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Educazione allo sviluppo sostenibile Lo sviluppo sostenibile e l’economia Sabato 20 ottobre 2012, Locarno Atelier nr. 1 È questione di sopravvivenza Michela Zanni docente SM Acquarossa [email protected] Il caso SACEBA Tania Cereghetti docente SM Morbio Inferiore [email protected] Ecocompatibilità: percorso transdisciplinare Simona Palumbo Docente SM Gravesano simona.[email protected] Coordinazione Luca Reggiani – SUPSI DFA [email protected]

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Educazione  allo  sviluppo  sostenibile  Lo  sviluppo  sostenibile  e  l’economia  Sabato  20  ottobre  2012,  Locarno  

Atelier nr. 1

È  questione  di  sopravvivenza  

Michela  Zanni  docente  SM  Acquarossa  [email protected]    

Il  caso  SACEBA  Tania  Cereghetti  docente  SM  Morbio  Inferiore  [email protected]  

Ecocompatibilità:  percorso  transdisciplinare  Simona  Palumbo  Docente  SM  Gravesano  [email protected]  

Coordinazione  Luca  Reggiani  –  SUPSI  DFA  

[email protected]      

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

UN  PROGETTO  NELL’AMBITO  DELLO  SVILUPPO  SOSTENIBILE  INCENTRATO  SULLA  RICERCA  DI  RISORSE  AGROALIMENTARI  IN  VALLE  DI  BLENIO.  

Michela  Zanni  

CONTENUTI  GENERALI  

• Svolto con allievi di terza: mappatura di risorse agroalimentari presenti in valle di Blenio.

• Durata circa due mesi: alcuni momenti di cinque lezioni di scienze e alcuni momenti fuori orario coinvolgendo anche i genitori.

OBIETTIVI  DIDATTICI  E  DISCIPLINARI  

• Sviluppo di un pensiero critico rivolto alla realtà territoriale, allargando la rete sociale scolastica con il coinvolgimento dei genitori.

• Sostenibilità e alimentazione: integrazione del tema nel programma di terza media; versatilità di inserimento dell’argomento in molteplici contesti didattici.

COMMENTO  E  PROSPETTIVE  

La Valle di Blenio è una regione in cui le tradizioni contadine sono ancora molto presenti e parecchi allievi sono legati a queste tradizioni. Essi conoscono piuttosto bene il territorio nel quale vivono: sia dal punto di vista geografico che dal punto di vista ambientale.

Con questa tipologia di lezioni sono emersi anche allievi che abitualmente non riuscivano ad esprimere le loro capacità. Il coinvolgimento in prima persona è stato più marcato e costante rispetto ad altre modalità di lezione.

PRO  E  CONTRO  

+ L’alimentazione non è vista solo come necessaria per la sopravvivenza dell’individuo, ma anche per la società in cui si vive.

+ È facile integrare collaborazioni con colleghi di altre discipline (geografia, storia, informatica, educazione visiva).

+ Il programma dei quattro anni diventa più interconnesso.

+ Si può prevedere anche una collaborazione con colleghi di istituti diversi, per un confronto dei risultati con diverse realtà locali del cantone: altre zone rurali, o aree urbanizzate; oppure proporre scambi fisici sul territorio.

- Ci vuole più tempo per organizzarsi, soprattutto nel caso di collaborazioni con colleghi di altre discipline.

   

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

SCHEMA  DELL’ITINERARIO  

 

   

Durata Luogo Attori coinvolti Attività svolta

serata Scuola Genitori e Figli Attivazione delle famiglie sul tema dello sviluppo sostenibile e primi stimoli per l'impostazione del lavoro.

mezz’ora lezione Scuola Allievi Sintesi contenuti emersi dalla serata e aggiornamento degli allievi assenti. Cos'è lo sviluppo sostenibile, cosa possiamo fare noi.

  Casa Genitori Punto di vista dei genitori sullo sviluppo sostenibile.

1 ora lezione Scuola Allievi Elenco delle materie prime alimentari presenti in valle di Blenio. Assegnazione a scelta della risorsa di cui occuparsi.

1 pomeriggio Territorio Allievi, genitori e conoscenti

Allievi (con genitori e altre persone esterne): mappatura delle risorse alimentari.

1 ora lezione Scuola Allievi Discussione nei gruppi (quali risorse sono presenti e dove).

2 ore lezione Scuola Allievi Riporto delle mappe su lucido.

1 ora lezione Scuola Allievi Verifica degli atteggiamenti.

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

ATTIVITÀ  1  -­‐  VADO  A  SCUOLA  CON  MAMMA  E  PAPÀ!  

Durata:  

Una  serata,  con  i  genitori.  

Obiettivo:  

Introdurre  allievi  e  genitori  al  tema  dello  sviluppo  sostenibile.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

Discussione  in  gruppi  e  dibattito  plenario.    

Esplorare  un  rapporto  dialettico  tra  tradizione  e  innovazione.  

Competenze  ESS:  

Sviluppare  un  dialogo  con  genitori  e  compagni  (dialogo  intergenarazionale).  

Esplicitare  la  propria  concezione  del  mondo.  

Materiali  didattici:    

Filmato  (vita  contadina  nelle  alte  valli  del  cantone  a  metà  Novecento).  

Diaporama.  

Figura 1: Immagini di battitura della segale estratta dal filmato “Segale a Osco”.

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ATTIVITÀ  2  -­‐  TE  LO  SPIEGO  IO .  

Durata:    

Breve  discussione  in  classe;  gli  allievi  riassumono  l’andamento  della  serata.  

Obiettivo:  

Condivisione  plenaria  della  serata  per  sviluppare  il  tema  su  basi  comuni.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

Discussione  plenaria,  porre  l’accento  sui  contenuti  emersi  dalla  serata  con  i  genitori.  

Competenze  ESS:  

Gli  allievi  partecipano  attivamente  allo  sviluppo  del  percorso.  

Competenze  generali:  

Sapere  esporre  ciò  che  sanno  e  pensano  riguardo  a  fatti  e  situazioni.  

Figura 2: Dialogo tra due allievi mentre discutevano della serata con i genitori.

Perché la produzione qui valga la pena, bisogna aumentare i prezzi di vendita, così chi lavora guadagna a sufficienza per sopravvivere come contadino.

Sì, ma se alzi i prezzi dell’insalata chi la compera, va a prenderla da un’altra parte, perché è troppo cara.

Così aumentano anche i prezzi di quello che “producono” loro.

Allora alziamo anche i loro stipendi!

Ma allora come si fa?

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ATTIVITÀ  3  -­‐  E  VOI,  COSA  NE  PENSATE?

Durata:    

Tempo  necessario  per  discutere  con  i  genitori  a  casa  e  chiedere  loro  di  riportare  per  iscritto  l’impressione  sullo  sviluppo  sostenibile.  

