Upload
others
View
0
Download
0
Embed Size (px)
Citation preview
Tiratura: 26.824 Diffusione: 19.828 Lettori: 377.000Dir. Resp.:Antonello Piraneo
Servizi di Media Monitoring
Sezione:PRIMO PIANO Foglio:1/1Estratto da pag.:8
Edizione del:05/04/19
Peso:7%180-145-080
Il pr
esen
te d
ocum
ento
e' a
d us
o es
clus
ivo
del c
omm
itten
te.
Tiratura: 21.321 Diffusione: 15.122 Lettori: 292.000Dir. Resp.:Antonio Ardizzone
Servizi di Media Monitoring
Sezione:PRIMO PIANO Foglio:1/1Estratto da pag.:12
Edizione del:05/04/19
Peso:14%180-145-080
Il pr
esen
te d
ocum
ento
e' a
d us
o es
clus
ivo
del c
omm
itten
te.
Rifiuti: Testa (Assoambiente), 'approccio Costa su impianti pregiudiziale'
04/04/2019 15:07
|
Roma, 4 apr. - (AdnKronos) - "La posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa,
in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla
mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più
evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia". Così Chicco Testa, presidente di
Fise Assoambiente (associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di
rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente
Sergio Costa sulla gestione dei rifiuti in Sicilia."Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei
rifiuti in Sicilia - continua Testa - non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di
riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il
conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra
2018).“Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia
circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà
dei fatti e accetta che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con
negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e
poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti",
conclude.
RIFIUTI
Ambiente, la strana storia del ministro sugli inceneritori in Sicilia
di Jacopo Giliberto04 aprile 2019
Imagoeconomica
Succede una strana storia sugli inceneritori, sulla Regione Siciliana e sul ministro
dell’Ambiente, Sergio Costa. Succede che la Regione (in serissima insufficienza di
impianti e in emergenza rifiuti) abbia preparato un piano rifiuti piuttosto velleitario,
omeopatico e lontano dalla realtà drammatica.
Il ministero dell’Ambiente avrebbe risposto suggerendo di migliorarlo e di completarlo con
almeno due inceneritori per avvicinare la Sicilia alle regioni più evolute d’Italia.
Apriti cielo: il ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, nemico giurato degli impianti di
termovalorizzazione, è stato preso in giro sui social network.
Ma come (questo il senso dei commenti), il ministro dice di essere contro gli inceneritori
ma poi con la Sicilia in crisi si accorge quanto siano utili quegli impianti. E il presidente
della Regione, Nello Musumeci, contesta il ministro.
Così il ministro ha fatto scrivere con un intenso lavorìo avvocatesco un comunicato stampa
scritto in legalese, e come tutte le cose scritte dagli avvocati è un comunicato che non
comunica proprio niente ma che smentisce di avere mai detto alla Sicilia di costruire
inceneritori.
Poi il ministro si è imbufalito con chi aveva scritto il documento a favore degli inceneritori
e minaccia sanzioni per il funzionario fedifrago pro-inceneritore.
Infine, bisticcio interno al ministero: la sottosegretaria all’Ambiente, la leghista Vannia
Gava, si pone di traverso e promuove la soluzione impiantistica per la Sicilia.
Atto primo, il piano rifiuti della Regione Siciliana
La Regione Siciliana da tempo lavora sul piano di gestione dei rifiuti. A fine dicembre per
la prima volta è riuscita a darsene uno, ed è quello rifiuti, quello proposto dall’assessore
Alberto Pierobon, che intende attenersi alle direttive europee che riguardano la
prevenzione, il riuso, il recupero di materia ed energia e lo smaltimento.
Il piano prevede 21 nuovi impianti, una differenziata che passi dal 30% attuale al 65%
entro il 2021 e si basa su quattro punti: trasparenza, ordine, efficienza ed efficacia.
L’approvazione del piano, definito da Pierobon «pratico, snello e veloce», potrebbe
consentire di sbloccare 170 milioni di euro fermi a Bruxelles.
