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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2014 - numero 77 www.lapianura.it Più volte da queste colonne abbiamo chiesto la riforma con R maiuscola, ovvero quella che investe ed abbatte la burocrazia. Si discute di tutto, meno di questo. Il paese ha bisogno come l’aria che respira, di una burocrazia che sia, come minimo, non ostile. Le code che in questi giorni vediamo fuori dagli uffici comunali dedicate al pagamento di IMU e TASI ne sono la prova. Se ad IMU e TASI aggiungiamo la TARI, pagata il mese scorso, l’insieme delle difficoltà e completa. La somma delle tre età delle tre tasse corrisponde all’imposta unica comunale. verrebbe da dire che l’aggettivo unica in lingua italiana intende qualcosa di radicalmente diverso. I nostri legislatori sono, evidentemente, dotati di una non indifferente dose di ironia. Come già sostenuto in passato, è dovere del contribuente pagare le imposte, ma è altrettanto doveroso far sì che il pagamento delle medesime non sia un percorso ad ostacoli. Detto questo vi è poi da sottolineare un altro aspetto che non è per niente secondario, ovvero l’entità dei versamenti. Ogni anno che passa il pagamento è sempre più pesante. La ventilata riforma del catasto è un ulteriore segnale dell’inasprimento fiscale che ci attende sulla casa. Si dice che il gettito resterà invariato. Quante volte abbiamo sentito questa affermazione, quante volte è stata smentita dai fatti? Con tutta probabilità sarà così anche questa volta. Speriamo che, almeno, non sia astrusa e che i nostri burocrati non si impegnino troppo a rendere complicato ciò che non lo dovrebbe essere. Nonostante tutto, tanti auguri a tutti. Editoriale Sommario Direzione: Stefania Brunelli Edizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova (Bs) Stampa: Tiber spa - Brescia Pubblicazione mensile E-mail: [email protected] per inserzioni pubblicitarie email: [email protected] VISITA IL NOSTRO SITO www.lapianura.it Manerbio pag 3 Manerbio » 4 Manerbio » 5 Offlaga » 6 San Gervasio » 7 Pontevico » 8 Pontevico » 9 Pavone Mella » 10 Orzinuovi » 11 Dialetto - Territorio » 12 Calendario Bresciano » 14 Ricette » 15 Rubriche » 16 Sinceri Auguri di Buone Feste! In questo periodo, così complicato per tanti, speriamo che le sante feste possano portare un poco di serenità in tutti i cuori!

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Mensile d’informazione culturale, politica, sportiva e di attualità - Dicembre 2014 - numero 77

www.lapianura.it

Più volte da queste colonne abbiamo chiesto la riforma con R maiuscola, ovvero quella che investe ed abbatte la burocrazia.Si discute di tutto, meno di questo. Il paese ha bisogno come l’aria che respira, di una burocrazia che sia, come minimo, non ostile. Le code che in questi giorni vediamo fuori dagli uffici comunali dedicate al pagamento di IMU e TASI ne sono la prova.Se ad IMU e TASI aggiungiamo la TARI, pagata il mese scorso, l’insieme delle difficoltà e completa. La somma delle tre età delle tre tasse corrisponde all’imposta unica comunale. verrebbe da dire che l’aggettivo unica in lingua italiana intende qualcosa di radicalmente diverso.I nostri legislatori sono, evidentemente, dotati di una non indifferente dose di ironia. Come già sostenuto in passato, è dovere del contribuente pagare le imposte, ma è altrettanto doveroso far sì che il pagamento delle medesime non sia un percorso ad ostacoli. Detto questo vi è poi da sottolineare un altro aspetto che non è per niente secondario, ovvero l’entità dei versamenti.Ogni anno che passa il pagamento è sempre più pesante. La ventilata riforma del catasto è un ulteriore segnale dell’inasprimento fiscale che ci attende sulla casa.Si dice che il gettito resterà invariato.Quante volte abbiamo sentito questa affermazione, quante volte è stata smentita dai fatti?Con tutta probabilità sarà così anche questa volta.Speriamo che, almeno, non sia astrusa e che i nostri burocrati non si impegnino troppo a rendere complicato ciò che non lo dovrebbe essere.Nonostante tutto, tanti auguri a tutti.

Editoriale Sommario

Direzione: Stefania BrunelliEdizioni “La Pianura”-Via S.Martino, 11-Verolanuova

(Bs)Stampa: Tiber spa - Brescia

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Manerbio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 4

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Offlaga . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 6

San Gervasio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 7

Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 8

Pontevico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 9

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Orzinuovi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 11

Dialetto - Territorio . . . . . . . . . . . . . . . . . » 12

Calendario Bresciano . . . . . . . . . . . . . . » 14

Ricette . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 15

Rubriche . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . » 16

Sinceri Auguri di Buone Feste!In questo periodo, così complicato per tanti, speriamo che le sante feste possano

portare un poco di serenità in tutti i cuori!

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Pag . 2 Luglio-Agosto 2014

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Pag . 3ManerbioDicembre 2014

Concerto in San LorenzoIn occasione del 90° anniversario di fondazione della Schola Cantorum “Santa Cecilia”, la Parrocchia “San Lorenzo” di Manerbio domenica 7 dicembre alle ore 21 propone il “Concerto di Santa Cecilia” per soli, coro, organo, tromba e orchestra d’archi. Partecipano: Schola Cantorum “Santa Cecilia” diretta da Virginio Mariotti; Coro “Il Discanto” diretto da Daniele Scolari: Gea Gelmetti, soprano, e

Nicola Bonini, tenore. L’orchestra: Silvia Colli (primo violino), Gianandrea Guerra (secondo violino); Valentina Soncini (viola); Marcello Scandelli (violoncello); Carlo Sgarro (contrabbasso); Fabio Carioni (tromba) - Virginio Mariotti (organo).In programma musiche di Bruckner, Franck, Perosi, Bach, Haydn, Fauré, Ponchielli, Mozart, Marcello e Andrea Tambalotti.

Dicembre con la LUMGIOVEDÌ 11 DICEMBRE ore 15.15

AttualitàGli organismi internazionali.Relatore: dott. Carlo Muzzi

GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ore 15.15 Musica

Armonie natalizie con canti e musiche... a sorpresaPianista: Stefano GHISLERICantante: Veronica GASPARINI

Il Rotary per l’Oncologia

Taglio del nastro all’ospedale di Manerbio, con la benedizione di mons. Tino Clementi, parroco della comunità di San Lorenzo Martire, per la consegna della nuova cappa a flusso laminare per la preparazione dei farmaci chemioterapici che permette agli operatori del reparto di oncologia di lavorare in piena sicurezza nel delicato momento della preparazione delle infusioni di chemioterapici. La nuova struttura ha sostituito quella da tempo in uso, ormai obsoleta rispetto alle esigenze. L’attrezzatura è stata donata dal Rotary Manerbio, dalla onlus Adamo e dalla famiglia Abrami di Verolanuova in memoria di papà Renato, socio rotariano, mancato alcuni anni fa come testimonia la targa scoperta nei locali dell’Oncologia. Breve la cerimonia cui ha partecipato il direttore generale dell’Azienda Ospedaliera, Marco Votta a fianco del dott. Giuseppe Colosini, direttore del reparto e presidente della Onlus Adamo, il presidente del Rotary Manerbio dott.

Benvenuto Antonini con il delegato del governatore del Rotary 2050, dott. Nedo Brunelli., medici ed infermieri del reparto. La nuova struttura ha “accresciuto e continua a migliorare modelli organizzativi che permettono di garantire un ambiente sempre più rispondente alle necessità dei pazienti” dichiara il dott. Colosini”, mentre il direttore generale Marco Votta sottolinea come la “donazione è un’altra testimonianza dell’importanza del lavoro svolto dall’Oncologia di Manerbio che ha dato vita ad un profondo legame con il territorio”. “L’idea di fare qualcosa per l’Oncologia - aggiunge il dott. Antonini – è nata dell’incontro con Giuseppe Colosini e i suoi collaboratori durante il quale sono state evidenziate alcune priorità dell’organizzazione. L’iniziativa è pienamente in linea con la missione del nostro sodalizio che vede il proprio territorio al centro dell’azione del Rotary”.

MANERBIO CENTRO D’ECCELLENZA?

Ha sorpreso non poco, compreso il sindaco Alghisi, la classifica sulla qualità della vita pubblicata dal Giornale di Brescia e ripresa dall’emittente Teletutto secondo la quale Manerbio è al primo posto fra i centri nei quali si vive meglio nella provincia bresciana. Non è specificato su quali parametri la classifica è stata compilata. Forse hanno influito le immagini del passato di un paese assurto a città mentre l’industria Marzotto ridimensionava la sua presenza per avviare la chiusura, com’è avvenuto, del complesso per la produzione tessile lasciando nel centro urbano centomila metri quadrati d’area.Manerbio, è vero, registra un esagerato numero di istituti bancari e per qualcuno che vive altrove si ha il senso di un’enclave elvetica della finanza. A Manerbio invece la crisi morde. La piccola impresa dell’artigianato si è consumata, i manerbiesi in cerca di occupazione migrano verso altri lidi. In paese (ma perchè insistere a definirlo “città”?) esistono solo il complesso di Linea Verde dei fratelli Battagliola (col marchio “Dimidisì) e pochi altri che tra molte difficoltà riescono a resistere all’ondata negativa. C’è l’ospedale che solo la testardaggine di pochi animosi è riuscita a salvare quando se ne prospettava la chiusura. Tutto il resto è deserto nel commercio come nei siti produttivi. Anche qui d’estate fa caldo, d’inverno fa freddo. La Caritas è diventata meta di persone in cerca di sbarcare il lunario. Sono orgogliosi della posizione in classifica solo gli attuali amministratori miracolati dalle beghe interne di formazioni politiche nelle quali i personalismi e le ambizioni personali hanno prevalso sul concetto di bene comune. Intanto i cittadini sono oberati dal massimo dei tributi da versare al bilancio comunale per il quale in palazzo Luzzago si pensano gabelle una dopo l’altra nell’illusione di ripianare il grosso debito del quale da tempo se ne scrive ed è realtà documentata.

I DEBITI DEL COMUNE DI MANERBIO

Secondo rilievi della Corte dei Conti il Comune di Manerbio è carico di debiti per 2.618.200 euro. In proposito l’amministrazione manerbiese ha approvato il piano di equilibrio finanziario pluriennale per il rientro dei debiti, provvedimento che ha evitato il default (fallimento) del Comune per onerosi costi che si riferiscono a gestioni del passato durante le quali sono stati assunti 126 mutui. Che sono ora da pagare. In giunta sono ottimisti. C’è solo da indicare ai contribuenti come verranno affrontate le spese future. Certamente sarà ancora il contribuente

a provvedere pur gravato del massimo delle imposte locali e da tasse aggiuntive che raddoppiano i costi dei servizi.