Obiettivo:  

Allargare  il  discorso  ai  genitori  che  non  erano  presenti  alla  serata  informativa,  ottenendo  un  riscontro  scritto.  

Competenze  ESS:  

Discutere  di  problematiche  attuali  e  sviluppare  un  pensiero  critico  al  riguardo.  

Figura 3: Commento di un genitore con esempio concreto di intervento.

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ATTIVITÀ  4  -­‐  QUANTE  COSE  ABBIAMO?

Durata:    

Un’ora-­‐lezione.  

Obiettivi:  

Lista  delle  materie  prime  alimentari  presenti  in  valle  di  Blenio.  

Assegnazione  di  una  parte  di  territorio  da  analizzare  a  ogni  allievo.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

Divisione  in  due  gruppi  di  stampo  territoriale  (nord  e  sud).

Competenze  ESS:  

Sviluppare  la  comprensione  dei  sistemi  naturali,  sociali  ed  economici  che  ci  circondano  e  delle  loro  interazioni.  

Competenze  generali:  

Sviluppare  un  apprendimento  riflessivo  e  indagatore,  orientato  verso  il  mondo  reale.  

Materiali  didattici:    

Lista  delle  risorse  di  valle  (stilata  dagli  allievi).  

Figura 4: Elenco delle materie prime riportato dai ragazzi nella discussione in classe.

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ATTIVITÀ  5  -­‐  IO,  CARTOGRAFO  IN  ERBA.

Durata:    

Due  settimane  a  casa,  per  la  ricerca  sul  campo.  

Obiettivi:  

Stilare  mappe  delle  varie  risorse  agroalimentari  presenti  in  valle.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

Apprendimento  di  tipo  partecipativo  ed  attivo  (grazie  all’uscita  sul  campo  per  ricercare  la  materia  prima  di  loro  competenza).  

Competenze  ESS:  

Sviluppare  la  comprensione  dei  sistemi  naturali,  sociali  ed  economici  che  ci  circondano  e  delle  loro  interazioni.  

Materiali  didattici:    

Copia  di  una  cartina  della  valle  di  Blenio  per  cartografare  le  superfici  dove  è  stata  riscontrata  la  presenza  delle  varie  risorse  alimentari.    

Figura 5: Esempi di livelli tematici eseguiti su lucido: a) funghi b) noci, c) castagni.    

a b c

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ATTIVITÀ  6-­‐7  -­‐  È  SCIENZE  O  GEOGRAFIA?  

Durata:  

Quattro  ore-­‐lezione.  

Obiettivo:  

Discutere  le  proprie  mappature  per  completare  la  cartina  dell’intera  valle.  

Riportare  le  cartine  su  carte  veline,  poi  copiate  su  lucido.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

A  coppie  per  materia  prima  mappata,  sviluppano  capacità  di  confronto  con  i  compagni.  

Mobilitazione  delle  conoscenze  fisico-­‐spaziali  per  riportare  in  scala  ridotta  su  piano,  quanto  osservato  sul  terreno.  

Materiali  didattici:    

Copia  di  una  cartina  della  valle  di  Blenio.  

   

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ATTIVITÀ  8  -­‐  LA  BUZZA  DI  BIASCA.  

Durata:    

Un’ora-­‐lezione.  

Obiettivo:  

Verificare  le  competenze  sviluppate  durante  il  percorso.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento:    

Analisi  di  un  caso  storico  e  simulazione  di  una  situazione  di  crisi  per  trovare  soluzioni  al  problema  (1513,  Buzza  di  Biasca).  

Materiali  didattici:    

Scheda  con  la  situazione-­‐problema  sulla  buzza  di  Biasca.  

Figura 6: Testo utilizzato per la verifica delle competenze acquisite dai ragazzi.

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Figura 7: Grafico con le tipologie di risposta date dagli allievi e numero di apparizioni di ogni modalità.      

0   1   2   3   4   5   6   7  

Raccolta  di  materie  prime  locali  

Colcvazione  in  loco  

Colcvazione  ai  monc  

Migrazione  fuori  valle  

Collaborazione-­‐condivisione  

Ricerca  aiuc  esterni  

Centro  sfollac  

Distruzione  arcficiale  diga  

Ricostruire  

Soluzione  tecnologica  

Chiusura  delle  scuole  per  manodopera  

Favola  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

Tania  Cereghetti  

INTRODUZIONE

L’intenzione  iniziale  per  intraprendere  con  gli  allievi  di  scuola  media  un  percorso  didattico  in  ambito  d’educazione  allo  sviluppo  sostenibile  è  stata  quella  di  agganciarsi  ad  una  problematica  locale.  Iniziare  il  percorso  proponendo  caso  di  studio  del  territorio  dove  vivono,  dà  una  motivazione  maggiore  agli  allievi  o  quanto  meno  permette  di  orientarsi  più  facilmente  e  di  stabilire  un  quadro  di  riferimento  geografico  ed  emotivo  che  li  rende  più  coinvolti  nelle  attività  didattiche.  Il  quadro  regionale  del  percorso  proposto  si  colloca  nel  Mendrisiotto  e  la  tematica  trattata  legata  alla  sostenibilità  e  all’ambiente  riguarda  il  cemento.  Questo  materiale  viene  prodotto  partendo  da  rocce  calcaree,  biancone  e  marna,  presenti  in  grandi  quantità  nella  zona,  che  sono  state  sfruttate  nel  passato  per  la  sua  produzione.  A  Morbio  Inferiore  si  trova  infatti  la  Saceba,  un  ex-­‐cementificio  che  negli  anni  ’60  diede  un  notevole  contributo  all’economia  ticinese,  in  quanto  fu  la  rifornitrice  più  importante  di  cemento  durante  gli  anni  del  boom  edilizio.  Il  cemento  è  un  materiale  che  si  presta  molto  bene  a  essere  trattato  in  classe  nel  primo  biennio.  Innanzitutto  è  un  materiale  largamente  utilizzato:  lo  si  può  osservare  quasi  ovunque  dove  c’è  un  segno  di  attività  da  parte  dell’uomo.  È  perciò  legato  al  vissuto  degli  allievi,  che  ne  hanno  sicuramente  già  sentito  parlare  e  lo  hanno  potuto  vedere  nelle  loro  case  o  negli  edifici  che  li  circondano.  Un  altro  vantaggio  del  calcestruzzo  è  quello  di  poter  essere  utilizzato  per  trattare  molti  degli  argomenti  del  primo  biennio  di  scienze  naturali.  Essendo  composto  da  polvere  di  cemento,  ottenuta  da  roccia  calcarea,  ghiaia,  sabbia  e  acqua  è  estremamente  legato  all’ambiente  naturale.  

SCHEMA DELL’ITINERARIO

L’itinerario  si  compone  di  circa  cinque  lezioni  della  durata  di  due  ore  ma  può  variare  a  dipendenza  del  riscontro  ricevuto  dagli  allievi  durante  la  prima  attività.  