Atto secondo, il ministero boccia il piano
In una relazione di 35 pagine il ministero dell’Ambiente ha boccia punto per punto il piano
elaborato dal governo Musumeci, dalla adeguatezza del Rapporto
ambientale ai contenuti e obiettivi del Prgr. «Serve una profonda revisione — scrive il
ministero, e — destano perplessità le considerazioni in ordine alla qualità e alla veridicità
dei dati, tra l’altro non sufficienti, per costituire una plausibile base di sviluppo del Piano
stesso».
«Per superare la continua situazione di criticità del territorio parrebbe più appropriato
dotarsi di uno strumento di pianificazione chiaro e certo che preveda cronoprogrammi
attuativi e prenda decisioni immediatamente efficaci senza ulteriori rimandi».
«Proprio per il suo valore strategico il Prgr avrebbe dovuto prevedere un sistema sinergico
di gestione dei rifiuti residui in questa fase e non entro i prossimi 7 anni».
Atto terzo, la Sicilia risponde a Roma
«Il ministero dell’Ambiente pare intenzionato a non farci risolvere presto il problema dei
rifiuti in Sicilia. Invece di agevolare e sostenere la nostra coraggiosa azione, cerca mille
cavilli al piano regionale dei rifiuti per allontanare la soluzione e riavvicinare l’emergenza.
Replicheremo ai cavilli entro sessanta giorni», dice in una nota il presidente della Regione
siciliana Nello Musumeci.
Nello Musumeci, politico. (Imagoeconomica)
«Prendiamo atto che il governo grillino di Roma si è convertito ai termovalorizzatori e ci
chiede di realizzarne almeno due. Per noi non è un problema, visto che non abbiamo mai
avuto alcun pregiudizio su questo tipo di impianto. Qualcuno però avverta il ministro
dell’Ambiente Costa, che invece ha sempre ripetuto di essere contrario agli inceneritori.
Questa schizofrenia non agevola la celere soluzione del problema rifiuti nell’isola, ma serve
almeno a far capire ai siciliani con chi abbiamo a che fare, alla faccia della leale
collaborazione tra istituzioni».
Atto quarto, il ministro Costa viene maltrattato
Su diverse testate online e sui social network ciò diventa motivo di dileggio. Vengono
ripescati gli interventi in cui Costa dichiarava la sua guerra personale contro gli
inceneritori e vengono raffrontati con la “promozione” fatta dal suo ministero.
Atto quinto, il comunicato del ministero dell’Ambiente
Attorno alle 20 di mercoledì 3 aprile, dopo un lavorìo di lima leguleia, il ministero
dirama questo oscuro comunicato di cui l’unico aspetto chiaro è il titolo.
COMUNICATO STAMPA
Rifiuti Sicilia: ministero, osservazioni non esprimono necessità realizzare
termovalorizzatori
La precisazione del dicastero
Roma, 3 aprile 2019 – “Con riferimento al punto 2.2.20 delle Osservazioni del Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare sul Rapporto ambientale elaborato
nell’ambito della Valutazione ambientale strategica del Piano regionale di gestione dei
rifiuti della Regione siciliana si rileva quanto segue. Il citato punto 2.2.20 non esprime
alcuna autonoma valutazione circa l’opportunità o la necessità di realizzare impianti di
incenerimento di rifiuti con recupero energetico. Viceversa in tale sede ci si limita a
richiamare testualmente le previsioni del diritto vigente in materia, ed in particolare
quanto previsto dall’Allegato III – Individuazione degli impianti da realizzare o da
potenziare per soddisfare il
Roma, un conto da 280 milioni per liberarsi della spazzatura
fabbisogno residuo nazionale di incenerimento di rifiuti urbani e assimilati del d.P.C.M.
