Upload
vanliem
View
219
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Periodico della Comunità pastorale San Giovanni evangelista - Opera/Noverasco
Tel. 02/57600310, www.comunitasangiovanniopera.it
Anno XXVAnno XXVAnno XXV, , , numero 241 5 Novembre 2017
Giovani domande e poveri beati
I niziamo come decanato di Rozzano, cioè come comunità cristiane vicine, a valorizzare il “Passo in avanti” che
abbiamo maturato come prioritario per annunciare il Vangelo perché sia fermen-to di vita, comunione e gioia. Abbiamo evidenziato i giovani come coloro che, desiderosi di notizia buona, sono anche portatori di novità nell’accoglierLa. La proposta è stata elaborata (vedi ultima pagina) su tre date, la prima delle quali sarà a novembre a Pieve Emanuele. Que-sta proposta sui giovani è rivolta ai Con-sigli Pastorali, agli educatori, agli adulti e ai giovani. Lasceremo spazio a domande che sentiamo urgenti per far fiorire il Vangelo oggi. Per il primo incontro: Come identifico il giovane? Quali desideri scopriamo in loro? Quale Vangelo emerge nella loro esperienza? Per il secondo incontro puntiamo sulla capacità generativa della comunità edu-cante. Quali sono i segni che esprimono una “comunità generativa”? La parola generare chiama in causa il suo opposto: cosa rende sterile la nostra comunità? Il riferimento all’esperienza degli Atti degli Apostoli sarà proficua. Il terzo incontro, più mirato ai social networks, chiede una riflessione tra la comunicazione nostra, tradizionale, e quello dei giovani. Quali sono le nostre potenzialità a confronto di quelle dei social? Come far sì che il comunicare attraverso i social diventi occasione di maturazione? Come in questo quadro possiamo collocare il Vangelo in para-bole e il modo di comunicare di Gesù? L’Apocalisse come orizzonte profezia per la speranza? Un altro orizzonte che porta luce e gra-zia in mezzo a noi sarà la Giornata
Mondiale dei Poveri, istituita da papa Francesco a chiusura del Giubileo della Misericordia. Fissando la data, il papa ha voluto legare la giornata dei poveri alla Solennità di Cristo Re dell'Univer-so, perché possa far risaltare ancora me-glio la singolarità della signoria di Cristo sul mondo. Il rito Ambrosiano anticipa questa giornata di due domeniche (5 novembre) rispetto al rito Romano; nella Solennità di Cristo Re, infatti, la nostra Diocesi celebra la Giornata della Caritas, con gli stessi obiettivi. Il tempo di Avvento sarà occasione per tenere viva anche la dedizione ai poveri di Haiti e a tutti i servizi che della Cari-tas parrocchiale. Lapidari gli insegnamenti di don Primo Mazzolari: “La nostra grande colpa co-me cristiani non è che dopo duemila anni ci siano ancora dei poveri, ma che sia umiliante e vergognoso fare il povero in terra cristiana, e che qualche forma della nostra carità ne abbia ribadito la vergogna. Metterli davanti, ai primi po-sti, una volta tanto: potrebbe anche esse-re una messa in scena. Mi pare che ci fosse un giorno dell’anno in cui gli stessi schiavi venivano serviti a tavola dai pa-droni. Ma il giorno appresso si era da capo. Gesù li mette davanti; ma c’è anche lui coi poveri, povero come tutti e di più. Egli non è uno spettatore: fa il po-vero, è il Povero. E l’onore e la dignità gliel’ha confermata al povero in questa maniera: non genericamente, alla pover-tà, ma a ciascuno, poiché egli è in ciascu-no che ha fame e sete, che è senza casa e senza vestito, malato e prigioniero… come in un ostensorio. L’ostensorio viene portato dal sacerdote più in alto in gerarchia. Il povero che porta l’ostensorio di Cristo non è più l’ultimo, ma il primo; e allora lo si mette a tavola e si è felici di servirlo, perché da questo servizio dipende la nostra salvez-za. Se ci vuol tanto bene, a noi poveri, perché non ci fa tutti ricchi? Ricchi! E diciamo questa magica parola, come se dicessimo: felici!”
don Olinto
EDITORIALE La lettera pastorale 2017/18
del cardinale Delpini
«Vieni, ti mostrerò
la sposa dell’Agnello»
Una Chiesa aperta, sinodale, semplificata,
corresponsabile, unita pur nella pluriformità
di esperienze, sensibile alla qualità della li-
turgia, attenta ai giovani, responsabile nel
discernimento di fronte alle sfide del mon-
do, che sappia utilizzare al meglio i media
diocesani per fare opinione.
Sono queste in sintesi le indicazioni pasto-
rali per questo anno dell’arcivescovo Mario
Delpini. «Fratelli, sorelle, desidero ancora
salutarvi, benedirvi, ringraziarvi per le atten-
zioni, la cordialità, la preghiera che hanno
accompagnato l’inizio del mio ministero in
questa santa Chiesa ambrosiana – inizia così
il testo dell’Arcivescovo -Vi raggiungo solo
ora con queste indicazioni pastorali per
l’anno che già si è avviato. Immagino che
l’appassionata diligenza e l’efficienza orga-
nizzativa che caratterizzano le nostre comu-
nità abbiano già determinato i temi e i ca-
lendari, programmato interventi e iniziative.
Mi presento quindi con discrezione e ri-
spetto, ma invito a considerare le indicazio-
ni che offro come un punto di riferimento
che può anche richiedere qualche semplifi-
cazione dei calendari e qualche concentra-
zione più evidente sulle priorità indicate».
Fede e vita
Delpini riprende e rilancia una forte preoc-
cupazione che già da decenni i precedenti
Arcivescovi di Milano hanno «denunciato e
contrastato», a partire da Giovanni Battista
Montini con la Missione di Milano del 1957:
la separazione tra la fede e la vita. «Alla
contemplazione dell’opera di Dio deve ispi-
rarsi il nostro cammino di Chiesa nel tempo
– scrive Delpini -. Il rischio di lasciare la
contemplazione circoscritta a un tempo che
sta fuori dal tempo del vissuto quotidiano e
in un luogo che è separato, come un recin-
to sacro, dagli ambienti della vita ordinaria
(Continua a pagina 2)
continua a insidiare i discepoli
di Gesù. È un rischio che an-
ch’io vorrei denunciare e con-
trastare, chiedendo a tutti di
appassionarsi alla vocazione a
essere pietre vive di una Chie-
sa che sia un segno della Ge-
rusalemme nuova».