Il  percorso  si  può  riassumere  come  segue:  

 

Prima  fase:    lancio  del  tema  “CEMENTO”  

-­‐  raccolta  delle  rappresentazioni  

spontanee  -­‐  

Analisi  della  prima  aHvità  e  delle  loro  rappresentazioni  spontanee  e/o  pregiudizi  

ResNtuzione  delle  rappresentazioni  

iniziali  con  ristruOurazione  e  approfondimento  

Analisi  dell’aHvità  di  approfondimento  

ResNtuzione  dell’aHvità  di  

approfondimento  e  raccolta  delle  prese  di  posizione  finali  

ragionate  

Analisi  delle  prese  di  posizioni  finali  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

LEZIONE 1: CHE MATERIALE È?

Per  introdurre  l’argomento  ho  cercato  di  proporre  un’attività  di  avvicinamento  al  tema,  per  incuriosire  i  ragazzi,  coinvolgerli  e  avvicinarli  al  cemento.  Sono  partita  quindi  dal  calcestruzzo,  materiale  importante  a  base  di  cemento  utilizzato  normalmente  nelle  costruzioni,  quindi  vicino  alla  realtà  dei  ragazzi,  chiedendo  loro  di  spiegare,  a  gruppi,  la  storia  di  questo  materiale.  A  dipendenza  del  riscontro  ricevuto  dagli  allievi  durante  questa  attività  ho  proseguito  il  progetto  in  modo  diverso  in  ciascuna  classe,  cercando  di  far  emergere  spontaneamente  le  problematiche  attraverso  la  discussione,  la  lettura  di  documenti,  l’osservazione  di  foto,  e  differenziare  per  classe  la  programmazione  didattica.  

Obiettivo  della  lezione  

Il  tema  del  cemento  permette  di  affrontare  l’educazione  alla  sostenibilità  sotto  molteplici  aspetti:  

Ø la  facoltà  di  utilizzare  una  risorsa  naturale  piuttosto  che  un’altra  in  funzione  dello  scopo;  Ø la  gestione  delle  risorse;  Ø lo  sfruttamento  del  territorio.  Ø l’esistenza  di  risorse  rinnovabili  e  non  rinnovabili;  

A  dipendenza  del  riscontro  ricevuto  dagli  allievi  con  questa  prima  attività,  viene  decisa  la  continuazione  del  percorso.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento  

Ø Lavoro  di  gruppo:  favorisce  il  confronto  e  la  discussione  nel  piccolo  gruppo  per  poi  ampliarla  a  tutta  la  classe.  

Competenze  ESS  

Ø Gli  allievi  partecipano  attivamente  alla  costruzione  del  percorso  

Materiali  didattici  

Ø Carotaggio  di  calcestruzzo  

 

 

 

 

 

LEZIONE 2: COME PROSEGUIAMO?

La  discussione  ha  preso  strade  molto  diverse  con  ciascuna  classe,  quindi  ho  proseguito  il  percorso  in  modo  diverso  con  ciascuna  classe  (in  totale  3  classi).  

   

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

Classe  1:  Legno  o  cemento?  

Nella  classe  1,  durante  la  messa  in  comune  della  prima  attività,  attraverso  un  animato  dibattito  è  emersa  spontaneamente  dagli  allievi  la  problematica  della  sostenibilità  del  cemento  ed  è  stato  proposto  il  legno  come  sostituto.  La  seconda  attività  è  stata  quindi  un  paragone  di  questi  due  materiali.  

Obiettivo  della  lezione  

Ø Conoscere  il  significato  di  risorsa  rinnovabile  e  non  rinnovabile;  Ø Sapere  che  il  calcestruzzo  può  essere  riciclato;  Ø Conoscere  i  principali  vantaggi  e  gli  svantaggi  dell’uso  del  legno  per  le  costruzioni.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento  

Ø Lavoro  di  gruppo:  favorisce  il  confronto  e  la  discussione  nel  piccolo  gruppo  per  poi  ampliarla  a  tutta  la  classe.  

Competenze  ESS  

Ø Gli  allievi  comprendono  che  è  urgente  rinunciare  a  pratiche  non  sostenibili  per  migliorare  la  qualità  di  vita  e  la  preservazione  dell’ambiente  naturale.  

Ø Gli  allievi  sviluppano  empatia  e  solidarietà  verso  gli  altri  e  l’ambiente.  Ø Gli  allievi  trattano  una  problematica  socialmente  viva  e  fanno  delle  riflessioni  critiche.  

Materiali  didattici  

Ø Documenti  relativi  al  legno  e  al  calcestruzzo  

Classe  2:  La  storia  della  Saceba  

Nella  seconda  classe,  durante  la  messa  in  comune  della  prima  attività,  alcuni  allievi  hanno  parlato  della  storia  della  Chiesa  Rossa  di  Castel  San  Pietro  e  dei  problemi  che  sono  sorti  per  via  del  cementificio.  Gli  allievi  si  sono  posti  il  problema  del  collocamento  della  Saceba  in  un  luogo  valorizzato  a  livello  naturale  (Parco  delle  Gole  della  Breggia).  La  seconda  attività  è  stata  quindi  la  ricostruzione  dell’esistenza  della  Saceba.  

Obiettivo  della  lezione  

Ø Conoscere  la  storia  dell’ex-­‐cementificio  Saceba;  Ø Capire  i  vantaggi  e  gli  svantaggi  della  presenza  della  Saceba;  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento  

Ø Lavoro  di  gruppo:  favorisce  il  confronto  e  la  discussione  nel  piccolo  gruppo  per  poi  ampliarla  a  tutta  la  classe.  

Competenze  ESS  

Ø Gli  allievi  comprendono  che  è  urgente  rinunciare  a  pratiche  non  sostenibili  per  migliorare  la  qualità  di  vita  e  la  preservazione  dell’ambiente  naturale.  

Ø Gli  allievi  sviluppano  empatia  e  solidarietà  verso  gli  altri  e  l’ambiente.  Ø Gli  allievi  trattano  una  problematica  socialmente  viva  e  fanno  delle  riflessioni  critiche.  

Materiali  didattici  

Ø Fotografie  della  Saceba.  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

Classe  3:  visita  del  Parco  delle  Gole  della  Breggia  

Nella  terza  classe  gli  allievi  conoscevano  molto  bene  il  calcestruzzo  come  materiale  da  costruzione  ed  erano  presenti  due  allievi  esperti  di  questo  materiale,  ma  non  è  emerso  alcun  problema  di  sostenibilità  o  collegamento  con  la  Saceba.  La  seconda  attività  è  stata  quindi  un’uscita,  in  cui  siamo  andati  a  visitare  un’impresa  di  costruzione  per  vedere  come  viene  utilizzato  il  calcestruzzo,  e  si  è  in  seguito  andati  al  Parco  delle  Gole  della  Breggia.  L’uscita  al  Parco  avevo  lo  scopo  di  creare  un  legame  con  il  territorio:  il  calcestruzzo  è  ottenuto  da  materiali  presenti  nel  territorio.  

