109
1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TRE A. A. 2013/2014 Francesca A. Jacobone - Antonio Lerro Modulo 2 – Gestione della Produzione (GP) Parte II - b Corso di Economia dei Sistemi Produttivi

Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

Embed Size (px)

DESCRIPTION

Economia dei Sistemi Produttivi dispense per il corso di Roma3

Citation preview

Page 1: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

1

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA TRE

A. A. 2013/2014

Francesca A. Jacobone - Antonio Lerro

Modulo 2 – Gestione della Produzione (GP)

Parte II - b

Corso di Economia dei Sistemi Produttivi

Page 2: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

2

Parte II. Progettazione e selezione dei processi

Parte II aCap. 4 – Analisi dei processiCap. 5 – Progettazione e selezione dei processi nelleproduzioni industriali

Parte II bCap. 7 – Il Total Quality ManagementCap. 10 – Strategia della Supply ChainCap. 12 – Just-in-time e lean system

Page 3: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

3

Parte II - b

Progettazione e selezione dei processi

Page 4: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

4

Cap. 7, 10, 12

Total Quality Management, Supply Chain Management, Just-in-time e lean system

Page 5: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

5

Total Quality Management

- Origini- Caratteri fondamentali

Page 6: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

6

Origini

- Giappone post-II conflitto mondiale- Inapplicabilità dei modelli tayloristici- La “rivoluzione” giapponese

(Womack, J.P. , Jones, D.T., Roos, D. (1991) La macchina che ha cambiato il mondo, Rizzoli, Milano)

Page 7: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

7

Giappone post-II conflitto mondiale

- Costi delle materie prime più elevati, dato che ha scarsità di risorse e che quindi devono essere importate

- Rigidità salariale- Domanda interna scarsa dettata dalla crisi economico-

finanziaria post- bellica- Impossibilità di competere sui costi di produzioni americani

deteminati dalle economie di scala- Impossibilità di fare innovazioni radicali

Page 8: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

8

Filosofia Kaizen – Miglioramento Continuo

Page 9: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

9

Filosofia Kaizen

La parola giapponese Kaizen significa letteralmente “miglioramento continuo”.

Il Kaizen è prima di tutto una matrice comportamentale e in quanto tale investe non solo gli aspetti della metodologia produttiva ma anche l’addestramento e la preparazione dell’intero staff aziendale coinvolto nel processo di cambiamento, dal top management agli operai.

L’approccio “Lean Thinking” nasce in accordo alla filosofia Kaizen.

Page 10: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

10

Filosofia Kaizen: principi chiave

1. Sbarazzati dei concetti tradizionali (anche sui metodi di produzione)2. Pensa a come il nuovo metodo funzionerà e non a come non funzionerà 3. Non accettare le scuse. Dì di no allo status quo.4. Non ricercare la perfezione. Meglio il 60% subito che il 100% mai!5. Correggi gli errori nel momento in cui li trovi6. Non spendere molti soldi per migliorare. Pensa con creatività prima dell’investimento7. Chiediti sempre perché almeno 5 volte per trovare la vera causa dei problemi (root cause)8. Le idee di 10 persone sono migliori di quelle di una persona.9. I miglioramenti non hanno limiti. Non smettere mai di fare Kaizen.

Page 11: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

11

Lean Production

Approccio all’ organizzazione ed alla gestione basato sull’Essenzialità : eliminazione di sprechi, tempi morti, risorse ridondanti

Page 12: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

12

Value identificare ciò che vale per il cliente, ciò per cui i clienti finali sono disposti a pagare un prezzo

Value Streamidentificare il flusso del valore – mettere nella giusta sequenza le attività a valore eliminando quelle non a valore

Flow mettere in atto le attività a valore senza interruzioni

Pullfar scorrere il flusso quando il cliente lo richiede - “flusso tirato”

Perfectionimparare ad eseguire le attività a valore in maniera sempre più efficace

I 5 principi fondamentali dell’approccio lean

Page 13: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

13

Definisci il valore, ovvero ciò per cui i clienti finali sono disposti a pagare un prezzo

• Coinvolgi tutti gli attori della catena del valore (fornitori, produzione, commerciali, intermediari e clienti) per capire ciò che serve veramente ai clienti finali

• Proponi un definizione del valore focalizzata sulla prospettiva del cliente finale, quello che compra e utilizza il prodotto

VALUE

Page 14: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

14

VA – Valore AggiuntoAttività per le quali il cliente è disposto a riconoscere qualcosa

NVA – Non Valore AggiuntoAttività necessarie, ma che non creano valore aggiunto

MUDA - SprechiAttività inutili che non creano valore, per le quali il cliente nonè disposto a riconoscere qualcosa

Nelle aziende “eccellenti” il VA non supera il 33%

Il margine di miglioramento è nel restante 67 %

Rapporto tra attività a valore e non a valore

Page 15: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

15

UNO DEGLI ERRORI PIU’ RICORRENTI :

Fare le cose sbagliate nel modo giusto!!!