PARCHEGGI GRATISLa giunta comunale di Manerbio ha deliberato il parcheggio gratuito negli spazi disegnati col colore bleu. Il beneficio dal 7 dicembre fino al 6 gennaio 2015, giorno della Befana. La decisone sbandierata come un dono di Natale. Ma forse in palazzo Luzzago si sono resi conto che le tariffe fissate per i parcheggi rendono poco o nulla. Rende forse meglio l’occhio elettronico all’incrocio del Purtù dove pare vengono fotografate anche le biciclette che passano con il rosso. Difficile però individuare i ciclisti trasgressori.

FERRI VECCHI IN VENDITAIl Comune vende due scuolabus Iveco, nello stato in cui trovano al prezzo complessivo di 5 mila (mille per uno quattro mila per l’altro). Per questo è indetta l’asta e l’assegnazione sarà al miglior offerente con il metodo dell’offerta segreta che dovrà pervenire all’Ufficio protocollo del Comune di Manerbio entro le ore 12 del giorno 9 dicembre. Nello stesso giorno l’asta avrà luogo alle ore 14,30. Come dire che tutto fa brodo, anche due vecchi veicoli da restaurare.

LE RENDITE DEI CONSIGLIERI REGIONALI

Nel 2013 fra i dieci politici bresciani di casa al Pirellone (http://www.cons i g l i o . r e g ione . l omba rd i a . i t /prova-dichiarazione-sulla-situazione-reddituale) per i nove mesi di attività, risulta il «Paperone» della schiera Mauro Parolini, assessore al Commercio e Turismo con 414 mila euro l’anno compreso il reddito della sua attività professionale che non ha mai abbandonato. Michele Busi di Patto Civico, è la Cenerentola, dichiarando solo la paga base (67.539 euro). Alberto Cavalli di Forza Italia nel 2013 ha presentato una dichiarazione di 128.535 euro, mentre il camuno Fabio Angelo Fanetti (Lista Maroni) ha guadagnato un assegno di 81.494 euro. Gian Antonio Girelli del Pd ha superato la soglia dei 150 mila euro. Mentre il pentastellato Gianpietro Maccabiani ha avuto entrate per 81.690 euro (diecimila da reddito dipendente). Donatella Martinazzoli della Lega ha riscosso 76.107 euro, qualche migliaia di euro in meno rispetto al collega di partito Fabio Rolfi che ha guadagnato 82.218 euro. Sotto la soglia degli 80 mila euro: Alessandro Sala (lista Maroni) 79.893, il pd Corrado Tomasi 101.783 euro. Per quanto riguarda la giunta Regionale Viviana Beccalossi di Fratelli d’Italia ha dichiarato 86.739 euro, superata di diecimila euro da Simona Bordonali della Lega con 96.068.

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Pag . 4 ManerbioLa tubercolosi a Manerbio tra le due guerre

La malnutrizione e le scarse condizioni igieniche sono le cause principali favorenti la malattia della popolazione: dopo la spagnola, infatti, un’altra epidemia colpisce i bresciani, il vaiolo, che mieterà numerose vittime e durerà fino al 1920.Il vaiolo è una malattia infettiva contagiosa che grazie all’uso delle vaccinazioni è stata debellata e dichiarata eradicata ormai in tempi lontani.Subito dopo la conclusione della Grande Guerra, Manerbio è flagellata dalla TBC.Oltre alle cause generali sopraccitate è necessario premettere che la diffusione dell’infezione era favorita dalla promiscuità della vita familiare e dall’alimentazione, soprattutto nell’Italia contadina di allora, con latte infetto. Infatti i microbatteri prevalentemente implicati sono tre di provenienza umana, bovina ed aviaria. È da sottolineare anche che la TBC è malattia globale perché interessa tutti gli apparati del corpo umano.Le misure igieniche preventive ebbero i primi risultati importanti in particolare quando si applicarono i procedimenti di standardizzazione, pastorizzazione e sterilizzazione del latte, nonché dalla prevenzione nelle stalle che venivano progressivamente dichiarate esenti da TBC.Vaccinazione, terapie farmacologiche

chirurgiche appartengono ad una storia più recenteE tuttora la lotta continua per la presenza di ceppi resistenti e nuovi.Presso l’ospedale locale, in ragione delle ristrettezze di bilancio, non vi è un reparto dedicato ai tubercolotici, per cui le loro cure vengono effettuate solo a Brescia.Per tali ragioni, il bilancio comunale è gravato di un costo di circa lire 10.000 annue da corrispondere all’ospedale cittadino.Quando una famiglia viene colpita da un morto per TBC essa è obbligata a bruciare ogni masserizia.Due erano le cure tradizionalmente erogate: un vitto abbondante e dei bagni.Per il caso manerbiese vi era la ritrosia dei malati non cronici ad utilizzare biancheria fornita dal nostro ospedale che non era disinfettata.Tale stato di cose durerà fino a che, dopo alcuni anni, l’ospedale di Manerbio acquisterà un’autoclave di disinfestazione.Infatti nel 1924 il Commissario prefettizio Arrigo Stagnani procede all’acquisto di un’opportuna autoclave di disinfestazione oltre a dotare l’Ospedale di un pozzo artesiano capace di pompare 3.000 litri orari di acqua finalmente potabile.Il fenomeno non è solo locale ma ha un’incidenza nazionale.Nel 1926 viene emanata una Circolare del

Ministro degli Interni volta a promuovere la Festa del Fiore per la giornata antitubercolare al fine di raccogliere fondi.Manerbio è in prima fila.Si costituisce un Comitato promotore composto da alcuni insegnanti, da Mary Colturi e da Goffredo Volpi.Come prima iniziativa organizza per il 6 giugno 1926 una cerimonia della vendita del fiore benefico a vantaggio dei fanciulli tubercolotici.Bilancio dell’iniziativa è di lire 850.Nel novembre 1927 viene istituito un Dispensario antitubercolare ambulatoriale presso l’Ospedale di Manerbio.Nell’aprile successivo si apre presso l’Ospedale una sala per accogliere i malati di tubercolosi.Per far fronte a questo nuovo servizio le suore ospitaliere da sette passano ad otto.L’azione di propaganda è incessante.Dina Ghirardi, Segretaria del Fascio femminile, è in prima linea.Citiamo alcune iniziative intraprese.Il 6 dicembre 1928, per iniziativa di Dina Ghirardi, il professor Giuseppe Stradiotti, direttore degli Ospedali Riuniti di Cremona, tiene una conferenza sulla tubercolosi.Nell’aprile 1935 il professor Betti, direttore dell’Ospedale civile di Brescia, è il relatore di una conferenza contro la TBC

presso il Teatro comunale, alla presenza del Podestà, Emilio Antonioli, della Fiduciaria provinciale dei Fasci femminili, Dina Ghirardi, del Segretario del Fascio, Giuseppe Bassani, dell’Ufficiale sanitario, dottor Giuseppe Volpi e dell’arciprete.Il 17 aprile 1937 è la volta di Egidio Fiori a tenere una conferenza di propaganda antitubercolare.Il mese successivo tocca al prof. Cesare Uberti presso il Teatro comunale essere il relatore di una conferenza sulla lotta contro la tubercolosi.Nell’aprile 1938 il Podestà, Emilio Antonioli, con la collaborazione del Fascio femminile e della GIL, organizza una giornata di propaganda e di raccolta di offerte in favore della lotta contro la tubercolosi.Per avere coscienza della rilevanza dell’epidemia facciamo riferimento ai dati forniti dal medico provinciale.In provincia, nel 1940, i malati di TBC sono 2.167.L’anno successivo si registra un incremento.Da 2.167 i malati di tubercolosi diventano 2.394 con un incremento di circa il 10%.A Manerbio sono invece 35, di cui 23 maschi e 12 femmine con un tasso di densità tubercolare pari al 4,1%.

Dicembre 2014

Lettere al direttoreAlcune criticità viabilistiche a ManerbioCon la presente si intende segnalare agli Uffici competenti comunali e rendere pubbliche alcune situazioni di viabilità assai critiche e pericolose, accomunate dall’assenza e dalla scarsissima visibilità della segnaletica orizzontale.L’incrocio tra via Carlo Marx e via Roncagnani crea dubbi e, a seconda degli utenti della strada, interpretazioni diverse sulla precedenza (utilissima sarebbe una rotatoria anche a posatura mobile ed estemporanea per prova).Analoga situazione esiste all’incrocio tra via De Gasperi e viale della Stazione dove è difficile pensare che la piccola immissaria abbia precedenza sulla grande strada principale.Diverso, ma non meno importante, l’incrocio tra via Cadorna e via XX Settembre, speculare a quello di via Volta con via San Martino: nel primo è assente la visibilità e manca il dissuasore di velocità che invece ci sono nel secondo.La situazione poco più avanti in direzione piazza Italia si acuisce perchè si scontrano alcune situazioni che sono in primo luogo la strada che si restringe, poi l’immissione della stessa sulle due vie Marsala e vicolo del Gesù, una porzione di via XX

Settembre privata che si immette nella stessa via, priva di regolamentazione (passo carraio?), l’esistenza di parcheggi inseriti nella zona più stretta, l’assenza praticamente di un marciapiede su un lato mentre sull’altro è disagevole l’utilizzo perchè tutelato da transenne in ferro e qui, come quasi su tutta la via, mancano le strisce pedonali di attraversamento in senso laterale; aggiungasi il parcheggio selvaggio estemporaneo, le biciclette contromano o su marciapiede, l’utenza bancomat di una banca ed il quadro di estremo disagio e pericolo è così presentato.Non si deve tralasciare inoltre di segnalare che non esiste alcun luogo riservato all’handicap nemmeno da parte del servizio bancario (elevato di quota rispetto al piano stradale) e che la servitù carraia esistente è come se non lo fosse.La presente lettera intende focalizzare l’attenzione con alcuni esempi fra i più ecclatanti, ma altri, troppo numerosi per elencarli comunque esistono.Fra le domande che si possono porre in caso di incidenti: a chi va la responsabilità o la sua ripartizione?Non pare che siano rispettati né il Codice Civile né il Codice della Strada.

