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rapporto tra paesaggio ed ecosistema nella landscape ecology INDICATORI DI ECOSISTEMI PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO

Ecologia del paesaggio

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Page 1: Ecologia del paesaggio

rapporto tra paesaggio ed ecosistema nella landscape ecology

INDICATORI DI ECOSISTEMI PER IL GOVERNO DEL TERRITORIO

Page 2: Ecologia del paesaggio

rapporto tra paesaggio ed ecosistema nella landscape ecology gioia gibelli

L’ecosistema permette di descrivere A , B….N (n. individui, biomassa, diversità, ricchezza, dominanza, ecc.) Riferibile ad entità funzionali omogenee

La complessità derivata dall’insieme non è descrivibile

Qual è la scala d’interesse?

A1

B 1

Cosa manca?Per gli aspetti strutturali:• Componente corologica • Eterogeneità spaziale (orizzontale

e verticale), tipologica e temporalePer gli aspetti funzionali:• Componente cognitiva e psichica• Ruolo dei disturbiIn genere:• Correlazione tra aspetti spaziali e

funzionali• Gestione della complessità e dei

rapporti tra le scale spazio-temporali

A2

Paesaggio come modello interpretativo della realtà che ci circonda

B 2

Page 3: Ecologia del paesaggio

rapporto tra paesaggio ed ecosistema nella landscape ecology gioia gibelli

A3 A1+A2

Cambiando la disposizione delle patches, cambiano le funzioni: in A3 potranno arrivare specie da interno, in B cambia l’effetto del vento, l’umidità, ecc.)

Eterogeneità orizzontale

B 1

B 2

Page 4: Ecologia del paesaggio

L’Ecologia del paesaggio è “l’unica ecologia” che studia gli effetti delle configurazioni spaziali sui processi, quindi gli stretti rapporti tra la forma degli elementi paesistici e le funzioni

Page 5: Ecologia del paesaggio

Eterogeneità orizzontale delle patches

Page 6: Ecologia del paesaggio

Effetti della frammentazione e probabilità di sopravvivenza

BRUG HERIO - INDICE DI DIS TURBO DELL'URBANO S UL S IS TEM A AG RICO LO

0

5

10

15

20

25

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000area particella

ind

ic e

di d

istu

rbo

indice 50%

Brugherio

RHO - INDICE DI DIS TURBODELL'URBANO S UL S IS TEM A AG RICOLO

0

5

10

15

20

25

30

35

40

0 20000 40000 60000 80000 100000 120000 140000

area particella

indi

ce d

i dis

turb

o Rho

indice 50%

Page 7: Ecologia del paesaggio

Distribuzione migliore

Distribuzione peggiore

Schemi indicativi per l’ottimizzazione della distribuzione delle macchie paesistiche: in genere le macchie tendenti al cerchio tendono a minimizzare la dispersione di energia, una macchia grande è piú efficace di tante piccole di medesima estensione totale, se non è possibile avere un’unica macchia grande, è necessario ridurre al minimo le distanze tra le macchie e connetterle, mantenendo configurazioni a gruppi, piuttosto che lineari. (Da Diamond, 1975)

Elementi: distribuzione e funzioni

Page 8: Ecologia del paesaggio

Paesaggio: forma, struttura, dimensione, distribuzione e funzioni

Nuclei di concentrazione di galliformi (adattato da Leopold, 1933

I tipi di elementi e le quantità sono i medesimi, cambiano forme e distribuzione: 2 paesaggi diversi

A è più specializzato, gli elementi hanno meno interazioni, l’agroecosistema è semplificato, è presente un solo nucleo di gallifrormi

Alcuni indici (es. Shannon) darebbero il medesimo risultato, ma il grado di complessità è assai diverso