Page 16: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

16

Identifica il flusso del valore e tutti gli sprechi che lo caratterizzano

– sovrapproduzione, ovvero, non guidata dalla domanda reale

– scorte intermedie tra una fase ed un’altra del flusso del valore

– attese per le fasi successive – trasporti non necessari– spostamenti non necessari di persone– produzione di parti difettose– ri-lavorazioni– complessità organizzativa

VALUE STREAM

Page 17: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

17

1. Sprechi da sovrapproduzione

“Produrre in eccesso è produrre tutte le volte che non esiste un ordine cliente”

Sono gli sprechi che si verificano quando si fabbricano prodottiin quantità maggiori di quelle necessarie, o si fabbricano primadel momento in cui sono richiesti.

Si consumano in anticipo materiali e componenti, si sperperaenergia, si creano scorte, aumentano le esigenze di spazionecessario per l’immagazzinamento, si aggrava il peso degliinteressi passivi e cosi via

Page 18: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

18

1. Sprechi da sovrapproduzione

Le cause di sovrapproduzione sono spesso riferibili a:

- Produzione di lotti economici troppo grandi- Produzione anticipata rispetto alla domanda- Creazione di stock per sopperire a difettosità e problemi di

pianificazione, programmazione e scheduling della produzione- Eccessi di personale sul processo- Macchinari troppo veloci o in eccesso

Page 19: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

19

2. Eccesso di scorte

“Scorta è qualsiasi bene realizzato e conservato per un determinato tempo senza conoscere se e quando un cliente lo

richiederà e quanto sarà disposto a pagare”

Le scorte possono essere di materie prime, semilavorati,prodotti finiti, prodotti fermi in attesa di lavorazione (WIP –Work In Progress

Le scorte nascondono problemi, non li risolvono!

Page 20: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

20

2. Eccesso di scorte

Le cause di eccesso di scorte sono spesso riferibili a:

- Produzione di lotti economici troppo grandi- Produzione anticipata rispetto alla domanda- Esistenza di colli di bottiglia nel flusso di produzione- Creazione di stock per sopperire a difettosità e problemi di

pianificazione, programmazione e scheduling della produzione- Eccessi di personale sul processo, attività a monte più veloci di

quelle a valle- Macchinari troppo veloci o in eccesso- Accettazione culturale, scorte “fisiologiche” per il servizio

Page 21: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

21

3. Movimentazioni e trasporti non necessari

“Eccessi di produzione e di scorte porta inevitabilmente a maggiori attività di movimentazione e trasporti”

Le cause di sono spesso riferibili a:

- Scarsa progettazione del layout- Sovrapproduzione- Creazione di stock per sopperire a difettosità e

problemi di pianificazione, programmazione escheduling della produzione

- Personale con basse competenze- “Normalità” delle movimentazioni/ trasporti

Page 22: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

22

4. Difettosità, Disservizi

Generano i cosiddetti “costi della non qualità”, classificabili in:

- Costi di accertamento e controllo (elenco voci di costo)- Costi per difettosità interna ed esterna (elenco voci di costo)

Le cause sono riconducibili tradizionalmente a:

- Materiali e semilavorati scarsi o difettosi- Metodi di lavoro scarsi, scarsità di procedure e istruzioni, ecc.- Manodopera non formata, non qualificata, non motivata- Macchine e strumenti non adeguati

Page 23: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

23

Il costo della mancata qualità è stimato in una cifra compresa tra il 15% ed il 20% del fatturato!

Page 24: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

24

5. Perdite nel processo

Sono riferite tipicamente ad attività del processo che potrebberonon essere necessarie.

Le cause sono riconducibili tradizionalmente a:

- Inadeguata progettazione del processo e delle attività- Inadeguata standardizzazione delle attività- Macchine e strumenti non adeguati- Lavorazioni non adeguate

Page 25: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

25

6. Movimentazioni umane

Sono riferite tipicamente ad attività - svolte dagli operatori - chenon creano valore aggiunto: ricerca di strumenti non presentinelle postazioni, spostamenti tra reparti, ecc.

Le cause sono riconducibili tradizionalmente a:

- Inadeguato layout- Operatori poco formati o poco motivati, scarsamente coinvolti- Assenza di ordine, pulizia e sistematicità- Lavorazioni non adeguate

Page 26: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

26

7. Tempi morti, attese

Rappresentano lo spreco culturalmente più accettato, quasifisiologici. Sprechi per attese materiali, settaggi impianti, guasti,difetti,ecc.

