del suo sistema nervoso “centri” nei quali albergherebbe detto istinto.” Ma l’uomo, che certamente ha dunque semplicemente “appreso” tutto questo, ha nondimeno fino ad ora preferito considerarlo un “istinto” e su questo “istinto di proprietà privata” ha fondato tutti i rapporti tra gli uomini. Ma la realtà secondo H. Laborit è che: “ niente di questa terra appartiene al singolo individuo ”. Infatti: a) Tutto quello che l’uomo usa è il frutto dell’invenzione (sua e/o) di altri suoi simili. b) Lo stesso linguaggio, del quale l’uomo si serve per comunicare con gli altri, si è formato nel corso dei secoli e sono ancora gli altri che lo insegnano. c) Così le idee, le opinioni, le “libere scelte” - delle quali l’uomo va fiero, perché certamente sono frutto della sua esperienza personale che si è andata arricchendo nel tempo, proprio a proposito degli esseri e delle cose che lo circondano e/o di tutto ciò che può “liberamente” immaginare – sono, invece, inesorabilmente modellate dai rapporti avuti con gli “altri”, tutti quelli presenti nella sua nicchia ambientale, quelli di quel certo ambiente nel quale e’ vissuto, in quella certa epoca, perché sono loro che, a sua insaputa, gli hanno riempito l’inconscio! d) Sono ancora gli “altri”, sempre loro, che così gli hanno insegnato prima ciò che è bene e ciò che è male, il bello e il brutto, il lecito e l’illecito, attraverso le regole che gli hanno imposto.

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“Le memorie di ogni uomo sono riempite di tutto ciò che gli “altri” vi hanno depositato.” Ma l’uomo crede - con tutto sé stesso - che siano, invece, tutte “verità”. Ma ogni volta pensa anche che siano “sue verità”. Mentre non sono altro che l’espressione della “cultura” in cui è cresciuto. Ma la “cultura” non è altro (H. L.) che: “l’insieme dei pregiudizi e dei giudizi di valori comuni agli uomini che vivono in dato luogo, in una data epoca .” Infatti, mentre le “cose” si limitano ad essere, si contentano di essere, è l’uomo, i gruppi nei quali si è organizzato che, secondo i propri interessi, attribuiscono alle cose un valore. Sono ancora soprattutto i gruppi, gli stessi che hanno emesso i loro “giudizi di valori”, che cercano poi di imporli a tutti, spesso ricorrendo alla forza per sottometterli alla loro dominanza. Le cose che non interessano al gruppo dominante sono considerate prive di valore. Ma per l’uomo è la “sopravvivenza della specie” l’unico valore “vero”, l’unica finalità. Ma succede che, tra l’individuo e la specie si frappongano proprio quei gruppi. Quelli che - avendo già emesso, nel loro esclusivo interesse, i propri “giudizi di valore”, gli stessi che fin dalla nascita vengono introdotti nel sistema nervoso di ogni uomo di quella particolare nicchia ambientale – sono costretti a cercare di imporli a tutti gli altri. Lo fanno, anche questo è stato detto, ricorrendo spesso alla forza. Ma lo fanno anche se detti “giudizi di valore” risultano essere pericolosi per tutti gli altri, perché è certo che i malcapitati, poiché hanno altri, propri “giudizi di valore”, non possono che essere nell’errore. Così, ogni individuo del gruppo, certo che i “valori di giudizio” da lui ricevuti siano la verità, che dette verità siano addirittura sue, è pronto a difenderle a qualsiasi costo. Ma per sapere chi ha ragione è necessario che intervenga “la sperimentazione” che, poiché il dubbio da dirimere, come più spesso succede ormai, può interessare anche milioni di persone, avviene necessariamente attraverso sconvolgimenti, soprattutto dolorosi e violenti, con bagni di sangue, etc. che, alla fine, sono vere e proprie “automutilazioni” che l’uomo compie sul suo stesso “organismo-specie” delle sue parti infette, per esempio, perché in preda a manie di libertà e/o pretese di dominanza, da ideologie cancrenose, o soltanto perché improduttive, inutilizzabili, inutili, etc. L’uomo le chiama guerre o rivoluzioni. Sono fatte, sia per conservare i privilegi acquisiti, sia per acquisirli quando non si posseggono. Ma in questa società i vantaggi di proprietà, di potere degli individui o dei gruppi, dei popoli, sono principalmente legati alla produzione di merci, al commercio e alla ricchezza che ne scaturisce. Quasi scomparsi, allora, gli “artigiani”, ora le merci vengono prodotte dalle macchine. L’uomo ormai si limita a sorvegliarle. Ma per inventare le macchine c’è bisogno degli ingegneri, del loro sistema nervoso. Per condurre una fabbrica e poi per il commercio delle merci prodotte, sono indispensabili gli amministratori. Entrambi ricevono potere, onori e stipendi più alti.Sarebbero i più felici tra gli uomini, se la felicità dovesse veramente dipendere soltanto dal possesso di oggetti gratificanti. Ma iperdotati come sono grazie ad una efficientissima parte sinistra dominante, soffrono della completa castrazione dell’emisfero destro del loro cervello, che gli preclude a priori in gran misura l’accesso ai piaceri propri dell’anima umana. Nondimeno la maggioranza ci crede e i genitori spingono i figli a studiare bene la matematica, la fisica, la chimica, anche se questo significa accettare anche la sicura “castrazione” dell’emisfero destro del cervello dei loro figli. Una volta erano comunque avvantaggiati solo i figli della borghesia, ora lo sono anche e soprattutto i figli dei tecnici, dei tecnocrati, dei super specialisti, etc. Ma non esiste ancora una “eguaglianza di opportunità”, perché è, invece, proprio quella che permette di diventare disuguali, di elevarsi in modo da dominare gli altri. Per riuscirci bisogna essere “conformi” all’obbiettivo del gruppo di appartenenza: partecipare a produrre merci sempre più perfezionate per commerciarle in patria e all’estero.Una martellante pubblicità spiega, inoltre, quali siano gli oggetti da possedere per essere felici. (Mentre, a poche ore di volo dal mondo civile-occidentale, esistono paesi nei quali muore un bambino ogni tre secondi.)Ancora secondo H. Laborit, forse per l’umanità sarebbe possibile instaurare nuovi rapporti? Ma è fondamentale che gli individui che tentino di instaurarli conoscano bene il funzionamento dei sistemi nervosi che rendono possibile una simile realizzazione. Altrimenti non cambierà nulla, perché possono nel tempo mutare i mezzi per instaurare una dominanza. Ma le dominanze persisteranno comunque soltanto fatte di forza bruta. In conclusione: E’ stato spiegato che cosa è una pulsione; cosa sono le memorie e i sentimenti, gli apprendimenti, i giudizi di valori; come e perché nasca l’aggressività; a che cosa possa servire l’immaginazione…

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Grazie a queste conoscenze, un uomo non può che dubitare delle proprie certezze. Ma certamente ha anche imparato a diffidare di chi afferma e mostra di averne. Costui, merita pietà, perché non è responsabile né di sé stesso, né delle proprie azioni. Un uomo degno cercherà di capire sempre di più, sebbene sappia che non riuscirà mai a capire tutto. Eviterà di entrare in diretto conflitto con gli altri. Sono più numerosi e non perdonano. Inoltre, ha compreso che anche se un errore è condiviso da milioni di individui non per questo può diventare una verità. E’ stato detto che un atomo è un insieme costituito da tante particelle che sono gli elementi e poi di altri insieme che sono le molecole, le cellule, gli organi del sistema, e degli individui; degli individui riuniti a gruppi che sono anche questi tutti “insieme” formati da elementi; che costituiscono quelli che sono stati descritti come “livelli di organizzazione”. Ogni livello di organizzazione, è stato spiegato, costituisce a sua volta un elemento dell’insieme che lo ingloba. E’ così che, andando avanti si può partire dall’atomo per arrivare alla specie umana. Ma il funzionamento di un livello di organizzazione dipende completamente dal livello che lo ingloba. Mentre il funzionamento di ognuno di questi livelli concorre al funzionamento dell’insieme. Ma è necessario che detto funzionamento mantenga armoniosamente tutta la struttura, per proteggere la struttura di tutti gli altri livelli di organizzazione inglobati. Questa è la Natura! Ma quando si è costretti a considerare l’uomo allora si scopre subito che, invece: Sebbene nell’organismo dell’individuo non esista nessun livello di organizzazione che domini sugli altri; non ci sia una sola cellula che invece di collaborare si metta a comandare sulle altre mettendo a repentaglio l’equilibrio interno dell’organismo stesso, per poi, distruggendolo, cessare di esistere insieme a lui, (ma forse lo fanno le cellule cancerogene, ma senza saperlo, visto che a differenza di tutte le altre il cui unico scopo è collaborare fabbricando nuove cellule per salvare la struttura-organismo, queste non hanno nessuna finalità da perseguire.)Nondimeno la dominanza inizia nello stesso momento in cui l’individuo è collocato in un gruppo sociale, o se un gruppo sociale si colloca tra altri gruppi. Ma poiché è stato appena spiegato come tutto sia collegato (v. le “relazioni” e la “informazione strutturale” e l’“informazione circolante”), allora, non si può prendere in esame un avvenimento svoltosi a livello di un solo livello di organizzazione – questo, soprattutto i medici dovrebbero tenerlo sempre presente – senza rischiare un grossolano errore di interpretazione; considerando, per esempio, il comportamento di una cellula isolata in vitro e pensando che sia lo stesso di quando e insieme ad altre cellule e/o quando e’ nell’organismo, etc. Un evento politico, per esempio, è sempre collegato ai sistemi economici che governano i rapporti sociali. Questi, a loro volta, dipendono dalla psicologia degli individui, che dipende dal funzionamento del loro sistema nervoso… etc.Da quanto, fino ad ora, e’ stato studiato e poi affermato, ciò che appare chiaro è che prima di “tranciare un giudizio” per poi decidere di intraprendere un’azione, bisogna collocare l’avvenimento nei sistemi che lo inglobano (ciò è possibile dopo tutta la conoscenza acquisita) e contemporaneamente i suoi meccanismi nei sistemi che esso ingloba dai quali è regolato (v. i “regolatori” e i “servomeccanismi”.) Il “problema” sta nel fatto che questo lavoro di analisi è comunque fatto dal sistema nervoso di un uomo il quale ha da sopportare - senza potere minimamente intervenire - l’influenza dei pregiudizi, dei giudizi di valori, etc. presenti nel suo “inconscio” e che comunque partecipano ad indirizzare le sue scelte. Così, nel groviglio dei numerosissimi fattori da considerare, anche per colpa del suo inconscio, ogni singolo può dare un giudizio di validità a fattori che invece altri possono considerare poco importanti … Ma è necessario concludere con le parole con le quali alla fine H. Laborit si rivolge ai due bambini con i quali ha dialogato fino ad ora:Bambini: “E’ piuttosto triste tutto ciò!”H. Laborit: “Non credo che sia triste, direi piuttosto lucido, e se ci pensate bene, ciò vi consentirà di comportarvi più amabilmente in mezzo agli altri. Vi aiuterà ad evitare odio e furore, gelosia e invidia, a diffidare di voi stessi e delle vostre certezze. Vivrete forse abbastanza a lungo per vedere che, davanti alla distruzione sistematica dei sistemi viventi sul nostro pianeta, distruzione cui l’uomo non sfuggirebbe, questi si renderà conto che essa (la distruzione) è il diretto risultato della ricerca della dominanza e della competizione economica.In questo caso e per necessità, il comportamento degli uomini, di tutti gli uomini, potrebbe cambiare. E’ probabile tuttavia che se gli si insegnasse, ciò che voi ora sapete, ancor prima delle tabelline e del problema dei rubinetti (lo conoscete?) invece di iniziarlo al modo più efficace di produrre merci, questa trasformazione sarebbe più rapida e sicuramente meno dolorosa.”

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“APPENDICE” 2

LA “FINE ANNUNCIATA”DELLA MEDICINA OCCIDENTALE “ALLOPATICA”. (E LA FORTUNA DELLA SCOPERTA DEGLI “INTEGRATORI BIODINAMICI” ) E’ noto come ogni storia degna di essere raccontata debba aver sempre origine da un “antefatto” proprio com'è per la “fine annunciata della medicina occidentale”. … eppure nel 1925 un biologo cellulare E. B. Wilson aveva già avvertito il mondo scientifico:“In ultima analisi e’ nella cellula che va cercata la chiave di ogni problema biologico, perché ogni organismo vivente è una cellula oppure lo è stato, prima o poi.”

Ma e’ anche noto, come la storia debba contenere necessariamente il “fatto” da raccontare: “Nei laboratori industriali e universitari di biologia molecolare di tutto il mondo sta avvenendo una rivoluzione scientifica. I risultati di questa rivoluzione cambieranno in maniera irreversibile il modo in cui viene praticata la medicina, e potranno comportare, sia un allungamento della vita media, che l’assenza di malattie. (…) Molti scienziati hanno paragonato questa rivoluzione scientifica alla teoria dell’evoluzione formulata da Darwin o alla teoria dei quanti. (…) Questa opportunità coinvolge in egual misura medici e pazienti .” ( Jeffrey Bland, “Nutrizione genetica”, Milano, 2001, Ed. Tecniche Nuove, p. 1 )

Era l’anno 2001, e l’autore del “fatto” appena raccontato si riferiva all’ultima, recente (2001) “Rivoluzione Scientifica” e a tutto ciò che e’ nato e/o ha avuto contemporaneamente origine da:- a) le scoperte del “Progetto Genoma Umano” che hanno permesso di “mappare” sei miliardi di particelle del DNA dell’uomo, e di individuare circa 30.000 geni, e molte delle funzioni specifiche di vari singoli geni … - b) le “rivoluzionarie scoperte della biologia molecolare” che, come sarà ancora detto, sono state fatte grazie agli studi del “Progetto Genoma Umano” e hanno, per esempio, dimostrato l’esistenza della “espressione genica”, del “linguaggio molecolare”, e quindi la fantastica scoperta della possibilità che ogni uomo ha di “colloquiare” con i propri geni attivandoli, o inibendoli, o disattivandoli, attraverso giuste “molecole” mirate (v. le “vibrazioni”) assunte soprattutto con gli alimenti, etc.-c) l’inconfutabile dimostrazione scientifica di come la medicina “allopatica” abbia da sempre dovuto (e/o scelto di) ignorare tutto questo e altro ancora …

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E’, allora, indispensabile ricordare come, per esempio, una delle conseguenze di quanto e’ stato appena detto, riguardi direttamente la realtà che sfocia dall’ennesimo “discorso” della socio-cultura dominante che ha sostenuta e permesso la “scelta” (ritenuta indispensabile) di restare il più possibile nella “ignoranza dell’Animato”. Scelta che, come sarà ancora detto, particolarmente per il civile-occidentale si e’ rivelata soprattutto “auto lesiva” fino “all’autodistruzione”. Un’ignoranza imposta, dunque, ma che, per esempio, comprende quella diventata addirittura “funesta” quando riguarda addirittura la “chimica organica della cellula”. Ed e’ proprio questa ignoranza che continua a restare ancora e comunque la “base” della medicina occidentale “allopatica”. Infatti, proprio questa medicina allopatica - quando non esistevano ancora i mezzi tecnologici per conoscere la struttura della cellula (v. il microscopio elettronico e i metodi di fissazione delle cellule e dei tessuti) e per questo si ignorava (quasi completamente) la sua “chimica organica”, dopo aver sopperito a detta ignoranza con teorie create ad hoc -, ha continuato a “curare le malattie” (più spesso a “cancellare i loro sintomi”), usando esclusivamente farmaci soltanto in grado di “ contrastare gli agenti morbosi ” che le causano. Ed e’ per questo che i suoi farmaci sono detti: “Allopatici”. Ed e’ per questo che la medicina occidentale ha ridotto la “mente” del paziente a semplice “spettatrice”, ad assistere passivamente a questa sorta di “ scontro tra il Bene e il Male !” (tra il medico armato del suo farmaco “allopatico” e l’agente morboso), mentre il suo “corpo” e’ diventato il “campo di battaglia” sul quale deve avvenire e avviene la questa loro “lotta”. (v. gli “effetti collaterali indesiderati” del farmaco, le “malattie iatrogene”, etc.)*-------------------------------------------------------------------* N.B. Tutto questo soltanto perché e’ la “Mitologia dell’Eroe Occidentale” - quella “calvinista”: “Ogni uomo ha il diritto-dovere di lottare per cambiare le predestinate sorti del suo Fato…”? -, che ha prevalso e ha guidato anche tutte le “scienze mediche” che sono nate sotto il “dominio” del mito dell’eroe capace di “forgiare” con le proprie mani le “armi” per combattere e sconfiggere il Male!” E cosi’ anche il “mito” che e’ stato qui portato a paragone, e’ diventato: una accettata “verita’ oggettiva ” dalla quale ha poi potuto prendere il via il “discorso” che, rispettoso di tutte le regole dell’analisi logica e della sintassi, non poteva che sfociare inesorabilmente in una serie di “realtà”. Ma che, come e’ stato definitivamente rivelato e dimostrato dalle rivoluzionarie scoperte della “biologia molecolare”: sono ormai realtà che non hanno niente a che fare con la logica della “chimica organica della cellula”. La quale, non e’ soltanto estremamente precisa, ma: e’ matematica! e soprattutto e’ unica, immodificabile e definitiva, perche’ e’ anche la sola che possa avere una cellula vivente.--------------------------------------------Una “scelta funesta”, quella “allopatica”, che alla fine ha dovuto mostrare tutti i suoi limiti.

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Basta considerare come le “rivoluzionarie” scoperte recenti e definitive del “Progetto Genoma Umano”, della “chimica organica della cellula”, della “biologia molecolare”, della “medicina molecolare”, della “medicina funzionale”, della “genomica”, etc. abbiano addirittura dimostrato inconfutabilmente come, il vero “progresso” della scienza medica – proprio perché e’ nata da quell’unico, stesso seme di “paranoia” dal quale e’ nata la “civiltà industriale” - alla fine non possa che identificarsi soltanto con la “vendita dei suoi farmaci”. E queste industrie farmaceutiche – e bisogna tenerlo sempre a mente specialmente quando si e’ “malati” -, sono e restano le stesse che hanno progredito e continuano tranquillamente a produrre i loro farmaci “allopatici” nella ignoranza di gran parte dell’Animato. Mostrano di ritenere anche questo loro enorme “vuoto di conoscenza” specifica : semplicemente: “irrilevante”. E cio’, malgrado l’ignoranza riguardi proprio quella delle scoperte della “chimica organica della cellula” che ha definitivamente devastato i principi e sovvertito le realta’ della loro medicina “allopatica”. E tanta “nefandezza”, soltanto perche’ niente deve interferire con la loro unica ragion d’essere: “vendere i farmaci prodotti all’infinito”? Ma non c’è da scandalizzarsi, se questa ennesima “impostura” e’ stata ed e’ ancora possibile, perche’, anche in questo caso si e’ potuto facilmente sopperire a tanta ignoranza con un “discorso”! Il quale - tenendo sempre nascosta, ma non potendo non sottintendere “La Premessa Universale” (v. a pag. IX della introduzione) -, parte sempre da una “seconda premessa” creata ad arte e da cui, grazie al rispetto dell’analisi logica e della sintassi, sfocia sempre una realta’ che, per esempio, in questo caso potrebbe diventare la realta’ del “principio attivo” di un farmaco e/o la realta’ del “meccanismo d’azione” di una sostanza che - proprio come avviene per le “Scienze Umane” a causa delle osservazioni solo soggettive dei comportamenti umani in situazioni sociali - e’ comunque sostenuta dai “risultati statistici” della sua “sperimentazione” in vitro, sulle cavie, sull’uomo … ma tutti rigorosamente ricavati e redatti direttamente dalla industria farmaceutica e/o dai suoi ricercatori.

Ma la prova della sicura “dabbenaggine” dell’industria farmaceutica occidentale e’ che, malgrado E. B. Wilson avesse avvertito il mondo scientifico gia’ nel 1925, soltanto nel 2001 uno dei “nuovi scienziati”, Jeffrey S. Bland ha potuto “tranquillamente annunciare” l’avvento di dimensioni epocali della “rivoluzione scientifica” che ha decretato la fine definitiva dei principi e delle realta’ della medicina e della farmacologia occidentale e di gran parte della sua ricerca.

E, sempre a ulteriore dimostrazione di come, fino ad ora, si e’ sempre deciso d’ignorare che: “(…) la logica del discorso nulla ha a che fare con la logica della chimica e della neurofisiologia del sistema nervoso umano in situazioni sociali.” (H. L.), le recenti scoperte della “chimica organica della cellula” e della “biologia molecolare”, etc. obbligano ormai gli scienziati a cambiare la loro ottica

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“allopatica”. Ma aprono anche un problema di filosofia della morale: “etico” e un problema “morale” del giusto e del doveroso ….Le molecole si “adattano” le une alle altre … Infatti, secondo questa “nuova ottica”, la definizione del 1948, dell’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) che descriveva lo stato di salute di un individuo: “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia”, per questa nuova, “rivoluzionaria scienza medica” ha perso ogni valore, perché e’ stato preso in considerazione, invece, grazie all’enorme tecnologia di cui ora si dispone, il mondo microscopico delle “molecole” e delle cellule di un organismo vivente:– a) Linus Pauling, circa sessanta anni fa, era gia’ riuscito a scoprire e a “determinare il modo in cui le molecole si “adattano” le une alle altre” e poi a dimostrare che: “questa “relazione” tra molecole controlla le funzioni delle cellule, che con la loro attivita’ funzionale, danno origine allo stato di salute, o di malattia dell’organismo.” - b) E secondo la definizione, ancora di Linus Pauling (due volte nobel), la “Malattia” e’ dovuta alle: “Alterate condizioni dell’ambientale interno della cellula”.- c) Ne consegue che il compito della “medicina del futuro” e’ ancora quello di curare la malattia, ma soltanto riuscendo a: “Creare nella cellula un ambiente interno ottimale”(L. Pauling) - d) Ma rispettando sempre e assolutamente questa fondamentale “postilla”: “ soltanto attraverso l’uso di: “ sostanze assolutamente naturali per la fisiologia della cellula.”

E sono proprio tutte queste scoperte di definitive verità scientifiche che hanno decretato la fine della medicina occidentale “allopatica”, della sua farmacologia e della sua ricerca dei nuovi farmaci “allopatici”, dimostrando inoltre, inconfutabilmente quanto e come le sue scelte siano state e ancora siano letteralmente: “funeste”.

Ma tutto questo che, com'è stato detto, e’, invece, il vero “progresso” della medicina occidentale fondato solo sulla “vendita dei suoi farmaci prodotti all’infinito”, deve restare fissa e inamovibile e lo resterà ancora, anche a causa dell’enorme potere delle industrie farmaceutiche e malgrado, non soltanto il contenuto di quasi tutte le realta’ e i principi della medicina occidentale. Ma anche la maggioranza dei suoi metodi di cura e quindi il suo persistere nell’impiego dei suoi farmaci “allopatici”, siano stati devastati, sovvertiti e definitivamente ridotti ormai al livello di pura “decenza”. E’, infatti, “indecente” – oltre che “nefasto” per coloro che soffrono! - che la maggior parte dei medici e dei farmacisti non abbiano sentito e/o ancora non sentano il dovere d’“informarsi” sulla ormai avvenuta “rivoluzione epocale”. Ma e’ ancora piu’ “indecente” che - anche quei pochissimi tra loro che sono: gli “informati” -, continuino vigliaccamente a non fare una scelta degna, ma a fare

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diagnosi e a curare tranquillamente i loro pazienti secondo i principi e le realta’ della medicina occidentale tradizionale -“allopatica” e usino ancora i suoi farmaci.E ciò, sebbene “la medicina occidentale e la sua farmacopea (e la sua ricerca), escluse le vitamine che certamente non curano “ma nutrono”, nel senso che migliorano la digestione degli alimenti, e alcuni derivati naturali (v. gli ormoni) – com'è appunto la maggior parte dei: “farmaci salva vita” che sono soprattutto degli ormoni: adrenalina, cortisolo, etc. - tra i loro milioni di farmaci e di specialità e prodotti farmaceutici vari da sempre non abbiano mai avuto: “sostanze naturali per la fisiologia della cellula”.* (n.d.a.)

GLI “INTEGRATORI BIODINAMICI” (“I.B.”E, allora, bisogna chiedersi: “Come curare se’ stesso e la propria prole dopo che le conclusioni degli studi del “Progetto Genoma Umano” (02/2001) e le contemporanee “epocali”, “rivoluzionarie scoperte” della“biologia molecolare” e quelle della “chimica organica della cellula”, della “medicina molecolare” e della “medicina funzionale” e della “genomica”, etc.GLI “INTEGRATORI BIODINAMICI” (“I.B.”E, allora, bisogna chiedersi: hanno prima devastato i principi e poi sovvertito la quasi totalita’ delle realta’ della Medicina Occidentale “Allopatica” e della sua Farmacologia e della sua Ricerca ?” molecolare” e della “medicina funzionale” e della “genomica”, etc. hanno prima devastato i principi e poi sovvertito la quasi totalita’ delle realta’ della Medicina Occidentale “Allopatica” e della sua Farmacologia e della sua Ricerca ?” Ma per fortuna, dopo averli studiati per oltre due anni, anche chi ha scritto questo testo ha trovato le inconfutabili prove scientifiche - sulle quali ha anche scommesso la sua vita! (v. alla fine del testo: la “Scommessa”) -, di come gli “Integratori Biodinamici”, dei quali sarà ancora detto ampiamente, siano “dentro” questa “rivoluzione epocale” che e’ stata appena ricordata, perche’, sono gli unici in linea con le epocali scoperte rivoluzionarie, perche’ in grado di “nutrire” direttamente la “cellula” incontrata, e di “restituirle” il suo “equilibrio termodinamico”, e di “ripristinare” tutte le sue “ funzioni” perdute, “qualunque” sia la causa della perdita! Infatti, tutti gli altri farmaci e gli integratori alimentari, e le sostanze naturali e biologiche, etc. che sono prodotti dalla medicina allopatica, ma esclusi gli ormoni e i “farmaci salva vita” – insomma quasi tutti i “mezzi terapeutici” della medicina occidentale “atti a contrastare lo stato (e/o l’agente) morboso”; tutte le “sostanze” nate da questo principio “allopatico” e prodotte secondo questa unica, dominante “logica allopatica” tradizionale -, non hanno mai avuto (non potevano e/o non dovevano avere) tutte queste capacita’. (v. di seguito, “La Mitologia dell’Eroe occidentale”). Gli “Integratori Biodinamici” (“I.B.”)E gli “Integratori Biodinamici” (“I.B.”), invece - per la prima volta nella storia della medicina mondiale -, sono gli unici prodotti nati esclusivamente secondo i

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principi della “chimica organica della cellula”, “dentro” la quale sono “naturalmente presenti”, e nella quale sono stati trovati, “scoperti”. E quindi, sono e restano gli unici in grado di immediatamente “nutrire” direttamente la cellula incontrata, di:- 1) materia (soprattutto, zuccheri, piccole molecole, grandi quantità di “Acetil Coenzima A”,etc.) - 2) “grande energia” pulita e pronta (l’“ATP”) per essere utilizzata al 99,9% dalla cellula. Ma che, non solo e’ “veramente grande” come numero di molecole di ATP. Ma e’ anche quella che - a differenza di quanto avviene nel corpo umano, in una sua naturale “via metabolica”, dove, per esempio, l’energia prodotta dalla ossido-riduzione degli alimenti e’ utilizzabile soltanto al 40% -, qui (nell’impianto industriale inventato e costruito dal loro ricercatore-scopritore) la “giusta” quantità di energia necessaria, che prima e’ fatta assorbire dal substrato, per poterla poi donare direttamente alla cellula incontrata e farle recuperare immediatamente le sue funzioni perdute, e’, invece, molto vicina a quella “ideale”, perché una parte di energia libera, grazie al lavoro di enzimi che incrementano il numero dei legami a altissima energia (v. i legami fosfoanidride, i legami fosfoestere. …), viene letteralmente: “aggiunta” al prodotto finale. - 3) essenziali “informazioni biodinamiche” – e tutte contenute nei diversi tipi di “memoria degli zuccheri” (v. per esempio il “ribosio” del DNA e del RNA) -, indispensabili al “recupero” immediato dell’“ordine interno” della cellula, del suo “equilibrio termodinamico”, e quindi, al ripristino delle “perfette funzioni” perdute dalla cellula incontrata, etc. “qualunque” sia la causa della perdita! La “medicina del futuro” e il suo, “nuovo campo” rivoluzionario di applicazione. Ma che, questa volta, e’ finalmente veramente quello “definitivo”! (... quasi la Medicina si stesse avviando a essere una: “ Scienza Esatta”?) La “medicina del futuro”, com’è stato detto, è nata con la “biologia molecolare” e la “chimica organica della cellula”, etc., anche grazie alle nuove tecnologie applicate al microscopio ottico, a quello “a fluorescenza” e al microscopio elettronico “a trasmissione” e a quello “a scansione” e alle nuove tecniche di preparazione e di colorazione dei tessuti, etc. che ormai permettono agli scienziati di vedere la “cellula viva” in piena attività mitotica e in tutti i suoi particolari e le “piccole molecole” che la compongono, fino ad alcuni dei suoi atomi …*

* N.B. La “cellula” di un organismo vivente misura (da 200 mm a 2 micron); gli “organelli” contenuti nelle cellule (da 2micron a 2nm nano micron); le “macromolecole” presenti nella cellula (da 20 nm a 0,2 nm) e cosi’ fino alle più piccole “molecole”, e ad alcuni atomi ormai visibili.