Obiettivo  della  lezione  

Ø Creare  un  legame  con  il  territorio;  Ø Osservare  le  tracce  della  Saceba  nel  Parco  delle  Gole  della  Breggia;  Ø Conoscere  l’utilità  del  calcestruzzo  come  materiale  da  costruzione.  

Strategia  didattica  e  processi  d’apprendimento  

Ø Uscita  di  studio  

Competenze  ESS  

Ø Gli  allievi  sviluppano  empatia  e  solidarietà  verso  gli  altri  e  l’ambiente;  Ø Osservazione  diretta  sul  campo.  

CONCLUSIONI

Il  concetto  di  sviluppo  sostenibile  è  relativamente  astratto  e  può  essere  di  difficile  comprensione,  specialmente  per  dei  ragazzi  di  undici  anni,  e  non  solo.  Il  percorso  che  porta  a  comprendere  e  a  ragionare  in  termini  di  sviluppo  sostenibile,  si  può  suddividere  in  tre  livelli  di  astrazione.  Il  primo  livello  consiste  nella  percezione  del  territorio  come  risorsa  ricondotto  alla  realtà  locale  e  quindi  all’esperienza  degli  allievi.  Nel  caso  in  esame  si  riferisce  alla  presa  di  coscienza  riguardo  all’origine  di  questo  materiale,  alle  materie  prime  che  vengono  utilizzate  per  fabbricarlo  e  a  dove  si  trovano  quest’ultime.  

Dal  primo  livello  si  può  passare  a  un  secondo  livello  di  astrazione,  in  cui  si  comprende  che  l’estrazione,  la  trasformazione,  la  distribuzione  della  risorsa,  ha  un  impatto  sull’ambiente,  la  società  e  l’economia.  Le  conseguenze  di  questo  impatto    però  non  devono  essere  viste  come  inevitabili  per  perseguire  il  mito  del  progresso,  è  questa  presa  di  coscienza  che  apre  le  porte  al  livello  successivo.  

Nel  terzo  livello  si  compie  un  ulteriore  passo  e  si  inizia  a  ragionare  proprio  in  termini  di  sviluppo  sostenibile.  In  altre  parole,  si  comprende  la  complessità  delle  relazioni  che  intercorrono  tra  i  parametri  coinvolti  nelle  fasi  di  estrazione  e  impiego  delle  risorse  naturali  e  in  ultima  analisi  che  le  soluzioni  praticabili  possono  essere  travate  attraverso  la  partecipazione  attiva  della  comunità  e  che  sono  le  nostre  azioni  a  determinare  il  nostro  futuro.  

Nello  svolgimento  di  questo  lavoro,  la  prima  attività  sul  calcestruzzo  ha  permesso  di  capire  dove  si  situavano  le  classi  in  questa  scala  di  livelli.  La  scelta  di  una  tematica  locale,  per  affrontare  questo  delicato  argomento,  può  essere  d’aiuto  perché  permette  ad  allievi  così  giovani  di  agganciare  maggiormente  il  discorso  al  territorio.  Il  livello  di  astrazione  che  si  può  raggiungere  varia  invece  da  classe  a  classe  a  dipendenza  della  situazione  iniziale.  Una  particolare  sensibilità  verso  i  problemi  ambientali,  a  quell’età,  può  essere  stata  sviluppata  attraverso  delle  attività  svolte  in  precedenza  a  scuola,  ma  soprattutto  dall’educazione  informale  che  in  riferimento  alle  tematiche  sulla  salvaguardia  dell’ambiente,  diffonde  una  pletora  d’informazioni  spesso  contraddittorie  e  in  ogni  caso  poco  strutturate  e  superficiali,  come  è  stato  possibile  accertare  dalle  concezioni  degli  allievi  emerse  nel  corso  di  questa  sperimentazione  didattica.  In  questo  ambito  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

l’influenza  maggiore  arriva  soprattutto  dall’educazione  e  dai  valori  trasmessi  dai  genitori,  nonché  dalla  maturità  degli  allievi.  Il  coinvolgimento  dei  genitori  nello  svolgimento  di  attività  legate  alla  sostenibilità  dunque,  può  essere  molto  utile,  in  quanto  possono  costituire  da  una  parte  una  risorsa  didattica  attiva,  dall’altra  possono  loro  stessi  coinvolti  attraverso  il  dialogo  con  i  figli  del  processo  di  presa  a  carico  delle  proprie  responsabilità  per  contribuire  a  un  futuro  sostenibile.  

BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA

 

§ Holcim   (Schweiz)   AG.   (2009).   Guida   pratica   del   calcestruzzo.   Progettare   e   mettere   in   opera   calcestruzzi  

durevoli.  Holcim  (Schweiz)  AG.  

 

§ http://www.cemsuisse.ch/cemsuisse/index.html?lang=de  [27  aprile  2011].  

§ http://www.energia-­‐legno.ch/home.html  [2  marzo  2011].    

§ http://www.holcim.com/en/sustainable-­‐development.html  [27  aprile  2011].    

§ http://www.parcobreggia.ch/  [18  aprile  2011].  

§ http://www.percorsodelcemento.ch/  [22  febbraio  2011].    

§ http://www.rsi.ch/home/channels/lifestyle/terre/2009/10/29/archeo-­‐cemento.html?selectedVideo=1#Video  

   

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

L A S T O R I A D I U N P E Z Z O D I C A L C E S T R U Z Z O

I cementi

Il  cemento  è  un  legante  idraulico,  cioè  una  sostanza  che  mescolata  all’acqua  indurisce  (sia  all’aria  che  sott’acqua).  

Fabbricazione  

Per  produrre  il  cemento  le  materia  prime  utilizzate  sono  delle  pietre:  calcare  e  marna  o  argilla.  

Queste  pietre  vengono  estratte  nelle  cave  e  frantumate  fino  a  diventare  una  polvere  fine.  Infine  avviene  la  cottura  ad  una  temperatura  di  almeno  1450°C.  Dopo  la  cottura  si  aggiungono  alla  polvere  ottenuta  del  gesso  e  altre  sostanze  per  ottenere  il  cemento  utilizzato  per  le  costruzioni.  

 

Curiosità:  già  i  romani  utilizzavano  nell’antichità  un  composto  fatto  di  calcare  argilloso.  Erano  in  grado  di  ottenere  il  “cemento  romano”,  che  ha  dato  il  nome  al  nostro  attuale  cemento.  