Le cause sono riconducibili tradizionalmente a:

- Assenza di bilanciamento delle attività- Scarsa manutenzione preventiva- Assenza di ordine, pulizia e sistematicità- Produzioni in grandi lotti- Personale poco motivato, superficialità- Mancanza di sistemi di controllo

Page 27: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

27

Approcci e tecniche di Lean Manufacturing

Il metodo delle 5 S e le sue fasi applicative

Esercitazione

Page 28: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

28

Ricostruisci un flusso del valore ripulito dagli sprechi e fallo scorrere attraverso le varie fasi

• focus sull’oggetto reale che determina il valore, senza perderlo mai di vista lungo tutta la catena logistica

• focus sugli interi processi, fisici e gestionali (e non sulle specializzazioni locali), compreso il processo di gestione dell’ordine di vendita fino alla sua spedizione

• processo affidabile

FLOW

Page 29: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

29

Area supermarket

Page 30: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

30

La produzione giornaliera deve essere confrontata con iltakt-time, cioè il ritmo della produzione, il “battitocardiaco” del nostro sistema produttivo

Takt time =

tempo totale disponibile/giorno richiesta cliente/giorno

Es.1: Un cliente richiede 480 prodotti ogni giorno, il tempoa disposizione in 1 giorno è 8 ore=480 minuti, allora il takttime è un prodotto al minuto. E’ il tempo che dovrebberegolare tutti i processi produttivi, fino ai fornitori esterni.

Page 31: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

31

Esigenze cliente= 9.200 pezzi/mese / 20 giorni/mese = 460 pezzi giorno

Tempo disponibile= 1 turno (comprese 2 pause da 10min e 30 min pranzo) /460 min/giorno * 60 sec per min

= 27.600 sec/giorno

Takt time = 27.600 sec/giorno / 460 pezzi/giorno = 60 secondi a pezzo

Page 32: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

32

Dal takt time si può desumere il n. operatori necessari peruno specifico processo o cella

N. operatori=

Tempo ciclo manuale totaleTakt time

Tempo ciclo= tempo ncessario a completare il processo

Ipotizzando un tempo ciclo totale di 120 secondi, gli operatori necessari = 120 sec. / 60 sec = 2 operatori

Page 33: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

33

Kit già preparati di codici diversi al fine di ridurre i tempi assemblaggio

Page 34: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

34

Page 35: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

35

Il milk runner, o “lattaio”

L’alimentazione del supermarket e la gestione dei kanban è di solito demandato ad un operatore dedicato, che consegna i prodotti alle celle/linee e ritira i contenitori vuoti, oltre a gestire buona parte del flusso kanban con i fornitori esterni, seguendo le cadenze dettate dai takt-time.

Ciò evita spostamenti degli operatori di linea especializzazione delle attività del ‘lattaio’ che riducepossibilità di errori e aumenta la velocità delle operazioni

Page 36: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

36

La Value Stream Mapping (VSM) *

E’ la mappatura grafica di tutto quell’insieme di processied attività che concorrono alla realizzazione di unprodotto, partendo dal fornitore, passando per laproduzione interna fino alla consegna del prodotto finito.Utilizza simboli e schemi ormai convenzionali, sebbenenon esista una standardizzazione

Tipicamente si divide in:- VSM dello stato attuale (Current State, As is)- VSM di come dovrebbe essere a seguito dei miglioramenti

(Future State, As should be)

Page 37: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

37

VSM current state

Page 38: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

38

VSM future state

Page 39: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

39

Fai sì che lo scorrimento del flusso del valore sia attivato dalla reale necessità della fase a valle, a partire dalla domanda del cliente finale, e non il contrario, in una logica tradizionale di tipo “push”

• Attiva le operazioni su richiesta del cliente

• Integra il flusso delle informazioni• Sincronizza le varie fasi del flusso con il

ritmo della domanda finale

PULL

Page 40: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

40

Enuncia le politiche, definisci obiettivi quantitativi e punta alla perfezione attraverso azioni di miglioramento continuo

• Assumi come riferimento assoluto la perfezione• Innesca un meccanismo virtuoso di miglioramento continuo a

tutti i livelli • Definisci un sistema di misura delle performance e precise

responsabilità a tutti i livelli per il loro miglioramento

PERFECTION

Page 41: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

41

Il concetto di Qualità Totale

Qualità Totale = f

• Qualità di prodotto/ progetto• Qualità di conformità• Qualità dei processi• Qualità dei controlli

Page 42: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

42

Qualità di prodotto/ progetto

“valore intriseco del prodotto sul mercato”

1. Prestazioni: caratteristiche primarie del prodotto/servizio2. Opzioni: aspetti aggiuntivi, accessori, carattersitiche

secondarie3. Affidabilità: uniformità di rendimento nel tempo4. Durata: vita utile, tecnica ed economica5. Riparabilità: facilità di riparazione, costi relativi6. Servizio/Risposta: caratteristiche dell’interfaccia umana7. Estetica: caratteristiche sensoriali, “bellezza”8. Credibilità: passate prestazioni, qualità percepita

Page 43: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

43

Qualità di conformità

Indica il livello di aderenza alle specifiche diprogetto del prodotto/ servizio ed il rispettto distandard prestabiliti, di natura normativa (coatta– es.: tracciabilità prodotti su filiera alimentare;percentuale di cacao; percentuale di succod’arancia, ecc.) e/o industriale (livelli didifettosità fissati dall’impresa, ecc.)

Page 44: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

44

Dimensioni gestionali del TQM

Qualità dei processi

Page 45: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

45

Sistema produttivo a continua e perfetta simmetria tra offerta di beni prodotti e domanda di mercato basata su complessi sincronismi tra i vari sub- sistemi che intervengono nel flusso produttivo – Produrre esclusivamente quanto occorre e quando occorre!