Una ripetizione indispensabile : tutto questo ha permesso di scoprire finalmente “verità scientifiche definitive” su quell’“universo-cellula” dalla sua potentissima

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“memoria”, oltre che su una grandissima parte della sua “chimica organica della cellula”. Ed e’ soltanto perché ora, finalmente conosciamo (quasi completamente) la “chimica organica della cellula” che, per esempio, possiamo affermare con il chimico Linus Pauling (due volte Nobel) Linus Pauling che, com’e’ stato gia’ detto e ripetuto, circa sessanta anni fa, era gia’ riuscito a scoprire e a “determinare il modo in cui le molecole si “adattano” le une alle altre” e poi a dimostrare che: “questa “relazione” tra molecole controlla le funzioni delle cellule, che con la loro attività funzionale, danno origine allo stato di salute, o di malattia dell’organismo.”: 1) La “malattia” e’ causata dalla: “ Alterazione dell’ambiente interno della cellula ”. 2) L’unica possibilità di “curare” e di “guarire” una qualsiasi malattia e’ riuscire a: “ Creare un ambiente interno ottimale nella cellula ”. E questo, come alla fine sara’ chiaro per tutti, e’ e restera’ il definitivo “imperativo” della “medicina del futuro”. 3) Ma, per ottener questo risultato, gli “ unici mezzi terapeutici concessi ” dalla “medicina del futuro” sono soltanto tutte le “sostanze” assolutamente: “ naturali per la fisiologia della cellula ” (L. P.). Mezzi terapeutici che - esclusi gli “I.B.” che sono gli unici già in produzione -, sono ancora tutti “in fieri” sia perché tutti ancora “inconcepibili” per la ricerca allopatica, sia perché ancora grande e diffusa e’ la mancanza della conoscenza della “biologia molecolare”, della “chimica organica della cellula”, etc.--------------------------------------------------- Le scoperte della “biologia molecolare”, e/o le scoperte del “Progetto Genoma Umano” – che, come dovrebbe essere ormai chiaro per tutti, insieme sono e si identificano anche nella scoperta della “chimica organica della cellula” –, sono la causa di questa “rivoluzione epocale” definitiva . Infatti, alla totale “mancanza di conoscenza” della “chimica organica della cellula” - perché, com’è stato detto, fino al 2001 poco o niente ancora si conosceva dell’universo-cellula -, si e’ da sempre sopperito con varie “teorie” ad hoc non tutte fortunate? Ma tutte fatte sfociare, com’è ormai noto, sempre e soltanto da un “discorso”: “la cui ragion d’essere e’ che l’analisi logica del discorso, a partire dai fatti detti obbiettivi, perviene per forza di cose alla realtà.” (da Henry Laborit). Ma nessuna di queste “realtà” costruite sulle varie teorie circa le “ipotetiche funzioni” della cellula ha avuto mai niente a che fare con la logica della “chimica organica della cellula”. La quale, invece, non e’ soltanto estremamente precisa, ma essendo “Chimica”: e’ matematica! Ma soprattutto e’ unica, inconfutabile, immodificabile, e definitiva. Ed e’ anche la sola che possa avere ormai una cellula viva. ---------------------------------- Una “scoperta” quella degli “Integratori Biodinamici” che apre una “nuova strada” inedita della ricerca, ma restando “dentro” la “medicina del futuro”… Nel “nuovo campo”, nella “medicina del futuro”, esiste anche la contemporanea

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“sorpresa” di come - e alla fine sara’ chiaro per tutti -, a questa “rivoluzione epocale” abbia indirettamente contribuito, contribuisca e partecipi, a parte, ma a pieno diritto, anche la “scoperta” e la “produzione” degli “I.B.”. Ed e’ proprio attraverso la descrizione della “scoperta”, e poi quella della realizzazione e la produzione degli “I.B.”, che si finisce, infatti, per compiere proprio quel “viaggio” che porta a percorre le tappe principali della “medicina del futuro”. Della quale, com’e’ stato detto, fa certamente parte anche questa “nuova strada” inedita della ricerca che e’ stata “aperta” dagli “I.B.”, perche’ per prima, ha portato alla “scoperta” e poi, alla produzione di “sostanze” che sono la “copia” di sostanze sempre esistite, tutte “presenti” nella “chimica organica della cellula”. Ma che, proprio per questo, sono anche le prime e uniche veramente: “naturali per la fisiologia delle cellule degli organismi viventi” (L. Pauling). E quindi, com’è stato appena detto, le uniche sostanze che si ha ormai il diritto - dovere di impiegare per “curare” le malattie, perche’ le uniche capaci di: “Creare nella cellula un ambiente interno ottimale” (Linus Pauling); (e… di restituire alla cellula il suo equilibrio termodinamico; di riequilibrare qualsiasi suo dismetabolismo; di reintegrare le sue funzioni perdute: “qualunque” sia la causa della perdita!, etc.)E gli “I.B.” sono “in linea”, non soltanto con tutte le scoperte della “biologia molecolare”, della “chimica organica della cellula”, e della biochimica delle vie metaboliche naturali dei carboidrati, semplicemente perché, non soltanto sono certamente “parte”. Ma sono anche “dentro” tutto questo. E sono anche “in linea” con i principi e i dettami della “medicina funzionale”, che da queste scoperte e’ nata. Principi e dettami che sono totalmente centrati: “(…) sul riequilibrio biochimico molecolare, sulla individualità biochimica, sulla omeodinamicità (v. le “Vibrazioni”), allo scopo di raggiungere non solo un ipotetico stato di salute, bensì una condizione di benessere ottimale.( …)” (Massimo Pandiani, “Trattato di medicina funzionale”, Milano, 2000, Tecniche Nuove, pag. 1) Insomma, secondo la “medicina funzionale”, e’: “proprio quel “fenotipo-salute” da ottenere e da conservare esclusivamente attraverso un’alimentazione “corretta” (e gli “I.B.” sono l’“Alimento”!) per la propria “individualità biochimica” (Roger Williams, 1949), la scelta dello stile di vita e dell’ambiente in cui vivere.” ( da Jeffrey Bland, citato anche da Massimo Pandiani. v. di seguito) Una definitiva, “nuova ottica”: obbligatoria, perche’ ormai, anche l’unica rimasta possibile … Ma, per poter proseguire questo viaggio intrapreso tutti insieme nel tentativo comune di capire degli “I.B.” tutto, bene e fino in fondo, e’ indispensabile, non soltanto “prendere coscienza” della avvenuta “epocale demolizione” e del “totale sovvertimento” sistematico e definitivo subito dalle varie “realtà” delle “scienze mediche” in generale (ideologie, principi, concetti, e quindi logica, e mezzi terapeutici, e ricerca, etc.). Ma anche comportarsi di conseguenza, abbandonando ogni pregiudizio (obsoleto). Ma soprattutto predisporsi a vedere gli “I.B.” sotto questa “nuova ottica” della “medicina del futuro”. E’ diventata, come sarà sempre piu’ chiaro per tutti, l’unica, vera ottica

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possibile. In quanto, e’ l’unica in grado di “mettere a fuoco” esclusivamente: tutte le “verità” scientifiche della “chimica organica della cellula”. Tutte “inconfutabili”, perché verificabili, osservabili e riproducibili, e quindi totalmente scientificamente valide. “Verità” finalmente nate - a differenza di tutte le “ottiche” passate e presenti che l’hanno dovuto, invece, sempre ignorare anche per mancanza di una tecnologia adeguata -, nel totale e “rigoroso” rispetto, e nella totale comprensione, e nella piena conoscenza della “chimica organica della cellula” e della sua logica.

MA CHE COSA SONO VERAMENTE GLI “INTEGRATORI BIODINAMICI”?

f) “Non sono un “farmaco” allopatico, omeopatico, naturale, alternativo”, etc. E per questo non hanno, e non possono avere, un “principio attivo”, un “meccanismo d’azione”, un “indice terapeutico”… Insomma sono privi di tutte quelle proprietà che nella Farmacopea Internazionale definiscono il tipo e determinano l’azione di un “farmaco” (v. f. allopatico, f. omeopatico, etc.). Una mancanza di proprietà, una “inesistenza impossibile” questa!, che letteralmente: sconcerta e/o ossessiona soltanto quelli che non vogliono, o non riescono ad entrare in questa “nuova ottica” a causa delle loro ignoranza. Mentre e’ tutto tranquillamente accettata da chi e’ già “dentro” la medicina del futuro, perché ha le sufficienti informazione sulla “biologia molecolare”, etc.

g) Non sono neppure un “integratore alimentare” ( classico ). Sebbene il Ministero della Salute li abbia registrati come: “integratori alimentari particolari” nella fascia “A”, e abbia autorizzato la loro libera vendita nelle farmacie, nelle erboristerie, etc.(E gli “I.B.” sono ora venduti liberamente anche nelle farmacie della Germania.)

h) Sono un e/o l’“Alimento”! Sono semplicemente letteralmente: “cibo”. In quanto gli “I.B.” sono principalmente ottenuti direttamente da una materia prima presente in Natura, che e’ un alimento comune, e un “cibo” molto diffuso: il “mais”. Mais certamente “non transgenico”, o che non provenga esclusivamente da garantite “culture a perfetta sanità biochimica”. Altrimenti, come sarà chiaro per tutti, gli enzimi si rifiuterebbero di lavorarlo!

Gli “I.B.” sono, allora, certamente un “alimento”. Ma che e’ reso dal lavoro degli enzimi … E’ fondamentale ripetere come, non soltanto sia diventato indispensabile. Ma ormai sia anche inevitabilmente logico (e pratico, certamente per i pazienti che continuano a soffrire! …) per tutti, entrare definitivamente nella “nuova ottica”. E allora, accettare come questi “I.B.” - che dal Ministero della Salute sono stati necessariamente registrati tra gli “integratori alimentari” classici, ma

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che, come sara’ certamente ancora più chiaro alla fine, fanno parte soltanto della sopraddetta “rivoluzione epocale” -, siano e restino comunque un “alimento”. Ma reso dal lavoro degli enzimi tanto puro e perfetto (nelle sue “vibrazioni”), da essere totalmente assimilabile dalle cellule di un qualsiasi organismo vivente sia della fauna che della flora, perché su questa Terra nella Biosfera esiste una sola una “cellula unica”! E come sia, allora, proprio questa che segue, una delle caratteristiche esclusive degli “I.B.” che li colloca di diritto “dentro” la medicina del futuro: “Gli “I.B.”sono gli unici prodotti in grado di “nutrire” direttamente la cellula incontrata …” Com’è stato già detto e ripetuto, sono gli unici prodotti che, essendo nati esclusivamente secondo la “logica della chimica organica della cellula”, sono in grado di rapidamente “nutrire” direttamente la cellula incontrata del loro contenuto di: materia, grande “energia” e di essenziali “informazioni biodinamiche” indispensabili (v. le “vibrazioni”) - perche’ tutti insieme aiutano la Natura a cambiare a far tornare nello stato ottimale l’ambiente interno della cellula incontrata -, al “recupero” immediato del suo “equilibrio termodinamico”, e quindi, al ripristino delle “perfette funzioni” della cellula incontrata, “qualunque” sia la causa della perdita! *------------------------------------* N.B. 1) E questa ultima affermazione, gia’ piu’volte ripetuta, e’ da tenere sempre presente, in quanto - pur rendendola subito “inutile” -, risponde alla prima domanda: “Ma , allora, quali sono le malattie che gli “I.B.” curano?” E/o anche:“Ma, allora, curano tutte le malattie?”2) Inoltre, come dovrebbe essere ormai chiaro per tutti: a) gli I.B. non hanno nessun principio attivo e/o un meccanismo d’azione, perché non sono un farmaco, ma l’Alimento. b) Non sono ricavati da un veleno e/o da altra sostanza tossica, etc. e quindi non hanno nemmeno un indice terapeutico, una dose minima letale (DML). c) La certezza assoluta della loro capacita’ di nutrire la cellula - che e’ soprattutto quella dei carboidrati -, non deve essere dimostrata attraverso la sperimentazione in vitro , sulle cavie e/o sull’uomo, perché sono soltanto un nutriente: l’ Alimento! . Ecco perché diventa, allora, certamente “stupida” anche quest’altra domanda possibile:“Ma dove sono le prove sperimentali che gli I.B.: “curano le malattie e/o che addirittura le guariscono?” … perché equivarrebbe a chiedere, per esempio: “Si può dimostrare che e’ il “glucosio” lo zucchero che nutre la cellula e che le fornisce l’energia necessaria per attivare le sue funzioni, per mantenere e/o ritrovare la sua

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omeostasi, per restare e/o per tornare ad essere sana e quindi, per riuscire anche a moltiplicarsi ?”------------------------------------------ Ma, altra loro caratteristica fondamentale … … e’ cio’ che – quando, o se paragonati ai farmaci allopatici, omeopatici, etc. -, li rende di nuovo eccezionalmente “unici” per l’avere conservato nel loro “prodotto” finale (lo sciroppo), nella loro stessa struttura e principalmente nelle memorie dei sui zuccheri, anche la somma (la media) di tutte le proprieta’ e le caratteristiche e le peculiarita’ dei vari enzimi (tutti presenti nella dinamica delle cellule eucariote nel loro metabolismo dei carboidrati) che hanno prodotto la “conversione biodinamica” del loro substrato. E’ questo che rende gli “I.B.” un “prodotto biodinamico” , e che fa si’ che, anche grazie alla loro”purezza”, veicolati dalla linfa e dal sangue, raggiungano rapidamente l’“interstizio”, vengano a contatto con la cellula (con i suoi “recettori di vibrazioni”) ed entrino nella “cellula” immediatamente esaudendo le sue necessita’ di materia, energia e informazione (leggi: le “vibrazioni” tra i vari polisaccaride e il loro specifico recettore presente sulla membrana cellulare.)

E’ da tutto questo che dipendono gli effetti fondamentali come, per esempio: -a) la detossificazione e il riequilibrio bio-energetico indotto nella cellula,-b) e la stimolazione del Sistema Immunitario, -c) e quello di attivazione sui sistemi enzimatici cellulari, compresi quelli di “riparazione” del DNA danneggiato, -d) e/o di normalizzazione della “trascrizione” (DNA-RNA) –e) e della “sintesi proteica”.

E’ cosi’ che ottengono il “riequilibrio fisiologico della cellula”, perche’ riescono ad equilibrare:-a) la trasmissione dei messaggi DNA - RNA - Proteine (v. le “Espressioni geniche” scoperte dalla biologia molecolare) -b) oltre che, l’attivazione delle corrette fasi metaboliche del ciclo di Krebs, per una produzione regolare di ATP per il mantenimento delle corrette fasi anaboliche delle cellule degli organismi viventi, etc.” (v. “Reazioni di energia da “esoergonica” a “ endoergonica” e “stato metastabile”) Gli “I.B.” non sono, dunque, molecole e/o sostanze “isolate”, e/o “estratte”, o “sintetizzate”… Dovrebbe apparire subito chiaro come - a differenza di quanto e’ sempre avvenuto e ancora avviene, invece, nella Farmacopea Internazionale, nella sua ricerca, e nella costruzione (sintesi) e/o nella produzione dei suoi “farmaci” in generale. Ma anche dei comuni “integratori alimentari” messi in

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commercio, etc. -, gli “I.B.” non sono molecole e/o sostanze “isolate”, e/o “estratte”, o “sintetizzate”, etc. e poi “artificialmente assemblate”, dosate, o messe insieme, o combinate, e/o stabilizzate, attivate, potenziate, etc. E neppure sono sostanze “scelte” ognuna in base alle sue specifiche caratteristiche terapeutiche, al suo principio attivo, al meccanismo d’azione, etc. insomma, ognuna scelta per tutto quell’indispensabile e quello specifico contenuto necessario per “curare” una malattia, e/o per “integrare” diete carenti e spesso irrazionali, e/o per coprire un ipotetico “fabbisogno giornaliero” dell’individuo …Gli “I.B.” sono l’“Alimento” perfetto: “naturale per la fisiologia della cellula” (L. Pauling)… com’e’ stato piu’ volte ricordato, nell’impianto della “Citozeatec” gli “I.B.”sono ottenuti esclusivamente e integralmente dal lavoro eseguito con il loro substrato di mais, in sequenza, da vari enzimi, secondo quella via metabolica scelta, sperimentata e controllata, predisposta, e “riorganizzata” dallo stesso ricercatore: un pathway metabolico integralmente derivato dalla biochimica del corpo umano. … E, alla semplice lettura dei loro vari componenti - tutti quelli riportati sulla etichetta delle singole confezioni dei vari flaconi -, gli “I.B.” oggettivamente sono e restano semplicemente e soltanto un “alimento”. E/o, secondo una pubblica dichiarazione del prof. Garattini, direttore dell’Istituto Negri di Milano - fatta durante una trasmissione di “Mi Manda RAI 3” del marzo(?) 2008, alla quale era presente anche chi ha scritto questo testo -, gli “I.B.” sono: “acqua, zucchero e un po’ di pantotenato”! Ed e’ vero! Ma soltanto se l’”ottica” resta quella allopatica! … perché in realtà, gli “I.B.” sono addirittura: la “sorpresa chimica naturale” che e’ stata sempre “presente” nella chimica organica della cellula degli organismi viventi, … proprio dove il ricercatore l’ha “scoperta”(nel metabolismo dei carboidrati). Dovrebbe ormai essere possibile rendersi definitivamente conto di come gli “I.B.” siano completamente “fuori” dalla logica della medicina ufficiale e dalla sua “ottica”, non soltanto in quanto, com’e’ stato dimostrato, sono completamente “dentro” la medicina del futuro. Ma anche perche’ - essendo stati concepiti secondo la logica della chimica organica della cellula -, sono “fuori” la comune logica allopatica. Anche se non erano stati ancora visti e scoperti, gli “I.B.” sono stati sempre “presenti” nella stessa “Filosofia della Natura”, in quella dell’“universo-cellula”, in quella della “chimica organica della cellula” … E’ cosi’ che - per tutti quelli che prima, com’e’ per chi ha scritto questo testo, non potevano ancora conoscere le scoperte della biologia molecolare - gli “I.B.”, sono sempre rimasti addirittura “inconcepibili”. Mentre restano e resteranno ancora “incomprensibili” per chiunque si ostini a restare “fuori” la “nuova ottica rivoluzionaria” della “medicina del futuro”.*-------------------------------------

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* N.B. C’e’ da chiedersi se non sia stato proprio per questo che chi e’ riuscito a “immaginarli” e poi, ha potuto “vederli” chiaramente presenti nella Natura, nella chimica organica della cellula, sia, invece, certamente libero da qualsiasi condizionamento che derivi dalle ideologie, dai concetti appresi, e/o da una conseguente logica allopatica, omeopatica, alternativa, etc. E tutto questo perche’, chi ha potuto vedere gli “I.B.”, oltre al “dono” della “vista lunga”! -, possiede anche la indispensabile esperienza pluridecennale sul lavoro degli enzimi con le sostanze organiche dei depuratori per la produzione di “bio-gas”, etc. Mentre, da solo, e’ andato costruendosi la necessaria “profonda conoscenza” della chimica organica della cellula, quella del corpo umano, delle sue vie metaboliche, etc.?---------------------------------------------------------- Infatti, gli “I.B.”, e’ necessario ripeterlo, sono a tutti gli effetti: “la sorpresa chimica naturale”. Sono la stessa “sorpresa” che si ripete sistematicamente nelle naturali vie metaboliche, perche’ e’ presente nella chimica organica della cellula. E, nel loro impianto, gli “I.B.”, nascono e si combinano e si trasformano nello stesso e unico “modo naturale” possibile: “secondo natura!”. Nascono direttamente dal lavoro di un enzima alla volta, in sequenza, nei singoli “bio-reattori” dell’impianto, da quel “substrato specifico” fatto principalmente di mais, del suo amido, di alcune vitamine, e di altro che fa parte del loro no-out .” Ma tutte sostanze che, e’ necessario ricordarlo, devono essere certamente “purissime”e tutte “biologiche” . Altrimenti sarebbero immediatamente rifiutate, scartate, e quindi non lavorate dagli enzimi. (v.”Alcuni aggiornamenti sugli enzimi”) E’ cosi’ che ogni “singola molecola” degli “I.B.” … … e’ un “sottoinsieme” della “struttura-cellula”. Ed e’ presente nella chimica organica di ogni cellula vivente … Ed e’ proprio qui che sono stati cercati e scoperti. E, in questo impianto, ideato per produrre gli “I.B.” che ogni loro molecola - nel totale rispetto della chimica organica della cellula, e delle vie metaboliche naturali (dei carboidrati), etc. -, si forma e nasce completamente: “secondo natura”! In quanto, com’e’ stato detto e ripetuto, gli “I.B.” sono il loro “prodotto” finale (tutto quello delle varie molecole) estremamente puro, e totalmente naturale, “biologico”. Infatti, sono la “sorpresa chimica naturale”, che non e’ altro che il frutto, il “risultato” del preciso e meraviglioso lavoro di alcune delle piu’ perfette “macchine biologiche”: gli “enzimi”! Enzimi tutti selezionati, e prescelti ad hoc , proprio per quella particolare sequenza ideata (e lungamente sperimentata), e prestabilita, in modo che quel “substrato specifico” (matematicamente) segua, tra le tante vie metaboliche che pure sono offerte dalla Natura, soltanto quella via metabolica scelta e voluta, e non altre. --------------------------------

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Una divagazione… ma forse, comunque utile: la “Mitologia dell’Eroe Occidentale”. Ma, per comprendere sempre meglio il tutto, va anche ricordato quanto avviene, invece, nella ideazione, realizzazione e produzione dei farmaci allopatici, omeopatici, etc. Dove l’intervento dell’uomo e’ certamente diretto, reiterato, indispensabile e determinante (v. per esempio, la necessaria sperimentazione sugli altri esseri viventi fatta dall’uomo. E poi, quella su se’ stesso, che e’ obbligatoria per tutti i farmaci. Ma lo e’ soprattutto per quei farmaci che contengono e/o sono estratti direttamente da sostanze tossiche, e/o da veleni, etc.) Tutto questo soltanto perche’ e’ la “Mitologia dell’Eroe Occidentale” (quella “calvinista”: “ogni uomo ha il diritto-dovere di lottare per cambiare le predestinate sorti del suo Fato…), che ha prevalso e ha guidato e ancora guida queste scelte (e quindi, anche quelle della medicina omeopatica, delle medicine naturali, alternative, etc. e della loro farmacopea, della loro ricerca, e dei loro mezzi terapeutici, etc.) E tutte le “scienze mediche” sono nate sotto il “dominio” della logica del Mito dell’eroe capace di “forgiare” con le proprie mani le armi per combattere e sconfiggere il Male! E proprio per questo la medicina ufficiale si definisce: “allopatica”! Scelte che ora appaiono tutte come affette proprio da questa sorta di “vizio di forma” iniziale, in quanto, a causa della devastazione e del sovvertimento subito, tutte hanno finito con il dimostrare anche queste due cose perlomeno (certamente) paradossali: - a) sono nate, e si sono poi costruite, strutturate e imposte. Ma senza mai conoscere la unica “verita’ scientifica” indispensabile e fondamentale: quella della “chimica organica della cellula”. - b) e come, allora, “il postulato” (la premessa) del loro teorema che spiega i principi e contiene anche la logica delle loro scelte, sia quasi esclusivamente basato soltanto sulle piu’ fortunate “teorie sul funzionamento della cellula” che si sono sistematicamente sostituite alla mancanza di conoscenza della chimica organica della cellula. E cosi’ il “mito” ricordato, e che e’ qui portato a paragone, e’ stato, ed e’ allora, diventato, insieme alle “teorie sul funzionamento della cellula”, per tutti: quella “verita’ oggettiva accettata”, dalla quale ha poi potuto prendere il via quel “discorso” che, fatto sempre in modo rispettoso di tutte le regole dell’analisi logica, non poteva e non puo’ che sfociare, ogni volta, inesorabilmente in una serie di “realta’” (Henry Laborit) . Ma che, come e’ stato definitivamente rivelato e dimostrato dalle scoperte della biologia molecolare: non hanno niente a che fare con la logica della “chimica organica della cellula”. La quale, non e’ soltanto estremamente precisa, ma: e’ matematica! Ma soprattutto e’ unica, immodificabile e definitiva. Ed e’ anche la sola che possa avere una cellula vivente. E volendo divagare, anche se soltanto ancora un attimo …

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La spiegazione del “vizio di forma” iniziale potrebbe essere immaginata, per esempio, nell’antichissimo, primo significato che e’ stato scelto di dare al verbo “curare”? (v. il “Vocabolario della Lingua Italiana”, Treccani editore.) 1) Non e’ stato scelto quello di: a.“sottoporre un malato alle cure necessarie per la sua guarigione”, che presuppone una sicura solidarieta’ umana che privilegia il completo rispetto del malato-persona e del suo stato. 2) Ma, grazie al mito dell’eroe, e’ possibile credere che sia stato “subito” preferito, invece, il secondo significato, quello di: b.“combattere uno stato morboso con mezzi terapeutici”, che di fatto, non soltanto ha privato il malato della solidarieta’ (e del rispetto per la sua persona e/o) per il suo stato. Ma ha anche, paradossalmente ridotto la sua anima a fare da “spettatrice”, e il suo corpo (la sua “pelle”) alla stregua di un “campo di battaglia”, dentro e/o sul quale l’ eroe entra armato di tutto punto (piu’ spesso pesantemente armato) per affrontare e sconfiggere il “Male”. E l’eroe sa che puo’ e deve farlo, in quanto nelle sue “qualificate” mani di definitivo: “Eroe Istituzionalizzato”, e’ stato direttamente consegnato anche un altro “potere enorme”, quello di vita o di morte sul paziente! ( v. a proposito anche il pensiero di : Massimo Pandiani, “Trattato di Medicina Funzionale” Milano, 2000, ed. Tecniche Nuove, pag. 1)E per finire , ecco il pensiero di H. G. GADAMER:“[…] Allora, in un certo senso il medico rappresenta la professione emblematica, perché il suo compito non consiste nel “produrre”, bensì nel prestare aiuto, facilitare all’essere vivente il ritorno in salute e il rientro nella vita. Il medico non potrà mai avere la completa illusione che caratterizza la capacità pratica e la produzione. Egli sa che nel migliore dei casi a trionfare non è lui stesso o la sua abilità, ma la natura sostenuta dal suo aiuto. Di fatto questa è la straordinaria posizione della medicina nel complesso della scienza. […] La scienza medica è l’unica in fondo a non produrre nulla, ma a dover fare i conti espressamente con la prodigiosa capacità della vita di ristabilirsi ed equilibrarsi da sola. Il compito peculiare del medico consiste proprio nell’aiutare a conseguire il ristabilimento della salute.” (H. - G. Gadamer, “Dove si nasconde la salute”).