Nel  1824  l’inglese  J.  Aspdin  fece  un  prodotto  simile  al  cemento,  che  ottenne  cuocendo  un  miscuglio  di  calcare  e  argilla  macinati.  Quel  cemento  era  simile  alla  pietra  di  Portland,  un  calcare  molto  resistente  dell’isola  di  Portland  che  veniva  usato  in  Inghilterra  per  le  costruzioni.  Perciò  venne  chiamato  cemento  Portland.    

 

 

Indicazioni  di  sicurezza:    

A  contatto  con  l’acqua,  il  cemento  diventa  irritante.  Ogni  contatto  con  la  pelle  deve  essere  evitato.  

Il calcestruzzo

Il  cemento,  mischiato  con  l’acqua,  può  già  essere  utilizzato  per  alcuni  lavori.  

Per  fare  il  calcestruzzo  invece,  al  cemento  e  all’acqua  viene  aggiunto  un  miscuglio  di  sabbia  e  ghiaia.  Questo  dà  al  calcestruzzo  una  maggiore  resistenza  e  stabilità.  

Un’altra  importante  caratteristica  che  deve  avere  il  calcestruzzo  è  la  durabilità.  Il  calcestruzzo  deve  essere  stabile  e  resistente  agli  attacchi  provenienti  dall’ambiente  circostante.  In  generale,  deve  garantire  una  durata  di  50  anni.  

Usi:  

Il  calcestruzzo  viene  utilizzato  per  la  costruzione  di  edifici,  come  case,  palazzi,  così  come  per  la  costruzione  di  muri,  strade,  ponti,  ecc.  

   

Portland  .  

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M O S T R A F O T O G R A F I C A S U L L A S A C E B A

Le  fotografie  esposte  in  classe  mostrano  il  paesaggio  della  zona,  prima  e  dopo  l’avvento  della  Saceba.  

Consegna:  

1. Osserva  tutte  le  fotografie  attentamente.  2. Con  il  tuo  gruppo  prova  a  collegare  le  foto  secondo  un  ordine  logico.  3. Prova  ad  aggiungere:  

a. I  benefici  del  calcestruzzo  per  l’uomo;  b. Ciò  che  viene  preso  dalla  natura  per  il  nostro  bisogno.  

 

 

   

1

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A T T I V I T À S U L C E M E N T O : O P I N I O N I D E L L A C L A S S E

 

Incuriositi  dal  calcestruzzo  osservato  in  classe  siamo  riusciti  a  ricostruire  la  storia  di  questo  materiale:  da  cosa  è  composto  e  per  cosa  viene  utilizzato.  

Utilizzando  il  lavoro  fatto  dai  gruppi  sono  emersi  molti  concetti  e  argomenti.  

Abbiamo  scoperto  che  per  fare  il  cemento  bisogna  utilizzare  dei  tipi  particolari  di  roccia:  calcare  e  marna  o  argilla.  Il  cemento  viene  poi  utilizzato  per  fabbricare  il  calcestruzzo,  utile  per  molte  costruzioni.  

Il  discorso  sul  cemento  ha  portato  anche  una  bella  discussione  su  questo  materiale,  sui  vantaggi  e  gli  svantaggi  procurati  dal  suo  utilizzo  e  tutti  hanno  dato  la  loro  opinione.  C’è  chi  è  contro  l’utilizzo  del  cemento  e  chi  invece  pensa  che  sia  indispensabile.  Ecco  in  breve  le  vostre  opinioni:  

 

• PRO  CEMENTO:    

o il  cemento  inquina  ma  è  utile  e  indispensabile;  

o l’uomo  non  può  vivere  senza  cemento,  non  staremmo  così  bene.  

• CONTRO  CEMENTO:    

o senza  cemento  ci  sarebbe  meno  inquinamento;  

o il  cemento  toglie  spazio  alla  natura.  

 

 

C’è  chi  ha  proposto  un’alternativa  al  cemento:  il  legno.  Ci  sono  state  però  diverse  obiezioni:  verrebbero  sterminate  le  foreste  e  non  riusciremmo  comunque  a  rimpiazzare  il  cemento,  ad  esempio  per  fare  i  palazzi.  Inoltre  il  legno  è  meno  resistente.  

 

Il  legno  può  essere  un’alternativa  al  cemento?  Quali  sono  i  suoi  vantaggi  e  quali  i  suoi  svantaggi?  

 

Approfondiamo  questo  argomento  leggendo  alcuni  articoli.  

   

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I L P A R C O D E L L E G O L E D E L L A B R E G G I A

Il  viaggiatore  diretto  a  sud,  al  suo  arrivo  in  questa  zona,  già  intuisce  la  presenza  della  Pianura  padana  dall’addolcimento  dei  rilievi.  Il  Parco  si  nasconde  ai  suoi  occhi  tra  le  pieghe  degli  ultimi  rilievi  prealpini,  mentre  l’ingresso  delle  gole  è  celato  da  grandi  edifici,  quali  la  Saceba,  sorti  negli  ultimi  decenni  della  millenaria  storia  del  Parco.  Arrivando  da  sud  invece,  le  Prealpi  e  le  Alpi  appaiono  quasi  all’improvviso,  chiudendo  l’orizzonte  dopo  un  monotono  e  uniforme  viaggio  attraverso  la  pianura.  Nessun  segno  particolare  tradisce  la  presenza  di  una  profonda  gola  a  breve  distanza  da  una  delle  maggiori  vie  di  comunicazione  attraverso  le  Alpi,  a  parte  forse  una  parete  di  roccia  biancastra  che  cattura  lo  sguardo  dell’osservatore  più  attento.  Si  riesce  però  ad  apprezzare  gli  innumerevoli  aspetti  del  Parco  solo  percorrendolo  lentamente  e  guardandosi  intorno  con  occhi  pieni  di  curiosità.  

Come  il  cacciatore  d’immagini  del  racconto,  prova  anche  tu  ora  ad  aprire  gli  occhi  per  catturare  immagini  del  paesaggio  che  ti  circonda,  cercando  di  cogliere  le  tracce  significative  lasciate  dalla  Saceba  nel  paesaggio.  

 

   

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INTRODUZIONE  

I  due  precedenti  itinerari  didattici  sono  scaturiti  all’interno  della  normale  programmazione  didattica  in  ambito  di  educazione  scientifica  e  sono  stati  calati  in  un  preciso  contesto  sociale  e  geografico,  traspobile  in  ogni  caso  a  situazioni  analoghe  facilmente  riconoscibili  anche  in  altre  sedi.  

Lo  SS  comprende  e  interessa  nella  sua  prima  definizione  (ONU.  1987.  Brundtland  report)  tre  diversi  ambiti  mutualmente  collegati  tra  loro:  economia,  ambiente  e  società,  col  tempo  il  modello  di  base  è  stato  ampliato  

includendo  anche  una  componente  geografica  intesa  come  relazione  tra  Nord  e  Sud  e  una  temporale  intesa  come  dialogo  tra  generazioni  proiettata  verso  il  futuro  e  che  trovano  la  loro  rappresentazione  grafica  nel  seguente  schema.  