La sfida della sinodalità
«La sinodalità è la sfida che
vogliamo raccogliere», sottoli-
nea l’Arcivescovo. Una parola
che non deve diventare vuoto
slogan, ma innervare la Chiesa
ambrosiana. «È doveroso de-
clinare un’attenzione che deve
dare forma a tutta la vita della
Chiesa, perché sia profezia
della città santa. La sinodalità
infatti è opera dello Spirito
che dei molti fa una cosa so-
la». L’Arcivescovo non si na-
sconde certo le difficoltà:
«Quale docilità allo Spirito,
quali attitudini virtuose, quali
esercizi ascetici rendono pra-
ticabile l’esercizio della sinoda-
lità a uomini e donne tentati
da individualismo, protagoni-
smo, inerzia, rassegnazione,
mutismo, confusione? Si deve
raccogliere un richiamo alla
conversione». Una conversio-
ne che diventa azione. «La
sinodalità è una disciplina
dell’agire pastorale. Ci si deve
domandare: quale metodo,
quali procedure, quali forme
istituzionali rendono praticabi-
le l’esercizio di un discerni-
mento e di un agire sinodale a
comunità tentate di delegare,
di sottrarsi a responsabilità, di
preferire il lamento all’impe-
gno, di essere impazienti e
insofferenti, di dividersi in
fazioni e di isolarsi in aggrega-
zioni autoreferenziali?».
Il ruolo dei laici
Dal Concilio l’impegno dei
laici nella corresponsabilità
ecclesiale è centrale nella vita
della Chiesa. Eppure, nono-
stante un lungo cammino, c’è
ancora molto da maturare, in
una comunità che rischia di
essere soffoca-
ta dal clericali-
smo, ma anche
da un laicato
non all’altezza.
«Forse i laici
hanno preferi-
to la delega e
la lamentela
all’assunzione
di responsabili-
tà e a percorsi
adeguati di
formazione? –
si domanda Delpini -. Forse i
preti hanno esercitato il loro
magistero in modo personali-
stico e autoritario temendo la
corresponsabilità dei laici?
Forse la complessità delle pro-
cedure si è rivelata così fatico-
sa da scoraggiarne la pratica?
Mi riferisco in particolare ai
Consigli pastorali, specie ai
Consigli pastorali decanali».
Allora «è necessario immagi-
nare a livello di parrocchia, di
comunità pastorali, di decana-
to e di Diocesi la serietà della
riflessione, la pazienza della
pratica ordinaria, l’onestà della
verifica.».
La cura della liturgia
Un’attenzione particolare va
riposta nella qualità della litur-
gia. «La priorità – scrive Delpi-
ni – deve essere la cura per la
celebrazione della Messa do-
menicale: deve essere un ap-
puntamento desiderato, pre-
parato, celebrato con gioia e
dignità: quindi è necessario
che ci sia un gruppo liturgico
che anima la liturgia». Inoltre
«deve essere favorita anche la
preghiera feriale, promuoven-
do la partecipazione alla santa
Messa, la preghiera della Litur-
gia delle Ore, l’adorazione
eucaristica, la preghiera del
rosario, le devozioni popola-
ri». E poi un invito concreto,
ma fortemente simbolico: «È
poi opportuno che la chiesa
rimanga aperta, per quanto
possibile».
L’attenzione ai giovani
In vista del Sinodo dei vescovi
del 2018 sui
giovani, monsi-
gnor Delpini
invita a punta-
re molto que-
st’anno sulle
iniziative della
Pastorale gio-
vanile, a livello
diocesano e
locale, «scuola
di preghiera e
percorso voca-
zionale. La
scelta dei diversi stati di vita
dev’essere accompagnata con
sapienza e autorevolezza dagli
adulti della comunità, così da
favorire le decisioni definitive
per la vita matrimoniale o le
forme di speciale consacrazio-
ne. La comunità degli adulti
deve pensarsi come comunità
educante».
Le comunicazioni sociali
Puntare sui media diocesani. È
il forte invito dell’Arcivescovo
di utilizzare e diffondere gli
strumenti della comunicazione
sociale, che diventano centrali
del dibattito pubblico. «Nella
complessità del nostro tempo
– scrive Delpini – coloro che
condividono la mentalità e i
sentimenti di Cristo hanno la
responsabilità di testimoniare
come la fede diventi cultura,
proponga una vita buona, desi-
derabile per tutti, prometten-
te per il futuro del Paese e
dell’Europa. Nella conversa-
zione quotidiana, nell’uso sag-
gio degli strumenti di comuni-
cazione della comunità
(stampa parrocchiale, Avvenire
con Milano Sette, Il Segno, Ra-
dio Marconi, chiesadimilano.it,
ChiesaTV, ecc.) i discepoli del
Signore condividono, argo-
mentano, approfondiscono
quella visione dell’uomo e
della donna, del mondo e della
vita che si ispira al Vangelo,
che si lascia istruire dal magi-
stero della Chiesa e dalla ri-
cerca personale». Un impegno
che si cala nella realtà locale:
«Le parrocchie formino per-
sone capaci di progettare,
realizzare adeguatamente stru-
menti di comunicazione per la
comunità e di tenere alta l’at-
tenzione su questo ambito».
I cristiani nel mondo
Altro tema centrale è il rap-
porto tra i cristiani e la città
dell’uomo. Delpini invita i cre-
denti al pensare politicamente
e all’impegno diretto. «I cri-
stiani non possono sottrarsi al
compito di praticare abitual-
mente il discernimento in una
metropoli che deve raccoglie-
re la sfida di declinare in modo
nuovo il tesoro della tradizio-
ne ambrosiana», scrive Delpi-
ni. E indica le realtà da consi-
derare: «Gli ambiti di questa
declinazione sono quelli della
generazione (famiglia, figli,
nonni), della solidarietà (logica
di inclusione, a partire dalle
tante periferie che le nostre
società generano), dell’ecolo-
gia integrale (legando il con-
cetto della cura ambiente e
uomo, mondo e società, pro-
duzione e risposta ai bisogni),
del dialogo (come incontro e
reciproca contaminazione,
secondo la logica del meticcia-
to, tra culture, religioni), del
primato della trascendenza
(per non perdere la radice
mistica che ogni religione ri-
chiama, senza la quale non c’è
fondamento al legame sociale,
al vivere insieme, come ricor-
da l’esortazione apostolica di
papa Francesco Evangelii gau-
dium), della sinergia tra i vari
soggetti, secodo la logica della
pluriformità nell’unità, che in
questo caso è anche la logica
della sussidiarietà». Un invito
alla partecipazione anche in
vista dei prossimi appunta-
menti elettorali. «L’avvicinarsi
di consultazioni importanti per
le istituzioni politiche e ammi-
nistrative – sottolinea l’Arcive-
scovo – offre una occasione
per riflettere, confrontarsi,
esprimersi sugli aspetti istitu-
zionali della società civile e
sulla situazione e prospettive
politiche del Paese».
(Continua da pagina 1)
lettera pastorale
Ingresso in Diocesi di Sua Eccellenza Mons. Mario Enrico Delpini
“Per annunciare che la terra
è piena della Gloria di Dio ”
Milano, Duomo - 24 settembre 2017
Celebrazione Eucaristica — Omelia
Fratelli, sorelle!
Permettetemi di rivolgermi a
tutti così, chiamandovi fratel-
li, sorelle, “parola tremante
nella notte/ Foglia appena
nata/ Nell'aria spasimante/
involontaria rivolta/ dell'uo-
mo presente alla sua/ fragili-
tà/ Fratelli (G. Ungaretti).
Fratelli, sorelle: non è per
pretendere una familiarità,
piuttosto per offrire una
intenzione di frequentazio-
ne quotidiana, di disponibi-
lità ordinaria, di premurosa,
discreta trepidazione per il
destino di tutti. Fratelli,
sorelle!