“ La medicina non e’ una “scienza esatta”.” Ma la chimica organica si’!: “E’ matematica !” Ed e’ proprio nel rispetto di questa ultima “verita’” che appunto recita: “la Chimica e’ una scienza esatta”, la “chimica organica della cellula” e’ quindi “matematica!” - che e’ certamente tra le verita’ scientifiche inconfutabili e dalla quale dovrebbe poter finalmente nascere una “scienza esatta?” -, che la produzione degli “I.B.”, com’e’ stato ripetuto fino alla nausea, non poteva che avere origine dall’esclusivo, lavoro “chimico-matematico” naturale fatto

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nell’impianto, in sequenza, dalle piu’ perfette “macchine” del mondo, delicatissime e sensibilissime “macchine biologiche”: gli enzimi. Nell’impianto tutto avviene naturalmente senza nessun’altra manipolazione possibile: chimica, o meccanica, o fisica, e/o altro tipo di intervento dall’esterno che non sia stato gia’ perfettamente “trovato” e poi, stabilito, calibrato e monitorato, sia durante la delicatissima fase di creazione degli “I.B.” (v. la progressiva “messa in-forma” del loro substrato da parte dei vari singoli enzimi…), sia dopo la loro nascita! Altrimenti, a causa di una qualsiasi interferenza, gli enzimi interromperebbero immediatamente la loro azione con il substrato, e quindi, la produzione degli”I.B.”e/o tutto il lavoro andrebbe distrutto.(v. di seguito “Alcuni aggiornamenti sugli enzimi”) Ma soltanto per chi ha ancora voglia di approfondire la conoscenza generale e su tutto quanto e’ stato detto fino ad ora , e’ necessario soffermarsi ad analizzare, per esempio, uno dei vari “tipi” e “forme” (sono quattro) degli “I.B.” “Come e’ stato già detto, gli “I.B.” hanno ricevuto la loro “conformazione” dalla catena di enzimi, tutti simili a quelli presenti nei cicli metabolici delle cellule naturali nucleate (eucariote). Di conseguenza l’evento catalitico prodotto dagli enzimi ha trasferito nella loro conformazione finale, anche l’ “informazione biologica” della costituzione degli stessi enzimi.Il “Citozym” quindi è una sostanza che possiede “anche” tutte le informazioni provenienti dal lavoro sequenziale di questa catena enzimatica di enzimi, fatta sul suo substrato (amido del mais). “Nella pratica la cosa si fa più complessa”. Infatti, per realizzare tutto questo – per ottenere che il prodotto finito sia dotato di tutta l’attività “biodinamica” che gli e’ stata trasferita sotto forma di energia e di informazione dagli enzimi dell’organizzazione enzimatica -, si devono conoscere, per esempio, le singole differenze dei “tempi di permanenza” (dell’enzima e del substrato) nel “bio-reattore”. Ma anche le condizioni ambientali ottimali (v. i parametri interni del singolo “bio-reattore”) per il lavoro di quel singolo enzima, e poi quelle dell’altro, e così di seguito. Ma e’ proprio questa attività “biodinamica” - ricevuta direttamente dagli enzimi -, che permette al Citozym di “collidere” (di urtare) immediatamente le cellule (v. di seguito, per esempio, anche come, l’“energia di attivazione” necessaria per “ innescare” una reazione sfavorita, sia = alla forza di collisione tra le molecole, che a sua volta dipende dal calore prodotto, dalle vibrazioni, etc. …) Ad essere “collise” sono proprio tutte quelle cellule che conservano al loro interno sostanze tossiche o quant’altro di dannoso, ma di irriducibile per la cellula (virus, batteri, tossine, veleni, etc.), di non “completamente” trattabile. Sono tutti quei “residui” (cataboliti) che vengono in parte trasformati in “gas metano”, mentre una parte, (dopo essere stata espulsa dalla cellula) viene eliminata attraverso gli emuntori naturali (fegato, intestino, rene, polmone).

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E tutto questo il Citozym lo fa semplicemente innescando subito una reazione di innalzamento dell’energia G° , superando, in questo modo, la barriera “dell’energia di attivazione”. Tale energia (G) – spesso ottenuta anche dalla diretta degradazione delle stesse tossine (presenti nell’interstizio, e/o nella cellula) -, viene fornita alle cellule per essere utilizzata nei loro meccanismi metabolici, per riattivare i meccanismi “nobili” della funzione cellulare (biosintesi e funzioni cellulari, soprattutto e in generale).” “Reazioni di energia da “esoergonica” a “ endoergonica” e “stato metastabile” …” Premesso che, per la maggior parte delle “reazioni biologicamente importanti” a temperatura cellulare normale, l’“energia di attivazione” è sufficientemente alta (come livello) da far si’ che la “quantità” (come numero) di molecole che possiedono questa energia in ogni istante sia estremamente bassa (scarsa). Ne consegue che nelle cellule le velocità delle reazioni non catalizzate (da enzimi) sono “stazionarie”. E ciò, sebbene queste molecole siano dei “reagenti potenziali” nelle reazioni termodinamicamente favorevoli. In altre parole, esse sono “termodinamicamente instabili”. Ma non hanno (non devono avere) la sufficiente energia per “superare la barriera” della “energia di attivazione”. Si dice che queste molecole “apparentemente stabili” siano in uno: “ stato metastabile”. L’elevate “energie di attivazione” e il conseguente “stato metastabile” dei costituenti cellulari sono quindi: “essenziali”!, perché la “vita” per sua stessa natura è !, e deve essere mantenuta in uno “stato stazionario”, che sia lontano “dall’equilibrio”. Se non fosse per lo “stato metastabile”, tutte le reazioni procederebbero velocemente verso l’equilibrio; e la “vita” cosi' come la conosciamo non sarebbe possibile. La “vita”, lo scorrere della vita, pertanto dipende proprio dal fatto che le “energie di attivazione” sono elevate, perché e’ cosi’ che viene impedito che si verifichino reazioni cellulari anche in “assenza” dell’opportuno catalizzatore (l’attivazione del quale e’ tenuta sotto controllo attraverso, il feedback negativo, i siti allosterici, etc.) Ma l’“assenza” dell’opportuno catalizzatore, e/o della sua attivazione, si verifica sia quando mancano i “giusti catalizzatori” (per esempio, perché la cellula non e’ più in grado di sintetizzarli) e/o sono insufficienti e/o sono danneggiati, etc. Ma soprattutto avviene: sempre!, quando sono usate delle “sostanze chimiche” (e/o farmaci) che “disattivano” le regolari funzioni degli enzimi, non soltanto quelle di “catalizzatori”. Ma anche quelle dei relativi: “controlli allosterici” della “velocità” delle reazioni enzimatiche. E diventa allora veramente preziosa la “biodinamicità” che, come e’ stato detto, e’ presente nel “substrato”, nel “prodotto finale”, negli “I.B.” *---------------------------------------------------------

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* N.B. E’ necessario, allora, ma e’ stato già detto, tenere sempre presente il significato di : “prodotto biodinamico” , e quindi, dei suoi effetti fondamentali: - a) di detossificazione e di riequilibrio bio-energetico indotto nelle cellule. - b) di stimolazione del Sistema Immunitario.- c) di azione di attivazione sui sistemi enzimatici cellulari, compresi quelli di “riparazione” del DNA danneggiato. – d) di normalizzazione della “trascrizione” e della “sintesi proteica”. In poche parole di “riequilibrio fisiologico della cellula” attraverso un equilibrata trasmissione di messaggi DNA-RNA-PROTEINE (v. le “Espressioni geniche” tra le scoperte della biologia molecolare a pag. 19) oltre che, l’attivazione delle corrette fasi metaboliche del ciclo di Krebs, con produzione regolare di ATP PER IL MANTENIMENTO DELLE CORRETTE FASI ANABOLICHE DELLE CELLULE DEGLI ORGANISMI VIVENTI.Un elenco da leggere e/o da consultare:Gli “I.B.” possono risultare certamente efficaci soprattutto nel correggere i dismetabolismi, le malattie, per esempio, caratterizzate da:1)Secrezione organo - dermale, muco - dermale, ecc. (come, per esempio, ipercolesterolemia; affezione muco purulenta delle vie aeree; emorroidi; ipersecrezione ormonale; sudorazione atipiche; desquamazione cutanea; epistassi; rinorrea acuta e cronica, etc.)2)Infiammazione acuta organo - dermale, muco - dermale, ecc. (come, ad esempio, glomerulo nefrite acuta, pericardite acuta, epatite acuta, pancreatite acuta, tonsillite acuta, febbre ecc.)3)Infiammazione cronica e stasi accumulativi organo - dermale, muco - dermale, ecc. (ad esempio epatite cronica, rinite cronica, bronchite cronica, nefrolitiasi, litiasi biliare, cisti ovariche, cisti alla tiroide, poliposi della laringe, stitichezza cronica ecc.)4)Impregnazione e sclerosi organo - dermale, muco - dermale, ecc. (ad esempio raffreddore da fieno, rinite vaso-motoria, verruche, noduli della tiroide ed altri tumori benigni, ipoacusia, acufeni, miocardite, tachicardia parossistica, linfatismo, tonsillite cronica con gonfiore e placche, albuminuria al primo stadio, ematuria, osteoporosi, osteomalacia, miomi uterini, ipertrofia prostatica benigna ecc.)5)Degenerazione organo - dermale, muco - dermale, ecc. (come diatesi emorragica, malattie del sangue, linfomi maligni, impotenza, sterilità, cachessia, esaurimento astenico, poliposi intestinale, psoriasi, atrofia ghiandolare, malattie auto-immuni ecc.)6)Neoplasie organo - dermale, muco - dermale ecc.(come tutte le forme di tumori maligni e metastatici) (attingere dalla tavola delle omotossicosi).7)Infine in tutti i casi in cui è necessario attivare una respirazione cellulare (vedi casi di stress ossidativo) o ripristinare una vicariazione regressiva utile ai fini dell’omeostasi salutistica.

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Altra fondamentale proprieta’ degli “I.B.” e’ inoltre, la sicura “azione di drenaggio” di questo prodotto. … Con il conseguente risultato di: - a) ripristino delle normali funzioni enzimatiche intra-cellulari –b) neutralizzazione ed espulsione delle “tossine” dagli spazi mesenchimali intercellulari, grazie a un totale “meccanismo di sfaldamento” - c) e allo sblocco ed al restauro degli anelli metabolici, deputati alla “produzione di energia” la cui “non funzionalità” rappresenta l’“innesco” della “intossicazione cellulare”.Tutte queste proprieta’ possedute dagli “I.B.”, com’e’ stato detto, sono state acquisite e conservate nella loro struttura (materia). E sono la somma (la media) delle proprieta’ degli enzimi che hanno lavorato con il loro “substrato”, semplicemente “informandolo”, mettendolo “in-forma” grazie alla memoria degli zuccheri!( v. il “ribosio” del DNA e del RNA) ----------------------------- Ma a questo punto, soltanto per coloro che hanno voglia di approfondire l’argomento, sono necessari:Alcuni aggiornamenti sugli enzimi (una sintesi modificata, da internet)Un enzima (dal greco ἐ ῳ ν ζύμ [en zýmō], nel lievito) è una proteina (in maggioranza allosterica) in grado di catalizzare una reazione chimica. Il processo di catalisi indotto da un enzima (come da un qualsiasi altro catalizzatore: un singolo metallo o una piccola molecola) consiste in una accelerazione della velocità della reazione e quindi in un più rapido raggiungimento dello stato di equilibrio termodinamico nella cellula. Un enzima accelera unicamente le velocità delle reazioni chimiche, diretta ed inversa (dal composto A al composto B e viceversa), senza intervenire sui processi che ne regolano la spontaneità. Il suo ruolo consiste nel facilitare le reazioni attraverso l'interazione tra il substrato (la molecola o le molecole che partecipano alla reazione) ed il proprio sito attivo (la parte di enzima in cui avvengono le reazioni di accoppiamento dell’enzima con il suo substrato specifico), formando un complesso di transizione e poi, quindi il “prodotto” finale. Avvenuta la reazione, il prodotto viene allontanato dall'enzima, che rimane disponibile per iniziare una nuova reazione. L'enzima infatti non viene consumato durante la reazione.

In base alle loro proprieta’, esistono sei differenti classi di enzimi:

EC 1 - Ossidoreduttasi: catalizzano reazioni di ossidoriduzione;

EC 2 - Transferasi: catalizzano il trasferimento di un gruppo funzionale ;

EC 3 - Idrolasi: catalizzano l'idrolisi di vari tipi di legame chimico;

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EC 4 - Liasi: catalizzano la rottura di vari legami attraverso metodi alternativi all'idrolisi o all'ossidoriduzione;

EC 5 - Isomerasi: catalizzano le isomerizzazioni all'interno di una molecola;

EC 6 - Ligasi: catalizzano il legame tra due molecole attraverso un legame covalente.

Funzioni biologiche degli enzimi Gli enzimi portano a termine una gran quantità di funzioni all'interno degli organismi viventi (circa 1000 al secondo, per una quantita’ di circa diecimila biosintesi di proteine e/o di enzimi, delle quali necessita una cellula nelle ventiquattro ore.) Una delle caratteristiche più importanti degli enzimi è la possibilità di lavorare in successione, creando un pathway metabolico. Nei pathway, ogni enzima utilizza il prodotto della reazione precedente come substrato. È la presenza degli enzimi a determinare i vari passaggi (obbligati) del pathway: senza enzimi, il metabolismo non passerebbe attraverso gli stessi passaggi e non sarebbe in grado di generare i giusti prodotti ad una velocità sufficiente per le esigenze della cellula. Ad esempio, un pathway come la glicolisi non potrebbe esistere in assenza degli enzimi che la compongono. Il glucosio, ad esempio, è in grado di reagire direttamente con l'adenosintrifosfato (ATP) per essere fosforilato su uno o più carboni, ma in assenza di enzimi questo avverrebbe a velocità tanto ridotte da essere insignificante. La rete del metabolismo cellulare dipende dunque dal set di enzimi funzionali presenti. Un'altra importante funzione degli enzimi è correlata alla digestione negli animali. Enzimi come le amilasi e le proteasi sono in grado di ridurre le macromolecole (nella fattispecie amido e proteine) in unità semplici (maltosio e amminoacidi), assorbibili dall'intestino. In alcuni casi gli enzimi necessari alla digestione possono essere prodotti da organismi ospiti del tubo digerente. Essi sono anche fondamentali per la trasduzione del segnale e la regolazione dei processi cellulari. In particolare, questi processi sono coordinati solitamente da chinasi e fosfatasi. Gli enzimi sono anche in grado di generare movimento, come avviene ad esempio con la miosina, che idrolizza l'ATP generando la contrazione muscolare, o con il trasporto di molecole nei vari dipartimenti cellulari attraverso (lungo) il citoscheletro. Altre ATPasi, localizzate presso le membrane cellulari, sono le pompe ioniche, coinvolte nel trasporto attivo.

Struttura e funzionamento degli enzimi L'attività degli enzimi, che sono proteine, è determinata dalla loro struttura quaternaria (ovvero dalla conformazione tridimensionale che determina le

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funzioni degli enzimi e di tutte le proteine in generale). La maggior parte degli enzimi presenta dimensioni decisamente maggiori dei substrati su cui agiscono. Solitamente la regione (il sito attivo) dell'enzima coinvolta nell'attività catalitica è molto ridotta (conta spesso solo 3-4 amminoacidi). La regione contenente questi residui catalitici, nota come sito attivo, si occupa di prendere contatto con il substrato e, una volta saggiata la sua compatibilita’specifica, di portare a termine la reazione. Gli enzimi possono anche contenere regioni che legano cofattori (singoli metalli o piccole molecole) necessari per la catalisi. Alcuni enzimi presentano anche siti di legame (allosterici) per piccole molecole, spesso prodotti diretti o indiretti della reazione catalizzata. Tale legame (presenti nelle proteine allosteriche come in maggioranza sono gli enzimi, che hanno infatti, due conformazioni e due siti collegati tra loro) può incrementare o ridurre l'attività dell'enzima, attraverso una regolazione a feedback negativo. …

--------------------------------------------------Altre caratteristiche ed “esclusive” proprieta’ acquisite e fatte proprie dagli “I.B.”, grazie al lavoro degli enzimi … Dovrebbe allora essere ormai chiaro per tutti, perche’e’ stato ripetuto fino alla nausea, che – proprio come avviene nel corpo umano (ma ogni volta soltanto secondo quel particolare pathway metabolico dei carboidrati …) – nel loro impianto industriale gli enzimi, uno alla volta, lavorano, in sequenza, (la materia prima) il “substrato”: l’amido del mais, per fare in modo che il “prodotto” preparato dal primo enzima possa divenire proprio quel “substrato specifico”: l’unico idoneo e pronto ad essere accettato e lavorato dal secondo enzima. E poi, di seguito, il “prodotto” del secondo enzima diventa, e’ proprio il “substrato specifico” del terzo enzima, etc. E a questo punto e’ fondamentale ricordare come i vari enzimi naturalmente lavorino, uno alla volta. Ma ognuno solo con il proprio “substrato specifico”. Ma nell’impianto, per il lavoro degli enzimi, vengono create e mantenute condizioni ambientali al massimo della perfezione che, com’e’ facile intuire, difficilmente si verificano sempre e completamente negli organismi viventi. E’ importante soprattutto anche notare, come in questo caso, nell’impianto progettato e realizzato per produrre gli “I.B.”, questo stesso lavoro sia svolto dagli enzimi sempre nel “migliore ambiente possibile”, e quindi, come questi possano lavorare sempre al massimo della loro efficienza e del migliore risultato finale. In quanto - a differenza di come possa, invece, “difficilmente” succedere e realizzarsi in un ambiente naturale e/o negli organismi viventi, nel corpo umano, che e’ continuamente sottoposto a sollecitazioni e a vari stimoli interni ed esterni … – nell’impianto tutto avviene sempre secondo “tempi precisi”, secondo il ritmo che e’ costantemente scandito dalla Natura, dalla chimica organica della cellula che, com’e’ noto, e’ ricchissima di “sistemi di controllo” sia , per esempio,

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sull’attivita’ degli enzimi (v. i siti allosterici), sia sulle altre funzioni, come la biosintesi, etc. (v. il feed-back negativo, etc.) in quanto qui (nell’impianto) tutto e’ “copiato” dalla naturale sequenza enzimatica della biochimica del corpo umano. Infatti, ed e’ anche questa una differenza fondamentale, qui tutto avviene in appositi, particolari “bio-reattori” (computerizzati) dall’ambiente interno tenuto costantemente sotto controllo, in modo che tutti i parametri (pressione interna, temperatura, pH, concentrazione salina, etc.), siano quelli “giusti” (tutti quelli faticosamente trovati e messi a punto in oltre un decennio di sperimentazione), e siano e restino costanti e immodificabili. E’ per questo che, in ogni “bio-reattore”, per esempio, l’ossidazione enzimatica dei carboidrati – che tra le tre vie principali, e’ questa dei carboidrati la via metabolica scelta dallo scopritore degli”I.B.” -, e quindi tutto il lavoro svolto dagli enzimi e’da considerare sempre ai limiti possibili della “perfezione biochimica”. E’, allora, necessaria una descrizione tecnica, soltanto per spiegare come : la parte di energia che resta nei “pacchetti” di energia presenti negli “I..B.”, sia sempre “totalmente” utilizzabile dalla cellula al 99,9 % e non soltanto al 40%, come, invece, avviene, nelle vie metaboliche e nelle cellule degli organismi viventi … Infatti : * -------------------------------------------------* N.B. Anche l’energia ottenuta da detta ossidazione degli alimenti e’, alla fine, soltanto quella: pulita e sfruttabile al massimo da ogni cellula. E’ energia pronta per esser utilizzata da ogni singola cellula incontrata dagli “I.B.”. In quanto, e’ la stessa energia che e’ prima subito messa in riserva nelle molecole di ATP (adenosintrifosfato) e di NADPH (nicotinammide dinucleotide fosfato), grazie ad una reazione di condensazione che consuma una molecola di acqua e crea legami covalenti ad energia forte. Ed e’ cosi’ pronta per essere utilizzata (grazie alla idrolisi delle stesse molecole) nelle migliaia di biosintesi di proteine e di enzimi (Vm = 1000 al secondo, fino a circa diecimila per ogni cellula nelle 24h). E per le altre innumerevoli funzioni di ogni singola cellula che richiedono l’impiego di grandi quantita’ di energia, essendo tutte “reazioni sfavorite” in quanto devono fare “ordine vitale”, e non produrre entropia. Ma devono, invece, produrre ordine nell’ambiente interno della cellula; creare, sostenere e conservare il suo equilibrio termodinamico, negativizzando l’entropia. E cio’, grazie all’“informazione dinamica” ricevuta dal “substrato”da parte degli enzimi, etc. Ma anche qui (nell’impianto) una parte dell’energia e’ comunque dissipata in calore. In quanto e’ sempre una parte della stessa energia libera (ma in quantita’ diversa) che, nelle vie metaboliche degli organismi viventi (nel sistema cellula-ambiente), per restare nel secondo principio della termodinamica, necessariamente e naturalmente viene

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“dissipata” in calore (che, com’e’ noto a tutti, crea disordine = entropia, ma anche vibrazioni, scontri tra molecole, etc.) ----------------------------------------------------------------------------------In realta’, poiche’ una cellula in disfunzione ha certamente “fame” di energia, in quanto non riesce piu’ a produrla in quantita’ sufficiente, qui, nell’impianto, com’e’ stato gia’ detto, per raggiungere la quantita’ “ideale” per ogni cellula, una parte di energia viene letteralmente “aggiunta”. Inoltre, sempre nell’impianto, e per gli stessi motivi, anche la “conversione biodinamica” del loro substrato e’ da considerare certamente completa e precisa. E quindi, la “messa in forma” degli “I.B.” operata dagli enzimi e’ al massimo possibile, e, per questo, e’anche certamente precisa, al massimo della perfezione fisico-chimica. Sono, infatti, proprio queste essenziali “informazioni biodinamiche”, le stesse che finiscono con il far parte integrante della materia informata (della sua “messa in-forma”, v. l’esempio del “Citozym”), di cui e’ fatto il prodotto finale. E le perfette “macchine biologiche” (gli enzimi) quindi, non possono che dare al “substrato” soltanto la loro informazione. Ma che e’ una informazione dal contenuto assolutamente esclusivamente naturale, pronto e perfetto per la cellula. In pratica, sono gli “I.B.”naturalmente informati che, anche per questo, sono in grado di ridare, fornendo esclusivamente proprio quelle essenziali “informazioni biodinamiche” acquisite, l’indispensabile, il “vitale” equilibrio termodinamico alla cellula incontrata, ristabilendo l’ordine interno ottimale della cellula, negativizzando la sua entropia, reintegrando e poi, restituendole tutte le sue funzioni di cellula sana, “qualunque” sia la causa della perdita!

N.B. In un Sistema Chiuso , quando aumenta l’informazione, cresce l’ordine e diminuisce il disordine e quindi, l’entropia tende a diminuire fino a scomparire. E nella cellula torna il suo “equilibrio termodinamico”. Si ricorda, che ogni organismo vivente e’ soltanto un “sistema chimico”, ma aperto all’ambiente, ed e’ quindi, per vivere, per mantenersi in vita, condannato ad una lotta infinita e immane, a combattere contro la sua entropia interna, favorita dalla seconda legge della termodinamica che domina nell’universo. E’ questa una delle differenze tra gli organismi viventi e il mondo inanimato: per vivere la cellula deve consumare energia per fare e conservare un assoluto ordine nel suo ambiente interno (omeostasi, o equilibrio interno). E una cellula viva, ma “sana” ha un “ambiente interno ottimale” garantito dal suo costante equilibrio termodinamico. E questo, mentre fuori, al suo esterno, nell’ambiente che la circonda e nell’universo nel quale e’ immerso il suo “sistema chimico” domina, invece,

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il disordine, l’entropia. Una entropia universale che ogni cellula, ogni essere vivente contribuisce a far crescere, proprio mentre (e perche’) fa ordine nel suo ambiente interno, etc. Allora, … forse, gli “I.B.” sono anche quell’“alimento perfetto” che e’ possibile “usare”, per esempio, a “correzione degli errori alimentari”? Ma - continuando nell’impegno di continuare a vedere ormai gli “I.B.” soltanto secondo la “nuova ottica” della rivoluzione epocale -, ecco che le loro meraviglie non finiscono qui! E ci si rende subito conto di come, non solo entrino a far parte delle “medicina del futuro”. Ma anche come gli “I.B.”, in quanto l’“Alimento” perfetto, potrebbero essere considerati a ragione, per esempio: quell’alimento perfetto anche per la nuova “medicina funzionale”, da “usare” a correzione degli “errori alimentari” fatti? E, come sara’ sempre piu’ chiaro per tutti, principalmente, soprattutto: e’ nella “Prevenzione” che dovrebbero essere soprattutto usati gli “I.B.”, perche’ sono anche in grado di riequilibrare qualsiasi tipo di dismetabolismo che con il suo squilibrio potrebbe dare inizio alla malattia…La nuova “medicina funzionale” infatti - come sara’ detto e ripetuto, lega la protezione e la conservazione (la “prevenzione”!) del “fenotipo-salute”, e/o la riorganizzazione ed il recupero del “fenotipo-malattia” di un individuo e la sua lotta contro i danni dell’invecchiamento -, proprio, a quella “espressione genica”, ogni volta, “mirata”, sollecitata e ottenuta dal “nucleo” della cellula, grazie alla attivazione, o all’inibizione dei geni con l’apporto delle “giuste molecole” attraverso tutte quelle assunte esclusivamente con una alimentazione corretta per la propria “individualita’ biochimica” … Molecole che siano, dunque, tutte in grado di “colloquiare” con la cellula (con le molecole della cellula), di determinarne la funzione, e di stimolare o inibire (attivare o disattivare), proprio quei determinati geni; riuscendo cosi’ ad agire direttamente sulla costituzione del proprio “fenotipo”(… grazie sia a una alimentazione corretta per la propria individualita’ biochimica, sia allo stile di vita, e all’ambiente. …) * ------------------------------------------------* N.B. A dimostrazione di quanto e’ stato appena accennato circa il “colloquiare” tra molecole ingerite e quelle della cellula, due tra gli esempi classici sono: - a) l’assunzione nell’anemia falciforme, di una sostanza, l’idrossiurea o il butirrato: un sorta di integratori alimentari in grado di riattivare (risvegliare) addirittura un gene fetale, quello della emoglobina fetale, la quale andandosi a legare alla emoglobina presente nel globulo rosso falciforme, ne impedisce la cristallizzazione. – b) la niacina, e’ una vitamina presente nel fegato bovino che “mangiato” fa guarire dalla pellagra.

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(da Jeffrey Bland “Nutrizione Genetica”, Milano, 2001, ed. Tecniche Nuove, pag. 27)--------------------------------------------------------

Ma per lasciare a tutti (pazienti, medici e farmacisti) una completa “liberta’ di giudizio” * , e’ necessario fornire prima le giuste informazioni sui cosiddetti “cambiamenti rivoluzionari” apportati dalle scoperte scientifiche della “biologia molecolare”.