Lettera firmata

Finalmente un’asta con unrisultato concreto

Più volte proposta è finalmente approdata al risultato positivo la vendita all’asta del fabbricato proprietà comunale in piazza Cesare Battisti centrale del contesto urbano. Il piano terra dell’immobile è stato assegnato al sindacato Cisl che ha offerto 315mila euro, il miglior rilancio sulla base d’asta proposta in 314mila euro. La somma incassata verrà impegnata per porre freno al degrado di alcuni edifici pubblici (scuole elementari, medie e

relativa palestra, asilo Ferrari e Marzotto e recinzione), al miglioramento dei manti asfaltati in situazioni di forte criticità ed all’illuminazione pubblica di strade del centro quali le vie Roma e IV Novembre. Tutti interventi progettati per concludere entro giugno del prossimo anno, come informa l’assessore Giandomenico Preti. Senza fretta dunque considerato che chi va piano arriva sano e lontano alla meta.

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Pag . 5ManerbioDicembre 2014

Morti al giorno

Disabilial giorno

Feritial giorno

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51725

Il bosco del CanalòtSu invito di un membro del Consiglio Comunale (maggioranza) ho partecipato a due incontri sullo sviluppo che l’Amministrazione intende dare al Bosco Canalòt.Premetto che “Canalòt” è l’ultimo nome assegnato ad un’area che in precedenza ebbe il nome di lungargine Valsecchi, Peschiera, poi Parco Mella: è invece il nome dialettale di “Canalotto” cioè di un vaso irriguo costruito oltre cinquecento anni fa in legno e nell’ottocento in ferro che scavalca appunto il fiume e porta l’acqua del vaso Ruzza per irrigare i campi destra Mella: questo vaso tra l’altro si alimenta e beneficia nella sua portata di un sollevamento idraulico posto alla base del ponte. Il primo incontro è stato in parte di ricognizione dell’area più volte boscata e in parte una perorazione difensiva a posteriori dell’ultima, come più volte espresso attraverso questo giornale, costosa e infelice piantumazione. Il secondo incontro, dopo breve parentesi interlocutoria, dove ho ribadito le critiche, è stato caratterizzato dalla raccolta dei nomi dei volontari che intendono operare per il mantenimento del bosco.In questo incontro sono state illustrate le quattro fasi che caratterizzano il coraggioso intervento ed ho anche appreso che la sovrabbondante piantumazione è dovuta al finanziamento che l’acconssentiva ed al progetto che l’agronoma aveva impostato

con la Regione. È stato anche comunicato che ci saranno controlli di addetti provinciali, che alcune zone saranno a parco ed altre a bosco, che l’area è utilizzabile ma non è ancora pagata: insomma un marasma burocratico, e con questo si può annoverare una nuova arboreopatia, data l’assenza di coordinamento.La zoonizzazione proposta infine non risolve il problema parco attrezzato/bosco perchè l’uno prevede un tipo di mantenimento, il secondo un altro.L’erba sfalciata, le foglie, i piccoli rami secchi come pure la vegetazione del sottobosco non vanno rimossi e insaccati perchè ne sono l’humus essenziale.La vifauna poi sceglie i luoghi di riproduzione aldilà delle nostre intenzioni, delle assegnazioni di luogo e delle eventuali casette/alcova che saranno poste in essere.Avviene così che per rispettare la normativa e i percorsi burocratici del finanziamento non avremo l’auspicato bosco in quanto l’alto-fusto piantumato ravvicinato non ha speranza di crescita né spazio vitale.Comunque per il momento se volete vedere o percorrere un parco barra/bosco guardate gli alti-fusti esistenti e il viale d’ingresso e non le nano-piante sottostanti.Nelle sue vesti attuali appare più un’azienda vivaistica a cui attingere per risparmiare e alberare altre aree di Manerbio.Lasciamo ai fiumi golene, lanche, morte, spiaggia e ghiaie; basta con le ratio-irrazionali

regimentazioni: i risultati si constatano proprio in questi giorni piovosi.Da ultimo e sempre in forma di suggerimento, è auspicabile che non si rimuovano tronchi e grosse ramature secche in quanto vi albergano e nidificano i picchi, rapaci diurni e notturni, averle ecc. ecc. M.Dr.G.B.Bisetti

Interpellanza sulle bollette del GASIl Sottoscritto Consigliere comunale, Alberto Zucchi, con la presente interpella il Signor Sindaco al fine di conoscere quali azioni intende intraprendere nei confronti della Società “Gas Sales Srl”, Società erogatrice del metano alla stragrande maggioranza delle famiglie manerbiesi.L’intervento è reso indispensabile a causa delle innumerevoli lagnanze che i cittadini hanno avanzato in questi anni.Le fatture recapitate ai cittadini contengono consumi mai effettuati, specie nelle stagioni autunnali.Si è giunti al paradosso che la fattura di questi giorni, di oltre 100 euro, è riferita ad un consumo mai effettuato.

Non solo, la fattura precedente esponeva un consumo che ancora oggi non è ancora stato raggiunto.Alle lamentele dei cittadini l’impiegata della “Gas Sales Srl” ha risposto che avendo modificato il sistema di fatturazione non è possibile emettere note di credito.Tutto ciò è intollerabile e rende necessario un forte e pronto intervento da parte delle Istituzioni nei confronti della Società.Attendo con fiducia assicurazioni da parte del Signor Sindaco per un suo pronto intervento a tutela dei cittadini.La vicenda delle bollette è veramente uno scandalo cui le autorità devono porre rapidamente rimedio.

Il 1859 dei Francesia Solferino

Nel Piccolo Teatro “Memo Bortolozzi”, il gruppo “Chèi dè Manèrbe” ha presentato: Al Regàl. Lo spettacolo è stato annunciato con il programma tutto in dialetto. “Chi l’à fat? Luigi Damiani e Silvio Morotti, Per chi? Per Memo e “Chèi dè Manèrbe”; ‘Ndoél che i la fa? Al “SÒ TEATRO”; ‘N

che dé? 30 Noèmber 2014; A che ùra? A le sich e mèza dè la séra; Chi ga sarà? Zènt che ga öl bé; E dòpo? Mangióm on bucù ‘nsèma. L’entràda era gratis - L’uscìda: àch.” Iniziativa di successo, e non poteva essere, altrimenti per il ricordo permanente di Memo e la bravura del gruppo.

Sabato 6 dicembre alle ore 15.30 nel teatro “Memo Bortolozzi” la presentazione del libro di Gianluigi Valotti, “Solferino 1859; i francesi ricoverati a Manerbio”. Leggerà alcuni brani del libro l’attore Sergio Isonni. La pubblicazione è dedicata all’Ospedale Oncologico “Laudato sì” di Rivoltella del Garda e parte dell’incasso sarà devoluto alla sua costruzione (mantenendo vivo il ricordo di don Pierino Ferrari, morto il 31 agosto 2011 fondatore e presidente della cooperativa sociale Raphaël, dell’Associazione Comunità Mamré e della Fondazione Laudato sì’ onlus). Il prof. Gianni Quaresmini ha curato la prefazione

del libro. Moderatore l’editore Davide Sardini che aprirà la riunione.

Un regalo a teatro

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Pag . 6 Offlaga Dicembre 2014

SULLE RIVE DEL PIAVE: UNA MOSTRA PER RICORDARE

L’eco della Grande Guerra, con le sue cruenti battaglie l’elevatissimo dispendio di vite immolate alla rabbia del nemico e a quella del freddo delle montagne sembrava ormai lontana, quasi si fosse stancata di rimandare il suono delle tante voci pronte a farsi testimonianza di un passato doloroso. Voci silenziose capaci di trasformarsi in grido accorato: quello degli uomini, giovani uomini, chiamati alle armi, spesso alla morte, quello straziante delle mamme, mogli, fidanzate lasciate sole a combattere l’altra battaglia, quella contro la trepidante attesa quotidiana che poi un giorno si trasforma in doloroso vuoto. Un’eco che sembrava lontana ma … era solo sopita... Oggi che si celebrano i cento anni dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, il primo conflitto che coinvolse il mondo intero, quell’eco torna a farsi forte . Ecco allora che una foto sbiadita, una lettera scritta con calligrafia incerta ma con il cuore colmo di dolore, una vecchia divisa consunta, una gavetta ammaccata iniziano a raccontare restituendo voce ai suoi protagonisti, avvicinandoci ad un passato non poi così lontano, restituendo forza

e vitalità alla preziosa eredità dei nostri nonni o bisnonni.Sono davvero numerose le iniziative che ormai da mesi si susseguono anche nelle comunità della nostra provincia, così come nel resto dell’Italia, per ricordare la Grande Guerra, le sue luci, le sue ombre, le tante storie di chi, quella guerra, l’ha combattuta, vissuta, sofferta ... Anche il Comune di Offlaga ha voluto rendere omaggio a questa ricorrenza aprendo la splendida galleria di Palazzo Barbisoni per ospitare la mostra documentale “1915-1918 Sulle rive del Piave da Offlaga, Cignano e Faverzano”.L’esposizione, curata dallo storico locale Alessandro Tomasini, è stata inaugurata il 9 novembre scorso in occasione delle celebrazioni per la Festa dell’Unità nazionale e delle Forze armate; a tagliare il nastro dopo il saluto del sindaco e del curatore il 95enne presidente della sezione cignanese dell’Associazione combattenti e reduci, Giuseppe Brunelli.Una mostra che ha voluto essere prima di tutto un omaggio ai tanti giovani delle tre comunità bruscamente strappati ai loro

affetti, alla giovinezza ed alla vita; quelli i cui nomi sono stampati indelebili sulla pietra dei monumenti e quelli, e non sono pochi, i cui nomi invece solo oggi sono riaffiorati dalla polvere della memoria grazie ad un accanito lavoro di ricerca tra lettere, cartoline, antichi documenti…Tre le sezioni previste dal percorso proposto ai visitatori: l’affascinate esposizione di 14 divise storiche dell’Arma dei Carabinieri, messe a disposizione dal Maresciallo Capo Daniele Trevisani, Comandante della Stazione dei Carabinieri di Manerbio; quella riservata ai reperti bellici provenienti da tre collezionisti locali ed infine la corposa sezione dedicata al materiale storico-documentale frutto delle ricerche del curatore, Alessandro Tomasini.Una raccolta che Tomasini spera di ampliare certo che nei vecchi bauli, nelle

soffitte o sul fondo dei cassetti delle nostre case giacciano dimenticati foto, lettere, diari, oggetti, pronti a far riaffiorare nomi, date, avvenimenti che aiutino a ricostruire la storia di chi ci ha preceduto in modo da poter ricordare con orgoglio il loro sacrificio.La mostra, rimasta a disposizione del pubblico sino al 22 novembre scorso, ha suscitato l’interesse e l’apprezzamento dei visitatori; davvero numerosi infatti i cittadini e gli appassionati che non hanno voluto perdere l’occasione di immergersi in un importante pezzo della storia italiana e di scoprire come anche le piccole storie di vita locale da sempre si intreccino con i grandi eventi della Storia e contribuiscano a raccontarla…

Stefania Brunelli

La mostra verrà spostata a Faverzano dal 12 al 14 dicembre con orario 9-12 e 15-18.La mostra verrà inaugurata alle ore 20,30

dell’11 dicembre con una conferenza dal titolo “1914: L’Italia non entra in guerra!” tenuta dall’arch. Michelangelo Tiefenthaler.