• Rende possibile realizzare p/s in serie brevi e differenziate, rispondendo efficacemente alle reali esigenze dei clienti – Il dimensionamento dei lotti

• Rapide e frequenti consegne di materiali e prodotti finiti determinano un nuovo ruolo dei fornitori e della gestione della catena di fornitura (supply chain management)

a. Just in time

Page 46: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

46

Dimensionamento dei lotti

Il funzionamento del sistema JIT presuppone ladefinizione del numero “ottimale” di articoli inproduzione o pronti per la produzione.

Tale questione si esplica nel “dimensionamento dei lotti”

Page 47: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

47

Un lotto è un gruppo di articoli identici che vengonoacquistati, lavorati, trasportati come se fossero un’unicaentità

Il dimensionamento del lotto può fortemente influenzarei flussi dei materiali, la qualità di prodotto, il servizio alcliente, i costi di produzione, i costi indiretti

Page 48: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

48

La quantità del lotto economico d’acquisto è il numero diunità di un singolo articolo che dovrebbe esserespecificato ogni volta che si riceve/fornisce un ordine alfine di minimizzare i costi totali di gestione delle scorteper quel singolo articolo durante un determinato periododi tempo, generalmente 1 anno.

Si possono raggruppare insieme molti ordini perrisparmiare sui costi di cambio produzione e di gestioneordini, ma ciò aumenta i costi di mantenimento dellescorte, di trasporto e può provocare carichi di lavoroconcentrati e sbilanciati

Page 49: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

49

In una logica JIT, l’obiettivo è la continua riduzione delle dimensioni deilotti, perchè:

-I lotti più piccoli sono consumati più rapidamente e quindi i difetti e fonti dierrore possono essere individuati prima, permettendo di ridurre scarti e ri-lavorazioni;- I lotti più piccoli riducono il tempo di attraversamento e quindi i ritardi diprocesso;- Lo spazio necessario per sistemare le scorte diminuisce e le stazioni di lavoropossono essere posizionate più vicine tra loro, così come gli addetti possonovedersi e comunicare- Le attività di controllo vengono semplificate e si riducono i costi delpersonale indiretto- Si è più flessibili e si risponde meglio ai cambiamenti del mercato.

Ciò si collega al livellamento dei carichi di stabilimento (Heijinka) ovveroil livellamento dei flussi di produzione per ridurre le variazioni nellaprogrammazione

Page 50: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

50

b. Supply chain management enuovo ruolo dei fornitori

Page 51: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

51

Supply chain management

Concatenazione di imprese legate tra loro lungo una filiera.Consiste in un approccio sistemico alla gestione dell’interoflusso di informazioni, materiali e servizi, dalle materieprime provenienti dai fornitori, via via lungo le fabbriche edi magazzini, i distributori sino al cliente finale

Dalla competizione tra imprese alla competizione delle catene

Page 52: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

52

Stadi principali di una supply chain

Page 53: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

53

Supply chain management e logistica

La gestione della supply chain è un’evoluzione dellagestione delle attività logistiche.

La logistica tradizionalmente si occupa di tutte le attivitàdi approvvigionamento delle materie prime verso laproduzione e della movimentazione (trasporti) edistribuzione dei semilavorati e dei prodotti finiti

Il focus è la gestione dei flussi di materiali e diinformazioni all’interno dell’impresa.

Ogni impresa cerca di ottimizzare la propria logistica !

Prospettiva orientata alle funzioni

Page 54: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

54

Supply chain management e logistica

Con il supply chain management (SCM) si sviluppainvece un approccio integrato alla pianificazione ed alcontrollo del flusso di materiali ed informazioni lungol’intera catena fornitura-produzione-distribuzione, al finedi assicurare che il prodotto finito sia consegnato nelleesatte quantità, nei giusti tempi e nel pre-definito livello diqualità al cliente finale che lo ha richiesto.

Prospettiva orientata ai processi

Page 55: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

55

Il SCM diventa una fonte di vantaggio competitivo se:

- Permette di aumentare i livelli di servizio- Permette di ridurre contemporaneamente i costi logistici- Consente di risolvere il problema degli obiettivi

contrastanti degli attori della catena fornitura-produzione-distribuzione

Supply chain management e vantaggio competitivo

Page 56: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

56

1. Tempi- Rapidità dei tempi di consegna- Puntualità dei tempi di consegna

2. Flessibilità- Volume- Gamma

3. Qualità- Affidabilità- Ecc.

Livelli di servizio

Page 57: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

57

Costi logistici

1. Costi di mantenimento a scorta: costi opportunità,deterioramento, obsolescenza, assicurazione

2. Costi di stock out: mancata vendita, penali, perdita clienti,slittamento incassi, perdita di immagine

3. Costi di trasporto4. Costi di impianti ed attrezzature5. Costi di gestione operativa: raccolta ed elaborazione ordini,

movimentazioni, imballaggio, controllo e gestione dellescorte

Page 58: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

58

Obiettivi contrastanti

1. Fornitori materie prime: forniture stabili in volume e conpoche variazioni nel mix dei materiali richiesti, grandivolumi, tempi di consegna flessibili

2. Produttori: grandi lotti, pochi set-up, stabilità della domanda3. Dettaglianti e distributori: lead time di ordine molto brevi,

tempi di consegna rapidi, frequenti ed affidabili, alta varietàdei prodotti

Problemi del coordinamento inter-organizzativo eimportanza della progettazione ed allineamento di incentivialla collaborazione (contratti, ecc.)