Alcune informazione sulle principali rivoluzionarie scoperte della “biologia molecolare”:Una premessa degli Autori del Testo di “Biologia molecolare”gia’ riportato nella introduzione:

“Accettare che i viventi non siano altro che sistemi chimici potrebbe riuscire difficile sulle prime. La varieta’ incredibile delle forme, i comportamenti apparentemente intenzionali, la capacita’ di crescere e riprodursi, tutto sembra mettere la vita in una categoria a parte rispetto al mondo dei solidi, dei liquidi e dei gas, che normalmente si descrive in termini chimici. Non per niente fino al XIX secolo era opinione diffusa che gli animali contenessero una forza vitale, un “anima”, cui dovevano le loro pecularita’.Oggi sappiamo che in un organismo vivente nulla contraddice le leggi della fisica e della chimica, anche se la chimica della vita e’ del tutto speciale. Innanzitutto si basa quasi totalmente sui composti del carbonio, il cui studio viene appunto chiamato chimica organica. In secondo luogo dipende quasi esclusivamente da reazioni chimiche che avvengono in soluzione acquosa, e nella gamma di temperature piuttosto ristretta tipica del pianeta Terra. Poi raggiunge una complessita’ impressionante; la piu’ semplice delle cellule e’ di gran lunga piu’ complicata di qualunque altro sistema chimico conosciuto. Inoltre e’ una chimica guidata e coordinata dalle macromolecole, enormi polimeri formati di lunghe serie di subunita’ concatenate; grazie alle loro caratteristiche le cellule e gli organismi crescono, si riproducono e compiono tutte le altre attivata’ che contraddistinguono la vita. Infine, va soggetta a rigorosi controlli: infatti le cellule mettono in campo una serie di dispositivi per garantire che tutte le loro reazioni chimiche avvengano a tempo e a luogo.In un certo senso la chimica detta legge in tutta la biologia, per cui e’ opportuno dare uno sguardo d’insieme alla chimica della cellula vivente, familiarizzandosi con le molecole cellulari, la struttura, la forma e le loro proprieta’ chimiche. Sono queste molecole a determinare le dimensioni, l’architettura e le funzioni vitali della cellula; capendo come

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interagiscono cominceremo a scoprire anche come la cellula sfrutta le leggi della fisica e della chimica per mantenersi in vita.” (Bruce Alberts, Dennis Bray, Karen Hopkin, etc. “L’ESSENZIALE di Biologia Molecolare della Cellula” Bologna, ed. Zanichelli, Seconda Edizione, 2005, pag.39)(v. anche “Appunti di chimica organica della cellula”, etc. del ricercatore nella “Seconda Parte”)

Un’ampia ripetizione da leggere e/o da consultare, ma necessaria: fondamentale per chi vuole approfondire l’argomento: Secondo questa “nuova ottica”, il concetto di “Salute” va sostituito con quello di “Malattia”. - a) Dalla definizione del 1948, della Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) che definisce lo “Stato di Salute di un Individuo” come: “Stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, e non semplice assenza di malattia” -. La biologia molecolare, prende in considerazione, invece: la “MALATTIA”. E secondo la definizione di Linus Pauling: La malattia e’ dovuta alle: “Alterate condizioni dell’ambientale interno della cellula”. - b) Ed e’ sempre L. Pauling (due Nobel) che e’ riuscito a scoprire e a “determinare il modo in cui le molecole si “adattano” le une alle altre, e a dimostrare che questa “relazione” tra molecole controlla le funzioni delle cellule, che con la loro attivita’ funzionale, danno origine allo stato di salute, o di malattia dell’organismo.” - c) Ne consegue che ormai il futuro compito della medicina in generale, per CURARE LA MALATTIA, e’: “Creare nella cellula un ambiente interno ottimale”. - d) Ma soltanto attraverso l’uso di “sostanze” che - dovendo “creare un ambiente ottimale all’interno della cellula” – prima di tutto, risultino assolutamente “naturali per la fisiologia della cellula, e quindi, dell’organismo”.- e) Un’altra fantascientifica scoperta e’ la “Espressione Genica”: “Il modo in cui i “messaggi” racchiusi nel patrimonio genetico vengono “espressi” dal nucleo cromosomico della cellula.” - f) Ma e’ stato scoperto anche il modo in cui detti “messaggi” vengono poi “tradotti” dalla cellula, influenzando direttamente le sue funzioni e quindi quelle dell’organismo.”

Infatti, secondo la “biologia molecolare” le funzioni di una cellula sana, con il suo “ambiente interno ottimale”, in situazione naturale, dipendono da due fattori: - 1) Il primo fattore e’ il “contatto” tra la cellula e una“ nuova molecola” presente nel liquido interstiziale, o addirittura penetrata nel suo “ambiente

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interno” (Grazie alla presenza di un giusto ricettore delle sue vibrazioni di giusto ligante.) E’ questo il momento in cui la cellula ha bisogno di sapere dal suo nucleo cosa deve fare di quella nuova molecola, e “ordina” al nucleo di “esprimere il suo messaggio genico”. La cellula lo fa per ottenere, attraverso un mRNA del nucleo, quel suo codice che contiene le precise informazioni circa il comportamento da tenere in presenza di quella molecola, di come servirsene, usarla, etc.---------------------------------------- N.B. E’ stato anche scoperto come il contenuto del “messaggio” decodificato del “linguaggio molecolare”, ed espresso in chiaro, finisca con il dire quasi sempre la stessa cosa: “Prendi quell’amminoacido e legalo a quella catena polipeptidica (o di amminoacidi, o a quella proteina, etc.) per ottenere proprio quella proteina o quell’enzima, che per noi e’ vitale.” Infatti, sono in maggioranza “proteine”, (10000 tra proteine ed enzimi) quelle che sintetizzano (nelle 24h) le cellule dopo aver tradotto ogni volta il “messaggio in codice” ricevuto attraverso l’mRNA dalla “espressione genica” del loro nucleo cromosomico sollecitata dalla presenza di una nuova molecola. “Negli anni quaranta, due biologi George Beadle e Edward Tatum, scoprirono che ogni gene fornisce il codice per una proteina. L’organismo utilizza le proteine come “materiale di costruzione” per ossa, pelle e tessuti o sotto forma di enzimi per regolare le funzioni biochimiche. (…)” (J. S. Bland, “Nutrizione Genetica”, Milano, ed. Tecniche Nuove, pag. 20.)------------------------------------------------------- - 2) Il secondo fattore riguarda le conseguenze causate sull’organismo dalla “traduzione” fatta dalle varie cellule, proprio di quel “messaggio”espresso dal loro nucleo. Sono quelle conseguenze che gli scienziati definiscono: “Effetti Post-Traduzione”. Effetti che sono possibile causa di malattia quando, per esempio, sono legati agli errori di trascrizione e/o di traduzione, che nondimeno una cellula commette facilmente soltanto quando “il suo ambiente interno (e/o quello esterno, interstiziale) non e’ certamente ottimale”. - g) Un’ altra scoperta fantascientifica e’ quella del “Linguaggio Molecolare”: “Le molecole sono in grado di “colloquiare” tra loro!” Questa scoperta e’ da collegare ancora a L. Pauling, che, com’e’ stato detto: “e’ riuscito a determinare che le molecole si “adattano” le une alle

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altre, e come, attraverso questa “relazione” tra molecole, si ottenga il “controllo” sulla “funzione cellulare” … - h) Ma e’ stato anche scoperto (e viene impiegato dalla “medicina funzionale”) come, proprio imparando a “colloquiare” con le molecole delle proprie cellule, tutti gli uomini possano influire direttamente sulla “espressione genica” delle cellule del proprio organismo e sulla loro funzionalita’, e di conseguenza, anche sugli “effetti post-traduzione”, etc. Ma e’ stato anche scoperto che quindi, l’uomo puo’ “colloquiare” direttamente con le molecole delle sue cellule attraverso le varie, singole molecole che compongono gli alimenti che assume.Allora, per tutti e’ ora possibile addirittura cambiare le proprie caratteristiche fisiche, biochimiche e fisiologiche: il proprio “Fenotipo”*? Sono, infatti, anche queste le conseguenze delle scoperte della biologia molecolare, tutte messe in atto dalla “medicina funzionale” . Secondo Jeffrey Bland semplicemente assumendo cibi dalle giuste molecole (v. le “vibrazioni”) in base alla propria (ma finalmente conosciuta) “individualita’ biochimica” (Roger Williams) e cambiando anche lo stile di vita e l’ambiente in cui vive, ognuno puo’ cambiare il proprio “fenotipo” *, perfino da “fenotipo-malattia” a “fenotipo-salute”; oltre a riuscire a limitare al massimo anche i “danni dell’invecchiamento”, etc. Ne consegue che, chi riceve queste informazioni, da quel momento, e’ costretto a prendere coscienza del fatto che e’ il solo, unico responsabile del proprio “fenotipo” passato, attuale e futuro. Ovvero di cio’ che e’ stato prima il suo “fenotipo”, di quello che e’ ora il suo “fenotipo”, e di quello che sara’ domani, e durante tutta la sua vita futura. Ma, da quel momento, ognuno diventa anche l’unico responsabile del “fenotipo” dei propri figli! * Definizione di “Fenotipo”: “L’insieme delle caratteristiche fisiche, biochimiche e fisiologiche di un individuo determinato sia geneticamente, che per effetto delle condizioni ambientali, in contrapposizione al suo genotipo. ” (Jeffrey Bland “Nutrizione genetica” Milano, ed. Tecniche Nuove.) E per capire meglio il senso di questa definizione di “fenotipo” – sulla costituzione finale del quale, come ora e’ stato svelato, tanto influiscano contemporaneamente le sue scelte alimentari, ma anche lo stile di vita e l’ambiente -, bisogna anche ricordare che l’uomo (come gli altri esseri viventi) e’ un: “sistema chimico” che, per rifornirsi di energia, letteralmente: e’ obbligato a “mangiare parti dell’ambiente che lo circonda!”. Infatti gli “alimenti” sono da considerare letteralmente: le “parti commestibili” dell’ambiente che circonda un organismo vivente, della fauna e della flora terrestre. E gli esseri viventi della fauna, per tentare di mantenere costante (la propria omeostasi, il proprio equilibrio interno) il costante e

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vitale ordine interno, l’equilibrio termodinamico, in un universo dove, a qualsiasi altro livello inanimato, diverso dagli organismi viventi, regna il disordine , la entropia. E dove, per giunta, le reazioni favorite sono soltanto quelle che producono entropia mentre le reazioni sfavorite sono tutte quelle che tentano di produrre ordine, di far diminuire l’entropia .Per capire invece, come il fenotipo sia “determinato sia geneticamente, che per effetto dell’ambiente”, bisogna ricordare che l’uomo possiede dei “geni costituzionali” che sono “immutabili”, mentre gli altri geni possono essere “attivati” o “inibiti” - (anche) riuscendo a “colloquiare” con le cellule, con le loro molecole -, attraverso le molecole scelte e introdotte nell’organismo con gli alimenti assunti. E proprio quello che, com’e’ stato detto, causa e determina la presenza, nel liquido interstiziale e/o nell’interno della cellula, di quella molecola che e’stata ricavata, e/o sintetizzata nell’organismo dopo la demolizione degli alimenti. O che puo’ essere stata portata a contatto della cellula, dopo essere stata introdotta nell’organismo sempre attraverso un alimento (e/o altro di assunto). E poi, alla fine, il tutto e’ determinato anche dalla scelta fatta dalla cellula, grazie alla “espressione genica” trasmessa dal suo nucleo, che quella molecola, semplicemente con la sua presenza, ha direttamente sollecitato. (N.B. Un alimento in generale, puo’ nondimeno provocare danni all’organismo di un individuo se, per esempio, ha sicure proprieta’ antigene (e, per esempio, non e’ compatibile con il suo “gruppo sanguigno”), o se interviene direttamente, e/o drasticamente anche nell’alterare il preziosissimo equilibrio “glicemia-insulinemia” che e’ alla base della sua salute e di quella di qualsiasi individuo. “Glicemia-insulinemia” un equilibrio delicatissimo questo. Basti pensare alle proteine “glicosilate” che si formano dalle proteine in circolo con gli zuccheri presenti nel sangue (v. la “crosta del pane”), che sono un micidiale veleno per i mitocondri. Ma e’ un equilibrio che dipende da una grande numero di fattori, - anche diversi da quelli che, invece, dipendono soltanto da una eventuale, diretta assunzione di zuccheri (v. il gran numero di ormoni che intervengono sulla glicemia secreti in particolari situazioni ) -, come lo stress, le emozioni, o la tristezza persistente, e poi l’insufficiente esercizio fisico, l’anoressia, l’obesita’, la “sindrome X” (o del “metabolismo commutato”), etc. Insomma che e’ proprio tutto quello che, invece, cerca di rendere ottimale la “medicina funzionale”; infatti, com’e’ stato appena affermato, e’ proprio attraverso le “molecole” introdotte con gli alimenti, che e’ possibile per ogni individuo “colloquiare” con i propri geni e, dopo aver cambiato stile di vita ed ambiente, riuscire a cambiare anche il proprio “Fenotipo”: le sue caratteristiche fisiche, biochimiche, fisiologiche, e limitare al massimo i danni derivati dall’invecchiamento, etc. -------------------------------

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Gli “I.B.” sono: “quell’altra rivoluzione” unica, ma non a parte, in quanto e’ avvenuta “rigorosamente” “dentro” la medicina del futuro? … Tutti dovrebbero aver ormai ricevuto le sufficienti informazioni sulla ideazione, la realizzazione, la struttura biochimica e la naturale essenza, la “vitale biodinamicita’” etc. degli “Integratori Biodinamici”. Ma soprattutto e’ stato detto proprio tutto circa il loro “meraviglioso” ed eccezionalmente completo “meccanismo d’azione” naturale, e sui generis dovuto alle loro proprieta’ e caratteristiche uniche. Per cui non dovrebbe essere ormai difficile riuscire ad accettare anche, come, proprio leggendo queste righe, ognuno abbia, in pratica, finito con l’assistere al concepimento e alla nascita e quindi all’esistenza di “un’altra rivoluzione” unica e a parte , grazie alla nuova strada inedita aperta dalla ricerca, dalla scoperta, dalla creazione e dalla loro produzione. Ma anche al come tutto sia certamente avvenuta “rigorosamente” dentro la medicina del futuro. Una rivoluzione nata, dunque, dalla produzione degli “I.B.” che, proprio secondo le scoperte della biologia molecolare e i principi e i dettami della medicina funzionale: a) “nutrono” alla perfezione! direttamente la cellula incontrata di materia, d’energia e d’informazioni biodinamiche. E possono farlo soltanto in quanto sono: “naturali per la fisiologia della cellula” e nel totale rispetto della “omeodinamicita’” dell’organismo. b) mentre, nel “rispetto del suo equilibrio biochimico”, restituiscono la perfetta funzionalita’ alla cellula, “qualunque” sia la causa della perdita! … semplicemente fornendole, mentre la “nutrono”, anche la indispensabile informazione naturale, la sufficiente energia …------------------------------------------ E a ulteriore sostegno di quanto e’ stato affermato : - A) … se viene preso in considerazione il punto “- a)” dell’elenco delle scoperte della “biologia molecolare”, che recita: La malattia e’ dovuta alle: “Alterate condizioni dell’ambiente interno della cellula”, ecco che dovrebbe essere ormai chiaro a tutti, come il principale tentativo degli “Integratori Biodinamici”– una volta raggiunta la cellula, e venuti a contatto con questa … -, sia proprio quello, non soltanto di rifornirla di “materia”, di “energia”, e di trasmetterle l’essenziali “informazione biodinamica”. Ma - altra caratteristica eccezionale che rendono unici gli “I.B.” rispetto a tutti gli altri farmaci della storia della medicina! - anche come questi, grazie a tutte le proprieta’ acquisite, ricevute dagli enzimi, e conservate nella loro materia, siano in grado, proprio com’e’ per gli enzimi della cellula, di “correggere” i “codici”, gli errori di trascrizione dei “messaggi genici” (v. il proof-reading : “correzione di bozze”), o di traduzione; o di recuperare e di riorganizzare alcune sue parti, e poi, tutte le sue funzioni, etc. (v. la descrizione del “Citozym” fatta dall’inventore a pag. 4)

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-B) Ma tutto questo avviene - proprio grazie alla efficacia del loro eccezionale e “sui generis” “meccanismo d’azione” (che e’ quindi la somma delle proprieta’ acquisite dal lavoro, dei vari, singoli enzimi …), in quanto e’ tutto sempre totalmente “copiato” dalla Natura -, nel piu’ completo rispetto della “naturale fisiologia della cellula”, e quindi dell’organismo. Ma gli “I.B.” sono anche l’alimento perfetto per qualsiasi “individualita’ biochimica”, proprio come impongono le scoperte della “biologia molecolare” e i dettami e i principi della “medicina funzionale”. …Infatti, com’e’ ormai noto, ma e’ il caso di ribadirlo, l’“informazione di struttura” contenuta nel prodotto “Integratori Biodinamici”, ricevuta dagli enzimi e definitivamente trasferita nel suo substrato, e’ talmente perfetta, al punto che, una volta trasmessa, e’ in grado di fare in modo che la cellula - proprio secondo la sua chimica organica, proteina dopo proteina , o enzima dopo enzima e/o una tra le migliaia di sostanze necessarie -, sia in grado di riorganizzare la sua funzionalita’, etc. E ogni cellula puo’ farlo, anche letteralmente “copiando” da tanta informazione preconfezionata che le viene offerta insieme alla somma (la media) di tutte le proprieta’ e le caratteristiche dei dodici enzimi. (Informazione che e’ l’unica in grado di creare ordine e negativizzare l’entropia: restituire alla cellula il suo equilibrio termodinamico. … e poi, come tutto questo lavoro! la cellula sia in grado di farlo, grazie alla enorme energia pulita e pronta che le viene contemporaneamente donata. …) Tutto questo, perche’ la cellula possa, prima “fare pulizia” (sia nell’interstizio, sui suoi ricettori di membrana, canali ionici, riattivazione delle pompe, etc. sia al suo interno, grazie alla riattivazione dei lisosomi, dei perossisomi, dell’apparato del Golgi, etc.); e poi ricostruire (grazie all’energia e alla informazione indispensabile ai ribosomi per la biosintesi); e riorganizzare le sue funzioni, ricreando il suo “ambiente interno ottimale”. E quindi tornando ad essere una cellula sana, dal perfetto equilibrio termodinamico e delle sue perfette funzioni …)

-C) Se, invece, e’ il punto “-c)” ad essere considerato, quello che parla del futuro compito unico della medicina del futuro, e che lo indica recitando: “Creare nella cellula un ambiente interno ottimale”, non dovrebbe essere lecito avere ancora dubbi sul fatto che non sia proprio questo il compito al quale gli “Integratori Biodinamici”, com’e’ stato appena descritto, cercano di ottemperare, proprio grazie alle loro caratteristiche uniche e al loro “meraviglioso” ed eccezionalmente completo e “sui generis” “meccanismo d’azione”. … Ma se si aggiunge che, tutto questo - com’e’ stato scoperto dalla “biologia molecolare”, deve essere ottenuto esclusivamente attraverso l’impiego di sostanze che risultino “naturali per la fisiologia della cellula” (L. Pauling) -, ecco che, nella medicina del futuro, proprio e soltanto questo tipo di prodotti – che, essendo totalmente fuori dalla logica della “medicina ufficiale allopatica”, non possono da questa che essere considerati e

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definiti “integratori alimentari” (o vitamine, o sostanze naturali, o minerali, oligominerali, etc.) - resteranno le uniche vere sostanze che possano essere definitivamente impiegate. … N.B. C’e’ da chiedersi: “escluso che per i “farmaci salva vita”, quelli per le urgenze, per le anestesie, per il dolore, etc. dovrebbe nel futuro certamente diminuire l’uso dei farmaci allopatici, omeopatici, alternativi, etc.? Soprattutto per quelli che, com’e’ noto, sono, invece, “ricavati” fondamentalmente da “veleni cellulari” (o “veleni molecolari”), etc.? Infatti: “Un veleno differisce da un farmaco soltanto per la sua “dose”.” [v. Paracelso sec. XVI : “ la differenza tra un veleno e un farmaco e’ soltanto nella dose”; e v. anche, per esempio, l’attuale “Indice Terapeutico” (che indica la “dose letale” per quel farmaco) obbligatorio per ogni farmaco che sia stato ricavato (estratto, isolato, sintetizzato, etc.) da un veleno, e/ o da una sostanza tossica.] -D) Ma nel tentativo di cancellare ogni dubbio rimasto, e fornire una idea (definitivamente) chiara sulle proprieta’ degli “I.B.”- restando nondimeno costretti e legati ai termini comunemente usati fino ad ora dal lessico allopatico, e quindi, sul loro non altrimenti definibile: “principio attivo”, “meccanismo d’azione”, etc. -, dovrebbe bastare per tutti soffermarsi con attenzione sul punto “-b)”, ovvero su alcune delle fantascientifiche scoperte della “biologia molecolare”, e in particolare su quelle fatte dal biochimico Linus Pauling, e piu’ volte ricordate, che ha scoperto ed e’ riuscito a: “determinare che le molecole si “adattano” le une alle altre, stabilendo cosi’ una “relazione” tra loro, grazie alla quale riescono ad ottenere il controllo sulle “funzioni della cellula”. E ancora che le molecole sono quindi in possesso di un “Linguaggio Molecolare”; e che le “molecole degli alimenti” assunti da un individuo, possono “colloquiando” con le molecole delle sue cellule, inibire o attivare i suoi geni e quindi, riuscire a modificare il suo“Fenotipo”, combattere i danni dell’invecchiamento, etc.--------------------------------------------- A ulteriore dimostrazione di quanto gli “I.B.”, - essendo l’“alimento” purissimo e perfetto, o come ci piace definirlo: “ il “Bolo” degli dei ”! , anche grazie alla loro naturale perfezione chimica -, possano essere considerati letteralmente: “dentro” la “Medicina del Futuro” etc. - oltre alla descrizione fatta dallo stesso ricercatore, dei vari tipi di “sciroppo” (come, per esempio, Citozym, Ergozym, Ergozym plus, Dulcozym, e di una “polvere” il “Propulzym” che, tutti insieme, compongono gli “I.B.”), e delle loro caratteristiche, delle varie indicazioni sul loro impiego, etc. per le quali si rimanda alle varie, singole voci sul sito: www.citozeatec.it - mancano ancora e anche:

Alcune altre delle principali informazioni sulla “Medicina Funzionale”

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Cominciando dalla presentazione sulla copertina del suo “Trattato di Medicina Funzionale” fatta dall’autore dottor Massimo Pandiani” (Milano, 2000, Ed. Tecniche Nuove ). Il quale avverte:“E’ una pubblicazione riservata principalmente ai medici interessati ad approfondire questo nuovo campo in grande evoluzione. Seguendo i dettami protocollari dell’Istitute for Funcional Medicine di Seattle del dr. Jeffrey Bland, il libro analizza tutti i principi che stanno alla base della medicina funzionale, evoluzione moderna degli studi pioneristici di scienziati come Linus Pauling, Roger Williams, Abrams Hoffer e Jeffrey Bland. Essi hanno dimostrato l’importanza di un intervento medico impostato sul riequilibrio biochimico molecolare, sull’individualità biochimica, sulla omeodinamicità, per raggiungere non solo un ipotetico stato di salute, bensì una condizione di benessere ottimale. Per poter utilizzare al meglio i dettami della medicina funzionale e’ necessario che il medico conosca profondamente i seguenti punti: la biochimica umana sia del macro sia dei micro componenti; il modo in cui l’alimentazione influenza pH, elettroliti, comunicazione intercellulare e ormoni, nonche’ la composizione di membrana e la funzione dei recettori; la bioenergetica umana; segni e sintomi delle patologie nutrizionali; dati biochimici e di laboratorio correlati agli squilibri dei nutrienti; genetica molecolare e come la nutrizione ne influenzi l’espressione”. E continuando, ecco anche la testimonianza del medico scienziato Jeffrey Bland, che e’ il fondatore della “HealthComm International”, una delle prime e piu’ importanti Societa’ di Ricerca e Sviluppo nel campo della “Medicina Funzionale”. La citazione e’ tratta da un testo scritto dallo stesso autore pubblicato in Italia nel 2001, e dedicato a tutti i medici generici e ai ricercatori. Il titolo del testo e’: “Nutrizione genetica” (Milano, 2001, Ed. Tecniche Nuove, pag. 1 e seguenti.) L’inizio della “Introduzione” del suo libro:“Nei laboratori industriali e universitari di biologia molecolare di tutto il mondo sta avvenendo una rivoluzione scientifica. I risultati di questa rivoluzione cambieranno in maniera irreversibile il modo in cui viene praticata la medicina, e potranno comportare, sia un allungamento della vita media, che l’assenza di malattie. Molti scienziati hanno paragonato questa rivoluzione scientifica alla Teoria dell’Evoluzione formulata da Darwin o alla Teoria dei Quanti. (…).”E la “Introduzione” continua:“Il progetto per la mappatura del genoma umano ha l’obiettivo di analizzare i circa sei miliardi di frammenti di DNA che costituiscono il codice genetico dell’uomo. (…) la mole d’informazioni sulla salute e sui meccanismi che determinano l’insorgenza delle malattie e’ sbalorditiva. E aggiunge:

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(…)L’ eredita’ genetica non e’ che l’impalcatura sulla quale costruiamo la nostra personale esperienza di vita. Questa, a sua volta, da’ luogo all’espressione della nostra individualita’ e delle nostre caratteristiche funzionali. (…) Dal lavoro degli scienziati impegnati nel Progetto Genoma Umano, e dalle ricerche collegate a questo progetto, emerge, con sempre maggior chiarezza, che malattie legate all’invecchiamento, come quelle cardiovascolari, diabete dell’adulto, artrite, disturbi della digestione, deterioramento mentale e alcune forme di cancro, non sono la conseguenza inevitabile del processo di invecchiamento, ma piuttosto il risultato di uno squilibrio fra le esigenze di natura genetica dell’individuo e le scelte operate dallo stesso sotto il profilo della alimentazione, dell’assunzione di specifici nutrienti, dello stile di vita e delle condizioni ambientali.Conclude: (…) Stiamo assistendo a un rinascimento nel modo di intendere la salute e le malattie, paragonabile ai grandi periodi di evoluzione culturale della storia dell’uomo; siamo oggi in grado di applicare le informazioni alle nostre esigenze. Questa e’ un epoca sorprendentemente paradossale. Da un lato, abbiamo realizzato complessi sistemi che erogano un’assistenza sanitaria sempre piu’ carente, contribuendo a creare una categoria sempre piu’ ampia di pazienti svantaggiati sotto il profilo medico. Dall’altro, un nuovo paradigma medico fondato sulle scoperte della biologia molecolare, svela nuove prospettive per il mantenimento della salute per tutta la vita. Questa opportunita’ coinvolge in egual misura medici e pazienti. (…).”