10 agosto 2016, di attuazione dell’art. 35, comma 1, del d.l. n. 133 del 2014. Si fa inoltre
presente che la normativa vigente sul tema non considera i fabbisogni di incenerimento
individuati nel menzionato d.P.C.M. come senz’altro obbliganti per le Regioni, potendo
queste ultime richiedere la modifica del fabbisogno che le riguardi “in presenza di nuova
approvazione di piano regionale di gestione dei rifiuti o dei relativi adeguamenti” (art. 6,
comma 3, del d.P.C.M. 10 agosto 2016). Risulta dunque evidente che – anche nell’ottica di
perseguire il più possibile l’obiettivo della risalita nella gerarchia dei rifiuti – la
rivalutazione del fabbisogno di incenerimento individuato nel d.P.C.M. 10 agosto 2016
potrà essere effettuata solo a seguito della prefigurazione, nel Piano di gestione dei rifiuti
della Regione siciliana, delle politiche di prevenzione della formazione dei rifiuti, di
incremento della raccolta differenziata, nonché della esaustiva individuazione dei flussi”.
Lo comunica in una nota il ministero dell’Ambiente.
Sergio Costa ministro dell'ambiente e della tutela del
territorio e del mare. (Imagoeconomica)
Atto sesto, nuovo comunicato del ministero
Una mezzoretta dopo, attorno alle 20,30 del 3 aprile l’ufficio stampa del ministero ha
diramato un nuovo, ben più drammatico e comprensibile, comunicato: sarà punito il
funzionario amico degli inceneritori.
COMUNICATO STAMPA
Rifiuti Sicilia, ministro dell’Ambiente Costa apre istruttoria interna
Roma, 3 aprile 2019 – “Ho dato mandato immediato al Capo di Gabinetto e al Segretario
generale di aprire un’istruttoria amministrativa interna per conoscere chi abbia violato
la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto nelle deduzioni
nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti”: lo dichiara il ministro dell’Ambiente
Sergio Costa. In tale documento tecnico, citando la normativa vigente e la impossibilità,
allo stato attuale, da parte della regione Sicilia, di gestire in autosufficienza i rifiuti
prodotti, i tecnici del ministero hanno rappresentato la possibilità di costruire nuovi
inceneritori, alla luce della mancanza, nel piano rifiuti, di riferimenti specifici di
discariche esistenti. “Mai e poi mai – ribadisce Costa – da questo ministero ci sarà un via
libera a nuovi inceneritori”.
_________________________________
Ufficio Stampa Ministero dell’Ambiente
Via Cristoforo Colombo 44 00147 Roma
Atto settimo, la sottosegretaria contro il suo ministro
Giovedì 4 aprile la sottosegretaria all’Ambiente, la leghista Vannia Gava, si mette in
contrapposizione contro il ministro quinquistelle.
Ecco integrale il comunicato diramato attorno alle 14,30:
Rifiuti Sicilia: Gava, Servono impianti. Costa si ravveda, politica dei No
porta a immobilismo
Roma, 4 apr. – «Servono nuovi impianti per risolvere una situazione che sta diventando
insostenibile. Con i No non si va da nessuna parte. Se il ministro Costa ha a cuore le sorti
dei siciliani e dell'intero Paese non può sposare la politica del No a tutto. L’immobilismo e
il timore di prendere decisioni concrete non ci appartiene. Solo qualche giorno fa La
Corte di giustizia Ue ha condannato l’Italia per un uso eccessivo delle discariche che
rappresentano il passato essendo uno spreco di territorio e di risorse. Costa dovrebbe
sapere che gli impianti all’avanguardia, oltre a risolvere l’emergenza rifiuti, creano
energia elettrica e calore. Lo hanno capito in tutta Europa: non esiste economia circolare
senza impianti di smaltimento e di termovalorizzazione. La speranza è che anche il
ministro Costa cambi idea e si proietti al futuro invece di rimanere ancorato al passato. Il
rifiuto deve essere una risorsa, non un problema da cui fuggire».
Lo dichiara Vannia Gava sottosegretario all’ambiente.
Atto ottavo, Chicco Testa di Assoambiente
Interviene anche Chicco Testa, presidente dell’Assoambiente.