(Consiglio  Federale.  ARE  2008)  

Per  questo  carattere  polidisciplinare  le  problematiche  che  si  vogliono  affrontare  con  un  approccio  che  mira  allo  SS  richiedono  l’abilità  di  muoversi  all’interno  di  molteplici  campi  disciplinari,  di  saper  collegare  tra  loro  questi  ambiti  attraverso  le  conoscenze  specifiche  e  di  riuscire  a  percepire  i  problemi  in  tutta  la  loro  complessità,  anche  se  spesso  questa  complessità  difficilmente  può  essere  pienamente  compresa  e  gestita.  L’Educazione  per  uno  Sviluppo  Sostenibile  deve  di  conseguenza  essere  introdotta  nella  formazione  con  un  approccio  trasversale  che  coinvolga  le  discipline  tradizionali,  scuotendole  dal  loro  irrigidimento  accademico  e  torpore  didattico  che  troppo  spesso  trasmette  saperi  sterili,  fini  a  sé  stessi,  dei  quali  gli  allievi  stentano  a  comprendere  il  senso.    “L’ESS  non  può  essere  definita  una  disciplina  e  nella  fattispecie  non  può  neanche  essere  ricondotta  a  un’unica  specifica  didattica.  A  maggior  ragione  nell’elaborazione  dei  materiali  didattici  per  l’ESS  è  necessario  ricorrere  a  un  approccio  transdisciplinare”  (Künzli  David,  C.,  Bertschy,  F.,  2011).  

In  questo  senso  l’ESS  è  intesa  attualmente  in  tre  modelli  didattici  tra  loro  complementari  e  contrapposti  (adattato  da  Baumann,  S.,    Bourqui  F.,  &  Schneider  A.  (2011).:  

Centripeto  w ESS  come  argomento  portante  di  lezioni  omnicomprensive  e  multidisciplinari  nel  quale  si  integrano  i  temi  

di  altri  corsi.  Ibrido  w ESS  come  modello  guida  per  lo  sviluppo  sostenibile  disponibile  per  altri  corsi  a  carattere  transdisciplinare  

(educazione   alla   salute,   ed.   alla   cittadinanza   ecc.)   come   quello   proposto   nell’ambito   della   formazione  generale  dei  nuovi  piani  di  studio.  

Centrifugo  w ESS  inclusa  nelle  discipline  tradizionali.  

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Il  mio  percorso  di  lavoro  ha  avuto  come  fondamento  il  coinvolgimento  di  diverse  discipline,  e  quindi  diversi  colleghi  di  altre  materie,  cercando  così  di  cogliere  nell’ESS  questo  aspetto  articolato  che  verte,  poi  ,  nella  quotidianità  nel    concetto  definito  come  «…  un  développement  qui  répond  aux  besoins  du  présent  sans  compromettre  la  capacité  des  générations  futures  à  répondre  aux  leurs.»  Notre  avenir  à  tous,  Commission  Brundtland,  1987.  

Non  tutte  le  materie  comunque  possono  essere  coinvolte  allo  stesso  modo,  o  meglio,  non  possono  abbracciare  il  tema  dell’ESS  in  modo  pieno  ed  efficace.    

Si  può  quindi  ipotizzare  un  percorso  trasversale  sull’ESS  dove  alcune  materie  si  fanno  carico  pienamente  dell’ESS  sotto  l’aspetto  sociale,  economico,  ambientale,  altre  invece  che  lo  possono  trattare  in  modo  specifico  è  più  ancorato  alla  sola  disciplina.  Questo  però  non  deve  essere  visto  come  un  limite,  in  quanto  ciò  che  realmente  conta  è  il  quadro  complessivo  che  gli  allievi  riescono  a  disegnare  e  quindi  quanto  i  ragazzi  riescono  ad  applicare  fuori  dalle  aule  in  termini  di  comportamenti  responsabili,  attivi  e  partecipativi  a  uno  sviluppo  sostenibile.  

Il  percorso  intrapreso  segue  dunque  due  piste  parallele  nel  senso  che  lo  SS  è  stato  il  tema  centrale  dell’itinerario  didattico  al  quale  hanno  partecipato  autonomamente  altre  discipline  su  iniziativa  della  docente  di  scienze.  Quindi  se  da  una  parte  l’oggetto  centrale  dell’apprendimento  era  focalizzato  sullo  SS  e  si  distribuiva  radialmente  su  diverse  discipline  (effetto  centrifugo),  negli  apprendimenti  degli  allievi  avrebbe  dovuto  costruirsi  una  rete  di  saperi  e  competenze  collegati  tra  loro  che  ritrovano  e  acquistano  senso  proprio  in  virtù  di  questo  collegamento  (effetto  centripeto),  lo  schema  che  segue  rende  conto  in  modo  più  esplicito  di  questa  dinamica.  

   

Il  percorso  è  stato  svolto  nell’arco  di  5  mesi,  tale  tempistica  è  stata  dettata  principalmente  da  esigenze  di  consegna  del  lavoro  di  diploma  (DFA).    Sarebbe  opportuno  pianificarlo  in  anticipo,  in  modo  da  potergli  dedicare  un  tempo  maggiore.  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

Visti  i  richiami  al  tema  che  i  ragazzi  hanno  evocato  l’anno  successivo,  ritengo  che  sia  davvero  un  peccato  non  estendere  il  progetto  agli  anni  successivi.  Nella  sua  applicazione  didattica  il  progetto  si  può  suddividere  in  tre  fasi:  

1. coinvolgimento  colleghi,  

2. applicazione  didattica,  

3. sintesi  e  valutazione  finale  della  sperimentazione.  

FASE1:  COINVOLGIMENTO  COLLEGHI  -­‐ Comunicazione  al  Plenum  -­‐ Informazione  scritta  in  casella  per  ogni  docente  (lettera)  -­‐ Colloquio  singolo  in  aula  docenti  

 Punti  critici:  

-­‐ Non  essendo  parte  di  nessun  progetto  di  sede,  non  è  previsto  alcuno  sgravio.  -­‐ Alcuni  docenti  declinano  in  quanto  tale  lavoro  implica  maggiori  risorse  e  tempo  da  impiegare.  -­‐ In  circolazione  vi  è  molto  materiale,  ma  non  organizzato,  quindi  il  lavoro  di  pensare  la  lezione  è  tutto  sulle  

spalle  del  singolo  docente.    Punti  forti:  

-­‐ La  peculiarità  di  questo  lavoro  consiste  nel  fatto  che  non  bisogna  raggiungere  specifici  obiettivi  di  apprendimento,  ma  il  fine  è  di  sviluppare  competenze  ed  attitudini:  ciò  rende  il  progetto  particolarmente  duttile  ed  elastico,  con  il  vantaggio  di  non  dover  stravolgere  né  limitare  la  programmazione  annuale  in  termini  di  obiettivi  d’apprendimento  specifici  a  ciascuna  disciplina.  