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LA SCOMMESSA

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APPENDICE 3 “… dopo aver finalmente imparato come sia indispensabile impegnarsi per prima di tutto “conoscere se’ stesso” – l’unica, fondamentale condizione per condurre una vita degna di un uomo veramente libero, inglobato dalla specie - e’ il momento di dedicarsi anche alla conoscenza della propria “individualità biochimica” per scegliere il giusto ambiente in cui vivere con il minor dispendio di energie di adattamento e lo stile di vita e un’alimentazione dalle giuste “vibrazioni”, solo per poter condurre una vita sana, senza malattie.”N.B. “ … perché, dopo tutte le informazioni ricevute, noi siamo gli unici responsabili, ogni momento, non soltanto del nostro “Fenotipo”, ma anche e soprattutto di quello del nostro bambino.” APPUNTI SULL’ALIMENTAZIONE Secondo Jean - Marie Bourre, i materiali nutritivi, i nutrienti, o alimenti, cibo:“Erano tutti offerti direttamente dalla Natura. L’uomo li trovava nell’Ambiente nel quale viveva”. ( … è quanto è successo ai primi uomini: ai liberi e indipendenti “cacciatori raccoglitori” del Neolitico che, approfittando della “cornucopia” offerta dalla Natura, dopo l’ultima Glaciazione, in tremila anni da 150.000 divennero 3 milioni)“(...) i “nutrienti” all’infuori dell’acqua e dei sali minerali sono costituiti da materiali organici prodotti originariamente da altri esseri viventi, animali e vegetali. I principali sono rappresentati dai glicidi, dai lipidi, e dai protidi e poi dalle vitamine...” - “(...) che nel corso dell’evoluzione della specie (all’uomo) gli hanno, specialmente all’inizio consentito di vivere grazie alla loro raccolta, alla caccia, alla pesca. (v. i “cacciatori - raccoglitori”). Poi l’uomo terrorizzato dal buio, dai lampi, dai tuoni, dalla pioggia, dai terremoti, dai fenomeni naturali ancora privi di una spiegazione scientifica, decise, soprattutto per dividere il suo terrore con i suoi simili, di rinunziare alla sua indipendenza e quindi, alla sua libertà, prima andando a vivere in gruppo nelle caverne, poi semplicemente avvicinando tra loro le capanne. E divenne stanziale. Si organizzo’ in gruppi. E accetto’ i primi “capi”. E da quel momento, dopo essersi sottomesso, si costrinse a mettere al primo posto gli interessi del “capo”, perché subito convinto a credere che fossero, invece, gli interessi del suo gruppo di appartenenza. E li sistemo’ al centro: tra i suoi interessi personali e al disopra di quelli della specie che pure lo ingloba. Ed e’ cosi’ che ha finito con il perdere definitivamente la “finalità della specie”. E, grazie alla totale sottomissione al “capo” che aveva appena creato e quindi, alla sua volontà, rinuncio’ sia alla sua indipendenza, sia alla sua libertà. Ma fu accettando di essere “condizionato” dagli “altri” della socio-cultura dominante che perse per sempre anche la sua libertà di scegliere … (v. la “biologia dell’inconscio”)L’agricoltura e l’allevamento, attività comparse nel Neolitico, hanno conferito all’uomo la capacità di produrre altri alimenti, come i cereali, il latte e i suoi derivati, gli oli e i vini.” (Quel “surplus” di derrate alimentari che l’uomo fa produrre alla terra coltivandola in primavera e durante l’estate: tutte da raccogliere prima dell’autunno inoltrato; da stipare e conservare in modo d’averne anche durante l’inverno …) Ma prima l’invenzione del frigorifero … “Poi l’industria ha moltiplicato le forme sotto le quali si presentano i viveri, ha decuplicato le loro possibilità di conservazione, al punto di sconvolgere le nostre abitudini e di costringerci a sottoporci a una regolamentazione più o meno precisa per

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seguire i progressi della tecnologia.” (Jean - Marie Bourre, “La dietetica del Cervello”, Sperling & Kupfer ed. 1990 pag. 25) Il cibo è dunque semplicemente una delle tante parti dell’ambiente che ci circonda, presente nella nicchia ecologica nella quale viviamo. Dell’Ambiente noi che siamo “Onnivori”, mangiamo la sua flora, la sua fauna ... e assorbiamo e utilizziamo la sua energia: a) soltanto per mantenere l’ “omeostasi” del nostro organismo; b) per continuare a proteggere il nostro DNA nella lotta per l’esistenza; c) raggiungere indenni e in ottima forma la nostra maturita’ sessuale; d) per trasmettere il nostro DNA, riprodurci e ottemperare cosi’ a questo nostro unico dovere di essere vivente, a questo unico scopo: la finalita’ della specie! ”. Al Pianeta Terra e ai suoi Abitanti l’energia è fornita dal Sole. Ma - a prescindere dagli ideali aggiunti e/o imposti dalla socio-cultura dominante -, soltanto per raggiungere questo che e’ e resta certamente l’unico scopo reale per tutti gli esseri viventi della Terra, la loro finalita’ : la specie … e basta ? Sono i “fotoni” (onde elettromagnetiche e particelle) emessi dalla sua luce solare che, forniscono l’energia catturata e organizzata dalla “sintesi clorofilliana” (v. la clorofilla, nel “Piccolo Manuale Breve”). Infatti, nella Flora – mentre si libera l’Ossigeno - l’Idrogeno dell’acqua unendosi al Carbonio fornito dall’anidride carbonica, si trasforma nelle piante in zuccheri, grassi e poi con l’Azoto del suolo anche in proteine vegetali. E sono molte le piante commestibili. Sono cibo anche per l’uomo non soltanto per gli erbivori. L’energia - e quindi, gli zuccheri, i grassi e le proteine vegetali nei quali e’ organizzata e conservata - e’ tutta nell’erba che mangiano gli erbivori. Finisce tutta nella loro carne che è mangiata dai carnivori. E’ nella flora e nella fauna che l’uomo “onnivoro” trova gli alimenti da mangiare. E’ l’Ambiente, quello sotto forma di cibo, che fornisce la serie di materiali, che sono“indispensabili per rendere possibili le sintesi e il rinnovamento dei costituenti cellulari e sopperire ai bisogni energetici” degli organismi viventi. (v. la cellula nel “Piccolo Manuale Breve”) Il cibo è necessario ad ogni singolo individuo di tutte le specie viventi. E’ indispensabile ad ogni essere vivente per conservare integro il suo “equilibrio interno”e quindi, il suo stato di salute. Ma anche per rinnovare e far crescere le sue cellule, i suoi tessuti, gli organi, etc. (grazie alla costante duplicazione cellulare, v. la “mitosi cellulare”) L’Ambiente è semplicemente la nicchia ecologica e/o quella socio – economica – culturale, etc. : il “Secondo Ambiente”, che alla nascita ci è toccato in sorte e/o nel quale accettiamo di continuare a vivere.

LE “VIBRAZIONI DEGLI ALIMENTI” E POI, L’ “INDICE GLICEMICO”.

Prima di andare avanti su questa strada è necessario avere altre informazioni. Ci serviremo, per far questo, ancora dell’aiuto di uno scienziato, Jean - Marie Bourre, il quale grazie al suo : “La Dietetica Del Cervello” ed. Sperling & Kupfer, 1990, ci illustra come:Gli alimenti e i nutrienti: “Per crescere, vivere e funzionare, il cervello, come tutti gli organi, deve disporre dei materiali necessari. Essi sono indispensabili, da una parte, per rendere possibile la sintesi e il rinnovamento dei costituenti cellulari (anaboliti) e dall’altra parte per sopperire ai bisogni energetici (cataboliti). I nutrienti sono le diverse sostanze chimiche che consentono di soddisfare tali bisogni.Contenuti negli alimenti, fra numerose molecole alcune delle quali inutili, talvolta persino tossiche, essi non necessitano di grandi trasformazioni digestive per essere assimilati.I diversi stadi della digestione li estraggono dagli alimenti per trasformarli poi in sottoprodotti, i metaboliti …(…). ”

I “metaboliti” sono appunto: a) gli “anaboliti” indispensabili per sintetizzare le molecole complesse necessarie alla cellula per il suo rinnovarsi e il suo moltiplicarsi.b) i “cataboliti” i prodotti degradati dalla digestione degli alimenti, che l’organismo distrugge e brucia producendo, quando è possibile, energia.

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La Nutrizioneè dunque la valutazione quantitativa , ma anche qualitativa, dell’utilizzazione che fa la “cellula”, o l’intero organismo, dei diversi nutrienti disponibili, e delle loro interazioni.

La Dietetica,come osserva Gerard Debry, deve essere al tempo stesso: ““l’arte e la scienza” che consente una alimentazione adatta ai bisogni nutrizionali, organici, edonistici e psicosensoriali; e questo sia nelle persone in buona salute sia nei malati.In entrambi i casi è dunque decisiva la valutazione del fabbisogno di vitamine, di elementi minerali e di molecole essenziali.” (v. di seguito: “Indice Glicemico”)

Classificazione dei nutrienti. Sono tutti quelli di un “onnivoro” intelligente e sono divisi in tre categorie:B) “Non essenziali” . Li elabora l’organismo da solo. Producono soltanto energia chimica e devono per questo essere consumati in grande quantità giornaliera.C) “Indispensabili o essenziali” . Ne basta un milligrammo pro chilo al giorno Non hanno nessuna possibilità di essere sintetizzati, elaborati dall’organismo. Devono essere forniti totalmente dall’alimentazione per evitare una carenza o una deficienza nutritiva. Comprendono: a) otto aminoacidi: isoleucina, leucina, lisina, metionina, triptofano, valina, treonina, fenilanalina. (v. l’olio di oliva) b) due acidi grassi polinsaturi: l’acido linoleico e l’acido alfa-linolenico. Detti anche Omega 6 e Omega 3 (v. l’olio di soia, e l’olio di pesce) c) le vitamine liposolubili: A, E, K. d) tutte le vitamine idrosolubili: C, B1 tiamina, B2 riboflavina, B3 o Pp o niacina o acido nicotinico, B6 piridossina, poi, acido pantotenico, biotina, B9 acido folico, B12. e) elementi minerali, macroelementi: calcio, fosforo, magnesio, sodio potassio sodio e zolfo. E oligoelementi: ferro, iodio, rame, magnesio, zinco, cobalto, molibdeno, selenio, cromo, fluoro, silicio, e nichelD) I “nutrimenti accessori”. Dipendono dalla specie e dalle condizioni psicologiche dell’individuo. Sono sintetizzati lentamente e quando aumenta il fabbisogno è necessario introdurli con l’alimentazione.

Particolare bisogno ne hanno i bambini, le donne incinte e quelle che allattano . Sono: due aminoacidi, l’arginina e l’istidina, la vitamina D e la K.

Di che cosa è fatto l’Ambiente (v. la nicchia-ecologica), il mondo che ci circonda? “…un numero straordinariamente piccolo di materiali elementari è sufficiente a produrre la infinita diversità del mondo. Poche decine di elementi chimici formano tutti gli animali e tutti i vegetali. Quattro di essi azoto, carbonio, idrogeno, ossigeno costituiscono il 99% della loro sostanza, associati ad altri sedici meno abbondanti, ma ugualmente essenziali alle combinazioni biochimiche complesse della vita che si mantiene e si crea. I passaggi continui di questi atomi, dalla materia inanimata a quella vivente e viceversa, rivelano i legami intricati che uniscono tutte le parti dell’universo…(…). Tali atomi sono tratti dalla varietà dei nutrimenti.

Di che cosa è composto un uomo?“ Un uomo di sessantacinque chili in buona salute è composto da quarantatre chili d’acqua, dieci chili di proteine, otto chili di lipidi, tre chili di minerali e infine duecento grammi di glucidi. Tutti questi elementi provengono dagli alimenti.”

Esistono soltanto cinquanta elementi di base nell’Ambiente che ci circonda e l’uomo ne utilizza solitamente solo una quindicina:a) Il carbonio che forma l’architettura di tutte le molecole.b) L’idrogeno e l’ossigeno che formano una coppia che consente la caduta di potenziale degli elettroni e genera energia.

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c) Il fosforo e lo zolfo che partecipano alle costruzioni molecolari capaci di accumulare e distribuire energia.d) Il calcio che partecipa insieme ad altri elementi a garantire la stabilità degli edifici molecolari.e) Il sodio e il potassio che regolano l’attività nervosa.f) Il ferro indispensabile alla respirazione. (v. la emoglobina)g) Gli oligominerali senza i quali gli enzimi sono inerti e privi di efficacia.

Ma che cos’e’, allora, la salute? … e la malattia?

Dopo le rivoluzionarie scoperte epocali della “biologia molecolare”, della “chimica organica della cellula, fino a quelle della “genomica”, etc. - tutte avvenute grazie all’enorme impulso dato dallo studio e poi dalle scoperte del “Progetto Genoma Umano” (1990 – 15/02/ 2001) -, sappiamo con certezza che cosa e’ e che cosa determina la “malattia” in tutti gli esseri viventi della Terra:

c) La malattia e’: “l’alterazione dell’ambiente interno della cellula” (Linus Pauling)d) E quindi sappiamo quale sia per la “medicina del futuro” l’unico modo possibile di

“curare una malattia”: “creare un ambiente ottimale nella cellula”.(L. P.) e) E, infatti, sappiamo anche come i nuovi farmaci della “medicina del futuro” per ottenere

questo risultato possano e debbano essere soltanto: “sostanze naturali per la fisiologia della cellula” (L. P.) (Ma anche come detti farmaci siano letteralmente: “sconosciuti” alla nostra Farmacopea Occidentale Allopatica e letteralmente: “inconcepibili”, perche’ “fuori” dalla sua logica allopatica semplicemente perche’ “non uccidono il cattivo” ma aiutano soltanto la Natura a seguire il suo corso!)

f) ed e’,allora, grazie alla nuova “medicina funzionale” che sappiamo ancora come sia possibile - attraverso la scelta in base alla propria “individualita’ biochimica”: a) del giusto ambiente in cui vivere; b) dello stile di vita; c) degli alimenti dalle giuste “vibrazioni” con i quali nutrirci -, vivere in assenza di malattie, riuscendo addirittura a impedire soltanto attraverso una “corretta alimentazione” anche che si attivino i vari geni che le causano. E questo significa la fine sia dell’ereditarieta’, sia della familiarita’ delle malattie!

Ma com’e’ possibile sapere e conoscere quali sono gli alimenti giusti per la propria “individualita’ biochimica”?

La prima cosa da fare, nella ricerca di una dieta ottimale, dovrebbe essere l'attenta considerazione dell'effetto che essa avrà sulle cellule dell'organismo, sul rapporto acido/basico e quanto potrà aumentare o diminuire l'energia nervosa disponibile.

Il Dr. A. George Wilson enumera quattro modi nei quale una “dieta scorretta” può interferire nel buon funzionamento delle cellule:

1.Incapacità di provvedere il giusto nutrimento alle cellule, sia per i processi di ossidazione che per la creazione di nuove cellule.

2. Creazione di eccessiva acidità, che interferisce con i processi ossidativi delle cellule.

3. Incapacità di creare l'acidità sufficiente a creare la differenza di potenziale necessaria per permettere il fluire dell'energia lungo i nervi del corpo.

4. Eccessiva assunzione di alimenti che può ostacolare la circolazione dei fluidi all'interno dell'organismo. Se i fluidi non circolano liberamente i nutrimenti non possono giungere alle cellule nella dovuta quantità e non vi potrà neppure essere un'adeguata eliminazione dei rifiuti dovuti alla loro attività.

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L'ing. Simoneton, francese, ha speso ben 20 anni facendo ricerche sull'effetto che gli alimenti possono avere sul corpo umano. Poiché tutto ciò che vive, compreso il nostro organismo, emette radiazioni, egli si chiese quali radiazioni lo indeboliscono e quali lo fortificano. Per portare avanti le sue ricerche usò un contatore Geiger, una camera ionizzante di Wilson e il Biometro di Bovis, che è graduato in Angstrom e può misurare anche le onde che sono lunghe solo un decimilionesimo di millimetro.

Con tali strumenti fu in grado di stabilire che ogni essere umano emette delle radiazioni attorno ai 6200 / 7000 Angstrom (questa lunghezza d'onda corrisponde al colore rosso dello spettro solare).

Constatò anche che al di sotto dei 6500 Angstrom l'organismo non può più mantenersi in buona salute e compare la malattia.

Colore Lunghezza d'onda in Angstrom (A°) Utilità delle radiazioniInfrarosso 7601-9000 A° indispensabili per la vitaRosso 6201-7600 indispensabili per la vitaArancio 5901-6200 indispensabili per la vitaGiallo 5801-5900 indispensabili per la vitaVerde 5201-5800 insufficienti per la vita ma comunque utiliBlu 4501-5200 insufficienti per la vita ma comunque utiliIndaco 4301-4500 insufficienti per la vita ma comunque utiliVioletto 3901-4300 insufficienti per la vita ma comunque utiliUltravioletto 3001-3900 insufficienti per la vita ma comunque utiliRaggi X 2600-3000 nocive per gli esseri umani

Per mantenersi con vibrazioni ad una lunghezza d'onda superiore ai 6500 Angstrom (verso l'infrarosso) il nostro organismo deve continuamente adattarsi all'influenza di ogni specie di radiazioni, siano esse dovute a: pensieri, emozioni, alimentazione, medicamenti, radiazioni cosmiche, solari, terrestri, ecc.

Un ruolo assai importante, per il mantenimento della buona salute, viene pertanto rivestito dagli alimenti, dalle bevande, dal modo di vita e dall'ambiente in cui si vive (v. la medicina funzionale). Prove di laboratorio, effettuate su animali, hanno dimostrato che gli alimenti sintetici, pur fornendo un'alimentazione equilibrata dal punto di vista qualitativo e calorico, non è sufficiente per fornire uno sviluppo normale.

Questo significa che oltre ai consueti elementi (proteine, carboidrati, ecc.) gli alimenti devono anche possedere delle "vibrazioni energetiche", capace di mantenere la vita.

Una volta fatte queste considerazioni, l'Ing. Simoneton controllò un gran numero di alimenti che suddivise nelle 4 grandi categorie riportate qui sotto in base a:

Le qualità vibrazionali e vitali dei cibi

GLI ALIMENTI SUPERIORI, con vibrazioni sopra i 6500 Angstrom:

1. - tutta la frutta fresca ben matura e relativi succhi (fatti in casa e subito ingeriti),

2. - quasi tutti gli ortaggi ed i legumi crudi o cotti con temperatura non superiore ai 70 gradi. Il grano, i farinacei, la farina ed il pane integrale; i dolci fatti in casa,

3. - tutta la frutta oleaginosa ed i loro oli essenziali, le olive, le mandorle, i pinoli, le noci, i semi di girasole, le nocciole, la noce di cocco e la soia,

4. - il burro freschissimo di giornata, i formaggi NON fermentati, la crema del latte e le uova di giornata.

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GLI ALIMENTI DI APPOGGIO, con vibrazioni da 6500 a 3000 Angstrom:

- il latte fresco appena munto, il burro normale, le uova non di giornata, il miele, lo zucchero di canna, il vino, l'olio di arachidi e le verdure scottate in acqua bollente.

GLI ALIMENTI INFERIORI, con vibrazioni dai 3000 Angstrom in giù:

- la carne cotta, i salumi, le uova dopo il 15 giorno, il latte bollito, il the, il caffè, le marmellate, il cioccolato, il pane bianco, tutti i formaggi fermentati. Questi alimenti sono quasi tutti proteici, e basta una piccolissima deficienza del fegato o dell'apparato digerente, affinche’ diventino intollerabili per l'organismo.

GLI ALIMENTI MORTI, senza alcuna vibrazione:

- le conserve alimentari, le margarine, tutte le pasticcerie ed i dolci fatti con farina raffinata e prodotti industriali, i liquori e gli alcoolici, lo zucchero raffinato (bianco).

Anche la “freschezza degli alimenti” è un fattore di primaria importanza .

Alcuni procedimenti, che normalmente vengono usati in cucina, alterano o distruggono alcune qualità dei nostri cibi, un esempio ce lo forniscono le pentole a pressione e la cottura in acqua bollente.

I cibi cucinati a vapore conservano invece parte delle loro proprietà.

Gli alimenti conservati mediante la "pastorizzazione", NON contengono quasi più nulla delle loro qualità vibrazionali (irradianti); mentre quando sono trattati con processi disidratanti (per esempio la liofilizzazione) le conservano in gran parte.

Tutti i cibi che hanno un elevato potere vitaminico hanno pure ottime vibrazioni e possono essere classificati come "eccellenti". Questi alimenti potrebbero essere sufficienti al mantenimento della vita se assunti con un'alimentazione "vegetariana intelligente", cosa che non sempre accade tra i vegetariani che sovente presentano evidenti squilibri nutrizionali.

Fra gli alimenti superiori i frutti maturi hanno tutti una lunghezza d'onda tra gli 8000 ed i 10.000 Angstrom. Le loro vibrazioni vengono liberate nello stomaco, dando una sensazione di benessere. Affinché le mucose ne traggano il maggior profitto è opportuno mangiare la frutta a digiuno, cioè al mattino o nel tardo pomeriggio. Non mangiate la frutta non matura, come spesso viene venduta, le sue vibrazioni non sono valide per l'organismo; lo prova il fatto che sono di difficile digestione. Quanto detto per la frutta è valido anche per le verdure, per esempio la barbabietola, la carota e il ramolaccio quando sono maturi misurano dai 7000 agli 8000 Angstrom. La stessa rilevazione si ottiene dai legumi freschi e maturi (fagioli, fave, piselli, lenticchie). Questi, però, una volta essiccati, già dopo qualche settimana presentano una debole radiazione che scompare nel giro di qualche mese; ecco perché spesso sono indigesti.

La possibilità vibratoria degli alimenti non resiste oltre i 70° Celsius, infatti qualsiasi cottura che superi questi valori rende il cibo povero di elementi vitali. L'unica eccezione è la patata, che una volta cotta al forno o nell'acqua presenta ancora circa 6500 Angstrom. Il miglior modo di mangiare le insalate è quello di prepararle con molte qualità di verdure, ad esempio lattuga, carciofi, asparagi, carote, olive, barbabietole, cipolle, ecc.

Gli spinaci, i carciofi, le zucchine ed i funghi possono essere consumati anche crudi tagliati a fettine. Queste mescolanze, se condite con olio extra vergine di oliva, forniscono ottime vibrazioni che vanno da 8000 a 11.000 Angstrom. Anche i funghi sono molto importanti in quanto emettono onde di 8500 Angstrom.

Simoneton, ha rilevato che i prodotti vegetali venduti normalmente nelle città hanno già perduto da un terzo alla metà delle vibrazioni utili al corpo umano. Se a tutto ciò si aggiunge la cottura per bollitura, in essi NON rimane più NULLA di valido. Qualcuno ha osservato che le verdure gonfiano lo stomaco: ciò è vero solamente quando si mangiano quelle con vibrazioni inadeguate; di quelle cotte nell'acqua, ad esempio, rimane solo la cellulosa.

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La base del nutrimento dell'uomo è il grano e questi occupa una posizione importante nella scala delle vibrazioni, cioè 8500 Angstrom. Alcuni osservano che il grano è difficoltoso da masticare, ma basta macinarlo a grana grossa ed ecco risolto il problema. Un piatto contenente grano (chicco o grano spezzato, non farina) ha una vibrazione di 9000 o 10.000 Angstrom. Il grano germogliato rappresenta un alimento perfetto con vibrazioni molto energetiche, tra gli 8000 ed i 10.000 Angstrom, ed è anche possibile mescolarlo con altri cereali (farro, miglio, avena, ecc) preparando piatti assai gustosi. La pasta fatta in casa, cioè fresca, ha una radiazione uguale a quella del grano, mentre in quella seccata venduta in commercio le radiazioni sono quasi nulle.

Gli oli hanno all'incirca le stesse vibrazioni del frutto da cui provengono e sono uno dei cibi che conserva più a lungo le vibrazioni iniziali . L'olio extravergine di oliva spremuto a freddo, ad esempio, misura mediamente 8500 Angstrom e, dopo 6 anni, arriva a circa 7500 Angstrom. Attenzione che quando l'olio di oliva è decolorato e de odorizzato con appositi carboni attivi il tasso vibratorio si abbassa a 4000 Angstrom circa, mentre gli oli estratti con solventi dalle sanse NON contengono più alcuna vibrazione.

Sembra che: “… nell'antichità il piatto principale fosse pane integrale o semi integrali di farro intriso nell'olio di oliva, il resto era companatico.”

Gli studi del Simoneton hanno dimostrato che il latte vaccino NON è un alimento adatto per la salute dell'uomo. (v. su internet “Tiscali”: il Latte Vaccino)

La misurazione delle sue “vibrazioni” alla mungitura presenta 6500 Angstrom; dopo 6 ore 6000; dopo 14 ore 5000; dopo 18 ore 4000; dopo 48 ore 2000; dopo 56 ore 1000 A e dopo la pastorizzazione quasi zero Angstrom.

Il burro perde di giorno in giorno la sua vibrazione, e dopo 40 giorni non ne ha più del tutto, tuttavia la conservazione in frigorifero rallenta questo processo. Le uova appena deposte danno 6500 Angstrom, sono perciò identiche alle vibrazioni di una persona sana, la polvere d'uovo, invece, NON contiene più nulla ed è solo cenere morta!

Da ciò deriva il consiglio di utilizzare prodotti integrali non raffinati dall'industria, la quale toglie al prodotto appena colto la parte migliore, per poi elaborarlo e rivenderlo nelle farmacie a prezzi vertiginosi (vedi il germe di grano o la crusca!!). Tutto ciò potrà sembrare stupido ma sono cose che avvengono nella realtà. Ricordate che la Natura produce tutto ciò di cui avete bisogno. Un detto antico, trasformato, vi aiuterà a regolarvi: "Cibi e buoi dei paesi tuoi".

Limitate la carne (anche salumi, pollo e pesce sono carne), come facevano i nostri nonni che l'assumevano solo saltuariamente. Essere quasi vegetariani (non vegani e non prima dei diciotto anni!) significa tenere sotto controllo ogni problema.

Infine in certi casi può essere benefica una punta di cucchiaino da the di Cloruro di Magnesio sciolto in mezzo bicchiere di acqua da bere al mattino a digiuno. Questo sale è contenuto in notevole quantità nel sale marino integrale, è un ottimo rinforzante del sistema immunitario e tonico del sistema nervoso e muscolare. E' adatto in tutte le malattie cosiddette infettive in quanto aumenta notevolmente la potenza fagocitaria dei globuli bianchi.

I Vegetali Frondosi

Fra le scoperte più importanti, emerse dalle ricerche del Dott. Wilson si pone la conoscenza dei grandi benefici ottenibili dalle fronde dei vegetali. Mentre è da sempre conosciuto che questi sono "cibi protettivi" (le ultimissime ricerche mediche lo hanno dimostrato in modo incontrovertibile), non si è mai considerato il loro apporto all'energia vitale dell'organismo. Tali vegetali, oltre a possedere un altissimo livello di energia, sono gli unici alimenti in grado di bilanciare in modo soddisfacente i pasti a base di proteine, facendo in modo che il corpo possa assimilare le medesime senza dover attingere alle energie di riserva. Le misurazioni fatte hanno mostrato come le foglie dei vegetali abbiano un valore energetico maggiore di quello dello stelo e delle radici e ciò è dovuto al fatto che le fronde sono più interessate dai raggi del sole. Siccome la cottura riduce la vitalità dei vegetali il Dr. Wilson consiglia di assumere almeno due vegetali crudi insieme ad uno cotto. Barbabietola rossa, sedano, senape, kale, lattuga, indivia, rapa, carota ed erba medica offrono le foglie più cariche di energia.

CONOSCERE FINALMENTE CHE COSA SIANO VERAMENTE LE CALORIE

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( … perche’, e’ giunto il momento di finirla definitivamente con questo “inganno” dei mezzi-busti che continuano a citarle!!!)

Cosa sono veramente e come si misurano?

La dietologia ufficiale insegna che quando un cibo viene ingerito, viene dapprima triturato nella bocca, poi scomposto nei suoi elementi fondamentali e quindi assorbito dall'organismo. A questo punto subisce, ad opera dell'ossigeno, un'ulteriore trasformazione chimica (ossidazione) che produce calore, come se l'organismo "bruciasse" in tanti piccoli fuochi i prodotti ingeriti.

Il calore (energia termica o calorie), che un alimento è in grado di produrre, può essere misurato con una speciale apparecchiatura di laboratorio. Tale misura viene espressa in "calorie" (unità di energia termica). Una caloria corrisponde alla quantità di calore capace di far aumentare di 1° C la temperatura di 1 litro d'acqua.

Le calorie fornite dai principi nutritivi sono le seguenti:

1 grammo di proteine produce circa 4,5 calorie,1 grammo di grassi produce circa 9 calorie,1 grammo di carboidrati produce circa 3,75 calorie,1 grammo di alcool etilico produce circa 7 calorie.

Ma, ATTENZIONE: così come è stato espresso, il concetto di caloria è incompleto ed ingannevole!

Come abbiamo appena visto le calorie vengono misurate facendo bruciare gli alimenti in laboratorio. Questa misura, pertanto, NON prende affatto in considerazione l'energia che il corpo deve utilizzare per digerire ed assimilare gli alimenti. In altre parole la dieta ufficiale ci dice quante calorie vengono fornite da un certo alimento ma NON ci informa affatto di quante calorie il corpo deve consumare per poterlo digerire, assimilare e liberarsi dalle tossine derivate da tali processi.