«La posizione esternata ieri dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i
propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano,
evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà
europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia. Il
rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non può che passare dal
significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla
valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in
discarica che in Regione supera ancora il 70% (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018). Chi
pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull'economia
circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non
riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il “turismo dei rifiuti” verso altre
destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i
cittadini. E' fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli
impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti».
Si attendono nuovi sviluppi.
Rifiuti Sicilia, scontro nel ministero sugli inceneritori
Per la sottosegretaria Gava, Costa non può sposare la politica dei No. Per Testa (Assoambiente) il ministro dell'Ambiente ha un “approccio pregiudiziale”
Il “caso inceneritori” in Sicilia continua a far discutere, dopo che il ministro
dell'Ambiente Sergio Costa ha smentito la posizione dei suoi tecnici riguardo la “necessità
di localizzare sul territorio dell'Isola almeno due o più impianti di incenerimento” (v.
Staffetta 04/04). Le dichiarazioni di Costa hanno, infatti, provocato l'ennesimo scontro
all'interno del ministero, con la sottosegretaria Vannia Gava che, in un comunicato diffuso
oggi, ha criticato la linea portata avanti dal capo del dicastero. “Servono nuovi impianti –
ha spiegato Gava – per risolvere una situazione che sta diventando insostenibile. Con i
No non si va da nessuna parte. Se il ministro Costa ha a cuore le sorti dei siciliani e
dell'intero Paese non può sposare la politica del No a tutto. L'immobilismo e il timore di
prendere decisioni concrete non ci appartiene”. La sottosegretaria ha, poi, aggiunto:
“Costa dovrebbe sapere che gli impianti all'avanguardia, oltre a risolvere l'emergenza
rifiuti, creano energia elettrica e calore. Lo hanno capito in tutta Europa: non esiste
economia circolare senza impianti di smaltimento e di termovalorizzazione. La speranza è
che anche il ministro Costa cambi idea e si proietti al futuro invece di rimanere ancorato al
passato. Il rifiuto deve essere una risorsa, non un problema da cui fuggire”. In un'intervista
rilasciata all'Huffington Post, Gava è infine entrata nel merito della scelta fatta dal ministro
dell'Ambiente. “Il ministro fa una valutazione politica. Poi c'è una valutazione tecnica, e in
questo caso ha stabilito che il piano siciliano non risolve il problema del ciclo dei rifiuti. Per
questo – ha proseguito – i tecnici propongono due termovalorizzatori. È ovvio, è risaputo
che servono. Anche ipotizzando una improbabile raccolta differenziata dei rifiuti all'80%,
del restante 20% cosa ne facciamo? Spedirli all'estero non è una soluzione praticabile,
soprattutto se si possono valorizzare. In Italia abbiamo impianti all'avanguardia”.
Nel corso della giornata è arrivato anche il commento del presidente di Fise
Assoambiente Chicco Testa, che ha denunciato l'“approccio pregiudiziale” del ministro
Costa. “La posizione esternata ieri dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, in contrasto
con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano,
evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee
più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia. Il rafforzamento del
fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia – ha commentato Testa – non può che
passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla
valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica
che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani ISPRA 2018). Chi pensa di
raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull'economia circolare,
senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà
dei fatti e accetta che prosegua il “turismo dei rifiuti” verso altre destinazioni fuori Regione,
con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. È fondamentale – ha
concluso – tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari
per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti. D'altra parte la stessa Direttiva sui rifiuti del
Pacchetto sull'Economia Circolare, prevedendo al 2035 obiettivi di riciclo al 65% e di
conferimento in discarica al 10%, riconosce una significativa quota residuale per la
valorizzazione energetica”.
© Riproduzione riservata
Ciclo dei rifiuti in Sicilia, Fise Assoambiente: «Termovalorizzatori necessari»
04/04/2019 - 19:10
di Redazione
Il presidente Chicco Testa: «Senza impianto, Isola condannata a discariche e "turismo
dell'immondizia"»
ROMA - Termovalorizzatori sì, termovalorizzatori no. E' un dibattito aperto da anni in Sicilia.