Riconosco qui convenuti i
fedeli del popolo santo di
Dio e so che molti seguono
questo evento mediante
radio e tv: ecco, la gente, la
mia gente! Siete le pietre
vive della Chiesa cattolica
in questa terra benedetta da
Dio, in questa diocesi am-
brosiana, e in Chiese sorel-
le di altri paesi e continenti,
uomini e donne, laici e con-
sacrati, famiglie che porta-
no le loro gioie e le loro
ferite, i Cardinali che la
nostra Chiesa ha l’onore di
riconoscere come suoi, ve-
scovi e preti. […] Vorrei in-
vitarvi ad alzare lo sguardo,
ad accogliere l’invito di uno
dei sette angeli… “Vieni, ti
mostrerò la promessa sposa,
la sposa dell’Agnello” (Apc
21,9). Vi invito a guardare la
Chiesa e l’umanità in una
contemplazione più pura, più
penetrante, meno preoccupa-
ta di quello che dobbiamo
fare e più disponibile a rico-
noscere l’opera di Dio e la
dedizione dell’Agnello a ren-
dere bella la sua sposa, come
una sposa adorna per il suo
sposo. […] Voglio dire solo
una parola che ritengo essen-
ziale, necessaria, incorag-
giante e benedetta. Voglio
confermare la profezia stupe-
fatta di Isaia: tutta la terra è
piena della sua gloria. Vo-
glio confermare l’inno di
lode che si canta in ogni li-
turgia eucaristica: Santo,
santo, santo, i cieli e la terra
sono pieni della tua gloria!
Voglio condividere l’inno del
Te Deum: pleni sunt caeli et
terra maiestatis gloriae tuae.
[…] La gloria di Dio non è
una sorta di irruzione trionfa-
listica. Chi si aspetta questa
manifestazione della gloria di
Dio, volgendo lo sguardo
sulla desolazione della terra
dichiara impossibile pensare
che la terra sia piena della
gloria di Dio: la vede piutto-
sto piena di lacrime e rovine,
di ingiustizie e di idiozie.
Eppure io vi annuncio e testi-
monio che la terra è piena
della gloria di Dio. Che si-
gnifica gloria di Dio? Signi-
fica manifestazione dell’a-
more, tenacia dell’amore,
ostinazione dell’amore di
Dio che nel suo Figlio Gesù
rivela fin dove giunge la sua
intenzione di rendere ogni
uomo partecipe della sua
vita e della sua gioia. Ecco
che cos’è la gloria di Dio: è
l’amore che si manifesta.
[…] Forse c’è chi può dire:
è impossibile! Io non valgo
niente! Ma io ti dico che tu
sei prezioso per Dio e Dio
ti ama e avvolge la tua vita
della sua gloria, del suo
amore eterno.
Forse c’è chi pensa: io so-
no troppo triste, troppo
desolato, troppo depresso.
Ma io ti dico che Dio è
vita, che la gioia di Dio è
anche per te, che alla festa
di Dio sei invitato anche tu
e Dio continua ad avvolge-
re la tua vita della sua glo-
ria, della sua luce!
Forse c’è chi pensa: è im-
possibile, io sono cattivo,
io ho fatto del male, io non
riesco io non voglio rinuncia-
re ai miei vizi, io merito solo
castighi e condanne. Ma io ti
dico che Dio continua ad
amarti e ad avvolgere la tua
vita della sua gloria, del suo
amore misericordioso.
Forse c’è chi pensa: è impos-
sibile: io mi sono ribellato a
Dio, io sono arrabbiato con
Dio, io ho insultato Dio, io
mi sono dimenticato di Dio.
Ma io ti dico che Dio non è
arrabbiato con te, Dio conti-
nua ad amarti e ad avvolgerti
della sua gloria, del suo amo-
re paziente e discreto.
Forse c’è chi pensa: io non
credo in Dio, io non so che
farmene del suo amore. Ma
io ti dico che Dio continua ad
amarti e ad avvolgere la tua
vita della sua gloria, del suo
amore tenace, rispettoso e
affettuoso e geloso insieme.
La gloria di Dio riempie la
terra perché Dio non è lonta-
no da nessuno […]. La gloria
di Dio è l’amore che si rivela
e che rende possibile l’im-
presa inaudita, la trasfigura-
zione impensata, l’evento
sorprendente. La gloria di
Dio conduce là dove nessuno
avrebbe potuto pensare di
arrivare, là dove nessuna au-
dacia di pensiero umano ha
potuto spingere lo sguardo.
Infatti la gloria di Dio è l’a-
more che rende addirittura
capaci di amare! […] Non
disprezzate voi stessi: Dio vi
rende capaci di amare, di
vivere all’altezza della digni-
tà di figli di Dio, vivi della
vita di Dio. Non disperate
dell’umanità, dei giovani di
oggi, della società e del suo
futuro: Dio continua ad at-
trarre con il suo amore e a
seminare in ogni uomo e in
ogni donna la vocazione ad
amare, a partecipare della
gloria di Dio. Ecco, il mio
messaggio, il mio invito,
l’annuncio che non posso
tacere: la gloria del Signore
riempie la terra, Dio ama
ciascuno e rende ciascuno
capace di amare come Gesù.
Vi prego: lasciatevi avvolge-
re dalla gloria di Dio, lascia-
tevi amare, lasciatevi trasfi-
gurare dalla gloria di Dio per
diventare capaci di amare!
Incontro con gli studenti
e il mondo accademico.