Pertanto il concetto di caloria è incompleto e molto ingannevole .

Ad esempio un pezzo di carne, che teoricamente fornisce circa 4,5 calorie al grammo, ne consuma probabilmente altrettante nelle tre ore necessarie per la sua digestione ed assimilazione. Questo spiega perché alcune diete si basano sulla carne per far dimagrire ( vedi la dieta Atkins ).

Un alimento introdotto nel corpo umano si trova in un ambiente assai diverso da quello in cui viene "bruciato" in laboratorio per valutarne le calorie. Questa verifica è stato fatta misurando il flusso di energia nervosa nel corpo prima e dopo pasti composti di vari tipi di alimenti.

Si è così riscontrato che certi alimenti (vedi più sopra la classificazione per vibrazioni vitali) costringono il corpo ad un grande dispendio di energia per poterli utilizzare. Questa manifestazione energetica ha portato a credere che gli alimenti in oggetto accrescano l'energia corporea, mentre è vero il contrario: terminati i processi digestivi ed assimilativi il corpo si ritrova con le riserve energetiche diminuite.

“Ogni volta che mangiamo dovremmo “ricaricare le nostre batterie”, eppure a volte finiamo per scaricarle definitivamente...”

Alcune note anche su:

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L’INDICE GLICEMICO (I. G.)

E’ questo ancora un altro modo di considerare e di valutare gli alimenti giusti per la propria “individualita’ biochimica”? E’ quello dell’“indice glicemico” che e’ letteralmente: “la velocita’ di ogni singolo alimento di far aumentare, una volta ingerito, la glicemia nel sangue. E’ espresso in termini percentuali rispetto alla velocita’ di un alimento di riferimento che ha come “indice glicemico” il valore di 100. E gli alimenti di riferimento sono due: il “glucosio” e il “pane bianco”. (per calcolare, per esempio, l’ I. G. di un alimento rispetto al “pane bianco” basta moltiplicare per 1,37 quello calcolato rispetto al “glucosio”.)

L’ I. G. ha assunto una certa importanza, dopo la scoperta che una dieta molto ricca di carboidrati e’ dannosa quanto quella ricca di grassi. Sono nate diete, com’e’ quella di Montignac, che si basano esclusivamente sull’ I. G.

Mal al unica, vera novita’ e’: “la variabilita’ dell’indice glicemico”, che finisce con il confermarci direttamente il reale valore delle “vibrazioni degli alimenti”.

d) L’I. G. cambia in base alla “varieta’” dell’alimento che soltanto quando e’ modesta non perde completamente di significato.

e) L’I. G. varia a secondo del grado di “maturazione” dell’alimento.f) Negli alimenti cucinati varia sia a secondo degli ingredienti, sia della preparazione …

Ma alcune considerazioni utili sono:

i) L’ I. G. diminuisce se si aggiungono grassi perche’ sono piu’ lenti da digerire e i carboidrati vanno piu’ lentamente in circolo (e cio’ soprattutto se i grassi vengono assunti prima dei carboidrati.)

j) La stessa cosa avviene se invece dei grassi si aggiungono ai carboidrati le proteine.k) Infatti, la insulinemia non dipende dall’I. G. dell’alimento ingerito ma dal suo “carico glicemico”: il

prodotto tra I. G. e la quantita’ di carboidrati assunta.

Per non dare, allora, eccessiva importanza all’I. G. Ma volendo dare soltanto consigli utili:

i) una corretta alimentazione contiene solo il 55% dei carboidrati, ma anche grassi e proteine.j) ripartisce in modo uniforme i grassi, le proteine ei carboidrati nell’arco della giornata.k) deve “saziare” per consentire il mantenimento del peso corporeo.

Certamente le fonti dei carboidrati sono diverse. Ma e’ assurdo soffermarsi a considerar anche le differenze minime. Infatti, mentre non avrebbe senso discriminare, a parita’ di quantita’ tra pasta, riso e patate, e’, invece, giusto paragonare, per esempio, la pasta alla pasta integrale lo zucchero bianco a quello di canna e/o al fruttosio … --------------------------------------------------------------

Il “Primo Ambiente” è l’utero materno, quello che decidiamo di abbandonare al momento della nascita, per entrare nel: “SECONDO AMBIENTE” che comprende: 1. i “fattori abiotici”: l’acqua, l’aria, la luce del sole e la sua energia, i minerali, le cose, gli oggetti e tutti gli “stimoli- informazione” (fisici), che da questo piccolo mondo sono prodotti e che vanno a aggiungersi a tutte le “cose” che è possibile che attraverso i nostri sensi, arrivino direttamente al nostro sistema nervoso centrale, per continuamente “informarci”, “mettere in forma” il nostro cervello su tutto cio’ ch avviene nell’ambiente che ci circonda …2. i “fattori biotici”: le “persone” che lo abitano, o lo circondano e la fauna e la flora del luogo e quindi tutti gli organismi viventi macro e microscopici presenti o di passaggio nel territorio che ci circonda. (v. “Ambiente” nel Vocabolario allegato).

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Ricapitolando …

A) Il cibo è parte integrante dell’ambiente . B) E’ quella parte che è definita “fattore biotico” C) E’ uno degli indispensabili fattori che agiscono direttamente sulla crescita e lo sviluppo psico-fisico del bambino, sul suo “equilibrio interno”, sul suo stato di salute, sulle sue capacita’ di “interscambio”, etc.

c) “L’uomo è un “onnivoro”.d) “Il neonato, figlio dell’uomo, è un “onnivoro”. E fino a quando è nell’utero Materno, riceve, attraverso il cordone ombelicale, tutto il necessario per la sua vertiginosa crescita direttamente dal sangue Materno, che è anch’essa una “onnivora”.e) Ed è e resta un “onnivoro” anche dopo la nascita, quando riceve il necessario indispensabile direttamente dal “seno” della Madre sotto forma di latte. f) Latte materno, che contiene e “veicola” tutto quello che la Madre assimila … e che è appunto una donna “onnivora” intelligente.g) Il latte materno dunque, è la secrezione della ghiandola mammaria che “veicola” tutti i nutrienti in esso sciolti, necessari e fondamentali e “specifici” per il cucciolo della stessa specie della madre!h) ... la mucca, la capra, la pecora, l’asina... sono tutti mammiferi “erbivori”!... proprio come i loro figli, nutriti dal loro latte …

ALL’INIZIO, QUANDO E’ NELL’UTERO MATERNO, E’ IL “CORPO” DELLA MADRE CON IL SUO “SANGUE” CHE GLI FORNISCE TUTTO IL NECESSARIO (che e’ portato dal cordone ombelicale dopo essere stato raccolto dai “villi coriali” della “placenta” che aderisce alla parete dell’utero materno.) --------------------------------------------------IN SINTESI:… l’Ovocita Materno, raggiunto e fecondato dallo spermatozoo a livello del terzo medio superiore della tuba uterina, spinto dalle sue ciglia vibratili verso l’esterno, cade nell’utero. Dove grazie ad enzimi proteolitici (capaci di digerire i tessuti) che porta sulla sua superficie, l’ovulo, ormai fecondato, si scava nella ipertrofica mucosa uterina pronta ad accoglierlo una nicchia. E’ da quel momento, che “lui” inizia a nutrirsi letteralmente del “sangue” della Madre. E’ attaccato a lei con una ventosa - sulla parete della cavità emorragica, della nicchia che si è appena scavata nello spessore della mucosa dell’utero - una sorta di disco membranoso. E’ la “placenta” (la “focaccia”). La quale è dotata di villi. Sono i “villi coriali”, piccole escrescenze vascolarizzate, fitte come in un velluto, che pescano nella cavità emorragica dell’utero. Ogni villo porta così, a contatto con il sangue materno libero nella cavità, una sua arteria e un sua vena. E’ attraverso questi villi e l’endotelio dei suoi vasi sanguigni che, tra il sangue materno e quello dell’embrione (e/o del feto, poi divenuto bambino), ma senza mai mischiarsi tra loro , avviene il costante scambio delle sostanze nutritive, dell’ossigeno, degli ormoni… (e anche dei germi e delle sostanze tossiche eventualmente assunte dalla Madre, fino alle scorie (e i cataboliti) quelle prodotte dal bambino, etc. etc.), insomma, di tutto l’indispensabile alla sua sopravvivenza, al mantenimento del suo equilibrio interno, alla sua vertiginosa crescita e alla sua differenziazione cellulare.I vasi sanguigni che arrivano o partono dai villi coriali della placenta, confluendo si raccolgono, riducendosi progressivamente a due vasi principali contenuti nel “funicolo ombelicale” che, dopo aver attraversato il “sacco amniotico”, raggiunge il bambino innestandosi nel suo “ombelico”. E’ attraverso una sua particolare circolazione, la “circolazione fetale” che le sostanze sopraddette e l’ossigeno raggiungono i vari organi e i tessuti del bambino.Intorno ai nove mesi di gravidanza (per un tempo sempre più breve ormai - v. la vertiginosa crescita della neo-neocorteccia cerebrale e quindi delle dimensioni del cranio -) il nostro piccolo, “stanco” dell’Ambiente Utero, “stressato”, decide finalmente di uscire. E’ “stressato” dalla sua “monotonia” (quella dell’Ambiente Utero). Scarica, grazie alla sua corteccia surrenalica, una certa quantità di cortisolo (cortisone) direttamente nel sangue Materno, che, rispondendo al suo comando, dà inizio - con una scarica (di risposta) da parte dell’ipofisi Materna, di un ormone, la “oxitocina” - al travaglio del parto.Letteralmente “spremuto fuori” dall’utero, il neonato cade, allora, nel suo “Secondo Ambiente”, nella “Nicchia ecologica”, più precisamente è subito accolto dal sottoinsieme della nicchia ecologia che ci piace definire: “Ambiente Madre”.

Ma il nostro piccolo ha deciso di abbandonare il “Primo Ambiente”: l’Utero Materno.

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E’ nato e ora respira da solo! MA E’ ANCORA LA MADRE CHE, DOPO AVERLO IMMEDIATAMENTE LEGATO (“reinnestato” al suo seno) Di NUOVO AL SUO CORPO, CONTINUA A NUTRIRLO CON IL LATTE DELLE SUE MAMMELLE.

E IL SUO LATTE CONTIENE GLI STESSI NUTRIENTI Di UNA “ONNIVORA”: TUTTI QUELLI DEI VARI ALIMENTI DA LEI ASSUNTI E DIGERITI E CHE SONO SCIOLTI NEL SUO SANGUE E QUINDI, NEL SUO LATTE. L’ALLATTAMENTO AL SENO. Abbandonato l’utero, se è fortunato, il nostro cucciolo trova un “Secondo Ambiente”, una nicchia ecologica, serena e accogliente sotto tutti gli aspetti. Dove tutti sono veramente felici per la sua nascita e insieme collaborano (in armonia) per accudirlo e proteggerlo dalle insidie dello stesso Ambiente che, per la sua struttura naturale, resta comunque: “freddo, feroce, ostile…”, perché è il “Secondo Ambiente” dove: “DNA contro DNA: è la lotta per l’esistenza” di Renato Dulbecco. Se e’ veramente fortunato, egli trova, inoltre, il “Seno” di sua Madre sempre pieno di dolcissimo latte profumato sui generis. E’ quello di una Madre sana e sempre disposta e capace di allattarlo secondo le sue “vere necessità”!ATTENZIONE: Le sue “vere necessità” , sono quelle singole, individuali!, che, per questo, prescindono dalle regole scientifiche, tutte costruite secondo le varie medie e poi dalle tabelle statistiche di crescita e dai consigli non suggeriti, ma imposti dall’alto (previa la immediata scomunica), anche questi sempre ricavati da diagrammi, etc. Ma nondimeno costruiti soltanto su due parametri: 1)quello del “peso” 2) quello della “lunghezza” del suo corpo e che dunque non possono, nemmeno approssimativamente, permettere di valutare il solo veramente fondamentale parametro: la sua “cilindrata” reale! La “cilindrata” ? è quella che, infatti, si potrebbe tentare di ricavare, attraverso la storia familiare e la misurazione auxologica dei suoi genitori; da un calcolo che solo così e’ divenuto possibile, sul suo probabile “traguardo auxologico”; sulla velocità reale della sua crescita; e poi su quello dello sviluppo finale raggiunto. …Il valore della “cilindrata” è - ma “non” a proposito dei consumi di “calorie” -, certamente, com’è per il motore di un’auto, il più attendibile dei parametri. E’ determinato dal calcolo dei consumi energetici e quindi, del suo fabbisogno effettivo di nutrienti, perché il problema vero, ancora irrisolto: E’, non solo quanto il nostro bambino, grazie a noi, egli crescerà nella sua “unita’ mente/corpo” anche apprendendo direttamente da noi e facendo crescere cosi’ la sua materia cerebrale, ma fin dove arriverà anche in “statura” e in “peso” letteralmente: “mangiandosi parti dell’ambiente nel quale vive?”

Dopo quanto e’ stato detto e’ imperativo “diffidare” da chi sa con precisione assoluta “quante poppate” deve fare il nostro bambino e secondo quale “intervallo” di tempo! “… ma è veramente fortunato e ha trovato una Madre sana, con la giusta quantità di latte e che si nutre in modo corretto da “onnivora” intelligente …” Lo fa secondo le esperienze “delle tradizioni, della famiglia, della terra” nella quale è nata e vissuta, che sono quasi sempre caratterizzate dall’uso particolare degli alimenti presenti in abbondanza in quella nicchia-ecologica e ambientale, ma anche perché ha chiari sia i concetti di “individualità biochimica”, sia delle “vibrazioni” degli alimenti . Sono quelle esperienze di sempre dell’Ambiente socio-culturale e “fisico”, ovvero della sua nicchia ecologica che nondimeno è stata già modificata dall’evoluzione, dal “progresso” al quale lei stessa ha partecipato. Per la felicità di entrambi – ma è questa la vera fortuna del mio bambino - sua Madre, sempre presente e disponibile, continuerà ad allattarlo “serenamente”, almeno fino al sesto mese compiuto (al nono? Se e’ possibile!) Poi, da quel momento, avrà inizio per lui, ad un molto lento e “ naturale svezzamento” … infatti:

Dopo la separazione fisica avvenuta con il taglio del funicolo ombelicale, “allattarlo al seno” per Sua Madre è poter :1) dopo averlo di nuovo legato al suo corpo: “reinnestare in lui (anche la Sua Anima, ma soprattutto) il Suo Corpo, la sua Linfa il Suo Sangue! Attraverso il capezzolo del Suo seno!”2)Ma per il Suo bambino non è proprio la stessa cosa ! E’, infatti, nella fase dell’“Io-Tutto”. Ancora non sa che esiste un mondo che non sia soltanto quello, il suo mondo: Lui!

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Quindi, non sa come sua Madre sia un'altra entità a parte, staccata da lui e indipendente dalla sua volontà. Sa solo che riceve da quell’atto da Lei compiuto di allattarlo una magnifica “gratificazione vitale” - che, per questo, vorrà ripetere all’infinito! (v. il “Rinforzo”) – ma poiché la sua memoria è già funzionante imprimerà comunque in essa (v. L’“Imprinting”) tutti quei ricordi indispensabili alla sua salvezza immediata e che nondimeno gli serviranno certamente, ma soltanto sul momento. Ma non riuscirà mai a ricordare tutto questo, perché sono tutte esperienze impossibili da collegare ad un “Se’” che ancora lui non ha, perché non esiste e non esisterà fino al completamento del suo “Schema Corporeo”. Sono tutte le esperienze che andranno a far parte del suo “mondo dell’inconscio”. E piu’ spesso saranno poi, i suoi “Fantasmi dell’Imprinting”! Compariranno all’improvviso, ogni qualvolta saranno “inconsciamente” evocati dalle circostanze del momento, dalla particolare situazione e/o dal caso, etc.----------------------------------------------------N.B. Ma modestamente, almeno quattro decenni di professione autorizzano chi ha scritto questo testo a affermare che, nondimeno:

A) “Chiunque tentasse di “inserire” automatismi socio-culturali e/o di imporre “regole di comportamento” - perche’ da lui giudicate oggettivamente rigorosamente scientifiche, perché statisticamente inconfutabili, etc. e/o soltanto, dall’alto del suo potere conferito dal suo sapere scientifico appreso, si permettesse di credere di dover “partecipare attivamente” ad una simile “Unica”, “Irripetibile”, “Naturale”, “Magnifica Armonia Assoluta” -, è un imbecille pericoloso perche’ incapace di fermarsi di fronte ad uno degli spettacoli più belli al mondo e di limitarsi alla pura contemplazione di una simile meraviglia: “La Madre che offre il seno al suo bambino !”

B) E’ doveroso, invece, consigliare. (Limitarsi a consigliare!) 6) Per fare in modo che la Madre durante la poppata, per esempio:

Alterni i seni ogni “cinque minuti d’orologio” per far “respirare i capezzoli” e impedire il formarsi di ragadi.Inoltre - invertendo la posizione del Suo bambino ogni cinque minuti – riuscirebbe così, ad evitare che, il latte - che eventualmente si è introdotto nelle beanti “Trombe di Eustacchio” durante la suzione, o magari a causa di un piccolo rigurgito sempre possibile - abbia il tempo di raggiungere l’orecchio medio del Suo bambino… (ed evitare cosi’ una pericolosa otite acuta)

2) … ma anche e ancora perché la Madre ricordi:

a) che qualsiasi cosa mangiata, o bevuta, o assaggiata, “passa” nel Suo latte. b) che se il Suo latte è sufficiente per quantità, il Suo bambino in venti minuti è sazio. c) se il latte è anche nutriente, chiederà di succhiare di nuovo, dopo un intervallo di sonno tranquillo, dopo circa tre ore? d) che, inoltre, La “premierà” con una “cacca” gialla e cremosa durante e/o dopo ogni poppata. e) che crescerà di peso novanta grammi ogni tre giorni (in media), un chilo dopo un mese ( ma anche questa è soltanto la media!) etc. .… f) che sarà sereno, dolcissimo, magnifico…e nel suo aspetto beato ... e grato. Soprattutto avrà la pelle distesa sul volto e non rugosa come quella di un vecchio eternamente incazzato! (solo perché affamato!)g) … ma anche … che a Lei sarà comunque sempre grato: subito! … immediatamente, ogni volta e poi, per sempre!

ALLATTAMENTO MISTO E’ una spiacevole evenienza che ha più spesso come causa due varianti: 1) Una “naturale”: per madri che non hanno una produzione di latte sufficiente. 2) Una “ socio- artificiale” - o meglio coatta -: per l’intervento di circostanze esterne: economiche e/o socio-culturali, ma anche ideologiche...

A) Variante “naturale”.

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Riguarda la Madre che non ha latte a sufficienza, malgrado sia perfettamente sana e si nutra in modo corretto e a sufficienza e l’Ambiente socio-culturale, la nicchia-ecologica che la circonda le permetta di condurre, insieme al suo bambino, una vita protette e quindi, serena, etc.Per esempio: 1. Perché la secrezione dei Suoi seni non regge al ritmo imposto dal Suo bambino (?)2. Perché ha partorito (con il Cesareo), grazie alla costante spinta evolutiva della specie, un bambino più “grande” delle sue stesse possibilità fisiologiche(?)…3. Perché la Sua dieta, malgrado non se ne renda conto, è comunque insufficiente per quantità e/o qualità?4. Perche’, etc. ?

“IL BAMBINO PIANGE”,(continua a piangere disperato), PERCHE’?”

Per esempio: come accorgersi che, senza volerlo, stiamo “affamando” il nostro bambino?

E’ importante ricordare che - per non cadere nello stesso errore di affermare solo verità assolute e universali a proposito di un essere nuovo, unico, mai comparso prima sulla Terra -, i “segnali” (pianto e mimica) qui di seguito indicati sono soltanto quelli “più frequenti” dei vari lattanti e che piu’ spesso quindi, soltanto alcuni di questi sono: “sempre presenti”.

Il primo “segnale” è emesso direttamente dal bambino, ma quasi sempre durante le poppata della sera. Il suo “pianto”, allora, indica l’oggettivo cambiamento fisico-chimico del latte (consistenza, odore, sapore, ritmo, etc.) della montata lattea e/o della oggettiva diminuzione della portata dei seni, etc. E’ proprio allora, alla sera, che inizia a manifestarsi, per la prima volta con i suoi “segnali” inconfondibiliTutto avviene molto piu’ spesso proprio durante le ultime poppate. … Ed è Lui! E’ il bambino che letteralmente avverte ! (e’ di colpo diventato: “nervoso”!?) “Emette” il suo “segnale” di allarme (il pianto) e contemporaneamente lo “interpreta”, lo mima alla perfezione eseguendo appunto una “pantomima” che è unica . Ma che è comune a tutti i lattanti e ai cuccioli di tutti gli animali mammiferi. (Per esempio, la capretta che “strappa il capezzolo” e poi “prende a testate” le mammelle (vuote?) della madre.) (Circa la “Pantomima”, v. il linguaggio 1 e 2 di K. Popper.) ( J. C. Eccles. “Evoluzione del cervello e Creazione dell’Io” Armando Ed. pag. 102)Ma purtroppo, nella maggioranza dei casi questo nuovo comportamento – che è fatto di pianto improvviso, acuto e di sofferto, ma anche rabbioso rifiuto del seno (afferra con le labbra e strappa tirando in dietro il capezzolo! e/o non lo prende tra le labbra…) - viene piu’ spesso scambiato per una classica “colica gassosa”, anche perché per piangere più forte e spingere bene sul diaframma, proprio quando “…urla, piega e tira su le “gambe”…!” E’ così, che, invece che con un maggiore apporto di nutrienti ben distribuiti nelle varie poppate del giorno, il problema viene risolto, invece: 1) con il “santo farmaco antispastico” (per giunta alcolico, associato ad un “naturale carbone vegetale” per l’assorbente dei gas della fermentazione, etc.!) 2) ma sempre con la “condanna” per il lattante a dover risolvere il problema chiedendo un’altra poppata o due, ma durante la notte: ad aumentare il numero delle poppate per raggiungere la quantita’ di latte necessaria nelle ventiquattro ore che nei casi seri per un quasi completa insufficienza del latte prodotto diventano sette, otto… poppate al giorno… Ma la Madre, che è sempre attenta , è nondimeno “obbligata” a imparare a notare, almeno alcune delle seguenti cose: 1) al momento delle ultime poppate, all’“appuntamento biologico” con il risveglio del Suo bambino, il Suo seno non si presenta più teso, né sufficientemente gonfio come alle prime poppate. La Madre: (“Eppure, se spremo il seno , il latte esce?”). 2) il bambino, sebbene “annunci” con il suo pianto di aver fame, portato al seno, prima si attacca e poi si stacca di colpo dal capezzolo piangendo con un tono del pianto più acuto del solito. E’ spesso un urlo improvviso. Poi continua straziante senza fermarsi, gettando la Madre nel panico. (Fa questo anche quando nel latte sono contenute sostanze che danno un odore e un sapore sgradevole, come è per le cipolle mangiate dalla madre. e/o l’improvvisa comparsa degli estrogeni per il ritorno delle mestruazioni!)M: (“ Si capisce che ha fame. Ma perché, allora, non si attacca?… E’ nervoso, rabbioso…cattivo, mi fa male… E poi si stanca, si addormenta, ma è agitato…E io sono, stanca, spossata …”)

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Il piccolo è “disperato”. E’ come se fosse stato (e sia) sistematicamente “truffato”. Protesta per il sapore cambiato e per la consistenza e per il nuovo odore e il diverso spessore del latte (leggi: per la mancanza delle giuste vibrazioni che soddisfano lo stomaco?): di quella che e’ e resta l’unica fonte della sua vita, etc.

3) di solito la protesta diventa progressivamente sempre più violenta, ma la protesta dura anche sempre di meno! (per stanchezza sopraggiunta e/o per l’innato calcolo economico del consumo di calorie?, ormai tutte da risparmiare per crescere, limitando così al minimo la dispendiosa protesta, … per giunta, inutile. )L’istinto di “conservazione” o di sopravvivenza, che è appunto parte dell’innata economia della specie, ha sempre il sopravvento. Pur di sopravvivere, alla fine, si adatterà anche al “nuovo latte”. Ora si attacca comunque al seno. Accenna ancora a qualche protesta. Ma sempre con minor decisione e frequenza. E, alla fine, lo beve. Non ha altro e allora accetta di berlo. Ma il tempo della poppata si allunga. Diventa insopportabile per la Madre! Eppure ha accettato di berlo, perché eccetto l’acqua inodore, insapore, incolore, berrebbe qualsiasi cosa per sopravvivere. E lui vuole vivere!- Ma… 4) resta più a lungo a succhiare il seno: ci gioca! E spesso s’interrompe, ma senza lasciare il capezzolo. Si ferma di colpo. Resta immobile, come assorto…M:(“S’incanta a guardare gli angeli!”) Resta fermo con il capezzolo in bocca senza ingoiare. Senza deglutire dopo l’atto della suzione…poi stanco, ma non certamente sazio, si stacca abbandonandosi esausto. M:(“Molla il capezzolo che è ormai sfinito!”) 5) mentre dorme ora è irrequieto e “non tiene” più le tre ore di pausa tra le poppate . 6) si sveglia “prima del tempo” con uno scatto, di soprassalto e subito emette un urlo acuto, improvviso. Ma, soltanto se ha sufficienti forze, chiedi di succhiare … M:(“Anche in volto è cambiato. E’ ormai rugoso. Sembra quello di un vecchio perennemente triste (e “incazzato”). Ma gli occhi sono vivi, si guarda continuamente intorno. E’ in allarme. Sa che si gioca la pelle ad ogni poppata.!!!?”) 7) il numero delle richieste di latte, quello delle poppate nelle ventiquattrore, è aumentato in frequenza e quindi di numero . 8) di notte vuole restare attaccato al seno per periodi lunghissimi. M:(“Ma gioca con il capezzolo! Ricomincia a succhiare solo se tento di staccarlo!”) 9) ha cominciato a diventare “stitico”! e che le feci sono secche e dure e ora virano verso il verde… (diventeranno liquide, poi compariranno tracce di muco, etc.) 10) la pancia è più gonfia e ora “fa” tanta “aria”…

Le “coliche gassose” Ecco che sono arrivate le “vere coliche gassose”! Quelle VERE per “sottoalimentazione”! Per “malnutrizione”! Per fame!

Non essendo più “caricato a sufficienza”, il piccolo “scarica” poco e male: E’ diventato: “stitico”! E’ allora probabile che, essendo aumentato il tempo di permanenza nella parte dell’intestino, perche’ il materiale da spingere e’ troppo scarso - non deputata all’assorbimento degli alimenti - della frazione di latte non assorbito (la frazione di caseina), delle scorie del latte e di altri cataboliti naturali, sia iniziata, da parte dei germi non saprofiti intestinali, (in maggioranza anerobici) una maggiore e più lunga e abbondante fermentazione delle stesse. ATTENZIONEIl latte Materno può sempre tornare! All’improvviso, così come se ne è andato. Nondimeno è questo il momento di aggiungere il “latte in polvere”. (Quello che ogni Madre ha “ricevuto in dotazione” al momento della dimissione dall’ospedale, dalla solerte puericultrice di turno?.) La Nonna che non disponeva di un latte di aggiunta “affidabile”, usava dare al suo bambino acqua con foglie di alloro, tea, tisane, etc. etc.

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Ma ora sarebbe stupido non dare ad un lattante uno “speciale latte di aggiunta”, magari quello di moda!, dopo tante conquiste scientifiche e le conseguenti, varie manipolazioni operate dall’industria sul latte di mucca ? Ma come sara’ sempre piu’ chiaro per tutti: “non e’ proprio cosi’!