LA MOSTRA A FAVERZANO

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Pag . 7San GervasioDicembre 2014

La tradizione del Presepe di via Parco anche quest’anno allieta le festività dei Sangervasini. Federico Ambrosio, giovane molto attivo nella realtà locale, con amici e volontari hanno allestito, con alcune novità, lo storico presepe.A dare il via a questa tradizione fu Angelo Canini, residente in via Parco, che scomparve prematuramente all’affetto di tutti quanti lo conobbero. La sua passione per il presepe, per la creazione di parti meccaniche, di decorazioni, non andarono perse e furono accolte da Federico e da altri amici che hanno reso il presepe di “Angelo” un appuntamento annuale.Notevole l’innovazione apportata da circa 3 anni a questa parte: scenografie create con l’installazione di luci colorate a basso consumo energetico hanno reso insolita l’atmosfera del luogo .Con ulteriori luci led è stata creata da Federico anche una nuova capanna modificando la disposizione del

presepio rispetto agli anni precedenti.Il comitato della chiesetta di via parco, di cui Ambrosio fa parte, si è organizzato per promuove il presepe, che accoglie diversi visitatori del posto e non, anche grazie alla creazione di un depliant fotocopiato dall’amministrazione comunale. Il risultato che ogni anno va a consolidarsi è quello di aver sempre più affezionati, che si avvicinano sia al comitato sia al presepe, infatti quest’anno artigiani, aziende, attività commerciali, privati, di San Gervasio e dei comuni limitrofi, hanno contribuito con le loro offerte ad abbattere i costi di allestimento.La possibilità di essere parte attiva in quest’opera è ancora possibile, vi è la possibilità di donare un contributo al presepe contattando il comitato della chiesetta di via parco.La visita al presepe sarà possibile ogni giorno senza limite d’orario dall’8 Dicembre 2014 al 11 Gennaio 2015.

Il presepe di via Parco

Nelle Commissioni Comunali la maggioranza vota Sì all’UNANIMITA’ alla realizzazione di 2 nuovi capannoni con dimensioni tali da renderli idonei ad accogliere 3.700 posti stalla per una produzione di circa 9.000 suini annui, oltre a quelli allevati negli altri 6 capannoni già esistenti.Esaminando i fatti emerge chiaramente che la vicenda ha contorni decisamente anomali:1) L’allevatore nel mese di luglio presenta al Comune la richiesta di ampliamento e riorganizzazione del proprio allevamento, consistente nella costruzione di due nuove porcilaie di mq 3710, un impianto di trattamento reflui e una nuova vasca di stoccaggio liquami di 1984 mq, impegnando complessivamente ulteriori 19.200 mq di area;2) l’Amministrazione Comunale tiene nascosto il progetto al punto che né il Sindaco Morandi né il Vice Sacchi si presentano alla conferenza di servizi convocata dalla Provincia per il 15 Ottobre, incontro necessario per esprimere il parere

obbligatorio del Comune.3) I componenti delle commissioni Urbanistica e Ambiente del Comune Rodolfo Vietina e Debora Migliorati, visto il mancato rispetto delle norme urbanistiche ed il forte impatto ambientale del progetto chiedono la convocazione delle commissioni ottenendo risposta negativa;4) Solo dopo la distribuzione a tutti i Sangervasini, da parte del gruppo Consigliare di opposizione, della informativa relativa alla richiesta di ampliamento e a seguito delle notizie apparse sulla stampa, vengono convocate le Commissioni Comunali;5) I membri delle Commissioni Comunali nominati dalla maggioranza con i Presidenti Scolari e consigliere comunale di maggioranza (Ambiente) e Farina (Urbanistica) dopo una discussione alquanto superficiale su dati totalmente falsati, hanno dato voto favorevole alla realizzazione dell’ampliamento. Durante la riunione i rappresentanti della maggioranza hanno trattato l’argomento

Allevatori di serie A ed allevatori di serie Bsenza considerare che l’ impianto è assoggettato, per quantità di animali allevati e per inquinanti prodotti, alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale (V.I.A.) e all’ Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.). Inoltre, non tengono conto dei cicli produttivi dei suini che si realizzano in un anno, confondendo il dato dei posti stalla con il numero di suini allevati, dimostrando scarsa conoscenza ed incompetenza riguardo alla materia in discussione.L’ opposizione consigliare ha espresso sdegno e forte preoccupazione per l’atteggiamento del Sindaco Morandi e della sua maggioranza nell’aver sottaciuto il progetto, per aver espresso nelle Commissioni comunali il voto favorevole

alla realizzazione delle nuove porcilaie, favorendo in modo fin troppo palese questo allevatore particolarmente affine alla maggioranza. Il tutto in violazione delle leggi vigenti, delle norme del P.G.T.( approvato nella precedente Amministrazione) e del Regolamento di Igiene approvato dal Comune nel 2004, i quali non consentono tale ampliamento.E’ evidente come le logiche attuate dalla maggioranza, tutt’altro che lineari e trasparenti, creino disparità di trattamento rispetto ad altri allevatori, ai quali le precedenti Amministrazioni rispettando le regole, non avevano autorizzato i loro allevamenti. I Latini direbbero che tutti sono uguali ma qualcuno è più uguale di altri.

Catapultata nella Pianura Padana dallo splendido sole e dallo splendido mare della Calabria, sua terra d’origine, Raffaela Lettieri svolge dagli anni settanta sino al 2011 la professione di insegnante elementare. Non è questo solo un lavoro per lei, ma una passione che esercita con amore infondendo sempre oltre che cultura ai propri alunni anche i sani principi di chi ama la vita in tutte le sue sfaccettature. Nei vari posti di lavoro in cui si sposta, fino all’amata sede di San Gervasio, dove ultima la sua carriera di docente, contribuisce all’instaurarsi di un clima sereno, collaborativo, gioioso anche con tutti i colleghi incontrati. Parallelamente coltiva la passione di sempre, quella della poesia, che le regala la soddisfazione di

svolgere laboratori di scrittura creativa con i ragazzi, nonché quella di essere vincitrice di concorsi che portano alla pubblicazione delle sue poesie, piccole perle della letteratura italiana contemporanea. Ecco allora Le parole del silenzio prima raccolta edita. In essa trovano spazio le liriche composte da anni e sempre riservate ad una stretta cerchia di amici; ricche delle figure tipiche della poesia, quali metafore, similitudini, personificazioni… e al tempo stesso libere da vincoli metrici, esse racchiudono la capacità lenticolare dell’autrice di osservare la realtà e gli eventi circostanti senza farsene travolgere, ma essendone partecipe in modo profondo, come chi ama fortemente la vita.

Le parole del silenzio

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Pag . 8 Pontevico

La stagione teatrale che sta proseguendo il suo cammino a Pontevico non si concede davvero soste. Gli appuntamenti culturali di questo periodo, del resto, si susseguono ad un ritmo veramente elevato e guardano verso le ormai imminenti festività natalizie e di fine anno con il preciso intento di regalare all’intera comunità pontevichese nuove sorprese. In questo senso sono ancora molte le persone che stanno commentando lo svolgimento più che positivo del “Festival della commedia brillante”, che si è svolto nel teatro comunale attraverso i tre appuntamenti dell’8, 15 e 22 novembre. Tre spettacoli, divertenti e coinvolgenti, che hanno richiamato al Teatro Comunale un pubblico veramente numeroso. Sempre rimanendo in ambito culturale, merita di essere citata la serata dedicata dalla Biblioteca Comunale ai “Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni, letti, raccontati

ed interpretati da Alberto Branca e Massimiliano Grazioli la sera di venerdì 5 dicembre. Una nuova proposta che si è inserita all’interno delle serate letterarie che hanno preso il via a Pontevico lo scorso mese di novembre. Il tutto per un vero e proprio “cerchio” che si completerà alle 21 di sabato 6 dicembre, quando “Il nodo teatro” presenterà lo spettacolo “L’Hotel del libero scambio”. Anche in questo caso la manifestazione è organizzata dall’associazione per il teatro “Le muse” e vuole proseguire nel filone delle commedie brillanti che ha registrato un notevole successo durante le tre tappe del festival che si è tenuto a novembre. Un valido motivo per tanti pontevichesi per ritrovarsi nel loro bellissimo teatro e divertirsi a seguire le esilaranti situazioni proposte da una vicenda tutta da scoprire.

Cultura e teatro

Dicembre 2014

IV Novembre, una data ricca di significatoA Pontevico la centrale piazza Mazzini ha ospitato anche quest’anno le celebrazioni dedicate al 4 novembre. La manifestazione si è svolta domenica 2 novembre ed ha richiamato in piazza non solo le autorità e le associazioni dei combattenti, ma anche gli studenti delle scuole del paese. Proprio a questi ultimi è stato rivolto un messaggio ben preciso, visto che iniziative di questo genere non devono rimanere un semplice ricordo del passato, ma acquistano il loro valore più profondo se riescono a trasmettere insegnamenti e valori per il futuro. In questo senso si è espresso il sindaco

Roberto Bozzoni, che, prendendo spunto dall’anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, ha ribadito: “Fermarsi a guardare questi avvenimenti ha un significato prezioso se si riesce a trarne insegnamenti per la nostra vita di tutti i giorni e per il futuro. Il 4 novembre, in particolare, ci deve far capire non solo che la guerra è un male assoluto che non possiamo né accettare né sottovalutare, ma, soprattutto, si tratta di un pericolo che noi

stessi, con il nostro impegno giorno per giorno, dobbiamo cercare di allontanare e cancellare. La guerra non è certo la strada per risolvere i problemi che, al contrario, aggrava nel modo che ci hanno insegnato i nostri predecessori. Sono altre le vie per costruire il futuro e per superare le difficoltà ed è proprio questo il principale messaggio che il 4 novembre trasmette a tutti noi e alle nuove generazioni in modo del tutto speciale”.