   

Cari Colleghi, come forse sapete, sono ancora in formazione: sto seguendo il secondo anno al DFA di Locarno. È con piacere che ho accolto la proposta di svolgere il lavoro di diploma sul tema dell’ecocompatibilità. Le classi in oggetto saranno la 1A e la 1B: la scelta è caduta sulla prime in quando il programma di Scienze del primo anno ben si presta a tal scopo. Sto quindi elaborando delle attività che in parte ho fatto e altre invece che sono ancora da realizzare. L’idea di base era quella però di fare un percorso transdisciplinare, ed è per questo che chiedo a chi è interessato, nei limiti delle disponibilità, di contattarmi. Nei fatti si tratta di realizzare una attività sul tema dell’ecocompatibilità, in massima libertà:

-­‐ Sarete voi a decidere ovviamente cosa fare, quando farlo e soprattutto come farlo

-­‐ I criteri con i quali deciderete di impostare la lezione saranno i vostri, non i miei, né quelli del

DFA.

L’unica cosa che chiedo è di essere tenuta al corrente della tempistica e di poter visionare i risultati o prodotti degli allievi, che devo aver la possibilità di inserire nel lavoro di diploma (liberatoria permettendo). Avrò poi il piacere di condividere con voi i risultati di tale lavoro. Ringrazio chi è sensibile come me al tema dell’ambiente e ama trasmettere questa attenzione ai ragazzi. Simona

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FASE  2:  LA  PRATICA  

Per  questa  fase  ci  siamo  trovati  a  scegliere  tra  due  le  modalità  per  condurre  il  lavoro  che  si  escludono  a  vicenda:  

-­‐ Render  esplicito  e  dichiarare  agli  allievi  il  tema  e  le  finalità  del  progetto  didattico  in  corso  nel  quale  sono  coinvolti.    

-­‐ Lasciarli  volutamente  all’oscuro  di  quanto  viene  svolto  e  poi  raccogliere  alla  fine  il  risultato  di  tale  lavoro  senza  alcuna  aspettativa.  Equivale  a  stabilire  se  con  questa  libertà,  gli  allievi  riescono  a  fare  i  collegamenti  spontaneamente,  senza  nessuna  pressione  o  intenzione  dichiarata  da  parte  dei  docenti.  

Ci  siamo  orientati  per  il  secondo  approccio  che  evidentemente  permette  di  verificare  con  maggior  attendibilità  quanto  il  percorso  possa  effettivamente  sviluppare  competenze  in  ambito  ESS  e  incidere  nei  comportamenti  quotidiani  dei  ragazzi.  

ESEMPI  PRATICI  DI  ATTIVITÀ  SVOLTE:  

Italiano  (Cristina  De  Vecchi)  

Sono  state  elaborate  una  serie  di  attività  dove  il  tema  portante  era  la  sostenibilità  sotto  diversi  punti  di  vista.  La  

docente  ha  proposto  agli  allievi  un  eco-­‐test  “Senza  natura,  non  c’è  futuro!”,  dove  i  ragazzi  si  sono  misurati  con  una  

serie  di  domande  per  verificare  quanto  il  loro  atteggiamento  nel  quotidiano  fosse  compatibile  con  l’ambiente  e  le  sue  

riserve.  

Si  è  proseguito  con  una  lettura  dei  testi  delle  due  canzoni  di  due  cantautori  italiani,  Pierangelo  Bertoli  con  “Eppure  

soffia”  e  Francesco  Guccini  con  “Il  vecchio  e  il  bambino”:  in  esse  si  mettono  in  evidenza  gli  esiti  di  uno  stile  di  vita  

lontano  dalla  sostenibilità.  

 I  ragazzi  hanno  continuato  con  la  lettura  di  un  testo,  “Il  maiale  clonato”,  di  E.  Fontana  (figura  2.5),  dove  si  narrava  la  

vicenda  di  una  fattore  alle  prese  con  la  sua  ambizione,  che  ha  portato  lui  ed  un  ingegnere  a  modificare  geneticamente  

ed  allevare  maiali,  i  quali  permettevano  inizialmente  grandi  guadagni,  ma  hanno  poi  notevolmente  svantaggiato  il  

fattore  e  danneggiato  l’ambiente  circostante.  La  morale  è,  come  ha  scritto  un  allievo:  “Allevare  e  coltivare  in  modo  

naturale  è  la  cosa  più  bella  della  vita.”  

A  conclusione  agli  allievi  è  stato  richiesto  di  redigere  degli  scritti  a  tema  su:  “Il  mio  sogno  ecologico”,  “L’acqua  è  un  

prezioso  dono  di  Dio”.  

Ed.  visiva  (Barbara  Giorzi  e  Carolina  Pepe)  

 Le  loro  attività  sono  caratterizzate  da  due  approcci  

diversi.  Una  docente  usualmente  affronta  con  i  ragazzi  di  

prima  il  tema  dell’acqua:  abbiamo  trovato  subito  un  tema  

comune  sul  quale  impostare  la  nostra  cooperazione,  in  

quanto  l’acqua  è  tema  previsto  anche  nel  Piano  di  

Formazione  per  le  Scienze  Naturali.  

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Gli  allievi  hanno  realizzato  un  lavoro  tridimensionale,  ispirato  alle  ninfee  di  Monet:  hanno  dipinto  i  fiori  su  di  un  

cartoncino  e  di  seguito  hanno  dato  tridimensionalità  all’elaborato  mediante  una  serie  di  pieghe  e  ondulazioni.  

Il  lavoro  è  stato  differenziato  in  modo  tale  che  chi  avesse  difficoltà  con  la  tecnica  delle  tempere  potesse  portare  a  

termine  il  compito  utilizzando  la  tecnica  dei  puntini.  La  tematica  della  sostenibilità  non  è  stata  affrontata  

esplicitamente,  ma  del  resto  non  era  negli  obiettivi  della  docente.  Il  lavoro  si  può  quindi  configurare  come  un’attività  

dove  la  tematica  in  oggetto  è  marginale,  ma  che  comunque  trova  riscontro  e  si  rinforza  con  la  trattazione  parallela  al  

corso  di  Scienze  Naturali.  

Con  l’altra  classe  coinvolta  nella  sperimentazione  didattica,  la  docente  di  visiva  ha  proposto  un’attività  di  osservazione  

e  riproduzione  dei  pesci  del  Canton  Ticino,  per  la  promozione  dell’educazione  ambientale  del  Museo  della  pesca  di  

Caslano.    Molto  interessanti  sono  i  punti  intersezione  con  le  scienze  naturali:  la  parte  sperimentale  viene  realizzata  al  

museo  della  pesca,  dove  una  squadra  di  esperti  condurrà  gli  allievi  lungo  un  itinerario  formativo  ittiologico.  