Poprrio ieri i tecnici del ministero dell'Ambiente hanno detto che il piano rifiuti della Regione
dovrebbe prevederne almeno due. Ma il governatore Musumeci ha detto diverse volte di non essere
convinto da questa soluzione per risolvere l'emergenza rifiuti in Sicilia, dove ancora oltre il 70 per
cento della spazzatura prodotta finisce in discarica. E anche lo stesso ministro Costa ha detto che le
sue direttive non sono state seguite. Ma secondo Chicco Testa, presidente Fise Assoambiente
(Associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali
ed attività di bonifica), «la posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente in contrasto con i
propri tecnici evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà
europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia».
«Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia - spiega Chicco Testa - non può
che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla
valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica».
«Chi pensa di raggiungere questi obiettivi - conclude Testa - senza la creazione di almeno due
termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il “turismo
dei rifiuti” verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche
per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti
necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti».
COPYRIGHT LASICILIA.IT © RIPRODUZIONE RISERVATA
Rifiuti: Testa (Assoambiente), ‘approccio Costa su impianti pregiudiziale’
"La posizione esternata ieri dal ministro dell'Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo
disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno
affidamento su questa tecnologia". Così Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente (associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero
e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell'Ambiente Sergio Costa sulla gestione dei rifiuti in
Sicilia. "Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia - continua Testa - non può che passare dal significativo aumento delle
percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei
quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70%? (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018). ?Chi pensa di
raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull'economia circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione
non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed
economiche per i cittadini. E' fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di
gestione dei rifiuti", conclude.
Rifiuti: Testa (Assoambiente), 'approccio Costa su impianti
pregiudiziale'
"La posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri
tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un
approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi
fanno pieno affidamento su questa tecnologia". Così Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente
(associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali
ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla
gestione dei rifiuti in Sicilia. "Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia -
continua Testa - non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il
territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in
discarica che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018). “Chi pensa di
raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare, senza la
creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta
che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute
ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare
concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti", conclude.
ROMA,4 aprile 2019 Ambiente e rifiuti
Rifiuti Sicilia, Fise Assoambiente: “Servono anche i termovalorizzatori”
Il presidente Testa sul caso scoppiato al Minambiente: “Necessario aumentare il riciclo. Da Costa
approccio pregiudiziale”
Anche Fise Assoambiente prende posizione sulla caotica situazione che si è creata al Minambiente
a proposito dei termovalorizzatori siciliani (QE 4/4). Per il presidente Chicco Testa la “reazione del
ministro Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende ma ci trova in profondo
disaccordo”.
Queste le tappe della vicenda. Nelle osservazioni al piano rifiuti inviate dal dicastero alla Regione è
stato inserito il riferimento alla “necessità” di realizzare almeno due inceneritori. Un’indicazione
che ha spinto Costa ad aprire un’istruttoria interna per capire chi, all’interno del ministero, ha
violato la sua “direttiva politica”.
Per Testa, l’intervento di Costa evidenzia un “approccio pregiudiziale” che peraltro “non trova
riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento” sui
termovalorizzatori. Il presidente di Fise, inoltre, sostiene che il rafforzamento “del fragile sistema”
dell’Isola non può che passare dal “significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il
territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in
discarica” che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018).
“Chi pensa di raggiungere questi obiettivi senza la creazione di almeno due termovalorizzatori non
riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il ‘turismo dei rifiuti’ verso altre destinazioni,
con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini”, aggiunge Testa che chiede,
quindi, di “tornare a prevedere e poi realizzare tutti gli impianti necessari”.