Page 59: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

59

Come costruire operativamente una SC

1. Strategia della supply chain – identificazione dellevariabili su cui competere (costi, qualità, tempi,flessibilità, spazialità)

2. Struttura della supply chain – identificazione degli attoridella SC e loro importanza

3. Organizzazione e funzionamento della supply chain -definizione dei process links

Page 60: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

60

Strategia e struttura della Supply Chain: le tipologie

1. Supply chains efficienti2. Supply chains orientatealla copertura del rischio1. Supply chains reattive2. Supply chains agili

Page 61: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

61

Tipologie di supply chains

BASSA

(PRODOTTI FUNZIONALI)

BASSA

(PROCESSO STABILE)

ALTA

(PRODOTTI INNOVATIVI)

ALTA

(PROCESSO IN

EVOLUZIONE)INC

ERTE

ZZA

DEL

L?O

FFER

TA

INCERTEZZA DELLA DOMANDA

SC Efficiente –

Alimentari, cibo, petrolio e carburanti, abbigliamento di base

SC Reattiva –

Abbigliamento griffato, computer, ecc.

SC Orientata alla copertura del rischio

Energia, generi alimentari particolari, pelle

SC Agile –

TLC, semiconduttori

Page 62: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

62

1. Supply chains efficienti: impiegano strategie mirate agenerare la massima efficienza in termini di costo. Sieliminano le attività non a valore aggiunto, si perseguonoeconomie di scala, si ottimizzano capacità produttive edistributive, ecc.

Page 63: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

63

2. Supply chains orientate alla copertura del rischio:impiegano strategie mirate a porre in compartecipazionele risorse all’interno della filiera, cosi da condividere ilrischio di interruzione della fornitura, crendo più fonti diapprovvigionamento o fonti alternative.

Importanza della gestione delle scorte e della gestioneoperativa dei magazzini

Page 64: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

64

3. Supply chains reattive: utilizzano strategie basate sureattività e flessibilità per far fronte alla varietà evariabilità dei bisogni della clientela.

4. Supply chains agili: integrano SC “orientate allacopertura” e SC “agili”

Importanza della gestione per piattaforme e per moduli

Page 65: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

65

Organizzazione e funzionamento della supply chain

Supply chain creata e gestita da una impresa leader, prevale la logica del “divide et impera”

Page 66: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

66

Organizzazione e funzionamento della supply chain

Supply chain coordinata da una impresa leader, tutti gli attori hanno relazioni tra loro ma sono facilitate dall’impresa leader

Page 67: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

67

Organizzazione e funzionamento della supply chain

Supply chain orizzontale, prevale la logica del network, tutti gli attori hanno relazioni tra loro, non emerge un’impresa leader

Page 68: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

68

Le attività principali del SCM

1. Logistica di approvvigionamento: relazioni con i fornitori,politiche di approvvigionamento, outsourcing edintegrazione;

2. Logistica di produzione: operations planning,programmazione della produzione (Parte III);

3. Inventory management: gestione scorte, gestione delmagazzino, sistemi di material handling;

4. Distribution e Transport management.

Page 69: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

69

Logistica di approvvigionamento

Page 70: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

70

Il ruolo strategico degli approvvigionamenti

1. Gli acquisti rappresentano un costo rilevante dell’impresa2. I fornitori influenzano le prestazioni della SC in termini

di costi, tempi e qualità3. Il fornitore contribuisce alla creazione di competenze e

valore per il cliente (es.: Brembo)

Effetti e implicazioni gestionali

1. Spostamento da un focus operativo ad un focus strategico2. Importanza dei sistemi di valutazione del fornitore

(vendor rating)3. Ruolo delle ICT

Page 71: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

71

Nuovo ruolo dei fornitori

Dalla logica del prezzo alla logica della qualità alla logicadel co-makership

Page 72: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

72

Dimensioni delle relazioni con i fornitori-partners

1. Durata del rapporto2. Tipo di accordo3. Numero di fonti di acquisto4. Prezzi/costi5. Controllo qualità6. Progettazione7. Consegna8. Trasmissione degli ordini9. Documentazione e fatturazione10. Trasporto11. Punto di consegna12. Approccio all’apertura, alla verifica, al miglioramento

Page 73: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

73

Aspetti operativi di gestione degli acquisti: il fornitore

• Modalità di scelta del fornitore: Request for quotation vs Negoziazione

• Tipi di ordini: Spot vs Blanket

• Contenuto del contratto

• Ricezione del materiale

• Misura delle prestazioni del fornitore

Page 74: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

74

Request for quotation: si invitano tutti i fornitori della “lista” a sottomettere un’offerta per un certo acquisto; contiene le varie specifiche di fornitura (qualità, tempi di consegna, luogo di consegna, ecc.) e la data entro la quale accettare le offerte; l’impresa confronta le offerte ricevute e sceglie. Ideale per grandi ordini, specifiche chiare, mercato fortemente concorrenziale sul lato offerta

Negoziazione: necessaria quando le specifiche di fornitura sono complesse e richiedono maggiore interazione; si seleziona un numero ristretto di fornitori, anche solo 1.