Il discorso del Santo Padre Francesco
Piazza San Domenico (Bologna) Domenica, 1° ottobre 2017
C ari amici, […] Bologna è chiamata “la dotta”: dotta ma non saccente, proprio grazie all’Università, che l’ha sempre resa aperta, educando cittadini del mon-
do e ricordando che l’identità a cui si appartiene è quella della casa comune, dell’universitas. La paro-la universitas contiene l’idea del tutto e quella del-la comunità. Ci aiuta a fare memoria delle origini – è tanto prezioso coltivare la memoria! –, di quei gruppi di studenti che cominciarono a radunarsi attorno ai maestri. Due ideali li spinsero, uno “verticale”: non si può vivere davvero senza elevare l’animo alla conoscenza, senza il desiderio di punta-re verso l’alto; e l’altro “orizzontale”: la ricerca va fatta insie-me, stimolando e condividendo buoni interessi comuni. Ecco il carattere universale, che non ha mai paura di includere. La vostra Alma Mater, e ogni università, è chiamata a ricercare ciò che unisce. […] Tutto qui è iniziato attorno allo studio del diritto, a testimonianza che l’univer-sità in Europa ha le radici più profonde nell’umanesimo, cui le istituzioni civili e la Chiesa, nei loro ruoli ben distinti, han-no contribuito. Bologna col suo Studium aveva saputo rispondere ai bisogni della nuova società, attirando studenti desi-derosi di sapere. San Domenico li incon-trò spesso. Secondo una narrazione, fu proprio uno scolaro, colpito dalla sua conoscenza della Sacra Scrittura, a do-mandargli su quali libri avesse studiato. È nota la risposta di Domenico: «Ho stu-diato nel libro della carità più che in al-tri; questo libro infatti insegna ogni co-sa». La ricerca del bene, infatti, è la chiave per riuscire vera-mente negli studi; l’amore è l’ingrediente che dà sapore ai tesori della conoscenza e, in particolare, ai diritti dell’uomo e dei popoli. Con questo spirito vorrei proporvi tre diritti, che mi sembrano attuali. 1. Diritto alla cultura. Non mi riferisco solo al sacrosanto diritto per tutti di accedere allo studio, ma anche al fatto che, oggi specialmente, diritto alla cultura significa tutelare la sapienza, cioè un sapere umano e umanizzante. Troppo spesso si è condizionati da modelli di vita banali ed effimeri, che spingono a perseguire il successo a basso costo, scredi-tando il sacrificio, inculcando l’idea che lo studio non serve se non dà subito qualcosa di concreto. No, lo studio serve a porsi domande, a non farsi anestetizzare dalla banalità, a cercare senso nella vita […]. Ecco il vostro grande compito: rispondere ai ritornelli paralizzanti del consumismo cultura-le con scelte dinamiche e forti, con la ricerca, la conoscenza e la condivisione. Armonizzando nella vita questa bellezza
custodirete la cultura, quella vera […]. 2. Diritto alla speranza: […] è il diritto a non essere invasi quotidianamente dalla retorica della paura e dell’odio. È il diritto a non essere sommersi dalle frasi fatte dei populismi o dal dilagare inquietante e redditizio di false notizie. È il diritto per voi giovani a crescere liberi dalla paura del futuro, a sapere che nella vita esistono realtà belle e durature, per cui vale la pena di mettersi in gioco. È il diritto a credere che l’amore vero non è quello “usa e getta” e che il lavoro non è un miraggio da raggiungere, ma una promessa per ciascuno, che va mantenuta. Quanto sarebbe bello che le aule delle università fossero cantieri di speranza, officine dove si lavora a un futuro migliore, dove si impara a essere responsabili di sé e del mondo! Sentire la responsabilità per l’avvenire della nostra casa, che è casa comune. 3. Diritto alla pace. Anche questo è un diritto, e un dovere, iscritto nel cuore dell’umanità. […] Sperimentiamo una fra-gilità incerta e la fatica di sognare in grande. Ma, per favore, non abbiate paura dell’unità! Le logiche particolari e nazio-nali non vanifichino i sogni coraggiosi dei fondatori dell’Eu-
ropa unita. E mi riferisco non solo a quei grandi uomini di cultura e di fede che diedero la vita per il progetto europeo, ma anche ai milioni di persone che per-sero la vita perché non c’erano unità e pace. Non perdiamo la memoria! Cent’anni fa si levò il grido di Benedetto XV, che era stato Vescovo di Bologna, il quale definì la guerra «inutile stra-ge» (Lettera ai Capi dei Popoli belligeran-ti, 1° agosto 1917). Aiutiamoci, come afferma la Costituzione Italiana, a “ripudiare la guerra” (cfr Art. 11), a intra-prendere vie di nonviolenza e percorsi di giustizia, che favoriscono la pace. Perché di fronte alla pace non possiamo essere indifferenti o neutrali. Perciò invochiamo lo ius pacis, come diritto di tutti a com-
porre i conflitti senza violenza. Per questo ripetiamo: mai più la guerra, mai più contro gli altri, mai più senza gli altri! Non credete a chi vi dice che lottare per questo è inutile e che niente cambierà! Non accontentatevi di piccoli sogni, ma sognate in grande. Voi, giovani, sognate in grande! So-gno anch’io, ma non solo mentre dormo, perché i sogni veri si fanno ad occhi aperti e si portano avanti alla luce del sole. Rinnovo con voi il sogno di «un nuovo umanesimo euro-peo, cui servono memoria, coraggio, sana e umana utopia»; di un’Europa madre, che «rispetta la vita e offre speranze di vita»; di un’Europa «dove i giovani respirano l’aria pulita dell’onestà, amano la bellezza della cultura e di una vita semplice, non inquinata dagli infiniti bisogni del consumi-smo; dove sposarsi e avere figli sono una responsabilità e una gioia grande, non un problema. Sogno un’Europa “universitaria e madre” che, memore della sua cultura, in-fonda speranza ai figli e sia strumento di pace per il mondo.
Appuntamenti da non perdere
5 Novembre 2017
Giornata mondiale
dei Poveri Papa Francesco nel Messaggio di presentazione del-
la I Giornata Mondiale dei Poveri - da lui istituita al
termine del Giubileo della Misericordia e che si cele-
brerà quest’anno il 19 novembre 2017 (il 5 novembre
nella nostra Diocesi) – ha proposto
il tema “Non amiamo a parole ma
con i fatti”, riprendendo, in filigra-
na, tutto il suo apostolato.
In primo luogo il titolo, con il ri-
chiamo alla concretezza: «Figlioli,
non amiamo a parole né con la lin-
gua, ma con i fatti e nella veri-
tà» (1 Gv 3,18) che riecheggia
quanto disse a Firenze ai vescovi e
alla Chiesa italiana: “Non mettere
in pratica, non condurre la Parola
alla realtà, significa costruire sulla
sabbia, rimanere nella pura idea e
degenerare in intimismi che non
danno frutto, che rendono sterile il
suo dinamismo”. Il Papa richiama
tutti i temi sensibili già trattati nei
documenti del suo Magistero.
I poveri sono persone da incon-
trare, accogliere, amare. La po-
vertà non è un’entità astratta,
ma “ha il volto di donne, di uo-
mini e di bambini sfruttati per vili interessi, calpe-
stati dalle logiche perverse del potere e del dena-
ro. Davanti a questi scenari, il Papa ci chiede di
non restare inerti e rassegnati, ma di “rispondere
con una nuova visione della vita e della società”. È dunque un appello a contribuire in modo efficace al
cambiamento della storia generando e promuovendo
vero sviluppo, secondo quanto enunciato dalla Popu-
lorum Progressio, fino ad arrivare alle recenti atten-
zioni tramite la costituzione Dicastero “Per lo svilup-
po umano integrale”.
Un appello alla necessità di perseguire il bene comu-
ne, nella comunione e nella condivisione, altro termi-
ne fondamentale. È nella costruzione della comunione
attraverso la condivisione infatti che la comunità si
accorge di chi è ai margini e si adopera per accoglie-
re, o ri-accogliere chi non siede alla mensa del ban-
chetto eucaristico. Nel Padre nostro, ci ricorda il Pa-
pa, “il pane che si chiede è “nostro”, e cioè da condi-
videre, nella consapevolezza che l’amore verso il po-
vero trova radice in Dio. I poveri, insieme all’Eucare-
stia, sono carne viva di Cristo.
In quest’ottica i poveri e la povertà più che un proble-
ma, sono una risorsa a cui attingere per accogliere e
vivere l’essenza del Vangelo, ripensando i nostri stili
di vita, rimettendo al centro le relazioni fondate sul
riconoscimento della dignità umana come codice as-
soluto.