Economia ecologica | Energia | Rifiuti e bonifiche
Testa (Assombiente): «Approccio pregiudiziale, non trova riscontri nelle realtà europee più
evolute»
Caos sui rifiuti in Sicilia: per il ministero dell’Ambiente necessari 2 inceneritori,
poi rinnega
Il ministro Costa apre un’istruttoria interna sul parere rilasciato dai tecnici: «Violata la mia direttiva
politica»
[4 Aprile 2019]
Sotto troppi profili la Sicilia è ancora molto lontana da rappresentare un’eccellenza nella
gestione dei propri rifiuti. Per quanto riguarda gli urbani, gli ultimi numeri messi in fila
dall’Ispra nel suo rapporto annuale (dati 2017) parlano chiaro: 2,3 milioni di tonnellate di
rifiuti prodotti e raccolta differenziata al 21,7% (arrivata al 35,9% a fine 2018, secondo la
Regione), mentre i rifiuti conferiti in discarica arrivano al 72,9%. Una prospettiva che la Sicilia
non sembra in grado di superare, come mostra il Piano regionale per la gestione dei rifiuti
(Prgr) elaborato e sottoposto a Valutazione ambientale strategica.
«Il sistema di discariche – si legge nel documento – trova il suo esaurimento nel momento in
cui le discariche già in essere e quelle in via di realizzazione (capacità massima di riserva in
mc) verranno saturate dal rifiuto indifferenziato loro effettivamente avviato. La realizzazione
di nuovi spazi in discarica è quindi imprescindibile fino al 2035 (obiettivo massimo del 10%
di rifiuti in discarica), possibilmente senza consumare ulteriore suolo e/o senza cagionare
ulteriori impatti al territorio».
Come noto la discarica rappresenta un’opzione pienamente contemplata all’interno della
gerarchia Ue per la gestione dei rifiuti, ma a livello residuale, ovvero dopo prevenzione, riuso,
recupero di materia, recupero di energia. Attualmente questa gerarchia risulta invertita in
Sicilia, e non sorprende che secondo il parere fornito dai tecnici del ministero dell’Ambiente il
Piano risulti inadeguato. A fare scalpore è piuttosto una delle osservazioni prodotte dal
ministero, la 2.2.20, all’interno della quale si «rileva l’assoluta necessità di localizzare sul
territorio dell’Isola almeno due o più impianti di incenerimento di capacità pari al relativo
fabbisogno». Meglio il recupero di energia (attualmente in Sicilia non esistono impianti di
termovalorizzazione) che i conferimenti in discarica, dunque: sembrerebbe buon senso, ma
apriti cielo. Il dicastero si è trovato a smentire (due volte) se stesso.
Con una prima nota stampa si precisa infatti che il «citato punto 2.2.20 non esprime alcuna
autonoma valutazione circa l’opportunità o la necessità di realizzare impianti di
incenerimento di rifiuti con recupero energetico», ma si limita a «richiamare testualmente le
previsioni del diritto vigente in materia», ovvero il d.P.C.M. 10 agosto 2016; nessun
“suggerimento” impiantistico alla Regione dunque, ma solo indicazioni in punta di diritto?
Sembrerebbe, non fosse che poco dopo a intervenire è direttamente il ministro Costa,
affermando che sarà aperta un’istruttoria interna: «Ho dato mandato immediato al Capo di
Gabinetto e al Segretario generale di aprire un’istruttoria amministrativa interna per
conoscere chi abbia violato la mia direttiva politica: mai e poi mai avrei proposto quanto letto
nelle deduzioni nell’ambito della Vas del piano regionale rifiuti. Mai e poi mai – ribadisce
Costa – da questo ministero ci sarà un via libera a nuovi inceneritori», nonostante sia lo stesso
ministero a constatare l’impossibilità, allo stato attuale, da parte della regione Sicilia, di
gestire in autosufficienza i rifiuti prodotti.
«La posizione esternata dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri
tecnici, non ci sorprende – commenta il presidente di Fise Assoambiente, Chicco Testa – ma ci
trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che
peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento
su questa tecnologia. Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia non
può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e
dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in
discarica che in Regione supera ancora il 70%. Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in
linea con le direttive europee sull’economia circolare, senza la creazione di almeno due
termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il
“turismo dei rifiuti” verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali
ed economiche per i cittadini. È fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare
concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti».