Modalità di scelta del fornitore

Page 75: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

75

Tipi di ordini

• Spot – quando si realizza occasionalmente un ordine con un fornitore

• Blanket – ordine aperto che specifica quantità cheverranno consegnate con diverse consegne nel tempo, diregola un anno

Page 76: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

76

Contenuto del contratto

Fornisce valore legale all’accordo tra le parti. Contieneinformazioni su:

• Specifiche tecniche• Quantità• Qualità• Prezzo• Data di consegna• Metodo di consegna• Indirizzo di consegna• Modalità di pagamento• Altre clausole

Page 77: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

77

Ricezione del materiale

I materiali consegnati sono ricevuti, ispezionati emovimentati in magazzino materie prime.

Documenti coinvolti:

• Ricevuta di carico: lista dei contenuti della spedizione• Bolla di carico: usata dal trasportatore, specifica cosa

contiene il carico, la proprietà, i percorsi, le date diconsegna

• Ricevuta di consegna e ricevuta di ricezione• Report delle eventuali discrepanze

Page 78: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

78

Misura della prestazione del fornitore e della loro importanza

• I materiali ed i servizi sono stati ricevuti correttamente?• Quali sono i fornitori più importanti? Per volumi e per valore• Le spese realmente sostenute si discostano dal budget degli

acquisti? Perchè?

Cruscotto di indicatori di prestazioni dei fornitori (vendorrating)

• Valutazione preventiva (sistema produttivo, management,sistema qualità e certificazioni, precedentiesperienze/referenze, situazione economico-finanziaria, ecc)

• Valutazione ex post (economico-finanziari, industriali,tecnologici, organizzativi e strategici)

Page 79: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

79

Matrice di Kralijc: analisi di criticità dei materiali

MATERIALI EFFETTO LEVA –COMPETITIVITA’, LEADERSHIP DI COSTO/QUALITA’

MATERIALI NON CRITICI –SEMPLICITA’ DI GESTIONE E MAGGIOR EFFICIENTAMENTO DEI PROCESSI

MATERIALI STRATEGICI –COINVOLGIMENTO DEL FORNITORE NEI PROCESSI INNOVATIVI (COMAKERSHIP)

MATERIALI COLLI DI BOTTIGLIA – LOGICA DELLE SCORTE, STABILITA’ NELLE RELAZIONI, RIDUZIONE DEL RISCHIO

RED

DIT

IVIT

A’

CRITICITA’ DEI MATERIALI

Aspetti operativi di gestione degli acquisti: i materiali

Page 80: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

80

Make or buy, outsourcing e altre scelte strategiche

Outsourcing: processo di individuazione di attività, servizi eprodotti realizzati all’interno dell’impresa che potrebberoessere reperiti o effettuati in maniera più conveniente, o conmaggiore qualità, all’esterno.

Integrazione a monte: in caso di difficoltà di reperimento dimateriali e servizi critici, o inadeguatezza delle prestazionidei fornitori, ci si organizza per produrre internamente talimateriali o servizi, o si acquista l’impresa del fornitore

Page 81: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

81

Motivazioni e benefici attesi dell’outsourcing

- Focalizzazione sulle core-competences- Aumento della flessibilità rispetto a condizioni e domandadi mercato e tecnologie- Miglioramento delle prestazioni operative (qualità,produttività, riduzione tempi di ciclo, controllo interno)- Riduzione degli investimenti in assets e libera capitali eliquidità- Riduzione dei costi e conversione dei costi fissi in variabili

Page 82: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

82

Outsourcing e Integrazione a monte - Make or buy?

Criteri per la scelta

- Coordinamento richiesto: attiene alla maggiore o minoredifficoltà di integrare una data attività all’interno del processocomplessivo. Attività caratterizzate da incertezza, cherichiedono uno scambio continuo di informazioni, nondovrebbero essere esternalizzate- Controllo strategico: attiene alla gravità della perdita chel’impresa potrebbe subire se la relazione con il partner fosseinterrotta- Proprietà intellettuale: attiene alla potenziale rinuncia allaproprietà intellettuale attraverso la relazione con il fornitore

Page 83: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

83

Make or buy, outsourcing e altre scelte strategiche

Standardizzazione: essere in grado di produrre una grandevarietà di prodotti a partire da un numero ristretto di parti emateriali standardizzati. Meno articoli significa acquisti,consegne, ispezioni, pratiche, immagazzinamenti,fatturazioni, tipi di impianti e macchinari da utilizzare, ecc. –“Differenziare il visibile e indifferenziare l’invisibile”