Siamo ormai vicini alle feste natalizie e di fine anno. Un periodo che a Pontevico propone diversi appuntamenti all’insegna della cultura e della voglia di stare insieme. Iniziative ormai tradizionali, tra le quali si pone in particolare evidenza la musica. Proprio in questo senso riveste particolare attesa il “Concerto di Natale” che verrà ospitato la sera di sabato 20 dicembre dalla Chiesa Abbaziale pontevichese. Il programma inizierà alle 21 e verrà eseguito dal Corpo Bandistico “Alessandro Vatrini” che è riuscito in questi anni a trasformare questa proposta in una serata in grado di coinvolgere l’intera comunità. L’ingresso sarà naturalmente libero, così come sarà libero quello al Teatro Comunale la sera di domenica 28 dicembre (pure in

questo caso l’inizio è fissato alle 21) per assistere a “Danza e cori in opera”. Altra proposta di indubbio rilievo, organizzata dall’associazione per il teatro “Le muse”, con la partecipazione della Corale S. Cecilia e della Scuola di danza classica di Pontevico. Il canto e la danza, grazie a queste due realtà che ormai da anni portano avanti queste discipline con entusiasmo e competenze in terra pontevichese, daranno vita ad una serata davvero ricca di emozioni e mostreranno una volta di più al pubblico presente il loro volto migliore. Senza dubbio due iniziative da non perdere per chi intende offrire un valore ed un significato ben preciso ai giorni dedicati alle festività natalizie.

Musica in evidenza per le feste

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Pag . 9Pontevico

Ha riscosso notevole interesse e richiamato un pubblico davvero nutrito “Al di là del muro”, lo spettacolo che è andato in scena al Teatro Comunale di Pontevico lo scorso sabato 29 novembre. La rappresentazione è cominciata alle 10 ed inizialmente si è rivolta in modo particolare ai ragazzi delle scuole, ma è stata seguita con motivato interesse anche da numerosi adulti, coinvolti dal racconto legato alle vicende che venticinque anni fa hanno portato alla storica caduta del muro di Berlino e a tutti i cambiamenti veramente epocali che ne sono susseguiti. L’apprezzata proposta è stata rappresentata da alcuni componenti del Corpo Bandistico “Alessandro Vatrini” ed ha cercato di trasferire in forma teatrale le riflessioni che cercano di comprendere ed approfondire in tutti i suoi aspetti questo evento dell’89 che ha costituito una tappa fondamentale della storia contemporanea. La fine dell’epoca dei blocchi contrapposti e di tutte le vicende collegate alla cosiddetta

“Guerra Fredda”, la nascita di una nuova Europa e di un modo senza dubbio diverso di vedere le vicende contemporanee. Tutto questo (e molto altro ancora), come è stato raccontato da “Al di là del muro”, affonda le sue radici in queste gesto simbolico e concreto al tempo stesso che non ha cambiato profondamente soltanto la storia di Berlino e della Germania, ma ha dato il via ad un nuovo mondo che sta tuttora tentando di prendere la sua forma definitiva, abbattendo le barriere e il filo spinato della violenza, dell’odio e della divisione.

“Al di là del muro”perchè 25 anni fa è caduto

molto più di un confine

Dicembre 2014

Giacomo Bazzoni, personaggio ben conosciuto a Pontevico, dove riveste tra l’altro il ruolo di presidente e amministratore delegato di una realtà di assoluto rilievo come la cooperativa “Il Gabbiano” (che da lavoro a circa 1300 dipendenti), è stato nominato vicepresidente nazionale di Federsanità Anci. Un incarico, quello attribuito a Bazzoni all’interno dell’associazione che raggruppa le aziende sanitarie e i comuni sparsi lungo tutto il territorio nazionale, che riveste particolare prestigio non solo a livello personale, ma costituisce a buon diritto un valido motivo d’orgoglio per l’intera comunità che il neo-vicepresidente rappresenta: “Per me si tratta – è stato il commento a caldo dello stesso Bazzoni – di una soddisfazione grandissima. Posso definirlo il coronamento di una vita di lavoro e di tutti i sacrifici profusi in tutti questi anni. Quando il presidente nazionale dell’Anci, Piero Fassino, il sindaco di Torino, ha formulato la sua proposta, indicando quelli che sarebbero dovuti essere i cinque vicepresidenti destinati a comporre l’ufficio di presidenza insieme al presidente Lino Del Favero, il mio primo pensiero è stata l’incredulità. Sono stati inseriti nomi illustri che rappresentano grandi città ed importanti realtà del nord e del sud dell’Italia. In questo quintetto, pur nel mio piccolo, sono stato messo anch’io che certo non rappresento metropoli. Un onore che cercherò di valorizzare al massimo, dando tutto me stesso per portare avanti il mio impegno ed i progetti seguiti in questi anni”. Una situazione ed una carica di entusiasmo della quale potranno beneficiare anche la

realtà bresciana e la natìa Pontevico: “A questi livelli vengono trattate questioni nazionali e di sistema – prosegue Giacomo Bazzoni – Per far capire di che cosa si tratta, basti pensare che lo scorso anno il nostro organismo ha stanziato somme per 108 miliardi, decidendo questioni e progetti di importanza nazionale, sia per il presente che per il futuro. Detto questo, posso comunque ribadire che anche in ambiti così elevati Brescia e tutto il suo territorio continueranno a rivestire per me l’importanza che hanno avuto in tutti questi anni. Non intendo certo abbandonare il cammino che è stato portato avanti in questo lungo periodo a costo di notevoli sacrifici e di tantissimo impegno. Cercherò di far sentire la voce di Brescia e dei bresciani ai vertici nazionali di un organismo importante come Federsanità Anci e farò tutto il possibile per farmi ascoltare”.

Giacomo Bazzoni nominato vicepresidente nazionale di

Federsanità ANCI

Anche quest’anno a Pontevico torna quella che sta diventando una tradizione davvero speciale. In effetti il quartiere Borgo presenta il suo ormai famoso presepio che verrà inaugurato ufficialmente sabato 13 dicembre alle ore 17 e rimarrà aperto fino a gennaio. Una vera e propria opera d’arte, che festeggia il suo tredicesimo anno di vita e che viene realizzato dai giovani del Borgo in stretta collaborazione con gli adulti e i volontari del Comitato di Ripa d’Oglio. Il tutto prendendo spunto da quello che in origine (era l’inverno del 2002) sembrava

poco più di un gioco ed è invece riuscito a trasformarsi in un autentico fiore all’occhiello non solo per tutto il quartiere, ma pure per l’intero paese. Una tradizione sempre più sentita che pone in particolare evidenza l’altrettanto consolidato appuntamento del giorno di S. Stefano, quando il presepio viene benedetto dal parroco e omaggiato dal sindaco e dalle autorità locali durante quella che diventa poi una bella festa che riunisce l’intera comunità pontevichese.

Il Borgo presenta il 13° presepio

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Pavone MellaPag . 10 Dicembre 2014

“… Pavone del Mella non è affatto immune ai problemi che ogni comunità civile si trova ad affrontare. La crisi economica che attanaglia l’intera nazione ha colpito anche il nostro Comune.Aziende, artigiani, negozi che chiudono, famiglie che hanno perso la loro tranquillità economica e che ogni mese devono far quadrare i conti con sempre maggiore difficoltà.Debbo dire che abbiamo trovato forte baluardo in aziende solide e strutturate le quali, attente ai bisogni del paese, hanno fatto si che la disoccupazione del nostro comune sia più contenuta. Importanti inoltre la tenacia, la caparbietà e resistenza dei nostri concittadini che in ogni settore non si sono mai persi d’animo. Gente laboriosa quella Pavonese!”Eloquenti le parole con le quali il Sindaco Mariateresa Vivaldini, in seduta straordinaria del Consiglio Comunale, ha accolto il Prefetto Livia Narcisa Brassesco Pace nel corso della visita istituzionale tenutasi mercoledì 19 novembre.Una mattinata sentita e partecipata che ha visto presenti autorità religiose, civili, militari e i rappresentanti delle numerose associazioni pavonesi che da anni collaborano sinergicamente con l’Amministrazione Comunale.

I bambini e ragazzi dei diversi ordini scolastici, accompagnati da insegnati e Dirigente Scolastico, hanno avuto l’opportunità di interfacciarsi con il mondo delle istituzioni attraverso un confronto costruttivo e al contempo istruttivo.La Dottoressa Brassesco Pace ha mostrato la propria vicinanza alla nostra comunità con fare brillante, senza trascendere nel politicismo, intessendo un discorso coinvolgente e mai scontato.Gli anni di esperienza e la professionalità che la contraddistinguono sono, oltre alla passione, i punti di forza che Le permettono di operare in questo difficile momento.Lo scopo del Suo intervento è stato proprio quello di mostrare la vicinanza delle istituzioni anche alle piccole realtà come la nostra.Al termine dell’incontro il Prefetto ha avuto modo di visitare, in compagnia dell’Amministrazione Comunale, la tardogotica Chiesetta di S.Rocco, le Serre dell’Az. Florovivaistica Baronchelli e l’azienda FMB. Anche in queste occasioni ha manifestato una reale attenzione ed interesse nei confronti degli interlocutori, sfoggiando un’impeccabile e sorprendente preparazione nei diversi ambiti coinvolti.

Il Consigliere Delegato alla CulturaGloria Baronchelli

Visita istituzionale del Prefetto Brassesco Pace

Nell’anno che segna il Centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, l’amministrazione comunale di Pavone del Mella ha dato il via alle celebrazioni del Quattro Novembre come il giorno dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate.Il primo appuntamento si è rivolto agli studenti della Scuola Secondaria di Primo Grado; una scelta non casuale quella di partire proprio dalla Scuola, quale ente educativo in cui si può e si deve concorrere alla formazione di generazioni che riconoscano nella libertà il sacrificio e la dedizione di coloro che hanno combattuto per la costruzione della nostra identità nazionale.Un incontro da leggersi come un’occasione formativa per riscoprire il significato storico della ricorrenza, grazie alla testimonianza dei rappresentanti delle Associazioni d’Arma Pavonesi.Da qui, l’intenzione di offrire ai ragazzi ampi spazi di parola e di pensiero su ciò che a volte dai libri si fatica a comprenderne il senso, un momento di raccoglimento che si connota di un significato più alto: dare ai nostri figli la voglia di guardare al futuro

con gli occhi della speranza, gli stessi che hanno visto gli orrori della guerra ma, al contempo, hanno rivolto lo sguardo verso il futuro con la volontà di ripartire, dando una svolta al nostro Paese.Con la stessa solerte dedizione si è svolta la commemorazione aperta alla cittadinanza che ha visto presenziare i vertici delle Forze dell’Ordine e le Associazioni Combattentistiche. Ricorrenza solennizzata dalla S. Messa e conclusa con la cerimonia di consegna dei riconoscimenti ai Caduti in Guerra, di cui il Sindaco Mariateresa Vivaldini ha evocato il dolore e il sacrificio con un pensiero commosso e di profonda gratitudine per coloro che, ha ribadito, hanno scelto di difendere la Patria, le Istituzioni, la libertà e la democrazia.Così il messaggio del Sindaco si è spinto oltre la celebrazione, nell’intento di divenire momento di riflessione poiché, come ha affermato con veemenza, “la pace è una responsabilità di tutti che segna la nostra dignità personale”.