Al punto n.4 del Messaggio il Santo Padre sottolinea
che “per i discepoli di Cristo la povertà è anzitutto
una vocazione a seguire Gesù pove-
ro…che conduce alle Beatitudini”.
Quasi un manifesto per la buona
riuscita della vita cristiana: “La
povertà è un atteggiamento del
cuore che impedisce di pensare al
denaro, alla carriera, al lusso co-
me obiettivo di vita e condizione
per la felicità. È la povertà, piut-
tosto, che crea le condizioni per
assumere liberamente le respon-
sabilità personali e sociali, nono-
stante i propri limiti, confidando
nella vicinanza di Dio e sostenuti
dalla sua grazia”. Infine un nuovo richiamo alla con-
cretezza con l’invito alle comunità
cristiane, nella settimana preceden-
te la Giornata Mondiale dei Poveri,
“a creare tanti momenti di incontro
e di amicizia, di solidarietà e di aiu-
to concreto”. Su questo, come Ca-
ritas, siamo chiamati ad attivarci
affinché nelle varie Diocesi l’invito venga accolto e
declinato in proposte e iniziative.
Giornata Mondiale dei Poveri
Fai la spesa per chi è povero
Sabato 25 novembre 2017
Colletta Alimentare
Fai la spesa per chi è povero!
In tutti i Supermercati
che aderiscono all’ iniziativa
Il devastante impatto
dello smartphone su un’intera
Generazione “iGen”
I n quanto ricercatore nel campo delle differenze tra genera-
zioni, la domanda più frequente che mi viene posta è: “Di
quale generazione sono?” Se foste nati prima del
1980, sarebbe una risposta relativamente facile: la Silent Gene-
ration era quella dei nati tra il 1925 e il 1945; i Baby Boo-
mers dal 1946 al 1964; seguite dalla Generazione X (nati tra il
1965 e il 1979). Dopodiché sono arrivati i Millennials, cioè
i nati dopo il 1980. Dove finiscono i Millennial, e dove inizia
una nuova generazione? Fino a poco tempo fa pensavo (e con
me molti altri) che la data più tarda per i Millennial potesse esse-
re il 1999 - ovvero i diciottenni di oggi. Questa convinzione è
però cambiata pochi anni fa, quando ho iniziato a notare grandi
cambiamenti nel comportamento e nelle attitudini degli adole-
scenti, durante le ricerche annuali che conduco su 11 milioni di
giovani. Intorno al 2010, i ragazzini hanno iniziato a passare il
loro tempo in modo molto diverso dalle generazioni precedenti.
Dopodiché, dal 2012 sono improvvisamente comparsi dei cam-
biamenti nel loro benessere mentale. Questi cambiamenti indica-
vano un passaggio generazionale avvenuto intorno al 1995. Tutti
questi ragazzini o giovani adulti hanno una cosa in comune: la
loro infanzia e adolescenza sono state corrispondenti alla com-
parsa dello smartphone.
Cosa rende diversa la iGen? Ogni aspetto della loro vita è stato
influenzato dall’essere cresciuti con uno smartphone. Hanno
passato molto tempo su internet, ‘messaggiando’ con gli amici o
sui social, per una media di sei ore al giorno, così da avere poco
tempo libero per qualsiasi altra cosa. Come, ad esempio, andare
in giro con gli amici ( i ragazzi iGen partecipano alle attività
sociali in misura molto minore dei loro predecessori). Gli iGen
mostrano altre notevoli differenze con i Millennial, la depressio-
ne (anche patologica), l’ansia e la solitudine sono schizzate ver-
so l’alto, mentre la felicità diminuiva e il tasso di suicidi è au-
mentato di oltre il 50%.
[…] Cos’altro si è perso? Molti genitori potrebbero preoccu-
parsi che i ragazzi passino così tanto tempo sul telefono, perché
ciò rappresenta una rottura radicale con la loro adolescenza di un
tempo. Stare tutto questo tempo sugli schermi non è però solo
diverso: è davvero peggiore, e in molti modi. Stare meno tempo
con gli amici significa sviluppare meno attitudine alla socialità.
Inoltre, gli iGen leggono libri, riviste e giornali in misura molto
minore di quanto le generazioni precedenti facessero in gioven-
tù. Non voglio certo dire che ci sia poco da fare, per i giovani
iGen. Sono fisicamente più sicuri e protetti, e più tolleranti delle
generazioni precedenti. Sembrano inoltre avere una più forte
etica del lavoro, e attese più realistiche di quanto i Millennials
mostrassero alla loro età. Lo smartphone minaccia però di farli
deragliare ancora prima della partenza. Per essere chiari, un uso
moderato dello smartphone e dei social media – fino a un’ora al
giorno – non causa problemi di salute mentale. Tuttavia molti
ragazzi (e adulti) passano molto più tempo sul loro telefono di
quanto dovrebbero. I genitori tendono a preoccuparsi se i loro
figli passano troppo tempo con gli amici – come fosse una di-
strazione, o un’esposizione al rischio di cattive compagnie o una
perdita di tempo. Potrebbe invece essere ciò di cui gli iGen han-
no bisogno. Jean Twenge, professore di psicologia,
San Diego State University.
Questo articolo è tradotto da The Conversation.
Caritas Ambrosiana a fianco dei
famigliari di giocatori patologici
Caritas Ambrosiana, in collaborazione con
altre realtà, prosegue con lo sportello gratuito
di ascolto e orientamento dedicato ai familiari
di giocatori d’azzardo problematici
Presso lo sportello i famigliari dei giocatori po-
tranno avvalersi in modo modulare e flessibile
di competenze educativo-relazionali, psicolo-
giche, legali, economico-finanziarie che li aiu-
tino a trovare forme di possibile tutela econo-
mica e legale e di supporto per sostenere le-
gami famigliari spesso attraversati da fatiche,
sofferenze e solitudine. I famigliari potranno
avvalersi anche di un Gruppo di sostegno mi-
sto, condotto da psicologhe, rivolto a gioca-
tori patologici accompagnati da almeno un
familiare di riferimento.
Per informazioni è necessario fissare
un primo colloquio:
Area Dipendenze Caritas Ambrosiana
tel. 02.760.372.61
lunedì-venerdì 9,30 - 13,00
Lo sportello “MILANO NO SLOT: ACCOGLIE E
ORIENTA” è uno dei progetti della rete di azio-
ni del Comune di Milano, finanziate nell’ambi-
to del secondo bando regionale per lo svilup-
po ed il consolidamento di azioni di preven-
zione e contrasto alle forme di dipendenza
del gioco d’azzardo lecito – L.r. 8/2013. realiz-
zato con la Fondazione Caritas Ambrosiana,
Fondazione san Bernardino, Associazione Az-
zardo e Nuove Dipendenze, Ordine degli Av-
vocati di Milano, Fondazione Exodus, Feder-
consumatori, Movimento difesa del cittadino.
Generazioni a confronto: vizi pericolosi
All'Udienza del Papa 50 profughi
accolti nelle parrocchie ambrosiane
La Diocesi di Milano aderisce alla campagna «Share the
journey» e invita i cittadini a fare il «reach out» per
i migranti: il primo a farlo è l’arcivescovo Delpini
Mercoledì 27 settembre il direttore di Caritas Ambrosia-
na Luciano Gualzetti accompagna 50 profughi ospiti nel-
le parrocchie della Diocesi di Milano all’Udienza gene-
rale di papa Francesco in piazza San Pietro a Roma.