Acquisti e produzioni per moduli: è fondamentale perimprese i cui prodotti sono costituiti da molte centinaia omigliaia di parti (es.: automotive, aeroplani, grandi impianti)– Importanza della “differenziazione ritardata”(postponement process)

Page 84: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

84

c. L’imperativo della gestione dei tempi

Ogni volta che persone o materiali sono in ritardo, leprogrammazioni “saltano” e si creano effetti negativi chesi ripercutono sulla catena di fornitura e generano costi

Es.: maggiori attese dei clienti e relativa insoddisfazione,ritardi non pianificati, sprechi nei trasporti di materiali,azioni di ri-programmazione, scorte eccessive odeteriorate, ecc.

Esigenze di puntualità, tempi di risposta rapidi, certezza,cioè diminuzione della variabilità dei tempi di risposta

Page 85: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

85

Strumenti e tecniche di timing: a. il kanban

Kanban in giapponese significa scheda, cartellino, documento visibile.

E’ un sistema di controllo delle scorte o della produzione che utilizzadispositivi visivi per regolare i flussi: comunica al fornitore che cosa equanto inviare all’utilizzatore e quando farlo, utilizzando segnalivisivi e regole semplici.

Centrolavorazione

Linea di assemblaggio

Stoccaggio Parti A e B

Stoccaggio Parti A e B

Kanban di prelievo

Kanban di produzioneFlusso dei materiali

Flusso dei cartellini (kanban)

Page 86: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

86

Funzionamento e requisiti del kanban e sue varianti

Logica del McDonald’s – panino e scivolo kanban

Il Kanban è un riduttore della coda di attesa, cioè uno strumento chelimita la lunghezza della coda e quindi i tempi di attesa di articoli (infase di produzione) o di persone (clienti) che aspettano il servizio

Page 87: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

87

Page 88: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

88

Ciò determina miglioramento/riduzione dei tempi diattraversamento (in fase di produzione) e soddisfazionedel cliente. A cascata, si determinano ulteriori beneficiquali:

- Migliorano le prestazioni di puntualità dellaproduzione;- Lavori improvvisati vengono eliminati e si elimina la

negoziazione dei tempi di consegna dal momento che itempi di produzione sono noti e ragionevolmente certi;

- Risulta facile fissare date attendibili in sede diconferma ordine;

Page 89: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

89

Strumenti e tecniche di timing: b. il riattrezzaggio

Quanto impiegano i meccanici di una scuderia di F1 percambiare 4 pneumatici, riempire il serbatoio, pulire ilparabrezza e dissetare il pilota?

Attenzione al concetto di “ri-attrezzaggio” = insieme delleoperazioni per modificare, preparare, riconfigurare, ri-organizzare una macchina, un impianto, un servizio

Page 90: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

90

1. Evitare il riattrezzaggio2. Attività esterne (fuori dalla linea di produzione) effettuate

mentre il processo/ciclo precedente è ancora attivo3. Attrezzi a portata di mano, puliti, in condizioni ottimali e

pronti all’uso4. Personale ben addestrato e precisione per i macchinari

costosi5. Eliminare congegni e dispositivi di regolazione non

necessari6. Semplificare e standardizzare software, apparechiature,

collegamenti, attrezzature, accessori7. ......

Il riattrezzaggio: linee guida di gestione e miglioramento

Page 91: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

91

L’importanza della produzione a celle e one-piece-flow

Page 92: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

92

La produzione a celle (cellular manufacturing) rappresenta uno degli aspetti operativi più importanti dell’ottica lean.

La cella è una unità di lavoro ben definita e delimitata, tipicamente da 3 a 12 addetti, con 5-15 stazioni di lavoro, che permette di produrre il più alto numero di prodotti simili, contenendo al suo interno tutto ciò che serve allo scopo (attrezzature, impianti, macchine, strumenti, persone), riducendo movimentazioni e trasporti vari

Page 93: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

93

Immagine di una cella ad U classica

Page 94: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

94

Gli step della progettazione del layout a celle ad U

1. Identificare i prodotti – codici e quantità (analisi P-Q)2. Identificare e mappare in dettaglio il processo e le micro-

attività (Process Route Analysis): raccogliere i tempi cicloper ciascuna attività / operazione del processo; calcolare iltakt time e la capacità di processo; ecc.

3. Progettare la nuova cella4. Creare fisicamente la nuova cella5. Controllare l’efficacia e l’efficienza della nuova cella

Page 95: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

95

Impianti e dotazioni il più possibile utilizzabili dal personale; cautela verso assets troppo complessi, con costi elevati e dipendenza dalla consulenza esterna di chi li ha forniti.

e. Tecnologia semplice

Page 96: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

96

Il personale lavora spesso in gruppo, si scambia frequentemente di ruolo e partecipa attivamente alle dinamiche di miglioramento continuo.

Diversa concezione del controllo e della presa di decisione………..

f. Polifunzionalità degli operatori

Page 97: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

97

…. Registrare e conservare sul posto di lavoro i datirelativi a qualità, processi, criticità; tagliare transazionie rapporti inutili e ridondanti.