Il Consigliere Delegato alla Pubblica Istruzione

Valentina Meneghel

IV NOVEMBRE,il valore della ricorrenza tra

scuola e cittadinanza

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Pag . 11OrzinuoviDicembre 2014

I cento anni della Grande GuerraRicorre proprio nell’anno in corso il Centenario dell’inizio di quella che siamo soliti indicare come Prima Guerra Mondiale, ma che in realtà era allora conosciuta e definita Grande Guerra, e questo almeno per due motivi: per il suo immane coinvolgimento di Nazioni e per la distruzione che aveva comportato, distruzione sconosciuta a tutti i conflitti precedenti, ma anche, più semplicemente, perché solo dopo il verificarsi dell’altra gigantesca guerra del 1939-1945, la Grande Guerra divenne automaticamente la “prima” di tale livello mondiale.E’ anche vero, come tutti sanno, che la nostra Italia entrò in quella guerra solo nel 1915, ma per la maggior parte dei Paesi europei proprio il 1914 contraddistinse l’inizio ufficiale del conflitto. Quella guerra segnò profondamente sia il nostro Paese che l’intera Europa, ridisegnando frontiere, cancellando imperi secolari, rimescolando

popoli, abbattendo regimi con rivoluzioni che avrebbero cambiato la storia.Diversi sono i Comuni che hanno ricordato il Centenario, certo non per esaltare quella guerra, ma per ricordare e rendere il dovuto omaggio ai propri concittadini che vennero chiamati a prendere parte a quell’immane conflitto. In Orzinuovi pare non essere stato fatto nulla in tal senso, anche se, nella fatidica giornata del 4 novembre, è stato comunque ricordato il 96° Anniversario della conclusione vittoriosa della Grande Guerra, sotto gli auspici della Amministrazione Comunale e della Associazione Combattenti, Reduci e Simpatizzanti di Orzinuovi e di Barco, con la posa della classica corona di alloro alla base del Monumento posto nei giardini, proprio di fronte alla storica Porta di S. Giorgio.La Associazione Nazionale Combattenti e Reduci di Orzinuovi è stata fondata, nella

Il fenil della Motta di ORZINUOVI

Sulla destra della strada che da Orzinuovi conduce verso Coniolo, poco oltre il fenil Brigia, sorge un cascinale quasi speculare rispetto al precedente, con ingresso costituito infatti da un cancello posto a distanza… chilometrica dal complesso dell’edificio vero e proprio. Si tratta del Fenil della Motta, il cui nome deriva dalla sua collocazione sopra una piccola elevazione del terreno, rilievo che doveva essere certo più evidente nei secoli passati.I primi dati documentati su questo fenile risalgono agli Estimi catastali della fine del 1500, quando viene indicato come proprietà della Illustrissima Signora Giulia Martinengo. Tale possessione, detta appunto La Motta, era allora gestita da alcuni massari: si trattava dei fratelli Francesco, Vincenzo e Battista Mantovano - certo un soprannome che ne tradiva il luogo di provenienza - e di Giovanni Paolo Lazarone - non facciamo invece ipotesi sull’origine di questo soprannome - con i propri figli Antonio, Deffendo e Casarino, quest’ultimo sordo e muto.Nell’Estimo del 1641 il complesso appare di proprietà del conte Cesare Martinengo figlio del conte Lellio, e certo, se non figlio, almeno parente della precedente Giulia. Veniva allora così descritto: “Fenile da Massaro, con Ara, et Horto in contrada della Motta, di tratti sei di stalle et fenili, con due corpi di casa, con stanza a basso, et superiori, qual Horto, confina a mattina la strada a mezzo dì, sera et monte il Conte Carlo Camillo Martinengo”. Era dunque confinante con altre proprietà

dei Martinengo, se si tiene anche conto del fatto che la vicina cascina Cerudina era anch’essa un possesso di questa nobile casata.Anche nel secolo successivo La Motta rimane ai Martinengo, tanto che proprietari del “Fenile detto la Motta” a metà del 1700 risultano i Nobili fratelli Signori conti Carlo e Lellio Martinengo. Tale situazione si mantiene anche agli inizi del 1800 con i figli del Carlo predetto, Giorgio e Luigi Martinengo.Solo a metà del 1800 il fenil Motta muta la sua proprietà plurisecolare, passando in possesso alla famiglia Legnazzi che fra il 1700 ed il 1800 risultava anche proprietaria, in diversi momenti, dei fenili dell’Angelo Custode, Angriano, Inferno, della Madonna del Carnerio (verso Coniolo), della Madonna di Caravaggio (verso Roccafranca), di S. Francesco di Sotto…. (segue)

Dario Ghirardi

sua struttura attuale, nel 1946, mentre da pochi anni è avvenuta la fusione con la Associazione Combattenti del vicino Barco. Alla Associazione dei Combattenti vera e propria, come già abbiamo avuto occasione di ricordare, si è affiancata la

struttura dei Simpatizzanti, svolgendo il compito primario di mantenere vivo il ricordo dei Caduti in guerra e conservare i valori patriottici che col tempo rischiano di essere dimenticati e misconosciuti.

Dario Ghirardi

Lettere al direttoreSpett/le Direzione,in merito all’Articolo “ Il fenil Brigia di Orzinuovi” apparso sul numero di Novem-bre 2014 ,desidererei fare alcune precisa-zioni:-Il cognome esatto della famiglia proprie-taria della cascina dovrebbe essere Fenil BRIGGIA con due G e non BRIGIA; in-fatti tale famiglia estintasi nel 1929 ( L’ul-timo Briggia era un certo Flaminio mio prozio,non ebbe prole e la casata si estinse) . Egli discendeva da una nobile famiglia di origini veneziane insediatasi a Brescia nella seconda metà del 1300, era una fa-

coltosa famiglia di commercianti di tessuti e lane secondo quanto attestato negli estimi del tempo.Col tempo divennero ricchi possidenti nel bresciano, con proprietà a Gussago,Torbole Casaglia,Quinzano,Brescia (con palazzo in via Musei,divenuto dopo la vendita nel 1938, palazzo Pasero).Esatta la descrizione dello stemma di famiglia,l’originale è tutt’ora in mio pos-sesso.Cordiali saluti

Maurizio Cavaciocchi

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Pag . 12 Il nostro dialetto - Territorio Dicembre 2014

VEROLA, Civiltà Bresciana

Due incontri nel mese di dicembre nel salone al piano terra di palazzo Cigola Martinoni, a Cigole su problemi psicologici, di comportamento e le forme di disagio nell’infanzia e nell’adolescenza. IL primo venerdì 5 dicembre ore 20,30 su “Rabbia, aggressività, violenza nell’età evolutiva” analizzando le motivazioni di questi fenomeni e come affrontarli efficacemente là dove esplodono. IL secondo, venerdì 11

dicembre alle ore 20,30 sviluppando temi riguardanti “Internet, tablet e cellulari” ponendo l’interrogativo “quando il gioco si fa pericoloso?”. Relatori dell’iniziativa è lo psicologo terapeuta Pierangelo Ferri, professionista con varie esperienze nelle questioni educative del quale si sono avvalsi enti pubblici e privati per affrontare le problematiche che generalmente coinvolgono la società contemporanea.

CIGOLE,problemi dell’educazione

Assemblea congiunta a Verolanuova delle associazioni che fanno riferimento alla Fondazione Civiltà Bresciana, presente il presidente mons. Antonio Fappani, ed i coordinatori dei rispettivi sodalizi: dott. Alberto Vaglia, della città, e arch. Dezio Paoletti, della Bassa e del parco dell’Oglio. E’ stata occasione per il bilancio dell’attività dell’anno sociale alla conclusione, sugli itinerari di località nelle quali personalità bresciane hanno operato lasciando opere importanti sulla loro presenza nella Capitale come a Venezia ed in altre regioni italiane. Sulla medesima traccia il programma degli Amici della Bassa per il prossimo semestre del 2015, periodo nel quale ricorre il 500° anniversario della beata Paola Gambara che anche a Verolanuova ci si prepara a celebrare con l’accoglienza della teca contenente il “corpus incorruptus” che sarà trasferita da Bene Vegienna, la città nella quale Paola Gambara visse la sua tormentata esperienza matrimoniale. Tra i programmi del sodalizio un pellegrinaggio ai luoghi della Prima Guerra Mondiale e nella “Venezia Ellenica” per conoscere, in collaborazione con le Comunità Elleniche di Brescia e Cremona, quanto la cultura greca ha influito nella Serenissima Repubblica.All’assemblea hanno partecipato esponenti di realtà con le quali le due associazioni

hanno cordialità di rapporti: Giuseppe Rossetti di Corte de’ Frati; Laura Cottarelli, avvocato; Madi Ventura degli Amici della Bici; Ivan Speziali della Pro Loco di Travagliato.Gli Amici della Fondazione, sono stati ricevuti in palazzo Gambara sede del municipio dalla vice sindaco dott.sa Maria Carlotta Bragadina (in foto), mentre lo storico ing. Sandro Guerrini si è fatto carico della descrizione storico-architettonica del palazzo, e delle costruzioni Disciplina, castel Merlino e della basilica di San Lorenzo Martire per cui i partecipanti all’assemblea hanno avuto modo di conoscere tradizioni ed arte di Verolanuova che ha il suo apice nei dipinti del Settecento Veneto conservati nella parrocchia, dal Tiepolo al Celesti ed altri per cui il tempio ha la dimensione di preziosa pinacoteca nel bel mezzo della pianura. Gli Amici della città hanno raggiunta Verolanuova con un viaggio in pullman che all’andata ha fatto sosta a Fenili Belasi e Pontegatello, mentre al ritorno, dopo il pranzo al Diamante, la comitiva ha sostato a palazzo Luzzago di Bassano Bresciano, sul cui portale sono i medaglioni degli agronomi Agostino Gallo e Camillo Tarello che nel 500 del millennio passato hanno dato impulso con i loro scritti alle vicende dell’agricoltura del loro tempo.