In questa occasione sarà lanciata dal Pontefice anche la
campagna di Caritas Internationalis “Share the jour-
ney” (#sharejourney) nata con l’obiettivo di promuovere
la “cultura dell’incontro” nelle comunità da cui i migran-
ti partono o ritornano, in quelle in cui transitano e in
quelle in cui scelgono di stabilire le loro case.
La campagna sarà aperta con il reach out, un gesto sim-
bolico con le braccia aperte che tutti i cittadini nel mon-
do sono invitati a fare da domani e a condividere, po-
stando sui propri account social le foto con l’hashtag
#sharejourney. In Diocesi di Milano il primo ad acco-
gliere l’invito è stato l’Arcivescovo, monsignor Mario
Delpini. Caritas Ambrosiana ha aderito all’iniziativa e
raccoglierà sul i reach out dei cittadini della Diocesi di
Milano che vorranno mostrare comprensione e appoggio
a chi è costretto ad abbandonare il proprio Paese.
«Penso spesso a mio nonno materno che, a causa della
povertà, da bambino fu costretto a emigrare e venne
mandato dalla madre dalla Cina alle Filippine», ricorda
il cardinale Luis Tagle, arcivescovo di Manila e presi-
dente di Caritas Internationalis, nel video con cui viene
promossa la mobilitazione. «Invito tutti – aggiunge Ta-
gle – a ricordare chi è stato un migrante nella vostra fa-
miglia o comunità; a pensare a chi sono le persone che
vengono da lontano e sono davanti ai vostri occhi. Per
me queste persone sono mio nonno da bambino ricono-
scente della compassione ricevuta e dell’opportunità che
gli è stata data in un altro Paese.
Per favore unitevi a noi, andate loro incontro».
sito http: //sconfinati.caritasambrosiana.it/
News
I n Duomo, davanti a oltre 5000 fedeli, il 7 ottobre si è celebrato il rito di beatificazione del Cappuccino fondatore delle Suore di
Maria Consolatrice, presieduto dal cardinale Am-ato, rappresentante di papa Francesco e prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, e con-celebrato dall’arcivescovo Delpini. Potrebbe es-
sere questa la cifra sintetica della figura e della tribolata esistenza di padre Arsenio da Trigolo, proclamato beato da-vanti a tanta gente, tra cui la quasi totalità delle suore di Ma-ria Santissima Consolatrice, la Congregazione da lui fondata, e moltissimi studenti ed ex alunni delle loro scuole, proveni-enti anche dall’estero. Uomo e sacerdote dalla vita non semplice – il suo vero nome era Giuseppe Migliavacca, nato il 13 giugno 1849 e morto il 10 dicembre 1909 –, prete nel 1874, per 15 anni Gesuita,
costretto nel 1892 a uscire dalla Compagnia per accuse false e infamanti, dal 1902 Cappuccino, fondatore di una Con-gregazione femminile, accolta, nel 1892, dal cardinal Ferrari a Milano. Da via Melchiorre Gioia, dove ancora oggi si trova l’Istituto paritario delle Suore di Maria Consolatrice, l’irradi-azione della Congregazione in Italia, Cina, Libia, poi, in Cos-ta d’Avorio, Burkina Faso, Brasile, Ecquador, Angola. «Padre Arsenio era un sacerdote fiero della sua vocazione e del suo apostolato di bene», ha ricordato il cardinal Amato nell’omelia. «Egli seppe mantenere sempre viva la tensione alla santificazione propria e altrui. Amava la preghiera, il sac-rificio, il lavoro. Era un apprezzato maestro di vita spirituale e un esperto confessore, aveva una cultura non comune». «Le virtù dell’umiltà e della carità sono le colonne portanti della sua spiritualità. Fu lui – sottolinea Amato – il primo a viverle. Diceva: “L’umiltà ci fa amare i rifiuti, i disprezzi, e tollerare pazientemente le contrarietà”. Il dossier della sua vita è pieno di episodi concreti di bontà e consolazione. La Grazia di Dio trasformò il nostro Beato fino a renderlo eroi-co discepolo di Gesù». Al termine della Celebrazione anche monsignor Delpini ha raccontato di aver conosciuto la figura di padre Arsenio, molti anni fa. «Voglio ringraziare tutti a nome del Beato. Egli fece sempre il bene nel nascondimento e ritengo che oggi stia facendo qualche Grazia nascosta. Im-pariamo a essergli grati e a configurare la nostra vita alle sue virtù, facendo in modo di avene frutto».
Padre Arsenio beato: «Umiltà e carità,
un esempio per l’oggi»
Vacanze Folgaria 2017
con i ragazzi delle elementari
Una vacanza piena
di cose belle Ehi, ecco il nostro simpatico galletto che con Vaiana, ed altri
personaggi sono stati con noi per il periodo di vacanza. Ci han-
no aiutato anche a cogliere alcuni doni ed alcune paure che,
molte volte, troviamo nel percorso della nostra vita facendoci
capire che la realtà bella è il cercare di crescere
impegnadoci a conoscere i nostri limiti lascian-
doci aiutare da tante persone attorno a noi per
poter trasforma-
re gli ostacoli in
opportunità di
crescita. Seguiti
dalla storia di
questi amici ab-
baimo costruito
zattere, barche,
… e poi ci siamo
divertiti tanto. Le
camminate
(giudicate da tanti
molto faticose) ci hanno condotto a conoscere ed a stare nella
natura godendo di paesaggi belli, di alberi giganti, e di tante
cose. Ma l’esperienza che portiamo dentro l’avviamo vissuta il
giorno che siamo andati al lago di Lavarone ed abbiamo fatto il
bagno. I più coraggiosi hanno scelto di fare l’arrampicata ed in
tanti erano contenti di essere arrivati in vetta. Il tempo è stato
bello e questo ci ha permesso di fare tanti gioconi, alla sera,
nei prati e nei boschetti che ci circondavano. Però, per vincere
la paura eravamo muniti di pile e poi qualcuno si rifugiava in
casa.
La cosa più bella che abbiamo vissuto e scoperto, giorno dopo
giorno, è stata la possibilità di superare alcuni nostri
“rif” (difficoltà) con noi stessi e con gli altri.
E… ci siamo impegnati parecchio. Alla fine possiamo dire che
ci siamo accorti di essere un gruppo di amici capaci di ricono-
scere e vivere le cose belle che ognuno di noi porta dentro.
Ops,… ci stavamo dimenticando dei cuochi.