Fare in modo che i gruppi di lavoro in prima lineaabbiano per primi la possibilità di risolvere i problemi,prima dell’intervento dei vertici aziendali/ gruppo diesperti.

Page 98: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

98

BUFFER DI BILANCIAMENTO DEL FLUSSO

Cool engine test

Dynamic final testing

VehicleEngine Repairings

Sono necessari operatori polivalenti e polifunzionali

Il flusso deve scorrere continuo e costante

Page 99: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

99

Gestione della manutenzione – Total ProductiveMaintenance

• Macchinari ed aree di lavoro devono essere pulite• Le aree di lavoro devono essere organizzate efficientemente• Gli operatori devono occuparsi, “aver cura” delle macchine

alle quali sono adibiti• Il processo deve essere ben compreso e piuttosto codificato• Operatori e staff tecnico devono parlarsi e scambiarsi

capacità pratiche e conoscenze teoriche.

Page 100: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

100

Filosofia gestionale volta ad ottenere un sempre maggiore coinvolgimento partecipativo degli operatori nelle vicende d’impresa

Valorizzazione delle esperienze e delle capacità; intensa e costruttiva cooperazione tra singoli e team di lavoro; contributi innovativi; confronto su problemi operativi quotidiani, ricerca di nuove soluzioni; proposte e sperimentazioni di cambiamenti; qualita’ dell’ambiente di lavoro, ….

g. Kai Zen – miglioramento continuo

Page 101: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

101

Qualità dei controlli

1. Progettazione2. Individuazione3. Miglioramento

Page 102: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

102

Progettazione e Individuazione

Servono ad integrare la qualità all’interno del processo, obloccare sul nascere un processo mal concepito

a. Approccio alla prevenzione (sistema Shingo): progettare unprocesso fail-safe (privo di errori) efficiente, con apparecchi eprocedure fail-safing (pokayoke in giapponese). L’obiettivo diogni apparecchio e procedura atta a rendere un processo fail-safeconsiste nell’introdurre determinate caratteristiche che possanobloccare o addirittura prevenire inconvenienti.

Page 103: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

103

Page 104: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

104

a. Sistemi per cui le macchine non comincino a lavorare inpresenza di inconvenienti (omessa lavorazione, erratalavorazione, ecc.)

b. Sistemi che non permettano di montare un pezzo in presenzadi un errore operativo (difetto di posizionamento)

c. Sistemi che non permettano di iniziare il processo successivonel caso sia stata dimenticata un’operazione (dimenticanza dimontaggio)

Soluzioni: progettazione di prodotto; segnali luminosi o sonori,fotocellule, sensori magnetici, bracci meccanici, ecc.

Page 105: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

105

Progettazione e Individuazione

b. Approccio all’ispezione e correzione ex-ante: necessità diredistribuire alcune responsabilità. Ogni addetto, o parte di essi,sono autorizzati ad intervenire su alcuni problemi, per esempiobloccare la produzione per evitare la fabbricazione di prodottiinadeguati.

c. Approccio all’ispezione e correzione ex-post: individuare ildifetto in fasi successive può essere molto costoso e negativo perla reputazione dell’impresa.

Page 106: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

106

Ispezione

L’ispezione è la maniera meno efficace per migliorare la qualitàdei processi. Tuttavia in molti casi è necessario fare ricorsoall’ispezione. Esistono 4 principali modalità di ispezione:

-Ispezione completa: un addetto ha il compito di controllare ogniunità prodotta. Se non automatizzato, è una modalità ad altorischio di errori di ispezione dovuti alla stanchezza;

-Ispezione del primo pezzo: si controlla l’impostazione delprocesso, controllando il primo pezzo: se è senza difetti, significache il processo è stato impostato correttamente e che tutti i pezziprodotti saranno di qualità;

Page 107: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

107

Ispezione

-Prove distruttive, es. urto dell’auto per verificare la tenuta deiparaurti;

- Controllo a campione: basandosi su tabelle di campionamentostatistico gli addetti controllano campioni presi casualmente o adintervalli regolari da un lotto di produzione. Se il livello diqualità del campione è superiore al livello minimo accettabile(acceptable quality level, AQL), allora l’intero lotto superal’ispezione. Un lotto insoddisfacente viene ispezionatocompletamente e le unità difettose sostituite.

Page 108: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

108

Qualità dei controlli: il miglioramento

L’approccio Six Sigma

Identifica la filosofia ed metodi di controllo e miglioramento della qualità. Si rifà ad un termine statistico per esprimere l’obiettivo di qualità di un numero di difetti non superiore a quattro per milione di unità

Page 109: Economia dei Sistemi Produttivi 10 Gestione Della Produzione2b

109

Gli strumenti analitici del Six Sigma

1. Diagramma di flusso2. Run chart3. Grafici di Pareto4. Fogli di raccolta dati5. Diagrammi causa-effetto6. Diagrammi di flusso delle opportunità7. Grafici di controllo