Il Circolo Culturale “Don Emilio Verzeletti” organizza in concomitanza con la rassegna artistica “Feste con l’Arte”, fissata per il periodo natalizio, un concorso fotografico dal titolo Brescia, suggestioni di una città. La città di Brescia è a torto poco conosciuta, soprattutto dai bresciani. Infatti, accanto ai luoghi più famosi come Piazza del Duomo, Piazza della Loggia o il Castello, sono presenti anche angoli suggestivi, come le numerose fontane, i resti della basilica romana, le statue d’epoca romana agli angoli delle strade, chiese nascoste da palazzi, cortili e corti, piazze e vicoli, lontani dagli itinerari turistici, dalle vie dello shopping e dalla movida notturna. Non dimentichiamo che parte del centro storico della città, cioè il Complesso monastico di Santa Giulia, San Salvatore e Santa Maria in Solario, insieme all’area archeologica romana composta dal Capitolium e dai resti del Foro, sono stati iscritti nel 2011

nel patrimonio mondiale Unesco con il sito seriale Longobardi in Italia: i luoghi del potere.Le fotografie in concorso saranno esposte al pubblico nella Sala della torretta del Municipio di San Paolo nelle stesse date e orari delle altre mostre della rassegna “Feste con l’Arte”, cioè nei pomeriggi dei giorni festivi dalle ore 15 alle ore 19. Tuttavia, nel caso non venga raggiunto un numero minimo di partecipanti, il concorso diventerà una semplice mostra fotografica. L’ingresso per la mostra di “Feste con l’Arte” sarà come sempre libero e gratuito.Maggiori informazioni riguardo al concorso si possono trovare sul nostro sito www.circoloverzeletti.it nella sezione dedicata: qui è possibile anche scaricare il pdf con il regolamento e le modalità di iscrizione.

Francesco Alghisi

San Paolo, concorso fotografico “Brescia, suggestioni di una città”

Angelo Maria Canossi, poeta della Brescianità

Le distrazziù dé don Giàcom

Dòn Giàcom ‘l’è ‘n bu prét, ma ‘n po’ distrat,e quac vólte ghè càpita magaredè ciciarà ‘na mìgola stunat,magare ‘ntat chè ‘l’è ‘n confessionale.

“Ghó - la ghè dis ‘na s-cèta - ghó ‘n pecatchè ghó vergògna a dìghel, siòr Vicare …Gerséra ‘l mé murus èl m’ha basat …”“Ö - ‘l dis èl prét - él chest sté grand afare?”

“’L’è - la respond - chè ‘l’ho basat á mé,a ché lü alura ‘l m’ha ciapat sót sèae ‘l m’hârès sbasotat amò piö bé

sé nó mè fös riät adòs la nónaa usà: Mè ‘n fó ‘na marsa maraèa …”“Ah - ‘l dis èl prét - ah, vècia buzeróna!”

Le distrazioni di don Giacomo

Don Giacomo è un buon prete, ma un po’ distratto,e qualche volta gli capita magaridi chiacchierare una briciola stonato,magari mentre è in confessionale.“Ho - gli dice una ragazza - ho un peccatoche mi vergogno a dirglielo, signor Vicario …Ieri sera il mio moroso mi ha baciato …”“Oh - dice il prete - è questo qui il grande affare?”“E’ - le risponde - che l’ho baciato anch’io,ed è allora che lui m’ha preso sotto l’ascellae mi avrebbe sbaciucchiata anche più copiosamentese non mi fosse arrivata addosso la nonnaa gridare: Mi faccio una marcia meraviglia …”“Ah - dice il prete - ah, vecchia scostumata!”

(buzeróna = sgualdrina, meretrice, ecc.)

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CalendarioPag . 14

1 LUNEDI’S. ELIGIOA dézèmbèr èl fiocä e ‘l fa frèd: empissä ‘l camì e preparä ‘l scaldalèt.A dicembre nevica e fa freddo: accendi il camino e prepara lo scaldaletto.

2 MARTEDI’S. BIBIANAAn nivùs an frutùs.Anno nevoso anno fruttuoso.

3 MERCOLEDI’S. FRANCESCO SAVERIOTrè ghèbé fa ‘na piöestä.Tre (giorni di) nebbia fanno una pioggetta.

4 GIOVEDI’S. BARBARAQuant ‘l fiòcä sö la fòjä, l’è anvérèn che fa òjä.Quando nevica sulla foglia, è un inverno che invoglia.

5 VENERDI’S. DALMAZIO DI PAVIAÓn vésé ‘l crès ‘n frèsä.Un vizio cresce in fretta.

6 SABATOS. NICOLA DI BARILa néf désémbrinä tré més la confinä.La neve dicembrina tre mesi (in casa) ti confina.

7 DOMENICAS. AMBROGIO DI MILANOChi asèn nas, asèn mör.Chi asino nasce, asino muore.

8 LUNEDI’L’IMMACOLATA CONCEZIONEA ‘ndà al mulì s’anfarinä.Ad andare al mulino ci si infarina.

9 MARTEDI’S. SIROChi ga la rògnä ‘l sé la graté.Chi ha la rogna se la gratti.

10 MERCOLEDI’MADONNA DI LORETO‘L pèrdèr l’è fradèl dèl piansèr.Il perdere è fratello del piangere.

11 GIOVEDI’S. DAMASOÒm che rìt e ca che rògnä nó sta a fidàt.Non ti fidare dell’uomo che ride e del cane che ringhia.

12 VENERDI’S. EULALIA DI ASTIChi j-è dèl méstér i pöl di ‘l so parér.Chi è del mestiere può ben dire il suo parere.

13 SABATOS. LUCIALa nòt dè Santä Lüssiä l’è la pö lóngä ché ghè siä.La notte di Santa Lucia è la più lunga che ci sia.

14 DOMENICAS. GIOVANNI DELLA CROCEChèi ché dè sérä i fa ‘l liù, dè matinä po’ i fa ‘l pultrù.Chi di sera fa il leone, al mattino poi fa il poltrone.

15 LUNEDI’S. MARIA CROCIFISSA DI ROSABèlä fomnä, catìf có.Bella donna, cattiva testa.

16 MARTEDI’S. ADELAIDEVardéf dè lé fómné che parlä latì e dè ón nòbil póarì.Guardatevi dalle donne che sanno di latino e da un nobile poverino.

17 MERCOLEDI’S. LAZZAROL’è sèmpèr l’öltèm bicér che fa ciapà la balä.E’ sempre l’ultimo bicchiere che fa ubriacare.

18 GIOVEDI’S. GRAZIANOA spalé óltadé, paròlé cambiadé.A spalle voltate, parole cambiate.

19 VENERDI’S. FAUSTAChi ‘nprèstä, ‘l pèrt la crèstä.Chi presta, perde la cresta.

20 SABATOSS. EUGENIO E MACARIOParlà mal e èrbä catìä i tàcä sènsä fadigä.Parlar male ed erba cattiva attecchiscono senza fatica.

21 DOMENICAS. PIETRO CANISIOChi t’hà róbàt la àcä ‘l pöl róbàt anche ‘l védèl.Chi ti ha rubato la mucca può rubarti anche il vitello.

22 LUNEDI’S. FRANCESCA CABRINILe fómné lé fa alì le sö risù có la lènguä, óngé e lagrimù.Le donne fan valere le proprie ragioni con la lingua, unghie e lacrimoni.

23 MARTEDÌS. GIOVANNI DA KETTY

‘Ndóè ghè vì ghè ghèt.Dove c’è vino c’è baccano.

24 MERCOLEDI’S. ADELE‘Ndóè ghè dè bù la carétà, nó sa dìs quàt sa dà.Dove c’è davvero la carità non si dice quanto si dà.

25 GIOVEDI’SANTO NATALEAligrìä ògné mal la cassä viä.L’allegria ogni male caccia via.

26 VENERDI’SANTO STEFANO‘L Signur ‘l dà ‘l frèt sécónt i pagn.Il Signore dà il freddo secondo i panni.

27 SABATOS. GIOVANNI APOSTOLO‘L prim an dè matrémóné l’arès majàdä, ‘l sécónt ma só tróàt pintìt dè nó ilä majadä.Il primo anno di matrimonio l’avrei mangiata, il secondo mi son trovato pentito di non averla mangiata.

28 DOMENICASS. MARTIRI INNOCENTII òm i völ ó ‘l bigaröl che ulä, ó campanè chè sunä.Gli uomini vogliono o il grembiule che vola, o campane che suonano.

29 LUNEDI’S. DAVIDE PROFETAA San Tómàs da la bócä a ‘l nas.A San Tommaso dalla bocca al naso (piccolo allungamento del giorno).

30 MARTEDI’S. EUGENIOAmicissiä ricónciliadä l’è minèsträ riscaldadä.Amicizia riconciliata è minestra riscaldata.

31 MERCOLEDI’SAN SILVESTROFàt èl batès, töcc i völ déèntà cómpàr.Fatto il battesimo tutti vogliono essere il padrino.

CALENDARIO BRESCIANO: DICEMBRE

Dicembre 2014

• Caffe’ e brioche 1,50€ cappuccio e brioche 1,90€ Aperitivo 2,50€

• Ampia gamma prodotti artigianali pronto forno surgelati

• Aperti da lunedì a venerdì con orario continuato, anche la domenica mattina con pane fresco

• Aperti anche il venerdì e sabato notte!

Bassano Bresciano loc. Bettolino, zona industriale rotonda Verolacenter

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Pag . 15RicetteDicembre 2014

Continuamo la pubblicazione delle ricette di alcuni dolci della tradizione bresciana:

CHISÖL NOSTRANO

Ingredienti: 500 g di farina, 200 g di zucchero, 200 g di strutto, 3 uova, una bustina di lievito, una manciata di uvetta, 1 limone grattugiato, un goccio di latte e rhum o marsala.

Procedimento: montare lo zucchero con le uova intere e la scorza grattugiata del limone; aggiungere la farina setacciata, un goccio di latte e la bustina di lievito. Nel frattempo avrete messo a bagno l’uvetta nel rhum o marsala, la sgocciolate, la infarinate leggermente e l’aggiungete all’impasto. Mettere l’impasto in una tortiera imburrata e infarinata e fate cuocere in forno a 200° per 30 minuti. Una versione più povera detta “chisulì” nel bresciano e “pipasener” nel mantovano prevede un impasto di sola farina, latte, zucchero e sale, da cuocersi in una teglia coperta sotto e sopra di cenere calda.

BUDINO DI MARMELLATA DI CASTAGNE

Ingredienti: 1 barattolo di marmellata di castagne, 2 uova intere, 1 tuorlo, 1 bicchiere di latte, 100 g di zucchero, 50 g di marron-glacès sminuzzati, 50 g di amaretti e 1 bicchierino o di rhum o di cognac o di maraschino.