Conosciamo don Stefano Croci
UNA GUIDA SPIRITUALE A MIRASOLE
G ioca in casa don Stefano Croci. E non solo perchè lo andiamo a trovare nella sua nuova casa, appunto, all'in-terno dell'abbazia di Mirasole, ma perchè don Stefano
è proprio nato in questa zona, a Fizzonasco, e a Opera ha fre-quentato le medie e il liceo. “In effetti mi sento già a casa”, commenta don Stefano, 42 anni, nuovo vicario della comunità pastorale di Opera e Noverasco all'interno dell'abazia. “Anche la mia storia di sacerdote è cominciata tra queste case, già quan-do ero bambino. Avevo sviluppato una vocazione precoce a servire l'altare. Non mi piaceva solo fare il chierichetto, io avrei voluto proprio prendere il posto del prete! In realtà poi il per-corso non è stato tutto così rettilineo, ho studiato, ho iniziato a lavorare come agente di commercio e sono entrato in seminario dopo i vent'anni”. Sono seguiti gli anni di studio, poi il primo incarico all'oratorio di Lacchiarella, accompagnato dall'insegna-mento della religione alle scuole medie, e poi sette anni a Sesto San Giovanni, di cui 5 nella parrocchia centrale e due presso il villaggio Falck. Da qualche settimana, per volontà del cardinale Delpini (“che è stato mio rettore in seminario ed era vicario della zona sesta quando ero a Lacchiarella... una presenza costante nella mia vita!”) don Stefano è a Mirasole per animare la vita pastorale dell'abbazia ma sarà un aiuto prezioso per tutta la nostra comu-nità. “Risiedere qui a Mirasole è un'emozione perchè questo luogo ha molti travagli ma custodisce una grande ricchezza spi-rituale”, racconta don Stefano. “La promozione del territorio è un compito che l'abbazia persegue fin dalla sua fondazione e quindi io in questo mi sento inserito in una bella tradizione. Naturalmente nel mio caso di tratta di promozione spirituale e pastorale”. L'ascolto, l'accoglienza, l'animazione dei ritiri, la confessione, la guida alle visite dei pellegrini, saranno tra le sue attività principali. “In particolare, come sensibilità del mio mi-nistero, mi sento portato e do molto valore all'accompagnamen-to e alla direzione spirituale”, continua don Stefano. “Ma in generale affronto questa nuova esperienza come una bella occa-sione di evangelizzazione, da vivere nello spirito dell'esortazione del pontefice Evangelii Gaudium”. Emanuele Elli
News
PREGHIERA DELLE ORE
h.8.00 – Lodi
h.19.15 – Vespro
SANTE MESSE Opera: Feriale h.17, Mercoledì h.18.45, Sabato/pref h.18
Festivi h. 9.30 - 10.45 - 18
Noverasco: Martedì h 18, Venerdì h 9 festiva h 11
Santuario Lun-Giov-Sab h 9; festivi h.11.45
Anni Azzurri sabato h 16.30
Mirasole Feriale h 12, festivi h.10.30
CONFESSIONI
Giorni feriali: h. 8 – 9 e 17 – 19
Sabato: h.16.30 – 18.00
Domenica: mezz’ora prima
della S. Messa
BIOGRAFIA DI COMUNITA’
Sostieni e rafforza la fede di: Jose
Saul Esc Anilla Avelar, Giacomo
Paolucci, Giorgia Naggi, Vittoria
Polato, Eleonora Tavazzani, Stefano
Tavazzani, Giovanni Rigamonti,
Matteo Bruno, Luca Seppelloni, Ga-
briele Dambrosio, Benedetta Russo,
Carlo Zuccotti, Lorenzo Antonetti,
Beatrice Di Bella, Paolo Luigi Aletti,
Loris Mundija, Cecilia Anania, Gior-
gia Maria Mallia, Stella Cantore,
Jacopo Topia Vasqua, Andrea Fede-
li, Veronica Maria Carolina Spada,
Brando Gjergji, Michele Lorusso,
Arianna Maria Muciaccia, Lorenzo
Tempesta, Giulio Connato, Chloj
Carlucci, Laura Grimolizzi, Andrea
Bandirali, Gabriele Corribolo, Gian-
luca Michele Marrocco, Danilo Na-
so, Ivan Cassano, Alice Canossa,
Marta Molinaro, Stella Santagostino,
Emma Penittenti, Francesca Mauro
Capraro, Simone Giuseppe Bernabé,
Gabriele Panzi, Matteo Panzi, Ric-
cardo Corrù, Emma Esmeralda Ave-
lar Lopez, Beatrice Gardellin Aimo
Ettore Morelli, Matilde Ficara, Dy-
lan Karim Velasque Contreras, Da-
niele Obando Elera, Emily Dillon,
Christian Oddo, Mia Macri’ Mattia
Rebuscini, Gabriele Antonio Cavuto,
Melissa Crivellaro, Ambra Diogran-
di, Gemma Aducci, Ludovica Ianna-
ce, Azzurra Maria Milano, Gabriele
Mareddu, Linda Torselli, Chloe’ Ol-
dani, Thiaso Pio Dato, Chiara Crotti,
Sofia Ronzulli, Chiara Lamolinara,
Brando Barbieri, Manuel Albanese,
Nicole Serratore, Emanuel Ruscillo,
Giulia Chinaglia, Astria Focali, An-
drea Mangino, Alessandro Olias,
Francesco Pisano, Gabriele Paparo,
Lorenzo Casolaro, Margherita De-
gaetano, Martina Maria Brivio, Me-
lanie’ Louise Ribeiro, Laura Esposi-
to, Sofia Esposito, Ester Digiacomo,
Giacomo Mattia Fossati, Pietro De-
roberto, Lorenzo Deroberto, Mattias
Ninfosi, Gabriel Ninfosi, Massimo
Maffia, Giulia Giampà, ,Sofia Matil-
de Da Re, che hanno ricevuto il
Battesimo
Benedici l’amore di, Francesco Ne-
pa e Vincenza Amodeo, Davide
Massimiliano Daroni e Eleonora
Mua, Alessandro Sesenna e Deborah
Marzia Chiodoni, Andrea Paolo Mis-
siroli e Marta Papi, Fabio Picariello e
Elena Bignami, Alessandro France-
sco Caforio e Oriada Vhinaj, Massi-
miliano Muroni e Roberta Galizia,
Vincenzo Peter Lentini e Ramona
Ferrario, Roberto Dronni e Rosalia
Leone, Orazio Pirillo e Maria Gaia
Osti, Marco Marolla e Maria France-
sca Grillo, uniti in matrimonio
Accompagna col tuo amore: Giu-
seppe Cafasso, Viviana Rita Morelli,
Maria Botter, Sergio Painelli, Silvio
Baldoli, Ileana Pachera, Annamaria
Bavagnoli, Zeno Allambra, Mirella
Braghieri, Serafino Gianadolfo, Feli-
cina Congiu, Giorgio Gibelli, Fran-
cesco Villa, Pasqulina Lupo, Luigia