IL LATTE DI AGGIUNTANe esistono di tutti i tipi! Grazie alle infinite manipolazioni e integrazioni, tutte tendenti a renderlo il più vicino possibile, dal punto di vista digestivo e nutritivo, al latte materno? Così i vari tipi di latte passano e ricompaiono a seconda delle mode, ma oggettivamente sono tutti validi!?Il latte vaccino, inoltre, specialmente da quando abbiamo cominciato a “pasteurizzarlo” e a “stassanizzarlo” e a “diluirlo” nel modo “giusto”? – per esempio: due parti di latte e una di acqua bollita, con l’indispensabile aggiunta di zucchero… (ma ora, e lo abbiamo appena detto, c’è l’industria che riesce a fare con il latte mirabilia) - il latte vaccino pretrattato (dall’industria) ha salvato molte vite. Ad esempio, quelle dei bambini con Madri, che fin dai primi giorni, erano impossibilitate ad allattarli. Ma ATTENZIONE : fondamentale e’ conoscere le “vibrazioni” degli alimenti!Il latte vaccino (cercare su internet, sul motore di ricerca “Tiscali”: “Latte vaccino”.) nondimeno è e resta sempre e soltanto un “supporto liquido” per veicolare tutti i “nutrienti necessari” al nostro bambino, che è e resta comunque un lattante. … Ma il mio bambino è un “onnivoro”!( E’ soltanto il Latte Materno, infatti, che è deputato a realizzare il compito di quella meraviglia della Natura che è in assoluto il latte secreto dalla ghiandola mammaria di una Madre, un Mammifero, per il suo cucciolo. E’ quello di essere un liquido che veicola tutti i nutrienti - gli stessi che, dopo averli assunti, digeriti e prima assimilati, la Madre forniva al suo bambino, quando era ancora nel Suo utero, direttamente con il suo sangue e che poi, ora finiscono nel latte delle sue mammelle.) Ma?: “Su quali elementi agisce l’Industria Alimentare per raggiungere lo scopo di rendere il latte vaccino simile al latte di donna e creare, quindi, vari tipi di latte in polvere formulati, adatti ai primi tre mesi di vita e poi ai sei, ai dieci e oltre, all’infinito?”: (prima sull’elemento economico visto che alla madri italiane lo fa pagare fino a trecento volte di piu’ di quanto, per esempio e’ venduto in Francia?) Poi mette le mani sopra il Latte Vaccino e comincia a manipolarlo cosi’:1) Diminuzione della concentrazione dei sali: il latte vaccino ne contiene in grandi quantità, se confrontato con quelle del latte materno. Gli elementi che spiccano maggiormente, nel gruppo, sono il Sodio, il Cloro, il Potassio, il Calcio ed il Fosforo. Questa operazione è essenziale per rendere compatibile l’osmolarità del latte con il potere di filtrazione del “rene infantile”.

2) Eliminazione o denaturazione di proteine potenzialmente “allergizzanti” (in particolare la Lattoglobulina, che nel latte di donna è scarsa, mentre nel latte vaccino si rileva in una certa quantità). Tale risultato si ottiene col CALORE al quale la lattoglobulina è particolarmente sensibile.

3) Modificazione della struttura della “caseina”: questa proteina “pesante” è presente anche nel latte di donna ma in una forma (alfa caseina) più confacente alle capacità digestive dell’intestino del lattante. La beta caseina, presente in percentuale significativa nel latte vaccino, ha una forma sferica, quindi gli enzimi riescono a degradarne solo la parte esterna, lasciando intatta la porzione nascosta. Quest’ultima, giungendo in digerita nell’intestino, induce fermentazione e modificazione della flora batterica (coliche, stipsi). Nel processo industriale la beta caseina viene PARZIALMENTE DENATURATA AL CALORE e con metodi enzimatici (idrolisi), col risultato che se ne perde la forma sferica e se ne aumenta la digeribilità?

4) Adattamento della concentrazione di carboidrati semplici (zuccheri): nel latte di donna la quota calorica maggiore spetta al lattosio che è contenuto in concentrazioni 3-4 volte superiori a quelle del latte vaccino. Si provvede a tale necessità AGGIUNGENDO DESTRINE E MALTOSIO (oligosaccaridi) di derivazione vegetale (senza glutine) al latte di mucca.

5) Adattamento nella composizione dei grassi: (nel latte di donna sono presenti, in più alte concentrazioni, acidi grassi polinsaturi (linoleico, linolenico, arachidonico) Tale operazione consiste

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nell’AGGIUNGERE ALLA FORMULA ACIDI GRASSI POLINSATURI di derivazione vegetale (Mais, arachidi, olivo, ecc.).

6) “Fortificazione” del latte vaccino, mediante AGGIUNTA DI VITAMINE ED ELEMENTI MINERALI ESSENZIALI (Ferro, Rame, Zinco, ecc.)

“La composizione del latte vaccino, così trattato, tende (nelle intenzioni) ad avvicinarsi a quella del latte materno, con varie riserve (v. la scomparsa delle “Vibrazioni”!). Infatti, per quanto i procedimenti volti all’adattamento, siano accurati e chimicamente corretti, il latte formulato rimane SEMPRE E COMUNQUE UN LATTE DI DERIVAZIONE VACCINA, con tutto ciò che ne consegue, per esempio: incompleta digeribilità e quindi, fermentazione intestinale, stipsi, possibile insorgenza di intolleranze od allergie. Ma soprattutto il : chelaggio del Ferro ! (con relativa diminuzione della sua biodisponibilità e anemia ferropriva), microemorragie intestinali (peraltro senza rilevanza patologica), ecc.” (dr. S. Tasca).

Il problema, se di problema possiamo parlare, sorge e si aggrava per i nostri lattanti non fortunati, perché il latte vaccino - poiche’, nel mondo, e’ l’alimento che in assoluto costa dimeno -, è somministrato (invece, che soltanto come indispensabile succedaneo e/o solo durante lo svezzamento) sotto tutte le salse. Ed è, grazie alla capillare propaganda delle multinazionali, indiscriminatamente usato quantitativamente in modo perlomeno “sproporzionato”, fatto che rende anche pericolosamente “monotona” la dieta.

La quantità somministrata di quello che dovrebbe essere soltanto il “veicolo latte di mucca” è esagerata!

Il latte vaccino finisce così con il diventare per massa e quantità somministrata, da pur necessario veicolo liquido a “base unica e/o principale” di tutta l’alimentazione quotidiana del nostro piccolo - (v. il latte di aggiunta, più i biscotti solubili, più l’omogeneizzato di verdure, di carne, di pesce, di frutta…), il quale, lo ricordiamo, è nondimeno e resta un “onnivoro” e dunque, non è certamente un vitello da ingrasso! -, rendendo la dieta “monotona” e molto faticosa da digerire , etc. e instaurando di fatto una (involontaria, ma comunque, certamente colpevole per ignoranza?) vera e propria anemia ferropriva causa evidente di una “Malnutrizione” a base quasi esclusivamente di soltanto LATTE VACCINO!

Il “latte di aggiunta” è solo e sempre “il latte da noi rubato alla mucca!”: una “erbivora”! Ma il mio bambino, che è, invece, al vertice della magnificenza assoluta della Natura è un “onnivoro”! E’ fondamentale che la Madre, che è comunque costretta ad usarlo perche’ il suo latte e’ insufficiente, nondimeno ricordi di:

1) Attaccare sempre prima al seno il Suo bambino . Per un tempo insufficiente a “stancarlo” inutilmente, ma sufficiente a stimolare il Suo seno, in modo da ricordare al seno di “produrre” latte proprio a quell’ora (v. l’orologio biologico che regola e ordina - attraverso la secrezione ipofisaria di un suo ormone, la prolattina, quella del latte al seno. Entrambe le secrezioni sono stimolate dalla suzione “meccanica” del capezzolo – l’ora esatta in cui il seno, regolarmente stimolato, deve produrre il latte.)

M: (“è necessario tentare di allattare, di “insistere”? Anche quando il latte prodotto dal mio seno è ormai scarsissimo?”Specialmente nelle “primipare”, non possiamo ancora saperlo, ma il latte materno potrebbe anche tornare ad essere prodotto.

2) Il numero e la frequenza delle poppate e soprattutto la “quantità” del latte di aggiunta, li “stabilisce” solo e sempre il bambino!Non le “tabelle” statistiche!Per essere certi di averlo finalmente saziato , quando questi si stacca dal biberon, deve sempre restare latte “liquido”, almeno venti grammi. La schiuma non vale!, perché è soltanto la dimostrazione che il bambino ha “tirato” al massimo possibile e che non ha finito di succhiare, anzi!

ATTENZIONE : E’ possibile che il bambino si stacchi dal biberon soltanto perche’ e’ “stanco”! ( questo succede se la madre lo ha fatto piangere prima per troppo tempo, per esempio, per “cambiarlo” prima della poppata e/o perche’ il biberon non gocciala nel modo giusto e il bambino e’ costretto ad una grande lavoro,

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etc.) . Se si stacca dal biberon non vuol dire che ha finito la poppata. Potrebbe, dopo essersi sufficientemente riposato, voler riprendere a succhiare: “Ricomincera’ a piangere!” (prima delle tre ore!) Pensare allora che poiche’ ha volontariamente deciso di staccarsi al biberon questo pianto non possa essere: “fame”, ma soltanto per una “colica’! e’ letteralmente: da STUPIDI! Comunque quando il lattante piange, prima di avventurarsi in una diagnosi, bisogna sempre provare a dargli PRIMA altro latte! (ma alla giusta temperatura e con un biberon che funzioni perfettamente!) … e soltanto dopo …

Se, invece, beve completamente il latte contenuto nel suo biberon, non possiamo sapere quanto latte avrebbe ancora succhiato. Ma le quantità di latte che così mancano ad ogni poppata, si sommano. E, allora, chiederà di “succhiare” almeno una volta in più e lo farà durante la notte (dopo aver comunque “protestato” urlando disperatamente durante le ultime poppate della sera.) Pur di ottenere il giusto numero di nutrienti vitali per i suoi fabbisogni, egli aumenta il numero complessivo delle poppate nelle ventiquattro ore. 3) Durante l’allattamento artificiale (con il biberon) il bambino va tenuto “seduto”! Il biberon deve avere un angolo quasi retto con il capo eretto del bambino.4) Dopo aver riempito di latte il “biberon”, e averlo posto in posizione orizzontale, come per infilarglielo in bocca, la tettarella deve “gocciolare” come un “ rubinetto difettoso” , non deve quindi fare il “getto”, o peggio, non gocciolare affatto. (Deve gocciolare ritmicamente.) 5) La temperatura del latte va “testata in bocca”, ma solo dalla bocca della Madre! (Non valgono polso, braccia o labbra …ne bocca o altro … e/o tutto quello offerto dalla solerzia di premurosi parenti e affini!)6)Se finalmente il bambino è totalmente e sistematicamente saziato, per prima cosa: la “stitichezza” scompare!

Le feci tornano ad essere cremose di colore giallo tendente all’oro con qualche piccolo grumo biancastro dovuto alla caseina che non è mai completamente assimilabile dall’uomo!

Il sonno è ora tornato tranquillo e dura almeno tre ore, che diventano sei durante la notte (dopo il bagno che andrebbe fatto ogni sera). Scompaiono le rughe da vecchio… il volto è disteso, soddisfatto, ricomincia a prendere peso con regolarità e sorride spontaneamente. E’ grato. E’ beato! 7) quando si prepara un latte in polvere è importante che l’acqua per la diluizione, che va assolutamente bollita, sia prima lasciata intiepidire per evitare di bruciare la polvere del latte. Ma soprattutto che l’acqua sia scarsissima di sali minerali! (E’, infatti: soltanto per ridurre la loro esagerata concentrazione - circa 100 volte quella del latte materno - presente nel latte vaccino, che siamo costretti a diluirlo! )

B) Variante “artificiale” e/o “coatta” (per una Madre “costretta” a sospendere l’allattamento.)

La madre è sana. Ha latte “da vendere”. Ma, per motivi socio-economici e/o ideologici… o altro, è costretta, durante il giorno, a lasciarlo ad “altri”, a “posteggiarlo” per molte ore, durante le quali necessariamente il suo bambino riceverà un latte vaccino . La Madre riesce a dargli ancora - ma questo succede soltanto per un breve periodo, poi rapidamente finirà - la poppata del mattino e quella del tardo pomeriggio al suo rientro a casa (e quella della sera?). (Poi sarà costretta a dargli tutte quelle che lui “pretenderà di avere” durante la notte da sua Madre finalmente “ritrovata” e alla quale cerchera’ di restare disperatamente “attaccato” tutta la notte!)“Succede spesso che così diventi un “massacro” per entrambi. La Madre, durante la notte, si farà “prosciugare” perfino l’Anima e Lui mostrerà di non essere mai sazio e soddisfatto di quel “misero latte”, tutto impastato di una reciproca tristezza infinita: “sierosa”. Fatta soprattutto di siero che è più dolce, ma che è per giunta, soprattutto dolorosamente “fermentante” (v. le “coliche gassose” da sottoalimentazione!”

La Madre è tornata al lavoro. “Il seno ogni tre ore diventa più duro e perde latte dai capezzoli. La tuta, il grembiule… e/o il talleur, s’inzuppano di latte. E’ così che Lei sa che, a casa, il suo bambino si è appena svegliato. “Lo sente” mentre chiede di succhiare…e sa che …ora qualcuno, a casa, al Nido, gli sta infilando in bocca un biberon pieno del latte di una brava mucca!

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Ma dura soltanto pochi giorni questo strazio. Poi il seno viene “informato” che a quell’ora è inutile continuare a produrre latte, perche’ nessuno succhierà!”

E il momento, per il bene e la salute della Madre e del bambino - che di solito ha, in media, già superato i quattro mesi - di dare subito inizio allo “Svezzamento”. Per riportarlo il più presto possibile alla sua condizione di “onnivoro”.

Il seno della Madre, non stimolato più regolarmente a tempo, secondo precisi intervalli di circa tre ore (v. “l’orologio biologico”), finisce con il produrre una scarsa quantità di latte, che risulterà insufficiente, anche dal punto di vista nutritivo (e questo succede ormai persino al mattino.) Secondo le Nonne: è un latte ormai “cattivo”! E’ pieno dell’ angoscia per le ore di disperata separazione coatta dal Suo adorato bambino.”

1) LO SVEZZAMENTO “coatto” e la “Nuova Malattia” esclusiva del lattante civile-occidentale Così, com’è per l’allattamento artificiale, quando è “coatto” (v. sopra la variante B), anche lo “Svezzamento” finisce con l’essere lo squallido “passaggio obbligato” del bambino, per tempi stabiliti e reiterati, dal sottoinsieme “Ambiente Madre” a quello inglobante, socio-culturale della “Nicchia -ecologica” e/o “Secondo Ambiente” esclusivamente frequentato da “estranei”: gli “altri”!Il bambino, per decisione unilaterale da parte della Madre, è costretto a “perdere”, in ore precise, ma sistematicamente tutti giorni, il Suo seno, le Sue braccia,… il profumo, il contatto, il “Linguaggio del Suo Ventre” (U. Galimberti), etc. e ad assistere impotente alla frantumazione del suo “Imprinting”, per lunghe ore, ma tutte per lui infinite ...

Per ore stabilite, ogni giorno, egli è ormai un “Orfano”! E’ il moderno civile-occidentale “Orfano a part-time!” Da quel momento, com’è nei Brefotrofi, sarà custodito e “informato” da “altri” e nutrito artificialmente (e virtualmente) a distanza, da una mucca.E’ l’invenzione inedita e più grande di questa nostra società civile, occidentale. E’ quella dell’“Orfanotrofio a Part-Time”. (v. “Asilo Nido” sul Vocabolario allegato)E’ questo che ha così anche prodotto:

La “Nuova Malattia” Inizia per lui la “Nuova Malattia”, quella mai esistita prima sulla Terra per un lattante! Quella che “minerà” irreparabilmente la sua Anima di civile-occidentale, per sempre. Quella creata, inventata per lui, che nondimeno è e resta il (nostro) “Futuro”!, proprio dalla nostra stessa Società civile-occidentale dall’oggettivo, assoluto “progresso scientifico”, tecnologico, la stessa che pure lo ha concepito e accolto alla nascita in questo mondo eletto: il mondo “Civile-Occidentale”?

E’ la “SOLITUDINE del LATTANTE”! Ma è la più tremenda delle solitudini possibili, perché una volta appresa è per sempre; perché è quella senza Madre! E’ il primo di una serie di trattamenti, che questa nostra civiltà occidentale ha escogitato e poi infligge al suo stesso “Futuro”, ai suoi figli (v. i condizionamenti imposti e poi tutti gli altri, per esempio, la Scuola.)

2) LO SVEZZAMENTO “NATURALE”E’(letteralmente) un altro dei meravigliosi spettacoli che ci offre la Natura. E nasce spontaneamente, da una intuizione materna. Com’è per l’allattamento al seno, questa, che - è anche essa, per chi ha la fortuna di osservarla il regalo di un’estasi -, per l’uomo si va ripetendo da dieci milioni di anni circa e sempre con le stesse modalità. Tutto questo si è ripetuto sulla Terra per venticinque miliardi di volte, perché tanti sono gli uomini che hanno fino ad ora visto la luce su questa terra.

“… la Madre sta mangiando. E’ seduta ad un tavolo con il suo bambino in grembo… Porta, con movimenti ritmici e regolari, il cucchiaio alla bocca.

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Il bambino, che ha sei mesi compiuti, ne segue i movimenti, poi, di colpo, fa un tentativo per afferrare il cucchiaio (v. la “reazione circolare primaria” di Piaget). Ma stende la mano senza riuscirci.M: “Vuoi provare la pappa di mamma?”La Madre, spinge sulla punta della lingua, una piccola parte del cibo che ha appena messo in bocca. Posa il cucchiaio. Con il pollice e l’indice della mano destra ne afferra una piccola “pallina”. Sempre tenendola tra le dita, la modella, la umetta di nuovo con la saliva, facendola passare tra le labbra appena schiuse, poi l’afferra stringendo appena le dita e la introduce spingendola delicatamente nella bocca del bambino… Aspetta… poi, … è soddisfatta…e subito dopo … … gli offre il Suo seno, mentre Lei riprende a mangiare.” E’ iniziato cosi’: lo “Svezzamento Naturale”! Seguirà molto lentamente, senza un metodo, ma soltanto e sempre secondo le intuizioni della Madre, che semplicemente sa di doverlo portare con amore e prudenza a mangiare quello che mangiano tutti gli altri uomini, quello che mangia Lei, una “onnivora” intelligente. --------------------------------------------

LO SVEZZAMENTO “ARTIFICIALE” (COATTO). Abbiamo già accennato al fatto che è fondamentale che, non soltanto l’Ambiente, la “Nicchia -ecologica” nella quale vive il nostro bambino, l’ambiente fisico, ma anche la sua alimentazione, non sia assolutamente “monotona” . Ora sappiamo inoltre, di quante cose ha bisogno il nostro corpo per mantenere intatto il suo “equilibrio interno” e possiamo immaginare quante ne abbia bisogno il nostro bambino (e la Donna in gravidanza) per poter anche “crescere” (rinnovare le sue cellule e accrescerne vertiginosamente il loro numero) e svilupparsi (far evolvere il suo cervello, metterlo continuamente “in forma” mentre apprende ad agire sull’Ambiente che lo circonda e interagire con esso) restando comunque e sempre in buona salute.

Il latte di una Donna, la Madre sana che si alimenta da “onnivora” intelligente, è “l’alimento perfetto” per qualsiasi cucciolo dell’uomo. Contiene, nelle giuste proporzioni, tutto il necessario. Contiene (letteralmente) tutti i “nutrienti” che sono compresi nel cibo che mangia un sano “onnivoro” intelligente adulto (e’ poiche’ e’ assunto direttamente dalla fonte ha tutte le sue “vibrazioni”) Sono quelli contenuti, è questa una delle tante meraviglie della Natura, in una secrezione liquida dal colore, dal sapore, dall’odore sui generis, prodotta da una ghiandola, la ghiandola mammaria e che porta il nome di “Latte di Donna”!, e che, attraverso l’innesto diretto nella bocca del lattante del capezzolo materno, viene così – ma anche grazie alla sua capacità innata di succhiare! - facilmente a lui somministrato. (Inoltre: le Sue braccia, il Suo profumo, il Suo corpo, etc. (v. l’“Ambiente Madre”), sono il migliore Ambiente possibile - la “nicchia” della “Nicchia -ecologica” - per la sopravvivenza e lo sviluppo armonioso del nostro neonato.) ----------------------------------------------UNA RIPETIZIONE UTILE Allora se l’uomo è un “onnivoro”: c) Se l’uomo è un onnivoro il suo cucciolo è ovviamente un onnivoro!

d) Se il “Latte Materno” è il prodotto della secrezione della Sua ghiandola mammaria, quella di un’onnivora, non può che contenere tutti i nutriente assunti ( frutta, verdura, carne e pesce), digeriti ed estratti da una normale dieta di un “onnivoro” intelligente.e) Durante “l’allattamento al seno” il nostro cucciolo d’uomo riceve dunque gli stessi nutrienti di un “onnivoro”adulto, perché sono certamente tutti contenuti nel “Latte Materno”.

f) Tutte le volte che noi gli somministriamo, invece, “latte di aggiunta”, “latte di mucca” (v. l’allattamento misto, lo svezzamento naturale o coatto, etc. etc.), noi, per tutto il tempo che lo facciamo, mettiamo a rischio (specialmente se si protrae per lungo tempo, come di solito avviene) l’integrità fisica e di accrescimento e di sviluppo intellettivo del nostro bambino, perché (letteralmente) noi lo costringiamo ad una dieta certamente “monotona”. Giusta per il pur simpatico “vitellino”, il figlio dell’animale più tranquillo, più mansueto e “rincoglionito” della terra, che, proprio per questo non ha certamente le stesse

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esigenze, circa la varietà (di aminoacidi) e la qualità dei nutrienti, per dover far fronte allo sfolgorante, immenso “crescere” della mente, della memoria del mio bambino, che è unico in Natura e al vertice Mondo.g) Nello “svezzamento” – e (soltanto) per potere essere messo in un biberon ed innestato direttamente in bocca al mio bambino, che ancora succhia e non ha i denti per masticare – il veicolo deve necessariamente restare “liquido” ma, il contenuto, in esso diluito, deve essere composto da tutti i nutrienti necessari ad un “onnivoro” (adulto), perché è soltanto per farlo diventare un uomo in grado di riprodursi, che noi l’accudiamo, lo nutriamo e lo informiamo! h) Tutto questo è indispensabile. E per non mettere a rischio la sua salute, la sua integrità e la sua velocità di crescita e di apprendimento, deve avvenire il piu’ presto possibile. Deve, in pratica - qualsiasi sia la causa o il motivo della riduzione o sospensione della somministrazione del “Latte Materno” - assolutamente essere mantenuta e conservata la sua continuità. Deve “continuare” per lui quel poter ricevere tutti i nutrienti necessari ad un “onnivoro” – che è poi ciò che naturalmente è già avvenuto – come quando succhiava esclusivamente il latte dal seno di una Madre, di una “onnivora” intelligente. Tutti i derivati industriali del latte di mucca – che, lo ripetiamo, proviene da un animale che monotonamente si nutre di solo erba (è vero solo in teoria, v. ad esempio, i mangimi con farine ricavate dalle carcasse di animali e l’epidemia di “Mucca Pazza”…) - e così tutti i suoi “succedanei” e derivati inventati e prodotti dall’industria, per la loro inesorabile, preponderante presenza sotto tutte le salse (latte in polvere, biscotti solubili, omogeneizzati, farine lattee, formaggini di recupero, yogurt eterni…) nella dieta del mio bambino, sono certamente la causa:(1) di quella tremenda “monotonia” che rallenta la digestione , che diventa una vera e propria “fatica digestiva” ma che rallenta e disturba anche la sua capacità di apprendimento. (2) della ancora più pericolosa e devastante carenza di “nutrienti indispensabili” per un “onnivoro”. (3) a quella del suo aspetto (a causa dell’esagerato apporto di sali minerali e all’azione chelante sul ferro), di anemico, pallido “Bello di Mamma”, paffuto (tutto gonfio di mucca e chiaramente lento anche nell’apprendere!

Abbiamo già lamentato l’inadeguatezza di una dieta di solo latte vaccino che pretende di fornire - sotto tutte le salse e non soltanto come semplice veicolo di base, come invece dovrebbe essere - latte di mucca a bambini, che sono e restano “onnivori”, che hanno, per ragioni naturali o in modo coatto, già iniziato lo “Svezzamento”. Sono bambini che, in media, vanno dal terzo al sesto mese e oltre.

E’ inoltre da considerare, che tutto questo succede proprio in quel momento della sua “crescita”, quando il nostro cucciolo e dovrebbe essere chiaro ormai, è alle prese con i suoi “naturali” drammi strutturali e psicologici, definitivi, come , quelli legati alla crescita della sua mente e al suo sviluppo, come l’ “Imprinting”, l’“Io-Tutto”, l’inizio dell’autonoma costruzione dello “Schema Corporeo”, la scoperta del “Principio di Realtà”, etc. e poi tutti quelli da noi inventati per lui, come sono appunto, l’abbandono coatto, la perdita ad ore fisse dell’“Ambiente Madre” e la condanna alla Solitudine senza Madre… e l’imposizione dell’apprendimento degli automatismi socio-culturali, che è quello del “mondo dell’inconscio”etc. di tutto cio’ che deriva dai “condizionamenti” imposti dalla socio-cultura dominante della sua nicchia ambientale … Abbiamo, inoltre, già affermato che - a prescindere dalle Sue capacità oggettivamente “mostrate sul campo” e dalla Sua sicura autostima derivante dalle vitali gratificazioni ricevute e le affermazioni e il Merito e il Suo pubblico valore, etc. dalla sua supponenza insomma -, nondimeno: “Non esiste nessuna Donna al mondo che possa fare “anche” la Madre!”Quello “naturale” della Madre è un “lavoro a tempo pieno” di ventiquattrore su ventiquattro! Per almeno i primi tre anni di vita del suo bambino. Qualsiasi altra soluzione alternativa è letteralmente “contro natura” !”

Ma alle Madri “a tempo pieno” che hanno la fortuna di avere ancora il loro latte, non è necessario suggerire niente.N. B. Ma non possiamo non restare che sempre piu’ sorpresi e incantati dalle loro “intuizioni” !Quando chiedono consigli per svezzare il Loro bambino, di solito questi ha già compiuto i sei mesi. La Madre “A” racconta che il Suo bambino fa ormai solo quattro pasti e che di Sua iniziativa (poiché a quell’ora del giorno (di sera) ha poco latte e comincia a sentirsi stanca) ha già cominciato a sostituire il pasto pomeridiano, serale, con della frutta ( di solito: una mela grattugiata con qualche goccia di limone o arancio e un cucchiaino di zucchero) e che il bambino la mangia volentieri, ma con il cucchiaino, perché non vuole assolutamente il biberon (di solito succede così per quelli ancora allattati al seno).

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Oppure che ha comprato in farmacia una farina lattea alla frutta.1)Per il bambino di questa Madre “A”, è giusta la stessa dieta che andrebbe bene per un bambino di quattro mesi circa sistematicamente costretto a separarsi dalla Madre e, dunque, già completamente svezzato. (E’ quello che non ha la fortuna di avere una Madre “a tempo pieno” e, per giunta, che non è più in grado di allattarlo e che, in cambio di tutto questo, è stato condannato, come più spesso succede ormai, a ricevere, sebbene abbia superato i quattro mesi ormai, soltanto un “monotono” latte di aggiunta della formula 1,2,3,4....)