Bosco

PratoArbusteto

Seminativo

A B

Page 9: Ecologia del paesaggio

Au

men

to d

ella

vu

lnera

bilità

Ric

ch

ezza

Diminuizione delle strategie di

sopravvivenza proprie del sistema

Page 10: Ecologia del paesaggio

Dalla siepe al sistema delle siepi : percezione, capacità cognitive e utilizzo

Dagli elementi al paesaggio

•Semplificazione ecosistemica

•interazioni ecosistemiche limitate

•tessere paesistiche monofunzionali e altamente specializzate

•alta dipendenza da apporti energetici esterni al sistema

•bassa capacita’ di autoriequilibrio

•maggiore vulnerabilità del sistema •Collegamenti tra ecosistemi

naturaliformi•diminuzione della specializzazione delle tessere

• plurifunzionalita’ e maggiore biodiversita’

•maggiore complessita’ ecosistemica

•diminuzione dell’erosione del suolo

•miglioramento microclima•minori apporti energetici esterni

•maggiore capacita’ di autoriequilibrio

Page 11: Ecologia del paesaggio

Milano e il suo territorio

Page 12: Ecologia del paesaggio

1940 2000

1940: congruenza di scala spaziale e temporale2000: salto di scala e conflitto tra strategie evolutive diverse Velocità di trasformazione

7

8

Page 13: Ecologia del paesaggio

Il salto di scala delle reti infrastrutturali

Page 14: Ecologia del paesaggio

Legami tra le scale spazio-temporali (O’Neill, Ingegnoli)

  

SISTEMA PAESISTICO

  

SUPERIORE      INTERMEDIA    

INFERIORE

  TEMPI LUNGHI      TEMPI MEDI    TEMPI BREVI

  UDP 1

  UDP 2

  UDP 3

Ecotopo x

SCALA TEMPORALE

SCALA SPAZIALE

Page 15: Ecologia del paesaggio

 

Verifica degli HS delle macroaree

80

280

480

680

880

1080

1280

1480

1680

1880

2080

2280

2480

2680

2880

0,00 0,50 1,00 1,50 2,00

Btc HU (Mcal/m2/anno)

HS

(m

2 pr

o ca

pite

)

Trezzo'50

Magenta'50

Brugherio'40-50

S.Donato'40-50

Rho'40

Trezzo'94-00

Magenta'94-00

Brugherio'94-00

S.Donato''94-'00

Rho'94-'00

260

500

780

agricolo

rurale povero

suburbano

urbanizzato rado

urbanizzato

urbanizzato denso

2600

1640

Omogeneizzazione del paesaggio e perdita d’identità

Page 16: Ecologia del paesaggio

0,00200,00400,00600,00800,00

1000,001200,001400,00

mq/abitante

Sussid

iario

Prote

ttivo

Agrico

lo/1

0

Abitat

ivo

Total

e/10

funzioni

Variazione percentuale superficie pro-capite delle aree campione per funzioni principali

2000

1950

Superfici pro-capite totale

0,00

500,00

1000,00

1500,00

2000,00

2500,00

3000,00

Bru

gher

io

Mag

enta

S Don

ato

Rho

Trezz

o

aree campione

mq

/ab

itan

ti

mq/ab totale 1950

mq/ab totale 2000

Superfici pro-capite servizi e infrastrutture

0,0020,0040,0060,0080,00

100,00120,00140,00160,00

Bru

gherio

Mag

enta

S Don

ato

Rho

Trezz

o

aree campione

mq

/ab

itan

te

mq/ab ss 1950

mq/ab ss 2000

Superfici pro-capite aree agricole

0,00

50,00

100,00

150,00

200,00

250,00

300,00

Bru

gher

io

Mag

enta

S Don

ato

Rho

Trezz

o

aree campione

mq

/ab

ita

nti

1950

2000

Effetti dell’urbanizzazione diffusa, Prov. di Milano

Non è l’incremento demografico che determina il consumo di suolo, ma il cambiamento degli stili di vita

Page 17: Ecologia del paesaggio

Elementi strutturali: tipi e distribuzione delle patches

Aspetti funzionali: distribuzione e struttura della vegetazione

O

G

G

E

T

T

I

V

O

SOGGET.