Edda Tosoni, Gabriele Palmisano,
Cicilia Di Lorenzo, Martino Casali-
no , Luciano Varotto, Natale Gilardi,
Lucia Cervelli, Giulio Libano, Maria
Scardinio, Franca Ferrari, Anna Rita
Donati, Luciana Vittoria Bassi, Sil-
vana Mirisola, Giuseppe Servegnini,
Maria Brognoli, Marina Volpini, Ga-
briele Sori Filippi, Rosanna Colom-
bi, Maria Isa Masi, Carla Leoni ,
Giuseppina Fazzini, Silvana Rossi,
Pasquale Di Napoli, Mario Rossi,
Alessandro Testa, Carla Francesca
Uberra, Giuseppina Lombardi, Giu-
liana Voloni, Angela Ruffini, Franco
Pasquini, Laura Masserano, Gabriel-
la Pesenti, Silvana Ubaldi, Maria
Bino, Olga Curci, Erminia Campa-
gnoli, Arnaldo Luciani, Grazia Man-
nino, Mario Colombo , Zoraide Ne-
nil, Vicenzo Cucorullo, Maria Bru-
schi , Giovanni Di Martino, Marco
Vinicio Follini, Immacolata La Sal-
via, Ester De Nicoli, Maria Caterina
Buccino, Clara Bernardoni, Anna
Maria Camerini, Antonio Giuffreda,
Silvana Marinella Donatella Ma-
scherpa, Rodolfo Brunetti, Piera Per-
sico, Remo Bellini, Enio Frasconi,
Adolfa Campioni, Giuseppe Nocera,
Roberto Ardenisio, Ester Montoni,
Carmela Calautti, Bruna Di Giuni,
Rosa Visigalli, Filomena Capozzoli,
Giovanna Rasini, Ernesto Vecchio,
Livia Maria Baietta, Rosalia Rustio-
ni , Cristian Sartori , Carlotta Man-
giarotti, Natalina Morosini, Mario
Baruffaldi, Emilia Maria Di Nicola,
Franca Madrilena Rota, Claudiopao-
lo Paties Montagnier, Virginia Ange-
lico, Ivano Di Mario, Arma Bianuc-
ci, Bruna Borroni, Davide Ferrari,
Franco Piero Alberto Previdi, Ma-
riangela Scoglio, Ferdinando Decan-
dia, Stefanie Berschock, Maria Cri-
stina Murgia, Matteo La Guardia,
Livio Borioli, Giorgio Santangeletta,
Stefano Varosi, Giuseppe Facchini,
Caterina Bullo, Maddalena Castagna,
Antonio Liguori, Giancarlo Mancin,
Sergio Beretta, Elena Di Nato, Lu-
ciano Cassetta, Giuseppe Conti, An-
gelo Tassi, Vanda Poli, Teresina Ele-
na Bottani, Dina Pozzi, Lorenzo Cal-
mo, Giuseppe Conti, Delfina Rizzi,
Domenica Esposito, Giuliano Ferra-
rio, Silvio Bontempi, Rosa Panicola,
Camilla Perversi, Giuseppa Luigia
Valentina Graziati, Filomena Trama,
Ester Gianoli, Maria Antonia Cirelli,
Giuseppina Borloni, Mario Crema-
schi, Rita Maria Sala, Giuseppe Gar-
gano, Giuliano Mario Trentarossi,
Filippo Capelletti, Antonio Furci,
Alessio Borghi, Giampietro Biffi, ,
defunti in questi mesi
‘PASSO IN AVANTI’ DECANATO DI ROZZANO
Proposte sui Giovani
PER CONSIGLI PASTORALI-EDUCATORI-ADULTI-GIOVANI
primo appuntamento
‘Capiamo’ i giovani?! a PIEVE EMANUELE Oratorio Paolo VI Via Strauss 3
venerdì 24 novembre 2017 ore 20,45
L’analisi della situazione giovanile dell’ Istituto Toniolo PROFESSORE PAOLO GUIDDI
secondo appuntamento
La ‘comunità cristiana’ genera giovani?! a ROZZANO presso Oratorio S. Angelo – Viale Romagna 26
venerdì 26 gennaio 2018 ore 20,45
L’aspetto pastorale della cura ai giovani con il TEOLOGO DON TOMMASO CASTIGLIONI
terzo appuntamento
‘Comunicare’ nel mondo giovanile
socials&network ?! Snapchat, Facebook Messanger, WhatsApp, Instagram o Flipagram, Skype, FaceTime, Groupme, App
a ROZZANO presso Oratorio S. Angelo – Viale Romagna 26
giovedì 1 marzo 2018 ore 20,45
Riflessione e attenzione educative dei leaders con la PEDAGOGISTA DR.SSA ELISABETTA LOCATELLI
«PASSO IN AVANTI» DECANATO DI ROZZANO
Proposte sui Giovani
per consigli pastorali a educatori, adulti e giovani
primo appuntamento
«Capiamo»
i giovani?!
L’analisi della situazione giovanile Interverrà Prof. Paolo Guiddi dell’Istituto Toniolo
docente di Psicologia Sociale - Università Cattolica di Milano
venerdì 24 novembre 2017 - ore 20,45
Pieve Emanuele (Mi) Via Strauss, 3
presso l’Oratorio Paolo VI
Calendario di Novembre - Dicembre 2017
5 dom
Cristo Re - Giornata Caritas e
Giornata Mondiale dei Poveri
h 8.-16: Ritiro camm. Mtr. Crist.
h 15.30-17.30: IC1 Genitori- Bimbi
24 ven
h 20.45: 1° Incontro di Decanato
”Passo in Avanti” a Pieve Emanuele
per Consigli Pastorali,
Educatori, adulti, giovani
6 lun h 20.30: Rosario perpetuo 25 sab h 15: Preparazione Battesimi
h 18: S. Messa – Gruppo famiglie
7 mar 26 dom
III di Avvento Santa Cecilia – h 10.45 S.
Messa animata Coro / Corpo Musicale
h 9.30-14.30: Ritiro Genitori-Ragazzi 1^
Media - h 15.30: Prima Riconciliazione
8 mer h 21: Incontro-testimonianza Caritas
h 21: Camm. Mtr. Crist. 27
lun
9 gio h 21: Cammino Mtr. Crist. 28 mar
10 ven 29 mer
11 sab
h 15: Preparazione Battesimi
h 15-18: Ritiro Catecumeni Viboldone
h 18.00: S.Messa / festa ringraziamento 30 gio
12 dom
I di Avvento
h 15.30: Celebrazione Battesimi
h 15-17.30: IC2 Genitori – Bimbi Chia-
ravalle
1 ven h 17: S. Messa – Adorazione Eucaristica
13 lun Inizio visita alle famiglie (Opera) 2 sab h 18.00: S. Messa
14 mar
3 dom IV di Avvento Il Germoglio
h 15.30: Prima Riconciliazione
15 mer 4 lun h 20.30: Rosario perpetuo
h 21: C.P.
16 gio h 21: Cammino Mtr. Crist.
h 21: Rosario della Cenacolo Famiglia 5 mar
17 ven 6 mer
18 sab h 15: Ritiro Catecumeni
h 15: Preparazione Battesimi Genitori 7 gio h 17 S. Messa S. Ambrogio patrono Diocesi
19 dom
II di Avvento
h 15.30-1730: IC3 Genitori – Bimbi
h 18.: S. Messa – Consegna attestati
Mtr. Crist.
8 ven Immacolata Concezione di Maria
S. Messe con orari festivi
20 lun 9 sab
21 mar 10 dom V di Avvento
h 16-19: IC4
22 mer Santa Cecilia - S. Messa animata dal
Coro Parrocchiale 11 lun h 21 Catechesi Opera
23 gio h 18: Equipe liturgica 12 mar