Geografia    (Sabrina  Stefanini  Airaghi)  

In  geografia  è  stata  proposta  ad  entrambe  le  classi  

l’unità  didattica:  “Il  Ticino,  com’è?  Conformazione  

del   territorio”   (figura   2.4).   Attraverso   l’analisi   del  

territorio  ticinese,   i   ragazzi  sono  giunti  a  riflettere  

sull’uso   del   suolo,   nei   termini   di   spazio   occupato  

dal   bosco   e   della   funzione   e   gestione   di   quello  

disponibile.   Il   problema   dell’erosione   del   suolo  

viene   così   introdotto:   attraverso   la   problematica  

dello   spazio,   che   in   Svizzera   è   assai   ridotto,   gli  

alunni   sono   giunti   ad   analizzare   la   funzione   del  

bosco;   in   particolare   si   sono   soffermati   sul   ruolo  

della  vegetazione  nel  trattenere  i  diversi  strati  che  

compongono   la   terra.   Da   qui   la   riflessione   sul  

ruolo  giocato  dalle  foreste  nella  prevenzione  attiva  

a  fronte  dei  pericoli  naturali  e  nella  preservazione  

del  suolo.  

 

   

Educazione  allo  sviluppo  sostenibile  -­‐  Lo  sviluppo  sostenibile  e  l’economia     26/27

Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

COMPETENZE  ESS  

Si  parla  spesso  di  approcci  didattici  e  pedagogici  innovativi  che  si  rifanno  al  concetto  di  competenza,  com’è  pure  riconosciuto  all’ESS  il  ruolo  di  avvalersene  in  modo  privilegiato  poiché,  per  quanto  riguarda  le  conoscenze  e  i  settori  tematici,  fa  appello  a  quanto  svolto  nell’ambito  delle  discipline  tradizionali.  In  questo  inquadramento  si  dimenticano  spesso  le  competenze  degli  insegnanti  che  si  accingono  a  includere  l’ESS  e  le  sue  strategie  didattiche  e  pedagogiche  nel  loro  metodo  all’insegnamento.  Al  termine  di  questo  progetto  potrei  parlare  delle  competenze  acquisite  come  educatrice  per  uno  sviluppo  sostenibile.  

Le  competenze  citate  si  rifanno  al  Documento  del  Consiglio  Economico  e  Sociale  delle  Nazioni  Unite,  che  si  è  espresso  in  materia  di  ESS  e  sono  quelle  nelle  quali  questa  modalità  di  lavoro  collegiale  mi  ha  permesso  di  crescere  professionalmente.  

L’educatore è capace di:

Propiziare  delle  occasioni  e  dei  processi  di  scambio  d’idee  e  di  esperienze  tra  diversi  luoghi,  discipline,  culture  e  generazioni,  in  assenza  di  qualsiasi  pregiudizio  e  idee  preconcette.  

L’educatore lavora con gli altri secondo delle modalità che:

Mobilitano  attivamente  diversi  gruppi  entro  luoghi,  generazioni,  culture,  e  discipline  differenti.  

l’educatore comprende …

-­‐ Le  basi  di  un  pensiero  sistemico.  -­‐ Il  funzionamento  dei  sistemi  sociali,  naturali  ed  economici  e  le  loro  interrelazioni.  -­‐ Che  è  importante  fornire  delle  prove  scientifiche  per  sostenere  lo  sviluppo  sostenibile.  -­‐ Come  l’essere  confrontati  con  il  reale  aiuta  l’apprendimento  e  aiuta  gli  allievi  ad  influenzare  il  corso  delle  

cose.  

L’educatore è capace di…

-­‐ Stimolare  occasioni  per  procedere  a  scambi  di  idee  e  di  esperienze  tra  differenti  luoghi/discipline/culture/generazioni  in  assenza  totale  di  pregiudizio  e  preconcetti.  

-­‐ Incoraggiare  la  negoziazione  di  futuri  alternativi.  -­‐ Aiutare  gli  allievi  a  precisare  con  il  dialogo  la  loro  propria  concezione  del  mondo  e  quella  degli  altri    e  a  

riconoscere  che  esistono  altre  soluzioni  possibili.  

L’educatore impara ad essere…

-­‐ Un  seguace  della  riflessione  critica.  

SINTESI  E  REGOLAZIONE  FINALE  

Al  termine  del  percorso  si  è  verificato  quanto  e  come  gli  allievi  si  fossero  appropriati  del  concetto  di  sostenibilità,  questa  verifica  si  svolta  seguendo  due  modalità.    

Sintesi  e  rievocazione  di  quanto  svolto  

Ripercorriamo  in  classe  in  plenaria  tutte  le  lezioni  di  Scienze  che  abbiamo  fatto  insieme  sul  tema.  

Il  momento  più  delicato  e  importante  è  quando  si  choede  ai  ragazzi,  a  loro  avviso,  quali  altre  attività  svolte  in  aula  con  altre  materie  si  possono  collocare  sotto  il  cappello  della  sostenibilità.  I  ragazzi  quindi  hanno  stilato  un  elenco  

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Alelier  1  –  Sostenibilità  di  casa  nostra  

includendo  anche  una  attività  esterna  alla  scuola  (Concorso  di  scrittura  della  Raiffeisen),  dove  l’indicazione  era  quella  di  scrivere  delle  poesie,  che  molti  ragazzi  hanno  redatto  ispirandosi  a  temi  di  sostenibilità.  Dopo  questa  prima  sintesi  è  stato  aperto  un  dibattito.  

Dibattito:  2  ore  di  lezione:  “Sei  a  favore  o  contro  la  sostenibilità?”  

È  il  momento  di  verifica:  in  questa  occasione  i  ragazzi  sono  liberi  di  esprimersi  in  merito  e  dichiarare  la  loro  adesione  o  meno,  motivandola  di  fronte  agli  altri  compagni.  Il  confronto  va    moderato,  ma  è  particolarmente  arricchente  per  la  classe  intera,  in  quanto  si  verifica  che  il  concetto  vincente  è  quello  del  buonsenso:  in  questa  prospettiva  possiamo  approcciarci  all’ecologia  ed  al  rispetto  delle  risorse,  senza  cadere  nel  moralismo  e  nell’  integralismo,  ma  neppure  in  atteggiamenti  catastrofisti    e  rinunciatari.  

Il  bilancio  complessivo  dell’attività,  è  senz’altro  positivo.  L’insegnamento  cooperativo  è  una  risorsa  alla  portata  di  tutti,  è  uno  strumento  ad  ampio  respiro  e  ci  induce  a  pensare  all’insegnamento  con  un  approccio  sistemico  e  olistico.  

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