Procedimento: mettete le due uova intere e il tuorlo in una terrina e sbattetele fino a quando saranno ben montate, quindi aggiungetevi il latte, lo zucchero e la marmellata di castagne. Lavorate tutto insieme per qualche minuto, in modo da amalgamare bene i vari ingredienti. Mettete i marron-glacès sminuzzati e gli amaretti schiacciati a marinare con il bicchierino di liquore. Quando quest’ultimo sarà stato assorbito, versate tutto nelle castagne e mescolate. Ungete di burro uno stampo a pareti alte, spolveratelo di zucchero, versateci dentro il composto e cuocete il dolce a bagnomaria, in forno a calore moderato, per circa 45 minuti. Al momento di mandare in tavola, sformatelo sul piatto di portata.

CROSTATA CON FRUTTA SCIROPPATA

Ingredienti (per la pasta frolla): 200 g di farina, 100 g di burro, 2 tuorli d’uovo, 100 g di zucchero.Ingredienti (per il ripieno): frutta

Cucina bresciana: Dolc i

Sogno o realtà utopistica? For-se molti di voi riconoscono questa frase ur-lata dai proprio figli, altri la ve-dono come un incubo od una imposizione. Infatti spesso ai bambini non

piace né frutta né verdura. Questo pro-blema, tuttavia , diventerà importante in adolescenza ed in età adulta dove frutta e verdura sono indispensabili gra-zie al loro potere antiossidante e sono ricchi di oligoelementi essenziali per la vita.

Come possiamo convertire i nostri figli e convincerli a consumare frutta e ver-dura senza urla o pianti? Un consiglio che do spesso è quello di presentarli in modo giocoso e fantasioso.

Le zucchine della varietà rotonda col “cappello” diventano ripiene di carne, oppure le pesche a metà ripiene di cioc-colato ed amaretti sono un ottimo fine pasto da consigliare al posto di meren-dine confezionate piene di grassi saturi.

Oppure polpette di carne ripiene di zuc-chine carote o spinaci sono un secondo e contorno unito.

Cerchiamo quindi di farli abituare fin da piccini a sapori nuovi, senza impo-sizioni traumatiche che si porteranno avanti per tutta la vita.

Domande alla nutrizionista:VOGLIO ASSAGGIARE LA VERDURA!

La dott.ssa Subacchi riponde alle Vs domande scrivendo a: [email protected] Riceve a: MANERBIO (BS) Ambulatorio

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sciroppata, possibilmente di due o tre qualità q. b., una crema inglese fatta con 2 tuorli d’uovo, 2 cucchiai di zucchero, 1 cucchiaino di fecola di patate, 2 dl di latte e vanillina.

Procedimento: fate la pasta frolla e lasciatela riposare al fresco per mezz’ora, poi spianatela dello spessore di pochi millimetri e rivestite una tortiera unta di burro. Punzecchiate il fondo con una forchetta e copritela prima con un foglio di carta oleata e poi con uno strato di fagioli secchi, in modo da cuocerla senza che la pasta abbia a gonfiarsi. Cuocetela in forno per circa 20 minuti. Intanto tagliuzzate la frutta sciroppata e preparate la crema inglese. Quando tutti gli ingredienti sono pronti, togliete i fagioli e la carta dalla tortiera, coprite il fondo con la frutta, versateci sopra la crema inglese e rimettete la crostata in forno caldo per circa 10 minuti. Quando la crema si sarà solidificata, levate la tortiera dal forno e lasciate raffreddare il dolce.

BUDINO DI SEMOLINO

Ingredienti: 120 g di semolino, 1/4 di l di latte, 2 cucchiai di zucchero, 25 g di burro, 2 uova, 25 g di uva sultanina, 25 g di cedro candito, 1 bicchierino di rhum e la scorza di 1 limone.Ingredienti (per la salsa di marmellata): 1 barattolo di marmellata di fragole o lamponi o ribes, 1 dl di acqua e 2 bicchierini di rhum.

Procedimento: mettete al fuoco, in una casseruola bassa e larga, il latte con il burro, lo zucchero e la scorza di limone, appena alza il bollore versateci dentro a pioggia il semolino. Mescolatelo subito con un cucchiaio di legno e fatelo cuocere fino a quando si staccherà dalle pareti della casseruola. Fuori dal fuoco mescolateci uno per volta i tuorli d’uovo, il cedro tagliato a dadini e l’uvetta precedentemente mondata e messa a bagno nel rhum; da ultimo aggiungete gli albumi d’uovo montati a neve fermissima. Ungete di burro uno stampo da budini, cospargetelo di zucchero, versateci dentro l’impasto e cuocete il dolce a bagnomaria in forno caldo per circa 45 minuti. Intanto fate la salsa di marmellata mettendo a bollire per qualche minuto gli ingredienti sopra elencati. Al momento di mandare in tavola, sformate il dolce sul piatto da portata e sopra versateci la salsa calda.

TORTA DI PRUGNE E UVETTA

Ingredienti: 200 g di prugne secche senza noccioli, 50 g di uvetta sultanina, 2 cucchiai

di rhum, 2 cucchiai di zucchero, 1 pastella fatta con 100 g di farina, 100 g di zucchero, 1/4 di l abbondante di latte, 4 uova, 1 cucchiaio di “acqua di fior d’arancio” oppure 1/2 bustina di vanillina e sale q. b.

Procedimento: lavate le prugne, asciugatele, tagliatele a dadini e mettetele in una terrina. Mondate l’uvetta, lavatela e mescolatela alle prugne, quindi aggiungete 2 cucchiai di zucchero e 2 cucchiai di rhum, mescolate e lasciate marinare la frutta per 30 minuti. A parte preparate intanto la pastella: battete le uova come per la frittata, aggiungete lo zucchero e poi, poco per volta, la farina che avrete stemperato con il latte, aggiungete anche una presa di sale e l’acqua di fior d’arancio o la vanillina, quindi mescolate la pastella alle prugne e all’uvetta e versate il composto in una tortiera unta di burro e cosparsa di farina. Cuocete il dolce in forno ben caldo per circa 1 ora. Quando è cotto sformatelo, lasciatelo raffreddare e cospargetelo di zucchero.

DUCHESSA MANDORLATA

Ingredienti: 2 uova intere, 4 tuorli, 150 g di zucchero, 150 g di mandorle, 150 g di farina setacciata, scorza di limone grattugiata e un pezzettino di arancio candito tritato.

Procedimento: mettete le mandorle nell’acqua bollente per qualche minuto, sbucciatele, asciugatele e pestatele nel mortaio assieme ad 1 cucchiaio di zucchero. Mettete tutti i tuorli d’uovo in una casseruola con lo zucchero e lavorateli con una frusta; quando saranno ben montati e bianchi uniteci le mandorle pestate, la scorza di limone grattugiata e l’arancio candito tritato, la farina, che farete cadere da un colino e da ultimo gli albumi montati a neve. Ungete una tortiera, infarinatela e riempitela con l’impasto. Fate cuocere in forno a calore moderato per circa 40 minuti. Si raccomanda di non aprire il forno per i primi 20 minuti di cottura. Provate la cottura bucando la pasta con uno stecchino di legno: se esce asciutto vuol dire che è cotta. Sformatela su una gratella e lasciatela raffreddare.

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RubrichePag . 16

Ingredienti:150 g di burro ammorbidito, 200 g di zucchero a velo, 1 bicchierino di acqua di fiori d’arancio o di cognac, 300 g di farina (del tipo a lievito incorporato), 40 mandorle pelate e olio per la placca.

Preparazione:Mettete nel recipiente del robot da cucina il burro a pezzetti e 150 g di zucchero a velo. Azionate l’apparecchio a intermittenza per una decina di minuti: il composto dovrà diventare molto chiaro, quasi bianco.Profumate la preparazione con l’acqua di fiori d’arancio o il cognac, mescolate di nuovo azionando il robot per pochi secondi, poi trasferite il composto in una terrina.

Aggiungete la farina a pioggia e mescolate: l’impasto non dovrà risultare né troppo sodo né troppo molliccio.Lavorando con le mani, ricavate dall’impasto tante palline grandi come noci. Appiattitele leggermente e guarnitele al centro con una mandorla.Sistemate i pasticcini a distanza regolare su una placca unta con un velo d’olio e cuoceteli per 25-30 minuti in forno preriscaldato a 120 °: saranno pronti quando avranno assunto un colore delicatissimo, quasi rosato.Staccate i pasticcini dalla placca con una spatolina e fateli raffreddare su una griglia prima di spolverizzarli con lo zucchero a velo rimasto e servirli.

Il nostro dialettoTermini in via d’estinzione

PASTICCINI GRECI ALLE MANDORLEFanno parte del patrimonio gastronomico ellenico questi delicati dolcetti, che hanno il vantaggio di conservarsi a lungo, ben chiusi in una biscottiera metallica.

Lésaröl: licciolo (attrezzo da telaio).Lèsca: scansafatiche.Lèsna: avaro.Letéra: testata del letto, lettiera delle stalle.Leturì: leggio.Léza: treggia, slitta da carico trascinata su neve o fango.Lésna (lisna): ferro appuntito per forare il cuoio.Libèl: libello, scritto polemico o diffamatorio.Licinsì: locale di campagna ove si vende vino di produzione propria, osteria.Licù: avido, adulatore, leccone.Lifrucù: mangione, ingordo.Ligansa: diceria lunga e noiosa, tiritera.Lighignà: sofisticare, cavillare, stiracchiare.Lignöl: linea del seminato, solco.Ligös: sfaccendato.Lilù: fannullone.Limbrochì: proteggi petto per lavorare col trapano.Lìmito: guarnello, tessuto daccia e bambagia per uso fodera o sottoveste senza maniche e scollata.Lindinù: grossa lendina, spossato, fiacco, floscio, uomo lercio, pidocchioso.Lingéra: fiacca, uomo furbo, scaltro,

astuto, malavitoso.Linsì: sboccare i recipienti troppo pieni.Lipröca: pirofila, termine di disprezzo per la donna.Lipröch: scimunito, merendone.Lirù: fiacco, nato stanco, floscio.Liscù: zoticone, ignorante, stolto, squattrinato.Lisèt: attrezzo di bosso e acciaio che il calzolaio usa per lucidare e lisciare suole e tacchi di cuoio.Lìsna: vedi sopra.Lisnù: spilorcio, fannullone, taccagno, perditempo.Listù: listone, lastra di pietra che funge da cordolo del marciapiede.Livreàt: colui che porta la livrea, cortigiano, servitore.Lizimbrì, (desembrì): gracile, fragile, leggerissimo come una vela.Loàta: ingordo, mangione.Loatà: mangiare a quattro ganasce.Loatì, loatù: lupetto, lupaccio.Löbbia: poggiolo, terrazzo, loggia.Lòbia, lobiàs: sistemare, maritare.Löcia: girare all’indietro gli occhi, spiare, star per morire, adocchiare.Loéra: utero, ovaio dei polli.

Dicembre 2014