Il problema di fondo è che sarebbero necessarie una politica e una dotazione impiantistica
coerenti con gli obiettivi stabiliti dall’Ue all’interno dell’ultimo pacchetto normativo
approvato in materia di economia circolare: al 2035 dovrà essere raggiunto un minimo di
riciclo del 65% e un massimo di ricorso alla discarica del 10%, con dunque un rimanente 25%
di recupero energetico. A che punto siamo per traguardare quest’ultimo target, e attraverso
quali impianti?
Si tratta di una domanda complessa quanto importante, che non può essere affrontata con
posizioni ideologiche: al proposito uno spunto d’interesse potrà arrivare dal “Rapporto sul
recupero energetico da rifiuti in Italia” che l’Ispra presenterà a Roma il 10 aprile; come spiega
l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale si tratta di uno «studio mirato ad
acquisire e analizzare i dati degli impianti di digestione anaerobica e di incenerimento con
recupero di energia dei rifiuti in Italia. Tali impianti fanno parte del sistema di gestione
integrata dei rifiuti così come delineato anche dalle direttive europee per l’attuazione di un
modello di economia circolare e, con particolare riferimento a quelli di trattamento termico,
fondamentali per il recupero delle frazioni non riciclabili e finalizzati alla minimizzazione del
ricorso allo smaltimento in discarica».
Rifiuti: Testa (Assoambiente), 'approccio Costa su impianti
pregiudiziale'
4 Aprile 2019
"La posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi fanno pieno affidamento su questa tecnologia". Così Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente (associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla gestione dei rifiuti in Sicilia.
"Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia - continua Testa - non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018).
“Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare, senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti", conclude.
4 aprile 2019- 15:07
Rifiuti: Testa (Assoambiente), 'approccio Costa su impianti pregiudiziale'
"La posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri
tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un
approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi
fanno pieno affidamento su questa tecnologia". Così Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente
(associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali
ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla
gestione dei rifiuti in Sicilia."Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia -
continua Testa - non può che passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il
territorio e dalla valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in
discarica che in Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018).“Chi pensa di
raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare, senza la
creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e accetta
che prosegua il 'turismo dei rifiuti' verso altre destinazioni fuori Regione, con negative ricadute
ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi realizzare
concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti", conclude.
Rifiuti: Testa (Assoambiente), ‘approccio Costa su impianti pregiudiziale’
“La posizione esternata ieri dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, in contrasto con i propri
tecnici, non ci sorprende, ma ci trova in profondo disaccordo e, dati alla mano, evidenzia un
approccio pregiudiziale, che peraltro non trova riscontri nelle realtà europee più evolute che oggi
fanno pieno affidamento su questa tecnologia”. Così Chicco Testa, presidente di Fise Assoambiente
(associazione delle imprese di igiene urbana, gestione, recupero e riciclo di rifiuti urbani e speciali
ed attività di bonifica) commenta le dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Sergio Costa sulla
gestione dei rifiuti in Sicilia.
“Il rafforzamento del fragile sistema di gestione dei rifiuti in Sicilia – continua Testa – non può che
passare dal significativo aumento delle percentuali di riciclo su tutto il territorio e dalla
valorizzazione energetica dei quantitativi residuali, limitando il conferimento in discarica che in
Regione supera ancora il 70%” (dati Report rifiuti urbani Ispra 2018).
“Chi pensa di raggiungere questi obiettivi, in linea con le Direttive europee sull’economia circolare,
senza la creazione di almeno due termovalorizzatori nella Regione non riconosce la realtà dei fatti e
accetta che prosegua il ‘turismo dei rifiuti’ verso altre destinazioni fuori Regione, con negative
ricadute ambientali ed economiche per i cittadini. E’ fondamentale tornare a prevedere e poi
realizzare concretamente tutti gli impianti necessari per chiudere il ciclo di gestione dei rifiuti”,
conclude.