Dopo avergliela illustrata e averle spiegato come si preparano i vari pasti, Le si suggerisce di iniziare molto lentamente a sostituire le poppate e di ripresentarsi al controllo, con il bambino, quando ormai il suo latte scarseggia, così che Lei riesca ad allattare ormai il Suo bambino soltanto una volta al giorno (e cominci per stanchezza a perdere entusiasmo e troppi capelli, le unghie si spezzano e sente che i denti dolgono e/o addirittura si muovono…)

2)Per il bambino della Madre “B”costretta, invece, a “posteggiare” presso “altri” il Suo bambino durante molte ore del giorno – di solito, in questo caso, la Sua richiesta di svezzarlo, capita quando il bambino ha da poco compiuto i quattro mesi - proprio per salvarlo dalla “monotonia” del latte di mucca sotto tutte le salse (ma succede che, il più delle volte, la stessa Madre si accorga da sola, come il Suo bambino non accetti molto volentieri di sostituire la poppata del latte materno con un biberon che contenga soltanto latte di aggiunta), viene consigliato di iniziare a svezzarlo rapidamente in questo modo – che è poi lo stesso della Madre”A” sebbene il Suo bambino sia, invece, già oltre i sei mesi. Per esempio:

Dieta “1” Serve a iniziare lo Svezzamento degli ancora allattati al seno e degli improvvisamente condannati allo “Svezzamento Coatto” da parte di una madre a “part-time”. I pasti vanno sostituiti uno alla volta, con prove di due giorni almeno e secondo l’ordine in cui sono scritti.---------------------------------------------12. Per esempio si comincia cosi’: 1° e 4° pasto (e 5° pasto?)Latte in polvere in commercio. Ma sarebbe ormai meglio un latte di soia, o di riso … (e’ adatto per lo svezzamento: il tipo 2 o il 3… - c’è solo l’imbarazzo della scelta. N.B. Tutti i tipi di latte sono molto costosi. Per cui, alla Madre che non se lo può permettere (in verità va fatto con tutte), e’ necessario spiegare come si preparava una volta il latte vaccino fresco, “intero”. Latte con il quale, ancora qualcuna di loro, ma certamente tutte le generazioni passate, malgrado i recenti moderni anatemi, sono nondimeno riuscite a sopravvivere. E’ il Latte vaccino.Ma e’ importante sapere che:“Non si deve far bollire. Ma si deve riscaldare. Bisogna spegnere la fiamma appena tende a salire la schiuma. Bisogna togliere con un colino solo una piccola parte della panna. Diluirlo poi con un terzo di acqua bollita (la più oligominerale possibile!) (es: 120 gr. di latte e 60 di acqua bollita e aggiungere 1-2 cucchiaini di zucchero. Per richieste maggiori di 180 gr. va aumentato solo il latte. I 60 gr. di acqua (oligominerale), visto il quantitativo di acqua già contenuto nel latte vaccino, questo è il massimo della diluizione possibile. )”

Dopo il terzo mese, al latte in polvere o a quello “fresco”, vaccino, vanno aggiunti: 1-2 cucchiaini di polvere di riso e/o mais e tapioca e poi (gradatamente),½ cucchiaino di liofilizzato di carne di pollo o agnello (il manzo o vitello sono inutili visto che contengono le stesse proteine della caseina del latte vaccino.)Dopo qualche settimana bisogna introdurre nella dieta il: B) 3° PastoUna qualsiasi farina lattea o altro purche’ sia “Senza Glutine”. Oppure una mela (o pera) grattugiata con qualche goccia di limone o arancia e 2 cucchiaini di zucchero.Ancora dopo una settimana si aggiunge il:

C) 2° PastoI (patata?) e una carota e uno zucchino cotte al dente “AL VAPORE!” (la carota va messa prima a cuocere perché di cottura lentissima) Sono tutte “da passare” iniziando da piccole quantità.Raccogliere 200 gr. di brodo vegetale (l’acqua di cottura della patata e della carota)Aggiungere: 1cucchiaino di olio di oliva extravergine spremuto a freddo!

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1 cucchiaino di olio di soia (è ricchissimo di due fondamentali acidi grassi: l’acido linoleico e l’alfa linolenico)2 cucchiaini di liofilizzato di carne (pollo o agnello)3 cucchiaini di polvere di riso e/o dopo qualche giorno, anche di mais e tapioca N.B. Non bisogna mai “cambiare” tutto in una volta . Le novità alimentari vanno sempre introdotte una alla volta e vanno “provate” da sole per almeno due giorni.Per cui si fa prima la prova “A” ripetendola, un pasto alla volta, per tutti i quattro o cinque pasti. La si fa per qualche giorno e solo se si è sicuri della sua buona digeribilità si introduce, sempre provandola per alcuni giorni, la “B”: la farina lattea, o altro “senza glutine”, o la frutta fresca.Il 2° pasto, quello “C” va “provato” per ultimo.

Se dovesse risultare sgradevole a causa soprattutto degli oli è possibile renderlo più accettabile aggiungendo al tutto 50 gr. di latte di soia e 1-2 cucchiaini di zucchero. (E’ raro che si debba ricorrere a questa correzione)

Si suggerisce alla Madre, inoltre, che: 1) quando il Suo bambino comincerà di nuovo a manifestare la sua “noia” (e di solito lo fa dopo un massimo di due mesi) 2) Le apparirà “svogliato”, senza fame, è quello il momento di riportarlo per un controllo e per “cambiare” la dieta integrandola, arricchendola di novità.

Ma a questo punto abbiamo considerato e adattato la dieta a due situazioni diverse:1) La prima è quella del bambino fortunato che è ancora allattato dalla Madre, sempre presente, a tempo pieno.2) La seconda è quella del bambino costretto allo “Svezzamento Coatto”.

Il primo bambino, quando inizia con la dieta appena descritta, ha abbondantemente superato i sei- sette mesi e riceve ancora, per qualche poppata, il latte Materno, ricco di tutto quello di cui si nutre la Madre sana, “onnivora” intelligente. Per questo è possibile essere più lenti nello svezzarlo completamente!

Il secondo, invece, sebbene non abbia più di cinque mesi, privato del latte materno, va “rapidamente” trasformato in un “onnivoro” totale.

Alcune altre informazioni:Il glutineN.B. Il problema che successivamente si presenta è quello del provare a introdurre il “Glutine” (v. la sua “tolleranza”.)Nella maggior parte dei casi nondimeno, la Madre o “altri”, presso i quali il bambino è stato “posteggiato”, lo hanno già risolto per noi. Basta soltanto fare un’accurata anamnesi per scoprirlo!E’, infatti, usanza comune mettere tra le mani del bambino e fargliela succhiare, addirittura come prima cosa diversa dal latte, una “crosta di pane”. Questa informazione è preziosa, perché dirime il dubbio.Nondimeno, nell’introdurre il “Glutine”, bisogna usare sempre una prudenza estrema.Bisogna, inoltre, sempre e poi ancora spiegare chiaramente, ricordare, fino alla noia, alla Madre, che lo scopo dello “svezzamento” è quello di “continuare” con il lattante - che ha bevuto, o mangiato (è lo stesso!) soltanto latte Materno o ha, nell’allattamento misto, ricevuto anche latte di aggiunta – per mantenerlo e conservarlo nel suo stato di perfetto “onnivoro” intelligente, che da questo momento gradatamente togliendo il “veicolo liquido”, il latte vaccino, inizia a mangiare tutto, proprio come facciamo noi adulti.E’ tutto indispensabile proprio per: “Quel meraviglioso “abbozzo” di una magnifica, esclusiva Opera d’Arte, che è stato da sua Madre partorito completo solo al 27% e va ulteriormente “plasmato” nell’anima e nel corpo, soprattutto da Lei, fino alla sua completezza, per ancora un 73%, che raggiungerà soltanto intorno ai venticinque anni!”

Con il primo bambino (quello ancora allattato al seno), allora, tutto deve svolgersi lentamente.

Con il secondo (quello che ha subita la condanna allo svezzamento coatto), rapidamente – sempre ricordando che il primo ha ormai circa otto mesi, mentre il secondo ne ha al massimo cinque - noi pensiamo di dover procedere così: Per tutto questo, anche la terminologia riferita ai pasti del lattante deve cambiare.

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Il “divezzo” non farà più quattro o cinque pasti, ma una colazione al mattino, un pranzo, una merenda pomeridiana e la sera una cena.

Dieta “2”O dello “svezzamento totale”.(Per definitivamente trasformare un “lattante” in un “onnivoro” intelligente.) Prima colazione (Deve essere, nel rispetto della tradizionale “dieta mediterranea”, relativamente scarsa.)

( Un latte in polvere del tipo 4°, 5°, 6°… oppure?)Latte vaccino “intero e fresco” (assolutamente della Centrale del Latte più vicina.) Va riscaldato fino alla comparsa della schiuma. Con un colino va tolta parte della panna e poi…vadiluito con un massimo di 60gr. di acqua bollita (la più oligominerale possibile), alla quale, prima di spegnere il fuoco, vanno aggiunti 2 cucchiaini di zucchero (per ridurne la carica batterica) e ancoraUna fetta biscottata “senza glutine” per i più piccoli, o “integrale” per i più grandi.La fetta va ridotta in polvere con un frullatore (o schiacciata con la bottiglia) e buttata nell’acqua bollente un attimo prima di spegnere (così diventa più digeribile).

PranzoUna patata, una carota, uno zucchino, poi costine, cipolla e sedano. E basta!Vanno cotte al vapore! e “al dente”, per cui è consigliabile iniziare dalla carota, e continuare poi, secondo il loro tempo di cottura, quello di ogni singola verdura (è assolutamente vietata la pentola a pressione e le lunghe cotture, di ore, perche’ oltre i 70 gradi si distruggono i principi nutritivi e le vitamine… si trasforma tutto in una indigeribile poltiglia di cellulosa e sali minerali!)Le verdure vanno, prima in parte e poi completamente, frullate. Bisogna prendere la loro acqua di cottura, circa 200gr. di “brodo vegetale”.Aggiungere:1 cucchiaino di olio di oliva extravergine1 ,, di olio di soia (contiene due acidi grassi: acido linoico e alfa linoleico utilissimi al cervello per la su crescita strutturale)2 ,, di formaggio grana o parmigiano? 30 - 80 gr. di carne. Di animali piccoli come il pollo, il coniglio… (il vitello è già nel latte di mucca!)La carne va cotta a parte al vapore, o mettendo sul fuoco un pentolino con acqua. Quando bolle, immergere la carne e farla “scottare”. Ripescarla appena cotta, farla scolare e poi frullarla con la verdura. N.B. il brodo della carne è “indigeribile” per il bambino piccolo e non fa tanto bene nemmeno ai grandi! Per questo è vietato mettere a cuocere insieme carne e verdura, carne e pastina…).E’ possibile ancor aggiungere un cucchiaio di pastina Senza glutine solo per i più piccoli (fino al settimo mese?)Le “dimensioni” della pasta devono essere tali da non rischiare di soffocare il bambino, soprattutto quelli in cui ancora persiste il riflesso della suzione. Ma il problema non esiste se anche la pasta è frullata.Il passato di verdura e carne (e pastina) va (quando non esiste il rifiuto) preferibilmente somministrato con il biberon.E’ chiaro che la pastina e la verdura (il primo piatto) non vanno mai separati dalla carne, ma somministrati come un piatto unico. Il vantaggio è evidente. In questo modo la dieta rimane sempre bilanciata anche se il bambino assume soltanto la metà del biberon. Non succederebbe così, invece, se si decidesse di dargli prima il “primo” e poi il “secondo”, la frutta etc. etc. Perché finirebbe con il mangiare solo il primo o solo il secondo. (Una dieta “sbilanciata” è dannosa. Crea danni spesso irrecuperabili, come e/o più della stessa iponutrizione, della fame - v. le varie, micidiali “diete sbilanciate” nelle cure dimagranti)

MerendaUna mezza mela, mezza pera (banana, solo per i più grandi)Una fetta biscottata senza glutine (poi, integrale.)Massimo 2 cucchiaini di zucchero.Mettere tutto in un frullatore e farlo girare allungando il tutto con latte fresco o yogurt (magro, naturale) o succo di arancia molto diluito.

CenaRipetere il pranzo o

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Fare il “Pane cotto”: due fette biscottate integrali (o pane raffermo) in acqua . Far cuocere, scolare e mettere nel frullatore. Aggiungere i due oli , il formaggio e ancora 50-70 gr. di carne cotta a parte e scolata.

Dopo gli otto mesi è possibile:3) la “Pasta Asciutta”

Far cuocere al vapore il pomodoro con una cipolla. Pelare i pomodori e togliere i semi (ottimo il passato della nonna)Mettere il tutto nel frullatore insieme alla carne cotta a parte, al formaggio e ai due oli. Farlo girare e diluirlo con qualche cucchiaio di acqua della pastina che dopo essere scolata va aggiunta nel biberon, o nel piatto.

La pasta asciutta è eventualmente da alternare con il passato di verdura che nondimeno deve restare presente in un pasto del giorno.

4) Il “Pesce” .Dopo l’ottavo mese, va sostituito alla carne per due, tre volte alla settimana. Se non v’intendete di pesce “fresco”, ottimo è anche il surgelato. Va cotto come la carne al vapore, o nel pentolino che già bolle, se è surgelato va messo sul vapore o buttato in acqua così, senza tentativi pericolosi per scongelarlo prima.I tipi di pesce da preferire sono, il nasello, il nocciolino, il merluzzo, la sogliola, etc. etc.

5) L’“Uovo”Solo ai più grandicelli.Solo il “rosso” crudo! “No” dopo averlo cotto per tre minuti, alla “coque” o peggio ancora sodo! Si comincia con un mezzo cucchiaino di assaggio, si prova e si riprova! Poi si somministra per due volte alla settimana. Attenzione per alcuni scienziati: l’uovo crudo, l’uovo sbattuto con tanto amore dalla Nonna, non viene assorbito dall’intestino umano, va quindi, sempre trattato prima con il calore.(?)

6) Il “Prosciutto”Quello “COTTO” ha bisogno di una considerazione a parte. Per essere certi che sia tale: “PROCIUTTO COTTO”, il consiglio è infatti:Prendere una fettina di prosciutto “crudo”, togliere la striscia di grasso e scottarlo nel pentolino con acqua bollente.Soltanto quello “crudo” al quale avete tolto il grasso è certamente un prosciutto “stagionato”e maturato. Se lo avete fatto cuocere, è certamente anche “cotto”! Quello che avete ottenuto è dunque, senza alcuna ombra di dubbio, veramente un : “Prosciutto Cotto”! L’altro, invece, il “Prosciutto Cotto” dell’industria, è? Va bene che ci hanno convinto che “loro” fanno tutto per il bene dei nostri figli, ma chi è quel “magnate” altruista, che sacrifica un vero “prosciutto stagionato” per disossarlo e cuocerlo e poi venderlo sul mercato ad un prezzo di due terzi inferiore?

N.B. Il dovere di chi alleva un bambino, anche nutrendolo, è quello di reperire per lui gli “alimenti naturali” nell’ambiente che lo circonda e prepararli nel modo più corretto perché, siano facilmente assimilabili, forniscano tutti i nutrienti a lui indispensabili e favoriscano la “velocità” della sua crescita fisica, del suo apprendimento quotidiano, la sua evoluzione, e, con lui, quella della specie tutta!

A parte, allora, il prosciutto, non è possibile ricordare di aver mai trovato nell’Ambiente “piante” o “coltivazioni” di formaggini, ricotta, affettati, salumi, prodotti industriali etc. e/o di quant’altro ci siamo già inventato e c’inventeremo ancora!

Ma che significa il dover anche preparare da mangiare al mio bambino? E perché questo devo farlo io? Soltanto per l’Amore che ancora “ci metto” nel fare qualsiasi cosa per lui?

In conclusione: Perché ogni Madre (e ognuno di noi e dei “…Nuovi Genitori …e Non”) possa trovare la giusta risposta, il

senso esatto e profondo di che cosa veramente significhi, per il proprio bambino e per la specie: “essere nutrito con amore!”, ecco alcune pagine, del nostro scienziato preferito, Jean - Marie Bourre, dal titolo:

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“Mangiare… da uomini liberi e intelligenti” “Le tappe dello sviluppo cerebrale obbediscono a una cronologia precisa e imperiosa. Nel suo insieme, la costruzione del cervello umano è geneticamente programmata, e prosegue nei bambini per almeno due anni per compiersi verso i vent’anni.Il tessuto del cervello comprende tre tipi principali di cellule: i neuroni, gli astrociti e gli oligodendrociti; ma altre, come le cellule endoteliali dei capillari e microcapillari cerebrali hanno un ruolo non meno importante (v. la barriera encefalo-ematica).Le decine di miliardi di neuroni di cui disponiamo, una volta creati durante la vita intra-uterina, non si moltiplicano più e scompaiono senza essere sostituiti. Se l’invecchiamento cerebrale consiste nella perdita dei neuroni allora comincia dal momento della nascita. La gerontologia confinerebbe dunque con la pediatria.Tuttavia i neuroni non sono delle strutture fossili.Sono costruzioni le cui pietre e i cui mattoni si muovono in continuazione, ma che restano simili a se stesse: tutto dunque si ricostruisce in modo identico, dai tetti alla cantina, passando per il riscaldamento, le condutture, la televisione.Questi neuroni – in un cervello umano ve ne sono tanti quante stelle vi sono nella nostra galassia – comunicano tra loro attraverso dei punti di congiunzione, delle aree di contatto chiamate sinapsi. Ogni neurone ne possiede decine di migliaia! Tra il terzo e il sesto mese della vita fetale, la moltiplicazione dei neuroni segue un ritmo sfrenato.In certe fasi ne appaiono duecentocinquantamila al minuto. L’uomo nasce così con un cervello già dotato di tutto il suo potenziale di neuroni, ad eccezione di alcuni milioni che contribuiranno, in seguito, alla nascita del senso olfattivo. E avranno un ruolo importante nella memorizzazione e nell’apprendimento.La massa del cervello umano – circa 300 gr. – è però solo un quinto (con solo il 27% di maturità) di quella che raggiungerà nell’età adulta, mentre il cervello dello scimpanzé neonato pesa già la metà.Il suo sviluppo prosegue dunque molto oltre la nascita (si concluderà intono ai venticinque anni).L’aumento del peso risulta in realtà essenzialmente dalla proliferazioni degli assoni e dei dendriti (che vanno alla ricerca di inter-connessioni. v. il Sistema Associativo), dalla formazione delle sinapsi e delle guaine mieliniche (l’isolante dei fili elettrici), che contribuiscono al funzionamento dei neuroni e alla loro comunicazione.Per questo il deficit numerico dei neuroni, l’assenza di riproduzione, l’assenza di riproduzione al di là del periodo fetale sono un fatto forse meno drammatico di uno scarso numero di connessioni (condizione che sistematicamente si verifica quando l’Ambiente è povero di stimoli-informazione, o peggio, è ricco di un’atroce “monotonia” degli stessi!). A partire dai quarant’anni, ogni giorno spariscono centomila cellule nervose. Se questo ritmo si mantiene, verso gli ottant’anni sussistono ancora circa il 70% delle cellule viventi.(…) non tutti i neuroni, infatti, lavorano; è come se possedessimo una riserva che la durata normale della vita non basta ad esaurire.Ma i neuroni che non sono stati stimolati sin dai primi anni (per un Ambiente scarso o monotono di stimoli-informazione e di dieta), o quelli che, in seguito non lo sono più o lo sono troppo poco, non si differenziano più e fanno degenerare (anche) i primi. Bisogna dunque sollecitare in continuazione e far lavorare il cervello… per mantenere il ben dell’intelletto. Lo sviluppo del cervello è governato da due ordini di fattori.

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a)La formazione e l’architettura delle strutture cerebrali sono geneticamente determinate (v. il “genotipo”): è la dittatura dei geni. b)Ma la differenziazione delle cellule della corteccia e la formazione dei collegamenti tra neuroni (e la loro ricchezza) dipendono dagli apporti nutritivi (v. le “proteine nobili” e il “fenotipo”), come pure dall’ambiente materiale e culturale (v. “Il cervello si nutre di stimoli”). Anche nel caso del cervello “la funzione sviluppa l’organo”.Esso non subisce questi stimoli come uno strumento passivo, ma al contrario come un organo sempre più attivo e specializzato nella misura in cui reagisce (alla ricchezza degli stimoli-informazione che arrivano da un Ambiente veramente stimolante che noi genitori avremo creato per il cervello del nostro bambino.)(…) come ricorda Francois Lhermeitt, l’uomo è un creatore, ma è innanzi tutto il prodotto della sua cultura.Anche se ogni sistema vivente, dice Alain Devaquet, progredisce e si differenzia solo sotto la pressione dell’ambiente, grazie alle sue capacità di ammortizzare i colpi e di emettere delle risposte.In effetti, secondo Francois Jacob, la straordinaria libertà di un essere “programmato per apprendere” più che per saper fare, che agisce più in funzione di programmi modificabili e perfettibili che di un repertorio di comportamenti stereotipati, è senza riscontri nel mondo animale. (Più semplicemente: l’uomo è l’unico essere al mondo “programmato per apprendere” capace di liberamente modificare e perfezionare i comportamenti naturali sempre uguali, stereotipati.)In che modo si produce l’impronta culturale?(…) non è solo l’ambiente che sollecita il sistema nervoso, che lo modella e lo rivela; sono il soggetto e il suo cervello che lo interrogano abitandolo.I neuroni e le loro connessioni si formano secondo un programma genetico, mentre l’ambiente gioca il ruolo di un filtro selettivo. Imparare significa stabilizzare combinazioni sinaptiche prestabilite ed eliminare altre secondo un processo chiamato “epigenesi”. -----------------------------------------------------Epigenesi: “Lo sviluppo graduale di strutture differenziate a partire da cellule indifferenziate e morfologicamente omogenee.” (Vocabolario della Lingua Italiana, Treccani Ed.)Più semplicemente: dalla unica cellula dell’ovocita fecondato ne nascono settecentomila miliardi circa, che si differenziano in centoventicinque tessuti diversi: ossa , muscoli , pelle, etc. etc. che tuttavia restano tali per sempre.------------------------------------- E’ dunque una buona cosa che i neuroni perdano il potere di suddividersi: diversamente non potrebbero funzionare (se si rinnovassero dividendosi, rischieremmo, ogni volta, di dover ricominciare ad imparare da capo una cosa che già sappiamo far, o che già conosciamo.) La formazione del cervello è programmata dai geni ma, come ricorda Alain Prochiantz, per l’uomo, il caso si è in qualche modo introdotto nell’esecuzione di questo programma. (“il caso” è quello che ti fa venire alla luce in quel particolare Ambiente socio-culturale, piuttosto che in un altro più o meno ricco di stimoli-informazione sempre nuovi o monotoni e dalla giusta alimentazione.) Questa forma di epigenesi, per mezzo della quale ogni uomo iscrive nella struttura stessa del proprio cervello la propria storia (quella della sua vita in quel particolare Ambiente socio-culturale che gli ha assegnato “il caso”, perché sia poi, quel particolare individuo unico), conferisce flessibilità e agilità e impedisce di parlare di determinismo in senso stretto.

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Uno dei fondamenti di questo fenomeno epigenetico è l’alimentazione (!), in particolare l’apporto di lipidi che consentono alla membrana cellulare di adattarsi e che rappresentano la parte modificabile, l’acquisito (leggi: i lipidi, che si rinnovano sulla membrana cellulare circa venti volte nelle ventiquattrore, permettono il ri-modellamento della cellula sotto l’azione dello stimolo-informazione che, prodotto dall’Ambiente, la raggiunge e appunto, la “informa”); mentre la sintesi delle proteine (i mattoni che rinnovano la costruzione strutturale della cellula), direttamente sotto il controllo dei geni, rappresenta l’elemento innato, l’ereditario.Anche se, a giusto titolo, le manipolazioni genetiche occupano il proscenio, l’importanza dell’epigenesi, con ogni evidenza, non deve far dimenticare, al di là del problema più immediato della fame, i danni provocati dalla denutrizione e della malnutrizione (v. i “belli di mamma” saziati soltanto di mucca!).La ricerca in materia di nutrizione ha comunque molto da fare per sostenere e sviluppare il corpo, ma anche il cervello e l’intelligenza. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) non afferma forse che la salute è il benessere fisico, mentale e sociale completo e non l’assenza di malattia e d’infermità?Il compito di chi intende proporre una dietetica del cervello è dunque immenso.” (Jean - Marie Borre, “La dietetica del cervello”, Sperling & Kuppfer, Ed., 1990, pagg.7-10) ---------------------------------------N.B. Per potersi rendere conto di quanto sia assolutamente indispensabile una corretta alimentazione, che procuri, fin da un attimo dopo la sua nascita, il necessario all’armoniosa crescita evolutiva del cervello e del corpo e del Sistema Immunitario del bambino “onnivoro”, ecco ancora:

Un accenno ai “Periodi Evolutivi” del Neonato e del bambino Soltanto… perché, dopo tutto quello che ormai sappiamo, possiamo, fino in fondo, bearci di lui e dei suoi progressi, tutti armoniosamente raggiunti grazie all’“Ambiente Madre” e finalmente prendere coscienza di quanto, più di noi, di lui, invece, si “godano” gli altri, quando siamo costretti ad abbandonarlo e, inoltre, della comune, “criminale imbecillità” che vorrebbe ancora convincere le Madri, turlupinandole, che il loro cucciolo è soltanto: “… quel … così piccolo, che ancora non capisce niente e ha solo bisogno di essere allattato ad intervalli precisi, tenuto pulito e di dormire; di essere precocemente “inserito” così, dopo sarà “avvantaggiato”, etc.” Infatti, da l’“Introduzione alla neurologia infantile” a cura di F. De Franco (Piccin ed. 1974.) apprendiamo, invece, che: Per la descrizione si rimanda alla voce: “Apprendimento” sul Vocabolario allegato.----------------------------------------------------------------------------------------------------------

Dati personali:Sono un “medico”. Sono nato a Salerno il 12/07/1936. Nel settembre del 1970 mi sono trasferito a Rivoli, un paese della cintura di Torino. Ho lavorato nel suo piccolo ospedale fino al 1975 e ho partecipato alla fondazione del primo centro italiano di “medicina e chirurgia d’urgenza e pronto soccorso”.Dal 1970 ho iniziato a frequentare come volontario la Clinica Universitaria Pediatrica di Torino. Ho cominciato così a lavorare per i bambini. E sono circa quaranta anni ormai che mi dedico soprattutto ad aiutare le Madri ad allevare i propri figli.Il 1970 è l’anno in cui ho ascoltato per la priva volta una conferenza di Henry Laborit.E sono rimasto letteralmente affascinato dal suo modo “interdisciplinare” di trattare gli argomenti, soprattutto quelli delle sue scoperte e poi, le loro applicazioni e le conseguenze, come le implicazioni generali, nella vita quotidiana dei civili-occidentali. Nel 1973, ho dovuto dimettermi da medico scolastico comunale di Alpignano, un altro paese-dormitorio della cintura di Torino, perché, malgrado i miei appassionati tentativi di dissuasione, la giunta comunale aveva approvato la costruzione di un “Asilo Nido”.

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E’ in quell’anno che, per il desiderio narcisistico di dimostrare soprattutto a me stesso quanto fossi nel giusto e per trovare le prove, ho iniziato a dedicarmi allo studio delle opere di divulgazione di H. Laborit e poi, in generale, alla lettura e allo studio delle nuove scoperte e delle teorie di molti altri grandi scienziati. Il testo è diviso in cinque parti 1) Una sorta di “introduzione” nella quale sono indicate alcune delle ragioni che mi hanno convinto a dar vita a questa ricerca, come, per esempio, la particolare visione della nicchia ambientale nella quale nascono, vivono e muoiono i civili-occidentali e ancora del mondo in generale, alla luce delle nuove scoperte e delle nuove teorie, delle nuove circostanze, etc.2) Un “Piccolo Manuale Breve” (dall’atomo all’uomo). E’ una sintesi ricavata dal “Triagolo tra un adulto e due bambini” dallo “Lo Spirito del Solaio” di H. Laborit, che contiene quel minimo di nozioni indispensabile per poter continuare ad accedere in modo interdisciplinare alle informazioni contenute nell’intero testo.3) Il “Vocabolario”4) La fine annunciata della medicina allopatica5) Gli “Appunti di Alimentazione”Un appendice che contiene un documento audiovisivo (cassetta o cd) che contiene il “Linguaggio del Lattante” Domenico Sciortino

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