Aspetti funzionali: distribuzione della comunità ornitica rispetto al mosaico ambientaleAspetti funzionali: percezione dello skyline

Page 18: Ecologia del paesaggio

Il paesaggio è la risultante dell’interazione della forza di gravità con le diverse densità del substrato e delle azioni umane a basso impiego di energia: i segni e le forme rispettano le forze proprie del luogo

Le funzioni cognitive antropiche

Page 19: Ecologia del paesaggio
Page 20: Ecologia del paesaggio

Problema della scala nell’uso degli indicatori: la somma delle qualità a scala locale non sempre significa qualità a scala vasta

Applicazione dell’indice di copertura del suolo ad un’area urbana:

alta permeabilità= alto valore, bassa densità abitativa

Alto

Medio/ basso

medio

basso

Page 21: Ecologia del paesaggio

Effetti dell’urbanizzazione diffusa, Nature 2002

P

ers

on

e p

er

un

ità

ab

itati

va

un

ità a

bit

ati

ve

un

ità a

bit

ati

ve

Crescita demografica n° unità abitative1985-2000 2000-2015

un

ità a

bit

ati

ve

un

ità a

bit

ati

ve

S

tan

ze p

er

pers

on

a

Persone per unità abitativa

Trasporto su strada/trasporto ferroviario:

1970=1,4:1

1999=5,5:1

Page 22: Ecologia del paesaggio

Lipsia: effetti della costruzione di un nuovo centro commerciale

40.000 persone alla settimana40.000 persone alla settimana

Da Lipsia 292.000 km/settimanaDai sobborghi 251.000 km/settimana

Totale incremento 543.000 km/settimana

IndottoIndotto

benzina 54.300 €/settimanaNuove stradeManutenzione stradeAumento inquinamento benzene > 50 g/mc

Page 23: Ecologia del paesaggio

Conclusioni

L’ecosistema può essere considerato l’unità base del paesaggio, se spazialmente riferibile (biogeocenosi)

Il paesaggio costituisce un livello superiore di organizzazione nel quale le proprietà emergenti, l’eterogeneità, i rapporti gerarchici di scale spazio temporali, permettono di approcciare la complessità

Il paesaggio alle diverse scale, è costituito da elementi strutturali oggettivamente rilevabili, funzionali oggettivamente rilevabili (dinamiche, flussi energetici, ecc.) e funzionali soggettivi (specie specifiche o individuo specifiche)

Gli indicatori più significativi sono quelli che evidenziano le correlazioni tra struttura e processi

Page 24: Ecologia del paesaggio

Riflessioni sugli indicatori per il paesaggio

• Devono essere uno dei tanti strumenti: sono necessari, ma non sufficienti e comunque devono essere impiegati in riferimento alla definizione di un oggetto preciso (paesaggio, integrità ecosistemica, vulnerabilità del paesaggio, ecc.), a valle di uno studio preliminare che metta in risalto le proprietà emergenti dei sistemi e le gerarchie che li sottendono e che ne regolano i processi,

• Non tutti gli aspetti che definiscono un paesaggio sono quantificabili (funzioni soggettive)

• esiste una difficoltà ad individuare indicatori semplici e sintetici che siano significativi e applicabili, spesso è meglio ricorrere ad un opportuno “core set” di indicatori;

• tra gli indicatori utili alla scala del paesaggio, che devono essere sintetici e significativi dei processi, emergono quelli delle biocenosi in quanto riferibili alle probabilità di conservazione delle specie in relazione agli habitat: sono pertanto in grado di evidenziare le relazioni reciproche tra processi e struttura del paesaggio

• gli indicatori sono scala-dipendenti, ma non è detto che per misurare processi a scala vasta, servano solo indicatori che misurano a quella scala. Spesso processi di macroscala necessitano di indicatori di scala micro

• in mancanza di dati di buona qualità è possibile utilizzare indicatori estremamente sintetici, ma implementabili in un secondo tempo, attivando così un processo di monitoraggio con risorse limitate: l’importante è tener conto nelle valutazioni del grado di approssimazione e impostare il lavoro in modo funzionale al miglioramento;